“Ti ho portato un regalo“: con questa frase Augusto Lippi, 33enne già denunciato per stalking, ha dato fuoco alla sua ex moglie, Anna, di 32 anni, nell’abitazione della donna a Cave, in provincia di Roma.
E’ accaduto due sere fa: l’uomo ha raggiunto la villetta, ha sfondato il vetro di una finestra ed è entrato. Poi ha legato la donna a letto, l’ha cosparsa di alcol e le ha dato fuoco.
A dare l’allarme sono stati i vicini di casa, che hanno visto le fiamme e allertato i soccorsi: Anna, madre di due figli di 8 e 13 anni, è ricoverata in gravi condizioni al Sant’Eugenio di Roma con ustioni di secondo e terzo grado su circa il 50 percento del corpo.
D’estate, ne abbiamo già parlato, aumenta il numero di guardoni, incentivati dalle scollature e dalle gonne corte. L’ultimo caso era emerso nel giugno scorso, in un supermercato di Bergamo.
Ora a Catania un uomo di 30 anni ha fatto di più: ha installato una webcam sotto il pavimento di un solarium comunale sul lungomare e in questo modo ha ripreso per giorni le donne nude che frequentavano il centro.
Non solo: ha inviato quelle immagini ad un sito internet americano che aveva indetto il concorso “Operazione sottoveste. Siamo tutti agenti segreti… e ora siamo in azione“.
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Si può perseguitare una ex fidanzata per oltre 20 anni? Stando alla vicenda emersa in queste ultime ore a Padova, c’è chi l’ha fatto: si tratta di un uomo di 43 anni, denunciato per stalking.
Per capire meglio la vicenda bisogna tornare indietro di 24 anni, al 1986: lui, milanese, aveva 18 anni e stava svolgendo il servizio militare alla caserma Romagnoli di Padova.
Il 13 giugno di quell’anno conobbe una ragazza di 16 anni ed iniziò una storia con lei. Quattro anni dopo la relazione finì, ma il giovane non riuscì a farsene una ragione.
Iniziò a tempestare la ragazza di telefonate, ad ogni ora del giorno e della notte. Le cose non cambiarono nemmeno quando la giovane si trasferì, si sposò e divento madre. Lui continuò imperterrito.
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Un nuovo caso di stupro di gruppo è emerso in queste ultime ore: una donna di 38 anni, residente nei dintorni di Velletri, in provincia di Roma, è stata violentata lo scorso 20 maggio da tre conoscenti, che l’avevano invitata a casa loro per una spaghettata.
La donna, che aveva conosciuto i tre in un pub di Nemi, piccolo comune nei Colli Albani, si era lasciata convincere a seguirli, con la promessa che l’avrebbero riaccompagnata a casa dopo cena.
Ma le intenzioni dei tre erano altre: una volta arrivati a casa i tre hanno iniziata a picchiarla e l’hanno costretta a ripetuti rapporti sessuali.
Un nuovo caso di violenza sessuale e maltrattamenti è emerso nelle ultime ore ad Enna, dove un manovale di 39 anni è finito in manette con l’accusa di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti ai danni della sua convivente.
L’uomo, alcolizzato e col vizio del gioco d’azzardo, era solito violentare la donna con i suoi attrezzi di lavoro - gli inquirenti hanno sequestrato un martello col dna della donna - ed era arrivato anche a farla prostituire per pagare i suoi debiti di gioco.
Aveva contattato alcuni anziani disposti a pagare piccole somme di denaro per aver un rapporto sessuale con la donna. I soldi, si legge su LiveSicilia, venivano poi spesi in “alcolici e biglietti del Gratta e vinci”.
Sicuramente ricordate il caso dei maltrattamenti all’asilo Cip & Ciop di Pistoia, che nel dicembre dello scorso anno aveva sconvolto ed indignato l’opinione pubblica, facendo nascere accese discussioni anche qui su Crimeblog.
Nel maggio scorso ad Anna Laura Scuderi ed Elena Pesce, le due educatrici arrestate con l’accusa di maltrattamento di minori, furono concessi gli arresti domiciliari: le due lasciarono carcere di femminile di Genova Pontedecimo, scatenando l’ira dei genitori delle piccole vittime.
Ora il gup di Genova, Roberto Fucigna, ha deciso di revocare gli arresti domiciliari e di sostituirli con il divieto di dimora in Toscana.
Le due, a questo punto, saranno libere: l’unico vincolo sarà quello di presentarsi settimanalmente alla polizia.
Patrick Fousek e Samantha Tomasini, rispettivamente di 38 e 20 anni - li vedete in foto - sono finiti in manette ieri a Salinas, in California, per aver messo in pericolo un minore essendo sotto l’influenza di sostanze stupefacenti.
La coppia, infatti, ha cercato di vendere il proprio figlio, di appena 6 mesi, davanti ad un negozio Wal-Mart: hanno avvicinato una coppia di donne ed hanno chiesto loro di poter effettuare una telefonata col loro cellulare.
Mentre Fousek faceva la chiamata, le due donne si sono messe ad intrattenere il piccolo. Terminata la telefonata, è arrivata la proposta: “vi piace? ve lo vendiamo per 25 dollari“.
In un primo momento le due hanno pensato ad uno scherzo, ma quando il 38enne ha continuato ad insistere, hanno capito che faceva sul serio.
Continua a leggere: California: coppia cerca di vendere il figlio di 6 mesi per 25 dollari
Il quartiere romano di Tor Bella Monaca sempre più simile a quello napoletano di Scampia: è quello che sostengono alcuni quotidiani nel commentare la maxi operazione di ieri a Roma, quando più di 80 militari, aiutati dai vigili del fuoco, hanno abbattuto i muri e le cancellate costruiti dai pregiudicati spacciatori della zona per poter ostacolare i controlli antidroga.
Le costruzioni prese di mira dagli agenti sono quelle site in via dell’Archeologia, dove alcuni residenti avevano costruito dei veri e propri sistemi di videosorveglianza - videocitofoni e videocamere - oltre a barriere in metallo e muratura che, secondo loro, dovevano servire per impedire alle forze dell’ordine di scoprire i loro traffici illeciti e, non ultimo, garantire facili vie di fuga.
Nel corso dell’operazione sono state denunciate 13 persone con l’accusa di danneggiamento e occupazione abusiva, mentre uno è finito in manette: nel suo garage gli agenti hanno rinvenuto diverse auto e moto rubate.
E’ finito in manette a Roccelletta di Borgia, in provincia di Catanzaro, il 59enne Pietro Lamberto, accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 11 anni.
L’uomo, addetto ai servizi sociali del capoluogo calabrese, è stato sorpreso con la minorenne in una casa estiva di proprietà di un suo conoscente, dopo la denuncia presentata alle autorità dalla madre della giovane.
La ragazzina, stando a quanto si è appreso nel corso delle indagini, aveva da tempo smesso di andare a scuola, era stata plagiata dal 59enne ed aveva sviluppato “una grave condizione di disagio psicologico e sociale“.
Spesso, quando si seppellisce una persona cara, si decide di lasciarle indosso anelli e gioielli vari. Questo i sette dipendenti comunali di Staglieno, in provincia di Genova, denunciati ieri, lo sapevano bene.
Per anni, stando a quanto si è appreso, hanno depredato il cimitero monumentale del paese, sotteando marmi ed arredi vari, ma anche gioielli, protesi dentali ed ortopediche dai cadaveri che venivano riesumati.
Il tutto, poi, veniva catalogato e rivenduto sul mercato nero. Stesso discorso per l’alluminio delle bare, che venivano pressate e rinvendute a peso.
Sette persone - quattro tumulatori e tre ispettori - sono stati denunciate per vilipendio di tombe, sottrazione, distruzione e soppressione di cadavere, peculato, furto di arredi di interesse storico ed artistico, con l’aggravante di essere stati commessi in un luogo di sepoltura.