Tracy Wyatt, 33 anni, e lo psicologo Harold Brannan, 60, si erano sposati nel maggio scorso. Lei scozzese, originaria di Glasgow, lui americano di Omaha, in Nebraska.
Erano andati a vivere a casa dell’uomo subito dopo la cerimonia, insieme al figlio di lui, il 21enne David, che non ha mai visto di buon occhio la relazione tra il padre e Tracy, che avevano quasi 30 anni di differenza.
I rapporti tra Tracy e il suo figliastro erano sempre tesi, lui si comportava in modo strano e lei era addirittura arrivata a chiamarlo “il mostro in cantina“, tanto ne era spaventata.
Harold le diceva di non preoccuparsi, ma alla luce dei fatti Tracy aveva ragione: sabato notte David l’ha aggredita a coltellate, poi ha ferito suo padre, che era giunto in soccorso di Tracy e alla fine ha cercato di togliersi la vita.
Non è la prima volta che ci occupiamo di badanti violente: oltre al caso italiano, di Veroli, nel maggio scorso vi avevamo mostrato il video, girato ad Israele, di una badante intenta a picchiare e maltrattare una 72enne malata di Alzheimer.
L’ultimo caso è emerso a Massa Carrara, dove una assistente italiana è sorpresa a maltrattare e picchiare una donna di 75 anni, malata di Alzheimer.
La badante è stata incastrata da micro-telecamere. I familiari della vittima, sospettando i maltrattamenti, hanno installato un sistema di videosorveglianza e sono così riusciti ad incastrare la donna violenta.
Continua a leggere: Massa Carrara: malmenava anziana malata di Alzheimer, arrestata badante italiana
Ancora un weekend di sangue in Messico, sempre più dilaniato dalle drug wars, le guerre tra bande di narcotrafficanti che si contendono il territorio.
A Torreon, capitale dello stato di Coahuila, almeno 17 persone sono state uccise da un commando armato: tutti giovani tra i 20 e i 30 anni che stavano partecipando ad una festa.
Il commando - non è ancora stata accertata l’identità del gruppo - è arrivato nel centro residenziale “Quinta Italia Inn” a bordo di cinque veicoli.
Armati di fucili automatici Ar15 e Ak-47, i narcos hanno iniziato a sparare all’impazzata.
Continua a leggere: Strage in Messico: i narcos uccidono 17 persone ad un festa
Il video che vedete qui sopra è stato ripreso domenica mattina dalla telecamera a circuito chiuso di una stazione di benzina a Vincent, East London.
Donnovan Rottcher era in auto con un suo amico, fermi ad un semaforo, quando un uomo alla guida della sua vettura li ha avvicinati ed ha iniziato ad insultarli, senza motivo.
La vicenda sembrava essersi conclusa al semaforo, ma quando Rottcher e l’amico sono entrati nella stazione di benzina, l’altro li ha seguiti.
Il resto è documentato nel video: una violenta aggressione che ha lasciato Rottcher svenuto a terra.
Continua a leggere: Video: aggressione ad un distributore di benzina di East London
Si è conclusa nella notte, nei boschi del Northumberland, la fuga del 37enne Raoul Thomas Moat, responsabile di un omicidio e di due tentati omicidi.
Dopo sette giorni di ricerche, il buttafuori è stato rintracciato sulla riva di un fiume nei boschi di Rothbury: dopo sei ore di trattative con gli agenti, Moat si è sparato un colpo in testa ed è morto poco dopo essere stato portato in ospedale.
Le autorità hanno dichiarato che Moat ha fatto tutto da solo, nessuno degli agenti presenti sulla scena ha aperto il fuoco, ma è di pochi minuti fa la notizia che sarà comunque aperta un’indagine interna atta a verificare l’esatta dinamica degli eventi.
Via | The Associated Press
Niente da fare, le ricerche dell’assassino inglese Raoul Thomas Moat non si sono ancora concluse: oggi il 37enne, responsabile di un omicidio e di due tentati omicidi, è al settimo giorno di latitanza.
Più di cento agenti stanno perlustrando i boschi di Rothbury e tutta la contea di Northumberland e dopo aver scoperto una tenda in cui si suppone che Moat si sia nascosto, oggi sono stati rinvenuti tre telefoni cellulari, quasi sicuramente utilizzati dal fuggitivo.
Il primo è stato trovato a Birtley, luogo della prima sparatoria, il secondo a poca distanza da Newcastle, dove è stato ferito l’agente David Rathband. Il terzo, invece, è stato ritrovato dagli agenti Rothbury, luogo in cui si stanno concentrando le ricerche.
I tre dispositivi, come rivelano i quotidiani locali, sarebbero stati usati da Moat per chiamare il 999 (il numero di emergenza in Inghilterra) nei giorni scorsi e prendersi gioco delle autorità (ne parlavamo qui).
Sempre più attenzione, in Inghilterra e non solo, si sta dedicando al caso di Raoul Thomas Moat, il 37enne in fuga dopo aver sparato ad un agente di polizia, alla ex fidanzata Samantha Stobbart e al suo nuovo fidanzato, uccidendo quest’utimo e ferendo gravemente gli altri due.
Moat è latitante da sei giorni, si suppone che sia armato e, visti gli aggiornamenti degli ultimi giorni, molto pericoloso. Ieri è stato scoperto il luogo in cui si è nascosto per alcune ore, una tenda eretta nei boschi di Rothbury.
Quando gli agenti sono giunti sul posto, Moat era già fuggito. Si era preoccupato, però, di lasciare una lettera indirizzata alle autorità, poche righe sullo stile di quelle scoperte nei giorni scorsi: “non riuscirete a trovarmi, continuerò ad uccidere poliziotti fino alla mia morte“.
Ieri vi abbiamo parlato del caso di D.M., sacerdote di San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, sorpreso in auto mentre era impegnato in atti sessuali con una ragazzina di 15 anni, da lui adescata su internet.
Il sacerdote, però, non è stato arrestato perchè, secondo gli agenti della Polizia Stradale di Napoli, “erano assenti le condizioni richieste dalla legge“. La decisione, rivela una nota, è stata presa “previa informazione ed intesa con il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Napoli“..
Il fatto sta creando un piccolo scandalo: perchè in tanti casi come questo è sempre scattato l’arresto e stavolta il tutto si è concluso solo con una denuncia?
A questo proposito Vincenza Calvi, presidente dell’associazione antipedofilia “Un Patto Per La Vita“, ha fatto sapere che intende denunciare i poliziotti che non hanno effettuato l’arresto.
Continuano senza soste in Inghilterra le ricerche dell’assassino Raoul Thomas Moat, il buttafuori 37 che quattro giorni fa ha sparato alla sua ex fidanzata, ferendola gravemente, ed ha ucciso il nuovo compagno di quest’ultima.
Poche ore dopo, nella zona di Newcastle, ha sparato e ferito un agente di polizia. Da quel momento, nessun altro ferimento, solo tante minacce a conoscenti ed autorità.
Dopo aver stilato su Facebook un elenco dei suoi bersagli ed aver scritto di aver intenzione di “uccidere tutti i poliziotti che oseranno provare a fermarlo“, ora è emersa una lettera di ben 49 pagine in cui Moat cerca di motivare la sua follia.
In quelle pagine, consegnate ad un amico poco prima di uscire di carcere, l’ex buttafuori spiega di voler uccidere tutti quelli che hanno mentito su di lui, compresi i familiari della sua ex-fidanzata, che con le loro dichiarazioni contribuirono al suo arresto, ma anche gli assistenti sociali che si sono occupati del suo caso e una sua vicina di casa, che aveva detto agli agenti di aver visto Moat picchiare i suoi figli.
E’ stato fermato a San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli, il sacerdote D.M., sorpreso ieri pomeriggio mentre era impegnato in atti sessuali con una minorenne, una ragazzina di 15 anni.
Stando a quanto rivela Leggo in esclusiva, il sacerdote avrebbe adescato la minorenne in chat: si era finto professore ed aveva iniziato a scambiarsi messaggi con la giovane, dandole consigli e riempendola di complimenti.
Le conversazioni sono andate avanti per settimane, la giovane era convinta di aver trovato un amico, un confidente, e a quel punto ha acconsentito ad incontrarlo.
La 15enne, studentessa al secondo anno del liceo scientifico, è salita a bordo dell’auto dell’uomo - che aveva nascosto l’abito talare nell’abitacolo - e quando il sacerdote si è fermato in un’area di sosta sulla tangenziale all’altezza di Capodimonte, ormai era troppo tardi per tornare indietro.