E’ ripreso questa mattina a Torino il processo denominato Cogne-bis, quello che vede imputata Anna Maria Franzoni - già condannata a 13 anni di carcere per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi - con l’accusa di calunnia nei confronti del vicino di casa Ulisse Guichardaz.
I fatti risalgono al 2004, quasi due anni dopo l’omicidio del piccolo Samuele: i coniugi Lorenzi, nel luglio di quell’anno, denunciarono Guichardaz indicandolo come autore del delitto.
Lei, poi condannata come autrice del delitto, in quell’occasione firmò la denuncia pur sapendo che così facendo avrebbe accusato un innocente.
La difesa della donna, però, sostiene che la Franzoni non voleva denunciare Guichardaz, ma solo fare in modo che si indagasse su di lui.
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Pare proprio che i guai giudiziari di Anna Maria Franzoni, che sta scontando 16 anni di carcere per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi, avvenuto a Cogne il 30 gennaio 2002, non siano ancora finiti.
La donna è stata infatti accusata dalla Procura di Torino di aver tentato di inquinare la scena del delitto durante un sopralluogo avvenuto nella notte fra il 28 e il 29 luglio 2004, come ben spiega La Voce D’Italia:
facendo trovare ai carabinieri dei Ris l’impronta di un ipotetico terzo uomo, secondo la donna il vero responsabile della morte del figlio Samuele. Tentativo di scagionamento supportato e realizzato con la collaborazione di Eric Dust, consulente svizzero e reale autore delle impronte digitali rinvenute nel garage della casa di Cogne.
L’inchiesta, denominata Cogne-bis, inizialmente vedeva coinvolte undici persone, fra i quali Stefano Lorenzi e l’avvocato Carlo Taormina, rispettivamente marito ed ex-difensore della donna, ma ora sembra che le accuse siano solo e soltanto per la Franzoni.
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Dopo anni di indagini e mesi di processo, Anna Maria Franzoni, condannata a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele, continua a far parlare si sé: questa volta per la perizia psichiatrica da lei richiesta nell’agosto scorso per poter veder i suoi due figli al di fuori delle mura carcerarie.
Di questi accertamenti se ne sono occupati alcuni periti incaricati dal tribunale di sorveglianza di Bologna che, per la prima volta dopo anni, hanno ammesso la possibilità che la Franzoni colpisca di nuovo. Ovviamente la decisione finale spetta al giudice che potrà tenere in considerazione o meno il rischio di recidiva sottolineato dai periti.
Via | AffariItaliani
Annamaria Franzoni, condannata a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele e rinchiusa al carcere della Dozza, ha dichiarato che si sottoporà agli esami psichiatrici per poter veder i figli al di fuori delle mura carcerarie.
La donna, che aveva sempre rifiutato perizie, ha invece cambiato idea. Una perizia psichiatrica favorevole infatti le consentirebbe di commutare le uscite per lavoro in visite ai figli.
E’ solo l’enneismo capitolo di una saga che non ha fine. Annamaria Franzoni è stata condannata per l’omicidio del figlio perpetrato con “lucida razionalità” secondo la sentenza della Cassazione, che ritiene la donna abia agito per reazione ad un capriccio.
Come promesso ieri, vi proponiamo nella gallery qui sotto altre pagine delle motivazioni con cui la Corte di Cassazione ha confermato la condanna a sedici anni di reclusione per Annamaria Franzoni. Vi ricordiamo comunque che la sentenza è scaricabile da Cassazione.net - dopo essersi registrati gratuitamente - e da questo link a slideshare, dove non è necessaria nessuna registrazione. Buona lettura.
Annamaria Franzoni uccise con razionale lucidità: e l’ha confermato anche la Corte di Cassazione. Chi ha ucciso Samuele Lorenzi il 30 gennaio 2002 ha finalmene un nome certo. Confermati quindi i sedici anni di reclusione per la madre assassina, una che in passato non aveva esitato a denunciare per diffamazione a mezzo stampa un settimanale che aveva osato aprire con il titolo “Cogne: e se fosse innocente?”.
Le cinquanta pagine con le motivazioni della sentenza spiegano tutto perfettamente. Sono liberamente scaricabili dal sito cassazione.net, e da questo link a slideshare in formato pdf, se non volete registrarvi. Qui sotto invece, una mini gallery con le prime cinque pagine. Le altre le pubblicheremo nei prossimi giorni.
E’ stata depositata oggi la sentenza 31456 che contiene, in 54 pagine, le motivazioni in base alle quali la Cassazione, lo scorso 27 marzo 2008, ha confermato la condanna a sedici anni di reclusione nei confronti di Anna Maria Franzoni.
Secondo quanto sottolineato dalla sentenza, è con «razionale lucidità» che la Franzoni ha ucciso il figlioletto Samuele, di 3 anni e 2 mesi, la mattina del 30 gennaio del 2002, nella casa di Cogne.
E’ quindi da escludere, «al di là di ogni ragionevole dubbio», che ad uccidere il bambino sia stato un estraneo, come ribadito più volte dalla stessa Franzoni e come si era pensato in un primo momento.
«Il mancato reperimento dell’arma del delitto (ma sembra più corretto parlare della sua mancata individuazione, non potendosi escludere che sia stato usato un oggetto presente nell’abitazione, reso non identificabile in seguito all’eliminazione di ogni utile traccia), unitamente alla circostanza che non è stata dai Lorenzi denunciata la scomparsa di alcunché, ha del tutto ragionevolmente indotto i giudici a considerare ancor più implausibile l’ipotesi della responsabilità di un estraneo»
Se anche questo è stato chiarito, non vi è invece certezza riguardo al movente che ha spinto la donna a commettere l’omicidio: si può ipotizzare che la donna abbia reagito ad un capriccio del bambino e abbia agito in preda ad uno “stato passionale” momentaneo.
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Soltanto poco più di un mese fa la condanna a 16 anni di reclusione di Annamaria Franzoni per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi. Già allora potè godere di uno sconto di pena di 5 anni, essendo il minimo previsto dalla legge 21 anni. Oggi apprendiamo che la Franzoni potrà godere di un ulteriore sconto grazie al controverso provvedimento di indulto approvato il 29 luglio 2006 dal Parlamento Italiano per i reati commessi fino al 2 maggio dello stesso anno. Da 16 anni di reclusione, passerà quindi a 13.
E’ stata la procura generale di Torino a richiedere l’applicazione dell’indulto all’indomani della condanna in Cassazione, oggi la richiesta è stata ratificata dalla Corte d’Assise d’Appello di Torino e quindi formalmente accolta dopo una prima bocciatura.
I giudici torinesi, alla fine del processo d’Appello, non avevano concesso l’indulto alla signora Franzoni perché - fu il loro ragionamento - era ancora sotto indagine in un secondo procedimento, chiamato Cogne Bis, e il beneficio avrebbe dovuto essere concesso solo in caso di condanna.
E’ probabilmente un preludio ad eventuali ed ulteriori sconti di pena, provenienti da buona condotta, revisioni del processo e chissà cos’altro che vanno a sommarsi ad un regime carcerario da “vip” che fa storcere un po’ il naso a chi vorrebbe soltanto l’applicazione della giustizia. E voi, che ne pensate?
Via | Unione Sarda
Non se ne parla più. Il che è abbastanza strano. Di solito personaggi come lei faticano ad uscire da giornali e riviste, e mi aspettavo che dal carcere avrebbe ancora fatto parlare di sè.
La Franzoni prosegue nella sua vita da carcerata, anche se riceve non solo le visite dei familiari, ma anche quelle di deputati (che ci vanno a fare?). Ultimamente ha incontrato Stefano Esposito del PD con il quale si è intrattenuta parecchio. Al deputato ha detto:
Qui mi trattano bene. Anzi posso dire che mi vogliono bene, mi adorano. La notte dormo tranquilla perché io sono innocente. Non mi manca niente. A parte i miei due bambini e mio marito
La Franzoni quindi segue la normale routine carceraria, almeno per quanto concerne i benefici. Usufruisce di sei permessi mensili, durante i quali ha l’opportunità di vedere il marito Stefano Lorenzi, ma non ha ancora sperimentato la reale vita carceraria. Al contrario delle altre detenute infatti la Franzoni non ha una compagna di cella, non frequenta alcun corso all’interno del carcere. Legge, guardala televisione isolata dagli altri.
Voglio essere dimenticata
questo quanto si augura la donna, condannata a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele.
Credevate che dopo la conferma della sentenza in Cassazione fosse tutto finito? Vi sbagliavate di grosso. Si perchè Annamaria Franzoni tornerà a comparire nei nostri sogni, e soprattutto nei nostri schermi televisivi, per radio, ovunque. Come vi avevamo detto, il fatto che la Cassazione abbia confermato i sedici anni di reclusione, non vuol dire nulla. Infatti
l’unica speranza è affidata a una possibilità del nostro ordinamento giudiziario che è la revisione stessa del processo. A concederlo deve essere la stessa Corte d’Appello, ma solo sulla base di nuovi elementi di prova
Il tutto mentre dal carcere della Dozza Annamaria Franzoni dichiara
«Condannandomi, i giudici hanno invece commesso una doppia ingiustizia: hanno colpito me, che già avevo avuto il dolore atroce (che non auguro a nessuno) di perdere un figlio in quel modo, ma hanno anche fatto un torto alla memoria del piccolo Samuele: il suo assassino è libero e indisturbato mentre io sono qua dentro»
Solo io ho l’impressione che la parola fine sia molto lontana? Potete leggere qualcosa a riguardo sul sito di Gennaro de Stefano, giornalista recentemente scomparso, specializzato in inchieste sui grandi casi di nera degli ultimi anni.