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Terni, colluttazione al posto di blocco: muore Livio Tassini, due carabinieri feriti

pubblicato da Renato Marino


Due carabinieri sono rimasti feriti e un 35enne ucciso nel corso di una colluttazione scoppiata ad un posto di blocco a Caproni, in una zona di aperta campagna a nord di Terni, nei pressi della superstrada.

La persona morta è un ternano di 34 anni, Livio Tassini, già noto alle forze dell’ordine. Era a bordo di un ciclomotore, pare senza targa, quando è stato fermato per un controllo.

L’uomo a quel punto, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, ha estratto un coltello e li ha colpiti.

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Omicidio di Tommaso Onofri: confermata la condanna a Salvatore Raimondi

pubblicato da Vito Parisi


E’ stato un delitto che ha colpito tutti. Per l’efferatezza. Per la brutalità. Per le motivazioni. Adesso, a distanza di 4 anni, la Cassazione ha confermato la pena a 20 anni di reclusione per Salvatore Raimondi, l’uomo che rapì il bambino a Casalbaroncolo (in provincia di Parma) e che venne poi ucciso.

Il legale di Raimondi, Franco Cavalli, aveva chiesto uno sconto di pena basandosi sul fatto che il suo assistito fosse stato il primo a confessare il delitto alle forze dell’ordine che lo avevano fermato asserendo però di aver solo rapito il bambino ma non di averlo ucciso (per il delitto del piccolo Tommy solo Mario Alessi ha avuto l’ergastolo).

Secondo la Corte d’Assise di Parma invece era impossibile stabilire chi dei due avesse materialmente ucciso il piccolo Tommy, e pertanto era giunta alla conclusione che entrambi gli imputati andavano considerati colpevoli. La sentenza della Cassazione è stata sostanzialmente una conferma di quella precedente. Il divario tra l’ergastolo di Mario Alessi ed i 20 anni di Raimondi sono riconducibili al rito abbreviato con il quale quest’ultimo è stato giudicato e che prevede uno sconto di un terzo della pena.

L’altra condanna è quella di Antonella Conserva, la compagna di Mario Alessi anche lei 30 anni di reclusione per complicità.

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Lo sciopero della Stampa di oggi: cosa è la Legge Bavaglio?

pubblicato da Francesco

Oggi si svolge lo sciopero della Stampa contro la Legge Bavaglio, un disegno di legge che limita la libertà di fare informazione e di informarsi - proprio in un paese come il nostro, dove le persone già si informano poco e male, prevalentemente in tv.

E’ importante che tutti i seicentomila nostri lettori sappiano cosa sta succedendo: ad esempio vedete cosa dice la stampa estera più autorevole di questa nuova legge, per cercare di capirne qualcosa di più. Qui a Blogo ci occupiamo di queste cose su Polisblog, fateci un giretto ogni tanto per sentire che aria tira oggi in Italia.

La legge bavaglio interessa direttamente anche noi blogger, che ci sollazziamo di notizie leggere e argomenti di nicchia, lontani dall’opinione pubblica: la legge stringe la morsa contro la libertà di espressione anche sul web: estende a chiunque misure tipiche del mondo giornalistico, e lo fa in maniera del tutto arbitraria. Purtroppo si va verso una Rete meno libera di fare conversazione, sarà più facile colpire chi gestisce un sito per cercare di zittirlo. Ci perdiamo tutti, sia come cittadini sia come lettori appassionati di buona informazione digitale.

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Caso Claps: per Gildo quel sottotetto era un'alcova!

pubblicato da Vito Parisi


Abbiamo parlato solo ieri sera dei risultati delle analisi nel sottotetto della Chiesa della Trinità di Potenza ed oggi, com’era naturale prevedere, arrivano i commenti di Gildo Claps, il fratello di Elisa.

E’ possibile che nel sottotetto di una chiesa, a poca distanza dai resti di Elisa, si consumassero atti sessuali nella più completa indifferenza? Stando ai ritrovamenti dei periti è così. La presenza dello sperma di due persone sul materasso lascia pochi dubbi in proposito.

Ed è naturale la reazione di Gildo e della famiglia Claps, provati da anni di ricerche e di incertezze, indignati da ciò che si immagina avvenisse a pochi metri dal corpo straziato della ragazza.

Chi saliva in quel sottotetto non poteva non vedere. Il corpo era li. A vista. Eppure per anni le coscienze di chi consumava degli atti sessuali a pochi metri da un corpo martoriato non si sono mosse.

“Quel sottotetto era diventato poco più di una squallida alcova, mentre Elisa giaceva buttata come uno straccio nell’angolo più oscuro, abbandonata da tutti meno da chi le voleva bene e disperatamente la cercava”.

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Caso Claps: dal sottotetto spunta il DNA di due uomini

pubblicato da Vito Parisi

Procedono le indagini sul caso Claps, ed una svolta importante sembra essere quella del ritrovamento del DNA di due uomini nel sottotetto della Chiesa della Trinità di Potenza. Le tracce sarebbero state ricavate dallo sperma rinvenuto su un materasso proprio nel sottotetto dove era stato trovato il corpo di ELisa, e da uno strofinaccio recuperato nei locali del centro culturale Newman, che ha sede nei locali della canonica.

Stando a quanto asserisce il professor Vincenzo Pascali, Direttore dell’Istituto di medicina legale dell’Università cattolica di Roma che coordina un gruppo di periti, il DNA di un uomo sarebbe stato ritrovato sia su un materasso che su uno strofinaccio, mentre il DNA di un secondo uomo sarebbe stato recuperato dal materasso.

Probabilmente nei prossimi giorni i due DNA verranno confrontati con quello di Danilo Restivo, attualmente indagato per il delitto e detenuto nel Regno Unito per l’omicidio di Heather Barnett, una sarta inglese che abitava di fronte alla sua casa. Il materiale genetico di Restivo verrà estratto da alcuni suoi oggetti personali sequestrati dalla polizia inglese e rimasti sigillati e aperti in presenza dell’avvocato Mario Marinelli, legale di Restivo, il quale non ha mai voluto sottoporsi al prelievo del sangue o della saliva.

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Sparatoria a Catania: arrestato Andrea Rizzotti

pubblicato da Renato Marino


I clan non c’entrano. La procura etnea smentisce le prime ricostruzioni circolate sull’agguato avvenuto ieri nei pressi di piazza Dante a Catania, davanti ad una sede dell’Università.

Bersaglio del presunto killer era Maurizio Gravino, 40 anni, rimasto gravemente ferito, ma un proiettile vagante ha raggiunto anche una seconda persona: Laura Salafia, 34 anni, studentessa originaria di Sortino (Siracusa). La ragazza aveva appena sostenuto un esame alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Le sue condizioni sono gravi ma stabili, scrive Catania Oggi.

“La dinamica e la ricostruzione fatta dalla polizia e dallo stesso indagato portano però ad escludere il movente di mafia”, ha detto il sostituto procuratore della Dda Catania, Pasquale Pacifico.“Tutto lascia fare pensare che dietro alla sparatoria ci siano forti rancori e contrasti personali durati nel tempo”.

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pubblicato da Francesco

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Howard Martin: il medico gallese detto "il serial killer della corsia"

pubblicato da Vito Parisi


In 10 anni di servizio ha aiutato a morire almeno 18 pazienti terminali e per questo motivo Howard Martin è stato ribattezzato “il serial killer della corsia”. Ciò nonostante l’uomo, che non ha mai mostrato dubbi o rimorsi, è stato assolto dal tribunale di Teeside e per questo motivo non può subire un secondo processo come sancito dalla giurisprudenza britannica.

Martin, 75 anni, venne arrestato nel 2004 con l’accusa di aver ucciso almeno 3 pazienti anziani. Sui loro corpi erano presenti tracce evidenti di dosi letali di antidolorifici. Il processo portò all’assoluzione e l’anno scorso l’uomo ha confessato davanti al General Medical Council (l’equivalente del nostro Ordine) di aver realmente aiutato a morire alcuni suoi pazienti. La General Medical Council ne ha decretato pertanto la radiazione dall’albo. Tra le motivazioni si legge che il medico è “arrogante”, “sconsiderato” e “fissato sulle proprie idee” che non ha mai ritrattato.

Stando alle ricostruzioni effettuate in almeno due casi i pazienti di Martin non avevano chiesto la dolce morte ed era stato lo stesso medico a decidere in completa autonomia. Ciò nonostante l’uomo non dimostra rimorso affermando al contrario

I pazienti stanno comunque per morire e io voglio assicurarmi che siano a loro agio. E’ vero, due volte ho aiutato qualcuno a morire non perché volesse morire ma perché soffriva in modo veramente atroce. Tutti gli altri, invece, volevano morire ed erano in grado di scegliere di farlo

Tra le vittime anche il figlio Paul di 31 anni che nel 1988 era affetto di cancro.

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Trapani: chiede denaro e sesso per togliere il malocchio!

pubblicato da Vito Parisi

Che nel 2010 si debbano ancora sentire fatti del genere è imbarazzante. Purtroppo però sono ancora tante le persone che, per disperazione o per credulità, cadono nelle reti di maghi e sedicenti guaritori.

L’ultimo caso quello di ieri dove il 50enne Giacomo Mannina, meccanico e guaritore di Trapani, è stato arrestato a seguito della denuncia di uno delle sue vittime.

Stando a quanto riportato l’uomo era stato assoggettato da Mannina che per oltre 15 anni, approfittando della sua condizione di potere, aveva estorto alla vittima denaro e in alcuni casi prestazioni professionali gratuite.

Quando l’uomo si era finalmente deciso a staccarsi dal guaritore sono iniziate le minacce. Mannina non voleva che l’uomo parlasse e questo ha facilitato il lavoro delle forze dell’ordine. La polizia ha infatti provveduto a raccogliere materiale audio/video e ha scoperto che erano in parecchi a essere ricevuti da Mannina ed in alcuni casi le prestazioni non venivano pagate in denaro ma in rapporti sessuali.

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Napoli: poliziotto estorceva denaro al clan Prestieri

pubblicato da Vito Parisi


Armando Riccardo, poliziotto del nucleo Falchi dell’ufficio prevenzione generale di Napoli, è stato arrestato con l’accusa di concussione e corruzione aggravata.

I fatti risalgono al 2001, quando Riccardo fotografa alcuni spacciatori del clan Prestieri (affiliato con i Di lauro di Scampia) mentre vendono droga. Invece di procedere con indagini ed arresto però Riccardo decide di sfruttare la situazione a suo vantaggio.

Contatta alcuni esponenti del clan e propone un accordo: impunità all’interno della zona dell’«Oasi del Buon Pastore» di Scampia in cambio di denaro. Il clan avrebbe potuto “lavorare” senza temere arresti e controlli sul territorio. Il costo? 20 milioni di lire.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti nel tempo il poliziotto avrebbe estorto in seguito altri 12 milioni. Le indagini, partite grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno riportato alcuni gravi indizi anche a carico dell’ispettore di polizia Vincenzo Pescatore (anche lui nella stessa sezione) nei confronti del quale però non è stata emessa alcuna ordinanza nonostante la richiesta del gip (che lo ha ritenuto un gregario di Riccardo).

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