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Camorra: sequestrati ai Casalesi beni del valore di 15 milioni di euro. Posti i sigilli anche al lago d'Averno

pubblicato da Daniele Particelli

lagod'averno

Nuovo maxi sequestro ai danni del clan dei Casalesi: beni del valore di oltre 15 milioni di euro collegati al boss Giuseppe Setola, arrestato nel gennaio del 2009 nel Casertano.

Destinario del decreto di sequestro emesso dalla DDA è Gennaro Cardillo, arrestato il 10 giugno scorso per favoreggiamento aggravato: avrebbe aiutato il boss Setola nella sua latitanza, mettendogli a disposizione ristoranti e camere d’albergo della sua oasi con agriturismo sul lago d’Averno, a Pozzuoli.

Questo complesso era stato acquistato nel 1991 dalla società Country Club, intestata a Cardillo, ma controllata dal boss Setola.

Una transazione del valore di un miliardo e 200 milioni di lire che ha riguardato “l’intero terreno invaso dalle acque denominato lago d’Averno, dalla superficie complessiva di circa 55 ettari, are 77 e centiare 80“.

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Taranto, usura: 13 arresti tra cui un poliziotto e tre bancari

pubblicato da Renato Marino


Tredici persone sono state arrestate dagli uomini del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Taranto con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’usura, al riciclaggio e all’estorsione.

Tra loro anche un poliziotto della Squadra Mobile di Taranto e tre funzionari di banca. Quest’ultimi si sarebbero occupati della negoziazione dei titoli di credito emessi e dell’ acquisizione di informazioni privilegiate sulla clientela.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori l’organizzazione ricorreva anche alla violenza fisica e sessuale (un caso accertato) nei confronti delle vittime che non “onoravano” i loro debiti o tardavano nel pagamento della rate.

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Appello processo Parmalat: confermati i 10 anni a Calisto Tanzi, stabilito un risarcimento da 105 milioni di euro

pubblicato da Daniele Particelli

calistoTanzi

Di Calisto Tanzi e del crack Parmalat ci siamo occupati spesso negli ultimi mesi: il 18 dicembre del 2008 si è concluso il processo di primo grado per l’ex patron dell’azienda parmense.

Le accuse erano di aggiotaggio, ostacolo all’attività degli organi di vigilanza e concorso in falso dei revisori, che sono costate a Tanzi una condanna a 10 anni di carcere, rispetto ai 13 chiesti dal pm Eugenio Fusco.

Ieri si è concluso a Milano il processo d’Appello e la sentenza di primo grado è stata confermata: l’ex patron della Parmalat dovrà scontare 10 anni dietro le sbarre.

Condannati anche Luciano Silingardi (3 anni) e Giovanni Bonici (2 anni e 6 mesi), membri del Cda di Parmalat assolti nel processo di primo grado.

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Roma: Carabinieri smascherano banda di hacker, 23 persone arrestate per truffa online

pubblicato da Daniele Particelli

carte di credito clonate

E’ ancora in corso, su tutto il territorio nazionale, una vasta operazione contro una banda internazionale di hacker, che per mesi è riuscita ad intrufolarsi nelle banche dati di tutto il mondo per rubare e clonare codici e password di centinaia di utenti.

L’organizzazione, composta prevalentemente da cittadini italiani, aveva stretto una serie di alleanze con hacker russi: da questi la banda acquisiva numeri di carte di credito, nomi e indirizzi, password, conti bancari ed altro.

Poi, una volta acquisito il materiale, l’organizzazione realizzava carte di credito, carte prepagate, documenti d’identità, buste paga, atti societari e quant’altro, utilizzati per truffare centri commerciali, negozi di lusso, ma anche comuni cittadini.

Finora sono finite in manette 23 persone che operavano principalmente a Roma e in Calabria, ma aveva anche delle piccole centrali operative a Milano, Brescia e Napoli.

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Messina: scoperta evasione fiscale per 28 milioni di euro, 5 arresti

pubblicato da Renato Marino


Cinque persone sono state arrestate a Messina dalla Guardia di Finanza con l’accusa di evasione fiscale. Avrebbero truffato il fisco per 28 milioni di euro. Al centro delle indagini c’è un un gruppo commerciale messinese del settore trasporto merci per conto terzi, composto da 13 società. La truffa sarebbe stata realizzata tra Sicilia e Veneto; il gruppo ha filiali anche a Padova e Venezia. Le Fiamme Gialle hanno rilevato anche 95 posizioni lavorative irregolari.

Tempo Stretto scrive che per i cinque arrestati sono stati disposti gli arresti domiciliari. E sempre oggi a Manduria (Taranto) la GdF ha scoperto un’evasione fiscale pari a circa due milioni di euro. Un impreditore del settore impiantistica industriale è stato denunciato. Anche in questo caso sono stati accertati rapporti di lavoro fittizi. A quanto ammonta l’evasione fiscale in Italia e quali sono i settori più interessati dal fenomeno? Se ne parla in questo articolo di Repubblica del febbraio 2009…

L’evasione fiscale è un “fenomeno di massa” che ammonta a 200 miliardi. Non è la valutazione di una fonte qualsiasi ma ieri è stata il ministero dell’Economia, attraverso il direttore del Dipartimento delle Finanze, Fabrizia Lapecorella, a fornire l’ultima valutazione aggiornata dell’Istat relativa al 2006, in una audizione parlamentare di fronte alla Commissione bicamerale per l’anagrafe tributaria. (…) I settori nei quali si evade di più, ha spiegato Fabrizia Lapecorella, sono i servizi personali, il commercio, la ristorazione e le costruzioni. Risulta invece in lieve diminuzione, tra il 2001 e il 2006, la quota complessiva dell’economia sommersa che viene valutata al 16,1 per cento del Pil pari a circa 230-250 miliardi.

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Catania: direttore di banca arrestato dalla Gdf con l'accusa di usura

pubblicato da Renato Marino


Il direttore di una filiale catanese di un noto istituto di credito, G.M., di 54 anni, è finito in manette con l’accusa di usura. Il bancario avrebbe concesso un prestito praticando un tasso di interesse del 120% annuo a un imprenditore del settore delle energie alternative. Era stata proprio la vittima a denunciare il direttore, tra l’altro sospeso dal lavoro da gennaio a causa di un’altra indagine a suo carico. Ad effettuare l’arresto sono stati i militari della Gdf di Riposto. Scrive Sicilia Informazioni:

Gli investigatori hanno così organizzato la consegna ‘mirata’ della rata, coordinati dal sostituto procuratore di Catania, Assunta Musella. Secondo l’accusa, l’imprenditore doveva pagare 5 mila euro come rata mensile di una capitale di 60.000 euro. L’arresto dell’indagato è stato convalidato dal Gip che ha emesso un ordine di custodia cautelare in carcere.

E venti giorni fa nel Catanese era stata sgominata un’organizzazione di presunti strozzini con l’operazione “Settimo cerchio”. Da Live Sicilia:

Secondo l’accusa, il gruppo prestava soldi con tassi di circa il 250% l’anno e si comportava come se fosse un istituto bancario: in caso di mancato pagamento infatti, hanno ricostruito gli investigatori, l’organizzazione, che si faceva rilasciare delle garanzie legali a copertura del prestito, avviava le pratiche di recupero credito con regolari procedure esecutive. (…) Per la Procura di Caltagirone, che ha avviato l’inchiesta dopo le denunce di alcune vittime, il giro d’usura era stato realizzato grazie a compiacenti impiegati di finanziarie e direttori di banca.

Foto | Flickr

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Appello processo Parmalat: chiesti 11 anni e 1 mese per Calisto Tanzi

pubblicato da Daniele Particelli

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Di Calisto Tanzi e del crack Parmalat ci siamo occupati spesso negli ultimi mesi: il 18 dicembre del 2008 si è concluso il processo di primo grado per l’ex patron dell’azienda parmense.

Le accuse erano di aggiotaggio, ostacolo all’attività degli organi di vigilanza e concorso in falso dei revisori, che sono costate a Tanzi una condanna a 10 anni di carcere, rispetto ai 13 chiesti dal pm Eugenio Fusco.

Ora si è arrivati al processo d’Appello, che si sta svolgendo in queste ore a Milano. La Procura Generale ha chiesto che Tanzi venga condannato a 11 anni ed un mese di reclusione.

Tanzi è stato definito “il maggior beneficiario degli aggiotaggi compiuti e il principale protagonista del crac.

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Crac Parmalat: Francesca Tanzi torna in carcere a Modena

pubblicato da Renato Marino


Torna in carcere Francesca Tanzi. La figlia dell’ex re del latte Calisto, si è presentata di sua volontà nella casa di detenzione di Modena dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna di revocarle il beneficio dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Decisione arrivata dopo il ritrovamento nella sua casa parmigiana di una “pinacoteca” nascosta.

La nuova indagine della Procura di Parma era partita da un servizio di Report. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è che, nell’imminenza del crac parmalat, Calisto Tanzi nascose le opere d’arte con l’aiuto del genero Stefano Strini e della figlia Francesca.

Secondo il procuratore Gerardo Laguardia quei quadri - in procinto di essere venduti, come risulta dalle intercettazioni telefoniche della GdF - “sono stati acquistati in massima parte con i soldi della Parmalat.”

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Napoli: arrestati tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate

pubblicato da Renato Marino


Tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate sono stati arrestati a seguito di un’indagine condotta dalla Gdf di Napoli. Sono accusati di aver effettuato controlli fiscali “ammorbiditi” in cambio di soldi e regali. Sequestrati 16.000 euro in contanti, preziosi, materiale informatico e costosi telefoni cellulari. Arresti domiciliari anche per un ex poliziotto: è accusato di aver tentato di informare gli arrestati delle indagini in corso nei loro confronti. Come riporta Lunaset:

gli accertamenti bancari effettuati dagli investigatori del Nucleo di Polizia tributaria di Napoli nei confronti degli indagati, hanno consentito di rilevare numerosi versamenti in contanti proprio in corrispondenza dei controlli eseguiti (delle 172 ispezioni fiscali svolte tra il 2005 e il 2006 dai funzionari arrestati, ben 121 si sono concluse senza nessun rilievo). I quattro - per loro, tranne per il poliziotto, l’accusa è di corruzione - hanno ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura. Due degli indagati si trovano agli arresti domiciliari, gli altri due, invece, in carcere.

Foto | Flickr

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Clan Parisi: ecco l'avvocato col perfetto double face

pubblicato da Francesco

Magnifico il nostro Gianni di Cagno, avvocato barese per quattro anni membro del CSM e autore di due libri sulla criminalità organizzata: oggi è stato interdetto dall’attività professionale a seguito di indagini per contiguità e favori con la malavita locale. Aveva ricoperto anche la carica di vicepresidente della Provincia!

Insieme a Di Cagno son finiti nei guai anche l’avvocato Onofrio Sisto e la bella Elvira Savino, “indagata dalla procura antimafia di Bari nell’ambito dell’operazione che stamani ha smantellato il clan mafioso Parisi” (leggete qui) e rappresentata così dalla Gazzetta del Mezzogiorno:

Tra i nomi di assoluto primo piano l’on. Elvira Savino che risulta indagata per aver fatto da prestanome ad un boss per la realizzazione del campus universitario a Valenzano. L’on Savino (nata a Castellana Grotte nel ‘77) è stata eletta alla Camera dei deputati in forza al Pdl ed è salita all’onore delle cronache per il suo matrimonio celebrato nel settembre 2008 con Berlusconi come testimone di nozze.

Tra le 83 persone coinvolte nell’operazione figura anche il capoclan barese ‘Savinuccio’ Parisi e il boss Antonio Di Cosola, egemone dell’omonimo clan contrapposto agli Strisciuglio.

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