- Pisa, Italy
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Nella città romana la voce del praeco risuona continuamente, per trasmettere le parole del potere e organizzare la regia di molte occasioni della vita quotidiana. La sua è una voce speciale: alta, perentoria, insistente e onnipresente. I... more
Nella città romana la voce del praeco risuona continuamente, per trasmettere le parole del potere e organizzare la regia di molte occasioni della vita quotidiana. La sua è una voce speciale: alta, perentoria, insistente e onnipresente. I tratti che la caratterizzano, molto diversi da quelli propri degli habitus vocali e verbali dell’élite, rimandano a un codice che assegna all’uso della parola e della voce un ruolo fondamentale nella costruzione dell’identità sociale dell'individuo.
In the Roman town the praeco can be heard all the time, making official statements but also controlling many situations of daily life. His voice is a peculiar one: loud, peremptory, clamant, ubiquitous. Markedly different from the verbal and vocal habitus of the élite, the performance of the praeco refers to a vocal code which assigns to the voice and the way of speaking an important role in constructing social identity.
In the Roman town the praeco can be heard all the time, making official statements but also controlling many situations of daily life. His voice is a peculiar one: loud, peremptory, clamant, ubiquitous. Markedly different from the verbal and vocal habitus of the élite, the performance of the praeco refers to a vocal code which assigns to the voice and the way of speaking an important role in constructing social identity.
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Il lavoro analizza il termine cul(l)iola, presentato da una glossa del CGL come designazione della prostituta, riconnettendolo al termine culleus e al suo diminutivo culliolum (“mallo della noce”). Come avviene nel caso dei nomi di altri... more
Il lavoro analizza il termine cul(l)iola, presentato da una glossa del CGL come designazione della prostituta, riconnettendolo al termine culleus e al suo diminutivo culliolum (“mallo della noce”). Come avviene nel caso dei nomi di altri involucri di tipo vegetale, il termine potrebbe essere stato usato anche per indicare il ventre femminile, offrendo così una designazione metonimica per la prostituta, parallela ad altre definizioni latine come scortum o pellicula. L'esistenza di questo modello di rappresentazione lessicale appare confermata dalla presenza di designazioni analoghe in molte delle lingue dell'area indoeuropea.