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Giovanna Brambilla
  • Italy
Testo di accompagnamento all'installazione di Emma Ciceri nella chiesa di Sant'Alessandro in Agros a Villongo (BG), nell'ambito dell'iniziativa "Ingresso Libero" curata da Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi per le Settimane della... more
Testo di accompagnamento all'installazione di Emma Ciceri nella chiesa di Sant'Alessandro in Agros a Villongo (BG), nell'ambito dell'iniziativa "Ingresso Libero" curata da Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi per le Settimane della Cultura della Diocesi di Bergamo.
Testo di accompagnamento dell'installazione di Audelio Carrara nella Cripta del Santuario San Giovanni XXIII a Sotto il Monte (BG), nell'ambito dell'iniziativa "Ingresso Libero" curata da Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi per le... more
Testo di accompagnamento dell'installazione di Audelio Carrara nella Cripta del Santuario San Giovanni XXIII a Sotto il Monte (BG), nell'ambito dell'iniziativa "Ingresso Libero" curata da Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi per le Settimane della Cultura della Diocesi di Bergamo.
Testo di accompagnamento all'installazione di Domenico Pievani a Foppenico, Santuario del Lavello, nell'ambito dell'iniziativa "Ingresso Libero" curata da Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi per le Settimane della Cultura della Diocesi... more
Testo di accompagnamento all'installazione di Domenico Pievani a Foppenico, Santuario del Lavello, nell'ambito dell'iniziativa "Ingresso Libero" curata da Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi per le Settimane della Cultura della Diocesi di Bergamo.
Testo di accompagnamento dell'installazione di Paolo Facchinetti nella Basilica di Alzano Lombardo (BG), nell'ambito dell'iniziativa "Ingresso Libero" curata da Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi per le Settimane della Cultura della... more
Testo di accompagnamento dell'installazione di Paolo Facchinetti nella Basilica di Alzano Lombardo (BG), nell'ambito dell'iniziativa "Ingresso Libero" curata da Giovanna Brambilla e Giuliano Zanchi per le Settimane della Cultura della Diocesi di Bergamo.
Summary «Fixed place»: a project for new methodological perspectives in the relationship between arts and fragility How can a museum become an agora in which to build new relationships between adults and elderly people in situations of... more
Summary
«Fixed place»: a project for new methodological perspectives in
the relationship between arts and fragility
How can a museum become an agora in which to build new relationships
between adults and elderly people in situations of well-being and
autonomy and adults and elderly diagnosed with Alzheimer’s or from
marginalized contexts? «Fixed Place», the project whose partners were
GAMeC (Modern and Contemporary Art Gallery) of Bergamo, the Opera
Bonomelli Foundation and Namasté Cooperativa Sociale, is a useful palimpsest
for analyzing the strong, repeatable points of initiatives that intertwine
professions and cultural settings and social, as well as highlighting
delicate balances and fragility, but also the potential to be pursued. This
is aimed to make a vision rooted that places cultural welfare at the heart
of its own shared planning and, for this reason, more effective.
Keywords: cultural and social welfare, community, marginalized people,
Alzheimer, museum, contemporary art, good practice, co-design


Questo articolo è reso disponibile con licenza CC BY NC ND. Per altre informazioni si veda https://www.rivisteweb.it/
La Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita di Monza: un luogo di eccellenza per l'accessibilità culturale, l'efficienza e la capacità di raggiungere gli utenti, anticipare le richieste, crescere con il cambiamento dei tempi.... more
La Biblioteca Italiana per i Ciechi Regina Margherita di Monza: un luogo di eccellenza per l'accessibilità culturale, l'efficienza e la capacità di raggiungere gli utenti, anticipare le richieste, crescere con il cambiamento dei tempi.

Nel numero 1 de  "La Rivista" si trovano saggi sul tema delle biblioteche a cura di Chiara Faggiolani, Giulia Pilotti, Antonella Agnoli, Fabio Bozzato, Costantino della Gherardesca, Alessandro Bollo, Nicola Lagioia, Edoardo Albinati, Francesca Ferrari, Vitandrea Marzano, Giovanna Brambilla, Giacomo Giossi, Giorgio Vasta, Silvia Calderoni, Ilaria Gaspari.
"Gate" is the name of a project run in the past eight years by theGallery of Modern and Contemporary Art (GAMeC) in Bergamo Prison.The article starts by providing the essential background information,with a detailed description... more
"Gate" is the name of a project run in the past eight years by theGallery of Modern and Contemporary Art (GAMeC) in Bergamo Prison.The article starts by providing the essential background information,with a detailed description of the prison's population, an overview of the lifelong learning, vocational and cultural training programmes addressed to inmates, and a declaration of the principles guiding the "Gate" project. The author then goes on to describe the activities run by GAMeC since 2006, most of which have been structured as follows: the temporary exhibition on show is explored in prison through images,videos and texts, in dialogue with museum educators and fellow inmates(in a few cases the museum was able to bring original artworks inside the prison's walls; in others, projects were run in dialogue with secondary school students); arts workshops inspired by the exhibition result in further texts, images and videos, produced by prisoners, which are then displayed in GAMeC's exhibition spaces and in a virtual exhibition on the museum's website, so as to share the outcomes with the local community at large. The relationship between the "inside" and the "outside" emerges as one of the key strengths of the project, where the creative expression of prisoners, triggered by GAMeC's collections and temporary exhibitions, seems to herald a possible return to the real world.
Come e quanto patrimoni culturali, musei e artisti sono risorsa per riparare, rimediare, alleviare, lenire, consolare, restituire vissuti dolorosi, ferite e traumi ad alto portato di sofferenza, con l’intento di provocare relazioni di... more
Come e quanto patrimoni culturali, musei e artisti sono risorsa per riparare, rimediare, alleviare, lenire, consolare, restituire vissuti dolorosi, ferite e traumi ad alto portato di sofferenza, con l’intento di provocare relazioni di ascolto, condivisioni di pratiche? Come artiste ed artisti hanno affrontato questo tema, e come ha risposto la collettività? Silvia ;Mascheroni, nella prima parte dell'articolo, affronta il tema alla luce di una riflessione sulla società contemporanea, sul coraggio di raccontare le ferite e sulla cura dell'altro e della memoria, con un riferimento all'opera "A proposito di Ustica" di Boltanski. Nella seconda parte dell'articolo "In museo si recita a soggetto, vicenda in quattro atti", Giovanna Brambilla affronta il tema della centralità del museo nelle azioni di cura e riparazione, con riferimento al "case study" dei laboratori di gestione del dolore e memoria generativa, tenuti in GAMeC in seguito alla pandemia, e avanzando la tesi dell'importanza della funzione del museo nella mediazione umanistica.
Il testo affronta il processo di formazione della figura del mediatore museale nella Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo come servizio prezioso alla comunità. The text deals with the process at the basis of the creation and... more
Il testo affronta il processo di formazione della figura del mediatore museale nella Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo come servizio prezioso alla comunità.
The text deals with the process at the basis of the creation and training of museum mediators in the Modern and Contemporary Art Galleries of Bergamo as a valuable service to the community.
How is it possible to depict the silence of Holy Saturday with images in contemporary times? Two examples document possible choices from brave photography in war zones to art. Come raffigurare il silenzio del sabato santo con le immagini... more
How is it possible to depict the silence of Holy Saturday with images in contemporary times? Two examples document possible choices from brave photography in war zones to art.
Come raffigurare il silenzio del sabato santo con le immagini nell'età contemporanea? Dalla fotografia coraggiosa nelle zone di guerra all'arte, due esempi documentano una possibilità di percorsi.
Quindici anni dopo la Convenzione sul valore dell’eredita culturale per la societa (Faro 2005), nel pieno delle conseguenze della pandemia , di fronte a un cambiamento di paradigma che gia mostra i suoi effetti in campo sociale, economico... more
Quindici anni dopo la Convenzione sul valore dell’eredita culturale per la societa (Faro 2005), nel pieno delle conseguenze della pandemia , di fronte a un cambiamento di paradigma che gia mostra i suoi effetti in campo sociale, economico e culturale, possono i musei essere la spina dorsale di una riprogettazione che metta al centro le persone, le comunita di eredita, ponendosi come obiettivo non un ritorno allo status quo, ma un salto metodologico e operativo vissuto all’interno di una rete di luoghi, persone e istituzioni? Utilizzando la Convenzione di Faro come un sestante nella notte, orientandosi avendo come punti di riferimento i professionisti museali, la scuola e gli interlocutori del territorio, insieme alla collettivita, il saggio si propone di suggerire possibili strategie che scavalchino la provvisorieta di una fase 3 per pensare a una fase 4 del mondo della cultura. Fifteen years after the Convention on the Value of Cultural Heritage for Society (Faro 2005), in the midd...
Introduzione al progetto della GAMeC nella Casa Circondariale di Bergamo nel 2020-2021, mettendo a contatto arte, scuola e detenuti. Introduction to the GAMeC project, in the prison of Bergamo, creating contacts between art, students, and... more
Introduzione al progetto della GAMeC nella Casa Circondariale di Bergamo nel 2020-2021, mettendo a contatto arte, scuola e detenuti.
Introduction to the GAMeC project, in the prison of Bergamo, creating contacts between art, students, and inmates, in 2020-2021.
Cosa accade quando un museo forma giovani studentesse e studenti di seconda generazione alla comprensione delle opere e chiede loro di pubblicare un catalogo pensato per i loro coetanei? Alla GAMeC di Bergamo questa importante esperienza... more
Cosa accade quando un museo forma giovani studentesse e studenti di seconda generazione alla comprensione delle opere e chiede loro di pubblicare un catalogo pensato per i loro coetanei? Alla GAMeC di Bergamo questa importante esperienza ha preso forma in una pubblicazione che racconta il desiderio delle giovani generazioni di mettersi in gioco, di competere con gli adulti, di raccontare se stessa e la propria capacità di dare forma a contenuti e punti di vista di alta qualità.
What happens when a museum trains young second-generation students to understand the artworks and asks them to publish a catalog designed for their peers? At GAMeC in Bergamo, this important experience took shape in a publication that tells of the desire of the younger generations to get involved, to compete with adults, to tell about themselves and their ability to give shape to high-level content, and points of view.
Il testo parla della più che decennale attività dei Servizi Educativi della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo nella Casa Circondariale della città, facendo dell'arte, vista anche in presa diretta, un'agorà di riflessioni... more
Il testo parla della più che decennale attività dei Servizi Educativi della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo nella Casa Circondariale della città, facendo dell'arte, vista anche in presa diretta, un'agorà di riflessioni e partecipazione culturale.
Contributo pubblicato in Economia della Cultura, rivista trimestrale dell’Associazione per l’Economia della Cultura, n. 4/2013, Il Mulino, Bologna, 2013. Numero monografico sul tema «La cultura in carcere in Italia e in Europa» a cura di C. Bodo e S. Bodo.
L'immagine di copertina per "La Rivista del Clero Italiano", edita da Vita e Pensiero, è una famosa opera di Kiefer. L'articolo ne spiega il significato, e la coerenza con la mission della pubblicazione
Cosa collega la preistorica Venere di Willendorf alla Madonna del parto di Piero della Francesca? E qual è la relazione tra 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick e il dipinto Le due madri di Segantini, ambientato in una stalla? E... more
Cosa collega la preistorica Venere di Willendorf alla Madonna del parto di Piero della Francesca? E qual è la relazione tra 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick e il dipinto Le due madri di Segantini, ambientato in una stalla? E il sottile eppur prepotente legame tra la ferita della Vasca da bagno di Joseph Beuys e il cordone ombelicale ancora intatto della neonata di Oliviero Toscani? Un filo rosso attraversa le immagini di questo libro: la centralità del tema della nascita, che si snoda avanti e indietro tra secoli e paesi, celebrando il potere taumaturgico della generatività. Perché se ‘mettere al mondo’ definisce la venuta di un bambino su questa terra, ‘mettere al mondo il mondo’, frase coniata dall’artista Alighiero Boetti e qui ripresa come titolo, sottolinea come ogni nascita sia una possibilità data al mondo di reinventarsi un futuro migliore.
Dopo l’esperienza della pandemia è il momento di pensare a una rinascita, al desiderio di ricominciare e di ricostruire. Gli artisti e le artiste, per i quali ogni opera è sempre, in qualche modo, un parto, hanno affrontato questo tema con declinazioni diverse: dall’abbraccio delle madri a quello della natura, dalla maternità come punto critico del riconoscimento dei diritti di cittadinanza al dolore di un’adozione impossibile, passando attraverso l’evocazione di legami familiari, la sfida alla disabilità di un corpo o lo stupore di un neonato tenuto stretto. Labirinti di pensieri e idee che l’autrice rilegge per noi intrecciandoli in una nuova storia, con la preziosa consapevolezza che «un bambino è nato fra noi» e che, finché questo accadrà, la speranza abiterà la terra.
La percezione del museo come luogo valoriale e normativo può aprire a nuovi orizzonti di percezione, fruizione e lettura di sé e del mondo quando opera con estrema libertà, senza pregiudizi, fuori da qualsiasi sistema binario, nelle... more
La percezione del museo come luogo valoriale e normativo può aprire a nuovi orizzonti di percezione, fruizione e lettura di sé e del mondo quando opera con estrema libertà, senza pregiudizi, fuori da qualsiasi sistema binario, nelle scelte espositive e nelle narrazioni a cui dà vita. La riflessione prende spunto da una mostra nella GAMeC di Bergamo.
L'articolo analizza la ricognizione portata avanti dai Servizi Educativi della GAMeC di Bergamo sulla relazione tra fruizione del museo e pubblici LFBTQ+
Quindici anni dopo la Convenzione sul valore dell’eredità culturale per la società (Faro 2005), nel pieno delle conseguenze della pandemia , di fronte a un cambiamento di paradigma che già mostra i suoi effetti in campo sociale, economico... more
Quindici anni dopo la Convenzione sul valore dell’eredità culturale per la società (Faro 2005), nel pieno delle conseguenze della pandemia , di fronte a un cambiamento di paradigma che già mostra i suoi effetti in campo sociale, economico e culturale, possono i musei essere la spina dorsale di una riprogettazione che metta al centro le persone, le comunità di eredità, ponendosi come obiettivo non un ritorno allo status quo, ma un salto metodologico e operativo vissuto all’interno di una rete di luoghi, persone e istituzioni? Utilizzando la Convenzione di Faro come un sestante nella notte, orientandosi avendo come punti di riferimento i professionisti museali, la scuola e gli interlocutori del territorio, insieme alla collettività, il saggio si propone di suggerire possibili strategie che scavalchino la provvisorietà di una fase 3 per pensare a una fase 4 del mondo della cultura.



Fifteen years after the Convention on the Value of Cultural Heritage for Society (Faro 2005), in the middle of the Covid-19 pandemic consequences, our community is facing a paradigm shift, whose far-reaching implications are already evident in the social, economical and cultural fields.

In this context, might museums be the backbone in the planning of a redesign which puts people and the heritage community at its very core, with the aim of a methodological leap, avoiding the target of a throwback? May this be possible inside a network among places, people and institutions?

Considering the Faro Convention as a sextant into the night, imagining the museum workers , schools and communities representatives as our cardinal points, this essay seeks to suggest some potential strategies that could overcome the so-called phase 3 to plan phase 4 of the cultural word.
Come gli artisti hanno affrontato il tema del limite?
How did artists deal with the term "limit"?
Review of Laura Raicovich's book "Culture Strike: Art and Museums in an Age of Protest"; Recensione del libro LO SCIOPERO DELLA CULTURA Arte e musei nell'epoca della protesta, di Laura Raicovich, con introduzione di Anna Chiara Cimoli.
Recensione del libro "Lost in translation. la disabilità in scena" di Flavia Dalila D'Amico, un libro che parla, dal punto di vista di una ricognizione storica e di una lucida analisi del contesto e delle esperienze contemporanee, della... more
Recensione del libro "Lost in translation. la disabilità in scena" di Flavia Dalila D'Amico, un libro che parla, dal punto di vista di una ricognizione storica e di una lucida analisi del contesto e delle esperienze contemporanee, della relazione tra mondo del teatro e della performance e artisti e artiste, performer, danzatrici e dnazatori con disabilità.
The book “Esercizi di sguardo” by Luca Dal Pozzolo tries to recuperate the depth of the gaze on the universe that surrounds us, which is intertwined with the other four senses. Indeed, touching turns out to be an instrument of vision,... more
The book “Esercizi di sguardo” by Luca Dal Pozzolo tries to recuperate the depth of the gaze on the universe that surrounds us, which is intertwined with the other four senses. Indeed, touching turns out to be an instrument of vision, meant as a tool of high and widespread perception. There are sixteen chapters that, if you look closely, are many passages, because the conquest of knowledge is not linear but made up of courses and recourses. The book makes us aware that the gaze does not see objects but reads the systems, the genesis of architecture, and the events that gave life to a place.

Il libro "Esercizi di sguardo" di Luca Dal Pozzolo riesce a recuperate lo sguardo sull'universo che ci circonda, che è strettamente collegato ai nostri cinqe sensi. In sedici capitoli, tra corsi e ricorsi, tra architetture, memorie di viaggi, il libro ci rende consapevoli che lo sguardo non vede semplicemente oggetti, ma è in grado di leggere sistemi, di comprendere la genei delle architetture e gli eventi che hanno dato vita ai luoghi.
Recensione del libro "Un amore inquieto" di Giuliano Zanchi
Book review of "Un amore inquieto" by Giuliano Zanchi
Recensione su Artribune, aprile 2020, al testo di: Maria Chiara Ciaccheri, Anna Chiara Cimoli, Nicole Moolhuijsen S"enza titolo. Le metafore della didascalia",  Nomos Edizioni, Busto Arsizio 2020
"La Natura della difesa" è l'opuscolo che accompagna la mostra dell'artista Martina Fontana, le cui opere sono in stretto dialogo con gli affreschi e i dipinti di Palazzo Besta a Teglio. La mostra, curata da Giuseppina Di Gangi e Giovanna... more
"La Natura della difesa" è l'opuscolo che accompagna la mostra dell'artista Martina Fontana, le cui opere sono in stretto dialogo con gli affreschi e i dipinti di Palazzo Besta a Teglio. La mostra, curata da Giuseppina Di Gangi e Giovanna Brambilla, è stata organizzata dalla Direzione regionale Musei Lombardia.
"The nature of defence" is the booklet that accompanies the exhibition of artist Martina Fontana, whose works are in close dialogue with the frescoes and paintings of Palazzo Besta in Teglio. the exhibition was organized by the Regional Directorate of Museums in Lombardy.
Può un museo, una galleria, un sito legato al patrimonio artistico, diventare luogo deputato a ospitare incontri di giustizia riparativa, di mediazione di conflitti, o di ascolto delle vittime? Questa la domanda a cui il libro vuole... more
Può un museo, una galleria, un sito legato al patrimonio artistico, diventare luogo deputato a ospitare incontri di giustizia riparativa, di mediazione di conflitti, o di ascolto delle vittime? Questa la domanda a cui il libro vuole rispondere in modo affermativo, documentando un percorso nato a Bergamo e frutto di una lunga elaborazione. Assunto da cui partire è che il museo è definito come un’istituzione permanente al servizio della società: questa affermazione racconta un’idea di cultura come elemento che innerva la collettività, la sostiene, ne accoglie le inquietudini, la sollecita ad aprirsi alla complessità, la spinge a farsi domande e a trovare nel patrimonio culturale delle risorse per leggere il presente e l’umano. L’opera d’arte, nata come dispositivo comunicativo di pensieri, sentimenti, convinzioni, può diventare alleata strategica di situazioni in cui è importante attivare una relazione in grado di farsi carico di sofferenze, disuguaglianze, ingiustizie e offese, così come un luogo della cultura, allestito con cura e suggestivo, può essere un setting in grado stemperare le tensioni, accogliere nel segno della piacevolezza, creare le condizioni migliori per affrontare percorsi faticosi. Opere di riconciliazione, a cura di Giovanna Brambilla, desidera mettere a disposizione di professionalità diverse – da chi lavora nei musei tra curatela ed educazione al patrimonio a chi si occupa di mediazione umanistica, da chi opera nella giustizia riparativa a chi ha a che fare con situazioni di violenza e conflitti – uno strumento che incoraggia il dialogo con l’arte. Pensato come una cassetta degli attrezzi, contiene la descrizione del progetto, i suoi fondamenti, le schede relative alle opere di artisti e artiste coinvolti, e le riflessioni legate alla relazione tra la mediazione umanistica, la giustizia riparativa e la funzione dell’arte.
A pamphlet originated from the workshops curated by the Education Department of Gamec during the pandemic.
Che cosa è l’Aldiqua, se non la dimensione di chi resta alla vita, sopravvivendo al dolore del lutto, sospeso tra la presenza di chi è venuto a mancare, la mancanza per chi è rimasto e la memoria dei legami? L’arte, come sempre in grado... more
Che cosa è l’Aldiqua, se non la dimensione di chi resta alla vita, sopravvivendo al dolore del lutto, sospeso tra la presenza di chi è venuto a mancare, la mancanza per chi è rimasto e la memoria dei legami? L’arte, come sempre in grado di dare volti e immagini alle fragilità, ha provato a elaborare numerose risposte, se non a illuminare questa zona d’ombra, lavorando nel dominio del visivo. Il sacro si mescola al privato, il privato al pubblico e al politico, in una liturgia spesso amplificata dal posizionamento dell’opera in spazi museali – cattedrali dell’epoca postmoderna – che chiama in causa chi osserva, abbatte la distanza tra opera e pubblici, tra arte e vita. Così, confrontandosi con l’assenza, l’arte diventa presidio al desiderio di non dimenticare e di non essere dimenticato.
"Aldiqua. Immagini per chi resta" attraversa i secoli, spaziando dalla Crocifissione di Masaccio alla Morte di Marat di David, da Raffaello a Picasso, dalla Turchia di Tekin alla Palestina di Jacir, dallo spazio intimo di Paci alla grande storia delle dittature latinoamericane di Salcedo e dei funerali di Aldo Moro, tra il brusio della collettività e il silenzio della solitudine, facendo incontrare il sentire umano con le risposte dell’arte.
Prefazione di Giacinto Di Pietrantonio, Lubrina Bramani Editore