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In Ar. Ran. 1308 there is perhaps a pun, without any metaphorical or scenic sense: Dionysus, speaking about music, uses a verb having sexual sense. is is very ridiculous.
Costantino Manasse ridesta espressioni ormai assopite ricamando
su di esse con dotte volute, rinunciando alla lapidarietà per dar vita
ad analitiche quanto personali rielaborazioni
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According to Catullus (carm. 86) Quintia is good-looking but not formosa, because there is not any mica salis. It is useful to see it in the light of the proverbial opposition between beauty and wit. Lesbia only has both these qualities
Clotilde Tambroni, grecista e poetessa (1758-1817) 1. La vita-Nei secoli intercorsi fra il Concilio di Trento e l'inizio del Novecento la filologia classica italiana non fu certo all'avanguardia nel panorama culturale europeo: in... more
Clotilde Tambroni, grecista e poetessa (1758-1817) 1. La vita-Nei secoli intercorsi fra il Concilio di Trento e l'inizio del Novecento la filologia classica italiana non fu certo all'avanguardia nel panorama culturale europeo: in particolare, l'insegnamento del greco fu impartito solo raramente, e tale disciplina fu relegata ad un ruolo assolutamente secondario rispetto al latino, il quale, dal canto suo, veniva appreso, soprattutto nelle scuole dei Gesuiti 1 , essenzialmente come la lingua viva della Chiesa e della comunità scientifica. In realtà, lo studio dell'antico era portato avanti per lo più da saccenti antiquari provvisti di scarse conoscenze della lingua e dei testi, con un approccio che non possiamo definire né filologico né autenticamente storico-culturale, ma da una parte semplicemente interessato a desumere dal mondo classico begli esempi morali eternamente validi, dall'altra intimamente connesso alle pratiche esperienze poetiche e letterarie (emblematico è il caso dell'Arcadia), anzi ad esse finalizzato. Da questo panorama senza dubbio modesto emerge qualche isolata figurasoprattutto, ovviamente, Giacomo Leopardima in genere i classicisti italiani evidenziano un penoso arretramento rispetto ai dibattiti culturali e filologici che si svolgevano oltralpe. Fra i pochi che godettero di una fama internazionale va senz'altro nominata Clotilde Tambroni, che tenne a Bologna l'insegnamento del greco nell'ultimo decennio del Settecento e nel primo dell'Ottocento, quindi in un periodo particolarmente travagliato: il XVIII secolosoprattutto nella seconda parteaveva fatto registrare anche in Italia, insieme a un progresso generale delle scienze, anche una certa rinascita dell'interesse per la filologia classica e per gli studi del greco 2 ; ora, però, vacillavano le certezze di una consolidata situazione sociale, culturale, religiosa di fronte al mondo nuovo venuto prepotentemente alla ribalta con la Rivoluzione Francese e l'intera Europa viveva uno dei suoi momenti più burrascosi. La conquista napoleonica portò con sé un profondo rinnovamento culturale, ma questo, per quanto riguarda la sorte delle discipline classiche nella nostra penisola, finì per soffocare i timidi progressi che si erano precedentemente registrati (per tutto il XIX sec. il divario tra il mondo filologico del Nord Europasoprattutto tedescoe l'antichistica italiana sarebbe rimasto incolmabile 3). La Tambroni nacque a Bologna il 29 giugno 1758: suo padre Paolo, che proveniva da Castione Baratti, un piccolo paese del Parmense, situato nella valle dell'Enza, si era trasferito nel capoluogo emiliano pochi anni prima ea quanto risultaera stato assunto come cuoco dai monaci di San Procolo: Clotilde non dimenticò mai le origini paterne, ebbe sempre legami molto stretti con Parma e con il suo mondo culturale e in tale città sostò a lungo durante il proprio viaggio in Spagna. Della madre, Rosa Muzzi, bolognese, poco ci dicono le biografie della nostra, se non che in un primo tempo si oppose agli studi della figlia, avendola destinata ai lavori 'donneschi' (a questo proposito vengono riferiti vari aneddoti, che risalgono alla Vita di Clotilde Tambroni di M. Angelelli 4). Anche se in una lettera del 3.11.1792 il pittore Giuseppe Becchetti scrisse all'erudito bergamasco Giuseppe Bertramelli 5 che la nostra ebbe i 1 Per il ruolo giocato dalla Controriforma, ed in particolare dalla condanna di Erasmo, in quella decadenza degli studi del greco che si manifestò a partire dalla seconda metà del Cinquecento rinvio a
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At the beginning of the first parodos of the Agamemnon by Aeschylus (vv. 50-59), the Atrides, who saw themselves deprived of Helen, are compared to vultures that, having returned to their nest, realize that their featherless offsprings... more
At the beginning of the first parodos of the Agamemnon by Aeschylus (vv. 50-59), the Atrides, who saw themselves deprived of Helen, are compared to vultures that, having returned to their nest, realize that their featherless offsprings have disappeared: trÒpon a„gupiîn, o†t' TMkpat...oij ¥lgesi pa...dwn/ýÛpatoiý lecšwn strofodinoàntai/pterÚgwn TMretmo‹sin TMressÒmenoi,/demniot»rh pÒnon Ñrtal...cwn Ñlšsantej/Ûpatoj d' ¢ΐwn 1⁄2 tij 'ApÒllwn À P¦n À ZeÝj/o„wnÒqroon gÒon ÑxubÒan tînde meto...kwn/ØsterÒpoinon pšmpei parab©sin 'ErinÚn.1 As I have already highlighted elsewhere2Aeschylus employs all the means of his refined art to convey the terrible despair of those birds, who fly over what was the bedding to themselves and and their offsprings, realizing that it is absolutely impossible to find their offsprings and that they have lost their most precious good, which had costed them so much affectionate effort. Only a divinity will be able to avenge them, sending the Erin...
Il sarcasmo di Tiresia (Soph. OT 353) È risaputo che uno degli elementi fondamentali del sistema linguistico greco è la distinzione tra oggettività e soggettività: è altrettanto risaputo che in questo àmbito le proposizioni 'implicite'... more
Il sarcasmo di Tiresia (Soph. OT 353) È risaputo che uno degli elementi fondamentali del sistema linguistico greco è la distinzione tra oggettività e soggettività: è altrettanto risaputo che in questo àmbito le proposizioni 'implicite' introdotte da ὡς + participio indicano un livello, più o meno marcato, di soggettività 1. Ciò nonostante, non sempre questo elemento è adeguatamente rispecchiato nelle traduzioni: in particolare, nel teatro, se si tra-scurano tali sfumature, si rischia talora di perdere finezze che sono di una certa importanza nel testo originale. In questa sede fornirò un significativo esempio. Uno dei punti nodali dell'Edipo re di Sofocle è il momento in cui Tiresia rivela a Edipo la verità, una rivelazione che non viene accolta con raccapriccio ma rifiu-tata dall'interlocutore, il quale reagisce minacciando l'indovino. Essa avviene nel corso di un serrato dialogo che presenta diversi momenti successivi: dopo l'iniziale reticenza, che aveva già innervosito Edipo, Tiresia ai vv. 337s. (ὀργὴν ἐμέμψω τὴν ἐμήν, τὴν σὴν δ' ὁμοῦ / ναίουσαν οὐ κατεῖδες, ἀλλ' ἐμὲ ψέγεις) fa una prima velata allusione, la quale viene percepita dall'altro come un insulto gratuito, e innesca un diverbio che si fa sempre più acceso; il primo esplicito riferimento, fatto, a mio avviso, con un tono fortemente sarcastico, è quello dei vv. 350-353: ἄληθες; ἐννέπω σὲ τῷ κηρύγματι ᾧπερ προεῖπας ἐμμένειν, κἀφ' ἡμέρας τῆς νῦν προσαυδᾶν μήτε τούσδε μήτ' ἐμέ, ὡς ὄντι γῆς τῆσδ' ἀνοσίῳ μιάστορι. Edipo reagisce avvertendo l'indovino che pagherà il fio della sua impudenza, ma l'altro, a questo punto, rivendica il fatto che il suo pensiero coincide con la verità, perché di essa egli è il custode (v. 356 πέφευγα· τἀληθὲς γὰρ ἰσχῦον τρέφω) 2 ; ciò costituisce la premessa della vera e propria rivelazione, che avviene ai vv. 362 (φονέα σέ φημι τἀνδρὸς οὗ ζητεῖς κυρεῖν) e 366s. (λεληθέναι σέ φημι σὺν 1 Illuminanti sono le pagine di Kühner-Gerth II 91s., cf. anche J. Humbert, Syntaxe grecque, Paris 1972 3 , 129 e N. Basile, Sintassi storica del greco antico, Bari 1998, 480. Dell'importanza di questo elemento nella traduzione mi sono già occupato in Rachele Pierini-R. Tosi, Capire il greco, Bologna 2014, 197. 2 Appare significativo che già ai vv. 298s. il Coro introduca Tiresia con un esplicito ᾧ / τἀληθὲς ἐμπέφυκεν ἀνθρώπων μόνῳ.
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According to the methodological issues set out at Thucydides I 22,1 the speeches in his text are restored by the author, not mere rhetorical exercises. Thucydides writes them to reproduce the deep and core of willing and political ideas... more
According to the methodological issues set out at Thucydides I 22,1 the speeches in his text are restored by the author, not mere rhetorical exercises. Thucydides writes them to reproduce the deep and core of willing and political ideas of the orators. So, the speeches show Thucydides’ true interpretation of deeds and war. He thought to find out the truth, but his truth is only a  relative one.
Quello dei rapporti con gli stranieri e quello dell’ospitalità sono temi quanto mai importanti nelle letterature e culture classiche: in questa sede farò un rapido excursus su topoi e proverbi che li riguardano, rinviando, per ulteriori... more
Quello dei rapporti con gli stranieri e quello dell’ospitalità sono temi quanto mai importanti nelle letterature e culture classiche: in questa sede farò un rapido excursus su topoi e proverbi che li riguardano, rinviando, per ulteriori approfondimenti, al mio Dizionario delle sentenze latine e greche (Milano 20173).
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Nella cultura italiana, ai più diversi livelli, ampio è l’uso di espressioni proverbiali latine: notevole è ad es. il loro impiego da parte di Manzoni nei Promessi Sposi, anche a indicare la separazione fra le classi sociali, e in tutta... more
Nella cultura italiana, ai più diversi livelli, ampio è l’uso di
espressioni proverbiali latine: notevole è ad es. il loro impiego da
parte di Manzoni nei Promessi Sposi, anche a indicare la separazione
fra le classi sociali, e in tutta la letteratura dell’Ottocento esse sono
particolarmente frequenti. Nel Novecento si nota la volontà da
parte di molti autori di ridare forza a frasi ormai divenute troppo
comuni e che hanno perduto l’efficacia originaria; esse si ritrovano
soprattutto in autori dotti come Umberto Eco, ma – in particolare
negli anni ’50, ’60 anche in espressioni artistiche popolari, come i
film della Commedia all’Italiana. Un capitolo a parte costituisce
infine l’utilizzo da parte della classe politica, più o meno dotta.
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Molti proverbi che hanno le loro radici nella cultura classica riguardano la guerra: alcuni confrontano le sue miserie e i suoi dolori con i benefici della pace, altri contrappongono eroismo e viltà, altri ancora vinti e vincitori, con... more
Molti proverbi che hanno le loro radici nella cultura classica riguardano
la guerra: alcuni confrontano le sue miserie e i suoi dolori con i benefici
della pace, altri contrappongono eroismo e viltà, altri ancora vinti
e vincitori, con connotazioni e valenze tra loro molto diverse. Così, la
guerra è bella per chi non la conosce, è detestata dalle madri, ma le madri
spartane volevano che il figlio tornasse o eroicamente vincitore, con
lo scudo, o caduto eroicamente, sullo scudo; con la pace tutto è prospero,
con la guerra tutto va in rovina, ma chi vuole la pace prepara la guerra;
arreca onore morire per la patria, ma il soldato che fugge è buono per
un’altra volta; “Guai ai vinti!” urlava Brenno, ma essere misericordiosi
con gli sconfitti è un precetto ineludibile. Si tratta dunque di una selva
multiforme e contraddittoria, che coinvolge autori e sapienza popolare,
pensatori e uomini della strada, letterati e analfabeti. Ne voglio ora fornire un saggio, in una rapida rassegna.
Sono analizzate alcune riprese di proverbi classici nelle Intercenales di Leon Battista Alberti: fondamentale è l'idea, esplicitamente affermata nella Convelata, che non ci si debba fermare alla loro parvenza esterna, ma che esista una... more
Sono analizzate alcune riprese di proverbi classici nelle Intercenales di Leon Battista Alberti: fondamentale è l'idea, esplicitamente affermata nella Convelata, che non ci si debba fermare alla loro parvenza esterna, ma che esista una loroi interpretazione profonda. In particolare il loro studio aiuta a comprendere l'atteggiamento dell'autore nei confronti della religione, e in generale l'analisi è rivelatrice di una personalità eminentemente critica e sempre alla ricerca di se stessa.
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Eustathius of Thessalonica often quotes in his works.He uses them both in the Opuscula and in his letters, and of course he explains many of them in his Parekbolai to Homer. Neither M. van der Valk (1971,cxii) nor W. Büh-ler (1987, 300... more
Eustathius of Thessalonica often quotes  in his works.He uses them both in the Opuscula and in his letters, and of course he explains many of them in his Parekbolai to Homer. Neither M. van der Valk (1971,cxii) nor W. Büh-ler (1987, 300 f) have been able to identify one single paroemiographic source for these quotations. I think Bühler is right when he asserts that it is not possible to pinpoint a consistent derivation, and that Eustathius rather took the proverbs from several different sources.
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Ancient people explained the Athenian swing rite as hinting to the hanging suicide of the mythical Erigone. In effect, Soph. OT 1263 s. demonstrates that the same Greek term indicates both the rising and the instruments for the rising... more
Ancient people explained the Athenian swing rite as hinting to the hanging suicide of  the mythical Erigone. In effect, Soph. OT 1263 s. demonstrates that the same Greek term indicates both the rising and the instruments for the rising itself, such as swings or hanging ropes. This lexical element has made that interpretation easy. On the contrary, Paus. 10, 29, 3 s. does not indicate that Polygnotos painted swinging Phaidra. There is no evidence for a swinging Phaidra.
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Il famoso frammento di Archiloco ha come protagonisti due animali, la volpe e il riccio, che a livello proverbiale sono rispettivamente simbolo di comportamento astuto e di difesa impenetrabile. Il passo non aveva le connotazioni né... more
Il famoso frammento di Archiloco ha come protagonisti due animali, la volpe e il riccio, che a livello proverbiale sono rispettivamente simbolo di comportamento astuto e di difesa impenetrabile. Il passo non aveva le connotazioni né moralistiche né filosofiche di cui fu caricato nella lunga storia della sua ricezione (fu già nell'antichità ripreso come proverbiale): doveva invece contenere un esplicito insegnamento di tattica militare. Una probabile conferma viene da un frammento archilocheo recentemente scoperto che riguarda Telefo.
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In the Oresteia Aeschylus uses the word mevtoiko~ to refer to an anguished condition of instability,
which finds its political and ideological institutionalization at the end of the Eumenides.
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a. espressioni tradizionali importanti per il senso generale del film b. citazioni; c. citazioni storpiate; d. riprese topiche
Per i fruitori del mio Dizionario delle sentenze latine e greche metto qui una Comparatio numerorum: i numeri in rosso sono quelli dell'ultima edizione (2017), quelli in verde sono dell'edizione francese del 2010, quelli neri sono della... more
Per i fruitori del mio Dizionario delle sentenze latine e greche metto qui una Comparatio numerorum: i numeri in rosso sono quelli dell'ultima edizione (2017), quelli in verde sono dell'edizione francese del 2010, quelli neri sono della prima edizione italiana (1991).
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1. Synes. Calv. Enc. 22 Εἰ δὲ καὶ ἡ παροιμία σοφόν· πῶς δ᾽ οὐχὶ σοφόν, περὶ ὧν Ἀριστοτέλης φησίν, ὅτι παλαιᾶς εἰσι φιλοσοφίας ἐν ταῖς μεγίσταις ἀνθρώπων φθοραῖς ἀπολομένης ἐγκαταλείμματα, περισωθέντα διὰ συντομίαν καὶ δεξιότητα; παροιμία... more
1. Synes. Calv. Enc. 22 Εἰ δὲ καὶ ἡ παροιμία σοφόν· πῶς δ᾽ οὐχὶ σοφόν, περὶ ὧν Ἀριστοτέλης φησίν, ὅτι παλαιᾶς εἰσι φιλοσοφίας ἐν ταῖς μεγίσταις ἀνθρώπων φθοραῖς ἀπολομένης ἐγκαταλείμματα, περισωθέντα διὰ συντομίαν καὶ δεξιότητα; παροιμία δήπου καὶ τοῦτο, καὶ λόγος ἔχων ἀξίωμα τῆς ὅθεν κατηνέχθη φιλοσοφίας τὴν ἀρχαιότητα, 2a. Apostolio (16,37):     (cf. Erasmo, Adagia, 2,9,100, 367 B-D: cicada vocalior) 2b. Canis a non canendo: Varr. Ling.Lati. 7,32 canes quod latratu signum dant, ut signa canunt, canes appellatae Prov. veneto: I òmeni i gode de le done el zorno che i le tol e quel che le crepa; Prov. lombardo: I consolazion d'on homm hin dò: quand el menna a cà la sposa e quand la porten via Prov. emiliano La mujèra la dá dou gran sodisfaziòun: quand la se spòusa, perché a se-gh vòul bèin, quand la mòr perché a sin tòs un'etra 3b. Prov. it.: La donna sta bene nel talamo e nel tumulo L'espressione Vel in talamo vel in tumulo non è antica, ma fondamentale è la paronomasia tumulo / talamo,
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