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Viaggia Storie 4 - Letture

Page 1

Centro di Ricerca Didattica Ardea Editrice Rosa Dattolico

SUSSIDIARIO DEI LINGUAGGI

LETTURE

4

, Letture per tipologie generi, temi

AUTOVALUTAZIONE A TAPPE LINGUAGGI ESPRESSIVI LABORATORI DI ASCOLTO EDUCAZIONE CIVICA



INDICE PER RICOMINCIARE 6 7 8 9 10 11 12 13

Una scuola... ... per scoprire il mondo Eroi per gioco Una gara di generosità Fuocomatto Un pomeriggio afoso Filastrocca dei desideri La regina delle erbe: la camomilla Tisana alla camomilla

Ecco l’AUTUNNO 14 15 16 17 18 19

Ecco l’AUTUNNO La vendemmia L’AUTUNNO nell’ARTE L’AUTUNNO in poesia Preparativi per Halloween The fun of Halloween

Viaggio nel

TESTO NARRATIVO 22 23 24 26 27 28 30 32 34 36 38

ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO REALISTICO Una notte movimentata Peonia Rosa Ti devo parlare Come in Parlamento Non è un gioco da femmine! Le sequenze Tutti in barca Un gatto da salvare! Le tecniche narrative La pesca di nonno Tano Il ricordo portato dal fiume VERIFICA in itinere

40 41 42 44 46

48 49 50 51 52

54 55 56 58 60

62 63 64 65 66 68

70 71 72 74 75 76

ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Fare musica Il complotto del topo Il nonno Francesco VERIFICA in itinere

ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO BIOGRAFICO Ruth alla Corte Suprema Un grande artista Nulla può fermarci VERIFICA in itinere

ALLA SCOPERTA DEL... DIARIO Caro diario… Un regalo inaspettato Il diario di Myriam VERIFICA in itinere

ALLA SCOPERTA DI... LETTERA ED E-MAIL Cara Nonna... Lettera al Sindaco Carissima Giulia… L’e-mail VERIFICA in itinere

ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO FANTASTICO Il naso portapasseri Lo specchio Le caramelle del tempo Gli Uomini-Nube VERIFICA in itinere


Ecco l’INVERNO 78 79 80 81 82

84

86 87 88 89 90

92 93 94 96 98

Ecco l’INVERNO Lasciala cadere L’INVERNO nell’ARTE L’INVERNO in poesia Danza di Natale

MI AUTOVALUTO

1a

ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO UMORISTICO Fuoco e inondazione Ti faccio una tazza di tè? L’aereo dipinto VERIFICA in itinere

2a

Viaggio nel

TESTO DESCRITTIVO 118 ALLA SCOPERTA DEL... TESTO DESCRITTIVO

c DESCRIVERE PERSONE

119 Le quattro sorelle 120 Il giardiniere - Zia Beatrice 121 La descrizione fantastica di persone Tirannia Vampiria

c DESCRIVERE ANIMALI

122 Il vecchio cavallo - Soprammobile a chi? 123 La descrizione soggettiva Il gattino Berty 124 Nerone il corvo 125 La descrizione fantastica di animali I draghi

c DESCRIVERE LUOGHI ALLA SCOPERTA DEL... RACCONTO DI AVVENTURA Una brutta avventura Capitano Achab Una misteriosa apparizione VERIFICA in itinere

126 127 128 129

La più bella casa della città Una villa fuori città L’isola misteriosa La descrizione di un luogo fantastico La Terra di Mai Mai

c DESCRIVERE FENOMENI ATMOSFERICI 130 Pioggia 131 Il temporale - L’acquazzone

c LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE Ecco la PRIMAVERA

108 109 110 111 112 113

114 MI AUTOVALUTO

Ecco la PRIMAVERA Nido di rondine La PRIMAVERA nell’ARTE La PRIMAVERA in poesia L’uovo di Pasqua Messaggi di PACE

132 Uno spettacolo terrificante 133 Dal testo descrittivo al testo narrativo 134

VERIFICA in itinere


Viaggio nel

Viaggio nel

TESTO POETICO 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151

ALLA SCOPERTA DEL... TESTO POETICO Filastrocche La similitudine Paesaggio Il vento - Il cielo La metafora Il mio cuore è un prato - Temporale La personificazione Autunno Primavera - La nebbia L’onomatopea La fontana malata Mastro Geppetto - L’onda I nonsense Il limerick Il calligramma VERIFICA in itinere

152 MI AUTOVALUTO

3a

Viaggio nel

TESTO INFORMATIVO 156 157 158 160 161 162 163 164

ALLA SCOPERTA DEL... TESTO INFORMATIVO Quante difficoltà per sopravvivere! L’elefantessa, una matriarcale Le nubi Una pianta preziosa I vulcani La mummificazione VERIFICA in itinere

Viaggio nel

TESTO ARGOMENTATIVO

168 ALLA SCOPERTA DEL... TESTO ARGOMENTATIVO 169 Regalami un po’ del tuo tempo 170 Le buone abitudini 171 Qual è la vacanza migliore? 172 Scriviamo un testo argomentativo 174 VERIFICA in itinere

TESTO REGOLATIVO

178 ALLA SCOPERTA DEL... TESTO REGOLATIVO 179 A tavola ci si comporta così 180 Rubabandiera 181 Una ricetta: Banane golose 182 I dieci comandamenti della cortesia 183 Come educare un cucciolo di cane 184 VERIFICA in itinere

Viaggio nella

PUBBLICITÀ

186 Leggiamo la pubblicità 187 Occhio alla pubblicità! 188 La Pubblicità Progresso

LABORATORIO DI ASCOLTO 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199

Il racconto REALISTICO Il racconto FANTASTICO Il racconto UMORISTICO Il racconto DI AVVENTURA Il racconto DI PAURA Il testo DESCRITTIVO Il testo POETICO Il testo INFORMATIVO Il testo ARGOMENTATIVO Il testo REGOLATIVO

200 MI AUTOVALUTO

4a

Ecco l’ESTATE 202 Ecco l’ESTATE 203 Finalmente in vacanza 204 Buone VACANZE!


Sei pronto per riprendere il viaggio nel meraviglioso mondo dei testi?

La prima sezione ti permetterà di ripassare le principali tipologie testuali studiate negli anni precedenti.

Imparerai a comprendere i testi, a cogliere le informazioni specifiche anche lavorando insieme ai compagni e alle compagne. Approfondirai lungo il percorso temi che ti riguardano da vicino e che ti aiuteranno a diventare grande.

Apprendimento cooperativo • Compiti di realtà • Flipped classroom • CLIL e tante proposte operative per un efficace apprendimento.

4

Imparerai a riflettere e a confrontarti con i compagni e le compagne e a esprimere le tue opinioni su temi importanti per crescere bene.

Conoscerai le regole della vita di gruppo, i diritti e i doveri di ciascuno. Scoprirai temi che riguardano tutti gli abitanti della Terra e imparerai a rispettare il mondo in cui viviamo, cominciando dai piccoli gesti quotidiani.


TIPOLOGIE TESTUALI TESTI NARRATIVI-GENERI • • • • • • • • •

Il racconto realistico Il racconto autobiografico Il racconto biografico Il diario La lettera e l’e-mail Il racconto fantastico Il racconto umoristico Il racconto di avventura Il racconto di paura

TESTI NON NARRATIVI • • • • •

Il testo descrittivo Il testo poetico Il testo informativo Il testo argomentativo Il testo regolativo

Le stagioni e le feste

LA NUOVA VALUTAZIONE Pagine speciali che ti permetteranno di riflettere sul tuo percorso di apprendimento e misurare i tuoi progressi. Scoprirai ciò che hai appreso e ciò che ancora ti rimane da apprendere e migliorare.

5


PER RICOMINCIARE

Il libro per trovare il mondo Io so che qui dentro si trova il mondo è come un pozzo ma non ha fondo.

È come un ruscello che sgorga da un monte, è una fontana meglio ancora una fonte.

È così piccolo ma contiene i giganti contiene i paesi anche i più distanti.

• Di che cosa parla la poesia? • Quale strofa ti è piaciuta di più? Perché? • Che cosa pensi di trovare in questo nuovo libro?

y Confrontati con i tuoi compagni e le tue compagne.

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PER RICOMINCIARE

Le cose diverse le tiene insieme, abbraccia la terra e la contiene.

Ma dargli vita da me dipende: se non lo apro lui non si accende.

Quando lo chiudo in un secondo torna il silenzio, finisce il mondo. Gek Tessaro, Il mondo immaginario, Carthusia

Le letture del tuo libro ti aiuteranno a pensare e a crescere.

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PER RICOMINCIARE

RIPASSIAMO... IL RACCONTO REALISTICO

Eroi per gioco - Vado a cercare i miei amici - annuncia Vanni alla mamma

e corre verso la casa rossa, dove abitano i nonni di Ago, Aie e Andrea, che si ritrovano in montagna per le vacanze da cinque anni e sono diventati molto amici. In inverno, a volte, si scrivono. “Chissà che gioco inventerà Ago quest’estate” si chiede Vanni. Ago è il più grande di tutti, ha undici anni, è pigro ma geniale. L’anno scorso li aveva fatti giocare all’Iliade. Aie, che è il più scatenato ma anche quello che legge di più, l’aveva letta e raccontata ai suoi fratelli, Ago e Andrea. In estate Ago aveva avuto l’idea di farla diventare un gioco. Avevano preso scatole di cartone, corde, carta d’argento e arnesi vari. Avevano tagliato e sagomato le scatole e fatto dei buchi per farci passare le corde. Erano riusciti a trasformarle in elmi, corazze e scudi. Avevano decorato i vari pezzi con i simboli degli eroi: l’aquila, il serpente, l’orso, il sole, il leone. Avevano preso dei legni nei boschi, li avevano curvati legandoli con corde per mantenere la curvatura. Poi li avevano lasciati a bagno per tutta la notte nell’acqua, fatti asciugare al sole, ribagnati, rifatti asciugare. In questo modo gli archi sarebbero stati perfetti. Quando tutto era stato preparato avevano giocato alla guerra tra Greci e Troiani, come racconta l’Iliade. G. Quarenghi, Solaria: sette bambini, una vacanza, una città, Editrice Piccoli

y Completa. • La storia si svolge in ........................................... in ............................................. • Il protagonista è ......................................................................................................... • Gli altri personaggi sono: .................................................................................... • Chi racconta la storia scrive in .......................................................................

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PER RICOMINCIARE

Una gara di generosità - Scommettiamo che vinco io? – disse Roberta.

Non aveva nemmeno finito la frase che già stava correndo via veloce come una scheggia, facendo schizzare intorno un po’ di sassolini. Maya non se lo fece ripetere due volte e saettò all’inseguimento della sua amica. In quattro rapide falcate le arrivò alle spalle e senza fatica le si ritrovò al fianco. Per superarla sarebbe bastato un salto. Mentre correva, Maya sbirciò la faccia di Roberta e la vide così concentrata e determinata che provò un po’ di dispiacere pensando alla facilità con cui avrebbe potuto sorpassarla e arrivare per prima in fondo al viale alberato, alla giostra, che era la loro meta. Sapeva che aveva tutte le possibilità per vincere in qualsiasi momento lo desiderasse. Dunque, cercando di non dare nell’occhio, rallentò il passo e lasciò che la sua amica guadagnasse terreno. Roberta mise ancora più impegno nello sforzo della corsa e si concentrò sulla giostra, che si stava facendo sempre più vicina. Maya fu contenta di sapere che Roberta non si era accorta di nulla. E, infatti, la sua amica gridò a squarciagola: – Primaaa! – appoggiando la mano sulla panchina e facendo sobbalzare alcuni genitori seduti lì a vedere i propri figli girare in tondo. Maya una frazione di secondo più tardi gridò: – Arrivata! Anch’io! – e scoppiò a ridere. Maya era così: generosa. Le piaceva regalare agli altri le cose che sapeva li avrebbero fatti felici. A. Strada, Ti faccio un regalo!, Edizioni San Paolo

y Chi sono i personaggi del racconto? ................................................... y Dove si svolge la gara? ................................................... y Chi racconta la storia? Uno dei personaggi

Una voce dall’esterno

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PER RICOMINCIARE

RIPASSIAMO... IL RACCONTO FANTASTICO

Fuocomatto Nel paese di Dragolandia era tutto pronto per la Gara di Sputafuoco. Fuocomatto era emozionato: per la prima volta poteva partecipare anche lui! Così Fuocomatto ebbe un’idea: “Domanderò al nonno di seguire i miei allenamenti”. Il nonno, dapprincipio, rifiutò la proposta con la scusa che era troppo vecchio, ma Fuocomatto gli rispose: – Sarà, ma ai tuoi tempi eri un vero campione! Allora il nonno, sorridendo sotto i baffi, brontolò: – E va bene, figliolo, mettiamoci al lavoro! Il giorno dopo iniziò l’addestramento; il nonno cominciò insegnando a Fuocomatto a gonfiare le guance e i polmoni. Poi preparò dei disegni per spiegargli tutti i suoi segreti e preparò anche delle frittelle per ricompensare i suoi sforzi. Finalmente giunse il giorno della grande Gara di Sputafuoco. Il piccolo drago era emozionatissimo, ma non era mai stato così felice in vita sua! Quando fu il suo turno, solo soletto si fece avanti, tirò un gran respiro, ricordò tutti i segreti che il nonno gli aveva insegnato, quindi prese a soffiare fiamme e scintille blu, verdi, rosse e persino dorate! – Evviva! I fuochi d’artificio! – gridarono i draghi. Quel numero così difficile, che tutti ormai avevano dimenticato, tanto tempo prima era stato la specialità del nonno. Certo, i fuochi d’artificio di Fuocomatto non erano ancora perfetti, ma il draghetto pensò: “Tanto meglio! Così il nonno potrà aiutarmi ancora. E io, per molto tempo, mi godrò le sue frittelle, le sue storie e le sue coccole!”. A. Ossorio, Storie di streghe, lupi e dragolupi, Einaudi Ragazzi

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y La storia è: realistica fantastica

y I personaggi sono: realistici fantastici

y I fatti accadono in un luogo: realistico fantastico

y La storia è narrata: in prima persona in terza persona

y Perché Fuocomatto si

rivolse al nonno? y Cosa fece il nonno? y Cosa accadde durante la gara?


RIPASSIAMO... IL TESTO DESCRITTIVO

PER RICOMINCIARE

Un pomeriggio afoso Un pomeriggio in una calura languida in cui sembrava che tutto dormisse all’infuori delle cicale, il cane Roger ed io ci incamminammo verso le colline. Attraversammo gli uliveti, chiazzati di un sole abbagliante, dove l’aria era afosa e immobile, e ci inerpicammo su un nudo picco roccioso, dove ci sedemmo a riposare. L’isola sonnecchiava sotto di noi, scintillante come un acquerello appena dipinto, nella foschia dell’afa: ulivi grigioverdi, cipressi neri, rocce multicolori lungo la costa e il mare verde giada, con qualche lieve increspatura sulla superficie liscia. Proprio sotto di noi c’era una piccola baia a forma di mezzaluna col suo bordo di sabbia bianca, una baia così bassa e con un fondo di sabbia così chiara che l’acqua era di un azzurro pallido, quasi bianco. G. Durrell, La mia famiglia e gli altri animali, Adelphi

1 Evidenzia con colori diversi i personaggi e le parole che descrivono l’ambiente. Sottolinea la similitudine. 2 Come ti sembra l’isola? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ 3 Quali dati sensoriali sono usati nella descrizione?

Visivi Uditivi Olfattivi

Gustativi Tattili

4 Prova a manipolare la descrizione modificando gli aggettivi e inserendo qualche similitudine appropriata. Prima, però, decidi come deve apparire l’isola.

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PER RICOMINCIARE

RIPASSIAMO... IL TESTO POETICO

Filastrocca dei desideri Voglio l’erba sulla pelle. Voglio correre nei venti. E lo zucchero di stelle voglio romperlo tra i denti. Voglio far le mie domande ad un albero, ad un fiume. Voglio diventare grande senza perdere le piume. Voglio i nomi e i cognomi delle cose che non so. Voglio due cugini gnomi. Voglio quello che già ho. Voglio il sole di domani con le lucciole di ieri. Voglio qua, sopra le mani, desideri, desideri! B. Tognolini

1 Sottolinea di rosso le parole in rima. La rima è:

baciata alternata 2 Rispondi a voce.

• Da quante strofe è composta la poesia? E da quanti versi? • Com’è il ritmo della poesia: lento o veloce? • Quali emozioni hai provato leggendo la poesia?

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PER RICOMINCIARE

La regina delle erbe: la camomilla La camomilla è una pianta che cresce a ciuffi, con i fiori simili alle margherite. Cresce spontaneamente, cioè senza bisogno di essere coltivata, in Europa e in Asia. Esistono molte specie di questa pianta: in Italia è diffusissima quella chiamata Matricaria chamomilla. Viene giustamente definita “regina delle erbe”; si usa per fare infusi e decotti, cioè bevande in cui sono stati lasciati i fiori in infusione, proprio come si fa per il tè. La camomilla serve da “calmante”, quando non si dorme bene, o quando si è nervosi. Unita ad altre sostanze sembra che serva a schiarire i capelli. I fiori secchi di camomilla, messi tra la biancheria, tengono lontane le tarme e altri insetti. Anticamente i fiori e le erbe venivano usati per trasmettere dei messaggi. Se una donna offriva dei fiori di camomilla, il gesto significava: ”Ti amo sempre più!”.

RIPASSIAMO... IL TESTO INFORMATIVO 1 Rispondi sul quaderno.

• Dove cresce la camomilla? • Come si usa? • Quando si usa?

Testi più, Editrice La Scuola

RIPASSIAMO... IL TESTO REGOLATIVO

Tisana alla camomilla Se si vuole preparare una tisana alla camomilla sarà sufficiente portare, in un pentolino, l’acqua ad ebollizione e versarla in una tazza. Immergervi poi un cucchiaio raso di camomilla, lasciare in infusione per dieci minuti, filtrare e infine bere.

1 Il testo dà:

regole comportamentali

istruzioni da seguire

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AUTUNNO

Ecco l’AUTUNNO Autunno… È una bella serata di metà ottobre. Benché i faggi abbiano ancora foglie e il sole sia tiepido, aleggia un senso di vuoto sulla distesa dell’altopiano. I fiori si sono fatti più rari e le piante si vanno spogliando. Meno numerosi sono i versi degli insetti, e intermittenti. I moscerini danzano ancora nell’aria serena, ma i rondoni che calavano a mangiarseli se ne sono ormai andati e in luogo dei loro stridi alti nel cielo si ode solo il cinguettio d’un pettirosso. Con il soffio del vento le foglie rossicce e gialline dei faggi strepitano e tremano. È tempo di addii, di partenze, per chi non sia adatto a sostenere i rigori dell’inverno. R. Adams, La collina dei conigli, Rizzoli

Autunno Il cielo ride un suo riso turchino benché senta l’inverno ormai vicino. Il bosco scherza con le foglie gialle benché l’inverno senta ormai alle spalle. Ciancia il ruscello col rispecchiato cielo, benché senta nell’onda il primo gelo. È sorto a piè di un pioppo ossuto e lungo un fiore strano, un fiore a ombrello, un fungo. M. Moretti, Sentimento, Sandron

nell’ARTE y Con materiali di riciclo realizza un bosco autunnale evidenziando i particolari della stagione.

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y Rispondi alle domande.

• Cosa esprimono i due testi? • Quali sensazioni hai provato leggendoli?

y Dopo aver letto la

poesia, sottolinea le parole che ti hanno maggiormente colpito e con le stesse inventane una sull’autunno.


AUTUNNO

La vendemmia La festosa vendemmia chiudeva la nostra vacanza ed era l’ultima felicità della stagione. Per settimane avevamo spiato il colore dei grappoli che si facevano lentamente più dorati o più scuri, sperando che maturassero in tempo, cioè prima della nostra partenza. Benché ci fosse stato proibito di toccare l’uva destinata alla pigiatura, di nascosto andavamo a tagliare gli acini, a staccarne con delicatezza qualcuno per assaggiarli. I cugini, che erano circa della nostra età, ci accompagnavano nelle scorribande vietate e questo ci tranquillizzava, perché, se ci avessero scoperti, ci avrebbero sgridati o puniti tutti insieme. Quelli della vendemmia erano giorni veramente gioiosi. Dall’alba al tramonto andavamo su e giù per la vigna. Senza temere più proibizioni lavoravamo sotto lo sguardo dei nostri genitori e degli zii. Naturalmente quello che più ci divertiva e per cui avevamo lavorato con tanto entusiasmo era la pigiatura. Ci veniva dato il permesso di entrare nei tini, che avevamo atteso scalzi, con le gambe e i piedi grondanti, lavati sotto la fontana, ed era una gioia incredibile sentire sotto i nostri piedi il tepore dell’uva ancora intera, gli acini che ci entravano tra le dita. Dopo un po’ che calpestavamo l’uva, con le vesti o con i calzoncini tirati su e tenuti da strette corde, avevamo gli schizzi rossi fino a metà cosce.

g Rispondi alle

F. Cialente, Le quattro ragazze Wieselberger, Mondadori

“Come, little leaves,” Said the wind one day, “Come over the meadows With me, and play; Put on your dresses Of red and gold; Summer is gone, And the days grow cold.”

domande.

• Per i ragazzi quale era l’ultima felicità della stagione estiva? • Cosa facevano di nascosto entrando nella vigna? • Cosa veniva loro vietato dagli adulti? • Cosa, invece, veniva permesso?

y Immagina di essere

con i piedi nei tini a pigiar l’uva e racconta arricchendo il testo di descrizioni significative, utilizzando opportunamente i dati sensoriali.

Come, Little Leaves

G. Cooper

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L’AUTUNNO nell’ARTE

Emozioni a colori Lavoro sul dipinto y Cosa rappresenta il

dipinto? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................

y Quali colori ha scelto

l’artista? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................

y Quale colore è

predominante? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................

y Quale sensazione ti

trasmette il dipinto? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ A. Renoir, Jules Le Coeur e i suoi cani

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L’AUTUNNO in poesia

Alberi al vento Alberi che ondeggiano oscillando la loro chioma. Alberi al vento. Alberi spogli che si accarezzano insieme prestandosi i colori. B. Beretta, Albero, albero, cresci, Macro Edizioni

• Che sensazioni hai provato leggendo la poesia? • Confrontati con le compagne e i compagni.

Alberi d’autunno Alberi d’autunno, quante foglie sono cadute la notte scorsa! Pare che gli alberi si siano girati sottosopra e abbiano adesso la chioma in terra e le radici in cielo.

Anch’io scrittore y Descrivi anche tu un paesaggio

autunnale comunicando sensazioni ed emozioni. Inserisci opportunamente i dati sensoriali, le similitudini e qualche metafora. Poi rappresenta le poesie con un disegno utilizzando tecniche pittoriche differenti.

............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ...............................................................................................................................

J.R. Jimenez

• Che cosa pensa il poeta osservando gli alberi in autunno? • A te cosa sembrano?

17


AUTUNNO

VIVA HALLOWEEN!

Preparativi per Halloween y Leggi e racconta la storia.

Scrivo y Leggi le domande e continua la storia.

• Cosa faranno i due ragazzini quando entreranno nella magica casa sull’albero? • Cosa succederà? • Chi arriverà?

– Forse per Halloween dovrei mascherarmi da vampiro, e non da principessa – disse Annie. – Dai, sbrighiamoci – incalzò Jack. – Ho freddo. Lei e suo fratello Jack erano seduti sotto il portico. Il vento era piuttosto freddo e frustava le chiome degli alberi facendo cadere le foglie, che avevano ormai i colori dell’autunno. – Ma hai già preparato il costume da principessa – obiettò Jack – e poi ti sei travestita da vampiro già l’anno scorso… che noia. – Lo so, ma ho voglia di rimettermi i dentoni appuntiti – ribatté lei. – Puoi metterli lo stesso e fare la principessa-vampiro – suggerì Jack, alzandosi. – Beh, io vado a truccarmi da zombie. – CRA! – Un uccello nero atterrò di colpo e cominciò a camminare fra le foglie cadute. – Accipicchia! – esclamò sua sorella. – Cos’è? Una cornacchia? – No, è troppo grosso – rispose Jack. – Credo che sia un merlo. – Un merlo? Fantastico! Il merlo sollevò la testa lucida e li guardò con i suoi occhi lucenti, poi allargò le ali e si sollevò nell’aria, dopodiché planò e si diresse verso i boschi di Frog Creek. Annie saltò in piedi. – È un segno! Morgana è tornata! – esclamò. – Mi sa che hai ragione! – convenne Jack. – Andiamo! I due ragazzini attraversarono il cortile. Poi corsero lungo la strada, verso il bosco. Quando raggiunsero la quercia più alta videro una scaletta di corda che penzolava da un ramo. La magica casa sull’albero era tornata e li stava aspettando. M. P. Osborne, Festa di Halloween al castello fantasma, Piemme Junior

y Cosa provano i

ragazzi? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.

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AUTUNNO

The fun of Halloween On one mystic, magic night, Jack O’ Lanterns glowing bright, kids with bags of candy sweet roam door to door and street to street, all dressed up for trick or treat! Wizards with wands, pirates with hooks, monsters and clowns with spooky looks, kings and queens with capes and crowns, a princess in her royal gown, witches with warts and fairies with wings movies stars with sparkling rings, vampires with fangs that bite, ghost that boo all dressed in white. Oh, the fun of Halloween, be young or old or in between!

INSIEME >

Scegliete un’emozione: felicità, tristezza, rabbia, paura e spiegate per iscritto in che modo si manifesta.

Scrivo io >

>

Chi sarà mai il personaggio spaventoso? Continua sul quaderno la storia. Poi confrontati con i compagni e le compagne di classe.

19


Storie per

EMOZIONARCI

Incontro nel bosco Io e il nonno continuammo a vagabondare nel bosco. Ad un tratto passò una cerva senza fare il minimo rumore. Girò il lungo collo puntando lo sguardo proprio sopra di me. I profondi occhi castani erano enormi; lo sguardo, dolce e struggente. Le grandi orecchie scattavano in tutte le direzioni. Pensai che fosse la creatura più splendida che avessi mai visto finché poco dopo comparve il suo cerbiatto, con il dolce muso arrotondato. E poi il cerbiatto scomparve. Nonno e io restammo seduti e immobili per cinque minuti, poi proseguimmo lungo il fiume… J. Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Salani

Scriviamo 1.

2.

3.

20

IN COPPIA

Tu e il tuo compagno continuate la storia sul quaderno. Immaginate i fatti che potrebbero accadere. Riordinateli e fate una scaletta, poi incominciate a scrivere. Rileggete il testo con attenzione e illustratelo. Infine confrontatevi con i compagni e le compagne di classe.


Viaggio nel

TESTO NARRATIVO Un testo narrativo ha lo scopo di coinvolgere e appassionare il lettore. Può essere: realistico o verosimile, quando racconta fatti che potrebbero accadere nella realtà, con luoghi e personaggi credibili; fantastico, quando la storia raccontata presenta personaggi straordinari e situazioni inverosimili. I testi narrativi possono essere suddivisi in sequenze di vario tipo. I testi narrativi possono essere: • REALISTICI • AUTOBIOGRAFICI • BIOGRAFICI • DIARI • LETTERE ED E-MAIL • FANTASTICI • UMORISTICI • DI AVVENTURA • DI PAURA

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Alla scoperta del...

RACCONTO REALISTICO CHE COS’È?

FATTI

Il racconto realistico è un testo narrativo che racconta vicende reali o verosimili, cioè inventate ma che potrebbero accadere nella realtà. Ha lo scopo di appassionare il lettore attraverso esperienze di vita in cui è possibile identificarsi.

PERSONAGGI

GLI ELEMENTI DEL RACCONTO REALISTICO

I personaggi principali sono i protagonisti e si distinguono dai personaggi secondari, che non hanno un ruolo importante per lo svolgimento della storia.

I fatti sono gli avvenimenti che forniscono informazioni fondamentali per la comprensione del testo. Possono essere narrati in ordine cronologico (fabula) o attraverso l’inserimento nel racconto di un flashback.

NARRATORE Il testo può essere scritto: • in prima persona, da un narratore interno alla storia (un personaggio); • in terza persona, da un narratore esterno alla storia, che racconta la vicenda senza parteciparvi.

TEMPO Il tempo in cui si svolgono le vicende, cioè gli avvenimenti di cui sono protagonisti i personaggi, può essere passato o presente e di solito è definito.

22

LABORATORIO DI ASCOLTO

pag. 190

LUOGHI I luoghi, cioè gli ambienti in cui si svolgono le vicende, sono reali.


IL TESTO NARRATIVO

Una notte movimentata Stanotte Luca è piombato come una furia nel mio letto. Io ho rischiato di cadere fuori e mi sono presa un grande spavento. Quando ho capito che era mio fratello, gli ho detto: – Torna subito nel tuo letto. Che cosa ti ha preso? – Ho paura, ho paura! – mi ha risposto con voce soffocata da sotto le coperte. E mi ha abbracciata come se fossi il suo orsacchiotto di peluche. Allora ho capito che doveva aver avuto un incubo e gli ho detto: – Perché non vai dalla mamma? Io ho bisogno di dormire. Niente da fare. Ha continuato a balbettare che aveva paura. – Insomma, fatti un po’ in là o vattene nel tuo letto. Non vedi che siamo troppo stretti? Questa volta non mi ha nemmeno risposto. Che dovevo fare? Ho finito con l’abbracciarlo anch’io. E così ci siamo addormentati tutti e due. Quando stamattina la mamma è venuta a svegliarci, ci ha trovati abbracciati nello stesso letto e ha detto: – Faceva così freddo stanotte? – No, è lui che deve aver sognato un paio di mostri – ho detto io sbadigliando. – Povero Luca… e povera Valentina – ha aggiunto la mamma.

y Per diventare

un lettore esperto

1 Con attenzione leggi il

titolo, osserva le immagini e fai ipotesi e previsioni sull’argomento.

2 Esplora il testo: personaggi, tempo, luogo, fatti.

3 Cogli il significato delle

parole e delle espressioni.

4 Rifletti sulle parole-legame che collegano le frasi per capire il filo logico e temporale del discorso.

5 Individua le informazioni

esplicite e quelle implicite, che non sono chiaramente espresse ma che si possono ricavare cercando gli indizi sparsi nel testo.

A. Penose, Le fatiche di Valentina, Edizioni Piemme

Gli elementi del testo Chi sono i personaggi principali? Luca e Valentina La mamma

Dove è ambientato il racconto? In camera da letto In cucina

Quando si svolge la vicenda?

Perché Luca vuole dormire con sua sorella?

Di notte Di giorno

Perché ha freddo Perché ha paura

Che cosa scopre la mamma al risveglio? Luca e Valentina non sono nel letto Luca e Valentina dormono abbracciati nello stesso letto

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IL RACCONTO REALISTICO

y Per diventare

un lettore esperto

Per comprendere meglio di che cosa si parla in un testo è necessario cogliere la successione degli avvenimenti più importanti e le informazioni relative ai personaggi, al tempo e al luogo. Per comprendere correttamente il testo applica il metodo delle cinque W. WHO Chi? (Di chi si parla?) WHEN Quando? (Quando è avvenuto il fatto?) WHERE Dove? (In quale luogo si è verificato?) WHAT Che cosa? (Che cosa è accaduto?) WHY Perché? (Per quale motivo?)

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Primo giorno di scuola La mia sveglia grugnisce. Per essere precisi, è un incrocio tra una sveglia e un porcellino-salvadanaio. Schiaccio il pulsante per spegnerla e infilo la testa sotto il cuscino. Passano pochi minuti e arriva “Madre Sveglia”. Mi toglie il cuscino da sopra la testa e dice: – Svegliati, amore. È il primo giorno di scuola. Non c’è un pulsante per spegnere “Madre Sveglia”. Apro gli occhi, ma un pochino soltanto. La guardo, ma non del tutto. – La quarta non è una classe importante – dico. – Torna a svegliarmi tra un anno esatto e ti dirò cosa penso della quinta. La mamma mi fa il solletico. – Vai a farti la doccia e poi vestiti – dice. – Hai mezz’ora per scendere e fare colazione. Ti preparerò qualcosa di buono e ti porterò a scuola. – Posso benissimo andarci a piedi – protesto. – Gli altri anni non mi accompagnavi. Io e Mattia, gli altri anni, andavamo a scuola insieme, a piedi. È bello ripensarci. Tornavamo insieme, anche, e di solito io mi fermavo a casa sua fino a quando veniva a prendermi la mamma. Adesso è cambiato tutto. Colpa del papà di Mattia. Se non avesse accettato quel lavoro, questo non sarebbe successo. Chissà se anche la mamma di Mattia lo sta svegliando in questo stesso momento. Chissà se anche lui starà pensando al nuovo anno che l’aspetta e a come ogni cosa adesso sarà diversa. Chissà se gli manco come lui manca a me...


IL TESTO NARRATIVO

– Coraggio, adesso alzati, figlia mia dolce. Di nuovo, la mamma mi fa il solletico ai piedi. A me, Ambra Chiaro, non piace che mi solletichino i piedi. Così, mi decido a uscire dal letto. Inciampo nel quaderno nuovo. Lo raccolgo e lo sistemo vicino all’astuccio. Sotto la doccia, penso a tante cose... Come sarà il mio nuovo maestro? Che banco mi toccherà quest’anno? Chi sarà il mio vicino di banco? Hanna Burton sarà sempre così antipatica con me? Ci sarà qualche nuovo arrivato? Qualcuno che abbia bisogno di farsi dei nuovi amici, magari? Esco dalla doccia, mi asciugo e mi spazzolo denti e capelli (non con la stessa spazzola). Mi metto la calzamaglia nera e una maglietta lunga che mi ha comprato zia Pam quest’estate. C’è disegnata sopra una cartina della metropolitana di Londra. Non l’ho ancora mai indossata, la tenevo da parte per il primo giorno di scuola. Ora tocca alle mie scarpe nuove. Prima la destra poi la sinistra. Chissà se in questo momento anche Mattia si sta infilando le scarpe. Chissà se si ricorderà di allacciarle, o se rischierà di inciampare a ogni passo perché non ci sono io a ricordarglielo. Chissà se lo farà qualcun altro al posto mio...

Analizzo il testo y La storia è scritta: in prima persona in terza persona

y I personaggi sono: realistici fantastici

y Il luogo è: realistico fantastico

y I fatti avvengono in un tempo: definito indefinito

y Il tempo in cui

avvengono i fatti è al: presente passato

P. Danziger, Ambra Chiaro va in quarta, Il Battello a Vapore, Piemme

Comprendo il testo y Segna con una X la risposta corretta. • Dove si svolgono i fatti narrati? In casa Per strada • Cosa pensa Ambra quando suona la sveglia? Non vede l’ora di alzarsi per andare a scuola Preferisce non alzarsi

y Quali domande si pone mentre fa la doccia? Sottolineale nel testo.

y Come ti sembra Ambra? Preoccupata

Allegra

Annoiata

Parlo y Rispondi alle domande.

• Quali novità hai trovato il primo giorno di scuola? • Cosa hai provato nel rivedere gli amici e gli insegnanti? • Quale episodio particolare si è verificato durante le ore di lezione?

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IL RACCONTO REALISTICO

BULLISMO

Vai al volume di EDUCAZIONE CIVICA

Ti devo parlare Comprendo il testo y Di che cosa parla il testo che hai appena letto? Racconta.

Scrivo y In che modo

potrebbe finire la storia? Immagina di essere Sara e completa sul quaderno.

Erano trascorsi pochi giorni dall’inizio della scuola e con Carlo avevamo deciso che avremmo provato a fregare la merendina a Sara. Perciò, quando è suonata la campanella e l’ho vista che si stava avvicinando al bagno delle femmine con un gruppetto di amiche, mi sono messo davanti alla porta e le ho detto: - Ti devo parlare. Sara è diventata rossa come un pomodoro. - Che vuoi? - mi ha chiesto in modo insolente. - Ho visto che di solito hai un sacco di merendine: me ne devi dare una o due. - Perché? - fa lei. Sembrava che non avesse capito. - Perché altrimenti ti pesto - le ho fatto io. - Perché mi devi pestare? - mi chiede lei. Ma è proprio tonta! Allora ho provato a spiegarle: - Io voglio la tua merendina. Tu magari non vuoi darmela, allora ti dico che ti pesto e tu me la dai. Non è difficile. Mi sembrava una spiegazione chiara e semplice. - Fammi capire. È un’intimidazione? - mi ha chiesto alzando la voce. Le cose non stavano andando come mi ero immaginato. Io avevo pensato che, se vai davanti a una femmina e le dici che la pesti, quella si spaventa, magari si mette a frignare e poi ti dà la merenda. In tutti i film succede così. Ma Sara si volta verso le amiche e urla: - Ragazze, c’è un altro bulletto. Quelle si avvicinano e mi vengono intorno: - Ripeti un po’… - mi dice Sara. Io le guardo; per essere forte sono forte, però proprio tutte insieme non ero sicuro di riuscire a menarle. Mi volto verso Carlo ma ha il viso cereo e sta scappando velocissimo in fondo al corridoio… A. Arato e A. Parola, Il mio nome è strano, Lapis

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Vai al volume di EDUCAZIONE CIVICA

COSTITUZIONE

IL TESTO NARRATIVO

Come in Parlamento Oggi l’interrogazione di Scienze è andata bene. Meno male. Poi la maestra ci ha parlato della democrazia e del diritto che hanno tutti i bambini e tutte le bambine di esprimere la propria opinione e di essere ascoltati. Ha detto che a scuola era ora di parlarne. - Vediamo di fare un bel dibattito. - Come in Parlamento, maestra? - ha chiesto Federica. E così abbiamo cominciato. Solo che non è stato facile fare il dibattito perché avevamo tutti voglia di parlare e nessuno di ascoltare. In classe spesso parliamo tutti insieme anche se la maestra dice di alzare sempre la mano, prima di parlare, e di aspettare ciascuno il proprio turno. Il fatto è che certe volte ti viene una cosa in mente e la vuoi dire subito, prima che ti scappi, anche se in quel momento sta parlando un altro. E allora quello che sta parlando si arrabbia perché lo interrompi e alza la voce per farsi sentire anche se parli tu. La maestra dava la parola prima a uno poi a un altro. Faceva come fa l’arbitro nelle partite di calcio, facendo rispettare le regole. Alla fine ho capito che è difficile ascoltare tutti con pazienza, cercando di capire bene le loro ragioni e cercando pure di non dimenticarti quello che volevi dire tu. E poi in classe ci sono quelli che vogliono parlare sempre loro, e ci sono quelli che invece sono timidi e non parlano mai. Per fortuna che c’è la maestra, che fa parlare solo chi alza la mano e incoraggia quelli che fanno fatica a dire ciò che pensano.

Parliamone y Secondo te è

importante essere ascoltati quando si esprimono le proprie opinioni? Perché? y Quali regole bisogna rispettare perché tutti possano partecipare a una discussione? Confrontati con i compagni e le compagne di classe.

A. Ferrara, Diritti al cuore, “Le rane” Interlinea

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IL RACCONTO REALISTICO

PARITÀ DI GENERE

Vai al volume di EDUCAZIONE CIVICA

Non è un gioco da femmine! Ogni settimana, nella scuola elementare di Giovanni, si tiene una gara per decidere chi può utilizzare il campetto. Questa settimana hanno vinto le femmine.

Lessico parabola: percorso.

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Non posso guardare. Ora si metteranno a giocare a pallavolo, a «un, due, tre... stella!» oppure faranno finta di essere qualche personaggio dei cartoni tipo delle fatine o giù di lì. Che barba i giochi delle femmine! Noi avremmo giocato a calcio. Oppure a fulmine, che è quando ti rincorri e devi imprigionare l’altro. O a chi fa in meno tempo il giro del campetto. A un certo punto però arriva Zoe con qualcosa sottobraccio. In un primo momento tutte la guardano con estrema diffidenza, quasi facendo finta di non vederla. Poi Zoe lancia in aria uno strano oggetto, che disegna una bellissima parabola. Corre a recuperarlo e torna tenendolo alto, come una bandiera. Tutte la chiamano, entusiaste. Vogliono provarlo. – Ma che ha in mano? – chiede Giulio. – Chi? – ribatte Marco, intento a guardarsi i lacci delle scarpe. – Zoe, che cosa ha in mano? – ripete Giulio, alzandosi in piedi. Mi tiro su anch’io per capirci qualcosa. È una cosa ovale con una coda. Le femmine si mettono in cerchio, poi formano due righe distanti una decina di metri l’una dall’altra, quindi Zoe lancia quell’aggeggio, che scocca via come una freccia e sibila nell’aria.


IL TESTO NARRATIVO

Comprendo il testo y Segna con una x le

affermazioni corrette.

– Forte! – mi scappa di dire. Marco, Giulio, io e gli altri maschi stiamo tutti col naso all’insù. Vola come un missile spaziale, ruota, taglia l’aria e zac!, Aurora corre e lo riacchiappa al volo con enorme soddisfazione. – Mio cugino ne ha uno uguale! – esclama. Ora tocca a lei: Aurora carica il lancio portando indietro il braccio e poi, rapida, lo fa scattare in avanti. Il missile riparte, non bene come nel lancio di Zoe, ma è comunque un bel tiro. Sto ancora a guardare il missile che gira quando Marco avanza pestando i piedi fino al campetto. Si pianta in mezzo alle femmine. – Non vale! – grida. Le femmine si bloccano, il missile cade a terra. – Cosa c’è? – chiede Zoe, correndo da Marco. – Non è da femmine! – Cosa? – Questo gioco – risponde Marco. - Perché non è quello che fanno sempre le femmine. - E allora, se ci piace? - afferma Aurora. - Vogliamo giocare con il coso di Zoe e ci giochiamo. - Si chiama Vortex - precisa Zoe. - Non ci potete giocare!- insiste Marco. - Invece sì! - È un gioco da maschi! - È un gioco e basta! - grida Zoe. S. Vecchini, Maschi contro femmine, Mondadori

Il bambino che racconta è arrabbiato perché nel campetto gioca la squadra avversaria. Zoe entra nel campetto con qualcosa sottobraccio. Tutte le bambine si mettono a giocare col gioco portato da Zoe. Zoe lancia un oggetto in aria e Marco lo recupera. Giulio guarda incuriosito il gioco delle femmine e applaude. Marco invade il campetto. Marco dice a Zoe che il gioco che stanno facendo è molto divertente.

Parliamone y Perché Marco dice che

quel gioco non è da femmine? y Pensi che ci siano giochi adatti alle femmine e giochi adatti ai maschi? Confrontati con i compagni e le compagne di classe. Avete espresso tutti la stessa opinione?

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IL RACCONTO REALISTICO

LE SEQUENZE

Le sequenze

La storia prende corpo attraverso la combinazione delle sequenze. Esse cambiano ogni volta che accade qualcosa di diverso: entra in scena un nuovo personaggio; cambia il tempo; cambia il luogo; c’è una nuova situazione.

Tutti in barca Presentazione del papà e della famiglia

Il mio papà ha una barca a motore e quando il mare è tranquillo ci porta lontano, dove l’acqua è più azzurra e più fredda.

Presentazione della mamma

La mia mamma con il mare non va molto d’accordo perché dice che è un vecchio asmatico, brontolone e mai contento, che va avanti e indietro come un animale in gabbia. Insomma la mia mamma preferisce il fiume, perché scorre senza fretta e quando è vicino alla sorgente salta e scherza con i sassi.

Succede un fatto

Un giorno, per far contento il mio papà, la mamma salì a bordo con noi e si sistemò buona buona dalla parte del timone. Il mio papà tirò la corda di avviamento, ma il motore non partì. Provò un’altra volta: niente. Riprovò: niente. – Eppure – diceva – è sempre partito al primo colpo! Guardava il motore e controllava il serbatoio: tutto era a posto. Scendemmo. Il papà tirò la corda e il motore partì.

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IL TESTO NARRATIVO

Succede un fatto nuovo

Ognuno riprese il suo posto, e quindi la mamma si mise di fianco al timone. Il motore si spense subito. Il papà tirò con forza la corda, che si spezzò. Il mio papà, però, non si arrese. Prese la corda di scorta, si schiacciò un dito, ma sistemò l’avviamento.

Succede un fatto nuovo

Scendemmo di nuovo tutti. Il motore tornò a rimettersi in moto. – Ci prende in giro – disse la mamma mentre risalivamo in barca. Appena seduta, il motore… morto!

Succede un fatto nuovo

– Mamma cara, – disse allora il mio papà – dove ti siedi? Così fu risolto il mistero. La mamma si sedeva sopra il tubicino della benzina e questa non arrivava al motore. R. Marini, Alto, forte, con i capelli un po’ lunghi, Raffaello Editore

Comprendo il testo y Completa lo schema narrativo e racconta la storia. Il papà porta la sua famiglia sulla barca a motore quando il mare è tranquillo. .................................................................. .................................................................. ..................................................................

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IL RACCONTO REALISTICO

y Smontiamo il testo

La divisione di un testo in sequenze serve a: • capire la struttura; • comprendere il contenuto; • utilizzare la stessa struttura per scrivere nuove storie. All’interno delle storie si trovano vari tipi di sequenze: NARRATIVE Vi accadono i fatti più importanti che compongono la narrazione. DESCRITTIVE Interrompono lo svolgersi dei fatti per soffermarsi sul paesaggio, sull’aspetto dei personaggi, dei luoghi, sugli stati d’animo. DIALOGICHE Riportano i dialoghi fra i personaggi. RIFLESSIVE Riportano i pensieri dei personaggi o dell’autore.

LE SEQUENZE

Un gatto da salvare! y Il testo è stato smontato in sequenze: riordinale

numerandole. Poi rileggi la storia eliminando le due sequenze narrative: come ti sembra?

Sequenza descrittiva

Mentre l’automobilista borbottava, io e Luca siamo andati a vedere come stava il gatto. Conoscevo quel gatto nero. Gironzola spesso dalle nostre parti e gli ho dato da mangiare un paio di volte. Quando mi sono chinata per toccarlo, ho visto che il gatto respirava ancora, aveva gli occhi semichiusi e tentava di rimettersi sulle zampe. Era vivo ma aveva bisogno di aiuto.

Sequenza dialogica

Ho dato a Luca il mio zaino, ho preso il gatto tra le braccia e mi sono messa a correre verso casa. L’automobilista era schizzato via e non c’era nessuno che potesse darmi un passaggio per andare dal veterinario. – Papà, tira fuori l’auto dal garage! – ho gridato quando sono entrata in casa. – C’è un gatto randagio da salvare. È appena stato investito. Mio padre è uscito dalla cucina e io l’ho scongiurato di far presto. – Pensavo di risposarmi – ha borbottato. Dieci minuti dopo eravamo dal veterinario.

Sequenza narrativa

Sapete che cos’è una frenata lacerante? Io l’ho scoperto ieri. Stavo tornando a casa con Luca, mio fratello, quando all’improvviso ho sentito una frenata alle mie spalle. È stata, appunto, lacerante, e ho fatto appena in tempo a vedere un’auto che inchiodava in mezzo alla strada e un gatto nero scagliato contro un marciapiede.

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IL TESTO NARRATIVO

Sequenza dialogica

– Gli è andata bene – ha detto alla fine il veterinario. – Anzi, le è andata bene, visto che è una femmina. Ma questa zampa va fasciata. – Allora vuol dire che non può restare in strada? – Vuol dire che deve starsene tranquilla nell’angolo più confortevole del vostro appartamento. Ma non è la tua gatta? – No, è una randagia. Ne parlerò con mio padre. Dobbiamo pagare? – Lascia perdere. Per questa volta è gratis, visto che non ha padroni.

Sequenza narrativa

Ma la mamma ha solo detto che bisognava attrezzarsi: ci volevano una cassetta della sabbia, una scodellina per l’acqua e una per il cibo. Così, tutti insieme, la gatta, mamma, papà, Luca ed io siamo andati in quel negozio all’angolo che vende prodotti per animali. Poi ho abbracciato mio padre e gli ho sussurrato: – Grazie.

Sequenza dialogica

Con la gatta fasciata e malconcia, sono entrata in macchina e ho guardato mio padre. – Non possiamo lasciarla in strada. Se l’abbandoniamo morirà. – Ma, non abbiamo mai avuto animali in casa – ha replicato mio padre. – Dai, papà! – Ne parliamo a casa con la mamma. A. Petrosino, V come Valentina, Piemme Junior

Analizzo il testo y Rispondi alle domande. • Quando è avvenuto il fatto? • Dove? • Il testo è stato scritto in prima o in terza persona? • Chi sono i protagonisti del racconto? • Chi sono gli altri personaggi? • Qual è l’argomento generale della storia?

Oltre le parole y Qual è il significato delle seguenti espressioni?

“L’automobilista era schizzato via”: l’automobilista era scappato l’automobilista aveva schizzato i pedoni con l’acqua “Un’auto che inchiodava”: un’auto che finiva con le ruote sui chiodi un’auto che frenava di colpo

Parlo y Pensi che sia giusto il

comportamento dei due ragazzini? Spiega.

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IL RACCONTO REALISTICO

LE TECNICHE NARRATIVE

Le tecniche narrative

Per la produzione di racconti si possono utilizzare due tecniche narrative: la fabula e il flashback, che determinano la struttura della storia, arricchita da descrizioni di personaggi, luoghi, situazioni per esprimere e comunicare sensazioni, impressioni e stati d'animo.

La fabula La fabula è la narrazione dei fatti così come sono accaduti in ordine cronologico. L’ordine cronologico è indicato dalle parole del tempo.

y Sottolinea nel testo le parole del tempo.

La pesca di nonno Tano Un giorno il nonno era fuori con la barca piccola, a motore, e si era spinto un po’ al largo. Il mare era leggermente mosso e il nonno riposava a poppa. Aveva attaccato delle sarde agli ami e ora le lenze, immerse nell’acqua, aspettavano un pesce. A un tratto, alla lenza di sinistra, un pesce abboccò. Doveva essere grosso, perché la lenza cominciò a tendersi e poi a svolgersi nell’acqua. Infatti era un pesce spada. Il nonno vide la sua forma allungata, nell’acqua trasparente, a pochi metri, e si chiese come avrebbe fatto ora, da solo, a issarlo sulla barca. Tirò la lenza con le due mani, ma il pesce era fortissimo e si dibatteva violentemente per liberarsi. In quel momento un’ombra agile e veloce si accostò alla barca e, prima che il nonno potesse rendersene conto, un muso appuntito emerse dall’acqua, vicinissimo. Era un delfino. Il nonno e il delfino si guardarono negli occhi come due persone. Poi l’animale, con un piccolo grido e un movimento velocissimo, diede un morso secco alla lenza, spezzandola. Il nonno, pieno di stupore, vide il delfino avvicinarsi al pesce spada e spingerlo lontano dalla barca, con colpi delicati ma decisi del muso. R. Grazzani

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IL TESTO NARRATIVO

Analizzo il testo y Il testo è scritto: in prima persona in terza persona

y Il racconto è: realistico fantastico

y I fatti avvengono in un tempo: definito indefinito

y I fatti sono narrati: in ordine cronologico in ordine cronologico con flashback

Comprendo il testo y Racconta a voce la storia seguendo l’ordine temporale della narrazione (fabula) e poi completa lo schema narrativo.

Un giorno .......................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ...................................................................................

A un tratto ....................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ....................................................................................

In quel momento ........................................ ..................................................................................... .................................................................................... .................................................................................... ..................................................................................... ....................................................................................

Poi ............................................................................ ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ....................................................................................

Scrivo y Racconta un episodio di cui sei stato protagonista mettendo i fatti in ordine di

tempo e arricchisci la storia di descrizioni per esprimere impressioni, sensazioni e stati d’animo.

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IL RACCONTO REALISTICO

IL FLASHBACK

Il flashback Il flashback consiste nell’interrompere lo sviluppo cronologico della narrazione per inserirvi un episodio del passato collegato con il racconto stesso. Il temine flashback significa “salto nel passato”.

Il ricordo portato dal fiume y Leggi e racconta la storia. Di notte, quando la luna piena sorgeva dalle acque del grande fiume, Gastón scendeva dall’amaca e usciva sulla veranda. Tra gli alberi sulla riva, nascosti nel nero delle fronde, gli uccelli pigolavano, sognando i loro sogni. Tutto il resto era silenzio. Gastón si appoggiava alla ringhiera e il ricordo arrivava da solo: il ragazzo si era convinto che fosse il fiume stesso a portarglielo, nelle notti di plenilunio, quando era più facile per i ricordi viaggiare.

Nel testo è stato evidenziato un flashback cioè un fatto riferito al passato.

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Gli bastava fissare la superficie dell’acqua, ed ecco che, come per magia, comparivano un’altra veranda, un altro tempo, una tavola imbandita. Un piccolo Gastón stava seduto con le gambe ciondoloni su di una sedia troppo alta per la sua età. Teneva stretto in pugno il suo cucchiaio e lo batteva con insistenza contro la ciotola vuota. I suoi occhi non smettevano di fissare la porta della cucina, perché da lì sarebbe uscita la mamma con il suo piatto preferito. – Chupe! Chupe! Chupe! – ripeteva il bambino e già il profumo meraviglioso della zuppa di gamberi arrivava dalla cucina fin sotto il suo naso. La mamma compariva con una zuppiera fumante e la posava sul tavolo. Prendeva il mestolo e lo tuffava dentro, dando un’ultima lenta rimescolata. – Con tanti gamberi e poche patate! – gridava il piccolo Gastón. – E io allora con tante patate e pochi gamberi! – diceva il papà, con voce falsamente scontenta. Poi anche la mamma si sedeva a tavola e tutti e tre mangiavano in silenzio.

Lessico

Il fiume non aveva altri ricordi da portargli, solo quello del chupe fumante sulla terrazza di casa sua.

fronde: chioma.

Poi il ragazzo tornava a stendersi sull’amaca. A. Lavatelli


IL TESTO NARRATIVO

Analizzo il testo y Chi è il protagonista della storia? ................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................. y Cosa ricorda del suo passato? ................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................

Scrivo y Racconta brevemente una tua esperienza con la tecnica del flashback. Immagina di sentire un suono, un rumore o altro che possa ricordarti fatti accaduti in un tempo passato, poi immagina che succeda qualcosa che ti riporti nuovamente al presente.

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Gioco con la storia y Manipola la storia e scrivi sul quaderno un altro ricordo del piccolo Gastón.

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VERIFICA in itinere Odio i dentisti! Laura uscì dallo studio del dentista in uno strano stato, fatto di un misto di rabbia e disperazione. Pietro, il suo dentista, l’aveva salutata con un sorriso, ma lei non aveva risposto. Odiava Pietro con tutta se stessa; l’apparecchio era una sorta di dichiarazione di guerra e, finché non glielo avesse tolto, Pietro sarebbe stato per lei un nemico. Tornò verso casa a piedi. Come temeva, i suoi genitori la accolsero con un atteggiamento sdolcinato, che avrebbe messo i brividi a chiunque, figurarsi a una ragazzina nel suo stato d’animo. Ovviamente non mangiò nulla. A un certo punto prese carta e penna e scrisse: “Vado dal nonno”. Il nonno era da sempre il rifugio preferito di Laura. E infatti, pur sapendo della novità della nipotina, la accolse come ogni altra volta, sguinzagliandole addosso le feste del suo cane Pippo. Laura ebbe il suo bel daffare nel cercare di evitare di aprire le labbra, sorridendo. Poi i due si sedettero al tavolo della cucina. Si scambiarono i consueti sguardi e sorrisini complici; poi Laura notò che il nonno teneva le labbra chiuse e nascondeva qualcosa nella mano. All’improvviso il nonno aprì la mano e sfoderò tra le dita… la sua dentiera! Contemporaneamente iniziò a cantare, aprendo e chiudendo ritmicamente la dentiera nella mano e la bocca, incredibilmente priva di denti. Laura rimase a bocca aperta, dimenticandosi del tutto del suo apparecchio. Poi scoppiò in una sonora risata, che la liberò di parte della tensione e della rabbia che provava nei confronti del mondo. Prima di andarsene abbracciò il nonno e fece a Pippo una boccaccia, mostrandogli bene quella strana ferrovia che le attraversava i denti. A. Valente, Sotto il banco, Fabbri Editori

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IL RACCONTO REALISTICO Comprendo y Chi è Pietro?

y Che cos’è il nonno per Laura?

Il nonno di Laura Il dentista di Laura

È un rifugio È una dichiarazione di guerra

y Perché Laura è arrabbiata con Pietro? Le ha messo l’apparecchio ai denti Le ha estratto un dente

y Come è accolta dai suoi genitori? Con aria minacciosa In modo sdolcinato

y Che cosa nasconde il nonno nella mano? Il guinzaglio di Pippo Una dentiera

y Come reagisce Laura? Resta a bocca aperta e poi ride È incredula e resta in silenzio

Analizzo y Il racconto è scritto:

y Ora numera i fatti in ordine cronologico, come sono presentati nel racconto.

in prima persona in terza persona

Il nonno aprì la mano e sfoderò tra le dita la sua dentiera iniziando a cantare.

y I personaggi sono:

Laura scoppiò a ridere mostrando l’apparecchio.

realistici fantastici

Laura uscì dallo studio del dentista provando rabbia.

y Il tempo della narrazione è: definito indefinito

I genitori accolsero Laura in modo sdolcinato. Laura su un biglietto scrisse “Vado dal nonno” e uscì di casa.

y La vicenda è narrata: al presente al passato

Laura salutò il nonno e Pippo con una grande boccaccia.

Rifletto sulla lingua y Sottolinea nel testo tutte le voci verbali espresse al passato remoto del modo indicativo.

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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Alla scoperta del... RACCONTO AUTOBIOGRAFICO CHE COS’È?

FATTI

Il racconto autobiografico è un testo narrativo che tratta avvenimenti significativi realmente accaduti.

Sono ricordi rievocati dalla memoria e accompagnati da riflessioni ed emozioni.

PERSONAGGI Il protagonista è il personaggio principale; i personaggi secondari sono quelli che fanno parte della vita dell’autore.

GLI ELEMENTI DEL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

NARRATORE Il narratore è l’autore stesso.

TEMPO È il passato scandito dalle date in cui sono accaduti i fatti.

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LUOGHI I luoghi sono reali: quelli in cui è vissuto il protagonista.


IL TESTO NARRATIVO

Fare musica Avevo sette anni quando andai per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano. Quando mi sono affacciato al parapetto del loggione, che è la fila di posti più vicina al soffitto, ho visto dall’alto, piccolissimi e lontani, tanti musicisti e un uomo, agitando il suo ditino, scatenava suoni meravigliosi. Si trattava dei Notturni di Debussy, un musicista nato nella seconda metà dell’Ottocento, che sembra quasi dipingere luci e colori con la sua musica: in particolare mi colpì la musica del secondo notturno, con un suono di trombe che arrivava da lontano, come una magia. Arrivato a casa, subito ho chiesto chi era quel piccolo omino che stava sulla pedana rossa e sembrava onnipotente: era un grande direttore d’orchestra, Antonio Guarnieri. Quella serata fu per me importantissima. Ero rimasto ammaliato dalla possibilità di suonare in tanti, insieme, e dall’importanza di quell’omino, che li dirigeva come un filo conduttore. Il giorno dopo iniziai anch’io a studiare pianoforte, per potere un giorno fare musica insieme agli altri. Intanto, con rinnovata attenzione, ascoltavo le prove di mio padre quando suonava con la mamma. Speravo un giorno di essere in grado di sostituire la mamma al pianoforte e di accompagnare io il papà.

Lessico ammaliato: affascinato.

C. Abbado, La città dei suoni, Babalibri

Comprendo il testo • A quale epoca della vita dell’autore si riferiscono i fatti narrati? • Quali personaggi della vita dell’autore compaiono? • Quali elementi tipici dell’autobiografia sono presenti nel testo?

Scrivo y Scrivi un racconto autobiografico.

Pensa ad un episodio che hai vissuto e che ricordi volentieri. Arricchisci il racconto con brevi descrizioni. Poniti le seguenti domande per rendere il racconto più avvincente.

• Dove mi trovavo? Quando? Chi c’era con me? Chi ho incontrato? Cosa è successo? Cosa ho provato? Come mi sono comportato/a? Cosa non dimenticherò mai?

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IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

Il complotto del topo Analizzo il testo y Dividi il testo

in sequenze segnandole al margine della pagina. Poi racconta la storia.

y Sottolinea nel testo con colori diversi le descrizioni dei personaggi e delle emozioni.

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I miei quattro amici e io trovammo un topo morto. – Puzza! – disse qualcuno. – Buttalo. – Un momento – dissi io. – Perché non lo ficchiamo in uno dei barattoli della Pratchett? Mi diedero grandi pacche sulla schiena e mi acclamarono. Mi cacciai il topo nella tasca, poi ci dirigemmo verso il negozio di dolci. Entrammo nel negozio: la signora Pratchett stava dietro la cassa e ci guardò sospettosa. – Una stringa di liquirizia, per favore – disse Thwaites. Quando la vidi girarsi, sollevai il pesante coperchio delle Palle Arcobaleno e ci gettai il topo. Poi rimisi a posto il coperchio più silenziosamente che potei. Il cuore mi batteva all’impazzata e avevo le mani tutte sudate. Una volta fuori, ci mettemmo a correre. – Bravo! – urlarono. Mi sentivo un eroe. Che meraviglia essere così popolare! La mattina dopo ci ritrovammo per andare a scuola. – Andiamo a vedere se è ancora nel barattolo – propose qualcuno. Arrivati all’altezza del negozio vedemmo il cartoncino CHIUSO appeso alla maniglia. Guardammo dentro, il naso schiacciato contro la vetrina. – Guardate! – gridai. – Il barattolo è per terra. E laggiù c’è il topo!


IL TESTO NARRATIVO

Divenimmo silenziosi. Dopo un po’ Thwaites ruppe il silenzio. – Quando una persona di quell’età riceve un grave colpo, sapete che cosa le capita? Il cuore si ferma e la persona muore – esclamò. Per un momento il mio cuore cessò di battere. Ero diventato un assassino. In quell’istante sentimmo suonare la campanella della scuola. Ci precipitammo ai nostri posti proprio mentre il direttore faceva il suo ingresso. – Tutti gli alunni vadano nel cortile – disse con aria cupa. Cominciai a tremare. Mentre ci dirigevamo verso il cortile, avevo l’impressione che lo stomaco mi si stesse lentamente riempiendo d’acqua. Improvvisamente il direttore apparve gigantesco e massiccio nel suo completo nero, e dietro di lui, incredibile, trotterellava la magra sagoma della signora Pratchett. Era viva! Il sollievo che provai era inenarrabile. – Eccoli! – gridò. R. Dahl, Boy, Salani

Lessico inenarrabile: indescrivibile.

Scrivo y Riscrivi sul quaderno

l’inizio del testo immaginando che sia la signora Pratchett a raccontare i fatti.

y Il testo affronta il tema

dell’amicizia. Confronta il tuo punto di vista con quello dei compagni e delle compagne di classe riguardo a due posizioni differenti (tesi) rispetto ai rapporti di amicizia.

Prima tesi

Si può essere amici solo se si hanno gli stessi interessi.

Seconda tesi

Si può essere amici anche se si è diversi per carattere e interessi.

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IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

Il nonno Francesco Comprendo il testo y Segna con una x le

affermazioni corrette. Il narratore è uno dei personaggi. Chi narra non partecipa alla vicenda. Il racconto è scritto in terza persona. I personaggi sono reali. I fatti si svolgono a casa degli zii.

y Sottolinea nel testo i

personaggi e la breve descrizione del nonno.

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Quando morì il nonno Francesco avevo quasi dieci anni. Il nonno Francesco mi faceva attraversare i torrenti sui sassi, mi tagliava i bastoni su misura per camminare con lui, mi faceva ascoltare l’erba che cresceva e mi soffiava il naso quando ero triste e arrabbiata perché le avevo prese. Era alto e ossuto, la testa sempre in luce per via dei capelli e dei baffi, candidi. D’estate la casa dei nonni si riempiva di bambini: le sorelle della mia mamma, che abitavano in pianura, portavano su tutti i loro figli nell’aria buona. Noi eravamo già lì, così ci si ritrovava tra cugini e cuginetti. Alla mattina il nonno ci metteva in fila, sette, otto, nove, dai dieci anni in giù, e via che si andava, per prati, boschi, sentieri e mulattiere. Lui col bastone e noi con lui. Si tornava alla campana del mezzogiorno e, seduti per terra contro le pareti della cucina, con in mano il piatto di alluminio, la nonna passava a mettere a tutti il mangiare. I suoi risotti rimangono i più buoni del mondo. In settembre i cuginetti tornavano in pianura, in ottobre mio fratello andava in collegio e restavo io sola.


IL TESTO NARRATIVO

g Quali fatti legati alla

I nonni si fermavano in montagna fino a San Martino, e a me piaceva andare da loro dopo la scuola, e magari stare anche a cena e a dormire. Dalla nonna c’era l’uva e, quasi ogni sera, c’erano le castagne. E, intanto che quelle cotte sulla brace stavano nel sacco bagnato di acqua e grappa, o vino, per diventare ancora più saporite ed essere sbucciate più agevolmente, si giocava a carte. E i grandi parlavano e si contavano storie, e io ascoltavo, ascoltavo. Le parole e le voci erano scialli e altalene, scivoli e slitte, tane e tetti con sopra la luna. A quante ramanzine ha messo fine il nonno Francesco. La mamma si spolmonava; diceva lei che a farla spolmonare ero io. Non che lo volessi, ma pare che ci fossi portata; come lei d’altra parte era portata allo spolmonamento, alla spolmonazione e alla spolmonite. Si consumava i polmoni a dire, avvisare, discutere, sgridare, chiarire, spiegare, far capire, correggere, negare, ripetere, proibire, concedere, riconoscere, ribadire, confermare, giudicare. A voce alta, ben scandita e piena di energia. G. Quarenghi, Io sono il cielo che nevica azzurro, Topi Pittori

sua infanzia ricorda la scrittrice? ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. ................................................................................. .................................................................................

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VERIFICA in itinere La nevicata di piume Mia nonna aveva un cuscino imbottito di piume. Lo teneva sul divano del salotto, perché era fatto di una bella stoffa damascata, con rilievi e colori eleganti, che, chissà perché, a me facevano immaginare bestie esotiche come tigri e coccodrilli. Mi piaceva giocare con il cuscino perché era disposto, senza mai protestare, a far la parte dell’animale feroce, a lottare con me e perdere, ogni volta lasciandomi senza graffio, eroico vincitore. Ma una volta che mia nonna era a chiacchierare dalla vicina, nel corso di una lotta particolarmente accanita (si trattava di una pantera e io ero Tarzan) dal cuscino fuoriuscì una piuma. La piuma svolazzò per il salotto e io mi incantai a seguire il suo misterioso volo. Quando si posò sul pavimento, la raccolsi e la soffiai in alto. Era bello vederla scendere lenta e leggera, disegnando imprevedibili ghirigori. Il percorso però era breve e il gioco finiva subito. Mi venne allora un’idea: lanciare la piuma dal balcone, che era al secondo piano. E infatti fu bellissimo vederla volare giù, verso il marciapiede. Un po’ si abbassava e un po’ risaliva, a tratti veniva presa come in un mulinello e girava su se stessa. Infine sparì. Avevo perso la mia piuma. Ma il cuscino della nonna ne era pieno… potevo prenderne un’altra. ERA IMPOSSIBILE RESISTERE. Trovai il buco, la piccola scucitura dalla quale era uscita la piuma, e facilmente ne cavai fuori un’altra. Il suo volo fu molto più bello. «E via!» pensai «Ancora una e poi basta». E dal balcone decollò la terza piuma. Guardandola scendere mi venne in mente l’idea di provare un lancio multiplo. Allargai un poco la scucitura e agguantai una manciata di piume: fu uno spettacolo incredibile. A quel punto era impossibile resistere. Incominciai a gettare piume a piene mani giù dal balcone. Infine, tenendo il cuscino per un’estremità, lo scossi con forza, fino a svuotarlo completamente. La gente si fermava in strada a guardare stupita quella nevicata di piume. Fu esaltante, fino a che non rientrò mia nonna. Con una solenne sculacciata, mi obbligò a scendere in strada con scopa e paletta e a ripulire il marciapiede. G. Quarzo

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IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO Comprendo y Quale situazione dà l’avvio alla narrazione? ......................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Come si sviluppa la vicenda? Quale fatto accade? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Quali altri fatti si susseguono? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Come si conclude la vicenda? ...................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................

Analizzo y Il testo è scritto:

y Il tempo è:

da un narratore esterno dal protagonista

presente passato definito indefinito

y Lo scopo dell’autore è: ripensare con tenerezza all’amore della nonna ricordare un episodio dell’infanzia

y I luoghi dei fatti narrati sono: inventati reali

y I personaggi presenti nel racconto sono:

y I fatti vengono narrati in ordine:

il bambino e la dirimpettaia il bambino e la nonna il bambino

non cronologico cronologico

Rifletto sulla lingua y Fai sul quaderno l’analisi grammaticale della frase: “Mia nonna aveva un cuscino imbottito di piume”.

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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Alla scoperta del... RACCONTO BIOGRAFICO CHE COS’È?

FATTI

Il racconto biografico è un testo narrativo che ha lo scopo di far conoscere un personaggio famoso, in quanto ha compiuto qualcosa di importante, attraverso la narrazione di episodi della sua vita.

PERSONAGGI Il protagonista è un personaggio famoso in qualche ambito: sport, musica, cinema…

Sono avvenimenti realmente accaduti alla persona di cui si parla e sono quelli più importanti della sua vita.

GLI ELEMENTI DEL RACCONTO BIOGRAFICO

NARRATORE La storia è scritta in terza persona da un autore esterno.

TEMPO Il tempo è definito: le date in cui accadono i fatti sono indicate con precisione.

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LUOGHI I luoghi sono reali: quelli in cui è vissuto il protagonista.


Vai al volume di EDUCAZIONE CIVICA

IL TESTO NARRATIVO

Ruth alla Corte Suprema C'era una volta una ragazza che sognava di diventare una grande avvocata. - Un avvocato donna? - la derideva la gente. - Non essere ridicola! Avvocati e giudici sono sempre uomini. - Ruth Bader si guardò intorno, e vide che in effetti era vero. “Ma non c'è motivo per cui le cose non debbano cambiare“ pensò. Fece domanda di ammissione alla facoltà di legge di Harvard e si distinse come uno degli studenti più brillanti. Anche suo marito Marty studiava ad Harvard. - Tua moglie dovrebbe stare a casa a sfornare biscotti e badare alla bambina - diceva la gente. Ma Marty non l’ascoltava. Ruth era una cuoca terribile! E poi lui adorava occuparsi della loro bambina ed era orgoglioso del successo della moglie. Ruth difendeva strenuamente i diritti delle donne e disputò sei casi fondamentali sulla parità di genere di fronte alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Poi divenne la seconda donna nominata giudice della Corte Suprema nella storia del Paese. La Corte Suprema è composta da nove giudici. - Se mi chiedono quando ci saranno abbastanza donne nella Corte Suprema, rispondo: “Quando ce ne saranno nove“. La gente rimane scioccata, ma ci sono stati nove uomini per un'eternità e nessuno ha mai alzato un sopracciglio. Arrivata agli ottant'anni, Ruth faceva ancora venti flessioni al giorno ed è diventata un'icona di stile, grazie ai colori stravaganti che indossava in tribunale sotto la toga da giudice. F. Cavallo e E. Favilli, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori

Comprendo il testo y Completa. Il testo è una biografia perché ....................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................

Insieme y Divisi in piccoli gruppi fate una ricerca sulle donne importanti che hanno lasciato il segno nei vari campi del sapere. Confrontate i vostri lavori e le vostre riflessioni sull’argomento.

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IL RACCONTO BIOGRAFICO

Un grande artista Il 25 ottobre 1881 Picasso viene al mondo in una grande casa bianca di Malaga, nell’estremo sud della Spagna. I genitori di Pablo sono Maria Picasso Lopez e José Ruiz Blasco, pittore specializzato nella decorazione delle sale da pranzo. La prima sillaba che esce dalle labbra di Pablo è “Piz!”. Vuol dire “lapiz”, lapis. Insomma, Picasso ha saputo dire “matita” prima ancora di averla saputa afferrare. E comincia a disegnare prima di aver imparato a parlare. Qualche anno dopo don Josè, stupefatto del talento del figlio, gli lascia a poco a poco i suoi pennelli. Il figlio copia il padre: don Josè dipinge molti uccelli, per avere i modelli a portata di mano, alleva colombe e piccioni, che svolazzano in libertà per le stanze della casa di Malaga. Una sera dà a Pablito un quadro da completare; quando torna trova tutti i piccioni finiti, con le zampette talmente vive che, commosso, mette tavolozza, pennelli e colori in mano a Pablo, dicendosi che suo figlio è più bravo di lui e proponendosi di non dipingere più le colombe. Picasso dimostrerà fino alla morte una tenera predilezione per loro. M.L. Bernadac e P. Du Bouchet, Picasso. La ricerca e la memoria, Electa Gallimard

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Comprendo il testo y Il testo che hai letto è: una biografia un’autobiografia

y Il testo è scritto: in prima persona in terza persona

y Indica con una x le frasi corrette.

Picasso impara a disegnare prima che a parlare. Picasso nacque il 18 ottobre del 1981. La prima sillaba che pronuncia Picasso è “Piz“, che in spagnolo significa “matita”. Pablo stupisce il padre completando le colombe del dipinto.


Vai al volume di EDUCAZIONE CIVICA

Nulla può fermarci Beatrice Vio è nata a Venezia il 4 marzo del 1997. Nel 2015 è diventata campionessa mondiale di scherma. Bebe pratica la scherma da quando aveva sei anni; all’età di undici, per una grave infezione, le vennero amputate le gambe e gli avambracci, ma lei non si dette per vinta. Dopo pochi mesi dall’intervento tornò a scuola e si sottopose a riabilitazione motoria, e un anno dopo l’insorgenza della malattia riprese l’attività sportiva di schermitrice, grazie ad una particolare protesi progettata per sostenere il fioretto. Da allora è apparsa come testimonial, in molti programmi televisivi, per diffondere la conoscenza della scherma su sedia a rotelle. A settembre del 2016 ha sfilato come portabandiera dell’Italia in occasione della Paralimpiade di Rio. Il 18 di ottobre ha fatto parte della delegazione italiana alla cena di Stato, offerta dall’amministrazione Obama, alla Casa Bianca. Bebe è stata la prima doppiatrice nel film “Gli Incredibili 2”, e nel 2017 ha condotto su Rai1 il programma “La vita è una figata”. Una persona speciale; chi l’ha personalmente incontrata come la sottoscritta, può capire la leggerezza di animo e di ottimismo che infonde. Con estrema naturalezza ti porge la mano artificiale e tu la stringi guardandola senza alcun disagio. I suoi occhi sorridono sempre ed è come se ti dicesse: “Nulla può fermarci”. Sì, Bebe, nulla può fermarti. Sei la persona più indipendente che abbia conosciuto, nonostante la tua disabilità.

IL TESTO NARRATIVO

Comprendo il testo y Rispondi a voce alle domande.

• Quale sogno ha coronato Bebe dopo la malattia? • Cosa ha dimostrato Bebe a se stessa e agli altri? • Cosa rappresenta Bebe?

avantionline.it

FLIPPED

classroom

A CASA Cercate informazioni su un famoso personaggio dello sport, del cinema, della musica

che gli ostacoli della vita non sono riusciti a fermare. In particolare approfondite le ricerche sul modo in cui è diventato un modello per gli altri.

A SCUOLA Divisi in piccoli gruppi, condividete il materiale informativo e insieme scrivete la storia del personaggio scelto, corredandola di immagini. Leggete poi il vostro lavoro agli altri gruppi.

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VERIFICA in itinere Chi è “la mamma” di Harry Potter? La fama di questa scrittrice è legata alla serie di romanzi fantasy, suddivisa in sette volumi, che narra le avventure di Harry Potter e dei suoi amici. Joanne Rowling venne al mondo il 31 luglio 1965, in un minuscolo villaggio della campagna inglese. Da bambina inventava passatempi immaginari nella sua stanza o nell’erba alta del giardino dietro casa e, se le si avvicinavano altri bambini, Joanne li invitava a giocare a «facciamo finta che». I suoi genitori, Peter e Anne, cominciarono a leggerle storie fin dalla più tenera età. Fu così che Joanne cominciò a sognare trame di racconti popolati da grandi eroi e fantastiche creature; la sorellina, nata due anni dopo di lei, era il suo pubblico preferito. A sei anni Joanne cominciò a scrivere i suoi racconti. Scrivere era la cosa in assoluto che più le piaceva: era convinta che il suo destino fosse quello di creare mondi magici con carta e matita. Terminata la scuola superiore, aveva scatole e raccoglitori traboccanti di racconti e non aveva intenzione di smettere! Si laureò a pieni voti e fece diverse esperienze nel mondo del lavoro, senza mai smettere di scrivere. All’ora di pranzo si recava in un bar, sedeva a un tavolino, in disparte, e scriveva. L’ispirazione che avrebbe portato alla stesura dei romanzi di Harry Potter le venne un giorno all’improvviso, mentre viaggiava in treno. Iniziò così a scrivere Harry Potter e la pietra filosofale. Il libro fu completato nel 1994. Joanne spedì il suo lavoro a un editore, poi incrociò le dita e aspettò. Un giorno ricevette una lettera, in cui era scritto: “Grazie. Saremmo felici di pubblicare il suo manoscritto in esclusiva”. M. Shapiro, J. K. Rowling, La maga dietro Harry Potter, Fanucci

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IL RACCONTO BIOGRAFICO Comprendo y Dal testo si possono ricavare alcune informazioni sulla persona di cui si parla. Cerchia solo quelle corrette. Joanne Rowling nacque il 31 luglio 1965.

La sorellina era il suo pubblico preferito.

Si laureò a pieni voti. È nata in Inghilterra.

Nel 1994 Joanne spedì il suo primo lavoro a un editore.

Da bambina inventava passatempi immaginari.

A sei anni incominciò a leggere le storie.

L’ispirazione dei romanzi di Harry Potter le venne mentre si recava in un bar.

Il successo di questa scrittrice è legato alla serie di romanzi horror.

Non amava ascoltare le storie.

Dimostrò di avere la passione della scrittura sin da piccola. Il primo libro, intitolato Harry Potter e la pietra filosofale, non fu mai completato.

Un giorno ricevette una lettera in cui era scritto che le avrebbero pubblicato in esclusiva il suo manoscritto.

Analizzo y Cancella la parola errata. • Il testo è una biografia • autobiografia. • Il testo è scritto in prima • terza persona. • Il personaggio è • non è Joanne Rowling. • Nel testo le informazioni sono in ordine • non sono in ordine temporale.

Rifletto sulla lingua y Sottolinea i pronomi personali e spiega a quali nomi si riferiscono:

“se le si avvicinavano altri bambini, Joanne li invitava a giocare a «facciamo finta che»”.

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Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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Alla scoperta del... DIARIO CHE COS’È? Il diario è un testo narrativo in cui chi scrive si rivolge al diario come se si confidasse a un amico.

LINGUAGGIO È confidenziale, ricco di espressioni colloquiali.

PERSONAGGI Il protagonista può essere l’autore stesso oppure un personaggio inventato dall’autore.

FATTI Sono avvenimenti ed esperienze reali della vita quotidiana.

TEMPO I fatti avvengono in un tempo definito, indicato dalla data posta in alto a destra.

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GLI ELEMENTI DEL DIARIO

NARRATORE È anche il protagonista dei fatti raccontati. La narrazione è in prima persona.

LUOGHI I luoghi sono reali e sono quelli in cui si trova chi scrive il diario.


IL TESTO NARRATIVO

Caro diario… 10 ottobre Il babbo è nato già con tanti capelli, a differenza di mio nonno, che di capelli non ne ha mai avuto neppure uno. Il babbo è nato, però, anche con le tonsille molto grandi; così sin da piccolo ha dovuto rassegnarsi al mal di gola e al febbrone. Ora è a letto che sragiona più del solito. È rosso come un’aragosta bollita e delirante. Mamma dice: – Tuo padre ha lo sguardo di santa Teresa. Vado nella camera da letto, guardo il babbo e lo sguardo della santa nel quadro che pende dalla parete. Senza nulla togliere a santa Teresa, che mi è pure simpatica, però poteva farsi ritrarre con uno sguardo migliore; io, per esempio, di sguardi ne so fare tanti: allegro, triste, pensoso e lei che è una santa ha scelto nientedimeno che lo sguardo di un pesce lesso. È assurdo! – Santa Teresa è in estasi – esclama il babbo. – E tu allora? – gli chiedo a bruciapelo. – Io sono estasiato – conclude abbozzando un mezzo sorriso. – Per colpa delle tonsille? – puntualizzo. – Te le avrebbero dovute togliere le ostetriche al momento della nascita – interviene la mamma ficcandogli il termometro in bocca. La febbre è molto alta, il babbo ha l’espressione di santa Teresa ed io sono molto preoccupato. – È arrivato il momento di toglierle! – esclama la mamma, ma il babbo teme che togliendogliele potrebbero farlo a pezzi. Quando è arrivata l’infermiera con la siringa, il babbo si è irrigidito come un burattino. – Quell’ago sembra un trapano! – ha urlato in preda al terrore. Il babbo si è rassegnato e, mentre l’infermiera gli bucava il fondoschiena, io cercavo di incoraggiarlo, dicendogli che era meglio farsi bucare il popò che morire dissanguato in sala operatoria. Il papà è diventato, così, ragionevole e molle molle come la ricotta. R. Dattolico, Fortissimo, Ardea Editrice

Scrivo y Come reagirà il papà

del protagonista quando l’indomani sarà accompagnato in ospedale per farsi togliere le tonsille? Immagina e scrivi una pagina di diario. Puoi iniziare così:

Io e la mamma siamo molto preoccupati. Il babbo è finito in ospedale per via delle tonsille. – Sono grosse e marce – ha sentenziato il chirurgo, che gliele ha esaminate con una specie di piccola torcia…

Scopro le EMOZIONI y Quali emozioni prova il

papà del protagonista?

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IL DIARIO

Un regalo inaspettato 2 marzo

Comprendo il testo y Segna con una x le

affermazioni corrette. Chi scrive si chiama Giulio. Il migliore amico del protagonista non si chiama Vincenzo. A Giulio piace la racchetta di Vincenzo. Giulio compie 11 anni. Giulio avrebbe voluto preparare col suo compagno una torta di legno. A Giulio certe volte vengono strane idee.

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Caro diario, che cosa ti posso raccontare oggi? Niente di preciso credo. Però intanto ti comunico che questa faccenda del “caro diario” mi fa un po’ ridere. Ma caro di che? Di prezzo forse? Ti scrivo solo da un paio di giorni e quindi “caro” mi sembra un po’ troppo. Siamo ancora praticamente degli estranei, quindi, anche se mia madre dice che tutte le pagine di un diario personale cominciano così, ho deciso che sostituirò il “caro” con qualcosa di più adatto. Poi, se la nostra collaborazione continua (io scrivo e tu stai zitto), allora forse, in un futuro, magari, vedremo… Insomma, “se son fiori fioriranno e se son rospi rosperanno”, come dice sempre Vincenzo, il mio migliore amico. Che cosa voglia dire, poi, un proverbio del genere non lo so. Credo che se lo sia inventato lui. Però mi sembra molto adatto all’occasione. A proposito di Vincenzo, ieri, per il mio compleanno, mi ha regalato una racchetta per giocare a ping- pong che ha costruito lui con il traforo e il compensato. È una racchetta orribile, né meglio né peggio di un’altra ventina che abbiamo costruito insieme nello scantinato di casa sua. Io ho detto: – Uau, che meraviglia!


IL TESTO NARRATIVO

Però mentivo. La racchetta di Vincenzo mi fa schifo proprio come le altre venti che abbiamo fatto io e lui. Anzi, traforare il legno mi fa schifo: trucioli, polvere e sudore a iosa per ricavarne oggetti inutili nel migliore dei casi. Io giocherei più volentieri a scacchi, oppure a pallavolo. Vincenzo però è fissato col traforo e così, siccome è il mio migliore amico, faccio finta che piaccia anche a me. Ho messo via la sua racchetta fra gli altri regali e ho tagliato una fetta della mia torta di compleanno per lui. È stato allora che mi è venuto da ridere. – Che hai, Giulio, sei contento di aver compiuto dodici anni? – mi ha chiesto mia madre. Io mi sono affrettato a rispondere di sì. In realtà ridevo perché avevo immaginato che la mia torta fosse di legno, che io ne ritagliassi un pezzo col traforo e che lo dessi a Vincenzo. E il bello era che lui se la mangiasse di gusto! Certe volte mi vengono idee strane. Però, per questa della torta di legno, la colpa non è tutta mia. Un po’ di colpa è anche di Vincenzo.

Scrivo y Immagina che ora sia

Vincenzo a scrivere una pagina di diario dopo aver partecipato alla festa di compleanno del suo amico.

S. Bordiglioni, Diario di Giulio. Top secret, Edizioni EL

Parlo y Ti è capitato di ricevere da qualcuno un regalo poco gradito? In quale occasione? Che cosa hai provato?

Scopro le EMOZIONI y Cosa prova Giulio quando riceve da Vincenzo il regalo per il suo compleanno? Delusione Commozione

Contentezza Disgusto

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IL DIARIO

Vai al volume di EDUCAZIONE CIVICA

Il diario di Myriam Aleppo, febbraio 2017

Myriam Rawick ha 7 anni nel 2011, quando ad Aleppo, una città della Siria, iniziano le manifestazioni contro il presidente Bashar al-Assad. I giorni si susseguono veloci. Nel 2012, i primi colpi di arma da fuoco. Le prime bombe, e così fino al 2016. Myriam si rivolge al suo diario come se fosse un’amica alla quale confida i suoi stati d’animo.

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Mi basta chiudere gli occhi e concentrarmi perché tutto torni alla memoria. Odori, risate, colori. Sono così tanti i ricordi della mia vita di prima. Ricordi come miraggi. Così lontani da quello che vivo oggi. Da quello che vedo. Da quello che sento. Mi chiamo Myriam, ho 13 anni. Sono cresciuta a Jabal Saydé, il quartiere di Aleppo dove sono nata. Un quartiere che non esiste più. Adoravo la mia città, il mio quartiere. Amavo sentire il calore delle sue pietre levigate dal tempo, ascoltare il canto dei muezzin, ripararmi all’ombra delle chiese. Ero felice, spensierata. E non immaginavo che la vita potesse essere diversa da così. Questa mattina c’è stato permesso di ritornare a casa. Del nostro appartamento, della nostra strada, del nostro quartiere, non è rimasto niente. Solo cemento in frantumi, brandelli di muro, ferraglie contorte. Della mia infanzia così felice non ho riconosciuto nulla. Di fronte a casa nostra, gli edifici non mi dicevano nulla. Gli alberi non avevano foglie, come se fossero morti anche loro durante la guerra. Non c’erano più balconi, né finestre. Non ci credevo. Non ero a casa. Mano nella mano con mia madre, siamo entrate. Non c’era nessuno, neppure un rumore. Solo dei gatti che si spartivano i resti di un topo sul primo scalino. Appena arrivata alle scale, ho ricordato tutto. I giochi con i vicini. L’odore dei dolci che arrivava dalla strada. E poi gli ultimi mesi qui. Notti ad aspettare che le bombe cessassero. Ore ad aspettare che gli spari ci lasciassero addormentare. La mia paura ha inondato queste mura, le ha dipinte di tristezza. L’appartamento non ha più porta. Non ha più finestre. Non ha quasi più mobili.


IL TESTO NARRATIVO

Volevo andare nella mia stanza. Ma il sandalo è rimasto impigliato nel pavimento. Sono inciampata e caduta in ginocchio. Mentre cercavo di alzarmi, ho visto qualcosa a terra. Una piccola scatola rossa, ammaccata dal tempo. L’ho presa tra le mani. L’ho guardata a lungo prima di osare di aprirla. È stato sufficiente tirare un po’ per far cedere il coperchio e, in un attimo, le lacrime hanno cominciato a scorrere. Mentre guardavo questo tesoro, mi sono tornate alla memoria centinaia di immagini. Questa macchinina blu: era una domenica mattina quando, di ritorno dalla messa, ho giocato alle corse con Fuad e Charbel, i miei vicini. E questa pallina: era un sabato pomeriggio quando abbiamo giocato a farla rimbalzare con Judi, la mia migliore amica. Ho chiuso la scatola. E guardato di nuovo il coperchio. Sapevo bene da dove veniva. Nella vita di prima era infilata sotto il mio letto di legno, dietro borse di vestiti diventati troppo piccoli. Come mai era finita lì? Non lo so, ma ora, con lei, c’era di nuovo tutto. Il profumo della panetteria, gli schiamazzi festosi dei bambini per strada, i dolci di mia madre, il sorriso del droghiere Abu Yasser. È stato in quel momento che ho capito per la prima volta che cosa avesse significato la guerra. La guerra è stata la mia infanzia distrutta sotto queste rovine e chiusa in una piccola scatola. L’ho stretta forte, determinata a portarla via con me. Da allora non me ne separo mai. E mai più me ne separerò. A me, della mia infanzia, rimane solo questo. Null’altro che una piccola scatola ammaccata.

Parliamone y Tu e i tuoi compagni esprimete le vostre riflessioni sulla guerra e sulla pace. Poi rappresentatele attraverso disegni completati da brevi frasi o versi.

M. Rawick e P. Lobjois, Il diario di Myriam, Salani

Comprendo il testo y Rispondi alle domande. • Che cosa racconta Myriam nelle pagine del suo diario? .................................................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................................. • Quali sono i suoi stati d’animo e le sue riflessioni? .................................................................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................................................

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VERIFICA in itinere Il giorno della sfortuna 17 giugno Questa è la prima pagina del diario che dovevamo scrivere insieme e l’ho intitolata “Il giorno della sfortuna”. Oggi tutto è andato storto; tu non ci sei, caro Pietro, Luisella fa finta di non conoscermi e nella tenda con me c’è uno che, invece di parlare, sputa semi di mela dappertutto e non mi ha detto nemmeno una parola. Ma non potevi ammalarti quando tornavamo a casa? Oppure non la potevi attaccare anche a me la varicella? Il nostro capogruppo si chiama Jean- Jacques (qui però noi lo chiamiamo Già- Già); è un tipo alto e biondo che piace un sacco alle ragazze. Forse perché è francese e parla con una erre che a me sembra una grattugia arrugginita. Già-Già è quello che ci è venuto a prendere con il pulmino e ci ha portato quassù; quando siamo arrivati dovevamo avere tutti lo stomaco in bocca o nel cervello e nessuno diceva più una parola. – Benvenuti alle Stelle Cadenti! – ha esclamato con un grande sorriso appena siamo scesi dal pulmino. Nessuno ha risposto e anche da questo ho capito che le sue curve avevano fatto una strage. Il mio compagno di tenda (che dovevi essere tu!) si chiama Ulrich e anche lui fa parte della sfortuna. Sai che cosa ha fatto appena si è sdraiato sulla sua brandina? Si è tolto una mela dalla tasca e ha cominciato a rosicchiarla; poi con la bocca si è messo a sparare la buccia e i semi dappertutto. E uno di questi sputi mi è arrivato sulla fronte! Devo dire che questo campeggio me lo immaginavo differente e che, piuttosto che passare un altro giorno così, preferisco la diarrea per una settimana.

A. Nanetti, Cara Rachel... Caro Denis..., Edizioni EL

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A presto, Adalberto


IL DIARIO Comprendo y Cancella il completamento errato. • La pagina di diario è scritta da Adalberto • Jean Jacques. • Lo scrivente si rivolge al suo amico Pietro • al gruppo delle Stelle Cadenti. • La pagina si intitola “Il giorno della sfortuna” perché Adalberto è arrabbiato con Pietro • perché tutto è andato storto. • Pietro non è andato al campeggio perché ha la varicella • è in punizione. • Il nome “Stelle Cadenti” è riferito al gruppo dei ragazzi in campeggio • all’area del campeggio.

y Segna con una x se l’affermazione è vera (V) o falsa (F). • Il vero nome di Jean-Jacques è Già-Già • I ragazzi hanno la nausea per il mal d’auto • Il compagno di tenda di Adalberto si chiama Ulrich • Ulrich sputa bucce e semi di pera • Adalberto immaginava in modo differente il campeggio • Adalberto preferisce la diarrea a un’altra giornata di campeggio

V F V F V F V F V F V F

y Che cosa indica l’espressione “avere lo stomaco in bocca o nel cervello”? Avere molta fame

Avere la nausea

y Che cosa vuol dire “tutto è andato storto”? È andato tutto male

Analizzo y Il racconto è scritto: y I personaggi sono: y Il tempo della narrazione è: y La vicenda è narrata: y Il luogo della narrazione è:

Abbiamo seguito un percorso pieno di curve

in prima persona realistici definito al presente precisato

in terza persona fantastici indefinito al passato imprecisato

Rifletto sulla lingua y Nella frase “Il mio compagno di tenda si chiama Ulrich” qual è il soggetto? y Nella frase c’è un complemento di specificazione: sottolinealo.

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

.............................................................................

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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Alla scoperta di... LETTERA ED E-MAIL COSA SONO? La lettera e l’e-mail sono testi scritti in prima persona che hanno lo scopo di comunicare un messaggio a persone lontane. Chi scrive e invia la lettera o l’e-mail è il mittente. Chi riceve e legge la lettera o l’e-mail è il destinatario.

COME SONO FATTE? La lettera viene inviata per posta; l’e-mail, invece, tramite internet.

GLI ELEMENTI DELLA LETTERA E DELL’E-MAIL LINGUAGGIO

STRUTTURA

In base al destinatario, il linguaggio può essere: • informale, se il destinatario è una persona amica; • formale, se il destinatario è una persona che non è un conoscente.

Ogni lettera solitamente presenta: • in alto, il luogo e la data in cui viene scritta; • la formula di apertura (“Cara Luisa,”); • nella parte centrale, il messaggio vero e proprio; • la formula di chiusura, cioè la frase di saluto; • la firma. Nell’e-mail è presente l’oggetto, cioè un’anticipazione dell’argomento trattato nel testo.

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IL TESTO NARRATIVO

luogo e data destinatario

Roma, sabato 3 agosto

Cara nonna, ho sei gatti “quasi” miei. La mamma gatta con cinque gattini tutti piccoli come batuffoli. Ieri a colazione, nel giardino dell’albergo, gli ho dato salsiccia e formaggio, quelli della colazione. Questa mattina presto mi stavano già aspettando. Il papà mi ha sgridato perché ho dato ai gatti la sua salsiccia e il suo formaggio. Ma la mamma ha detto al papà che è già fin troppo grasso e non è davvero il caso che a colazione mangi salsiccia e formaggio. Il papà è davvero grasso! Ha proprio un bel pancione. A casa non me ne ero accorta. Nemmeno lui! Infatti si è messo in valigia il suo vecchio costume anche se durante l’inverno gli è diventato troppo stretto. Ora ha dovuto comprarsi qui un costume nuovo. Della sua taglia ne ha trovato però solo uno rosso fuoco con degli enormi “puà” gialli. La mamma dice che non può vedere il papà con un costume così buffo. A me invece non dispiace quel costume. Così in spiaggia, anche da lontano, vedo subito dov’è il mio papà. Tanti, tanti saluti e baci formula di chiusura

Susi

C. Nöstlinger, Cara nonna, la tua Susi, Piemme

il testo

mittente

Analizzo y Rispondi alle domande. • Chi è il mittente? .................................................................................................................................................................................... • Chi è il destinatario? ..................................................................................................................................................................... • Qual è l’argomento della lettera? ..................................................................................................................

y Com’è il linguaggio usato dal mittente? Formale

Informale

Scrivo y Immagina di

essere la nonna di Susi. Cosa potrebbe scrivere nella sua lettera alla nipotina?

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LA LETTERA

Lettera al Sindaco Forlì, 15 marzo 2015 Al Sig. Sindaco Gentilissimo Sig. Sindaco, noi alunni della classe IV D della scuola “G. Boccaccio” di Forlì La informiamo che anche quest’anno prosegue il laboratorio creativo “La città vista e ridisegnata dai bambini”. Per questo desidereremmo porre nello spazio attiguo alla scuola una fontanella, dal momento che la scuola ne è sprovvista. La fontana servirà ad attingere acqua per innaffiare le piante che abbiamo piantato. Pensiamo che il lavoro non sarà oneroso perché il luogo scelto è vicino alle condutture dell’acqua. Le chiediamo vivamente di aiutarci, inviando gli addetti comunali a realizzare questo nostro “bisogno- sogno”. La ringraziamo anticipatamente e aspettiamo con impazienza, certi che la Sua risposta sarà positiva. Cordiali saluti, Gli alunni di IV D

Analizzo il testo y Il linguaggio adoperato è: formale informale

y Cosa chiedono gli alunni al Sindaco? ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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IL TESTO NARRATIVO

Carissima Giulia… Linz, 23 maggio Carissima Giulia, come ogni mercoledì, oggi sono andata al pascolo. Avevo con me delle zollette di zucchero e Lisa, la cavalla, mi è subito corsa incontro al galoppo. L’ho accarezzata e lei mi ha guardato a lungo. Credo di piacerle. Sicuramente si troverebbe meglio con me che con il contadino. Lui la fa sempre lavorare e le fa trascinare carri pesanti. Se Lisa fosse mia la potrei viziare. Credo che lei lo sappia. Quando parlo con lei mi guarda in modo intelligente. Credo che i cavalli capiscano molto più di quanto si pensi. Presto avrà un puledro. Io ho detto a Lisa che mi piacerebbe molto avere il suo puledro. Mi ha leccato le mani e poi mi ha guardato seria negli occhi. Non so se mi ha capito. Il contadino mi ha detto che vuole vendere il puledro. Lo terrà solo finché avrà bisogno del latte della madre. Gli ho chiesto quanti soldi vuole per il puledro, ma mi ha preso in giro e ha risposto che lo venderà al fornaio, che ha tanti soldi. È impossibile per me procurarmi tanti soldi quanti ne vuole il contadino. Dovrei avere una bacchetta magica! Come può un puledro che non è ancora nato essere così caro? Quando la prossima volta vedrò quello stupido fornaio, gli farò lo sgambetto e lo farò volare nel fango!

Analizzo il testo y Segna con colori

diversi la data, la formula di apertura, il testo, la formula di chiusura e la firma.

Scrivo y Scrivi una lettera

a un amico per raccontargli un avvenimento particolare che ti è accaduto.

Un abbraccio, la tua tristissima Katinka P.S.: Perdonami le macchie di lacrime sulla lettera. C. Hein, Gli strani amici di Jacopo Borg

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LA LETTERA

L’E-MAIL

L’e-mail è una lettera inviata tramite posta elettronica. Anche nell’e-mail il linguaggio cambia in base al rapporto tra mittente e destinatario.

Da: Carla Lombi <carlam@merkurio.it> A: Daiana Tosetti <dainatos@epis.it> Oggetto: Felicità Cara Daiana, come sono felice! Quando ho trovato il tuo messaggio quasi non ci credevo, per cui ti rispondo subito. È che di solito le amiche che ti fai in vacanza, il giorno della partenza giurano con le lacrime agli occhi: “Ti scrivo, ti scrivo, ti scrivo”, si segnano l’e-mail sull’agendina e poi… ciao! Qualcuna mi telefona, ogni tanto, oppure mi manda una cartolina; tutte cose carine, ma a me piace l’idea della posta elettronica: mi fa sentire così… tecnologica. Adesso però ci sei tu. Tua Carla P.S.: com’è andata l’interrogazione di storia? P.S. del P.S.: non è che mi mandi una foto col tuo nuovo taglio di capelli? Puoi spedirmela via mail con lo smartphone.

Invia

allegato

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Salva


IL TESTO NARRATIVO

Da: Daiana Tosetti <dainatos@epis.it>

Comprendo il testo y Rispondi alle

A: Carla Lombi <carlam@merkurio.it> Oggetto: RE: Attilio no!

domande.

Cara Carla, no, guarda, è escluso che ti mandi una foto con lo smartphone, che non possiedo, o che vada a chiedere un favore ad Attilio. Mio cugino non sai che razza di egoista sia. L’interrogazione di storia è andata discretamente. La mia vita è fatta tutta di “discretamente”, “così così”, “niente di speciale”, mi sembra sempre di avere un sacco di cose interessanti da dire, ma poi dico solo delle banalità. Se ci fosse una cura per questo genere di malattia, e tu ne fossi al corrente, ti prego di segnalarmela.

• Cosa ha provato Carla quando ha letto la mail dell’amica conosciuta in vacanza? • Cosa le ha risposto Daiana? • Come ti sembra il linguaggio delle due mail?

Ciao Tua Daiana A. Lavatelli e A. Vivarelli, Cara C@rla, tua Daian@, Edizioni Piemme

Invia

Cittadinanza

Salva

DIGITALE

y Quali pericoli potete correre quando vi collegate alla rete? Parlatene in classe con l’insegnante e scoprite i comportamenti corretti da seguire. Scrivili qui di seguito.

1. Scegli i contenuti in Internet insieme a un adulto.

2. ………………………………………………………………………………………………………………………….....…….…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….....…….. 3. ………………………………………………………………………………………………………………………….....…….…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….....…….. 4. ………………………………………………………………………………………………………………………….....…….…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….....…….. 5. ………………………………………………………………………………………………………………………….....…….…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….....…….. 6. ………………………………………………………………………………………………………………………….....…….…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….....…….. 7. ………………………………………………………………………………………………………………………….....…….…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….....……..

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VERIFICA in itinere Rispondi, per favore… Da: vale.rossi@pianetino.it A: tsorali@pianetascuola.it Oggetto: RISPONDI, PER FAVORE Ciao, Tazio, non giudicarmi una ficcanaso, ma mi piace conoscere la vita degli altri. Non di tutti, si capisce. Solo di quelli che per me sono importanti. Allora ti volevo chiedere quali libri ti piace leggere, quali film ti piace guardare, a che ora di solito vai a letto, se fai sogni paurosi o allegri, se vai d’accordo di più con tua madre o con tuo padre, se hai un giocattolo al quale sei affezionato, se fai una colazione scarsa o abbondante, e se ti piacciono le mie trecce (le puoi rivedere qui in allegato). Vorrei che fossi sincero al riguardo. Pensi che mi facciano sembrare troppo bambina? Io le porto perché così non mi viene da grattare il collo, e perché, quando dico un no deciso, si mettono a sbattere anche loro di qua e di là. Hai presente quando dici di no scrollando la testa a destra e a sinistra? Ti ho fatto troppe domande? Tu, comunque, non sei obbligato a rispondere. Io rispetto sempre la volontà degli altri. Ciao da Vale A. Petrosino

Invia

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Salva


L’E-MAIL

E-MAIL

Comprendo y Valentina scrive a Tazio e gli fa alcune domande per conoscerlo meglio. Segna con una x se l’affermazione è vera o falsa.

• Quale libri ti piace leggere. V F • Quali film ti piace guardare. V F • Quale sport preferisci. V F • A che ora ti addormenti. V F • Vai d’accordo con gli amici. V F • Fai una colazione scarsa o abbondante. V F • Vai in palestra volentieri. V F • Ti piacciono i miei occhi. V F

y Valentina porta le trecce. Cosa chiede a tal proposito a Tazio? ........................................................................................................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................................................................................................

y In base a quello che si legge nella lettera, come ti appare Valentina: una ficcanaso

una ragazzina desiderosa di conoscere meglio Tazio

Analizzo y A chi è indirizzata la lettera? ..................................................................................................... y Quale linguaggio usa Valentina? Formale

Familiare e confidenziale

y Come si conclude la lettera? Con i saluti

Con un indirizzo

Rifletto sulla lingua y Sottolinea i verbi presenti nelle frasi.

“Vorrei che fossi sincero al riguardo. Pensi che mi facciano sembrare troppo bambina?”

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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Alla scoperta del... RACCONTO FANTASTICO CHE COS’È? Il racconto fantastico è un testo narrativo che racconta fatti immaginari e inverosimili, che non possono accadere nella realtà. Lo scopo del racconto fantastico è quello di stimolare il lettore con personaggi e storie incredibili.

PERSONAGGI I personaggi possono essere: persone a cui accadono fatti fantastici; animali che parlano e oggetti che si animano; creature magiche, come fate, streghe, draghi… Il personaggio principale, cioè più importante della storia, è il protagonista.

GLI ELEMENTI DEL RACCONTO FANTASTICO

FATTI Sono fatti immaginari, frutto della fantasia dell’autore.

NARRATORE Il testo può essere scritto: • in prima persona, da un narratore interno alla storia (un personaggio); • in terza persona, da un narratore esterno alla storia, che racconta la vicenda senza parteciparvi.

TEMPO LUOGHI

Le storie avvengono di solito in un tempo indefinito (un giorno, tanto tempo fa…).

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LABORATORIO DI ASCOLTO

Le vicende narrate possono svolgersi in luoghi reali o immaginari.

pag. 191


IL TESTO NARRATIVO

Il naso portapasseri In un piccolo paese di campagna, visse un tempo un tipo con il naso più lungo che si sia mai visto. Un giorno andò a farsi una passeggiata tra i campi e, dopo un’ora, per riposarsi un po’, si fermò proprio nel mezzo di un campo di grano. – E tu chi sei? – gli chiese un piccolo passero, svolazzandogli intorno alla zucca. – Io sono uno spaventapasseri. Era la prima cosa che gli era venuta in mente ma, a pensarci bene, poteva sembrarlo davvero, uno spaventapasseri. – Ma non farmi ridere – gli disse l’uccellino impertinente. – Con quel naso lì chi vuoi spaventare? Arrivò un altro passerotto e, svolazzando, si posò anche lui sul naso, proprio accanto al suo compagno. – E tu chi sei? – chiese anche lui al tipo. – Ci risiamo – brontolò lui. – Sono uno spaventapasseri. I due passerotti si guardarono e scoppiarono in una risata. Dopo un po’ ne arrivarono altri e tutti si accovacciarono occupando quasi tutto il naso. I passerotti ridevano e sbattevano le ali, alcune piume finirono dentro le narici dell’uomo, che fece un potente starnuto. I passerotti, spaventati, volarono chi di qua, chi di là, e l’uomo, col naso finalmente libero sia dentro che fuori, si avviò verso casa. A. Valente, Il libro ficcanaso, Gallucci

Gli elementi del testo Chi è il protagonista del racconto?

Il luogo dove si svolge la storia è:

Un uomo con un lungo naso Un passerotto

reale

La vicenda si colloca in un tempo: definito

indefinito

fantastico

I fatti narrati: possono accadere nella realtà sono frutto della fantasia

y Sottolinea le situazioni che rendono il racconto fantastico. 71


IL RACCONTO FANTASTICO

Lo specchio Analizzo il testo y Rispondi alle domande.

• Qual è l’elemento fantastico intorno a cui è costruita la storia? • Dove si svolge la vicenda? • In quale tempo? • Quali sono i personaggi che danno vita al racconto?

Rifletto sulla lingua y Leggi con attenzione il testo e cancella il connettivo che non è adatto.

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Accadde una mattina. Elena aveva fretta di uscire da casa, doveva lavarsi, ma perché il bagno era sempre occupato. Finalmente, quando uscì anche il papà, entrò. La stanza era velata dal vapore della doccia. Elena si pettinò e cercò di guardarsi allo specchio… Sentì un risucchio e un vortice d’aria che l’afferrava e, in pochi istanti, si ritrovò dall’altra parte dello specchio! Da lì si poteva guardare senza essere visti! C’erano molti oggetti che galleggiavano intorno a lei: mollette per capelli, una paperella di plastica con cui giocava da piccola, dei pennelli per il trucco. Tutte cose che nel tempo erano andate perse! Sentì la mamma che la chiamava: – Elena! Dove sei? La Sorellona spalancò la porta, diede un’occhiata e strillò: – Qui non c’è! Poi si fermò davanti allo specchio fissando, senza saperlo, Elena negli occhi; prese un rossetto e passò e ripassò le labbra con lo stick. Elena sentì qualcosa di morbido e profumato sulla bocca e comprese che, anche lei, ora aveva il rossetto! In quel momento arrivò la mamma. – Bruttina, stamattina! – bisbigliò la mamma alla sua immagine riflessa nello specchio. Elena chiuse orecchie e occhi per non sentire il coro di voci che la chiamava e… si ritrovò sotto il letto, con il Fratellone che la tirava fuori per le gambe. – Ti dico che non potevo rispondere, perché perciò ero dentro lo specchio! – ripeteva Elena alla mamma. – Smettila di dire bugie!


IL TESTO NARRATIVO – Ma è la verità! Ti sei ma anche specchiata e hai detto: “Bruttina, stamattina!”. – Tutte questa fantasie ti vengono perché hai sempre la testa fra le nuvole! – rispose la mamma. Il Fratellone nei giorni seguenti continuava a prenderla in giro. – Allora? – ripeteva. – Scricciolo dei miei stivali! Non entri più nello specchio? E, quando Elena piagnucolava per attirare l’attenzione della mamma, lui le ripeteva: – La mamma se l’è mangiata lo specchio! Un mattino toccò al Fratellone accompagnare Elena a scuola. – Ti lascio all’angolo, perché quando devo trovarmi con Detto e sono in ritardo; – le bisbigliò spingendola nell’ascensore – e, se fai la spia con la mamma, stacco la testa a tutti i tuoi stupidi peluche! Le porte dell’ascensore si rinchiusero ed Elena si specchiò. Fece in tempo a vedere il suo visetto, poi sentì il solito risucchio e l’ascensore si fermò al secondo piano per far salire una vicina. – Sei sola oggi? – le chiese la signora. – Ma che brava, vai già a scuola da sola! Elena non rispose, ma, quando arrivarono al pianterreno, si voltò verso lo specchio, sorrise al Fratellone intrappolato dentro e gli mandò un bacino!

Gioco con la FANTASIA y Riuscirà il Fratellone

a venire fuori dallo specchio? In che modo? Immagina e racconta sul quaderno. y Manipola il testo immaginando che finiscano nello specchio uno dopo l’altro tutti i componenti della famiglia. In che modo Elena riuscirà a tirarli fuori?

S. Colloredo, Confetti e dispetti, Einaudi

Comprendo il testo y Riordina i fatti numerandoli da 1 a 9. Poi racconta la storia. Quando entrò in bagno venne risucchiata dallo specchio. Quella mattina Elena aveva fretta di uscire. Elena si trovò sotto il letto con il Fratellone che cercava di tirarla fuori. Elena, pur dicendo la verità, non era creduta. Dall’interno dello specchio vide la sorella che si metteva il rossetto. Il Fratellone prendeva sempre in giro Elena. Il Fratellone dovette accompagnare Elena a scuola. L’ascensore si fermò al secondo piano per far salire una vicina. Quando arrivò al pianterreno Elena salutò il Fratellone, che era stato risucchiato dallo specchio.

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IL RACCONTO FANTASTICO

Le caramelle del tempo Analizzo il testo y Sottolinea nel

racconto gli elementi che lo rendono fantastico.

Scrivo y Immagina e descrivi l’aspetto fisico, il carattere e le strane magie del mago Sberleffo.

– Dovrai tornare nel passato e distruggere il ponte sul fiume Azzurro! – ordinò un giorno il re Gisberto al cavaliere Nitido. – Se distruggerai il ponte che un mese fa l’esercito nemico ha attraversato per attaccarci, questa guerra non sarà mai esistita! – Ai suoi ordini, mio sire! – gridò Nitido e si allontanò dal castello. Il re lo spedì dal mago di corte, Sberleffo, che gli avrebbe insegnato come muoversi nel tempo. Il mago gli consegnò un sacchetto di caramelle di diversi colori e disse: – Attento, se ingoierai una caramella rosa, andrai nel passato! Se la caramella è azzurra, sarai proiettato nel futuro. Se ne ingoierai una rosa, una azzurra e una bianca, tornerai nel tuo tempo. Invece le gialle e le verdi servono per il mal di gola! Poco dopo, pieno di coraggio, ma di poca memoria, il cavaliere decise di buttare giù un paio di caramelle del tempo ad occhi chiusi, sperando di fare la scelta giusta! Quando aprì gli occhi, gli pascolava vicino un pacifico brontosauro. Nitido strillò e buttò giù a caso altre tre caramelle: il mondo gli frullò intorno a grande velocità e, quando si fermò, il cavaliere si trovò ai margini di un’autostrada, con camion e auto che gli sfrecciavano accanto. Spaventatissimo, buttò giù le ultime tre pastiglie e si ritrovò nel cortile del castello del re. – Bravo, cavaliere! – gli disse re Gisberto. – Il nemico se n’è andato poco dopo la tua partenza. Meriti un premio! Quando però il cavaliere seppe che il premio era un sacchetto delle magiche caramelle del mago Sberleffo, montò a cavallo e fuggì via dal castello! S. Bordiglioni, Storie per giocare, Einaudi

Rifletto sulla lingua y A quali personaggi si riferiscono i pronomi evidenziati nel testo? lo: gli: ne: gli:

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IL TESTO NARRATIVO

Gli Uomini-Nube James e i suoi compagni si rannicchiarono sulla sommità della pesca gigante che oscillava dolcemente come un vascello quieto e silenzioso. In quel lungo volo notturno, sopra l’oceano e sotto la luce della luna, videro cose che nessuno aveva mai visto. Gli Uomini-Nube raccoglievano manciate di nuvole, le arrotolavano tra le dita finché diventavano come delle biglie. Poi uno di essi sollevò le lunghe braccia ed esclamò: – Basta così! Prendete i badili! – Tutti emisero uno stridulo urlo di gioia e cominciarono a sparare le biglie a grande velocità, rovesciandole nel vuoto. – È grandine! – bisbigliò James. – Ce la scaraventeranno addosso! Gli Uomini-Nube si voltarono di scatto e videro la grande pesca: rimasero lì, immobili, come grandi statue bianche e pelose. Gli Uomini- Nube fecero dietrofront, e cominciarono a scagliare contro la pesca grandi manciate di chicchi di grandine con strilli rabbiosi. – A terra! – gridò James. I chicchi sibilavano nell’aria come pallottole di mitra, e si incastravano nella polpa con dei brutti plop! plop! E poi ping! ping! quando rimbalzavano sul guscio della coccinella. E poi crack! quando un chicco colpì in un altro posto. Quando la riserva dei proiettili fu finita, ricominciarono a strappare lembi di nuvole e a farne degli altri, grandi come palle di cannone. – Presto! – gridò James. – Dentro la galleria! In mezzo minuto furono tutti dentro il nocciolo della pesca, da dove sentivano ancora i colpi della grandine martellare furiosi contro la buccia.

Analizzo il testo y Quali sono gli

elementi fantastici che caratterizzano la storia? Sottolineali nel testo.

g Il testo narra la storia: di un ragazzo di nome James e dei suoi compagni che, a bordo di una pesca gigante, scoprono durante un viaggio notturno gli UominiNube degli Uomini-Nube che catturano James e i suoi compagni

R. Dahl, James e la pesca gigante, Salani

Gioco con la FANTASIA y Come avresti fatto finire il racconto? Pensa e scrivi sul quaderno.

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VERIFICA in itinere Melusina dentro la fontana Fata Melusina era più una strega che una fata: viveva nel cuore di una fitta foresta di Francia dentro una fontana. Era donna fino all’ombelico e poi serpente. Un serpente d’acqua che se ne stava al fresco nella sua vasca di pietra. Il problema era che a star lì si annoiava abbastanza. Così, quando passava qualcuno, lei cercava di stregarlo per tenerselo lì a farle compagnia. Di solito gli faceva un indovinello, e, se qualcuno indovinava, poteva andarsene via, altrimenti doveva stare lì come se fosse incatenato, perché se provava a muoversi gli crescevano attorno dei lacci di ortica che gli imprigionavano mani e piedi. Con questo metodo Melusina si era già procurata la compagnia di un cavaliere, di un drago e di un nano. – Lasciaci liberi – la supplicavano a turno i tre prigionieri. E lei sorrideva con il suo sorriso verdino e diceva: – Nemmeno per idea. Deve ancora nascere l’essere che possa battermi… Lei non lo sapeva, ma in verità era già nato. Era una bambina che si chiamava Emma e un giorno si perse proprio in quella foresta lì. Per nulla spaventata, camminò finché si trovò davanti alla fontana da cui spuntava Melusina. La riconobbe subito, perché la mamma le aveva raccontato di quella fata strega. Così le fece un bell’inchino dicendo: – Ti saluto, Melusina, signora dell’acqua e della foglia. Colpita dalle buone maniere della bimba, fu lì lì per lasciarla andare, ma poi le recitò il solito indovinello: – Nella prima puzzano e mangiano bambini; la seconda è divina, bella senza confini. L’intero è un fiore raro che viene da lontano e assomiglia a una farfalla. Emma ci pensò un po’ su. La soluzione non la sapeva. Ma in compenso il cavaliere e il nano cercarono di suggerirgliela. Il cavaliere arricciava le mani come se avesse gli artigli e faceva la faccia cattiva… e il nano si pavoneggiava come se fosse una bella fanciulla. – ORCHIDEA! – esclamò Emma. – È giusto, vero? L’espressione nuvolosa di Melusina le disse che sì, era giusto. Emma aveva risolto l’enigma, salvando se stessa e regalando la libertà al cavaliere e al nano. B. Masini, Che fata che sei, Einaudi Ragazzi

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IL RACCONTO FANTASTICOIL RACCONTO FANTASTICO Comprendo y Chi è Melusina?

y Chi è Emma?

Più una fata che una strega Più una strega che una fata

Una bimba smarrita Una fata sotto forma di bimba

y Quale aspetto ha?

y Che cosa colpisce Melusina?

Metà donna e metà pesce Metà donna e metà serpente

La bellezza di Emma Le buone maniere di Emma

y Perché cattura chi passa nella foresta?

y Da chi viene aiutata Emma?

Per avere compagnia Per sfamarsi

Dal cavaliere e dal nano Dal drago e da una fata

y Dove vive Melusina? In un castello

y Che cosa conquista Emma con la sua risposta?

Dentro una fontana

La libertà per sé e per i due aiutanti Il regno di Melusina

y Chi sono i tre prigionieri? Un drago, un nano e un gigante Un cavaliere, un drago e un nano

Analizzo y Il racconto è scritto: y I fatti narrati sono: y Il tempo della narrazione è: y Il luogo della narrazione è: y La vicenda è narrata:

in prima persona verosimili definito definito al presente

in terza persona inverosimili indefinito indefinito al passato

Rifletto sulla lingua y Quali verbi ci sono nella frase “L’intero è un fiore raro che viene da lontano e assomiglia a una farfalla”?

raro • viene • farfalla

viene • assomiglia • è

y Nella frase “– Lasciaci liberi – la supplicavano a turno i tre prigionieri” in quale modo è espresso il verbo sottolineato?

Indicativo

Imperativo

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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INVERNO

Ecco l’INVERNO Inverno La neve è caduta in abbondanza durante la notte. Silenziosa e calma, quasi per fare una graziosa sorpresa ai bambini che l’aspettano, ha coperto i monti, i campi, la città. Soprattutto la città è bella sotto la neve. I cornicioni dei palazzi sembrano di marmo, e gli alberi y Quali dati paiono coperti di piume bianche. sensoriali sono Oggi non si va neppure a scuola, perché la neve presenti nel testo? riprende a cadere fitta, minuta, gelida. Nelle strade si y Il testo presenta scivola; i vetri delle finestre sono velati di un ricamo. G. Deledda, Scritti scelti, A. Mondadori

delle similitudini. Sottolineale.

Nevica Sopra i tetti, sulle strade piano piano, lieve lieve cade giù la bianca neve. Danza, scherza, su nell’aria, si rincorre, si riprende e poi lenta lenta scende. Come candida farfalla che è già stanca del suo volo si riposa sopra il suolo ed in breve lo ricopre d’un uguale bianco manto: sembra tutto un dolce incanto. P. Guarnieri

nell’ARTE y Fai una ricerca sulle opere d’arte

che raffigurano l’inverno, scegline una e descrivila ai tuoi compagni.

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y Da quanti versi è

formata la poesia? y Nel testo vi sono parole in rima. Sottolineale.

y Quali sensazioni ti

comunica la poesia?


INVERNO

Lasciala cadere Quella mattina, quando mi svegliai, guardai fuori dalla finestra e per poco non morii di paura. I miei strilli fecero accorrere dal bagno il babbo, col volto rasato a metà. – È la fine del mondo! Per carità, facciamo qualcosa! – Non è la fine del mondo – disse il babbo. – Nevica. Il mio fratellino chiese se la neve sarebbe durata. Neanche lui l’aveva mai vista, ma sapeva di cosa si trattava. Corremmo in cortile, e lo trovammo coperto di un sottile strato di nevischio, morbido e bianchissimo. – Non dovremmo camminarci sopra – disse Jem. – Vedi, a ogni passo la rovini. – Mi voltai a guardare le soffici impronte. Misi fuori la lingua e vi cadde sopra un grosso fiocco di neve. Bruciava. – È bollente! – Ma no, è così fredda che brucia! Non mangiarla, la sprechi! Lasciala cadere! – Ma voglio camminarci sopra! – Sai che cosa facciamo? Andiamo a camminare su quella del cortile accanto. Jem saltellò attraverso il giardino e io lo seguii, mettendo i piedi nelle sue impronte.

y Ti è mai capitato

di vedere un paesaggio innevato? y Quali sensazioni hai provato?

y Cosa succederà

quando i fratellini raggiungeranno il cortile? Immagina e completa la storia sul quaderno aggiungendo due sequenze narrative.

H. Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli

The north winds Cold and raw the north winds blow Bleak in the morning early, All the hills are covered with snow, And winter’s now come fairly.

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L’INVERNO nell’ARTE

Emozioni a colori Lavoro sul dipinto y Che cosa rappresenta

C. Monet, Vista di Argenteuil nella neve

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l’immagine? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ y Che cosa vedi in primo piano? ............................................................................ ............................................................................ y E in secondo piano? ............................................................................ ............................................................................ y Cosa vedi sullo sfondo? ............................................................................ ............................................................................ y Quali sono i colori presenti nel dipinto? ............................................................................ ............................................................................ y Quale sensazione ti comunica? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................


L’INVERNO in poesia

Ricami di ghiaccio Hai visto le foglie d’inverno? Sono un ricamo, un sottile velo, vedi attraverso di loro il grigio del cielo. Hai visto i cristalli di ghiaccio? Sembrano diamanti così trasparenti e puri, cristalli luccicanti. L’inverno crea poesia per lo sguardo e trasforma le cose in una strana magia. C. Albaut

• Di che cosa parla la poesia? • Che sensazione hai provato leggendola? • A cosa vengono paragonate le foglie d’inverno? E i cristalli di ghiaccio? • Cosa fa l’inverno?

y Realizzate un cartellone sull’inverno. y Ritagliate immagini da giornali

Anch’io scrittore y Descrivi anche tu un paesaggio innevato,

comunicando sensazioni ed emozioni. Inserisci opportunamente i dati sensoriali, le similitudini e qualche metafora.

............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ............................................................................................................................... ...............................................................................................................................

e scrivete piccole poesie sui vari elementi che lo caratterizzano: freddo, neve, brina…

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INVERNO

VIVA IL NATALE!

Danza di Natale Analizzo il testo y Segna con una x la risposta giusta.

• Il racconto è: realistico fantastico • Segue: la successione dei fatti è interrotto da un flashback • Il tempo è: definito indefinito • È scritto: in prima persona in terza persona • La vicenda si svolge: a casa a scuola • Chi narra la storia? Un compagno di Giacomo Giacomo

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Oggi abbiamo danzato. Lo facciamo abbastanza spesso, ma stavolta era un’occasione speciale: era la danza di Natale. Ci riuniamo nell’atrio assieme a tutti gli altri bambini della scuola: qualcuno recita poesie, qualcuno canta una canzone e qualcuno esegue una danza. Quest’anno a noi è toccata la danza. E fin qui non ci sarebbe stato niente di male, se non fosse che fra noi c’è uno dei più gran pasticciatori di danze di tutti i tempi: Giacomo. Lui è un genio con i libri, ma per ballare è assolutamente negato. Sembra che abbia i piedi scollegati dal cervello. Insomma, quando danza ha la grazia di un mammut ubriaco. Così è successo che abbiamo provato per settimane una danza molto carina nella quale dovevamo girare in cerchio tenendoci per mano a due a due, poi fermarci e lasciare il compagno. A questo punto, quelli che si trovavano nel cerchio più esterno dovevano girarsi, fare tre passi all’indietro e cambiare il compagno di danza.


INVERNO

Poi si ricominciava da capo. Capitan Quinto, il maestro, non è un grande ballerino, però non è neanche uno stupido: ha messo Giacomo nel cerchio interno, quello dei bambini che dovevano restare assolutamente fermi. In questo modo dopo una ventina di prove siamo riusciti a concludere la danza in maniera accettabile. Il giorno della festa, nell’atrio della scuola, io ero sicuro che avremmo fatto un figurone. Il maestro non doveva essere altrettanto tranquillo, perché correva di qua e di là a raccomandarsi di fare bene quella tal cosa, di non dimenticare quella talaltra, eccetera. Insomma, la nostra danza è filata liscia fino al cambio di compagno, poi è successo il disastro. Anche se era in quello interno, Giacomo ha cambiato cerchio e si è infilato contromano in mezzo ai compagni che stavano muovendosi. Quattro bambini sono finiti a terra. Gli altri, appena la musica è ripartita, hanno ricominciato a saltellare, trovandosi fra i piedi i compagni crollati a terra. Qualcuno, come me, ad esempio, si è fermato perché non ci capiva più niente. S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi Scuola

FLIPPED

Comprendo il testo • Cosa preparano i bambini insieme al loro insegnante in occasione del Natale? • Perché il maestro corre di qua e di là? • Come viene definito Giacomo? • Perché Giacomo viene messo nel cerchio interno? • Cosa succede durante la danza?

Parlo y Cosa avete preparato insieme all’insegnante per festeggiare il Natale? Quali sono state le tue emozioni?

classroom

A CASA Cercate informazioni sulle tradizioni natalizie di una regione italiana indicata dall’insegnante. In particolare approfondite le ricerche su canti tipici, leggende, ricette e usanze. A SCUOLA Divisi in piccoli gruppi,

condividete il materiale informativo e le immagini e insieme create un lapbook. Mostrate infine il vostro lavoro agli altri gruppi.

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Mi AUTOVALUTO Legenda

benissimo

bene

così così

Mi autovaluto Ho imparato a... • ascoltare un testo e a capirne le diverse informazioni..................................... • distinguere gli elementi: » di un racconto realistico.................................................................................................... » di un racconto autobiografico....................................................................................... » di un racconto biografico................................................................................................. » di un diario................................................................................................................................. » di una lettera e un’e-mail................................................................................................. » di un racconto fantastico.................................................................................................. • cogliere le emozioni presenti in un testo..................................................................... • riassumere un testo................................................................................................................... • esporre un testo letto............................................................................................................... • scrivere testi...................................................................................................................................

Come mi sono sentito Scegli tra le alternative proposte.

y Ho mostrato maggiore sicurezza quando: ho letto ho ascoltato ho scritto ho parlato

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y A volte ho chiesto

aiuto ai compagni o all’insegnante per: comprendere analizzare raccontare scrivere

y Durante le verifiche ho provato:

tranquillità agitazione noia altro …….....................................................


1a Mi intervisto Scegli tra le alternative proposte o scrivine una tua se non trovi nulla di corrispondente a ciò che provi.

y Quando ascolti una lettura, che cosa ti aiuta a capire meglio? Le immagini Il silenzio

L’espressione di chi legge Altro ……...........................................................................….............……………

y Che cosa ti mette più in difficoltà quando leggi? Leggere a voce alta Leggere parole nuove

Leggere davanti a tutti Altro ……...........................................................................….............……………

y In quale attività ti diverti di più? Nelle attività individuali Nelle attività di gruppo

Nelle attività di coppia Altro ……...........................................................................….............……………

y In che cosa pensi di dover migliorare? Nella comprensione del testo Nella scrittura

Nell’analisi del testo Altro ……...........................................................................….............……………

y Come ti definiresti? Un bravo lettore Un buon compagno di gruppo

Un attento ascoltatore Altro ……...........................................................................….............……………

Mi confronto con la classe Seduti in cerchio, a turno, leggete alla classe le risposte dell’intervista a voi stessi e confrontatevi. Ascoltate con attenzione le risposte dei compagni, dalle quali potreste trovare utili spunti per migliorare.

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Alla scoperta del... RACCONTO UMORISTICO CHE COS’È?

FATTI I fatti si trasformano in situazioni fuori dal comune che suscitano in chi legge il divertimento. Accadono cose strane: colpi di scena, malintesi, sorprese, equivoci.

Il racconto umoristico è un testo buffo e comico che ha lo scopo di far divertire il lettore. La descrizione mette in rilievo i comportamenti ridicoli dei personaggi ed esagera le caratteristiche di persone.

PERSONAGGI I personaggi, realistici e fantastici, sono buffi, bizzarri, pasticcioni, ridicoli. Essi presentano di solito caratteristiche esagerate e si comportano in modo strano e imprevedibile, combinano guai rispetto alla situazione.

GLI ELEMENTI DEL RACCONTO UMORISTICO

Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.

TEMPO La vicenda può avvenire in un tempo presente o passato, definito o indefinito.

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LABORATORIO DI ASCOLTO

Lo scrittore per ottenere l’effetto comico utilizza alcune tecniche: • gli imprevisti, che modificano una situazione normale trasformandola in situazione ridicola; • il capovolgimento dei ruoli, quando i personaggi si comportano in modo opposto a ciò che il lettore si aspetta; • gli equivoci basati su giochi di parole.

LINGUAGGIO LUOGHI I luoghi sono reali: infatti, situazioni normali possono diventare divertenti in qualsiasi luogo. pag. 192

Il linguaggio del racconto è fresco e divertente. L’autore crea un effetto comico attraverso l’uso di tecniche.


IL TESTO NARRATIVO

Fuoco e inondazione

Gli elementi del testo

Dopo la scuola stavo ritornando a casa con la cartella piena zeppa, i sacchetti della spesa, quando mi accorsi che, in doppia fila, era ferma una luccicante autocisterna dei pompieri. Mi misi a correre e mi precipitai su per le scale. Al terzo piano (il mio) una porta era aperta (la mia). Una puzza… Una puzza di fumo aleggiava nell’aria. E non solo! Molte cose galleggiavano nell’appartamento, sulla moquette trasformata in un lago: i piatti- zattere, il divano- piroscafo, un cuscino- boa, pantofole- piroghe… E, in mezzo a questo maremoto domestico, c’era mio padre, che prosciugava l’oceano con una spugna dello spessore di sei centimetri e un bicchiere da vino. – Mi vuoi raccontare che cosa è successo? – gli chiesi. – Non ti innervosire, figliolo. Ti spiego. Ecco… ho messo del caffè a scaldare mentre stavo lavorando al computer. Solo più tardi ho sentito puzza di bruciato. Un fumo denso proveniva dalla cucina… il pentolino si era fuso come caramello e gli strofinacci avevano preso fuoco! – Allora hai chiamato i pompieri. – Nemmeno per sogno. È stata la nostra dirimpettaia a chiamare i pompieri perché tutto quel fumo l’aveva spaventata. Io ho aperto il rubinetto della vasca da bagno, ho riempito una bacinella e ho spento l’incendio. – E hai inondato tutto. Ma come hai fatto? – È stato il rubinetto della vasca… mi ero dimenticato di chiuderlo.

Il personaggio del racconto è: realistico fantastico La vicenda si colloca in un tempo: definito indefinito Il luogo dove si svolge la storia è: reale fantastico definito indefinito Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona Il fatto che crea l’effetto umoristico nella vicenda è legato: al comportamento del padre a un equivoco

M. Ferdjoukh

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IL RACCONTO UMORISTICO

Ti faccio una tazza di tè? Analizzo il testo y Quali sono

secondo te le parti più comiche della storia? Motiva la tua risposta indicando le parole del racconto che lo dimostrano.

y Rispondi alle domande.

• Come ti sembra Gaylord? • E il nonno?

Lessico coltre: coperta.

Alba e freddo. Alcune placche di neve erano ancora lì, umide, agli angoli del tetto. Nella grande casa la famiglia era immersa nel letargo della domenica mattina, raggomitolata contro il gelo e il giorno in arrivo. Ma Gaylord era immune dal freddo. Il giovane Gaylord era immune da quasi tutto. Svegliatosi, si mise a saltare sul letto. Poi, stufo, si tirò su il pantalone del pigiama e si accinse a fare il giro per la casa tanto per incominciare. Prima dal nonno. Faceva scuro in quella camera. Così tirò le tende. Le tende erano montate con anelli di ottone. Tirate da una persona qualsiasi facevano un rumore di nacchere, tirate da Gaylord furono come dei tamponamenti a catena sull’autostrada. Il nonno non socchiuse neanche un occhio. «Vai fuori di qua» disse. Sotto le coltri il nonno era una piccola montagna rotonda. Gaylord prese la rincorsa e atterrò sulla cima di quel monte. «Io sono un cavaliere» urlò. «E tu sei il mio cavallo». «Non sono un cavallo» disse il nonno. «Sto solo cercando un po’ di riposo…». Gaylord pose un dito esaminatore su un’anziana palpebra. La spinse su e rimase a guardare sovrappensiero l’occhio giallo. Mollò la presa. «Ti faccio una tazza di tè?». «Se ci metti tanto, sì» disse il nonno. Gaylord smontò dal cavallo. «Farò in un attimo» disse tutto allegro. «Non troppo in fretta, ti prego» disse il nonno. E. Malpass, Alle sette del mattino il mondo è ancora in ordine, Feltrinelli

Scrivo y Immagina di trascorrere due

giornate con Gaylord e racconta sul quaderno alcune situazioni buffe, inserendo i dialoghi per dare vivacità al testo. Concludi la storia con un colpo di scena.

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IL TESTO NARRATIVO

L’aereo dipinto Il signor Pino e la signora Pina si fermarono davanti al quadro appoggiato sulla bicicletta di un pittore. Rappresentava un aereo da combattimento in mezzo a due nuvole bianche. I coniugi lo acquistarono e lo appesero alla parete. Una sera, stavano sul divano a guardare la televisione, quando sentirono uno strano ronzio. Si guardarono intorno e videro che il piccolo aereo si era staccato dal quadro e volava facendo acrobazie. – Attento! – fece appena in tempo a gridare la signora Pina. In quel momento colpì un pacchetto di fiammiferi, che prese subito fuoco. Il signor Pino corse a mettere il suo casco da pompiere, attaccò una gomma al rubinetto della cucina e in un attimo spense le fiamme. Intanto l’aereo continuava a volare sotto il soffitto, poi tirò una raffica di mitragliatrice sul lampadario e lo mandò in frantumi. Improvvisamente, divenne buio. Il signor Pino, inciampando, corse a prendere la torcia elettrica, poi prese un arco e una freccia e colpì in pieno l’aereo, che cadde sul pavimento. Ora il quadro è rimasto senza l’aereo e sembra un po’ vuoto. Il signor Pino vorrebbe portare il quadro da un pittore e farvi dipingere qualcosa, ma non ha deciso che cosa. Certo, un soggetto molto tranquillo, che non possa combinare guai.

Insieme y Un giorno il pittore

dipinse uccellini e farfalle e consegnò il quadro alla signora Pina. Cosa accadde una notte? Dividetevi in piccoli gruppi e raccontate a voce e per iscritto quanto avete immaginato.

A. Borsani, Henryco in casa Asac, Einaudi Scuola

Analizzo il testo y La comicità del testo è data: dalle battute umoristiche dalla situazione assurda

y Evidenzia nel testo le parti che

secondo te sono umoristiche e segna a lato della pagina le sequenze.

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VERIFICA in itinere Campeggio all’estero Quell’anno papà ci disse: – Andremo in campeggio all’estero. Poi, rivolto alla mamma: – Ho pensato che per i bambini sia bene che andiamo in Germania. Sentiranno parlare tedesco tutto il giorno. Sarà quel che si dice “un bagno di lingua”. Io, a dire il vero, sognavo soprattutto i bagni di mare. Domandai: – A che serve un bagno di lingua? – Usa il cervello, Giancarlo! – sbottò papà. – Alla fine del mese saprai parlare tedesco. Per riuscire nella vita è importantissimo sapere una lingua straniera. – E tu lo sai, il tedesco? – domandai. Il mio papà tossì e rispose: – Un po’. Il che era una bugia bella e buona. Le dolenti note cominciarono alla frontiera. Il doganiere tedesco si mise a dirci delle cose, disegnando in aria dei quadratini, non ci capivamo un accidente. Papà aprì il bagagliaio, le valigie, la sua borsa; ed era sul punto di vuotarsi le tasche, quando io dissi: – Credo che voglia le nostre carte d’identità. Era esatto. Papà, con il tono delle solennità, ci spiegò: – Il tedesco è una lingua molto difficile. Bellissima, ma difficile. Le cose si aggravarono una volta arrivati al campeggio. Il gestore parlava a briglia sciolta quanto il doganiere, ma noi, dopo una giornata di autostrada, non avevamo fatto molti progressi in tedesco. Papà si tergeva la fronte col fazzoletto e la mamma ripeteva: – Ma cos’è che vuole da noi? Il gestore continuava a parlare, disegnando in aria dei triangolini. Io dissi a papà: – Vuole che andiamo a piantare la tenda. Era esatto. Il gestore mi ringraziò con un cenno del capo, e papà mi disse: – Sei davvero dotato per il tedesco, Giancarlo. M.A. Murail, Papà e i bagni di lingue, Emme Edizioni

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IL RACCONTO UMORISTICO IL RACCONTO UMORISTICO

Comprendo y Che cosa si intende

per “bagno di lingua”?

y Cosa vuol dire l’espressione

y Come potresti sostituire

I problemi cominciarono al confine Al confine udimmo una musica triste

Parlare senza vergogna Parlare molto velocemente

Bagnare la lingua nell’acqua Fare un’immersione in una nuova lingua

“Le dolenti note cominciarono alla frontiera”?

l’espressione “parlare a briglia sciolta”?

y Indica con una x se l’affermazione è vera o falsa. • Giancarlo sogna una vacanza al mare. • La mamma dice che è importante conoscere le lingue. • Il papà sostiene di conoscere il tedesco. • Alla frontiera tedesca il doganiere chiede i documenti. • Il doganiere disegna in aria dei triangoli. • Il papà dice che il tedesco è una lingua facile. • Il gestore del campeggio disegna in aria tanti rettangoli. • Al campeggio trovano la tenda montata. • Giancarlo capisce le frasi dai gesti. • Il papà dice che Giancarlo è negato per il tedesco.

Analizzo y Il racconto è scritto: y I fatti narrati sono: y La vicenda si svolge: y Il tempo della narrazione è: y La vicenda è narrata:

in prima persona verosimili all’aperto definito al presente

V F V F V F V F V F V F V F V F V F V F

in terza persona inverosimili in un ambiente chiuso indefinito al passato

Rifletto sulla lingua y Sottolinea in rosso i nomi e in verde i verbi, poi analizzali sul quaderno. Ho pensato che per i bambini sia bene che andiamo in Germania. Sentiranno parlare tedesco tutto il giorno. Alla fine del mese, sapranno parlare tedesco.

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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Alla scoperta del... RACCONTO DI AVVENTURA FATTI CHE COS’È?

Accadono fatti eccezionali, cioè eventi inattesi che complicano la situazione iniziale dando avvio ad una serie di peripezie e di colpi di scena. Gli avvenimenti possono essere raccontati in prima o in terza persona.

Il racconto di avventura narra fatti rischiosi, straordinari ed emozionanti che lasciano il lettore col fiato sospeso. Gli eventi sono narrati in modo rapido e incalzante.

LINGUAGGIO

PERSONAGGI Il protagonista è un eroe dotato di intelligenza, coraggio e intraprendenza, capace di superare pericoli e prove difficili e inaspettate. A volte è accompagnato da altri personaggi, che lo ostacolano (antagonista) o lo aiutano. I personaggi sono esploratori, viaggiatori, archeologi, ma anche ragazzini in cerca di emozioni.

Il linguaggio è caratterizzato da frasi ricche d’azione, da descrizioni particolareggiate e da dialoghi che hanno lo scopo non solo di vivacizzare il racconto ma anche di esprimere le emozioni dei personaggi.

GLI ELEMENTI DEL RACCONTO DI AVVENTURA

LUOGHI Le vicende sono ambientate in luoghi naturali, lontani e selvaggi, in cui si nascondono insidie e pericoli: foreste, isole deserte, abissi marini, sotterranei, grotte…

TEMPO Le vicende si svolgono nel passato o nel presente, definito o indefinito.

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LABORATORIO DI ASCOLTO

pag. 193


IL TESTO NARRATIVO

Una brutta avventura

Gli elementi del testo

Al sorgere del sole siamo arrivate al forte degli alpini I personaggi del racconto che ancora non c’era nessuno. Eleonora ha proposto sono: di esplorarne uno. Paola, Sandra ed io non eravamo eroi che affrontano con coraggio ogni pericolo entusiaste, e Federico ci ha mostrato il cartello: ragazzi che vivono una ATTENZIONE, PERICOLO! VIETATO INTRODURSI situazione di pericolo ALL’INTERNO DEI CAMMINAMENTI. Eleonora si è avviata pimpante e tutti, per non essere da Il luogo in cui si svolge la vicenda nasconde: meno, le siamo andati dietro. Ce ne siamo pentiti subito. insidie e pericoli Il buio era completo. Ho sentito Leonardo armeggiare nel sorprese inaspettate suo sacco e finalmente una lucina minuscola ha illuminato la scena. Si era portato una pila! Quasi gli avrei buttato le Il tempo in cui accadono i fatti è: braccia al collo, ma subito la luce ha cominciato a diventare sempre più gialla e bassa finché non si è spenta del tutto. passato A turno abbiamo acceso il cellulare per farci un po’ di luce presente col display. Ci trovavamo in uno slargo e davanti a noi si Quale di questi fatti è aprivano tre gallerie: quale prendere? Nessuno si ricordava presente nel testo? più da dove eravamo arrivati. Mi venivano i sudori freddi I ragazzi hanno paura di non riuscire a trovare e mi sono rassicurata un po’ quando Tony mi ha preso la l’uscita mano; era appiccicosa, ma molto confortante lo stesso. I ragazzi hanno paura di È inutile stare a farla lunga: c’eravamo persi, ma nessuno fare brutti incontri al forte di noi voleva lagnarsi per non sembrare pauroso; inoltre degli alpini volevamo uscire senza attirare l’attenzione dei grandi. Alla fine Leonardo ha detto: – Ragazzi, al mio tre gridiamo tutti y Sottolinea la parte del racconto che ti ha tenuto insieme: “Aiuto!”. Uno… due… tre… AIUTOOO! col fiato sospeso. Abbiamo urlato in coro. Nessuna risposta. Ormai mi ero rassegnata a morire di fame e di sete, mentre i genitori disperati avrebbero continuato a cercarci per anni. Sandra ha proposto, con voce piagnucolosa, di provare di nuovo. – Uno… due… tre… AIUTOOO! Si è sentito un rotolare di sassi… le mura del budello si sono rischiarate e poi, per fortuna, è ATTENZIONE, P ERICOLO! spuntato un omone con una torcia potentissima, VIETATO INTRO DURSI ALL’INTE che ha detto: – Non avete visto i cartelli? RNO D E I C A M M IN AMENTI. Il nostro salvatore ci ha voltato le spalle facendoci cenno di seguirlo… V. Cercenà, Diario allo specchio, Edizioni EL

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IL RACCONTO DI AVVENTURA

Capitano Achab Analizzo il testo y Rispondi alle domande.

• Dove si svolge la vicenda? ......................................................................................

• Chi è il protagonista? ......................................................................................

• Chi è l’antagonista? ......................................................................................

• Chi sono gli altri personaggi? ...................................................................................... ......................................................................................

y Nel testo c’è

un flashback. Evidenzialo. y Sottolinea le parole che descrivono la balena Moby Dick.

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Tutti gli uomini dell’equipaggio furono riuniti a poppa; il capitano Achab, detto “Vecchio tuono”, fece un mezzo giro con la gamba di legno puntata nel buco del ponte, poi indirizzò loro le seguenti parole: – Uomini di vedetta, voi mi avete già udito dare ordini relativi a una balena bianca, vero? Ebbene, guardate: vedete questa moneta d’oro spagnola? – e tese verso il sole una larga moneta brillante. – Vale sedici dollari, ragazzi miei! La vedete? Signor Starbuck, mi dia un martello. Quando Starbuck gli ebbe consegnato il martello, egli si avvicinò all’albero maestro con l’arnese alzato in una mano, mettendo ben in mostra con l’altra la moneta d’oro. Poi gridò, così che tutti lo udissero: – Chiunque di voi mi segnali una balena dalla testa bianca, con la fronte rugosa e la mascella storta, chiunque di voi mi segnali questo cetaceo con la testa bianca e tre buchi nella pinna della coda, avrà la moneta d’oro. – Urrà! Urrà! – gridarono i marinai agitando i loro cappellacci, mentre Achab inchiodava la moneta d’oro all’albero maestro. – È un cetaceo bianco, lo ripeto: – continuò Achab, gettando il martello sul ponte – bianco. Aprite gli occhi, ragazzi miei, vigilate ogni spruzzo di acqua spumosa. – Capitano Achab, – disse un uomo dell’equipaggio – questo cetaceo deve essere quello che qualcuno chiama Moby Dick. – Moby Dick? – esclamò Achab. – Tu dunque conosci il capodoglio bianco, Tash?


IL TESTO NARRATIVO

– Capitano Achab, io ho già udito parlare di Moby Dick… Non è stato Moby Dick a strapparti la gamba? – chiese un altro. – Chi ti ha detto ciò? – gridò Achab. Poi tornò con la mente a un giorno lontano, quel giorno in cui un capitano, mentre le sue tre lance sfondate danzavano sui flutti tumultuosi e gli uomini sparivano sommersi nei turbini di schiuma, aveva afferrato un coltello e si era lanciato contro il capodoglio tentando ciecamente, con la lama lunga sei pollici, di raggiungere la sorgente della vita del cetaceo nascosta da parecchi metri di grasso. Questi era il capitano Achab. Era stato in quell’occasione che, passandogli sotto la mandibola falcata, Moby Dick aveva falciato di netto la gamba di Achab. – Sì, Starbuck, sì, amici miei, è stato Moby Dick che mi ha disalberato, è a Moby Dick che devo il pezzo di legno sul quale ora mi appoggio. Sì, sì! – proseguì con un singhiozzo terribile, come di belva ferita. – Sì, sì, e io lo inseguirò attorno al Capo di Buona Speranza, attorno al Capo Horn e attorno alle fiamme dell’inferno prima di rinunciare a raggiungerlo. È per questo che voi, ragazzi, siete imbarcati con me: per dare la caccia a questo capodoglio bianco, su tutte le facce del globo, sino a che getti sangue nero e si volti a pancia in su con le pinne all’aria. Che cosa ne dite, ragazzi? Accettate la sfida? A vedervi, sembrate coraggiosi. – Sì, sì! – approvarono gridando i fiocinieri e i marinai, stringendosi attorno al vecchio eccitato. – Un occhio acuto per il capodoglio, una lancia acuta per Moby Dick! – esclamò Achab.

Scrivo y Scrivi sul quaderno un breve racconto. Segui la traccia:

1. scegli come protagonista un ragazzino e descrivilo; 2. inventa una situazione di pericolo in cui possa trovarsi; 3. fai intervenire un personaggio malvagio; 4. concludi la storia con un lieto fine per il protagonista.

H. Melville, Moby Dick, Editrice Piccoli

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IL RACCONTO DI AVVENTURA

Analizzo il testo y Segna con una x

l‘affermazione corretta.

Il racconto è scritto: in prima persona in terza persona Il protagonista si dimostra nei confronti del misterioso personaggio: timoroso coraggioso

y Sottolinea nel testo le

parole che descrivono gli stati d’animo e le riflessioni del protagonista e quelle che descrivono Ben Gunn.

y Dividi il testo in

sequenze segnandole al margine della pagina e scrivi sul quaderno una frase per ognuna che le riassuma, poi utilizza le stesse per raccontare la storia e sintetizzarla.

Scrivo y Esprimi un tuo giudizio sul racconto che hai appena letto.

• Ti è piaciuto? • Quale parte ti è sembrata più interessante? Perché?

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Una misteriosa apparizione Jim, rimasto solo, continua a correre oltre il bosco per sfuggire a Silver, il capo dei pirati. Improvvisamente arriva ai piedi della piccola montagna dalle due vette… Dal fianco della montagna, ripida e rocciosa, si staccò una cascata di ghiaia, che franò rumorosamente rimbalzando fra gli alberi. Istintivamente mi voltai a guardare da quella parte, e vidi un’ombra balzare rapida dietro il tronco di un pino. Cosa fosse, orso, scimmia o uomo, non avrei saputo dire. Mi sembrò nera e pelosa; altro non potei distinguere. Ma il terrore della nuova apparizione mi immobilizzò. A quanto sembrava, mi trovavo tagliato fuori da ogni lato: dietro di me, gli assassini; davanti, quell’essere misterioso. Girai la testa per guardare alle mie spalle, e ritornai sui miei passi, in direzione della scialuppa. Immediatamente l’ombra riapparve e, dopo un ampio giro, cominciò a tagliarmi la strada. Lo strano essere saltava da un tronco all’altro come un daino, correndo su due gambe come un uomo, ma come non avevo visto fare a nessun uomo, quasi piegato in due. Eppure, era un uomo, non potevo dubitarne. Cominciavano a tornarmi alla mente le cose che avevo sentito dire sui cannibali. E per un pelo non gridai aiuto. Tuttavia il semplice fatto che si trattasse di un uomo, sia pure selvaggio, mi aveva in un certo senso rassicurato. Ripresi coraggio e fronteggiai risoluto l’uomo dell’isola dirigendomi arditamente verso di lui. In quel momento era nascosto dietro un albero, ma doveva avermi spiato da vicino perché, non appena cominciai a muovermi nella sua direzione, ricomparve e fece un passo verso di me. Poi esitò, tornò indietro, avanzò di nuovo, e finalmente, con mio stupore e confusione, si buttò in ginocchio e tese la mani giunte in atto di supplica.


IL TESTO NARRATIVO

Di fronte a questo mi fermai un’altra volta. – Chi sei? – domandai. – Ben Gunn – rispose, e la sua voce suonò rauca e stridente, come una serratura arrugginita. – Sono il povero Ben Gunn, sono; e da tre anni non ho parlato a un cristiano. La sua pelle appariva bruciata dal sole, ed erano nere perfino le labbra; i suoi occhi chiari brillavano sorprendentemente in quella faccia così scura. Era vestito di brandelli di tela da vela e di vecchi abiti da marinaio; e quello straordinario abito di toppe era tenuto insieme dalle più svariate e strambe legature, bottoni di metallo, pezzetti di legno e asole di spago incatramato. – Tre anni! – esclamai. – Naufragato? – No, amico, – disse lui – abbandonato. Avevo già sentito questa parola e sapevo che significava un terribile, castigo, abbastanza comune fra i pirati: consiste nello sbarcare il colpevole con un po’ di polvere e di piombo. E abbandonarlo in qualche lontana isola deserta. – Abbandonato tre anni fa – continuò – e vissuto di carne di capra, di bacche e di frutti di mare. In qualunque luogo un uomo si trovi, ti dico può bastare a se stesso. Ma, amico mio, il mio cuore sospira un cibo da cristiano. Non avresti per caso un pezzetto di formaggio? No? Pazienza, quante volte ho sognato un po’ di formaggio, soprattutto abbrustolito, e poi mi sono risvegliato per ritrovarmi sempre qui. – Se mi riesce di tornare a bordo, – risposi – avrai formaggio a volontà.

Gioco con la STORIA y Prova a

immedesimarti in uno dei due personaggi della storia e racconta cosa avresti fatto tu.

R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, Giunti Editore

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VERIFICA in itinere Il serpente Quel giorno il nonno era disteso sulla riva e io scesi più in giù. Mi sdraiai vicino all’acqua. Udii un suono vicinissimo a me. Era un fruscio secco che, cominciato lento, era andato accelerando fino a diventare un ronzio insistente. Era un serpente a sonagli, avvolto su se stesso, pronto a colpire. Mi guardava dall’alto in basso a neppure quindici centimetri dal mio volto. Restai lì gelato, incapace di muovermi. Era più grosso della mia gamba. Era infuriato. Io e il serpente ci fissavamo. Lui faceva saettare la lingua e i suoi occhi erano due fessure, rossi e perfidi. L’estremità della coda incominciò a vibrare sempre più rapida, e il suono che produceva diventava sempre più acuto. Poi la testa, a forma di una grossa V, cominciò a oscillare pian piano avanti e indietro. Sapevo che stava per colpirmi, ma non riuscivo a muovermi. Un’ombra calò su di me. Era il nonno, che mi disse: – Non voltare la testa, non muoverti, Piccolo Albero. Non sbattere gli occhi. All’improvviso, la grossa mano del nonno si mise tra il mio volto e la testa del rettile. Il serpente prese a sibilare sempre più fitto. Se avesse tolto la mano, mi avrebbe colpito in pieno volto. Ma il nonno non lo fece: la sua mano restò ferma come una roccia, non aveva un tremito. Poi il nonno mosse l’altra, afferrò il rettile dietro la testa e strinse. Il serpente si staccò da terra, si avvolse più volte intorno al suo braccio… Ma il nonno non lasciò la presa e alla fine lo gettò a terra. F. Carter, Piccolo Albero, Leonardo

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IL RACCONTO DI AVVENTURA Comprendo y Che cosa significa “faceva saettare la lingua”?

y Come puoi sostituire il

y Che cosa vuol dire “i suoi

verbo “oscillare”?

Muoveva rapidamente la lingua a scatti Colpiva con la lingua

occhi erano due fessure”?

Abbassare Ondeggiare

I suoi occhi erano spalancati I suoi occhi erano stretti e allungati

y Cancella il completamento errato. • Piccolo Albero è sdraiato vicino all’acqua • nel bosco. • Sente un forte ronzio e vede un enorme calabrone • un serpente a sonagli. • Il serpente è più grande della gamba del nonno • gamba di Piccolo Albero. • Il serpente sembra infuriato • innocuo. • Piccolo Albero per la paura è paralizzato • sudato. • Il nonno mette la mano tra il serpente e il nipotino • nella sacca delle frecce. • Il nonno dimostra paura • coraggio. • Il serpente riprende a sibilare • contorcersi. • Il nonno con l’altra mano cattura • uccide il serpente.

Analizzo y Il racconto è scritto: y I fatti narrati sono: y La vicenda si svolge: y Il tempo della narrazione è: y La vicenda è narrata:

in prima persona verosimili all’aperto definito al presente

in terza persona inverosimili in un ambiente chiuso indefinito al passato

Rifletto sulla lingua y Individua nel brano gli aggettivi riferiti ai seguenti nomi e trascrivili accanto a ciascuno di essi: suono fruscio occhi

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ronzio serpente mano

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Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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Alla scoperta del... RACCONTO DI PAURA CHE COS’È?

FATTI

Il racconto di paura ha lo scopo di tenere il lettore col fiato sospeso, suscitando paura e tensione, attraverso storie inquietanti. Uno degli elementi più importanti è la suspense, che serve a creare nel lettore una tensione e un senso di terrore. La suspense è ampliata da alcuni espedienti, come: ombre, rumori sinistri, cigolii…

PERSONAGGI

Accadono fatti inspiegabili e misteriosi: apparizioni di esseri mostruosi che suscitano terrore nel protagonista e nel lettore. Sono fatti a cui spesso non è possibile dare una spiegazione razionale. Il testo può essere scritto in prima o in terza persona.

GLI ELEMENTI DEL RACCONTO DI PAURA

Persone comuni si trovano ad affrontare creature spaventose, come mostri, fantasmi, vampiri…

LINGUAGGIO Il linguaggio è caratterizzato da frasi brevi, che danno un ritmo incalzante. È ricco di aggettivi e di similitudini, per esprimere gli stati d’animo dei personaggi.

TEMPO Le vicende si svolgono in un tempo a volte definito, a volte indefinito, nel presente o nel passato.

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LABORATORIO DI ASCOLTO

LUOGHI Le storie si svolgono in luoghi spesso bui e spaventosi: case abbandonate, antichi castelli, ambienti oscuri e tenebrosi, boschi, cimiteri, soffitte polverose, castelli in rovina, foreste… pag. 194


IL TESTO NARRATIVO

Il viale tenebroso Quel viale tenebroso cominciava con due abeti neri e finiva contro una siepe e una rete di recinzione. Mio nonno portava una giacca estiva color avorio e teneva in mano una moneta e mi diceva: – Se arrivi fino in fondo al viale e tiri la catenella con la campana, quando torni qui avrai questa moneta. Era notte e non si vedeva nulla. Io ne avevo già guadagnate in quella corsa, ma ogni volta ero tentato. Non per la moneta. Tanto mio nonno me l’avrebbe regalata lo stesso alla domenica. Era per la sfida. Il nonno sogghignava sotto i baffi radi e io scattai. C’era il giardino con tre aiuole e le maledette statue. La prima paura stava lì, in quelle statuette muschiose di pietra. Di giorno facevano ridere, ma nel buio! Era lì tra le aiuole e le statuette muschiose che cominciava il mio urlo. Un solo urlo continuo, da morire senza fiato. Trascinato da quel mio urlo, mi avventuravo nel nero del viale come una saetta. Finché toccavo il cancello, che aveva una ruggine rossastra da lasciare il segno sulle dita, tiravo la campanella con uno strappo furioso e mi precipitavo indietro. E così, col fiato rotto, mi riaffacciavo a quella balaustra dove il nonno faceva ruotare la moneta nel palmo della mano. Me la consegnava senza una parola: il viale nero era stato vinto. G. Arpino, Il grande albero, Edizioni Il Capitello

Gli elementi del testo I personaggi sono: persone comuni esseri mostruosi Il luogo in cui si svolge la vicenda è: realistico fantastico Il tempo della vicenda è: definito indefinito I fatti narrati nel racconto: potrebbero accadere nella realtà sono inspiegabili e non possono accadere nella realtà La descrizione della paura del protagonista viene presentata: attraverso la descrizione delle sue sensazioni fisiche attraverso la descrizione dei suoi pensieri

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IL RACCONTO DI PAURA

Sgozzingoz Analizzo il testo y Sottolinea le parole

che descrivono l’aspetto fisico del signor Sgozzingoz e il suo comportamento.

• Che impressione fa il signor Sgozzingoz a David?

Comprendo il testo y Segna con una x le

affermazioni corrette. David, arrivato in collegio, viene ricevuto dal vicepreside. Il signor Sgozzingoz si dimostra nei suoi confronti molto gentile. David cerca inutilmente l’inchiostro sulla scrivania per intingervi il pennino. David scrive il proprio nome sul registro della scuola col pennino insanguinato.

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David è da poco arrivato in collegio e oggi si presenta al vicepreside, il signor Sgozzingoz, che lo riceve nel suo studio. Dietro una scrivania di fronte alla porta era seduto un uomo che leggeva un libro. Indossava un completo nero con camicia bianca. Sentendo entrare David alzò lo sguardo. – Siediti, prego. Impossibile dire quanti anni avesse. Era di carnagione pallida e in un certo senso senza età, come una statua di cera. Era incredibilmente magro. Chiuse il libro con le lunghe dita ossute. – Il mio nome è Sgozzingoz. Sono lieto di averti qui, siamo tutti lieti di averti a Villa Ghiacciaossa. Il signor Sgozzingoz sorrise, se può chiamarsi sorriso una contrazione delle labbra e un luccicare di denti bianchi. David non era affatto lieto, ma restò zitto. Il signor Sgozzingoz si alzò e fece il giro della scrivania. In un angolo c’era un volume dalla copertina nera e un’antiquata penna d’oca.


IL TESTO NARRATIVO

Leccandosi i polpastrelli aprì il libro e lo sfogliò. – A Villa Ghiacciaossa – spiegò, – vige un’antica usanza. Tutti i nuovi allievi devono firmare il registro della scuola. David fece per prendere la penna. Fu allora che successe. Mentre David tendeva la mano il signor Sgozzingoz scattò in avanti e gli conficcò il pennino aguzzo nel pollice. David lanciò un grido e si infilò il dito in bocca. – Come mi dispiace – disse il signor Sgozzingoz. – Sei ferito? – Sto bene – replicò David. – In tal caso saresti così gentile da scrivere il tuo nome? Il signor Sgozzingoz gli porse la penna che era macchiata di brillante sangue rosso. – Non abbiamo più bisogno dell’inchiostro – commentò. David afferrò la penna e con lo sguardo cercò l’inchiostro sulla scrivania. Non ce n’era. Ormai Davide non desiderava altro che uscire da quella stanza. Scrisse il proprio nome col pennino insanguinato, che graffiava la ruvida pagina bianca. – Eccellente! Puoi andare, David. Il signor Sgozzingoz riprese la penna e girò il libro verso di sé.

Scrivo y Arricchisci il testo con

altri particolari relativi all’aspetto fisico e al comportamento del signor Sgozzingoz, raccontando sul quaderno un breve episodio.

Insieme y Come potrebbe

continuare la storia? Dividetevi in piccoli gruppi, completate il racconto e confrontatevi.

A. Horowitz, Villa Ghiacciaossa, Mondadori

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IL RACCONTO DI PAURA

Coraline La vecchia chiave nera sembrava più fredda di tutte le altre. Coraline la infilò nella toppa. Girò senza fare i capricci, con un soddisfacente rumore metallico. Coraline si fermò ad ascoltare. Sapeva che stava facendo qualcosa di proibito, così tese l’orecchio per sentire se sua madre stesse tornando, ma non sentì nulla. Poi mise la mano sulla maniglia e la girò: e finalmente la porta si aprì. Si aprì su un corridoio buio. Da quel corridoio veniva un agghiacciante odore di stantio: l’odore di qualcosa di molto vecchio. Coraline varcò la soglia. Si domandò che aspetto avesse l’altro appartamento, ammesso che quel corridoio portasse lì. Coraline percorse il corridoio con una certa inquietudine. La moquette su cui camminava era identica a quella di casa loro. La carta da parati era identica a quella che avevano loro. Il quadro appeso all’ingresso era identico a quello appeso nell’ingresso di casa loro. Sapeva dov’era: a casa sua. Non l’aveva mai lasciata. Confusa, scosse la testa. Fissò il quadro appeso alla parete: no, non era esattamente lo stesso. Il quadro nell’ingresso di casa loro ritraeva un ragazzo con abiti all’antica che fissava delle bolle di sapone. Ma ora l’espressione del suo viso era diversa: c’era uno strano sguardo nei suoi occhi. Coraline lo fissò, cercando di capire esattamente cosa avesse di diverso. C’era quasi arrivata quando qualcuno la chiamò. Sembrava la voce di sua madre. Coraline andò in cucina e trovò una donna che le dava le spalle. Assomigliava un po’ a sua madre. Solo che… Solo che aveva la pelle bianca come la carta. Solo che era più alta e più magra. Solo che aveva le dita troppo lunghe e le unghie, adunche e affilate, di un rosso scuro. – Coraline? – disse la donna. – Sei tu? – Quindi si voltò a guardarla.

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IL TESTO NARRATIVO

Al posto degli occhi aveva due grossi bottoni neri. – E tu chi sei? – domandò la bambina. – Sono l’altra tua madre – rispose la donna. – Vai a dire all’altro tuo padre che il pranzo è pronto. – E aprì lo sportello del forno. Coraline arrivò in fondo al corridoio, dove si trovava lo studio di suo padre. Aprì la porta. All’interno c’era un uomo seduto alla tastiera del computer, che le dava le spalle. – Ciao – esitò Coraline. – Lei mi ha detto di dirti che è pronto il pranzo. L’uomo si voltò. Al posto degli occhi aveva due grossi bottoni neri e scintillanti. – Ciao, Coraline – disse. – Non ci vedo più dalla fame. Si alzò e andò con lei in cucina. Si sedettero intorno al tavolo e l’altra madre di Coraline servì il pranzo. Un enorme e dorato pollo arrosto, patate fritte, pisellini verdi. Coraline spazzolò il cibo che aveva nel piatto. – È da un pezzo che ti aspettiamo – disse l’altro padre di Coraline. – Sì – disse l’altra madre. – Sapevamo che un giorno saresti arrivata, e che a quel punto saremmo diventati una vera famiglia. Ti va un altro po’ di pollo? N. Gaiman, Coraline, Mondadori

Analizzo il testo y Sottolinea nel testo le

parole che descrivono i personaggi e quelle che ti fanno capire lo stato d’animo di Coraline. y Nel testo sono presenti dei dati sensoriali, cerchiali.

Scrivo y Continua il racconto sul quaderno aiutandoti con le domande.

• Che cosa scoprirà Coraline quando guarderà fuori dalla finestra della cucina? • Cosa farà? • Quali saranno le conseguenze? • Come si concluderà la vicenda?

Rifletto sulla lingua y Le parole evidenziate sono: articoli

pronomi

Co m pi to di realtà Brividi e risate in filastrocca Dopo aver letto i testi di paura, dividetevi in piccoli gruppi e sottolineate quelle parole che vi sembrano adatte per realizzare piccole filastrocche spaventose; insaporitele, però, con un pizzico di umorismo. Con le stesse realizzate il quaderno Scaccia-paura da utilizzare all’occorrenza.

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VERIFICA in itinere In cantina – Tom – disse la mamma, – fai una scappata in cantina e prendi due bottiglie di aranciata. Nel grande edificio in cui abitava, ogni appartamento disponeva di una propria cantina. Tom era perfettamente convinto che la loro cantina fosse la più buia, la più misteriosa e la più infestata dai ragni. Quando Tom si trovò davanti alla porta ricoperta da un dito di polvere, si mordicchiò le labbra e si sistemò gli occhiali. Il freddo corridoio sul quale si affacciavano le porte delle cantine era semibuio e, come al solito, Tom ebbe delle difficoltà a inserire la chiave nella serratura. Con una spinta Tom spalancò la porta, che si aprì con un cigolio sinistro. Il buio e un penetrante odore di muffa avvolsero il ragazzo, che coraggiosamente fece un passo avanti alla ricerca dell’interruttore della luce. Era uno di quegli interruttori antiquati da girare, con cui ci si schiacciava regolarmente le dita. Eccolo! Tom lo fece ruotare. Una lampadina penosamente fioca si illuminò e… paff! Esplose in mille schegge. Spaventato, Tom indietreggiò urtando con il gomito la porta della cantina, che... sbam! Si richiuse a scatto. Tom si ritrovò tutto solo nella cantina nera come la pece.“Stai calmo” pensò. “Mantieni la calma: è scoppiata solo quella stupida lampadina.” Tom si accorse che la bocca gli si stava rinsecchendo come carta vetrata. Voleva fare un passo indietro, ma le sue scarpe erano come incollate al pavimento. Udiva il suo respiro e poi un lieve fruscio. – Aiuto! – sussurrò Tom. – Qualcuno mi aiuti! Nell’oscurità riecheggiò un gemito. Un alito gelido, dal sentore di muffa, investì il suo volto, mentre artigli di ghiaccio gli si avvinghiarono attorno al collo. – Viaaaa! – urlò Tom dimenandosi furiosamente. – Vai via, essere ripugnante! Nell’oscurità brillò una sagoma biancastra. Un qualcosa dagli occhi verdognoli, dalla chioma svolazzante, dal ghigno beffardo. Un fantasma! Con le ginocchia che gli tremavano, Tom si precipitò verso la scala. Via! Via! C. Funke, Gli Acchiappafantasmi, Mursia

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IL RACCONTO DI PAURA Comprendo y Che cosa chiede la mamma a Tom?

y Che cosa indica l’espressione “la bocca gli si stava rinsecchendo come carta vetrata”?

Di andare in cantina Di andare in soffitta

Che Tom ha la bocca secca per la paura Che Tom non riesce a respirare

y Che cosa pensa Tom? Che la loro cantina sia la più spaventosa di tutte Che la loro cantina sia la più disordinata di tutte

y Che cosa accade quando Tom schiaccia l’interruttore della luce?

y Che cosa sentì nell’oscurità? Un ruggito feroce Un gemito e un alito gelido sul volto

y Che cosa vide nell’oscurità?

La lampadina esplode La lampadina non si accende

Un fantasma spaventoso Un gatto randagio

y Sottolinea nel testo le espressioni che ti fanno capire la paura di Tom.

Analizzo y Il racconto è scritto: y I fatti narrati sono: y Il luogo della narrazione è: y La vicenda si svolge: y Il tempo della narrazione è: y La vicenda è narrata:

in prima persona verosimili definito all’aperto definito al presente

in terza persona inverosimili indefinito in un ambiente chiuso indefinito al passato

Rifletto sulla lingua y Fai sul quaderno l’analisi grammaticale della frase: “Il buio e un penetrante odore di muffa avvolsero il ragazzo...”.

y La frase “Nell’oscurità brillò una sagoma biancastra” è composta, nell’ordine, da: un complemento di luogo, un predicato verbale e un soggetto. Scrivi tre frasi con la stessa struttura.

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Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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PRIMAVERA

Ecco la PRIMAVERA È primavera Sul bordo del viottolo argilloso oggi ho trovato la prima primula semiaperta; nel cielo terso e umido sognano le nuvole leggere di aprile e i vasti campi, appena arati, sono di un colore bruno splendente… I fiori sono improvvisamente ovunque, gli alberi risplendono di fogliame lucente e gli uccelli si lanciano in volo esultanti descrivendo graziosi archi attraverso il tiepido azzurro. H. Hesse

Mattino di primavera Che mattinata! Il sole mette sulla terra la sua allegria d’argento e d’oro; farfalle di cento colori danzano tra i fiori. Dovunque la campagna si apre in scoppi, in scricchiolii, in un ribollire di vita sana e nuova. Par d’essere dentro un gran favo di luce che sia il centro di una immensa e calda rosa infuocata. J. R. Jiménez

nell’ARTE y Rappresenta con la tecnica

del mosaico la primavera, poi confrontati con la classe.

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• Cosa esprimono i testi? • Che sensazioni hai provato leggendoli? • Quali dati sensoriali sono stati usati?


PRIMAVERA

Nido di rondine In una giornata di primavera, alzando gli occhi verso il tetto della sua casa, Nick si accorse che una bella rondine dalla lunga coda biforcuta andava e veniva dalla grondaia. L’uccello si stava fabbricando il nido. Ogni volta che arrivava, aveva nel becco una pallina umida di argilla, qualche filo di paglia o qualche frammento vegetale. Poi, con l’abilità di un ingegnere, questo piccolo uccello dava al nido la forma di mezza coppa e, calcolandone esattamente la grandezza, lo faceva aderire saldamente alla parete. Dopo otto giorni la costruzione del nido era terminata. Nick e l’amico Tom, salendo su una scala mentre la rondine era lontana, si accorsero che essa aveva pensato a tutto, persino all’arredamento interno. Un soffice materasso di piume, di fuscelli e di pagliuzze era pronto ad accogliere le uova. Qualche giorno dopo, infatti, la rondine ne depose quattro e da quel momento, per una quindicina di giorni, la madre rimase là, immobile a covarle, aiutata dal marito, uno sposo modello sempre pronto a darle una mano nella delicata mansione della cova. Una mattina, finalmente, Nick e Tom udirono un tenero pigolio levarsi dal nido: i rondinini erano nati.

y Osservare la

natura è sempre uno spettacolo che suscita meraviglia.

• Hai mai provato una simile sensazione? • Dove eri? Con chi? Quando? Cosa hai scoperto?

I. Lattes Coifmann, Nick e Tom alla scoperta degli animali, Bompiani

Hello, March! We know you are not really mad, you are not angry, you are not bad. You blow the winter away, to get the world ready for April and May!

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LA PRIMAVERA

nell’ARTE

Emozioni a colori Lavoro sul dipinto y Che cosa rappresenta

G. Faraone, Primavera

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l’immagine? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ y Che cosa vedi in primo piano? ............................................................................ ............................................................................ y E in secondo piano? ............................................................................ ............................................................................ y Cosa vedi sullo sfondo? ............................................................................ ............................................................................ y Quali sono i colori presenti nel dipinto? ............................................................................ ............................................................................ y Quale sensazione ti comunica? ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................


LA PRIMAVERA

Ranuncolo Passando tra l’erba di un prato ho calpestato un fiore. Era una piccola macchia di giallo e faceva sorridere il prato. A. Russo

Oltre le parole y Che vuol dire che il fiorellino fa sorridere il prato?

Solletica i fiori Mette allegria

Biancospino Di marzo per la via della fontana la siepe si è svegliata tutta bianca, ma non è neve, quella: è il biancospino tremulo ai primi soffi del mattino. U. Saba, Il canzoniere, Einaudi

Oltre le parole

in poesia

Anch’io scrittore y Descrivi un prato fiorito utilizzando

correttamente i dati sensoriali ed esprimi le sensazioni che suscita in te. Arricchisci la descrizione con qualche similitudine.

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y Cosa vuol dire che la siepe si è svegliata tutta bianca?

È ricoperta di neve Sono spuntati tanti fiorellini bianchi

y Scrivi anche tu una

breve poesia su un fiore che sboccia nei prati in primavera.

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PRIMAVERA

L’uovo di Pasqua Comprendo il testo y Sottolinea nel testo le risposte alle seguenti domande.

• Cosa rappresenta l’uovo nel mondo? • Quale ruolo ha sempre rivestito? • Come era considerato l’uovo presso i Greci, i Cinesi e i Persiani? • Perché le uova associate alla primavera divennero per secoli simbolo della rinascita? • Quali furono le uova più famose?

L’uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c’è quello dipinto, intagliato, di terracotta, di carta pesta e di cioccolato. Ma, mentre le uova di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate, hanno un’origine radicata nel lontano passato. Le uova, infatti, forse per la loro forma e sostanza molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico: quello del simbolo della vita. Già al tempo del paganesimo, in alcune credenze, il Cielo e la Terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita. I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste primaverili quale simbolo della fertilità e dell’eterno ritorno della vita, così come nell’antico Egitto le uova decorate erano scambiate all’equinozio di primavera, data di inizio del nuovo anno. L’uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi magia, a causa dell’allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare. Quindi le uova, associate alla primavera per secoli, divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell’uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell’uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba. Le uova più famose sono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria. Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d’oro, che a sua volta conteneva un piccolo pulcino d’oro ed una miniatura in diamante della corona imperiale. Focus Junior

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PRIMAVERA

Vai al volume di EDUCAZIONE CIVICA

Messaggi di PACE Pace Non importa che tu sia uomo o donna, vecchio o fanciullo, operaio o contadino, soldato o studente o commerciante, non importa quale sia il tuo credo politico o quello religioso; se ti chiedono qual è la cosa più importante per l’umanità rispondi prima, dopo, sempre: la Pace!

La Pace verrà sulla Terra La Pace verrà sulla Terra non prima che ogni fanciullo possa saziare ogni giorno la sua fame, affrontare al caldo il vento dell’inverno, studiare la lezione con l’animo tranquillo. Quando sarà liberato dalla fame, dalla paura e dal bisogno, qualunque sia il suo colore, la sua razza o la sua fede, alzerà la testa e sorriderà al cielo. D. Roigt

Li Tien Min

il testo

Comprendo y Quale messaggio ci comunicano le poesie? ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................................. .............................................................................................................................................................................................................................

y Scrivi anche tu una poesia sulla Pace. ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................... ...........................................................................................................................................................

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Mi AUTOVALUTO Legenda

benissimo

bene

così così

Mi autovaluto Ho imparato a... • ascoltare un testo e a capirne le diverse informazioni..................................... • distinguere gli elementi di un racconto: » umoristico.................................................................................................................................... » di avventura.............................................................................................................................. » di paura....................................................................................................................................... • cogliere le emozioni presenti in un testo..................................................................... • riassumere un testo................................................................................................................... • esporre un testo letto............................................................................................................... • scrivere testi....................................................................................................................................

Come mi sono sentito Scegli tra le alternative proposte.

y Ho mostrato maggiore sicurezza quando: ho letto ho ascoltato ho scritto ho parlato

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y A volte ho chiesto

aiuto ai compagni o all’insegnante per: comprendere analizzare raccontare scrivere

y Durante le verifiche ho provato:

tranquillità agitazione noia altro …….....................................................


2a Mi intervisto Scegli tra le alternative proposte o scrivine una tua se non trovi nulla di corrispondente a ciò che provi.

y Quando ascolti una lettura, che cosa ti aiuta a capire meglio? Le immagini Il silenzio

L’espressione di chi legge Altro ……...........................................................................….............……………

y Che cosa ti mette più in difficoltà quando leggi? Leggere a voce alta Leggere parole nuove

Leggere davanti a tutti Altro ……...........................................................................….............……………

y In quale attività ti diverti di più? Nelle attività individuali Nelle attività di gruppo

Nelle attività di coppia Altro ……...........................................................................….............……………

y In che cosa pensi di dover migliorare? Nella comprensione del testo Nella scrittura

Nell’analisi del testo Altro ……...........................................................................….............……………

y Come ti definiresti? Un bravo lettore Un buon compagno di gruppo

Un attento ascoltatore Altro ……...........................................................................….............……………

Mi confronto con la classe Seduti in cerchio, a turno, leggete alla classe le risposte dell’intervista a voi stessi e confrontatevi. Ascoltate con attenzione le risposte dei compagni, dalle quali potreste trovare utili spunti per migliorare.

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IL TESTO DESCRITTIVO

Paesaggio di montagna Davanti a noi, oltre la strada, il fiume passava gorgogliando tra i verdi prati sfiorati dal sole. A sinistra, tre barriere di montagne, una più alta dell’altra, chiu­d evano la valle. A destra, la strada s’inoltrava in un bosco di abeti e accennava a scendere leggermente. Verso il paese, spuntavano tra le piante i tetti aguzzi delle case e due allegri campanili. Lontano, oltre il paese, si alzava un’altissima montagna coro­n ata da rocce che sembravano torri di un castello. P. Chiara, Il capostazione di Casalino, Mondadori

Scriviamo 1.

2.

3.

116

IN COPPIA

Tu e il tuo compagno continuate la storia sul quaderno. Immaginate i fatti che potrebbero accadere. Riordinateli e fate una scaletta, poi incominciate a scrivere. Rileggete il testo con attenzione e illustratelo. Infine confrontatevi con i compagni e le compagne di classe.


Viaggio nel

TESTO DESCRITTIVO Il testo descrittivo presenta la realtà che ci circonda e aiuta chi legge a immaginare attraverso le parole dell’autore. In questa unità scoprirai come si possono descrivere: • • • •

persone; animali; luoghi; fenomeni atmosferici.

COMPRENDERAI... • la differenza fra descrizione oggettiva e soggettiva; • l’importanza della descrizione nei racconti.

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Alla scoperta del... TESTO DESCRITTIVO CHE COS’È?

ARGOMENTI

È un testo che ha lo scopo di “far vedere” con le parole i personaggi e le loro emozioni, animali, luoghi e fenomeni atmosferici.

TIPO DI DESCRIZIONE Può essere: • oggettiva, se presenta dati che tutti possono osservare, senza opinioni personali; • soggettiva, se è arricchita da emozioni e giudizi personali.

Si possono descrivere persone, animali, luoghi… sia reali che fantastici.

GLI ELEMENTI DEL TESTO DESCRITTIVO

ORDINE Può seguire un ordine: • logico (da una visione di insieme al particolare o viceversa); • spaziale (da lontano a vicino…); • cronologico (come era prima, com’è dopo).

LINGUAGGIO • Ci sono molti aggettivi qualificativi, paragoni tra elementi diversi, metafore e personificazioni. • Si utilizzano i dati sensoriali: visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili.

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LABORATORIO DI ASCOLTO

pag. 195


DESCRIVERE PERSONE

Le quattro sorelle Margaret, detta Meg, la maggiore delle sorelle March, ha sedici anni, è molto graziosa, grassottella, con grandi occhi espressivi, una bocca dal disegno delicato e splendidi capelli castani. Va molto orgogliosa della bellezza delle sue mani. Jo è più giovane di un anno e non altrettanto bella. Le gambe e le braccia piuttosto lunghe la fanno somigliare vagamente a un puledro irrequieto. La bocca ha una linea risoluta, gli occhi grigi sono straordinariamente espressivi. Bellissimi i capelli, di un caldo castano ramato. Elisabeth o Beth, come tutti la chiamano abitualmente, ha tredici anni. Pelle chiara, capelli di seta, occhi luminosi e un carattere dolce e sereno, ma un po’ distaccato, come se vivesse in un mondo tutto suo. Amy è la più giovane e anche la più bella, bionda, delicata, sottile, sempre molto controllata, sembra voler dare di sé l’immagine di una perfetta piccola dama.

IL TESTO DESCRITTIVO

y Per descrivere PERSONE

ASPETTO FISICO • particolari significativi. DETTAGLI • abbigliamento; • carattere; • atteggiamento verso gli altri; • abitudini. SELEZIONARE • dati sensoriali; • similitudini; • metafore; per comunicare il vissuto che si intende esprimere.

L. May Alcott, Piccole donne

Analizzo il testo y Quali caratteristiche fisiche appartengono alle quattro sorelle? Completa. Margaret

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Jo

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Elisabeth

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Amy

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y Sottolinea le parole che descrivono il carattere di Elisabeth e quelle che descrivono il

comportamento di Amy. y Come saranno, invece, i caratteri di Margaret e di Jo? Immagina e descrivi sul quaderno.

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IL TESTO DESCRITTIVO

Scrivo y Che carattere avrà il

giardiniere descritto? Quali saranno le sue abitudini? Immagina e completa il testo sul quaderno.

Oltre le parole y Qual è il significato

dell’espressione “cespugli di setole grosse color pepe e sale”? Cespugli con folti steli salati e piccanti Folta peluria grigia

DESCRIVERE PERSONE

Il giardiniere Mi pareva vecchissimo. Di media statura, così rinsecchito e curvo, sembrava più piccolo. Aveva le gambe arcuate a forma di mezzaluna. La pelle del viso era tutta rugosa e incartapecorita, proprio del colore della pergamena antica. Dico di quella poca pelle che si poteva vedere sulla fronte e sulle gote, perché quasi tutto il viso era coperto da cespugli di setole grosse color pepe e sale. I cespugli delle sopracciglia gli nascondevano parte della fronte e gli occhi incavati; i cespugli dei baffi gli coprivano la bocca e facevano scomparire la grossezza del naso. Dove i baffi non arrivavano, i cespugli che s’infoltivano sopra due nei grossi e carnosi facevano del loro meglio per coprire le guance. Quel volto boscoso aveva un aspetto fiero e marziale. R. Ridolfi, Ulisse, da “Corriere della Sera”

Zia Beatrice

Scrivo y Dopo aver letto il

testo, descrivi una persona simile a zia Beatrice.

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La zia Alice è dolce, molto dolce. Troppo dolce, come dice zia Beatrice. Zia Beatrice, invece, non è dolce per niente. Lunga come una costa di sedano, gesticola sempre e i suoi movimenti sono uguali a quelli di un vigile addetto al traffico. E poi ha due occhi grigi e acuti che ti spiano. Occhi che notano anche un’ombra di polvere. Si occupa della dispensa e brontola sempre per gli sprechi. E controlla le mosse di tutti: è una specie di guardiana delle porte, delle scale, dei corridoi. Per questo l’ho soprannominata, in segreto, “Sedano Sorvegliante”. G. Anfousse, Sette mamme per Camilla, Giunti


LA DESCRIZIONE FANTASTICA DI PERSONE

IL TESTO DESCRITTIVO

Tirannia Vampiria Quando si parla di una strega, la maggior parte della gente si figura una vecchierella grinzosa e rinsecchita che si trascina sulla schiena una grossa gobba e ha la faccia piena di verruche pelose e un unico lungo dente che le balla in bocca. Ma oggigiorno le streghe hanno per lo più un aspetto affatto diverso. Tirannia Vampiria era piuttosto piccola di statura, ma in compenso era incredibilmente grassa. Era letteralmente più larga che lunga. Il suo abbigliamento consisteva in un abito da sera a righe nere su fondo giallo zolfo, che la faceva assomigliare a un calabrone di enormi dimensioni. Era stracarica di gioielli, perfino i suoi denti erano tutti d’oro e al posto delle otturazioni aveva fulgidi brillanti. Le sue grasse dita a salsicciotto erano coperte di anelli. Sulla sua testa troneggiava un cappello grande come una gomma d’automobile, dalla cui falda ciondolavano centinaia di monete scintillanti. La sua faccia rincagnata, con le grosse borse sotto gli occhi e le flaccide guance cascanti, era così pesantemente truccata da somigliare alla vetrina di un negozio di cosmetici. Come borsetta la strega portava sotto il braccio una piccola cassaforte con la serratura a combinazione. M. Ende, La notte dei desideri, Salani

Insieme y Descrivete alcune streghe buffe e divertenti. Poi

con le stesse inventate brevi racconti di fantasia.

• la strega acrobatica, che balla il sabato sera sulla proboscide di un vecchio elefante; • la strega pasticcera, che prepara torte volanti piene di buchi e di spifferi; • la strega musicista, che suona abilmente il violino col suo naso lungo e sottile con partiture musicali incorporate…

Analizzo il testo y Sottolinea nel

testo le frasi che descrivono l’aspetto e l’abbigliamento di Tirannia Vampiria ed esponi oralmente la descrizione.

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IL TESTO DESCRITTIVO

y Per descrivere ANIMALI

ASPETTO FISICO • particolari significativi (occhi, orecchie, colore…). DETTAGLI • abitudini; • atteggiamento verso gli altri; • ricordi di fatti. SELEZIONARE • dati sensoriali; • similitudini; • metafore; per comunicare il vissuto che si intende esprimere.

il testo

Analizzo Il vecchio cavallo y Sottolinea con colori diversi il percorso descrittivo utilizzato dall’autore:

• aspetto generale • caratteristiche che lo contraddistinguono • comportamento

Soprammobile a chi? y Che carattere ha il

cagnolino? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.

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DESCRIVERE ANIMALI

Il vecchio cavallo Orlov è un vecchio cavallo di venticinque anni. I fianchi, che una volta erano morbidi e lisci, color latte, oggi sono segnati da delle costole sporgenti. Gli occhi, forse l’ultima cosa che invecchia in un animale, sono vivi, dolci e secchi. Quando ce ne andiamo a spasso nel bosco, ogni tanto mi fermo, scendo e gli faccio brucare l’erba. Lui gironzola, alza la testa per guardarmi come a dire «posso ancora?» e col calare del sole ce ne torniamo a casa. Se gli do uno zuccherino, lui solleva le grosse labbra bianche a chiazze rosa, mostra i dentacci gialli e mi ringrazia a modo suo dandomi dei colpetti col muso sul braccio. D. Maraini

Soprammobile a chi? Appena lo vidi, così minuscolo e così indignato di trovarsi in un ridicolo cestino, mi conquistò. Uno Yorkshire Terrier microscopico, pelosissimo, sempre all’erta. È un cane di grandissimo carattere. Non gli piace essere abbracciato. Ama molto essere lodato; gradisce un pat pat sulla testa o un grat grat sotto il mento, ma detesta essere preso in braccio come un cagnolino. Per strada, molti vanno in estasi al vederlo: – Che meraviglia! Che amore! Un giocattolo! Un soprammobile! Lui li guarda torvo da dietro la frangia dorata dei peli, le orecchie sparate indietro per la rabbia, ringhiando piano fra i denti: “Soprammobile sarà lei!”. B. Gasperini, Una donna e altri animali, Baldini & Castoldi


LA DESCRIZIONE SOGGETTIVA

Il gattino Berty Berty è cresciuto: non è più quel piccolo batuffolo nero che una volta si perdeva per la casa da quanto era piccolo. Ora è cambiato moltissimo; è grande, il suo pelo è corto e folto soprattutto sul muso, ha due occhioni lucidi, verdi come lo smeraldo, che non pretendono altro che un po’ d’affetto. Quando mi vede salta sulle mie ginocchia e agita la sua folta codona, sembra chiedermi le coccole, poi comincia a leccarmi e a ciucciarmi la mano. Bertoldo si è affezionato in fretta alla casa e alla mia famiglia: infatti tutte le mattine a colazione e anche tutte le sere si mette sulle mie gambe; a volte io gli porgo qualcosa da mangiare e lui lo lecca direttamente dalla mia mano. Poi mi segue ovunque io vada: in salotto a guardare la tv, in camera e anche in bagno, tanto che ha imparato a fare la pipì nel water e vagamente anche a lavarsi i denti. Io non lo faccio uscire di casa anche se mi accorgo che lui lo desidera molto, ma ho paura che vada sotto a una macchina. Così Berty ha potuto conoscere solo Pepe, il cagnolino di un mio compagno di classe, e quando lo vede fa un saltone sulle sue potenti zampe posteriori e schizza per aria. A. Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli

IL TESTO DESCRITTIVO

Analizzo il testo y Segna con una x

l‘affermazione corretta.

Il testo è una descrizione: oggettiva soggettiva L’autore: non esprime i suoi sentimenti nei confronti del gattino esprime i suoi sentimenti nei confronti del gattino

y Sottolinea nel testo con colori diversi:

l’aspetto fisico i comportamenti e le abitudini del gattino.

y Fai una descrizione

oggettiva del gatto, poi confrontati con la classe.

Scrivo y Arricchisci la descrizione narrando un breve episodio che

metta in luce il carattere del gattino Berty. ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ……….................................................................................................................................................................... ………....................................................................................................................................................................

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IL TESTO DESCRITTIVO

DESCRIVERE ANIMALI

Nerone il corvo Analizzo il testo y Sottolinea con colori diversi le parole che descrivono:

l’aspetto fisico; il comportamento e le abitudini del corvo Nerone.

Scrivo y Immagina e continua il testo sul quaderno descrivendo lo stato d’animo di Anita e della zia.

Un giorno Nerone spiccò il volo dalla finestra aperta e…

y Trasforma la

descrizione soggettiva del corvo Nerone in oggettiva. Che cosa cambia?

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Io sono Anita e questo che vedete è il bel Nerone, dagli occhi luminosi come due piccole braci. Quand’era un minuscolo batuffolo di piume è caduto dal nido e la zia lo ha raccolto. Da allora vive in casa, ma ne combina di tutti i colori! Ha una vera passione per i sacchetti dell’immondizia: li becca, poi tira fuori dai buchi la spazzatura e la sparge per tutta la casa. Quando il cane della zia dorme, gli si avvicina di soppiatto e gli becca la coda. Se trova il tubetto del dentifricio lo riduce come un colabrodo. E non è divertente usare un tubetto che schizza da tutte le parti. Quando riesce a mettere il becco nel giornale dello zio, lo fa a brandelli. A volte prende i pezzetti di carta e li nasconde negli angoli più impensati della casa. Nerone adora la zia e la segue saltellando per tutta la casa. Quando la zia si siede sulla poltrona, lui le svolazza sulle ginocchia, allunga il collo e sta lì ad aspettare le coccole. La zia gli liscia le piume con un dito e lui gongola beato, con gli occhi socchiusi. È così tenero e affettuoso che si fa perdonare qualunque marachella. B. Wegenast ed E. Muszynski, Benedetto corvo!, Nord-Sud Edizioni


LA DESCRIZIONE FANTASTICA DI ANIMALI

IL TESTO DESCRITTIVO

I draghi Alla scuola dei maghi si fanno strane cose… come, ad esempio, addomesticare draghi! Quattro enormi draghi dall’aria malvagia si impennavano in uno spazio recintato da spesse assi di legno, ruggendo e sbuffando: torrenti di fuoco sprizzavano nel cielo buio dalle loro bocche spalancate e zannute, sorrette dai colli tesi a quindici metri di altezza. Ce n’era uno di un blu argento con lunghe corna appuntite che ringhiava e tentava di mordere; uno verde ricoperto di scaglie lisce che si contorceva e pestava i piedi con tutte le sue forze; uno rosso con una strana frangia d’oro lucente sul capo che sparava nuvole di fuoco a forma di fungo nell’aria; e uno nero, gigantesco, più simile a un lucertolone degli altri. J. K. Rowling, Harry Potter e il calice di fuoco, Salani Editore

Scrivo y Che aspetto avranno il drago a strisce e quello a pois? Immagina e

descrivili brevemente. Poi illustrali sul quaderno con la tecnica artistica che preferisci.

Il drago a strisce .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................

Il drago a pois .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................

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IL TESTO DESCRITTIVO

y Per descrivere LUOGHI

L’ORDINE DELLA DESCRIZIONE LOGICO • dal generale al particolare o viceversa. SPAZIALE • dal basso verso l’alto o viceversa; • da sinistra a destra o viceversa; • dall’esterno all’interno o viceversa; • dal primo piano allo sfondo. SELEZIONARE • dati sensoriali; • similitudini; • metafore; per comunicare il vissuto che si intende esprimere.

DESCRIVERE LUOGHI

La più bella casa della città Tutti ritenevano che casa nostra fosse la più bella della città. Il vialetto d’accesso, fiancheggiato da cespugli di rose, conduceva a una grande costruzione con pavimenti in marmo e finestre immense. Il pavimento dei quattro bagni era rivestito da mosaici di piastrelle e alle pareti delle stanze erano appesi arazzi intessuti con fili d’oro. Al piano superiore c’erano la mia camera da letto, quella di Baba e il suo studio, che profumava di tabacco e cannella. Il soggiorno al pianterreno aveva una parete curvilinea con mobili costruiti su misura. Sui muri immagini di famiglia. Una vecchia foto del nonno con il re: stivali da caccia, fucile in spalla e ai loro piedi un cervo abbattuto. C’era la foto del matrimonio dei miei genitori: mio padre, elegantissimo nel suo completo nero; mia madre, una giovane sorridente principessa in bianco. Di fianco al soggiorno c’era la sala da pranzo. Dal soffitto a volte pendeva un lampadario di cristallo e al centro della stanza c’era un tavolo di mogano intorno al quale potevano sedersi una trentina di invitati, cosa che, dato che mio padre amava dare feste sontuose, accadeva quasi ogni settimana. Sulla parete di fronte alla porta c’era un imponente camino di marmo, che per tutto l’inverno splendeva di fiamme rossoarancio. Attraverso un’ampia porta scorrevole in vetro si accedeva a una terrazza, che dava su un prato con alcune file di ciliegi. K. Hosseini, Il cacciatore di aquiloni, Piemme

Analizzo il testo y La descrizione segue un percorso: dall’esterno all’interno dall’interno all’esterno

y Rispondi alle domande. • Come ti sembrano gli ambienti descritti? • Quali dati sensoriali ha utilizzato lo scrittore?

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Lessico arazzo: panno tessuto a mano con fili di lana, seta o anche oro. Rappresenta figure e scene e viene appeso alla parete. mogano: legno pregiato di colore rossastro.


DESCRIVERE LUOGHI

IL TESTO DESCRITTIVO

Una villa fuori città La villa si trovava fuori città, molto vicina al lago, da cui la separavano soltanto la ferrovia e una strada; stava in posizione un po’ elevata, in mezzo a un giardino ricco d’alberi. Da un viale d’ingresso, leggermente in salita, si arrivava davanti al lato sinistro della villa; a ciascuno dei suoi quattro angoli sorgeva un alto pioppo, ed erano tutti così vicini alla casa che parevano quasi sorreggerla. Gli alberi toglievano alla costruzione quadrangolare un po’ della sua pesantezza, e anche quando si era sul lago, piuttosto al largo, la villa era riconoscibile da quei pioppi. Dietro la villa, alcuni gradini di pietra conducevano a un vecchio e ormai impraticabile campo da tennis, il cui terreno, scabro e irregolare, era adatto a qualunque cosa meno che a giocare a tennis; e in effetti veniva adibito alle più svariate attività all’aria aperta. Un melo accanto ai gradini era un miracolo di fecondità: quando io arrivai era talmente carico di frutti che lo si era dovuto puntellare in più parti. Bastava salire i gradini a balzi e già le mele cadevano a terra. E. Canetti, La lingua salvata, trad. di A. Pandolfi e R. Colorni, Adelphi

Analizzo il testo y Come ti sembra la villa? ................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................. ................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................

y Sottolinea nel testo i dati di posizione. y La descrizione segue un percorso: logico spaziale

Scrivo y Seguendo la stessa

struttura del testo, descrivi un bel palazzo utilizzando opportunamente i dati sensoriali e qualche similitudine per esprimere l’idea di bellezza.

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IL TESTO DESCRITTIVO

DESCRIVERE LUOGHI

L’isola misteriosa Approdammo esattamente nel luogo indicato sulla carta, a circa mezzo chilometro dalle due coste, quella dell’isola principale da una parte e quella dello Scheletro dall’altra. Il fondale era di sabbia pulita. Il tonfo della nostra ancora fece levare nugoli di uccelli, che si misero a volteggiare stridendo sulla boscaglia; ma in meno di un minuto tornarono a posarsi, e tutto fu nuovamente silenzio. Il luogo era riparato dai boschi; le cime delle colline che si ergevano qua e là tutto intorno formavano una sorta di anfiteatro. Due fiumiciattoli si riversavano in quella specie di stagno in cui ci trovavamo. Non fosse stato per la carta custodita in cabina, avremmo potuto pensare di essere i primi a gettare l’ancora in quella baia. Non spirava un alito di vento, né si udiva alcun rumore al di fuori di quello delle onde che si infrangevano contro le scogliere. L’aria era impregnata di un odore stagnante, un odore di foglie fradicie e di tronchi d’albero imputriditi. R.L. Stevenson, L’isola del tesoro, Giunti Editore

Lessico nugolo: grande quantità di elementi. imputridito: marcio.

Analizzo il testo y Per descrivere l’isola misteriosa l’autore ha utilizzato i dati sensoriali. Sottolineali con colori diversi nel testo e poi completa la tabella.

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Dati visivi

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Dati uditivi

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Dati olfattivi

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LA DESCRIZIONE DI UN LUOGO FANTASTICO

IL TESTO DESCRITTIVO

La Terra di Mai Mai Ora vi racconterò di un posto che ognuno vorrebbe visitare, ma che nessuno sa come raggiungere. Il paese si chiama TERRA DI MAI MAI. Lì i tetti delle case son fatti di panettone, le porte e le mura di marzapane, le travi di salamini. Attorno ad ogni casa c’è una siepe di salsicce e patatine fritte, con graziosi festoni di senape o mostarda, secondo i gusti. Vi sono fontane e fontanelle che gettano vino, birra o aranciata, e che zampillano nella vostra bocca appena avete sete. I fiumi sono di latte e sulle loro rive dai rami dei salici pendono ciambelle e focacce. Le ciambelle cadono nei fiumi e, se al mattino volete ciambelle soffici e ben inzuppate, dovrete pescarle lì. Nella Terra di Mai Mai i pesci nei fiumi sono già fritti, bolliti o arrostiti. È sufficiente che vi stendiate sulla riva e facciate: “Pst! Pst!”, e un pesce vi salterà in bocca da solo. Che mi crediate o no, gli uccelli che volano in quel paese sono già bell’e cotti. Vi sono oche arrostite, anitre farcite, polli e piccioni rosolati, che volano dritti fino alla vostra bocca. Ma il vero problema è costituito dal fatto che questo paese è circondato da tutte le parti da un’enorme muraglia di spaghetti. Chi vuole arrivare a Mai Mai deve scavarsi la strada con la bocca attraverso gli spaghetti! Ecco che razza di posto è, questa magica Terra di Mai Mai.

Scrivo y Che tipo di vita fanno

gli abitanti che vivono sulla Terra di Mai Mai? Quali sono le loro abitudini? Come si divertono i bambini? Immagina e descrivi sul quaderno.

y Continua sul quaderno la descrizione arricchendola di nuovi particolari di fantasia e narra un episodio. Immagina di raggiungere la Terra di Mai Mai con i tuoi compagni di classe e racconta.

G. Rodari, Enciclopedia della favola, Editori Riuniti

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IL TESTO DESCRITTIVO

DESCRIVERE FENOMENI ATMOSFERICI

y Per descrivere FENOMENI ATMOSFERICI

OSSERVARE UN FENOMENO ATMOSFERICO • dal generale al particolare o viceversa. UTILIZZARE • parole del tempo per descrivere un fenomeno atmosferico evidenziandone i cambiamenti subiti nei diversi momenti della giornata. SELEZIONARE • dati sensoriali; • similitudini; • metafore; per comunicare le impressioni e le sensazioni che suscita il fenomeno osservato.

Scrivo y Prova anche tu a descrivere

la pioggia esprimendo le tue sensazioni. Arricchisci la descrizione inserendo qualche similitudine.

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Pioggia Una pioggia sottile scivolava sulla gente che indifferente camminava lungo il viale. Foglie fradicie cadevano dagli alberi e si ammassavano. Netturbini svogliati avevano dimenticato quella poltiglia ruggine, pensando che la pioggia rendesse inutile il loro lavoro. G. Morandini


IL TESTO DESCRITTIVO

L'acquazzone Il temporale Vengo ad un tratto quasi accecato da un lampo silenzioso che zigzaga, ramificato e vibrante, dall’alto al basso, per il cielo color ardesia e poi si spegne. Aspetto e poi, dopo un intervallo che mi pare molto lungo, ecco il tuono: rotola pesantemente, simile ad una sfera di ferro che rimbalza su una superficie di lamiera, e poi esplode secco e assordante. Subito dopo arriva a folate un vento, fresco e umido, annunciatore della pioggia, che solleva dal marciapiede grigi serpentelli di polvere. A. Moravia

Analizzo

il testo

Quali dati sensoriali sono presenti nel testo? ........................................................................................................... ...........................................................................................................

y Il linguaggio è: formale e preciso personale ed emotivo

y Lo scopo del testo è: informare comunicare sensazioni

y Descrivi anche tu un temporale spaventoso.

Appena giorno c’era stato un forte acquazzone. Il vento, soffiando tra i rami degli alberi, aveva staccato le foglie trascinandole via con sé. Subito dopo era caduta la pioggia, fitta, insistente, scrosciante. Poi, finalmente, il cielo si era schiarito appena appena lasciando intravedere un pallido sole. R. Dattolico

Analizzo il testo y La descrizione è: oggettiva soggettiva

y Completa. Per descrivere l’acquazzone l’autrice utilizza i dati ............................................................ La descrizione segue l’ordine .............................................................................................. Appena giorno ......................................................... .................................................................................................. .................................................................................................. Subito dopo ................................................................ .................................................................................................. .................................................................................................. Poi ......................................................................................... .................................................................................................. ..................................................................................................

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IL TESTO DESCRITTIVO

LA DESCRIZIONE NELLA NARRAZIONE

Uno spettacolo terrificante Analizzo il testo y Sottolinea con

colori diversi le parole che descrivono alcuni particolari dell’aspetto fisico e del carattere della direttrice Spezzindue e dell’aspetto fisico e dello stato d’animo di Amanda Trippi.

Matilde e Violetta videro la direttrice Spezzindue grande e grossa nei suoi pantaloni alla zuava marciare in direzione di una bambina di circa dieci anni, con le lunghe trecce bionde sulle spalle. Ogni treccia terminava con un fiocco di raso azzurro. La bambina con le trecce, Amanda Trippi, rimase immobile, terrorizzata, tremante e con gli occhi sbarrati: sembrava certa che per lei fosse arrivato il giorno del giudizio. La Spezzindue aveva ormai raggiunto la sua vittima e torreggiava su di lei. “Voglio che quando tornerai a scuola, domattina, quelle trecce siano sparite!” abbaiò. “Tagliale e buttale nella spazzatura! Hai capito?” Amanda, sebbene paralizzata dalla paura, riuscì a balbettare: “P-p-piacciono tanto alla m-m-m-ia mamma. M-m-me le rifà ogni mattina”. “La tua mamma è un’idiota!” tuonò la Spezzindue. “Sembri un topo con la coda che gli spunta dalla testa!” Poi con una mossa brusca afferrò le trecce di Amanda con la destra, sollevandola da terra, e incominciò a farla roteare sempre più in fretta, mentre la bambina strillava a più non posso. Amanda Trippi venne fatta girare così rapidamente che non la si vedeva più e a un tratto, con un urlo bestiale, la Spezzindue mollò le trecce e la bambina fu proiettata oltre la rete metallica del cortile. “Bel tiro, signora!” gridò qualcuno, dall’altra parte del cortile, e Matilde, ipnotizzata da questo pazzesco spettacolo, vide Amanda Trippi atterrare con una lunga e sgraziata parabola sul campo da gioco. Sorprendentemente la bambina si mise a sedere. Aveva l’aria stordita (ed era comprensibile), ma dopo un paio di minuti si alzò e trotterellò verso il cortile. La Spezzindue si stropicciò le mani: “Niente male” grugnì, “se si pensa che sono fuori allenamento. Proprio niente male”. Poi se ne andò a grandi passi. R. Dahl, Matilde, Salani

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IL TESTO DESCRITTIVO

Dal testo descrittivo al testo narrativo y Prova a trasformare la direttrice Spezzindue in una persona bella, allegra e sensibile. Alla direttrice le avevano affibbiato il nomignolo di Spezzindue per il semplice fatto che spesso divideva i suoi capelli biondi in due bellissime trecce. Il suo viso era ...................................................................................................... ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................ ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................. ............................................................................................................................................

y Di quali vicende può essere

protagonista la bella, allegra e sensibile direttrice Spezzindue? Immagina e inventa una storia tenendo conto delle caratteristiche del personaggio.

Organizziamo la struttura • definisci il tempo, descrivi brevemente l’ambiente in cui si svolge la storia e gli altri personaggi che vengono introdotti; • inserisci opportunamente la nuova sequenza descrittiva della direttrice; • confrontati poi con i compagni e le compagne.

133


VERIFICA in itinere Quel tipo mi piaceva Dante, un bambino che non va troppo bene a scuola, incontra per la prima volta un anziano maestro, che lo aiuterà a fare i compiti… Salii le scale; i gradini erano così consunti che mi fecero pensare a pezzi di parmigiano mangiucchiati. Il silenzio avvolgeva ogni cosa, me ne sentivo come risucchiato. In cima alla seconda rampa di scale c’era ad aspettarmi un signore alto, con una piccola faccia dai lineamenti compressi intorno a un gran naso. Mi sorrise incoraggiante come se io, Dante, fossi stato un pellegrino venuto da lontano, atteso da tempo immemorabile. Mi scusai per il ritardo. L’uomo mi offrì una mano tutta nodosa dicendomi con voce mite: – Eccoti qui, piccolo Dante. Hai faticato a trovare la strada? No? Sì? Sei qui, questo è importante. Mentre avevo ancora la mano nella sua, capii una cosa: quella faccia non l’avrei dimenticata mai. Ero sicuro che anche fra mille anni, se avessi incontrato Cosimo Dolente, avrei saputo riconoscerlo all’istante. Quel tipo mi piaceva. Nonostante le stranezze dell’aspetto, non era brutto. Aveva sopracciglia molto folte e bianche e radi capelli lunghi. Gli occhi erano di un grigio intenso e mi fissavano spiritati. Al posto della giacca indossava una vestaglia grigia. Sembrava decisamente uno scienziato pazzo. Abbassai gli occhi per non dargli l’impressione di guardarlo troppo e così notai le pantofole. Erano grosse e sformate, di feltro marrone, aggiustate con del nastro adesivo rosso. Grandiose! Dolente si riscosse e lasciò la mia mano per farmi strada lungo un corridoio largo come una galleria. S. Gandolfi, Occhio al gatto, Salani

134


IL TESTO DESCRITTIVO

IL TESTO DESCRITTIVO

Comprendo y Chi è Dante?

y Chi è il personaggio

Un bambino che va a lezione Uno scienziato pazzo

y Che cosa capisce Dante nel dare la

descritto da Dante?

mano a Cosimo?

Un amico di famiglia Un vecchio maestro

Non sarebbe mai più tornato in quella casa Non avrebbe mai dimenticato quel volto

y Dalla descrizione dell’aspetto fisico e dall’abbigliamento potresti dedurre il carattere di Cosimo Dolente. Segna con una x le caratteristiche giuste.

È severo e nervoso Gli piacciono i bambini Cura il proprio aspetto È un personaggio eccentrico Ama il silenzio

Analizzo y Il racconto è scritto: y I fatti narrati sono: y La vicenda si svolge: y Il tempo della narrazione è: y La vicenda è narrata: y La descrizione è:

È dolce e rassicurante Detesta i bambini Non è elegante È un tipo comune Ama la confusione

in prima persona verosimili all’aperto definito al presente oggettiva

in terza persona inverosimili in un ambiente chiuso indefinito al passato soggettiva

Rifletto sulla lingua y Individua nel brano i nomi ai quali si riferiscono i seguenti aggettivi e trascrivili accanto a ciascuno di essi:

Gran

..................................................................................................

Radi e lunghi

........................................................................................................

Nodosa

..................................................................................................

Grigio intenso

........................................................................................................

Compressi

..................................................................................................

Grosse e sformate ........................................................................................................

Folte e bianche

..................................................................................................

Pazzo ........................................................................................................

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

135


IL TESTO POETICO

Rime e nonsense Un vecchio in riva al mare C’era un vecchio in riva al mare che non sapeva mai cosa fare. Un dì gli venne voglia di pescare tirò su la canna e con sommo stupore vide un pesce che innaffiava le viole.

Un vecchio signore di Livorno C’era un vecchio signore di Livorno che raccontava le fiabe a un tonno. Il piccoletto subito si addormentava e nel sonno sorrideva e sospirava.

Scriviamo 1.

2.

IN COPPIA

Tu e il tuo compagno divertitevi scrivendo con i vostri nomi brevi filastrocche divertenti; poi confrontatevi con la classe. Ecco un esempio.

Andrea Bianchini balla con i gattini. Se con loro guarda un po di tivù il suo naso diventa rosso e blu.

136


TESTO POETICO

Viaggio nel

Il testo poetico è scritto per divertire o per esprimere emozioni, idee, per sorprendere e far riflettere il lettore, per comunicare un messaggio. Ha un linguaggio speciale ricco di suoni e di immagini (figure retoriche). In questa unità scoprirai: • vari tipi di rime; • le figure retoriche: similitudine, metafora, personificazione, onomatopea; • il nonsense; • il limerick; • il calligramma.

137


Alla scoperta del... TESTO POETICO CHE COS’È? È un testo che usa parole in modo originale per esprimere emozioni, sentimenti, idee, per descrivere persone, luoghi, per comunicare un messaggio.

Il linguaggio della poesia è ricco di effetti sonori creati dalle parole e di figure retoriche che creano immagini:

GLI ELEMENTI DEL TESTO POETICO

STRUTTURA È scritto in versi liberi o in rima (baciata, alternata, incrociata) raggruppati in strofe.

SIMILITUDINE:

un paragone fatto tra due elementi. È introdotta da “sembra”, “somiglia a”, “come”...

METAFORA: LINGUAGGIO

il significato di una parola viene dato ad un’altra con caratteristiche comuni. È una similitudine abbreviata senza l’utilizzo delle parole “sembra”, “somiglia a“, “come”

PERSONIFICAZIONE:

l’attribuzione di caratteristiche umane ad animali, ambienti e oggetti

TIPOLOGIE • • • • •

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filastrocca poesia nonsense limerick calligramma

LABORATORIO DI ASCOLTO

ONOMATOPEA:

parole che riproducono suoni, rumori di oggetti, versi di animali

pag. 196


IL TESTO POETICO

RIMA BACIATA

Se ogni verso rima con quello successivo.

Un drago piccolino Ho un drago piccolino che dorme in un calzino. Io l’ho chiamato Ernesto, se insisti te lo presto.

A A B B

A. Ossorio

RIMA ALTERNATA

Se il primo verso rima con il terzo e il secondo con il quarto.

Giochiamo a fare i gufi? Giochiamo a fare i gufi? A Se vuoi si può provare. B Poi, quando siamo stufi, A B smettiamo di gufare. A. Ossorio

RIMA INCROCIATA

Se il primo verso rima con il quarto e il secondo con il terzo.

Torna il sereno Addio, rabbia di tempesta! Addio, strepitio di tuoni! Vanno in fuga i nuvoloni e pulito il cielo resta.

A B B A

S. Novaro

Filastrocca impertinente Ora tocca a te! g Completa lo schema e rispondi alle domande.

• Da quanti versi è formata la poesia? …………. • Com’è la rima? …………….......................................................

Filastrocca impertinente chi sta zitto non dice niente chi sta fermo non cammina chi va lontano non s’avvicina chi si siede non sta ritto chi va storto non va dritto e chi non parte, in verità in nessun posto arriverà… G. Rodari

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IL TESTO POETICO

La similitudine La similitudine è un paragone tra immagini che hanno delle qualità e delle caratteristiche in comune. È introdotta da: come, sembra, pare, somiglia a, è simile a… Esse creano immagini espressive capaci di suscitare emozioni.

Paesaggio Gli alberi del giardino si stagliano nell’aria lieve della sera come se fossero dipinti sopra una seta fina. Il bell’uccello grigio che si dondola sul ramo di un pesco fiorito si guarda bene da turbare il silenzio foss’anche con un grido soltanto; tutto è sonno, e la luna che si specchia nell’acqua del lago è come un’esile barca in mezzo a un prato illuminato d’oro. T. Kluigior

Nella POESIA g Rispondi alle domande. • Di che cosa parla la poesia? • Quali elementi del paesaggio sono descritti? • Di quale momento della giornata si parla? • E di quale stagione? • A cosa viene paragonata la luna? • E l’acqua del lago?

g Sottolinea nel testo l’altra similitudine.

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LA SIMILITUDINE

IL TESTO POETICO

Il vento

Il cielo

Ascolto il vento. Mi sussurra: sono forte come un masso che rotola dalla montagna. Mi sussurra: ti spingo indietro come un palloncino alto e libero nel cielo. Mi sussurra: volo alto e potente come un’aquila in cielo.

Il cielo è come un mare in cui le nubi paiono onde. E la luna è come una barca che naviga fra le stelle.

M. Lodi, La natura nelle poesie di adulti e bambini

Nella POESIA g Rispondi alle domande.

……………………….......................................................................................... ……………………….......................................................................................... K. Saionji

Nella POESIA g Sottolinea nella poesia le similitudini e completala aggiungendone un’altra.

• Cosa sussurra il vento al poeta? • Da quale parola è introdotta la similitudine?

Ora tocca a te! g Completa la poesia inserendo le similitudini. L’azzurro infinito del cielo è come ..................................................................................................................................... e i gabbiani sembrano ......................................................................................... su una seta ben tesa.

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IL TESTO POETICO

La metafora La metafora è una forma di linguaggio figurato: si tratta di un paragone in cui la parola come è sottintesa. Con le metafore i poeti identificano due immagini che hanno qualcosa in comune.

Cielo notturno Nel gran mare del cielo onde, le nuvole, si alzano; la luna è una barca che voga a nascondersi in boschi di stelle. K. No Hitomaro

Nella POESIA g Nella poesia ci sono altre due metafore: • le onde sono …………………..................................................................................………........... ........................................................................................................................................................................

• la luna è …………………..................................................................................………............................. .......................................................................................................................................................................

La luna al guinzaglio Con te la luna è buona, mia savia bambina: se cammini, cammina, e se ti fermi tu si ferma anche la luna ubbidiente lassù. È un piccolo cane bianco che tu tieni al guinzaglio, è un docile palloncino che tieni per il filo: andando a dormire lo leghi al cuscino, la luna tutta notte sta appesa al tuo lettino. G. Rodari

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Nella POESIA g Rispondi alle domande. • Com’è la luna per la bambina? • Che cos’è la luna per la bambina?


LA METAFORA

Il mio cuore è un prato Il mio cuore è un prato. Qualche fiore bianco, qualche fiore giallo. Sul grano nuovo un pettirosso si leva in volo.

IL TESTO POETICO

Nella POESIA g La poesia inizia

con una metafora. Sottolineala.

R. Carrieri

Temporale Tuona sopra i pini. La nube densa sgrana le sue uve, cade l’acqua da tutto il cielo vago, il vento scioglie la sua trasparenza, si riempiono gli alberi di anelli, di collane, di lacrime fuggenti. Goccia a goccia la pioggia si raccoglie ancora sulla terra. P. Neruda

Nella POESIA g Sottolinea le metafore presenti nella poesia.

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IL TESTO POETICO

La personificazione La personificazione è una forma di linguaggio figurato che consiste nell’attribuire caratteristiche umane a cose, animali o entità astratte.

Autunno Nella poesia il poeta usa la personificazione per alcuni elementi della stagione autunnale. Il cielo ride il suo riso turchino benché senta l’inverno ormai vicino. Il bosco scherza con le foglie gialle benché l’inverno senta ormai alle spalle. Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo, benché senta nell’onda il primo gelo. È sorto a piè di un pioppo ossuto e lungo un fiore strano, un fiore ad ombrello, un fungo. M. Moretti, Sentimento, Edizioni Remo Sandron

Nella POESIA g Completa. • Il cielo ride. • Il bosco …………………......................................................... • Il ruscello ………………….....................................................

Ora tocca a te! g Completa con le personificazioni. • La luna accarezza i tetti delle case. • Il vento …………………............................................ • Gli alberi …………………............................................ • Il sole …………………............................................ • Le stelle …………………............................................ • I fiori …………………............................................ • Le onde …………………............................................

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Lessico turchino: azzurro scuro. ciancia: chiacchiera.


LA PERSONIFICAZIONE

IL TESTO POETICO

Primavera

La nebbia

Agli elementi della natura vengono attribuiti elementi umani.

La nebbia arriva su zampine di gatto. S’accuccia e guarda la città e il porto sulle silenziose anche e poi se ne va via.

Primavera ride nel vento, le colline bevono il sole, l’aria pare d’argento il bosco non trova parole per narrare le sue meraviglie mentre incorona le viole e desta le cocciniglie. L. De Giovanni

C. Sandburg

Nella POESIA g Quali azioni umane compie la

nebbia? Sottolineale nella poesia.

Lessico cocciniglie: insetti dannosi per le piante.

Nella POESIA g Rispondi alle domande. • Da quanti versi è composta la poesia? • Da quante strofe?

g Nella poesia c’è una similitudine, sottolineala.

Co m pi to di realtà Stagioni in versi g Divisi in piccoli gruppi, ricercate

testi poetici sulle stagioni; selezionateli e trasformateli in descrizioni abbellite da disegni. Utilizzate le stesse per realizzare un prodotto multimediale.

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IL TESTO POETICO

L’onomatopea L’onomatopea è una parola che imita o riproduce dei suoni (voci, rumori, versi di animali).

La fontana malata Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch… È giù nel cortile, la povera fontana malata; che spasimo sentirla tossire! Tossisce, tossisce, un poco si tace… Di nuovo tossisce.

Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete, chchch… Mia povera fontana, col male che hai finisci, vedrai, che uccidi me pure. Clof, clop, cloch, cloffete, cloppete, clocchete… A. Palazzeschi, Poesie, Mondadori

Nella POESIA g I versi ricordano il suono …………………..........…..........…..........….......... ............................................................................................................................... ...............................................................................................................................

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IL TESTO POETICO

Mastro Geppetto Mastro Geppetto abete pioppo larice pino sega raspa pialla martello vra vra vra visc visc visc tic tac toc tic tac toc tic piedi stinchi tronco braccia mani collo bocca orecchie occhio occhio (mastro Geppetto stanco) Pinocchio.

Nella POESIA g Sottolinea le

onomatopee presenti nella poesia, cioè le parole che riproducono i suoni degli strumenti di lavoro.

R. Piumini

L’onda Sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca, schianta, romba, ride, canta, accorda, discorda, tutte accoglie e fonde le dissonanze acute nelle sue volute profonde… G. D’Annunzio

Ora tocca a te! g Inventa una poesia con i suoni e i rumori del giorno o della notte.

…………………..........…..........…..........…........................................ …………………..........…..........…..........…........................................ …………………..........…..........…..........…........................................ …………………..........…..........…..........…........................................ …………………..........…..........…..........…........................................ …………………..........…..........…..........…........................................

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IL TESTO POETICO

I nonsense I nonsense sono filastrocche senza senso che hanno lo scopo di divertire.

Una signorina col naso a spillo Una signorina col naso a spillo si innamorò di un coccodrillo. Un dì lo abbracciò e lo baciò, il coccodrillo subito se la mangiò. R. Dattolico

La tartaruga Questa sarta tartaruga fa modelli in cartasuga, sotto gli occhi ha qualche ruga: se le bagna, se le asciuga, ma non sogna che la fuga. T. Scialoja

Ora tocca a te! g Gioca con le parole e i suoni e scrivi un nonsense aiutandoti con l’illustrazione.

…………………..........…..........…..........…............................................................................ …………………..........…..........…..........…............................................................................ …………………..........…..........…..........…............................................................................ …………………..........…..........…..........…............................................................................ …………………..........…..........…..........…............................................................................ …………………..........…..........…..........…............................................................................

148


IL TESTO POETICO

Il limerick Il limerick è un particolare tipo di nonsense ed ha una struttura fissa. Il primo verso presenta il personaggio, mentre il secondo, il terzo e il quarto ne raccontano le azioni stravaganti. L’ultimo verso riprende il primo, inserendo una piccola aggiunta che rende ancora più divertente il nonsense. Le rime seguono lo schema AABBA.

Un topolino… A Un topolino di nome Luigi A comprava gioielli a Parigi. B Li regalava ma poi se ne pentiva B così ogni volta di corsa ripartiva, A quello strano topolino di nome Luigi. R. Dattolico

La lumachina… A La lumachina Martina A non trova più la sua casina. B L’ha dimenticata in mezzo al prato B accanto a un grillo innamorato, A quella sbadata lumachina di nome Martina. R. Dattolico

Insieme g Dividetevi in piccoli

gruppi e inventate dei limerick. Con gli stessi realizzate un piccolo libro.

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IL TESTO POETICO

Il calligramma I calligrammi sono componimenti poetici illustrati.

La bi m

Chi dondola?

ba che c

ulla la bambola

ond d l e d o l a l a c v a la no nna s u e giù sulla seggiola

il bimb o

olo

ola lla pend e d c t à la ge nte ch e in treno s’appisola e insi eme su ola d n o s i s c u l e ta col capo ch la m artinel la che squilla la ba llerina c he oscilla il ticchete

e la luna

l’altalena nell’aria

sull’onda

e la foglia che vola ana l p e h e la piuma c la campana che suona ora lenta ora lontana e dondola dòn dondola dòn dondola dondola dòn dòn... dòn... M. Faustinelli, Le rime-figure

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Co m pi to di

realtà

Giochiamo con la poesia Divisi in piccoli gruppi inventate alcune filastrocche adattando le parole dei versi all’oggetto. Con le stesse realizzate un prodotto multimediale da regalare all’occorrenza.


VERIFICA in itinere Un simpatico principino g Completa la filastrocca scrivendo le parole in rima. Viveva in un gran castello un principe senza …………………............................................. Scendeva spesso le scale in compagnia di uno …………………............................................. Se fuori tirava vento rideva ed era …………………............................................. Se invece nevicava piangeva e si lamentava.

Il cielo g Aggiungi una similitudine e una metafora. Il cielo è come un mare e il sole splendente ………………….............................................

La luna di notte è come …………………................................... che naviga tra le stelle.

Un foglio di carta

g Rispondi alle domande. Da quanti versi è formata la poesia? …………………...... I versi sono in rima? sì no

Un foglio di carta, sospinto dal vento, rotola e vola lungo una strada deserta. Quel foglio folleggia come un bambino all’uscita di scuola. Volteggia nell’aria come una rondine sopra il suo nido.

g Nella poesia sono presenti: similitudini metafore personificazioni

A. Russo

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPLETAMENTO................................ ANALISI..........................................................

con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto

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Mi AUTOVALUTO Legenda

benissimo

bene

così così

Mi autovaluto Ho imparato a... • ascoltare un testo e a capirne le diverse informazioni.......................................................................... • individuare gli elementi che caratterizzano i testi descrittivi................................................ • cogliere la differenza fra descrizione soggettiva e oggettiva............................................... • capire la funzione e l’importanza della descrizione nella narrazione................................ • descrivere: » persone...........................

» animali........................................................................................

» luoghi................................

» fenomeni atmosferici........................................................

Ho imparato a... • ascoltare e comprendere un testo poetico.................................................................................. • analizzare: » filastrocche...................

» limerick .......................................................................................

» poesie...............................

» calligrammi..............................................................................

» nonsense........................

Come mi sono sentito Scegli tra le alternative proposte.

y Ho mostrato maggiore sicurezza quando: ho letto ho ascoltato ho scritto ho parlato

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y A volte ho chiesto

aiuto ai compagni o all’insegnante per: comprendere analizzare raccontare scrivere

y Durante le verifiche ho provato:

tranquillità agitazione noia altro …….....................................................


3a Mi intervisto Scegli tra le alternative proposte o scrivine una tua se non trovi nulla di corrispondente a ciò che provi.

y Quando ascolti una lettura, che cosa ti aiuta a capire meglio? Le immagini Il silenzio

L’espressione di chi legge Altro ……...........................................................................….............……………

y Che cosa ti mette più in difficoltà quando leggi? Leggere a voce alta Leggere parole nuove

Leggere davanti a tutti Altro ……...........................................................................….............……………

y In quale attività ti diverti di più? Nelle attività individuali Nelle attività di gruppo

Nelle attività di coppia Altro ……...........................................................................….............……………

y In che cosa pensi di dover migliorare? Nella comprensione del testo Nella scrittura

Nell’analisi del testo Altro ……...........................................................................….............……………

y Come ti definiresti? Un bravo lettore Un buon compagno di gruppo

Un attento ascoltatore Altro ……...........................................................................….............……………

Mi confronto con la classe Seduti in cerchio, a turno, leggete alla classe le risposte dell’intervista a voi stessi e confrontatevi. Ascoltate con attenzione le risposte dei compagni, dalle quali potreste trovare utili spunti per migliorare.

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IL TESTO INFORMATIVO

L’olmo È un albero delle Ulmacee alto fino a trenta metri. Ha il tronco dritto rivestito di corteccia bruna solcata da profonde rughe. Ha le foglie ovate dentellate e ruvi­d e, i fiori piccoli e bruno rossastri raggruppati in glo­m eruli, che fioriscono in primavera prima che spunti­n o le foglie. Il frutto è una piccola noce circondata da una membrana alata e pallida. Per la sua chioma ampia e folta è utilizzato come pian­t a ornamentale di viali, parchi e giardini. Enciclopedia del regno vegetale, Vallardi

Scriviamo 1.

2.

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IN COPPIA

Insieme al tuo compagno fai una descrizione di una pianta che cresce nel cortile della vostra scuola o nei giardini del tua città. Ricercate informazioni su Internet. Poi arricchite il vostro lavoro con foto o disegni. Infine confrontatevi con i vostri compagni e compagne. Avete descritto la stessa pianta?


Viaggio nel

TESTO INFORMATIVO I testi informativi hanno lo scopo di fornire informazioni chiare e precise su svariati argomenti. Sono testi che si possono trovare su: enciclopedie, Internet, riviste e libri scolastici. In questa unità scoprirai: • la struttura dei testi informativi; • le sequenze; • l’uso di tabelle; • i termini tecnici e le parole-chiave.

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Alla scoperta del... TESTO INFORMATIVO CHE COS’È? Il testo informativo ha lo scopo di dare informazioni su argomenti di vario genere: storici, geografici, scientifici e di cultura generale.

STRUTTURA

GLI ELEMENTI DEL TESTO INFORMATIVO LINGUAGGIO Il linguaggio è chiaro e preciso, ricco di termini specialistici, con parole-chiave evidenziate.

CRONOLOGICO:

quando i dati vengono esposti in successione temporale.

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LABORATORIO DI ASCOLTO

Titolo, sequenze informative o paragrafi, immagini e didascalie, schemi, tabelle e tutto ciò che aiuta a comprendere l’argomento.

ORDINE

LOGICO:

quando vengono esposte prima le informazioni generali, poi quelle particolari

pag. 197

LOGICO-CAUSALE:

quando si mettono in evidenza le relazioni di causa-effetto che legano tra loro le diverse informazioni.


IL TESTO INFORMATIVO

Quante difficoltà per sopravvivere! Le tartarughe comuni sono l’unica specie tra quelle del Mediterraneo che ancora depone le uova sulle coste italiane. Questi animali depongono le uova ogni due o tre anni. La deposizione delle uova è sempre un avvenimento eccezionale, che accade nonostante la maggiore presenza dell’uomo sulle spiagge, il rumore e l’inquinamento delle coste. Le tartarughe preferiscono l’arcipelago delle Pelagie perché è particolarmente protetto dal punto di vista naturalistico. La schiusa delle uova non è facile da vedere: può capitare in qualunque momento, in pieno pomeriggio, all’alba o in piena notte. E poi le uova non sono visibili: si trovano a circa 30 centimetri sotto la sabbia, dove la tartaruga le depone due mesi prima, abbandonando poi il nido. Le uova si schiudono quasi contemporaneamente e i piccoli, dopo aver rotto il guscio, corrono velocissimi verso il mare. Purtroppo durante la corsa verso il mare molti vengono catturati dai predatori; molti invece finiscono in bocca ai pesci. Nel corso della sua vita, che può essere lunga fino a 150 anni, la tartaruga comune deve affrontare parecchi pericoli. Per questo esistono, nell’isola di Lampedusa, un centro di recupero per le tartarughe marine e un piccolo ospedale dove gli animali feriti possono essere curati e poi rimessi in libertà.

Comprendo il testo g Rispondi alle domande. • Dove depongono le uova le tartarughe comuni? • Ogni quanto tempo depongono le uova? • Perché preferiscono l’arcipelago delle Pelagie? • Perché è difficile assistere alla schiusa delle uova? • Quanto può durare la vita di una tartaruga? • Nell’isola di Lampedusa si è avviata una iniziativa. Quale?

“Il venerdì di Repubblica”

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IL TESTO INFORMATIVO

L’elefantessa, una matriarcale Gli elefanti vivono in famiglie formate da madri, figlie, zie e cugine con i loro piccoli. Il gruppo è guidato dalla matriarca, cioè dall’elefantessa più anziana. I maschi adulti vivono da soli, separati dal resto della famiglia. La matriarca è un capo leale e con grandi responsabilità: deve condurre la propria famiglia alla ricerca di cibo e di acqua. Durante la stagione secca le pozze d’acqua sono poche, ma l’elefantessa ha molta esperienza e conosce a memoria i sentieri per migliaia di chilometri. La vecchia madre possiede anche conoscenze importanti su come allevare i piccoli, aiuta le giovani elefantesse a partorire e insegna ai cuccioli a sfuggire ai pericoli. La matriarca assolve i suoi compiti per molti anni, finché non è troppo vecchia e debole. Quando muore, tutta la famiglia si ferma intorno al suo corpo e resta con lei per giorni. Ogni elefante dà il proprio saluto alla vecchia madre, toccandola e annusandola con la proboscide. Poi il gruppo riprende il cammino, aiutato da una nuova matriarca. Ogni volta che gli elefanti della famiglia ripassano nel punto in cui è morta la loro matriarca, si fermano e con la proboscide sollevano la terra dove giaceva il suo corpo. Gli zoologi che studiano gli elefanti hanno osservato un comportamento che può sembrare inspiegabile. Una famiglia di elefanti mangia l’erba in tranquillità. Intorno non ci sono altri animali e non si sentono rumori particolari. All’improvviso le femmine chiamano a raccolta i loro piccoli, la matriarca organizza il gruppo e tutti si allontanano velocemente. Che cosa è successo? La famiglia ha ricevuto un messaggio che avverte di un pericolo. Gli elefanti emettono suoni molto bassi, gli infrasuoni, che noi esseri umani non possiamo sentire. Grazie a questi suoni le famiglie di elefanti possono scambiarsi informazioni anche se si trovano a dieci chilometri di distanza.

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IL TESTO INFORMATIVO

Quando vogliono “spedire un messaggio” ancora più lontano, battono con una zampa alcuni colpi sul terreno. Anche a lunga distanza, un’altra zampa riceve il messaggio e così ogni gruppo sa se scappare da un pericolo, oppure se raggiungere gli altri a una pozza di acqua fresca. La loro proboscide è utile per fiutare pericoli e per riconoscere il cibo. Tuttavia svolge anche altre funzioni. Quando due elefanti litigano, tengono la proboscide rivolta verso il basso e piegata di lato, mentre se giocano è distesa in avanti. Inoltre un elefante può restare molto tempo sott’acqua, usando la proboscide come un boccaglio. I. Cagliani, Il comportamento degli animali, Touring Junior

Analizzo il testo g Segna con una x l‘affermazione corretta. Il testo utilizza: un linguaggio generico un linguaggio specifico, emozioni e stati d’animo Dal titolo puoi capire: il ruolo dell’elefantessa più anziana all’interno del gruppo le abitudini degli elefanti l’alimentazione degli elefanti

Rifletto sulla lingua g Sottolinea nel testo i connettivi che legano tra loro le informazioni.

g Dividi il testo in quattro sequenze informative e

sottolinea le informazioni più importanti presenti in ognuna. Esponi ciò che hai sottolineato a voce alta. g Utilizza le informazioni per scrivere il riassunto sul quaderno.

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IL TESTO INFORMATIVO

Le nubi Le nubi sono formate da goccioline e cristalli di ghiaccio talmente piccoli da restare sospesi nell’aria come polvere. L’aspetto delle nuvole cambia da un giorno all’altro, tuttavia è possibile riconoscere alcune tipologie. I cirri sono simili alla seta, a piume che vengono sfilacciate dall’azione dei venti forti d’alta quota. I cirrocumuli sono nubi alte di aspetto fioccoso e colore bianco formate da minuscoli cristalli di ghiaccio. Talvolta ricoprono il cielo formando “il cielo a pecorelle”. Gli altocumuli sono nubi di mezza altezza spesso associate in compatti campi estesi in cui si riconoscono le singole nubi. I cumulonembi sono nubi sviluppate in altezza. Associate ai temporali, fanno apparire il cielo scuro. I cumuli sono nubi formate da ammassi piatti alla base e fioccosi “a cavolfiore” all’estremità. Gli stratocumuli sono nubi basse, grigie e bianche spesso formate da globuli che possono formare anche densi strati. M. Allaby

Comprendo il testo Comprendo il testo g Completa la tabella. I cirri I cirrocumuli Gli altocumuli I cumulonembi I cumuli Gli stratocumuli

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IL TESTO INFORMATIVO

Una pianta preziosa Subito dopo il grano, tra i cereali più diffusi nel mondo, si trova il riso. Questa pianta, coltivata in Cina e in Indonesia nel III millennio a.C., fu introdotta dagli arabi in Spagna e in Sicilia nell’VIII sec., mentre in Italia la sua coltivazione ebbe inizio nel milanese intorno al 1520; da allora divenne comune in Lombardia e in altre regioni del nord e del centro, e passò da vegetale raro e costoso ad alimento conveniente. Il riso ha fusto eretto, alto, a seconda delle razze, da una cinquantina di centimetri ad un metro e mezzo; per crescere ha bisogno di molta umidità e può essere coltivato solo in particolari regioni e in terreni che vengono allagati in determinati periodi; inoltre ha bisogno di temperature oltre i 18 °C. Una volta il faticoso e laborioso trapianto delle pianticelle, immerse parzialmente nell’acqua, veniva compiuto a mano, mentre oggi esistono macchine che lo rendono più leggero e rapido. Tra le popolazioni orientali e quelle occidentali il modo di usare i chicchi di riso è diverso. In Asia vengono privati soltanto delle glume, ossia le foglioline che li racchiudono, e in tal modo mantengono le proteine presenti in ogni loro parte. In Occidente, invece, la parte del riso che viene usata consiste solo nel piccolo chicco di amido, privato di tutte le sue protezioni. In questo modo, il riso, durante la cottura, non perde mai la sua forma. La pianta del riso non viene usata solo per scopi alimentari: il suo amido è la base di molti prodotti chimici (tra i quali le ciprie) e con la sua paglia si produce una raffinatissima e sottilissima carta (la carta riso, appunto!). M.C. Bettazzi, La vita delle piante, Dami

Comprendo il testo g Dividi il testo in 5

sequenze informative. Sottolinea e scrivi le informazioni più importanti di ognuna. Poi esponi.

1. .................................................................................................. .................................................................................................. ..................................................................................................

2. ..................................................................................................

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3. ..................................................................................................

.................................................................................................. ..................................................................................................

4. ..................................................................................................

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5. ..................................................................................................

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Scrivo g Ricerca informazioni

su un cereale come il grano, l’orzo o l’avena e scrivi un breve testo, dagli un titolo e abbelliscilo con fotografie.

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IL TESTO INFORMATIVO

I vulcani Comprendo g Dividi il testo

il testo

in sequenze informative e in ognuna sottolinea le informazioni più importanti. Utilizza le stesse per esporre l’argomento oralmente e per iscritto sul quaderno.

Il vulcano è una montagna particolare che nasce da una spaccatura della crosta terrestre da cui fuoriesce il magma, cioè il materiale roccioso fuso che si trova nelle profondità della Terra. A contatto con l’aria il magma si raffredda, si solidifica, e le colate di lava si sovrappongono fino a formare le montagne con la caratteristica forma a cono senza punta: i vulcani. La loro attività si manifesta con l’eruzione di prodotti gassosi che provocano colonne di fumo o nubi dense di cenere e lapilli, cioè frammenti di roccia incandescente che vengono espulsi dal cratere di lava, formando spettacolari colate lungo i fianchi dei vulcani. I vulcani si distinguono in: attivi, quando eruttano continuamente o a intervalli regolari; quiescenti, quando “dormono” e non danno segni di attività da lungo tempo; spenti, quando la loro attività sembra definitivamente cessata. Ci sono poi altri fenomeni legati ai vulcani: le solfatare e i geyser. Le prime sono dei vulcani in stato di estinzione da cui fuoriescono solo vapori ad alta temperatura. I geyser, invece, sono dei getti violenti di acqua e vapore caldissimi che zampillano a intermittenza da fessure del terreno e raggiungono anche diverse decine di metri di altezza. Montagne, colline, pianure, Touring Junior

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IL TESTO INFORMATIVO

La mummificazione Ecco come si svolgono le sepolture presso gli Egizi. Vi sono uomini addetti proprio a questo compito e che conoscono l’arte della mummificazione. Essi, quando viene portato un morto, fanno vedere a coloro che l’hanno portato dei modelli di legno a forma di uomo, dipinti con colori naturali, e li informano che ci sono tre possibilità di imbalsamazione a prezzi differenti. Dopo aver dato queste spiegazioni, si informano da loro in quale modo desiderano che il morto sia trattato. Una volta accordatisi sul prezzo, i clienti si allontanano, mentre gli imbalsamatori cominciano il lavoro. Per l’imbalsamazione più accurata procedono in questo modo. Per prima cosa, servendosi di un ferro ricurvo, estraggono il cervello attraverso le narici. Poi, con una pietra aguzza, incidono l’addome, dal quale tirano fuori gli altri organi. Infine, dopo aver riempito la cavità con mirra, cannella e altre essenze profumate, lo ricuciono. Fatto questo, disseccano il corpo con il sale, tenendovelo immerso per settanta giorni. Trascorsi i settanta giorni, lavano il corpo e l’avvolgono in bende tagliate da un lenzuolo di lino. Poi il defunto viene posto dentro una bara a forma d’uomo. Erodoto, Storie

Comprendo il testo g Completa. Presso gli Egizi vi erano uomini addetti all’imbalsamazione dei defunti. Essi proponevano ai parenti del morto .................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Per l’imbalsamazione più accurata estraevano il ......................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Poi con una pietra ....................................................................................................................................................................................................................................................... e lo ricucivano. Infine ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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VERIFICA in itinere A lezione di letargo Basta qualche giornata un po’ più fresca, a fine estate, perché le marmotte si passino la parola: “Bisogna preparare la tana per l’inverno!”. Allora cominciano a scavare nel terreno alla profondità di circa 3 metri: lì sotto il gelo non arriva. Per scavarla la marmotta gratta la terra con le unghie, la spala sotto la pancia e poi arretra per spingerla fuori dalla galleria con le zampe posteriori. Quando è possibile, preferiscono “ristrutturare” le vecchie dimore, quelle degli anni precedenti, arricchendole di nuove camere e di ingressi di servizio. Sì, perché una tana che si rispetti deve avere varie entrate, ognuna delle quali conduce a una galleria. E le gallerie sono tante? Sì, perché bisogna fare tante stanze: una camera da letto per gli adulti, che vi si sistemano uno accanto all’altro; una nursery per i piccoli e una stanza per ognuno degli anziani. E ogni camera ha il suo “bagno indipendente”, con tanto di porta, fatta di fango secco. Infatti anche durante il letargo le marmotte si svegliano di tanto in tanto, vanno nella stanza da bagno e, dopo averla usata, ne richiudono accuratamente la porta. A partire dal mese di agosto, poi, le marmotte strappano grandi quantità di erba e la fanno seccare: servirà a foderare l’interno delle tane, per renderlo più confortevole durante l’inverno. A ottobre tutto è pronto: le marmotte scendono nelle loro tane e ne chiudono l’apertura con del fango indurito attraversato da fili d’erba con il gambo cavo, in modo da garantire l’aerazione. Poi cadono in letargo: la loro temperatura corporea scende da 37 a 3 gradi; il loro battito cardiaco rallenta da 80 a 1 battito al minuto, e anche la respirazione scende a un’inspirazione ogni 3 minuti. Solo il sistema nervoso delle marmotte continua a funzionare perfettamente, pronto a risvegliarle dal letargo nel mese di aprile, ai primissimi tepori primaverili. A. Pomilio, “Airone Junior“, Giorgio Mondadori

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IL TESTO INFORMATIVO Comprendo y Quando le marmotte preparano la tana per l’inverno? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y In che modo “ristrutturano” le vecchie dimore? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Perché costruiscono tante gallerie? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Che cosa fanno a partire dal mese di agosto? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Quando scendono nelle tane? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y A cosa servono gli steli d’erba con gambo cavo? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Che cosa accade al corpo delle marmotte durante il letargo? ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Analizzo y Il testo è scritto: y Il linguaggio è: y Il narratore: y Le informazioni sono:

al presente semplice esprime pareri personali precise

al passato complesso non esprime pareri personali imprecise

Rifletto sulla lingua y Leggi e sottolinea con colori diversi i nomi e le preposizioni. «Basta qualche giornata un po’ più fresca, a fine estate, perché le marmotte si passino la parola: “Bisogna preparare la tana per l’inverno!”»

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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IL TESTO ARGOMENTATIVO

Che cosa preferire Ma che cosa mangiare al posto delle merendine industriali? Che domanda! Semplicissimo: normali merende fatte in casa. Possiamo scegliere la più appetitosa: pane, burro e marmellata o pane e miele, una torta di mele o di pere, una crostata, un frullato di frutta, una buona macedonia con frutta di stagione… Non ci sarà la pubblicità, non ci sarà il regalino, non ci saranno i punti per il concorso a premi, non ci sarà nemmeno la confezione colorata e decorata, con tanta carta e tanta plastica. Ma godremo di buona salute e avremo fatto di testa nostra: che soddisfazione! “Popotus”, anno V, n. 416

Scriviamo 1.

IN COPPIA

Qual è l’argomento di questo articolo?

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2.

Qual è la tesi dell’autore?

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3.

Con quali argomentazioni l’autore sostiene la sua tesi?

......................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................

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Viaggio nel

TESTO ARGOMENTATIVO Il testo argomentativo è un testo che espone un argomento su cui riflettere. È importante leggere i testi argomentativi per confrontarsi con idee e punti di vista diversi, che suscitano in chi legge domande e riflessioni. In questa unità scoprirai: • la struttura del testo argomentativo; • come sostenere la propria opinione su un problema sapendo argomentare.

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Alla scoperta del... TESTO ARGOMENTATIVO CHE COS’È? È un testo in cui l’autore espone la propria opinione (tesi) su un determinato tema o problema e lo sostiene attraverso una serie di argomentazioni o prove. Scopo del testo è quello di convincere gli altri della validità della propria opinione, contrastando le tesi contrarie (antitesi). Di solito il titolo del testo argomentativo indica in maniera chiara il tema o il problema della discussione.

INIZIO

Si presenta il tema o problema, cioè l‘argomento su cui riflettere.

TESI

Si espone la tesi, ovvero un’opinione sull’argomento che si vuole affrontare.

ANTITESI

GLI ELEMENTI DEL TESTO ARGOMENTATIVO

ARGOMENTAZIONI

CONCLUSIONE

Si presenta una tesi contraria per dimostrare l’infondatezza della tesi sostenuta. Si presentano gli argomenti o prove per sostenere la tesi e convincere i lettori della sua validità. Utilizza esempi e ragionamenti o fa riferimento a persone autorevoli e ad esperti, per dare più forza alle proprie opinioni sul problema trattato. Si giunge a una conclusione riaffermando la tesi.

Nel testo argomentativo si utilizzano i connettivi logici (ma, perciò, quindi, pertanto, infatti, dunque) per sottolineare i legami tra la tesi e le varie argomentazioni.

168

LABORATORIO DI ASCOLTO

pag. 198


IL TESTO ARGOMENTATIVO

Regalami un po’ del tuo tempo Al mattino è la mia vicina di casa che mi accompagna al pulmino, perché i miei genitori escono presto di casa, molto prima di me, per recarsi al lavoro; perciò nessuno di loro due può accompagnarmi a scuola, come fanno, invece, molti genitori dei miei compagni. Anche quando rientro a casa, passo alcune ore da sola prima del loro ritorno. Io non mi annoio, perché guardo i cartoni alla televisione, però vorrei trovare davvero la mamma che mi aspetta davanti al cancello della scuola. Io l’ho pregata tante volte di non andare più a lavorare, ma lei mi ha risposto che senza il suo stipendio non potrei avere tutti i giochi che ho e neppure un appartamento così, con i nostri tre televisori. Ti regalo il mio tempo

y Quale problema viene affrontato? Segna con una X. Spesso i bambini restano per molto tempo da soli a causa del lavoro dei genitori. I bambini che vivono parecchie ore da soli diventano molto presto autonomi.

y Qual è l’opinione della bambina sull’argomento? .......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Qual è, invece, l’opinione della mamma?

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y Osserva l’immagine e, seguendo lo schema, sviluppa sul quaderno il testo argomentativo.

Problema Tesi Argomentazioni Conclusione

Di quale problema si tratta? Qual è la tua opinione riguardo al problema?

L’ADOZIONE A DISTANZA PUÒ SALVARE UN BAMBINO

Conosci esempi adatti a sostenere la tua tesi? Quali suggerimenti proponi per la risoluzione del problema?

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IL TESTO ARGOMENTATIVO

Comprendo il testo • Quale problema viene affrontato nel testo? .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... • Quali sono gli argomenti per sostenere le tesi? .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... • Qual è, invece, la tua proposta? .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... ....................................................................................................................

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Le buone abitudini Molti bambini trascorrono molte ore della giornata fermi di fronte al televisore, mentre sarebbe preferibile per la loro salute che le trascorressero all’aria aperta. La mancanza di movimento, unita all’abitudine di mangiare merendine fuori orario, ha l’effetto di favorire l’obesità. Una recente indagine condotta in Inghilterra ha dimostrato che i bambini più danneggiati sul piano fisico sono quelli che non giocano mai, o quasi mai, all’aperto. I più in forma, invece, sono quelli abituati a trascorrere più ore all’aperto, impegnati in giochi di movimento, come arrampicarsi, inseguirsi… Non è sufficiente che i bambini frequentino una palestra o una piscina: il gioco libero è più divertente e dà più soddisfazione. A. O. Ferraris, ”Corriere salute”


IL TESTO ARGOMENTATIVO

Qual è la vacanza migliore? La scuola sta per finire e in classe abbiamo parlato dei luoghi dove trascorrere le vacanze. Alcuni miei amici preferiscono il campeggio con i genitori per stare a diretto contatto con la natura, per esplorare boschi ricchi di inaspettate sorprese e mangiare all’aperto all’ombra di un maestoso albero. Altri, invece, prediligono la vacanza in albergo perché ritengono che sia più rilassante in quanto offre molti servizi: cibi gustosi, stanze pulite e confortevoli.

Comprendo il testo • Quale problema viene affrontato nel testo? .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... • Quali sono le tesi di due gruppi? .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... • Quali sono gli argomenti per sostenere le tesi? .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... • Qual è, invece, la tua proposta? .................................................................................................................... .................................................................................................................... .................................................................................................................... ....................................................................................................................

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IL TESTO ARGOMENTATIVO

SCR IVIAMO UN

TESTO ARGOME NTATIVO

Rico rda che.. . Nel testo argomentativo si affronta un problema e si espone la propria opinione (tesi) sostenendola con varie argomentazioni. Lo scopo è quello di convincere chi legge o chi ascolta della validità di quanto affermato.

Per scrivere un testo argomentativo

Introduzione Presentazione del fatto/problema e della propria opinione/tesi.

Argomentazioni o prove Argomenti ed esempi per giustificare la propria opinione.

Conclusione Concludere l’argomento ribadendo la propria opinione.

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IL TESTO ARGOMENTATIVO

g Seguendo lo schema dato, scrivi sul quaderno un testo argomentativo. g Scegli tra i seguenti titoli quello che corrisponde maggiormente al tuo modo di pensare e trova degli argomenti per sostenere la tua opinio

È meglio vivere in città che in campagna

L’intervallo a scuola è una perdita di tempo

ne.

Molte merendine fanno male alla salute

Il fumo danneggia la salute

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VERIFICA in itinere È bene che i musei siano aperti a Pasqua È bene che i musei siano aperti a Pasqua. Infatti molti turisti stranieri e italiani approfittano di questo periodo per visitare paesi e città, e possono così vedere anche le bellezze custodite nei musei. Le statistiche dicono che i biglietti venduti in media nelle vacanze di Pasqua sono raddoppiati rispetto agli altri anni. Quindi che i musei siano aperti torna a vantaggio sia dei privati che dello Stato. Finalmente si è capito che conviene far visitare le nostre ricchezze storiche nel periodo pasquale, in cui la gente si muove, dopo la pausa invernale.

g Qual è la tesi (opinione) dell’autore? ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

g Con quali argomenti sostiene la sua tesi? ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

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IL TESTO ARGOMENTATIVO

Vorrei un cane – A me farebbe piacere ricevere come regalo per il mio compleanno un cane di media grandezza – ho detto ai miei genitori, perché i cani, si sa, sono molto affettuosi, pertanto, mi farebbe le feste quando torno da scuola, mi farebbe compagnia anche quando studio. Sarebbe fantastico, poi, rincorrerci in giardino e avrebbe tutte le cure necessarie. Lo coccolerei, lo pulirei, insomma sarei una padroncina responsabile. Ho insistito tanto. Spero che i miei abbiano capito che parlavo di un cane vero: non vorrei che mi regalassero un peluche.

g Qual è la tesi (opinione) dell’autore? ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

g Con quali argomenti sostiene la sua tesi? ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE.....................................

con facilità

con qualche difficoltà

con un aiuto

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IL TESTO REGOLATIVO

Il regolamento d’istituto Il Consiglio d’Istituto ha approvato e fatto appendere nel corridoio della scuola il seguente regolamento: 1. Gli alunni possono entrare nel cortile della scuola e aspettare le insegnanti che li condurranno in classe al suono della campanella. 2. Durante l’intervallo gli alunni usciranno in cortile, se il tempo è bello, per svolgere giochi di gruppo. 3. Gli alunni potranno essere prelevati in anticipo per seri motivi e consegnati solo ai genitori o a persone incaricate. 4. Gli alunni devono rispettare gli spazi, gli arredi scolastici e tenere un comportamento corretto con tutti.

Scriviamo

IN COPPIA

Dopo aver letto il testo, tu e il tuo compagno stabilite alcune regole da rispettare a scuola: Durante l’intervallo: ............................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................

All’uscita da scuola: ............................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................

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Viaggio nel

TESTO REGOLATIVO I testi regolativi hanno lo scopo di fornire istruzioni per costruire oggetti, realizzare ricette, esperimenti, per eseguire giochi e seguire regole di comportamento. In questa unità scoprirai: • la struttura di un testo regolativo; • l’importanza di presentare le azioni in ordine cronologico; • l’uso di disegni o fotografie che aiutano a comprendere meglio regole e comportamenti.

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Alla scoperta del... TESTO REGOLATIVO CHE COS’È?

STRUTTURA È spesso scritto utilizzando un elenco puntato o numerato.

Il testo regolativo può fornire: • istruzioni per fare qualcosa, ad esempio una ricetta, un esperimento, montare un oggetto, eseguire un gioco; • regole di comportamento, per esempio codici (stradale, della legge…) e regolamenti (di piscine, palestre…); • consigli e suggerimenti da applicare in determinate situazioni.

Di solito è diviso in due parti: per esempio, nelle ricette, materiale occorrente e ingredienti, da una parte, e procedimento, dall’altra.

GLI ELEMENTI DEL TESTO REGOLATIVO

LINGUAGGIO È essenziale e chiaro, contiene termini precisi. Le frasi sono brevi. I verbi di solito sono espressi al modo imperativo o al modo infinito.

Il testo è accompagnato da immagini o fotografie che illustrano le fasi di esecuzione da compiere.

ORDINE Le istruzioni vengono fornite seguendo un ordine cronologico.

178

LABORATORIO DI ASCOLTO

pag. 199


IL TESTO REGOLATIVO

A tavola ci si comporta così 1. Si sta composti, ben seduti sulla sedia, con le braccia parallele. Non si mettono mai i gomiti sulla tavola.

2. Se si vuole del pane, si prende un panino intero dal

cestino e se ne stacca un pezzetto alla volta con le dita. Il pane non va morsicato selvaggiamente e, una volta iniziato, non si rimette nel cestino.

3. Quando si mangia la minestra non si aspira su

rumorosamente. Se ne prende poca alla volta nel cucchiaio e si inghiotte. Prima è meglio assaggiarla per non scottarsi!

4. Non si china mai la testa verso il piatto per mangiare, ma si mantiene una posizione eretta. Le posate servono proprio per portare i bocconi su fino alla bocca.

5. Il coltello si tiene nella mano destra, la forchetta nella sinistra. Il coltello non si mette mai in bocca (non è bello e poi ti potresti tagliare).

6. Prima di bere e dopo aver bevuto ci si deve pulire la

bocca con il tovagliolo. Ricordati che non si beve mai con la bocca piena e nemmeno tutto d’un fiato.

Analizzo il testo g Rispondi alle domande. • Qual è lo scopo del testo? ........................................................................................................... ........................................................................................................... ...........................................................................................................

• In quale ordine si presentano le azioni? ...........................................................................................................

• Quale ruolo ha l’immagine in questo testo? ........................................................................................................... ........................................................................................................... ...........................................................................................................

• Il testo è scritto con un linguaggio semplice e chiaro o difficile e tecnico? ...........................................................................................................

g A tavola rispetti le regole elencate nel brano?

g Quali ritieni siano le regole più importanti?

B Masini e L. Chiuppi, Bricognomo, De Agostini

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IL TESTO REGOLATIVO

Rubabandiera È un gioco a squadre che si svolge sia all’aperto che in un luogo chiuso. Unico oggetto necessario per il gioco è un fazzoletto.

1. Due squadre si schierano sulla linea tracciata sul terreno, una di fronte all’altra; ogni componente ha un numero progressivo.

2. Al centro c’è un bambino che regge in mano il fazzoletto o “bandiera” e chiama i numeri dei giocatori. Per esempio: «I numeri 2!», essi avanzano e si pongono di lato al fazzoletto.

3. Entrambi i giocatori cercano di afferrare il fazzoletto. Il giocatore che lo afferra, corre per tornare al suo posto.

4. L’avversario può inseguirlo e toccarlo per invalidare la presa. Se il giocatore rientra nella sua linea con la bandiera ha fatto un punto.

5. Chi è toccato è eliminato; la squadra che sopravvive con l’ultimo corridore vince. AA.VV., La bottega della fantasia, Archimede Edizioni

g Spiega il gioco ai compagni e alle compagne di classe semplificando il linguaggio e tenendo conto delle varie fasi di cui si compone.

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IL TESTO REGOLATIVO

Una ricetta: Banane golose INGREDIENTI • 4 banane • 4 biscotti • Crema al cioccolato da spalmare

1

PROCEDIMENTO

1. Taglia le banane a metà nel senso della

2

lunghezza.

2. Spalma ogni mezza banana con un cucchiaio di crema al cioccolato.

3. Sbriciola finemente i biscotti e spolvera le banane.

3

R. C. Paciotti, Mini ricette, DeAgostini

g Il disegno rappresenta un lavoretto realizzato da una bambina della tua età. Quali materiali servono? Rispondi completando lo schema qui sotto.

OCCORRENTE

PROCEDIMENTO

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Co m pi to di realtà La nostra ricetta golosa Divisi in piccoli gruppi, scegliete una ricetta semplice da realizzare, che piaccia a tutti voi e non preveda cottura. Su di un foglio, elencate gli ingredienti, scrivendoli sia in italiano che in inglese, e descrivete il procedimento, suddividendolo in fasi. Illustrate ogni fase con disegni semplici ma chiari. Mostrate poi il vostro lavoro agli altri gruppi e, con il permesso e l’aiuto dell’insegnante, realizzate la ricetta a scuola per una golosa merenda in allegra compagnia.

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IL TESTO REGOLATIVO

Vai al volume di EDUCAZIONE CIVICA

I dieci comandamenti della cortesia 1) Ascoltare

6) Non inquinare

Cercate di vivere bene insieme: ascoltate gli altri e siate pazienti.

Il pianeta è uno solo: rispettatelo e non inquinatelo.

2) Sorridere

7) Riutilizzare

Siate aperti verso tutti: salutate, ringraziate e sorridete spesso.

Riducete gli sprechi il più possibile: riciclate, riutilizzate, riparate.

3) Ragionare

8) Mangiare locale

Fatevi scivolare via i torti subiti e non cedete alla rabbia.

A tavola seguite la stagionalità e preferite i prodotti locali.

4) Rispettare

9) Proteggere

Rispettate e valorizzate la diversità, è una grande fonte di ricchezza.

Proteggete gli animali: non maltrattateli e non abbandonateli.

5) Condividere

10) Vivere con etica

Non siate gelosi del sapere: comunicate e condividete il più possibile.

Vivete insieme con gli esseri umani e gli animali domestici in modo etico, senza indurre loro sofferenza. “La Stampa”, 12 novembre 2014

Insieme g Lavorando in coppia, tu e il tuo

amico leggete il testo, poi, a turno, spiegate cosa avete capito.

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IL TESTO REGOLATIVO

Come educare un cucciolo di cane 1. La regola numero uno per educare un cucciolo è

l’amore, ma subito dopo viene la pazienza, perché oltre a nutrirlo bisognerà educarlo, badare alla sua salute e farlo divertire.

2. La mattina e subito dopo pranzo e cena va sempre portato fuori per fare la pipì.

3. Lasciatelo in pace il più possibile, soprattutto quando dorme. Per un cucciolo il sonno è indispensabile tanto quanto lo è mangiare.

Parliamone • Quali sono le regole indispensabili per educare un cucciolo di cane? • Gli animali in genere hanno il diritto di essere rispettati?

g Ricerca su Internet la

Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale promulgata dall’UNESCO: leggi gli articoli, fai le tue considerazioni e confrontale con quelle dei compagni di classe.

4. Il cane è un amico, non un giocattolo qualunque: far

finta di strangolarlo, salirgli sopra a cavalcioni e tirarlo per il collo vuol dire non rispettarlo.

5. Procurategli dall’inizio uno spazio tutto suo, comodo e tranquillo: sarà più felice lì che su un divano perché lo sentirà come la sua proprietà privata.

6. A due mesi di età cominciano le vaccinazioni. Se un cucciolo è stato acquistato in un allevamento o in un negozio, prima di ritirarlo chiedete se le ha già fatte.

7. Dategli da mangiare le sue cose sempre nello stesso posto e alle stesse ore. Non offritegli mai bocconcini del vostro piatto: al confronto la sua pappa non gli piacerà più.

R. Pasero

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VERIFICA in itinere Il galateo del passeggero Per evitare o limitare i rischi in automobile, occorre comportarsi con attenzione e diligenza, attenendosi in modo scrupoloso alle norme del Codice della strada. Non solo le persone che guidano l’auto sono obbligate ad osservare le norme del Codice della strada, ma anche i passeggeri devono avere un comportamento sicuro e rispettoso nei confronti di chi guida. La prima regola è quella di allacciare le cinture di sicurezza per evitare, in caso di incidente, di essere sbalzati con violenza contro i passeggeri seduti nei posti anteriori. Se poi a bordo della vettura ci sono bambini di statura inferiore a 1,50 m, essi devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta, ovvero un dispositivo specifico, adeguato al loro peso. I neonati devono essere trasportati sull'apposito seggiolino di sicurezza, in verso contrario al senso di marcia, a patto che si possa disattivare l’air bag frontale. Il buon senso impone di non recar danno o disturbo a chi conduce l’automobile, per non creare motivi di distrazione, e di non sentire musica ad alto volume, che impedisce di udire eventuali rumori. Non bisogna nemmeno impedire la visibilità del lunotto posteriore con oggetti ingombranti e, tanto meno, pesanti: questi oggetti possono diventare pericolosi in caso di forti decelerazioni. AA.VV., La compagnia dei lettori, Paravia

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IL TESTO REGOLATIVO

IL TESTO REGOLATIVO

Comprendo y Che cos’è il galateo? ............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Chi è obbligato a rispettare il Codice della strada?

...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Perché bisogna allacciare le cinture di sicurezza?

............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Quale obbligo hanno i ragazzi di statura inferiore a 1,50 m?

...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Quale regola bisogna rispettare nel caso di neonati a bordo?

..........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

y Come bisogna comportarsi per non disturbare il conducente?

............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................... ...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Analizzo y Il testo ha una funzione: y Il linguaggio è: y Le informazioni sono: y Il testo segue un ordine: y I verbi sono usati:

istruttiva colloquiale precise logico al passato

di intrattenimento settoriale imprecise cronologico al presente

y Sottolinea tutte le regole da rispettare presenti nel testo e trascrivile sul quaderno con un elenco puntato.

Rifletto sulla lingua y Leggi la frase “La prima regola è quella di allacciare le cinture di sicurezza” e rispondi alle

domande. • Quanti verbi all’infinito puoi contare? Due Uno • Che cos’è “prima”? Un avverbio di tempo Un aggettivo numerale • Quale funzione logica ha l’espressione “le cinture”? Soggetto Complemento oggetto • Quale tra le seguenti parole ha funzione di soggetto? Quella La prima regola

Com’è andata?

y Ho svolto le attività di... COMPRENSIONE..................................... ANALISI.......................................................... RIFLESSIONE LINGUISTICA..............

con facilità con facilità con facilità

con qualche difficoltà con qualche difficoltà con qualche difficoltà

con un aiuto con un aiuto con un aiuto

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VIAGGIO nella

PUBBLICITÀ

Leggiamo la pubblicità La pubblicità è una forma di comunicazione che dà informazioni su un prodotto o su un determinato argomento cercando di attirare l’attenzione e convincere le persone verso gli stessi. Si propone di orientare all’acquisto del prodotto reclamizzato o verso un comportamento. Il messaggio pubblicitario è composto dai seguenti elementi:

ROMA

Un viaggio tra storia, arte e cultura

PRODOTTO l’oggetto che viene pubblicizzato SLOGAN breve frase per attirare l’attenzione di chi legge IMMAGINE rafforza il messaggio pubblicitario TESTO fornisce indicazioni specifiche sull’oggetto della pubblicità EMITTENTE chi invia la pubblicità

g Completa la tabella. Prodotto Slogan Immagine Testo Emittente

Parliamone g Ti lasci convincere facilmente dalla pubblicità? Confronta la tua opinione con quella dei compagni e delle compagne.

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Occhio alla pubblicità! g Osserva le immagini e indica per ognuna: il prodotto pubblicizzato, il tipo di immagine (fotografia o disegno) e lo slogan.

SmileCookie Un gusto che mette allegria!

MilkBianco Bianco così buono da leccarti i baffi!

Picc oli pubb licit ari g Immagina di

ColorSport un tocco di colore ai tuoi piedi.

pubblicizzare un prodotto tecnologico. Pensa al disegno e inventa uno slogan che ne metta in evidenza qualità e pregi.

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VIAGGIO nella

PUBBLICITÀ

La pubblicità progresso Esiste una pubblicità che ha lo scopo di farci riflettere su problemi sociali per invitarci a mettere in atto comportamenti corretti e responsabili, che migliorino la qualità della vita e della convivenza civile. Questo tipo di pubblicità è la Pubblicità Progresso.

Non tarpiamo le ali ai nostri amici La LIPU combatte per proteggere la natura in Italia, impegnandosi in progetti concreti, chiari e realizzabili. Col tuo impegno possiamo vincere l’indifferenza e salvaguardare questo nostro ambiente, oggi così minacciato. Insieme possiamo fare molto per difendere la natura e tutte le creature che ci abitano, con particolare attenzione agli uccelli. Questo è un modo per cambiare le cose. Possiamo farlo insieme a te. LIPU = Lega Italiana Protezione Uccelli

g Osserva la Pubblicità Progresso e rispondi alle domande. • Chi ha promosso questa pubblicità? • A chi è destinata? • Qual è lo slogan? • A che cosa serve questo messaggio pubblicitario?

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Picc oli pubb licit ari g Realizza anche

tu insieme ai tuoi compagni di classe un messaggio pubblicitario in difesa di alcune specie di animali in via di estinzione.


La pubblicità progresso g Osserva le foto e leggi le scritte (slogan) di ogni pubblicità. Che cosa comunicano?

Non mandare la tua vita in fumo

Prima che sia troppo tardi… Salviamo il pianeta!

Amici per la pelle!

Co m pi to di realtà Piccoli pubblicitari g Con i tuoi compagni di classe

progetta una pubblicità che inviti a prendersi cura degli animali abbandonati. Realizza un disegno e uno slogan in difesa dei simpatici amici a quattro zampe.

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LABORATORIO DI ASCOLTO

IL RACCONTO REALISTICO

Consigli per l’ascolto Prima dell’ascolto Leggi attentamente il titolo e fai delle anticipazioni sull’argomento.

Durante l’ascolto Cerca di mantenere viva l’attenzione mentre l’insegnante legge.

Dopo l’ascolto Ricostruisci l’ordine in cui sono avvenuti i fatti e completa il riassunto.

Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

Da Mary taglio e piega g Indica con una x le frasi corrette. Il racconto è ambientato in una casa. La protagonista non si chiama Mary. Il racconto è narrato in terza persona.

g Riordina i fatti numerandoli. La protagonista odia i suoi capelli. Prende tutto l'occorrente per tagliare i capelli. Decide di tagliare i capelli. Il pavimento della camera è ricoperto da centinaia di ricci. Si taglia i capelli. Pensa di aprire un negozio di parrucchiera.

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g Rispondi con una x. Perché la protagonista decide di tagliarsi i capelli? Sono molto lunghi Sono tutti diversi Perché utilizza il gel del fratello? Per ammorbidire i capelli Per lisciare i capelli ricci Perché si mette gli occhialetti da piscina? Per proteggersi gli occhi Per vedere meglio


IL RACCONTO FANTASTICO IL RACCONTO FANTASTICO

LABORATORIO DI ASCOLTO

Il cacciatore sfortunato Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

g Segna con una x la risposta corretta. • Come si chiama il protagonista della storia?

Giuseppe

Giovanni

• Quale animale vuole catturare il cacciatore?

Un coniglio

Una lepre

• Che cosa fa il fucile invece di sparare? • Come si conclude la storia?

Fa cadere la pallottola a terra

Giuseppe cattura la lepre

Fischietta

Giuseppe torna a casa senza prede

g Leggi le seguenti affermazioni e indica con una x se sono vere o false. • La sorella di Giuseppe deve sposarsi e vuol mangiare lepre e polenta.

V F

• Giuseppe va a caccia con arco e frecce.

V F

• Il fucile non spara, ma fa cadere la pallottola ed emette versi.

V F

• La lepre passa tre volte davanti a Giuseppe.

V F

• Giuseppe vede un tacchino che indossa un velo da sposa.

V F

• Il fagiano ricompare sul sentiero con i suoi piccolini.

V F

• Un merlo aiuta Giuseppe a prendere la mira.

V F

• Giuseppe scopre che i fucili sono in sciopero.

V F

• Giuseppe torna a casa con tre prede belle grosse.

V F

g Collega con una freccia ogni animale all’azione che compie.

passeggia sul sentiero

indossa il velo da sposa

fischia sul ramo

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LABORATORIO DI ASCOLTO

IL RACCONTO UMORISTICO

Il banchetto di Atomino Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

g Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase.

• Il racconto è narrato in

prima persona

terza persona

• Il racconto narra fatti

fantastici

reali

• Il luogo del racconto è

precisato

imprecisato

• I fatti sono narrati al

passato

presente

• Il tempo della storia è

precisato

imprecisato

g Segna con una X le scene che non appartengono alla storia.

g Indica con una X la vignetta che illustra la conclusione della storia.

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IL RACCONTO DI AVVENTURA

LABORATORIO DI ASCOLTO

Il tesoro di capitan Barracuda Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

g Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase.

• Il racconto è narrato in

prima persona

terza persona

• Il racconto narra fatti

fantastici

reali

• Il luogo del racconto è

precisato

imprecisato

• I fatti sono narrati al

passato

presente

• Il tempo della storia è

precisato

imprecisato

g Leggi le seguenti affermazioni e indica con una X se sono vere o false. • Capitan Barracuda è un pirata. V F • I pirati sbarcano sull’isola di Ceylon. • Il Capitano conta i passi che portano al tesoro di Phineas Krane. • I pirati devono scavare a lungo per trovare il forziere. • I pirati trovano un forziere grande e nero. • Nel forziere trovano oro, gioielli e antiche monete. • Capitan Barracuda ringrazia mentalmente Phineas Krane.

V F V F V F V F V F V F

g Indica con una X quali scene non appartengono alla storia.

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LABORATORIO DI ASCOLTO

IL RACCONTO DI PAURA

La Casa del Terrore Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

g Ascolta attentamente il brano, poi indica con una X le parole che completano correttamente la frase.

• Il racconto è narrato in

prima persona

terza persona

• Il racconto narra fatti

fantastici

reali

• Il luogo del racconto è

definito

indefinito

• I fatti sono narrati al

passato

presente

• Il tempo della storia è

precisato

imprecisato

g Completa le frasi tratte dal testo, inserendo le seguenti parole al posto giusto: sinistra • plastica • pipistrelli • streghe • scheletro • fluorescenti • impronte • strillo.

Il ragazzo sapeva benissimo che lo ……….................….................................... era di ………...................................... .......... e che la voce era incisa sul nastro. Lo spettro emise una ……….................….................................... risata e scomparve. Subito sul pavimento si illuminarono una serie di ……….................….................. ..................; Peter si mosse seguendo le tracce ……….................….................................... Aprì una porta: risuonò uno ……….................….................................... acutissimo e tre ……….................…................ gli passarono al volo davanti al naso. Nella stanza successiva un branco di ……….................….................................... gli roteò intorno al capo.

g Quale tra i seguenti edifici potrebbe essere la Casa del Terrore descritta nel brano?

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IL TESTO DESCRITTIVO

LABORATORIO DI ASCOLTO

Nelle praterie del Kansas Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

g Dopo aver ascoltato il testo, segna con una x le frasi corrette.

Dorothy abitava con lo zio Henry e la zia Em nelle praterie del Kansas. La casa era piccola e di legno. Nella casa c'erano la soffitta e la cantina. Nella casa c'era una buca per ripararsi dalle grandi bufere di vento. Gli zii Em ed Henry sorridevano spesso. Toto era un cagnolino. Lo zio Henry e Dorothy guardavano il cielo preoccupati.

g In questo testo sono decritti: Dorothy, la casa, zia Em e Toto Dorothy, zia Em, zio Henry e Toto La casa, zia Em, zio Henry e Toto

g Colora le parole corrette. • La zia Em prima era giovane e graziosa, ma da quando viveva nel Kansas era diventata magra grassa e triste allegra . • Lo zio Henry era taciturno chiacchierone , corta e indossava aveva la barba lunga sandali stivali .

g Che cosa significa “solenne”? Che ispira rispetto Triste Allegro

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LABORATORIO DI ASCOLTO

IL TESTO POETICO

Il re Barbone Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

g La poesia è in rima:

alternata

incrociata

baciata

g Racconta la storia del re Barbone. Un giorno un uomo entrò in un ristorante, ma lo mandarono subito via perché non aveva abiti eleganti. Allora entrò ............................................................................................................................................................................................ .................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................................................

g Nel testo poetico che hai ascoltato ci sono parole in rima. Sottolinea quelle tratte dal testo. • ristorante • viandante • elegante • aliante

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• osteria • mia • via • mania

• nonnini • giardini • tacchini • bambini

• ponte • monte • conte • fonte

• sorci • dolci • amici • dodici


IL TESTO INFORMATIVO

LABORATORIO DI ASCOLTO

I templi egizi Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

g Completa il testo inserendo correttamente le parole:

dovere religioso • decoratori • la divinità • dèi • rampe • faraone • mura.

Con la costruzione di un tempio gli Egizi onoravano ................................................ alla quale esso veniva dedicato. Era anche un ........................................................................................ attraverso il quale si stabiliva il legame con gli ........................................................ che proteggevano il Paese rendendolo ricco e potente. Innalzare un tempio era compito del ......................................... I templi erano costruiti in pietra dura. Per rendere possibile il lavoro si montavano grandi ........................................ di mattoni. Quando la struttura era completata intervenivano i ......................................... Al termine del lavoro venivano innalzate delle ......................................... L’ingresso al tempio era monumentale e fiancheggiato da torrioni.

g Qual è lo scopo del testo? Narrare una storia Dare informazioni

g Che cosa ti fa capire il titolo? Si parla dei templi egizi Degli Egizi

g Il testo è: storico geografico

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LABORATORIO DI ASCOLTO

IL TESTO ARGOMENTATIVO

Se leggi hai una marcia in più Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

TEMA O PROB LEMA (argomento del testo) • La lettura

TESI (l’importanza della lettura) • L’importanza della lettura.

ARGO MENT AZIO NI (argomenti o prove a favore della lettura)

Chi legge: • arricchisce il proprio vocabolario; • allena la fantasia e l’espressività; • coglie le emozioni; • comprende ed affronta le paure; • diventa lettore anche da grande e avrà più successo nella vita.

y Secondo l’autrice chi legge ha una marcia in più. Esprimi la tua opinione sull’argomento in base alla tua esperienza di scolaro/a.

.................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................

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IL TESTO REGOLATIVO IL TESTO REGOLATIVO

LABORATORIO DI ASCOLTO

I biscotti della nonna Ascolta il brano facendo una scansione del QR Code e svolgi le attività.

INGREDIENTI • 200 grammi di burro • 200 grammi di farina • 100 grammi di zucchero

• 1 decilitro di acqua fredda • 1 uovo • marmellata

1

2

3

4

g Indica con una x il completamento corretto. Il testo che hai ascoltato è: narrativo descrittivo regolativo

Le informazioni sono: precise disordinate difficili da capire

Le immagini: hanno aiutato a capire non hanno aiutato a capire

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Mi AUTOVALUTO Legenda

benissimo

bene

così così

Mi autovaluto Ho imparato a... • ascoltare e analizzare testi: » informativi.......................................................................................................... » argomentativi.................................................................................................... » regolativi.............................................................................................................

• riassumere un testo............................................................................................. • esporre un testo letto.......................................................................................... • scrivere testi. ..........................................................................................................

• leggere la pubblicità............................................................................................ • scrivere testi pubblicitari....................................................................................

Come mi sono sentito Scegli tra le alternative proposte.

y Ho mostrato maggiore sicurezza quando: ho letto ho ascoltato ho scritto ho parlato

200

y A volte ho chiesto

aiuto ai compagni o all’insegnante per: comprendere analizzare raccontare scrivere

y Durante le verifiche ho provato:

tranquillità agitazione noia altro …….....................................................


4a Mi intervisto Scegli tra le alternative proposte o scrivine una tua se non trovi nulla di corrispondente a ciò che provi.

y Quando ascolti una lettura, che cosa ti aiuta a capire meglio? Le immagini Il silenzio

L’espressione di chi legge Altro ……...........................................................................….............……………

y Che cosa ti mette più in difficoltà quando leggi? Leggere a voce alta Leggere parole nuove

Leggere davanti a tutti Altro ……...........................................................................….............……………

y In quale attività ti diverti di più? Nelle attività individuali Nelle attività di gruppo

Nelle attività di coppia Altro ……...........................................................................….............……………

y In che cosa pensi di dover migliorare? Nella comprensione del testo Nella scrittura

Nell’analisi del testo Altro ……...........................................................................….............……………

y Come ti definiresti? Un bravo lettore Un buon compagno di gruppo

Un attento ascoltatore Altro ……...........................................................................….............……………

Mi confronto con la classe Seduti in cerchio, a turno, leggete alla classe le risposte dell’intervista a voi stessi e confrontatevi. Ascoltate con attenzione le risposte dei compagni, dalle quali potreste trovare utili spunti per migliorare.

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ESTATE

Ecco l’ESTATE Estate Era mezzogiorno. Splendeva un sole ardentissimo. Non stridore di cicale, non canto di uccello, non volo di farfalla, non voce, non moto né vicino né lontano. Ogni cosa era quieta. Pareva che la natura dormisse. Allora la campagna s’anima tutta d’una vita fantastica, come di notte. Si sentono suoni indefiniti, come di lunghe grida lontane, soffi, fruscii, qui, là, non si sa dove, da ogni parte: pare che nell’aria ci sia qualcuno o qualcosa che fluttua e che s’agita. S’avvicina, si scosta, ritorna, ci rasenta, s’allontana: si direbbe che vi sono degli esseri invisibili che stanno macchinando qualcosa. Ad un tratto, si sente un acuto ronzio d’insetto. Passa, poi torna il silenzio. Sbuca una lucertola, si ferma, par che stia a sentire, è come impaurita da quel silenzio, scappa via. La campagna ha qualche cosa di solenne e di triste, come un mare solitario.

• Quali dati sensoriali sono presenti nel testo? g Sottolinea con colori diversi. • Ti piace l’estate? Perché? • Cosa ti piace fare in questa stagione? Racconta.

E. De Amicis, Vita Militare, Treves

Estate Delle quattro stagioni dell’anno l’estate è la più chiara e la più ardente: fa maturare i frutti e sparge risa e luce. Com’è bello discendere al fiume, fermarsi sopra l’acqua, per ascoltare in lontananza il cuculo, per vedere la giovane luna. Aseev, Poesia Russa del 900, Guanda

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nell’ARTE g Realizza un paesaggio estivo

utilizzando la tecnica del collage con materiale di riciclo.


ESTATE

Finalmente in vacanza Il giorno della partenza era arrivato. Al mattino Mini portò, dalla nonna, Mizzi: la gatta non poteva andare al mare g Dove andò Mini con loro. La nonna pianse un po’ nel salutarli. La nonna il giorno della piange spesso: una volta perché si commuove, un’altra partenza? perché è offesa e questa volta piangeva perché era g A quale scena preoccupata. assistette quando Quando Mini tornò a casa trovò la mamma, il papà e tornò a casa? Moritz già accanto alla macchina: stavano litigando. Il g Considerando i capricci di Moritz, papà si rifiutava di caricare tutto quello che Moritz aveva come vivranno preparato. le vacanze i suoi – La nostra è un'auto, non è un camion! È pura follia! – genitori? Come gridò. reagirà Mini? La follia di Moritz consisteva in un pallone, una tenda Immagina e racconta. da indiani, due paia di pinne, un volano, un canotto con i remi, birilli, un’amaca, un materassino, due barche a vela telecomandate, un sacco di palline da tennis e di cianfrusaglie varie. – Mi avevi detto di prendere tutto quello che volevo! – protestò Moritz. – Ha ragione! Gliel’hai promesso – confermò la mamma. – D’accordo, d’accordo – gridò il babbo, indicando il bagagliaio. – E ditemi allora come faccio a farci stare tutta quella roba. – Ci vorrà il portapacchi – suggerì la mamma. Brontolando il papà prese il portapacchi, ci mise sopra due grosse valigie e le fissò con le cinghie. Poi infilò le cianfrusaglie di Moritz nel bagagliaio. Finito di caricare, il papà si rasserenò e tornò la pace. – Tutto a posto – annunciò soddisfatto. – Si parte! C. Nöstlinger, Mini in vacanza, Panini

Summer g Stanno arrivando le vacanze: che

cosa succede nella tua famiglia nei giorni che precedono la partenza? Qual è il tuo stato d’animo? E quello dei tuoi genitori? Racconta.

Summer brings us nice warm sun for swimming, fishing, and lots of fun; for finding seashells in the sand; for sunbathing to get a tan; to do all these things and more at the beach and seashore.

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ESTATE

Avremo giorni lunghi Avremo giorni lunghi gonfi di caldo tutti da giocare sere tiepide, notti azzurre per non addormentarsi stelle cadenti da spiare. Avremo fresche mattine brevi erba verde da pestare sabbia per stampare le tracce dei nostri piedi nudi. Avremo un libro speciale e un albero speciale fresco e alto su di noi mentre leggiamo il libro. E pesche di velluto gelide angurie ciliegie gemelle lingue fresche e lunghe per succhiar gelati. Avremo un’estate intera da infilarci in tasca alla fine dell’estate, quando saremo un po’ più vecchi, più vecchi di un’estate. B. Masini, www.mangialibri.com

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