Latin Literature

Recent scholars have analysed ways in which authors of the Roman era appropriated the  figure of Alexander the Great.  The essays in this collection, by an international team of scholars, cast a wider net. They show how classical Greek, hellenistic and Roman authors reinterpreted, sometimes misinterpreted, information on ancient Macedonians to serve their own literary and political aims. Although Roman ideas pervade the historiographical tradition, this volume shows that the manipulation of ancient Macedonian history largely occurred much earlier. It reflected the complicated dynastic politics of the Argead royal house, the efforts of Alexander himself to redefine Macedonian kingship, and the competing strategies of the Successors to claim his legacy. Facing the complexity of the source tradition about the ancient Macedonians yields a richer and more balanced reflection of both the history and the historiography of this important and controversial people.

Seminario | 6 dicembre 2021, ore 16-19. Auditorium G. De Carlo, Ex Monastero dei Benedettini,  Piazza Dante, 32, 95124 Catania.

Cancel Culture: dagli USA stanno arrivando in Europa le prime avvisaglie di una tempesta: cancellare i classici - i classici greci e latini, ma anche Shakespeare, le opere d’arte, e il ricco e variegato canone di testi e immagini su cui si fonda la cultura occidentale. L’attacco, come nei capitoli più bui della storia, è sferrato contro le parole e contro le immagini, ma nasce nell’alveo della nuova cultura degli studi post-coloniali e prende impulso da motivazioni valoriali indiscutibili come la sensibilizzazione contro il razzismo, le disuguaglianze e le disparità di genere. La cultura della cancellazione ha già raggiunto la sponda britannica e in alcune università i programmi sono stati opportunamente rivisti ed emendati. Ora l’ondata muove verso i paesi e le università europee.
Per ora si è levata, con toni più o meno preoccupati, più o meno retorici, qualche voce di arroccata resistenza. Ma la Cancel Culture non è un fatto di colore da guardare con distacco o sufficienza: è la visione aggiornata e più subdola della lunga guerra di aggressione al sapere umanistico ora ammantata delle istanze del ‘politicamente corretto’ e gravida di esiti potenzialmente distruttivi: il primo effetto è l’aggravamento della già deformata percezione dell’inutilità degli studi classici a vantaggio della superiorità - funzionale ed essenziale - delle scienze dure e professionalizzanti. La sfida va accolta e affrontata in modo serio e positivo: il necessario aggiornamento della sensibilità culturale deve consentirci di leggere le plurali e contraddittorie sfaccettature dei testi classici in modo ancor più attento e preciso, non già a indurci a rigettare e far cadere nell’oblio le parole e le immagini che costituiscono il nostro codice culturale e che hanno prodotto nei secoli e nei millenni anche le idee pilastro della civiltà contemporanea: democrazia e uguaglianza, libertà e giustizia.


Saluti istituzionali: Francesco Priolo (Rettore Università di Catania); Marina Paino (Direttore Disum - Università di Catania).

Promosso da: Monica Centanni (Università Iuav di Venezia, Università di Catania), Giovanna Giardina (Università di Catania); Orazio Licandro (Università di Catania); con il coordinamento organizzativo di Arianna Rotondo (Università di Catania).

Intervengono: Nadia Fusini (Università Normale di Pisa); Francesca Lamberti (Università del Salento); Giulia Sissa (University of California - Los Angeles); Daniele Struppa (President of Chapman University); modera Cinzia Dal Maso (giornalista).

Organizadores: Rafael Brunhara e C.Leonardo B. Antunes. Artigos de André Malta, Christian Werner, Paula da Cunha Corrêa, Giuliana Ragusa, Pedro Ipiranga Jr., José Marcos Macedo, Alexandre P. Hasegawa, Fernando Rodrigues Jr., Carlos Alberto Martins de Jesus, Flávia Vasconcellos Amaral, Paulo Martins, Roberto Arruda de Oliveira, Leni Ribeiro Leite, Camila Ferreira Paulino da Silva, João Angelo Oliva Neto e Jaa Torrano.