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ENCICLOPEDIA MILITARE VOL V (MAT A PER)

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ENCICLOPEDIA MILITARE ffi [§Jl ARTE, BIOGRAFIA sl lsl GEOGRAFIA-STORIA 1s1 TECNICA MILITARE O O O PUBBUCA2IONE SOTTO GLI AUSPIC I DE " IL POP OLO D' 1TALIA ,.

VOLUME QUINTO

I

ISTITUTO EDITORIALE SCIENTIFICO S. A. MILANO - VIALE ROMAGNA, N. 58 · 1933 - Xl


PROPRI.ETÀ RISERVATA


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ABBREVIAZIONI

A. Ab. A. C. Aer. Affi. Alp. Alt. Amm. Ammir. Ant. Arg. Arm. A. R. Q. Ari. Ass.

Anno. - Abitanti. - Avanti Cristo. - Aeronautica, Aeroplano. - Affiuente. - Alpini. - Altezza. - i\mministrazione . Ammiraglio. - Antico, Anticamente. - Argento . - Armamento, Armata. - Aspettativa riduzione quadri. - Artiglieria. - Assedio. A . U. - Austro-Ungar ico. Av-v. - Avvocato. Avz. - Aviazione. Batt. - Battaglia. Bers. Bersaglieri. Bgl. Battaglione. Br. Bronzo. Brig. - Brigata, Brigadiere. Btr. - Batteria. Camp. Campagna, Campale. Cann. - Cannone. Cap. - Capitano. Capo[. - Capoluogo. Cav. - Cavalleria, Cavalli. CC. RR. - Carabinieri Reali. C. d. A. - Corpo d'Annata. Cfr. Confronta. Chi-r. - Chirurgia. Circ. - Circondario. Cm. - Centimetro. Col. - Colonnello. Com. - Comando, Comandante. Comb. - Combattimento. Gonfi. Confluenza. Cor. - Corazzata. Corv. - Corvetta. Cp. - . Compagnia. C. P. E. - Codice Penale Esercito. C. P. IVI. 1W. - Codice Penale Militare Marittimo. C. R. E. M. - Corpo Reali Equipaggi Marittimi. - Comando Supremo. c . s. D. - D islocamento. - Difesa Antiaerea Territoriale. D.A.T. - Dopo Cristo. D. C. Dep. - Deposito. Dip. - J;liJprtimento. Dir. - Di11,zione. Distr.• - Distretto. Divis. Divisione.

Dott.· Dr.

E. E.M. E.P.

Equip. Es. Ett . E.V. Fan/. Ferr. Fig.

Fort. Freg. Gen. Geogr. Gov. G.Q.G. Gr. Gran.

Dottore. - D estra. - Est. - Evo Moderno. - Esercito Permanente. - Equipaggiamento. Esempio. - Ettometro. - Era Volgare. - Fanteria.

- Ferrovieri, Ferrovia. - Figurato, Figurativamente. - Fortificato, Fortificazione. - Fregata. - Generale. - Geografia. - Governatore. - Grande Quartiere Generale. - Gruppo. - Granatieri .

- Incrocia tare. Ingegnere. - Intendenza, Intendente. Chilometro. Lane. - Lancieri. - Latino. Lat. L. Ten. - Luogotenente. M. - Monte, Metro, Mila, Morto. Magg. - Maggiore. Mar. - Marina, l\farineria. - ]Vfaresciallo. Maresc. M.E. Medio Evo. 1Wed. - Medaglia, Medicina. - Maggior Generale. lv!. Gen. Mii. - Mili tare. - Minatori. Jvliu. M-it-r. - Mitragliere, M itragliatrice. - Milizia Mobile. M. 1W. 1W11,. - Millimetri. - Mobili tazione. Mob. Nlod. - Modello. - Montagna. Mont. M.T. - Milizia Territoriale. M. V. S. N. - l'vlilizia Volontaria S icurezza Nazionale. lvlz. - Munizioni, Munizionamento. Nord, Nato, Nativo, Nodo. N. Num . - Numero. o. - Ovest. - Ordine Militare di Savoia. O. M.S. Ord. - Ordine, Ordinamento. P. - Pezzo. P.A.S. - Posizione Ausiliaria Speciale. Pen. - Penisola. Pes. - Pesante. Per esempio. P. es.

J,zcr.

lng. Int. Km.


Pl. Pont. Pot. Prof. PrO'V. Q.

Q.G.

R.

Radt.

Rag. RR.CC. R.E. Reclus. Reg. R egg.

Ris.

R.M. R.N.

s.

San. S.A.P. Sec. Serg. Serv. Sez. Sim. S . illl.

Sold. S.P.E. Spec. Sqdr. Sr.

- Plotone. - Pontieri. - Potenza. - l'rofessore. - Provincia. - Quota. - Quartiere Generale. - Riserva. - Radiotelegrafia. - Ragioniere. - Ren li Carabinieri. - Regio Esercito. - Reclusione. Regolamento. - Reggimento. - Riserva. - Regia Marina. - Risen-a navale, Regia Nave. - S ud, Santo. - Sanità. - Servizio Atti\'O Permanente. - Secolo. - Sergente. Servizio. - Sezione. Simili. - Stato Maggiore, Sua Maestà.

S. Te11. S tr.

Sttss. T. Col. Te~fTelg.

Ten. Term. Terr. T. Ge11. To1111. Top. Torp. Trasp.

u.

Ujf.

V. Val. Vasc. Vet. Vett.

- Soldato. - Servizio permanente effettivo. - Spcc.ialis ti. - Squadrone. - Sinistra. - Sottotenente. Stretto. - Sussistenza. - Tenente Colonnello. - Telefono. - Telegrafo. - Tenente. - Termine (,·oce). Territorio. - Tenente Generale. - Tonnellata. Topografia, Topografico. - Torpedine, Torpediniera. - Trasporto. - Uomini. - Ufficiale. - Vedi, Velocità, Von. - Valore. Vascello. - Veterinaria. Vettov-agliamento.

N'elle biografie, le date fra par entesi (es. 1565-1629) indicano rispettivamente la data della nascita e della morte. Nell'armamento di navi da guerra, il numero romano e il numero arabo subito seguente al primo indicano rispettivamente il numero dei cannoni e il loro calibro in millimetri (es. IV 305, XII 75 4 cannoni da 305 e 12 cannoni da 75 mm.). Nella descrizione dei fatti d'arme, il numero romano e il numero arabo che lo segue indicano rispettivamente battaglione e reggimento (es. IIl/89 3° battag)ionc dell'89° reggimento).

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MAT Matajur. Catena, lunga circa 15 Km., ~!elle Prealpi Giulie meridionali, fra il Natisone e l"Isonzo. Corre parallelamente alla valle ddl'l1onzo fra Caporctto e Volzana e la sua cresta segnava il confine italo-austriaco fra il Katisone e lo Judrio. Il M., o Monte Maggiore di Civid.1le, è il monte più elevato (m. 1 6➔3) che dà il nome a tutta la catena e forma la parete sr. della stret ta gola di Stupi-,za, in cui scorre incassato il è'-latisone presso il confine. I.a catena continua verso S.-E. con parecchie altre cime fra i 1550 e i 1230 m. sino al passo di Luico (720 m.) attraverso il quale una mulattiera·, supcrllndo il confine, mrtteva in comunicazione la valle clell"Isonzo con quella del Natisonc, per il torrente Riecca, in territorio italiano. Continua poi con le cime di monte Cucco (1234 m.) e cli Collaurato (Pocllabuc, 1u4 m.) cbe domina a N.-E. Volzana. A mezzogiorno di Collau rato una mulattiera, attraverso una bassa sella, lungo l'antico confine, mene in comunicazione Volzana con Drenchia, e quindi di nuovo la valle dell'Isonzo con quella del Natisonc, per il torrente Cosizz.q_ Matajur. Battaglione alpino cos11tu1to nel novembre 1915 per la durata della gucrrn ita lo-austriaca (19 ,5-1918). Fu a,scgnato all'8° regg. alpini ed ebbe le cp. 110, 156 e 157. Inviato nel maggio 1916 sull"altopiano dei Sette Comuni, operò inizialmente su l M. Toraro e poi sul M. Ceng ia, ove concorse a ritardare l'offensiva nemica su quella fronte. Fu p:ù tardi sul M. Novegno e sul M. Cucco di !-.fandriclle donde inseguì il nem ico in rotta verso M . Lazze e M. Forno. Inviato nel luglio 19, 6 sul M. Ortigara, si bauè ·per la conquista di q. 2056 di M. Chiesa; e poi a Colrotondo, fino all'offensiva austro-tedesca dell'autunno 1917, allorchi: ripiegò in Val Vanoi cd occupò M. Frcdina sostenendovi il primo urto col nemico. Direttosi poi sul <.:ol Prassolan, vi rcsisteltc alcuni giorni e puntò poi sul Col Caprilc o,•e tentò di arrestare la marcia del preponderante nemico. :--lei febbraio del 1918 fu disciolto cd i suoi resti furono inquadcati negli altri hg!. del reggimento. li battaglione du rante la guerra ebbe le seguenti perdite: utF.ciali m. 3, feriti 25, dispersi :25; truppa m. 200, f. l23i, dispcrs! 730.

M atanzas. Ciuà e porto sulla costa set1en1rionalc di Cuba, a circa 6o Km . dall'Avana, in una baia, di(csa eia alcune batterie. Qui avvenne il primo fatto d'armi della guerra ispano-americana del 1898. li 27 aprile l 'ammir. Sampson, comandante della 0otta americana, si portò a M. per d istruggere i lavori di [ortificazio11e iniziati all'ingresso rlella baia. Gli incrociatori ,, New York » e « Cincinna1i » e il monitor « Puritan ~ aprirono il fuoco alle 13,5. Jl 3000 m. dalle opere, tosto controbattuti dal la batteria di Punta Maja. 1n tre colpi il New York regolò il tiro dei suoi pezzi da S pollici su Ruba Ca,,a, mentre le altre navi sparavano su Maya. Dopo pochi altri colpi l'ammir. Sampson, persuaso di avere sconvolto le opere, ordinò la rillrata. I:azion~ era durata 18 minuti; gli Americani spararono 86 colpi, una .trentina le opere. Unica vittima· del fuoco americano fu un mulo d 'artiglieria, ciò che diede occasione a pare~chic allegre satire da parte degli Spagnuoli. Matapan (lat. 'J'aenari11111 pro111011toriu111). Capo della Grecia, posto all'estremità sud della Marea. È il punto pili meridionale dell'Europa. Nel 1145 l'ammiraglio Stefano dd re Ruggero tli Sicilia vi battè la flot1a dell'imperatore Emanuele Comacno di Costantinopoli facendone prigioniero il comandante Angelo.

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Battaglia 11avnle di Capo Mataptm (19 luglio 1717). Appartiene alle Ione di Venezia contro i Turchi. );e! 1715 i Turchi, rotto il trattato cli pace di Carlovitz (26 gennaio 1699), invasero la Morea e ne occu parono tutte le fortezze. Venezia si rivolse al papa che allcstl una flotta cli soccorso comandata dal balì Francesco Maria Ferretti. La squadra pontificia partl da Civitavecch ia il 5 maggio t' nel mese seguente si congiunse nelle acque di Navarino con l 'armma veneta, che si era già tre ,•olte cimentata contro il nemico. li 19 luglio, al levare del sole, le due flotte avversarie si trovano in ordine di battaglia tra il Prodano e le Stanfane, ma il mare grosso ed il \'Cnto contrario costringono I 'arm:1ta cr istiana a rn;inovre che la allontanano verso il capo M. L'ammiraglio ottomano Koggià le insegue bersagliandole con fuoco furioso che arreca danni sensibil i alle navi cristiane, le qual i debbono in conseguenza rallentare la marcia. Anche Koggià frena la corsa per non ohrepassarle, ma l'ammirag lio veneziano Pisani, forzando improvvisamente a greco, sfila per prua, davanti alle sultane e in un attimo con i ,uoi vascell i copre lo ;quadrone delle galere. La manovra, eseguita abilmente dal Pisani e da tutti i comandanti •dì nave, muta al1'istante le condizioni del conflitto. Le galere si rannodano coi loro vascelli che attaccano e respingono le navi turcne. Fcrrell! volta la prua conrrovcnro, si equilibra sui remi e spara a furia contro Koggià, il quale, a sua volta , affronrato a doppio, risponde e ripercuote. Ma il suo fuoco diventa_ sempre pi,1 languido, e poi cessa del tutto con la [uga della flotta ottomana che va a nascondersi a Ccrigo. La b2.ttaglia era durata dodici ore, dalle selle del mattino alle sette Jella sera. Nella armata ,,eneto-pontificia si ebbero 500 morti e mille feriti, tutti i bastimenti d;nneggiati, ma nessuno perduto. Fatte le più urgenti riparazioni alle na,•i, nell'isola dei Cervi, la /lotta cristiana dopo cinque giorni uscl per cercare la turca e dar battaglia, ma Koggià, con la notizia della vittoria del Principe Eugenio a Bclgradu, ricc,·euc l'ordine di portarsi a Costantinopoli.

Matarelli (Augwto) . Generale, n. a Cremona, m. a Firenze (1865-1924). Era figlio di un V◊terano delle guerre per l' Indipendenza. Sonot. di fanteria nel 1883, divenne colonnello nd 1914, al comando del 12° fanteria, col quale entrò in guerra, rimanendo ferito sul Poclgora e guadagnanclo\'i una med. d'argento; il regg. sono il suo comando \'Cn ne in,ignito della mcd. d'oro. La ferita gli impedì di riprendere il suo posto, e passò nei presiclì, a Cesena, prima, e da magg. generale (1917) a Catania. Matarc//i I.eo11ida. Generale, fratello del precedente, n. a Cremona nel 1875. Sottot. cli font. nel 1893, partecipò alla ~ampagua eritrea ciel 1895-91> cd a quella libica del 1913: in questa rimase ferito a Monterus, meritando la mcd . d'argento. Prese guincli parte alla guerra nel 1915, 1916 e 1917 nel quale anno, combattendo a Conca di Plezzo al comando clell'S;,<> fanteria, rimase nuovamente ferito e colp ito dai gas di guerra, cd ebbe una seconda roed. d'argento. Colonnello nel 1918, dopo la guerra fu addetto al Tribunale mii. di Firenze e nel 1920 andò 10 P. A. S. Nel 1930 [u promosso generale di brigata ,n A. R. Q.

Matarieh. Villaggio del Damictta.

Basso Egitto, in prov. di

Comb,111imenti di Matarie/1 (4-8 ollobre lj98). Appartengono a lb campagna del gcn. Bonaparte in Egiuo. Mentre il gen. A!'dréossy navigava sul lago cli Menzaleh per ;;ndare ad occupare la città, alla punta di .\/. si incontrò


MAT

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con una flottiglia dello sceicco Hassan Tubar di ,li/ . Andréossy, per presentare llna massa capace ùi opporre resistenza al nemico superiore di forze, fece legare le sue navicelle le une alle altre e si dispose a respingere l'attacco nemico. Gli Egiziani cominciarono il fuoco, 31 quale i Francesi risposero. Un d istaccamento francese che si trornva in osservazione nelle vicinanze del lago, uditi gli spari, accorse, rna Hassan-Tubar si era gi:1 allontanato. li g iorno 8 g li Fgi-Liani ripeterono l'attacco con maggior i forze, ma il loro tentativo finl con una sconfitta, pcrchè il fuoco dcli~ flo ttiglia, sosrenuto da un pezzo da o tto, gettò lo scompiglio in mezzo a loro e li costrinse a fuga precipitosa.

Matar6. Città -e porto della Spagna in prov. di Barcellona. Sorto i Romani era un importante porto militare, noto con i nomi d i Jlt,ra o Di/11ron . Attacco e presa di Matar6 (16 giugno 1808). Appartiene alla guerra dei Francesi nella Spagna. li gen. Lechi , lasciaro un presidio dj 200 Napoletani nel forte di Mongat appena occupato, proseguì il cammino col resto della divis. verso M., che decise <li prender d 'assa lto, avendo rifiutato la guarnigione di arrendersi. Divise pertanto le sue truppe in tre colonne, dirigendole al passo cli corsa su tre punti cli attacco. li gen. Mi lossewitz forzò a sr. con due bg l. 1 a linea spagnuola che occupava le alture dei Cappuccini. I veliti ed un hgl. di fanteria del regg. Foresti, al centro, ~ssal irono la rittit e la presero, mentre un secondo bgl. napoletano, sotto gli ordini del magg. d'Aquino, e i cacciatori, comandati dal col. Zanardi, superavano gli oHacoli che luro si opponevano lungo il mare, e penetravano da d r. nella città. li presidio oppose una resistenza maggiore di quello che pensavano gli assalitori: le artiglierie smontarono alcun i pezzi dell 'attaccan tc e fecero titubare per un istante le colonne nel primo slancio dell'assalto; ma, avventat isi i granatieri del 4° regg. italiano sulla batteria prin cipale, me nt re Milosscwitz scendeva a rovescio di questa per .le alture dei Cappuccini, l'intiera città fu in breve occupata di viva forza e saccheggiata. Poco dopo però fu suonato a rarcolta, messo termine ai disot,.dini, e restituita la truppa agli accampamenti. li popolo tornò alla quiete e gli abitanti con un tributo immediato riscattaro no i danni ulteriori. Comhattime11l0 di Mntar6 (24 maggio 1823). Appartiene all' intervcnco francese nella Spagna. I Costituzionali spagnuoli avevano divisato di impadronirsi di ,\/., difesa da l8oo u. della divis. Curio! al comando del gcn. dc Vcncc , A tale scopo i generali Milan, e Llobcra avevano riunito

; regg. :li fanteria, il bgl. dei fuorusciti italiani e francesi e 250 cavalli: in totale 5500 u . circa. La divis . costituzionale fu divisa in due colonne di forza pressochè uguale, 'una delle quali comandata dal gcn. Llobcra, marciando lungo il mare, doveva attaccare M. dal la parte d i llarccllona: l'altra, agli ordini del gen. Milans, prendendo la via delle alture, doveva prendere la città dalla parte di Granolles cd e ntrare in M. contemporaneamente alla colonna Llol>era. Sul far della sera del 23 maggio, le due colonne si posero in marcia. Arrivate presso M ., ne cacciarono le g uard ie avanzate e g iunSQro al sobborgo, dove un bgl. di volteggiatori resistette in modo da permettere al gen. de Vence d i far m ontare a cavallo i l 18° regg. cacciatori, di radunare il 6° leggero e d 'arrivare sul luogo del combattimento. I Costituzionali furono ributtati e costretti a 1 it irarsi su Premia, dove Llobera riord inò i suoi bgl. Il gen. de V cnce, ignorando le disposizioni · del nemico, si accingeva a trarre tutto il vantaggio dalla sua situazione e ad inieguire vigorosamente la colonna Llobera, quando un vivo fooco di fucileria lo avvertì di un attacco nemico a M. clall'altra parte. Era la colonna Milans, che, sboc,a ndo dalla strada di Granol lcs, tentava d i sopraffare la resistenza delle poche forze francesi che le stavano di fronte. Il gcn . c!e Vcnce decise allora di tagliare la ritira ta a questa colonna, e, lasciati un bg l. ed uno sqd r. sulla strlda della marina per coprire M. ùa questa parte, si portò rapidamente dietro alla collinetta da dove Mi lans attaccava la città. Gl i Spagnuoli, presi di fianco e di fronte, non tarda10no a indietreggiare e si sal\'arono fugi;cndo verso b montag na.

Matchin. V . .'i!aci11. Mateliça. Comune in prov . d i Macerata, nel bacino clcll 'Esino. Di antichissima origine, fu una delle più importanti città degli Umbri e dei Piceni. Passata sotto il dominio di Roma, questa le accordò i d iritti di municipio. Dopo I' XI sec. fu travagliata da guerre che clovettc sostenere o contro i baroni che tentavano di opprimere la sua libertà o contro le ,·icine città che cercavano toglierle la mdipendcnza. Le lotte più fiere furono quelle sostenute cont ro i com i O ttoni e poscia coi Canierinesi, i qua li, nel 1 r99, aiutati dalle milizie imperiali, l'assalirono improv,·isamcnte e IJ smantellarono cacciandone gli abitanti; ma nel , 209 ebbero pr~tezionc e d ifesa dall 'icnperatorc Ottone I V e nell'anno seguente poterono tornare a rifabbricare le mura e le fortificai.ioni . Però le lotte coi Camerinec;i .-non cessarono e con essi vennero più volte alle armi. !\!elle contese degli imperatori e i principi s,·cvi coi

L antico castello di l\lotera


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pontefici, M. fu spesso coi Ghibellini e seguì il partito d i Manfredi . Quando il di lui generale Percivalle Ooria, nel 1259, pose il campo presso le sue mura, M . prese parte alla spedizione co ntro la gU'clfa Camerino, che fu saccheggiata e devastata, cd ebbe in premio il castello di S . Maria dei Galli. In seguito i Camerincsi ripresero il caste!lo, misero a ferro e fuoco la valle matdicana e cinsero cl 'assedio la città, che fu liberal~ con l 'aiuto di Tolentino t· San Severino. Nel 1294 le ostilità cessarono per 'lpera del rettore Gentile da Sangro. Nel 1311 .'1. si unì a Speranza conte di Montefeltro e poi a Lodovico il Bavaro ,:onw, il pontefice. Pi(, tardi entrò nella Lega dei F iorentini e delle ciuà d i Romagna, Umbria e Marche contro Gregorio Xl, nel quale periodo le sue truppe si distin~ro alla hattaglia di Montemilone. Sulla fine del sec. XIV M. fu do minata dai conti Otto ni che abbell irono e fortificarono il paese.

M atera. Capoluogo di prov . nella Basilicata .

situata a 401 m. sul mare, nel bacino del Bradano. Di origine antichissima, fu occupata da Pirro e da Alessandro il Molosso, venuti in Ita lia in soccorso dei Tarantini. Ann ibale, durante la seconda guerra punica, vi fece svernare il suo È

M atera : torrioni del castello

esercito; fu devastata dai Goti sotto Teodorico, ma restaurata da Bel isario sotto il dominio greco . Alla calala dri Longobardi, .\I. fu aggregata al principato di Benevento, finchè fu distrutta dai Franchi sotto Carlo :,fagno. In seguito cadde nelle man i dei Saraceni, i quali ne fu. rono espulsi nell"8G6 da Lodovico li re d 'Italia, che, per toglier loro quel baluardo, la distrusse. Nel 936 fu d i nuovo occupata dai Saraceni, i quali ne furono ben tosto scacciati. Nel 994 i Saraceni l'assediarono ancora, e avutala nelle mani l:t distrussero completamente, ·n e rrucidarono gli uomini e ne condussero schiave le do nne in Africa. Subì quindi il dominio normanno, e aragonese e svevo. Nel 1664 M. fu innali.ata al grado di capoluogo della Hasilicata, ma du rante I·occupazione francese i tribun ali furono trasfer iti a Potenza e M . rimase semp licemente capoluogo distrettuale. Nel 1927 fu elevata a capoluogo eh provincia.

!viatera . Nome di uno dei quattro bgl: dei « Cacciatori Lucani " incorporati da G ariba ldi nella divis. Coscnz ( 16•), entrata in Napoli 1I 18 settembre 186o. Matera Pasquale. Generale napoletano della Repubblica Parren~pea, n. a Siracusa, m. a Napoli ( 1768-1799). Ritiratosi in Francia per sfuggire alle persecuzioni del governo borbonico, si era arruolato nell"eserci10 repubblicano, raggiungendo il grado di comandante di bgl. e la carica di

aiutante di campo del geo. Berthicr. Tornato in patria con !"esercito di Championnet, la Repubblica lo nominò generale. Per di(endere Napoli contro le bande del cardinale Ruffo propose la costruzio ne d ·operc che no n si pote mno effettuare per mancanza d i mezzi da parte dello <:tJto. Fu alla difesa del forte Sant'Elmo e cadde nelle mani dei Borbonici che lo condannarono a morte unitamente a Manthoné, Massa cd altri dello stato maggiore.

M aterassi (Ernesto). Generale, n. ad Arezzo, m . a Pisa (1834-1903). Proveniente dall'esercito toscano, passò in q uello itali:1110 nel 1860 come capitano d i fanteria .. C:ornbartè nel 1859 e nel 186G. Colonnello nel 1877, comandiì ii 42° fanteria e nel 1884 andò in P. f.. Magg. !{Cncrale nella riserva nel 18g2, fu promosso ten. generale nel 1903.

M ater azzo (Francesco). Generale ncll'eserci10 persiano, n. a S . Biasc (Catanzaro), m . a Napoli (18 11-1893). Fu ufficiale nella Guardia reale del Borbone, ma, di tendenze liberali, era in relazioni d i amicizia con i patrio tti . Nel i848, q11alc comandan te d i un bgl. volontari napoletani, seguì il corpo di ,pedizionc destinato alla guerra ~ontro !"Austria, e, quando questo (u richiamato. il M .. passato il Po, accorse all:1 di fesa di Venezia, dove si distinse grandemente Cad uta la città, peregrinò in Grecia, in Turchia cd in Persia, dove organizzò ed istruì l'escr• dio. Quando scoppiò la guerra di Crimea. ebbe il comando dc!l'c,crcito, il quale doveva riconquistare le provincie persiane occupate da lla Russia. Furono compiu te le operazioni preliminari logistiche richieste dalla campagna, ma il colera si sviluppò fra le truppe con tale violenza, che il campo si dovette sciogliere. Scoppiata la guerra del 1859, si d imise da,ll"alto ufficio che aveva i n Persia e venne in lralra, mcuendosi a disposizione di Cavour che lo spedì ncll"I:milia. Dall"agosto al chccmbre comandò, quale ten. colonnello, il 1° regg. della brigata Modena e fu esonerato da tale comando per una rni.1sio ne di fiducia nel Mezzogio rno e nelle Marche. Governò successivamente le provincie di Cosenza e di Foggia, reprimendo energicamente la reazione borbonica e il brigantaggio. li M . fu comandante della piazza cli Napoli, consig liere municipale e presidente dcli 'orfanotrotìo militare. M a ter iale (Organica). È uno degli clementi th cui s, occupa l' Organica, e può definirsi: " lutto il complesso de i mezzi che serve ad Llll esercito per muovere, per combattere e per il soddisfacimento dei suoi bisogni ». li m ateriale serve, cioè, a far ''"'ere il soldato, a mantenerne integra l'efficienza fisica, a conferirgli capacità offensiva e difensiva, ad agevolargli il mov imcnlO. Esso i: pertanto uno dei fattori più. importanti della potenza mii. d i uno Stato, ed elemento detcrminame indiscutibile della efficienza morale di un esercito. È indubbio, infatti, che la bo ntà del M. d i cui un esercito è dotato, si ripercuo te d irettamente sullo spirito del personale, elevandone la capacità cli resistenza, !"animo aggrcssi,•o, la fiducia in sè, nelle proprie forze, nei capi. Ed ancor più questo /; vero oggi, in cu i, per il cosrnnte ed eno rme progresso delle scienze e del le i ndust rie, i M. raggi ungono un a lto grado di perfezionamento. Se è assiomatico, quindi, che anche il più pcrf.-zionato M. n nulla serve se i fattori morali vacillano · per cui alla preparaz io ne morale dovrà essere se mpre rivolta la cura maggiore - è a ltrcn:mto vero che il .\f. richiede anch·csso cura e ,tudio continui, come elemento che direttamente influenza la preparazione spi-


MAT

M AT

"

rituale e tecnica degli escrc1u. li Corticdli fa la seguente ripartiz ione del materiale d'un esercito :

a) M. stabile:

,

fonificazic,ni casern1e magazzin i stabilim~nti sa:1 itari piazze d'armi e poligoni di tiro strade n,jl itari

b) M . mobile: armi munizioni vettovaglie l'estiario e corredo equipaggiamento arredamento materiali speciali vari mezzi di trasporto casermaggio e mobilio

carte_, rego1amcnti, ccc. Questa classificazione del materiale, sebbene risalga a diversi anni addietro, può anche oggi considerarsi razionale e completa. Il ,l\,J_ mobile viene cosl suddiv iso : .\1. d 'artiglieria e genio: anni muniz!oni mezzi cli trasporto oggetti da campo, ecc. M. dei servizi amministrativi: tutto il rimanente,

Presso il nostro cscrcico, il .\f. mobile è così classilicaro, cbl!e disposizioni in vigore, sotto il punto d i vista am ministrativo: M . de.' gruppo A): Vestiario e corrcd!); .VI. del Grupt,o li): Equipaggiamento, oggcui di servizio generale e cli cucina, vettovaglie, ccc.;

M. del gruppo C) : Armamento e rnrreggio . Le operazion i che l 'Organica compie sul M. sono: la produiionc e la raccolta; la clistribuzione; la conservazione;

l 'amminislrazione. Sul M. stabile vengono svolte tutte le operazioni suddette, ad eccezione della distribuzione e · della raccolta; su quello reale mobile i nvece si esercitano anche qucs,te ulumc due operazioni . La produzione e la raccolta del M. sono operazioni assai delicate e difficili per l'organizzatore. S01, 0 certo le più complesse eh ·egli deve svolgere nei riguard i del M. mobile, specie oggi in cui la mole degli ·eserciti s'è accresciuta fino a coincidere con tuua la nazione in armi. La produzione del M. mobile, affidata per l'addietro in massima parte a soli stabilimenti mii. , viene invece oggi affidata su larghissima scala ali 'indust ria pril'ata. Lo Stato produce nei propri_ stabilimenti solo taluni materiali di precis io ne e tecnici e parte · delle vettovaglie, per il fatto che queste devono essere prodotte and1e in campagna ad immediato contatto con le truppe . operanti, e _pertanto richiedo no personale specializzato ccl addestrato fino dal tempo d i pace. Provveduto alla raccolta ciel ~f. mobile, l'organizzatore <leve poi disporre per la sua ripartizione e distribuzione, cioè _!)Cr la sua clisl.o cazi()nc sul territorio dello Stato in relazione alla configurazio ne geografica ed alla situazione geografico-pol itica dello Stato medesimo, nonchè al!e predisposizioni per la mobilitazione. Raccolto e dislocato il M. mobi!c, occorre provvedere alla sua conservazione, aflìnchè esso non abbia

a deteriorarsi, ma permanga in sicura cllicienza anche per

lungo tempo.

Materiale (At11mi11istrazio11c). I tre gruppi, .-\), B), C), in cui il M. è diviso, sono a loro volta suddivisi in categorie, a seconda dell 'uso e scopo cui deve servire il M. in esso elencato, suddivisione ~e risulta : pei lvi. <lei gr,uppi A) e B) <la] " Nomenclatore dei materiali rki servizi logistici » che è suddiviso in cinque catcgç,r!c; pci ·A/. cld gruppo C) dal « Modello per gli inventari :kl materiale d'artiglier,ia e genio », suddivi so in XXVI categorie. li gruppo A), che t:ratta il solo corredo (vestiario, panr.i, te.Je, rnareric prime, ecc.), ha una categoria .,.u nica: categoria I; il gruppo B) invece, servizio generale e cucina, è assai pii, complesso. Tutto ciò che non t rova posto nel gruppo A) pcrchè non t: corredo, o nel gruppo C), perch/; non ò: oè armamento nè carreggio, trova nccess:lfiamentc posto nel gruppo B). Avremo q ujn d i tante categorie q u~nti sono i rami del servizio generale e cucina, e precisamente: categoria 11, M. pcl servizio generale conrnoc; categoria lll, M . pc! servi-~io sanitario; categoria IV , M. pel servizio del casermaggio; ca tegoria V, M. pcl servizio delle sussistenze militari . Lé XXVI categorie del gruppo C) sono discinte a seconda che trattano artiglierie, materiale da ponte, armi portatili, munizioni, macchinari, ccc. e cioè per tutto quanto è materiale d ' ar t. e genio, dipendente dal funzionamento e gestione degli stabilimenti ed 2rsenali r<"btivi . Affinchè ogni M . o parte di esso possa essere rapidamente e con indubbia certezza jndividuato, è necessa rio abbia, oltre alla determinazione del gruppo e clelh categoria, un altro cleuaglio che meglio lo c.ontraddistingua, <lem,glio che risulrn dal « numero categorico » . Concludendo, q ualsiasi M . deve essere caratterizzato: a) dalla indicazione del gruppo al qua le appartiene; b) dalla sua esatta denominazione conforme o al « nomcriclatorc l> od al cc modello degli inventari » ; e) dalla categoria in correlazione alla natura e specie; d) dal numero categorico; e) dall' unità cli misura; f) dal prezzo parziale d'inventario. Ma, per -quanto questi « nomenclatori » cd « inventari » àbb:ano elencate mig liaia e migliaia di voci, può avvenire che un determinato M . non vi sia compreso; in q uesti casi l'ente che deve procedere ad operazioni di movimento, stabiliti tutti gli clementi necessari di gruppo, categoria, <;cc. controdistinguerà il M. medesimo con un numero catego-

rìco « rosso ,, . Contabilità. dt:l materiale. Si tiene conto separato per o~ni gruppo. Le modalità di questi conLi sono contenute nella Légg~ sul Riscontro effettivo dei Magazzini, basata sul pri ncipio dell'esistenza di un « Inventar io - Registro ·• analitico riassunt ivo, the, determinata una consistenza patrimoniale <li ogni singolo M ., à quantità cd a valore , la segue in ogni modificazione, cli aumemo o di diminu zione, provocata dall 'autorirà competente e conval idata con appositi documenti: richieste di carico, per g li aumenti, richieste di scarico per le diminuzioni. La contabilità è annuJJle e prende il nome di " conto giudiziale », pcrchè sottoposta al g iudizio dèlla Corte elci Conti. Il conto è personale dd consegnatn•rio. 11 conto giudiziale segue tutto ciò che costìfOisce effettivo e definitivo movimento di M . nei riguardi della. dotazione del corpo (acquisti, cessioni, distruzioni, alienaz io ni, ecc.) . Vi sono però altri movimenti dì M., i quali lascia no immutaia la dotazione del corpo, e sono rappresentati dai movimenti interni , per consegne 0

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tcmporaocc. a.i reparti, impieghi con -carico di restituzione, cessioni provvisorie, ecc. Per queste .operazioni interne esistono a ltri registri e ·documenti, i quali haMO prevalentemente lo scopo di fissarne in ogni mom.ento la dislocazione e le conseguenti responsabilità per difetto, di conservazione,

impadronì di Utica e di Ippona, e quindi, i nsieme con Spcndio, pose l'assedio a Cartagine . Amilcare .Barca li circondò e" li affamò nel loro campo; Spendìo fu preso e M . riuscì a fuggire, n1a, inseguito da Arnilcare, fu raggiunto,( catturato, condotto a Cartagine, fotto morire tra i tor-

deterioramenti, perd ite, ecc.

1ncnti.

Mare,-iale (Logistica)·. L'impiego del M. è fatto in relazione alla sua narura· ed alla sua destinazione. Ciò che serve alla lotta cd, alla vita d 'ogni singolo elemento viene permanen temente·: decentrato e dato in dotazione a chi ne fa uso. Ciò che invece può essere impiegato a favore di tutti, viene accentrato nelle mani del Coma~do, che lo adopera secondo il proprio criterio e l'andamento delle operazioni.

Mati. Villaggio della· Grecia, in T essaglia, fra Elassona e Larissa.

Matese. Grupp'o montuoso dell'Appennino, fra Campobas.sç, e Caserta, ant. dettò Tifcntus mons . La sua massima altezza è 2050 m. Legio11e dd lvlatese. Questo corpo di volontari si formò nel 1860 nell' Italia Meridionale, a Picdimonte d'Alife (25 agosto) e ne prese il comando il rnagg. De Blasis. Ragg.iunse la forza òi 435 umnini, quasi tutti di Lavino, ed operò nel Beneventano, coadiuvando le truppe regolari contro la reazione borbonica. Combattè il 2 ottobre a Caserta Vecchia (battaglia ciel Volturno) ebbe band iera propria (che si conserva nella Sala del consiglio comunale di Picdirnonte) e rimase in servizio fino al marzo 1861.

Mathieu (dc la Redortc, conte Maurizio). Generale fra ncese (1768-1833). Serv) nelle Indie Orientali, poi passò nei d ragoni; fece le ca1npagne del Reno dal 1792 al 1796, quelle d\ Roma e di Napoli, e fu nominato generale d i brigata nel 1798 e l'anno ~cguente generale di d ivis. , col quale g rado prese parte alle campagne d'Austria (1805), di Prussia (1806), di Polonia (1807), di Spagna (1808-14). Aderì- alla Restau,razione, da cui ebbe il comando di Tolosa e poi di Lione. Nel 1819 fu nominato Pari di Francia. M.11thiett Anatolio. Generale, n. a Torino, m. ad Alessandria (1834- i'894). Sottot. d ' art. nel 1859, partecipò alla campagna del 1866. Passato poi nel corpo d i S. M. , fu promosso 11el 1882 colonnello comandante il 56° fan teria, M~gg. generale nel 1890, comandò la brigata Pistoia.

Mathos. Uno dei capì mercenari ribelli contro Cartagine, giustiziato nel 238 a. C. Alla testi di 70.000 u. si

CoÌ11battimento di Mati (1897). Appartiene alla guerra greco-turca . I Greci avevano occupato il borgo nella mattinata del 23 aprile , e i Turchi subito dopo mezzogiorno ne iniziarono l'attacco. Fin verso le 17, la resistenza dei prin1i, comancbti da Mastrapa, fu efficace; ma a que1l 'ora

daìla dr. Lurca, opportu namente r inforzata, V<'nne eseguito un attacco che ebbe piena riuscita . Dopo poco p iù di un'ora di lotta) la sr. greca cedeva, e tutta la linea si poneva in ritirata. A notte, sulle colonne, cui si era unita b fuggiasca popolazione civile, piombò !a cavalleria turca che vi get tò. un disordine immenso e ne fece scempio : i Greci p assarono dalla ritirata alla fuga, e per ore ed ore m l ponte di Larissa si affollarono le truppe, che si riuscì a ordinare soltanto oltre qu$-1lo.

Matilde (di Toscana, detta la gran contessa). Figlia di Bonifacio III, duca di Toscana, e di Beatrice di Lorena, sorella di Enrico 111. A soli otto anni, nel 1054, ereditò gli Stati di Toscana, Piacenza, Parma, Modena, Reggio, Mantova, Ferrara, Spoleto, ecc., c.h e governò saggiamente con la madre Be~trice e poi da sola, da vera regina. Nel 1069 sposò il figl io che Goffredo il Gobbo, secondo marito di sua madre, aveva avuto dalla prima moglie e che portava lo stesso nome, ma non gli lasciò alcuna ingerenza nel governo dei suoi paesi. Essi vissero anzi sempre divisi, combattendo egli per l'imperatore, ella per il pontefice. Espertissima negli affari di Stato, guidava essa stessa i vassalli nelle ba~taglie e negli assalti. Fervente ammiratrice di Gregorio Vll, si uuì a questo pontefice COJJtro Enrico IV, nemico comune. Nella lotta che i papi, da Gregorio Vll a Pasquale 11, sostennero contro l'impero, M. fu la loro spada. Dopo la morte di G regorio VII, suscitò a ,En rico [V un rivale 11dla persona del figlio Conrado, che fece nominare re di Lombardia : nel 1, 10 riconobbe la sovranità di Enrico V. Avendo el la fatta donazione di tutti i suoi Stati alla Chiesa, dopo la sua morte, avvenuta nel 1u5, la questione della eredità diede luogo ad una lunga lotta fra gli imperatori ed i papi.

Dattaglia di l\llsti ( 1897). Fanteria greca in atte~a, mentre l'artiglieria fa fuoco suJle colonne turch<.>.


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Matricola. La M. presso i corpi è da paragonarsi, nelle sue manifestazioni formali e giuridiche, alle funzioni che presso l'ente « Comune » csercirano· gli uffici dello « Stato Civile », la cui importanza risale all"inizio dello svolgersi vero e proprio della vita civile dei pof"?li. La .\'1. è pei militari lo « Stato Mi litare » che inscrive e t rascrive tutto quanto è attinente allo svolgersi dell'esistenza dei mii. stessi, in funzione dei servizi prestati che ne conseg uono, sia in linea giuridica cd economica, sia sotto l'aspetto morale, nei riguardi dell'assolv imento dei doveri che incombono a ciascun cittadino agli effetti della leva. La M. dc! R. Esercito ha per iscopo di tenere memoria di tutti i servizi che ciascun ufficiale, impiegato civile dipendente dal Ministero della g uerra o mii. di truppa abbi!I reso allo Stato, indipendentemente dagli effetti che ne ptlssono derivare.

V Essa è quind i la cronistoria fedele dei servizi prestati, costituisce il documento fondamentale per dimostrare gli o bblighi di ciascuno, constata i titoli di servizio in rappor.to alle leggi sul rcclutamemo, sull'avanzamento, sullo stato degli ufficiali e dei sottufficiali, sulle pensioni, indica le ricompense ricevute, le ferite cd infermiti dipen• denti da ragioni di scrvizio.,'..s da ogni obbllgO ad esso inerente, per l'accertamento dei dir itti che conseguente• mente possono derivarne, La M . degli ufficiali e 1.klla truppa è distinta da quella riguardante gli impiegati ci1•ili dipendenti dall'Amministrazione della Guerra. --4,. Il serv izio matricolare si basa sul concetto che per ogni militare debbono esistere due documenti : un « ruolo onatricolarc » cd un « foglio individuale », in doppio originale, tenuti sempre da due enti diversi, sia perchè possa aversi un controllo sulla regolarità delle inscrizioni, sia perchè in caso cli smarrimento o d istruzione di uno dei documenti, se ne possa avere un secondo per la sua ricompilazion~ Il servizio matricolare si svolge passando amaverso tre ciilTcrenti fasi, le quali sono: 1°) le inscrizioni ; t 0 ) le variazioni; 3°) le rotcificazio ni. La prima avviene con l'arruolamento <lei militare , la seconda con t utto quanto lo possa interessare nella posizione, negli assc,i;ni, ccc.; l 'altra con le eventuali aggiunte, va rianti o modificazioni a fatti erroneamente crascritti od omessi. Di questo com pito, il quale ha una importanza somma per le ripercussioni che può avere pre;so i singoli e presso lo Sta.to, è incaricato l'ufficiale di matricola, il quale vi attende sotto la vigilanza del capo ufficio d'amministrazione e ne risponde presso il Comandante del corpo e presso il Ministero, il quale sovraintende al regobre andamento di tlltto il servizio.

Numero di matricola. Gli ufficiali hanno un numero di M. progressivo per ogni « serie », assegnato dal Ministero della guerra sulla base di appositi ruoli, distinti per arma, corpo e servizio. Per la ,truppa invece, il numero di .\1. è dat0 dal distretto. Questi hanno una nll merazionc progressiva per la rotazio ne di 2 0 anni, con inizio dal 1875; cosicchè con la classe 1905, ad esempio, si t: entrati nel terzo ciclo d 'iscrizioni, che comprende tutti Ì distretti nuovi creati per gli avvenuti mutamenti nella circoscrizione mii. Vecchi e nuovi distrc~ti, indipendentemente dalla data d'inizio della loro rotazio ne, ne fi3nnn iniziata una nuova con tale classe, rendendo cosl uniforme la rotazione medesima per tutti i distretti del Regno. In tutte le occasioni il numero di un mii. deve essere costituit0 non solo da quello di iscrizione a ruolo. ma anche da quello indicante il numero del distretto cui il ruolo appartiene. La ,\I/. risale ad antichissimi tempi. Giuljo Cesare,

quando battè gli Elvczi, trovò nel loro campo dei registri scritti in greco, nei quali erano inscritti coloro che erano in grndo di portare le armi, disrinti dai ragazzi, dai vecchi, dalle donne . Fu possibile così calcolare il numero dei guerrieri: 92.000 su 368.000 persone. Registri matricolari ebbero tutti gli eserciti : a Roma i soldati davano il loro no me agli scrivani al!'atto dell'auuolamentn.

Matricola (Mari11a). li personale mii. della R. M., al. I·:m o dcli 'a rruolamento, sia di leva, sia volontario, r iceve un numero di M. che serve ad individuarlo con esattezza anche nei casi di omonimia; la registrazione è fotta su libri a madre e lìglia. Nella Marina Sarda ed in quelle più antiche, per evitare le omonimie, si assegnava ai marinai, in luogo della matricola, un nome vero e proprio che conservavano· durante tutto il tempn del loro servizio. f:. ben conosciuto il nome di Clcombroto, assegnato a Garibaldi quando si arruolò in ta le marina. Dalla M. deriva il foglio matricolare, nel quale so110 registrate tutte le caratteristiche che servono a distinguete gli individui, il loro stato di servizio (puniiioni, promozioni, malattie, licenze, vestiario, ecc.). I fogii matricolari sono sempre compilati in doppio: uno di questi accompagna i militari in tutte le destinazioni , l 'altro rimane depositato al Comando Superiore del C.R.E.M. nell'apposito Ufficio che clicesi Ufficio tvlar,-icokl. I fogli matricolari, dopo il congedo delle classi, sono schedati e controllati, e servono per le assegnazioni dei vari .individui in caso di mobi litazione, dopo essere stati richiamati. Andtc per g li ufficiali di tutti i corpi e categorie esiste una M. che viene conservata , sia presso l 'Ufficio apposilo del Ministero della marina, sia presso l'ufficio del dip. al qu:de ciascuno ufficia le è ascritto. Ma1,-icola quadmpedi. H a lo scopo di tenere in evidenza tutti i quadrupedi in forza, facenti parte del patrimonio mobile dello Stato; essa è costituita per tutte le amministrazioni mii. da un ruolo collettivo e Ja un foglio individuale. Gli clementi per la formazione dei ruoli e dei fogl i sono dcsun1i dagli stati segnaletici, che le amministrazioni ricevono dalle commissioni mii. di rimonta e dai depositi di allevamento cavalli, per ogni gruppo di puledri da assumere in forza. li nome di tutti i cavalli deve incominciare con una determ inata lettera dell'alfabeto corrispondente all'anno di nascita. La serie ha avuto inizio con la lettera A) nel 1912 ed è quindi cessata col 193r. Dal r93z ha avuto iniZiio una seconda serie con la lettera A), di guisa cbe , dal la lcue ra iniziale del nome, è sempre possibile stabilire ,1·e1à del cavallo. I· nomi devono essere brevi (quattro sillabe al massimo) curando possibilmente , di sceglierli in modo che non riesca facile di C0\1 fonderli fra loro, e servendosi di sostantivi o di aggettivi comuni, seguendo il vocabolario della lingua italiana od il dizionario dei Comuni del Regno, evitando in modo assoh,to nomi rid icoli, spregiativi, o propri di personalità storiche, politiche, artisliche, specialmente se con1emporanee. Il numero di M. è proprio, del corpo. Non deve superare le quauro cifre, e perciò, raggiunto il 9999. si ri,omiucia l~t numerazione.

Matrimonio dègli ufficiali. f:. regolato dalla L.eg~e 25 giugno 19 1r , n. 6ti, pet l'Esercit6; dalla Legge 16 giugno r9t2, n. &>6, per la Marina; dai RR. DO. 28 luglio 1911, n. ,894; 18 lugl io 1912, n. 806; 25 luglio r912, n. 9ro; dalla Legge 11 marzo r926, n. 399; dal R. D. r6 magg io 1926, n. 920; R . .D. 26 Ìuglio 1929, n. !404; R. O. 9 agosro 1929, n. 1518; R. Ò. 3 ottobre 1929,' n. 1934.

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riduzione d i quadri con provved imento di carattere defiAl Tribunale supremo mil. spetta la decisiòne nei casi di nitivo, o quando i l matrimon io sia sciolto per la morte trasgressione della Legge sui matrimoni degli ufficiali, e dell'ufficiale, o q uando il mat ri monio sia sciolto per la sulla costituzione della dote. Gli ufficiali delle Forze Armorte della moglie senza discendenti superst iti maschi in mate in servizi<;> permanente effettivo, in aspettativa o i n età minore o femmine in . età minore non maritate. La sospensione dell'impiego, e quelli invalidi o mutilati riasidoneità e la valid ità della costituzione della rendita son.o sunti in servizio sedentario, q ualunque sia la categoria d ich iarate dal Tribunale supremo mii. sopra r icorso deld alla quale p rovengono, non possono contrarre matrimonio l'ufficiale, sentito il R. Avv. Gen. Mil. Lo stesso T ribusenza aver prima o ttenuto il Regio asscntiinento, che non na le è competente a conoscere della sostituzione di altra potrà essere loro concesso prima che a bbiano raggi unto i 25 anni d 'età, ecce tto quelli della Regia Aeronautica, per garanzia a qudla pr imitiva, o a d ichiarare la libera disponibilità della rendita. Per assicurare la regolarità dei mai quali si richiede che abbiano raggiunto l'età d i 30 anni. trimo ni degli ufficiali, l' ufficiale· di Srnto civile innanzi al L 'ufficiale che contrae matrimonio senza il Regio assen quale fu celebrato il matrimonio, deve trasmettere un timento, o che contrae matrimonio relig ioso non valido estratto del relativo arto al Ministero della guerra, cd agli effetti civili, è dispensato dal servizio permanente; la ugualmente deve trasmettere un estratto delle trascrizioni d ispensa ha luogo in seguito a dichiarazione del Tribudi matrimon;o d i ufficiali che compia. nale supremo mii., la quale affermi che il m atr imonio fu contrattò in contravvenz ione delle norme in vigore. Matrimonio dei sottufficiali. È regolato da disposizioni di Nel caso d i imminente pericolo di vita, se l'ufficiale ha legge le quali mirano ad assicurare, nella delicata materia·, prole naturale vivente che intenda legittimare, può conche il M . sia consentito soltanto a quei sottufficiali che trarre il n1atrimonio senza aver ottenuto il Regio assenti~ abbiano già raggiunto per grado e per età una posizione · mento, salvo i casi d 'impedimento contemplati nel cod ice stabile. Nello stesso tempo tali d isposizioni hanno lo scopo civile. 0\i'C il coniuge giudicato in extremis sopravviva, d i garantire che i .sottufficiali contraggano M . con signol'ufficiale che non ottenga entro dieci mesi dalla celebrarine di indubbia moral \tà e d i adeguato ceto sociale, come zione del matri monio il Regio assentimento, incorrerà nella richiede il decoro proprio dello stato del sottufficiale. Le d ispensa del ' serv izio attivo, previa d ich iarazione sempre d isposizioni attualmen.te in vigore tendono, peraltro, ad del detto Tribuna le . all argare la possibilità di contrarre matrimonio da parte " Per o ttenere il Regio assentimento a contrarre matridei sottufficiali, dimim1endo numerose restrizioni che erano, monio, gli ufficiali fino al grado di maggiore (o corrispon invece, p reviste dal! '« istruzione sul matrimonio dei milidente) incluso, ad eccezione di q uelli collocati in aspettari del R. E. » edizione 1907. Sono state cioè abrogate, tativa per riduzione d i quadri con provved imento dÌ ca per molte categorie d i souufficial i, le limitazioni di nurattere defi nitivo, e degli ufficiali invalidi o mutilat i rias mero nell'ammissione a comrarre M ., e q ualsiasi m isu ra sunti in servizio sedentario, debbono comprovare d i posrestr ittiva r iAeuerY..e l'anzianità. Possono così contrarre M. sedere - a prescindere dallo stipend io d d proprio grad o indipendentemente dalla loro anzianità di servizio e senza e delle indennità di qualsiasi natura una rendita lorda lim itazione d i numero, varie categorie d i sottufficiali addetti assicurata con vincolo ipotecario a favore della futura sposa a speciali servizi tecnici (sottufficiali capi officina reggie della prole nascitura, su l debito pubbl ico consolidato o mentale e capi meccanici di batteria presso i regg. d'art. sopra beni immobi li, ovvero su titoli garantiti dallo ·Stato di rutte le specialità; sottufficiali capi armaioh, sottuffinella seguente misura : di L, 7000 nominali per il g rado d i cial i telemetristi, ecc.). I maresc ialli maggiori possono essottotenente; di L.· 4500 nominali per il grado di tenente; sere aut0rizzati a con trarre Al/. senza lin1itazionc di nu~ d i L. 3000 nominali per i l g rado di capitano; d i L. 1500 · mero, se mpre che abbiano i 'anzianità minima di. diccl nominali per il g rado di maggiore o g radi corrispondenti. anni di servizio. E anche i sottufficiali , ancorchè d i g rado inferiore a quello di maresciallo maggiore, che si trovino Per g li ufficiali subalterni dei RR. CC. e del la Finanza proven ienti dai sottuffic iali, per i maestri direttori d i banda, nella posizione d i servizio sedentario, i sottufficiali dei de per i maestri di schenna , per g li ufficiali del C.R.E .M. e positi cavalli stalloni, i sottufficiali tffmbeuieri e musigl.t u fficiali specializzat i dell'Aeronautica, la rendita lorda, canti, guardabattcrie, g uardaforti, ecc. I marescialli capi e marescialli dei vari corpi ed istituti, sem pre cbc contino d i cui sopra è ridotta a L. 3000 nominali. I sottufficiali già ammogliati , nel caso di nom ina ad ufficia li in servizio ahneno l O anni di servizio, pos~ono essere ammessi a conpermanente nel C .R.E .M ., oppure nei ruoli combattenti trarre M . nella misura della met à del numero complessivo dei sottufficiali dei dett i d ue g radi effettivi a ciascun corpo o specializzati dcli' Aeronautica, no n hanno obbligo della od istituto . D( massima i sergenti maggiori, all'infuori di costituzione della dote. La dote della sposa può tene. luogo quelli appartenenti alle speciali categorie sopra ind icate, della rendita , qua ndo nel contratto nuziale sia costituita non sono ammessi a contrarre M ., salvo casi eccezionali sui nella misura e pel fine esposti in precedenza . Durante il quali dovrà decidere il Ministero. li permesso di contrarre matrimonio, il d iritto di riscuotere le an nualità de lla renM. viene concesso ai sottufficiali, per delegazione del Midita spetta all'ufficiale. Nel caso di separazione dei conistero della guerra, dal comandante della div is. nelfa cui niugi si applicano le d isposizion, del codice ci"ile. La ren, giurisd izione è stanziato il corpo o reparto al quale il ridita, anche se costituita colla dote della futura sposa, non chiedente è in forza. Ai marescialli d'alloggio dei CC. RR . può essere alien'ara in tutto o in parte, nouostante quapuò essere concesso d i còntrarrc M . ,senza alcuna limitalu nque d isposizione diversa d i legge, fino a quando no n zione . Ai brigadieri dei CC. RR. può essere fatta 'cale divenga disponibile liberamente, e le ;urnualità non posconcessione in ragio ne cli un terzo del , loro numero. sono cedersi nè pig norar• i se non per causa d i elementi dovuti per legge, e solta1)to nella misura d i un terzo. Matrimonio dei soldati presso gli anticlzi Romani. [ m iL a rendita divie ne d isponibile liberamente qua ndo I ·ufliti dell'esercito romano nei primi tempi del la Repu bblica erano tutti ammogliati, come prescriv_evano !e leggi del le ficia le a bbia raggiunto lo stipendio ini-"òale del grado d i dod ici tavole. In seguito, quando i confini della poteDza colo nnello o grado corrispondente, o cessi defin it ivamente romana cominciarono ad allargarsi, anche i l costume del dal servizio permanente, o sia collocato in aspettativa per 1


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M . fra i soldati cominciò ad andare in disuso, fino a

scomparire quas, del tutto aU-epoca di Augusto. In· diverse cpod1e però, ad intervalli, furono richiamate in vigore le leggi primitive. Lo spirito della legge si fondava sul coocetto che il pensiero della ca.a e della famiglia infondesse nell'ani mo del soldato forza e va lore, col m iraggio che, conseguita la vittoria, sarebbe tornate, in seno alla propria famiglia, carico di bo11ino, di premi, di onori. Sono ricordate le parole di un'allocuzione di Scipione, in procu1to di parcirc in guerra contro Annibale: « Ciascuno di voi, prendendo le anni, non creda di difendere soliamo se stesso· o di sal vaguardare solamente i suoi in teressi; ma deve avere la persu:.sione di d ifendere la propria moglie ed i propri figli, e di salvaguardare anche gli interessi di Roma e di tucto il popolo romano ». Quando -p erò gli eserciti romani furono mandati in tutlc le parti del mondo conosciuto, i soldati celibi ebbero la prevalenza e furono preferiti. Sino alla Rivoluzione della fine del secolo XVIII, in Francia, il militare che p igliava mogl ie senza :ivcrne ottenuta licenza perdeva la propria anzi,anità di servizio, con ogni diritto coru,esso con la medesima, compreso quello d'esser mandato in congedo al termine del tempo di s~rvizio pel q ua le si era assoldato . Un regolamento dava ragione di questo provvedimento dicé nclo che i g regari ammogliati, dovendo provvedere ai bisogni della moglie e de i figli, servivano svogliatamente e, inoltre, costavan di più allo Stato pcl loro alloggiamento. Questo si riferisce al fatto che le famiglie dei gregari abitavan tutte in caserma.

Matruch. Rorgo ma rittimo dell 'Egitto, nella parte occidentale, fra Alessandria e Sollum , a 320 km . -dalla prima e 240 dal secondo. Durante la !orta degli .Inglesi per la difesa del confine occidentale dell'Egitto (V.) essi ne fecero una loro base di opcrazio!li, concentrandovi le truppe agli ordini del gcn. Wallace ( r914) con le quali egli fronteggiò e d isperse la minaccia proveniente dai TurcoSenussi. (V. Mcdwa).

Matter Edmondo

M nttci Emilio.

Mattei (Emilio). Generale, n . a Saluzzo, m. a Torino (1825-H)OO). Tenente d "art. nel 1846, combattè nel 1848, meritando la menzione onorevole a Peschiera, e nel 1849, ottenendo la mcd. d'argento alla Sforzesca a Novara. Ebbe a ltra med. d'argento in occasione di uno scoppio di ·polveriera a Torino. Decorato della croce da cav. del1'0. M. S. all 'assedio d 'Anco na, e promosso tc n. coloo n . per merito cli guerra nella campagna della bassa ltalia, ebbe nel 1866 la croce d\,fT. dell'O. M . S. a Borgoforte . Colonnello nel 1863, fu segretario del comi tato d'art. e poi comandò il 5° art. da campagna . Magg. generale comandante il presidio di Venezia nel 1871, e tcn . generale

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comand. la divis. di Genova nel 1879, fu dal 1884 presidente ciel comitato d'art. e genio e nel 1899 andò in riserva. Scienziaro e studioso d 'artiglieria , portò innovazioni nel materiale da campagna, ta nto che porlÒ il nome M .• Rossi qu<sllO da 75 mm. Rappresentò alla Camera per tre legislature il collegio di Venezia (XIV, XV, XVI). Mauei 1!1/011,0. Generale, n . a Pisa nel 1~67. Sottot. d'art. nel 1885, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo cli S. M . Nd 1911 insegnò tattica alla scuola cli gut:rra. Colonnello 1Jcl 1915, fu in guerra capo di S. M. del V C. cl' A. e poi comandò le brigate Etna e Sassari . Fu ferito sul M. Z<:bio e per le azioni svoltesi in Val Astico, Val Posina e Vallarsa, ebbe la croce da cav. del1'0. M. S. In P. A . nel 1917, brigadiere generale nel 1918, assunse nel 1923 il grado di generale di divis., e nel 1928 fu promosso generale di C. d'A. Pur avendo lasciato il servizio attivo permanente, fu incaricato dell 'insegnamento delle costrnzioni d'ar t. alla scuola d 'applicazione d'al't . e genio, dal 1924 al 1929.

Matter (Edmondo). Medaglia d'oro, 11. a Mestre nel 1886, cad uto sul Carso nel 1916. Dottore in Scienze commerciali, allo scoppio della guerra contro l"Austria, nel 19r5, tornò dall'estero ove si trovava, e si arruo)ò col grado dì sottot. di complemento di fanteria, cui era stato nominato in pace. Promosso successivamente tenente e capi1ano, combatté valorosamente in Cadore, in Albania, sul Carso, .riportanto una ferita e guadagnandosi un encomio solenne. Ad Oppachiasclla, d urante la settima battagl ia del! 'Isonzo, f:u fcriw gravemente, e morì poco dopo in un ospedale da campo. Ecco la motivazione della mccl. d'oro, concessa alla memoria del valoroso ufficiale: « D urante t ulta la campagna compì numerose ccl ardite imprese, dando costante e magnifica prova di sè; ed una , volta, benchè ferito, non si ritrasse dal combattimento. li 16 settembre, alla presa di Oppachiasella, con slancio e coraggio mirabili precedeva la propria compagnia trascinandola all 'a.ssalto delle trincee avversarie, e, sotto il yiolcnto fuoco del nemico, riusciva con la sua salda fermezza a manl<:nere vivo lo spirito di sac rificio dei suoi uomini, per tcn1are di aprire un varco attrnvcrso le d ifese accessorie quasi in tatte. Ferito gravemente, incurante di sè, non cessava d ' incitare i dipendenti e di impartire ordini per i l prosegu imento della difficile azione. Fulgido esempio di virtù militari, moriva poco dopo all 'ospcdale da campo, volgendo sercnam~nte il suo ultimo pensiero •alla band iera cd ai suoi bravi soldati » (Sch ludcrbach, Monte Piana, maggio-luglio 1915; Oppachiasella , 16 settembre 1916).

Mattero (lat. Materis). Nome cli una am. arma u~ata dai Cdli; sembra fosse una picca cli grnndi òi.mensioni. In FrcUJcia, nel l'nedio evo era a_ncora usata un 'arma simi le (lvl_atère) corrispondente alla Chiavcrina. Matteuooi (Saporoso). Capitano del sec. XVI, di Fermo, m.' nel 1578 ad Avignone. Fu a l soldo della Repubblica Ji Venezia , combattendo a Corfù e in Dalmazia, e poi dd granduca di Toscana . Fu ferito alla battag lia della :V(i1andola, ove combat tè per pàpa Giulio n, e p0i a q ue!h di Siena. Pio V lo spedì alla difesa qi Ancona, ,minacciata dai Tur~hi, e di là passò in Francia a combaucre gl i Ugo.notti. Matthews (Tommaso) . Am mirag!io inglese (1676-1751). Com banè nella gue~ra per la Successione di Spagna, e poi cont ro i pirati dei mari delle Indie. Nel 174~ attaccò i,ivano Tolone e per questo scacco fu costretto .a lascia re i! servizio.


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Matthe,11s. Affusto per conLro-aerei, adottalo l)Cgli Stati U niti d'America nel 1930, per la mitragliatrice pesante Browning, in modo da poterla utilizzare per il t iro a forti ,. elevazioni. È munito di uno speciale appoggio per b spal!a. Le ruore del! 'affusto possono essere staccare o attaccare in pochissimi second i, e cosl' l'adattatore contro-aerei. !.'affusto porta 9000 colp i e un recipie,uc per la condensazio ne de\ vapore.

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Mattone (di Benevc/lo, Bandolinoj. Generale, m . a Vil lafranca di Nizza nel 1816. Partecipò al le guerre della fine ciel scc. XVIll quale ufficiale cli fanteria . Magg . generale nel 18r5, fu capitano del posto di Villafranca. Mattone di Be11c11ello-C/,al/au.t Massimiliano . Generale , n. ne! 1855. Sottot. di cavalleria nel 1876, raggiunse il grado d i colonnello nel 1908 e comandò il regg. cavalleggeri di Monferrato. In P . A. nel 191r, fu promosso magg. gene.-ale nella riserva nel r 915 e o.el 1923 assunse il grado cli generale di divisione.

Matun. Città dcl l'Afgaoistan, nella prov. di Waziristan, presso un affluente dello Shamil, alla biforcazione delle strade per D urgai e Degan.

Affusto Matthev,is per mitragliatrice pesante.

Mattia (Giuseppe). Generale, n. a S. Angelo Lodigiano, m. a Bologna (18_39-1906). Sottot. di fantnia 11cl 186o, partecipò alla guerra del 1866. Nel -terremoto dd l'isòla d'Ischia nel 1883, ottenne la medaglia d 'argento al valor civile. Colonnello nel 1891, ebbe il comando del 44° fanteria e dal 1894 9uello del 5°. In P . A . nel 1897, fu promosso magg. generale nella riserva nel 1901. Mattioli (Alesmndrini, Attilio). Generale, n. a Senigallia nel 1848. Sottot. d i caval leria nel 1867, partecipò alla campagna del r 870 e frequentò poi la scuola di guerra. Colonnello nel 1894, comandò i cavallegger i di Saluzzo. Magg . ' generale comand. la 9• brigata di cavalleria nel rgoo, andò in P. A. nel 1908. Ten. generale nel 1910, passò ndla ri • serva nel 1912.

Mattioli Attilio.

IVlattone Massimiliano. ~

M.attioli Demetrio . Generale , n. ~ 1\/oventa Padovana nel 1862. Sottot. di fanteria nel 1882, anelò in P. . A. ne! 1909 col grado di maggiore. Nella. riserva raggiunse il grado d i !-irigadiere generale nel 19 t9.

Combattimento di lv!atun (genn aio 1879). Appartiene alla campagna inglese nell' Afganistan ciel 1878-79. Il 6 gennaio 1Sì9 una co lonna i nglese agli ordini del geo . Robens (2000 u.) raggiunse M. e !a sera stessa il generale vco·ne a sapere che i Manga! erano scesi dalle montagne co1, l'intenz ione di attaccare il campo inglese e che occupavano già i vill aggi intorno. Il mattino ciel 7, i Manga! ed altri montanari, in •forze cli parecchie migliaia , avevano circondato da tre pan/ il campo. Fu dispo;to che tut<a la cavalleria disponibile, a! comando del col. 1-Iugh Gough , con 6 cp. indigene e con una btr. da 1nontagna, marciasse a nord~ovest del campo, dove jl nemico .sembrava più numeroso. Per la protezione del fia nco dr. del campo, fu messa una parte del zr.0 regg. con due pezz i da montagna ; l'altra parte ciel 21° con i rimanenti due pezzi della btr. da momagna dovevano proteggere il tergo, mcr:rit:re la fronte cd il fianco sr. sarebbero stati difc.si da un reparto del 72° regg. Tutte le truppe' all 'interno e attorno al campo erano comandate dal col. Drew, il quale aveva l'ordine d i resistere fino a che il col. Gough non avesse avuto ragione del nemico sulla sua fronte. Le truppe del col. Gough attaccarono il combattimento appiedate e respinsero i montanari che si ritirarono fuori di tiro, in tanto che i cannon i della brr. da montagna bombardavano il nemico rifugiatosi sul le alture e gli i mpedivano d i tentare un ri to rno offensivo. Allora il gen. Roberts rivolse i suoi sforz i a tergo del cam po; il col. D rew prendeva i villaggi situati da quella parte e li incendiava, metit:rc il reparto Stewart, inviato dal col. Gough , caricava i fuggiaschi . La vittoria costò agl i I nglesi lievissime perdite.

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Matz. ll,uscello della Francia, nel bacino della Marn a, presso Noyon. Ha dato i l nome a una battaglia che fa parte del la più complessa battaglia d i Frn11cia del 1918 (V .) . Una volta che i Tedeschi ebbero creati i salienti di }.fontdidier (aprile 1918) e di Chateau-Thicrry (maggio-gil<gno r918, za battaglia della Marna), ma senza riuscire ,1CI occupare Reims, essi, prima di passare all'attacco decisivo nelle Fiandre e su Parigi, decisero di riunire i due salienti suddetti, J11ediante un 'offensiva 1;1irante a Cornpiègr1c. Q ue• sto. tentativo tedesco diede l uogo ad una sotto battaglia della battaglia cli Francia, che i Francesi chiamarono della Matz e i Tedeschi chiama rono battaglia di Noyon . Dal 9 al 12 giugno la 18• armata tedesca attaccò ripetute volte sulla fronte Momdidier-Noyon , fron te validamente difesa dall'armata francese del generale Hu'mbert, schierata su due linee difensive, ben munite. I Tedeschi riuscirono a superare il corso del M. e a raggiungere quasi la .riva sr . del fiume Aronde, specie per inerito del generale I-lut.ie, e dei suoi procedimenti d'attacco; ma, di fronte alla


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resistenza ed ai continui contrattacchi del Payolle, il Comando supremo ,tedesco , creato questo sal ient~ intermedio fra i due p rincipali sud detti, pensò bene <li non logorare ancora !e proprie t ruppe in imprese secondarie , avvicinandosi il momento d i passare all'azio ne nelle F iandre e clalJa Marna su Parigi.

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IEGNE Battaglia della Matz (19 18).

Maubeuge. Città della Francia, nel clip. del Nord, sulla Sambre, a breve d istanza dalla frontiera belga. Deve la sua origine ad u n mohastero. fondato ne! VII secolo . Saccheggiata da i Normanni nell"881, fu dotata d i una costituzione nel sec. XIII . Incendiata nel 1478 da Luigi XI , nel 1543 dal Delfino e nel 1553 da Enrico !I, durante il sec. XVJ! fu presa dai Francesi nel 1637, perduta nel 164,, ripresa nel 1649, e nel 1678 annessa al regno per il trattato d i N imega . Luigi_XIV incaricò il Vauban d i for-

Fortezza di Moubeugc (scc. XVII).

ti/icarla. Vaname n te assediata ne l 1814 dal <luca d i Sas sonia Weimar, cap itolò nel 1815 . M . aveva u na impor tante fabbr ica d 'armi , creata da Luig i XIII, p rospera du rante la Rivoluzi~ne e l'Impero, soppressa n el 1835. '

Cam po 11·i11cerato di ,W,wbeuge . lvi. fu circondata n el secolo scorso da forti staccati che formano un campo trin-

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cerato. Co manda le st rade ferrate che conducono d a Parigi a Bruxelles passando per Mons, e da Parigi ad Acquisgrana per Charleroi, Namur e Lieg i; la li nea verso la frontiera' dell'est per Hirso,i , Mézières, Sedan, Montmédy; le linee .di comunicazione verso Laon; Chalo1is, Compiègne, Parig i . I farci· di Leveau e des Sarts dominano la Sambre, le strade e le ferrovie verso Nlons, Bruxelles e la front iera sette ntrionale; la btr . d'Asscvcu t e il forte d i Bonssois, la Sambre e le vie d i comunicazione. verso la Germania. Le opere del Rocq e il forte d i Cerfontaine battono il corso della Sarnbre, la strada ferrata verso , Charleroi, la ferrovia verso Vervins, Hirson, Laon e la strada che si d irige verso Beaumont. l i fòr·ù: del Bourdi batte le vie verso Vervins e Avesnes oltre che la $ambre . li forte di Hautmont ba_tte le ferrovie verso Landrecies, e San Qtìintino, e la ~tracia verso Avcsnes e Laon. UJ1a grande batteria (Greveaux) è alla biforcazione delle ferrovie e delle strade che conducono a Mo ,:is e Rruxclles verso N.; a Vale nciennes e Lilla verso O.; a Busigny, Tcrgnier, Crei! e Pa rig i verso S. Il campo thncerato d i M. ha un perimetro di circa 30 km.

1. Operazioni intorno a Maubeuge (1793). Apparte ngono alle guerre -della Rivoluzione . Le d ivis . francesi Desjard ins e Mayer cranò state collocate sulla Sambre a d r. e a sr. del campo -tri ncera to di M .; la pri ma, accampata a Baschamp, fu assalita da d ue colonne alleate, agli ordini dei generali Cla irfayt e Colloredo, e travolta in poco tempo ; Desjardins riuscì a • r iordinarla nei p ressi del bosco di Beaufort avendo perduto d ue cannoni, ma qui la d \vis. si sbandò nuovame nte e le t ruppe che la componeva no ragg iu nsero in d isordine il campo d i M . Anche la div is. Mayer, altaccata da una colon na alleata condo na dal gen. Latour, subì la stessa sorte d i q uella d i Desjardins, e dovette ritirarsi disordinatamente. Le truppe del campo d i lv!. avevano udito il tuonare dei cannoni che annunzia'v a I 'attacco dei posti a vanzati , ma non avevano fatto alcun movimento. Verso le 9 del mattino, quando i p rimi reparti fuggenti arrivarono al carnpo, una colonna di 8000 u . sortì dalla lu netta d i Ph ilippeville e si d iresse verso Ccrffontaine, appoggiata a d r. da due regg. d i dragoni e a sr. protetta dàl bosco di Bompai re. Prima che questa colon na si fosse disposta comple tamente in battaglia, fu a ttaccata dai dragoni di Coburgo e dagli ussari d i lllankenstein , rafforzati da due btr. d'art. che apr irono un fuoco micidiale con.ero la fronte francese . C redendo poi d i ayere· scorto u n momento di esitazione tra i Repubblicani, il princi pe d i Coburgo volle approfiltarnc per eseguire una carica d i cava lleria. Ne avvenne uno scon tro con la cavaller ia francese, ch e rimase vittoriosa. Questo episodio non d isto lse il pri ncipe d i Cobu rgo dal proseguire I~ sue operazion i contro M., di cui operò i l regola re investimento sulla riva dr. L'esercito olandcscj forte cl! ci rca 1 5 ~000 u. gjunsc il 5 ottobre e lo completò dalla riva sr _. I n tutto g li A lleat i raggiungevano i 65 .000 u. Il bombardamento fu sulJito ini4iato : pa recchie sortite operate da i Francesi vennero respinte. Nel la piazza si _cominciò a seotirc la penuria dei viveri, mentre le n1alattie e i 1erìti <lccin1avano b guarnigione. Fortunatamente, il 16 ottob re, gli assediati ud irono il cannone che tuonava a W'attignies, e con la v ittoria sugli Austriaci i Francesi poteva no sbloccare Ma ubeugc. l i. ✓J.<sedi'o di lv/a11be11gc ( 19 r4). Appartiene alla guerra Mondiale. Appena i "J'edeschi ebbero varcata la Sambre (24 agosto), destinarono il VII C. d'A. (Zwehl) cd i l VII C . d 'A. R . della 2• armata a vincere la resistenza d i M .,

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Maubeuge: il forte Lcvon demòli10 dalle anigljerie tedesche ( 1914). I

mentre Ja grande massa tedesca proseguiva verso sud. L'assedio, posto il :q agosto, durò fino al 7 settembre. Le opere della piazza erano srnte trascurate precedentemente, per effeuo della dottrina imperante dell'offensiva a fondo. Il generale Fou;nier, che fin dal 29 luglio aveva fatto l 'im possibile per porla in g rado d'assolvere il suo compito d i ritardare l'avanzata tedesca, impiegando nei lavori 6ooo operai e 25.000 uo,n ini della riser va, costruendo ben 35 km. di trincee e 1.000.000 di mq. di reticolato, difese M. con una g uarnigio ne d i 40.000 uomiui, di cui 2/3 territoriali. I due C. d'A . tedeschi, aiutati dalla 26• brigata fanteria di riserva, da due regg. di cavalleria e dal parco d'art. d'assedio del generale v . Steinmet z, iniziarono l'arrncco il 26 e 27 agosto, recando gravi danni, nonostante i quali ,W. potè resistere ancora: il 29 un tremendo bombardamento fu seguito da n uo vo tentativo d'assalto, anche yucsto fa]. liro. !l 1° settembre i Francesi tentarono invano una sor•titn ; il 2 e 3 nuovi m acchi fall iti dei Tedeschi; ma la piazza era ridotta o rmai ad un cumu lo di macerie. Il 5 settembre . Parig i fu in form ata dell' impossibili1à d'una ulteriore resistenza, e i) 7 Nl. s'arrendeva: le operazioni di resa furono fissate per le ore 12 de! giorno successivo 8. Le truppe furono d isarmate . Solo 1000 uomin i col comandante Chadicr riuscirono a porsi in sah·o. Una apposita commissione <l'inchicsrn , convocata nel 1920 per giudicare cli questa resa, ritenne che davvero le condizioni di M. erano il i settembre 1914 ridotte ~Ilo stremo. pur potendosi ammettere una resistenza di alcuni g io rni ancora . •

M a ude (Federico Stan.ley) . Generale inglese ( 1864- 1917). Si battè nelle guerre del Sudan ( 1885) e partecipò all:i i:uerra contro i Boeri ( 1899-1901). Allo scoppio della guerra Mon.1iale ebbe il comando della "f' brigata cli fanteria come brigadiere generale, e nell'anno seguente, promosso magg . generale, q uello della 13" d ivisione. Nel 1916 ebbe il comando supremo in Mesopotamia, dove, l'anno seguente, prese Bagdad. Mentre preparava la spedizione su I,!ossul, morì di malauia.

Maud' Huy (Luigi tfi). Generale francese (1857- 1921). Suo padre, colonnello dei granat ieri, era caduto a Magenta nel 1859. So1tot. nel 1877, fece la carriera nei cacciatori e fu insegnante alla Scuola di guerra, divenendo colonnello nel 1909, e generale d i brigata nel 1912. Iniziò la g uerra mondiale nel 19 14 al comando della 163 div is. e ~i battè in Lorena e sulla Morragna co n · onore, tanto che nel scucmbre fu nom inai::> comandante del XVIII C . cl'A ., col quale si battè: sulla Marna. Creatasi h1 10" armata francese, in occasione della « Corsa al mare », ne otten ne il comando ncll'o:tobre dello stesso anno. Indi passò alla 1• :,rinata sui Vosgi ( 19 15). Nel novembre 1915 venne collocato a riposo per esaurimento. Richian1aco rn servizio nell'apri le J916, comandi) successivamente i C . cl'/\. XV e Xl; nel giugno 1918 tu collocato in riserva col compito di Ispettore dei bgl. d'ist ruzione ; nel no vembre divenne governatore d i Mctz ·dove !u anche elcuo dcput:uo. Lasciò ,111 'opc .. ra pregevole : « Fanteria ,, . Maugeri (Francesco). v e• nera le medico, n. nel 1855. m. a Livorno nel 1930. So not. l\.1aud' Huy Luigi. medico nel 1880, panec ip~• alla campagna eritrea del 1888. Dopo a,•cr diretto, da tcn . colo nnello, l 'ospedale di Ravenna, anelò i n P. A . ( 1912) . Colonnello nel 19 15, passò nei 1920 nella riserva col grado d i magg. genera]c medico.

Mauguinite. Denomina:tione con la q'ualc i Francesi 'i nd icarono, nel lo ro codice segreto, il cianogeno cloruro, adoperato anche in unione .al cloruro c1·arscnico, nella miscela alla quale fu da to il nome d i Vitrite (V.) .


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Maunoury (Micltelc). Maresciallo di Francia (1847-1923). Sottot. nel 1869, prese parte alla guerra franco-prussiana del 1870-7r, rimanendovi ferito . Si occupò ddla tecnica d'artiglieria , sostenendo la necessità dell 'art. pesante cam pa le, fu insegnante a Saint-Cyr, e, da generale di divis. , comandante della Scuola di guerra (1905) : quindi governatore rnil , .di Parigi. Richiamato in servizio !ler la guerra nel 1914, gli fu affidato il comando d ·una armata (detta d1 Lorena) composta unicamente d i trupflC di riscr\"a, Ta'c armata era stata dislocala dietro la Mosa. il 2 agosto essa fu scici'ta ed il Jf. fu destinato al comando del la 6~ armata attiva, coll:1 quale · partecipò onorevolmente alla 1a battaglia de 1la Marna . F erito ad un occh io nel marzo, tornò al Governatorato di Parigi e lo lasciò l'anno seMounoury Michele. g uente , collocato a riposo per causa della ferita. li grado di maresciallo di Francia fu conferito alla sua memoria. Maupertuis. Località della Francia, nel dip. della Vicnne, dove, nel 1356, si combattè tra Francesi e In, g lesi b battagl ia deua d i Poiricrs (V.), città che ne d ista 15 chilometri. Maureillan (baro11e Casimiro di Poitev;,, di). Generale francese (1772-1829). Uscito ufficiate nel 1792 dalla Scuola del genio di Mé:t.ières, partecipò alle g1Jerre della Rivoluzione, alli, campagna d'Egitto, alle f:ucrre dell 'Impero. Fu incaricato dei lavori per la fortificazione di Kchl e dopo la gtierra del 1806, promosso gen. clj brigata, fu nominato ispettore generale delle fortezze ddb Dalmazia. Dopo la campagna di Russia \"enne incaricato della difesa cli Thorn e nel 1814 venne promosso gen. di divis . Nel 1815 si sottomise a Luigi xvm; durame i Cento giorni ebbe il comando d 'un corpo sul Reno. Dopo Waterloo, .H, negoziò la convenzione d'armistizio tra le armate francese e austriaca; quindi fu incaricato del licenziamento delle truppe del genio esuberanti, Maurel. Auag ramma ciel nome (Marco Aurelio) dell'architetto mii. De Posino (V.),

Mauri-Mori (Giuseppe). Generale, n . a Nocera Inferiore, m. a Napoli (1845-1 932). Sottot. cl'art. nel 1863, partecipò alla campagna del 1866. Passò poi nel corpo di S. t,1. e, du ufficiale superiore, ~n. fanteria. Colonnello nel 1889, comandò il 13,"; fanteria.. Magg. generale: nel . In P . A. nel 1896, comandò le brigate Brescia e T\'\séa_na. 1902 e nella riserva nel 1905, nel 1906 fu promosso ten. generale.

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Mauri Luigi. Generale medico, n. a Porto d ' Arcisate nel ,86i. Sottot. medico nel 1888, partecipò alle campagne d'Eritrea del 1889 e 1895-96 e ad Adua (1896) meritò la mcd. d'argento. Ebbe pure due mcd. d i bronzo dei benemeriti della salute pubblica jn occasione d 'epidemie coleriche. Partecipò alle campagne libiche de\ J912 e 1913 ed a lUlta la guerra contro l 'Austria. Colonnello medico nel 1918, dopo la gtierra fu direttore dell'ospedale mii. di F ire11ze (1921) e direno rc d i sanità del C. <l'A. d i F irenze (1923). In P. A. nel 1924, fu promosso magg. generale medico nel 1929.

Ma.u rla (P,uso della). Colle delle A lpi Carniche, che mette in comunicazione la valle del Tagli3mcmo con quella del Piave. La rotabile si stacca• dalla strada pomcbbana presso la contluenza del Tagliamento col Fella, pa,sa a Tolmezzo, Enemonzo. Ampezzo, Forni (dì soLLO e di sopra) e p resso le sorgenti del Tagliamento sale con larghi risvolti al rnlico (r 2g8 m.) donde scende lungo la fiancata seuentrionale della Val Mauria sino a Lorenzago. Buona comunicazione, che çonsente facili spo.;tamcnti d i forze ingenti frn Tagliamento e Pia,·c, a distanza dalla frontiera (da 20 a 30 Km), ha funzione analoga a quella che as,olve su linea più avanzata il Col le d i Sappada. Maurigi (di Castel Maurigi, marc!1uc Ruggero). Palriotta, senatore del Regno (1843-r919). Partecipò alla spe• dizione c.li Aspromonte come ufficiale d'ordinanza di Garibaldi; combattè poi nell'esercito regolare (1866) guaclag nando una medaglia d'argento al valore, e raggiunse il grado cli colonnello di fanteria. Pubblicò una « Relazione » sulla spedizione di Aspromofllc. Maurizl (Vi11cenw). i\vven111riero italiano dd sec. XIX, n. a Roma sulla fine del :sec. XVIII, noto col nome di Sr-eic i\famur, col q uale pubblicò in ing lese le proprie memorie a Londra. Viaggiò specialmente in Oriente, e fu medico e soldato. '.\le! Curdistan ebbe la direzione delle artig lierie comandate dal figlio dello scià di Persia (1813). A Mascace, dove soggiornò lungamente, fu medico del Sultano e comandante delle sue truppe in una guerricciuola contro tribù ribe lli . Finì i suo i giorni a Lolldra: Mauriziana (Medaglia) . V. Medaglia; Mnuri::;io (Ord ine). V. San Mauri::;Ìo e Lazzaro.

Maurer Giuseppe.

¼uri Mori Giuseppe

Maurer (Giuseppe). Genera le, n. e m. a Genova (18451903). Sortot. del genio nel 186➔, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1896, fu direttore del genio a La Spez ia e ne l 1898 passò al comando del 5° genio minatori. Nel 1901 fu promosso magg. generale comand. del gen io in Genova .

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· Maurizio. Isola dell'Oceano Indiano, -• 88o Km. dal Madagascar: superficie K.mq. 1914, ab. 400. 000. Fu scoperta dai Portoghesi nd 1505 e chiamata Ccrno: il nome le fu tambiato nell"attuale dagli Olandesi, che la occuparono nel 1598. Nel 1712 la presero i F rancesi e la chiamarono !le-de-France. R iprese il nome M. quando fu presa dagli Inglesi nel 1810; essi se ne assicurarono il possesso coi trattati del 18q -15. Capoluogo Port-Louis. La guarni gione di M. è costituita dà Volontari e da Polizia. I \'O· lontari sono scelti fra gli uomini di Tj·45 anni e costituiscono 3 cp. di fan teria, r d ·art. e 1 ciel gen io; in tutto 30 ufficiali e 635 u. di truppa, di cui oltre la metà europei . Le forze di polizia ammontano a 19 ufficiali e 622 uom ini di truppa.


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I. Combattimento presso l'ùola Maurizio (1794). Apparticn.e alla guerra della Rivoluzione francese, e si svolse il 22 ottobre fra due vascelli inglesi • e d ue fregate e un brick francesi, i quali miravano a r ompere il blocco tenuto dagli .avversari. Nonostante la spro porzione delle forze. le navi francesi inflissero seri danoi all'avversario, e combattendo ,e n1anovrando riuscirono, pur graven1c.nte avariati 1 a rientrare nel porto di Saint-L<:iuis, donde erano uscite . li. Pi-esa dell'isola Maurizio ( 18m). Per impadronirsi di ,questa colonia francese, lord Mimo, govematore delle Indie Inglesi, riunì a Calcutta n .ooo u. fra I nglesi e !11dia11ì, .d,e, im barcati su 70 trasport i, scortati da un vascello, 13 fregate e varie cannoniere, mosse verso l 'isola. Nel set tembre aveva avuto luogo la battaglia navale di Grand Porr, che ritardò di d ue mesi l'azione contro l'isola. Lo ·sbarco avvenne i l 28 e 29 novembre, al comando del gen . Abercromby, appoggiato dalla squadra dell'amm ir. Berrèe . Il gen . Decaen, governatore .francese, disponeva di un migliaio di marinai, cÌi 5000 eu ropei e di 4000 indigeni. J\tcaccato in vari punti, cjovecte ch.iudi::rsi in Port-Louis, dove poco dopo fu assediato. Il 4 d icembre, allo stremo d i -0gni risorsa, la pi.azza capitolò . Gli Inglesi si impadronirono di 178 cannoni, 31 morrni e delle navi che si trovavano nel porto : due fregate, uno sloop, due brick , cinque ,c:1nnonicrc e

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bas ti111cnti n1ercanti li .

Maurizio -,.·,a~io Tiberio. Imperatore bizan-tino, n . verso j l 539 ad Arabissus in Cappadocia, m . nel 602. Ebbe da Tiberio I 'inc.arico di dirigere la g uerra contro i Persiani e r iportò, nel 581, la vittoria di Costantina. L' im peratore lo scelse per genero e successore (582). Attivo ed energico, -cercò di ricostituire le forze dell 'impero, costituì gl i esarcati di Africa e d'Ital ia, ma la sua severa economia lo rese impopolare . Si trovò a combattere contemporaneamente -contro i Persiani, i Mauri, i Longobardi, gli Avari e gl i Slavi, ottenendo successi g razie al suo talento militare ed a quello del suo ottimo gener ale Filippica. Restaurò sul trono di Persia il re Cosroe li (59r), e potè annettere all'impero gran parte dell'Armenia persiana. llistabilì la pace anche in Africa, e d ifese, aiuta.to dai Franchi, l 'Italia greca con tro i Longobard i. La pace del 59r coì Persiani permise a tv[. di arrestare i p rogressi deg'i Avari e degli Slavi nella penisola balcan ica e le vittorie di Prisco riportarono la guerra oltre il Danubio. l\.l a ! 'esercito, malcontento, si ribellò alla sua severità e<l elesse Foca, i l quale catturò M . e la sua fam iglia, mettendo t utti a morre . M. lasciò un trattato sul! '" Arte Militare,,. Maurizio. Elettore d i Sassonia (152r- 1553. Si alleò p rima Maurizio (sec. XVI). segretamente col!' Imperatore, poi lo abbandonò alleandosi coi Protestant i e con la Francia; prese ln nsbruck (155r), combactè contro i Turchi in Ungheria ( 1552) e morì com• .Battendo a Sievershausen contro i l Brandeburgo .

Maurizio, principe d' Orangc, conte di Nassau. Figlio del !fondatore della Repubblica Olandese (1567-1625). Nel 1587 Eu nominato comandante di tutte le -forze dei Paesi Bassi; conquistò Breda (1591) e Nimega · e altre n umerose piazze iorti; dal 1600 al 1609 proseguì con continue vit torie• la

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campagna contro gli Spagnuoli : r ipresa la guerra nel 1621 fu alleato della Francia e dell'I nghilterra.

Ordinanza di Maurizio di N(lssau. Questo generale adoorò n uove formazioni, scomponendo _i m assicci battaglioni e squadroni che venivano formati in gud tempo, e dispo• nendoli in trip lice schiera, separando i picchieri dai moschettieri. Costituì con ·i primi piccoli bgl. di 300 u., con 30 u. di fronte; con i secondi bgl. ancora più piccoli,

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Ordinanza di lVlaurfaio di Nassau.

di" 200 u. con 20 d i fronte. Gli sqdr. ebbero 16o cavall i, con 20 di fronte. [n prima linea, picchieri e moschettieri; nella seconda e nella terza questi erano fiancheggiati e inf ramczzati da cavalleria, disposta in modo da operare negli inter va lli lasciati fra i bgl. dei fanti . L'ar tiglieria era disposta a seconda del terreno, nelle parti più deboli, o dove volevasi restare sulle d ifese; quella leggera però era sul fronte e accompagnava le truppe in movimento. li codice che regolava questo ordine di battagl ia fu compilato in grande parte da M. medesimo, ed ebbe grande fama, tanto che andarono a studia1·lo capitani dì ogni paese. Egli fu considerato il capo del la scuola mii. detta Protestante.

Maurizio di Sassonia . Maresciallo di Francia (1696-1750). Partecipò a!J 'assedio di Lilla, occupò Praga, nel Ii44 fu nominato maresciallo, vinse gli Inglesi a Fontenoy (1745), e a Raucoux (1746), prese Bcrg op Zom (1747). Federico li lo ch iamò il mae~tro di tutti i generali d ·Europa. Lasciò le « Reveries militai~cs », un ,, Trattato delle legioni » e tt Lettere e memorie >i .

Mauro. Medico miljcarc del sec. Xli. F u al serviz io del re Ladislao, e lo seguì nelle sue imprese di guerra. Salito in fama, e considerato come uno dei m igliori medici della scuola salernitana, lasciò varie opere , fra le q uali importanti quelle che riguardano la èhirurgia. Mauro Francesco Maw·i110 . Generale commissario (1831r 9 r4). Come addetto ali 'intendenza m ii. parrccipò a lle campagne del 1848, 1849, 1859, 1866 ed a quella della · Crimea, meritando la menzione onorevole. Colonnello nel 1877, fu direttore di commissariato a Firenze e poi a Verona . l.n P. A . nel 1883, fu ,promosso magg. generale comm issar io in riserva nel 1895. Mauro Giuseppe . Generale commissario, n. nel 1862, m . a N apoli nel 1926. Sottot. del commissariato nel 1883, partecipò alla campagna libica del r gu-1912 ed •a t utta la g uerra contro l'Austria . Colonnello nel 19,6, andò in P. A . S. nel 1920. Nel 1921 fu promosso magg. generale commissario in A. R . Q.

Maurocordato (Alessançlro). Patriota greco (1791-1865,). Era emigrato a

Pisa quando scoppiò l 'insurrçzione della 2


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Grecia. Accorse subito in Morea e combattè sotto le mura di Tripolitza, mcttendo•i sono gli ordini di Ypsilanti. All'assemblea generale di Epidauro fece votare, nel 1822, u1ù cosl'ituzionc; contcmporançamente veniva nominato capo del Consiglio esecutivo. Dopo la difesa Ji Missolungi e di Sfacteria, si dimise e si ritirò a Idra. Sotto l'amministrazione di C(lpo d'Istria si occupò dell'armamento della flotta greca; sotto re Ottone fu prima ministro delle finanze, poi ambasciatore a Monaco, a Berlino e a Londra. D urante la guerra d'Oriente e l'occupazione riel Pireo, tornò per l'ultima voha alla politica, poi si ritirò a vita privata.

Mauromichalis. Illustre famigl ia greca i cui membri più illustri sono: Giorgio Mau,·omicl,alis, uno dei capi principa li della insurrezione dei Mainoti in Morca ( 1770).

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apertura longitud inale allarga1a su!la destra con risalto o ~paUetta: tanto la spalletta, quanto la ~uperficie che !imita anteriormente l'apertura di culatta, sono aò andamento eli coidale per ottenere la chiusura graduale della culatta e la faci!e estrazione del bossolo_ Il sistema di chiusura è a cilindro con testa mobile; ha un manubrio per maneggiarlo. Nell'interno del cilindro passa il percussore. li meccanismo di scatto è a molla spirale. ~anca l'espulsore del bossolo, il quale cade nMu ralmente a destra, quando si tira indietro il cilindro, purchè si abbia l'avvertenza di cenere leggermente l'arma inclinata a destra. I piccoli e vari difett i rii quest'arma furono diminati contemporaneamente a ll'introduzione della ripetizione, avvenuta nel 1884. Fucile Mauser Mod. 1871-84. A ripetizione, non è altro che il mod. 1871, con miglioramenti in varie parti secondarie e coll'aggiunta del meccanismo t!i ripetizione. Questo ha il ~erbatoio lungo il fusto e può contenere 8 cartucce

Fucile Mnuser modello 1871. Mnuromjcalis Giorgio.

Ivlaurom ical ìs Pietro.

Pietro .Hauromichalu. Patriota greco (1775-1848). Divenuto alla morte del padre, capitano dei Mainoti, annientò i pirati che infestavano le coste del paese (1814). Affiliato all'Etairia, armò i Mainoti e diede, nel 1821, il segnale ùdla guerta ù ' indipendenza. Membro degl i Stati di Messene e di Mo rea, presidente dell'Assemblea Nazionale di Astros, capo del potere esecutivo nel 1823, si separò da Colocotronide non appena lo vide propendere verso il pa rtito russo. Fu uno dei tre membri del governo provvisorio che rimisero, nel r828, il llOtere nelle mani di Capo d' lstria. Ma ben presto, questi, devoto agli interessi della Russia, trovò in M. un avversario dichiarator si sforzò allora di annullarne l'influenza, poi lo fece mettere in prigione; Capo d'Istria fu assassinato da Giorgio, figlio di Pietro, e da Costantino, suo fratello (1831). M. sì alleò allora col re Ottone e fu da lui nominato generale e senatore. Elia Ma11romicalù, &atdlo del precedente, capo anch'egli dei Mai noti, morl combattendo .:01-.cro i Turchi durante la guerra d'indipendenza della Grecia. Anastasio .\fa11romicalis, figlio di Pietro, fu (.generale e ministro del re Ottone.

spinte da una molla spirale. Una cucchiaia disposta sotto l'apertura di caricamento della culatta mobile, muovendosi a cerniera, può ricevere le cartucce dal serbatoio, oppu re impedirne l'uscita da questo, quando non si voglia eseguire il tiro a ripetizione. Calibro 11. li fucile venne chiamato anche Ma11scr-Kropatsc/1ek. Fucile Mamer mod. 1887. Adottato dalla Turchia per le truppe cli ri.crva cd in qualche regione fuori d'Europa: calibro 9,5. Adottato in sostituzione del fucile Henry-Martini, è identico al Mauser-Kropatschek germanico mod_ 1871-84, anche nelle dimensioni. Fuc-ilc Mauser mod. 1888. Fu adottato dalla Germania: calibro 7,92. La canna è avvolta dal manicotto. li congcg,10 cli chiusura è quello del Mauser mod. 1871-84, con leggere modificazioni. li congegno di ripetizione è quello. Mannlieher, per cui fu anche chiamato Mauser-lvfa1111licher mod. 1888, o :v.tauser-Commissionc, percbè studiato ccl appro\'ato da apposita commissione.

Fucile Mauser mod. 1888-S. 05, Adottato dalla Gennania : calibro 7,92. t lo stesso fucile Mauser mod. 1888, adattato per la cartuccia mod. S. 05, con la sqppressionc del serbatoio Mannlicher, sostituito da quello Mauser.

Mauruzi. V. Tole111ino (Nicolò da). Mauser (Guglielmo). Armaiuolo tedesco (1834-1882). Fi1 glio di un piccolo armaiuolo, entrò nel 1852 come semplice fabbro nell'opificio d'armi del governo wurtcmbcrghese. Nel 1864 inventò un nuovo fucile che si chiamò col suo nome e cbc nel 1871 fu adottato dall'esercito , tedesco. Divenne poi p roprietario rii grandi fabbriche d'arm i, insieme col fratello Paolo (1838-19r4). Fucile Mauser modello 1871. A retrocarica, con cilindro scorrevole e girevole, fu adottato dall'esercito prussiano dopo la campagna del 1870-71. Ha molta rassomiglianza col Gras : il tubo di culatta presen ta superiormente una

Fucile Mauser modello 1889.

Fucile Mauser mod. 1889. Adottato dal Belgio : calibro. 7,65. li congegno di chiusura, con poche varianti, è quello ciel Mauscr 1888; il congegno cli ripetizione è del sisiema.

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Lec, solamente la suola è spinta in alto a mezzo di d ue leve disposte una sollo !'.altra e funzionanti, a mezzo di molle a lamina, a zig-zag. li fucile ha il manicotto alla · canna e il caricatore contiene 5 cartucce, a la1nina, senza nervature e senza molle .

Baionetta del fucile 1\llauscr

Fucile lvfawcf mod. 1890. Adottato dalla Turchia. È lo stesso tìpo Mauser mod. 1889 adottato dal Belgio; non ha però nè manicotto nè copricanna. Fucile Mauser mod. 1891. Adottato dalla Repl!bbl ica Argentina: calibro 7,65. Non d ifferisce dal sistema Mauser Belga mod. 1889, che per alcuni lievi particolari: principale quello di avere il copricanna di legno.

Fucile Mauscr mod. t893. Adottato dalla Romania: c~l ibro 6,5. l':: del tipo ,vi. per quanto riguarda il meccanismo di chiusura e del tìpo Mannlicbcr per ciò che riguarda il congegno di r ipetizione. Fucile Mauser mod. 1893-95. Adottato dalla Spagna e succcssivamea,te dal Brasile (1894) e dal Chilc e dal Messico (1895): calibro 7. La canna è rivestita, per metà circa della sua lunghezza da l copricanna di legno, che pennette il maneggio dell'arma anche c!opo un tiro prolungato. La scatola d i cu latta, avvitata prJstcriormentc alla canna, non è spaccata superiormente per tutta la sua lungbcz'(:a, come negli altri tipi di M . e nella generalità dei fucili, ma termma con u na parte ricoperta, detta « Ponte », che le

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19 Fucile Mauscr mod. 1910. Adottato dalla Turchia: calibro

7,65. i:: lo st~sso fucile 1890 già in servizio in Turchia , al q uale venne cambiato il congegno di caricamento e sparo, e quello di puntamento, senza variare il munizionamento.

Fucile Mauser automatico. Fucile a rinculo urifozato. Alla cassa è unita un'armatura centrale che costituisce una specie di castello dell'arma: essa comprende sul davanti i.I serbatoio, e posteriormente l'alloggiamento dd meccanismo. 11 serbatoio è chiuso inferiormente da una piastra che sostiene l 'elevatore continuamente spinto in alto da una molla piatta ripiegata a zig-zag. Posteriormente a] serhatoio vi è il ponticello col grilletto. Nell'alloggiamento del meccanismo vi è il cane, la molla ricuperatrice, la molla spirale dello scatto, l 'arresto della scatola di cu latta. Il corpo del meccanismo porta anteriormente un risalto che funziona ad un tempo da espulsore e da arresto .del movimento in avanti della canna e della scatola di culatta. La scatola di culatta sta sopra all'alloggiamento del meccanismo e del serbatoio, avvitata alla can.na; nella scatola di culatta scorre l'otturatore a cilindro che contiene imcrnamcnrc il percussore: ha il manubrio per farlo scorrere indietro quando si vuole aprire l 'arma a mano per caricarla. Nel tiro, oltre ad ind ietreggiare l 'otturatore per effetto del rinculo, indietreggia pure in piccola parte la canna colla scatola di culatta. Le cartucce vengon~ introdollc nel serbatoio per mezzo di un à.pposito caricatore a lan1ina.

Fuc ile Ivlauscr modello 1893-1895.

conferisce m aggior robustezza : anteriormente al ponte v1 sono due incavi in cui si impegna il caricatore . Posteriormente vi ha una superficie elicoidale che, obbligando l'otturatore a rinculare leggermente, quando si fa ruotare il cilindro, concorre a facilitare l 'estrazione del bossolo anche quando esso fosse forzato nel suo alloggiamento. Qualche modificazione fu introdotta nel congegno di ripetizion_e, d i chiusura e di scatto.

Fucile ,',,lflu.scr mod. 1898. Adottato dalla Germania. li congegno di chiusura è come queJ\o del Mauser mod . 1893, salvo piccoli particolari di costr.u zione . Fucile lvfauser mod. 1898-S 905. Adottato dalla Germania; è un miglioramento del mod. 1898, con poche var ianti nei vari congegni: principale q uella di un robusto

Fucile Mauser modello 1898 estrattore che trattiene la cartuccia dal momento in cni <:sce dal serbatoio a quelJo in cui viene espulsa, impedendo così la doppia ripetizione. La cartuccia ha la pallottola a puma.

Pistola Mauser

Pistola Mauser. Il funzionaniento automatico è ottenuto usufruendo della forza viva di rinculo dell ':,rma. f; a canna scorrevole, con serbatoio fisso centrale prontamente ricaricabile mediante caricatori . L a scatola di culatta è attraversata infcriorn:iente da due spacchi ; uno su l davanti pe"r il passaggio delle cartucce provenienti dal serbatoio e superiorme nte un a!• •:) per i l caricamento di quest'ultimo; un secondo, p iù inJietro, per il blocco di colicgamcnto, destinato a fornire I'appogi:,,io all'otturatore al momento dello sparo. Il congegno di chiusura consta dell 'ot turatore a sezione q uadrata, e che contiene internamente i l percussore colla molla spirale, e posteriormente l'estrattore. 11 castello porta anteriormente il serbatoio, specie di scatola rettangolare, ch iusa in feriormente da un fondo mobile trattenuto a sito con disposizione analoga a quella del fucile M . automatico. Nell'interno vi è l 'elevatore a m olla, che tende a spingere costam cmente le cartucce in alto, ed è sagomato in modo che esse sono obbligate a disporsi in due strati par alleli, come nei fucili Mauscr mod. '93 e mod. '98. Similmente a questi poi, quando il serl::atoio è vuoto,


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l 'elevatore stesso, sporgendo sul d inanzi dell'otturatore, ne arresta il 1110virnento , avvertendo così il tiratore che l'arma è scarica. Il caricamento del serbatoio si effettua mediante

La cavalleria era riuscita a sfuggire ma, compresa nella capitolazione, fu richiamata dal Fink e fatta anch·essa prigioniera. Perdite non grav i in m. e feriti: prigionieri prus-

caricat0ri contenenti

siani

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cartucce come nei ~uaccennati fu~

ci ii ed in quello Belga mod . 1889. li castello termina posterior mente con l 'im pugnatura, co11 le guancie laterali di legno dì noce scanalate, riunite per mezzo d 'una ,•ite trasversale (l 'unica che esista in tutta l'arma). Questa pistola fu adottata dal! 'Italia per la marina, e venne detta Pistola Mawer rn.od. 1899. Calibro 7,63. Essa è anche fornita di una custodia in legno, che si può cotwenìcntcmente adattare all'impugnatura, e che per la sua forma rende la pistola come un fucile, potendola cosl appoggiare alla spalla nel tiro; la custodia fu detta anche fondina o astuccio-calcio.

Mausolo. Re della • Caria dal 377 al 353 a. C. Successe al padre Teatomno e partecipò, nel 362, alla rivolta elci Sat rapi contro Artaserse Mnemone. Estese !a propri a dominazione su una parte della Lidia, dell' lonia e sulle isole vicine, e fu, secondo Demo .. stene, il p ri.ncipale istigatore della guerra Sociale, durante la quale s, unl a Rodi, a Bisanzio. e a Chio, contro Atene . Maxen. Villaggio ddJ a Sassonia, nel ci istr. d i Pirna. Battaglia di :\1axrn (20 novembre J759). Appartiene al la guerra dei Sette Anni . Federico Il, che aveva respinto il l)aun fino a Dresda, verso la mcl~~ di novembre, ritenendo

che volesse andare a svernare in Boemia, pensò cli togliergli Statua d i Mausolo. la ririrata sui n1onti e mandò il generale Fink con 1+000 u. (18 bgL, 35 sq<l r. e 71 cannoni) verso M . Senonchè egli, per la sua inferiorità nurnerica rispetto al Daun, venne a trovarsi in situazione criti.cissi.ma, in quanro, anzìchè 1ninacc ia re di aggiramento, correva perjcoJo egli s tesso di essere aggirato, e anzi accerchiato. Egli informò di ciò Fe• derico li, ma questi gli rispose testualmente : "Voi sapete che io non amo le difficoltà; cercate di avanzare coinc potete ». Il gcn . Fink procedette allora su M . facendo occupare il passaggio di Dippoldiswalclc dal gen .. Lindstaeclt con 3000 u., per assicurarsi la linea di comunicazione per Freiberg. Ma Federico II .non si d ichiarò soddisfatto d i t:ile disposizione e scrisse a Fink che era meglio tenere riunito tutto il distaccamento, per essere in grado di resistere con maggiore vigore al nem ico; e d ' altronde !·esiguità delle truppe mandate a Dippoldiswalde non consentiva una sufficiente resistenza al nemico che vi sarebbé certo arrivato con forze prevalenti. Fink esegul gli ordini di Federico, ma gli Austriaci il 19 novem bre erano nella zona dì M . i n nllluero, di 30.000, e la mattina seg1,1cnte i Prussiani, atrnccati da ogni parte, si d ifesero co.n grande valore ma dovettero soccombere a l numero: aggirati da ogni parte, mancando le munizioni e non avendo più riceYuto alcuna notizia del Re, dopo aver tentato invano di aprirsi un varco fra le file nemiche, dovettero capitolare a tarda se:-a. 1

12 .000

uom ini, compresi nove gen,rali, e tutta l'ar..

tiglieria. All1 fine della guerra il Fink e altri due generali dell'esercito catturatn furono deferiti a un consiglio I di guerra e condannari alla prigionia in una Cortezza. l Tedeschi chiamarono q11esto avvenimento col 11ornignolo: <<- Finkenfaug ,, , ossia <t presa del fringuello ))' giuocando sulla parola « Finkc », fringuello.

Maxìm (H.'ram). Ingegnere

nordan1cricano

(1840-1916), inventore e costruttore di un3. mt~ tragliatrice che prese i l l\1itragliatrice ~-laxim ~uo nome. La p rima miadoperata dai Boeri nella guerrn, contro g!i Inglesi (,899-1901) tragliatrice M. apparve nel 1!!84, con principio rueccan i_co automatico buono, 1na con funzionamento imperfetto. Nel J887 presentò un nuovo model!o che si dimostrò adatto come arma da guerra . •L 'ftalia ne fece acquisto, applicando la canna del Venerli allora in servizio (mo11 . 1897) e l'adottò nella marina. Poi venne l 'adoziouc della m itragliatrice calibro 6,5, app li,·ando questa canna ai mod. 1906 e mod. r908; quest'ultimo è detto ancùe mitragliatrice M. qrdi.naria. La mitragl iatrice M. perfezionata è quella del mod. i893. Ess:i consta di due parti: una mobile e che rincula dopo lo sparo; ed una fissa che fa da sostegno all"altra. La parte mobile com prende : la canna, il distributore, la p;asrra di scatto, la biella con ma11ove1la, c.J un ·arma• tura che sostiene tutte k parti. La canna è ordinariat da fucile, collegata

ali 'armatura. La pane fissa comprende una scatola metallica che racchiude la parte mobile, e la fodera metallica che riveste la canna e conriene l 'acqua per impedire l'eccessivo· risca ldamen to della cauna: l'acqua riscaldata può evaporare liberamente. La parte fissa è provvista d, orec<;/1ioni e porta poste. riormen te due manig lie clic permettono al servente di dirige:é e p~ntare l'arma in tutte le direzioni. Fra Mitragliatrice Maxim le due maniglie è imperper tiro antiaereo niato il g rilletto, che permette il t iro continuo ed intermittenre. L'apparecchio cli alimentazione consta di un nastro nel quale le cartucce sono disposte entro occhielli in posizione fra loro pa" rallela: il nastro si assesta i.n una cassetta di legno che si colloca sopra un supporto della mitragliera. Quando si vuol far fuoco, si introduce l'estremità libera del nasçro nell'apposita apertura di caricamento, in modo che venga


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M AX

1\-litragliatrice I\1Iaxim J mode11o 18931

afferrata dalle punte della lastrina di presa. Ad ogni colpo j ~ nastro 5i sposta verso ! 'apertura di caricamento, e così si presenta volta a volt~ una cartuccia per la c:irica e lo sparo. Il M . inventò anche una polvere senza [umo, un fucile a rinculo ulilizzabile, e un vel ivolo. - Il figlio (Peny) continuò la tradizione paterna: fra le sue invenzioni i: quella del Silenziatore (V .) .

Mitragliatrice Maxim mod. 1908, tipo pesante. Si. suddivide in due parti : fissa e rinculante . La prima si compone principa lmente delle seguenti parti: manicotto di raffreddamento ad acqua e scatola di culatta. l.a mobile si compone principalmente: della canna, delle piastrine di rinculo, dell'otturatore con leva doppia lalcrak ad angolo, della biella, della manovella con albero a gom ito. La parte fissa può essere sostenuta da un ueppicde sul quale può muoversi in ogni senso per il puntamento. 11 meccan ismo

vi sono d ue lÌpi : uno leggero ed uno pesante, che differiscono di poco fra loro, in qualche secondario particolare. li mod. r91r è del t ipo leggero; il mod . 1908 è del tipo pesante. Il tipo leggero è basato sugli stessi princip1 di costruzione del tipo pesante; e la modificazio;1e essenziale consiste nell' inversione dal basso in alto di alcune parti costituenti il congegno rli ca.1·jcamento e sparo : otturazione, percussione e scatto. L'otturatore è capovolto, i! grilletto ordinario è in alto, la sbarra del grillcuo è applicata al coperchio, I.a rot azione della manovella è fatta <lai basso in alto. Questa disposizione· ha permesso di ridurre notevolmente le c!irncnsion i del le parti ,41f q uclle in bronzo sono state fatte in acciaio, più leggero. In tutti e due i tipi il congegno di raffreddamento è costituito da un tubo <li accia io : nel tipo leggero esso è ondulato longitudinalmente per avere maggiore superficie di irradiaziooe del calore e maggior resistenza alla flessione : nel t ipo pesante il tubo è liscio . Nel tipo leggero i bossoli non sono espulsi in

.i\ililragliatrice 1\tlaxim-Vickcrs, modello 1 QI 1

ìvlitraglintrict! 1\1axim., tipo italiano, mod . 1911

d'mturnio ne è a blocco scorrevole. con appoggio posterio re, ccntn1 \c> simmetrico. La manovella con albero a gomito determina il movimento di l'inculo dell'otturatore e serve per c.;,ricare l 'arma. Il meccanismo cli percussione e parte di quello di scalto sono contenuti nel blocco onuracore; k: altre part i dello scauo sono applicat<C alla scatola di culatta . li meccanismo di sicurezza è automatico . Il meccanismo <l i ricupero è a moll a spirale . La mitr3gJiatrice è alimentata automaticamente per mezzo di un nastro porta cartucce o caricatore a nastro, che passa automaticamente attraverso al blocco d 'alimentazi.one, muovendo da destra a sinistra. Non essendo sufficiente l 'azione dei gas sul fon dello del bossolo per determinare il funzionamento automat ico, vi è il r i~forzatore del rinculo che utilizza i gas alla bocca dell 'arm a. Maxim -Vicl(erS. Mitragl iat rice mod. ,9, r. D i 9uest'arma

avanti, ma cadono, per prop rio peso, auraverso l'apertura inferiore della scatola di culaua . Tuui e due i tipi hanno il rinforzatore <le\ rinculo . L 'I talia ha adottato la mitragliatrice Maxim-Vickers mod . 19u, che è poco diversa dall'origi nale sopra' accen nata. Tutti i tipi d i questa mitra gl iatrice sono montati o sul tl'eppiede tipo C iriè, oppure sul treppiede originale regolab ile Vickers. L'alimentn7,ione è, in tutti i tipi , a n astro .

Fucile lvlaxim _ t a rinculo urilizz.aro, co'n serbatoio a tamburo g irevole sotto I 'ouuratore. La costruzi'.>ne è piuttosto complicata, ma i: stato il p rimo modello del genere, che permise di eseguire il tiro in tre modi anzìchè in due, e cioè : a caricamento successivo, a ripe tizione inrcrn1ittcote, a ripetizione conrinu;i. S i compone di una culatta cilindrica verso il fusto, dove alloggia il tamburo, e prismatica nelle altre parti dove scorre Potturatore e dove agiscono g1i or~ gani ptr la rotazione dd tambu ro, pe r la pct cossa e per la sicurezza . All'in<lit'lrO è rivestita di materia el~stica, dove ·


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una l'onuratorc nel retrocedere sono l'azione del gas. Sul lato destro all'esterno vi è una chiavetta eccentrica, che serve per tenere aperta la culatta per riempire il serbatoio o per il caricamento successivo. li tamburo ha sezione di stella, capace di 8 cartucce, ed è gire\'olc attorno ad un albero parallelo all'asse della canna. L'otturatore ~ scorrevo le : retrocede dapprima sotto la spinta dei gas nello spa ro, arma jl cane, estrae ed espelle i l bossob, urta la leva motrice del tamburo, immagazzina energia nella ,pi raie del calcio e, risospinto poi da quest'ultima, spinge e cbiudc la nuova carruccia nella culatta, e rimcue l'arma pronta per lo SJ)aro. Il bossolo delle cartucce· è senza orlo,

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pagna del 1867 era capitano e comandò la compagnia dei Livornesi, segnalandosi a Monterotondo e a Mentana, rimanendo fra gli ultimi sul campo e rice~endo una nuova ferita.

M ayo (Emerico). Generale, n. e m. a Na~li (1824-1891). Dall'esercito delle Due Sici lie, nel quale aveva raggiunto il grado di capitano di S. M. , passò in quello italiano ne! 186o. Segretario del comitato supèriore delle varie arm, nel 1865, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1870, fu vice dirertore ddl 'istituto topografico mii. e, promosso magg. generale, nel 1877, ne ven ne nominato di rettore. Tcn. generale nel 1884, ebbe i l comando mii . clella Sardegna. Pubblicò ,·arie monografie d'indole topografica, ed un volume su « La nuova guerra e le nuo,·c Un generale M. fu luogoten . del re d, fortificazioni 11 . Napoli in Skilia nel 18-18. M azagran. Borgo e porto dell'Algeria, nel clip. d, Orano.

Fucile rvtaxim a rinculo utilizzato Sopra: arma carica in posi:eionc di !ò.icurciza ordinaria. Solto: Òtturatore al termine della corsa retrograda.

ma a semplice .canalatura. Il cane ha una tacca di sicurtzza ordinaria, cd una tacca di scano e di sicurezza spC· cialc, dai quali si ottiene : , 0 ) che, quand 'anche sia urtato il grilletto, non può cadere il cane sul percussore, se prima l'otturatore non ba chiusa bene la culau3; 2°) clic l'arma carica e chiusa può essere mantenuta col cane in posizione di sicurezza; 3°) che in un tiro a puntamento aggiustaro, il cauc può essere fatto cadere, agendu sul g rilk-uo quando il puntatore lo desidera; 4°) che quando si impedisce allo scatto ordinario di agire, il cane cadrebbe da sè non appena chiusasi la culatta; ciò che si può ottenere colla semplice pressione continua sul wilkuo con forza, e si ha cosl il tiro continuo a mitragliera.

Assedio di Ma:::agra11 (1840). Appartiene alla guerra con tro Abd-cl-Kader. Il 2 febbraio 1840, Mustafa-ben ..Ta:n1. uno dei luogotenenti di Abd-cl-Kader, attaccò con 12.oor, uomini, di cui 4000 fanti, il piccolo posto di .\1., dipendente da Mostaganem. Questo ridono era occupato da r23 u . dcll;i 10" cp. del I bgl. di fanteria leggera d'Africa, comandat i dal cap. Lelièvre. [ Francesi respim<.ro vittoriosamente due assalti degli assedianti, ma la loro posizione si faceva sempre più critica, quando, alla fine de'

Ma.Tim-Ba11g. Fucile automatico a canna avanzante ed otturatore fisso. li funzionamento automatico è dato dalla po~sibilità di fare scorrere la can na in avanti qu:indo parte il colpo, sia per effetto della resistenza che oppongouo le righe all'avanzamento del proicuo forzato nell 'anima. sia prolungando e rafforzando l 'azione avanzante coll'approfittare dcli 'espansione dei gas uscenti dalla bocca, impiegando lo smorzatore del rumore o silenziatore, tipo ~axim.

Ma.rim H udson. Composto fulminante 0ttenut<J dall 'impaHo cli nitroglicerina p. 75, con clinitrocelluh~a - sciolta in etere p. 25, e con l'aggiunta di una sufficiente quantità di fulminato di mercurio. Può !ro1•.irc impiegl• appropriato pel caricamento interno dei proietti .e clellc torped in i.

May (de Ro111ai11-/lfotier, Emmwde). Storico svizzero (1734-18o2). S.:rissc una importante e documenti.ca « Storia militare della Svizzera e degli Svizzeri al ~crvizm :lei diversi Stati d'Europa ». Mayenne (Carlo di Lore11a, duca di). G:ipo della Léga contro Enrico IV (1554-16u). Secondo figlio di Francesco, duca di Guisa , aspirò alla corona, ma, battuto ad ,\.rques e a lvry, si sottomise a Enrico JV, del quale fu poi ;empre buon consigliere. M ayer (Carlo). Patriota, n. a Livorno. Combattè nella campagna del 1866 e fu ferito a Monte Suello; nella cam

La difesa di Mnzagran ( 1840) ,

quarto giorno, un forte reparto cli truppe uscito da Mo,rnganem corse in loro soccorso, costtingcndo gli Ardb1 a ritirarsi con la perdita da 5 a 6oo u. fra morti e feriti. I Francesi ebbero tre soldati uccisi e 16 feriti. L 'avvenimento, che non aveva nulla di ecceziona le, diede luogo ad una vera apoteosi, tanto che fu inviata sul posto una corrunissione, la quale non tolse il merito ai 1·alorosi, ma escluse la parte meravigliosa e so,·rumana, e ridusse 31mcno di tre quarti il numero degli Arabi.

Mazarini (Giulio). Card inale italiano al servizio della Francia ( 1002-1661)- hl gioventù era stato ufficiale dell'esercito pontificio; passato in Francia come diplomatico,


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lavorò col Richel ieu che lo designò come suo ,.uccessorc. della zona di Campobasso. Dopo aver comandato, da cr,l\. capo del governo, mirò a rendere potente la Francia, lonnello, la brigata Forlì, fu nel 1863 promosso magg. dirigendo le guerre e g li intrighi, spezzando le resistenze generale comand. la brigata Pinerolo. Nel 1869 ritomò ~I interne dei nobili. Col trattato -di Westfalia (1648) ottenne comando della brigata Forlì. Nella campagna del 1870 col'A lsazia. Pòi domò la Fronda (V.), si alleò con l'lnghil. mandò la 12a divis. Dopo aver comandato la divis. di terra di Cromwell, riuscendo con i successi m ii. a ottener,· Treviso e I~ 2• divis., fu promosso nel 1871 ten . generale la pace dei Pirenei. Fondò il collegio delle « Quattro Nacomand. la 1a divis. d 'istrnzione. Comand. la divis. mii. zioni >1 . . di Torino nel 1876, nel 1878-79 fu ministro ridia guerra. Ne! 1881 ebbe il comando del IX C. d' /\. . e poco dop0 Mazatlan. Borgata dello Stato di Sinaloa nd 1-.frssico, passò al comando del I. Nel 1878 fu ,;iominato senatore. ali 'ent rata del golfo di California. Come tante altre città

Mazel (Luciano). Generale francese, n. a Rennes nel 1868. Fece la car riera nella cavalleria e comandò la Scuola di Saumur. Iniziò la guerra mondiale quale comandante della 14• brigata dragoni, in copertura alla frontiera; subito dopo fu a l comando della sa divis. di cava!!eria. NelJ'ottobre r914 passò al comando della 66a di vis. di Eaii• tcria sui Vosgi, per ritornare, in novc1nbre e dice1nbre, sui campi di Picardia e Fiandre a lla testa della 1• divis. d i cavalleria, che nella « Corsa al mare » si d istinse gran- demente. Col g rado di generale di divis. comandò il XXXVIII. C. d'A. mobilitato. Nel r9r7 assunse il comando della 5a armata francese, colla quale fini la guerra.

Mazza (di ferro, e mazza d'anni). Così furono chialnatc le armi imm"iicatc da botta, di forme varie, destinate ad ammaccare, stordire e non a ferire di taglio o è :

Mazatlan: Cannone nel forte z, Marzo (1864)

messicane, anche M. ebbe a soffriré le tristi vicende delle g uerre e rivoluzioni del secolo XIX. Ribellatasi a l dominio del gen . Santana, nel 1844, fu presa tre anni dopo dai Nordamericani, durante la guerra che tolse al Messico mct.t del suo territorio. Invasa dagli insorti nel 1859, fu bombardata nel 1864 dalla Botta francese, venne occupata dalle· truppe dell 'imperatore Massimiliano nel 1866; 't ornò in potere dei Repubblicanl dopo due anni.

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Mazze ferrate dél secolo XV

punta. La M . di ferro aveva testa e mauico; b prima di pietra o di metallo, l'altro di metallo o di legno. Essa è arma antichissima e deve avere sostituito la dava fin èai primordi che l'umanità incominciò ad incivilir!i, Servi, a

Mazè de la Roche Gustavo

!\1azza Francesco

Mazé (de la Roche, cq11te Gustavo). Genernl~, n. e n,. a T orino (1824-1886). Sottot. di fanteria nel 1843, partcc;pò

alla campagna del 1848, meritando la menzion~ onorevo\~ a Goito e la med. d'argento a Governolo. Nel 18,19 r' masc ferito e prigion iero a -Mortara cd ebbe altra mctl. d 'argento. Combattendo nel 1859 meritò presso Pozzoleng0 b croce da .:av. dcli 'O. M . S., e ufficiale delh, stesso ordine divenne nel 1860 nella campagna di Ancona. In que .Ì:\ della bassa Italia fu insignito di una seconda menzione onorevole per l'assedio di Messina ~1861). Colonnel lo ne ' ,861, comandò il 36° fanteria e nel 1862 cbl::e ,1 cornand-i

Mazze ferrate austriache (fronte italiano guerra mondiale)

come arma da offesa, e generalmente era considerata co1n~ arma proibita. Le M. colla testa formata di più coste venivano chiamate dal nnmero di queste, ossia a sei costr, a sei ali, a cinque, a sette, a otto, ecc. Generalmente le


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.\!. di ferro di tal forma erano di ongme mrchcsca. Tal•

volta era fornita anche di ferro acuminato posto all"cmcmità della testa lungo 1'asse dell 'arma stessa. Genera lmente avevano la testa a foggia di palla, o di uovo, oppure a foggia di capitello tondo o sagomato o poligonù•. Il manico poteva essere di ferro o di legno . In quest'ultimo caso è più proprio ch iamarla M. ferrata.

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era più che un ·arma, uno ,trumcnto adoperato per la punizione degli schiavi, e con,istcva di parecchie r:nenc, con palle di metallo alle loro estremità, attaccate ad. un corto manico, come in una frusta. Il M., usato cqmc arma fin dal Xlll secolo, generalmente era formato di una sola catena con palla provvista di punte, o di più catene tcrrninate ciascuna in un grosso anello tondo.

_\fa::a d'armi:. Cosl chiamata un'arma da botta immanicata, poco diversa da quella di ferro, colla quale ave,,a comune l'uso e sovente anche la forma, tanto che era fa. cilc scambiare l'una coll'altra. Una Al. /ara/11 comparve per opera degli Austriaci nell'ultima guerra: era di legno

Mazza d'armc (secolo XV)

con tesla pnre di legno rivestita di ferro e con grosse punte pure di ferro. J1azza conte Fr11nusco Anun,io. Generale, n. a Rivanazzano, m. a Torino (1841-1924). Lasciò gli studi un iversitari per dedicarsi alle armi e nel 1862 uscì ten.' d'art. dalla, Scuola d"applicazione di Torino. Prese parte alla guerra del 1866 e a quella del 1895-96. Insegnò alla scuola cli guerra dal 1877 a l 1880 e <.li venne ten. generale nel 1899. Fu anche commissario straordinario per il terremoto di Messina. Passato in P . A. nel 1905, nel 1909 ,enne nominato senatore. Durante !a guerra mondiale presieclettc la Commissione per l 'esame della posizione degli ufficiali esonerati dal servizio. Scrisse un « Corso di anni e tiro».

.\1a::::t1 Francesco Gù1ci1110. Generale, n. a Var7.i nel r851. Sottut. cl 'art. nel 1872, da ten . colonnello [u direttore d"art. ad Ancona e poi ad Alessandria. Colonnello nel 1903, comandò il 15<> art. <la campagna. In P. A. nel 1909, passò nella riserva nel 1914 col g-rndo di m:1gg. generale. \1azza Emesto. Generale, n. nel 1852, m. a Torino nel 1929. Sottot. del genio nel 1872, dal 1896 al 1898 insegnò architettura alla Scuola d'applicaiionc d'a rt. e genio. Colonnello nel 1903, fu direttore del genio a Cuneo, a Messina e ad Ancona. In P . A. nel 1910, fu promosso magg. generale nella riserva nel 1914 e nel 1923 assunse il grado di generale cli divisione.

Ma::11 Enrico. Generale, n. a Lucca, m. a Milano (1853• 1931). Sottot. di cavalleria nel 1877, andò in r . .-\. nel 1909 col grado di ten . colonnello . Colonnello nel 1913, fu promosso magg. generale nella riserva nel 1917 e nel 1923 assunse il grado di generale di divisione. Mazz11 Lore11zo. Generale, n. a Torino nel ]867. Sottot. d'art. nel i 886. frequentò la scuola di guerra e raggiun,c il grado di colonnello nel 1916. In P. A. nel 1918, fu promosso generale di brigata nel 1926 e collocato a riposo nd 1929.

Mazzafrombola, Asta recante all'estremità attaccata ona fionda di cuoio per lanciare piet,e. Era usata dagli ant ichi con due mani . Fu anche con fusa spesso col Mazzafm sto , Mazzafrusto. Così chiamata l'arma da botta formata da un manico corto e da una specie di frusta di metallo, uniti assieme. 1:. un 'arma che ricorda il fiagrmu o Pagellum ùcgli antichi Roman i e Greci e di altri popoli. li f/agrum

Vari tipi di mnziafrusto (secoli XIV-XV)

Mazzancoll i (Gregorio). Capitano del sec. XVI, al servizio degli Imperiali. Si distinse nelle guerre contro i Turc.hi; nell 'assalto di Strigonia (1595) piantò 13 ba ndiera per primo sulle mura, e si lasciò bruc iare la mano e dt!tur-pare 11 volto, anzichè cedere. Mazzara del Vallo (o anche Mrizrira). · Comune marittimo della Sici lia, in prov incia di Trapani, sulla sinistra dd Mau.aro, che con la sua foce forma il porto-canale di .\/. Esistono ancora le torri quadrate, avanzi ddle antiche m,ir:1. discoste 25 m. l 'una dall 'a ltrn. Nell'angolo sud-est si ,·edono i ruderi del castello costruito nel 1073 dal conte Ruggero d'Altavilla. Nell'antichità .11. fu colonia fortificata dei Selinuntini e durante la prima guerra Pun ica è r icordata come fortezza tolta dai Romani ai Cartaginesi. NcU-827 vi sbarcarono 10.000 saraceni con 700 cavalli, sotto il comando di Asad, per il primo tentativo di impadronirsi della Sicilia . Fallita l'impresa, i Saraceni si trincerarono a :Vlinco e vi restarono 2 anni. Nell'830, al comando di A~fag, circa ~5.000 Saraceni effettuarono un secondo sbarco a M., b cinsero di mura e la fortificarono, intraprenè.endo la conq11ista clcl1 'isola. Nel 900 altri 14.000 combaucnti 1 provenienti da Tunisi approdarono a M. occupando Trapani e Palermo. );el 1075 ìl conte Ruggero il ::--'ormanno cacriù i Saraceni da .\/. e com inciò da questa terra la rnnq uista della Sicilia . Jfa,;:ara (Val). Komc di un reggimento di fanteria del l'esercito delle D ue Sicilie, creato nell 'aprile del 1763. Con lo stesso nome, nel maggio r796, Lu costituito uno sqdr. dçl Real Corpo di nobili volontari: tale sqdr. nel 1800 divenne il reggimento Val di .Il., che fece le campagn•· di Roma e di Lombardia .

Mazzaresi (Carlo). Medaglia d'oro, n. a Roma nel 18~;, caduto nel 1915. Laureato appena in giurisprudenza, a,•eva .;ompiuto il servizio m ilitare, ottenendo la nomina n sottotcn. di complemento ncll '81° fanteria. Per I~ mobilitazione fu assegnato al r19° regg. dj nuova formazione, ed ebbe più volte occasione di distinguersi e, combattendo da prude, cadde sul m. Rosso. La sua salma rimase in mano a! nemico, che, ammirato del valore spiegato dal


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giovane ufficiale, provvide a dugl i o norevole sepoltura. La motivazione r icorda così la fine dell'eroico ufficiale: « Seb bene ammalato, ri fiutò d i rimane_re in riserva. Uscito per il primo all'attacco delle rrincee nemiche, quantunque ferito nell'attraversare Ul10 stretto varco, aperto nei reticolari , proseguiva nell'assalto, incoraggiando i d ipendenri . Gjunto, ancora per prin10, sulle trincee avversarie, vi lasciava eroicamente la vira , al grido di « Savoia! » . Fu lgido esempio di spirito di d isciplina e di sacriF.cio » . (Mon te Rosso, 2r ottobre 19r5).

cani della Savoia; nel i836, espulso dalla Svizzera si rifugiò a Lond ra, dove, senza abbandonare l'idea dell'unirà d' Italia, si dedicò a studi filosofici e letterari. Nel 1840 fondò a Londra « L'Apostolato Popo lare » e poi « L 'Educa to re "; nel 1844 organizzò i moti dei fratelli Bandiera e l'anno seguente quelli di Rom agna. N el 1848 accorse a Milano e vi fondò « L'Ttal ia del popolo»; dopo l'armistizio Salasco, rientrati gli Austriaci in città, i\1. ne usd con i Gariba ldini dirigendosi a Lugano, quindi a Marsiglia .

Mazzetti di Frinco (Francesco). Vcaclore generale ,!cl scc. XVII. Fu colo nnello di fanteria e poi governatore d i Fossano . Dal r633 al 164r cbprì la carica d i « Veedor generale d i tutta la gente d i guerra ta_nto di cavalleria che d 'infanteria e presidii ». Nel r642 fu nominato maesrro cli campo generale dcli 'arma ta .

!'vfazz.ctti. Giulio

,V/azzetti Giulio. Generale, 11. e m. a Isola del L iri (1854-19 18). Sottot. d 'art. nel 1874, divenne colonnello d irettore d';trt. a Napoli □el 1904. Nel 1908 fu collocato in riserva e nel J914 venne promosso 1nagg. genera le .

Mazzinghi (Roberto). Ammiraglio, n . a Livorno, rn . a Marina di P isa (185i,ii 93o). Guardiar~arina nel r877, _era capitano <l1 vascello nel 1907, g uando ru posto per ragioni

di salute in P. A. Prestò tl1uavia ancora servizio in varie circosta nze, ottenendo le promozioni, nella riserva, a contrammi r . nel 1912, viceammi r . nel 1918 e_ ammir. di squadra nel 1926. Si specializzò nello stud io delle armi s,:bacqucc e nel 1909 pubblici, un pregevole srudio sui si lur i. Fu d irettore dal r9rr al r919 ne lla ~ Rivista Marittima » e collaboratore d i g iornali e riv iste collo pseudonimo di Pausario.

i\~az.:.dnghi Roberto

1\·1azzarcsi Carlo

Mazzini (Giuseppe). Agitatore politico, apostolo dellaindipendenza e dell"unirà <l'Italia, n. a Genova, m . a Pisa (1805-1872) . Esordì scrivendo nell'" Indicatore Genovese », r,cll' « Indicatore Piemontese » e nella " Antologia » di Firenze. Nel 1830 si Ìnscrisse alla Carboneria che pensò d i democratizzare . Nello stesso anno venne arrestato e relegatò per sei mesi nella fortezza d i Savona. Assoho dal lribunalc dj Torino., il gove rno lo esiliò, e passato in Francia fondò a Marsiglia la ,, Giov ine Ital ia ». Nel 1818 fu con da1\nato d:11 consigl io di guerra d i Alessandr ia· a morte 1gnom1niosa 1n conn1macia, per tentativo d 'insurrezione m i • litare . Nel 1834 organizzò nella Svizzera i mori repubbli-

G. ivlazzin i portabandiera nella compagnia :Medici (1848)

:-Sd 1849 sbarcò a Livorno, accolto trionfalmente dal.la pop<>iazione; si Jecò quind i a F irenze dove propose la creazione d i una repubblica, ma vi si oppose Gucrrazzi e il progcuo cadde. Partl allora per Roma dove era stata proclamata la repubblica e fu eletto t ri umviro con Armellini e Saffi. Caduta la Repubbl ica , M. riprese la via dell'esil io. );,el la Svizzera costituì il <e Comitato nazionale italiano " e a Londra un cc Com itaw rivoluzionario europeo » ai quali si dovettero le insurrezioni di Mantova (1851) e di Milano ( 1853). Falliti anche quei tentativi, iW. d ivenne w, solitario politico. Giunse clandest inamente in I tal ia nel J.859,. ,empre attivamente ricercato dalla polizia, aggirandosi in T oscana e divulgando programmi rivoluzionar i. Quando fu dichiarata la guerra a llo straniero, egl i applaudì, ed in una lettera a Vittorio Emanuele Il mostrò di porre al d isopra di ogni pr incipio e d i ogni passione il bene della patria. );ion abbandonò tuttavia il suo ideak repubblicano, pure perdendo continuamente seguaci, convinti che l'unità, della nazione era assai più sicura col regime monarchico. , Mazzitelli (Andrea). Capi tano della Re pubblica Partenopea, n. a Parghelia, m . a Napoli ( 1755-1800). Scrisse un ,, Corso pratico di nautica ». Alla restaurazione borbonica fu condannato a m orte e giustiziato.

Mazz-itelli Achille. Generale, n. a Moliterno, m . a R oma (1845-1912). Sottot. del genio nel 1865, partecipò alla g uerra dell'an no seguente e fu poscia insegnante all'Ac~ cademia m ii. di Torino . Da colonnello comandò il 23" fanteria, e da magg. generale la brigata l'arma, raggiungendo nel 102 il g rado d i generale di divis. e assumendo successivamente il com ando d i quelle di Perugia e d i Roma. Promosso gen . d i C. d'J\ .,- comandò quelli di Bari e d i Roma, e nel 1918 fu designato per il comando d i armata in g t1erra. L'anno seguen te, passò nella • riserva.


Lasciò una raccolta delle sue « Lezioni d'arte militare». J'u deputato d i Teano per le legislature XXII e XXIII.

Mazzo (di Valtellina). Comune in prov. di Sondrio, .sulla strada nazionale dello Stelvio, fra Tirano e Grosotto. ~ella prima parte del sec. XVU, M. fu il principale teatro delle guerre che straziarono la Valtellina . Combattimento di Mazzo (1635). Appartiene alla g uerra di Valtellina tra Francia e Spagna, e si svolse il 3 luglio tra i Francesi del duca di Rohan, e gli Austro-Ispani dd duca di Fcrnamont. Assaliti improvvisamente dai Fran-ccsi, i Tedeschi opposero per qualche ora nlidn resistenza; JJoi, ·costretti a p iegare, tentarono d i passare l'Adda sopra un ponte di legno danneggiato dal Rohan. Sfasciatosi il ponte, molti T edeschi prccipitaroi:,o nel fiume, e più di mille rimasero prigionieri; e gli altri raggiunsero a stento Bofmio, dove, qualche giorno dopo , furono nuovamente .a,sa liti dal Rohan: dei 6000 Tedeschi clj cui componevasi l'esercito di Fernamont, soltanto 6oo raggiunsero Bormio.

Mazzoleni (Paolo) . Capitano garibaldino (1829-1906). J>anecipò a tutte le campagne dal 1848 al , 866, fu ad A,promonte e nel 1863 fu co l Nullo in Polonia: morì nella -casa dei veterani di Turate. Mazzoli (Do111c11ico). Generale, n. a Messina, m. a Re-canlti (1854-1920). Sottot. d'art. nel 1874, passò poco clopo nei bersaglieri e frequentò la scuola d i guerra; nel 1904 fu promosso colonnello; comandò 1'88° fanteria e poi !'11° l:crsaglieri . .Magg. generale comand. la brigata Verona nel 1910, fu in Libia nel 1913. Tcn. generale nel 1914, comandò la div is. mii. di Bari e andò in P. A. nel 19r6.

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meritò un ~ncomio solc11nc. Per partcciparç alla grande g uerra, tornò dalla Siria, ove si trovava, e fu incorporatò, sempre quale cappellano, nel 226'> regg. fanteria di nuova formazione. Degno cappellano dei fanti di quel reggimento decorato di med. d'oro, diede prove ripetute di ardimento e di abnegazione, toccantlo una grave ferita e meritandosi una mcd. d'argento, due di bronzo, cd infine q uella d 'oro, conferitagli con I.a seguente moti\'azione: <• Quantunque dispensato dal presentarsi alle armi allo scoppio della guerra, vi accorse prontamente dalla Siria. <love stava esercitando apostolato di religione e di italianità, e fu nel proprio reggimento costante e fulgido esempio cld più p uro amor di Patria e del pi11 straordinario coraggio. Già tre volte premiato per distinte azioni di ,·alore, primo fra i suoi soldati nel compimento della sua opera, non conobbe ostacoli e tenne il dovere mai come un limite da raggiungere, ma sempre come una meta da oltrepassare. In una speciale ci.costanza, messosi risolutamente alla testa cli un manipolo di militari privi di comandante, nel momento più gra,·e della lotta li trascinò arditamente cont ro il nemico, più forte di uomini e di umi e, con irresistibile impeto, lo debellò e lo costrinse alla resa, facendo prigionieri e catturando materiale . Ferito, rimase al combattimento finchè non ebbe vista assicurata !a vittoria. Già distintosi per elette virtù militari in numerosi combattimenti, sempre impavido nelle zone piì, fortemente battute dal fuoco :1vversario, sempre intrepido di fronte ai pi1, gravi pericoli " (Carso, 23 maggio-5 giugno; Comarie, 30 agosto 191i)·

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Mazzo/i Uberto. Genera le, n . e m. a Castelfranco Emilia

{11\68-1930). Sottot. d'art. nel 1889, si specializzò nello studio delle costruzioni d'art., passando nel ruolo tecnico dove rimase fino al grado tli magg. generale, col quale passò in P. A. Fece la campagna d'Africa nel 1895-9<> e quella 1915-18.

Mazzonc Notnlino

Mazzone (Na1a/t110). Gcncrak, n. a Spigna Mo nferrato nel 1858. Sottot. del genio nel 1878, raggiunse il grado di colonnello nel 1912, di magg. generale nel 1916, di gen. di d iv is. nel 1923. Durante la g rande guerra fu Ispettore capo del servizio tdcgrafico presso il Comando supremo; nel 1917 passò a comandare il genio della 2a umara; nel

1918 andò al comando del ~ervizio radiotelegrafico in Roma. Fu collocato in P. A. nel 1920 e a riposo nel 1927.

Mazzoni (Mario Francesco). Generale, n. a Napoli nel 1869 . Sottot. d 'art. nel 1886, frequentò la scuola cli guerra e divenne co!oonello nel 1917. Comandò in guerra il 48° gruppo d'assedio e nel 1919 . fu addetto all'ispettorato generale d'artiglieria. Andato poco clopo in P. A. S ., fu promosso nel 1926 generale oi brigata in A. R . Q. e nel i 931 passò nella riserva . Mazzoni don Giovarmi. Medaglia d'oro, n. ad Arezzo nel 1886. Cappellano militare, fu in Libia ed a Rocli, o,·c

Mazzoni Giovanni

Mazzoni Corrado

Mazzo11i Corrado. Medaglia_ d'oro, n. a Rologna nel 1892, ,aduto nel 1917. Studente d i vctcrinaria1 fre,1ucntò alla vigilia del la guerra del 1915, un corso allievi-ufficial i di complemento, ottenendo la nomina a sottot. di fanteria. Per le prove di valore date durante i primi mesi della guerra contro l'Austria, ottenne la nomin~ in servizio attivo ed un encomio solenne. Tenente nel 67° rcgg. fanteria, cadde ncll 'ago~to 1917, du rante la turiosa lotta per la conquista del m. San Gabriele. La memoria di lui fu t•norata de!la concessione con questa motivazione: « Guidava ripetutamente all'assalto la sua compagnia, dimostrando slancio e coraggio mirabi li . Ferito cd accerchiato dal nemico in forze preponderanti, riusciva, nonostante le rilevanti perdite subìte, ad aprirsi un ,·arco con lx>mbe a mano ed a sfuggirgli. Il giorno dopo, lanciatosi ancora all 'assalto, benchè krito una seconda volta da una pallottola alla gamba, proseguiva animosamente, per primo, r.ella trinct:a avversaria, dove veniva colpito nuovarncntc, e a morte, da due pallottole al petto » (\'eliki Hrib, 29-30 agos:o 1917).

...

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4.:.

Mazzucchelli (Luigi) . Generale italiano al servi:uo del~'Austria, n. a Brescia, m. a Vienna (1776-186S). Fu gene.-ale dell 'esercito napoleonico e si distinse nella guerra di Spagna . Dopo il 1814 l'Austria l 'a mmise nel suo esercito ,col grado di ten . maresciallo. Nel 1817 fu nominato proprietario di un regg. di fanteria, nel 1830 consig)iere .aulico di guerra, generale d'artigl ieria e infine governatore <li Mantova . Andato a riposo, si ritirò a Vienna.

MDÀ

Mazzucco (Ettore) . Generale, n. a Casale Monferrato nel 1865. Sottot. di fanteria od 1887, prima di partecipare alla guerra contro l'Austria fu in Somalia. Nel 1915 meri tò sul Col di Lana l llla mcd. d'argento e un'altra -ebbe nel 1918 sul m . Asolane qu,1le colonnello comand. il 139° fanteria. In P. A. S. nel 1920, ebbe nel ,923 il grado di generale di brigata. Generale di divis. in A. R. Q. nel 1928, passò nella riser va nel 193r. Fu deputato nella XXVI e XXVII legislatura e poscia venne neln'linato sena~

tare del regno.

Mazzucchclli L uigi

lVlazzucchelli B aldassarre

Mazzuccl,el/i Baldassare. Medaglia d 'oca, n. a Vercell i ~lei 1 872,

caduto nel 1918. Ingegnere e senza obbl ighi di 'leva, si arruolò volontario dopo Caporetto. Nominato sottot. ,:li M. T . nell'arma del genio e destinato al Comando -<le!la dìtesa di Venezia, chiese insistenremente ed ottenne -d i essere inviato in prima linea. I ncorporato nel regg. fanl{eria di marina « San Marco », preparò e diresse, con abil ità e valore, il passaggio del Piave nella --bana-g-lia di V ittorio Veneto; scontratosi con reparti nen1ici, si battè

<roicamentc, rimanendo mortalmente ferito. Per precedente atto di valore, era stato già decorato di medaglia d i bronzo; la medaglia d 'oro fu concessa in memorim,,, con la se_guente motivazione: « Entusiasta della nostra guerra, ne sostenne le giuste ragioni prima con la parola, e poi con le opere. Arruolatosi volontario, nonostante la sua non g iovane età, passò

dai servizi del Geni~ Militare a quelli della Fanteria di Marina. Dopo aver preparato e diretto, sottb violento fuoco, 1a messa in opera di passerelle per il passaggio del fiume, ,cooperò volontariamente cd efficacemente con un reparto di arditi a fermare la marcia delle truppe di una divi-sione nemica, agevolando la presa di numerosi prigionieri .

Mazzuoli (Edmondo). Medaglia d'oro, n. a Bologna nel 1889, caduco nel 1915. Semplice soldato di fanteria, si segna lò per ardimento e tenacia fi n dalle prime azioni della Grande Guerra; durante l'offensi,·a autunnale del 1915, tra le file del 31° regg. fanteria, e dopo di essere stato uno dei più audaci tagliafili Mazzucco Ettore di reticolati, sacrificò eroicamente la g iovane vita in un assalto. Alla memoria dd1·ardimentoso fante fu concessa la medaglia d'oro con questa motivazione: 11 C.on mirabile ardimento, per ben sei volte nello spazio di pochi giorni fece volontariamente par te di pattuglie incaricate della distruzione dei reticolati dinanzi alle trincee nemiche. Iniziatasi l 'azioue contro queste, fu il primo fra tutti a lanciarsi all'assalto. Ferito al braccio, continuò ad avanzare, incitando i compagni e gridando loro: " Sono ferito, ma avanti lo stesso! Avanti contro gli Austriaci ». Cadde colpito a morte, mentre stava per scavalca.re la tr~ncea avversana " (Sagrado-Monfalcone, 21 ottobre 1915).

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.Sì 1n isurò con l 'avversario in accaniti corpo a corpo, e,

.da ultimo, scontratosi con un u fficiale nemico cd avendogli i m~posto a ma no armata d i indicargli dove si trovava il .comandante d i quella d ivisione, che egli intendeva catturare, mco tre stava mettendo in atto tale impresa, venne ,gravemente colpito da una bomba a mano. Malmenato da. _gli avversari, recisamente r:ifiutò poi le cur~ di un loro .sanitario, finchè, raccolto dai nostri, conservando sempr~ alto il morale, li incitò an._cora alla lotta . Morl dopo alcuni giorni, tenendo fino al l'ultimo stoico contegno ed inneggiando alla Patria; fu fulgido esemp io d i tenacia e valore 11 {Basso Piave-Muzzano, 30 ottobre-3 novembre 1918).

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Mazzticchi (Guglielmo Antonio). Generale, 11. a Poi.rino, m. a Torino (1831-1904). Sottot. di cavalleria nel 1/\49, partecipò alle campagne del 1859 e del 1866, meriitando a Custòza la croce da cav. dell'O. M. S. ColonJldlo nel 1877, comandò i lancieri di Firenze. Magg. generale comand. la 3• brigata di cavalleria nel 1883, andò :in P. A. nel 1888 e nel 1895 fu promosso tcu . genera le , 1ella riserva.

Mazzocch i G uglielmo

1'.1azzuoli Edmondo

M. B. T . Esp losivo che si ottiene dal miscuglio d i due nitroderivati aromatici e, precisamente, fondendo acido picrico p. 60 insieme a binitrofenolo p . 40 . Questo esplosivo ha la proprietà di fonde re sott'acqua, ma è molto sensibile agli urti ed anche infiammabile. Nel corso della grande guerra venne usat'? per la carica di scoppio dei proietti.

M. D. Polvere senza fumo, a base di nitroglicerina , che non è altro che la Cordite inglese (V .). Mdàuar (El). Nella zona di Tobruk la resistenza dei T urco-Arabi , dopo la pace di Losanna, crasi andata raccogliendo intorno ad El M., località a circa 12 Km . dalla costa catnpo ar1nato e nd teru po stesso mercato e luogo d i tappa delle carovane dal! 'Egitto. Nel luglio 1913, dopo 1


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che ebbe vinti i ribelli ad E1tangi, fu concemrata a To1,ruk la di vis. Salsa; allo i.copo di agire contro il detto campo. li J8 luglio, rnscicuita su due colonne (generali Cavaciocchi e St.asio), uscì dai trinceramenti avanzando verso Hl M. 1 ribelli tentarono di arrestarne l'avanzata, ma, attaccaci di fronte e aggiraci sulle due ali, èov<·ttcro darsi a precipitosa fuga, bsciando oltre un ccncinajo di ~,omini fuori combattimento, abbandonando un cannone, una mitragliatrice e ingente quantità di materiale. Proseguendo nel!'iuseguimcn to, sci giorni dopo, il gen. Stasio sorprese i fuggiaschi ad una ventina di Km. oltre El J1., cogliendo loro altri due cannoni. Nelle due giornate del 18 e 24 luglio le nostre truppe ebbero una trentina di feriti.

Meade (Giorgio). Generale americano (1817-1872). Uscì da Wc,t-Point ufTicialc cl ·art., passò poi nel genio e part~cipò alla guerra contro il Messico. All'inizio della Guerra t!i Secessione fu nominato brigadiere gen. dei volontari d i Pensilvania e si distinse nelle azioni S\'Olte dalle armate Jel!a Virginia e del Potomac. Ferito a Cross-Roads, e d1iamato poi al comando cli d ivis., combattè nella giornata cli South-Mountain, assumendo comando di C. cl'A.; nel disastro cl, Frcderick.hurg fu il solo fra i gen. federali che et-be qualche successo. Nominato magg. gen . alla fine del 1862, (u chiamato al comando cieli 'esercito del Pocomac e nel luglio 1863 riportò sul Lec la vittoria di Gcttisburg, nella quale si decisero le sorti della guerra. Un mese dopo ! 'instabile politica <lei Lincoln e la gelosia dell'l-falleck gli crearono una situazione tale da indurlo a dare le dimis~ioni . !\on furono acce• tate, ma da quel momento egli non ebbe più occasione di far valere le sue alte qualità militari. Dopo la guerra comandò ~leade Giorgio la di,·i5. mii. dell'Atlantico. Meandro. Fiume dell 'Asia Minore, oggi Mwdereh. Separava la Li-lia dalla Caria. Si getta ncl!'Egeo Ji_ fronte all'isola di Samo. Bauaglin ml Meandro (88 a. C.). AppJrtien" :!Ila pnma guerra 111itrida1 ica e fu con,battuta e vinta dalle milizie rii Mitridace VI l(upatore, re del Ponto, contro le schiere ciel }'retore romano L. Cassio. Questa vittoria 1ese Mitricbtc p,id ronc rii luLta l 'Asia Minore. Per legare: a sè i popoli il vinc11ore condonò i loro tributi arretrati, e, per rendere mcv9cabile la loro rottura con Roma, li obbl igò a prestargli mano ucl la strage clcgl '!calici e dei Romani dimoranti sul suolo asiatico. L'ordine fu emanato da Efeso cd eseguito in un giorno stabilito. Secondo i ralco li piò moc!crati, furano massacrati 80.000 uomini di , azza latina; scconclo i piì, alti J 50.000.

Combattimento sul }lenndro (1147). Appartiene alla seconda Crociata. Luigi VII di Francia, dopo la disfatta dell'imperatore Corrado d i Germania, temendo il tradimento dei Greci, si ,lircsse verso le frontiere della Frigia, e arrivò sulle sponde del ,\,f. verso la foce del Lico. I Turchi che avc,•ano distrutto l 'escrcito ce<lcsco, si preparavano a contrastare ai Francesi il passaggio dal fiume. A cagione cli forti pioggie, il passaggio era difficile e pericoloso. I Musulmani approfittarono della circostanza per bersa.~liarli con un nuvolo di frecce, e poi , scesi dalla montagna, si sch ie-

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rarono in battaglia sulla ri\'a opposta dd .\/: l Francesi,, animati dall 'cscmpio e dalla parola del re . riuicirono a raizgiungcre l'altra sponda del fiume e si gettarono con impeto sui Turchi, costringentloli alla fuga, dopo averne fatta strage; quindi li inseguirono sino alle falde delle montagne. Uopo la vittoria, i Francesi senza altre molestie fecero cappa a Laodicea.

Meaux. Città della Francia, nel dip. di Senna e :\farn,1,. .<u questo fiume e sull'Ourcq. All'epoca romaoa, capitale dei Mdcli, si sviluppò attorno ad una abbazia bcnedenina fondata nel Vll sec. e clisrrutta al tempo della Rivoluzinne . Sotto le sue mura, nel 1358, le bande della Jacquerie furono quasi completamente discrutte dai nobili francesi e inglesi coalizzaci. Nel 1088 fo assed iata dai Normanni che la saccheggiarono e l'incendiarono; nel 1284, fu riunita al regno rl, Francia. I. Assedio d, _\fea11x (1.p1-q:22). Appartiene alla guerra dei Cen10 Anni. Nel 1421 Enrico V d'Inghilterra decise d i assediare .11. e la fece invescire dal conte <li Excester, il! quale si impadronì subito dei sobborghi della città . Qualche giorno dopo vi si portò anche il re con un esercìto di 25.000 u. Nella rnrà non Yi erano che un migliaio, rii u . di guarn igione, ma gli abitanti li ai11tarono in massa ed eseg uirono frequenti sortite, in atte.sa di soccorsi chenon vennero. Finalmente un assalto generale diede la ciuà :1gli Ing lesi, mentre la guarnigione si trincerava nel mercato. Oato l'ordine· di assaltarlo, la lotta durò sette ore. e terminò con la caduta di qucsco ultimo baluardo elci difensori. Il. Auedio di Meam: (1439) . La città apparteneva agli rnglesi, e si portò ad assediarla il conestabile di Richcmont, capitano di Carlo VIII di Francia, con !"aiuto dì Giovanni Bureau. Dopo tre settimane d i nsscdio, s'imp:1dronl della piazza, bloccando la guarnigione inglese nd mercato. L'inglese Talbot accorse con 4000 u. dalla :\lorn,andia, risoluto a liberare j suoi compatriotti, ma il conestabile aveva munito il suo campo di linee di circonva llazione, fortifica te con ridotte irte d i artiglierie, in maniera da non essere costreuo di venire alle mani . Invano i nemici si fecero fin sotto i trinceramenti per cimentarlo; sicuro riel succe1so, Richemont rimase tranqu illo nelle ,uc: lince ed il generale inglc,c, vista l'inutilità dei suoi sforzi, , iprese la "ia d i Normandia. I Francesi accelerarono i loro :Htacchi e dopo tre settimane dalla partenza di Talbot, .\/. chiese di capit0lare.

Mecca (La). Città dell'Arabia, capitale dello Stato clell'Hcgiaz. Considerata come città santa dai Musulmani. I. Assedio della Meeca (683). Appartiene alle guerre civili, determinate da ostilità contro il califfo Jcsid. li 25 set tembre, l'assedio fu posto da Hossain, suo generale, mentre la ci1tà era difesa da lbn Sobeir. Le materie incendiarie lanciate dalle macch ine appiccarono il fuoco alla Casba:t che ne rimase molto danneggiata. Ma i ciuadini si difesero con ostinazione, e la morte di Jcsid rlcterminò (c0 novcmhrc) Hossa in ad abbandonare l 'assed io. H . Assedio della Mecca (692) . Appartiene alle guerre civili, e (u incrapreso da lbu Iusuf, generale del califfo• Abd-el-Mclik. Le sorlitc furono respinte, e le macchine lanciarono sulla M . una enorme quantità cli proieuili. ibn Sobeir, che ancora difendeva la ciuà, abbandonato da molti dei suoi che passarono al nemico, in una d isperata sori it:i.. venne ucciso e la città fu presa.


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Meccanico (Marina). L 'istituzione del personale meccanico nelle marine da guerra è dovuta alla necessità di creare personale subalterno agli ordini degli ufficiali macchinisti o ingegneri , a seconda degli ordinamenti. Nella n1arina italiana ia istituzione dei A'/. ha avulo fonna co1npleta soltanto nel dopo guerra, allo scopo d i fornire i sottufficiali di questa categoria, che fino al 19r5 erano stati forniti dalla Scuola macchinisti, quando l'ord inamento con si,lerava la promozione dei sottufficiali macchinist i ad uffi cial i fino ai più alti grad i della gerarchia. Aboliti i sottufficiali macchinisti, q uesti sono stati sostituiti dai sottufficiali meccanici e

la Scuo la macch inisti d, Venezia è d iventata' Scuola mecca nic i.

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messi i giovani muniti d i certificato d i maturità elementare c èhe .abbiano laFregio 1\1ecc.anic i R. M. sottofficirtli oro; cornuni rosso vorato in otlicine meccaniche. li corso si compone d i <Clue classi, una d i 14 mesi ed una d i 12, compkt:ite con periodi di esperimento pratico a bo rdo delle navi. Gli allievi meccanici escono col grado di sottocapi e progredisco1l0 in llltti i grad i cE sottufficiale, potendo poscia esse re promossi ufficioli fino al grado d i capitani, d isimpegnando a bordo sempre mansioni di carattere subordin ato. In aeronautica, il brevetto di meccanico (mo torista o radiotelegrafista) di aeromobile, è il riconoscimento ciell'abilitazione e dell"attiwdinc a disimpegnare k: funzioni di motori,sta o d i rad io telegrafista a bordo di velivoli o d irig ibili. 1

Meccanismo di manovra. Questa denominazione esprime l'unità di quel complesso di alli d i manovra, media nte i quali le truppe si tengono raccolte e si muovono al fine voluto. li meccanismo d i manovra è ispirato al concetto -che « in g uerra solo ciò che è semplice promette successo »; 9u indi da esso sono banditi nel .tempo nostro tutti quegli .artifizi che nuocerebbero a lla concreta ed esclusiva prepara~ione guerresca. li M . di M ., semplice, clastico, apprnpri:ito · al fine, è i l primo elemenlo formale atto a costi• luire l't1nitii tattica dell'esercito e ad amalgamare in Utla intesa facile, sempl ice, ben. nota, tuni i suoi agenti. Non, .dunque, una 1ne ra azione d'ordine: chè , ultima analisi 1 serve a tradurre in atto la forza ormata, la rende .a ppli•ca.bilc, d isciplinata, convergente al fi ne. Gli clementi o fattori del M. di M . sono le formazioni e i movimenti . L'i,truzione ind ividuale (posiziOùi e .movimenti elemen,t ari) ne è il fondamento. Le forrnazioJti servono : 1°) a in -quadrare i combattenti; 2°) a rend(,ré agli stessi possibile l'impiego efficace delle armi; 3°) a ridu rne la vul nerabilità. l movirnc nti servono ai reparti: 1-0) a passare corl -ord ine e rapidità da una formazione ad un 'altra ; 2°) a mutare d i luogo col m inimo d ispendio possibile d i tempo e ,d ·energia, sia in ord ine ad es~ enze logistiche, sia in ord ine ad esigenze tattiche. <'!

Meccanismo psichico delle azioni collettive. -Le g randi masse che agiscono nella guerra contemporanea, e la verità:, o ramai d imostrata, che oggklì la guerra è un proiblcma di psicologia collettivà non meno che d i strategia, ,.endono sempre più importante la conoscenza del M . in parola, di cui tre termini, indisso lubilmente legati fra loro; .appaio?o fondamenta li: la simpatia, la suggestione, !'im i-

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!azione. La simpatia, o consenso virale fra le parti di tm tutto a causa della sostanziale sitnilarità fisiopsichica, forma !a base della tendenza ad agire in pratica con uniformìtà, cioè a modellarsi in u110 stesso modo e a compiere le stesse azionì. Ma la tendenza 1 o potenziale capacità, non basta; occorre altresì l'intonazione sul motivo d inamico che vuo!si, ed cc.;o, nei riguardi psichici, la suggestione, che è, in fondo, quell'opera che viene compiuta, come che s,a, per indirizzare e uniformare il pensiero, il sentimento e la volontà d i due o più Jiersone su di un unico motivo <l' azione. L'imitazione è precisamente questa a~ione uniforme che segue, conscia o inconsc ia che sia, della r-a• gione che l'ha determinata. La suggestione- a volcc resta inavvertita, e di essa appare soltanto l 'ultirna parte, cioè l'esempio e l 'imitazinne relat iva . Però !"esempio ha davvero tutta la sua efficacia solamente quando sia preceduto dagli altri atti della suggestione . Cosl, un capo è im itato nel1'esemp io imm!:diato che dà , quasi esclusivamenr.e in cagione del suo ascendente o forza suggestiva- conseguente da tutta la sua opera di prima, la quale si può considerare n i: più nè meno clic una suggestio ne . L'esempio per si- stante, quale atto staccato, può valere i.n qualche rara circostanza come tutta un'opera d i suggestione, ma, in via normale, è da considerarsi I "u lt imo atÌo, il mezzo conclusivo semplice e immediato, il colpo di bacchetta, perchè alla suggestione o inwnazionc segua l'azione che il capo vuole. Poco varrcbl.,c l 'esempio del Buo naparte che si mette in testa con la bandiera per passare il ponte d i Lodi, se tutta la sua condotta precedente 11011 avesse perfettamente intonati a lui, o suggestionati 1 i suoi soldati .

Meccanizzazione. I mezzi meccanici consistono essenz ialmente in armi automatiche o meccaniche, in mezzi di traspo rto ed in arm i azionate e fatte muovere nello spazio meccanicamente, cioè carri da combattimento . Taluno di questi mezzi fece già qualche apparizione negli eserc ili sin dall ' ultimo scorcio del secolo passato; ma soltanto la guerra mondiale ne determinò l'impiego organico, e li d iffuse tanto rapidamente e tanto vastamente da oltrepassare ogni possibile previsione. Oggi m questi mezzi si fissa l'attenzione degli organizzatori e degli srudiosi : dL1e correnti <l"idec si sono andate concretando. L'una che vorrebbe sostituire, o quasi, l'uomo con tali mezzi sul campo di battagl ia, rivoluzionando organici, tattica, industria bellica ed economia nazionale. L'altra, più prudentemente, resta d 'avviso che l'uomo sia sempre il mmbattente per eccellenza: i mezzi meccan ici debbono essere per lui d i ausilio nella lotta, e pertanto le grandi unità, pur facendo larghissimo impiego di ·,1uesti mezzi, dovranno fare assegnamento sulle forze morali e fisiche dell' uomo. Le due correnti hanno preso rispettivamente il nome di Mccca.nizzazione e i1i klotori;znzio11e (V.). Comunque, è però ceno che una guerra avvenire ved rà l'impiego dei mezzi" meccanici assumere aspetti sempre p iù g rand iosi. S icchè non si può oggi pensare all'organizzazione d ·un moderno esercito, senza por mente ai prnblcrni che ne derivano. Q uesti sono d' indole generale e strettamente militare. Fra ·; primi dobbiamo segnalare le d ifficoltà inerenti alla p rovvista dei mezzi meccanici , i quali costano enormemente , ed appena costruiti sono superati dai perfezionamenti susseguenti; 11011 possono essere improvv isati ; richiedono un'attrezzatura industriale sviluppatissima; assorbono inticri patrimon i minerari. Inoltre bisogna considerare che l 'impiego di questi mezzi richiede personale specializzato: e questo non lo si ottie ne con le brevi ferme. La condo tta ,delle operazioni ne risulta al-


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quanto più complicata, e fors'anche più appesantita, pm impacciata. La truppa assorbita da 11e macchine è perduta per la massa. Que~ta, già resa sottile per la gente tolta pci collegamenti, pei rifornimenti, ecc.; diventa sempre meno capace all'urto ed alle occupazioni. Tanto più che gli clc-

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Esercito Mororizzato: schema generale A, divisioni leaa:cre (cavalleria e carri); B, divisioni motorizzate; C, Massa principale: grandi unità di linea (fanteria e cani); D, Riserva generale d"arti,a:lieria motorizznta; E, massa di manovrai F. Raggruppamento trasporti autom9bilistici; G, servizi.

menti migliori, per qualità intellettuali e fisiche, le saranno stati tolti: dato che non è possibile azionare i mezzi meccanici con i meno intelligenti e con i meno idonei fisicamente.

mezzi meccamc, appaiono come po1cn1issimi nella distruzione: cioè la fanteria può valersene per l'urto contro le più poderose organizzazioni avversarie; possono essere inoltre efficacissimi pci trasporti, permettendo di effettuare la manovra nel campo strategico, raggiungendo di sorpresa_ le più lontane posizioni. La guerra che ne deriva ,i è deua « meccanizzata » ; con maggior proprietà linguistica si può, dire: « guerra meccanica ». Secondo le teorie di molti studiosi sarà la guerra dcli ·avvenire: quella che realizzerà k, applicazioni della meccanizzazione o della motorizzazione, parziali od iotegrali. Sempre, attraverso i secoli, dopo la_ introduzione di qualche novi tà, espcrime,itata con successo nel campo di battaglia, taluno volle attribuire a questa novità la causa del successo, cd in essa già vedere la causa dei sue.cessi de ll 'avvenire. Così con gli elefanti Pirro, così con le varie macchine belliche, cosl con !"introduzione delle armi r igate nel 1859 e di quelle a ripetizione nel 1866,. così con la fortificazione improvvisata nel 1877, così con !"introduzione delle armi automatiche, del motore a scoppio, delle colossali a~tiglierie, ccc. Certamente qualunque conquista della scienza esercita una certa inAuenza sul campo di bauaglia: ma nulla· conduce a conclusione e decide le azioni, se non l'uomo. L'uomo che dii cervello e braccio per azionare armi e macchine, ma che, soprattutto, dii cuore e animo per tendere verso il successo. Vediamo ora come viene concepita la ,\/. di un esèrcito moderno. Nell'epoca nella quale oltre 35 milioni di alllomczzi affollano i traffici del mondo, crescendo annualmente con l'impressionante ritmo di quasi 5 milioni di macchine, non era possibile che gli eserciti facessero astrazione da questa innovazione e conscr\'assern esclusivamente il train" animale. Infatti nel i 9r5, appunto per sopperire alle deficienze dei quadrupedi , e per rendere più efficace e più rapido il servizio dei trasponi, si cominciò a ricorrere con una certa preferenza agli automezzi. A guerra finita, questL avnano invaso runi i teatri d'operazione pci movimenti strategici e logistici; inoltre, dopo aver subìto so~tanziali modificazioni, erano anche apparsi nel campo tauico SOtl<> forma di carri armati, dando risultati sensibili. li conAiuo mondiale lasciò in sospeso i problemi che, con I'introduzione del motore a scoppio negli eserciti, s'erano affacciati alla mente dei capi e degli organizzatori. Ripresi piL1 tardi, costituiscono oggi il fondamento di appassionanti srudi. Delle due correnti alle quali accennammo (quella della .\f. e quella della Motorizzazion~), la prima trova in Inghilterra larga eco, specialmente per la propaganda del colonnello Fullcr. Egli sostiene che qualunque capitano ha per obbiettivo il successo, ottenuto col minimo dispendio delle proprie forze. Ciò si ottiene sviluppando la propria capacità al movimento, medi;mtc una potente organizzazioneoffensi\'a protetta. Quest'organizzazione trO\'a nelle attuali armi da fuoco un vigoroso sviluppo offensivo, ma non la protezione. Infatti questa è ottenuta di ripiego, alternandoil fuoco al movimento, ossia facendo proteggere il fuoco da sè stesso. li combattente del 1914, scavando la trincea. per aggrapparsi alla vita, ha creato in parte questa vitale funzione tattica. !via non è riuscito a ristabilire l'equilibrio;. pcrchè con la protezione fissa è venuto a mancare addirittura lo scopo della tattica: il movimentO. Nell'arte della guerra l'int roduzione del petrolio deve segnare una rivoluzione analoga a quella prodotta dalla polvere da sparo: con la differenza che quest'ultima fu divulgata e impiegata largamente dopo due secoli di esperimenti, mentre il petrolio e le macchine belliche, da esso alimentate, appariranno sui campi delle prossime battaglie, mutando immed iatamente la forma della lòua, come in breve volgere di.

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anni gli automezzi hanno mutato la forma della vita civile. Il petrolio è la sola forza che ha permesso di muovere ed alimencare le artiglierie, che ha determ inato lo sviluppo del! 'aeronautica, che ha consentito i rapidi e colossali spostamenti di uomini per le occupazioni territoriali, che ha causato l'introdu2.ione nel campo1' ta ttico dei car.ri armati. I quali saranno l'arma principale de.I prossimo avvenire. La fanteria si !imitcrÀ a fiancheggiare o ad accompagnare le macchine, come ai tempi della cavalleria feudale accompagnava o fiancheggiava i cavalli. Solo in mon-

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cli evitarne la reazione e mirando ad esaurirlo, a disperderlo o, meglio, a distruggerlo. In passato tutto ciò ottenevasi con _l'impiego della cava IIeri a e della fanteria celere in esplorazione e ricognizione, con la fante ria d i linea e con tutti i calibri delle artiglierie per l'urto e pel fuoco, con la cavalleria pesante o con riserve di fonti pe_r lo sfruttamento del sucèesso. Nel prossimo avvenire queste armi sa ranno sostitu ite, nel disbrigo dei rispettivi compiti, dagli aere i, dai carri armati leggeri, dai carri armati di linea e ,d alle artiglierie semoventi o autoportate, dalle armi automatiche d'ogni specie, e dalle autobUndate. Il terreno ha capitale importanza sull'impiego di queste modernissime-

Brigata pesante della divisione di 1" sch iera Forza: 160 rriacchine da combattimento; 212 macchine a 3 assi per tutti i terreni; So carri da rifornimento A , 2 0 macchine biposto (tankctte) per esplorazione; B, 52 macchine per tutti i terreni; C. 2 0 carri per rjfornimcnti; D, 4 0 macchine per ),assalto; E, sz macchine come sopra; P, 20 macchine come sopra; G, G, 40 e 40 macchine d a combattimento (incrociator i terrestri); H, I-1, 54 e 54 macchine per t utti i terreni; J, I :2.0 e ~o carri da riforn.imcnto

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tagna potrà conservare la sua prioma: ma si tratterà di azioni locali, !imitate, e non mai decisive. La p&tenza<i del petrolio provocherà il ritorno della corazzatura; ossia della protezione del fuoco. La tattica per conseguenza tornerà . ad essere arte. Date queste premesse teoriche, vediamo quali sono le idee circa la realizzaz ione pratica della M. In guerra devesi trovare, riconoscere , fissare e colpire il nc1;1ico, cercando

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Brigata leggera della divisione di 2 "' schiera Forza: 160 m acchine da Combattimento; 106 m acchine a 3 assi· , per tutti i terreni ..,g, 40 macchine biposto per l'esplo tj{zione; B, 2 2 macchine per tutti i terreni~ C, C, C, 40 e 40 e 40 carri da combattimt_n to (incrociatori terre-stri}; D D, D , 28 e 28 e 28 macchine per tu tti i terrenii

armi : esse potranno, in tempo non lontano, essere portate

fuori strada, ma t roveranno limitazioni d'impiego e difficoltà grav issime nei terre11i ondulati, accidentati, pantanosi, fittamente boscosi, ccc. In aperta P'!lnura all'àssalco dei carri armati niuno potrà resistere : non la fanteria che sarà soverch iata dalla macchina, n on l'artiglieria che potrà colpire q ualche macchina senza frenare l'impeto dellealtrt, non gli aerei che avrebbero obbiettivi piccoli, mobili e poco visibili da colpire dall ' alto coi proiettili da caduta. Le unità meccanizzate raggiungono gli obbiettivi senza esaurire le energie degli uomini . Esse richiedonoordinanze svelte ed agili. Il comando deve essere esercitato-


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Bal tagl ion i d a inseguime nto cost ituenti la brigata per I 'insegu imento della divisione di terza schiera

Il, 3 0 macchine d:i inseg u i-

B, 36 macchine per tutti

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nel campo tattico, vi ,ara:,no carri per !"esplorazione , per trattenere, per colpire, per proteggere, per sfruttare il successo.

L'esercito cli manO\'ra constèrà dell'armata meccanizzata e della milizia d'occupazione. La prima avrà personale di professione, l'altra si costituir/i colle t ruppe di co<;crizionc e verrà destinata a convalidare i successi nella prima, effettuando le occupazioni territoriali. La divisione sarà la grande unità base: ma, anzichè e.sere omogenea, avrà un 'organizzazione differente nel sen,o della profondità .. Cosicchè la d ivisione di prima schie• ra sarà costituita essen,.ialmente con brigate pesanti, con rcpart; d' artiglieria, con un regg. di cava lieri, con due squadriglie d ·aerei, nonchè con aliquote del genio, dei collegamenti, dei servizi, ccc.: avri, un com plesso rii 350 mac • chine da combattimento e 14 mila uomini idonei alla presa di contatto ed all' urto. La divisione d i seconda schiera sarà su due brigate leggere, più le aliquote del genio, dei collegamenti e dei servizi : d i~porr?t di 350 macchine belliche e di 56oo combattenti. Essa rappresenterà la gradua-

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Forza meccanizzata: 120 maca chine d a inseguimento ; 145 macchine a 3 assi per tutti i terrseni.

<on larghezza di \'edute. lasciando la massima imz1,111n ai subordinati, pcrchè siano inq uadra ti nel concetto generale e conoscano esattamente gli s,·iluppi dell'az,one. Quind i non ord ini d i dcu agl io, ma direttive generiche. La cooperazione cogli aerei diffusa sino alle più piccok uniti,; forse sarebbero adau i g li elicotteri, ai qual i i: consentito di prendere il ciclo e di atterrare sulla verticaJ.,._ L ' aer eo dovrebbe essere l'occhio costanteme nte vigile: del carro armato. li teatro delle operazioni sarà scisso in due categorie di :w ne : q uelle per l'armata meccanizzata e q uclk per la fanteria. Queste ultime saranno naturalmente le zone 111onrnne, dove non si adatterebbero le macchine. Qui"i l'organizzazione della fanteria dovrà sublre radicali modificazioni, intese a far considerare l'impiego dei fanti in montagna come normale e non pi,, eventuale. Sarà necessaria la fanter ia leggera, organizzata elasticamente, composta di uomini eccellenti per doti morali, intellettuali e fis iche. Vari sarnnno i tipi d i carri, e corrisponderanno ad un dipresso alle attuali armi. T anto per dare dei nomi, in relazione alle funz ioni che saranno chiamati a sviluppare

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.Esercito per o ccupazio ne lCrritorinlc; Divisio1te per inseguimento; Div isione leg gera d i 2 n. sc hic.ra; D ivisio ne pesante per la presa di contatto e per l'urto ( 1• scbier.a) .Armata meccanizzata con truppe di mestiere. Kci quadret ti, da sinistra a .d estra: A , Squadriglie aerei; B , Brigata a~tiglieri~; C: Reggimento cavaJlcria; DJ G enio; E, Co llegamenti; F, Rifornimenti: G, G 1 Brigate leggere; H , G enio. l , Collegan:tcnt1; L, R 1-fornimentii M , M , B riaate inseguimento; N, Genio; O, Colleg amenti; P, Mirraglfotric i; Q. Q. Q , Fonter1a

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.. zione dello sforzo nel tempo e nello spazio, in relazione allo scopo da conseguire cd al le situazioni createsi. Infine c 'è )a divisione per l 'inseguimento, con due brigate cd un complesso di 250 macchine da combattimento e 5600 uomini. Due serie di <1ucste tre di/ferenti divisioni sembrano ba stevoli per combinare un esercito ideale. Esso pertanto ri sulterebbe cosi congegnato : 2 divisioni pesanti, 2 leggere e 2 <la inseguimen.co, con un totale di circa 2000 .macchine da combattimento e 60 mila uomiui. Lo si ritiene idoneo a condurre rapidamente ed economicamente a termine qua lunque conAitto. Il costo complessivo per l'impiaçto viene calcolato intorno ai r .800 milioni di lire, con u1, a spesa annua per le rin nov::izioni di 200 milioni. Scendendo al dettaglio, vediamo come saranno costituite le sing~lc unit.'! delle diverse divisioni. Brigata pesante su 1 bgl. d'esplorazione, 1 d'assa lto e 2 di combattimento. Brigata leggera su r bgl. d'esplorazione e 3 di combattimento- Brigata d 'inseguirncnro su 4 bgl. omogenei. La forza dei bgl. appare dai grafici. I veicoli attualmente in esperimento sono vari, come varie sono le funzioni per le quali vengono creali. Dopo le manovre inglesi di Salisbury nel 1929 q uesti veicoli sono stari cosi classificati: corazzati da combatt.imcnro, corazzati da trasporto, non corazzati da trasporto. Dei veicoli corazzati da combattimento ricor diamo i carri armar.i medi e leggeri, i carri mitraglieri, artiglieri e antiaerei, infine le autoblindomitragliatrici a 3 assi. I trasporci su veicoli corazzati sono fatti con trattori e

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a 3 assi . f trasporti su veicoli non corazzati

sono 'effettuati nei regg. di cavalleria pei collegamenti e per azioni vicine: vengono utilizzati vari tipi di vetture. L'avanzata dell'esercito meccanizzato potrebbe essere effettua.la con una sicurezza lontana data dalla div is. di terza schiera. Questa, anzichè restare inoperosa in attesa di espletare il suo compito normale d'inseguimento, manderebbe le autoblindo a compiere ampi giri attorno al grosso per guardarne i fianchi, e per riconoscere le successive l inee dj sbalzo, sulle quali il grosso dovrà postarsi. Stabilita b dislocazione del nemico e preso con questo il primo contatto, le autoblindo, sfilando pei fianchi, riprenderebbero la loro posizione. I l grosso poi entrerebbe in azione per irrompere con la potenza del suo urto. Questa modalità d'impiego non è da lutti gli studiosi della M. bene accolta. I più stimano l 'aviazione sufficiente a riéonosccre e segnalare ii nemico e rron ritengono opportuno questo logorio anticipato della terza schiera. Soltanto l 'Inghilterra ha esperimentato e studiato su vasta scala il problema della M .; gli altri Stati si sono piuttosto orientati verso la motorizzazione. L'attuale tendenza inglese più generalizzata non è già di mcçcanizzare integralmente tutto l'esercito, come propugna il col. Fuller, bensì di avere una modernissima armata meccanizzata a fianco della vecch ia fanter ia e delle altre .armi. L'Italia ha seguito attentamente l'evoluzione degli studi sulla M.; ~" la configurazione dei probabili suoi teatri di guerra non può assolutamente permettere cli lottare totalmente su macchine. Nelle aspre montagne, dove il nostro esercito sarà chiamato ad operare, g li uomini solo potranno condurre a fondo e decidere le azioni. Le macchine saranno sfruttate largamente per i trasporti e in qualche zona anche per qualche episodio tattico . Insomma oggi l 'Italia possiamo considerarla incamminata, piuttosto che verso la M., verso 1a motorizzazione.

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M ecl emburgo. Regione della Germania settentrionale, divisa nei due granducati di M . Schwerù, e M. Strelitz. Ha al N . il Baltico, a E. la Pomerania, a S. il Brandcn-

burga e l'Hannovcr, all'O. il Luneburgo. Fino al r9t8 il M. formava due granducati autonomi deU'impcro tedesco, appartenenti a due rami della stessa famiglia_ strettamente imparentati ed uniti, con una sola corte suprema di giustizia, una sola Assemblea, uno stesso regime aristocratico, ma distinti amministrativamente. Questo Stato rimonta al 1348, e fu unito lino al 16:,r. Durante la guerra dei Trenta Anni i duchi di M. furono alleati del re di Danimarca contro l'imperatore Ferdinando Il; questi nel 1628 li mise al bando clcll'impero e diede il ducato di M. a Wallenstein (1629). Ma Gustavo Adolfo ristabilì nei rispettivi ducati i d;,chi banditi, e l 'imperatore li riconobbe col trattato cli Praga del 1635. Nel per iodo della guerra dei Sette . Anni i due ,luchi si s<"-hierarono concro la Prussia; nel 1808 entrarono nella Lega del Reno; nel 1813 combatt~rono contro Napoleone. Il trattato di Vienna del 18r5 concesse · loro il titolo grand ucale. Nel 1867 entrarono nel!'unione doganale tedesca e nella Bandiera marittima del confederazione della Germania Meclemburgo (azzurro, bianco, rosso) del Nord, e dal 187r ieccro parte dell'impero tedesco. Il contingente m ilitare federale dei due granducati meclemburghesi era cosi stabilito: per il M. Scl,werin, in 4 bgl. granatieri della Guardia; 1 bgl. cacciatori, r ,egg. dragoni e gendarmi, 1 gruppo di btr. d'artiglieria e 1 sezione pionieri del genio, con un totale di 5385 combattenti ; per il M. Strelitz, in 1317 combattenti. Nel 1918, con la fioe della Guerra mondiale, i due piccoli Stati germanici cessarono di esistere.

Medaglia. Pezzo <li metallo, <l'oro, d'argento, di rame, ecc., coniato oppure fuso, rassomigliante alla moneta, conLenente iscrizioni o effigi, per conservare la me-

moria d i un fatto notevole, o come segno d'onore per qualche persona benemerita, o come premjo, ccc. Fin dall 'cpoca greca, romana, bizautina si stamparono su M. ricordi di vittorie o di imprese meritevoli di essere trasmesse ai posteri. Le M. romane si distinguevano in consolari, di famiglie, imperiali. I n umismatici chiamano M. merlata quella i cui orli sono frastagliati a guisa di frange o merletti; M. coniata quella di rame argentato, comunissima nd basso impero; M. 1'estituta o restaura/a quella romana coniata anteriormente e rinnovata da qual.l:hc imperatoré; M. inanimata quella che non ha _leggenda. Al tempo dei Romani se ne fondevano con la testa di Alessandro specialmente come portafortuna. Gli Italiani del l{inascimento, con alla testa il Pisanello, il Caradosso, il Poneadello , il Ce!Jini, ccc., con iarono M. di grande pregio., media\l te fusione; la coniazione apparve nel sec_ XVI. Si illustrar6no con esse personaggi e avvenimenti, molto spesso di :ndole militare, a ricordo cli baltaglie. e <li assedi. Medaglie particolarmente destinate a ricompensare il valore m il. sono state adottaté in tutte le Nazioni. V. per altre medaglie non nominate, quelle indicate a l loro nome particolare, come: Benemeriti della Patria, Cina, C1·iniea, Indif endenza, Libia, Marocco, Mcs.<ico, Rosa bianca di Fi11/a11dia, Set11'Ele11a, eçc. 1

Medaglia al valore. Istituita da Vi t-t.orio Amedeo Ili di Savoia, nel 1793, per ricompensare gli atfi di valore compiuti dai bassi ufficiali e dai soldati. Era d 'oro o d'argento; aveva da una parte il profilo d i Vittorio Amedeo III e dall'altra la scritta « Al valore». Era riservata a premiare le azioni personali dei mii. di truppa (escluso il 3


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treno d':utiglieria) e non veniva conferita a reparti . I mii. decorati avevano d iritto a doppia paga e portavano la ,',/. appe.s:i al petto. Dovevano riceverla pubblicamente dalle mani del colonnello, alla prescn7.a del regg. in armi e al suono della musica. Cessò di essere conferita durante l"oc-

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la Menzione o norevole al valor mil., ist itui ta da Carlo Alberto nel 1848 e soppressa con la creazione della M. d i bronzo che la sostituiva, per dare ai decorati un " contrassegno ,·isibile " · A <1ucsta .\-f. non era annesso alcun soprassoldo. Dopo la istituzio ne ciel Corpo di truppe coloniali in Eritrea, le M. al val.ore ,opr:t cita te, ma di forma diversa, vennero concesse anche alle nostre truppe indigene, con

~fc.daglia itRliana al valor militare

diritto a un prem;'o, per una volta tanto, di L. 3 00 per la .\-/ . .l'argento e di L. 100 per quella di bronzo. Nd Medaglia al volorc istituita da Vinario Amedeo 111 di Savoia 1918, veonc concesso un soprassoldo anche alla M. di per ufficiali e soldati bronzo e furono contemporaneamente aumcutclti quelli annessi alle M. d"oro e e.l 'argento. Tali soprassoldi furono cupazione fra nce,c del Piemo nte. Nel 18 L5 Vittorio Amestabiliti in L. 800 ann ue per la M . d'oro, in L. 250 per deo I ripr istinava le M. d'oro e d 'argento, che vennero quella d'argento e in L. 100 per la M. di bronzo. Nel 1927 ,oppresse oclJ'agosio del 1815 con la . creazione dell"ordine ' i soprassoldi di .11 _ furono estesi anche alle truppe cli colore militare di Savoia: i decorati cli .\1. d'oro e d'argento fucoloniali. rono inscritti nel nuovo orc!inc, conservando !a paga di .\fedag/ia al valore di manna. Fu i~tituita il 1<> m arzo cui godevano. 1836, per ricompensare i naviganti che si cli..ùnguevauo Medaglia al m1for militare. Il re Cado Alberto, per prcper atti cli coraggio e col rischio della propria vira ,•erso mfare le azioni di segnalato valore, che per la seHrit:, persone in pericolo di naufragare. Fu d'oro o d'argento degli statuti dell'O. M. S. non avrebbero potuto dare di fino al 1888, quando venne creata anche la M . di bronzo . ritto all'acquisto delle decorazioni dell'Ordine suddetto , nel Le ,\,f. al valore d i marina portano sul recto la Croce di T833 istituiva la .M . al Savoia con intorno il motto : « Al valor -di marina "• e [ - ,-,. valor militare, la c1uale nel verso inciso nel mezzo il nome del decoralo fra due poteva esser data a • •~ militari di qualunque grado. Era d'oro e

d 'arge;:.11 Lo 1 con nastro azzurro, e doveva es•

sere ,distribuita con pompa. La .\/ _ d"oro dava diriuo ad un ,oprassoldo annuo di L. 100; c1uella di argento di L. 50. Poteva esser data in ca~i eccezionali a reparti forniti cli bandjera, ma non a compagnie. Nel 1848 il soprassoldo annuo fu aumentato a L. 200 per !a M . d 'oro e a L. lOO per quella Ln più aoziana · Albani) e • più d'argento. Nel 1887 il giovane (Monti~lio) medaglie d'oro, nel 1925 re Umbcno l istituiva la M. di bronzo al valorc milira rc " per ricompqt,arc gl; atti di fermezza e di coraggio, i qual i, senza avere gl i estremi rich.icsti per m eritare la M. d"argento al valore militare, meritano tuttavia particolare distinzione». La M. di bronzo veniva concessa a llll!i i militari cd ai Corpi cui dal 1848 era stata data

Medaglia istituita nel z809 da Gioacchino Murat nel Rcl{nO di N apoli, per gli ufficiali dell'esercito

rami i!i quercia, con l'indicazione del luogo e del giorno m cu, il fatto è avvenuto. li nastro è di colore azzurro, avente ai bti clue piccoli filetti bianchi.

Medt1glia d'oro per benemerenze pa1riot1iche. Istituita nel 1898 per premiare azioni patriottiche compiute dalle città ittliane durante il periodo del Risorgimento nazionale. Ne vennero insignire, in base al R. Decreto dell'anno sucldcllo, parecchie cill:ì italiane.

Medaglie commem orative di guerra. Sono le decorazioni eh.- al presente si concedono come distintivo di onore, non alle singole persone per azioni di valore individuale, ma

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a tutti coloro che hanno p reso parte ad una campagna di guerra ade mpiendo al proprio dovere. Si portano sul petto appese a nastro . Generalmente sono fabbricate col metallo dei cannoni tolti al nemico . Per lo più le M. si dividono in due categorie : qnelle per combattenti e q uelle per non combattenti, distinguendosi fra di loro da ll a forma, dal metallo, dal colore del nastro o dalla iscrizione.

Medaglia di gr,uitudi11c 11azio11ale per le mad ri dei caduti, istituita nel 1919.

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tuita (d'oro, argento e bronzo) nel 1927, e destinata a r icompensare, secondo la diversa importanza dell'atto compiuto, il concorso particolauneote intelligente, ardito ed efficace presrato da d liunque faccia parte dell'equipaggio di un aeromobile durante un'impresa di segnalata importanza. -Da una parte reca l'effige d i S. M. il Re, fra due fasci littor i e la dicitura « Vittorio Emanuele III »; da Il'altra porta la d icitura « Ministero dell'Aeronautica», il nome ciel premiato e, in succinto, il fatto che ha dato luogo alla concessione .

Medaglia a! vnlore nero11autico. Istituita (d·oro, argento e broJ1zo) nel 192ì, allo scopo di dare un segno tangibile

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1\lledaglia al valore aeronautico

di riconoscenza a coloro che compiono atti di coraggio a bordo di aeromobili in volo. Le M. d'oro e d'argento sono destinate a ricompensare coloro che, in circostan,.e particola rmente d iffic ili, hanno compit1to atti di coraggio e dimostrata singolare perizia esponendo la loro vita, durante il volo, ad eccezio nale pericolo. Per quella d 'oro si richiede il concorse? di circostanze tal.i da rendere l 'atto compi uto 1nerltorìo in sommo grado, e, condizione essenzialeJ tale che ne sia derivato grande onore ali' Aeronaut ica italiana. Qudla di bronzo è destinata a ricompensare atti di co1aggio e perizia compiuti senza grave e manifesto pericolo di vita. Da un lato vi è effigiata la croce di Savoia sormontata da un 'aqui la ad ali distese e coronata, con in-

Medaglia in argento

creata da Ferdinando III di T oscana nel , 81 5 per i sottufficiali e sold ati che si dis tinsero nella spedizione di Napoli

Medaglia in ottone ( 1816) di Ferdinando JI I di Toscana per sottufficiali e soldatii che avevano compiuto zs anni di servizio

Medaglia milit(lre aeronautica di lunga navigazione aerea. Istituita nel 1928, in oro, argento e bronzo; viene concessa , ai militari di qualunque grado in servizio effettivo o in congedo che abbiano compiuto globalmente, anche in più riprese, 20 anni di servizio aero-navigante, per la n,edaglia d'oro, 15 anni, per quella d'argento e JO anni per quella di bron~o . Il nastro è di color azzurro ch iaro e reca al centro un'aquila, rispettivarnentc d'oro, d'argentoo di bronzo a seconda che la M . sia di primo, seconrle> o di terzo gr~do.

Medaglia militare aeronautica di lunga n avigazione aerea

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to rno il motto : « Al valore aeronautico »; dall'altro, fra due fgsci littori, è. inciso il nome del premiato, con l'indicazione del luogo e della data del fatto che ha determinata la concessione della ricompensa. Il nastro è di colore azzurro ed ha a ciascun lato due, filetti rossi; sul nastrino da portarsi sul petto in luogo delle medaglie è applicata una stelletta d'oro a cinque p unte per la medaglia d 'oro, d'argento per quella d 'argento . Per la medaglia di bronzo si porta il semplice nastrino:

Me,laglia com11:c111omtiva di imprese aeronautiche . l sti-

l\;ledag lia m'auri7.iana pel merito militare di 10 lustri

,Wedaglia mauriziana pel merito mibtare di dieci lustri. Ist ituita il 19 luglio 1839. È d 'oro, con nastro eguale a


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quello dell'ordine dei santi Maurizio e Lazzaro; ser ve a segnalare quegli ufficiali in attività di servizio che, fregiati dell'ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, contano 50 anni di carriera militare. :È di due dimensioni: la grande per gli ufficiali generali che la portano al collo; la piccola per gli alt ri ufficiali che la portano sul pett,;,.

Medaglia Ungher,:,-e al merito. Istituita nel 19 22 per m ilitari che hanno prestato con speciale e distinto zelo servii.i utili, rendendosi meritevoli di premio. La M. è d 'argento o <li bronzo e porta sul diritto il bassorilìevo della croce doppia eretta su t riplice collina. Sopra di questa è l'iscrizione : « Pro patria» e sul rovescio: cc Signum laudis » .

Medaglia d'ot1ore. Istituita nel 1841 dal granduca Leopoldo II di Toscana, per i sottufficiali e soldati che se

Medea (ant. l.ambdia o Mediae). Città dell'Algeria , nel dip. d'Algeri, a ro72 m. d 'alt. Fu fortezza romana nel sec. X e munita di mura nelle quali si aprivano cinque porre.

n_e rendessero metitevoli con speciali e scgn.alat.i servizi e

cornp issero atti di valore. Portava nel dritto i l ritratto del sovrano con la iscrizione: ,, Leopoldo li. A. D. A. Granduca di Toscana », e nel rovescio due fronde d'alloro formanti corona, con in mezzo le parole « Fedeltà e Valore ». Medaglia d'onore. Istituita nel 1816 da Fcrdi n,a ndo d i Napoli per decorare i mil itari che avevano segu.ito il re in Sicilia, quelli che avevano corn batcuco, e quelli che si ingaggiava no volontari per un altro sessennio.

Medaglia d'onore. Istituita nel 1834 da Ferdinando di Napo!; per cornpensare il lodevole servizio milttare. Medaglia. di bronzo. Istituita nel 1848 da Ferdinando di Napoli per premiare; i militari della spedizione sicil iana.

I. Presa di Medta (1830). Venne operata dal maresc. C lauzd, con l,i divis. Boyer (7000 u.) costituita su tre brigate cli 4 bgl. ciascuna, più una riserva di 2 bgl. , 2 sc1dr.. 2 btr. , I cp. del genio . Superata una breve resistenza al colle di Tenia, la colonna, battendosi anche oltre il colle <: perdendo 200 u., riuscì a respingere i Ca bili e ad ocwparc M. (23 novembre) che venne presidiala per breve tempo con 3 hartaglioni, richiamati poi ad Algeri.

II. Presa di Medea (1836). Venne operata dal maresc. Clauzd, col gen. Rapate!, con 5000 fanti, 1200 cava lli, 5 cp. del genio, 2 btr. art. Queste truppe erano divise in 4 piccole brigate. Fra il ·1~ e il 3 aprile esse dovettero superare, come nel 1830, la resistenza dei Cabili al passo di Tenia, e batterli nella piana oltre i l passo. Il 4 aprile M. era occupata. Le perdite dei Cabili ammontarno a 700 u. ; a 300 quelle dei Francesi, fra m. e feriti. - La città venne ancora abbandonata, e la sua defin itiVa occupazione avvenne solo nel 1840, senza combattere, per opera del marcsc. Valée, con 3 brigate di fanteria (15 marzo).

Medi. Villaggio dèll 'isola di Khor nel Mar Rosso, su Ile coste dell'Yemcn.

:Medag.!ia militare (Francia 1871)

Medaglia militare (Francia 1852)

Medaglia militare (francia). Fu istituita nel 1852 in fa. vore dei sottufficiali e dei soldati francesi di terra e di mare. Dapprima portava da una parte· l'effigie di Luigi Napoleone e -dall 'altra la dicitura cc VaJorc e disciplina » ; .ed era sormontata da un'aquila. Dopo la caduta di Na:pnleone IJI, porta nel recto ,!'effigie della repubblica ed è sormontata da un trofeo d'armi. Come t itolo ecceàonalc ,d'onore, la concessione della M. militare fu estesa ai marcsc. di Francia ed agli ammiragli che abbiano avuto .alti comandi o alte cariche.

Rombardame1110 di Medi. Il 28 ottobre 1902, una squadriglia italiana composta di una lancia dell'incrociatore « Piemonte " e dei samhuchi cc Gazzella », cc Antilope » e ,, Piccolo Gal ileo))' equipaggiati da marinai italiani e da ascari, al comando ciel ten. di vascello Filippo Carnperio, si presen tava davanti a A1. per arrestare e punire i pirati che si muovevano da que lla località per danneggia{e ' le coste erirrec del_ Mar Rosso. Il Camperio diede fondo a circa 700 m. dalla punta settentrionale dell'isola di Khor e a piccola distanza dal continente; ma mentre si preparava a sbarazzare il terreno circostante ,da possibili tiragliatori imboscati, colpi di fucile sparati dall 'isola uccisero un marinaio italiano e un ascaro, e ferirono un altro ~,scaro. Allora il Carnperio fece aprire il fuoco, riduèendo al silenzio i pirati. li comandante Arnoué che si trovava a, I·Iodeida con la squadra, impose alle autorità tufche dì consegnargli le navicelle dei pirati e di far pagare dagli

Veduta d i Medea (secolo XIX)

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abitanti di M. 6500 talleri quale indennizzo per le fa. miglie dei morti. Le autorità locali tergiversarono, e a llora l'Amone, il 31 ottobre, con le navi ai suoi ordini, eseguì j ] bombardamento di M., per effetto ciel quale rimasero tJccisi 250 indigeni e furono d istrutte circa 500 capanne. Così finì quella sped izione punitiva, che liberò le coste c6tree dalle incursioni dei pirati.

Media. Regione nella parte N.-0. dell'antico Iran, che si estendeva fra il bacino del Tigri e il Mar Caspio. Nei tempi antichisstmi fu abitata da gc11te di razza turanica; fra il X e il VII secolo a. C . vern1e occupata gradualmente da popolazioni arie, le .quali erano organizzate con una specie di oligarchia militare. Nel J.'4 a. C. un loro capo, Deioce, diede ordinamento stabile allo Stato, di cui fece capitale fortificata Ecbatana. Nel 550 la M. fu assal ita dai Persiani di Ciro, e dopo lunghe lotte term inò (522) per

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medico, dirigente il serv1z10 sanitario del corpo, previ accordi col proprio comandante, provvede all'impianto del posto di M. in un luogo il p iù vicino possibile alla linea qi combattimento, ma al riparo dal fuoco nemico, condizione in verità non sempre facile ad attuare, tenuto conto dei mezzi offensivi at tualrneotc impiegati. Ai posti cli medicazione si pratica la semplice medicatura delle ferite, previa eventuale emostasi provv isoria, in caso di lesioni

rimanere soggetta a loro . .'vluro di Med,a. Grande muraglia creu a fra le rive del Tigri e dell 'Eufrate. Essa chiudeva a Nord la Babilonia, segnando i confini fra il territorio irriguo di questa e le regioni d,eserre della Mesopotamia . Era lunga 150 chilo111etrj. l..e mura avevano 5 n,. di spessore\ e pare che fossero alte 32 metri. Media Europ11. I limiti che si assegnano alla M. E. sono affatto convenzionali, vaghi e indeterminati. Per essa per,\ si suole intendere all'incirca l'aggregato di contrade che si estendono fra .i mari Germanico e Baltico a 110rd; i mari Mediterraneo e Adriatico, gli Appennini settentrionali e ì Balcani a sud; il meridiano di Parigi a ovest e una linea dalla Vistola allo sbocco del Danubio a est.

Mediasch (o Medgyc.<). Città della Transilvania, 11cl comitato di Nagy-Ki.ikallo. Il 3 marzo 1849, le t ruppe a11striachc comandare dal tenente maresciallo Puch ner vi batterono gli Ungheresi condotti da 1km . Medicazione (Posto d,). È la prirna formazione sanitaria di prima linea presso reparti mobilitati, co11 personale e materiale del corpo; dalla linea del fuoco i feriti sono trasportati a l posto di medicazione in barella, a braccia o ><:mplicemente vengono indirizzati ad esso dai pnrtaferiti . a seconda della encirà della lesione, dopo aver ricevuto il primo soccorso sul campo s.tesso di battaglia. L'Ufficiale

Posto di medicazione romano

vasali, ed immobi!izzaz,ionc degli arti in caso di feritefratturc, mentre vengono eseguiti i soli interventi che abbiano carattere di assoluta urgenza, quale ad esempio la trac heoto1nja per irn111inente asfissia; quando

k c ircostanze

lo consentano, viene praticato la siero-profilassi antitetanica. Vengono inoltre praticate eventualmente iniezioni ipodertnìche d i soluzioni eccìtanti, o cahnanti, c1nostatiche, ecc.,.

cd in genere si provvede al ristoro dei feriti, somministrando loro ac4ua aromatizzata, caffè, alcoolici, ccc. Da~

Posto di medicazione italiano (guerra mondiale)


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posti di M . essi vengono trasporta ti alle Sezioni d i San ità division ali, salvo quelli leggeri e q uelli g ravissimi intrasportabili. Il posto d i M . è una form azio ne sanitaria em ine ntemen te mobile; esso segue i movimenti d i avanzata o d i ritirata

Posto di medicazione it~tliano (guerra mondiale)

del p roprio reparto combattente, lasciando even tualmente sul posto il personale cd il materiale streuamcntc necessari per i l soccorso dei feriti che non siano in grado di seguire i.I reparto stesso. Nella guerra n1011dia!e, con carattere essen7.ialmcnte d i gnerra di posizione, i posti d i M. erano impiantati nelle trincee o nel le loro immediate v i-einauzc . In marcia, in stazior\c cd in combattimento, il posto d i M . è dotato di cofani <li Sanità, sacchj di medicazione, materiale per la difesa d1imica, viveri di conforto, bari:!otti d 'acqua, mezzi d'i llurninazione e barelle. Deve is:sare la bandie.ra di ncutrali,tà (croce rossa). Nelle soste del combattimento deve assicurarsi che od campo d i battaglia nor, vi siano feriti abbandonat i . Per il trasporto del suo materiale disfJOne di muli a soma e. di carre tte; nei ber-

proietti di grosso calibro, per le quali non sarebbe sufficiente i l pacchetto da medicazione individuale.

Mediche guerre (o Persi;,ne). Sono così chiamate quelle con;ibattutc nel V sec. a. C. tra la Grecia e la Pers ia . L'impero persiano, avendo esteso il suo domin io su t utta l'Asia Minore, il re Dario volle assoggettare anche le colouie commerciali che j Greci avevano fondato su quelle coste . [ coloni si ribellarono e la guerra t ra la Persia e la Grecia fu d ichiarata. Due spedizioni persiane corsero la Grecia con l' in tervallo d i ro anni. La p rima, guidata da Dati e Artafcrne, di 120.000 combattenti, fu sconfina nel 490 a. C . a Maratona da Milziade. La seconda, d'un esercito che si fa ascendere a cinque milioni di u. d i cui quasi due mi lioni cli combattenti, condotto da Serse, passò l 'Ellesponro sopra un doppio ponte geuato fra Abido e Sesto e s 'avanzò per la Tracia, la Macedonia e la Tessaglia verso la Grecia . R iuscì a passare sul corpo di Leonida e dei suoi 300 Spartani alle Termopoli, ma fu arrestato e in parte costre tto al!a ritirata per la vitt.oria riportata da Temistocle su ìla flotta asiat ica nel golfo di Salamina (480 a. C.). Mardonio, lasciato da Serse in Grecia con 300.000 u .. dopo a\'er percorso l' Attica, fu sconfitto interamente da Pausania a Platea (479), mentre gli Ateniesi riportavano una seconda vittorìa navale presso Micalc . In seguitò la guerra passò dal la difesa all'offesa, su lle isole e sulle coste dell'Asia M inore, e terminò nel 450 a. C. con l'occupazione di Cipro da parte dr Cimane, figlio di Mi lziade, che firmò con Artascrsc una pace gloriosa per la Grecia.

saglieri e nella cava llerja~ di autome7.ZÌ.

Medicazione individuale (Pacchetto da). Fa parte del materiale sanitano d i mobilitazione del R. Esercito. i\uual mentc i· adottato il " pacchctro da medicazione ind ividuale. mod . 1t)31 », costituito da piccole taide qua<lratc d i cotone idrofilo, avvolto in garza, della lunghezza d i 10 cm . per lato; il mater iale è debitamen te sterilizzato ed è d isposte, j n modo da servirè per l 'occlusione ili llfla d uolice ferita (foro di entrata e foro d i uscita del proiettile ~elle ferite uasfosse d'arma da fuoco), con annessa fascia d i garza j)Cr fissare la medicatura . Le compresse sono ripiegate in modo che il pacchetto ha forma rettangolare (cm . 10 x 5) e sono protette da un triplice involucro impermeabile. Il pacchetto è dato in d istribuzione ad ogni combattente, .allo scopo di forn irgli prontamente il materiale per la occlusione temporanea d i una eventuale ferita, per evitare <:he venga usato materiale inguinato (fazzoletto, cravatta·, ecc.), essendo istintivo nel ferito e nei compagni, rico~ prire con qualsiasi mezzo la regione lesa . Alle un ità collettive, del R. Esercito, tanto p resso le trup pe a piedi che montate, sono in dotazione i « sacchi d i medi<:azionc tipo tirolese », forniti d i materia le adatto per la occlusione provvisoria Jclle vaste lacerazioni prodotte dai

Corona granducale e stemmi medicei

M edici (De'). Ant. famig lia fiorentina, di parte guelfa, che inizia la sua ascesa 1\el see. XIV, assumendo ~itolo ducale e poi granducale, e il potere in Fircnz.e e io grande pa rte della Toscana rial 1537 al 1737.


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G'ian Giacomo Medici, detto il Medeghino, marchese di Marignano. Condouiero del secolo XVI (1497-1555). 'combatti: per Francesco Sforza, e poi, con le bande al suo co mando, si creò una signoria impadronendosi di Musso e fortificandovisi, e ampliando i suoi possessi fino a Lecco. Sul lag<J dominò a lung<J c<Jn una flottiglia armata. Ne l 1525 attaccò gli Svizzeri a Ch iavenna impedendo loro di raggiungere Francesco I. Nel r532 fu costretto dal duca cli Milano a cedergl i le sue terre, oute nendo denaro e il titolo d i marchese. Passò allora al serv izio del duca di Sa voia e poi cli Ca rio V.

genera le d 'artig lieria. Tornato in patria, fu sopraintendente alle fortificazioni . Nel 1641 venne nominato governatore di Siena. Due anni dopo, ebbe il comando in capo delI'esercito toscano, col quale, in lotta contro il papa (16431646) prese la Città della Pieve, Monteleone, Mongiovino, Castiglione. Dopo questa impresa armò navi sul Trasimeno con aotiglicrie, tenclldone i l· dominio fino a lla pace d i Westfalia (1647).

Giovanni de' Medici, detto Giovarmi delle Bande Nel'(:. Condottiero del secolo XVI (1498-1527). Prestò il suo braccio a varie signorie italiane; a Leone X, alla repubblica di Firenze, a Francesco I. Morì in seguito a ferita riportata presso Governolo.

/Jeuo de' Medici. Ingegnere militan.; della prima metà del secolo XVI , n. di Castel Durante (oggi Urbania) in prov. di Pesaro. Fu col fratello Gerolamo, pure ing. mii. , in Piemonte, e lavorò a lle fortificazioni d i Torino, di Asti, cli Pinerolo, nell 'epoca che provvedevano i Francesi a queste opere, sotto j ] regno di Francesco I.

Cosimo T de ' Medi.ci

Giovnnni de' lvledici

Cosimo / , detto il Grande , primo gmnduca di Toscana

Pietro dc' J\1cdi.ci

iVlattia de' Medici

Medici Giacomo, marc!,ese del Vascello. Generale, medaglia d'oro, 11. a Milano, m. a Roma (1819-1882). Fu cm i più fìdi e valorosi seguaci di G~ribaldi, l'eroe della leggendaria difesa del Vascello, il comanda nte della vitto riosa avanz.ata in Valsugana, nel 1866. Fece le sue prime armi_ in Spagna, come volontario ne!Ja legione « Cacciatori di Oporto » , combattendo contro i Carlisti e distinguendosi grandemente. Nel 1848 si arruolò tra i legionari garibaldini, e l'a nno seguente si coprì di g loria nella difesa dell a Repubblica Romana: nel 1876, Vittorio Emanuele II gli conferì, in meinoria della sua 1nirabilc condotta al Vascello, il titolo di marchese del Vascello. Prese parte alla campagna del 1859 quale colonnello comandante il 2° regg. « Cacciatori delle Alpi "; e nel 1860 capitanò la seconda spedizione in Sicilia, divenendo generale, e dist.inguendosi a Milazzo ed al Volturno . Passato nell 'eser-

(1519-1574). Alla morte del duca Alcssandrn, trovò opposizioni che superò nel 1539, · quando, aiutato da Carlo V, potè battere gli avversari, guidati d a l<ilippo Stroz.zi, a Montemurlo. Combattè contro Sien·a , che cedette a Filippo di Spagna ottenendo in cambio Piombino e l'isola d'Elba. Pietro de'

Medici. Generale al servizio della Spagna

(1554-1604). Ultimo figlio di Cosimo I, entrò nel! 'esercito spagnuolo e partecipò alla guerra d i Fian dra avendovi il

comando delle fanterie italiane. Cosimo Il. Quarto granduca di Toscana (1590 -1620). Dedicò le sue attività alla marina <la guerra, che adoperò contro i p irati barbareséhi, e fece costruire il molo di Livorno; fu alkato del duca di Mantova coiHrO Carlo Emanuele I di Savoià nel 1613; aiutò i Drusi contro .Amurat IV, e l' imperatore Ferdinantlo contro i Boemi (1619). Ferdinando Il . Q uinto granduca d i Toscana (1610 -1670). lmervenne nelle ,1uestioni successorie di Mantova e del Monfer rato. Aiutò i Ve neziani in lotta con i Turchi a Candia (1668).

Mattia de ' Medici. Generale toscano (r613-1667). Figlio di Cosimo II, mclitò per dieci anni (1629-1639) in German ia, sotto il Wallenslcin, a comando di rcgguneruo, partecipando alla battag lia di Liitzen (1632) e d ivenen dovi

Ferdinando l I de' Medici

l'vledjci G iacomo

cito regni.are, resse per qualche !empn il comando delle divis. di Messina e di Padova. Per la campagna del 1866, fu incaricato, col Cosenz, di penetrare nel Trentino, per la valle del Brenta, e, nonostante l',1bile difesa del gcn. Kiihn, si spinse con la sua 15a divisione fino quasi alle porte di Trento, ove lo colse la noti,;ia dell'armisli7.io. G li fu decretata la medaglia d'oro al valor militare « per i brillanti far_ti d'arrne di Primolano, Borgo e Levico " (22-23 luglio 1866). F u aiuta nte di campo prima di S . M. Vittorio Emanuele Il e [)OÌ di Umberto I, e se-


dette inoltre , in Parlamento, quale rappresentante dei collegi di Firenze, Imola e Bologna (legislature VII, VIII, X). Prefetto a Palermo nel r868, nel 1870 fu nominato senatore.

Medici di M111·ig11ano Carlo. Generale, n . e rn . a Milano (1834-1912). Sottot. di cavalleria nel · 1856, a Montcbello (1859) meritò , la mcd. d 'argento. Partecip ò poi alla campagna del r86G. Colonn~llo nel 1879, comar1d9 i cavalleggeri d'Alessru1dria e poi il collegio ,uil. di Napoli. Magg. Medici di Marignano Carlo

generale cornan.J . la 6a. bri-

gata di cavalleria nei 1887, andò in P . A . nel 1894. Ten. geocrale nel 1896, passò nella riserva nel 1898.

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Medici (Dc') nob. patt·izio napoletano dei prinàpi di Ottaiat10 Eduardo. Generale, n. a Napoli nel 1857. Sottot. <l'art. nel 1877, raggiunse il g rado cli colonnello nel 1909 e fu successivamente clixettore d'art, in Mantova, comandante il 19° regg. art. da camp. (19n) e d irettore d'art. a Torino (1913). Nel grado di magg. generale (1915) comandò l'art. da campagna a Napo li e partecipò alle campagne di gut'Ha del 1915-16 quale comand ante dell'art. del X C. d 'A. Nel 1917 fu nominato comandante il 2° gmppo dei centri d i mobil itazione d'art, a Torino e collocato in l'. A. raggiunse nel 1923 il g rado d i generale di clivis. della riserva. Andò a riposo nel 1926.

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guirvi un corso d'integrazione. L'avanzarnento ha luogo con promozioni successive da un grado all'altro, nella misura e colle norme fissate dalle leggi sull 'avanzamento; esso può avve1lire per anzianità ecl a scelta, per merito eccezionale e per mer ito cl i g uerra. Non pochi sono spe• cialisti nelle varie branche medico-ch irurgiche ed anche liber i docenti di U niversità. La nomina a sottot. medico di co mplemen to, per i laureati in medicina e chirurg ia che abbiano sostenuto con successo l'esame di abilitazione t·d abbiano obblighi d i leva, vien fatta in seguito al corso cl i allievo-ufficiale med ico di complemento eseguito presso la detta Scuola. Gli ufficiali med ici di complemento, però, possono provenire anche dagli ufficiali di complemen to d i qualsiasi arma o corpo, i quali siano muni ti cli laurea in medicina e chirurgia ed ahbiano supesato appositi esperimenti, ovvero da sottuffi. ciali e militari cli truppe mun iti di laurea , i q uali abbiano un determinato grado d "istruzione mi i. e tecnico1Jrokssiona1e; i nfine, dagli ufficiali medici in S. P. E., i quali siano stati dispensati dal servizio effcttÌYo e per ragioni di età abbiano ancora o bblighi di servizio. Gli ufficial i medici di complemento possono essere p romoss i fi~o :ti grado di ten. colo nndlo, e in lempo d i guerra anche ai gradi successivi per merito di guerra. I medici militari indossano una divisa identica a quella

Medici di Marignat10 Gian Angelo. Ge nerale, n . a Milano nel 1868. Sottot. d'art. nel 1889, divenne colonnello nel 1917. Partecipò a lla guerra 1915-18, meritandovi la med. d 'argento. In P. A . S. poco dopo la guerra, fu promosso generale di brigata tn A. R. Q. nel 1926 e nel 1930 passò nella riser-va . Medici (De) nob. patrizio 11apoleta110 dei p,·incipi di Ottaùmo Giulio . Generale, n. nel 18iS· Sottot. del Genio nel 1895, par tecipò alla g uerra m ondi ale e vi raggiunse il grado di colonnello nel 1917. Dopo la guerra anelò in P. A.; nel 1927 fu richia mato in servizio e no1niaato comandante della Scuola Cen trale. del penio col g rado di generalt: ùi brigata.

Medici militari. D isimpegnano il servizio sanitario militare ed banno grado effettivo ili ufficiale, con diritti ecl obblighi pari a quelli degli a ltri ufficiali delle Forze Armate. Gli ufficiali M. m S . P. E. iniziano la carriera col grado di tenente; il grado p i11 alto della gerarch ia med ico-militare è q uello di tcn. generale medico, col rango di generale d i divisione. Il reMedico militare clutamento dei tenenti medici ( trofeo da berretto) in $. P . E. è fo:tto in seguito a concorso per titoli e per esami , a cui possono p.render parte i sottot. me,lici d i com plemento, cl1e non a bbiano oltrepassato il lim ite di età prescritto; i vinci tori del concorso sono inviati poi alla Scuola d'applicazione d i Sanità mii, in Firenze , per se-

Monumento a"I medico caduto in guerra (Scuola di Applicazìone di S anità IvJilitare, F'irenze)

degli altri ufficiali dell'esercito, d ifferenziandosi. soltanto per la mostreggiatura : il colletto, la filettatura delle controspalline e delle bande elci pantaloni sono d i colore amarauto, il berretto ha una stella con croce rossa; la ~tella e i d istintivi di grado sono i n argento. Gli ufficiali medici possono indossare l'abito civile nei servizi del pomeriggio (visita n1ec.lica presso i corpi, presso gli stabilirnenri di cura, ecc.); (anno eccezione il servizio d i g uardia in ospedale e q uello di a iutante maggiore. Durante la campagna del 1915-1918 fecero olocausto della . vita alla patria ben 720 medici italiani, dei quali 397 morirono in combacti1neoto, con una p roporz ione, su 1000 med ici mobilitati, di 118,2 caduti sul campo e cli 81 ,6 decedut i per nialatLia contratta in servizio ; sì ebbero inoltre più cli 1000 feriti. L ·eroismo silenzioso ed oscuro dei med ici m ilitari nell 'immane confl itto venne consacrato dalle n umerose ricompense al valore concesse : l'O. M. S., d i cui fu insig nito il generale medico l3onomo, 255 medaglie d'argento; u 64 medaglie d i bronzo, 375 encom i solenni, o ltre le numerose croci di g uerra al valore. Nel Ch iosltio dd la Scuo la d 'applicazione cli Sanità mii. sorge il « Monumento al Medico caduto in guerra », eretto nel 1924, opera cli Arrigo Mi nerbi .

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Medico militare (Marina). Il corpo sanitario militare marittimo i n origine costituiva un unico organismo con q uello dell'esercito, cd entrambi erano alla stessa dipendenza del Consiglio Superiore di Sanità. Col sempre maggiore incremento della specializzazione in tutti i rami dello scibile e della attività wnana, avendo la Marina da guerra sentito il bisogno d'un corpo d i medici propri, specializzati, s'impose la separazione delle due cariche mi litari, quella dell'esercito e quella della marina, nella quale attualmeme (1932) il quadro organico degli uffi ciali del corpo sanitario è costituito da due ufficiali generali, 7 colonnell i, 30 tenenti colonnelli, 31i maggiori, 85 capitani e 30 tenenti.

Allievi ufficiali medici laureati (R. Marina)

."1edico-chirttrgo militare (Reat,) . Il legislatore rich iede la qualità di medico-chirurgo miiitarc nd soggetto attivo di quattro distinti reati , 1") Art. 18J C . P . E.; art. 203 C . P. Mil. Mar. - Consiste nel fauo del medico militare che, nelle sue relazioni, o nei certificati d i visita che rilascia ai militari, àbbja scientemente atte~tato contro verità l"esistenza di

malattie od infermità, od abbia aggravat i i pericol i delle · malattie od in fermità esisrenti; oppure, allo scopo di far ammettere un individuo al servizio mi!. o di farlo continuare in esso, abbia dissimulato od attenuato, nei suoi rapporti o certificat i, malattie od infermità I eali, che re ndano incapaci di tale servizio. Pena : la destituzione, accompagnata, secondo i casi, dal carcere mi!. da due a dodici m esi; ove i l medico abbia agito in seguito a doni o promesse, la pena restrittiva della libertà personale si estende da un min imo d i mesi sci di carcere mil itare ad un massimo di anni due di recl usione militore. 2°) Art. 200-20r C. P. E .; art. 221- 222 C . P. Mi!. Mar. - Consiste nel fatto del medico-ch irurgo m ilirare che, nell'esercizio di funzion i sanitarie, abbi;, ricevuto clonativi o rimunerazion i od anche solo accettato promesse per com piere un atto g iusto del proprio ufficio, o abbia ricevuto don i, rimunerazioni od anche solo accettato promesse pe r compiere un atto ingiusto del proprio ufficio o per astenersi dal fare un atto di sua particolare attribuzione. Pena: nella prima ipotesi , la destituzione; nella scc~nda, la reclusione n1ilitare da due a seu·c anni .

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delle malattie da loro conosciute e che praticavano in modo perfetto la circonc isione, abbiano per i p rimi - insieme ad i Persiani - posseduto medici m ilitari. Ma la culla più antica della med icina è certamente l'India , infatti gli antichi Indiani cercavano di mantenere la salute nell'esercito con cure preventive anche oggi in uso, acqua, vitto sano, ecc. Per quello che riguarda la M. M. nell'an tica Grecia, i poemi omerici sono fonte ricchissima di notizie. Innumerevoli ferite, mortali e non mortali , curabili e non curabili, furono descritte da Omero, il quale ci tramandò nom i di antich.i medici e descrisse molti metodi di cura allora in uso. In ogui modo, sia in Grecra sia altrove, i medici erano al seguito dei re o dei condottier i; non mai al seguito delle truppe.

I Romani fin dai primordi della loro potenza, appresero vaste cognizioni di medicina dai popoli d i civiltà più antica, in modo da istituire fin dai primi temp i dei Re un vero e proprio Collegio Medico a Rom a. La prima scuola di medicina degt1a di questo nome venne fondata nel 203 a. C. Tutti gli storic i roman i sono assai parchi di notizie riguardanti i servizi sanitari nell 'eserci.to, la cui conoscenza in grandissima parte è dovuta alle numerose epigrafi trovate su tombe di medici mii. roman i; solo vi è c1ualche accenno nelle opere di Livio e di Tacito. Le prime notizie precise sulla salute nelle legioni sono del tempo di Marco Aurelio (16r d. C.) , notizie dalle quali si desume che l'assistenza delle truppe era p restata da sanitari. Bisog na giungere al VI secolo (Impero d'Oriente) per trovare w,a organizzazione di assistenza alle truppe. Una vera e propri3 sistc n1azio ne si ha sono Ottaviano Cesare Augusto, il quale inquadra i medici mil. nei reparti

annt1ti,

asse-

gnandone uno ad ogni coorte. La carriera d i tali medici cominciava al 21° anno di età ; essi dipen<lev!lllo dal « Pre-

fectus castfc:nsis » , erano pareggiati - come grado e come stipendio - ai sottufficiali e non pren devano parte attiva ai combattimenti. La --..?' -<; loro uniforme non differiva da quella dei :M edico militare romano soldati . delle legioni. Portavano una busta chirurgica, con un cucchiaio tagliente, uno o due specilli, una spatola, una pinza, una scatoletta divisa j11 scompart imenti contenente i medicinali, un 'anfdra contenente bevande di conforto. Il servizio sanitario nc) la m:uina era disimpeg nato da medici inquadrati nelI 'equipaggio , i quali ricevevano st ipendio doppio a quello dei marinai e venivano per questo chjamati « duplicari » . È da notare inoltre che fino all'epoca dell'impero il materiale sanitario era così insufficiente che spesso i capitani erano costretti a raglia re i lembi dei loro mantelli perchè servissero come bende ai feriti più gravi. Le tenebre _che avvolgono per parecchi secoli la medicina del Medio Evo sono rotte solamente da alcune descrizioni di ferite e di cure di ferite contenute nei poemi popolari, descrizioni che dimostrano mancanza di cognizioni tecniche e incertezza nei termini anatomici. Nella canzone di Rolando si fa però menz ione dei " mi~cs » , veri e _

3") Art. 210 C. P . E . ; art. 2 3 1 C. P .. Mi!. Mar, Consiste nel fatto del medico-chiru rgo mili tare che, legittimamente chiamato, abbia ricusato di presentarsi all autorità giudiziaria miLltare per dare il suo giudizio o per prestare )a ·sua opera. Pena: il carcere rnilicare da due a se1 mesi. 4"') Art. 2n C. P. ' E. ; art. 232 C . P. Mii. Mar. Consiste nel fatto del medico chirurgo mjJitare che 110n abbia notificato all 'autorità militare da cui dipende, en tro le ore ventiquattro, i ferimenti od altra offesa corpo,alc qualunque, per cui abbia prestato i soccorsi dell'arte. Pena: il carcere militare da due a sci mesi. Il medico chirurgo militare, ai termini dell '2rt. 388 C. P. E. dell'art. 433 C . P. Mi!. Mar., in procedimento per reato militare, non può essere obbligato a deporre su fatti o segreti dei quali gli sia stata fatta confiden7.a a causa della sua professione, salvi i casi in cui la legge lo obblighi espressamente ad informare le autorità superiori. 1

Medicina e chirurgia militare. Sembra che gli Egiziani, i quali avevano medici specializzati per ognuna

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propri sanitari, ai quali i caduti venivano portati da morice prodotte da armi eia fuoco cd abolì quindi il .trattanaci, preti e chierici che fungevano da portaferiti. Un mento con ferro rovente cd olio bollente. Praticò la legamedico della scuola salern,tana ha tramandato un ricettma delle vene e delle arterie nelle amputazioni, l'estentario delle for mule usate nel secolo XlI, formu le fra le sione cont.inua nel trattamento delle fratt ure, l'estrazione dei corpi estranei penetrati nei tessuti. Uomo di coraggio non quali sono da ricordare quelle del m iele rosato, unguento meno d1e scienziato di grande valore, p rese parte a camcitrino, unguento populeo; ogni sanitario possedeva un pagne, assedi e battaglie, accorrendo ovunque fosse, sia pacchetto di questi medicinali, un cofanetto di filacce e gli strumenti chirurgici . Oggetto cli minute indagini erano, pur nel pericolo, materia cli studio e possibilità di fare per l'esame del malato, il polso e le urine; frequente era de! bene. Fra i medici tedesch i è da ricordare Andrea Vel'uso del salasso e del cauterio . I feriti venivano, con letsalio, allievo cli Guido Guidi; fra gli Svizzeri F ilippo Teotighe a dorso d i m ulo, trasportati nei monasteri dove ernno frasto Paracelso, il quale peregrinò per tutta l'Europa al curati; sorsero così poco a poco pr ima del 1000 numerosi seguito d i mol ti eserciti: introdusse per il primo nella ospedali re ligiosi. :Per lo sviluppo della M . M. le Crociate terapia le sostanze ch imiche. ! 11 questo secolo si ha una hanno pochissima i mportanza, i n quanto non si r iscontrano prima vera organizzazione del ~,e1·viz.io sanitario in guerra: nella storia di esse se non narrazioni di terribili epidemie all'iniz io <li ogni campagna venivano reclutati medici che di scorbuto e vaiuolo che non si poterono in alcun modo seguivano le t ruppe. Durance l'azione i medici si trovavano combattere ed i M. che partecipavano a queste campagne usavano metodi di cura del tutto empirici. Fu la Scuola Salernitana che segnò una via nuova nello studio della medicina, e specialmenrc della chirurgia, riducendo l'empir ismo allora imperante a precetti sc ientifici. Da questa scuola, prettamente italiana, la quale raggiunse il suo massimo splendore nel uoo, vengono reclutati e istruiti i pi,, celebrati M. M . d i quei tempi. Pur tuttavia, anche ne) tr<:cento, solo i re e le notabilità erano seguiti da sanitari, il cui n umero era quindi così esiguo da rendere impossilile una vera assistenza dei soldati feriti, i quali venivano per lo più curati in modo primitivo dai propri compagni o dli ciarlatani o dagli empirici, o da frati che prendevano il nome di « fratelli " . Al seguito delle truppe in campagna erano lettighe e materiale sanitario. Nel 1400 la comparsa delle armi da fuoco pone la chirurgia mii. <lavami n uovi problemi e le imprime quindi un nuovo indirizzo. Tuttavia, malgrado fosse riconosciuta la necessità di un vero e proprio servizio sanit~rio i n gucrrat è solo nell'esercito di Carlo il Temerario che troviamo un chi rurgo ogni 800 uomini. Successivamente, con l'invenzione della stampa, anche le scienze mediche r icevono un g rande impuho ed urla grande d iffusione. l i posto più emin,·,ue nella chirurgia del Rinasci mento -speua agli Itahani: essi hanno il merito di avere contribuito a spianare la via al ·progresso della tr/lumatologia in guerra . La ragione d i tale prcn1inenza è forse data dal fatto che nel nostro Paese prima che altrove fu compreso l'intimo legame esistente fra chi rurgia ed anatomia, così che queste due scienze vennero insieme insegnate e stud iate. Sono Cassa medicinali del secolo XV l primi gli Italiani, per merito di J3artolomco Maggi, che negano la velenosità e l'ustione nelle ferite causate da armi da fuoco, abolendo nella cura di esse i suppurativi alla retroguardia e sgomberavano prontamente dalla prima l inea i feriti: se questi erano leggeri, li curavano nelle che fino ad allora venivano largmncnte usati, e prescritende appositan1cnte prepal'ate; altriin<:1ui li .inviavano ne~ vendo solamente l 'cstrazione dei corpi estranei penetr ati nei tessnri o la applicazjone dei topici. Così pure sono gli gli ospedali delle città vicine. :'\] seguito delle truppe erano casse di rnedìcinali contenenti fino a 362 varietà di tnedip I taliani che primi introducono la narcosi negli in terventi cine: ma per il volume, il peso, la facilità d i rottura chirurgici, sollevando il pazien te dalle sofferenze e render.do possibili e relacivamcotc tranquille le operazioni più erano poco pratiche e rendevano difficile il servizio di asdolorose. Sono pme gli ital ian i a bandire i l fer ro :ovente sistenza in guerra ai malati ed ai feriti . Nel Seicento le scienze medico-chirurgiche si avviano verso un i ndirizzo nell 'emostasi cd a praticare la legatura dei vasi sangu inanti : Gerolamo Fabrizi <l'Acquapendente, che anche nel essenz ialmente sperimentale. Per quello che riguarda la cun, delle ferite, l'italiano Cesare Magati afferma per primo campo dcll 'ortopedia deve essere consideraLO un precursore, che le fasciature frequenti espongono le ferite al contatto fu il più tenace assertore di questo metodo usato anche ciel! 'aria, favorcudonc così la suppurazione e prescrive per .ai giorni nostri . .Mezzi pratici e razionali per la riduzione tale fatto la sempl ice occl usione di esse. [ chirurghi inoltre delle fratture e delle lussazioni indicò il fiorentino Guido cominciano a comprendere la necessità di limitare il nuG uidi; mentre il modenese Gabriele Falloppio com pì scudi mero delle ampu tazioni. I principi cd i sanitari si preoccuintert:ssantissi1ni sulle 1n a lattie contagiose ed indicò i mezzi pano fortemente delle epidem ie (dissemeria, scorbuto e più opportuni per p revenirle e per combatterle. I n Franmalattie veneree), çhe seminano la strage negli eserciti : cercia, Ambrogio Paré negò egl i pure la velenosità nelle fe. cano quindi di ·allontanare le donne di malaffare che se-


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guono le truppe in numero 'cospicuo, e prescrivono norme igieniche che cominceranno però solo nei secoli successivi a dare i primi risultati positivi. Nel secolo XVIII le scienze medico-chirurgiche traggono nuova luce ed impulso dalla fisica, dalla chimica e dalla biologia: la fisiologfa e l'anatomia ne costituiscono le fondamenta più solide . Si af .ferma inoltre quell 'indirizzo sperimentale verso cui ci si era rivolti già nel secolo precedcn,tc. Fra gl i I taliani merita speciale ricordo Michele 'Bergonzoni : egli fu due volte a capo del corpo sanitario militare polacco, ud quale si acquistò benemerenze a ltissime, sia elevando la cultura dei medici alle sue dipendenze, sia organizzando il servizio sanitario in modo più che lodevole pur fra mezzo a mille difficoltà d'indole tecnica e finanziaria. Riguardo ai metod i di cura, la necessità d i limitare il numero delle amp utazioni degli arti colpiti viene ora maggiormente compresa: è infatti di questo secolo un ed itto cli Federico d i Sassonia , in cui si permettono le amputazioni solo nel caso d i cancrena manifesta . La Rivoluzione francese riconobbe il dovere d i assicurare il mantenimento della salute ai suoi soldati, i qua li non e rano più considerati sudditi della monarchia, ma cittad ini posti dalla legge a difesa della Patria e della libertà. La Convctnione nazionale modificò la posizione dei medici mii. i quali non vennero pit1 licenziati, come fino ad allora era avvenuto, al ,termine di ogni campagna ; ma di-

un'ambulanza mobile capace di seguire i movimenti delle tr uppe con la stessa velocità dell'artiglieria volante . Ogni d iv is. mobile era costituita cla dodici carri capaci di contenere quattro feJiti ciascuno, i l materiale cli pronto soccorso1 e chirurghi cd infermieri mont:tti sui carr i stessi o

su cavalli. Durant:e q uesta campagna il Larrey contribul pure efficaceme nte alla lotta contro le malattie infeHive. Egli [u a capo dei ser vizi sanitari anche durante la spe-

dizione !n Egitto, e li organizzò in modo veramente mirabile

per quei tempi. Poiché oltre all'oftalmia diffusis-

sima,

la d issenteria,

il tetano e

la p1.::ste infestavano le

truppe, egli prese misure opportune, sia riguardo al vestiario cd ai cibi d istribuiti, sia r iguardo ai luoghi di accamp;irnento e cli bivacco. Nelle guerre napoleoniche il Larrey offre continuamente prove non solo di g rande abilità tecnica, ma anche d i quali tà organizz.ative, superando ogni difficoltà e riparando ad ogni deficienza. Ed è da r icordare insieme a lui, sia per il coraggio sia pe r l'abi lità tecnica ed organ iz.z.:iriva, il barone P ietro Francesco Percy: si deve a lui un progetto di " Cbirurgia delle battagl ie " che, ilP· provato dall 'Imperatore, elim inò in paFte il grave incon ven iente della csiguil;, dei sanitari e dei portaferiti . Egli stabilì in modo csatro le indicazioni degli sbrigl iamenti (pr imari o secondari) delle ferite e la tecnicà delle ;.imputazioni, ce rcando di limitarne l'abuso ; praticò le p rime resezion i del gom ito, propose la legatura delle ant.crie con filo di piombo e la compressione dei vasi con pin,.e emostatiche di sua iuvenzione. Malgrado il valore di questi capi del servizio sanitario, malgrado l'organizzazione che

l\lledico- chinirgo ddl'c.poca napoleonica 1;9z 1862 Chirurgo maggiore francese

vennero parte integrante dell'esercito, Inoltre costituì un corpo di in(ermier i con precise mansioni e I'

con 'Special;

uniformi ; fece cost ruire ospedali mii. territoriali, curan a:lone nel modo m ig liore l'amm inistrazione e l 'organ izzazione; ospedali ambulanti muniti di materiale sanitario d i pronto soccorso a più di un chi lometro di distanza dalle t ruppe, cd infine lazzaretti per il ricovero dei soldati col.piri da malattie contagiose. Il trasporto dei feriti e dei

inalati veniva con1pìuto per via di terra a mezzo di carri .all'uopo attrezzati, o per via d'acqua, quando se ne presentasse la possibilità, a mezzo d i speciali barconi. Du ralltc la p rima campagna d 'Italia si affermò luminosamente il chirurgo Domenico Larre y. Fra le benemerenze cli quest 'uon10 1 che fu coraggioso e resistente così da rimanere g iornale intere sotto il fuoco nemico per curare i feriti, va ricordata quella di avere per primo costituita

essi sep pero dare a tale se rvizio, giunse un momento nel quJlc l'imponenza degli esercit i e la vastità dei campi di battaglia superò tan~o il p revisto, da rendere impossibile una vera e pro pria assistenza dc.i (eriti e dei mah,ti. La percentuale de lla n~ortalità aumentò in· modo impressionante e giunse al ma:;simo durante la campagna d i Russia e durante la battaglia di Waterloo, che segnarono la fine della potenza napoleonica. Tanto l' Imperatore quanto i sue.,[ rn inisui, abbandonando i sisremi usati d3.i !oro pre• decessori, lasèiarono semjlre ai loro M. M. la più ampia U.bertà di organizzazione dei servizi sanitari. Nel vecchio Picmoncc, solo durante la campagn; cont ro la Francia del 1792 si o rganizzano dei veri e propri ospedali mii. (reali e volanti); chi: fiuo a questo momento essi erano esistiti ~ì , n1a avevano mancato li più ddlc' volte di medie.inali , d i coperte e perfino d i letti in numero ~ufficente ai bisogni delle truppe; e solo nd 1793 venne cont:ess:1 ai chirurghi nrnggìori dei corpi una uniforme e.d un grado (sottotenenti). Verso il 1800 furono ist iniiti a l Mòn'


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ccnl!lo, al Sempione, al Piccolo S. Bernardo, al Mongincvra, ecc. dei grandi ospizi che servivano come luoghi di tappa per le truppe che valicavano le Alpi , ospizi ai quali si aggiunsero ospedali che servivano sia per i convalesc~nti, sia per soccorrere d'urgen7,a i militari congelati cd assiderati. Fu durante il regno d i Carlo Alberto che il serviz io sanitario subi radicali cd importanti ri(o rme. Egli infatti costituì un Consiglio superiore di sanità, che aveva l'alta sorveglianza del servizio, sia per l 'esercito che per la marina; l'obbligo di ispezionare gli ospedali mii.; il compim d i vigilare sull' arruolamento del per>onale e sulla sua istruzione tecnica; di fare progetti di mobilitazione; di isticuire un c!eposito di materiale sanitario. Curò l'ordinamento della carriera dei M. M., nella quale potevano progredire mediante esame di concorso solo i muniti di doppia laurea, in medicina e chirurgia; stabill una divisa mii. concedendo al personale sanitario l 'assim ilazione ai gradi dell'esercito; emanò un regolamento sul servizio sanitario che rimase in vigore per circa un quarantennio. Per qu:,nto riguarda l 'ospedalizzaz1one delle truppe, abolì gli ospedali reggimentali, sostituendoli con quel!, divisionali, p,csso i quali il servizio fu d isimpegnato dni medici di presidio che erano medici civili ed avventizi assu nti in SCJ·vizio con speciali convenzion i presso le sin1tolc guarnigioni. Nel 1848 fu pubblicato un ordinamento riguardante il servizio in tempo di guerra ; per esso si avev,mo: ambulanze divisionali (seguivano i movimenti delle truppe ed erano d otale di 6 cnrri , 6 ceste per medicazione, 2 cassette per amputazioni, 10 zaini d i sanità); ospedali mii. temporanei di I, Il, lii classe e di linea, ospedali generali speciali e sussidiari; depositi di convalescenza. luoghi di cura per gli scabbiosi cd i sifilitici. Nel 1850, ali 'inizio del regno di Vittorio Emanuele Il, Alessandro Ribcri - vero fondatore cd instauratore del Corpo sanitario militare italiano compila un nuovo Regolamc:nto, per il quale sono stabilite le gerarchie, le denornina7.ioni delle varie unità, g li esami di concorso per l 'ammissione e l'avanzamento, l'uniforme, le competenze, lo stato e l 'organico del nuovo corpo . 1\ i m iglioramenti introdotti nell'organizzazione dei servizi sanirari, si devono aggiungere anche i perfezionamenti nel campo igienico. li Corpo sanitario and~ aumentando con •·estendersi del regno d i Piemonté, fìnchè, costituitosi il regno rl '[talia, furono raccolt i dalle v,1ric p10vincie anche i medici che avevano già prestato servizio presso gli antichi eserciti della penisola. Fra gli alrri Stati it.aliani, l'unico degno di menzione per quanto riguarda l'assistenza sa nitaria militare è il regno delle Due Sicilie; ma anche in esso è solo verso i l 1806, cioè dopo l'occu pazione fran,ese, che l'organi7.zazionc comincia ad essere curata seriamente. L'organizzazione del servizio sanitario in Piemonte per la campagna dell 'Ind ipendenza del 1859 fu la segneme: l 'organico del corpo · sanitario era d i 133 medici ;1ssi milati ai gradi mii. fino a colon nello (presidente del Consig lio superiore). Le ambulanze erano distinte in ~ divisionali • (rinque cassoni contenenti medicinali cd attrezzi per le occorrenze di un ospedale temporaneo di 3 00 letti, cinque vetture di ambulanza a cavalli, 20 « cacolets » a sedia, JO a lettiga someggiabile, 26 barelle e un carro del treno per il trasporto ciel bagaglio, « reggimentale » e « di battaglione >•. Ad ogni regg. di linea erano assegnati un medico reggimentale e quattro di bgl. Per riparare alle deficienze dei quadri fu indetto un conc-0,:so per la nomiua d i medici aggiunti, poi furono ammessi nel! 'esercito medici e chirurghi civili . L'assiste nza non sufficiente in linea ebbe un gr~ nde sviluppo nelle retrovie, dove le truppe poterono

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usufruire di 45 ospedali, sia militari sia civili, il cni numero salì a 158 dopo che A lleati furono entrati vittoriosi in Milano. Per la campagna italo-abissina svoltasi in Eritrea nel 1695-96, il servizio sanitario del Corpo di spedizione italiano fu cosl organizzato: due ufficiali medici, un caporale aiutante di s:inità e quattro portaferiti per ogni bgl., e tre sezioni di san ità. Per il trasporto dei feriti furono requisiti gli " angareb • (letti indigeni) essendosi dimostrate inadatte ai lunghi percorsi le barelle pieghevoli in dotazione; ccl o ltre ai muletti si usarono i cammelli imbastali con b:isti specia!i. Tamo il servizio ospitaliero come il trasporto e la disseminazione dei feriti e degli ammalati furono svfficientemente curati, tanto che non si ebbero mai a ve•ifìcare ingombri nei luoghi di cura della colonia. Malgrado q uesto la mortalità fu grande, per la ferocia del nemico che infieriva sui caduti e per le malattie infettive, come la malaria (per la qua le si usarono preparati speciali di chinino), la febbre tifoidea e le malallie veneree, cbc si poterono combattere solo in parte. Infine concorsero a rendere cattive le condizioni sanitarie il clima malsano e la te mperatura eccessiva . Nella guerra del 1915-18 ci si trovò d innanzi a nuove <ituazioni e ,i ebbero a risolvere problemi gravissimi anche per quello che concerné l'organizzazione dei servizi saniiari . L'cspenenn delle campagne precedenti giovò solo in p:me, percl ,è la guerra, ; upcriore per durata a tutte k previsioni, fu di posi z ione e non rii movimento, con predominio di mezzi meccan,c1 e con l'impiego notevo lissimo di artiglierie, di mitragliatrici, e specialmente di nuovi me7.Zi di attacco, come le bombe a mano, i gas da combattimento e gli aerei . Una delle principali difficoltà fu riscontrata per la deficienza nu111erica dei quadri del personale sanirario, deficienza alla quale fu ovviato colla chiamata alle armi dei medici delle classi fino al 1870 e degli sLUdcnti degli ultimi due anni di medicina: dopo un anno dallo scoppio delle ostilità gli 800 ufficiali medici componenti i quadri erano già saliti a 14.000, e giunsero, verso la fin(' della guerra, a più di 17.000. Per quanto riguMda il servizio nelle prime lince, furono assegnati ad ogni regg. 7 ufliciali medici e 48 portaferiti; la dotazione delle barelle fu portata a 48. Per quanto rig uarda i servizi, nulla si trascurò perchè la loro preparazione e la loro sud divisione tecnico-scientifica fosse perfetta. E l'organizzazione cli essi, curata fino net più minuti parcicolari, riuscì un modello, non solo per quanto riguarda il ricovero, la cura e lo sgombero dei rrfalati e dei feriri e la più rigorosa applicazione delle norme igieniche, ma anche per la di(csa contro k· malattie infenive, la qua le diede risultati meravigliosi. Si riuscì così a raggiungere il massimo della wnscrvazione degli effettivi, a cui fu principalmente dovuta la fine vittoriosa della nostra g rande guerra. Dopo la guerra mondiale gli studi di M. M . continuarono su vasta scala, anche in rapporto ai nuovi mezzi di lotta adoperati . E nel maggio del 1923 si riuniva a Roma il primo • Congresso internazionale di Medicina Militare •, dovuro particolarmente all'attività del generale Francesco Della Valle. 0f. a nche Sanità Militare, Ospedali lvli!itari, Amb11la11za).

Medina. Città dell'Hegiaz, fortiiicata con mura e torri, nel!" Arabia, al nord della Mecca, da cui dista 400 Km., mentre ne dista 200 dal Mar Rosso.

I. Assedio di Medina (627). Appartiene alla lotta cli Maometto contro la Mecca e le tribù ad essa alleale. L'as'>Cdio fu posto in principio dell'anno da 10 . 000 u. Mcc,a ni e seguaci, e la città difesa da M aometto con 3000 u.

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Essendo da un lato la città di facile pianeggiante accesso , il Profeta vi fece scavare un largo fossato, e le operazioni mil. di quell'anno presero da ciò il nome di « guerra della fossa ». Vari assalti dati dagli assedianti fallirono, poi il tempo d iven ne cattivo. Passata la primavera, gli assedianti si trovarono di fronte anche a difficoltà d'approvvigion amento. Frattanto Maometto r iusciva con ern is-

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Ili. Assedio di Medi11a (1925). Ve nne posto alla c1tta, sui primi di novembre, per opera dei Wahabiti di Ibn Saud, in lotta per il possesso dell 'Hegi.az contro il re .'\lì. La città fu sottoposta al bombardamento, diJ·etto da Mo-' hammed, figlio sedicenne d i Jbn Saud. ll 16 novembre la città si arrese a discrezione, ma, avendo Mohammed fatto il suo ingresso alla test, di truppe discipl inate, e rispar-

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sari a persuadere p arte degli Alleati, compresi ad abbandonare l'impresa.

Meccan i,

Il. Hauaglia di Medina (762). Fu combattuta e vinta dal le t ruppe del califfo di Bagdad, contro un capo arabo, Moharnmed, che aveva provocato una vasta insurrezione cont ro gli Abbassidi, facendosi proclamare califfo. Attaccatasi la battaglia , una parte <lei ribelli abbaodonò Mohammcd, . i l quale finì per essere sconfitto e ucciso nella 1nischia.

miata la città dal saccheggio, questa si sottomise pienavincitore. mente

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Medina de Rio Seco . Città della Spagna nella Vecch'ia Castiglia, in prov. di Valladolid, sulla destra del Rio Scco, affluen te del Douro.

T!auaglia di Medina de Rio Seco (14 g iugno 1808). Ap partiene alla guerra <lei Francesi di Napoleone nella Spagna. Ai prim i di giugno del 1808 i generali Cucsta e


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Blakc, riunite le loro forze nei prc;si di Bcnavcnte, dopo aver lasciato una divis. in Manzanal e un 'altra a Benaventc per proteggere i loro magazzini, avanzarono col rimanente delle truppe (.30.000 u.) per la piana di Palcocia ,·erso Burgos, allo scopo di tagliare ai Francesi le comunicazioni COI! Junot nel Portogallo e con Dupont nella Spagna meridionale, e il 13 giugno si diressero in t re CO• lonne su Ducnas, l'alcncia e Torquemada. Il marcsc. Ressièrcs, che operava col suo C. d' A. (13.000 u.) contro gli insorti nella Biscaglia e nelle Asturie, e a,·ern po,lo il campo nelle vicinanze di Ampuclias, quando ebbe la notizia dell'avanzamento degli avversari dcci~ di anaccarc la colonn a del centro degli Spagnuoli, e il 14 giugno avanzò verso Palacios; il gen. Cuesrn aveva occupato con 7 bgl., una collina presso il paese e a,•na collocato ➔ sqdr. nella vallata, !ungo la strada eh Bclmonte, mentre il corpo principale era rimasto sulla d r. del Rio Scco. Delle truppe francesi, la divis. Mouton era dislocata al la dr. cli Palacios e la di\'is. Merle alla sr.; le truf>pe della guardia alle ,palle: la cavalleria del gcn. Lasalle sulle colline cli fronte a Pa!acios; la brigata di fanteria del gcn. Sabatier su ila sr. dietro la cavalleria . Lasalle mancia un regg. ad attacca re i 4 sqdr. nemici sulb strada di Bclmonte, e avanza col '.esto delle ,uc truop,e verso il fianco sr. dell'avanguardia nemica. Il gcn. Sab;;ier auacca cli fronte, facendo avanzare un rcgg. in colonna, seguito da un altro spiegato. Gli Spagnuoli non aspettano l'assalto al la baionetta, e, quando il gcn. Lasa)lc, alla testa di pochi sqdr. , con una conversio ne a sr. ,i getta sul loro fianco dr.. battono in ritirata ,·erso .H . Il gcn. Cucsta allora fa avanzare la fanteria verso le colline, e I;, cavalleria sulla sr., ordinando alle colonne d 'ola di spiegarsi; personalmente prende il comando dell'ala dr. con la quale attacca la brig. Sabat icr. la rigetta ver.o la strada di Palacios e le prende 5 pezzi. Allora i l mare.e. Bessières, accortosi del vuoto lasciato fra le due ali degli Spagnuoli, manda il gen. Mcrle ad attaccare l 'ala dr. spagnuola, e il gen. Ducos ad attaccare l'ala sr. (;!i Spagnuoli si ritirano verso il Rio Scco e si apprestano a cli fendere M. La cavalleria di Lasalle aveva già passato a guado il fiume a monte, seguita immediatamente dalla divis. :Mouton. Cuesta si vede allora minacciato di avvolgimento, e balle definitivamente in riti rata, ment re la cavalleria francese insegue e C(lttu ra prigionieri e ricco bottino. Con questa vittoria il maresciallo Bessièrcs raggiunse il suo scopo, che era quello di consef\·arc le comunicazioni col Portogallo. Secondo i Francesi le perdite spagnuole in quesra battaglia ammontarono a 6000 u. morti e feriti ed a 3600 prigionieri e 18 pezzi, valutando le proprie a soli 50 morti e 300 feriti . .\fedina Sidonia Alfonso (Perez de Guz111on, duca d,). Generale spagnuolo, m . nel 16 15 . Sotto Filippo II comandò, nel r581 , una spedizione con tro i Sar:1ceni e nel 1587 sì distinse alla d ifesa di Ca<iicc contro g li attacchi di Drakc . Nel 1588 riccvc!te il comando della • Invincibile Armada • contro l'Inghilterra. L'impresa falll, cd egli nel 15()6 si riabilitò alla difesa di Cadicc contro un nuovo attacco degli Inglesi .

Medinet el Faium. Città dell'Egitto, costruita sulle rovine dell'ant. Arsinoc.

Combnuimento di Medinet cl Faium (1798). Appartìene alla campagnJ dei Francesi. i_n Egitto . Il gen. Ocsaix, che operava i n quella regione, aveva lasciato a M. 350 u. al comando ciel capo bgl. Eppler, oltre a 150 ammalati, fra i quali il gen . Robin. La mattina dcll'S novembre, il borgo

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fu attaccato ùa un migliaio di Mammalucchi, r infonati da 3000 irrcgCJlari arabi. L 'Eppkr fu cost retto a racc<Jg liere rune le: forze nella c.1sa adibita ari ospedale. M,1 gli assaiitori si disordinarono ncll' im·adere il borgo, e l'Eppler eseguì una sortita che ebbe esito felice . Attaccati alla haioncw: nelle , trnde, gli a;;alitori vennero sgominati e cost reni alla foga perdendo 200 u. fra morti e feriti .

Medio della lama. È così chiamato il terzo medio di una lama, il quale trovasi tra il - forte • cd il « debole • . Medi terra neo. È il mare che, dalla soglia di Gibilterra, si stende ad orie nte ; in contro le rive asiatiche di Siria e d 'Anatolia; vi fa seguito, per ragioni cli continuità geografica, il Mar Nero, che ha genc;i e caraneri a sè, costituendo un 'appendice saldatasi ai bacini precedenti solo nel periodo quatcrnari<J . li M. può esser considerato quasi un lago, dato che la soglia di Gibilterra, elevantesi a 350 m . sotto il livello marino. separa le sue acque profonde da quelle cieli' Atlantico. e il canale di Suez è opera aniF.cialc che non ne ahcra I'indi,·idualità. Lungo, in senso equatoriale, circa 3500 Km. , ha larghezza varia dal massimo di 1300 Km. , fra Taranto e Grn n Sirte, al niinimo di 140 'Km. fra Sicilia e Tunisia. Corrisponde a l'Ila delle zone di massima frattura <errestre, la q uale viene a disarticolare la tozza massa del continente antico mercè hacini di sprofondamento che intagliano a penisole, isole. cnste falcate e frastagliate, regioni che alt rimenti sarebbero r imaste segregate dalle grandi correnti della vita; onde questo mare è da considerarsi la determinante geografica principale della grande civiltà europea, e la sua funzione storica un beneficio senza pari per l'umanità. La distesa :icquca mediterranea va considerata in relazione ai tenitori che bagna; la cinturn desertica che si stende a sud e le cl:tiostre montane che fasciano da nord i paesi affacciati a questo mare contribuiscono a dargli spiccata individ ualità e neuc delimitazioni. Se ne disti nguono due ba cini: l 'occidentale e l 'orientale. Il bacino occidentale va da lla soglia d i Gibilterra al canale di Sicilia, che s'apre fra i due banchi sottomarini dello Skerki sulla costa tunisina e dell' Advenmre a sud di Marsala. L'orientale va dal canale di Sicilia fino ai i)arda11elli. L'occidentale ha forma grossola;,amente triangolare, perimetro netto e q uasi ch iuso, con sca rse articolazioni ; presenta due profondi avvallamenti, uno ad ovest della Sardegna, un 'altro fra questa e la penisola italiana, che s"inabissano rispettivamemc a oltre 2000 e 3000 m. Da questi fondali sorgono zoccoli su cui poggiano il gruppo insulare delle Baleari e Pitiuse e quello sardo-corso-toscano. Nei suoi vari tratti questo bacino è distinto dai mo<kmi geografi nei mari Iberico, delle Baleari, Esperico, Ligure e Tirreno. li bacino orientale ha forma all'incir ca quadrilatera, ma intaglia profondamente i continenti, sia al sud nelle Sirti, sia a nord - attraverso lo Jonio - nell'Adriatico; sia con le frastagliature caratteristiche della penisola balcanica; sia attraverso l'arcipelago che popola l'Egeo, il quale presenta quasi gli innumerevoli pilieri di un ponte steso fra l'Elladc e l'Anatolia. Anche qui profondi avvallamenti di oltre 3000 m. caratterizzano il bacino dello Jonio e quello del mar di Levante a nord ~lclla Marmarica. L 'esame delle coste conferma la spiccata unità geografica del magnifico bacino, e <là ragione delle differenziazioni che imposero le leggi cui obbedirono e obbediscono lo svolgersi della vita, le correnti migratorie, i t raffici, le lotte di rivalità e di suprçmazia dei popoli che vi si affacciano. Gli sp•ofondamenti e il lavorio di degradazione esogena

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smeml,Jraronn ii margine sud-europeo in tre distinte penisole, con sviluppo costiero in genere favorevole ai contatti fra terra e mare; sull'opposto litorale, marocchino, algerino e tunisino, si trovano caratteri corrispondenti, ben-eh/: assai attenuati, mentre più maniiesti appaiono nei frastag!iamenti della proda anatolica occidentale. Caratteri ben diversi ha il t ratto costiero siro-africano, dalla p iccola Sirte al golfo di Alessandretta: litorale in ,genere piano e uniforme, che solo allo sbocco niliaco presenta una g rande via di penetrazione. Le tre penisole curopcci iberica, .italiana e slavo-greca, separate, come si è detto, ~fall'Europa centrale me.rcè barriere montane, si protendono verso le sponde africane - e l 'uhima di contro l'Anatolia - quasi moli naturali destinati a favorire l'accorn.u narsi delle genti e l'attivazione degli scambi. Fra le tre penisole esistono . affi nità evidenti: frastagliamento costiero, va rietà mo~fologica, taluni carntteri climatici e alcune condi1.ioni' generali che imprimono ai prodotti del suolo, allo sv iluppo della vita, all'integrai.ione della civiltà manifoste note di comunanza, ad onta delle differenze biologiche ed etniche fondamentali ed originarie. La penisola iberica, zolla arcaica e paleozoica di configurazione massiccia, povera d i articolazioni, attorno un tavolato centrale (Mesèta), presenta rilievi marginali che ne rendono meno facili gli accessi: chiusa verso i l golfo di Biscaglia dal si stema galiziano -cantabrico, verso la Francia dalla muraglia dei Pirenei, p resenta il suo versante più profondo ali ' Atlantico ove sboccano i fiumi pri ncipali, ment re volge al Mediterraneo una costa orlata dai Monti Catalani , di Valenza. di Murcia e della Sierra Nevada. L'Ebro è costretto :i. tagliare il cordone montagnoso dei Catalani per aprirsi la via al mare, onde ha limitata navigabilità e offre minimo be neficio per l'accesso al retroterra. Chiusa verso la Francia, un po' meno verso il Marocco, la penisola iberica corrisponde, dunque, imperfettamente alle funzioni di mediat rice fra l'Europa e l' Africa; ancor meno fra il Mediterraneo e l'Europa occidentale, sebbene vi sembri espressamente designata. 011de essa non beneficia del tutto della sua estensione costiera - che costituisce i 7 /8 del perìmetro e nel complesso ha scarsa familiarità col mare, di cui J'a rsa steppa della Mescta poco risente il beneficio climatico. Il sistema montagnoso della Granada ha i caratteri ev identi dell'orografia dell ' Atlante africano, di cui è

scevra; ed i: palese l'affinità del territorio iberico con q uello marocchino; onde si giustifica i l vecchio detto francese: " l'.1/,-ica comincia dai Pirenei" · Tra i por ti med iterranei primeggia per buone condizioni locali Barcellona, sbocco di un attivo distretto industriale, specialmente cotoniero; V~lenza, Alicante, Aguilas, Al meria hanno pure traffico attiw; Cartagena è il porto militare del la Spagna nel Mediterraneo. Si osser vi che tali porti, in genere, non coincidono con gli sbocchi fluviali; onde, ad es ., l'Ebro, lo Jucar 1 la Segura~ nel loro basso corso non cost.ituiscono

diretti accessi al mare, che invece è raggiunto in luoghi più favorevoli, mercè deviazioni stradali e allacciamenti ferroviari. Il gruppo delle P itiuse (lviza e Fornìentera) e delle Baleari (Majorca e Minorca) compensa in qualche roorlo la mediocre portuosità della costa continentale che pure presenta am p ie falcature caratteristiche fronteggiando a distanza il golfo di Valenza con dom inio sul mare Esperico: Ottimo è il porto militare di Palma (Majorca). Caratteri assai diversi presenta la regione italiana, bench/: costitllita in parte anch'essa da una zo!la arcaica, di cui emergono i relitti marginali frazionati fra Corsica, Sar<legn.i, altopiano toscano, Calahria e cuspide orientale della Sicilia; pilastri sopravvissuti allo sprofondamento dell'antica Tin-enide, nell'area oggi ricoperta dal mare che ne trac il nome; e indici eloquenti - nella loro attuale natura in gran parte insulare - del carattere squisitamente mari ttimo di nostra terra. Sottile di forme, geologicamente più giovane, l'Appenninia offre più i ntimi contatti col mare : nella sua strutJtura si protende verso la Tunisia come il vero molo centrale del M.; nettamente ne separa i due bacini, e per caratteristiche naturali è perciò destinata al dominio su entrambi, come quella che comanda i varchi. per c ui direttamente. o indirettame.nte essi comuni-

cano. !lene inncS'tata al continente da settentrione e protetta dalla chiostra alpina, essa spinge le sue estremità meridionali verso l'Africa; offre al Tirreno una costiera articolata e ricca d'isole; all'Adriatico una linea di spiaggia meno favorita, ma dotata di vari porti assai prossimi alla sponda dinar ica e utili, attraverso lo Jonio, ai rapporti con l'Oriente . ~ungi dal subire, come la penisola iberica, condizioni obbligate e r istrette di transito attraverso la Francia, essa stende g randi vie litoranee e transalpine, sia verso questa regione, sia verso la Svizzera, l'Austria e la

Ivledjterranco: 1 i Gibilterra; 2, Tange.r.i; 3, Riff; 4, Algeria; 5, Tunisia; 6i Malta; 7, Tripoli; 8, Salonicco; 9, Imbro e Tenedo; 10, Isole Italiane dell'Egeo; II, Siria; 12, Canale dj Suez.


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Croazia. La grandiosa pianura padana fu, infatti, sempre un'attiva zona di transito destinata a crescere d'importanza coi perfezionamenti tecnici che consentiranno un più intenso traffico nansalpino e una maggiore attività portuale; e fu, attraverso la storia, il teacro nacurale di gran parte dei conflitti che determinarono le sorti d'Europa e le vicende mediterranee. Condizioni local i pan icolanncnte fa. vorcvoli attenuano infatti l'ostacolo che il grande sviluppo montagnoso sembrerebbe opporre alle comunicazioni fra la penisola italiana e l'Europa e fra i due maggiori versami cl i cs,a: la stessa cintura alpina in frequenti tratti del crinale, per la conformazione delle vallate, si presta a congiungere i due fianchi della sua estesa massa; e la fascia appenninica offre molteplici valichi dall:uno all 'altro versante. Cosicchè un grandioso ventaglio cli buone vie s'irradia dalla pianura padana verso l'Europa del scuencrionc e una serie di valichi, e d'allacciamenti fra le successive sindù1ali, facilita gli scambi fra i due mari latcr,,li. L'opera industre dell'uomo è intervenuta provvidamente a modifiC3rc, ove necessario, le condizioni naturali, sia con mirabili trafori mo,{can i (Ccnisio, Couarclo, Sempione, Giovi, Borgallo, l'orrctta, linea Setta-Bisenzio) che hanno aperto piì, brevi lince ferrate; sia con sistemazioni che hanno migliorato la prorezione offerta da alcuni punti costieri favorevoli all'accesso da mare (Genova, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Brùidisi, Ancona, Venezia, Trieste, Pola, Fiume, Siracusa, Augµsta). Delle relazioni fra il Mediterr3nco e la pcnisob italiana dai due maggiori mari laterali si dice 3 parte (V. le voci Ad~iatico e Tirreno). Per quanto riguarda lo Ionio, le coste italiche della penisola, salvo alcuni trnni bassi impaludati e malarici, come quello su cui sfociano il Brndano e il Basento, si presentano in genere alte, spesso falcate; gi:\ ricche di buoni poni, oggi noverano come ottimo, per favorevoli condizioni locali, quello di Taran to. Ma l'altopiano Lucano non offre per sè fronte d'accesso favorevole, sia per le frane che insidiano la viabilità, sia per la po• vcrtà di centri abitati. .\1olco migliore la ponuosità della costa jonica di Sicilia, che offre gli ouimi punti di Siracusa e di Augusta e non difficile cransito verso l'interno, specie mcraverso la piana di Catania. La penisola balcanica presenta, invece, caratteri più com plessi, dovuri alla differenza delle due zolle che in css,1 si affiancano: l'occidentale, fascia ·corrugata in senso meridiano, partecipa dei caratteri appenninici, ma, per sua natura più povera e nuda, ostacola lo sbocco dall 'interno verso l'Adriatico e l'Jooio. La zolla orientale è un complesso di frammenti degli antichi terreni arcaici rumdici, orientati in senso equatoriale, in netto contrasto con quelli della plaga contermine, che ricorda la Meseta, ma è in gran parte mascherata da un mantello sedimentare più recente, che ne modifica l'aspetto. L'Jonio, l'Egeo, il mar di Marmara, il mar Nero, la contornano e vi trovano ac• cessi nelle valli, tra cui giganteggia quella d.1nubiana, che apre verso il bassopiano ungherese e il cencro d'Europa una via di penetrazione mzcstra, ove il traffico sì riversa tanto più in tenso in quanto la fascia montagnosa occidentale gl i vieta altri sbocchi. Perciò al Danubio refluiscc per pili vie il movimento delle minori valli (Vardar, Scruma, Mesta, Marirza), attraverso valichi ir1tcrmedi. Di qui l'amitesi fra i due territori : l 'occidentalc impervio, povero di s!.rade, chiuso alle correnti più attive, anche nella zona greca, ove alla ricca articolazione costiera non corrisponde adeguata viabilità terrestre; l'orientale i nvece, vivificato dall'attivo transito fra l'Europa e l'Asia Mìnorc, etnografi-

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camentc vario, ricco di eventi storici, come quello :n cui risiedeva Bisanzio, centro privilegiato degli scambi extra continentali. Approdi favoriti dal frastagliamento costiero abbondano specie sul lato orientale balcanico: Dede Agac, prossimo all'imbocco della Maritza; Kavala, a quello della Mesta; Salonicco a q uello del Vardar; quest'ultimo ì: il g rande porto con tinentale ucll'Egeo. Inoltre il Pirco, portn di Atene, e Volo nel fondo del grande golfo naturale che s'apre di frante all'Eubea. Tutti questi punti sono collegati alla gr:Jnde artel'ia stradale e ferroviaria che disegna in senso largo il vasto arco costiero dell'Egeo da Atene a Gallipoli, diramando ria Salonicco e da Oc<le Agac le linee che risalgono k v3Jlj del Varrlar e della Maritza per innestarsi, oltre Nisc, lungo la va lle del la Morava, alla via maestra del Danubio. Kclla chiara comprensione di tali analogie e differenze sta grnnde parte della interpretazione intima dell'tndividualità gcograf.ca e storica del Mediterraneo, cioè la chiave delle vicende del mondo antico e moderno. della funzione degli specchi d 'acqua interposti fra le terre considerate, e ddlc condizioni odierne della vita mediterranea. Tra le saldature delle penisole iberica e italiana col continente si stende la cost.~ francese dt Linguadoca e Provenza; piaua la prima e importuosa poichè una corrente litoranea ne ins.1bbia gli sbocchi accumulandovi i decriti che il Rodano apporra al mare: tutto il tratto costiero, dalle propaggini delle Prealpi di Provenza alla testata orientale dei Pirenei, è soggetto a con tinue neoformazioni che ostacolano l'ac• cesso, intaccano i canali, creano lagune dannose al traffico e alla salubrità. Ne soffrono porli anticamente prosperi, come Narbona, aggi lonlana dal mare, e Cene, la quale si difende a gran forza di draga contro il lavorio lento che insidia la sua vitalità marinara. Migliori sono le condizioni della costa prmcnzale, più favore,•olmente incisa, così da offrire ubicazione protetta al porto militare di Tolone e a cittadine fiorenti per amen ità ed esposizione solatia come Cannes, Antibes, Nizza, Monaco, Mcnrone. Ma l'orienta• mento dei rilievi , parallelo alla costa nelle Prealpi, e I'alticudine crescente delle Alpi di Provenza verso l'est, non favori.cono gli accessi da mare, Tanto più ne benefica la grande via aC(JUCa del Rodano, che apre il varco fino al cuore della Svizzera, e, lungo i corsi della Saona e del Doubs, sino ai pressi di Langres e di Montbéliard, donde per le vallate della Marna e del Reno si stendono altre vie verso il nord europeo. Marsiglia, grande porto francese del Mediterraneo, siede appunto ai piedi delle estreme propaggini provenzali a oriente della foce del Rodano, abbastanza prossima per valersi della grande via Ruviaùlc e dei suoi sussidi stradali e ferroviari, ed abbastanza lontana per non temerne gl'insabbiarnenti. Le coste meridionali mediterranee presenmno condizioni diverse e per varie ras,>ioni men fa. rnrevoli: quelle marocchine, algerine e tunisine, benchè abbastanza incise e dotate di buoni porti, sono dominate da u11 orlo montagnoso che dal Riff marocchino, lungo i' Atlante mediterraneo, si stende fin verso Tunisi, raddoppiato a sud dalle pieghe dell'Atlante Marocchino e Sahariano, che rinserrano nell'interno ] 'arido corridoio longitud inale caratterizzato dalla serie dei laghi salmastri detrì sl,ott. Quindi porti come Tangeri, Melilla, Orano, Algeri, Bougie, Philippeville e Bona, malgrado le spese enormi per crear!, o migl iorarli, sono in complesso mediocri, rnnto più che le mareggiate vi sono frequenti e ,·iolcncissime0 Biserta e Tunisi sono invece porti cli grande importanza commerciale e strategica per il dominio sul mar di Sicilia, benr hè creati anificialmente e bisognevoli di continua difesa dall'insabbiamento. Tripoli è il porto libico commerciai-

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di corso, in gran parte navigabile ad onta delle sci catemente più attivo per gli scambi con l 'intcmo, bcnchì: il ratte, sino al lago Victoria N)'anza, di cui è l'emissaria, litorale sia basso e non o,olto popolato; alt ri punti costieri, tracciando la grande via merid iana che unisce il Mediterracome Zua ra , Lebda (lloms) e Misurat a hanno importanza neo all'Africa Aust rale. L'industria umana', aprendo un caminore . La Cirenaica presenta una bassa striscia litoranea nale tra Med ite rraneo e Mar Rosso, ha dato vita a Porto dominata dall 'altip iano del Barca ed ha un d isc reto porto Said, Ismailia e Suez, scaglionati sulla via artificiale che a Bengasi, una g rand iosa baia naturale a Bomba - che offrirebbe condizion i ottime a un grande porlo milita re, abbrevia il transito dall'Europa all'estremo Oriente e ha e un porto eccellente a Tobruk. Le comunicazioni d i tutlo r ichiamato a nLtova vita il bacino med iterraneo. questo tratto costiero con l'interno non sono mo!to sv ilu pSegue !a costa asi~1tica, i111pon uosa nel tratto at.t.iguo al. pate : a occidente i rilievi atlantici, a oriente la fascia pre~ , l' Arabia Pctrca, scarsamen te accessibile da mare sul fronte desertica creano cond izioni sfavorevoli; inoltre gli Stari della Palestina, fcracissima in tutta la st riscia litoranea. europei primi co lonizzatori (Spagna e Francia) non hanno Il doppio allineamento montuoso che racchiude il Mar Morto e il Giordano, di biblica tradizione, si prolunga al nord seguito sempre metodi di penetrazio ne e d i politica colo11e! Libano e Anti-Libano, opponendo all'accesso dal mare niale bene ispirata; vi si aggiunga l'avversione ostinata una duplice barriera da valicare per giungere al desolato degli indigeni, per ragioni etniche e religiose. Cattive so no le comu nicazioni 1nediterranee col retro terra allra\'trso il deserto siriaco. Porto notevole Giaffa, sbocco marino di GeM arocco, tanto che le strade prevalgono lungo le valli rusalemme; più a nord Sù r e Sa ida (gli amichi Tiro e discendent i all'1\rlamico ; poco migliori quelle algerine; S idone dei Fenici) soffrono dell 'insabbiamento. Beirur ~ il più battute e p romettenti quelle libiclic. Tut ta la viabilità porto p iù attivo, congiunto per ferrovia a Damasco, che noid •africana, da l'angeri a ila ~1arn1arica, tranne alcune è cc,uro d'una fertile oasi in contrasto con l'aridità d i tutta carovani<.:re tradizionali, può considerarsi ancora ai pri-la regione. Alessand rett; (lskandcrun) è il JJOrto del g rande n1ordi, poichè i p rimi tro nch i costieri dovuti al!a penetra• golfo omonimo, punto di passaggio obbl igato delle comuzionc cu;·opca si estendono a rilento, o per diflicoltà del nicazioni con l'Anatol ia : dalla Si.ria e dall'Eufrate, infatti, terreno (Marocco e Algeria) o per più tardo intervento le strade convergono ad Antiochia, do nde sboccano nella ?,ona d i Alessand retca e per Adana e la « Porta Cilicia » europeo (Tunisia e Libia) ed anche per lungo abba11dono dcli'alltor ità mussulmana. La penet razione romana , con artraversano l'Anatolia lungo una via che ebbe funzione le sue strade e le provv ide bonifiche, q uel la moresca, con storica secolare, facendo capo a Costantinopoli. Chiude J'orlo mediterraneo asiatico la massa anatol ica, enorme la sua progredita agricol tura, avevano impresso orme di civiltà, cancellate dai secol i, d agl i uragani di sabbia, dalla acrocoro inclinato verso il Mar Nero, cui tributa h magsisten1atica inc uria turca. gioranza delle sue correnti. :È poco accessibile dal Mar di A oriente del la Marrnarica si stende la costa egiziana, Levante su cui il Tauro scoscende: Ad alia s'annida in una altopiano desertico, t rasformato nel la sua parte centrale in breve strjscia litoranea e.li una g rande insenatura, n1a ha difficili comunicazioni con l'interno. Fronteggia gucsLa costa ricca zona agricola daUa val le niliaca . Il basso Egitto, schiettamente med iterraneo, altro non è che il delta del l'isola d i C ipro, celebre per 1icchezza d i suo lo, e grande Ni lo : Alessandria, Rosetta, Damiata sono i port i i.rradia11 base dell 'estremo bacino orientale. La costa anatolica che dal Cairo verso il Mediterraneo. La g rande arteria fluviale, prospetta l '.Egeo, intag liata da gran di valli, fortemente inaccompagnata da strade e ferrovie, penetra per 6ooo Km. cisa dagli sprofondament i, tormentata dal lavorio del mare

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Punti m ilitari d ' appoggio nel Mediterraneo (1932) 4


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e dell'erosione endogena, presenta condizioni molto m( g! iori d'accesso : le numerose isole che la fronteggiano sono testimoni della vittoria del mare sul continente. Smirne, pmto attivissimo, è lo scalo pr incipale della Turchia asiatica dopo la perdita dei suoi antich i possedimenti europei ed insulari. fanno corona all a penisola balcanica le Spora:li setremrionali , di scarsa importanza, l'Eubea montuosa e spopolata; le Cicl~cl.i parzialmente abitate, ma vivificate da attivo commercio; Candia, fertilissima, trascurata dal malgoverno musu~mano, strazjata <lalle lotte per l'autonomia;

oggi risorgente e favorita da un 'ubicazione che le conferisce alto valore strategico; infi ne le isole Jonic, feracissimc e fittamente abicate. Tale corona insulare rappresenta in certo modo il sistema di avamposti marittimi della Grecia ('d ha funzione notevole nel traffico fra l'Jonio, il Mar di Levante e i due continenti.

Il 1Har Nero costituisce un· bacino segregato ed inospite ali 'esnemo o rientale della d istesa med iterranea. Chiuso fra le alte coste anatoli'co-caucasiche e il ]i[orale russo-balcanico, ha ind ividual ità e fonziooe geografica propria. Non difoso da bani,re orografiche contro i venti nor dici, subisce nelI 'inverno estremi climatici e tempeste pericolose alla navigazione. Il litorale nordico ha grande accessibilità ali ' interno europeo mercè il corso di grandi fium i : il Don, cui s'accede attraverso il mare d 'Azov, coi porti di Rostov e Taganrog; il Dnieper col porto sii Kherson ; il Dnicstcr che sbocca vicino a Odessa. Sul faorale dobrugico si apre la grande via Danubiana che d à accesso al cuore d'Europa . L 'cstcsl pianura russa offre così una serie di vie acquee, che, opportunamente completata n1ercè canali e sussidiata da una r icca rete ferroviaria che potrà ancora svilupparsi, possono ovviare alle condizion i di relativo isolamento del Mar Nero, allargando la fronte di principale accesso al resto d'Europa, limitata per secol.i quasi esclusivamente dal Bosforo al Danubio . li litorale sud ha scarsa portuosità: Sinopc fu porto militare turco importruite; Trebisonda è i l porto maggiore per gli scambi con la Persia; Poti e Batum , oggi molto attivi, rap presentano g li sbocchi della Transcaucasia .

Mediterraneo (Storia). Le condizioni geografiche specialissime de! Med iterraneo ese rcitarono un'attrazione podemsa che inAuì sul gra nde movi mento delle civiltà dall'oriente verso l'occidente del mondo conosciuto agli albori JeUa ~toria : le molte isole, le profonde e svariate insenature, le penisole ospitali, offrivano ai popoli, man mano più progrediti, quanto meglio rispondeva alle necess1t:I. ddla navigazione e dei traffici. Donde l 'attività transcontinentale che valse ad allacciare Europa, Asia ed Africa e a favorire l'armonica fusione delle varietà e tniche . Gl i Egiziani s'affacciarono a l delta nil iaco, sbocco di una vallata ubertosa, fin dall'antichità più remota, ma ebbero sviluppo prevalente verso il sud, r isalendo il fiume sacro. I Fenici, navigatori arrl itissimi, dal XVI secolo a. C. irra-r!iarono attraverso il Mediterraneo la prima rete coloniale, invadendo k isole, i margini del l'Anatolia, dell't\..frica, e delle tre penisole europee sin oltre il 40"' par allelo . Seguirono i Greci, che particolarmente investirono l 'estrema pen isola appenninica e la Sicilia, creandovi colonie fiorentissime, le quali raggiunsero i l massimo splendore dall'anno 50c, al 4 00 a. C.: Taranto, Metaponto, Eraclea, Sibari, Crotone, Gcrace sul litorale jonico; Reggio, Napol i, Cuma, su q uello tirrenico, già colonizzare da Fenici nella parte nord-occidentale, e Marsala, Trapani e Palermo. Attr averso l ' Egeo altre colonie greche avevano popolato la testata del1' Asia Minore , venendo a contatto coi popoli che dai grand i altipiani dell'Iran tendevano all 'occidente, attratti

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al convegno centrale mediterraneo. L a supremazia sul! 'Anatolia, dapprima tenuta dal regno di Lidia, passata d ipoi all'impero dei Medt', fu conquistata infine dai Persiani, i quali nel 529 a. C. ven nero ad affacciru·si all 'Egeo coll 'espandersi del grande impero, che finl coll 'opprimere le fiormti colonie greche del litorale. Alle ondate colonizzatrici partite dalla Fenicia e dall 'Ellade, con espansione <li carattere marittimo e mercantile, succede l'~ffermazione coloniale romana, spiccatamente diversa, cbc procede per irradiazione dal centro alla periferia, regolata da necessità sistematiche di tutela dall'imperio acquistato sulle regioni sott,.0n1esse, in primo tempo quasi esclusivan1ente terrestre, estesa aJl'Etruria, Lazjo, Sannio> Marsjca) ecc. V iene indi

a maniiestarsi fata le l'urto con Cartagine, erede della potenza fenicia, dominatrice del litorale africano fin verso il confine egizio , e del minaccioso bastione proteso verso la S icilia. Le guerre Puniche (V.) trasformano Roma in potenza marinara; essa si assicura la prevalenza mediterranea, acquistando Sicilia, Sardegn a, Corsica, le coste iberiche, l'Africa proconsolare, l'Istria, il litorale illirièo, l'Epiro, la Macedonia, la Tessaglia, l't\caia, le rive an;. coliche, e quelle della Cilicia, Siria, Palestina e Cirenaica : largo mosaico che s'estende attraverso le campagne di Cesare, l'impero d'Augusto, le conquiste . degli imperatori Traiano, Vespasiano, Ti•to e Marc'Aurelio, sino a raggiungere sotto Diocleziano il fastigio dell 'era imperiale, od inato iit una circoscrizione im ponente. Le flotte romane avevano le basi principali a Ravenna e Capo 'Misèno; stazioni m inori erano sulla costa narbonese (Forum Juliì) e nel Mar Nero. La vigilanza delle flottiglie fluviali estcodcvasì al Reno, al Danubio e al basso Eufrate. Con la suddivisiçrne e la decadenza, premuto cl 'ogni lato, l'impero ro1nano soccombe : i •occidente è spartilo fra Svevi e Visigoti

(penisola iberica), Vandali (Africa mediterranea), Baleari (Sardegna e Corsica), Ostrogoti (penisola italica e Pannon ia). L 'impero d'Oriente, destinato a sopravvivenza lunga e travagliata, fra il 534 e il 567 d . C . te nta con Giustiniano la riscossa, e riconquista temporaneamente parte dei territori europei e africani perduti ; ma è hreve guizzo, spenro dalla nuova cala(;J. dei Longobardi : l' Italia bizantina, già devastata dalle occupazion.i barbariche, è troppo debole per resistervi; nè l'Esarcato, nè la Peutapoli potevano opporre resistenza valida . Le ére storiche successive al t ramonto di Roma segnano per la civiltà mediterranea un lungo periodo caratterizzato da alternanze e frazionamento di dominio i n c<rntrasto col carattere unitario ed organico della dominazione romana. Tale feno meno, determinato dall'urto dei popoli J1ordicì che per vari secol i avevano sconvolto il mondo mediterraneo, doveva dare poi l11ogo al fenomeno inverso, per opera dei popoli del sud , banditori dell'Islam, diretti alla conquista periferica del bacino e all'invasione del continente europeo. Gli Arabi si espandono in Siria e Mesopotan1i:1 da un lato, dall'altro, attrave rso 1'Egitto, su tutta la riviera mediterranea dell 'Africa (704). Il moto si delinea a semicerch io che avviluppa da sud jl gran mare interno, minacciato ora del pericolo di divenir lago islamico. Varcato lo strelto di G ibilter ra nel 7II , la cooquista. araba si ctfferma, difatt i, in quasi meta la penisola iberica, estesa al'e Bai.cari, alla Sicilia occidentale , alla Sardegna, alla Corsica, nelle Puglie, Carlo Martello, nel 732, con la vittoria di Poiticrs , impone l'arrC.9to all'espansione !lfaba; frattanto consolidava.si l'Impero, e andavano raffor~andosi in Italia le città marioarc : Amalfi, Pisa, che nei secoli dal X al XII dominò la Sardegna, la Corsica e le Baleari; Genova, Ve nezia, regina dell'Adriatico. Segue l 'immigrazione dei N ormanni, i quali sì affermano in Puglia, Calabria e

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Sicilia ( 1059-1090) unificando quei territori n~l Reame delle Due Sicilie (n30) e aggregandosi indi l'Abruzzo (n40). li movimento mediterraneo e i contatti con l'oriente ricevevano nuovo impulso dalle C,-ociate {V.) le quali ebbero funzione storica vantaggiosa, non solo per il d iverso assetto territoriale dete rminalo sul litorale siriaco e il territorio arabico, ma ancor più come d iversioni urili ad argi nare i l pericolo che minacciava da presso il morituro Impero d'Or iente, di cui ritardarono la caduta; giovarono anche allo sviluppo de lle relazioni di Genova e di Venezia con l'oriente europeo ed asiatico. Verso la metà del secolo XV il Mediterraneo occidcn<tale, pur risentendo da nord l'influenza prevalente di Genova, padrnna allora della Corsica, era soggetto <la sud al dominio del regno cl' Aragona, che andava unificando la pen isola iberica e, dall:t costa spagnuola come da quella italiana, attraverso le Baleari, la Sardegna e la S icilia, era Ùl grado d'cscrcitar'vi prevalente controllo. Sul Mediterraneo orientale s'affacciava invece da tempo la nuova minaccia dell'Islam, rappresentato questa volta dai Tmchi, che <lall 'Asia Minore si erano spinti alle CO$tc europee, conquistando Cos~antinopoli (1453). Nel 1'480 Maometto. II osò persin o un colpo d i mano su Otranto, pericolo manifesto per l'Italia e per la libertà adriatica, fortunatamente dileguato con la morte di quel Su ltano (r48r). Tali vicende med iterranee attraverso il Medio Evo segnano un periodo di grande m utevolezza storica, caratterizzata da fattori molteplici : la reazione delle Crociate, la stabilità cd unità territoriale dell 'estrema Italia, i poderos i navigli delle Repubbliche marittime, costituiscono elementi occasionali, m:; cospiranti nella funzione d'impedire per Ja seconda vol,ta che il grande mare europeo divenisse lago musulmano. Perdendo l'a ntico carattere di bacino romano, esso divenne rnare a tutti élccessibjle, di cui i più forti si disputarono il dominio, senza che alcuno giungesse a consegu irlo. Mancò allora la condizione essenziale dell 'egemonia marittima, e cioè i l possesso stabile 'del ponte centrale di comando che si stende dalle Alpi alla T u nisia. Tutta la storia medievale attesta la funzione altamente civile cli questo mare, che favorì la fusione della semi.barbarie occidentale con la p iù fiorente civiltà orientale : esso fu elemento d i lunga vitalità per gl i Stati marittimi crist iani; e tale vital ità cliè tempo sufficiente alla costituzione cl: più vasti organ ismi statali, divenuti nel frattempo abbasta nza solidi per resistere alla seconda andata islamica che spingeva sull 'Europa i Turchi, etnicamente troppo diversi per potersi fondere con gli elementi occidentali. Tale movimen to storico, qualora non arginato, sarebbesi tradotto in grave pericolo per la civ iltà europea : attività marittima

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preponderanza della Spagna, che domina dal continente e dalle isole il basso_ Mediterraneo occidentale, favorita in ciò anche dalla potenza conferitale dalla riunione sotto la corona di Carlo V dei vasti territori absburgici dell'Europa Centrale e dalla crisi in cui la Riforma e le guerre rel ig iose piombavano la Francia e l'Impero. Tempera il predominio marittimo spagnuolo la potenza della repubblica d i Genova, che domina l'a!to T irreno' con la padronanza della Corsica, tenuta sino al 1768. Sul Mediterraneo orien-

ta!~ s'addensa ]nvece ancora la mirraccia dell 'espansione turca, estesa onnaì a quas.j tutta la penisola balcanica, ov~ solo il Montenegro e i territori veneti oppongono resistenza tenace. Venezia perde nmavia nel 1538 tutti i suoi possessi insulari del m,r di Levamc, meno Candia e Cipro; quest 'ultima le è strappata dai Turchi nel 1570, e non viene riacquistata neanche merci: l'appoggio della Spagna e riel Pontefice, e la grande vittoria nava le di Lepanto (15jJ). Nel 1668 anche Candia andò perdura, benchè Luigi xrv e i l Duca di Savoia sostenessero l'eroica Venezia attraverso una lunga guer ra : le _rimanevano ormai solo le isole Jonie e qualche punto della costa -dalmata. La lunga lotta si protrasse attraverso l'ultima guerra d 'espansione che condusse i Turchi si.no all'assedio di Vienna: Venezia cooperò validamente al successo <lelle anni austriache, cbe sotto la guida di Eugenio di Savoia argi narono definitivamente la minacciosa espansione, battendo gli invasori a Petervaradino cd a Belgrado. Di tale regresso musulmano Venezia profittava: Francesco Morosi11i -tolse, infatti a i Turchi la Morea e l 'Attica, passate sotto i l dominio veneto per breve tempo (168.5-96). Ma la lunga lotta esauriva le forze <lella Repubblica; nel secolo XVIII la preponde ranza veneziana sulle vie del Lcvan,te era finita, e la Russia doveva poi subentrarle nella veste d i nuova tutrice dei Cristiani contro gli infedeli e di paladina dell'Europa contro l 'Asia. Respinti al Danubio, i Turch i restavano però solidamente radicati nella penisola balcaoica e su tutta h ri va mediterranea del l 'Africa. Attraverso il secolo XVIII, in forza di grandi guerre continentali, si delinea un assetto p iù stabile dell'Europa: l'egemon ia spagnuola tramonta; l 'Aust ria, affermatasi iJ1 p rimo tempo, vede la sua potenza bilanciata dall'incremento della Prussia; la Russia conquista il primato nordico a <)anno della Svezia; la Polonia è spartita fra i potenti vicini e scompare dal novero degli Stati liberi. Parallelamente i l Med iterraneo ne su biva i riflessi, dapprima quasi insensibili: Genova decadeva, perdendo la Corsica, passa.a alla Francia ; la casa di Savoia, già este sa di · territorio, do . m inava per qualche anno la Sicilia (1713-18), commutatale pm nella Sardegna (1720). Profittando degli imbarazzi creati e reazione re ligiosa provvidenzialmente la sa lvaroao, sedal la guerra per la Successione di Spagna, l'Inghilterra g nando trnccie evide nt i e luminose che, pure attraverso un preparava la sua invadenza mediterranea con abile profitto periodo oscuro e caotico, palesa no le determinanti fondadelle occasioni : fin dal J704 s'impadroniva di Gibilterra e mentali dei destini d 'Europa. ind i occupava per vari anni Minorca. La r ivoluzione franSulla fine del secolo XV le grandi scoperte geografiche cese determinava a sua vo.lta rnutamCJlti sensibili nel bamodificarono profondamente !"economia generale dei trafcino mediterraneo attraverso la meteora napoleonica: la fici marittimi : nel J486 Bartolomeo D iaz doppiava il Capo spedizione d'Egi tto e la diversione in Siria (1798) la codi Buona Speranza; fra il 1192 e il 1504 Cristoforo Cost ituzione delle nuove repubbliche italiche (1799) trasforlombo toccava le Antille, l'Amer ica Centra le e Meridiomate d ipoi in regni (1804) sembrarono sconvolger e l'ordinale; Vasco di Gal"rnl ne l 1498, circu mnavigando l' Africa namento di buona parie degli Stati r ivieraschi, come er3 sulle traccie del D iaz, toccava le coste dell 'India. Il M. sconvolco l'assetto di tutta l'Europa . Ma i trattati del x8i 5 cessò per qualche tempo di essere il grande bacino d'af- · restaurarono quasi del tutto l'ordine antico; l '!nghiltnra flncnza, restando pur sempre il fulcro del mondo amico. faceva un passo avanti nel M., ottenendo Malta (V.). Tale deviazione nocque sul momento all'Italia, per climiCaratteristiche dd secolo XIX, nei riAessi meditcrran<:i, . n t..iiti con-i merci e scemata potenza : g iovò agli Stati oceanici, sono la crescente decadenza marittima della Spagna e il soprattutto all"Tnghilterra, che s'avviò gradatamente al priregresso dei Turchi , sia nella penisola balcanica in seguito mato marittirno e coloniale. Il periodo che segue segna la alle insurrezioni serba e greca e agli interventi della Rus,


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sia, sia sul litorale africano per le imprese coloniali della Francia in Algeria (1830). Segue il itaglio del can ale di Suez, aperto al traffico fino <lai 1865: l'Inghilterra, che si era opposta al progetto per tema di vedersi sop ravvanzata dagli Stati mediterranei su lla via delle Ind ie, s'adoperava per assicura rsene il dominio, Ottenendo nel 1878 la cessione de li ' isola di Cipro dai Turch i; ind i, parallelamente all'i ntervento francese a T unisi, j ntèrviene in Egitto con abile

pretesto (1882) assicurandosi in via politica e con esped ienti fin&nziari il dominio su quella regione. Intanto compievasi, attraverso lunghe lotte, dal r848 al 1870, l 'u nità italiana, che dava assetto definitivo alla pen isola dopo 14 secoli d'instabilità politica e territoriale. Così l'occidente r iprendeva gradatamente il p redominio, a più r iprese perduto sulle coste n1editerra nee, sia 1nercè nuovi st~bili assetti continentali europei, sia mercè il domin io sul litorale africano, sia con la padronanza delle posiziooi strategiche àtte a comandare la via per l'oriente attraverso· il canale di Sue7,, far. tore essenziale del richiamo a nuova vita del grande baci no interno. L'Italia, assur ta da poco a ll'unificazione politica, priva di chiara visione dei suoi interessi marittimi , 1'.1011 aYcva partecipato - benchè invitata - ag li inter venti sulla oppnsta r iva africana, limitandosi a un primo saggio di colonizzazione nel mar Rosso, attraverso t utte le difficoltà uell'isolamcnto e dell ' inesperienza. li secolo XX doveva accentuare i rnurnmcnti mediterranei a danno dei Musu lmani : la guerra italo-turca (l9II ·12) tolse loro la Libia e il Dodecanneso; le due guerre· bal cao iche ( 1912- 13) ne menomarono considerevolmente ,a estensione continentale in Europa . La g rande guerra e u-

ropea dete:-minava infine m utamenti radicali con la scomparsa q uasi completa ddla Turchia dal nostro continente, la radiazione dell'Austria dal novero delle grand i potenze, la comparsa del la Jugoslavia in sua vece qua le Stato marinaro che fronteggia l'Italia in Ad riatico, la sistemazione ,rolitica dcWAlbania, l'i nsediamento del la Francia in Siria e dell' Inghilter ra in .Palestina come delegate a esercitarvi mandati politici a lunga scadenza. Con l'assetto odierno s'affacciano al Med iterraneo : la $pagna, con limitato dominio sul Marocco ma con ottima base alle Baleari ; la l·i:rncia, con fron te continentale breve ma padrona di un grande impero coloniale che fa capo al Sahara e saldamente insediata a Tunisi e Biserca, donde fronteggia la Sicilia, come nella Siria e nel Libano , in virtù di un .mandato; l'Italia, padrona della costa libica e del Dodecancso; la Jugoslavia, dotata di un tratto di costa adriatica milita rmente assai favorevo)c; l'Albania , che fronteggia il canale d 'Ot ranto cd ha perciò pa1·ticolare funz ione nel giunco delle influenze mediterranee; la Grecia continentale e insu• lare, com plesso di basi im portan ti per l'azione sul bacino orientale; la Turchia, ridotta all 'Anatolia e a un relitto europeo, ma in grado di dominare gli Stretti. Nell 'ambito prosp<ctta to da queste fronti costiere prettamente mediter• ranee, s'inserisce da Gibilterra, mercè i l possesso di Malta e Cipro, il dominio sul\ 'Egitto e sul canale di Suez, e il mandato i n Palestina, l'Inghilterra, che ha così accesso e possibilità d'intervento, assai considerevoli i11 ragione dc!b Sud potenza navale. l! Mt1r Nero risentì debolmente della vita intensa de! Mcèitcrraneo e fu a lungo condannato a una_ re 1atìva j1n•

mobi lità storica : le colonizzazioni fenicia e greca vi pene• tra :·o no con qualche possedimento costiero che non rag• giunse mai intenso grado d i prosperità e di t raffici . Roma ,·i si estese sulle nue rive sin 9uasi a completarne l'occu. pazione perifer ica co n le sue colonie dell'era di Settimio Severo (2rr d . C.) ma l'Impero d'Oriente vi rcgredl assai,

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specie all'epoca dell'invasione mongolica (sec. XIII e XTV) . Genova v'ebbe scali abbastanza attivi, decaduLi cmi :a grande espansione turca del secolo XVII, estesa a quasi tutto il bacino . Spettava alla Russia , con l'incremento acquistato attraverso il secolo XVIll, il compito di assicurarn.: all'Ellropa le coste occidentali e settent rionali, opera proseguita dipoi, attraverso i continui interventt nelle vi. ccndc balcaniche, per tendere a quel domini,, sugli Stretti e a quello sbocco definitivo nel Mediterraneo orientale, che non potè conseguire mai, dato il sovvertimento polilic,, ~he ne mutò la fisonomia e frustrò gli sforz i operati du,ant~ la guerra europea, Oggi la sponda balcanica del Mar Nero è condivisa da Romeni , Bulgai'i e Turchi, la cui politica non appare concorde; e dalle oyposte sponde europea ed asiatica si guardano Russia e Turchia, toccantesi nella Trans'.:aucasia ; profondamente travagliate entrambe da recenti crisi interne d'assestamento. I destini degli Stretti - in possesso della T urchia, ma aperti al traffico sotto la garanzia d i un controllo i nternazionale - e quelli de 1 Mar Nero non possono, comu nque, ritenersi alla mercè dei soli Stati r ivieraschi, poichè gli interessi generait dcli 'Europa vi sono inrimamente legati, soprattutto per le g: and i risorse che da quel bacino affluiscono alle potenze occidèntali, per necessità assoluta di r ifornimenti, indispensabili alla !oro stessa esistenza, risorse che, in dcLerm inate ipotesi, non potrebbero più affluire per ~ia terrestre e lluviale. Onde il problema della vita mediterr;1,1ca si cstendè di necessità al Mar Nero, sia nelle pacifiche convivenu, sia Jlclle eventua lità belliche. Un apprezzamento della funzione strategica del Mcditcr• ra11c0 presuppone svariate ipotesi d'ordine politico e l 'esame delle complesse possibilità di alleanze. Dal punto d i vista obiettivo purnmente geografico è forza limitarsi a poche considerazioni d i.ndole assai genera le . 1

r) Il Mediterraneo occidentale costituisce uno scacchiere pressochè t riangolare, ben circoscritto, j cui tre accessi (G ibilterra, Canale d i Tunisi, Stretto di Messina) sono facilmente sorvcgliabili e cararte rizzati da singolare importanza strategica.

2) Vi si affacciano grandi Stati continentali, distinti da notevole attività mariotima, grande sviluppo ferroviario, fitto aggruppamento demografico : onde un collAitto fra essi avrebbe carattere di grande guerra di popoli con intenso dinamismo bellico. 3) La 1°ra ncia v'ha uno sviluppo costiero suddiviso fra i continenti europeo ed africano, mentre l'Italia e la Spa• gna l'hanno prevalentemente un itario e favorito da avanguardie insulari cbe consentono facilità di o/Tese sul!a via d i comunicazione fra i due mari territoriali francesi; donde concezioni strategiche, possibilità di manovra e simmetria d i schem i, chiaramentt dettati dalla conformazione geo• grafica. Il Medi terraneo orientale presenta cond izioni molto d iverse, mancandovi caratteri cli così spicca.ta unità geografica che stabiliscano equilibrio o simmetria teorica di azione navale dalle sue sponde. Vi si rilevano principalmente: a) Un 'arca maggiore, grossolanamente ellittica, sulla qu?.lc si aprono cinque importanti accessi (Canale d i Tu• nisi, Stretto di Messina , Cana le d'Otranto, Dardanelli, ::;uez) la cui sorveglianza diviene perciò più com plessa. b) Un settore nord-occidentale , di maggiore portuosità, appoggiato alle coste sicule, joniche, greco-anatoliche ed egee, ricchissimo d 'i nsenature e di isole.

e) Un settore sud-orienta le, lungo le coste africane e siriache , scarsa men te portuoso, poco abitato in genere, in


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qualche tratto d esertico, con scarso sussid io cli buone strade e ferrov ie.

d) Stati rivieraschi che hanno profonde d ifferenze demografiche, ctnic.hc, civi lit politiche, e diversissime cond izioni d'accesso dalle striscie costie re al retroterra. e) D \IC mari intern i (Mar Nero e Adriatico) s' inseriscGno med ia n te varchi obbligati nella vasta a rea d el ba i::ino orientale mediterraneo, c ircosta nza che comp lica ogrù apprezzamento su l già com plesso proble ma della sua funziont: strategica . E,aminaodo jl Mediterra neo nella sua totale estensione

gìova. o.sscrva"r_e inoltre : I. Nel blocco co ntinentale d i occidente si hanno le pit1 vaste, ricche e profonde basi d i operazione. II . Nell'arco jonico-grcco-a natolico un a zona d i porcuosità costiera L .insulare rjcc hissima di combinazioni pe r l'azione tattica navale cd aerea. JlJ. Nel civilizzato Egino si trova in contrasto con i caratteri d i tutto il settore sud-orie ntale - il punto d 'appoggio più importante dell ·estremo bacino o rientale e una grande via di penetrazione . IV. L'Italia rap p resenta il ponte centra 1e che determina la natural compartimen tazione dei <luc scacchieri; solida paratia, essa dà modo di ag ire su elltrambi e di esercitare sul tratto jonico-libico un do minio prevalen te se a ppoggiatn su poderosi strun1en ti navali e d aerei co1nmisurati a!le forze terrestri e coor<linati, sia neJl 'organiz.zazionc sia nel l 'impiego, a unità d i concetto e di comando. V. I.a serie d i punti strategici che l'Jnghilterra s'è assicu rala nel Mediterra neo vi segna una trasversale, ind ipendente dagli Stati r ivie raschi, destinata all a protezione della " ia mari ttima fra l'Atlantico e le Indie. Essa ha funzione itnport.antc e del icatissima; ma presenta- vulnerabilità singolare, poichi, l 'Egitto e la Palesrina , per ubicazio ne e per condizioni politiche, non sono basi adeguate a sicuro ~ostegno del necessario dominio. Si richiedono pe:ciò come condizioni essenziali di efficienza, J"opporcuno scaglionamento d i adeguate forze nava li e, ancor più, l'ap poggio :liretto d i taluna delle potenze rivierasche, interessata, nel complesso giuoco delle rivalità mediterranee cd <>cean iche, a secondare l'affermaz io ne della pol itica britann ica.

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Comando Supremo italiano aveva ord in2tq, i l manino del 31 ottobre, ch e le qu·a ttro. nostre ùivis . d i ca valleria, con alcuni bgl. tli bersaglieri ciclisti, le btr. a cavallo e le automi tragliatrici , si concentrassero tra Aviano ed i l M ., per fare massa contro le truppe avversarie che fossero riuscite a forzare in qualche punto il passaggio del Tagliamento. Intanto veniva predisposto il ripiegamento al Piave, che ebbe inizio il g iorno 4 novembre (notte), Nella no tte dal 2 al 3 i l nemico riuscì a forzare il Tagliamento a Comino, e nella g iornata del 3 estese la SU!, occupazione sulla dr . d e! fiume, riuscendo a passarlo anche di fror.te a Valeriano . In seguiro alla minaccia a,,_ vcrsaria , fu d ato ordine alle truppe della Zona Carnia d i affrettarsi ag li sbocchi in piano del M. e d i Travesio, per non rimanere tagliate fuori, mentre le truppe della 2 ~ arma ta ripiegavano ad occiden te d el fiume . Per mantenere

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Medole. Co mune in prov. d i Mantova. Nel 1796 si decideva nelle vici nanze di M . la vitto ria d i Bonaparte sugli Austriaci nella battagl ia detta di Castiglione. Anche nel r859 nella località d etta Monte Meclo lano v i si svolgeva un episod io della g ran ùe ba ttag lia d i Sol ferino, e nel 1866 davanti a M . avveniva uno SCOIHIO fra uno sqtlr. lanceri Aosta e u n o s<1dr. Ulani austriaci. Medullia, Ant. citt/1 albana nel paese dei Sabi ni . Tra il 640 e il 616 a . C . su bì un assedio c he appartiene al periodo della monarchia romana e fu imprese da !\neo Marzio re d e, Ro man i. Vi si comba ttè q ualche te mpo con d u bbia sorte e con vittoria alternata, perchè la citrà era ben fortificata e gucrnita d i grosso p residio. Ma alla fine Anco, fafto uno sforzo con tutte le sue genti , rimase vincitore e prese la città, trasportandone gli abitanti ne lla valle Murcia, fra Palatino e Aventino. - Le a~nache ncord a no ancora una presa e saccheggio di M. per "pera d i T arquiJ1io Prisco, nel seguente secolo . Meduna. Affluente della Livcnza, in prov . di Udine , ha un corso d i 76 Km. Durante la ritirata italiana dall' lsonzo al l'.i ave, n ell'onob re-novembre 1917, il M. ebbe parte notevole negli avvenime nti successivi alla rottura della linea italiana sul Tagliamento. In prev isione d i questo, il

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Ponti sul l\1eduna presso Pordenone

gli sbocchi del M. e del torrente Cosa, combatt" tenacemente, nella g iornata <ld 4, il C. d'A. speciale, comandato da) g encrak Di Giorgio (divis . 20• e 33•). Nonostante però il va lore sp iegato dalle nostre truppe, alla sera, dopo aspri combattimenti, le d iv is. germaniche del g ruJipo Stei n erano padrone d ei due importanti sbocch i di M. e d i Paludea, per i quali av rebbero potuto scendere in piano le truppe del XII corpo d'armata (Tassoni) ed attaccare sul fianco dr. il nem ico. Tenrnrono i) C . d 'A. speciale e la 16a d iv is . d i r iprendere e roamenere lo sbocco <li Paludca, ma ogni sforzo riuscì vano , cd a stento potè essere man. tenuta la posizione di retroguar d ia cli Sequals. · A ta rda sera, forze avversarie tentarono anche di soverchiare un e ostro bgl . bersaglieri ed un reparto d i assalto che coprivano il ponte d i Novarons, ma furono respin te. Nella giornata del 5, quindi, si compì il ripiegamento dei nostri grossi sulla Livenza, p ro tetto dalla 3a divis. d i cavalleria spiegatasi tra Cellina e M eduna. La 26• divis., che a ncora si manteneva sull 'alto M. , attaccata i l mattino del 5 d a reparti della 55• e 50a d ivis. tedesca, fu costretta a ri-


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tirarsi, con perdite notevoli. Era segnato cosl il sacr ificio delle divis. carniche, che si compiva nella giornata del 6.

Medusa . Sommergibile, varato nel 19rr, di5locamcn10 257 tonnellate. 11 10 giugno r915 venne affondato nel1' Aho Adriatie-0 da un sommergibi le austriaco, che ne salvò, facendola prigioniera, una parte dell'equipaggio.

54 di Macedonia, formò coi Macedon i e con !e truppe foderali greche un esercito di 4 0 . 000 uom ini e corse a M. dove affrontò e battè l'esercito di Agide, che era in numero di 20. 000 fanti, fra cui ro.ooo mercenari e 2000 cav:i!ieri. Fudamida, fratello e successore di Agide, otteone la pace ma dovette riconoscere la supremazia n1acedonc ..

Medusa. Sommergibile, varato nel 1932 <lai Cantitre Navale Triestino a Monfalcone; dislocamento tonn. 6o9; lungo 111 . 61,50, largo m. 5,67; apparato motore r . 200 cavalli; velocità miglia 14; armamento guerresco can noni l da ,02, m itragliere 2 da 13.2, lanciasilur i 6 da 533.

Medwa. Altura a 13 'Km. da Matruch, sulla costa egiz iana fra Alessandria e il confi ne con la Cirenaica. Nel dicembre 1914 vi si erano installati circa 5000 turco-arabi, al comando di Gaafer pascià, durante le operazioni delle truppe ang lo-egiziane contro i Senussi (Y . Egitto) . Il gen. ing lese \Vallacc, che comandava a Matruch , mosse contro M. il 25 dicembre, su due colonne, appoggiato dalle artiglier ie di alcune oavi guardacoste. Una brigata di fan teria avanzò frontalmente contro le a lture; una brigata di cavalleria, a sr., fu destinata al l'aggiramento delle medesime . Le truppe furono impegnate dal n1:1ttino' fino a sera, a d istanza, perchè gli avversari a poco a poco cedettero terreno sotto il fuoco intenso .,degli Inglesi, d a ma re e da terra. La ritirata .a vvenne a sera tarda, così che i Sen ussi poterono evitare di essere avviluppati e insegu iti. Le loro perdite am montarono a 400 morti e 88 prig ionieri; q uelle degl i Inglesi a 14 m. e '50 fer.iti. Meerssen. Città dell'Olanda, nella p;-ov. del Limbw go. I. Trattato di Meerssen (9 agosto 870). Concluso fra Luigi il Germanico e Carlo il Calvo di Francia, per la spartizione del la Lorena, rimasta senza sovrano per la morte di Lotario.

I l. Battaglia di Mecrssen- (891). Appartiene alle invasiooi dei Norman ni. Questi avevano avanzato dalla costa su M., dove si i mbatterono in un ese,rcito tedesco, raccoltosi disordi natamente per far fronte agli invasori. La discipli na dei Normann i ne ebbe ragione, cd essi, dopo di a,•ere battuti gli avversari, si ritirarono carichi di bottino della saccheggiata regione.

S egnaJazioni col megafono neUa battaglia di Ain Zara (1 9u)

II . Aisedio di Megalopoli (3r8 a. C.). Appartiene ali 'età dei Diadochi, e fu posto da Polysperchion, governatore gcl1Cra1e della Macedonia, per puni(e la città che si era op posta alla restaurazione democratica yol uta da lui per rafforza re il suo partito in Grecia. Ma l'energica resistenza di M . difesa da Damide, della scuola di Alessandro Magno, free terminare l'assedio in un grande iosuecesso. Si na rra che gli assedianti tentassero un assalto con 64 elefanti, e che i d if:e11sori riuscissero a sgomin arli preparando nel terreno tavole con grossi chiodi, sui quali gli elefanti andaro no a rovinarsi le zan1pe, ta nto che, infuriati, nlisero il disordine nelle propr ie file .

Hf. Assalto di Megalopoli (222 a . C.). Appartiene a lla cos, detta guerra Cleomenica, e fu mandato a ter mine da

Cleomcne III re di Sparta, il q uale vo 1Je con questo fatto cl 'ar mi vendicarsi della presa di Maminea da parte di Amigono Bosone, re d i Macedonia . La presa città fo distrutta e no n risorse più .

Megafono. St rumento costruito a forma di cono, in lam iera, per rinfor?:are, indirizzare, convogliare i suo nj emessi da lla voce llmana. H a una portata molto limitata, non ·superiore ai 500 -1n. Vento contrario, ostacoli ÌJ1,terposti, rnmori estranei ne ostacolano I"impiego. È sfrmtato per il collegamento nell 'interno di piccoli reparti, specialmente quando operano in montagna, cd è adoperato nelle marine da guerra e mercantili.

Mega lopoli. Ant. città del Pelopo1rncso, alla conAt1en~a dell'Alfeo con l'Elissonc. I. Battaglia di Megalopoli (20 giugno 330 a. C.). Poco dopo la battaglia di Arbcla (331 a . C.) Sparta, che non si era mai piegata alla sovranità macedone, tentò di abbatterla nel resto del Peloponneso. Ad essa si unirono l'Elide, l'Aca ia e l'Arcad ia, t ranne M . Sulle prime il re spartano Agidc ebbe qualche prospero successo, ed andò a porvi l'assedio , trovandovi ostinata resistenza. Tale città costituiva il principale ba luardo <lclla dominazione macedone nel Peloponneso. Antipatro intanto, reggente al trono

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Megara. Villaggio della Grecia, nel golfo dell'Attica , a nord di Salamina, ant. città fortificata. Nella primavera del 458 a . C. vi si combattè una battaglia che apparciene a lla prima guerra degli Ateniesi coi Peloponnesi,


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U na • Mehalla o

e fu combattuta e vinta dagli Atèniesi agli ordini di Mironidc contro le truppe di Corinto e di Epidauro. - La città fu presa nel 147 a . C. da Metello. Assedio di Megm·a. Fu posto da Antigone Gonata verso la metà del III secolo a. C. È narrato dagli storici uno stratagemma messo in opera dai d ifensori. I quali spalmarono di materie resinose dei porci, e , appiccato il fuoco a lle stesse, lanciarono gli ani.mali fuori delle mura , dirigendoli verso gl i elefanti_ -di Gonata, i quali si spavemarono e si dispersero. Impresa. di Megara (r357). Fu comp iuta d:i urp squadra dcll 'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni (lv[alta), coman data da Fra' Raimondo Béraogcr, col concorso di navi venete . La flotta cristiana comparve ali 'improvviso a M ., e vi trovò 35 navi turche, alle quali, non avendo forze per portarle via, appiccò il fuoco distruggendole. Megara lblea . Ant. città della Sicilia, i:,rcsso Siracusa, fondata da una colonia di M~garesi, ~rcci, cacciati <!alla

loro patria. Gelone di Siracusa assalì la città, la strinse i:l'assedio, nella prima metà del V secolo a. C., la prese, portò via parte degli abitanti e li sostitul <'')n Siracusani, i qual i provvidero a fortificarla. Venne presa e d istrutta dai Romani quando posero l'assedio a Siracusa (214) e pii': non risorse da Ile rov inc .

Megiddo. Città dcll'ant. P~ estina, presso i ! monte Carmelo. Nel 608 a. C. vi si c0mbattè u na battaglia nella quale il re Neco d 'Egitto sconr-isse il re Giosia della Giudea, che vi lasciò la vita. Sembra che p resso M . Sia stata comba'ttuta nel r450 a . C. la battaglia che diede il dominio dell a Palestina agli Egiziani, condotti dal re 'f'atmonio Ili, della r8• dinastia. La città fu assed iata e presa dagli J'\giziani. Megidié (Ordine imperiale del). Istituito dal sul wno di Turchia Ordine del Megidiè Abdul Megid, nel 1852, per ricompensare i servizi resi a!l"impero e al sovrano; si componeva di 5 c lassi: gran croce, grande ufficiale, commendatore, ufficiale , cava liere. La dccoraz,ione era un sole con raggi, scpar$ti da mez-

zalunc con stelle; i l tutto sm -:nontato da altra mezzaluna e stella . La div isa : « Zelo, Devozione, Fedeltà » , era al centro, e si aattaccava a nastro rosso file ~tato di verde. L"orùinc cessò d i es istere dopo la guerra mondiale.

Mehadia (ant. Ad Medias). Città della Rr,man ia, vicino ad Orsova. Fu ripetutamente contesa nelle gùcrre che si svolsero nella regione. Il 9 luglio 1738 la guarn igione turca di M. (2300 u . e 13 cannoni) capitolò, scm,a sparare un colpo, davanti ali 'esercito austriaco forte di 40 . 000 u. Il 15 luglio 1738 gli Austriaci (ro.ooo u.) comandati dal feldmaresciallo Filippo Graf vinsero, presso M ., 20.000 Turchi al comando di Jegen Mohammed Pascià. rombattimentu di Meiwdù, (28 agosto 1789). Appartiene alla guerra turco-austriaca del 1787-1792. Al principio di agosto, gli Austriaci si erano ritirati da Orsova nel Banato verso Tcregova in seguito ad una irruzione turca . Il 17 il maresc. Cleirfayt avev a rioccupato M. con 17.000 u., e fortificato una posizione a sud della località. Il 28, rigettò g!i attacchi delle forze preponderanti (24 .000 u .), del serras,hiere Mehemed, e andò a l contrattacco ~0ntro il campo t,incerato dell 'altipiano cli Laz u. I Turchi fu rono scacc:i,Iti cd inseguiti fino al Danubio , con la pcrd,ta di 10.,0 u. , 8 bandiere e 5 cannoni. Le perdite austriache furono insig nificanti. La conseguenza principale della vittoria fu che il comandante supremo, maresc. Laudon, il quale era in timore per le sorti del Ba<Jato, potè procedere all'assedio di Belgrado.

Mehalla (o hm·C11). Reparto di truppa irregolare marocchino, costituito da uomini a cavallo, ar ru,,lati dai cadì nelle tribù, al servizio della Francia durante la guerra del Riff. Le .lv/. avevano il compito della vigi lanza sul le tribù i1 requiete e d i operazioni offensive contro le tribù dissidenti, restando libere nell'imp iego dei mezzi d i rappre• saglia . In ogni M . vi era u1\ controllore francese; i suoi componenti percepi vano cinque franchi al !;ior no , il vitto per sè ed il cav allo e l'estnzionc dalle imposte pc, tutta la duro,ta _della guerra . Meharisti. Reparti di truppe coloniali, montati sul mehara, varietà di drorn~dario. l'in dalh remota antichità esistettero reparti di truppe momati su dromedari; i .]{omani avevano in quattro località dcli 'Egitto delle « Ah1e Dromedarìorum » ; nei tempi moderni i! gen . Bonaparte formò un regg. montato su d romedari. l Francesi,


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lVlcharisti della Cirenaica

crearono i prirni M. nel 1843 in Algeria ; e furono di M . le compagnie sahariane del comandante Lcperrine (1901). Alla fine del 1903 ne erano in efficienza quatcro, ognuna delle quali aveva una certa aliq uota di cavs 1ieri, una sez. c\"anjgJicria o una sez. di mitragliatrici. Gli Egiziani eb- · bero· sempre nel loro esercito dei corpi irregolari montati su mehara, e della fanteria montata su d romedarii , corpi che furono conservati dag li Inglesi e resero ottimi servizi nella repressione della tratta degli sch iavi prima, e poi nelle campagne del Suda n e nel le numerose e continue operazioni di pol izia confinaria. Su questo t ipo gl i Inglesi ' organizzarono i loro reparti M. nell'India. Nelle colonie italiane il merito della fondazione ciel primo reparto M. spetta al! 'allora capitano di cavalleria Roberto .Perricone, che lo comandò in Somalia nel 19io-1 1. Nel 19 12, il reparto fu ceduto alla Cirenaica e quindi passò in T r ipolitania, ove si formarono il , 0 e 2° sqdr. che, nel 1914, com piro no notevoli imprese nel Fezzan. Nell'anno seguente, ritornati dal Fezzan, ·i due sqd r. furono ridotti ad uno e nel 1924 i plotoni dello sqdr . passarono alle tre compagnie tipo sahariane.

Sergente meharista in Cirenaica

11 reparto M. è normalmente impiegato per plotone, al duplice scopo di conceder~ agli uo mini ed ai quadrupedi un regolare mrno d i riposo, e d i assicurare io modo continuativo i vari servizi che gl i sono particolari . L "intero reparto opera riunito .soltan to in caso di vere e proprie operazioni mil. o ricognizioni a grande raggio, o allorehè lo consigli la situazione politica e mii. d i una determinata zona. I r epan i M. sono impiegati con o ttimo rendimento nelle zone dove non può essere adoperata l'autobli ndata o l'autocarro armato. Al reparto M . manca la forza d'urto, e quind i il mehara si deve considerare soltanto quale mezzo di trasporro per giungere improvvisamente a contatto col nernico, per disin1pcgnarsi prontamente, per inse,guirlo ; per.ciò combatte appiedato, proi.to sempre a riprenclere i suoi quadrupedi. Se agisce in unione a reparti d i fanteria, il M. sostituirà vantaggiosamente la cavalleria nd servizio di esplorazio11e e di sicurezz~, specialmente i n quelle zone dove <Juesta noo possa muoversi e combattere o non possa vivere per mancanza d i ciò che necessita ai cavalli. Organicamente

Meharista portabandiera (truppe coJoniaJi ital iane)

1\•1 eharista italiano


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lo sqdr. di M. è assai forte, comprendendo da 300 a 350 u .; è diviso in tre o quattro plotoni, ogni p lotone in squadre . V'è un comandante con quarti-o o cinque ufficial i su balt;rn i; ogni plotone ha anche un sottufficiak

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g li fu tolto il comando che passò a Tah ir p ascià. Divenlllo poi m inistro della guerra , si dedicò alla riorganiu.azione dcll'eserèito chiamando per questo u.fficiali dalla Gcrn1ania.

Mchemet R11gi pascià. Generale turco, n . di Costantinopoli (1'809-1892).. Ebbe il sopra nnome di Mustergim (,, il traduttore ») per avere tradotto molte opere mii. francesi. Nel 18~0 pacificò uo~ ribellione in Siria; tornato alla capitale, ebbe l'incarico di riorganizzare le forze ottomane, e fu p romo,so generale di divis . nel 1853. Partecipò alla guerra d i Crimea negli anni seguenti, al comand,, della Gua rd ia imperiale turca. Nel 1858 sostituì Alì pas~ià nel comando supremo dell'esercito. M-e haristi haliani in L ibi::i

Meliemet ,-11/ Pascià . (,enerale turco, 11. a Magdeburgo nel l82i, di fa1niglia o riu nda france se, e di nome Cado

europeo; rutti gli altri sottufficiali e graduati sono indigeni. Ogni sqdr. è tiotato di una o due scz . di m irraghatrici. Gli uomin i sono armati di moschetto.

Mehedia (o Malulia). Corrisponde all'anr. Ajrodisio (V.). Mehemet (o ,vlehemed). Nome di molti personaggi t ur chi, confusi graficamente nei vari testi assai spesso con Maomello, Malmwd, Afol,ammed e Mulrnmmed. Ci siamo attenuti all 'uso più comu ne . Melmnet pascià . Gran vizir dell'impero turco (1503-15i9). Fu il riorganizzatore della marina turca dopo la disfatta di Lepanto.

,'vlcheml't Pasàà. Signore d i Scurar i verso la metà riel sec . XVIII . Ebbe dal sultan0 d i Costantinopoli il titolo di Pascià di Scutari. Sottomise i Malissori, e prese Dukigno, Alessio, Elbassan, Tirana, Ocrida, costituendo uno Stato c.hc durò fi no al 1829. Mehemet Ali. Vicerè e Sultano d'Egitto (1769-1849). Partecipò alla loua contro i Francesi di N apoleone e K léber , e divenne gen . d i d ivisione. Appoggiato dai Mammalucchi, riuscì a farsi nominare vicerè d 'Egitto nel 1804. Nel 18II fece sterminare i Mammalucch i, divenuti troppo potenti. Guerreggiò contro j Wahabiri, ai qu~li tolse la Mecca. Erasi servito di un corpo cli Albanesi per abbattere la potenza dei Mammalucchi, ma dovette l iberarsi degl i Albanesi, e ciò fece .inviandoli (1820) a guerreggi3Le nella Nubia. Riorganizzò ottimamente J'eser-

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cito c:gjziano, ,servendosi di ex ufficiali- napoTuconici. Mandò in aiuto della Turchia,

contro la Grecia insorta, una flotta e un esercito agli ordini di Ibrahim, suo figlio. La flotta fu dist rutta insieme con quella turca a Nava rino (1827) : l'esercito, sbarcato in Morea , ne fu cacciato dalla spedizione francese del Maison. Entrato in g uerra contro )a T urchia, la battè e le impose il tratMchemet Ali tato <~ i :liia (V.) . Riprese le .anni ancora, battè ntiovamente i Turchi nel 1839, ma al lora intervennero le Potenze e costrinsero M . ad abbandonare la Siria (1841).

Mehemet Khosrew pascià . Ammiraglio turco (1788-1855). Ebbe il comando in capo, nel 1823, della flotta comro gl i insorti greci, e si battè fi no al 182ii, ottenendo successi ' e insucCC$Si contro gli ina~errabili marinai greci, fìnchè

Détroit. Passato in T urchia, abbracciò l 'islamismo e prese nome turco. Entrò nel Collegio mii. e mcitone ufficiale nel 1853 partecipò negli anni s_ucccssivi alla guerra di C rimea . Nel- 1868 era magg. generale, e nel 1876 marc5ciallo, al comando, l 'anno seguente, dell'c~ercito turco in Bulgaria. Accusaro di fiacchezza nella condotta delle operazioni , fu so,;t.ituito dopo un paio di mesi da Suleiman pascià. Tornò in favore verso la fine della guerra, e nel 1878 apparten ne all a ·delegazione turca al Congresso d i Berlino . Morì in Albania, dove combatteva un 'i nsl1rrcz 1o ne.

Meings (forte). Costruito nell'Ohio, presso· il fiume Miami, nel 18 I 3, d ura nte_ la gue rra anglo-americana. Non era ancora tern1inato e n1unito, quando v i giunse il g<::n . americano Harrison, assumendo il comando della guarnigione costituita da 1 200 u. Il 28 aprile furono avvi~tati sulla opposta riva del fiume g li Inglesi cogl i Indiani. Fra il 1° e il 3 maggio l'artiglieria inglese bombardò le opere; il giomo scgucme fu intimata, invano, la resa . li 5 maggio giunse in vista della posizione l 'avanguardia del corpo di soccorso del gen. Clay; quesri, su ordini conformi del gen. Harrison, attaccò in1provvisamente con parte dei suoi le batterie nemiche e costr inse Inglesi e Indiani ad abbandonarle. Non si accorsero però gli Americani di un considerevole rinforzo di Indiani, sopraggiunto in quel mentre, al comando del capo Tecumseh e, sorpresi mcmre insegliivano i fuggiaschi 1 furono in pane n.1assacra1i, in paDtc facci prigionier i; q uesti ult imi ebbero salv a la vita e umano trattamento . Intanto su ll'altra riva del fiume le rimanenti truppe del Clay, per quanto attaccate da forze superiori, riuscirono a congiungersi alla guarnigio ne mossa

in loro aiuto con una riuscita so"rtita. Il 9 maggio gli Inglesi, fa ll ita ogni speranza di riuscjrc nell 'impresa, si ritirarono.

Meissen (aut. ~1isnia) . Città della Germania, nella Sassonia, circolo di Dresda, alla confluenza della Triebsche con l'Elba. La città, fondata nel 930 da Enrico I e munita di castello, fu capitale dell'antica marca di M . Nel 1637 fu devastala da)lo svedese Bauer, ed ebbe a soffrire ripetuti attacch i durante la Guerra dei Sette anni. I. liattaglia di Meissen, detta anche cli K orbitz (21 settembre 17;;9). Appartiene alla guerra dei Sette Anni. Il generale prussiano v , Finck non aveva potuto raggiungere

i l gen. austriaco Hadik (che si dirigeva verso Dresda per riunirsi all 'escrcito imperiale) e si era riunito il giorno 15 presso Dobe!n col gcn . v. Wunsch , raccogliendo quivi circa 16. 0 00 u. li 16, presso Alttannebe,g, si trovò di fronte ad Hadik , che sì era avanzato fino al torrente Trie-


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bschc e ne aveva occupata la sponda destra. Fink i l 19 mattina del 4 dicembre tre bg l. prussiani stavano ancora sulla r iva dr. , e per lo spazio di due ore, aiutati dal occupò presso Korbitz un campo circondato da trinceraruoco <l'artig lieria della riva sr., respinsero gli attacchi menti, pose agli ord ini di Wunsch 5 bgl., ro sqclr .1 e delle truppe di Beck , che alla fine si decise ad avanzare. 50a ussari come copertura del fianco sr. a Lercha e a Siebemcichen, rimanendo separato da lu i per mezzo della Quando Koll {u presa, il gen. Dicricke ferito e 49 ufficial i con 1400 u. furO)lO costretti a deporre le armi, con la perripida valle della Triebsche. li 21, il fddmaresc. , di Zweibriicken, venuto da D resda in soccorsò del gen . Haclik - dita di 8 cannoni. Gli Austriaci ebbero pochissime perdite . con una parte del! ·esercito im periale, si d irigeva contro Mejia (Tommaso). Generale messicano ( 1815-1867). En\Vunsch , mentre Hadik doveva assalire il nemico sulla riva trato n,;ll'eserciro, vi diven ne luogotcn. nel 1846 e si diaccidentale, stendendosi sulla linea Luga-Troischcn. Dalle stinse nella g uerra contro gli Stati 10

antin1criclianc fino a notte inoltrata vi

fu

un v ivo

scambio d i fuoco d'artiglieria tra Wunsch e l'esercito imperiale. Gli avamposti p russiani furono rigettati, ma il p rincipe non diede l'attacco decisivo avendo unicamente di mira che Finck si indebolisse di tre bgl. per inviarli a Wunsck, d i maniera che i 19 bgl., i 32 sqdr . e le numerose truppe leggere di Hadik si trovassero di fronte soltanto 9 bgl., 15 sqdr. e 400 ussari prussiani. Con tutto ciò Finck ordinò alla sua ala dr. (maggior gen. v. Rebentisch co11 5 bgl. seguito dalla cavalleria) · di attaccare per non farsi tagliare la via verso T orgau dai Croati di Ilre1\'tanos, sparsi tutto attorno. Cpntcmporancamente spinse l'ala sr. con la artiglieria pesante fino sopra le alture ad oriente di Lothain. Le batterie austriache ad ovest di questa loca lità furono ridotte al silenzio e i Croati assaliti presso Troischcn fuggirono : anche due rcgg. di fantnia venuti i n loro soccorso dovettero riti rarsi in disordine e [urooo presi una bandiera e undici cannoni. Ma quando la cavaller ia prussiana si mise all'inseguimento venne rigettata da quella austriaca più numerosa e inseguita fino a Kaschka . Un "altra parte dei corazzieri austriaci assalirono i bgl. d i Rebentisch, ma fu~ono respinti . Anche un secon00 ai.tacco della cavalleria prussiana fallì. I cavalieri austriaci ripresero la maggior parte dei cannoni perduti, di più si impossessarono di sette pezzi e di due mortai prussiani. L'ala dr. di Hadik era rimasta inattiva come il principe Zweibriicken. Quando, sopraggiunta la notte, terminò la battaglia, i Prussiani occupavano Lòrhain che bruciava e portarono la loro ala dr. sull'altura di questo vi i. làggio. Ambedue le parti si attribuirono la vittoria. II. Battagli" di Meissen (3-4 dicembre 1759). Appartiene alla guerra dei Sette Anni. Malgrado l'infortunio· di Maxeo, il re Federico non pensava affatto ad evacuare la Sassonia. I suoi avversari accampavano nelle vicinanze di Dresda cd i Prussiani occupavano Freiberg e M . Presso M. , sulla riva dr. dell'Elba, si trovava il gen. v . Diericke con 3200 fanti e 13 sqdr . Il ponte di barche di Sorncwitz era s:tato rotto dal mov imento dei ghiacci e v. Diericke era minacciato dalle truppe leggere de l feldmaresciallo barene von Bcck che si trovava a nord -ovest di Dresda. Alla fine cli novembre, quando ,I ghiaccio ebbe rotto il ponte, il C. d' A. di von Beck, rafforzato dal reparto dd gen . Pelleg rini, avanzò contro A1. e il 3 diccn1brc raggiunse Weinboh la. Diericke occupò il Fiirstenberge copre ndosi a s,·. con due bgl. a Bohnitsch, i quali dovevano ritirarsi sul Ratsweinberg qualora fossero stati minacciati dalla mar cia di Pellegrini su G robem per le alture di Proschwitz. A Dicricke non rimaneva che ripassare l'El ba ingombra di ghiaccio su barche e zattere. li re mandò sci cannoni pesanti sulle altmc della riva sr, presso M . che riuscirono a ridurre al silenzio due cannoni del Pellegrini, costringendo il suo reparto alla ritirata. Frattanto la cavalleria e l'artiglieria pesante passarono l'Elba, seguite dalla fanteria, per prendere posizione sulle alture t ra M. e Siebeocichen. Dicricke si era ritirato dal Fiirstenberge verso Koll. La

Un,ti. Immischiatosi nelle lolte intestine , fu uno dei capi dei cattolici messicani. Rivale d i Juarez , divenne sostenitore dell'imperatore Massimiliano, che servl finu al1'u ltimo, venendo preso con lui e con lu i fucilato a Queretaro.

Mejillones. V . .111ga11,os. Mel (Isidoro). Avvocato liscaMejia Tomaso le militare e scrittore del secolo XIX, n . nel Veneto. Scrisse : « Il codice penale per l'esercito italiano illl\strato »; « li codice penale marittimu comparato col codice penale dell'esercito»; « Le leggi e il diritto · in ternazionale secondo il moderno diritto inrernazionale »; ecc. Fu deputato al Parlamento nelle legislature dalla XVf alla XXTI, meno la XX, per i Collegi di Trev iso e Vittorio Veneto . Melard i (Salvatore). Generale medico della R. Marina, n . a Messina nel r86J, entrato. in ser vizio nel 1881, promosso brigadiere generale ne.I 1918, collocato in P. A. nel 1920, p romosso magg. gene.raie nel 1923, ten. generale nel 1926, Prese parte alla campagna d'Africa dd 1894Melas (ba.-oue Francesco). Generale austriaco (1729-1806). Combauè 11ella guer ra dei Sette Anni, e poi conrro i F rancesi sul Reno e i,1 Italia, comandando quivi l'esercito ausLriaco nel 1799; ai successi di qucll"anno, a Cassa.no e a Novi, tenne dietro nell'anno seguente la sconfitta che subì a Marc11go. Ritornato in patria, venne non1inato e.o~ mandamc militare nella Boemia, dove morì dopo d i essere stato col.locato a riposo nel 1803.

lv1e1as F rrmccsco

Mclchiori Giacinto

M elasiva. .è. una varietà d i d iatomee i cui residui minerali costituiscono p reminentemente la farina fossile, impiegata nella preparazione delle d inamiti. La scelta, anzi, del tipo più appropriato cli farin a fossile per l'anzidetta preparazione, è basata appunto sulla prevalenza in essa delle diatomee e, più particolarmente, de, generi Melasiva,

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Epichemia, Navicula, la forma tubulare delle q uali meglio si presta a favorire l'assorbime1llo della nitroglicerina .

M elassa (o Milas o Melissos). Ant. città della Caria i.nferiore, ant!ra111entc Prinasso o Mylasa.

Assedio di Jfeùi.sso (zor a. C .). Appartiene alla guerra che la Macedonia e la Siria avcvaJJo mosso fin dal 205 a. C. all'Egitto, e fu impreso da Filippo V, re di Macedonia, il quale, dopo aver preparati i g raticci, incominciò le mine. Ma tornandogli vana l'impresa, per essere il luogo sassoso, ;muò un ripiego. i)i giorno faceva scalpore sotterra, come se si lavorassero k mine, e di norte recava terriccio da altro luogo, e gìtt<lvalo presso la bocca degli scavi, per modo che i cittadini, argomentando dalla quantità della terra accumulata, rimanevano sbigottiti. Da principio adunque i Melassesi resistettero valorosament<>, ma, dopo ' che Filippo li fece avvertire che il loro muro era puntellato per l'estensione dì due iugeri ci rca, e vi aggiunse la domanda, qual del le due amas-

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che lo ampliarono nel 1535. Le origini di M., designato nelle vecchie cronache col nome d i Marigt1a1Jo, sono molto antiche. Ebbe parte J\elle guerre comunali, soffrendo danni ora dai Milar,csi, ora dai Lodigiani. Federico Barbarossa gli recò guasti e Federico fl, nel 1239, lo incendi.ò e distrusse in dispetto dei Milanesi, i quali lo rifabbricarono subito e quattro anni d opo, costrinsero sotto le sue mura Enzio, figlio dell'imperatore, a battere in ritirata.

I. Battaglia di Marig11ano (13 -i 4 settembre 1515). Appartiene alle lotte tra Francia, Spagna e Impero per la supremazia in Italia. L'esercito francese, comandato dal maresc. Trivulzio, presso il quale trovavas i il re Francesco I, si e ra portato verso M. sul Lambro, allo scopo di separare gl i Svizzeri al soldo dello Sforza, dall'esercito ciel Cardona, e di ricollegarsi con i Veneziani del campo di Lodi, condotti da Bartolomeo Alviano. li .r3 settembre 1515, i Fra ncesi ponevano i l campo su due lince, avanti

sero n1egl io, o uscire con sicurtà, o perire tutti insie1ne con

la città, arsi che fossero .i puntelli, fede a questi detti, si arresero.

cittad ini, presta11do

M elber (Angelo). Gcnera)e commissario della R . Marina, 11. a Napoli nel 1852, entrato in ser vizio nel 1869, venne promosso maggior generale nel 19r I, collocato in

Posizione Ausiliaria nel nel 1918 .

1912,

promosso tenente generale

Melchior (Giulio). Ammiraglio francese (1844-1908). Partecipò al la spedizione del Messico; nel 1870 fece la campagna della Loira e nel 18ì7 fu inviato nella Nuova Ca ledonia. Nel 1904 fu nom inato preferto marittimo del circondario d i Loriem, quindi ispettore generale permanente delle flottiglie di torpediniere e sottomarini.

Dattaglia di Marignano (Melegnano) (1515)

Melchiori (Giacinto ). Generale, n. a Crespano Veneto nel r870 . Sottot. dei bersaglieri nel 1893, partecipò alla campag na eritrea del 1895-96 e poi a quel la libica del 1912. Nella guerra contro l'Austria fu ferito sul monte Sei· Busi ed ebbe una med. d 'argento alle Cave di Selz. Comandò i l 164 fante ria e poi il 42 (1917) rimanendo di nuovo ferito al Sober cd ottenendo una seconda mcd . d'argento. All a fine del 1917 ebbe il comando del n° bersaglieri. Dopo la guerra comandò i l 15Zo fanteria e poi il 5° bersaglieri .. In Tripolitania nel t926, andò in A . R. ' Q. nel 1929 'e nell'anno seguente fu promosso gcner;le di brigata.

a M. sulle sponde del canale della Vettabia, affluente del Lambro. Nella prima linea si trovavano la maggior parte dei Lanzichenecchi (L) che si erano disposti sui due lati dell'antica vi, Romana, avendo a lla loro dr . una parte della gen<larrueria (G). Al centro stava la casa del re; il rima nente del la ge11darrneria bivaccava- dietro l'artiglieria, che sotto i I comando di Galiot de Genouillac, si era piazzata avanti sul fronte del campo, lungo · [a riva dr. del canale. In seconda linea si t rovavano i Lanzi della banda nera :. guardia dei bagagli. Nel pomeriggio dello stesso

M el eghino (Jacopo). Ingegnere mi litare ferrarese del sec . .XVL ravo rito da Paolo IU, fu in Roma addetto 0Jle fortificazioni di Dorgo. M elegnano. Comune della Lombardia in prov. di Milano, sul Lam bro. Castello già Visconteo, poi elci Medici

giorno, mentre I'Alviano, venut9 da Lodi, s i trovava presso

il re per p renderne gli ordini, il , marchese d i Fleurangc annunziò che 24 .0 00 Svizzeri con 8 cannoni, condotti dal cardinale di Sion, si avanzavano su tre colonne per attacca re i l campo rea le. Furono subito prese le disposizioni per la difesa e la battaglia cominciò, intanto che ["Alviano si

Battaglia dj Marignano (Melegnano) ( r 5, 5)

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Combattimento di Melegnano ( 1859)

al lontanava al galoppo per andare a prendere rinforzi. Si com ba ttè da ambo le part i accanitamente fi no a notte inoltrata, q uando dovette sospendersi l'azione per l' oscurità . Sul far del giorno del 14, il combattimentu rip rese fu. rioso. I Lanzichenecchi, che la sera prima avevano subito un grave. scacco al passaggio del canale, vollero p rende re la rivinc ita e fecero g rande i1n poto sugli Svizzeri. Il eone•

stabile di Borbone, fratello del re, che comandava l'avanguardia, radunata tutta la fanteria francese e alcuni gendarmi, si gettò contro g lì Sv.izzeri, intanto che i ·artiglieria li cannoneggiava senza tregua . Con tuttociò la battagl ia durava da parecchie ore indecisa . quando d •improvviso si udl nel campo il grido di guerra « San .Marco, San Marco », gentato da lla cavalleria veneziana condotta cl all'A,,iano. Questa attaccò di fianco gli Svizzeri j quali, credendo cli essere assaliti <la tutto l'esercito veneziano, sorpresi da quel~ l'attacco Ìlnprcvisto, cominciarono a cedere e quindi si

ritirarono ordinatamen te verso Milano, lascirndo sul terreno un grande numero cl i morti. Così !'Alviano, cbe per timore cli giungere con troppo ritardo sul luogo della lolla, aveva lasciaro iodicno le fanterie e si era spinto arditamente avanti con la sola cavalleria, ;1veva deciso dell'esito della ban aglia , cl1iamata dal marcsc. T rivulzio che comandava l'esercito francese « .la battaglia. dei giganti ». Tanto i Frnncesi quanto g li Svizzeri erano di forze p resso a poco eguali, ciascun esercito contando circa 35.000 umnini.

IL Combattimento di J\lelcg11t1r10 (8 g iugno r859). Ap-

parriene alla seconda guerra per l'Indipendenza d ' Italia . li g iorno 8 giugno si trovavano a M. , quak retroguardia clell 'Vlll C. d 'A. (Benedek), la brig. Rodcn e alcuni sqdr. di cava lleria, e più a sud, a C. Bcrnata, la brig. Iloér, con !"or-cline d , resistere a forze non troppo prevalenti. N apoleone lii, informato che M . era occupato dal nemico, ord inò al maresc . flaraguay cPHill ier·s, comandante il I corpo, di marciare su tale località per intercettare le truppe austriache che eia Ilinasco e Landriano si ritiravano su Lodi, mettendo ai suoi ordini ·anche il II corpo ed informando il IV di tenersi pronto ad ap poggiare il tnovimento. 11 .Baraguay mosse all'attacco su tre colonne, a cavallo della grande rotabile Milano-Lodi, ce rcando con le colonne esterne di aggirare le posizioni austr iache. Alle ore 17,-15 la colonna centrale, composta della 3a divis. (Eazaine), che procedeva per lo strad ale, ricacciati gli avamposti che occupavano la · linea .Mc1.2ano-S. Ilrcra-Colturano, attaccò frontalmente le difese al margi ne <lei paese, mentre la colonna di dr., 1" di vis. (Forey), sboccata da Ped riano, iniziava un largo aggiramento verso C. Cattanea, e la colonna di sr., 2a divis. (Ladmiraul t) respinto un posto nemico da Rocca Brivio ed attraversata la• Vettabia a guado, attaccava le pr ime c,l SC del vil laggio . Là brigata Roden resiste tte con molto valore al margi ne del paese e tentò due volte un contrattacco, ma, decimata dalle perdite, dovette cedere al numero e r icinrsi nell'i ntern0 del villaggio. Intanto grosse masse fra ncesi muovevan0 su Balbiano ..Dresano con g rave m inaccia per la ritirata delle truppe che difendevano


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M . : era la 2• d ivis. (Decaen, già Espi~asse) del li corpo frnncesc (Mac Mahon), Ja quale marciava per Dresano verso la strada di Mulazzano, con 1'intento d i recarsi per Cologno e Sordio a tagliare_ al nemico la ritirata su Lodi . L'altra d ivis. (1•, La Motterouge) dello stesso corpo, marciava verso Co lturano . Dopo accan ito combattimento la brigata Rodcn fu costretta acl abbando nare M ., sostenuta dalla brigata Iloér, che, con energ ica reazione, arrestato l 'impeto dei Francesi che sboccavano da l villaggio, resistette cor1 molto valore fino a che la b,·iga ta Rodcn non

Ossario di Melegnano (1859)

fu al sicuro sulla strnda d i I.odi. li gen. Boér stesso cadde ferito a morte. Gli Austriaci si ritirarono su Lodi , nonostante la minaccia della 2• divis . (Decaen) giunta sulla strada ~i Mulaz.zano. Perdite: Francesi 887 u. tra morti e ferit i e 64 dispersi su 17.750 11. che presero parte effettivamente al combattimento; Ausrciaci: 460 u. tra morti e fer iti e r.I24 dispersi su 8.000 u. impegnati nella lotta .

Melendez (Nicola). Generale del sec. X IX. Prove niente dall'esercito delle due Sicilie nel quale era i:Jivel~:<to nel J 859 colonnello comand . il regg. art. Re, passò nel r 861 nell 'esercito ital iano col grado <li brigadiere e contemporaneamente fu collocala a riposo. Melegari (conte rlgostino). Generale, 11. a Gav i, m . a Torino (1820-1886). Ufficiale d i fanter,a, partecipò alle g uerre <lei 1848-49. Ebbe la med. d 'argenro a Palestro e quel la d 'argento dei benemeriti della salute p ubblica in occasione dell'epidemia colerica. Colo nne!lo nel 1864, comandò il 54° e poi il 33° fanteria . Magg . . generale comand. la 5• brigata fanteria nel 1874, andò rn n serva nel 1877.

Mclcga,-i conte Baldassare Stefano. Generale, n . a Gavi, m . a Torino (1830 -,900). Addetto all'intendenza mii. , partecipò alle guerre <lei 1859 e 1866 ed a q uella d i Crimea. Colonnello nel 1883, fu d irettore di commiss~riato a Verona e poi a Torino . In P. A . nel 1889, passò nella risuva nel 1894 e nel 1895 fu promosso magg. generale.

Melette di Gallio. G ruppo montuoso, sull 'alt ipiano del Sette Comuni. Fu teatro d i aspri e sanguinosi combattimenti durante la guerrn 1915-18, e par ticolarmente nella seconda fase del!'offensiva austriaca della primavera 1916

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e nel la nostra battagl ia d ·arresto, dopo la ritirata al Piave. Conquistato il monte Cengio, il Eonllidabi k- sperone occiùcntale dell'altip iano d i Asiago, caduto il 3 giugno, gli A ustriaci si volsel'O alla conquista de l bastione orientale dell'a ltipiano stesso, costituito appu nto dal g ruppo delle M. , per tentare di aprirsi i! pasw ve rso la val Ilren ta. l prim i attacchi furono sferral i il mattino del 5 giugno, ma urta• rono contro la salda e valorosa resistenza del gruppo alpino Stringa (hg!. Monviso, Val Maira, 1vlorlx:gno cd Argentera) e della brigata Sassari. Dopo un giorno di sosta , g li A ustriaci ritornarono, il mattino del giorno 7, all 'attacco delle posizioni di monte F ior e Castelgomberto; dopo averle sottoposte a violento l::ornbardamento e , nonostante la fiera difesa de i nostre fanti ed alpini, riuscirono ad impadronirsi del monte Fio r. Il g iorno seguente poterono anc he allargare il loro successo verso nord, costringendo i nostri a ripiegare sul m. Micia e sul Tondarecar. Nel lo stesso giorno, altre truppe austriache r iuscirono a superare la d ifesa dei mon ti Sisemol e Stenfle, che costituivano l'altro pilastro d ifensivo verso la stretta d i val Frenzela, detern1inando così una situazione per noi cstrem_am::nte delicarn. P er fortuna I 'an damenco generale delle opera;i;ioni ofknsive, già orientato verso un con1plcto insuccesso, e le vi cende del l'offensiva russa in Gali;i;ia, indussero il Comando austriaco a sospendere le operazioni ~n Italia, ord inando il ripiegamento dalle posizioni p iù avanzate, che ebbe in izio il g io rnn 25 giugno. La nostra situazione generale, in quel lratto dcUa linea dell'a ltipiano, rimase sempre alquanto precaria, e fu contro d i esso che i l mare,c. Conrad lanciò g randi forze, nel novembre-d icembre 19 17, per cercare d i completare il sue• cesso conseguito nell'alto Isonzo dalle u·uppe austro-tedesche. Il primo attacco contro il sistema delle M. venne sferrato dagli Austriaci il giorno 12 novembre, ma sia in quel la giornata, sia nei g iorni successiv i, fu sempre respinto, con perdite molto gravi, dalle truppe del XX C . ti' A. Un altro t uribond,) atlacco fo tentato dal gruppo Klcttcr , i l giorno 22, puntando da nord sulla fronte monte Tondarecar-n1ontc Badenccchc e da ovest su q uel la di monte CastelgombenoMeletta davanti, cercando così d i avvolgere tutlo il sistema . All 'attacco assisteva l ' imperatorc d'Austria. ma alla sera non potè essergli recata altra notizia cl1e quella <li un insuccesso. Riusd infine il Conra<l ad impadronirsi del gruppo ùdlc M. con un altro formidabile auacco, il giorno 4 d icembre, ma ormai esso aveva assolto il suo compito, logorando per circa un mese le forze avversarjc, e per-

mettendo d i allest ire una Linea arretrata, atta a sbarrare ancora a ll'avversario la val Frcnzcla e ad impedire che lo schieramento ncrnico gravitasse d irettamente su l fianco occidentale del Grappa . Infatti, nonostante gli assalti r ipetuti dagli Austriaci nei giorni 5 e 6, e 24 e 25 d icembre , 11011 fu loro da,to di superare g li ultimi spalti dell 'altipiano, che dovevano rtsistere validamente anche nell'offensiva del giugno 1918, ossia nella battaglia del Piave.

Melfi. Città in prov. d i 'Potenza, a 520 m . d'alt., sopra una collina, alle falde del M. Vulture. L 'epoca della sua fondazione è avvolta nelle tenebre del passato: i più la considerano di origine p reromana e, propriamente, ed ificata da un n ucleo di popolazione della Mar;na Grec ia presso i l fiume Melphis, da cui avrebbe preso il nome. La città sofferse moltissimo per l'invasione dei Goti, fino a che questi non furono definitivamente scacciati dai Greci , passando quindi nelle loro mani. Assalita spesso dai L ongobardi e varie volte dai Saraceni , fu i nfine liberata nelI'876 da Ludovico li, imperatore d'Italia ; ma, quando


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questi ripassò le Alpi, i predoni Saraceni la ripresero. Ve,rnc in seguito nuovamente occupata dai Greci; quindi dai Longobardi. che la tennero fino al 1or8, epoca in cui il capitano Melo che la governava, pur servendosi dd1'aiuto di un pugno di avventurieri normanni per primi capitati in Italia , veniva sconfitto (ottobre 1018) a Canne, dai Greci, nelle mani dei quali la città nuovamente pas' sava, per restarvi fino al ro40, quando cadde, con la reg io ne, in potere dei Normanni. Da quest'epoca cominciò ad acquistare potenza e splendore, guadagnandosi successivamente un 'aJ.ca rirtornanza nella storia medioevale dcli 'Italia 1ncridionale e costituendo per i Normanni la prima e più forte piazza da essi fino allora conquistata, riten uta come la più adatta ad accoglierne i con~•egni rcr deliberare sugli affari più important i del loro govcrco. Infatti nel ro42 vi tennero la prima assemblea generale, con l'intervento rii Guglielmo il conqu istatore, i l quale fissava la sua sede a M., scelta come capitale di tutti i d omin'ì normanni. La città fu abbellita, cintata d i mura ~ fortificazioni; sul punto più elevato delli' collina venne COSlruito un maestoso e potente castello (rn43). Ancbe i rJntcfici la reputarono degna di accogliere qualche concilio generale. Papa Leone IX, che non gradiva l 'ingrandirsi della potenza dei nuovi conquistatori> mosse loro guerra; ma i Normanni , guidati da Uni fredo, sconfissero le m ili1,ie papali nel 1053, facendo prigioniero )o stesso Pontefice il quale fu costretto a riconoscere al vincitore i l suo potere sulla contea di Puglia. Roberto G uiscardo dedicò molta cura ;.JJ'abbellimento della città, rafforzando ancora il Castello. In quel tempo, il papa Niccolò li, per abbando,iarc la politica favorevole all'imperatore di Germania fi n'allora seguita, assicurandosi però ]'appoggio cli uno Stato forte e guerriero, indiceva a M., nel luglio del 1059, un concilio; e, con l'occasione, dava a Roberto 1; invcstitura del!~ terre li mitrofe conquistate, concedendogli altresì il titolo di « D uca di Puglia, di Calabria, e di Sicilia ", con l'obbligo cli pa gare un annuo tributo e di mettersi sotto il patrocinio della S . Sede. Questo primo atto d i riconoscimento ufficiale portava i Normanni a inserirsi nei quadri della g rande politica internazionale. Nel 1060 i Greci invasero l~ Puglia e strinsero 1\,[. d'assedio; Roberto, con l'aiuto del fratello Ruggiero, la liberò sbaragliando cornpletamcntc gli assa-

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litori e costringendoli a imbarcarsi a Bari . Da M., capitale del dominio normanno, d ivenuta ormai cent; o di vita polilica e amministrativa di buona parte dell '!talia meridionale, Roberto nel 1075, avendo tolto di sorp;-csa a Gisulfo la città d i Salerno, · vi trasterì la sede dei suoi domini; senza che, per questo, M. perdesse la rna importanza. A Roberto nel 1085 successe il figlio Ruggiero 1, il quale , in occasione del concilio generale tenuto a M. nel seltembre del 1089 dal pontefice Urbano Il, riceveva da questi l'investitura, 1nentre nelia stessa ci rLG!ta.nza si con chiudeva la lega per la conquista di TenasantJ. M . più tardi si ribellò a Ruggiero 11, sottomettendosi al papa Onorio II. Ma, nel n28, Ruggicro II costrinse il Papa ad investi rlo del Ducato d i Puglia, di Calabria e di Sicilia, ed in seguito passò a M., che prese di assalto, distruggendone le opere foFtificate e smantellando il casrelh, che d ue anni dopo, però, faceva restaurare (r 130). Fu n M. che Ruggiero II, nel II29, tenne la famosa « Dieta generale " , nella quale fu stabilita la fondazione della Mo~archia siciliana . Nel 1133 M. e altre città di Puglia gli si ribellarono nuovamente; Ruggiero venne dalla Sicilia con un esercito, agguerrito e menò strage dei rivolto..;i, incendìan# clom: le case. Il 30 o ttobre n37 Ruggiero li fo scon.fitto da Rainulfo, signore di Aversa, lasciato in Ital ia dall'imperatore Lotario ll d i Sassonia, perdendo così il dominio di M. e della Puglia. Ma, rit.ornatovi nel 1138 con forze poderose, riusciva a riconquistarla - ciò che avvenne però solo nel 1139, dopo la morte di Rainulfo creandone duca i l figlio primogenito, principe Ruggicro. Egli fece d i M. la sua residenza preferita e sicura, dè:dicanciovi i necessari mezzi per ampliarla e abbellirla. Con la morte di Ruggiero Il l'autorità e lo splendore di M . andarono diminuendo, fino a che poterono risorgere, all 'epoca della dominazione degli Svevi. Nel I 167 la citt,, fu saccheggiata dalle milizie d i Fede, rico Barbarossa in unione ai Genovesi; nel u90. essendosi ribellata al re Tancred i, .fu ripresa dopo aspro combattimento da Federico, conte d i Acerra, che mi litava sotto le insegne di Tancred i. Nel 1193, insieme ad altre città pugl iesi, veniva occupata clall'irnpcratorc Enrico VI, figlio del Barbarossa, nuovamente ribellandosi però, net 1I96, alI'auto rità imperiale. Queste freque nti ìnsunezio,11 e ribtl-

Il castello d i Melfi: lato sud-est

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]ioni ebbero tenniue nel n99, allorchè M. fu defin itivamente conquistata e domata dall'esercito dell'imperatore Federico Il di Svevi a, il quale si trasferì a M . con nma la sua Corte nel 122r, e fu da a llora che la cmà, divenuta sede p rediletta degli Svevi, riacquistò il Stio prim it ivo splendore, accogliendo ancora convegni, rnncìli come quello di Onorio I1I (agosto 122r) nonchè riuniol1i d i duchi, baroni, grandi capitani. Eg!i fece de l castello di M. la sua abituale residenza estiva fino a lla sua morte. Nel r255 la città passò, con le Puglie, sotto il domii_1jo d i Manfredi . Con la dominazione angioina nel !'-!apoletano ini-

Port3 Venosina a lVJelfi

pili.

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Giovanni Caracciolo, caduto poi .m

Br?ccio di Ferro nel 1043, venne rafforzato da Robcr.to Guiscardo, verso il 1059 e da Ruggicro Il nei J 130. Ma fu Ca1·lo I d'Angiò che, fra il 1278 e il 1282, lo rifece quasi interamente, con l'opera di Riccardo d a F oggia, Jcan de Toul, Pietro d 'Angicourt e Baucelin de Linai,. Era rinfor zato da tre cinte d i m ura , circondato d~ profondo fossato e possedeva sette colossali torrion i: tre ccttangolari e quattro pentagonali ; l'ing resso p rincipale aprivasi sulla china del colle, verso il fiume.

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Castello d i Melfi: 1 , poote levatoio; 2, fos~ato; 3, 4, 5, 6, 7, cortili; 81 9 1 10, 1 r, 1 2, 1 3, torrioni. Scala 1 : 2000,

ziatasi nel l266 M. divenne città regia, e t ale restò fino al 1348, epoca in cui Giovanna I , per intercessione d i Cleme nte VI, la concesse, col titolo di Contea, al gran siniscalco del Regno, Niccolò Acciaiuoli. Sotto il dominio di q uesti, la città . fu presa dal re Luigi d ' Un)!heria, ma il castello, d ifeso da Lorenzo Acci;<iuoli, respinse un assalto d i viva forza, e resistette poscia per sette mesi alle m il izie del re, comandate da Gentile d i San G iorgio, il quale in vano , battè le mura con macchine, e la ebbe solo per penuria di viveri. La regina Giovanna Il. nel 1416, concesse la signoria cli M ., col t itolo d i duc.ot<l'. alla famig lia Caracciolo; nel 1528, regna ndovi Giovanni III Caracciolo, M., per la sua posizione geografica e strategica, doveva d ivenire il fulcro d i un notevole episodio delia graude lotta fra Carlo V e Francesco I. Infatti, essendosi la città d imostrata favorevole agli Spagnuol i, venne cin ta t! 'assedio dai Francesi del Lautrec e dai le lfande Nere guidate da Pietro Navarra. La lotta fu asprissima (tanto che i n questa campagna, il numéro delle perdite si ta ascendere a \8 m ila morti) e la città, ancorchc strenua• mente ed eroicamente difesa, cadde il 23 marzo 1528 nelle man i d egli assalitori, c he · la saccheggiarono e l'incendiarono. In seguito a <1uesta sanguinosa batt1glia, Carlo V d iede a M. il titolo d i fedele; ma le con.scgueazc mii. e politiche del subìto scacco non furono lievi e, per quanto riguarda la ciuà, è ceJ"to che essa, da allora, non si riebbe

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disgrazif

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Cado V, veniva privato del ducato d i M., il quale, con ailri domini vicini, il 20 dicembre 1531 era, dallo stesso Carlo V, <lonato in feudo ad Andrea Doria. D,1 allora la cjnà seguì le sorci delle Puglic.

Castello di Melfi. Costruzione d i mole maestosa, piantata sul punto più elevato della città. E rett'.) da Guglielmo

Melfort (Luigi Drummond di). Ufficiale e scrittore mii. francese (1726-1788). Comba ttè sotto il maresc. ài Sasso11ia nelle g uerre del suo tempo. f'ra le sue opn e: « Saggio sulla cavalleria leggera» e ,." Trattato sulla ca,,,dlerìa » . Melicov. V. Loris Melicov. Melik. V. Aiubùi e Selgiucidi.

Me/ik e/ M,wsur. Xl sultano della dinastia dei Mammalucclli Bahariti d 'Egitto (1250-1299). Tedesco di nascita, fu dapprima ncll 'ordine teutonico. Essendone stato cacciato, passò in Egitto, si convert.l all 'islamismo, en.trò nelle file dei ,Mammalucchi, divenne governato;:c d i Damasco e della Siria. N el 1291 p rese ai Cristiani San Giovann i <l 'Acri e nel 1299 venne chiamato al governo del l' Egirto. Co1.npì conquiste nell 'Asia Minore. Melìlla; Città dell 'Africa, possedimento spdgnuolo a sud del capo Trcsforcas, su!la costa sette ntrionale del Marocco. Dominata dal mon te Gurugi1, è ten d;fesa dalla parte d i terra , con forti staccati, e dalla parte d i mare. Il porco è piccolo e mediocre. Fu \J n'an.tica colonia romana (lJusadir oppidum) della Mauritan ia Tingitana. Venne occupata, né! 1496, dagli Spagnuoli c he non l'abbandon arono pi/1 e la fortificarono re ndendola quasi inespugnabile. Nel 177 1 i Mori l'assediarono lungamcnlc senza riuscire a farla cadere. Da allora M. è stata ursgcllc di f\Umcrosi attacchi d a parte delle vicine tribù n ffane, ma resi• stette sempre . Operazioni inrorno a Meli/la (1909). Avendo g li Spag nuoli deciso fi! costruire ferrovie per raggiungere miniere

d i minerali sui gebel Afra e Kafer, i Riffan i decisero d i opporsi con le armi e attaccarono i lavoratori, costrlri-


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Le anticbe fortificazioni cli 1Vlelilla

gendo le truppe spagnuole ad intervenire, agli ordini del gen. Marina . Su lla h ne d i luglio, 6000 Riffani attaccavano g li Spagnuoli più volte, ma venivano sempre respinti. Tut{avia fu necessario inviare rinforzi dalla Spagna, i quali amtnontarono a 3 0 .000 u. Prima che questi arrivassero, su lla ferrovia a sud d i M. un violento assalto riffano costava un mig liaio d ' u. di perdita agl i Spagnuoli. Il gen. Marina o rdinò su due d ivis. (gen. Oroczo e T ovar) le t ruppe mobili di cui venne a disporre, e tece 6ccupare i capi delle Tre Forche e dell'Acqua , avanzando con metodo per isolare jl massiccio del monte G urugù, dove i R iffan i avevano la loro base . Nel mese di settembre, l'accerchiamernto del. Gurugù era riuscito con lievi perd ite, e alla fine del det.to mese le .operazion i pottnno dirsi term inate, avendo i Riffani abbandonato ii conteso monte.

fesa austriaca nella valle del Chiese , fu comoiuta con una felice azione delle t rnppe della 6~ c\iv is., svoltas, tra il 18 ed il 2 0 ottobre ,915. Sul M . avanzò arditarnenlè una colonna del 78° rcgg. fanteria, che irruppe nelle trincee avversa rie, costringendo il nemico all a fuga; poco dopo gli Austriaci perdevano anche il m. Pa lone.

Melita (Giuseppe·). Generale, n . a Messina, m . a T or iuo (1866-1931). Sottot. di fanteria nel 1887, partecipò a tutta la guerra contro l'Austr ia. Colonnello nel 1916, comandò il 97° e poi il 243° fa nteria. Ferito sul m . Lemerlc (1916) cd a K.ori te nel 1917, fu decorato della cro~e da ca, . dell'O . M. S. e di tre med. d 'argento per 1 cornbammenti sul Lemerlc, sul Sabotino, ad H udi l..og ccl a Korite. Brigadiere ge nerale nel 1918, andò in P. A . S. nel 1920. Melìtea. Città della Tessaglia, nella Ftiotide. Nel 322 a . C . vi si svolse una battaglia che apparuene ;,Ila guerra L~miaca, e fu combattuta e vinta dallo stratega ateniese Ancifilo, capo dell 'esercito federale greco, che disponeva di 22.00 0 fanti e 3500 cavalli, contro il principe macedone Lec,nnato, accorso dal la Frig ia con 2 ~ . 000 tanti e 2500 caval ieri in soccorso del reggente di Macedonia, Ant ipatro. assediato in L amia. Meli tene, V. Malatia .

La fortezza di rvI'elilla

Mel inite, Esplosivo inventato nel 1885 da Turpin ed ottenuto con l'acido picrico fuso e compresso. Nel 1886 fu dal governo francese adottato come esplosivo rcgo 1amentare cli guerra, in sostituzione della dinamite . La melinite è una sostanza cli color g iallo; in principio' ven iva preparata con acido picrico p. 70 e <liilitroccllulosa, sciolta nella miscela alcool-etere, p . 30. Attualmcnre, invece, si allest isce impiegando solameote acido picrico, il quale, fuso a· 122°, si cola direttamente nella granata, mentre !a s u. pe rfide inte rna, previamente ricoperta di una speciale ver.

nice, è man tenuta cald a. 11 proietto, in seguito, viene do. tata di una spo letta a tempo, con innescc di fu}n1inato di mercurio e acido picr ico in polvere. L 'Inghilterra adottò lo stesso esplosivo ne\ 1888, sotto jl nome di « L y<ldite »; la Germania lo chiamò « Gran,+t-fiillung ,888 »; il G iappone polvere Shimose •>; l 'Italia Pertite ». La .H. viene anche largamente adoperata, sotto forma rli canucce cilindric he) nei lavori di 1nina; e, per la sua jncong elabilità ,

trova appropriato impiego per la rottura dei ghiacci.

Melino. Monte del Trentino, in val Giudicaria, allo sbocco di val Daone, alt. 14 22. La conquista di questo monte, che col m. Palone costituiva un ridotto della di-

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Melito (di Napolt). Comune in prov . di Napoli, sullo stradale che da Napol i conduce ad Aversa. ~cl I349 vi avvenne un c01nbatt.imcnto tra i baroni napoletani seguaci di Luigi di Taranto, e il re Lu ig i d 'Ungheria accorso a vendicare la mo11te del frrtello Andrea. Quest '11ltimo r irnase vincitore.

Melito di Porlo Salvo. Comune in prov . ,·li Reggio Calal:ria. Sorge in prossim ità della spiaggia, sulla dr. dell 'Alice, all 'estrem ità della Calabria . Nel sette'11bre del 1860 vi sbarcò Giuseppe Garibaldi per marciare all' ;mpresa di Napoli. Nel 1802, Garibaldi vi sbarcò una seconda volta durante la marcia su Roma , che terminò con il combattimento di Aspromo nte.

Mella (Giuseppe). Generale del sec. XIX. Part:cipò alle g ùerre dell'Indipendenza come ufficiale d'a rtiglieria. Colonnel lo nel 186r, fu comandante d ' art. a Pavia. M;1gg. generale nd 1866, fu membro del comitato della sua arma sino al 1873. Mellana (Stefano). Ammiraglio, n. a Casale Monferrato nel 1874, entrato in servizio nel r888, promosso contrnmm ir . nel 1926, ;unrnir. d i divis. nel 1927. Nelle operazion i in 13enadir in seguito all'eccidio de lla Carovana Cecchi nel 1856 guadagnò una mcd . cl·argento. Prese parte alla guerra mondiale. Poi fu comandante tlel R . Arsenale


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dc La Spezia , _comandante mii. mar . di quella piazzaforte ( 1926), comandante della 2• divis . . siluranti, della -divis. sommerg ib ili (1929) e, nel 193r, d ivenne v1cepresi<lente de~ Consiglio sup~iore di Marina.

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sfuggire ai Greci e riparò ad Ascoli. Dol'o qualche anno tornò in campo con nuove forze, e riportò q ualchc successo, ma infine, sconfitto, riparò in Germania e morì nel ro20 a Bambcrga.

Melogno (Colle d,). Passo delle Alpi Liguri che mette in comun icazione la Riviera di Ponente col bacino padano. La strada rotabile si stacca dalla litoranea a Finalmarina, tocca Finalborgo, indi abbandona la valletta della Pora, risalendo sul dòsso occidentale di questa, e raggiunge il valico (1027 · m.) presso l'Osteria di M., sul fianco meridionale di M. Settcpani; di là scende a Calizzano Mellet. V. Bimàl. sulla Bormida occidentale. Completa la serie dei valichi alpini liguri ed offre un discreto accesso intermedio fra i Meliinet (Francesco Amato). Ufficiale francese (1768due contigui di S. Bernardo e di Cadibona. Come tale ·1852). Fu viccispettorc delle rassegne d urante l'Impero fran. ebbe funzione sussidiaria durante alcune fra le molte ope-cese, e capo di S. M . della Giovine Guardia a Waterloo. razioni di guerra svoltesi nell'evo moderno a cavaliere !Esiliato alla Restaurazione, nparò nel Belgio, dove nel delle Alpi Liguri. 1830 organizzò un corpo di volontari per la lotta contro ,l'Olanda. Avendo partecipato ai moti repubblicani del Combattimento di . Melogno (1795). Appartiene alle guerre ;1848, fu arrestato e condannato, e morì i n carcere. della Rivoluzione francese in Italia. li 25 giugno, i l generalissimo austriaco Dcvins, alla testa di 30.000 u ., atMcllinet Emilio. Generale francese, figlio del l'recetaccç, i colli di Linfcrno e di Terme, per potersi poi im,dcntc (r79R-r894). Partecipò alla campagna contro i Costi- padronire di M ., ma fu respinto dal Kellermann, che aveva tuzionali spagnuoli ( r821); poi combactè nella campagna previsto l'attacco. Contemporaneamente una divis. <li 12.000 ,.p er la conquista dell'Algeria e vi raggiunse il grado di uomin i assaliva le trincee di Vado, d ifese dal gcn. Laharpe, _gen. di briga.ca, guadagnando quello d i gen. di divis. il quale riuscl a mandare a vuoto il tentativo nemico. nella guerra <li Crimea. Si distinse a Magenta nel 1859 Ma un corpo austriaco della stessa forza occupava il posto ,e passò od ia riserva dieci anni dopo. importante di S. Giacomo, e il gen . austriaco Argenceau sorprendeva la ridotta di M., difesa da due soli bgl. e Mellini (Giuseppe). Ge_nerale, n. a Portoferraio , m. a ;Signa (1832-1909). Proveniente dall'esercito toscano, passò se ne impadroniva. Questi due successi austriaci furono un crollo per tutta la linea francese. Lo stesso giorno ed i .in quello italiano col grado di capitano d'art. Colonnello due seguenti, jn vari c01nbattimeniti i Francesi tentarono d.i ,11el 1881, fu direttore d'art. a Napoli, e poi direttore del,! 'opificio arredi militari. In P. A. nel 1887, fu promosso riparare al rovescio subìto, e Massena ricevette l'ordine da Kellermann di riprendere le alture di M. con quattro bgl. mella riserva ·rnagg. generale nel 1892 e ten. generale Favorito dalla folta 11cbbia che nascondevf al nemico la .nel r903 . debolezza delle sue forze, Massena raggiunse i trinceraMellobaudo. Generale romano del sec. IV. Di origine menti di recente occupati · dall 'Argent~au e lanciò i suoi franca , entrò 11ell'cscrcito romano e vi divenne nel 354 soldati all'attacco. Colti alla sprovvista, g li Imperial i furono tribuno. Sotto ,Giuliano e Valentiniano ebbe importanti cotravolti e M. fu ripresa ad eccezione della ridotta. Le almandi. Nel 378 sconfisse gli Alemanni che avevano invaso ture di S. Giacomo vennero abbandonate, e la linea fran• .il territorio dell'impero. ccsc fu ristabilita . Riavutisi dalla sorpre~ , gli Austriaci, aiutati dai Piemontesi, ritornarono al! 'attacco da tutte le Melloni (Antonio). Ingegnere militare cremonese del parti e la zona fu teatro. di una successione continua di · SCC. XVI. Fu dapprima in Austria, dove lavorò alle forticombattimenti. Ura vincitori, ora vinti, i Confederati non ,ficazioni di Vienna . Passato in Francia, diresse gli assed1 conservarono che la ridotta di M ., la quale, dominando .d i Darnvilliers e Montmédy costruendo un ca.inl'o t rinceVado, impediva a Kellcrmann di conservare la posi-Lione .rato sul Reno capace di 44.000 uomini. Fortificò Montd; Finale, per lui indispensabile. Tanto che ordinò di plaisir difendendola contro gli Inglesi. Cost russe il pcn~uovo a Masscna di impadronirsi della ridotta. Questi, ,tagono di Outrcau all'assedio di Boulogne (1549) e diresse dispose. le sue truppe su tre colonne, ne diresse due per l 'irnbottigliamcoto del porto, cadendo ucciso per un colpo ~ccerchiarc a dr. e a sr. il nemico, e con la terza pensò .d'a_rma da fuoco prima che la fortezza si fosse<w arresa. di '1ttaccarla di fronte. Ma la nebbia, che prima l'aveva favorito, questa volta sconvolse i suoi piani; le due coM ellrichstadt. Borgo della Baviera, sullo Streu. li 7 lonne che dovevano accerchiare il nemico, smarrita la .agosto 1078 v i si svolse una battaglia che appartiene alla strada, si riunivano a quella centrale e Massena fu costretto _guerra fra :il re di German ia Enrico III e il duca di ad attaccare di fronte i trinceramenti austriaci, difesi da Sves ia Rodolfo. Enrico riusciva sulla dr. a mettere in artiglieria. li combattimento fu accanito e sanguinoso, ma .fuga l'ala opposta nemica, me1ure sul la sr. i suoi vcnilo slancio dei Repubblicani s'infranse contro la tenace res1nno respinti dai Sassoni di Rodolfo. Ma i fuggiaschi dÌ'o.,, steoza degli I mperiali, e i primi dovettero ritirarsi. ,questo duca erano assaliti e sgominati dalle popolazioni insorte a favore di Enrico,, al quale in tal modo rimase Meforia (La). Isolotto di fronte al porto di Livorno, .assicurata !'a vittoria, che due anni dopo fu decisiva da cui dista 6 Km. La repubblica di Pisa vi eresse una .a Merseburg. torre. Fu detta impropriamente della M. la baittaglia naM ellaria. Ant. città della Spagna, presso lo stretto di ·Gibilterra. Nell '80 a. C. vi si svolse una battaglja che appartiene alle guerre civili del tempo di Mario e Silla, e fu combattura e vinta dal democratico Quinto Sertorio, -chiamato dai ribelli Lusitan i, contro Aurelio Cotta, il quale ~on una squadra sorvegliava lo stretto di Gibilterra.

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Melo. Patrizio barese ,del sec. XI, di origine longo,barda. Ne l 1010 riuscì a raccogliere un piccolo esercito,

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..-reclutato nel n1ezzogiorno, e con esso tentò d i cacciare i

,Greci dall'Italia meridionale. Assediato in Bari, r iuscì a

vale del Giglio (V).

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I. Battaglia della Meloria (1284). Appartiene alla guerra fra Pisa e Genova. Quest'ultima allestl una flotta di 88 galere al comando di Oberto Doria, compresavi, richia-


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mata in patria dalla Corsica, una flotta di 30 galere agli ordini di Benedetto Zaccaria. 1 Pisani alla loro volta ar marono !03 galere, che posero agli ordini di Alberto Morosini, podc~tà di Pisa, il quale, schie rate le sue navi fra la foce dell 'Amo e il Porto Pisano, assunse il comando del centro, dando quello della dr. ad Andrcotto Saracino e quello della ·sr. al conte Ugolino Della Gherardcsca. 11 Doria, che crasi diretto alla Mcloria, fece allontanare alquanto la squadra dello Zaccaria e avanzò verso lo schieramento dei Pisani. Questi allora mossero all'attacco delle gale:e genovesi. Appena attaccata 'la battaglia, comparve lo Zaccari.a sul fianco e a tergo delle navi pisane e si com battè per qualche tempo fieramente da ambo le parti . Ma a poco a poco la resistenza <lei Pisani fu sopraffatta, e lo stesso Morosini ferito, e presa la sua galera. Tanto che il conte della Gherardesca di~cle il segnale della riti-

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Melton Prior (M.). Giornalista inglese, rn. nel 1910. Fu per lunghi anni corrispondente di guerra del " The l!lustrated l.ondon News ». Partecipò alla c.impagna contro gli A-scinnti (1873); alla guerra civile di Spagna (1874);. a quella turco-serba del 1876 e alla susseguente russo-turca. del 1877-78; alla campagna austriaca in Bosnia Erzegovina (1878); alla prima (1880-81) e alla seconda (1899-1992) guerra,. contro i Boeri; alla campagna d 'Egitto contro Arabì Pascià. (1882); alla guerra d'indipen denza a Candia (189i); alla guerra russo-giapponese (1904-1905); ecc. Melucci (Franc·,•.,co). Generale, n. nel 1863. Sottot. d• fanteria nel 1882, andò in Ì'. A. nel 1915. Colonnello nd r916, divenne nella riserva ge.nerale cli brigata nel 1927. Melun (ant. Melodrmum). Città della Francia settentrionale, capo!. del dipartim. di Scinc-et-Marne, sulla Senna. La città, di orig ine gallo-romana, occupava una volta soltanto un ' i·s ola della Senna; poi si estese su le due sponde del fiume. Su la riva sr., a sud, è il sobborgo di Sant'Ambrogio; su la dr. , a n ord, quello di Carmes; nell'isola la città vecchia, con l a così detta « Torre di Cesare » e tracce di una fortezza ron;ana. Il castello d i M. fu preso da Labieno, luogotenente di Cesare, nell 'allJlO 53 a. C. Nel medio evo, dopo essere stata saccheggiata dai Normanni, si risollevò e divenne residenza r eale sotto i primi Capeti. Ca rlo V (il Saggio) riprese M. (,359) a Carlo il Malvagio. Nel 1420 fu occupata dagli Inglesi, che ne furono scacciati nel r430. Enrico IV tu wlsc alla Lega nel 1590 e Luigi XI V eresse la viscontea di M. in ducato a favore del maresciallo V illars .

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.... ,.... JUSE.RVA .GltN'OVESÉ Battaglia della M cloria (1284)

rata .a Porro Pisano, dove si ricoverarono i resti della potente flotta della repubblica. Quaranta delle loro navi erano state affondate, e sette prese; 5000 u . erano rimasti uccisi, e 11.000 prigionieri. La sconfitta rappresentò il declinare della potenza marittima di Pisa. II. Battaglia della M.eloria (1410). Appartiene alla guerra degli Angioini contro Ladislao, re d i Napoli, alleato ai Genovesi. La flotta di quest i si incontrò nelle acque della M . con la retroguardia della flotta angioina, composta di 6 galere, mentre il grosso era già ar~ivato a Piombino. Genovesi e Napoletani ottenevano una vittoria completa, catturando dopo breve lotta le navi nemiche, una sola delle quali riuscl a salvarsi, riparando a Piombino. Meloria. Nave sussidiaria della R. Marina, acquistata durante la guerra mondiale, affondata per urto contro una mina presso Valona il IO agosto 1916.

À.<Sedio di Melun (1420). Appartiene alla guerra dei Cento anni fra Inghilterra e Francia. Enrico V d 'Inghilterra avanzò con l 'esercito verso Parigi e volle rendersi padrone di M ., d ifesa dal Signore di 13arbaz,n e dal prin cipe di Borbone con forte guarnigione, i quali sostennero coraggiosamente l'attacco. Quantut1quc gli Inglesi avessero, con la loro artiglieria, già abbattuta una parte delle mura della città fino al livello del fossato, non osarono cli andare all'assalto. Si scavarono mine e contromine e per la durata di quattro mesi non passò giorno che non si desse qualche sanguinoso comba.t timcmo. Intanto, co minciando la fa1ne a farsi sentire forte mente in città, si

r isolvette di arrendersi. I vincitori convennero di lasciare uscire liberi i difensori, senza sottoporli ad alcun riscatto, ma, con insigne perf,iclia, furono arrestati q uasi tutti e con Barbazan ri14~h iusi nelle prig ioni di Parigi dove moltissimi perirono di fame e di malattie.

Meluna. Passo sulle montagne che dividono la Tessaglia dalla Macedonia. All'inizio della guerra greco-turca del r897 si combattè io varie località della frontiera tessala-macedone, che i Greci sin dall'alba del 16 aprile avevano occupato, sorprendendo i posti turchi e impadronendosi di :ilcu11i fortini. Tra gE altri fu messo a difesa il eletto anche di Ligaria signoreggiato passo di M. dalla fortezza turca di Menexés. Quivi venne concentrato !o sforzo principale dei Turch i, con l 'obiettivo di occupare stabilmente quel colle, per il qua le passava l'unica strada che da Elassona (Q. G. di Edhcm pascià) in Macedonia andava a Tirnavos -Larissa (Q. G. del principe Costantino di Grecia). Le azioni ~he presero nome da M., si svolsero dal 17 al r9 aprile, furono assai sanguinose e

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finirono con la vittoria dei Turchi. Vi mori, tra gli altr i, J'ottuagena·rio gen. turco Hafiz pascià.

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Melville (di Man1bee, barone Pietro). Ammiraglio olandese (17,43-1810). Si distinse da giovane nelle guerre con• tro gl i Inglesi e raggiunse il grado di contrammir. nel 17~9. Iniziatasi la lotta contro la Repubblica francese, vi partecipò dapprima con successo, ma nel 1795, essendo la sua flotta rimasta imprigionata nei ghiacci dello Zuidersee, venne assalita e catturata dalla cavalleria fra,ncese del Pichegru. ~cl 1814 tornò al comando della flotta olandese, fu promosso viccammir. e nominato poi ministro della marina olandese. Melzo (Lodovico). Generale e scrittore mii. milanese del sec. XVJI. Combatti: nei Paesi Bassi dove divenne tcneme generale e maestro di campo delle fanterie imperiali, e lasciò un 'opera intitolata: « Regole militari sopra il governo e servitio particolare della cavalleria ».

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Memel. Città della Lituania, sulla costa del Baltico, alla foce della Dange, nella laguna di M . che unisce il Kurisches Haff al mare. Fu fondata nel 1252 presso un castello del! 'Ordine Teutonico e fu vassalla d i Lubecca. I cava lieri teutonici nè divennero padroni nel 1328. La città fu molto danneggiata durante le guerre che nei secoli dal XIII al XVII infierirono fra la Prussia, la Lituania, la Polonia e la Svezia. T.-attato di 11Ùm el (28 gennaio 1807). Pace &a Inghilterra e Prussia. Si ristabilisce la libertà di commercio e cli navigazione. La Prussia rinunzia all' Anuover in favore dell"Inghilterra. Le due potenze invitano lo czar di Russia a fa rsi garante di tale rinunzia. Questa pace doveva consolidare i buoni rapporti che, rotti fra le due potenze in conseguenza del trattato di Schonbrunn (1805) si erano già ristabiliti non appena la Prussia ebhe risoluta la guerra contro la Francia: ma, presto annullato dagli eventi, mancò al trattato forza obbligatoria. Non cessa perciò di essere un monumento storico: l'estrema diffidenza dell 'Inghilterra la quale esige l'ingiuriosa precauzione della garanzia russa, mostra con1e nen1meno l 'ecccsso della sventura ba-stasse a garantire la lealtà della Prussia. Non potevasi dimenticare come la Prussia a Potsdam avesse rotto fede a Francia in pro'_ dell'Europa, e a Schonbrunn all'Europa in pro' della Francia.

Memmìngen. Città della German ia, nella Baviera, sull'Ach. Nel sec. XII! era città libera e nel 1331 partecipò all a leg;i. delle Città Sveve. Nel 1802, fu annessa alla Baviera. Combattimento di Memmingen /1800). Appartiene alla S<)conda guerra di Coalizione (1799-1800). Dopo la 'battaglia di Biberach, il generale austriaco Kray, il giorno 9 maggio, avev_a ricondotto il grosso del suo esercito a M. il rn maggio, il C. d'A. di Moreau, che costituiva l'ala dr. ddl'cscrcito del Reno, lasciò le sue posizioni di ·Aitrach, per passare l'lller e marciare su kl. La divis. Montrichard si d i~pose per il passaggio del fiume, quantunque il ponte fosse stato abbaltuto; vinta la resistenza nemica, s'i1npa• dronì della spia.nata tra l'lller e M. La divis'. del gcn. Lorges, che s·era diretta verso Egelsee,_ passò il fiume e ,i ricongiunse a quella di Montrichard. Allora il nemico fu attaccato nuovamente dalle forze francesi riunite e ne avvenne un comba ttimento ostinato che durò fino a notte, ma in ul timo il campo rimase in potere elci Francesi. Tuttavia gli Imperiali erano ancora padroni di M ., e nel

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, combattimento, ripreso il mattino del giorno dopo, l 'esercito di Moreau non si trovò di fronte che una debole retro!,'llardia che rigettò facilmente al di là della città. In ' questa azione gli Imperiali lasciarono 1800 prigionieri nelle mani dei Francesi.

Memmo (nob. patrizio veneto cr:mte Giova-ruu). Gene• raie medico, n. nel 1871, m . a Roma nel 1928. Laureatosi a Roma, compl studi sulla malaria, e ben presto entrò ncl1'esercito, di venendo imegnante aggiunto presso la Scuola d i Sanità mii. Fu poscia nella Colonia Eritrea dove rese importanti servizi. Tornato in patria, divenne libero docente di igiene a Roma. Partecipò alla guerra libica, occupandosi particolarmente dell'igiene e della profilassi del corpo . d 'occupazione. Durante la guerra ;915-18 prestò uguale opera nell'esercito combattente. Dopo la guerra fu presso la direzione cen trale cli Sanità mii., e, promosso magg. generale medico, fu nominato ispettore della IJI zona (Napoli), disimpegnando importanti incarichi. Memnone. Generale persiano, n. a Rodi nel 333 a. C, e perciò detto ,1 li Rodiano ». Fu agli ordini di Artabazo nell 'Asia Minore e si distinse al Cranico. Difese Alicarnasso, arruolò un esercito n1ercenario

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arn1ò una flotta

di 300 navi per Dario, prese varie isole dell'Egeo, e morl durante queste operazioni marittime, mentre si ,apprestava ad eseguire sbarchi in Grecia.

Memoria descrittiva (Topografia). Lavoro nel quale vengono ricollegate l\ltte le osservazioni e le constatazioni fatte durante una ricognizione. È completato da documenti rappresentativi (schizzi planinletrici a grande scala, o panoramici, fotografie, ccc.). Pregio della M. sono la chiarezza e la concisione. In essa non deve esserv i riportato quello che ag')volmente può dedursi dalla rappresentazione grafica che l'accompagna. Argomenti principali da trattare in una M. sono: a) generalità (limiti, suddivisioni, caratteri principali della zona che si considera); b) cenni geologici; e) ce nni morfologici (rilievi, pianure, valichi, ecc.); ,f) idrografia; e) condizioni meteoriche; f) vegetazione e coltivazio11e; g) comunicazio ni (ferrovie, rotabili, lince telegrafiche e telefoniche, stazioni radio, linee .elettriche, fi. !ovic, ecc.); li) abitati e dati demografici; ,) risorse; f') considerazioni mi litari. La Jv:f. diffo·i~ce dalla monografia propriamente detta, soltantò nella minore estensione. Memorie storiche. Presso !'ufficio matricola di ciascun eme sono conservate le proprie M . da compilarsi anno per an~o. Nel mese di gennaio ciascun ente trasmette direttamente allo S. ]'vi. Centrale, in duplice . copia, lo schema delle M. relative all'annata precedente. Una di queste copie viene restituita ed è fatto obbligo ai corpi di conservarle, facendole poi rilegare in un unico volume ogni dieci anni. Le notizie di intere$se storico pel corpo, quali sarebbero ad es. <Judlc relative alla bandiera, le riviste straordinasie di spiccate personalità, le feste e le commemorazion i di grandi avvenimenlÌ storici pel corpo, le ricompens)' al valore, ecc., anche se non trovano posto nell'apposllo modella rio delle M ., vengono in esso comprese con opportu ne aggiunte. All'archivio del suddetto S. M. viene anche inviato copia di tutto quanto è possibile ai corpi di raccogliere, edito cd inedito, che si rifer.isca al loro passato, siano rnooografie, ricordi, cronache, figu,'è, ecc. Durante il periodo bellico, data la difficoltà dei depositi di procurarsi le notizie relative ai vari corpi ed enti da essi amministrati, le M. cessano di aver vigore. Ogni reparto compila invece il « Diario Storico ", che, Jlla fine della guerra, opportunamente riepilogato, pone in


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risalto gli avvenimenti più sa lienti ai quali i reparti del corpo hanno partecipato e viene rimesso all'"Ufficio Storico Centrale.

Memorie sto,·iche -militari. Speciale pubblicazione, corredata da illustrazioni, dclrufficio Storico del Com. del Corpo di S. M. dell 'Esercito it aliano, iniziata il 1° gennaio 1909, " allo scopo di impedire la dispersione di notizie e di documenti che, non trovando un posto conveniente nella compilazione delle opere dell'ufficio, risultassero interessanti· per la storia e per la cnltura degl i nffi. ciali, sì da costitu ire materia di nuovi studi e più ampie ricerche ». Caratteristica di questa pubblicazione, di cui fu primo direttore i l ge.a.. Cavacciocchi, {u quella di 110n gravare per nulla sul bilancio dello Stato, giacchè l'importo totale delle spese di stampa per ogni fascicolo venne diviso per il numero degli associati, che si andò raddoppiar.do dal 1909 al 1914, quando la pubblicazione fu sospesa per la guerra. Le M. S. M. costituiscon~ pertanto una collana di studi, pubblicati ciascuno anche in opuscolo a parte (est ratti), spesso corredati da documenti inediti, che collocò l'Ufficio Storico fra quelli più produttivi, facendolo conoscere ed apprezzare anche fuori dagli ambicoti militari, nei quali ultimi contribuì 11011 poco all'incremento degli studi storici. Gli sci-irti pubblicati i n q uesta raccolta si possono d ividere in diversi gruppi a seconda degli argomenti .trattati: scritti che r iguardano i l periodo napoleonico e avvenimenti ai1teriori e meno noti nella storia militare, scritti del periodo dd Risorgimento, e iofine studi che trattano del periodo. attuale, specialmente dell'espansione coloniale nostra ed estera. Tra le pubblicazioni dd primo gruppo le più importanti riguardano: « Gli Italiani u, Russia nel 1812 » ; « Gli Italiani in Germania nel 1813 »; « Le operazioni militari nel Veneto nel ,796 », ed altri argomenti del genere, dal periodo che corse dalla rivoluzione francese alla restaurazione. Nel secondo gruppo, valendosi dell'ampio materiale docnmenta1·io esistente nell'Archivio, l'Ufficio storico tracciò, tra l 'a ltro, la vita di alcuni corpi volon tari irregolari, sorti durante le guerre nazionali e che tanto concorsero alle insurrezioni, alle annessioni, a facilitare l'opera ddl'csercito regolare. F urono cosl messi in luce uomini e fatti già caduti in oblìo, quali: « La Legione Antonini »; « La colonna Vicari-Simonetta nel 1848 »; « I Bersaglieri Valtellinesi »; « [ Cacciatori della Magra "; « Le Legioni del Sannio »; « I Cacciatori del Vesuvio » ; « I Cacciatori del Tevere ». E furono del pari rievocati, anche alla luce di nuovi document i, avv~nimcnti di storia civile e politica q uali: « Garibaldi in Liguria nel 1849 » ; « Bologna e le Romagne nel i:859 "; « Le aspirazioni di Nino Bixio alla vigilia della spedizione dei Mille "; « Lo sbarco di Garibaldi a Talamonc »; « L.a. sped izione Zambianchi »; " Lo scontro alle grotte di Castro »; « Il patriottismo di Ventimiglia"; « Le bandiere del Regno di Sardegna >J ; ,, L a crociera Borbonica dinanzi a Marsala·»; « Il mancato sbarco a Marsala della brigata Bonanno »; « Una pagina cli storia della brigata Savoia nel 1860 »; « Re Vittorio Emanuele a S. Marti.a.o »; « L'incontro di Caianello »; « La dichiarazione Rotù1cr del 1867 »; « La presa di Roma "; « La Legione ungherese in Italia "; ecc. Nel terzo gruppo, tra i molti, si possono citare: « La cronistoria della Colonia Eritrea »; « Le truppe coloniali indigene clell 'Eritrea e della Somalia italiana "; « Le spedizioni francese in Tunisia e Algeria , e inglese in Egitto ,, ; « La rivolta degli I-Icrrero )>; ccc. Con la fine del 1914 la pubblicazione fu sospesa, nè

più venne ripresa a guerra finita. Le f u poi sostituita wrn Rivista dal titolo: « Bollettino dell'Ufficio storico "·

Memphis, Ant. città dell'Egitto centrale sulla dr. del N ilo. Le -sue rovine si ammir"1no a Mitranich. I. Assedio di Memphis (775 circa a. C.). Fu posto da Pilanche, re di Napata . Ma TeEnacb, principe dell'occidente e gran conte di Sais (situata sul ramo del N ilo di Rosetta nel Delta occidentale) potè introdurre nottetempo ·nella fortezza 8.000 uomini e molte provvigioni . Però la flotta etiopica del re Pilancbe si impadronì del porto di M. e la città fu presa d'ai;salto. II. Assedio di Mempl,is: (Estate 525 a . C.). Dqpo la vittoria di Pclusio (:;26 a. C) èambise, re di Persia, mandò un araldo .a Psammetico III, re d ' Egitto, che s'era rifugiato in M., con l 'intenzione di aprire trattative. Gli Egiz iani però uccisero non solo l'ambasciatore ma tutto l 'equipaggio della nave con la quale egli aveva salito il corso del Nilo. Tal.e imprudenza accese nei Persiani tale ira, che questi assediarooo ;W. , la presero, e in punizione del misfatto commesso, giu~tiziarono per ogni individuo dell'ambasciata dicci Egiziani, fra i quali pure il figlio del re. Il re d i Persia si rese padrone del regno dei Far,a oni, dopr, che questo era esistito per parecchie migl iaia cli anni : l'Egitto diventò una provincia persiana . .

Mrn,phis. Città degli Stati U niti d'An,erica, nel Tennessee, sul Mississippi . La città è costruita sopra uu dirupo dominante il fiume e fu fondata nel 1820, sopra un antico posto militare creato dai Francesi nel 1736, e tenuto dagli Spagnuoli della Luisiana dal 1773 al 1820. La città ebbe molto a soffrire durante la guerra di Secessione. I Confederati ne avevano fatto un punto d'appoggio per la d ifesa ciel corso del Mississippi e per la padronanza de lla ferrovia M. -Charlcston. Ba11aglia di: Mempl,is (1862). Appartiene al perio<lo della guet rn cli Secessione. Primo compito della marina federale era stato quello di ai sicurare il blocco dei porti del sud. Secondo compito era quello di cou9uistare il corso !Jet

Battaglia di Memphis (1862)

.Mississippi, che era quasi interamente, e con grand i vantaggi, nelle mani dei Confederati. A tale scopo i l governo di \\'ashington aveva deciso di fare avanzare le ·sue truppe e le sue navi sul Mississippi dal Nord e dal Sud contemporaneamente, per battere separatamente le forze avversarie. Durante l'attuazione di questo piano vennero a battaglia, ·nelle acque di M., otto cannoniere dei Confederati, comandate dal capitano Montgomery, e ci nque cannoniere con quattro arieti della marina federale, agli ordini del


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capitano Davis. Il combatt imento fu violento ed accanito, ma !a superiorità d i forza e <li manovra degli arieti federali determinò il pieno successo della squadriglia unionista ud Davis, poichè ben sette delle cannon iere confederate furono prese o im11jJizzate dai proiettili e dalle speronate delle navi avversarie. Così l 'Allo Mississippi si trovò in potere di Davis come il Basso Mississippi era in potere di Farragut.

Menabrea (Leone). Scrittore militare savoiardo della prima metà del secolo XIX. Pubblicò: ,, Le Alpi storiche »; " Il g iornale <lell 'asseilio di Montmellian ii; « Del1'organjzzazione militare nel medio evo ». Menabrea conte Luigi Federigo. Generale; , medaglia d'oro, n . e m . a Chambéry (1809-1896). Si laureò a Torino in matematiche, architettura ed ingegneria . Ufficiale del genio nell'esercito piemontese, insegnò matematiche alla Scuola d'Applicazione e all'Accademia Militare, e fl<'rcorsc una rapida e brillante carriera, e raggiungendo il grado di colonnello nel 1849, d i magg. generale nel 1859, di luogoten . generale nel 1860 e la carica d i presidente del Comitato del Genio M ilitare. Prese parte a tutte le campagne d 'indipendenza, in turte segnalandosi, e guadagnando nel 1859 la commenda dell'O . M. S. e nel 1860 d ivenendo grande ufficiale dello stesso ordi ne. Per la difesa della val Dora, da luj ideata nel 1859, ottenne il titolo d i marchese. Nella campagna del 1860 fu insignito della gran

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MEN

venturiero Matto cl~ Brinzio, che alla testa d i una banda d i masnadieri, stabilitosi nei dintorni di M., ne taglieggiava gli abitanti, 1~ svaligiava le case, ,s' impadroniva di donne e d i fanciulli, imponendo poi grosse somme pel loro riscatto, finchè, nel 15J6, caduto nelle mani degli abitanti di M. che si erano messi in armi per dargli la caccia, fu messo 3 morte. Anche il Medeghino, castellano di Musso, arrecò danni a M. con le sue imprese sul lago e nel territorio circostante. Nel r523 il castel)o di M, fu demolito.

Menarini (Giuseppe). Generale, n. a Bologna nel 1862. Percorse la carr iera mii. nel corpo dei bersaglieri, di cui, da ten. col. e eia colonnello, comandò i l 20 reggimento. Fu uno dei creatori e il primo d irettore del Museo storico di qud Corpo a Roma. Fece le campagne del 1895-96 in Africa, del 191 i-12 in Libia e della guerra mondiale, guadagnandovi due mccl . d'argento e la croce di cav . del1'0. M. S. Collaborò a varie riviste mii., e pubblicò : « La Bulgar ia e !;avvenire degli Slavi »; « 11 dilemma d 'Amleto per i Bersaglieri » (studio d i riforme pel Corpo); « Le perdite ad Adua ' »; « La brigaca Dabormida alla battaglia d i Adua »; " I reparti volontari ciclisti"· Ideò insieme al cap. Emanuele un « Congegno Em-Mc » IX'' il tiro senza proietti, intorno al quale scrisse alcune monografie, e un « Bersaglio Em-Mc » . I comandi da lui tenuti da generale furon;:, successivamente quelli (in guerra) delle brigate Acqui, Perugia, Laùo, 14a d i marcia . Indi delle d iv is. m ii. cli , Roma e di Brescia . Passò nella riserva n~l 1926. Menas. Generale romano del I sec. a. C., m. nel 35. Fu luogoten. di Sesto Pompeo, che gli affi,<lò il co1nando di

una sgua<lra,

ma

passò alla causa di Ottavio, cu i consegnò la Corsica e la Sardegna. Menabrea Luigi Federigo

1\1enciéov Alessandio

Mencicov (,principe Alessandro Danilovic) . lvfaresciaJI,:, russo (1672-1729), M il,ri, sot-

croce dell'O . M. S. e della med . d 'oro al valor mii. « per aver ,d irebto onimamenre i lavori durante l'assedio d i Capua cd essersi d istinto all a presa della città" (Capua, 2 uovcmbrc 1860). Ebbe anche una importante e lunga attività politica; deputato al Parlamento dalla I alla VI legislatura, senatore nel 186o, fu successivamente ministro del la Marina, dei Lavori Pubblici e degli Esteri, ed infine Presidenre del Consiglio dei M inistri. Rappresentò degnamente l ' Italia in parecchie Capital i estere, e morl cavaliere della SS. Annunciata. I-'u anche P rimo A iutante di Campo di S. M. il Re, e ambasciatore a Parigi (1874) e a Londra (1882). Venne collocao a riposo nel 1892. Lasciò un pregevolissimo : « Rapporto sopra i lavori dell '1\nna del Genio nel la campagna r 86o-6r ».

Menaggio, Comune in prov . d i Como, sul lago omonimo, all'imbocco del bacino superiore. !..a sua o,igine r imonta all 'epoca romana. Nel medio evo ebbe molto a soffrire nel le lcitte fra Como e Milano, e nelle guerre fra i Visconti e i Torriani. Sul principio del sec. · XV I, i~ con-

ti nui passaggi. delle truppe francesi, spagnuole, sviz.zere che si contrastavano il ducato di .Milano recarono a M. danni g ravissimi, ai quali devonsi aggiungere q udli del

Menarini Giuseppe

to Pietro il Gra11ck~, distin~ guendosi in varie campagne, g uadagnando a Kalisz (1706) il titolo d i principe, e a Poltava {170!1) il bastone d i maresciallo. Occupò la Curlandia nel 1710-u e la Pomerania PCI 1712-13. Alla morte di Pietro (1725) fu, sotto Caterina, jJ vero governatore della Russia. Salito al trono Pietro II, fu spogliato. degli i mmensi beni che aveva ;icquistato, e relcga•to in S iberia, dove 1norl.

Mencico11 principe Alessaridro Sergejevic. Generale russo, pronipote del precedente (1787-1 869). Partecipò al!:) guerra russo-turca del 1828-29 e venne ferito a Varna. Divenne in seguito generale d i marina, governatore della Finlandia e (1836) ministro cle]l,i marina . Durante la g uerra d i Crimea fu battuto dagli Alleati ali' Alma e ad lnkermann e passò alla difesa <li Cronstadt.

Mendola (Passo della). Valilo del Trentino, tra val di Non e va! d'Adige, tra Caldaro e Fondo, a m . 136o d 'alt. La carrozzabile che lo at traversa fu compiuta nel 1866 e mette: in comunicazione Bolzano con la Valcamonica e il passo dd Tonale, attraverso la valle dd Noce. M ~ndoza (/Jcmardino d,) . Scrittore militare spagnuolo


-ìO della seconda m età del sec. XVI. Fu ambasciatore in l ngn.ilterra e in Francia. Scrisse: « Teorica e pratica di guerra terrestre e marittima »; « Commentario sugli avveniment i n<.:i Paesi Bassi »; ecc.

Mengaldo (Angelo) . Generale ven,:ziano (1j85-1869). Combatti, nell 'e~ercito napoleonico .e prese parte alle battaglie di Raab, di Wagram e d i l...iitzen. Dopo la caJurn di Napoleone si diede agli studi lega li e si laureò a Padova esercitando l'avvocatura fino al 1848. Allo scoppio della insurrezione di Venezia organizzò le coorti dei Velit i di cui ebbe il comando, come generale del!a G uardia Civica; quindi dal Governo provvisorio fu mandato ambasciatore a Parigi ed a Lo ndra. Dopo la capitolazione di Venezia si ritirò a Torino. li governo piemontese lo confermò n el grado cli magg. get1cralc che egli aveva ottenuto a Venezia, collocandolo in pari tempo a riposo.

Il passo della Mendola

Mendrisio.. C inà della Svizzern , nel Catlton Ticino, alle fa lde. del Monte Generoso, sulla strada che conduce a Corno. Verso la metà del scc. IX foce parte della Lega d i Castel Seprio. Durante la guerra decennale fra Corno e M ilano (1n7-TI27) ebbe molto a soffrire; 'in seguito appanenne a ! ducaw eh Milano fino a quando Lodovico il Mo ro, battlltO da i F rancesi, chiamò in suo aillto gli Sviz zeri, che si tennero in compenso le ,•alli ticinesi (1522) . Vi ebbe origine la famiglia Torriani che disputò il domi nio di M:lano ai Visconti . Me ne frego. Motto dettato da Gabriele d'Annunzio a fiume per il gaglardetto dei mitraglieri , e adottato più ta rdi dai Fascisti delle squadre d 'azione, che vi sovrapposero un teschio qllale emblema, per significare il d ispre:tzo· éel la morte. Menelik. Imperatore d'Etiopia (184-1-19r3). Nel 1866 fu r<:: della Scioa, conquistò il paese dei Galla , il Kaffa e

l 'Harrar egiziano ( 1887). Combattè contro il Negus Giovanni e n el 1889,, battuto i l ras Mangascià, divenne lmperarocc d "Etiopia. F u in contrasto con gli Italiani che avevano occupato Massaua e str inse co n loro il trattato di Uccialli, ma lo violò nel 1895 e ne derivò la guerra che si ch iuse con la battaglia di Adua e il trattato di Add isAbeba. Quindi si dedicò a rafforzare lo Stato, diminuendo , spesso cou la forza, l 'autorità dei « ras >> periferici.

Menezt s (Pieuo. cont e di Vi/a Real) . Capitano portoghese del sec. XV, m. nel 1437. ::--Jci" 1415 partecipò alla spedizione di Ccuta con gli Spagnuòli, e là rimase sino alla sua morte, difendendo la fatta conquista contro i r ipet uti attacchi dei Musulmani d'Africa. , Menga (Eva ngelista). Ingegnere militare del secolo X\11, n. a Copertino. Si segnalò ben p resto come valente architetto , e sono suoi i disegni dei castelli d•. Barletta, cli Copertino, d i Mola di Bari . Nel r535 Cado V lo condusse scc.o all'impresa d i Tuni.si, dove con cutta probabilità ideò e diresse i lnvori della fortezza della Goletta, attribuita dagl i Spag m,oli al Fcrrarnolino. Passò quindi al servizio dei Cavalieri d i Malta, e lavorò intensamente alle fortificazio ni dell 'isola, in previsione dell 'attacco dei Turchi, scatenatosi nel r565. Allora assunse b direzione della strenua c. felice difesa, che gli valse il soprannome - ai giorni nostri - · di « Tod lebcn della difesa d i Malta », datogli dal Juricn ·de La Grav ièrc. Iu vita, era chiamam « Mastro Evangel ista " ·

ì\·I enelik

Mengoni Raimondo

Mengoni (conte Rai mo11do Marine/li Fenettt). Ammirag lio, n. ad Anwna , m. a Venezia ( 1856-1917) . G uardiamarina nel 18j8, partecipò alla spedizione d i Massaua nel 1385. Nel 1890 fu nominato insegnante di Artig!ieria e armi subacquee ali' Accadem ia di Livorno. ::--Jcl 19!1 divenne capo d i S. M. del clip. de La Spezia; quindi riorganizzò le scuole specialisti cleila R. Marina e pa.ssò in P. A. nel r9r4 col grado cli contrammiraglio. Scoppiata la g uerra del 1915, ve1u1c richiamato in serviz io e nonùnato d irettore dell ' Arsenale mi!. mar. de La Spezia ; poi d i,·cnnc presidente del Comitato di Mobilitazione pe r il Veneto . M engotti (Giova1m1). Generale, n . a Sch.io nel 1861. Sottot. dei bersaglieri nel r882, fu in Eri trea e nel 19r5 andò in P. A . cui grado d i tcn . colonnello . Colonnello nel r916 e brigadiere generale nel 1919, assunse nel 1923 il grado d i generale di brigata nella n -

scrva. Menicanti (Giorgio). Am1nirag lio, n. a Livorno nel &'lengotti Giovanni. 1874. E ntrato in servmo nel 1888, fu collocato in P. A . col grado di capitano di vascello nel 192r e promosso contrammir. nel 1927. Prese pane alla guerra italo-wrca, nella quale gli fu conferita la medaglia di bronzo al valor miiirare, e alh guerra mondiale in cui fu decorato della medaglia d' argemo. Menichell i (Gabriele). Generale, n. a Rio, m . a Firenze ( 1826-1910). Proveniente dall'esercito toscano, passò nel 1860 in q uello italiano. Partecipò alle guerre del 1848, 1859 e 1866. Colonnello nel 1880, comandò il d istretto di Firenze. !n P. A. nel 1882, passò ndla riserva nel r891 ~ fu promosso magg. generale nel 1895.


Mm4

MEN

Menil (o Mernil, barone Dura11d Fra11cesco di Grain.darge d'Argeville di). Ufficiale francese (1729-1799). Partecipò alla guerra pi Successione d •Austria e prestò servjzio sotto i maresc. d'Estrécs e di Broglie. Tentò di cambiare la tattica vigente, sostituendo alla formazione jn « ordine sotti le » quella in " ordine profondo ». E ra governatore della Normandia quando scoppiò la Rivoluzione e si rifugiò a 1-ondra dove morì. Ptibblicò fra l'altro: « Progetto di un ,ordine francese in tattica " ·

Menin (in fiammingo Mee11cn). Città del Belgio nella .iFiandra occidentale, sulla L ys. Fu presa dal T urenne nel 1658 e appartenne illa Francia fino alla conclusione del trattato di N imega (1678) pcl quale ritornò alla Spagna.

I. Assedio di Menù, ( 1706). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. La fortezza di M. era stata presa ai Francesi nel 170;, dagli Imperiali, e il 23 luglio del 1706 J u investita da 30.000 Anglo-Olandesi comandati da v. Sa;Jisch. li comandante della fortezza, maresc. Caraman, di-

provvedeva da Courtrai ai servizi di sicurezza dell 'eserciro ope rante. La Lys assicurava col suo sistema d'inondazione M. da ovest come il Geluive- Bach da nord. Perciò la fortezza non poteva essere attaccata che da nord-ovest, nello spazio di circa r Km. d i larghezza che intercede fra i due corsi d'acqua, da oriente, sopra un terreno twppo angusto per un assalto, e da sud. L'attacco principale fu diretto contro il fronte nord-ovest; un primo attacco secondario , sul fronte sud, contro un 'oper"a a corno situata nel territorio d'inondazione ; un secondo attacco secondario cont ro un 'altra opera a corno collegata con la prima per mezzo dt una diga , posta sul davanti di detto territor io. La fortezza aveva una guarnigione di circa 1300 O lahdesi, agli ordini del gcn . van Echter. Nella notte· sul 29 maggio furòno aperte le trincee. I difensori si limitaro11i, a far fuoco coi canno~i, finchè le loro art iglierie non furono' ridotte al silenzio dal fuoco degli assedianti. I quali costrinsero i difensori ad abbandonare il cammino coperto. Frattanto con gli attacchi secondari i Francesi erano riusciti a portarsi avanti e nella notte sul 2 giugno ad occupare l'opera a corncl avanzata . La notte del 4 raggiunsero il fosso interno e hombardarono con 18 cannoni e 4 mortai il semibastione di destra. Jt giorno 4 van Echter capitolò a coodizionc che fossero lasciat i liberi tutti gli. Olandesi. Nel novembre ciel 1744 si iniz iò la distruzione delle opere di fortificazione e dd le mura della piazzaforte. lii. Presa di Men.in (1794). Appartiene alle guerre della Francia conro la prima Coa lizione . Nel! 'aprile del 1794 il gcn . Pichegru ordinò a lla divis . del gen . Souham , forte di circa 30.000 u. , cd a quella ciel gen. Moreau, che ne aveva 20 . 000, di invadere la Fiandra. La p rima marciò su· Court rai, dove entrò il 26 aprile, mcmrc Morcau si diri'. geva suJle due r ive della Lys per bloccare M . i Coa lizz.ati, colti a!la sprovvista dalla rapida marcia dei Francesi, raccolsero le truppe che si t rovavano nei dintorni di Tournai e cercarono di fare sbloccare M. l i 28 respinsero alcuni posti francesi che coprivano le st rade da Lilla a Courtrai, poi presero posizione a Moescrocn e sulle alture di Castrel, tagliando quasi t utte le comunicazio ni fra Courtrai e Lilla. Frattanto M. veniva boml;,ardata vigorosamente e l'incendio con1inciava

Assedio d i Menin (1706): A, la dttfl; B, C, D, E, porte; F1 o pera .a corno di I~~allev,.ryn; R, rrincee d i apgrocdo; U, V, W , X, Y 1 batterie d}as-;edio

sponeva di circa 5500 u . Gli assedianti stabilirono una linea cii circonvallazione e 1'8 agosto aprirono le p rime parallele .contro il fronte occidentale, crn1inciando il giorno successivo il fuoco con 72 can tlOl'J Ì e 4°4 -m~rtai, da l 'arti_glicria della fortezza r;masc sopraffatta . ln breve nel bastione dei Cappucci ni e subito dopo in quello d i Ypcrn iurono aperte le breccie, e, per mezzo della distruzione -di una chiusa di sbarramen to dello specch.io d ' acqua, abbattut i. li 17 gli assedianti r aggiunsero gli spalti. Un combatti111enl0 accanito si svolse, il giorno 18, per il possesso ,del cammino coperto, castruendovi delle controbaltcriè e tre gallerie sorterranee. Il 23 M. . si arrese . Gl i assalitor i avevano perduto 3000 u ., i dif.emori 1000 e 4000 ebbero .libera uscita dal forte.

·cur

tf.

JI. Assedio di :vfe11i11 (i74,1)- ippartienc alla guerra per la Successione d 'Austria, Il 18 maggio 1744 un esercito francese, composto d i 30.000 u. al comando del rnarcsc. di Noaillcs, si 1;resentò davanti a M . e vi pose l 'assedio, i ntanto che Maurizio d i Sasson_ia, con 38 bgl. e 58 sqdr.

già a rna nifestarsi .in diversi punti della città;

ma per im padronirsene era necessario di battere prima g li Au~triaci . J;.a maggior parte d~lla gu arnigione era composta di ~migrati, i quali vedendosi senza speranza d i salvezza ed esposti ad una morte certa, fecero, i l 30 aprile, una audace sortita, ad un 'ora dopo la mezzanotte, tra \ la porta d'Ypres e quella di Courtrai, ed uccisi gli uomini che si trovavano a guardia dd posto, fuggirono portando seco alcuni prigion ieri. E _la città , rimasta . priva di una parte dei suoi difensori e della speranza di essere soccorsa dai Coalizzat i, dopo la disfatta da questi sublca a Moescroen alcu11i giorni p rima, vedendo le sue case abbattute e le fortificazioni danneggiate, il 30 aprile 1794 si arrese.

Mening ite cere!)ro-spinale epidemica. Si manifesta con cas.i isolati e poco nun1erosi; per converso, tcrn1ina spesso con esito i nfausto e nei g uariti lascia gravi postu 1ni che . sono causa d i riforma. ·111 marina colpisce a prefe renza le 11avi-scuola, su cui trova due fattori favorevol i alla pred isposizione : età giovanile degl'. allievi affollamento dei locali.

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Menini {Giulio) . Ammiraglio, n. a F irenze nel 1874, è ntrato in servizio I nel 1888, collocato in P. A. col grado d i capitano di vascello , promo;so cootram mir . nel 1930 . Prese parte alla guerra mondiale né'Ua quale gli venne conkrita la med. d 'aigcnto al valor militare .


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Menio (Caio). Console di Roma nel 338 a. C. con Lucio Furio CamiJJo, col quale compl la sottomissione del Lazio. Ambedue iurono ricompensati con un -trionfo e una statua eque~tre nel foro. ,\tJ. sconfisse, sul fiume Astura, l'esercito latino che era accorso in difesa di Anzio; fu il primo che appese alla tribuna delle orazioni i rostri e gli speroni delle navi con<J~istate in battaglia.

A queste si aggiunse anche la brigata oldemburgo-aoseatica, con 7 bgl., 5 sqdr. e 2 btr. La denominazione di A. del 111. fu adoperata dal 1• luglio ùi p0i, dopo la campagna. contro l'esercito annoverese. Già fin dal 18 e 19 giugno Moltke aveva stabilito per compito di questa armata di combattere le truppe sud -germaniche che si radunavano su l Meno.

Meona (Gimeppe). Generale, n. a Domicella, m. a Pisa (r857-1931). Sottot. di fanteria nel 1886, partecipò alla campagna Eritrea del 1887. In guert'll contro l'Austria nel 1915 e 1916, ebbe la mcd. di bronzo ad Os!avia (1915). Colonnello comand . il 134° fanteria nel 1916, meritò due mcd. <l 'argento : una sull 'altipiano <lei Sette Comuni e !"altra a Santa Caterina, ove rimase gravemente ferito . Dopo la guerra comandò il 5° fanteria. Nel 1921 ebbe il comando della bri gata Piemonte, ;ssumendo nel 1923 il grado di generale di brigata. In A. R. Q . nel 1926, fu promosso nel 1929 generale di divis. nella riserva .

Menotti (Ciro) . Patriota, n . a Migliarina di Carpi, m. a Modena (1798-1831). Entrò nel 1813 nella scuola del Genio mii. a Modena, ma l'abbandonò q uasi subito per dedicarsi al commercio. Nel 1821 venne arrestato perchè accusato di avere diffuso fra truppe ungheresi di passaggio a Modena un manifestino liberale. 1,artecipò dieci anni dopo ai moti dell'Italia Centrale, cd ebbe rapporti col duca d 'Orléans a Parigi e con Francesco IV di Modena che lo secondavano per diverse mire. Tradito da entrambi , assalito dagli sgherri del duca nella sua casa a Modena, cat-

Mennella (Arcangelo). Generale Medico, n. a Rionero nel 1858. Sottot. medico nel 1885, divenne colorn1ello nel 1916, magg. gen. nel 1922 e ten. gen. medico nella riserva nel 1928. Fece la campagna d'Africa Mennella Arcangelo del 1895-96 e quella del 1915-18. Nel 1915 fu direttore di Sanjtà della piazzaforte de La Spezia e nel 1916-18 del III C. d'A. Dopo la guÙra ebbe la stessa carica al C. d 'A. di Roma. Autore di numerose monografie mediche, ricorderemo: « L'Igiene jn cavalleria » e « Osservazioni cliniche e terapeutiche sulJe truppe combattenti ». Meno. f jume della Germania, affl. di dr. del Reno, navigabile per 340 su 495 Km. del suo corso. I. Battaglia sul Meno. (Settembre 213 d. C.). Appartiene alla guerra dei Romani contro gli Alemanni, e fu combattuta e vinta da ll 'jmperatore Caracalla. ln seguito a questa vittoria l'imperatore assunse oltre al titolo di Germanico anche quello di Alemannico. Dione Cassio c' informa che Caracalla comperasse quella simulata vittoria col denaro; ma è certo però che egli aveva fatto dei prigionjeri, j quali più tardi si vantarono di aver condotto l'imperatore alla p azzia coi loro canti magici. Il. Battaglia sul Meno (277 d. C.). F u combattuta e vinta dall'imperatore romano M.. Àurelio Probo contro 1 Franchi Burgundii e i Vandali Silingii, che avevano invaso i confini dell'impero sul Reno. Dopo la vittoria l'imperatore impose, come condizioni di pace, la restituzione dei prigionieri e del bottino. I Germani promisero, ma soddisfecero i loro obblighi solo dopo una seconda sconfitta. Armata del Meno. Nel 1866 i Prussiani -chiamarono così le forze combattenti riunite nella Germ ania occidentale sotto il comando prima del gcn. Voge! v. Falckenstein e poi del gen. Manteuffd, comprendenti : la 13~ divis. (v. Goeben), la ·d ivis. combinata (v, Beyer) e le truppe dei ducati delJ'Elba (v. Manteuffcl): i n rotale 42 bgl. , 22 sqdr., 16 btr., 2 cp . pionieri; 45.000 u. e 97 cannoni.

turato con altri congiurati dopo strenua difesa, venne condannato a Jnorte e giustiziato.

Menotti Ciro

Menotti Massimiliano

Menotti :\1a,·simi/iano. Generale, n. a Modepa, m. a, Spezzano Modenese (1827-1889). Terzogenito di Ciro Menot<i, s'arruolò nel 1848 nei volontari modenesi e com-battè a ·Governolo. Ufficiale di fanteria, partecipò alla campagna del 1.849. Nei bersaglieri nel 1853, fu in Crimea, e nel 1859 combattè a Magenta ed a S. Martino ove meritò la med. d'argento. Comandanto il 23 bgl. bersaglieri nella campagna del 1860, combattè a M. Pelago e M. Pulito rimanendovi ferito e prese parte all'assedio di Ancona e fu promosso maggiore per merito di guerra cd ebbe la menzione onorevole . Coiliandante del 3° bgl. dél 44° fanteria a Custoza, meritò una seconda 111cnzionc onorevole.

Dopo ave r combattuto i brigami nella zona di Avezzano, fu promosso colonnello 11el 72° fanteria nel 1868. Magg. generale aiutante di campo generale del Re nel 1877, ebbe nel 1881 il comando della brigata Cagliari. Ten. generale nel 1884, ebbe successivamente Menou Giacomo il comando delle divis. di Padova e di Palermo e nel 1888 andò nella riserva. Nel1 1885 fu eletto deputato cli Modena.

Menou (barone Giacomo). Generale francese '(1750-1810). Partecipò alla spedizione d'Egitto, e dopo la mor te di, Kléber fu comandante supremo; ven ne sconfitto presso,


Alessandria dal gen . inglese Abcrcrom by. Fu poi governatore d el Piemonte, e seguito •di Venezia, ove morì.

in

Mensa. J rcggimcmi delle varie armi e specialità possono cost ituire, in sede di guarnigio ne, uoa M. ufficiali ed una sottufficiali. Esse vengono gestite ad economia, ovvero aoche da un im presario. In campagna la costituzione ddla M. ufficiali è di massima obbligatoria per ogni reparto di truppa . I sottufficiali, invece, convivono al rancio, salvo nei periodi di reparti a riposo. La partecipazione alla M. , in campagna, è stretto dovere di ogni ufficiale; 111 tale caso essa è èonsiderata come vero e p roprio scrTROMBA In SI

73del pezzo; nei moderni materia li è invece applicato all'arm a stessa, per maggior celerità di servi_zio. In questo caso essa funziona in generale automaticamente nella rotazione del sosteg no dell'otturatòre, essendo imperniato al vivo di culatta, e contrastando contro apposito risalito del sostegno. Quakhe volta essa ·è allogar. ndl 'alloggiamcmo stesso dd virone nella sua parte liscia inferiore.

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Squillo per la Me.nsa sottufficiali

vizio . Se un ufficiale desidera essere dispensato da uno o più pasti deve ottenere l'esplic ita autorizzazione del pitÌ elevato in g rado ò dal più am:iano degli ufficiali . La d irezione della M. è affidata, a turno, ad un ufficiale (in genere suoaltcrno) che si chiama appunto " direttore di mensa». Possono essere costituite anche M. di presidio, alle quali hanno il diritto di prendere parte tutli gli ufficiali dei vari ·corpi del presidio. Esse sono regolate da norme e prescrizioni va rie , che devono però essere redatte dal comandante del presidio cd appr9vate dalle superiori autorità. -Possono, in taluni casi , esservi ammessi a11che gli ufficiali in congedo e quelli in S . P . E. di passaggio.

Mensola di caricamer1to

Mentali tà militare. I fini particolari che sono pro- , posti alle società m ilitari (forze armate), l'educazione e la p rassi relative, conducono le persone e gli enti che fanno parte d i tali società a considerare i problem i ideali e pral1c1, privati e pubblici, imma nenti e contingenti della vita, in una maniera speciale propria. In altri termini, la disciplina mii. vissuta, modifica ordinariamente lo spirito delle persone, onde si crea in esse una mentalità particolare o professiona le, una « forma ment is » relativa ai fi ni perseguiti e ai mezzi e ·modi impiegati all 'uopo, una Mensa (Marina). Sulle nav i da guerra, sono costit uite mentalità m il., insomma. La quale, procedendo da adatle seguent i M.: a) di ufficiali ammiragli: sulla nave che tamenti e intessendosi di abitudini e di particolari abili porta l'insegna ciel comando; b) di comnndantc di nave ; mentali, rifugge per sua natura e carattere dalle divagae) di ufficiali; a questa partecipano gli ufficiali compreso il zioni speculative; tende al semplice, alla regola; aderisce Comandante quando non abbia mensa a sè, ' come ad es . al concreto dei fi 11i e dei mezzi rdativi. Tuttavia, mod ifinell~ siluranti e nei sommergibili ; d) Allievi della R. Accandosi e moltiplicandosi nel tem!)O i mezzi propri al cademia Navale ; v ie ne costitui ta suHe navi.scuola dd la raggiungimento dei fini, anche la lvl. lvl., com'è ovvio medesima; e) sottufficial i. Gli assegni per le M . sono amsi mod ifica e s'allarga adeguatamente. Ciò dà ragione ministrati in base alle norme del Regolamento per il seranche a presci ndere da altre cause storiche della evo vizio di bordo . lu,.ione d i rssa mentalità, che nell'età moderna s'è svincoL'istituzione delle M . in comune per gli ufficiali nacque lata dalle ristrettezze del_le an tiche età e del medioevo, nell 'esercito del regno di Sardegna nella metà del secolo e nell 'epoca contempora nea s'adegua via via ai progres;;i scorso e venne imitata dagli altri esçrciti. Essa venne della scienza. In quanto la M. M . aderisce, pel suo carat creata, come dice la ci rcolare 14 febbraio 1850 del Mi,erc, alla regola, quindi s'jrrigidiscc e si limita, con nistro della Guerra, coli 'inlcnlo cbc rappresentasse « uno trasta con la mental ità tattjca, cbe vuole adattan1cnto va. dei mezzi più efficaci per m·a ntenerc vivo nel R. Eserriabile a cose e circostanze variabil i. Ciò spiega talunecito lo spirito di Corpo, come p ure uno stimolo efficace a contraddizion i ben notc della vita e dell'azione mi!.; ad far stringere i vincol i d i fratellanza fra i signori ufficia li " · esempio, !a contraddizione d i m ii. che, giurlicat i ou j rn i· Mensdorff Pouilly (conte Alessandro). Generale auin pace, si rivelano mediocri in guerra. Una spicca ta M . M. st riaco (r8r3-18i1). Partecipò alle campag ne del 1848•49 ostacola, m genere, la for mazione e rivelazione ddla in Ital ia e in Ungheria e divenne generale nel 1850. · F u mente tattica e strategica. All'incontro, menti che all' atto anche ambasciatore e min istro degli Esteri. pratico dimostrano notevole capacità tat~ica e stratcglca , difficilmente si segnalano per mentalità mi lit-are. Mensola di caricamento. Congegno che si ado pera per i! caricamento delle art. d i medio e grosso calibro, • In ult ima analisi, c'è più affinità tra Ja mentalità pol iquando l'otturatore è a vite, allo scopo di evitare uni cd tica e la taiticò-strategica , che oon fra questa e la M. M., i nceppame nti ne_ll ' introdurre il !1roietto nell 'iruemo dell 'ar Ond'è che, per citare solo ira i grandi, Senofonte, Alesma, con conseguente perd ita di tempo e guast i all'allogsandro, Annibale, Scipione, Cesare, Traiano, OaHo Magno, Giovann i dalle Bande Nere, Gustavo Adolfo, Eugenio' di g iamento del! 'otturatore. Nei materia li vecch, chiamasi tubo Savoia, Marlborough , Federico II, Napoleone, · Garibald i, o suol.a di caric'amcnto e fa pane degli attrezzi cli servizio 1


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Molckc, mentre non sì potrcbl:!ero proporre ad esempio di M. M ., eccellono per mentalità t att ico-strategica e politica altresì. In cer.to modo,' si può d ire che il grado di M . M.

è in ragione inversa de l genio militare. In questo vuolsi, forse, rintracciare il segreto di taluni insuccessi e d i tal'altri succ~ssi, che sorprendono lo _ storico con temporaneo o del passato. In sostanza , però, la M . M. è indispensabile, specie al basso della gerarch ia delle forze a rmate, nei gradi inferiori, per man tenere e sviluppare cer!! necessari clementi, quali la su bordinazione, l 'o rdine, lo spirito di corpo, il chiaro senri1nen,to dell'obbedienza . S'intende che i buon i comandanti conoscon o, rispettano e si valgono d ella M . M ., ma non se ne lasciano im:tire . La coltivano anche, impedendone u n tavia l 'esclusivo dominio, che potrebbe riuscire nocivo, specie in ,una guerra di movimen to o in campo aperto. Mentana. Città della prov . di Roma, anc Nomentum, n el territorio del la Sabina. Nel 493 a. C . fu tra k città ::,!le:lte contro Roma, e così ne! 338; ma poi d ivenne municipio romano . I. Battaglia di Mentana (435 a. C.). Appartiene alle guerre d i Roma contro i popoli v icini. I Veienti ed i Fidcnati, approfittando d ' una pestilenza che travagliava Roma, le mossero guerra. Ma il d ittatore Quinto Servilio li affrontò presso Nomento e li sbaragliò, spingendoli dentro F idene, cui pose I·assedio . ·

Il. Combattimento di Menta/la (3 novembre 1867). Appartiene al la « Ma,cia su Roma ~ tentata da G iuseppe Garibaldi. D opo la Convenzione del 15 settembre 1864, le trup pe francesi partirono da Roma e la capitale d'Italia fu t rasportata a Fi renze. Ma Roma rimase più c he mai viva nei cuori e nelle menti italiane. r comitati naàonali, g li em igrati, i mazzin iani ed i l partito garibaldino d'azione, spingevano verso quella mi:ta agognata. Kella primavera del 1867 Garibaldi si accinse a p reparare una nuova spedizione su Roma. Il Governo Rattazzi, costretto a rispettare gl 'impcgt\i colla Francia e nel medesimo tempo il sentimen to nazionale, oscillava in continue comrnddi7.ioni. Improvvisamente fece arrestare Garibaldi a Sinalunga e ricondurlo a Ca!'rcra (14 sctt. 1867). L 'arresto del generale non valse a t ractencrc le schiere de~ Volontar i, che varcarono ugualmente il confine venendo a contatto con i reparti di frontiera pont ifici . Si ebbero, così , durante la pri ma quindicina di o ttobre, scaramucce sono Acquapendente e Bagnorea, a Nerola, Moricone, Monte-

maggiore, Motu clib rcllti, Subiaco, Falvaterra, Vallecorsa ed agli Oliveti di Morleta. Frattanto Garibaldi, i l 22 ottobre, eludend o la vigilanza d elle navi italiane, da Caprera si por tò a F irenze e di lì, il 23, alla fron tiera pontificia, g ià tutta in fennento per le operazioni dei Volontari. G li avven imen,ti precipitarono : il Gabinetto Rattazzi rassegnò le d imissioni; i fratelli Cairoli, venuti sotto le mura di Roma per aiutarne la sperata sollevazione, trovarono· coi loro compagni la p rigionia o la morte a Vil'.a Glori (23 ottobre); e il Governo francese ordinò a l corpo d i sped izione raccolto a Tolone di partire per Civitavecchia. Il primitivo concetto di Garibaldi era d'invadere gli Stati pontifici dal Viterbese; ma poi decise di marciare con la co lonna principale, al suo diretto comando, da Passo Corese su Roma , per la via Salaria, e fare due diversioni, alle ali, nel Viterbese e nella p rovincia di Frosinone, rispettivamente colle colonne Acerbi e Nicotera . Ai Volontari si contrapponeva un 'arn1ata mercenaria di circa 12.000 11. agl i o rdini del geo. Kan zler, ripartita in due d ivis . ter ritor iali: una al com ando del gcn . De Courten (Viterbo, C ivitavecchia, Velletri, Tivoli, Frosinone) l 'altra al comando del gen. Zappi (Roma e d intorni). Garibaldi fin dal 22 aveva dato o rdini per la radunata della colonna pri ncipàle fra Monte Maggiore e Corese. La componevano i Volontari cli Valzania, Calcksi, Salomone, Mosto, Frigcsy; circa 14.000 u., che poi si ridussero, per le diser~ioni, a circa 8 .000. Il 25, Gaòbaldi, con i Volontari dispon ibili, p rirna di procedere su Roma, a ttaccò Monterotondo (V.) c he dopo viva lotta cadde in suo pote re; il 27 e 28 riordinò le truppe ed assunse un nuovo schieramento; .il 29 occupò Castel Giubileo. La mattina del 30 ottobre ordinò una ricogn izione oltre Villa Spada fino a Casal dei Pazzi, nelia speranza di p rovocare una sollevazione popolare in Roma. Agivano in prima schiera, in direzione del ponte Nomentano, due bgl. bersaglieri (Burlandu e Stallo); un d istaccamento sorvegliava le provenienze dal ponte Mammolo, sulla Tiburtina; il grosso era scaglionato tra la Cecchina, v illa Spada e la Marcigliana. Gli avampost i pontific i erano sull'Anienc, agli ordini del maggiore Castel la, ed occupavano i pomi Nome,1tano e Mammolo. All'avvicinarsi dei Garibaldini, i Pontifici presero posizi.o ne sul Momc Sacro ed iniziarono un contrattacco, accennando ad un n1ovi111cnto aggirante. Garibaldi rinforzò i bgl. bersaglieri con la colonna Valzania ( 1200 u.). li contrattacco pontificio progredì di poco. e. dopo sei ore d 'incruenta scaramuccia,

Dcttsg:ia di Mcntana (bassorilievo di Giuseppe Romanelli) i...


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cessò del tutto col ripiegamento dei reparti sul Mome Sacro. Garibaldi, perd,>ta la spcra')za o rmai di una sommossa in Roma ed avuta notizia dello sbarco delle truppe francesi a Civitavecchia, decise, nella notte sul 30, d i ritirarsi su Monterowndo. La ritirata si effettuò, · in d isordine, al1'alba del giorno 31. La ritirata scoraggiò i Volo ntari; le diserzioni aumentarono ; il nuovo Gabi nètto Menabrea, succeduto a quello Rattazzi , si mostrò decisamente contrario alle operazioni garibaldine . Intanto a Civitavecch ia s ·era iniziato, il 29 o uo bre, lo sbarco del corpo di spedizione francese, comandato dal gcn. D e Failly, composto d i due d iv is. (Dumont e Bat aillc); una brigaJta d i cavalleria, un'a riserva ed un ,parco d 'artiglieria, gendarmeria e serviz i : totale 22 .000 u. circa e 42 pezzi. li 1° no vembre erano g iunte g ià a Roma le truppe del la r• e parte d i quelle d ella 2a divis. Lo sba rco del Corpo _ d i spedizione francese a Civitavecchia ed il suo concentramento a Roma, avevano modificata profondamente la situ azio rie, calchi: -Garibaldi, giudicàndo pericoloso rimanere a Monterotond o, decise di portarsi a T ivoli, in ,mesa d i favorevoli even t i.

75Ne seguì u na battaglia d'incont ro. Garibaldi , con . u n ott imo ed improvvisato schieramento in profondità, contenuto ed esaurito l' impeto pontificio coi bg l. di prima sch ie ra, contrattaccò e sbarag liò l 'avversa rio con q uel li della seconda. Le sorti della giornata parevano assicurate per le a rmi garibaldine, q ua n do il gen. Kanzler, vista la critica situazione delle truppe ponrificic, fece entrare in azione le rruppe francesi del geo. Dc Polhés. I F rancesi, fer mati di fronte i Volontari con k scar iche m icid iali e precise dei nuovi fucili « C hassepot », con largo agg iramento minacciarono le ali dello schieramento ga ribaldino, in ciò aiutati dalla colonna Dc Troussures, che aveva fatto, intanto, sen tire la sua minaccia sulla strada che da Me ntana por,ta a Monterotondo. La linea gariba1dina r ipiegò allora su t utta la fronte cd i Volontari si ritirarono in d isord ine entro M. e verso Mon terotondo; invano Garibaldi tentò con la , riserva un ultimo attacco per alle ntare la stretta. M . verso le ore r7 era già quasi co,npletamentc circondata; il movimenro di ritirata no n fu p.i ù possibile e molti garibaldini furo no tagliati fuori e ricacciati nel paese. I F ranco -pon tifici, per il cader della notte, non attaccarono, ma sbarrarono ogni via d i accesso all 'abitato e si riord inarono in a ttesa d i riprendere la lotta l'in domani, con ) 'aiuto dei rinforzi, g ià chiesti a Ro ma. Ga ribaldi, p u r ignorando che M. resisteva ancora, pensava di tenere Monterotondo; d issuaso d ai suo i, decise d i ritirarsi nei confini ~del Regno; e s'avviò con i superstiti, alle ore 20, verso passo Corese . 1 Volontari rimasti in M . - circa 500 agl, ordini del capitano v isconte Luigi Maggiolo - si a rresero

ai Frnncesi, verso le ore 15 del giorno 4, e_ , scortati, fu p n ,no d iretti al confine italiano. Perdite : Volontari: 370 u. u·a morti e feriti e 13 18 , prigionieri; Pontifici: 133 u. tra morti e feriti ; Francesi: 38 u . tra morti e feciti. · 1: 4 novembre Garibaldi poco dopo 1~ ore 9 ripassò i l confine ·a passo Corese, e p roseguì per ferrovia fino a Fig!inc, dove verso le ore r7, per o rdine del Governo ita liano, venne arrestato, tradotto a La Spezia, e rinchiuso nel forte del Varignano. I Volontari del le altre colonne lon ta ne dal Corpo principale ripassato poi il confine in diversi pun ti, vennero d isarmati dalle truppe regola ri italiane . Con R. D. 4 gennaio 1900, 11. 3, è starn istituita una medaglia commemora t iva della campagna del 1867 nel1·i\ gro Ron1ano .

LL'ara di f\.1encnna La marcia dei Volontari, stabilita per le p rime ore del mattino del 3 novembre, fu in iziata per necessi tà logistiche, a lle ore Jl ,30. La colmuia, forte d i 4-iOO u. circa, procedeva su T ivol i coperta da d istaccamenti d i sicurezza e divisa in : avangua rd ia· (bgl. Stallo, cp. Maycr. bgl. Bu rlando, bg l. Missori, totale 700 u.); grosso (colonna Frigesy, colonna Elia, colon na Valzania, bgl. Nisi, Jbvizza e De Filippi, colonna Salomone, totale 3 .340 u.); retroguardia (colo/1rna Canronj., totale 650 u.). Intanto, muoveva da Roma, alle ore 1 dello stesso giorno, una colonna franco-pontific ia {29i3 Pontifici con 6 pezzi , comandati dal gen . De Courter. e circa 2000 Francesi con 4 pezzi, comandati dal gen . De Po lhés), ag li o rd ini del gc1,erak Kauzlcr , per attaccare Garibaldi a Monterotondo, a llo scopo di non !asciargl i tempo per rafforzarsi e per concentrare maggio ri forze . L a colonna seguiva Ja ,·ia Nomentana, p recedma da una avangua rd ia e protetta a sr. · lungo la via Salaria, clalla co lonna fiancheggian te del maggiore De Troussures {300 zuav i) . Alle ore 12,30, nei pres; i cl i J\11. , le avanguan,lic delle d ue colonne avver,arie vennero a contattc..

M entasti (Dante). Generale, n. a Caltanissetta nel 1864. Soltot. d'art . nel 1888, passò nel 19ro nel ruolo tecnico . Anelato in P . A. nel 19n col g rado di maggiore, nella riserva fu promosso magg. genera le nel r930. Menthon (de Lornay, barone Claudio de) . Generale cld sec. XVIII (1673-1744) . Comandante il Forte d i Saorgio nel 1712, nel 1715 fu promosso colonnello e comandò i regg. prov incial i del Cbia blese e ri i Tarantasia. Nel 1730 ebbe il comando della città di Valenza. Generale <li battag lia nel J 731, maresc iallo d i campo nd 1734 , ebbe poi . il comar,do della pia zza dì P izzighe ttone . Luogoten . gclH:ralc nel 17.37, fu comand ante del d ucato d i Savoia.

Mmtlwn dc., 01/ières conte Claudio l'erdi11a11do (de). Generale del scc. XV III , m. a Chambéry ne l r7ìo . Ulftcialc cli fanteria, si d istinse nella campagna del 1733 ed alla batrag lia d i P arma ( 1734) r ima;e gravcmCllte ferito . Com battè poi nel la guerra di Successione d 'Austria e nel 1745 Lu promosso colonnello comand. il regg . provinciale d i Torino. Magg . gellerale comand. della Savoia nel 1755,' ven ne p ro mosso luogotcn . generale nel 1757.

,'vlentl,on d"Avicmoz conte Carlo. Generale, medaglia


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d'oro, n. ad Annecy (Savoia), m. a Torino (1793-1858). Iniziata la sua carriera mii. nell'esercito austriaco, ritornò nel 1819 nella natia Savoia, ove ricoprì la carica di Sindaco di Cliambéry. Passato quindi nell'esercito sàrdo, dive niva nel 1837 colonnello comandante del 2° regg. fanteria. Promosso magg. generale nel 1846, nella campagna del 1848 ebbe il comando della brigata Cuneo pridta e poi della brigata Savoia. Il 23 luglio, durante il combattimento di Sona fu preso prigioniero, dopo essere stato due volte fe. rito_ In questo episodio guadagnò la med. d'oro con la seguente motivazione: « Andato personalmente con una trentina d i soJdati sul monte Pino, per compiqre una ricognizione, vista una col01ma di circa 300 tirolesi con bandiera bianca, che profferendo parole di pace avanzava invece per attaccare, co1aggiosamente ordinava ]a carica ai suoi pochi uomini. Circondato da ogni parte, ferito due volte e fatto prigioniero, rifiutò all'ufficiale austriaco di cedere la sciabola, che gettò a terra, pronunciando nobili parole di sdegno per l'inganno » (Sona, 23 luglio 1848).

Meomartini (Pasquale). Generale, n. a Colle Sannita nel 1859. Sottot. di fanteria nel 1881, frequentò la Scuolà di guerra, fu insegnante di Arte mii. nella Scuola sottufficiali di Caserta, e divenne colonnello comand. del 1° fa nteria nel 1913. Nello stesso anno passò al comando dd 43° rcgg. e fu in Libia, Rientrato in Italia l'anno seguente, fu nel 1915 nominato roagg. generale comand. della brigata .Ancona, e poi della Catanzaro, rimanendo ferito. Passato come direttore generale al Ministero della guerra, vi rimase anche da ten. generale (19r7). Nel 1918 fu nominato Sottosegretario alla guerra, carica che tenne

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Menthon Carlo

Meozinger Gui_do

Menzinger (Guido) . Medaglia d'oro, n. a Napoli, caduto sull 'altipiano dei Sette Comuni (1867-1916). Ufficiale <li fanteria in S. P. E . era uscito dalla Scuola mii. di Modena nel 1886; l'anno seguente andò in Eritrea, ove tornò anche da tenente, prendendo parte alle campagne del 1895-96. Da l 1903 al 1904 fu in Cina, e nel 1911 partecipò valorosamen te alla campagna di Libia, guadagnandovi una med. d'argento al valore a Sidi Messri. La guerra italo-austriaca lo trovò maggiore nel 51° regg. fanteria, e con la sua vecchia briga,a Alpi fece la sua prima campagna della Grande guerra, meritandosi una seconda medaglia al valore. Promosso colonnello nei primi mesi del 1916, assunse il comando del 156° regg. fanteria di nuova formazione, alla cui testa cadde, combattendo da prode per respingere l'offensiva austriaca in Trentino, nella primavera del 1916. La med, d'oro gli fu concessa con questa motivazione : « Già noto per elevatissimi sentimenti, per brillante va-

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lore e fredda tenacia, in molto aspro com battimento, dove la furia ed il numero dei nemici grandemente influivano sul morale dei nostri, col suo contegno imperturbabile e sereno, in piedi sempre fra i suoi in prima linea, nonostante violemo bombardamento, intenso fuoco di fucileria e lancio di bombe a mano per parte del nemico, sapeva tener salde ed offen sive le proprie truppe, respingendo con fiero successo ripetuti e furiosi contrattacchi avversari. Cadde colpito a morte, fulgido esempio ed incitamento, mentre personalmente conduceva sulla linea di fuoco repa~ti di rinc_alzo » (Costesin-Val d 'Assa, 21 maggio 1916).

Menzione onorevole, V. Medaglia.

Mercalli Carlo

quasi un anno. Coperse cariche presso il Tribunale Sll· premo di Guerra e Marina e nella Commissione per l'esame delle proposte ad avanzamento speciale, e passò in P. A. S. nel 19 20, venendo collocato a riposo nel 1928. Jn Libia guadag nò una menzione onorevole; sul fronte iral ia,10, sul Carso, una mcd. d'argento. Tradusse e commentò le opere del Von der Goltz: « Nazione Armata ,, ; « Condotta della guerra »; « Condou a degli eserciti >> ; l 'opera del Gurko : " Memorie dd la guerra e della rivoluzione russa » ; coll aborò a varie riviste militari.

Meppen. Città della Germania, nell' A1lJ1over, alla confluenza del Hase ndl 'Ems. Nelle sue vicinanze si trova i I grande campo di tiro delle officine Krupp, lungo 25 Km . , largo 4, nel quale esiste anche una strada con ostacoli per la prova di resistenza dei carreggi. Mera. (Valle). V. Bregaglia. Merca. Città della Somalia Italiana, con 12.000 ab. Fu tolta ai Bimàl dal sultano di Zanzibar, che fece restaurare le mura costruite dagli Arabi e ne cacciò i Bimal che l'avevano sin dal sec. XVII. Gli Italiani, occupando la Somalia, rafforzarono ancora le mura e poterono cosl nel 1904 resistere a l blocco postovi dai Bimàl (V.). Mercalli (Carlo). Generale, n. ad Arona, m. a. Tortona (1874-1926). Sottot. di fanteria nel 1892, partecipò alla guerra mondiale e divenne colonnello d i S. M. nel 1916 e gen. d i brigata nel 19r8; nel 1920 assunse il comando della brigata Forlì. Mercante (Colle del). Passo del!' Appennino Calabrese, all 'estrema punta della pen isola, che mette in comunicazione la valle del torrente Merico (Ionio) con quella dd torrente Petrace (Tirreno), seguendo un solco che divide le " Serre » appenniniche dal massiccio ' montuoso del l'Aspromonte. La strada dalla mari na di Ger.ace sale a risvolti al passo, che raggiunge a 953 m. e scende lungo jl fianco settentrionale del bacino del Petracc per Cittanova

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Mercenario. Soldato che per mercede esercita il mestiere delle armi. In Grecia, all 'epoca delle repubbliche aristocratiche, le quali avevano estesi domini relativamente alla loro piccolezza e al ristretto numero dei cittadini, fu adottato il sistema delle milizie mercenarie per i bisogni delle guarnigioni e delle guerre. Precedentemente sembra che i Fenici abbiano adottato il medesimo sistema, che trovia rno anche nella repubblica cartaginese. I Persiani ebbero M. greci, come è noto per il classico avvenimento delMercantour (Passo d,). Nelle Alpi marittime, alt. me- , 1'Anabasi. Roma per molto tempo ne fece a meno, e vi tri 2616, fra le valli del Gesso e Ve,uvia; mette in comuricorse solo dopo le guerre puniche; quando .il suo potere nicazione le Terme di Va ldieri con San Martino Lantosca. andò estendendosi a tutto il mondo conosciuto. Durante il Medio Evo il mercenarismo fu la regola quasi generale, Meramtour. Battaglione alpin i, costituito per la guerra trovante la sua eccezione nelle milizie comunali, eh"' però italo-austr iaca nel marzo r9r6 colle cp. 98, n6 e 121 ed erano generalmente inadatte ad operazioni militari fuori assegnato al 1° -rcgg. alpini. Fu impiegato i nizialmente dei loro borghi. Tale situazione durò fino a parte del suU-altopiano di Asiago nella zona di Cimoncello di Tal 'Evo Moderno, ossia fino a quando, nel secolo XVII, si rara, ove in due giorni di accanita lotta (19 e 20 maggio) iniziò la costituzione di, eserciti nazionali. Fra ì M. più rintuzzò i reiterati attacchi avversari. Schierato sul M. Cenapprezzati furono gl.i Svizzeri, costretti dalla povertà del suo.lo ad emigrare . e Radicena sino a G ioia Tauro. Data la breve distanza che separa le due linee di costa (circa 40 Km. in linea retta) questo valico, e quello prossimo di Mammola (800 metri) , aprendo facili comunicazioni fra i due versanti dalle marine ' joniche di Gerace e di Gioiosa alla tirrenica conca d i Gioia, possono prestarsi a utili combinazioni di manovra per opporsi a piccole operazioni che fossero tentate mercè sbarchi occasionali all 'estren10 della penisola.

Medagl/e del battaglione alpini Mercanto~r

g io nei primi giorni di giugno, sostenne assalti nemici perdendo 12 ufficiali e 223 gregari. Nel 1917 operò sull 'altopiano dei Sette Comuni partecipando attivan1ente, nel giugno di detto anno, alla battaglia dell'Ortigara. Durante l'offensiva austro-tedesca dell 'ottobre-novembre 1917 oppose al nemico successivç rcsistcnu. I l battaglione fu sciolto nel novembre 1917. Le sue perdite in guerra ammontarono a: ufficiali m. 12, feriti 47, dispersi 25; uom ini di truppa m. 318, feriti 1006, dispersi ro30.

Mercaptani. Composti organici solforati , che hanno stretta analogia con gli alcoli. Si preparano facilmente; e, d i regola, sono liquidi molto volat ili, pochissimo solubili i,1 acqua, mentre si sciolgono invece, in tutte le proporzioni, nell'alcool e ndl'otere. Hanno odore penetrante, agliaceo, ributtante, che eccita il vomito. Essi sono classificati fra i composti sussidi'\ri della guerra chimica; e, precisamente, fra quelli coad iuvanti. Introdotti nei proietti speciali, servirono per mascherare l'odore specifico dei veri aggressivi ch im ici, traendo così in inganno l'avve rsario.

Mercato San Severino (Colle dz). Passo del preappennino d'Irpina, che -dalla costa tirrenica dà accesso alla conca Beneventana. La strada da Salerno risale la valletta dell ' Imo e, attraverso una facile sella, scende a Mercato San Severino, donde, rimontando i l margine collinoso, raggiunge con stretti risvolti il valico a 450 m. e discende ad .'\vellino. Molteplici allacciamenti stradali conducono dipoi a Benevento, centro importante di comunicazioni. li tracciato stradale è seguito da presso dalla ferrovia sino al piede meridionale del valico: quivi devia a oriente e per varie gallerie raggiunge la valle del Sabato per la q uale si dirige su Avellino. La comunicazione non ha per sè grande im portanza, ma ue acquista per le diramazioni stradali e ferroviarie che si distaccano ad occidente verso la piana di :'iapoli, raggiungendo la fronte di sbocco Nocera Inferiore-Nola.

Guerra contro i n1ercenan ca1'tagincsi. Finita. Ja prima guerra punica, Canagine, esausta, volle congedare i suoi armati mercenari. Ma questi, già inaspriti per il ritardo delle paghe, si ammutinarono in Africa, in Sardegna ed in Corsica. Q uelli di Sardegna e di Corsica invocarono l'~iuto di Roma. I Romani n~ approfittarono, malgrado le proteste di Cartagine, per impadronirsi delle due isole e ridurle a provincie romane. In .tal modo Roma rendeva più sicura la difosa del T irreno e p iù facili \e comunicazioni con l 'occidente. I M. d'Africa furono invece combattuti ~sp .-amente da Cartagine, die vide in pericolo la sua stessa sicurezza. Essi erano capeggiati da .Spend.io e da lv!atone. I Cartaginesi da principio erano guidati da Ammone, il quale d imostrò grande imperizia nella condott~ della guerra, g iacchè i M., pur senza arrivare a porre assedio a Cartagine, riuscirono ad intercettarne tutte le comunicazioni con l 1intcrno, e, raccolti intorno a Tunjsi, dopo i pr imi successi, invocarono l'aiuto di tutti i popoli africani e delle città che mal sopportavano il giogo cartaginese. E poichè: solo le città di U tica e di Ippona vollero rimanere fedcl.i a Cartagine, i M. le cinsero d'assedio. I Cartaginesi affidarono allora il comando ad Amilcare, il quale già si era distinto nd corso della prima guerra p un ica. Le forze di Amilca re ammontavano a circa 10 . 000 uomini e 70 elefanti. Pur con sl deboli forze, egli dette prova d i grande abilità, tanto che in breve, dopo aver forzato .il passaggio del fiume Bagrada e battuti con grande .strage i ribelli, riprist inò le comunicazioni con l 'intcrno, costringendo molte città a giurare obbedienza a Cartagine. I M . dovettero inoltre abbandonare l 'assedio di Utica. Tùttav ia , approfittando di qualche discor-dia nel campo cartaginese, riuscirono• ad ottenere alcuni successi e giunsero nuovamente a minacciare Cartagine. Ma Amilcare, devastando il paese e tagliando le loro v.ic di comunicazione, li costrinse a desistere dal tentativo di cingere d'assedio la città. E, per quanto inferiore di forze, con abile manovra rinserrò una parte delle forze ribelli, comandate da Spendio, in una st retta dalla quale avrebbero difficilmen te potuto liberarsi. Spendio tentò la salvezza implorando perdono ad Amilcare, ma questi, dopo essersi impadronito con astuzia di alcuni dei più influenti capi dei M., sterminò i r ibelli senza pietà. Gli storici fanno ascendere a 40.000 gl i uccisi in tale circostanza. Rimanevano in campo le forze di Matone, raccolte a Tunisi. Amilcare cinse d '~ssedio q uesta città, ma fu co-


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stretto a levare· l'assedio ed a ripiegare sul fiume B~agada, dove, in una nùova battaglia campale, i M . di Matone furono definitivamente sconfitti: allora quasi 4'une k città ribelli si sottomisero. La guerra, iniziata nel 240 a. C. si chiuse nel 238 circa.

Mercier (Augusto). Gener-ak francese, n. nel 1833. Partecipò a lfa spedizione del Messico, e alla guerra del 1870-71. Fu ministro della guerra dal 1893 al 1895. Portò il cap. D reyfus davanti al consiglio di guerra. Nel 1895 ebbe il comando del IV C. d 'A, e nel 1900 fu eletto senatore.

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desima banagl ia dell'Isonzo, nell'estate del 1917, cadde combattendo tanto valorosamente da meritare il conferimento della medaglia d'oro con questa motivazione: « 1\ itnantc maggiore in seconda, seppe con l'audacia e l 'croica fermezza trascinare le proprie truppe in due impetuosi assalti. Pr imo fra tulti ove più ferveva il pericolo, sotto il fuoco incessante di mitragliat rici ed artiglieria nem ica, trasfuse l'energia ed il suo grande entusiasmo nei

dipendenti. Occupato un trincerone avversario dopo aver superato enormi difficoltà cd aver attraversato una linea intatta di reticolati, contrattaccato dal nemico, in piedi" sulla trincea, noncurante del fuoco che fulminava i nostJ"i reparti, incitò tutti alla più

accanita resistenza, sì da meritarsi sul campo l 'dogio dei superiori e l '-a n1mirazione dei

Mei-cier Augusto

[ \'.,; l.: Merelli Raffaele

Merelli (Raffaele). Medaglia d 'oro, n. a Langinesio, caduto sull 'altipiano Carsico (1886-1916). Insegnante elementare nelle scuole del comune di Monza, allo scoppiare della grande guerra, ch iese ed ottenne, per parteciparvi, la nomina a sottoten, di milizia territoriale. incorporato nel 29° regg. fanteria, si comportò subi\o tanto lodevolmente da meritare un encom io solenne ed una mcd . di bronzo, rimanendo ferito gravemente ad un occhio. Nella grande offensiva autunnale del 1916, combattendo da prode, cadde ucciso, n1e ritando, per .il suo magnifico contegno,

che la sua memoria fosse onorata della massima ricompensa al valore, con la seguente 1noriva-zione : « Uscito volontariamente dalle trincee, si spinse fino in quelle del nemico, riportando ut;li informazioni. Ncll'as,a!to, trascinò con i.m_pc10 travolgente il suo plotone. Ferito ad una spalla, nonostante il sangue che perdeva, continuò il combattimento fino a coaquistare la seconda linea avversaria; colto da svenimento, ebbe la forza d'animo di reagire, e , visti alcuni sbandati del suo p lotone, li raccolse, rianimò e ricondusse all'assalto di nuove posizioni, finchè, colpito ancora e mortalmente, ai soldati che lo soccorrevano gridò: (< Avanti, ragazzi! che oggi è una bella giornata per il reggimento! » e cadde, mentre i soldati completavano la vittoria " (Loquizza, 10 ottobre 1916).

dipendenti. Soverchiato da forze superiori, cadde mortalmente ferito, al grido fatidico di « Savoia! ». (Ansa di Raccogliano, 19-21 agosto 1917 ».

Mereu At1ilio

Merg'. Villaggio della Libia, in Cirenaica, costruito sulle rovine dell'antica llarce, a 100 Km. circa a E.-N.-E. di Oengasi, e a circa 22 Km. a S. di Tolrnetta. Vi fu in antico costruito un castello quadrang~lare con torri agli an goli. Nella conca presso il villaggio è il laghetto Garig, che ha I Km . di larghezza nella parte centrale ed è alimentato da parecchi r ivi che chiudono la pianura a settentrione. lvl. è località strategica importante dell'altipiano cirenaico, passando per essa varie carovaniere. Fu occupata il 19 aprile r913 dal gcn. Tassoni.

li castello di Merg

Merere. V. Bimàl. Mereu (Luàano Ono.-ato). Maggiore garibaldino, 11. a Cagliari, m. a Roma (1846-1922). Combattè nel 1859 e nel 1860, e fu ferito a Milnzo; partecipò all 'impresa di Asp romonte; col grado di maggiore fece la campagna del 1866, quella del 1867 e fu in Francia nel 1870-71. Si di.:de pr>i al giornalismo, e nel 1897 comandò in Grecia il 1° bgl. irnliano contro i Turchi. ~1ereu Attilio. Medaglia d'oro, n. a Cagliari, caduto sull '!sonzo (1894-1917). Impiegato al Ministero del Tesoro, fu arruolato·, per la Grande Guerra, semplice soldato nel 152° regg. fameria e si segnalò subitt> tra i più valorosi. Otienuta b nomina p rima a sottot. d i complemento e poi in S. E. P., a Castagncvizza, tra le file del 265° regg. fanteria, guadagnò una mcd. di bronzo. Durante la me-

Difesa di Merg (1913). Appartiene alla guerra coloniale comro i Senussi. Il 13 agosto gli Arabi, venuti a conoscenza che al M. erano r imaste poche truppe, decisero di attaccarle, Il bgl. "Tolmezzo » dcll'8° regg. Alpini era uscito la notte precedente, onde far legna nei pressi di Zorda; il « Verona ,, era pure fuori di scorta ad una carovana; g li Ascari erano andati ai pozzi <listanti da M. 8 Km . per riempire le ghir be di acqua, cd erano r imasti all'accampamento e nei ridottì non più di 400 Alpini, quasi tutti conducenti. Verso mezzogiorno le vedet te segnalarono all'orizzonte masse di cavalieri arabi, seguiti a breve distanza da altre J,11asse a piedi. I conducenti accorsero ai ridotti : una batteria da montagna fu subito messa in azione; qui ndi, ordinati e inquadrati tutti i disponibili,


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MER gli Alpini attaccarono ali.a baionetta le ma,sc nemiche. Frattanto \il bgl. « Tolmezzo », mentre tornava , a M. , intuita la situazione, assall alle spalle gli Arabi, che, sorpresi dal duplice vigoroso attacco, si diedero a fuga disordinata, lasciando sul campo una cinquantina di morti . . Mergentheim. Borgata del Wiirtembcrg, sulla Taubcr, in passato chiamata Marientl,al.

Bauaglia di Mergentheim (5 maggio 1645). Appartiene alla guerra dei Trent'anni. 11 visconte di Turenne aveva passmo il Reno per chiudere la via della Frnnconia agli Imperiali. Al suo avvicinarsi questi si erano ritirati e il visconte aveva preso quartiere nei pressi di 'M. Il colonnello Rose, inviato in ricognizione, non s'era accorto che gli Imperiali erano tornati indietro e il 5 maggio 1645

ARMEE DU

GENERAL

glieria. Turenne au cndc senza muove'rsi, mentre Mcrcy ~Ila testa della fanteria punta verso il piccolo bosco. Allor~ Turenne si precipita con la sua cavalleria contro l'ala degli Imperiali, la sfonda, rompe tutti gli sqdr., raggiunge la seconda linea e s'impadronisce di dodici stendard i. Nello stesso tempo Mcrcy si rende padrone del bosco, men tre la fanteria fra ncese si dà a lla fuga; quindi, fatte avanzare la carn!leria, tenta di avviluppare l'ala sr. del T urenne, il quale accortosi del movimento fa cessare il combattimento, preoccupandosi solo della ritirata . Fa rannodare la fanteria e le ordina <li marciare direttamente verso Philipsburg, mentre la protegge con la cavalleria lino all'ultimo, quando dovette aprirsi il passo con la spada alla mano, riuscendo così a sllvarsi.

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AWE DU VICOMTE DE TURE~ Batugli• di Maricnthol (Mcrgemhe im) (1645) La bandiera italiana sul Mcrghcb (1 9 12}

alle cinque del mattino, giunse al campo francese la noliz,a che il gen. Mercy si avanzava a gran passi col suo esercito. Turenne dà subito I·ordine al Rose di radunare le truppe a una lega e mczw. da M. ; erano 3000 u. di fanteria e sette od otto rcgg. di cavalleria; egli forma la sua ala dr. di tutta la fanteria, che colloca all'ingresso di un piccolo bosco, ponendole a sostegno due soli sqdr. di cavalleria; quindi compone la sua ala sr. con tutto il resto della cavalleria che mette sopra una sola linea, eccettuati due sqdr. , di cui forma una specie di seconda li11ca. Aveva appena prese queste disposizioni che Mercy avanza in perfetto ordine di banaglia, sostenuto dalla sua arti-

Mergheb (E/). Altura presso Homs, nella Tripolitania. La prima occupazione di Homs (u ott. 1911) risultò dominata dall ',lrura del M., dalle cui falde partivano cannonate con tro la città. Necessitando occupare l'altura, venne decisa l'operazione pcl 27 febbraio, mentre, per distrarre l'attenzione nemica, ,•cniva simulato uno sbarco a Zliten. Tre colonne avanzarono verso il M . li nemico tentò un conrrattacco, ma , assalito di fronte e alle ali fu costretto a cedere. Nonostanl~ le perd ite subite, il nemico nella none fra il 5 e il 6 marzo tentò di riconquistare le posizioni perdute; ma queste erano state nel frattempo rin-

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li Mergheb - Panorama generale


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forzate e contennero !,' urto infliggendo gravi perdite ai Turco-arabi. Dal M . pantl il 2 maggio una nuova operaz ione per la conquista di Lebda.

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sue forze e quelle inglesi, decise di evacuare la città e si ritirò su Llerena.

Merid iona le fr onte, nella guerra Mondiale. I. Ragioni dell'importanza della penisola Balcanica nella guérra Mondiale. Fu un serbo che il 28 giugno 1914, con l'assassinio della coppia arciducale ereditaria absburgica, gettò la favilla sulle polveri _ di cui era satura l'Europa, dando così origine alla guerra Mondiale. E nel settembre 1918 fu a Dobropolie, contro il fronte degli Iinperì Cetl• trali di Macedonia, che si ve1:ificò quello ~fondamento che, se ·non determinò, accelerò il processo di dissolvimento di tutti gli altri fronti. Però nè dalla circostanza dell'assassinio e neppure dal fa tto che fu nella penisola balcanica ch'ebbe inizio il crollo della resistenza delìli Imperi CenMerida. Città della Spagna occiclen"cale, nell'Estrematrali, questa ripete la sua importanza politica e strategica. dura, in prov. di Badajoz, alla confluenza de!la Guacliana Tale importanza essenzialmente deriva dal fatto che essa e dell"A lborregas. È l'antica Augusta Emerita, capitale del la era attraversata dalle direttrici delle grandi ambizioni di Lusitania romana e piazzaforte . Fu occupata dai Visigoti due rnze - la slava e la tedesca - le quali direttrici e poi dagli Arabi. 2ppunto s'incrociavano in corrispondenza del Bosforo. Era nella coscienza degli Slavi in generale, dei Russi in parI. Battaglia di Mcrida (429 d. C.), Fu combattuta e ticolare, costituire condizione indispensabile per la loro vinta da Genserico, re dei Vandali, contro gli Svevi, che esistenza rigogliosa la conquista d i ,sbocch i in mari aperti avevano invaso il territorio occu!)ato dai Vandali nella Spagna. Il ·re svevo Enn igaro nella fuga si annegò nelle e più specialmente nel Mediterraneo, attuando così il testamento politico d i Pietro il Grande. D'altra parte lo svionde della Guadiana. luppo demografico ed industriale della Germania la spin- ' li. A ssedio di Merida (7n). Fu posto alla c1tta dai geva a cercare sfogo verso il lpntano oriente, per cui non Musulmani di Muza Ibn Nassar, subito dopo là presa di solamente tendeva alla « Mittel Europa " da costituire con Siviglia. I Visigoti diedero subito battaglia per impedire i popoli tedeschi ed affini, ma tendeva a ltresì a costit_uirc ai nemici di porre il campo, ma vennero sconfitJt.i e costretti la << Mittel Asien », donde .la ferrovia dei tre B (Berlinoa ritirarsi dentro le mura. La lotta continuò con sortite J3alcani-Bagdad) che la doveva portare fino a l Golfo Persico. ripctu~c e fieri combattimenti : infine il cerchio fu stretto Seguendo la sua politica secolare, la Gran Ilretagna ostacosì e con tali forze, che i Visigoti non osarono più d i colava cosl le aspirazioni russe, come quelle tedesche, enuscire . Cominciarono allora gli assalti: una torre fu presa trambe nocive per la sua egemonia marittima, e specialdalle truppe del Muza, ma ripresa con un vigoroso conm<:11tc queste ultime pericolose pel suo Impero Indiano e trattacco. T uttavia le perdite subìte, e la penuria dei vidannose per le sue industrie e per i suoi commerci. Severi, fecero scendere a patti i Visigoti, i quali nel luglio nonchè lo stato di prostrazione nel quale la guerra contro del 712 si arresero ottenendo sopportabili condizioni. il Giappone aveva lasciato la Russia, cui non aveva nè saputo nè forse voluto. reagire il governo czarista, nel III. Ribellione di M erida (827). Fu dovuta alle vessazioni quale, insieme con alcuni onesti ma impari alla difficoltà di Abderaman contro i cittadini stessi musulmani, i quali, dell'ora, esercitavano la loro nefasta influenza uomini corsotto la condotta di un Mohammed, trucidarono i funziorotti ed anche comprati dallo straniero o dai partici sovnari del re , raccozzarono armati e si prepararono a difenversivi, rendeva assai meno pericolose per l'Inghilterra, aldersi. Alcuni partigiani di Abderaman aprirono nottetempo meno pel momento, le aspirazioni russe che quelle tele porte al suo generale Abdelruf, e le tr uppe reali, pedesche, per cui, mentre a queste Liltimé si proponeva d'opnetrate in città, attaccarono i rivoltosi, riconducendo M. porsi co11 tutti i mezzi ed a qualunque costo, era invece all'obbedienza. Ma per poco: chè dai dintorni e da Lidisposta a poli tica assai più conciliativa nei riguardi di sbona seguaci di Mohammed riuscirono a rientrare in città quelle della Russia. Per la stessa ragione la Francia, la appena ripartito Abdelruf, e a ripren<lervi il potere, ucciquale, pure non avendo così impellcme interesse çome aveva dendo i nuovi funzionari e ufficiali <lei re . Il quale allora l' Inghilterra per imped ire lo sbocco del la Russia nel Memarciò su M. ·e vi pose l'assed io: mediante mine fece direrraneo, o la marcia dei Tedeschi verso il Golfo Persico, crollare alcune torri, e disponevasi a dare l'assalto, quando tuttavia sempre si. era. trovata solidale con l'Inghilterra per !a fuga di Mohammed e di altri capi ribelli permise ai ostacolarli entrambi, nel momen to i n cui più decisa si cittadini di consegnare la piazza al re, il quale ne riprimanifestava la « Welt Politik » tedesca 11011 poteva non stinò le fortificazioni. trovarsi a fianco dell 'Inglùltcrra per trarre profitto della favorevole occasione per la sua guerra di rivincita contro IV. Combattimento di lvlerida (18n). Appartiene alle jl nemico tradiz iona le di oltre Reno. Quanto all' Italia, g uerre napoleoniche. ti 27 dicembre la divis, inglese del gen. Hi ll avanzò verso la città, mentre il gen. francese · essa inai aveva dimenticato le memorie di Roma antica-, di Genova e di Venezia; ma più ancora che per questo, Dombrowski, coma ndante di ,'4., aveva inviato in rico.il desiderio di fare dell'Adriatiç'o un lago italiano derignizione tre cp. agli ordini del cap . Neven. Questi il vava da necessità di sicurezza, per non dire di esistenza. g iorno 29 s'imbatcè nell 'avanguardia del gen. Hill, forte Con e.aie aspirazione però, mentre gettava l'allarme negli di 800 cavalli e 4 pezzi d 'artiglieria leggera. Il Ncven, Slavi del Sud e più particolarmente nei Serbi, l'Italia si formato q,1aclrato, sostenne l'urto degli I nglesi che si rialienava tanto i Tedeschi e più particolarmente l'Austriapeti: per cinqllc volte come'cutive, e potè ritirarsi in ,W. protetto da alcuni squadroni di cavalleria mandati dal U ngheria , a spese della quale' dovevasi provvedere alle gen. Dornbrowski. Il quale, considerata la d isparità tra le occupazioni di sicurezza sull'altra sponda, quanto i Russi, M éric (Giovanni de). Avventuriere francese, (1717-1747). Dopo aver fatto le sue prime armi nell'e-sercito regolare, ottenne dal maresc. di Sassonia di costituire un corpo irregolare di cavalleria, col quale compì va rie imprese. Nella conquista di Gand (1745) g uadagnò il grado . di brigadiere ed il permesso di aumentare il suo corpo fino a ci nque battaglioni. Passato in America, si distinse nelle ~ampagne del Canadà, e, tornato in patria, nella guerra di Fiandra. Morì nell'assalto del ponte .di Walen mentre earicava alla testa dei suoi cavalleggeri.

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nawra li protett~ri degli S lavi del Sud. Entrando in guerra, nel 1915, a fianco delle potenze dell 'Iru csa in seguito al trattato di Londra (26 aprile 1 915) che non solamente soddisfaceva alle aspirazioni nazionali sulle provincie irredente, ma, almeno in parte, soddisfaceva anche a quelle relative alla sua posizione nell 'Adriatico, per questo solo fatto e nonostante in verun modo si opponesse alle aspirazioni russe sugli stretti, essa veniva però ad urtare negli interessi austro-ungarici non solamente, ma anche in quelli dei popoli slavi in generale e dei Iugoslavi in particolare, donde la delicatezza della nostra situazione durante tutta la guetra. Dal fin qui detto emerge la maggiore omogeneit à d 'intenti e di scopi politici da parte degli Impe ri Centrali che da parte dell'Intesa; di tale fatto le conseguenze nella condotta d ella guerra non tar-darono a manifestarsi.

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po di lotta, pel carattere anarchico e battagliero delle sue popolazioni e per le sue frontiere precarie, é anche per le rivendicazioni bulgire che si spingevano fin demro il terr itorio alb:incse, e pcrch/: tanto la Serbia cd il Montenegro a nord, quanto la Grecia a sud avanzavano pretese di annessione d i territo~i albanesi. Ma ciò non basta: La costa di Valona con la pen isola Salentina ri nserra l 'Aariatico nel canale d 'O tranto, non più largo di 7 0 Km . Valona, con la sua grande rada, in mano ad un avversario <lel l'ltalia , avrebbe quindi costituito per essa tale m inaccia, che suo element are dovere era <li scongiurare p revenendo ogni altro bel ligerante . Aggiungasi poi come da Valona saremmo stati in g rado di utilmente concorrere a sostenere quell 'azione serbo-greca che si fosse .sviluppata i n Macedonia, e sulla quale, per i trattati esistent i, si avrebbe dovuto poter contare, nonchè un 'azione alleata che, basata su Salonicco, fosse <liretta verso nord. Da entrambe le parti qellige.ranti forse più ancora da parte dell'Intesa ma ncò quell'azione d ip lomatica lungimirante , disposta alle utili e tempestive concessioni e nel tempo stesso vigorosa, che per lo scopo da raggiungere

, II. Disu11io11e e antagonismi dei popoli balcanici. La disunione, oltre che dagli antagonism i esistenti fra i vari Stati balcanici,. dipendeva dalla d iversa fisonornia d ;e avevano le relazioni loro con le grandi potenze belligeranti . St: fra Serbia e Russia intime erano codeste relazioni, ed m vece oscilissime quelle con l 'Austria-Ungheria, la quale sarebbe stata necessaria, ond •è che a questa venne non per l'attuazione del suo programma balcanico, era fatale solamente , a ma ncare il concorso della Bulgaria, quando che avrebbe dovuto assorbire la Serbia , da tempo più che tale concorso riteneva probabile, ma se la vide improvvicordialt e rano invece le relazioni fra la Turchia e la Gersamente ergersi nem ica e pericolosa nemica. Finl bensì mania. Invero se il oemicq t radizionale della prima era 'per otrencrc che la Romania ,si schierasse al proprio fianco, la Russia, la quale, per attua re il suo programma, av rebbe ma i l concorso romeno, che prezioso sarebbe tornato nel dovuto passare sul suo corpo in corrispondenza del suo r9r4, specialmente nei momenti di maggiore crisi per gli punto più sensibile : il Bosforo e gli Stre•ti, anche l 'at Imperi Centrali cd ;mche nel r915, al mornentò, p. es. tlJazionc del programma tedesco del Drang nach Osren, dell 'entrata in guerra .dell'Italia, oppure della spedizione in fin dei conti, avrebbe portato analoghe conseguenze : punitiva contro i Serbi, verificatasi invece nel l'autunno del siccome però il primo importava l 'occupazione territoriale r916, quando già tutte le grandi offensive sferrate nelimmediata, mentre i l secondo, a lmeno in ·primo tempo, l 'estate dall'Intesa erano andate spegnendosi, tornò certo pareva potesse limitarsi alla influenza politica ed a conassai meno V?-Otaggioso .1Ha causa connme e, rimasto quasi cessioni econm'!iche, e d'altra parte, siccome la T urchia isolato, ebbe il r isultato d isastroso eh 'è noto. sentiva che contro due nemici ad un tempo, il resistere sarebbe stato pe r essa vano, così preferì di schierarsi sen fil. I vari Stat i balcanici disponevano delle seguenti forze: z 'al•tro a fianco di quello · che riteneva, almeno per il Romania ; allo scoppio della guerra, u. 600.000 ; forza momento, m eno <temibile, e già da tempo essa ·era entrata massima raggiunta 1.200.000; Grecia 200 . 0 0 0 e 400.000; nell 'orbita germanica, dalla quale aveva accettato istruttori Bulgaria 300 .000 e 600.000; Serbia :200 .000 e 400.000; per le sue forze di terra e dr mare_. Q uanto agli altri Montenegro 40 . 000 e 50. 000; Turchia (i n Europa) 700.000 Stati balca nici, il t roppo frequente inier vento della Russia e 1.300.000. a Sofia aveva da essa a lienato grande parte degli animi TV . I principali avvenimenti po/,tico-miliu,ri con.sideratt bulgari, insofferenti d i questa larvata tutela, mentre le nelle recip.-oche loro relazioni ed in quelle ml/e altre fronti. ambizioni russe erano causa d 'inquietudine da parte dell a A) La campagna in Sa bia del 1914. L'Au~t(ia-UnG recia. La questione della Bessarabia-Bucovina , ancora più gl:,-tia contava di poter avere il vantaggio d i un paio di accentuatamente le aveva alienato la Romania, la quale settimane sulla mobilitazione r ussa; perciò , sebbene spetpoi non poteva dimenticare come in premio del suo valotasse ad essa, giusta gli accordi p resi con lo S. M . tedesco, roso ed efficace jntcr vento nella campagna del 1877-78 , nd di tenere impegnato· il grande nemico d'Oriente, tuttavia congresso di Berlino fosse stata obbligata a cedere alla ritenne opportuno di valersi di quel vantaggio per porre Russia la pingue Ilcssarabia, per ricevere, io sua vece, la fuori g uestione subito l'esercito serbo. Il Capo di S. M. sterile Dobrugia. La Bulga ria, a causa dc' suoi ambiziosi austro-ungarico, Conrad, aveva quindi ordinato l 'applicadisegni, s'era isolata e trovavasi in contrasto con tutti gli z ione del disegno operativo preveduto per una guerra lialtri Stati balcanici: del pari essa non poteva favorire nè mitata ai Balcani, con l'impiego su quel fro,w,c di 2/5 le aspirazioni russe nè quelle germaniche nel!a penisola delle sue forze, cioè d i 412 mila uom ini (arinate 5~ e 6• balcanica, se non a condizione che da parte d 'uno dei due sulla D rma, 2• s.u ila Sava-Danubio). Così facendo, si nug randi blocchi belligeranti le p roprie m ire ambiziose trotriva fiducia di annientare presto i l nemico che si aveva vassero il maggiore . possibile sodd isfacimenro. La Romania di fronte, e di attrarre nella propria orbita, oltre alla fo~o dal 1913 dal suo, re Car lo era stata vincolata da un T urchia che già ne dava manifesti segni e che effettivat rattato segreto, che m ai venne ratificato, all'Austria-Un mente nell'ottobre vi ent rava, anche Bulgaria, Romania e gheria. All a volontà di re Carlo si conrrap}:loneva però Grecia , mentre poi si avrebbe esercitato efficace azione intiJ' influenza parlamentare del capo del governo Bratianu , midatricc sull'lt~lia . Resos i per ò conto che il calcolo del fa,·orcvole all'a lleanza con l'Intesa, pcrchè con l 'appoggio dì questa comava di realizzare le aspirazioni nazional i dei vantaggio <li tempo sulla mobilitaziÒne russa era stato Romeni nei riguardi della liberazione· dei confratelli di 't roppo çitumrstico, e ricredutosi •a_li resì sulla capacità comTransilvania. L'Albania ,avrebbe cqstituito probabile cam - . battiva della Serbia, il Conrad dispone,;a che a fromeg-

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giare i Serbi rimanessero solamente le due armate 5• e 6•, . schierate sotto il Potiorek sulla Orina; pcIÒ la delicatezza che presentano modificazioni notevoli ad un grande movimento ferroviario in corso, consigliarono il generale Conrad a lasciare cbe la radunata deila 2• armata si compisse secondo i programmi , per farla poi di là rit1asportarc .alla frontiera di Polonia non appena fossero state !ibere una o più delle linee ferroviarie. L 'offensiva del Potiorek, iniziata il 12 agosto col passaggio della D rina, eb~ carattere di attacco puramente frontale e con forze pr:iso a poco eguali a quelle del difensore. Dopo qualche parz iale successo, contratlacèato vigoros.amente il 24 agosto (battaglia del Jadar), il gen. Potiorck era respinto nelle posizioni dietro Drina e Sava, dalle quali con tanta ba ldanza dodici gio rni pr ima aveva preso le mosse. Approfitt"ndo della partenza delle unità della 2a armata, ormai quasi compiuta, nella prima metà di settembre volle i l generale Putnik, capo di S. M. dell 'esercito serbo, trarne profitto per gettare t re divis. in Sirmia, un distaccamento nel Banato di Tcmcsvar cd un'annata, insieme con i M0nter.egrini, in Bosnia. Ivi potè questa sostenersi un mese ci rca, 111a scarsi f w·ono i risultati ottenu ti da ciascuna di queste tre offensive, di cui invero può apparire discutibile la opportunità. Considerate però non tanto in sè e per sè, ma in relazione con le operazioni sui fronti maggiori, tali offensive esercitarono influcnz;, assai notevole, specialmente pel momento in cui esse vennero lanciate: da poco erano avvenute le bat taglie d i Leopoli e della Marna, mentre poi, contrariamenre al parere di v. Conrad, il governo aust roungarico, per ragione di prestigio, volle che Potiorek fosse nuovamente posto in grado, con l'invio di rinforzi, di riprendere · l'offensiva cd anzi si credette opportuno di sottrarlo alla d ipendenza del Comando dell'Esercito di campagna per porlo alla dioendenza diretta del l'Imperatore. Sferrata i l 6 novembre, tale seconda offensiva in primo tempo potè svolgersi favorevolmente per gli Austro-Unga• r ici, tantochè il 15 le loro a,, anguardie erano sulla Kolubara, sulla clr. della quale si erano ritirati i Serbi, ed il 30 questi, premuti da ogni parte dal prevalente avversario, abbondonavano aoche Belgrado. Esausti, scarsi di munizioni cd anche di buone armi erano i Serbi, che con gravi difficoltà potevano venire r iforniti <lagli ,\lleati. D'altra parte gravissime le difficoltà logistiche di Potiorek a causa del terreno, che ritirandosi, i Serbi avevano disertato, ed a causa della stagione. 11 pericolo di vedere la Serbia an nientata per le difficoltà dei rifornimenti ed evencua lment~ anche di rinforzi di cui avesse avuro bisogno, attraverso Stati neu trali (Romania e Grecia), r ichiamò nuo.v amente l' attenzione dell'Intesa sulla utilità di formare il blocco balcanico, non più per alleggerire la pressione sui Russi come nell'agosro 19r4, quanto per ooter rifornire la Serbia. Perciò sarebbe stato necessario di riuscire ad attrarre ne!l'orbita dell'Intesa, per ordine di precedenza, la Romania, la Grecia e la Bulgaria. ·Della Turchia non era più il caso d "occuparsi essendo essa già entrata in guerra fin dal 3 novembre, contro l'Intesa. Insufficienti però vennero g iudicate da lla Romania le offerte della Russia, e , qua1ito a quelle fatte dall' Intesa alla G recia, di cui Venizelos, intc• sista, era a capo del Governo, anche queste fallirono perchè: per aderire ad aiutare subito i Serbi, egli richiedeva la garanzia che la Romcnia l'avrebbe pre1nu11ito da un attacco bulgaro, ciò cui quel!a non volle impegnarsi. Nè più felici tornarono i tentativi fatti per attirare la Bulgaria, 110n solamen.tc perchè i compensi che le si offrivano, naturalmente da concedersi a spese degli Stati confin~nti,

erano da essa ritenuti insufficienti, ma anche per la irriducibile intransigenza serba a qualunque anche minima cessione territoriale, preferendo soccombere: tale dich iarazione P.asic non esitava fare proprio quando le sorti della Serbia sembravano disperate. Il 3 dicembre, sebbene spossati e decima;ti, tuttavia col morale già risollevato e col coraggio della disperazione, i Serbi, di sorpresa, si rovesciavano impetuosamente e fron . talmente su l nemico: asprissima la battagua ddla Ko/11!,ara (V.) che durò un paio d i settimane : il 15 dicembre, per la seconda volta in poco più di tre mesi> essi avevano ricacciato gli Austro-Ungarici al di là delle loro frontiere ed entravano, vintoriosi, a Belgrado. 40 mila prigionieri con 130 cannon i erano restati iu loro mano. I Serbi, completamente spossati, erano nella impossibilità di sfruttare la loro vittoria e passarono l'inverno in uno stato di miseria estrema: mancavano di tuito, ed una g rave epidemia di tifo infierì. Nella seconda metà dell'inverno però importan ti rifornin1enti di viveri, vesti, armi e 1nunizioui l'Intesa riuscì a far giungere in Serbia, tantochè, in pri1navera, essa aveva potlttO ricost.ituire un'arn1at.a di can1.~ pagna di 180 mib uomini. Quanto all 'avvcrsario, nulla fu la sua attività alla frontiera serba durante l'inverno 19.14-15 : due soli corpi d'armata erano rimasti in copertura, con i grossi dislocati nei centri che offrivano qualche risorsa. B) 1915: l diseg,1.i operativi nella Balcania. Dato il carattere di logoramento che aveva assunto la guerra, scopo generale del gen. v. Falkenhayn, Capo di S. M. tedesco, fu q uello di resistere su tutti i fronti, in attesa di poter acquistare la superiorità .sul nemico principale d'occidente. Informato a questo concetto era il consiglio <lato al!' Austria-Ungheria d'osservare stretta d ifensiva in Polonia per poter rinforzare il suo fronte mer idionale e per la terza volta attaccare la Serbia, schiacciarla prima che potesse ricostituirsi e sopprimere cosl il fronte sud-est; ii d.isastro serbo avrebbe intimidito Italia e Romania. Tale con• siglio non potè venire seguito, perch/: la pressione russa contro il fronte austro-tedesco dei Carpazi, attrasse da quella parte ogni disponibilità. Non essendo possibile l'attuazione del suo disegno operativo, ciò che sopra tutto importava a Falkcnhayn, e con ragione, era d 'assicurare la resistenza turca dei Dardanelli, in cui già si avevano avuto preludi dell'attacco. Per scongiurare invece lo sfondamento del fronte austro-tedesco dei Carpazi, egli preparò Gorlice. La direzione unica della guerra, in gran parte almeno, esisteva negli Imperi Centra li, mentre noo esisteva affalto nell 'I nlcsa, dove tutto era discusso, tu tto

doveva essere stabilito per accordi. Non mancava chi sosteneva doversi cercare la soluzione della • guerra non già su &onti p rincipali, già siste111ati a difesa, 1na su fronti

secondarie. In Francia, i l colonnello dc Lardemel!e, capo di S. M , della 5~ annata (Franchet d 'Espcrcy), p ropose di attaccare di rovescio gli Imperi Centrali dai llalcani. Tale p rogetto, appoggiato dal generale Francher, venne discusso dallo S. M. Si sarebbe trattato dell'invio di 5 corpi d 'aJmata francesi che avrebbero dovuto operare, attraversando la Serbia, in Ungheria, inquadrati fra gli eserciti serbo e romeno, la cui adesione, nell' ipotesi di questa grandiosa spedizione, si riteneva certa. Le difficoltà logistiche che presentava l"attuazione di questo progetto sono evidenti; però accurato esame di esso le faceva ritenere superabili. Il Consig lio de i Ministri francese fece suo il progetto Lardemelle-Franchct d'Esperey, ma, sottoposto al generale Joffre, questi lo disapprovò per la pregiudiziale che non poteva approvare, almeno pcl momento, nessun progetto d'opera-

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zionc che doves~ svolgtrsi su un teatro esterno a quello garia ad entrare nell 'Intesa offrendole in compenso la linea occidentale. Anche Lloy<l Georgc, nel gen naio 1915, preEnos-Midia, ma Sofia declinò l'offerta perchè il suo obsentò un progetto analogo, nel quale, a lle divis. francesi, biettivo era rivolto alla Macedonia e non alla Tracia. Quanto sostituiva divis. inglesi rb p1~clcvarsi s1j!le 70 di nuova alla Grecia, Venizelos consentì bensì all 'Jntesa la costituformazione esistenti in Inghilterra ed anche su quelle del zione di basi di rifornimento nelle isole di Imbros e di generale French. Questo piano fu respinto dallo S. M. Lemnos, e il 3 marzo offrì pure il concorso della flotta e inglese, il quale intendevli informare la condon a della d 'una divis. ; ma re Costantino significava di disapprovare guerra a questi due postulati : assicurare anzitutto la sicula politica dd suo ministro, che il 16 ma rzo si dimetteva. rezza delle Isole Britanniche, poi quella dell'Egitto e delle Ne consegue che Francia ed Inghilterra restarono sole ad Indie; perciò solo campo di battaglia offensivo doveva esoperare: la Francia; che non aveva diretto interesse nella sere, per le forze i nglesi, quello delle Fiandre, pcrchè dalle questione, per spirito d i solidarieri, seguiva l'impulso inFiandre si copriva il Regno Unito contro uno sbarco. g lese. Se, in primo ,tempo, le forze di cui il generale tedesco Liman von Sanders disponeva, erano lirnitate per Ancora una 'Volta, alla fine di gennaio 1915, Ve!liz.elos offriva ali 'Intesa i l concorso greco, purch~ la Roman ia , opnumero e pc'r mezzi, tuttavia , con il concorso clelJe artiglierie delle opere che difendevano gli Stretti, esse erano pure distaccamenti dell' Intesa, garantissero l'incolumità del più che sufficienti per frustrare gli sforzi degli Alleati, suo paese da attacchi della Bulgaria; ma la Romania non volle saperne d'assomcre impegni e l'Intesa promise soltanto più che nelle prime azioni tali sforzi ebbero carattere tanto il suo appoggio morale. All'attitudine romena conunicamente frontale. Del resto forze almeno Ife volte sutribuiva l'atteggiamento della Russia, p;ù favorevole alla - periori a quel le dell'attaccante erano in riserva presso CoBulgaria che alla Romania . La stessa cooperazione di forze stantinopoli. Ad ogni modo il 25 aprile - più d'un mese dopo l' attacco marittin10 - il corpo di spedizione r iusciva dell'Intesa con l'esercito ierbo non sarebbe stata gradita dal Govemo serbo, e tanto meno l'ev,entualc cooperazione a · prender terra alla punta della pcnisob di Gall ipoli, ma italiana. Del resto lo S. M. serbo non nutriva preoccupadi poco potè avanzare: da entrambi i belligeranti si passò zioni che la completa tranquillità nella quale da ormai tre alla logorante guerra di trincea eh 'ebbe per momenti samesi viveva, potesse venire tu rbata . Sebbene l'offensiva di lienti 9,,uell i della triplice battaglia d i K,it!,ia (V.), e lasciava prevedere l'insuccesso finale (V. Dardanelù). Il FalEnver Pascià nella 'J'ra.nscaucasia russa avesse avuto, pei Turchi, risultato disastroso, tuttav ia essa aveva destato un kenhayn, rendendosi conto della convenienza d'aprire le cer,o allarme nelle sfere dirigenti mise; d'altra parte però comunicazioni fra gli Imperi Centrali e la Turchia, tentò al GrandL1ca Nicola, comandante in capo degli eserciti rnssi accordi con la Romania e la Bulgaria; scnonchè t rovò intransigenza da parte dell'Ungheria a concessioni alla Roin l'olonia, ripugnava distra rre forze dallo scacchiere prin cipale d'operazione per inviarle in fronti che riteneva d'immania e malvolere dell'intc$ista Bratianu. Sia a scopo di portanza affatto secondaria. Donde la domanda da parte intimidazione, come per quell 'offcnsiva attraverso la Serdel Comando Russo a li 'Inghilterra d 'una diversione contro bia eh 'era pure nei suoi disegn i, inviò tre divis. tedesche nell'Ungheria. Quanto alle trattative con la Bulgaria, alla l'Impero Ottomano (2 febbraio 1915). Accettò volentieri la proposta il Gabinetto inglese, ritenendo che con tale diquale cercò OI tenere concessioni da parte della Turchia, versione avrebbe potuto coprire indirettamente il Canale riuscì a preparare i l terreno per un'alleanza. A deciderne cli Suez, per la cui sicurezza nu1riva timori. La flotta inl'orientamento verso gli Imperi Centrali concorse Gorlice glese che, ·forzati i Dardanelli, fosse comparsa davanti cd il ripiegamento russo che ne fu la conseguenza; mentre Costantinopoli, avrebbe t ratto la Turchia alla capitolazione; non bastò a decidere la Romania all 'alleanza con l'Intesa il fallo che, dopo le sue sconfille, la Russia aveva fin ito entrata poi detta flotta nel Mar Nero, oltre a p~rmettere il facile rifornimento della Russia, pure non · dando in sue col rinunciare alla sua jntransigcnza e d a cedere a tulle man i le chiavi degli Stretti, si contava che avrebbe indotto le esigenze romene; era troppo tardi: la Rom,rnia aveva gli Stati balcanici all'alleanza con l'Intesa. Quan to al fatto perduto la sua fiduci~ nella potenza mii. della Russia. che con la' conquista degli Stretti sarebbero state aperte le La partecipazione dcli 'Italia a lla guerra offrì occasione con1unicazioni tra 1a Russia e l'occidente per una even~ a<l esaminare il profitto che, 11cll'interesse comu ne deltualc azione comune, neppure se ne fece allora cenno, l'Intesa, se ne avrebbe potuto trarre, armon izzando l'ofperchè ancora si nutriva l'illusione della guerra breve. fensiva ,ital iana con quella russa e serba. li 12 maggio C) L'a11ività bellica in ,·onùpondenza del fronte me- sei giorni dopo lo sfondamento d i Gorlicc - una conridionale· dt11·!111tc il 1915. Il 28 gennaio il Gabinetto In- venzione mil. interalleata veniva firmata àl G.Q.G , russo glese autorizzava la flotta franco-inglese ad attaccare i per un'offensiva generale contro l'Austria-Ungheria. Gli Dardanelli (V. Spediz ione dei Dardanel/;), ma tale attac~o Italiani cd i Serbi avrebbero dovuto insieme coopetare in (r8 marzo), puramente navale, completamente falliva ed direzione di Lubiana. Senonchè i 400 Km. di distanza fra allora si volle ripeterlo col concorso di forze militari teril fronte Carsico e quello della Drina dava a questa cooperestri. Ma , sebbene già fosse stato d isposto per la raccolta razione un significato molto largo : t uttavia si àteneva che d'un corpo di spedizione, costituito da 4 divis. inglesi al un'offensiva serba su lla D rina av rebbe agevolato la nostra comando del gcn. Hamilton per sfruttare i l successo della offensiva carsica. Ma - intanto da parte dei Serbi non si fece flotta piu ttosto che : per ccocorrerc a tale successo, l'im- · assolutamente nulla, lasciando che le forze austriache che piego di questo corpo di spedizione non era stato preve- li fronteggiavano, sotto i loro occhi, tranqu illamente se ne duto, qu indi arrivò scarso, succcssivan1cote, tardivo e senza andassern per fronteggiare l'offensi'va i taliana. Pure amU!\ d isegno operativo ben studiato . Quanto alla Russia, mc,ttendo che le condizioni di fatto nelle quali si trovaquella non era in grado di recare ai suoi alleati efficace vano i Serbi non conscn.tissero loro una vigorosa offensiva concorso, perchè la sua flotta del mar Nero era appena nei piani · ungarici, la q uale in vece sarebbe stata possibile equivalente alla flotta turca, mentre nè b Romania, nè la e tale da esercitare . un'influenza forse decisiva , qualora a Bulgaria autorizzavano l; Russia ad s ttraversare con le fianco dei Serbi si avesse avuto quel] 'armata interalleata che ; proprie trL!ppe i loro territori. Si tentò &:indurre la Buiaveva proposto il Lardemelle, operante in azione armo-,

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nica con le armate italiane dal Friuli, certo è però che la passiv ità serba sotto nessun aspetto era giustificabile: soltanto può trovare spiegazione nd loro stato d'animo in seguito alla pubblicazione del trattato di Londra, cd in seguito alle trattative, di cui avevano avuto notizia, per cui l'Intesa s' impegnava verso la Bulgar ia di farle cedere daJ!a Serbia provincie del la Macedon ia serba in compenso della sua alleanza. Mentre da parte dell'Intesa continuavano le vane trattative con gli Stat i balcanici ancora neutrali per attrarli nella propria orbita, e continuavano i sanguinosi m a sterili sforzi sulla penisola d i Gallipoli per avere ragione della resistenza turca, il generale v. Falkenhayn, qui in pieno ~ccordo con v . C-Onrnd, decideva e preparava· quella spedizione punitiva contro la Serbia che per circa tre anni fece sparire questa dalla carta degli Stati d'Europa. Sui Dardanelli, nonostante -che i rinforzi ricevuti fossero stati irnpicgati con criteri assai più razionali, facendo c!.oè con correre con l 'azione frontale impegnativa, uno sbarco di sorpresa nella rada <li Suvla, per mezzo del quale lo sforzo più poderoso sarebbe stato di.retto contro le retrovie del difensore, tuttavia tale ben concepira operaziooe falUva per insufficienza di Stati Maggiori, per difetto di alknaniento alle fatiche, d'istruzione e di vigore di taluna truppa. Per raggiun~ere il Bosforo . ve1Ulc alu·esì studiata altra offensiva da svilupparsi, anzichè dalla penisola di Gallipoli, Fer la contrapposta costa asiatica: era quest a una direttrice d'attacco caldeggiata dal comando francese, fors'anco per operare da quella parte con sole truppe francesi ed in modo indipendente dal comando inglese; ed infatti era stato deciso che mentre con sole truppe inglesi si continuasse ad operare per la penisola di Gallipoli, per la cosra Asiatica procedesse un'armata [rancese forte di sei d ivis., al comando del generale Sarrail : questi però non condivideva la fiducia di coloro che avevano propugnato l'operazione, anche perc\1è sapendo che cospicue forze erano ancora. disponibili presso Costantinopoli, la fiducia nella riuscita dd l 'impresa dei Dardanelli era in lui scarsa ; inoltre, sempre piò chiara si andava .facendo la sensazione geocrale della bufera che stava per scatenarsi sulla Serbia, la <1uale, ponendo q uesta fuori causa, avrebbe m inacciato Salonicco, mentre poi avrebbe potuto aggiogare al carro c!egli Imperi Centrali la Romania, la Bulgaria e la Grecia. Tuuo ciò concorse a decidere l'abbandono dell'impresa dei Dardanelli, per prevenire l 'avversario a Salonicco, donde si avrebbe voluto, almeno da parte della F rancia, portare t_e mpestivo ed efficace soccorso alla Serbia. E ben s'apponeva l'Intesa : fin dal luglio, infatti, v . Falkcnhayn aveva r itenuto essere giunto il momento d 'interrompere l 'offensiva contro la Russia per ricostituire le sue r iserve da potersi impi_e gare in corrisponpenza degli altri fronti : ad ogni costo però occorreva che ai Dardanelli si resistesse, ed egli provvide aflinchè alla sua volontà corrispondessero i mezzi. Quindi si propose, con' parte delle riserve disponibili, di aprirsi !a via al Bosforo actraverso Serbia e Bulgar ia. A prescindere dalla Serbia , nemica dich iarata, la Bulgaria potè venire attirata nel! 'orbita degli Imperi Centrali perchè le offerte di compensi in Macedo nia, fat te . da questi, a spesa del nemico, davano maggiori garanzie di quelle dell' Intesa che venivano fatte iovcce a spese dell 'amico. Il 4 settembre la Bulgaria firmava il t rattato di alleanza con le potenze Centrali, in forza del quale, oltre alla Macedonia serba, le veniva concesso di riservare le sue rivend icazioni nei riguardi della Grecia e della Romania, in ragione della loro neutra lità attuale.

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Alla fine di settem bre dodici divis. aust,·o-tedesche, delle quali ben dieci tedesche, erano pronte a m uovere nella bas~a Ungheria, ripar tite in due armate e sotto, il c9rrpndo del fcldmarcsc. v. Mackensen. _In principio !'offensiva degli Imperi Centrali ha scopo limitato : liberare la ferrovia Belg rado-Nisc-Sofia, ricacciando i Serbi verso sud; cd a l conseguimento di ta le obbiettivo chiedevano i l concorso di sole quattro divis. bulgare (xa armata); però di sua in iziativa lo S. M. bulgaro formò anche la 2• armata a Kusicndil, per tagliare le comunicazioni serbe verso Krumanovo-Vrania. Fin dal 25 agosto il governo serbo si era reso conto della m inaccia mortale che pendeva sul suo paese e cercò d'ottenere dalla G recia (Venizelos era ritornato al potere due giorni prima) l'adempimento degli impegni presi nel trattato d'alleanza del 1913. Venizelos, che sempre aveva considerato l' alleanza greco-serba del 1913 come un impegno solenne pel suo Paese, al pòmo indizio di mobilitazione bulgara (21 settembre) si preparava a fare altrettamo, 1:11a re Costan tino obbiettava che l'impegno con la Serbia era subordinato alla condizione che 150.000 Serbi potessero concorrere alle operazioni contro i Bulgari: poichè la nuova situazione strategica ciò non conseotiva, Parigi e Lond ra fecero sapere di essere disposte a provvedere esse; perciò i l 23 sctt.ernbre veniva decretata la mobilitazione greca ed il 5 ottobre sbarcavano a Sulonicco le prime divis. anglo-francesi. Quanto alla Serbia, essa aveva concepito subito un piano ardito ma logico : approfittare del fatto c!,e essa era p ronta men tre tanto gli Austro-Tedeschi quanto i Bulgari non lo erano ancora, per gettarsi con la massa delle sue forze su questi ultimi, bat terli, occupare Sofia e quindi volgersi, col concorso degli Alleati, contro gli Austro-Tedeschi mentre stavano passa ndo il Danubio. Tale disegno, approvato dal gen. Joffre, venne invece non so la1nentc disapprovato 1na vietatone l'at-tuazione da parte dei gabinetti del! 'Intesa ,' e specialmente da quelli di Londra e di Pierrogrado, che ancora nutrivano la speranza di riuscire ad attrarre nd la propria orbita la Bulgaria con le promesse di compensi in Macedonia, da concedersi però a spese dei Serbi; e poithè questi si mostravano intrattabil i su tale questione, minacciavano di togliere loro i viveri . Neppure ad uo ult imatum , appoggiato · da una dimostrazione m ilitare, vollero aderire quelle due potenze, e così la Bulgaria continuò -ad avere fino ali ' ult imo buon gioco nel mantenere l 'Intesa nelle sue i llusioni a suo riguardo. Una folla di malintesi, di inutili discussioni e di pretesti concorse a che i 150 mila uomini che l'Intesa si era impegnata di fornire per obbl igare la Grecia a rispettare il trattato d'a lleanza del 1913 con la Serbia, non fossero al completo che ci,·ca due mesi dopo iniziato lo sbarco a Salonicco; e tale , i tard o offrl buon gioco a re Costantino per giustificare Ja sua disapprovazione della politica del suo Primo Ministro, che perciò fu costretto a dimettersi di nuovo. Il tempo passava e disperate si succedevano le invocazioni di soccorso da parre dei Serb i; m a, dopo un mese, delle 5 divis . che l 'Inghilterra si era impegnata di fornire, una sola era giunta; era però g iunto turto il cont ingente francese (tre divis.). Il generale Joffrc, andato alla fine d i ottobre a Londra in qualità di commiss'ario, per sollecitare ·il concorso inglese, proponeva l 'azione combinata di 200 mila Russi operanti dalla Bessarabia attraverso il delta Danubiano e di altri 150 mila Franco-Inglesi, con mo mila Italiani, operanti da Salonicco. Senza ent rare n~l merito di tale operaz ione, essa non poteva r ispondere alla bisogna urgente, percbè per prepararla sarcb-


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divis. austriache operanti ne, Balcani, v. Falkenhayn cebero occorsi parecchi mesi. Ne consegue che fino a metà dette, almeno in apparenza, firmando la convenzione del di ottobre i Serbi da soli dovcotero sostenere il doppio poderoso urto: frontale degli Austro-Tedeschi; sulla destra 27 novembre per l'offensiva su Salonicco, la cui prepae da tergo dei Bulgari, che avevano occupato Uskub. razione ed attuazione venne affidata a v. Mackensen. Ma Per ccrcàre di aiutare i Serbi le prime dtie djv is. francesi fin dal 5 dicembre successivo l'intervento di v. Falkcnhayn finiva col rendere i llusoria quella convenzione, pcrchè, sbarcale a Salonicco -· non quella inglese che non volle muovere senza autorizzazione del suo governo avanza~ tranne tre d ivis. lasciate in Macedooia cd una nella Bulrono su Uskub per cercare di mantenere aperta ai Serbi garia orientale, tutte !e altre venivano ritirate _in Ungheria, con lo scopo di far pressione sulla Roman ia per evitare la via di rifornimento e di ritira1a su Salonicco; però sia per la insufficienza delle forze, s~bbene da Salonicco che la prese nza della · 73 armata russa in Bcssarabia la insi fosse finalmente mossa anche la divis. inglese, sia perché ducesse a fare causa comune con l'Intesa. Però anche dopo i Serbi non poterono o non seppero cooperare sufficiente- che tale armata venne mandata in Galizia, pure lasciando mente a mantenere aperte le comun icazioni con Salonicco, che lo studio dell 'attaéo di Salonicco continuasse, prima an'cora che ne fossero conosciute le conclusioni, faceva iniil coricorso alleato non riuscì a rendere meno tragica la sorte loro. Fra i generali Sassail e Putnic era stata bensì ziare iL trasporto al fronte francese delle divis. raccolte in Ungheria, di cui aveva bisogno per !"attacco di Vcrdun. concertata un 'azione annonica : su Veles da parte dd primo, su Uskub da parte del secondo, la quale era intesa a Se v. Falkenhayn avesse voluto procedere, dopo il disaslro darsi scambievolmente la mano per riacqui;tare il possesso serbo, ci'm tutte le sue forze su Salonicco, tutte le probadella linea di .comw1icazionc del Vardar ; ma tale probilità di successo sarebbero state dalla sua parte: dì fronte getto non venne approvato dai governo francese, sempre alle otto divis. che alla fine di novembre il generale Sarpiù inquieto sull"attitudine della, Grecia, in seguito .illa rail poteva avere a Salonicco, una parte delle qua li già provate in combattimenti non fortunati ed in una penosa sostituzione, a Venizelos, d 'un Ministero germanofilo; e ritirata, si sarebbero trovate infatti 10 d ivis. tedesche, sci d':1ltra parle, ritenendo. già perduta la partita per i Serbi, ordinava invece a Sarrail di ricondurre le divis. dell'araustriache e 10 bu lgare, oltre alla mal fida neutralità della mata d'Oriente sulla frontiera serbo-greca, lasciandolo però Grecia ed all 'ostilità di re Costantino. Ciò · con tribuiva a arbitro del ·quando e pur concedendogli di eseguire, se lo far rinascere la diversità di vedute tra Francesi cd Inglesi nei riguardi della convenienza di rimanere a Salonicco: éredeva attuabile, un ultimo tentativo a favore dei Serbi, Fallito anche i l tentativo serbo di aprirsi il passo in corquesti ultimi , che avevano finito per aderire allo sbarco rispondenza di Katchanik-Guilani (18-20 novembre), ogni in quel porto nella fiducia di poter concorrere alla salvezza speranza era penjuta, cd il 23 cominciava l'esodo di queldei Serbi cd a trarre all'alleanza la Grecia, visto che ormai l'esercito atuavcrso i 1nonti d 'Alban ia, verso la costa nè l'una nè l'altra cosa era più possibLle, almeno pel moadriatica. L'Armata d'Oriente, che non aveva più ragione mento, desideravano d'andarsene, perchè, ben più che della di rimanere tanto avanzata, nella prima metà di di~embre Balcania, si preoccupavano della sicurezza dell'Egitto. I Francesi invece ritenevano utile rimanere a Salonicco per rientrava nella frontiera greca. li Falkenhayn, che aveva offrire ai Serbi la possibilità d i ritornare in linea per libeintrapresa la campagna serba_ per lo scopo, da lui riterare le loro terre, e, ad ogni modo, per evitare una pace nuto essenziale, d'aprire le comunicazioni degli Imperi Centrali con l'impero Ottomano, poteva ritenersi che avesse separata da parte della Serbia, inoltre per sorvegliare da conseguito lo scopo con la conquista di Nisc; senonchè i vicino la Grecia e per indurre più facilmente la Romania Serbi, sebbene battuti, conservavano ancora vitalità e d'al- ad entrare in gnerrn a fianco dell 'Intesa. La decisione di tra parte a Salonicco continuava lo sbarco dei Franco-In- v . Falkenhayn favorl la Francia ncll 'attuazione del suo proposito senza gravi rischi, nonostante la decisione presa glesi. Ciò stante,· sebbene gli ripugnasse d'impegnarsi a fondo se non su fronti decisivi, in questo caso però egli il 1° dicembre dal Gabinetto britannico d'abbandonare Salon icco. Nella con ferenza internazionale di Parigi del 9 diaveva ritenuto di continuare la sua offensiva verso Sacembre venne poi regolata la sistemazione a difesa di lonicco fino a guadagnare da quella parte la sicurezza che Salonicco d'accordo con le autorità greche. Ne risultò una gli occorreva. Senonchè, passando dalla Morava a l Vardar, strana situazione nella Macedonia greca : ' di fronte alle le difficoltà montane e la povertà delle comunicazioni e armate tedesco-bulgare, fermatesi sulla frontiera serbo-greca, del paese aumentavano: non ritenne qu indi opportuno di si avevano: I ·esercito greco dislocato in tutta la Macedonia gettarvi forze ~uperiori allo stretto necessa rio , donde la gieca e qu indi anche interposto fra i due belligeranti; i formazione di due scaglioni delle sue forze operanti nella Balcarua; uno dei quali costituente la prima linea, cui as- · Franco-Inglesi .intenti ad organizzare il campo trincerato di Salonicco, in mille guise ostacolati da lle autorità grech~; segnò la quasi totalità dei mezz i di trasporto ; l'altro scatruppe greche entro Salonicco, intese ad armare batterie gl ione tenne indietro, dislocato nella bassa Morava, pronto per interdire l'accesso alle navi dell 'lntesa. a muovere in ogni direzione. Questa decisione di v. FalD) 1916. Stasi durante il primo semestre e mc ragioni. kcnhayn era però in contrasto con precedenti convenzioni, L'intervemo romeno. - Nonostante tutti gli ostacoli opcd essenzialmente era in contrasto col proposito di v. Conposti dalle autorità greche, ùuraritc l' inverno r915-16, l'Arrad cli gettare nell'Egeo i Franco-Britanni per avere poi mata d'Oriente procedotte a grandiosi lavori stradali e venne mano libera per forzare Grcci;1 e Romania ad alle~rsi con p reparata l'interruzione del ponte di Demir-Hissar perchè gli Imperi Centrali. Fatta éosl tabula rasa degli Stati baltale interruzione avrebbe fatto perdere a ll 'avversario due canici, o per meglio dire, costituito con gli Stati balcanici, tranne la Serbia, un fronte. unico a sua disposizione, si mesi. (V. Macedone fronte, pag. 706, voi. IV). Informato di tali lavori, v . Falkcnhayn si rese conto che l'attacco di t rattava di porre fuori causa 1'Italia attaccandola anche dalla Puglia. La presa di Salonicco era perciò per v. Con rad Salonicco sarebbe stata impresa seria, perciò ancora più la neces~aria cond izione per la decisione dt lla guerra. Di , egli s'irrigidl nel convincimento non convenire disperdere fronle alla mina~cia di considerare decaduta la conven- energie tedesche nella Macedonia: faceva perciò ritirare di là due delle quattro sue di vi s., 1asciando soltanto la zione del 6 settembre per prendersi a s,.;a disposizione le


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101~ sul Vardar e la 105•, provvisoriamente, nella Bulgaria orientale. Inoltre, non ave ndo fede·, per operazioni offensive, che nelle truppe germaniche, declinò l 'offerta d i Enver Pascià che in seguito allo sgombro di Gallipoli da parte dell'Imcsa, egli metteva a disposizione tre armate turche per la guerra in Europa e s'oppose a che i Bulgari si stabilissero i n Mnccclonia, su posizioni che potessero offendere le suscettiv ità greche ed austriache. V. Conrad infatti non aveva mancato cli far sentire quanto l'avrebbe contrariato di vedere i Bulgari nella zona delle tappe e dcll'inOuenza austriaca : l'occupazione del Montenegro e dcli ' A lba nia lo seduceva, tantochè, nonosta1ue i tentativi di opposizione da parte di v. Falkenhayn, egll sottraeva dalla dipendenza di v. Mackensen tutte le truppe aus.t.roungariehe dell'armata di v. Kowes, s'impadroniva del Lovccn, occupava, quasi senza colpo ferire, il Montenegro e, supcrnta la resistenza dei resti d ell 'cscrcito serbo che si ritiravano su S. Giovanni di Mcdua cd A!essio, · veniva poi ad UPtare nella brigata italiana ·che da Durazzo aveva coperto l'esodo delle colonne serbe ritiratesi su Valona. Ristorate e riordinate a Corfù, le prime forze serbe, iniz iavano il loro ritorno in linea verso la mci:\ d'aprile: avrebbe voluto l'Intesa evitare il trasporto per mare da Corfù a Salonicco per gli evidcnù pericoli all'insidia sottomarina ch'esso presentava, ma vi si oppose recisamente la Grecia che vietò di valersi della sua ferrovia. Il trasporto per la via d i mare, durò 50 giorni senza che sia occorso accidente alcuno degno di rilievo: il 30 maggio 1916 tutte le truppe serbe erano raccolte nella penisola Calcidica: ivi costituirono sei divis. che, dopo un mese d 'intensiva istruzione, rientravano in campagna . 1 disegni opcmtivi concepiti nell 'inverno del 1915-16 dagli Imperi

Centrali, i quali erano influenzati dal la tenace volontà di v. l?a lkcnhayn, escludevano ogni impresa ofT~nsiva nella penisola Balcanica: egli era sempre più convinto essere sul fronte occidentale che dovevasi cere.are la decisione; g ià era stato iniziato l 'artacco di Vcrdun . Il Conrad, nonostan te Cosse stato sconsigliato d:d Falkenhayn, volle p repa• rare la sua « strafcxpedition » contro l'Italia; b Bulgaria, da sola e con la minaccia alle spalle della Romania, nulla di serio poteva tentare. Da parte dell'Intesa quell'offensiva dalla penisola Balcanica in Ungheria che l 'a nno prima, con la Serbia sul D anubio e con la possibilità di costitu ire d i tutti gli Stati ba lcanici, tranne la Turchia, un unico &onte, alleato dell'Intesa, si era presentata tanto promettente, per la nuova situazione di fauo creatasi nei Baie.ani, nonchè per la grande offensiva di Vcrdun ini1.iata fin dal febbraio, e pèr quella austriaca degli altipiani del maggio, non era più consigliabile, per non dire possibile. E/fetti,·amcntc, pel momento vi si rinunciò, tanto più che la Romania non si dimostran ancora disoosta ad uscire dalla ncutrali1à; ne consegue .:he uurantc il primo semestre del 1916 nessun avvenimen to d 'importanza generale si verificò nei Balcani. L"Armata d'Oriente si stabilì più solidamente sulle sue posizioni a nord ed est di Salonicco, sorvegliando da vicino l'aneggiamcnto della Grecia e del suo esercito. Gli Inglesi, pi,1 o 111eno di buona voglia , finirono col r imanere a fianco dei Francesi, ma sempre dcsirlc rosi d 'andarsene. Quanto al! ' Italia, l'offensiva aust ro-bu lgara contro i Serbi in riùrata sui poni d'Albania, molto l'aven preoccupata per Valona; quindi nella primavera, le forze d 'Albania erano state portate a qu:,ttro divis.; visto però che l 'avversario si era fermato alle falde della Malacastra senza impegnarsi a fondo contro le nostre occupazioni, quando minacciosa volse per noi la situazione sugli altipiani in

sei,>uito alla « Strafexped ition 1> del maggio, due divis. furono trat te dal nost ro fron te d'Albania per ven ire rimandate in Italia. In seguito, anche perchì: si stava preparando l'entrata in guerra della Romania, l'offensiva da Salonicco per muoverle incontro fu oggetto di discussione, e poichè ostili, com 'è noto, ad ogni importante azione in Macedonia erano g li Inglesi, e d'altra parte i Francesi, impeg nati pr ima nella difesa di Verdun , poi nella battaglia della Somme, non a'"evano forze disponibili, si fece nuovamente appello all'Italia, prospettandole i vantaggi dell'offensiva da Salonicco, ta nto più in seguito ai successi di Brussilov in Vol inia ecl in Ducovina, che rend<:vano più probabile la sollecita entrata in guerra della Romania. Anche l'Italia però dovette declinare l'invito per l'invio a Salonicco d'un forte corpo di spedizione, per la situazione alquanto p recaria restata sugli altipiani, mentre la conquista di Gorizia faceva nutrire speranza potesse preludere a quella di Trieste. Tuttavia considerazioni di politica opportunità consigliavano a non rimanere assenti in

Macedonia; d'onde l'invio, nel luglio 19 16, della bella 35• nostra divisione al comando del generale C arlo Petitti di Rorcto . Con lo sbarco della suddetta divis., con la rientrata in linea delle 6 divis. serbe, invero deboli ancora numericamente, e coi rinforzi mandati ai contingenti inglesi e francesi delle Armate d'Oriente, con l'invio di una brigata russa, dette armMc avevano raggiunto, alla fine del luglio, u M forza superiore ai 300 mila uomini ; tuttav ia fino a l mese di settembre essa r imase schierata alla frontiera serbo-greca, perchè l'esercito greco e l'attitudine ambigua del re Costantino, notoriamente germanofiJo, costituivano una seria minaccia contro le re trovie , qualora le

forze alleate se ne fossero allontanate. Per conseguire quel minimo di sicurezza per le retrovie ch'e ra indispensabile, si ricorse al blocco economico della Grecia e si pose in stato d'assedio Salonicco; inolt1e si riuscì ad ottenere la smobilitazione dcli 'esercito greco. Fino dal gennaio r916 la Roma,ùa trattava con l" Intesa per la sua c111rata in guerra. Anzimtto chiedeva munizioni e materiali, senza dei quali non avrebbe potuto sostenere più d'un mese di guerra. Ed a tali richieste, superato un periodo di diffidenze da parte della Russia, si provvide per la via di Arcangelo, ma il loro arrivo a destinazione soffrì ritardi e dispersioni pel cattivo funzionamento ed anche per la cattiva volontà della Russia. Il 4 luglio Bratiana, presidente del Consiglio Romeno, pone,·a per l'intervento romeno, le seguenti condizioni: r) assicurare il r ifornimento delle muni7.ioni durante tutta la guerra in ragione di 300 tonnel late al giorno; 2) mantenere jmpcgnato i l nemico su tultc le fronti; 3) la situazione dell'esercito russo in Galizia e Buco\'ina doveva rimanere almeno quale era in quel momento; 4) la Jlomania doveva venire garanrita da u11 attacco da lla Bulgaria. Appunto per questo )offre avrebbe voluto che l'armata di Salonicco ed il corpo italiano di Valona aves:,ero mantenuto seriamente impegnati i Bulgari, così da scongiurare il pericolo che preoccupava giustamente i Romeni, di dover combattere su due frunti : contro gli Aust riaci in T ransilvani~, contro i Bulgari sul Danubio. Se in tempo cd energicamente l'offc11siva in Macedonia avesse potuto venire sferrata, i Romeni avrebbero trovato la Transilvania prcssochè sguernita di truppe e l'Austria-Ungheria, impegnata come allora era contro l'Italia e contro la Russia, non avrebbe polllto mandarvi più ~li 5 di vis., ond 'è che se sferrata decisamente, l'offensiva romena avrebbe avuto molta probabilità di esercitare decisiva ripercussione su tutto il teatro della

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guerra. Ma !"ostinazione inglese a non voler muovere offensivamente da Salonicco se prima ia Romania non cnuava

in guerra, ed il fatto che delle cinque divis. inglesi che erano in Macedonia due sole aveva no· eq~ipaggiamento da mon·t agna ~ cquipaggiamenro indispensabile per operare su quei terreni - concorsero a rendere tardiva ed insufficiente allo scopo l'offensiva di Sarrail, la quale avrebbe dovuto precedere l'offensiva romena in Transilvania e riuscire almeno a fissare tutte le for ze bulgare al fronte macedone. La Romania anzitutto si proponeva di conquistare i suoi territori irredenti della Transilvania! ne conseguì la divisione dell'esercito romeno in due masse : la principale, che doveva procedere offensivamente in Transilvania in azione armonica con i Russi procedenti dalla Bucovina ed attraverso i Carpazi bo,cosi ; e la secondaria sul fronte bulgaro: in princ1p10 con atteggiamento difensivo, che con l 'arrivo dei

promessi

importanti contingenti

russi,

avrebbe dovuto trasformarsi in offensivo, in accordo con l'Armata d'Oriente, con lo scopo d i' porre fuori questione i Bulgari. Senonchè, non desiderando la Romania di vedere troppe forze russe nei suoi territori, segretamente offriva la Dobrugia alla Bulgaria purchè questa si conservasse neutrale. L'asprez7.a delle relazioni con la Russia, il ritardo, specialmente a causa degli Inglesi, ad iniziare le operazion i offensive da parte dcli' Armata d'Or iente, oltre a far perdere un tempo prezioso, compromettevano la stessa decisione del governo romeno d'entrare in guerra. Non fu che il Ii agosto che venne firmata una convenzione i nterallea ta con la quale veniva stabilito che I' Armata d'Oriente avrebbe jniziato la Sua offensiva il 20 ago-

sto per iocalelrnrc la libertà d 'nione dei Bulgari; t·csercito romeno sarebbe entrato in guerra ì I 28 offensivamente dirigendosi verso Budapest; la Russia av rebbe inviato in Dobrngia due divis. di fanteria cd una d i cava lleria. L'offensiva dcli' Armata d'Oriente, che avrebbe dovuto iniziarsi il 20, venne prevenuta da quella dei Bulgari. Ap pena v. Falkenhayn ebbe acquistala la certezza che la Romania s'apprestava ad entrare in guerra a fianco dell'Jntcsa, autorizzava i Bulgari ad avanzare le loro al i i,1 Tracia ed in Macedonia, varcando così quella frontiera greca che aveva voluto fino allora inviolata. Il 17 agosto, proprio lo stesso giorno in cui era stata stabilita dal Consigl io interalleato dell'Intesa la duplice offensiva dell'Armata d'Oriente pel 20 e dei Romeni, in Transilvania, pel 28, i Bulg ari entravano in Trélcia, occupando Serès, Drama

e Cavalla, entrando con la loro dr. nella pianura d i Florina . L'entrata in Tracia determinò quella resa e quel disarmo del IV C. rl 'A. greco, che tanta ind ignazione destò nei patrioti greci e che offerse occasione a Venizclos di porsi a capo d' un governo provvisorio della Difesa Nazionale, costituitosi a Salonicco con l'appoggio di molti dementi patriote i del I V corpo sottrattisi alla prigionia di guerra, e che conferì a li ' Annata d'Oriente condizioni di sicurezza assa i niaggiori per la so« base. Però l'iniziativa presa dall 'avvcrsario ed i conseguenti avvcn.i111enti poHtico-

militari, obbligarono il gcn. Sarrail a ritardare d 'una ventina di giorni l' inizio dell'offensiva verso nord. Q uando entrarono in guerra ·; Romeni disponevano di 20 divis . rinforzate (620.000 uomini): di fronte , ad essi, in Transilvania, non avevano che 25.000 Austriaci. In quel momento, i Tedesch i non aveva no dis~nibili che sei divis., quattro gli Austriaci, quattro i l Comando Bulgaro e ,tre Enver Pascià: totale, · 17 divis. , iJ cui concentn,mcmo richiedeva molto tempo. Nel campo opposto, fin da l 29 luglio v. Falkenhayn aveva co,\ cretate le prime disposi-

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zioni da prendersi nel caso d'entrata in guerra dell a Romenia: dichiarazione di guerra di tu~ta la Quadruplice a lla Romania, offensiva d 'un gruppo di armate interalleate Mackcnsen in Dobrugia. Avuto poi sentore del piano d 'operazione romeno, t~ndente ali 'offens iva in Transilvania, au-

tol'izzava la sopraccennata offensiva bulgara in Tracia e Maccùonia e conseguentemente il ritardo di quattro giorni nella dichiarazione -di guerra da parte della Bulgaria alla Romania, per lasciare cbc quc,t.o più a fondo s, impegnasse in Transilvania; in quel momento però, sostituito da v. H indenburg quale Capo di S. M ., veniva destinato ad assumere il comando della 9a armata tedesco-austriaca che stava raccogliendosi in Ungheria per operare contro la Roman ia. Vo~ J--lindenburg, coerente col concc;tto della gravità della minacc ia che, in quel momento, rappresentava

l'intervento romeno, provvedeva subito per porsi in misura di sventarla, traendo forze da rntte le parti per costituire nella bassa Ungher ia una forte armata, il cui comando affidò a v. Falkenhayn col mandato d'infliggere un colpo decisivo alle forze romene entrate nel Siebenburg per porle, il più presto possibile, fuori causa. Per tale scopo però, oltre alla 9• armata austro-tedesca che· doveva operare, con unità di cornando, in accordo con l'armata austriaca

v. Arz che aveva alla sua sr., disponeva che il gruppo di armate Mackensen fosse rinforzato da divis. u atte dal fron te macedone e da altre tratte dall'esercito turco. Col minimo d.i fo rze doveva. venire trattenuta l'arn1ata d'Oriente, per poter mare/are col grosso attrave,·so la Dobrugia verso ii basso Danubio. L'irruzione inattesa d i Mackensen a sud del Danubio, i l quale si e ra impadron ito di Silistria e di Turtukai, e la minaccia imminente della linea CostanzaCernavoda, impressionò il Comando tomeno, tanto più che le promesse divis. russe tarda vano a giungere. Inviava perciò senz 'altro le sue riserve in Dobrugia cd ordinava (r2 settembre) che I 'olfensi.va ìn T ransilvania venisse sospesa. Alla dipendenza del generale Averescu si formava il gruppo delle armate di Dobrugia e del Dan ubio per fronteggiare la situazione: erano r5 d ivis. che effettivamente riuscivano ad arrestare l'offensiva bulgaro-turco-tedesca, m a se fossero state disponibi li subito sarebbero bastate invece a schiacciare la Bulgaria. Poichè ormai si poteva contare an che sul concorso dell'Armata d 'Oriente, che s.t ava combattendo per r icacciare i Bulgari sulla linea dalla quale ave vano preso le mosse il 17 agosto, il gcn. Averesw si preparava a passare ne l principio di ottobre il Danul,io a Rahovo per cadere sulle retrovie di v. Mackcnscn; senonchè il 25 settembre i l C. S. romeno, in seguito alle istanze russe, ritornava alla vagheggiata offensiva in. Transilvania ,. e perciò ordi.nava che una parte delle forze d i Averescu marciassero a quella volta. La divisat.a offensiva oltre Danubio d iventò quind i inattuabile , e per conseguenza anche l'offensiva dell'Armata d'Oriente, p ure avendo conseguito vantagg.i con la èonquista d i Monastir, dell 'ansa- della Ccrna e con i l collegamento preso con il XVI cor po ùaliano cbc occupava l'Alban ia, non esercitò più che scarsa influenza sull 'andamento della campagna d i Romania. Mentre fino verso la fi ne cli settembre l 'offensiva romena in Transilvan ia, pur non avendo trovato seria resistenza da parte dell"avversario, non aveva proceduto a l di là dell'Aiuta, il 29 la sua sr. (1• armata) veniva sch iacciata dalla 9• armata tedesca alla battaglia di Sibiu (Hermannstadt) ed i resti in parte si ritiravano a sud del le Alpi Transilvane, iii parte venivano catt:1rati. La lentezza, forse non d ipendente soltanto dalla difficoltà ad in,tervenire, da parte della llussia, facilitò ai Tedeschi la vittoria cli Brasso (8 ottobre).

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Sarebbe: stato negli intendimenti della Direzione Suprema della guerra da prirtc degli Imperi Centrali , d i far convergere le arma te di Transilvania e di Dobrugia alle spalle dei Romeni così da prevenirli sulb linea del Screth. Riuscendo, le conseguenze di tale manovra sarebbero state, per i Romeni, disastrose. Però tale ampia azione avrebbe richiesto fori.e e mezzi di cui non si d isponeva e d'altra pane vani riuscivano i tentativi per aprirsi la strada in direzione della regione di Predcal fortificata; alla manovra più redditizia si dovette rinunciare ed adattarsi a quella della marcia convergente su Bucarest. Impadronitisi dei difficili pas1i attraverso i M. Fagaras, i Tedesch i minacciavano già da vicino Carnpolung e dalle ultime pendici dei monti essi s'affacciavano alle pingui pianure ·va lacche: ma per portare in q,,este la grande offensiva occorreva impossessarsi dei passi migliori: Szurduk, Vukan, e, più particolarmente di quello di Terra Rossa, per cui scende· l 'Ai uta in piano. Le operazioni pc! forzamento di ta li passi, le quali dovettere compiersi attraverso terreni montani aspri, elev~ti, coperti da fitte foreste, da neve già alla e con la temperatura che era discesa a meno 15°, richiese da parte delle truppe fatiche, disagi e spirito di sacrificio straordinari. Un primo insuccesso ai passi di Vulcan e di Zurduk non scoraggiò il Comando tedesco: ! · u novembre i! gen. Kiihne riusciva ad impossessarsene, come pure di quello di Vulcan, agevolando così al gen. Krafft v. Dellmensingcn la conquista d i qudlo di Tena Rossa . Ormai alla 9a armata tedesca, che ha r icevuto• notevoli rinforzi, è aperta una larga breccia attraverso le Alpi Transilvane per scendere in piano. Contemporaneamente all'offensiva di v. Falkenhayn, v. Mackensen aveva svolte le operazioni per porsi in grado cl i passare il Danubio, quando ne fosse giunto il momento per dargl i la mano, e p ,·ocederc insieme su Bucarest. Conquistata la linea Costanza-Ccrnavoda e spinte le truppe russo-romene i,•i operanti contro il delta danubiano, vi lasciava congrue forze a fronteggiarle, e, con un 'a rmata forte di quattro di vis. d i. fonte ria ed una di cavalleria (2 bulgare , una tedesca ed una turca, oltre ad una mista di cavalleria), egl i compiva un'arditissima marcia di fianco di trecento Rm. coperto dal Danubio che il 21 passò a Sistova: per tale giorno le colonne della 9• armata erano già in marcia verso est attraverso la pianura valacca, però ancora ind ietro, di gui sa che la 9• formava scaglione arretraro rispetto a quella del Danubio e questa passò giorni difficili, anzi tragici, perchè il Comando romeno, che aveva acquistato la sensazione giusta della sua situazione stra!cgica, <l ispose abi!mcnce ed cnergicarncn1c per trarne profitto, gettando sull'annata dd Danubio tutte le for7.C ch 'era riuscito a raccogliere sull'Argcs, tranne quella parie che stimava indispensabile per rallentare la marcia di v. Kiihne. L'esecuzione però non risponde alla concezione specialmente per colpa d'un generale di divis. e la sperata vittoria si conve rte in sconliua decisiva per i Romeni, che rinunciando a di(endcre Bucarest per le cui fortificazioni tanti milioni erano stati spesi, si ritira prima dietro il 8uzen e poi dietro il Screth. li 6 dicembre, quattro giorni çopo la battaglia di Argcs, i Tedeschi entravano a Bucarest. Quel concorso che, se forniLo in tempo e soprattutto sinceramente, dalla Russia, non solamente avrebbe evitato la sconfitta romena, ma avrebbe forse por• tato ad una vittoria decisiva con ripercussione su tuuo i! teatro della g uerra; finalm ente essa lo fornì facendo affluire sul Scrcth ben cinque a nnate; ma or mai erano inquinate dalla luc bolscevica, perciò anzichè elemento di forza pcl· fronte romeno, furono eiemento di debolezza.

La. campagna romena, iniziata sotto i più lieti ausp1ct e con la fondata speranza di pone l'Au, tria-Unghcria e la Bulgaria fuori questione, terminava invece con una catastrofe per il piccolo regno, ma che aveva ripcrcus.~ione grande su tutto il teatro della guerra, così sotto l 'aspeno militare, come sorto quello politico e morale . Gli Imperi Centrali avevano vittoriosamente superato un pericolo mort,i!e; la rovina della Romania dopò quella dc! Belgio e della Serbia scuoteva la fiducia ed il prestigio delle grandi potenz.e dell'Intesa, dei loro capi di governo e dei loro generali e perciò allontanava i neutri da essa; nei r iguardi economia poi, avendo potuto ini'padronirsi gli AustroTedeschi di tèrritori ricchisfoni in granai e peuoli, se ne prolungava la capacità di resistenza. E tulio ciò era principalmente d'attribuire alla mancanza di unità nella direzione polit ico-militare da parte dell'lmcsa; cui si contrapponeva unità sem pre più stretta ,da parte degli I mperi Centrali. E) 1917. I disegni opera1i11i t: gli a1111cnimemi. La situa:;iollt: alla fine dicembre. - Fin da! 15 novembre a Chantilly erano stati discussi disegni operativi; e sebbene la situazione al fronte romeno già apparisse grave, non appariva però ancora tale da escludere la possibilità di risaldarla così da consentire, almeno nella primavera dell"anno seguente, il suo capovolgimento a ,•antaggio dell'Intesa. S1 riconobbe in quella conferenza che il fronte meridionale, dopo l'intervento romeno, aveva cc,sato d'essere secondario e che perciò la coal izione avrebbe cercato anzitutto di porre fuori questione la Bulgaria con azioni combinate russo-romene e delle Armate d'Oriente; e che per con!,C• guenza queste sarebbero srnte portate a 23 divis . mantenute sempre al completo . A prescindere però che, in effeuo, non già con altre sei divis. ma con quattro brigate soltanto vennero rinforzate le Armate di Oriente, gli avvenimenti del dicembre in Valacchia rendevano inauuabile la decisione prcs:1 nella conferenza di Chanti!ly. Si decise frattanto di ,finirla con le tergiversazioni della Grecia. Francia, Serbia e Romania erano favorevoli alla maniera forte col re, amichevole col governo pro,•visorio di Vcnizelos. All'Inghilterra, Russia e Italia, mentre non ritenevano opportuna la maniera forte col governo greco, ripugnava il riconoscirnento del governo illegale di Venizdos . Per quanto r iflette gl' Impcri Centrali, la difensiva su tutti i fron.ti ern loro consigliata dalle seguenti considerazioni : In corrispondenza di nessuno dei fronti principali si era riusciti ad ottenere reali vantaggi; la vinoria riportata sui Romeni era stata arrestata sul Sercth dai resti dell'esercito romeno, a rincalzo dei quali erano giu1\le grandi forze russe; perciò, per poter continuare da quella pane le operazioni offensive, sarebbe stato necc,~ario di destinarvi importanti rinforzi, ciò che sarebbe: stato in contrasto con le esigenze della situazione generale. La Direzione Generale della guerra era dunque venuta nella <lccisionc di adottare su tutti i fronti terrestri la più stretta di(ensiva, confidando che la decisione della guerra sarebbe stata data dall'impiego illimitato dei sottaroarini, deliberato appunto nel febbraio del 1917. Inascoltate rimasero quindi le invocazioni di aiuto rivolte alla suddetta D irezione Generale dal re di Grecia. Se, in ~guito alla disfatta romena, al ritardo a giungere in linea su! Seretb le armate russe ed anche alle condizioni in cui trovavasi l 'Armata d "Oriente, grandi operazioni offensive, almeno li no all'estate del 1917, non sarebbero state attuabili, si riconobbe però dal Consiglio interalleato che, nell'interesse dell'offensiva sugli altri fronti,


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·conveniva fissare la maggiore quantità possibile di forze momenti delle grandi azioni avevano obbedito a quel seribulgaro-tedqche sul fronte meridionale, ciò' che per i timemo d i solidarietà ch'è proprio dell 'uomo "di guerra Francesi suonava offensiva, per gli Inglesi:. . difensiva. vero di fronte al conseguimento d'un grande scopo, orn Da q ue$ta divergenza d i vedute rimane in formata tutta invece si lasciavano dom ina(e da interessi particolaristi. l'attività bellica delJe armate d'Oriente sul fronte Macedone Nel dicembre il generale Sarrail veniva sostituito dal genedura nte il 1917. A sostegno della tesi inglese concorsero rale Guillaumat nel comando in capo delle Armate di poi: a) j] fal li mento del! 'offensiva in iziata dai F rancoOrjente. Serbi nella p rimavera, poco o punto assecondati dai RussoF) 1918. I disegni operativi dei belligera,nti. - Dobropolie Romen i dal fronte de l Seretb; b) la rivoluzione russa; ,Jrmùtiz io con la Bulgaria - La l'Ìentrata in guç,.,.a de/111 e) la guerra dei sott?tiiarin i e le conseguenze · che ne deriRomtznia e la progettata 1narcia su Vienna e llerlino. vavano per il rifornimei>to delle armate di Salonicco; d) il Mentre ad offensiva S ll tutti i fronti erano stati ispirati i d ifatto che assai più che dd fronte meridiona le al governo segni operativi dell'Intesa per l'anno 1917, ritenendo di poinglese stava. a cuore l a sicurezza dei suoi fronti asiatici, tere con l'offensiva decidere la guerra a proprio vantaggio, ond'è che nel maggio esso togl!eva dal fronte macedor{e ed invece alla più assoluta difensiva q uelli degli I mperi una divis. e due brigate di cavalleria per inviar le in PaCentrali, nutrendo fiducia di deciderla con l'impiego senza lestina. Nuove insistenze dunque da parte del governo inli1niti dei sottomarini, il contrario succcdcuc invece nei glese, ispirate dal generale Robcrtson, avversario tenace 'deldisegn i operat ivi pel 1918: le conseguenze del crollo del l'offensiva macedone, affinchè si r ipiegassero le forze sul fronte russo, per cui la maggior parte delle 100 divis. campo trincerato di Salonicco, ciò però che avrebbe dato tedesche ed austriache, impegnate su quel fronte, si renla Grecia in mano alla Quadruplice ed abbandonato i Serbi devano disponibili per offensive su alt ri fronti, il ripieed anche i . Romeni, che, ridotti al la disperazione, avrebgamento da ll'Isonzo al Piave dell 'esercito italiano in sebero finito col passare nel campo della Qu2druplice. Alla g ,,ito a Caporetto e la fallita grande offensiva di Nivelle riduzione del contingente britannico, che si p revedeva non in Francia, che avevano posto in evidenza lo stato di stansi sarebbe ·arrestato alle sottrazioni sopra indicate, la Franchezza delle truppe; e d 'altra parre l 'ormai assicurato arcia ir, tcndeva provvedere con nuove di vis. ·g reche del go• r ivo d 'ingenti forze america ne, consigliavano infatti l'Intesa verno della D ifesa Nazionale; ed alla sicurezza dalle ad attendere queste prima d'impegnarsi in nuove offensive; mene del governo rea lis ta, usando la politica forte : invece il fatto che ormai non era più da sper arsi la decila caduta del governo czarista rese ciò meno d ifficile , sebsione dall 'impiego iltimitato dei sottomarini, mentre conbene ancora riluttante fosse l'Inghilterra. F inalmente, apveniva trarre partito sollecitamente della temporanea supepoggiato da una d imostrazione terrestre e marittima, il 10 riorità materiale e morale di cui potevano giovarsi gli giugno il sig. Jonnart, alto com missa rio delle potenze proImperi Centrali, consigliavano a questi di prevenire l'entettrjci, rin1c tteva a Costantino un ultimatutn, in seguito trata in guerra degl i Americani con pronte e vigorose ofal quale questi abd icava a favore del figlio principe Ales- fensive che conducessero alla decisione della guerra prima san dro, che dovette dhi2mare al potere Vcnizelos, il cui _ di quell 'arrivo. Ne consegue che nel Consigl io Superiore primo atto fu d'ordinare la mobilitazione generale delinteralleato, il 13 d icembre 1917, veniva decisa la tempol'esercito per porlo a fianco delle armate dell'Intesa. E fi. rnnea difens iva su tutti i frontj, senza cessare con questo nalmente 1'8 agosto a Lon dra l 'Inghilterra si lasciava condallo studiare l 'eventuale ripresa dell'offensiva. Con parvincere della convenienza per l'Intesa di rimanere a Saloticolare sollecitudine venne esaminato i l problema difensivo n icco, pure ritenendo necessario, pcl n1omento, -di ritirare nei riguardi del fronte meridionale. Al generale Guillaumat, di -là un'altra div isione . Però il ritardo con cui per ranuovo comandante in capo delle Armate d ' Oriente, venne gioni prudenziali procedette la mobilitazione e l 'invio al affidato lo st udio, oltre che del problema difensivo nei terfronte delle divis. greche (le ultime vi g iunsero solt3JHO m ini sopra indicati, anche dell'entrata in linea dell'esercito nel principio del 1918 e non tutte entrarono in linea) greco e d 'una eventuale offensiva. Notevoli fra i molti lasciò le annate di Macedonia in uno stato d'impotenza altri provvedimenti, da lui presi, la crea-tione d 'uno stato offensiva, che si p rolungò sino alla fine dell'anno; per cui maggiore interal leato del comando in capo, distin to dallo su quel fronte non si ebbero che azioni d'im portanza lostato maggiore dell'armata francese d 'Oriente, creazione cale, tanto più che, nonostante la sollecitudine con cui i che molto contribul a rendere più cordiali le relazioni degli Romeni si fossero rimessi dalle conseguenze delle !oro sconAlleati, e più intim i i collegamen ti stabiliti fra il gruppo fitte, a causa della defezione r ussa nulla d i serio potè delle armate d'Oriente cd il corpo italiano d'Albania. Gli più venire tentato dal fronte del Sereth. On accenno di Imperi Centrali si resero conto che solamente con una attività offensiva combinata si ebbe in agosto (battaglie di vigorosa e sollec ita offensiva per cui riuscisse loro di deciFocsani e del Sereth su l fronte di Molcj,~via, conq uista di dere la guerra prima dcl i 'entrata in linea degli Americani, Progradets all'estrema sr. di quello Macedone) . sarebbe stata per essi possibile usci re da quella guerra con Come del resto su tutto il teatro della guerra, anche rn onore e senza troppo grave danno, ma appunto per questo corrispondenza del fronte Meridionale (balcanico) l 'anno la Direzione Suprema germanica volle la concentrazione 1917 si chiudeva con un scns-o <l i star,chezza e di disgusto di tutti gli sforzi, nel 1918, sul fronte di Francia, r innnda parte d i tutti i belligeranti, che culminato nella rivociando così ad ottenere un successo in Macedonia, i l quale , luzione russa e nel crol lo di quel fron\, più o m eno si ai fini della so!leci..ta decisione del la guerra, si riteneva che manifestava anche presso i paesi di piÌI solida costituzione avrebbe esercitato scarsa influenza. Ritirò perta nto, oltre stara le, come la Germania . L'i'flazione prolungata in cora tutte le forze non strertamente indispensabili per manterispondenza del fronte macedone, eserci tava perniciosa nere guardat i i Romeni·, anche dopo cl~ questi, a causa azione sul morale delle truppe soggette ~a disagi <)'ogni della pace di Brest L itowski , erano pur essi _stati obbligati specie, alla malaria ed agli effetti della nostalgia ddl loro a subir" la pace d i Bucarest, e ritirò del pari da l fronte paese. E _tale ma lessere si ripercuoteva nelle rr-lazioni fra. i ge1:p1ano-bulgaro nme le unità tedesche, salvo stati maggiori comandi dei diversi contingenti alleati i quali, m~ntrc nei e piccoli repart i per inquadrare e dirigere la resi.s tenza


bulgara. Il gen. Foch prese l'iniziativa il 14 aprile di ordinare al gen. Guillaumat attitud ine .aggressiva, per cercare di trattenere su l suo fronte quante più forze germaniche fosse possibile e lo sollecitò poi a p reparare quell'offensiva ch'era stata preveduta soltanto per l'autunno. Per adempire a questo d uplice mandato, il generale Guillaumat non soltanto non d isponeva ancora di poche divis. greche (le quattro della Difesa Nazionale) ma quelle dell'Armata d'Orjeotc erano ridotte anemiche, perchè da tempo non ven ivano loro mandati complementi e rifornimenti. Il successo greco di Legen (maggio) fu però una vera rivelazione: esso aveva posto in evidenza la decadenza della capacità di resistenza bulgara ed il valore delle truppe greche_. Era dunque da prevedersi che fra poco, con l'entrata in linea delle altre divis, greche, si avrebbe avuto, o ltre ad una notevole supe,riorità numerica (650 mila contro 400 mila), una grande superiorità morale sull'avversario. F allita la proposta di porre alla d ipendenza del comandante de] corpo d 'armata d'Albania tutte le forze alleate ivi dislocate, per porre poi detto comandante alla dipendenza del comandante in capo delle Armate d'Oriente, si riconobbe però essere d 'interesse comune di portare il fronte italiano della Vojussa al] 'altezza d i quello di Macedonia sulla linea Valona-BeratPogradets, nonchè di colmare la lacuna esistente tra la dr. italiana e la sr. delle armate francesi cl 'O rie o.te in corrispondenza dei laghi albanesi. Per conseguire quest'ultimo scopo, operazioni combinate fra le ali interne delle truppe dipende11ti dei comandi succitati ebbero l uogo in maggio ed in giugno; ma nel luglio, in segui to alla deliberata grande offensiva da sferrarsi dalle armate d i Macedonia, vennero. presi accordi t ra il gen. Franchet d'Esperey e il gen. Fcrrcro a Valona, affinchè con un'offensiva preliminare diversiva, richiamasse forze avversarie in Alba1ùa e cercasse ili fissarvele, mentre si sarebbe preparata la

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grande offensiva macedone, da attuarsi non appena venisse l'autorizzazione dal Consiglio interalleato. Rispose. egrègiarnente a tale scopo la brillante offensiva sferrata nel luglio dal gen. Fcrrero. (V. fronte Macedone, voi. IV, pag. 708). Non essendo stata estesa l'autorità coordinatrice del gen. Foch agli altri fronti, la sua azione su questi non potè farsi sentire che attraverso i Consigli interallcali nei quali, oltre alle considerazioni militari, si tenevano in grande conto - spesso in conto prevalente - quelle politiche. Così l'offensiva in Macedonia, già studiata e preparata da Guillaumat, non potè venire attuata dal gen. Franchet d'Esperey, che nel giugno lo sostituì ud <:ornando delle armate d 'Oriente, se non nel senembre, perchè alla tesi francese per la sollecita offensiva, ritenuta di risultato sicuro e che avrebbe esercitato favorevole ripercussione sui teatri principali, specialmente se sferrata contemporaneamente o subito dopo la battaglia del Piave, si contrapponeva la tesi inglese: essere preferibile guadagnare alla propria causa la Bulgaria con concessioni territoriali, che correre l'alea d'u na battaglia. li 22 luglio g iungeva a Pari gi il piano offensivo del generale Franchet d'Esperey caldamente appoggiato dal gen. Guillaumat; ma passarono quasi due mesi prima che venisse dato il benestare per la sua esecuzione, i l quale aveva richiesto l'assenso di tutti gli Alleati, taluni dei quali, parlicolarmeotc l'Inghilterra, continuava a rimanere preoccupata per la tema che tale offensiva distraesse forze dai fronti principali e richiedesse un tonnellaggio di cui si ritenev·a di non poter ,d isporre. Tutta questa lunga discussione fra clementi di varie nazionalità non poteva rima nere segreta: infatti risulta che i Bulgari seppero in tempo i l giorno cd il luogo dove avrebbe avuto luogo l'attacco principale; senonchè il Comando in capo tedesco, tratto io inganno da attacchi secondari preliminari, disseminò le proprie riserve·, per cui a tergo della

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zona dove gli Alleati avevano progettato lo sfondamento, non se ne avevano.

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Moclincando il piano del geu. Guillaumat mirante ad un'offensiva limitata al settore del Vardar, ed in con• trasto con le direttive ricevute da Parigi, di scuotere il fronte bulgaro con una serie di sforzi progressivi, il gen. Franchet d'Espcrcy informava i l proprio piano ad un concetto netto e rispondente all'attuazione, di cui esattamente si era reso conto e che si può riassumere : massa e sorpresa sul punto decisivo , e questo punto decisil'o, dove cioè, perchè meno atteso, più facile il successo, fu Dobropolie, perchè, riuscendo a sfondare ivi la fronte · nemica cd a llargandone la breccia, mentre si poteva avere efficace azione sui due tronconi j n cui sarebbe rimasta divisa la linea, se ne minacciavano le comunicazioni. Lo sfondamento decisivo era affidato ai Serbi, mentre a divis. francesi formanti un secondo scaglione, veniva affidato IQ sfruttamento dd successo con , la manovra. La preparazione di questa offensiva venne cominciata prima d'attendere l'approvazione del piano; e fu ottima iniziativa , perchè soltanto in tal modo fu possibile essere pronti per metà di settembre. Il 15, sei divis. serbe e francesi, costituenti la massa sfondante, si lanciavano al l'assalto delle scoscese rocce di Dobropolie: la sera il fronte bulgaro era rotto. Con opportuna preveggenza il ge11eralc Franchet aveva progettato e preparato gli ordini per lo sviluppo delle operaz ioni dopo lo sfondamento; e tale progetto rispose egregiamente alle esigenze della situazione, tantochè i l 23 settembre la massa sfondante del gen. serbo Micie e le grandi unità laterali erano già sulla fronte Gradsko-Prilcp-Velès, incuneandosi fra I'"" annata tedesca (tedesca soltanto pel comando, per tutto il resto, bulgara) e la 1 • e 2• annata bu lgara. Conquistato da una brigata di cavalleria francese il 29 il ponte di Uskub sul Vardar, dopo superate aspre resistenze di renoguardie, la .n• armata si vedeva tagliata fuori ed obbligata a cedere le armi dopo onorevoli episodi di resistenza, tal i fra gli al tri, quello di Sop· contro la nostra 35a divisione. Prima ancora che il disastro fosse completo, la Bulgaria ch iedeva l'armistizio, essenzialmente per l'i.o Auenza del ministro Malinof, partigiano d'una pace separata, ma appunto per questo, in contrasto con lo czar Ferdinando, germanofilo. Quando, in segui:co allo sfondamento di Dobropolie, sbandati bulgari, ÌJl grosse bande, il 25 settembre arrivarono a Kustendil, sede del G. Q. G. bulga ro, saccheggiarono la città, misero in fuga lo S. M. e continuarono verso Sofia, il Comando German ico si rese conto della gravità della situazione; perciò senz'altro avviò su Sofia la 217• divis. tedesca ch'era i n Crimea. Nonostante il d ivieto dello czar Ferdinando, la commissione ~cl 'armistizio partiva per Salonicco il 27, ed ivi g iunrn, si presentava ai rappresentanti dell'Intesa, non co1ne avversari vinti, ma come amici finalmente liberati, dall'oppressione tedesca e tedescofi la: offrendo senz 'altro il concorso delle forze bulgare per continuare la guerra a fianco dell'Intesa. Frattanto in Sofia combattimenti avevano luogo fra ~eparti tedeschi e le bande deg li sbandati bulgal\ che però cessarono con l'arrivo dell a 217• divis . tedesca. Il generale Franchet d'Esperey, avendo preveduto che i Tedeschi avrebbero fatto ogni sforzo per restare padroni della B,dgaria, per mantenere le loro comunicazioni con la Turch ia, aveva orientato le sue operazioni in modo da impedir~ ciò, incunea11dosi appunto subito fra Nisc, Sofia e Poliydiv; app&ia firmato l'armistizio (29 settembre) dispose affinchè. la 2• armata serba, l'armata brita nnica e la maggior. parte delle

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divis. greche si mantenessero pronte a marciare a quella volta. Il giorno 2 ottobre i l Parlamento bulgaro approvava l'armistizio senza inutili proteste; il 3 lo czar Ferdinando abdicava a favore del figlio Boris III; il 5 i Tedeschi abbandonavano Sofia. Il possesso <la parte del! 'Intesa della Bulgaria , mentre rompeva in mòdo definitivo le comunicazioni tra gli I mperi Centrali e la Turcbia, apriva a quella la via per portare puntate nel cuore del le potenze nemiche. Il 25 settcm0re lo czar Ferdinando, scrivendo alla Direzione Suprema Germanica aveva avvertito : « Il disast ro del front<! macedone sarà per tutti il disast ro ,,. Allarma.ra, la D. S. G. aveva inviato a Nisc rinforzi austro-tedeschi diretti al fronte occidentale. Erano 4 divis. tedesche, 3 austriache con I di cavalleria pure austriaca; ma si trattav:J di truppe logore e <lemoralizzate, le quali non giunsero a N isc che fra il 10 ed il 15 ottobre, col proposito di coprire la ferrovia Belgrado-Nisc-Sofia prendendo posizione a Vrania-Leskovacs. ll 3 ottobre era stato firmato l'armistizio fra Bulgaria e Intesa, perciò nessun conto i l Comando tedesco piè, poteva fare sul concorso bulgaro: era dunque solamente con le sette divis. sopra indicate da aggiungere alla 217a ed a pochi altri reparti sparsi nella Balcania ancora occupata dagli Imperi Centrali - tutte però truppe logore e stracche di spiriti più ancora che di corpo con le quali si pensava di arginare la fiumana del vincitore . li 5 ottobre i l generale Franchet d ' Esperey già disponeva per l"attuazione di quel pilino operativo che fino dal 19r4 egli aveva proposto al comando supremo francese: g irare cioè le fronti fortificate degli Imperi Centrali per il lato sud della loro cittadella e puntare di là verso Budapest, Vienna e Berlino. Per tale scopo costitul una massa di manovra di 17 divis. che doveva procedere, direttrice Belgrado, verso il cuore dcll 'Ungheria, protetta sulla sinistra da l XVI C. d'A. italiano, già sullo Skumbi, che avrebbe dovuto procedere pel Mon tenegro, sia lungo la Dalmazia che per l'Erzegovina-Bosnia dove avrebbe dato la mano ai Serbi: sulla dr. dalla rientrata in guerra della Romania, a favorire la quale veniva diretta una divis. francese .tra Sistovo e Rusciuk. Per un efficace aiuto ai · Romeni, specialmente nei riguardi dei rifornimenti, assai meglio della via terrestre poteva sodd isfare quella marittima, cioè attraverso g li St retti ed il mar Nero, L'apertura degli Stretti era pertanto altamente consigliabile, e le operaziooi per conseguire lo scopo, dato lo stato di sfacelo ècl l 'c~crcito turco e l'isolamento degli Imperi Centrali, si pr~sei,tava ben altrimenti facile ,dell' im presa dei Dardanelli del r915. L'eventuale resiste11za turca ai Dardanelli si contava di far cadere con un attacco di sorpresa all'ist.no di Bulair; perciò nella Tracia Occidentale era stato concentrato pressqchè tuttu l'esercito greco (5 divis.). All'occorrenza, altre 5 divis . erano disponi bili ad occidente dello Struma, dove costituivano riserva generale. Tale piano però, la cui .a t• tuazione integ rale avrebbe urtato in suscenività e d iffidenze relative agli interessi particolaristi è i talun alleaJ:o, oon , ottenne l'approvazione se nou dopo discus;ioni e rno• dificazioni. Alla Francia premeva soprattutto di liberare presto la Romania, determinandone il risveglio militare, quindi direttrice delle operazioni preferibile a quella passante per Belgrado, quella passante pel basso Da1fobio. L'Inghi lter ra tendeva a Cosran,tinopoli, l'Italia al possesso della Dalmazia. In concl~sione, ,mentre il disegno operatilo del generale Franchet d 'Espercy tendeva a far sentire in modo decisivo,- su tutti i fronti europei, le conseguenze del crollo del fronte macedone, i governi dell'Intesa, e per essi il Consiglio Supremo interal leato, imponevano alle


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arm ate d 'Orieat.e di lim itarsi a raggiungere il Danubio e passarlo soltanto per agevolare · 1a rientrata in guerra dei Romeni. Qua.n eo fosse temuta dalla Direzione Suprema tedesca e dal Comando Ausu·o-Ungarico la puntata diritta ed a massa in Ungheria, r isulta dal fatto .:he quest'ultimo, pure di t rovare modo di arginarla, proponeva che, senz'alrro, si facesse la pace con la Serbia ed il Montenegro, si ratificasse la pace conclusa con la Romania, si sgombrasse l'Albania e si risolvesse, nell 'interno del territorio A.-U.,· la questione jugoslava. Quanto poi alla Direzione Suprema German ica, questa insisteva affinchè venissero i.nviatè alle potenze nemiche offerte di pace perchè, dopo il crollo del fronte macedone .e l 'indebolimento di tutti i mezzi di resistenza sugli alt ri fronti « non c'era più speranza , per quanto all'uomo sia concesso di giudicare, d'imporre la pace all 'avversario "· Precedute dalJe divisioni serbe, cui l'impazienza di rientrare nel loro paese poneva le ali ai piedi, e da divis . di cavallçria francese, dopo d'aver r ovesciata la resistenza austriaca a Vrania, a N isc, a Paracin, il 1° novembre si rioccupava Belgrado. Ed allora nuovamente i l geo. Franchet d'Espcrey pensò ali 'attuazione del suo piano della grande offensiva in Ungheria, sebbene ostacolato dal Consiglio interalleato. In quel mori1ento le avanguardie inglesi giungevano sulla Maritza e tale arrivo, combinato con le d isfatte in Palestina e in Mesopotamia, induceva i T urchi ali' armistizio <li Mudros (30 ottobre) per cui aperti alle navi dell 'Intesa restavano gli Stretti. Fra Nicopol i e Rusciuk , sul Danubio, stava costituendosi un 'annata di d ivis. francesi, al comando del generale Berthelot, per favorire la rientrata in guerra romena: Italiani e Serbi erano giurnti a Scutari. L'armistizio di Villa Giusri poneva in pieria luce lo sfacelo dcli'Austria-Ungheria : già fino dal 3 novembre il generale Franchet aveva proposto al governo francese che si approfittasse di tale arm istizio per « portare il fronte sulla frontiera sud della Germania, in collegamento con le ,truppe italiane " e, senz'altro, s'apprestò per operare in tale senso. Senonchè, mentre il Governo imperiale e rèale a Villa Giusti aveva dovuto subire la condizione di concedere la traversata del proprio territor io alle truppe· dell'Intesa, utilizzandone le ferrovie, tale condizione ostacolarono i governi òazionali sorti sulle rovine di quello. Per superare tali d ifficolt à "il generale Franchet si proponeva d'operare di conserva con i Romeni per far capitolare le forze del Mackensen, qu indi procedere rapidi att1 averso l 'Ungheria verso la Boemia per minacciare da vicino Berlino. Già il 7 llOVembre le condizioni per la traversata dell'Uogheria erano state sublte dal Direttorio Ungherese e le avanguardie serbe erano al di là della Sava, quando l'a rmist.i zio dell'n novembre con la Germania poneva fine alla Guerra Mondiale.. Si può però domandare quale influenza possono avere esercitato sulla decisione della Germania a subire la ·legge del vincitore, il fatto che le Armate d'Oriente con i Romeni, dal basso Danubio e dalla Sirmia, gli Italiani dalle Alpi Giulie stavano per marciare di conserva verso la Boemia e la Baviera, senza possibilità d i trovare nessuna resistenza apprezzabile.

Meridionale esercito. V . Esercito. Mer ito M ìl itaré. Vari ordini cavallereschi ebbero questo titolo, in diversi Stati; ·sono scomparsi quelli creati da sovratli di Stati ora cessati di esistere, o nei quali venne m utato il regime. Tali Ordini sono : Assia-Casse/. Ordine al Merito Militare. Fondato dal langravio _Federico nel 1769, fu detto -0apprima Ordu1e per

la vir tù ' mili rare, ed ebbe il nuovo nome da Guglìelmo nel 1820. Venne conferito agli ufficiali che si distingue"3no per capacità nell'arte della •guerra e per valore. Comprendeva una ·sola classe di caval ieri. Cessò d i esistere ne! 1866 quando lo Stai.o fu incorporato nella Prussia. 0

Badcn . Ordine del :,,,erito militare. Creato nel 1807 Ifa! granduca Carlo Federico, che lo destinò a ricompensare il coraggio e le azioni mii. eccezionali; veniva inoltre conferito a quelli che avevano fedelmente servito sotto le armi per 25 anni. Comprendeva tre classi : gran croce, commen datore, cavaliere ..

• Baviera . Ordine Reale del merito militare. Fondato da /:,uigi II nel 1866, comprendeva cinque classi. La decorazione. era una croce d"oro biforcata con le aste r iunite da un seno di quercia, caricata di uno scudo .con l 'u1izialc « L » sormontata da corona reale. Il nastro era bianco con due bordi listati di turchino.

Baden

Oldenburgo

Toscana

Assia

Ordini al Merito Militare

Bulgaria. Ordine Nazionale del merito militare. Fu creato dal re Ferdinando I nel 1900. Le insegne consistono in una croce di smalto rosso cupo, attraversata da due spade incrociate e sormontata da . una corona. Il campo rosso nel mezzo ·della croce reca il monogramma del re, e intorno figura la leggenda : « Per merito militare "· Il nasrro è giallo con bordo nero e bianco. L'ordine è diviso in 6 classi: Gran Croce,_ Grand ' Ufficiale, Commendatore, Uffi .. ciale, Caval iere, Croce in argento. Clzile. Ordine al merùo. L'un ica onorificenza attuai• mente vigente al Chile è la medaglia al M., che comprende tre grad i. Venne istituita da Bernardo O'Higgins, uno dei pionieri della indipendenza cilena. L'insegna è una stella a cinc1ue pun,t e, smaltata in bianco con bordi dorati e pomellat a, circondata da una ghirlanda circolare e sormon tata da un condor con le ali spiegate. Nel cenu·o della stella è un disco d'oro con effige in rilievo, intorno alla quale è la scritta : « Republica de Chile ". Il nastro è rosso bianco e azzurro come il tricolore cileno. Due Sicilie . Ordine di S . Ferdinando e del merito. Creato nel 1800 da Ferdinando IV al ritorno in Napoli, per pre• miare i fedeli ~Ila sua causa mentre egli si e ra dovuto ritirare in Sicilia. In principio comprendeva k sole classi di Gran Croce e di Commendatore, poi si aggiunse quella dì Cavaliere . L'ordine fu soppresso a Napoli nel 1806, ma continuò ad essere conferito in Sicilia, dove i "Borboni si erano ritirati per la seconda v·o1ta. Ecuador. Ordine al merito. t destinato a decorare. civili e militari, degni di un segno di distinzione, e può essere conferito tanto a nazionali quanto a stranieri. Comprende tre classi. La decorazione è formata da un medaglino centrale portante la scritta : « Republica ·del Ecua-


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93 quercia racchiuden te l'aquila polacca. La croce era sormontata da corona reale e i quattro hracci portavano le sillabe del motto: « Virtuti Militari ». Il nastro era bianco ondato con bande nere ai lati. L'ordine, soppresso poco dopo l'istituzione, avendo i( re aderito alla Confederazione di Tocgowi.tz, fu ripristinato nel 1807 da Federico Augusto, allorch/: venne costituito il ducato di Varsavia . Fu definitivamente soppresso da Alessandro I d i Prussia dopo l'insurrezione polacca del 1831.

dor • Al merito », e nel centro lo stemma, formato da tre monti e sole raggiante. Dal medaglino si staccano dod ici fasci di raggi a stella e t ra un fascio e l'altro si intreccia una ghirlanda d'alloro. Per la prima classe, mc• daglia d'oro e nastro giallo; per la seconda, medaglia d 'ar• gento e nastro azzurro; per la terza, medaglia di . bronzo e nastro rosso.

Fmnàa. O1'dinc del merito militare. Fu creato da Luigi XV nel 1759, in favore degli ufficiali manieri al servizio della Francia, d i religione protestante, i quali erano esclusi dall 'ordine di S. Luigi, riserbato ai soli cattolici. • Lo statuto era eguale a quello dell'ordine di S. Luigi, ma non era annessa alcuna pensione a questa onorificenza.

Prussia. Ordine del me,:ito militare. Fu creato da Federico il Grande nel 1740, con unica classe di Cavalieri, aventi per i11segna una croce biforcata, smaltata di azzurro, accantonata da ll 'aquila prussiana in oro; su!l'ast.i superiore risa ltava la lettera « F » con corona e sulle altre t re i.I motto: « Pour le mérite » . La decorazione cm appesa a nastro nero, bordato di bianco ai lati.

Gran Bl'etagna. Ordine del merito. Venne istituito nel 1902, ç si compone di una sola classe. L'insegna cc;msistc in Una croce <li smalto rosso e azzurro ad ouo punte. Sul centro, di smalto azzurro, è i l motto dell'Ordine in lettere d'oro: « For Meri te» chiuso in una corona d'alloro. Sul verso, entro la ghirlanda d'alloro, sul centro bleu, v'è in oro la cifra imperiale reale. Le insegne dei membri dell'Ordine che si· sono distinti per i servizi nella marina o nell'esercito britannico, hanno due spade incrociate con impugnatura d 'oro, piazzate nell'angolo della

Prussia. Ordine della Croce del merito. Guglielmo I nel 1871 istituì quest'ordine per premiare le dame disrintesi per la cura dei feriti nella guerra contro la Francia. La decorazione consisteva in una croce di smalto nero la quale aveva orli d 'argento; in questa prima croce era accollata un'alt ra croce più piccola, e questa era rossa, orlata di bianco. Il nastro era bianco, orlato d i nero.

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Ordini al Merito M ilitare 1, Ordine militare cli Baviera; 2, militare di Francia; 3, milirarc di Polonia; 4, militare di Spagna· s, nlilitare del \VUrtemberg; 6, militare e civile di Prussiaj 7, navale di Spagna '

croce. Il tutto è sormonta:oo dalla corona imperiale, smaltata a colori e la decorazione è sospesa ad un nastro rosso e azzurro.

L_ucca. Ordine di S. Giorgio per il merito militare. Venne fondato a Vienna nel 1833 da Carlo Luigi di Borbone duca di Lucca, per · ricompensare i militari che si fossero segnalati per importanti. servizi e specialmente per devozione verso il sovrano. L'ordine era diviso in tre classi e vi si ascendeva per gradi. Consisteva in una croce pate11te, srnaltat~• di bianco, caricata nel centro da uno scudo nel quale era un San Giorgio che atterra il dragone, chiuso in un nastro di smalto verde con la scritta: « Al meri.ti9 militare", e sul rovescio la data d i fondnione: 1833. Si portava con nastro rosso a riga bianca. O/demburgo . Ordine al Merito. Creato dal granduca Pietro Federico Augusto nel 1838, in ricordo della ripresa di possesso del Ducato nel 1815, e per ricompensare il merito civile e militare, d iviso in due categorl\.: capitolare e onoraria; ciascuna divisa in quattro classi : gran croce, grande commendatore, con1mendatore, piccola croce. Polonia . O,·dine del merito militare. Fu creato dal re di 1 Polonia Stanislao Augusto nel r79r, per premiare gli ufficiali dist.intisi nella guerra per l'indipendenza contrcr la Russia . La decorazione erà una croce patente d'oro; smaltata di bianco, con scudo d'oro chiuso in una g!ùrlandi di

San Ma,·ino. Ordine di S. Mm·ino al merito citiile e militare. Fu istituito nel 1859 e si compone di cinque classi.: Gran Croc~, Grand'Ufficiale, Cavaliere Ufficiale maggiore o Commendatore, Ufficiale e Cavaliere. La clecorazione è una croce ornata d 'oroJ acca.n.tÙ.n ata da quat-tro torri d'oro, smaltata di bian~o. Le torri. sono caricate da ~no scudo d'oro rotondo, cerchiato d'azzurro, che reca da un lato l'immagine d i. S. Marino e la leggenda: « San Marino Protettore », e dall'a ltro, l'arma della Repubblica col motto: « .Merito civile e militare », cimato da una corona d'oro. Il nastro è di seta a liste bianche e azzurre alternate .

Spagna. Ordine del merito militare. Fu fondato nel 1866 da Isabella II per premiare k: migliori virtù dell'esercito. Comprendeva le classi: Gran Croce, Placca d'oro, Placca d'argento e CaYaliere. La decorazione rappresentava una 'croce d 'argento ad aste eguali; nel centro lo scudo reale sormontato ~a corona. Sull'asta superiore veniva incisa, in

una piccola striscia d'oro, la data dd fatto d'armi che aveva determinato il conferimento. La croce, se veniva assegnata per fatti di guerra, era appesa a nasuo rosso con striscia bianca nel mezzo; se conferita per servizi in pace, a nastro bianco con striscic ros!e in mezzo.

Spagna . Òrdi,,e del 1m·rito navale. Fu istituito da Isabella II , nel 1866, per premiare i .serv izi resi dagli uffi. cial i e sottufficiali della marina, rnaggiormente degni di


considerazione. Comprendeva le classi: Gran Croce, Placca d'oro, Placca d'argento, Cavaliere . La decorazione, che poteva essere conferita anche agli stranieri, consisteva in una croce semplice a 4 aste, smaltata in bianco e caricata di un 'àncora. L'asta superiore, sormontata dalla corona reale, presentava una piccola fascia d'oro, sulla quale veniva incisa la data del fatto d'armi che aveva determinato l'assegnazione dell'onorificenza. 11 nastro era giallo con due bande laterali rosse.

Toscana . Ordine del merito militare. Creato nel 1853 dal granduca Leopoldo Il d i Toscana, per ricompensare benemerenze nella carriera delle anni. I membri dell'ordine erano cavalieri di i•, 2a e 3• classe: quello di 1• classe conferiva HObiltà ereditaria; quello di 3• classe poteva essere conferito anche a sottufficiali e soldati. Vngl,erù1.. Croce Ungherese . al merito. i"stit uita nel 1922

per compensare quei militari che hanno prestato, con spe-

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congedato col grado di caporal maggiore, allo scoppiare della guerra Mondiale fu richiama,to alle armi e promosso sergen te nel 12° rcgg. bersaglieri. Ferito gravemente, volle, non appena guarito, tornare alla fronte, e combattè ancora valorosamente, tra le file del 7° regg. bersaglieri, e poi nel 238° reparto mitraglicri. Cadde sul Veliki Hrizack , meritando il conferimento « alla memoria » della suprema ricompensa al valore, con questa motivazione: cc Costante esempio di coraggio ed altissimo sentimento del dovere, sapeva infondere nei suoi dipendenti lo sl2nc io ed il vigore offensivo che lo animavano. Avute le gambe asportate da una granata nemica, con eccezionale fona d 'animo e cosciente spirito di sacrificio, chiedeva di non essere trasportato al posto cli medicazione, dicendosi lie,to di morire per la Patria sul campo di battaglia, in mezzo ai suoi soldati. Fino agli ulrimi istanti incitò i dipendenti a perseverare nella lotta e spirò, dopo aver gridato: ,; Viva l'Italia! » (Vcliki Hriback, .r2 ottobre >916).

ciale e distinto zelo, servizi utili nel campo civile o militare. Ne possono essere insigniti anche gli stranieri. Comprende la Gran Croce e cinque classi. La decorazione con siste in una croce avente le braccia convergenti verso il centro: è di smalto bianco col margine dorato, con l'orlo sottile di uno sroa lto verde oscuro. Si porta con nastro verde. Alla Gran Croce va uJ1ita una placca o stella argentata di 8 raggi uguali, che si porta alla sinistra del petto. Nel centro della stella è. collocata la croce al M. descritta'.

Waldecf(. Ordine del merito militare per Ufficiali. Venne istituito nel 1854 da Giorgio Vittorio e successivamente modificato. Comprendeva •tre classi. Wi.irtemberg. Ordine del merito militare. Fu istitu ito da Carlo Eugenio .nel ,759, rinnovato e confermato da Federico I ed ebbe gli statuti da Guglielmo I. Comprendeva t re classi ed aveva per insegna una croce d'oro ottagonale di smalto bianco, caricata nel centro d i un medaglione di smalto uguale, chiuso da un cerchio di smalto azzurro, con J1astro azzurro cupo.

Merito Militare. V. Promozione. Merli (Alessandro). Generale del sec. XVHI, m. a To rino nel 1817. Alfiere nel regg. fanteria cc La Marina " nel 1747, percorse in esso tutti i gradini sino a colonnello (1787). Governatore di Alghero e brigadiere di fanteria nel 1790, div<.:nnc nel 1791 ·governatore della città e capo di Sassa ri e nel 1794 governatore del forte di Dcmonte. Magg. generale nel 1796, passò due anni dopo al governo di Chivasso. Nel 1814 fu governatore di Alessandria. Merli Giacomo . Generale, n. nel 1845, m. a Livorno nel 1916. Sottot. di fanteria nel 1864, partecipò alle campagne del 1866 e del 1870. Frequentò la scuola di guerra e fu promosso colonnello nel 1898, comandò il 31° faJ1tcria e poi il disitretto di Bologna. IJ1 P. A. nel 1903, passò Hella riserva nd 1909 e nel 19io fu p romosso magg. generale. Merlì-iWiglieni conte Giulio. Generale, n. a S. Salvatore Monferrato nel 1857. Sotto!. di cavalleria nel 1876,' fu promosso colonnel lo coma nd. i l Pi<.:monte Reale cavali. nel 1909. Magg. generale comand. la 6~ brigata cavalleria nel 1913, andò in P._ A. nel 1914. Ten. generale nel 1916, per tutto il periodo della guerra fu aiut. di campo generale del Re. Nel 1923 assunse il grado di generale di divis. J1ella riserva e fu nominato direttore dell'Armeria Reale.

Merli Severino. Medaglia d'oro, ' n. di Poggio Renatico (189r-19r7). BersagHerc ·alla chiamata della sua classe, e

l\>Iedi Severino

Merli Duilio

Merli Duilio. Medaglia d 'oro, n. d i Poggio Rcnatico (1893-1917). t uno d i quei nostri semplici e modesti fanti, che non conobbero limiti all 'adempimento del proprio dovere; è il prototipo del nostro « porta-ordini n, che affronta impavido la morte, per compiere la sua missione. L 'episodio glorioso, che d iede luogo alla concessione della med. d 'oro, è così ricordato nella motivazione: « Esempio continuo di fulgido valore ai compagni, nel portare un ordine .in una zona fortemente battuta dal fuoco avversario, .rirnasto ferito una prirria volta, proseguiva nel

propr io mandato. Nuovamente fer ito al capo, recapitava (:gualmcnte l'ordine , e, q uantunque estenuato, attingendo nel sentimento del dovere la forza di _un subii.mc eroismo, si presentava, calmo e sereno al suo superiore, ed insistentemente chiedeva di tornare al comando del battaglione, come da ordine ricevuto. Decedeva, poco dopo, in segutto all'aggravarsi delle ferite riportate, lasciando gloriosamente la vita sul campo » (Castagnevizza, 23-27 maggio 1917).

Merliere. Isole del Mare Jonio a J1ord di Corfù, chiamate in antico Tricusa, Elafura, lvfaratc e Multace. La principale è Mar ler~. Co1/lbatti111ento delle Merliere (1537). Appartiene alle guerre tra la Repubblica di Venezia e la Turchia. L'armata veneziana, rafforzata dalle galere dL Malta condotte da Leone Strozzi e da quelle pomificie al comando di Gentil Virginio Orsini, incrociava nell'Adriatico per sorprendere l'armata turca cbc Solimano stava allestendo a Valona per .assalire Corfù. Avuta notizia che certe galere nemiche, capitanate da Ali Zelif, dovevano passare pel canale di Corfù per condurre a Valona gli uomini di cavalleria della guardia imperiale di Solimano, la flotta cristiana andò a mettersi d i notte in agguato presso le M.


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La sera del 22 luglio apparvero dodici galere turche, per la via indicata, e le cristiane andarono loro inconao per investirle. Si venne subito all'arrembaggio e dopo tre ore di combattimento non si era affatto progredito nè da una parte nè dall'al tra. Venuto il giorno, fu ripetuto l'assalto generale con maggior vigore, senza che la flotta degli Al lcatt riuscisse ad impadronirsi neppure di un legno nemico, e la mjsch ia era talmente accanita e

Rappresentavano una difesa per i guerrieri che stavano sulla piattaforma. Generalmente i M. sovrastavano di un metro circa sul resto del muro.

Je navi tanto vicine

da non potersi usare l'artiglieria, essendosi ridotro il combattimenio ad un feroce corpo a corpo sui ponti. Finalmente i Romani ed i Maltesi poterono mettere i n azione le batterie, ed i Turchi rimasero sopraffatti : gettate le !oro anni in mare, si arresero avendo perduto una nave :1ffondata, 2500 morti e 800 prigionieri; 11 navi turche e 60 cannoni rimasero agli Alleati, che perdettero 1500 u. ed ebbero molte navi grandemente danneggiate.

1\1erli del recinto aureliano a Roma a porta Ostiense

Merlo Luciano . Generale (18,11-1911). Sotto!. d i fanteria nel 186!, combatti: nel 1866 e fu promosso nel 1896 colonnello comand. l'r 1° bersaglieri. In P. A . nel 1899, fu promosso magg. generale nella riserva nel 1908. Merlin Mario

i\1erlo Luciano

Merlin (Man'o). Medaglia d'oro, n . di Ch ioggia (1889~917). Sortot. di complemento di fanteria fin dal 19r3, fu richiamato alle armi nel 1915 c<l assegnato all'84° fanteria , tra le cu i file subrto si segnalò per valore ed ardimento, meritandosi una medaglia d i bronw in Val Sugana (aprile 1916) ed ,ina <l'argento, a Malga Cenone nella primavera dcll 'anno seguente. La serie di atti eroici, che avevano fatto di lui un ufficiale dei p iù apprezzati, suggel lò con una morte da prode, quaie capitano comandante di un nucleo esploratori, durante l 'undicesima battaglia del! 'Ison zo, che indusse le A utorità superiori a conferire alla memoria di lui la mcd. d'oro con la seguente motiva.:ione: « Con fervore di apo~tolo e di soldato, seppe trasfondere costantemente nel suo reparto il proprio cntusÌasmo e l'in crollabile fede nella vittoria. Offertasi novella prova al suo ardimento, più volte si spinse volontario fin sotlO le difese nemiche, per riconoscerne l'efficienza. Al momento dell'attacco, comandante del nucleo esploratori di una brigata, balzò per primo dalla trincea, sotto la furia dello artiglierie e delle m itragliatrici avversarie, piantando il tricolore sugli obbiettivi raggiunti. Oltrepassatili, poi, con le sue truppe infiammate dal suo mirabile esempio, fulmineamente sorprese e costrinse alla resa i rincalzi 'avversari. Corse ancora, infaticabile, in cerca di nuovi perico li, /inchè lasciò gloriosamente la vita sul campo " (Altipiano della Bainsizza, 29 settembre 1917).

Merlatura romana

Merlo, Si chiamava merlo la parte piena del muretto, sovrastante alle '1ura, compresa fra saettiera e sacttiera. I m èrli erano usati ~.,elle mura e nelle torri antiche e medievali. •

Merlo Ttodoro. Ammiraglio, n. e m. a Palermo (r8571927). Entrato in servizio nd 1874, fu collocam in P . A. col grado di capitano di vascello nel 1909, promosso contrarnmir. nella riserva navale nel 1913 e ammir. di divis. nel 1915. Fu comandante della d ifesa marittima di Messina dal 1905 al 1909. Merlo Luciano. Generale dei carabinieri, n. a Udine nel .1863. Sottot. di fanteria nel 1883, passò nel 1888 nei carabi nieri reali. Partecipò alla guerra contro l 'Austria comaJldando le truppe di complemento del 610 fanteria e i reparti prigionieri di guerra. Colonnello nel 19r9, comandò le legioni di Trento e di Messina. Lasciato il servizio att ivo nel 1921, fu promosso generale di brigara nel i'928. Coperse cariche civili amministrative dopo lasciato il servizio attivo e pubblicò vari lavori, fra i quali: « I canti della gu...-ra »; « li Carabiniere Italiano »; « Carlo Emanuele III »; « Emanuele Filiberto, condottiero della III Armata )L

Merlo Pich Luigi. Generale, n. a Genova nel 1866. Sottoten. d'art. nel 1887, divenne colonocllo nel r916. Partecipò alla guerra contro l'Austria e nel 1917 andò in P. A. Nel 1926 fu p romosso generale di brigata nella riser va. Merlo Domenico. Generale, n. a Ccriale nel 1871. Sot toten. degli alpini nel 1893, fu in Libia nel 1913-1914. Comandante il bgl. Val Pcll ice nella guerra contro l 'Austria, ebbe sul Vodice la med. di bronzo. Passato nel 1917 al comando del ,50° fanteria, meritò a Gorizia una seconda mcd . di bronzo. Colonnello nel 1918, comandò il '7° gruppo a lpini. In P. A. S. poco dopo la guerra, fu 11cl 1930 promosso gènerale di br.igata in A. R. Q. ♦

Merl.one. Chiamavasi così quella parte del p arapetto di un 'opera <li fortificazior>e compresa fra due cannoniere consecutive. Si chiamava anche « Dado » e « Molone » .

Merrone (Enrico). Generr,lc, n. a Maddaloni, m. a Roma (1865. 1923). Sottot. d'art. nel 1883, frequentò poi


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Ja scuola di guerra e passò nel corpo di S. M . Colonnello nel 1914 e magg. generale nel 19 ,5, partecipò alla gllerra contro l'Austria quale capo di S. M. dell 'intendenza generale, meritandosi la croce d'uff. dell 'O. M. S. e la mccl. d'argento dei bene111eriti della salute pubblica. Ir. P. A. nel J918, fu promosso ten. generale nel 1919.

Mersch (Giovanni Andrea van der). Generale belga (1734-1792). Nella guerra dei Sette Anni combattè con l 'esercito francese, e nel 1778 passò nell'esercito austriaco congedandosi col grado cli colonnello nel r779. Dopo si mise a capo del movimento rivoluzionario del suo paese contro la signoria austriaca, e nel J789 fu. nominato generalissimo delle truppe belghe, con le qua li riportò parecchie vittorie sugli Austriaci, entrando vittorioso in Gand

in Brnxelles. Ma il partito clericale che g li era nemico, lo scacciò ben presto dalla sua carica e lo fece arrestare e rinchiudere nella cittadella cli Anversa. Venne liberato al ritorno degli Austriaci (1792).

e

Merseburg (ant. Marisburgum e Martinopolìs). Città della Prussia, sulla Saalc. Fu in antico fortificata. Nelle sue viéinanze si combattè la battaglia cui diede il nome ( r5 ottobre ro8o), oelJa quale. Enrico IV di Germania si scontrò con le truppe cl i Rodolfo, d uca di Svcvia, appoggiato dal papa Grcgo, io Vll. Per merito <li Ottone di Norclheim, al servizio di Rodolfo, le tr uppe di Enrico vennero sconfitte e fugate. Ma nella mischia Rodolfo ,rimase ucciso : dapprima ebbe troncato il braccio destro da un cava iiere nemico; poscia Goffredo di Buglione gli conficcò nel ventre la lancia dello stendardo imperiale . Mersen (o Mccrssen). Città clell 'Olanda ndla prov. di Limburgo. L'8 agosto clel]'870 vi fu stipulato un trat tato tra Lodovico il Germanico e Carlo il Calvo, in virt ù ciel quale la Lorena veniva assegnata alla Germania. Merton. Borgo clcll 'lnghilterra, nella contea cli Surrey, sulla Wandlc. Vj. si combattè nell '87, ·u na battaglia che appartiene alk irl\'àsioni elci Danesi. Un loro esercito vi sconfisse gli Anglç,-Sassoni condotti da E telreclo e da A lfredo: il primo vi , rimase ucciso. Merturini (Ev"sio). Scrittore militare, r1. a Casale nel 1847. Fu insegnante alla Scuola di guerra: scrisse: « Lezioni d tartc militate marittima »; « S~lvate la marina! » ; ~- ~larina nuova » .

Mes

T. Bauaglict di Me,.v (rn36). Fu combattuta fra un esercito dei Selgiucidi , guidati da Sciakir Ueg, contro · truppe dei Gasnavidi, sovrani della Persia. L'esercito di questi ultimi, battuto presso la ciuà, vi si rinchiuse ma, assediato

dai vincitori, l 'anno seguente dovette arrenders i.

II . Assedio di Merv (t859). Fu operato da un esercito persiano, il quale vi- bloccò una quantità di guerrieri nomadi della regione. Avendo i Persiani permesso alle loro donne di circolare liberamente fra la città e l 'esterno, un giorno ne approfittarono gli assediati per uscire travestiti da donne, velate secondo l'usanza del paese. In tal modo assalirono all' improvviso e sbaragliarono l'esercito pcrsiat\O, di cui i superstiti si salvarono con la fuga.

Merzfyak (nob . Luigi). Generale, n . a Venezia, m. a Genova (,826-1907). A lfiere della . marina a servizio dell 'impero d'Austria nel ~847, rimase col governo provvisorio di Venezia nel 1848. Nominato da Cavour capitano nel R. Esercito partecipò alle guerre · ciel 1859 e del 1866. Promosso gen . nel 1874 passò a comandare la 3a brig. in Roma e nella riserva divenne gen. di divisione. Merzlyak nob . Edoardo . Generale, n. a Mii.ano, m. a Genova (1866-1929). Sollotcn. del genio nel 1887, passò subito dopo in artiglieria. FreMerzlyak L uig i quentò la Scuola cl i guerra e parçecipò alla campagna cli Libia, donde tornò per la guerra contro l 'Austria. Nel 1916, da colonnello, assunse il comando della brigata Tevere, e in fine cl i quell 'anno e nel successivo, da brigadiere generale, il comando della brigata Trapani. Lasciò il servizio attivo col grado cli magg. generale nel 1920 : entrato nel movimento fascista, fu nominato luogoteu. generale della M. V. S. N. Mescmbria (oggi ,vlisivn). Ant. città marittima della Tracia, alle falde dell'Emo, sul Mai- Nero. Fu colonia bizantina. In principio dell '817 vi si svolse una battaglia che appautiene alla guerra fra Bizant ini e Bulgar i, e fu combattuta e vinta dall'imperatore Leone V di Costantinopoli, contro Mortagon, czar dei Bulgari : in seguito alla vittoria, il primo impose la p~ce al secondo. La città venne fortificata dai Bizantini, e cadde poi nelle man i dei Bulgari. Ai quali apparteneva nel 1366, quando Amedeo VI di Savoia, nella sua spedizione in Oriente, l 'assalì e la prese, lasciandovi_ guarnigione. Meska, Po9to fortificalo russo nella guerra Russo-Turca del 1877-78, sulla strada Rusciuk-Sistovo.

l resti delle antiche mura di Merv

Merv (ant. Antiochia Margiana). Cit:à de l Turchestan , in oasi formata dal fiume Murgab. Occupata dal geo. russo Skobelev, nel 1882, fu due anni dopo annessa all'impero moscovita . f u disputata fra i popol i vicini ed ebbe più volte a soffrire per le loro invasioni, malgrado che i ,suoi abitanti l'avesse(o munita d i so lide mura.

I. Combattimento di Meska (26 novembre 1877). Mentre le forze russo-romene adibite all 'investimento cli Plcwna andavano sempre più stringendo quella piau.afortc turca, le unità russe, agli or dini dello czarevic, campeggiavano verso la fo1e di novembre ciel 1877 sulla linea ciel Lom per coprire il corpo cl 'investimento e impedire alle forze ottomane comandate da Suleiman Pascià di por tarsi in soccorso della piazza. La linea russa appoggiavasi a nord sul Danubio presso Pirgos e si stendeva lungo i tre posti fortificati di Meska, Trestenik e D amogila, all'estrema destra. Sollecitato ad operare, per al leggerire Plcwna, Suleiman

t. ..


MES

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divisò di attaccare la sr. de i Russi che lo fronteggiavano, ritenendo che, per soverchia estensione verso il Danubio , essa presentasse minor resistenza : affidò perciò alla propria ala dr ., forre di quattro divis . (30 m ila uomini) agli ordini di Assaf Pascià, il compito di rompere la fronte avversaria, grav itando specialmente verso Trestenik, spingendosi se possibile sin oltre il basso Jantra e interrompendo jl ponte di Batin sul Danubio , eh ·era uno dei passaggi d'importanza capitale per le comunicazioni dei Russi con le loro basi di rifornimento. Il centro e la sr. dovevano cooperare con azioni d imostrative, pronti ad avanzare a! momento opport1Jno. li 26 novembre Assaf Pascià traversò il Lom su tre colonne, I.orti di una di.vis. ciascuna, dirette rispettivamente su Pirgos, M. e Trcstenik, seguite da una riserva. La ))rima, sloggiaù i Russi da Pirgos, si volse contro il fianco del ridotto di M.: quivi i Russi resistettero al duplice attacco, non solo, ma concorsero a sostenere il ridotto di Trestenik eh 'era premuro da attacchi convergenti e che fu soccorso nel pomeriggio anche da rinforzi inviati da Damogila e dalla riserva generale. Verso le J6 il generale von Firsk, comandante dell a 12• rlivis . russa, cht presiedeva all'azione d'insieme, ordinò j } con -

trattacco generale e respinse decisamente i Turchi ol,re il Lo,n. Data I'ow tarda e la giornata faticosissima cornbaltuta sorto la torrnenta , ma ncò !'inseguimento a coronart: i! successo dei Russi. TI. Combattimento di Mcska (12 dicembre 1877). Suleiman Pascià, che fronteggiava tultora i Russi sul Lom , il IO dicembre effcltuava con alcuni bgl. una ricognizione offensiva sulla fron,e ciel Xl! corpo russo, nell'intervallo fra M. e Trestenik; dopo di che - ignorando la ·caduta di Plewna, avvenuta lo stesso giorno JO spingeva al 1'attacco di quel tratto di fronte la propria ala dr., fonc di 40 mila uomini agli ordini di Fazli Pascià. l Russi. ammaest rati dal! 'esperienza precedente, eransi ben rafforzat i, e una br igata della 35a divis. venuta a rincalzo garantiva la resistenza dell' intervallo fra i due r idotti: cosicchè M. rcsistè validamente a due attacchi rivolti contro la fronte e il fianco sr., e a tre successivi attacchi contro il fianco dr., tentati dai Turchi; nè vivissimo fuoco di {ilcileria a massa valse a sloggiare i difensori della fronte trincerata fra M . e Trcstenik. li granduca Vladimiro, comandante del XII corpo russo, compreso che I 'ateacco gravitava anche questa volca sull a sr. e che l'azione di fronte a Trestenik aveva carattere d imostrativo, ravvisò l'opportunità di co.ntro1nanovrare, e •ordinò a una brigata posta a Oarnogila di portarsi oltre la str~da di Rusciuk pe r avvolgere la sr. turca e tentate d i tagliar l'avversario dal Danubio. Tale movimento fu appoggiato da 14 sqdr. e da 2 btr. a cavallo : discgnavasi così una grande conversione a sr., che fu sccondata da attacchi frontali dcli 'ala dr., dalle truppe che guernivano M., e da vivo fuoco di artiglieria, nell'intento di serrare l'avversario, e, non rjuscendo

a tagliarlo dal Da nubio, rigettarlo sul fiume. Ma i Turch i poterono sfuggire all a stretta e ripassare il Lom, sebbene con molta difficoltà, data la pressione nemica laterale e i fuochi incrociati su i fianchi e sul tergo, cui contribuirono le batterie poste sulla sr. del Danubio e un mon itor che 1rovavasi in quelle acque. La g iornata fu dura per i Turchi, ch'e perdettero circa 3000 uo min i, contro oltre 1000 perd uti dai Russi .

Mesmes (Sigr,ore di Marolles, conte di Chinvazza Fra11. cesco de). Generale, m. a T orino nel 1662. Gent iluomo francese al servizio del duca di Savoia nel 1627, si distinse alla presa di Moncalvo (1629) . Nel 1630 costituì e

comandò il regg. francese di S. A. R. dal quale cleri vò poi la brigata Re, Ferito alla presa di Candia Canavese nel 1635, mastro di campo e capitano della guarnigione nella difesa di Torino assediata dagli Spagnuoli nel -1639, rimase prigioniero di guerra per qualche mese. Governatore del marchesato di Ceva nel 1641, fu promosso nel 1654 luogoten. generale di fanteria, rimanendo però sempre comandante del regg_ di S. A. R., col quale andò nel 1655 a difendere Luserna e nel 1658 ad attaccare Trino. Nel 1659 passò a cost,tuire ed a comandare il regg. guardie e nel 1660 ebbe il collare dell'Annunziata.

Mesopotamia. Parola costituita con due termini greci, che indica « tra i fiumi », ed è compresa fra i l Tigri e l 'Eufrate. Fu in antico fiorentissima per le grandi opere di irrigazione costruitevi, le quali .andarono in rovina durante le invasioni mongolico-tartariche dei secoli XIII e XIV . Il territorio costituisce in grande parte lo Stato dell'lmk (V.) . Operazioni in Mesopotamia (Guerra Mondiale). La regione Mesopotamica fu teatro d i lotta accanita cimante la guerra 1915-1.8. Turchi ed Inglesi non risparm iarono sacrifici per contendersene il possesso; i primi, soprattutto, per motivi religiosi t pan islamici, poichi: la Mesopotamia era la grande via d i congiunzione con la Persia, ["Arabia e l'I ndia; i secondi , soprattutto per rag ioni econom iche, considerando essi l 'lrak o Mesopotam ia come una dipendenza naturale del! 'India, e volendo prendere occasione dalla guerrn con la Turch ia per debellare la concorrenza germanica. Come teatro di operazion i, la regione comprendente i bacini del T igre e del] 'Eufrate, era particolarmente difficile; una pianura immensa e desertica, priva di ogni risorsa, sa1vo che lu ngo le rive dei due grandi corsi d'acqua. In agosto 19r4, i Turchi -l'occupavano con due C. d'A. (Xli e X111); il primo nella zona d i Mossul, il secondo in quella di 13agdad; ma, avvenuta la dislocazione generale delle forze turche per la guerra, non rimasero a presidiare la regione che 7 bgl. regolari e 17 di formazioni ausiliarie, poco più di 6000 fucili e 36 pezzi, in gran parre antiquati. Alla metà di ottobre gli Inglesi iniziarono le operazioni per la conquista del delta del Chatt el Arab, nella regione di Bassora, e vi riuscirono senza molte difficoltà, occupando la città di Bassora, JJrcndcndovi r200 prigiomcri e 3 cannoni, il 22 novembre. La vittoriosa azione fu condotta dalla divis . del generale Barrett. Enver Pascià, preoccupato dal successo inglese, fece accorrere r inforzi nell'Irak, e tentò di riprendere il delra, ma, dopo aver toccato gravi perdite (circa 3800 uomini) alle porte di Bassora, nelle giornate del 12 , 13 e 14 aprile 1915, i Turchi furono costretti a battere in ritirata: il loro comandante, Suleiman Askri P.ascià, si uccise durante il ri piegamento . Incoraggiati da q uesto successo, gl "Inglesi decisero d i iniziare l'avanzata su llagdacl. La 12~ d ivis,- s'impadronì, il 24 luglio, ,!ella città di Nassirié, scacciandone un mig liaio di Turchi e 2000 Arabi, mentre la 6• divis. (gen. Townshend) marciava su Arnara, che capitolava il 31 maggio, con tutta la guarnigione. Nel settembre, il gen. Townshend decideva di a1taccare Kut-el-Amara (V .); la piazzaforte fu presa i l 29 settembre, ma la gua rnigione turca r iuscì in gran parte a salvarsi e gl 'lnglesi perdettero non meno di 1200 uomini. In novembre, gl'lnglesi ripresero la marcia verso Bagdad, m a nei pressi di Ctesifondc (V.) essi subirono i l 22 un grave scacco, e furono costretti a ripiegare, sotto la pressione avversaria , su Kute lpAmara, ove s i rinchiusero . I Turchi , quindi, riordinate

le: loro forze in un 'armata regolare (6a) ed affidatone il co-

...


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MES

mando al generale tedesco von der Gol tz, posero il blocco alla piazza e la costrinsero alla resa, mentre quattro tentativi di sbloccarla non ebbero fortuna e costarono perd ite abbastanza forti (28 aprile 1916). Nell'estate gli Inglesi, decisi .a prende rsi una rivincita , affidarono il comando generale delle loro forze ncll 'lrak al generale Mauck:, ponendo a sua disposizione circa 160.000 uomini, di cui 95,000 combatten ti e 65.000 uomini per servizi e lavori con 176 cannoni. I Turchi non disr.oncvano che di 16.500 uomini, con qualche diecina di cannoni, çoncentrati aitorno a Kut--el-Amara. In dicembre,

O 100 1s e si

200 I

Km.

Teatro d'opera~ioni i n Mesopotamia (G1Jcrra Mondiale)

il geo. Maude, ultimati i suoi preparativi, marciò su Kut, rioccupandola il 26 febbraio 1917, dopo abili manovre e fortunati combattimenti. Nonostante .le notevoli d ifficoltà per i r ifornimenti , gl'Inglesi si d iedero tosto ad inseguire i l XVIII C. d 'A. turco, che r ipiegava in disordine nella direzione di Bagdad. Per coprire questa città, i l generale turco Halil Pascià schierò le s1,1e forze sul fiume Diola, sperando che gli giungessero inta.ru o rinforzi, ma, battuto il g iorno 9 marzo sulle sue improvvisate posizioni, fu costretto a lasciare libera la strada per Bagdad, ove gli Inglesi enc_rarono l' 1r marzo, con 9000 prigionieri e 39 cannom. li generale Maudc, quindi, estese, il suo successo attorno alla città, rastrellando tutta la zona dalle forze turche che ancora vi si trovavano ed assicurando così il

possesso della città, prima del sopraggiungere dell'estate. Enver Pascià, frattanto, pensava dj fare qualsiasi sforzo per riconquistare Bagdad, e trovava nella sua idea consenzienti i T edeschi, i quali, con la conquista ingle e di 1 quel la ci ttà, vedevano annientati tutti i risultati di una loro politica decennale. F u costituita, quindi, w1a grossa armata, denominata « Yildcrim », e posta al coman<lo del generale Falkenhayn, ex-capo di S. M. dell'esercito tedesco. Ma avendo questo generale esitato a rischiare la sua repu.t azione in un'operazione tanto rischiosa, i l progetto di offensiva contro Bagdad fu abbandonato, nell'estate del 1917, quando già i preparativi per essa avevano raggiunto uno sviluppo considerevole. Vista l'inazione avversaria, gli Inglesi si risolsero ad effettuare la conquista di Remadi (29 settembre) sull'Eufrate e d i Tekrib, su l Tigri (6 novembre). Le forze turche andavano, ormai, verso lo sfaccio; esse, nel marzo 1918, non con tavano più infatti che 4500 fanti, al comando di Alì Ihsan Pas<!ià. Gli Ingles i, invece, avevano au mentato gradatamente le loro forze ncll'Irak, fin o a raggiungere il mezzo milione di uomini circa; al generale Maude, molltO a Bagdad di tifo il 18 novembre 1917, era succeduto nel comando il generale Mashall. Questi si iim itò, nell'inverno 1917-18, ad eseguire operazioni di dettaglio, ma nell'estate si risolse a marciare contro l'ultima roccaforte turca : Mossul. .Divise le sue forze in sette grosse colonne, il 23 ottobre 1918, iniziò un a grande marcia concentrica sul grande centro petrolifero. Battute le scarse truppe di Ismail Hakki Pascià, il 30 ottobre, la via per Mossul era ormai aperta; una colonna leggera, al comando del generale Fanshawe, fu quindi spinta ·avanti per occupare la città, quando, il 1° novembre, giunse la notizia dell'armistizio di Mudros. L'avanzata inglese fu tuttavia proseguita, e Mossul occupata il 4 novembre. Il colossale sforzo inglese, che aveva richiesto l'im piego di circa 900.000 uomini ed una spesa di 150 milioni di sterline veniva cosl pienamente compensato. Ed era infranto il grande sogno tedesco d i spingere l'in fluenza germanica fino al Golfo Persico.

Messa. A bordo delle navi da guerra venne 1st1tmta da Benedetto XIV in fine della prima metà del sec. XV!U nella marina pontificia, dalla q uale passò alle altre . A bordo delle navi da guerra italiane la tradizione è stata ripresa durante la guerra mondiale, dopo un 'interruzione <li molti anni. In tale circostanza venne pure istitui ta di nuovo la categoria dei cappellani mii. La M. a bordo è detta in forma solenne, su apposito !,lrnrc smontabile, che si erige a poppa della nave, avendo per sfondo la bandiera Nazionale. Vi prende parte l'equipaggio al completo, con il comandante alla testa. Tutto il personale è in divisa ordinaria. Un p icchetto armato presta gli onori. Due armati stanno di fianco all 'altare . -Non si danno comandi mii. che a bassa voce. Il trombettiere a fianco dell'altare dà il segnale dell'attenti al momento dell'elevazione. In mancanza del trombettiere il segnale viene dato col fischio <lai primo nocchiere di bordo. La funzione religiosa ha termine con la preghiera del marinaio e con quella per il Re. Il comandante grida : « Viva il Re!», a l quale grido rispon<le tutto l 'cqu ipaggio. Se vi è la musica a bordo, questa intona la marcia reale, mentre tulllo l'equipaggio rimane sull'attenti e gli armati presentano le armi . Messq al campo. D icesi di quella celebrata in aperta can1pagna dinnanzi a reparti di truppa. È funzione suggestiva e nello stesso tempo marziale; viene di massima celebrata allorchè le truppe sono fuori guarnigione per lunghi periodi di esercitazioni o per esigenze di mobili-


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Messa al campo a Bengasi

tazione e d i guerra. In linea generale è officiata da cap" pcllani mii. , ma - in qualche caso - può essere detta anche da altro sacerdote non militare. l reparti vi assistono dì massima inquadrati , ed all 'elevazionc un trnmbettierc suona l'attenti; dopo l'elevazione , lo stesso trombettiere escgu..isce la nota musicale « sol » . La M. al campo, durame la grande guerra veniva celebrata domenicalmenLc, e in tutte le alt re feste ecclesiastiche, presso ogni regg. o rep~rto fornito cli cappellano militare . · Messaggero. Avviso di 2• classe in legno, varato nel 1862; dislocamento tonn . 1080; lungo m. 71,83, largo

capo abbia condotto un esercito senza ricorrervi per dare ordini o per conoscere i risult.ati di qualche operazione. Verbali o scritti, essi possono essere compilati in gergo convenzionale od in cifra per assicurarne i l seg reto. Ven" gono recapitati da portaord ini (a piedi, a cava llo o su automezzo) appositamente addestrati. Ad ogni M. si debbono aggiunge re chiare indicazioni dell'urgenza, dell'itinerario, della facoltà di farne prendere conoscenza ad altre autorit~ lungo l 'itincrario cld l uogo da raggiungere a servizio compiuto. Il latore del M. deve conoscere tali indica?.ioni a memoria. Utili per recapitare i lv/. si sono sempre dimostrati i Colombi viaggiatori (V.), dei quali vengono sfruttati l'eccezionale capacità d'orientamento e l'attaccamento alla propria colombaia. Qualche impiego ebbero anche i cani . Speciali proiettili durante la recente guerra (1914-18) servirono a lanciare M. , però con risu ltati scarsi.-

Messaggero. Nave prcsidiaria cli 2• classe, in acciaio, costruita sui piani della p recedente e varata nel 1885 dai cantieri Oclero a Sestri Ponente ; dislocamento tonn . 1021 ; lunga m. 72, larga m. 9,14, con apparato motore di 1797 cava lJi, a ruote; radiata nel 1907. ·

Messaggio aereo. Mezzo di comunicazione fra un aereo cd un· posto a terra, qualora l 'aerco o i l posto siano sprovvisti di al tri sistemi di comunicazione (radio, bandiere, fari, ecc.). Nel l'aviazione da ricognizione in cooperazione all'esercito, il M . viene lasciato cadere sul posto preordinato, quando l'osservatore in volo debba comunica<'e notizie che per un qualsiasi motivo non possono o non debbono essere trasmesse con altri sistemi. U M . è contenuto in un apposito astuccio o sacchetto convenientemente za" vorrato e m unito di lu nghe e visibili fiamme di stoffa che consentano la rapida individuazione e conseguente ricupero del messaggio stesso. Talvolta è u nito al sacchetto un fuoco di bengala che si accende battendo a terra e dà un visibik fumo giallastro.

Messaggio, I p rimi collegamenti a mezzo di M. appartengono alla leggenda . Si può affermare che mai un

Messala (Marco Valerio Corui110). Console romano, n .. nel 70 a. C., m . al p rincipio dell 'era volgare. Fu parti-

Avviso M essaggero

m. 9,23, con apparato motore d i 1797 cavalli, a ruote; radiato nel 1885·. Prese parte alla battaglia di Lissa .


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giano di Cassio, co l qua le passò in Asia ed ebbe comando nell'esercito repubblicano. Dopo la battag lia di Fil ippi si ritirò con le truppe che gli rimanevano nell'isola di Taso e concluse un accordo ono.revole col triumviro Antonio, a cu i rimase fedele finchè questi non si lasciò trascinare dalla passione per Cleopatra. Passò allora dalla parte di Augusto che lo accolse amichevolmente e lo fece marciare contro Sesto Pompeo. Nominato console jn luogo di Antonio, alla battaglia d i Azio comandò il centro della flotta d i Augusto, contribuendo alla vittoria. Fu nominato quindi prefetto del!'Asia Minore, proco nsole di Aquitania e p refetto di Roma nel 27, cd infine membro del Collegio degli Auguri. Sulle guerre civili, che seguirouo dopo la morte d i Cesare, scrisse delle « Memorie » a cui attinsero Svetonio e Plutarco .

Messenia. Antica regione situata nelia zona sud-occidentale del Pdoponucso, baguata dal fiume Pamiso. Fu ah!tat:1 in orjg inc dai

Pelas~i, gente

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n avagl iata da lo tte di partito. I democratici si opponevano fl l!'i ntervcnto; ma gli aristocratic i ebbero il sopravvento,

per cui fu inviato nel Peloponneso un esercito, capitanato d a Cimouc. La guerra si riaccese intorno al baluardo della libertà messenica, i l monte Ithome, ma, non essendo riuscito C imonc a debellare gl i insorti, gli Spartani, insospettiti, !icenziarouo gli alleati. Nonostante tutto, Spar ta riuscì a domare gli iloti di Messenia, e, liberata da questo pericolo, potè rivolgere la sua ~ttenzione e le sue armi a frenare l ' invadenza degli Ateniesi, i quali, fra l'altro, avevano protetto i vinti Messeni, favorendone L'em igrazione e lo stabilimento sulle coste del golfo d i Corinto .

Messico, Stato repubblicano cicli' America Settentrionale e in parte dell'America Centra le, limitato a N . dagli St ati Un iti d'America, a O. dall'Oceano Pacifico, a S. dal Guatemala e dell'Honduras inglese, a E. dal mare delle An-

rozza, dedita alla

pastorizia . La Messenia fu coinvolta nella mutazione d i asserto etnografico in conseguenza dell'invasione dorica nel Peloponneso (rrn4 a . C .) . Ha dato il nome ad alcune guerre .

Prima guerra messenù-a. Sparta, orgoglipsa dei propri •Ordinamenti e consapevole della potenza che le derivava ,dall'educaz ione mii. impartita ai cittadi ryi e dalla rigi.dezza delle sue leggi, doveva fatalmente essere tratta a _guerreggiare con j popoli vicini. Furono dapprima i Messcni a subire le conseguenze di questo stato d i cose. La prima guerra messenica fu combatturn fra il 743 ed il 724 a . C . Gli Spartani, traendo ragione da contestazioni d i confine, invasero la regione. Essi, 1neglio o rganizzati, -Ottennero vantaggi inizia li cd i Messeni, J100 potendo soste~

nersi in pianura, si fortificarono sul monte lthome, i l quale, situato come è nella pane centrale del paese, sovra.stante la valle del Pamiso, costituì la roccaforte della libcrt,ì messenica. I Messen i, sotto Ja guida del loro re Aristodemo, resistettero per lunghi anni ali 'assedio, ma, alla fU1e, nonostante 1'eroi.smo d imost rato, dovettero soccombere e furono costretti a subire la legge del vinto.

Seconda guerm messenica. Alcuni anni dopo (685 a . C.) i Messeni insorsero contro i conquistalori, e, guidati da Aristornene e sostenuti da popolazioni mon tanare del nord, combatterono vigorosamente fino al 668 a. C . Asserragliati sul m onte lra, forte posizione dell'alca valle della Meda , con le !oro incursioni, spinte arditamente fino a Sparta, essi tennero in scacco i Lacedemoni per qualche tempo, ma infine, sorpresa l ra, gli Sparta ni riuscirono ad aver rag.ione di A ristomene ed a dcondurrc in soggezione il Paese. La maggior parte dei Messeni venne r ipartita fra g li iloti e dovette lavorare le terre attribuite ai vi.ncitori . Akun i emigrarono a Reggio e d i qui passarono più tard i a Zancle, cui dettero il nome d i Messena, a ricordo della P atria perduta. La leggenda b a ravvivato poeticamente le gesta degii eroi di questa lunga lo tta fra Spartani e Messeoi, di cui son giunti a noi soltanto poch i episodi . Tra le p iù bel le g ioverà ricordare quella di Aristodemo, che nemmeno col sacrificio della ver 6>ine figlia riuscì .a sottrarre la P atria al triste fato; e queJla dello zoppo T irteo, che con. g!i epici canti seppe infiammare

g iovan i guer-

r ieri. span an i e sp ronarli alla vittoria.

Terza guerra messenica. Approfittando <lei malcontento che serpeggiava fra i popoli peloponnesiaci e d i un terribile terremoto che aveva quasi d istrutto Sparta, i Messeni, u nitamente ai Laconi, si ribellarono (464 a. C.) e la lotta durò per otto anni. G li Spartani chiesero l 'aiuto d i Atene ,

Bandiera del Messjco

Randiera marittima (verde bianco rosso, aquila oro)

tille e dal golfo riel iltf . Popo lazione circa q.000.000 .di abitanti . La Repubblica, federale, comprende 28 Stati aventi un )esistenza individuale e disrjnra, autonomi nella o rgan izzazione interna; inoltre un D istretto federale con la Cspitale e due territori posti sotto giurisd izione militare. F in dai tempi remotissimi il M . era già abitato da diverse popolazion i. Al sud dominavano i Mayas, r azza civile che avev::i cosparso dei suoi monumenti vane prov1nc1e. Gli Oton1iti, quasi barbari, vivevano nei terri tori ccntro•oricn .. tali . Verso il VI o VII secolo arrivarono d al nord i Toltechi, popolo civil issimo, agricoltore, che lasciò monu menti 1wtevoli. U na nuova invasione settentrionale, qud!a dei Chiclùmechi, riportò la barbarie nel territorio. Al principio del sec. X[V apparvero gli Aztechi, che si stabilirono nell 'Anahuac e costruirono la città di tviessico. Lavoratori, artisti e guerrieri, gli Aztechi solcarono la regione di strade, elevarono templi, palazzi, fortezze, e do1ninarono nella regione fino al secolo XVI , quando il !vi . fu conquistato dagli Spagnuoli d i Fernando Cortcz. Questi , nel 1519,

fu scelto da D iego Velasquez Guetriero messicano de Lcon, governa,tore di Cuba, del scc. XVI per i l comando della spedizione per la conquista del M. Il Cortez, con undici uavi e poche ccntinaja d 'avventurieri, sbarcò nel punto <love poi sorse San Giovann i d i Ulloa, e, per impedire ai suoi segua~i d i abbandonare l'impresa, bruciò le navi e avanzò verso la capitale per impadronirsene. In contrò resistenza, ma accortosi che fra i princip i del paese regnava discordia , seppe ,trarne profitto. Regnava allora l'imperatore Montezuma, il quale si era alienato l'animo d i molti vassall i col suo d ispotismo, pure essendo incapace


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d i imporre con la sua autorità la d iscipli na necessaria per la salvezza del paese. Corte,; seppe fomentare le rivalità fra i cacicchi e pa recchi ne attirò dalla sua parte; quind i con un esercito poderoso entrò nella capitale, accolto amicbevolmcnte alla corte . Dopo poco detronizzò Montczuma, tenendolo p rig ioniero,• poi, lasciato nella capitale il suo luogotenente Alvaredo, partl verso il nord per sottomettere il resto del paese. I m assacri, le estorsioni, e le jlrepotcnzc di Alvaredo, fecero insorgere g li abitanti contro g li Spagnuo li. Fernando Cortez ritornò verso la capitale, ma quando vi giunse uovò i suoi compagni bloccati dagli Aztech i. Riuscì a stento a sottrarne una parte al massacro, e nella notte del 1° luglio 1520 d ovette evacuare Messico, raggiungendo a fatica Tlascala, dopo aver battuto gli Aztechi schierati in campo a Ott,mbra. Sei mes i dopo, rinforzato il suo debole esercito, Cortcz ritornò alla

scc. XIX , la Spagna si trovò ingolfata in guerre disastrose e conquistata essa stessa dalle armi di Napoleone, il M. insorse. Si ebbero dapprima tre fa lliti tentat iv i d i insurrezione : sotto Hidalgo (1810), sotto Morelos (1815) e sotto Mina (1816). Nel 182r il generale spagnuolo !turbide, passato agli insorti, battè le trùppe spagnuole e si fece incoronare imperatore, p rendendo il nome d i Angusto I. Nel 1823 !turbide fu rovesciato, e il Congresso proclamò la Repubblica messicana, la cui cdstituzionc ebbe per modello quella degli Stati Uniri. Dal 1824 al 1853 il nuovo Stato f u in contir1ue agitazioni per r ivalità d i partiti pol itici, principalissim i il clericale e il democratico. L'anarchia

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Inno Nazionale del Messico

l1 monumento commemorath·o dell' Indipendenza del l\1essico

rico nqu ista dell,a. capitale, e potè impadronirsene dopo un assedio d i d ue mesi e mezzo (1521). Frattanto M ontez.uma si era lasciaro morire d i fome. Gli successe, apparentemente e per poco, sul -trono, suo fratello Cu rtlanazin. Dopo la conqu ista, Cortez ricostruì Messico dalle ·, uc rovi ne, vi attirò g li Spagnuoli e ridusse gl i Aztechi allo stato d i schiavi. Nel 1525 intràpresc una spedizione nell'l-Jonduras che non riuscì. Un decreto d i Carlo V , trasferiva ad un governo dello « Udienza Reale », il potere amministrativo e giudiziario del M. e il paese veniva ufficialmente denominato la « "Nuova Spagna» . La dom inaz ione dei successori di Cortcz nel i'vf . fu spietata. Agli Az techi tutto fu tolto; furono ridotti peggio che sch iavi. C iò finì a poco a poco per alienare alla madre patria anche ]'.attaccamento dei coloni messicani, e a creare fra q uesti e g li indigeni qualche vincolo d i solidarietà. E quando, su lla fine del sec. XVIII e su l principio del

interna corrispondeva alla debolezza esterna. I Francesi bombar darono (1838) San G iovanni cl'Ulloa , per vend icare vessaz ioni subite dai loro connazionali, e gli Stati Un iti mossero guerra al ~\f. togliendogli ,netà dei suoi territori. Dal 1855 al 186J le contliàoni interne si aggravarono ancora maggiormente per la guerra civile, che infierì ininterrottamente sotto le presidenze di Comonfort, Zuloaga e Ju arcz, per cui a protezione degli interessi dei rispettivi sudditi, dovettero intervenire prima la Francia, l'Inghil tnra e la Spagna unite, poi la F rancia da sola, Dooo la guerra del 1862-67 il partito liberale rimase vincitore · sugli altri paniti e prese il p otere. Juare,. fu presideme fino alla morte (1872) e gli successe Lcrdo dc Tejada, il quale fu sostituito da Porfirio Diaz che tenne la presidenza fino al 1911 con una sola interruzione dal 1880 al 1884. La maniera forte d i Diaz, che si fece dittatore, risparmiò al M. nuove agitazioni e sotto di lui il paese godette di una certa rranqu illità . Una decennale rivoluzione tenne dietro alla srnmparsa di Porfirio Diaz; i presidenti Madcro, l Iuerta, Carranza si seguirono a brevi interva lli, po i il paese andò lentamente ristabilendosi sot to la pres idenza di Obregon, e d i Ca lles. Le rivoire m ilitari però non sono SCOlnparse e period icamente scoppiano al l'avvicnarsi delle elezioni presidenziali ; così nel 1924 e nel

1928. Esercito del Messico . Capo supremo dcll'eVolontario del sec. XIX sercito è il presidente della Repubblica, mentre il Segretario della G uerra e della Marina ne è il comandante. li territorio i: div,so ,n t7 regioni ùi amminist razione mil. In tempo di pace no n esiste organizzazione di grane.li unità. L a fanteria comprende 50 bgl. , ciascuno dei quali ha 3 cp. fucilieri ed I mitraglieri. La cavalleria co mprende 70 s::idr:


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raggruppati in regg. di 3 sqdr. L'art. da campagna comprende 3 Icgg. di 2 gruppi di 2 btr., quella da montagna I regg. di 2 gruppi di 2 btr. Il genio è rappresentato da un corpo d 'ingegneri. L'aviazione comprende 2 regg. su 3 squadriglie di 3 apparecchi. Inoltre vi è la Guard ia presidenziale, costituita d i 2 regg. d i cavalleria su 3 sqdr., 2 bgl. di fanteria su 3 · cp. , è r cp. mitragl iatrici: il Corpo degli invalidi; le cp. dei territori con-

Fanteria messicana (1862}

federali. Effettivi di bilancio : Ufficial i 17.232, truppa 54.813. Non esiste servizio militare obbl igatorio; gli uomini di ,truppa si reclutano per arruolamento volontario. Essi pre,stano 3 anni di servizio effettivo e per altri 7 anni fanno parte del la riserva. Gli ufficiali escono da un Collegio militare. Esiste anche una Scuola di aviazione militare.

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Puebla e si portò sulla capitale: le operu.ioni intorno alla ci ttà di M. durarono fiDo al 20 agosto. quan90 fu conduso un armistizio. li 7 settembre però, ii gcn. americano, poi che il Santa Anna continuava a far preparativi guerreschi contro i patti convenuti, denunc iò l'armistizio e riprese le ostilità dando l 'assalto al Molino del Rey, fonderia dove erano state mandate campane per fa rne cannonii ed impa~

dronitosene lo fece saltare; sim ilmente attaccò la Casa Mata, che, da semplice ridotta, era sta(.! trasformata in una poderosa cittadella. Questi combattimenti furono i più sanguinosi di tutta la guerra: g li Americani vi ebbero un migliaio di uomini fuori com battimento, i Messicani circa 2000. Avvennero ancora altri combattimenti intorno alla città, fino a cl1e il r4 settembre essa fu evacuata dai difensori cd occupata dalle truppe del gcn. Scott. Così la guerra era finita: nessun reparto messicano di qualche importanza teneva più la campagna. La flotta americana dd Pacifico, nel mese d i ottobre, f}fl::se p;ssesso di G uyamas nd golfo di California, e, nel novembre, di Mazatlan sulla costa dd M. Il 2 febbraio 1848 fu firmato il trattato di pace, che porta -il nome di Guadalupe-Hidalgo (V.). SpedizioTJe f,·ancesc nel Messico (1862-1866). Ebbe origine nelle lotte intestine, jniziatesi nel 1858, tra il partito cattolico conservatore, capitanato da Miramon , ed il partito liberale di Juarez, per la conquista del governo della Repubblica. Dopo alterna vicenda, il 22 d icembre 1860 Mirnmon dovette abbandonare il M.; Juarez, assunta la presidenza, continuò la persecuzione dei ca.~tolici, espulse 1'ar-

'La Marina messicana i: costituita da un guardacoste di :,p'fo tonn., da due cannoniere di 1200 tonn. e due di 980, di una nave scuola, di otto siluranti. Esiste un Collegio -di marina da cui escono gli ufficiali. Come nell'esercito, .jj reclutamento è volontario, Guerra fra il Messico e gli Siati Uniti (1847). L'annes, ione agli Stati Uniti del la provincia del M., il Texas, vo•tata dal parlamento dell'Unione nel 1845 è approv.ata il -4 foglio dello stesso anno, dai rappresentanti del Texas, fu ~a causa del la guerra. Le ostiliril cominciarono il 24 aprile 1846 con uno scontro tra i Messicani comandati dal gen. Arista e gli Americani agli or-clini dei gen . Taylor, che con un piccolo corpo cli 4000 u . aveva posto il campo sulla sr. del Rio Grande. Nel luglio, il capitano dell'Unione I'rcrnont, alla testa di qualche centinaio di uomini risoluti, cominciò la conquista della California, che condusse a termine in sessanta giorni. Quella del Nuovo Messico non fu mo lto più difficile. li r 0 gennaio 1847, dopo otto mesi d i osLilità, le provincie di Nuovo Messico, della California, cli Chihuahua, di Durango, di Cohahuita, di Nuovo Leone e di Tamaulipas, cioè più della metà del territorio messicano, erano state sottomesse. Questo decise la caduta del presidente Paradès cd il richiamo al potere del geo. Santn Anna, rifugiato politico all'Avana, il q uale fu battuto nel primo scontro con le truppe del Taylor i l 23 febbraio 1847. Frattanto i l generale americano Scott si impadroniva d i Vera Cruz. A quel tempo per raggiungere Messico non vi era che una sola strada praticabile per un esercito con salmerie, quella di Jalapa . 11 gcn. Scott la seguì; il 18 aprile forzò il passo del Cerro Gordo invano d ifeso dal gen. Santa A nna ; il 19 il gen. americano entrava in Talapa, il 22 a Pcrote e il 15 maggio a Puebla. J."8 agosto lasciò

Generale messicano (192 t)

civcscovo di M. e costrinse il rappresentante diplomatico del la Spagna, che av~va sostenuto molto attivamente il pa:• rito conservatore, ad abbandonare il paese. Inoltre, non n conoscendo i debiti contratti dal Miramon, e sospendendo (1861) il pagamento del debito pubblico, venne a ledere fortemente gl'intcressi della Francia. e dell 'Inghilterra. Per tali fatti il 31 ottobre 186r l 'Inghilterra, la Francia e la Spagna, si accordavano a Londra, per costringere il governo messicano ad assolvere i suoi impegni verso i rispettivi sudditi, riconoscendone i crediti, e a dare serie ga-


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Squadrone di cavalleria messicana (1914)

ranzie per la protezione dei loro averi e delle persone. Gli jncend imenti delle potenze nello stringersi in lega, erano divergenti, e diversi furono quindi i rispettivi comportamenti nell'azione comune. La Fra1Jcia e la Spagna 11<:mevano l'espansione nel vasto territorio messicano dell 'elemento anglo-sassone, in grande prevalenza negli Stati Uniti : appariva ad esse conveniente costituire un forte Stato nel Centro America, con prevalenza asso!ura dell'elemento ca ttolico, e, possibi lmente, attuare l'antico sogno del dittatqre Sant' Anna di costituire un jmpcro messicano, mettendo a capo di esso un membro di fam iglia regnante europea. La Spagna desiderava che tale principe fosse un Borbone; la Francia sosteneva, invece, la candidatura dell' arciduca Massimiliano d'Austria . Per l'attuazione d i tale programma il momento sembrava propi,;io; it1fatti gli Stati Uniti, i maggiori interessati agli evcmi messicani, non potevano intervenire perchè impegnati nella guerra di Secessione. L'impresa era, inol tre, vivamente desiderata dal1'imperatore Napoleone llr, mosso dall'ambizione personale <li essere creatore di un jmpcro e dal desiderio che a lui fosse attribuita la gloria <li ristabilire la pace ed il predom inio della , rel igione cattolica nel M . Per l'Inghilterra, tutto si. riduceva · ad una pura questione di prestigio ed economica; non intendeva imporre alcuna forma di governo, nè sostenere perciò, alcun pretendente al trono ; il che, infatti, sarebbe stato contrario ai propri jmeressi, molto più legati agli anglo-sassoni <lei Nord-America, che non ai Latini del Centro. In segu ito al trattato di Lond ra, fu deciso che la Francia inv iasse al M . una squadra navak con 3 mila u. al comando del l'am mir. Jurien dc la Gravière, la Spagna 7 mila u. quale potenza maggiormente offosa, al comando del gen. Prima, nominato, altrcsì, comandante delle forze alleate; l'Inghilterra una squadra navale e 700 u., con il commodoro Dunlop. L'azione politica verso la Repubblica doveva essere condotta dai t re comandanti, a cu i la Fran<eia aggiunse, con pieni poteri, Dubois dc Savigny, proprio rappresentante al M . Le forze alleate anglo-francesi partirono dall'Europa nella 2a quindicina di novembre del 186, e sbarcarono a Vera C ruz i l 7 gennaio 1862. T rovarono , però, la città già occupata dagli Spagnuol i, che vi erano entrati fin dall '8 dicembre per iniziare le operazioni. La Francia, allora, allescl d'urgenza una brigata <li rinforzo al comando del gcn. Lorencez, per portare le sue forze al la pari con quel le della Spagna, togliendo a questa la pr~ponderanza nelle opernioni future. Il M.. profondamente repubbl icano , dimostrò una viva avversione al progetto ventilato di costit~ire un impero o una monarchia. L'Inghilterra lo sostenne, e ad essa si aggiunse la Spagna, la quale, avendo constatato l'impossibilità di sostenere la candidatura di un Bbrbone su quel t.rono, abbandonava l'idea monarchica. Il solo ammir. Jurien de la Gravière

si oppose, sostenendo la necessità di compiere, al più presto tutte !e fo,·ze alleate, la conquista ciel Paese. 1 rapp,esentanti inglese e spagnuolo iniziarono senz'altro trattative c!ìplomatiche col presidente Jua1ez, ed allora anche l 'ammir. francese, per non r imanere jsolato con le sue scarse forze, sottoscrisse con gli altri (r9 febbraio 1862) il trattato di Soledad, per il quale le tre potenze garantivano !"integrità, l'indipendenza e la sovranità del M. Il gen. Lorencez sbarcato con la sua brigata (3000 uomini) a Vera Cruz il 6 marzo 1862, trovò firmato i l trattato di Soledad e non potè adempiere, per wnseguenza, alla missione, affidatagli da Napoleone III, di compiere la conquista dd M.. Il trattato di Soledacl fu approvato dal governo inglese e accettato a malincuore da quello spagnuolo, il quale deplorava che con tale atto, fosse sta-to riconosciuto il governo di Juarez. Non fu invece approvato dal governo francese, che lo giudicò contrario alla dignità della e con

Francia, e richiamò, per tale tnotivo, l'ammir. che lo aveva

firmato . Insieme al gcn. francese era sbarcato, con altri profughi, anche il gen. messicano Almonte, del partito cattolico conservatore, avendo egli lasciato rirencre che la sua presenza avrebbe indotto a riunirsi intorno a lui, tutte

Treno blindato messicano (1929)

le forze messicane dissidenti dal Governo della Rcpubbljca . La sua presenza, d i per sè sola, costituiva, :invecc1 un in-

tervento della Francia negli affari interni della Repubblica, e quindi era motivo di g rave malcontento per il governo e il paese, i quali prececlentemenre avevano espulso il gennale e ne reclamavano ora nuovamente l'allontanamento. I rappresentanti della Spagna e dell'Inghilterra chiesero anch'essi, energicamente, alla Francia, di rimandare l'Almonte e g li emigrati con lui giunti, ravvisando in essi un ostacolo insuperabile pcl pacifico svolgersi delle trantativc i,1iziate con il trattato di Soledacl. Ma il Dubois de Savigny dichiarò d i non voler allontanare l'Almonte e sostenne la necessità di muovere subito su Messico. Così avvenne la rottura tra g li Alleati: Spagna e I nghilterra ritirarono ed imbarcarono le loro truppe. Il governo messicano decretò lo stato d'assedio in tutte le località occupate dai Francesi, la leva in massa dai 2r ai 60 a nni, la costituzione delle guerrig lie, e dichiarò tr~ditori tutti coloro che parteggiassero per j Francesi. D ubois fece pro-


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damarc a Cordova, il J9 ap rile, l'Almontc capo supremo della Nazione e dichiarò la guerra. Cosl la Francia si tro• vava impegnata a fondo, da sola, i n un paese generalmente ostile, e il gen. Lorencez, con soli 6000 uomini, do• veva com pierne la conquista. F u questo il periodo piò critico per la spedizione francese. La guerra vera e propria s'iniziò, il 19 aprile, con la marcia francese da Tehuacan su O rizaba, compiuta addu• cendo il pretesto di accorrere in d ifesa di 300 ammalati, r imasti, dopo la partenza degli Alleatf, ncll 'ospedale della città, che fu· occupata, dopo uno scontro con cavalieri avversari a Fortin, il 20. O rizaba per la sua favorevole posizione al centro delle terre temperate, per la sua situa• zione topografica , che ne permetteva la d ifesa con scarse forze, e per la distanza non eccessivamente grande da Vera Cruz, si presentava come UJl 'ottima base per le SUC· cessive operazioni verso Pucbla e Messico. Organizzatala come base, e organizzati alla meglio anche i rifornimenti da Vera Cruz, il Lorcnccz si portò a Puebla, ma fu re • spinto e costrouo a ritirarsi su Orizaha . L'attività francese, d'a llora in poi, fu completamente assorbita nel man • te nere la sicurezza delle con1unicazioni al mare, in attesa di rinforzi , che giunsero il 24 ottobre 1862 : generale Forey con 25 mlla u. Il Lorencez r ientrava in Francia. Circa 10 mila messican i, inoltre , erano agli ordini del gen. A l• monte che aveva raccolto intorno a sè i dissidenti del go• verno di Tuarcz . Il gen. Forey riprese la marcia su Puebla, vi giunse il 22 marzo 1863 e la cinse d 'assedio; dopo 56 giorni, cioè il r7 maggio, la piazza, priva di rifornimenti, cadde in suo pote.re, lasciando così libera alle t ruppe francesi la via della capitale. Il governo provvide allora, di urgenza, alh1 difesa dclb città di M ., raccogliendo in essa tutte le for ze disponibili, che non raggiunsero però i 6000 uomini. In tali condizion i, la difesa fu giudicata impossibile dai generali messicani e Juarcz abbandonò, cou il governo e le scarse tru ppe, la città, che i Francesi occuparono senza colpo ferire il 4 giugno, stabilendovi un governo reazio. nario. E il 10, per voto di u na scarsa rappresentanza na• z iona le, a gran pena raccolta dal gen. Forey, venne pro• clamato l'impero e fu nominato un Consiglio d i reggenza, in. attesa che un principe d i casa regnan te europea ven isse ad occupare il trono.

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lntanto, in Europa, da otto mesi continuavano, da parte degli esiliati, sostenuti da Napoleone lll e dal Papa, le trattative con l'arciduca Massimiliano d'Austria per indurlo ad accettare il trono : il Consiglio di reggenza inviò in Europa una Commissione, con l'incarico di offrire ufficiai. mei1te la corona all'Arciduca. Questi accettò a patto però di essere soste nuto in avvenire, fino a che non avesse po tuto costituirsi un esercito forte e sicu ro, dalle forze mi. litari della Francia. Nell'ottobre 1863, jl gen. Bazaine sostituiva i l Forey, Nel M. gli animi erano sempre più ostili all'impero, imposto colla forza delle anni. La resistenza annata, n1ai cessata del tutto, ripreudeva con nuova energia, per opera di alcun i generali repubblicani, che organizzavano, un po' dapper tutto, corpi armati. Contro tali elen1enti fu necessario agire~ e, in novcn1bre,' i Francesi battevano i generali repu bblicani. Dopo sei settimane d i ra• pidissima campagna, occupavano la citt'.r d i Guadalajahara; 1w1 la calma assoluta reguò nel paese per soli quattro m~si. li 28 maggio 1864 sbarcò a Vera Cruz Massimiliano, ac• compagnato dal l'arciduchessa Carlotta; intorno ai J\UOVi sovran i si formò un piccolo partito, mentre, ;id opera degli clementi repubblicani, si r iaccendeva la guerriglia. Le armi francesi sottomisero quasi interamente i! .M. ali 'a rciduca, con azioni di controguerriglia con.dotte da bande irregolari

di ogni naziona lità, e il presidente /tJara fu costretto ~ rifugiarsi negli Stati Uniti. Fu questo il pe~iodo di massimo splendore per l'I mpero e per le armi francesi; venne occupato i l porto d i Tampico, per aumentare le com uni. cazioni col mare, e fu apena una ferrovia da Vera Cruz a Messico. li gen. Bazainc fu creato maresciallo. Tuttavia la situazione si faceva sempre p iù oscura e pericolosa. Gli anim i erano rimasti sempre favorevoli a Juarez, fug. gitivo sì, ma ancora detentore del potere legale conferitogli dalla Nazione. Anche 6 milioni di Indiani, che avevano accolto l'imperatore con animo est1 ltantc per la spe• ranza che egli subito loro restituisse q uella libertà e di• gnità loro tolca dai primi conquisratori Spagnuoli, erano rimasti d isillusi nelle loro aspirazion i, nè valsero le tardive concessioni fatte sotto la pressione degli avvenimenti a mutare la situ:izione. A <lare il colpo di grazia all'Impero costitti ito su basi così aleatorie avvenne un fatto nuovo: nel 1865 cessava la guerra di Secessione nel!' America del Nord, con il trionfo dei Nordisti; liberi da ogni altra

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Il teatro d 'operazioni al Messico (1862)


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preoccupazione, gli Stati U niti cominciarono a prendere parte att iva ag li avvenimenti del Messico, sostenendo energicamente Juarcz e minacciando seriamente la F rancia. Questa, alla fine, per non addivenire ad una g uerra che sarebbe stata disastrosa, fu cost rotta a ritirare le proprie truppe. Improvv isamente, così, l'imperatore Massimiliano, malgrado che, per il trat:tato di Miramar, dovesse ancora avere la protezione delle truppe francesi, poichè il suo esercito non era rapprcscrl!ato che da un nucleo di pochi europei inquadrati da ufficiali belg i e austriaci, fu lasciato solo, senza mezzi finanziari, d i fronte a Tuarez, che, rientrato in Patria, aveva ripreso la lotta, sostenuto dall'intero Paese. La Francia pr ima di abbandonare i! M . insistette più volte affinchè l'arciduca abdicasse, e ritornasse in Europa, ma invano. All'animo cava lleresco rii 9uesti sembrò viltà il fuggire e volle resistere fino all 'ultimo. Abbandonato <la tutti, eccetto che da pochi fedelissimi, mentre il Paese si raggruppava compatto intorno a Juarcz, vcn ue da questi fotto prigioniero in Orizaba, e, dopo un sommario processo, malgrado il d isp~rato pellegrinaggio alle Corti di Roma e di Francia dell'arciduchessa Car lotta, implorante perchè intervenissero in suo favore , il 19 giugno 1867 venne fucilato a Qucrctaro i nsieme a Miramon , antico presidente tiella Repubblica e a Mcjia suo primo generale. Il 21 dello stesso mese Juarez entrava nelJ:.'l. capitale e vi veniva confermato presidcllte della Repubblica; il 27, con l'occupazione di Vera Cruz, tutto il Paese veniva liberaco dall '\ccupn ionc francese.

l\l/edaglta ,·ommemomtiva della S/)edizione del Messico. Istituita d a Napoleone lii il 29 agosto 1863 da distrihu irsi a tutti que lli che avevano preso parte alla spedizione del Messico. Era in argento, portava d:a un lato l'effige dell 'imperatore e dall'altro la leggenda: « Spedizione del Messico, 1862.-63 » . Sul oastJo era l'aquila Medaglia della spedizione del J\llessico

n1ess1can a.

Messina (Stl'etto di). Braccio d i mare serrato fra la cuspide nord orientale della Sicilia e l'estrema punta calabrese della penjsola. Conserva importanza come strada maestra dei ~ommercio tirrenico verso l'oriente, sebbene ne abbia perduta alquanta dopo lo sviluppo della grande e celere _navigai.ione jnteroceanica, che sj orjenta su Gibilterra e Suez. All'imbocco settentrionale ha una larghezza minima di m. 3150, che aumenta a 3450 sulla sogl ia sottomarina (poco più di 100 rn. di fondale) ove l'asse del canale, dapprima orientato verso sud-ovest, volge decisamente a sud con progressivo aumento di larghezza (presso M . circa 5250 m.) e rapido sprofondare dei fon dali sino ad oltre tooo m . Lo stretto ha fama di pessima navigabi lità , come attestano antiche lcggcncj,: (Scilla e Cariddi). In realtà molto vi cont ribuì la fantasia, poichè le correnti e i vortici, or iginati dalle maree, non impediscono affatto il tr.aflìco coo la penisola e la navigazione generale. Sede di intenso movimento storico, soprattutto negli scambi con la penisola e con l'Africa, lo stretto ha grande valore strategico, come quello che comanda le comunicazioni fra il Tirreno e lo Jonio, e rappresenta un passaggio sussidiario fra i due bacini med iterranei: di qui una funzione di alta importanza, rispetto al ca nale cli Sicilia, in -tutte le azioni combinate che tendano alla preponderanza na-

vale nell 'uno e nell 'altro bacino e al dominio generale del Mediterraneo. Mess ina , Catania, Augusta e Siracusa, scaglionate sul la fronte ioni,a, sono p unti costieri notevoli, sia per sè, sia in relazione allo stretto e alla sua fu n2,ione commerciale e strategica.

Messina. Città della Sicilia, capoluogo di provincia, sullo stretto dello stesso nome . È seck del Comando del la 29a divis. mii. territoria le, del/ CornandC> m ii. marittimo della Sicilia, del 2o" diStemma di Messina stretto mii. Sorge sul luogo del. l 'antica Zancle, abitata dai p irati curnani, ai quali, verso il 730 a . C., si unirono coloni calcidesi. Quando la città cominciava a prosperare, i fuggiaschi cli Samo e di M.ileto, istigati d.a .'\ nassila, liranno di Reggio, verso il 493 sorpresero Zanclc e se ne impadronirono; m a alcuni anni dopo i Sarnesi furono sottomessi dallo stesso Anassila, che chiamò la città Messana, in ricordo di Messcnc, d i cui era oriundo. Dopo la sua morte, M. passò sotto il governo di Micito, poi dei due figli di Anassila, ai quali si ribellò. In seguito pattecipò alla gue,-,-a contro Ducezio e strinse alleanza con g li Agrigentini conitro Siracusa 1 guindi con i Siracusani contro 1\1ene, dalla quale però fu presa nel 426. Rimcita. dopo poco, a liberarsi, tornò ad allearsi con i Siracusani ; Dionisio, tiranno di Siracusa, la abbelll popolandola di coloni d i Locri e di Medina, quando fu distrutta dal cartaginese Imilcone. Alla morte di Agatocle, tiranno ùi Siracusa , i suoi mercenari, che si facevano cbia1nare Mamcrtini, costrett i dai Siracusani ad abba ndonare la Sicilia, tornando ai loro p aesi passarono per M.. dove furono accolti am ichevolmente, ma poco dopo si rivoltarono con• tro ì loro o.spiri, li assalirono e occuparono la città (284), poi estesero il loro domi nio su Reggio e altre città, tenendo testa a Pirro. Ma dove ttero cedere a Cerone d i Siracusa, àal quale furono completamente scon fitti nel 269 presso Milazzo. L'aiuto che chiesero a Roma provocò l'i ntervento romano in Sicilla e quindi la prima g1.,1crra Punica; finìt_a

11cssina in principio del secolo XV I

la guerra, ebbe i privilegi di città alleata. Nel 36 fu messa a sacco dai soldati di Ottaviano, che la punì d i aver parteggiato per Pompeo; le furono colti i privilegi e fu riòntta a semplice municipio. Nel periodo bizantino godette di una relativa libertà. La dominarono poi Goti e Van-


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dali, ai quali succedettero nel1'83r i Saraceni, ed i Normanni nel 1061. Da allora cominciò a prosperare come emporio conunerciale, in ciò favorita anche dalle Crociate, e fu quasi città libera, godendo di molti privilegi. Gli Spagnuoli, nel 1676, vi fecero costruire dall'olandese Nonmbe rg la cittadella, con lo scopo di dominare la città. Una penisoletta dalle falde delle colline sovrastanti la città da occidente si protende a guisa d i falce sul mare, creando un sicuro e spazioso porto. Nel 1532 per opera del Ferramolino sorse sull'estrema punta della penisoletta il for te di San Salvatore. Su due colli alle spalle della città fu.rono costruiti i n seguito i forti Gonzaga e Castellaccio. Nel 1674, M.. r ibell;itasi agli Spagnuoli, invocò l'aiuto di Luigi X IV, che dapprima la soccorse, poi l 'abbandonò. Oppressa dalla dominazione borbonica, M. ebbe parte molto g loriosa n ella sto.ria del Risorgimento Italiano. Insorta il 1° settembre 1847, r'i n novò l 'insurrezione il 6 ed il 12 marzo 1848 e cedette solo il 7 settembre di quell'anno al bombardamento della flotta borbonica. Il 28 luglio 1860 Garibaldi vi entrava da trionfatore e il 12 marzo 1861, la cittadella si ar rendeva al Cialdjni. n comune di M. è decorato con med. d 'oro per benemerenze patriottiche: « Per commemorare le azioni civiche della cittadinanza messinese nei gloriosi fatti del 1848 che 10,.z,arono il Risorgimento Nazionale e la conquista d 'Italia ». Dal 1883 al 1895 esistette a M . un Collegio Militare.

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riana, e Caio Cassio tentò invano di prenderla, tanto più che ai difensori giunse !a notizia de lla vittoria di Cesare a Farsaglia. IV. Assedio di Messina (549 d. C.) . Appartiene alla guerra tra i Bizantini e gli Ostrogoti guidati da Totila. Dopo la caduta di Roma, quest i decise l'impresa di Sicilia , e, passato nell'isola, pose l'assed io a M . dove comandava la guarnigione bizantina bo011enziolo. Mentre Tot ila dirigeva l 'asscdio finchè la città cadde in suo potere, i Goti invadevano e saccheggiavano l'isola. V. Assedio di Messina (842'43). F u posto dall'emiro musulmano Abul Aglab alla città, che si difese eroicamente pei: un anno, finchè venne espugnata. - La città ve.nne ripresa d'assalto dai Bizantini, condotti da Maniakes, nel ro38, q uando Michele IV intraprese la lotta per ritogliere l ' isola ai Musulmani; ma, fallita l 'i"'Presa, questi la ripresero facilmente. ' VI. Presa di Me,·sina (1061) . Appartiene alle guerre fra Normanni e Musulmani. Robel'to Guiscardo fece di notte sbarcare segretamente 160 lancie normanne presso la città, e, fattosi giorno, avanzò attraverso allo stretto da Reggio per sbarcare da altra parte. I Musul mani accorsero da M. verso il luogo dove si dirigevano le navi di Roberto, e allora i Normanni g ià sbarcati si slaociarono nella città rimasta senza guarnigione e !a presero, facendo strage degli abitauti che non riuscirono a fuggire. Roberto li raggiunse, e la guarnig ione tagliata fuori si rifugiò nel castello di Rametta.

VII. Presa di Messina (1190). N el settembre , capitò a M. la flotta di Riccardo Cuor di Leone, diretta alla Terza Crociata. Approfittando di divergenze con la guarnigione del re Tancredi di Sicilia, il re d 'Inghilterra occupò la città e la restituì a T ancredi solo quando questi gli versò una grossa somma e gli diede quattro cocche e quindici galere. Allora R iccardo sgombrò M. e partì per Cipro. Cittadella di Messina

I. Battàglia di Messina (264 a. C .). F u combattuta e Yinta dal console Appio Claudio contro le truppe dcll 'amm,r. cartaginese Annone, figlio di Annibale, e quelle alleate di Gerone, re di Siracusa; quegli accampato al nord della città, questi al sud . Profittando della divisione delle for7.~ nemiche, Appio assalì improvvisamente Cerone e lo costrinse a ritornare in patria. Voltosi poscia contro Annone, proretto dalle fortificazioni del campo, fu respinto. Ma i Cartaginesi, esaltati dal successo, uscirono dal campo, che rappresentava la loro forza princip ale e presero ad inseguire i Romani che battevano in ritirata. Claudio allcra, visto il nemico in luogo aperto, lo assalì furiosamente e lo sconfisse. Così M . restò assicurata a Roma.

II. Battaglùt di Messina (183 a. C .). Appartiene alla prima guerra servile, e fu combattuta e vinta da Lucio Calpurnio Pisone contro gli schiavi, comandati da .Euno di A pamea. III. Battaglia di ,',fessina (48 a. C.). Appartiene alla guerra civile fra Cesare e Pompeo. Una flotta cesariana rii 35 navi, comandata da Marco Pomponio, si trovava all'àncora nel porto, quando improvvisamente vi fu sorpresa tla una flotta pompeiana, guidata da Caio Cassio. Questi aveva preparato materie incendiarie , e, giovandosi della sorpresa, r iuscl a gettarle accese sulle navi di Pomponio, distruggendole. La citrà era guardata da uoa legione cesa-

VIII. Fazione navale di Messina (n94). Appartiene alla spedizione di Emico VI di Ger mania contro i Normanni di Sicilia. Vi parteciparono due armate navali, pisana e genovese. Ma fra i marinai cli queste due repubbliche, nel le acque d i M., sì venne a contesa, e da questa derivò un combattimento in cui i Genovesi ebbero la peggio. Riac" ccsosi il secondo giorno, essi però presero la rivincita e cattmarono ai Pisani 13 galere. Le perdite furono scnsibili da ambo le parti, e per pacificare i contendenti dovettero intervenire l'imperatore e il papa. IX . Rivolta di Messina (1282). Appartiene alla guerra del Vesp ro Sici liano e tien d ietro a lla rivolta èi Palermo. M. era ormai l'ultima città rimasta nell'isola agli Angioini, e ne comandava la gua;·nig ionc Erberto d 'Orléans. Il 28 aprile la popolazione si sollevò e uccise tutti i Francesi che non fecero in tempo a r iparare nel castello. Erberto venne a patti, e fo lascialo libero.

X. Assedio di Messina (1282). Appena liberati dal giogo angioino, i Messinesi dovettero pensa re a difendersi da una gr.ave minaccia. Perchè Carlo I d'Angiò, appoggiato da! papa Martino IV, di origine francese, e dal re di Francia, raccolse grandi forze a Reggio Calabria e si apprestò a tornare ncll 'isola . Aveva ai s uoi ordini 200 navi, comandate dai genovese Arrighin De Mari, r5 .ooo cavalieri e 60.000 fanti. I Messinesi chiusero con sbarramenti la bocca del porto e si posero agli ordini del nobile Alaimo da Lentini. Carlo sbarcò le sue forze presso M. e si ac-


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cinse a punire per pr ima la città che per ultima gli si era ribellata. Il 25 luglio ne tagl,ò le comunicazioni col resto dell'isola e la bloccò da terra e da mare. Il primo assalto fu dato dai Francesi alla collina della Cappcrina, fortificata da Alaimo con steccati: gli assalitori vennero sanguinosamente respinti, I Messinesi respinsero offerte di mediazione papale 1ion volendo sottomettersi a Carlo, e furono colpiti dalla scomunica. Essi continuarono a difendersi con estrema energia, respingendo ripetuti assalti dei Francesi e provvedendo costantemen,t e, con fervore concorde, a r afforzare sempre più le difese. Frattanto i nobili siciliani erano entrati in trattative con Pietro d'Aragona, c questi aveva accettato la corona siciliana, sbarcando il 6 settembre a Palermo e d isponendosi a muovere verso M. per liberarla dall'assedio. Ricevuta tale notizia, Carlo d'Angiò il r4 settembre fece assalire lo sbarramento del porto dalla sua flotta. r4 galere e 6 grosse navi messinesi erano alla difesa in quel punto e impedirono il colpo di mano, CO· stringendo le navi angioine a ritirarsi malconcie, Dalla parte di terra, vari furiosi assalti dei Francesi vennero contenuti e respinti. Impossibile superare la fiera resistenza dei cittadini. In città riusciva a Pietro di fare ent rare, dopo l 'ultimo assalto, 500 balestrieri, che inalzavano sulle mura lo stendardo aragonese. L'esercito di Pietro si avvicinava. Negli ultimi g iorni di settembre Carlo d'Angiò dovette decidersi ad abbandon~re lo stretto e a riparare a Reggio, dopo di avere subìto gravi perdite. Oltre alle truppe francesi, avevano combattuto nel suo campo milizie italiane assoldate, specialmente della Chiesa e di Firenze. XI. Assedio di Messina (1300). Appartiene all a lotta fra Aragonesi e Angioini, e fu posto da Roberto, duca di Calabria, figlio di Carlo II d'Angiò. La città fu in breve ridotta ag!i estremi e pareva prossima a capitolare, quando

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Federico II d'Aragona affidò l'incarico di approvvigionarla a Ruggero De Flor. Questi armò 12 galere, le caricò di grano e altre provvigioni, e, attesa p resso Siracusa una giornata di scirocco, le lanciò nello stretto a tutta forza di vele. Bloccava M. dalla parte di mare Ruggiero di Lauria, al servizio degl i Angioini. Il quale, come vide venire le navi del De Flor, salpò per impedire loro il passo, ma dallo stesso vento che favoriva l'avversario fu flagellato e respinto, mentre questi entrava trionfalmente nel porto. Tanto che Roberto, il cui campo era per di più tormentato da un'epidemia che devastava la Sicilia, dovette abbandonare l'assedio e battere in ritirata.

XII. Rivolta di Messina (1674-1606). Nell'agosto del 1674 gli abitanti di M. si sollevarono contro gli Spagnuoli che volevano abolire l'antica costituzione della città, e si rivolsero per aiuti alla Francia, offrendo la signoria della città a Luigi XIV. Questi accettò, e li soccorse con 6 vascdli da guerra con viveri e munizioni, alla vista dei quali i Messinesi alzarono la baodiera francese ed espugnarono i l forte S. Salvatore ancora in mano degli Spagnuoli. La corte di Spagna mandò in Sicilia, come nuovo vicerè, il marchese di Villafranca, che ricevette aiuti da Jl,[ilano e dalla Catalogna. Anche Genova e Malta favorirono la parte spagnuola; ma quando, nei primi giorni del 1675, giunsero a M. 19 navi francesi con rinforzi di truppe spedite da Luigi XIV in soccorso degli abitami, e agli n di febbraio venne da Tolone il duca di Vivonne con nove vascelli, una fregata, tre barche incendiarie ed otto navi da carico, e k forze francesi raggiunsero il numero di quelle spagnuole, queste si ritirarono a Napoli ed anche le galere di 4Ma lta e di Genova rientrarono nei rispettivi porti. Nel frattempo l'esercito reale della Sicilia fo rafforzato di trnppe tedesche e napoletane; ma anche i sollevati, nel

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Cittadella e mura di Messina nel scc. XVII


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PORTO

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Messina all'epoca dell'assedjo deJ 186t

mese di giugno, ricevettero nuovi e potenti aiuti dalla Francia, cd i Francesi espugnarono Augusta. Allora g li Spagnuoli, riconosciuta l' impossibilità di condurre a ter• mine l'im!)resa da soli, ricorsero per aiuto in Olanda, ma la flotta 'francese fronteggiò le navi avversarie a Stromboli, ad Augusta, presso Palermo, e g li Olandesi tornarono nei Joro n1ari. Fralitan to nel marzo i Messinesi e i Frances i,

per terra, assalirono g li SpJgnuoli che si erano asserragliati nel convento di S. Basilio, vicino a M., e riuscirono :l scacciar!; da quel la posizione, e poscia respinsero t utti gli assalti che sfcrrar~no contro la loro ci ttà le t ruppe spagnuole. Intanto Luigi XIV per non inimicarsi l'Inghi l- , terra durante le trattatjve d i pace nel congresso di N imcga,

richiamava le truppe daila Sicilia e abba ndonava ?11. alla sua sorte. Settem.ila Messinesi dei più compromessi nella ribellione, abbandonarono con l'armata francese la città, che, priva di munizioni e d: viveri, non essendo più in grado di resistere da sola agli Spagnuoli, si ar rese e fu rioccupata da Don Vincenzo Gonzaga, nominato nel frattempo v icerè di Sicilia. G li Spagnuoli presero aspra vendetta della città ribelle: furono confiscati i beni dei fuorusciti, vtnne cacciato dal paese chiunque avesse occupato un impiego l'ubblico sotto la domina7,ione francese e M . perdette t utti i suoi privi legi, immun ità e libertà. Dei fuorusciti, quelli che, dopo q ualche ·tempo, si avvent urarono in Sicilia, furono turti condannati alla forca o alle galere. Il palazzo civ ico fu atterrato e venne costruita la ,citta• della bastionata. XIII. Presa di Messina (1718). Appartiene alla guerra della Spag11a contro la quad;uplicc a lleanza ( Inghilterra, Francia, A ustria e Olanda). La Spagna, mal sopportando che il trattato di Utrecht le avesse tolto la Sicilia, ahel:iv:1 di r iaverla, e; con una potente squadra, impadron itasi della Sardegna, assegnata dal trattato ali ' Austria, si rivolse contro la Sicilia per toglierla ai Savoiardi. La squadra spagnuola il 1° luglio r718 si presentò davanti a Palermo

.! i dove le poche trupµc piemontesi s1 ritirarono, e in pod1i giorni occupò molte posizioni dell'isola. E quando, il 22 di luglio, il grosso dell'esercito spagnuolo sbarcò presso Messina, i maggiorenti della città ottennero dal gcn. Andorno, comandante delle t ruppe piemontesi, che si ch iudesse nella cittadella e nei forti esterni e loro concedesse di trattare col nemico . Il giorno dopo le prime truppe spagnuole Clltrarono in M. e subito diedero mano ad assaltare le fortezze dei Savoiardi. li forte del Castellaccio cadde il 27; dopo quattro giorni <Jueilo di Gonzaga. Allora i Savoiard i furono ridotti alla cittadella cd al forte del Salvatore. Intanto da Reggio Calabria gli Austriaci offrono soccorso di soldati; ma l'Andorno, ignorando che intanto Vittorio Amedeo ha dovuto piegarsi alla im posizione della Quadruplice alleanza che ha decretato il passagg io della Sicilia a casa d'Austr ia, la quale in cambio doveva cedere al principe sabaudo la Sardegna, rifiuta ogni soccorso <li soldati, asserendo che gli bastano i suoi per serbare lungamente la cittadella . Più tardi giunge l'ordine del re che trup pe austriache siano introdotte nella cittadell a di M ., e ['Andorno prende il comando di tutto i l presidio. La lotta con _gli Spagnuoli continua con accaniti assalti e impavide resistenze fino al 29 settembre, quando ['Andorno si trova ad avere le opere esterne tutte cadute nelle man i del nem ico e quasi ru tte le a~Liglierie della cittadella smontate, e la muraglia squarciata da un'ampia breccia. Allora si arrende ed ha dal nemico patti onorevol issimi; cioè facoltà di passare a Reggio con tutte le t ruppe e le armi e il bagaglio, cogli onori di guerra, se nza il consueto obbligo di non combattere per un tempo determinato.

XIV. Attacco di Messina (1848). Durante la rivoluzione siciliana, il governo d i Ruggero Settimo provvide a migliorare le fortificazioni della città, e a concen trarvi miJjzic. La cittadella però era rimasta in potere dei regi, ai quali giungeva i n soccorso il 3 settem bre una forte spedi-

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zinne imbarcata a Napoli , e protetta da sci fregate, agli o rdini del generale Filangieri. Le navi da guerra con pochi tiri smontarono una batteria siciliana, e il 6 1c truppe napoletane (7500 u .) erano sbarcate presso M. Aittaccate e p rese due altre batterie che d ifendevano l'accesso a.Ila città , conquistati di viva forza il monastero della Maddalena e il forte Gonzaga, fu facile alle truppe regie di cacciare da M . le poco agguerrite milizie rivoluzionarie e ricondurre la città ali 'obbedienza dei Borboni. XV . Assedio della cittadella di Messina (1861) . Appartiene alk campagne di g uerra per l'Unità d'Italia. Caduca Milazzo, i Borbonici si ritirarono, i l 25 luglio 1860, nella tittadella di Messina, abbandonando la città al generale Medici, che, alcuni giorni dopo, stipu lò una convenzione col Clary, comandante del presidio borbonico, in forza della quale oltre la cittadella r imanevano in possesso delle truppe borboniche anche i forti di Don Blasco, della Lanterna e di San Salvatore, con reciproca libertà di commercio marittimo e conseguente riguardo alle rispettive bandiere. Questa condizione cli cose non poteva che affermare uno stato provvisorio, inteso soprattutto a dare ri~ fogio all'esercito delle Due Sicilie fino a quando ne fossero state, altrimenti, decise 1c sorti. Coll'intervento dell'esercito regolare jtaliano ncll 'Italia Meridionalé, fu inviata a Messina, il 18 dicembre 1860, la brigata Pisto,a (3'," e 36° regg.) agE ordini del generale Chiabrcrn, non tanto perchè h città richiedesse la presenza di t ruppe, quanto, invece, per affern,arne il possesso e decidere il p residio borbonico, rinchiuso nella cittadella, a considerare la convenzione Medici scaduta dopo i plebisciti, e, quindi , inutile ogni ulteriore resistenza. Ma le speranze cd i tentativi di una volontaria resa fallirono e b cittadella di Messina continuò a rappresentare, insieme a quella di Civitella del Tronto, dopo la caduta di Gaeta, lo Stato borbonico. Fu necessar io allora procedere a regolari operazioni di assedio ed a tale scopo, da! 2r al 28 febbraio 186!, furono inv iati a Messina quattro bgl. bersaglieri (VI, VII, XI , XII); il 9° regg. fanteria; sei cp . del genio del r◊ e del 3~ regg .. 8 cp. d'art. eia f<;>rtezza, da cost.a e da piazza; unità che formarono, colla br igara Pistoia, un comp lesso d i forze ammontanlc a circa· 10.000 u., 43 cannoni e 12 morrai . Difendevano la ciHadclla 4300 u. , agli ordini del generale Pergola, uno dei più leali e valorosi generali dell'esercito napo letano, succeduto al Clary . L a d irezione delle operazioni fu assunta dal generale Cialdini, che, dichiarata scaduta la convenzione Medici , dopo d i aver tentato inutil-

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sultò di sorprendente precisione e d i grande efficacia, (anto che, al tramonto, una band iera bianca apparve sulla cittadella . La guarnigione si arrese a discrezione ed abbandonò la piazza il giorno 13 alle ore 7. Le perdite furono assai lievi d'ambo le parti. Nella cittadella si tronrono 455 bocche da fuoco, circa 7000 fucili , 3000 sciabole e molte munizioni.

,Wcssi11a. Brigata di fante ria di linea costituita negl i anni 1882-83 coi regg. 93° e 94°, formati con ripani lratti dai

:½cdaglia della Brigata Messina prrcsistent: reggi menti. P'1rtccipò alle campagne del 1887-88, 1895-96, 1911-12. Durante la guerra italo-austriaca 1915-18 (pe:· la qw,lc il 93° costituì il comando della brigata Pescara ed i rq~g. 1 21° e 211° ed il 94-0 il 275°) attaccò e conquistò, n~ giugno T91 5, la rocca d i .Monfalcone e

mente, ancora una volta, di indurre alla resa il Fergola, iniziò le ostilità il r 0 marzo. li comando delle truppe fu assunto dal generale Avenat i e quello delle artiglierie dal gene rale Valfri:, che ebbe anche a sua disposizione le sci cp. de l genio. Le operazioni, coordinate con quelle della AotLJl, comandata dal Pcrsano· e bloccante b piazza da mare, ebbero come primo obiettivo lo smantel larnento del 1-astione Don Blasco. I primi colpi furono sparati il giorno 9 marzo dai Borbonici sulla fiumara Contesse, per imp<> dire che salissero di là alcuni convogli d i materiali scaricati dai trasport i ancorati al largo . li fuoco cont inuò, per .quanto !eneo, nelle giornate del IO e de!l'n; ,•intensificò, da ambo le parti, la mattina del 1 2, allorquando dalla cittadella furono messe i o azione parecchie batterie contro k opere costruite dall'assed iamc. Verso le ort 8 dello stesso giurno i Borbonici tentarono una sortita dal forte Don Blasco, ma furono subito arrestati dalla 41• e 44" .cp. bersaglieri. Poco dopo, il generale Valfré dette ordine .alle batterie r igate d 'intervenire col loro fuoco; questo r i-

Monumento ,,i caduti del 93° fanteria

per tutto il detto an no combattè, con alterna vicenda, conlrO la fronte q . 70-M. Cosich. T rasferita nella zona di T olmi.no, vi trascorse i l 1916 presidiando prima il sctlore Kozmarice-Dobla r e poi quel lo Jesenjak -Cemponi-Krad Vrh . N el 1917 operò sulla Vertoiba, attaccando nel 1naggio le munite posizioni di Tivoli e<l i mpossessandosi della q. r74


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e di C:tSl Vulcano; queste operazioni le fr uttarono la cattura di oltre mille prigionieri ed ingente bottinQ d i guerra . Altri brillanti successi riportò la brigata, nell'agosto del lo stesso anno, contro le linee del Veliki Krib e del S. Gab,iele. Durante l'offensiva austro-tedesca la brigata ripiegò sostenendo combattimenti cli retroguardia ed il 21 novembre fu schierata in linea sul M . !3rappa. Nel marzo 1918 passò sul Mon tello, ove operò fino alla nostra offemiva fi1,ale, per la quale, passato il Piave, raggiunse Col S. Marti1io e poi la linea Premaor-Pcdeguarda. li suo contegno in guerra le valse la citazione sui bollettini di guerra del Comando Supremo N . 649, 722 e 917 rispettivamente del 4 marzo, 16 maggio e 27 novembre 1917 e la concessione della medaglia di br~nzo al valore colla seguente motivazione: « In numerosi combatti menti, in lunghe e tormentose soste in trincea, nell 'assalto di ben munite posizioni nemiche, come nell 'incrollabile resiatenza a furiosi attacch i avversari, dimostrò indomita energia, tenace costanza , salda disciplina» (Monfalcone-$. Lucia cli Tolm ino-Vertoibizza Panovizza, 24 maggio 1915-21 maggio 1917; Bainsizza, agosto-settembre 1917; Monte Grappa, novembre-dicembre 19r7). Ne l 1926 la « Messina » assunse il numero di 18"- brigata di fanteria e fu cost ituita su tre reggimenti : 93°, 94° e 157". Festa dei reggimenti: Per entrambi il 14 maggio, anniversario del combattimento a Panovizza (14 maggio 1917); colore delle mostri ile : Concio giallo con due righe laterali rosse nel senso ori:-aontalc. La brigata fu nella guerra italo-austriaca r915-18 successivamente al coma1\do dei seguen ti ufficiali : magg. gen. Carignani (19r5); colonn. Maggi (1915); magg. gen. J3aron is (1915); magg. gen . Porta (1916-17); brigadiere ge n. Velia (1917); magg. gen. Ferrari (r917); brig . gen . Gazague (1917-18); brig. gen. Gabriclli (r 918); magg. gen . · Sirombò (1918); brig . geo. De Bourcard (1918). Le sue perdite ammontarono a ufficiali m. 79, feriti 156, dispersi 43; uomini di t ruppa m. 753, feriti 4037, dispersi 2269, I motti dei suoi regg. sono : 93 : « Con l'ani mo scagliato a tutta possa »; 94: « Impetuosa messanensis legio » .

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Messina Giuseppe. Generale, n. a Palermo , m. a Taranto (1845-1929). Sottoc. del genio nel 1864, divenne colonnello ne! 1897 e fu direttore del geruo a Palermo. Magg. generale nel 1902, fu comandante del genio a La Spezia e dal r905 ispettore delle truppe del genio . In P. A. nel 1907, Iu promosso ten . generale n ella riserva nel 191 r. Messines, Comune del Belgio (i11 fiam m ingo Meessen) nel circondario di Yprcs. Battaglia di Mcssù,es (1916). Fra le due grandi battagl ie nelle Fiaudre, quella dell 'autunno 1915 Messina Giuseppe e q uella dell'estate 1918, non si ebbero avvenimenti d ' i!llportanza decisiva nei r iguardi dell'economia generale della guerra, bensì una serie d'azioni, più o meno ampie, intese a migliorare la sit uazione locale reciproca dei belligerant i. La battaglia di M. è una fra le più importanti di queste azioni, combattuta il 7-8 giugno 1916, con obbiettivo quello di togliere ai Tedeschi lè alture fra M. e Wytschaete , dalle qual i essi potevano osservare tutta la fronte britannica da lla zona di Ypres. Va soprattutto ricordata questa battaglia pcr.chè fu impostata sull'impiego di numerosissime mine (23, delle

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Messina (Reggimento real). Nel m arzo 1820 nell 'esercitb napoletano furono creati cinque nuo\Ù reggirnemi di fanteria, uno dei quali prese il riome dì « Reggimento real Messina ». Il dccre,to del giugno 1833 per la riorganizzazione dd regio esercito napoletano stabiliva che il 12° regg. fanteria di linea portasse il nome di « Messina,,. Messina. Fregata corazzata di II ordine, del R. Cantiere di Casrd lammarc di Stabia; varata nel 1864; dislocamento

IVCE.

e June 6.19-17 -

rne June 8.1917 ••• Battaglia di Messincs (1916)

Fregata corazzata • Messina ,

tonn. 4313 ; lunga m . 72,60, larga m. 15,10; con apparato motore di 600 cavalli, ad elica, radiata nel 1880.

quali 19 scopp iarono) quale mezzo per far saltare reticolati e trincee pochi istaoti prima deìlo scatto delle fanterie. L'iniziativa di ciò fu dovuta al gen. Plumcr. I lavori per la preparazione di tali m ine furono iniziati il 10 aprile r 916 e furono condotti a termine per i primi del successivo giugno, restando del tutto ignorati ai Tedeschi, l 'attenzinne dei quali fu continuamente d istratta con violenti bombardamenti su tutta la fronte delle F iandre. L'azione si svolse il 7 giugno 1916: alle ore 3,10 del mattino avvenne lo scoppio delle mine (425 .ooo Kg. di qplosivo): subito dopo le artiglierie jnglesi aprirnno i l fuoco su lle retrovie tedesche, mentre le truppe d'assalto

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superarono le prime difese nemiche con tutta facilità , accompagnate da 72 tanks.• ' ella giornata stessa il U C. d'A. inglese (A.N.Z. A.C.) occupava il terreno attorno a M. noLJchè la stessa cittadina; mentre il IX corpo incontrò m aggiori resistenze a Wytschaetc, dèlle quali, pur tuttavia, riusciva a trionfare. Così a sera gli 'o bbidtivi che gli Inglesi si erano prefissi di raggiungne, erano stati in realtà raggiunti. Un contrattacco tedesco della mattina del l '8 giugno falll . Le truppe britanniche si impadronirono di 7200 pri·gionieri, 67 cannoni, 94 mortai e 294 mitragliatrici.

Messo, Chi ha incarico di portare ordini, comunicazioni, avvisi, ccc. a scopo di collegamento tra comandi e truppe e tra reparti di truppa (V. Porta ordùll). La voce deriva dal latino " Missus », che significa " inviato », cioè persona incaricata cli portare notizie od orrlini. Mestre. Città della laguna veneta, 6,i.èi comune autonomo, dal luglio 1926 aggregato a Venezia. È di origine antichissima e Strabone ricorda che fu una « mans10ne » romana sulla via Emilia Altinate. La parte vecchia della

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Sortita di Mestre (27 ottobre r848). Durante l 'assed io di Venezia (1848-49) vcanc dal magg. RadaelJi. proposta una sortita desti.nata a cacci.are gli Austriaci d a Mestre, dove si erano fortificati solidamente. La linea austriaca andava da Fusina, dove erano 300 u. con 4 cannoni, a Campa lto. Fortificata era la cascina della Rana, e fortificata, con 4 cannoni, la stazione ferroviaria. 2500 Austriaci custodivano

le opere . Il gen. Pepe destinò alla sortita 2500 u. Di questi, 500 agl i ordin i del colonnello d'Amigo furono traghettat i a Fusina, donde, per la Makontema e la Rana, avar,zarono verso la stazione; g li altri, divisi in due colonne, marciarono da Marghera direttamente su M., l'una, a d r., al comando del col. Zambeccari, composta di 600 u. lungo l'argine dell'Oselino; l'altra, agli ordini del col. Moranrli, composta di 900 u., aveva come direttrice di marcia la strada Venezia-Mestre e come obbiettivo la stazione e la città. Il col. Bignami con 300 u. era incaricato di muovere ,·erso Campalto con azione dimostrativa: 200 u. restavano cli riserva presso il forte di Marghera. La colonna di dr., arrivata presso le case di M., attaccò e superò le difese ptnetraodo nella borgata; la colon na ciel cent ro, rinforzata dalla riserva, respinse un attacco nemico, e sboccò fra la stazione e il centro di M. Quivi rimase ferito Alessandro Poerio, che morì sci giorni dopo a Venezia. Le due colonne si riunirono combattendo aspramente contro gli Austriaci strada per strada, e finirono per' cacciarii fuori coi, ripetuti assalti alla baionetta. La colonna di sr., ritardata nei suoi movimenti a causa di fitta nebbia, trovò sgom bre dal nemico !e posizioni, ma si r itirò prima di avere raggiunto M. Gli Austriaci perdettero in questa aziollc 350 u. Era m. e feriti, 600 prigionieri, 7 cannoni; gli Italiani ebbero· in tutto 250 u. di perdita .

Sortita di Mestre (1848), e.s., colonna cli sinistra; e.e., colonna del centro; C.D., colonn..'\ di destra; R., riserva

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città è ancora occupata dall'antico castello che ebbe a suo tempo varie torri e due porre; nonchè baluar<li e cortine diverse. Ora delle torri non rimangono che quelle dell'Orologio e quella detta Belfredo. M . in antico fu ch iamata Mistrinae e poi Mestracum. Attila vi fece la sua apparizione nell'anno 452 e la distrusse; ma la città risorse, tanto eia attirare la cupid igia cli Pipino che, ne11'8rn, la mise a sacco; lo stesso fecero gli Unni, nel 900. Dopo, protetta da Venezia, godette di un periodo di tranquillità, fi nchè, nel 1245. Ezzelino da Romano l 'assalì d'improvviso e se ne impadronì, ma dopo poco gli Scaligeri la occuparono alla loro volta, finchè, ritornata alla Repubblica Veneta, ne segul fedelmente le sorti. Durante la dom inazione austriaca, la città di M. per la vicinanza del forte di Marghcra, era considerata piazzaforte importante con truppe stabili e una grossa guarnigione nel forte. Nel 1898, con R. D. del 13 novembre, fu assegnata a l Comune di M. la medaglia d'oro per benemerenze pat riottiche: « In ricompensa del valore dimostrato dalla cittadinanza alla presa del forte di Marghera la notte del 22 marzo 1848, e nella sonita del 27 ottobre successivo ».

Piwscafo Mestre

Mestre Rimorchiatore, varato nel 1919 a· Venezia; d islocamento tono. 140; lungo m. 29,38, largo m. 5,50; apparato motore 250 cavalli; velocità m iglia 9.

Meszaros (Lazzaro). Generale ungherese (1796-1858). Entrato nell 'esercito imperiale, vi raggiunse il grado di colonnello e fece la campagna del 1848 in Ital ia. Subito dopo aderì alla rivoluzione ungherese e divenne ministro della guerra dell'esercito honved, poi capo di S. M . di Dembinski, combattendo durame tutta la campagna del r849; dopo la sconfitta della rivoluzione emigrò all'estero e finì i suoi giorni nella Gran Bretagna.


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zia tra Livio e Asdrubale con grande furore e si fa g randestrage da ambo le p.arti . Gli elefanti, che al pr imo impeto

Metatores. Nella gerarchia dell'esercito romano occupavano il , oo posto: erano g.li ufficiali incaricati di regolare I ·accampamento.

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Metauro. l'itJme dell'Italia Centra le, nella prov. di Pesa ro; costituito dal Meta e dal! ' Auro: corso 135 Km.

BATTAC.LIA DEL METAURO

2.A r'A.SI!'

Battaglia del lvletauro (24 giugno 207 a . C.). Appartiene alla seconda gue rra punica, e fu combat ntta dai due consoli C. Claudjo Nerone e M. Livio Salinatore, cont ro Asdrubale Barca, fratello d i Annibale. Asdrubale, che prima rrovavasi di fronte a Livio solamente, avendo avu to notizia dell ' arrivo dell'altro console, e che suo fratello quindi era stato disfatto, pensò di evitare la battaglia, e s(uggire al preponderante nemico. La notte levò silenziosamente il campo e cominciò a risalire il lvi. per passarlo in un guado oppor.tuno e riparare nclb Cisalpina. Abbandonato ·però da.Ile guide e impedito dalle fitte tenebre e dalla sinuosità del fiume, di cui seguiva sen1prc la riva sr., non [)Otè molto avanz.are e diede tempo ai Romani, accortisi della sua partenza, cii raggiungerlo facilmente e cl, costringerlo a comhattere. Stando a Francesco Tarducci la pugna ebbe luogo nella pianu ra or detta di S. Silvestro, che si stende tra le colline cl i Urbino e il M. ln tale contingenza Asdrubale, che trovavasi in una posiz.ione 11.10lto sfavorevole e colle truppe stanche, cercò di ricompensare la sua inferiorità con una scelta vantaggiosa cl.c l terreno e un 'abile disposizione delle truppe . E, collocati gli elefanti in prima linea, schierasi cogli Africani e cogli Spagnuoli, che formavano il fio re cl('] suo esercito, ali 'ala dr. <li fronte al console Livio; nel cen1ro pone i T.iguri contro il pretore L. Porzio, e a sr. su un 'altura i Galli, forti nella loro posizione, di fronte al le rrnppe di Nerone. La zuffa s'ini-

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Battaglia del Metauro (dal Maravigna)

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Battaglia del Metauro (208 a. C.) Romani: A, Fanteria pesante; B, fanteria leggera; C. cavalleria. - Cartag.ioesi: D, E, F, fanterie spagnuola, ligure, gallica; G, elefanti; H, cavalleria; J, sua ritirata; K, movimento del console Nerone (dal Kausler)


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rarsi tra 1'uno e l'altro esercito. La cavaller ia romana sbaraglia quella cartaginese (J) ma gli Spagnuo li resistono tenacemente. Il console Claudio, tenuto ne lla inazione da , un colle che separava i suoi soldati dai contr<1pposti Ga lli, me,ure Livio era sulla sua sr. impeg nato a fondo, con un colpo ardito stacca alcune coorti d ella sua seconda e tc-;za sch iera, gira celermente il colle, e prende alle spalle i Ligu ri e gli Spagnuol i (K), sventando così il d iseg no di Asdrubale . Tutti i reparti cartaginesi, dopo aspra resistenza, sono travo lti nella strngc. Asdr ubale soste nne i combattenti fino all'ultimo, confor-tan doli cd i ncontrando con essi ogni pericolo, 1na, quando s 'accorse non essere più d ubbia la vittoria nei nemici, per non sopravvivere a tanto esercito, che aveva seguito il suo nome , spronò il cavallo e si · lanciò in mezzo alle coorti romane; e quivi, come conveniva a un ligl io d i Amilcare e ad un fratello d i Annibale, cadde morto combattendo. L'esercito nemico rimase Stèrm inato : al dire di Livio caddero 56.000 dei soldati d i Asdrubale e 8000 dei Ro mani ; Pol ibio riduce a 10.000 i morti d i Asdrubale e a 2000 i Romani. I combanenri ammo ntavano a circa 80.000 per pa rte. F urono fatti d ai Roman i 5400 p rigionieri e si raccolse grande preda d i oro e d 'argenlO. Questa battaglia vendicava .la rotta romana d i Canne.

Metello Cecilio, Nome d i parecchi illustri Romani, trn cui ricorderemo l udo : console durante l a 1• g ue rra Punica (25, e 245 a . C .); Quinto: console con Silla nell'8o a. C.; ebbe nel 79 i l governo della Spagna, e il comando nella guerra contro Senario, da cui fu sconfitto; rnorl nel 64 ; Qui1110, detto Cretico: nel 67 a. C . conquistò l ' isola di Creta, di cui fece una p rovincia roma11a; Quinto, detto Macedonico: vinse nd r48 a . C . in Macedonia il p re tendente Andrisco; Q11inlff, detto Numidico : comandò una viotoriosa jmp rt:sa contro Giug urta ( 109- 107 a. C.). Meteorologia. V. Agenti atmosferici. Methuen (Sanford Paolo,

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ba,-011e d,). Genera le inglese, n . nel 1845. Nel 1864 fu no m inato l uogotcn . nelle guardie scozzesi e nel 1874 si distinse nella ca m pagna contro g li Methucn Paolo Ascianti. Fu quarticrn1astro generale delle truppe metro politane. Prese parte alla campag na d 'Eg itto e venne nom inato generale nel 1890 . D al 1899 al r902 e bbe il com ando della 1• d ivis. nell'Africa de] Sud du rante la guerra con tro i Boeri : vi rimase ferito e fu fatto prigio nie ro.

Metilcloroformiato (monoclomrato) . Liquido mobile, incoloro, p re parato in Germa nia fin d al marzo i915, e denominato « K. Stoff »; -i Ftancesi .lo ind icaro no col nom~ òi « Palite " · Ha p roprietà soffocanti, m a agisce anche come energ ico lagrimogeno, determi nando perfino lesioni oculari . Durante i l conflitto mond iale i T edeschi ne fe. cero largo uso, impiegandolo per caricare bombe e proietti d i a rtiglieria . Esso si decompone però a contatto d el ferro e quindi non p uò essere d irettamente adoperato nella ca 1ica dei proie tti . An alogo è il Metilc/o,-ofo,-miato bic/orum to, che i Tedesch i distinsero col nome d i « C . Staff " · Il triclomrato fu dai Tedeschi chiamato « Pe,-Swff » e

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impiegato in p ro ietti « N . Staff ", a croce verde o rd ina,ia, in unione a cloropicrina . Il composto è stabile a contatto del ferro, per cui può essere direttamente caricato nei p roietti. I Francesi, col nome di ,, Surpal ite ", indicarono non il prodo tto puro, bensì un miscugl io costMtuito del triclorurato (50 -80 %) del monoclorurato e di carbonato dimetilico esaclorato. Ha az.ione soffocan te, lagrimog-::na e fortemente tossica . Attacca le vie respiratorie ana• logamente al fosgene, d i cui p uò considerarsi, dal punto di vi<:ra ch in1ico, cornc un dirnero, per cui i 1nezzi di protezione e d: d ifesa con tro d i esso sono ,dentici a quelli nc:lizzati contro il fosgene (V. Carbonio ossiclomi:o) .

Mctildicloroarsina. Liquido incolo ro, d i for>te odore irritante, preparato e adoperato, durante la guerra mondiale, da i T edeschi e dagli Amer icani. l':: u,10 starnutatorio e nergico c he i rrita le mucose d el naso e della gola, producendo a ltrcsì vomito e d isturbi sensori alle estremità . A contatto d ell'epidermide , manifest a anche effetti flogistici e vescicatori . A seconda dello stato d i concentrazione, p uò

riuscire tossico. Questo aggressjvo è rapidan1cnte neutralizzaw dall ' ipoclorito d i calcio.

Metile clom.<olfonato . Liquido incoloro, cli odore forte e pungente, adopcratn, od corso della grande guerra, come aggressivo as/issiante, o soffocante. P roduce notevole irrit azio ne alle m ucose delle vie respiratorie e degl i occh i, ma non i: molto tossico; per cui sarebbe più a<latto c 1assificarlo fra gli aggressivi lagrimogeni. F u latgamente usato dai T edeschi in p roietti d i artig lieria e venne anche prepa rato, ma .in scarse quan tità, dai Francesi . ,\1etile ditiocarbo11ato. L iquido d i o dore agliaceo, dassificaw fra i composti sussidiari della guerra chimica per chè il suo impiego servì, principalmente, a mascherare 1•oJore dcli 'aggressivo chimico col qua le veniva associato. Usato da solo, poteva trarre- in inganno l'avversario, il quale era costretto a ricorrere ai m ezzi d i p rotezione, sempre fastidiosi, mentre i l comp osto oon aveva in effetti l'azione nociva dei veri aggressivi ch imici.

Me1i!c1ilaceto11.e bromurato e dibm111urato. Aggressivo lag rimogcno, o affaticante , chiamato d ai Tedesch i « J3n . Staff " · Liquido legger mente giallo, dotato di sp iccata azione lagrimogena, nonchè soffocante e tossica, a volte -anche fulminea. 1 Fra ncesi, nel loro co d ice segreto, lo inc!icaro,10 col nome d i Homomartonite (V.). Veniva fabbricato in g rande q uant ità, sia per l'abbond anza della mate ria prima, il metilctilchetonc, che largamente e in grand e quantità si estrae Mi prodotti secondari della distillazione del legno e sia perchè, essendo un composto stabile, poteva essere d irettamente caricatn nei proietti. li ;\{. d ibromurato è un liqu ido avente g li stessi caratteri e la stessa azione /isio logica d el prodotto monobromurato.

Metodo (o sistema, di fortificazio11e) . ~uò definirsi l' insieme d i quelle opere, le quali, benchè si p resentino d ifferenti nelb forma del loro tracciato, tuttavia han no CO · mune il modo d i esercitare la loro azio ne tattica sul ter• rena esterno. I M. · generalmente r iconosciuti sono tre : il p0ligonalc, il ranagliato e il bastiona to. Nel pr imo .cl tracciato ~ costitui to da una sola faccia che si confonde col lato d i base, organo di d ifesa lontana e d i d ifesa vicina fronteggiante, mentre la difesa v icina /; data d a una costruzione speciale. N el secondo il tracciato consta d i èue facce, fonn anti rientrante, che sono ad un ternpo organ i d i d ifesa lontana a vvolgen te e d i di fesa vicina fiancheggiante, li terzo si può considerare (V. Bastione) come 8


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una modificazione del p recedente, ottenuto spezzando opponunamente le estremità più interne delle faccie d i una tenaglia molto aperta, ottenendo così due facce, due fianchi e una cortina: le facce provvedono alla difesa avvolgente, la canina a quella fronteggiante e i fianchi alla difesa fiancheggiante. In ciascun M . lo scopo tattico può essere raggiunto con tracciati che differiscono tra loro nei particolari o nelle proporzioni delle varie parti, o con varie forme dd profilo e dei particolari interni, oppure delle opere aggiunte .per conseguire scopi spec iali. Queste differenze dipendono essenzialmente dalle prop rietà varia~i!i delle armi impiegare, da l modo d i combattere e dalle opinioni degli i.ngegneri militari. Metodo didattico militare. ! quello che volgesi alla coordinazione razionale ed attiva degli elementi costitutivi della Scuola mii. , affinchè il lavoro in essa riesca armonico e proficuo. Le determinanti del M. D. M. sono principalmente : a) il cara.etere degli allievi; b) la natura della materia; e) i mezzi didattici a disposizione; d) il tempo; e) i l maestro con le sue qualità personali. La prima condiiione del M. D. M . è la flessibil ità. Esso, cioè, deve differenziarsi secondo le categorie della Scuola mii. e secondo le circostanze e j bisogni di ognuna, dacchè ogni categoria della scuola ha i suoi propri mezzi, una specificazione nel fine e diversiti di carattere negli elementi costitutivi.

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e tende a sempre più ampio reclutamento fra gli abitanti delle sue colonie. Il nostro esercito, invece, non ha nessun reparto indigeno fra le truppe M . , che sono tutte reclutate sul suolo della madre patria.

Metropoli tani. Sono dette cosl. le guardie municipali, o dt città, che comparvero dapprima a Torino nel 1833, come guardie civiche e divennero M., nel senso di agenti di polizia urbana, nel 1849. Il reclutamento viene fatto di preferenza fra i congedati dell'esercito, di condotta buona. Mattino (E11rico). Generale, 11. a Belluno nel 18i2. Sottot. di fanteria nel 1893, partecipò a tutta la guerra contro l'Austria. ,1ualc comandante d i bgl., meritò la med . d'argento a Nad Logem (1916) ove riportò due ferite, e quella di bronzo sul monte Asolone (19r8). Colonnello nel 191S, comandò il 21° fa nteria, poi il distretto mii. di Brescia e infine fu presidente del Tribunale mii. di Bari. In P . A. nel 1931, fu promosso geo. di brigata nel 1932. M etulo, Ant. città degli Iapigi, ora Medling sulla Kulpa, secondo Lubker, t: Mottling secondo Colunola. As,edio di Metulo (35 a . C.). Appartiene alla guerra imrapresa dal triumviro C. Giulio Cesare O ttaviano contro gl i Iapigi, i quali misconoscevano l'autorità romana. La loro capitale, Metulum, a cagionee della sua pos1z1one elevata resistttte· ag li assai.ti romani; lo stesso Ottaviano

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i8 l\lletodi di fortificazione (da sinistra a destra: poligonale, tanagliato,~bastionato)

Métral (de Chdtillon, Gio11a1111i Battista) . Generale (17031782). Percorse gran parte della carriera nel regg. provinciale di Tarantasia, del quale fu colonnello comandante nel 1763. Comandante della citcii e provincia di Novara nel 176R, brigadiere di fanteJ"ia e governatore d'Ivrea nel 1771, fu p romosso luogoten. generale nel 1774 t: l'anno. seguente venne giubilato. Metropolitane truppa. B denominazione, questa, generalmente oggi adottata per distinguere dalle t ruppe coloniali, quelle che sono destinate di massima a presidiare e a difendere il territorio della ma:!rc patria. Tale denominazione e distinzione è prevista dagli ordinamenti mii. degli Stati che posseggono colonie o protettorati, ovvero siano incaricati di mandato. Le truppe M . hanno loro particolari criteri· di reclutamcntO, ordinamento ed ;iddestramento, diversi da quelli che ritlettono le truppe coloniali, pur non dovendosi escludere che - in caso di necessità anche reparti d i truppe M . possano essere impiegate nelle colonie, o comunque fuori della madre patria, cosl come truppe coloniali possono risiedere, ed essere altresì impie· gare, in operazioni di guerra sul territorio della madre patria. Possono fare parte cld k tru ppc M. anche reparti reclutati fra gli indigeni delle colonie o dei possedimenti, così come vi souo nelle t ruppe coloniali unità recl utate fra i cittadini della madre patria. La Francia, ad esempio, fra le truppe M. comprende reparti di elementi sahariani,

corse perico!o di \'Ìta e rimase lento, mentre con Agrippa cercava

di rovesciare le mura nc1n iche con una. torre di

legno. Alla fine g li assediati si arresero e diedero • ostaggi. D icesi che quando Ottaviano in1pose loro di consegnare le armi, i cittadirii si uccisero dopo aver messo a morte le donne coi fanciulli, e dato fuoco alle case.

M etz (ant. Divod11m111 Mediomatrices). Città della Francia, capitale della Lorena, capo!. del clip. della Mosella, sulla Mosella . F u sempre fortezza di prim'ordine, in relazione ai tempi. Ebbe mu ra e torri; nel secolo XVII, il Vauban, rimodernando !e opere, conservò soltanto le vecchie mura della città nella parte settentrionale, creando la nuova circonvallazione bastionata ed all'angolo sud-ovest una cittadella. Questa, al tempo della Rivoluzione, fu demolita i n parte. Il Cormo,uaigne (sec. XVIII) migliorò il fron,e meridionale e costruì ad est, davanti al vecchio muro della città, la doppia opera a corona del for te Bcllccroix, e sulla riva sr. della Mosella, il forte Mosella egualmente a tre fronti bastionati. Inoltre, fino al principio del scc. XIX, furono via via aggiunte alle al,re opere parecchie luncttt: avanzate sul! 'isola di Chambières e sulle fronti orientale e meridionille. I Tedeschi, dopo che ebbero M. in seguito alla guerra del 1870, la trasformarono in campo trincerato, costitu ito da una serie cl.i forti estcJ iori, per un circuito di 24 Km . e di altre opere più esterne, con batterie protette mediante cupole in acciaio, e

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una rete ferroviaria interna riunente tra Joro i forti, in modo d a permettere alla guarnigione di essere presente su tutti i punti minacciati. Durante la guerra mondiale, sulla cresta a due Km. dai forti di Hacscler, Verny cd Omy, i Tedeschi lavorarono ad una potente pos izione avanzata, sulla q uale i lavori proseguirono fino al giorno dell'armistizio e che costituisce pertanto il t ipo più recente della loro fortificazione semipermanen te. Della quale le caratte• risticl1e sono: a) u na zona avanzata d i copertura davan ti alla posizione principale coi compiti caratteristici della zona di sicurézza (profonda zona di reticolato aggrovigliato ed in essa affondati piccoli ricoveri con copertura d i legname o lamiera ricoperti d i terra); b) una posizione principale, formata da una rete a magl ie molto fitta di ricoveri in cemento alla prova del 210 (fi110 a 4-5 linee successive), disposti a scacchiera e numerosissimi (forse per mascherare al nemico i capisaldi fortemente occupati) . Disseminati in tale rete gli organi di fiancheggiamento : m itragliatrici ed artiglieria in casamatte alla prova cd avent i azione non solo neg li intervalli, ina nell 'interno della posizione cli resistenza ed anche a ~ergo. L'artiglieria a 1500 - 2000 111. da!b prima linea a cielo scoperto, con ricoveri in cemen to

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organizzazione municipale. Nel 1444 fu assediata e presa da Carlo VII re d i F rancia e da Renato cl ·Angiò, ma conS<:rvò le sue prerogative e la sua liber tà, assoggettandosi a p3gare alla F rancia un t ributo annuo. Passata alla Germania in seguito alla guerra del 1870-71, ritornò alla Francia con la guerra mondiale .

O pere costruite dai Tedeschi intorno a l\lletz durante la guerra mondiale (indicate in nero). Le opere precedenti sono quelle segnate a doppia linea. A. nucleo centrale delle fortificazioni; B, posiz ione di sostegno; C., posizione principale con ricoveri in cemento (punti neri); D, posizione avanzata, con ricoveri coperti di legname.

I. A ssedio di Metz ( 1552). Appartiene alla g ue rra tra la Francia e l' Impero. N el 1552 E nrico II di Fr'lneia approfittando degli imbarazzi procurati a Carlo V dai Luterani tedeschi, passò la Mosa e si impadronì della ci ttà . A questa notizia l' imperatore fumò coi Protestanti la conven• zione di Passau e marciò su M. con 6o.ooo u . al comando del duca d 'Alba. La città, protetta da tre lati dalla Mo-

Fortificazioni dì Metz (scc. X VI)

per munizioni e personale. Osservatori, doppi, in numerose zo ne. La difesa dai carri d'assalto faua con cannoni (situati in ricoveri), i q uali al momento opportuno vengono portati in barbetta. La linea d i arroccamento a tergo e defilata alla vista. Le o rig ini della cittii sono antichissime; essa ebbe vita assai prospera all'epoca romana. Con le invasioni barbariche fu parecch ie volte saccheggiata, specialmente dai VandaJj nel 406, e nel 451 dagli Unni ; fu poi occupata dai Franchi, sotto , i quali d iven ne nel 5u capitale dell'Austrasia e n el· !'870 del Regno franco-orientale. Nel sec. X cadde in mano di Enrico l 'Uccellatore, poi d i Ottooe, ma approfittindo ;!elle guerre e dei tumulti fra i principi dell 'eporn, riacquistò la sua indipendenza e al principio ciel scc. XTII M . era libera città regia tedesca, retta eia una sua wopria

Assedio di Metz (secolo X V I)

sella e dalla Seillc, era affatto provvista d i fortificazioni da l!a parte merid io nale. Per due mesi continui Pietro Strozz i, Carnillo Marèni e il francese Saint-Rémy lavorarono febbri lmente al rafforzamento della piazzaforte, d irigendo i lavori d i trincea ed erigendo bastio ni con tale


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arte, da rendere M . inespugnabile . Durante l' assedio, l'ing. Marini morì colpito da un proiettile nemico. La fortezza racchiudeva fra k sue mura 10.000 u., comandati da Francesco di Guisa, e la superiorità numerica degli ln1periali stava per avere il sopravvento, quando il duca d i Guisa usò l'astuzia di far cadere nelle mani del nemico una lettera, destinata al re di Francja, contenente informazioni erronee sulla sistemazione difen siva della piazzaforte. Gli Imperiali allora convcrsero tutte le loro forze sopra il punto che la lettera indicava come i l più debole, ma si

avvidero, <lopo avervi aperto la breccia, di essere stati ingannati, trovandosi d i fronte ad una formidabile linea di trinceramenti, che invano gli Imperiali tentarono di d istniggerc. L'esercito assediante veniva imanto decimato dal tifo, dal freddo e d alla carest ia. Finalmente, persuaso della inutilità di persistere in una impresa tanto disagevole, il 1° gennaio 1553 Carlo V d iede l 'ordine della ritirata, dopo di aver perduto grande parte delle artiglierie e o ltre 20. 000 uomini tra fanti e cavalieri.

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ridotte Chambières, Bellccroix, G ihors, du Pàté, Rogniat, d' Arçons. Una corona d i opere staccate, non completamente uìtimata (St. Julien, Queleu, St. Qucntin, Plappeville), cingeva la piazza a d istanze tra i due e i quattro chi lometri; dista11ze troppo brev i per garantirla adeguatamente: le gittate dell'art. d'assedio dell'epoca avrebbero richiesto opere a 7-8 Km. dal la cinta. Inoltre tutta la forza eccedente i 12- 15 mila uomini (massimo di una guarnigione comtn:surata allo sviluppo e alle risorse della piazza) costituiva dannoso eccesso per le necessità <klla d ifesa e gravame pericoloso per gli approvvigionamenti; fu perciò errore imperdonabile confinar vi un 'annata di forza decupla con oneroso carico d i feriti e d 'infermi.

D ietro ordine del C. S . tedesco, il principe Fcder.i co Carlo, fin da l 19 agosto, dava rap,de dispos izioni per l ' invcstimcnto, mancando i materia li per vere operazioni d'assedio e adeguati bombudamemi. Le operazioni in corso richiedevano d'altra parte di considerare obiettivo principale l'annata del flazaine piuttosto che la piazza d i M. L'acIl. lnves1imc1110 di Metz (181 4). Appartiene alle guer re cerchiamento era completo fin dalla sera del 21 : sulla dr. dell 'impero napoleonico. La fortezza, che era occupata da della Mosdla i corpi francesi li e 111 erano fronteggiati pane della d ivis. del gcn. Durutte, venne investita nel . dalla 3" d ivis. d i cava lleria tedesca, dal I corpo e dalla marzo dal la cavalleria prussiana, sostenuta da due brigate divis. <li riserva Kummcr; sulla sr. del fiume i corpi di fanteria , sotto il comando del principe Guglielmo d i francesi I V, Guardia e VI dai corpi tedeschi VIII, II e X. Prussia , d_a due brigate d i cava lleria russe agli ordini del Il VII corpo tedesco era a cavaliere dell a Mosclla a sud gcn . .llorodine, da un reparto russo composto di 3 bg l. , di M.; i corpi III e IX in seconda linea a nord-ovest della 9 sqd r. e 6 can noni ag li ord in i del gcn. Jussufovic; da una piazza. Completavano man mano l' investimentb ulteriori brigata assiana comandatà dal gcn . v. Miiller. Il 22 marzo app_restamenti : trincee, abbattute, opere campali, vie tat1a guarnigione operò una sortita che venne rigettata dal tiche sego ate auraverso i boschi, osservatori , reti telegra. gen. Jussufovic, nella quale i Russi perdettero 300 u. fiche, ponti militar i e ostruzioni acquee sulla Mosella (reti ll 26, il gen . Durutte con la maggior parre della guarnimetalliche e steccare :1d ancoraggio). Dal canto loro le gione si spi nse fino a Saar!ouis , costrinse il ten . col. prust ruppe francesi venivano frattanto completando le linee d isiano v. Bieberstein a togliere l'investimento d i questa fensive, e il maresc. Bazaine maturava propositi di sortita. piazza, attaccò Dicdenhofen, ed il 27 raggiunse Lusse111~ L 'an nata sarebbe stata, infatti, il 23 agosto in condizioni burgo da dove allontanò gli Assiani. Per ordine di Napo<li agire; il giorno stesso g iungevano notizie che facevano leone, con la guarnigione formò una divis. di 10-12 . 000 u. spernre un prossimo soccorso da parte dell'armata di Cha con 39 cannoni per combattere in Lorena. Quando il golons , ciò che lo determinò ad attendere : il 26 tutto an vernatore gcn. russo principe Biron ed il gen. Jussufovic nunciava la sortita imminente : i corpi dislocati sulla sr. ebbero riunito oltre ro.ooo u . e 20 cannoni presso Diedella Mosella passarono sulla riva dr. mercè due ponti codenhofen, il gen . D uruttc ritornò sotto la protezione dei .;truiti attraverso l'isola d i Chambièrcs, e si effettuò lo cannoni di M. Gli assedianti preparavano un assalto, quando schieramento a nord-est della piazza, con i corpi Il!, sopraggiunse la notizia dell'armistizio. IV e VI in prima linea, il Il e la Guardia in seconda linea. Senonchè al le 13 s'aduna,·a al ~astello di Grimont un III. Investimento di Metz ( 1870). Appartiene alla guerra consiglio di guerra, circostanza assai .strana nell'imminenza franc~-tcdcsca. Con la battaglia d i Gravelotte-St . Privat (18 dell'azione: bcnchè la \"aggioranza <lei comandanti fosse agosto) l'aggiramento strategico dell'armata del marcsc. favorevole alla sortita, prevalsero obiezioni <lei comandanìe Bazaioe era g ià virtualmente avvenuto. Nell'ord inare la la piazza e dei capi se rvizio circa le sorti della città e ritirata verso est per appoggiarsi alla p iazza d i M., il l'insufficienza delle munizion i e dei viveri. Ne seguì un maresc. subiva una fatale attrazione, che doveva cagionare contrordine: la decisione di rirnanere a lv! . veniva giu, la perdita decisiva della sua libertà d i manovra. La sera st ificata da conclusio ni speciose circa l 'utilità della permadel 19 agosto le unità francesi (C. d 'A. Il, Hl, IV, VI nenza dell'armata per assicurare il possesso della piazza, <: Guardia) erano dislocati sulla sr. della Mosel la, nella immobi lizzandovi una forte aliquota dell 'esercito tedesco, zona tra longevillc, il forte S . Que111in, Plappeville, Woippy mentre si dava tempo alla Francia d i organizzare nuove e Le Sansonnet; la di vis . di cavalleria e la riserva · d'art. forze. La rinuncia all'azione decidevasi precisamente alla nell'isola di Chambières; in totale circa 160 .000 uomini, vigilia del giorno in cui i due corpi tedeschi li e III ven id i cui 13 .000 feriti e m alati . Il principe Federi~o Carlo di vano allon tanati dalla zona d'investimento, per sostenere Prussia disponeva dei corpi I, 11, 111, VII, Vlll, IX e X, l'armata ciel principe d i Sassonia, che il C. S. tedesco rid i una divis. di riserva, di una <li cavalleria e di un irà teneva esposta a minaccie da parte dell 'arrl\ata di Chalons,. ausiliarie : in to ta le circa r90 .ooo uomini, ciò che gli dava segnalata in marcia vel'.'SO la Mosa, dubitandosi che potesse· inizialmente la superiorità di fona di circa 1 /6. Ma più valeva una decisa superiorità morale dovuta ai precedenti esser soccorsa in tcrnpo da quella del Principe Rea le . Avvenuta dipoi la giunzio)le l'ra guelk due armate i due corpi successi, la piena libertà di manovra e di mutuo appoggio ritornavano il z9 verso M. . e il principe Federico Carlo delle unità, oltre un terreno che prestavasi a facili lavori li d islocava ad ovest della piazza, nella zona Briey-Conflans, di afforzamento. donde facil mente potevano spostarsi , specie verso nord, diLa p iazza di M. comprendeva allora una cima a torri e rezione più probabile per una sortita dell'avversario. bastioui, coperta da una serie d i opere vicine: forte Miollis,

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Il 30 agosto un telegramma del Mac Mahon annunciava una sua avanzata verso Montrnédy; ciò indusse :il Bazainc ad effettuare il 31 il tentativo di rompere il blocco, facendo uno sforzo verso nord per raggiungere Thionvi lle e d i là Montmédy. Si assunse d i nuovo lo schieramento effettuato il 23, ,tentando 1'attacco preliminare della posizione d i $ . te Barbe. Ne seguì la battaglia di Noisseville, svo ltasi il 31 agosto e il 1<> settembre; il tentativo fallì per difetto d i direzione e d i esecuzione e d imostrò la decrescente energia della capacità offensiva dell'armata. La situazione del Bazaine diviene assai più critica il g iorno seguente (2 settembre) con la capitolazione di Sedan. Cessa allora ogoi probabilità d i sortita in d irezione nord o nordovest e ne appariscono possibili, forse, altri verso sud-est: il principe Federico Ca do si induce perciò a modificare ancora la dislocazione delle proprie un ità, secondo tali previsioni'. Col 12 settembre i corpi li, lll, IX e X restano sulla sr. della Mosclla: sulla dr. sono a nord-est la d ivis. Kummer e il I corpo, a ·sud-est i corpi VII e VJil rincalzati dalla 13 e 3a divis . d i cavalleria. La disposizione delle trup!)C è serrata; la piazz.a sempre più stretta. La fronte della d ifesa, lunga 42 K.m ., è fronteggiata da un girone che la circuisce sviluppa ndosi per 52 Km. Giu ngono dalla Germania 50 pezzi di grosso calibro con artiglieri da fortezza e si fanno prove di bombardamento, che riescono inefficaci, data la necessità d i eseguire i tiri di notte ÌJer sottrarsi al fuoco delle' piè, poter>ti batterie del la piazza, e d i spostare di frequente le batterie già individuate.

Ma ormai la caduta dell' Impero aveva creato una situazwne polit icamente e militarmente nuova, piena d ' incogn ite, che inAuiva sul morale del maresc. e dei g regari. Rinunciando a operazioni i.o grande stile, il Bazaine si limita ad atti d i piccola guerra; il 22 settembre truppe del Ili corpo eseguiscono una scorreria sulla fronte oricnrn !e verso Nouil ly, Lauvallier e Colombey, riuscendo a far provvista di cercali; il 23 t ruppe del VI e Ili corpo si spingono a ·nord verso Lemax (riva sinistra), Chieullcs e Vany (riva destra), mentre la brigata Lapasset punta su Peltre verso la strada di Strasburgo; m :i non si conseguono risultati apprenabili. Il 27 settembre s'impiega un treno blindato spi.mo sulla linea d i Sarrebruck, ma esso deve retrocedere. Non soltanto i Tedeschi fanno buona guardia, ma il principe Federico Carlo ordina requisizioni metodiche per depauperare la zona periferica . Frattanto la cadu ta delle piazze di Toul (23 settembre) e di Strasbmgo (28 sttt<:mbre) e la rinnovata attività del presidio d i Thionville fanno sul'porre ai T edeschi che il Bazaìnc possa progettart:: ancora estren1i tcntalivi. di sortitJ secondo la dire-

z ione p rim itiva; ne consegue l'opportunità d i addensare d i nuovo verso nord le forze d 'investimento . La d ivis. Kumrner e il X corpo scambiano le posizioni rispettive e il 11 corpo entra in linea da sud a cavaliere della Mosdla, mentre i corpi dislocar.i sulla riva dr. serrano verso nord per fargli posto. S'acccntlla in lvi. la penuria dei viveri e comincia la macel lazione dei cavalli : un consiglio di !!uerra del 4 ottobre progetta ancora una sortita llmgo

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Investimento di Metz (1870) .


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le due r ive della Mosella verso Thionvil/e, ridotta in pratic,1 a un 'avanzata di colonne dei corpi ]V t VI, sostcnnti da una divis. della Guardia, verso Bdlcvuc e Londonchamps, coadiuvata da ,rnalogo movimento di truppe del lii corpo sulla riva d r. , per raccogl iere vettovaglie. L'operazione ha luogo il 6 ottobre e dà luogo a uno scontro nei pressi di 13ellevue. Urge ormai una decisione, poichè si hanno viveri per soli otto g iorni: un Consiglio di guerra del lO ottobre porta ad escludere l'opportu nità di nuovi tentativi di forzare il blocco, sperando p ronti soccorsi dal1't-sterno, e si pronuncia per la convenienza d i trattare e.o]

nemico per sondarne le intenziolli, e di r iservare uno sforzo supremo per apr;rsi il varco prima che le forze siano allo stremo, qualora il comando tedesco ponesse condizioni inaccettabili . La n1issionc di parlain entarìo viene

aftìda ta al generale Boycr, con istruzioni d i chiedere libera uscita dell'armata dalla piazza. I Tedesch i, sapendo I 'av versario ali 'estrcrno coi viveri , conducono le trattative con meditata leJ1tez.za, p re tendendo come garanzia la .sanzione

dell 'imperatrice Eugenia che ;rovasi in Inghilterra ; un nuovo Co nsiglio di guerra dei r9 affida al Boyer il comp ito d' interpellare I 'i rnpératrice, la quale richiede due settimane d i armistizio e il vettovagliamento di M . Solo il 23 ottobre giunge al Bazainc la notizia che il Comando tedesco respinge tali pretese ed esige la resa a discrez ione. Il 24 ottobre i viveri sono esauriti; la n1aggioranza del Consig lio si pronuncia per la resa . Si affida al generale Changarnier !a m issione d i proporre di nuovo al nem ico la richiesta di armistizio e vcttovaglian1cnto, o di libera uscita dcli 'armata dalla piazza, a patto d i trasferirla in Algeri a . Oopo il nuovo rifiuto dei Tedeschi, un ultimo Consiglio tenuto il 26 ottobre accetta la resa, firmata il 27 sera dallo Jarras e dal)o Stichle, a ciò delega-ti, ntl castello d i Frescaty . L'annata del Bazaine esce da lJa piazza il 29 ottobre alle 13, costituendosi prigioniera. Passano così in mano al ne111ico : 6000 ufficiali;

umnini validi;

167.00 0

malati e feriti; 622 cannoni da campagna ; 876 da fortezza; 72 m itragliere; 26.00<> fucili; 56 band iere. Dura1He l' investimento le perd ite tedesche erano state di 240 ufficiali c 5500 uomini di t ruppa. Al grande successo ottenuto dai Tedeschi con superiorità lieve (media della forza presente sulla linea d'investimen to J 70. 000 uomini) oltre la condotta raziona le e metodica delle operazioni, la sa ldezza delle t ruppe e degli afforzamenti e l'ottimo serv iz io informati~ro, contribuirono soprattutto; i difotti intri11sccj <li una piazza troppo ristretta q,però facilmente sorvegliabilc; 20. 0 0 0

l'inazione dei primi g iorni,

specie del 27 e 28 agosto, più prop izi data l'assenza d i due dei corpi avversari; le difficoltà incontrale dall'armata d i soccorso; le perplessità . e le rli!azioni del comando francese e Ia depressione morale conseguente

ai

continui

ro-

vesci .

Metzinger (Leone). Generale francese U842-1914). ParMctzingerJLeone tecipò alla spedizione di Roma ne l 1867, alla guerra del 187~'-71 ed a campagne colonia li nel Tonchino; raggiunse il g rado d ì gen . di brigata nel 189r e fu inviato in. Algeria. Nel 1895 comandò l'avanguardia dell'esercito di spedizione nel Madagascar e vi d ivenne gen. di d ivis.

Nd 1901 ebbe in patria il coman do del XV C. cl' A. e l'anno seguente dive nne membro ciel Consiglio superiore di guerra. Passò nella riserva nel 1907.

Metemma (o Metamma) . V. Gallabat . Meusnier (Giovanni Battista). Generale francese (16561734). Allo scoppio del la Rivoluzione era ten. col. del geni'? e partecipò all 'organizzazionc delle armate repub blicane. Raggiunse rapidamente (1792) i l grado di gen. rii dìvis. e si distinse a KOnigstcin e a Jvfagonza, dovç- ri•

portò ferita mortale . Come scienziato e membro dell'Accademia delle Scienze , lasciò varie Memorie, tra le quali una sul « Perfezion amento delle macchine acrosrntiche ».

Mevania. Ant. città fortificata dell 'Umbria, ora Bevagna in prov. di Perugia. Nel 308 a. C. il console Fabio Rulliano vi sconfisse gli Umbri. Andò d istrutta nel scc. XII , per opera ciel capitano imperiale conte d 'Aquino, il quale la prese dopo assedio e la distrusse. Risorta, fu ancora distrutta dai Foligncsi, e ancora r iedificata. Nel 1534 appaneneva a Mala testa Baglioni, al ·quale fu presa dalle milizie di Paolo m. Meyer (Giulio). Colon nello svizzero del gen io, m . nel 1927. Fu uno dei pionieri delle fortificazioni corazzate, e p ubblicò un'opera ,, Sull'im portanza della corazzatura mobile per la difesa della Svizzera ». Fu ispettore del le truppe del genio, capo delle fortificazioni del Gottardo e insegnante alla sezione mii. della Scuola J>Ol itecnica federale. Altro Giulio M. (1829-1907) fu -p ure colonnello svizzero, al servizio dello Stato l'on:tificio : fu a Villa Glori, contro i Cairoli, e alla breccia di l'orta Pia . Mezerac. Reggimento piemontese, di fanteria d'ordinanza nazionale, costituito insieme con quello Ayazza (V.) d i cu i ebbe simili le soni. Mézières (ant: Mace,·iae). Città della Francia, sulla Mosa, nel dip . delle Ardennes.' Fu in antico piazzaforte, con ci ttadella, rimodernata più volte, e sclassificata sulla fine del secolo XIX. Venne invece, a _sud della città e a 3 Km. da questa, costruito il forre « des Ayvelles » collegato con uoa batteria, dominante M ., la penisola della Mosa , e le ferrovie e strade ciicostanti. Nel sec. XVllf M . ebbe un Collegio Militare. Venne assediata in vano nel r521 dagl i Imperiali, data 1'eificace difesa di Baiardo. Scuola dì Mézières. Fin verso la motà dei s~colo XVIII g li ingegneri mi!. francesi si eran formati da soli. Nel 1749 invece venne creata la Scuola d i M ., d estinata a imprimere un impulso uniforme ai lavori di fortificazione, e dare, agli ingegneri, tipi da prendere a modello. Tale Scuola concretò un n uovo tipo di fronte conosciuto sotto il 11ome di ,, fronre moderno » , che ha i fianchi normali alla linea di difesa; la ranaglia con due risvolti alle estremità per battere lo sbocco del fosso del rivelli110 in quello principo!e, e con comando decrescente dalle esuemità al punto d i mezzo; il rivellino col saliente dcll 'ampi~zza minima di 60° e col le faccie interrotte da ragliate f circa 1/3 della loro lunghezza a partÌJe dalla gola; i ridotti cli piazze d 'armi a t re faccie , a nzichè a due sole; il comando delle varie linee d i fuoco un poco aumentato; i muri di scarpa col paramento esterno i~clinato fra 10/r e 20 / 1, mentre fin" allora tale i nclinazione era sta.la d i 5/1 a 6/1; la c"municazione in capitale del fosso fatta con doppia caponiera e passaggio coperto. Talvolta il fronte moderno veniva rinforzato con lunette avanzate, situate sulla capitale

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. ,◄,_J Fortilìcazioni di Méz,ères (sec. XVll) dei bastioni, chiuse alla gola con un muro a feritoie e precedute da fosso e strada coperta con traverse. Dalla Scuola di M. uscirono ingegneri mii. insigni, quali Chasseloup, Bousmard, Carnot, Ileaxo, ecc. I. Combaitùnemo di Mézières ( 1870). Appa rtiene alla guerra Franco-Germanica. 11 r 0 settembre, 1nc..:n.tre tuonava

il cannone di Sedan, 2 bgl. &ancesi con artiglieria e caval!eria uscirono da M. per dirigersi al ponte della Mosa p resso Nouvion. Una brigata wiirtemberghese accorse con alcuni cannoni, e dopo breve combattimento forzò i Francesi a ripiegare sulla piazza. li. Assedio di Mézièrcs (1870). Fu posto <lai Tedeschi dopo Sedan. La piazza aveva 2000 u. di guarnigione, al comando del gcn. Mazd . Era armata con 136 cannoni; le opere datavano dal sec. XVI-XVII, rinforzate alla meglio dalla guarnigione medesima . Nel settembre la città fu semplicemente bloccata a distanza, con 9 bgl. , 5 sqdr., 2 btr. e 2 cp. di pionieri, agl i ordin i del gen. v. Selchow. !I 23 novembre l'investimento venne affidato alla 3" divis. d i riserva; il 19 dicembre essa fu sostituita dalla 14' divis. attiva, agli ordini del gen . v. Kameke, sostituito il 23 dal gen . Schukr v. Senden. 11 parco d'assedio era giunto alla metà di dicembre . Il 29 gli ultimi pezzi erano in posizione, e il 31 veniva iniziato il bombardamento, con 68 cannon'i pesanti e 30 da campagna, divisi in 19 btr. Già la sera stessa l'art. della piazza, che , in principio aveva reagito, era r idona al silenzio. Una sortita venne subito respinta. La mattina dopo il bombardamento fu r ipreso , e alle 11 M . issava bandiera bianca. Il g iorno seguente, i Tedeschi entravano in M ._ facendone prigioniera la guarn igione. Le perd ite tedesche durante l 'assedio ammontarono a r27 u. fra m. e ferit i.

Mezza brigata. Nome che la Convenzione francese diede nel 1794 al reggimento, allorchè vennero fusi in-

sicmc gli clementi dell'antico esercito, con quelli dei bgl. volontari che avcvauo combattuto le prime guerre della Rivoluzione. La M . B . fu costituita su 3 bgl. , di cui uno di truppe anziane, e due di volontari. Tale ordinamenco rimase in vigore fino al J798, quando fu approvato il nuovo, p roposto dal Jourdan. Ma il nume di reggimento tornò in vigore solo nel 1803.

Mezze brigate di linea piemontesi. Vennero costituite nel febbraio 1799, a Torino, quando i Francesi della Rivoluzione occuparono i l Piemonte. E furono le seguenti: 1•

M . B. Formara

con elcmcnci dei regg. Savoia,

Aosta,

Lon1-

Bandiera delJa 3zll mezza brigata

bardia. Il 1° bg l. fu mandato all'isola d'Elba, fu catturato dai Nap~lecani e mandato in Sardegna; il 2° e i l 3° bgl. furono catturati dagli Austro-Russi ad Alessandria. 2a M. B . Formata con elementi dei regg. Monferrato, Saluzzo, Alessandria . Il 2° bgl. fu catturato al forre Urbano . La M. B. venne sciolta nel maggio.

3' M. B. For mata con elementi dei regg. Piemonte, Regina, La Mari na. Il 1° e 3° bgl. si batterono nel Veneto contro g li Austro-Russi, e furono poi alla difesa cli Gc1~ova: il 2 0 bgl., rimasto a Vigone, si arrese quivi agli Alleati. Due nuove mezze brigate di linea vennero costituite fra


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jl 15 agosto e il 15 o ttobre 1800. L a pr ima, su 3 bgl., con clementi dei rcgg. Piemonte e Monferrato, passò a far parte dell'esercito francese, col nome di tII• prima, cambiato Ìll quello di 1 I 1° rcgg. di linea nel 18o3. Fece le campagne napoleoniche dal 18o5 al r8q cd ebbe per comandanti ufficiali francesi. Nel 1814 il rcgg. fu scioko, e i suoi uomin i incor porat i nei n uovi regg. piemontesi . La seconda, costi tuita su 2 bgl. con elementi <Id 3• bgl . Saluzzo e del 4° bgl. Aosta, passò a far parte dell 'cserciro francese col nome di 112& M . B. di linea; sciolta nel 1803, uno dei suoi bgl. fu incorporato nella precedente; !"altro nel 31° regg. lcggiero . Me:::::a brigata leggera (1•). Costituita in Piemonte nel febbraio Iì99, con clementi dei regg. Guardie e truppe leggere, del bgl. pionieri e del corpo franco, su 3 bgl. di 10 cp . ciascuno. Fece la campagna del 1799 conrro gli Austro-Russi e si sciolse nell 'aprii'e . Me::::a brigata leggera (2•). Costituita m Piemonte nel 1799, con elementi provenienti da una banda di armati raccnlti da certo Carlo Trombetta a Milano, e trasferitasi a Novi, e poi a Torino. Commise saccheggi e devastaz ioni, e scgul i Francesi nella loro ritirata a Grenoblc, tornando a Torino nel giugno 18oo. Venne sciolta nell'agosto dello stesso anno, dopo il ritorno del Buonaparte in Italia.

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Mezzaluna (Ordine della). Ordine cavalleresco, creato nel 1448 da Renato d'Angiò e comprendente d ue classi , Cavalieri e Scudieri. Per ap• partenere ali 'Ordine bisognava essere nobili e illibati. Mezza galem, Mezza paga, Mezza picca, V, G"lera, Paga, Picca.

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i ncaricato del collegamento fra l'esercito piemontese e q uello N apolct:ino condotto dal Pepe. Si bartè e rimase ferito a S. Lucia. Ribellatosi all'ordine di ritirarsi dato dal re di . -apoli, raggiunse il Pepe a Venezia ove ebbe il comando del forte Marghera. Dopo i l 1849 si ritrasse a vita privata in Torino, fondando col fratello Luigi u11a « Biblioteca Milit;1re >> , intraprendendo la pubblicazione di opere d,·i più insigni scrittori militari stranieri. Nel r856 fondò col fratello la u R;vista Militare Italiana ~, nella quale pubblicò uM quantità di pregevoli articoli, e affrontò il prnblema della dif:csa d 'I ta lia . Nel 1859 fu capo d i S. M. elci Volontari Romagnoli, e con quelle truppe passò nelI•esercito regolare nel 186o, col grado di colon nel I,!) di S. :\of. L'anno seguente ,enne promosso magg. genlrale, prendendo parre alla guerra e distinguendosi a Mola di Gaeta, ove guadagnò la croce di cav. dcll'O. M. S . Nel 1863 fu promosso ten. generale e comandante della 13• divis., colla quale prese parre alla campagna del 1866. Nel 1877 venne nominato comandante di C. d'A. Dal 1887 al 1895 !u presidente del T ribunale Supremo militare, e nel 1896 fu collocato a riposo. Venne nominato st'natore nel 1876 e insign ito del Collare dell'Annunziata nel 1903.

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Mezzacapo Co.rio

M ezzacapo (Luigi) , Generale, fratello riel seguente, n . a Trapan i, m . a Roma (1814-1885). Addetto allo S. M. del gcn. Guglielmo Pepe nel 18➔8, lo seguì oltre il Po a Venezia. Durante l'assedio diede prn,•e ripetute di valore e raggiunse il grado di ten . colonnello. Fece pane della Commissio ne di di[csa della repubbl ica di Venezia e tenne il comando del forte di Brondolo sino al novembre 1848, in cui, nominato capo di S. M. della divis. romana, fu con questa inviato a Roma, do"e ebbe comando di brigata di fanteria nella difesa conrro i Francesi . Nel 1859, per ordine d i Cavour, o rganiz,.ò e tenne col grado d i m agg. generale il comando delle truppe romagnole. Nel 1861 cspu• gnò la fortezza di Civitclla ciel Tronto, ultimo propu• gnacolo delle forze borboniche, e vi guadagnò la croce da cav. dcll'O . M. S. Nel 1876 venne nominato ministro della g uerra e tenne tale carica per d ue an ni , organiizando la circoscrizione territoriale. Venne nominato senatore nd 1876. Colbborò col fratello alla ~ Dibliotcca Mi• litarc: » , aU-opera: « Studi topografico-stretegici d'Italia •, e alla creazione della « Rivista Militare Italiana ", e pub• nlicò un 'opera su « Armi e pol itica " ·

M ezzetti (Or/orino). Generale n. a Roma nel 1877. Sol• mten. d i fanteria nel :1898, partecipò alla guerra italoturca 1911• 12 e alla guerra 1talo-aus1riaca 1916- 18, segna• Mezz.etti Ottorino landosi sul Col di Lana. Parcecipò quinrli alle operazioni colonial i dd dopo-guer ra, d istinguendovisi grandemente. Promosso generale di brigata nel r926 per meriti eccezionali, fu comandante il R. Corpo delle truppe coloniali della Cirenaica. Gen. di divis. per merito di guerra nel 191.8, fu nominato com. la di \' is . mii. di Salerno. Mezzi tecnici. Materia d"inscgnamcnto 11cllc Scuole di reciutamcntn e perfezionamento degli ufficiali. Tratta argomenti vari, tra cui: .\!. meccanici cli trasporto, strade, pas~aggi d'ostacoli , collegamenti, aeronautica, ecc.

Mezzi bracciali. Cosl ch iamavansi le due pezze dell'armatura che coprinno e difcndc,·ano solo la parte esteriore del braccio sino al gomito. Mezzo bastione. V . Bastione. Me::::::o C,11111011e. Era così chiamata nel passato la bocca da fuoco che lanciava palle di peso metà di quelle del cannone ordinario, il quale lancia"a palle da 48 a 50 libbre: il .'1. C. la nciava quindi palle da 24 a 25 libbre. (V . Bastardo) .

Mec:zacapo Carlo. Generale, nato a C;,pua, morto a

Mezzogiorno (Armata detJ. Armata repubblicana fran-

Roma (181j-1905). Cominciata sotto i Borboni la carriera delle armi, fu inviato nel 1848 al Q. G. piemontese, come

cese (Armée du Midi) creata nell"aprile 1792 e durata fino al 10 d·ouobre . Fu al comando del gen. Montesquiou,

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ebbe un effettivo d i 4r.500 u., e venne divisa il 1° ottobre in « Armata delle Alp i » e « Armata dei Pirenei ».

M icale. Promontorio della Lidia sulla costa occidentale di fronte all'isola di Samo.

Mezzo-morto. Rinnegato clìrso che per le sue impl'ese

I. 13attaglù, di Mica/e (26 settembre 479 a. C.). Fu l'ultimo fatto d'armi della terza guerra difensiva dei Greci contro i Persiani. La flonra greca, comandata dal re spa rtano Lcotichida e forte di u o triremi, Cra cui 6o attiche sotto l'ateniese San tippo, srazionara nell'isola di Dclo, con un contingente di 3500 opliti, di cui 2000 ateniesi, avviavansi alla volta di Samo in segui-to all'invito di t re rappresentant; dell'assemblea popolare di questa città, per abbattere il tiranno cd assalire la flotta persiana ivi ancorata, Gli ammiragli persiani, a capo dei quali era Mardonte, cercarono d i evitare la battaglia ri tirandosi verso il sud del promontorio cli M., con le navi e gli equipaggi d i Samo. Poscia fecero rimpatriare le navi fenicie, e, tratta la loro flotta in secco, si fortificarono alla meglio e si 1niscro in comun icazione con l'esercito, che ivi trovavasi sorto il comando dei generali T igrane e Masistc. In tal modo gli accampamenti ma rittimi e terrestri, protetti all'ingiro da una palizzata, compren<levano 100.000 uomini,. fra cui 50.000 guerrieri sicuri. Leotichida, avendo visto al su<:> arrivo tutto i! nemico schierato fuori delle trincee, avvicinc1ssi alla spiaggia e dal suo araldo fece dare avviso ai Greci che n1ilitavano coi Persianì: <t Il suo grido di g uerra nella prossima battagli.a essere Hebc; g li lonii poi doversi ricordare della liberti, ". Ciò era un inganno. Difaui i duci persiani, insospettiti delle loro truppe greche, allontanarono i Milcni disarmati nel campo e i Samii sulle alture di M. Leotich ida imanto, sbarcato il suo piccolo esercito, schierò nell'ala d r. gli Spartani; nell 'ala sr. lungo la costa gli :\teniesi di Santippo, nel centro i soldari di Égina, Megara, Trezenc, Sicione e Corinto. La battaglia iniziossi nelle prime ore pomeridiane e per gran tempo fu sostenuta dall'ala sr. e dal centro, non avendo gli Spartani potuto svolgere la loro azione a causa di un burrone d ifficik ad essere evitato. Tuttavia gli asiatici, ad onta del loro valore e del loro n umero, cominciarono a cetrocedcrc e a ripararsi dietro le t rincee. Fu questo il segna!e della vittoria: i Greci incalzavano i Persiani alle spa lle con maggiore impeto : i Samii nel campo e gli altri contingenti greci si ribellarono e passarono dalla parte degli Ateniesi. Le poche schiere di Persiani rimaste nel

si fec~ tanto nome nella Rotta dei barbareschi d 'Algeri da

giungel'e al supremo potere di bey. Si battè in mare contro i Veneziani e altri popoli cfistia ni. Difese Algeri durante il celebre bombardamento francese del 1683 e compì atroci massacri di prigionieri. Fatta la pace con la Francia, non rispettò le condiz ioni dd trattato e nel 1688 l'ammir. D' Estrées bombardò per sedici giorni la città d 'Algeri, finchè M. non si sottomise alle esigenze francesi. Poco tempo dopo, sentendosi malsicuro sul trono, fuggì di nascosto lasciando fama di crudelissimo fra i crudeli. Mian i (Giovanni). Generale, n. a Milano nel 1862. Sottor. d 'art. nel 1883, prestò servizio colle truppe e tecnico. In riserva nel 1907 col grado di capitano, fu l'irhiamato durante la guerra . Colonnello nel 1918, fu pro• mosso generale di brigata nel 1928.

Mia11i Ant onio. Generale, n . a Brescia nel 1864. Sotcoc. dei bersaglieri nel 1883, frequentò poi la scuola di guerra e passò nd corpo di S. M. , ma trascorse grande p arte del la sua carriera nelle colonie. lll Eritrea, panecipò alle campagne del 1887, 1888, 1889, 1890, 1893, 1894, 1895, 1896 e 1899, meritandovi ben tre med . d'argento : la prima ad t\gordat (1893), la seconda a Del,ra Ailà (1895) e la terza ad Agii-a e Debra Matzò (1896). In Libia nel 1913, fu incaricato dcll 'occupazione del Fezzan e a capo d i una colonna, nel marzo 1914 giunse a Murzuk . Ebbe in pl'emio la croce da cav. dell'O. M. S. e la promozione a colonnel lo per merito di guerra (1914). Alla fine del 1914 e principio del 1915, dopo asprissimi combattimenti e sacrifici, dovette abba ndonare il Fezzan. Nel 1915 ebbe la direzione di una grande operazione di polizia nella Sirtica non riuscita per la ribellione di bande d'irrcgola ri. Collocato in P. A. S. nel 1916, Iu promosso generale di brigata nel 1924 e col locato a riposo nel 1927.

campo si sostennero per qualche tempo, ma, sopraggiunto

Lcotichida coi suoi Spartani, furono costrette a cedere. E., mentre speravano di trovare scampo sulle alture di M . sul far ddla sera, ecco che .i Milesii piombano loro addnsso e p arte li uccidono, parte li consegnano ai Greci, che s'avanzavano alle spalle. Dei Pcrsianj forse caddero 40 mila uomini coi generali T igrane e Mardonte. Miani Antonio

l'vliaulis Andrea

M iaulis (Andrea Vol(os) . Amm iraglio greco (1ì68-1835). Comandò la flotta nella guerra d ' indipendenza e riportò le vittorie di Patrasso e Madone (1825). Per breve tempo servì sorto I 'ammir. Cochrane, poi divenne di nuovo comandante in capo delle navi greche, che nel 1831 distrusse nel porro d i Poro per non doverle consegnare alla Russia. Sotto Ottone d i Baviera fu nominato viceammirag lio. M ibelli (Fabio). Generale del genio navale, n. a S. Piero nel 1872. E ntrato in servizio od 1888, fu promosso g,·o. vice ispettore del genio nava le nel 1925. Fu poi direttore generale del le costruzioni navali, e venne promosso ten. generale nel 1930. Prese pane alla guerra mondiale.

H. Battaglia di Mica/e (5 luglio 1770). Avvenne tra una squadra nissa di nove vascelli e sette fregate, ripartita in tre di vis. comandare rispettivamente da Spirirov, dal conte Alessio O rlov e d a Elphinstone, e la S<Juadra turca fone di q uindici vasce lli, due corvette, cinque sciabecchi ed ono galeotte, comandate da 1-losameddin e dal capita no algerino Diezairli Hasan. I vascelli ammiragli de!le due parti, che si erano abbordati, presero fuoco nel tempo stesso : il russo saltò in aria e molti perirono da ambo le parti. Durante b notte i Russi inçendiarono le navi turche superstiti al combattimento. I.li. Battaglia di Mica/e (20-:n luglio 1821). Avvenne t ra una squadra turca cc.I una greca. La prima era uscita dai Dardanelli e si era recata ad a~taccarc il porto di Vathi, unico punto accessibile nell'isola di Samo. Respinti da Varhi,


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i Turchi si stavano ritirando, allorchè apparvero uscendo in due colonne da! canale di Chio le navi greche. Jn seguito al lancio di alcuni brulotti, i Turchi intimoriti si ritirarono, e nove loro legni rimasti ind ietro furono da i Greci costl'cll:i ad investire sulla costa di iW. e colà incendiati.

Micca (Pietro). Soldato minatore, n. a Sagliano Micca. Nel r706 diede fuoco a una mina seppellendosi ~otto le rovine della citrnùd la di Torino per impedire che i Franresi en trassero nella città. I Francesi avevano fouo irruzione nei sotterranei, nè cra,•i il tempo di !'repararc una

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stione I motro ogni 4 ·. b) Rivestita cli guuaperca. È formata da un assieme di filo di cotone ritorto, attorno al quale è disposto del polverino. L'involucro è col>lituito d,1 d ue strati di canapa e uno d i g utt:iperca; veloci1i1 d i combustione r metro ogni So" . e) Dei parch i. t.. di corda di canapa imbc,·uta di sostanze rcsino1e. Veloci,:\ di combustione 10 m. in 85". Serve essenzialmente per accendere :,lrre miccic in l uogo dei fiammiferi . d) Detonan1e . Co111i;ce in un t11bo di stagno d i mm. 4,8 di diametro conte• n<:nte acido picrico. e) Al trotyl. f. dctouante, più moderna della precedente, costitu;ta da un tubetto di piombo contenente trotyl. È usata anche nelle spolette a doppio effetto ccl a tempo; per tale u10 è: costituita da polverino compresso o contenuto in apposito tubcllo di piombo, successivamente trafilato fino ad assumere la forma e le dimensioni necessarie, o disposto in apposite gallerie praticate nella spoletta.

;\,liccia di archibusricre del secolo XV

!\Ionumento a Pietro l\Hcca a Torino

n ,ic,ia. L 'oscurn sol dato compì serenamente e se mplicemente il gesto che salva,·a la cinà, scrivendo con esso una ddlc più belle pagine dell'eroismo milirnre.

Mlcch iardi (/Jernardo) . /\m ,n iragl io, n. a Bonzo nel 1871, en trato in servizio nel 1889, collocato in P. A. nel 1920 col grado cli capitano di vascello, promosso conuammir. nel 1925, collocato a riposo nel 1930 e promosso ammir. di d ivis. nel 1931 nella riserva. Miccia. (Chiamata anche, anticamente, miccio, corda, corda bollita, corda colla, corda da fuoco, corda d'nrchibwo). Consistette dapprima in una cordicella poco torta, <~i lino o di canapa, alla quale si faceva un buc(1to con cenere e calce viva, oppure si bolliva in una soluz ione cli sai.- di saturno cd acqua, poi la si lascia,•a asciugare bene, per averne facile combustione. Questa corda, accesa da un capo, consumando le ntnmcntc, serv iva per comu nicare il fuoco, fin dai pri mi tempi deU-invenziooc delle armi da fuoco, agli schioppetti e agli archibusi, direttamente a mano, oppure stretta al serpentino; ed alle artiglierie. No n è pnssihile precisare l'epoca in cui fu inventata , ma è naturale pensare che sia sorta colle prime armi da fuoco manesche. Certo è che fu adoperata fin dal XIV secolo. Generalmente per adoperarla si avvolgeva a un baHoncino. La M . è un mezzo destinato a comu nicare il fuoco agli inneschi , oppure cl ircltamenre a lla polvere pirica, o serve per fare brillare le mine. Ve ne sono di varie specie: a) A !enrn combustione. t cosmuica da un 1ubc1to di stagno di mm. 3 di diametro, contenente una miscela di clorato di potassio e soHuro cli antimonio in parti uguali, rivestito ,fa un nastro di gomma, fasciato ancora da un intreccio di filo di lino. Diametro cotale mm. 5; velocità di combu -

Miccia di arth:Jicre del sec. XVI I

Gli Austriaci adoperarono M. al fulminato di mercurio, dd diametro di mm . 5,6-j, formate di quattro fili di cotone ricoperti eia una miscela di fulminalo di mercurio con cercsina. L'involucro esterno era doppio, d i ca napa imbev,na di ccrcsina, e ricoperto di un filo rosso anolto a spirale. Sensibile agli urti e alle azioni· meccaniche; per cui richiede precauzione nel maneggio e nel taglio; e adope• rarono M. alla nitrorna'i111ite, costituita da quauro fili ritorti che ricoprono un 'an ima formata della miscela di nitro• mann ite; rivestimento esterno di color bianco. t pure: molto sensibile agli urti . Un tipo italiano cli miccia :il fulminato (Officina Genio) ha l'aspetto di un cordoncino cerato del diarn . di mm. 4, conte nente il fulminato . t in sensibile al calore solare, agli urti e allo sfregamento; non si decompone col tempo; può Cs!>Cre taglia1;1 con Sl.ru• menti metallici, senza pericolo, e p uò essere conservata in luoghi umid i senza inconvenienti. Le m iccic a doppio effetto, aventi cioè la proprietà di funzionare sia da miccia a lenta combustione e sia da miccia detonante, sono siate oggerto di studio presso varie nazioni. Una specie preparata in Italia, ma non perfezionata, era basata sull'impiego di bal ist ite in grani del N . .2 e polvere a grnna fine del N. r. Gli i\usrriaci, nella guerra mondiale, ne adoperarono un tipo a base di fulmi.11:<10 d, mercurio che brucia,•a lentamente (m . 1 in J 2'). L e M. debbono avere sicur<:zza di funzionamento e regolare velocità di propaga• zione della combustione. Esse v~nno conscr,·ate in luogo fresco ed asciuu o.

M iccinesi (Arduino). Medag lia d 'oro, n . a Firenze nel

1899, caduto nel 1920. Appartenente alla giovanissima classe entrata in campagna nel 1918, partecipò con cntu• s1asmo alla g uerra nella penisw,a, Passato in Alba nia dove l 'Italia ebbe a lottare contro k b:1 ndc albanesi, come caporale nel 950 Can1eria, cadde da eroe come è ricordato nella I motivazione:


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« Comandante di un piccolo nucleo posto a difesa di importante posizione attaccata da preponderanti forze 11e-

n1iche, riusciva, col fuo~o de11a sua 1nitragliatrice, ad infrangere per oltre <lue ore l'impeto degli assalitori, inflig gendo loro gravi perdite . Incepp;itasi due volte l'arma, la r imetteva in efficienza sotto il violento fuoco dei ribelli, continuando a falciare l'avversario che lo circondava. Resasi i nservibile l 'arma per il tiro intenso, si slanciava da solo contro il nernico, inflig -

gendogli nuove perdite a colpi cli bomb_e a mano. Colpito a morte, cadeva dicendosi lieto di 1norirc per la grandezza della patria e la salvezza dei suoi compagni. Le ultime sue parole furono : « V iva I'Italia ! » (Monte Longia [ Valona ], 23 lugl io 1920).

lVIiccines i Arduino

Miceli (Luigi). ParrioHa calabrese, n. a Long;,,bardi (1825-1906). Partecipò alla rivoluzione del 1848 e dovette fuggire . a Corfù; fu nel 1849 tra i difensori d i Roma, poi. tra i Mille, ufficiale, e nel 1866 ancora seguì Gari• baldi. Fu poi deputato e due volte ministro dell'Agricoltura, Industria e Commercio.

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Emanuele 1, e accom pag nò nel 1814 il .Re da Cagliari a T orino . Dopo esser stato capo dello S. M. G. russo, ebbe nel 1829 il comand~ in capo del genio e dell 'artigl icria nella guerra tra la Russia e la T urchia.

Miche! (Vittorio). Generale forncese, n . nel 1850. Partcòpò alla guer ra del 1870, insegnò geografia mii. alla Srnola superiore di guerra, divenne ge n. di br igata nel 1897, d i divis. nel 1902, di C . d'A. nel 1906, entrando l'anno seguente ne l Consiglio superiore di guerra. Previde l 'invasione della German ia attraverso il Belgio fin dal 1911, ma no n riuscì a far nlOdificarc analogamente a ciò i pia11i francesi e venne trattato di visionario dal m inistro della guerra ?vtessimy, che lo mise in di~parle .

Miche! du Fang d'Aigremont, barone Agostino. Generale belga ( r855-1931). Allo scoppio della guerra mond iale

era governatore di Namur e in pari tempo com . della 4• d ivis. Si distinse nella difesa della fortezza contro i Tedeschi , e riuscì a sottrarre abilmente alla cattura la maggior parte delle truppe, di cui conservò il comando sino alla fine della guerra.

M i cene. Ant. città dell ' Argol idc. Nel 468 a. C., dopo un lungo assedio fu p resa dagli Argivi, che t·avevano perduta 26 anni prima. M ichal (de la Chabandière, Giovanni Giacomo). Gen erale del sec. XVII . Comm issa rio generale di guerra nel 1640, divenne nel 1645 luogoten. generale della cavalleria piemontese, nella q ual arma prestò 56 anni d i servizio .

Michal t!e {a Cl,ambre de Montaimont, marc!,ese Ciotm-nui Battista. Generale, n. a Chambéry, m. a Torino (1757-1833) . Partecipò alle guerre della fi ne del sec. XVIII come ufficiale d i cavalleria. Riammesso in servizio a lla Restaurazione, fu nd 1815 nominato colonnello di cavalleria e cornetta delle guar die del corpo. Magg. generale nel 1820 e ten. generale nel 1830, rimase se mpre nelle guardie del corpo, delle quali comandò la compagnia sa voiarda. Nel 1831 lasciò i l servizio per motivi di salute.

M ichaud (ba.-011e Pietro). Generale, n. a San t 'Eusebio (Savoia), m. a Panca lieri (1769-1848). Guardia del corpo nel 1788, fu ai servizio della Francia e partecipò alle campagne napoleoniche. Nel 1814 passò nel! 'esercito sardo come tenente di fanteria e nel 1815 com bart.è in Savoia. Colonnello nel r834, comandò la città e prnvincia di Cuneo e poi (1 836) quella di N izza. Magg . ge;, ernle comandante la città e prov. di Alba nel 1839, andò a r iposo nel 1843. 0

Mid,aud de Re-aureto11r con,,· Alesst111dro. Generale russo, n . a N izza Marittima, m. a Palermo (1772-1842) . Nel r792, alla testa di 300 volontari, tentò di sbarrare il passo a Magnan (Nizza) ad una colonna rivnluzionaria che marciava su Nizza. Sopraffartù, si rifugiò .i n Piemod tc ove p'!_rtecipò a lla campagna delle A lpi ripona ndo t re fetite. Dopo i l 1796 andò al servizio dell a Russia. Nella guerra contro la Turchia fu promosso coionncllo. Si distinse nel 1812-13 nelle 'campag ne contro Napoleone e fu aiutante di Alessandro I e suo consigliere in fluente. Insistette presso di lui per !a restituzione degli Stati Sard i al r e Vittorio

Michaud Ale-ssa.ndro

!Vlic.hel Agostino

Miche/ Pietro Paolo. Generale commissario nella R. Marina, n. a Torino nel 186r, entrato in servizio nel 1880, promosso brigadiere generale nel r9 ,9, magg. generale nel r923, generale comm issario capo nel 1924, collo~ato in P . A . nel 1926. Prese parte alla campagna d 'Africa del , 894. Michele. Nome di vari imperatori bizanti11i, dei quali sono da .ricordare : M. lii, imperatore dall'842 all'867 : fu in lotta contro i Russi e gli Arabi; M. VIII, imperato re dal 1259 al 1282 e prima generale bizantino : cacciò da l1'Epiro gli Angioini e strinse trattarì con Genova e con Ve• nezia. - 'È nome altresì di due sovrani dell'E piro, M. I e Il, i quali combatterono contro i potentati vicini e governarono dal 1204 al 1259. Michele. Duca di Braganza (1802-186G). Reggente del Portogallo, se ne dichiarò re Il granduca Michele (1828) e t ale rimase sino al · 1834, quando . per l'intervento de Il 'Europa e per quello personale di don Pedro del Brasile, fu costretto ad abbandonare il Portogallo, dopo d i essere stato ripetuwmenre sconfitto. I suoi partigiani furono detti Miguehsti.


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Alic/1ele Nicolaiez•ic. Granduca e generale russo (18321909). Ebbe grande influenza politica ndla" sua patria, fino all"epoca della Costituzione, sotto Nicola Il. Percorse una br illante carriera mii. nell'artiglieria ed ebbe il comando in capo, nel 1877, dell 'esercito russo operante nella regione del Caucaso, avendo però al fianco il gen. Loris Melicov.

M icheler (/. Ar.). Generale francese. Uscito dalla Scuola di Saint-Cyr nel 1882, frequentò la Scuola supe.r iore di g·,1erra, passò jndi nelle truppe colon iali (Algeria) e divenne colonnello cli fanteria nel 19J2. All'inizio della guerra mond ia le era Capo di S. M. del VI C. d 'A. mobilitato (Sarrail); poco dopo fu nominato generale di br ii;ata e incaricato del camando della 53a divis. (Champagne, 1915). Rapidamente avanzando, nella gra nde battaglia della Somme del 19 16 era comandante d 'armata, ed in tale qualità si distinse lottando contro l'armata tedesca di v. Btilow. Cessò dal comando d 'armata nel 1917 e fu incaricato di mansion i territoriali e di lavori di cultura militare , passando nel la riserva alla fine della guerra. M ichelesi (Renato). Generale, n . a il.{ilano nel 1876. Sottot. di fanteria nel 1895, frequentò la Scuola di guerra e passò poi nel Corpo d i S. M . Partecipò alla guerra 1915-1918, e divenne colonnello capo di S. M . delle divis. 383 Michelesi Renato e 36•. In q uest' ultima carica fu decorato della med. d'arge~to. Collocato in A. R . Q. nel 19i5, fu n ominato gencrak di brii::ata nel 1927.

Micbeletti francesi (1793) dal 1744 al 1763. Così organizzati, in Francia e nella Spagr.a, appartennero al tipo della fanteria leggera e non ebbero i vincoli di d iscipl ina delle fanterie regolari.

M icheletti. Nome dato nella Spagna a compagnie di banditi dei Pirenei orientali. In seguito, essendosi essi nel 1874 organizzati militarmente sotto gli ordini di Miquelot dc l'rats e<l avendo prestato lodevole servizio nella guerra contro la Francia, vennero costituite cp. di M. , e fu dato sec. XVI

sec. XV.ll

sec. XVIII

Michelctti

Micl:cletti Giovanni Battista. Generale , n. a Roasio nel 1837. Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò alle campagne di guerra del 1859, 186o-61, 1866 e 1870. Dopo essere stato negli a lpini, da colonnello comandò il 6o0 fanteria . .In P. A. nel 1894, passò nella riserva nel 1898 divenendo magg. generale nel 1901 e ten . generale nel 191r.

Michclctti catalani (1 793) lo stesso nome alie guardie speciali dei governatori di provincia. In Francia, nella regione di frontiera dei Pirenei orientali, il maresc. di Schombcrg creò · pure cp. di M . con i montanari che vi abitavano. Luigi XIV ne fece formare alcune cp. nel Rossiglione, ed esse durarono

M icheli (Giuseppe). Ingegnere del genio navale, n . a Livorno, m. a Castellammare di Stabia (1823-1883). ' el gennaio de l 1859 fu nominato costruttore navale del granducato d i Toscana: entrò nello stesso anno nel corpo <lei genio navale di cui divenne ispettore. Disegnò i pi ani d i parecchie navi da guerra, t ra le q uali la « Magenta ", la <1 Vettor Pisani)), Ja ,e Morosini n, la e< And rea Daria» , ecc . Fu deputato di Chioggia nelle legislature XIII, XIV , XV.

Miche/i A/f,-edo. Generale del genio navale, n. nel 1847, m . a Roma nel 1919. Ebbe per molti anni la direzione del1'arscnale de La Spezia e poi di quello di Castellammare d i Stabia . Disegnò i piani delle cefazzate « Benedetto


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Brin » e « Regina Margherita ». Fu deputato d i Livorno ndle legislature X e XXI.

Michelini Tocci (Franco). Medaglia <l "oro, n . a Cagli ne! 1899, caduto nel 1918. Era studente <li matematiche nella R. Università di Roma, che abbandonò nella primavera del 1917 per andare alla Scuola mii. di Caserta, uscendone sottot. di com plemento nell'autunno. Fu assegnato agli Alpini del bgl. Berico, dal quale passò al bgl. Pieve di Cadore. Al i? testa della 62• cp. cadeva eroicamente, come è -ricordato nella motivazione con la quale gli veniva conferita la suprema ricompcnsll al valore : " Educato ai più nobili ideali, ebbe, ancora giovinetto, sicura coscienza e ferma fede nei gloriosi destini delb Patria. Ogni suo pensiero ed ogni sua· azione furono un i1\no all'Italia, principio e fi ne del suo vivo amore. Nominato ufficiale degli alpiru esultò ,di poter dar forza col braccio alla sua fede ed al la pri ma prova col 11ernico; comandante d i un'ondata d"assalto contro una formidabile posizione, conduceva con g rande slancio e sprezzo del pe· ricolo i suoi soldati 1 nonostante l' intenso f uoco avversario di mit ragliatrici e di bombe a mano, producente g ravissime perdite. Costretto ad una prima sosta, raccolti i superstiti si· slanciava nuovamente all'assalto e giungeva primo

M icheroux (,1Jn1011io). Generale delle Due Sicilie, n . nel Ii36, m . a Napoli nel 1805. Nel r793 partecipò col grado di brigadiere generale alla spedizione di Tolone. Nel 1798 comandò la colonna di dr. dell 'eserciro napoletano agli ordini del geo. Mack. I rovesci subìti. nella guerra contro i Francesi fecero deferire i l M. a un Consiglio di guerra, dal quale venne assolto. Passato col re in Sicilia, partecipò alla spedizione del cardinale Ruffo nel 1799, e, tornato nell'isola, fu promosso generale e fu ministro del Supremo Consiglio di guerra nel 1803, e poco prima della morte nominato Segretario di Stato per gli Esteri.

$ulla trin~ca nemica, ove cadeva eroicamente, rifiutando il

soccorso <lei suo i soldati e rincuorandoli, dicendo loro: (( Non pensate a me . .. avanti, alpini! ci sorride la vitp toria ! )> Fulgido esempio di àlte vìrlÙ civili e 111ihtari » .

(Monte Valderoa [Grappa) 27 ottobre 1918).

Michelini Tocci Franco

Micheli Alfredo

Mid,elini Tacci. lira legione della M. V. S. N ., costituita a Pesaro nel 1923. I-la la I Coorte a Pesàro, la II :, Fossombrone, e una Coorte autonoma a Zara. Dispone di u na centuria )Tl•traglieri e di due s9 uadre soccorso, una delle quali è a Zara.

Ivlicheluccini 1\1ichele

Ivliche1·oux de Dillon

Miclierotto· rie Dillon, nob. Giovarmi Battista. Luogotenente generale della M. V. S. N., n. a Bassano Veneto nel r873 . Partecipò alla guerra Italo-Austriaca dal 1915 al 1918 col grado di ten. colonnello nei bersaglieri. Venne nonunaro Console generale nel 1923; ebbe il comando del r6° Gruppo legioni, poi della V zona interinalmente, poi del r2° Gruppo legioni. Fu promosso luogoten. generale nel 1930 e divenne capo reparto servizi del Comando generale della Milizia.

M ich iel (o Michiele, o Micl, dc, Vitale !). Doge di Venezia dal 1096 al 1102. Partecipò alla prima Crociata, al comando di una flo~ta di 200 navi e sconfisse le navi dei Pisani, coi quali era venuto in contrasto. Concluse alleanza col re d ' Ungheria. ;Wichiel Domenico Doge d i Venezia dal 1118 a! 1130. Nd 1123 comandò una spedizione in soccorso di Baldovino, re di Gerusalemme, e sconfisse a Giaffa una Rocta sara-

M ichelotti (Biordo). Capitano di ventura del sec. XIV . Capo de lla fazione democratica di Perugia, avversario di Braccio di Montone, conquistò Lodi, Orvieto, Assisi, Nocera e si fece proclamare signore di questa città. Fu ucciso per una congiura (1398). Michelotti Ceccolino. Capitano di ventura del sec. Xl.V, fratello di Bior<lo. Servl Galeazzo Visconti e per lui conquistò Perugia nel 1400. Continuò a guerreggiare contro Braccio di Montone che nel 1416 lo vinse, lo fece prigioniero e lo fece uccidere.

M icheluccini (Michele). Generale, n . a Ilargc, m . a Firenze (r845-1921). Sottot. del genio nel 1868, nel 1893 meritò la med. di bronzo al valor civile. Colonnello nel 1900, fu direttore d el genio a Taranto. In P. A. nel r903, ~d in riserva nel 1906, nel r9r 2 fu promosso rnagg. generale.

Michicl Vitale

:rvHchiel Domenico

cena. Prese parte al! 'assedio di T iro l'anno seguente. Fu in lotta contro Giovanni li Comneno, imperatore di Costantinopoli, e d i ritornc) dalla spedizione in Siria devastò varie isole dell"arcipelago greco. Tornato a Venez ia, dettò


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la pace al re d'Ungheria, che aveva nel frattempo prese le armi contro Venezia. Micl,it:I Vitale Il. Doge di Venezia dal 1156 al II72. Part,·cipò alla Lega Lombarda comro l'impcra1orc Federico Barbarossa. Al comando di una forte flotta, riprese Zara agli Ungheresi, che l'avevano tolta alla Repubblica. E ntrò in guerra contro l 'impero di Costantinopoli e vek-ggiò con 100 navi verso quella città, riprendendo, per via, Ragusa agli Ungheresi. Ma, giunto a Chio, i suoi equipaggi furono decimati dalla peste e tornò in patria, dove, avendo recato il comagio, fu ucciso a fu. rorc di popolo. Micl,ie!i Fortunato. · Genera• le, n. a Venezia, m . a Pa• dova (1846-1912) . Arruolatosi in cavalleòa, partecipò alla campagna del 1866. Sottor. di !'vlichicl Vitale 11 cavalleri a uel 1880, frequentò poi la scuola di guerra . Colonnello nel 1898, comandò i cavalleggeri di Piace.nza e nel 1903 andò in P. A. Passato nella riserva nel 1907, [u promosso magg. generale nel 19 10. M icono. Isola .'.lell ' Egeo, nelle Ciel ad i, con città e po rto omonimo. Nel 1798 vi si rifugiarono, a causa del maltempo, tre na\'i mercantili francesi, scortate da una fregata. Un vascello inglese penetrò nel porto, e, violando la neutralità tu rca, aperse il fuoco sulla fregata che a\'eva rifiutato di arrendersi . Dopo un'ora, l 'equipaggio francese, decimato, si rifugiò a terrn e gli lnglc,i catturarnno le na,·i francesi portandole via.

Microtelefono. l'!. costitu ito da un microfono e dal gruppo elettromagnet ico · per la ricezione. Negli apparati telefonici mii. il M. può essere organizzato col microfono fissato alla cassetta cd il telefono reso indispensabile mediantè un collegamento a filo, oppure con microfono e telefono sistemati alle estremità d'una im pugnatura e col\cgati alla cassetta a mezzo d ' un cavetto. l n q uesto caso l'impugnatura può essere forniw d'un interruttore che permette di chiudere il circuito microfonico solamente quando si vuol trasmcucrc la propria voce. Tipo di M. adot• t ato per apparecchi mil. da campo è quello Doglio. Ne sono prnvvisti i telefoni Siti 1917 e q ualwno dei vecch i modelli G. _M, a chiamata fonica . Si tratta d'un tamburo cavo diviso a metà da un diaframma. Da una parte c'è il gruppo elettromagnetico della ricezione e dall'altra il microfono con l'interruttore comandato da una leva a bilancerc. Davanti il tamburo è ch iuso da un padiglione d'ebanite e dietro da un coperchio- raccordato ad un cornetto acustico. M iddelburg. Ciu:i dell'Olanda, capo!. della prov . di Zelanda, nell ' isola di Walchc rcn. Venne fonificata con ba,Lioni nel sec. XVI.

Antica bandiera di i\liddelbourg

Assedio di Middelb11rg (1572) . Appartiene alla guerra di F ialldra e fu posto dai ribelli fiamminghi. li duca d'Alba inviò in soccorso alla piccola guarnigione spagnuo-

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la un migliaio di uomini condotti da Sancio d 'Avila, il quale li imbarcò su piccole navi e si diresse verso l' isola. Avendo trovato fortemente trincerati i Fiamminghi dalla parte della Schclda, il d'Avila sbarcò dalla parte opposta

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Le fonificazioni di .\<liddelburg (sec. XVI)

e avanzò verso la città, riuscendo a penetrarvi : unito allora alla guarnigione, a ttaccò gli assedianti e ne fece strage, Pochi riuscirono a salvarsi e la piazza rimase in poter~ degli Spagnuoli.

M iddle Creek, Nome dato talvolta alla banaglia più propriamente detta di Big Sandy (V.). M idea. Ant. città dell'Argolidc, in Grecia. Nell'estate del 368 a . C . vi si combauè una battaglia che appartiene al periodo delle Guerre Tebane e [u combattuta e vinta <fagli Spartnni condotti dal re Archidamo contro gli Arcadi e gli Argivi riuniti insieme agli ordini di Licomcclc di Mantinea . Non essendo caduto nemmeno uno Spartano nella mischia, fu delta « b:.uaglia senza lacrime • · Midionia. Ant. città dell 'Illir ia , non lungi dal mare . Verso il 220 a. C . venne assediata dag!i Etoli, i quali non avevano navi, e non curarono di guardarsi daila parte del mlrc. G!i abitami della città assediata a,•cvano arnto promcs,a di soccorso e si tenevano pronti. ::--1ottetempo gl, Illiri arrivano per mare all:1 spiaggia e sbarcano. avanz;rndo verso i l campo degli Etoli. La man ina segucnlc, questi vcdcno scbiermn con tro ùi loro un esercito di cui non so,pc:ttan:> l'e,istenz.1. E scono dal campo, e si schierano con la falange (2) al centro e la cavalleria (3) sulle ali. Rcp;mi di fanteria leggera (4) e di cavalleria (S) occupano alcune piccole alture . Gli Il liri, privi di cava lleri2, si ordi• nano in battaglioni cd attaccano subito le alture, sbaragliandone i difensori, e piombando di qui sul corpo prinripalc nemico. Frauanto gli assediati escguiscono una sorti ta alle spalle di questo, che andò a sua volta in rotta. Midollari (Chirurgia di guerra) . Vennero cosl indicali, durante la guerra mondiale, i feriti per arma da fuoco alla cobnna vertebrale con lesione della midolla spinale, donde anche il nome di spinali dato ad essi. La rachide può essere colpita dai proiettili sia dircltamente lungo le regioni nur.dc e dorso-lombare, sia ancora attraverso la facci:. e le regioni antero-latcralì del collo e <!_el tronco, donde svariatissimi i tramiti scolpiti dall'agente vulnerante


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e tutt'altro che rare le ferite d'arma da fuoco della co, lonna vencbralc associate a lesioni viscerali. Le alterazioni anatomiche d i esse riguardano lo scheletro cd il contenuto racbidi2no. Le lesioni ossee consi,tono in contusioni ed in fratture semplici o comminu te; quelle midollari possono essere di vario grado e natura, e propriamente : commozione, comusione, compressione e ferite. Queste ultime son caratterizzate da recisioni parzi2li o totali, nelle quali la midolla è nettamell'lc scontinuata, e convertita, per un tratto di lunghezza varia:,ile, in una poltiglia di sostanza nervoia e di sangue, commista talora a schegge ossee; in caso di recisione parziale ii osservano alterazioni più o meno gravi anche nei tratti di midolla conservata. L a sindrome clinica è in rapporto colla d isturbata fun zioualità ddla zona m idollare colpita; è quindi molto complessa, poichè la midolla spinale non è soltanto un organo di conduzione delle eccitazioni motrici volontarie e delle sensazioni periferiche, ma ~ anche centro di azione riflessa, presiedendo al t rofismo, alle funzioni genito-urinarie, a q" d lc respirntorie, circolatorie, d igestive, per l 'origine spinale de!le fibre oculo-pupillari del nen•o simpatico cervica!e. 1! quadro clinico delle ferite midollari è pertanto assai complesso, p resentando disturbi motori consistenti in para!isi, la quale colpisce tulle le parti inncn·ate dalla sezione midollare situata al disotco della lesione (in secondo tempo sintomi motori irritativi, quali cramp i, contratture, convulsioni), rlisturhi sensitivi, disturbi dell'azione riflessa, distu, bi gen ito-uri nari, trofici, ecc. Le lesioni midollari, come ha confermato l 'espcrienza ~hirurgica dclh guerra mondiale, sono gravissime, sia ri• g uardo alla vita riel paziente (mortalità dell '8o % se~ondo Duperie ed Endcrlcn), sia ancora riguardo al ripri-

scino funzionale del tratto leso. La , ita e in pericolo non solo per la ent ità e sede della lesione anatomica midollare in si:, ma ancora per ìe complicanze scuiche, le quali spesso ,·engono a turbare il decorso della lesione stessa (meningi <.<: purulenta, setticemia da dccubico, complicanze infettive del sistema urinario). N on meno grave è la progr.mi riguarJ:mte la funzione, per cui i ,\/., quando noo perdono la vita, restano per lo più indefinitamente elci grandi invalidi bisognevoli di assistenza. Nella guerrn mondiale, ,n cui forono organizzati in modo mirabile servizi chiru, gici specializzati nella zona d i guerra, i ferit i alla rachide venivano ricoverai, in ospedali dove craoo da personale competente curati convenien temente, e sottoposti anche a pronto ì ntervcnco chirurgico; ma purtrnppo i risultati non corrisposero in generale agli sforzi terapeutici dei ch.rurghi che li avevano in cura. Le lesion i delb midol la spina le con conseguenze gr:1vi e pe, manen ti d i grado tale da apportare, o isolatamente o nel loro complesso, profondi ed irrcparabil i perturbamenti alle funzioni più necessarie a11:. vita organica e sociale, sono ascrivibili alla prima categoria di pensione, di cui al R . D. n. 1491 del 1923, con

as.segni di superinval irfttà.

Mldshipman. Termine inglese che significa ,, giovane che abita nel mezzo del bastimento ». Serviva nl'ila marina velica a indicare i cadetti che all'età di 10-1~ anni venivano imbarcati sulle navi per essere poi avviati alla carri<.'ra dell 'ufficiale di Marina; era no in genera le d i fa. m iglia nobil.: o ben conosciuta per tradizione marinara. 1 ragazzi ~r fare i .\f. subivano un breve esame di culturn generale, dopo di che veniv~no imbarcati sulle navi ed affidat i alle cure di vecchi sottufficiali, che li istruivano

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Battaglia di Midionia, fra Etoli e Illiri (220 a. C)

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ne 1la manovra delle vele, nel maneggio col remo e nelle drtigl ierie. Dopo un tirocin!o di circa due anni assumevano un grado che e ra fra quello del sottufficiale e dell'ufficiale, abiluandosi così al comando fin dall 'età relativamente tenera. Corrispondevano ai nostri aspiranti di Marina. Tutt 'ora nella marina inglese gli allievi dell'accademia vengono imba rcati a bordo con raie grado e tale no me, che comprende anche quel lo d i guar-

dian1arina. Anche la marina nordamericana ha i M. , i quali escono dal!' Accademia Navale d i Annapolis . In base a una legge votata nel 1932, ess_i sono sottoposti a un periodo d i prova di due anni.

M ieroslavski (Luigi). Gener ale polacco ( r814-1878). Partecipò alla rivoluzione polacca del 1830, quindi emigrò in Francia . Nel r848 fu a capo degli insorti polacchi nel wlidshipman (sec. XVIII) ducato di Posen, e di là si recò in Sicilia, battendosi a Catania (1849) e rima11eodovi ferito. Tornato io Prussia, diresse la rivoluzione ne l Baden, e , sconfitto, riparò d i nuovo in !'rancia. N el 1863 accorse in Pol,onia e vi fu detto d ittatore, nella n uova r ivoluzione contro la Russia; sconfitto, per la terza volta si r ifugiò in Francia. Ideò una · fortificazione mobile, detta « campo rotante », e uno W!!lO•Scudo per la d ifesa personale dei soldato. Scrisse : " Storia della rivoluzione po lacca del 1830 »; « Relazione ddla campagna d i Sicilia del J849 ,, ; « Della nazionalità polacca nell'equilibrio europeo » ; ecc. M igianes. Reggimento di fanteria straniera, creato in Piemon te nel 1647, con 8 cp. francesi; nel J650 inco rporò tre cp . dd licenziato regg. La F aya e d ue anni dopo fu 1icenziato. Fece le campagne del 1647-52 contro la Spagna, agli ordini d i Marco d ' Aig uières d i Migianes cl'Arges . Mìgiurtina. V. Somalia. M lgliara (Carlo). Generale, n . a Milano nel 1820·. Sottoten. di fanteria nel 1839, partecipò alle campagne del 1848-49, del 1859, del 1860-61, del 1866 e del 1870, segnalandosi in ripetuti fatti d'arme. P romosso magg. e poi ten. genera le, nel 187 r ·comandò a Bologna la 4a di vis. di fa;ucria. Scrisse un'opera intitolata: « Ricordi logist ici dedicati agli u fficiali superiori delle tre armi » . Migliavacca (l'ilippo). Ufficiale garibaldino. Partecipò col Medici alla difesa di Roma del t849; nel 1859 era teilenre dei Cacciatori delle Alpi e si segnalò a S. Fermo : n el 1860 partì per la Sicilia come maggiore nella spediz io ne Medici e cadde combattendo a Milazzo . M igl iettl (Silvio). Generale, n. a Chatillon, m . a T orino (1S66- r931). Sottot. d i fanteria nel 1885, par-tccipò alla campagna eritrea del 1895-96-97 . Col g rado di teo . co!onnello cnl'rÒ in guerra contro l ' Austria è nel 1917 fu collocato in congedo provvisorio . Richiamato subito in servizio e promosso co lonnel lo nello stesso anno, ritornò in congedo nel 1919. Passato nel la riserva, fu promosso · gener ale di brigata nel 1928.

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M ìgl io (Col del). Monte nel massiccio del Grappa, presso l' :\solone e il Pertica. N elle sanguinose giornate dell'autunno 1917 r imase agli Italiani. Fu preso il 15 g iug no 1918 d agli Austriaci , nel primo impeto della battag lia de l Piave . Riattaccato ripetutamente dai nostri, e rio~cupato in parte il 17, riuscì alla brigata Basilicat a, ed a reparti della brigat a Calabria, d i riconquistarlo il 2 luglio completamente. Miglioli (Vincenzo). Generale, n. a Pavia, m. a Torino (18 6-1930). Sot.tot. del genio nel 1866, dal 1893 al 1 1895 comandò in 2 a il collegio mi i. di F irenze. Colonnello nel 19ot, fu d irettore del genio a Verona e nel 1904 andò in P. A . Passato nella riserva nel 1908, fu promosso magg. generale nel 1912 e nel 1923 assunse i l grado d i generale di divisione . Miglior (Luigi) . Geoerale medico, o . a Cagliari, m . a Torino (1827-1909). Medico di bgl. nel 1852, partecipò alla guerra di Crimea cd alle campagne del 1859, 1860-61, 1866, 1870, meritando la med. d 'argento a S. Mar tino. Colonnello nel 1882, fu d irettore d i sanità a Milano e nel 1884 andò in P. A. Nel .1 895 fu promosso magg . gener ale nella riserva. Miglìoramento rancio. L'amro injsrrazione mii. meue a d isposizione, per ogni soldato convivente al rancio, la somma d i 18 centesimi (I93i), con i quali si acquistano spezie, verdure aromatiche o altri generi per rendere pii1 sapori-to e più g radevole il vitto ordinario. Gli acquisti pcl M. rancio so no fatti dai corpi d irettamente sui mercati pubblici. Migliorati (11u,,·cl1cse L11ig1). Condottiero del sec. XV , m. nel q30. Fu signore di Ancona e di Fermo, e militò sotto Braccio da Montone nelle guerre contro i lvlalatesrn e i Montefeltro. Poi divenne 11art igiano dei Malatesta e aiutò Pandolfo nella sua lotta contro i Visconti (1420). M igliorettì (di Bourset, co11tc Gerolamo). Generale, m . a Torino nel 1837. Partecipò alla guerra nelle Alpi sulla fine del secolo XVIII; ripreso servizio nel 18r4, d ivenne colonnello nel 1827 e comandò in 2a la città di T()r ino . Nel r834 fu promosso magg, generale e collocato a riposo. Mignanego. Co mune in prov. di Genova, ndl'a\ta valle Polcevcra, a sud del passo d ei Giovi . Battaglia di Mignanego (1625). Appartiene alla lotta fra i Savoia è la repubblica d i Genova. Il d uca Carlo Emanuele I, alleato dèlla Francia, aveva invaso lo Stato genovese con 32.0 0 0 u., e, varcati i Giovi, scendeva in Val Pokevera, quando venne affrontato a M . dalle milizie repubbijcane, agli ordini di Stefano Spinola. I.e truppe duca li vennero sconfitte e costrette a ripassare gli Ap penn ini dopo d i avere su bìto serie perd ite e perdute le ar tiglierie. M ignano. Comune i o prov. d i N apoli, in posizione strategica <li qualche im portanza, poi che domina la· gola () sel!a omonima. Ne l 1734 il vicerè di Napoli, conte Traun, durante la g uerra per la Successione d i Polo nia, d ifendeva questa gola con 5000 T edeschi, quando, il 30 ma,·zo, avanzò l'esercito spagnuolo del conte d i Montcmar con gr andi forze. Il Traun d iede fuoco al proprio accampamento e abbandonò la posizione minacciata d 'agg iramento, riti randosi a Capua. Trattato di Mignttno (n39). Co ncluso fra Ruggero II , re di Sicilia, e il papa Innocenzo Il. Il re normanno viene

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confermato nel possesso di tutte le terre conquistate. Alh -Chiesa restava Benevento.

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Sella di ,vfi g11ar10. Ampia soglia che si apre fra l'estremo sud della catena del Meta e le propaggini settentrionali del gruppo vulcanico di Roccamonfina, alta 205 m. sul mare . Apre l'adito fra la valle del Voltunio e quella del Garigliano, ivi ravvicinate. Fin dall'antichità vi passano le comun.icazioni fra Roma e Capua, cui offre ampio cor-

ridoio longitudinale la valle del Sacco (Via Latina) e nelle guerre d i espansione d i Roma si ebbero in quei p ressi

vari fatti d'arme. Mignatta. Nome dato a un congegno col quale dal magg. del genio navale Rossetti e dal ten. med ico Paolucci venne forzato il munito porto di Pola (31 ottobre 1918) e affond:ita la corazzata austriaca " Viribus Unitis » . La M ., ideata dal Rossetti, risultò dappr ima costituita da ua serbatoio metallico di forma cilindrica, galleggiante, conte nente aria con1pressa per az.ion:ire un motore da sil uro; ad esso erano co!Jegate due mine, a spinta kggcrme nre negativa, con faciJe rnnnovra per il distacco, munite di un e lettromagnete azionato da ac.curnulatori, j J

quale permetteva l 'adcreaza della mina ad uno scafo me-

essa pi11 leggera di quella dei cavalieri. Era d i origine s~>agnuola, e fu portata ed usata ia Ital ia nei secoli XVI e XVII.

Mignone Giweppe . Generale, n. a Cassine, m. a Torino (r838- r918). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, com• batti: nelle guerre del 1859 e 1866 meritando la med. d'argento a Tezze e Borgo (luglio 1866). Colonnello nel 1892, tomaadò il 5" bersaglieri e nel 1895 andò in P. A. Nella r iserva d ivenne magg . generale nel 1902 e ten. generale nd 19 I I . Mig11011e Francesco. Medaglia d'oro, n. a Savona nel 1884, caduto nel 1918. Uscito sottot. dalla scuola mii. di Modena nel 1904, appartenne al1'85° fanteria. Partecipò alla g uerra d i Libia, meritandovi due med. d 'argento. Passò poi nel 65°, e fu per qualche tempo in Eritrea, donde rimpatriò allo scoppio della guerra contro l 'Austria. Come capitano, si distiasc subito per valore sul Vodice, dove ripo,rò due ferite e guadagnò una seconda med. cl' argento. Guarito e promosso maggiore, assunse il comando del 3° bgl. del 232° fanteria di nuova formazione , e cadde da prode nella battagl ia del Pia,•e, come è ricordato nella motivazione: « Comandante d i un battaglione a difesa d 'importante posizione, atta.:cato su cli un fianco e quindi accerchiato, fiernmente resisteva a forze nemiche di molto superiori, ne respingeva, conrrattacc.alO,

g li accaniti e ripetuti assalti, persis tendo tre g iorni in disperata lotta, senza retrocedere d i un passo, finchè, im pegnatasi la lotta corpo a corpo, eroicamente combattendo fra i suoi soldati, cadeva sul posto del dovere e dell'onore, d ivenuto base della riconqu ista completa. Fulgida sentinella isolata o ltre le nost,·e Iinec e simbolo delle più aire virtù militari ,, (Ansa cli Lampoi /Piave], r5-17 g iug no 1918).

La q ~lfignatta ri di Rossetti e Paolucci

tallico. La m ina conteneva uno speciale congegno di orologeria, che, regolato all 'ultimo momento dall'operatore, provocava lo scoppio dell'arnia dopo ua tempo prestabilito. Tutto il congegno avc,·a una spinta <l i galleggiamento po• sitiva, cosicchè su di esso potevand montare a cavalcioni uno o rlue operatori i qual i, vestiti 'l"tln abiti impermeabili, restavano per una buona parte del corpo smnmersi nel1'acqua. Ideata aell 'aprile 1918 e costruita a La Spezia, dall'agosto all'ottobre furono eseguite a Venezia numerose prove, apportando al congegno sempre nuovi perfezionamenti, finch/: con essa fu compiuta l'impresa sopra< accen. nata (V. Pola),

M ignogna- (Nicola). Garibaldino dei Mille, n . di Taranto (1809-1870). Cospirò nella « Giovane Italia » e parr;:cipò alla rivoluzione dei 1S48; nel 1860 fu prodittatore della l3asilicata; nel 1862 partecipò aU-imprcsa d i Aspro1nonte.

M ignone. Cosl chiamata un 'armatura speciale atta a proteggere le braccia. L 'usarono i soldati a piedi, esseado

Ivlignone Francesco

M iguelisti. Ebbero questo nome in Portogallo i partigiani d i Michele (Miguel) duca <li Braganza e re del PortogalJo sino al 1834. Essi rimasero 111 un certo numero fedeli ai discendenti di Michele sino ai giorni nostri. Mila. Ant. città della Tessaglia. Nel 171 a . C. subì un assedio che a ppartiene alla terza guerra macedo,iiea e fu tentato fe!icemen<e da Perseo, ultimo re rlei Macedoni. I terrazzani chi·usero le porte al re clilcndendosi per qualche giorno col massimo vigore. Al quarto giorno, sfin"iti dalle fatiche, dalle veglie e dalle ferite, tentarono un'improv.visa sortita , ma, respinti da geme intatta e fresca, voltarono le spalle e fuggendo ricevettero dentro il nemiro per la porta spalancata. La città fu messa a sacco e le persone che sfuggirono alla st rage furono vendute. Milan (Obrenovic IV). Principe, poi re d i Serbia (1854r901). Divenne pr incipe d i Serbia nel 1868. l.niziò nel 1876 una guerra non felice contro la Turchia, ma l'anno seg uente, per il fatto che la Turchia veniva assalita dalla Russia, riusd a in.vadcrne il territorio e a riportare successi che il Trattalo d i Berlino consacrò in aumento territoriale: Nel 1882 divenne re, e t re anni dopo, entrato in guerra con la Bulgaria , ne veniva s.:onfitto. Abdicò nel 1889, r ientrò in Serbia nel 1894 e vi fu nominato coman9


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dante in capo dell'esercito. L'uccisione del figlio Alessandro avvenne mentre egl i trovavasi a Vienna, e non potè agire, m entre la corona di Serbia passava al re Pietro.

Milanesi (Arwro). Generale, n. a Cento, m. a Roma (1863-1925). Sottot. cli cavalleria nel 1883, divenne nel 191~ colonnello dei lancieri Fircbzc che guidò all"inizio della guerra contro l 'Amtria. Magg. generale comandante la VII brigata di cavalleria nel 19 16, contrattaccando coi suoi c:ivalicri appiedati 'il nemico a Monfalcone, meritò la med. d"argenco, e proteggendo il ripiegamento dal Tagliamento al Piave (Y9Ii) ebbe la croce da cav. dell'O. M. S. Dopo la guerra comandò la divis. di cavalleria di Udine. Generale di divis. nel 1923, fu a capo delb sua arma e nel 1925, nominato comand. la divis. d i Bari, la morte gli imp<:dl di raggiungere la nuova sede. Mila11;si Guido. Ammiraglio, n. a Roma nel 1872. Entralo in servizio nel 1886, fu col lpc:uo in P. A. nd 1918 l\lilanesi Guido e promosso contrammir. nel t 92i- Prese parte aIla guerra italo-turca ed alla guerra mondiale, nella quale fu decorato di med . d'argento . i, brillante e notissimo scrit tore di nove!le e di romanzi d'argomento prevalentemente marinaro . Mllani (Giovanni Ballista). Generale, n. a Savona, m. a Massa (1822-i897). Tam burino in fanteria a 14 anni, divtnnc sottoten. nel 1846. Combatti: nel r848 e 1849. Nel 185g fu segretario generale al ministero della guerra nelle Romagne coll'incarico di ordinare le forze dei volontari. N'el 1860 meritò la mcd. d'argento a M . Pelago e M. Puli to. Comandante il 28° fanteria nel 1866 e colonnello nel 1867, nel 1872 passò al comando del distreltO di Tre\'iso e nel 1877 a quel)o dei distretti della divis. & Ancona. Magg. generale comandamc superiore dei distretti della divis . di Palermo nel 1879, anelò in ri·serva nel 1880 e nel 1895 fu promosso ten . generale. Mi/ani Adolfo. Generale, n. nel 1868. Sottot. di caval leria nel 1888, divenne colonnello nel 1916. Pal'tecipò alla guerra contro I' i\ustria comandando i regg. Nizza cavalleria e cavalleggeri Caserta. Nel 1924 fu collocato nella r iserva e nel 1926 fu promosso generale di brigata . Mi/ani ✓1nto,,io. Medaglia d 'oro, n. nel 1895, a Lod i. Arruolawsi diciasscucnne nella R. Marina (Scuola SpeciaMilani Antonio lisli) divenne torpediniere silurista e partecipò alla guerra 1915-18, guadagnando una med. d'argento nell'impresa del canale di Fasana (1916) e venendo promosso secondo capo silurista per merito d i guerra. Due anni dopo partecipava all'impresa di Pola col comandante Pellegrin i e vi guadagnava la med. d'oro e la promozione a capo torpcdi-

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nicre per rneri lo di guerra. Dopo la guerra lasciò il servizio e si ritirò a Venezia. La motivazione di mcd. d"oro dice: ~ Con ,ublime spirito cli sacrificio e sommo disprezzo d: ogni pericolo, si offri,·a ,•olontario per formare I ·equipaggio di un motoscafo destinato a forzare il porto di Pola. Con ammirevole freddezza coadiuvava il suo comandante nel forzamento della base nemica, fulgido esempio d i virtt1 militari e di ckvozionc ai dovere" (Pola, noue sul 15-5-1918).

Mi Iano. Ciuà capo!. cli prov. e clella regio11c lombarda, sull'Olona, del Lambro. Venne fondata dai Galli Insubri, e fu poscia nelle mani degli Etruschi, tornando ai Galli di Belloveso quando questi invase l' lrnlia sottentrionale. Egli fece di M. la capitale della Gallia Ci,alpina. Stemma di Milano Caduta in potere dei Romani nel 222, essi la fortificarono, e prosperò rapidamente, più volte ampliando in tale epoca la cerchia delle mura, fino all'ingrandimento cospicuo sotto l'imperatore Adriano Augustu, fra i l 118 e il 120 d . C. e a quello p ure notevole clcll'impera1ore Massimiano Erculeo. sulla fine del Ili secolo. Ebbe allora la città corri robuste lungo le mura. >Jell'8j9 le !orcificazio1ù della città furono restaurate dall'arcivescovo 1\11 spcrto, aumentando le torri <l i dife,a; nelle mura si aprivano no,•c porte. ~cl T3i5 nuove fortificazioni vennero crcne eia Azzone Visconti. E, infine, nel secolo XVI, sono il governatorato spagnuolo di Ferrante Gonzaga, .\f. venne fortificalo alla maniera <lei tempo, ossia co11 cin ta bastionata, che durò sino ai 1750, quando se ne iniziò la demolizione per ragioni ed ilizie, demo lizione che venne eseguita a tratù successivamente. Il Castello venne cretto nd 1368 per opera di Galeazzo II Visconti, danneggiato dai Milanesi alla sua morte, restaurato da Gian Galea:.1zo, demolito in grande parte nel 1447 dai cittadini alla m orte èii Filippo Maria, riedificato ancora da Francesco Sforza. Quadrato, con due corrioni agli angoli verso la città, una corre (del Filarete) cbe crollò nel 1521 per scoppio della polveriera contenutavi, era diviso in due parti : il Palazzo, e la Rocchetta. Nel secolo XVI gl i Spagnuol i aggiun sero a q uesto corpo centrale sei baluardi, e tanaglie, cortine, str:1.de coperte, fossati . li Buo~aparte demolì rune queste costruzioni e lasciò ima11e le costruzioni sforzesche, adilx-ndole a caserme. La città ebbe a soffrire per le invasioni barbariche Distructa da Attila, presa dagli Eruli, e poi <lai Goti, e poi dai Longobardi, mantenne quasi sempre il rango di capitale delb Lombardia. li secolo X vede !a granclc potenza degli arcivescovi di .H.. i quali creano i re d'Jtalia, trani da signori di Ivrea, cli Spoleto, ciel Friuli, nìa poi chiamano gl i Ou oni d i Germania a debellarli, dando cosl luogo al loro inrervcnto nelle cose della penisola. ·e1 10-14, per opera di Lanzone, la lotta fra Ariberto e i Valvaswri dà luogo a conflitti con intervento della plebe, la quale si arma, si addestra, fa scntjrc il suo peso : la milizia cittadina è in grado in breve di affrontare la cava lleria feudale e combatte contro i nobili distruggendone i fortilizi. La città di M. è già potente all'epoca delle Crociate, alle quali invia agguerrite fanleric, guidate dall'arcivescovo 1\nsclmo di Bovisio che vi muore, e cavalleria, comandata d:1 Angilberto Puslerla e Senatore Settala. Lunghe lotte si , usscguono contro le città vicine, talvolta sue alleate, talvolta sue rivali. Nel l i i i abbatte e umilia Lodi;

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nel n27 Como. Pavia e Cremona, aiutate <la Novara e Vigevano, chiamano contro .lvi . l' imperatore Federico Barbarossa : ne deriva lunga guerra che termina con la costi-. tuzione della Lega Lo111ba,-da (V.), la battaglia di Legnano, la pace di Costanza. Dopo cli ciò il primato di M. è affermato senza contrasto. Notevole diviene fra k sue ind ustrie qudla c!elle armi bianche, di difesa o di offesa. Nel tumulto delle lotte fra Guelfi e Ghibellini, sorgono le due potenti famiglie dei Torriani e dei Visconti ,

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Milano nel secolo XVI

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tra le quali s1 guerreggia quasi senza interruzione fra il 1 270 e il 13JT : G uelfi i primi, appoggiati al popolo .e alla chiesa, Ghibellini i secondi, appoggiati ai nobili e ali 'Impero. Hanno quèsti la prevalenza, iniz iando la loro signoria sulla città con Matteo Visconti nel 1288, ottenendo dall'imperatore il titolo di vicario imperiale. A poco a poco i Visconti spinsero le loro conquiste oltre la Lombar dia, arrivando a possedere Bologna, Genova, Lucca, e battendosi .in -tUtfe le guerre di quel tempo, alleati o nem ici di Stati della penisola, come Piemonte , Firenze, Venezia. Verso la fine del XIV secolo il ducato d i .'vi. com prendeva zone del Piemonte, dell'Emilia, della Liguria, del Veneto, della Toscana, dell'Umbria. A lla morte di Fil ippo Matteo Visconti ( 1447) i Milanesi proc!amavano la « Repubblica Ambrosiana », la quale d urò solo 30 mesi. Francesco Sfor za, nominato loro capittt110 contro Venezia, non d urò fatica à impadronirsi del pocere e a ripristinare per sè il duca,o . Morto lui, gli succedette ne! 1466 i l figlio G ian Galeazzo, trucidato da una congiura d ieci anni dopo, e sostituito da Bianca Mar ia, e poi da Galeaz:,o, e infine da Lodovico, i l quale chiamò Carlo Vlll in Italia (1500). S' inizia da allora un periodo di l unghe lotte per la supremazia in It.al ia di potenze stranie re. Lodovico vi perde lo Stato, conteso i ra Francia e Impero. Governano ancora per poco due Sforza, Massim iliano e Fr ancesco 11 : ma il dest ino di ,v i. è segnato. Carlo V, che ha battuto la Francia di Francesco I, cede lo Stato a Fi lippo l.1: p rincip ia così una lunga, ves~atrice e spogliatrice dominazione spagnuola, che arresta e · pone in declino la potenza itidustr iale e commerciale della città. La quale r iprende a risorgere dopo il 1706, quando i} trattato di U trecht fa passare lo Stato di M . sotto la Casa d'Austria . Ne li 'epoca napoleonica, M. <li" iene prima capitale della repubblica cisalpina , poi del regno d'Ital ia, per rimanere ancora assegnata all'Austria dai trattati del 1815. I moti liberali e . costituzionali hanno

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l arga eco neila cllla, e a nulla vale lo sforzo di repressione poliziesca del1'A ustria, che popola le caJceri di pa tnotl e molti ne manda al pat ibolo . Quando l'Italia si desta, M . dà per prima il segnale, con le Cinque Giornate (V.), e continua, fallita la prim a guerra d'Indipendenza, a cospirare per la libertà dal giogo straniero e per l 'unità d 'Italia, finchè il 1859 vede appagati i suoi vot i. Collegio Militare di Milano. Venne istitu ito nel 1798 dalla Repubbl,ca Cisalpina per gli orfani dei militari; l'ordinamento fu riformato sotto il Regn.Q d'Italia (1807), ammettendovi 300 alunni , compresi · gli orfani. L'Austria, alla Restaura?.ionc (1815) lo mantenne, t rasformandolo in tcuola mii. superiore, detta dei Cadetti, i qu,di vi giunge, va.no provenendo da un Collegio mii. di grado inferiore, iitituito a Bergamo. Il Col!cgio durò fino al 1848; venne ripristinato nd 1859, soppresso .nel 1869, ricostituito ne l 1874, soppresso definitivamente nel 1895. La città di M . è sede del III C . d'A. e della 6• divis . mii. territoriale. È decorata di med . d 'oro per benemerenze patriottiche, « a ricordare le azioni eroiche compiute dalla cittadinanza milanese nelle cinque giornate del 1848 ». I. Battt1g!ia di Milano (222 a . C.). Appartiene al periodo che corre tra la prima e la seconda guerra Punica. Gl i Insubri , dopo I~ d is[atta di Casteggio, si volsero in ritir ata allo scopp di proteggere la loro capitale, ma i l console Cneo Cornelio Scip1011c Calvo li inseguì e li raggiunse sotto la capitale medesima . Come il console accennò ad allontanarsi da M ., i Galli sortirono cd assali rono la retroguardia. Cneo allora ord inò un d ietro-front e insieme con Claudio Marcello affrontò i nemici. I Galli combatterono con furore, ma pel disordine in cui erano venuti furono .::nessi 1n rotta, e si dispersero fra le n1ontagne vi-

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Fortificazioni di Milano (sec, XVI)

~ine. Cneo :i jnseguì, g uastò la loro campagna e attaceò M, conquistandola facilmente . La Lom bardia era ormai così in potere dei Romani,

IL Ba/taglia presso Milano (203 a. C .) . Appartiene alla seconda guerra Punica , e (u combattuta dal pretore P. Quinti:io Varo, e dal proconsole M. Cornelio Cetego, contro Magone , accorso ùa Gades in Italia per unirsi ad Anniba1c. Nella prima schiera furono collocate le legioni del


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pretore, nelJa retroguardia quelle del proconsole. La pugna durava da un pezzo ma i nemici restavano fer mi al loro posto. Quinti Eo allora con suo figlio l\·l arco prese il comando della cavalleria e si scagliò su l nemico, il quale non avrebbe potuto tener fronte, se Magone non avesse o pposto i suoi elefanti, con cui spaventò i cav~lli e rese vano il loro interve nto. L a duodec ima legione, tagliata g ià a pezzi in p arte, resisteva più per disperazione che per forze ; nè avrebbe resistito più a lungo se non fosse stata soccorsa dalla tred icesima legione che r ialzò le sort i della dubbia battaglia . Magone t rasse i Galli dalla retroguardia e li oppose alla fresca legione, ma furono facilmente sbaragliati . Gli ast ati dell'u ndicesima legione allora assaltarono gli elefanti, che già avevano po rtato scompiglio nella fanteria, con giavellotti, e li respi nsero indietro, ad dosso ai Car tagioesi stessi . Ciò scompigliò la testa della fanteria nemica , che con gli elefanti cominciò a retroce~ dere. Sino a ranto che Magone stette alla testa delle truppe le sue file, r itraendo il piede a poco a poco, mantenevano l'online di battaglia, ma, come videro cadere il loro comandante, ferito ;id una coscia, e portato quasi esangue fuori della mischia, subit amente tuHÌ si misero in rotta . Caddero morti 5000 nemic i e furono prese 22 bandiere; dei Romani restarono morti 2300 soldati, ere tribuni militari, M. Cosconio, M, Mevio, e Cneo E lvio, e 22 caval ieri schiacciati dagli elefan ti con alquanti centurioni . La none seguente Magone si allontanò e si ritrasse in Lig uria dove t rovò i messaggi di Cartagine che lo richiamavano in soccorso della patria pericolante. Eg li obbedì ed .imbarcò tosto le n1ilizic; n1a l ungo il ·v iaggio, morì per le ferite r iportate . 1

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riodo della seconda anarchia militare dcli 'impero romano e fu combattuta dall"im peratore P . Licinio Galliena contro g!i Alen1anni, i quali avevano invaso l'It41ia sino a Ra~ venna. Nella trepidazione generale il Senato fece grandi preparati vi . G !i Alemanni intanto, dopo d i ' aver saccheggiato gra11de parte del l'alta ltalia, ripresero la via del ritorno; ma, p resso M. furono raggiunti da Gallicno e messi in roaa.

VI. Assedio di Milano (268). Fu posto dall' imperatore l'. Licinio Gallieno, il quale vi bloccò il suo competitore Ameolo. Ma non riuscì a condur re a termine l'i mpresa, oerchè venne assassinato dai suoi soldat i, i quali passa~ono agli ord,ni dd rivale assediato. Il quale fu poco dopo fatto uccidere dall 'im peratore Claudio IL VII. Asstàio di Milano (538 -39). Appartiene alla guerra intrapresa dall'imperatore bizantino Giustiniano contro gli

Ostrogoti d i Vit ige. La ci ttà era stata presa senza coinb3 tterc dai !3izantini agli ordini di lvlundila nel 538, dopo la battaglia di Pavia . Ma Vitige, r icevuto un rinforzo di 10.000 Borgoga oni e raccol re milizie proprie, affidò a l nipote Uraia il compito di riconquistare la città. Egli vi pose l 'assedio, mentre i generali bizantini Belisario e Narsclc si tratteneva no nel le Romagne, e in principio del 539 la fame costrinse Jvluncli la ad a!'l'e ndersi. Scarse erano le twppe ai suo coma ndo, e la lunga resistenza era stat a possibi le sol,, per l'aiuto dei cittadini , stanchi ciel dominio èe i Goti. l quali, entrati in città, mandarono la guarnigione bì7.antin:i prigioniera a Ravcnna e punirono spie• latamente i cittadini, tacendone strage e saccheggian do ed abbattendo le case. Trentamila Milanesi furono uccisi in 1

tale ci rco'>tanza.

Vlll. Assedio di Milano (1037). F u posto daU-imperatore Corrado Il il Salico. Questi crasi recato a M ilano, donde aveva dovuto uscire a causa di un tumulto popobre suscitato dall'arcivescovo Ariberto, in lotta contro i minori feudatari del la regione, poi che voleva disporre dei loro feud i. L'ltnperarore si ritirò a Pavia, e vi aperse una

dieta, nella quale i feudatari esposero le _ loro lagnanze contro l'arcivescovo. Questi s i presentò JJCrsonalmen.te, ma,

11

La cittadella di Milano (sec. XVII) bastione Padilla; 2 , Rivellino delle Grazie; 3, Bastione di San Pietro; 4 1 Bastione VeJasqucz~ 5 1 Rjvellino di S. Ambrogio; 6, Bastione di A.cupa.

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,III. Battaglia di Milano (194 a. C .). Appartiene alla sollevazione gallica , iniziata t ra la seconda guerra punica e la seconda guerra macedonica, e fu com battuta e vi nta dal proconsole L. Valerio Fiacco contro i Galli Boi, i q uali, sotto la condotta di Dorulato, avevano passato il Po per sollevare gl 'Insubri. La sconfitta dei Galli fu completa: Io.ooo d i ess, trovarono la morte nella battaglia. IV. Battaglia di Mila no (259 d . C .). Avendo gli Sciti Alemanni, cioè M arcon1..tnni e

altri

Svevi , dcso1ato con

le loro scorrerie l'Irnlia superiore e centrale, l'imperatore P. Licinio Gallieno li attaccò p resso M., li sconfisse, ma non riuscì a cacciarli dalla pen isola . V. Battaglia pl'esso Milano

(263).

Appartiene. al

pe-

aven do riafTermati i propri diritti, _fu tratto in arresto . ,vl. si ribellò in favore del proprio arcivescovo, il quale, riuscito a sfuggire alla• prigionia, rientrò in città accolto t rionfa lmente. L'imperatore marciò subito contro i ribelli, e pose l 'assedio a M ., le cui mura vennero validamente difese. Un assalto generale, dato dagli Imperiali nel maggio, venne respinto. Per l' imperatore erano i feudatari, ai q uali egli, in una dieta tenuta a Roncaglia (28 maggio) concesse l'ereditarietà dei feudi, ciò che Ariberto non voleva.

L'Arcivescovo continuò

nella sua energica

difesa,

istruendo ed agguerrendo le milizie cittadine, e creando il Carroccio, che fu per la prima volta adoperato in questo assedio. Il q uale d urò poche settimane, e fu abbandonato da Corrado quando vide che la valida difesa e le valide n1ura non potevano essere superate, e si accontentò di sfo-

gare la sua irn sulle circosta nti campagne, devastandole, rit irandosi poscia a C remona. IX. Assedio di Milano (1041-1044) . Enrico III di Ger mania, succeduto a Corrado II, fece la pace con l 'arcivescovo Ariberto, i l q uale però p retese di governare con l'antico sistema, non tenendo conto delle deliberazioni imperiali ddla Dieta di Roncaglia . Tuttavia i minori feudatari si erano rappacificati con l 'arcivescovo, e, subito dopo avevano fatto alleanza coi nobil i, ~ngariando il popolo, nel quak erano compresi i mercant i e gli artigiani . N el


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in una contesa con i nobili, ri111ase ferito un plebeo: ne nacque un con flitto, e poscia un 'u nic:,ne giurata di lutto il basso popolo contro i nobili, dai quali p iù non si voleva lasciar calpestare, I popolani milanesi del 1041, che a,·evano insieme ai nobili difesa Milano contro l 'imperatore Corrado lJ nel 1037 ·e acquistato perCio un ce!lo sentimen to di eguaglianza ci vile e non reputavano piè, ili essere gregge pauroso e serv ile, non riconobbero più a pochi concittadini il d ir itto di oppressione che negli antichi duchi sembrò loro quasi legit timo, Coll'uso delle armi già imparato fecero propria l 'offcsa recata. al compagno, le impugnarono nuovamente e scesero nel le v ie deliberati a combattere le classi nobiliari e metter fine alle loro 1>repotenze, Fino dai p rimi giorn i il furore fu tale che non si dette q uartiere. 1 popolani dovevano essere certamente più nu1ncrosi dei nobili: ma questi avevano per sè le armature complete, .i cavalli in assetto di guerra, le feritoie dei loro palazzi di pietra, ia pii, profonda cognizione degl i ord ini militaJ i, Sicchè mal!!;rado la pro1041,

porzione numerica, i pri[!li combattin1cnti non erano riu-

icit, favorevoli all'insurrezione, la quale probabilmente sarebbe s.tata repressa e don1ata se un uo1no, uscito

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da tut~

t 'altra schiera, non le avesse d ato i l polcnle aiuto del suo valore. Costui chiamasi Lanzonc, era giudice e notaio, e per sentimento magnanimo di pietà verso gli oppressi, o spera11d_o di poter volgere a soddisfazione d i ambiziosi d isegni le forze loro, determinato a imped ire lo sterminio di cui la parte a ristocratica mi nacciava, vincendo, la plebe

ribelle, si gettò nel tumulto e fu eletto per una unanime fiducia capitano del popolo. Egli seppe guidare le schiere insorte con tanto vigore e con tanla sagacia, da obbligare i nobili ad uscire nascostamente, con le loro famiglie, dalla città. Ed avendo i nobili fuorusciti, distribuiti 11.e i loro forti castelli, con L'aiuto dei conti della Martesana e del Seprio, posto l 'assedio intorno a Milano, per tre anni i borghesi, aoinut i da Lanzone, resistettero a tutli gli orrori della guerra e della carestia, combauendo quasi ogni giorno cd opponendo ad offese formidabil i sapienti d ifese. Nel terzo anno comparvero in Lombardia legati del re Enrico a pubblicare l'cd itlO di T reviri, con cui bandivas, la p_acc in tutto il regno. Questo editto era l 'cpi• logo d i una serie cli ani del re ted esco, diretti a far cessare le contese in tu tte I.e provincie d el regno tedesw e che, collegandosi alla politica generale d i Enrico III e al concetto eh 'egli s'era formato dal la sua missione sovrana, dovevano abbracciare pure g li Stati vicini e mirare ad una p<1ce mondiale u niversaie. L'intervento dei legati <li re Enrico 111 riuscì vano a far cessare la guerra m ilanese, e d allora Lanzone, mosso da l!n duplice concerto, militare e politico, si recò, alla fine del 1043 o ai primi del 1044, in Germania, dove stipulò con Enrico un trattato d'alleanza, basato sopra un eventuale intervento di milizie tec.ksche in Milano. ?-.1a, ritornato fra i con1battenti, ripensando al pericolo d i questo intervento, aperse tr attative coi nobili fuorusciti, com unicando loro il patto <l'alleanza e pcrsuaclcn•lo! i della im possibilità in cui si sarebbero tro-

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Pia::~:. di Milano nel secolo XVII


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Il castello di Milano nel secolo XVIII

vati di resistere a un duplice assalto. Ed avuto facoltà da entrambe le parti di proporre cond izioni di p ace, esortò i nobili a r inunziare per sempre al dominio della città, a rientra re pacificamente nei loro palazzi, accordando e ricevendo piena amn istia per le reciproche violenze di guerra, e impegnandosi a discutere tranquill'amente con tutti gli altri cittadini i comuni interessi. Acceltate queste condizioni, i nobili si rassegnarono a smettere le loro pretese alla supremazia politica e ritornarono, in attitudine d imessa, nella città . Ove, per iniziativa di L anzone, furono subito discussi_, in un con1itato di arbitri, gli ordinamenti necessari per attivare, sulle ,rnove basi, il goveino della città . E così sorse a M . il comune auto nomo. X. Assedio di Milano ( n 58). Appartiene alla seconda spedizione itaLlca dell ' imperatore Federico I Barbarossa di Germania. Dopo la resa di Brescia (1158) i l Barbarossa confermò il bando contro Milano e si incamminò con ) 'esercito verso l'Adda; il 23 luglio giunse al pnn te di Cassa no, difeso da una parte dell'esercito milanese, che si ritirò solo dopo aver sostenuto un forte combattimento . Al bando dd Barbarossa era<10 accorse \e milizie dei capitani, conti e marchesi d i. tutta la Lom bard ia e delle città di Pavia, C remona, Como, Bergamo, Lodi, Mantova, Verona, Parlova, T rev iso, Aquile ia, Piacenza , Parma, Modena, Novara, Reggio, Asti, Vercelli, Ivrea, Alba, Genova, Ferrara,

Cesena,

Bol_ogna,

Imo la ,

Forlì,

Rimini,

Ancona~

Fano e di mo lte città toscane . L'esercito jmperiale credesi · superasse i centomila fanti e disponesse di q uindicimila cavalieri; esso fu diviso intorno a M'ilano, in vari acca111.. pamenti. T rovavasi ]a città guernita di forti mura, di altissime torri e di u n p rofondo fossato pieno d'acqua corrente . Ai cittadj ni non mancava nè valore nè esper ienza nelle armi per ben difendtrsi. In u na sortita vigorosa assalirono i Boem i, accampati al monastero d i San Dionisio . li combattimento fu feroce da ambo le parti, ma accorso l'imperatore con altre miliz ie , i Milanesi furono costretti a r itirarsi. Avevano inoltre essi messo quaranta soldati alla difesa dcli' Arco romano, fabbrica di quattro arch i con torrione d i sopra composto di grossissimi marmi fuori di porta Roma na . Per otto giorni essi si difesero strenuameilte, ma, no n potendo resistere più al continuo tirare dei balestrieri, alla fine si ar resero. Il Barbarossa lì sopra fece collocare una petriera che incomodava forten1ente i Milanesi; ma questì , con opporne un'altra fecero sloggiare di là i Tedeschi. Cresceva intanto nella città la penuria dei viveri, mentre una fiera epidemia mieteva le vite di molti. Nel frattempo gl 'I mperiali davano il sacco al!e contee del Seprio e ai castelli e alle ville dei dintor ni e tag liava no alberi e vili; ma pi ù che i tedeschi sfogavano la loro rabbia i Pavesi e i Cremonesi contro la città rivale. In tale stato trovavasi la misera Milano, quando 1

Guido, conte d i Biandrate, uomo saggio e stimato sia dai Tedeschi che dai Milanesi, entrò in città e perorò la resa con tale facond ia che indusse gli assediati ad imp lorare la misericord ia de! sovrano. La pace fu loro accordata dal Barbarnssa e accettata dai Milanesi il 7 settembre u 58, a condizione di rinunciare ad ogni supren1azia su Lodi e

Como, giurare fedeltà all'imperatore, rilasciare i prigionieri, consegnargli trecento ostaggi, pagarg li novemi)a marchi d'argento, fabbricargli un palazzo in Milanè,, rimettere nelle sue mani le prerogative regie e infine sottoporre alla app/ovaz,one di lui la nom ina dei consoli milanesi. Il Comune avrebbe solamente conservato i privilegi ere• ditati dal comitato vescov ile, nonchè il dominio cli Monza e delle contee del Seprio e della Martesana. Sottoscritta la pace dopo quattro settimane d i tena resiste1na gloriosa, l'arcivescovo e il clero con le reliquie, i consoli e la nobilt/,, coi piedi nudi e con le spade sopra i l collo, e la plebe colle corde al collo, andarono nel dì seguente a chiedere perdono al vincitore, il quale si era allontanato q t1attro migl ia dalla città per maggior fasto cd a/finchè i supplichevoli passassero in mezzo ai soldati allineati per cuna la strada. Dopo che i Milanesi solennemente si sottomisero e . dopo che Federico e tutto il suo seguito ebbero fatto il loro solenne ingresso nella città ed innalzata la bandiera imperiale sulla torre della metropolitana di Milano, le alleate della vinta città, Crema e Tortona, seguirono il suo esempio e si sottomisero. Xl. A ssedio di Mila1l0 (u61 -62). Appartiene alla seconda spedizione di Federico Bar barossa in Italia. Questi, dopo di avefe devastato il territorio circostante, strinse la città senza osare di ass.i,lirla, d ate le robuste mura e la decisione risoluta dei cittadini di difend)rsi fino agli estremi. Il blocco, iniziato nel]'estate, era com pleto al princir.io dell'inverno_, nè più riuscì agli assediati di approvvigionarsi, tanto che ben presto incon1inciò a ren dersi grave la penuria dei viver i, tanto più che eransi rifugiati dentro alle m ura anche g li abitanti del contado. Federico fece sbarrare t utte le strade con ope.re di fortificazione, mentre continuan1ente accorrevano nel suo cam po rinforzi con~

dotti da principi tedeschi; militavano inoltre per lui contingenti di città nemiche di M ., come Lodi, Pavia, Cremona, Novara, Como, e altre. All'inizio della primavera del 1162 una ulteriore resistenza apparve impossibile. Cercarono i Milanesi di ottenere condizioni di resa sopportabili, ma l'i mperatore rimase fer mo nel volerla a discre• z ione . E il 1° marzo gli otto consoli ciHadini si presentarono all'im!Jeratorc, in Lodi, offrendogli la resa sen7.'altro. Tre giorni d opo essi r icomparvero con 300 cavalieri e consegnarono le chiavi delle porte e delle torri, e i 36 stendard i del Comune. Il 6 marzo, 1000 fanti preceduti dal Carroccio, si presentarono all 'impera tore,


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divisi in cento gruppi , scalzi, con una corda al collo, col capo coperto di cenere, in segno di pentimento e di sottomissione. Primo atto imposto loro fu quello del giuramento di obbedienza e' di fedeltà. Quindi consegnarono 400 ostaggi cldle più cospicue famiglie. L' imperatore annunciò che condonava la vita ai ribelli, e licenziò la popolazione, che tornò avvilita e umiliata a lle proprie case. Ma il l9 marzo egli ernanò l'ordine che gli abitanti sgombrassero la città, e si concentrassero in quattro villaggi fuori cli <lSSa . L'ordine fu eseguito il 25 marzo, e il giorno seguente l'imperatore fece il suo ingresso per una breccia fatta eia lui apr ire nelle mura, decidendo la distruz ione di M., e affidando il tristo compito ai contingenti delle città italiane che militavano per lui. li compito fu eseguito con l'incendio dopo il sacchegg io, e con l'abbattimento ddk case. Tuttav ia non fu completo nelle opere fortificatorie, data la loro rnbustezza. Per cinque anni i Milanesi non rim isero il p iede nelle rovine della loro città, finchè anche le città lombarde già loro nemiche non compresero che la risorta cillà avrebbe rappresencato una valida difesa per tutti : nel u67 milizie bergamasche, bresciane, crcmo11esi, mantovane e veronesi fecero rier1trare (27 aprile) i fuorusciti nella città, la quale ben presto risorse.

XII. Assedio di i';Ji!ano (1323) . Appartiene alla guerra mossa dal papa Giovanni XXII e dal re Roberto cli , Napoli a i Visconli. L 'assedio venne posto dalle mi liz.ie cli cosroro, comandate da Raimondo di Cardona, il 13 g iugno, e durò due mesi. Le milizie mercenarie tedesche d ei Visconti si ribellarnno, ma furono dai Milanesi domate. E subito dopo dieci bandiere di Tedeschi che militavano nell'esercito assediante passarono al soldo dei Visconti. I quali eseguirono ripetute sortite, mentre nel campo pontificio le malattie decimavano le truppe e scarseggiavano viveri. In fine di l uglio, l'assedio fu abbandonato . Xlll. Pace dì lvii/ano (8 giugno r:358). Pone fine alb guerra fra i Visconti e Giovanni marchese del Monferrato, il quale era stato assediato in Mantova fi n dall'anno precedente. La guerra non aveva condotto nessuna delle parti alla vittoria . Alle trattative prese parte anche un rappresentante dell 'Impero. Galeazzo Visconti riebbe Novara e Alba, perdute dura nte la guerra; il marchese Giovanni riottenne le perdute città Asti e Novi. Genova, che aveva approfittato della guerra per rendersi indipendente, tale rimase sottraendosi così al ~iogo dei Visconti; Giovanni d'Oleggio r imase signore d i Bologna. XlV . Prm, di Milano (1412). Appartiene alle lotte intestine fra i membri della famiglia Visconti. Il 16 maggio 1412, veniva assassinato nella chiesa d i San Gottardo Giovanni Maria Visconti, duca di M., e subito dopo Astorre \.'1sconti, bastardo di Bernabò, era acclamato duca. Il fratello dell'ucciso, F ilippo Maria, che trovavasi a Pavia

òove aveva sposato in quei giorni la vedova di Facino Cane, marciò su ,'1. Quivi erasi chiuso nel castello un gruppo

di soldati del duca ucciso, comandati da Vincenzo Marliana. I quali, non avendo voluto arrendersi ad Astone, vi erano stati da lui assediati. Filippo riuscl ad entrare nel castello, e poscia a gettarsi in città, dove venne ac-

clamato duca dal popolo, mentre Aston e riparava a Monza. XV . Assedio di Mi/mio (1449-50). Appartiene alla guerra intestina determinata dalla proclamazione del la Repubblical Ambrosiana. Erasi questa alleata con Venezia, per tener testa alle pretese d i F rancesco Sforza, ma questi, fatta la pace col duca di Savoia col quale guerreggiava, e raccolte tutte le proprie milizie, piombò nel Milanese e st rinse ~

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d'assedio la città sulla fine del 1449. Iacopo Piccinino, che comandava l'esercito dei Milanesi, ne era uscito per unirsi alle u·up pe veneziane, condotte eia Sigismondo Malatesta e da Bai·tolomeo Colleon i. I cittad ini, che avevano seminato il grano posseduto e si trovavano privi di viveri, non soccorsi dal loro esercito abilmente fronteggiato dallo Sforza , il 24 febl:iraio 1450 si ribellarono ai loro capi, uccisern a furore di popolo l'ambasciatore veneto Leonardo Veniern, e, condotti da Gaspare da Vimercate, occuparono le por te della città. Tenuta quindi un'assemblea, proclamarono Francesco Sforza signore di M. ed egli vi fece il suo ingresso il 26: cadeva così dopo soli 30 mesi di csiste11za, la Repubblica Ambrnsiana. ·

XVI. Guerra pe,- la conquista del Ducato di ;\,/i/a.no ( 1400-1500). Luigi Xll di Francia, accarezzando il disegno di riaffer mare il predomin io francese in Italia, trasse argomento dall'essere discendente di quella Valentina Visconti cui Gian Galeazzo av,eva concesso il d iritto di successione nel ducato di Milano, per muovere alla conquista- del Milanese. E, collegatosi con la repubblica di Venezia e col papa Alessanclro VI, assicuratasi l'amicizia del duca di Ferrara, delle repubbliche toscane e del duca di Savoia, nell 'agosto 1499 inviò in ltalia un esercito, cap itanato dal fuoruscito milanese Gian Giacomo Trivulzio. Questi, valendosi dell'appoggio della città di Asti, e ddla conoscenza dei luoghi, senza gravi difficoltà, giunse in pochi giorni nelle vicinanze di Milano . Lodovico il Moro, abbandonato da tutti e malsicuro delle popoln.ioni, dopo aver affidata la difesa del Castello a Bernardino da Corte, il 2 settembre d ello stesso anno abbandonò M . dirigendosi, per la Valtellina, in Germa,ùa. I Fra ncesi occuparnno il Castello che fu loro ceduto dal govern.atore. Ma pochi mesi più tardi, lo Sforza, approfittando del malcontento seminato fra i Milanesi dal Tr ivulzio, rientrò in Lombardia con ro.ooo Svizzeri, scacciò i Francesi da Milano, mise il blocco a l Castello, respinse il Trivulzio fino a Mortara, s" impadrnnì di Novara. I Francesi, ricevuti r in forzi, ripresero presto !"offensiva: Tortona fu saccheggiata; Novara, ove si trovava i l Duca, fu assedia,ta dal La Tremouillc; lo Sforza, tradito rlai suoi Sviz·zeri, fu consegnato ai Francesi il 10 .aprile 1500. Luigi XU lo fece chiudere nel Castel lo di Loches, dove morl dieci anni più tardi. Il Ducato di M . rimase così in possesso dei Aanccsi. A questa guerra si ricollegano alcune spedizioni militari di secondaria i mportanza, con le quai. il Re di Fran~ia portò a iuto a principi o Stati ita liani suoi alleati, come Firenze, che guerreggiava con Pisa, e Cesare Borgia in lotta contro Caterina Sforza. XVII. Guerra fJ<'r la riconquista del Milanese (r5r5). A Luigi XII, nel 1615, successe nel trono di Francia Francesco I, il qua le, tra gli alt ri suoi titoli , volle mantenere quello di duca di Milano, palesando così la ferma volontà di ten tate la riconquista del Mi lanese. A tale scopo si accordò col re d'Inghilterra e rin novò l'alleanza con Venezia. Contro di lui si minsero in lega la Spagna, l' Imperatore, il Papa cd il duca d i !lfilano, Massimiliano Sforza. Francesco I approntò un grnsso esercito di 40 .ooo fanti e 20. 000 caval ieri, con 372 pezzi di artiglieria. Forza notevole rispetto a quelle messe in campo nei periodi precedenti, e superiore anche a quella che Carlo Vlfl aveva condotta in Italia per la conquista del reame d i Napoli. Tanro maggior rilievo occorre dare all'entità di questo esercito, in quanto esso dovette, per la sua stessa complessità, superare notevoli ostacoli nel transito della zona alpina. Il re di Francia radunò il suo esercito fra


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Grenobk e Briançon, con l 'intcnzione di passare le Alpi Jn ciò trasse forse ammaestramento dagli avvenimenti della attraverso jJ Monginevra. Ma gli Alleati, con 30 .000 Svizrecente campagna del 1509, durante la quale le truppe zeri, avevano occupato forti posizioni al Monginevra ed imperiali di Massimiliano, per quanto preponderanti di al Cenisio, e pitì indietro a Susa ed a Pinerolo, con I' innun1ero, non era.no riuscite a penetrare .od ia pianura vctenzione di impedire ai Francesi di shoccare in pianura. 11eta, per aver trovati i passi di cresta e gli sbocch.i ddlc Un altro corpo <l 'esercito era stato i nviato a Cremona valli occupati dai Veneziani. Gli Svizzeri, viste aggirate per fronteggiare i Vcncziani Francesco I, accogliendo il le posizioni di Susa e di Pinerolo per effetto della detta manovra, dovettero necessariamente ritirarsi, e per la sr. consiglio del Trivulzio, capitano molto avveduto e pratico delle aspre regioni alpine, imbastl una manovra rnnto del Po, saccheggiando durante il cammino Chivasso e logica quanto ardira, quando si pensi alle ditTicoltà ofVercelli, si ritrassero nel Milanese. l Francesi p untarono ferte d alla montagna e rese ancor più gravi dalle condisu Pavia e presero posizione a .Marigna no (Melegnano) sul zion i de i materiali di cui gli eserciti erano allora dotat i. Lambro, fra gli Svizzeri che coprivano 1\,f. e gli Spagnuoli che erano g iunti a Cremona. Ne derivò la battaglia di A tal proposito giova ricordare la notevole massa d i artiglierie di cui disponeva il re d i Francia. Il grave peso e Marig nano, o ,Heleg11a110 (V.) decisa in favore dei Franquindi la scars;i mobilità delle bocche da fuoco , in relacesi per il tempestivo intervento dei Veneziani guidati dal1' Alviano. Gli Svizzeri ripassarono le loro montagne e il zione alla povertà della rete stradale, avevano grandemente infl uito sulla quantità delle artig lierie al seguito deduca Massim iliano, resa la cittadella d i Cremona ed il castello di Mi lano, dovette cedere al re di Francia 1 su01 gl i eserciti campali della fine del XV e de ll ' inizio del XVI secolo. Grande diffidenza aveva suscitato l 'esempio diiilli sulla Lombard ia. La guerra si chiuse con alcuni trattati e convenzioni (Noyon, Friburgo, Viterbo) per le di Carlo VIII, che, duran te la spedizione nel Napolitano, aveva dovuto disseminaJe di pezz i i l cammino attraverso quali: gli Svizzeri si accordarono col re, concedendogli di le Alpi, sebbene non ostacolato dal nemico, riuscendo a trarre m ilizie dal loro territorio; il papa accettò alcuni traspor tarne in p ianura un numero modesto che, impiegato sacrifici terntoriali e concesse a Francesco I il diritto d i nomina delle dignità ecclesiast iche i ,1 Francia; il re di a Fornovo, produsse un effetto ir rilevante : 42 bocche da fuoco misero complessivamente fuori combattimen to dieci Spagna e l'Imperatore, a mal incuore, si riconciliarono con uomini . Francesco I potè conseguire miglior risultato, mil'avversario. gliorando il materiale, unificandone i calibri e rendendolo XVIII. Assedio del Castello di Milano (1515). Dopo la più leggero e più mobile. ·11 re di Francia, conosciuta la battaglia di Marignano (Melegnano), Massimiliano Sforza dislocazione e le intenzioni degli avversari , fece scgrctasi chiuse nel Castello d i M. con 1500 fanti svizzeri e 500 mcnrc riconoscere i passi alpini e scelse, come pii, adatto italiani, mentre il resto dell'esercito svizzero battuto nella a dar transito al suo esercito, i l poco noto colle dell 'Ar detta battaglia si ritiiava i,1 patr ia. Francesco l inviò gentera. Ment re un distaccamento di cava lier i, condotto ad assediare il Castello i l Navarra, che avv icinò con gatti dal La Palisse, faceva d imostrnioni al Monginevra , ed e travate il fosso , dalla parte settentrionale, e incominciò un corpo di truppe leggere sbarcava a Genova per richiaa lavorare di m ina . .il 4 ottobre si venne a patti : Massimare l'attenzione degli Svizzeri, posti a guardia delle m iliano si ritirò in Francia con una pensione; alla guarA lpi meridiona li, Francesco I si spostò con l'esercito dalla nigione vennero dati 6000 scudi. valle della Ourancc a quella dcll'Ubaye, e, dopo cinque giorni di notevoli difficoltà, l'esercito francese riuscì a XIX. Combattimento di Milano (1521). Appartiene alle superare la crisi della traversata alpina. Le fanterie, sotto guerre tra Francia e Impero. Il Lautrec aveva dovuto rila direzione d i Piet ro Navarra, si prodigarono nel rimuopiegare dall'Adda su M ., i nsegu ito dagli Imperiali dd vere ostacoli per faci litare il passaggio delle i mpedirnenta . marchese <li Pcsçara. I quali avanzarono con •~o_o cavalli e Furono gettati ponti sugl i abissi, furono fatte brilla re po3000 fanti sul la città, sbaragliarono un corpo <l i cava lleria derose m ine, i pezzi furono t<ascinati a braccia da cima francese uscito loro incontro da Porta Romana , e attac a cima. Francesco I potè così giungere il 15 agosto 1515 carono le llifese di questa stessa porta, sui bastioni della a Saluzzo, mentre il distaccamento del La Palisse attraverso quale erano a guardia i Veneziani con Teodoro Trivulzio il colle dell'Agnello, per Dronero e Sav igliano, quasi cone A ndrea Gritti, alleati dei Francesi. Gli Jmperiali, dopo temporaneamente raggiungeva Villafranca ove sorprendeva breve scambio di fucileria, diedero ]'assalto e ne derivò la scarsa guarnigione e faceva prigioniero Prospero Coun 'aspra e lunga lotta, ma infine essi superarono le dilorllla, comandan te delle t ruppe alleate nel Piemonte. fese, catturando il Trivu lz io, mentre l'altro comandante L'operazione rappre:~enta un notevole esempio d i quella riusciva a fuggire. li Lautrec sgombrò M. lasciando guarevoluzione che si andava verificando nell'arte militare in n igione nel Castello. 3000 Veneziani erano caduti uccisi, conseguenza della maggiore ampiezza dei teatri di guerra, e altremnti dispersi e sbandati. Nella presa città potè dell 'ingrandimcnto degli eserciti, e della complessità degli tornare così il duca Francesco Sforza. scopi. Nella condotta di quest a operazione si riconosce XX. Assedio del Castello di Milano (1521- 2_{). Assediata l'abbozzo di una manovra per raggiungere un obiettivo fi ,1 dal 1521, in priocip io del 1523 la guarnigione franstrategico nelle più favorevoli condizioni di tempo e di cese era agli estremi. G li Imperiali d i Carlo V, gu idati luogo, mediante l'armonico impiego delle forze· e lo sfrutda Prospero Colonna, non erano riusc iti a supera re colla tamento dei va,uaggi della sorpresa. La spedizione di forza le difese, cd ebbero il Castello (24 aprileì soltanto Francesco I, in questa prima par te di svolg imento, si per mez7,o del blocco, quando m ancarono ai difensori i p resta ad un ';tltra osservazione: l'importanza assunta, come viveri. Soltanto 45 uom.ini erano ancora validi fra essi. fattore nel piano di guerra, dalla natura del ter reno del La resa perm ise a Francesco II Sforza di recuperare nomiteatro di operazioni. 11 re di F rancia, per sottrarre il suo iialrnente !a signori;, dd ducato cli Milano, ottenendone, esercito (per quanto pii, potente) dal pericolo di una lotta a gravosi patti, l'investitura dall 'imperatore Carlo V. con rro un .avversario raccolto e

s.aldamente sisteJnato su

formidabili posizioni, seppe approfittare di passaggi meno noti per superare la crisi del la marcia attraverso · 1e Alpi.

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XXI. Assedio del Castello di 1vfilano (r526). Fu posto dagli Imperiali (8000 tra Spagn uoli e Tedeschi) poi che lo


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Sforza non aveva piegato il capo a .tutte le esigenze del• l'Imperatore. Egli si chiuse nel castello con 800 fanti, e il duca d'Urbino marciò su M. per liberarlo: ma, giu nto il 7 luglio davar,ti alla città, la trovò ben gua rdata e dopo breve scambio di cannonate si ritirò. Il duca, non potendo più resistere, nè sperare in soccorsi, si arrese e ottenne di ritirarsi a Lodi.

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ciel re di Fra ncia di cedere due cldlc principa!i piazze con una parte dell'esercito per in vadere il Milanese, il duca di Savoia accetta la proposta d'una alleanza colla Spagna. Questa potenza comprende il duca n.ella grande alleanza . Da II n 12 mila Spagnuoli entreranno nel Piemonte dalla parte di Vercelli per congiungersi colle truppe ducal i, Se si potranno conquistare sui Francesi Pinerolo e Casale, la prima città sarà

XXII. Trattato di Milano (7 maggio 1531). Concluso tra Francesco Il Sforza e gli Svizzeri e i Grigion i, per la guerra contro Giovanni Dc' Medici, detto il Medeghino, castellano di Musso. I! trattato m irava « alla totale ruina espulsione e distruzione del p refato Castellano, con la recuperazione di tutte le Terre, Castelli, Fortezze e Paesi che sono rn suo possesso » . Si stabiliva che gli Svizzeri

restituita al

Duca,

sulla seconda reste-

ranno salve le ragioni d i Spagna. Le altre conquiste si divideranno per mctit. Cedere alla intimazione di Francia era come rinunz.lare ad essa l'intera sovr:lnità dello Staro. Vittorio 1\medeo,. sebbene circondato da! le mi lizie francesi e in una condizione piena di pericoli, non pensò che all'onore e all'avvenire della sua Casa, e arditamente conchiuse questo trattato, col quale i l Piemonte entrò m

/\ssédio del Castello d i Milano (1734)

dovessero contribuire con 200 0 u. e art iglierie, e i l Duca con adeguate forze e con I 'armamcoto di una flotta sul lago di Como. Le spese per le truppe sv izzere, a carico del Duca; al quale spettavano le te rre conquistate, mentre il botti no in beni mobili era d~ spartirsi a mcrà. XXIJI . Trattato di Milano (16 novçmbre 1603). <,{)Jl• eluso fra i Grigion i e il' governatore spagnuolo Fuenres dello Stato <li M . Conferma precedenti accordi r igua rdan ti il commercio fra la Valtellina e !o Stato di M . e contiene la clausola che i Grigion i negheranno il passo ari eserciti che dalla valle tcnrnssero di scendere in Italia per assalire lo Stato di M ., e alt rettanto farà quest'ult imo verso i Grigioni per la Valtellina. XXJV. Tra/lato di Milano (5 màggio 1639). Concluso fra lo Stato di Milano (sotto la Spagna) e la Rezia, come accordo di pace e amiciz.ia perpetua. Le sorti della Val• cellina ernno decise nel senso che n mancva ai Gri~ gioni. XXV. Tmtlato di ,\!filano (3 giugno 1690). ,\ lleanza offensiva e difensiva fra Spagna e Savoia . •\ ll'intimazione

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un periodo nuovo cli vita politica e militare , Fino allora l'ìrnper.ato re , la Francia e la Spngn 3 avevano riguardato

il Piemonte come loro vassallo. Da questo momento tutti comprendono che il piccolo Stato ha in sè tanta forza da meritare considerazione 11ella bilancia europ('a . XXVI. Assedio del Castello di lvfi/ano (1706-07). Appartiene alla guerra per !a Successione d i Spagna, e !u posto dagli Imperiali il 26 settembre 1706. Il gen, francese Vaudernont, abbandonando M ., aveva lasciato nel Castello due bgl. al comando del marche~e cli F lorida, e il principe Eugenio, entrato i n città, si accontcmò <I.i farlo bloccare, 111:entrc pro.seguiva le sue opcrazjonl contro i Fran-

cesi. Il 29 genna io 1707, il principe, tornato a M., ini,;iò le operazioni d ·attacco regolare al Castello. li governatore tirò sulla

città recando lievi d annj,

men tre Eugenio fa-

ceva scavare trincee cd erigere batterie ad iniziare il fuoco. 11 22 febbra io, 40 pezzi erano in azione contro i! Castd !o. Il marchese di F lorida si difese vigorosamente, ed eseguì due sortite in 00r7.,C, che vennero respi1He. 11 1~ n13rzo, il fuoco t.!cgJi :issedian ti si intensificò, rnen tre fervevano

le trattative d i pace. Firmata questa il 13 marzo, i Fran•


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cesi abbandonarono il Castel lo, e, rn base al trattato, l'Italia. XXVII. Tratato di Milano {24 ottobre 1726). Concluso fra Carlo VI d'Austria con le leghe dei Grigioni, a compleme.,u o e ampliamento di quello del 1639, e riguardante la linea di cofinoe fra lo Stato di Milano e quello dei Grigioni. XXVIll. A ssedio del Castello di Milano (1734). Appartiene alla g uerra per la Successione di Polonia, e fu posto da Carlo Emanuele III di Savoia dopo la p resa di Pizzighettone. I l duca, entrato in M. l' n d icembre , trovò occupato il Castello da una guarnigione imperiale comandata dal gen . Visconti, e fece immediatamente eseguire l 'attacco, aprendo trincee e armandole con 40 cannoni e 12 bombarde, che aprirono il fuoco il 21. Le artiglierie ciel Castello furono presto ridotte al silenzio : il 27 il d uca fece battere in breccia, e il 30 il generale alzò bandiera bianca, arrendendosi al duca di Savoia. XXIX . Assedio del Castello di Milano (1 745-46). Appartiene alla guerra per la Successione d'Austria. I Gallo Ispan i, condotti dall' Infante Filippo di Spagna, entrarono

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il 16 dicembre a .'vl. , che gli Austriaci avevano abba ndonato lasciandovi guarnjgione nel Castello. E questo venne subito investito, ma solo il 20 febbraio l' Infante, d'accordo col maresc. francese Maillebois, si decise a iniziare i lavori di trincea, che sospese poco dopo perchè ebbe notizia dell'arrivo di rinforzi imperiali diretti a _lv[. Ciò lo determinò a far partire le artiglierie verso Pavia-Stradella, per ricongiungersi al Maillcbois che era a Novi, e il 18 marzo a lasciare M. con tutte le sue truppe . XXX. Trattato di Milano (8 febbraio 1763). Riconferma , trattati precedenti, del r639 e del 1726 e delimita la linea cli confine t ra i Grigioni e lo Srnto di Milano (appartenente ali' Austria). XXXI. .-foedio del Castello di Milano (1j96). Appartiene alla campagna del Buonaparte in !calia. Dopo le vittorie ottenute in Piemonte, egli entrò in M . il 15 maggio senza combattere, poi che gli Austriaci se ne erano allontanati, lasciando solo una guarnigione di 1800 u. nel Castel lo, agli ordini del gcn. Lanner. Toccò al gen. Despinois, lasciato dal Buonapartc a governare M. , di b!occare il Castello . Soltan.to il 18 giugno fu aperta la trincea,

Milano nel sec. XIX


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per mancanza di artiglierie d'assed io, le quali furono poste in batteria il 27. Dopo 48 ore di fuoco, i l Lanner scese a patti e depose le armi, ottenendo gli 0110ri delle armi, ma restando prigion iero di guerra. I F rancesi si im padronirono di 150 canaoni con abbondanti munizion i e di 5 000 fucili. XXXlI. T rattato di Milano (16 maggio 1797) . Pace tra Francia e Venezia. li Gran Consiglio, per il bene della patria e la felicità dei concittadini e per impedire nuovi atti ostili contro i Francesi, rinunzi;i ai suoi diritti sovrani, ordina l'abdicazione dell 'a ristocrazia ereditaria, e riconosce la sovrani tà dello Srato n ell' assoc iazione di tutti i cittadin i, a patto però che i l nuovo governo garantisca il debito p ubblico nazionale, il mantenimento dei genti luomini poverì, le pensioni vita lizie, ecc. Per tutelare l 'ordine in Venezia, la F rancia, sulla richiesta fattale, accorda una divisione di truppe, la quale si r itirerà quando cesserà il bisogno. Le altre di vis. dell 'esercito francese sgom breranno il territorio veneziano alla conclusione "della pace contine ntale. La prima cura del governo provvisorio sarà d i terminare il processo contro i supposti autori dei disord ini di Verona. Le due repubbliche s'intendera nno sullo scambio di diversi territori . Venezia pag herà alla Francia tre n1ilioni in nun1crario e altri tre in mun iz ioni navali fornirà 3 vascelli <li guerr;t e 2 fregate in buono stato: a rmate ed equ ipaggiate di tutto i l necessario, p iù 20 q uadr i e 500 manoscritti a scelta del generale in capo. Così la costituzione e il governo sino allora esistiti a Venezia si trovarono abbattuti, senza che si fosse creato un altro ordinamrnto atto a colmare il vuoto . Questo trattato non doveva servire al Buonaparte se non che allo scopo d i ent rare senza difficoltà in possesso di Venezia, del suo arsen ale e dei suoi magazzini m ilitari, dando a credere alI "Europa che le truppe francesi non occuperebbero la città che per breve tempo e col voto dei Veneziani stessi. Quando più tard i il Municipio di Venezia, secondo la dichiarazione di Napoleone, m andò la ratifica del trattato, Napoleone scrisse a Parigi che, essend o già sciolto il Gran . Consiglio . il giorno in cui e ra stato conchiuso, gli tnv 1att veocz1an1 non tenevano p iù i lo ro poteri da nessuno, e che per co11segucnza il Direttorio avev~ il diritto di considerare il tratt:,to come nullo, non avendo il solo municipio di Venezia facoltà di rappresentare lo Stato veneziano. La perdita di Venezia non potè essere scongiurata : e ;1 Buonapa rte nella conferenza d i Campoformido, contro la fede giurata , sacrificava questa Repubblica.

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XXXIII. A,·sedio del Castello di ,Hilano ( , 799) . Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese, e fu posto dagli Aust ro-Russ i il 29 aprile, quando i Francesi , battuti nel Veneto, abbandonarono la L ombardia, lasciando nel Castello una guarnigione di 200 0 u ., al comando del capo di bgl. Ber tr and . Il gcn . Suvarov affidò al gcn . Lcttermann il compito di bloccare il Castello, con 4000 u. , e prnseguì le operazioni contro l 'esercito francese. L'attacco regolare fu iniz.iato solo i l 20 maggio, allorch~ il principe di Hohcnzoliern arrivò a M. con un parco d 'assedio. Venne allora aperta la trincea, e furono costruite batterie armate d i 60 cannoni, che aprirono i l fuoco il 23. Basta rono poche ore di bombardamento perehè la !,'l.larnigione chiedesse di capitolare. Il 24 m aggio essa otteneva di ritirarsi i1l Francia, con l'impegno di non combattere per un anno.

XXXIV. Assedio del Castello di Milano ( 1800). Fu posto dai Francesi (4000 u. ai comando del gen. Murat) prima della battaglia d i Marengo, il 2 giug no. La g uarnigione

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resistette sino a che ricevette la notizia della sconfitta, ossia sino al 16 giugno. XXXV. Battaglia di Milano (4 agosto 1848). Appart iene alla prima guerra per l ' ln<lipendenza d "Italia . Re Carlo Alberto dispose le sue forze , ridotte a 30.000 uomini, a semicerchio fuori delle mura della città, con la dr. al naviglio di Pavia e la sr. a quello della Martesana. Erano in prima sch ie ra, da dr. a sr., la 2a, 3a e 4• divis .; in riserva la r• divis . Il R adetzky, forte di 60.000 uomini <lispose, il g iorno 4 agosto, l 'avanzata su M.., ordinando che il I C. d'A. per Melegnano, il Il per Chiaravalle e Vigentino, prendessero posizione a 5 00 m. circa dalle mura della città, e che il C . d 'A. d, riserva, seguendo gli altri, si collocasse a San Donato. L a battaglia che ne <lerivò fu un complesso di combattimenti che si possono raggrup pare i n due distinte fasi. Nella p rima, ore 8-14, l 'avanguardia (ro0 cacciatori) del [ C. d'A . austriaco, che attaccava per la strada di Melegnano, fu arrestata dal fuoco dei bg l. avanzati della brigata Casale (II 0 e 12° regg. fanteria) schierati e t rincerati tra Nosero e Cascina Verd e. Il comandante del I C. d' A . (Wratislaw), rinforzata l'avang uardia, rinnovò !'attacco, sollecitando, in pari tempo, l'arrivo del II C . d'A. (D'Aspre) che doveva ava nzare alla sua sr. L ' urto frontale non riuscì a vincere la resistenza piemontese, ed allora il W rat islaw dispose un attacco sul fianco sr. dei bgl. dell" u 0 regg. pic"montese; schierati a Cascina Verde e Gambaloita. N e fu incaricata la brigata Clam che, protetta all'ala dr. dalla colonna di cavalleria del colonnello \Vyss, accorsa al cannone, con largo giro per Triulz io e Morsenchio andò ad urta re contro il 2 ° regg. della 3• d ivis. piemontese . La 2• fase si svolse fra le 14 e le 20. Il li C. d · A. austriaco, entrato in linea alle 14, attaccò su due colonne : con quella di d r., per C . Carpana-N osero e Bettolina, le posizioni tenute dal 12° regg .; con la colonna d i sr., per Vaiano e Vigentino , le posizioni tenute dal 17" rcgg . (brigata Acqui). La colonna <l i d r. incontrò una ostinata resistenza e dovette t innovare per ben quattro volte l 'assa!to con truppe fresche, per poter riuscire a far sgombrare Nosedo dal 12° regg., che, conteso il terreno al l ·avversario palmo a palmo e con disperata lotca a corpo a corpo, alla fine fu costretto a r iti rarsi. La colonna di sr ., non riuscendo a vincere frontalmente la resistenza del 17° rcgg., inviò parte delle sue forze ad attaccarlo di fianco per Madonna della Valle. Questo movimento, reso possibile per il forzato abbandono d i Nosedo da parte del 12° rcgg., determinò, al le ore 16, il ri piegamento del r'j' r r gg . su Porta Vigentina, dopo di aver respinto per tre volte g li assalti de l nemico . Intanto i ri nnovati attacchi del I C. d'A. a,vevano cost retto l'n° regg, ad abbandonare Cascina Verde e ritirarsi, lasciando libera la via d i l\·felegnano-Porta Romana, e il r2° a ripiegare su C. Cazzuola . Il gen. Bava, avanzatosi sulla strada di Melegoano, visto che la ritirata dell'u 0 regg. era divenuta t roppo d ifficile, fece accorrere un bg l. della Guard ia per proteggerla. Il combatt imento si riaccese cosl a C . Bianca (N.-O. di Gambaloita), ma a poco a poco, per mancanza di munizioni da una parte e dal! 'altra e per i l cader della notte, andò srnorzandosi su tutta la fronte. Le brigate piemontesi rientrarorio in città e s, d isposero sui bastioni a g uardia del tratto orientale delle mura. Di fronte ad esse si distesero gli avamposti dell'esercito austriaco. Perdite: Piemontesi 2jO ha morti e ferit i e 146 d ispersi; Austriaci 238 tra morti e feriti e 73 dispersi. La battaglia fu vinta dagli Austriaci data la loro superiorità numerica e la maggiore abilità di manovra dimostrata . T re brigate


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piemontesi (Acqu i, Casale, Savoia), stese su di una linea

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paesi al di là dei detti limiti, mantenendo però sempre,

sottile, senz'altra consistenza che I.a tenacia con cui i sol-

nei term.i ni dei trattati, i1 diritto di. reversio ne che essa

dati seppero difendersi, senza ri ser ve, ali 'infuori della brigata Guard ie immobilizzata però in grande parte a pro tezione del Sovrano, erano riuscite tuttavia a resislerc per ben I2 ore all'urto di due C. d'A. austriaci . All~ battaglia

ha sul ducato di Piacenza. I sovrani di Modena e di Parma saranno invitati ad ·accedere al presente trattato . La Sardegna pagherà ali' Austria la somma di 75 milioni di lire a ti tolo d'indenni rà di g uerra. L 'Austria s'obbliga, entro

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I PIEMONTESI , G AUSTRIACI. Ilattaglia di M ilano (4 agosto 1848)

segul, il 9 agosto, l 1arn1is tiz.io di Salasco, me ntre 1'eser. :ito 11ien1ontcse si ritirava dietro il Ticino.

XXXVI. Tra/lato di Milano (6 agosto 1849). Pace fra Austria e Sardegna. Si confern1ano i !:·.::::::: ,: !e con venzion i fra .i\."..i5tria e Sardegna in vigore il 1° 1narzo 1848. I limiti i due Stati restano quali erano prima della guerra e la Sa rdegna r inunzia ad ogni pretesa sui

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otto giorni dopo le ratifiche, a sgombrare gli Stati sardi. Le potenze contraenti negozieran no per stipu lare prossimamente un trattato di commercio e navigazione sulla base della più stretta reciprocità : tale trattato fu concluso a -v-ienna il 18 ottobre 185r. Il duca di Modena accedette al trattato il 1 2 agosto e due giorni appresso il duca di Panna. Questo trattato fu senza dubbio gravoso, come tutti i tratta.ci imposti da un nemico vittorioso e conscio

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dell'importanza della sua vittoria, accampato i n un paese_ impoten te a r in novare subito l a g uerra e privo d 'alleati d isposti a d aiutarlo colle a.rmi. Ma le· condizioni sarebbero riuscite assai più onero~, se nei d iplomatici subalpini si fosse inconm11a m inor abilità d i negoziatori, minor fierezza e dignità <l 'italianì. Sal,..j erano rimasti gli ordini liberi, salvo il vessillo tricolore, salvo q uell 'onore della dinastia e ciel paese, che ill ibato aveva traversato tanti secoli. E nessun impegno d'alleanza coll 'Austr ia, nessun inciampo al riordinamento dell'esercito, nessu1\ ostacolo a ll 'ospital ità elci fuoruscit i cli ogni parte d'I talia, volonte-

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Piave Vecchio e nella rapida ed irruenta avanzat a nel] 'ottobre-novembre 1918 dal Piave a Palm anova e Ccrvignano >>. Il M. fu sciolto nel 1920; i ricordi storici del regg. sono passati al regg. Cavalleggeri Guide. La festa del

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Squillo dei Lancieri di tvlilano

ro!-ii di nazionale redenz io ne, nessun impcdi1nento a rasso~

<lare nelle comuni sventure e nelle comu ni spera nze quel la fratellanza civile, che nei giorni lieti aveva radunati in una sola famiglia i popoli tuni della grande valle del Po . Così, in quel grande naufragio di speranze nazionali, I 'avvenire d'Italia fu salvo. Milano . Reggimento di cavl!_lleria dcli 'esercito spagnuolo, formato con elementi lombardi nel 166r ed inviato nella penisola iberica al comando d i don G iovanni d i Novalès. Nel 1668 fece parte dell'annata d i Catalogna.

reggin1ento è il 19 giugno, g iorno corrispondente all'anniversario del com battimento a Monast ier di T rev iso (.I 918), Il suo moMo fu : « Sic pcrsonat virtus ». Milano. Brigata di fanteria di linea costituita nel marzo 1915 per la durata della guerra i talo-austriaca dai clepositi del 68 e 78 fanteria, coi reggimenti 159 e 160. Nel 1915 operò sull'al topiano di Asiago . Dal marzo al maggio 1916 fu sul Mrzli , e nel giugno, trasferita sul M. Cimone, lo conq uistò puntando poi risolutamente contro il M . Zcbio

:Wila110. Reggimento di fanter ia dell'esercito spagnuolo, creato con elementi italiani del Mtlanese nel 1704, su 2 bgl. Fu successivamente al comando dei colonnelli duca d'Airola, don Loffredo Caetani, conte Borromeo, Nel 1705 vi vennero incorporate 6 cp. d i Napoletani e ne! 173r un bgl. formato d;, I d isciolto regg. Palermo, Milano (Brigata). Prese questo nome una delle brigate (la terza) dell'esercito meridionale di Giuseppe Garibaldi nel 1860, al comando del colonnello Gandini .

Nlilano. Rcggirnento lancieri, costituito il 16 settembre 1859 con tre sqdr. tratti dai rcgg. Piemonte Reale, Savoia e Genova . Ebbe originariamente il nome cli Cavalleggeri di Milano, ma nel giugno 1860 fu classificato fra i lancieri . N'el 1871 prese ìl nome di 7° regg. di cavalleria (Milano), nel 1876 quello di rcgg . cavalleria Milano (7°) e nel 1897 il defin itivo d i Lancieri di Milano (7°). ParStemma Lancieri tccipò alla cam pagna dc! 186o-61, dudi Milano rante la quale meritò la mcd. d i bro11zo, alla repressione del brigantaggio, e a lle campagne dd 1866, 1870, 1887-88, 1895-96 e 1911 -12. D urante la guerra italo-austriaca (1915-1918) fu in izialmente adibito al servizio di difesa. costier a alla foce dell 'lsonzo. Nel 1917 protesse il ripiegamento d al Torre al Piave. Nel g iugno 1918, insieme ai lancieri del Victorio Emanuele lf, tentò una irruzione a cavallo contro nuclei nem ici infiltratisi fra le nostre prime linee nclia zona d i Mo nastier di Treviso. Ostacolato nell'arduo compito d alla reazione avversaria, i l Mib n.o appiedò riuscendo, con ener~ g ici a ttacchi alla baio netta, a colmare alcuni vuoti prodottisi nelle prime linee. Durante la battaglia di Vittorio Veneto, i lancieri di Milano furono lanciati oltre il Tagl iamento, puntando su Gradisca e Palmanova, che raggiunsero do po di aver annientata la tenace difesa del nemico asserragliatos i in Morsano. Il contcgoo d el regg. in g uer ra valse a fargli ottenere la citazione su! bollettino di guerra del C . S. n. II23 del 21 giugno 1918, e la mcd. di bronzo coll a seguente motivazione : « Per l 'llbnegazione e l 'elevato sentimento del dovere spiegati nella giornata del 19 giug no sul Piave, per le bri!Jan ti q ualità m ilita ri riaffermate nel le successive azioni del 23 e 24 giugno sul

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l\ilcdaglia del 159 reggimento

che non riuscì a strappare al i1emico nonostante le gravi perdite subìte. Destinata nella zona di Gorizia, nell'agosto 19t6 fu sch ierata sulla fronte Rusic,torrente Corno. Nel maggio 1917 lottò sul M. S. Gabriele per ]a conquista delle contrastate quote 100 e r66, che le costarono la perdita dì 40 ufficiali e 1600 gregari. Altri combattiment i sostenne contro i l Vodice ed il M. Santo. Partecipò alla battagl ia dclJa Bainsizza (17 agosto-12 setrembre 1917) occupan do bri llantemente Last ivnìca e M . Jden ik, catturando

l'vledaglia del 1 6 0 reggimento

un rilevante numero di prigionieri e molto materiale e perdendo 45 ufficiali e n38 gregari . Presidiò poi le posizioni di S. Caterin a e d i Val Peum ica. Sferratasi l'offensiva austro-tedesca dell'ottobre, la brigata fu schierata sulle alture di S. Nicolò e vi im bastì una prima difesa; ripiegò poi com battendo e fu disciolta il 29 novembre 1917. La sua condotta in guerra meritò la mccl. d i bronzo colla

seguente motivazione : Al 159Q reggimento : (( Con slancio,


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fermezza e va\o.re, superate notevoli difficoltà logistiche cd infrante le ostinate resistenze avversarie, concorreva efficarcmente alla conquista dello Jclenik e di altre importanti posizioni sull'altopiano della Bainsizza » (lelenik-Selletta sud-Q. 747, 21 -28 agosto 1917). Al 1 6o0 reggimento: « Con slancio, fermezza e valore, passava l'Isonzo ad Anhovo, sono il tiro violento ed efficace dell'avversario, si affermava sul contrafforte di Dcscla, e in tre giorni di ini1lterrotti , cruenti co1nbattìn1enti, ?U.ravc:rso notevoli dif ficoltà logistiche e a prezzo di eroici sacrifici, riusciva ad adempiere il compito affidatogli » (Anhovo-Costone di Descla-Q. 747, 19-22 agosio 1917). Festa .dei reggimenti: Per il 159° il 28 agosto, anniversar io del combattimento a M. Jdenik (28 agosto r9 r7); per il 16o<i il 22 ago~to, anniversario della battaglia della Bainsizza (22 agosto 1917). Colore delle mostrine : metà superiore cobalto e metà inferiore arancione nel senso orizzontale. Comandanti della brigata : gen. Berardi, 19151916; gen. Filipponi d i Mombcl lo, r916-17. Perdite nella guerra: ufficiali m. 84, feriti 179, dispersi 8~; truppa m. 783, feriti 445r, <lispersi 3680.

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Milanovih (Luigi). Generale, n . a Cavarzere, m. 'a Venezia (1826-1900). Proveniente dall'esercito dell 'Emilia, col qua le combat rè nel 1848, 1849 e 1859, passò in quello italiano nel 1860 come capitano di fan.teria. Combattè nel 1866 meritando a Custoza la menzione onorevole e contro il brigantaggio ottenendo la croce da cav. dcll'O. M. S. ed una seconda menzione onorevole. Colonnello comandante il 1° bersaglieri nel 1877, fu 'promosso magg. generale nel 1884 e comandò i distretti del V C. d'A. In P. ,.-\. nel 189,, fu p romosso ten. generale nel la riserva nel 1895. Milazzo (ant. Mile). Città marittima della Sicilia, in prov . di Messina, all'inizio della penisolet ta che termina al Capo di M. o Capo Bianco. Venne fondata nel scc. VII a . C. e fu alle dipendenze di Messina. Ebbe pre.sto for-

Milano duca di S. Paolo Francesco Maria. Generale delle Due Sicilie e scrittore militare (1765-1838). Arruolatosi nel l'esercito delle Due Sicilie, nel 1796 ebbe l'incarico di tenere conferenze nei vari reggimenti sull'armamento del moschetto e su argomenti tattici. Ferito nel 1799 nella campagna contro i Francesi,_ poco dopo seguì a Palermo il suo sovrano in esilio. Nel 1815 riprese serv izio, riorganiz1..ò

la R. Accademia della N unziatclla nella quale insegnò per 8 anni arte militare ed ebbe il graùo di gen . <li brigata; nel 1823 fu nominato comandante della fortezza d i Gaeta, dove rimase 14 anni, raggiungendovi il grado d i luogotenente generale. Tradusse in italiano e commentò i tre volumi del gen. Biilow: « li teorema della guerra moderna 'i; « Quale dovrebbe essere la tattica moderna »; ,, Lo spirito del nuovo sistema di guerra » ; e scrisse : << Trattenimenti

militari ,, .

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Milano Agesilao. . Patriota calabrese, n. di S. Benedetto Ullano (1830-1856). Di sentimenti liberali e antiborbonici, partecipò alla rivoluzione del 1848 in Calabria e divenne mazziniano fervente. Soldato dei cacciatori napoletani, tentò d i uccidere il re Ferd inando a Napoli, durante una rivista, ma riuscì solo a ferid o leggermente con la baionetta. Arrestato e condannato a morte, salì al capestro col grido di « Viva l'Italia! ».

Il castello di M ilazzo

tificazion i, sull 'altura scoscesa del promontorio. L'ant. castello venne circondato da una cinta (angioina) con torri quadrate, e poi da altra con torri rotonde, e infine munito di bastioni, nel scc. XVI. La città fu presa da Agatocle nel 315, passò sotto la dominazione dei Romani, di cui divenne municipio, e seguì sempre le sorti di Messina e del circostantc territorio. i. Aua,·co di Milazzo (427 a . C .). Fu operato da una squadra ateniese, comandata da Laches. La guarnigione, messinese, venne costretta ad arrendersi ag li Atenjesi, i qual i mossero poi contro Messina, la quale riusci a ricuperare M. una trentina d 'anni dopo.

Il. Battaglia di ,'1ilazzo (271 a. C.). F u combattuta e vinta da Geronc, giovine capitano siracusano, che aveva militato sotto il re Pirro,, contro le milizie di Messina,

Le fortificazioni di 1\1ilazzo nel sec. XVI


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:ondotre dal loro pretore Cio. Tale vittor ia entusiasmò tanto il popolo siracusano che il vincitore fu proclamato re di Siracusa col nome di Cerone II. Cio, fatto prigion iero, strappossi le bende dalle [erite e morì . III. Battaglia di Milazzo (Estate 260 a . C .). Appartiene alla prima gucrr.a Punica e fu combattuta da lla flotta romana, agl i o rdini del console Ca io D uilio, contro l 'armata cartaginese cpn1and.ata da Annibale. L ·ammiragljo punico montava un 'eptera (scttireme), eh 'era stata del re Pirro, e credeva di avere la vi~toria in pugno, sia pc! nummo superiore, sia per l 'agilità delle sue navi . I Cartag inesi , avanzando in rnassa, videro i corvi sospesi sulle prore nemiche, e, insospettiti per la novità della cosa , soprastcttero alquanto; ma finalmente, deridendo la rozza invenzione d'uom in i imperit i nelle cose del mare, si spinsero innanzi con tutte .le navi eh 'erano in prima linea.

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era costituito d i 800 u. al comando del luogoten. colonnello Misseglia. Avendo per<Ì in quel tempo Vittorio Amedeo Il di Savoia dovuto c_edcrc la Sicilia in cambio della Sardegna all'Austria, q uesta, che aveva subito mandato un esercito nell'isola, rinforzò la piccola g uarnigione savoiarda, con truppe ag li ord ini del gen. Zum Jungen . Gli Spagnuoli si accanirono invano contro b forte pos izio11e d i M . per otto mesi. E, quando parevano vicini ad ouenere il loro scopo, un forte esercito austriaco sbarcò nella marina di Patti, e il 27 maggio essi erano costretti a togliere l 'assedio rit irandosi su Messina, VII. Combattimento di Milazzo (20 luglio 186o). Appa,·tiene alla campagna dei Mille. Il mattino dd 20 luglio, Garibaldi mosse con 4000 uomini , comandat i dal Medici

I Ron1ani allora> calati subito i corvi, rjtenevano a viva forza le navì nerniche, e passati su di esse, con1battevano

sulle coperte. Ed era battaglia non d i rostri ~ di navi in genere, n1a d'uo1n ini a corpo a corpo, simile a zuffa terrest re. Quind i i Romani, che superavano in vigoria 110• mini armati aUa leggera e fidanti piè1 ncll 'agilità delle navi che nelle braccia, ebbero facile vittoria: p resto si espugnarono trenta navi cartaginesi, tra le quali anche quella del coma ndante in capo, il quale scampò la prigionia, saltando i n uno schifo. Dopo la fuga d i Annibale le altre navi rimaste incerte per qualche tempo, s'ino ltra rono contro i Romani, poichè si ve rgognavano di uscu c dalla battaglia senza aver sofferto alcun d anno, non incalzate nemmeno dal nemico. Ma, dopo aver messo a prova tutte le industrie dell 'arte nautica, come si videro avviluppate e opporre rostri e corvi eia ogni banda, si allo n1anawno, Secondo Livio furono sommerse 14 nav i cartaginesi, prese 31; 3000 i morti, jOOO i prigionieri; Polibio parla cli 50 navi cartaginesi perd ute. I Romani o ttennero questa vittoria, e per la d isciplin a e bravura dei forti le. gionari, e per la negligenza e il d isprezzo che di loro avevano

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e leggere, atte a~·.,,assalirc, a circondare, a ritirarsi; mentre

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i nemici sul mare.

IV . Batt«glia presso Milazzo (36 a, C.). Appartiene alla così eletta g uerra di Sicilia, e si ricollega con !a battaglia navale presso Scilla (38 a. C .). Essa fu combattuta da M. Vipsanio Agrippa , luogoten. d i Giulio Cesare Otta• viano, contro Seslo Pompeo, figlio d i Magno . Da Appiano e Dione Cassio, ahiJrendiamo che Pompeo aveva navi corte

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Agrippa d isponev:ff di navi grandi e pesanri, con torri a poppa cd a prora,; tarde nella velocità, ma poderose ne l percuotere e forti nel resistere. Comun,1ue sia, nulla d i notevole avven ne in quesra battaglia . Agrippa perdè cin-

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Com battimento di Milazzo ( r86o)

que navi , ma ne affondò trenta al ne1n ico fra cui la ca -

pitana . 11 vantaggio r imase ad Ag rip pa, che giunse ad occupare T indari, nonostante la resistenza fattagli dal nemico.

e dal Cosenz, all 'attacco di M. li Medici, con 2500 uon1ini, doveva n1arciarc sulla città; il Cosenz, con 1500

V, Battaglia di Milazzo ( 1268). Appartiene alle guerre fra Svevi e Angio ini. I Pisani avevano spedito in Sicilia, in a ppoggio d i Corraclino d i Svevia, una flot ta d i 24 galere, comandata dal marchese Federico Lancia. Nelle acque d i M ., essa venne affrontata -da 22 galere provenzali di r.e Carlo <l 'Angiò, unite a 9, galere messinesi. I Pisani accettarono battaglia, e volsero in fuga le galere provenzali , catturando quelle messinesi.

volontari (Fabrizi) doveva collocarsi verso lo stradale d i Messina per guardarne le provenienze. I Borbonici,.., agli ordini del colo nnello Bosco, forti di 4600 uo mini e 6 pezzi, si erano disposti a d ifesa, tr a le spiaggie d i S. Papino e d i Vicomuto. S ulla sr., lungo la spiaggia, marciò il Malench ini, ma venne respinto. Da Meri avanzò la colonna Simonetta (Medici) che fu p resa sotto le raffiche del fuoco borbonic.o ed arrestata. Garibaldi fece interven ire la riserva (Cosenz); i risultati non furono sensibili e la situazione ri1nasc insoluta fino a mezzogiorno. Tuttavia i Bor-bonici a poco a poco er ano stati costretti a ret rocedere fino alla città, I Volontar i avevano avuto, in poche ore,

VI. Assedio di Milazzo (1718). Appartiene a l periodo dell'occupazione della Sicilia da parte della Casa di Sa voia , e fu posto il 7 ottobre dagli Spagnuoli. I! presidio

u01nini, doveva portarsi a Meri, in riserva; un nucleo di

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gravi perd ite; lo stesso Garibald i corse pericolo di essere fatto p r.ig io n ie ro da alcuni cavalieri bo rbonici, apparsi al1'improvv iso, in u na m ,schia nella quale fu salvato dal Missori e d allo Statella. I Borbonici , animati d al successo si accin.gcvano a contrattaccare, ma nel frattempo soprag-

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arrese il 24, ottenendo Ia g uarnigione di ritirarsi a l'fa• poli, abbandonando a rtig lierie e cavalli.

Milazzo. Nave posam ine, varata nel 1925 d al Cantiere Navale T riestino a Monfalcone, d islocamento to1H1. 625 ; lunga m. 58,80, larga m. 8,70, con apparato motore d i 1500 cavalli, veloci tà mig lia 15; ;umamenco guerresco cannoni II 102; I 76 antiaereo; II mit raglie re. M ilbank (/. L .). Costruttore americano, che impiegò, per la trasformazione d ei fucili ad avancarica in fucili a relrOc3.rica, una chiusura con. coperchio a cern iera e cuneo d i sicurezza . F u c h iamato fucile M ilbank mod. 1866. Al posto della vite d i culaua si trova una scatola d i culatta avvitata alla canna e portante u na cerniera, a ttorno alla

Fucile Milbank, modello 1866

ì\1on um ento commemorativo della Battaçlia di i.vlilazzo (i86o)

quale gira in avanti una specie <li coperchio di chiusura: questo è fissato per m ezzo di un cu neo d i sicurezza che pene tra nel fondo d ella scatola d i culatta come in una g abbia. Il cuneo viene t irato ind ie tro per mezzo d i una branca che è a rticola ta nella sua testa. Il cane, qua ndo è abbattuto, copre la branca d d cuneo e rm1n riene questo nella sua g abbia . li bossolo della cartuccia è d i me tallo, con percuss10ne periferica.

M ilbitz. V. lsemmiù,d de i'vfilbitz . giunta la nave <( Tlikory )> con un bgl. di v olontari, inviati in rinforzo da Palermo, la situazione mu tò a favore degli a ttaccanti, verso le ore 14. Garibald i ordinò che la nave, sulla quale egli stesso si e ra imbarcato, si dirigesse subito a ruota velocità sulla spiaggia di S. Papino. La nave, fatta segno al fuoco del forte <li M ., seguì il movimen to a tutta velocità e, gettatasi jn un a11golo morto, aprl il fuoco con i suoi IO cannoni contro i d iiensori che stavano su lla spiaggia, i q uali, assalit i in pari tempo dalle colonne del Med ici lungo la spiaggia e dal Cosenz verso la porta Messina, si ritirarono nd forte. I Garibaldini irruppero allora nella città, ove furono accolti dai cittadini con e ntusiasmo .

M iles (Nelson Appl eto11) . Generale e scrittore m ilitare nord americano, n. nel 1839. Si a rruolò volontario nella g uerra d i Secessio ne e vi si d istinse in mo<!o che a 25 anni era magg. generale, grado r ièlotto a quello d i colonnello cieli 'esercito regolare d opo tait: guerra. D ivenne nel 1867 b rigad iere generale; nel 1890 d i nuovo magg. generale e fronteggiò a lungo le tu rbolente tribù ind iane dell'Ovest. Fu poi al comando i n capo del1'esercito; nel 1898 d iresse la sped izione che occupò l 'isola di Portorico. Luogotcn . gen. nel 1900, passò .tre anni d opo nella riser va. Oltre a numerosi scritti su riviste, ha p ubblicato vari volumi, fra cui 1\1iJes NeJson uno sul!'« E u ropa Militare "·

Mi/es He,·be,·t: Generale ing lese ( 1850- 1926). Fu inse-

Kave posamine , M ilazzo :+

Perdite: Volontari 750 u . tra morti e feriti ; Borbonici r63 uomini. Subito dopo la battaglia vennero erette barricate per guardare le provenienze dal forte . Il quale si

gnante nei Collegi m ilitari, partecipò alla g uerra angloboera d el 1890-1900, fu promosso magg. g enerale nel 1903 ed e bbe il comando delle truppe nel Su d Africa e l 'anno seguente tornò in patria, alla d ircziooc d el Reclutamento e Organizzavone. N el 1908 divenne quartiermastro generale e l 'anno seguente fu promosso luogote n. generale. Nel r9r3 passò nella rLserva, ma .v enne no m inato governatore d i Gibilterra, carica che tenne per rutta la d urat a della guerra mondiale.

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M iteto. Ant. città dell'Asia Minore. alla foce del Meandro, in Caria. Fu potc111e repubblica marinara, fonclata clagli l uni nel IX .;ccolo a. C., e d iffuse colonie in Sicilia, ncll'It:tlia :'vleridionalc, nel Mar Kcro. Sulla fine del scc. VI, assalita dai Lidì, rcMstette fcliccme1Hc; ma venne sommersa nel seèolo seguente dall'or1daca persiana, e devastata; dopo la seconda dc,·astazione, operata <lai Macedoni nel 334 a . C., la città andò in rovina, nè più risorse. L' attuale cin?, è a 2 Krn. dalla precedente, <l, strutta del tutto nel terremoto del 1783.

I. Assedio di Milc10 (pl' irnavera del 496 a. C.). In seguito alla battaglia di Lade ·(497 a. C.) la città ,·enne da_i Persiani strclla per mare e per terra. Abbandonata a s~ stcss:l, non potè sm,1cncrsi, e, nonostante il suo valore e

la sua resistenza, cadde, presa d'assalto, nell'estate <lei 495. La maggior parie degli uomini fu massacrma, le donne e i fanciulli furono tratti come schiavi, e soltanto pochi degli abitanti poterono rifugiarsi in Samo; le case vennero saccheggiate e incendiate .

intcr\'cnnero quando già gli altri avc\'ano impegnato tutte le loro forze. Un attacco del rcgg. di cavalleria borbonica ·venne respinto, e gli attaccanri sbarag-l iati; le fanterie fu. rono hcn presto a\'\'iluppatc e me,sc in rona: in bre\'e lo sbandamento cle, Borbonici divenne generale; la loro ala sr. poco provat'l, intervenne e µrntcssc la ritirata sal\'ando il resto delle truppe da un disastro completo. I Borbonici ripararono confusamente a Reggio, e si im• barcarono per la Sicilia, lasciando nelle mani de i Francesi oltre 1000 prigionieri, e avendo perduto 500 m . e (100 fc. riti. I vincitori ebbero una perdita di 400 u. fra moni e lcriti. 1

M il e topol i. Ant. c,ua dell'Asia Minore, nella Frigia, forse l'attuale Mu(l/iud,. Ncl\'85 a. C. vi si combauè una battaglia che appMticne alla prima guerra mitridatica e fu combattuta e vinta da C. Flavio Firnbra, luogotenente, uccisore e successore del console L. Valerio Fiacco, contro un figlio di :Vlitridate VI Eupatore, re del Ponto. Questa villoria aprì a Flavio la via di Pergamo, e le porte stesse di questa città.

Il. Assedio di Mileto (334 a. C.). Si ricollega alla spe• dizione di A lcssandro Magno contro Dario lll Codomano, re di Persia, e fu imprcso dai Macedoni comandati da ~icanore. Questi occupò l'isolotto di Lade impedendo così alla nona persiana di soccorrere la città; la quale venne presa d'assalLo, dopo grandi sforzi compiuti dalla flotta e dall'esercito.

M iiford (Have11). Ammiraglio inglese (1854-1921) . Partecipò alla spedizione in Egitto del 1882 e divenne commodoro nel 1902, contrarnmir. nel 1904, viceammar. nel 1908, ammir. nel 1912, passando nella riserva nel 1919. Comanclò in seconda le forze nava li del Mediterraneo nel 1907, e la 4• di,·is. della flotta nel J911; poi passò nel Consiglio dcli' Ammiragliato.

Mdeto. Comu11e in prov. di Carn1.12aro tra i golfi d i S. F.u(emia e di Gioia. Fondata dagli abitanti di Mileto di Caria, venne tenuta in gran conto dai Normanni, divenne feudo di Ruggiero di Lauria e poscia sede di contea. Durante la guerra di Luigi II d'Angiò contro Ladi,lao, la città [u presa dal generale angioino Campo• neschi dopo breve assedio, verso il J413. Nel 1496, duranlc la loua fra Angioini cd Aragonesi, era tenuta dai primi, e venne assed iata eh Consalvo di Cordova, presa d'assalto con strage, sacco e incendio.

M ilfort (Le Clerc). Generale francese, m. nel 1817. Visse a lungo in America, nella Luisiana francese, e tornò a Parigi nel rSoo dove offerse al Direttorio l'appoggio degl i Indiani per consen·rare la detta colon;a. Ceduta agli Stall Uniti la Luisiana nel 1803, il ,\1. venne nominato generale di brigata; combattè in Francia nel 1814 alla testa di corpi franchi. Lasciò un ,·olume <li « :Vlemorie ».

Battaglia di Milcto (1807). Appartiene alla guerra fra i Borboni e i Francesi nel Mezzogiorno d'Italia. Il 9 mag• gio, un corpo di 3000 fanu e un regg. di cavalleria, con 6 cannoni, inviato dal re Fcr~inando, partì dalla Sicilia e sh:ircò a Reggio Calabria, al comando del principe d'Assia Ph,lippsthal e del brigadiere Tschudy. Lo accompagna,·a una banda di fuorusciti calabresi, e fu wbito rin[orzato da circa 1500 partigiani dei Borboni, accorsi dai paesi della Calabria. Le truppe borboniche avanzarono su ,lf., e Po· sero il campo nelle rovine tiella vecchia città. A fronteggiarle, accor.e il gcn . francese Reynier, col 23° rcgg. leggero e i rcgg. 29° e 52° di linea, e con uno sqdL di cacciatori. Erano col Reynicr i gcn. Abbé e Camus : in tutto. 5000 umnini.

1 Borbonici schierarono i cacciatori in prima linea, dietro un fossato; costit uirono la seconda linea coi granatieri, i l rcgg. Sanniti comandato dal Nunziante, e la cavalleria; a sr. un reparto di fanteria con due cannoni, e gli altri quamo pcz?,i sulb dr.; le bande sulle ali. Il gen. Reyniel' fece avanzare il 29° regg., seguito dal 23°, agli ordini del gen. Abbé. Questi entrò facilmente in M., ma, quando ne sboccò, venne investito da l fuoco tiella linea napoletana e carica.t.o dalla cavalleria. La lou~ si accese accanita, e il geo . Abbé riuscì a rovesciare la prima linea avversaria. f Borbonici fecero avanzare la seconda linea, .che per tre volte respi?lse gli attacchi francesi. Il Rc)·nier fece allora avanzare il 520 regg . che aveva tenuto in riserva, e lo sqdr. cacciatori. Queste truppe, comandate dal Camus,

M ilhaud (conte Edoardo). Ge nerale francese (1768-1833). Entrato negli esercit i delia Rivoluzione, partecipò alla cam• pagna del 17<]6-97 in Italia e vi divenne gen . d, brigata. Ebbe coma ndo nei coraz7.ieri e d ivenne generale di divis. nel 18o6. Passò ai Dorboni nel 1814, tornò a ·apolcone nel 1815 e ancora co11 i Borboni nel 1818.

Mi I iana (lat. Maliana). Città del l'Algeria, nel dip. di Algeri, nella vallata clello Cheliff, fonificata con muro di cinta a n1alton i.

Presa di .\fi/ia11a (1840). Appartiene alla guerra dei Francesi per la conquista clell'Algeria, e fu operala dal maresc. Va léc, il quale si pose in marcia da Blida il 4 giugno con una colonna di 10.000 u. ripartita in due divi,. Abd-ElKadcr, che disponeva di 6000 fanti e 5000 cavalli con 14 cannoni, non osò di attaccare per via la colonna e ,i accontentò di molestarla. Il giorno 8, essa era in vis1a del la città, che l'Emiro fece incendiare q11and0 vide che non poteva difenderla, e si ritirò dopo breYe scontro. 11 maresc. Valée lasciò 1200 u. di presidio ndb città e tornò a Medea.

Mili tar e. Come sost;muvo, indica chi è ascritto alla milizia e di essa fa parte, qualunque sia il grado ch 'egli riveste. Il termine si usa pertanto indiffercntcmen1c per i soldati, i graduati e gli ufficiali. M. di truppa è il soldato, il caporale e il caporal maggiore. Come aggettivo, significa « di milizia », opposto a « civile • · Come verbo, significa far parte della milizia, appartenere all 'esercito o ad una del le fo rze annate del lo Stato, seguire la carriera delle armi. IO


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Militare (Diritto penale militare). La qualità di M. si acquista coU 'arruolamento, che si compie mediante isc ri: zione d'ufficio dell'iscritto ,li leva nei ruoli del servizio mii. e, per i volontari, mediante la sottoscrizione dell 'apposito documento che l'auté>rùtà mil. presenta all'arruolando. La pmva della qualità di M . si desume dal foglio matricolare, che deve allcga.rsi agli atti di ogni processo e che fa fede fino a querela di falso. La qualità di M. viene meno col congedo assoluto, mereè il quale l'individuo è posto definitivamente fuori dei ruoli della milizia. Tutti i mii. in serviz io effettivo, anche se l'arruolamento , in seguito, viene riconosciuto nullo, sono soggeni alla giurisdizione penale mii., che cessa col congedo illimitato (dopo che l'individuo si sia consegnato all ' au tor ità del .luogo del suo domicilio) e col congedo· assoluto (dopo r icevuto il foglio di congedo asso!uto). Militare mi.norcnne . (Art. 51-52-53 C. P. E.; art. 52-53 C. P. mii. marittimo. La circostanza dell'età immatura influisce sulla imputabilrtà, così da escluderla o da dimin uirla, anche per il dir itto penale mii. L'età dell'imputato si intende riferita al tempo del commesso reato . La legge sancisce le seguenti distinzioni: 1) G li individui di età minore dei quattordici anni sono co1)siderati come assolutamente non im putabili; quelli dai quattordici ai sed ici anni, hanno diritto alle seguenti dimin uzioni di pena: a) la reclusione ordinaria per a nni venti, al posto dell a pena di morte , previa degradazione; b) la reclusione militare per anni quindici, al posto ·d ella pena di morte senza degradazione; e) la reclusione ordinaria per anni dieci al posto della pena dei lavori forzati a vita (ergastolo); d) la reclusione ordinaria da 7 a 15 mesi al posto della pena dei lavori forzati a tem po; e) il carcere mii. da 2 mesi a 12, al posto della pena della reclusione ordinari'a; /) le alue pene temporanee devono applicarsi colla diminuz ione di, due gradi; 3) gli individui dai 16 ai 18 anni hanno dir itto alla diminuzione di uno o due gradi della pena nella specie comminata dalla legge per il reato commesso. L'età della completa impotabilità penale si raggiunge ai 18 anni compiuti, rispetto a tutti i reati preveduti dai codici penali militari. · Militare detenu:o. L 'individuo condannato alla reclusione o al carcere mil. è trasferito - come effettivo agli stabilimenti mii. di pena, dal giorno successivo a· quello ir cui la condanna d iviene esecutiva. Il Comando elci dètti stabil imenti provvede a suo tempo alla liberazione dei detenuti, al loro invio i n congedo o al corpo cui sono destinati, Gli ufficiali ed ex ufficiali in espiazione di pena percepiscono

l'assegno

giornaJiero

per

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stabilito dal regolamento sulle indennità eventuali. _ ulla speu a ai m ii. di t ruppa mcnue scontano la pena. Tutte le regole di subord inazione, di obbedienza e di disciplina p reviste per i mii. dal regolamento d i disciplina e dai cod ici penali per il R. Esercito sono applicabili aj condannati, col più stret to rigore; essi sono pertanto soggetti al Codice Penale per l'Esercito. Gli individui di marina condannati al la reclusione o al carcere mii. non appartengono a lla R. Mari na, ma, come incorporati negli stabilimenti mii. di pena, vengono a far parte dell'Eserc ito e perciò, per tutti , i reati mil. commessi in tale condizione, soggiaciono alla giurisdizione de i Tribunali ~.fil. Territoriali. Militare di Savoia (Ordine). Creato nel 1815 dal re di Sardegna Vittorio Emanuele I, al ritorno sul trono dopo la caduta di Napoleone I, allo scopo di ricompensare il mer ito e le virtù belliche. Comprendeva quattro classi: cavalieri di g ran croce 1 co1nmcndatori , \,.,lvalieri, militi.

La divisa era una croce rossa d i Savoia che ne racchiudeva u n'a lua d 'argento : intorno correva una corona d'alloro : nel lato posteriore, erano le iniziali V E con corona reale, L'ordine venne riformato dal re Vi~orio Emanuele Il nel 1855, e tale .,-imase. Viene conferito in guerra per note\'Oli atti di valore o di perizia, e in guerra anche per invenzioni,

perfezionan1enti , insigni

lavori e

irnportanti

servizi nella amministrazione mii. Rimasero quattro classi, ma sparì quella dei militi e fu divisa in due quella dei commendatori (d i r• e di 2a classe). Due anni dopo, le classi furono però portate a cinque : Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale , Cavaliere. La divisa fu

A ttuale Ordine 1\.1ilitare di Savoia

pure modificata, e consiste da allora in una croce patente di smalto bianco orlata d'oro, le cui braccia terminano in tre punte formate da due segmenti di circolo. Nel centro, in uno scudetto roton<lo rosso, so no due spade d'oro in•

crociate, còn la data 1855 e le iniziali V. E . ; intorno gira una corona di quercia verde filettata d'oro. Nel rovescio, lo scudeoto, rosso, reca in centro la croce di Savoia bianca e nel contorno la leggenda in oro: « Al Merito Mi litare » . Gran Maestro dell 'O. M. S. è S. M. il Re. - Nel 1815, gli u./liciali icaliani provenienti dall'esercito napoleonico ebbero commutata la Legion d'onore che avevano meritato nelle campagne della Francia, nelle insegne dell'Ordine Mi litare d i Savoia.

Militarismo, Esagerazione dello spirito e delle istituzioni mii. in uno Stato, con preponderanza sulle istituzioni civ ili. Esempio ,tjpico queJlo della Prussia sino alla guerra mondiale. Determinò per contrapposto la dottrina e la p rassi de\l 'antimil itarismo, ma questo non inteso nel senso di ricondurre a proporzione equa lo spirito e le istituzioni mii., sibbene a combatterle per abbatterle. Così che l'opposta dottrina fu ed è patrimonio degli elementi cosl detti sovversivi negli Stati a regime capitalistico, n1en-

tre in uno Stato a ordinamento collettivo, come la Russia, il M. permane sia nello spirito che nelle istituzioni. La propaganda antim ilitarista è stata fatta anche da elementi pacifisti non . sovversivi, e ha condotto tal.volta al rifiuto d i prestare scrv1zt0 : nell'Inghiltcrrn, durante la guerra mondiale, questi casi furono detti « di coscienza " , e gli individui cbc rifiutavano di servire in nome di un pacifismo generico antibellico erano adibiti · a servizi secondari. In molte nazioni i l Codice Penale è muto di fronte al reato d i propaganda anttmilitar ista.


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lf reato di antimilitarismo è un fenomeno di delinquenza politica, :elativamcnce nuovo, dagli atteggiamenti più vari e con effetti funest i per i l Paese che sia o debba trovarsi esposto alla guerra, che ormai non è piti lotta di eserciti, ma con Aitto d i popoli. La resistenza bel lica, cond izione J)rima della vittoria, ,dipenderà dal la ·,esistenza morale offerta dalla popolazione alle privazioni ed ai patimenti della guerra. Tutto ciò che tende a recidere i ner vi di tale resistenza, deve essere penalme/lte represso con la massima vigor ia e severità. Il Codice Penale comune prende in considerazione i l reato di antimilitarismo, che è detto « Disfattismo militare ». Coll 'art. 265 si punisce il fatto di chiunque, in tempo d i guerra, con propaganda o CO· municazioni dirette ai militari: a) diffonde o comunica voci o notizie false, esagerate o tendenziose che possono destare pubblico allarme, o deprimere lo spirito pubblico, o menomare, in qualsiasi modo, la resistenza della Nazione di fronte al nemico; b) svolge, comunque, un'attività tale da recare nocu mento .agli i nteressi nazionali. Autore del delitto può essere •tanto il cittadino quanto lo straniero. Pena : la reclusione da 15 a 24 anni. Coll'art. 266 si punisce il fatto di chiunque isriga i militari a disobbed ire alle leggi, a violare il giuramento dato, a violare i doveri della disciplina militare, a violare gli altri doveri inerenti allo srato d i militare; ed anche di chiunque faccia I·apologia ai militari, cli fatti contrari alle leggi, di fatti con trari al giuramento prestato, di fatti contrari ;illa disciplina, di fatti contrari ad altri doveri militari. Autore del delitto può essere tanto il cittadino quanto lo st ra niero. Pena: da uno ~ t re anni di reclusione. Se il fatto fu commes,o pubblicamente, la reclusione va da un minimo di due anni ad un massimo di anni cinque. li fatto si considera avvenuto pubblicamente, quando fu commesso col mezzo della stampa o con altro mezzo di propaganda, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, in una riun ione cbe, per il luogo in cui è tenuta, o per il numeso degl i inter venuti, o per lo scopo od oggetto ,di essa, abbia carattere di riunione non privata. Ai sensi del! 'art. 268, le pene stabilite dagli art. 265-266 si applicano anche quando il delitto è commesso a danno di uno Stato estero alleato o associato, a fine di guerrt con lo Stato Italiano. L 'art. 2 90 p unisce il fatto di chiunque. pubblicamente vilipende le Forze Armate dello Stato, tutelandone così il prestigio . Autore del delitto può essere tanto un cittadino quanto uno straniero. Pena: la reclusione da uno a sci anni . Per l'art. 3u le pene inflitte dagli a rt. 265-266-290 possono essere diminu ite quando, per la narura, la specie, i mezzi, le modalità o ci rcostanze dell 'azione o per la particolare ten uità del danno o del pericolo, i l fatto r isulti di lieve entità. Per ]'.art. 312, lo straniero~ condannato per i dd itti anzi cennati, viene espulso dallo Stato. Militarizzazione. Consiste nel sottoporre a djsciplina m ii. categorie d i cittad ini, per. ragioni di guerra o per ragioni di ordine interno. Così avvenne in I talia per ferrovieri e operai industriali durante la guerra moncliak, e per i primi anche in tempo di pace, quando c_on lo sciopero essi paralizzavano il movimento ferroviario. Durante la guerra, gli operai militarizzai.i erano j dispensati dal vestire l'un iforme m il. , ma por tavano al braccio destro una fascia .azz~rra se appartenevano a stabilimenti mii. , e tricolore con O. M. se appartenevano a stabilimenti ausi liari. li loro eventuale g rado 1-iell 'csercito o nella marina rimaneva sospeso.

M i l itarwerband. Lega militare dei social-democratici austriaci. È del tipo di q uelle formazion i mii. di partiti politici, che sono sorte dopo la guerra : ha lo scopo di frooteggiare le formazioni dei partiti nazionalisti. M i lite, Presso i Romani, M . era dapprima l'uomo libero, che serviva a piedi o a cavallo: in seguito tale voce indicò l'uomo a piedi in conrrapposto a quello a cavallo, <letto cques. Nel linguaggio dell'epoca feudale, la voce ebbe significato di fedeltà e dipendenza personale da un superiore. Nell' epoca Carolingia, furono chiamati M. i soldati propriamente <letti, scelti fra gli uomin i liberi (eribanni) in con trapposto ai servi, che aveva no mansioni secondarie nell'esercito. Nell'epoca ,dei Comuni, M. indicò il soldato a cavallo, che era cavaliere o nobile, in contrapposto ~l pedùc, o pedone; poscia passò a indicare semplicememc, come indica tuttora, l'appar tenente a q ualunque milizia. In Italia , tuttavia, è detto più particolarmente M . l'appartenente all'arma dei RR. CC. o alla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Militi maggiori. Vennero così chiamati nella cavalleria medievale i taliana gli uom ini liberi non nobili che militavano sotto un sovrano o un con dottiero, per distinguerli da quelli minori, o valvassori. Società o Comune dei Militi . Du rante l'epoca dei Co n1unl, f urono chiamate Con tale nome, in Pisa, Lucca

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Parma, e Chieri, le leghe delle famiglie nobili e potenti, per meglio fronteggiare il popolo . Erano <li carattere militare; in Asti presero j j oome di Società della Baronia; in Brescia Società di San Faustino; in Mi lano de' Capitani Q Catani. Raccoglievano, con speciali norme, gli uomini cl 'arme delle varie case, patrizie, avevano magist rati prop ri, godevano di speciali privilegi.

Milite ignoto. Salma di un combat1.ente caduto al fronte e sepolto senza il nome. Ne vennero, dopo la guerra

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Ivlomimento al Milite Ignoto a Roma sull'Altare della Patria


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(192r) scdte II e portàte ad Aquileia, dove una madre triestina di caduto in guerra ne designò una. Questa (u solennemente trasportata a Roma , e Lum,tl ata sul!'Altare

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linea. Costituì i bgl. deposito, col compito di istruire le reclute e di inquadrare in ca~o rii guerra i riservisti le

unità dei quali erano lontane dalla loro residenza. Creò un corpo rii ufficiali della riserva e riformò gli statuti e i metodi d'inscg ,rnmcnto delle scuole m ilitari.

d ividevasi in « 1naggiorc » e << minore >J . La distinz ione era ~1edaglia d'oro a.I valor militare al Milite Ignoto

della Parria, con la scritta Ignoto Militi . li r ito venne compiuto da t11tte le Nazioni : l'idea (u lanciata dal gen . Douhet nel 1920. Alla salma del M. I. venne decretata la med. d'oro al va lor mil. con In segucnLe motivazione: « Degno figlio cli w1a stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistendo inflessibile nelle trincee più contese , prodigò il suo coraggio aelle più cruente battagl ie e cadde combattendo senz 'altro sperare che la vit1toria e la g randezza della Patria >> (24 maggio r9r5-4 novembre r9 r8).

M iliutine (Demet,·'io Alexievic). Generale russo (18161912). Si battè in lllltc le guerre russe del suo tempo e fu anche ittsegnance a\l' Accadem ia militare, d iyenendo m inistro della g uerra nel 1861. lntrndusse riforme nell 'esercito, riducendo la ferma e adottando il servizio generale . Rinforzò la costituzione dell'esercito d i pr ima linea e separò la mobilitazione d , questa,_ ila quella della seconda

IVliliutinc Demetrio

fatta in base alla ricchezza, al valore, -alla nascirn, al parentado. Appartenevano alla M. maggiore i nobili e i loro famigli, costituenti generalmente la cavalleria e fornenti gli ufficiali, designati in vari modi; alla M . rninnre la turba dei g regari. Nel! 'età di mezzo significò la lvi. paesana o civile, non ferma, nè stipend iata, in contrapposto a quella stanziale o mercenaria. Ottimi risultati diedero le M . di Cosi.rno de' Medici e di Emanuele Fi liberto in [calia, e quelle di Fran cesco I i.r1 F rancia . La M . sorse principalmente coatro le vessazioni e le prepotenze dei signori feudali, per opera degli abitan ti delle città . Quelle Milizie feudali che i signori dovevano mantenere cornc tributo personale verso il sovrano concessore dei feudi, e fornivano la massirna parte della cava lleria oltre a uuppe a piedi particolar mente levat<.' nel contado, erano molto spesso da i feudatari adoperate contro il sov rano. Tanto che questi (particolarmente in Francia dove potè sorgere presto una monarchia potente)

L a salma del Milite Ignoto portata da rappresentanii delle Forze Arma.te

T '

M ilizia. Arte o scienza della guerra; professione delle armi; soldatesca. Nelle m il izie barbariche rlel·1·epoca dcl i 'impe.ro romano, sembra che un ordinamento srns, fonn:.to 'solo dopo il contatto dei Barbari col mondo greco-rnmano. L a loro M.


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contro i feudatari si appoggiò alla M. cittadina concedendole privilegi, o creò una M. propria, detta Milizia dei domini della Corona, reclut"ta fra i vassalJi e i servi cli diretta dipendenza del re : M. che cost itul l'embrione degli esercit i permanenti reali. In Firenze col nome cli M . si intendeva propriamente q uella cittadina, •differente da .quella ciel contado, in base agli ordinamenti ciel 1528. D1v1devas1 in ordi naria e straordinaria : grosso modo, la prima cor~ risponderebbe ali 'esercico perma11ente, la seconda a lla leva in n1assa; la prin1a comprendev.a gli

uomini dai 18 ai

fo.

4o anni, la seconda quelli fra i 15 e 18 e fra i 40 e i Ch i vi apparteneva era munito del e< Bollettino della Milizia », sorta di tessera personale firmata e sigi llata dal Com missario delle Bande. Fin dal J506 venne creata, per amn1iuìstrare e

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guidare la 1'1 ., una rnagistratura detta dei

" Nove Ufficiali della Ordinanza o Miliz.ia » . In Piemonte, nel 1560 Emanue le Filiberto creò una M . paescma di fa11terù,, con uomini fra i 18 e i 50 anni, ai quali conferì yar i privilegi perso!lali. Sci anni dopo, le dava ord inamenti regolari, cost irnendo cp. di 400 fanti, raggruppate sci a sci in colonnel lati. Riuscì ad attrarvi lino a 36.000 u., e costituì i noltre una M . feudale di cavalleria1 dì forza variabile, ma cbe raggiu nse j 7000 uomini. èarlo Emanuele I nel r582 vi aggiunse la M. paesana di cavalleria e d ivise in due parti quella di fante ria : scelta , cli 8000 u. divisi in 5 colo11ndlati, e ordmana. Va ri reparti furono eia lui adoperati in guerra, oue11endo una specie di M. permanente d i 9000 u . Solto Vittorio Amedeo I la M . paesana di cavalleria fu detta Cava/lena dello Stato ( •636); scnmp;,riva per ragion i di sviluppo sociale quella feudale di ,cavaller ia, di cui qualche reparto

Milizia aurttta. V, Sperone d ' oro. Milizia delle Terre. F u istituita nel sec. XVII da Don Giovanni da Mcndoza, governatore d i Milano, durante la guerra per la Successione cli Mantova, per aumentare gli effettivi delle sue truppe con poca spesa, non avendo forze sufficienti per invadere il Piemonte, come gli era stato or<linato. Era una specie di mobi litazione forzata locale, avente lo scopo rii presidiare i luoghi forti e d i difendere i ,·alichi alpin i. Di questa M. è rimasta una tradizione locale in Valle t\nzasca, dove fu chiamata " della Ma<lonna " . Ebbe aapprìma uniformi spagnuole, t ramutate ìn napoleoniche in principio del see. XIX. A 13annio e a Ca lasca vige ancora la consuetudine d i riunire nelle grandi occasioni la M ., di cui sono conservati ancol:'a gli equipaggiamenti. Tanto nell'uno che nell'altro paese sono scelti annualmente per sorteggio i graduati, dal co lonnello al sergente.

rimase ancora per un certo tempo in Srivoi~ . Vittorio .t\.111.e~

dco II ordinò la M . ordinaria e scelrn in cp. di 160 u. (1682) e creò la M . provwaale, che ordinò i n reggimenti nel 1714. Questi sovran i disponevano inol tre di M. mercenarie, mcnue quella na7,ionale si costitu iva per arruolamento volonca rio . I regg . p rovi nciali erano mobilitati solo in caso di guerra . Vittorio Amedeo li per la di fesa del confine adoperò i montanari con leva in massa, che può considerarsi come• una M . alpina. Carlo Emanuele III nel 1733 creò la M. urbana, che a Torino era ordinata in 20 cp. ; divise la /\I{. ordinaria ir1: mobile e di riserva; portò a 900 u. i regg. prov inciali, che p rima erano d i Goo. Vittorio Amedeo lII nel 1775 d iede ai regg. provinciali 6 cp. come quelli d'ordinanza : quawo di fucilieri , una di granatieri, una di volontari. Tali rcgg. scomparvero durante I·occupazione francese e vennero ricostituiti nel r81 4. Nel 1819 venne creata in Piemonte una Milizia ordi11.atia sedentaria, che comprendeva tutti gli uomini sino

ai 45 anni atti alle armi e non facenti parte dell'esercito . In tempo dì g uerra t~le M . doveva d ifendere la prop ria provincia e secondare le operazioni dell'esercito attivo. Nello Stato Romano !a prin1l 1\/. risale a Pio IV, 11 quale, nel 1563, fece inscrivac nei ruoli tutti coloro che

erano atti alle armi, dai 18 ai 45 anni, ordinò che nei giorni festivi essi fossero radunati e li divise J)er c.:p . di :250 u . c iascuna. Sulla carta erano segnati 70.000 fanti e 15.000 cavalli. Ne l 1656 la M . romana si di,tiugueYa in scelta, ord inaria, volontaria. L~t città di Roma nel r642 forniva 12.000 fanti in 4 cp. e 1000 cavalli in• ro cornette. Nelle Due Sicilie, venne costituita ocl r782 una M) <li uo1n ini dai 18 ai 3G anni, .. su 120 cp . di 125 u. ciascuna . E dieci anni dopo 12.000 u. di tale m iliz ia vennero incnrporati nel l'esercito. Nel 18 ,7 furono costituite M . provin ciali ìn Sicilia, e 8 regg. pure provi nciali nel continente, ciascuno denominato dal nome della propria provincia. 1

Milizia' delle 'l'erre (Bannio e Calasc8)

Milizù, Com1tnale. Venne ist ituita con legge del ·, g iugno 18~6, n . , 3204; e più t ardi con R. Decreto del 19 ottobre T889, veniva approvata l'istruzione riguardante la sua ch iamata in se rvizio. Ma tale chiamata si effettuò ben poche volte, per adibirla soltanto al comp imento dd serv izio territoriale in quelle piazze rin1àste remporanean1cnte sprovviste dei reparti d i truppa del R. facrcico, allontanatisi per ragioni di istr uzioni, tiri collettivi, campi mobil i, g randi manovre o altre . In seguito non sì è più creduto opportuno di ricorrere alla M. C. , la quale esiste solo di nome in forza della legge che la creò. Oltre al servizio territoriale, la succitaca legge prevede il concorso della M . C. nel mantenimento dell'ordine e della Sicu rezza pubblica, e in caso di avven im enti calamitosi. Nella M. C. risulterebbero inscriui i militari ìn congedo residenti nel comune, senza distinzione di arena, corpo o categoria, comincianrlo dagl i appancncnti alle classi più giovani. Per il loro coma ndo, è prescritto che debb.o no precettarsi annualmente gli ufficial i superiori cd inferiori scegliendoli fra quelli appartenenti alle categorie i n congerl0. Se la M . C ., da molto tempo, cessò virtualmente di funzionare, lo si deve al fatto che le poclic volte in cui venne ch iamata a lle arn1i non d iede buone prove. Ma la sua aboliz ione formale sarebbe stata in contrasto coJJa legge fondamentale dello Stato; per quanto l 'art. 76 del lo Statuto del Regno, sotto la denom inazione di M . C., Ìntcnda rjfcrirsi alla Guardia Nazionale, antica istjruzione di cui la Milizia Comunale p uò a buon diritto considerarsi


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la legiotima erede. Rimaneva quindi la trasformazione, la quale sotto molteplici aspetti potrebbesi considerare come già effettuata colla formazione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, c~pace di disimpegnare i compiti che alla M . C. si volevano affidare.

Milizia. mobile e territoriale. Pr ima della guerra europea, l'esercito italiano veniva a risultare ripa rtito in tre grandi scaglioni : esercito permanente; m ilizia mobile; miliz ia territoriale. Tale ripartizione, prevista agli effetti della mobilitazione, era ispirata al criterio fonòmentale di dividere tutta· la massa dei cittadini aventi obblighi di servizio in più part i omoge)'lee, secondo il duplice concetto delle esigenze mii. e della età dei singoli. L'esercito permanente e la M. M . costitu ivano l'esercito di campagna e comprendevano: i l primo le classi ~Ile armi per il comp imento <.iegli obblighi di leva e le classi congedare da minor tempo che potevano senz'altro essere immesse, in caso di richiamo, nel contingente già alle armi; la seconda tutte quelle classi ,n c011gedo che, pure trovandosi ancora nel pieno vigore fisico, avevano da maggior tempo lasciato il serv izio mii. ç q uindi ad esso non erano più del

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complotati o format i con elementi di età progressivamente crescente, ma forniti dei requisiti necessari al loro impiego nel campo delle operazioni attive, mentre i più ànziani verranno adoperati per il disimpegno degli incarich i meno gravosi nell'interno del paese·, o nelle retrovie, o nei servizi vari, evitandosi pro miscuità dannose alla sana compagine ed alla saldezza delle unità di prima linea, TI complesso d i questi provvedimenti t iene debito conto dell'esperienza fatta durante la grande guerra da noi e dagli altri belligeranti in fatto di. ripartizione del personale e di completamento e costituzione delle varie unità d; prima linea e di quel le da unp1egarsi in paese e nelle retrovie .

Milizia Mobile (Storia). La legge 19 luglio 1871, istituiva col nome cli Milizia Provinciale, u'n esercito d i 2• linea territoriale, come sostegno d ell'esercito attivo in tempo di guerra e più particolarmente per concorrere con esso alla di.fesa interna dello Stato . Il R. I)_ 8 novembre successivo stabiliva la composizione della M . provinciale : 96o cp. di fanteria di linea, 60 di bersaglieri e 10 di zappatori del genio. Le cp. di fanteria vennero ordinate per ditutto assuefatte, e, nella vita privata, avevano già con~ stretto, quelle dei bersaglieri per sede di regg. di bersatraltto vincoli sociali ed interessi complessi. La M . lvi. g lieri, e quelle di zappatori p resso il corpo zappatori dd costituiva, pcrt~nto, in caso di ricbiarno, nuove unità: che genio. Le prime cp. si formarono nel genna io 1872 in nu erano previste fin dal tempo di pace, e che, per la omomero di 3r8 di fanteria, 33 d i bersaglieri e IO del genio. geneità fisica e morale del contingente che ad esse affluiva, Con manifesto m inisteriale 26 giugno 1872 vennero emapossedevano in g rado sufficiente i re9u,siti della coesione, nate le norme per l'ammissione dei medici mii. nella della discipl in~, della saldezza e dell'addest ramento. M. M . Col R. D. 15 ottobre 1872, si ordinò che anche Alla milizia territoriale erano, .invece, destinate le classi la M. provinciale di bersaglieri venisse costituita p,esso i pi ù anz.iane; suoi compiti erano: la tutela del paese, i scrM distret ti mi i. del regno_ La legge, 30 settembre 1873, che vizi nelle retrov ie e - in caso di necessità - l 'imp iego diede stabile assetto ali 'esercito italiano, m utò il nome con l'esercito di campagna. Prima della guerra era predella /\1. provinciale in quello di M . M ., vi aggiunse la vista la possibilità della fusione dei due scaglioni de lM . M. d 'artiglieria, composta di 60 cp. aventi per centro 1'eser~ito di campagna: esercito permanente· e M. M. Dud i for mazione e d 'amministrazioJle i rcgg. d 'art . delrante la guerra mondiale, la necessità di impiegare in linea l 'esercito permanente, e r i.Partì fra i due regg. del genio masse di uomin i o ltremodo nu1ncrose, di ri parare tcmpcM le · ro cp. zappatori. Nel gennaio 18ì4 fu portato a 461 stivamcnte alle gravi perdite che subivano i reparti opeil numao delle cp. di fanteria di M. M . costituite, ed al ranti, di dare ai reparti stessi adegua.ti periodi di riposo completo quelle di bersaglieri, riservandosi il Ministero di con opportuna rotazione, cost rinse d i fatto ad impiegare costituire quelle d'artiglieri'a. Col 1° luglio 1874 vennero promiscuamente i vari scaglioni , immettendo cos! nei vari costituite le Compagnie alpine della M . M. in numero corre11arti gli clementi giovariissimi e quelli più anziani. Solrispondente alle compagnie alpine permanenti. Con nota tanto gli anzianissimi o i meno atti alle fatiche di guerra m inisteriale del gennaio 1875 le compagn ie di M. M. di rimasero nei bgl. di M. territoria le, molti dei quali, d'altra fanter ia furono aumentate fino a 480 e ripanite in 108 parte, furono spesso impiegat i a lato dell'esercito operante. bgl. formati su cli un numero di cp. da 2 a 6; quelle In sostanza si addivenne al la effettiva abolizione dei vari dei bersaglieri vennero I fissare a 58 e ripartite in r5 bgl. scaglioni di M. quali erano previsti dalle disposizioni alformati nello stesso modo che quelli di fanteria . Le cp. lora in vigore. Le particolari caratterist iche della guerra alp ine, in numero di 24 come quelle permanenti, furono di posizione favorirono la fusione <li clementi t.anto disparaggruppate i11 7 bgl. format i di un numero di cp. varati e ne consentirono u11 bunn rendimento. -Le speciali riabile ·da 3 a 4. La M. lvi. d 'art. venne determinata in esigenze di una guerra d i movimento avrebbero indubbia30 ber., 3 presso ciascuno dei 10 n;gg. art. da campagna niente accentuato jn 1n isura rnolto più sentita gli inconvee 12 cp. (3 presso ciascuno dei 4 regg. art. da forrezza),nienti derivanti dalla fus ione in Llll un ico g rande scaglione Le 10 cp. di M . M. del genio furono ripartite fra i due di militari appartenenti a più di venti classi cli leva e con rcgg . del genio in ragione di 4 cp. zappatori ed una addestramento spesso p iuttos.to limitato . pontieri per cadauna. Colla stessa nota vennero prese diI .e disposizioni attualmente in vigore in Italia 11011 presposizioni speciali per la M. M. dell'isola di · Sardegna, vedono più la ripartizione in categorie o scaglioni dei che si determinò costituita di 7 dei bgl. di fanteria, 2 delle cittadini aventi obblighi d i serv izio . Di tutto il contincp. bersaglieri e 2 de lle btr. d'art. di cui sopra, oltre a gente vie11c formata una sob grande massa. Ma sicco;11e le 3 plotoni d i cavalleria e 2 sez ioni cli sanità. Essa fu ripardisposizioni medesime sanciscono che ogni cittadino deve t ita in due gruppi, l'uno presso il d istretto di Cagliari, concorrere a lla difesa della Patria in proporzione delle l 'altro presso quello d i Sassari. La formazione d i guerra propr ie attitudini fisiche, intellettual i, morali e profesdel le cp. e btr. di M. M. venne per detta nota ministeriale sionali, è facile dedurre che il criterio dell'età e della castabilita giusta gli specchi organici di formazione cli guer ra pacità fisica sarà elemento basilare per la determinazione dell'esercito. Con altra nota ministeriale del luglio 1877 dell'impiego del personale soggetto ad obblighi mii. in l'ordinamento della M . M. venne stabilito in 120 bgl. di caso d i mobilitazione. Pertanto i reparti operanti verranno fanteria di linea, 20 bgl. di bersaglieri, 10 brigate di


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batterie, 10 cp. di treno d'art., 20 cp. d'art. da fortezza, 10 cp. zappatori del genio . Alla .\ef. M . • furono assegnati i scguemi servizi accessori: 10 sezion i ùi sanità, 10 ospedali da campo, 5 sezioni panattieri, 10 sezioni sussistenze. Con questo ordinamento si potevano formare sino a 10 divisioni. Nel l'isola di Sardegna si costituiva una brigata composta di 3 regg'. di fanteria, r bgl. di bersaglieri, I sqdr. di cavalleria, 1 brigata cli batterie, 2 plotoni del genio, 1 sezione carabinieri reali, 2 sezioni di sanità. Gli ufficiali erano tratti d~gli ufficiali di complemento e di r iserva; un terzo però dei posti vacanti, fino al grado di capitano inclusivamente, era devoluto a promozion i per anzianità agli ufficiali della milizia.

Milizia Turitoriale (Sroria). In base alla legge 30 giugno 1876, n. 3204 sulle milizie territoriali e comunali, la M. T. veniva composrn d i 1440 cp. cli fan teria di linea, formanti 300 bgl. , e di 100 cp. d' art. da fortezza, delle quali 35 costituivano 16 brigate e le altre 65 erano autonome. In caso di chiamata alle aimi di più bgl. di M. T. questi potevano essere raggrup!')ati in regg. temporanei. Bgl., brigate, e cp. prendevano il nome normalmente dai luogo di loro sede di formazione. I quadri e gli impieghi speciali di truppa degli stati maggiori di bgl., di brigata e delle cp. di M. T., erano costicuiti secondo la formazione di guerra dcll: corrispondenti unità di Cameri.a di linea e di art. eia fortezza della milizia mobile. Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Quando i Fasci di eombanimento forono sorti in Wlta Italia, e crearono le squadre d'azione, si decise di dar loro una organizzazione militare. Il territorio del Regno venne ripart ito in un p rimo tempo in quattro zone, comandate rispett ivamente da quattro ispcctori genera li: Gandolfo, Balbo, Perrone e: Igliori. Alla vigilia della Marcia su Roma, I'Italia era divisa in 12 zone, comandate da altrctta,ui ispettori generali, agli ordini di un Comando di tre membri : Dc Bono, Balbo, De Vecchi, a cui si aggiunse il segretario del partiw, Bianchi. Ogni zona comprendeva un certo numero cli legioni, ogni legione si scindeva in t re cooni, queste in tre centurie, h cemuri:i in tre manipoli, il manipolo in ire squadre. !\cl ogni · lcgio11e erano assegnat i servizi di sanità, di ciclisti, ecc. I componenti delle squadre cl 'azione si chiamavano 11 Duce in uniforme di Caporale d'onore della M. V. S. N. « Principi » , tutti gli altri iscritti al Partito, che costituivano la riserva, erano detti « Triari » . Questo ordinamento t ipo romano era stato proposto e studiato dal gcn. Gandolfo. Assolto il compito della rivoluzione con la Marcia su Roma e con la conquista del potere, &nito Muss.,lini, Capo del Governo e Duce del Fascismo, volle trasformare le squadre d'azione in organizzazione militaie regolare,

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non più alle dipendenze di un Partito, ma dello Stato. E con R. D . 14 gen naio 1923 venne istituita la M .V .S.N. che in virtù del R. D . 4 agosto dello stesso anno entrò a far paite delle forze armat.: dello Stato col seguente ordinamento : 1 Comandante generale; 1 Capo di Stato Maggiore; 1 Sottocapo di Stato Maggiore; 1 Ufficio del Capo di Stato Maggiore; 1 Ispettorato Reparti Speciali; 1 Ufficio Politico; 1 Ufficio Amministrazione e Ragioneria; 1 Ufficio Legale; 1 Ufficio Collegamenti; 15 Comandi di zona, così distribuiti: , 0 Piemonte, :?0 Lombardia, -j> Liguria, 4° Venezia Tridentina, 5" Veneto, 6° Venezia Giu-

I Fl Squillo della M. V. S. K. lia, 7° Em ilia, 8° Toscana, 90 Marche e Umbria, 100 Lazio e Sabina, n° Abruzzi e Molise, 120 Camp~nia, 130 Pu glie, 14° Sicilia, 15° Sardegna, Gruppo autonomo di Reggio Calabria : in tutto 141 legioni con 487 coorti, 2 legioni libiche (Tripoli e Bengasi), 14 kgioni ferroviarie, r legione portuaria, 3 Magazzini ce111rali (Tori no, Verona e Caserta). Dapprincipio la M. V.S.N. ebbe compiti prettamente politici che vennero gradatamente a mancare in seguito al rinnovato ordine nazionale. Sorse cosl la necessità di affidare a tale istituzione altri compiti di vero carattere tecnico e militare . Venne prima e per gradi la istruzione premilitare, poi la difesa controacrca e costiera, infine la istituzione dei bgl. Camicie Nere, ciò che richiedeva contatti sempre più frequemi, anzi continui con l'autorità milita re. Questo evolversi della M. fece sì che il suo ordinarnemo si palesasse non pii, perfettamente rispondente alle necessità emergenti. Parecchie legioni, sorte un;ca-

Camicie nere

memc in base a determinate situazioni politiche della pr ima ora, risultarono superflue e suscetti):,ili di fosionc con altre. Date poi le nuove mansioni militari, parecchi comandi di zona, con giurisdiz ione troppo vasta, si dimostrarono insufficienti ad esercitare efficacemenrc un ·azione di controllo e di comando sulle numerose legioni dipendeoti, sJnza l'aiuto di un orga no gerarchico intermedio, e si istituì il comando di gruppo. La creazione dei bgl. C.C.N.N. e l 'assegnazione di 2 di tali bgl. ad ogni divis. di fanteria, mentre intensificava le relazioni tra esercito e M., metteva in luce l'opportunità di fai coincidere più


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che possibi.Jc, !e due ci rcoscrizioni m ilitari. Per questo, ne] 1929, si addivenne ad una definitiva riforma della JW. V .S .N . introducendo un n uovo ordinamento. Tale ordinamento, per sommi capi, comporta : a) la r idt1;,;ione delle legioni a 135 (di cui 13 di complemento); b) l'abolizione dei comandi di zona; e) la creazione di 33 comandi di gruppo; d) la istituzione di 4 comandi d i raggruppamento (Milano, .Bologna, Roma, Napoli) e di 2 comandj C.C.N .N. delle isole (Sicilia e Sar degna). In base

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e control lo sull 'attività in genere delle ris1X:ttivc legioni e gruppi. li nuo,:o ordinamen to p revede che la forza complessiva della M. resti fissata sui 300. 000 u. La M. si alimenta annualmente con b leva fascista e con i provenienti dal servizio militare , cd ogni anno si alleggerisce automaticamente di coloro che sono chiamati alle ann i e degli anziani che passano alla D. A.T . In casi d i cstiberanza, la forza dei 300.000 u . viene mantenuta col passaggio al secondo bando di coloro cbe hanno un 'anzianità di tessera fascista posteriore al 1925. Tutto quanto riguarda le Hilizic Speciali rimane invariato, Gli appartenen.ti alla M . V.S.N., facendo parte delle Forze armate dello Stato, prestano giuramento di fedeltà al Re, e sono

La ì\llilizia: quadro di Italo Cenni

Sacrario della M . V. S. N. (Roma)

al n uovo ordinamento la legione rimane così organizzata: r bgl. C.C.N.N . (a piedi o ciclisti); 1 bgl. complementa re (a piedi o ciclista); repartt D .A.T. ; una o più coorti di m ilizia ord inaria. JI comando dj gruppo avoca a sè le funzioni che prima assolvevano le zone nel campo d iscipl inare e tutte le pratiche relative al personale. Esercita inoltre il controllo su tutta l'attività delle legioni in ogni c:impo, e specialmente sulla istruzione milirnrc ; è qu indi comando essenzialme1,1te mjJicare. Il gruppo ha una circoscrizione territoriale corrispondente a quella della di,·is . militare e comprende un numero d i legioni da 2 a 7. Il raggruppamcmo assolve una funzione di altà vig ilanza

soggette alle disposizioni disciplinari e penali vigenti per le altre Forze Armate . L a corrispon denza della graduazione gerarchica della M. V.S .,-V:. con quella dell 'esercito è la seguen te ; ESERCITO Soldato Caporale Caporale n1aggiore

M. \' . S. N.

~ Camicia nera

Sergente

Sergente maggiore Maresciallo Sottotcnen te Tenente Capitano M.aggjorc Tea. Colonnel lo Colonnello

; Capo squadra

j Capomanipolo Centurione Seniore Console

Ciclisti della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale

"


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Generale cli brigata Generale di divisione Generale di C. d'A. e

Console generale Luogotenente ge11eralc Comandante generale.

li rapporto fra la denominazione dei reparti dell 'Escrcito e quelli della M. è come segue: • ESE RClT<) Squadra Plotone Compagnia ,t.; , . Battaglione . , Reggimento Briga:a

D !\·is.ione

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M . V. S . N. Squadra Manipolo Centuria CQorte Legione Gruppo di lcgio;1i Raggruppan1cnto.

Milizia confinaria. La sua nascita risale alla fine- del r926. Allo scopo di raggiungere una organizzazione più omogenea della vigilanza alla frontiera il Capo del Governo, in data 22 novembre 1926, dispose ch e a tutti i servizi di vigilanza, d i vedetta e di posto fisso !ungo la linea di frontiera, dovesse provvedere esclus.ivamcntc la M . V. con comandi autonomi e con responsabilità proprie,

Lo Stato Maggiore de11a l'vlilizia Nazionale Volontaria. (In prima fila il Duce con Dc Vecchi, l)e Bono, Ualbo, ccc.)

Le Milizie Speciali sono : la M. ferrovia ria, la M. postelegrafonica, la M . portuaria, la M . confinaria, la M. forestale, la M. cieli.a strada, la M. marinara ; la M. per b difesa antiaerea territoriale, la M . universitaria, oltre alle Legioni libiche permanenti . (Per la Ferroviaria, la Fore· sta/e, la Postelegrafonic11, la Portuaria , quella della Strada, v. a queste voci).

M il ite della MiJizit' confiJiaria

costi tuendo appositi reparti mediante arruolamenti volontari con vincoli speciali a ferme determinate. Con tali nuovi reparti sorse la M . C., aHa quale venne affidata la sorveglian7.a diretta delle zone immediatamente adiacenti

Comandanti di Zona a C ran

Rapporto (1926)


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Manipolo della l\l[ili:tia confinaria in marcia sulle Alpi

alla linea di frontiera, col compito di assicurare che nessun valico, o colle, o accesso, per q uanto malagevo.le, potesse sfuggire a l controllo e consentire il transito clandestino del confine. Per assolvere a questo compito la M. C. dovette i nsediarsi in alta montagna ed organizzarsi solidamente. Il reclutamento viene tatto soltanto tra le popolazioni d i montag na e tra gli elementi pratici della linea di confine e rotti a lle difficoltà ed ai pericoli delle regioni alpestri. Il servizio di sorveglianza assorbe tutta l'energia del confinario durnn,te la sua ferma in tempo di pace; in tempo di guerra !a M. C. rapprese ma un 'ottima e addestrata truppa d i copertura. Gli appartenenti alla M. C. portano un distintivo speciale consisteote in un fascio littorio sonnou tato da una stella alpina. Tale d istintivo è

per l'addestramento e per l'impiego dai Comandi di Corpo d'Armata o di Isola o dai Comandi di dipart;mento marittimo. Il personale è tratto dalle classi anzia1,c.

l\lljJiz.fa per la dlfe.sa antiaerea

Milizia Marinara . Fu istitujta nell'agosto del 1925, dal genera le Gandolfo, allora comandante . generale della M., a Castella1nmare Adriatico; fu composta di gente di mare, per la vigilanza e la difesa delle coste.

Milizia confi11aria, al confine svizzero

applicato sulla manica sinistra della ginbba al disopra del gomito, ed è d'oro in campo verde per gli ufficiali (la stella alpina in argento); in argento per i sottufficiali ed in lana bianca per i g radua.ti di truppa e Camice nere. Milizia per la difesa antiaert·a territoriale. Fu istituita con R. D . L. 18 febbraio 1930, ed ha il compito di predisporre, in tempo di pace, e di at tuare, in tempo di guerra, in concorso con le unità controaeree delle altre forze armate, la difesa del paese da attacchi aerei nemici. In caso di mobilitaz ione, o quando sia necessario per la sicurezza dello Stato, passa ,alle dipendenze del Ministero della Guerra, agli ordini del Comando Supremo. Per la disciplina dipende dal Comando Generale della M.V.S.N.;

Milizia Marinara

Milizia V. S. N. (Impiego). Le sue unità, e in particolare i bgl. Camicie Nère, fanno parte delle forze armate dello Stato. Tali unjtà che continuano la gloriosa tradizione del votontarismo· italiano inquadrato ncll'eser-


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cito, fanno parte delle truppe delle grandi unità mobilitate e dell 'arma di fanteria. li loro impiego, per quanto non in modo molto dettagliato nè tassativo, è previsto nella attuale regolame11tazione (1932). I bg l. CC. NN., assegnati di regola alle divis. di fanteria, vengono impiegati nelle colon ne d'attacco, uniti o separati, od anche nella riser va d ivisionak a seconda delle necessità. Essi però sono particolarmente adatti per l'impiego come riserva divisionale, e ciò essenzialmente per la scioltezza delle formazioni, per la loro costiruzionc · organica e per il loro armamento; ma soprattuuo per valorizzarne al massimo le eccellenti qual ità morali nel momento culminante della battaglia e nella fase r isolutiva d i essa.

Miliz ia. V. S. N. (C. P. E.). Ai sensi dell'al legato A <lei R. D . L. 8 marzo 1923, n. 831, i componenti del Corpo della M. V. S. N . sono sottoposti alle disposizioni [lei C. P. E. cd alle altre leggi penali 'mii. per i reati ivi previsti, commessi in servizio ovvero a causa o in occasione di esso. La stessa ciisposi·zione si applica per i reati come sopra p revisti, commessi dai componenit.i la M. V. S. N . anche fuori servizio, ma con abuso ~ii tale qualità, ovvero in pregiudiz io del servizio di militari o di persone appartenenti alla M. medesima. ·A tutti i componenti della M . V. S. N ., sia in servizio per manente , sia in serviz io effettivo, è app licabile !'.are. 368 C . P. E., in base al quale i <letti componenti non possono essere arrestati, fuori del caso di Aagranza di reato, che in dipendenza d i un ordine dei propri superiori. Nel caso di Aagranza, si applica l'art. 369 C. P. E., a tenore del quale gli arre>tati appartenenti a corpi mii. o parificati, devono essere presentati ai superiori diretti. Ai giudizi a carico degli appartenen.ti alla M. V. S. N., di competenza della Giustizia M ili tare, partecipa, di diritto, ai sensi del R, D. L . 4 maggio 1924, n . 76o, un ufficiale della M. V, S. N., il cui grado varia a secondo del grado dell'imputato.

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Mil i zie Cadorine. Negli u ltimi giorni d i aprile 1848, il Governo di Venezia mandò a Pietro Calvi, nel çadore, 400 fucili, cinque cannoni e munizioni, per armare 5 cp. di « Corpi F ranchi », destinate all a difesa delle valli che scendono dalle Alpi sulla Pieve. Contemporaneamente il Calvi organizzava anche altre cp . , di « guardie civiche » dislocate nei centri più importanti del Cadore, per so~tenere e coadiuvare i Corpi Franchi, Questi corpi furono rispettivamente affidati al comando <lei Perucchi, del Galeazzi, del Favero, del Tremooti e del Giacomelli, e i11caricati delle di.fese del passo di Monte Croce , dell'alto Ansiei, dell 'alto Baite e della valle d 'Ampezzo. Un breve regolamento di 16 articoli stabilì i d iri tti e i doveri delle M . C. Esse combatterono contro gli Austriaci fra ..il 2 e 1'8 maggio a Chiapuzza, a Riva lgo, alla Toanella, a Rucorvo, il 24 maggio al passo della Morte e alla chiusa di Venas, il 28 a Rendioara, sempre con successo. Ma, d opo il 28 maggio, non potendo più mantenere la difensiva contro le forze nemiche organi zzate e soverchianti, dòvettero sciogliersi. Parecchi volontari , abbandonato il Cadore, partirono per Venezia, entrando a far parre di altri corpi per continuare la lotta i11 quella memoranda difesa. M il iziotto. Soldato paesano, noo regolare, del secolo XVIII, nell a repubblica di Venezia , Ebbero lo stesso nome, gli appartenenti alle milizie cittadine o paesane, .1nche in altri Sta,ti, come nelle Due Sicilie. '

Miliziano di Sardegna Bandiere dei Mille

Miliziani , Cost furono chiamati in Sardegna gli appartenenti alla milizia stanziale, locale. In altri Stati Italiani, si chiamarono Milìziotti. Nel 1815 i M. erano 8500, divisi in 19 battag Uoni. Essi cessarono di esistere col successivo ordinamento dell "esercito italiano.

Mille (1 Mille, o I Mille di Marsala). Nome dato a coloro che parteciparono a lla spedizione del 1860 in Sicilia, aprendo con essa la prima guerra per l ' Unità (V.) d'Italia. Erano esattamente 107.2, oltre ai 64 che furono


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sBarcati a Talamo11e (V.). Veterani delle guerre precedenti, e persino clei moti del 1821, insien1e a giovinetti, uniti

umi dalla fiamma ardente del patriottismo, devoti al gene-

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Garibaldi »; dall'altro l'iscr iz ione in centro: ,, Il Municipio Palermitano », e, in gi ro : « Marsala, Calata/imi, Palermo "· Mille (I Mille del Popolo, o Società dei Mille) . Istituzione milita re e politica del secolo XIV, a Pisa, Lucca, Brescia. E rano 1000 popolani, parre a piedi e parte a cavallo, che si riunivano alla difesa del Palazzo del Popolo in caso di necessità, e intervenivano nei Consigli a deliberare sulla pubblica cosa . M i Ilei ire (Domenico). Medaglia d 'oro, nato e m. al la Maddalena (1761 -1827). Entrato negli equipaggi della R. Marina Sarda, era nocchiere nel 1893, col nome di guerra « Debonnefoi » . Durante l'attacco de i Fra ncesi, guidati ria l Buonaparte, alla sua isola natale , ottenne la mcd , d 'oro istituita da V ittorio Amedeo Hl , con la seguente n1otiva-

zione: « Per aver rip reso al nemico l'isola di S. Stdano (Maddalena) e per la valorosa difesa dell'isola del la Maddalena contro gli attacchi della squadra navale della Rcpubbliq francese » . Raggiunse il grado di luogoLcn. di vascello dei porti della. R. Mari na Sarda e fu capila.n o di porto e comandan,te de! la R. Marina nella sua iso!a.

1Vfonumenco Nazionale alla spedizione dei Mille

raie Ga ribaldi sino al fan<>tìsmo, anelanti all'unità e alla. liberti, d 'Ital ia, co11gìonti spiritualmente alla monarchi;i sabauda dal motto prescel to da Garibaldi : " Italia e Vittorio Emanuele "· Le provincie che fornirono i l maggior contributo ali 'impresa dei i\!J. furono : Be rgamo con 160 volontari, Genova con 156, Milano con 72, Brescia con 59, Pavia con 58. Vi erano anche 14 Trentini e 19 stranieri. Ne caddero 78. ,\lledaglirz dei Mille. lsticu ita d a Giuseppe Garibaldi l' II maggio 1860, per iniziativa del Municipio di Palermo e

l'vlillel ire Domenico

IVlillelire Agostino

Millelire Agostino. Medaglia d'oro del sec. XVIII, n . a La Maddalena, m . nel r8r6. Marinaio della ' R. Marina ~arda, ebbe nel 1793 la med , d'oro di Vittorio Amedeo lll, « Per il coraggio e zelo dimostrati come pilota nel combattimento <lei 15 aprile 1787, avvenuto tra la Rcgi:t mezza galrra (( La Be ata Margarita >> contro

uno sciabecco bar.

baresco, durante il quale continuò a combattere per quanto feri to . Si distinse poi, col f ratello Domenico, nel febbraio 1793, all' !sola di S. Stefano durante la tentata invasione francese » . Nél 1794 venne promosso pilota di fregata ·in seguito ai suoi meriti. Nel 18r6 ebbe il grado d i· maggiore di fanteria comandante le isole intermedie della Sardegna e nello stesso anno ebbe mutata la medaglia d'oro in croce r!a cav. del l 'O. M. Savoia.

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Medaglia del Senato dj Palermo (12-6- 1860) "i M ille di Marsala

per commemorare lo sba rco a Marsala . La medagha, cl 'argento , è appesa a nastro bipartito verticalmenrc in rosso e giallo. Reca da un lato un ' aquila (stemma del comune di Palermo) e intorno la leggenda : « Ai prodi cui fu duce

Mille/ire Gio1,,mni J3pttista. Arnlliiraglio, figlio di Agostino, n. a La Maddalena nel r803. Guardiamarina nel 1819, partec ipò col grado di sottot. di vascello alla spedizione cli T ripoli ciel 1825 d istinguendosi all'attacco del porto avvenuto nell a notte del fi.7 settembre . Capitano di vascello nel 1843, prese pa rte alla campagna del r848 . Capitano di vascello di , a classe nel 1849, qualche anno dopo anelò a riposo col grado di co1~1nynmi raglio. .Mi/leli,·e Antonio. Ammiraglio, n . a La Maddaleua. Percorse la carriera in m~1ri na . Comandò a lungo il porto dc La Madd;,lcna cd ebbe il grado di capitano d i vascello d i 1' classe nel 1859. Contrammi r. ed ispettore dei porti de ll a Sicilia nel 1862, lasciò il ser vizio attivo nel 1864.


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Millesimo. Com une in prov. di Savona, sulla d r . della Bormida occidentale.

Combattimemo di Millesimo (1796). Appartiene alla campagna del Huonapartç in Jr.a lia . La divis. del gen. Prover a, costituente la d r. austriaca, rinfonata da rcparli sardi, teneva le alture fra le due 13ormidc con la missione di collegare Je forze della divis. Argentau, ripiegate su Oego dopo il rovescio d i ~lontenotte ( 12 aprile), con le truppe piemontesi agli ord ini del generale Colli. li Buonapartc, compreso c.lel!a necessi1à di t rar 1partito del sue-cesso della vigilia, d iede impulso immediato all'avanzata dei suoi, e all 'alba del !3 aprile la sr. francese agli o,dini cieli' Augereau, forzava b. '-.;retta di M . girando la dr. del J'rovera, mentre le truppe del centro, comandare dal

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Ritorn ato in Piemonte alla restaurazione, divenne nel 1816 colonnello della brigata P iemonte. llfagg. generale governato re interinale di Cuneo nel r820, venne nominato ispettore delle scuole d 'equi tazione e della scuola veterinar ia nel 1823, ud quale anno ebbe da Carlo Felice l' incarico di seguire Carlo Al berto nella spedizione in Spagna. T,:11. generale governatore d i Cuneo nel 1830, nd 1835 andò in congedo.

Milliet d'Arvillars ma,d,esc Federico Giuseppe. Generale, n. a Chambéry, m . a Torino (1788-1858). Sottot. di cav,l leria nell'esercito francese nel 1810, partecipò alla campagna io Russia del 1812, rimanendo prigioniero . Alla Restaurazione venne in Piemonte; nel 1815 ebbe il grado di tenen te dei carabinieri e partecipò alla campagna in Francia. Colonnello nel 1831, comandò il 2° fanteria . -Magg. genecale comandante la brigata Savoia nel 18~6, passò nell'anno seguente a c~mandare l~ brigata GuanÌie. Ten. generale nel 1848, comandò la d ivis. di Alessand;ia, e, nella guerra di quel! 'anno, la 1a divis. del 1° C. d 'A., meritando a Goito la croce mau riziana ed a Pastrengo la mcd . d 'argento. Verso la fine elci 1848 andò a riposo . ,lvJi/liet de Ft111erges ,otite Oscar Stefano. Generale, n. a Gap, m . 'à Torino (1813-1868). Sottot. di fanteria nel 1831, combattè nel 1848 meritando a Santa Lucia la med. cl'argeruo, e poi in Crim~a. Colonnello cornaodautc il regg. Real Nav i nel 1860, magg . generale nel 1861 comandò la brigata Como e nel 1864 anelò a riposo.

'li castello d i M illesimo (secolo X VIII)

Jo uberr e dal Ménarcl conquistavano le alture, aggirando l'ala sr. dell 'avversario. Avvolto e separato dal grosso dei .Sa.reti, il Provera non si perdette d'an imo: all'intimazione ,d i resa rispose raccogliendo i suoi io formazione di co lo,rna serrata e aprendosi il varco alla baionetta verso est per ripiegare verso il grosso austriaco; ma la piena della Bormida orientale avendo reso vano il tentJ.tivo audace, risa lì le alture e si trincerò fra i ruderi del Castello di Cosseria, e benchè privo cli artigl ieria e di viveri, vi si d ifese per due giorni .

Milliare. Coorte scelta d i mille u. d~!la legione bizan t ina nel sec. IV . La coorte M. per sol;to era spartita in dtJe cd il suo ordine di battaglia era normalmente il se_guemc : linea di 4 righe di JOO u . di fronte, cioè principi in , a riga, arcieri in 2•, veliti in 3• e 4a. Delle 5 macchine addette alla coorte, le 4 piccole (manubaliste) sulle ali, la grossa (onagro) dietro; e dietro a questa 100 triari costituenti la 5a rjga. M i lliet (d' Arvillars, ba,-one Sifrestro). Generaie (1611>1685). Dopo 47 anni <li servizio mii. ebbe nel 1680 la nomina a commissario generale della cavalleria e nel .16R3 fu promosso maresciallo di campo. M il/iet di Sa1Jt'A/ba110 conte Giuseppe . Generale (17201804). Alfiere d i fanteria nel 1738, parteci pò a tutti i combattimenti avvenuti dal 1792 al 1748. Colonnello nel 1781,

comandò i l regg. fanteria Aosta divenendo brigadiere nel 1783 e magg. generale nel 1789. Nel r792 fu nominato governatore <li Monunélian. Milliet de Favcrges marchese Enrico Giuseppe. Gcncrnk (1775-1839). Ufficiale nel 1792, nella guerra delle Alpi rim ase due volte gravem ente ferito. Dopo il 1796 passò al servizio del l'Austria ; partecipò alla campagna del 1799 rimanendo cl, nuovo ferito e si distinse sull 'Isonzo nel 1809.

Millict Oscar

Mil io Enrico

M illo (di Casalgiate, conte 'Enrico). Ammiraglio, medaglia d'oro, n. a Chiavari, m. a Roma (1865-1930). Guardiamarina nel 1884, fece la campagna d 'Africa nel 1887 e divenne con tramm ir. per merito di guerr,1 nel 191~. Si distinse durante il terremoto del 1908 e fu in Somalia come comandante della « Volturno " · Panccipò al-la guerra italo-turca , e, capita no di vascello ispettore delle siltiunri, diresse l'impresa nei Darda11el/i (V.) nel giugno 1912, mcri~ndovi la med. <l 'oro e la prornozione a conrrnmrnir. per merito di guerra. Fu nominato senatore e m inistTo della Marina nel 1913-14 e poscia comandò l 'accademia navale d i L ivorno. Durante la guerra 1915-18 comandò la divis. esploratori , fu capo di S. M . della 1• squadra da battaglia, e comandante superiore in Albania . Terminata la guerra fo nominato governatore a Zara e collaborò all 'imr,,.-esa di Fiume. Nel 1922 passò in P . A ., venne promosso viceammiraglio, assunse la carica di Commissario del Porto di Napoli . La motivazione di medaglia cl 'oro dice : " Con perfetti criteri militari preparò una spedizione di , torpediniere allo scopq di silurare possibilmente la flotta nemica. Assunte personalmente il comando della squad riglia, diresse la


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difficile impresa, conducendola di notte con eroico ardimento per ben 15 miglia sotto l' intenso fuoco delle n umerose artiglierie cost iere, fi no a riconoscere la piena efficienza difensiva delle navi nemiche . Ricondusse la s9 uadriglia completa al largo, manovrando con mirabile calma e perizia marinaresca sempre sotto i.I fuoco nemico " · (Dardanel li, 18-19 giugno 1912).

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di contramm ir. nel 1904, di viceammir. nel 1908 e di ammir. nel 1911, comandando in capo le forze navali inglesi nel Mediterraneo nel 1912.

Mi/ne si,· Giorgio . Generale inglese , u. ne! 1866. Allo scoppio della guerra era brigadiere generale : divenne magg. gene rale nel 1915 e nello stesso anno luogoten. generale. Partecipò alla spdizione del 1898 nel Sudan, ;illa guerra contro i Boeri nel 1899-1901, a lla guerra mondiale, D urante questa, comandò prima la 27• d ivis:, poi il XVI C . d 'A., infine ebbe il coman do delle forze inglesi a Salonicco. Milo. L a più im portame isola greca delle Cicladi . Durante la guerra della Repubblica Veneta contro la T urchia (1645- 1669) intorno all'isola di Creta per il dominio del Mediterraneo orientale, M. occupò un posto imp,;,rta nte, cercandosi da ambedue le parti combattenti di appoggiarvi le proprie basi. li 20 agosto 1661 i Veneziani scon fissero presso M. la flotta turca di forze molto superiori . Nel 1925 i l ministero della Mah na di G recia vi eresse un aeroporto.

Battaglia di M ilo (1661)

Milne (sir Davide). Ammiraglio inglese ( 1763-1845). Si battè contro i Fraocesi nell'epoca napoleonica e p rese parte alla spedizione contro Algeri (1916). Mi/ne sir A rcibaldo Berl(eley. Ammiraglio inglese, n. nel 1855. Partecipò alla sped izione del 1879 contro i Zulù e alla spcdizi~ne del 1882 in Egitto , raggiungendo il grado

M il on (Bcmal'tli110). Generale, n . a Termini l,nerese, m. a Rom a (1829-1881) . Alfiere d 'art. nell 'esercito delle D ue Sicilie, nel 1849, passò nel 1860 ncll 'escrcito meridionale e nel 1861 in quello italiano, Capo di S. M . della 17• divis. nella campagna del 1866, nel 1869 ebbe il comando di una zona mil. nelle Calabrie e per l 'azione svolta contro il brigantaggio ebbe la croce da uff. ddl'O . M. S. Colow1ello nel 1870, comandò il 12<> fa nteria e poi fu capo di S. M. a Palermo. Magg. gene rale nel 1877, fu segretar io generale della guerra coi m inist ri Bruzzo, Bonclli e Mazè de la Roche, poi coman dò in 2• il cor po d i S. M. Nel 1880 venne nominato ministro della guerra (gabinetto Cairoli), nel la quaJ carica lo colse la morte. l'sella XI V legislatura rappresentò alla Camera i l collegio di Bari.

L'isola di Mìlo (secolo XVIII)

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Milon di Verrai/1011 ba.rone Aliredo, Genera le, n. a Nizza Marittima, m. a Roma (r844-r907). Sottot. di cavalhu-ia nel r862, combattè nel 1866 e nel 1870. Dopo aver f;\. quentato la scuola di guerra, passò nel corpo di S. M. Nel r887 andò in Eritrea quale capo di S. M. del gen. Gené comandante le truppe d •Africa. Colonnello comandante i lancieri Montebello nel 1888, passò nella riserva nel 1890 e nel 1898 fu promosso magg. generale.

da Mieroslawski, mentre contemporaneamente da Wreschen per Skotniki-Ke,mblowo procedevano verso lo stesso p unto 6oo u. di fanteria con alquanta cavalleria agli ordini del magg. v. Bomsdorff. I Polacchi, che avevano occupato M., erano da 5 a 6ooo, e soltanto una parte cli essi avevano fucili, gli al tri erano armaci di falci ed altri strumenti. I Prussiani s' impadronironr, facilmente ùi M. cd i Po-

M ilopotamo (Mellipota11w, nel Guglielmotti). Castello nel! 'isola di Candia, fra Candia e Retimo . Il 20 agosto 1648 venne attaccato di sorpresa dalla squadra romana, comandata dal cav. Mario Bolognetti. li quale sbarcò a sera, poco lungi da M., 50 cavalieri e 400 fanti, romani e maltesi, mentre colle galere avanzava lungo la costa . Se ne avvidero in tempo i difensori, • e accolsero con intenso fuoco tanto gli ;ba rcati q,,amo le ga lere. I primi riuscirono a far saltare una porta per mezzo di un petardo, ma trovarono dietro di essa uno sbarramento insuperabile. Frattanto accorrevano in soccorso di M . truppe turche da Retimo, tanto che le t ruppe sbarcate dovettero risalire a bordo delle galere, e l'impresa fallì, con la perdita di 64 uomini. M iloradovic (conte Michele Andrea). Generale russo (1770-1825). Da magg. generale seguì Suvarov nel 1799 in Italia. Ten. generale nel 1805, combatti: contro i Turchi nel 1808 e li sconfisse presso Bucarest. Durante la campagna d i Russia, od 1812, combatté alla Moscova e fu uno dei sostenitori della necessità di incendiare Mosca. Continuò la campagna· inse• guendo i Francesi in r itirata; nel 1819 fu nominato governatore di Pietroburgo e fu ucciso durante i tumuJti scoppiati per la successione al M iloradovic 1\1.ichele trono dello zar Alessand ro L

M ilos Obrenovic I. Principe di Serbia (1780-1860). Figlio di un contadino, aiutò il fratellastro uterino Milano Obrenovic, nella lotta che questi sosteneva contro i Turchi (1804-1810), divenendo capo degli insorti a!la morte del fratello (1810). Nel 1813 si sottomise ai Turchi, dai quali ebbe l'amministrazione di un distretto. Nel 1815 proclamò l'insurrezione nel villaggio di Takovo e sconfisse più volte i Turchi, finchè ottenne per mezzo di un trat• tato l'indipendenza amministrativa della Serbia. Nel 1817 venne eletto dal la Scupcina principe ereditario, e nel 1830 il titolo gli venne riconosciuto dalla Turchia. Organizzò tribunali ed eserciti e creò una chiesa nazionale. Nel 1839 per le pretese della Porca abdicò in favore del figlio Milano, primogenito, che prese il nome di Mila110 Obrenovic Il. Nel 1858 fu richiamato dalla Scupcina, che gli d iede i l titolo di « Padre della patria » , come creatore della Serbia moderna. Miloslaw. Località della Prussia, tJeHa prov. di Poseo. Comba.ttimento di Miloslaw (1848). Appartiene alle lotte per l'indipendenza polacca . Il gen . prussiano v. Plumen la mattina ciel 30 aprile con 1500 u. di fanteria, 225 di cavalleria e 4 pezzi d'artiglieria, aveva marciato da Schroda per Winnagora su M . contro i Polacchi insorti capitanati

H~terreno d ella battaglia di M iloslaw (1848)

lacchi s1 ritirarono nella foresta di M. I corazzieri del magg. v. Gansange, lanciatisi al1 inseguimento, vennero ri• 1

gettati mettendo in disordine la fanteria in movimento nei pressi di Bugay. Ritornati i Polacchi alla riscpssa, i Prussiani dovettero sgombrare nuovamente M. e r itirarsi su Schroda dopo aver perduto 1~ ufficiali e 300 soldati.

Milziade. Generale ateniese. Nel 512 a . C. fondò uno. colonia nel Chersoneso, nel 49o' vinsc i Persiani a Maratona. Inviato capo d' una spedizione contro le isole clell"Arcipelago che si erano unite ai Persiani, alcune ne soggiogò, riportando una ferita a Paros. Non essendo riuscito completamente, fu condannato a una multa, cbc non potè pagare; perciò fu chiuso in prigione, ove morì nel 489 in conseguenza della ferita. M ims (Forte). Località degli Stati P n1ti, nel Mississippi, su uno dei rami del fiume Mobile. Nell'agosto 1813, durante la guerra Anglo-Americana, i pia ntawri di quei luoghi aveva no saputo che gli Indiani medi tavano di assalire il forte M., difeso da piccola guarnigione al comando del magg. Beasly. Trascurati o troppo fiduciosi, il 30 agosto sul mezzogiorno gli Americani furono sorpresi dall'attacco degli Indiani, i quali, prima che fosse dato l"a llarme, sj lanciarono contro la porta aperta e incustodita. Dopo lotta sanguinosa questa fu chiusa, ma il magg. rimase mortalmente fc,ito. Anche un altro fortino, caduto pure nelle inani degli attaccanti, fu ripreso a costo di gravi • sacrifici. Sembrava che gli fodiani stessero per rinunciare all 'i mpresa, quando r ipresero ard ire, e, spintisi avanti con più impeto, sfondata la porla a colpi di accetta e aperta una breccia nella palizzata, invasero il forte nonostante la vigorosa resistenza americana e massacrarono quanti vi si trovavano. Perdettero gli Americani circa 260 persone di ogni sesso cd età.


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Mina, Chiamasi cosl quello scavo, o buco, che si fo tromina quelli del!'assediato e lavori di mina quelli ddnel terreno, nelle mura o in una roccia , o fn un'opec.,... a_..... 1·...a"'ssediante. Nel primo periodo dell'epoc~ contemporanea i d'arte, affine di disunire, rompere e mandare in aria le la voti <li conrro111ina continuarono :i costitu~re una impor~ ~uiiid icate materie; s' intende anche qualunque lavoro sottante d ifesa accessoria delle fortificazioni permanenti. Il ,iterraneo che si fa pel fine sov raindicato. Con espressione sterna di contromine (o ill5Ìemc dei lavori di coptromina) più precisa la cavità dove si colloca la polvere si d ice caconsisteva in un insieme di gallerie di murarnra, tutte mera della miiw, la <1uale, quando contiene la carica, diramantisi da una ga lleria di contro scarpa, oppu re alcune d irnmanrisi dalla predetta galleria e le a!cre disposte paral lelamente ad essa per collegare le prime. Da tali ga!ltric l 'assediato si dipartìva con ·gallerie minpri a rive- ' stimenti di legno per portarsi nella di'rezicne dei pu nti in cui si volevano stabilire i fornelli, le cui camere si rag~ g iùngevano con altre gallerie. Ji n1inimc dlmensioni, dette rami, orizzontali o inclinate, con pozzi (scavi vertical i), con semplici fori di mina. Le gallerie sono costruite a guisa di corridoio. Dicevansi ga11erie capital i quelle situate. lungo le capital i dei bastio ni e di alt re opere; gallerie magistrnl i quelle parallele alla magistrale o -ai lat i de1le diverse opere. Venivano denominate gallerie d'inviluppo quelle che erano stabilite all'i,icirca sotto l 'estremità degli spalti, e queste si riunivano alte galler ie magistrali della controscarpa o della strada coperta per mezzo di altre dette di comun icazione. Finalmente quel le che si scavavano sotto la

.Cumcolo rkaffesso

T ipo d i mina d ell'epoca greco-romana

, hiamasi forn.o o fornello della mi11a. Le M . da alcuni .autori vennero chiamati c1111icoli e da altri, nei tempi più remoti, talpe o talponi, e corrottamente trapponi, a cag ione della somiglianza che esse hanno colle tane che le talpe e i conigli scavano sotto terra. Della :\1. si fece g rande imp_iego tanto nell'attacco che nella d ifesa delle piazze forti. Anche nell'epoca antica si ricorreva ad essa per aprire una breccia nelle mura . Si scavava cioè la ter ra e si scalzava il muro, sorreggendolo con puntelli di kg-uo cbe, circondati poi da ramaglie o da a lt re m aterie comb\)stibili, venivano abbruciat i, onde il muro, rimasto privo <li appoggio, rovinava. Nell 'epoca moderna, dopo l'invenz ione della polvere, l 'attaccante dapprima eseguiva lavori di 11111UJ per accelerare la demolizione citi mun di contro-

controscarpa chiainavansi

gallerie magg iori. O ltre k indicate vi era un 'altra specie d i gallerie che avevano or igine da quelle di .inviluppo e si inoltravano

verso

l'cstyrno

parallelamente alle capitali delle opere e non molto distante ria esse, che avevano lo scopo di

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S<.:n.tirc se il 1ninatore nen1ico s1 avanzasse fra

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esse; queste chiamavansi apptullo gallerie d i ascolto. Per dar luce cd aria alle gallerie e ai rami vi si praticavano apcrtU-'

M in a ad intasamento ridotto

re cìlincJr;che, o troncoconiche, o troncopiramidali, che andavano a finire ali 'esterno, delle luminari, esalatoi, trombe, sfiatatoi o spiragÙ . Rampa, d iscesa o scala chiamavasi l'a ndito per cui ~i scendeva alla mina; dicevasi piè, propriamente rampa o discesa se l'andito era in terra; scala se in pic tr~~ o 1nattoni . l\llina per interruzione di gallerja (pianta)

scarpa e di scarpa, e così apri.re la breccia; il d ifensore, per opporsi all'avanzamento sotterraneo dell'attaccante e distruggerne i lavori, con trapponeva altri lavori detti di contromma. Quando le artigl ierie , perfezionatesi in potenza ed esattezza, permisero di ;iprire la breccia da lontano, passò al di fensore l'iniziat iva dei lavori di m ina (che venivano in gran parte preparat i fin d al tempo di pace) intesi specialmente a distruggere i lavori di approc<:io eseguiti sullo spalto. Allora I•}ttaccame imp iegò ancora le mine, ma solo per rovinare gli ora detti l avori della difesa. T uttavia si continuò a chiamare lavori di con-

Le m ine ebbero altre applicazioni nella difesa delle opere, tra cui le seguenti : lancia re pietre od altri proietti sugli spalti e lungo i fossi duran te l'attacco vicino (fogatc cli varia forma, impiegate pu re nella fonificazione campale); far saltare le rampe delle breccie mentre erano percorse dalle colonne d'assalto; demol ire ponti od altre opere d'arte per interrompere con1un icazioni; rovinare fortifica, zioni abbandonate ; mantcocre sgombri è.::.l ghiaccio fossi acquei. Le mi.ne sono pure applicate sotto forma di torpedini terrestri (V . Torpedini), delle quali si fece grande uso duraMe la guerra di Secessione. Le mine sono p ure largamente impiegate ndle interruzioni stradali, anche da sole, ossia fuori dell'azione d i opere fortifi,·atorie prossime.


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Sulle strade ordioaric, o ferrale, in prossimità della frontiera di ùno Stato e nei punti più importanti, si preparano fin d;l tempo di pace tali interruzioni, o meglio i lavori occorrenti per poterle produrre speditamente al momento del bisogno. I punti più convenienti per stabilirle, per lo più sono le opere d ·arte, quali ponti e viadotti, gallerie, muri di sostegno di" strade a mezza costa, tralci a)

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Sistema di contromina d.i una fortezza

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di strada in trincea tra montagne · a falda molto ripida. I lavori occorrenti per dette interruzioni so no diversi se, condo la specie dell'opera d'arte in cu, queste devono essere proclotte e secoodo la struttura dell 'opera d "an e stessa. Di solito consistono in pozzi o in gallerie, alla cui estremità si ricavano di fian,co la camera destinata a rice~ vere la carica, oppure in fori eseguiti colla trivella, al fondo dei quali viene posta la carièa. Col primo sistema la carica viene formata con polvere o con sostanze esplosive più potenli, come fulmicotone e dinamite, e sono necessarie operazioni d i caricamento e d i intasamento piuttosto lunghe .(almeno 4-5 ore per ogni fornello); col secondo sistema, invece, applicabile soltamo -con piccole cariche , queste si formano sempre con sostanze più poten ti della polvere e le operazioni di intasamento si riducono a riempire il tratto d i foro non occupato dalla carica con un cilindro di pietra o di legno, con gesso, ecc. Per ridurre al minimo i l tempo occorrente al caricamento delle mine a grandi cariche, si sono ideate cd applicate le così dette 111i11~ ad intasamento ridotto nelle quali la camera è costituita da un tino cilindro-conico di lamiera d i faro, munito di un tubo che si colloca in fondo ad un pozzo circondandolo con calcestruzzo; il tubo di circa m . o, ro d i diametro, si eleva sino a m . 0,60 o 0 ,70 al disotto del piano stradale ed è chiuso superiormente da un coperchio a vite. La carka si fa vuotando la polvere nel tubo per mezzo di un imbuto, dopo aver vi fatto discendere l'innesco con miccia, o i lì.li elcttricj racchiusi in apposito tubetto, e l'intasamento si forma riempiendo il tubo con sabbia o colla- polvere stessa. Q uesta disposizione però è poco usata. Un 'interruzione stradale, perchè costituisca un ostacolo abbastanza serio, è necessario cbe sia lunga almeno 30 m ., perciò occorre aver presente questo limite nel determinare il numero e la carica dei vari fornelli da stabili,-e per una data interruzione. Gli esplosivi, i materiali e gli attrezzi per eseguire il caricamento ,: l'intasamento delle mine permanenti vengono préparati fin dal tempo di pace e conservati in depositi situati a poca distanza delle mi11e stesse. Chiamasi telaio della mina un telaio composto di travicdh squadrati, di cui si fa uso per rassodare il piano e

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sostenere i fianchi e le volte delle gallerie. Tra questi telai e la parete di terra si frammettono dei tavoloni; tutta la costruzione si cbiama : annatum, it1tclaiatura della 111i1111.• Carim è la quantità di esplosivo impiegata per una determinata n1ina, che jn massitna è allogata in una cassetta, la quale viene posta uel centro del fornello e trattenuta con forti puntelli, che vanno ad appoggiare alle pareti di quello. Intasamento o horrat"m della mina, si chiama quel masso di materie pesanti, colle quali si riempie e si chiude la camera. Salsiccia è un budello di tela ripieno di una miscela a lenta combustione, il quale dalla bocca de!b galleria arriva al centro del fornello per comunicare il fuoco alla carica; la salsiccia viene allogata dentro un canale di legno detto truogolo. Il compassamento del fuoco è la regola che tiene i l minatore nel deterrnir.a te la lunghezza delle salsiccic per fare accendere i fornelli in un determinato tempo. Una mina si fa brillare o a mezzo d i miccia, o elettricamente con un apposito esploditore elettrico. Circolo d'azione è la dimrnza dal centro del fornello al luogo ove la mina non produce più alcun effetto. Circolo di friabilità, viene detto quello spazio circolare, che facilmente si scorge nella superficie del terreno ove è brillata la mina . Circolo di rott1<ra, dicesi quella parte dc:! circolo di friabilità, nella quale le gallerie possono ancora venire danneggiate dall'effetto della mina. Quella porzione di terreno o di roccia o di muro che viP.'.1e proiettato da una mina, chiamasi generalmente solido di escavazione . Da alcuni viene considerato di figura paraboljca e ,hiamato pambo/oide, da a ltri di lìgura tronco-con ica, a forma di iperboloide, ecc. Il vuoto che lascia la mina dopo l'esplosione chiamasi imbuto. La linea immaginaria che_ va

l',ilnla.

Mine trivellate nella · pila di un ponte (sotto la p ianta, sopra il prospetto)

dal centro del fornello alla periferia della superficie esterna dell'imbuto, dicesi raggio d'esploswne . La tinca pili corta che si i m magina condotta dal centro del fornello per!'endicolunnente alla superficie esterna dcll 'imbuto, dicesi linea di minore o di minima. resistenza. e da qualcuno linea di esplosione. Quando un fornello esplode manda in aria una parte del terreno, ma nel medesimo tempo esercita la sua azione contro tutta la, massa di terra che lo circond2 ad una distanza, tutto all"intorno, almeno uguale al raggio

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obliquo condotto dal centro dell'infiammazione all'orlo dc!J'imburo; questa massa di terra compressa dalla forza ècll'esplosivo che detona è quella che si chiama glol,o di com pressione. (V . anche Finto Pùl110, Ostruzioni, Sbarramento, Torpedine, ccc.). Mina (Mar ina : V. anche Torpedine). Gli inventori della M. subacquea furono gli americani Bushoel e Fulton. Il primo (17~2-1826) dopo aver d imostrato cbc la polvere pirica poteva esplodere sott'acqua, ideò una serie di rnngegni che potevano fare esplodere cariche composte di polvere pirica a contatto con la parte più vulnerabil~ delle navi, ossia la parte immersa della carena. l metodici esperimenti di Bushnel permisero a Fulton (1765-1815) di ideare e rendere pratica un'Arma alla quale e_gli po,e per il primo il nome di torpedine. Ne!la guerra di Secessione si cominciò ad usare la tor pedine ad ancornmento·. La Russia impiegò le M. nella guerra del 1855-1856 per difendere i propri porti del Baltico e del Mar Nero dagli attacchi dclk flotte inglesi e francesi. Nella guerra Russ<l-Giapponese la guerra di M . ebbe già una vasta applicazione e fra il HJ04 e il 1905 si ebbero se tte unità da guerra Russe affondare per effetto delle M .. e altrettante danneggiate . Da partl' dei Giapponesi vi furono due unità affondate e sei danneggiare. Nella guerra mondiale, l'uso ddl,c ,'vi . si tece vastissimo, specialmente nel Baltico e nel Mare del No, d, ove i fondali per essere in generale non molto forti e quasi sempre al d isotto dei 100 metri, Dermettono con facilità

per sbarrare le viy di usci ta ai sommergibili tedeschi . Con la possibilità <li ancorare le M. anche dove il fondo ~ di molte centinaia di metri, si prevede che nelle• gucrr~ future il loro in1piego si svilu pperà ancora,

su pilt v:ista

scala, soprattutto per la fadlità d i costruzione delle M., per il lor.o costo relativamente basso e, per la grande minaccia che costituisce sc1npre la esistenza dj un c:1n1po minato sopra il mare.

~line italiane s u n ave ponamine (guerra mondiale)

!vlina lanciata per sbarramento (R. N , Puglie1 guerra mondiaJc}

l'impiego di M . ad ancoramento automatico. Vennero allora costituiti da tutti i belligeranti vasti campi di mine, i qua li possono distinguersi in due grandi categorie: a) Campi minati da blocco che serv ivano per impedire il movimento delle navi dell 'avversario, ed era!'.o costitui ti con sbarramenti che una delle due uazwn i andava ad .iffondare di fronte al le principali vie di comunicazione o ai poni dell'avversario. Questi campi di mine venivano ancorati per mezzo di apposite navi di superficie, che chiamavansi affond amine, oppure anche per mezzo di sommergibili appositamente cost ruiti; b) Campi mipatt da difesa, costituiti da sbarramenti di torpedini che ciascuna nazione costitùiva essa stessa innanzi ai propri porli eri alle proprie località, per impedire che le n3\·i dd l 'avversario venissero a navigare in quei paraggi. Crandi can,pi di lvJ. vennero organizzati, nc:Jla Manica, nel Canale di O t~1nto e nella pa rle set tentrionale del Mare del "-l'ord,

/\fina (Esplosiuz). Gli esplosivi che si adoperano per la carica clelle mine sono di d iversa natura, a seconda ddlo scopo che si vuole raggiuHgere . Quelli pitì frequentemente us:l ti sono : le polveri .nere; il fulmicotcine; la gelatina esplosiva; la bal istite; la cheddite; la nitramite; !'cebo ; la sabulite; le dinamiti a base inerte; le dinamiti a base attiva; gl i esplosivi aromatici (acido picrico, tritolo, ecc.); i Euln1inati. L'innesca1ncnco è il 1nezzo di :1.ccc□si0ne occor• .rente per provo~are l'esplosione della carica e può otren<:rsi con : n1iccie, capsu le, detonatori, accensione elettrica ; l'intasamento è l'operazione che tende a favorire l'effetto dello scoppio, cd è di varie specie, a scconcla dei materiali che si impiegano : ordinario (terra e sabbia); acqueo (acqua) ; misto (acqua e terra) ; in calcestruzzo; il bdlamento, infine, può avvenire sia direttan1ente, a mezzo dc1k miccic, e sia con gli esploditori elettrici, col concorso dei circuiti o delle capsule.

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MiM (Siorìa) . Della guerra di M. e rnnt1omina p rima dell 'i nvcnzione della polvere si hanno numeros, <:Sempi negli assedi, specialmente dell'epoca romana. Si chiamò :11lora Cava (V.). Se ne trovano esempi anche in seguito, come nell'assedio di Tolcmaide (1290). Dopo J',nvenzione della polvere, si fa risalire all'ing. m i!. fiorentino D,:,m,-nico di Guidone Bonyntend i i l primo tenrntivo di M., n:!l'assedio di Pisa (1403) , e si citane, una contromina nell'assedio posto dai Turchi a Belgrado (1439), e una mina in quello d i Croja (1450) : tentativi questi eseguiti facendo

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saltare semplicemente un:1 certa q uanùtà di polvere, senza intasamento,_ cd ottenendo pertanto effetti non ri k·vanti. Sempre nella seconda metà del sec. XV, nel trattato d i architettura mii. d i Francesco di Gio rgio Martini è esposta una teoria sulle J\1.,, con gallede a risvolti, e accorgimenti d i costruzione e preparazione . diretti a 0ttenere effetti po-

derosi; acce nni di 111inore importanza si rrovano anchi: : nel Codice Marciano. E di poco posteriore al .Martini son~ gli studi in proposito d i Leonardo d a Vinci . La Leco.irn fece progressi lenti, tanto che una m ina contro il forte di Sarzanello (1487) non d iede gli effetti sperati per il defi-

durante periodi di guerra d i posizione anche in campo aperto, dava nti a linee campal i forti ficate. Così, per no n citare altri casi, nel! 'assedio di Sebastopol i, durante il quale vennero scavaù r250 m. di gallerie di m ina e 5300 m . di ga llerie d i contromina; e sulle lince dd io Sha-ho, du rante la g uerra russo-giappo11ese . Nella g uerra mondiale, ebbero larga applicazione le lv!., che rn pianura venivano scavate a profondità variabili da 6 a 30 metri, e in montagna a profondità anche maggiori

cieJJle inrasamenro . Il primo risultato positivo e cospicuo è del 1495, per opera del citato 1vlartini, nell 'assedio del Castel Nuovo di N apoli. Pochi anni dopo, nel 1503, per opera d i Pietro 1 ·avarro cadeva il Castel dcli 'Ovo per mezzo di un a A,f . ben eseguita. Grandi lavori d i M . eseg uirono i Tllrchi nell'assedio d i Rodi (1522). Le ,'vi . sottomariue furono ideate da G. B. !sacchi e proposte in un volume uscito nel 1579, e rip roposte da altr i italiani neg li anni seguenti, come G. H. Della Porra e Bartolomeo Crescenzio.

E.s plosione di mina italiana neJla scllctta fra i due D enti del Pas ubio : la freccia n sinisti:a indica quello italiano; la freccia a de.stra quello ausuiaep (2 ottobre !Q 1 7)

i\,ljna durante la guerra di secessione (186 -1-) contro le posiz-ioni confederate a Petersburg

L a sola difesa efficace contro le !Il. negli assedi fu quel la delle conrrom ine, appl iéata con criLer1 razionali per la prima volta nell'assedio d i Candia per opera dei Veneziani che d ifendevano la fortezza (1667-1669). T'rima che le a rt ig lierie raggiungessero potenza tale da <listt uggèrè le opere da lontano, la lv/. e la cont rom ina rappre sentarono il mezzo principale per l'offesa e la difesa delle

Esperimenti di perforazione a distan za durante la guerra italo~austriaca

p iazze. Tuuavia ben p resto nella costruzione delle for tezze si eseguirono preventiv i lavori d i contromina, dapprima solo a scopo d ifensivo, in seguito anche a scopo offensivo, spingendole a dist~nzc tali da poter distruggere le batterie d i breccia pel nemico. Così fu fatto a T •Jriuo nel 1706, med iante l e controm ine fatte costruire da Ema ~uclc F iliberto in fine del secolo XV!. M. e controm ine furono adoperate su vasta scala neg li assedi in tutte le g uerre dell 'epoca moderna e contemporanea, e spesso -

sotto il punto che volevasi far saltare. Vennero adr,pernt i mezzi meccanici per l'escavazione, così che fu possibile accelerare considerevolmente i lavori. E ,cmp1 classici d i q uesto periodo d i guerra di mine sono offerti nelle Argonne e nella zona di Mcssines sul fronte occidentale, e dal Col d i Lana sul fronte ita liano . Su questo, gli esempi si molt iplicarono : ftaliani e

Ausu_iaci lavorarono in. montagna a M. e con·t rominc numerose : fra i due denti del Pasu bio ne vennero fo tte brillare due austriache e una ira. liana, in fine del 1917 e in principio de l 1918.

Mùw Frrmcesco . Generale spagnuo lo ( 1784-1836). Avvenuta l 1invasione dei Francesi d i Napoleone nella Spagna, organizzò bande armate d i Mina Francesco « g uerrilleros » e si battè dal 1808 al 1813 . Alla caduta d i Napoleone, si schierò wnrro Ferd inando VII e nel 1820 fu generale dei Costituzionali', riportando successi contro i conservatori realisti. Nel 1823 l ' intervento francese lo costrinse a chiudersi i n Barcellona, dove fu assediato dal maresc. Moncey e costretto a capitolare. E[Uig rò -a Lond ra, e tornò in patria nel 1834 per combattere conrro i Carlisti. Un suo nipoLe, Saverio (1789-1817) si bauè pure conrro i Francesi e contro Ferd,inando; em igrato , nel 1816 al Messico, p rese parte alla rivoluzio ne co11tro gli Spagnuoli: catturato da questi, v~nne fucilato.

Minatori (Repani). Sono così chjamati appositi reparti del!'arma, del genio, cui competono tutti i lavori d a m ina in pace cd in guerrà. L'attuale ord inamen to (193;,) dei


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nostri reparti M . secondo le ultime disposizioni è ;1 se guente : I bgl. zappatori M. su 3 cp.; I bg l. M. telefeIisti (su 4, 3 o 2 cp.), per ciascuno dei regg. del genio 1°, 2°, 3°, 4°, 50 e n°; I bgl. zappatori M. (su 3 o 2 cp.) per cjascuno dei regg. genio 6°, io, 8°, 9°, 10° e 12° ; 1 cp. zappatori M. per il bgl. misto del genio del la Sardegna . Il personale specializzato come i\![. ha il compito, come si è detto, di eseguire tutti i lavori da mina, e d inoltre : di co ~

struire i nterruz ioni stradali e ferroviarie; dt visitarle periodicamente c tenerle in efficienza; di provvedere -

in caso di guerra -

al presidio ed al brillamento delle Fregio dei Minatori scelti interruzioni stesse. Ogni compagnia zappatori M. ha 16· m inator i; ogni compagnia M . teleEedsti ne ha 24. L'attuale ordinamento dei reparti M. consegue dalla soppressione del 5° regg. minatori, che, creato nel 1897, venne disciolto dopo la guerra italo-austriaca. All'atto della soppressione, detto reggimento era così costituito : Comando; 5 bgl. di 3 cp. ciascuno; Deposito. I bgl. , numerali d; ll'uno al cinque, comprendevano ognuno due cp. M . ed una motoristi-teleferisti. Le sedi dei bgl. erano : Verona (I e Il), Udine- (III e IV), Torino (V). Comando e deposito del

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LI servizio lvf. passò alla dipendenza dell'artiglieria. Nel 1691 trov iamo una cp. 1vl. regolarmente co,'lituita .e composta di qu,.ranta uomini; tale cp. nel 1696 è s,lemento costitutivo del bgl. cannonieri e nel 1747 fa parte del regi\". d'artiglieria. Nel 175!, per meglio assicurare i lavori delle mi'nierc dello Stato, venne formata una nuova cp. di M ., la quale , pur essendo addetta ,al!e miniere, aveva l'obbligo di servire nell 'arciglieria quando fosse necessario. La cp. ebbe una forza di 60 uomini e crebbe negli anni seguenti ;i 200; nel 1768 fu ridotta a 20 e probabilmen te fu sciolta dopo breve tempo. Nel 1773, infatti , troviamo presso l'esercito piemontese una sola cp . M., facente parte de l regg. d'artiglieria. Nel 1798, durante il periodo della dominazione francese in Piemonte, tale çp . cessò di appartenere all'artiglieria e passò agli ordini del comandante in capo del genio francese . Nel 1814, alla restaurazione sabauda in Piemonte, la cp. minatori ritornò a far parte del! 'artiglieria, ma il , o maggio 1816 passò al corpo reale del genio, con un organico di 57 uomini in pace e 87 in guerra. Successivamente, per determinazione del 23 febbraio 1831, fu considerata cp. scelta, ed ebbe perciò la destra quando il bgl. e ra in armi . Ne l r848 fu creata una seconda cp. M., essendo stato deciso di

regg. e rano a Verona. Ad Ozier i, in Sardegna , eravi un

deposito del rcgg . Presso la sede di questo e presso i distaccamenti d i Udine e di 'forino esisteva un piccolo laboratorio per le riparazioni d i materiali in distribuzione allet ruppe e per la manu tenzione e conservazione ùi quell i di mobilitazione . Al 50 regg. genio ,W. era, in par ticolare, affidato i l servizio di tutte le interruzioni stradali e ferroviarie , in uno con il complesso degli studi relativi. Dopo la soppressione del reggimento jl servizio ora detto è passato a i zappatori M. e M.-tcleferisti dei regg. genio di Corpo d 'Annata. La creazione dei p rimi reparti M. (che nd J\kdiò Evo furon detti « talpari ») risale ad alcuni secoli fa . Occorre, anzi, dire che personale specializzato nel servizio delle mine fu creato fin da quando

Minatore austriaco ( 1792)

k

i\1inatore sardo

lVlinatore

secolo XVlII

del secolo XVIII

Medaglia al 5° Regg, Genio M inatori

aumentare gli organici del genio la cui forza era risultata, durante la campagna , troppo esigua. li genio militare ebbe nuovo incremento per regio decreto 19 marzo r852, ma il decreto ~tesso previde la tra:lcirmazione delle due cp. M . in zappatori. Il servizio delle mine passò così alla specialità zappatori, e a questa rimase poi per lungo tempo: fino a quando (1897) fu creato il 5° regg. genio M. cui è già stato acce nnato. Elementi specializzati nel servizio delle mine esistono presso tutti gli eserciti, ove appartengono di ,nassimr al.le t ruppe del genio.

Mincio, fiume dell'Italia settentrionale che ha origine col nome di Sarca dal massiccio cieli ' Ad,unello (ghiacciai d i Monte Pisganna). Il suo alto bacino è il risultato del lavorìo delle acque attraverso· le &atturc longitud inali e trasversali che ca ratterizzano le Alpi d i Giudicaria ; risultato evidente nei risvolti decisi che saldano i tratti successivi, dando loro unità funzionale in contrasto con le d,versità morfologiche e tettoniche (Val Genova-Val Rendina-Val Sarca da T ione alle Sarcbe e da lle Sarche a Tòrbole). Nei pressi d i Tòrbole immette nel lago di Garda, donde esce a Peschiera, iocide il margine morenico e sbocca in pian ura, ove d ilaga intorno a Mantova in una serie di stagni, il cu i livello è regolato da una serie di chiuse che avevano grande importanza qua(l<lo la città era considerata principale piazza force dell'antico Quadrilatero e_ cbiave del Serraglio, fra Mincio e Po, destinato ad assi -

mine furono impiegate nelle operazioni belliche. La prima organizzazione del ser vizio dei M. p resso di noi rimonta ai primi ciel xvir secolo (verso il 1635). ' Vi fu ini>lia lmentc un generale · delle mine i,1 Savoia, poi un capitano delle mine in P iemonte; le loro mansioni riilettex~no, i n tempo di pace, jl servizio delle miniere; in gu!.ha, però, essi ed i M . erano impiegati nelle opera- curare combinazioni di n1anovra rnercè sbocco su ambe zioni d'assedio -e di difesa delle piazzeforti. Verso il 1660 , le rive dei due fiumi. A Pietole il M . s'inalvea nuova-

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mente per confluire nel Po presso Governolo, dopo r 90 K m . rii corso, rii cui 50 in· p iano. f;_ navigabile nell'ultimo tratto

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per 14 K m . Per lungo tempo confine storico orientale della Lombardia, il M. è ostacolo notevole, cui le piazze di Peschiera e di Mantova conferirono in addietro grande importanza ~ilitare. Le sue adiace'tlze furono teatro d i numerosi fatti d"annc attraverso tutta la movimentata storia dell'ltalia co~tinentale. Nel periodo napoleon ico sono celebri i fatti d 'arme svoltisi' in quella regione dal 1796 al 1799, periodo · in cui Mantova fu contesa tra Francesi ed Austriaci. Tutta la zona a cavaliere del M. attorno alla scgionc mo:enica del Ga rda fu teatro delle principali battaglie dell'indipendenza italiana, dal 1848 al _1866.

I. Battaglia sul Mincio (197 a . C.). Appartiene alla sollevazione dei Galli Cisalpini, iniziata fra la seconda guerra punica e la seconda guerra m~cedonica. Essa fu combattili~ dal console Caio Cornelio Celego contro g! 'Insubri collegati coi Cenomani. Il console, ricordando ai Cenomani l 'antica fedeltà serbata da essi a Roma, e promettendo il perdono se avessero deposto le armi, non solo riuscì a staccarli dagl i altri, ma li indusse a rivoltarsi contro gl 'Insubri e a combatterli alle spalle. Gl'Insubri , che, avendo qualche sospetto avevano messo nella retroguard ia i Cenomani, furono stretti fra due esercit i, e vennero sconfitti lasciando 35.000 u. sul can')pO, e in mano al nemico 5 200 prigionieri, tra i qual i Amilcare, comandante dei Cartaginesi, 130 bandiere e oltre 200 carri. Il. Battt1glù1 del Mincio (dicembre 1800). Appartiene alle guerre elci Consolato (V.) francese. Le forze del generale Brune, comandante in capo dell'esercito ti 'Italia sommavano a circa 90.000 u. contro 80.000 Austriaci, agli ordini

del conte di Bellegarde. L ·esercito francese si appoggiava con la dr. al Po e con la sr. al lago d'Idro, di dove comunicava col Macdonald che comand:iva 1'esercito d~i Grigioni. L'avanguardia era agli ordini ciel gen . di di vis. Delmas; l'ala dr. era comandata dal gen . Dupont; il corpo di Suchet formava. il cer\tro; l'ala sr. era sotto il comando di Moncey; la brigata Lechi serviva cli collegamento tra gÙ eserciti di Brune 'e di Ma~donald ; la riserva era a.gli ordini dei gen ., Michaucl che comandava la fanteria, Davouc la cavalleria e Marmont l'arti glieria. che contava circa 200 bocche da fuoco. La linea del ,V. occupata dagli Austriaci, irta di ridotte e di trinceramenti, era protetta da 100 . pcz.z i d'artiglieria e da tre piazzeforti, con la sr. appoggiata a Mantova e al Po · e la dr. al lago di Garda, coperto da una flottiglia armata di 32 bocche ,fa fuoco. L"escrcito austriaco disponeva sul M. di diversi sbocchi per l'offensiva, dalle piazze forti di Mantova e di Peschiera, dall a testa di ponte di Borghetto e d alla posizione di Goito . Il gen. Wukassovic teneva la linea da Riva al Tonale, collegata alla sua dr., verso Glurns, a l corpo del Tirolo settentrion~le che dipendeva dall 'cser(ito d i Germania. li corpo di battaglia era accampato tra l' Adige e il M . , con l 'avanguar dia, comandat a dal conte d'Hohe.nzollern, trincerata sulla riva dr. del M. e gli avamposti spinti in avanti da Dcsenzano a Borgoforte. Le due armate rirnasero inattive per lungo tempo , im~ pcdite nei movimenti dalle pessime condizioni delle strade, impràt icabili per le abbondanti piogge cadute . D.a l canto suo Bellega.rcle sperava che la diversione in Toscana fatta dagli Alleati avrebbe indotto il comandan te francese a mandare parte delle sue forze in quella direzione; mentre il gen. Brune aspettava che Macdonald fosse: disceso dallo Spluga per riu nire le forze per un 'azione più vigorosa.

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L'arrivo di Macdonald, ma p1u ancora la notizia della vittoria di Hohenl inden, elettrizzò l'esercito cl 'Italia, e Rrunc comprese che ogni ulteriore indugio sarebbe stato dannoso. Il 20 dicembre l 'ala sr. si mise in marcia su Solferino e Cavriana, il centro su Guiclizzolc e l 'ala <lr. su Goito, cacciando il nemico da Gnzo ldo; il 21 Moncey s' impadronì di Monzambano, Suchet delle ridotte di Volta e Dupont si rnise a inquctarc la sr. nemica verso GrJito

e Castelluccio, intanto che le riserve si trasferivano a Castiglione. Dopo avere opposto una ostinata resi<tcnza al Moncey, gli Austriari, attaccati d i fronte da una brigata aggirati a d r. da due altre e minaçciati a tergo dalla divis. Dclmas, fu rono costretti ad abbandonare due posizioni formidabili e retrocedere fino a Borghetto con una perdita di 1200 u. fra morti, feriti e prigionieri. Al centro, il gen . Suchet s'impadronì di Foresto, e diresse Loison. contro Volta, mentre Gazan occupava le ridotte che s( trovavano al la sua destra. L'Hohenzollern, dopo aver perduto inutilmente un migliaio di u. in questo pumo, si ritirò su Valeggio. Anche all'ala dr. , Francesi erano riusciti vincitori, avendo potuto la divis. \V'atrin rigettare una brig ata austriaca in Goiro, cos tringendola a ripassare

il lvi. J3rune decise allora di passare il fiume e fece avvicinare al centro l'ala dr. perchè potesse meglio sostenere il resto dell'esercito . 11 24 Dupont prese il posto di Suchct a Volta, e, mascherando con una brigata la. testa cli ponte di Borghetto, si portò con tutto il resto del centro vnso Monzambano, dove si riuni all'ala sr. dell'armata. fl gen. Bellegarde aveva fa110 costruire presso Monzambano delle ridotte per la difesa di Valeggio e cli Salionze, di guisa che Brune doveva essere obbligato, per attaccare i! centro della linea nemica, ad esporsi a tulli i fuochi convergenti delle sue aniglicrie. Ma il Brune decise che l'ala dr. sarebbe passata a Volta ed il rimanente dell'esercito a Monzambano, sotto la protezione di 40 pezzi d'artiglieria. Ciò. doveva, con.forme alle istruzioni del Buonaparte da Parigi, collegare Brnne e Macdonald e isolare Bellegarde dall a sua ala dr. Per un errore nella valutazione del tempo necessario per i movimenti delle eruppe, l'ala sr. nnn g iunse in tempo al luogo indicato e Brune decise d i rimandare al giorno seguente (26 dicembre) il passaggio a Monzambano, senza peraltro dare il contrordine di stabilire un ponte a Volta. Credette che la diversione su questo punto sarebbe riuscita eguahncntc efficace, quan• tunque eseguita 24 ore prima d el vero attacco; l'er rore avrebbe potuto costare la distruzione della divis. Dupont, ma ciò non avvenne perchè una fitta nebbia nascose i movimenti dell'ala dr. francese agli A ustriaci concentrati sulle alture di Valeggio, chiave di tulla la linea. Il gen. Dupont raggiunse la riva del M. di fronte a Pozzolo il 25 mattina e fece gettare un ponte, che, malgrnclo l 'intenso fuoco delle batterie austriache e gli sforzi di 1200 11. che tcmavano di impedirne la costruzione, fu terminato in meno cli due ore. Le truppe della divis. Watrin man mano che passavano dall'altra riva del fi~mc s'impegnavano per far fronte ai nem ici che ricevevano continui rin.

forzi . fn questo mentre il gen . Dupont riceveva l 'ordine di non impegnare alcu,rn azione importante sulla riva sr. e di limitarsi a proteggere col fuoco d 'artiglieria il ponte. Dupont' nou si attenne a quest'ordine, giudicandolo pericoloso per le truppe che avevano passato il M. e Suchct, avvisato che Dupont correva il rischio di rimaner sopraffatto, decise di mandare in suo soccorso la divis. Gazan seguita da quella del Loison. Il gen. llrune si limitò a ordi11are al Doudet di rimpiazzare a llorghetto il gen. Suchct. Nel frattempo Watrin , sostenuto dalle btr. della


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d r. ciel M,, aveva occupato Pozzolo. Bellegarcle, informato del vigore dell'attacco nemico i n questa pnsiziooe, vi diresse tutte le forze di cui d isponeva, agli ordini di Kaim e di Vogcllang, Il primo doveva attaccare Pozzolo d i fronte, e l 'alt ro dalla sr. Le loro truppe erano già impegnare, quando Mounier, sboccando improvviso, occupò il villaggio pcnncttendo a Watrin - di serrare la sua linea a ll 'altezza di Molino, di fronte a Pasini. I ntanto giungeva nei dintorni di Volta in soccorso del gen . Dupont, la divis. Gazan che si impegnò subito, e m ise in posi2io11c la sua artig lieria in modo da dom inare la riva sr. del fiume, causando una _felice diver sione in favore di Watr in, la cui d ivis . in questo mo mento, assalita furiosamente dalle coloo1te austriache, si difendeva con g rande d ifficoltà nelle trincee naturali for mate dalla diga da Pozzolo fino al Molino. Gli Austriaci, impazienti di sloggiare W atr in da q uesta posiiione, lo caricarono d i fianco , ma la ferma resiscenia dell'rio ussari cd il fuoco d 'artiglieria del la dest ra del M. sventarono questo oc:ntativo, durante il quale W atrin tolse al nemico 1 000 prigionieri, , ban d,era e 5 pezzi d 'artigl ieria. Gli Austriaci allora riunirono tutti i loro sforzi per spezzare la d r. francese a Pozzolo. Questa posizione, malgrado l'accanita difesa , fu presa alla baio netta e Suchet, vista la situaz,one critica dell 'ala dr., le in viò i n soccorso la brigata Colli , (composta tutta di Piemontesi) . Appena questa brigata si fu spiegata spingendosi in avanti, venne i nvestita da una carica impetuosa e ridotta con i bg l. di Monnier fino a l M , Il ne rnico fu quivi arrestato dalla mitrag lia e dal fuoco di moschetteria d i riva d r. Un momento di esitazio ne manifestatasi tra gli t\ustriaci, diede modo ai Francesi cl i riaversi. Watri n, uscito dai trinceramenti, attaccò secondato dal Dupont e gli Austriaci , costretti a ripiegare, perd ettero in un istante quanto avevano guadag nato a prezzo di tanti sacrifici , Bellegarde, il quale ass,steva in persona alla battaglia, diresse una nuova colonna d'attacco su Pozzolo, composta di t ruppe fresche ed il villaggio fu ritolto ai Francesi. Questa posizione, per lo spazio di sci o re, fu il teatro d i una lotta accan ita ed il villaggio passò p arecchie volte da una parte ali 'altra , Nuovi rinforzi d i truppe fresche giungevano co,uinuamcnte ai combartenti e 1'arrivo d i queste truppe era per ciascuna delle due parti l'occasione cd il mezzo d 'un ritorno di fortuna. A notte avanzata i F rancesi rimasero pad roni del campn d i battaglia, senza peralt ro che il combattimento fosse ter1ninato. \\'atrin era rientrato nei suoi trincera1ne nti per timore di una sorpresa; egli credeva il nemico in piena ritirara, quando fu assalito da una pioggia di proiettili. I3dlcgarde sferrava un attacco notturno, ma anche questo (u respinto . Gli Austriaci avevano avuto nella g iornata 4000 u . fuo ri combattimento, avevano perduto 2000 p ri gionieri e 9 pezzi cl 'artiglieria. Anche i Francesi ebbero in proporzione perdite assai gravi, avendo lasciato sul terreno d a .rooo a 1200 morti. Durante la battaglia del 25 d icem bre, era stato gettato un secondo ponte sul M. a l Molino di Volta . N ella oottc Suchet aveva raggiuntn la colonna destinata a passare il fiume a Monzambano . li primo ponte, sotto Ja protezione di 4 0 pezzi d 'artiglieria e col favore dell a nebbia, fu gettato in nove ore, e l'avanguardia il 26 passò subito il M . Il gen . Del mas ordinò l 'attacco e q uattro colonne avaniarono al passo di carica. G li Austriaci furono rigettati su Valeggio. Il general issimo austriaco, che si aspettava di veder sboccare tutto l'esercito francese dalla parte di Pozzolo, rimase sorpreso quando ebbe notizia del loro passaggio del .11. a Monzambano, e si affrettò a m andarvi

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una d ivis . di granatieri, che assalirono le truppe del , Cassagne ·e del Bisson, i qu;,li, dopo ·aver resist ito più di un 'or:l' cominciarono a ripiegare, quando la divis . j3oudct, condotta da Moncey, g iunse in loro aiuto. Allora tutta la 1inea francese si lanciò alla carica, r igettò g li Aust riaci e fece un migl iaio di prigionieri . Il villaggio di \'aleggio passò diverse volte d:i una parte e dall 'altra , infi!'e ri1nase ai F rancesi. L 'I--Iohenzollcrn, che era arrivaro sul campo di battaglia dopo Be llegarde nel momento in cui Suchet sboccava da Monzambano, so~ten ne la ritirata della sr. , e sul far della notte ripiegò su Verona. La guarnigione di Borghetto, composta di un m igHaio d i u., vi.sta l'evacuazione di Valeggio, chiese di capitolare. I ntanto tutto l'esercito fraucesc aveva •passato il M, cd aveva preso posizione tra Vàlcggio e Salionze . li 27 dicembre Brune si d isponeva ad attaccare le ridotte d i Salionie, quando gli Austriaci le resero a d iscrezione. Il duplice passaggio del M. era costato agl i Austriaci la perdita di cicca 8500 u. tra morti, feriti e prigionieri. IIL Battaglia del Mincio (febbraio 18 r4). Il vicerè Eugenio, che ai primi di febbraio si era ri tirato dall'Adige sul M., assicuratosi di non essere attaccato dai Napoletani di Gioacchino Murat che si erano fermati a Borgoforte, decise di respingere nuovamenre gli Austriaci al di là dell'Adige. L '8 febbraio pertanto, ignorando le disposizioni del nemico in q uel punto, prescrisse al gen. Palombin i, che comandava l'ala sr. in Peschiera, di dirigersi sopra Cavalcascllc, cd inviò due divis. e la Guardia jtaliana da Mantova per Roverbella e Pozzuolo a Valeggio . Ordinò alla divis . Fressinet di co,1ccntrarsi a Monzamballo, passare il M . e seguire il mov imento dell 'armata; e aJ gen. Zucchi, governatore di h1an tova, di uscire dalla città con la maggior parte del presidio, ava11zando sulla d r. in direzione di Isola della Scala. Egli stesso, con l 'avanguardia ed una d ivis., avrebbe marciato al centro, dirigendosi da Goito a Roverbella. Nel tempo stesso il generalissimo aust riaco llellegarde, non sospettando che il viccrè riprendesse subito l 'offensiva, aveva cornlnciaco a passare il M . a Borghetto tra il centro e la sr. del nemico e già vi aveva traghettato un gtosso corpo sotto g li ordini del gen. RadivoJevic, quando i l vicerè, che era giunto a Mazzibona sulla sr. del M ., si accorse de l m ovimento del nemico. Anche Zucchi e Grenier erano sulla stessa sponda e marciavano in direzione dei punti ad essi assegnati, ma la div is. Fressinet si trovava ancora sulla riva dr. Così le due armate s'incontrarono e combatterono simultaneamente su ambed ue le ri ve. Sulla sponda dr. R.idivojcvic respinse la d ivis. di Frcssinet sino a Monzambano. Sulla sr. i l Palomb,ni, uscito da Peschiera, nei pressi di S. Lorenw fu sorpreso e scon fìtto dagli Aust riaci superiori dc forze; invece Zucchi e Grenier respinsero il corpo del gen . Maycr ed il vicerè Eugenio, recatosi sopra Va leggio, s'incontrò con la divis. di Mccr villc e col Jlellcgardc, che era intento a far passare i l fiume al suo cent ro sopra un ponte che avev·a gettato a Pozzuolo. Anche qui si combattè con alterna fortuna e solo la notte pose fine alla battaglia , Da ambedue !e parti si pretese d i aver riportato vittoria . Il giorno 9 però i l vi,erè ricondusse tutte le sue truppe sulla sponda d r. del .M'. e Bdlegarde, interpretando quel movimento come un principio di ritirata, nella notte seguente ricom inciò a passare il fiume a Borghetto; ma, trovando forte resistenza da parte del nemico, abbandonò r impresa, D urante il tentativo di passare il A,f. col g ro~so, aveva ordinato al gen. Stanislavic dell 'a la estrema dr. d i risalire al setteotrione

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l3attag)ia del Mincio ( 181 4)

<lei lago di Garda con sei bgl. e di d iscendere per la s ponda occidentale. Egli investì Rocca d'Anfo e per la Val Trompia discese fino a. Gardonc; ma qui incontrò il gen. ,B onfanti, che, usc ito da Brescia con un forte disraccarnento, lo costrinse a retrocedere fino presso a Rocca d "Anfo.

Bersaglieri del Miucio. 23• Legione della M. V . S. N. , d ipendente dal rx gruppo (Verona) e costituita il 1° marzo 1923, su quatt ro coorti : Goito, Asola, Rodigo, Castelbelforte_. Il comando è a Mantova. La legione ha una sezione , mitragliatrici. .M incio . Nave cisterna, varata nel 1929 dai Cantieri Navali e Acciaierie a Venezia; dislocamento tonn. 655; lunga. m . 42,15, larga 111. 8 ; app arato motore 350 cavalli; velo.:ità miglia 9; non ha armamento guerresco.

M inden. Città della Germania, nella ·Westfalia, sul Weser . Ebbe una robusta cinta di mura, che fu nel se.:olo XVI rioforz;atà con luncrte e bastioni . l. Bt,ttaglia di !vli11den (fine agosto 16 d . C.). Appar-ciene alla spcdizio,11e d i Germanico Cesare in Germania, e fu combattuta dopo il combattimento di ldistavisQ {16 d . C.). I Germani, sotto la condotta di Anninio e di [n guiomero, scelsero un )llogo piano e p,,IL1doso circondato dai fiumi e dalle foreste, e avente dal lato non pa• ludoso un terrapieno, che segnava il loro confine verso i Cheruscbi. Questo argine, che sbarrava di fronte a dr. la via ai Romani, tu occupato dalla fanteria dei Germani ; ]a cavalleria invece fu collocata all"ingiro nelle foreste, JJerchè prendesse alle spalle le. legioni romane, appena si fossero internate. Germanico, che dalle sue spie era informato dei disegni dei Batbari, delle accidentalità del terreno e dell'agguato della cavalleria nemica, incaricò Seio Tubcrone di attraversare colla cavalleria la pianura pa ludosa, e , divisa in due linee la sua fanteria, ne affidò una

a i suoi luogote nenti, con l' incarico cl i girare il terrapieno di confine, penet rando per il terreno piano nella selva, ~ di tenere impegnato il nemico; l'altra linea doveva sotto il suo comando diretto svolgere l'azione più d ifficile,

assalire cioè di fronte l'argine e aprire così- la via per pro• seguire la marcia. I suoi luogotenent i riuscirono facilmente a penetrare nella selva per la via piana, ma non fu così nell'assalto dell"argine, dove i Roman i, come di fronte a l muro di una fortezza, furono respin ti dai prniettili che cadevano dall 'alto sui soldati. S 'avvide Germanico èi aver errato nel voler prendere a viva forza quella posizione senza aver prima disorganizzato i l nc1nico con l proiet-

tili. E, fatto sospendere il combattimento e retrocedere le legioni, fece avanzare iu prima fila g li ·arcieri, i frombolier i e le pesanti macchine da tiro. Tosto vennero fulminati· i d ifensori del terrapieno con pesanti dardi, che ne uccisero molti. Rinnovato l'assalto, le legioni espugnarono l'argine, donde furono da Germanico condotte nella selva sottostante. Sul margine di questa si appiccò una lotta più accanita. Nella nuova posizione i Germani avevano a tergo le paludi, i Roman i il fiume ed i monti rivestiti d i selve. Da ambo le parti si combatteva con coraggio da leoni, ma alla fine i Barbari, non potendo faci !mente maneggiare le loro aste t roppo lunghe nel fitto della selva, e dovendo per il loro grande numero bruttersi restando nelle file senza potersi valere del!a loro destrezza nei combattin1enti singolari,

restaro no

infer.iori

di fronte ai legionari, i quali, col petto coperto dallo scudo e con la spada corta, erano più liberi nei movimenti e trovavano facile bersaglio nei larghi petti e nei volti scoperti dei Barbari, aprendosi spesso la via col passare su spessi mucchi di trafitti. Armin io, esausto.. dalle fatiche e imped ito dalla ferita toccatagli nella precedente battaglia di ldistaviso, era supplito da suo 2,io l nguiomero, il quale, correndo per tutto il campo, non tralasciava nulla di quanto, era suo dovere, nè gli venne meno il coraggio , n1a la fortuna. Germanico incitava i suoi « a seguitare il macello; non esserv i bisogno di prigionieri; il solo eccic;li~ dei Germani porrà fine a questa guerra ». La resisteni,a dei Barbari fu vinta a poco a poco, e- Germanico sottrasse • una legione dalla zuffa allo scopo di costruire un accampamento sicuro -per quella notte, mentre le altre sette continuavano la strage sino a che la notte interruppe la battaglia. Alcuni , come l' Hertzberg,


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hanno scri~to che questa battaglia vendicò la :fofatta di VarQ a Tcutòburgo; ma Tacito parla di questo fatto con espressioni tanto modeste che non ci fanno supporre la vinaria decisiva dei ]{omani. ç iò che è anche dimostrato dagli avvenimenti che seguirono. In qualche testo la battaglia è detta di E11ger. Il. Presa di Minden (1626). Fu operata dagli Imperiali del conte di Lilla. Gli abitanti essendosi rifiutati di aprirgli le porte, com'egli esigeva, fu dato l'assalto, e di primo impeto la d ifesa fu superata. Gli Imperiali fecero strage dei difensori, massacrandone tremila. ITI. Combattimento di Minden (1.679). Appartiene alla breve lotta dopo la pace di Nimega contro I 'elcr.tnre del Brandeburgo, il quale era riluttante a firmarla. L'avanguardia di cavalleria dell'esercito francese del Créqui, che avanzava per imporglielo, si scontrò davanti a M. con un corpo prussiano di 3000 u ., trincerato a sbarrare il passo che conduce alla città. I cavalieri francesi misero piede a terra e attaccarono i tri.11ceran1en ti, c.acciando□e i Prussiani (29 giugno). Il g iorno dopo l'Elettore abbassava le armi rassegnandosi a firmare la pace, già firmata dalle a ltre Potenze. IV . Presa e ripresa di Mi11den (1759). Pochi giorni prim a della battaglia di M . il duca di l3roglie attaccò la citta in pieno giorno, e la prese d ' assalto facendo 1500 prigionieri. Dopo la battaglia, l'esercito francese sconfitt<t si ritirò su Casse!, lasciando una piccola guarn igione a M ., la quale il giorno dopo, senza tentare neppure ùi resistere all 'esercito del duca di Brunswich, si arrese .

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stamcnte giudicato più debole: il settore ove era schierata la cavalleria. Nove bgl. (6 jnglesi e 3 annoveresi) puntano decisamente contro il centro nemico e rovesciando le tre schiere cli cavalleria nem ica (63 squadroni), la spezzano . Le truppe dell'ala sr. prussiana sec0ndano. bene l'azione del centro; non così l'ala dr. per deficiente azione di comando ciel generale preposto a quel settore. La vittoria è degli Alleati, per quanto non decisiva per il mancato concorso dell'ala dr. nell'arto risolutivo della batt aglia. H Contades si ritira dietro la Bastan, e il Broglic su M . Perdite : Franco-Sassoni 7 .000 circa fra cui 6 generali, 26 pezzi d'artiglieria, 17 bandiere e stendardi. Prussiani e Alleati: 2800 uomini di cui circ'l 1400 inglesi. I 6 bgl. inglesi dell'attacco centrale, che divennero poi regg. 12, 20, 23, 25, 37 e 51, portarono lu ngamente il nome di M. sulle loro bandiere.

M indo, Città sulla cost a de.Ila Caria, sul golfo lasio,_ pre.sso Alicarnasso, ora Giim ,ischlu-Liman. Nel 42 a. C . vi si combattè una battaglia navale che appartiene alla cosl detta guerra Filippeose. I Rodi, accusati di aver forniti degli aiuti a Dolabella, e ritenuti nem ici da C. Cassio, senza perder tempo armarono 37 navi e ardirono di assalire p resso M. la squadra molto più forte di Cassio. L'audacia dei Rodi però fu domata dal numero delle navi d i Cassio, che sconfissero pienamente le navi rodiane.

V. Battagliq dì ,Winden (1° agosto 1j59). Appartiene alla guerra dei Sette Anni. Stanno di fronte 37.000 Alleati (Prussiani, Inglesi, Aannovcriani, Assiani, Brunsv ic-

t::,;::::l~'-'Hl,&-nj

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fl lleart

l\:'Iinenwerfer tedesco (guerra mondiale)

M inenwerfer. Bocche da fuoco cortissime, adottate durante la guer ra mondiale dagli eserciti degli Imperi centrali; corrispondenti pres~o a poco agli attuali cannoni da

Dattaglia di Minden ( 1759)

chesi) comandati dal duca di Brunswich, contro circa Franco-Sassoni comandati dal marcsc. Contades . Quest 'ultimo nei pressi di M . schiera il suo esercito per l"imminente battaglia in un modo singolare : un a grande massa di cavalleria al cent ro, appoggiurn da molta artiglieria di grosso calibro, colla fanteria alle ali. D1etro al cent ro una seconda schiera pure costituita di cavalleria. A ll 'ala dr. sta il Ilroglic che con 22 bgl. e 22 sqdr. ha jl compito di attaccare la sr. nemica per effettuarne l 'avvolgimento dopo averla logorata frontalmente. Concetto operativo del Brunswich è invece opposto : attacco centrale a massa contro lo sch ieramento nem ico, nel puHto giu52.000

l\1inenwerfer tedesco

fan teria: essi avevano cal ibro fino a 250 mm. e lanci,1° vano k rossi proietti alla distanza di 500 m . Tali eserciti

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dal 1914 al 1918 ne fecero un grande impiego. Attualmente ogni r egg. di fanteria tedesco dispone di una compagnia di M., che ha Ja composiz ione seguente: Compagnia di combattimento col treno di combattimento; Treno di vettovagliamento; Treno bagaglio; Materiale non trainato. I M . nell'offensiva sono impiegati, sia ripartiti largamente fra le piccole unità di fanteria, allo scopo di assicurare il loro imervento rapido e opportuno, sia raggruppati sotto un medesimo co,"nando, per real izzarè degli effetti di massa con la concentrazione dei fuochi. Nella difensiva invece, tendono al decentramento, impiegandoli a piccole frazioni, sezioni o pezzi, nei differenti punti malamente battuti dalle altre armi. Tanto nella offensiva quanto nella d ifensiva, i Tedeschi cercano di conservare agli equipaggi dei loro M. la massima mobilità, malgrado la pesantezza del mater iale.

Minerva. Nave sussidiaria di 4a classe, varata nel 1892 dai cantieri Ansaldo a Sestri Ponente; d islocamento tonn. 934; lunga m. 73,90, larga m . 8,22, -con apparato motore

Incrociatore-torpediniere e .l\llinerva &

di 3848 HP., velocità miglia 18,28; armamento guerresco cannoni 2 da 76 e 4 da 57; radiata nel 1921.

Minghin i (Luigi). Generale, n. e m. a Napoli (18411919). Sottot. d'art. nel 1862, cornbartè nel 1866. Colonnello nd 1892, comandò il distretto mii. di Caserta e nel 1898 andò in P. A. Nella riserva fu promosso magg. generale nel 1903 e ten . generale nel 1912. Mini (Francesco). Generale, n. a Pieve di Cento, m . a Bologna (1837-1914). Sottor. del genio nel 1860, divenne colonnello nel 1891, direttore del genio per la marina a Vene-Lia. I n P . A. nel 1894, fu promosso magg. generale nella riserva ne l 1901 e ten. generale nel 191 I. M inie i (Eugenio). Generale medico, n. nel 1853. Sottor. medico n el 1877, dieci anni dopo, durante l'epidemia colerica di Messina, ebbe la med. di brorno dei benemeriti della salute pubblica. Direttore cieli 'ospedale di Messina, nel terremoto del 1909 meritò la mcd . Minici Eugenio d'oro di benemerenza. Colonnello direitore del! 'ospedale di Napol i nel 1910, fu nel 19n d irettore di sanità del ,-0 C. d 'J\.. speciale del corpo di spedizione a Tripoli ove per l'opera svolta nella lotta contro il colera ebbe la mccl. d'argento dei benemeriti della salute pubblica. Direttore di sanità del VII C. d' A., fo decorato della med . d 'argenro di benemerenza in occasione del terremoto d i i\, vez-

zano. In P. A. nel 19r 7, fu promosso magg. generale nel r918 e nella riserva nel 1926 venne promosso tenente generale medico.

M inié-. Ufficiale francese (1814-18j9). Ideatore nel 1849 di una pallottola per fucile, che prese nome da lui. Essa aveva la cav ità interna di espansione terminante a tronco di cono verso la punta; all'origine della cavità era guarn ita di una specie di tappo a forma di piatto, che aveva per compito di impedire la lacerazione della parte incavata del proiettile e di favorirne invece il più possibil.e l'espansione, col penetrare del piatto nella cavità al momento dell'espansione dei gas della carica. La pallottola eu provvista esternamente di tre scannellature a forma

Carabina l\1inié mod. 1856 (adottata dai berSaglicri italiani)

di sega. La punta esternamente era a tronco di cono, per potere impiegare la bacchetta a testa piatta senza deformare il proiettile. I risultati di praticità di questo proiettile furono favorevoli, e la Francia lo adottò, chiamando le armi che lanciavano questo proiettile « fmils de précision ». Fu a oche adottato da altre nazioni. li M. trasformò poi ancora tale proiettile e nel 1854 ne presentò un moddlo . 1854 senza tappo, con cavità interna ed una sola scanellatura. Fu adottato per i fucili della Gua~dia imperiale francese, e per le carabine dei Cacciatori delle

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Fucile Minié, modeUo 1861

Alpi. Mentre il M. era direttore della Scuola di tiro di Vincen nes, dopo· varie esperienze venne nella conclusione che la lunghezza superflua della canna dell'ani1a da fuoco agiva con pregiudizio sulla traiettoria del proicitile, e stabilì che tale lunghezza non doveva essere superiore (per i fucili) ai 35 diametri. E così costruì in unione a Cordier, fabbricante d'armi a Parigi, il fucile Minié et Cordier mod. 186r. In questo fucile tutto il meccanismo di scatto è nell'interno della cassa, dove si trova 'la molla

1, Pallottola Min ié rn od. 1849 - z, Alzo 1\'linjé mod. 1855

3 1 ProiettiJcr-M.inié mod. r856

spirale per lo scatto, la quale viene manovrata per mezz.o d'una leva che sta avanti al ponticello. La canna è lunga 42 cm., il calibro 12 mm., la gittata massima m. uoo : ha alzo a quad rante. Nel 1855 il M. aveva anche ideato un alzo a lamina scorrevole, che prese nome Alzo Minié mod. 1855. Consisteva nel ritto arcuato il quale strisciava sulle alette dello zoccolo dalle quali era lateral-


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mente investito. Alla base del ritto, sulla canna, erano segnate le varie distanze, e, man mano cbe esse cresrevano, il r itto, fatto suisciarc, si andava alzando conven ientemente. SuJla estremità d el ritto vi era la tacca d i

mira. M inisini (Eugenio). Ammi.raglio,

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a Gemona nel

1878, entrato in servizio nel 1893, pron1osso contra1nn1ir. nel r929, arnmir. di div is. nel 1930, nel ruolo speciale delle Armi Navali .

M inìstero (c.klla Guen-a, della Marina, dell'Aero11a11t1ca: V. alle singole voci). M inneci Albamonte (barone Vincenzo). Generale, n. a Pa!ermo nel 1867. So ttot. d'artig lieria nel 1887 partecipò alla guerra italo-aust riaca e raggiu nse il grado di generale nel 19 25, al comando dell"art. del C. cl' A . di Bari, donçlc nel 1927 passò al C. cl' A. di Firenze. Venne collocato in P. A. nel 1929. Minoranze nazìonalì. Sono costituite d a quei nuclei d i popolazione allogena racchiusi entro i confini degli Stat i moderni . l problemi che oggi derivano dalla questione delle M. ,ono cali e tanti che mai si sono p resent ati in forma così acuta nella storia. La loro efficienza numerica, la importanza che esse hanno nella politica, nella economia e nella storia d egli Stati; gli atti internazionali che esse provocano, le leggi per la loro protezione ed i modi come nei singoli Stati queste leggi sono applicate, ed infine l'opera al riguardo della Società delle N azioni, sono i problemi che maggiormente pesano nella politica internazionale. Per quanto nella d elimitazione delle nuove front iere d egli Stati risultati dalla guerra mondiale si sia tenuto conto il pit1 possibile della nazionalità delle popolazioni i nteressate, p u re in certe regioni le razze attraverso i secoli si sono talmente intrecciate e sovrapposte, da rendere impossibile una d ivis ione netta. Pe r questo in tuue le zone d i frontiera dei nuovi Stat i si riscontrano popolazioni d i nazionalità diversa da quella dello Staro che le contiene. Secondo dati sufficientemente attendibili, risulta che la Pb lonia raggiunge una percentua le d i mino ranze fra il 40 cd il 50 %, la Cecoslovacch ia, la Romania e la Jugoslavia fra il 30 ed il 40 %, la Lettonia fra il 20 ed il 30 %, la Finlandia, la Lituan ia, l ' Ungheria, la Bulgaria e la Grecia fra il 10 e il 20 %, l'Estonia, l'Austria e l'Alban ia fra il 5 e il IO %- La storia delle nazioni ci insegn a che la questione delle M . è stata non di rado causa d i g ue rre e di sollevazioni . Quando una M : ha raggiumo il grado d i maturità necessario d ella propria coscienza nazionale, male si adatta ·alla soggezione di popolo diverso dal suo, e nasce l'irredentismo, il quale può . prendere un aspetto grandioso e diventare elemento pericoloso alla vita stessa della nazione che lo contiene nei suoi confini . Le guerre di indipendenza combattute dai popo li civi li hanno avuto origine precisamente dall' irredentismo conscio d el proprio valore e insofferente d i più lunga oppressione.

Minorati di guerra. Sono coloro che per ferite od jofen nità riportate in guerra hanno subìto u na d im inuzione permanente nell'uso delle loro facoltà fisiche . Per -la determinazione della pensione ad essi spettante furono 1 ripartiti in parecchie categor ie a seconda della gravità della minorazione sublta. Il Governo Nazionale ha adottato a favore elci M. d iversi provvedimenti, tra i quali molto

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importante quello, emanato nel 1924, della i s t i n ~ presso i l Ministero della guerra d i un ruolo t ransitorio, nel quale po tevano essere collocati i M. per ferite od infermità ascri tte alle prime 8 categorie della tabella ,t annessa al R . D . 12 luglio 1923, n. 149,, ch e da non meno cli due anni presrnvano servizio cli scritrurazionc presso i corpi e gli uffici d ipendenti dal Ministero stesso. Il ruolo itr~1 nsitorio, a cui non potevano es~ere assegnati pili di 2-25 impiegati, comprendeva personale del g rado r 3° appartenente al gruppo C. Gli impiegati d i questo ruolo, dopo un anno di effettivo servizio, erano nominati, fino ad_, esaurimento, a l grado 12° dei ruoli del g ruppo C nelle · varie 1\mministrazioni dello Staro, ai posti spettrtnti ai sottufficiali del Regio Esercito, della R. Marina e della R . Aeronautica, che non fossero m1Jti da questi eventua Imente occupati. Le disposizioni predette ebbero effetto coo decorrenza 1° marzo 1924.

Minorca. Isola delle Baleari, a settentrione del gruppo. Superficie 760 Kmq. , alt. massima il m. Toro (350 m . d'alcez.za). li porto p rincipale, ottimo, è Port -Mahon . Una gran de su-ada la percorre , costruita sot-to la dominazione inglese. Seguì la sorte delle Baleari (V .) . V. anche PortMahoi,. I. Conquista di Minorca (1137). Fu o perata dai Geno vesi, i quali arn1arono a tal uopo una flotta di 22 galere, sci navi e legni minori, agli ordini 1:li Oberto Della Torre e del console Ca/faro. La spedizione mirava a punì.re i corsari cli M., i gua ii a vevano rec.a to danni alle navi genovesi. L a sped iz ione ehbe felice esito, e passò poscia all'impresa di Almeria. Il. Conquista di Minorca. Nell'anno u46, Caffaro, trovandosi console p~r la quarra volta, con 28 gaJer~ ed altre navi sussidiarie si recò 11dlc acque d ell'isola cli M., po,e a terra 1no cavalieri cd uno stuo lo di fanti tutti coperti di elmi e d i loriche, e, mandate a Fornello le navi, corse tutta l'isola per quattro giorni, trucidandovi i Maomettani e rovinando i casali. Copiosa fu la preda che venne caricata sulle ni.'Vi della flotta, presso la quale si attendarono le truppe genovesi lungo la riva. I Maomettàni, raccolta la fanteria, face ndola precedere da uno squad rone d i 300 cavalli, celatamente sortirono dalla città d i Port-Mahon, che i Genovesi non erano riusciti a p rendere, sperando di cogliere i nemici alla sprovvista. E forse ciò sarebbe accaduto senza la vigile p~ontena del console Caffaro, che, o rd inate rapid amente le file dei fante e dei cavalieri, fu addosso ai Saraceni, rincorrendoli per 15 c h ilometri. Espug n ata quindi la città capita le, condusse la sua gente alla I nuova impresa d i J\ lmeria.

Battaglia di Minorca. V .

Mi nor i fronti (Guerra mondiale). Sono considerati tali , fronti della g uerra mo nd iale, meno q uelli Occidentale, Orientale, Italiano. Pra essi il pit', importante fu quello Meridio1Zale: gli altri furono quello di Palestina, qut:llo di Mesopotamia, q uello dei Dardanelli, q uello Romeno, quello di Murmania.

Minsk. Borgo della Polonia (ora Novo Mi11sk) a circa 30 Km. ad est d i Varsavia sulla strada cli S1cdhce I. Comhattinwito di Mi11sl( (27 aprile 183r). A ppa rtiene alla guerra del la Rivoluzione polacca (2° perio do). Il generale polacco Skrzyneck i, per sfuggi re ad una minaccia


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di aggiramento, si era ritirato il giorno 25 dalle proprie posizioni lungo il fiume Kostrzyn verso Dembe-Wièlkie, lasciando a M . una retroguarùia composta di due divis., una di fanteria comandata dal gcn. Gielgud , e l'altra di cavaller ia co1nandam dal gen. Skarzynski. La sera del g iorno 26 tale distaccamento si trovava dietro il rio Srcbrna, schierato a cavallo della grande strada,_ con la fanteria dietro e a sud del paese, colla dr. appoggiata ari un bosco, e la cavalleria a nord della strada su due linee di squadroni. L'artiglieria era disposta in modo da poter battere efficacemente le strade; il paese era occupato da un solo bgl. L'entità delle forze era nascosta in gran parte dai boschi estcnckntisi su quasi tutto il campo di battaglia. Il 27 mattino , i Russi avanzarono su due col.onne lungo le strade di Ceglowo e di Sicdlicc. La colonna di sr. , agli ordini del gcn. Pahkn, apparve alle 1 0 dalla foresta di T argowka, e , dopo aver spiegata una poderosa linea d 'ar-

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sera, quando il gcn. Gielgud ordinò la ritirata, che si effettuò lentamente, in ordine perfetto, s~nza che i Russi inseguissero. Diecimila Polacchi avevano così rt'Sistito, 1;er tutta una giornata, contro forze di gran lunga superiori, perdenclo 200 uomm1 mentre gli avversari ne perdettero 1500 . Il. Combattimento di Mi,_,;f( (14 luglio r83'), Appartiene al 3° periodo della guerra della Rivoluzione polacca. Le armate russe erano, fin dal 4 luglio, impegnate io un pericoloso movin1enro di fianco da Pultusk a Plock, per attaccare Varsavia da ovest. Per distogliere l'attenzione · del nen1ico da tale movimento il generale Paskie\vicz aveva ordinato al gen. Golowin dì eseguire una diversione verso 1

Praga, sobborgo di Varsavia, con una divis. di 9 rnib u.

e 2 batterie. [I Golowin era fronteggiato a Dcmbe-Wielk ie da un d istaccamento del geo. polacco Rybinski, il quale fu rinforzato, il 12 luglio, dalle divisioni Chrzanowski e Ramorino. Il 14 luglio,' il gen. Ch rzanowski, riunite le forze, che ascesero a 22 bgl. e 34 sqdr. con 40 pezzi, si spinse verso M. incontro al gen. Golowin che vi appariva per attaccare il Rybioski, ignorando l'arrivo nelle altre forze polacche. I Russi avanzavano su 3 colonne della forza di 2-4 m ila u. ciasc ur.a, sulle strade di M ., Stanislawow e Siennica. Lo Chrzanowski, intuendo cl,ie il nemico si ingannava sulla vera entità ddle forze che aveva d i fronte, concepì il disegno di attirarlo al centro e avvolgerlo colle · ali. A ra ie scopo lvf. fu occupata dalla divis. Rybiask i; Ramorino si diresse verso Kaluzyn per Ceglowo per a.tcaccare sul fianco sr . e sul tergo le colonne avversarie; il gen . Jagmin, con un distaccamento ddle tre armi, c.loveva esegu ire una 1nanovra analoga 1 per Jakubow, verso la dr. Gli avvenimenti si svolsero con,e erano stati predisposti : i Russi attaccarono il debole centro polacco, ma ben presto, sviluppatisi i movimenti aggiranti, dovettero fuggire in rotta,

incalzati s ul tergo e stil

fianchi .

ln grande parte iurono fatti prigionieri, e sarebbero stati certo totalmente distr utti se il gcn. Ramorino, in ritardo nel suo movimetno, avesse potuto iotervenire nel combatt imento. ! Russi perdettero 2200 u. e r cannone.

Combattimento di Minsk (aprile 1831)

tiglier ia al margine delle colline di fronte al paese, iniziava un violento fuoco. La colonna di dr., col Diebitsch in persona, avanzava, con qualche ora di ritardo, sulla strada di Siedlice, e non prese parte al combattimento. 11 fuoco del l'arriglieria di Pahlen durò circa due ore senza arrecare gravi danni ai Polacchi, ben r iparati nei bosch i; cd intanto 27 bgl. si erano venuti a schiera re dietro l'artiglieria, con la dr. e la sr. appoggiate alle anse del r io S rcbrna, e il centro nell 'angolo fra le ùuc strade di Ceglowo e Siedlice. L 'attacco fu iniz iato dalla cavalleria, che attrave rsat i sulla dr. g li intervalli fra i bgl. , si lanciò comro la sr. polacca. Accolta però da una carica degl i squadroni di Skarzynski , fu. rotta, ricacciata, inseguita fin sulle lince della fanteria, il fuoco della quale costrinse la cavalleria polacca a ripiegare, per quanto lentamente . Il Pahlen ord inò allora l'attacco gener ale : sci bgl. discesero dalle alture avanzandosi verso la dr. avversaria, ' ed il rimanente delle forze attaccò di fronte e da nord il paese. I Polacchi con le loro scarse t ruppe ten nero tenacemente testa ai ripemri assalti nemici fino a

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M into (Paolo). Generale, 11. a Padova nel 1859. Sottoten. di fanteria nel 1882, partecipò alla guerra libica al comando di un bgl. meritando sul Mergheb (1912) l 'encomio solenne. In P. A. nel 1912, venne richiamato per la guer ra. Nel 1927 fu promosso generale di brigata nella riserva. Minturno. Comune in prov. di Roma, in origi ne città degli Ausoni, situata sulla dr. del Garigliano, a circa 2 Km. dal T irreno, su lla via Appia, che quivi attravers2va i l fiume. Il nome di M. si rrova ne lla storia la prima volta, durante la guerra Latina del 340-338 a . C., quando offrì rifugio alle forze latine dopo la loro sconfitta nella Campania . Nel 296 a. C. fu stabi lita a M . una colonia romana, della classe detta « Colonie Maritimae » coi diritti di cittadinanza ed era destinata, insieme con la colonia d i Mondragone, a manten re e ad assicurare le co1 municazion i di Roma con la Campania. Durante la seconda guerra Punica, le due colonie tentarono di ribellarsi ai Romani, rifiutandosi di somm inistrare soldati alJ"esercito di Roma, 11, 1a il tentativo fallì, come ne fallì un altro nel 191 , durante la guerra contro An,tioco. Nel1'88 a. C. Caio Mario, sbarcò alla foce del Garigliano e vi fu catturato dai Sillani e trasportato in Africa . È ignoto il periodo della distruzione di M ., che Procopio r icorda come città fortificata; al p rincipio del medioevo se


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ne smarrisce ogni traccia. Probabilmente fu distrutta dai Sapceni o dai Longobardi. Allora gli abitanti si ritirarono sulla collina dove fabbricarono la cittadina attuale che chiamarono Traetto (nel 1930 ha ripreso l'antico nome). La torre costruita nel 9,5 in memoria della battaglia vinta dalla Lega cristiana sui Saraceni, ricca di iscrizionj e di avanzi tratti dalle rovine della viciJ1a città romana

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della mano d'opera mii. e d'una speciale somma stanziata per ogni anno fimnzi,uio dal :Ministero. Riparazioni che jmportino spese superiori alla somma stanziata, debbono essere richieste alla Direzione del Genio cli corpo d'armata. Mi11uto (Uomini dd). Specie di m ilizia istituita nel Congresso provinciale dj Salcm, nella provincia d i Massachusetts dell'America, al principio della guerra d'indipendenza nel 1774. La denominazione significava che gli inscritti a tale milizia, dovevano esser pronti a marciare arl ogni 1nìnuto : malamente trovasi tradotta in testi nostri del secolo scorso con « Minuti uomini >> .

M.inuto Giacomo. Capitano garibaldino, n. a Savona, m. a Roma (1819-1849). Fu con Garibaldi in America, poi alla difesa di Roma, capitano nei lancieri del Masina; ferito al petto il 25 giugno, q uando i Francesi entrarono in Rorna, si st rappò le bende e morì.

Passaggio del Garigliano presso Minturno (prima metà del sec. X IX) di « Minturnae ", fu ·demolita per la costruzione del ponte inaugurato nel 1832 d a Ferdinando II di Napoli, per il passaggio del Garigliano. Ma la gemella di questa t6rre, massiccia e quadrata, si eleva ancora nella cam pagna solitaria, alla foce del fiume, innalzata nello stesso sec. X dal principe capuano Pandolfo Capodiferro.

Minucia (o Numicia). Antica st rada del Lazio che partendosi dalla Via Appia attraversava il Sannio da Nord a Sud, allacciando la Valeriana e l'Aquilia. li corso preciso è ignoto; pare an2-i che fossero due. Col primo nome è ricordata da Cicerone, col secondo da Orazio. Minucio (Marco M . Thermo). Pretore dell'armata romana nell' Asia Minore contro 1vlitridate. Giulio Cesare, allora diciannovenne (So a. C.) cominciò la sua vita militare

come

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contubernalis >) ,

cioè ufficiale d 'ord inanza, del pretore M . che lo inviò in Bitinia a raccogliere rinforzi contro il nemico di Roma. Con gli aiuti condotti da Cesare, M . pose l'assedio ed espugnò Mitilene dove aveva posto g uarnigione Nfitridate.

Minutillo (Sergio). Generale medico nella R. Marina, n. a Molfetta nel 1862. Ent rato in servizio nel J887, fu .Minutillo Sergio collocato in P . A. col grado di colonnello nel 1922, ' -promosso brigadiere generale nel 1923, ten. generale nel 1926. Prese parte al la guerra italo-turca e ,a q uella mondiale. Minuto mantenimento. Incarico che il comandante del reggimento, nel nostro esercito, conferisce ad un ufficiale inferiore: Questi ·deve occuparsi di rinfrescare e rabberciare gli stabili e il rnobiglio della caserma, avvalendosi

M inutolo (dei principi di Canosa). Generale napoletano del sec. XVIII-XIX. Da giovane militò nell'esercito spagnuolo; ai prirni del sec. XIX ent rò al servizio del re di Napoli ed ebbe il comando di un corpo di truppa di nuova formazione. Sorpreso dai Francesi a Lagonegro dovette ritirarsi. Dopo la caduta di Napoleone, inviato dal re di Napoli a F irenze per prender possesso della Toscana a n ome del granduca Ferdinando- III, vi istitul la milizia cittadina col nome cli « Divisione dei cacciatori volontari della Toscana », composta d i parecchi batraglioni e coman data dal generale De Mattei. M iola (Raffaele). Ufficiale e scrittore militare· del secolo XIX. Pubblicò fra l'altro: « Le istituzioni d'artiglieria »; « Miniere e metalli per le artiglierie »; « Fabbricazione delle ;irtiglierie d i bronzo ». M ìollis (conte Sestio Alessandro). Generale francese (1759-1828). Combattè nella guerra per l'Indipendenza degli Stati Un iti . Parxecipò alla Rivoluzione e col grado di gen. di divis. fu sulle Alpi' nel 1794, partecipando due anni dopo alla campagna d'Italia. Si distinse nell'assedio di Mantova ed ebbe poi il comando ddla piazzaforce,. Nel 1800, comandante in capo in Toscana, si battè contro i Napoletani con successo. Nel 1800 fu posto in disparte perchè contrario al consolato a vita di _'apoleone; aderl poi all'impero ed ebbe nel 1805 di nuovo il comando della p iazzafor te di Mantova, che provvide a restaùrare, e dove eresse un obelisco a Virgilio. Nel 1807 passò in Dalmaz ia e la occupò: dal 1808 al 1813 fu governatore di Roma . Servì infine i Borboni e venne nominato governatore di Marsiglia; tornato Napoleone, lo seguì ed ebbe il governatorato cli Metz; alla Rcstaura2-ionc fu collocato a riposo .

M ionneso. Promontorio e città sulla costa 10nica nel golfo di Efeso; ora Hypsilobunos. Battaglia 11n11ale di Miomzcso (fine agosto 190 a. C.). Si ricollega alla guerra siriaca in Grecia e fu combattuta fra 58 navi romane, e ventidue rodiane, agli ordini di Lucio Emilio Regillo, contro 89 navi sirie, di cui tre a sei ordini di remi e due a sette, comandate da Polis senida, am miraglio del re Antioco III di Siria. La flotta dd re, che veniva colle navi a due a due in lunga fila, si distq:e tanto ncll 'ala sr., che poteva circondare .Ja dr. dei Roman i. Il cbc avendo visto Eudamo, comandante dei Rodiani, il quale chiudeva l'armata romana già in fila,

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IVIira e tacca di mira

JVIfra a tubo 1500- 1510

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avanzò rapidamente e, pareggiata la schiera, si pose in linea di fronte alla nave capitana dei Sirii. Appiccatasi la zuffa da ogni parte, si notò subito la resistenza delle navi e i l valore dei soldati romani, nonchè l'agilità e la prat ica dei Rodiani e l'arte dei loro còmandanti. Ma ciò che infuse maggiore terrore nei Sirii fu il fuoco che i Rodiani portavano sulle loro prore. Poichè le navi regie, sch_ivando per paura del fuoco, come d ice T ito Livio, d'i ncontrarsi colle prore nemiche, non potevano col rostro percuotere i legni avversari; cd esse stesse si presentavano di traverso ai loro colpi, e se alcuna vi si cimen tava, era sopraffatta da un torrente d i fuoco: cosicchè era più travagliata dall'incend io che dalla pugna. Ma più che altro rifulse, come suole sempre accadere nelle battaglie, il valore dei soldati . Ave11do infatti i Romani rotto il centr_o dei nemici, assalirono, girando alle spalle, le navi regie che combattevano coi .R odiani, e in un istante le navi di Antioco de l centro e dell'ala sr. rimase ro affondate. L'ala dr. siriaca ancora intatta si sgomentava più della strage dei compagni che del proprio pericolo. Ma, come vide le a ltre navi avviluppa~e e b capitana di Polissenida, abbandonate le compagne, sciogl iere le vele, chi poti: si salvò con la fuga (e fu propizio il vento per rifugiarsi in Efeso) dopo di aver perduto nel contlitto 42 navi, delle quali 13 caddero in potere del nemico, le altre furono o bruciate o sommerse. Di quelle dei Romani due furono fracassate, alquante altre malconce. Una rodiana fu presa per un caso memorabile. Avendo percosso col rostro una nave .ivversaria, l'àucora, per la violenza del colpo lanciata fuori dal la nave, col dente adunco, quasi come arpagone, si aggrappò alla prora nemica; quindi, nella confusione insorta, volcodo i Sirii I iberarsi dal ne,mico e vietandolo i Rodiani, la gomena <lell 'àncora, tirata a forza ed in.tricatasi nei remi, disarmò uno dei fianchi della nave ro• diana, la quale debilitata fu presa. A Regillo fu decretato il t rionfo navale, M iozzi (Carlo) . Generale, n. a Bonefro nel 1856. Sottot. dei bersaglieri nel · 1877, ,livenne colonnello nel 1905, comandò il 1° bersaglieri e nel 1913 andò in P. A. Magg. generale nel 1914, d ivenne nel 1918 ten. generale e passò nella r iserva nel 1919.

Mira. È così chiamato i l segno posto ad una delle estremità della balestra, dell'archibuso, del fucile, ecc., nel quale si affissa l'occhio per aggiustare il colpo al ber-

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llocc3 da,ruoco

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Lvtira a cavalletto ISJ0- 1600

secolo XIX

saglio. Generalmeme la M. ba un incavo a forma· di V, che vien chiamato tacca di mira. Impropriamente si chiama anche M. il Mirino. Linea di Mira. È la retta ideale congiungente i due punti di mira di una bocca da fuoco, dei quali uno è fisso,

mirino, ed è generalmente situato verso la bocca

del pezzo; l'altro è o,obile, mira o racca d i mira, ed è siruato verso la culatta; le diverse posizioni della tacca di mi ra dànno luogo ad altrettante linee di mira , ciascuna delle quali permette disporre la linea di 1iro della bocca da fuoco, in modo da ottenere un <leterminato angolo di elevazione, e quindi pennette di puntare ad una determinata distanza, corrispondente all!angolo di elevazione. La posizione più bassa che p uò assumere la tacca di mira stabilisce la linea di mira naturale. Nei moderni mater iali la linea d i m ira è generalmente determin ata dall'asse di collimazione di uno Strumen to ottico (cannocchia le o collimatore). Linea di mira (Marina). Fino all'i nizio del 1800 la punteria dei cannoni veniva fatta molto grossolanamente, servendosi d i un'apposita parte pianeggiante ricavata nella parte superiore del pezzo al disopra della quale il puntatore prendeva la mira contro il bastimento avversario, ser vendosi qualche l'olta anche del dito pollice per le variazioni di inclinazione da dare al pezzo. Con i cannoni a tiro rapido e a forte velocità iniziale è stato necessario perfezionare le lince di mira (\:. Alzo). F in verso il 1890 dette linee rimasero quelle naturali, ossia . costituite dalla visuale passante tra l' incavo della massa di mira verso culatta e b punta del mirino verso l 'ulacra. Dal 1890 tiJca si comincia rono a stud iare speci,ili cannocchiali muniti ·di retico la i11terna. Ndla guerra Russo-Giapponese, le navi dei Giapponesi avevano tutti i cannoni di grosso e medio calibro dotati di linea di mira a cannocchiale; quelle dei Russi non le avevano che parzialmente. Il tiro alJora si svolgeva fra i 4 o i 5 mila met,i. In seguito le linee d i mira vennero successivamente perfezionandosi con cannocchiali più potenti, dotati di maggior campo, munit; di speciali reticoli e di prismi, che servono a facilitare il \ compito del puntatore anche durante il rolllo della nave \ e nel le forti variazioni di distanza. Pa il -tiro notturno si sono adottati speci31i dispositivi, mediante i quali i reticoli vengono leggermente illuminati con dispositivi elettrici, o con misture al radio, in modo che la linea di

lim:.'.? cl/ m/ra


MIR

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mira r imane ind ividuata nello spazio bujo senza per questo impedire al puntalOre di vedere ìl bersaglio anche se esso è p ochissimo illu minato. Quest i t ipi di mire si dicono •< 1'1ire lun1inose », sono adottati in tutte le n, a ...

rine del mondo e

vengono messi a posto alla sera al

tramonto, togliendoli al mattino .

Linea di mira indipendente. Specia lmente per le artiglierie navali si è sentita la necessitl di rendel'e indipendente la linea di mira dal movimen to cht il pezz.o deve necessar-iamente fare per le opcrazior1i di caricamento, per mettersi in posizione di elevazione e· di scostan1cuto, e per segu ire il rullio . In tutte le artiglierie moderne sono stati adottati d ispositil'i che perm ettono ,ti puntatore di seguire il bersaglio con linea di m ira che I imane p ressochè immobile nello spazio, mentre altri serventi dispongono il pezzo nella posizione vol uta per le d,sranze di t iro e le componenti di veloci tà. Da pochi anni, con la adozione della punteria centrale, nella maggior parte dei casi il fuoco viene eseguito senza che i pumatori deì pezzi pren• èano la m ira, essendo questa individuata d~ uno speciale puntatore di massima abilità che st a sulla coffa e manov ra un cong<::gno dotato cli un potente cannocchiale dj :nirn, mediante il quale, con apposite tra,missioni elet triche, vengono individuate le mire e k punterie di tutti i cannoni . 1 cannoni però, anche qunnd0 serviti con punter ia centrale, conservano i loro apparecchi di mira e di punteria individuali, che vengono messi in funzione

Mrn

Prese parte alla campagna del 1866. Coprl le cariche di direttore generale dcl i' Arsenale di Venezia da l t893 al 1896, di comandante mii. marittimo dì Ta ranto dal 1901 al 1903, d i vicepresidente del Consig lio Superiore di Mari na dal 1903 al 1904.

Mirabe/lo Carlo . Ammiraglio, n . a Tortona, 1n. a :'.vlilano (18.17-1910). Entrato in servizio nel 1865, fu promosso contrammir. nel 1898 e viceammir. nel 1903. P rese pane alla campagna del 1866. Fu decorato dd l 'O . M. S. per la valida cooperazione prestata a l comandante in capo del l.a squadra internazionale · nelle acque di Canclia. Trovandosi al comando della div 1~aone oceanica nell 1Estrcn10 Oricnlc,

venne

chiamato

a

reggere ìl m inistero della Marina nel 1903 e nello stesso anno

norn inato senato re;

fu

confermato ministro nel 1905 " nel 1906. Il suo ministero, che durò fino al ro dicembre 1909, fu fecondo di provved imenti legislativi , di d isposi-

z ioni organicl1c, di nuove isti-

:Mirnbcllo Cado

tinioni e di opere le quali vennero a

costituire un vasto e

proficuo rinnovamcnlo

11clla Marina Italiana .

nel caso in cui per avan a o per altra ragione venga a

mancare la pumeria centrale .

Mira (o Myra). Ant. città della L icia, a breve d istanza dal mare. Nel 1'473 Pietro Moècnigo, con una squadra d i 45 galere veneziane, cui se ne erano aggiunte due dei cavalieri di Rodi e quattro dei re di C ipro, sbarcò sulla costa e

attaccò

M. , difesa da ·g uarnigione turca. L · 1111~

presa era compiuta dai Veneziani come alleati di Ussun Cassan , allora in g uerra con Maometto. Questi inv iò un corpo d i truppe in soccorso degli assediati, comandato da Aiasà Bcg, il quale fu sconfitto presso ,H . dai Veneziani e costretto alla ritirata. Allo ra la città si arrese e venne data al sacco e ,i lle fiamme.

M irabel I i (Emesto). Generale, n. a Napoli, m . a Roma (1850-1926). Sottot. di fanteria nel 1869, partecipò al la campagna del 1870. F requentò la scuola di g uerra e nel 1897 fu in E ritrea quale comandante del presidio ùì Massaua. ColonneUo comandante il 6o0 fanteria nel 1898 e m agg. generale nel 1903, coma_n dò la brigata Abruzzi e poi fu direttore gen . dei servizi logistici al ministero della guerra. Ten . generale ne] 19ro e sottosegretario alla Guerra, rimase in ta le carica sino al 1914. Comandante la divis. di Livorno nel maggio 1914, nel giugno ebbe il comando del VII C. d 'A. e nel l 'ottobre andò in P. A . venendo però richiamato per tutto il periodo della guerra mondiale. Nel 1919 passò n ella riserva . Fu rJcputato del collegio di Teano. M irabello. Comune j n prov. di Pavia. Ebbe una certa rinomanza per le vicende a cui soggiacque nel periodo comunale e ,rer il castello ed i l parco che pi,, tardi vi ebbero i Visconti e g li Sforza. Sul suo territorio si com• battè b battaglia del 24 febbraio 1525 fra Imperiali e Franc.esi, che va sotto il nome di battaglia d i Pav ia.

Mirabello Gio11a1111i Ballista. Ammiraglio, n . a Tortona, m ., a Portorose (1841-r 908) . Entrato in serv izio od 1856, iu promosso contrammir. nel 1853 e viceammir. nel 1898.

M irabocco (Fone d,) . Fu costruito, nel 1569, da Ema nuele Filiberto per signoreggiare le comun icazioni delle valli dd Pell ice con la Francia, sulla st retta che mene dal colle della Croce nelle valli di L userna e d i San Martino. Nel 1796 com andava jl forte un vecchio ca pitano svizzero con cento soldati. Improvvisamente udì fra le t\ lp i i tamburi francesi e spaventato capitolò . Venne fucilato come traditore sugli spalti della cittadella dì Torino; il fc;>rte fu sm antellato dai nemici. Il Pinell i nella ,, Stor ia Militare del Piemonte », dice che il forte fu cosrruito da Enrico IV d i Francia. Mirafiori. Frazione del Comune di Tori no. Vì esiste un campo·-scuola d ·,aviaz.ione. Il r 7 ottobre 1631 vi fu so!toscritto un t rattato fra Vittorio Amedeo I , duca di Savoia, e Luigi X1fl, re di Francia, col quale si confermava a questo il possesso di Pinerolo e di Perosa. M iraflores. Piccolo b,orgo nel Perù , ad una diecina d i Km . a S. di Lima. Patiaglia di Mimfiores (16 gennaio 1881) . Appartiene alla guerra del Pacifico. Dopo la battaglia di Chorillos del 13 gennaio, il gen. cileno Baquedano aveva offerto

ai Peruviani un · arm isriz,io, previa consegna della piazza del Callao (porto di L ima) ed aveva lori' accorciato tutta la giornata del 15 per decidersi . Ma il dittatore del Perù (Picrola), che trovavasi a ,vi. per organizzarne la difesa, nonostante le condizioni d isastrose in cui era rido tto l'eser..

cito, non aderì alla proposta cilena, deciso a contin uare la lotta. Le truppe peruviane a M . appoggiavano la dr. al ma re, estendendosi per 5-6 Km. a sr. verso Monte Rico Ch ico , su cui stavano artiglierie di grosso calibro. Le truppe erano sistem ate in una t rincea con tinua , con pa• rapctto a feritoie, sostenuta ogni rooo n1 . d'intervallo, da ridotte gua rnite di artiglieria. Le trincee erano difese 1 da fosso largo e profondo, preceduto da campi di - m ine automatiche. fnolt re faceva parte del sistema una forte bt r. da costa. Le t ruppe, che am montavaoo a circa 15 mila 1

J 11


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uo min i, in parte reduci da Chori!los, aprirono un violento fuoco alk: ore q , benchè l'armistizio non scadesse che alle 24, sorprenden do comp letamente il gen . Ìn capo ci-leno Eaqucdano, che non aveva alla mano che circa 4500 uo mini (3• divis.) agli ordin i del col. don Petro Lag~s . Queste forze seppero assai bene resistere sino all'arrivo delle altre t ruppe. Anche la squadra navale cikna del contrammir. Riberos, benchè colta alla sprovvista, non t ardò ad· aprire il fuoco sul fianco dr . dei Peruviani, çontribuendo al la pr ima resistenza. Molto bene si disimpegnarono i bgl. di destra dei Cileni contro un attacco nemico tendente ad avvilupparli, presto sostenuti dalle truppe della d ivis. accorrenti da Chorillos. La dr. dei Peruviani , bartura dal la flotta e attaccata dai bgl. del col. Lagos, perdute successivamente la e la 2 ~ linea dei suoi trin ceramwti, lasciò libera ai C ileni la strada di M., che venne incendiato per impedire che servisse di rannodamento al nemico. E rnno le 16,30 quando anche il centro <lei Peruviani veniva attaccato con molto vigore dalla 1a divis. del corpo di r iserva, condotta dai comandanti L ynch e Martinez, nonostante lo scoppio sotto i p ied i delle truppe

,a

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di parecchie n1ine auton1atichc . I Peruv iani, trattenuti così

sulla loro sr ., respinti sulla clr. e sfondati al centro, abbandonarono !e opere fortificate, inseguiti d a d ue regg. di cavalleria dei Cileni. A lle 18 la lotta era fini ta. Sulla fine della battaglia arrivò da Lima, sin nei p ressi di M., un treno blindato con truppe fresche, cannon i e mitragliatrici, ma, preso sotto il fuoco dell'artiglieria cilena e attaccato dalla fan teria, dovctrc rctrncederc. [ Cileni perdettero pit:l di 20 0 0 uon1.ini ~ di c ui circa 500 morti, tra i qua li il col. Martinez. I Pcrnviani lasciaro no sul terreno

circa

2000

uomini, tra morti e fe riti, e nelle inani <ld

nemico mol ti prigiooieri e tutta l'artiglicria : ci rca 70 cannoni. Dopo la sconfitta, l'esercito peruv iano del dit tatore Piero)a si ritirò a L ima.

Miraglia (L11ig1). Ammiraglio, n. a Roma nel 1876, e nt rato i n servizio nel 1890, p romosso contrammir. nei" 1930, ammir. dì divis . nel 19y. Gli venne conferita la· m cd. cl 'argento in occasione di un incend io sviluppatosi nella Sa nta Barbara della R. nave « Marco Polo " in Corea nel 1904. Prese parie alla guerra mòndiak. Nel ,930 fu nominato comandame m il. mar. in Sicilia e della piazza di Me~sina , e nel 19y aiutante di campo di S. M . il Re. M iramar. Castello imperiale, costruito nel 1854-1856 su l golfo d i Trieste, presso la punta di Grignano, sopr a uno scoglio dominante la riviera. li castello, d i stile normanno, apparteneva all'arciduca Massim il iano d 'Austria; q uindi passò in p roprietà all ' impera-torc F rancesco G iuseppe, e dopo la guerra Mo11dialc all'Italia. li ro aprile 1864, tra 1·arciduca Massimiljano ed un agente d i Napo leone lll, vi fu firmata la convenzione che regolava le condizioni delrintervento francese nella creazione del nuovo impero del Messico, al q uale la F rancia prometteva appoggio mediante una spedizione mi lita re. M iramolino. Nome col quale gli storici occidentali del medio evo designavano i l califfo d i 13agdad, e, in generale, tutti i sovrani musulman i. Deriva dal titolo di « emir-el-Muminin » che significa « comandante dei credenti ». Questo titolo .fu portato dai califfi ommiadi di Damasco e di Spagna, dagli abbass idi di Ragdad e dai sultani del Marocco.

SATAILLE DE MIRArLORES I~ Janv ier 188 l.

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l Battaglia di Miraflores (1881)


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Le fort ificazioni di Mirandola nel secolo XVII

M ìramon (lvlic/1ele). Generale messicano (1832-186i) Nel 1859 fu eletto p residente della Repubblica, ma, sconfitto dà Benito Juarcz, fuggì in Europa, contribuendo alla spedizione del Messico e alla nomina a imperatore di Massimiliano, che lo inviò ambasciatore a Berlino. Tornato in patria nel 1866, ebbe i l con1ando dell'esercito, ma, sconfitto, fu fucilato con Massimiliano a Queretarn. Mi randa (franc·esco). Generale venezuelano (1752-1816). Entrato da 6,11.ovane in servizio nelle

truppe coloniali spagnuole, passò nell'esercito francese e servì sotto

Rochambeau nella guerra dell'ind ipendenza degli Stati Uniti Miramon Michele (1779-1781). Firmata la pace si portò in Francia, nel 1792 si legò con Br,i sson e Pétion , cercò d 'interessare i Girondini alla liberazione della sua patria e domandò un comando nell'esercit~ repubblicano del nord. Mandato nel Belgio col grado di ten. generale, l'anno seguente venne nominato comandante in capo. La sua inettitudine davanti a Maestricht, gli insuccessi di Aix-la-Chape lle e di Ncrwinde lo compromisero insieme a Dumouriez, venne accusato con1e

lui di t radimento, ma fu assolto "l:' riparò in I nghilterra. Ritornato in Francia 1>el 1801, venne arrestato un ';iltra volta per la congiura della macchina iDfemak, ma fu r ilasciato e nel 1806 abbandonò l'Europa per riprendere i suoi p rogetti di liberazione nel!'America del Sud. Nel 1810 il mov imento rivoluzionario si organizzò seriamente a Taracas, sotto la sua direzione e con l'aiuto del giovane Bolivar. Fu deputato al Congresso della Repubblica Venezuelana. Nel 1812 venne catturato dagli Spagnuoli e trasportato nella Spagna, dove morì in una prigione di Cadice quattro anni dopo.

Mirandola. Comune in prov. d ì Modena. È <li origine incerta; sul principio del sec. XI appartenne al conte Bonifazio di Toscana e poi alla Contessa Matilde., Nel

sec. XII era costituito in libera Comune; l' imperatore Arrigo Vll lo diede in feudo alla famig lia ghibellina dei Pico, i quali, salvo il periodo in cui se ne impossessarouo violentemente i Bonaccolsi cd i Gonzaga di Mantova, ne 1cnuero il dominio dapprima col titolo di vicari imperiali, dal 13u al 1596, poi di principi dal 1596 al 1617, indi di duchi dal 16!7 in poi. Dall'im peratore Giuseppe I d'Austria la famiglia dei Pico fu privata del dominio .di M. perchè, nel 1709, Francesco Maria Pico, ultimo di que,ta Casa, aveva aderito all a Lega gallo-ispana per la guerra di Successione d'Austria. Il ducato d i M., comprendente allora anche il marchesato <li San Martino in Spino e la contea di Concordia, fu venduto a Rinaldo d'Este, duca di Modena e da quel momento segul le sorti d i questo ducato. M., assediata e presa dai Francesi nel 1734, nel 1735 fu presa dagli Spagnuoli e infine nel 1742 dagli Austro-Sardi, quando questi, sotto gli ordini di Carlo Emanuele Hl di Savoia, invasero ed occuparono lo Stato Estense.

A.Hedio di Mirandola. !(Gennaio r511). Appartiene alla lotta del papa Giulio Il contro i Francesi. Durante ì rivolgimenti di quel periodo ne l quale le signor ie straniere si consolidarono in Italia, i Pico erano stati cacciati da i loro Stati dalle armi francesi, sotto il comando dì Gian Giacomo Trivulzio, che aveva fatto di M. una piazza d'armi francese. Il conte Giovan Francesco Pico si. rivolse al papa, il quale, staccatosi dalla Lega di -Cambrai, aveva iniziato la sua locta comro i Francesi che voleva cacciati d' Italia. Ne! dup lice intento d i snidare le truppe di Francia da un luogo ranto importante e di avvicinarsi a Fer rara, alla cui conquist.i soprattuno agognava, Giulio II, nel dicembre del 15ro, ord inò al duca di Urbino, suo nipote e generale delle truppe pontificie, di levare il campo dalla Concordia e di porre l'assedio alla città di M. La piazza era difesa da Alessandro Trivulzio, nipote del ,{1arcsciallo, con t ruppe italiane francesi e con numerose artiglierie. Cominciò tosto il cannoneggiamento da una parte e d all'altra senza però venire a"d una decisione. Il pontefice, che si trovava a Bologna ed .a cui sembrava che l'assedio non fosse con-

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,-lotto dal nipote con la voluta eoergia, cl i ge1maio 15n si pnrtò sotto le mura d i M. assumendo in persona la d irezione delle operazioni. Fatte dirigere tutte le artigl ierie verso un pumo delle mura ritenuto più debo le, riuscì arl aprire una larga breccia sulla cLnura. Allora il Trivulzio ven ne a patti e capitolò. M irandolì (Ciuseppe). Generale, n. a Modena, m. a Firenze (18r8-r8j6). Sòttot. di fanteria dell'esercito estense, combattè nel 1848 in Toscana col Laugier e passò poi insegnante od Liceo mii. di Firenze. Nel 1859 entrò nclresercito iÙ. liano, partecipando a lla guerra d'Indipendenza, colo1)11ello nel 1866, comandò il 66° e poi il , 33° fanteria; pron1osso n1agg. generale nel 1872, comandò la I" brigata di fanteria a Napoli e poscia la 6• brigata.

Mirandoli Giovamii. Generale, n. a Ilagnone, m. a Fi renze (1845-1908). Sattot. ri i fanteria nel 1863, combactè nel 1866 e nel 18io. Frequentò la scuola di guerra ed insegnò storia e geografia all'istituto geografico d i Firenze. Dopo aver comar\dato in 2• ìl Collegio m ii. di Roma , comandò quello di Messina. Colonnello nel 1896, comanrlò il 49° fanteria. Magg. generale comandante la brigata Torino nel 1901, fu poi direttore dei icrvizi amministrativi al Ministero della guerra e nel 1907 andò in P . A. Pubblicò uno « Studio comparativo sulle isnuzioni del tiro» .

."vfirandoli Pietro. Generale, n. e m. a Firenze (18511921). Sottot. del genio nel 1872, raggiunse i! g rado di colonnello nel 1903, fu capo ufficio ciel genio al Ministero della Marina e poi comandò il 3° genio. Magg. generale nel 1908, fu comanrlante del genio a Verona e poi (1920) a Roma. Ispettore ackletto all'ispettorato generale del genio nel 1912, in tale carica rimase nel 1913 colla promozione a ten. generale. Entrò in guerra contro l'Austria quale comandante del genio del la 1" armata e nel 1916 andò in posizione ausiliaria.

M ìravalle (Achille). Generale, n. a Montemagno Monferrato nel 1866. So&tot. degli alpini nel 1887, fu in Eritrea nel 1895-96. Colonnello nd 1916, comandò in guerra ìl 255<> fanteria. In P. A. nel 1917, fu promosso brigadiere genera le ncr 19r8 e nel 1923 assunse il grado di generale di brigata. Nel 1928 passò. nella r iserva. M ìrìbel (Francesco Maria). Generale francese (18311893). Fece la campagna d 'Algeria, c1·1talia (rimanendo ferito a Solferino), del Messico, e contro la Germania nel 1870-7r. Nel 1890 fu nominato capo di Stato Maggiore generale dell 'esercito. M irìno. Così chiamato quel pezzo metallico che trovasi rissato . presso la bocca dell 'arma da fuoco e che

serve per prendere la mira o pun.rarc ìn unione colla tacca di mira dell'alzo. An ticamente il lvi. ddlc armi portatili e ra formato d i un piccolo granello metallico, poco sporgente sul la canna. Nei fuctli moderni è composto de llo zoccolo e della cresta. Lo zoccolo è fissato alla canna e su di esso vie ne fèrmata la cresta, che ha generalmente

M1s

'a forma di upa larninetta d isposta a coltello con direzione dell 'asse verticale della canna. Nelle artiglierie moderne no•s. esiste p iù il M., perchè il puntamento non si fa più sul pezzo; tutt'al più. sì trova un M. laterale posto all'altezza degli orecchioni. M iriocefalo. Ant. castello della Frigia meridionale, forse. l'odierna Subasclli. Vi si combattè nel n76 una battaglia che appartiene a lla lotta fra Bizantini e Sclgiucidi. L'imperatore Manuele I Comneno nel settembre ciel I l ì5 avanzò con un esercito nella Frigia allo scopo di raggiungere Antiochia. Presso M. mentre la sua colonna s 1endevasi per o!tre quattro Km. attraverso go le montuose, fu assalito dalle truppe del sultano Arslan Il. Le prime schiere e le ul time dei . Bizantini poterono far frontè e raccorda rsi in modo d a tener testa fcliccmentt al nemico; ma la parte centrale della colonna, dove erano anche i bagagli e le macchine, venne sbaragliata, e il matèriale preso, e gli uomini sterminati. Manuele riuscì a salvarsi con l'avanguardia , cd unirsi alla retroguardia, e a tenere iJ1 rispetto ì l nemico, sul quale prese la rivincita l'anno segu<'llte, concludendo poi la pace. Mìr Mahna. Pirata arabo (1735-17691. Dopo aver saccheggiato in Persia innumerevoli carovane cd essersi fatto nominare pascià di Ben<ler-R.ichk, si gettò alla pirateria nd golfo Persico e fece suo punto cl 'appoggio l'isola d i Karek, conquistata contro gli Olandesi, che battè per terra e per mare in più scontri. Venne ucciso dai suoi stessi seguaci. M irone (Pietro). Genera le, 11. e m. a Torioo (18571917). Sottot. del genio nel 1877, fu in Eritrea nel 1891. Colonnello comandante il 6° genio ferrovieri nel r 9ro, fu promosso niagg. generale comandan te del genio di Torino nel 1915. In P . A. nello stesso anno, rin1ase tuttav.ìa in servizio.

M irri (Giuseppe). Generale, n. ad Imola, m. a Bologna (1834-1907). Combattè fra i volontari delle colonne · mobili del la Romagn a nel 1859, e seguì Gariba ldi nel 186o, rimanendo ferito a Castel Morrone ed ottenendo la croce di cav. dell :O . M. S. cd il grado cli maggiore . Entrato nel 1862 nei granatieri delMirri Giuseppe l'esercito regolare, si segna lò nella repressione del brigantaggio rn Sicilia, J1cl!a cam pagna del 1866 e nel'' invasione epici.e mica elci 1867 ad Alcamo ottcnenrlo la med . di bronzo dei benemertti della salute pu!iiblic.a. Colonnello nel 1877, comandò il 48° fanteria; rriagg. generale nel 1883, comandò la brigata Ca sale. T en. generale nel r889 , tenne successivamelltC i co mandi delle divis . di Ravenna e di Bologna e del Xli e VI C. d'A. Ministro della guerra nel gabinetto Pelloux (1899-1900) ebbe poi i] comando del X C. d ' A . ·e andò in P. A . nel 1902. Fu nominato senatore nel 1898.

Miscele per luci. Sono miscugli, o speciali composizioni, che servono a lla p reparazione di artilìzi da guerra illuru inanti (razzi, racchette, ecc .), uti lizzati per segnalazioni diurne e, n1eglio ancora, notturne. Tali n1iscele sono generalmente c':stituite da polveri metalliche o ~ali che, decomponendosi alla temperatura cli combustione, danno 12


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ai gas che si sviluppano e alla fiamma cbc ne deriva specia li e caratteristiche colorazioni. Esse contengono sempre sostanze combustibili (zolfo, resine, alluminio, ecc.) 'i sostanze comburenti dest inate : o a produrre speciali ef\ fetti coloranti (sali d i bal'io, d i stronz io, di •rame, di sodio); oppme, soltanto, a ossidare le sost anze combu9tibili, come, ad esempio, il clorato potassico. 1 sali dei metalli che ckbbono imprimere la colorazione desiderata, sono di preferenza i nitrati o i clorati,_ g iacchè questi, cedendo facilmente l 'ossigcno contenuto nella loro molecola, contribuiscono ad aumentaJe la temperatura dell a fiamma e, di conseguenza , l'intensità luminosa . Gli art ifizi per produrre la luce bianca sono, di regola, a base di allumi11io. Il n,agnesio si pres-rerebhe uguahrn,nte a tale scopo, ma esso non è 11è conveniente nè consigliabile, sia perchè di prezzo assai più elevato delr allumio io e sia perchè va soggetto a faci le ossidazione, per influenza t:mto degli agenti atmosferici qu:into delle altre sostanze che entrano nella com posizione della m iscela, la quale perciò riesce: cli difficile conservazione. Anche il siliciuro d i calcio, perchè di prezzo favorevole, sarebbe indicato allo scopo; ma esso dà una luce alquanto ros~astra. Ottime miscele per luci hanno la seguente composizione centesimale: Luce bia11ct1: a) alluminio p . 30, nitrato d i bario p . 65, gomma lacca p. 5; b) alluminio p . 44, nitrato di bario p . 34, nitrato di potassio p. 22; Luce rossa: a) nitrato di stronzio p . 36, clorato di potassio p. 54, gomma lacca p . 10; b) carbonato di stronzio p. 15, clorato di potassio p. 70, gomma lacca p . 15; Luce verde: a) clorato di bario p. 82, gomma lacca p . 15, ossido di magnesio p. 3; b) clorato di bario p. 66, zucchero d i laue p. 33, gomma lacca p. I. I mezzi lurnioosi e da segnalazione vengono impiegati nelle prime lince e prendono i nomi d i racchette e di razzi illum inanti o da segnalazione. Nell'ultima gueHa essi si sono di rn.ostrati di utilissimo impiego tanto per impedire sorprese notturne d a parte de!! 'avversario, o per mettere le truppe nelle condizioni più favorevoli di luce per controbattere attacchi nemici, quanto per mantenere il collcga1n ento fra i reparti, q trasmettere, a n1ezzo di segnala. zionì convenzionali, ordini urgenti e importan ti.

Mischia. È il mornen~o dell 'azione che segue all'assalto . Dopo il lancio delle bombe a mano, spinti dal1'esempio dei comandanti di plotooe, gl i uomini i niziano

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il « corpo a corpo » sp inti. dalla ferma e decisa volontà di colpire i! maggior numero possibile di avversari. Iniziata la M . , dagli uomini che per primi piombano sul nemico, i sopraggiunti usano soltanto la baionetta e il pugnale : ognuno si serra addosso a un avversario colpendolo in qualunque modo, pur di. atterrarlo . Raramentè si giunge a questa fase della lotta, in quanto già prima l'equilibrio dei fattor i morali è rotto in favore d i uno dei due contenrlenti a scapito dell'altro, che abbandona. più o meno ordinatamente, il tcrreoo conteso. A lla fase della M . bisogna però tendere ad essere preparati : in essa culminano i f:attori morali: essa è espressione Lipica ddk qualità guerriere di un popolo. L'italiano è fra turti i fanti del mondo il più idoneo a Il ' assalto e alla M. Man mano che si arrccra 11el tempo, la M . assume importanza maggiore, fino ad essere decisiva nei combatrimenti all'arma bianca, prima dell'invenzione delle armi da fuoco.

Miscugli gassosi tonanti. Alcuni gas, come: idrogeno, metano, etilene, ossido di carbonio, gas illuminar.te, acetilene, ci:mogeno, ecc ., mescolati con l'aria o con l 'ossige no, ent ro certi limit i, dan no luogo alla formazione di « miscele tonanti ». Dal p unto di vista teorico, l'esplosivo più potente, anzi, è il m iscuglio di idrogeno· e ossigeno (gas tonante) nei rapporti: H 2 + 0 2 . La velocità di reazione dì questi .sistemi gassosi amnen ta col crescere della p ressione. Moltissime e ·svariate altre sostanze - ridotte .in poivere esilissima sparsa nell'atmosfera possono però ugualmente dar luogo a esplosioni , le quali riescono sommamente pericolose perchè non facilmente prevedibili. Tale è:: il caso, ad esempio, di alcuni prodotti vegetali quando vengano sfarinati, per la si1nultanea azione: tlel riscal~ damcnto prodotto dall'attrito, dell'ossigeno dell'aria e di qualche scintilla emanata accident almente dai macchi.nari. Ide nt ico pericolo presentano alcuni sottoprodotti liquidi otten uti durante la lavorazione del catrame e del petrolio; nonchè molti altri composti volatili: essenza di trementina, etere, solfuro di carbonio, ccc., i cui vapori si diffondono facilmente nell'aria, e, accendendosi a contmto di un cor po infiammalo, comunicano rapidamente il fuoco alle masse da cui provengono, determ inando formidabili esplosioni. Altrettanto può avven ire pel gas acetilene e pel gas illuminante. Di ruote le sostanze citate, l'acet ilene f.u partie◊larmc.nte oggcao di studi aventi di mira la sua

rviischia di cavalleria (epoca napoleonica) 1

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citilizzazione come esplosivo. Nel 1897, Duuois propose per la ca1ica d~i proietti cavi un miscnglio costituito di: acetilene p . I e protossido di azoto p . 5; esplosivo energico, ogni ch ilograrnma del quale svilupperebbe ben 1667 calorie. ln Gcrn1ania, nel 1902, veniva brevettato un espio~ s ivo che era confezionato jn carruccie divise in due scom-

partimenti, ,eparati• per mezzo d i un d iaframma d i stagno . Il vano superiore si riempiva di acido diluito, q uello inferiore conteneva un m iscuglio di carburo cl i calcio e perossido di bario. L 'acido agiva sul diaframma, lo corrodeva e , venendo a con tatto della 1n iscda d isposta nel-

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1v/iseno. Brigantino, varato nel 1886 da l R. Cantiere d i Castellammare di Stabia; dislocamento tonn. 554; lungo m. 42,34, largo m . 7,63; con apparato motore di 407 cavalli, ad' elica ; velocità 9 miglia; arenamento guerresco cannoni 2 da 37 H e 2 da 37 a revolver; radiato nel 1892. Miseria. .Rimoréhiatorc, varato nel 1928 dai cantieri d i Ancona, dislocamento tonn. 227; lungo 111 . 26,75, largo m. 6,75; apparato mo tore 673 cavalli ; velocità miglia r r; a rmamen to g uerresco : un cannone <la 76-40 aa.

l'altro scoropartin1ento, provocava la formazione s imultanea

di acetilene, idrogeno e ossigeno i quali, com bi nandosi, t ra loro, determinavano una violentissima esplosione .

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M iseno (Capo). Promontorio della Campania d i fronte ali 'isola d i Ponza. Appiè d i esso esisteva una città dello stes,o nome che fu d i9trutta dai Saraceni nell '800. Il porto d i M. noo e bbe nell 'amic bit.à una vera importanza se non qua)1do d ivenne porto militare, aven,lolo Augusto scelto come \>ase per la flotta del Mediterraneo. Le comuzioni di cui tuttora si vcggono gli avanzi, simili ai piloni dd p orto cli Pozzuoli, sono da attribuirsi all'epoca della sua trasformazione in porto mij itare. A M. era pure la colonia, composta d i marinai ed operai, addetti ai lavori dell'arsenale fondato da M. Agrippa in quel luogo. La base navale d i M. durò fino al V secolo d . C . Daghe • Misericordia •

Misericordia. Cosl fu chiamata una daga simile ad un pugnale, colla quale i soldati a piedi finivano l'avversario sbalzato di sella. Quest'arma ricorda il gladium dei Romani, a due fili, od a forma di triangolo isoscele a se zio ne di losanga . Fu molto in uso dal secolo XV al XV]!. Si ch iamava anche Trafiere.

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Corvetta a vapore 11 ì\iliscno »

Convegno e trattato di Capo Miseno (39 a . C.). Tn questo con vegno, fra Ottaviano, Marco Antonio e Sesto Pompeo, venne stabilito che Sesto Pompeo avrebbe conservato il possesso della Sicilia, della Sardegna e della Corsica (in seguito fu 2ggiunto anche q uello del[' Acaia), ed in cambio egli avrebbe lasciato completamente liberi i mari ed avrebbe fornito il grano necessario alla città di Roma .

Brigaotino • Miseno I)

.Miseno. Corvetta d i III ordine , varata nel 1845, d islocamento tonn. 597; lunga 111 . 45,85, larga m. 8, 28, con apparato motore d i 200 cavalli a ruote; rad iata nel rS70 .

Misoneismo. Fenomeno generico d 'avversione passivi, e atriva che nel tempo nostro si manifesta contro qualsiasi novità che compaia nell'ord ine delle co,e militari (terrestri, mar ine e, nel tempo no,tro, aeree), ma specialn1cntc contro quei nuovi strumenti bellici o armi offensive che, introdotte nell'azione e usatevi poi sistematicamente, valg ono a rivoluzionare !a taltiùl, cioè i n1etodi di combattimento e lo stesso spirito dei combattenti . Un M ., in· snstanza, di carattere statico, praprio della natura q u ietista dei comuni n1ortali, anzichè patologico, da denominarsi, con una certa proprietà, mtwn.eismo ùtru1nentalc bdlico, cl:e ha un aspetto professionale e un aspetto letterario.

Nel primo caso sono i miJitari stessi ùi professione ad avversare, a resp ingere, a condannare le arn1i nuove : ve• dansi ad esempio, i cav~Llcri medioevali, all'affacciarsi cicli 'età moderna, contro le ar mi da fuoco che, a dir poco, uccidevano la bdla g ue rra . Nel secondo caso, sono i lcttcràti, che, a vedersi togliere e scomporre i vecchi ed usuali ten1i dal c.on1parire del le arm i nuove, protestano, più per sentimento ar,tistico che tecnico : vedansi, ad esempio, ·gli spunti a l riguardo n elle opere stesse dei maggiori, q uali il Tasso, l 'Ariosto , ecc. Tale aspetto viene poi debellato dalla stessa lettcràtura, che segue, necessariamente, il progresso. Se ne ha un esempio notevole nella « Secchia rapita » del Tassoni , che valendosi del ridicolo, fa giusti-;;ia del M. letterario della Cavalleria. L'aspetto professionale del M . ;, trumen-tale bellico i:: vinto dalla realtii positiva sanguino.sa, che n on soffre artificiose limitazion i . t ovvio che nel campo speciale del! 'arte mil itare tale aspetto professionale -del M. interessi più dell'~llro, e per chè ritarda il progresso scientifico del! ' arte bellica, e perchr


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puè, mettere a repentaglio le fortune d' uno St ato, ponendolo o tenendolo in una ccndizione più o meno tempor_anea e grave d'inferiorità rispetto ad avversari spiegati o probabili . Qualche ricordo stonco giovi all 'asserto-. Jl ricordo più impressionante e più noto, anche per la sua durata, è quello suscitato dall'ar m3 da fuoco. La Caval -

leria arma e istituto, strategia e tattica, disciplica e .:irte non vorrebbe saperne di quest'<t arma vll lana l> che, fra l'altro, uccide , dopo tanti secoli, la guerra ind ividuale, la guerra d"avvcntura, la g uerra errante, la guerra d i movimento . Ma erano in g iunco, come si ~a, ohre le

ragioni m ilitari, ìstituti sociali e polirìci, e il iW . si spiega largan1entc , se no n si g iustifica . Un fotto di carattere così rivoluzionario e universale qual'è quello prodotto dal I·arma da fuoco, doveva nel suo progressivo sviluppo susci.tare altri M. Retrocarica, rigatura interna delle canne, metodi di forzamento, cal ibri, armi por tatili e a traino. esplosivi , sistemi d'accensione, ecc. , ecc., ceco alt rettant i motivi d i M. In tempo a noi vicino, interessa di ricordare i l caso del maggiore piemontese Cavalli, geniale artigliere, al quale l 'eserc ito dovette molt i perfezionamenti artigliereschi. Egli nel 1844 presentava un cannone R tre nuove caratteristiche armonizzate: rigatu ra interna, retJo-

car ica, granata cilindro-ogivale. Dopo ben riusciti esperimenti, due anni dopo proponeva un compiuto sistema di materiale <la costa con siffatte bocche da fuoco. Jnuti!e fatica (per allora) : il M . ne impediva l'adozione, sostenuto da un inte ressato M. estero (fra ncese, inglese, svèdese) . A ltra invenzione che incontrò forte kf_ fu quella del fucile ad ago del Oreyse ( 1835). L 'adottò nel 1~42 la marina norvegese e nel 1848 tutta la fanteria pruss i:ma, ma nessun altro Stato vol le seguire l'esempio della Prussia. Le Yilto rie prussiane del 1866, che dovevano vincer(; i duri M ., erano ancora ben lontane ! N el campo fortificatorio, non è meno famoso il ~aso del marchese Monralembert, capitano nei dragon i franc~si . Egli, con la sua poderosa opera su lla « Fortificnione nerpcnclicolare » , proponeva due nuovi t ipi, l 'uno di sistema tanagliato, l'alt ro di sistema poligonale, i quali inficiavano opportuname nte il cosidetto fronte moderno derivato dal Vauban. La scuola francese, m isoneista a doppio titolo (contro l' ufficiale di cavalleria che ardiva trattare di fortificazione e a sostegno della propria inerzia e boria) non volle saperne. Ci volle tutta l'autorità d i Napoleone I perchè Carnot, sostenitore del Montalembert, ne scrivesse in favore . Però solo in Germania dopo il 1815 s'adottava il tracciato poligonale del Mon talembePt, chiamandolo sistema neo-ge rmanico. Tralasciando la citazione di altri c2si singoli, r iportiamoci ai casi generali. Al principio del sec. XIX si ha un memorabile M. con tro la m acchina a vapore, e lo stesso Napoleone ne è irretito. Nella 2 • metà del sec. XlX un M . poderoso si manifesta contro la grande corazzata, ed è merito precipuo dell 'lta lia l 'averla per prima vinto. Al presente, di fronte alle previsioni e ~gli apprestamenti i.n vista della g uerra futura (esagerazioni a parte), un M . prokssionaìe e letterario non trascurabi le è in arto contro la g uerra aerea, c he esso 1\1[ . non vuole

intendere, specie nelle sue possibilità decisive. La stessa teoria o dierna d 'una g uerra di 1novìrnento, a v isione uni-

laterale, contro la p rassi della guerra reale, concreta che, valendosi cli tutù i rit rovaci delle scienze ch im iche e meccaniche, costringe e sem pre più costringerà le forze terrestri a campi limitati, a campi chiusi, altro n00 è che una formà d i M . contro le nuove armi (in senso lato) che inesorabilmente - analogamente all'avvento delle :1rmi da fuoco hanno portato e ponano una completa nvo-

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luzio ne in tutti i campi dell 'arte militare. Questo 1W., ptr la vastità delle cose e dei fatti in gioco, ripete il fenomeno della Cavalleria contro l 'arma da fuoco. In couclusiQnC, il M ., considerato nel campo m il itare, è l'avversione e !a resistenza dell 'abitudine e dd quietismo cont.ro il nuovo e con tro le variazioni . È la statica contro la dinam ica. Ma se il ,H . può intoppare la via, r itardare il camm,no del progresso bellico istrumentale e tattico, non può tutÙv ia imped irne il successo .

Missaglia (Antonio). Armaiuolo ital iano del sec. XV, n . di Ello (C-0mo). t\veva officina e bottega in Mibno, e di lui si hanno notjzie fin dal 1450 . Era a.rmaiuolo dei duchi d i Milano e la sua fabbrica era fiorentissima <: k sue armature ricercate anche fuori dello Stato di Milano da principi e privati . Nel 1456 provvide la Corte cli Roma di armature per le sue m iliz ie . Servl di armi i Duchi di Milano Francesco, Galeaz?.O Maria, Filippo , L udovico, il Carclinale Asca~forza , il d uca di. Calabria don Alfonso d ' Aragona . - Suo padre Tomaso e i suoi due figli Cabri11Ò e fohanpietro furono pure armaiuoli . M issolungi, Città marittima della Grecia centrale nella prov. di Acarnania ed E tolia, su una vasta laguna triangolare che forma, al ~uo ingresso settentrionale, il golfo d i Pe trasso. Si è resa particolarmente celebre per la parte avuta al pri ncipio della guerra dell'indipendenza ellen ,ca, nel corso della quale fu assediata tre volte ùai Tnrchi, nel 1~22, 1 8 23, 1825. Nel 1 822 Maliroco!d~Ho vi rcsistè~ con successo a Rescid-pascià ed a Omer-pascià. Nel 1S23, riattate le for'tifìcazioni per l e insistenze e col danaro di lord flyron , difesa da Rotzaris , sostenne un. lungo blocco da Omer Vr ione e fu liberata da Maurocorda.to. Nella primavera dd 1825 un corpo di truppe ottomane , àl comando di Rcscid-pascià, che si era avanzato dall 'Albania verso il sud, penetrava fino alle coste del l 'Etolia e investiva M~ difesa da 4000 Greci , diventata foneiza capace di lunga resistenza, dopo l'impulso dato da lord Byron. Il sultano, deciso più che mai di conquistarla, i ngiunse a l brahùn-pascià, comandante delle t.ruppe egiziane venute in soccorso dell'esercito turco, di unirsi al corpo assediante e cl i biocca rc da nord la fortezza. La sconfitta su blta in lug lio dalla flotta turca dello Jònio nelle acque d i Eubea, permise al le navi greche di sbarcare vettovaglie a M. , sicchè i di fensori poressero prolungare la rcsisteuza. Qucslo scacco irritò e rese più deciso nei suoi propositi il

sultano, il quale ordinò alla flotta egiziana di proteggere le comunicazioni c-0n M . e ad Ibrahim cli agire contro la piazza. N umerosi rin forzi giu nsero da Alessandria al1'esercito di Ibrahim , cbc durante l 'estate aveva molto sof ferto, e lo misero in grado di proseguire attivamente le o perazioni. Unì pertanto la sua alla squadra turca nel mare Jonico e st abili jl blocco di lv/_; quindi, portate le truppe di terra sulle coste settent.rionali ciel golfo di Patrasso, le riuni al!'esercit'> assed iante . Per ta l modo, nei prim i giorni del r 826, la piazza d i M. si trovò ci.rcon data, oltre che dalle truppe turche d ' Europa e della squad ra dei D ardanelli, da tutte le forze navali e terrestri d i cui disponeva il vicerè d'Egitto . In va no la flouiglia greca, destramente manovrata da Miaulis, cercò di soccorrere la

guarnigione; lovano i dif e.nsori

respinsero assalti

sopra

assalti cou la spera nza di ricevere aiuro dalle navi che li avevano sa lvati gli at1ni precedenti : l'aiuto non era più possibile di fronte al concentramento della flotta otto:nana in uno spazio così ristretlo. Nel marzo era corn in. ciata la fame, e i lavori degli assedia nt i procedevano lenti


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L'ultima battaglia pr esso l\1issolw1gi (1826): q uadro di L_anglois

ma sicuri. Il 22 ap rile la guarnig ione tentò una disperata sortita per aprirsi con la spada la via ai monti; ma il tentativo fallì e nella mischia le truppe turche penetrarono nei bastioni. La città era perduta, ed i Greci, invece di arrendersi, fecero saltare la fortezza seppellendosi sotto le macerie . Un monumento oggi 1·icor<la lord Byroo che vi morì nel 1824 e che -durante il secon<lo assedio aveva organizzaw la d;fesa della città. M issori (Giuseppe). Medaglia d 'oro, n . a Bologna , m. a Milano (1829-19n). Fu una delle pii, belle figure dell'epopea Garibald ina, personificazione di valore quasi leggendario e di ro111antica de ..

vozione alla causa del riscatto . A diciannove anni p.artecipò alle Cinq uc Giornate di Milano. Nel 1859, si arruolò rnlontario nelle Guide Garibaldine , e dopo essersi distinto, alla testa di esse, in quella campagna, le condusse l'an no seguen.te, all'impresa ard ìn1en-

tosa dei Mille . A Calarnfimi, a Palermo, a Milazzo, {u esempio di magnifico coraggio e di viri le d isprezzo della morte; con un manipolo di cavalieri, ne lla giornata d i Milazzo, salvò la vita a Giuseppe Garibaldi. AJ1punto « p er essersi distinto durante la campagna dell 'I talia meridionale » - come si esprime la rnorivazione ufficiale - fu insignito della med . d'oro al valer militare. Quando Caribaldi, nel 1862, si mise sulla via di Roma, M . fu ' di nuovo di fianco a lui, quale comandante del . Quartier Generale, ed a·ncora e sempre a fianco del suo generale si trovò, colonnello del 3° bgl. bersaglieri lornbardi, a Monterotondo ed a Mentana nel 1867, dopo aver parrecipa<o anche alla campagna del 1866, nella quale guadagnò la croce di cav. ddl'O. M . d i Savoia. Missori Giuseppe

M issunde. Villaggio dello Schlcswig, situato nel pu nto di passaggio, sulla Schki, della strada Eckernforde-Flcnsburg. Giace sulla sponda meridionale di quesro braccio di mare , su una lingm d i terra della lungher.za di c irca

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111 .

Combattimento di Mimmde (12 settembre 1850). Appartiene alla gue rra dei Ducati. Il gen. v . Wi!lisen, comandante ddle truppe dello Schleswig-Holstcin, '"'eva or dinato per il 12 settembre l'attacco al campo danese di Kochendorf, che doveva essere eseguito su tre colonne. Quella centrale, giunta per la prima e composta cli quattro bgl. ag li ordini del gen. v. Ge rhard, espugnò da sola l":1ccampamemo, e, contro gli ord ini ricevuti, inseguì i Danesi fino a M . ed assalì con forze insu!licienti la forre testa di ponte di questa località. La temeraria impresa fallì e la colonna, non soccorsa, dovette ritirarsi, così che il Willisco fu costretto ad abban donare !"impresa. Le truppe dello Schlcswig-1-Jolste in perdettero circa 300 u. in questo inutile combattimento. II. Combattimento di Mùwnde. Appartiene alla guerra dei Ducati del 1864. Il T" febbraio, il 3° corpo prussiano (circa ro.ooo u. con 74 cannoni), agli ordini del pr in cipe Federico Carlo, avanzava senza incontrare resislenza,

con una brigata in avanguardia : i facili successi precedenti avevano illuso il p rincipe di poter il giorno successivo superare il compito affidatogl i, che era quello di completare il · concentramento delle forze a nord dell'Eyder. I Danesi (9 cp. di fanteria e 2 sqdr. di cavalleria: in tutto 2000 u .) ripiegarono su M. , che era stata protetta con al cune opere in terra protette da fossati e difese da balterie pesanti. Alle ore 11 l'avanguard ia pruss iana arrivò davan ti al borgo, e i l principe fece prendere posizione ad alcune batterie, che per circa un 'ora batterono le opere della difesa. L 'artiglieria da11ese non si curò di controbattere quella prussiana, preferendo eseguire efficaci tiri contro le colonne di fanteria, che, pronte per l'attacco, si presentavano in formazioni dense e profonde. Il principe


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dette l 'ord ine di attacco, ma i P russiani , per quanto animati da grande slanc io, vennero presto (ermati e poi ributtati da un violento fuoco di fucileria e di artigLeria. Le gravi. perdite e lo scacco subìto influirono assai su l morale delle truppe, che non pensavano di trovare così

attiva resistenza. L'artiglieria prussiana riprese n11ovarnente a battere , le ridotte, ed ancora una volta , alle 13, la fanteria si portò .ilPattacco, n1a di nuovo fu ca.stre tta a retrocedere. Alle 17 il principe sospese l 'attacco, perchè alcune ncogn,zioni fatte esegui re lo convinsero che la posizione e ra molto forte, e che, se pur fosse riuscito con un prodigio di eroismo da parte delle sue truppe, ad occupare Ja linea di ridotte antistante alla Schlei, difficil mente av,,.,bbe potuto forzare il passaggio de l liume e sarebbe q uindi rimasto soggetto al tiro efficace delle opere dell'altra sponda. Perciò, avvicinandosi la notte, dette l 'ord ine della ritirata e fece prendere posizione agli avamposti su una linea retrostante, fuori dell'offesa d el fuoco nemico. I Prussian i perdettero nel combattimento da 5 a 600 u . fra cui molti ufficiali. I Danesi ebbero 200 u. circa fuori combattimento, d i cui u,rn ventina prigionieri . Questo scacco convinse i l Comando austro-prussiano che la posizione non poteva essere presa senza possedere una grande super io rità di artiglieria, e comunque avre bbe richiesto grand i sacrifici. Fu quindi deciso di forzare il pas saggio della Schlci più a valle, di fronte ad Arnis : a tale scopo i giorni 3, 4 e 5 febbraio furono impiegati per i preparativi cd al mattino del 6 l 'operazio ne ebbe inizio scn7..a resistenza: nella notte i Danesi si e rano ritirati.

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Mista (Scuola) . Una delle tre scuole di fortificazione in cui dag!i scrittori mii. venne suddivisa la « Scuola italiana ». È detta anche ,, Sc1-1ola degli architetti-soldati »; di cui è riconosciuto caposcuola Basilio della Scola, ed annovera fra i suoi ingegneri Leonardo da Vinci e Michelangelo Buona rroti. · Misurale (Ac/,il/e). Genera le, n . a Lecce nel 1873. Sottoten , di fanteria nel 1892, partecipò alla g uerra italoturca r9n -12 ed all a campagna italo-austriaca 1915-18, segmdandosi sul Carso. Comandò Ja Scuola allievi ufficiali a Pola e fu promosso generale nel 19z9, passando a comandare la 28a brigata di fanteria, a Palermo. Nel 1930 fu nom inato, nella divis . terri toriale di Palermo, ispettore di mobilitazione, e nel 193r vi assunse anche la carica di presidente del tribunale m ii. territoriale. Misurata. Borgata della costa orientale della T r ipolitania , del tipo cara tteristico di città-gia rdino, co11feritale dall 'oasi entro la quale si estendom,.,.k abitazioni. L·aggrcgato urbano conta 3500 abitaoti . I. Per estendere ve.rso oriente la prima occupazione del la L ibia, ven iva effettuato il 16 giugno 19 1 2 uno sbarco di so rpresa sulla costa . L 'operazione avvenne senza incontrare seria resistenza. Un bgl. marinai ed una cp . di fanti, sbarcat i per primi, occuparono subito la· collina del !-farabutto (S idi Bu Sceifa) e si spinsero fino a Ras Zarrugh . Nel pomeriggio l'intero corpo d i spedizione sbarcava indisturbato, e l'indon,ani occupava Gasr-Ahmèd . Ultimata

\ 11,~ i}

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~ □=o~=c:r:±q====1====·Z±:I===:::t.1== ==''===::::i'ì /un_ La posizione fortificata di Miss unde ( 1864)


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la sistemazione della base, 1'8 luglio le truppe occuparono 7.,m ugh, e poscia M., con perdite rela.tivamente lievi. Contro il nemica che, dai margini meridionali e occident ali dcli 'oasi, molestava le popolazioni, venne inviata una brigata mista, che si spinse fino a E l Ghiràn disperdendo le resistenze incontrate . L 'attività nemica si ridusse qu indi

a vani tentativi contro la cinta e contro qualche ridotta . IL li 5 ago~to 1915, in seguito alla situazione creat a dal la rivolta degli arabi e dal successivo ripiegamento all a costa cli tutti i presidi dell 'interno, venne effettuato anche lo sgombro di Misurata. JIL Nel 19r9, in seguito all 'applicazione dd lo Statuto agli indigeni della Libia, fra le altre concessioni, che dovevano ben presto crollare per la loro assurd ità, fu quel la dei « posti d i collegamento », specie di agenzie consolari istituite presso i ribelli affrancati. Uno di tali posti di circa 50 u., fu ' stabilito a M. , ma Ramadan Sceteui, sospettoso che il Governo tentasse di abbatterlo e insofferente di ogni ingerenza e q:,mrollo, ne minacciò la cattura, ma non osò mandare ad effetto la n1i1rnccia; e i l 28 1narzo 1 920 il posto potè imbarcarsi a M. Marina . I V. N"cl gcnllàio

1922

il Gover~1atore Vo lpi decise la

rioccupazione di iV/. n1arina . L'operazione avvenne il 26,

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e fu il prim.o passo della feconda riconquista e del la nuova affermazione coloniale dell'Italia in Libia, dovuta alla fermezza del Governo fascista. V. Nel r923, dopo le rioccupazion i della Gdàra e di Tarhùrrn, il governo della Colon ia , raccolte not izie sulla disgregazione e dernoral iz.zazione dei ribelli, decise di non dare loro tregua, proseguendo risoluramerlle le operazioni nella T ripolitania orientale. li 20 febbraio fu emanato l 'ordiJ1e per le operazioni, cui parteciparono il gruppo Piz,zari (3900 fucili, 300 caval ieri , 4 pezzi) e il gruppo Graziani (3500 fucili, 350 cavalieri, 4 pezzi). Il gruppo Pizzari, da Homs, per Sugh el Chmà doveva dirigersi su Z!ltcn; quello Graziani, da Tarhùna, doveva convergere sul medesimo obiettivo, La colonna .Pizzar i il 21 improvv isame nte attaccò e scoufisse i ribelli organin,ati difensivamente con cannoni, mitragliatrici e lanciabombe a El-Harnmàm. li 22 il gruppo Pizzari su più colonne proseguiva !'avanzata battendo a Sid i Saleh il nemico forte di 2000 u . e 200 cavalli. La colonna Graziani intanto vinceva la resistenza dei ribelli a Bir Bu Summlt e Gasr el <1-attàr , e nel pomeriggio del 23 occupava le alture d i Màger a sud di Z liten, mentre la col. Pizzari occupava l'abitato. L 'avanzata generale venne ripresa il 25 e al 26 sera l'avanguardia dell a col. Pizzari entrava in M. e con-

Bombardamento di Misurata città (1 923)


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o

30

60 km.

TA ~M!Sl/RA TA MARINA

-ÌI-C.6ARIAN

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Rioccupazione di T arbuna e Ntis urata (Febbraio 1923)

giungevasi colle truppe del presidio di M. marina ; mentre la col. Graziani proteggeva l'oasi occupa ndo Bir Rabbud e Bir FaUagia . Le orde nemiche si erano ormai ritirate verso la Sirtica. In tutta l'operazione le J10Strc perdite furono di 21 morti e 119 feriti, ment re quelle dei ribelli ascesero a J 50 morti.

Misurata. Ex yacht i.ureo, dal nome .'\rrow, catturato du rante la guerra italo-turca, cd entrato a far parte dèl nav)glio n azionale nel 1912. Fu radiato nel 1924.

Misure di sicurezza. V . Servizio di sicurezza . Misure angolari. Si possono esprimere in tre modi corri~pondcnti alle tre seguenti unità di misura: a) grado sessagesimale; b) grado m illesimale; e) millesimo di radian te. Il grado sessagesimale è l'ango lo che corrisponde ad una lunghezza d 'arco d i ci rconfere nza uguale alla 360• parte della circoniercnza stessa , e si esprime con 1<>. li grado millesimale, o ' m illesimo convenzionale, r- l 'angolo che corrisponde ad una lunghezza di arco uguale alla 6400a parte della circonferenza stessa, e si esprime con ,oo. l i millesim o di radiante, o millesi mo esalto, è J"angolo che corrisponde ad una lunghezza d'arco di circonferenza uguale alla millesim a parte del raggio della circonferenza stessa ; si espr ime con I mm. Le r elazioni fra le d iverse unità d i · m isura sono: 1° = o,0J745 i n radianti = circa 17 m tn. ; x0 = circa r8-00 ; 1<Jo = o 0 31 22.'I, 5; 1 1nn1. = o0 3' 2611, 26. Generalmente si misurano i n -gradi sessagesimali g li angoli sia zenitali che azimutali .dei vecchi congegni di puntamento ancora in servizio, e talora le graduaz ioni sussidiarie dei congegni di p untamento; in grad i millesimali tu tti gli angoli azimutali (cerchi di d irezione, grad uazione di parallelismo e di scostamento, goniometri , r otaie graduate, rapportatori, micrometri d i cannocchiali, ccc.) , ed anche gli angoli zenitali dei congegni d i JJLintamento per arrigherie di medio calibro; e in m illesimi di radiante : g[i angoli zenital i d i alcuni congegni

=

di puntamento (alzi a quadrante, qua<lrant i a semplice o a doppia graduazione per artigl ierie da campagna cd i v~lori dd lc linee trigonomet riche). L'errore che si com rnettc impiegando il grado millesimale in luogo del m illcs1mo di radiante, nella p ratica del tirn, è trascurabile per piccoli settori angolari, specialmente se azimutali. Ne consegue che nei probkmi d i tiro teso, e specialmente nelle correzion i da apportare nel tiro, si può im piegare il grado mi llesimale in luogo del m illesimo del radiante . Nelle misurazioni degli angoli azimutali il grado millesimale è preterito perchè si presta ad una facile graduazione e Iettui-a della circonferenza e dei quadranti.

M isurina (Colle ili). Passo delle AIJu T ridentine che congiunge l 'alta valle dell 'A nsiei (Piave) con quella della Rienz (Posteria) . La strada rotabile da A1u-on1..o risale l 'Ansiei sino al la testa, inerpicandosi dal Ponte della Motta con •ripidi r isvolti sino lago di !Il ., oltre il · quale raggiunge il valico a 1756 m . D i là, per i l vallone del la Popcna bassa, scende a Carbonio (Schluderbach) ove s;in oesta nella grande strada cl'Alemagna (Pieve {li Cadore , Cortina d'Am pezzo, Dobbiaco) cui è anche raccordata dal! 'allaçciamento che da Cortina, rimontando i l Rio Bigont ina e il passo delle T re Croci (1808 m .) la raggiunge fra i l Ponte della Motta e i l lago già detto . Questo cir cuito stradale disegna un quadrangolo che- h a per vertici Cortina-Podcstagno-Carbonit1 e il suddetto bivio a sud del lago di M. , quadrangolo che contorna in senso largo iJ massiccio di Monte Cristallo (3199 m.) stabilen do un cir, cuito di comun icazioni abbastanza facili fra il canale ca dorino (Piave) e la Pustcria, per le valli dell 'A.nsiei e del Boite. Du rante la guerra europea, dal 1915 al 1917 la regione d i M . fu sede di comandi tattici e zona di raccolta per _l 'attacco delle contrapposte posizioni . .austriache (M. I?iana). Vi si ebbero felici postazioni di grosse artiglierie che molto contribu irono all'azione generale, batten do la zona sino alla rotabile di Val Pusteria.

di

l


185 '-

Mir

Mi tau. Città della Lettonia, sul! ' Aa, con 40.000 ah. di cui metà Tedeschi. Ha .un castello che fu già residenza dei duchi di Curlandia. Fondata nel sec. XUI da Corrado Mandern , gran maestro dcll 'Ordine. Teutonico, dal sec. XV al XVLJ [ fu capitale della Curlandia; nel 1701 fu P!esa dagli Svedesi e nel 1796 dai Russi. M itilene (o Metelino, ant. Lesbo). Isola della Grecia, nel! 'Egeo, p resso la costa dcli' Anatolia, capo!. Mitih:ue. Colonizzata dagli Eoli, appartenne poi ai Macedoni, ai Romani, ai Bizantini. I Turchi la presero nel 1462; passò alla Grecia m seguito alla guerra mondiale.

Mir

Condotto a Costantinopoli, venne fatto strangolare, mentre i Turchi devastarono l'isola. Avendo essi t rovati a M. trecento corsari catalani, assoldati dal Gatcalusìo, Maometto ordinò che fossero segati in due . V. Assalto di Mùile11e (1465). Ap partiene alla guerra fra Maometto II e la Repubblica di Venezia e fu tentato da una squadra veneziana di 32 ga lere, agli ordini di Orsatto Giustiniani. Nottetempo egli assalt ali 'improvviso la città e fece 300 prigionjeri che mise a morte. M.a i Turchi si chiusero nella rocca e vi fecero validissima difesa, tanto che il Giust.iniani, dopo di avere perduta molta gente, dovette ritirarsi a Modonc:, dove morì.

1. Assedio di 1vlitile11e (Bo a. C.). Appartiene alle guerre contro Mitridate, il quale aveva posto guarnigione in M. li pretore romano M. Mi.nucio Thermo investi la città, e, non riuscendo a prender.la, inviò Giulio Cesare, suo ufficiale, allora d iciannovenne, a chiedere soccorsi a Nicomede,. re di Bitioia. Cesare tornò con navi regie, e partecipò all'assedio e all'espugnazione <lclla ònà, guadag nandovi b coron:1 c1v1ca.

11. A;sedio, di Mùilcne (428-427 a. C.) . .'\.ppartÌCC1c a l primo periodo del l_a guerra del Peloponneso. Al cominciare delJ'inverno gl i Ateniesi, comandaci da Pakes. strinsero fortememe d 'assedio la cirrà . Sparta, cui si era volta per aiuto M ., spedì segretamente un suo messo a nome Salcto per incor~re g li assediaci alla resistenza, e al prin cipio di aprile mandò una Ao!ta di 42 navi agli ordini dell'ammiraglio Alcida. Costui, di f ronte alla superiorità degli Ateniesi, non osò di affrontarli . Allora , dietro con sig lio di $aleto, venne armato il popolo per taotare una vigorosa sortita. Senonc:hè ;1- popolo, quando fu armato, obbligò nobiltà e governo a consegna1e la città a Pakes, il quale fece poi u-asportarc gli aristocratici in Tenerlo. Alcida, che nulla aveva\ tcntalO per salvare M., si contentò di fare un eccidio degli equipaggi delle navi mercantili ioniche, e poi, inseguito da Pakes lino a Patmo, se ne tornò nel Peloponneso. I prigion.icri, fra i quali Saleto, furono mandati ad Atene, dove fu immantinentc g iustiziato il ,solo Saleto. Intanto !·assemblea generale degli Ateniesi decretò di trucidare gli uomini di M. atti a lle armi (circa 6000) e di vendere come schiavi le donne e i fanciulli. Ma subito dopo il decreto fu revocato. Pé:rÒ la città perdette le mura e la flotta; la proprietà rustica privata della parte ribelle di Lesbo fu divisa in più migliaia di porzioni e lasciata in fitto agli antichi proprietari , pagando il prezzo annuale della locazione a 2700 cittad ini

VT. S01-prcsa di Mitilcnc (1543). Fu operata da una squadretta pontificia di tre galere, agl i ordini di Bartolomeo Peretti. Il quale approfittò del fatto che la squadra turca crasi recata a Marsiglia per omaggio a Francesco I d i Francia, allora alleato di Costantinopoli, per piombare sull'isola all'improvv iso nell'autunno, e farvi grossa preda. dopo la quale ritornò senza ostacoli in patria.

Sacco a polvere e m itraglia (secolo XVJIl)

Mitraglia (ant. me/raglia). Il complesso d i pallottole ed anche di rottam i di ferro, coi quali si riempiva nei tempi passati un sacchetto, che serv iva come proietto nei cannoni. Fu chiama.ca dapprima Scaglia.. Oggidì è composta esclusivamen(e di pallcttc metalliche, contenute in una scatola pure metallica.

ateniesi; mille aristocratici fatti png10111en vennero giu-

St1Z1at1

l!I. Assedio di Mitilene (1457). L'isola apparteneva al genovese principe N icola Ga0talusio, quando, per ordine di Maometto lf, venne assalita nell'agosto da una flotta ture~ d i 160 navi. l difensori si chiusero nel capoluogo, che era \taco munito di mura e d i rocca, e fecero tale energica resistenza, che la flotta turca dovette ritirarsi ne l mese successivo.

Anzi, essendo

giunta in

qtleJ

mentre

ndlc acque di M. una flotta pontificia comandata dal cardina le Lodovico Scarampo, questi inseguì le navi turche e ne affondò e prese parecchie. IV. Assedio di Mitilene (1462). Una nuova squadra tu rca fu iuviata a M. da Maometto Il, e vi giunse iJ 24 agosto. Era composta di 60 galere e sette grosse navi, munite di cannoni e di mortai. Il bombardamei:ito rovinò ben p resto le difese, e il 19 sottcmbre Nicolò Gattalusio, che difendeva la città, dopo vane e disperate sortite, si arrese .

Scatola a mitraglia italiMa (sec. XIX)

M itrau iatrice. Arma da fuoco che sta fra il canfucile, e lancia automa<ticamcnte cd a getto none ed continuo elocissimo una grandissima quantità d i pallottole da fucile i n brevissimo spazio di tempo. Sin dai più anti,·hi temp.i, anche prima dell'invenzione della polvere da sparo, si sentì la grande utilità di potere lanciare qualsiasi genere di proiettili rapidamente ed in breve tempo sul nemico: ed i tenta.ti vi si iniziarono colle costruzioni di speciali catapulte e balestre, che lanciavano in una sol volta mucchi di sassi, o di dardi, o di materie infiammate. Coll'invenzione della polvere. da fuoco i tentativi aumentarono, cercandosi di risolvere il problema, non più r iunendo molti proiettili per un solo lancio, ma


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MIT

M !T

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riunendo sopra una specie di affusto, o lcoto, o sostegno su ruote, varie bocche d a fuoco leggere, d i piccolo calibro, <la potersi muovere co'1 relativa faci lità, e da potersi spa-

esclusivamente per la d ifesa fissa. Tuttavia furono molto in uso. Li adoperarono gli Scaligeri contro i Signori di Carra ra nel 1337; gli abitanti di Gand nel 1382; una

rare, se non propri0 tutte coptemporaneamcnte, ahncno

« n-1acchina

co'1 grande prestezza. Così sorsero quelle armi che prc-

po,ta di otto bombarde di piccolo caiibro, disposte a rag•

tonncntaria >i, così chia1nata dal Valturio, con1-

giera, con successivi perfeziona1nenti era ancora ;irlope~

rata in Russia nel XVJI seco lo ; ne possedeva una grande quantità, attorno al 1 4 1 1, il duca Giovanni d i Borgogna; nel r444 gli Svizzeri avevano il « cannone da grand ine » (hagelbnchse), sorta di ribadocchino con nove piccoli cannoni, e verso 'la fine del 1400, tali armi presero il nome di organi, e vennero perfezionati; i calibri diminuirono, sorse già qualche remativo di costruzione meccanica, semplice e grossolana ; ne cohsegui un . ,~ggerimento delh m na ed una magg10rc manovrab1 l1tf; eràno però sempre anrnra tutte costituite dalla riunione o dalla fusione

Mitragliatrice del sec. XVI (Arsen ale cli 'Venezia)

sero i l nome gener ico di ribadocchini; e che portavano seco anche il munizionamento in palle cli pietra, tamponi , e p~!vere. Alcuni erano talvolta forniti di scudi di tavole di legno per la protezione e sicurezza dei serventi e dei q uadrupedi che li trainavano. Ne conseguiva quindi, che, per tale disposizione, quest'ultimi dovessero essere a retrocarica. La scarica succedeva quasi con t<!mporaneamente p~r tutte le armi riunite sullo stesso affusto; non cosl la

carica, che era per necessità

lenta

è

frustrava in

gran parte il va ntaggio della scarica collettiva. Il cosi detto piccolo calibro, d'allora, era ancora un grande ca-

Mitragliatrice del sec. X IX a più canne

· di più canne. Nella battaglia di Granson (1476) venn.e , invenuto un organo, abbandonato ag li Sv izzeri da Carlo il Temerario sconfitto, composto di tre bocche d i picco•. lissimo calibro. Pietro <li Kavarra, alla batragl ia d i Ra. vcnna (r5 r2), usò a protezione delle trincee trenta organi, m uniti di archibugi a becco e di lunghe lance: difesa col fuoco e coll'afma bianca . Nel 1 ~70 il Scufftcnberg

accenna a<l organi a

retrocarica,

stati perfezionati

ndl 'affusto. Il duca Emanuele Filiberto di Savoia si interessava 111olto e

Mitragliatrice del secolo XVII: A , albero girante; B , affusto; C 1 apertura della c~,ssa munizioni ricavata nell'affusto; D, canne; E, apertura comunicante con tutte le canne; F, forchetta per regolare l'in"clinazione• d ell'arma

'ibro, pcrchè le palle che lanciavano .erano non meno grosse di un uovo di gallina. I ribadocchini appartenevano quindi sempre ali 'artiglieria; erano pesanti, massicci, per nulla o poco manovrabili, e servivano q_uasi

persooahn i:::nte di organi

che venivano

swdiari nc ll 'ar<enale di Torino . Nella battaglia di Mariguano (1515) Francesco I avrebbe fatto uso di organi; 11 che proverebbe che yuesta era già un 'arma abbastanza leggera e manovrabile, da potersi usare in -battaglia . La lega protestante d i Smalcalda, nel ,546, teneva gelosamente occulto un organo di recentissima invenzione (cosi dice i l Seufftcnberg) : colla sua presenza, in una sola giornata ù i battaglia, la lega potè sparare 1700 colpi, numero straordinar io per q uei tempi. Cosi ebbe organi anche Enrico II (1552). Furono poi anche cost ruiti organi con la fusi.one di varie canne insieme, e sostenute da un solo paio di orecchion i. Jnfine, fin dal l'anno 1627 era conosciuto uno scudo costruito i11 Italia e precisamente i'1 Piemonte, se• q uest raJl.o al capo della congiura che si organizzava in Genova in quel torno di tempo, Giulio Cesa re Vacchero; questo scudo era di buona tempra, resistente ai colpi di

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Mn:

Mir

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moschetto, ed aveva fissate in esso sessanta canne dì pi~ stola, le quali potevano essere scaricate tutte contemporaneamente, per mezzo di un geniale dispositivo . Esso fu pcc molto tempo custodito nell 'armeria della Repubblica di Genova, e rappresentò, per quei tempi, ii non plus ultra del progresso in fatto di fuoco i ntenso concentrato nel tempo e nello spazio; e può quindi essere conside rato,

L efaucheux che costruì per pr imo la pistola a retrocarica, meccanicz.t). Però tutte q ueste invenzioni e perfezionamenti non ,risolvevano ancora bene il problema dell'arma a r ipe tiz io ne n1eccanica che doveva precedere l'anna automap tira. La difficoltà maggiore, se non l'unica, era il meccanismo da costrurre per introdurre nella canna , palla, polvere ed innescò, ancora imperfettame nte .riunjti assic1ne . Ma, a furia di studi e prove, anche la r isoluzione di questo problema fu ottenuta, e cioè colla costruzione élclla c:Ìrruccia metallica, che tolse di mezzo tutte le difficoltà, gl.i inconven ient i ed. anche i pericoli. Sorsero quindi subito le anni a ripetiz ione meccanica (fucili e pistole) con nun1crosi tipi , semplici, con 1neccanìsmi ben funzionanti, robust i, e che oggi sono di uso generale. Ed ecco .allora nascere pure la vera ,\Il. meccanica, che succede all'antico organo. A rma terrib ile e micidialissima, delta dai Russi « in naffiatoio del diavolo » dalla cui bocca sgorga un geno cli pallottole così veemente, che esse formano un nastro guizzan1tc e sibilante come un serpe di fuoco, con1e dice E ttore Bravetta . La m itragliatrice potè [unzionare a perfe2.ione solta nto con l'invenzione della polvere se_nza fumo,

...

.)

Mitrag liatrice tedesca su bicicletta ( 19r3)

<l,ta anche la sua relativa leggerezza, come l'embrione della moderna 111itragllatrice, malgrado assai diverso da questa, e per incompleta costruzione e funzionamento, e · pcrchè sempre manchevole nella celerità di caricamento. Come si è potuto osservare, tanto i ribadocchini, quanto gli organi, non erano in ddinit..iva che artiglierie leggere, di piccolo ca libro, e che ' lanciavano colpi a mitrag lia , come una grossa artiglieria; cra,10 solamen te più maneggiabili. Purtroppo le djfficoltà contro le q uali urtavano ù1 que i tc1npi l costruttori d 'anni da fuoco erano n ume~ rose, date le cognizioni ancora. scarsissime della meccanica, della metallurgia e della scienza costruttrice in tale n1ate ria. Cosicchè: tutte le singole parti erano eseguite a mano, e le dette arm i venivano perciò a costare molto, ed erano in consegu enza rare. Divennero pili co muni e

nu1\1erose, coll'inrroqµzione dell'accìarino a p iet ra fo. c~~ia, ma le; principali ca ratteristiche rimasero inalterate. r:n grande passo avanti potè essere fatto in seguito all'i.nvenzionc del la capsula fulminante, e del sistema a luminello, che pcrmis<: di potere accelerare la carica; ciò che portò quasi subito alla costruzione della rivohella (Collie r, r810-rS1S, pc,·fczionatasi rapidamente per merito di Colt, 1835, degli ingk, i Aclam e T rauter, ed i nfine di

l\'1itNigliatrice Fiat cbc ridusse al m inimo le fecce; e con i progressi della meccanica, che ottenne costruzioni precise, con n1inir11a tolleranza, spec.ie nella cartuccia. Nel periodo ddla guerra d i Secessione in America (18611865) fu usata una vera M., dell'inventore Gatling , che è l 'arma più antica del genere. Essa venne in seguito modificat~, tan.to da stare alla _pari, colle sue simili , fino al 1 900 . La Gatling primitiva venne usata dagli ltaliant a Dogali nel r887; perd uta l'arma in c1uell'infausta giorna ta, venne ricuperata ad Adua nel 1896. Subito dopo la G~tling, venne la Gardncr inglese, che subì ancb 'essa ulteriori modificazioni e che vc11ne anche adottata ·dal-

Mitragliatrice leg gera: Dreda


MIT

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Mn

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l'Italia. Nella campagna del 18jo-71 la Francia usò la M. Reffye, che venne pure adottata dalla Baviera col nome di Feld. E poi la Nordenfelt ed altre; generalmente con pi,ì di u na canna. T utte queste M. erano trainate e servite <lall 'artiglieria: esse funzionavano con ordcgni mossi a rnano, con meccanismo a manovella ed a leva, con 1110-

vimento d i a ndata avanti cd indierro. Avevano pertanto degli inconvenienti : erano molto pesanti, e il meccanismo era ccmplicato; e per causa del mov imento delle leve , e manovelle avevano un tiro poco p reciso; soprattutto erano facili le avarie in conseguenza del ritardo di q ualche cartuccia a prendere fuoco : rita rdo che non poteva essere apprezzato dal tiratore, il quale, continuando i movimenti, era involontariamente ca usa delle avar-ie, talvolta pericolose. Per ovviare a tali inconvenienti, e specie all'ultimo, conseguenza degli altri, era necessario potere ottenere che una parte della forza di rinculo o di compressione del gas rlella carica prodotto da ogni sparo, potesse fare funzio-· nare il meccamsn10 di scarica e ricarica dell'arma, senza

sola canna con l'otturatore; o dal rcu·ocedcre totale della cartuccia entro la camera, all 'atto immediato del lo sparo; o rial retrocedere parziale della cartuccia entro la camera all'atto dello sparo; o da un al lungamènto della cartuccia all 'atto dello sparo. Maxim si attenne al 3° sistema. La sua arma si componeva di 280 pezzi. Per caricarla bastava in trodum1 ncll 'arrna, manualmente, la la cartuccia del nastro cartucciere; per SRararc, premere i l bottone di sparo. Partito il primo

colpo, gli altri si susseguivano subito,

colla media di circa 400 al n,inuto prit~La M. Maxim aprì l'orizzonte alla creazione di q ueste armi, che oggi sono numerose e di molti sistemi; pesanti, leggere, per la terra, per il mare, per ;J ciclo. Tu1te sòno costruite con canne di calibro degli stessi focili in dotazione alla truppa, in_ modo da rendere più facile e più sicuro i l rifornimento delle munizioni. Rifornimento' che . acquista un 1 jmportaoza di primissiino ordine, dato

l'ingente con--

sumo di colpi di queste arm i relativamente al tempo. La M . 9ggi può essere spec ialmente a caricamento col

ìv1itragl iatrice Fiat

però andare a danno delle qualità balistiche dell 'arma stessa all ' acro dello sparo. Quando si fosse potuto ottenere una tale costruzione sarebbe cessa't o il movimento manuale del tiratore, e nessun d anno o<;l avaria sarebberÒ avvenuti, anche se una cart4ccia avesse ritardato a prendere fuoco, o non avesse affatto preso fuoco. In poche parole, si t rattava di ottenerç l'autumatismo dell'arma , Parecchi costru ttori e tecnici in materia ebbero. sensazione d i questa necessi tà, ed anche la enunciarono; spettava a Maxim H iram di risolvere il p roblema. Per la costruzione di una M . automatica, si possono seguire sei differenti sistemi; perciò si comprendono subito le difficoltà cd il n umero dei problemi che si p resentano, per ideare dall'origine una tak arma . L'energia prodotta dai gas sviluppati dallo sparo, può essere usufruita: dai gas uscenti dalla bocca de ll'arma all ' atto dello sparo, per ottenere il vuoto, od utilizzarne la p ressione ; o dalla forza di rinculo di tutta l'arma; o dalla forza di r inculo della

mezzo di nastri di tela contenenti fino a 2 80 cart ucce ciascuno; oppure si caricano applicando cassette apposite (scatole serbatoio) all 'arma stessa, contenenti vario numero di caricatori uguali a quelh in dotazione per i fucili . Il raffreddamento della canna è ottenuto per mezzo di manicow, contenente acqua; o -cli alette di raffreddamento ad aria; oppure non si ha dispositivo per detto scopo, ma colla canna di tale composizione metalli«t, che, malgrado giunta al calor rosso, nel raffreddarsi riacquista la primitiva tempera. Tuue poi oramai sono costntite con una sola canna, so~tìtuibile sul posto in brevissimo tempo. Esse sparano dai 400 ai 700 colpi al minuto primo, non contando il breve tempn occorrente per ricaricarle. Non si sente però la necessità d i aumentarne la cclerit:t di tiro , poichè la pratica dell 'ultima guerra mondiale ha dimostrato che 400 colp.i di tiro continuo sono sufficienti contro uno stesso obiettivo, e che raramente è giustificato e necessario il tiro oltre un minuto primo contro d i esso.


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M11

..

Mitragliatrice Breda S . r4 per pilota da caccia

Le M. sono montate su treppiede · snodato, in modo di

n1unizioname11to, e

pùtcrc alltevenienza te nere l 'arma rasentissima al terreno

combattimento le caratteristiche di arma assolutamente offensiva.

e renderla quasi invisibile. Durarne le raffiche esse vengono fatte girare leggermente in senso orizzontale sul loro perno di sostegno, in modo da produrre le cosl dette falciate. Oggidl, con tutte le migliorìe apportate, la M. automatica è un 'a rma leggera, manovrabilissima, terribilmente micidiale per la sua precisione cd intensità di tiro nel tempo, e nel lo spazio battuto; due o tre uomini sono · sufficienti per il suo governo in azione; ed appost,ita· è poco visibile. Ma lgrado sia complicata nei suoi meccanism i, data la precisione di costruz ione delle sue parti, e specie della cartuccia, è robusta e funziona magnificamente; ne è facilitata la sostituz ione delle parti, poichè queste sono permutabili, anche tra arma cd arma . Per il suo buon funzionamento e rend imento, occorrono però serventi bene istruiti e comandanti oculati e molto previdemi per il riforn imento munizioni. E ssa si è svincolata chi ll 'artiglicria, ed i: passata in dotazione, si può dire, a tutte le armi, e specialmente alla fanteria nei piccoli reparti, che se la porta con sè sulla prima linea di fuoco, della quale segue tutte le vicende: non è più solamente arma di difesa, ma essenzia lmente di attacco e di offesa. Infine dal sorgere della mitragliatrice automatica, si passò subito alle pistole ed ai fucili automatici. Per le pistole automatiche, il problema fu subito risolto, ed oggidì ne esistono negli esercii.i ed in commercio in numerevoli sistemi, buoni- e pratici sotto t utti gli aspetti . Per i fucili automatici, le cose sono andate più a rilento, per le difficoltà varie che presenta un'arma di tal- genere, che de.ve essere portata da un solo uomo, col suo immediato e non indifferente

f,.1itragliatrice sul davanti di navicella

deve

sempre avere e

mantene(e

in

' In vari Stati (es. Danimarca, col tipo Madsen, O landa col tipo Siderius, Svizzera coi tipi Ocrlikon e Soleure), sono state studiate e adottate speciali M. del calibro di 20 mm., da impiegarsi nella difesa contraerei, in base a un criterio econornico, non richiedendo esse costruzione uoppo costosa, pur essendo abbastànza potenti per lo scopo · al quale sono· destina-te. Mirmgliatr-icc, (Aeronautica), Le M. usate dagli aerei sono automatiche; hanno una velocità di tiro che può arrivare a circa 800 colpi per minuto e le cartucce che usano nel tiro aereo sono a pallottola ordinaria, o perforante, o luminosa e incendiaria. Le pallottole ordinarie e perforanti non richiedono per la loro conservazione cure speciali, mentre le luminose e le incendiar ie devono essere conservate a parte in locali freschi ed asciutti. Le M. possono essere installate fisse o mobili : si i11stallano fis~e (in -modo cioè che per puntarle al bersaglio si deve ornovere tutto l'aereo) generalmente sugli aeroplani da caccia o da ricognizione. Esse possono avere dal motore un comando speciale per il tiro che permette il passaggio delle pa 1lottole attraverso l'elica in movimento, senza colpire le pale dcll 'elica stessa. Questo congegno che regola i l ,tiro si chiama sinc ronizzatore, e quando l'arma è regolata a l tiro attraverso !"elica dicesi sincronizzata. La sincronizzaz ione deve essere fatta dal personale spedalizzato e per nessuna ragione altro personale deve toccare le parti del sincronizzatore perchè potrebbero poi nel tiro in volo verifi-

l\1itragliatrice su fusoliera


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MIT

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carsi gravi incidenti, dovu ti all'incontro delle pallot{ole con le pale dell 'elica. Le m itragliatrici su installazioni mobili sono usate generalmente sugli apparecchi da ricogni:,,ionc, da bombardamento e sui dirigibili. Esse sono fissate su congegni chiamati torrette che permettono il tiro del\ 'arma in qualsiasi d irezione dello spazio circostante, i ntlipcndentemente dalla dire2-ione dell'aereo. Esse sono manovrate in

.l'l!T

incombe l'onere del coordinamento dell'azione tra la squadra M. L. e le squadre fucilieri, e q uindi, rn ultima analisi, tra azione di fuoco e azione di movimento. Tale arma ha t iro efficace sino a 500 rn . in terreno scoperto e piano pressochè parallelo alla linea J i m ira. Contro trnppe in formazione d i fianco e ben visibili può essere utilmente impiegata sino agli 800 m . In terreno piano e scoperto, due coppie di a rmi (squadre) incrociando i loro fuochi nosso no interdire l'accesso nel tratt~ d' fronte che le separa, p urchè non superi i 600 m . Non è atta a tira re al disopra delle t ruppe amiche, a

e

me no che queste non siano in )uogo

molto basso ,·ispetto alla posizione dell'arma e dell'obiettivo . Le formaziooi per il combattimento della M . L . sono tre : serrata (uom ini in fi la per due) i n fila (uomini per uno) distesa (avanti il capo-squadra, i capiarma, i porta-anna, un porta-munizionl per arn1a, e, pili indie tro a Ivlitrag1iatrice per aeroplani

circa 30 passi,

i por ta-munizioni).

Nell'avvicinamento la squadra ava n-

genac dall 'osser vatore o dal mitragliere. Queste armi, sugli apparecchi che hanno il motore posteriormente, · sono munite di speciali scatole o sacchetti che raccolgono i bossùli sparati, per impedire che durante il· tiro essi vadano a finire nell'elica, provocandone così la rottura, che darebbe luogo ad incidenti gravissimi .

Mitragliatrice. (Marina). Fin d al loro primo nascere, verso il 1880, le M . (dette allora mitragliere) furono uni versalmente adottate in tutte le Marine. Erano d i vario calibro; da 37, da 25 e da 10 m m . Vi furonn M. a -5 canne da 37, a 4 e 2 canne da 25. Per qualche tempo venne tenuto in servizio anche una 1nitrag1iera a 31 can11c di piccolo calibro. Le M. d i p iccolo calibro, generalmente adottate nella Marina italiana, fu rono la Gardncr a due

za coprendosi alla vista e riparandosi dal tiro nemico uti lizzando le Mitragliatrice Fiat forme e la copertura del terreno. Muove di solito a scaglioni di arma, in gu isa da esercitare continuamente azione di fuoco. La squadra nell 'attacco avanza a sbalzi, u nita o a gruppi col scio proposito di avvicinarsi quanto più possibile al nem ico senza far uso dcTie armi e senza svelarsi ad esso. Ricevutone l'ordine apre il fuoco, dirigendolo sull'obbiettivo che di momento in momento è più dannoso all'a:<ione de lle

canne con due o tturato ri moven,tesi alternativamente per mezzo di una manovelJa, con carica1ncnto e riforni1_ ri.ento

a tramoggia verticale ; la Maxim di brevetto tedesco, anw matica, ad una sola canna, funzionante per effetto dd rinculo della ca nna durante il tiro. I ndi vennero introdotte in servizio numerose altre M. di tipo straniero ed italiano. Con 1'avvento degli aerei si I: andato nuovamente imensificando lo studio delle M: di maggior calibro, · da 40, da 37, da 25, da 13 mm. Nella Marina italiana si è adottata, verso il fi nire della guerra, la Wichcrs da 40 mm., molro simile alla Maxim come st ru ttura principale. Le navi moderne hanno almeno da 6 a 8 mitr agliere per la d tfcsa contro g li aer~i, difesa che per o ra è riconosciuta con1e n1olto efficace : itutte sono mu nite di t reppiede .

Mitragliatrice leggera . (Impiego). La M. legge ra principalrnente caratterizza l 'a ttuale (r932) dottrina taltica in nppono alla fanteria. L'impiego 1,;, una ripercussiooc nel campo organico. Si è in primo tempo ideato di fondere nel!a squadra, tutte le armi della lotta ravvicinata . Dopo qualche tentativo, per varie ragioni (inerenti alla pesantezza e alla difficoltà di comando della squadra-tipo) , si è addivenuro alla specializzazione· nel plotone. Si è così creata la squadra M . L., \l na per plotone, su due arm i, ed è a l comandante del plotone (ufficiale subalterno) cui

Mitragliatrice leggera italiana (Gr andi m anovre del 1932)

squadre fucilieri, in modo che queste possano avvicinarsi al nemico e assaltarlo. Affinchè questa coopemzione possa svolgersi con la necessaria continuità la squadra deve avanzare a scaglioni di arma: muove cioè prima una delle armi ; poi l'altra oltrepassando la precedente; l'arma ~he sta indietro continua l'azione di fuoco finchè può farlo


MJT

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senza cclpire elementi am1c1; quindi si prepara ;i balza re avanti all 'altra . Il comandante della squadra !llll()VC di regola con 1'arma più avanzata, dopo aver dat() ordini per il fuoco e per lo sbalzo al capo dell'arma che resta in dietro. I) fuoco delle M. L . è eseguito a ra ffiche, le qua!i non debbono prolungarsi oltre i l momento in cui sia r iuscito a J ar desistere l'avversario dal fuoco ed arrestarlo : ma la sospensione deve essere vigile, e cioè appena i l nemico sollevi il capo per r iprendere il fuoco o il movimenco deve essere fatto

segno

ad

una nuova raffica.

Quando le squadre fucilieri avanzate abbiano preso d 'assalto un elemento nemico, la squad ra si porta innanzi, anche d "iniziativa, allo -,;copo cli cooperare alla prosecu7.ione dell 'attacco, o di p roteggere la breve sosta necessar ia per il r iord inamento del plotone . Se i due avverscui sono trincerati a breve dis tanza tra di J.oro J la squadra è ch iatnata solo eccezionalmente a partecipare alla preparazione dell'attacco, comunque, al momento dello scatto delle fanterie essa esegue di regola un primo sbalzo, andando a postarsi in una piega del terreno, od in buche di granata, dalle g uai i le sia agevole accompagnare piè, lungamente col fuoco le squadre fuci lieri. Se, per la grande vicinanza del nemico, i fucilieri vanno senz 'a ltro all'assalto al primo sbalzo, la squadra li accompagna col fuorn sino a che sia possibile; conquistati i primi centri di resi stenza, avaiiza per ap postarsi al cli là -li essi. Quando debba resistere sul posto, la squadra ha •i! com pito d i arrestare col fuoco il nemico p rima che questo giunga a distanza d'assalto dai fuci lieri con i quali essa deve cooper are. :\ tale fine apre il fuoco non appena questo possa riuscire prontamente efficace; con le prime raffiche cerca di ::rrestare il nemico obbligandolo ad app i,tta rsi; sospende allon i l .fuoco, ma, non appena quello si scopra per far uso delle proprie arm i o per riprendere l'avanzata , lo balte con n uova raffica, e così <li seguito. Approfitta dei momenti di tregua per megl.io orientarsi e meglio ccordinare b p ropria azione con guella dei fucilieri. Qualora il nemico pervenga a distanza di assalto da questi ultim i, le M. continuano a batterlo fino a che il loro fuoco non riesca per icoloso per i propri ; quindi spostano il tiro su d emen ti laterali o retrostanti, mentre il personale della squadra non indispensabile pcl momento al ser vizio delle M . si prepara a resistere ccn bombe a mano ed ar ma bianca. Anche i l fuoco dei moschetti p uò in ta! caso es-. sere u tile, prima che il nem ico venga all'urto, ma odia mischia esso diviene pericoloso; baionetta e pugnale riescono inve.ce efficaci e ·sicuri . Se l 'azione del n emico è appoggiata da carri armaci, le lv[ . L. fanno fuoco non contro questi ultimi, ma sulle fanterie che li seguono o li accom pagnano. Q uando la resistenza sul posto abbia

Mir

potuto essere predisposta, ogn i M. L., disposta in un centro di resistenza, viene di solito incaricata di esegui re fuoco che si incroci, sul dinanzi dd b fronte, co n quello dj a!t ra M. del centro di resistenza attiguo. È allora più doverosa che mai l'osservanza di una rigorosa disciplina del fuoco, per non creare lacune nel complesso di guesta orga11iz2azione di fuochi destinata ad a rrestare ,I nemico. Le M. debbono continuare sino all'ultimo colpo il tiro nella direzione a ciascuna assegnata, astenendosi dall 'agire direttamente per la propria difesa, tanto più che la possibi1ità di collocare in precedenza a porcata di mano un ragguardevole m unizionamento rende maggiormente clispon ibil( i porta munizioni per la protezione delle M. stesse. La squadra mifragliasrici leggere è cosi, di regola, ripartita tra due centri d i resistenza, i q uali risultano allora costituiti ciascuno di una squadra fuci lieri con una M . e rel:ttivo persona le. Questo è a completa disposizione del comandante del centro, al' quale spetta d "impiegare tutti g li elementi ai suoi ordini per l'esecuzione <lei compito affidatogli. Il plotone, nell 'avvicinamento di notte, o sotto bosco fitto, o nel la nebbia o comungue· in caso d i impossibilità d 'osser vazione aereà e terrestre da pane del nemico, procede, su strada o pista, riunito, o, guJ ndo debba marc iare attraverso jl terreno naturale, in formazione aperta

con le squadre serrate per tre o per due, od in fila, a seconda dello spazio concesso al plotone e della praticabilità che offre il terreno. Nel l'attacco, salvo il caso non in frequente, specie i11 montagna di nemico appostato io modo da poter far fuoco senza presentare sufficiente bersaglio a tiri molto radenti, le prime armi del plotone che entrano i n azione sono le M . L. Queste, nell 'attacco, agiscono solo eccezìonalrncnte contro obieni vi inttrcssanti plotoni contigui, e di regola vengono impiegate contro l 'elemento che il p)otone cui appartengono deve eliminare. Un attenro esame di q ucsro elemento suggerisce al comandante di p lotone ove sia più conveniente dirigere il fuoco, e dove si possa effett uare l'assalto. Se gnest 'ulti mo, come è da preferirsi nella maggior parte dei casi, può essere portato sui fianchi o sul tergo, è inutile esporre a perdite sin dal principio i fucilieri : la squadra M . L . procede innanz.i. Dietro, e fuori della direzione del tiro che potesse essere diretto su di. essa, seguono due delle squadre fucilieri ; ·]a terza si tiene in rincalzo. Le prime due squadre fucilieri sorvegliano e proteggono le ali della squadra sino al momeoto di olrrepassarla ai lati per giungere di nascosto sul fianco del nemico. Quando, per un motivo qualsiasi, come ad esempio per la continuità delle linee nemiche, non sia possibile portare l' assalto sui. fianchi e tanto meno sul !_~rgo

tvlitrag liatric e leggera i Breda i in funzione


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Mitragliat:rici pesanti°.del 2° Reggimento Fanteria alle manovre

dell'obiettivo, occorre tenere le M . L. all'infuori della direzione frontale dell 'assalto·, mentre le squadre fucilieri destinate a svolgere quest'u lù.mo, puntano d irettamente sul! 'obiettivo .occultandosi nel miglior modo o senza far fuoco, per giungere presto e con poche perdite 1! più vicino possibile all'avversario. Contro nemico appostato e .Protetto in •~'Y.lo da non poter essere neutralizzato dal fuoco delle A•t. i.,., il plotone procede disponendo avanzate una o due squad r<: fucilieri, le quali si portano senza sparare, a distanza di tiro efficace di tromboncino. Le ,vl. L. seguono, dietro l'ala, in attesa del momento in cui sia utile il loro intervento. Nel frattempo battono, ogni gualvolca sia possibile, con tiri obliqui o d'infilata, clementi vicini, che pur non costituendo obiettivi per il plotone, ne ostacolino l 'avanzata. Nel far ciò hanno cura di tenersi in grado di agire prontamente, non appena le circosrnnze lo permettano, contro l'obiettivo del plotone. Dopo che il plotone ha aperto il fuoco, le squadre, alternando fuoco e avanzata, ed appoggiandosi scambievolmente, agiscòtw senz'altra preoccupaz ione che d i progredire: La squadra che trova una via di penetrazione vi si inoltra decisamente: la sua avanzata agevolerà quella delle altre, Il fuoco deve essere intensificato per abbattere la resistenza materiale e morale del nemico, preparando le condizioni favorevoli per l'assalto. Le M. L. si portano possibilrnellte in . direzione se mpre più eccen,trica rispetto alla direzione d'avanzata dei fucilitri, per continuare il tiro il più a lungo possibile. Avanzano una alla volta per non interrompere l'azione d i accompagnamento. Nella difensiva i l plotone si organizza in centri ·di resistenza (di solito due) , Un centro di resistenza è. costituito essenzialmente da una squadra fucilieri ed una lvi. L. Talvolta può essere rinforzato con M. pesanti. Le lvi. debbono essere disposte in modo da battere, con tiro radente ed incrociato con quello d.i centri vfrill i, la maggiore estensiooc di terreno nel senso del la fronte.

Mitragliatrice pesante. (Impiego). Appartiene al gruppo delle armi pesanti della fanteria. Si hanno : squadre, plotoni su tre squadre, compagnie su quattro plotoni , e battaglioni su quattro compagn ie di :tali armi. Squadra m itragliatrici pesanti: ha in sè personale e mezzi per impiegare un'arma; dispone inoltre di un arll1'!J11ento iJ1dividuàle analogo a quello delle squadre M . leggere. Si suddivide in nucleo di combatùmento (arma con i suoi serventi) e nucleo munizioni (costituito dai portamunizioni). La squadra M . P. deve infor mare la propria azione alle seguenti necessità ,

entrare in azione pronta~

mente e con t utte le m isure atte a favorire la sorpresa; colpire con fuoco aggiustato g li obhiettiv i designati <lai superiore o scelti d'iniziativa; cambiare rapidamente di posizione q uando quel la occupata non permetta più un tiro efficace; resistere, anc he se m inacciata da vicino, all' istin-

tiva tendenza di volger l'arma sugli clementi più minacciosi per essa stessa, e limitarsi invece a difenderla i soli mezzi individuali, affinchè. continui a dare ai fucilieri tutto l ':iiuto possibile . Le formazioni che la squadra M. P. osserva nel combattimento sono tre: serrata (uomini per due), i11 fila (uomini per uno), distesa (ripartita i n nucleo di combattimento: capo squadrn, porta arma, porta treppied i,

con

porta bido ne, un porta 1nunizioni, e nucleo n1unizioni con

i restanti porta munizioni). Nell'avvicinamento la · squadra passa dalla marcia di strada all'avanzata attraverso il terreno naturale seguendo il capo-arma e mantenendosi al coperto <lalla vista e dal tiro, In ogni sosta l'appostamenw dcl i 'arma deve a,ssicurarle il più ampio campo di tiro possibile, e 1 permettere d 'intervenire con rapidità ed e fficacia

nella d irezione o sull 'obbiettivo assegnati. A questa direzione od a questo obbiettivo deve corrispondere presso a poco la posi1,ione .mediana dell 'aro1a rispetto al settore d i fa!ciamen to. Particolarmente efficaci riescono i tiri obliqui o d'infilata, poichè consentono all'arma di esplicare tutta la sua potenza. Quando alla squadra ve11ga ordinato d i ripa rarsi dietr.o una piega der terreno, in una buca di 'granata, in un ricovero, o si.mi li , l 'arn1a deve essere ripa• rata anch 'essa, ma itenuta pronta ad occupare la postazione per far fuoco appena sia necessa rio . L'inizio, le sospe11sion1 e la cessazione del fuoco, l'obbiettivo, il punto al quale deve essere diretto il p untamento, l'alzo, la specie del tiro, i cambiamenti di direzione e le riprese d i fuoco contro nuovi obbiettivi vengono indicati dal comand ante della squadra. Questi, il tiratore, ed il porta-treppied i debbono essere ot,ti.mi puntatori e stimatori di distanza, e conoscere il modo di combattere depe squadre fucilieri. Mentre i fucilieri compiono uno sbalz.o la lv!. intensifica il fu~o sull'elemento nemico indicato al co mandante della squadra. dal superiore dal quale esso d ipende, o che si appalesa come il più nocivo ai fucilieri stessi. Quando questi vanno all'~ssalto, la M. sposta il tiro~n tempo per non colpire i nsieme amici e nemici. Nel la difensiva, od anche quando i fucilieri sostano e si dispongono a resistere a contrattacchi, il comandante del la squadra sceglie cd occupa il migliore appostamento pe r battere gli obbiettivi che si presentassero nella direzione designara dal superi~re. II terr'.'no f ve es~ere ad~rtato approfittando di ognt sosta dell'azione. Anzitutto s1 estende 11 campo pi


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tiro dell'arma; q uindi si aumenta la protezione per essa e per gli uom ini; infine si apprestano, nelle vicinanze, altri appostamenti da occuparsi quando il primo sia individuato dal tiro nemico. T utto ciò deve essere fatto sotto mascheramento naturale o predisposto, senza cambiare l'aspetto del terreno dalla parte volta verso l'attaccante. Plotone mitragliatrici. TI posto del comandante del plotone in combattimento non è fissato: sta dove la sua azione di comando può svolgersi in modo più proficuo a lla esecuzione del compito aflidatogli. Il plotone agisce di regola r iunito; soltanto in via eccezionale . squadre isolate sono messe a disposizione di reparti fucilieri. Le sue formazioni di combattimento risultano dalle formazioni delle singole squadre o dalle posizioni eh ·esse assumono l'una rispetto alle altre. Il tiro delle M . deve tendere sempre a colpire g li uomini. Quando essi trovino protezione dietro ripari, le armi sospendono il fuoco ma restano puntate sul ciglio di questi ultimi, pronte ad eseguire u na o più raffiche non appena qualcuno degli avversari si sporga. L'apertura del fuoco dev'essere fatta di sorpresa; ciò aumenta l'effetto di depressione morale sull'avversario e diminuisce il riscllio che le ar mi siano neutralizzate prima d'aver ottenuto risultati apprezzabilì. A questo scopo il plotone muove e p rende posizione sfrut, tando ogni copertura, od .intervallando largamente, se necessario, le squadre; appostate le armi, le tien pronte e puntate nella direzione di più probabile ir1tervento, sino a quando il comandante riceva ordine d'aprire il fuoco, o giudichi di dovere intervenire d'iniziativa contro un obbiettivo redditizio. Quando un. plotone abbia di fronte obbiettivi diversi e contemporanei, il suddividere fra tutti il fuoco delle armi ne diminuirebbe l'efficacia, specie a distanze superiori ai 400 metri. È preferibile invece batterli l'un dopo l'a ltro, a cominciare dal pit'i importante, o dal pit'i nocivo all'azione svolta dai reparti fucilierì. Durante l'esecuzione dei concc:ntramenti , e quando le distanze non siano ancora tali da ricevere la massima cekrità di fuoco, occorre far agire due sole armi alla volta, tenendone una a turno in riposo per raffreddarne la canna e ripararne eventua li difetti d i funzionamento. Se una delle due armi che stanno Lirando deve sospendere il fuoco, la terza CJltra in funzione senz'altro, d'iniziativa del c01nandantc della squadra. Il p lotone mitraglieri agendo sempre in

unione con repavti fucilieri, non ha bisogno di scorta particolare. Attaccato dal nemico a breve distanza e di sofpresa, si difende anche da sè, con le armi individuali, e, se necessario, con una delle tre armi, continuando con le altre due ad assolvere il compito principale di cooperazione con j fucilieri. ll plotone mitraglieri assegnato ad un reparto fucilieri all'inizio dell'avvicinamento, riceve dal comandante di quest'ultimo le indicazio1li del posto che dovrà occupare nella forma.zione; delle azioni che presumibilmen::e dovrà svolgere; delle posizioni approssimative che dovrà occupare per far fuoco. Affinchè il plotone possa accompagnare il pit'i a lungo possibile il reparto fu. ci!ieri, è necessario che il posto assegnato ad esso consenta le esecuzioni di tiri obli,1ui rispetto alla direzione di avanzata. Talora le forme del terreno consigliano di far procedere il plotone nel settore assegnato ad un reparto fuci lieri laterale. Sinchè non debba anestarsi per aprire il fuoco o per tenersi p ronto ad aprirlo, il plotone procede a sbalzi, regolando il proprio movimen<o su quèllo del reparto col quale è destinato a cooperare, cd assumendo la formazione meglio atta a sfruttare la copertura del terreno. Durante ogni sbalzo, il comandante esamina il terreno per essere pronto a prendere posizione non appena se ne manifesti la necessità. Quando per un motivo qualunque, il plotone sia rimasto molto indietro rispellto al reparto fucilieri, lo raggiunge appena possibile, accelerando l'andatura od approfittando di una sosta. Può essere utile, col ridursi della distanza dal nemico, di procedere a scaglioni, in modo da avere due squadre semp re .in grado di intervenire prontamente col fuoco, ove occorra. Il plotone inquadrato ne!Ja compagnia mitraglieri esegue l'avvicinamento secondo gli ordini che impartirà il comandante di questa. Incaricato di tiri contraerei, si arresta quanto occorre per assolvere questo compito, e riprende al più presto il proprio posto nel la formazione. La fronte occupata dal plotone in movimento dipende volta per volta dalla copertura de! terreno; allo scoperto, o con copertura molto rada si aggirerà intorno ai 100 metri; attraversando terreni favorevoli alle insidie occorre tenere una formazione pit'i raccolta. In posizione, è necessario adatta rsi alla disponibi lità dello spazio, pur di ottenere ampio campo di tito, occultamento, e rapida entrata in azione. Il comandante del plotone, prima di entrare nella zona del tiro efficace della fanteria nemica, riceve dal superiore,

Mìtraglieri del 2 ° Reggimento Fanteria alle manovre 13


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dal quale dipende per l'az ione, gli ordini necessari per l'attacco. Su lla base di questi, e dei particolari d irettamente rilevati, il comandante del plotone esamina la zona assegnatagli precedendo, quan do occorra, il suo reparro; determina la posizione delle singole squadre ; dà a ciascuna le indicazioni relative alla via da seguire , alla formazione da assumere per avanzare, alle modalità per occupare l'appostamento. Elementi d i giud izio per la scelta delle posiz ioni sono : ampiezza e prÒfondità del campo cli vista e di tiro, ténuto cooto . della sicurezza delle truppe amiche; possibilità di tiri obl iqui e d 'infilata; occultamento anche a tiro iniziato; facilità d'accesso per le armi e per i rifornimenti m unizioni. Qualora il terreno non offra posiz ioni che si prestino al pieno sviluppo dell 'azione r ichiesta al plotone, questo si porterà all'altezza del reparto avanzato, col quale deve cooperare, e preferibilmente fuori d'una delle sue ali. Avvicinatosi alla posizione, il nucleo di combattimento di ogni sq uadra apposta l'arma cercando di non rivelarne al nemico la presenza, mentre il nucleo munizioni si dispone alquanto indietro, al coper to, in luogo da l quale riesca agevole il d isimpegno ciel suo servizio. 11 comandan te del plotone inizia il fuoco quando ne riceve i-'ordine od, in mancanza di questo, q uando rilevi la presenza di obbiettivi importanti, o minacciosi. li collegamento col reparto col quale è destinato a cooperare gli permette di cortformare alle necessità di quesl'ultimo le proprie decisioni. Ove questo collegamento venga comunque a mancare, egli, Lenen.do p resenti scopi e modalità del l'azione, e seguendo a vista l 'a ndamento della lotta, dirige i! fuoco, di propria iniz iativa, sull 'elemen to avversario che maggiormente ostacola i l progredire dei fu. cilieri. A m<u10 a mano che i fucilieri s·avvjcinano al nemico, la scelta degli obbiettivi , la p rontezza de lle r iprese di fuoco, la precisione elci -t iro debbono d iveurnre sempre migliori. A tal fine il plotone mitraglieri che si sia arrestato per far fuoco, mentre i l reparto fucilieri pro-

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l'ultima parte dell ' avvicinamento . Nell 'attacco contro nem rco rn posizione organizzata, l'azione del plotone mitraglieri si svolge in modo analogo a quello prospettato per l'attacco in terreno libero. T uttavia la posizione jniziale risulta cli' solito molto più ravvicinata agli obiettivi da battere, ed il compito, durante buona parte dell 'azione, · è facilitato dalla conoscenza più particolareggiata della sistemazione nemica e ddl 'azione che debbono svolgere i reparti fucilieri. Quando questi scattano ali 'attacco, le M. P. battono i punti da i quali il nemico fa o può fare fuoco, dando la precedenza a q uelli non battuti dall 'artiglieria. Nella rlifensiva, invece, esse costituiscono l'ossatura della organizzazione dei fuochi destinata ad arrestare I 'attaccante . Preso, infatti, l 'attaccante sotto il fuoco n1cntrc si

avvicina alla linea di. sicurezza, esse lo logorano durante l'ultima parte dell 'avvicinamenlO , lo immobilizzano, con tiri fiancheggianti combinati con q uelli delle M . leggere, davanti alla posizione di resistenza o distruggono gli clementi che riuscissero a pénetrarvi; preparano, infine, ed accompagnano i contrattacchi. All'infuori di queste azioni di d iretta cooperazione con i fucilier i, le M. P. possono anche far fuoco a massa a grandi distanze, e qu indi preferibilmente a puntamento indiretto, per battere punti di

cedeva innanzi, <l~vc cambiare posizione in ten1po, per or-

dine super iore o cl 'iniziativa del proprio comandante, allo scopo d'avvicinarsi anch'esso maggior mente al nemico. Sempre quando sia possibile, il comandante del plotone sceglie la nuova posizione e la via di accesso con un cen o amicipo, per essere più p ronto a spostarsi non appena se oc manifesti la necessità. I cambiamenti di posizione debbono essete (:Ompiuti d i norma per squadra; ciascun a di quelle successive al la prima si sposta soltanto quando la precedente sia in g rado d i agire dalla nuova posizione. Si eviterà così una completa sospen~ione di fuoco durante l'esecuzione degli sbalzi. Q uando il reparto fucilieri stia per lanciarsi all'assalto, il plotone mitraglieri concentra il fooco sull 'elemcnto da assaltare, ma lo sposta prontamente non ap pena i l tiro divenga pericoloso per gli assalitori. Il migliore obiettivo per il tiro è allora costituito· dagli elementi avversar i cbe m uovono o stanno per muovere a l contrattacco . Iniziata la penetrazione, il plotone batte g li clementi avversari clie in q ualunque modo reagiscono sul fianco e sul tergo dei fucilier i penetrati, e gli obiettivi da raggiungere successivamente. Esegue a], l'occorrenza un balzo in avanti por tandosi sulla linea dei fucilieri, piuttosto che r imanere lontano e non abbastanza or ientato su lle vicende del repa rto eh 'esso deve accompagnare col fuoco. L'inazione non è gi ustificata finchè resti un ·arma ·c flìcicnte cd un uomo per farla f ·· ' . Conq uistato l'obiettivo, il plotone concorre a fuoco ogni tentativo di riscossa, assumendo · 1 o assegnatogli o scelto, in mancanza di ordini, per iniziativa del suo comandante . Nell 'inseguirnento, si' comporta come nel-

Sezìone mitraglicri italiani (guerra mondiale}

obbligato passaggio, zone ndlc qw\li stiano transitando truppe nen1iche, riserve an1massate~ centri di fun zionan1ento

d i servizi. Non tutte queste azioni di fuoco sono sv iluppabili dalle stesse armi in un dato combattimento; ma alcune di esse possono essere affidate, in tem pi successivi , ad uno stesso plotone, purchè l'esecuzione dei tiri più ·lontani e meno strettamente connessi con l' azione dei fucilieri non ne pregiudichi la prontezza e l'efficacia degli interventi a favore di questi ultimi. Di regola d plotone mitraglieri è impiegato in posizione di resistenza col compito di fiancheggiare uno o più centr i, in cooperazione con altri plotoni m itragl ieri e co n le armi au.tomaticbe dei centri stessi. Qualche squadra M . l'. può essere appostata , inizialmente, ne11a zooa di sicu rezza. Alcune cli esse, incaricate di colpire· d a lontano l'attaccante, lil(ltran no poi essere ritratte sulla posizione di resiste1iza, dopo che abbiano assolto il proprio compito; invece le armi destinate a ri a forzare ce ntri aventi compito di resistenza in posto, dovranno restare con essi e con essi agire sino a!l 'ultimo

uomo ed all' ultima \cartuccia. La scelta delle posizioni deve essere fatta in relaz\one al compito. Il plotone mitraglieri assegnato ad una compagnia fuci lieri avanzata si dispone in modo da battere in obliquo o d 'infilata il terreno im-


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mediatamente antistante alla fronte della compagnia stessa, postandosi, se occorre, nel settore di una compagnia contigua. Il plotone tenuto a disposizione del comandante del bgl. occupa posizione piuttosto dominante ed arretrata, per avere maggiore libertà di pronto intervento su qualunque

dd fuoco. Postazioni diver~ per ogni sing9la arma dcbhono essere preparate, sempre quando ve ne sia il tempo, per occuparle~ successivamente non appena le precedenti siano state io<lividuatc dal tiro nem ico. Per le azioni di

fuoco da svolgere prima che- si in izi l'attacco nem ico,. le M . occupa no posizioni d iverse da que lle prescelre per il combattimento; si eviterà così di r ivelare queste ultime anzitempo. D urante l'avvicinamento e l'attacco da parte del nemico, il plotone mette in esecuzione gl i ordini e le direttive ricevute; in ogni e vento imprevj!aO agisce, d•i!1i-

ziativa del suo comandante, sempre a favore <lei fucilieri; e persiste nell'azioue ini ziata anche se minacciato da vicino, nel qual caso si d ifende con le armi indiv idua li dei porta munizioni. Man ifestandosi un attacco con carri armati, volge il tiro su l la fan teria che li accompagna o li segue, mentre i cannon i per fanteria cd altre artiglierie cercano di colpire i carri medesimi. Non si ritira che per ordine superiore ed in questo caso retrocede squadra per squadra, continuando a tenere il n emico sotto il fuoco. li plotone mitraglieri appar-tencntc ad un bgl. dl secondo scaglione prende posi;-ione, non lontano da q uesto, per concorrere alla protezione della linea di resistenza, finchè il suo battaglione non sia impiegato. l\ltitra.glicri: da sinistra a destra: caposquadra con cassetr.s parti di rie.ambio; por:ta a.rma; porta treppiede; porta bidone; p:>rta munizioni

punto de] settore del bgl. Esso deve inoltre assicurare l'incrocio del proprio fuoco con quello di ·plotoni vicini, specie in corrispondenza del limite di settore del bat-

combattin1ento, essa

è impiegata tutta riunita solo in via

mici che scendessero a bassa quota . li comandante del plotone mitrnglieri riceve, da] superiore da cui d ipende, notizie e ordini per l'azione, sulla base dei quali, eseguite le ricognizioni eventualmente occorrenti : stabilisce le posizion i delle varie squadre, cd in ciascuna fa scegl iere dal ,ispettivo comandan te l'appostamento per l'arma; dà ordini per l'esecuzione dei lavori; misura le distanze dei

eccezionale, e cioè : od i11 condizioni di si tuazione e di terreno favorevoli al pronto intervento de! suo fuoco a massa su tutta la fronte del bgl. , o per esegu ire tiri a gran de distanza : condizion i queste che si verificano piì1 sovente nella difensiva. Di solito, i plotoni sono in parte messi a d isposizione de i coma nda ,1ri del le cp. fucilieri avaçizate, in parte restano a disposizione del comandante del bgl. Durante l'avvicinamento, e fino a. che la cp. mitraglieri rimane riunita, i l comandante di essa rie regoJa l'avanzata oel modo indicato per la cp. fucilieri; dispone,

punti caratterlsrfrì del terreno, e, se può, vi aggiusta il

secondo gli o rdini ricevuti, o d 'in iziativa q uando prcsrnnc

tiro; organizza l'osservnione sul settore assegn:itogli e sulle sue irnrncdiatc adiacenze.: p red ispone i l servizio di rifornimento munizioni; tiene le armi pronte a far fuoco nelle direzioni di pi,, probabile irruzione nemica . Le postazioni

irnmi11cnte l'entrata in azione delle armi, per il passaggi,> dalla formazione someggiata a quella coi materiali in ispa!la, facendo poi condurre i muli scarichi presso il posto munizion i di bgl. Ricevuto ordine di d istaccare alcuni o tutti i suoi plotoni, li avvia presso i reparti o

tag!ione. E agisce anche, all 'occorrenza, contro aerei ne-

}J

Compagnia Mitmglicri. La cp. mitraglicri comprende normalmente qu:.ttro plotoni mitraglicri, una squadra collegamenti, unà squadra zappatori cd una rifornitori. Nel

nella località ~ui sono destinati, precisando

ai rjs_pettivi

comanda\\i quale sarà la loro dipendenza per .il combattùncnto . ~ando sia necessaria l'entrata in azione di p lotoni rimasti alle sue djpen<lcnzc, egl i dispone, d •ini7.i.ativa se occorre, perchè essi prendano posizione ed aprano il fuoco contro g li obiettivi designati o che egli giudica più irnportanti a seconda delJa Sltuazione, della quale deve sempre tenersi al corrente. Se alcuno di questi p lotoni già in1pegnati viene desrioato di rinforzo ad un dato re-

M.itragli.atrici ihilianc pesanti

delle singole ar mi del plotone debbono essere intervallate, per quanto lo permettano il compito assegnato e la comandabilìtà del! 'insieme, e debbono essere scelte secondo criteri analoghi a quelli già accennati, occupate di nascosto, migliorate progrcssivamcnt,; con lavori mascherati per non rivelarle almeno sino al momento del!' apertura

parto fucilieri, il comandan te della cp. comunica al comandante di q uest' ultimo la posiz ione, l'obiettivo e la specie del tiro che il plotone assegnatogli sta eseguendo, a/finchè ne abbia norma per il successivo impiego. Quando, durante i l com battimen to, comanda i plotoni rimasti a disposizione del comand ante del bgl., ne stabilisce, a sccoilda degli ordin i o diretti ve che q uesti gli impartisce, oppure di propria iniziativa, il posto in iziale, le modalità per la presa di posizione, gli obiettiv i, i cambiamenti cli posizione; vigila inoltre sull'andamento dei tiri e sul servizio delle muniz ioni. Analogamente procede quando gli sia dato i l comando di due o più plotoni assegnati ad una stessa cp . fucilieri. In tal caso passa agli ord in i de) co-


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mandante di quest'ultima, indipendentemente dal g rado o dall'anzianità. Nell'azione difensiva il comandante della cp. mitraglieri si regola nella difensiva nel modo indicato m precedenza per quanto riguarda l'avviamento dei plotoni assegnati a reparti fucilieri, la presa di posizione ed il contegno di quelli rimasti a disposizione del comandante del bgl., le disposizioni e la sorveglianza circa il serviz io delle munizioni.

Battaglione Mitraglicri. È assegnato organicamente alla divisione di fanteria e comprende 4 compagnie, ciascuna su 4 plotoni. Esso costituisce una notevole massa di fuoco in mano del com. della divis. Nell 'attacco i bgl. possono essere assegnati alle colonne, tenendo presente la oppo1tu1, ità di non logorarli prematuramente. L 'impiegarli soltanto a distanza in: tiri preparati in precedenza può essere assai utile in principio , per averli poi disponibili quando l'organizzazione dell'attacco, che è, in sostanza, l'impianto della !,attaglia, trovasi per tal modo già attuato in gran parte, quando cioè il graduale definirsi del concetto d 'azione ha dato luogo ad una sem pre più pre, cisa ripartizione delle forze e dei mezzi tra le varie colonne in relazione ai compiti assegnati a ciascuna. In difensiva i bgl. mitragli<:ri sono assegnati ai settori d ifensivi e destinati a rinforzare i tratti di fronte più sensibili.

M1T

specialità di una cp. mitragliatrici (in sostituzione della 4• cp. fucili) su 3 sezioni; assegnazione di 2 cp. mitragliatrici ad ogni comando di brigata; raggruppamento in compagnie d i tutte le mitragliatrici di modello vario risultate esuberanti all'ordinamento ora detto, e loro assegnaz ione ai comandi di armata ; costituzione di speciali cp. mitragliatrici Fiat 907 F. da posizione, con particolare organizzazione per impiego d ifellSivo (2 sezioni su 4 armi, anzichè 3 su 2 armi); costituzione dei regg. di marcia mitraglieri con compiti analoghi a quelli delle brigate di marcia (formati da I bgl. Fiat 914, 1 bgl. 907 F. ed un certo numero di cp. mitragliatrici complete. Giova altresì ricord are che erano stati anche costituiti un « Riparto mitragliatrici Fiat » in Brescia ed un « Riparto mitragliatrici 907 F. » a T orino, alle dipendenze del comando supremo, col compito di costituire ed istruire i nuovi reparti e tenere

Trofeo da braccio per mitragliere d'aeroplano

Mitragliere, L'addetto al servizio delle. mitragliatrici nelle varie armi; l'appartenente ai reparti (plotoni, compagnie, battaglioni) di mitragliatrici pesanti o leggere. M itragl ieri (Reparn). La costituzione organica di veri e propri reparti M. è relativamente recente. Infatti, se le origini della mitragliatrice risalgono all'epoca delle· prime_ artiglierie, e se u·a il 1350 ed il 1500 compaiono i primi ruc!imcntali esemplari d i tali armi scomparsi d 'altra parte pressochè completamente nel secolo XVI - è solamente nel XIX secolo, negli Stati Uniti, durante la guerra di Secessione, che vengonÒ impiegate delle vere mitragliatrici servite da apposito personale specializzato. Successivamente veri e propri reparti organici di M . sono impiegati dall 'esercico francese d urante la campagna del 1870. Le mitragliatrici, del tipo dc Riffyc, erano riunite in batterie cd · appartenevano all'arma d'artiglieria e come pie• cole artiglierie furono, in effetto, impiegate per tutto il periodo della campagna. Dopo il 1870, reparti M . furono costituiti, su scala più o meno larga, presso tutti i principali eserciti, Presso d i noi furono formati reparti armati della mitragliatrice Gardner. Troviamo reparti M . nella guerra russo-giapponese e presso di noi, su più vasta scala , nella campagna libica. Ma il grande sviluppo dei detti reparti presso tutti gli eserciti si ebbe durante la guerra n1òndiale. La caratteristica della lotta di posizio~e portò le mitragl iatrici ad u11 continuo enorme incremento. All'atto dell 'entrar;, in campagna, presso di noi, era organicamente assegnata ad ogni bgl. fanteria e bersaglieri una sezione mitragliatrici (materiale Maxim mod . 19n : uffic iali 1, truppa 39, quadrupedi 8, carrette 3). Durante la campagna vennero apportati ai reparti M. successivi aumenti ai principali dei quali si fa cenno rapidissimo: Distribuzione provvisoria, in attesa di poter disporre deUa mitrag liatrice Fiat, di sezioni M. cam paF Peri no (mate riale tratto dalle opere di difesa) e di qualche sezione Gardncr; adozione del tipo nazionale « Fiat mod. 1914 » a complemento de.Ile dotazioni organiche sopra accennate; assegnazione organica di due sezioni (4 armi) per ogni bgl. di° fanteria e sue .specialità; adozione della mitrag liatrice S. E . 907 F.; assegnazione ad ogni bgl di fanteria e sue

Trofeo da braccio per mil.ragliere -

M Sottocapi e cannonieri

abilitati mitraglieri (Fregio per la Regia Marina)

a numero quelli già esistenti. Tra il J9t6 ed il 1917 era inoltre stata distribuita ad ogl)i cp. di fanteria (e sue specialità) una sezione (~ armi) di pistole mitragliatrici Fiat I915 . All'armistizio l'or<li namento dei reparti M. era il seguente : 4 cp. (Fiat o 907 F .) per ogni comando di d ivis. di fanteria; 2 cp. (Fiat o 907 F .) per ogni comando di brigata; r cp. (Fiat) per ogni bgl. di fanteria e sue specialità; r sezione pistole mitragliaCJ;!ci Fiat 1915 per ogni cp. di fanteria e sue specialità. Inoltre ogn i armata disponeva di un certo numero di cp. mitragliatrici d i tipo vario. Anche la c.avalleria era dotata di mitragliatrici nella misura di uno sqdr. M . _per ogni gruppo e congrua dotazione ne avevano p ure i reparti d'assalto. Alla data dell'armistizio esistevano altresl squadriglie di automitragliatrici blindare e cp. di "motomitragliatrici. Le prime non


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esistevano nè erano previste prima del! 'entrata in campagna e furono introdotte nel nostro esercito nel 1916; l'ordinamento di esse (squadriglie, comp'?stc di : un comando, <luc o tre sezioni su due automitragliatrici ciascuna e riserva costituita di un'automitragliatrice) non subirono varianti durante la campagna. Le squadriglie furono assegnate in parte alle divis. d i cavalleria (una per ciascuna), in pa11te fu rono messe a disposizione delle armate e delle grandi unità isolate. Le automi tragliatrici furono anch'esse a.dottate durante la guerra, e , riunite in

cp., messe a disposizione d i quei comandi per i quali utile poteva essere un loro impiego (divis. di cavalleria, grandi unità d'assalto, ecc.). Grande incremento ebbero i reparti M. durante la campagna non solo presso il nostro esercito, ma anche, in larga m isura, e con precedenza su di noi, presso gli ahri eserciti belligeranti, specie presso l'esercito tedesco, che impiegò negli u ltimi mesi della campagna veri e propri bgl. M., armati di mitragliatrici leggere e pesanti. All 'armistizio erano 10 corso anche presso il nostro esercito studi intesi a trasformare il bgl. da « fuciliere » in « mitragliere ,; allo scopo di dotarlo <li capacità offensiva atta a contrapporlo vantaggiosamente al bgl. M. tedesco. Caratteristica particolare del nostro bgl. doveva essere il rilevante numero di mitragliatrici con la specializzazione in « leggere n e « pesanti » e con com·piti ben d istinti cd integrantisi. Gli 9tudi al riguardo proseguirono ininterrottamente dopo la guerra e attraverso esper.imenti vari e di diversa durata portarono in definitiva all'odierno (19J2) ordinamento dei reparti M. dell'esercito italiano: . a) Fanteria di linea e granatieri: una compagnia mitragliatrici pesami (4 ;umi in pace, 12 in guerra) per ogm bgl.; una squadra mitragliatrici leggere (2 a rmi) per ogni plotone fucilieri. b) Bersaglieri: una cp. mitragliatrici pesanti (4 armi in pace, 1 2 in guerra) per ogni bgl.; una mitragliatrice leggera, servita da un nucleo di 8 uomini (5 in tempo di pace), per ogni squadra: bersaglieri (3 armi per ogni plotone). c) Alpini : una squadra mitragliatrici leggere per ogni plotone fucilieri; un plotone mitragliatrici pesanti (3 armi) per ogni cp. alpini. d) Cavalleria: uno sqdr. M . (su 8 armi) per ogni regg. ; una squadra mitragliatrici leggere (su 2 arm i) per ogni plotone cava lieri. e) Artiglieria: ogni batteria d'artiglieria dispone di mitrngliatrici pes_a nti per la difesa vicina. Presso tutti i principali eserciti esteri, i reparti .lv!. hanno ord inamento prcssochè analogo al nostro. Ogni bgl. (od uoità corrisponden.te) dispone infatti di mitragliatrici leggere pér la lotta ravvicinata e di armi pesanti per l'azione di accompagnamento e di arresto.

Mitre (Bartolomeo). Generale e uomo di Stato argentino (1821 -1906). Gettatosi ancor g iovanissimo nella vita politica, lottò contro la dittatura Rosas, legandosi allora d'amicizia CO!l Giuseppe Garibaldi. Costretto a fuggire, riparò in Bolivia e poi nel Cile e nel Perù, dove fece il giornalista. Tornato in patria, nel 1851, partecipò ai moti organizzati da Urquiza, ve nne eletto deputato e nel 1859 nominato ministro della guerra. Durante le lotte fra la repubblica Argentina e lo Stato di Buenos Aires, M. rimase gravemente ferito alla fronte; riuscito vittorioso, prese il governo della provincia che nel 1860 rientrava nella Confederazione. Ma la pace non doveva durare a lungo; nella ripresa delle ostilità il M. fu vincitore a Pavon ed a Ro-

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sario, venne a patti con Urquiza e nel 1 862 fo eletto capo della repubblica federale. Nel 1865 si alleò col Brasile e l'Uruguay, ed assunse il comando delle truppe alleate contro il ,Paraguay, distinguendosi al passaggio del Pa, ranà e all'attacco di Humaità. Come capo ciel governo, si dedicò alla prosperità della sua patria; protesse gli emigranti italia ni, ne imparò la lingua e si diede agli studi danteschi, studi che approfondì nell'esilio europeo e lo portarono ad una bella traduzione della « Divina Commedia » in terzine spagnuok. Nel 1874, dopo tante vicende, riuscitogli vano il tentativo di rovesciare il rivale Avellaneda, fu arrestato, condannato e bandito dalla sua patria. Si portò allora in Europa vivendo a lungo a Madrid e a Bordeaux. Quando ncli'i\rgentina pacificata ritornò la Mitre Bartolomeo tranquillità, M. rientrò nella sua terra dove morl dopo di. avere fondato un gran de giornale: « La Nacion », e pubblicato la « Vita cli Belgrano » e un volume di canti d i guerra e di amore.

Mitridate (il Grande). Re del Ponto (132-63 a. C.). Salì al trono nel 120 e ampliò mediante conqu iste il. suo regno, sino alla Frigia e alla Cappadocia. Venuto in urto con i Romani, ne seguirono le guerre dette Mitridatiche. Tradito dal figlio Farnace, si deue la morte. Mitridatiche guerre. Prima guerra contro Mit,·idate (88-84 a. C.). 11 re Mitridate, durante i primi anni del suo luogo regno, aveva molto intrigato per crearsi una grande influenza in Orientè, e, mentre apprestava armi e costruiva poderosi · navigli, cercava di stringere alleanze con gli altri Staterelli, che pullulavano ad orieote della provincia romana dell'Asia. Il Senato romano se ne preoccupò, e nel 95 a . C. gli ingiunse di abbandonare le terre conqu istate. Il re si assoggettò alla rich iesta, e, comprendendo di non potere realizzare i suoi progeu i senza venire prima in aperto conflitto con Roma, vi si preparò astutamente, dissimulando le sue intenzioni col fare atto di sottomissione al proconsole Aquilio. Ma, quando si sentl preparato, dichiarò aperta guerra a Roma. Le legioni romane subirnno in primo tempo gravi rovesci. Con una poderosa fìottr,""Mitridatc riuscì a d isperdere il naviglio romano che guardava il Mar Nero e a correre liberamente nell'Egeo. Il proconsole Aquilio, catturato e condotto a Pergamo, venne messo a morte. Gli Asiatici, entusiasti, dettero a Mitridate grande aiuto in uomini e danaro. Le città gli aprirono le porte. Macchiando però d'inaudita ferocia le vittorie ottenute in campo aperto, Mitridate si valse di questo entusiasmo per eccitare gli Asiatici ad aperta rivolta; in un sol giorno vennero massacrati (Vespri e/es,) tutti i Romani o Italici, che per ragioni di commercio o di governo si trovavano in Asia Minore. Il proconsole Cassio, con le poche forze supentiti, riparò a Rodi. Inorgoglito dal successo e convinto dalle esortazioni degli Ateniesi, che lo assicuravano della ferma volontà degli Elleni di scuotere il giogo romano, Mitridate inviò un esercito in Grecia cd assalì Rodi. L'insurrezione divampò ovunque: la situazione divenne presto molto critica per Roma anche in Grecia·. Il Senato affidò il comando delle legioni asiatiche a Silla. Questi sbarcò in


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Epiro con cinque nuove legioni sul princ1p10 dell'87. La sua presenza fu sufficiente per ridurre all'obbedienza molte cit1à ribelli: soltanto l'Attica e I ·Eubea rimasero fedeli a Mitri<late . l i proconsole m ise !"assedio ad Atene cd al Pireo, dove si erano raccolte le truppe asiatiche e gli insorti greci. Gli Ateniesi opposero ostinata resistenza, ma infine, per fame, dovettero arrendersi. 11 1° marzo Silla entrò in Atene. La cirtà fu abbandonata al saccheggio (86 a. C .). Con due successive vittorie, a Cheronea e ad Orcomenc, S illa disperse le ultime forze degli insorti e respinse le truppe che Mitridate aveva mandate in Grecia per ringagliardire l'insurrezione. Così la Grecia fu nuova. mente sottomessa. In tanto anche in Asia l 'influenza cli Mitridate andava diminuendo. G li Asiatici cominciavano a dimostrare malcontento perchè il dispotismo del re e l'avidità dei suoi generali facevano rimpiangere l'avidità ed il dispotismo dei proconsoli. A Roma intalltO si era r iaccesa, dopo la p artenza d i Silla, la lotta civi le. Il nuovo governo democratico volle sottrarre a Silla l'Qnore del trionfo ed inviò in Asia Minore un esercito sotto il CO· mando di Valerio Fiacco, il quale, ucciso in una scd izio,ic militare, fu presto sostituito tlal suo legato, Fimbria. Si ebbe cosl lo strano esempio di due eserciti e di due comandanti romani, ostili 1'uoo all'altro, contro uno stesso nemico, in nome dell3 potenza di Roma. Silla passò in Asia per accelerare la fi oc dell a guerra. Ma non vi fu bisogno di combattere. Mitridate non seppe nemmeno approfinarc della delta situazione, per JX)tere ottenere da Silla più favorevoli condizioni di pace. Silla, che conosceva le precarie condizioni del! 'esercito d i Fimbria, fu inflessibile. La pace fu conchiusa a Oardano ncll '84 a. C. Mitridate dovette restituire tutte le terre conquistate; pagare un tributo di guerra di 2000 talenti; cedere la flona.

Seconda gum·a contro ,14.i tridatc (74-63 a . C.). Mitridate, vinto ma non domato, cercò di ripristinare la sua influenza sui popoli asia.tici, scossa dagli ultimi eventi della prima guerra . In realrà si preparava ad una nuova campagna contro Roma, ed a tale scopo strinse relazioni con i popolì vicini; fra l'altro si rese amico e parente Tigrane, re d ·Armenia. Approfiuando delle lotte che travagliavano Roma all'interno e della guerra che essa stava sostenendo contro Scrtorio, il re del Ponro scese in campo, traendo pretesto dal fatto che il regno di Bitinia era stato incorporato nella prov.incia romana, dopo la morte del Re Nicomede. Tigrane gli fu alleato. Mitridate invase la Bitinia e respinse il proconsole M. A . Cotta fin sotto le mur a di Calccdonia, ove gli inflisse una grave sconfitta. Ma non seppe sfruttare convenientemente la vittoria. Lucullo, invcstitO del comando delle legioni d'Asia, seppe ricondurre all a vittoria le armi romane e per sette anni, dal 73 a l 67 a . C . sostenne felice mente la camp ag11a , costringendo Mitridate ad abbandonare il suo stesso regno e a rifugiarsi presso Tigrane. Essendosi il re cl' Armenia r ifiutato di consegnare il suocero, Lucullo mosse con tro T igrane, guidando le sue legioni fi no ne l cuore dell 'aspra regione armena , emulo del grande Alessandro. Sotto le mu,a della capitale, Tigranocerte, e poi a Nisibi, fra il Tigri e l'Eufrate, riportò due gr;indi viu oric; ma, sor preso da un i nverno rigidissimo fra le montagne e paralizzat0 dalla indiscipl ina delle truppe, {u costretto ad abbandonare tutte le terre conquistate. Mitridate ritornò in possesso del Ponto. Lucullo fu allora sostit uito da Pompeo nella direzione dell;i guerra (66 a . C .) . Dopo aver facilmente battuto Mitridate, Pompeo mosse contro Tigrane, che costrinse a chiedere pace, a gravi condizioni. Fra l 'a!tro, Tigrane

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dovette cedere tutti i suoi possedimenti in Asia Minore e pagare una forte indennità di guerra di 6ooo talenti. Mitridate, inseguito dai cavalieri romani, fuggì verso il Caucaso, sbaragliò alcune genti che volevano sbarrargli la via, e raggiunse infine Pant icapeo. L 'indomabile re, pur ridotto all"estremo, non intendeva di desistere dalla impari lotta. Gli si attribuisce il vasto disegno di guidare contro Roma un formidabile esercito di Sciti e di Sarmari e di penetrare in Italia da settentrione , dopo aver risalita la valle del Danubio. Disegno grandioso, ma prematuro. Il progetto di !lfaridate ricorda la marcia di Annibale da pon~'ntc. Ma la situazione d i Roma era molto diversa. Enormemente cresciuta in potenza, essa possedeva bastevoli forze per fronteggiare i nemici orientali e quelli di occi, dente, pur ammeacndo che l'alleanza di Scrtorio avesse potuto giovare all'impresa. Inoltre Mitridate, nel corso della lunga guerra, non si era rivelato cosl abile capitano come il Cartaginese; nè le provincie asiatiche avrebbero potuto dare al re del Ponto le agguerrite milizie che Annibale aveva tolto dall'Africa e dalla Spagna. Nel 63 a. C ., assediato nella fortezza di Panticapeo, tradito d allo stesso figlio Famace, il vecchio re prefcrl la morte alla prigionia. Gli Stati di Mitridate furono smembra ti : la regione occi dentale del Ponto, un ita a lla Bitinia, fu costituita in provincia: quella orientale fu assegnata a l re dei Galati, Dejotal'O. M ittel hauser (Eugenio). Generale francese, n . nel 1873. Uscito dalla Scuola di Sai ntCyr, frequentò quella di guerra e partecipò a campagne coloniali nel Marocco. Iniziò la guerra mondiale come tcn. Mittelhauscr Eugenio colonnello e nel 1918 era gcn. di divis. a.I comando della 36• divis. Inviato in Ceco• slovacchia quale membro della missione mii. francese, vi rimase fino al r925. M ittene. Erano manopole o guanti, usati nel XV secolo, senza separazione delle dita, eccetto il pollice, fatti di lamine articolate nel senso delle principali divisioni della m ano. Q ueste lamine erano poi generalmente appl icate i,1 vario modo sopra un guanto d i pelle. M . N, O,T . Esplosivo di sicurezza a base di nitrato di ammonio, che va anche s0110 il nome di « Siperite " · È una miscela meccanica della seguente com posiz ione centesimale: nitrato di ammonio p . 72,84, d init ronaftalina p . 10,50, tritolo p. 16,66. Polvere di colore giallo-bruno, molto igroscopica. Nell'impiego per la carica cli scoppio dei proietti viene di regola compressa. Detona pit1 facilmente della schnciclerite e non richiede l 'interYetHO del detonatore sussidiario, servendo allo scopo il tritolo Stesso distribuit0 nella massa dell'esplosivo. Durante la guerra l'esercito italiano l'adoperò pcl car ìhmc nto dei proietti da 65 da montagna. Trova impiego anche come esplosivo da mina.

Mo (Luig,) . Generale, n. e m. a Torino (r795-1864). Sottot. d'a rt. nel 1814, partecipò alla campngna del 18 15. Colonnello nel 1839, fu dal 184r capo di S. M. della divis. di Genova. Intendente generale d'art., delle fortificazioni


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e delle fabbriche militari nel 1845, fu promosso, in tale carica, magg. generale nel 1848. Nel 1851 fu collocato a riposo.

Mobile, Città degl i Stati Unjti nel!' Alabama, sulla baia omonima. Durante la guerra di Secessione, l'ammir. Far-

cij là del caoale, sull'isola Delfina; l'altro, meno praticabile, fra quest'isola e il continente, battuto dalle artiglierie del forte Powell. Quattro corazzate dovevano battere il f;,rte Morgan mascherando la flotta che intanto doveva defilare ~verso la baia di M. e attaccare la corazzata sudista « Tennessee » che vi si trovava, nel caso che, questa

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8 Metacomet 9 Richm<;n d ,o P ort Roya.l 11 Lackawan na 12 S emi noie

13 Admira.ls ba.r~e-Loya.11 14 Mo~on~a.helo.

15 Kennebec IGOsslpee l?ltasc&.

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Battaglia di Mobile (1863)

ragut, comandante la flotta federale, mosse contro M.. nel! 'agosto del 1864. Era questo porto una delle basi del contrabbando dei Sud isti; la baia era div isa dal golfo del Messico da due canali; jl p rimo presso Mol:iile Point, vicino. al forte Morgan e a tiro del forte Gaines, situato al

avesse attaccato le oavi federali. Gl i altri quattordici bastimenti dovev;ino essere uniti due a due, i pritni mun~ti

di dragam ine, per potersi a vicenda sostenere, anche se seriamente colpiti. Ai primi colpi di cannone contro il forte Morgan la « Tecumseh » , urtando contro una mac-


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china natante, saltò in aria e affondò con tutto l'equipaggio. L 'ammir. Farragur, trascurando il pericolo delle 300 mine che il nemico aveva seminato od fondo, presa la testa della squadra a bordo dell'« Hartford » , la guidò in mezzo al canale. Nessu na delle mine, forse guaste dal tempo, funzionò e i Federali giunsero incolumi nella baia, di fronte alla flotta nemica. Tre cannoniere confederate si lanciarono sulle navi di testa; troppo deboli per tanta impresa, l'una si arrese, la seconda prese la fuga, la terza affondò. Rimaneva il « Tennessee », solo contro 17 navi nordiste, comandato dall'ammir. Buclrnnan. Lanciatosi contro l'amm iraglia del Farragut, che evitò l'urto, giunse d'impeto in mezzo alle navi avversarie. Mentre la « Monongahcla » ne spezzava lo sperone, il « Lakawanna » l'investiva di traverso, I'« Hartford ", corsogli addosso, gl i scaricava nei fianchi l'intera bordata a bruciapelo e il « Manhattan » tentava di sconquassarlo coi suoi enormi proiettili. Tutta la flotta federale gli era addosso. Finalmente col fuoco a bordo, divelte le placche di corazza dall'urto delle navi nemiche, incapace di governare, ridotte al silenzio quasi tutte le artig lierie, ferito l'ammiraglio, incapace di ogni resistenza, jj « Tennessee » ammainò la bandiera. Investiti successivamc:ote i forli, qualche giorno dopo il Farragur li conquistava, debellando così uno degli ultimi centri della resistenza nemica.

Mobile Milizia. V. Milizia Mobile.

Mobilità, Non vi sono nè reparti nè materiali ~llici, che possano essere organizzati o costruiti prescindendo da questa qualità. Tutto ciò che serve a realizzare l'urto, per sopraffare l'avversario, dev'essere idoneo al mov.imento ed alla manovra: deve avere perciò la possibilità di sviluppare, direttamente o no, la M. Questa è antitetica, in certo· qual modo, alla massa: cioè alla quantità di tru ppe e di mezzi che intervengono per aumentare la forza d'urto. Infatti, in ragione diretta col maggior numero d'uomini e <li cose, la massa tende a far scemare la M . Dalla storia apprendiamo che ogni capitano ha cercato sempre d'adeguare M. e massa agli obbiottivi da conseguire, alle disponibilità cd all'ambiente della lotta. Chi meglio ha saputo sfruttare la capacità del proprio esercito a sviluppare la M. ba quasi sempre veduto i suoi sforzi coronati dal successo. La guerra mondiale, per la preponderanza della massa e pcl perfezionamento raggiunto nelle macchine, s'è irrigidita sulle posizioni e si è risolta per logoramento. Oggi gli studi sono rivolti alla ricerca di una M. adei;uata alla potenza cd al peso delle masse colossali, che saranno destinate a partecipare alle lotte d'avvenire. 0f. Meccanizzazione e Motorizzazione). Mobllitazione, Durante il periodo delle civiltà orientali e nella Grecia ed in Roma antiche, in caso di guerra, tutta la popolazione valida concorreva alla difesa del proprio paese, considerando raie concorso come diritto e come sacrosanto dovere cli ogni cittadino libero. Era veramente rutto il popolo che scendeva in campo per la grandezza deUa patria, e chi non poteva brandire un 'arma sostituiva nei compiti e nelle mansioni della vita civile gli uomini validi ch'erano stati arruolati, o serviva nelle retrovie quale lavoratore, od infiàmmava alla resistenza ed all'ardire. Successivamente, per cause complesse d'indole varia che n~o è qui il caso di préndcre in esame, per lunghi secoli le sorti dei popoli in g uerra furono decise dagli eserciti permanenti rispettivi, dei quali spesse volte non facevano parte che pochissimi individui delle nazioni belligeranti. Queste concorrevano alla guerra soltanto con una aliquota

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mm,ma dei loro clementi ; prcssochè nullo era il loro con• corso sotto il p unto di vista dell'organizzazione interna. L 'esercito era elemento a sè, operante quasi avulso cd indipendente e.la tutto il resto vitale della nazione. La M. rifletteva allora soltanto l'esercito e poteva perciò definirsi: «.il complesso delle operazioni per portare un esercito dal piede di pace a quello di guerra » . Oggi, invece, le cose stanno w.ssai diversamente che per il passato. Il conflitto mondiale 1914-1918, ha dimostrato in modo inequivocabile che le guerre odierne, ponendo in pieno gioco la vita stessa delle nazioni belligeranti, richiedono da queste tutto lo sforzo di cui esse sono capaci per tendere 3lla victoria, o quanto meno alla loro salvezza. Oggi tutta la nazione con i suoi uomini validi sulle trincee, con i suoi operai nelle officine, con tutta la sua popolazione - senza distinzione di sesso o di età - nelle fabbriche, nei servizi pubblici e negli ospedali, può e deve nell'eventualità di un con flitto, essere in grado cli difendere le ragioni supreme della sua esistenza e del suo sviluppo. Di conseguenza la M. coinvolge tutta la vita di una nazione sotto il punto di vista milvtarc, industriale, civile, agricolo e finanziario; richiede accurata e minuta organizzazione fin dal tempo di pace, preparazione spirituale di tutti gli abirnnti, pronta e graduale attuazione dei vari provvedimenti al momento del bisogno, successivi e continui perfezionamenti durante le ostilità. La M., pertanto, può oggi avere questa definizione: il complesso delle predisposizioni, del le operazioni e dei provvedimenti mediante i quali tutta la nazione passa in ogni suo elemento dallo stato di pace allo stato di guerra. Essenzialmente deve essere considerata sotto gli aspetti seguemi : 1•) mobilitazione militare; 20) mobilitazione industriale; 3<>) mobilitazione civile; 4") mobilitazione finanziaria. La mobilitazio11e militare è il complesso dei provvedimenti e delle operazioni med iante i quali le forze armate passano dal piede di pace a quello di guerra. t ovvia la sua importanza. Consiste in un'insieme: di operazioni delicatissime, che devono rispondere, in ogni loro particolare, ài seguenti requisiti: ordine, precisione, semplicità e celerità. Basti pensare che dalle prime operazioni di M . può dipendere l'esito d ell'intera guerra. Occorre prevenire e quindi sorprendere il nemico; ciò non sarà possibile senza una M. celere e perfetta in ogni suo dettaglio. Guai a quella nazione che predisponga una M. lenta o comunque difettosa : essa correrà il pericolo di vedersi il nemico alle porte prima di essere pronta a parare la minaccia. Nel 1870, la Prussia, e nel 1904 il Giappone, seppero app licare assai bene il principio della sorpresa e i vantaggi che ne ritrassero sono da tutti conosciuti. Le operazioni principali della M. militare mirano, per rutti gli Stati di maggiore importanza, agli scopi seguenti: - completamento dei corpi e reparti delle diverse armi e dei vari servizi già esistenti fin dal tempo di pace; - completamento e costituzione dei comandi delle grandi unità e dei rclaùvi servizi; - costituzione dei corpi e dei reparti di nuova forma. zione previsti dagli appositi documenti di rnobilirnzionc. Delle operazioni d i M. devono considerarsi parte integrante tutti i prov,•cdimenti intesi: ad avviare tempestivamente in posto le rruppe di copertura, allo scopo di dare sicurezza e protezione alla grande massa che va mobilitandosi nel territorio e raggiungendo le località di radunata; a pròccdere alla vigilanza e difesa delle coste ed alla protezione in genere d el territorio e delle ferrovie.


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201 -

Il complesso delle delicatissime ed importanti operazioni di M. si può ripartire in: opcra:àoni preliminari (quelle che vengono attuate cl.alle varie autorità militari fin dal icmpo di pace); operazioni esecutive (quelle che sono attuate durante la 1\f. nelle quali, in sostanza, si concreta la M . medesima). Le operazioni preliminari (o preparatorie) principali sono : - tenuta a ruolo della forza in congedo e sua ripartizione cd assegnazione fra i comandi, corpi, reparti e servizi da completan; o da costituire ex novo al! 'atto della mobilitazione; - perequazione della forza in congedo (V.) in dipendenza delle necessità dei vari centri cli M. di ogni grande unità territoriale; - destinnzione dei quadri ufficiali da riclùamare dal congedo ai vari centri di M. per il completamento delle unità già esistenti e per la costituzione di quelle da crearsi ex novo;

- predisposizioni per la precettazione e la requisizione dei quadrupedi, dd carreggio, delle bardature e degli autoveicoli; - predisposizioni per il ricevimento, la vestizione, l'equ.ipaggiamento e l 'inquadramen.to dei richiamati. Il complesso delle operazioni preparatorie viene per ogni sin.golo ente interessato, particolareggiatamente indicato e precisato in un « progetto di mobilitazione», che dev 'essere tenuto sempre aggiornato in ogni suo dettaglio e compilato con tanta chiarez;za e semplicità che, anche in casq di improvviso cambiamento dei comandanti, i nuov i possano immediatamente orientarsi ed essere quindi subito in grado di provvedere all 'attuazione integrale di tutte le operazioni da effettuare. Progetti e predisposizioni sono preparati per il caso peggiore, nel presupposto, cioè, che la M . sia assolu,tan1ente i1nprovvisa . Però è di 1nassima anche p revisto l'attuarsi delle disposizioni in un periodo più o meno lungo di tensione diplomatica. Le principali operazioni esecutive (da effettuare cioè durante la .Vf) sono: - richiamo dei militari in congedo (truppa, sottufficiali ed ufficiali); - ricevimento ed incorporazione dei richiamati, vestizione, equipaggiamento, armamento; - esecuzione delle operazioni di precettazione dei quadrupedi, carreggio, bardature e degli autoveicoli e presentazione degli elementi precettati ai centri di mobilitazione; - ricevimento e ripartizione fra le varie un ità degli elementi suddetti; - riscos.sione dei fondi occorrenti; - costituzione delle unità da crearsi ex novo. Attuato il complesso di queste operazioni, la M. può dirsi ultimata e l'esercito è pronto a muovere per la zona o le zone di radunata. Può però verificarsi anche i! caso che la radunata si effettui contemporaneamcotc alla M. Anzi la costituzione materiale delle grandi unità in tutti i loro elemen,ti di formazione, sarà opportuno avvenga in. sito d i radunata a scopo di evidente risparmio d i movimenti ferroviari e di terr1po . La M. può essere gene rale

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o parziale ed effettuata in modo palese od occulto. De• vesi però notare al riguardo che oggi, d ata la mole degli eserciti, non. può certo sfuggire al probabile nemico la M . occulta, anche se condotta con ogni precauzione. La M . dell'esercito italiano per la guerra contro l'impero austroungarico fu occulta; essa venne infatti effettuata, a gradi successivi, prima della dichiarazione di guena, senza la pubblicazione e l'affissione del manifesto di mobilitazione. Lo sforzo compiuto dalle nazioni belligeranti durante la

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i\,/. che precedette il conflitto europeo e successivamente durante il conflitto medesimo fu add irittura colossale, e dà un 'idea concreta di quello che potrà essere la M. militare in caso di una guerra futura. Basti citare alcuni dati riflettenti l'esercito italiano:

UNITÀ Di~isioni fanteria Battaglioni fanteria Ba ttaglioni alpini Battaglioni bersaglieri Batter-i e da campagna e a cavallo Batterie pesanti campali Batterie da montagna Batterie pesanti Batterie bom barde

1-i.,,1-~"' l·&,,._IJii ,_J Eco ~H ~H 1~H 0 H,zH

e.> '"' eo'"' tt1-""' O ... I ~ ... c,sC,..<'=Owo,,wo,.,.o,

35 43 59 65 61 44r 543 654 708 698 52 78 89 84 69 67 72 87 87 72 373 392 444 452 460 28 95 161 208 2 23 74 125 169 169 171 40 473 700 75° 775 37 I 204 1 91 201

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Le norme e le disposizioni riflettenti la M. militare sono contenute, presso ogni Stato, j,; .appositi documenti d i carattere segreto che prendono il nome di : documenti di mobilitazione.

Mobilitazione industriale. - È il complesso delle predisposizioni e delle operazioni mediante le quali la struttura industriale di uno Stato viene resa atta sin dal tempo di pace alla produzione intensiva di materiali bellici, cosl da far fronte a tutte le necessità di una guerra di qualsiasi durata. Caratteristica particolare della guerra europea fu il giornaliero, intensissimo consumo . di quantità ingentissime di materiale d'ogni genere, per il che si manifestò subito impellente la necessità di realizza re una produzione adeguata al fabbisogno e qualitativamente sempre più perfezionata, allo scopo di conseguire la superiorità sul nemico. Le riserve di qualsiasi genere, preventivate cd accantonate fin dal tempo di pace, apparvero subito del tutto insufficienti, sì che fu indispensabile ricorrere a provvedimenti radicali atti a garantire in modo costante il gettito ciel materiale quantitativamente e qualitativamente occorrente. E la capacità di inventi?, sotto la pressione delle necessità assillanti, doveva cl?e'ttuare prodigi nel campo delle innovazioni e delle scoperte. Il fenomeno fu fatto nuovo per tutti gli Stati belligeranti, Germania compresa, che sottopose allo Stato i propri stabilin1cnti industriali solo a guer.ra iniziata. In Italia il lavoro d 'organizzazione della M . industriale si iniziò nel maggio del 1915, attraverso d1fficoltà enormi di ordine finanziario e tecnico, che fu possibile superare solo med iante la nostra facoltà creativa e d'improvvisazione. Nel luglio 1915 erano già saldamente gettate le basi della vastissima organizzazione. L'esperienza fatta durante la guerra ammaestrò tutte le nazioni beÌligeranti e neutrali, cosicchè oggi ogni Stato predispone anche la M. ind ustriale in base al p rincipio tassativo che per mantenere a lungo lo sforzo militare, fino alla conquista della vittoria, non. è sufficiente l 'eroismo, ma occorre anche poter fare sicuro assegnamento su d i una bene organizzata attrezzatura industriale, atta a provvedere, specie nei momenti più critici, con prontezza e precisione, a tutte le necessità per quanto urgeoti cd elevate esse siano. Per l'organizzazione della M. industriale, occorre provvedere fin dal tempo di pace: - ad indirizzare cd orientare g li industriali sulla specie e sul presumibile quantitativo dei materiali che potrebbero


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essere jncaricati

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di prod urre, nei rispettivi stabilimenti,

in caso di guerra; - a predisporre l'attrezzamento necessario per il rapido passaggio dalla produzione di pace, a quella di guerra; - ad assicurare la continuità della produzione tempestivamente, risolvendo il problema dei combustibili e delle materie prime; a p redisporre le maest ranze necessarie, nel senso num erico ed in quello qualitat ivo; - a compilare le norme e le disposizioni regolatrici dei rapporti fra Stato e indust rial i e fra indust riali e maestranze, in modo da assicur are in ogni circostanza la produz ione dei m ateriali nelle quantità e qualità necessarie . Tutto il complesso di queste predisposizioni dev 'essere concretato io snodi e progetti appositi, da attuare al momento del bisogno. In Italia durante l'ultima guerra lavorarono pi ù di 2000 stabilimenti, impieganti complesoltre un milione d i persone di cui quasi sivamente 200.000 donne. La produzione giornaliera (g.) o mensile (m.) di anrn e m unizioni in Italia è rappresentata dai se6'1.1enti dari:

MATERI ALE

Produzione

Produzione

I

Totale

I

F ucili (g) (g) M oschetti Mitragliatrici (111) (m) Bombarde Artiglierie (m).

nel 1915 n el 1918

600 380 25

3 .300 600 I.ZOO

100 70

540

2.597.756 537.587 37.029 7 .000 oltre 15.0 00

1'\11mizi011i

Munizioni per fuciii, moschetti e mitragliatrici (g) r.400.0 00 3.400.000 3 .616.000 .000 Id. per bornbarde e lanciabom. (m) 357.000 7.300 .000 Id . per ar t iglie rie(g) 88.400 70,000,000 Bombe a m ano (g) 4 5.000 22.360.000 Costruz. Aero1tauticlié

App arecchi nuovi » riparati (m) JVIotori nuovi (m) )) riparati (m)

50 100

75° 300 1.700 800

r z .954 3 .484 24 .400 Il.333

Mobilitazione civile. - La guerr.a europea, come già si ebbe a d ire, mise in evidenza la necessità assolut a che ogni persona debba concorrere, i n caso di guerra, alla resistenza cd .alla vittoria finale. Bene inteso ciascuno a seconda del proprio sesso, dell'età e della capacità di rendimento. Gli uomini giovani e validi de vono essere sottratti nel minor numero possibile alla linea d i fuoco , nel mentre che nelle retrovie e nell'interno del paese occorrono braccia per la produzione industriale e<l agricola, per i vari servizi pubblici, ccc. Le industrie hanno, infatti , necessità di mac9tranze numerose per assicurare nella m isura voluta il materiale bellico; occorre quindi sostituire i validi che saranno sottratti alle officine con personale meno arto alle fatiche di ,!,'1.1erra, e con personale femminile e m inorile. Uffici, aziende varie, ospedali, ecc. devono continuare a funzionare; la produzione agricola è indispensabile J101\ solo per chi combatte, ma altresì per tutta la rimanente popolazione del paese. Uno Stato belligerante

Mos .

deve cioè pensare , oltre che alla M . civile, mediante l 'utilizzazione massima di personale non soggetto ad obbligh i di leva o perchè troppo giovane o perchè troppo vecchio, e l 'ucilizzazione d i personale m inorile e femminile in tutte q1ielle mansioni nelle quali ciò sia possibile. Durante la grande guerra tutti · gli Stat i belligeranti provvidero ad emanare disposizioni intese allo scopo sopra detto, ma non si addivenne ad una M. civile vera e propria, essenzialmente per una precisa valutazione delle gravi d ifficoltà cui si sarebbe andati incontro a causa della mancanza assoluta di predisposizioni al riguardo . Tale considerazione f<:ce sì che i vari Stati, j n n1aggiore o 1ninore m isura, sfruttarono ed agevolarono injziative individuali e collettive, in luogo <li emanare disposizioni proprie a carattere coercitivo. Nel dopo guerra, però, ogni Stato si preoccupò di predisporre anche una M. civile. L'Italia ha provve-duto a dare al le norme che regolano tutto ciò un assieme organico, sulla base delle presumibili necessità d i Lm conflitto futuro e d ell'esperienza della gue rra mondiale. Tali norme sono contenute nella legge su lla « Disciplina di guèrra » approvata nel 1931 dal Parlamento. La legge concreta la sua sostanza nell 'obbligo di tutti i cittadini non soggetti a<l obblighi m ilitari o che, pur essendolo, non si trovino alle armi, di contribuire alla difesa cd alla resistenza della nazione con lo ~tesso animo e con lo stesso sentimento del dove re e di disciplina dei combattenti. Questo contributo si sostanzia principalmente nelle forme seguenti: a) prestazione dell'attività fisica, intelleuuak e spirituale in qualsiasi forma essa possa venire richiesta dalle autorit:ì e dagli organi competemi al fine di dare incremento al la resistenza; b) riduzione al m inimo delle spese e dei consum i di qualsiasi genere; e) piena ed immediata osscquicnza ad ogni ordine o disposizione delle autorità; d) astensione da qualsiasi atto _çhe possa comunque menomare la capacità di resistenza della nazione; e) cont ributo ad ogni azione comunque intesa a giovare al la causa della Patr ia e pronta adesione a qualsiasi richiesta ddle autorità competenti. La legge pone poi in evidenza la speciale figura dei « mobilitati civili"· Tutti i cittadini non soggetti ad obblighi militari, compreso il personale minorile e femminile, sono sottoposti ad una discipli na di guerra comune a tutti; ma alcune categorie di persone, per la loro speciale posizione, devono essere assoggettate ad una disciplina più rigida. Tali categorie di persone cost,tui scono i mobilitati civi li. Essi sono vincobti a speciali doveri, e per i trasgressori sono previste corrispondenti speciali sanzioni. Sono considerati mobilitati civili: tutti gli enti pubblici e privati che vengano dichiarati tali; gli stabilimenti che siano ,dich iarati ausiliari; tutte le persone di entrambi i sess i e d 'età non inferiore ai 14 anni che stano dipendenti dalle amministrazioni dello Stato e dagli enti pubblici o pr ivati dichiarati mobilitati civili; qualsiasi cittadino, infine, che abbia ricevuto un incarico dallo Stato o che sia chiamato a prestare comunque l'opera propria con manifesto o con precetto personale. La legge prevede, in sostanza, fin nei minuti panticolari il concorso di tutta la p arte civile della nazione alla guerra, coordinando e d isciplinando tutte le forze e le risorse naziona li ed indirizzandole al fine altissimo della resistenza e della vittoria. In Francia la M. civile è regolata con legge del 7 marzo r927: tutti i cittad ini, in base a tale legge, debbono in caso di bisogno contribuire direttamente o indirettamente alla difesa del paese.


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Mobilitazione finanzùtria. Potrebbe essere considerata come una branca di quella civile, ma generalmente viene considerata come a sè stante, richiedendo organizzazione particolare e rivestendo un'importanza che a nessuno può sfuggi re . Si può anzi dire che è la M. finanziaria quella che consente completa e regolare predisposizione ed attu,zionc delle altre specie di M., e la successiva condotta del le operazioni militar i. Infatti, per la . provvista e la raccolta del materiale bellico vario, per la predisposizione dei macchinari, delle maest.ran~e e delle materie prime nella M. industriale, occorrono ingenti capitali che devono esiere tempestivamente approntati. E capital i enormi occorrono per far vivere cd amministrare i colossali eserciti odierni, per far fron(e con acquisti ali' estero alla eventuale deficienza di produzione agricola della nazione, ecc. Occorre, in sostanza, tutta una vasta e completa ·organizzazione anche nel campo finanz iario. Prima della guerra europea, in tale campo, nulla era stato predisposto, nè io Italia nè presso le altre nazioni belligeranti, ad eccezione della Germania che aveva creato p resso il grande S. M.

Spese di guerra

1914- 1920

(IVIobilitazione finanziaria.)

una commissione, di cui faceva parte un giurista, con il preciso compito di studiare il t rapasso dalla situazione economico-finanziaria di pace a quella di guerra. Si rese, perciò, necessario di prendere provvedimertti in tutta fretta, nella immediata vigilia della guerra ed a guerra già d ichiarata. In Italia i primi provvedimenti, . forooo arcuati nell'agosto 19,4, quand'essa aveva g,a cominciato a risentire del la crisi prodotta dall'ormai i niziato conflitco europeo, e consentirono l'entrata in guerra con buona preparazione finanziaria. Essi non era no, però, nè potevano

assolutamente esserlo per la loro 9tessa imp rovvisazione, proporzionati alla durata che la guerra venne ad assumere successivamente contro la generalità delle previsioni d ·a1l0ra. L 'Italia fu così costretta a ricorrere fortissimi debiti all"i nterno e<l all'estero, come a tutti è noto. L 'espe-

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rienza fatta duranrte l'ultima guerra non sarà dimenticata ;

essa ci impone di stud iare tempestivamente e di oppor.tunamente predisporre tutti i provvedimenti atti ad assicurare la struttura economica della nazione, evitando di att uare tali provvedimenti affrettatamente, con q uei caratteri di ripiego che portano a squi libri e ripercussioni nella situazione economico-finanziaria della nazione. Oltre alle categorie nelle qual i è divisa genera lmente

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fa M. , ne viene da qualche a utore isolata un 'a ltra: la M. economica, rigua.r<laote la produzione agricola e il vettovagliamento. Essa mira alla cosiituzione cli depositi di derrate e materiali interessanti i l vettovagliamento, alla organizzazione della distribuzione, alla regolarità e sufficienza delle importazioni. Da quanto è stato esposto, appare evidente la complessità odierna del problema della M . nei suoi vari aspetti, per cui, senza tema di esagerare, si può concludere che l 'organizzazionc di una nazione, per far fron te all 'eventualità di una guerra, dev'essere generale, estesa cioè a<l ogni suo elemento ed i n ogni campo. E dev'essere organiznzione completa, precisa, minuta, <l i ordinata e celere attuazione al momento del bisogno . Ma se organizzata dev'essere la M., richiede altrcsì organizzazione accuratissima tutto ·quanto riflette la Smobilitazione (V.), cioè i l g raduale ritorno della nnione dallo stato e dalle condizion i <li guerra , allo stato cd alle cond izioni di pace . Da quanto s'è detto, appare altrcsì evidente quanto difficile, lungo e complesso sia oggi il lavoro t he è affidato all'organizzatore, il quale deve tener conto, nell'esplicazione del suo compito, non solo di tutte le esigenze di carattere militare, ma altresì di q uelle sociali e del potenzia le economico della nazione. Mobilitazione (Marina). Al completamento dei serv1z1 della R. Marina in tempo d i guerra si provvede normalmente col richiamo di un limitato numero di classi, otto o dieci, quelle più giovani e di più- recente congedamento. Quel personale della R. Marina che appartiene a classi e.be e,sa non richiama, viene passato a l R. Esercito. Dei richjamati, i più g iovan i vengono impiegati per completare gli equipaggi dèlle unità in armamento ridotto ; per armare le navi in disponibilità, e il naviglio sussidiario, per completare il personale necessario ai servizi della Marin.a a terra. La destinazione dei richiamati è abbastanza delicata e complicata, poi che la molteplicità dei tipi del materiale e dei servizi di bordo produce un notevole fra7.ionamcnto organico del personale. Nel la M . marittima occorre ;;,oltre te ner conto delle necessi tà di non depauperare troppo le maest ranze di quelle officine meccaniche e navali che possono essere mobil itate per il servizio della d ifesa nazionale. Gli ufficiali della riserva navale vengono normalmente imp~ t i nella direzione deì scrl'Ìzi a terra,

o in posti d i comando subord in"-li, tenendo conto nei limiti del possibile delle loro ~ttitudini specifiche. MocaI i (RatJaello). Generale, n. , a Scar pcria nel 1858. Sottot. di fanteria nel 1879, fu poi negli alp ini. Colonnell.o nel 19rr, comandò in Cirenaica il 68° fanteria. Passato al comando del 65°, andò Mocali Raffaello in P . A. nel 1915. Richiamato durante la guerra, europ ea e magg. generale nel 19, 7, passò nella riserva nel 1919. Nel r923 assun se i l grado di generale di divisione. .r

Moccagàtta (Giuseppe) . Generale, n. e m. a Castellazzo Bormida (1854-1925). Volontario di fanteri;i nel 1872, divenne sottot. nel 1879. In Eritrea nel 1896; vi rimase a lungo col 40 bgl. indigeni che poi comandò. Colonnello nel i9ro, comandò il 4° fanteria col quale sbarcò in


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Cirenaica nel 1911 e si distinse attaccando il nemico : ebbe la croce <la cav. dell'O. M. S. Nel 1912, alla battaglia delle Due Palme, fu promosso magg. generale e comandò la brigata Piemonte . Rimpatriato nel 1913, ritornò nel 1914 in Libia q uale comandante le truppe della Cirenaica. Nel 1915 ebbe il comando della brigata Roma e con essa iniziò la guerra contro l'Austria. Governatore della Cire-

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patria, pagò l'insuccesso con una multa e con dieci mesi , di carcere.

Mocenigo Pietm . Settantesimo doge di Venezia, m. nel 1476. Sall sul trono dogale all'età di quasi settanta anni. In giovent~, crasi segnalato wme comandante navale in Asia, percorrendo vittorioso il mare dall 'Ellesponto fino ai lidi della Cararnanlia. Ebbe anche gran pane nclh difesa

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Mocc.agatta. G iuseppe

Moccia Achille

Macchia (di Coggiola, Giuseppe). Generale, n. e m. a Torino -(1786-1865). Sottot. d i cavalleria nel 1815, nel 1823 fu pref~tto all'Accademia militare. Tcn . colonnellocapo di S. M . della divis. di Cuneo nel 1837, vi fu pr()mosso colonnello riel 1839. Nel 1848 andò a riposo col grado di magg. g~nerale. Moccia (Achille). Generale dei carabinieri, n. in Calabria, m . a Savona (1851-1918). Sottot. di fanteria nel 1870, passò nei carabinieri nel r88o. Nel 1887 meritò la med. d'argento al valor civile e nel 1892 quella di bronzo durante un incendio a. Bari . Colonnello comandante la l~gione di Palermo nel 1906, nel terremoto di Messina dd 1908 ottenne la med. d'argento cli benemerenza. In P. A. nel 1911, fu promosso magg . generale nel 1915. Richiamato durante la guei;ra, tenne il comando del 17° gruppo di mobilitazione. Mocenigo (Tommaso). Ammiraglio veneziano (13431423). Comandò la flotta che nelle acque del Bosforo p.otessc Costantinopoli contro i Turchi nel 1396; eletto doge, fece procedere alla conquista di Aquileia e ad espansione territoriale in Dalmazia.

Mocenigo Tommaso

Mocenigo Pietro

Mocenigo And,-ea. Ammiraglio veneziano del secolo XV. Inviato nell'Egeo, non riusci a prendere Chio difesa dai Genovesi, malgrado un bombardamento durato tre mesi, tra la fine del 1431 e il principio del 1432. Tornato in

Mocenigo Lazzaro

Mocenigo Alvise Sebastiano

di Scutari e nell'isola di Cipro represse una congiura ordita contro la regina Caterina Cornaro. Eletto doge il M. continò la guerra contro la Turchia che toccò parecchie disfatte dalle navi venete condotte da Antonio Loredano.

Macenigo , Lazza,-o. Ammiraglio veneziano (1624-1657). Partecipò agli ordini dcli' ammir. Marcello alla battaglia del 1656 ai Dardanelli, e poscia .venne nominato comandante in capo. Nel 1657, durante altra battaglia ai Dardanelli, morì mentre afferrava la vittoria, ucciso , per la caduta di un'antenna. Mocenigo Domenico. Ammiraglio veneziano (1624-1694). Al comando di una flotta, battè i Turchi a Stanchio nel 1662; nominato comandante in capo, non dette buona prova. Mocenigo Alvise Sebastiano , Centododicesimo doge cli Venezia, d etto nel 1722, m. nel 1732. Fu dapprima capitano delle galere veneziane, e fu poi a capo della missione veneta per la delimitazione dei confini in Albania con la Turchia. Mocenigo Alvise. Ammiraglio, 11. a Padova nel r859, entrato in servizio nel 1874, collocato in P. A. col grado cli capitano di vascello · nel r908, promosw comrarn mir. nel 1918, arnm,r. d1 d1v1s1onc nel r926. Mocenni (Stanislao). Generale, n. e m. a Siena (18371907). Sottot. di fanteria nel1'esercito toscano nel 1857, passò nel 1860 in quello italiano. Si di~tinse ndla repressione del brigantaggio dell' Italia meridionale, e, passalO nel corpo di S. M., inMocenni Stanislao Sègnò statistica alla Scuola di guerra (1867-1869). Colonnello comandante il collegio mii. di Firenze . nel 1877, fu poi aiutante cli campo del Re e capo di S. M . del C. d'A. cli .Roma. Dopo esser stato capo ufficio al comando del corpo di S. M., fu nel 1884 promosso magg. generale ~omandante la brigata Aosta.

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Ten. generale nel 1890, cqp1andò la divis. di Perugia e dal r893 al 1896 fu ministro della guerra nel gabinetto Crispi. Collocato in d isponibilità dopo la battaglia d'Adua, passò ÌJl P . A. nel 1898 e nella r iserva nel 1901. Per circa vent'anni rappresentò alla camera dei deputati il Collegio di Siena.

Moch (Gastone). Ufficiale e scrittore mii. francese, n. nel r859. Pubblicò : « Se<lan »; « L'artiglieria attuale »; « La polvere senza fumo e la tattica »; « La difesa delle coste e la Marina "· Divenuto pacifista, abbandonò da capitano l 'csercito e si diede alla propaganda, pubblicando: « L'e:ra senza violenza»; cc L'esercito di una democrazia », ecc.

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burg . Marmont, per resistere al vigoroso att;icco dell'armata di Slesia, si era ripiegato sulle alture di M., dove aveva potuto tener testa ai riperuti assalti del nemico, ed il villaggio stesso, più volte perduto, era stato ripreso dal 2° regg. di marina e dagli ltaliani del 35° leggero; ma sul far della sera, il maresciallo, rinlasto ferito, aveva dovuto mettersi in ritirata, coi reggimenti decimati, mentre il III corpo, spedito prima a Wachau e richiamato poi al nord , perdeva un tempo prezioso in inutili spostamenti. Miickem . Borgata della Germania in Prussia, nel circolo di Magdeburgo.

Combattimento di Miiclwm (5 aprile 1813). Appartiene alla campagna del 1813 di Napoleone in Germania . li 4 Mochettea. Armaiuolo vercellese del secolo XVI. Nel apdle _1813, i l comando dell'XI C. d'A. francese, che si trovava a Nedlitz, inviò un forte distaccamento in ricognizione sulla via di Berlino. Nella marcia di ritorno il SCALA f:35000 d istaccamento lasciava 3 bgl. , 8 sqdr. e I barreria a Zcdonick e z cp. del 2° leggero col capo bgl. Ceccopieri a ITALIANI M. Gli Alleati, ritenendo che i FranDERVISCI cesi volessero marciare su Berlino, si prepararono ad opporsi a tale disegno. Il 5 mattÌJ13 però, vedendo che i l nemico non si era mosso, decisero di at~

Combattimento di Monte Mocram (1896)

152 0 modificò la cassa dell 'archibugio in modo che esso potesse agevolmente essere appoggiato alla spalla , per rendere j)iÙ sicuro il p untamento. Sembra che ideasse pure, allo stesso scopo, la forchetta per appoggiarvi l'archibugio, nonchè la bacchetta per caricarlo.

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Mockern. Borgo della Germania, in Sassonia, nel circolo di Lipsia. Battaglia di ,'.tocke.-n (r6 ottobre 1813). Apparùene alla campagna del 1813 di Napoleone in Germania. Il mattino del 16 ottobre 1813 il maresciallo Marmont, secondo gli ordù1i dell'imperatore, si accingeva a trasferirsi col suo VI corpo da Brcitcnfcld a Lieberwolkowitz, allorquando l'improvviso , appari re delle colonne di Bhicher, i nduceva il duca di Ragusa . a r imanere ne!Je posizioni sino allora occupate. In quel ·momento sul fronte nord si trovavano soltanto il Vl corpo a Breitenfeld e il III a Mochau, essendo sta;to il IV co~po inviato a d ifesa <li Lindcnau ed il VII t rovandosi ancora in marcia sulla strada di Eilem-

taccarlo e avanzarono contro le posizioni avversarie di M., Weglitz, e Danigkoi. Alle II ,30 i! Cèccopieri fu attaccato da forze superiori, ed il geil. Zucchi ebbe ordine d i soccorrerlo. Questi,· giunto nelle vicinanze dr.I paese, vide le cp. del Ceccopieri e la cavalle-ria francese che si ritiravano inseguite dalle forze preponderanti nemiche, e, fatti subito formare i quadrati, ordinò alle truppe di riprendere il villaggio. Il nemico impedì l'esecuzione di quest'ordine e allora lo Zucchi, raccolto il distaccamento del Ceccopieri e quello francese, cominciò il ripiegamento, molcsta,to da continue cariche di cavalleria. Due volte l'avversario intimò allo Zucchi d i arrendersi e due volte ebbe un rifiuto . A sera tarda raggiunse la divis. a Ncdlitz, quandv ltltti lo credevano perduto.

Mocram. Monte presso Cassala (V.) che ha dato il nome a un combattinlchto avvenuto per liberare la città, occupata da presidio italiano, dall'investimento dei Dervisci (2 aprile 1896). Incaricato di ciò dal gen. Baratieri, il colonnello Stevani avanzò in fine marzo verso la città assediata, con quattro bgl. in<ligcni (3°, 6°, "f', 8-0), una cp. del 2° e una sezione d 'art. da montagna. Il colonnello avanzò a nord del monte M . e riuscì ad enrrnre in Cassala. Ma il 6° bgl., che era in ritardo, sulle fal~e del monte f-u attaccato dai Dervisci, e il colonnello accorse immediatamente a disimpegnarlo con le altre truppe. La colonna si spiegò alle falde del fnonte, colleg-andosi a sr. col 6<> bgl. e tenendo 1'8ò in riserva. Un 'ora di fuoco contro i Dervisci produsse loro ser ie perdite, e li persuase alla fuga verso T ucruf. Modder River. Villaggio dell'Africa merid ionale, sulla frontiera dell'ex Stato ]ibero di Orange, sulla dr. del Riet. Vi si svolse il 28 novembre 1899, durante la guerra anglo-

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boera, una bat taglia fra le truppe inglesi comandate dal gen. Methuen (circa 8000 u. su 2 brigate di fanteria, n11 nucleo di fanteria montata, un reparto di marinai con 4 cannoni a tiro rapido, 2 btr. e un regg. cavalleria) e 9uelle boere, circa 7000 u. con 10 cannoni, agli ordini del Cronje. Il terreno della lotta è costituito da una bassma sulla sr. del fiume, che scorre incassato fra rive scoscese e boscose, cosparse di isolotti. La riva dr. ovunque dominante, presenta, mezzo km . più indietro, una bassa linea di alture. Quivi si erano disposti i Boeri, sistemando una posizione avanzata sulla riva opposta, nascosta

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Combattimento di Modder River (1899)

da fitta vegetazione, costituita da profonde t rincee blindate con sacchi a :terra e lamiere di zinco, e p rotetta da un profondo reticolato. Sul terreno antistante e fino a 700 m . delle pietre bi~nchc segnavano le distanze. Più indietro erano opere ancora più robuste, appoggiate afle ultime case di M. R., sistemate a difesa, e ad una fattoria for tificat a, presso lo sbarramento, su lla riva sr. l'ra le due rive era il ponte della ferrovia, e, più a valle, uno sbarramei>to. Il corso del fiume costituiva una via coperta per il movimento delle truppe, e le comunicazioni fra le due linee, erano mantenute da un servizio d i barconi. li gen. Merhucn, le cui pattuglie spinte il giorno prima fino nelle vicinanze del R iet non si erano accorte della presenza del nemico, all'alba del 28 mosse dal suo accampamento di Klokfontci.n , senza far mangiare le truppe e senza viveri, col proposito di far tappa a M. R. Egli stesso le precedette col 9° regg. lancieri, la fant. montata e una btr. Verso le 5 le pattuglie di p unta furono fatte segno dalla sr. ai primi colpi del nemico; volevano i Boeri ingannare sulla propria posizione ed evitare che essa potesse individuarsi a tutta prima. La diversione riuscì poichè il gcn. inglese allora. non si accorse nè della topografia dei luoghi, nè di avere cli fromc forze importanti. Dispose così che la btr. sparasse verso le posizioni d 'ondc erano partite le fucilate, la sr. dei Boeri, i quali coi loro pezzi di portata maggiore risposero efficacemente. Le btr. inglesi, accorse al trotto, ent rarono in azione, e per due ore il duello d'artigl ieria si svolse senza . risultati. Verso le 8 il Methuen, giudicando sufficiente la preparazione di fuoco. e sempre convinto di avere davanti a sè u11a retroguardia nemica, ord inò alla fanteria di forzare il passaggio; le due brigate entrarono fra le due branche della tenaglia, di cui si continuava ad ignorare l 'esistenza. Nonostame 1'intenso fuoco dell 'artiglieria nemica, esse a van-

zarono ordinatamente per alcune centinaia di metri senza che un sol ctilpo di fucile rivelasse la vicinanze della linea nemica; ma, a 700 m. da questa, . una improvvisa scarica le investì da ogni par te. Superato un primo momento di esitazione, gli Inglesi si riordinarono e avanzarono ancora; a 600 m. il tiro si' fece più micidiale, più rapido e più preciso, e, il fuoco inglese non aveva alcun bersaglio determinato perchè le posizioni nemiche restavano invisibili. Allora, date le perdite enormi, la truppa p rese la posizione di « a terra » , scavando colle baionette insufficienti ripari dove molli si addormentarono sono la grandine dei proiettili , sfiniti dal caldo (43 centigradi), dalla fame, dalla sete e dalla fatica. Non era possibile alcun rifornimento di munizioni, di viveri e di acqu.a, non si potevano raccogliere i feriti, non potevano inviare ordini, e il generale non poteva comunicare colle sue truppe. Verso le 15 giunsero per ferrovia dei rinforzi; una btr. e mezzo bgl. , che dopo lotta sanguinosa, schiarirono la situazione; a lle 16, occupata la fattoria fortificata e le posizioni della estrema dr. avversaria, passarono il fiume allo sbarramento. Altre truppe l i seguirono . Allora i Boeri, pur avendo la vittoria in pugno, si scoraggiarono . e , sordi alla voce degli ufficiali, cominciarono a fuggire disordinatamente, lasciando tutta l 'art iglieria sulle posizioni senza che gli Inglesi, paghi -dell 'inatteso succ,esso, se ne accorgessero. Il Cronje, tornato nella notte, riuscì a metterla in salvo. Gli Inglesi perdettero circa 500 u. , i Boeri meno di 150. , Modelli (di uniformi, armi, al/rezzi, bardature, ca1·reggio, ecc.). Tutto ciò che fa p arte del vestiario, e9uipaggiamemo, arredo, armamento, cd attrezzamento del le forze armate della nazione, in omaggio alla uniformità ed all'ordine che presiede ali 'organizzazione delle truppe, deve essere sottoposto innanzi tutto all 'approvazione di apposite conunission.i tecniche, che ne collm.1dano J diversi oggetti, ed un volta adottati, ne creano i d iversi M ., i quali sono

Modello della • Cristoforo Colombo o

detenninari in modo p reciso, sia per misure, che per peso, qualità, funzionamento; dimensioni, ecc. Essi vengono depositati presso i Mi11isteri delle diverse forze annate, e, per quanto possono interessare i Corpi, vengono p ure distribuiti ai depositi e magazzini dei Corpi stessi, onde possano servire al controllo .degli effetti acquistati direttamente dal commercio. Affinchè poi i Corpi possano con facilità essere in grado di verificare le dimensioni e le qualità dei diversi oggetti, è stato pure loro distribuito l'apposito regolamento denominato M . degli Inventari. Esso è in fondo la raccolta di tutte le disposizioni uscite nel

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" G iornale Mi litare », corredate dei relativi disegni, riferentisi alla adozione di tutti gli oggetti di vestiario, equipaggiamento, armamento, ccc., approvati dai competenti Ministeri. Nella R. Marina, si preparano M. delle navi da guerra, per ragioni [ecnic.he e per musei.

Modena (lat. Mutina). Città dell 'Emilia, capo!. di p rov. al centro della grande pianura che dai piedi dell 'Appennino si stende fino al Po, t ra i suoi maggiori t ributari, la Secchia e il Panaro. F u prima ci ttà etrusca, poi dei Galli Boi, finchè cadde in potere dei Romani che l'assediarono e la presero nel 218 a. C ., ascriven<lola col territorio circoStemma di Modena stante alla tribù Pollia. Caduta la repubblica, le larghezze con le quali gli im peratori solcvano accaparrarsi il favore delle legioni, delle tribù e delle colonie, comp resero anche M., che venne elevata alla dignità d i Municipio, con leggi proprie, autonome, con consoli e magistrati cittadini e guarentigie municipali. Nei tempi del basso impero, teatro {lapprima delle contese imperiali fra Costantino e Massenzio e di quelle fra Massimo e Valeotiniano Il, M ., insieme a quasi tutta la regione emiliana, ebbe a subire gravissimi danni e un periodo di rapida decadenza. Pàssate le signorie stabilitevi dopo le invasioni barbariche, M. risorse nel sec. XI quale possesso della contessa Mo:tilde. Poi sorsero i Comuni e le guerre con le terre vicine . M . subisce la legge dell'ambiente, guerreggi,~ con alterna fortuna contro Reggio, Bologna, Mantova e Ferrara e ~i ;illea con Milano contro i Comaschi. La Lega Lombarda cont ro Barbarossa ha M . tra gli alleati; poi seguono altre guerre con Reggio e Bologna, che i l :26 maggio 1249 la vince a Fossalta . Seguirono le lotte intestine fra guelfi e ghibell ini , per circa un secolo; finalmente, a regolare le faccende della città e a metter ·pace negli animi esacerbati, per l'intromissione del vescovo Filippo Boschetti, venne invitato Obizzo li d'Este, macrhese di l'errara, il quale accettò l'offerta e nel gennaio del 1289 _prese possesso di M . che da quel mornento passò sotto la signoria degli Estensi. Da allora, sino alla fine del 1700, salvo brevi i1nerr uzioni, M . stette sotto il dominio pri ncipesco di Casa <l 'Este, che ten ne corte in Ferrara sino alla fine del sec. XVI. Il comune di M . per dette la propria autonomia e le sorti della città andarono legate alle vicende della famiglia d'Este. Il turbolento e battagliero papa Giulio II tolse M . aglj Estemi, i quali riebbero la città nel 1527 p agando al papa un riscatto di 100.000 ducati d'oro . Nel 1598 gli Estensi trasportarono definitivamente la loro corte a M., dopo aver ceduto per danaro la sig noria di Ferrara a papa Clemente I l. Nell a prima Antica bandiera di Modena metà del secolo XVIII, le guerre di Successione ai troni di Spagna, di Polonia e d 'Austria, t ravolsero nelle loro vicende anche il ducato di M . che vide passare su l suo territorio gli eseràti di tutte le nazioni in confliÌto. M . fu occupata ora dal!' uno, ora dalt':iltro dei bell igeranti, senza riguardo alle proteste dei duchi che avevano dovuto fuggire dal loro Stato. Dopo la

pace di Aquisgrana (r748) Francesco lII fu reintegrato nei suoi domio1, e dedicò i molti .anni di pace prima della sua morte (1780) al compimento <li opere ediliz ie per il miglioramento e l'abbellimento della capitale, già prima iniziati. Sotto il suo dominio fu costituita la strada che da M., traversando l'Appennino all'Abetone, va in Toscana. Allo scopp io della Rivoluzione francese, Ercole TI!, ultimo degli Estensi della linea diretta, aòerisce alla politica austriaca ed invia all 'imperatore armi, munizio ni e

denaro per far fronte alle spese di guerra; ma, all'avvicinarsi delle truppe francesi, nel 1796, abbandona lo Stato rifugiandosi nel Veneto, cd il durnto, incorporato nelle Repubbliche Cispadana, Ci:lii salpina ed Italiana, viene di viso in d ue comparti• !Jf mentì. La città rimase capoluogo del compartimento del Panaro anche dl)rante il Regno Italico, al quale, come p ure all'impero napoleon ico, la sua Scuola Militare diede numcroso contingente di ottimi ufficiali. Dopo la restaurazione del 1814-1815, il ducato di M. passò al_ _J l'arciduca F ra ncesco d ·A ustr ia , discendenle per liDragone estense (1850) nca di donna da casa d'Este. Durante il regno di. Francesco IV, avvennero moti del 183,, nei 9uali perdette la vita Ciro Menotti. A Francesco IV successe, nel 1846, il figlio Francesco V, che durante la guerra del 1848 r iparò in Austria, tornò dopo Novara e ne ripartl per non più tornare nel 1859. In quest'anno M., dopo un breve governo provvisorio , ebbe la d ittatura di Luigi Carlo f'aTini, ed in seguito aJ plebisci to dd 12 marzo 1860 entrò a far parte del Regno d'Italia. M . è sede del 41' Distretto Militare e della R. Accademia d i Fanteria e Cavalleria. La sua cittaclèlla, rafforzata nel 1835 d al! 'ingegnere mil itare Carandin i, fu demolita nel 1848. L'esercito del ducato di ,'vl. si componeva nel secolo XIX di 3000 li. suddivisi in : I regg. fanteria, r bgl. cacciatori, 2 cp . artiglieri, r bt r. da campagna, 2 btr. da piazza, ;, sqclr. dragoni e 1

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co mpagn ia

pionieri.

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inoltre

milii.ia d i riserva, comprenòence I regg. per ciascuna del le p rov . di Modena, Reggio, Massa-Carrara. L111a

Fanteria estense

Battaglia di Modena (218 (soldato: 1850) a . C.). Appartiene alla seconda guerra Punica. Avendo i Bai e gl'Insubri appreso che Ann ibale aveva p assato l'Ebro, e mal soffrendo lo stabi li rsi sulle loro terre delle due colonie romane d i Piaceoza e di Cremona, si ribellarono ai Romani ed assediarono i coloni rifugiatisi a M. Il pretore L. Manlio, che stanziava con una leg ione presso Rimini, accorse in fretta. I Hoi, accon isi della sua venuta, si posero all'agI.

guato in certi querceti , e come i Romani entrarono nei

luoghi selvosi furono loro addosso da tutti i lati e ne ·


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uccisero molti. Gli alcri kccro fronte alla meglio ed a stento riuscirono a ritirarsi, dopo di avere perduto, secondo Tito Livio, seuccento uomini.

V. Bat1ag/ia di Modena (72 a. C.). Appartiene alla terza guerra servile e fu combattuta e vinta dal tracio Spartaco contro te truppe romane stanziate nell 'alta Italia.

Ii. Battaglia di Modena (193 a. C.). Appartiene alla sollevazione gallica, iniziata fra la seconda guerra Punica e la seconda guerra Macedonica, e fu combauuta dal coosolc: L. Cornelio Merula contro i Boi. Costoro, nella spe• ranza di preparare ag!,ruati, una notte oltrepassarono il campo romano e occuparono certe strette, per cui doveva passare Cornelio. li console, informato dalla cavalleria mandata in avanscoperta delle forze e delle posizioni ne• miche, svemò l'agguato. Nella prima schiera, sotto gli ordini dei due legati consolari M. Marcello e T. Sempronio Longo, collocò l'ala sr. degli alleati e soldati straordinari, e sotto la condotta di C. Livio Salinatore la cavalleria degli alleati. Nella seconda schiera mise le due legioni e n~lla retroguardia la cavalleria delle legioni agl i ordini dei due tribuni militari Quinto e Publio Minucio. Appiccata la zuffa, la prima schiera dopo alquanto tempo non sosten ne l'impeto dei Galli e comiociò a rallentare il proprio ardore dopo aver perduto molti dei suoi. Cornelio allora ritirò la prima linea e la sostituì con una delle due legioni. Rinnovata la battaglia, i Galli serrati nelle file sostennero l'impeto dei Romani. Visto ciò, il console mandò con la cavalleria degli alleati ad dosso al nemico Salinatore, il quale scompigliò l'esercito dei Galli. I comandanti nemici si sforzarono di riordinare i loro, ma il conso1e non ne diede loro il tempo e cacciò innanzi la seconda legione, con la qu ale mise finalmente in volta i Galli. Cominciata la fuga, venne scagliata la cavalleria delle legioni e si ottenne vittoria completa. Furono uccisi in quel giorno 14.000 Boi, presi vivi 1092 fanti, 721 cava• lieri, 212 bandiere, 63 carri. Dei Romani caddero più di 5000 soldati.

VI'. Guerra di Modena (43 a. C.). Dopo l'uccisione di Cesare, col pretesto d i vendicarne la morte, Antonio, fatto padrone di Roma, corse in fine del 44 a. C. a combattere

III. Assedio di Mode11a (176 a. C.). Fu impreso dal proconsole C. Claudio Fulcro cor>tro i Liguri, che l'anno iunanzi avevano tolta M.. ai coloni. Dopo tre giorni il p roconsole la tolse ai nemici e la rese ai coloni. Dentro le mura caddero morti 8000 Liguri. IV. Auedio di Modena (77 a. C.). Appartiene alle guerre civili dopo la morte di L. Cornelio SilJa, e fu

Piantn di Modena nel secolo XJX

Decimo Bruto nella Cisalpina, con l'intendimento di impadronirsi di quella provincia, e di unirsi colà a Lepido, governatore della Narbonese e della Spagna Citeriore, e a L . .\iunazio Planco che comandava nel resto della Gallia oltre l' Alpi. Egli intimò a D<:cimo Bruto di abbandonare la provincia, ma questi rifiutò, e, fornitosi delle cose necessarie ad una rcsistetlza cstrc1na 1 si rinchiuse con tre legioni e molti gladiatori in M., dove Antonio lo cinse

Pianta di Modena (secolo >..'VII)

impreso da Cneo Pompeo, legato del proconsole oligarca Q. Lutazio Catulo. Al suo comparire M. Giunio Bruto, legato del proconsole democratico M. Emilio Lepido Capitol ino, si rinchiuse nel la città, ma Pompeo l'obbligò a capitolare, promettendogli salva la vita; poi lo fece uccidere a Reggio,

d'assedio. Questi alle intimazioni del senato di togliere l'assedio, rispòse alteramente ed ebbe i ntimata la guerra. Intanto Aruonio stringeva sempre più fortemente Decimo Bruto, il quale, respinti i suoi assalti, impadronitosi degli emissari nemici venuti in M. per corrompere i soldati, aspettava con impazienza i soccorsi da Roma. U giovane Ottavio ed il console lrzio erano già via, e Pansa, rimasto ind ietro, attendeva a fare nuove leve in Roma e per tutta Italia, di dove i giovani accorrevano alle armi. Sopraggiunto l'inverno, le operazioni militari Curano SO· spese. Venuta la primavera, Jrzio ed Ottavio da Imola mossero contro Bologna, e, presala senza contrasto, procedettero verso M., pieni di /',x:rnnza pel favore che tutta la Gallia Cisalpina mostrava apertamente alle loro armi,

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e fecero pervenire a Bruto notizie del loro avvicinarsi. Contemporaneamente Antonio, avverrito dell'appressarsi dei rio forzi per gli assediati, lasciò sotto M . suo fratello Lucio e marciò contro Irzio cd Ottavio, i quali raggiunti e rafforzati da Pansa, diedero al nemico una fiera battaglia durata due giorni (14-15 aprile) a Castelfranco, con perdite forti da ambo le parti, e nella quale Pansa rimase sì gravemente ferito che poco dopo morì a Bologna. Ma Antonio fu battuto e do1·ette r itirarsi nel suo campo sotto M. Non volendo "cimentarsi d i nuovo, per la rotta subìta, si studiava di molestare i nemici con scorrerie di cavalli e li teneva a bada sperando di costringere Bruto ad arrendersi per la fame. Ottavi,o e Incio si avvicinarono alla città, ed Antonio, per non perdere M. che già teneva per sua, li affrontò il 27 aprile, nella seguente: VII . Battaglia di Modena (27 aprile 43 a. C .). Appartiene alla così detta guerra di Modena. Antonio continuava a tener assediato Decimo Bruto in M., la quale si t rovava già agli estremi, quando il console Aulo lrzio e C. Giulio Cesare Ottaviano con un'abile manovra costrinsero Antonio, che voleva evitare la battaglia, ad accertarla. L 'intrepido console con la valorosa !egione di Marte entrò nell'accan1pamento nemico, e combattè fieramente contro la legione V, formata di Galli transalpini. Irzio si n dal principio cadde innanzi alla tenda stessa di Antonio, e la legione di Marte fu tagliata a pezzi. I superstiti di questa e le altre m ilizie consolari, sotto il comando di Ottaviano, vendicarono vittoriosamente la morte del console, ma dopo breve tempo furono costretti a sgombrare il campo nemico. Il giorno seguente Antonio sciolse l'assedio e coi superstiti mosse alla volta di Vado, dove si congiunse col pretore P. Ventidio, il quale disponeva d i tre legioni bene agguerrite. Come si vede, Ottaviano dopo la vittoria commise il grave errore di non inseguire unmcdia tamente il nemico.

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Vili. Presa e ripresa di Modena (12-20 giugno 1799). Appartengono alla guerra difensiva dei Francesi in Italia contro gli Austro-Russi. L'II giugno 1799, l'avang uardia dd la divis. Olivier, al comando del gen. Forest, si scontrò sotto M. con gli avamposti del gen . von Hohenzollern e li obbligò a ritirarsi. Il gen. Macdo11ald, comanrlante delle truppe francesi, prese subito lç disposizioni per attaccare la città al! 'indomani allo scopo di scacciarne la guarnigione nemica lasciatavi . L'attacco fu sferrato alle 10 antimeridiane del 12 g iugno e gli Austriaci, sopraffatti, dovettero evacuare Ja città, che fu occupata dai Francesi. L'Hohrnzollern diede l'ordine alle truppe cli ritirarsi per la via di Mirandola; il gen. francese Rusca, che aveva il comp ito d, passare il Panaro, guardato da Klenau, e di intercettare q uesta strada, non ardì attaccare il gen. austriaco, e questa ò rcostanza salvò l'esercito del gen. Hohcnzollern . In q uesto combattimento, in cui il gen. Macdonald rimase feri to da d ue colpi di sciabola, furono fatti 1500 prigionieri e prese 3 bandiere e 8 pezzi d'artiglieria. Pochi giorn i dopo il gen. Klenau, avendo avuto notizia che j Francesi avevano lasciato in M. una piccola guarnigione, risolvè d i riprendere la città. A tale scopo de, stinò i l colonnello Schustek con sei cp. d i fanteria, tre sqdr. di cav. e quattro cannoni. La mattina del 20 giugno lo Schustek si presentò davanti a M. ed inviè) un mezzo sqdr. di . usseri a ciascuna porta della città, intanto che egli col resto delle sue truppe si d irigeva contro il castello per abbatterne le porte col cannone. Il comandante ne lla guarnigione (200 u . in graa parte ammalati), considerata l'inuti lità d i ogni resistenza, si arrese.

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Modena . Rrigata d i fanteria d i linea che ritrae le sue origin i dal corpo dei Cacciatori ,della Mag ra . Un gruppo di volontari di Carrara, unitosi ad una colonna genovese comandata dal maggiore Marazzi, costituì uella primavera del 1859 il n ucleo di un battaglione che prese il nome di Cacciatori · della Magra. Ingrossato questo battaglione da disertori dell'esercito Estense e da alt ri volontari fuggiti da Parma e dallo Stato romano, assunse in breve tale importanza che il gcuerale Ribotti ne p rese la di rezione, ·sdoppiandolo in due e organizzai1dolo mediante l'inquadramento di ufficiali piemon tesi,, fra cui il capitano De Stefanis e parecchi altri u fficia li del Corpo Real Nav i. Costitu ito così un reggi1ncnto, ne affidò i l comando al ten. colonnello Roux, nizzardo, già appartenente ali 'Armata Sarda. Il r4 giugno il Ribatti condusse questo reggimento a Parma e quivi incorporò un nu mero cosl grande di graduati e di soldati delle disciolte truppe locali, che si rese necessaria la formazione di un se- Cacciatore della Magra condo regg. della Magra, al comanrlo (1859) del quale il Ribotti stesso mise il Dc Stefanis col grado di maggiore. Il Roux si congedò e in sua vece fu comandato comandante del 1° regg. i l ten . col. Francesco Matcrazzi, mentre la brigata riunita cambiava nome e assumeva il 31 luglio quello di brigata Modena , agli ordini del colonnello Ccccarini. La

Medaglia del 4 1° R eggimento

vecchia bandiera dei Cacciatori della Magra, offerta dalle signore di Parma il 'r 4 git1gno, passò · nell 'ottobre 1861 nell'Armeria di Torino i nsieme ad altri cimel:ì del corpo . I due rcgg. assunsero il numero di 41° e 42° e fu-

Medaglia del 42° Reggimento

rono, nel 1860, incorporati nell'esercit o sardo. Sciolte nel r87r le brigate permanenti, i regg . si chiamarono 41° e 42° (Modena), ma nel 1881 furono nuovamente riuniti nella brigata l'-fodena . Essa panccipò alle seguenti cam14


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pognc: 1859, r866, 18io, r895-96, 1900-01, 1911-12. Durante la guerra italo-austriaca (1915-1918), per la quale il 41° costituì il comando della brigata Lazio cd il 234° cd il 42° il 252°, la brigata, occupate Robic e Sta ro Selo, iniziò nel g iugno 19, 5, l 'attacco alla fronte S lcme-Mrzli soffrendo le prime perdi.te di 26 ufficiali e 1055 gregari . Oopo altri sanguinosi tentativi di attacco contro la detta lrontc, la brigata fu inviata nel giugno 1916 sull 'altopiano d i Asiago e schierata prima nel settore .M. BusibolloM. Paù e poi in quello M. Zovetto-M. Magnaboschi, per arginare l'avanzata avversaria . Inseguì poi il nemico sin oltre Cesuna, occupando il margine desrrn della Val d 'Assa. Nel settembre 1916, inviata nelle tri ncee fronteggianti D obcrdò, lottò per la conquista di q. 2o8 sud, perdendo altri .J5 ufficiali e 16o3 gregari. Dopo una sosta ad Avio fu, nel novembre, trasferita nelle Giudicarie e schierata tra M . Listino e q . 1263 di lvi, Palone . Nell 'ngosto 19,i raggiunse la Vertojba nel cui sentore lottò :tccaniramentc fino all'offensiva austro-tedesca dcll'occobre, durame la quale ripiegò combartendo cd i l Ii novembre, dislocata nella zona di Bassano, fu incaricata di d ifendere lo sbarramento di fondo Val Brenta, all 'altezza di Valstagna. Nel dicembre fu inviata sul M. Asolone, OYe sostenne aspri combattimenti per la riconquista di Col Caprilc e di Col della Berretta, per la quale perdette 76 uAiciali e 26 J3 gregar i. N e l 19r8 operò sul M. Grappa e sul M. Pertica fino alla battaglia cji Vittorio Veneto, allorchè fu destinata all 'inseguimento del nemico sulla direttrice M. Prassp\an-Ronconc. Alla data dell'armistizio i suoi riparti avan 7ati toccavano Fiera d i Primiero. Per il suo contegno in guerra il 4 1° fu citato sul bollettino di guerra del Comando Supremo n. 1125 del 25 giugno 1918, e meritò la medaglia di argento al valore colla seguente rnoti v:1zione : « Per 1' incrollabile tenacia o nde resistette ali ' imbaldanzito nemico; per l'impeto eroico dei suoi con-

Il masso del Grappa della brigata Modena

trnttacchi; rcr il largo contributo di sangue serenamente dato alla radiosa finale vitto ria. (Val Magnaboschi 18 giugno 19 16; M. Grappa, giugno 1918; M. Penica, ottobre 1918) )} , Nd 1926 la « Modena » assunse il nu mero di 5~ brig:u a d i fanteria e fu co~tit uita su t re reggimenti : 41°, 42" e Sg0 • Festa dei reggimenti: per il 41° il 27 onobre, anniversario ciel combattimento di M. Pertica (27 ottobre 1918); per il 42° il 4 novembre, anniversario del cornbatrimento a Fiera d i Pri miero (4 no vembre 1918). Colore delle mostrine: fondo bianco con due righe laterali viola nel senso orizzontale. Motti di reggimenti: per il 41°: « Per guida l 'onore, per mèta la gloria »; per il 42° : « -'Jon omn is mor i:1r » . L a brigata ebbe, nell 'ultima guerra , successivamente i seguenu comandanti: magg. gcn . Marntino (1915); magg. gcn . Aveta ( 19 15-16); magg. gcn . Ca-

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calano ( 1916); magg. gen . Castagnoli (1916- 17); brigadiere gen. Rigobello (191i); brig. gcn . Cesarini (1917-18); brig. gen. Doniselli (marzo 1918 al termine della guerra) . Le pc;·clite della brigata ammon tarono a u/Tìciali morti 100, feriti 278, dispersi 159; truppa morti 1772, feriti 9299, dispersi 66i3 ·

Modena Angelo. Generale, n. a Reggio Emilia nel 1867. Sottotenente degli alpini nel 1887, partecipò alla guerra italo-turca 1911 -1 2 segnalandosi in Cirenaica, cd alla gue rra italo-austriaca 1915-18 meritando la med, d'arg . a Zugna Torta. Magg . geo . nel 1917 per merito di guerra, fu nominato direttore gcn. dei servizi logistici e ammin istrativi nel 1919, qu indi, promosso generale di di,•is. nel 1923, fu nominato comand. la divis . di Trento . Nel r927, promosso generale di C . d'A. passò a comandare il C. d'A. di Verona e nel 1932 venne nominato presidente del Tribunale Modena Angelo Supremo Militare.

Modestia. Questa « nobile virtù» deve essere esercitata anche nel campo militare. Nei rapporti, rela:iioni, ccc. , il militare deve astenersi dal vantare i propri meriti e dal m~ttere eccessivamente in evidenza l'opera svolta; tanto pii, deve astencr>i dall'esprimere giudizi circa il proprio operato. li riconuscimcnco deve venire dai superiori spontaneo e non provocato con insistenza. La fierezza non deve farsi offuscare dalla vanit~. Sia sempre d'esempio il caso del generale Fanti, il quale presentò un rapporto, sull'opera svolta rfalla divisione cbe coma ndava nella battaglia cli Magenta, al generale Della Rocca, e se lo vide respingere, coll'invito a compilarne un altro, dal quale meglio potesse risultare la splendida condotta tenuta dalle sue truppe, e perciò dal loro comandante, in quella occasione . Modone (ant. ,\lctlwm:). Borgata mantuma della Grecia, nella Morea, rimpetto a!l'isola di Sapienza, costruita sopra lln promontorio roccioso, sul quale in autico vc,rnc edificata una citrndella, che subl successive modificazioni e ,·enne rafforzata con robuste mura. Subì le sorti della Morca , e venne lungamente contrastata fra i Veneziani e i Turch i, i quali se ne impossessarono infine nel 1715 e ia tennero tino a che la Grecia si rese indipendente . I. B011aglia di Modone (7 ottobre 1403). Fu combattuta fra navi genovesi, agli or dini del maresc. francese Boucicault, e navi venezia ne, agli ordini di Carlo Zenr,. Il primo aveva 9 galere, 7 navi e un usciere, con equipaggi geno,·esi e armati francesi e genovesi; il secondo aveva li galere e 3 navi, col compito di proteggere il commercio veneziano. Avendo lo Leno preso a seguit are la Ootta avversaria rcr sorvegliarla, il Boucicault free fronte indietro e investì le navi veneziane con formazione a cuneo. La mischia durò quattro ore. La capitana veneziana, assa lita all'arrembaggio, si difese cncrgicamemc e respinse gli -assalitori, che dovettero battere in ritirata, dopo di aver perduro 6 galere, d i cui 3 affondate e 3 prese con 400 prigionieri.


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Il. S contro di _1,fodone (H agosto 1499). Una flo,tta ottomana di 26o vele e ra nelle acque di ,H., quando si presentò una flona veneziana di 140 vele, di cui 46 galere, agli ordini di Antonio Orimani. Nessuno osò d i assalire. 'Una grossa nave turca, staccatasi dalle altre, fu aggredita da due galere che l'arrembarono, ma durante la lotta un improvviso incendio mandò in fiamme le tre navi, in vista delle d ue flo tte che si limitarono a scambio d i cannonate: dopo di ciò i Veneziani abbandonarono quelle acque. III. Assedio di Madone ( 1500). Fu posto da i Turchi, d a terra e da mare . Venezia mandò a soccorrere la propri,t guarnigione una fiocca agli ord ini d i Girolamo Cont i ini. Il 9 agosto, questi staccò 4 galere, le quali violnrono la linea di sorveglianza nemica e arrivarono al porro. G li abitanti si affollarono intorno alle navi, ma i Turchi ne approfittarono per d are un improvviso assalto dalla parte ·di terra, superare le difese, di lague in città. I Veneziani, sopraffatti, vennero stcnnjnati~ e la città fu rov inata dal fuoco, restando ai Turchi, mentre il Contarinl doveva battere in ritirata.

IV . Impresa di Madone (r531). Fu operata da una sq uadra de i Cavalieri cli Malta : 6 ga lere e 4 navi, agli ordini d i l3ernardo Salviati. Questi operò in fine agosto uno sbarco d i sorpresa, ed eseguì un saccheggio che gli fruttò un ingente botti no e 800 schiavi, con i quali tornò a

lvfalta. V. Assedio di Modo11e (1686). Appartiene alla spedizione veneta in Moreà, agli ordini del Morosini. Questi in.vestì la città da terra e da mare j } 22 g iugno, con truppe e navi di Venezia, cui si erano unite forze romane e n1altesi . La guarnigione turca arnmontava a 1500 uomini .

Tracciate le linee d i ci rconval lazione e controvallazio ne, vennero poste in batteria le artiglierie e incominciato il fuoco. Nel la notte fra il 28 e il 29 furono iniziati i lavori di m ina, sotto la d irezione degli ing . m il. Verneda, Bassignani, Calderoni. Il 5 lugfio avveniva la discesa nel fosso, mentre il bombardamento aveva ridotto al silenzio le artig lierie nemiche. E ra imminente l 'assalto, quando i

Turchi chiesero di capitolare, e si arrendevano il 7 luglio, liberi di ritirarsi con i bagagli. Ì Venezian i trovarono nella presa fortezza un centinaio di ca nnoni e n1unizioni. VI. Combattimento di A1odone (1770) . Appartiene alla sped izione navale dei Russi, in guerra contro la Turchia, nc!l '.Egeo. Sbarcati presso M. al comando di Orlov e Dolgoruki, i Russi, che ~i era.no accan1pati, ·furono assaliti da forze turche superiori, cacciati dal campo dove abbandonarono 20 cannoni, costre tti a rifugiarsi sulla riva ciel mare, sotto la protezione dei cannoni della loro flotta : e infine, ad imbarcarsi, abbandonando la regione ai Turchi. VII, Combattimento di Madone (1825). Appartiene al la g uerra per l'indipendenza della Grecia. Essendo Ibrahim pascià sbarcato presso lvf. con un eserci~o egiziano, i Greci raccolsero quante truppe polerono, e corsero ad assalirlo: ma gli Egiziani resistettero e conlrattaccarono, sbaragliando gli avversari e ponendo così saldamente p iede nella Marca. Contemporaneamente, il Miaulis attaccava la Rotta egiz iana, mn riusciva solo a danneggiarle alcune navi, ve• nendo costretto a ritirarsi dalle forze grandemente superiori che aveva attaccnto.

Vllf . Presa di Madone (1828). Appartiene alla spedizione dei fra ncesi nella _Marea. li 7 ottobre, il generale francese Maison investì M. , d ifesa da un migliaio di uomiui fra Turchi (Assan pascià) ed Egi>..iani (A hmcd bcy). Bastò la minaccia di aprire il fuoco da mare con i cannoni di due vascelli, e d i dare l 'assal to, per i11durre la guarnigione a capito lare, abbandonando ai F.ancesi roo canno'ni e ingente ll'laterialc, libera d i ritirar~i in Egitto.

M odul i. Vengono indicati così i documenti di particolare formato e t racciato, adottat i, oltre che per lo svolgimento della con tabilità in contanti e in materia, anche per l'azione <ii comando, governo, ecc. Tracciati particolari tra1nandati a noi dai popoli antichi e specialmente dai Romanj, ai qu~li si vuol far r isalire l'applicazione di un sistema rudimentale d i partita doppia, spiegano come il M . sia nato con l'affacciarsi delle prime necessità cu

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Modone noi sc·colo XVII


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tenuta dei conti. 1 ,H. in uso nelle forze armate sono ed iti dai laboratori del Reclusorio mii. di Gaeta, gestiti ad economia dalla stessa amministrazione mi i. , ed ;lbbracciano tutto qua nto occorre pei diversi rami di .servizio discipli nare ed amm inistrativo-contabile. L'uso, l'impiego, la com pilazione, la destinazione, ecc. di ciascun M. risulta dalle avvenenze che ciascuno di essi contiene e dal regolamento, istruzione, disposizione , ecc. ai quali i l M . medesimo ha riferimento. Per la contabilità del contante dei corpi, istituti e stabili menti mii. esiste una apposita « Istruzione per la con tabilità di tutti gli enti amministrarvi del R. Esercito » e per la contabilità del materiale esiste la legge e norme esecuti ve annesse sul Riscontro effettivo di magazzini militari, i quali co.ntengono i M . necessari per tali ser vizi.

Motta di Lisio (come Corrado). Generale del sec. XJX . Lasciò il servizio all'epoca de lla invasione francese e lo riprese nel 18r4, col grado di colonnello comandante del regg. pr~vinciak di Asti, donde passò l'anno seguente a l regg . Regina. Magg. genera le nel 1820, ebbe il co• mando della città e prov. di Chambér y. L'anno seguente aderì ài moti costituzionali, e ne fu p unito con la cond anna a tre anni d i carcere. Un altro M. di Lisio, conte Guglielmo,\ era capitano dei cavalleggeri durante i moti del 1821, ai quali partecipò. Condannato cd em i• grato, venne amnistiato nel r 832, e nel 1848 fu r iam messo in servizio come colonnello membro del Congresso consultivo di guerra . . Mogador. Città marittima del Marocco, fondata verso la fine del secolo XVIII. I Portoghesi vi avevano eretto un forte nel scc. XVI. Nel 1844 (15 agosto) venne bombardata da una squadra nava le francese comandata dall"ammir. di Joinville, che ne smantellò le mediocri e antig uate difese per punire il sul tano del Marocco degli ai uti dari ad Abd-eJ.l<.ader. Mogli dei militari. La M . dei militari è stata considerata nor malmente d'impaccio al segui to degli eserciti, tanto che in molte occasioni ne venne' limitata la libertà <li portarla seco. Queste osservazioni e guesti provvedimenti non sono certo n uovi, se TJcito nel IV lihro degli annali parla <li un ed itto, pronunziato da un capo militare nell'anno 21 (d. C.), nel q uale si d ice che le mogli sono di peso nel le . operazioni in territorio proprio, ed arrecano da nno, con la loro poca robustezza e la facijjrà ad essere p rese dal panico, i n terra straniera durante la guerra. Nell'editto si fa cenno degli inc,m v~n ie nti causati da mogli pencgole, crudeli, ambiziose, intriganti, ecc. Non vi sono particolari disposizioni, nel nostro esercito, per esclud.ere le mogli dei mi litari dalle caserme e d al seguito dei reparti. Ma esse sono comprese impl icitamente fra gjj estranei, l'ammissione elci guaii nell 'ambiente militare è eccez iona le e régol~ta · con norme rigorose, specìalmentc in guer-

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battè nelle campagne del 1859 e del 1866. Dal 1873 al 1877 insegn ò arte mil. all a scuola di Modena. Colonnello nel 1887, fu capo ufficio scuole mi i. al Mm istero della guerra e nel r889 passò al comaJl<lo del 65<• fantcria. Magg. generale nel 1895 ebbe il comando della brigata Napoli.

Mogno (Domenico). Generale, n. a Campo S. Piero nel 1867. Sottot. di fanteria nel 1888, fu iMegnante ag• giunto di storia politi~o -mil. e di nozioni di diritto alla scuola m ilitare. Partecipò alle campagne libiche del 1912 e 1913. Dal 1913 .al r915 insegnò statistica, didattica mil. e morale alla scuola 'd i Modena e poi andò in guerra contro l'Austria, subito distingue ndosi a Fondi-Campiello, ottenendo la mcd . d'argento. Colonnello comand ante il 160° fanteria nel 1917, sulla Bainsizza rimase ferito ed ebbe una seconda mecl. d 'argento. Passato al comando del 2560 fanteria, si segna lò a Salettuol (Treviso) e venne decorato della croce da cav. dell'O. M. S. (giugno r9l 8). OÌtenuto il comando della brigata Piemonte, la condusse al Piave ed a Belluno (ottobre-noven1bre 1918), meritando una terza mcd . d 'argento . Nel r919 comandò in 2" la scuola mii. di Modena e poco dopo andò in P . A . S. Dopo essere stato p residen te del tribunale mii. di Bologna , fu nel 1924 promosso generale di brigata. Passato nella riJerva nel 1929, fu promosso gen. di d ivis. nel r93r. P ubblicò: « Il tribunale penale militare e . le sue riforme "; « Lezioni d i stilis1ica e didattica milil.lrc »; « Principi morali rnilitari ». M ggnone. Era così chiamata una specie di Morione a tre creste che fu proprio degli archibug ieri a cavallo medicei nei secoli XV I e XVII. Mohacs. Piccola città clelJ 'Ungheria, nel comitato di Baranga, sulla d r. del Danubio. I. Battaglia di Moltacs (29 agosto 1526). Appar tiene alle guerre di Sol imano II per i mpadronirsi del! 'Ungheria. L'esercito turco, <li c irca

1 00 . 000

u, e

300

cannoni, il

12

agosto 1526 aveva occupato Petervarndino con la sua avan guardia comandata da I brah im pascià. Il 22 Solimano, venuto a conoscenza che l'esercito ungherese lo aspettava presso M., passò la D rava nelle vicinanze di Essegg, ed il 28 si portò nei dintorni di q uesta local ità. Gli Ungheresi, comandati J a Zwist e da Za11k, non erano più di 28.000 u . li giovane re Luigi JI. si trovava presso l 'csercito, ma questo era sof_o gli ordin i dell_'arcivescovo _ di Kalosca, il quale aveva disposto le t ruppe rn tre scaglioni con la cava lleria ai lati e l'artiglieria (So cannoni) di fronte; il campo era guardato da 2000 u. a piedi. Alle 15 i Turchi sferrarono l 'assa lco. Solimano att rasse la ca• va lleria ungherese dalle sue posiz ioni, guindi con una mossa aggiran te circondò il fianco dr. della fanteria av, vcrsaria, spinge!lclola verso il Danubio. Dopo breve tempo la disfatta ungherese era completa; nella battaglia erano periti

2 000

combattenti ;

2 0 . 000

rimasero affogati

nelle

acque del Danubio . Il corpo del giovine re fu trovato ra. La facoltà d i pr ender momorto affondato col suo cavallo i n u na palude poco diglie pei militari i: vincolata a stante dal luogo del con1battimento . Con g uesta vittoria i determ inate condizioni di caT urchi acquistarono una influenza permanente sulle cose rattere morale e finanziario. di Ungheria ed aiutarono le aspirazioni al trono dd loro (V. Matrimonio). · vassallo Giovanni Zapolya contro g li J\bsburgo.

MogrU Giovannj

M ogni (Giova11111). Generale, n. a Casteln uovo Scrivia, m . a Jesi (1840-1897). Sottot. d i fanteria nel r859, com-

II. Battaglia di Mohacs, chiamata anche Battaglia del Monte Htirniny ( 12 agosto 1687). Appartiene alle guer re contro i T urchi. Il duca di Lorena e l 'Elettore di Baviera alla testa cl i un esercito cli 50 .000 comba1tenti, cercavano,


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'nel 1687, di attirare il g ran visir Sulein\an pascià a battaglia, ma per quante finte, . manovre e stratagemmi usassero, i Turchi rimanevano immobili nelle loro posizioni sulla Drava. I Cristiani passarono il fiume, ma, r iusciti vani i loro tentativi di smuovere i Turch i, furono costretti ad allomanarsi da M. dove non potevano più rifornirsi. Questa ritirata necessaria fece quello che non avevano saputo fare tante combinazioni studiate. Il 12 agosto 1687, il gran visir, vedendo i Tedeschi levare il campo, credette che fuggissero e subito d istaccò un corpo di truppe considerevole allo scopo di assal ire la loro retroguardia . Venuti a con-tatto i due avvcr:sari, il combattimento fu ingaggiato e sviluppandosi a poco a poco si venne ad una battaglia generale, lunga e sanguinosa . I Turchi combatterono con ordi ne, disciplina e coraggio, ma al sopraggiungere della notte furono costretti alla riti rata, perdendo 10.000 u., 80 pezzi cl 'artigl ieria e due mortai, ol-tre ai bagagli e al materiale lasciato nel campo.

Mohammed (V. Melwner.). Nome di molti guerrieri musulmani, in Asia, i n Africa, nella Spagna, nell'India. Ricorderemo soltanto i principali, come un M. cal iffo degli Almoadi di Spagna, ·, confitto nel r212 dai Cristia11i presso Tolosa, i quali da questo momento affermano la loro supe,iorità sui Musulmani; un M . detto il Grande, conquistatore di Granata, m. nel 1273; un M . Khan della Crimea, che sconfisse più volte i Russi e arrivò ad assediarli in Mosca nel 1521; vari altri M . re di Granata, sempre in guerra contro i Cristia1ù di Spagna; vari ì.vl. imperatori mongoli delle Indie, fra i quali Al(b«r (V.). 1 due Ma Iuli (V.) e il Mad Mullah (V .) ebbero pure nome Mohammed. ,Wohammed d Mukkeni o El Mekni. _Condottiero arabo, di famiglia tripolina, m. nel 1831. Fu dal signore di Tripoli Jusuf Caramanli pascià inviato nel Fczzan in qualità di esattore dçi tribut i nel 1810. Il Fezzan si reggeva allora in Sultanato indipendente socco la dinastia marocch ina degli U lad Mohammed, che pagava, saltuariamente, un tributo annuo di cinquemil a piastre ai signori di Tripoli. G iovandosi del favore dello stesso pascià, M., el M. pensò di usurpare la signoria del Fezza n. Raccolti a tal uopo armati nel Gebel, nel 18n si impadronl di Murzuk e ne mandò a morte il Sultano. Jusuf pascià lo riconobbe come suo vicerè, elevando il tributo da cinque a quindici mila piastre annue. M. el M. governò per un ventennio da tiranno spietato, sempre io guerra coi popoli vicini ed anche colle lontane regioni del Centro africano, nelle quali fece .&equenti incursioni r iportandone g rand issimo numero di schiavi; sinchè, nel 1831, fu sopraffatto e messo a morte da Abd El Gel i! E n Nasser caid della bellicosa t ribt1 degli U lad Sliman.

Mohi (o Mosi, secondo l'Hertzberg). Nome di pianura ungherese, sul Saio, che ha dato il nome a una battaglia (II apri le 1241) nella quale i Magiari del re Bela IV subirono una completa sconfi tta per oper a dei Mongoli di Batu. L 'Ungheria r imase aperta al vincitore e il re Bela si rifugiò in Austria. Moiana (o Moggiana). Pezzo d'artiglieria di medio calibro, da 8 a ro libbre di palla, in ferro colato, a canna corta e rinforzata, usato specialmeme su lle gakre nei secoli XVI e XVII. Se ne trova spesso memoria negli scrit tori militari di quel tempo. Nella 1 a metà del sec. XIX i cacciator i chiamavano lvi. l' archibugio di lu nghezza maggiore dell'ordinaria. Mojanetta si chiamava la ,v i. piccola, con palle da 6 ~d 8 libbre.

Moistroca. (Passo della). Val ico rotabile delle alte regioni delle Alpi Giulie, che mette in comunicaz,ione Plezzo con Kranau nella valle della Sava. Moizo (Riccm·do). Generale, n. a Saliceto nel 18i7. Sottot . . d'art. ne.I 1896, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Tra i primi a far parte dell'aviazione, partecipò alla campagna libica 19rr-19r:2 quale addetto alla squadriglia aviatori di Tripoli; fu uno dei primi aviator i che abbiano volato sui campi nemici, compi 54 voli in pochi mesi ed ebbe la croce da cav. dcll 'O. M. S. Colonnello nel 19r7, fu in guerra contro l'Austria capo ufficio dei servizi aeronautici presso il Comando Supremo, e nel cielo Carsico e dell' Alto Isonzo meritò la med. d'argento. Capo di S. M. della ,5~ divis. nel 1918, fu gravemente ferito sul M. Pertica meritando una seconda med. c1·argento. Dopo la guerra comandò il 6<> ed il 3° artiglieria pesan te. Generale di brigata 11d 1929, fo ispettore di mobilitaz.i one della d ivis. di Roma e nel 193r venne addetto al comando designato d ·armata di Firenze. Moizo Riccardo Mojacca. Così fu chiama,ta la cartella o p iastra con acciarino alla catalana (piast ra alla catalana) che. si fabbricava in gran numero nelle fabbriche cl 'armi di Gardone Val Trompia nel Bresciàno.

Mojaisk. Borgata della Russia, nel governatorato d1 Mosca. Co111baiti111e11/o di Moiaisf(. Fatto d 'armi che precede \·entrata delle forze francesi Ìll Mosca dopo la bat taglia del la Moskowa (7 settembre 1812). Deciso alla rit irata , il genera le Kutusov volle mascherare la vera <lin·ziooc che intendeva seguire, .impedendo ai Francesi l 1imn1ediata ripresa di contatto da parte delle loro avanguardie; e fors'anco dar prova della non menomata efficienza dei suoi. Lasciò perciò a M. una forte retroguardia agli ordini del generale Platov, con{ro la quale venne a urtare il Murat, che aveva ai suoi ordin i quattro corpi d i riser va di cavalle.ria e ·la. d ivis . Dufour del I corpo. Sebbene dovesse aver cararcere puramente temporeggiante, la resistenza fu salda e sc1nbrò in prin10 tempo .annunciare una nuova

battaglià. Alla line, dopo largo spiegamento di forze ·dell' avanguardia francese, che impcg,n ò decisamente la propria cavalleria, i l Placov sgombrò quella località, che fu occupata dai Francesi il 9 settembre . Lo scopo era pienamente raggiunto, chè lasciò sussistere nei Francesi l' incertezza su l contegno ulteriore dei Russi circa la difesa di Mosca e ,uJla direzione presa dal grosso dell'esercito avversario .

Mola di Gaeta (oggi Formia, V .) . Combattimento di Mola di Gaeta (4 novembre J86o).

Appartiene alla prima guerra per l'U nità d 'Italia. L'esercito borbonico, costretto ad abbandonare la linea del Garigl iano, $i ritirò con la <livis. Colonna su Mola di Gaeta e con quella del V 0 11 Miche! su Maranola. Dopo molte insistenze del genei'alc Salzano, comandante in capo, il re Francesco acconsenti che si resistesse almeno a M., allo scopo di poter combattere ancora un;,. guerra manovrata


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nel caso che le sorti del combattimento fossero state favorevoli per i difensori; ma volle che a M . fossero destinate truppe scelte, e principa lmente la divis. estera d i von Miche! , composta di. cai-abinieri leggeri del Martillet e della brigata Polizzy. Là di vis . Colonna fu, pertanco, inviata sulla strada di Itri e la divis. von Miche!, da Maranol.a, fu dislocata a M. Furnno date anche disposiz ,onì perchè !e eruppe, in caso d 'ii1successo, riparassero parte in Gaeta e parte nello Stato pontificio. Mola e Castellone costituivano allora d ue lunghe borgate una di segui,to ;ll'altra, strette fra le pendici dei monti ed i l mare . Un 'unica strada le attraversava, biforcandosi a nordest d i Castcl lonc, per Gaeta e per I tri. Von Miche] apprestò a difesa il borgo di M. occupando con un battag lione anche Maranola a protezione del fianco sr. , e disponendo d ue pezzi di grosso calibro all ' ingresso del paese, dietro le b_ a rricate . .li fronte a mare e,a protetto da un cannone rigaro da 12, piazzato neJ!a torre di M . e da tirator i appostati nelle case lungo la spiaggia. Altre truppe erano state dislocate sul litorale di Montesecco a guard ia dell 'ist mo d i Gaeta e formava no, con quelle di M . cd acliacenze, u n lOtalè d i circa 20.000. u. La T a divis. i taliana brigata granatieri di Sarclegna (I° e 2° regg.), brigata granatieri di Lombardia (3° e 4° regg.), 140 e 24° bgl. bersaglieri, 5& e 6> batteria comandata d al generale De Sonnaz, passato il Garigliano, si era raccolta pers.so Scauri, occupando la posizione dei Mol ini , pronta ad iniziare la marcia su M . La flotta ital iaoa, agli ordini del Pcrsan,,, stazionava al largo per appoggiare l'a7.iooe dell'esercito, All'a lba del 4 novem bre, le 11avi « Carlo Alberto » e « Governolo » àprirono il tiro contro la torre d i M . L'artiglieria borbonica, schierata sulle colline, r ispose subito al fuoco. Interv.ennero nell'azione anche la cc Maria Adelaide », la « V ittorio Ema nualc », la « Veloce», !'cc Ercole" e· le due cannoniere già appartenenti ·

alla marina napoletana :

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Tancredi

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u Fieramosca. > ,.

Dopo due oce di cannoneggiamento il fuoco borboniw tacque, come pure q uello della Rotta i taliana, nella considerazione d i non danneggiare la popolazione e i fabbricati di "1. Menue si svolgeva il duello tra le artiglierie della flotta e quelle borboniche, il De Sonnaz, che aveva inviato in ricognizione il 24<> bgl. bersaglieri per sondare la consistenza e l'estensione ciel. &onte d ifensivo nemico, venuto a connscenza che i Borbonici si andava,10 ritirando in Gaeta, protetti da una forte retrogua rd ia che occupava le posizioni di M .-Maranola, iniziò l'attacco. .Erano in prima schiera la brigata granatieri di Sardegna, il 14° e 24<> bgl. bersaglieri , la 5a e 6° batteria; in seconda schiera la brigata granatieri di Lombardia. li 1° rcgg. ed i due bgl. bersaglieri, agl i ordini del generale di brigata Gozza ni, dovevano attaccare le alture di lvi . e Maranola allo scopo di aggirare la sr. borbonica; il 2° regg. d oveva attaccare frontalm,ence le posizioni nemiche , in p iano, tra le -alture ed -il mare . JJ Gozzani attaccò con slancio le altllre di M. I carabinieri esteri contesero con tenacia l ';tvanzata al l'avversario, n1a alla fine, per il risoluto coraggio d_elle- truppe italiane, furono costretti a ritirarsi verso Itri. Anche ~faranola fu occupata; il moviinenco . aggirante andò sempre più accentuandosi, e fu completato allorchè il Cozzan i, alla testa dei suoi granatieri, piombò fra M . e Castellone, spezzando ogni resistenza borbonica. lnlanto, appena delineatosi il movimento agg1ra11-IC; i l De Sono n ordinè> l 'assalto delle barricate cost ruite- a ll' ingre-ssq di M . Queste furono con tenacia con-

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tese, m a l 'impeto• dei granatieri ebbe il sopravvento ed i Borbonici furono costretti a cedere. L 'irruzione violenta e simultanea dei dl•e ,utacchi su M . por'.Ò un g rave ,scom pigl io fra le truppe borboniche che, cessat a ogni resistenza, in disordine cercarono di uscire dag li abitati per infilare le · un.ichc vie di ritir;,ta, q uella per Gaeta e q uella per Itri. L'in.seguimento fu lim itato fino alle ultime case di Castellonc, per no11 esporre, senza _la dovuta preparazione, le 'truppe alle offese provenienti dalla fortezza di Gaeta . Perd ite : Ital iani 150 u. fra morti e feriti ; Borbonici 300 u. tra morti e fer iti e 200 u . prig ionieri . li combattimento rappresentò un bell 'esempio di cooperazio,,e marit timo-terrestre. li valore dimostrato dagli equipaggi della flotta e dalle truppe del la 1a divis. fu superiore ad ogni elogio . Per la condotta tenuta durante raie combattimemo, il 1° e 2° 1egg. granatieri furono decorati, rispeniva mente, della medaglia d 'oro e d'argento al valore mil ita re . Mola Ferruccio. Generale, n. nel 1863. Sottot. d 'art. nel 1883, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. D a ufficiale superiore fu in fanteria, e, colonnello nel 1912, comandò .il 38•1 regg. A disposizione ds,l Min istero delle colonie nel 1914, fu in L ibia nel .r91419r5 e poi partecipò a lla guerra contro l'Austria. !vlagg. generale nel 1915 e primo comandante del la brigata Catanzaro, passò poi a l comando della br.igata Ancona. Dopo esser stato presidemc di alcune comm issioni in zona di guerra, ebbe nel ,918 il comando della divis. territoriale di Brescia_. Ten. generale dal 1916, andò in P. A . S. nel 1920 e nel 1923 _assunse il grado di generale di d ivisione. Nel 1932 passò ndla riserva. Mola 11,--mmulo. Generale, n. a Torino nel 1873. Sotcot. d'art. nel 1892, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M . Si d ist inse - nel portar soccorso ai colpiti cla l terremoto del 1908 ed ebbe la mcd . di bronzo d i benemerenza. Addetto alla 3& divis . speciale in Libia nel 1912, meritò a Sidi Bilal la croce da cav. dell'O. M_. S. Colonnello nel 1916, fu io guerra co11tro l 'Austria capo di • S. :t.-1. del la 44• d tvis . e poi del V C. d'A . e sul Pasubio fu decorato della mcd . d'argemo. Ebbe poi il comando del 37° raggruppamento d'assedio . Brìgadiere generale nel 1918, andò in P. A. S. dopo la pace e nel 1927 fu promosso generale di d iv is. in A . R . Q .

,1\,/o{a Giovanni. Gcneral_c medico nella R. Marina, n. a Napoli od 1874, entraito in serl'izio nel 1894, promosso magg. generale nel 1930. Prese parte alla g uerra mond iale.

Molà (Gustavo). Ten. colonnello del genio, n. a Palermo, m . a La Spezia ( 1859-1908). Capo 11J'ufficio autonomo del genio a Venezia, f.u autore dei piani della g randiosa torre corazzata che p_rendc il nome di Umberto J, situata nel! 'isola di Palmaria, all'entrata del golfo de La Spez;a. Molà Vittorio , A1nmi rag-l io, n. a Lione od 1868, entrato in servizio nel 1882, p romosso contramm ìr. nel 1917, vieeammi r, nel r923, ammir. di squadra ·nel 1926, collocato in A. R . Q. nel 1927 e in P. A. nel 1931 . Prese pai,te alla guerra mondiale; nel t925 ebbe il comando del dip. mi!. mar. dell 'Alto Tirreno.

Molaioni (l1go;ti110). Generale, n. nel 1854. Sottot. dei gra1iatieri nel 1876, fu in E ritrea nel r895-96. Colonnello nel 1907, comandò il 2<> granatieri. In l'. A. nel

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MOL J912, fu promosso magg. generale nel 1916. Nella riserva nel 1922, fu promosso ge11erale cli d ivis . nel 1923.

Moldavìa. V. Romania.

Moldava ,1·ept1bblica (A M S S R). Repubblica soviecica creata il 12 ottobre l924 lungo la riva sr. del Nistro, nella parte occidentale dell'Ucraina, al confine con la Bessarabia. Capitale ,Balta. Superficie 8288 Kmq., popolazione 572.339 'abitanti. Tale repubblica comprendeva po-

polazioni di ·lingue sin1ilc all~ r01ncna; la regione aveva fatto parte, i.nsieme alla Bessarabia, d i una effimera « Repubblica Moldava » creata nel 1918 con capitale Chissinau e subito scomparsa, con l'assegnazjone, in base ai trattati d i pace, della Bessarabia alla Romania . Nel marzo d el 19;31 i Sovieti sciolsero la nuova piccola repubblica creat~ sette anni prima e la regione fu annessa all' Ucraina .

Molina. Città della Spagna, nella prov. d i Guacl.ilajara , sul fiume Gallo. Il 25 ontobre 18n, durante la campagna napoleonica in Spagna, il gen. Mazzucchelli, colle truppe italiane al suo coma ndo, costrinse gli Spagnuoli, condotti dal gen. Empccinado, a togliere l 'assedio da l forte d i lvi. e ne l iberò la guaruigione francese che condusse in Aragona d opo d i avere smantellato il (orte medesimo.

Molina Luigi. Generale, n. a Castellazzo Bormida nel 1864. Sotto t. di fanteria nel 1883, partecipò poi alla guerra libica. Colonnello nel 1915, comandò in guerra il 13"' fanteria meritando !a rned. d i bronzo sul S . Michele e quella d'argen,to a Selz. Magg. generale nel 1918 e in P. A. S . poco dopo, ebbe nel 1923 il grado di generale di div isione. Molinarì (Alfonso). Generale, n. nel 1848, 111. a N apoli nel 1916. Sottot. di fanteria nel 1848, passò nel 1872 in cavalleria. Nel 1899 ebbe i l comando del distretto di Lecco e nel 1902 la promozione a colonnello. Nel 1906 passò nella ,·iserva e nel 1913 fu promosso magg. generale.

Molajoni Agostino

Molin.ari Antonio

Molinari Antonio. Generale, n . a C remona nel 1861 . Sotto t. d 'art. nel 1881, partecipò alla campagna d'Africa nel 1895-96. Colonnello nel 1915, comandò in guerra il 32"' ar.t. d a campagna, distinguendosi a Villaraspa (r916) e meritando sul basso Isonzo e sull 'Altipiano Carsico la med. di bronzo. Co.llocato in P . A ., rimase tuttavia i n servizio per la g uerra dal 1917 al 19r9; fu al 9° da campagna ed al comando d'art. della 32~ d ivis . Brigadiere generale nel 1918, nel 1927 passò nella n serva. Molinatti (Gaetano). Generale, n. a Torino, m, a Napo li ( 1803-1862). Volo ntario nel 1816, divenne nel 1822 ufficiale d i fanteria . Combattè nel 1848 e 1849 : tre volte

fc;rito sotto Milano ottenne la med. d'argento, ed altra med. d'argento ebbe a Novara . Passato ai coma ndi d i piazza, comandò. quella d i Cuneo nel 1851. Colonnello nel 1859, e bbe il comando del circondario -mii. di Brescia e nel 1861 passò a quello di Napoli colla promozione a magg. ge• nera le.

Molinella. Comune in provincia di Bologna, presso la dr. del Reno.

'Rattaglia di Molinella (detta anche della Riccardina) (25 luglio 1467). È un episod io della g uerra di Romagna tra Venezia e Firenze. Bartolol' Molinatti G aernno m eo Colleoni, appena ebbe l'esercito in p icno o rdine, credette giunto il momento di attuare il suo piano segreto d i invadere la Lombardia, e il 2'i luglio 1467 s, . mosse da Casiel Guelfo, dove era al loggiaw, d irigendosi verso Parn1a. Federico d '.Urbino, informato dalle sue spie che l"avversario aveva levato le tende, si mosse a sua ,,olta, calcolando di dar battaglia sul territorio libero fra Castel Guelfo e il fiume !d ice, e così d i impcdjrc il movimento del Collconi verso Roma. Ma il Colleoni aveva presa altra via e camminava verso Mezzolara. Noi:i incontramlo l 'esercito avversario, Federico, convinto che il Colleoni avesse sospeso la marcia, tornò all'accampamento. Qu i g iunto seppe il vero stato delle cose, e cioè che le prime truppe d i Alessandro Sforza già si t rovavano lungo il corso dell'Idice a circa 4 o 5 Km. di d istanza e che ivi aspettavano il Collconi, che avanzava col g rosso dell 'esercito . Allora· Federico div ise il suo esercito in cinque squadre e si rimise in n,arc ia, 1nuovcndo incontro ad i\lessanclro, in ord ine d i combattimento. Anche lo Sforza aveva ordinato ai suoi di lCllcni arniati, ma il suo comando non era stato eseguito dai soldati che erano stanchi per la marcia e per la giornata caldissima. Così Federico sorp rese il nemico in un momento propizio, a due o t re Km. a nord della Riccardina, sulle rive dcl1'Idice . La battaglia cominciò a mezzogiorno, sostenuta da Alessandro Sforza colla sola avanguardia, che era però ahbastanza fo_rte , perchè olt re i cavalieri lo Sforza aveva con sè anche 2000 fanti. Federico mandò avanti le migliori truppe napoletane che avevano proceduto lu ngo la sponda dr. del fo1Tne; ma, nonost.ante il disord ine dei soldati dello Sforza e nonostante la sorpresa, la posizione era vantaggiosa per Federico", poichè cgjj, per assalire, doveva attraversare il fiume. Con tutto ciò si decise egualmente alla battagl ia, nella speranza di poter prima rompere l'avanguardia e po_i affronta re il resto dell 'cscrcito nemico, e mentre i Napoletani erano im pegnati in pieno combatti• mento, mandò Roberto da Sanscverino sul fiume e fece avanzare Roberto Orsini contro ]'ala nem ica che si trovava più in basso sulla riva sr. Il Sanseveri no però non potè fermarsi su l picco lo cam po presso J'Idicc, essendo questo g ià occupato da l neo1ico; si spinse oltre i Eossa·ti successivi nel campo vicino, e poichè anche qui erano truppe di Alessandro, avvenne che nello stesso tempo st combatteva in rre luoghi diversi. Pd momento Federico non voleva impegnare alqe truppe, inrcndendo riservare a sè stesso la battaglia principale col Colleo11i; ma, visto che non era facile b,mece Alessandro, si r<:cò in persona oltre il fiume a sostenere }I Sanseverino che aveva di fronte la rnaggior


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parte dei nem1c1. Anche ai Napoletani che sembravano vacillare furono inviati rinforzi. Allora venne a trovarsi in imbarazw Alessandro, ma ben presto ~praggiunsero le truppe del Colleoni, che si lanciarono nel la bmaglia al grido del vecchio condottiere : « Coglia, Coglia ». In questa occasione il Colleoni impiegò per la prima volta le spingarde portate su carri. Al momento dello sparo, le schiere si aprivano davanti ad esse; tali furono i primordi dell'artiglieria leggiera. Anche Feder ico d'Urbino fece uso di tali artiglierie, ma quelle del Colleoni avevano la caratteristica ed il vantaggio di essere montate su carrette mobilissime. Il sole era già tramontato e si colltinuava a combattere accanitamente, Le schiere ondeggiavano e fra esse apparivano e scomparivano gli stendardi e le insegne dei capitani. Finalmente l' un condottiero invitò l 'altro a posare le armi e di comune accordo si suonò a raccolta. La battaglia rimase indecisa , ma il Colleoni non aveva potu.to realizzare il suo disegno: il suo movimento verso la Lombardia era stato fermato e la campagna di Romagna potè considerarsi finita . Poco dopo s'intavolarono le trattative di pace. Le perdite da ambedue le parti fu. rono presso a poco eguali e molto gravi per quei tempi potendosi calcolare un rotale di 500 morti e altrettanri feriti.

rono 3.765 mila quintali di farina di grano e 430 quintali d 'altri cercali (segala, orzo, granone, fave, riso). L 'indus1ria privata fornl quantitativi che possono essere considerati cinque volte maggiori, assorbendo una spesa complessiva, di sola molitura, superiore ai 28 milioni di lire.

Molino del Rey. Comune della Spagna, in Catalogna, nella pro,·. di Barcellona, sul Llobregat. Battaglia di Molino del Rey (21 dicembre 1808). Appartiene alla guerra di Napoleone nella Spagna. L'er,crcito spagnuolo dc:! geo. Vives, costretto a levare l'assedio da Barcellona, si era ritirato a M. per congiungersi alle truppe di Caldagues provenienti da Gerona. A M. gli Spagnuoli si erano schierati in faccia al ponte della grande st rada su I Llobrcgat, allo scopo cli sbarrare ai Francesi la strada di Tarragona. li geo. Saint-Cyr, con la divisione Chabran, immobilizzò su questo punto l'armata spagnuola, intanto che il grosso, composto dalle di-

Molinello (o M11li11el/o, o Argandlo, o Tomo, o Cia11• /rogna), Strumento col q uale si caricava la balestra, la quale prendeva nome da esso, e cioè di balestra a .\1olinello. Lo strumento era come una specie di verricello, manovrato eia due manovelle, e che si trovava fissato alla estremità posteriore delle grosse balestre, sul teniere: due corde erano attaccate ad un arnese che agganciava la corda della balestra: girando il verricello o tornio o moli nello, ccc., le corde si avviluppa,,ano e stendevano la corda della balestra fino a portarb al la tacca della noce

Molino militare. L'origine dei M. M. risale alla macina da frumento delle legioni romane. Attualmente gli eserciti, più non vivendo sulle risorse locali ed attingendo da tergo ogni vettovaglia, si procurano il grano già molito e con 9uesto provvedono alla confezione del pane ,!a distribu ire. Potrà tuttavia occorrere a qualchc,unità isolata, o non rifornita da tergo, per eccezionali ragioni, di dover provvedere alla macinazione sul po9to del grnno n :9uisito: in questo caso si dovrà far capo ai M. privaci , ordinandone la requisizione. Questo caso deve però considerarsi come eccezionale: mentre di norm a sarà prelevata la farina presso i magazzin i avanzati èlelle armate. lvi affluirà questa derrata, o proveniente dai porti di sbarco o d ai M. M. terri toriali, a seconda che sia di produzione estera o naziona le. Per ovvie ragioni di economia, i cercali importati dall'estero si acquistano già moliti. Sino al 1915 esistevano i seguenti M. M. territoriali, i quali avevano la possibilità di produrre ogni giorno i quintali segnati a fianco di ciascuno : Torino quintali 300, Alessandria 200, Mi lano 220, Genova (Cornigliano Ligure) 400, Piacenza 250, Verona 400, Bologna 400, Pescara 6o, Roma 400, Foligno 240, Altifreclo (Caserta) 400, Palermo 100; totale 9u intali 3.370. Alla vigilia dell'entrata in guerra da parte ddl 'Italia, si aggiunse il M. di Casaralta (Bologna) e altri furono migliorati, tanto da ottenerne un sensibile aumento nella produzione. Cosl l 'esercito potè disporre di oltre centomila quintali di grano al mese, più le scorte d i farina accantonate nei magazzini. T uttavia il consumo fu talmente enorme che si dovette · largamente ricorrere all'industria privata. A titolo d'orientamento ricord iamo che dal 1915 a metà del 1919 i M. M . forni-

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Batttglia di Molino del Rey ( 1808) (le truppe francesi ~ono indicate con frcccie e nome delle divisioni)

visioni Pino, Souham e Chabot, a,·endo passato il fiume a guado, attaccava le alture di San Viscns. Gl i Spagnuoli do,•enero allora fare un cambiamento di fronte in piena battaglia, e, presi alla sprovvista, il loro centro e l'ala dr. furono rigettati sulla sr. , provocando nelle file un grande disordine, scguìto dalla disfatta e dalla fuga. La divisione Cbabran li insegul fino a Martorell, e il giorno seguente, 22 d icembre, i Francesi stabilirono il loro quartier generale a Villafranca.

Molise (Reggimento provinciale del Contado del). Uno dei 12 reggimenti provinciali appartenenti all'esercito del reame di Napoli, istituiti nel 1743. Nel 1763 fu stabilito che i suoi ufficiali e cadetti , come q uelli degli altri undici, fossero nobili. Partecipò alla battaglia di Velletri (1744) e fu sciolto nel 1780. Moliterno (Gennaro, principe d,). G.:nerale napoletano (1774-1840). Educato a Torino, dove suo padre era ambasciatore de l re d i Napoli, fece la campagna del 1794 con-


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tro i Francesi, come capitano di cava lleria nell'esercito piemontese, perdendovi un occhio. Rimpatriato, Ferdinando IV lo nominò ciarobellano. Nel 1798, quando Champio11nct invase il regoo di Napoli, M. arruolò a sue spese due regg. di cavalleria, di cui prese i l comando e con essi -tentò opporsi alle truppe francesi, segnalandosi a Capua; dopo la fuga di Ferdinando in Sicilia fo nominato generalissimo delle forze napoletane. Consegnò il forte Sant'Elmo al gen. Cbampionnet, il quale lo nominò membro del governo provvisorio della Repubblica Partenopea e poi ambasciatore presso i l Direttorio . Dopo l'ingresso in Napo li delle bande del cardinale Ruffo, si accostò alla parte monarchica, ma quando i Francesi ripigliarono la città, M. dovette rìfugiarsi in Inghilterra, dove cospirò a favore dei Borboni. Nel 1808 tornò in Italia per mettersi alla testa dei Napoletani, soll~vatisi contro Murat, a cui fece aspra guerra nelle Calabrie. Vinto da ultimo, r icoverò in Roma di dove fu espulso nel 1814 ad istanza di Murat. Fece ri torno io. patria nel 1820 e si ritirò a vita privata.

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venne poco dopo ufficiale d i fan teria e partecipò alla campagna del r848 divenendo maggiore per merito d.i guerra pel fatto d'armi di Villafranca , -tei1. colonnello pure· per merito di guerra a Valeggio e meritando la med. d'argento a Goito. Colonnello comand. il 17" fanteria nel novembre 1848, al combattimento della Sforzesca (1849) ebbe una seconda med . d'argento. Prese parte alla guerra d i Crimea al comando della 5• brigata provvisoria e si meritò la menzione onorevo le. Magg. generale nel 1855, comandò poi la brigata Piemonte. Nella campagna del 1859 comandò la 3• divis. ed a S. Martino fu decorato del la croce di gr. uff. dell"O . M. S. e fu promosso ten. generale per merito di guerra. Ne l 1860, coll'annessione della Savoia alla Francia, seguì le sorti del suo paese natio e divenne aiutante di campo di Napolco,ne III. Nel 1866 fu ammesso al senato imperiale.

Molitor (conte Gabriele). Maresciallo di Francia (l7iO· 1849). Volon.tario nel 1791, fece le campagne dc] 1793 e

1794 rimanendo ferito a Magonza. Generale nel 1799, combattè nella Svizzera sotto Masse11a e con l'esercito <lei Reno sono Moreau e fu promosso generale di divisione. Nel 1805 fu nell'esercito d'Italia e dopo la pace di Presburgo venne nominato governatore della Dalmazia donde scacciò i Russi (1806). L'anno seguente Napoleone lo nominò governatore della Pomerania, e nel 1809, chiamato alla grande Armata, si distinse a Essling e a Wagrnm. Nel 1810 M. ebbe i:l comando delle città anseaitiche e poi fu governatore generale del1'Olanùa, che, nel 1813, difese energicamente. Partecipò alla campagna di Francia sotto Macdonald, quindi, dopo l 'abdicazione dell'imperatore, si accostò a Luigi XVIIT, e durante i Cento giorni oon accettò il comando del la guerd ia mobile dell 'AJsazia, offerçogli da Napoleone. Tenuto in disparte durante la seconda restaurazione, non fu richiamato in servizio che nel 1818, Molitor~Gabriele e, nella spedizione di Spagna del 1823, ebbe il comando di un C. d'A. Alla fine della campagna fu promosso maresciallo e venne nomiJ1ato pari di Francia. Nel 1847 Luigi Filippo lo nominò governatore degli Invalidi. M ollard (Giovanni FranceJco). Generale, medag lia d'oro, n. ad Albens (Savoia), 111. a Torino (1795-1864). Guardia del corpo nel 1814 e sottot. tre anni dopo, nella brigata Savoia (poi Re), percorse in essa tutta la sua carriera, fino a raggiungere il grado di colonnello nel 1848, entrando jn guerra al comando del 2° regg. fanteria, e guadagnando la med. d'oro al valor militare « per essersi distinto nei fatti d'arme combattuti dal Il corpo d"ar ma,ta dal 22 al 25 lug lio 1848 Sl'l]e alture di Rivoli, di Santa Giustina , Sona . e Volta " · Nella campagna del 1849, magg. generale, comandò la brigata Savoia, guadagnando la menzione onorevole alla Sforzesca e a Novara. F u collocato a riposo nel 1851. Mollard Filiberto. Generale, n. ad Albens, m. a Nizza Marittima ( 1801-1873). Guardia del corpo a r7 anni, di-

Mollard G iovanni

Mollard Filiberto

Mollea (Melchion-e). Generale, n. a Vicoforte Mondovì, m. a Torino (1844-1920). Sottot. di cavalleria nel 1865, combattè nella campagna de l 1866. Colonnello nel 1897, comandò i cavalleggeri di Vice11za e nel 1902 anelò in P. A. Magg. generale nella riserva nel 1909, fn promosso ten. generale nel 1915. Mollendorf (Viscardo van). Feldmaresciallo prussiano (1724-1816). Da alfiere nel 1° bgl. deila Guard ia p rese parte alla seconda guerra cli Sle5ia r imanendo gravemente ferito a Soor. Durante la guerra dei Sette Anni, si segnalò a Rossbach, a Leuthen, a Torgau e divenne generale a 37 anni; nel 1783 fu governatore di Berlino. Nella guerra _d i Successione bavarese disfece l'esercito austriaco a Briix. Nel 1794, durante la prima guerra di coalizione, prese il comando supremo del Palatinato al posto del duca d i Brunswick, e quando gli Alkati sgombrarooo il Belgio, ritornò sul Reno. Nella guerra del 1806, malgrado i suoi 82 anoi, appartenne al gran quartiere generale, senza un comando determinatd . La capitolazione di Erfurt lo fece cadere prigioniero dei Francesi, ma fu subito liberato sulla parola cl 'onore.

Molli (<.iiorgio). Ingegn~re e scrittore militare dell'epoca nostra. Si occupò c!i argomentj ~arittimi. Scrisse: « Lo sfacelo della marina italiana » ; « L'Italia in mare » ; «· Le economie della marina da guerra »; « Le spedizioni marittime militari moderne »; « Le grandi vie di comunicaz io ne »; « Le sped izioni marittime militari moderne e i trasporti militari a Massaua »; « La marina antica e moderna h; ecc.

Mollwitz. Borgata della Germania, nella circoscrizione di Breslavia .


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Battaglia di Molltvitz (ro aprile r741).' Apµarticne alla prima guerra d i Slesia. Vi presero parte 21. 500 Prussiani (17.òoo fucili e 4500 cavalli) comandati da Federico II, e 18.400 Au9triaci (10 .000 fan ti e 8100 cavalli) agli ordini del fclclmàrcsc. Ncipperg. I Prussian i possedevano 37 pezzi reggimentali, 16 campali e 16 pes,1nti; gli Austriaci 19 pezzi campali. li Ncippcrg si era accantonato presso M . e il re d i Prussia si decise a da rgli batLaglia dirigendosi 1~ mattina ciel 10 aprile r741, su• q uattro colonne verso Hermsclorf, con l'artiglieria e le bagaglie al centro. Giunto s~lle altu re di H ermsdorf, l'esercito p russiano si spiega su due rinee : !a prima linea composta d i 15 bgl. e 20 sqdr. alle due ali, com~ndat~ dal feld maresc . Schwerin; la seconda linea, ·con 16 bgl. e 9 sqdr. agli ord ini del pr incipe Leopoldo; 3 sqdr.· di ussari craoo i.n rjserva. Mentre

i Prussian i avanzano verso 1:-lcrrns<lorf, ,l 'csercito· austriaco si dispone su due lince con la cavalleria alle al i e una riserva di 4 :-egg. di ussari . Il gcn . Ro ttenburg, che con 9 sqdr. forma l'ava nguard ia. de-i Prussiani, rimane spet•

la battaglia perduta e si ritira . in direzione di Oppeln con uno sqdr. di . gendarmi. Il feldmaresciallo Schwerin prende allora il comando in c;ipo, rannoda la fanteria e la cond uce aJl 'attacco, mentre i 4 rcgg. ussar i che forn1ano la riserva degli J;\.uStriaci g irano attorno alla sua ila dr. per saccheggiare i l bag:_aglio dei Prussiani . Q uando la fante ria di questi ultimi è giunta a portata efficace di tiro, si apre tra essa e la fao tcria austriaca un vivo fuoco

di fucileria , che da parte austriaca viene subito a rallentare per la rottura delle bacchette dei fucili che erano d i legno. l soldati• austriaci cercano d j mettersi al coperto, mettendosi uoo dietro l'altro e così i bgl. prendono la formazione a gruppi di 30 o 40 u . offrendo ai Prussia o i un - bersaglio moLro pi è, vasto. Per arrestare i ,progressi della fanteria avversaria, \I gen. austriaco Berlicbi.ngen conduce la sua cavalleria all 'attacco di quella dell'ala sr. prussiana e la rigetta, ma tutte le sue cariche vanno ad infra ngersi contro l'incrollabile fcrme2,za della fanteria prussiana . Com inc iando a mancare le munizioni ! Schwcrin

ordina 1'attacco alla baionetta e fa avanzare tutta la linea a l suono dcl,lc m usiche. La fanteria nemica non aspetta q uesto attacco, e alcuni rcgg. della prima linea, poi quelli della seconda prendono la fuga. Ncipperg, dopo aver tenrato inutilmente di rannodare le sue tru ppe, alle 7 di sera fa battere la ritirata che viene eseguita, sotto la protezione di tre regg. di" cavalleria, p rendendo una nuova posizione d ietro a M . li maresc. Sch weri n si dispone ad attaccarlo,

1na dopo una

breve resistenza, g li Austriaci

continuano la ritirata fino a Neisse, p rotetti dalla cavalleria di Berlichi.ngen. Schwcrin passa ,la notte sul campo di battagl ia . In questa battaglia gli Austriaci perdeutero 4410 tra morti e feriti con 4 feldmarcsc. e 5 magg. generali, 1735 cavalli e 6 cannon i. Le perdite dei Prussiao i furono di 4613 tra morti e feriti , t ten. generale morto e 4 generali feriti, tra i quali Schwerin. Mollone. Parte dell'acciarino delle armi da fuoco portatili ad avancarica. Esso a nima e discip lina i movimenti del cane, nell'armarlo e nel disarmarlo.

Batuglis d i Mollwìtz (174 1)

talOrc inoperoso davanti agli Aust riaci che si mettono in formazione di battaglia, quind i si ritira all 'ala dr. a cu i appartiene . Appen a l'esercito p russia no ha termiJ\ato il suo spiegamento, il re lo fa avanzare, coo la musica in testa e I 'a,tìglieria a 100 passi in avanti, contro la posizione degli Aust riaci. Sono le d ue del pomeriggio q uando i P russian i giungono a portata del cannone nemico, e la battaglia s 'inizia con un vivo cannoneggiamento; la caval. lcria austriaca ri1n ane danneggiata dal fuoco dei P russiani.

Il generale austriaco Romer, che con pane della cavalleria deve coprire !o spiegamento deJ!a fanteria, malgrado gli ordini ricevuti, non atten de che tale spiegamento sia fi. nito, e si slancia alla tcsrn di 36 sqdr., contro i l fianco dr. p russiano, di cui rigetta la cavalleria . Una p arte della cavalleria austriaca si slancia all:inseguimento rii quella prussiana messa in rotta, e l'altra parte tenta d i sbaragliai-e due bgl. di granatieri che coprono il fianco prussiano. Dopo parecchi attacchi i11fruttuosi Romcr cade e la sua cavalleria , messa io d isordi_oc dal fuoco efficacissimo dei Prussiani, ripara all 'ala dr. austriaca dopo aver su• bìto perdite considerevoli. Il re, vedendo la cavalleria dell a sua ala dr. battuta e la • fanteria in pe ricolo, ctedc

Molo. Muraglione fondato sul fondo del mare, per lo più a sezione trapezoidale, costruito a difesa dei porti contro la furia del mare. Gli antichi conoscevano molto bene l'arLe di fabbrica rli e ne costruirono anche ad arcate sottomarlnc, in modo da permettere il giro delle correnti e im pedire l' interramento . Nd Medio Evo furono costruili per lo p iù con massi granitici ben squadrati. Quando i rnassi non avevano forma regolare, il ~•f . e ra fonnato con

e normi cumuli di massi ed allora prendeva il nome di gen ata . Quelli moderni sono spesso costruiti in forma mi>ta, vale a dire coo gettate d i massi gra nitici per la parte subacquea e sovrapposizione d i massi regolari in calcestruzzo nel la µar te superiore che emerge dalle acque . Sono muni-ti di banchine e serv.;no spesso ndla loro parte intera per l'orniegg io delle navi . Possono avere anche semplice compito di frang iflutti, ed allora sono formati da sen.1p lici scogliere a contorno irregolare. Molodechno (o lvlolodeczno) . Città della Polonia, fra Minsk e Vilno (Vilna).

Manovra di Moìodeclino (luglio 1920). Appartiene alle operaz ioni dei Russi bolscevich i con tro i Polacchi, e segue al.la manovra d i Kiew. Per operare in corrispondenza d ello séaccliiere nord i Bolscevichi avevano fatto venire d ivisioni dall 'interno : ai pr imi di luglio essi disponevano, su quello scarcltìerc, di 24 divisioni di frnteria e di 3 d i cavalleria, così distribuite, com inciando dalla destra; 3-0 cor po


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di cavalleria (3 divis. di ca valleria cd r <li fanteria) ad occidente della ferrovia di Polotzk ; IV armata (4 <livis. di fanteria) a cavallo dj detrn ferrovia; XV armata (6 divis.) tra le ferrovie d i Polotzk e di Smole nsk; III armata (5 divis.) a cavallo di quest'ultima ferrov ia ; XVI armarn (8 divis.) lungo la bassa Beresina, col d is1,1ccarncnto Moyrz

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n 4 luglio comincia l'offensiva bolscevica: dopo t re giorni <li combattimento le forze polacche sono ribu ttate: del resto, essendo 1,,ià state sopravanzate sulla loro sr., avevano già iniziata la ritira ta. Il 7 il corpo di ca valleria r-aggiunge b ferrovia Dwinsk -Vilno e la IV armata in terrom pe la ferrovia d i M . alle spalle dei Polacchi. li 10 la cavalleria è a Sv ientsany e la colonna d 'insegui1ncnto della XV armata occupa lvi., q uella . della III armata Minsk . Dopo tre giorni di aspri com battimenti, il :,0 corpo di cavalleria entra a Vilno : le colonne de lla I annata polacca, conlinuamwttc sopravanzata , non avevano JJoturo

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• • • Armate polacche ~~\<;>e\ ~ Armate bolsceviche Battaglia d i Molodechno (1920)

su lla sr. del Dnicper. Alle due armate polacche I e IV erano stati inviàti tuui i rinforzi disponibil i, tuttavia non si era riusciti ad avere in complesso, che dieci divis. di fanteria u n po ' più forti d i q uelle bolsceviche - ed una d i cavalleria. Il generale T ukachevsky, comandan te d elle for,;e bolsceviche, vuole approfittare della sua superiorità numerica p rocedendo al doppio avvolgim~nto d dl'anersario, specialmente per la sua ala d r., che sopravanza la sr. nemica, perchè si propone d i annientarlo per avere !ibera la via d i Varsavia . li 3° corpo d i cavalleria e la ]V a rmata costituiranno l'ala d r. avvolgen te; la cavalleria dovrà operare al largo per concorrere alla battaglia manovrando alle terga <lell 'avvcr sario ed occupando V ii no; la JV a rmata dovrà p untare su M . p rocedendo a cavallo della ferrovia d i Polotzk: ivi dovrà pure dirigersi l'ala dr. della XV a n n ata, ment re la sr . concorrerà con la III armata all'a ttacco d iretto; finalmente la XVI armat a cd il distaccame nto Moyrz, ch 'è sulla d r. della Bercsina, costituiranno l 'ala avvolgente d i sr., che punterà su Ilobruisk e Minsk. I Bolscevichi operano con scaglionamento d elle forze in profoncli·tà, loro concesso, oltre che d alla maggior forza d isponibile, dal fatto che han nc, l'iniziativa c!elle operazioni ; i Polacchi invece hanno tutte le toro divis. in linea ; specialmente debole è pertanto la loro sr. li fronte <li battaglia /: di 350 chilometri, d i cui 120 q udla parte in corrispondenza del quaic o perano le tre arm.atc bolsceviche settentrionali. 1

fermarsi per opporre resistenza in nessun punto, ma avevano dov uto retrocedere, cambiando continuamente di dire· zione e con le conseguenze pc! loro morale e per la loro coesione, facilmente immaginabili_. A sud la IV armata aveva dovuto regolare i propri movimen ti in ritirata su quelli d ella I. I generali polacch i avevano chiesto alle loro truppe la ,esistenza ad oltranza, e q ueste, com patibilmente con le loro f_orze, con i loro mezzi ed anche con la rud imentale ed insufficiente loro organizzazione, specialmente in fat-to di servizi, l'avevano fornita, n1a ap~ punto perchè tale sforzo aveva esaurito le loro energie, ora no n si poteva più loro ch iedere molto. T uttavia si riusd ancora a r.imettere ord ine e d iscipli na ed a far rinascere la fede i n quelle masse d i sbandati: sul Bay i•l gruppo· di Pobia (fll e VI armata) i nsieme con la IV, fu in g rado d i opporre al nemico ·tenace resistenza : sulla gtandc strada di Bialystok-Varsavia in vece l'avversario colltinuò quasi senza trovare resistenza la sua tnarcia .

Moltke (conte Carlo Bernardo Hclmutl, von). Generale tedesco (1800-1891). Cominciò la carriera mi i. nell"esercito danese, dove suo padre fu generale, è nel 1822 passò i n quello prussiano. Nel 1836 fu in Turchia dove cooperò alla r iorganizzazione dell'esercito ottomano, col quale fece la campagna contro g li Eg iziani . Raggiunse il grado d i magg. generale nel 1856 e d i ren. generale nel -, 1859. Nel 1864 fu capo d i S. M. delle trupix comb:ute nri contrn la Danimarca . Capo d i S . M. dell"esercito, d iresse le operazion i cootro l'Austria 11d 1866 e d ivenne dopo quella campagna generale d i fanteria; e. le o perazio ni cont ro la Francia nel 1870-71 guadagnandov i il grado di feldma resciallo. Di vasta coltura , le sue opere militari sono state raccolte da llo S. M. e pubblicate . Oltre alla « Corrispondenza 1nilitarc )) , esse l'vloltke Carlo Bernardo contengono le relazioni su lle guerre _d i Danimarca (1864), d i Boemia- (t866), d i Francia (1870-71) . E inoltre : « La ca1npagna r usso-turca del 1&,81829 "; « Le ttere sulle condizioni e g li avvenimenti della Turch ia »; « Temi carne, » e uria quantità di scritti va ri d i stori.a, strategia, taltica .

Moltke Guglielmo, conte Helmut/1 vct11.• Nipote del p recedente (1848-1916). Prese parte all a g ue rra franco-gennanica del 1870-7r, poi fu ufficiale della Guardia e - compiuti i corsi della Kriegsakadcmic ufficiale cli S . • M . Nel 1902 ragg iunse il g rado di generale e fo nominato comandante d"una d ivis. della Guardia. Nel 1906 succedeva al conte von Schlieffen nella ca rica di capo d i


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S. M. dell 'esercnto. Jn tale qualità egli preparò il piano di guerra contro la Francia che altro non fu se non_ quello già apprestato dal conte von Schlieffen (V.) modificato in alcune r,arti. Tali modificazioni consistettero essenzialmente nel diminuire la forza prevista per le a rmate tedesche che dovevano invadere 11 Belgio (ala marciante di manovra) a favore di quelle che dovevano difendere !"Alsazia-Lorena. Mentre lo Schlieffen fidava unicamente sulla manovra avvolgente contro l'esercito di campagna fraHcese, il M. junior non ebbe il coraggio di trascurare in izialmente l'Alsazia-Lorena. Le conseguenze di tale fatto furono risentite alla Marna , aggravate dalla necess ità di dover distrar.re altre truppe (2 C. d'A.) da inviare nella Prussia Orientale . Come pure il M . non seppe ben guidare ! 'avanzata tedesca in !'rancia, avendo lasciato troppa libertà d'azione ai comandal'lti . d'armata, nè .avendo organizzato adeguatamente i servizi. Ben presto, per i rovesci aust riaci in Galizia, per la minaccia russa verso la Prussia orientale, per le molteplici difficoltà che incontrava in Francia, i l M . si perse _d'anin10, s'ammalò e concorse a determinare quello stato di pessimismo accennato nella voce « Marna " : iJ 3 novembre 1914 veniva esonerato dalla_ carica di capo di Stato Maggiore.

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Momemfi. Ant. città del Basso Egitto, all 'ovest del Delta del Nilo. I. Battaglia di Momemfi (664 a . C.). Fu combattuta e vinta da Psainrnetico I, aiutato dai Fenici e dagli Ion i, .contro gli altri undici alleati sovrani, in cui, secondo Erodoto, era diviso l'Egitto in questi tempi. L 'Egitto restò unito sotto lo scettro di Psammetico, che divenne il primo re della XXVI dinastia.

Il. Battaglia di Momemfi (569 a. C.). Fu combattL1ta da Apries, re d'Egitto della 26• dinastia, contro Amasi proclamatò sovrano degli Egiziani stessi. Apries fu sconfitto e fatto prigioniero. Amasi lasciò ancora per qualche tempo al re, fatto prigioniero, il titolo della sua potenza, e apparì solo come suo collega nel regno; poi l'abbandonò alla moltitudine che lo trucidò.

Momo. Comune in prov. di Novara, situato sulla sr. déll'Agogna. Nel medio evo, durante la lotta tra i Milanesi e Barbarossa, questi fece radere al suolo le mura che circondavano il borgo' e nel secolo XlV, il territorio fu devastato dalle truppe del marchese Giovanni di Monferrato comandate da Ugolino Gonzaga, in guerra contro Galeazzo Visconti. Mamo Carlo. Generale, n. a Vercelli, m. · a Firenze (18461915). Soltot. del genio nel 1865, divenne colonnello nel 1897. Magg. generale nel 1903, fu co111andante del genio a Verona . Nel 1901 divenne Ispettore delle costruzioni del genio. In P. A.

nel 1908, fu collocato a riposo nel 1912 col grado di ten. generale. Moltke G uglielmo

Mombelli Ernesto

Molveno (Colle d,). Valico delle Alpi Bresciane, inserito nel solco longitudinale ove scorre il Sarca da Le Sarche a Torbolè. Motte in comunicazione la Va l di Non (Noce) con quella del Sarca. !,.a strada, già mulattiera, ora rotabile, si dirama da quella di Val di Non a Osteria della Rocchetta, a monte di Mezzolombardo; risale a Spormaggiore, costeggia il laghetto di Andalo, raggiunge il valico a 900 m. presso M ., segue la riva occidentale del lago omonimo e scende a innestarsi sulla via trasversale T ione-Trcnto fra Stenico e Le Sarche. li passo ha funzione sussidiaria nel sistema delle d irettrici s-tradali che inquadrano la regione occidentale tridentina a nord del Garda (V. a tale riguardo la voce « Madonna di Campiglio »). 1

Mombelli (Eme;to). Generale, n. a Torino, m . a Firen~e (1867-1932). Sottot. d 'art. nel r888, partecipò alla guerra italo-turca 19rr-r2 guadagnandovi una med. d "argento, e a quella italo-austriaca 1915-18. Inviato in Macedonia, vi fu da colonnello capo del servizio informazioni, e nel 1917,• magg. generale, comandò il corpo di spedizione italiano e vi guadagnò la commenda dell 'O. M. S. Generale di divis . nel 1923, comandò la divis. mii. di ,lloma, _poi andò con1e governatore in Cirenaica fino al 1926. Promosso generale di C. d'A ., tenne successivamente il comando di quello di Udine, di Torino (1928), di Firenze (1931).

Momo Carlo

Mona. Nome dato dai Romani all ' isola Anglesey, sede dei Druidi. Fu assalita, nel 67 da Paolino e da Agricola nel 78. Monaca (Carlo). Generale, n. e m. a Moncalvo (1841r9r3). Sottot. di cavalleria nel 1864, partecipò alle campagne del 1866 e 1870. Colonnello nel 1895, comandò il distretto mii. di Arezzo e nel 1899 andò in P. A. Nel 1906 fu promosso magg. generale nella riserva. Monachesi (Luig,). Generale, n . a Macerata nel 1870. Sottot. di fanteria nel 1890, fu nel 1896 in Eritrea e in Libia nel 19J2, r9r3 e 1914. Combattè poi, dal 1915 al 1917, contro l'Austria. Nel 1917 comandò il 95° fanteria, divenne colonnello cd a Plava riportò grave ferita meritando la mcd. d'argento . In P . A. S. poco dopo la guerra, passò nella n scrva nel 1930 e fu promosso generale cli brigata. Monaco (ted. Miinchen). Città della Ger!l'ania meridionale, capitale del la Baviera, sull'Isar. Venne fondata nel 1158 da Enrico il Leone e dal 1255 fu residenza dei duchi di Baviera. Per lo sviluppo che da quest'epoca i'vf. aveva preso, si rese necessario allargarne le mura e fortificarla ; ciò che iHtraprese a fare verso il 1315, il duca, poi imperatore, Luigi IV, cd i suoi successori compir<mo. Nel sec. XVI le fortificazioni di M . consistevano in un muraglione di 1 m. e mezzo di spessore e dell'altezza di 8 m. fi~nchcggiato da torri con cammino coperto e


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muoito di fosso antistante. Quan do queste fortificazioni furofio rese inutili dalla aume ntata potenza delle bocche da fuoco, il principe elect0re Massim iliano I fece costru ire una cintura bastionala secondo il sistema d ei Paesi Bassi. All'anivo degli Svedesi nel 1632, la nuova fortificazione non · era ancora pronta e Gust avo Adolfo potè impadronirsi d i M. senza combattere. N el 1645 la cinta era finita e

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siva fra Svezia ed Elettore di Baviera, per stabilire la mutua ;icu rezza, conservare e di.fendere odia pace i propri d iritti, secondo il trattato di Westfalia. A wle scopo la Svezia terrà a disposizione dell'alleato un esercito di u . 200 uomini , ed uno di 8 m ila fornirà 1'Elettore alla Svezia. Quest'alleanza, alla quale potranno accedere altri Stati dcll 'Impcro senza distinzione di religione, durerà tre anni .

II. Trattato di Monaco (21 luglio 1746). Convenzione fra Amtr ia e Baviera. Si conferma la pace di Fiissen . I n seguito al cra,tato c:_li sussidi conchiuso dalle Potenze marittime coll'Elettore, questi abbandona all'Austria un corpo d i 5 m ila uomini e l 'Im peratr icc-regina rinunzia al rimborso delle somme anticipate all'Elettore. 11!. Trattato di Monaco ( rr gennaio 1785). Fra Austria ed E k t tore Palatino, il quale consente d cambio dei Paesi Bassi in luogo della Baviera, a cui l'Austria aveva rinunziato col t rattato d i Teschen.

' Fortjficazioni d i i\.1onaco di Baviera (sec. XV II)

il 19 settembre 16,16, il colonnello v. Puech r iuscì a re-. spingere un tentativo d'assaho degli Svedesi condotti dal gen . Wrangel. · Queste opere garantirono la capitale anche nel 1704, quan do il Marlborough si spinse in Baviera col suo esercito . Nella guerra di Successione d'Austria M. fu abbandonata agli Austriaci senza resistenza nel 1742, a cagione d elle cattive condizioni delle fortificazioni. L'elet-

Monaco di!Baviera. Porta fortificata (sec. XVII l)

tore Carlo Teodoro nel 179, fece spianare i bastioui. Nel 1800 M. fu occupata dalle t ruppe francesi di Morcau e J1el 1805 per breve tempo da quelle austriache.• Il Museo rn ilirare bava rese d i M . contiene una grande raccolta di materiali. La città fu sede di una Scuola per u fficiali di iantcria, la q uale nel 1930 fu trasferita a D resda.

I. Ttattat o di Monaco (9 marzo 1675) . A lleanza difcn-

IV. Trattato di Monaco (16 marzo 1800). P ra I nghi lterra cd Elettore Bavaro-Pa lat ino. L'Elettore metterà a disposizione dell'Inghilterra, per un an.no, un corpo di 12 mila uomini di fanter ia e cavalleria (quest 'ultima nella proporzione di r /10) . L'l oghiltcrra _pagherà all 'Elettore la som.ma di So scudi per cavalie re e 30 per fante, veglierà alla sicurezza degl i Stati elettorali, impedendo in questi l'invasione nc1nica, e, se ciò non si potrà fare, risarcirà all 'Elettore, d 'accordo coi suoi 1\l!eati, le perdite subìte cd alla pace generale s·adoprcrà per fargli ottenere la restituzione com pleta dei luoghi eventualmente occupati dal nem ico. La presen te convenzione sarà conmnicata alla R ussia e all '!\ustria, che pot ranno parteciparvi. Le truppe bavaresi , per qualsiasi pretesto, non potranno essere destinate ad operare in Italia, o nei Paesi Bassi, ma soltanto con le truppe imperiali in Germania. V. T rattato di Monaco (24 agostO 1805). Alleanza tra Francia e Baviera .. Le parri contraen ti si garantiscono reciprocamente l 'integrità de.i rispetti,,i Stati. I n caso di guerra la Francia manderà in Germania un esercito di i:oo mila uomini, ai q uali l'Elettore n e aggiungerà 20 mila, col dit ino però di non operare che in Germania. In caso di felice successo nella guerra, la Francia promette di nulla reclamare del territorio al d i là del con fine presente del Reno e d i adoperare, anz i ogni inAuc11za per estendere ed arroton dare convenientemente il territorio bavarese. Se mai, ncll.a guerra, l'Elettore dovesse essere momenta neamente spogliato dei suoi Sta~i, la Francia gli fornirà un sussidio sufficiente al mante nimento delle truppe bavaro,palatinc. Mont1co (iri lat. Portus o Arx Herculis Monae,·,). Città e p iccolo principato sov rano, incastrato nel clip. francese delle A lpi Maritti me, sul litorale del Mediterraneo, fra Mentone e Nizza. Deve l'origine e il nome a. un tempio fen icio dedicato a Melkarte (o Monaecus) a protezione del porto che fu poi cartag inese, marsigliese e romano . Il principato di M. si sviluppò nel medio evo attorno alla città, pur essa antichissim a .e fondata dai Focesi d i Mar siglia. V i si stabilirono i Saraceni che ne fecero nel JX secolo una base per le loro scorrerie. Nel secolo seguente, i Grimaldi di Genova scacciarono da M. i Saraceni e ne ebbero d a O ttooc I la signor ia, lhe estesero alle località d i Roccabruna e Mentone . La protezione quasi costan te della Francia, permise al piccolo Stato di resistere con successo agli attacchi dei Genovesi e degli Spagnuoli , rimanendo costantemente nelle mani della casa Grim ald i, eccezion fatta. dal ' i94 al 1814, epoca in cui fu annesso alla Fran cia . La rivoluz.ionc del 1848 gli fece perdere Mentone e


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Roccabrnna, che si erano cosrituite a repubbliche iodipcndenri e che la Francia acquistò nel 1860. Nelle JÒtte continue che nei secoli XVI, XVII e XVIJl la marina da guerra ponùficia, i cavalieri d i Malta, la repubblica di Genova e gli - altri St ati italiani ebbero a sostenere contro le n;1vi dei pirati barbareschi_, anche il piccolo principato di M . pa"tecipò attivamente con qualche galera a fianco degli Stati maggiori. Col trattato di Parigi del 20 novembre 1815, venute a cessare le relazioni d i protezione tra la Francia e il principato di lvi., queste vennero assunte dal Piemonte, e I '8 novembre 18J7 vennero conci.usi accordi nei quali si stabiliva che in M . vi sarebbe Antica bandiera uua g uarnig ione di mezzo dello Stato di Monaco bgl. di fanteria e 12 ar1iglieri piemontesi; che il principe venisse nominato, da S. M . il re di Sardegna, capinh10 e governator_e della piazz;i, con la stessa autorità e fa. coltà dei generali comandanti le piazze forti del Regno; che g li ufficiali piernontesi, de_stinati di guarnigione a M., dovessero prestar giuramento nelle mani del principe di custodirgli fedclménte la piazza; che a queste condizioni S. M. lasciava il principe nella sua libertà e sovranità di lvi. , Mentonc e Roccabruna. Secondo i nuovi ordin_amenti del 18J5, la g ,iarnigione d i M. faceva parte della divis. militare di N izza . Nel principato risiedeva un ufficiale genera le come « luogotenente del" Re » . Ciò durò fino al 1860. ·

Monaco Vincenzo. Generale, n. e m. a Tricarico (18491932). Sottot. de l genio nel r872, insegnò fortificnioue alle scuole m ilitari di Modena e di Caserta. Colonnello nel 1903, fo direttore dd genio a Taranto. In P. A . nel J907, passò nella riserva nel 19u e nel 1914 fu promosso magg. genera le.

Monaco Vincenzo

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Monaco di Longano

Monaco Federico . Generale medico nel la R. Marina, n. a Nap,oli nel 1864, entrato in serviz io nel 1887, promosso brigadiere generale nel 1922, magg. generale nel 1923, ten . gçnerale nel 1926, collocato in P. A. nel 1929. Prese parte alla campagna d'Africa del 1896 cd alla guerra mondiale . Monaco di Longan.o Roberto. Ammiraglio, h . a Portici nel 187r, entrato in servizio nel 1885, promosso sotto amm ir . nel 1922, contrammir. nel 1923, .ammir , di clivis. nel 1926, di squadra nel 1927. P rese pane alla guerra mondiale nella quale guadagnò u na medaglia d'argento; Dopo la guerra comandò la di vis. siluranti (1925), la piaz·za

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marittima di Ven~zia (1926), il dip . marittimo dell 'Alto Tirreno (1927) e la p,azzaforte mar. <le La Spezia (1930).

Monasterolo. Comune in prov. di Cuneo presso il Vara ita, Vi si combattè (16 apr ile ,394) una battaglia fra truppe del marchese Federico d i . Saluzzo e truppe del marchese Amedeo cl' Acaia, che rimase vincitore, · e, fotto prigioniero il figlio dell' avversario, lo fece rinchiudere nel castello di Tor ino, dove rimase fino alla morte di Federico.

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Monastir (o Bùolia; ant. Eracle11 Lince,), Città della Macedonia serba, nella Jugoslavia, alle falde del m. Periseri, sopra un piccolo àfflucnte della Cerna. Situata in posizione strategica irnportan(e, essa rrovasi sulla porta dello Stretto per cui si accede ai grandi laghi, a Rcsen, Ocrida e Strunga e quindi attraverso il Piodo, verso l'Alban ia cd i porti dell'Adriatico. Parecchie strade vi convergono provenienti da Salonicco, dal Mar Egeo, da Durazzo, da Uskub e da Adrianopoli: Monastir è testa cli linea della ferrovia di Salonicco-Fiorina che, in avvenire, dovrà venire prolungata su Durazzo e su Valona. È il punto più accessiç,ile donde ùn 'annata possa pcnètrare dalla Macedonia in Albania : di q ui passava infatti l'antica via " Egnatia » . Oggetto dd la cupidigia dei Greci, dei Serbi e dei Bulgari, divenne serba pel trattato di Bucarest del ,1913; durante la recente guerra passò in mano dei Bulgari che la tennero dal 3 d icembre 1915 al 19 noveiubre 1916, epoca in cui fu ripresa dal! 'armata d'Oriente. i. Battaglia di i\1011astir (1912). Ap partiene alla prima guerra balcanica. Meiltrc si profilava da n◊rd la minaccia serba contro M., il comando dell 'armata turca del V;,rdar, inorgoglito del parziale successo ottenuto con tro la 5& d ivis. greca, decise a i primi di novembre di opporsi all'avanzata della 1• armata serba, p rendendo posizione nella conca di M. e schierò le sue forze lungo la linea continua di alture, che da sud di Srrezovo, per q . 1 150, Kjeromarica, Orizari contorna !a città da nord-ovest e da nord, e nella valle del la Cerna fino ad est di Cekrikci, con tro l a zona acquitrioosa. Robusti trinceramenti e parecchie ridotte campali rafforzavano la fronte t.urca, che aveva uno sviluppo di circa 25 km. Su questa linea erano schierati tre C. cl' A.: i l VI a sinistra; il VII al centro; il V a destra. In riserva generale, nei pressi di M., Zekk i Pascià aveva tenuto a sua disposizione due divi s. di Redif . In totale le forze cieli 'armata turca, secqnck, i calcoli più atrendibili, ammontavano a circa 50.000-60.000 u. con 80 cannoni . Contro questo schicrame1110 avan~arono i Serbi, disponendo della 1• armata, rinforzata dalla clivis. Morava 11 e da u na br igata, tratte dalla 3• ar ma,ta. In totale 5 divis., una brigata d i fanteria e una divis .. di cavalleria : circa 75 .000 combattenti, con nun1erosa artiglieria. Il piano dei Serbi per la imminente battaglia consisteva nell 'attaccare fron.talmellle con due divis. al cent ro, tentando co.ntcrnporancamente di avviluppare lo schieramento nemico sulle due ali. Ta le compito era affidato alla di vis. Morava, per i monti, contro la sr. dei T urchi; alla divis . Danubio I per la sr. della Cerua. li Comando serbo aveva a sua disposizione una divis. in seconda linea, Poichè si faceva anche affidamento sul concorso dei Greci da sud, era stato 11.ffidaw alla divis. di cavalieri~ il compito di, prender\, contatto con essi, comp letando la minaccia a tergo dello schieramento turco. li JS l 'offensiva fu iniziata dai Serbi e la lotta durò quas, ininterrotta per tre giorni e tre notti. Il r5 i Sei-bi,

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avanzando iniz ialmente s u u na fron.te di c irca 50 Km . ,

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furono notevolmente ostacolati dalle difficoltà del terreno; e mentre la cavalleria si portava' nella zona di Kenali, minacciando seriamente lo schieramento turco, le colonne ccntritli respingevano alcuni posti avanzati della d ifesa . I Turchi vennero perciò costretti a difendersi sulla linea principale. li 16 l 'avanzata prosegue più spedita, perchè }'artiglieria serba riesce ad assicura rsi una superio rità defi-

nitiva su quel la turca. In complesso il successo già si delinea per i Serbi su entrambe le ali, soprattutto alla dr., perchè la divis. Morava aveva potuto occupare le posizio ni di Gij avat, che controllano Jc c01nunicazioni su Kresna. Il giorno r7 la lotta si fa pii, accanita: la linea turca è rotta in qualche pun to al centro; un contrattacco wrco lanciato contro l 'ala dr. serba è ributtato . Alla sera la situazione dei Turchi è grave. Ndla notte fra i l 17 cd il 18 i Serbi non sostano, per impedire al nemico cli sottrarsi alla pressione. Il centro e l'ala sr. della difesa si sbandano e ripiegano io disordine. Invano Zekki pascià cerca di t ratte ne re i fuggiaschi, facendo loro fuoco addosso con d~e batterie ; nella notte è costrcno a date l 'ordine di ritirata su Florin a per tentare di salv?re, col favore <!dl'oscurità e della nebbia, gli avanzi della s<1a annata . Non vi r iesce, pe rchè la colonna in rititata è assalita dalla cavalleria serba a Kenali e dispers~. Alle ore 2,30 del 18, M. cade in mano dei Serbi. , I T urchi per dettero nella

'battagl ia Tj .0OO u. fra morti e feriti, 10 .000 prig10rnen, 51 pezzi , m'!nizioni e vettovaglie i n abbondanza . Uffièialnicote, da pa rte serba, si sono confessat i 8000 uomini [uori combattimento. fl.

Operacio,,i imomo n Mouastù

(Guerra Mondiale,

13 settcmbrc-19 novembre 1916). Fin dal 17 agosto i Bulgar.i, passato il confine greco, avevano proceduw fi no alla foce della S trnma ad est, fi no al lago di Os1rovo, Florina e Branitza ad ,. ovest, obbligando i· Serbi a ripiegare su E ksisn e Sorevich . Tale avanzata dei Bulgari nella regione di M . preoccupò i 1 comando alleato, pcrchè se fosse riusciro al nemico d i sfondare la linea dei monti della Vodena, no,, vi sarebbe stato più nulla per arrestare la sua discesa in piano e la sua penetrazione jn Grecia . Da ciò la decisione di 111uoverc alla riscossa con obiettivo M . Compito degli Inglesi e della 35" divis. i taliana, schierati nel settore orientale, impegnare l'avversario cÒn azioni dimostracive. Lo schieramento delle forze direttamente concorrenti all' offensiva era con i Serbi alla dr., il gruppo dei Franco-Russi (156a e 57• divis . e brigata russa D ietrich) al centro ed alla sr. dov'era una, brigata francese. Obbiettivo dei Sc:rbi : i monti Malka Nidze e K aimakcialan; dei Franco-Russi del gen. Cordonnier, !"att acco èlei Bulgari che erano più ad ovest. Fino dal 13 sette1nbre i Serbi riescono ad impadronirsi del Ma lka N idze e di Orehovo, con la cattura di 25 can-


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noni ed il 17 i Franco-Russi occupano Florina; i Serbi, dopo d 'avere cacciato i Bulgari dalle alture di Gonicevo - il colle fra il lago di Ostrovp e la pianura di M . li attaccano con feroce energia su l Kaimakciatan, di cui s'im possessano, facendone strage. fJ 20 settembre però i Bulgari difendevano ancora una liJ1ea a sud di M. che passava per Kenali e lungo la linea nord della_ Ccrna. Attacchi franco-serbi, senza sufficiente · preparazione, falliscono. Il gen. Serrai!, nonostante gli vengano segnalate le condizioni d i esaurimenro delle truppe, ordina che si rinnovino prima il 6, ppi il 14 ottobre, ma sempre gli assalitori vengono ributtati con gravi perd ite. Indignato, specialmente per il confronto con i risultati ottenuti dail'offensiva serba, ed attribuendo il fallimento degli attacchi francesi ad insufficiente vigore di comando da parte dd gen. Cordonnier, lo fa sostituire: in sua veee viene mandato il gen. Leblois. Essendo giunta in Macedonia la brigata Ivrea (16! 0 e 162"'), il generale Potitti chiede che essa sostituisca una delle brigate della 35• divis. già in li nea sul Kruscia Balkan, per poter concorrere con quest'ultima (briga ta Cagliari), uno sqdr. del « Lucca » ed alcune batterie da mont. alla ripresa offensiva verso M.

Presa di Monastir (1918): 1, movimento aggirante italiano; z , mo... vimento aggirante francese; 3, 4, attacco centrale alleato; 5, 6, mo• vimcnto aggirante franco•serbo; Ii II, prima e seconda linea di difesa bulgara.

che il gen. Sarrail stava preparando. Compito della brig. Cagliari fu quello cli dare il cambio, ·il 14 novembre, alla brigata di sr. della 57a francese e di avanzare lungo la cresta dei monti Baba, elevati · su 2000 m. e già copel'ti da alto strato di neve, a sud-ovest di M. verso Kiccvo e Gradesnitza; una colonna francese sulJ sua dr., pro1 cedendo a· mezza costa parallelamente, doveva collegarla col grosso ciel gruppo franco-russo procedente direttameme su M. Alla d r. i Subi continuavano ad operare nella zona Kaimakcialan-Ansa della Cerna. Mentre il 18 noyembre la brigata Cagliari occupava il colle di Ostretz ed i l 19 il 53° conquistava il « Dente di Velussina ,, ed occupava q . 2209, i Serbi, che fino dal 31 ottobre avevano occupato Tcpavcied il 2 novembre Iarotok, nei giorni successivi si stabilivano su q. 1378, punto culminante della parte meridionale dell'ansa . Anche i Franco-Russi fino dai primi di novembre avevano r ipreso l'avanzata e sfondata la linea cli Kenali, ma il 14 novembcc erano stati respinti con gravi perdite.. Senonchè l'occupazione d i q. 1378 da parte dei Serbi e l'avanzata della brigata Cagliari lungo la cresta del Baba, donde si minacciàvano tutte le posi-

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zion i intorno a M. d'avv,olgi mento, indussero il giorno appresso i Bulgari ad abbandonare le loro linee ed il 18 a sgombra re la stessa città, dove il 19 entravano i Francesi. Là brigata Cagliari , insieme con la colonna francese che procedeva sulla sua dr., avrebbe dovuto . puntare su Tzcrvna Stcna per impadronirsi delle .posizioni · che CO· prono M. da nord, e donde si ha efficace dominio a buona · portata di tiro d'anigl ieria sulla cit;à stessa, ma la colonna francese, contraria}llente agli ordini ricevuti, si diresse su M. e perciò la brigaca Cagliari (gen. Dcsenzani) trovandosi -:on entrambi i fianchi scoperti, ritenne imprudeme di procedere da sola verso l'obiettivo assegnatogli e pure essa afAuì su M . Ne conseguì che la città rimase bensì occupata dalle forze alleate, ma sotto il tiro efficace dell'avversario. La cattiva stagione ed il fatto che i Romeni erano stati completamente battuti, indussero i governi alleati ad ordinare la sospensione delle operazioni offensive. Monastir. Città della Tunisia, sul Mediterraneo. Ba,;tioni del mediò evo. Nel 1540 fo presa dai cavalieri di Malta e dai Siciliani. ·Nel 1550, avendo Dragut alzato bandiera turca sulla città di Afrodisio e di M., fu diretto contro di lui una spedizione a cui presero parte navi imperiali, pontificie, toscane e maltesi. Il castello di M. fu preso d'assalto dopo otto giorni d'assedio. Nel 1603 fra' Ascanio Cambiano, piemontese, generale delle galere di Malta e ammiraglio, tentò _ invano un attacco contro ,V. con una squadra composta cli crnque galere, quattro fregate e q uattro feluche.

Moncada (Ugo d4). Capitano spagnuolo (1466-1528). Combattè nel 1496 contro i Francesi in Catalogna e nel • Rossiglione. Venuto in ItaMoncada Ugo lia, fu al servizio di Cesare Borgia, e , morto questi, di Consalvo di Cocclova. Passato nelle Fiandre (1522) si d istinse a Tournai e poscia Carlo V lo nominò vicerè di Napoli. Nel 1524 alla testa di 16 galere si scontrò contro Andrea Doria, che comaoclava una flotta francese, e ne fu sconfitto e fatto prigioniero. Due anni dopo tornò libero, e fu agli ord ini dd conestabile e q_uivi bloccato da una flotta francese, perì mentre lenta va di forzare il blocco. Moncenisio (Colle del).' Passo <lelle Alpi Cozie, che mette in comunicazione la valle della Dora Riparia con quella dcll'Arc. L'ottima rotabile si distacca da quella di Val Dora -a Susa, risale la fiancata occidentale del va llone della Cenisçhia e sbocca al ripiano su cui stanno l'Ospizio e il lago del Cen'isio, a oltre 1900 m . .Raggiunto il valico a 2084 m., scende a ripidi risvolti nella valle delI ' Are a monte di Lanslebourg. f;; la comunicazione rotabile più diretta fra Torino e Lione, via ModaneCha,nbéry. Non molto battuto nell'antichità, il M. ebbe traffico-maggiore dopo l'invasione franca: sembra da escludersi che se ne valesse Annibale nella sua marcia leggendaria; Mario e Pompeo vi avviarono per primi forzt ingenti; Carlomagno lo segul nella sua calata contro i Longobardi; nelle sue prossimità si svolsero fatti d'arme, importanti durante le moJ.te guerre tra la Francia e il


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Passaggio delle truppe francesi sul Moncenisio (aprile 1859)

Ducato <li Savoia, specie négli anni 1794-95. Là strada dd Cenisio fu oggetto d i assidue cure da p arte dei duchi Sabaudi, come quella che congiungeva le loro due capitali: Chambéry e Tori no. I-fa essa deve la sua miglioria più sentita all'ammi11istrazionc napoleonica, che ne curò l'assestamento fra il 1802 e il 18 10, durante il periodo di annessi.one del Piemonte all'Jmpero. Il colle del Piccolo M . (m. 2184), a sud del Crandc, è raggiunto da una strada mediocre che si stacca dall'altra olt re il lago e oltre il confine, segnato dal colle medesimo, scende a Bramans, fra Modane e Lanslebourg . Per il M. passò parte dell'esercito francese sceso in Italia nel 1859.

I. Attacco del Moncenisio (1794). Appartiene alle campagne della Repubblica francese, e fu tentato da una colonna francese di 1600 u. agli ord ini del gen. - Gouvion S. Cyr. La mattina del 6 apri le, queste truppe affrontavano le difese p iemontesi intorno al M., si impadronivano -del m. Tom ba e con un movimento aggirante per il Toet ·superiore attaccavano i Piemontesi in riserva ali 'Ospizio cost ringendoli alla ritirata . Presso i l forte Roncia, il fuoco d i un manipolo piemontese arresta gli invasori , i quali, venuto a mancare il concorso d i altra colonna francese (gen. Sarret) che non è riuscita a forzare il colle delle Archettes, r ipiegano sul Tomba. Quivi i Francesi

sono alla loro volta attaccati da un distaccamento del regg. Chiablese, cacciati dalla loro posizione, e respinti su Lanslebourg, donde erano partiti. IL Attacco del Mollcenisio (1794). I Francesi nelle prime ore del 14 ID.aggio r itentano l'impresa fallita un mese prima, e avanzano con 5500 u. al comando del gen . Dumas, d ivisi in tre colonne. I posti avanzati piemontesi, colti di sorpresa, vengono travolti. La nebbia impedisce la visibilità, e il cap. 1'\(agni raccoglie le sue forze i ndietro, al ricovero n . 15. A mattino avanzato, la nebbia si dirada e appare una colonna francese lungo il lago, mentre un'altra che ha raggiunto il Toet superiore punta sull'Ospizio. Il Magni è costretto a indietreggiare ancora, abbandonando il M. I difensori del Piccolo M. ripiegano per il colle Clapier a Susa. IJI. Attacco del Mo11cenisio (r8oo). Fu operato d a una colonna austro-piemontese, comandata dal Costa di Beauregard , j ] quale, partito ,la Susa la sera del 6 aprile, marciò tutta la notte, e val icò il colle Clapier nel pomeriggio del 7 e accampò presso il Piccolo M . La mattina scgtiente, div ise le sue forze in due colonne. La p rima dal colle del Piccolo M . puntò sul lago e da qui un reparto agl i ordini del magg. Mescho raggiunse e attaccò

L e posizioni del Moncenisio (1794)

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la posizione della Gran Croce, dove i Francesi , sopraffatù, fuggirono .ibbandonando 10 cannoni. Un altro reparto della prima colonn a marciò sull'Ospizio e vi catturò i 150 u . cbe lo dife ndevano, puntando sub;r,0 su Lanslebourg. Tale re parto j ncontrò per via un d istaccamento francese di 300 u. che si d irigeva all 'Ospizio , lo assalì all'improvvjso e lo sbaragliò. La seconda colon,na austro-piemontese aveva indugiato alla Villette, e arrivò in ritardo, cof c he alcuni piccoli reparti francesi riuscirono a sfuggire all'accerchiamento . Le a rtig lierie catturate vennero trainate farìcosan1cnte a Susa.

Moncenisio. Battaglione alpino, costituito il ,o aprile !02• e 131•, assegnato poco dopo al 3° grnp po, nella Zona Carnia. Nel febbraio 19r7 passò al 12° gruppo alpini nel settore dell'alto But, passando

1916, con le cp. 85a,

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r icevuto il comand o del 3° C . <l'A. dell'esercito di Spagna, occupò Valenza ed assediò Saragozza. Nel 1809 fu posto a capo dell'ese rcito di Fiandra, nel r8r4 d il'enne magg. generale della guardia n azionale parigina , e si d istinse il 30 marzo alla difesa della barriera d i Clich y cont ro gli A lleati . Luigi XVIII lo nom inò pari di Francia, ma r ifiutò, nel! 'agosto del 1815, di presiedere il consig lio di g uerra che doveva giudica re il maresciallo Ney. Allora venne destitu ito e rinchiuso a Ha m ; ma fu graziato l'anno seguente. D mante la guerra d i Spagna del 1823, M . comandò il 4° corpo ed occupò la Catalogna. Nel 1833, Luigi Filippo lo nominò governatore degli lnl'alidi.

Moncrieff. Ingegnere m ii. inglese del sec. XIX. Nel 1868 costrui un affusto per cannoni ad avancarica di grosso ca libro (23 cm .), da servire per opere d i fortificnione. Tale affusto fu qetto « ad equilibrio » ed appartiene alla categoria d i quelli « ad ccl isse >>. È a perno mediano, è incavallato con g li o recchioni s11ll 'affu~to p ropriamen te detto , che, a s ua volta, poggia, su l davanti, con gli orecchioni, tra due elevatori e, d i dietro, a mezzo di roteJle scorre sulle g uide oblique del telaio. Gli. elevatori sono fissati al telaio da congiunzioni trasversali e portano al d isot{.Q un con trappeso che facilita i l ritorno del cannone, riportandolo nella posizione d i sparo. L a parte posteriore degli elevatori è formata ad a rco, in maniera che

JVIedaglia dc(battagJ ione alpino l\1oncenisio

nell 'aprile alle d ipendenze della 53• divis., nella zona d i Plava e par tecipando alle operazion i sul Vo dice lino al 19 maggio. D opo periodo di riposo , a metà agùsto venne inv iato sulle Tofane . Ne l r ipiegamento del novembre 1917 si battè mentre operava la rilirata in ord ine e prese posizione su l Montello, donde, in fine dello stesso mese, fu. trasferito sulle pendici d el m. Tomba e quivi CO!llbattè con eroismo subendo gravi perdite. R , tirato dal fronte, vi tornò il 12 dicembre, nella zo na. del Grappa, e fino al 20 partecipò alle o perazio ni sul Col Caprilc. Nel gennaio, il M . è ancora , dopo breve period o d i riposo, sul Grappa; poi passa in Val Camonica (m . Fumo e _passo cli Campo) e di qu i nel settembre sulle posizioni tra Castellaccio e Punta d i Lagoscuro. Sceso a Vczza d 'Oglio, l'offensiva fi nale lo trova in Val Vermig lio con le truppe della 35• d iv isione . Le sue perdite in guerra an1monra rono a ufficiali morti 9 , feriti 42, dispersi 20; u . d i truppa morti 239, feriti 799, d ispersi 359.

Moncey (Giovanni ;1driano Jcannot de) . Duca di Conegliano, J11aresciallo e pari d i Francia (1754-1842). Nel 1769 si arruolò nel l'esercito francese e nel 1793 {u no1ni Moncey Giovan ni

Affusto lVloncrieff quan(lo le rotelle d i scorrimento, nella loro corsa sulla pr ima pa rte dcli 'a rco piegata più fortemente, hanno girato indietro, durante la corsa sulla parte piatra, la forza d i leva ciel contrappesq va crescendo p roporzionalme nte. Dal lato esterno di ciascun elevatore si trova una ruota dentata epicicloidale che si incastra in u n arganclto, fissato sull 'asse della parete ciel telaio. Questo arganetto è collegato con una ruota dentata da fermo , munita di un chiavistello automatico e di un freno a corda. Con questo congegno l 'affusto può essere tenuto i n qualsiasi posizione e se ne può regolare l 'avanzata e la retrocessione.

L'affusto M . fu subito ado ttato d all 'Inghilterra; in segui.lo subì mo lte mod ificazion i e m iglioramen ti. Le sue caratter istiche sono p resso a poco ]e stesse d i quelle dcli 'affusto usato nelle marine nel secolo XVI, e chiama to i< Scalo ne ,~.

nato comandante della legione cacciatori cantabrici. Mand ato ne ll 'esercito dei Pirene, occicleruali, ne divenne comand an te in capo, vinse gli Spagnuoli in diversi scon tri Mondaini (Bartolomeo). Gene rale, n. e m . a Venezia e li costrinse alla pace nd luglio del 1795. In seguito e bbe (1857-1929). Sottot. d i fanteria nel 1878, meritò la mcd . il comando dell'arm ata delle Cotes-de-Brest, Nel 1800 comd i bro nzo d i benemerenza nel terremoto del 1908. Cobatti: a Marengo, occupò la Valtelli na e , con Macdonald, lonnello nel 1909, ebbe il comando del 23° fanteria, col fece la campagna dei Grigioni. Ispettore generale del la q uale nel 1 9 11 entrò in g uerra contro la Turchia, merigen darmeria nd 1801, maresc. dell ·,mpcro nel 1804, (u . cando la mcd . d'argento a Massri e Zan zu r. Rim patriato, fatto duca di Co neglia no nel 1808. Nello stesso anno, comand ò il 24° fan te ria e nel 1914 andò in P. A. Richia-


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mato in servizio per la guerra contro l'Austria, comandò il 60 g ruppo centri di mobilitazione fanteria e tu promosso magg. generale della riserva nel 1916. Nel 1923 assunse il grado cli generale tii divisione. Mondiale. (Guerra 1914-1918, detta anche Grande Guerra o Guerm delle Nazi~ni).

LE c,,usJC. D i un fenomeno grandioso come fu b guerra mondia le sarcbbè puerile far risalil'e la responsabilità unicamente ad una persona o ad un gruppo d i 11ersone, es-

sendo evidente che un fatto simile non può essere che la conseguenza d, un gravissimo squilibrio, prodottosi a poco a poco nell'edificio politico del monclo, fino a determinare l'immane rottura; senza peraltro escludere che alle cause lontane e generich e ,e ne debbano aggiungere altre vicine ccl immedia>te, tali da implicare singole cd esplicite responsabilità. Il secolo XIX ebbe quali caratteristiche lo sviluppo <lei principio <li nazionalità come base per agglomerare i popoli , e il principio liberale come fon<lamemo degli ordinamenti statali. Alle lotte che ne deri\'arono si sovrapposero anche le competizioni coloniali , rese più vive dalla necessità di assicurarsi le materi.e prlme occorren ti

sem pre in maggior quantità per l'accrescersi delle industrie e dei comn·1crci e per il progressivo incremento della popolazione in talune stirpi, mentre la d iminuirn natalità in talune a ltre e la scarsità di braccia in tuluni continenti determinavano pili intense corref!jtì di emigrazione . Per conseguenza il t rattato d i Vienna col quale la Santa Alleanza aveva voluto nd 1814-15 ristabilire .in Europa l 'equilibrio profondamente turbato <!all'epopea napoleonica, divenne presto an tiquato, e la stessa sorte toccò successivame nte ai nuovi trattati che , al pari d i quello di Versailles del , 871 e di Berlino del 1878, mirarono a nstabili rc la pace. L'instabil ità ddl'e<1uilibrio politico sul principio del secolo XX era anzi giunta a tal punto da apparire evidentt: per alcuni indizi, quali la gara per gli armamenti, il fallimeoto delle conferenze internazionali del!' Aia per la pace, l'innaturale raggruppamento degli Stati eu rope i in alleanze, sicchè la Francia repubblicana, scaturita dalla rivoluzione del 1789, crasi lega ta con la Russia imperiale e dispotica e l 'Italia col proprio nemico ereditario, accampato sul l'Adige e su ll 'Isonzo e insidian te le sue coste orientali dal la sponda illirica. E vi era la penisola balcanica, con le stirpi frammischiate ed in perenne rivalità fra loro, con wnfini diAicili da tracciare 1

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e cupidigie ancor meno agevolmente saziabili; la Turchia non ancora incivilita a cavallo del Ilosforo e elci D ardanelli ed al centro del! 'Europa, amica della potente Germania; la n1on:-1 rchia austro-ungarica, mosaico dì stirpi diverse cd auragonistiche insieme cementate a dispetto del principio di nazionalità, principio conculcato anche dalla Germania e dalla Russia riguardo ali'A lsazia, 'alla Loren.a , alla Polonia, a talune provincie baltiche e alla Bessarabia. Se a queste cagioni politiche d i equilibrio instabile si aggiungono le rivalità j ndustriali e commcrc1ali ognora crescenti tra la Gran Bretagna e la Germania, la quale ultima, assicuratasi una flotta mercan<tile ·notevole, mirava al predominio marittimo con graduali accrescimenti aoche della flotta militare , e sent iva ristretti i propri confini rispetto all 'i ncessantc aumento delle popolazioni restìe ad emigrare, si vedrà che tosto o tardi un conflitto en, probabile per un complesso inesorabile cli motivi politici, etnici, geografici, demografici ed economici, e che la buona volontà degli uomini. poteva bensl ritardarlo, ma assai d ifficilmente evitarlo. Le due guerre /JalcanicÌJC (V .) fmono il prodromo della conflagrazione generale. I nvero, l'asscstamcn.to della penisola succeduto alle medesime precludeva all'Austria-Ungbcria la marcia attraverso al Sangiaccato di Novi Bazar, e quella ulteriore s~int a verso Oriente che costituiva la sua politica tradizionale, incoraggiat a dall'alleata Germania e confermata dali'anncssione della Bosnia e dell'Erzegovina, attuata nel 1908 ad_ onta del tratrnto di Berlino e suhìta. dall'Ital ia pro bono pacis, ma non se.11za amarezza. L'ur.cisione dell '.uciduca Francesco Ferdinando e della sua con sorte) avvcnurn per: ma.no di congiu rati serbi in Sarajevo il 28 giugno 1914, ft, come una scintilla _gcnata nell'immensa polveriera balcanica e bastò a provocare il grande conflitto. Dalle cause remote e generiche si passa cosl a quelle vicine e specifiche, per k quali le responsabilità dei governi tedesco ccl austro-ungarico risultano indiscutibili . Dei propr i propositi bellicos i la German ia già aveva dato [>recedenti prove con gl'intrighi marocchini che posao• capo alla conferenza di Algcsiras nel r906 e ali 'incidente di 1\ ganir nel 19IT; l'Austria-Ungheria a sua volta fin dal 1913 aveva divisato di aggredire la Serbia, ma ne era stata dissuasa dal governo .ita liano, il quale aveva dichiarato che le conseguenze che ne fossero derivate non avrebbero costituito il cams /oederis previsto dalla triplice allea nza.

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Distruzione di un ponte sulla ìvlos::i. operata dai Belgi nel 1914


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Il cannone e-ampalc francese da 105 mm. 1

L AZIO~E DELLA D IPLOMAZIA . L 'avvcnin1ento tragico di Sarajevo parve ai due goveroi alleati ottimo pretcslo pc~ non più tergiversare; i progetti austro-ungarici furono approvati in una conferenza segreta, tenuta il 5 luglio 19r4 a Potsdam fra il cancelliere Betunann Holwegg e i capi militari sotto la presidenza dello stesso imperatore Guglielmo Il; e all 'insaputa dell 'Italia, terzo alleato, fu intimato dall 'A ustria alla Ser bia , i l 23 lug lio, Uil « ultimatum " inaccc~tabile . Frattanto il 6 luglio Guglielmo II si e ra imbarcato pe r un viaggio di p.iacere verso la Norvegia, allo scopo di lasciar credere che in Europa tutto fosse tranquillo. L' « ultimatum >1 presentato alla Serbia dal minjstro aust riaco a Belg rado r ichiedeva la risposta ent;o le ore 18 del 25. Alla Serbia, accusata di avere armato la mano degli assassini, erano state proposte dicci condiz ioni così d raconiane da menomarne la dignità e la libertà . Essa tuttavia alla scadenza del termine rispose accettando tutte le condizioni, fatta soltanto una par?:ia le eccezione per il 5° e il 6° articolo, e dichiarando che, se le sue rispoS'te non fossero state ritenute suffic ienti, essa Offriva

di d iscuterle ulteriormente, o deferirle alla Corte dcl l'Aja, o alle grandi Potenze. l i presidente del Consiglio serbo, Pasic, aveva ciò fatto cedendo alle pressioni dell' Inghi lterra e della Russia , le quali miravano a risolvere pacificamente i l conflitto. D i fatto, mentre il minist ro Sazonov d ichiarava energicamente che un 'aggressione cm>tro la Serbia non sarebbe stata tollerata, sir Grey proponeva un a conferenza degli ambasciatori tedesco, francese cd i taliano sotto la propria presidenza, per trovare u1ta for muÌa accettàbile circa i due articoli controversi; ma questa pro posta non fu accolta dalla Germania, ritenendo essa che l'Austria si mostrasse fin troppo conciliante col non mirare ad alcuna conquista territoriale. Fall ito il tentativo britannico , l'Austria, che la German ia spingeva all 'intransigenza, dichiarò il 28 luglio 1914 guerra all a. Serbia . A questo atto seguiva, il 31 luglio, la· mobilitazione russa in risposta alla mobilitazione austriaca. Nello stesso giorno i l governo· britannico chiedeva ufficialmente ai governi francese e tedesco se, in caso di guerra fra loro, avrebbero

rispettato la neutralità dd Belgio, sancito dal traitato di Londra del 26 giugno 1831 e riconfermato il 19 aprile 1839 e il 9 agosto 1870. La Francia r ispose subito affermarivamente alla nota britannica; la Germania invece alle 14 del 2 agosto chiedeva libero passaggio alle proprie truppe attraverso il te rritorio belga, e il governo di Bruxelles fieramente rispondeva che non avrebbe potuto acconsenti re senza sacrificare l 'onore della nazione e tradire i propri doveri di fronte all 'Europa. Fin dal 1° agosto l 'imperatore Guglielmo, col pretesto che lo czar N icola avesse mancato a ll'i mpegno assunto il giorno prima verso di lui di arrestare la mobilitazione russa, dicruarava la guerra ail'impero moscovita e ordinava nei propri Stati )a mobihtazione generale, g ià parzialmente iniziata in segreto dal 25 luglio ; e la Francia, a sua volta fedele al t rattato di alleanza, ordinava la mobilitazione al le 16,20 dello stesso giorno. Seguiva alle 18,45 cld 3 agosto la dichiarazione di guerra della Germania alla Francia, li 4 agosto il governo di Londra, avendo av uto risposta negativa alla nota con la quale insisteva sull 'inviolabilità della neutralità del Belgio, il cui confine era varc:JJtO il giorno stesso dall'armata tedesca della Mosa, rich iamava il proprio ambasciatore da Berlino e il 5 dich iarava guerra alla Gern1aoia; e fu appunto 1icll'ultimo colloquio tra l 'ambasciatore britannico e il cancelliere tedesco, che q uesti si lasciò sfuggire la storica frase, nella quale i tramrti erano definiti n ull'altro che pezzi di carta, Il 10 agosto la Francia dichiarò la guerra aU'Austria. Il 15 agosto il Giap pone, secondo precedenti accord i con la Gran Bretagna, diresse alla Germania un « ultimatum » , chiedendo che le navi tedesche esistenti · nelJe acque g iapponesi o ci.nesi fossero disarmate e che fosse consegnato al Giappone il terri torio di Kiao-Ciao, ceduto dalla Cina alla Germania il 5 gennaio 1898. Allo scadere del!'« ultimatum», non aven do r icciuto risposta, anche il Giappone dichiarò guerra alla Germania (23 agosto). L 'Italia, in dipendenza del fatto che la triplice al lea nza era un patto esclusivamente difensivo, e coerente alla d ichiar azione già fatta nel 1913, che un 'aggressio:ic dell 'Austria contro la Serbia non po-


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tcva costituire il casus foederis, si d ichiarava neutrak (31 luglio) . Il Montenegro si dichiarava solidale con la Serbia. Così aveva principiò il confli tto mondiale essendovi subito impegna.ti Austria-Ungheria e Germania da un lato, contro Francia, Giappone, Gran Bretagna, Montenegro e Serbia dall'altro. Il primo atto della guerra fu I "invasione del Belgio; !a campagna del 1914 si combattè poi principalç.1ente su tre fronti : q,iello Ocàden/t!le, che abbracciava l'ultimo lembo del Belgio e Ja parte orientale e settentrionale della Francia; quello Orientale, costitu ito dai territori della Prussia orientale, della Polonia e della Ga-

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sotto la protezione d i 5 C. d'A. e 5 divis. di cavalJeria schierati al confine, e i trasporti di mobilitazione propriamente detti furono eseguiti dal mezzogiorno del 2 agosto al menogiorno del 5. I trasporti di radunata, suddivisi secondo l'urgenza in d11e periodi, furono compiuti tra il 5 e il 18 agosto. L"esercito belga contava 58_000 uomini sul piede d i pace; bencbè _gli obblighi m ilitari fossero srnti ampliati con una legge del 1913, poichè questa non sarebbe giunta a rotazione completa che nel 1926, il Belgio non potè mobilitare ne.i 1914 che circa II8.ooo uomini raggruppa.ti in 6 divis. di fanteria e una divi,. di cavalleria, oltre i presidi d i Anversa, Liegi e Namur. li 29 luglio I 'esercito passò sul piede d i pace rinforzato, il 31 alle 19 fu dato l'ord ine di mobilitazione generale. La radunata fu compiuta il 5 agosto. L'esercito

britannico, dove ndo

normalrnente

servire

a

scoj>i different i da quelli degli eserciti continentali, era t.urtora hasaro sul sistc1na di anuolan1cnto volontarjo, jovece che su quello della coscrizione, ed era piccolo in confronto della popolazione del Regno Unito e del!'impero d'oltrcn1are . La flotta era invero considerata come

,r.rumento principa le dj offesa e di difesa_ Allo scoppio della guerra mondiale, era soltanto prevista, per concor rere

ad operazioni sul contine nr.e, la costituzione di un

corpo di spedizione (Expeditio,ury corps), forte di 160.000 uomini inquadrati in 6 divis. di fanteria ed una di cavalleria. Inizialmente, peraltro, di fanteria furono · costituite soltanto 5 divis. e di queste solo 4, raggruppate nei C. d "A . I e U, oltre alla divis. di cavaÌ!eria cd ai corrispondenti servizi, furono sbarcate in Fr~ncia ·e pre Il soixante.quinzc (7 5) francese

sero parte .alle prime operazioni. Mentre nella metropoli s1 attendeva a completare il corpo di spedizione, anche le

liz,ia; quello Balcanico, o Meridionale, che comprendeva la parte settentrionale della Serbia e il Montenegro, e m seguito si estese contro le linee degli Alleati nel mez zogiorno della penisola balcanica. La guerra si estese pure fin dal primo momento alle Colonie (V .) e all'estremo Orienre. LE FORZI! CON'l'RAPPOSTE., T,A MOBI L IT.,\Z IO~E., LA Jt.ADU:K:\TA. -

L'esercito francese contava, sul piede dj pace, 884 .ooo uo1nini i n Francia, i\..lgeria, ·Tunisia e Marocco, non com presi i conçiJJgenti delle altre colonie. Eccettuate le truppe dcli 'Africa settentrionale, queste forze erano raggruppate in 21 C. d 'A. , 44 divis . attive e 10 divis. di cavalleria. La mobilitazione fornì 3.781.000 uom ini, di cui 77.000 in digeni dell'Africa settentrionale, sempre non compresi i comiugenti delle altre colonie, e precisamente : 2.689.000 incorpora ti uelle annate o nei presidi delle fortezze, a disposizione del generale comandante i n capo; 935 .ooo presso i depositi, a d isposizione del ministro della guc'rra ; 157.000 in Algeria, Tunisia, Marocco. Le forze a disposizione del ge neral issimo furono ali 'inizio così ripartit~: 2r C. d'A., 46 divis. d i fanteria attive, 25 di riserva, 12 territoriali, 10 d i cavalleria, compreso il C. d 'A. coloniale ed escluso il XJX corpo, che rimase -in Algeria. Le divis . di fanteria e di cavalleria e i C. d'A. furono raggruppati in 5 armate e in un corpo di cavalleria di 3 divis. Le d ivis . di riserva, raggruppate per 3 o per 4. furono addette alle armate o conservate agli ord ini del generale in capo per compiti particolari (difesa del le Alpi, appresrameoto di zone fortificate, fortezze, ccc.). Le divis . territoriali furono parimen te destinate alla difesa deile Alpi, delle coste e delle fortezze. La mobilitazione si compì

Trincea nella p ianufa france.s e

colonie si apparecchiavano a dare il loro contributo alla grande guerra. A tale scopo si mobilitavano: nel Canadà, una divis. completa;- in Australia, una divis. di 20.000 uomini ed una briga1:.c~ d i cavalleria; nelle Indie, 2 divis. di fanteria e 4 brigate di cavalleria; nel!' Africa meridiona le, l'cscicito· del gene rale Botha, destinato ad operare contro le colonie tedesche. L'esercito russo contava sul piede di pacè circa 1.400.000 uomini, comprendeva più d i 37 C. d'A., di cui 27 in Europa e 3 nel Caucaso, e nella sola Europa 16 divis.


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cli cavalleria, oltre i Cosacchi. Ogni corpo d'armata era efficienza), r23 divis . d i fanteria, TI divis. di cavalleria , composto d i due divis . di fanteria. Furono costituite 10 più alcune formazioni dì laodwehr e <l i « Ersatz-reser vc » . armate e 3 comandi di fronte (gruppi d'armata), di cui Queste forze furono raggruppate in 8 armare e un distacdue iu Eu ropa e uno nel Caucaso. .Le rise rve di uom i11i . camento d'armata. Unità m inori d i landscurm furono de• potevano calcolarsi come inesauribili : in primo tempo st inate ai p residi delle fortezze e ai servizi di tappa. La furono richiamati circa 4 .000 . 000 di uomini. L'immensa mobilitazione segreta ebbe principio sin dal 21 luglio, sevastità del terriiorio e la relativa scarsità della rete ferguita i l .31 dal ,1 Kr iegsfahrzu,tand » (stato di minaccia roviaria rendevano la mobilitazione e la radunata r ussa di guerra) e il 1. 0 agosto dall 'ordine di mobilitazione gepiù lenta d i quelle dei suoi vicini; ma si ha motivo di nerale. ln questo modo la Germania aveva guadagnat~ ritenere che per d ue circoscr izioni, mediante p rovvedimenti 48 ore di tempo rispetto al la Francia e 2 4 rispetto ài specia li, le suddetle operazioni siano state accelerate, in Belgio. Queste operazioni furono compiute sotto la p10modo che !e armate 1• (Vilno) e 2• (Varsavia) fu rono 1czione di 5 C . d 'A. al confine francese e di quella -:he pronte ad iniziare le opcrazion.i il 20 agosto, cioè vari fu detta l'armata della Mosa al confine belga . Il 15 d';igogiorni prima delle altre . sto mobilitazione e radunata erano ultimate. L'esercito serbo allo scoppiare della guerra mondiale Dal confronto tra le forze complessive del] 'Intesa e quelle era in via di ricostituzione, dovendo portare a ro il nudegl 'Imperi cent:ali si vede che le prime erano numerimero <lei!:: <livis., che fino allora era stato d i 5. 11 paese, ca men ce superiori , m a erano costrette ad operare in tre benchè uscito pressochè esaurito dalle due guerre balcanuclei, separati da notevoli d istanze; mentre le seconde, niche e avente una popolai.ione di 3.000. 000 di abitanti, bcnchè numericamcJJte più dcb,oli, avevano il vantaggio fece uno sforzo eccezionale, r iuscendo a mobilitare durante della posizione centrale e quello di un molto più forla guerra 400. 000 uom1nr. Inizialmente m ise 111 arm i midabile armamento d i artiglierie. D i fatto, oltre ad una 10 divis . d i fanteria t:d una di cavalleria. maggiore dotazione d 'artiglierie pesanti campali alle grandi li .Montenegro era i n grado di porre m armi 4 clivis. unità mobilitate, esse disponevano cli uo molto più ricco costituite da una milizia di circa 40.000 uomin i, cosl cale potente parco <l'asse<l io, comprendente i morrai da colata in ragione <legli obblighi militari, ma esso poteva 420 mm . Krupp e quelli da 305 Skoda, allestiti segretain realtà fornire un nu1nero maggiore di a1·mati, esse.ndo mente senza che nulla ne trapelasse, e capaci di demoper tradizione un popolo di guerrieri, senza distinzione lire le fortificazioni corazzate, la cui· resistenza era stata di otà; n è di sesso. _ Questa sua caratteristica peraln o, se calcolata io relazione a calibri meno efficaci. Oltre a ciò, uni ta a lla nalura asperrima del terreno "poteva fare delle l' in iziat iva diplomatica e la conseguente precedenza nelle forze montenegrine un ottimo elemento di d ifesa locale, operazioni di mobilitazione assicuravano alle potenze cenle rendeva d':iltro lato poco a<latte a presrnrc <111 concorso trali and1e l'iniziativa strategica. efficace in una guerra manovrata fuori del proprio paese. I DISECKI DI OPE1_<,1z10NE. - Il piano di guerra tedesco da Tali, in r iassunto, erano le forze terrestri del l'I ntesa albasa.to su ll'ipotesi della doppia guerra comro la F rancia l'rnizio della guerra mondiale. e contro la Russia; non teneva conto èella eventualità Nel campo opposto erano quelle <legl 'Tmpe;i cene. ali, che la Gran Bretagna intervenisse nel conflitto a fianco cosl costituire : L'esercito austro-ungarico c:onn-\va, sul piede della F rancia, sia per la tradi.&ionak politica inglese alieoa di pace, 450 .000 uom ini, raggruppat i in r(, C. d'A., 4.!i dall'impegnarsi dirctrnmerue nelle lotte conrine11tali, ·sia c.!;vis. dì fanteria e 1 r di cavalleria. P<-r le cor,dizioni pcrchè si sapeva 11011 apparecchiata militarmente a fornire particolari interne della duplice monarchi..t, le cl ivis . di un notevole contributo di :Hmati. E quando i Britanni fan teria appartenevano per due ,terzi all'cs.!rc:tv coniune e: scesero in campo, i Tedeschi ne definirono l'esercito con1e per un _terzo alla landwehr, aven1i tutte caran erc pe11na" u11 disp rezzabile piccolo esercito ». Data !a possibilità nen te . La mobilitazione potè fornire 1 .500 . 000 uomini aldi n1anovra re per linee inter ne e la 1nobilitazione russa l'~scrcito comune e alla landwehr e 2.000. 000 di uomini per necessità più lcina di quella francese, il disegno di alla landsturm, oltre a 500. 000 uomini di complemento guerra tedesco, semplice cd audace ad un tempo, mirava (« Ersatz-rcscrve »). Soltanto la metà circa di questi cona far massa dapprima contro la Francia; schiaccìa,t.a e tingen ti aveva ricevu,to l'istruzione militare; n1a l' Austr.ia trovò in questa massa di gente di che supplire largamente n1.es.sa fuori causa rapidan1ente questa, \ ivolgersi contro la all'immenso logorìo dovuto alla lunga guerra . Con la Russia e barteda, col concorso dell'alleata Austria -Ungheria. li primitivo diseg no , dovuto al mar~sciallo von Sch lief.'en, mobilitazione, il nu mero delle g r,rndi unità mobilitate si aveva subito varie trasfon naz.ioni cd in.fine per opera del accrebbe di un corpo <l'armata, di una d ivis . di fanteria Mr,!tke, suo successore, era stato ridotto, nelle lince geneautonoma (43•, e di alcune brigate <la montagna e di rali, a qucs,to: Un gruppo di t re armate all'ala dr., atlandsturm, sicchè l'esercito catn!XÙe ragglu11sc inizialmente traversando i l Belgio, doveva cercare di aggirare la siuna forza d i 900 . 000 uomini circa. Il 25 luglio fu ordinistra francese, ovunque essa fosse; un g ruppo di due nata, a <latarc dal 28, la mobilitazione di cinque corpi armate al centro doveva assecondare, attraversando il Beld 'annarn ed altre unità m inori contro la Serbia; il 31 lug io e il Lussemburgo , la conversion.e del primo gruppo, glio, a datare dal 4 agosto, la mobilitazione generale; e i rendendo ad addossare l'esercito francese al Giura e alla t rasporti di radun.arn furono com,)iuti in modo da essere Sl'izzera; un g ruppo di due annate all'ala sr. doveva pronti ad operare il 1 2 agosto in Serbia, il 25 in Gali«ia concorrere all'avviluppamento dei Francesi au raverso la e in Polonia. Le forze della rnouarcb ia austro-u ngarica Lorena e l'Alsazia. Qualora i Francesi avessero per i primi costituirono inizialmen te 8 ar mate. aotaccato in Lorena, parte del gruppo centrale, facendo L'esercito tedesco contava 840 . 000 uom ini sul piede di fronte a Sud, li avrebbe attaccat i sul fianco sinistro. pace; la mobilitazione ue (ornì 2.500 . 000, che, mediante Questo piano contro la Frnncia, incno gra ndioso di quello lo sdoppiamento dei regg .• di fanteria e d 'artiglieria e <.lei immaginato dai l'0n Sch lieffen, il quale manteneva molto bg l. di cacciatori, costituirono in iz ialmen te 25 C. d ',\ . pi,1 forte l 'ala destra marciante, tendeva pur sempre, col attivi, 2 1 di riserva (in complesso 46 <li prcssochè uguale doppio avviluppamento, ad una gigantesca manovra sul


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tipo della battnglia di Canne. Contro la Russia la Germania si sarebbe intanto li mitala a sorvegl iare il confine orientale con un'armata e qualche unità di landwehr, mentre l'esercito austro-w,garico. approfiuando della precedenza della propcia mobili1azione. avrebbe senza indugio preso I'o/Tensiva, sia contro la Serbia per metterla fuori causa finch 'era isolata, sia mediante I' inv:1sionc della Polonia, in direzione da Sud a Nord, in modo da turbare la mobilitazione russa ed cvelllualmcnte prenderne di fianco le forze che mirassero ad invadere la Prussia orientale: eventualità ritenuta poco probabile. Nel campo dell'Intesa, il d isegno d i opcrnioni belga, necessaria mente difensivo, mirava semplicemente a coprire Bruxelles senza allontanarsi troppo da Anversa, che ne era la base di operazione, guadagnando cosl il 1empo necessaiio per operare in armonia con l'esercito francese, col quale nessun accordo era stato preventiv:tmcnce stabil ito. Il d isegno d i guerra francese, cono.sciuro sono il nome di « piano XVII », parti,·a dall'ipotesi che l'a\'Vcrsario o non violasse la neutralità belga, oppure, violandola, non si spingesse arl occidente della Mosa; aveva cQrattere emincntcmentt offensivo, con l'intenzione di non impegnare battaglia che con b totalità delle forze ben riunite, ben coordinate e ben collegate le une con le altre. A tal fine l'esercito francese do,•eva cs;cre schierato tra Bclfon e .\4ézières, pronto cosl alla difesa come all'attacco, il quale avrebbe donito svolgersi median,tc due azion i p rincipali, l'un:i sulla dr., nei massicci boscosi dei Vosgi e della Mosclla a va lle d i Tou l. l'altra sulla sr., a nord della linea Vcrdun-Metz, in collegamento fra loro me<liantc altre forze operanti sulle aliure della Mosa e sulla Wocvrc. Una variante nello schiern111ento era prevista nel caso in cui In neu tralità della Svi7.Zera fosse· stata violata. li disegno d i guerra serbo, poichè il piccolo Stato era ugualmente minacciato da Nord e da Ovest e ignorava cosl l'entità delle forze che l 'Austria avrebbe destinate rontro di esso, come la dire7,ione dell'attacco, mi rò necessariamente a concentrare le forze tra il Danubio e la Drin,1, p ronto a far fronte dall 'un lato o dall'Jltro, a scopo <li diicsa come d'offesa . Il di~gno di !?ucrra russo consisteva in un 'azione temporeggian te del gruppo d'armaie del :\1ord, le quali avrebbero dovuto invadere la Prussia orientale soltanto ,e vi rosse stata certezza di non incontra rvi importanti forze ne-

miche; ninne tcmporaggiantc anche io Polonia, tra il Bug e la Vistola, lascia ndo che gli Austro-Ungarici s' im pegnassero in quelb direzione; compiere frattanto la radunata di tutte le forze e col gruppo di armate più potente invadere la Galizia, minacetando ad un tempo la Slesia e l'Ungheria. All'nione degli eserci1i doveva naturalmente concorrere quella delle ,·ispettive flotte . La preponrleranza navale dell'Intesa, anche indipendentemente dalle forze na,•ali russe, isolate nel mar Baltico e nel mar Nero. faceva sì che da lato dcll"lntesa si dove55C tendere nl blocco delle coste nemiche e dall'altro a conservare le forze allo suto potenziale, pronte a profittare delle occasioni d i sontira che si potessero presentare, sia in circo;tanze impreviste, sia per l'indebolimento progressivo del nemico dovuto alle logoranti crociere e alle insidie subacquee. Oltre a ciò la Germania armò navi per una specia le g uerra di corsa, che arrecò g ravi danni al1'lnlesa, e andò via via dando maggior sviluppo alla

guerra coi sommergibili. Gu ,\V\"El<IMF.:<TI DEL 1914.

Il primo atto della guerra

fu l 'invasione del Belgio, Nello stesso giorno 4 agosto in cui l 'annata della Mosa varcava il confine belga, le avan guardie tedesche giungevano a contano della fortezza di Liegi, che cedeva il 16 agosto: le armate tedesche ave,•ano libera dinanzi a loro la strada ,di Francia. L'esercito belga iniziò il 18 agosto la ritirata su Anversa . Quasi contcrnporancamcnte si svo lgevano da parie francese due successive offensive in Alsnia che a cagione de~li avvenimenti sugli ahri traui del fronte non ebbero seguito. L ·esercito tedesco, lasciato un distaccamento a mascherare Anversa, affrettò sin dal 17 il movimento dell'ala dr. che a marcie torza1e invase il ;ettcn-trionc della F rancia, mentre il centro procedeva più lentamente verso la « trouée » di· Scena)', e la sr., dopo a,·ere iniziato 13 marcia verso ancy, re1rocecleva fino alle posizioni di Morhange. E poichè ,I comando supremo francese, dopo avere modificato lo schieramento per far fronte all'invasione del Belgio, persisteva nel precalcolato disegno offensivo, cosl ne derivarono, dal 20 al 2J agos10, le bauaglie presso il confine, che ebbero nome di battaglie di Lorena, delle Ardenne, di Charleroi e d i Mons. La tempestiva ritirata <lclla 53 armata francese, seguita dall'armata britann ica sulla sr. e dalla 4a

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Sbarco <li truppe inglesi in Frnncia (19 14)


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I servizi di rifornimento deJl~cscrcito inglese.

e 3• armata francese su lla dr., sottrasse l'esercito francese al pericolo dell'aggiramento, mentre anche le armate 2• e 1•, battute in Lorena , ritirandosi su lle retrostanti linee fortificate, prima trattennero la sr. tedesca e poi con ur. atto controffensivo ne impedirono l'irruzione attraverso alla « trouéc » d i Channcs. Pur ritardati da parziali combat• timenti a Le Cilteau, a Guise, sulla Mosa, la dr. e il centro tedesco vivamente incalzarono le forze franco-britanniche, che ripiegarono dietro la Marna. Durante que:,to rip ieg:1me1w,, che durò fino al 4 settembre, il comando supremo francese costituì, con unità di riserva e con elementi tratti principalmente dalla 1• e dalla 2• armata , una 6° armata, che passò a disposizione del generale Ga llieni, governatore di Parigi, e una 9• armata, che inter• calò fra la 4• e la 5•; rinfor:tò la 3• e la 4• e già si apparecchiava a ritirar,i dietro la Senna, q uando, cedendo alle vive insistenze del generale Gallien i, ordinò l'arresto ed il contrattacco frontale, combinato con un attacco di fianco da pan e della 6• armata . Ne derivò la p rima battaglia della Marna , che durò dal 6 a l 13 settembre e fu un insieme di battaglie separate, in genere tatllcamentc favorevoli ai Tedeschi; ma che terminò con la sconfitta di questi, essenzialmente perchè l'armata britannica e la 5• armata francese, intromettendosi in un largo vuoto prodottosi tra la 1• e la 2• armata avversaria per un' imprudente manovra del comandante della 1&, indussero quello della 2• a considerarsi prematuramente battuto e a provocare la ritirata generale sul! ' Aisne . Su questo corso d 'acqua, tra Reims e Noyon all'incirca, si riaccese fra il 13 e il 2 1 settembre la battaglia, che rimase indecisa; e poichè entrambi gli avversari avevano ora il fianco occidentale in aria e tanto importava ai Franco-Britanni d i agg irare il fianco del nemico per obbligarlo a sgombrare le regioni invase, quanto ai Tedeschi d'impedire ciò, e di raggiungere anz i la Somme fino al mare, in modo da dom inare le coste della Manica e minacciare gravemente le comunicazioni tra l'Inghilterra e la Francia, ebbe inizio qucll3 che fu detta la « Corsa al mare » , p rovocando le battaglie di Piccardia, del! ' Artois e delle Fiandre, battaglie gc:mdiosc e cruente, al termine delle quali i due avversari si fronteggeranno, dal mare del Nord al confine sv izzero, coper ti ognuno da una lunga linea continua for: tificata, della quale sarà impossibile l'aggiramento. Cominciò in tal modo fin dalla metà di settembre ~u l1'Aisnc la « Guerra di posiz ione », fenomeno tutt'altro

che nuovo nella storia, se si ripensa alla immensa esten• sione dei valli, dietro i quali le legioni romane vigilarono i confini del! 'Impero (ra il Ili e il Vl secolo dcll'éra voJ.. gare. Le for .te britanniche crebbero gradatamente durante questo periodo sino a raggiungere la forza di 4 C. d'A. e si raggrupparono , appena fu possibile, all 'ala sr. dello schieramento, sulla dr. dell'esercito belga, il quale appoggia,•a il fianco sr. al mare, in una piccob zona del territorio patrio non occupata dal nemico. Contempornneamcme agli avvenimenti ora descritti si svolgeva nel Belgio l'assedio cli Anversa, che iuYestita il 26 settembre capitolava il 9 ottobre. L 'esercito belga, che vi si era rifugiato, nellJ notte del 7 ottobre ne era sortito lungo la costa in direzione di Ostenda, e, col concorso di una brigata france.e di marina e di una divis. britannica, era giu nto !'n Ottobre sull 'Y,er, a porsi in linea con le forze alleate. Re Alberto, : itiratosi alla testa del piccolo ma valoroso e>ercito insieme coi membri del governo, aveva otte nuto dal governo francese cl i stabilire provvisoriamente la sede del proprio governo a Le Havre. Il gran quartier generale rimase a Furnes. Per effetto delle varie batwglie combattute su tutto il fronte franco-belga durante la « Corsa al mare • , l'andamento della linc.a di contatto degli avversari venne a formare un angolo ottuso, col vertice poco a sud di Noyon e i lati rivolti, uno verso Soissons, l'altro verso Arras: sicchè gli Alleati vennero a trovarsi schierati sui fianch i di una vasta tenaglia nella parte set{entrionale dello scacch iere, mentre nella parte orientale il fronte si stendeva pressochè rettilineo da Verdun al confine svizzero e tale ri mase fino al termine della guerra . Da parte tedesca è particolarmen te notevole il fotto che dopo 1:1 baltaglia della Marna il generale von Moltke [u sostituito dal generale von Falkcnhayn nell'ufficio di capo d i stato maggiore dell'esercito. Allo stato delle cose, questa soHituzione non modificò, per il 1914, il disegno generale di guerra te• desco, tanto ~he l'offensiva continuò nel modo già descritto; ma gra vi prcoccupa-~ion i destarono nel coma11do tedesco gli avvenimenti che nel frattempo si svolsero sul fronte orientale. Invero l'esercito russo, di cui una parte almeno si era mobilitata più celer mente di qua nto nel campo av\. verso fosse previsto, aveva con un gruppo cli armate varcato il confine dopo di aver batcuto un dista_ccamcnto tedesco a Gumbinncn , ed era penetrato il 17 agosto nella Prussia orientale, la 1• armata a nord, la 2• a sud,


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ponendo in difficili condizioni 1'8& armata nemica, molto più debo le. Il Comando supremo tedesco non seppe resistere all'impressione che produceva nel paese il fatto ché i'l suolo della patria fosse stato violato e aveva sottratto due corpi d'armata dal fronte occidentale , dove in quel momento si doveva giocare la partita decisiva, per mandarli, insieme con altre truppe. a rinforzare l'armata pericolanre. A capo di questa fu messo il generale von Hindcnburg, con a lato il generale von Ludendorff, uomini che ndl 'csercito godevano grande fiducia. Mediante una geniale manovra per linee interne e col concorso di circostanze insperatamen te fa,,orevoli, fu dato ai Tedeschi di batti,re separatamente le due armate russe : e precisamente a Tannenberg la 2• (24-29 agosto) e sulla linea dei laghi Masu riani la 1• (8-10 settembre). In questo frattempo l'esercito austro-ungarico aveva esso pure preso l'offensiva, entrando dalla Galizia in Polon'a e battendo i Russi (4a e 5~ armata) a Krasnic (24 agosto) e a Zamosc (25 agosto); ma, mentre questi successi otteneva t ra il Bug e la Vistola la massa maggiore, composta delle armate 1• e 4", la massa minore, costituita dalla 3• armata e destinata insieme col d istaccamento d'armata Kovess ad impedire al nemico di penetrare nella Ga liz ia da est, era a sua volta attaccata dalle armate russe 5• e 8• il 26 agosto sulla linea segnata dai fiumi Bug e Zlota-Lipa. Ebbe i n tal modo p rincipio la battaglia di Leopoli che si svolse in due fasi, una ad oriente (26 agosto-1<> settembre), l'altra ad occidente (2-9 settembre) della cini,. Il vasto e poderoso movimento avvolgente per le due ali, energicamente condotto dai Russi, ebbe l'effetto di risospingere concentricamente le forze austriache battute su Leopoli e di separare, mediante lo scacco gravissimo inflitto il 1° settembre presso Betz al distaccamento d'armata del! 'arciduca Giuseppe Ferdin ando, colà inviato per collega re le armate austriache 4• e 3•, le due p,incipali masse avversarie, minacciando il tergo <ll quella che fronteggiava, fronte a nord , le armate russe 5• e 4• . Il

Comando supremo austriaco aveva fin dal 3 r agosto deciso di sottrarsi a Il'avviluppamento ripiegando la 3• armata ad occidente d i Leopoli e rinforzandola con la 2• armata, fino allora i.n riserva, nonchè con la 4•, fron teggiante k 5• armata russa, battuta a Zamost; ma una ripresa offensiva cli quest'ultima rendeva il ripiegamento dcll'arma.ta austriaca contrapposta pericoloso e difficile. Gli ,'\.ustroUnghercsi riuscivano tuttavia ad assumere in questa seconda fase un nuovo sch ieramento dalla Vistola al Dn iester, con l' intenzione di procedere offensivamente cont ro !"ala <lr. russa. Ma, essendo stato battuto nuovamente e travolto il d istaccamento dell 'arciduca Giuseppe Ferdinando, la linea aL1~triaca correva rischio di essere sfondata; sicchè, fallito 1'8 settembre un ultimo tentativo di contrattacco da parte del le armate 3• e 2•, crescendo dopo il 9 settembre anche il pericolo di avvolgimento sulla propria dr., il giorno JI fu deciso il ripieg,imcoto generale fra il San e la Vistola. li nuovo fronte fu raggiunto il r5 settembre dall 'esercito austriaco .ìn condizioni così miserevoli,

sia per le gravissime perdite subìtc, sia per ] 'abbattimento morale, che non sarebbe stato in grado d i riaversi dall:i sconfitta senza un immediato e diretto soccorso del! 'alleato. Fratt~nto i Russi investivano la fortezza di Przemysl. L'I ntesa poteva dunque contare due vinarie quasi contern•p orancc: la Marna e Leopoli. Al· generale H indenburg, vittorioso nel la Prussia orientale, venne i n questi frangenti affidato il nuovo con1pito di ristabilire 1a situazione, sul fronte orientale, assai compromessa dalle vittorie russe. Fu a tal uopo costituita nel1'Alta Slesia una 9• armata tedesca, lasciando nella Prussia orientale 1'8• armata ridotta di numero, e il 29 settembre com inciava la manovra mirante a raggiungere la Vistola presso Ivangorod, passare di viva forza il fiume, troncare

in due la massa dell 'cserci.to russo schierato ad oriente del la Vistola e de) San, e quindi prendere a. tergo le forze schierate lungo questo secondo corso d 'acqua. A questo disegno del generale Hindenburg il granduca Nicola, gene-

Cataste di rifornimenti . dell'esercito inglese.

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Movimcmro di convogli nc·llc retrovie

~alissimo russo, oppose una opportuna contromanovra, arrestando sul San la marcia della propria sr. incalzante il nemico, rinforzando il centro lii dove era più debole, e facendo afflui re a Varsavia notevoli for7.e con !e quali contrattaccaJt sul fianco il nemico procedente verso la Vistola. Ne venne che i vari ripetuti tentativi di passare d i viva forza la Vistola, che i Tedeschi avevano raggitmta fin dal

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o ttobre, andarono a vuoto, e che quando il 21

fu dal granduca Nicola ord inato il contrattacco gencrak dalla linea del San a Varsavia, gli AUcati si trovarono a mal partito e fu saggio consiglio l'ordinare il 27 ottobre il ripiegamento sul la \.Vanha . In questo frattempo 1'8" armata tedesca, incaricata d i fare dimostrazioni sul N iemcn, subiva ad J\ugusrowo una grave sconfitta per opera ddla 1 0a. armata russa e inseguita da questa retrocedeva attra• verso la Prussia orienta le . Mentre la 9• a-rmata tedesca' riusciva a disimpegnarsi e a raggiu nger<:: il nuovo fr0nte in buon òr<hne, i 'ese rcito austriaco era nuovamente batturo in vari scontri sul Sa n e il 5 novcn1bre costretto a

ritkarsi verso i Carpazi, soito !a protezione della fortezza di çracovia, in condi,.ioni materiali e moral i sempre peg giori, takhè era p reved ibile che il nemico, incalzandolo, invadesse la Slesià , donde poteva poi minacciare il cuore della Ger mania. li generale Hinclenburg rircn□e giustamente che in tali circostanze la difensiva sarebbe stata vana e volle parare la minaccia con una seconda offensiva : e fu q uella che prese nome cii manovra di Lodz. li piano tedesco w nsisteva nell'eseguire con forze concentrate un poten te attacco contro l 'ala dr. delle armate russe 2•, 5•, 4•, 9•, 3•, n° e 8• che t ra la Vistola a sud

di Wloc lawek erano schierate fino a Stryi nell'alto Dniestcr, di fronte al distaccame nto tedesco Woyrsch e alle armate austriache t •, 4• e 3• , in modo da separa rle dalle forze operanti a nord e prenderle cl i fianco e di r◊\'cscio. La mano vra, iniziata favorevoln1cntc il

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novembre, per

effetto de lla contromanovra russa si svolse in modo che il 23 un corpo d 'an nata tedesco e due di vis . di cavalleria, spintisi fino a Lodz ed oltre, erano rimasti accerch iati e quasi miracolosamente poterono il 24 rompere · il cerchio e porsi in salvo. T uttavia i T edeschi si sarebbero ancora trovati a mal partito, se il 2 d icembre, mediante rinforzi sopraggiunti, non fosse stato !oro possibile di ri nsaldar<b p ropria linea e rinnovare lo sforzo su Lod7.. Qui essi entravano il 6 dicembre e la battaglia era fi nita _ Con

questa vittoria germanica non solo era stata svcnrnra la minacciosa offensiva dei Russi, ma questi , subìre gr~vi perdite, stanchi, scarseggianti <l i armi e di m unizionj, sì

ritiravano dietro i fiumi Bz ur a, Rawca, Pilica e Dunajcc, coprendosi di trincee che costituirono una linea ininterrotta anche su questo fronte, dal mar B2ltico alla Bukovina . La speranza di poter sfruttare la vittoria cli Lodz produsse il capovolgimento del p iano d i gue rra tedesco, coi1 la rinuncia a cercare di ottenere un risu \tato decis ivo in

occidente e il proposito di dare invece in orien te ai Russ: un colpo tale da paralizzarli per lungo tempo e procacciarsi la possibilità di far poi, senza soverchia preoc.:upa:aione, uno sforzo definitivo sul fronte occ iden,talc. A questo disegno corrisposero anche spostamenti <li forze da occidente ad oriente; ma l'inverno obbligò a rimandare k operazioni Lll grande stik alla prim avera . f. nemmeno ebbero fortt.rno azioni puramente locali , tentate dai Tedeschi


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alla fine di dicembre contro le posizioni russe, e fallì pure un 'offensiva austriaca al-t raverso i Carpazi. Contemporanean1ente alle ca111pagne sui fronti occiden~ tale cd orientale, se ne svolgeva una sul fronte serbomontencgrino. Bombardata Belg rado sin d alla fine di lu glio, 1'a~111ata austropunga rìca agli ordini del gcncn~le .Pop tiorck iniziò l'invasione del territorio awersario attraversando la Sava e la Drina con colonne concentriche ud tratto Sabac-Limbovga (160 Km .) . L 'esercito serbo, rinunciando a dife11dere la capitale, si schierò senza indugir, col grosso nella ,egione montuosa dello Cer Planina, dominante la valle dello Jadar, affluente della Drina, appog· giando la dr . a Sabac. Il 16 agosto la battaglia si acces" su un fron-te d i 40 Km. e durò fino al 20 . I Serbi, inizialmente respinti al centro, ripigliando l'offensiva impe~iirono il congiungimento delle v~ric fi:olonnc avversa rie e ta~ gliarono in d ue l'armata austriaca, che fu ricacciata in disor,dine nella valle dello Jadar e poi, nonostante un contrattacco tenrato da Sabac, obbl igata a ripassare il 24 ia Drina e la Sava, con la perdita di oltre 40. 000 uomini e d i molto materiale. I Serbi poi, dopo .aver tentato invano d i affermarsi a nord ddla Sava, d i concerto coi Montenegrini invasero la Bosnia e il 29 settembre strinsero d'assedio Sarajevo; ma il 16 ottobre, quando già questa stava per cadere, l'assedio dovette essere tolto, pe1·chè un nuovo pericolo si addensava sulla Serbia. l nbtti l 'Austria aveva ~pparecchiato una seconda spedizione, che denomi nò punitiva (« Strafeex1)edition »), col d isegno di passare la Drina cento Km . a sud del Danubio verso Zvornik e Liml,ovga, in modo da spuntare la sr. dell'esercito serbo e puntare su Valicvo per cagliargli la ri tirata1 1nentrc due corpi avrebbero fatto una d i111ostrazione

a Mitrovitza sulla Sava . Ma, nonostante attacchi reiterati 1'8 e il 9 settembre, i C . d'A. del nord non r iuscirono a

passare la Sava, 1ncntrc a su-d i Serbi, tenacen1ente ag -

grappati alle alture di G uscevo e di Krupani , opposero fino al 6 novembre vittoriosa resistenza , Ma poichè a questa data gli Austriaci, ricevuti notevoli rinforzi, riuscirono

finalmente ad occupare la cresta delle posizioni contestate, minacciando JJUre il nemico di avviluppamento, i Serbi s i ritirarono ordinatamen te verso oriente, n1antencndo il

nemico a d istanza mediante vigorosi ritorni offensivi. Dal al 29 novembre essi si arrestarono dietro la Kolubara te,1endo resta al nemico e poi ripresero la marcia, fermandos i <ldini livame,ue, il r<> dicembre, fra le gole della Morava e il Danubio, lungo la linea segnata dalle alture di Kosmaj e l'altipiano di Rudnik. Il generale Poriorek, per la g loriala di offrire all 'imµcratorc francesco Giuseppe la presa di Belgrado nella ricorrenza del suo geoetliaco, distaccò a tal uopo jl 2 d icembre dal grosso una parte delle prnprie forze ; ma il giorno successivo le sue truppe, stanche e sca1·.seggianti di viveri, furono attaccate con energia disperata dalle forze r iunite del! 'esercito serbo. L 'armata austro-ungarica perdette 60. 000 uom ini circa, subendo wrn seconda rotta , assai più grave della prima, e trovandosi costretta, il 13 dicembre , dopo nuovi accan iti combattimenti presso la città, a sgornòrare anche Belgrado . Al principio di autunno un avvenimento pol itico di no20

tevole importanza s 'intrecciò agli

avvenim.enti militari:

l"inte rvento della Turchia a fianco dcgl'I mperi centrali. Gi.à nel periodo prebellico la T urchia aveva affidato il riordinan1ento delle proprie forze m ilitar i ad ufficiali tcdc,chi, e allo scoppiare dell a guerra i l generale Liman von Sanders si poteva considerare come il vero capo dell'esercito turco. La vendita simu lata delle navi tedesche « Gocbcn " e « Breslau » , che, obbl igate ad abbandonare le coste italiane all'inizio delle :>stilità, si erano rifugiate nel Bosforo, già aveva lasciato presumere, insieme coi pre•

Scoppio di proietto d::i 4:2.0 austriaco su Dogna

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Costruzione di reticolati nel 1914 sul fronte orientale

cedenti indizi e con le tendenze dei Giovan i Turchi, da che parte si sarebbe schierato l'impero ottomano; ma solo il 31 ottobre, avendo la Sublime Porta rifiutato di concedere le riparazioni chieste dal governo d i Piet rogrado per avere il giorno 30 un incrociatore turco bombardato la città di Thcodosia sul Mar Nero e compiuto altri atti di ostilità, l'ambasciatore russo a Costaminopoli cbicse i passaporti e il 3 n ovembre la guerra fu dichiarata. La Grnn Bretagna e la Francia, solidali con Ja Russia, dichiararono anch ·esse guerra alla Turchia il 6 novembre; il Belgio e la Serbia il 7. li g-overno britannico proclamò senza indugio l'annessione clell'isofa di Cipro, ch'esso amministrava fin dal 1878, e lo stato d'am:dio in Egitto; rinforzò quindi i propri presidi e provvide alla sicurezza del canale di Suez e del Mar Rosso. Fortunatamente per la Gran Bretagna, l'invito diretto da l Sultano a tutti i Musulmani affinchè prendes:.cro parte alla « guerra santa » contro gl 'infedeli non ebbe ripercussione nell' India, che rimase fedele, mentre la Persia, !'Afgan ist an e lo stesso Senusso si proclamavano neulrali. Ciò non toglie che la padronanza dei Dardanelli, consolidando l'isolamento della Russia, bloccata cosl nel Baltico come nel Mar Nero, fosse di granc!e vantaggio per la German ia, la _quale vedeva avverarsi a poco a poco il suo grandioso sogno di estendere il proprio predominio da Anversa a Bagdad. Oltre a ciò l'atteggiamento del la Turchia non poteva non cseì-éitarc una certa influenza anche su quelli degli altri Stati balcanici che ancora non erano intervenuti nella lotta. L"e><:rcito turco comprendeva, nel 1912, 4 armate, 14 corpi d 'armata con 53 divisioni di fanteria, ÌJ1 comples~u da 6oo.ooo ad 800.000 uomini, cifra che entro il primo anno di guerra si elevò fino ad 1.300.000 circa. Nel 1914, le ostilità si limitarono a bombardame1ni delle coste Lu rchc da parte delle flotte alleate, all'occupazione di Bassorah sullo Sciar-cl-Arab in fondo al Golfo Persico, e:.cguita da uo corpo britannico, e all'invasione della Georgia da parte. della 3a armata turca, agli ordini di !Gamyl pascià. Fin da l 19r4 la guerra si estese anche alle colonie tedesche. Tra il 7 e il 28 agoslo fu occupata facilmente da colonne franco-britanniche il territorio ciel Togo nell'Africa occidentale ed iniziata la conquista del Camerun, pii, d ifficile per ragioni di clima, di viabilitil e cli resistenza orga-

nizzata. Nel la colonia a(ricana del sud-ovest i Tedeschi presero invece J'iniziati,,a, e, occupata Walfilch-bay cercarono di sollevare le popnlazioni boere . L'energia elci genera le Botha, p residcmc della confederazione del SudAfrica, tenne a freno la ribellione e poetò alla catlura dei capi germanofili Bergen e D<:wclt. Anche dalla colonia dell 'Africa orientale i Tedeschi, valendosi di un'.l forza armata di circa 40.000 uomin i bene armati ed equipaggiati, presero l 'offensiva in varie direzioni, cioè conuo Mombasa, capitale della colonia britannica clcll'Est-,\Crica, contro il Congo belga, contro la Rhodesia ed anche cont ro il Mozambico, sebbene il Portogallo non si fosse ancora schierato dalla parte dell'Intesa; e i loro a,·versari, non disponenclo che di deboli forze, sino alla fine del 1915 non poterono opporre che una difficile l'esistenza. Nel! 'estremo Oriente i Giapponesi, inviato il 15 agosto un « ul1imatum » al governo germanico, col concorso di forze briiannicbe di terra e di mare iniziarono le opera1.ioni contl'O Kiao-Ciao, che fu preso dopo regolare assedio il 7 novembre. Così pure, ira l'agosto e l'ottobre, la Germania perdette tutte le sue importanti colonie del Pacifico, che furono occupate in parte da Giapponesi, in parte da Australiani e NcoZelandcsi. I principali avvenimenti della g~crra marittima nel 1914 furono il combattimento del 28 agosto l'isola cli Helgoland, quello del 1° novembre presso Corone! e quel lo dcli '8 dicembre presso le isole Falkland . GLI "''' 'E~mENTr DEL 1915. - li nuovo anno è necessariamente per i Pranco-Britanni un anno di raccoglimento e di preparazione, sia mil itare, sia industriale, mentre su tutto il fronte ri svolge la guerra di trincea. dal mare al confine svizzero. Tuuavia, allo scopo cli 31leggerirc la pressione sul fronte russo e nello stesso tempo di approfittare cldla diminu'z ionc di forze avvenuta sul fronte occidentale, gli alleati dell'Intesa non rimasero ,nanivi, sperando di ottenere, con lo sfondamento della linea nemic3, la liberazione di almeno una parte del terriwrio invaso. Sino al mese di maggio, peraluo, gli episodi più ~alicnti si limitarono al combattimento di Soissons (7- q gennaio), ad un'offensiva nella Champagne (16 febbraio-17 m arzo) povera d i risultali, e ad un vano tentativo di cacciare i Tedeschi dal saliente di Saint Mihicl (5-14 aprile). Quando

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l'arrivo dclb 2• armata britannica rese disponibili rilaggiori for7.e fu tentata un 'operazione d i maggiore ampiezza e ne venne l'offensiva dell'Artois, che durò dal 9 maggio :il 25 giugno, costò gra,·i perdite e fruttò un a~ai limitato ,b'Uaclagno locale.

Nel fratt~mpo gli avven imenti sul fronte russo-austrotcdcsco, dove i Russi avevano sublto !a rotta di Gorlicc, l'intervento dell' Italia in guerra a fianco dell'Intesa e il nuo,·o scacchiere di operazioni apertesi dal Caucaso ai bardanelli per l'intervento della Turchia nel campo opposto, essendr, venuti a complicare la situazione generale, rendevano necessario il coord in:imento degli sforzi d i tutti gli Alleati su i vari scacchieri. Ciò fu concordato nella prima conferenza militare interalleata tenuta a Chantilly il 7 luglio 1.915 e ne derivarono, sul fronte franco-belga, tra il 25 settembre e il 15 ottobre, un'offensiva [ranccsc jn Champag ne e un'offensiva fra nco-britannica nell'Artoi,: vittorie sanguinnse, ma di limitato cffcuo locale. Mentre in Francia le fone contrapposte si logoravano nella guerra di trincea, tutc'altra attività si svolse sul fronte orientale, <love ora gl'lmperi centrali ccrca,•ano la decisione temporeggiando negli altri scacchieri. A nord la 10• a1111ata tedesca, ricostituita agli ordini del gen. Eichorn, cacciati i Russi dalla regione dei laghi Masuriani, manovrò cou,·ergendo su Augustowo, battendo ed accerchiando notevole parte delle forze contrapposte ( 16-1 i febbraio). Per contro più a sud I '8" annata, che il 24 febbraio si era impadronita d i Prasnyz, vi subì una grave sconfitta (26-27 febbraio). Successivamente un piano più grandioso del genet3le Ludenclorff, mirante a sboccare da Augustowo sul fianco ed alle •palle della lunga linea russa, stendcnte~i in Polo nia fro nte ad occidente, non potè essere auuato per l ' impraticabilità delle strade e del terreno, sicchè ancora una volta falli il tentativo contro Varsavia. Una controffensiva contemporanea da parte austriaca, tendente a liberare Przcmysl, fallì pure; per contro, al! 'estremità orien• ta le del fronte, gli Austro-Ung heresi ricsciro no a r ioccupare la Bukovina, impadronendosi d i Czernowitz e di Ko-

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lomca e ricacciando >lii D niester le noche forze ivi d islocate dai Russi . Questi, a loro volta, profittando del disgelo che impediva operazioni in Polonia, presero l'offcnsi,·a sui Carpa?.i, occuparono median,e accaniti combattimenti i ,·a lichi di Dukla, di Lupnow e di Uzkow, e, rigettato il nemico a sud della crc;ta, cominciarono sulla fine di aprile e discendere v.;rso la pianura ungarica. Nel frattempo, la fortezza cli Przcmysl, dopo quanro mesi di ;.sscdio, capitolò il 22 marzo; oltre 100.000 pr1g1omen e un migliaio cli cannoni, insieme con altro ingente bottino, caddero in mano dei Russi. Le gravi condizioni in cui erano venuti a trovarsi i loro Alleati, insieme con altre considerazioni, indussero allora i Tedeschi a concentrare i loro sforzi in Galizia per sfondare il fronte avversario nel tratt() che appariva più debole, cioè nella regione del Dunajec, affluente del la Vistola . Una nuova armata, 1•11~, agli ordini del generale von Mackensen, doveva puntare su Gorlice, e contemporaneamente dO\'Cvano prendere l'offeosi,·a .:iltrc quattro armate, una tedesca e rrc austro-ungariche. Il poderoso attacco, sferrato il 2 maggio, riuscì e i Russi furono costrcni ad iniziare la r itirata, che durò u n mese e mezzo. Essi scarseggiavano non soltanto di artiglierie e ili munizioni, ma aoclie di fucili, e i rifornimenti dovevano giungere loro dalla Francia per la via del porto di Arcangelo, 2000 chilometri distante dal campo di battaglia. li granduca N icola, d i fronte alla pressione nemica, la quale ormai si estendeva dal Baltico al Drucstcr, ordinò dunque il ripiegamento generale. Caddero ad una ad una le fortezze, ch'egli non esitò ad abbandonare, pur di salvare l'esercito: il 5 agosto Varsavia, il 19 Novo Georgicwsk, il 22 Ossowietz, il 2 settembre Grodno; la ritirata fu t uttavia compiuta ordinatamente dru Russi, che, sgombrando la Volinia, la Curlanclia, la Polonia e la Galizia, si arrestarono finalmente sul fronte quasi rcnilinco che si stendeva eia Riga al Dniester. Su questa linea, dal settembre in poi, sotto gli ord ini d iretti dello Czar , avente per capo di stato maggiore il generale A lexejcv, i Russi impedirono agli avvcr-

Trinceramenti italiani sull'Asolone, fotografati dall'aeroplano.


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T rincee e camminam enti

sari ulteriori progressi, mentre il granduca Nicola , caduto in disgwzia, fu inviato a comandare le armate del Caucaso. D ue punt i di singolare importanza .nel tea tro della guerra mondiale e rano costitu~ti d allo stretto dei Darda-

nelli, separante l'Europa dal] ' Asia e porta del Mar Nero, e dal canale di Suez, separante l'Asia dall'Africa e porta del Mar Rosso. L 'uno e l'altro diventarono, nel 1915, mèta d ·importanti operazioni. La spedizione cont ro i Dardanelli, decisa d 'accordo tra Francia e Gran Bretagna, com inciò il 19 febbraio con un 'azione puramente n avale m irante ad aprire <li viva forza il passaggio, si protrasse fino al 18 marzo, costò grav i perdite alle flotte alleate e terminò con uno scacco. Fu allora ritentata i ·operaz ione con un corpo di sbarco, composto di contingenti francesi, britannici, austra liani e neozelandesi, cl1e mise piede il 25 aprile sul! 'est remità occidentale della penisola di Gallipoli e mosse poi al i 'attacco delle forti posizioni interne occupate dai Turchi, ben mun ite e valorosamente difese. L'operazione andò per. le lunghe, esrenu ando · gli assalitori in una guerra di posizione inframezzata da violenti combattimenti, senza offri re speranza di un prossimo successo ; sicchè fu

decisa la ri nuncia; lo sgombro fu eseguito ua il 20 di cembre 1915 e 1'8 gennaio 1916. Grnvi furono le perdite degl i Alleati; ma anche t·csercito turco ne uscì decimato . Contro il canale di Suez i Tu rchi, con l 'aiuto di ufficiali tedeschi, sin da l principio del 1915 apparecch iarono una spedizione di 20. 0 0 0 uomini agli ordini di Gema! pascià, i qu ali per via di terra da el-Arisc riusci rono ad avvicinarsi ai ca nale . li 2 fe bbraio anzi una d iv isione, n1cntrc imperversava una tempesta di sabbia , riuscì a passarlo di sorpresa, ma fu ricacciata, principalmente d al t iro deJle navi da guerra. I Turchi tuttavia mantennero i l possesso della penisola del Sinai e costituirono ad d -Arisc una solida base ptr le fu ture op erazioni. Frattanto la diplomazia dell'Intesa da un lato, quella tedesca dall 'a ltro; avevano fatto sforzi, l a prim;t per accelerare l ' intervento dell'!talia i n proprio aiuto; la secon'cla

per indur la a conservare indefinitamente contegno neu,t ralc. A tal fi ne il governo di Berlino aveva fatto pressioni anche su quello di Vienna, affinchè non si mostrasse intransigente e promettesse la cessione del T rentino e l'autonomia d i Trieste in cambio della promessa di neutralità, col segreto pensiero di mancare a l patto a vittoria consegui ta dichiara ndolo frutto di un ricatto; ma l'intransigenza del vecchio imperatore Fra ncesco Giuseppe e la troppo manifesta tendenza della diplomazia austriaca a tirar k cose in lungo per guadagnar tempo, fecero sl che il governo di Roma rompesse ogni indugio, e, conforme alla tradizione storica del Risorgimento, legasse i p ropr i destini a quelh dell'In tesa, sc•ttoscrivendo il 26 aprile 1915 il trattato di Londra, e impegnandosi ad entrare in lizza entro un mese. Per conseguenza fin dal 4 maggio fu ùcnunziato il 1ra1r.aro della Triplice alleanza, il 23 fu dichiarata la guerra al·[ 'Austria-Ungheria, e a lla mezzanotte .sul 24 maggio ebbero inizio le ostilità. L'esercito ital ia no, neJl'anno della neutralità, aveva ricostitu~to presso i corpi rin1asti nella metropoli k unità distaccate i n L ibia, e, mediante richiami di classi, aveva non soltanto rinforzato i repa r~i pcnn.anen.ti, ma anche costitu ito, su piede ridotto, le un ità di m ilizia mobi.le. Aveva pure colm3tO le deficienze dei magazzini di mobilita~ione,

libica, e comp letato

depauperatj durante

ì'

la g uerra

ìl rinnovamcmo dell'artiglieria da

can,pagna. Sc.:arsegginva invece di artiglierie pesanti <:arnpa li e di artig lie rie d'assedio . Inizia lme nte, compiendo gradatamente mobilitazione e radunata, m ise in campo 4 armate, 14 cor pi d'armata, 35 d ivisioni, senza contare i reparti la,ciati nelle co lonie e i vari presidi. In complesso oltre 700 . 000 uom ini mobilita ti, con larghe riserve di contingenti in gran parte non istruiti. La situazione rnili~

tare nella quale l' Italia entrò in guer ra era molto differente da quella nella quale aveva pattuito il proprio intervento e stabilito il d isegno di operazioni; questo peraltro non fu mntato (pur non essendo p iù possibile di mi rare a dar la mano ai Russi , sconfitti ormai a Gorlice, o ai Serbi, incapaci per tale evento di muoversi) nell 'in-

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tento di alleggerire la pressione austriaca contro i Russi e renderne meno gravosa la ritirata: il che fu, almeno in parte, ottenuto. li diseg no di guerra itali:mo mirava, in prin10 tempo, a sconfinare oltre l'Isonzo mirando a scendere nella conca di Lubiana, col concorso di altre forze che dal Cadore dovevano scendere nella valle dell 'Jsonzo e dal la Carnia tendere all'alta Drava. Questo ·d isegno fal lì, come fallirono i disegni iniziali di gucrr; di quasi lutti gli altri belligeranti; a ciò concorsero Ja sc~usità di mezzi ossicli.onali, il carattere montuoso della totalità dello scacchiere cli operazioni, gli apparecchi d ifensivi dell'avversa;rio, intensificati an~he nel periodo della neutral ità ita• liana. Col cercare (ij guadagnar terreno in ogni direzione. l'escrci\o i taliano smussò il pericoloso saliente, costituito nel cuore della valle padana d al Tren tino, e, dopo avere raggiunto facilmente l 'Isonzo e superatolo in qualche tratto, si trovò arrestato da posi.z ioni fortissime per natura e per arte e costretto ad jmpegnarsi fin dall'iniz io, contro la propria volontà, nella penosissima guerra di posizione. Venuto a coutatto dovunque con la linea di difesa ad oltranza predisposta dal nemico, r iuscirono poco fruttuosi e costarono gravissimi sacrifici di sangue i tcnlàlivi per superarla, al pari degli analoghi tentativi fatti dagl i Al bui sul fronte franco-belga . La guerrn fo iniziata con un pr imo sbalzo offensivo in tutte le direzioni cd arse su n m o il confine ser peggian•c dallo Stelvio al mare; ma specialmente si accanì ad oriente, nel tratto compreso fra il Monte Nero ed il mare, ove ne l] 'anno furono cmnbattutc le pnn1c quattro sanguinosls-sime battagl ie dell'Isonzo, fra il 23 giugno e il 5 d i-

cembre. Queste battaglie ebbero per teat ro principalmente I 'inospite Carso, ma si estesero anche alle altu re t! i Plava, di Tolmino e pi11 a monte; analogamente a qmnto accadde

in Francia non fruttarono che lievi guadagni locali; conseguirono, ciò nonostante, un importantissin10 scopo: quello

d'incatenare dinanzi a sè una grande quantità delle forze austro-ungariche, che dal numero inizia.le d i TIO hgl. an•

darnno gradatamcmc salendo fino ad una cifra di 800.000 uomini; e questo era ]·unico obbiettivo che ragionevol mente, ndlc circostanze descritte e tenuto conto dclb situazione generale, potesse essere im!)OSlO all'esercito italiano di fronte all'esercito austro-ungarico, al quale nulla poteva in1pedire di attenersi al disegno d i temporeggi~:ire sul fronte ital iano sino a quando avesse stimato una tak attitudine favorevole ai propri in teressi . Se g li sforzi della dip lomazia degl"lmpcri cen trali non erano riusciti nel 1914 a trascinare al loro fianco I"Italia e nel 1915 ad impedire che si associasse all'Intesa, . furono in questo anno coronati da miglior ~uccesso con la Bulgaria, rimasta fino al.loca ondeggiante, benchè le simpatie dello czar Ferdinando, oriundo tedesco, fossero palesemente per il gruppo de lle pote nze centrali. La fiacca azione delle cliplomazie britann ica e francese, lo scacco subìto eia queste potenze ndl"imprcsa dei Dardanell i, la promessa d i ottenere in premio la Macedòn ia e la conseguente egemonia nel futuro assetto balcan ico ed infine la speranza d i ottenere la rivincita della sconfitta sofferta nell'ultima guerra balcanica, indussero in ottobre il governo di Sofia a schierarsi risolutamente dalla parte degli J,n. peri centrali, che avevano avuto cura di rappacificarlo con .la Sublime Porta. L'alleanza della Bu lgaria ern necessaria alla Ger mania, non soltanto per dare continuità territoriale rrll'ambizioso sogno di costi tuire la « Mittel Europa », ma anche per potere fare afflu ire iu Turchia le anni e le munizioni di cui questa abbisognava, e

trarne in cotn -

penso le materie prime ,che le ricche provincie asiatiche· potevano fornire, oltre l'eventuale concorso di forze ar-

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Ricoveri italiani nella regione carsica

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Depositi di proietti al fronte iraliano

mate. Di più il concorso dell'esercito bu lgaro poteva essere prezioso per dare alla Serbia cd al Montenegro il già progettato colpo mortale. L'esercito bulgaro mise .in armi 12 div is. , forti ciascuna di oltre 20. 000 uomini; lasciatane una a Varna in osservazione verso la Ron1enia,

con le rimanenti, che erano piccoli corpi d 'armata, costituì tre arrnatc. L 'ordine di mobilirazione fu dato il 21 settembre., r ichiamando 28 classi, vale a dire circa- 500 . 000 uomini, dei quali 300.000 inquadrati nell'eserc ito campale . La sped izione contro la Serbia fu affidata al maresciallo Mackensen, i l vincitore di Gorl ice, ai cui ordiJJ..i furono poste due armate, una tedesca sul fron te del Danubio , ed una austro-tedesca sul fronte della Sava, che dovevano operare di concerto con l'esercito bulgaro, le cui armate furono schierare, la r• sul Vardar, la 2• sulla Morava superiore, la 3• sul T imok. Di fronte a così ingente minaccia !'esercito serbo, già r idotto alla forza di 100 .000 uomini do[>o la pur vittoriosa campagna del 1914, fu con grandi sforzi all' incirca raddoppiato numericamente durante l'estat~ e costituì tre armate, fronteggianti la Orina e la Sava, la 1•, il Danubio la 2a, jl T imok e la Morava serba la 3•: forze evidentemente insufficienti per un fronte di circa 5 50 Km . , dinanzi ad un nemico di molto superiore per numero e per situazione strategica. L 'esercito monte neg rino guardava il confine del Sangiaccato d i Novi Bazar. La Bulgaria aveva il 2 ottobre concluio un accordo con la Turchia, {J 4 respin to un « ultimatum » della Russia, 1'8 rotto le relazioni d iplomatiche . Il 14, quando già aveva iniziato le ostilità, dichiarò guerra alla Serbia . L '8 di ottobre ebbe principio, con un violento bomhardamen,to di Belgrado, .l'invasione della Serbia da parte delle forze del Mackensen; l' u ottobre anche i llulgari attaccaro no isul T in1ok.

L 'eroico esercito

serbo..montenegrino

oppose così viva resistenza, che il 15 il uemico non aveva fatto che liev i progressi oltre la Driua, la S_ava, il Danubio ed il Timok. Per comro la 3• armata bulgara p rocedeva agevol,ueute verso i! Var<lar e tag lifva le corn u:::.cazioni del la Serbia con Salonicco. Per quanto vivacemente contrastata, l'azione concentrica delle armate austro ..

bulgare andò via via stringendo l'esercito serbo in un

cerchio di ferro, obbligandolo ad abbandonare la valle del Tini'ok e a ritirarsi nella regione montuosa. Il 2 novembre i Tedeschi entrarono in Craguj ev~tz, il 7 i Bulgari s' impldronirono di Nisc; para llelamente procedeva l'occupaz ione del Sangiaccato d i Novi Bazar; il 25 novembre cadevano Pristina e Mitrovitza e gli Austro-Tedeschi iniziavano l'invasione del Montenegro. l Bulgari entravano il 3 dicembre in Monastir. La pressione sempre crescente delle forze avversarie obbligò il 25 novembre i Serbi a ripiegare ne!la sola direzione di scampo che loro rimanesse, cioè verso il Mooirenegro e l'Albania : tragica ritirata nel cuore dell'inverno , attraverso regioni impervie e l'ostilità d elle popolazioni albanesi. Fin dal settembre, d a quando cioè l'attitudine della Bulgaria diventava di giorno in giorno più equivoca, Francia e Gran Bretagna avevano preso in esame l'opportunità d i un intervento armato nei Balcani, sia per recare aiuw alla Serbia, sia per tenere a freno la Grecia, il cui contegno era pure ambiguo; e il 5 ottobre di éOmullc accordo furono sbarcate a Salonicco una divisione britannica e una francese, in tutto circa

20 .000

uornini,

tratte dal corpo di sped iiioue dei Dardanelli. Ciò avvenne col co,, seoso del p residente del Consiglio Venizdos, e malgrado una protesta platonica del re Costantino d i Grecia, il quale per sentimento personale e per incitamento della regina Sofia, sorella dell'imperatore G uglielmo Il, era contrario all'Intesa. Va ricordato che la Grecia era legata a lla Serbia da uoa convenzione stipulata contemporaneamente al t rattato di Londra del 30 maggio 1913; ma re Costan.rino il 6 ottobre impose le dimissioni al ministero Venizelos, favorevole all'intervento, e respinse anche l'offerta dell'isola d i Cipro, pur d'insistere nella neut ralità armata. 1 contingenti franco-britannici sbarcati ~ Salonicco, cbc costitmrono il primo nucleo di q uella che divenne l'Armata d 'Oriente, dando origine a quello che fu detto il fronte Meridionale, furono avviati sul Vardar nella regione di K rivolak, al doppio scopo di proteggere la st rada ferrata Nisc:salonicco e di costituire sulla sr. del fiume una testa cli pon te, dalla quale poter poi sboccare verso Veles ed Uskub a dar la mano ai Serbi. Ma l'uno e l'altro scopo vennero frustrati dalla rapida


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azione della 3• armata bu lgara, che fin dall'u ottobre aveva interrotto la ferrovia presso Uskub e successivamente occupato fortemente Uskub e Vclcs, il 27 e il 30 ottobre era venuta a contatto con l'armata franco-britann ica, precludendo ogni comunicazione con l 'esercito serbo. L'armata d 'O riente, agli ordiui del generale Sarrail, gradatamente rinforzata con altre due divis . francesi (in complesso salita a 75 . 000 uomini); sostenne vittoriosamente sulla -Cerna dal 6 al 15 novembre un vigoroso attacco bulgaro; ma al principio di dicembre, non essendovi più motivo d1 rimanere in una sjcuazione cos1 arrischiata, ripiegò su

Salonicco, prendendo posiz ione a nord della città . I Bulgari si a rrestarono al confine greco. l resti dell 'esercito serbo, preceduti da circa 50. 000 prigionieri austro-u.n garici e da c irca 12.00 0 coscritti propri, avevano formalo due colonne, di cui una , forte d i Joo.ooo uomini, con · a capo il principe Alessandro, si d iresse ad Alessio e San Giovanni di Medua, traendo seco com pJessivamente un centinaio di cannoni, circa 50.000 cavalli e 30.000 buoi. Di tutta questa gente giunsero a salvamento, sòtto la protei.ione italiana, n3 .ooo uomini, 37 .000 cavalli, 7 . 0 00 buoi e 18 cannoni da campagna . L'Italia àveva sin dalla fine del 1914 occupato l'isolotto di S.asèno e Valona ed aveva successivamente rinforzato ques.ta occupazione creando il corpo speciale di Albania. Aveva poi riconosciuto la necessità di occu9are a nche Durazzo, inviandovi per via d i terra un rcgg. di fanteria e. due batterie che vi giunsero i l 20 dicembre, quando già stavano avvicinandosi in deplorevoli. condizioni i primi nuclei dei prigionieri austriaci, scor tati dai Serbi. Aveva pure, di concerto con la Francia e con la Gr an Bretagna, provveduto ad· assicurare, fin dall' inizio dell'invasione della Serbia, il vettovagliamento e gli altri rifornimenti all'alleato, valendosi dei poco agevoli scali di Durazzo e d i San Giovanni di Mcdua. Ali 'Italia l 'esercito serbo dovette la possibilità di raccogliersi al sicuro e di trovare riposo e sollievo prima d'imbarcarsi sulle navi che l'Italia e gli altri allcaù fornirono. L'esercito turco, fin dall'entrata in guerra, avev'a divisato d i mantenersi sulla d ifensiva nella penisola dei Dard anelli ed in Mesopotamia e d i operare offensivamente contro l 'Egitto e sul Caucaso. l primi successi ol{enuti sullo scorcio del 1914 invadendo la Georgia furono di breve durata. I Russi, n.avutm rapidamente dalla sorpresa, nella prima metà del febbraio 1915 presero a loro volta

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l 'offensiva e inflissero gravi sconfitte al lX corpo turco presso ·Ardahan e all'XI presso Sary-Ramis. Co.ntemporancamente cacciarono pure i Turchi dalla regione nordovest della Per sia, ove avevano occupato Tebriz, e successiva111ente si avanzarono nella regione dei laghi .dj Van e d i Urmìa. Nel 1915 le forze britanniche, che l'anno precedente avevano occupato Bassora, si spinsero nel gennaio fino a Kornah, al confluente del Tigri con l 'Eufrate ; di lì due colonne, forti d i circa una divis. ciascuna, r isalirono i due fium i mirando al cuore della Mesopotamia. La colonna occidentale , agli ordini del generale Wi\son, raggiunse nel settembre Kerbela; quella oriemalc, agli ord ini del genc(ale Townsend, occupò il 3 giugno Amara e il 28 settembre, incalzando su K ut-cl-Amara jJ corpo turco di Nur cd Din, lo sconfisse completamen te e proseguì fino a Ctcsifonte. Ma qui il 2 2 novembre fu contrattaccata e battuta alla sua volta da due corpi d 'armata turchi agli ordini del gen erale voQ der Goltz, sicchè costretta a ripiegare rimase assediata a Kut-cl-Amara dove finì pc~ arrendersi . In quest 'anno proseguirono le operazioni iniziate nel 1914 per la conqujsta della colonia tedesca del Camerun, conseguendo imporranti obbiettivi, ma non riuscendo anco ra, per le difficoltà opposte . dai luoghi e dal nemico, ad assoggettare tutta la regione . Per contro la colonia del SudOvest fu per opera del geiierale Botha occupata, ottenendo il 12 luglio la resa di 3.500 Tedeschi a Otavi e Krootfon'tein . Contro la colonia dell'Est-Africa il 1915 servì agli Alleati unicamente per apparecchiare le operazioni future . Quanto agli avvenimenti mari ttimi, lo scontro più in1portante di forze navali fu quello di Dogger-Bank, dove una squadra leggera tedesca sortita da I-Ielgoland fu battuta da una squadra d'incrociatori britannici jl 24 gennaio 1915. Ma l 'attività delle flotte dell 'Intcsa, più che in azioni tattiche, si dovette esercitare nel blocco delle coste avversa rie. L'entrata in guerra dell 'Italia rese parti colarmente efficace il blocco dcli ' Adriatico . Si dovette provvedere ad assicurare i convogli trasportanti truppe e rifornimenti dei vari corpi d i spediz ione dei Dardanelli, d j Macedonia e d'Albania ed a concorrere alle operazion i terrestri che si svolgevano lungo le coste, specialmente nella penisola dei Dardanelli e presso i l canale di Suez. Da parte dcgl'Imperi centrali, l'attività bellica sul m are nel 1915 si manifestò principalmeme con l 'impiego dei sommergibili, non soltanto come armi da battag lia, ma

Trincee austriache sul Carso, con camminamenti, viste dall'alto


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anche come mezzo adatto per bilanciare gli effetti del blocco avversario, m irando a distruggerne le navi commerciali. Ciò che con scarsi mezzi e in limitata n1isura già era stato iniziato nel 1914, fu intensificato con mezzi sempre crescenti nel 1915 ed esteso nel maggio dall'Atlantico al Mediterraneo, senza rig uardo ai neutri, che furono diffidati dall'inviare le _loro navi nella zona d i guerra esattamente delimitata dal governo tedesco. Tra le navi colate a picco è da annoverare il transatlantico « Lusitania » , avente .a bordo un ccminaio di sudditi americani e affondato nel le acque britanniche il 7 maggio: episodio che ebbe forte ripercussiOrlc negli Stati-Uniti e fu di non !ieve incitameoto alla loro partecipazione alle ostili tà.

Camminamento italiano presso Oppachiasella

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mico avesse preso esso stesso l'in iziativa, gli altri csercit: non attaccati avrebbero fatto del loro meglio per alleggerire la pressione sul fronte attaccato. Da parte degl 'Imperi centrali, nonostante il. parere contrario dei maresciallo H indenburg, che avrebbe voluto anzi tutto abbattere completamente la Russia dettando la pace a Pietrogrado o a Mosca, cd a quello del maresciallo Conrad von Hotzendorff, che · aveva proposto di condurre anzi tutto una campagna decisiva contro l 'ltalia, prevalse il disegno del generale Falkenhayn, il quale, m emore della campagna napoleonica del 1812 e conscio del le enormi difficoltì, cd incognite che sarebbe stato necessario cli affrontare in una campagna nel cuore · della Russia, ritenendo che lo scacchiere principale delle operazioni fosse tuttora quello occidentale, vol le non soltanto che lo sforzo princip.ale fosse nuovamènte rivol to con tro l'esercito francobritannico, ma anche, venuto probabilmen te a conoscenza del disegno degli avversari, decise che l'offensiva comiociasse fi n dall'inverno, allo scopo di conservare a sè stesso l 'iniziativa. Nel fatto, sia perchè l'esercito àustro-uogarico sferrò esso p ure per iniziativa ciel maresciallo Courad von Hotzcndorff, senza p reventivo. accordo col generale Falkenhayn , un'offensiva contro l'Italia, sia pcrchè nell 'estate entrò in guerra a fianco dell'Intesa a nche la Rrnnania nel n,omento in cui l'escrçito russo co1ninciava 3.d essere minaro i,ue[Jlamcnte dalla propaganda sovversiva, gli avvenimenti del 1916 andarono soggetti a complicazioni non prevedibili all 'in izio, e tali da accrescere sempre più - la grandios ità del dramma. Per effetto del disegno di guerra tedesco, la maggiore attività si r idestò dunque nel r916 anzitutto sul fronte franco-belga, d anzi sin dal gennaio attacchi d imostrativi furono eseguiti in settori differenti da quelli prescelti per l 'offensiva principale, insieme con lavori <l, castrametazione <li carattere offensivo, allo scopo di trarre in inganno l'avversario, nello stesso tempo cbc nello scacchiere occiden tale erano fatte affluire dagli altri scacchieri cune le forze disponibili , concentrando pure segretamente artiglierie e costruendo linee ferroviarie. Nei campo avverso

GLI AVVENIMENTI nF.L 1916. Il complesso degli avvenimenti del r9r4-1915 , poichè la cosl detta « Carta <li guerra », facendo astrazione dalle colonie, s.i p resentava favorevole agi 'Imperi centrali e la lot,ta per il predominio marittimo pendeva ancora incerta tra le navi di superficie dell'Intesa e 4uclle subacquee della parte avversa, non b sciava ancora presumere quale sarebbe 9tato l'esito finale del conflitto; ma una cosa aveva messo in l uce . spiccatamente: il danno, cioè, della mancanza di unità di comando . Questa era, a vero d ire, comune alle due coalizioni, ma più fortemente avvettita nel campo dell 'Intesa; ond'è che a rimed ,arvi almeno in parte furono tenute a Chantilly, sede del gran quartier generale francese, le prime grandi conferenze interalleate (6 dicembre 19r 5 e 14 febbra io 19r6). Per il nuovo anno fu concordato, compat ibilmen,te con le condizioni di clima e di sviluppo della produz ione indust riale in fatto di armi e di munizioni, di prendere l 'offensva simultaneamente sul fronte francoEffetto di granata austriaca da 305 belga , sul fronte italiano e sul fronte nisso; e poichè era presumibile che i Russi non sarebbero· stati pronti prima del mese di giugno, fu questa la data prescelta, con l 'avl'arrivo di una nuova armata britannjca aveva consentito vertenza che ad ottenere la voluta simul taneità sarebbe di disimpeg nare dal fronte ed am massare in riserva 'tutta bastato che tra le varie offensive non fosse i11t<:rceduta la 2• arma-t a francese, curandone l 'addestramento. TI setuna differenza di ceropo superiore a quella che avrebbe tore prescelto dai Tedeschi fu queJlo di Verclun e il 21 consentito all'avversario · di spostare le proprie riserve da · febbraio la 5• annata tedesca, agli ordini del principe un fronte ad un altro. Se prima di quella data il neereditario di Prussia, iniziò l 'attacco, i l q uale, nonostante


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taluni in<l izi che lo p reannunciavano e qualche misura precauzionale adottara dai Francesi verso la metà d i febbraio,

produsse }a sorpresa strategica.

L •auacco,

d ìretto

principalmeme contro le pos izioni sull a d r . della Mosa , fece nei primi giorni grandi progressi; contenuto fronta ln1ente per

l 'accorrcrc dei rinforzi, si estese successiva -

mente alle due ali, finchè nel giugno l 'energia degli assalù ori si smorzava alquanto per dar luogo ad un <luello d i artiglierie. Infine il 21 ottobre i <lifensori di Verdun iniziarono la controffesa e la corona rono ci rca la meLà d i d icembre col riprendere pane notevole delle posizioni inizialmente perdute . Contemporane~mentc a l secondo periodo della battaglia di Vcrdun si svolse pure in Francia dal luglio al novembre la battaglia della Somme , corrispondente al prestabilito disegno offe nsivo, ma in proporzioni

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la coscrizione , fatta eccezione per l 'Irlanda. La Germania decretò la leva in massa, sotto la form a del servizio civile obbligatorio. A llo stesso modo che i disegni offensivi della Francia furono prevenu ti sullo scacchiere occidenta le dall"offensiva tedesca, così i disegn i italiani furono prevenuti dall 'offensiva austro -ungarica ed anche qui non mancò, a 1nalgrado

d'indizi

premonitori, la sorp resa

strategica.

La doppia

offe ns iva in due scacchieri separati, l ·ivecc che u.n concen~

tramen.co di sforzi sopra un unico fronte, fu senza dubbio un errore ria parte degli avversa ri dell'Intesa, dovuto alla rnancanza anche i11 quel campo dell 'unì,tà d i comando . Pr ima ancora di quest'offensiva v'erano stati, dall ' ir al 26 ma rzo, ad occidente di Gor izia e sul Carso, combattimenti assa i accaniti, che avevano costituito la quinta battaglia dell 'lsonzo, ed anche nelle regioni montane si erano svolti episodi importanti, come la caratteristica impresa dell'Adamello, tendeuti a mascherare le vere intenzioni dell 'uno e dell 'altro avversario . A mecà di maggio, mentre ancora ferveva intensamente la lotta attorno a Verdun, due armate austro-ungariche , amrnassatc g radatamente nel

11 generale Cadorna passa in rivista in Francia le truppe coloniali francesi, segulto dal generale Foch ( 1916).

necessa riam 1..;nte ridotte a cagione •dei mezzi dovuti impie ..

gare a Vc rdun. Vi parteciparono !a 4• armaca brican nica e la 6• armata francese , a cavallo del fiume, col concorso della 3a armara britannica per una dimostrazione a nord dcll'Ancre, e del la 10• francese per un·azione ~econdaria a sud della 6•. La sanguinosa battaglia, che com prese numerosissimi episodi, durò accanita d al princ ipio cl i lug lio alla metà di novembre ed ebbe per ca ratlcristica la metodica espugnazione, mefiiance attacchi francali, delle successive linee di tr incee tctkschc per una profond ità m3ssima di 8 Km . su un fronte di 40 Km. circa. Sebbene lo scopo massimo, quello d i sfondare il sistema difensivo nemico nella direzione Rapaume-Cam brai e poi manovrare a massa su CambraipValencien ncs-Maubcugc-, non

fosse stato raggiunto, i Francesi conseguirono quc)lo secondario di alleggerire la pressione su Vcrdun e d i riportare un successo parziale : ma questo, non meno che la liberazione di Verdun, era stato ottenuto a costo di gravissime perdite (circa 550.000 uomini per il solo esercito francese), producendo un vero dissanguamento per la Francia, assai meno i n grado di sopportarlo che la Germania, della quale pure k perdite erano state ingenti. Guerra di logoramento adunquc, se1na risultato decisivo. A colmare i vuoti la Francia fece conco rrere nella maggior misura che potè le proprie colonie, sfruttando largamente le truppe di colore_: la Gran Bretag na, la qua le a tutto il 19 15 aveva reclutato 4 .000 .000 d i volon tari, nel r916, non essendo più questo sistema sufficiente allo scopo, introdusse

T rentino, attaccarono poderosamente gl'ltalian i, tentando di irrompere ud settore compreso tra ·1a Val Lagarina e la Val Sugana . Conten uti a lle ali, sboccarono tuttavia in val d'Astico e sull 'altipiano di Asiago, occupando importanti posiz.ioni e catturando prigionier i e aJtiglicrie. Mentre le prime riserve italia ne disponibili furono lanciate sull'altipiano a trattenere il nem ico, con corpi d "armata d i nuova formazione e unità tratte da altre parti del fronte ed anche da lI' AJ bania fu costituita t ra Vicenza e Padova una 5• armata, la quale concorse alla resistenza fornendo i rjnforzi necessari ad arginare la breccia dappi·ima, a contrattaccare il nemico per le ali poi . La controffensiva, per l'asperità. del terreno, non fu efficace; m a i l nemico, disperando ormai di sboccare in pianura e di conseguire, giungendo a Venezia, lo scopo di tagliare a lla maggior parte dcli 'esercito italiano, schierato ad oriente della l:lreota , le comun icazioni con la valle del Po, si ritrasse dalle posiz ioni pili avanzate raggiunte e si afforzò su lirlec tattica•

mente fort i, sulle quali all ' incirca rimase fino al termine della campag na. Così la batraglìa degli Altipiani, che gli Austriaci avevano denominato spedizione punitiva (« Strafc Expedition ») contro l' ltalia, si riduceva ad un successo parziale. Cominciata il 15 maggio, superava il 2 giugno il periodo della crisi, aveva ancora momenti d'intensità furiosi si no al 18 e poi si andava attenuando, finchè si sn1orzava nella p rima metà di luglio. Allo stesso modo che in Francia, mentre ancora ferveva la lotta attorno a Vc rdun , il Comando Supremo rip ig liava e poneva in atto i l pre meditalo attacco nella _regione della Somme, così in Ita lia, prima ancorn che fosse cessata ogni attività sugli Altipiani, il Comando Sup;-emo iniziava l 'apparecch io del premeditato attacco sul!' Isonzo, nel t ratto compreso fra Gorizia e il m are, affidandone l'incar ico alla 3" armata. Ne derivò la sesta battaglia dell'Ison zo, che durò dal 6 al J7 agosto e fruttò agl 'ltaliani non soltanto la conquista delle alture che dal Sabotino al Podgora costiucivano la testa di ponte d i Gorizia, nonchè della estremità occidentale del Carso, compresa tr a la spaccatura detta « il Val lone" e il cor so infer iore dell 'Isonzo, ma anche q uella della città e dei d intorni cE Gorizia e del versa nte orientale dello stesso Va llone dal N a<l Logcm ad Oppachiasella. Nello stesso anno segu irono la settima battaglia <lei! 'Isonzo dal 14 al 18 settembre, l 'ottava da I 9 al r2 ottobre e la nona dal 31 ottobre al


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4 novembre ; ma non p iù favoriti, come nella sesta, dalla sorpresa ed ostacolati dal maltempo, nonchè dalla forza intrinseca delle posizioni da espugn:tre, gl'ltaliani non poterono più conseguire vantaggi corrispondenti agli sforz i fatti e non guadagnarono che limitali tratti d i terreno. In tutto l'anno l'attività degl'ltaliani fu grande in tutto il settore montano, ; icchè nell 'aspra e difficile lotta fu te11acemente impigliata gran parte dell esercito austro-ungarico e il fron.re ital ico era considerato come il meno d esiderabile dai soldati della duplice monarchia . Certo è pure, per confessione del generale Falkenhayn, che l'azione italiana nel 1916 produsse una grave crisi nel campo avverso e costrinse a togliere dal fronte orientale alcune divis . .a ustr iache, le quali dovettero essere sostituite da truppe tedesche : il che ebbe sfavorevole i nAuenza sulla condotta della guerra in generale da parte degl'Imp eri centrali sul fronte Occidentale. Essi invero, mentre erano fortemente impegnati nelle offensive di Verdun e d egli Altipiani, non potevano t rascurare i l fronte russo, che poteva diventare minaccioso; peraltro confidavano che d i una possibile offensiva da quella parte avrebbero avuto sen tore da 4 a 6 settimane p rima che s'iniziasse. Sta di fatto che l'esercito russo, i l quale , secondo gli accord i di Ch antilly , avrebbe dovuto essere promo per la prima quindicina di maggio, o almeno per il pr incipio d i g iugno, aveva 'poi ottenuto di p rorogare la propria azione fino a l mese di luglio, a condizione che non fossero stati prima soggetti ad un attacco gl'lta l,ani. Questa ipotesi essendosi avverata, il Comando Supremo italiano informò quello russo che per il desiderato scopo d i alleggerimento sarebbe stata sufficiente un'azione dimostrativa; ciò nonostante i l gene• mie 13russilov, volendo sfruttare l'i ndebolimento degli Austriaci sul fronte ori~ntale causato dallo spostamento di forze contro l'Italia, con lodevole spirito di cameratismo congiunto ad un retto criterio strategico iniziò l'offensiva il 4 giugno, spingendola a fondo. Va r icordato che fin dal 2 giugno il Comando Supremo italiano aveva annunziafo nel proprio bollettino che la crisi si poteva dire superata. Jn quel momento , di fatto, a detta d ello stesso generale Palkenhayn, . gli assalitor i, troppo scarsi in proporzione del _settore di attacco , erano ormai esausti e l'artiglier ia incontrava d ifficoltà a seguirli, sicchè nè potevano insistere nell'attacco, nè mantenersi nelb posizione a cuneo raggiunta .. L'offensiva russa, peraltro, non soltanto impedì che nuove forze austro-u ngariche fossero d istratte dal fronte orientale per essere mandate verso Asiago, oppure, più tardi, verso Gorizia e sul Carso, ma indusse Austria e Germania a richiamare da quel lato varie divisioni, tolte rispettivamente dai fronti occidelltale e itali,1no, Gli avversari dell ' Intesa avevano infatti sgucrnito oltre i limiti della prudenz.a il fronte orientale. L 'esercito russo, .sebbene in~cbolito dai rovesci subìti nel 1915, nell'inverno e nella primavera, attivando le industrie all'interno e valendosi di quanto il Giappone e l' America potevano impor tarvi mediante la ferrovia transiberiana, era stato portato a 60 corpi d 'armata; erano inol tre a buon punto i lavori dclÌa krròvia che doveva congiungere l'interno della Russia col porto di Cola in Murmania, libero dai qhiacci tutto l'anno . Al principio di giugno, dal Baltico al con: fi ne romeno; sopra una distesa di oltre 100 0 chilomet ri, si fronteggiavano, da nord a sud, tre gruppi d'armata russi (Kuropatk.in , Evert, Brussilov) e quattro gruppi di annate ausrro•tedesche (Hindenburg, Leopoldo di Baviera, Linsingen, arciduca Federico). li 4 g iugno le quattro armate dd gruppo · Brussilov, p recedute da una violenta p reparazione di fuoco d 'artiglier ia, sferrarono di sorpresa 1

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l'attacco su tutto il fronte d i circa 350 Km. che si stendeva <lai Pripet al confine rome no: ne venne la così detta battag lia di Lutsk, direzione nella quale d all 'armata del generale Kaledin in tre giorni fu prodotta in Volin ia una breccia larga non meno di 5 0 Km . e profonda alt rettanto, annientando quasi completamente la contrapposta 4a armata austro-ungarica. E non meno felicemente procedettero le operazioni dell'armata del generale Letscinsky in Bucovina, dove pure la 7a annata austro-u ngarica fu sconfitta e<l inseguita. L'accorrere <la ogni parte de lle riserve avversarie, comprese due divis. turche, r icscì finalmente su l principio d i settembre ad arginare l'avanzata russa, che si arrestò sulla linea che corre dal confluente del Pripet e dello Styr per Brodi e Stanislau, alla displuviate dei Carpazi, rimanendo i Russi padroni dell'intiera Bucovina e di taluni dei valich i che adducono iu Ungheria e avendo inflitto ai soli Au&triaci perdite ingentissime, tra le quali oltre 40 0 . 0 0 0 prigionieri e 600 cannoni. Nemmeno questo successo, peraluo, sebbene maggiore d,i tutti quelli r iportati altrove nello stesso anno in ogni campo, ebbe carattere decisivo . Anche nello scacchiere balcanico si svolsero nel r9r6 avvenimenti importanti. Durante la p rimavera, mediante

lo sbarco rii 1ina divis. italiana e dell'esercito serbo, r icostituitosi nel frattempo a Corfù, nonchè di altri contingenti britannici e russi, l'armata di Oriente aveva raggiunto una forza superiore ai 300 . 000 uomini. Tuttavia sino al mese di settembre essa rimase schìcrata attorno a Salonicco, perchè l'eseràto greco, adunato in Tessaglia, e l'attitu<li;1e ambigua del germanofilo re Costantino ·costituivano una seria miJiaccia contro le retrnvie dell'armata, qualora guesta avesse marciato verso il confine macedone. Ottenuta poi, mediante i l blocco economico della Grecia e lo stato d'assedio . a Salonicco, la smobilitazione dell'esercito greco e una sufficiente sicurezza, l'armata d 'Oriente incominciò il 12 settembre le operazioni che la condussero il 19 novembre all'occupazione di Monastir e di una linea fronteggiante quella avversaria dalla foce dello Str uma attraverso i Monti Beles; l'arco della CerQ.a e Monastir, ai laghi di Presba e d i Ochrida, collegantesi ad .occidente con la linea occupata dagl' Italiani iJl Albania. In questa regione nei mesi di gennaio e febbraio l'au:ività del corpo speciale i taliano fu . sovrattutto rivolta al salvataggio e al) 'imbarco dell 'esercito serbo che si compiè parte a Du• razzo e parte a Valona, non senza gravi difficoltà. Sgombrata Durazzo il 26 febbraio, i l corpo speciale, trasformatosi in XVI corpo d 'armata, ampliò l'occupazione di Valona e l'estese gradatamente a •lutto l'Epiro meridionale, collegandosi il 24 ottobre con i reparti francesi nel settore di Coritza . La Romania, che si era fino ali 'agosto mantenuta neut rale sotto l'effetto delle vittor ie ripor-tate dall'Intesa a Gorizia ed a Lutsk , della promessa d i una contemporanea offensiva del! 'a rmata cli Oriente, del concorso a questa di t111 contingeote italiano e della dich iarazione di gue rra dell'Italia alla Germania avvenuta i l 27 d'agosto, d ichiarò essa pme in questo giorno la guerra agl' l mperi centrali. L'esercito romeno, forte sul piede di pace d i circa 1 45. 0 00 uomini, inquadrati in 5 corpi d'annata di 2 divis. ciascuno, mobi litò 2 3 divis. di fanter ia, 2 divis. di cavalleria e 2 brigate cli cavalleria autonome, con le q uali un ità CO· stituì 4 armate, complessivamente oltre 600. 000 uomini. A questo numero di combattenti, veramente notevole in rapporto con la popolazione, non corrispondeva peraltro un adeguato materiale, scarseggiando le artiglierie da montagna e pesanti, le m unizioni, le mitragliatrici e l'avia-


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zionc, e mancando nel paese officine e maestranze capaci di produrne la quantità necessaria. Devesi qui ootarc che lo stato maggiore russo non era favorevole all 'cntrata in guerra della Romania, sia percbè ciò avrebbe prodotto un grande allungamento del fronte, sino al Mar Nero, sia perchi: comprendeva che avrebbe dovuto aiutare il nuovo alleato. Tuttavia l'apporto di forze romene a fianco dell'Intesa avrebbe potuto dare ottim i risu ltati, se altre circostanze non avessero invece fatto sì che segnasse la momentanea rovi.na del nuovo alleato . I! disegno di operazioni, concord ato con lo S tato maggiore russo, comportava invero che la massa maggiore dell'esercito romeno prolungasse l 'ala sr. dell"esercito russo ed invadendo la Transilvania agevolasse a queslO l 'invasione dell'Ungheria, dando all'eserci to austro-ungarico l'ultimo colpo. Allo scopo pertanto di rass icurare !a Roman ia rispetto al pericolo d i un 'irru7.ione bulgara in Dobrugia, la piccola frazione del!'esercito romeno quivi destinata doveva· essere tinforzata da due divis. di fanteria ed una di cavalleria russe; contemporaneamente l'armata d'Oriente avrebbe operaio offensivamente contro i Bulgari. Oltre a ciò, attraverso la Russia, dai porti di Arcangelo e d i W ladivostok dovevano giungere a i Romeni artigl ierie, mun izioni cd altr i materiali loro i ndispensabi li, forniti dalla Francia e da alt ri paesi. 11a l'esercito russo aveva ormai esaurito la propria foga offensi\!a e nelle stesse sfere ·del governo russo, dove spad roneggiava i l germanofi lo m inistro Stiirmcr, serpeggiava il tradimento. Per tal modo avvenne che i Eussi non soltanto non assecondarono Poffensiva ron1ena, 1na nemmeno inviarono in Dobrugia tempestivamente tutti i rinforzi promessi, t rattenendo in pari tempo i materiali da guerra tanto necessari ai Romeni.

Il · Comando Supremo tedesco, che appunto alla fine di agosto era passato da lle mani del genera le Falkenhayn, ceduto in disgrazia per lo scacco i:li Verdun, a quelle del

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maresc. Hindenburg, nonostante la non facile situazione sia sul fronte franco-belga, dove tuttora infuriava la battagl ia de lla Somme e dava gli ultim i bagliori la lotta attorno a Verdun, sia su q uello italiano, dove dopo la presa d i Gorjzia stavano per succedersi altre tre battaglie dell'Isonzo pr ima che l'anno finisse, si appigliò all'audace ma geniale disegno di vibrare al valoroso, ma non agguerrito ed inesperto esercito romeno, un colpo decisivo, sì da metterlo senz'altro fuori di combattimento. A1l'invasione della Romeoia furono destinate due gruppi di armate, uno austro-tedesco da nord agl i ordini del genernle Falkenhayn, l'altro tedesco-bulgaro, rinforzato da un corpo d'armata turco, da sud, agli ord ini del maresc. Mackensen : in com plesso oltre 600.000 uomini, forniti d i ogni più moderno mezzo d'attacco. La campagna s'iniziò con la facile invasione della Transilvania da parte del grosso romeno, mentre il Mackensen fin dal 1<> settembre invadeva la Dobrugia, il 5 investiva la fonezza 'di Tutrakan obbligando i l 7 la divis. romena che la presidiava a capitolare, e si spingeva contro la linea russo-romena (i rinforzi russi erano finalmente giunti), stendentesi poco a su,I della linea Cernavoda-Costanza, così impanante per la Romania come quella per la quale da Costanza attraverso il ponte di Cernavoda sul Danubio si svolgevano le comunicazioni tra l'interno del paese ed il mare. Ma il primo attacco, sferrnto il 16 settembre, non riuscl. Frat tanto il grup po di armate del nord con le vittoriose battaglie di 1-Jermannstadt e d i Brasso cacciava i Romeni dalla T rarisilvania e al principio di ottobre si affacciava alla vetta dei Carpazi; successivamente anche i l gruppo del sud ricacciava le forze russo-romene a nord della linea Cernavoda-Costaoza. li generale FalkeoJ,ayn poi, dopo aver tentato invano di sboccare attraverso ai valichi più nrientali elci Carpa'li allo scopo di cadere alle spalle del grosso delle forze avversarie, manovrò in modo da sboc-

Trincerone austriaco della te~ta di ponte di Gorizia, dopo bombardamento italiano ( 19 16)


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Traino:di grossa artiglieria sull' .A lto Isonzo ( 19r7) C)

care in Valacchia per la valle del ) in, battè a Turgu-)in i Romeni e il 21 noveo1bre occupò Crajova, isolando un distaccamento romeno lasciato ad Orsova e te ndendo la mano al Mackensen, i l quale passò il Danubio a Zimnitza. I due gruppi si riunirono sul campo di battaglia dcll 'Arges e batterono nuovamente i Ron1eni, 111inacciando di avvilupparli; 1na questi sfuggirono all 'acce!'chian1ento, abbandonando Bucarest e ripiegando su l Sereth, ove si collegarono a nord coi Russi. Su questa linea accaddero nuov i wrnbattimeoti, ma all'inizio del 1917 ]"offensiva tedesca venne quivi finalmente arrestata. La vittoriosa campagna comro i Romeni fu provvidcn, z iale per gli Austrn-Tcdeschi, che trovarono in quel ricco paese grano e petrolio per continuare la g uerra, conseguirono il notevole vantaggio cli raccorciare il fronte orientale e di salvare l'Austria-Ungheria da quello sfacelo, che

l' invasione romena non trattenuta avrebbe probabilmente arrecato e r isollevarono il presrjgio delle loro anni che gl, avven..imenti di Fra11cia e d'lralia avevano alquanto scosso. Ancora nel 1916, ai successi riportati in Volinia cd in Ilucovi.na i Russi altri nt- aggiunsero in Asia Minore. Sotto l'energico cd intelligente impulso del granduca Nicola, l'armata del Caucaso, apparecchiatasi segretamente, prese all'improvviso l'offensiva in dircziorlc di Erzcrum al p rincipio di gennaio. Il generale Judcnic, a capo di truppe siberiane e cosacche, a malgrado del freddo intenso ( - 25") attacc.ò e. respinse su Erzcrucn Ja 3a ann ata turca, investÌ e prese d'assalto in ci.nquc· giorni il campo t rincerato (16 · febbraio) e attraverso monti di 2 e 3000 metri di altez;:a proseguì la marcia in tre colonne, dirette l'u na da Batum lungo i l mare su Trehisonda, l'alrra da Erzcrum su Erzingian, la terza d a .Bitlis attrnverso le gole del Tà\ll"US su Diarbekir. Trebisonda, base nav:dc turca sul .Mar Nero, cadde il 18 aprile; contemporaneamente la sr. dell'armata Judenic. minacciava le comunicazioni tra Diarbekir e Mossul, e il gene rale Barato con altre forze invadeva la Persia e attraverso .il Kurdistan ed il Luristan spingeva djstaccamcnti fino a Sccnykin (circa 150 Km. a nmd-est di Bagdad) sul confine della Mesopotamia, allo scopo cli dar la mano alle forze britanniche che rimontavano hl v.alle. de\_ Tigc~. Ad agg,.avare la ~tuaiione delJa Turchia l'Arabi:t si era ribellata nel giugno, proclamandosi indipendente ed occupando con trnppe sceriffane la Mecca

e le vrc dello Hcgiaz. Tuttavia, con le forze rimaste d isponibili dopo che l 'Intesa aveva rinunciato al la spedizione dei Dardanel!i, l 'esercito nirco mosse al principio di giugno controffensivameme contro i Russi su tutto il fronte d al ~lar Nero a Scenyk in, respingendone il centro e l 'ala sr. fin presso i laghi di Urmia e rii Van ed obbligando l'avversario a retrocedere a11che dal confine persiano sino a nord di Hamadan. Per contro l'ala dr. russa non soltanto respingeva l 1attacco turco, 1na contrattaccando alla sua volta s'impadroniva il 25 luglio di Erzingian. Le forze br itanniche, che nel 1915 avevano respinto il tentativo turco di impadronirsi del canale d i Suez, nell'anno seguente, sotto i 'abile direzione dd generale Murray apparecchiarono a loro volta una spedizione contro ÉI Arisc, base nemica all 'estremirà orientale del deserto del Sinai, e il 20 dicembre se ne impadronirono, dopo avere condotto a term ine lavori colossali, come 300 Km. d i ferrovie leggiere e 200 Km. di acquedotti, e cornbatrnto t re aspre battaglie. Per contro in Mesopotamia la divisione Townshend, assediata in Kut-cl-Amara, dopo centoquarantatrè giorn i d i stre nua resistenza era costretta a capitolare il 26 aprile, essendo riusciti tard iv i ed inadeguati gli sforzr russi e britannici per disimpegriarla. Tra gli avvenimenti poli(ico-mi litari del 1916 vanno anche annoverati l'intervento arn1atol a fianco dell 'Intesa! del Portogallo (9 marzo), il quale fornl due divis. che furono mandate a rinforzare le armate b,itannichc sul fronte Occidentale ; la rivoluzione irlandese, scoppiata i l 24 aprile a Dublino per opera dei « Sin11 Feiners », cap,itanati dal fuoruscito sir Rogcr Cascment sbarcato su lla costa occidentale dell 'isola dai Tedeschi : rivoluzione che fu da-

g l'Inglesi energicamente repressa

~ pron raroente

do1nata;

la morte dell'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe (2, novembre), cui successe il giovane ed inesperto Carlo I. D'accordo con questo l ' imperatore Gugl iel mo fece agli avversari proposte di pace, prea1u1unziate dal cancelliere tedesco al Rcichstag il 1 2 J icembre : proposte insidiose ed inaccettabili che gli Alleati dell 'lntesa respinsero il 30 con una nota collettiva. Tali proposte comprendevano: la restaurazione del Belgio , l'evacuazione dei territori invas i nella Francia, la creazione dei regni indipendenti di Poloni3 e di Lituania, l'annessione della Serbia all'Austria, la restimzione ali ' Austria dei ter ritor i conquistati dal-


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l 'ltàlia, la restituzione delle colonie alla Germania, la · conserva~ione di Costantinopoli alla Turch ia. Oltre alla crisi di comando, per la qua le il geucrale Falkenhayn fu sostituito dal maresciallo 1-Jindenburg come capo di Stato maggiore dell'esercito tedesco, un'altra analoga ne accadde in Francia, per la quale i l generale Joffre fu sostituito dal generale Nivelle. Delle colonie tedesche, al principio dd 1916 rimanevano da conquistare da parte dcll 'Intcsa una piccola porzione del Camerun e i l possedimento dell 'Est-Ahica, tuttora saldamente tenuto dalle forze del colonnello von Lettow Forbeck, il quale anzi aveva negli a,ini precedenti ope rato offe11sivamente con tw le vicine colonie b--,,lghe, britann iche e portoghesi. Il Camerun finì di essere completamente occupato media nte l 'azione concentrica di colonne alleate a metà febbraio del 1916; contro la colonia dell'Est-Africa, sotto la d irezione del generale Smuts col concorso d i contingenti britannici, belgi, boeri, portoghesi,. indiani, coi qtiali furono costituite colonne concentr iche, e di cannoniere che furon? arn1ate sul lago Tangayka_, furono iniziate al p rinci pio di marzo ben coordinate operazion i mediante le quali fin dal .settembre cadeva ,n ma~10 degli Alleati il capoluogo Dar-es-Salam e nell 'otrobre le forze tedesche erano ridotte a non conser vare cbe un solo centro di resistenz.a, l'altipiano di Mahcnge. Tra gli avvenimenti marittimi, eccezionalmente ragguardevole fu la battagl ia dello Jut!and , la più grande battaglia navale che la storia r icordi (16 maggio), di esito tatticamente più favorevole ai Tedeschi che ai Britanni, ma tale che dopo di essa la flotta tedesca non ardl più dì cimentarsi in mare aperto con quella avversar.i a. Continuarono frattanto l 'azione di blocco da un lato e quella dei sommergibili dall'altro; t ra le vittime di questi ultimi va segnalato lord Kitchener , ministro della guerra britannico, che . tanto alacremente aveva atteso ad apparecchiare l 'esercito, il quale perì il 5 giugno allorchè l 'incrociatore « Hampshire », sul quale navigava alla volta della Russia, fu silurato dai Tedeschi ad ovest d,:lle isole Oreadi. G1.1 AVVENt MEKTI D>i 1917. - Nemmeno il 19r6 aveva dunque apportato risultati decisivi; grande era i l logora-

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mento <la una parte e dal! 'altra; ma l'imp resa di Rorn~nia, con la quale si era chiuso l'anno, aveva per~ messo agl'Jmperi central i di arrogarsi i l vantaggio. La spcran.za non ancora perduta dj vincere, nonostante i l grave disagio degli approvvigionamen ti, ma nteneva tuttora gli spiriti abbastanza elevati in Germa nia e serviva di stimolo ai meno saldi alleati di questa; d'altra parte il p rolungarsi del confl itto induceva l 'impcratore Guglielmo ed il suo governo a cercare anche nella politica, oltrechè nelle armi, nuovi mezzi per indebolire la compagine degli avversari. Questi mezzi consistcuero nel persistere in p roposte inaccettabili cli pace (le cosl dette " offensive cli pace ») e nel continuare a minare con la propaganda sov versiva la già scossa coesione del l'esercito russo; nello stesso tempo, il marcsc . I-Iindenburg decideva di persistere nell'attitudine temporeggiante sul fronte franco-belga, anche a costo di n1anovrarc in ritirata per sottra rsi ad un urto pericoloso, e d i dare un colpo decisivo al già vacillante fronte orientale per aver poi m ano libera in occidente. Oltre a ciò la guerra dei sommergibUi, intensificata a tutta oltranza, con dichiarazione del IQ febbraio, mirava a privare gli avversar i, particolarmente la Gran Ilretagna, delle materie prime indispensabili, non soltanto per la guerra, ma anche per aliment;ire la popolazione. Vero è che il presidente Wilson rispose alla dichiarazione tedesca, lesiva dei diritti dei neutri, rich iamando da Berlino l'ambasciatore e rompendo le relazioni d ip lomatiche con la Germania; ma di ciù e d i u11a probabile successiva dichiarazione di guerra non credette di preoccuparsi il Comando supremo tedesco, sia perchè gli Stati U niti, non possedendo un esercito adeguato allo scopo, avrebbero dovuto crearlo di sana pianta, sia perchè in ogni caso ri teneva che sarebbe stato facile ai sommergibili di impedirne il trasporto in Europa. Da parte dcli '!mesa, secondo il piano di guerra concordato nella conferenza interalleata di Chantill y tra i Cajli militari dei vari eserciti i vi convenuti il 15 e il 16 novembre · 1916, anche nel 1917, abbastanza per tempo ria non esser prevenuti come nell'anno precedente da.I nem ico, le forze milirari dell.'lntesa dovevano con simultaneità approssimativa prendere l'offensiva sul fronte oc-

Bombardamento delle quote dcll'Hcnnada (1917)


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cidcntale, sul fronte italiano, su quello meridionale e su quello orientale. Il 6 gennaio 1917 si tenne ù1 Roma un'altra conferenza interalleat~, cui parteciparono i primi m inistri ed i capi d i Stato maggiore dell'Intesa . In questa riunione fu d iscussa una proposta del generale Cadorna, calorosamente sosten uta dal primo ministro britannico Lloyd George, di trasferire nello scacchiere italico il teatro principale delle operazioni; ma questo .p rogetto non ebbe fortu na, in parte per considerazioni tecniche esposte dal generale Robertson, non prive di valore, in parte per considerazioni politiche . A ltri accordi importan ti, sempre allo scopo di ovviare alla mancanza di un comando unico interalleato, furono presi nella conferenza franco-britannica di Calais (26-27 febbraio), nella quale fu convenuto che al generale .Nivclle, succeduto al maresciallo Joffre fin dal 16 dicembre, fosse riservata la direzione delle operazioni su tutto i l fronte occidentale, e nello s\rsso mese Ùl Italia, durante una visita dello stesso Nivellc al fi·onte italiano . In questa . occasione furono coocertati provvedimenti sia per il caso che Austria e Germania violassero la neutralità svizzera, sia nel caso di un.a potente offensiva austro-tedesca contro l' Italia, sia infine pe r la prossima simultanea offensiva degli alleati. Il 19 ap rile fu tenuta a San Giovaoni di Moriana (V). in Savoja un'altra conferenza, importante non solo dal punto d i vista militare, ma anche djil punto di vista politico, poichè vi si t rattò delle proposte di pace, di cui erasi fatto m ed iatore il principe Sisto di Borbone, e furono precisati alcuni pa rt icolari di speciale interesse per l'Italia a complemento del trattato di Londra d el 26 aprile 1915. Durante tutto l'inverno 19r 6-17 il maltempo imperversò dappertutto in modo eccezionale, prolungandosi anc,he nella primavera, s_icchè fu motivo che l'inizio delle operazioni offensive in qualche scacchiere fosse ritardato. Frattan to le forze alleate su l fronte franco-belga erano state riord inate in vista dell'offensiva, la quale <lovcva essere condotta secondo n uove norme dettate dal generale N ivelle, valendosi dell 'esperienza di Ver dun e differenti da quelle applicate nella battagl ia della Somme. Il d isegno <lei generale Nive lle per il r9r7 stabiliva che le armate britanniche e le armate francesi 1a e 2a attaccasseto in direzione di Cambrai, allo scopo d i impegnar vi e trattenervi le contrapposte forze nemiche; il gruppo principale ddle armate francesi avrebbe a sua volta rotto il fronte nemico tra il canale che congiunge l 'Oise e l' Aisne con Reims, aprendo una breccia a sfruttare la quale era pronta un 'annata in riserva. D al canto suo il maresc. Hi ndeoburg , conscio della inferiorità numerica dei Tedeschi rispetto ai loro avversari su questo scacch iere, i nfrriorità che si poteva ragguagliare a 100 : 168, sin dalla fine d i febbraio ordinava la ritirata di fronte alla 5a armata britannica e il 17 marzo estendeva il movimento, magistralmente eseguito, a tutta la linea compresa tra Arras e Vai!])', facendo .in modo sistema tico il deserto nelle regioni abbandonate, rovinando vill aggi, comunicazioni, piantagioni, sì da creare fra sè e il nem ico una zona inospitale, difficilmente percorribile e nella ·quale l'avversario dovesse manovrare come su un vastissimo spalto scoperto. I Tedeschi non si arrestarono che sulle fortissime posiz ioni costituenti la cosl detta " linea di Hindenburg )>, appoggiata ai due capisaldi Cambrai-Douai a nord e Sai.n t-Gobain-Laon al sud. Questo ripiegamento fu dal 22 marzo al 9 aprile scguìto dalle armate francesi e britanniche incalzanti, non se1na vivaci combattimenti contro le retroguardie tedesche. Col nuovo schier;mento essendo mutata la situazione, il generale Nivelle modificò il primitivo disegn_o, pur mantenen-

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clone le Iinee generali , di un attacco concomitante dai due lati della grande tenaglia che il fronte occidenta le formava nella regione suindicata. L'offensiva britannica nel!' Artois fu iniziata i l 9 ap rile, e in tre rip rese, combattendo fino al 5 maggio, pur non riuscendo a sfondare la linea nemica, guadagnò terreno su una profondità 1uedia di una diecina di chilometri oltre la linea raggiunta il 21 marzo . L'offensiva francese in Champagne, cui spettava il compito principale e dalla quale si sperava di ottenere in quara ntotto ore lo sfondamento di un complesso sistema di quattro lince nemiche, fu sferrata .i I J6 aprile e superò bensì in molti tratti la prima linea e in qualcuno la seconda, ma fu poi bruscamente arrestata dall'.accorrcre delle riserve tedesche e dal fuoco insidioso delle mitragliatrici, per modo _che le perdite subìte dagli assalitori in breve spazio di tempo e in una zona relativamente ristretta p rodussero sullo spirito delle truppe u_n effetto deleter io , e q uello, che pure era un successo parziale, apparve uno scacco; nè valsero gran che ad attenuado i lievi progressi fatti da.I 4 al 5 maggio su ll 'a!tipiano di Craonne e dal 17 al 20 màggio sul massiccio di Moronvillers. La delusione delle speranze fondate sul disegno del generale Nivelle produsse in Francia una crisi di _gabinetto, la quale provocò a sua volta una crisi d i comando. Il r7 maggio il g~nerale Pétain sostituì il generale Nivellc quale comandante in capo e !"esercito francese rinunziò per tutto l'anno a nuove operazioni offensive su grande stile, contentandosi di subìre le parzi ali offensive nem iche e d i sferrare a sua volta due attacchi con obbiettivo limitato, l' uno nella regione <li Vcrdun dal 20 al 26 agosto, l'altro in direzione della Malmaison dal 23 al 26 ottobre . Dal canto suo l'esercito britannico conti nuò sino aHa

fine dell 'anno a tenere un'attitudine aggressiva . Sferrò infaui il 7 giugno, col concorso cli un 'armata franccsc un attacco fortunato contro le posizioni di ly!essines; successivamente, il 31 lugl io, intraprese in Fiandra una nuova 1

offensiva, che durò quasi ininte,rrottamente quattro mesi,

ottenendo in otto r iprese di disimpegnare la tanto contesa regione di Ypres. Infine, allo· scopo di al legger ire il fronte italiano gravemen te intaccato dall'offensiva austro-tedesca, i Britanni dal 20 al 23 novembre sferrarono in direzione di Cambrai una nuova offensiva, che riuscì fortunata dapprima per effetto della sorpresa e aprì nel fronte avverso una la,·ga breccia; ma la manca nza di riserve a portata non permise di sfruttare I il fausto evento, e le riserve tedesche fecero a tempo ad accorrere. Il nem ico anz i fra il 30 novembre e il 6 d icembre contrattaccò a sua volta con alterna fortuna, sinchè il combaltìmento, anche per le avverse condizioni atmosferiche, si spense. Sul fronte italiano, in conformità degli accordi di Chanrilly, il 12 maggio ebbe inizio la decima battaglia dell 'Isonzo, che durò fi no all'8 giugno e _si estese dalla regione a nord di Plava sino alle foci del Timavo. L'attacco fu vibrato alter.nativamente dalla 2 • e dalla 3• armata e l' ultima fase, dal 4 all'S giugno, fu dovuta ad lilla controffensiva austriaca . Risultati della battaglia furono la conquista, da parte i taliana, della posizione dd Vodice e di altre circostanti a questa a nord di Gor izia, qualche prog:esso sulle pendici del San Marco e l 'allargamento dell'occupazione fi no alla linea Vrsic-Jari1iano sul Carso. Le perdite austro -ungariche furono calcolate di oltre 130.000 uomini; quelle i taliane furono alquanto superiori. Come sullo scacchiere di Francia , battaglia sanguinosissima senza effetti adeguati, poichè il vant'aggio tattico non trascurab.ilc conseguito dagl'Italiani lasciava in alterata la situazione

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strategica. Il Comando supremo italiano, allorquando si spense ]•azione oltre l'Isonzo, sperò di poter rinnovare, in senso inverso, la manovra che nel 1916 gli aveva fruttato la vittoria d i ()orizia (6a battaglia dell' Isonzo) e

nome, n1a terminò .in uno scacco sr...nguinoso, perchè le poche posizioni conqtlistate non furono . potute mantenere e le perdite furono molto grav i in proporz ione delle forze

ivi impegnate.

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Mentre sullo scacchiere fraoco-belga le armate francesi rinunciavano ad operazioni su grande stile e le armate britanniche proseguivano bensì nell'azione offensiva, non già


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secondo lo spirito dei patti di Chantilly , ma soltanto nel proprio interesse d i· allargare la cerchia cieli 'occupazione in prossimità della costa della Manica, i due Comandi alleati facevano vive sollecitazioni al Comando italiano affinchè questi, fedele ai patti suddetti, i nsistesse nell'offensiva sull'1sonzo, benchè la situazione fosse mutata esseozialmentc per la rivoluzione rnssa, scoppiata in marzo. Era invero presumibile che questo avvenimento, eccezionalmente fortunato per gl 'Imperi centrali, rendesse disponibili sul fronte orienta le nun1crose divis. austrorungarjchc per operare con-tro l ' ltalia, e che altre divis. tedesche vi potessero affluire dal fronte occidentale. Gli Alleati avevano bensì fornito al l'Italia un r inforzo di circa 300 pezzi d'art. pesante, ma n ull'altro, pur essen'Ìlo loro noto che un 'offensiva a fondo cont ro l· Austria avrebbe richiesto un sussidio di circa 300 .000 uomini. li Comando supremo italiano, a malgrado d i queste sfavorevoli condizioni, impegnò tra l' Id ria e il Timavo, dal 18 agosto al 15 settembre, la undicesima battaglia del) 'Isonzo, conside_rando che se avesse potuto raggiungere la linea del Chiapovano a nord dell'anfiteatro d i Gorizia e impadronirsi del M . Hermada insieme con le posizioni sul Carso a nord di q uesto, l'esercito italiano si sarebbe appostato sopra una linea d ifensiva così fotte, da essere in g rado di affronta re con superior ità strategica e tattica l'urto del nemico, anche se questo avesse ricevu!l:o da altri scacchieri importanti rinforzi. Poìchè nell'anfiteatro goriziano non si svolsero che azioni d 'artiglieria, la grandiosa azione si suddivise in due battag lie separate, aventi per obbiettivi l' una l'altip iano di Bainsizza-S . Spirito, l'altra quello di Còmens. Superando g ravissimi d ifficoltà , la 2• armata italiana varcò l'Isonzo su ponti improvvisati in presenza del nemico su largo tratto a monte di Plava, salì sull'altipiano, s'impadronì della parte centrale di questo spingendosi fin p resso al margin..: del vallone del Chiapovano, che recinge l'altipiano stesso ad oriente, espugnò posizioni lungamente contestate come quella del M . Santo; ma non riuscì a conqu istare i! margine ora detto, nè. le posizioni laterali del Lom di Tolm ino a nord, e dei M. San Gabriele e San Daniele a sud; siècll'; lo scopo di tagliare al nemico le comunicazioni più dirette t ra. le valli dell'Idria e del Frigido non fu raggiunto. Conte mporaneamente la 3' armata attaccò il fronte nemico sul Carso, conquistandooe grande parte delle prime linee, ma senza conseguirè l'effetto dello sfondamento. l\nchc qui, come nell a precedente battaglia, l'ultima fase fu segnata dai contrattacchi del nemico, cui giungevano dal fron te orientale n uove divis. ; ed anche questa battaglia fu, come la precedente, sanguinosissima e senza r isultati decisivi . ;\ questo punto il Comando supremo italiano, tenutv conto delle perdite subìte, del consumo delle muni zioni e ·del continuo atfluirc di rinforz i a l nemico, decise di desistere dall'offensiva ; di ciò si adombrarono gli Alleati, cbe rich iamarono dall'Italia le poche artiglierie dmc in prestito. Prima di narrare i successivi avvenimenti sul fronte i t'11iano occorre, per ben comprenderli , esporre g li ,w vcnimenti <li Russia, che" tanta ù1flucnza esercitarono sull'anelamene;, del la campagna del 1917, e gettare uno· sguardo complessivo sulle cond izioni morali e materiali di tutti i bel ligeranti dopo tanti mesi di accan ita guerra . Poichè caratteristica generale delle operazioni fino allora condotte era stata la manca11za di un risultato definitivo e i l prolungarsi indefinito della guerra senza che se ne imrav vedesSc prossima la fine per forza d'ann i, era cominciato a diffondersi nei vari paesi, già tormentati dalla carestia e dai · tutti, un vago sentimento d ì sfiducia nell'esito fi-

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nale ciel conflitto, odio stesso tempo che t ra le file dei combattenti, sia per cause intrinseche alla milizia alle quali non erano estranei taluni errati n1cto di dei comandanti, sia per cause estrinseche, quali errç>ri dei governanti o mene di partiti politici o incoscienza d i una parte della

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cittadinanza aventi deleteria ripercussione nel}'esercito, scr~

peggiava il malcont:,,ino sotto varie forme, specialmente sotto quel la della stanchezza della guerra. Di qtti un affievolimento generale dello spi.rito militare, variabile da esercito ad esercito ed anche da frazione a frazione di uno stesso esercito, ma tale eia rendere più malagevole ed incerta l'azione del comando e più gravi in particolar i circostanze le conseguenze di u no scacco. Ciascun belligerante inoltre rendeva naturalmente ad aggravare con la propaga nda insidiosa questo stato di cose presso l'avversario e trovava appoggio d iretto od indiretto t ra i sovver sivi e tra i pacifisti ad ogni costo di ogni paese. Ed era anche naturale che di questo stato d'animo profittassero in ogni luogo gli elementi che tendevano, per motivi etnici o politici, a d isgregarsi; donde i moti irlandesi nel Regno Unito già menzionati e lo sfaccio della dup lice monarchia della quale si dirà esponendo gli avvenimenti · ciel 1918. Le prime e più gravi conseguenze delle cause d i debolezza enumerate sì videro in Russia, dove le cose precipitarono per debolezza d i governanti e per corruzione di amministratori, non escluso il trad imento di altissimi funzionari. Basti per tutti ricordare il caso del ministro del la guerra Sukomlinov , che fu per questo morivo condannato ai lavori forzati. Alla metà di marzo gravi disordini, scoppiati a P.ietrogrado per carestia di grano, si tramutarono ben presto in som mossa politica : alcuni reggimenti si ammutinarono, e Mosca, Charcov e Njjni Novgorod si associarono al movimento rivoluzionario . Fu costituito un

ministero nazionale, che impose allo Czar ]'.abdicazione anche in nome del figlio, si dich iarò per la continuazione della guerra a tutta oltranza (18 marz.o), concesse la costituzione alla Finlandia, decise Ja convocazione di una Costituente per riordinare i poteri dello Stato, proclamò l'indipendenza della Polonia e decretò la liquidazione dei beni imperiali. Frnttamo verso la fine di aprile il fuoruscito Lenin, reduce d alia Svizzera .attraverso la Germania, incominciò b propagan da tra g li operai e i cootadini, eccitandoli a lla lotta di classe, e verso la metà di luglio fu già in grado d i tentare il primo esperimento di rivoluzione massimalista. Assu nse allora la presidenza del go• verno il tribuno Kerenski, già ministro deLla g iustizia, uomo di carattere debole, che, dopo aver fatto marci:tre il generale Kornilov sulla capitale (8 settembre) non osò valersi della forza per ristabilire l'ord ine, e sconfessò l'operato del generale medesimo. l nvano egli proclamò poi la repubblica russa e creò un nuovo ministero p rovvisorio, detto il « Consiglio dei Cinque » , che avrebbe dovuto govern are il paese col concorso delle varie amministrazioni (15 ~cttcmbre), poichè tra il 7 e 1'8 novembre i massimalisti trionfarono a Pictrogrado prendendo d 'assalto la .sede del governo, il Kerenski fuggl e il congresso generale dei Soviet di tutta la Russia elesse alla presidenza Lenin, Trotski ed alt ri uomini della stessa fede bolscevic~. L'esercito sentì inesorabilmente il contraccolpo della rivoluzione Ìln dal pr imo momento; il rilassamento del la disciplina divenne genera le, e, bcnch/: il fascino oratorio personale del E,crensk i r iuscisse ancora ad ottenere da una pan ~ del] 'esercito un ultimo successo, quello dovuto all'offensiva iniziata il 1<> luglio dal generale Brussilov, questo . fu di breve durata e lo sfacelo militare della Ru.ssia fu da q uel momento irreparabile.

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In Francia pure una gravissi ma crisi, lentamente maturata nel 1916 durante il comando del generale Joffrc, si manifestò con grav issimi sintomi dopochè il r6 aprile l'offensiva apparecchiata dal generale Nivelle non dette i frutti che se ne aspettavano. Centotred ici reggimenti si am mutinarono ed alcuni reparti formarono i Sovi1 t ad esempio dei soldati russi, mentre ncll 'interno del paese si svolgeva una campagna pacifista e si scoprivano mene di tradimento, donde ve nnero i processi Bolo, Caillaux, Malvy e- simili. Il generale Pétain, succeduto al Nivcllc, pose rimed io, in tcm_po relativamente breve, a questa crisi, e.li1n inandone le cause intrinseche alla. ff'1ilizia; ma , contra-

fensivc sul fronte giulio avevano attenuato, ma che si era riprodotto con maggiore intensità dopo le delusioni provate e le gravissime perdite subìte nella p rimavera e nel1'estate del 1917. I casi peraltro d i ammutinamento o di defezione erano stati rari, e ce rtamente in minima proporzione rispetto a quell i accaduti in Francia; ma l'estensione del fronte in rapporto col numero delle forze che lo presidiavano, insieme con altre cause di carattere organico, rendeva gravosi i turni di trincea e difficile l'ist ruzione tecnica della maggior parte <lclle unità . Neil 'interno, d isordini provocati a Torino dai socialisti tra il 22 e il 26 settembre col p retesto della mancanza di farina re-

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Trincee provvisorie sull'Altopiano d i Asiago

riamente agli accordi cli Chantilly, dovette rinunciare ad o.11erazioni importanti sul fronte francese, con dannosa ripercussione sugli altri fronti. L'esercito britannico, sia perchè dapprima formato soltanto di volontari, sia perchè il tcrrjrorio nazionale non era calpestato dal 1lcm ico e diretr.1mente minacciato, sia infine per l'indole · flemmatica del popolo e perchè, occupando un fronte meno ampio di quello francese in p roporzione delle forze disponibili era meno - sensibile ai d isagi d el la vita di trincea, non andò soggetto nel 1916 ad una èrisi così grave , pur non ri ma11endone 1n1munc esso pure p iù tardi . In ltalia, per un complesso di circostanze simili a quel le accennate pc.- la Francia, sin dalla fine dd 1916 si era diffuso nell'esercito, piit o meno secondo i tratti <lei fronte, un senso di stanchezza, che la stasi invernale e la speranza di ottenere risultati decisivi mediante le nuove of-

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sero palese come i partiti sovversivi non fossero alieni dal cospirare a danno della patria. Neii'esercito austro-u ngarico, a cagione del contrasto secolare t ra le varie nazionalità che cosùtuivano la duplice monarchia, già fin dal 19r4 erano avvenute gravissime defezioni; succe:c;sivamentcJ a cagjone dei rovesci subìti a varie riprese combattendo contro i Serbi e contro i Russi,

e delle g ravjssime perdite che ne erano derivate, si erano prodotte tra i combatte nti le stesse cause di malcontento che serpeggiavano negli altri escrciri, aggravate dalle cause disgregatrici insite nelle rivalità tra le d iverse stirpi. Nella primavera del 1917 la situazione militare cd economica si era anzi talmente aggravata, che il cancell iere conte Czcrnin ,

in

un

rapporto segreto · rìnJesso

all 'imperatore

Carlo I il 13 aprile, dopo avere detto che le mater ie per la produzione delle munizioni si andavano esaurendo, che i soldati erano denutriti, che tutti gli strati della popola-


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zione erano depressi per l'estrema penuria degli alimenti, concludeva che si poteva sostenere con speranza di buon successo una difensiva ancora per quclche mese, ma bisognava escludere assolutamente un ·altra campagna inverna!e: donde la necessità di addjvenire sollecitamente alla pace, prima che gli avversari si accorgessero delle condizioni disperate dell'Austria. Nè meno pessimista si era dimostrato i I generale Arz von Straussenberg, il quale stil principio dell'anno aveva sostituito come capo di Stato maggiore il maresc. Conrad, destinato in,1cce al comando del gruppo d'armate del Treotin,J. Anche in Germania, benchè g li eventi d i guerra fossero stati in genere più favorevoli che contrari alle armi tedesche, il disagio della popolazione per effetto della carcstià dovuta al blocco cominciava già a ripercuotersi nell'elemento militare, specialmente fra q uello che per motivi di ambiente era più accessibile a certi sentimenti: e si palesò fin dal 1917 nella rivol ta dei marinai, favorita dall'inazione delle navi di superficie e dalle sempre crescenti perdite degli equipaggi dei sommergibili. N~ migliore era lo spirito dell'esercito bulgaro, che risent iva il contraccolpo della tendeuza del paese a distaccarsi dagli Alleati, nè quello del! 'esercito turco, che persisteva nella lotta solo ;1 cagione dell 'incitamcnto e della direzione tedesca e tra le cui file avveniv3no gravissimi episodi . Queste condizioni morali, carnttcristiche di una lunga guerra , non possono essere t rascurate nell'esporne · Jc l inee strategiche, poichè non potevano non influire sulla condotta delle operazioni e sulle conseguenze delle battaglie. Sintomi visibili del disagio di spirito che durante la guerra andò travagliando i paesi maggiormente toccati dal confl itto, Iurono le crisi ministeria li, per le quali in Francia si susseguirono i g:tbinett i Viviani, Briand, Painlevé e Clemcnçcau; in Italia quelli Safandra, Boselli, e Orlando; io Germania i cancellieri Bcttmann 1-Jolwcg, Michaclis ed Hertling; tanto che il papa Benedetto XV credette che il 15 agosto fosse giunto il momento di farsi intermed iario di pace, e indirizzò alle Potenze una nota, nell a quale, fra l'altro, esprimeva. la ,pcranza della sollecita cessazione della lotta tremenda, la quale ogni giorno più appariva « inutile stnge ». I governant i ravvisarono in tale nota il pericolo che ne derivasse un affievolime nto nello spirito dei combattenti e delle popolazioni; dal punto d i vista diplomatico, respinta dal presidente Wilson, provocò invece da parte britannica la richiesta che la Germania chiarisse esplicitamente le proprie intenzioni risperro al Belgio. li governo tedesco enunciò le seguenti condizioni : « l") il confi ne tedesco rimarrà intatto; 2°) restituzione delle colonie tedesche; 3°) nessuna indennità verrà chiesta alla Germania; 4°) nessuna guerra economica • . Indirettamente, per via della Spagna, il governo britannico seppe che la Germania aspirava ail'unione economica col Belgio . Essendo dunque mancata la netta dichiarazione i nvocata, le trattative furono del tutto troncate. Kell'aurnnno del 1917 la situazione militare generale si presentava al Comando supremo tedesco in questo modo : suflicierue sicurezza sul fronte franco-belga, dove l'escrcifo britannico non conseguiva che lenti progressi e l 'esercito francese rimaneva passivo; sicurez?.a assoluta sul fronte russo, dove l'esercito avversario era in pieno sfaccio; nessun pericolo imminente sul fronte balcanico; condizioni dcli' Austria-Ungheria, dopo l'undicesima battaglia dcli 'Isonzo, tal i da r~ndere necessario i l socèorso tedesco per sostenere un nuovo :1ttacco da parte dell'esercito italiano. O,sì sundo le cose, gli ultimi mesi dell'anno e le riserve disponibili potevano essere impiegati o a dare un colpo

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decisivo alla Ro111ania, od a soccorrere l'Austria contro l 'Ita lia; e poichè questo soccorso corrispondeva ad un'urgente aecessitiì., piuttosto che impiegare a spizzico unità tedesc-0e per rinsaldare le unità austro-ungariche in una snervante guerra difen siva, parve prdcribile sferrare una potente offensiva, tale <la fiaccare l'Italia e riavere poi d isponibili, per operazioni decisive sul fronte occidentale nel venturo anno, le forze per tale impresa impiegate. Prese adunque forma concreta un progetto di offensiva austrotedesca contro l'Italia, del quale già da qualche tempo era stata ventilata l 'opportunità Lrn gli Stati maggiori dei due eserciti a lleati. Un'.armata tedesca di nove divis ., agli ordini del generale Otto von Flelow, fu segretamente raccolta nella regione di Tolrnino, ed in unione con forze austro-ungariche destinata ad attaccare gl'lta)iani sul fronte che si stende dal M . Rombon al M. Globocak. Il Comando supremo italiano non venne a conoscenza del vero fronte d'attac:o prescelto che assai tardi, avendo dapprima dubitato che il nemico volesse ripetere un 'offensi\'a dal Tremino, poi che l'auacco avesse soltanto un obbic:ui,·o locale nella zona di Tolmino. I nvece la direzione generale dell 'une nem ico era quella Tolmino-Cividalc, estendendo l'nione a monte cd a valle e mirando alb pianura. Non vi fu sorpresa tattica, ma, come in analoghe condizioni su altri fronti, riuscì la sorpresa strategica, essendo mancato ,I tempo per una più opporwna dislocazione delle riserve, preponderanti al momento dell'offensiva verso il basso piuttost0 che verso l'alto Isonzo. Dopo violentissima, ma brev~, !'reparazione di artiglieria, l'attacco austro-tedesco fu sferraro, col sussidio cli una finissima nebbia, al mat• tinl) c!el 24 ottobre dai gruppi Krauss, Steiner , Berrer e Scotti sul fronte su indicato, sul quale erano sch ierati i corpi d'armata JV e XXVII, e d i poco arretrato rispetto a questi il VII, costituenti l'ala sr. della za armata italiana. Nel lV corpo furono aperte due brcccie, l'una in conca :li Plczzo, l'altra sulla sr. dell 'Isonzo tra il fiume e il M. Slemc; le riserve schierate sulle lince ret rostanti od accorrenti avrebbero tuttavia potuto arginare l'jrruzione del nemico, se que•ti, attraverso il fondo valle della dr. dell'Isonzo, non fosse giunto attraverso alle posizioni del :ll.'XVll corpo nel pomeriggio a Caporeno, alle spalle dc Ila cl r. del I V corpo, e prima di sera non si fosse reso padrone del M. Jcza, caposaldo <lei XXV!l corpo di fronte a Tolmino. Il successo iniziale, per cui, aggirate, caddero anche la stretta di Saga la sera del 24 e il M. Sto) circa le 23 del 25 ortobre, nonchè altre importantissime posizioni sulla dorsale a monte ed a valle dello Jeza, fu attivamente sfruttato dall 'attaccante, per modo che la linea italiana, (a quale formava saliente di fronte a Tolmino, venne profondamente intaccata all'incirca nella direzione corrispondente alla bisettrice del saliente stesso, con grave minaccia alle comunicazioni delle forze schierate sull 'uno e su ll 'altro lato di ·esso. Ne venne la necessità della ritirata, che fu ordinata dapprima al Torre, poi al Tagliamento, cd infine al Piave ed al Grappa, col doloroso abbandono, non soltanto delle terre irredente con tanti sacrifici già strappate all'Austria, ma anche delle regioni it:tliane del Friuli, della Carnia, del Cadore, del Bellunese e del Feltrino. E a rendere più grave la rotta concorse il temporaneo sfacelo morale di una parte della 2~ armata, i cui reparti sbandatisi ingombrarono le strade che convergevano da un fronte largo ad un fronte sempre più ristretto : sfaccio che fu l 'effetto cli quell 'affievolimcntn dello spirito, serpeggiante da tempo sotto la forma di malcontento, anche nell 'cscrcito italiano come negli altri eserc,u belligeranti, e che dalla sconfitta trasse l 'occasione di ma- ·

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nifcstarsi violentemente. Al doloroso spettacolo degli sbandati e deg li eccessi cui questi si abbandonavano fece onorevole r iscontro il valoroso contegno delle unità ri maste salde, le quali il 9 novembre si andavano raccogliendo ad occidente dd Piave e sul gruppo del Monte Grappa tra Piave e Brenta, collegàndosi a cavallo di questo fiume con le posi,,ioni italiane tra Brenta e Astico. Di fronte al ripiegamento concentrico della 3a armata, dei resti della 2a e delle truppe della wna Carnia, e della 4• armata italiana, incalzarono i l gruppo d'armate del maresciallo Boroevic, dell 'armata a ustro-tedesca del von ·Bclow, del generale Krobati11 e del gruppo d'armate del maresc. Conrad; ma il 9 novembre la dr. austriaca era ancora arretrata rispetto alla sr., mentre le u ltime uni tà della 4• armata si affrettavano dalla valle del medio Piave e raggiungere ·1e posizion i del Grappa sulle quali era stato imbastito un _pr imo schieramento. Contro la n uova linea occupata da_gl 'ltaliani venne presto a cozzare l'inseguitore; la battaglia, cbe si smorzò prima sul Piave e poi sul Grappa, durò .a.ccanita da! 10 novembre al 26 dìce1nbre e tenni11ò con )a resistenza vittoriosa degl'Italiani, benchè questi avessero perduti oltre 300. 000 uomini e 3000 pezzi in q uel la 12• "battaglia dcli 'Isonzo, che fu anche detta cli CaporetlO. ·Questo avvenimento ebbe una ripercussione polirica, per ,cui al ministero Boselli segul un ministero Orlando, men'tre al generale Cadorna fu sostituito nell'ufficio d i capo di Sta to maggiore il generale D iaz. Poichè il rovescio subìto dagl 'Italiani avrebbe pot uto ar.recare un grave turbamento alla compagine del!'Intesa qua'lora avesse 2ssunto m aggiori proporzioni, sin dalla notte sul 27 ottobre fu deciso di massima dagli alleati FrancoBritannici di muovere in soccorso dell 'Italia e a tal fine i urono d at i gli ordini p reventivi; ma a fissare i particolar i del loro concorso furono dapprima inviati al Gran ·Quartier Generale ital iano i general i Foch e .Robertson e :poi fu renuta a Rapallo una conferenza interalleata, nella quale per l'avversione di lord Robertson a distogliere forze <la quello ~h 'egli considerava lo scacchiere principale non si venne ad una conclusione definitiva. Questa fu rimandata ad altra conferenza, che fu tenuta i.I giorno succcs,;ivo 8 novembre a Pesch iera, sotto la presidenza di S. M. Vittorio Emanuele III, e nella quale fu deciso l'inv io in -Italia di alcnne d ivis. francesi e britanniche. Dalla confe-

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renza di Rapallo era peraltro scaturita un'altra detenuinazione importante : quella d'istituire a Versailles un Consiglio supremo interalleato, quale mezzo per coordinare le operazio11i di tutti gli eserciti dell 'lntesa ed elim inare od aln1cno attenua.re il grave i nconveniente sino allora la-

mentato della mancante ·un ità d i comando. I rinforzi alleati, vale a dire un 'annata francese di 6 <livis. agli ordini del generale Fayo.lle e una- br itannica di 5 divis. agli ordini del generale Plumer, giunsero nella zona delle operazioni fra il 30 ottobre e I'8 dicembre; ma solo attorno al 4 dicembre, quando già la resistenza era assicurata per virtù di sole forze italiane, entrarono i n li nea fra M . Tomba e il Montello. Quella crisi morale, che per effetto della rotta aveva colpito una parte dell 'esercito italiano, g ià in diminuzione allorchè i primi reparti erano giunti sul Piave, si era andata sempre più attenuando di fronte alla reazione generale del paese in cospetto del pericolo, sicchè si può dire che essa sia stata di durata ancor minore di quella che con saggezza d i metodo aveva superato in Francia> pochi n1esi innanzi, il generale Pétain. « Una doccia fredda sopra un organ ismo sano ": cosl un Inglese definì l'episod io . Sul fronte orientale para lleli agl i avvenimenti politici si svolsero importanti avvcnimenii militari. Il generale Brussilov, che il nuovo governo aveva nominato generale in capo, tentò nel luglio, come g ià si è detto, di ripigliare l 'offensiva. Il , 0 luglio la 7a armata, attaccando ad ovest di Tarnopol , giunse a pochi chilometri dalla Zlota Lipa, minacciando Ilr2.ezany; 1'8 luglio 1'8• armata, dopo avere sf_::,n dato su un fronte di circà 12 Km. la linea nem ica, s'impad ronì d i Halicz e di Kalusz ed allargando la propria azione si spinse ad occidente della Lomnica (1, luglio), in modo che il progresso complessivo dclk due a rmate fu di una profondità massima di 20 Km. su un fronte di çirca 180 . Ma sfruttare il buon successo non fu possibile, perchè a causa della propaganda bolscevica molti sold ati russi abbandonavano le file o rifiutavano cli obbedire. In tali cond izioni mosse i l 19 luglio alla controffensiva il gruppo d'armata del prin cipe Leopoldo di Baviera, attaccando cli sorpresa, con 4 divis. fresche richiamate dal fronte occidentale, la 2• armata russa, schierata a nor<l della 7a. La 2 • armata ora eletta , ripiegando in disordine, trascinò nel proprio movimento le due armate

1 Trincee di prima linea sull'AJtopiano di Asiago


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laterali fino a quel momento vittoriose . Il nemico, percorrendo in tre giorni oltre 5 0 Km., entrò il 21 in Tarnopol e sfruttando il buon successo occupò Kolomea il 26 luglio, Czernowit-~ e Kimpolung il 3 ago.sto. Il generale Kornilov, chiamato a sostituire il Brussilov in queste gravi contingenze, altro non potè fare che a_rrestare i l nemico al confine della Bessarabia; ,ed allora lo sforzo austrotedesco si r ivolse contro i Romeni, i quali pure seppero difendere tenacemente contro gl~ attacchi del maresciallo Mackensen la linea del Sercth e non cedettero un po' di terreno che p resso Focsani. 11 Comando supremo tedesc/J allora, accertato che un'ulteriore insistenza in questa direzione sarebbe stata infeconda di risultati, decise di spostare all 'estremità settentrionale del fronte russo la propria attività, incaricando 1'8~ armata d i espugnare Riga. In tre giorni (1°-3 settembre) la fortezza fu espugnata e l'armata tedesca vittorios:l, incalzando la 12a. arn1ata russa, occupò sulla dr. della Dwina una zona profonda una c inquantina cii chilometri, e successivamente ( t 2 •2.2 ot.tobrc) col concorso della 6otta s'impadronì delle isole di Oesel e di Dago. Per effetto d i questi avvenimenti il governo bolscevico sottoscrisse il 15 d icembre l'armistizio d i llrest-Litowsk, cd avviò dal 22 )e trattative di pace; dal canto proprio la Romania, rimasta isolata e senza speranz.a di tempestivi soccorsi, cessò dal 9 .dicembre le ostilità. In tal modo, il fronte Orientale aveva cessato di esistere. Sul fronte Meridionale nel 19r7 non si svolsero, cosl in Albania come i n Macedonia, avvenimenti degni di nota; e così pure la situazione ri1nase a!l 'i.nci rca stazjonaria sul fronte russo-turco in Armenia. Da l lato della Persia i_nvece il generale Baratov operava con fortuna nel Luristan, riguadagnando il terreno perduto nella campagna precedente e 1'8 marzo verso Scenikyn muoveva incontro alle avanguardie britann iche che avevano occupato Bakuba, _60 Km . a nord d i Uagdad , mentre un' altra colonna raggiungeva Suleimaniè in d irezione d i Mossul. Ma poco dopo anche su questo scacchiere lo sfacelo dell'esercito russo pose fine ad ogni operazione. • Nel frattempo si svolgeva felicemente la campagna britannica in Mesopotamia, minutamente apparecchiata dal generale Maude dal! 'agosto 19r6 in poi. Le operazion i, riprese alla metà di d icembre 1916, condussero il 24 febbraio 1917 alla rioccupazione di Kut-cl-Amara e l 'IT marzo al la conquista .di Bagdad . Risalendo poi le valli ·del Dijala, del Tigri e dell'Eufrate le forze bl'itann iche occuparono Bakuba, Samara e Ran1adieh; indi fu iniziata la n1arcia

su Mossul, giungendo nel dicembre a Kara-Tepè, 120 Km. a nord di Bagdad. Dalla base di El Arisc, al confine dell 'Egitto con la Palestina, nel genn aio 1917 i Britanni avevano ripiegato sulla linea Bi.r Seba-Gaza. Dopo vani attacchi sferrati contro questa l inea dalle forze britanniche nel marzo e nell 'aprile, la lotta languì su questo fronte, sino a che il generale Allenby, successo nel comando a sir Murray, aJla fine d 'ottobre .iniziò una manovra con la

quale prese Gaza il 6 novembre, Giaffa i l. 17 e Gerusalemme· il 9 dicembre , Delle colonie tedesche, al principio del 1917 una sola ancora tentava l 'ult ima resiste nza: quella dell 'Est-Africa, dove il colonnello Lettow Forbeck crasi a/forzato sull 'altipifno d i Mahenge . Nel mese di gennaio lo sforzo concentrico delle colonne a lleate vinse questa resistenza; ma il comandante delle truppe con una parte delle forze sfuggì all"'accerchjarncnto e continuò, insie..n.1e con altri piccoli grupp i sparpagliati qua e là, un 'accanita guerra di partigian i, sebbene !a conquista della colonia da parte dei

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~uol avversari fosse v irtualmente terminata . Sul n1are, ! 'operazione p iù notevole fu quella · compiuta dalla flotta tedesca per jm padroni rsi del le isole del golfo di Riga; ma la maggiore importan-za fu .assunta dall'azione dei sommergibili tedeschi, che silurando navi d'ogni bandiera che comunque si trovassero nello specchio d'acqua vietato , comprese le navi-ospedale, ne a/fondarono per 540 .000 tonnellate in febbraio, per 585.000 in m arzo, per 880.000 in aprile : tanto che se non si fosse trovato il mezzo d'impedire il prolungarsi di un simile danno, la guerra, venendo a mancare i mezzi di traspnno indispensabili, sarebbe stata inesorabilmente perdura, per d ichiara1.ione dello stesso ammiraglio britannico Jel licoe, dalle potenze del! 'Intesa. I mezzi adottati, consistenti principalmcn!e nella navigazione per convogli, i1eH'csplorazione aerea e in nuovi ordigni antisommergibili, ridussero gradatamente le perdite fino a 288 . 000 tonnellate in novembre e a 398.000 in d icembre, mentre i cantieri di tutto il mondo, e particolarmenee quelfi a mericani, costruivano con sollecitudine nuove nav i.

Per completare la cronaca del 1917 va ancora detto che g li Stati Un ici cieli' America Settentrionale dichiararono il 6 aprile forma lmente guerra alla Germania, sequestrando contemporaneamente le navi tedesche r ifugiatesi nei porti americani. La d ichiarazione di guer ra all 'Austria seguì pii, tardi, il 7 dicembre 1917 . L'atto della grande potenza americana ebbe immediatamente gravi ripercussioni fra i neutri. Dichiararono pure guerra alla Germania la repubblica cubana il 9 aprile, la Cina il 4 maggio, i l Siam il 23 lug l.io, la repubblica di H aiti il 23 settembre, i l Brasile i l 26 ottobre; ruppero le relazioni diplomatiche la Bolivia il 14 aprile, l'Ecuador 1'8 dicembre. Altro avvenimento politico da menziona re fu l 'abdicazione del re Costantino I d i G recia, imposta dalle potenze del! 'In tesa a cogione della irreducibile sua tedescofi lia. Gli succedette i l secondogenito Alessandro . Al ministero Zaimis fu sostituito tosto un m inistero Venizclos, che inaugurò una nuova politica

per la quale, mentre da parte dell 'Intesa veniva tolto jl blocco fino allora mantenuto contro la G recia per garanzia d i sicurezza, il 30 gennaio l'esercito greco era completato

col richiamo di dieci classi e si apparecchiava ad operare a fianco degl i Alleati su l fron te macedone. Mise infa tti in armi 10 divis. di fanteria che entrarono a far parte dell'Ar mata d'Oriente. GLI AVVBN[MENTI DEL 1918 . - L'anno 1918 s'iniziò dun .. que in queste condizio~i: le potenLc centrali avevano contro di loro, t ranne pochi neuu-ali, tutto il resto del mondo; ma fino al momento in cui lo sforzo america.no non sarebbe stato sensibile in Europa, cioè almeno fino a metà del.l'anno, i Tedeschi avrebbero avuto sul fronte franco-belga una superiorità di circa mezzo milione di uomini, n1cntrc contro l 'cscrcito italiano, ancora in via di riordina rsi dopo la rotta del precedente ottobre, avrebbe premuto quasi tutto l"esercito austro-ungarico, pressocbi: libero da ogni preoccupazione in Oriente. A questa tranquillità avevano efficacemente contribdito i vari trattati stipulati al p rincipio del l'anno : primo quello concluso il 9 febbraio con !'Ucraina, poi quello che sottoscrisse ii 3 marzo a Brcst-Litowsk il governo di Lenin e di T rotsky, poi quello di Bucarest, cui fu costretta la Romania il 5 marzo; trattati cbe assicuravano pure a lle poteJl ZC centrali derrate di cui g randemente abbisognavano per poter continuare la guerra: soprattu tto grano e petrolio. Mentre si stavano discutendo questi t rattati, il governo tedesco tentò ancora u11a volta cli turbare la coscienza dei citta-

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<lini di parte avversa, col mostrarsi desideroso di pace ~ col cercare d i scaricare sui governi nemici la responsabilità della continuazione della guerra. A tal fine i delegati tedesco ed austriaco indussero quello russo ad invitate gli altr i belligeranti ad aderire ai negoziati di Brest -Litowsk, per addivenire ad una pace generale. L'invito fu lasciato senza risposta, e i l 5 gennaio, scaduto il termine per accettarlo, L loyd George precisò in un discorso all'assemblea dei delegati operai gli scopi di guerra dell'Intesa. Fra !"altro egli dichiarò legittimi e d i vitale attuazione i postulati dell'Italia, ma si associò al presidente W ilson nel .non ritenere indispensabile il dissolvimento della monarchia austro-ungarica, purchè alle popolazioni di essa che la reclamavano fosse accordata una sincera autonomia: chiaro invito all 'Aust ria per una p ace separata. Il presidente Wilson invece enunciò in quattord ici punti gli scopi di guerra, in un discorso (V. più avanti) al Congresso 1'8 gennaio 1918. Il cancelliere tedesco Hcrtling rispose if 24 gennaio, accettando soltanto i punti di soddisfazione della Germania, ed i l cancelhcre austriaco rifiutò le condizioni poste a favore dell'Italia, della Romania e dalla Serbia; contemporaneamente la Germania intrigava nel Belgio per dividere i Fiamminghi da i Va llon i, ottenendo a tal fine il 21 gennaio un parere favorevole dal Consiglio delle Fiandre. Nel frattempo anche la Finlandia, seguendo l'esempio dell'Ucraina proclamatasi indipendente fin dal 16 novembre 1917, dichiarava la propria autonomia d i fatto e di diritto (gennaio 1918). La schermaglia diplomatica, tenninata il r2 kbbraio con la risposta del presidente Wilson ai cancellieri Czernin e Hertling nelh quale se ne mettevano in lllce retice.nze e rifiuti, _lasciava tuttavia invariata la situaz,onc militare del momento, favorevole ag li Aus1ro -Tedeschi eotro Jimjtati tcnnini di tempo, anche per la considerazione che la minaccia, sovrastante ai Turchi in Siria dopo le fortunate operazioni britanniche in Palestina, non era ancora tale da influjre sug!i avvenimenti

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di Europa e che la B~lgaria, benchè sempre più tentennante, restava ancnra legata al carro dei propri alleati. Urgeva dunque agli Aust ro-Tedeschi di asséstare ai loro avversari d 'occidente un colpo decisivo, prima che pesas• sero sulla bilancia i rinforzi americani. Nel campo opposto, naturalmente, occorreva temporeggia.re e resistere, fino a che la superiorit à fosse passata decisamenlc dalla loro pane. E tuui gli avvenimenti del 1918 s'imperniarono attorno a questa necessità. Fin dal novembre 19,7 i Tedeschi avevano incominciato a richiamare dalla Russia, dai Balcani e dall'Italia le loro divisioni, in modo che nel marzo 1918 queste ascendevano a circa 190 sul fronte franco-belga in confronto di 49 su nmi gli alt ri fronti complessivamente. Anche il raggruppamento de lle forze era stato rimaneggiato, in modo da costituire, dal mare ciel Nord al confine svizzero, quattro gruppi d'armate (Kronprinz di Baviera, Kronprinz imper iale, generale von Gallwitz, duca del Wéirtemberg) e tenere le 80 div is. di riserva dislocate nella regione centrale, sì da lasciare l':ivversario incerto, fino all'ultimo momento, circa la direzione nella quale sarebbero state impiegate. Analogamente nel campo opposto fu modificato lo schieramen to, ampliando il settore assegnato ali 'esercito britannico e mutando conseguentemente la dislocazione delle unità francesi. In tutto gli Alleati disponeva.no nel marzo ,918 d i 170 divisioni, di cui 61 in riserva. Nel novero erano comprese 4 divis. di fanteria americane. Il generale Ludendorff comandava )e armate tedesche. Di fronte a lui, nel campo avverso, il consiglio supremo di guerra interalleato non aveva ancora risolto radicalmente il problema dell'unità d i com~ndo, aJlorchè si scatenò l'offensiva, preceduta qua e là da azioni local i tendenti a distrarre l 'attenzione del d ifensore. Contemporaneamente avvenivano incursioni aeree, specie su Londra c..: Parigi. A cominciare dal 23 marzo, bombardamento di Parigi con un cannone di lunghissima gittata (V. Jlcrtha).

Prigion ieri austriaci dopo Vittorio Veneto


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Il 21 marzo, con la primavera, tre armate tedesche, la 18•, Ja 2• e la 17•, irruppero di sorpresa sopra un fronte dì cÌrca 80 Km. dalla Scarpe presso Arras all 'Oisc presso La Fère, p11nrando particolarmente verso Am iens, allo scopo di sfondare la linea nemica nel punto di congiunzione era Francesi e Britanni. I Tedesch i avevano intitolato la battaglia dal nome .dell'imperatore: « d ie Kaiserschlacht » ( V. Piccardia). L'urto formidabile si abbattè principalmente sulla 3• e sulla 5• armata bntannica; quest'ultima, composta d i 14 divis., fu respinta e scompigliata per notevole profondjtà, sì che a stento· potè· mantenersi collegata con. la 3• armata britannica, ma si distaccò dalla 6• armata francese, lasciando aperta una breccia larga e pericolosa : avvenimento paragonabile alla rotta irnliana del precedente ottobre. Il generale Pétain si affrettò a far accorrere le r iserve da ogni parte del fronte, in modo da contenere il nemico dopochè questo aveva o lìrepassato la Somme e l 'Avre e progredito per una profondità di 60 Km . La foga tedesca andò gradatamente d iminuendo, finchè si arrestò il 30 marzo, rimanendo tuttavia l'assalitore distante uua ventina di <:hilometri dal1"obbiectivo di Amiens. L'imminenza del pericolo indusse gli Alleati .ad affidare al generale Foch il comando supremo di tutte le forze americane, britanniche e francesi sul fronte occidentale (conferenze di Boullens e di Beauvais); e l'autorità di lui, soltanto però come « coordinatore delle operazioni », fu poi estesa il 2 maggio al fronte belga e a quello italiano. Frattanto furono r ichiamate dal fronte ita lico le unitli francesi e britanniche che vi erano state mandate nell'autunno del 19r7, tranne un corpo d 'armata francese di due di vis. e uno britannico di tre; invccè si trasfed sul frome francese i l IT corpo d 'armata italiano. Dal 9 al 24 aprile, altra irruzione dei Tedeschi in altro settore (V. Fiandre), fra la Basséc e la regione a nord di Messines. Oggetto di particolare contrasto fu il M. Kcmmel, donde fu pure inritolaca la battaglia. L'ac• correre delle riserve francesi concorse ad ar restare l'irruzione, dopo che le ar,matc 4a e 6• tedesca avevano progred ito di 18 Km. incalzando la 2• e la 1• britannica. Poichè questè due offensive avevano bensl intaccato abbastanza profondamente il fronte avversario, ma non avevano ottenuto lo sfondamento decisivo e verso il tratto minacciato avevano fatto addensare le riserve franco-britanniche, i Tedeschi durante il mese d i maggio prepararono . segretamente una terza irruzione in una direzione non sospettata. Il nuovo attacco si sferrò la notte sul 27 maggio sull'altipiano dello Chemin dcs Dames, tra Reims e la foresta d i Pinon, cogliendo alla sprovvista un corpo d'armata francese e alcune di visioni britanniche, inviate colà per rifarsi del logorìo di precedenti attacchi. La socpresa ottenne pieno successo e la rotta anche qui fu non meno grave di quella subìta nell'ottobre 1917 dagl'Italiani e nel marzo 1918 dai Britanni: il 29 gli assalitori occupavano già Soissons, la Fère en Tardenois, Mont Thierry a nord di Reims e il 1<> giugno raggiungevano la Marna da Chateau-Thierry a Vcrneuil. La battaglia si estese poi a nord verso Noyon e si accanì anche sul!' Aisne presso Soissons, finchè l'acco rrere delle riserve francesi, britann iche e americane arrestò il 3 giugno l'irruzione. Per effetto delle operazioni svoltesi fino a questa data , si erano prodotte entro la linea fran_co-britannica due salienti, avene: i l vertice rispettivamente a Montdidier e a Chateau-Thierry, comprendeoti a loro volta il saliente francese di Com p iègne. Per sopprimere questo saliente e saldare fra loro i guadagni ottenuti da un lato e dal! 'altro di esso , fu lanciata tra il 9 e i l 12 giugno dai Tedeschi in direzione di

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Com[!iègne una nuova offensiva, che prèsc nome di battaglia della Matz. Q uesta pera ltro non apportò i risultati sperati ed offrì anzi il fianco ad un fortunato contrattacco francese. Si giunse cosl fin presso alla metà dell'anno 1918, a una data cioè che doveva necessariamente, per un complesso di circostanze, segnare una crisi. Invero, le offensive, pur vittoriose, sferrate sino allora dai Tedeschi i;i Francia ed in Fiandra. non avevano apportato la decisione. Oltre a ciò, tra il fronte franco-belga e qnello italiano, ora che i l fronte russo era scomparso e g li altri fronti avevano importanza secondaria, le relazioni strategiche si facevano sempre più ~erette. Su questo era regnata fino allora la tranquill ità e l'esercito italiano aveva r iacquistato, riordinandosi, piena efficienza; d i front.e ad esso l'esercito austro-ungarico, pur scarseggiando di viveri, conservava la baldanza del vincitore, ma con la propria passività non aveva arrecato all'alleato tedesco alcun sollievo. Il problema strategico si affacciava nuovamente sot.to lo stesso aspetto manifestatosi al tempo delle offensive di Verd un e d i Asiago: si doveva far massa sopra un fronte solo, temporeggiando in attitudu1e difensiva sull'altro, oppure operare offensivamente su doppio fronte? La pura ragion militare avrebbe consigliato come preferibile i l primo disegno; Tagioni politiche e psicologiche fecero, come nel 1916, preferire il secondo. Anche nel campo degl 'Imperi centrali l'unità di comando, che nel campo dell'Intesa e sotto la pressione della dura esperienza era stata ottenuta nel maggio 19r8, era lungi dall 'esistere; anzi, con l"avven.to eh Carlo I d'Austria aveva fatto un passo indietro a cagione delle velleità d'indipendenza del giovane imperatore. Di più, le truppe austro.ungaricJ\e combattevano volentieri soltanto contro l'Italia, e i Tedeschi che le avevano avute a fianco sul fronte russo le tenevano in d ispregio. D'altra parte, una offensiva austriaca sul fronte italiano non soltanto avrebbe impedito i l richiamo in Francia delle divis. francesi e britanniche che ancora vi erano r imaste, ma anche, nel caso di una victoria, avrebbero distolto, come nel 1917, altre unità dal fronte francobelga per correre in :.iùto degl 'Ital iani. Per queste considerazioni adunque il gen. Ludendorff r inunciò a richiedere i l concorso austriaco sui camoi di Francia, sollecitando peraltro· un'azione energica d all'; llcato contro il suo secolare nemico; però la vittoria ita liana su] Piave, che ne segul, ebbe un contraccolpo non lieto sullo spirito dei Tedeschi, che minacciav1no bensl non molto da lungi Parigi, ma che oramai dovevano cominciare a dubitare del proprio successo. Invero, 'bltre che l'essere svanita ogni speranza di un efficace concorso austriaco, si faceva di giorno in giorno più grave la minaccia dell'intervento reale dell 'esercito americano. Poco prima che gli Srati Uniti dichiarassero guerra alla Germania, il !oro esercito, costituito sul tipo britannico, contava poco più che 9 . 000 ufficiali e 200.000 gregari. I provvedimenti adotrnti dal governo fecero sì che aì 1° apr ile 1918 fosser o in armi più che n o.ooo ufficiali e 1 .500.000 gregari. Mediante accordi presi con la Francio. fu stabilito che l'addestramento fosse comJJ letato in Europa via via che i contingenti vi sbarcavano, essendo stato 1·iconosciuta la necessità di iniziare i trasporti attraverso l'Atlam ico prìma che le reclute fossero completamente istruite . In confor mità di questo disegno, gl'in1barchi per la Francia, secondo una nota presentata il 1° luglio 1918 dal ministro americano della guerra, Baker, al presidente W"ilson, si susseguirono con una progressione tale, che fra il maggio 1917 e il giugno 1918 erano in Francia oltre

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un mil ione di soldati americani, perfettamente equipaggiati e provvisti di ottimo materiale da guerra di ogni specie, di cui era previsto l'inquadramento in 42 grosse divis. e in C . d 'A. di 6 d ivis. ciascuno. Verso la fi11e del 1918 la forza numer ica complessiva dell'esercito americano oltrepassò due milioni di uomini, levati jn parte per arruolamento volontario, in parte per effetto di una legge d i coscrizione . Questa ingente massa di armati, pur essendo regolarmente ord inata, mancava del l'esper ienza della guerra, eh.e già possedevano Alleati cd avversari; e soprattuuo gli ufficiali improvvisati, cosl nei minori come nei più alti g radi, mancavano della coltura tecnica e pratica necessaria. Per conseguenza, allorchè nel maggio 1918 vi fu urgenza d'impiegare almeno una parte di queste truppe, fu stimato prudente da principio di inquadrarne le divis. entro C. d"A . alleati; soltanto più tardi, dopo

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Le prime truppe americane a Parigi (luglio 191 7)

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un suflicicnte orientamento e<l all~namen to, l'esercito americano fu ricomposto o rga11icamcme per operare unito. Indubbiamente però, sia dal punto di vista morale, sia da quello materiale, sin dal primo apparire sul campo fu questo un elemento d i capitale import.1nza. Poichè era giunto il momento cli osare, il generale Foch , che già da qualche tempo meditava la controffesa, la slcrrò nel lug lio, non prima peraltro che i Tedeschi avessero tentato un 'ultima volta l'attacco. Incominciò così il 13 luglio la seconda battaglia della Marna, di cui è parte la bauaglia di Bligny, alla qu:1le con grande onore partecipò il II C. d'A. italiano. L'attacco tedesco fallì ad oriente di Reims, grazie alla resistenza elastica opposta dall'armata del generale Gouraud; i Tedeschi riu scirono a varcare la Marna occupando un tratto della riva sr., ma i lievi p rogressi fatti non valsero che a porre i Tedeschi in una posizione sempre più pericolosa, perchè addensati nel saliente che faceva cuneo entro la linea nem ica, con un distaccamento in situa7.ionc ancor più arrischiata a sud della Marr.a . In queste condizioni il generale Foch dwe il segnale del contrattacco che da ovest, da sud e da est fu scatenato

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contro il cuneo tedesco il 18 luglio. Le armate francesi ,o&, 6•, 9" e 5• fecero a g:,ra nel ricacciare ed. inseguire il nemico, che sorpreso a sua voka dovette ripiegare subendo gravissime perdite e abbandonando g ran pane del terreno conquistato nella irruz ione del maggio precedente. La seconda battaglia della Marna terminò il 4 agosto, con la cattura di 35.000 prigionieri e di 800 cannoni, la riconquista di Soissons e cli Chfiteau-Thie,·ry e la libcra7.ione d i Parigi dalla g rave minaccia che fino a quel momenro incombeva sopra di essa. Ma, resultato più importante, g 1i AllealÌ da questo momento acquistarono sui loro avversari la prevalenza morale e materiale necessaria per legare al proprio carro la vittoria. Il generale Foch non tardò a provvedere affinchè il buon successo fosse sfruuato senza più dar tregua al nemico. Ne derivò l 'offeosiva generale degli Alleati, che si svolse in tre fasi: a) la terza battaglia di P iccardia dall '8 agosto al 25 settembre, mediante !a quale i Tedeschi furono ributtati sulla linea di l l indcnburg; b) lo ,fondamento della linea <li Hindenburg, dal 26 sectembre al 15 ottobre; e) l 'attacco generale concentrico e l'armistizio, dal 19 ottobre all 'n novembre, La battaglia di Piccardia fruttò agli Alleati oltre 150.000 prigionieri e 2000 cannoni e la giornata dell '8 agosto segnò la « giornata nera » per l'eserci to tedesco, come quella in cui il generale Ludcndorff perdette definitivamente la speca nza di vincere e indusse il governo di Berlino a prendere la grave clc1crminazione di ricorrere, appena l'occasione si presentasse, alle vie diplomatiche per finire la guerra. Frattanto le forze americane, che fino a q uesto momcnro avcva11o partecipato alla loua frazionate qua e là, avendo ormai raggiunto un sufficiente sviluppo furono raggruppate organicamente agli o rdini del generale Pershing. Loro prima ges1a fu l'espugnazione del saliente di SaintMib icl, compiuta il 12 settembre . Con la caduta d i SaintQuentin (2 ottobre), di fronte all 'avanzata dei Delgi, dei Britanni e dei Francesi nell'Artois cd in Piccardia e a quella dei Franco-Italiani nella Champagne e degli Amer icani nella W ocvre, i Tedeschi furono costretti a compiere il 5 ottobre un r ip iegamento generale sopra un fronte di 45 chilometri. Gli avvenimenti di Francia, insieme con quelli svolti sugl i altri scacchieri, ind ussero la Germania, l'Austria Ungheria e la Turchia a rivolgere, il 5-6 ottobre, proposte di armis1izio :il presidente Wilson . Durante queste uattative non rallentò peraltro l'allività degli Alleati su tutto il teatro della guerra. In Francia, il mese d i ottohre e il principio di novembre segnarono il prosegui mento dell'avanzata generale su tutto il fronte, non senza aspri combattimenti, con gravissin,e perdite per il nemico. In Italia, come si è accennato, gli Austro-Ungheresi avc,•ano impegnato nel giug no quella che essi avevano intitolato la battaglia delb pace (« dic Friedeoschlacht »). Battuti il 13 giugno al Tonale, avevano attacoato ,I 15 dall'Asrico al mare. Fin dalla prima giornata l' at racco del gruppo d'armale Conrad era fallito sull 'altipiano dei Sette Comuni; co ntemporaneamente si erano sferrati con alterna fortuna quello dcli 'arciduca Giuseppe sul Montello e quello del maresciallo Borocvic sul corso inkriore del Piave e dopo g rave contrasto la battaglia era finita il 30 g iugno con la vittoria dcgl 'ltaliani: vittoria che aveva un altissimo significato, come quello che segnava ormai la sorte della duplice monarchia.,- Gli Italiani non poterono sfruttare la vittoria con l 'inseguimento; e nonostante le vive premure fatte dal marescia llo Foch al Comando supremo italiano affinchè prendesse a sua volta l 'offensiva nel mese di agosto, questa non fu decisa che il 25 settembre: pausa


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durante la quale quattro d ivis. austriache furono spostate a sussidio dei Tedeschi. Causa del dissenso fra il Comando supremo interalleato e quello italiano fu che questo riteneva necessario di avere disponibile, prima di procedere all'attacco, un rinforzo d i 300.000 Americani, •1'\'; ntre quello riteneva opportuno che le for«c americane fossero tutte impiegate sul fronte . francese, supponendo che quivi dovesse essere combattuta la battaglia decisiva. Quando poi, verso la fine d i seuembre, il Comando supremo italiano ebbe notizie fondate sulle condizioni in cui versavano le popolazioni dell'Austria-Ungheria, sulla rinfocolata lotta fra le varie nazionalità e sulla ripercussione che rutto ciò aveva sull'esercito, decise, pur non avendo sul nemico la superiorità numerica, di prendere l 'offensiva: ne venne la battaglia di Vittorio Veneto, dove la vittoria contrastata dapprima sul Piave e più tenacemente di fronte al Grappa, arrise finalmente piena ed iruera agli Italiani e determinò, i l 4 novembre, l 'armislizio di • Villa Giusti. F in dal 3 novembre Trento e Trieste erano state occupate dagl 'Italiani e questi, inseguendo il nemico, avevano pure riconquistato la maggior parte del territorio nazionale invaso. La roua austro -ungarita) che avendo cagionato lo sfacelo irrin1ed iabile dell'esercito imperiale superò di gran lunga quella subìca dagl'ltaliani un armo prima, fn anche decisiva rispetto alla guerra mondiale, perchè produsse a brevissima scadenza., l'u novembre, l 'armistizio tedesco . La guerr.a era durata 1782 giorni. Il 10 novcn,1bre una parte del Belgio era stalO sgombrato e la linea degli Alleati si stendeva quasi retta da Ga nd all a Mosa per Consevoye. Ma la grande massa dell'esercito tedesco era ancora lontana dal Reno, e le strade per giungervi erano relativamente poche; motivo per cui il maresciallo Foch aveva predisposto che il r4 nÒvembre dovesse sboccare, ad oriente di Metz, tra Nomény e Marsal, un attacco di 30 d ivis. franco-americane, che po' tevano essere rincalzate da altretta!'tc, alle quali i Tedeschi non avrebbero potuto contrapporre cbc pochissime d ivis. fresche. Sperava il Foch, mirando alle comunicazioni del nemico, d'infliggergli in questo modo una gigantesca Sedan. Ma, come si è detto, l'armistizio fu concluso tre giorni prima che la 1nanovra cominciasse; d 1altra parte si ba ragione d i ritenere che lo stesso Foch avesse una fede limitata nella riuscita della divisata manovra . Nel 1918, anche nel la penisola .balcanica vi fu una rinnovata ed efficace attività da p arte dell'Intesa. In Albania gl'Ita)iani, prendendo contatto con truppe francesi operanti in Macedonia, fecero nel luglio notevoli progressi, impadrouendosi dei rnonti della Malacastra; successivamen te, il 30 settembre, il XVI corpo d'armata ital;ano, assecondando le mosse dell'armata d'Or iente in Macedonia, incalzò il XVI corpo austriaco voltosi in ritirata cd occupò il '4 ottobre Duraz·w, il 15 T icana, il 1<> novembre Scutari . In Macedonia jl 15 settembre gli Alleati attaccarono il fronte bulgaro nel settore della Moglenitza, lo sfondarono, · inseguirono il .nemico battulo cd il 27 lo costringevano a soltoscrivcre l'armistizio di Salonicco. Parte dell'~rmara d'Oriente proseguì la marcia verso Belgrado, con la 1 • a,mata serba in avanguardia, per compiere la liberazione del paese. Il to novembre segnò la riconquista di Belg rado. Un'altra parte dell'armala d 'Oriente si diresse verso Costant;nopo li e il 31 o ttobre raggiunse .i l confine fra la Tracia e la Turchia. A questo punto le ostilità cessarono, pcrchè la Turchia sottoscrisse, in quel giorno, la conven zione di Mudros. .Frattanto una terza parte dell'armata d'Orienrc si trasformava in armata del Oanubio ed entrava in Bu lgaria, dove il ro novembre passava il fiume a

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Giurgevo, Sistovo e N icopoli. Nello stesso tempo la Romania rompeva i l parto di Bucarest e mobilitava nuovamente l 'eser~ito. Di fronre a questi fatti il ma rese. Mackensen, che comandava a circa 300 . 000 uomini sparpaglijtti nella penisola balcanica e rimasti isolati dopo g li armistizi di Mud ros, d i Salonicco e di Villa Giusti, si dispose a ritirarsi attraverso la Transilvania, e il genera!c Franchet d'Espéry, comandante dell'armata d'Oriente, entrò .a sua volta in Ungheria per tagliargli la strada. Sopravvenùto l'armistizio dell ' JI novembre, l'armata del Mackensen fu alla fine d i novembre internata e le ostilità cessarono anche in Ung heria. In Palestina il generale ALieDby, che aveva il 21 febbraio 1918 '.Jccupato Gerico, soltanto il 19 settembre riprese l 'offens.iva, sconfisse i Turchi col concorso del sultano dell'Hegiaz, occupando Damasco il 10 ottobre e successivamente, col concorso della flotta, Bey ruth, Tripoli d i Siria e Aleppo. In Mesopotamia nei mesi di marzo e aprile le forze britanniche estendevano . l'occupazione, ripor tando sui Turchi nuove vittorie; il 24 ottobre, dopo sci giorni d i battaglia, s'impadronivano di Kerkuk, aprendosi in tal modo la via per Mossul. Quanto alle colonie, nel 1918 gli Alleati completarono la conquista dell'Africa orientale tedesca e continuarono l'inseguimento delle forze agli ordini del colonnello Lettow F o rbeck, il quale, per effetto dell'armistizio dell'rr novembre, si arrese il 14 5U llo Zambese. Sul mare, l'avvenimento più importante dell'anno tu la battaglia preparata dall'ammiraglio austriaco per rompere lo sbarramento italiano del canale di Otranto: battaglia cui dovette rinunciare per il siluramento della .c 9razzata « Santo Stefano », avvenuto il 9 giugno nelle acq9e di Premuda. Notevole pure, l 'imbottigliamento delle bas i dei sommergibili, stabilite dai Tedeschi a Zeebrugge ,;d Ostend a, avvenuto rispettivamente nelle notti sul 23 aprile e sul 10 maggio per opera della flotta bri tannica . Di capitale importanza infine, l'avere le flotte dell 'lntesa represso sempre più efficacemente l 'azione dei ;ommergibili avversari, L'arma aerea d urante la guerra mondiale ha fatto grandi progressi. Tutte le nazioni erano impreparate o 9uasi .a servirsi d i questo nuovo mezzo di offesa, e l' unica esperienza precedente era quella modesta fatta dagli Italiani in Libia . Scarsi gli apparecchi e quasi nulli i mezzi d i offesa, tanto che all'inizio qualche aeroplano lanciava sulle truppe poche dozzine di piccole freccic d'acciaio. Man mano le bombe entraroho in azio ne, sempre più gro~!'e e potenti , e a poco· a poco le incursioni si spinsero anche a distanze considerevoli. Le azior1i d i una parte dava no luogo a reazioni (rappresaglie) dcll 'altra parte, e i bombardamenti colpirono .anche città indifese ed inermi cic, tadini, ma con risultati che non ebbero peso sensibile sulla condotta della g uerra. Negli ultimi tempi aeroplani volarono a bassa quota sui combauenti, m itragliando : ma anche ciò non ebbe che scarso effetto, dato il numero r istretto degli apparecchi adoperati. Molto si giovarono invece gli eserciti 'degli aeroplani per l'o;servazionc dei tiri d 'artiglieria, data la gitrat~ dei grossi can noni che rendeva inut ili gli osservatori terrestri, e per le fotografie . del le posizioni avversarie. I combattimenti fra aeroplani di parti avverse si limitarono quasi sempre a scontri indiV1duah I dirigibili furono adoperati sp~cial mente dalla Germania, la quale tentò azioni in grande stile nel territorio· inglese, specialmente contro Londra, n1a finì per perdere in breve tempo le sue grandi e costose aeronavi , stibendo dan no materiale grave almeno quanto quello l:L-....

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Prigionieri b ulgari in Macedonia dopo la loro resa alla brigata Cagliari (, Qi 8)

p rodotto al nem ico, se non di più. E contro la stessa Inghilterra la Germania adoperò anche ,elivoli, dapprima isolati e poi a stormi di 20, 30, 40 apparecchi, dei quali molti andarono perduti. La difesa antiaerea, nulla all'inizio della guerra, a poco a poco si in tens ificò e si perfezionò. L' Inghilterra aveva nel gen naio r915, quando comparvero colà i pr imi dirigibili terleschi, 33 cannoni antiaerei in tutto. Ma in breve tempo ne costnil a sufficienza, tanto da re, care sed danni alle aeronavi tedesche, e d a tenerie spesso in rispetto. 111 lutto, le perdite inglesi per le incursioni tedesche ammontarono a r4r3 morti e 3408 feriti: i dan ni furono subìti in prevalenza, nelle persone e nel l.c cose, dalla popolazione civ ile. Verso la fine del conlhtto, acro e idroplani erano assai numerosi presso tutti i belligeranti, mentre l'esperienza aveva ùimostrnto la fragilità del più leggero clell'aria; non poch i dei d irigibili teàeschi erano stati mitragliati e d istrutti da ' aeroplani isolati ing lesi. E la guerra terminò lasciando aperta la d iscussione fra eh i pre, vede un'importanza assoluta e decisiva dell'an na aerea in una guerra futura, e chi le attribuisce un 'importanza soltanto re lativa . (V , Operazio11-i aeree nella guerra Mondi(l/e). 1

V rcEKD'E POLlT!CHE CHE S lNTRECCU.RONO AVVEK l.Z..·tE~Tf .MIL ITAR[

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ULTIMI 1

f: CON D USSERO ALLE TRATTATIVE 0 1\RMl-

I primi approcci per in-tavolare t rattative di pace furono fatti il 16 settembre da l gove rno aust ro,ungarico, dopo che il generale Arz aveva rinunziato, per consiglio qel generale Lude ndorff, a ritentare la sorte delle arm i in una nuova offensiva autunnale contro l'Italia. A tal fine esso aveva diretto a tutti i belligeranti, amici e nemici, ed ai neutri, una nota per invitarli a cercare di comun-e accordo una base accettabile sulla quale discute re . Ma il presiden te \Vilson rispose che non ac_cettava altra base che quella già form ulata; il ministro britannico Halfour mise in luce il carattere insidioso della proposta e il governo SIIZIO . -

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italiano la considerò come mirante a creare un simulacro di trattative de.stinate a fallire . Nel frattempo, il .25 settembre, il governo italia,10 fece i n favore della Jugoslavia la dichiarazione, conosciuta sotto il nome d i patto d i Roma, Sopravvenuto l'a rmistizio d i Salonicco e manikstaa dosi im, minente l'attacco dcgl 'Italiani contro gli Austriaci, il ge, nerale Luden, lorff spinse il governo di B~rlino a ,trattare la pace, Tra i l 5 e il 6 ottobre l'Austria,Ungheria 1 la Germania e la Tnrchia si rivolsero contemporaneamente al p residente \Vilson, allo scopo di concludere u11 arm istizio generale e avviare negoziati di pace sulla base dei .q uat, tordici punti da lui enunciati. Noce e contronotc si seguirono fi no al 23 ottobre, giorno in cui \Vilson pose ter, mine alle traHativc, condotte personalmente, per sostituirle con atti collettivi dei governi alleati cd associati. Nella stessa nota egli aveva dichiarato che le nazioni de.I mondo non potevano aver fid ucia nelle parole di co loro che erano stati fino allora i reggitori della politica tedesca, e che nòo si poteva tratt.are che coi veri rapprescmanti del _;;o, polo tedesco, investiti di poter i sinceramen te costituz ionali. Il governo tedesco, di cui aveva preso le redini i l canee!, liere democratico principe Max ciel Badcn , aveva r isposto il 28 ottobre annunciando immine nte un cambiamento nella costituzione tedesca. Frattanto il 5 novembre gli Alleati partecipavano a \'lilson i patti, concordati nella confere nza interalleata di Senlis (25 ottobre) ai quali avrebbero concluso l'armistizio ; e nello stesso giorno, per contraccolpo della sconfitta austriaca di Vi ttorio Veneto, scoppiava la r ivoluzione .i n Germania : Il 6 i delegati tedeschi 1si presentavano alle lince francesi, il 9 l'imperatore Gu , glielmo abdicava rifugiandosi in O landa· e l', r, nella fo, resta di Compiègne presso la stazione di Réthondes, era concluso l'armistizio. La Germanja vi si era rassegnata dopo che il maresciallo Hindenburg, udito il parere dei. principa li capi militari, avua dich iarato : « La situazione


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generale è divenuta improvvisamente disperata per la sconfitta dell'esercito austriaco. L'esercito italiano ha orma i la strada aperta verso la Germania meridionale e la Gei'hiania non ha riserve da opporre. Siamo quindi costretti a chiedere l'armistizio a tutù i costi, perchè siamo alla mercè del nemico » . L'Austria-Ungheria , quasi contemporaneamente alle proposte di armistizio, aveva iniziato lo sgombero dei territori italiani invasi, col criterio di far precedere alle ~uppe il trasporto, verso l'interno ddla monarchia, di tutti i materiali requisiti, dei depositi, ddlc artiglierie e simili, L'S di ottobre Wilson , nel rispondere immediatamente alla prima nota tedesca, annunziava una dilazione nella risposta alla ·nota austro-w1garica e questo meditato silenzio chiariva sempre di più i l discredito i n cui lo Stato era caduto, tanto che la stampa di Vienna come quella di Budapest cantavano ad una sola voce il « finis · Austriae ». Il 15 ottobre, in seno alle delegazioni austriaca ed ung-herese, i delegati polacclli, sloveni e czechi facevano esplicite dichiarazioni sull'autonomia e sulla sovranità dei rispettivi Stati in formazione, e il rS ottobre alla camera ungherese il conte Tisza ammetteva irancamcnte doversi ritenere perduta la guerra. In quei giorni avveniva pure da parte -di Carlo I il tentativo di sostituire alla duplice monarchia uno stato foderale danubiano, che avrebbe compreso uno Stato czcco, uno tedesco--austriaco, uno jugoslavo, uno ungherese ed uno ucraino; ma la risposta di Wilson, spedita finalmente il r8 ottobre, t roncò ogni i llusione, poichè il presidente degl i Stati U niti non riconosceva in Carlo I le qualità necessarie per trattare a nome delle popolazioni già soggette all"Austria-Ungheria e giustamente aspiranti ad uno sviluppo autonomo . Cosl cadevano gli ultim i progetti di fcèeralismo e il 24 ottobre l'offensiva italiana di Vittorio Veneto travolgeva per sen1-

pre l 'esercito austro-ungarico. Carlo I, che fin dal 24 ottobre aveva abbandonato l'Austria rifugiandosi in Ungheria, il 13 novembre abdicò al trono imperiale , riparando in Svizzera, e tre giorni dopo abdicò pure al trono di Ungheria. Allo stesso modo che Gugl ielmo li e Carlo I, abdicarono o furono deposti il re <lcl W urtemberg, il re cli Sasson ia, il re di Baviera e tutti gli altri principi tedeschi. l QUATTORDI CI Pl!NTI D I WILSON. - Fsssi venneto formulati dal Presidente degli Stat i Uniti d'America in un discorso al Congresso, I '8 gennaio J91S, come abbiamo già accennato: il Presidente invocava una procedura della pace << assolutan1ente

aperta » dichiarandosi. contrario a conquiste

e ad ingrandimenti e a convrnzioni segrete. li testo dei quattordici punti è il seguente : 1° - Convenzioni d i pace palesi, apertamente concluse e in base alle quali non vi sara nno accordi internazionàli ,segreti di alcuna specie, ma la d iplomazia agirà sempre paleseme nte e in vista di tutti. 2° - Libertà assoluta della navigazione sui mari, all'infuori delle acque territoriali, tanto in tempo di pace quanto in tempo di guerra, salvo per i mari che potessero essere chiusi in tutto o in parte mediante azione intern azionale, in vista dell'esecuzione degli •accordi internazionali. 3° - Soppressione per quanto sarà possibile di tutte le barriere economiche e creazione cli condizion i commerc iali eguali fra tutte le nazioni che consentiranno alla pace c :Si associe ranno per n1al1itcucr!a. 4° - Garanzie convenienti date e prese che gli armamenti nazional i saranno ridotti all'estremo limite compatibile con la sicurezza del paese. 5° - Libera sistemazione, con spirito largo e assolu~

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tamcnte imparziale, di tutte le r ivendicazioni coloniali, basata sulla stretta osservanza del principio che nel determinare tutte le questioni di sovranità, gli interessi delle popolaziooi interessate dovr,inno avere un peso eguale a quello delle domande eque <lei governo i l cui titolo dovrà essere conosciuto.

6° • Sgombero di t utti i territori russi e soluzione di tutte le questioni concernrnti la Russia, che assicuri la migliore e più libera cooperazione delle altre nazioni, per dare alla Russia il modo cli determinare senza essere ost acolata .nè turbata l ' indipendenza del suo proprio sviluppo politico e della sua propria politica naziona le, oer assicurarle una sincera accoglienza nella società delle libere nazioni, con istiluzioni d.i sua propria scelta e, più che un 'accoglienza, ogni aiuto d i cui abbia bisogno o che desideri. li trattamento fatto alla Russia dalle nazioni sue sorelle durante i mesi avver,ire sarà la pietra di paragone della loro buona volon tà e della loro comprensione dei suoi bisogni, astrazion fatta dai loro propri i.n,tcrcssi, e della loro intelligenza e simpatia disinteressata. 7° - Quanto al Belgio, il mondo intero sarà d'accordo che esso deve essere sgombrato e restaurato, senza a 1cun te ntativo di limitare la sovranità di cui gode nel concerto delle altre nazioni libere. Nessun altro a•to servirà quan to questo a ristabilire la fiducia tra lé nazion i, nelle leggi clic esse stesse hanno stabilito e fissato per regolare le loro reciproche relazioni. Senza questo atto salutare, tutta la struttura e la validità di tutte le leggi internazionali sa rebbero per sempre indebolite . 8° - Tutto il territorio francese dovrà essere liberato, e le regioni invase dovranno essere restaurate. Il tono fatto al la Franc ia d alla Prussia nel r871 per qu anto r iguarda l '!\]sazia-Lorena, che ha t urbato la pace del mondo p'er quasi cinquant 'anni, dovrà essere riparato atiìnchè la pace possa ancora ,uia voln essere garantita nell'interesse di cuttL 9° - La sistemazione delle frontiere dell' Italia dovrà essere effettuata secondo le linee di nazionalità chiaran1ente riconoscibili. IOO • Ai popoli dell'Austria-Ungheria, il cui posto dcsi<leriamo di vedere tutelate;> e garantito fra 'le nazioni, si dovd dare p.iù largamente occasione per uno sviluppo autonomo. 11<> - La Romania, la Serbia, il Montenegro, dovranno essere sgombrati e i territori occupati dovranno essere restituiti. Alla Serbia dovrà accordarsi un libero e sicuro 1 accesso al mare, e le relazioni ,tra i vari Stati balcanici dovranno essere fissare amichevolmente, secondo i consigli delle Potenze e in base a linee di nazionalità stabilite storicamente. Saranno fornite a questi Stati balcanici garanzie d' indipendenza politica ed economica e dell'integrità dei loro territori. 1;2° ~

Una sicura sovranità sarà garantita alle parti

turche dell'impero ,momano attuale, ma le altre nazionalità che si trovano in questo momento so!.to la dominazione turca dovranno aver garantita una indubbia sicurezza cli esistenza ed il modo di svilupparsi senza ostacoli autonomamente. I Dar.danelli dovranno essere aperti permanenten1entc, e costituìre un passaggio ]_ibero per le navi e per il commercio di tutte le nazioni, sulla base di garanzie internaziona li. 13° - Dovrà essere stabilito uno Stato polacco indipendente, che dovrà comprendere i territori abitati eia popolazioni incontestabilmente polacche , alle quali si dovrà assicura re un !ibero e sicuro accesso al ma re, e la cui indi-

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pendenza politica ed ecor1on1ica , al pari dell'integrità territoriale, dovrà essere garantita con accord i i nternazionali. 14° - Un "associazione generale delle nazioni dovrà essere formata in base a convenzioni speciali, allo scopo di fornire mu.tue garanzie di ind ipendenza politica e d i Integrità territoriale ai grandi come ai piccoli Stati. LA CONCLUSIONE Df;I.LA "i'ACE. - li 13 gennaio 1919 iniziò i propri lavori a Parigi la conferenza della pace a Ver•aillcs. Ne scawrirnno altrettanti trattati di pace separati, quanti erano i nemici dell'Intesa ; tutti furono elaborati senza il contraddittorio dei vinti ed imposti col diritto del più forte: ciò nonQstante ebbero tut ti una gestazione laboriosa. F urono sottoscritti,_ traendo dal luogo stesso la loro denominazione, quello con la Germania a Versailles il 30 maggio 1 9r9, quello con l'Austria a Saint Gerrnain il 10 se ttembre, quello con la Bulgai·ia a Neu illy il 28 novembre, q uello con l'Ungheria al Trianon il ,, giugno 1920 ed infine quello con la Turchia a Sèvres i l JO agosto 1920 . Quest'ultimo non fu dmcvole, pcr,c bè 11 mar1cato disarmQ della Turchia subito dopo l'armistizio dette modo a q uesta potenza di sottrarsi alla esecuzione dei patti convenud : donde venne la campagna grec.o~turca

del 1922 nel! ' Asia Minore, che finì con la clamorosa sconfitta dei Greci e con. l'elaborazione d i un nuovo tratta.to, che fu concluso a Losan~a il 4 febbraio 1923. Dai vari trattati d i pace scaturì p ure la Società d elle Nazion i che fu voluta dal presidente 'Wilson. _ Per i medesimi trattati (urono diminuiti di territorio gli Sta rj tedesco, bulgaro e ottomano e andò sfasciata la duplice monarchia austroungarica . E poichè per effetto dell a rivoluzione bolscevica a11,dò parzialmente smembrato l'impero russo, sorsero indipendenti la Finland ia, l'Estonia, la Lettonia, la Lituania , l'Ucraina, le repubbliche del Caucaso, la Polonia, la Ceco Slovacchia e il regno serbo-croato-sloveno (Jugoslavo); autonome e separate rimasero l'Austria e l'Ungheria. Questi mutamenti. ed il disordine interno della Russia, anche senza il concorso di altre circostanze, ebbero ripercussioni enormi nel campo delle relazioni politiche cd economiche, rendendo necessario non breve tempo e lavoro per rista-

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bilire i n via normale nuove correnci. E il giuoco dell 'equilibrio politico, che prima dell a guerra mondiale s "imperniava attorno alla Trip lice alleanza (Germania, Austr iaUng hcria, e Italia) e alla Triplice intesa (Russia, Francia e Gran Bretagna), sebbene dopo la guerra, secondo le idee di Wilson, d ovesse essere reso inuti le dalla Società delle n azioni, andò cercando nuovi punti <i 'appoggio, per modo che, fallito un primo disegno di una confederazione danubiana che ricostituisse ai confini orientali d'Italia una p~tenza capace di supplire a quella scomparsa dd la monarch ia austro-ungarica, si formò la Piccola intesa (Romania, Ceco-Slovacchia, Jugoslav ia), a salvaguardia d i particolari in teressi.

Uscirono dalla lotta ingrandite la Gran Bretagna, che sia pure sotto la forma eufemistica dei « Mandati n, c=ò in possesso della maggior parte dei possedimenti tedeschi d'oltre mare e stese la mano sulla Palestina e sulla Mesopotamia, creando in quest'ultima regione il regno dell 'Hegiaz; la Francia, che riacquistò l'Alsazia, la Lorena e il bacino della Saar , occupò in Asia la Siria, in Africa il Camerun e la zona orienta le del Togoland; il lklgio, che ebbe Eupen e Malmédy per arrotondare i propri con-fini in Europa e i territor i di Ruanda e d i Urundi nel! 'Africa oric~tale tedesca; la Romania che sì ebbe la Dobrugia e acqui~tò la Bcssarabia e la Transilvania; la Serbia, che unendosi al la Bosnia, ali 'Erzegovina , al Montenegro, alla Da lmazia, alla Slovenia e alla Croazia formò il regno serbo-croato-sloveno; il Giappone, che ebbe una parte delle colonie tedesche jlell 'estremo Oriente; ed infioe l'Italia, che riebbe una parte dei suoi confini naturali ad oriente, ma non tutto quello che era stato convenuto nel trattato di Londra. Ciò accadde pcrchè queSto era stato concluso a llorchè la Russia era potente, ed atteggiandosi a protettrice degli Slavi balcanici aveva ostacolato a van taggio di questi le giuste rivendicazioni italiane nel!' Adriatico. Successivamente, il patto di San Giovanni d i Mariana, dove taluni punti troppo vagh i e generici del pa.tto di Londra erano stati chiariti e specificati, era rimasto subordinato all 'accctta~ione dc li.a Russia, per forza maggiore assente. E poichè <1uesta accettazione, per ! 'improvviso crollo del governo imperiale, non venne mai, di ciò si va lsero i capi dei governi francese e britannico, Clemençeau e Lloyd George, per considerare nullo l'accordo, pur da essi liberamente accettato. Infine, quando gli Stati Uniti d'America scesern in lizza, non come (( .alleati u, ma come (t asw

sociali », il presiden te Wilson, ponendo come base della futura pace i suoi q uattordici · punti, pensò che con essi

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Le bandforc dei reggimenti del II Corpo d'Armata italiano, all'arco di T rionfo a Parigi (14 luglio 1918)

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dovesse essere annullato qualunq ue precedente accordo, e ali 'atto dei negoziati d i pace negò valore al patto di Londra, mostrandosi alu·ettanto inflessibile circa la loro applicazione a suo modo q uando si trattava d i riconoscere interessi italiani, quanto si era mostrato rem issivo ogni volta che erano stati in giuoco interessi francesi o britannici. In co nclusio ne, l'It alia ottenne dalla F rancia una lieve rettificazione del confine occidentale della T ripolitania, ma non la ccssio11c del porro e della colonia d i Gibuti, che pure a S. Giovanni di Moriana era stata pattuita; così pure soltanto nel 1924 ottenne dalla Gran Bretagna la cessione dcli:\ regione dell'Oltre G iuba, ma non e bbe Zeila; di pit't _la delimitazione del con fine t ra l 'Egitto e la Cirenaica r imase sospesa, perchè essendo nel frattempo l 'Egitto d ivenuto indipendente, non si credette in obbligo d i attenersi a patt i stipu lati ali 'i11fuori del suo consenso dal governo che lo aveva · preceduto. Più graye ancora fu la deli.micazione del confine tra Italia e Jugoslavia. L ' Italia chiedeva i territori istrian i e dalmati , prev is.ti dal trattato d i Londra, più Fiu me . Il presidente W ilson insistette per u n confine assurdo, che av re bbe d imezzato l'Istria e posto Trieste a portata d i cannone dal territorio vicino . Oa ciò derivò la crisi del ministero Orlando, i l vano tentativo di n uovi accordi col successivo ministero N itti, n1c-

d iante la conferenza d i San Remo (aprile-maggio 1920), l 'accord o di Rapallo intervenuto di rettamente i l 12 novembre 1920 t ra i l n uovo m inistero Giolitti e il governo jugoslavo. Con ciò l'llalia rinunciava alla Dalmazia, tranne Zara e qualche isola, e riconosceva l 'autonomia d i Fiumt: . Ma nd frattempo altre complicazion i erano sorte; l'occupazione m ista d i Fiume da parte d i l'rancesi e d 'Italiani aveva prod o-tto incidenri spiacevol.i, e, nel timore che il presid io della città fosse affidato a truppe non italiane, Gabriele rl · Annunzio, postosi a ca!-'o di pochi reparti , aveva compiuto il 12 settembre 1919, un colpo d i mano occupando la città ed istituendo la reggenza del Carnaro, proclamando l'annessione d i F iume all'(ralia : annessione che fu annullata dal successivo trattato di Rapallo, rimanendo la città in una situazione irregolare. Questa situazione si prolungò anche dopo il sanguinoso Natale del 1920, giorno in cui il governo fece occupare la città con la for za; nonch~ dopo la partenza da Fium~ di Gabriek d' t-\nnunzio ' e l'istituzione di un governo autono,no prov~ vjsorio. La situazione anzi andò peggiora ndo, sin'<.:: hè non

fu mandato a F iume come governatore i l generale Giard ino ed il m inistero Mussolilli non addivenne con la Jugoslav ia ad un defin itivo accordo; stipulato a Roma il 27 gennaio 1924, med iante il quale F iu me fu annessa all'!talìa . In questo periodo si era andata aggravando anche Ja situazione in Albania, dove le bande armate attaccarono il presidio italiano, il guaii, oppose salda resistenza . Tu ttavia il m inistero Giolitti r in unciò anche all 'occupazione di Valona e ne ord inò lo sgombero, rim anendo al! 'Italia soltanto l'isolo tto d i Sasèno all 'i mboccatura della rada . f'oichè la stipulazione dei tiattati fin q ui enumerati non teneva conto della R ussi a bolscev ica , o perazioni d i guerra couti.nuarnno a svolgersi tra le forze armate del nuovo governo e quelle che cercavano d i contrastare· il consolidarsi del nuovo regime . Particolarmente notevo li forono i tentativi del! 'ammiraglio Kolciak e del generale Denikin, 1entativ,i che m iseramente falliro no; le operaz ioni delle forze interalleate che era no sbarcate in Murmania ed infine le ostilità che sco ppiarono ira la R llssia e la risorta Polonia. Q ueste ultime ebbero per epilogò la battaglia d i Varsavia, che segnò la vittoria dei Polacchi sui R ussi (15-20 agosto 1920).

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I vari t rattati stipulati nei d intorn i di Parigi avevano bensì stabilito che i vinci dovessero 11agare ai vincitori, a titolo <l i riparazioni, somme corrispondenti ai danni arre.:ati ; ma avevano rimandato ad alt ra sede la determinazione, la ripartizione e le modal ità dei pagamen ti. Gl i accordi su q llcsto argomento fu rono presi principalmente il 21 giugno 1920 a Boulogne , il 20 luglio 1920 a Spa , nell 'aprile 1921 a Parigi; ma l'inadempienza della Germania ai p ropr i obblighi, il differcmc apprezzamento della questione da parte dei governi interessati, l 'occupazione della Ruhr da parte del la Francia e del Belg io, il rifiuto d el governo di Washington di volere considerare come strettamente collegati i debiti tra gli Alleati e le riparazioni da essi dovute , insierne con altre sfun1ature della complessa si,tuazione politica, impe d irono, pu re at-

traverso alle conferenze di Genova (aprile-magg io 1922) e di Cannes (6- r2 genna io 1922) che si no al 16 agosto 1924 si add ivenisse, mediante la con ferenza d i Lond ra, ad un acco rdo, sulla base del progetto del genera le americano Dawes. T ale progetto non fu t uttav ia definitivo, _sostenendo la GcrmaJJia la propria assoluta impossibilità di pagare le somme enorm i stabilite dal t rattato d i Versailles, anche se dirn inu.iitc col piano D av,cs e poi col successivo

piano Yungh . Il contrasto pertanto continuò, finchè nel 1932 il problema a p parve insolubile, quando la Germ ania affermò d i non po tere e d i non volersi assoggettare a pagamenti impossibili ; mentre scriviamo, le Potenz.e cerca ,.10 una via d 'llscita che non appare possibi le se non sotto la forma espressa da l3enito M ussoltni, del « colpo di Sj)ugna >) sulle partite di << dare )} e di te avere » dctcnninatc dai tra,t.tali di pace. PERDITE Dfl BELL!Gf.RA!<TI

NELLA CUHR,\

MO!<DUJ.E.

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Esse sono vari an1ente calco late dagli scrittori. Gcnnania : morti 2.311.000, feriti 4-250.000; Austria m . 1.500.000, f. 3.000,000 circa; Francia m. 1.354.000 (d i cui 72.000 d i truppe di colore), f. 2.600.000; Gran Bretag na m . 869.000 (d i cui 188.000 ~ppactenenti a Domin io ns e Colo nie) , f. 2.000 .000; Italia m . 680.000, f. I . roo.ooo cii-ca; Turchia m . :325.000, f . 1.000.000 circa; Serbia m . 290.000, f. imprecisati; Romania m . 100. 000, f. 325 .000; Bulgaria rn.

102.000, f . 160 .000; Stati Uniti m . 80.000, f. 200.000; Belgio m . 44.000, f. 70.000; Portogallo m-. 8.300, f. 20.000. In tutto i morti oltrepassarono i to.000.000. Imprecisate sono le perd ite dell a Grecia. Per la Russia, le cifre date dalla D iiezione Statistica di M osca sono d i 626.440 morti in cam po e 6.963 . ro2 Ira d ispersi, feriti, morti negli ospedali . In rapporto alla popolazione totale, comprese le Colonie, si hanno le seguenti cifre : I talia 1.78 %; Francia 1.52 ; Gran Bret agna 0.20; Belgio o . 17; Stati Uniti 0.06. SPESt 01 cv1mRA. - 1 calcoli ,icll'I-Ierscnt danno queste cifre per le nazioni principali dell'Intesa ; Francia 8ro m iliard i di franchi; Gran Bretag na 379 m iliar di; !calia 273 m iliardi ; Stat i Uniti 132 miliardi; Belgio 74 miliardi. Queste cifre sono app rossimative, e vorre bbero comprendere spese di guerra, perdite di capita le umano, darnii ai beni ed alle person e, aumento del debito, e rappr-~senterebbcro .il peso assoluto dei sacrifici di ciascun belliger ante Per oncnere da queste cifre il peso propor zionale, bisogn,:.rcbbc introd urre nel calcolo la popolazi,me dei singoli Sta.i e b ricchezza media per a bitante . Ln ogn i •nodo, anche con così larga approssin1azione e li1n itare a un gruppo di Potenze, tali cifre dàn no un ind ice dell'immensa distruzione di ricchezza che la g uerra ha apportalo e del con traccolpo che insieme coi rivolgimenti politici questo fatto

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<leve avere prodotto. Nel campo industriale e scientifico, la guerra ha accelerato ti ritmo della produzione, delle scoperte e delle loro prat iche applicazioni. Nel campo dell'arte militare, nort mancarono i t.roppo frettolosi critici che credettero di poter proclamare i l fallimento delle dottrine strategiche e tattiche p rima della guerra professate. Simili deduzioni non hanno serio fondamento, perchè il prevalere della guerra di pos izione e cl i trincea su molti fronti e per molto tempo corrispondeva, da parte d i chi conservava l'in iz iaitiva delle operazioni, alla necessità di temporeggiare da un lato per fare guerra di movimento dall'a ltro; e da parte di chi subiva l'iniziativa altrui alla necessità d i guadagnar tempo per strappare questa iniziat iva al nemico e tendere poi esso stesso alla guerra manovrata . Un esame sereno e :ponderato degli avvenimenti non può cond urre che a q uesta conclusione: col mutare dei mezzi bellici possono variare le. modalità della guerra, ma ne rimangono immutabili i principi. Merita pure di essere n levata l'importanza grandissima che sulla possibilità d i resistenza e d i sviluppo delle operaziotli terrestri eçbe il predominio del ma re, tan to che ne uscl confermata la sen-

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Mondino (Pt<'tro). Generale, n . a T orino, m . a Parma (1841-1917). Sottot. d 'art. nel r862, partecipò alla campagna del r866 m eritando la menzione onorevole. N el 1890 passò i n fanteria e, colonnello nel 1896, coma ndò i distretti mii. di Sassari e d i Napoli. In P. A. nel 1899 e nella riserva nel 1903, fu promosso magg. generale nel 1908 e ten . generale nel 1914. Mondolfo, Con1u ne 1n prov. di Pesaro, a poca distanza dalla v;1 lle del Cesano. E cinto di m ura con rocca costruita, nel sec. XV, da Francesco di Giorgio Ma_rt"ini per conto di Giovanni della Rovere, signore d i Seniga lli a. D alla metà del sec. XIV alla Mondino P ietro metà del sec. XV , M . ebbe molto a soffrire per le lotte continue che si svolsero tra Fano, Senigallia, Fermo, Forlì e le alt re signorie vicine. Nel 1349 fu espugnato da Malatesta l 'Ungaro, contro il quale fu m andato da Fermo e Forll il capitano d i ventura Fra' Morreale che devastò tutto il tenitorio. Nd 1 4 10, si r ibellò a Pandolfo Malatesta, che la ridusse a dovere con l'aiuto del conte di Montefeltro . Essendo stato investito della signoria di U rbino, Lorenzo dc' Medici, r.cl 1517, andò in persona ad assediare la rocca di M., difesa pel duca Franct!sco Maria della Rovere da 2 0 0 fanti spagnuoli, e diresse l'assalto dei suoi Guasconi~ rimanendovi ferito; ma i suoi poterono entrare entro le mura e co-

str insero la piazza alla resa . Nel 1520 Leone X rcstitul M. a Fano e dopo la mortè del pontefice, il duca Francesco Maria , r ientrato in possesso dello Stato s1 preoccupò della sua difesa, facendo subito restaurare la rocca e ricostr uire le mura.

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M onumento cretto a L ione ai soldati italiani morti in F rancia

tenza di Napoleone I : « Il tride nte di Net tuno è lo scettro del mondo "· l nfi ne la lunga guer ra vide schiu dersi un nuovo orizzonte : quello dell~ guerra aerea destinata ad assumere sempre maggior".' importa;iza nelle guerre future. Per le operazioni militari particolari, V. alle voci : ltalìa110 /roll/e, Maidionale fronte, Occidentale f ronte, Orien tale fronte; A lbania, Alsazù,, Altipiaui, Ardem1es, Argomu', Armenia, Artois, Bainsizza , Balcani, CJ1arleroi, Cliemindes-Dames, Corsa al Mflre, Corone/, Dardanelli, Dogger Ba.nk, Egitto, Falklaud, Fiandre, Francia (ha.uaglia di) , Gorizia , Isonzo , Jutland, Lorena, Macedonia, Marna, Masuri laghi, M(l/z, Mesopotamia, Mons, M11rma11ifl, Ope1·az io11i aeree e Operazioni 1narittimc (nella guerra Mondia le), Palestina , Piave, Piccardia, Saim-Mihid, Somme, Som mergibili (guerra dei) , Ta11m·11berg, Vert/1111, Vittorio Veneto~ ecc. E vedi anche. j singoli trattati, armistizi, con ferenze, come Brcst-Litows!(, Bucarest, Chantilly, Coin pièg1Je, Giwti (Vill<,), Losanna, M11d1w, Neuil/y, Peschiem, Rapallo, Ro111a, Saù1t-Germain , Sal~nicco, San Giovmmi di Morùwa , Senlis, Sèvres, Triano11 , Versailles, ecc.

Mondovì. Ci ttà del Pi;rnontc in prov. di Cuneo, sulla clr. del fiume Ellero. La frazione principale, detta Piaz.za, è cinta di antiche mura. Sorse verso i l mille, .ma le frazioni di. Rreo e Carnssone sono molto più amiche per essere state colonie romane. Il primo nome di M. fu Montevico, poi Montcr cgalc. Lottò dappri ma coi vescovi di Asti, che ne pretendeva no jl dom in io ; p iù tatdi dovette riconoscere la sig nori a degli Angioi11i, dei marchesi del Monferrato, dei Visconti di Milano, fod1è nel 1396 venne in potere dd conte Am edeo d Acai:1.. Ebbe a soffrire daoni e devastazioni nelle guer~e che si colllbanerono in Piemonte t ra i Francesi e gli Spagnuoli nel secolo XVI. Emanuele Fil.iberto, col pmtesto di innalzàre un baluardo contro i protestanti, ottenne dal papa I'autorizzazione a lla demolizione della catted rale e di àltri edifici 0

ecclesiastici, impegnandosi a riedificar questi in a ltro sito,

per costru ire in M. una fortezza, la quale fu eretta su è isegno e sotto la direzione <li Ferrante Vitelli. Al tempo del duca Vittorio Amedeo II, non volendosi sottomettere alla gabella del sale, imorsc contro i l principe e sostenne una lunga lotta, che durò dal 1666 al I699. Nel 1i99, all'a,•vicinarsi in Piemonte delle forze austro-russe, gli abit anti di M . si sollevarono e infierirooo contro i repubbl icani di Francia e loro aderenti; ma poco dopo t~li eccessi furono loro al doppio ricambiati, nella sua ritirata verso le A lpi di fronte ali 'incalzare delle colonne austrorusse del Suvarov, dall 'esercito del Moreau che abbandonò la città al saccheggio dcll~ sue so.ldatesche.


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.~Jo11dov) (Combattimento d,) (r796). Fatto <l'armi che appartiene alla serie delle operazioni condotte dal Bonapane contro gli Austro-Sard i. L'offensiva manovrata dei Francesi aveva provocato la separazione del contingente sardo, agli ordini del gcn. Colli, da quello austr iaco comandato dal Beaulieu . CostreLto ad abbandonare la posizione di San Michele per tema d i aggiramenti, e dopo valorosa resistenza opposta sulla linea della Corsaglia, il Colli nella notte sul 22 aprile iniziava in perfetto ordine la rie.irata sulle alture che coprono M ., sperando ancora nel tempestivo concorso del Beaulieu; ma il Bonaparte, compreso della necessità di i ncalzare, lanciava contro i Sardi la propria sr., agli ordini del Sérurier, che raggiunse

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nel 1693. Venne sciolto nel 1694. Successivamente fu costituito un altro leggimento con lo stesso nome, quello Provi11ciale di Monàov), formato nel 1713 da Vittorio Amedeo II, e reclutato tenitorialmente nella provincia omonima. Prese parte alle guerrè : di Successione di Polonia (1733-35); di Successione d'Austria (1742-47); contro la Francia' (1792-96). Ebbe vicissitudini varie negli anni 1798 · e 1799, durante le occupazioni francese ed austro-russa in Piemonte, e fu sciolto nel 1801. Ricomparso alla restaurazione del 18-4, prese parte alla campagna del 1815 contro la Francia; nel novembre dello stesso anno venne soppresso ed i suoi reparti furono suddivisi fra le brig1te Cuneo, Regina e Guardie.

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Combattimento di Mondovi (r796). I reggimenti francesi sono qu; lli indicati con numeri arabici. Sc..1la approssimativa 1 : 1 15.000

la retroguardia nemica sulle alture presso Vicofor,tc, attaccandone .il centro, mentre le colonne Guyeux e Meynicr rapidamente ne aggiravano le ali. Dopo una salda resistenza sulla posizione del Bricchetta, vedendosi sopravvanzato dal Guyeux verso M. , il Colli ordinava la ritirata, protetta dagli squadroni Sardi che, con slancio eroico, respinsero la cavalleria francese avviata all'inseguimento (V. Bricchctto) e ripiegò ordinatamente verso Torino. Le perdite dei Sardi furono di circa 1500 uomini, in maggioranza dispersi. L'azione ebbe, da parte francese, carattere spiccatamente attivo e manovrato, e il contegno dei Sardi fu onorevolissimo.

Mondovl (Reggimento) . Un primo regg. con ta l nome fu formato nel 1690, in occasione della guerra intrapresa da Vittorio Amedeo II contro la F rancia, con reparti di milizia scelta della provincia di Mondovì. Esso prese parte a detta guerra e combattè alla Staffarda ed a Marsaglia

Mondavi (Battaglione Alpint). Assu1Jse tal nome, nd marzo 1886, il bgl. Val Pcsio, costituito l'anno precedente. Appartiene al 1° regg. ed ha le cp. 9•, 10a e 11•. Partecipò alla guerra italo-turca r9u -19i;, per la quale meritò la medaglia di bronzo. Durante la guerra i taloaustriaca (1915-1918), per la quale costituì la u4a cp., ceduta poi al bgl. M. Clapier di nuova formazione, presidiò dall'inizio delle ostilità al febbraio 1917 le posizioni di S. Rocco-M. Slenza-M. Piccolo-M. Poccet in Val Fella. Nel marzo 19r7 fu inviato sugli altopiani a Malga Fossetta e nel giugno entrò i n linea a Busa della Segala per partecipare alla battaglia dell'Ortìgara, durante la quale prima occupò Corno della Segala, e poi, assieme ai bgl. Valle Arroscia e Mercantour, conquistò la cima del] 'Ortigara. Trasferito nel settore Posina, entrò in Linea il i agosto 1917 fra il M. Caviogio e Rio Freddo, , ma nell'ottobre fu inviato nell'al to Isonzo al presidio della fronte Vallone dei Caprioli-Cczsoca, ove restò fino all'offensiva


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austro-tedesca, in seguito alla quale ripiegò combattendo. Nel gennaio J918 il lv/. fu assegnato al settore di Val Furva in Val·tellina, ove cooperò alla conquista del M. Mantello. Tr~sferito a fine ottobre sul Montello per la nostra offensiva finale, passò il Piave al ponte di V idor e puntò su Bigolino e su S. Stefano di Barbozza. Per la sua condotta in guerra meritò la medaglia d'argento colla seguente mo-

Medaglia del battaglione alpino Mondov\

tivazione : « Il battaglione Mondovì avanzò calmo e irresist ibile, sotto un uragano di• fuoco, all'attacco di formidabili posizioni oemiche, e sulle conquistate trincee, contro fresche soverchianti fonc nemiche sopraggiunte, resistette incrollabile in mezzo al sangue largamente profuso ed alla luce della glori~ eroicamente meritata » (M . Ortigara, 10-19 giugno 1917). Nel 1920 fu trasferito al 2" rcgg. alpini, ma nel 192.3 fu restituito al 1". Le sue perdite in guerra ammontarono a ufficiali: morti r4, feriti 26, dispersi I; u . di truppa morti 58, feriti 562, dispersi 77.

Mondragon, [dearore d i un fucile automatico « a sottrazione dei gas entro l'anima", o come si dice anche, « a presa di gas "· Il Messico nel 1901 ebbe in djstribuzione per l 'csercito uo fucile automatico M. del calibro di mm. 5, che diede scarsi risultati per imperfezion i al meccanismo e per deficienti qualità balistiche. Venne perciò sostituito col nuoYo fucile M. perfezionato, Mod . 1908, del

Fucile Mondragon modello 1908 (a destrt1, la sezione X·Y) calibro 7. Q uesto fucile non ha il tiro continuo: con esso si può eseguire il ti ro a caricamento ed a ripet izione ordinaria, oppure automatica; presenta la possibilità di eseguire il t iro interm ittente. È un 'arma pesante; ha rinculo notevolmente sen tito e continuo; si riscalda rapidamente il congegno del corpo di pompa, producendo inceppamenti.

M onegl ia. Comune in prov . di Genova, su lla riviera di Levan te. Venne munito di due forti, detti di Villafranca e di Monteleone. Il primo, ad est, è situato sopra uno scoglio che domina la marina, l'altro, ad ovest, si trova sopra una altura che domi na anch'essa la spiaggia. M. è rammentata fra le stazioni della via mmana verso il IV secolo. La xepubblica genovese per assicurarsi dalle invasioni dei suoi nemici, fece costruire nel 1173 le soprnclcne fortezze. Nel 1477 per avere parteggiato pci conti di Lavagna, M. venne invasa e saccheggiata dalle truppe del duca di Milano. Monera . V . Unireme.

L a for tezza di ),,foneglia (detta di Villafranca)

Monesi (Sigismondo, patrizio di Modena). Generale, n . nel 1862. Sot;0t. dei bersaglieri nel 1882, frequentò la scuola di guerra e fu in Libia nel r9r2; raggiunto il grado di colonnello nello stesso anno, comandò il 120. bersaglieri. Allo scoppio della guerra moncljale era in Cirenaica, donde rimpatriò nel 1915 col grado di magg. ge11crale e comandò fino al 19r7 la 2• brigara bersaglieri. Promosso ge11. d i divis ., assunse il comando della 12• divis. e lo tenne sino al 1919, quando passò a comandare la divis. di Ravenna. Nel 1920 fu collocato in P. A. S. Guadagnò nella guerra una med. di bronzo (Pia ve) e la croce d, cav. ddl"O. M S. (M. Ceugio) cd ebbe la medaglia d i benemerenza per il terremoto calabro-siculo del 1908. Nel 1924 fu nominato luogoten . generale della M. V. S. N. e comandante della Monesi Sigismondo VI Zona (Venezia Giulia). Raggiunse nel 1925 il grado di generale di C. cl "A. e nel 1931 venne collocato a riposo. Monet (come Giova.1111i Antonio de). Generale savoiardo, n. nel 1709. Ufficiale del regg. La Regina, andò in Polon.ia come governatore del figlio del prjncipe Czartor yski e divenne luogotenente generale nell 'esercito polacco. Un suo figl io servl nell 'esercìto francese e vi divenne colonnello dei cacciatori a cavallo. A,Jonet Giovanni. Generale del sec. XVllf. Soldaro nel rcgg. fanteria Savoia nel r741, divenne in esso alficrè nel r744. Co! grailo cli brigadiere di fanteria fu comandante della ciuà di S. Giovanni di Mariana e poi (1793) di Cuneo. Nel r796 fu promosso magg. generale.


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Monet Adolfo (conte d1). Generale francese, nipote del precedente (r804-1874). F~ce la carriera nella fanteria e d ivenne generale di brigata nel 1853 e di clivis. nel 1855. Comandò la Scuola speciale militare e poi la 22a divisione e fece tutte le campagne del suo tempo, passando nella riserva nel 1870.

Moneta (Giovamu). Generale, o . a Por toferraio nel 1855. .Sottot. del genio nel 1877, raggiunse il grado di colonnello n~I 1906. Nel 1908 si segnalò nel terren1oto ca~

labro-siculo, merit.an<lo la medaglia d'argento di benemerenza. Magg. generale nel 19 1 2, divenne ispettore del genio m ii. per i lavori della marina. Ten. generale nel 1915, pateteoipò alL'r .g uerra contro l'Austria; comandò il genio del la 2a, 8• e 9• arìVIoneta G iovanni mata e n1eritò la med. d i bronzo. ln P . A. $, nel 1920, nel 1923 assunse nella riserva il grado di genera le <li divisione ,

Monfalcone. Comune del la Venezia Giulia, in prov. di Trieste. Città antichissin1a, avanzi preromani sono ve, nuti alla luce nel. sito detto " Le I'ontanclle "· La Rocca

è sorta sui resti di un « castel liere " · Nel l'epoca di Roma repubblicana, costituì come h scolta avanzata della fortezza di Aquileia. ' G li Unni devastarono il suo territorio, e, dopo caduto l'impero, i Goti, sulle rive dell'Isonzo, sconfissero Odoacre vicino all a citd . Ricostruito il castro da Teodorico nel sec. V, l':ncuria ed il tempo lo fecero

nuovamente cadere in roviJia. La città, costituitasi a libero comune, ba parte attiva nel parlao1ento friulano e nel I3Io e 1313 resiste eroicamente al conte di Gorizia, po i giura fedeltà in Aquileia al patr iarca Bertrando, e da allora inizia una serie continua di lotte e di violenze a difesa del patriarcato. È un'intima storià di sangue e di valore di questo comune cl1e vigile custode alle porte d'Ita lia non cede di un passo alla irrompente invasione slava. Occupata per poco dag li Ortemburg, riesce a liberarsi, ma nel 1411 è saccheggiata dagli Ungheri. Nel 1420, in seguito alla deposizione dd patriarca Ludovico d al trono 'temporale, passò alla signoria veneta. Nell'autunno del ~470 i Turchi si presentarono alle porte, ma la città resistette e !i costrinse a levare I "assedio; così nel 1472, nel 1477, nel 1478 e nel 1499. Nel 1478 i T urchi attaccarono con maggiore ferocia e finsero anche la fuga per sorprendere nel silenzio Jl0tlurno la città. Però il podestà Daniele Ba rbarigo, che vigilava dalla torre, avvisati i cittadini, con alcuni animosi riuscì a minare .il ponte sulla Roggia, costruito durante la notte, che subito saltò carico di nemici, sui quali dai merli piovevano i proiettili dei dtf:ensori . L' rr luglio 1509, 'Sitch d'Ems si presentò a lle porte della· città con un.'artuata di croati e ne chiese la resa, ma il podestà Antonio Loredano lo costrinse alla fuga. L'anno dopo, gli Slavi sono ancora respinti, ma la città, decimata dalla peste e abbandonata da Venezia, deve cedere alle orde di Cristoforo Frangipane, che si fa pagare mille ducati; Dopo un anno M. è liberata da Sebastiano da Pirano. Nel 16o2, i corsari di Segna tentano l'occupazione della Rocca e della Terra, i cui abitanti lottano sulle rovi ne fumanti, hnchè una compag nia armata, giunta da Palmanova, li salva, mettendo in fuga i nemici. Nel 1615 sono gli Uscocchi che commettono stragi nei d intorni d i M. ma non riescono ad occupare

La rocca veneziana di ~1onfolcone


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la città. E la serie delle difese eroiche continua per tutto il periodo delle guerre gradiscanc. Occupato M. nel 1797 dalle truppe del Bonaparte, seguì da allora le sorti del territorio veneziano .

La zona di M. fo te,itro di lotte sanguinose durante la guerra italo-austriaca. Fu occupata sui primi di giugr10 19 r5 da reparti della 13• divis.; il 9 dello stesso mese .la brigata Messina attacellva e prendeva la Rocca. Gli Austriaci cominciarono a bombardare il cantiere e la città il 22 giugno. Nello stesso mese, la q. 121 di M. veniva invano attaccata dai nostri, e ancora invano Jlel luglio e nell'agosto: gli , Austriaci difendevano con ogni energia e con grandi mezzi la via di Trieste. Sulla zona si batterono, sempre a est di M., 1,el maggio-giugno ciel 1916 le briga te Napoli e Cremona. Durante la battaglia rii Gorizia, la q. 121, tanto com esa, fu conquistata dalle nost re truppe, ma ripresa ancora dagli Austriaci, medianre t irn con granate asfissianti .

Venne invece presa e

tenu1a

MoN

267 -

la

lvlonferrato (Reggimento fanteria). V. Casale (B,·igata). !vfonfen-ato (Battaglione fanteria). For mato con. decreto del Bonaparte, nel giugno 1800. Unito al bgl. Piemonte, costituì nell'ottobre 1800 la 1• mezza brigata di linea piemontese. Monferrato (Reggimento ca,,al• leggen). La sua origine risale al I 848, allorchè si costituirono tre sqdr. di guide per il servizio di guida e di ordinanza presso i quartieri generali di grandi un ità. Ne l r 850, completando i detti sqdr. con clementi tratti da altri regg., si formò il regg.

~

S temma Cavalleggcri 1\llonfcrrato

cavalleggeri

di

Monferrato . Es-

so nel 187r assunse il nome cli 13° rcgg. di cavalleria , Monferrato . Nel 1897 Caporale (1853) dei Caval.legger i Monferrato fu detto cav•a lleggcri di Monferraro (13°) e nel 1920 assunse la definit iva denominazione di regg. cavalleggeri di Monfc_rrato. Parr~cipò alle seguenti campagne: 1849, 1855r856, 1859, 1866, 1887-88, 1895-96, 191I-I2. Nel 1859 « per la condotta tenuta nel combattimento di Montebcllo e nella battaglia di San Martino, e pei servizi resi durante la campagna », ottenne la medaglia cli brnnzo. Dn rante la g uerra ita lo-austriaca 1915-1918 il regg. fu aciibito inizialmente al se rviz io di esp lorazione ed impegnò poi sulla

Quot.'i 121 di Monfalcone (ind icata con frcc.cfa)

q. 85, fino al momento del ripiegamento sul Piave . La Gt

costa della zona di M. ,·eone fin dall'iniz io dell'occupa2.ione ;ifridata alla R. Marina, che vi piazzh batterie, a terra o su pontoni . Il cantiere navale fu d istrutto nel lug lio 19r5 dalle artiglierie austriache. Monfalcone . Torpcdinic,·a, varata nel 19·17 da l Cantiere Danubius a Pono Re; dislocamen to tonn. 570; lunga met ri 8.5,28, larga m. 7,80; apparato motore 23.700 cavalli ; velocità miglia 32,9; armamento guerresco cannoni 2 da 40 ,

6 da 66 di cui

2

a.a.; m itragliere 2 da 6,5; lanciasiluri

4 da 450.

Monferrato (lat. 1vfons Fermtus). Regione del Piemonte, in altopiano collinoso fra il Po e la Eormida e il Tanaro, comprendente i territori di A lessandria, Asti, Casale, Valenza, con confini storici variabili attraverso i t empi. Fu marcl1csato e ducato, fra i[ Piemonte, • la repubblica di Genova e lo Stato di Milano. Ebbe propri signori, delle famiglie degli Aleramo prima e de i Paleologo poi: questi ultimi governarono il paese fino al 1533, epoca in cui passò ai Gonzaga cli Mantova . Il lv[. fu allora disputato Era Piemontesi, Spagnuoli, Francesi e Imperiali e passò alla Casa Savoia dopo la guerra per la Successione di Spagna. Monferrato (Guerra per la cessione.

Successione del).

V. Suc-

Ufficiali del reggimento Cavalleggeri Monferrato (1859)

fronte carsica ì suoi riparti m iu·agl icri appicdari. Si distinse nel combattimento del 10 ottobre 1916 contro la quota 77 di Monfalcone. ~'cll'oltobre r917, mentre infieriva l'offensiva austro, tedesca, il regg. prese contatto col nemico a Pasian Schiavonesco e lo impegnò in combat· 1imento per agevolare il r ipiegamento di altri riparti, con grave sacrificio di uomini : quasi la metà della sua forza. Per la battaglia d i Vittorio Veneto, lanciato all 'inseguìmento del nemico in rotta, combatti: al ponte d i Com ino ed a lla stazione di Maiano. Festa ciel reggimento : io maggio, anniversario del combattime nto d i Montcbello (20 maggio 1859), Motto del reggimento: " Sempcr ut quondam " ·


MON

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268 -

Morti durante la guerra: ufficiali 13, uomini di truppa 81. Mon/errafo . 11• Legione della M. V. S. N., costituita a Casale Monferrato nel marzo 1923. È su 5 coorti (Casale, Valmacéa, Moncalvo, Castagnole, V ignale): ha sezione mitragliatrici, centuria ciclist i, squadra di pronto soccorso, manipolo motociclisti.

Mongiana, Comune in prov. d i Catanzaro . Nel 179r vi fu creata una fonder ia e fabbrica d 'armi, giovandosi di una miniera di ferro e grafite posta nelle vicinanze. Il governo de l Mmat ne accrebbe lo sviluppo. Il governo ita liano tenne in esercizio gli stabilimenti fino al 1863. All"epoca della dominazione borbonica , era sede della 5a d irezione d 'artiglieria e vi lavoravano più di 6oo operai, per l 'industria bellica dello Stato. Monginevra (Colle del). Passo delle Alpi Cozie~ che mette in comunicazione l'alta valle della Dora Riparia con quella delle Durance. La strada si distacca <la quella di Val Dora a Cesana, r imonta al valico a quota 1854 e scende a Briançon in breve , dato il grande ravvicinamento degli opposti bacini i n questo tratto dell'arco alpino che penetra col sa liente di M . Tabor (m. 3177) nella regione francese dividendo il bacino dell'Isère (fascio stradale orientato su Lione) da quello delle D ,irance (fascio stradale orientato su Marsiglia). Battuto fino dall'a111ichità più remota come il più agevole della regione, il M. ha una ricca storia. Vuo!si che se ne valesse Ann ibale nel la sua marcia d'invasione; certo se ne valsero tutte le penetrazioni galliche e lo valicarono Cesare e Pompeo nelle loro spedizioni transalpine. Verso la metà del scc. X vi fu per 25 anni una colonia saracena. La sistemazione a grande rotabile fu operata nel 1802 dal regime napoleonico, con la doppia via d i Val Dora - che l'allaccia a Susa con le provenienze ciel Ccn isio - e di Val Chisonc, che la congiunge a P inerolo per il colle di Sestrières (m . 2021). Su) con trafforte fra Dora e Chisonc sta la posizione fort ificata dcll'Assietta, che domina le comunicazion i fra le èluc valli, perno delle combinazion i di manovra offerte dai passi sussidiari che lo traversano: Colle dell' Assietta (m. 2472) tra Fenestrelle ed Exilles; Colle delle Finestre (m. 22r5) tra fenestrelle e Susa. Questo sistema d i comunicazioni ha grande im portanza strategica, come quello che si inserisce fra gli sbocchi più diretti su Torino, di cui è asse virtuale la galleria ferroviaria del Fréjus, raccordata con Val Dora; è famoso nella storia militare del Piemonte, specie per gli episodi salie111i de lla campagna dell'anno 1747. Moni (Onorato). Generalè, n. a Livorno, m . a Roma (1848-r914) . Sottot. d 'artiglieria nel 1868, colonnelJo nel , 892, fu nominato direttore in seconda ddl 'Istituto geografico. Nel 1898 fu promosso magg. generale e comandò la brigata Forlì. Ten. generale nel 1905, ebbe i l comando de lla d ivisione di Perugia. Nel r908 fu collocato a disposizione per ispe2,ioni; indi Moni Onorato fu nominato comandante della d ivis . di A lessandria. Nel 1909 fu fatto ispettore generale del genio, e poi d'artiglieria. Monitor. D urame la guerra di Secessione degli Stati Uniti, la marina federale (Stati del Nord), molto più forte, bloccava i Confederati (Stati del Sud) che non di-

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sponevauo che di poche navi mercantili armate in guerra. Per liberarsi dal blocco, i Confederati dettero incarico al capitano Brooklc di costruire una speciale nave corazzata. Questi impiegò lo scafo di una fregata a vapore, il « Mer rimack » che era stata danneggiata in parte da un incend io. La rasò ad un metro di sopra dell'acqua e vi costruì sopra una grande casamatta, terminante a prora

e a poppa con due facce inclinate dalle quali sporgevano due cannoni rigati da 19 cm. Aprì sui fianchi otto portelli per al trettan.ti obici Nahlgrem dà 24 cm. e la coprì con lunghe piastre formate da rot aie, dello spessore dai 40 ai 68 cm. A prora e a poppa vi erano due vasti comparti1nenti che potevano ess~re allagati e così la nave si son1mcrgcva fino al livello della casamatta. NeUo stesso mese entrava i n servizio presso la marina k-derale nna nave del tutto speciale che prese il nome di « Monitor » . Questo bastimen-to, ideato dall'ing. svedese Ericcson , era stato coSlruito in tre mesi ; spostava 1200 tonn. , era luogo 40 metri e largo u. Aveva l'opera morta elevata meno di un metro sul galleggiamento . I fianchi e la coperta erano corazzati con piastre di 18 cm. di spessore. Portava al centro una sola torre alta 3 metti, del diametro di 6 me-

GSLJ

I

Il primo Monitor nordamericano (1863)

tri e mezzo, gi~evole per 360 gradi e armata con due cannoni Dahlgren , da 38 cm. Aveva una macchirn1 a vapore che gli im primeva la velocità di 9 miglia orarie. L'8 marzo 1862, mentre una divisione federale era an corata nella rada di Hampton-Roads, venne assalita dal (< Merri.mack » Questa nave, sen1i-sommcrsa, non faceva più d i t re m iglia all'ora. A ttaccò con lo sperone una fregata e la colò a picco. Le altre navi, per salvarsi, dovettero buttarsi in secco; il ,, Merrimack "• <la solo, era riuscito così a distruggere tutta una divis . di 4 bastime111i . R itornò l'indomani nella stessa rada pc1· distruggere le altre nav i, ma non aveva ancora incominciato il combattimento, che si vide giungere addosso il « Monitor ,, , inviato nel frattempo dai Federali e si impegnò un duello che durò più d i 4 ore. Alla fine i l « Monitor » ,·iuscl a colpire il « Mcrrimack » alla linea cli acqua, aprendogli una g rossa falla; nello stesso tempo i l « Merrimack " fer iva gravemente il comandante Worden -del « Monitor », ma, essendo l'acqua penetrata nello scafo e le macchine quasi inservibili, il « Merri mack » dovette a llontanarsi. Ebbe così te rmine uno dei combattirne111i pit• caratteristici ciel secolo scorsò e che segna defin itivamente la fine delle navi da guerra jn Jegno'. li « Monitor i> venne presto in1 itato da molte nazioni con maggiori dislocamenti, fino a 4000 tonnel late circa. Gli An1erican i ne costruirono uno) il <t Miantonomak », che aveva la velocità d i 12 miglia e che riuscì a fare la [taversata cieli'Ji,tlantico. Gli Stati Unitì costruirono M . fino al t9or , che arrivavano alla velocità di m igl ia r4,5 cd erano armat i con due cannoni da 305 e 1


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due da 254. Questo tipo di nave venne specialmente imitato dalla marina russa, ma cadde presto i n disuso, perchè sostituito dalle nav i guardacoste. Appena scoppiata la guerra Mondiale, l'Inghilrcrra sentl subito la necessità di approntare M. per agire contro le coste della Fiandra, e per proteggere dal mare il fianco sr. dell'esercito operante in Francia. Le coste della Fiand ra sono molto basse cd è necessario impiegare navi <l i lieve tirante d i acqua per farle avvicinare alla terra. Dalla metà del 1914 a quella del 1915, l'Inghilterra costrul sei M .

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o quattro cannoni da r52, nonchè due cannoni di piccolo

cedenti, e per controbattere le artiglierie tedesche. Avevano una gettata d i circa 24.000 metri, in confrontç, dei 10.500 dei precedenti; con essi si dovette impiegare l'osservazione ciel tiro med iante gli aeroplani. Nel maggio e giugno del · r916 entrarono in servizio altre due unità simili a lle precedenti ed armate identicame11tc. Avevano però, un dislocamento maggiore (8000 tonn.) cd una velocità di circa r 4 miglia . Per la protezione ravvicinata, si impiegarono altri M. di dimensioni pit', piccole: avevano una velocità di circa 9 miglia e pescavano soltanto m. 1 ,80. Dapprima furono armati con cannoni da 234 corti, ma poi questi cannoni vennero sostitui ti, per ragioni di sta-

Sezione del Monitor nordamericano (1863)

Monitor fluviale austriaco sul Danubio (1 914)

armati ci;scuno con due cannoni da 305 in torre, e due

(torretta centrale. e timone)

calibro antiaereo. Avevano il d islocamento di 6600 tonnellate cd una velocità d i circa sette miglia. Vennero subito impiegati contro la costa nemica. Pescavano circa me• tri 3 ,50 e servivano per la difesa di Calais da] blocco nemico e per la d ifesa <)elle bocche del T amigi. Uno di questi monicori si ancorava tl;ttc le notti in mare all'aperto a 14 miglia da Ostenda. Questi M . non furono mai disturbati dalle navi tedesche, malgrado la loro v icinanza al porto nemico. Le loro principali azion i fu rono

bilità, con altri ~a 152. Molto numerose furono le operazioni cli questi M. contro la costa belga nella .seconda metà dd 1916 e nella prima metà del r9r7 . Con essi gli Inglesi appoggiarono le oper,1zioni terrestri, in seguito alle quali i Tedeschi dovettero abban<lonare definitivamente Ostenda come base dei sommergibili. Cors;ro però ai ripari contrastando !e azioni dei M . Uno di questi, l'« Erebus » , venne colpito al centro da un brulotco comandato a d istanza elettricamente; un altro, il « Tcrror », fu silu-

Monito r olandese (1 911)

i bombardamenti d i Zeebrugge, Middelckerche, W ucstendc e Ostenda, ailo scopo di disturbare e distruggere le basi nemiche <lei sommergibili che erano in queste località. I Tedeschi per difesa impiantarono sulla costa due .btr. da 2 80 mm . che si chiamarono Gugl.ielmo II e Titpit,;. Alla metà del 1915 entrarono in servizio altri due M. più gr andi dei precedenti, armati con d ue cannoni da 381 e quattro da 152, nonchè due antiaerei. Avevano il dislocamento d i circa 7000 tonne Ilate e la velocità di 6 migl ia e mezzo. Furono subito impiegati a rinforzo elci prc-

Mon itor nel golfo di Trieste che bombarda J'Hcrmada col concorso di idrovolanti

rato con tempo nebbioso da un cacciatorpediniere . Le due navi rimasero g ravemente avariate, tna non aodaron.o a

picco; eia quel momento però i bombardamenti della costa belga cessarono quasi del tutto e l'ammiragliato inglese decise di attaccare la base di Zccbruggc con navi d i superficie. Anche l'Italia senrl la necessità di impiegare elci M . e dei pontoni armati semoventi, per appoggiare l'ala dr.


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dell'esercito, operante. La natura paludosa della costa sul bass9 Isonzo, richiedeva l'iinpiego di navi di poca pescagione. Furono allestiti così nel r 9r 5 quattro M., , che presero 1 non1i di (.( .Bianchini ), , « Padus >>, R Masotto », t( Carso». I prim i tre erano armati con un ca rtnonc d a 190, i l quarto aveva due cannoni da 190. Furono inte r-

nati nelle palud, d i Grado cd erano impiegati come batterie terrestri di estrema ala . Poco dopo ne vennero costruiti altri due, che presero il nome d i " Folgore " e

Monitor ingle~e adoperato snl fronte itaJiano

« Saetta », ed erano armati con cannoni da 120. f.13trò pure in servizio il pontone arma,o « Robusto » che aveva due cannoni da 203. Manifestata chiara l',1tilità di qucs\J' navi ne furono approntate nel 1916 altre quattro, a~ma.i e con can noni da 305 e che portavano i nomi d i : « Va-

lenre )), «Monfalcone)>, ,< Cucco >l,

t< Vodice )i .

L'opera di

queste unità fu molto efficace nel basso Isonzo durante le avanzate del Carso. Al principio ciel .T9Ii entrarono i n servizio due g rossi M. sul tipo di quelli inglesi, armati ciascuno con due cannoni da 381 in lO_rre e quauro cannoni da 76 antiaerei. Essi avevano un d islocamento cli circa 4000 tonnellate ed una velocità oraria di sette mig!ia. Si chiamarono ,, Faà d i Bruno i• e « Cappell ini». Servirono egregiamente per i bomba rdamemi comro !e lince nemiche, dapprima sul basso Isonzo, e poi sul basso Piave sino alla fine della guerra . Dopo la guerra, tutti vennsro smontati, ad eccezion: dei due ultimi . Ma il « Cappellini », nel raggiungere Ancona, veniva sorpreso in Adria~ tico da un violento fortunale, e, date le sue deboli qualità marine, si capovolgeva ed affondava con la per dita di tutto l'equipaggio . Il « Faà di Bruno » invece riuscì ad entrare nel Tirreno cd è tuttora in servizio nel la marina nostra. Nel 1918 era stata iniziata la costcuzione di altri quattro M. armati ciascuno con due cannoni da 381 in torre; alla stipulazione della pace non erano però ancora ultimati e fu deciso cl i non portarli a termine. Sulla fronte italiana , sui basso P iave, furono inviati anche due M. inglesi con cannoni da 305.

Monk (o Monck, Giorgio, ducn d 'Albemari<·). Generale e ammiraglio inglese (16o8- 16zo). Si d istinse nel 1627 nella guerra contro la Spagna, ugualmente che nel 1629, al serviz io dell'Olanda, contro Breda. Ritorn«to nel 1639 in Inghilterra, passò in Irlanda cd ouenne successi sugli Irlan<lesi in rivolta. Nel 1646 passò al servizio del Parlamento, fu Monk Giorgio fatto governatore dcll 'Ulster e si impadronì di diverse fortezze; nel r650 ebbe parte nella vittoria di Dunbar, e restò comandante in capo delle forze parlame1ltari nel la Scozia, .allorchè Cromwcll dovette tornare

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in Inghilterra per cacciarne Carlo Il. Nel 1652, M . fu uno dei tre comandanti della /lotta inglese, riportando tre vittorie su quella olandese. Ne l 1654 rip rese il cornando dell'esercito n.elJa Scozia, riuscì a pacificare il paese e si acquistò una grande popolar ità. Alla morte di Cromwcll, riconobbe Riccardo come protettore; ma all'abdicazione di questi, entrò in trartative con Carlo II, al quale impose le condizioni di un 1 amnisria generale e la tolleranza reli-

giosa. Carlo fece allora la dichiarnionc di Breda (maggio 1660) ,e l'inviò a M. col titolo di capitano generale, cd il Parlamento votò il r istabilimento dell'autorità 'regia. M. ottenne la dignità cli Pari col t itòlo di d uca d'Albcrnarlc. Nel 1661, fu creato lord luogotenente d'Irlanda, ma diede le dimissioni nello stesso anno. Combattè nuovamente, nel 1666, contro l'Olanda, e nd 1667 si r itirò dal servizio.

Monni (Luciano) . Generale, n. nel 1860. Sottot. d 'art. nel 1883, partecipò alle campagne d'Africa del 188j e 1888. Andato in P. A . col grado di capitano nel 1910, venne r ichiamato in serv izio negli anni della guerra contro ]'Austria e fu addeno allo stabilimento delle costruzioni aeronautiche. Nella riserv a dal 1913, raggiunse il grado di colonnello nel 1918 e quello di generale di brigata nell'anno 1928. Monnier (conte Giovanw). Generale francese ( .r j5818r6). Volontario nel 1791, divenne generale cli brig4 ta dopc la campagna d 'Italia, nel 1797. L'anno seguente p rese parte alla spediz ione di Napoli . Bloccato con 3000 uomini in Ancona, resistè per 105

giorni, ottenne una

ca•

pitolazione onorevo.le, e rienLraco in Francia fu promosso gtn. di divisione. Nel 1800 ritornò in Italia, combattè a Marengo, prese Arezzo e Verona;

ma

la. sua ostilità ai

disegni del fluonaparte lo fece cadere in <lisgrnia e si ritirò a vita privata. Fu n e hiamato

111

se·rvi-z.io

attivo,

nel 1814, da Luigi XVIII che od 1815 lo )lOminò con te e pari di Francia.

ti

1Vfonnier Giovanni

Monoplano. È l 'aeroplano che ha snperficie d i sostentamcnco composta di un solo piano alare. 0[. Aerop/a110 e Biplano). Monopoli. Comune marittimo, con piccolo porto, in prov. di Bari, fondato nel V secolo, presso alle rovi ne ddl'ant. ci ttà di Gnatia o Egnatia. Ebbe a soffrire per le invasioni dei Saraceni nei secoli Vllf e IX e dei Normanni nell 'XI secolo. Sulla fine del secolo XV venne preso e saccheggiato dai Veneziani. Nell'epoca dei Normanni, presso .',,/. si combattè (pr imavera ciel 1042) una battagl ia fra il generale bizantino Maniakes e i Norn1anni, i quali vennero sconfitti con grande strage . Monreal. Comune della Spagna, in prnv . di Navar ra, nel la valle d i Ibargoitì. Ne l 1874 vi avvenne un com . batt-imento:

il gen. carlista Dorugaray aveva concentrato

forze a M . , e su questo borgo marciò per attaccarlo il gen . costituzionale Nouvilas. l Carlisti furono sorpresi dal! 'attacco, che avvenne al cader dell a sera, e diede luogo a lotta accanita, particolarmente ali 'ar ma bianca. Riuscì a! Nouvilas di sloggiare da M. i Carlisti. e costringerli alla riti rota, ma sopraggiunta la notte non potè inseguirli.

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Monroe. Citt.à degli Stati Uniti, nel Michigan, su l fiume Erie. Durante la guerra d'Indipendenza, gli Inglesi , nel gennaio 1813 vi riportarono una v ittoria sugl i Americani. Questo combattimento è detto anche di Raisin River.

Mons. Città del Belgio, capo l. della prov . di H ainaut, sulla Trouille. Fu fondara intorno ad un monasrero 1 ' costruito verso il 650 e venne fortificata nel sec. IX . Il 24

Monroe Giacomo. Quinto presidente degli Stat i Uniti d'Amer ica (,759-1831). Co mbattè nella guerra d'Ind ipendenza, ind i percorse una rapida carriera politica. Fu governatore della Virginia, ambasciatore a Parigi, e negoziò in Francia con Napoleone l'acquisto della Luisiana per gli Stati Uniti (1803) . Nel 1812 d ive1rne segretario di Stato per gli Affari esteri nel gabi,n etto Madison; si segnalò per la sua energia nella guerra contro gli Inglesi; nel 1816 fu eletto presidente, e riconfermato nel r 820. La sua amministrazione, molto liberale, segnò il compromesso del Mis souri (1820) che interd isse la schiavitù a nord della latitudine 36°30' e l 'acquisto de lla F lorida dalla Spagna . Dottrina di Monroe. È uno dei principi fondamentali della politica estera degli Stati U niti d 'America, enunciato dal p reside nte Giacomo M. nel suo messaggio al Congresso del 2 dicembre 1823, Essa afferma che il continente americano, per la condiz ione di libertà e <li in dipendenza che si è conquistato, non deve più essere considerato cmne terra di colonizzazione da pa1·te di alcuna potenza europea. Ogni intervento del genere avrebbe dovuto essa considerato come atto di ostilità . T ale clicbiarnione m irava ad impedire al.la Santa A lleanza d i aiutare il re di Spagna nel la riconquista delle antiche colonie americane. La dottrina di M . fu spesso invocata -dagli Stati Uniti durante il secolo XIX, e anche nel secolo attuale; ad esempio all'epoca della insurrezione cu bana contro la Spagna, nel1'affare del Nicaragua e nel disinteresse assoluto per le cose dell'Europa, dichiarato con la mancata rarifica del « Covcnru1t )> di Wilson, per cui l'America non entra come

parte contraente negli impegni cli Versailles e di Ginevra.

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._:: tff: Le forti fica.ioni di Mons (sec. XVJJ)

maggio 1572 fu occupata d i sorpresa dal principe di Nassau, con l 'aiuto degli Ugonotti francesi e subito posta in stato di difesa. Il duca d 'Alba la fece assed iare da suo

E G R AN D p I A N U_~

IHclz,arati~e tklle Lettere .Lr.n.eadiCircP111L12/a _.Aprocci e ..B ,itterie .M.on~na cli.Barie= mont . .MonfL> d,'B arutl

_Al,'7alia ,k .Beelto,

doue i! Re:flce'il uarture

Assedio di Mons (1691)


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l La città di Mons con le sue fortificazioni (secolo XVIII)

figlio Federico di Toledo nel giugno seguente. Guglielmo d 'Orange tentò di soccor rere suo fratello , ma fu respinto insieme agli Ugonotti collegati ed il rg settembre M. si l r· rese agli Spagnuoli. Nell'agosto del 1678, alla fine della seconda guerra di conquista di Luigi X fV, M. fu assediata d al maresc. di Lussemburgo. Maurizio d 'Orange, giu nto in soccorso della città, ignaro della pace di Nimcga conclusa nella notte dal 12 al 13 di agosto tra Francia e O landa, il hJ attaccò i Francesi. La battaglia non ebbe esito decisivo, e ulteriori combattimenti furono imped iti dalla notizia della pace firmata . Durante le guerre della Rivoluzio ne M. passò più volte dalle mani dei Coalizzati a quelle dei Repubblicani. Nel r866 la fortezzà d i M. . venne sdassificata. I. Assedio di Mom (1691). Appartiene alla g_ucrra Germanica (1689-1697). Il 14 mar zo 1691 M.-, difesa dal principe di Bcrghcs con 7000 u . tra Olandesi e Spagnuoli, fu investita dall 'esercito francese, composto di 70. 0 00 u. d, fanteria e 27 .ooo cavalieri comandati dal geu. Boufflcrs. Sotto la direzione del Vauban , 2 2 . 000 pionieri .tracciarono le lince di circonvallazione, deviarono le acque della Troui lle dai fossati della piazzaforte, gettarono due ponti sul: •Haine e trincerarono il parco d 'artiglieria. L_uigi XIV giu nse al campo il 2r marzo col Del fino . Il 24, fatta aprire la trincea sotto la protezione d i 18 mortai e di 38 cannoni di grosso calibro, il re foce p iazzare sulla collina di Berthamont n umerose artig lierie che la notte del 27 cominciarono i l bombardamento della città.. Gli assediati si difesero coraggiosamente e respinsero parecchi attacchi francesi, causanclo perd ite gravi agli assalitori, . ma, entrati in azione i moschettieri e le guardie dd corpo del

re, i d ifensori dovettero cedere sopraffatti dal numero ·e l '8 aprile ottennero di capitolare a condizioni onorevoli. II. Assedio di Mons (1709). Appartiene alla guer ra per la Successione di Spagna . Dopo la battaglia d i Malplaquet, i Confederati si· trovarono liberi di portare le loro truppe all 'assedio di M. La guarnigione, al comando del conte Grimaldi, governatore della città, era com posta di Fr ancesi, Spagnuoli e Bavaresi, in numero d i circa 4500 u . 11 p rincipe Eugenio prese sopra di sè il carico dell'assedio cd il duca di Marlborough il comando dell'armata di osservazione, che si accrebbe coi grossi distaccamenti ven uti da Liegi e dalla Fiandra olandese. Il 25 settembre i l principe Eugenio fece aprire la trincea dalla parte del la porta d i Bertliamont, sotto la direzione dell'ing, 1-:lartel, con 4 bgl. e 2000 operai, e di fronte alla porta d 'Havré , sotto quella dcll'ing . de Bouffe, con egual numero di bgl. e d i operai. Le pioggie molestarono molto gli assedianti, i quali furono costretti a guarnire di fascine il fondo delle tr incee ed a farvi tagli per lo scolo delle acque nella Trouille. Con t utto ciò spinsero avanti i lavori . di approccio con tanta alacrità, che il 20 ottobre fu. rono in grado di dare l'assalto all 'opera a corno presso la porta d i Berthamout. A questo punto la guarnigione chiese di capitolare. Approvati gli articoli della cap itolaz ione, il giorno 2 r i Confederati entrarono in M. la guarnigione uscì con gli onori di guerra.

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Ili. Assedio di Mons (1746).

Apparticue alla guerra per la Successione d'Austria . Nel giugno 1'esercito fran cese sotto il principe Conti investl la piazzaforte da nord con 16 bgl. e 24 sgdr. comandati da Boufflers e da sud

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con 30 bg l. al comando del d'Est rées, non perme ttendo le inondazioni attacch i i lla zappa altro che su questi due p unti. L'attacco da sud si 1ivolse contro l'opera a corno d i Be rthamont compresi i d ue rive ll ini, e d a n ord cont ro l 'opera a corno d i Nimy. Nella no tle sul 25 fu cominciato l'attacco co n la prima parallela contemporaneamente contro ambedue le fronti. Al tempo stesso si cominciò la costruzione d elle batterie con la trincea e il 2 giugno 50 cannoni e 28 mortai apri rono i l fuoco. 11 4 luglio g li assalitori raggiunsero la strada coperta e nella notte seguente stabilirono le batterie di b reccia sul coronamento pe r r4 pezzi. Nei g iorni scgucmi le operazioni d 'assedio proseguirono con g rande intensità, ed il ro luglio gli assedianti poterono scavalcare il fossato dell'oper a a corno in due punti. Questo s_t~so g iorno la guarnig ione, vista inutile ogni resistenza, alzò bandiera bianca e !'rr fu accordata la capitolazione. La g uarnig ione rimase p rigion iera d i guerra . In quest'assed io i F rancesi ebbero r2 ufli. ciali e 120 u. morti e 20 ufficiali e 460 u . . ferit i. ! V. Presa di Mons (1794). Appartiene alle operazioni nel Belg io dell'esercito repubblicano . Il 1° lu g lio 1794 il gen. Kléber si presentò , d avanti a M. con 4 divis. e una riserva di cavalle ria, comandate dai genera li D uhesne, Montaigu, M uller, Schérer e Lefebvre. Lo stesso giorno i Francesi attaccarono le alture d i Roeulx, dove il p rincipe d i Waldcck e il ge11. Latour sembravano d is post i ad oppor re buo na resistenza. Duhesne, con la riserva d i caval leria, attaccò d i fronte le alture di Braquignies, mentre Montaigu e Sché re r si po rtavano verso il bosco d i Havré , e Fcrrand con le truppe del campo d i Maubcuge, mar ciava wntro M. Lo scontro fu vivo e m icidiale, ma g li Austriaci, vedendo la loro a vanguardia forzata d a Duhesne e la loro sr. sopraffatta da Dubois, si r itirarono su Brainele,Corn tc, Schérer e Montaigu, d opo aver spazzato i l bosco d i Havré da l nemico, p resero Mont-Palisscl al passo d i carica e M.. ,i affre ttò ad ap rir le sue porte a i francesi dc! Ferrami. V . Batiaglia di Mons (23-24 agosto 1914). L 'inquad ramento generale e d'assieme di questa battaglia i:. ,1ucllo stesso della battaglia comeo,pora nea e gemella di Cbarlcroi, anzi devesi più re ttamente inten dersi una battaglia unica di C harlcroi -Mons, che non due battaglie disLi nte. ·A· Charleroi lottarono i Francesi , a M . g li Inglesi, ma ambedue nel la $tessa situazione tattico-strategica . Jnfatri gli l 11gles.i, che avevano in iziato su bito dopo il 4 agosto l 'in vio delle loro unità in Francia, avevano il 2 0 agosto 1914 u ltimato le operazioni <li radunata dei due unici C . d'A.

che per allora essi avevano potuto inviare in Francia, nella zona di Le Chateau. In tale situazione sentirono il dovere d i portarsi a fianco della 5• armata francese, che , sulla Sambra, tentava arginare l ' in vasio ne nemica (V . Clwrleroi e Dinant). Il 21 agosto la cavalleri a inglese fu inv iata in avanscoperta verso Condé, ed i l 22 l 'intero corpo di spe• d izione britannico mosse verso l 'ala sr. della 5• armata francese, arrestandosi \a sera del 23 su l canale cli M . I Tedesc hi ( 1• e :2• armata), attaccarono il 24 mattina tanto i Fran cesi, che gli Inglesi. Per i Britannici i combattimenti (i p rimi d ella guerra) fucono assai d isgraziati, tanto che la sera stessa lord F rench (che li co mandava) decise la ritirata, ve rso fa z.ona d i Maubeuge. Il g iorno 24 agosto gli I nglesi lottarono per non es.s ere iravolti in fuga e po te, eseguire in ordi ne la loro ritirata, e questo fu il loro maggior merito : a serà potevano r ipiegare in ord ine senza essere incilzati dal nemico . Le vicende, che segui-

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rono per gli Ing lesi alla battagl ia di M ., sono sme esposte

alle voci Cateau, Guisa e Mt1ma (1A battag lia). !ltons-Meg. Bomba rda di ferro fucinato, costruita nella Scozia oc! sec. XV e conservata sul bastione <lei Re, od castello di Ed imburgo . L'animo e la camera di questa bombard a sono guernitc internamente d i un strato di barre di fer ro d isposte pa rallelamente all'asse de l pezzo, riun ite, come le .daghe di una botte , da cerchi saldati insieme. La lung hezza totale del pe zzo è d i m , 3,97 ; il suo maggior diametro è d i m. 0,73; i l diametro dell'a nima, vi cino alla bocca, è di in . O,'jO, e all'cmrata della camera, di m. 0,52; finalme me i l diametro della camera è d i

La bombard a Mons-Jvleg di Edimburgo

25 c m. al princi~io , e rli ~6 al fondo. Il canno ne pesa 66oo chi logrammi e la sua pal la d i gran ito ne pesa 150. Sembra che il nome voglia significare « Mostruosa M a rg heriia », facendo derivare Mons da lla parola moostcr rii cu i sarebbe l'abbreviazione, ed essendo Meg (Margherita) un nome che davasi spesso e vole ntieri ai cannoni. 11 re d i Scozia fece fabbricare , su l modello del la M . M ., una seconda bombarda, c he nel 1640, all 'assed io del castello di Roxburgh , lo uccise scoppiando mentre le stava vicino. La M. M . fu adoperata la prima vol ta, nel 1455, da Giacomo II all'assedio del caste llo d i 'fh rea ve, e la seconda vo lta all 'assedio d i Durnbarton : fu trasportata i n seguito a E d imburgo.

Mou;-en-Puelle (lat . Mons in Fabula). Comune della Francia, nel clip . de l Nord , circondario d i Lilla. Battaglia. di Mons·e11-P11e/h· (18 agosto 1304). Appartiene alla lotta di Filippo il Bello contro le popolazioo i d i Fiaodra . Dopo la d isfatta subìta dai Francesi a Comtrai nel 1302, F ilip po il Bello volle prendere la rivincita sui F ia mminghi e nell'ag osto del 1304 si portò col suo esercito con tro d i loro nei p re.ssi di lvi. La forza dei due eserciti era prCS$0 a poco eguale : 62 .000 Fran.cesi çontro 60 .000 F iamminghi agli ord in i del conte F ilippo d i Rieti. I Fiamn1ing hi, avuta notiz ia che l'esercito francese si .av~ vicinava, costru iscono una barricata di carriaggi tra la grande strada che da Lilla conduce a Douai e le alture di dove vogliono àspettarc l'attacco 11emico. I Francesi si attengono al partito di temporeggiare, e i Fiam-

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n1ingh i, ben presto · scarseggianti di viveri, decidono d·1 attacca re il campo nem ico, ed escono <lallt loro barricate su t re colo nne, nel le ore piì, calèle della g iornata. L a colonna di mez.zo, agli o rdini d i Guglielmo d i Juliers, penetra nel campo francese, r aggiunge la ten da del re e la saccheggia, ment re Filippo fa appena i n tempo a sottrarsi con la foga alla cattura. La prim a e la terza colonna fiamminga, sotto il comando d i Filippo d i R ie ti e


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di Giovanni di Namur, rigettano lè fruppe francesi condott~ da Carlo di Valois uccidendo p iù di I§OO u . La vittoria pendeva già dal!a parte dei Fiamminghi, quando giunge su l campo cli battaglia il re · Filippo alla testa della sua cavalleria scelta, che è riuscito a radunare in ~tutta fretta, e p iomba sui Fiamminghi già occupati al saccheggio. Questi " rannodano e c·o ntinuano a combattere

Battaglia di Evlons~en-Puelle (1304): a,a, Fiamminghi; bic, Francesi

fino a notte inoltrata; i nfine ·sono rotti, respii,ti dalla cava lleria francese e costretti alla fuga verso Ypres. e Lilla. I Fiamminghi las~iarono 6000 morti sul campo e tutti i loro bagagli. · I Francesi fra le loro macchine di guerra avevano 3 baliste a torre che pare usassero per la prima volta.

Mons Luigi. Generale belga (1796-1847), noto come scrittore m ilitare. Fra le sue opere: « Corso d ' artiglieria»; « Memoriale ad uso dell 'esercito belga, »; « Manuale di armamento »; ecc.

Monselice. Comune in prov. di Padova. F: costruito parte in piano, parte a ridosso di un piccolo colle che gli sta a tergo, sul quale sorge ancora per lunghi tratti i. cinta del! 'antica fortezza, turrita e merlata, che un

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tempo comprende'<a tutto il 'fortissimo luogo . .Nella· parte addossata al monte, è rinchiuso dalle mura che ~ncora rimangono in piedi. Il nome latino, A1ons J"ilicis, \1cnne al luogo dalla pietra durissima che si scava dal suo colle. -La conformazione particolare de.l suo colle fece di M. nel medio evo un luogo di nat urale difesa contro le incursioni barbariche, ed iv i si rifugiarono gli abita nti del territorio durante le invasion i degli Unni, dei Goti e degli Ungheri. Fedele agli esarchi d i Ravenna, ,esistette )unga•mcnte a i Longobardi, che non riuscirono ad impadronirsene che dopo trent'anni dal loro stanziamento ;n Italia. Nel 1013 venne infeudata ai marchesi d'Este sotto i quali rimase fino al 1.140, nel quale anno tornò in dominio dell 'imperatore. Dopo le guerre della Lega, M. è retta a libero Comune; quind i, con la pace di Costanza, passò alla dipendenza di Padova, e poi sotto la signoria di E.ozelino con altre terre del Padovano. Nel 1239, Federico II di Svcvia vi risiedette per qualche tempo e vi fece costruire . riuo1:c fortificazioni. Scacciato Ezzelino da Pa- 1 dova, M . fu r ivendicata dal marchese d'Este che verso il 1260 la cedette a Padova per danaro. Durante le interm inabili e continue gu!'rre successive fra Padova, gli Scaligeri, Venezia, i Vi~conti e j Carraresi, M. ne subì tutte le vicende, passando da l dominio di uno a quello del1'altro, e nel 1405, passò in potere della Repubblica Veneta. Nel periodo delle guerre per la lega di Cambrai, fu assediata e· bombardata dalle truppe imperiali, che incendiarono i l borgo, distruggendovi quanto <ii meglio vi si trovava . Dopo quella bufera, perdette ogni importanza militare.

Monsieur. (Pace d,)'. V. Beaulie11. Monsone. Ebbe tale nome una nave sussidiaria della

R. Marina, entrata in servizio nel r915, aff;ndata per urto contro mina il 25 febbraio r916 al l~rgo rli Durazzo. E anche una nave d i uso locale, d i 233 tonnellate, che fu in servizio dal 1916 ai" 1920.

Montabone (Leopoldo). Generale, n. a Torino, rn. a Ronciglione (1836,1910). Sottot. del Savoia cavalleria od 1855, d ivenne colonnello nel 1877 e nel 1883 passò in P . A. 1el 1895 fu collocato a riposo coj grado di magg. generale. Montagna (Truppe da) . Sono così chiamati comunemente reparti delle warie armi e specialità destinati ad

1\llura della qu.inta cerchia ·di Moo~eli~ ·,=- sc5rrrior11"ate -dàt riiaScfiiO


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operare in montagna. Tali 1eparti hanno reclutamento specia le e sono attrezzati ed addestrati per il loro particolar~ impiego. Da noi reparti tipici da M . sono gli alpini: e l 'artiglicria da montagna. Devesi però tenere presente che oggi vi sono anche regg. di fanteria che hanno. at trezzamento ed allenamento specifici per l'impiego in M. non avendo tuttavia il reclutamento proprio delle truppe · alpine . T utti i principali Stati eh<, haono frontiere montuose posseggono reparti da M . come la Francia, che ha gli « Chasseurs des Alpes n ed unità di artiglieria alpina. Famosi erano presso l'esercito dell'ex impero ausu·oungarico i reparti di « Kaiserjagers n reclutati fra i migliori montanari dell'alto Adige.

interruzioni stradali; queste ultime tanto più efficaci - stante !a scarsità delle comunicazioni, la conforma;zione dei luoghi e le maggiori difficoltà di riattamen to. Per vivere, por, non può fatsi assegnamento sulle risorse locai.i, pçtchè generalmente scarsissime, ovvero perchè raccolte e sgom-. brate prima delle operazioni. Di fron te a questa scusibile (imitazione di potenzialità logisiica più ·gravi si pr~sentano in montagna le esigenze e le difficoltà di funzionamento dei vari servizi; e perciò nell"im picgo di masse piuttosto grandi (divisioni o corpi d'armata) pure non rinunziando a sfruttare tutte le comunicazioni esistenti, anche difficili, si dovrii necessariamente tendeJc. a far gravitare le operazioni principali lungo le valli, ove quelle d ifficoltà sono minori . Un'invasione attraverso una

zona montana passa·, <.l i

solito, per tre stadi successivi e carattensr,ci: conquista dei passi di con fin.e ; t raversata della zona montana; operazioni di sbocco da essa . .-Per qua~to i passi · <li confine possano essere in numero limitato e f ~cilmcnte •difendibili per le condizioni del terreno, l'invasar~, se è ardito ed intelligente, mascherando con dimostrazio~i le propr ie intenzioni e puntando con la maggior parte delle forze su. uno o due passi soltanto, quasj · sempre riescirà a far prevalere su questi la propria superior ità e, coll'impadronirsene, agevolerà la caduta dcli 'intera fronte. Parimenti, ndl'ioterno della retrostante zona montana, una difesa semplicemente passiva finirà per essere inevitabi lmel)te gi_rata sui fianchi e minacciata nelie comunicazioni, Nè, per le condizioni del terreno che rendono pi 4 _difficili gli spostamenti, potrà la difesa sperate, nel n~aggior numero <lei· casi, di pote~ accorrere per parare le mimicce del n·è1nico. l n montagna perciò, più ancora che jn pianura, piuttosto

l\1ontanari romani in lotta col re Carlo Alberto d'Ungheria (1330)

Montagna (Operazioni in) . Le regioni montane, per la grande differenza d i livello fra i punti relativamente vicioi, per la scarsità delle comunicazioni e delle risorse, per la inaccessibilità di estese zone, per condizioni speciali d i clima, p resentano seri ostacoli allo ·svolgimento di operazioni militari. Queste <iiflicokà, comuni ad ogni regione montuosa, in alcune zone -più" elevate si fanno talmente sen.tire, da richiedere l'imp iego di truppe ordinate ed equ ipaggiate in modo speciale. Giova quind i distinguere le. operazioni che si svolgono nelle regioni p i,, facili e meno .elevate, e cl1e tendono a gravitare lungo le vall i, da quelle che si debbono compiere nella parte più alta ed impervia della- montagna. Le prillle, aventi carattere più generale e più complesso, e che possono effettuarsi con forze anche considerevoli e di ogni arma, si possono denominarn operazioni in mo1ùagna, le .altre ope-razioni alpine. Le difficoltà che, a cau~a dd terreno e dd· clima, s'incontrano per vivere, muovere, sost3rc e -combattere nelle regioni montane cresco no rapidamente col crescere delle forze. A tali difficoltà naturali, specialmente .nelle zone di confine, si aggiungono quelle a.rtificial i, consistenti specialmente nelle fortificazioni permanenti o· campali e nelle-

che confidare in un contegno difensivo, per quanto attiv0, si dovrà soprattutto tendere ad assicùrarsi, fin da principio, l'iniziativa delle operazioni ovvero a riacqu istarla, se momentaneamente perduta. Favoriscono in special modo il conseguimento di tale scopo 1'occupazione e la sistemazione a difesa dei nodi stradali che si lrnvano nel fondo delle valli, e che pern1ettono gli spostamenti delle truppe in diverse d irezioni, ma specialmente dei nodi d i comunicazione che si trovano sulle dorslli, pcrchè il loro possesso, consentendo una maggior libertà di manovra cd un'azione naturalmente procedente dal] 'alto in basso, conferisce jn genere alle operazioni una grande efficacia offensiva. Sono caratteristiche dell'impiego di gr,andi masse nella guerra in montagna: a) la grande esÌ:ensione della fronte dovuta alle scarse comunicazioni ed alla loro limitata capacità logistica ; b) le d ifficol tà, tal volta assai gravi, di collegamento fra le varie colonne; e) i gran di allungamenti che le colonne subiscono sulle sl_radè a -forti pendenze e sulle mulattiere; d) I~ resistenza che le posizioni presentano g~ncralmente agli attacchi frontali ed il tempo e b fatica che si richiedono per attaccarle di fianco o, da tergo.; e) la len tezza dei movimenti delle truppe e delle trasmissioni degli avvisi e degli ordini; f) l'influenza che le ~-apide variazioni meteorologiche possono escréitaic sullè operazioni; g) la discontinuità dd terreno accessibile alla: manovra che conduce alla separazione delle forze ed al fra·- · zionamento del comando; h) la difficoltà di provvedere convenienterneh te ai v.ari servizi. Nel prestabilire lo svolgimento di operazioni in nìonc· tagna si rivolgerà cu.r a speciale alla vigilanza delle retrovie, a causa dello scarso nun1ero di comun icazioni che sl'· hanno g<'lleràlmente a disposizione e ·de-lla · facilità con la quale· possono essere intercettate. !..a perdita·, anchc-· ~oltanto temporanea, delle proprie comunicazioni p uò· produrre-· conse-


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guenze assai grav i e talvolta decisive sullo svolgimento delle operazioni. Sono condizioni essenzial i per la buÒna riuscita di una operazione in mo.ntagna: la chiara cono-

sc<:nza del lo scopo generale da conseguire; l 'assegnazione ben determi.nata dei singoli obiettivi par{icolari; la semplicità delle disposizioni che debbono regolare i l collega1nento fra le varie colonne e assicurarne la cooperazione.

Tutto ciò richiede però, assai più che in 'pianura, una sufficlente conoscenza della regione nella quale si opera;

qualora non si pos5egga tale conQscenza, si dovrà rad doppiare d i attivi tà nelle ricognizioni p1el iminari e fare un largo uso di guide locali. In sommo co11to dovranno essere tenuti, in ogni operazione di montagna, tutti quei fa~tor i che hanno relazione con lo stato materiale e morale delle· truppe, le quali, molto più che altrove, sono esposte agli effetti dissolventi di gravi fatiche e privazioni, prima ancora di poter prender parte alla lotta. La maggior dif. ficold di eseguire spostamenti e di far giungere in tempo contrordi ni, . e il p it1 facile verificarsi dì equivoci, impon-

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sem.ialmente cercare e combattere le t ruppe alpine avve"rsarie, ed oltre ;t ciò, analogamente alla cavalleria nel piano, devono esplorare, coprire ed esegui re ardite imprese. L'artiglieria da mon.cagna porta in queste operazioni il potente aiuto del p roprio fuoco fino a che essa non debba, a complemento indispensabile dì quella campale, sostenere le grandi unità che risalgono le vallate. Nell 'adcmpiere i suddetti compiti, le truppe da montagna non cercano sfuggire le difficoltà di terreno e di clima, operano anzi di preferenza attraverso regioni ri tenute impraticabili, per vie poco not,·, in mezzo alle intemper ie, perchè in tal modo, fruendo del!a sorpresa, r iesce loro più facile conseguire gli scopi prefissati . La preoccupazione delle retrovie non deve essere mai di ostacolo al compimento di ardite

gono, in montagna, d i persistere con fermezza nel pri ..

m itivo disegno, quand 'anche duran.tc lo svolgimento dell 'operaòonc si riconoscesse la conven ienza di murarlo pe, conseguire r isultati migliori. Più che altrove è buona regola di ponderare prima cd operare poi con an imo risoluto e con tenacia ; alle eventuali ed impreviste esigenze

che si manifestassero si provvederà con truppe tenute

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dserva . Nd lc operazioni in montagna, polrà ocçom:re spesso di valersi della notte per occupare pos1.z10n1 importanti, atrraversare zone fortemente battute dal fuoco nemico o attaccare di sorpresa. Tali operazioni sono tra le. più d ifficili e dovran no es.sere quindi stud i:ne con somma cura, prov.

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vedendo che ogni colon na sia in ogni caso accompagnata da guida pratica dèi l uoghi. A nche la nebbia , così frequente in montagna, è un elemento che converrà spesso

sfruttare; ma, a cagione della sua instabilità, bisogna sempre prevedere e provvedere a che, per la sua even• ruale e rapida scomp~rsa, le truppe impegnate, e che inaspettatamente potrebbern venire a trovarsi in situazione critica, abbiano prori.to e conveniente appoggio . In mon tagna specialmente, occorre che lo spirito di iniz iativa ed il sentimento ddla cooperazione spontanea siano sviluppatissimi jn tutti i capi in sottordine, e soprattutto che ben saldo sia il loro carattere. Il comando superiore non potrà, per lo più, essere low di guida se non molto tempo prima che l'azione s'impegni e quando ancora i l nemico sarà lontano; perciò essi si troveranno spesso abbandonati a loro s tessi , ùi fronte a situazioni nuove ed in1prcvistc . Affinchè in tali casi !a loro azione si esplichi efficacemente, è. indispensabile che chi dirige l'operazione si limiti a indicare lo scopo generale dell 'operazione da compiere e il compito panièolare che ciascuno deve adempiere, lasciando ai siJ1goli capi la scelta del modo migliore per provvedere a questo compito in armonia allo scopo generale. Operazioni in alta montagna (alpine). Sono affidate a truppe aventi uno speciale reclutamento e una particolare costituzione organica (alp ini e a rtiglieria da montagna). L'asprezza dei luoghi, la norma le. inckmenza del clima aggravata • dalle frequenti intemperie l 'assenza di buone comunicazioni, la mancanza <lì risorse locali, la difficokà dei rifornimenti, costringono a prendere speciali d isposizioni per muovere, vivere e combattere, e rich iedono l 'impiego di truppe - alpini ed artig lieria da montagna assai robuste e convenientemente orvnizzatc, istruite ed allenale. Nella guerra fra ì monti g li alpini devono es-

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\i:.'~ ~ ~--- Piazzamento di uo pezzo da 75 in alta montagna

imprese ; truppe da mor1tagna bene agguertite potranno sempre trovare u11 varco per riprendere le prpprie comu nicazioni.

Q uando forti masse di truppe muovono o combattono lungo le valli, gli alpini, se ad una grande mobilità relat iva uniscono spirito aggressivo cd audacia, possono renden: preziosi servizi, prevenendo l 'avversario su punti di speciale importanza ed eseguendo attacchi improvvisi sulle ret rovie del nemico, sui suoi convogli, sul tergo o sui fianchi delle sue colonne in marcia. Le d ifficoltà, le fa tiche ed i disagi, che presentano la vita o la lotta nelle a ltre régioni montane, mettono quotidianamente a dura prova le energie fisiche e morali. della truppa e degli ufficiali e costringono questi ultimi alla continua esplicazione d i intel ligenti iniziative . Ma difficoltà, fatiche e disagi proverà anche l 'avversario : quello dei due che sarà meglio preparato e che d isporrà cli trnppe più ani_mose e disciplinate ne sentirà meno l'influenza delle cause dissolventi e potrà anzi trarre da esse vantaggio, quando debba


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compensare un 'eventuale inferiorità numerica. Dipenderà quindi principalmente dal modo onde sì saranno istruite ed e<lucatc le t ruppe da montagna, il dover considerare k difficoltà, le fatiche e i disagi delle alte regioni montuose come un naturale nemjco, oppure il poterle apprezzare come un potente alleato. Particolari compiti possono essere am,gnati ai riparti skiatori . (V).

Operazioni nella media e bassa momag11a . A differenza della regolamentazione prebellica, in quella attuale (1932) JlOn è fatta uua trattazione a parte per tali operazion i. Ciò per i l fa1to che come risultato della esperienza d i guena, e date le nostre frontiere, le operazioni in montagna rappresentano jl caso normale per i l nostro esercito e non l'eccezione, per cui sia gli organici e le formazioni di guerra delle unirà, che tutta la regolamentazione, sono già orientati a tale genere d i operazio ni. Chè anzi le circolari illustrative accentuano ancora tale tendenza necessaria. Siccome però le norme regolamentari contempb1io anche le operazioni in terreni piani e collinosi, nella trattazione de i Yari regolamenti sono 111esse in particolare evidenza le caratteristiche differenziali delle operazioni in montagna e le consçguen ti d ifferenze di applicaz ione delle norme. Qui appresso sono designate, schemaricameme , tali d ifferenze partitamente : per l'imp iego

u

Ba.racche italiane sull'Adamello all'altezza di 3400 metri

delle Grandi Unità, per l'impiego della divis . di fanteria, e per l'impiego delle minori unità d i fanteria. Nelle Grandi Unità, è caratteristica forma di azione in montagna l'urto sul fronte, sul fianco, sul tergo, con irruzione violenta, ricercando la lotta corpo a corpo e con essa annientando il nemico ove esso non abbia già preferito la t uga. L'esplorazione aerea è meno favorita che in pianura, ma in compenso gli obiettiv i son9 più fa. cilmentc localizzabili. Per l'osservazione terrestre è necessario ricorrere alla extraterritorializzazione degl i osserva-

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tori e alla cooperazione e integrazione reciproca fra osservatori d i unità diverse. Tra i compiti delle unità celeri in montagna, specie se vi siano importanti_ corsi d'acqua in senso trasversale, assume particolare importanza quello di prevenire il nemico su tratti di terreno di particolare jn teresse, la cui occupazjone è condizione necessaria per assolvere il compito esplorante che è sempre il principale.

Per superare eventuali, .anzi probabili ostacol i creati dall'avversario in tali terren i, è necessario per parte de lle unità cderi Ji girare l'ostacolo per proseguire senza che il compilo esplorativo subisca ritardi. 1 11uclei di esplorazione vicina in n1ontagna potranno essere alquanto pilt

ravv icinati alle grandi unità retrostanti de lla tappa prescritta per il caso normale. Spesso però in montag na l'esplorazione v icina dovrà essere affidata a reparti organici di truppe a pieJ i per regola non infer iori al ba,u aglione, ri11forzati all'occorrenza con artiglieria. La d istanza alla quale il nucleo si spinge sa1·à per regola minore che nei terreni a configurazione normale e sarà subordinata

alla resistenza che i l nucleo esplorante potrebbe esercitare, occorrendo, in quel terreno e iu q uella situazione. In una grande unità in marcia, in momagna, le distanze fra grosso della colonna e coda dell'avanguardia varia rispetto ai dati mcdi del regolamento, in p iù o in meno secondo la configurazione del terreno ; e .di solito non è costante, ma mutevole anche d urante la marcia stessa. Un d isegno di manovra deve contemp lare in linea normale una serie d i sforzi contemporanei o successivi, applicati a pumi diversi della fronte da attaccare, ;n guisa da avere una serie di azioni p rincipa li (contemporanee o successive) e una serie di azioni concomitanti. Al principio della massa si aggiunge così quello della combinazione degli sforz,j. In avviciname nlo, le fronti normali in n1ontagna sono aumentate in ragione della impraticabilità di alcuni tratti, talora molto estesi, del terreno da percorrere. Le profondità dei singoli elementi delle colonne tendono ad aumentare; si deve approfittare delle fermate corrispondenti al ter mine di ciascuno sbalzo, per far serrare sotto i reparti e riprenderli alla mano. Per l'organizzazione dell'attacco i forti dislivelli, la scarsa viabilità, le pendenze eccessive e k asperità del terreno limitano !a disponibil ità dello spazio ·e fanno sl che occorra maggior tempo per attuare lo schierame nto delle artiglierie; le posizioni da occupare sono sovente imposte dal terreno e la loro asseg naz ione è st rettamente legala alla mobi lità delle singole artiglierie . Occorre allora cercare un compenso a questi vincoli, con lo sfruttamento spinto al massimo grado delle caratteristiche balistiche dei vari materiali e con la accurata organizzazione delle dipendenze, dei collegamcnli e della osservazione. Quest'ultima deve utilizzare osservatori situati a quote molto diHcrenti o largamente distribuiti in profond ità, o lateralmcnlc, affinchè si integrino a vicenda riducendo al minimo le zone non viste . Su queste occorre esercitare in modo particolare la sorveg lianza e l'osservazione ·a mezzo aeroplani. I col legamenti debbono sfruttare preferibilmente i mczz.i di trasmissione ottici e rad ioelettrici. In zona di alta montagna la preparnzione di artiglieria in terreno libero sarà più metodica e capace d i effetti distruttivi, per i l fatto che- le forme del terreno meglio individuano posizioni e vie di accesso. L 'impiego dei car ri acmati è in montagna molto limitato . Nell 'attacco della posizione di resistenza, se questa comprende alture dominanti, converrà spesso farle cadere per aggiramento, dopo esser penetrati, med iante l'attacco, ne lla zona d i facilitazione intermedia se questa presenta ampiezza sufficiente. Quando l'attacco di una posizione do-


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minante si renda necessario si deve preparado e condnrlò con sch iacciante superiorità di fuoco d 'ar-tiglieria . La fronte d'attacco deve essere . in ogni caso sufficientemente ampia per costringere il difensore ,i diluire sin dall' inizio i l suo fuoco, mcn-t.re quello attaccante sarà poi, a giusto momento, concentrato. ra pidamente nel tratto prescelto per l'irruzione. La p rofondità della posi,zione rii resisténza che in terreni non soverchiamente accjdentati può essere con-

siderata come normale in un migliaio di metri, in montagna p uò essere pii, -Q meJJo ampia -di tale cifra e variare anche -sensibilmente da un tratto all'altro della fronte. Speci,ilmcnte nelle reg ioni più elevate, , le posizioni pre• sentano. >pesso · scarsa; profond ità, e sovenJe tra \1J1a posizione e la successiva: intercorrono cl.i sta nze molto superiori· o molto --inferiori •a quelle che sarebbero desiderabili per una raz ionale organizzazione della di.fes~ . La minore· profond ità è spesso compensata dalla superiore C3pacità di resistenza delle posizioni montane. Perciò accadrà talora di dover fondere in una sola la linea cli sicurezza e la linea di res.istenza; ma jn questo. caso l 'osservazione deve essere·

spinta il più lontano possìbile, mediante reparti celeri, dove questi sono impiegabili, od: anche mediante reparti a piedi, con compiti di esplorazione vicina e con ottimi col legamenti, sp.ecialmente ottici. Analogamente potrà accadere di dover. rinunciare allà posizione intermedia; in tal caso il difensore si gioverà del tempo che occorre al l'attaccante per superare l'avvallamento fra la prima e la seconda _posizione e le difficoltà. che vi sono connesse. In montagna le fronti divengono più, ampie, per l'esistenza ,di tratti pra~cabili alternati COfl tratti impervi; ma questi <Ùl_timi _richiedono accorra vigilanza, giacchè è so• v.ente attraverso ad essi che •si producono le sorprese delI 'at,acco, Alforè:hè si tratta di difendere una vallata,- conviene che entrambi i. versanti siano affidati ad una stessa grande unità; ciò in armonia col pr incipio che il contatto 1 fra grandi unità contigue non deve mai corrispondere ad un t ratto minore resistenza della dilesa . Lo schierani"ento del!'artiglieria si troverà . soggetto a servitù analoghe a quelle già viste per l'attacco; l'organizzazione dei fuochi presenterà difficoltà particolari, per la presenza d i numerosi angoli morti d iffici li a battere dalla fanteria , o dal).'artigl ieria, o da eutrnmbc. Le ar tiglierie ricorrono spesso ad azion_i fiaf\cheggianti, spostandosi lateralmente; frequenti saranno i tratti nei quali esse non potranno concorrere alla protezione e rimarranno perciò' affidati alla sol-a azione cieli!! armi da. fuoco d ella fanteria; questa dovrà in tal caso essere ra.fforzata. Per contro l'interdi~ione potrà

MoN

esercitarsi co,1 grande efficlÌcia su punti di passaggio obbligato, Le truppe di secondo scaglione dovranno, in molti casi, addossarsi sul rovescio delle posizioni d i resistenza; bisogna sforzarsi d i ottenere che l'azione di queste truppe, come pure delle riserve, possa esercitarsi, se richiesta,_ dal] 'alto verso il basso, Bene spesso la riserva dovrà essere frazionata; sono particolarmente favorevoli Je posizioni che presentano o consenrono cli creare sul rovescio eomunicaz.ioni di arroccamento. Il ripiegamento in mont~gna è · p rcférrbile farlo di notte, poichè la · grande capacità difensiv~ delle posizion i consente ivi di p rolungare la resistenza e limita considerevolmente il valore· della pressione avversaria. La resistenza potrà essere talvolta p rolungata fin presso al limite di sicurezza delle fanterie n ipetto o.I tiro cli protezione dcjla propria artiglieria. Ditiisio11e di fan.tuia. In avvicinamento i n montagna ha particolare importanza la ripartiz ione delle, artiglierie fra i diversi itinerari, sia in · base alle necessità delle colonne che alle possibilità offerte dal terreno ali' azione di fuoco in favore delle colonne _adiacenti. Si deve in particolare ottenere che le colonne, con le quali muove cd agisce con difficoltà appena qualche batteria somegg iata o da montagna , ricevano largo appogg io e protezione da artiglierie moventi in terreno pit1 agevole. Su quest'ultimo conviene in tal caso avviare la maggior parte delle artiglierie divisionali, col compito d i svolgere azione di fuoco anche a favore delle colonne adiacenti. Può effettuarsi in

avvicinamento il dece ntramento di artiglierie a una co~

lonna destinata ad agire nel raggio d 'azione delle artigljerie; la colonna assumerà cosl funzione di d istaccamento ddla grande unità. In tal caso l'intervento del comandante della divis. si limiterà ad una azione cli coordinamento, esplicata per mezzo d i direttive ed ordini, non però, di regola, coli ' in tervento di rinfo,zi d i fuoco e di truppe. Duran te l'avvici namento le artiglieri.è con traerei incaricate d i proteggere la di vis. si sp.ostano a sbalzi: in' montagna questo movimento a sbafzi è solo possibile lungo le valli, che seguano però anche le vie preferite dagli aerei. Semprechè possibile, per ampliare il caJUpo d 'azione è bene spostarle verso l'alto. Particolare interesse acquista in montagna la protezione contro gli aerei della località di sosta, degli atterraggi , dei centri di rifornimento, delle più importanti vie di comunicazione. La tlistanza del grosso dagli elementi a rretrati del) 'avanguardia (che deve rispondere a l criterio di sottra,re il grosso dai tiri efficaci d i artiglieria leggera avversari~) iri montagna p uò discostarsi dai

Traino di un cannone sullé Alpi


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limiti fissati per i ierrcni . piani o poco ond ulati (2-3000 m.), preferibilmente in. meno , .tenuto conto della preponderante influenza, che .vi esefcitan_o le forme a~cendenti del terreno . li grosso non deve procedere innanzi, esponendosi a possibili offese partenti da contrafforti dominanti, prima che l'avanguardia .non abbia assicurato i l possesso di questi . Ma in genere , .olr.rc che la- distanza in sè, si deve considerare il tempo necessario a S\•pcrarla, in q llanto occorre che il grosso sia posto in gpdo di entrare in azione prim a che l 'avversario, urtato dall'avang uardia, abbia avuto i.I tempo di perfezionare i suoi preparativi per la resi, ste.nza e p~r l 'attacco, Ne consegue che la distanza suddetta .può praticamenre ridursi ·durante il mov imento, fin quasi ad· annullarsi, a cagione degli allungamen ti; sinchè l'avanguardia conserva reparti marcianti su strade, mulattiere o. sentieri . L'assegnazione di artiglierie, oltre i cannoni per fanteria·, all'avanguai-dia, è necessaria. nei terreni fortemente accidentati o fittamente coperti , o non per corribili dalle batte(Ìe con velocità almeno doppia di quella praticamente realizzabile in essi dalla fanteria. Verificandosi quest? rn:çessit:ì l'artiglieria someggiat a ~ la più in dicata per · tale assegnazione. IL rimanente dell'artiglieria divisionale resta alla dipendenza immediata del comandante della divis. per assicurare all'avanguardia il concorso del f uoco 1nanovrato. In "terreni accidentati, coperti e . montani, l'unità del! 'avanguardia divisione, e della sua azione, q uivi più indispensabile che altrove, è per contro quasi sempre d ifficile ad ottenersi. Nei terreni acçidentati e .coperti giova perciò diminuire, proporzionalmente alla copertura ed alla d ifficoltà di percorso, le distanze ·e . gli intervalli, oppure far vi agire pattuglie• con compiti 'di ' sicurezza e di collegamen to. Ma in ·questi terreni, èome in quelli lnontàni, l'unità d i azione della a\:anguardia è sopratt utto determ inata e mantenuta dal risoluto procedere del le singole avanguardie parziali verso i rispettivi obiettivi. Occorre, qui pit, che mai , che i cornandanci in sottordine operino sempre perfettamente inqua<lI~ti nello scopo e nelle linee dell'a?.ione generale e · si -guardino da tendenze particolaristiche. Il lasciarsi fuorviare da siffatte_ tendenze costituirebbe grave colpa da parte di qualsiasi coi11andante . G li sba lzi dell'avanguardia debbono succedersi finchè possibìlc senza soste. T alora però occorred stabilire, tra i movimenti delle avanguardie parziali, particolari relazioni di reciproca dipendenza, nel sc.ilso ad esem p io che una· di esse sosti pi.i o meno lungamente per attendere lo sviluppo dell'azione da parte d i ciltre. Tuttociò deve essere previsto, determinato e regolato dal comandante della divisione. Nel loro procedere, le singole avàffguardic parziali 110n subordinano il proprio movimdnto alla ·p ossibilità d t intervento ·d.dlc artiglierie sulh loro fronte, se ·non qua·ndo l 'entità_· ctellc forze nemiche in presenza le obblighi ad accettare gue.s to vincolo come un male necessa rio; quest a capacità dell'avanguardia ad aprirsi la via coi propri mezzi sarà , prezioso speciali:ne nte in montag na, ove le artiglierie si ·spostano •con notevole len° tezza. Quando sia indi'spensabile attendere l'intervento dell 'artigl ieria per avanzarè , l 'avanguardia •soHa in posizione atta al n1igliorc impiegq- del propr io fuoco. Talora questa sosta patrii c·sscre risparmiata mercè il temporaneo inter\ ret1to di artiglierie tli colonne corttig-uè . N ell'organizzazione dell'attactò •è <la · rener presente che in montagna la 'ripercussione nei risultati tra azione principale ·cd azione coocomitanti può essere m'olto maggiore che nei terreni piani o collinosi talora ciò iDfluisce sulla determinazione delle. forze e dei mezzi da assegnare alle azioni ·concomi tanti , q uando lo ·svolgimento d i queste comporti un in-

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tenso logorìo ed il risultàto •.ii esse sia molto importante per l 'esito dell 'azione pr incipale. 1 tratti impervi non direttamente attaccati debbpno essere guardati da pattuglie e battuti cpl fuoco, per im ped ire incursione di sorpresa sui fianchi delle co.lonne. Mentre in linea normale il comandante d i d ivis . fissa , per l'attacco il numero dei bgl. di primo scaglione e decide se fra essi sia o meno inclusa l'avanguardia, i n montagna, anche la determinazione della forza ,del prirnò scag.Jione ed ogni altra disposizione Conseguente converrà spes~o s-iaJ10 lasc iare interamente al comandante della colonna, specie se q uesti operi con relativa autonom ia rispetto , a l rimanente della ,•èl ivis La riserva è

Una corvée sulle Alpi, a 3000 metri

tenuta per regola riunita. t assai meno frequente il caso che possa convenire di scinderla in due parti, corrispondenti a due diverse direzioni d i suo impiego più probabile. Condizione da r icercare in tal caso: cbe ciascuna delle d ue aliquote possa essere raggiunta da!!' altra prima di impegnarsi, od al più tardi prima di avere sensibil mente intaccata la propria capacità offensiva. Vantaggi principali : disponibilità in due direzioni , anzichè in ,ina sola, d i trup pe pronte per par are cuntra~tacchi nemici, i quali i n montag na più che altrove potre~bero rovesciare la situazione; diminuizione del tempo d i sfilamento, in caso di impiego di tutta la riserva in una sola delle due direzioni previste. Lo spingere innanzi il secondo scaglione e la riserva può vincolarne talmente i l futuro impiego, da rendere esitanti il comandante dell a colonna e q uello della d·i vis. Contro siffatta esitazione occorre reag ire-, poichè il lasciare indietro q ueste t ru ppe significa no~ 'averle' pronte, al momento del bisogno in nessuna direzione. Il m irar drittb allo scop; persistendo nel primitivo concetto d'azione cost ituisce in questo caso la mig liore delle decisioni , Nell'esecuzione · dell'attacco, · mentre in linea normale, nell'ambito della divis., l'inizio è contemporaneo per t utte le colonne, in montagna è: frequente il caso d i una successione d i tempi fra azioni p rincip ali e azioni concomi•t anti. La d ivis. di prima ,chiera inquadrata ·assume atteggiamento dife;isivo soltanto per ordine del comando geraréhico , superiore; questo pt1ò anche in detenninati" càsi e in determinati terreni · (montuosi e 'boscosi), · prescrivere


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alla divis. la difensiva su un tratto della sua fronte e !'azione offensiva su l tratto rimanente. In terreni accidentati o piani la profon dità della posizione d i resistenza si aggirerà intorno ad un migliaio di metri; quella della

t.'ona di sicurezza varierà molto in dipendenza delle esigenze della osservazione e dei collegamenti; la zona di schieramento si estenderà sino a cinque o sei chilometri dietro la linea di resistenza, ed in essa la posizione intermedia si troverà a 2 -3000 metri dalla linea predetta. Non è iudispcnsabile che essa sia don1inante, n1a è necessario che abbia un esteso campo di vista e di tiro; sarà condizione assai favorevole il poterla scegliere lungo una linea

della linea di sicurezza dislocare nel rispettivo settore. La dipendenza sarà stabilita di preferenza per sdtori di bgl. talora anche di cp. In terreno pianeggiante e collinoso la fronte dei singoli bgl. lungo la linea di resistenza potrà variare fra 600 e 1000 metri circa; in montagna il lim ite superiore potrà ancr., essere oltrepassato. In difensiva la sovrapposizione dei fuochi della fanteria e dell'artiglieria deve essere in p rimo luog9 ottenuta nei tratti più pericolosi, per assicorare una prima protezione della linea di resistenza nel caso di attacco subitaneo in situazione non

ancora chiarita; si deve, subito dopo, assicurare la possibilità di concentramenti e di sovrapposizioni p iù ampie, quando e dove, a ragion veduta, se ue ravv iserà la convenienza. Le maggior; diflìcoltà ad una efficace sovrapposizione <lei fuochi delle due armi si banno nei terreni montani e talora anche in quelli collinosi, dove esigenze di sicurezza de lla fanteria rispetto ai ti ri dell'artiglieria che la sorpassano creano spesso ampie zone non battute; vi si potrà ovviare almeno in parte mediante una d istribuzione delle ar tiglierie sul terreno, molto estesa nel senso frontale : l'extraterritorialità cli alcuni gruppi può essere ammessa, ourchè osservazioni e collegamen ti rimangano assicurati. In taluni casi, pe, tenersi p ronti a fronteggiare l'attacco prima che la si~temaziooc della difesa sia a buon punto, può anche convenire di attuare dapprima uno sd1ieramento piuttosto avanzato, per poi arretrarlo gradualmente, a mano a mano che l'organizzazione si rcn~

derà più completa.

Minori unità di fanteria. All'inizio dell'avvicinamento, al bgl., in terreni piani o collinosi, fino a quando la situazione non s ia sufficjcnte1nente chiara, converrà di solito avere una sola cp. avanz ata; jn te rreni invece acciden~

tari o coperti, e quando si prospetti la probabi liù che l'avvicinamento sbocchi da un momento all 'altro nell'attacco, le cp. avanzate possono essere due, ed in casi del tutto particolare anche tre. La distanza t ra i plotoni più avanzati e le cp. di r inca lzo, in terreno pianeggiante tutto o d in parte scoperto, si aggira inizialmente intorno agli

Trincee italiane a 3000 metri

di ostacolo naturale anche dt poca entità. Nei terreni montani .le cifre sopra .indicate possono variare anche notevolmente, purchè siano soddisfatte le condizioni sostanziali cui deve r ispondere ciascuno di questi elementi della sistemazione difensiva. La ripartizione della fronte divisionale (4-5 Km.) viene stabilita col criterio che su ciascuna delle direzioni più probabili d 'attacco l'avversario incontri UIJità cli comando e di azione. Tale ripartizione risulta perciò necessariamente disuguale . Ne deriverà una suddivisione del settore divisionale in settori di regg. e di bgl. La delimitazione di settori cli cp., dove necessaria, sarà estesa alla sola posizione di resistenza; eccezionalmente sarà spinta fino alla posizione in termedia. Ciascun comandante di regg. avrà alla p ropria dipendenza le t ruppe

800 m. ; in terreno montano o fortemente coperto tale distanza può scendere anche al disotto dei 500 m. In montagna l'ampiezza degli sbalzi del bgl. in avvicinamento viene spesso imposta, oltre che dalla situazione rispetto al nemico, anche dal terreno stesso, il quale ne suggerisce altresì le modalità cli esecuzione. Di fronte alle difficoltà del procedere, alla lentezza degli sfilamenti, all 'efficacia che assume sovente il' fuoco di. elementi nem ici arlche esigui ma bene appostati, è necessario sfruttare tutte le vie o piste più agevoli e meglio riparate, e talora anche altei"nare il movimento delle cp. avanzate con quelle del rincalzo, fornendo le une e le al.tre di armi pesanti, in modo che gli elementi momentaneamente fermi proteggano col fuoco l'avanzata degli altri. Ne coi,segue che in montagna, più che ~; piano, il tiro al disopra d i truppe amiche acquista particolare importanza anche nei riguardi delle ar mi della fanteria. Quando esso non sia possibile, occorre r icorrere più largamente che non in pianura al concorso di fuoco reciproco fra reparti contigui, e ripartire a tal fine tra le cp. avanzate (in alta montagna anche tra i plotoni) le armi pesanti de! bgl. o parte di esse. La fronte d'attacco del bgl. si aggira intorno ai 500 m. su terreno percorribile in tutti i sensi, e può essere più ampia in montagna. In difensiva lo scaglionamento in profondità del bgl. deve rispondere al criterio cli logorare ed arrestare l'auaccante mediante azioni comb.inatc d i fuoco e di · contrattacco . Quando il comandante del bgl. non riceva

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ordini circa l'entità delle truppe da schierare in zona di sicurezza, si regola a seconda del compito di più o meno lunga resistenza in .posto ad esse affid ato, ma non vi destina più di un terzo delle forze complessive disponibili; le riduce a poche squadre o a forti pattuglie, quando abbiano il solo incarico di osservare i l nemico e segnalarne l'entità e le mosse. Le r imanenti forze sono disposte in posizione di resistenza, distinte in cp. avanzate ed in cp. di rincalzo. Fronte eccezionalmente ampia e terreno impervio possono rendere conveniente il d isporre le tre cp. fucilieri l'una di fianco all'alerà; ciascuna di esse destina allora parre delle forze in zona di sicurezza e parte in posizione di resistenza; queste u ltime suddivise in reparti avanzati e rincalzo. Una simile evenienza può presentarsi specialmente in montagna molto aspra. L'avvicinamento per parte dee bgl. di secondo scaglione si regola in modo che la distanza delle cp. avanzate si aggiri inizialmente intorno a 1500 111etri; in montagna però può essere rldotta in base alle caratterjstiche del terreno . L'impiego degli esploratori in montagna, ha caratteristiche proprie : le pat• cuglie possono essere spi nte a di,t:.1nze notevolmente superiori a quelle normali (3-4 Km.). La loro forza, le loro dotazioni di m unizioni, equipaggiamento e viveri debbono allora essere aumentate in proporzione della durata presunta d el servizio. Le pattuglie d i collegamento hanno il compito di ricercare e mantenere il contatto tra il reparto che le ba distaccate, e quelli at t igui. La loro opera occorre quasi sempre tra bgl. e bgl.; in montagna, ed in terreno fittamente coperto, anche tra reparti m inori. Non si ricorre ad esse ogni q ualvolta il collegamento possa farsi direttan1ente a vista, dai con1andi interessati.

Queste le pr incipali ,differenze per l'impiego in montagna delle Grand i Unità in genere, delle divis. ,di fanteria in particolare, nonchè delle minori unità d i fanterja: per mettere in maggiore evidenza tal i d ifferenze si sono citati .in taluni p unti dat i e nonne concernenti l'impiego delle unità stesse in terreno piano e collinoso, onde pot~rli met• tere in rappor·to con quelli indicati per il terreno di montagna. All'infuori di tali casi vanno applicate le comuni norme del codice tattico.

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Montagna (Logistica). Le operazioni svolte nelle zone di M. assumono particolari caratteri, in relazione alla configurazione speciale del t erreo'> ed alle condizioni meteorologiche . La norma è di operare con unità piccole, idonee a guardare vaste fronti e dotate di rilevante autanomia logistica. L'organiz'Lazione dei servizi viene quindi decentrata fi no ai piì, piccoli reparti, ognuno dei quali può provvedere con propri mezzi a r ifornirsi ed a muovere . Gli uomini sono equ ipaggiati con indumenti speciali e vengono n utriti con maggior quantità ,di cibarie. Gli armamenti e le dotazioni di materiale vengono particolarmente stud iati e scelti, per rispondere essenzialmente al requisito del t rasporto a soma od a spalla. Le truppe di .'vl. per muovere debbono fare affidamento, pressochè esclusivamente, sulle proprie gambe e sui muli . Si vanno esperimcntando, con qualche buon risultato, speciali automezzi forniti di quattro ruote motrici cingolate o arpionate, aventi carreggiata minima od anche riducibile. Sono statè con . essi supera;e pendenze di 40 gradi co n carichi notevoli. Comunque questi inezzi saranno di ausilio alle trup pe di M ., ma non potranno mai sostituire il m ulo . La desolazione del territorio di 'M. rende impossibile, anche a piccole unità, il prelevamento dei mezzi 1i sussistenza con la requisizione sul posto. Si dovrà invece ricorrere al sistema di far affluire i rifornimenti da tergo, sfruttando

finch' è possibile le comunicazion i d i fondo valle, e ricorrendo alle salmerie. od alle teleferiche.

Montagna Bianca . Nome dato alla battaglia più propriamente detta di Praga (V.).

Montagna R,,nzo. Console generale della M. V . S. N ., n. a S. Giulietta (Pavia) nel 1894. Partecipò alla guerra it:.110-austriaca dal 1915 al 1918 col grado di 1° capitano, meritando due medaglie d i bronzo . Venne nomiJ1a.to Consok generale nel 1929, al comando del IX Gruppo legioni.

1\llont'agna Renzo

rvfontagnini Domenico

Montagnini (conte Guido). Generale, m. nel 1846. Percorse quasi tutta la carriera nej regg. fanteria Regina. Colonnello nel 1831, comandò il 10° fanteria e nel 1834 fu collocato a riposo col grado di magg. gei,ierale. Mo11ta.g11ini di Mirabella conte Domenico. Generale, n. a Trino nel 1814. Sottot. di fartteria nel 1837, parteci pò alle guerre del 1848-49, 1855-56, 1859 e 1866, segnalandosi r ipetutamente per atti di valore e guadagnando la menzione onorevole a Santa Luc ia , una mcd. d'argento a Novara e una a San Martino. Magg. generale nel ,1868, comandò la provincia e la fortezza di Alessandria.

Montaigu. Città della Francia , nel d ipartim. Vandea, sopra uo affluente della Sèvre-Nama ise.

della

I. Combattimento di Mont"igu (1793). Appartiene alla guerra di Vandea . I Vandeani, dopo la disfatta di Légé del setten1bre 179~, si rjfugiarono verso la n1età d i· sette1nbrc

in M., dove furono attaccari da una colonna di Repub blicani, comandata dal gen . Beysser. Appena questi apparvero sulle alture che dominano la città, Charecte, quantunque abbandonato da molti d ei suoi partigiani, mosse loro jncontro sotto una pioggia torreiizialc, e .scontratili al sobborgo di San G iorgio, impegnò con essi u n vivo fuoco di fucileria. Nel frattempo giungeva sopra M . una divis . di Repubblicani da lla strada di Nan tes. A quella vista i Vandeani furono presi dal panico, e volti in fuga con grande strage. Il gen. BC)•sser , occupata M . non si curò di inseguire I fuggiaschi che avevano lasciato sul terreno 600 morti. Il. Presa di Montaigu (1793) . Appartiene all a guerra della Vandea. Pochi giorni dopo la perdita della città, il 21 settembre, i capi vandeani Charettc e Bonchamp decisero di riprendere M . e si misero in marcia per ~attaccarla dalle ,,tra de di Clisson e di Boussay , proprio nel momento in cui Beysser aveva ricevuto ordine di evacuare M. per rinforzare con le sue truppe i Repubblicani battuti a Torfau. Sotto l 'improvviso assal to dei Vandeani, in breve nelle file dei Repubblicani il disordine fu generale. Per impedire la rit irata ai Repubblicani, Bonchamp raggiunse


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w n la. sua colonna la strada. inaestra ed aprì un fuoco intenso. Beysser cercò d i operare una ritirata in buon or• d.i ne, ma essa si cambiò in una rotta completa; dei fug. giaschi fu fatta una carneficina, e i superstiti si rifugiarono a Nantes, dopo avere abbandonato nella fuga artiglierie e ·bagagli. ·

Montalambert (Fucile) .. V. Chau111et1e, Montalbanì .. (Giovanni Battista). Generale al servizio del duca di Savoia, n. a Bologna, m. a Candia (r596· 1646). Coltivò le lettere al pari delle armi e passò gli ultimi anni della sua , vita al servizio della Repubblica di Venei.ia, che lo'. rnand0 ni:11 'isola di Candia, dove morl

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Castello di Montalbano

M ontalbano. Forte situato in cima al Montboron, fra Nizza marittima e Villafranca. Durante la guerra per la Successione d 'Austria fu ·occupato diverse volte, ora dagli Austro-Sardi, ora dai Gallo•lspani.

la campagna sembrava finita,. il gov~ rno inglese, pet avere più facili le operazioni in Fia ndra contro i Francesi, persuase le corti di Tòri.no e di :\'ienna ad ÌJivaderc la Provenza per attrarvi parte delle truppe che Luigi XV aveva nei Paesi Bassi. I n attesa che giungessero da Genova g'~i A.ustriaci destina.ti a quella impresa, il marchese di BaÌbiano, designato al comando del i:ontingi.:nte ~ardo, pose l'assedio al castello "di M. aprendovi la trincea la notte sul 30 ottobre, e boinbardando it g iorno dopo l'opera con quariro pezzi d'aHiglieriq. Senza speranza di• soccorso, t rovando inutile cigni resistenza, il 1° novembre il comandante del forre si arrese· prigion iero di guerra ·con la piccola guarn igwne. III. Asst:dio di Mo111alba1?0 '(1747). Appena i Piemontesi ebbero evacuato Nizza, vi entrarono le t ruppe &apccsi; che fecero avanzare in direzione di M . due colonne stabilendo ,ina l)~ttcria la sera ~el 4 giugno, che aprì i l fuoco contro i l forte. Dietro k - rupi, nei dintorni del castello d( M ., erano stati collocati dei carabinieri i ,quali bersagliavano con un fuoco vivissimo g li •~sediari. Avendo il cav. di San Sebastiano, capitano del regg. Piemonte che occui'ava i l castc!lo co1;1 una guarnigione .di 70 u., opposto un rifiuto alla intimazione di resa, la· mattina de: 5 . sul far del giorno, furono smascherati tre pezzi <l'artiglieria di gros,o calibro. li forte rispo~e al fuoco come megl io potè col suo canl)one e le sue spingarde,, ma la ~era del 6 i d anni causati. dall'artiglieria francese erano cosl grnvi che il cav. di San Sebastiano fu costretto a ren• de1s; prigioniero con i pochi uomini che ;incera gli rest:1\·anù.

I. Pre·sa di Momalbano (1744). Nella primavera del .1744 una sctt~1ui.na di bgl. francesi e spagnuoli . vennero ad urtare contro 14 bgl. p iemontesi, i quali, sotto i l comando del marchese di Susa, si erano trin~erali sulle alture tra M . e la Turbia. La notte del 13 apri le .le truppe gallo-ispane, mosse per assalire le posizioni sarde, fallirono nel tentativo per l'imp rovvisà piena che impedì lor? di guadare il Pa.glione. La notte del 19 ritentarono la prova e su sette colonne mossero insie1n e contro i trinceramenti

piemontesi. Due di esse si di_ressero su M ., tre risalirono lo sprone di S. UbeDto, mirando a monie Grnsso, centro della posizi?ne, e due altre dalla Madonna del La· . ~ ghetto si avviarono verso 1nontè Leuze. La sicurezza dei 6 bgl. posti a difesa d i M. dipendeva da due numerose gran guardie poste ai due lati della strada . Esse vennero ·sopraffatte e catturate da· gli · assalitori, e i l forte resistette · solo un paio di giorni, cedendo al bombardamento oemico.

Il. Ripresa di Monta/band (1746). ·Dopo che l'esercito gallo.ispano · aveva sgombrato la sr. del Varo e

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La posizione di l\'Iontalbano fra Niz2a e Vl1lafranca


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Montalcino. Comune in prov. di Siena. Sorgc · sulla vetta di un poggio ed è cinto _di m ura antiche, di forma quasi rotonda, con una rocca costruita nel 1362 , ·dai Senesi nd lato ovest più acce1sibile. Appartenne dia repubblica di Siena, poi ai Fiorentini, e, dopo la vittoria d i Montaperti, d i 1rnovo ai Senesi, finchè spent a nel 1555 1a repubblica di Siena, una schiera numerosa dei suoi :ibjrahti riparò in M. fondandovi una nuova Siena, che il 3 luglio -1559, dovette a.i:rendersi a Cosi_mo I, _rimanendo da allora incorporata nel granducato di Toscana . Assedio di Mo1>talci110 (27 marzo15 giugno 1553). Appartiene alla guerra d i S iena. Dopo la presa di Monticchidlo, gli Imperiali si por• tarono 2d assediare la fortezza di M., poco lontana dalla precedente . • Gli atttaccanti erano 14.000, pochi i difensori regolari, ma combatteva la popolazione e sopraintendeva alle opere di difesa Giorgio di Giovanni , valente ingegnere senese. Le numerose artìgliaie degli Imperiali erano suddivise par te in una batteria che agiva con liri di dcr:nolizione cont ro il castello, e parte formavano batterie di bombardamento contro l'abitato e batterie di breccia contro le mura. Gli sfor,zi deg!i assedianti si fransero contro la resistenza eroica déi difensori, che per cli più mettevano in burla il nemico, rispondendo ad ogn( colpo <Ìi "cannone con. fischiate, e· scampanate. Dopo ottanta giorni g li ln1periali dovettero togliere l'assedio e rit irarsi, memre gli abitanti dalle mura li salutavano con fischi, urla, suoni di pentole e· di caldari.

tiv:imcnte ·cortò rispem;, alla linea' di dif<;sa e sono sempre infi labili; 3P) la cortina e la ,tenaglia sono quasi inutili per l'esistenza del rivellino antistante che maschera i loro

Assedio d i Montalcino (1553)

fuochi; 4°) il fronte manca di ricoveri; 5°) un fronte non è al sicuro da un attacco <li viva forza pcr"chè, rovinati 1 fianchi, il fiancheggiamento dei fossi viene a mancare; 6<>) la linea magi.strale è troppo sviluppata in relazione al fronte cbe occupa. I principì da lui sostenuti consistono nei seguenti: a) sostituire. i tracciati ta1iagliato e poligonale al bastionato; b) basare la forza delle opere sull'impiego di numerose casamatte che agiscano sia nel! 'attacco lontano che in quello vicino; .e) cost ruire solidi

M.ontaldì (Alessandro). Ufficiale garibaldino, n a Genova, m. · a Roma. Prese parte alle campagne d'AiJierica, sotto Garibaldi, che seguì in Italia; caù<le i l 30 aprile 1849 nella difesa di . Roma, maggiore comandante una delle · t re centur ie della legione gariba ldina. Mo_ntale (Lorenzo). Generale, 111 . nel 1854. Ufficiale di fanteria, d ivenne nel 18.48 colonnello,, comand. i l I'f' fanteria e comqattè in quell'anno . meritando, la med . d'argento. Magg. generale n_el 1849, fu p,er quattro anni membro .del. congresso consultivo permanente della guerra. Montalembert (marchese Marco Rcr,ato d1) . .Ingegnere m ii. francese (17r4-1800). Entr-ato in servizio nel 1732 nel l'arma· di cavalleria, fu membro dell'Accademia delle Scienze. Fece costruire fondcrit di° cannoni 'e ' proiettili. Partècipò alla guerra dei Sette A,11ni. Forùfic.~ l'isola . di O léron e l'isola d'Aix, e d ifese q uest 'ultima contro gli Inglesi nel 1799. Aderì all a Rivoluzione francese. Fu il più accanito avversario del sistema bastionato sostel1uto dalla scuola francese. Dal 176r al 1796 pubblicò una grande opera sull a « Fortificazione perpendicolare » (o canagliata), nella quale, dopo aver asprarnente criticato il sistema bastionato, <;,spone i suoi sistemi basati su nuovi princip1. Al sistema bastionato egli fa gli appunti scguemi: 1"') i bastioni sono "ni°di di ·proietti; le loro facce sono soggette a i tiri di infilata e talvolta a quelli di rovescio; 2°) i fianchi sono· d ifetto.si pachè incrociano i loro · fuochi sulla · capitale del fronte e quindi -i l lato esterno resta rela·-

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Sistema tanagliato del Montalcmbcrt

t rinceramenti interni; d) dare la preponderanza al -cannone nella difesa lontana. Dapprima cercò di rendere •'t ollerabili i fronti bastionati coll'aggiunta <li molte casamatte, poi passò a proporre un tracciato tanagliato da lui chiamato perpendicolare. Una cont.r oguardia generale avvolgeva tutto i l corpo di piazza; ;il di là c'era la strada coperta cùn amp ie piazze d 'anni rientranù e risp..ettivo ridotto. I fossi erano acquei , Gli avversari d imostraronQ i gravi inconveniemi di questo sisteml, nel qllalc I ·azione lontana era foolto dih~inuita e · le facce · risultavano molto più infilabili di .."quèlle• dei bast ioni. li M. riconobbe l'esattezza


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delle critiche e passò al sistema poligonale. Nel primo fronte di questo sistema proposto il ramparo del corpo di pia zza non coincideva wmpletamente col lato d i base, ma nella parte centrale, in corrispondenza della capponiera di fiancheggiamento del fosso, era alquanto ritirato. La capponiera era a tre ordini di fuochi casamattati per avere il predominio su lle ban erie di breccia stlbilite ai salienti tra i fronti . Il fi onte aveva opere addizionali esterne cd interne con grande sviluppo di casamatte. Tutti i fossi dovevano essere acquei. Anche questo prin10 fronte poli• gonale venne criticato per ìe molte murature che richie• deva e per avere gran parte di queste scoperte. In seguito a ciò egli ne stu<:liò un secondo, che chiamò « fronte po• ligonalc semplificato », il q uale era esente dalla maggior pane dei d ifetti del precedente . In esso il corpo di piazza coincide col lato di base, ha due 1inee di fuoco, una alta

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cheggiato da una piccola capponicra a<lerente al rampa-ro alla gola della capponicra principale. Il terrapieno interno da questa è diviso in due da un fosso trasversale (o ta• gliata) protetto da un muro a fer itoie con tracciato a ta• naglia che si appoggia lateralmente ai fianchi della capponiera. Tutti i fossi sono acquei . Sul terrapieno del corpo di piazza sono collocate quattro traverse-casarnane aventi azione sulla campagna e sul terrapieno stesso, dal quale sono separate, dalla parte dei salienti, da tm fosso che si attraversa con un pomicello. Tutte le opere esteriori hanno la scarpa senza rivestimento. I fossi vengono passati su ponti in parte mobil i e in parte fissi. Questo fronte fu trovato molto migliore del preceden te, soprattutto perchè il corpo di piazza poteva prender parte alla lotta lontana e aveva parecchi pezzi casamatrati, .,q uindi difficilmente smontabil i. Le traverse, in cni erano poste queste casa-

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Primo fronte poligonale del Montalembert

matte, servivano a proteggere il terrapieno dai tiri di infilata. Il M. preconizzò pure l 'impiego <lei forti staccati per aumentare il valore delle piazzeforti e fare una di• fesa più lontana e propose diversi tipi di forti : triangolari, quadrati e circolari. Le idee del M. ebbero seguito specialmente in Germania.

Montalfonso. Fortezza nella valle d el Serchio, sul poggio a cavaliere di Castelnuovo di Garfagnana. Fu fatta costruire da Alfonso II cl 'Este, duca di Modena, fra il 1579 e i l 1584, su disegno clell'iog. Marcantonio Pasi, con lo scopo di reprimere i tentativi ostili dei Lucchesi sulla Garfagnanà.

Fronte poligonale del Muntalembert

scoperta, l'altra pm bassa, antistante alla prima, casamattata. Quest 'ultima linea convenientemente ripiegata forma la capponicra <li fiancheggiamento del fosso principale. Le opere addiz ionali sono : un coprifaccia della testa della cap• ponicra, un coprifaccia generale, che viene ad assumere un tracciato tanagliato, con fianchi casamattati in ciascun ricnu·ante, riu niti da una piccola cortina; un rivellino davanti a ciascun r ientrante del coprifaccia generale col rispettivo ridotto; la strada coperta con piazze d'armi rientranti e poche trave.rse. Quale opera addizionale interna, esiste un muro a feritoie lungo la scarpa jnterna del ramparo; una piccola capponiera, formata da un ripiegamento del muro in capitale del fronte, fiancheggia il passaggio fra il ramparo e il m uro stesso. Le casematte della capponiera sono a due piani, mentre le altre sono a un piano; <lietro a queste esiste un cammino di ronda fian-

Montallegri (Sebastiano). Pat riota, m. nel 1837. Fiorentino di nascita, aveva servito nel! 'esercito napo leonico; nel 1831 fece parte <lella. colonna del gen. Sercognani. Dopo la capitolazione di Ancona, si rifugiò in Corsica; :impatriato, si riunl agli insorti romagnoli e combattè con• tro j soldati del papa presso Cesena. Riparato in Francia, si arruolò. col grado di capo battaglione nella legione straniera, che passò poi aì servizio del governo costituzionale di Spagna, e cadde a Huesca combattendo contro i Carlisti. Montalto di Castro. Comune in prov. di Viterbo, sul fiume Fiora, presso il luogo dell'antico « Forum Aureli » . Nella macchia in riva al mare, sorge un 'antica torre, detta di Montalro. Nei secoli XVI, XVII e XVl!l fu molto travagliato . dalle rubnie dei corsari che infestavano le coste del T incno. Nel diceq,bre del 1798 le truppe napoletane, comandate dal gen. Damas vi furono battute dalla divis. 'Kellcrman e costrette a ritirarsi a Orbetello, dove per accord i intervenuti fra le <lue parti, i Napoletani si in1barcarono per rientrare nel regno. Mo11talto Pavese. Comune in prov. di Pavia, ant. forttficato con castello. Le sue origini risalgono al periodo

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feudale ed ebbe sempre parte attiva nelle vice11de politiche della regione. Quivi combatterono le loro guerre i Beccaria, il marchese di Monferrato, i Malaspina, i Dal Verme ed altri signorotti, nel tracollo delle libertà comunali . N el 1359 Galeazzo Visconti, rima;to padrooe <li Pavia malgrado gli sforzi del Bussolari , fec~ riattare e rafforzare il castello di M. , giudicato di grande i mporta nza militare. Nel periodo successivo M. fu feudo della famiglia Belcredi di Pavia (1658), d iveneo<lo nel 1680 marchesato. Dopo seguì sempre le vicende della regione voghcrese e nel li43 passò a far parte degli Stati Sard i.

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collocato a riposo. Fu lungamente collaboratore del « Giorna le di Medicina Militare » cd espose in vari Congressi pregevoli memorie, fra le quali una sul la « Meningite cerebrospinale in diversi eserciti ».

Afomanari Luigi. Generale, n. a Bagnacavallo; m. a Torino (1851-1930). Sottot. d'a,tiglieria nel 1871 , passò da capitano, dopo la Scuola di guerra, io fanteria. Partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 e vi -guadagnò una medag!ia d i bronzo al valor militare. Lasciò il serv izio attivo nel 1909 col g rado <li colonnello, e fu p romosso maggior generale nella riserva. Montana,·i Carlo. Generale, medaglia cl 'oro, n. nel 1863, caduto nel novr111bre ::- 915. Ufficiale in servizio attivo, era uscito dalJ 'Accademia mi li tare d i Torino, sott. d'artiglieria, pa rtecipando subito al la campagna Eritrea del 1886-1888. Frequentò, qui ndi, i. corsi della Scuola di Guerra, passò od Corpo d i Srato Maggiore ed alternò i servizi n e.Ilo Stato Maggiore con quelli nelle truppe; si segnalò nel terremoto calabro-siculo (1908) ed insegnò tattica nella Scuola d i Guerra. Lo scopp io della g uerra italo-austriaca lo trovò, colonnello, a fianco del generale Cadoroa, quale capo della Segrece_,ia. Promosso magg. generale nell'ottobre 1915, assume il comando della brigata Forlì, nel settore di Plava, ove, durante una ricognizione sulle linee avanzate) rimase ucciso . La quo ta 383, ov'egli cadde, f11 d'allora in poi, in memoria del prode generale, denominata « Poggio Mon-

tanari >). La motivazione con la quale gli venne confe. Castellb di Montalto Dora

Montalto Dora . Comune in prov . d·Aosta . Rovine d i un antico castello, annoverato fra le più belle costruzioni m ilitari del medio evo, per la magn ifica cinta merlata e per le d isposizioni delle torri, le qual i, non consentendo i l terreno dirupato di allargare )a pianta, sono levate in sporto sugli spigoli, al sommo delle muraglie.

Montanara. V. Curtatonc. Montanari (Francesco). Ufficiale garibaldino, 11. a Mirandola , m . a Calarnfimi (1822-1860). Combattè nel 1848 col grado di capitano a Governolo e a Custoza, poi fu in Sicilia e a Roma, e seguì Garibaldi nella ritirata da questa città. Nel r85 r fu incarcerar.o come liberale a Mantova, poi a Modena; liberato, passò in Pien1onte, i 11di fu esule nella Svizzera. Seguì Garibaldi nel 1859 e fu nei Mil'e aiutante d i campo : cadde nel combattimento di Calata/imi .

rita la suprema r icompensa al valore,

CQSÌ si esprime : « Comandan te di un settore esposto continuamente alle offese nemiche, seppe, con intelligente operosità e con diuturno, esemplare coraggio, infondere nelle truppe piena fede nel successo e fermezza d i attendere serenamente il momento opportuno per conseguir lo. Ferito a morte in un'ardita ricognizione a pochi passi dalle trincee nem iche, tra gli strazi di una lunga ago11 ia e nella coscienza d i una fine prossima, ammoniva a rinnovare e moltiplicare gli sforzi per la vittoria ;ta)ianà » (Plava, 5 novem bre 19, 5).

lv1ontan~tri Carlo

Monrnnari Umberto

Mo,,tanari Lt1igi. Gene-

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rale medico , n . a Parma nel 1833. Mcd;co di bgl. netresercito parmense, !'assò nel 1859 111 quello italiano. Pa,·tecipò a lle campagne del 1860-61 Montana.i Luigi e del 1866. Dopo aver diretto l 'ospcdale j ; Padova , fu promosso colonnellrJ' nel 1886: diresse i l servi?io sanitario del X e poi del VII C . d'A . Passato in posizione ausiliaria nel 1895, venne promosso maggiore generale medico nel 1896; n el 1897 passò nella riserva; nel 1908 fu

Montanari Umberto. Generale, n. a Parma, m . a Forte dei Marmi (1867-1932). Sottot. d'artiglieria nel 1884, frequentò la scuola di guerra e passò nello Stato Magg iore. Allo scoppio della guerra era colonnello al Ministero della guerra. Promosso brigadiere generale e poi magg. generale, fu nel 1916 destinato al co mando della prima bri· gata bersaglieri con la quale stette in Carnia e sul Carso per circa un anno, g uadag nandovi due 'r ned . d 'argento. Indi fu chiamato come sottosegretario alla Guerra nel g abinetto B~selli e vi rimase anche nel successivo ministero O.-lando. Nell'aprile del 1918, nominato generale di C. d 'A. i rornò al fronte al comando del XXX corpo e


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partecipò alla battaglia· deL ·Montello; poi passò nell'armata de l Grappa. D0po l'armistizio ebbe il comando del l C. d'A. e fu in Dalmazia coinandante delle truppe itac liane di occupazione. Indi comandò successivamente i C. d'A. territoriali di Bari e di Trieste, e nel 1927 venne nominato comandante designato d'armata . Nel 1929 fu no1pinato senatore.

Montanari Armando. Generale, n. a Ravenna nel 1867. Sottot. di fanteria nel 1893, partecipò alla guerra contro l'Austria, meritando la med. d'argento sul Podgora e quella di bronzo a Vertojba. Nel 1917 comandò il 239° fanteria: colonnello nel 1918, passò al comando del 138°. Dopo aver comandato il distretto mii. di Ravenna, andò in P . A. nel 1925. Nel 1931 fu promosso generale di brigata. 0

Montanari Marino. Generale, n . a S. Marino nel 1869. Sottot. di fanteria nel 1892, partecipò alla campagna eritrea de! 1895-96. Nella guerra contro l'Austria, rimase nel 1916 ferito a Lokvica' e meritò la med. d'argento. Colonnello nel 1916, comandò il 141° ed il 96°. fanteria. Poco dopo la guerra andò in P. A. S. e oel 1929 fu promosso generale d i brigata in A. R. Q . Montanari del Vesuvio. Corpo volon tario costituito a Napoli dal ten. colonnello Caracciolo nel 1860, con elementi della Basilicata e degli Abruzzi. Venne quasi subito sciolto, e 1 suoi componenti passati in altri reparti garibaldini.

Montano (✓lntomo). Generale medico della R. Marina, n. ad Albenga nel 1854, enuato in servizio nel 1873, collocato in P. A. col grado d ì colonnello nel f9f4, promosso magg. generale nel 19r5, ten. genetàle 'né! 1926. Prese parte alla campagna d'Africa del 1894. Montaperti. Contrada della Toscana, presso un colle, omonimo, sul quale sorgeva un castello. Diede il nome a quella battaglia (4 settembre 126o) ricordata da Dante come quella « chc(,fc,·c l'Arbia colofata. •in rosso»'. I fuorusciti ghibellini cli Firenze, appoggiati dal re , Manfredi e dai ghi~llini della Toscana, erano. in .lòtta col;: comune, allora g1,1elfo, fiorentino. , li quale ' armò un esercito di 3 0 . 000 fanti e 3000• cavalieri, e lo spedì verso Siena. Tale esercito accarripò p r,esso il co 1le di ]/., sulle riv~ del torrente Arbia, a cinque miglia da Siena. • Da q u~ta città, cenuo ghibellino, mosse un esercito di forza ~(i!si pari a quello fiorentino, e subito attaccò il camefo nemico. Da questo, elementi ghibellini uscirono tosto dan~osi alla fuga. E avendo il ghibellino Bocca degli Ab; ti "'troncato con un fendente a Jacopo dei Pazzi la mano che reggeva l'insegna fiorentina, 'ben presto lo sgomento e il disord ine si diffusero nelle file dei Guelfi, i quali vennero sgominati da!l"attacco nemico e tagliati ' a pezzi. La lotta durò a lungo incorno al carroccio di Firenze, dove i d ifensori si fecero niassaGrarc fiilo· all "ultimo uomo. Il carroccio fu preso, e c~sì Ìa'"rorre su l (olle; e i resti dcli 'esercito fiorentino a mala pena poterono rifugiarsi in città, donde i Guelfi emig,arono a Lucca, mentre, dieci giorni doeo la battaglia, i Ghibellini ricùtravano uionfalmente in Firenze. 0

Montargis. Borgo della Francia, · nel clip. del Loiret. Vi si vedono ·Ie rovine di un·.castC:l!o . .!ostruito da Carlo V, àbiiato spesso dai re di Fra_nçia, ,diÙrùtto nel 1.809. Fu una delle città più antiche dell'Orleanese, ccd\Jta, nel 1_ù8, a Fi lippo Augusto dalla Cas'à ·di éouttertay.

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· Assedìo -di' Montargis (1427). Appartiene alla guerra dei. Cento anni . Tremila Inglesi sotto la condotta .dei conti di Warwic.k, di Suffolk e di Giovanni de la Poli, avanzarono su M. e vi posero l'assedio. Dopo una resistenza di tre mesi, la città era ridotta agli estremi, avendo consu-. mato rune. le provvi.stc. Il conte di Dunois con 600 u .,. e Stefano di Vignobes, detto Labire, si presero l'incarico di cacciare gli Inglesi, accampati in tre località differenti.Dunois si propose di div idere le sue truppe in due schiere, di ·cui la priml era comandata da Lahire. Questi si pose in marcia e si precipitò sul quartiere di G iovanni de la Poi!, mentre Dunois assalì quello di Suffolk. La Poli oppose fiera resistenza, ma, sopraffatto dall'impeto cl'atta~co dei Francesi, sì diede alla fuga e si ritirò nel quartiere di Warwick. Allora Lahir vittorioso si riunl A Dunois cd entrambi completarono la disfatta di Suffock che combatteva ancora, e costrinsero Warwich ad abbandonare l'assedio. Così le truppe di Carlo vn entrarono in M. e la città tu rifornita abbondantemente. Per questa eroica resistq1za, il re accordò agli abitanti parecchi pr ivilegi.

Montasini (Emilio). Generale, n. nel 1861. Sottot. d'art. nel r.883, da capitano fu uff. d'ordin.a nza del Duca d •Aosta. Aiutante di campo poi dello stesso Duca nel r907, rimase' in tale carica, in pace ed in guerra, sino alla morte dell'augusto principe. Colonnello nel 1915, in P. A. nel 1917 (rimanendo però in servizioì, nella r iserva nel 1925, fu promosso generale di brigata nel 1926. Montate (Truppe). Sono così chiamate lè trnppe che organicamente dispongono di un mezzo an imale o meccanico per il loro traspor to. Sono, pertanto, truppe montate: le armi a cavallo in genere (cavalleria, artiglieria ippotrainata ed a cavallo); i reparti autouainati ·cd autotrasportati (artiglierie pesanti cao1pali, pesanti e controaerd, reparti automobilisti•;i, ecc.), )e fanterie montate su cavalli, i ciclisti, g li dementi cammdlati, ecc. Truppe M. se ne sono '<!Vu.te fin dalla più remota antichità, tali dovendosi senz'altro considerare, oltre alla cavalleria, i reparti eh 'erano dotati di elefanti, di ~arri falcati e da combattimento in genere, di cammelli. Taluni reparti delle truppe lv!. · trovano nello stesso mezzo dei trasporti di cui sono dotati un'arma vera e propria per !'azione di combattimento, come la cavalleria ed i carri di comba~timcnto ih genere; gli altri reparti invece hanno nel" mezzo d i trasporto soltanto un elemento atto a conferire loro la capacità di spostamento, richiesta dalle loro esigenze e caratteristiche di impiego riel campo tattico. Oggi v'è la tendenza pres,o tutti gli eserciti di sfruttare in sommo grado il mezzo meccanico per i l trasporto celere nel campo tattico cd in quello suatcgico -cli grossi reparti di fanteria e d i estendere il più possibile l'autotrasporto e l'autotraino ad ogni specie di artiglierie, comprese le leggere. (V. Motorizzazione e Meccauizzazioue) Noteyole sviluppo e particolare · i1\1·p ortanza hanno nelle colonie· le fanterie M. (su cavalli, cammelli, mehara). Più che •di fante;ic montalè, si tratta rii reparti che sono perfctt;1~1entc addestrati à1 combattimento sia montati, sia appiedati, e · ~hc pc( la loro celerità d i spostamento sono particolarmente adatti alle operazioni coloniali. Montatori radioelettricisti. Nd 1928, in conseguenza del progress ivo sviluppo che le .applicazioni radioelettriche man mano assunsero nella Marina da guerra, sorse la necessità di poter disporre di un congruo numero ·di sottufficiali, · ai quali, oppoPtunamente· sce lti per la loro capacità p r~fes'sionalc nei• gradi. di" Capo d i 1a, 2' e 3a classe,

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fu dato uno speciale brevetto di M. R. destinandoli a prestar · serviz io presso i reparti Comunicaz ioni de La Spezia e d i T aranto, la Sc\Jola idrofonisti d i Taranto cd altre dest inazioni del gener; che in seguito si manifestassero necessarie.

Montauban. Città della, Fra·ncia, ~•po!. del dip. di Ta.rn-et-Garonne, sul Tarn. E ra una antica fortezza, fondata nei sec . . XII dal conte di Tolosa intorno ad una abbazia . All'epoca della Riforma, passata al p rotestantesimo, divenne wu roccaforte degli Ugonotti che la çlifesero più volte contro g li attacchi e gli assedi clell'eserc.ito del re. · f u presa finalmente dal Richelieu nel 1629. Montauban: Fil ibustiere del sec. XVII. Per venti anni devastò le coste dei possedimenti spagnuoli d'America , sconfiggendo anche le flot>te lanciate alla sua caccia. Passato nei mar i africa ni, guerreggiò per terra e per mare gli Inglesi, riuscendo vincitore in. numerosi scontri, finchè, carico di ricchezze, tornò in Francia sua patria, stabilen• dosi a Bordeaux dove morì nel 1702. Lasciò un interessante libro di memorie : « Relazione dei viaggi del sig nore di Montauban, capitano dei filibustieri » . Montbars (detto « lo sterminatore »). Filibust iere del sec. XVII. Gentiluomo d i razza, sdegnato delle crudeltà che gli Spagnuoli commettevano nei loro possessi d'oltremare, armò navi e divenne il più terribile loro nemico, Dopo innumerevoli spedizioni che danneggiarono immensamente jl con11nercio

spagnuolo, scomparve

im pr<lVvisa-

mentc con una banda · di m ille uomini senza che mai s1 sia conosciuta la sua sorte.

Mon"tbrison. Città della Francia , sul Vezez.y, affluente della Loi ra. Dal sec. Xli fu possedimento deì conti di. Forez, e dal 1441 capitale di contea. Nel 1552,- i l barone des Adrets, capitano degl i U gonotti, assediò e prese d 'assalto il castello di M . facendo mori re poi tul~i i capi cattolici che Iò difendevano. Montbrun

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Saint-André.

Montbmn cont~ L uigi Pietro. Generale di cavalleria francese (r770-1812). Per il suo coraggio fu detto il secondo Baiardo. Partecipò a lle campagne francesi e nel 1806 fu a Napoli; si distinse particolarmente a Samo

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Sierra; comandò in Portogallo la cava!lerja di Mà,sena. Cadde combattendo alla Mç,skova.

Montcalm (Luigi, marcl,ese di Sai11t-Vera11). Generale francese .(1712-1759). Inviato nel Canadà con~rn gli In, glcsi, non riuscì a impedire che essi a poco a poco, malgrado I-a sua valorosi resistenza, si impadronissero della regione . Assed iato a QLJébec, -riportò ferita mortale nelfo battaglia di -Abraham: · Montcontour. Comune della Fraocia nel dip. della Viennc. !Jauaglia di j\!fontcontom· (3 ottobre 1569). Appartiene alle guerre degli Ugonotti. Dopo la giornata di Jarnac, l 'ammiraglio di Coligny, rannodat i i resti del partito ugonotto, tentò dare una seconda battagl ia al duca d'Angiò, nella piana d i M. Era tiusci to a sfoudarc l'avanguardia avversa ria, ma la cavalleria che si trova.va sopra una coll ina col giovanetto Enrico di 1'1avarra, no n seguì il con-

sig lio del p rincipe di piombare sul nemico in quel punto crit ico, e l'inazione della cavalleria fu la causa della · perdita della battagl ia. L'amm iraglio, rimasto ferito nel combantimenco, Rertlè · metà <lel suo esercito, uua parte dei suoi bagagli e tutta l'artiglieria.

· Montdidier (lat. Mons Desiderii). Città della Francia, nel di p. della Som me . Fu p resa dagli Jmperiali nel 1523, e assediata invano da Giovanni di Werth nel 1636, Il suo nome trovasi ripetuto in molte delle vicende helliche 1914-1918 interessanti la suddetta ~egione; ma col nome di battaglia di Montdidier-Noyo11 va r icordato soltanto ed i n 1nodo particolare il complesso <l'azioni tat-

tiche, svoltesi tra i l 1° ed il 9 aprile 1918, mediante le quali i Tede.sch i crearono i l saliente omonimo, la cu i importanza abbiamo visto alle voci Ma.tz, 2 • battaglia della Mama.

Montebello. Comune in pròv. di Pavi'a . Ebbe castello e mura turnte e fu coinvolto nelle contese dell 'epoca comu nale . Nel n 72 il marchese Guglielmo del Monferrato, ghibellino, vi fu battuto dalle forze della Lega Lombarda e volto in fuga, ottenendo la pace solq con la ce_ssione di terre e la consegna d i. ostaggi. I. Convenzione di Montcbel/o (6 giugno 1797). Tra Francia e Genova. 11 governo genovese riconosce che la

Combatti)ncnto di Montcbello (i 859).


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sovranità risiede nella riunione d i tutti i cittadini. Il potere legislativo sa rà affidato a due consi):li rappresentativi, l'uno di 300, l'altro d i 150 membr i, e l'esecutivo ad un Senato di 12 membri presieduto da un doge; doge e senatori saranno nominati dai due consigli. Redigerà la costituzione e 11.mtc le leggi organiche del governo una commissione legis lativa, che sarà nominata da un governo provvisorio. Saranno risarciti i danni recati ai Francesi nei giorni 22 e 23 maggio ed a tutti i Genovesi, dei quali avrebbe a lagnarsi, la Francia accorda amnistia . Proteggerà del pa ri la Rep ubblica di Genova e, al! 'uopo, la soccorrerà coi suoi eserciti per agevolare I"esecuzione della

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e che la nuova Repubblica Ligure non era che una vassalla passiva della Repubblica francese. Il. Combattimento d,i Mo,ìtcbello. Scontro avvenuto tra Francesi cd Austriaci durante la campagna de]. 1800 in Ita lia , che rappresenta episodio preliminare alla battaglia risolutiva di Marengo. Il 4 giugno la capitolazione della piazza di Genova rendeva d isponibili parte delle forze austriache assedianti: in ossequienza a sollec itazion i fattegli dai comandante in capo, generale Melas, il generale Ott, comandante dell 'assedio, si porta in tre marcie, per Novi e Voghera, verso la stretta d i Stradella, per coprire la radunata delle forze austriache nella · ?iana attorno ad Alessandria. I Francesi, provenienti dalla Lombardia, stanno ef.' fettuando i movi ,nenti che dovranno poi condurl i . di fronte al la massa avversaria, e sono impegnati nelle delicate operazion i di passaggio ciel Po. L '8 giugno sono già sulla dr. del fiume il generale Lannes con la d ivisione ·watrin, presso Broni, e il grnerale Vi0tor, con la divisione Chambar!hac, poco più indietro verso Stradella. Nell'avanzare oltre Casteggio, la testa <l'avanguardia del! ·on si scontra la mattina de l 9 giugno coi Francesi d\!I Lannes presso Santa Giulietta . Gl i Austriaci ripiegano sul grosso che prende posiz ione presso Casteggio. La divisione Watrin, gu idata con impeto, procede al! 'attacco, ma incon,tra salda resistenza, tanto che uno dei suoi battaglioni i: volto in fuga. Giunge a ri.ncalzo il generale Vietar con la divisione Charnbarlhac, la quale prolunga la sr. del Watrin, occupando le pen d ici delle alture . Il combattimento si prolunga dalle II sin verso le 20 con vantaggio dei Francesi : vedendo calare la notte e temendo • aggiramenti sulla sua d r.., l'Ot~ ripiega verso Tortona. L'inseguimento è spinto fin verso Montebello e punte di cavalleria francese giungono sino a Voghera. Tale la giornata impropriamente detta d i M . , che fu, in sdstanza, uno scontro fra distac-camenti di copertura, entrambi jncari•

Combattimento di Montebello (1859)

convenzione presence e mantenere l'integrità dd territorio genovese. A titolo d i prestito, Genova fornirà alla Francia una somn1a di quattro n1ilioni. Con questa convenzione,

segreta, anche Genova, dove la fazione francese esercitava ifa tempo la sua influenza sovversiva, fu travolta nel turbine della rivoluzione. In seguÌto a molte sce ne tumultuose, il 31 maggio il Senato decise d, t rattare col Buonaparte intoroo , ai mu tamenti da introdursi nella costituzione della Repubblica. All'antico Stato aristocratico di dubbia fedeltà e simpatia verso la Francia si volle sostituire uno stato d::mocratico ad essa devoto, e con tale intento si conchi use la presente convenzione. Ammettendo che qualcuno potesse ancora dubitarne, era un dichiarare in modo manifesto che Genova aveva perduta la sua indipendenza

cati di assicurare il domin io dd la stretta <li St radella, fini to con vant<1ggio dei F rancesi, che gi:ì si trovavano in posiz ione tale <la prevenire l'avversario. Il Lannes vi guadagnò i l titolo d i duca di M., conferitogli nell'epoca imperiale. l!T. Combattimento di Montebello. Appartiene alla campagna del 1859 in Italia e fu combattuto fra le truppe fianco-sarde e gli Austriaci il 20 maggio di quell '.anno, a ll 'inizio della guerra. Il maresc. austriaco Gyulai, molto incerto sulla situazione, allo scopo di raccog liere notizie sul nemico decise di effettuare una g rande .r icognizione oltre Po, e ne affidò l'esecuzione al V corpo (su 6 brigate) comandato dal generale Stadion . Queste truppe marciarono dalla fronte Vaccarizza-Sti·adella su Voghera, in 3 coloi1ne. Fra Voghera e Pontecurone era schier;;to il I corpo d'armata francese (maresc. Baraguay d'Hilliers) la cui divisione Forey occu-

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pava Voghera, coperta da avamposti (3 bgl. e mezzo) ol tre il 1orrcn1e Staffora e dalla brigata di cavalleria piemontese De Sonnaz (regg. Mooferraco e Novara) che copriva la frornc tra A lessandria e Voghera. Verso mezzogiorno, le avang uardie austriache urtarono a M. nella cavalleria piemontese rinforzata da altri 2 sqdr. del rcgg. Aosta che, con brillanti e r ipetute cariche, ne ritardarono l'avanzata , permettendo al gen. Forey d i accorrere prima con 4 bgl. e poi con tutta la sua d ivis. Gli Austriaci, malgrado la loro superiorità numerica, fu. rono ricacciati da Genestrcllo e da M. e furono cosu-ctti a ritirarsi su Vaccarizza, confermando così i l Gyulai sul proprio e rro re, che g li Alleati avessero, cioè, intenzione di marciare per la dr. Jcl Po su Piacenza. li tcn col. ~ o-

campagne del 1866, 1887-88, 1895-86, 19JI-12. Durante la guerra italo-austriaca (1915-1918) fu inizialmente adibito al servizio della d ifesa costiera nella zona fra L ivcnza e Pi ave . Nel 1916 partecipò J lla offensiva austriaca cd alla nostra controffensiva nel Trentino. F>urante l'offensiva austro-tede.sca del1·autunno 1917 concorse, col rcgg. Savoia cavalleria, a proteggere il ripicgamenw delle nostre retroguardie dal T:igliamento al Piave. Per la nostra offensiva finale dell'ottobre-novembre 1918, vinte le resistenze nemiche nei pressi di Barbcano, g uadò il Tagliamento a Bonzicco e si slanciò all'inseguimcnto del nemico in rotta. li S temma Lancieri di Mo11tebcllo reggimento fu disciolto nel 1920. l'cst:i del reggimento : 1• novembre, anniversario della battaglia di Vitcorio Veneto. Mouo del reggimento: « lmperu hostcm perterrco ».

Mo11tcbcllo. ro~ Legione <lella M. V. S. N . , costituita il 1° febbraio 1923 a Voghera, su tre coorti (Yoghera, Casteggio, Stradella). Dipende dal VI .~mppo Lcj!ioni (Milano) . Ha una sezione mitragliatrici . Mo111ebcl/o. Ca nnoniera di 2a classe, vnrata nel 1860 dal cantiere della Foce a Genova: dislocamento co nn. 262, lung:i m . 34,05, larga m. 6,70, con apparato motore di 60 cavalli, ad elica; radiata nel 1872. F u pre~entc, ma non potè prendervi p arte attiva, alla batta~ia di L issa. Ossario di Montebello

Mu11tcbcllo. Nave da battaglia di 6• classe (incrociacotetorpcdiniere). varata nel J 888 dal R. Arsenale dc: La Spe-

relli di Popolo, caricando• alla testa d i due sqdr. del rcgg. Monferrato, rimase ferito di baionetta nemica e morì qualche giorno dopo. Il gen. francese Bcurct rimase ucciso. Gli Austria<:i perdettero fu morti e feriti 1295 uomini; le perdite degli Alleati ammon!3rono a circa 700 uomini.

Montcbello. Reggimento Lancieri, costi1uil0 nd scvernbrc 1859 con tre sqdr. tratti dai preesis1cnù regg. cavalleggeri di Novara, d i Aosl a e d i Mo nCcrrato. Ebbe ori,gina,·iamcntc il nome di regg . cavalleggeri di Mon1cbello. Dal 186o fu ascritto fra i lancieri e nel 1871 fu deuo R• regg. di Ca\'aUcri:1 (Montebc!lo). Nel 1876 riebbe il nome dj regg. di cavalleria Montcbcllo (8°) ed infine nel 1~97 assunse quello di lancieri d i Mo nte bello (8°). Partecipò al le

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Incrociatore-torpediniere l\1ontebello

zia, dislocamento tonn. 834, lunga m. 70, larga m. 7,88, con apparato n,otore d i 3180 cavalli, armamento guerresco cannoni 4 da 57.

Fucilieri della terza Coorte della Legione :\1. V . S. N. , Montebello,

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Monte Bianco. 12~ Legione <lclla M. V. S. N., costituita ad Aosta il 1° agost<> 1927, con reparti già appartenenti alle legioni Alpina (2") e Marcello Prestinari (37•). Ha tre coorti (Aosta, Ivrea, Cuorgnè). Ne dipende una cen turia speciale di inil-izia confina6a, su C!nque inani~ poli, Ha istituito i corsi p remi litari. M ontebruno. Ca.stello p resso Garzigliana, in prov . d i Torino, d i cui rini'èngono le rovine . Ha dato il nome a u na bat_tagl ia (1256) combattuta p resso le sue mura, nella quale Tommaso 11"·di Savoia venne sconfitto dagli Astigiani.. Rientrato con gli avanzi delle sue tr uppe a Torino, i cittadini si sollevarono, lo fecero prigioniero e lo consegnarono agli Astigiani, dai quali si riscattò mediante concessioni di terre. Montecassiano. Comune in prov. di Macerata, situato sopra un colle fra i torrenti Menocchia e Potenza . Nel 1335 fu saccheggiato dalla compagnia di ventura d i Fra' Morreale; nel 1413 cadde in potere d i Carlo Malatésta, generale ddla Chiesa, il quale, per difenderlo contro Braccio d a Montone al w ldo dei Varani di Camerino, lo munì di fortificazioni. Braccio se ne impadro11ì ugualmente e lo tenne sotto la sua signoria. Divenuto signore della Marca il conte Francesco Sforza, anche M . gli fu sottomesso e fu tenuto come luogo forte ed importante; e, quando la terra volle tornare ali 'obbedienza della Chiesa, lo Sforza la fece saccheggiare da Ciarpellone nel 1443. Allora Eugenio IV spedì Delle Marche il cardi nale Scararopi Mezzarota al quale per primo si diede M. Durante i torbidi avvenuti sotto il pontificato di I nnocenzo III -furono restaurate le mu raglie ed i torrioni e verso questo tempo cominciarono le lunghe contese con Macerata. Allorchè i pirati incc11diaro110 il porto di Recanati, M. mandò cento operai per fortificare le mura del santuario di Loreto ed istit uì una milizia per difesa. Montecatini di Val dì Nievole, Comune in prov. di Pistoia . Il castello era formid abile un tempo per le sue venticinque torri, tutte munite di bertesche. Nel n63 si costituì in Comune ed ebbe a sopportare lotte con i paesi vicini e lotte intestine, per le fazioni dei Guelfi e Ghibellini. In seguito ad occupazione di Uguccione della Faggiuola, M. fu governata 'dai Ghibellini e presidiata dai Lucchesi per tutto il tempo che durò la signoria d i Uguccione e quella di ·Castruccio Castracani, dopo la cui mor te i Guelfi si ribellarono al governo di Lucca e misero la città sotto la protezione di Firenze . Ma i Ghibellini, in sofferenti della soggezione fiorentina, diedero di piglio al le armi e cacciarono i G uelfi . l Fiorentini allora po~ero l'assedio a M . che dovette arrendersi dop o II mesi di blocco, il 19 luglio 1330 . Dopo questo secondo assedio lvi. si mantenne sempre fedele alla repubblica di Firenze, finchè anch'essa cadde s9tto il p<Jtcre dei Medici nel 1554. Vincenzo RidoLfi, commissario mediceo in M ., smantellò nello stesso a11no, per ordine cli Cosimo, le mura, i baluardi, i bastioni e tutte !e opere difensive rimaste in piedi, e fece ardere, su lla pubblica piazza, gli statuti del Comune e tutti i documenti d "archivio per distruggere anche la memoria del libero comune. Assedio di Montecatini (1315). Appartiene alle guerre tra Guelfi e Ghibellini. Uguccione della Faggiuola, comandar.te dei Pisani, colto il destro delle d iscordie che laceravano la città di Lucca, mosse con esercito poderoso COD tro di essa e se ne im padronl. Quindi procedette a li ' allargamento del propr io dominio, e pose l'assedio_ a M.,

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sola fortezza ri masta iD mano dei Guelfi tra Lucca e Pi stoia. I Fiorentini chiesero aiuti al re Roberto di Napnli, e questi mandò loro il fratello Filippo, p r incipe d i T aranto, perchè prendesse il comando delle milizie di Firenze. Questo principe giunse I' 1t luglio 1315, con suo figlio Carlo e 5 00 u. d 'arme, e mosse da Firenze il 6 agosto 1315 per far levare l'assedio. Uguccione aveva raccolto 250 0 u. d "armc e proporzionata famcria. G iudicando che i Fiorentini dovessero avanzare per il piano di Fucecchio, ne aveva rafforzato i passi ; essl .invece pre~ sere un 'altra stra<la più a nord e giunsero per Mo11summano sulla Nicvole d i fronte al suo accampamento. Sebbene il fiume fosse un ostacolo da poco per il passaggio delle truppe, pure nè dall'ua a nè dall'altra parte si osava guadarlo in faccia al nemico, e ciascuno rimase inattivo al suo posto per diversi giorni, sicchè nè Uguccione levava l 'assedio, nè il princ'ipc di Taranto poteva so,correre la fortezza. Finalmeme i Guelfi d i Val di N ievole, incoraggiati dalla presenza dell'esercito fioremino, corsero alle armi nei castelli e nelle terre alle spalle d i Uguccione, e preso Borgo a Buggiano, gli chiusero il passo alle vet• tovaglie. Allora si t.rovò costretto a levare l'assedio, e nella notte dal 28 a l 29 d'agosto diede il segnale della ritirata. Ma sul far del giorno, accortosi che i Fiorentini si muovevano per inseguirlo, fece fare testa alle sue truppe e li antaccò d 'improvviso: le truppe ausiliarie di Siena e di Colle furono subito sgominate e Uguccione con tutta la cavalleria tedesca si lanciò sull'esercito avversario. I Fiorentini resistettero lungamente. attorno al principe Filippo, ma in ultimo anche essi furono rotti e fuggirono d isordinatamerue. Pietro, fratello del re Roberto, e Carlo, figlio di Filippo caddero sul campo combattendo, come p ure il conte di Battifolle, conestabile dell'esercito ed altri personaggi d 'alto grado. Duemila furono i morti in battag lia e 1500 i prigionieri. Anche Uguccione perdette nel combattimento il figlio Francesco. Dopo la f0tta dei Fioren tiDi, M. e Monsummano si arresero al vincitore.

Montecchì (Mauia). Patriotta, n . a Roma, m . a Londra. Fu condann ato al l'ergastolo da papa Gregorio XVI; nel 1849 fu ministro; dal 1850 al 1853 fu membro del Comitato N azionàlc a Londra con Mazzini e Saffi; dal 1860 al 1870 organizzò 1 van moti insurrezionali a Roma. Montecchio. Frazione del Comu ne d i Castiglione Fiorentino, in prnv. di Arezzo. H a un antico castello. Fu co11tcso, dopo un breve periodo d i libera vita comunale, t ra Arezzo, Sicm, Perugia, Firenze ed i Tarlati, nobili aretini. Caduta la repubblica di Arezzo, passò a Firenze, che, a ricompensa dei servizi ricev uti, la donò al condottiero inglese Giovanni Acuto . Il castello presenta ancora l 'aspetto di un forte arnese di guerra, con una cerchia di grosse m ura, lunghe 265 m ., munite di 9 torri; esse mantengono integra e completa la merlatura. Nell'interno vi è una snella torre cent rale, alta 30 m. Monte Ceneri (Colle di). Passo delle Alpi Orobie, che mette in comunicazione il bacino del lago di Lugano con la valle del Ticino. Da Lugano la rotabile risale jl torre11te Vc<leggio (V ald ' Agno) raggiunge il displuvio presso M. C. (553 m.) e, volgendo a nord-est in senso parallelo al T icino, si dirige a Bellinzona . f; strada importante, come quella che stabilisce la più diretta con1unicazione fra Como e le provenienze dal S. Gotta rdo e dal S. Bernardino; onde può assumere 11otevole interesse per movimenti militar i attraverso il saliente che i l confine svizzero pronuncia verso la oia11a lombar,da. È seguìta da presso


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dalla ferrovia Bellinzona-Como, ch'è la congiungente più diretta fra le teste di linea di Lucerna e Milano.

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Monte Cengio. Cannon iera fluviale, di 630 tonnellate, varata nel 1919, radiata· nel 1924. Monte Cenisio. (Battaglione alpino). V. C,·,,isio. M ontech iaro. Nome dato alla battaglia più propriamente detta di Calcinato (V.). Montechiarugolo (ant . Monticulus ,ù•ulw). Comune in prov. cli Parma, mila sr. dell'Enza. Nel sec. XIIl appartenne ai Sanvitale e fu rocca m unitissima; nel 1313 Giovannino Sanvitale vi fu battuto da Roberto da Correggio, il quale ridusse la rocca in rovina; i Visconti di Milano l 'assegnarono a Guido Torcilo, signore di Guastalla, che la riedificò nel suo aspetto attuale. Sul 1500 fu assediato e preso da Giangiacomo Trivu lzio, maresciallq d i Franc.i a, ma tre ann i dopo Francesco II Tore llo p·o tè riscattarlo. Infine, decapitato nella piazza di Parma il 12 maggio 1612 Pio Torello, convinto di avere congiurato contro il duca Ranuccio I Farnese, e confiscatine i beni, a M . posero guarnigione le truppe ducali. Nel pc-

Il castello di l\11ontechiatugo lo

riodo rivolu,.ionario, alla fine dei' sec. XVlll, il 3 ottobre 1796 una colonna d i 150 Austr.iaci, che si aggirava depredando per le campagne, fu in M. auaccata e battuta dalla Guardia civica repubblicana di Reggio Emilia, comandata dal capitano Carlo Fcrrini. Gli Austriaci, asserra gliatisi nel castello, furono costretti ad arrendersi e a darsi prigionieri in 114, consegnando armi e cariaggi. Furo no i primi consegnati al Q. G. francese, i secondi inviati a Napoleone che, in compenso, d iede alla G uardia civica di Reggio 500 fucili, quattro cannoni e una ban, diera a memoria del fatto.

Montecristo. Isoletta rocc iosa del Tirreno, di form~ trapezoidale, nell 'arcipelago tascano, fra la (',arsica e la Toscana, con una superficie di Kmq . 10,5, culminante a 648 m. col monte della Fortezza . .È l'aotica Og/(lsa dei ]~omani. Nel sec. XIX fu nasconcliglìo di corsari e contrabbandieri . L'unico approdo è da Cala Maestra, a metà della costa ovest, dove è un piccolo molo. Nel 1534 i capitani Marco Usodimarc e Bernardo Salviato con una squadra di undici galere vi sn idaro110 una gwssa flott iglia di pirat i barbareschi riuscendo a prender loro tre galeotte e a liberare duecento Cristiani dalla catena, costringendo al remo J)iù di cento pirati. Momcc-risto. Rin~chiatore, varato nel 1916 a Danzica; dislocamento toon. · 342, lungo m. 33,80, largo m. 7; apparato motore 500 cavalli, velocità m ig lia 10, armamento guerresco r ~ cannone da 76 antiaereo.

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Monte Croce di Comelico (Colle d,). Passo delle Alpi Cadorine, che mette in comunicazione la valle del torrente Pàdola (al Piave) con quella della Drava. La rotabile- si stacca da quella dì Val Piave a S. Stefano di Cadore (908 . m.) risale la ridentissima Val Pàdola, raggiunge il valico a 1636 m. e di là scende nella valle di Sesta, raccogliendo le provenienze dalle mulattiere che traversano il crinale fra essa e il Passo di \?J:isurina . Raggiunge la strada della Pusceria a San Can<.\\o .. [la gta nde imposta1na come estrema comunicazion ·rotabile che valica il crinale alpino in terra italiana a breve distanza d al confi.oc austriaco, sboccando presso la testata della Drava poco a valle ddla Sella di Dobbiaco, che segna lo spartiacque della Pusteria (Rieoza-Drava) . Offre perciò valido sussidio alle operazioni che dal confine carn;co tendessero alla Orava attraverso la valle del Gai!.

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Monte Cucco (Colle di). Passo dell 'Appennino calabrese, che meue in comunicazione la valle jooica del torrente Ancinalc con quella tirrena <lei torrente Angitola. La strada da Soverato risale a Chiaravalle, raggiunge il valico a 750 m. e scende sulla strada calabrese al ponte sull' Angi tola. Fanno sistema con esso il Colle di Serra San Bruno, che dà accesso dal paese omonimo a Soriano Calabro, e quello della Monaca, che conduce a Stilo e alla Marina di Gerace. Questi tre passi aprono combinazioni di manovra dal piccolo altopiano di Serra S. Bruno sui due versanti delk Serre calabresi, · nel raggio delle limitate operazioni che possono localizzarsi nell 'estremo lembo della peniso la in seguito a <barchi o a d iversioni dalle ..zone contern1in i. ~l\naloga funzione fra i due versantiJ nel tratto più ristretto della lingua che forma la punta dello scivale (Istmo di Cata1naro), hanno la depressione di Marcellinara (250 m.) e il passo sussidiario di Cortale (675 m.), che mettono io comunicazione la regione d i Catanzaro e la sua Marina jonica con le valli tirreniche del torrente Amato e del torrente Maida. Monte · Cucco. Cannoniera di 440 tonnellate, entraca in servizio nel 1917, nell'Alta Adria,tico, radiata nel 1924.

Montecuccoli (Raimondo). Conce e principe, generale imperiale, 11. a Montecuccoli , m. a Lins (16o9-1680). Cominciò da semplice soldato; capitano fu il primo a scalare le mura d i Neu Brandcburg; combattè poi contro g li Svedesi, segna landosi a \Vitt-

stock, dove fu fatto prigioniero. L iberato, fu a Modena e vinse i Pon tifid , cacciandoli dal Ducato. Ne l r646 sconfisse in Boemia gli Montccuccoli Raimondo Svedesi ; nel 1648 combattè contro il Turenne. Nel 1657 liberò il regno d i Polonia da Svedesi e Transilvani; poi Copenaghe n dagli Svedesi. Nel 1663-64, p rima temporeggiando, poi con la vittoria di S. Gottardo, terminò la guerra contro i Turchi. Dal 1673 al 1675 cornbattè ancora sul Reno, con alterna vicenda, centro .i l Turenne. Scrisse : « Memorie sull 'arte della guerra ». Mo11tecuccoli Ercole Pio (conte d1). Feldmaresciallo austriaco, n . a Modena nel 1664, m . a Vienna nel 1729, Combattè con successo contro i Turchi e contro gli Ungheresi ribellatisi. Nel 1704 fu promosso generale, nel 1709 ten. maresciallo e nel 17n ritornò in Ungheria, dove partecipò alla repressione dei moti della Transilvan ia _


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Nel 1716 ebbe la nomina a generale d i cavalleria e poco prima di morire, quella di feldmaresciallo.

Montec11ccoli (conte Rodolfo d,). Ammiraglio austro-ungarico, n. a Modena, m . a Baden (1843-1922). Prese parte alla guerra <lei 1859 e nel -, 1866 fu alla battaglia cli L issa. Nel 1900 comandò la squad ra internazionale inviata in C ina, ali "epoca della r ivolta dei 13oxcrs. Nel 1904 fu nomi.nato comandante della Marina austro-ungarica . Raggiunto il 700 anno d i età fu collocato a riposo, e da allora visse a Vienna ed a Baden. Dmanre il tempo che fu a capo del la marina da guerra si ded icò completamente Montecuccoli Rodolfo al rafforzamento ed alla istruzio,ie della flotta, di maniera che la· manna d a guerra austro-ungar ica degli ultimi ann i prima della guerra Mondiale, poteva considerarsi opera sua .

Montefeltro (Rocca del Sasso d,). Fu co9truita d:i Francesco di Giorgio MarLini per incarico del duca d'Urbino. I?. una delle opere oiù caratteristiche del periodo di t ransito (sec. XV e XVI) ne!la quale l'architetto senese si è avvicinato assai più che in a ltri suoi progetti o lavori alla forma bastionata. Si tratta d i un castello d i pianta q uadrata con una torre maestra d i forma pentagonale, a cavaliere sul me1.zo d i uno dei lati del quadrato. Uno degli angoli della torre sporge verso la campagna come un puntone. La fronte apposta , nella quale si trova I 'ingresso, ha alle estrem ità i soliti torrioni rotondi, ma nel mezzo della fron te spipcca una gola a cui si innesta un puntone provvisto di liaochi che presenta nel! ' insieme l'imm agine d i un baluardo C0'1 spalle molto r obuste e coi fianchi ritirnrj_ La roue maestra ed il puntone centrale sono collegati per mezzo d i due muri longitl!dinali che racchiudono una strada in parte coperta cd in parte scoperta. Le irregolarità del tracciato d ipendono probabilmente dalla configurazione del terreno . Le mur aglie sono grosse rn. 4,73 ed alte dal fondo del fosso lino ai m erli m . r6,90. Il lato del pe.ntagono, pianta della tòrre maestra, è di m . l5 , ,21; il dian1ctro dei torrioni d 'angolo,, massicci, m . 16,90. Probabil me,~te altrettanto lunghe sono le facce ·del torrione o puntone centrale.

Monte/dtm. Famigl ia d iscendente d ai conti di Carpegna. Ricordiamo: Buonco111e, m . alla battaglia d i Campaldino (1289); Guido, vincitore dei Guelfi, dei Bolognesi e dei F iorentini, m . nel 12.98; Federico (V.); Nolfo, signore d i Urbino (1323), comandante dei Pisani contro i Fiorentini ; Guido Antonio, comandante dei Fiorentini all'assedio d i L ucca, sconfitto dal Piccinino, m . nel 1443; Federico lii, duca d i Urbino, capo del! 'esercito della lega contro Ver1czia, m. nel r 482.

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proteggere il fianco d r. delle t ruppe de! V C . d 'A. (Della Rocca) e d i affermare, colla loro presenza, il possesso del -territorio umbro. Il capitano pontificio Petrilli, :it irandosi su Viterbo, aveva lasciato a M. , quale pos10 a,·anzato, la cp . de! capitano Du N ord (200 u. circa con rinforzi sopraggiunti) . Il colonnello Masi , il 17 settembre, alle ore 2r, con 600 u. marciò sul paese: l 'attacco doveva pronunziarsi di sorpresa\ 1,ella sera, col favore dell'oscurità. Ma la colonna, g iunta a mezz'ora di d istanza dalla città , s'im battè in una pattuglia pontificia che portò l'allarme nel presidio. Il capitano Du Nord ebbe, così, il tempo d i d isporre la d ifesa e d i inviare anche un plotone alla Chiesa del le Grazie per contenere l'avanzata dei Volontari. La avanguardia di questi ricacciò, da lla Chiesa, il plotone pontificio e lo costrinse a r ip iegare fin ne!la rocca e poi ad arrendersi, mentre i l grosso investiva l 'abitato. li capita no Du Nord tentò d i resistere agli attacchi de i Volontari, ma poi, circondato quasi da ogni pane, si ritirò coi superstiti su Corneto, per l'unica via non sor vegliata, quella di Marta e Toscanella. Perdite : Volontari 8 u. tra morti e ferit i; Ponrifici 69 u. tra morti, feriti e prigionieri .

Montefi nale (Tito). Generale, n. a Portovenere nel 1868 . Sottot. d'artiglieria nel 1887, par,tccipò alla grande guerra meritando la croce d i cav . dell'O. M. S. sul Montello. Promosso brigadiere generale nel 19r8, divenne generale d i brigata nel 1923 e d i d ivis. nd 1926, addetto all'ispettorato d'artig lieria. Nel 1927 passò a comandare la divis . m il. d i Torino e nel 1931 fu nominato direttore del sérvizio tecnico d 'artiglieria, venendo nello stesso anno promosso generale c i C. d 'A. e lasciando l 'anno seguente la carica sopra detta. Montefiore Conca. Comune in prov . d i Forll, chiamato Mo111efiore sino al 1863 e Montefiorito fino al 1927 . Nel medio evo, sotto i Malatesta, venne fortificato con solide mura e muruto di una rocca cbe rappresenta un modello classico dell 'arch itettu ra militare del medio evo . li recinto, ora i n rovina, era costituito da muraglie con torri tcrrapienate inte.rposte, superanti in .i!tezza le mu raglie. L a cost ruzione, per opera d i Sigismondo Pando lfo Malatesta, è del 1446. Montefusco, Comune in prm. di Avclli.n.o, costruito dai Longobard i e ampliato dai Normanni. Fu preso nel Xll secolo dagli Angioini. Nel l'agosto 1437 Giovanni Vitcllcschi, card inale e condottiero del papa E ugenio IV, battè a M., ìl principe di T aranto Gian Antonio Orsini, par tigia no d i re Alfonso. Reggimemo Mo11te/11sco. Cosrituito a Salerno nel 1799 da Vito Nunziantc, c.he dapprima lo ch iamò regg. d i Santa Croce. Nel 1801 partecipò alla spcdi.oione su Roma, dopo la quale venne sciolto, i l 23 magg io dello stesso anno.

Monte Grappa. Can noniera fluv iale di 630 tonnellate, entrata in servizio nel 1918, rad iata nel 1924.

M ontefiascone. Comune in prov . d i Viterbo, ant. Mons Phiscon o Faliscorum. Fu municipio romano subì le devastazioni barbariche e per lungo tem po r imase iibero comune. Ebbe cinta murata e castello.

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Presa di Montefiascone (18 settembre 1860). Appart iene alla campagna d i g uerra del le Marche e dell'Umbria. T "Cacciatori del T evere» agli ordini del colonndlo Masi, operando d i conserva colla colonna Brignonc, dovevano agire in dirnzione di Montefiascone-Vite rbo, allo scopo di

CannoQjera .fluviale t: Monte Grappa l

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Monteguti (Aldo). Generale, n. a Sala Bolognese nel 1865. Sottot. del genio nel 1884, di ven ne colnnnello nel 1915. Fu sottodirettore del genio a Piacen7,a ed a Brescia e partecipò alla guerra contro l'Austria quale comandante del genio del XIII, XXVII C. d'A . e della III ar mata. Brigadiere generale nel 1918, comandò il genio del X C . d't\ . e <lai r921, i l genio del C . d' A. di Bo_logna. In P . A. S. nel 1926, passò nella riser va nel 1927 ~ nel 1928 fu promosso generale di

divisione. Montelabbate, 10

Comune

prov . d i Pesaro, sopra un

colle bagnatn dal fiume Foglia. Non si hanno notizie precise sull'origine di questo castello , che esisteva già nell'Xl sec. I Malatesta vi eressero una rocca, nella quale Monteguti Aldo

fecero talo ra resi.òenza I e che,

esse ndo rovinata nel i521, fu ridotta ad abitazione pcl capitano e pei signori d i Pesaro . Fu luogo stra tegicamente jm portantc cd acconcio

ad imprese mi litari. Nel 1444, nella guerra sostenuta contro Eugenio IV e Alfonsn V d 'Aragona, Francesco Sforza, dopo aver respinto il Piccinino, occupò il paese, ove erasi già accampato lo stesso Piccin ino.

Monte lauro (nel Muratori: Monteloro). Località fra Rimini e Pesaro, che ha <lato il nome a una battaglia (1443) appar tenente alle g uerre di Francesco Sforza per difendere i suoi possessi nelle Marche, contro A lfonso V cl' Aragona , il papa Eugenio IV e i Visco,u i d i Milano, collegati contro di lui. Il loro esercito, ag li ordini di N icolò Piccinin a, dopo vari successi si era accampato a 1,1. ~ dove I'8 novembre lo Sforza, che aveva riavuto aiuti dai F iorentini e dai Venez iani , venne ad attaccarlo . Il Piccinino aveva schierato !e sue truppe sulla sr . del fiume Foglia. Gli Sforzeschi , raggiunta la sponda destra, attaccaronn subito la zuffa con pattuglie nemiche, e a pow a poco l 'az ione si fece generale. Nel frattempo lo Sforza aveva inviato una cnlonna, agli ordini del condottiero Scr pcllione, ad aggirare la sr. nemica, e tale cnlonna giunse al momento opportuno alle spal.le delle truppe ciel Piccinino. Queste si sgomentarono e con1inciarono a cc•

dere; vivamente le incalzò òi f ronte lo Sforza. In breve

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i uinceramenti del campo del Piccinino furono superat i, e le sue ge,ui messe in completa rotta. Tutti i bagagli e le prnvvigioni caddero nelle mani dello Sforza, con 2000 cavalli.

Monteleone Calabro, V . Vibo Valentia.• Montelt·o11e Rocca Daria. Comune della Sardegna in prov. d i Sassari. Sorge a 600 m . su l mare, sopra il colle omonimo, tagliaito a picco ai tre fati, con avanzi di antichi propugnacoli, torri, m uraglie cieli 'ant ico castello e cisterne scavate nella roccia . Il fiume T emo bag na da tre lati la base dd monte su cui sorge il paese. lvi. sorse dopo il castello, costruito versn i l rro2 dai Doria. Nul 1433 G ia• como l3esnra l' assediò con un esercito composto <li Sassaresi, Algheresi e J3osani, ri nchiudendovi Nicolò Doria. Dopo tre anni d 'assedio, nel 1436, i seguaci dei Daria, privi di acqua e di viveri, dovettero dichiarare la resa. Si smantellarono allora, ad istigazione dei Sassaresi, le forti ficazioni dei due castelli di ,\ti. e cli J3onvhei , appartenenti ai Doria e gli assedianti se ne divisero il territorio. M.ontelcoue Giovanni. Medaglia d'oro del sec. XVIII, n . di Cagliari. Verso la fine dd 1700, dopo aver .1er vito come in arinaio, entrò al servizio delle torri. costiere, e> quale alcade della torre di Calamoschc, presso Cagliari, si distinse nd r793 quando la CTotta francese con truppe da sbarco tentò di conquistare la Sardegna . I n tale occasione fo decorato della medaglia d ;oro di Vittorin Amedeo III, perchè « seppe d ifendere la torre di Calamoschc cd impedire i tentati sbarchi dei francesi. Segna~amente già si era distinto nel gennaio 1793, quando parti dalla torre su una lancia per inseguire una tartana francese carica di

grano, r iuscendo a raggi ungerla ed a condurla nel porto sotto il fuoco del nemico » . Nel 1799 ebbe il grado di luogoten. di fanteria e nel 1807 clivenpe R. d irettore del lazzare[tO di Cagliari, carica che mantenne per molti anni. Nel 1816 la med. d 'oro venne muta,t a nella croce d i cav. dell 'Ord ine Militare éli Savoia.

Monte Libretti. Comune in prov. d i Roma. Fino dal sec. X è ricordato ora col nome di « Oppidum », ora con quello di « Castrum » . Fra M . L . e la villa Falconieri, il 6 ottobre 1867, avvenne uno scontro t ra Garibald ini e Pontifid , e, il 13, un altro scontro alle porte del paese. Montello. Altura che si eleva isolata a poco più di 360 metri sulla d r. del fiume Piave, nell 'ansa che esso forma tra Vidor e Susegana, fra le due strade che dal Piave conducono a Montebelluna e qui ndi a T reviso (la

Attacco d i fanteria italiana sul Montello ( 19t 8 )

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Feltre-Montebelluna e la Ncrvcsa. . ' -e Montcbelluna). li M . viene così ad essere circondato da una cin tura stradale, che a nord tocca le località di Casa Serena, San·,_ -~~ ta Margherita, Ciano-Crocetta, per scendere a Bia<lenc ed a Monte,i be1luna; a sud , partendo da Nervcsa, passa per Sant'Andrea, Bavaria, Giavera, Selva, Volpago. E traversato, poi, q •~ andamento parallelo N. -S. da -~--3 carrarecce, progress ivamente ni:mecate da E. verso O. e collegate da una carrareccia in cresta, m igliorata dal nostro gen io mil . durante la guerra. li rilievo elci M . è costituito da depositi a1luvionali convogliati dal Piave; ha conformazione elissoiclale; lunghena massima 13 Km. La natura del SITUAZIONI terreno è carsica con vallette, buche, doline, macchie d'alberi almaffinorlel/9 11 e d 'atbusri. Scarsa la vegetazione, ......... alla sera del19 11 specialmente in alto, per la man:mm:=: aIla del?O 11 canza di acqua. Sulla sommità si stende un breve altipiano, dolcemente degradante a terrazzi La battaglia sul Montello (1918) verso nord e verso sud; da I lato nord -est, invece, scende al Piave, verso la pianura della niera, i l punto più delicato ed importante. Dalla caduta Scrnaglia, con un brusco e ripido gradino, alto sul! 'alveo di esso poteva dipenrlere q uella dell'intero campo trincedel fiume da 40. a 70 metri . rato di Treviso. Vi furono, perciò, costruite quattro lince Dopo la ritirata dell 'esercito Italiano dall'lsonzo al Piave, d ifensive : una marginale, lungo la sponda del fiume, afil M . assunse una funzione im portantissima di appoggio fidata ad elementi isolati che i ncrociavano i tiri sul letto d 'ala, e vi si c.ompirono lavori importantissimi di fordel fiume ; una, detta « della corda », sottendeva la cutificazione campale. Di tutto il nostro sistema difensivu spide or ientale del ri lievo, collegandosi alla p receden<e, nella regione sulla dr. del Piave, esso era come la cerda una parte a Nervcsa e da1l'altra a Casa Serena, pas-

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••••alla~ade!!5giogno sera

Fanterie italiane all'attacco sul Montello (giugno 1918)


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Combattenti del Montello alle rovine della e Madonnina)

sao<lo per Collesel della Zotta e Collesel delle Zorlc; una terza linea, partendo dall'Abbazia di Nervesa, saliva sulla cresta e, seguendola in gran parte, si collegava alla margi nale a nord di Pederiva, proseguendo poscia fino a Cornuda; una quarta seguiva i l margine meridionale per Bavaria, Busa, S. Martino, Pederiva di Biadcoc. Nella grande battaglia, del giugno 1918, lo sforzo austriaco fu diretto con particolare accanimento contro il M. nella cui zona era schierata la nostra ga armata (corpi d 'armata VIII e XXVIJ), al comando del gen. Pennella. Dopo breve, violento bombardamento, con l'aiuto d i nebbie artificiali sparse sul fiume, le truppe del XXIV corpo d'armata austro-ungarico, rinforzate grandemente con 1 .aniglicrie (700 pezzi e 126 lanciabombe) lo varcarono, e, travolte le nostre truppe di osservazione, puntarono rapidamente sulle prime linee; poco prima d i mezzogiorno sfondavano quella detta « della corda » e prima di sera raggiungevano quella di cresta, toccando da una parte Casa Serena e Casa Stella, dall 'altra Sorilla, Bavar ia e Giavern. Nel pomeriggio nostri contrattacchi riuscivano a riprendere le local ità di Giavera e di Casa Serena; dappertutto, poi, si teneva testa all'avversario, dando tempo così al sopraggiungere d i rinforzi, mediante i quali si riuscì ad imped ire ali '3.vversar io ogni ulteriore progresso. Tentarono gli Austriaci un forte attacco, nel pomeriggio del giorno 17, nel settore meridionale tra il saliente a nord-ovest di Giavera e la stazione di Sant'Andrea, ma, dopo lotta vivissima, furono arrestati e respin ti. l i giorno 19 ebbe inizio la nost ra azione controffens iva, per la quale il Comando Supremo italiano aveva prescelto appunto il M. come il tratto più sensibile del la fro!ftc, sia per 1·entità dei progressi che il nemico vi aveva effettuati, sia per l' importanza che la posizione aveva anche per i l resto d ella nosrra fronte. L'8" arma·t a fu rinforzar:/, quindi, con due corpi d'armata (XXX e XXII) furono costituite due masse <l 'att~cco,

le quali, scardinando la resistenza nemica a Casa Serena

ed a Nervesa, dovevano ricongiungersi al vertice del saliente d i Falzè. Si combattè sanguinosamente nei giorni 18 e 19; Nervesa fu ripresa dai nostri e riperduta; le perdite furono gravissime da una parte e dal! 'alt ra, ma il nemico dovette avere la netta sensazione che ormai era per lui impossibile mantenersi sulla spoad-a violata del Piave, Nella serata del 20, infatti, il maresc. Borocvic proponeva al Comando Supremo a.-u. di ripassare il Piave, e nella notte sul 23 veniva compiuta la r itirata. Il mattino stesso del 23 il M. era per sempre rioccupato dalle nostre truppe (V. Piave). Da parte degli Austriaci, l'attacco fu detto « attacco autonomo del Montello ». Montello. Cannoniera d i 630 tonnellate, ent rata in servizio nel r 9r8, radiata nel 1924.

Montelupo (Raffaello di). Ingegnere militare del secolo XVI. Sculrore , decoratore, artigliere, fo alla d ifesa di Castel S. Angelo del 1527. Architetto militare, concorse alla costruzione della fortezza da Basso di Firenze attendendo in modo speciale alla parte decorativa. Monte Lupone. Comune in prov. di Macerata, poco lontano dall'Adriatico. Ebbe un castello fin dal Med io Evo. Nel 1358 fu espugnato da Percivalle Ooria, vicario di re M.anfredi, e nel 1290 prestò soccorso al legato pontificio . Clemente V, nel 1308, sottopo5': M . a varie pene pcrchè parteggiava per i Ghibellini. Nel 1354, dovette arrendersi alla masnada di fra· Moriale. Se ne impadronì Francesco Sforza, nel 1335, e l'obbligò a pagare una taglia. Dal 1444 seguì le parti dello Stato Pontificio. Monte Maiella. 137• Legione della M. V. S. N ., cost ituita a Lanciano nel 1923, su t re coorti (Lanciano, San Vito Chictino, Vasto) con sezione mitragliat rici. Dipende dal XXIV Gruppo Legioni (Chie ti).


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Montemar (Don Giuseppe de Ca::illo, duca di). Grande di Spagna e capitano gencrnlc (1663-1747). Cornbatt~ con successo, col grado di brigadiere, nel 1716 in Catnlogna, nel 1718 in Sicilia, nel 17J2 i11 Africa e nel 1734 in Italia. li 25 maggio 1734, presso Bitonto, vinse gli Imperiali condotti dal genera le Pignntd li, e subito dopo costrinse Bari nlla capitolazione. Nello stesso anno assediò e prese Capua. Dal 1734 al 1735 sottomise la Sicilia che nel luglio <lei 1735 ritornò sotto il domi11io incondizionato delln Spagna. Nel ,742 il lvi. c3dde in disgrazia, accusato di negligenza nella condotta dr! suo esercito nel!' Alta Italia r di malversazioni. Al principio del 1745, gli riuscì d1 giustificarsi e di ribattere le accuse mossegli, per cui ricuperò tutti i suoi titoli e dignità. Monte Matese. 133• Legione della M. V. S . N . , costttuita a Campobasso nel 1923. Fa pane del XXIV Gruppo L egioni (Chieti) ed è su tre coorti (San Pier Avellana, Isernia, Sepino) con ;.-zione m itragliatrici. Monte Mauro, 134• Legione della M. V . S. N. , cost ituita a L:1rino nel 1923, ;u quattro coorti (Larino, Campobasso, Guglianesi, Termoli) con sezione mitragliatrici. Fa parte del XXIV Gruppo Legioni (Chieri). Monte Mayor. V. Ulia.

Mo111emayor barone Lorenzo. Generale napoletano, (r7671841). Cadetto nel bgl. Real Ferdinando nel 1779, durante la Repubblica Partenopea era aiutante d1 campo del gcn. Fonseca e fu tra coloro che dopo l'ingresso in Napoli delle baride del cardinal Rufio emigrarono in Francia. Ritomat,;, in Italia fu nominato capitano del genio nelle mi liz ie cisalpine e fece la c~mpagna del 1805 r iportando l!Oa grave ferita a Caldiero. )lei 18o6, in qualità di tcn. colonnello del genio napokt ano, diresse l 'assedio contro Amanlca, occupata da i Borbonici; ivi rimase ferito; quindi col gen. Rcyoier fu :illa presa dei forti di Reggio e di Scilla. Nel 1813 fu colonnello direttore del genio n N apoli e due anni dopo fu promosso r:1aresc. di ca'l'lpo e go,•cmatore militare di Ancona. Dopo la battaglia di Tolentino M. cedette agli Ausrriaci la piazza alle prime intimazioni di resa. Nel 1821, ebbe il comando di una brigata di fanteria negli Abruzzi, che doveva operare sotlo gli o rd in i del gen. Guglielmo Pepe contro gli Au,triaci . Dopo la disfatta di R;eti, fu collocato a riposo.

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partecipò alla Marcia su Roma del 19,2. Costituita il 1° aprile 1923 a Sulmona col nome detto, vi aggiunse la denominazione di " Generale G iuseppe Paolini ». Il comando è a S11 lmona, con sede della 1• coorte; le altre tre hanno sede a Pratola, Castel di Sangro, Pescina. La legione dispone inoltre di centurie Sciatori e Ciclisti, di manipolo mitraglieri, di squadra di pronto soccorso, di banda musicale. Fa parte del X V gruppo (Aquila) e del 4° mggruppamcnro (Napoli). Ha inv iato una centuria in L ibia ( r923).

Montemurlo. Comune i n prov. di Firenze. Antico fortilizio r idoiro a palazzo merlato, con residui di mura ca• stellane. Ebbe per primi signori i conti Guidi ai quali fu tolto dai P istoiesi. Nel 1209 lo conquistarono i Fiorentini. Nel 1325 il castello fu assediato, dopo la battaglia di Altopascio, da Castruccio degli lntelminelli.

Presa di Mo11tem11rlo (1537). Appaniene alle lolle tra i Medici e i Fuoruscir.i fiorentini; questi ultimi avevano radunato alla Mirandola un esercito di 4000 [ami e 300 ca• valli al comando di Piero Strozzi, Bernardo Sah•iati e Capino da Malll.Ova, e sul finire del luglio 1537, mos~ero verso la T oscana, .ammassandosi a Bologna . Il duca Cosimo I riunì le forze di cui disponeva, ponendole sotto gli ordini di Alessandro Vitelli. I Fuorusciti varcarono l'Appennino, e Filippo Strozzi, finanziatore dell' impresa , con Baccio Valori, commissario generale dell"escrcito, si spinsero innanzi con pochi cavalli fino a M., m enlrc Piero Strozzi con poche centinaia d i uom ini si era fermato presso il paese, e il grosso dell'esercito era lontano quattro miglia. Nella notte del 31 lugl io, le -truppe del, Vitelli assalirono il reparto di Piero Strozzi <lispcrtlcndolo, e poscia piombarono sul paese, do\"e catturarono gli altri, che, condo ui a Firenze, vennero giustiziati. Montenegro. Quando, a punire Genzio, ultimo re dcll'Jllirio, per l 'alleanza da esso stretta con Perseo re di Macedonia, i Romani gli invasero il regno (168 d. C.),

Montemellino (Francesco). Capitano e ingegnere milit,,re del sec. XVI. Papa Paolo lii nel 1534 lo chiamò a far parte del consiglio per le fortificazioni di Roma. Montemoggio (Colle d1). Passo dell'Appennino L igure che mette in comunicazione la valle del torrente Penna (Enlella) e l'alta valle del Taro. La strada roiabile si stacca da quella di Val Sturla a Borzonasca, risale la costa di Mo nte Zatta, e, oltre l'abitato di M., con larghi risvolti raggiunge il valico chiamato anche l'asso dd Bocco - a 953 m., donde lungo le pendici settentrionali di Monte Pollano scende per Bedonia a Borgotaro. Ant ica mulattiera per lungo tratto tlal versanlc settentrionale, è comunicazione di raccordo fra Chiavari e Val Taro, assai meno bat ruta di quella delle Cento Croci, che riassume le provenienze di Sestri Levante e dell 'Alta Vara , cd è 1·aneria principale della valle del Taro . Il passo di M. può avere funzione sussidiaria in operazioni dirette dall "Emilia verso la Rivicm di Levante, o viceversa. Monte Morrone. 131• Legione della Mi lizia Volontaria S icurezza Nazionale, deriv,1ta dal la " Coorte Pcligna ", che

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Sold•to Ufficiale Montenegro (secolo XJX)

il M . che a questo appar1encva da antichi tempi cd era, a q uanto credesi, abitato dai L abcati, si d iede agli invasori e si ebbe in compenso assicurata J"indipendenza e la costiruzione in provincia federativa. Più tardi, passato in assoluto dominio di Roma, fece dapprima parte dcll'in,pero d'occidente e poscia, sotto Gi~stiniano, d_i quello d 'oriente. Trascorso e devastato da Goti e da Avari, venne, per concessione dell'i mperatore Eraclio, occupato nel VII


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secolo da genti slave; e qu:rndo queste, due scco'ri dopo, costituirono il regno serbo, i l M. vi fu incluoo e, pur conservando una certa autonon1ia, ne seguì le sorti ndlc lunghe lotte ch 'ebbe a sostenere contro Ungheri, Veneziani e Turch i. In esso, da una tribù slava veniva creato , col nome di Zeta (dal fiume omonimo), un picçolo Stato che, acquistata l'egemon ia sul le tribù conterm ini e rico~ noseiuto indipendente, ebbe Scutari per capitale <' princip i propri. Caduto nel r389 alla b~tlaglia di Cossovo il regno serbo, il pr incipato di Zeta non fece atto di sottom issione al sultano e rimase baluardo d 'ind ipendenza della razza slava, opponendo accanita resistenza, sia ai reiterati a~• salti turcheschi che i Balsic seppero valorosamente rintuzzare, sia ai Ser bi, che, spentasi ne l r421 quella principesca famiglia, tentarono occuparne il dom in io. Nel r428, quei fieri montanari eleggevano a loro principe e condot1jero Stefano Zernojcvic, che divenne capo d'una n uova dinastia e in numerosissime battaglie debellò Jc forze maomettane. A lu i succedette il figlio !van il Nero, che, come il padre, amico ed alleato di Scanderbcg, sostenne contro i ,T urchi dal 1440 in poi continue guerre, e nel 1474, 111siemc coi Veneziani, sventò i l tentat ivo compiuto da Maometto II per conquistare Scutari, onde da quelli fu nominato patrizio della Serenissima. Suo figlio Giorgio, succedutogli nel 1490, ebbe il regno i nsid iato dal fratello Staniza fattosi maomettano per aver l'aiuto dei Turchi; e, riuscito vittorioso di quello, continuò a stare in armi contro questi conservando integro il suo Stato e promove ndone l'incivilimento; ma nel 1499, cedendo alle preghiere della n1oglie, Ja veneziana Erizzo, egli si ritirò a Vene2.ia el non avendo prole, investì del potere un suo congiunto, Ivan. Que5ti lo cedette al p ropr io fig lio Giorgio V il quale a sua volta lo depose nel 1516 nelle mani del metropolita (vladika) Vavil che congiuns~ in sè la doppia .autorità civile e religiosa inaugurando così un governo teocratico che durò quasi ininterrottamente per pltre 3 secoli. Dai Zernojevic il principato prese n ome di Cernagora o Monte-

M ilizie montenegrine (19 14)

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negro. La capitale, che dopo Cossovo era stata trasportata a Jabliak e poi a Rieka cd Oboe:! , dal 1528 fu trasferita a 0,ccignc che, fonJata da Ivan i l Nero, era più facile .a difendersi. Gravi turbamenti e pericoli per intest ine discord ie m inacciarono il piccolo Stato, e i Turchi ne approfittarono per tentare J 'impadronirsene o col trad i,nento o con le ar mi; ma ogni loro conato venne reso vano da lla salda virtù dei Montenegrini, che si difesero strenuamente nel 1522 e aiutarono nel 1524 ì Bosniaci, costringendo 20.000 Turchi a togliere l'assedio a Jaice; nè q uando, nel 1530, furono sottoposti aV sangiaccato di Scutari, si acconciarono al vassallaggio, nè mai, a scuoterlo, deposero le armi, ostinati nel loro fervore di libertà; e nel 1560 bat-

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tcrono il governatore d i Rumelia; ,~cl 1604, sulla Morava, Alì pasc ii,; nel 1612 presso Cattaro e l 'anno d opo, presso Podgoriza, Mehcmet pascià; nel 1623 Soliroan pascià; i quali tutti, p ur guidando_ poderose forze, soffersero innumeri disfatte dagli intrepidi figli della Cernagora. Nel 1687 un altro Solimano, come i p recedenti, pascià di Scutari, ritentò invano l'impresa. Solo ,tre anni dopo, quando i Montenegrini, abbandonati dai Veneziani a cui avevano dato aiuto nella guerra contro i Tu rchi vincendo questi presso Mokrina, rimasero soli a fronteggiarl i, Solimano pnrè aver ragione di essi al monte Vertiel ke e, aiutato da lle

U fficiali dello S. M. Mon tenegrino (guerra mondiale)

loro discordie, si impossessò di Cettigne e pose a sacco il paese. Tuttavia, ancor vinci, essi rimasero indomi. Nel 1696, veniva elevato alla dignità di Vladika un giovine monaco del convento di Cettigne, Danilo Petrovic, i l quale, per vendicarsi di un 'ins id ia tesagli <lal pascià di Scucari, faceva trucidare nel Natale 1702 rutti i Musulmani che si trovavano nel M ., oode il g ran vizir Kuprili con 120.000 u. invase il paese (1706) ma fu ancora costretto a ritirarsi. Nel 1707 i Turchi, a punire l'aiuto dato dal M. allo czar Pietro il Grande, dì Ru~sia, vi irruppero nuovamen.te e m,sero l'io.felice paese allo stremo; ma Danilo, con un d isperato sforzo raccolti quanti armati potè, riportava il 29 luglio 1712 sugli invasori una strepitosa vittoria, e negli anni successivi e finchè v isse stette sempre in anni o da solo, o insicn1e coi Venezjani, contro l'eterno nemico cui mai venne fotto di piegarlo. , ' unvc lotte sostenne il paese contro i Turchi nel 1739, 1750 e 1756; ne l 1766 fu eletto a capo dello Staro un avventuriero croato, Stefano Piccolo, che, spacciandosi per lo czar Pietro III di Russia staro strozzato, aveva trovato larghe adesioni. Anche Stefano r espinse vittoriosamente (1768) u n ttntativo d'invasione fatto con 120.000 u. da l pascià d i Bosnia e Rumelia, ma in una som mossa perdette la vita (1774), e il potere civile e religioso passava a Pietro I (1782), il quale pacificava le discordi lrib,,, riorganizzava lo Stato, rintuzzava ne l 1785 uo _nuovo assalto turco e nella guerra mossa dalI "Austria e della Russia contro la Porta (1787) teneva per quelle e sosteneva l'urto di 5 0 .000 ottomani, ma alla pace di Sistova (1791) vcnivà dai suoi alleati d imenticato e abbandonato alle vendette nemiche. Nel 1796 Pietro I fron teggiava ancora un 'irruzione turca sconfiggendo con 6 000 dei suoi presso Kruse forze cinque volte maggiori guidate da Cara Mehemct pascià di Scurari; e nel 1805, divenuti i Francesi pc! t rattato di Prcsburgo padroni della Da lmazia, egli, per impedir loro d "insignorirsi di Cattaro, si un) ai


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298 (24-25 agosto), occuparono Cettignc. L'intervento delle Potenze condusse alla pace e al regolamento dei confini turcomon cenegrini. Ma nel 1876 una nuova insurrezione, scoppiata l'anno pr ima nell'Erzegovina e propagatasi nella Bosnia, faceva ancora sorgo.e in armi Serbia e M.; e la T urchia, precedendoli nelle offese, si affacciava dal!'Er-

Russi e più tardi agli Inglesi, e, guerreggiando continuamente, ebbe da u l\imo in suo potere quella formidabile fortezza (1812) che però dovette nel 1814 consegnare al!'Austria. Nel r85r Dani lo prese i\ titolo di Gospodar. (Sire) riconosciutogli dalla Russia e dall'Austria e .regnò col nome di Danilo I. Come i suoi predecessori, egli sosteiu1e diu-

Limi/i d/ c/h:oscri~_1'one g'; div1'$1one

L/m,t· d, cirroJcriz/oae d,· 6riy3/;,;

Sedi di comano'o a1,· div/s,òne.

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Circoscrizioni militari del Montenegro: lè freccie indicano le direzioni di adunar.a dell'esercito montenegrino ( 1912)

turne lotte coi Turchi e dur3me la guer ra di C rimea inviò contro essi il &are! suo M irko che strappò loro più vittorie p resso Grahovo (11 -13 maggio 1857). G li succedette il nipote Nicola I nel 1860. Due anni dopo, _parteggiando i l M . per gli. insorti Erzegovcsi, i Turch i ir ruppero in esso <la tre parti, e, vittoriosi a Ostrog (ro luglio) e a Rjieka

zegovina e dall 'Alba11ia con rilevanti forze. In vari combattimenti, e specialmente a Vuci Do! (28 luglio) e a Saslap (9 ottobre), il corpo turco di Muctar pascià, operante da Nord,

veniva sconfitto

dai Montenegrini cht:,

in tanto,

verso sud cingevano la piccola fortezza di Medun, respingevano parecchi tentativi di soccorso dei Turchi, batte-


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vano Mah mud pascià (r4 agosto) e Dervish pascià (6 e n settembre e 10 e 14 oucobre) e ponevano assedio a Podgoriza. Ma la Serbia, meno fortunata, veniva sopraffatta dai Turchi, ecl era salva solo per la mediazione delle Potenze e pel minaccioso atteggiamento della Russia, che indussero la ·P orta a segnare un armistizio pel quale anche le operazioni dei Montenegrini dovettero essere sospese. Avendo però Stefano rifiutate le p roposte che nella conferenza iniziatasi nel dicembre a Costantinopoli erano state presentate dal governo dello czar per migliorare le sorti dei due principati e ingrandire il M . , questo e la Russia scesero di nuovo in campo contro la Turchia e la guerra nel giugno 1877 si riaccese (V. Guerra Russo-Turca). li principe Nicola, r accolti 24.000 u. e 10.000 insorti, si apprestò a fron teggiare i Turchi che, forti di 50.000 u . e di buon nerbo ,d'irregolari asiarici, miravano a penetrare nel M. muovendo eia tre parti per riunirsi in Val d i Zeta_. Ovunque gli eroici figli della Ccrnagora opposero strenua resistenza e fecero vittoriosamente fallire il disegno nemico, agevolati in ciò dalla necessità in cui la Turchia si trovò di distrar re gran parte delle forze operanti contro il M. per rafforz:ue que lle impegnate contro i Russi; onde venne fatto al principe Nicola di conquistare Niksik (settembre), Spizza (ottobre), e , nel gennaio 1878, Antivari, D ulcigno, rutto il paese a nord della Boiana e le isòle del lago di Scurari; e già egli si accingeva all'attacco di questa citt_à, quando sopravvenne l'armistizio tra Russia e Turchia, a cui seguì il congresso di .Berlino (1878) che sancì il riconoscimento dell'ind ipendenza del M . e I'ingrandimento di questo con Nik sik, Podgoriza, Antivari e il relativo litorale, cui, nel 1880, (u aggiunto Dukigno. Da allora, per ol tre 30 anni nel M . posarono le armi e dura1,te tale periodo il principe Nicola intese a rendere prospero il paese e gl i Jargì ttna costituzione liberale che, pur dando luogo a lotte interne di partiti e a qualche turbolenza, ne migl iorò le cond izioni politiche; oncle nel 1910 l'Assemblea, interprete della gratitudine e dei voti del popolo g li conferiva la dignità regale . Nel 1912, durante la guerra italo-turca, il M ., stanco delle tergiversazioni della Porta nell 'intrndurre in Macedonia le promesse riforme, si unì, auspice la Russia, con la Serbia, la Bulgaria e la Grecia, e le sue tr uppe nel! 'ottobre si avanzarono per le prime oel Sangiaccato di Novi Bazar, su Gusinje e su Scutari, e il 22 aprile successivo nuovamente s'impadronirono di quest'ultima città , che però dovottero nuovamente restituire per la volontà dell'Austria e delle alrre Potenze che miravano a costituire un'Albania indipendente (V. Pi-ima guerra balcanica). Il trattato di Londra (30 maggio 1913) che pose fine a questo conflitto, lasciò indeciso il problema della spartizione dei territori strappati alla vinta Turchia dai vincitori; onde i l disaccordo fra questi diede origine a nuova guerra (1913) nella quale contro la Bulgaria che accampava le maggiori p retese, si mossero oltre i suoi precedenti alleati, anche la . Romania e la Turchia (V. 2• guerra balcanica). Scoppiata la conflagrazione mondiale, il M . stette per le potenze dell 'lntesa; ma :.Ila fine del 1918, risoltasi la guerra nello scacchiere balcanico, la Serbia , approfittando del fatto che il ,'vl. era stato occupato dalle sue truppe e fondandosi sulla deliberazione che una sedicente assemblea nazionale montenegrina (25 e 26 novembre r918) aveva votato a Podgoriza per la decadenza del re Nicola e della sua dinastia e per la unione alla Jugoslavia del M ., conservò il possesso di questo, nonostante k "J,roteste del lo spogliato sovrano e del suo governo; in ciò favor ito da lla Francia, <1all ' lnghilterra e da Wilson, ai quali piacque caldeggiare

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la formazione d'una gran de Jugoslavia. Con una nota del governo di Belgrado (6 gennaio· 1919) all ' fntesa veniva annunciato che il principe Alessandro reggente di Serbia aveva accettato l' unione dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni già facenti parte dell'ex impero absburgico e l'annessione del M . al nuovo regno Jugoslavo. Le potenze tutte (l'Italia col t rattato di Rapallo del IO novembre 1920) assentivano al fatto compiuto e col loro r iconoscimento veniva segnata la sparizione d al novero degli Stati dell'eroica Cernagora.

, Il Montenegro nella guen·a .',,Iondiale. Fino al 1914 il M. non si trovava i1n pegna.to da nessun trattato : come pre#

mio della neutralità gli era stato promesso dagli Imperi Centrali, e più p articolarmente dall'Austria-Ungheria, vantaggi eco nomici , finanziari e territori2Ji , tra i quali, in primo luogo , era compresa Scutari. Ciò nonostante , alla comunicazione dell'« ultimatum» dell'Austria alla Serbia, i l M . annunciava di voler <lividere la sorte della Serbia. L'8 agosto il M. dichiarava ufficialmente guerra all'Au-. stria-Ungheria e dopo qualche giorno ancbe alla Germania. Il piccolo Regno mobilitò tutti gli uom ini dai 18 ai 63 anni ed ebbe così un esercito di 47 .ooo soldati, <li cui 43.000 comba ttenti, sopra una popolazione di soli 435.000 :,bitanti. Era prevista la costituzione di quattro d ivis. su 2-3 brigate cli 4-5 battaglioni, con poca artiglieria (2-3 batterie per divis.): in complesso t ruppe e quadri poco addestrati per la grossa guerra, e più adatti per la ,guerriglia. Capo cl i S. M. fo nominato il colonnello serbo Pecic. Alle operazioni svoltesi in Serbia, Bosnia cd Erzegovina fino all'i.nvasione nemica dell'ottobre 1915, i Montenegrini concorsero costiruen<lo la sr. del fronte. L'8 agosto 1914 occuparono Spitra di fronte ad Antivari, il 9 bombardarono Cattaro per r itorsione del bomb3 rclamento di Antivari per parte della flotta aust riaéa ; parteciparono alla battaglia del J.adar e più particolarmente alla controffensiva serba •su Sarajevo, controffensiva che dovette però venir sospesa per fronteggiare la seconda offensiva austriaca. I combattimenti del r2, r3 e I,f settembre, favorevoli agli Austriaci, nella zona d i Va lievo, avendo costretto i Serbi a ripiegare ad est della Kolubara, determinarono la separazione dai Montenegrini, che rimasero a protezione dei confin i settentrionali del loro paese : <luran te la battaglia ddla Kolubara, scarsa fu l'attività bell igera loro; ad ogni modo, in seguito alla vittor ia, i Serbi riprendevano le loro posizioni lungo la Drina nuovamente congiungendosi coi Montenegr ini. Per nove mesi circa in Serbia e Montenegro vi fu sosta nelle operazio1li belligere, ma in quest 'ultimo grav issime le d ifficoltà economiche, perchè, mentre nè per mare nè per terra potendo ricevere rifornimenti, tranne attraverso la Serbia, questa , la quale si dibatteva pure in gt·andi difficoltà economiche, li arrestava e se ne giovava; e ciò contribuì a rendere sempre meno cordiali le relazioni fra i due paesi. Ne approfittò l'Austria per esercitare fra elementi d irigenti del Montenegro azione disgregatrice. T uttavia quando, al principio dell'ottobre 1916, la Serbia venne attaccata da nord dal gen. Mackcnsen e da est dai Bulgari, ; Montenegrini, bcnchè da ogni parte bloccati ed attaccati da importanti forze austriache proveniemi dall'alta Orina, con prolun gata e vivace resistenza ritardarono il procedere degli Austriaci verso l'Albania, concorrendo cosl al salvataggio dcli 'esercito serbo. Il piccolo esercito montenegr ino aveva avuto 11.000 morti e 8500 feriri. L'8 genn aio del 19r5 gli Austriaci attaccarono ìl Lovcen, armato con 21 cannoni di cui solamente 4 di tipo tecente; gli Austriaci vi fecero con-


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correre il fuoco di circa 400 pezzi. Vane erano rimaste le implorazioni che re Nicola aveva rivolto agli Alleati per avere viveri cd armi per so~tcnerne la difesa. Con la presa del Lovcen e la occupazior1e di Cettigne, ogni seria resi§tenza era ormai ritenuta

j111possibile.

Trattative

di

pace furono consigliate ~allo stesso comandante serbo Pecic, ma, avendo l' Austria imposto condizioni inaccettabili, tutti

si ritirarono a Scut.1ri e di l:ì la famiglia reale partì in esilio. Gli Austriaci rennero il M . fino al l 'otrobrc del 19r8, facen done base per le operazioni contro gli Italiani stabiliti nell'A lbania . ln seguito al crollo del frome bulgaro-tedesco-aust riaco dd seuembre-ottobre, su Scutar i conversero colonne ita liane, serbe e francesi che occuparono l utto il paese, che, come si è detto, scompariva dal novero degli Stati indipendenti in seguito ai trattati di pace.

Esercito del Montenegro. Nel secolo XIX ammontava a 25.000 u ., dei qua1i e1·ano sotto le anni in pennanenza

soltanto piccoli reparti" di artiglieria e genio, e la Guardia dd principe. Alla vigilia del la guerra mondiale, I ·esercito permanente si componeva della Guardia (130 u .), di 4 bgl. scuola, di 4 btr. scuola, r cp. mitraglieri, I cp. telegrafisti , 1 cp. pionieri. Il servizio era obbligatorio, dai r S ai 62 anni, appartenendo all'esercito attivo gli uomini fino al 52-0 anno di età. In guerra, potevasi contare sopra una n1assa di oltre 40.000 uomini , rjpartiti in ~ d ivis. su 3 brigate d i 4-6 bgl. su 4-8 cp. ciascuno. Ogni brigata aveva r pi. cavalleria, 1 cp. mitragliat rici, I btr. da montagna, 1 sez. pionieri , I sez. telegrafisti. Il comando della :iivis. disponeva di r distaccamento di cavalleria, r sez. pionieri e 1 sez. telegrafisti. La 1• divis. era a Cettigne; la 2• a Podgoriz.a ; l a 3• a N iksik, la 4• a Ke!ascin.

Montenotte (Battaglia di). 11 nome del cmnune è Cairo lvfontenotte (V.). Il fatto d 'armi inizia la serie di quelli svoltisi sulle Alpi L iguri durao re l'offensiva condotta nell'aprile 1796 dal generale Buonapartc per sboccare dalla Riviera d i ponente nella piana di Alessandria. Gli Austro-Sardi presentavano uno schieramento assai esteso, con a li rafforzate e centro debole, dovuto alla p reoccupa zione d i guarda re i passi montani e coprire i territori retrostanti; aggravò tale difetto il -dispositivo d'azione del generale Beaulicu comandante delle for ze austri~cbe, mirante ad attacc;lre con la propria ala oricmalc, sboccando su lla Riviera per tagl iare i F rancesi da Genova, e vietar l'accesso all a pen isola, sia attraverso i passi appenninici, sia lungo la via litoranea. In tali condiz.ioni il Buonaparte

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certo operativo: egli perciò disponeva che il generale Massena per il Colle di Caclibona (comunicaz ione importante che, con grave errore, gli Austriaci avevan t rascuri,to d i garar,,tirc adeguatamente) e le alture prossime ad Altare attaccasse la dr. dell'Argentau e ne mi nacciasse le comunicazioni in concorso con la brigata .Menard, diretta su Montenotte Superiore, e con le forze elci generali Joubert e Dommartin, che provenendo da San Giacomo avrebbero completa.tO il movimento aggirante. Il generale Augereau de Malla re doveva puntare all'alba del 12 su Caim (Bormida orientale) convergendo poi per Monte Freddo verso Montenotte. Questi movimenri, inresi ad aggirare I'Argentau, erano coordinati con l'avanzar-a del ge11crak Laharpc, che dalla Madonna d i Savo11a muoveva nella notte con d ue brigare verso Monte Ncgino per rifornire e: sostenere i difensori di quella posizione validam_ente tenu ta dal generale Rampon - e fronteggia r l'avversario, tenendolo impegnato per dar tempo al compiersi dei movimenti laterali. All ' alba del 12 un, fitta nebbia favoriva la marcia delle colonne francesi, menrre l'Argentau veniva decisamente al l'attacco di ]\fonte Negino, impegnando combattimento vivace con alterne vicende. Frattanto il Massena dai pressi di Altare saliva le pendici di Monte Castel lazzo, appoggiato dalla bri gata Mcnard e sccondato dipoi dalle forze del genera le Jo ubert; spazzando ie resistenze dei posti aust(iaci, essi s i portano sul ro vescio dell'Argentau, men tre L a~arpe attaccava l'avversario

di fronte in formazione di colonna e Augereau concorreva da Carcare verso Monte Freddo. Avvedutosi della manovra che aggirava la sua dr., l 'Argencau tentò una dedsa conversione verso l'ala n1inacciata; ma era onnai troppo tardi, poichè Massena si trovava. già a M., cosicchè la situazione era gravemente con1promessa.

Non rin1ase

alla 'd ivis. Argentau che rip iegare a fatica e con molti con trasti, dirigendosi a Ponte Jnvrèa oel la valle dell'Erro ; e perdendo sul totale di circa 12. 000 combattenti oltre 1500 morti, forse 2000 prigionieri e molti dispersi. L'azione di M. ebbe per effetto cli ricacciare gli Austriaci al di là dell 'arco montano ligure, <li staccarli dalla Riviera e da ogni comunicazione con le forze nava li inglesi, ponendoli in difficoltà per mantenersi collegati col conti ngente s.ardo: essa fu l'episodio ini1,iale della grande marciamanovra che doveva apri re al Buooapartc l'accesso alla va lle padana.

ravvisò l 'opportunità di attuare un'azione centrale, sicuro

Monte Novegno. Cannoniera fluviale di 540 tonnellate, entrata in serv iz.io nel 1918, radiata nel 1924.

che la separazione delle forze avversarie si sarebbe provocata quasi spontaneamente, per la tendenza dei Piemontesi a coprire il proprio territorio e degli Aust riaci a proteggere le loro comunicazioni orientali. Egli raggruppò pertanto le fori.e verso S. Giacomo, da Altare a Monrenottc , lasciando il generale Sérurier a Garessio per attrarre da quel lato l'attenzione del gener ale Colli, comandante del piccolo esercito sardo. L'avanzata della sr. austriaca verso la Riviera veniva a secondare perfettamente il piano del Buonaparte; il 10 aprile, infatti, due colonne austriache muovevano verso sud, nell'intento di sopraffare la dr. dei Francesi : quella agli ordini dc! generale Scbottendorf

Montenuovo (principe Guglielmo) . Generale di cavalleria ausrriaca, n. di Parma (182 r-r895) . Era figlio del conte di Neipperg e di Maria Luisa, moglie di Napoleone I. Entrato nel 1838 nell'esercito austriaco, da colonnello combattè nel 1848 sotto Radetzky i,1 Italia, poi sotto Windischgractz, in Ungheria; nel 1849 fo promosso magg. generale e nel 1854 luogoten. maresciallo. Nel 1859 comandò una divis . in l talia ; dal 1860 coprì la carica d i governatore dei Setr-e Comuni e nel novembre r866 fu inviato con lo stesso ufficio in Boemia. Collocato a riposo nel 1878, due anni dopo, colto da malattia mentale, venne rinchiuso nel manicomio di Dobl ing, presso V ienna, dove morì.

riusciva a scacciare il giorno stesso g li avversari da Voitri; l'altra, comandata dal generale Argentau, era invece arre~

stata l'II dalle forze francesi che occupavano le alture a nord-ovest di Savona, in posizioni trincerate auorno a Monte Negino, dopo combattimenti vivaci che avevano CQndotto alla conquista dclk: lince avanzate. Tale inizio confermava il Buonaparte 11cll'opportunità del proprio con-

Monte Olimpino (Colle di). Piccolo varco ove la strada provenien te da Capolago (Lago di Lugano) per Mendrisio e Chiasso passa il confine italo-elvetico e scende a Como. .È la via più diretta che dal saliente ciel Canton T icino conduce alla piana lombarda, scguìt:i dalla linea ferroviaria, che, evitando la breve salita del colle, traversa le alture


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in galleria. Avrebbe grande i mportanza per i provvedimenti difensivi a tutela del territorio nazionale contro sbocchi dal saliente ticinese, se la neutralità svizzera non stesse ad escluderne la pratica attuabilità.

Monte Oppio (Colle d,) . Passo dell'Appennino Tosco• Erniliano che mette in comunicazione la valle della Lima (Serchio) con quella del Reno. La rotabile dal fondo d i Val Lima risale a San Marcello Pistoiese (fo3 m.) raggiunge il valico a 821 m . e scende in Val Reno a Pontepetri (699 111.) allacciando le strade che fruiscono dei passi dell'Abetone, dell' lmpruneta e delle Piastre, e concorrendo così a facilita re la molteplicità degli sbocchi fra le alte valli del Panaro e Re no da un lato, della Pescia, Nicvole e Ombrone da ll'altro. Rappresenta una strada sussidiaria nelle combinazionì di manovra fra le testate appenniniche che si rannodano ai Monti Pistoiesi e alla regione del Frignano.

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lina (Porrettana) e delle Filigare (Futa), benchè presenti alcuni tratti men favorevoli, ha il vantaggio di fruì.re di valico più basso e d i cvit,are scavalcamenti successivi come quello delle Filigare (Raticosa-Futa-Pratolino). È perciò ottima si,ssidiaria per il trasferimemo di forze che da Bologna rendano alla fronte Pistoia-Firenze o da questa convergano a Bologna. La nuova direttissima Firenze-PratoBologna utilizza gli impluvi del Setta e Bisenzio, seguendo, peraltro, tracciato affatto proprio, che mercè la galleria di Monte Adone sbocca in Val d i Savena e r aggiunge il piano a oriente di Bologna.

Monte Orlando. Piccola altura del Val cl' Aroo fiorenrino, sulla quale anticamente esisteva uu fortilizio, ricordato nelle storie mii. del sec. XII . li castello di M . fu assalito dai Fiorentini nel 1107, in lotta col conte Ugo dei Cadolingi . Q uesti rim.ase soccombente ed il forte, dopo essere stato preso, fu completamente distrutto. Monte Peloso. V. Irsina. Monte Penice (Colle d1). Passo dell'Appen:iino Ligure, sulla d iramazione che da Mon.te Antola si rrotende verso il Po formando la stretca di Stradella. La strada si stacca dalla rotabile Alessandria-Piacenza a Voghera, risale la valle . della Sta/fora, tocca Varzi, raggiunge il valico a r262 m. e di là scende con risvolti a llobbio. Può rappresentare una buona linea per un largo aggiramento della stretta di Stradella nell'ipotesi cli opernioni sulla destra del Po. Monte Penice. 10• Legione della M . V. S. N ., costituita nel 1923 a Varzi, su 4 coorti (Varzi, T rebbiano Nizza, Zavattarello, O ttone) . Fu ridotta poi a t re coorti, e assorbita in parte dalla Montebello, che diverrnc la 10" Legione.

:Militi della Legione l\llonte Penice

Montepìano (Colle d,) . Passo dell'Appennino toscoerniliano che mette in comunicazione la va lle .del Setta (Reno) con quella del Bisenzio (Arno). La rotabile stacca da quella Porrcttana poco a nord di Praduro e Sasso, rimonta la valle del Setta e quella del Brasimonc, raggiw1ge Castiglione dei Pepali e indi il n lico a ,\,/. (696 m.) donde scende in Val Bisenzio e finisce a Prato. Buona rotabile intermedia fra le due principali della Col-

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Jng'resso alla fortezza di IvlonteplLlciano

Montep4fciano. Comune in ptov. di Siena, nella Val di Chiana. Fu cinta di m\Jra con due castelli. La leggenda d ice che venne fondata da Porsenna; certamente [u abitata dagli Etruschi. Anticamente era detta Mom Mercurius, più tar<li Mons Politicus; pare vi r iparnssero i patrizi di Chiusi, dopo la distruzione della loro città . Il 11ome di Mom Politianus, da cui l'attuale M., compare nel 715. Nel 1108, fu assalita e saccheggiata dai Senesi; nel 1202 si diede a Firenze, ma nel 1232 fu di nuovo presa dai Senesi che ne smantellarono le mura . Per tre secoli fu il porno della discordia "fra Senesi e Fiorerutini, passando successiv~mcnte parecchie volte dalla soggezione degli u ni a quella degli altri, finchè il dominio d i Firenze gran ducale si estese anche su Siena e M . ebbe, nel 1559, da Cosimo I i l titolo di « città nobile ». Monte Ratti. Altura sovrastante a Genova, stil dorso della quale il Governo sardo, nel 1819, fece costru ire una torre di difesa, e più tardi, l 'at.tuale (( forte monte Ratti >), per dominare e battere la valle ciel Bisagno e le gole che si protendono verso i forti Quezzi e Richel.ieu. La costruzione del forte di monte Ratti, cominciata nel 1831, fu condotta a ,termine nel r8➔ 1 su d isegno del generale del genio Agostino Chiodo. Monterchi. Comune in prov. d i Perugia . f. situato sopra un colle sulla dr. del Tevere, cinto di mura castellane con bastioni, due porte e la rocca soprastante,


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conservata in parte. Sul principio del scc. XJV, cadde in potere dei Tarlati che vi signoreggiarono per c!trc un secolo, finchè, dopo la battaglia d i An,s:hiari, i F ioren tini espulsero da M. la vedova di Bartolomeo T arlati con le figliuole, che avevano parteggiato pcl duca di Milano. Durante l 'assedio di Firenze, nel 1529, fu assediata da un Vitelli, ma non si arrese se non dopo la caduta di Firenze. Nella guerra del 1683 era il papa e il granduca, M. fu assediata e presa dalle t ruppe papali, ma pochi giorni dopo fu ripresa da quelle del granduca .

Montereau (ant. Condaic Seno1lum , poi Monasleriolum). Città della Francia, nel clip. di Seine-et-Marne. Fu presa nel 1590 da Alessandro Farncsc, nelle operazioni preliminari da lui compiute per investire Parigi. Combattimento di Montereau. Appare.iene aUa serie degli estremi sforzi di Napoleone I per la difesa d ella Francia

protezione delle colonne in marcia verso i ponti. Un ntorno offensivo della riserva Wunemburghese non può svilupparsi e viene ad accrescere il disord ine e l'i ngombro degli stretti passaggi. Mancato il brillamento del ponte sulla Senna, lo sbocco verso la città avviene Solto la pressione immed iata dei Francesi incalzanti e gl i ostacol i rrapposti dalla popolazione, che sbarra il varco ali ·esodo ulteriore; mentre la divis. Duhesme, preceduta da dne brigate di cavalleria, incalza "il grosso in piena ritirata sulla strada di Sens. A sera le forze francesi occupano M. e le località adiacenti sulla sr. della Senna, dopo di avere perduto :2500 u., me ntre le perdite avversarie ammontarono a 800 0 , di cui 5000 prigionieri.

Monterey, Villaggio della Spagna, nella Gallizia, in p rov , di Orensc, presso il confi ne portoghese. Combattimento di Monterey ( r809). Appartiene alla seconda spedizione napoleonica contro il Por togallo. Jl marchese dc La Romana, che aveva riorganizzato l 'insurrezione in Gallizia, era r imasto all 'oscuro dei movimenti dei Francesi e con 25.000 u . aveva occupato le alture d i Orsuna, vicino a M. Il 5 marzo 1809 il maresc_ Ney si diresse verso questo punto con una parte del suo esercito e ordinò l'attacco. Gti Spagnuoli, che dapprincipio si erano difesi bene, si dispersero nel più grande d isordine quando videro le colonne . francesi marciare contro di loro a passo d i carica. In breve le alture di Orsuna rimasero in potere dei vincitori, che s'impadronirono di 7 bandiere, cli ro cannoni e d i un numero considerevole di m unizioni . Le t ruppe de La Romana, inseguite da vicino, riuscirono a salvarsi gettandosi nelle montagne, lasciando tut-

tavia

:2500

prigionieri in mano ai Francesi. L'n numero

così grande d i prigionier i essendo di grave imbarazzo per

Battaglia di Montereau (1814)

contro gli Alleati nella campagna del r814. La Grande Armata, agli ordini del p rincipe di St h wartzenberg, attraversata <li ·viva forza la Senna, avanzava in pili colonne su Nangis, quando l'inter vento persomlc di Kapokone condusse agli scontri fortunati di Morn1ant e di Nangis (17 febbraio) che arrestarono le av·anguara ie nemiche e indussero lo Schwartzenberg a ripiegare d ietro la Senna. I successi d i quella giornata av rebbero offerto modo agcvo1e al maresc. Victor di appoggiare l'azione decisa delle truppe agli ordini del generale Gérard per impad ronirsi ·:li M ., centro importane~ come chiave dei ponti locali sulla Senna e sulla Yonne . L ' imperatore ordilla allora l'attacco di M. per l'alba del r8 febbraio. Gli accessi alla città snnu coper ti da un forte distaccamento di \V m temburghcsi eh~ appoggia il centro all'altura di Surville, dominante l'abitato e ; due ponti : il generale Pajol lo attacca per la sr. col suo c.orpo d i cavaller ia, mentre il Il corpo attacca per la dr. ; vivissimo lo spiegamento e il fuoco di artiglieria d ' ambo i lati, ma i Wurtemburgliesi resistono saldamente e vari attacchi falliscono . Malcontento dell'andamento dell'azione e d elle direttive date dal Victor, (,Japolc:one affida al generale Gérard , che sopravv iene con la r:se.rva, il compito di r ialZàrnc le sorti e presiede pers,·1'1a\mcnte allo schieramento di batteri~ per control:,auere !a prevalente artiglieria avversaria . N uovi attacchi appoggiati da battaglioni della Guardia decidono mfìne il nemico alla ritirata, fattasi disastrosa per nuovo intervenxo <lel"a c,,vallcria Pajol, che u-avolge la ' fanteria destinata a

la marcia delle truppe, i l maresciallo restituì loro la libertà facendo loro giurare che non avrebbero più portato le arm i nè conrro la Francia, nè contro il re Giuseppe, ma 15 giorni dopo avevano tutti già raggiunto l'esercito spagnuolo. Monterey . Città del Messico settentrionale, nellÒ Stato di Nueva Leon. Com.battimenti di Monterey ( r846). Appartengono alla guerra tra Stati U niti e Messico del 1846-1848. Dopo

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Battaglia d i Monterey (1846)

l'avanzata degli American i sul fiume di frontiera Rio Grande, M., essendo cir condata da un certo numero di opere di fortificazione, era diventato il caposaldo della d ifesa messicana; a tale scopo i l gen, Ampudia vi aveva


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IJ castello <Li Monteriggioni

raccolto circa 10.000 u . e 42 cannoni . Il gen . americano T aylor m osse all'attacco con 6200 u. il 20 settembre, spingendo una delle sue tre divisioni tanto avanti, che potè assalire l 'ala sr. dei Messicani, circonda ndo la Collina dell' Indipendenza . Il 21 la cittadella venne bombardata con scar so risu ltato. Allora la divi, . Garland andò ad assalire i sobborghi sud-orientali della città, ma d ovette ritirarsi dopo aver sublte perd ite rilevanti. I l geo . Taylor fece avan zare la divis . But ler che t rovò poclussima resistenza; la d ivis . Worth aveva preso, dopo fiero combattimento, la Collina <lella Fcdera~ionc ed il forte Soldado, con che tagliò la ritirata ai Messicani. Sul far ,del giorno del 22 fu espugnat a anche la Collina della Indipendenza e così gli Ameticaoi dominavano Ja massima parte della città. Un tentativo dei Messicani, fatto ·nella notte sul 23, di rioccupare le perdute posizioni, non riuscì. Intanto furono perdute anche le opere del f ronte orientale. I Messicani eressero barricate per difen<lere la città , ma gli Americani le presero, e il 24 il comandante messicano chiese cli trat tare. I Messicani ebbero libcntà di partire. Gli Americani perd ettero in q uesti combattimenti 43 ufficiali e 445 u. di truppa; le perdite messicane non s1 conoscono.

capo polit ico e m ii. del dip. del nord, ma le vicende politiche di q uei giorni gli impedirono di esercitare il suo ufficio e dovette abbandonare il comando e la carica .

Monterotondo, Comune in prnv . di Rom a, dominante le vie Salaria e Nomentana. Venne fortificato con m ura alte cinque metri a nord e a est, mentre gli alt ri due lati erano quasi inaccessibili, scoscesi ripidi sui fossi del Carapone. Vi fu inoltre eret to dagl i Orsini un castello. Nel i:432 venne preso eia- Nicolò Forrebracc io; nel 1465 dagli Orsini che lo incendiarono; nel 1486 dal duca d i Calabria . Combattimento di Monterotondo (25-26 ottobre 1867). Appartiene alla campagna garibaldina ncll 'agro romano.

M onteriggioni. Comune in prov . di Siena, sopra un poggio presso il torrente Staggia, cinto d i m ura, ornate di quattordici torri mozzare, che lo circondano a guisa d i cerchio. li castello d i M., cbc dentro le sue m ura m isura un per imetro d i 560 m. , fu cretto nel 121 3 dai Senesi contro le incursioni dei f iorentini e nel n54 subì un p rimo attacco dalPesercito di Firenze. Nel 1390 i fuorusciti senesi s' impadronirono cli sorpresa di M. m a n e furono subito espulsi dalle milizie senesi e m ilanesi. Nel 1482 altri fuorusciti, aiutati dai FiorentiJ1i in guerra col re di Napoli, se ne impadronirono, ma pochi mesi dopo fu ricuperato dai Senesi. Nell'anno 1554, caduta Siena in potere dei Medici di Firenze, aocl1e il castello di M . fu p reso dall"eserciro ausrro-ispano--mediceo. Monterisi (Giuseppe). Generale, n . a Bisceglie nel 1865. Sottot. cl 'art. nel 1885, a i venne colonnello nel ,916. Comandò il 21° art. da campagna, partecipò a tutta la guerra 1915-r918 e poco dopo andò in P . A . S. Generale d i brigata nel 1926, passò nella riserva nel 1927. Montero (don Lisardo). Contrammiraglio peruviano . D urante la guerra del Pacifico (1879-1 880) ebbe il comando del 1° esercito del sud, che per l 'od io politico portato al suo comanda nte dal d ittatore Pierola, rimase lungamente inoperoso e privo di ogni soccorso. Nella battaglia di T acna (aprile 1880) si battè accanitamente, ma, sopraffatto dal nu mero e abbandonato d al governo, subì una grave sconfitta. Dopo la p resa di Lima , il M . ebbe la carica di

Attacco d i Montcrorondo: (1867). Stampa dell'epoca

Garibaldi, prima di procedere su Roma con gli 8000 volontari d isponibili, decise di occupare lvi . dominante le comunicazioni con T ivoli e Roma. Il presidio era forte di circa 323 uomini con due pezzi (2• e 5• cp. della legione d 'Antibo; 4" cp. carabinieri esteri; r plotone dragon i, i: sez. d'art., 1 drappello gendarmi) . Il capitano Roberto Costes della legione d ' Antibo, comandava la guarnigione; il capitano Federer della 4• compagnia carabinieri esteri, com andava la piazza . li gen . K anz lcr aveva dato ordine al ptesidio di resistere ad oltranza all'attacco dei


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Volontari; Garibaldi aveva stabilito di prendere la città di sorp resa, nella notte sul 25 ottobre, colle colonne Valzania e Caldesi. Ma le due colonne, impigliate tra i canneti nel! 'oscurità della notte, dettero l' all arme anzi tempo e la sorpresa fallì. Egli decise allora d i procedere al l'a ttacco di viva forza, ali 'alba del 25, colle colonne Valzauia e Caldesi su Porta Romana; colla colonna Mosto su Porta Canonica e con quella Frigesy su _Porta D ucale.

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creato da G iacomo II d 'Aragona nel 1317, allo scopo d i combattere i Mori. Acquistò un 'importanza considerevole. Si componeva di una sola classe. Venne soppresso dopo la proclamazione della repubblica nella Spagna (1931).

Monte San Giovanni Campano. Comune in prov. di Frosinone. Anticamente chiamavasi « Castel Forte » c<l è situato sopra un colle sulla dr. del Liri . Nella parte più alta sorgono due torri, in mezzo alle quali si vedono ancora l 'antico palazzo baronak e le mura dell'antica fortezza} un r.e n1po n1unita di cannoni dì grosso calibro. Un'alta torre ergesi sulla piazza e · dava adito al palnzo baronale; al tempo delle discordie civili ebbe a presidio sin 700 ar mati. Nel 702 /'.-/ . fu saccheggiato da G irolfo duca di Benevento e nel 1495 il castello fu preso d 'assalto dalle t ruppe francesi di Carlo Vlll, che lo incendiarono e passarono a fil di spada gli abitanti per punirli di aver tagliato il naso e le orecchie a m : ambasciatori venuti a chiedere il passaggio pel regno di Napoli. Montesano (Colle d,). Passo dell' Appe11nino Lucano, che mette in comunicazione l'alto Tanagra con la valle de ll 'Agr i. La strada si stacca dalla Via Popilia presso la stazione ferroviaria di M., r isale al paese, traversa la d ispluviate all'altezza di 920 m . e scende n ell'alto Agri; ma per la ristrettezza della valle non •uova in essa buone condizioni di proseguimento verso lo Jonio; onde la comunicazione ha importanza puramente locale. È invece hene allacciata a nord, attraverso i l Colle di Marsico (967 m.) con la valle del Melandro, donde un ramo, per Rricnza, raggiunge la grande strada Potenza-Napoli a Vietri, , 1enendo per tal m odo a costituire una sussidiaria

del tratto della Via Popi!ia che percorre il Vallo d i Diano.

Monumento commemorativo dello scontro di i'vlontcrotondo

La colonna Salomone doveva sor vegliare le provenienze da Roma per la via Sala(ia. I Volontari s'impegnarono con slancio ed accanimento; dopo tre attacchi successivi riuscirono, verso sera, a circondare, quasi da ogni lato, la città, ma non a vincere la tenace resistenza dei Pontifici, barricati dietro le mura ed asserragliati nelle case. Verso le ore 20, si iniziò un quarto attacco. Un ectrretto mimo di zolfo e di legna _fu incendiato contro i battenti di Porta Romana, che cadde in fiamme. Per la breccia aperta, i Volontari irruppero nella cin,ì e, dopo accanita lotta, alle ore 2 del 2 6 ricacciarono i Pontifici nel castello, sotto le cui mura ben presto si riaccese la lotta. Alle ore 9,30 del 26, il presidio, vista orn1ai inutile ogni ulteriore resistenza, si ar rese a discrezione. Perdite : Volontari : 200 u . ; Pont ifici : 40 u ., t ra morti e feriti.

M onterubbia no. Comune in prov. di Ascoli Piceno, sopra un colle, presso la riva sr. dcll'Aso, cinto da mura r ifabbricate socto Francesco Sforza. Nel sec. V fu quasi in teramente disu-utto dai Goti. Nel r334 sostenne un assedio da parte di Mercenario da Monteverde . Ordine di Montesa

Montesa (Ordine di Nostra Signora di). Ordine cavalleresco e militare,

Monte San Pietrangeli. Comune delle Marche in p rov. di Ascoli Piceno. È di or igine molto an.tiect, e si sono trovate traccie dell 'epoca romana. Un conven to fondato nel 1080 diede alla località il nome d i San Pietro, mutato poi nel 1537 i n quello attuale . Il villaggio, formatosi intorno al convento , andò man mano au1nentando

dì case e di mura e venne munito d i un forte castello . Nel 1266 re Manfredi lo cede~te alla città di Fermo. Negli anni r443 e 1444 M. resistette agli attacchi di Fr ancesco Sforza e nel 1464 p atì danni per attacchi dei Fermani, caden do sotto la loro dom inazione , e quindi sotto quella della Chiesa.

Monte San Savino. .Comune in prov . di Arezzo, 11<:lla Val <l i Chiana. Nel r282 era già uno <lei castelli principal i degli Ubertini, ed una fazione di quest a famiglia, di parte guelfa, espulsa <la Arezzo, vi si fort ifici,, cc llegandosi, nel 1387, col comune di F irenze e con altre terre guelfe di Toscana. Dopo la battaglia di Campa ldino (1289) ebbe presidio fiorentino e fino al 1325 r.imase sotto la signoria di Firenze; in quell'anno cadde in potere del vescovo di Arezzo, il quale ne fece atterrare le mura e vi andò egli stesso con le sue genti scacciandone gli abitanti e disfacendo tutca la terra. In seguito passò p iù volte dalla signoria degli Aretini a quella d i Firenze e viceversa, finchè nel 1385 tutto il territorio e la s tt$S3 cictà di Arezzo caddero in pqtere definitivo d i Firenze ,. della quale seguì da allora le sorti. A ssedio di A4.011te San Savi,io (r478). Appartiene alla guerra mossa contro F irenze nel 1478-1480, dopo la congiura dei Pazzi, dal papa collegato col re di Napoli Ferdinando d 'Aragona. Federico d 'Ur bino, generale della

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t li Castello dei _G iganti a Monte:Sant'Angclo

Chiesa, e il duc;i Alfonso d i Calabria, figlio del re e comandante delle truppe napoletane, nell'estate del 1478 vennero col loro eserci_to in Toscana e posero J'asitdio al paese, senza esser per nulla molestati dal duca di Ferrara Ercole d' Este, generale dei Fiorentini. La piccola guarnigione della fortezza tentò resiste re il pi~ a lungo possibile, sperando di venire soccorsa dalle forze comandate dal duca di Ferrara, ma accortasi di più nulla potere sperare, capitolò e 1'8 novembte 1478 l'esercito pon.tifìcio e napoletano occupava la fortezza.

Monte Santa Maria. V. Bourbon. Monte Sant' Angelo. Comune in prov. di Foggia, a 843 m. d'altezza, sopra un colle che forma uno degli sproni meridionali del Gargano. La ciclopica costruzione della " Torre dei Giganti» che si osserva presso l'abitato, fa parte del possente fortilizio fatto costruire <la Orso I, vescovo di Benevento e Siponto, nel sec. IX. Questa costruzione fu dimora dei Catapani ducali nel sec. XI, men.tre gli Svevi l'inclusero fra i « castra exempta » di Capitanata. G li Angioini ne fecero una prigione di Stato, ma gli Aragonesi riportarono il castello all 'antica magnifice nza , ampliandolo e compiendovi opportuni restauri. I Normanni istituirono quivi la « Signoria de ll 'Onore "· Monte Santo. Cannoniera di 540 tonnellate, entrata in servizio nel r918, radiata nel 1924.

I Cannoniera · Monte Santo

Montesarchio (Depressione d,) . Soglia che apre l'accesso dalla Conca di Benevento al Tavoliere Campàno. La strada da Benevento risale la valletta del T. Corvo, incide le pendici sud-orientali del massiccio del Taburno, tocca Montesarchio (295 m.) e ind i ~i biforca : nn ramo, seguendo la valletta dell'Isclero, scenJe-'al Volturno; l'altro per la Gola di Arpaia (258 m.) - serrata fra le propaggini nord-occidentali dei Monti di Avella e le alture di S. Agata dei Goti - si dirige per Cancello alla piana di Napoli, mcnuc una sua diramazione raggiunge Caserta. La comunicazione ha importanza notevole: la gola di Arpaia (antiche « Forche Caudine ») è celebre per la sorpresa subitavi dai Romani durante la guerra sannitica (322 a. C.). Montescudaio. Comune in prov. di Pisa, sulla sr. della Cecina. Il castello appartenne ai conti dell a Ghcrardesca, e data la sua posizione all 'i.ngresso delle valli Cecina e Sterza, non era privo di importan~a mi 1itare. F.u soggetto prima ai Pisani poi a i Fiorentini. Nella guerra mossa a questi u ltimi, nel 1478, da Sisto IV e da Ferd inando d'Aragona, M . fu assalito e preso dalle t ruppe napoletane e papali, ma venne r iconquistato l' an no -seguente dalle m ilizie fiorentine sotto i l comando del conte Orsini d i Pitigliano, che diedero i l guasto al castdb. Monte Scutari (Colle d,). Passo che mette in c0municazione la costa tirrenica calabrese con la ,.regione cosentina. La strada da Amantea risale le pendici appen niniche sin presso il Piano d i Potarne (toIO m .). l vi si biforca e raggiunge con p iù ram i la valle dell 'alto Crati (Vallo di Cosenza) nei pressi di P ian del Lago. È comunicazione discreta e acquista i mpor,tanza, soprattutto perchè conduce al capoluogo della regione: le difficili condizioni di approdo e la scarsa salubrità della costa e del Vallo Cosenrino stanno acl escludere che possa assumere fun.z ionc notevole in operazioni militari localizzate nella_ ·regione. Monte Sire.nte. - 130a Légione della M. V. S. N ., costituita ad Aqnila nel 1923. Fa parte del XV Gruppo Legioni (Aquila) cd è su tre . coorti (Aquila, Città Ducale, Barisciano) con sezione mitragliat rici'. 20 t,:; L


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Montesquiou (d'Artag11an, Pietro d,) . Maresciallo di Francia (1645-1725). Entrò giovanetto nei moschettieri, partecipando agli assedi di Tourna i, d i Li lla e d i Besançon (1 666-1667); passò poi nelle guardie, e divcn11e luogoten. generale. Nel 1707 guadagnò a Malplaquct il bastone di maresciallo; nel 1716 fu nominato comandante della Bretagna, e nel 1720 membro dd Consiglio di reggenza. Montesq11iou (A1111a .Pietro, marchese d,). Generale e uomo politico francese, (1739-1798). Fece la sua carriera m ilitare nei moschettieri·, e fu promosso marcsc. di campo nel 1780. N el 1784 entrò all'Accademia di F rancia. Deputato della nobiltà agli Stati generali del 1789, restò fedele al re. Dopo il IO agosto, cadde in sospetto della Convenzione, ma la conquista della Savoia, dovuta per la massima parte a lui, kce sospendere per il momento l 'inchiesta a suo carico. Alla fine del 1792, citato a comparir<: davanti al tribunale rivoluzionario, si rifugiò nella Svizzera e non rientrò in Francia che nel 1795. Montesquiou duca Raimondo . Generale e scrittore m iI. francese (1784-1867) . Fece le principali campagne dell 'Impero, indi si legò ai Borboni e divenne generale della guar: dia reale e nel r832 pari di Francia. Nel l 838 Luigi Filippo lo nominò ambasciatore a Madrid. Nel 1850 pubblicò un « Giornale della campagna di Russia del 1812 » .

Montevarchi. Comune rn prùv. di Arezzo. t,; nel territo rio del Valdarno superiore, alle falde di un co!le su cui sorgeva l 'antico castello d i Mons Varchi, ove poi fu co;truito un convento. t. ignota l 'origine del castello e della terra di M. l due storici fiorentini più antichi, Malespini e Villani, lasciarono scritto che i Fiorentini guelfi, nel 1248, sconfissero orde germaniche che li avevano assaliti in detto castello, inseguendole sino all",\rno, t rucitandone e catturandone una buona parte. Nd 1254 il castello e il distretto d i M. furono venduti alla Rep ubblica cli Firenze dai nipoti del conte Gu-ido Guerra. M. f.gura ndlc guerre di Firenze del 1312 contro l 'imperatore Arrigo VII, e contro Ludovico il Bavaro nel q28; nel 1529, fu guasta è saccheggiata dalle trùppe imperiali, quando Montesquiou Raimondo

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esse, ad istigazione di Clemente VII, assediarono Firenze per ricondurvi i Medici.

Montevecchio (Roberto Gabrielli di). Generale dell 'esercito sardo n . a Fano nel 1802, m. a Balaclava in Crimea il 12 ottobre 1855. Sottot. d i cavalleria nd 1922, divenne colonnello nel 1848 e- fece le prime campag11e dell'Indipendenza ita liaJ1a alla testa del regg. Piemonte Reale. Promosso generale di brigata, partecipò alla spe· d izione d i Crimea, .al comando della 4a brigata di fanteria . Il rG sigosto 1855, alb battaglia della Cernaia, ment re attaccava jl n emico, fu sbalzato di sella per la motte del cavallo che cavalcava : procuratosi un secondo cav~llo tornò nella mischia e vi rimase gravemente ferito, dccedt:ndo due mesi dopo all'ospedale di Balaclava. Prima della guerra era stato incaricato dal governo di varie m issioni per lo studio dei miglior.amenti <la ~pportarsi alla caval leria piemontese; visi.tò a ql uopo l 'Annover, l 'f-lolstcin, la Prussia, b Baviera cd altre parti della Germania , studiando in ogni luogo le istituzioni, gli ordinamenti, .i quartieri, le pratiche e le evoluzioni del soldato a cavallo. Monteveglio. Comune in prov. d i Bologna, sulla sr. della Samoggia. Nel sec. XI era designato col nome di Mo11s Bellirns, che divenne poi Monte della Veglia e infine ebbe il nome attuale. Quivi la contessa Matilde resistt ttc nel 1002 per parecchi mesi ad un assedio di Enrico IV e de li 'antipapa Clemente 111. Nel sec. Xli e nel Xlll la rocca, fortemente presidiata d ai Bolognesi, resistette a vari assalti dei Modenesi, che per la via dei monti tentarono di sorprendere Bologna. Di questa rocca si vedono ancora gli avanzi. Battaglia di ,",fonteueglio (r325). Appartiene alle lotte fra Guelfi e Ghibellini. Dopo la cacciata dei Pepoli da Bologna, essi t rovarono appoggio fra i Ghibellini lombard i, che mossero contro Bologna, col p roposito di costringerla a riprendere i fuorusciti ghibellini. Sebbene sconsigliati dai Guelfi di Firenze, che ancor risentivano della rott~ d i Altopascio, inflitta loro da Castruccio Castracane, i Guelfi di Bologna accettarono la sfida ed il J5 novembre 1315 offrirono battaglia ai Ghibellini della Lega presso M . Le forze dei due eserciti si eguagliavano; la vittoria rimase ai Ghibell ini collegati, che disponendo di m inore contingente di fan ti, sopra,vanzavano i Guelfi nel numero dei cavalli. I Bolognesi, dopo aver combattuto ostinatamente tutta la giornata, dovcuero ritiqrsi in città, lasciando sul campo 500 cavalieri, r500 fanti e nelle mani dei nem ici un grande

L a prima Coorte della legione Monte Velino a Forte I talia di Homs ( 1924)


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numero di png,onien, fra i qu3li Malatescino da Rimini, loro podestà e capitano, e molti ragguardevoli cittadini. Dopo questa viuoria i G,lybellini... çollcgati vollero porre l'assedio a Bologna, ma convintisi che le loro forze non bastavano contro una città cosl potente, dopo pochi giorni

d ritirarono. Monte Velino. 132~ Legione della M. V. S. N., costituita ad Avezzano i l 1° fehbraio 1923. Fa parte del XV gruppo (Aquila) e del ➔o raggruppamento f.'lapoli). t compose., d i tre coorti (Avezzano, C ivitella Rovato, Trasacco ed ha una squadra di pronto soccorso) . Nel settembre 1923 la Legione fu mobilitata cd inviata in Libia per sost ituire, nei presidi costieri , le truppe di colore. Essa rimase in Colonia per otto mesi, dislocando i propri reparti presso i forti della zona di Homs ed eseguendo lavori lungo le costruende strade di Suani ben Adem , Fonduk ben Gascir ed I loms-Kusbatt. Nel dicembre 1923, una centuria composta di volontari scelti partecipò alle operazioni contro gli Orfella <.-<l entrò, con i primi rep3rti, a Beni Ulid, rocca forte dei ribelli. Durante la permanenza in Colonia morirono per cause di servizio 14 cam icie nere. La Legione rimpatriò a lla fine di maggio 1924. 0

M ontevideo. Cillil dell 'America meridionale, capitale della repubblica dell'Uruguay, sulla sr. de) Rio della Plata. F u fondata nel 1725 da una colonia di Buenos Aires, sopra un rialzo rocAntica bandiera maritcioso, fissato fra_ due insenature tima di J\1o ntcvideo (sole oro, strisce azzurre) arrotondate . il porto naturale, mediante grandi lavori di d raga e colossali dighe, è stato reso atto a ricevere anche le navi di grande tonnellaggio. La città sofferse molto nelle guerre dell'indipendenza, contro gli Spagnuoli e cont ro il Brnii!c. ~~r~

~;fl~

I. Assedio di :'1Io11tevideo. Fu posto dai ribelli al dominio della Spagna j\ 1° luglio 1811 . Le forze d$scdianti erano coinposte di Argentini, comandati da Rondeau, e Uruguaiani, comandati da Anig~s. Il primo teneva il comando in capo. La guarnigione spagnuola tentò un 'infelice sortita il 31 d icembre di quell'a nno. Ma essa resistette fino al 1814, sotto il comando dello spagnuolo Vigolet. Nel gennaio 1814, assunse il comando d egli assed ianti l'argentino Alvear, e finalmente la p iazza capitolò il 21 giugno: con ciò i possessi spagnuoli nel Rio ddla Plata erano tutti perc'tn i. 11. Assedio di :\1011/evideo

(18➔3 -1845).

Appartiene alla guerra civile tra Rivera ed Oribe. lnrnoto che l'cscrci10 del gcn. Ori bc cingeva d'assedio M. da. terra, la flotta argentina, com3ndata da U!l ufficiale inglese, 13rown, bloccava la città da mare. La minaccia del sacco che precedeva le truppe di Oribe, indusse i numerosi Europei che erano in M. ad unirsi agli indigeni per respingere l'aggressione, e subito si formò una legione francese sotto gli ,ordini del colonnello Thibaud, per assicurare la città dalla parte <li terra . Allora Giuseppe Garibaldi, che viveva in M. inseg nando la matema_tica, as., u llSC il comando delle tre navi che costituivano la flotta di M ., assali il nemico e forzò il passo del Paranà, malgrado le numerose batterie che lo difendevano. In questo mov imento l:t nave d i Garibald i diede in secco e fu assalita ,falla floua argentina, composta di sci bastimenti. Tutto il piombo e tutto il ferro che si trovava a bordo venne adoperato da Garibaldi per far proiettili per i cannoni e i moschetti, perfino le catene

ctcl!e àncore e le àncore stesse, ridotte in pezzi. Tre giorni durò il combattimento, finchè i n ultim(} .. gli Uruguaiani giudicarono savio consig lio incendiare le navi e pigliar terra con i loro difensori superstiti, ridoni a metà dal Cuoco del Brown . Questi, che amm irava la tenacia del suo avversario, non stimò prudente sbarrare la propria gente per inseguirlo, e ne diede l'incarico all'escrcit.o argentino che tentò fermare lo sLuolo di Garibaldi,•. -ma fu respinto così risolutamente, che questi potè ricond,nre a M ., in cinque giorni, quanta gente rimanevagli, Contro Brown, Garibaldi tcllt"Ò ancora diverse sortite, dove dimostrò audacia e perizia. Intanto crasi formata una Legione italiana cd il comando ne fu offerto a Garibaldi col grado di colonnello. li 28 mar:w 1843, Garibald i ·a capo di 400 legionari, innanzi a M. plaudente, assalì al Cerro 6oo u. di Oribe; dopo due ore .il nemico era in fuga l:tsciando sul terreno 150 tra morti e feriti e 2 00 prigionieri. Il 19 novembre dello stesso anno una seconda battaglia di octo ore fu vin ta dalla Legione, e il 23 aprile 1844 essa fu incaricata di dikndere b ritirata delJ 'escrcito uruguaiano al guado della Boya<la. La battaglia di India Muerte in cui il generale Fruttuoso Rivera fu sconfitto e 2000 prigionieri furono l,arbaramentc trucidati dal vincitore~ pose la eiuà eroica sull'orlo del precipizio. Le rimanevaoo solo la Legione ita liana e quella francese, e quanto si era potuto raggranellare delle disperse bande del Rivera. Garibaldi allora diventa l 'anima della difesa d i M .; il 27 maggio 1845, impegna i l combattimento della Polveriera e vince; po i propone di imbarcare la Legione sulle navi, veleggiare a Buenos Aires, catturare il Ros3s e portarlo a M ., ma il governo rifiuta. Allora torna a bordo e molesta in tutti i modi la flotta nemica provocandola a bactaglia; ma Drown, poco fidandosi della propria gente, si ritrae <lalla battaglia imminente e, forse, venuto a conoscenza che le intemperanze di Rosa;; avevano esaurito la pazienza dei governi di Lond ra e di Parigi, d' improvviso si dimette dal comando della squadra argentina. :\1. bloccata da mare e da terra avrebbe dovuto soccombere, se le squadre di Francia e d 'Inghilterra, stringendo Bue nos Aires col blocco, risalendo il Paranà e combattendo alla punta d 'Obhgado la squadra di Rosas e le batterie di Martin Garcia, il 20 novembre 1845, non avessero d istolto da M. la pressio ne del nemico. La giornata di Obligado fece perdere a Rosas tutte le navi, che vennero spartite tra i conkdcrati europei, e Oribe, rimasto solo di /ro,u e a M. fu costretto a levate l'assedio. Legione di 1\l/011tevideo. L 'organiuarore di questo corpo

fu G. B. Cuneo, un genovese, redattore dd giornale ,, L'Italia no » di Mon tevideo. Esso contava 600 uom ini q uando Garibaldi ne prese i l comando, e si battè ncll 'asscd:o di cui è detto sopra. Con un nucleo di essa, Garibaldi p artì nel 18~8 per l ' Ital ia, costi tuendo poi attorno a q uesto la Legione italiana che ebbe tanta parte nella d ifesa di Roma del 1849. I Legionari di Montevideo furono i primi a indossart: la cmnicia rossa. La loro bandiera era tutta nera con un ,•ulcano intessuto al centro, in laaa rossa, per significare l 'ltalia i11 lum> e la fiamma della redenzione.

Montezemolo (Colle d,). Passo della diramazione delle Alpi Liguri che costituisce le Langhc e si protende a nord fra T a1rnro e Bormida. L a str ada, da Ceva in Val T anaro, per la vallcua dèl torrente Ccvclla risale al valico (773 m.), <lon'de scende con larghi risvolti a Millesimo, sulla Bormida occiclcntalc. Di qui prosegue e, rimontando al Colle di Cosseria (525 m.) discende a Carcare sulla Bormida


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orientale . Presso questo colle è il castello di Cosseria, località celebre per la valorosa resiste1l'l.a quivi fatta dai Piemontesi contro le truppe del Bonaparte nel 1796.

Montfalcon (Giova,1111) . Generale francese (1767-1845) . Nativo della Savoia, · militò nelle guardie del corpo del re di Sardegna dal 1786 al 1793; andato allor a in Francia cd entrato nell'esercito, v1 fece le campagne d'Italia, d 'Egitto, d i S. Domingo, d i Spagna, d'Austria, d i Russia. Alla caduta di Napoleone era rnaresc. d i campo e venne promosso da Luigi XV llI ten generale; ma si ritirò a Ginevra, di cui era divenuto suddi to in forza del trattato del 1815. - Un altro generale Filiberto Francc,co de M . , conte di Saint·Pierre (1689-1774), fu aJ servizio dell 'Austria sotto gli imperatori Leopoldo I, Giuseppe [ e Carlo VI. Mont.fort (Simone IV, conte di Leicester e d,) (II651218). Prese parte alla [V crociata in Terra San ta, e, tor• nato in patria, alla crociata contro gli Albigesi. S i distinse all'assalto di Carcassona; represse crudelmente alcune rivolte e un poco alla volta s'impadronì di tutto il territorio a lbigese. Nel I2II, d ichiarò g uer.ra a Raimondo VI, conte di Tolosa, gli prese diverse piazze forti, m a pose invano l'assedio a Tolosa. Nel 1213, la sua vittoria di Muret sulle armi dei conti di Tolosa, d i Foi~ .e del re Pietro II d'Ara gona, fu decisiva e . gli d iede gli Stati di Raimondo VI, che si ritirò in Inghilterra . Qualche anno dopo Raimondo VII ricuperò gran parte dei domin'ì paterni e rientrò i n Tolosa nel 1217. Simone volle riprendere - la città e 1; cinse d'asscdi0, rria vi trovò la 1norte.

,Wontfort (Almerico · di, conte di Leice_ster). Conestabile d i . Francia, figho del precedente (n92-1241) , Alla morte del padre continuò l'assedio dÌ T olosa. La città però resi: stette cd egli no1,1 r"iuscl a PFenderla,, non solo, m a perdette tutte le piazze conquistate, e concluse una tregua con i con-ti di Tolosa e di Foix (1.224), cedendo a\ re L uigi Vlll i suoi d iritti sulla contea d i Tolosa e sugli a ltri tc,ritori a lbigesi. Nel 1239 partl per la_ Ter ra, santa, dove f u fatto prigioniero. Liberato, durante il viaggio di ritorno io patr ia , morì a O tranto. ·Mon'tfort (Simone V, wnte di Léicester e di) (1208-1265). F ig lio di Si1ùone IV, combattè co1}tro .i Saraceni in Pak.sti~a . :(r_240,rnp). N ~l 1258 capeggiò un movimento popo\afe, razziò k · Marche gallesi e poi assediò Douvres (126_3) . I Comuni e Londra lo sostennero con entusiasmo tanto che, nel 1264, potè battere l'esercito ·,cale a Lcwcs. ,'\lla ,tes;a dd·governo inglese, forn1ulò le regole costitu ziqnali che • in seguito doveva.no prendere sl grande sviluppo, , 'ist,ituì un parlamento in cui per · la prima volta , aç,ca.ntq ai - nobili e ai vescovi, sedettero i mercanti. Sorte <l:~He compli,ca.zioni con l'estero, Simone potè respingere t\Jl ',invasione , di mercenari fiamminghi, pacificare la Françia che . .si era dichiarata contro d i lui, e resistere al papa che voleva .scomunicar lo. Durante le lotte intestine inglesi , suq figl\o fu d a Edp~rdo, fig lio del re Enrico, battuto a Kenilworth. Simooe· marciò contro •il. vincitore con miÌizie Gallesi indisciplinate, ma fu completam_ente disfatto e combattendo trovò la morte. Montfort (de .Laval Andrea de Lohé;c, de). Matescìallo di Francia. (14,r-1486). Seguì Giovaf!na· d'Arco a Orléans e a_ Pata,y, fu nominato ammiraglio nel '437 e poi maresc. di· Françia nel 1439_. · Si ·d istinse · ne.Ila cacciata , dcgl_i_ ~nglesi , dalla_ Non):landja e dalla Guycnnc: Luigi XI, al pr;ncipio del ,suo regno, sospçse M., dalle sue - funzion.i, '

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ma nel 1465 lo ristabill nelle sue -dignità e cariclie. Nel 1472 il M . soccorse Bcauvais contro Carlo il Temerario.

Montfort (baro11e Andr_ca di). •Gentiluomo savoiardo,

a Chambéry, ni.. nel 1557. Fu nominato, nel 1524, governatore di Bard, poi consigliere e ciambellano, infine, nel r53r, governatore del N izzardo. Nel 1543 d ifese N izza assediata per mare dalla flotta franco-turca, condotta dd Barbarossa. lt.

Montfort barone Giacomo. Generale francese (1770-1824). Arruolatosi negli eserciti della Rivoluzione, si distinse nelle varie campagne e raggitm_se i l grado di generale di brigata nel r810, durante la campagna nella Penisola Iberica. Sotto la Restaurazione divenne Ispettore. di Fanterìa e dal 1819 al 1821 comandò la Scuola mii. ~i La Flèche. · Montfort barone Emilio. Generale francese (1813-1884). Sottot. d i fan teria nel 1833, fece la campagna d'Africa, e quella d'Oriente del_ 1855. Nel 1859 partecipò alla campagna d'Italia al comando d i u11 regg. dell'esercito sa rdò e vi guadagnò la croce da cav, dell 'O. M. S. e la medaglia al valore. Nel 1869 fu pro1nosso gcn. di _brigata. Nel 1875 passò nella riserva. Montfort (Luigi Filogene, vùconte dz). Ufficiale e uomo poliùco francese (1840-1911). Fu membro della commissione per l 'cscrcito e nel 1900 fu eletto senatore. Ebbe parte considerevole nella elaborazione definitiva della legge sulla ricluzione a due anni del servizio militare. Montgat (o Mongat). Villaggio della Spagna, in prov. d i Barcellona.

Attacco del forte di Momgat (1807). Appartiene alla guerr a di Spagna. Il 17 giugno 1807, d urante la campagna che i Frances i sostenevano contro gli insor.ti nella penisola iberica, la nave genovese « Nettuno " comandata dal Bavastro, fu incaricata di fiancheggiare, lungo la costa, e proteggere la divisione ita liana . del gene rale Lechi, che da ·Barcellona si recava ad occupare i l forte di M. A sostegno degli Spagnuoli si trovavano due fregate e barche caLl tHlniere i11glesi al comando d i lord Cochrane. Bavastro si disti1ise nel cornba~tcrc e fugare le dette cannoniere e M. fu presto conquistato. Il 31 luglio 1808 · lvJ. [u ripreso dagli Spagnuoli e Cochrane, per appoggiarli, inviò a terra un ·disrnccamento da sbarco. l Napoletan i, che presidiavan o ìl forte, si difesero d isperatamente. Fina lmente oppressi dal fuoco e dal numero, cedettero, ma non· vollero . capitolare éhe con Cochrane. Montgomer y (Gittcomo, signore di Lorges). Capitano francese, m.. nel r56.2. Si distinse nella cam pagna del r521 , riuscendo a vettovagliare Mézières, dove Carlo V bloccava Baia(·do. Nel 1543, prese il comando di una legione d i Piccardia, poi di venne capitano delle guardie scozzesi e fu incaricato d i soccorrere la reggente di Scozia. In quest'occasione (154-5) ricevette il grado .di luogotenente generale. Dopo la morte tli Francesco I , si dimise d alle sue funzioni in favore del figlio; tuttavia nel 1557, prese parte alla battaglia d i San Quintino.

Montgomery (Gabriele, co11te d,). Capitano francese, fi. glio del precedente (1530-1574). Luogotenc11te della guardia scozzese, ebbe la disgrazia ·J i ferire mortalmente in un torneo, Enrico II di Francia (!559). Nel ritiro a cni ·10 condannò questa catastrofe, si diede alla. lettura- di libri d i controversia rel ig iosa, si convcrtl alla Riforma,: e nel 1562 , raggiunse i l principe di -Condé. L'ocèupazione e l_'.orga,;ii"zzazione della difesa d i :Bourges ,. la ,difesa di · Rouen,


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un vano tentativo di impadronirsi del Mont-Saint-Michel (1563), la conquista degli S tati della regina di Navarra; occupati dai Francesi, nel 1569, furono i suoi fatti d'armi p rincipali. Nel 1574, fatto prigioniero a Dorufront, fu condotto a Parigi e tradotto davanti ad una commjssione speciale; malgrado la promessa fattagli di aver salva la vita, venne condannato a morte e g iustiziato.

Montgomery Riccardo . Generale americano, di origine irlandese (1736-1775). Entrato nell 'esercito inglese nel 1756, fu mandato nel Canadà, poi alla Martinica e all'Avana . 'Nel 1772, date le dim issioni dal servizio militare, si diede all'agricoltura e si stabilì nei pressi di New-York. A l principio della guena d 'ln<lipendenza Americana (1775) fu nominato brigadiere generale comandante in second a della spedizione contro il Canadà, della quale ben presto assunse la direzione. S'impadro nl del forte di Chambly e di SaintJean; perì in un assalto all 'assedio di Québec.

Montholon (Carlo Tristano, conte). Generale francese (1783-1853) . F u uno dei più fidi a N apoleone, che accompagnò nell"esilio e in d ue libr i di memorie ne narrò la prigionìa a S. Elena. Entrò in servizio nella marina e prese parte alla spedizione dcli 'ammir. Truguet contro Ca gliari. Nel li97 passò in cavalleria e divenne poi ciambellano di Napoleone I, raggiunge ndo i l grado di gen . d i brigata nel 1814. Seguì pili tarili Napoleone. lll, dal quale fu rei ntegrato nel grado, che la Restauraz ione gli aveva to lto.

Monti (Paolo Emilio). Capitano del sec. X VI. Servì sotto i Savell i, e sotto i papi Pio V e Gregorio XIII. .•;fonti Orazio. Medico e scrittore mih t:,~re fioren tino del scc. XVI. Per suo merito, l'ig iene m ilitare gettò in Italia le sue prime basi. Scrisse un « Trattato della consuetud ine, con il modo di governare gli eserciti cd i naviganti e delle i11fcrmità loro e loro curazioni ,, .

Montholon Carlo Tri~tano

Monti Alessandro

Monti Alessandro. Colonnello, n. a Brescia, m. a T orino (1818-1854). Nell 'esercito austriaco raggiunse il grado di capitano di cavalleria. D imessosi nel 1847, organizzò nel 1848 la guardia nazionale di Brescia e all'arrivo d ell 'esercito sardo fu capo di S. M. del gcn. Allemand i. Promosso ten. còlonnello nella spedizione del Tirolo, si d istiose nelle giornate delle Sarchie, di T ionc e del Caffaro, e dopo la capitolazione di Milano riuscì a condurre in Piemonte 5000 volontari. Carlo Alberto lo nom inò tea . · colonnello del Piemonte Reale cavalleria. Nel maggio 1849 cost itul e comandò la legione italiana in Uoghcria e con essa partecipò alla guerra per l 'lndipcndcnza ungherese, distinguendosi specialme nte a Ternesvar, dove riuscl ad . assicurar e la ritirata del gcn. Dembinsky. Passato con i'

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suoi volontari in Turchia, ritornò poi in Piemon te, ove la legione fu sciolta (1850). Lasciato i l servizio militare , fu direttore dell'ergastolo di Torino e poi del penitenziario di Oneglia.

Monti Baldassare . Generale, n. nel 1863. Sottot. d i fans teria nel 1884, divenne colonnel lo nel 1915 e in detto anno partecipò in Libia a numerose azioni contro i ribelli'. Brigadiere generale od 19 rS, lasciò il serviz io attivo poco dopo. Nel 1929 fu promosso generale di divis. nella riserva.

Monti T ommaso. Generale, m edaglia cl 'oro, 11. a Forlì., caduto su l Monte San Gabr iele (1868-1917). Iniziò la carriera nel 1888 quale sottot. di fanteria nel 21° rcgg. Frequentati i corsi della Scuola di Guerra, passò nel corpo di S. M. ed insegnò storia' m ilitare nell'Accademia mii. di Modena. Entrato nella guerra contro l 'Austria col grado d i ten . col. capo di S. M . di una d ivis. sul Carso, promosso poco dopo colonnello, assunse il comando del 201° rcgg . fanteria col quale fronteggiò valorosamente gli Austriaci in val Posina, durante l '9ffensiva 3\.IStriaca del 1916. Trasferito q uindi al XX C. d ' A . quale capo d i S. M. vi rimase fino a quando, promosso brigadiere generale, assunse prima il comando della brigata Chieti, oelle Giudicarie, e poi quello· della Forlì, nel settore <li Gorizia. Sul monte San Gabriele, guidando con bravura ed energia la sua brigato. a ll 'assalto delle fo~midabili posizion i austriache, cadde da prode, meritando che alla memoria di lui fosse decretata la n:assima ricompensa al valore con questa motivazione: « Comandante di una gloriosa brigata, la conduceva all 'assalto d i formidabili posizioni nemiche , e nel la fase critica dell'aspro combattimento, si slanciava avanti, alla . testa dei suoi battaglioni, traséinandoli con mirabile ar<limento all ' assalto, finchè lasciò gloriosamente la ,vita sul campo » (M. San Gabr iele, 29 agosto 1917).

Monti Tommaso

Monti Guido

Monti Edoardo. Generale, 11 . a Como nel 1876. Sottot. ò ' art. nel 1896, frequentò poi la scuola di guerra e p assò nel corpo di S. M. Partecipò alla guerra libica del 19u-12 ed a tutta la guerra cont ro l'Austria , divcoendo colonnello nel 1917. Fu poi successivamente capo d i S. M. del settore d i Tarvis e della d iv is. di Goriz ia (1921), comand ante del 15" art. da campagna (1923) e poi (1926) capo di S. M. del C. d' A. di Bari. Generale di br igata nel 1928, fu ispettore di mobilitazione della d ivis. di Gorizia e ne1 192~ passò al comando del corpo <li S. M. Monti Guido . Medaglia d'oro, n . a Pordenone, caduto sul Carso (1888-1917). Impiegato nel Ministero della Marina, allo scoppi;ire della .gueu a del 1915 chiese spontaneamente di essere arruolato quale semplice soldato. No•


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minato, quindi, sottot._ d i M _ _'.f, ,. nel 5° regg. art. da fortezz.a, d iede ripet ute prove di va lore, q,,ak ufficiale addento ·agli osservatori della 3,a armata . Durante la undiccsitna

battaglia d ell 'Isonzo, non pago di essersi in mille modi p rodigato, ri·mancn<lo fer ito, si poneva al comando di u11 reparto di fanteria rinusto senza ufficiali, e lo conduceva ali ·assalto, scpmparendo eroi_cameMe 11ella lotta,. cosi da essere considerato dispers_q. Fu decorato, per quest'azione, di medaglia d'oro al valor mil itare, con q uesta motivazio ne: « Rinunciando all'csonerazione ed

alla

riforma ,

assunse

volontaria.

mente servizio. Nominato ufficiale di .irtiglieria, chiese ed ottc1rne di essere addetto agli osser vatori di prima linea, nei quali, spesso am mala to, affrontò con entusiasmo d isagi e pericoli. Pii1 volte, ·sotto l'inf-uriare del bombardamen to nemico che interrompeva le comunicazìoni, riuscì col suo personale intervento a ristabilir le ed a mantenerle in efficenza. Una vol ta, sebbene ferito e contuso in più parti del corpo, e con febbre alta, ricusò di ritirarsi dall'azione, nelJa quale continuò per due giorni. Il terzo g iorno, visto un reparto di fanteria privo d i ufficiali, ne assunse il comando e lo condusse all'assalto di una fortissima posizione, persistendo nella lotta, sebbene nuovamente ferito » (Castagnevizza e Faiti, maggio-agosto 1917).

Assedio di Monticchiello (1 553)

Monticchiello, Villaggio della Valle dell'Orcia, nel Comune di Picn.z a in prov. Jii Siena, con antico castello. A,sedio di Monticchiello (!553). Appartiene all a guerra d i Siena del 1553, e fu intrapreso dagli Imperiali, mentre era d i(eso da Adriano Baglion.i. Essi posrnrono le loro artiglierie contro le mura, suddivise in batterie, delle quali due battevano la cinta in breccia, ed una batteva le mura d 'infi lata. Parecchi assalti furono tentati dagU Imperiali, ·ma sempre ùrntilmeme; infi.oe gli asscdjati, venuti a mancare di viver i e di muniz.ioni, dovettero capitolare, dopo venti giorni di resistenza. Ottenuti buoni patti, il 18 marzo 1553 i soldati uscirono dalla fortezza a 1:i,rndicre spiegate, meno il Baglioni, il commissario della repubbl ica e due capitani che n masero prigionieri.

Monticelli di Lebda. Località della Tripolitania, p resso le rovine di Lebda, nella zona di Homs.

Le mura e una porta di Monticchiello

Montfcano. Fiume del Veneto. Nasce dalle alt ure a nord d i Conegliano e confiuisce nel la Livenza, presso Motta di Livenza. Nel tempo che gli eserciti italiano ed austriaco furono schierati su lle opposte sponde del Piave, lungo il M . passava la seconda ·linea austriaca. E su d i essa, durante •la battaglia di Vittoi:io Veneto; il giorno 28 ottobre, il Comando della 6• armata a. -u. ordinò il· ripiegamento. Ma non fu che una sosta brevissima: nella giornata del 29 le truppe della nostra 10" ar mata s'impossessavano dei ponti su l M ., da Fc:m tanelle a Ramera, nqnostante la tenace difesa delle retroguardie della . « Isonzo Armée » e gli Austriaci erano COJtretci a proseguire ·la ritirata verso la Livenza ed il _T'!gliamc,:,-to.

Combattimento di Monticelli (12 giugno 1912), Appartiene alla guerra italo-turca 19n-1912. Alle 3,45 del I2 giugno una forte massa di i\rabo-Turchi, approfittando dell a fitta oscurità, attaccò violcnten;ientc il gruppo di opere dei M ., slanciandosi con grande impeto specialme nte contro i l fortino B, occupato da un p i. d cll '89° fanteria al comando dd ten . Gozzani. Era appena stato dato l'allarme , quando i nemici in un baleno abbatterono le d ifese accessorie, e, superato il parapetto, si precipitarono nell'interno dell 'opera. Il p iccolo presidio si difese d ispe 1:atamente in una lotta . corpo a corpo, ma fu sopraffatto . G li Arabi diedero fuoco al fortino ed in un momento le fiamme avvolsero e carbonizzarono amici e nemici. Solo una parte del p lotone si potè salvare nella vicina r idotta, occup~ta dalla 6a _cp. dcll '86° fanteria. Frattanto a Homs le t ruppe, chiamate in a'rmi, erano accorse ai loro posti di combattimento e le batterie della piazza e quelle del1'opera el-Hamrnàm cominciarono subito il fuoco contro i vari gruppi arabo-turchi che offrivano qualche bersaglio. Allo spuntare dell'alba i l gen. Reisoli, messo al corrente della situazione, decise di conrrattaccare, e, dato il comando delle truppe d isponibili al colonnello Dc Albertis dell'89° , ord inò di p untare su C. Maltese-M. per attac"carc il nemico sul fianco e , sul tergo. Per via le truppe


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Combattlmento dei Mont icelli di Lebda ( 1912)

furono colte dal fuoco dei nemici, ma proseguirono senza curarsene. Alle 7 circa si trovarono a portata degli assalitori di M. e li attaccaror.o violentemente sul fianco e alle spalle, mettendol i ;n parte in fuga verso sud-ovest ; un gruppo di 300 armati circa tentò di resistere, ma fu travolto da un assalto alla baionetta. Poco prima che si pronunciasse il contrattacco dei nostri, una colonna di 400 Arabi aveva tentato di uscire <la!! 'oasi di Zliccn per concorrere al! 'azione da questa parte, ma fu tosto ricacciata e battuta dall 'artiglieria e dalla fucileria dei forti di el-Hammàm e di Lebda. Arrivato a rincalzo delle prime truppe il 5° bg l. bersaglieri, una cp. si lanciò all'inseguimento dei nemici riparatisi nell'oasi. Questi allora s1 gettarono nell'uad i di Lebda, ma, appena tentarono d i

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Fortino n . 2 ai ìvlonticelli di Lebda

risalirne la sponda dr . per fuggire, furono battuti sul fianco dal fuoco di fucileria di tre plotoni del 3ì" fanteria fatti opportunamente uscire dalle opere d i quella parte; incalzati da questi ploton i, battuti dal fuoco delle mitragl iatrici del 37° e dall'artig lieria del forte d i e l-Ha mmàrn, non trovarono pilt scampo. Alle 9 ,.25 ogn i a.zionc ccs~ sava. Le perdite del nemico furono · gravi: 421 cadaveri fw-ono contati nelle immediate vicinanze delle opere, tra · cui un ufficiale turco e molti capi. Da par-te nostra morirono 3 ufficiali e 34 u. di truppa, rimasero feriti 2 ufficiali e 57 u. di t ruppa. M ont ich iari , Comune in prov. d i Brescia, sul Chiese. Ebbe dal medio evo un ustcllo che Berengario I munì di nuove torri, riuforzando di mura il paese per resistere

,1gli Ungheri, i quali scorazzavano per la valle del Po. D urante i l periodo delle guerre comunali tra Brescia, Cremona, Mdntova e Verona, il castello, di .\f. fu pit1 volte teatro di fa'.~ioni sanguinose; così al iempo delle accanite lotte tra Guélli e Ghibellini, ritnaoeudo assai dan.ncggiato. Passato con tutto il territorio bresciano sotto i l dominio d: ll a Republ::lica di Venezia, divenne sede di presidio, esiendo luogo di confine fra la Repùbblica e il Mantovano. Montiel. Borgo dell a Spagna, nella Nuova Castiglia, m prov. di Ciudad Real, ai piedi cid la Sierra Morena e sulla sr. del Jabalon. In altri tempi fu p iazzaforte 11n• portante.

Combattimento di Montiel (14 marzo 1368). Appartiene alla guerra civile nella Spagna tra Enrico di T rastamare e Pietro il Crudele; q LICSti, col suo esercito rafforzato dai Mor, di Granata e d 'Africa, mosse alla volta di Toledo assediata da Enrico. Allora il Trastamarc, lasciata parte dei suoi sotto le mura di Toledo, andò incontro al fratello, il quale, sebbene disponesse di numerosa fanteria, aveva scco wltanto 3000 cavalli. J due eserciti si trovarono d i fronte presso la rocca di M.., .cd appena l'avanguardia di Pictrn si fece innanzi, tutto !'esercito d i Enrico, col quale si trovava anche Bcrtrando Dngucsclin , si precipitò per assalirla. In breve tempo essa fu completamente sgominata e distrutta, e man mano che le squadre dj Pietro giungevano sul campo di . battaglia, venivano l'una dopo l'altra rotte e messe in fuga. P ietro combattè sempre da valoroso, ma quando vide fuggire rutti i suoi soldati, si rifugiò con dodici cavalieri nella rocca di M. Questa fu subito assediata da Enrico e da Duguesclin, e Pietro ìu catturato mentre tentava di fuggire: condotto davanti al fratello, venne da lui ucciso. Montigl io. Comune in prov. di Alessandria. Apparter.r.e a; ma rchesi di Monferrato ed in quasi tutte le guerre munferrine patì saccheggi ed incendi; ma j mali più terr ibili furono quelli a cui soggiacque durante le lotte fra Guelfi e_ Ghibel_li ni, e spec;a!mente 11cl 1305, quando, essendo occupata la rccc.a dai Ghibellin i d'Asti, jJ principe d 'Acaia a ndò ad espugnarla coi guelfi astigiani. Non riusce ndo a vincere la resistenza dei d ifensori de! castello, il principe, per vencletta, fece appiccare il fuoco alle case del Comune che rimasero quasi completamente d istrutte.


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Montiglio Giuseppe Maria. Generale del sec. XVIII. Alfiere nel regg. p rovinciale di Casale nel lì42, con esso partecipò alla campagna di Successione d'Austria. Colon nello nel 1781, comandò lo stesso regg. Casale, d ivenendo brigadiere di fanteria nel 1783. Magg. generale gover natore di Chivasso nel 1789, ebbe nel 1796 il comando in 2• della città di Mortara e della provincia della Lomellina. Mantiglio di Villanova Federico. Generale, m a Costantinopoli nel 1837. Col grado di c_o lonnello, fu console generale a Smirne. Magg. generale nel 1832, rimase in taie carica fino alla morte.

venne colpito, Nella stessa località, salva11do con suo. grave r ischio un suo soldato pericolante nelle insidiose correnti del Drin, dava prova di elevata sensibilità umana e di civili virtù. Magnifica figura di fanciullo soldato, alto esemp io ai giovani di che cosa possa 1'amore a lla propria terra ». (Italia-Albania, giugno r917-giugno 1920).

Montignoso. Comune in prov. di Massa-Carrara. Ca-. stello medioevale, del secolo VIII, con cinta fortifitata, ora completamente abbandonata e in rovina. Fu detto Caste1lo Aghinolfi, e pare che sia stato costruito da un guer-

Montiglio di Montiglio Giuseppe. Generale, m. a Casale nel 1840. Proveniente dalla fanteria, nel 1816 ebbe il comando della brigata Saluzzo. In tale qualità fu promosso colonnello nel 1817. Capo di S. M. della divis. di Alessandria nel 1821, fu promosso magg. generale a disposizione del ministero nel 1823. Ispettore generale delle truppe d i fanteria e di cavalleria nel 1830 ed intendente generale della guerra nel 1831, tu nello stesso anno tcn, generale, capitano generale del Regno di Sardegna. Nel 1840, pochi mesi prima di morire, fu insignito del collare del!' Annunziata. Mantiglio Vitto,io. Medagl ia d'oro, n. a Valparai so (Chile) nel 1903, m. nel 1929 presso Magliano Sabina per incidente automobilistico. Dopo la guerra partecipò ai movimento di riscossa fascista, rimanendo ferito nelle lotte

La fortezza d.i Montignoso

riero longc,bardo chiamato Agilulfo. Data la sua impor~nza strntegica, cost ituì il caposaldo d i tutta una catena di forti eretti agli estremi con_fo1i versiliesi, dominante la via Aurelia verso Luni . Tutte le guerre combattutesi nei!a regione ebbero una ripercussione sul castello di M., il quale ebbe a sostenere vari assedi, passando da una mano ali 'altra. finchè cadde definitivamCiltc in potere dei Lucchesi che lo ;cnncro fino al 1847. Fra l';ltro riman gono i ruderi del poderoso maschio ottagonale , con le torricelle affiancate. Si scorgono ancora inoltre larghe vest igia di una ampia cinta fortificata, tracce di un ponte levatoio e di camminamenti coperti . Montiglio Vittorio

Montini Leopoldo

contro i sovversivi. La sua partecipazione alla guerra è espressa nella magnifica motivazione con cui gli venne conferita la massima ricompensa al valore militare : « Nato nel lontano Chile, da famiglia italiana, educato ad alt i sentimenti di amor p atrio, l'animo conquiso dagli eroismi e dai sacrifici della nostra guerra, la cui eco g iungeva a lui attraverso le lettere di due fratelli volontari al fronte, quattordicenne appena, lasciò la casa paterna e sprezzando pericoli e disagi venne nella sua Patria. Nascondendo con la prestanza del fisico la giovanissima età, si arruolava nel i 'esercito, e , dopo ottenuta l 'asscgnazione ad un reparto territoriale, per sua insistenza veniva trasferito ad un reparto alpin i d'assalto, ciò che era nei suoi sogni e 'nelle sue giovanili speranze. Sottotenente a quindici anni, comandan te gli arditi del battaglione Feltre, partecipò con alto valore ad azioni di guerra, rimanendo ferito. Di sua iniziativa, abbandcmava l'ospedale per partecipare a' la grande battaglia dell'ottobre 1918, oelJa quale si distinse e fu proposto per ricompensa al valore. Tenente a sedici anni, fu inviato col reparto in A lbania, dove, in importanti a~ioni contro i ribelli; rifulsero le sue doti d'iniziativa, non fiaccate dalle febbri malariche dalle quali

Montigny, Costruttore belga, nel 1849, di una mitragliatrice (Montigny-Sigl) con 37 canne in fascio circolare; con movimento a manovella, montata su affusto a due ruote. U n esemplare fu nel secolo scorso m servizio delle nostre truppe a Massaua e ora trovasi nel 1',{ useo

d'ant iglier ia di Torino. li M. ideò nel 1832 un cannone ad ago, caricantesi per la culatta. Ma non fu adottato.

Mitragliatrice Montigny

Montini (Leopoldo). Medaglia d'oro, n. nel 1894 a Campodipietra (Campobasso) , caduto sul Carso nel luglio r915. L ice11ziato appena dal liceo, frequentò un corso allievi ufficiali, ottenendo la nomina a sottoten. di complemento alla fine del 1913. Assegnato al 14° regg. fanteria, nell'aprile del 1915 sostenne gli esami per il passaggio nel servizio attivo, riuscendo tra i primi. Parti to per la fronte 3iJ 'atto della mobilitazione, cadeva, combattendo da prode, due mesi appena dopo l'inizio delle ostilità. La medaglia d'oro premiò il sacrificio di quc,to giovane uffic.iale , pro-


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totipo di quei nostri mirabili fanti, volor>tari della morte sotto i reticolati avvçrsari : << Per ben sci giorni consecutivi guidò, volontariamente~ gli uomini incaricati di distruggere, con tubi esplosivi, i re ticolati nemici, riuscendo nel! 'intento. Successivamente, persistendo ancora nella rischiosa impresa, cadde colpito a morte ». (Mome Sei Busi, 4-18 luglio 1915).

Mont-joie (in italiano: Mongioia). Grido di guerra adoperato nella Francia e nell'Inghilterra nel medio evo. Questo motto secondo alcuni dovrebbe significare ,, monte della gioia » (mont dc la joie), o, secondo altri , verrebbe dal lac. Mons Jovis, nome dato alb collinetta di San Dionigi, un tempo sacra a Giove, donde il grido di guerra dei Francesi « Mont Saint Denis " · Secondo un 'altra interpretazione sarebbe stato orig inato dal fatto che i pelsassi che formavano legrini chiamavano M. i cumuli per segnare le stazioni di una via 1chc conduceva ad un santuario, e siccome Saint-Denis era luogo d i pellegrinaggio, i re di Francia, che avevano un culto particolare per questo sa11to, avrebbero adottato il motto per loro grido di guerra . I ciuchi di Borgogna avevano preso quello di ,, Mont Saint AndTé »; i duchi di Borbone « Mont Bourlon » o « Mont Notre Dame " e i re d'Inghilterra « Mont Notre Dame Sai n,t-Georges "·

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si dà alla fuga, inseguito dalle truppe del Charolais fino oltre M. In questo mentre il re, che ritornava dall'inseguimento dei vinti, è affrontato da un forte nucleo di

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Mont-joic (Ordine d,). Ebbe carattere religioso e militare e fu creato in Palestina né.I u8o, con lo scopo di proteggere i pellegrini, tutelando la sicurezza delle strade che dovevano percorrere. li nome cieriva dal fatto che i componenti del! 'Ordine dovevano sorvegliare iJ Monte Gioia, presso Gerusalemme, molto frequema10. I cava lieri indossavano un candido mantello con una stella rossa a cinque raggi. Prima di riu@si all'Ordine d i Calatrava (r221), quando la Terra ' Santa passò in potere dei .Musulmani, essi si ritirarono nella Spagn~, ove re Alfonso IX assegnò, ad un gruppo, il castello di !vlontfrac, nella Valenza, e ad un altro quello cli Trujillo, nella Estremadura. I nomi di questi due castelli furono pertanto, dopo quello di M ., portati dai cavalieri dell 'Ord ine,

f\

rc-s ti del castello di Montlbéry

nemici condotti dal bastardo d i Borgogna ed ingaggia con essi un accanito combattimento, durante il 9uale rimane ferito. Tuttavia per tre volte raccoglie le sue truppe per gettarle dove maggiore era il bisogno. Era già sul

Aile

Montlhéry, Comune della Francia, nel dip . di Seine-et-Oise. Possedette una torre cost ruita al principio dei secolo Xl e completata nei sec. X lii e XIV, alta 35 metri. Battaglia di Montl/,éry (16 luglio 1465). Appartiene alla guerra della « Lega del bene pubblico ». Il conte di Charolais si d isponeva a raggiungere l 'esercito del duca di Uretagna, e il re di Francia marciò contro le truppe borgognone che inconrrò nella piwa di Longjoumcau vicino a M. l realisti si disposero in battaglia dietro un la,go fossato coperto da una folta siepe che li separava dal nemico. Comandava l 'avanguardia Pietro di Brézé; il re. aveva il comando del corpo di battaglia e il conte d-cl Mainç quello delta retroguardia. Alle ore r3 i Uorgognoni si muovono, varcano lo spazio che li separa dai Francesi e piombano impetuosamente sull 'avanguardia. Al primo urto Brézé rimane colpito a morte; i suoi soldati resistono e il re corre in loro aiuto: i Borgognoni. sono volti in fuga, ma nello stesso tempo i l conte d i Cbarolais attacca il centro dell'esercito francese, il quale dapprim a oppone una valida resistenza, ma poi cede, è rotto completamente e

Battaglia di Montlhéry (1465

punto d i riportare vitto;ia, quando il conte del Maine e l'ammiraglio di Montaubw, per viltà o per tradimento, prendono la fuga trascinandosi dietro un terzo dell'esercito. Sopraggiuflta la notte il combattimento si spegne, senza un risultato decisivo; il giorno seguente ciascuna delle due parti vo lle attribuirsi la vititoria. La battaglia di M. costò a ciascuno dei due avversari circa 2000 uomini.

Montlouis (o Mont Louis). Fortezza costruita 11el 1678 dai Francesi nei Pirenei, presso Pu igcercla, sulla Tcillc, a 1570 m. d'altezza, per sbarrare le provenienze dal colle


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La fortezza d i l\1ont-Louis nei Pirenei presso Puigcérda

della Perche. Il rracciato fu eseguito dal Vauban, che ne d iresse i lavor i. Nel 1792-93 il gcn . Dagobert vi difese l 'accesso al Rossiglione cont ro gli Spagnuoli.

Varna. Combattè ad Ast i nel 1371 ed in Puglia nel 138·, . Amedeo VI lo nominò suo esecutore testamentario, e gli conferì il collare della SS. Annunziata.

Montluc. (Biagio di L assemn-tvlassencomc, signore di). Capitano francese (1501-1577). Cominciò la carriera m ilitare al servizio del duca di Lorena; nel 1519 si arruolò sotto il maresc . di Lautrec; ne! 1522 si segnalò alla Bicocca. Contribuì, nel 1524 , alla difesa di Marsiglia contro Carlo V e nel r525 cadde pri-

Montmttyettr (Gaspare I{ di). Figlio del precedente, maresciallo di Savoia, m. nel 1433. Seguì il Conte Rosso in Frnncia nel 1383 e nel 1398 fu nominato rnaresc. di Savoia. Nel r312 guerreggiò contro il marchese d i Saluzzo e nel 1415 rappresentò il Sovrano al Concilio d i Costanza. N el 1427 sottoscr isse il trattato di Torino e nel r431. quello d'alleanza del duca di Milano col marchese di Mon , ferrato.

gion iero a Pavia. Rimesso in libertà, si battè Cercsolc (1544). D ieci anni dopo, mise il suggello alla sua reputaz ione m ilitare con la difesa di Siena con tro gl i lmpcriali ( 1555). Sotto Carlo IX ricevette la luogotenenza generale della Guycnne e condusse fiera guerra contro j Protestanti . Nel 1573 fu ali 'assedio della Monrluc Biagio Rochelle e nel 1574 riccvenc il bastone d i maresciallo. Sotto il titolo d i « Commentari » ha lasciato memorie prez iose per la storia dell'epoca.

Mont/11c Giovanni, signore di Balagny (bastardo d,). Capitano francese (1545-1603). fu al se rvizio del duca d 'Alcnçon. A l! 'assunzione al t rono di Enrico IV (1589) si fece p artigiano della- Lega; nel 1-590, si fece battere, ma negli anni seguenti difese Parig i e Rouen dagli attacchi di Enrico. Al quale si sottomise ricevendo la signoria· dr Cambrai, che non seppe poi difendere l'anno appresso, ,onero gli Spagnuoli.

Montmayeur (barone Gt1spare di). Maresciallo di SaVqia, m . ad Albenga nel 1383. Seguì il Conte Verde in Oriente e quale maresc. d i S~voia comandò " una parte dèlle truppe alla battaglia di Gallipol i ed all'assedio di

Montmayeur (conte Giacomo d1). Figlio d i Gaspare II, maresciallo di Savoia, m. nel r489. Nel 1431 andò in soc corso deJ l 'irnpcratore S ig.ismondo che era in guerra con i Veneti e ne! 1449 si distinse a Carpignano e J3orgomanero : il duca Luigi di Savoia lo ricompensò co11 i l Collare e colla nomina a maresciallo. Nel 1465 fu con Luigi Xl all'assedio di Villafranca nell"alca Garonna e partecipò alla ba etaglia d i Montlhéry.

Montmédy. Comune della Francia, nel clip. della Mosa, presso ia confluenza del Chiers_ e dell a Tonne. Piccola piazzafortè, in cui una parte delle riparazioni è opera del Vauban. Appartenne in principio ai conti cli Cligny, poi al Lussemburgo ed infine fu annessa alla Francia col t rattato de, Pirenei ("r 659) dopo essere stata, due arm i prima, presa dagli Spagnuoli. Nel corso del see. XIX M . subì due occupazioni straniere : quella degli Alleati, nel 1815, e l 'altra dei Prussiani, dopo due giorni di bombardamento, nel 1870. I. Assedio di Monimédy (1657). Appartiene alle guerre franco-spagnuole. Nel 1657 il maresc. de la Ferté pose !'assedio alla fortezza d i Af., mentre il Turenne, alla testa di un corpo di osservaz.ionc, copriva le operàzioni degli assed ianti. Invano il principe d i Condé e don Giovanni d'Austria tentarono_ d i avvicinarsi alla piazza per portarvi i soccorsi di cui abbisognava; furono inutili varie loro finte


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di attaccare le piazzeforti _vicine; il Turenne riuscl a contenerli sempre, e, dopo 50 giorni d i resistenza, i\lf. si arrendeva, alla presenz a di Luigi Xl V, il 6 agosto 1657.

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la città assediata. Per la du rata d i sette settimane, la guarn igione d i M. fu sufficictlte alla difesa, ma non porè al lontanare <lallc sue mura un nemico le cui forze andavano continuamente aumentando. La vittoria d i Valmy e la r itirata de i Prussiani decisero dd la sua sorte. Gl i Austriaci dovettero togltere l'assedio e la fortezza fu liberata.

La fortezza di Montmédy (secolo XVIII) (con le modificazioni del Vauban) 4

fortificazioni di Montmédy (sec. XVII)

Il. Assedio di Montinédy (1792). Appartiene alle g'!erre della Rivoluzione. li 31 agosto M. fu investita da 27. 0 00 Austriaci, comandati dal generale Clairfayt . Egli aveva già fatto preparare i forndli per lanciare d elle bombe incend iarie dentro la piazzaforte, <Juando la presa di Longwy e di Verdun da parte dei Prussiani lo decisero ad avanzare nell'interno della Francia, lasciando davanti , a M . 3000 u. per mantenervi il blocco. Il gen. Ligriiville, per indebolire il nemico, fece frequenti sortite recandogli danni sensibili e riuscendo a razz iargli viveri per approvvigionare

III. Bombardamento di Mommédy (5 settembre 1870). Apparti·e ne alla guerra franco.-germanica del r870-187r. Il 4 settembre, il magg. gene rale principe d 'Hohenlohe, che aveva a sua disposizione una brigata di fanteria , r rcgg. cavalleria, artiglieria e pionieri, avanzò su M. per impadronirsene , e i l mattino seguente giunse a Thonnelle, 4 Rm . a nord di M ., inviando parte delle sue t ruppe nel bosco· d i Géranvaux e altre ad occupare l' altura t ra le strade di M. e Fresoay; un bgl. e 3 sqdr. assicurarono il fianco sr. presso Le Grand e Le Peti t Vcrncuil. Verso le 9 T/2 l'a rtig lieria cominciò il fuoco ; le batterie g ravi battevano il fronte settentrionale, le leggere e quelle a ca-

Le fortificazioni' di Montmédy: il ponte levatoio

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Presa di MontmélianAppartiene alla guerra tra Savoia e Francia. Dopo l'invasione della Savoia, operata dal maresciallo di Les<liguières nell'agosto del 1600, Enrico 1V in persona sì portò a porre l'assed io a M., accompagnato da l Sully. I.esdiguières, con le forze mobili, operava nella Moriana e nella Tarantasia allo scopo di arrestare sulle strade del Mon• cenisio e del Piccolo San Bernardo, j soccorsi che cvemualmente venissero destinati a M. Le batterie d'assedio, appostate sotto la fortezza, in piaI.

( 1600).

nura, rimanendo dominate riu-Q

1000

Assedio di Montmédy (1870)

vallo tiravano contro i l fronte occidentale della fortezza. Queste ultime si avanzarono circa k 10 1/2 fino alla Ferme de Vaux, lontana 2000 passi da M. I Francesi risposero soltanto alle batterie <li Thonnelle, ma senza effetti importanti. Quando le granate prussiane ebbero appiccato il fuoco in più parti della città, venne sospeso il cannoneggiamento e intimato, invano, al comandante Reboul di arrendersi. Visto che l'ambasciatore inviato non tornava, fu ripreso il fuoco, ma, dopo un'ora, riconosciuto impossibile di prendere la città senza maggiore preparazione, il fuoco venne sospeso, e le truppe germaniche mossero verso Mouzon, nei cui p1·essi i l C. d'A. della Guardia aveva posto in quel giorno i suoi alloggiamehti. Il bombardamentÒ di M . era durato circa quattro ore e l'artiglieria aveva lanciato 38r2 granate. Successi vamente i Francesi respinsero a lcri due attacchi sferrati dai Tedeschi nei · giorni 8 e 9 settembre. Il 16 novembre i Prussiani strinsero il blocco intorno alla piazza, che il 14 dicembre 1870 ùovette capitolare dopo un furioso bombardamento dL1rato due giorni. [l bottino di guerra fu di 65 cannoni e 3000 prigionieri.

Montmél ian (in italiano : ·Monmelliano). Comune della Francia, nella Savoia, circondario d i Cbambéry, sull'Isère. Nel ( 140, ;\medeo III di Savoia vi sconfisse Guido VI, delfino di Vienna, e ncf u53, Umberto Ul, figlio di Amedeo, inflisse una sconfitta a Guido VI!, cli c l ',wcva assalito per vendicare la morte del padre, avvenuta nella prima battaglia, Un tempo la città era dominata da una fortezza, costruita nel 1547 dall 'ingegnere Francesco Ber• nardino da Vimercate per incarico di Emico IT di Francia. Era però u n'opera semplice, . non avendo che due balL1ardi, con la magistrale imposta dagli scoscendimenti del terreno. Emanuele Filiberto di Savoia, ricuperati i suoi Stati, ricostruì il forte in altra maniera più opportuna e scavò il fosso nella viva roccia . La fortezza fu rasa al suolo nel 1706 per ordine di Luigi XIV. M. fu occupata da Francesco I nel 1523, da Enrico IV nel 1600, dal Catiaat nel 1691, dai Gallo-Ispani che la presero per fame, dopo . due anm di resistenza, nel 1705, dai Francesi nel 1792 e nel 1815.

scivano poco efficaci; bisognava q•u indi piazzarle sui costoni pietrosi della montagna della « Bella Savoiard a »; ma per issare lassù le artiglierie pesanti di bronzo occorreva fare .u n grande sforzo. Sully si accinse a questo lavoro, e costrul due batterie che chiamò le sue « g randi batterie dei precipizi >>. l! forte non pofè resistere al fuoco dei cannoni di Sully, e i] 9 novembre 1600 il governatore d i M. capitolò. U. Assedio di Mommélian (1691). Appartiene alla terza guerra d'invasione di Luigi XIV . Terminate le operazioni in Italia, il maresc. di Catinat, alla fine di novembre del 1691, passò ih Savoia per ridurre la fortezza d i M . che da quattro mesi era blocc.1 ta, ma non attaccata. Dispose· quindi due attacchi, uno verso il forte di Barraux e l 'altro dalla porta del borgo; eseguendo un bombarda mento di trentat re giorni, e scavando le mine. La bravura dei due capitani che si trovavano d i fronte, il maresc. di Catinat attaccante e il marchese d i Bagnasco che difendeva la fortezza, teneva in sospeso la vittoria, quando una bomba caduta nel cunicolo di una contromina scavata dai difensori fece saltare una parte dd bastione attaccato, seppellendo fra le macerie buon numero di Piemontesi. Catinat, profittando <le! disordine provocato dallo scoppio, lanciò 600 granatieri sulla breccia, e il marchese di Bagnasco, riconosciuta inutile ogni resistenza, fece battere a raccolta, ed otte nute condizioni onorevoli, il 2 dicembre 1691, consegnò la fortezza ai Francesi. Ebbe facoltà di ri tirarsi libero in Piemonte alla testa dei 200 combattenti rimastigli con bandiere spiegate e tamburi battenti, t:raendo .seco tre cannoni, Con \a caduta di M. i Francesi rimasero padroni di tùtta la Savoia.

III. Combattimemo di Mo111mélia11 (22 settembre 1792). Appartiene alla prima ca,11pagna d 'Italia dell'esercito francese rivoluzionario. Le truppe sarde in Savoia ammontavano a circa 12.000 u. comandate dal ten . gen. Lazari, che si era collocato col grosso a M., da cui si chiudono le d ue vie del Piccolo San Bernardo e del- Cenisio; il resto era in riva al lago di Ginevra e a custodia della via del Cenisio. Il Mootesquiou , capo dei Francesi, il 21 settembre, rotte le ostilità, viene col grosso dei suoi ad attaccare -il grosso dei Sardi; ma, per non assaltarne la froote , disegna un attacco di fianco, da Grenoble, per l'lsè.re. Questo attacco, mosso da Chapareillan la notte sul

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Le fortificazioni di Montmélian (se.c olo XVIII) ~2 settem bre e condotto d al maresc. di ·campo Laroque, con una ·colÒnn·a di 12 bgl. gran~ticri, di 1 2 distaccamenti di volonta,ri, 400 cacciatori a piedi e 200 d ragoni, viene ad urtare alla prima alba contro Les Mare.bes, dove sono 800 u , piemontesi delle Guardie, r infrancati da qualche pezzo d'artiglieria. Alle 5 si avverte un movimento di colon11e nemiche ed. è chiesto al generalissimo Lazari d i p•~tcr far fuoco per àrrc~rn rlc. Ma questi , che ha l'ordine d i non essere il primo ad offendere e non ha avuto avviso for male dal nemico che la pace sia rotta, vieta il fuoco. I Francesi, non trovando resistenza, si avanzano fin sotto i trinceramenti dei Sar di, vi penetrano coa un assalto alla baionetta e alle 7 ne sono padroni, dopo che i Piemontesi hanno sparato poche fucilate. Il L azari corre a . M . è vi fa subito rompere .il ponte sull 'ls.ère, non curandosi dei bgl. rimast i indicuo. Con le truppe che sono al di qua del fiume corre alla cresta delle Alpi , lascia al colle del Cen.i sio le poche truppe che ha. seco e va difilato ·a Torino.

, IV. Presa Ji Montmélùm (1815). Appar tiene alla campagna nelle Alpi dell 'esercito ausuo-sardo. A ppena rientrato nei suoi Stati, il re Vittorio E m anuele ·mandò il p iccolo esercito cl;e aveva trovato i.n Piemonte alla volta della Savoia sotto il comando del conte di Ro bilaat. Il 25 marzo, q uesti lasciò a M. una sola cp. di cacciatori e si portò con le altre a Sainc-Pierre d 'Albigny e al Col-du-fr&nc, dislocando le truppe in maniera da guardare gli sbocchi della Moriana. Ne-I giugno, passato il comando delfa piccola d ivis . in Savoia al conte A ndezc'no, q uesti trascurò le misure di sicurezza necéssar.ie, e gli successe q uanto nella stessa loc.al ità era avvcnutq al conte L azari 23 anni prima. I Francesi varcarono la frontiera su tre colonne senza iacontrare resistenza, ed una di esse giunse improvvisamente a M., ove la cavalleria catturò buona parte dei cacciatod italiani che vi si uovavano ed occupò la fortezza. Il 2 luglio successivo fu concluso un armist izio tra il· gcn . Suchet ed i l gen. austriaco Bubna, in forza del q uale, i l 3 l uglio, gli Ausuo-Sard i occupavano · M. evacuato dai Francesi.

Montrnirail. C_o mune della Frailcì~, a cl d ip. de]la Marna.

Combattimento di Montmirail ( 1814). Fatto q'armc notevole fra q uelli che Napoleone ! affrontò con mirabile audacia per supplire co1\ l'attività manovriera alla grave inferiorità di forze, di fronte agli Alleati che i1wadevano la Francia. Piombato improvviso il 10 apr ile fra i corpi sparsi del generale Illiicher, egli batteva i l giorno stesso i Russi del .generale A lsusiev à Champaubert, nella regione fra il Petit Morin e la Marna, colpendo cosl i l centro dcll' Armata di Slesia. Al richiamo del generale Bliichcr due corpi accorrevano a quella volta: i Prussian i del generale York da Chateau-Thierry e i Russi del generale Sacken da La Ferté-sous-Jouarre, convergendo entrambi verso il

of,fo nlroberl Com battimento di Montmirail ( 1814)

grande nodo st radale d i M. Napoleone, coa fine intuito, fi no dalla mezzanotte del Io aveva colà avviato una brigata, sostenuta da cavalleria, agli ordini del generale N ansouty, che facilmente s'era. impadronita della posizione scacciandone un distaccamento di Cosacchi . Lasciati Mac Donald a Mcaux e Marrnont a E tnges per fronteggiare le ali dèll ' Armata d i Slesia, Napoleone si diresse con lè forze rimanent i su M ., ove· giunse il mattino del giorno II verso le IO, trovand~ il Nansouty già d isposto a fronteggiare il nemico. Il generale Sacken, accortosi di essere


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stato prevenuto dai Francesi, pensò d i aver a che fare con un debole distaccamento, e, senza aucndere l'imminente arrivo dei Prussiani dello York sulla sua sr., avanzò, nella fiducia di sop ra/Tarlo, giudicando sufficienti alla bimgna i 15.000 uomini circa di cu i disponeva: spiegò perciò le sue forze a cavaliere della strada de La Ferté e impegnò combattimento sulle alrure Cra Vieux Maison e M. Il Nansout y, simulJJ1do abilmente preparativi di aggiramento con la propria ala dr., e cedendo sulla sr., indusse l'avversario a rafforzare le ali a spese del centro, favorendo così il subitaneo intervento delle sopravvenute forze dell'Imperatore, che lanciò subito innanzi quattro bgl . della Guardia in un attacco centrale guid.ito dallo stesso mare~c. • 1ey: la Ferme dcs Grenaux centro delle posizioni avversarie - cadde nelle mani elci Francesi. Il Sacken comprese allora la necessità di appoggiare a sr. verso il corpo York, già prossimo, ma il ripiegare attraversando la strada costituiva manovra difficile, che N apoleone paralizzò lanciando alla carica .i Dragoni della Guardia; cosicchè la linea dei Russi, tagliata in due tronconi, venne a trovarsi in serie difficoltà. L 'a rrivo dei Prussiani dcli.o York, che sboccavano ormai dal vi llaggio d i Fontenclle, avrebbe potuto ristabilire b situazione, ma l'Imperatore avviò subito conrro di essi il generale Friant con sci bgl., che riuscirono a ric.icciarli , occupando qucll 'ab;tato. Tuttavia la di vis. Bernoclosov, costituente la dr. russa, si reggeva saldamente e tentava di stabilirsi nel villaggio di Mar• ch.ux: Napoleone diresse da quel lato vari reparti della Guardia con movimenti combinati, che sloggiarono alla fine l 'avversario dopo vivace lotta. I Russi ripiegarono ·aJlc-ra in ·buon ordine sulla strada de La Fcrté; ma sopravvenne la ca,·alleria francese che ne sgominò le ordinanze e li inseguì , in concorso con la divisione Ricard, sino alla Fore~ta di Nogen t, ove molti caddero prigionieri. Col fa. vore della notte il Sacken abbandonò la strada dc La Ferté e si ritirò verso Ch:ìceau-Thicrry riunendo i suoi ai Prussiani dello York. La giornata costò ai Francesi perdite notevoli; ma furono più gr~vi quelle degli avversari che ebbero circa 1500 morti e oltre 4000 prigionieri. Esempio notevole della superiorità manovriera dei Francesi nel campo strmcgico e nell'azione tattica, l'episodio fu tra gli ultimi successi della declinante fort una di Napoleone.

Montmorenoy (Maueo Il, duca d1). Conestabile di Francia, m. nel 1230. Partecipò a due crociate contro gli Albigesi. Prese Ch:ìteau-Gaillard nel r205, comandò l'ala dr . francese a Bouvines e si d istinse nelle successive cam pagne. Montmorency (Carlo, barone d,). Maresciallo di Francia, m. nel 1381. Filippo VI lo nominò, nel 1343 maresc. di F rancia , e capi l~no generale sulle frontiere di Fiandra riel 1347. Prese parte attiva alla guerra contro gli Ing lesi e nel 134S battè i Fiamminghi a Le Quesnoy. Dopo !a battaglia di Poitiers divenne consigliere del delfino Carlo; più tardi, nel 1360, prese parte nella conclusione del t rattato di Brétign y. Montmore11cy (Anna, duca d,). Capitano francese (14931576). Si segnalò a Ravenna (r512), a Marignano (1515); aiutò Daiardo nella d i.fesa d i Méz ières (1521) e d ivenne marcsc. di Francia, dopo la giornata della Bicocca (r522). Fa.no prigioniero a Pavia, (u rimesso in libertà e divenne uno dei negoziatori del trattato di Madrid (1526); per un breve periodo di tempo fu luogoten. generale dclht Linguadoca e gran Maestro di Francia. La difesa della Provenza contro Carlo V, nel 1536, gli fece guadagnare la

sp:1da di conestabile. Caduto in disgrazia nd 154r, si ritirò a Chantilly, ma Enrico li lo nominò duca e pari. La sconfitta di S. Quintino (1557) fu il solo fauo d'armi importante della sua carriera militare durante questo nuovo periodo. Allontanato dagli affari di Stato sotto Francesco II (1559-156o), con l'avvento al trono di Carlo IX, fu richiamato dalla regina madre Caterina dc' Medici e insieme a Francesco di Guisa, e al marc,ciallo di Saint-André formò il triumvirato canolico, che p rese la direzione degli affari . Ferito e fatto prigioniero a Drcux nel 1562, con'lribui alla conclusione della pace d'Amboise (1563). Al l'inizio della seconda guerra civile fu ferito mortalmente Montmorcncy Anna a Saint-Denis nel 1576.

Mo11tmore11q (Enrico /f , duca di). Marescia llo di Francia (1595-1632). Combattè contro i Protestanti, poi contro i Piemontesi, che vinse 3d Avigliana . Fu giustiziato per ribellione co11tro il re Luigi Xlll, dopo di avere combattuto a Castelnaudary restando ferito e prigio11icro. Mont111orc11cy (Anna Carlo Fra11ccsco, duca d1). Gene• raie francese (1768-1846). Napoleone lo nominò conte dell'Impero, generale della guardia nazionale cli Parigi e membro della Camera dei Pari. Montmore11cy Francesco Enrico. V. Lmsemburgo.

Montmouth. Località degli Smi Uniti d'America , nella Pcnsi lvania , presso il fiume Delavara. Combattimmto di Mo11tmoutl, (28 giugno 1778) . Appartiene alla guerra d'Indipendenza degli Stali Uniti d'America . li gen. Clinton era in marcia presso M ., quando fu attaccato dalle truppe nordam.eric.inc del Washington , il quale aveva spinto innanzi un'avanguardia, che attaccò gli Inglesi ma ne (u respinia . Sopraggiunto il grosso americano, ne seguì u na azione di fuoco prolungata fino a notte, durante la quale gli Inglesi riuscirono a disimpe• gnarsi e a continuare la marcia indiswrbati.

Montoggio. Comune in prov . di Genova. Ruderi del castello in cui riparò Gerohmo Fieschi, · dopo la congiura del fratello Gian Luigi, nel 1547. Strcno d'assedio dalle truppe della Repubblica Genovese, condotte da Agostino Spinola, il castello fu preso e, per ordine di Andrea Daria, m inato. M . fu la patria di Bal illa . Monto ire. Città della Francia, nel dip. di Loir-et-Cher, sulla dr. del Loir. Combattimento di Mo111oirc · (27 dicembre 1870). App<1r· tiene alla guerra franco-prussiana 1870-71. Un distaccamento prussiano comandato dal ten. col. von Doltcnstern (2 bgl. fanteria, 1 sqdr. di Ulani, 2 cannoni), avanzò nel la valle del Loir, dove venne a contatto con ingenti forze frances i del la 2• divis del XVI C. d 'A. e costretto a ripiegare su M ., dove aveva lasciato 2 cp. Truppe della 3• divis. del XVII corpo Cranu,se intervennero e sbarrarono la valle. Dopo u11 combattime nto a fuoco di circa un'o ra, il tcn . coJ. von Boltensrern ordinò un 'avanzata generale verso est. L a linea francese fu spezzata e sul far della sera le truppe prussiane si radunarono sulla 1

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Il terreno del combattimento di Montoire (r870)

piazza del mercato di M . portando seco 10 ufficiali e oltre 200 u. _prigionieri. Il distaccamento v. Boltenstern nc'la. sua ardita spedizione ebbe 19 m. e 53 feriti, e perdette inoltre 90 p rig ionieri. Da parre francese le perdite in m. e feriti furono più numerose, oltre ai già detti prigionier-i.

Montojo (y Pesar611. doti Fabrizio). Ammiraglio e scritt.Ore m ilitare spagnuolo, n . nel x839 . Nel 1860 combattè a Manil 1a contro gli insorti di Mindanao. Nel x866 era nella squadra .del Pacifico che combantè a Callao. Tornato alle filippine .come coma1i dante della debole squadra spagnuola, · contribul con le trup pe di terra a sedarvi una rivolta.

Durante

Ja

Francesco Sforza e quelle d i Francesco Piccinina, comandante ddlc forze della lega contro lo Sforza. Il Piccinina, dai p ressi di. Macerata, crasi portato a M .. dove fu assalito il 19 agosto dalle truppe sforzesche. Un r ipar to di queste, condotto da Alessandro Sforza, si impadronì durante la lotta del bagaglio e del le rend~ nemiche . La battagl ia durò per breve tcmpò incerta, chè i soldat i del Piccinino non ressero all'urto delle milizie sforzesche e andarono

guerra

ispano-americana, nella battaglia del 1° maggio 1898 a Ca vite, M. ebbe la squarlra distrutta ed egli stesso rimase ferito. Scrisse fra l 'altro un << Manuale

nautico )> .

Montona. Comune dell' lscria, in prov. di Pola, sulMontoio Fabrizio la sr. del Quieto. Già castelliere preroman.:i, fu · castello romano, e, nel medioevo, diventò rocca. Ancora- oggi è dentro il giro delle sue mura veneziane, rifatte 11el 1330. Si diede a Venezia nel 1278, ricevendone in cambio molti privi legi. Montone. Così chiamata t1 n'antica macchina militare, da battere ·1e mt1ra; sinonimo d i Ariete (V .). Montone . Comw1c in prov. di Perugia, sopra t1na collina a dr. del Carpina e a sr. i:lel Teve re. Fu castello dell'alto medio evo, fet1do dei D al Monte, poi dei Fortcbra~cio, dalla qual famiglia uscì il celebre condottiero Andrea , detto Braccio . :Nei pressi sorge il Castello di Rocca d'Aria, costruzione massiccia a forma di vascello, che dom ina la valle del fiume Carp(na.

Montoll'no (o Monte Olmo) . Località delle Marche, che ha dato il nome a una battaglia fra le truppe d i

Il castello di Rocca d'Aria a 1\-1ontonc

rotta. l i Piccinina rimase prigio niero insieme col legato del papa .e con tre quarti dei suoi. Tale sconfitta fece venire a miti consigli il papa Eugenio IV, che foce. pace (a Perugia) collo Sforza.

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Montopoli in Valdarno. Comw1e in prov. di Pisa, sopra un colle tra i fiumi Evola, Cecinella ed Arno. Sul cadere del sec. XH fu soggetto ai vescovi di Lucca.; · neh n52 e 13·15 fu conqt1iscato d ai Pi~ani ·e .nel 1325 dai , Fi6>J rcntini che lo convertirono in fortezza di confine _ contrp; Pisa. È dorni~ato da un.a carie merlata; àvan:,.:O .dell:ìt Rocca dei vescovi , che un arco grandioso, passante al ,dii sopra del Borgo Vecchio, collega alle mura càsteltane eretfic dai Fiorcnt'ini. Nel 1329 vi fu siipulata la ' pace fra,"ùu~~ chcsi e Pi sani . In t1n frattato di pace del 15 , novembre.


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1343, conchiuso a San Miniato fra Pisani, Lucchesi e Fiorentini, fu pattuito che M. rimanesse sottoposta stabilmente al dominio fiorentino. Gli abitanti però soltanto nel 1349, 1'8 di agosto, prestarono giuramento d i fedeltà · al ComuJ1e di Firenze, al quale serbarono poi costantemente fede.

Montorio Romano, Comune in prov. d i Roma, nella Sabina. Appartenne lungamente agli Orsini. Il 7 n\aggio 1486 sul suo territorio ebbe luogo un combattimento fra le truppe del Duca di Calabri.a, dei Milanesi condotti da Gian Giacomo Trivulzio, dei Fiorentini condotti da Piero Capponi, e quelle della Chiesa comandate da Roberto da Sanseverino. Questi rimase perdente, ma riuscì a ritirarsi in buon ordì ne; tuttavia il papa si decise a venire a trattative di pace, che venne firmata l'rr agosto 1486. Montorio Veronese. Frazione dd comune di Verona, nella valle di Squaranto. Sul colle sovrastante sorge tuttora un castello nel quale fu sottoscritto l'atto di spontanea dedi,.ione di Verona alla Repubblica di Venezia; nel 1404. Il comune di Verona, gli Scaligeri e i Veneziani in varie epoche lo fortificarono. Gli Austriaci dopo il 1859 mozzarono le sue sente torri esterne formandone altrettanti ridotti, ridussero le mura merlate a cortine con terrapieni , e, poco discosto dal castello, costruirono un robusto fortilizio, chiama.to forte John, per poter dominare i vari sbocchi delle vall i sottoposte. Poi, collegando questi due forti in un unico sistema con quelli vicini della Bellina e della Madonna di Campagna sull 'Adige, fu costituita la prima linea di d ifesa della piazza di Verona. Montpellier. Città della Francia, capoluogo del clip. dell 'Hérault, presso 1! fiume Lez Fu fondata nel sec. X. Fu presa nel 1382 da Carlo VI. Nel sec. XVI si resse

Le fortilicazioni di Montpellier (secolo XVIII)

a forma di repubblica; nel 1567 se ne impadronirono i protestanti e visse libera fino al 1622, quando fu assediata e presa da Luigi XJll. I. Assedio di Montpcllicr (1622). Appartiene ali.e guerre di religione sotto il re Luigi XIII, il quale investì la piazza il 31 agosto . Le mura, costruite nel 136o, erano state rafforzate dall 'Argencour_t, e i Javori di attacco vennero dirotti dall'ing. mii. italiano Gamorini. Difendeva M . il governatore De Calonges. Il 1° settembre furono attaccate e prese due ridotte esterne. Seguirono vigorose sortite da parte degli assediati, in una delle q uali rimase ucciso il Gamorini. Il 15 settembre una batteria di 12 pezzi aperse il fuoco contro ,il r ivell ino detto d'Argencounc, che fu assalito il 2 ottobre invano. Vennero piazzate nuove batterie armate di 36 cannoni, e arrivarono il 7 ottobre al re rinforzi che portarono i suoi effettivi a 20.000 u. Le perdite degli assedianti erano state assai gravi. Si venne a trattative, e il duca di Rohan si portò al campo del re,

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facendo atto di sottomissione, cedendo M., e ottenendo il ristabilimento dell'editto di Nantcs. II. Pace di Montpellier. Fu conclusa il 20 ottobre 1622 tra la Covte di Francia e gli Ugonotti. Con essa si confermava l'editto di Nantes e veniva posto termine alla nona guerra di religione.

Montpensier (Gilberto di Borbone, conte d,). Arciduca di Sessa, delfino di Auvergne (1443-1496). Era figlio d i Luigi l di Borbone; vinse Carlo il Temerario a Bussy e a Cluny; accompagnò come luogòtcn . generale Carlo VIII in Italia. Divenne in seguito vicerè di Napoli. Attaccato d a Ferdinando d 'Aragona dovette arrendersi nel 1495 in Castel Nuovo di Napoli, dopo cinque mesi d'assedio e otten ne di ritirarsi a Salerno. L 'anno seguente, assediato i11 Atelia dalle truppe aragonesi, vi resistette per 32 giorni, finchè, giun to in rinforzo degli assedianti Consalvo di Cordova con 6000 u., M. chiese la resa (agosto 1496) e fu fatto prigioniero. Montreuil, Comune della Francia nel dip. della Senna. Fortezza feudale fiancheggiata da torri . I\ 19 giugno 1299 vi fu firmato un trattato tra la Francia e l'lngh ilterra. Montrcuit-Bellay. Comune della Francia, nel dipart. di Maine-et-Loire, su una collina della riva dr. del Thonet. Ebbe un castello antico, ricostruito 11ei scc. XIV-XV quando furono anche eretti bastioni a d ifesa del borgo.

Combattimento di Monl/'euil (8 giugno 1793). Appartiene alla guerra della Vandea. Il generale Sal.omon, che aveva occupato Thouars, ricevette l'ordine di portarsi con la sua divisione a soccorrere Saumur. I Vandeani, che erano agli ordini del Cathelinau, presero posizione a M., e _quando la divis. Salomon, al cader del giorno, apparve sulla strada, la investirono con fuoco d'artiglieria e l'assalirono da ogni parte : il combattimento fu ingaggiato fra le tenebre. La difesa dei Repubblicani si prolungò per diverse ore; finalmente i Vandeani, favoriti dalla posizione e dal numero, obbligarono Salomon alla ritirata. r Repubb licani non riuscirono a raggiungere Thouars che dopo aver perduto metà delle loro, forze.

Montrose (Giacomo Graham, duca d1). Ger.eralc inglese (1612-1650). Si segnalò nella guerra dei 'Trent'Anni e fu nominato maresciallo dell'I mpero. Sostenendo i diritti del pretendente Carlo .II sbarcò nella Scozia, ma, fatto prigioniero in combattimemJ, fu condannato a morte e giustiziato.

Mont-Sai,:it-Jean. Comune del Belgio nelb prov. di Brabante. Sul suo territorio si combattè la battaglia di Waterloo. Combattimento di Mo1tt·Saint-Jean (6 luglio 1794). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. li gen. Jourdàn, comandante dell'esercito di Sambre-et-Meuse, informato che il gcn. Pichegru aveva ricevuto l'ordine d al Comitruto di congiungersi a lui, inviò subito le d ivision,i Kléber e Lefebvre, sostenute dalla cavalleria del gen. Dubois, sopra Nivelles. Allora il principe cli Coburgo, vedendosi minacciate le sue comunicazioni, operò un movin1ento re-

trogrado verso la Mosa per avvicinarsi a Beaulieu, e abbandonato, il 6 luglio, il campo di M, S. /. si .andò ad accampare a Corbaix, mentre il principe d'Orange prendeva il suo posto a M. S, /. La retroguardia austriaca, sotto la pressione della cavalleria e della divis. Lefebvre, aveva ripiegato dalle posizion i d i Niyelles, di Beaulers e

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di Lillois, ed avev~ raggiunto il principe d'Orange a

M. S. f. Appena giunta su questo pianoro, dove 21 _ anni più tardi dovevano <kcidersi i dest ini d'Europa, venne attaccato dal la cavalleria francese e dalla divis. Marlot. L'urto fu impetuoso, e l 'esito pendeva incerto fra le due parti, q uando l'a rri vo della divis . Ldé bvre decise la vittori:1 per i FranGesi, costringendo il nemico a ripiegare su \Vatexloo, dove giunse alla caduta del gioono. Le perdite clegli Alleati in questo combattimento furono considerevoli . li principe di Assia-Philipsthal vi rimase ucciso in una carica

di cavalleria.

Mont-Saint•M ichel. Comune de lla Francia nel ctip . della Manica, sopra un isolotto roccioso, unito alla terraferma da una diga costruirn nel 1875. Porto e fortezza . Deve la sua origine e la ~ua notorietà all'abbazia fondata

r1ttacco e presa del Mo11tserra/ (24 luglio 1811). Appartiene alle guerre dell 'Impero. Dopo la presa di Tarragona, fu dato incarìco al brigadiere spagnuolo Eroles di difendere il M., <love si trovava l'unico deposito d i armi e munizioni che era rimasto agli insorti catalani . La na(

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n1ontagn a, e poscia due delle compagnie scelte si arram•

picarono sulla scarpata, guadagnarono le cannoniere <l i una ba~teria, malgrado la pioggia d i pietre che facevano cadere loro addosso gli assediati, e penetrarono nell'interno sterminandone i difensori . I pezzi d'artiglieria che vi si

nel 709 da Sant'Oberto vescovo di Avranches, che è uno dei monumenti p iù notevoli cieli 'architettura militare e monastica fra ncese. Un bastione ci.rconda il monte tamo alla base qu,ullo a mezza costa. L'entrata del villaggio, aU'estrernitii della d iga, è protetta dalla "porta del re » (XV scc.) e l'ingresso dell 'abbazia è diicso dai due massicci torrioni del castellect.o, a p iombo sulla g rande sca- . linata che conduce alla torre Peni.ne e alla sala delle guardie (Xl[) sec.). M . S . M., custodi,t o da una guarnigione reale, f:u ad un tempo abbazia e piazzafor te. Durante la guerra dei Cento anni , fu in utiln1ente assediato dagli Ingles i ne l l4r7, nel 1423 e nel 1434. Luigi XI vi fondò l'ord ine di. S. Michele. L'abbazia ~eclinò durante le guerre di religione; nel sec. XV!l d ivenne luogo d i detenzione per i prigionieri di Slato e anche al tempo della Rivoluzione e da Luigi Filippo fu usufruita come prigione, finchè nel 1864 fu restituita al , culto.

Montserrat (o Monserrat). Piccolo massiccio montano della Spagna o rientale, nel la Ca-talogna, in prov. <li Barcellona.

tura e l'arte s'er ano riunite per t.rinccrare questo formidabile massiccio. ll maresciallo Suchet decise di attaccarlo e giunse, il 24 luglio, con le brigate Abbé e Montmarie a Bruch, dove si trovava il gen. Mathieu, con un distaccamento della guarnigione di Barcel lona. Si cominciò l 'attacco del M . con la presa all a baionetta di tre ridotte che coprivano l 'imboccatura <lella stretta ai piedi della

trovavano,

furono subito rivoltati contro un 'altra

batteria, la quale, attaccata da sei compagnie, di cui alcune assalirono l 'opera di fronte mentre le altre l a aggiravano, fu presa alla baioneota ed i canno!lieri spagnuoli furono uccisi sui loro pezzi. Rimaneva at1cora da prendere una terza batteria protetta da una robusta trincea. Cinquanta volteggiatori si aJ"rampicaro no sulle rocce, riusci-

rono a raggiungere le punte che coronavano la montagna e d i là p iombarono nell'interno del convento e della trincea . Il comandante spagnuolo si salvò con gli avanzi dcli.e sue t rup pe per sentieri inaccessibili, Questa operazione ebbe per risultato la presa . di due bandiere, di rn bocche da fuoco di grosso calibro e d i u11a grande quantità d i viveri, di munizionì e di effetti d i vestiario.

Montserraz (l'iett·o Francesco). Generale francese (17581820). Di origine savoiarda, durante la Rivoluzione si arruo lò nei volontar i d i Parigi e ~i d istinse nell'armata del Reno. Nel 1799 fu promosso colonnello, dopo aver presa l'isola d'Elba ai Napoletan i. Rimasto in ltalia al servizio del re Giuseppe d i Napoli, fu nominato, nel 1806, colonnello dei granatieri della guardia; quindi servì sono il re Murat distinguendosi alla presa ddl 'isola di Capri. In seguito fu promosso generale di brigata e comandao,tc della piazza <li Napoli. Nel 18r4 ebbe la promozione a generale di d ivis. e si ritirò dal servizio dopo la Restaurazione . M ont•Storm. Costruttori in lllghilterra di un fucile a camera che prese nome « Mont-Storrn mod. 1860 ». Alla canna d i questo fucile è avvitata la scarola d i culatta, che

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Attacco e presa del Montserrat (r8 u)

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dalla pa rte della canna stessa è rinforzata da un rialzo servente da cerniera per la camera di chiusura che ribalta _in ava11ti . Si introduce la cartuccia nella camera ribaltata colla punta ind ietro, e poi si abbassa la camera e cosl si chiude la culatta. 1\lla camera è annesso il portaluminello col lum inello. Una piccola linguetta o piolo,

Fucile Mont-Stonn, modello 1860

in comunicazione col n1ovj~ mento della uoce del cane, viene ad incastrarsi jo una piccola nicchia non appena il Cartuccia Mont-Storm cane si abbatte per dar fuoco alla capsula; in tal modo viene garantita la completa chiusura d ella camera al momento dello sparo. Una piccola molla che sorpassa la parte anteriore della scatola di culatta, impedisce l 'aprirsi spontaneo della camera quando il cane è armato. Un bottone fissato contro la base del portalumincllo, serve per aprire e chiudere la camera. La cartuccia d i questo fucile, detta pure « Mont-Storm mod. 1860 », ha la pallottola conica, colla carica di polvere contenuta entro un diaframma di membrana intestina le trasparente, avviluppata con un filo di seta.

Montt (Giorgio). Ammiraglio e uomo di Stato cileno, n . od 1846. Prese parte, distinguendosi, alla guerra che il Cile ebbe col Perù e la Bolivia. Fu presidente del governo provvisorio_ creato in seguito alla guerra civile del r89, fra il presidente Balmaceda cd i Congressisti. Poi fu presidente della repubblica fino al 1896. Montù Beccaria, Comune in prov. di Pavia È di origine antica e se ne trova memoria duraute il per iodo comunale e feudale, nelle contioue lotte civili che straziarono il territorio tra i fautori della famiglia Landi e quelli dei Beccaria che vi possedevano anche un castello ben mu nito. Il dominio di questo fu conservato dai Beccaria, in contrasto con i Visconti, i Dal Verme ed i signori feudatari dei dintorni, fino al 1529, qu.ando jl conte Au reliano Beccaria lo donò ai Barnabi ti che vi posero il loro collegio. Sotto la dominazione francese, soppressi 1 Barnabiti, il castello fu venduto e quindi dist rutto. M ontù Carlo . Generale, n. a Torino nel 1869. Sottot. d'art. nel 1889, lasciò nel 1893 i l servizio attivo perm anente e passò nei ruoli di complemen to . Nel r 9r r, volontariamente, come capitano della M. T ., riprese servizio per partecipare alla guerra libica quale comandante la Aottigl ia av iatori volontari in L ibia; rimase ferito in combattime nto aereo, a Tobruk meritò la med . d 'argen to e fu promosso maggiore per merito d i guerra. Ritornato in ser vizio per la guerra contro l'Aust ria, comandò il bgl. aviatori volontari e d ivenne colon nello nel 19, 7' coma ndò il 9° raggruppamento bom bardieri e poi i l 1<> raggruppamento truppe ausiliarie in Francia. Indi assunse il comando del 45° raggruppamento <l 'assedio e poi dell'arti-

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gl ieria della 45• divisione. Venne decorato di una seconda med . <l 'argento al Med io Isonzo (1916), di una terza pure d ·argento per le azioni sul Vod ice, M. Santo e Altopiano della Bainsizza, restando nuovamente fer ito (1917); di una med. di bronw pure al Medio Isonzo (1917) e di un'altra di bronzo nella regione della Somme (1918). Nel 1928 fu promosso generale di brigata nella riserva. Ingegnere e p rofessore, rappresentò più volte alla camera dei deputati il collegio di Crescentino.

Montuorì (Luca) . Generale, n. ad Avellino nel ,859. Sottot. d 'art. nel 1889, frequentò poi la scuola d i guerra, passò nel corpo d i S. M . e, da ufficiale superiore, in fanteria. Nei moti di Milano del , 898 meri tò la mcd . d'argento. Nel 1905-,906 insegnò logistica alla scuola di guerra Montù Carlo e poi fu addetto mi l. a Berlino, divenendo colonnello nel 1907. Comandante il 5a<> fanteria od 1910, partì con esso per la Tripolitania nel 19.TI ed in Libia rimase pure nel 1912 e 1913. Magg. generale nel i912, comandò la brigata mista çel!a 1• d ivis . speciale a Zanzur ed ebbe la croce d a cav. dell'O. M. S. Nel 1913, alla battaglia d i Asabaa e successiva avanzata fino a Nalut fu decora,to della croce d' uff . dell'O . M. S. Comandante la brigata Pisa e poi la 3• brig . Alpini, ebbe nel 1914 il comando de!la scuola di guerra. Nel maggio 1915 partì per la guerra contro l'Austria colla brigata Parma. Teo. generale nel 1915, comandò successiva mente la 10• e la 4• d ivis. (1915-1916); i l 26°, 20° e 2<> C .d'A: (1916-19, 7; la 2• (1917) e la 6• (1918) armata . Oltre a due med. d'argentò, ebbe la commenda dell'O. M. S. nel 1916 per aver arrestato l'offensiva austriaca j n Val Brenta, conquistando poi posizioni nella controffensiva ; la croce d i gr. uff. dello stesso ordine sul!' Altopiano d i Asiago (1918) e la g ran croce nella vittoria finale. Fu ferito su lla Bainsizza ed al ponte della Pritùa. Generale d'esercito e membro del consiglio dell'esercito nel 1923; I comandante designato cl 'arrnà.ta pure nel 1923; fu collocato in soprannumero nel. 1927 e nd 1928 nominato senatore del regno. Montura. Tern1ine m ilitare ormai poco usato, corri• Montuori Luca spandente a d ivisa, uruforme. Alta montura, bassa montu ra, termini adoperati per sign ificare la grande e la piccola uniforme. Mont Va lérien (Battaglia dz). In qualche testo è cosl d1iamata la battaglia pii', comunemente detta di Bu• ZC1Jva/ (V.). Monumenti funebr i. Numerosissimi sono i M . funebri eretti in ogni tempo alla memoria dei grandi con dottieri, talvolta improvvisati d alle truppe nel momento della caduta in battaglia del loro comandante, spesso t ra sformati poi in opere architettoniche pregevoli e durature.

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Ne riproduciamo alcuni, fra i quali quelli recenti cretti alla memoria del generale Cadorna, comandante dell 'cser-

gen. Turenne (Sassbach)

gen. Morcau (presso Dresdst)

gen. Desaix (Strasburgo)

gen. Kléber (Strasburgo)

Amnur-Jglio Delft olandeso

gcn. Marcenu (Chartrcs)

data forse da legionari latini rcducj da Magonza, fermatisi in questo luogo all'epoca della ripartizione delle terre fatte da Augusto. Nel medio evo fu chiamata anche « ModoeLia " e « Modaetia ». Fu colonia romnna ai tempo di Cesare Augusto. Dopo la calata dei Longobardi in Italia, fu per alcuni anni sede del regno, a preferenza di Milano. Ai re longobardi subentrali i monarchi franchi nel dominio <l 'Italia, M. ebbe accresciuta J,1 sua ùnportanza e

t.1

M aresc. Cndorna

(Pallanza)

Generale Pcrrucchetti (Cassano d'Addn)

Monumenti funebri cito italiano nel primo periodo della guerra contro l'Austria e al la memoria del generale Perrucchctti, il fondatore del Corpo degli Alpini.

Monviso. Battaglione alpini, costituito nel novembre 1915-16, con k cp. 80, 100, 124. Paetccipò nel m.1ggiogiugno 1916 alla lott,1 sugli Altipiani, guadagnandosi la med. d'argento, con la motivazione seguente: « Fulgido esempio di valore e di vir tù militari, il battaglione Monviso, resistendo tenacemente con gravi perdite a superiori forze nemiche, manteneva importantissime posizioni a Monte Fior e a Castelgomberto (6, 7, 8 giugno 1916) » . Quindi passò nella zona di Monte Baldo, e di qui, ncll'otrobrc dell'anno successivo, sull'Isonzo, donde combattendo strenuamente ripiegò sul Piave, ridottissimo di forze: il 30 novembre venne sciolto. Le sue perdite ammontarono a ufficiali m . 7, f. 19, dispersi 19; uomini di truppa m. 68, f. 464, dispersi 689. Monza. Città della Lombardia, in prov. di Milano, sul Lambro. Il nome originario era « Maguntia •• perchè fon-

L'arengario di Monza, parte meridionale (La loggetta da Un quale i Magistra•i par Invano al popolo)

fu munita di castello e di mura. Sul principio del sec. X, Berengario, duca del Friuli, proclamatosi re, stabill in M. la sede ciel regno italico. Ebbe allora un secondo castello, e piccoli battifredi lungo le mura. Un secolo dopo, Ottone lii dichiarò M. città imperiale, capitale della Lombardia e residenza del governo. Ma quando Milano, liquidata la sua grande e sanguinosa lite con l'impero, non permise pii1 agli imperatori cli dettarle legge nel suo territorio, M. scgul la politica milanese; durante la contesa fra Torriani e Visconti tenne per i primi; poi, quando i Torriani furono cacciati dalla Lombardia, si accordò coi Visconti. Nella lunga lotta, a nche fra i suoi cittadini si erano formati i due partiti guelfo, aderente ai Torriani, e ghibellino seguace dei Visconti, e più volte la città sofferse il saccheggio ora dall"una, ora dall'altra fazione. Assiwr:uosene finalmente j l possesso con la resa del IO dicembre 1324, Galeazzo I Visconti ne rinnovò le fortificazioni, fabbricando un nuovo castello sulla strada di Milano. Da allora M. seguì sempre le sorti di Milano, e come questa da Comune era stata ridotta a sig noria, cosl anche essa clive1mc un feudo di concessione ducale. M. è sede del 76" distretto mii. e elci deposito dcli •go regg. fanteria.

I. Assedio di Monza (1324). Appartiene alla guerra ciel papa Giovanni XXll contro i Visconti cli Milano. li generale guelfo Raimondo di Cardona, fatto prigioniero nella battaglia di Vaprio sull'Adda (1324), fu condotto a Mi-


j MoN

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lano, ma avendo corrotte le guardie, portossi a M ., dove fo assediato da Galeazzo Visconti. Nel settembre gli assediati , condotti da Lando, fecero una sortita con 800 cavalli e 1500 fanti, ma furono sopraffatti da Marco Visconti cd ebbero 380 morti. Tale sinistro mise in somma coste rnazione i d ifensori, i quali, come asserisce il Muratori; « non faceano altro se non rubar zitelle e mogli 3ltrui, ammazzar uotn ini e fanciulli e saccheggiare e ÌO· ccndiare le case. Anzi col consenso del ca rdinale legato Bertranclo del Poggetto entrarono nel duomo di Monza e presero reliquiari e quanti vasi d'oro e d 'argento vi erano >) . Intanto Raimondo riuscì. a fuggire, co1ne pare, col consenso segreto di Galeazzo Visconti, perchè fece sperare a ll 'assediante di ottenere dal papa in Avignone la restituzione d i M ., ma le trattative fallirono, specie per le condizioni imposte da Roberto d'Ang iò, re di Napoli. L'assedio però continuò e il 10 dicembre 1324 la città si arrese al Visconti. II. Assedio di Monza (14r2-13). A ppartiene alla lotta i,uestina nella famiglia Visconti dopo l'assassin io del duca Giovanni Maria. Non avendo potuto Astorre Visconti impadronirsi del Castello di Milano , si rifugiò a M . e quivi venne assediato dalle truppe di Filippo Maria Visconti. Astorre si d ifese per q uattro mesi , dopo i quali la città fu presa e data al sacco, ed egli si r ifugiò nel castello (giugno 1412). Durante la difesa, rimase colpito da pietra scagliata d a un mangano degli assedianti, e poco dopo morì. Valentina, sorella di Astorrc, continuò nella resi· stenza fino al maggio del 1413, quando, ottenute condizioni di resa favorevoli, cedette jl castello al Carmagnola, genera le <li Filippo Mari a.

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III. .Assedio di Monza (1449). Appartiene al periodo della repubblica Ambrosiana (V. Milano) e fu posto dai capitani sforzeschi Francesco Piccihino e Luigi Dal Verme nel gennaio . I Milanesi inviarono un. corpo di 1nilizie, coIl\andato da Carlo da Gonzaga, in soccorso della città assediata, e tale corpo riuscì nottetempo ad entrare in ,\I/., donde la mattina seguente eseguì una felice sortita, assalendo all'improvviso .i l campo sforzesco. Questo fu preso, con le artiglierie, i bagagli e 300 cavalli. Durante l 'assalto le truppe del Piccinino non intervennero, e poco dopo passarono alla repubblica Ambrosiana.

Monzambano. Comune in prov. d i Mantova, sulla dr. del Mincio, fra Peschiera e Volta. Napoleone nel I805 lo fece fortificare dalla parte del Mincio, con bastioni ed opere esteriori, per farne con Borghetto una resta di ponte, affinchè queste due località, avendo a dr. e a sr. le fortezze d i Mantova e di Peschiera, formassero con esse una barriera guasi insormontabile. I. Combattimento di Monzambano (9 aprile 1848). Appartiene alla prima guerra per l'Indipendenza d'Italia. Mentre il I corpo piemontese aveva il giorno prima occupato Goito, la divis. Broglia del II corpo marciò su M . e Borghetto per impadronirsi di quei passi. All'apparire dei P iemontesi gl i Austriaci ripassarono il Mincio, ruppero il ponte di M. e si appostarono nelle case lungo la riva sinistra. L'artiglieria italiana riuscì col suo {uoco a fare allontanare quella austriaca, e ciò rese più agevole il ristabilimento del ponte, sul quale passarono il 1° rcgg. fanteria (colonnello Boyl) con bersaglieri e un bgl. del t6° fanteria . li gen . Strassoldo, che aveva il comando degli

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Combattimento di Monzambano : 24 giugno 1866 (Italiani tratteggiatij Austriaci in nero).


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Austriaci in quel punto, dovet te abbandonare la posizione verso le ore 17 e si r itirò verso Verona. Le perdite d alle due parti furono insignificanti.

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II. Combattimento di Monzambauo (1866). Appartiene alla prima guerra per l'Unità d 'Jtalia, e si svolse durante la battaglia di Custoza. li generale Piane!] difendeva con parte della sua d ivìs . gli accessi al ponte d i M ., presso il q uale si trovavano i l 1° e il 2° sqdr. delle Guide. Per la sr. del Mincio, marciava verso i l ponte di M ., poco dopo mezzogiorno, il 36° bgl. cacciatori austriaci contro i l quale si slanciò alh carica il 1° sqdr. Guide, che lo respinse. Verso le r3,30 il bgl. riprese ad avanzare, sostenuto da rinforzi , per qua nto molestato <lai fuoco di repar ti italian i sulla dr. del fiume. Il r'J" bgl. bersaglieri, che si trovava a Pra vecchi a, attaccò gli Austriaci d i fianco, mentre i due sqdr. Guide li assalivano di fronte. Jn breve, coll 'accorrere del 32° regg. fau teria da lvi .,. gli Austriaci vennero sbaragliati perdendo 700 u. fra m., f . e prigionieri . L 'azione e fficace di d ifesa del ponte di M . permise agl i Italiani di m antenerlo libero p er la r itirata delle truppe che avevano com battuto sulla riva si nistra del fiume nella giornata d i Custoza. Monzam bano. Avviso, van,to nel r845 in Inghilterra; d is1ocamento tonn. 900, apparato motore 220 cavalli, a

cavalli; velocità mig lia 33,5; armamento guerresco cannoni 4 da 102, 2 da 76 a.a., m itragliere 2 <la 6,5, lanciasiluri 4 da 450.

Cacciatorpedini::re r lVlonzambano •

M onzon. Città della Spagna, i n prov. di llucsta, nell'Aragona, alla confluenza della $osa con la Cinca . Possedeva un castello fortificato, e retto su roccic quasi inaccessibili. M . nd 1063 fu tolta ai Mori dal re Sancio d'Aragoirn . Il 5 marzo 1626, vi fu st ipulato il trattato di pace tra la Francia e la Spagna, col qua.le si poneva fine alla guerra dei Grigioni per la Va ltellina . Assedio di Monzon (1813-1814). Appart iene alle guerre dell'Impero francese . Il castello e ra stato messo in stato di difesa da i Francesi, e stabilita Lilla comunicazione coperta col vecchio forte. Quando, nel luglio del 1813, il gen . Suchet, dopo la battaglia di Viror ia, dovette sgombrare l'Aragona, lasciò come guarn igione in M . il capi-

Av v iso , l'Vfonzamban) t

ruote; radiato nel 1885. Prese parte alla sped izione di Crimea e ali 'assedio di Gaeta.

Monzambano. Incrociatore-torped iniere varato nel 1888 dal R. arsenale dc La Spezia ; d islocamento tonn. 741 ,

Incrociatore-torpediniere • Monzambano•

Assed io di Monzon ( r8IJ)

l ungo m . 70, largo m. 7,90, apparato motore 4200 cavalli; armamellto guerresco cannoni 4 da 57; radiato nell'anno r90r .

tano Boutan con u n ceminaio è i uomini, fra i quali il piemontese San G iacomo, assistente del genio (i Francesi lo chiamarono Saint-Jacqucs). I magazzini era.no ben for niti, rna vi erano solo tre cannoni. 11 27 settembre 3000 Spagn L1oli occuparono l 'alt opiano di Santa Quiteria, sloggiarono i Francesi da u n posto del vecchio forte, il quale

Monzambano . Cacciatorped iniere, varato nel 1923 dai Cantieri Orlando a Livorno ; d isloc.amcnto tonn. 982, lungo m . 86,41, largo m . 8,02, appar ato motore 18.000

aveva te nace1r1ente resistito per 13 g iorni) nta non pote~


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Nl.ON

rono cacciare i difensori dal camminamento coperto. Gli assalitori, il 13 ottobre, cominciarono i l lavoro di mi_na dalla parte a picco, 80 m . distante dalle fortificazioni. Il San Giacomo formò coo gli uom.ini adatti un rcpar.to m inatori_ e praticò una contromina fra due mine degli assalitori. Quando 1'ebbe caricata, indusse il comandante a fare una sortita. L 'assalitore radunò le sue truppe presso la trincea dei m inatori e lo scoppio ottenne buon successo. Allora g li Spagnuoli fecero due nuove gallerie a sr. di quelle distrutte, cd i difensori ne fecero sa ltare una il 25 novembre ·co~';v,a mina di compressione e raggiunsero l 'altra con una' "c•Jntrogalleria, il 3 dicembre. Quando questa fu transitabile; s.i accese uo combattimento in cui i Francesi riuscirono vittoriosi. Si tentò di scavare alcuni rami d i galleria contro il castello, ed in breve ne furono eseguiti quattro. Il 15 dicembre il San G iacomo ne raggiunse uno e il g iorno dopo, con combattimento durato quattro ore, cacciò il nemico dai suoi camminamenti. Dopo inutili tentativi sulla fronte occidentale, l 'assalitore si rivolse dalla parte orientale e cercò di raggiungere con una galleria il magazzino delle polveri della fortezza; il 20 cominciò un 'altra galleria in d irezione del magazzino delle vettovaglie. Dal 20 al 22 dicembre gli assedianti innalzarono davanti al fronte orientale una com.piota parallela e da questa procedettero alla costruzione di a ltre due gallerie. Il 2 febbraio 1814, a mezzogiorno, i difensori con un attacco improvviso alla baionetta scacciarono i posti d i guardia e i minatori dalla parallela e si impadronirono delle tre gallerie. Ma ormai ogni sforzo era stato fatto, e il 18 febbraio J814 il comandan te firmò una capitolazione onorevole. L'assediante, durante l'aspra guerra sotterranea, aveva perduto 46o u. mentre il difensore contava solanto 10 u. tra morti e feriti.

Mook. Comune dei Paesi Bassi nella prov. del Limburgo.

Battaglia di Mook (t574). Appartiene alla guerra di Fiandra . Il conte Luigi d i Nassau era entrato in Fiandra con un esercito d i 7000 fanti e 3000 cavall i per sostenere la causa dei Fiamminghi. Il suo d isegno era di congiungersi al principe d'Orange suo fratello, costeggiando la dr. della Mosa. Il gen , spagnuolo D 'Avila, accorse per impedirlo, e lo costrinse a battaglia nelle v icinanze <li M.,

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schierando la fanteria a d r., luogo la riva del fiume, la cavalleria a sr., fiancheggiata da un corpo di moschettieri. Gli arch ibugieri costituivano la prima linea, la gendarmeria la seconda. I F iamminghi avevano alla loro testa il conte Luigi, il principe d 'Orange, suo fratello, e Cristoforo di Baviera, figlio dell'elettore palatino, il quale ultimo s'era riservato il comando della cavalleria. Questi principi, lasciati alcuni drappelli di uomini a piedi per d ifendere i trinccranienti del villaggio che si stendevano alla sr. di esso, verso il fiume, collocarono il rimanente della fanteria alla dr., formandone un grosso corpo. La cavalleria era distesa fino alle colline. Appena i due eserciti si trovarono di fronte in ordine di bat taglia, gli Spanuol i spinsero i Fiamminghi fino alle loro trincee, mentre le due cavallerie si urtarono furiosameJJte e la vittoria rimase per lungo tempo indecisa. I cavalieri olandesi dapprima respinsero quelli avver sari, ma poi vennero costretti a indietreggiare: in quel momento furono presi sono i l fuoco della fanteria spagnuola e volti in fuga. G li Spagnuoli si resero padroni del campo nemico, massacrando i fuggenti dei quali ne uccisero più di 4000, me ntre essi avevano perduto solo 200 u. In quesu battaglia perdettero la vi ta an che il conte di Nassau, suo fratello ed il Palatino.

Moor. Comune dell'Ungheria a circa 50 Km. a S. S. E. rii Komorn. Combattimemo di Moor (30 dicembre 1848). È un episodio della guerra d'Ungheria del 1848-49. Il principe Windischgratz, comandante dell'esercito austriaco, a,•eva ricevuto notizia che gli ungheresi del Perczcl si avanzavano a marcie forzate su Stuhlweissemburg, per raggiungervi l'esercito degli insorti. -Per evitare la riunione di tali fo•zc, ordinò al C. <l'A. del gen. Jellachich di marciare contro il nemico, e il generale si avviò per la strada di Kiss Ber, dove arrivò nel pomeriggio del 29 dicembre. Saputo che il Perczel si trovava a M. con 10 mila uomini, e che aveva intenzione di portarsi a Budapest, decise dì attaccarlo il giorno successivo. Infatti, partito alle 4 del mattino del g iorno 30 <la Kiss Ber, la sua avaoguardia si incontrò, verso le 8, col nemico sc.hierato ad una lega da M ., in forte posizione, con l'ala dr. ap poggiata a vi gneti , e la sr. protetta <la profondi fossati. Gli Unghe -

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11 lavoro di mine e contromine nell'assedio di l\fonzon (1813)

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resi aprirono subito il fuoco, e Jd lachich, atteso che giungesse il grosso delle sue forze e schjerata la sua antiglieria ·vicinissimo alle ' lince avversarie, lanciò alla carica due regg. di cavalleria comandati dal generale O ttinger. Questi giunse sull 'art iglieria avversaria, rovesciando due sqdr. nemici, s'impadronì di gran parte di essa e prosegui contro il centro, che non resse a questo, violento attacco. Gli Ungheresi battuti si ritirarono in varie direzion i: la cavalleria e r6 cannoni ))tesero la via di Stuhlweissemburg, una parte della fanteria, con due pezzi, si d isperse nei vigneti e il resto si gcttèl in M. Gli Impeciali non inseguirono per la stanchezza. Le perdite ungheresi furono gravi : 2200 uom ini con 23 ufficiali e 7 bocche da fuoco.

Moore (sir Giova.11111). Generale inglese (1761-1809). Prese parte giovall'issimo alla guerra çl 'America, e più tardi alle campagne contro la Francia, battendosi nel 1792 a Tolone e nel 1794 in Corsica. Nel 1796 fu inviato nelle Ind ie, e l 'anno seguente partecipò con I'Abercrombic alla repressione dei moti irlandesi. Fu poscia in Olanda, i n I talia e d i qui nella Spagna; quindi accompagnò Abercromby in Egitto . Nel 1806 era comandante in seconda dell'esercito inglese m Sicilia. Nel 1809 fu messo :1 capo <lei! 'esercito d i soccorso in Spagna. Serrato da vicino <lai Moore Giovanni maresciallo Soult e avvertito che Napoleone stava per giungere a Madrid , compì una ritirata d ifficile e morì colpito da un proiettile mentre stava imbarcando le sue truppe alla Coruiia. Moquega, C>ttà del Perù , capo!. d i dip. alle falde della cordigliera delle Ande, collegata ferroviariamente col po11 te dj Ilo, sul Pacifico.

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il r 0 gennaio dal Martinez: esse stavano agli ordini del col. Gamarra e si erano fortificate un poco più a N. della città, sulle colline des Anjeles , verso Tarata, posizione creduta inespugnabile. Mà i Cileni, agli ordini del gen. don Manuel Baquedano, occupata la mattina del 20 marzo M ., e messo il campo un poco più a N ., alla stazione terminale della ferrovia (Alto de la Villa), l'alba del 22 riuscirono a sorprendere, mercè un abile aggiramento, il col. Gamarra e, dopo un'ora di combattimento, a ricacciarlo . I Peruviani lasciarono sul terreno 28 morti e numeros i feriti e nell'inseguimento furono loro fatti 64 prigionieri. Il col. Gamarra, accusato dì 'tradimento, fu tradotto davanti a un consiglio di guérra. Dopo di allora l 'esercito cileno, movendo verso S ., intraprese la campagna di Tacna e la città di M . e l 'intera vallata che da essa prende nome , vennero sgombrate d a tutte le truppe, a causa del m icidiale clima malarico. Pochi mesi dopo, i n ottobre, fu eseguita un'altra sped izione su M ., che frat tanto era stata r ioccupata dalle truppe peruviane. Il , 0 ottobre il comandante Salvo uscì da Arica e dopo una notte di navigazione arrivò a Pacocha, <la dove, con 600 uom ini rimasti di guarnigione in quel porto, si mise in marcia su M . Per via fu raggiunto da uno sqdr di cavalleria, una btr . d i 6 cannoni da montagna e salmerie. Il 6 ottobre la colonna entrava a M ., anche · questa volta senza colpo ferire, essendosi di nuovo precipitosamente ritirata la guarnigione peruviana. L'indomani una forte contribuzione fu imposta alla città, r iscossa la quale, i l - 14 ot tobre, le truppe ritornarono a Pacocha e a Tacna.

Mora. Una delle cinque coorti che formavano l 'esercito spartano, della forza di 500 u. circa. Ogni M. era composta di quattro Pentecostie; la Pcntecostie di quattro Enomozie., e ogni Enomozia di quattro file su otto righe, cioè di 32 u. La M. era comandata da un locago che aveva in sottordine quattro Pentecosteri, da ciascuno dei quali d ipendevano quattro Enomotarchi, e cioè in totale la M. numerava 20 ufficiali oltre il comandante. Mom. P iccolo fiume del Piemonte, i n prov. d i Novara, affluente di dr. dell'Agogna.

Occupazioni di Moqucgtt . Appartengono alla guerra del Battttglia sulla Mora (1645). Appartiene alla guerra tra Pacifico. Il 30 clic. 1879 due navi della squadra del Cile Francia e Spagna. Gli Svagnuoli, dopo la perdita della arrivarono nella baia d 'Ilo e vi sbarcarono un d istacca Rocca d i Vigevano, presa loro dal principe Tommaso di mento di 550 soldati e due cannoni, agli ordini di Aristide Savoia, per impedire la riunione delle truppe del prinMartinez, il quale, impadron itosi del por{o d'Ilo e d i cipe Tommaso con quelle del conte Du Plessis, posero quello di Pacocha, tagliate le linee telegrafiche che univano il campo sulle rive della M . e vi si trincerarono, mentre la costa aW.interno e occupata la ferrovia, si recò, senza un corpo spagnuolo cercava di trattenere il D u Plessis trovare ostacolo, a M. Al suo avvicinarsi la guarnigione nella sua marcia. l i principe Tommaso decise dt attaccare (450 m il iti) abbandonò la città, sicehè i Cileni vi entragli Spagnuo li, e il 19 ottobre fece passare il fiume a rono incontrnstati la mattina del capo d'anno 1880. Riun suo reparto, attaccando il nemico che si difese ostifornite di viveri le proprie -truppe e organ izzatovi un conatamente. In breve il combattimento divenne generale; mitato per l'ordine pubblico, verso sera il comandante dopo alcune ore di lotta gli Spagnuoli abbaJ1donarono le Martinez ritornò, con lUtti i suoi , com'era venuto,, alla rive de l fiume e poi il campo di battaglia, lasciando sul costa, scampando accortamente da un deragliamento pre- .terreno circa 4000 u _ morti, molti prigionier i e gran nuparatogli dalle milizie peruviane . Il 12 gennaio il dist acmero di feriti. Da parte del principe Tommaso le percamento s'imbarcò di bel nuovo e tornò a Pisagua. In sedite furono in significami. guito a quest'abile ricognizione , il 26 febbraio sbarcavano Mom Domenico. Guerriero e scr ittore militare bolognese a Pacocha 13-14 mila uomini dell'esercito cileno, occudel sec. XVI. Combattè in T ransilvania e in Francia. pando la ferrovia e la vallata di M., mentre un~ colonna · Scrisse : « Il soldato » , « Il Cavaliere » e « T re quesiti in di 2000 uomini, agli ordini del col. Ilarbosa , con una dialogo sopra il fare batterie, fortificare una città et ordidiversione per mare p iù a nord-ovest, a Islay e a Molnare battaglie quadrate »1 lcndo, rich iamava verso quelle località l 'attenzione delle forze peruviane che stavano a A requipa, e quindi, diMorabito (Alessandro) . Generale, nativo di Mangiava str utti telegrafo e ferrovia, tornava a Pacocha il 14 marzo . (1859-1923). Sottotenente d 'arriglier.ia nel 1880, raggiunse A ;I,,/. erano però forze assai mélggiori di quelle trovatevi il g1ado di colonnello nel r9r5 e comandò il "20 ar·


MoR

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t igl ieria da fortezza ed il r2<> da campagna. Colonnello brigadiere comand. l 'art. del II C, d'A. nel 1916-19 17, andò in P . A . nel 1917. Magg. generale nel 1917, passò nella riserva nei 1921.

Moraglia (Vittorio) . Generale, n. nel 186r. Sottot. di art. nel 1883, andò in P . A. nel 1914 col grado di maggiore . R ich iamato in servizio per la guerra, venne nel 1928 promosso generale di brigata nella riserva. Morache (Giorgio Aug11sto). Medico e scrittore militare francese, n. nel 1837. Fece una campagna di tre anni con la squadra del Pacifico, raccogliendo elemerrti per un lavoro su lle malatt ie dei marinai. Poi fu mandato in Cina come medico della Legazione di Pechino, dove pure raccolse note numerose sull'igiene e la med icina in Cina . Scrisse varie opere d i carattere scientifico e professionale; tra l'altro, anche un « Tratt ato d'igiene m ilitare ». Morale delle truppe (il). È io stesso che d ire l'animo delle truppe o lo spirito delle tmppe . Quando, per una qualunque ragione , viene r icercato e domandato da chi si sia : « Qual'è i l morale delle truppe? •, con la ricerca e la domanda, divenuta ormai d'uso comune, anche se impropria, si mira appunto a rilevare e a conoscere l 'animo o lo spirito delle truppe; più in particolare, lo stato psicologico nel momento presente e per uno scopo attuale o pross imo, azione tattica o altro . Quest'investigazione può

essere altresl a semplice scopo informativo generico, per iodico o sa lr.uario, com'è proprio ed essenziale delle ispe-. zioni gerarchiche ordinarie e straord'narie. Il morale delle truppe, secondo il signiiicato della parola , dovrebbe essere determinato specialmemc dai senti menti sociali e dagli intellettuali; ma clacchè i l suo reale valore è di animo delle uuppe, esso è , in realtà, determin,ito da tutti i sentimenti, cl1è l'anima della persona collettiva, come della persona fisica, tutti li comprende, dagli egoistici agli altruistici , dai social i agli antisocial i, dagl'intellettuali agli estetici, dagl i apprezzativi ai complessi. Però, sebbene tutti li comprenda, si colora e caratterizza volta a volta secondo il prevalere dell'uno o dell'altro, dal che nascono i fondamentali problemi conoscitivi pratici che sono alla base d'ogni problema militare oper ativo; cioè : 1 °) da che cosa è determinato il prevalere dell 'uno o ddl 'altro sentimento,

ossia,

da che cosa è determinato il

caratl<:re

contingente del morale delle truppe?; 2°) in qual modo eS$O carattere contingente può

inodellarsi e

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conformarsi

al le esigenze d i quel.1 'azione particolare che il comandante abbia <li mira i Qu i importa molto di tener presente quest'altro rilievo coordinativo: si è detto che il M. è determ inato da tutti

natura, della razza, dei costumi, della legge morale e della legge giuridica del popolo donde le truppe provengono. Nell'ordine della legge giuridica vuolsi comprendere anche lo stato sociale, politico ed econom ico nel quale le truppe s'inquadrano e sotto il q uale agiscono. I fattori conti ngenti risultano dalle condizioni di spirito degli uomini che agiscono sotto l 'influsso dcli 'attuali tà vicina e lontana (e della quale corra notizia), specie sotto la spinta della dinamica senrimentale. La fondazione e l 'educazione dei fattori immanenti tocca originariamente al clima morale della nazione e al sistema generale educativo dello Stato, indi ai quadri stessi delle truppe, che devono, in pace e in guerra, continuare l'opera della scuola in quanto volta a creare lo spirito militare della nazione - e poscia d are a tale spi rito l'impronta tecnica e la volontà specifica , Quando la fondazione sia solida e l 'educazione razionale ,· eventuali depressioni e annebbiamenti del ,\1., provocati da disgraziate contingenze, :i;aranno sempre scguìti da sane riprese.

Possono ricordarsi, ad esempio, le truppe ,tedesche dopo Jena , le trnppc francesi dopo l'estate del 1917, le truppe italiane dopo l'ottobre d ello stesso anno. Ancor meglio sarà quando intercorra una perfetta coordinazione fra scuola civile e scuola militare, fr~ dovere civile e militare. Quanto ai fattori contingenti, essi possono derivare da tante e sì svariate cause (notizie dal paese e dalla fronte, nutrizione, disagi, entusjasmo, scoraggia1nenti, vittorie e sconfitte, « voci del fa nte » e altre, condizioni meteorologiche, ecc. ecc.), prendere tali direzion i e giungere a così impensate e gravi manifestazioni, che sembra difficilissimo indicare solo i l prospetto di tina dottri11a aera a governar e simili fattori . Tuttavia, la guerra mondiale, rivelando ag li uon1ini di,mentich i tutta l'importanza vecchia, nuova e stra~

grande del M . delle truppe nella determinazione della sconfitta e della vittoria, ha posto !'inderogabi le problema relativo, d'una dottrina, cioè, valevole alla bisogna per non trovarsi più alla n1ercè del caso e nella necessità. d •jn1provvisazioni, il cui risultato è sempre incerto. Durante la guerra anzidetta, essendosi , com'è noto, mostrata la insufficienza dei quadri o, piuttosto, la insufficienza dei mezzi ordinari della disciplina di pace e di g uerra vecchio stile, si ricon-c a un mezzo relativamente nuovo per governare il M. delle truppe, ossia ad una « propaganda » più o meno organizzata, a u.n « Ufficio

di propaganda mora le fra le truppe ». Propagandisti m ilitari e non, percor sero; con la sanzione ufficiale le retrovie e le fronti per incitare le collettiv ità mi litari alla resistenza) allo

slancio offensivo,

allo spirito patrio ttico.

L'esercito, vincendo ceni suoi costumi chiusi, si permeava di modernità e accettava, premutÒ dalla necessità, quei

i sentimenti; però, i sentimenti vengono daHc sensazioni

(( persuasori » che sen1bravano prllna così est1·anei a lla vita

e

dei reparti. S'intende che la propaganda non era fatta di sole parole. Teneva conto dei sentimenti, dei desideri, dei bisogni dei soldati - padri e figli di famiglia, uomini e cittadini , sebbe ne soldati - e cercava, compatibil mente con le esigenze della guerra, di soddisfarli. Di modo che,

percez io,)i

(<lal

conosc.ere,

.insomma)

sciente e

inco~

sciente), indi mettono capo ai desideri (positivi e nega tivi), .i qual i, a lor volta, suscitano e spingooo la va~ lontà. lo conc lusione, poichè la volontà procede dai desideri, i desideri dai semimenti e i sentimenti dalle sen sazion i e percezioni; e poichè il M . delle truppe è in funzione di questa caten;, di rapporti spirit ual i cornplcssi, per predisporre indi governare il M . stesso, è indispensabile d i conoscere intimamente la essenza di simili rapporti e le conseguenti manifesta,;ioni pratiche a seguito di stimoli propri o impropri, d iretti e indiretti. La conoscenza dianzi accennata principia logicamente dalla cognizione dei fattori del M.. delle truppe. Tal i fattori si d istinguono in imn1anenti e 111 contingenti . Gli immanenti, o storici , o etn ico-etici, sono il risul tato della

premi e cmnpensi in denaro, licenze e permessi in misura

!"uova, spettacoli, svaghi_, sports , correvano insolitamente, con indubbia efficacia, &a le truppe sensibili. Traendo l'ammaestramento della guerra, quasi tutti gli Stati, quale in un modo quale in un altro, hanno successivamente provveduto e provvedono in pace a dar e vita stabile, in seno all 'o rganizz.azlone n,i!itarc e jn margine ad essa, al~

l'organo o uflicio di propaganda. Per esempio, gli Stati Uniti d'America hanno creato, sin dal 1918, una « Sezione <l'azione morale ,, presso lo Stato Maggiore Generale,


-

NloR

329-

con ramificazioni che si esten dono dai corpi cl'arn1aca ai più piccoli reparti di truppa. Se non è la dottrina, è una attività re~ta da norme particolari, che almeno preludia alla dottrina stessa. Però questa domanda altre esperienz.e, oppure · una investigazione più sicura e metodica delle esperienze passate, larghi~sime quanto è larghissima lo storia milit are. Frattanto, in problema di tanto momento, niente può giovare meglio d 'una logica semplicità nell'esame delle cose. ln linea generale , si può esservare : 1°) 1 fattori cont ingenti del M. delle truppe derivano in molla parte dai rapporti di sentimenti e di interessi fra truppe operant i e paese. Si veda, ad esempio, la F rancia e il suo esercito nell'estate del 1917; l'Italia e il suo esercito nel l'autunno del lo stesso anno; la Russia e le sue forze armate. nel 1917; la Germania e le sue forze armate dopo le offensive della p rimavera e dell 'esrnte del 1918. Per questo lato, nulla gioverebbe di p iè, d'una organizzazione d i guerra atta a stabilire una sicura e pratica coordinazione fra autorità civili e nlllitari, affind1è niente sorga nel paese ca-

pace di t urbare l 'animo delle t ruppe . ;,0 ) Fuori del caso precedente, nel campo strettamente militare, è noto come i l M. del le truppe, sq uisita e precipua funzione del comando, dia la misura e l 'essenza della forza bell ica operante. Orbene, come si potrebbe in simile campo menom are ,come che sia l'attributo più delicato del comando, che è, inderogabihnenteJ di

educare,

svolgere,

dirigere,

jmpie~

gare ai fi1ù della ll"ittoria l a forza bellica operante? Pertanto, una ,dottrina che abbia per oggetto il M . delle truppe, non potrà mai dare v ita stàbilc a una organizzazipne di p ropaganda autonoma (comunque si chiami) presso i comandi delle grandi unità, ment re potrà e vorrà disporvela quale mezzo informativo ed anche esecutivo di ta· luni provvedimenti, sempre però alla dircLta e jm rnediata d ipendenza del comandante. Nessun comandante di valore si è mai spogliato e mai si spoglierà del diretto in• flusso e <lei diretto governo del M. delle truppe. D alle grandi. scendendo alle mioori unità, il problema non è d i dare ai comandanti delle medesime (agli ufficiali, in genere) il sussidio d'un o rgano o ufficio gerarchico incaricato di occuparsi del M. delle truppe, bensì di rendere essi con1andanti capaci dì governare i nterame nte, oculatamente e sempre, esso 1norale. È, come ben s'intende, un

problema educativo di capitale importanza, proprio delle srnolc m.il. formative degli ufficiali e dei comandanti di ogni grado. Sino a quando il M. dclk truppe rappresenter à il fatto re essenziale determinan te della vittoria o della sconfitta, il programma format ivo {iegli ufficiali dovrà avere per caposaldo la crenione della capacità concreta e scientifica a intendere e a governare simile fattore o arm a; a governarlo e usa rlo altrettanto scientificamente e praticamente d i qualsiasi altra arma o istrumento tecnico e materiale. Giova, al riguar<lo, aver presente ognora che, mentre il fucile o la bomba o la lancia o il cannone o il cavallo o altro è l 'anna del soldato, del combattente individuale, l'arma de] comandan te altra non è che il reparto o I ·unità che comanda, arma che vince o perde essenzialmente in 1nisura della sua forza morale, del suo « morale ))' come breve.mente si dice; vince o perùc con

l'anima e per l'a nima più che con le armi o per difetto di armi . Caporetlo e il Piave insegnano.

Morale militare (La). L'azione del militare estesamente considerata nei suoi rapporli sociali, special mente professionali, è fatto mora le . Comunemente, si dice morale solo l 'azione buona; nell 'uso scientifico si propende a d ire m<)-

,&

NloR

raie l'azione che è conforme alle norme della buona condona, e immora le quella che se ne allontana (cattiva condotta). In sustanza, dunque, la M. M . - intesa q uale dot• trina e scienza dei costumi par,ticolari e propri delle per• sone m ilit ari (tisiche e g iu ridiche) è. quello speciale ramo della scienza morale che considera le azioni delle persone mil itari in quanto siano o no conform i alle norme della buona condotta militare, e i n quanto tendano o meno a l raggiungimento del fine pel quale le forze militari sono ist ituite. La M . M . ha il suo testo dottrinale scritto nel regolamento di disciplina. Una delle sue premesse avverte appunto : « Questo regolamento è soprat'tutto il codice morale -del] 'esercito, e fornisce i principi cd i metodi per creare e rafforzare quella sostanziale disciplina intima, che, jJCrsuasa la nlente, avvince al dovere, profondamente sentito, il cuore e l'anima ». In particolare, poi, nel rego1amen to,

un capitolo espone succl11ta-

mentc i « doveri morali d '·ogni milita re» , quei doveri che indi sono, con la dovuta ampiezza, illustrati nel testo. Ta le capitolo è, nella sua efficacissima concisione, suffi ciente a mosttare la elevatezza odierna della M . M., la q uale, in tempi passati , specie nel medio evo, s'era abbassata tanto, da non avere quasi più traccia di morahtà.

A ll'uopo, basti ricordare che della guerra, fatto sociale eminen temente di diritto pubblico, si era smarrita praticamente ogni retta nozione, derivando da ciò il decadimento, se non la scomparsa, d 'ogni M . M., come facilmente rilevasi nelle storie di quei tempi ogni qualvolta vi si parla di soldatesche e 'soJdacaglie e delle guerre cbe esse svolgevano. Oltre al codice scritto, la M. M . , come ogni altra morale professionale, si conforma alt.resì ad un codice consuetudinario di usi e costumi d i efficacia innegabile. Però, con l'allargarsi contemporaneo del dovere militare (Nazione annata) il campo del cod ice non scritto si va sempre più restringendo , mentre s'estende e meglio s'affer ma il codice scritto, regolatore pi,, siéuro e ogget• tivo della vita militare ne' suoi sviluppi e rapporti con la vita civile. La M . M ., in q uanto è un ramo d i quella civile, o com\rne, o umana , poggia sulle stesse basi, , religiose e civili, cd è con forme al grado d i civiltà del po• polo cui appartiene. Però, nella sua essenza particolare o professionale, si stacca durante fa guerra dalla morale comune, per aderire necessa riamente al principio stesso della guerra, che è di uccidere il nemico. Anche da questo lato, però, l'evoluzione della civiltà ha attenuato h crudezza elci pr incipio originario, onde nell'età moderna lo scopo della guerra non è pi,, d 'uccidere per uccidere, bensì di mettere il nemico fuori cornbauimet~to, al fine d i piegarlo al b propr.ia volontà. Il codice morale della guerra è lo sìcsso regolame11to d i d isciplina d ianzi r icordaro , integrato dal « Servizio in guerra n nei capitoli: I, « Disci• plina " ; VIII, " Usi di guerra » ; IX, ci Convenzioni di guerra » .

Morales y Alfonso (Francesco). Generale spag nuolo (1781-18~4). Inviato nell 'America del Sud contro gli insorti, costrinse nell 'agosto r 8 r4 Bolivar a lasciare il Venezuela. Prese parte ne l 18 r5 all'assedio di Cartagena ; nel 18r6, alla battaglia di La Puerca; comandò l 'avanguardia <li Morillo e combattè co11 alterna fortuna . Il 21 giugno 1824 fu sconfitto, insieme a Latone, a Carabobo da Bolivar.

,

Moralità militare. Implica l 'esatta comprcr,sione del fine sociale prefisso alla (orza m ilitare , nell'ordine della tJuale

la t_?crsooa vive ed opera e, successivamente, 'l'at~

titudine, la volontà e l"abitud ine di persegui re esso fine


MOR

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MoR

330 -

con tutte le proprie forze conformemente alla morale milirnrc. In sintesi, M. M. militare è conformazione alla legge o dottrina morale militare. Il grado più o meno notevole di moralità di una persona militare, è rappresentato dal la m isura della sua conformazione al codice morale cui s'è votato. I.a M. deriva la sua ragione prima dalla solidarietà, la quale esige concordia e cooperazione ai fini sociali. Ove è di(ctto di conoscenza, di semimento e di volontà relativamente ad essi fini , ivi è difetto d i moralità e, può dirsi. difetto di carattere militare. La M. d'una persona militare si traduce in integrità, donde compimento saldo e intero del dovere; in p robità, donde rispetto dei d iritti altrui e astensio ne da qualsiasi cosa che non menti onesta approvazione; in costumatezza, donde esempio di buoni costumi e saggia conservazione delle facoltà del corpo e della mente. In conclusione, la M. della persona identifica le virtù che ;dia medesima dànno e conservano l'onore. Tanto di moralità, tanto d i onore (questo in funzione di quella). Il sentimento dell'onor militare ha sempre ispirato la moralità della persona militare. Pert:1nto, evolvendosi e diversificandosi nei tempi ta le sentimento, s'evolveva, si diversificava parallelamente la M. M. Le trasformazioni moderne e, più, le contem• poranee delle istituzioni militari (principalmente, l 'obbligo personale del servizio m ilitare esteso a tutti i cittadin i) hanno impresso alla M.. M. un carattere e un andamento radicalmente diversi da ciò che furono nel passato oscuro del soldato di ventura . Allora tra la moralità della persona militare e la moralità della persona civile, c'era solco profondo e ostentazione d i inconci liabilità; adesso le due forme di moralità si accostano e si uniformano a concetti comuni, e tanto più s'accostano e si uniformano, in quanto entrambe tendono ad adeg uarsi alla moralità del buon cittadino cui sono propr i oramai i doveri civili e i doveri militari, questi, anzi, considerati nell'ordine generale di quelli.

Moran (Francesco). Mcciaglia d'oro del sec. XVIII . Capo canl\oniere della marina sa rda, ebbe nel 1793 la m ~d. d'oro dì Vittorio Amedeo III ,, Per essersi distinto in varie azioni, e_ segnatamente per aver, nella difesa dell'Isola della Maddalena, fatto -allontanare la corvetta francese comandante la flottiglia, la quale d istruggeva la popolazione, con una jole-laocia-cannonicra , e per essersi anche trovato con il nocchiere Domenico Millelirc nel combat• timento contro un sciabecco barbaresco. (Febbraio 1793) " · Ebbe poi il grado di luogotenencc <l i bordo e n el 1816 mutò la med. d'oro in croce da cav. dell'Ordine Militare di Savoia. Morand (conte Carlo) . Generale francese (1771-1835). Iniziò la carriera nel r792 e si distinse nelle campagne d' Italia, d'Egitto, di Germania e <li Russia. Fu nominato generale dopo la battaglia di Austerlitz, nè abbandonò Napoleone dopo la sua caduta. Dura nte i Cento giorni fu nuovamcncc al suo fianco e funz ionava da suo aiutante di campo a Waterloo. Nel 1816 fu condannato a morte in contumacia, ma poi, graziato, rientrò in patria e venne creato pari di Francia. Scrisse opere di indole militare. Morand Giovanni. Generale, n. ad Alessandria nel 1807. Soldato di fanteria nel 1829, divenne sottot. nel 1832. Passato nei bersaglieri, partecipò alle campag ne del 1848 e del 1849; a Novara rimase ferito cd ebbe la med. d'ar• gcnlo. Comandante il 4° fanteria nel 1854 e colonnello nel 1857, al fatto d'armi di Pozzolengo (1859) meritò la

croce d'uff. dell'O. M. S. N ominato comandante il corpo dei bersaglieri nel 1859 e magg. generale nello stesso anno, andò a riposo nel 1863.

Morond Carlo

Morand Vittorio

Mora11d Vittorio. Generale, m. nel 1887. Tenente del genio nel 1836, combattè nel ,1848 ed a Monzambano meritò la mcd . d'argento. Direttore del genio a Cagliari e Colonnello comand. il 2 ° regg. genio nel r86o, fu promosso magg. generale membro del comitato dell'arma del genio nel r8G2. Nel 1868 fu collocato a riposo.

Morandi (Amo11io). Generale, n. e m. a Modena (18011883). Esule del 1831, combattè in Spagna ed in Grecia. Nel 1849 fu a!la di(esa di Venezia . Proveniente dall 'esercito dell'Emilia, divenne m agg . generale nel 1859 e fu il 1° comandante' della brigata Reggio . Nel 1861, ebbe il comando della sottodivis. mii. di Messina e nel 1863 andò a riposo. Colo1111a Mora11di, Fu dato q uesto nome a un corpo volontario misto, costitu ito da I cp. del genio pontificio, 1 cp. d'artiglieria veneta trevigiana, il -Zo bgl. Italia libera, la legione nazionale italiana: tutte truppe che avevano combattuto nel Veneto e si erano ritirate lungo la d r. del Po fino a Piacenza, che raggiunsero il 7 agosto 1848, al comando del colonnello Antonio Morandi. La colonna non rimase unita, ma si divise in frazioni che vennero d isarmate dalle t ruppe piemontesi: una parte dei militi, compresa l 'artiglicria, tornò a Venezia dove partecipò alla difesa della città.

Morasch (o Mara,c/1) . Villaggio della Bulgaria, a sud di Sciu m la, sulla strncla che unisce quest a città a Varna. Co111ba1time11to di 1\llorasch (agosto 1828). Appartiene alla guerra turco-russa. Il 26 ago•to 1828 una colonna turca composta di alcun i bgl. d i fanteria, di un distaccamento di cava lleria è 4 pezzi d'artiglieria, della forza tomie di ci rca 15.000 u. , sì mise in movimento per la vallata del Kamtschik, per attaccare l'ala dr. del campo russo e minacciare al tempo stesso il villaggio d, M. dove si trovava un ospedale co11 600 malati, che doveva essere sgomberato il giorno medesimo. A protezione del villaggio i Russi avevano descinato due bgl. del regg . Ufa e uno del regg. Perm, i quali ebbero a sostenere un combattimento accanito da soli , dato che il rim:111cntc del distaccamento si trovava già impeg nato. Il primo bgl. d 'Ufa, circondato da tutte le parti, fece una resistenza eroica, perdette 300 u. tra morti e feriti, e non gli rimasero che due ufficiali . Ma nel frattempo sboccarono dal villaggio altri 3 bgl. di fanteria russa e due sqdr. di ussari d'Orangc, i quali, preso il nemico di fianco, lo volsero in fuga e lo costrinsero a riparare nel suo accampamento.


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13

posiz,i one

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z a posizione

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3a posizione

Combattimento di Morasch (1828)

Morat _(in, tedesco, M ,erten). Città della Svizzera, sul lago omonimo, nel cantone d i Friburgo. Fu in antico fortificata, con castello. · Battaglia di Morat (22 l uglio r 476). Appartiene alla ~erra_ di _Carlo il Temerario, duca d i Borgogna, contro g l1 Sv1zzen. Dopo la sconfi tta subìta a Granson il 2 marzo Carlo entr a di nuovo in campagna con 4 0 . 000 u. e il 9 giugno stringe d 'assedio M . , difesa da 1500 Svizzeri al comando di Bubcnberg. D ivide l'esercito i n tre campi; il campo di cavalleria, stabilito sopra un 'altura a scirocco di M. e agli ordini suoi d iretti, si congiungeva a sr. con quel!~ di fanteria agli ord ini del principe Antonio; un altro piccolo campo a settentrione al comando del conte di Romon t chiµdeva il blocco e la strada di Berna. Il campo principale era protetto da un vallone per ove i l nemico poteva arrivare : la posizione era molto forte, ma non offriva vantaggi ad un esercito, di cui l'arma principale era la cavalleria. Il duca tosto mise in opera la grossa artiglieria; ma per quanti danni apportasse alle fortificazioni, vide fallire <tutti gli attacchi con grandi perdile dei suoi Borgognon i. Tuttavia l'imbarazzo crescente, in cui veniva a trovarsi sempre più i l presid io d i M ., costrinse gli Svizzer i confederati a correre in soccorso della citti1. Costoro, forti di 3+000 uomini, di cui 4000 cavalieri, ~lecisero cli attaccare il campo principale. A tale scopo si divisero in tre corpi, il primo agli ordini di Giovanni dì H allwyl, il secondo di Giovanni Waldmann, il terzo costituito dalla retroguardia, dcstina:ta a movimento aggirante, agli ordini di Gaspare di Hertenstein. Essi avanzarono l'uno dietro l'altro : !a cavalleria sui fianchi dell'avanguardia, con l'artiglieria ncgl'intervalli e sul fronte un buon numero di fanti leggien armati d i archibugi. Il Temerario, co ntro la tattica seguìta a Graoson , mi.rava a tenersi pi tLttosto sulla difensiva : a tal fine aveva fatto costruire su lla fronte del suo esercito un vallo trincerato, con alberi abbattuti, munito di artiglierie e interrotto da un passaggio, che poteva dare accesso a quattro cavalieri in fila. I Borgognoni e rano schierati in battaglia dietro un burrone, che scende nel lago a mezzodì di M., la dr., con t utta la cavalleria del duca d i Borgogna, all 'altezza del villaggio d i Courlevon, d ietro al trinceramento ; il

centro, composto di fanteria, dietro il villaggio di Courgevaux ; la sr. presso il lago, con I~ fanteria del campo a mezzogiorno. La giornata era piovosa, ma nel momento in cui i Confederati s'inginocchi arono per pregare, il sole, quasi volesse incoraggiarli, apparve attraverso le nubi. Col g rido di « Granson!, G ransonl », l'avanguardia si scagliò n solutamente all'attacco. li primo urto degli Svizzeri avvenne contro i trinceramenti davanti a Coussiberle e contro reparti borgognoni avanzati, presso il villaggio di Miinchwiler. L'artiglieria borgognona del trinceramento cominciò il fuoco . Gli Svizzeri avanzarono imperturbabili sino a venire sotto l'angolo morto del trinceramento che, rettilineo e perciò senza fiancheggi.amento, fu subito preso dagli assal itori e l'artiglieria rivolta contro i Borgognoni, i quali si raccolsero nella linea principale di resistenza. Allora il battaglione del centro degli Svizzeri si àvanzò alla dr. del! 'avanguardia ed attaccò il centro nemico, mentre la retroguardia, passando per la sr., andò a girare l 'cstrema dr. dei Borgoguoni. La cava!leria del Duca caricò ripe tutamente e con smnmo valore, rna i suoi at-

tacchi, svolti sempre sul terreno stcmp~ato dalla pioggia, si ruppero sulle picche dei grossi battaglioni nemici. In mezzo a tale disordine i Borgognoni offrirono un'eroica resistenza e sostennero con indomito valore g li urti dei Confederati, ma, quando Bubenberg, uscito da M., li ebbe assaliti alle spalle, si diedero a precipitosa fuga. La retrogu::udia svizzera, che intanto aveva completamente g irato il campo pri ncipale, sboccando sulla strada da M. ad

Avenches, venne a intercettar loro la ritirata. I Borgognoni che non erano ancora fuggiti, furono inseguiti e trucidati a migliaia, oppure a gruppi sospinti nel vi,:ino lago e affogati a viva forza. Il come di Romont, col suo piccolo èampo a settentrione, a stento potè salvarsi con la fuga e meotcrsi al sicu ro nei passi del Giura, 5jn da q uando vide espugnato i l tr inceramento del campo principale. In questa battaglia caddero, secondo alcuni, da '5 a 30 .000 Borgognoni, fra cui il 6ore delta loro aristocrazia; secondo altri, ro.ooo uomini. Le perdite degli Svizzeri ammontarono a 500 morti e 600 feriti. 1nsiemc coi Borgognoni er.ano reparti italiani, inviati dai Visconti di Milano e dal duca ùi Savoia. Un corpo lom-


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bardo, agh ordini di Antonio dì Legnano, fu ,terminato sulle trincee guard~nti la città : un alt ro, agli ordin i del conre di Celano, spinto cont ro il lago e cacciato dentro al medesimo; un terzo, al comando di Lodov ico Tagliano, distrutto dopo strenua diksa. Anche le mi lizie savoiarde, comandate da Antonio di Orly, perirono quasi tutte. Qual che centinaio d i Lombardi, che erano riusciti a sfuggire alla strage, raggiunsero Ginevra, ma il popolo g inevrino li cat~ turò e li gettò nel Rodano . Carlo r iuscì a sai varsi a stento, avendo perduto tutte le artiglierie; un cen tinain di cannoni, bagagl i, approvvigionamenti. A breve disi:.1nza, come conseguenza d i questa decisiva b;utaglia, seguì la pace (12 agosto) fra Svizzeri, Savoia e duca di Milano : Carlo non volle sottoscriverla: tèntò ancora la sorte del le armi, chiudendo con la vita a N ancy la sua lotta contro gli Svizzeri .

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d a 10 . 000 Bulgari, comandati da Sabiniano, le truppe di Munda, composte di Eruli, Goti ed Unni, presso il fiume M. In soccorso del suo protento Munda , i l re Teodorico aveva inviato Pitzia con 2 000 fanti e 500 ca,·alli. I Bizantini r imasero sconfitti, e Sabiniano si salvò con la fuga.

Morava. Fiume della Serbia, affluente del Danubio. Sulle sue rive si combattè nel n 93 una battaglia fra Bizantini e Serbi, i qual i, battuti, furono costretti alla pace .

Morazzone. Comune i11 prnv . di Varese, nella valle dell 'Olona.

Combattimento di Morazzone (26 agosto 1848). Appartiene alla pr ima guerra pe r l'Indipendenza d 'Italia e rappresenta l'epilogo delle operazioni garibaldine compiute,

~ marcia } Svlrzeri lll2Zml attacco

Battaglia di Morat Borgognoni: •d , d) 2.la destra (Carlo); e, e) centro (duca dJOrange e conte d i Crèvccoeur)j /,f) sinistra (Antonio); g, g) trinceramenti; p, p ) batterie borgognone contro J\.llorat - Svizzeri: h, h) marcia al nemico; i, avangu11rdia; k) 2000 cavalli; [) corpo p.rincipa!e; m.) retroguardia; 11) 2000 cavalieri; o) dfataccarnento incaricato di v ig ilare i1 campo di Romout .

Morata (Alessandro) . Genera le, n . a Castagnole del le La,hc nel 1817. Sottot. di fanteria nel 1841, passò ncl-

1'arma dei CC. RR . nel 1847, partecipando alla campagna del 1859. Promnsso generale nel 1870 fu colloc~to a ri poso per anzianità di servizio e ragioni di età nello stesso anno ,

Morava (in tedesco : Marclz). Fiume della Cecoslovacch.ia, nella Moravia: si gecra nel Danubio presso Presburgo dopo un corso di 350 Km . Tiattaglia sulla Morava (505). Appartiene alla lotta fra i Bizantini e Teodorico. L 'imperatore Anastasio fece assalire

dopo l'armistizio Di SaJasco, nella regione lombarda, tra i l lago Maggiore, il lago di Como cd il confine svizzero. GaTibaldi, la sera del 26 agosrn, alle ore 17, si u ovava a .lvi . con 800 u. li gen . D 'Asprc (comandante il" li C. d'A. austriaco) , saputo ciò, diede ordini per tentare l'accerchiamento dei Volontari. A tal uopo la br igata Srrassoldo da Cazzago si portò a Vi lladosia; la brigata Schwarzenberg ad Azza.te; un bgl. , mcz.zo sqdr. e due pezzi della brigata Simbschen si portarono da Varese, per Ma lnate, a Gazzada. Il comandante d i quest'ultimo distaccamento, venuto a conoscenza che Garibaldi si trovava a M . . marciò su rn'te focalità, nonostante l'ora tarda. Gli avamposti dei Volontari , all'arrivo degli Austriaci, ripiega-

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rono inseguiti nel paese, dove i legionari erano incolonnati nella strenta via, pronti a partire. L 'arrivo contemporaneo dei fuggiasch i e degli Austriaci nell'abitato generò g rande confusione. Lo stesso Garibald i, sorpreso in un'osteria , dovette d ifendersi colla sciabola ; riuscito ad uscirne, ri ncuorava i suoi e.oli 'esempio e po\cva così , dopo una dura lotta a corpo , a corpo, respingere il nemico fuori del paese. Gli Austriaci tentarono, appoggiati d al t iro delle artiglierie, di impossessarsene con ua nuovo assalto, ma, per h tenace resistenza dei Volontari, dovettero sospendere l'attacco, rimandando la decisione al giorno successivo. Nella notte però, Garibald i, considerato che ogni ulteriore resistenza sarebbe stata inu tile, decise la ritirata avviandosi, per un sentiero no n vig ilato dal ne-mica, con parre dei suoi verso il confi_ne svizzero, men tre la legione si disperdeva, e riparando nella Svizzera.

Morbegno. Comune in prov . di Sond rio, nel la Valtellina, sulla sr. dell'Adda, a cavaliere della strada dello Stelvio . Anticamente era luogo fortificato ed eb be parte importante nelle vicende della va llata, durante le Ione fra Guelfi e Gh ibellini, manifest atesi nella Valtellina con singolare viole11za. Nel 153r M. fu assa ltato dal cascdlano d i Musso, Gian Giacomo Medici , aiutato nell'impresa dal conte d 'Arcol governatore

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compagnie 88~ e 104a, già appartenenti al bg l. fin dalla mobilitazione, passarono a costitu ire il bgl. Monte Spluga. Durante l'offensiva nemica del Trentino, il ,V/. fu schierato sulla fronte M. • Fior-M. Castelgomberto e combatti: sullo Sbarbata !. Attaccala violentemente sulla predetta fronte, sostenne tuia lotta cruenta, ma la superiorità numerica nemica lo obbligò a ripiegare a M. Spii ed al M Tonderecar. P afftecipò poi alla nostra controffen siva verso M. Magari e fu sull'Ortigara. Destinato nel gennaio 1917 in Val Posina, fu poi spostato sul Pasubio ed in Vallarsa e nell 'agosto fu inviato su!J 'Altopiano della flainsizza. Durante I"offensiva austro-tedesca ripiegò combattendo ed il 24 novembre 1917 si portò a Col Moschio, concorrendo alle operazioni per la riconquista di M. Asolo ne e <l i Col Capri le . Nel febbraio 1918 fu invi;no sul Cornooe i11 Val Brenta ove arrestò una puntata nemica tenden te in Val Vecchia . Ammassatosi presso Pederobba per la battaglia di Vitto rio Veneto, passò il Piave e per

di Con10. Gabriele Medici, la-

sciato dal Med cghino a governar.:: il paese, angariò talmente con le sue vessazioni gli abitanti che provocò la ribellione di quei d i M ., i quali, con due energiche rivolte, riuscirono a liberarsi da quella oppressione. Nel rfoo, nella ribellione dei V altellinesi contro i G rigion.i , M . par tecipò a.Ila strage dei Protestanti.

Medaglia del battaglione alpino Morbegno

Battaglia di Morbegno (1635) . Appartiene alla guerra tra Francia e Spagna. Nella campagna del 1635 in Valtellina, i l d uca di Rohan con un corpo d i 4000 fanti e 400 cavalli, doveva impedire la congiu11zione, nel la valle, degli Austriaci (gcn. Fernamond), provenienti dal T irolo, e degli Spagnuoli (gen . Serbel loni), prnvenienti dal Milanese per la valle dell'Adda. Trovata favorevole la posiz ione d i Tirano, di dove poteva 111anovr are contro l' uno o contro l 'altro a seconda dei casi, fece occupare la città, il 28 giugno, da Landè con tutta la cavalleria, cd egli vi si portò il gio rno 29. Di qui cominciò la sua azione, e, coad iuvato d alla cava ller ia, che operava ora a dr. ora a sr . lungo la valle, riuscì a battere separatamente e ripetutamente Ausu·iaci e Spag nuoil. Nel combattimento davanti a M . (9-12 novembre) vi diresse pi/1 colonne per aggirare gli Spagnuoli per le ali; quando ebbe notizia che la coIor,na di La Frezelière era riuscita a superare la difesa spag nuola ed a penetrare per la dr . in M ., fece ri nnovare l'attacco frontale con la riserva, cd egli stesso passò at. t raverso il bosco, lungo la sponda dell 'Adda, con uno sqdr . e si gettò impetuosamente sull'ala dr . del nemico, sbaragl iandolo comp let amente. li comhattimeni o, durato tre ore, costò agli Spagnuoli 1500 morti e più d i 100 ufficiali, nonchè tutto il bagaglio.

lvlorbegno , Battaglione alpini, costituito nel 1386 dalla trasformazione del bg l. Valtelii na creato fin d al 1882, Appartiene al 5" regg. ed ha le compagnie 44a, 45• e 47•. Durante la g uerra italo-austriaca ( r9 r5-1918) fu d islocato i nizialmen te al passo del Tonale. A fine maggio 1915 occupò il Passo del Monticello; ai primi d i giugno si portò sull'Adamello, e, dopo faticosa marcia, a circa 3000 metri attaccò le posizioni avversarie a i Laghi d i Presena , Nel marzo 1916 fu inviato sul Vrsic e nel maggio sul Mrzli, ove operò contro il "Trucchetto ». Intanto nell 'aprile le

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Vai<Jobbiadenc e M. Garda arrivò a Cassai. Per la sua condotta in guerra meritò la citazione sul bollettino d i guerra del Comando Supremo n. 1272 d el 7 novembre 1918 e la med. d 'argento colla seguente mot ivazione: « l?el fulg ido va lore e la grani-tica tenacia con cui il battaglione Mo rbegno resistette saldamente, pur con g ravissime perd ite, a soverchianti forze nemiche, mantenendo, in epica difesa, importantissime posiz ioni » (Monte F ior, Castelgomberto, 5-7 giugno 19r6). Nel 1921 il Morbegno fu trasferito al 6<> regg. alpini, ma nel 1926 fu restituito al 5°. Le sue perdite nell a guerra ammontarono a ufficiali rn. 16, f. 46, d ispersi 21; u. d i trup pa m. 264, E. 1118, d ispersi 685.

Morbillo. Il morbillo è u na mala.tria rara n ei sold ati d i mare e il numero dei colpiti ~ relati,•arnentc minore che nell'Esercito, perchè questo ha contatti più frequent i con la popolazione civile, tra cui l'affezione è endem ica. Sono prevalcntcmcnte colpite le reclute e gli allievi delle naviscuola , Dal 1883 non ha dato pi/i alcun caso d i morte nell' Armata. Morcaldi (Fmncesco). Generale, 11. ~ Cava Tirreni nel 1816, m . nel 1896. Proveniente dalla gendarmer ia reale <lei!·esercito delle d ue Sicilie, con esso partecipò alla sped izione nelle Calabrie ( 1848) ed alla campag na d i Sicilia (1849). Net 1860 passò nell'esercito icaliano quale m aggiore dei carabinieri reali. Colonnello nel 1866, coma ndò successivamente le legioni d i Cagliari, Tortno e Roma. Magg. generale comand . la 40• brigata fanteria nel 1875, passò nel 1878 membro del comitato dell 'arma dei CC. RR. ln P, A . nel 1881 , fu promosso tcn. generale nella r isçrva nel 1885. Marca/di nob . Luigi. Generale, n. nel 1857, m . a Roma ne! ,931. Sottot. di fanteria ud 1876, passò nell 'arma dei carabinieri reali nel r 88r erl eb be nel 1890 la med. d i


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bronzo al valor civile. Colonnello nel rgo6, comandò la leg ione di Roma. Magg. generale addetto al comando generale dei CC. RR. nel r915, fu promosso ten. generale con'and. in 2a dell'arma nel 1918. I n P. A. nel 1922 e gcne•~le di divis. nel 1923, passò nella riserva nel 1930.

Mordano. Comune in prov. cli Bologna, sulla sr. del Santerno. li suo castello fu attaccato e preso nel 1494 dai Francesi del Montpc:nsier, dell'esercito di Carlo VIII, i quali in numero di 14.000 transitavano per la Romagna, per recarsi nel regno di Napoli. Essi commisero a M. crudeltà che destarono terro re ed orrore in tlltta Italia.

l'vforcaldi Luigi

Mordini Antonio ·

Mordini (Amonio). Statista e patriotta, n. a Barga (18191892). Combanè nel 1848, e nel 1849 fu nello Stato Maggior<.' del Pepe a Venezia, donde passò al Minisatero del Governo Provvisorio della Toscana. Esule fino al 1859, scgu\ Gar ibaldi nel 1859 e nel 1860, e fu prodittatore in Sicilia. In seguito fu deputato, prefetto, senatore e ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia. Morea. Con questo nome viene designato, fin dai tempi dell'impero d 'Orien te, l 'antico Peloponneso, penisola congiunta alla Grecia continentale per mezzo dell ' istmo di Corinto, bagnata a N dal golfo di Corinto, a O dal mare Jonjo, a S dal mare di Creta e a E dal mare Egeo. Le sue coste sono tagliate da tre grandi golfi; il suo sistema orografico ha per centro l'altopiano di Arcadia, circondato <la una catena di monti che sorpassano i 2000 m . La regione è solc~1a da parecchi corsi d'acqua i principali dei quali sono l'Alfeo e l'Eurota. Anticamente era divisa in un gran numer., di città, raggruppate in provincie distinte, formanti 1,na specie dì confederazione. Al cent ro si trov:,va l 'Arcadia; all'ovest, l'ELide; a sud-ovest, la Messenia; a sud, la L aconia; a est, l'Argolidc; a nord, l 'Acaia. Dopo le guerre Mcssc11icl1t: (V.), Sparta allargò a poco a poco la sua ege1-,1onh sulla maggior parte della penisola (Y . anche Pelopour.e.,iucht: guen-e). La sua preponderanza finl verso il· 369 a . C. a l tempo delle vittorie di Epaminonda. Poi, per due sewh, il paese si dibanè tra le ambizioni rivali della lega Ad,~a, della lega Etolica, dei Macedoni e dei tiranni di !>parta. Nel 146 a. C. la penisola divenne provincia romana col 1Jo111e di Acaia; più tardi fece parte dell 'impero bizantino. ln seguito subl invasioni cl i Goti e di Vandali; verso il sec. VIII fu occupata da banole slave che finirono però per riconoscere l'autorità di Bisanzio. Nel 1207 fu conquistata da cavalieri partecipanti alla quarta crociata, i quali vi fondarono il principato d i Acaia. Tra il 1346 cd il 1460, fu oggcuo di controversie tra parecchi pretendenti; le lotte cessarono con l'occupazione della penisola da parte dei T urchi (1461) che vi restarono fino a quando non ne furono

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scacciali dai Veneziani (1687); questi la tennero fino al 1715, anno in cui tornarono i Turchi, che b perdettero definitivamente nel 1828. Da allora la M. appartiene alla Grecia. Co,,qui.Jta della Marea (1684-1687). Appartiene alla guerra della Lega Santa costituitasi a Venezia tra la Repubblica , l 'Impero, i l Pomcfice, ed altri principi cristiani. I' 25 apri le 1684, fu dichiarata .la guerra al Turco. li comando supremo tielle armi venete fu affidato a Francesco Morosini, e il comando delle truppe da sbarco al generale Strassoldo. Vennero armati 24 vascelli, 6 galeazze e 28 galere. Gli arruolamenti della milizia si fecero oltremonte ed oltremare, nonchè in terraferma italiana e nelle isole ion ie veneziane, che fornirono 2000 Greci. li Morosini veleggiò .per CorfÌI, dove si rassegnarono ali 'obbedienza del capitano generale una squadra veneta capitanata da Girolamo Cornaro, 7 galere maltesi guidate da Gian lfattista Brancaccio, s pontificie del cav. Malaspina e 4 toscane dcli 'ammiraglio Camillo Guidi. Si investì subito la fortezza di Santa Maura, che ,·enne presa in pochi giorni; poi Prevesa, che fu costretta ad arrendersi in breve anch'essa. Le: malattie che serpeggiavano tra le schiere cristiane, e la stagione inoltrata, indussero il Morosini a tornare a CorfÌI per svernar vi . Di ma lattia morl i l gen . Strassoldo e gli fu sostituito il contt Claudio di SaintPoi, francese, avente ai suoi ordini il principe Massimiliano di Brunswick con eruppe fornitegli dal duca suo padre. Volontario col Brunswick era i l principe Filippo d i Savoia. A primavera del 1685 il Morosini, r inforzato d i soldati e di vogatori, intavolò trattative con i Mainoci, i quali, malcontenti dei Turchi, promisero appoggio ai collegaù, tanto che il :V,:orosini deliberò di invadere la M. per conto della Serenissima. Venne compiuta felicemente l'im presa di Corone, dopo la quale nel comando delle truppe da sbarco il Saint-Poi fu sostituito dal gen. Degenfeld, e il Morosini ricevette 22 navi di rinforzo condorte da Luigi Marcello, con 3000 soldati sassoni. I Mainoti, sostenuti dalla floua, si impadronirono di Z arnata, e il nuovo generale attaccò e prese Calamata, e il Morosini occupò e distrusse Gomenizza, col quale fatto d'armi si chiuse la campagna del 16!!5. Durante l'inverno, il gen. Konigsmark sostituì il Dcgcnfclcl e nella primavera seguente vennero assalite e prese le fortezze di Navarino e di Modonc, con le qua li !a parte occiden tale della M. era conquistata. Allora il Morosini deliberò di attaccare Nauplia (Napoli di Romania) e riuscì a conquistarla in breve, c.hiudcnc!o con tale impresa la campagna del 1686. Quella detl 'anno seguente si aprì solo nel IL1glio, con l ' impresa dei Dardanelli di Lepanto , segulrn da q ue lle di Castel To rnese e Corinto. Ormai ai T urchi rimaneva solo in M. la fortezza di Malvasia, oltre ad Atene, che venne presa nello stesso anno dal Morosini medesimo, 11 quale ebbe dal Senato veneziano il soprannome di « Pcloponnesiaco ». Quan,o a Malvasia, bloccata dai Veneziani, fu preso solo nel 1690. Spedizio11t: francese in Morea (1828). AppaJliene alla guerra d'Indipendenza della Grecia. T ra la Francia e le sue alleate Russia ed Inghilterra era st.11.0 convenuto di cffetruare una spedizione mi i. in Grecia per costringere lbrahim pascià ad evacuare la M . Il corpo d'armata costituito per tale spedizione fu messo sono gli ordini del tcn. generale marchese Maison. Era diviso in tre brigate comandate dai maresc. di campo Tiburzio Sebastiani, Higonct e Schneider, e si componeva di 9 rcgg. d i fanteria, del 30 regg. cacciatori a cavallo, 4 cp. d'art_ con pezzi da campagna, d'assedio e da montagna e 2 cp. del genio, con un totale di circa 1➔ .000 u. Una Aoua da trasporto,


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scortara da alcune navi da guerra, oltre al materiale, i viveri e le mun izioni della spedizione, portava una grande quantità d i armi, di munizioni e di danaro dcst.i nati al governo provvisorio della Grecia, per me.nerlo in condizioni di poter sostenere i 'esistenza pohtica della nazione che aveva da poco riacquistato la sua indipendenza. li 17 agosto, la spediz ione sa lpò dal porto di Tolone e dopo

davanti alla fortezza, mise in posizione 3 batterie e iniziò il bombardamento. La difesa abbandonò i l luogo, lasciando soltanto due cp . nel castello. I fuggiaschi furono cannoneggiati dagli assedianti e costretti a ritornare, durante la notte, nel castello. Quelli rimasti, credendo si trattasse

undici g iorni di traversata giunse in vista di Navarino,

prigionieri cadde ro nelle man, dei liberali.

dei nemici ,

li

ricevettero con una scarica di fucileria.

li giorno dopo M . si d iede a discrezione e più di 2600

dove si trovavano riunite le squadre russa ed inglese che avc:vano d istrutto la flotta turco-egiziana. Il gen. Maison venne iniormato, appena giunto, de!Ja convenzione stipulata fìn dal 6 agosto ad Alessandria tra il vicerè d'Egitto e l'ammir. inglese Codri ngton, in virtù della quale l'esercito di Ibrahim pascià doveva ritornare in Egitto, non lasciando in M. che 1200 u. a guardia delle p i.azze forti della regione, .in attesa della conclusione dei negoziati con la Porta; intanto l'esercito egiziano s ì ltrovava riunito nei

dintorni di Navarino e di Modone. La spe<lizione, per non sbarcare le rruppe jn mezzo agli Egiziani, si allontanò da N avarino e si diresse verso il golfo di Corone, dove lo sbarco si effettuò il 29 è<l il 30 agosto. Ibrahim pascià fece imbarcare e partire, r6 settembre, la 1a divis. egiziana forte di 5500 u. e la seguì il 5 ottobre. Il 6 ottobre, jl gcn. Higonct prendeva Navarino e contemporaneameme j l gen. Durieu prendeva M{)(lonc. Il 9, si arrendeva Corone, e il 23 Pat rasso, t utte dopo breve conflitto, limitato alla chiusura delle porte da parte dei Turchi, e a qualche colpo di cannone per sfondarle da parte dei France~i. I quali tornarono in patria, lasciando in Grecia solo una brigata, che vi rimase per cinque anni .

Moreau (Giovanni Viuo,-io). Generale francese (1761 1813). Laureatosi in legge, si. arruolò nel 1792, servì sotto D umouriez, nel 1793 divenne generale di brigata, l'anno seguente generale di divis. e fu al comando dell'esercito del Nord dopo il Pichegru. Nel 1796 comandò l'esercito di Reno e Mosella; nel r 799 fu in Italia dove prese il com~ndo supremo dopo la morte di Joubert a Novi. Passato nel Reno, vinse la bacraglia di Hohenleinden (1800). Condannato nd 1804 per aver partecipato al complotto di Cadoudal e Pichegru, andò in esilio in America ove rimase sino al 1813. Nominato aiutante d i campo dello czar Alessandro l comba rrè a Dresda ove fu mortalmente ferito da una palla d i canno11e francese.

Morel (Pietro Filiberto). Generale del sec. XVIII. Do!)O aver appartenu,to al regg. provinciale del Genevesc ebbe nel 1787 il comando del forte e del borgo di Dcmonte divenendo colonnello nel 1789. Nel 1796 fu collocato a riposo col grado di brigad iere di fanteria.

l\lforeau Giovanni

Morelli M ichele

Morelli (Micl,de) . Ufficiale dell'esercito delle Due Sicilie, n. a Monteleone di Calabria nel 1790, giustiziato a Napoli nel 1821 . Di guarnigione a Nola, fu uno dei suscitatori della rivoluzione iniziata colà il 2 luglio 1820 e con le truppe aderenti entrò in Napoli pochi giorni dopo. Venuto a trattatjve con la Corte, che si piegò a concessione di riforme, quando essa, dopo il Congresso ·di Lu• biana, vol le ristabilire l'assol utismo, incarcerò i rivoluz ionari, fra i quali il M., che fu mandato al patibolo. Morelli di Popolo Angelo. Generale, 11. a Casale, m. a Milano (1813-1887). Ufficiale di cavalleria e poi dei carabinieri, comandò nel 1848 uno dei tre squad roni nella carica di Pastrengo. A Milano, nello stesso anno, in difesa del suo Re, rimase ferito. Distintosi poi nella campagna dd 1849, in quella delle Marche cd Umbrie, e nel brigantaggio, fu promosso colonnello nel ,Sfo: comandò la 13a legione CC. RR. e pm la 5•. Magg. generale addetto al Comitato del l'arma nel 1868, nel 1876 passò nella riserva col grado di tcn. generale. Lasciò scritto: « Sui diversi passaggi delle Alpi tra il San Bernardo e gli t\ ppennini )) ,

Morella. V. Cabrern. Morella . Città fortificata della Spagna, nella regione di Castell6n a S.-O. d i Tortosa. Durante la guerra carlista M. fu molto bersagliata e al 26 gen1iaio 1838 i Carlisti la presero di sorpresa.

I. AtUlccO di Morella (1838). Appartiene alla guerra civile carlista. li gcn. Oraa, comandante delle truppe reg ie (22 bgl. , J2 s9dr. , e 25 cannon i) investì M. il 9 agosto ed il 14 cominciò il bombardamento. Aperta la breccia, nella _Jlotte fu dato l 'assalto, 1na venne respinto con gravi perdite. 11 17 fu ritentato: in 16 min uti gl i assedianti perdettero 300 u . Oraa a llora levò l'assedio e si ri tirò. II. Presa di Morella (1840). Appa rtiene aJla g11erra ci . vile carlista. li gen. Espcrtero il 23 1,:iaggio si prcsentèi

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Morelli Angelo

Morelli V incenzo

Morelli di Popolo- Vwcrnzo. Generale, m. nel 1853. Percorse la carriera nell'artiglieria. Nominato com:111dante del 2° regg. art. nel 1831, fu promosso colonnello nel 1832. Nel 1833 passò a comandare il personale d'ar,tigl ieria eù ir, tale ca rica d ivenne magg. generale nel 18~8. Coman-


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dante generale del corpo d'artiglieria nel 18.p, andò a riposo nel 1847 col grado di ten . generale.

Morelli di Popolo conte Pietro. Generale, n. ad Alessan • dria, m. a Torino ( 1838-18!)6). Sotto!. nel 1857, fu nominato colonnello nel 1883; promosso magg. generale nel 1 891, co1r1andò la brigata Granatieri d i S:irclegna; passò nella riserva nel 1894.

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Morelli Alberto

Afo,-e/li di ' Popolo Alberto. Generale, n. e m. a Torino (1844-1923). Sottot. d'art. nel 1865, partecipò alla guerra del 1866. Nel 186j venne a<ldeHo all'educazione dell'allora Principe di Napoli. Colonnello nel 1897, co• m andò .i l r8• art. d a campagna , poi (1899) in 2a l 'Accademia militare. Magg. generale nel 1902, comandò la scuola ti' Applicazione e l" Accademia militare e poscia andò in P. A. Nel 191J passò n ella r iserva e fu promosso ten. generale. R ichiamato duran te la guerra contro l'Austria, presiedette il Comicato di mobilitazione industriale del Piemonte. Mo,-clli Enrico . Generale, n. nel 1846. · E ntrato nel corpo dell'intendenza mii. nel 1866, par-tccipò alla campagna eritrea del 1888. Colonnello nel 1903, fu direttore di commissar iato del VI e poi d ell'XI C . d'A. rn P. A . nel 1908, fu promosso magg. generale di commissarialo nella riserva nel 1913. ,\-lord/i Ercole. Generale, n . a Roma nel 1865. Sottot. d 'art . nel 1885 divenne colonnel!o nel 1916. Pa1sato nel la nscrva nel 1917, venne richiamato io servizio durame il periodo della guerra e nel 1918 fu direttore dell'ufficio sbarchi e spedizioni d i Genova . Nel 1927 fu promosso generale di brigata e nel 1928 fu collocato a riposo.

Morelli Gregorio. Generale, n . nel 1866, m. a Roma nel 1925. Sottot. d i cavalleria nel 1884, metitò nel 1906 la mcd. d i bronzo a l valor civile in occasione dello scoppio d"un polverificio in Nola . In P. A. nel 1914 col grado di ten . colonnello, durante la guerra fu rich iamalo in scr• vizio . !'residente del la commissione ricetta bovin i della provincia di Catanzaro, passò nel 1916 presidente c!clla com• missione di rimonta in Roma . Colonnello nel 1916, fu nel 1917 p residente della commissione incetta e requisizioni dd C. d ' A , di Alessa ndria. Brigadiere generale nel 1919, passò nella riserYa nd 1923.

More llo (Carlo). Ingegnere militare e generale d 'a n iglierja piemontese del secolo XVJI. Combattè a Lucedio e alla Motta; levò Cane degli Stati Sardi e del Gcnovesato sotto Carlo Emanuele I; lavorò alle fortificazioni di Pi nerolo (1629); d iresse l'assedio di Ccng io (1639); fu col principe Tommaso contro la duchessa Cristina, lavorando

per il principe alle fortificazioni di Torino; diresse !"attacco dei Francesi alle fortificazioni di Santhi~ (r 645) e l 'anno seguente quello della rocca <l1 Vigevano; fortificò Crernlcuore; diresse lavori dell'assedio di Asti (1649). Partecipò nella sua ,•ita movimentata a 62 attacchi o difese di piazze forti. Lasciò un 'opera: ,, Avvertimenti sopra le fortezze del Duca di Savoia » .

Moreno (Gennaro). Generale e M:rittore militare, n. n Gaeta, m. a Bologna (1838-J 901). Sottufficiale ncll'eser• ciw del le due Sicilie, passò nel 1860 in quello italiano divenendo sottot. di fanteria nel 1862. Passato nel corpo d i S. M., combattè nel 1g66 e 1870 meritando a Custoza la croce da cav. clell'O. M . S. I nsegnò storia cd arte militare alla Scuola di Modena e, successivamente, dal 1879 al 1888, tattica, storia militare e logistica alb Scuola di guerra, della quale d ivenne colonnello comandante in 2• nel 1888. Nel 1892 passò a comandare il l5° fanteria e nel 189-1 fu direttore gen. della Ie,·a e truppe al ministero della guerra . Magg . generale nel 1895, comandò la brigata Pavia dal 1896 al 1899, nel q uale anno ebbe i l CO• mando della divis. di Ravenna . Collaboratore della « Rivista Militare », pubblicò, fra altro, dei manuali di storia mii. , dei manuali di logiscica, una monografia su Calvi in Cadore ed uno stud io 1t1ll a campagna ciel 1859.

Moreno Gennaro

Moreno Vittorio

Moreno Vi11orio. Ammiraglio, nato ad .Albenga nel 1849, entrato j n servizio nel 1864, promosso contra mmir. nel 1904, ,•iccammir. nel 1908, collocato in P. A. nel 1911, promosso ammir. di squadra nel 1923. Scrisse una « Epopea <!ella Grande Guerra ». Moreno Umberto. Generale, n . a Siena nel 1864. Sonot. del genio nel 1893, fu in Libia e p2rtecipò alla guerra contro l'Austria. Colonnello nel 1916, comandante del genio del Vl C. d 'A., fu promosso nel 1919 br igad ie•e generale per meriti eccezionali. Nel 1923 assunse il grado di generale di brigata nella riserva. Moreno A lberto . Generale, n_ ad Alba, m. a Torino (1864-1927). Sotto! d 'art. nel 1833, si specializzò nel ramo tecnico . Colonnello nel 1916 e brigadiere generale nel 1918, andò in P. A. S. nel 1920 e nel 1923 fu promosso m agg. generale . Moreno Gustavo. Genera!c, 11. a Sassuolo, m. a Napoli (1871- 1927). Sottot. di fanteria nel 1891, partecipò alla campagna eri trea del 1895-96. Colonnello nel 1917, comandò il 310 fanteria. In P. A. S. poco dopo la guerra, fu nel 1926 promosso generale di brigata in A . R . Q . Moreno Italo. Amm irag lio, n. a Modena nel 1874, entrato in

servizio nel 1889, promosso contramrnir.

...

nel

1926,

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arnmir. di d ivis . nel 1928. Prese parte alla guerra italoturca nella quale fu decorato d i 'mcd. d'argento, ed alla g ran<.le guerra, in cui gli fu conferita la meà. d i bronzo. Segretario del Consigl io superiore di Marina nel T926, fu poi ( 1927-31) aiutant'c di campo di S. M. il Re.

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d i guerra e una med. d'argento. Venne eletto deputato al Parlamento nella XXVII legislatura e r icollfermato nello. XXVIlI. Fu nominato Console.: generale nel 1929, al comando del XIV Gruppo legioni. Aveva costituito a Crema, nel 1923, la XVIII legione della Milizia, dopo di aver preso parte attiva a\ mov1rncnto d i riscossa e cli orga-

nizzazione fascista.

Moreno U m berto

Moreno Gustavo

Mores. Comune della Sardegna, in prov. di Sassari. Nel 1478 vi si rifugiarono le milizie sarde d i Arta lclo J\.lagon e Giovanni Desscna, respinte da Ardara. Ma vi furono àssalite e sconfi tte nuovamente dagli Aragonesi c!tpitanati da Angdo Marongiu. Moresca. Una delle quattro torri fatte costru ire nel 1562 d ai signori Caetani d i Sermoneta sul promontorio di Monte Circeo. La torre M ., ora diroccata, era situata nella calanca omonima, a protezione della naviga2ione in quei paraggi contro i barbareschi. Durante il blocco continentale del primo impero napoleonico, gli Inglesi ne minarono il sotterraneo e la fecero sal!arc in aria. Moreschi (Oreste). Generale, n. a Vercelli nel 1865. Sotcot. di fanteria nel 1885, passò poco do!JO nei g ranat ieri. Decorat.0 della med. d i bronzo <li benemerenza per i l terremoto siculo-calabro del r908, partecipò alle campagne libiche clel 1911, 1912, 1913, 1914 e 1915, mcritan<.lo la med . d'argento a Gargarcsch (r9u) e quella di bronzo a Bu Homar (1915). Colon nello nel r916, comandò successivamente nella guerra contro l'Austr ia i l 1~t\ il 112° ed il 267° fanteria. In P. A . nel 1917, fu promosso generale cli brigata nel 1926 e nel 1927 passò nella nserva . Moretti (Tommaso) . Ingegnere militare bresciano del sec. XVII. Servì la Repubblica di Venezia. Scrisse un « Trat-tato dell'artiglieria" · Moretti Luigi. Colonnello, n. ~ Brescia nel 1768. Ufficia le nelle legioni cisalpine, si distinse a Marengo e ad Austerlicz. Aiutante d i campo del gen. Le_chi, • partccipb con lui alle campagne ciel rSn-13-14, diven('ndo colonnello . Passato nell'esercito d 'Italia, dopo la restaurazione del 1815 gli fu tolto il grado dal governo austriaco perchè accusaw cli cospirazione; fu allora condannato a quattro anni d i carcere duro. Dopo le vicende poli{iche del 1821 fu d i nuovo incarc.ev;ito I come sospetto d i carbonar ismo e rinch iuso • col Peflico allo Spielberg: 1v1 morl qualche anno dopo. Moretti Giuseppe. G:onsole genera le della M. V. S . N ., n. a Cumignano sul Naviglio nel 1893. Partecipò alla guerra italo-austriaca dal 1915 al 1917 riportandov i due ferite, e meritando la promoz-ione a capitano per merito

Morettini (Pietro). In);Cgucre m ilitare del sec. XVIII, n. a Ccrentino (Canton. Tic ìno) . Servì sotto Luigi X IV che lo mandò a restaurare la fortezza di Berg-op-zootn e lavorò col Vauban . Fu poi a Genova, ed atresc a!le fortificazioni. di Sav::lna, ottenendo dall a repubblica il g rado di colonnel lo.

Moretti Giuseppe

Morgan (Ciova1111i, detto « Capo Rosso »). Il più celebre dei capitani filibustieri del sec. XVII. Fra le sut" memorabili imprese vanno citate la conquista di Portobello (T668), la presa cli Maracaibo e d i Gibra_\(ar , (1669), la d istruàone della flotta spagnuola dell'ammir. Del Campo, infine la famosissima spedizione contro Pa.namàJ effettuata con un pugno d 'uomini a,tl raverso l'istmo omonimo, contro migl iaia di indiani ost ili ed un nerbo di truppe spagnuole superiore di gr:111 lunga ai d iecimila uomini. Battute rutte le forze inviategli contro, conquistò la città, facendo un bottino ùnn1e.nso cbe sottrasse poi ai comp::i.gn.i, fuggendo con esso. Alla [>ace anglo•spagnuola si ritirò alla Giamaica, ebbe il titolo d i cavaliere e numerose cariche nelle colonie inglesi, morendo ricco e stimato dopo una vita di sanguinose imprese, Morgantia (o Morgantium) . Ant. città oe!l'i.nterno d el la Sici lia, fondata nel bacino del Simeto, sul monte )udica. As;edio e battaglia di Mc,rgantia (104 a. C.). Ap partengono alla seconda guerra servi le. L 'assedio di M . fu impresa dal capo degli schiavi Salvio, eletto re col nome di Trifone, dopo il successo cii Er,na (104 a. C .) . [I pretore romano d i Sicilia, P. Licinio Nerva, tentò di liberare la città d.,l blocco, ma fu coi suoi rno .ooo uomini battuto da Salvio. Però M . resistette a tutti gli assalti dei ribell i, perchè g li schiavi della. città avevano preferito, al.la <lefezione, il prestar valido aiuto ai loro padroni, i quali in prem io offrirono loro la libertà. Ma appena Sa lvio tolse l'assed io, il pretore romano abrogb tosto l 'affrancazione imposta dagli schiavi d ifensori , e questi per reazione d isertarono cd andarono ad ingrossare le file di Trifone.

Morgarten. Località della Svizzera, sul declivio d i un monte nel cantone cli Zurigo, fra Rotentunn e il lago di Agcri, su lla strada fra Schwytz e Zurigo. Ha dato il nome alla Battaglia. di Morgarten ( 15 novembre 13 15), che appart iene alla guerra fra Austriaci e Svizzeri. I primi , al coni ando del ,d uca Lcoooldo, ammontavano a dOOO cavalieri e 8000 pedoni ; i secdndi, agli ordini di Loth~!d ,' ammontava,to appena a r300, quasi tutti dei cantoni cli Uri e Schwytz. Gli Svizzeri avevano preso- posizionie dietro Schornen (a), mentre un gruppo di 50 u . si appostavano 22


MOR

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sul Mattligiitsch (b). Gli Austriaci, fidando nel la super iorità del loro numero, e nella loro cavalleria pc,amc, avanzarono nella stretta fra la dorsale di M . e il · 1ago, in quattro colonne, senza provvedere a ser vizi di sicurezza. Appena le prime schiere austriache hanno oltrepassato Haselmat,t, dal Mattligiitsch piove loro addosso una tem pesta d i roccie e di tronchi <l'albero . Lothold ne approfitta: appena vede la cavalleria nemica scompigl iata da l l'inatteso attacco, invia parte dei suoi verso Ja montagna

e col grosso piom ba 'n ella valle addosso alla cavalleria nemica, la q uale non p uò manovrare, per la strcttczzR ciel sito, per le pesanti armature, per il gelo dc! te rreno. Le lunghe alabarde degli Svizzeri, che attaccano in colo nna compatta, determinano subito la cavalleria nemica a ripiegare; l'attacco sul fianco, dal monte, finisce per metterla in foga, ed essa travolge , calpestandola, la propria fan teria, anch 'essa pigiata nella stretta . La colonna svizzera marcia sempre compatta a grandi passi d ietro J, cavalleria, spezzando ogni resistenza, e facendo strage d i chi tenta difendersi . Alle 9 del mattino, clòpo meno d i due ore dal primo urto, la batwglia era vinta : 15 00 Austriaci erano rin1asti uccisi su! campo: gli Sv!zzeri avevano subìto una perd ita minima : 14 uom ini . li duca · Leopoldo si salvò a stento. li trionfo degl i Svizzeri, con così esiguo sacrificio otten uto, f u con1pleto e decisivo, nd senso che spariva il maggiore ostacolo alla loro libertà.

Morhange. Comune della F rancia, nella Lorena. Col no me d i Battaglia di Mo,-ha11ge suolsi jndicare quel comp lesso d i avvenimenti bell ici, che ebbero luogo tra h 2a armata francese e la 6• armata tedesca il 19 e 20 agosto 1914, a conclusione delle vicende della più grande battaglia d i Lorena allorchè essa sì scisse in due azioni ben distinte, l' una svolta dalla i 3 armata francese, l'altra daJl a J •'

MoR

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(V . Saa,·bourg). 1 Francesi, colla battagl ia di Lorena, iniziat~si il 14 agosto, volcva110 fissare il_ nen1ico tra Mctz cd i Vosgi , in modo da impedirgli di spostarsi od inviare . rinforzi 1 verso il Lussemburgo, ove i Francesi jn.tendevano sferrare l 'azione sfondante decisiva (V . Ardenm') . l,,a sera del 18 agosto le dt:c armate francesi, rtspinte, avevano dovuto ciascuna pens~rc a sis ten1arc Ja propria situazione, onde arrestare i JJfogressi de l nemìco. Il 19 agosto la 2a. armata urtò con tro forri unid nen1iche sulla linea Nornen y-

,II., riuscendo a mantenere il contali() co l J1cmico, me diante una serie di combattimenti di località, d'esito indeciso. Il 20 ag osto i .Francesi, vista aumentare la presp sione nemica, tentarono

risolvere la situazione passando

al contrattacco, ma falli rono. L'offensiva fu ripresa nella stessa giornata dai Tedeschi , i quali, a sera, ributtavano tutta la 2• armata francese sulla sua linea d i partenza del 14 agosto, ·cioè sulla linea Chateau-Salins - Mézières . l T edeschi, però, nonostante r ipetuti attacchi nei giorni successivi, non ri usci rono a progJTdire oltre. L'importanza

di questa battaglia come quella con temporanea quasi della Mortagne - sta nel fatto che con essa i France.si riuscirono a stabilizzare la fronte in Lorena, in modo eia poter t rarne rinforzi da inviare alla d ifesa d iretta di Parigi. Mori, Comune in prov. di T rento, sulle falde settentrionali del monte Baldo . Nelb campagna di Bonaparte in Italia del t796, le truppe del gen. Vaubois vi batterono, il 4 settembre, gl i Austriaci di D avidovic, che dovettero ritirarsi su Caliano. Durante la guerra italoaustriaca (1915-1918) r imase costantemente sotto il tiro delle ar tiglierie e andò quasi completamente d istrutto, venendo ricostruito dopo la guerra .

/I.fori Palmiro . Generale, n. a Portoferraio, m. a Firenze (1828 - 1900) . Proveniente dall'esercito toscano, passò in quello

l Battaglia di Morgartern (13 r .5). Gli Svizzeri sono indicati nelle posizioni a e b: gli Austriaci, preceduti da cavalleri~. sono in marcia lungo il lago Ager-i.


MoR

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MoR nello brigadiere nel 1917, comandò l'art. del li C. <l'A. e poi quella della IV armata, ottenendo Ja croce da cav. dcli 'O.M.S. su l Grappa ed al Piave (1917). Brigadiere g ene ra Ie nel 1918, comandò successivamente l'ari. della V e della LX: armata. Nel 19r9, durante l'incendio di un deposiw di mu~ nizioni a Forte di Rivolto (Udine), meritò una seconda rne--

daglia d 'argento. Ne! 1921 andò in P.A.S .. e nel 1926 fu promosso al grado di generale di divisione nella riserva. Battaglia c!i ,M orha~ ge. S ituazione del 17 agosto 1914, sera.

..

italiano come capitano di fan.teria. Partecipò alle campagnè del r866 e 1870. Colonnello co1naod . i l distretto m\l. di Roma nel 1876, passò nel 1881 al comando superiore <lei distretti della d ivis. di Salerno . Magg. generalt nel 1884, comandò i distreni del VI C. d'A. e nel 1891 andò in P. A. Nel 1895 fu promosso ten. generale nella riserva . Mo,-,· Antonio. Generale, n. a Livorno, m. a Firenze

( r839-1918). Proveniente dall'esercito toscano, passò in quel lo italiano col grado di capitano di fameria e partecipò alle campagne del 1859 e del 1866. Colonnello nel 1881, comandò il 35° e poi il 18° fanteria. In P. A. nel ·1887, divenne magg. generale nella riserva nel 1892 e fu promosso generale d i divis. nel 1903. Mori Valerio. Generale, n. nel 1842, m . a PJvia nd 1923. Sottot. di cavalleria nel 186r, partecioò alla campagna del 1866. Passato nella riserva col grado di ten. colonnello nel 1887, venne promosso colonnel lo nel 1898 e raggiunse il grado di maggiore generale nel 1 9 1 0.

i'dori-Uba/dini-Alberti caute Cuirlo.

Gener:iie, n. nel 1872. Sottot. di cav.alleria nel 1890, frequentò la scuola di guerra e nel 190_3-1904 fu posto a d isposizione del ministero degli esteri per incarichi in Africa. Combattè contro l'Austria nel 1915-16-17. Colonnello nel 1917, comandò i cavalleggeri Guide. Nel 1923 ebbe jn A. ll. Q. il grado di generale di brigata .

M oriale (fra'). Condottiero del sec. XlV, di origine provenzale (forse Montn!al). Cominciò la carriera sotto Carlo di Durano, a Napoli, poi passò ai serv igi di Luigi d 'Ungheria, dal quale fu nominato governatore di Aversa. Quivi assed iato da Malatesta da Ri mi ni , fu costretto alla resa. Passò allora ai servizi della Chiesa, ma li abbandonò ben presto, per riunire masnadieri d'ogni risma e guerreggiare per suo conto, costituendo una renu1tissìrna com pagnia di ventw-a, con la qu~le devastò e saccheggiò le Marche, !a Toscana , la Romagna , i.ntimickndo persino k città potenti come Firenze e Pisa, che comprarono a caro prezzo la pace da lui. Essendosi recato a Roma, fu da Cola da l,ienzo fatto arrestare per sospetto che volesse abbatterlo, e fatto decapitare. Moriana (Reggimento). V. 1't1ram asia .

Mor i G u ido

Moriani Giuseppe

Mori Guido. Generale, n . a Firenze nel 1859. Sottot. d 'an . 11el 1883, partecipò alle campagne eritree del 18871888. In Libia n el 1911, meritò la med. d'argento ad Henni. Colonnello nel 1915, comandò il w 0 art. d 'assedio. Colon-

Moriani (Giuseppe). Generale, u. a Firenze, m . a Livorno (1846-1928). Par tecipò alla campagna d'Africa del 1887-88, poi fu• i nsegn~nte della Scuola centrale di tiro d i fanteria, e lasciò il servizio attivo col grado di colonnello 11cl 1903. Richiamato nel r915 col g rado di magg. generale, prestò per due anni servizio in zona di guerra e poscia passò nella riserva col grado di generale di div isione. A Livorno coprì cariche negli enti puhblici, fra le quali que lla di presidente del Tiro a Sego o : fu anche luogoten. generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Morici (Gregorio). Capitano del scc. XVI, n . di Fermo. Fu al servi7,io della repubblica di Venezia e combatti: contro i Turchi; poi passò al serviz io del re Ladislao. Un Mau,·izio M. , p ure d i Fermo, fu nello stesso secolo capitano, al ser vizio del re di Napoli, e morì combattendo


MoR

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Morici Antonio. Generale, n. e 111. a N apoli (1827- 1900). Partecipò alle campagne <lei 1848-'\9, 1860-61 , 1866 e guadagnò nella seconda campag1u la croce di cav. dd1'0. M. S. a Capua. Raggiunse il grado di ttn. generale nel 1895 e passò nella riser va od 1900.

Morillo (don P(l.o/o, conte di Cartagena, marchese de Puerta). Gener;,le spagnuolo (1779-1837). Entralo nella marina, si distinse a T rafalgar, ma più ancora co,nbat• tendo contro i Francesi nella penisola, chstinguendos i jn molte oc~asioni, e particolarmente nella b"ttaglia d i Vitoria . Nel 1815 fu nominato comandante delle truppe spagnuole destinate alla repressione dell' insurrezione nel Venezuela, dove p rese Càrtagena ne l ,815, e poi Bogotà, cost,;ingcodo Bolivar a rifugiarsi ali 'estero. Nel , 919 il

{(I.

Bolivar, ritornato, lo sconfiggeva a Boyacà

t:

MoR

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l 'anno se--

gu1:nte lo costringeva a firmare l'arm istizio d i Trux i!lo. Ritornato nella Spagna, d lvenne capi,tano generale della

?'\!uova Castiglia, poi em igrò in Fra ncia, donde fu richiamato nel 1832 e oowinato capitano generale ddb Galiz iJ . Dopo la morte di Ferdina ndo Vll, comandò per un certo tempo le truppe cristine contro don Car\,, s, ma poi fu esonerato dal comando .

Morillot (Antonio). Ufficiale francese,. medaglia d ·oro .al valor militare ital iano (t885-19r5) . Ufficiale di marina, comandava, col grado di ten. d i vascello, il sonHnergibile ~< Monge l), di servizio nd basso Adriatico . In uno scon~

Mori11 Carlo . Gt11eralc, 11. a Genova, m. in zona di guerra (1854-19 r6). Sotwt. d 'art. .nel 1874, partecipò alle campagne d'Eri trea del 1887, 1888, 1895-96. Colonndlo nel 1905, comandò il ,:o0 artiglieria da can1pag na. Nfagg. generale nel 19u, comandò l 'arr., del C. <l'A. di Milano. Nella guerra contro l'Austr ia tenne il comando d 'art. clelb 1• armata e poi del 13° C- d 'armata.

Mi:iring (Carlo). Maresciallo aust riaco (1810- , 870). Allievo dell"accademia degli ingegneri, entrò nell'eserçito , nel 1829, col grado di soltot. del genio e prese pa1'1c .nel 1841 alla spcdiàone in Siria . Eletto deputato nel parla• mento d i Francofone sul Meno, nel 1848 vi sostenne la creazione della Aorta tedesca . Partcci9ò l'anno seguente all'assedio di Venezia, passando nella marina. Si occupò

delle costruzioni del l'arsena le di Pola e nel 1854 lasciò nuovamenrc la marina e divenne direttore delle fortificazioni d i Piacenza. Trasferito, nel 1856, nel com itato del genio, si dedicò allo stud io delle foni(icazioni su lle sponde dell · Adriauco e nel 1859 mise in se:<to <li dik sa le cost~ da Pola a Cattaro; nel 1862 fu promosso comandante di brigata e p rese parte alla campagna del 1866 in Italia intervenendo come commissario imperiale all 'atto del la con seg na della Venezia a Leboeuf. Nel r867 ebbe i l comando di u_n a divisione a Leopoli e nel 1868 fo ch iamato a Vienna nd- Consiglio per la r iorganizzazione cieli 'esercito.

tro con una flottiglia austriaca , voile, con alto spj riw 1nafinaresco, affondare con la 'sua nave colpita, com 'è ricordato nella 111otivazione della 111e.daglia d 'oro, con la

quale il Governo italiano vol le onorare la memoria del p rode uAì ciale : (< 1n un auacco contro ia flottiglia austriaca, investito <la una nave ncn1 ica ~ allorchè s i accorse che no!1 vi e ra pm scampo per il battello , pcovvide alb salvezza ddl'equipciggio e quindi, con ammirevole spirito d i sacrificio, volle rimanere sul suo sornme rg ibilc,

e con c.sso

~ffondò, mentre la nave nemica si appresta,a a pr•:ndcrlo .a rimorchio » (Basso Ad riatico, 28-29 dicembre 1q1s,. Niorino F'rancesco

Moriondo Antonio

Morino (Domenico). GcHerale medico, n. nel i850, m. a Bra nel 1932. Sorrot. medico nel 1874, dopo esser "lato diret tore del!'ospedale m il. cli Milano, fu promosso colonnello d irettore d i sanità del Il C. d 'A . nel 1903. Direttore di sa11ìtà del Ili C . d'A. nel 1905, passò nel r 907 a dirigere la scuola d'app licaz ione di sanità m ilitare, meritando la med . d 'argento e.li benemerenza nel terremoto calabco-siculo del 1908. In P . A . nel 1912, fu nel 19q promosso magg. generale medico. Nella riierva divenne ten . generale .

!Vlorillo t Antonio

1\llorin Enrico

Morin (Enrico Costantino). Ammirag lio, n . a Genova, m. a Forte dei Marmi (1841- 19 10). Guardiamarina nel 1857, raggiunse il grado d i cont ran1mir. nel 1888 e di viceammir. nel 1893. Partecipò alle campagne del 1860-61 e del 1866 e guadagnò la med, d'argento ad Ancona. lnseg nò tattica navale ali' Accademia ed ebbe vari comandi nella Aotta. D al 1888 al , 891 fu sottosegretario al la Marina , divc11endone m inistro dal , 893 al 1896 e dal 1900 .al 1993, e fu ministro degii Este ri per vari mesi nel 1903.

iWorino Francesco . Generale m edico, n. a Torino nel 1860. Sottot. medico nel 1885, divenne colonnel lo nel 1915, con promoz ione per merito dl guerra . Fece Ut can1pagna d 'Africa 1887-88; nella guerra italo-austriaca guadagnò sulla Bainsizza la med . d'argento al va lore e nel lo stesso

anno divenne d iretto,·e di Sanità della 2a armata, guadagnando nell 'azione Kuk- Vodice (1917) un'altra med . d'argento al valore, Per 1e epidemie colerica del 19, 5, di tifo petecchiale del 1919 e dì spag nuola nel 1919-20, ottenne altrettante medaglie e.l'a rgento di benemerenza. 1.'romosso magg. generale nel 1922, passò nel 1928 nella riserva.. col grado di te n. generale med ico, coprendo nella sua città natale importanti cariche pu bbliche .


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MOR

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Marino Sta11islao. Generale, n. a Genova nd 1863. Sotto ten. di fanteria nel 1882, partecipò alla campagna \ eritrea del 1895-96. Nel r909, maggio re, cbhe la med. d i bronzo di benemerenza per il terremoto c a labro-siculo. Colonnello nel 1915, comandò il 16o0 fanter ia e nel 1916 fu promosso magg. generale.

Moriondo (Antonio). Generale , n. a Magliano (Alb~), m . a Messina (1842-1903). Sottot . nc1 1862, fu nom inato colonnello nel 1888, comandando )'81° regg. fanreria . Promosso magg. generale nel 1895, comand ò la brigata Verona . Nel 1900 fu nominato te n : genera le cd ebl:/e il comando della d ivis. d i Messin a ; ve nne colloca-to in P . A . nel 1902.

1\'\.QR

b rigata specia listi e

nel 1894 eseguì la p ri ma ascensione

libera con pallone m ilirare , ·Maggiore comand . la brigata specialis ti nel 1904, d ie de impulso agl i sw di per la costruzione dei d irig ibili . Nel 1909 meritò la med . d'argento dc ben emerenza ne l terremoto calabro-siculo. Colonnello a scelta nel r911, iu caéo u fficio dei servizi aeronautici p resso il Ministero del la guerra. ~1agg. generale nel

19r5, comandò in guerra il ge1110 del r° C . d "A. e poi, successivarnen<te, quello de lla 6a, 4•, 5•, 9• e 8• armata e sul fronte del Cadore e dd Grappa e bbe la croce d "uff. dell'O. M. S. Tcn. ger:erale per merito

di guerra nel no--

vembre 1918, andò in P. A . S. poco dopo la g,,erra. Nd 1923 ebbe il gmio di generale di d ivis . e nel 1925 quello di generale di C. cl' A.; nel 1919 passò ne lla riserva.

aguzzo

a t:-c e.reste

a crc8.ta

Maris Mario

n-1orioni del sec. XVI

Morione.

chiamata u1ia a rmattùa a· difesa del capo, della categor ia ddla celata aperta. Aveva gcncral-

rnente

i\llorione a cresta

la

Così

te.sa

foggia~a

a<l

arco di cerchio con le punte in alto davanti e dietro : il coppo era emisCcrico . Era un copricapo di origine 1cdesca : il tipo originario avt:va la cresta, c he era una specie d i

coslola a forma di mczzah1na d isposta sul coppo lungo il profilo di questo e colla convessità in alto. Questa specie d i M., tedesco, era chia!n ato a cresta. Vi era ;111..

che il Af. n trt· crc.<tc, eh ia.. Morione semplice

mato anche Mog-none. Infin e il M . a puntt1, o agu~zo che fu usato dagli Italianj e dag li Spagnuoli. Essi modificarono la forma di quello a c resta, costruendolo con una

tesa piccolissima ed orizzon tale, oppure foggiata ad arco · cli cerchio con le pu nte in

1Vlorionc con ,orecch ie (sec. XVI)

alto avanti e <lietro, a guisa di barchetta ; ma il coppo invece <li essere emi.,.fcrico avcv~l sempre il comorno ad a.ngolo acuto. In Toscana fu detto anche Zuccotto.

Moriones. Generale s pagnuolo ( 1821 -1881). D u rall[c la rivolu z io ne spagnuola del 18G8 fu br igad ie re e combattè contro i Carlisti, sconfiggendo ne l 1872 il pretende nte Don Carlos. Prese parte a ttiva a lla guerra civile del 18731874. Passò poscia nelle F ilip pine, dove morì. Moris (Mario Maurizio). Generale, n . a P arigi nel 1860. Souot. <lei genio nel 1880, comandò dal 1890 al 1915 la

,

Morland (Tommaso) . Generale inglese (1865-1925). Combartè in molte guerre colo~ial i clell"lng hilterra e partecipò alla g uerra contro i Doeri e a q uella :t,,!ondiale. Divenne magg . gencrnk nel 1910, e nel 19r 4 fu posto al comando della 5" d ivis. Divenne ten. generale l'anno seg uente a comando di C. d'/\ . AU-armistizio, prese parte a ll'occupazione della ,zona d i Colonia e nel 1920 fu comandante in capo delle truppe inglesi in Germania. Due anni dopo passò al coma"do del campo d i Aldershot. Mormant. Comune del la Francia, nel dip. di Scincet-Marne.

Combn11imemo di Mormant (IB14). App artiene alla campagna d' invas ione della Francia. I corpi V ie.tor e Oudinot, che copriva no Parigi da sud~esr, fronteggiavano le avan~ guardie russo-bavaresi, sp in te a nord della Senna da Nangis in di re zione della Capitale. Il 16 febbraio Napo1 leone r.-1ggiu ngevn i suoi luogorenen ti per d are nuovo im• pulso ali 'azione in quel settore : la congiunzione si operò in tempo utile b<.:nchè le pa ttuglie 11cn1i.chc già avessero ragg iun to lo strada le nei pressi di Chaulnes; e molto opportunamente g iungev a in serata dalla strada d i Parigi il rinforzo d i un forte d istaccamento di Dragoni. Cosiccbè quel g iorno .stesso gli avversari furo no arrestati d inanzi a G,iignes. Al mattino seguen te (17 febbraio) pe r o rdine dell 'Impcratorc s'iniziava l'avanza.la dei Francesi: il 2° corpo (Y ic tor), che marciava in testa sostenuto da cava lleria, si ù1comrò a nord-ovest di M . con una colonna russa forte

cli circa 8000 uon1ini, e la attàc.cò decisamente di fron te, mentre la cavalleria pronunciava un movimento aggirante dal le ali e le batterie d ella Guardia aprivano un fuoco viv is;;imo. I Russi f urono rapidan1eote sbaragliati : ten tarono d i opporre nuova resistenza formando d ue quadrati: ma il JJronto interver,to degli squadroni li accerchiò, obbl igando al la resa g ran parte della fante ria. Più oltre la cavalleria russa veniva sorpresa presso la foresta d i Nangis da quella francese e perdev:i grande n u mero d i prigionieri: La d ivis . bavarese Lamo tte che - informata del rovescio subìto <lalJ'avru1guard ia stava ripiegando verso Mo ntereau , era attaccata nei p ressi d i Villcncu vc d a truppe del corpo Victor, c he con b uona pane della d ivis. Gérard l'aggirava, ponendola in critica situazione . Fortunatamente


MoR

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per gli Alleati, il Victor s'indtisse a desistere da ll'inse• guimento in vista della estrema stanchezza delle truppe; ciò che permise a lla maggior parte delle un ità nemiche d i r ipiegare, rannodandosi verso Montereau.

Mormori (Giova1111i). Ingegnere militare d el sec. XVI. Viene a lui attribuita l'i nve nzione d i un parapetto mobile contro le palle d i m oschetto. Morì nd 157r all' assedio d i f'amagosta.

d i T iro. Nel 1153, essendosi ribellate alcune terre del-

! 'Istria, i l doge, messosi alla testa di una flotta veneziana, ricondusse all'obbed ienza Pola e !c altre terre ribe lli . Negl i anni seguenti del suo dogato si dedicò completamente agli affari dello Stato, preoccupandosi specialmente del mantenimento della pace al i ' interno ed all 'estcrno.

Moro (Il M . d'Alessandria). Pirata barbaresco del secolo XVI . Spesso era assolda to dal sultano Solimano che si serviva della flotta d i costui come di flotta ausiliaria nelle sue guerre contro le potenze cristiane del Mediterraneo . Da Alessandria, d i cui si considerava padrone, il M . infestava l 'arcipclago e si spingeva fino sulle coste della Sicilia e delle Calabric. Nel 1534 fu sconfitto da una squadra venezian a condotta da Girolamo <l" Canale, il quale lo m ise in fuga dopo avergli causato gravi perdi te, con l'affondamento di quattro navi e il danocggia1ne nto d i molti altri legni . Nel combattimento rimase ferito anche il M . di cui da q uel giorno non si sentì più parlare. Moro Domenico. Patriotta, n. a Venezia, m . a Cosenza (1820-1844). Servì nella marina austriaca é partecipb ' nel 1840 alla ca mpagna d i Siria . Avendo partecipato alla cospirazione dei fratelli Bandiera, li scg ul in Calahria, e fu con essi fucilato. .~foro Tito Vittorio. Generale medicoJ n a Corteolona, m. a

1'.1oro Domenico

MoR

342 -

-Pavia (1860-1931). P artecipò alla campagna d'Africa nel 1895-96, f alla guerra Mondiale, e fo collocato in P. A. col g rado d i magg . generale medico nel 1920.

Morone (Augusto). Generale, n . a Bresc ia nel 1868. Sottot. d'art. nel 1889, frequentò la scuola d i guerra. Colonoello nel 1917, comandò in guerra il 42" art. cfa can1pagna rr1eritando la mcd. d'argento al 1nedio Piave ed al Tagliamento (1918). Jn P . A. S . poco dopo la guerra, [u promosso generale di brigata nel 1926 e nel 1930 passò nella r iserva.

Morosini Domenico

L\1orosini F nmcesco

Morosini Francesco, detto ,, Il PclopÒm,esiaco » . Amm iraglio della Repubblica di Venezia, e doge, n . a Venezia, m . a N auplia (1618-1694). Fu dal 1648 quattro volte generalissimo delle galere venete e sconfisse ri petutamente i T urchi . Fu anche govern~tore d i Candia che d itese ,·a· lorosamcJ1te nel 1667-69 : ud 1688 fu eletto Doge. L ' im presa sua maggiore, che gli valse il soprannome, fu quella della conquista della Morea .

Morossi (Giovanni). Generale medico, n. a Latisana, a Firenze (1846-1921). F u d irettore d i Sanità a Venezia (1895), ad Alessa nd ria, a ·Torino (1898) e poi a Verona e passò nella riserva col grado di 111agg. generale. 111 .

Morozzo (Della Rocca Enrico). V. Del/a Rocca . Morozzo della Rocca 11u.rcl1ese Giovanni Battista. Generale del sec. XVIII, m. a Vercelli nel 1770. Percorse la carriera in cavalieri~ e panecipò alle guerrç ili Successione d i P olonia e d 'Aust ria. Colonnello comandante i Dragoni d i S . M. nel 1755, venne promosso brigadiere d i cavalleria e nom inato governatore d i Vercelli nel 1762.

Mor oni (barone Pietro). Generale corso, al servizio· della Francia (1762-1835). Era capo d i bgl. nel 1800; colonnello nel 1808 nel regg. reale dalmata, comandò i vel iti rea li nel 18 1 2 e l'anno successivo era generale di brigat a, bat • tendosi nelle campagne <l'Ita lia e di German ia. Cessò dal servizio nel 18 1 4 . Moronviller s. Altura della Cham pagne, ad oriente d i Reims, in Francia. Ha dato il nome a un episodio dell 'offensiva francese della primavera 1917, già accennato alla voce Aisue, 2 a battag lia. Durante, appunto, I'offensiva francese suddetta, la 4a ar mata francese d o veva conqujstare 1'altura di M ., dominan te sulla pianura, e, uua volta conquistatala, prosegui re verso il fiume Suippe. I com battimenti all' uopo sostenuti d a detta armata - ca.manciata dal geoeralc Anthoinc dettero luogo alla BaUagiù, di M ., i cui risultati bisogna esaminare nel quad ro .complessivo dell'offensiva d i primavera del 1917. Morosini (Domenico). Doge d i Venezia de! secolo Xll, eletto nel n 48, m. nel n55 . li M . aveva préso parte alla crociata degli a nni 1123 e IJ24 e si era d istinto alla presa

IVIorozzo Roberto

l\1orossi Giovanni

Morozzo della Rocca Roberto. Genera le, n . e m. a Torino (1805-186o). Sottot. delle Guardie nel 1824, fu nel r848 decorato a St affalo della medaglia <l'argento. Promosso CO· lonncllo nel 1850 comandò il 2° granatier i. Nel 1858 fu rnagg. generale al comando della brigata P inerolo, e a San M artino, nel 1859, g uadagnò la commcncla cieli 'Ord ine Militare d i Savoia.


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MoR

343 -

MOR

Morozzo della Rocca Federico. Generale, n. a Valfenera (Alessandria), m. a Firenze (18rr-1870). So11ot. dei Uragon, di Piemonte.: nel 1830, kcc le campagne del 1848-49. Nel 1851 fu promosso colonnello al comando del regg. di cavalleria Novara . Nel 1g59 fu aiutante di campo del Re. Magg. generale nel 1859, divenne tcn. generale nel 1862 e nel 1~ fu collocato a riposo.

ali 'avversario, per più e pilÌ giorni, una poslZ!o□e di capitale importanza, trascinando più mite gli avanzi dei suoi reparti ad epici contrattacchi alla baioneua. Con grande 1,enzia, con fulgido coraggio, con ~ovrumana energia, r c,isti: fino agli estremi, in condizioni disperace, destando l'ammirazione dello stesso avversario ». (Monte Cengia, 28 maggio-3 giugno 1916).

Atorozzo della Rocca di Binnzè 1110rcf1csc Emanuele. Generale, n. a Torino, m. a Borgo a 13uggiano (1832-1922}. Sottot. di cavalleria nel 1852, ebbe nella campagna del 1866 la med. d 'argento. Colonnello nel 188 r, co,nandò il distretto mii. di Roma. In V. A. nel 1884 e nella riserva nel 1892, fu promosso magg. generale nel 1895.

Morra (di Lavriano, conte Bemardi110). Generale del sec. XIX. Dopo essersi distinto nella guerra contro b Francia in fine del sec. XVJU, riprese sen•izio, nel corpo di S. M., alla restaurazione. Colonnello nel r817, fu succcS$:,•amcnte capo di S. M. delle divis. di Nizza, Genova e Torino. Comandante la cl1\'is. di Torino e magg. generale nel 1823, venne nd 183r promosso tcn. generale e governatore della divis. di Nizza >-.•cl 1834 andò a riposo. All"i"ituzionc dell'O, :-.1. S. fu tra i primi ad esserne decorato.

Morozzo della Rocca Cosra111wo. Generale, n. :id Alessandria, m. a Torino (1837-1924). Son. di fanteria nel 1857, combauè nel 1859 e rimase gravemente ferito e mutilato a S. Martino, meritando la mcd. d'argento. Colonnello nel 1882, comandò il 31-0 fanteria e poi il 120 bersaglieri. Magg. generale comandante la brigata Regina nel 1890, andè in P. A. nel 1895. Teo. generale nel r8~, passò nella risecva l 'anno dopo .

Morra di La,ria110 Giuseppe. Generale, m. a Torino nel

1834, Percorse la carriera i11 fanteria. Colonnello nel 1826, comandò la brigala Pinerolo, divenendo magg. generale nel 1831.

l\1orozzo Costantino

Morozzo Federico

,\1oroz:;o della Rocca di Bianzè Enrico. Generale, n. a Torino, m. a Borgo a Bu!(giano (1840-1927). Sottol. :lei granatieri nel 1859, partecipò al le campaiznc del 1859, 186o-61 e 1866, meritando due menzioni onorevoli, una a Madonna della Scoperta (1859) e l'a ltra. al combattimento di Banco (186r) e la mcd. d'argento alla presa de lla Rocca di Spoleto (186o) . Colonnello nel r886, coman<.!ò il 15" fanter ia. Passato nella r iserva nel 189 1, f u promosso magg . generale nel 1898 e tea. generale nel 1907. Morozzo della Rol'Ca co/1/e Federico. Medaglia d'oro, n. a Palermo nel 1878. Sonot. di fanteria nel 1898, passò da tcncme nei Granatieri di Sardegna, o,•e rimase poi. sempre, segnalandosi col suo 2° rcgg. nel recare soccorso agi 'infortunati dai terremoti d d 1905 e de l 1908 e nella campagna italo-turca. lniziarn~i la guerra contro l'Austria, il ca pit.1110 A/. rimase ferito fin da lle prime settimane d i essa a Monfalcone. L'anno ;cguente fu l'eroe della mirabile di(esa del M. Ccngio, O\'e, dopo <.!i~pcrala cd eroica resistenza, fu preso prigioniero. DO)?D la guerra, fu per qualche cempo aiucante cli campo di S. M. il Re, e comandante il t<> regg. g ranatieri; quindi fu nominato presidente del T ribunale m ilitare territoriale di Roma. Per il suo prode contegno gli fu conferita la med. d 'oro con questa motiv:tzione: « Con t ruppe m iste della brigata granat ieri e di altri corpi, circondato da forze nemiche SQ\'erchianti, bauuto da poderose e numerose ~rtig ltcrie avversarie. ltcnza viveri e senza 1nunizioni, contese rabbiosamente cd ostinarni11ente

Morrn Roberto

Morra Camillo

.\1o1ra di l,,a11ria110 Carlo. Generale, m. a Torino nel 1839. Percorse la carriera nei Carabinieri, divenendo colonne llo nel 1826. Comandante in 2 • del corpo dei CC, RR. nel 1831 e magg. generale nello stesso anno, passò nel 1835 al comando della cittadella di Torino.

Morra d, La111ia110 e dellt1 Mo111li. Robe,to Generale, n . a Torino, m. a Roma (1830-1917). Sonot. di ca\'alleria nel r848, passò nel 1849 jn artiglieria e poi nel corpn di S. M. Partecipò al le campagne del 1848-18~9, 1859 e 1866, meritando a Custoza la med. d'.argento. Raggiunse il grado eh colonnello nel 1868, e di magg. generale nel 1877; comandò la r86 brigata di fanteria e poi fu aiutante di campo generale <lei Re. Ten. generale nel 1883, meri1tò nel l'epidemia del 1885 in Sicilia, la mcd . d'argento dei bcnemeriù della salute pubblica. Com:indò successivamente k divis. mii. cli Padova, Milano e Roma e poi il C. d'A. di Napoli. 1\lla fine del 1893 fu destinato a governare, come R. Commissario straordinario, b Sicilia posta in i,tato d 'assedio ed in premio ciel suo operato ebbe la croce di gr. uif. dcll'O. M. S. Comandante il VI C. d'A. dal 189-1 e l'VIII dal 18g5, andò in P. A. e nel 1901 pa,sò nella rise, va. Deputato, rappresentò alla Camera il collegio di Carmagno!a nella 12& legislawra, e nel 1890 ebbe la nomina a Senatore. Dal 18g8, e per più anni, (u ambasciatore italiano in Russia. .,forra Cami/1::,. Generale, n. a Carmagnola, m. a Tor ino (1857-,926). Sottot. di fanteria nel 1880, frequentò poi la scuola di guerra, e passò nel corpo di S. M.


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M.OR

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Colonnello nel 1907, comandò il 53° fanteria e poi fu capo di S . M. del III C. d 'A . Magg. generale nel 1913, e bbe il comando della brigata Savona, colla quale entrò in g uerra contro l'Austria . Dal 1917 al 1919 comandò la scuola mii. di Modena e poi andò in P . A . Nel 1923 ebbe il grado d i generale d i divisione.

Morris (L11igi Michele). Generale francese (1803-,867). Nel 1832 fu inviato in Algeria e si distinse nelle sped izioni d i Costan tina e nella battaglia di Isly. Promosso generale di brigata nel 1847, si trovò all'assed io di Roma d ue anni dopo; nel r851 ebbe il grado d i gmcrale d i divis. e prese parte alla spedizione d i Crimea , distinguendosi nella g iornata d i Traktir . R ito rnato in ·Francia ebbe il comando della cavalleria della Guardia imperiale, alla t.esta della quale fece la campagna d 'Italia del 1859. N el 1863 riprese i l comando della cavalleria d! Algeria cd era appena stato nominato governatore gener:ile interinale della colonia , quando fu sorpreso dalla morte durante una ispeàone generale. - Suo tiglio, Paolo Llfjgi, fu pure generale d i cavalleria (1846-1901). Morrone (Paolo). Generale, n. a Torre Annunziata nel 1854. Sotto t . di fanteria ne] 1873, fu comandante delle truppe dell 'Eritrea nel 1890-91, divenne colonnello nel . 1901, a l comando del 37" rcgg._ fanteria, magg. generale al comando della brigata Sicilia nel 1908, e passò al comando della d ivis . di Chiet i nel 19n, col g rado di tcn. generale. Allo scoppio della .guerra, era com:indante d i C . d' A. e si segnalò sul Carso, guadagnandovi la croce d i grand 'utf. dcll'O. M. S . Nd 1916 venne nominato senatore e Ministro della guerra; l'anno seguente fu presidente del T ribunale supremo d i guerra e marjna. Nel 1918 comandò la 4• armata, e poi la 93 , fino al febbraio 1919.

• MoR

mezza, sotto un uragano d i ferro e di fuoco, sprezzante d i ogni pericolo, ri nsaldava l 'animo dei propri d ipenden ti, portandosi incessantemente da un punto all' alt ro della posizione. Respin:to il contrattacco, mentre, ritto su lla posiz io ne , v ig ilava per sventare nuove ins idje, ve11iva colpito n1ortalrnente in pieno petto, e, dicen dosi lieto di mo rire per la Patria, spirava col grido d i : Viva l'Italia! » . (Monte Vrsic, 21 agosto 1917).

Morstède (Tommaso). Chirurgo dell'esercito inglese del sec. XV.. Seguì Enrico V d'Inghilterra od ia sua spedi zione contrò I.a Francia del 1415. Nella seconda spedizsone operata dallo stesso re, mancando l'esercito di personale sani tario, il M. e bbe ordine di imbarcare « manu m ilitari » tutti i chirurghi eh cui avesse bisog no, ed anche un certo numero di artieri e meccanici per fabbricare apparecchi e s tru1nenti sanitari . Mortagne (lat. Morita11ia). Comune della Fnrncia, nel d ip. del! 'Ome. Venne fondato nel sec. X e fortificato con mura , terrapieni e castello. Sul p rincipio della g uerra dei Cento Anni cadde nelle mani degli Inglesi; nel 1378 venne assediata da.i Francesi, i quali dovettero togliere J'asscdio per l'assassinio del loro comandante, lvain dc Galles .

PreSfl di• Mortagnc (1794). Ap-partiene ·alla 'guerra della Vandea . La piaz~.a era d ifesa da 700 soldati repubblicani e un centinaio d i patrioti armati , comandati eia Lenorn1and, e fu investjrn_ nel marzo dai Vanùean i comandati da Bernardo di Marigny, il quale, non d isponendo d i artig lierje, tentò un assalto che venne.; r<.:spinto sangu ino .. samente. Su lla fine del mese, i l Lcnormand riuscì nonetempo ad abbandonare il paese, ccl a rifugiarsi a Nanres. I Vandeani .d istru ssero le mura e il castello di M . e si

ritirarono. i\ll ortagr,e. ,Fiume della Francia, aiflucntc del la Meurthe . Ha dato ufficialmente il nome, tanto nella He!azione ufficiale tedesca quamo in q uella francese, agli avven imenti d i guerra, già descritti alla voce Charn,es (V.). Col nome d i Battaglia della Mortagne sono ind icati i combattimenti svoltjsi lu ngo il piccolo fiume. Come per la bàttaglia d i Morhange , l'importanza d i questa sta nel fatto che con essa i Francesi riuscirono a stabilizzare la fronte 111 Alsa,;ia-Lorena, io modo da poterne trarre ri nfor7.i da inviare alla difesa d ircna d i Parigi. l\1lorrone Paolo

IVlorsenti Angelo

Morsenti (Augeio). Medaglia d 'oro, nato a Capergnan ica (Cremona), caduto alla frontç (1888-1917). Umile lavoratore dei campi, dopo aver adempiuto ai suoi obblighi dc leva, era stato inviato in congedo. Richiamato in serviz io

Mortaietto. Era detto così il pezzo d'artig lieria con proietti in pietra, adoperato ndle navi dello Stato romano nel scc . XV!, più comunemente cl1iamato l'etriere.

Mortaio. Vocabolo adoperato tin dalla metà dd secolo XVI per distinguere una delle tre categorie nelle <]Uali iu divisa jn q uell 'epoca l'artiglieria : Cannone, Obice, per la guerra italo-.auscrfrtca col grad0 di cap. maggiore, Mortaio. F, una bocca da fuoco con la canna mo lto corta fu assegnato al 42° rcgg. fanter ia, tra le cui fi le venne rispetto fil cal ibro dell'anima e permenc di e~eguire ti ri ferito sul ]\fonte Nero. Guar ito e tornato alla fronte col con cariche abbastanza piccole rimetto alla grosscz,za del grado d i sergen te, nel 138° regg. fanteria (brigata Bar- · p roietto da lanciare; prende grandi angoli d i clcvaz.ione, letta), cadde, combattendo da p rode nello stesso settore orre nen<lo così traiettorie molto curve, agendo in ta l n1odo del l'alto Isonzo ove era stato ferito, com'è detto nella eflìcacernente contro i bersagli orizzontali . Fin da!l"antimotivazione con la quale fu conferita alla memor ia d i lui chiià si cercò d i approfit.tarc del lancio i n arcata dei p rola mcd . d'oro : ietti, per potere sorpassare le mma e gli ostacoli verti« Comandante di un plowue, sem pre all a testa dei procali delle d ifese delle città e de lle piazze forri, in modo pri d ipendenti, l i t rascinava con m irabile valore alla con da portare dan ni di•r cttamente nell 'interno di esse, tanto quista di un'importante posizio ne ne,nic.a, e la n1anteneva per ottenere elfeni d i distruzione materiale, quanto per con pochi uomin i. Resistendo poi. ad un furioso contrato ttenere effetti di depressione mora le sulla resistenza per tacco avversa rio, fu lgido esempio d i coraggio e di ferparte degli abitanti e de lle g uarnigion i. P rima dell 'applica-

, r


• MoR

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MoR

M ortaio dc.•I secolo XV

Mortai su affusto del sec. XVI

z io ne della polvere da sparo alle a rmi d a guerra, il lancio in arcata dei proietti era fatto col trabocco e m acchine affi ni; coll'applicn ione della polvere da sparo alle armi da g uerra , l 'arma prese nome d i Bom barda (V.) . Questa fu la prima arma da fuoco di grosso calibro, ed era rela-

lunga (ci rca due vo lte Ja tron1ba) e veniva chia1n ata u can. « coda ») . Si co mprende anche

none JJ (o anche « gola » o

.----------,

~

!Vlortaio del secolo XVII Mortaio del secolo XVI

tivamcntc ai te mp i e d ai mez zi , di me no difficile costruz ione delle altre arm i, per avere la can na molto corta cd il calibro molto g rande. Le prime ebbero la can na (chia1nata « tromba ») dì fonna a)quanto svasata e cortitsima, come u n mortaio d a farmacista . La parte di culatta che doveva contenere la canea era mvece pi ù sottile, più

iv1ortaio del ijCcolo X V I r

Of)( ra di fonditore fiorem ino ù1 Francia

come a quei tempi fosse più facile e si credesse pi,'r con veniente costruire artigl ierie coit<,; di canna, .ma di grande calibro, perchi: avevano il vantaggio di lanci are grossi

Bau.eri,i di mu.rtai .1mericani (Guei:r:.:i di Secessione)


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MOR

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MoR

proietti con cariche min11ne : cs,e erano di ferro battuto, d i ferro colato, d i bronzo, cli ottone, e di altre lq;he a base d i rame. Pcrchè 1ioi il tiro <lella bombarda avesse effi~acia, specialme nte q uando ancora non lanciava palle esplodenti, occo rreva che il p roietto, ol tre ad eVierc molto pesante, potesse giungere sul bersagl io cadendo molto dal-

reno, aumentando il pi1, possibile i punti di contatto con q uesto, per diminu ire così gli effetti dell'urto. I primi M. avevano per ciò raffusto senza sala e senza ruote; qllesto era di legno, e veniva chia mato anche « ceppo " : l'affusto appogg iava a .sua volta o cl i.rettan1entc su l terreno, o sopr a una piattaforma, pnre di legno, delta « paiuolo >•. L 'elevazione e ra mantenuta appoggiando la volata del pezzo su cunei di legno . Col p.ogredirc delle costruzioni, anche i M . furono incavallati su affusti di_ lamiera , appoggia ti su guide d irettrici, o meglio su robusti sottaffust i. E, se i 1

pr!m 1 mo rtai erano di. difficile trasporto , a poco 1':1!ro, con un forte angolo di caduta, ossia quasi venica!-

., ,-.

men lc : bisognava 9uindi che rarma

avesse

un

forte

an-

golo di elevazione e fosse molto poteme nel lancio, per non doverla av \·icinarc

trop-

po alle difese nemiche. Da ciè, b necessità d i costruirle con grossi calibri e q uindi di dimensioni gigantesche, pe r potere lanciare palle, cr.e erano sferiche (di pietra , di marino, di .ferro) più g rnsse e pesanti possibile. Da ll 'altro lato però si cadeva nel grave irlcon vcniente di. avere u11 'ar1)1a .t roppo pesante, di ffici lmente trainabile, di poca d urata per la scarsa resistenza dei metalli d isponibili nelle costrnzioni , e molto c0stose . I tentat ivi per m igliorarne la potenza e la resistenza, per d im inu irne

,1

poco,

coll'andar del rempo, anche essi poterono essere messi su

'

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ruote e trainali; ed nggi non si h~ pill differenza di •n-10biljtit tra ca1u10ni} obici e mortai . I 1W. ad avancarica veni vano d istiiuj in (< Mortai da bombe

o

granar~ »

cd

u1

,, 1\lfortai petricri u, a st=conda del proietto che lanci~va no . Q~lla fin e del secolo scorso ad

oggidì, la distinzione di ess i è, fatta come per i ca nnoni ecl obici : cioè col ca libro. I pri mi 1W. avevano la canna non pil! di due o tre volte il d iametro del proiertile ; i moderni ,·ariano in lunghtzza da 4 a l'.! calibri : più lunghi passerebbero nella categoria degli obici.

il peso cd il costo, 'non si arrestarono mai .

Verso il XV secolo al nome di bo mbarda, che rimase ai piccoli calibri, si sostituì a questa grossa art iglieria il no me di M . propr iamente derto . E col ver o mortaio sorse anche b « bo mba scoppiante » (granata) . I primi ,"1 . avevano l'anima ci lindrica, Liscia, col fondo piano, poi emisferico, ed in seguito ancora ebbero una carnera di carica ci lind rica d;, mino r calibro dell 'anima , ed infine la camera d i carica tronco conica_ Presero anche csrernamente la forma cilind rica; prima cogli orecchioni alla culatta, ed infine cogli orecchioni e la forma generale esterna come oci cannoni. Da retrocarica (i prim i) passarono ad avancarica; e col l'abba ndono dell'avancarica in t utte le anni m oderne, anche i M . divennero tutti a retro-

'

carica c d a canna rigata . L anciano g ranate, sh rapnels, gra-

nate to rpedin i, ecc . Dovendo sparare con una forte elevazio ne, la forza dello spare riesce q uasi vert icale, q uindi l 'urto sull 'alfusto è fortissimo : necessiti\ quin ci i di un robu,t.issi mo e largo apeoggio dell'a rm a coll'affusto, sul ter-

Sistemazioni diverse <ll mortai

...


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MOR

34, -

'I

I

i\lfortai italiani (Guerra mondiale)

Le artig lierie fecero un reale progresso nel sec. XVI, do110 la calata del re Carlo Vili, epoca nella quale furnno inven tari gli orecchioni, e le artig lierie ebbero 1a di~ visione nelle tre categor ie ben distinte : Cannoni , Obici, Mortai. I pr imi M . che la SlOTia ricordi con certezza, sorsero verso il 1600 circa, S!lecialmcnte in Germania, e portarono nomi d i animali: Elefa10re, calibro cm. 46, lunghez;,ca m.. 1,38; Dragone, calibro cm. :,8, lw1ghczza tn . J, 14; G rifone, calibro CJn . 35, lunghezza m. r,o;; Salama!]dr2 calibro cm . 30, lunghezza tre ca Jjbri; Leone, calibro cm. 25, lungheaa tre calibri e mezzo; Gatto di mare, calibro cm. 16, lunghezza 4 calibri. In Italia [urono adoperati i M. per un certe, periodo di tempo, ma poi essi andarono iJl d isuso quasi con1pletament-e, perchè molto costosi, per 11Ulla manovrabili nei nostri terreni, pericolosi per il fatto che talvolta la palla (granata) scoppiava Drima del la partenza, con danno inevitabile per i serventi; in ultimo pcrchè questa specie di artiglieria, se d i g randi cli mcnsioui, sparava pochi colpi e poi, se non scoppiava, si rendeva inutilizzata per cavern<.: ncll'anilna. Per queste 1

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ragion i in Italia l 'uso del M. ehbe un periodo di sosta, e solo nel 1614 si ha la p rima notizia della proposta d i Giusto Emilio A lberghetti al la Repubblica Venera per la costruzione e l ' impiego d i M., costrnici per il tiro con granate . La Francia impiegò i !11'. con granate dlirante ii regno d i Luigi Xlll nel 1634; e Luigi XIV ne fece costrniic vari del calibro di cm. 4i e del peso di 25 tonnellate, lancianti bombe di Kg. 237, le quali avevano la carica di scoppio d i 45 libbre di polvere, mentre la cal'ica di sparn era di 17 libbre. Erano mortai di dimensioni masrodonriche ; il Re diede loro i! nome d i « Comrninge~ » dalla rassomig lianza che egli attribuiva a questi pez7.i con un ufficiale <li questo nome di corporatura imponente. Essr furono impiei,,ati all'assedio di Trabac nel 1733, ed all 'assed io di Tournai nel 1765, Ma, sempre per il !oro d ifficile trasporto, e anche per gli scarsi r isulrnt i, e per gli inconvcuicl'lti talvo lta pericolosi ai qu:tli dav~1no luogo nel ioro impiego, questi M. d i gninde mole vennero abbandonati verso i! finire del secolo XVI. CoHa Rivoluzione Francese, ritornarono in onore i g rossi M. e Napoleone stesso ii apprezzò e ne fece uso con fi. ducia, specialmcmc quelli a camera d i carica tronco-conica, o « alla Gomcr ». Nel 18ro, per bombardare Cadice, ne fece fondere d ue a Siviglia : uno col ca libro di cm. 30, con angolo di elevazione di 45° e bomba di Kg. 85, lanciata fino a m. 5300 cli d istanza; la bomba aveva una canea d i Kg. 85, e la carica di lancio era di Kg. 15 d i polvere; il pezzo pesava poco più d i 6 tonnellate; l'altro, col calibro d i cri1. 25, pcsa;•a 4 tonnellate e mtzzo. Ma, all 'atto de! loro impiego, non riuscirono a bombardare la città: per la loro lunghezza di canna rasen tavano quasi . la c:otegoria degl i obici, senza averne le qualità; erano d ifatti chiamati « obki alla Villantroys » . li 26 febbraio 18'4 furnno presi {lai Prussian i, e furono collocati sulla facciata occidentale dell'arsenale d i 13erlino, come trofeo di guerra. Queste bocche da fuoco rappresentano però già il tentati vo d i sostituire a i M . gli obici o cannoni corti, i quali , oltre al tiro in arcata, avessero anche potenza d i penetrazione

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MoR

348 -

con proietti di g rand i d imen sioni. E questa idea fu de' Paix hans. Nel r8,10, in seguito ad ordinazione di Mehemer Alì, fra altre bocche d a fuoco, Iu costruito in gìi to un ,H. del calibro d i cm. 50,8, che , c;olla carica d i Kg. 30, lanciava una bomba pesante Kg. 200. Infine, col :\4. d etco " Pal.

chim ica, per le polveri. In conseguenza clel la rigatura, poterono essere aumentati il peso e la carica del p roietto, che prese forn1a ci lindrica ogivale ; e ciò senza aun1entarne il calibro. 11 M . prese forma di un cortissimo cannone,

merston )>, si può <lire eh.e finisce la serie non ir~diffcn..:ntc

e spedito il cambiamento di elevazione d el pezzo; se ne potè aumentare la g ittata . Insomma, anche 11 M si portò,

dei mortai d i g rande mole a canna !iscia e d a palla sferica. Esso uscì dall 'arscna:le 111aritti1110 di ~fare, su i di~ segni ,del! 'ingegnere d 'artiglieria Mt11iet (V.). Da quanto sopra spicca· la scarsa efficacia che avevano i M. tanto di gl'(isso che di piccolo ca libro, a canna liscia , con pall a a granata sferica; proietti che non potevano essere aumentati di dime nsione e qui ndj <.l i peso iu proponio ne utile col' 'aurnentare d el calibro della bocca da fuoco ; a ciò si aggiungano il tiro lentissimo cd i vari inconven iencj già enumerali, e si potrà concludere che !e

coi suoi orecchioni

jr,

posi,zione JJOrnrn.le, rendendo facile

!v1ortaio da 260 a, manicotto; I.,, f uso di sala; e, coUare snodato (set,·e d i presa quando la bocc;i, da: fuoco deve essere tolta o collocata sul carrdlo); d., bron?.ina; e, acciarino; f, cui.lii del car.relloi g, alloggiamento per la testa della stanga d i traino; h, ruota cingolau,: i , cingoli Ilontigentc; l~-l, dispositivo ferma manovella di J;?u ida della bocca d a fuoc~ su carrdlo; m. roanove!la di guida

per le sue qualità ed esigenze, all 'altezza del desidtrato. ùgni. opinione sulJ>utilità e convenienza o meno di questo genere di artiglieria neJl'imt)iego in guerra è ccssàta, e<l esso v iene impiegaw oramai, vario di calibro, per la difesa, per l'offesa , in campo aperto, nelle fortificazioni, in

battaglia . .Fra i M. inerita <li essere riconbro quello a u,rriaco da 420, adop erato dapp,·irna contro !e forte4ze belghe e poi ( 1916) su l nostro fronte. È lungo r5 calibri, quin d i da ,1uakuno, come dagli A ustriaci, fu compreso Era g li o bici per quanto il su o ti ro in arcata abbi~ la caratteristica riel mortaio . È solcato da 84 righe per c irca r 2,5 calib l'i. L a ncia una granata di circa 1000 Kg., contenente 90 Kg. di alto esplosil'o (tritolo e toluolatnrnona l), e una g ranata p iù legge ra, d i 800 Kg ., contenente 58 Kg. dello $tesso esplosivo. Un certo numero di quest i M. fu canurato nel 1918, dopo Vittorio Ve nero, e rimase a noi come pre da bellica . Mortaio (Marina). Un M . lancia-bo m be fu largamente adoperato sulle navi dd medio evo, specialmente suJle navi d i p iccolo t0nne llagg io che prendevano il nome di

I I\1ortaj da 305 1 cx materiale .1ustrinco

r . . I

altre qualità (elevazione, caduta del proie tto quasi verti cale sul bersaglio , g ittata sufficiente, ecc.) cht: essi a vevanp, non po tevano c01npensare le manchevolezze nmne. rose. E si capisce quindi perchi:, in Italia cd a ltrove, vi sia stata per lungo tempo tanta sfiducia in questa specie d i bocca da fuoco, da abbandonarla allora quasi compk-tamenre, per un no n breve periodo d i tempo . Ma il progresso si fece strada, e d anche rapidamente, cd il .11,J. potè essere messo a lla pari, con tutte le qualità necessarie a d una tale bocca da ft,oco, col caon o:ic e con l'obice, e ciò per meJito della rigatura è d la canna, p rima, poi per la ret rocarica, ed infi ne per i progressi della metal lurgia, che perm ise d i moltip licare la resistenza d ei metalli, e della

~

~\ ;>le~,• ,

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I" ,.,_·,.,.,~ r

Morta io da 2 1 0

« Ga leotte da bombe », o Bombarde (V.). Esse ebbero im-

piego classico nel bomba rdamen to d i A lgeri del 1682, in q uello di Genova rle l 1686, e poi, nel 1854. con le batterie galleggianti costruite dai Francesi per la guerra di C rimea. I tvf. che si adoperavano ne! m edio evo non e rano molto divers i da quelli :,do3-)etari sulla terra ferma, specialmente nelle fortezze. Ne furono munite in generale le navi ch e d ovevrero esegu ir sped izioni contro i port.i.


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MOR

349 -

la g uerra l\.'{ond ialc. i lv!. lancia.. bombe hanno fatto la loro r iapparizione rnllc unità cac-

Recen cernen te, durante ciaso111mergihili.

Venne ado ttato q uasi universalmen te un

t ipo a due camere, a fo rma d i Y, ideato dalla· casa Thornicfrot, capace di lanciare contemporaneamente due bombe del peso di 40 Kg . ciascuna alla d isrnoza d i 200-300 metri. Queste bo rn be ,

avendo

una

traiettoria

molto c urva.

si

sprofondavano subito oel mare e scoppiavano ali 'uno contro lo scafo dei sommergibi li. Questi M. , o altri poco diversi, sono tutlOl.'3 in uso .in LLHte le !\'farine. Nfon aio teopoldo (o Murtaio Mostru). Così fu chiamato un mortaio cli forro fuso di ecc<:Zionali pro!)orz.ioni per il tempo nel quale fu costwito, su d isegno del Paì, hans. E sso venne fuso a Liegi e fece le sue prove all'assed io di A._nversa nel 1832 1 col tiro di 15 bombe. Pesava Kg . 7750. era lungo 111. r ,66, con cal ibro di mm. 600. Lanciava una

MOR

dcra morto, !'85 °/4 ferito : ma di q uesti ult imi un terzo non sopravvive. La M. totale d 'una giornata dì combattimento s'aggira dunque sul 10 % della for:,;a partecipante. La fanteria è l 'arma più colpita: infatti p_er essa la M. sale sino al 17,6 %, men tre per la cav2lleria e l'artiglieria

non supera il 6,5 %-

Mortalità (lvlarina). La mortalità dell'armata navale sino al 19r5 si aggirava i_ntorno al 3 °/00 ; durante la guCTra mond iale aume ntò a 14.7 1, c<lmprèsi i morti per lesioni belliche; nel J920 fu di 2 .08 Ofoo· Essa è in ferion, a quella dcli 'esercito per tu tte le malattie, eccetmchè per la tube rcolosi polmonare. È piè, a!ta nei mes i freddi (da novembre a marzo) per la maggiore frequenza delle affc:,;10ni respiratorie . Presenta medie più elevare nel pr imo 3nno di serviz io . Il numero maggiore di decessi è <lato dalle malattie dell'appa rato respiratorio, il pitì piccolo dai morbi venerei. Le me die presentano va rii1zioni conside• revoli per due circostanze contingenti : epidemie e guerre. Le epidemie nava li nun corrispondono sempre con quelle ck lla popolaz ione civile , giacchè la comunità navak può essere colpita da .epidemie all"estero. Nel 1896 a Rio Ja· neiro

la

febbre

g ial1 a si

man ifestò con

una g ravissim:i

epidemia sulla R . nave « Lombardia », provocando un rialzo brusco della M . del l'arma,a a y.82 0/v,· d i cui 5 .66 per febbre gia lla. Nel 1918 la M., escluse le lesioni bcllicbe . fu di 13.39 °loo d i cui (J.:!8 spettano all'inAuenza, epidem ica in quel! 'anno, e 4. fl alle altre malattie. N elle guerre la lvi . subisce un aumento diretto per i decessi _d a lesioni bell iche e un aumento ind iretto per i decessi da morbi infettivi, che si d iffondono largamente. Le statistiche ufficia li delle perd ire dell 'armata nella guerra mond iale non sono ancora ( 1932) pubblicate; giusrn c1uelk raccolte da Bdli, nei 5 anni dal 1915 al 19 19 1 la M. media per anno fu <li 14.67, cli cui 8.74 per lesioni di guerra e 5.93 pet malattie. Le cause di morte per lesioni bell iche nel C . ll. È . M. furono : annegame nti 5.39 °/00 ; Mortaio Leopoido o i\:1c.stto

bomba che vuota pesava Kg . 450 e conteneva Kg . 48 di polvere; aveva forma cilindrica, e la camera del diametro di m. 0,28, era capace di 14 Kg. d i polvere. li diametro esterno della culatta m isurava un me,tro. Però talvolta le bombe scoppiavano appena f.l!pri del pezzo. Questo eccezionale M . scoppiò in seguito, durante t iri d i esercitazione, con ca rica di 9 Kg. Dopo la breve gue rra del 1832 si teru:ò di costruir ne un al tro, con camera tronco-,:onica, n1a la difficoltà di lavorazione, e il peso, e altri inconvenienti, fecero abbandonare il progetto.

Monaio per f a11te1·ia. Nel 1927 venne studiato negli Stati Uniti un M. per fanteria, à llo scopo di sostituire contem poraneamente il cannone ei a 3i mm. e i l lanciabombe Stockes·, in dotazione alla fanteria americana . .Dopo vari esperiment i, è stato creato un M . del calibro di 75 inm., lanciante un proiettile d i 6 Kg. alla distanza di m . 1200, montato su affusto a ruote.

Mortalità. Dopo i giga nteschi progre~si rea li2.zati nel .campo delfa medicina preventiva, la M . nell 'esercito, in tempo di pace, si mantiene al di sotto di quel la che si verifica negli agglomerati popolari. In guerra naturalmente le medie diventano alte, a causa <lelle privazioni, dei di~agi e delle fat iche . In combattimento si suppone che, alla

combattirncnr! terrestri 0 .82; combatri1nenti ,:1erei 0.28; esplosioni ed altri accidenti 2 .25; totale 8.j4. La massima p'1rtC delle morti fu provocata da annegamento per s:!uramento delle navi; nella guerra navale il numero <lei morti superò quel lo dei feriti, contrariamente a quel lo che ~vvenne cd avvlenc nonn alrnentc pe r l'esercito . Al cont rario delle guerre antiche, la M . per traumi bellici fu superiore a quel la per malattie di circa un terzo. I.e grand i infezioni. epidemiche (tifo petecchiale, vaiuolo, CO· !era, dissenteria, t ifo addominale) , cbe lJJl tempo cagionavano le per.dite più nòrncrosc , furono contenute in

lin1iti

moderati. Fatto . veramente no.tevole : il t ifo addominale presen tò una

diminuzione ris~)e tto

alle

med ie <li

pace.

La lvi. per malaria subì un aumento mediocre e relativamente inferiore a quello dcli 'esercito. Soltanto l'inAuenza, che compan;e durante la smobilitazione, diede una NI . molto alta ; ma essa colpì nello stesso tempo la po'polazionc civi le in proporz ioni non m inori dei mi litari e non aveva un rapporto diretto con le condizioni create ai soldati dalla g uerra. Detrae ndo i morti per influenza, la M. media del q uinquenn io si riduce a 3.78, poco superiore a 9uella di anteguerra, che, senza le lesioni viòlente, nel ,decenni.o 1901 - 1910 fu di 3.0 4 .

fine d' una giornata vìvace, si perda no circa venti uomini

Mortara. Comune in prov. d i Pavia, capol uogo della Lome llina, sulla sr. del corrente Arbogna . Nei tempi jl à Ssati fu considerato come pu nto strategico di grande importanza, per le numerose strade che in essa convergono. Nel periòdo comunale fu sovente teatro delle lotte tra "Mi-

per ogni cento effettivi; il r5 % de lle perdite si eonsi• ·

lano,

Pavi:J.,

Novara,

Ve rcelli.

A quel tempo aveva un


-

MOR

350 -

ben munito castello cbe fu p iù volte assediato dall'una o dall'a ltra fazione ed occupato _anche da Barbarossa. Molto a soffrire ebbero M ._, e la L omellina per le i-'llerre che, sul principio del sec. XVI, precedettero lo stabilirsi della dominazione spagnuola in Lombardia. Sul principio del sec. XVIII, ne l 1707, fu çeduta a Vittorio Amedeo II cli Savoia dal governo imperiale succeduto a quello spagnuolo in Lombardia. Sotto gl i Spagnuoli e nei pr im i te mpi della sua a nnessione agli Sta.ti Sardi, la Lomellina, in virtù di statuti propri, si governava ed atnministrava me• diante una Congregaz.idnc provincia le . Tale Co1!gregazione

venne soppressa nel 1775 e sosti tuita da \Hl giudice, locale. dipendente da un governatore militare cli no1nina regia , residente a Mor tara.

MoR

erette nu_ove batterie e scavate mine per aprire la breccia. Allora il governatore, temendo che la fortcna venisse presa d'assalto, il g iorno 22 domandò di capit0lare ed il giorno d@po uscì dalla piazzaforte avendo ottenuto condizioni abbastanza vantaggiose, H . Combattime11to di Mortara. Appartiene alla campag na del 1849 in [talia. Gli Austriaci, passato i l Ticino a Pavia, jntcndcvano spingersi, il giorno 21 marzo, con tutto l 'esercito sin nei pressi di M.; i Piemontesi, per far fronte alla s~n1azione jmprcvista, si di1cssero con due

divis . ( 1a e di Riserva) a prendere posizione difensiva davanti a M . e colla 2• divis. (sostenuta poi dalla 3• e dalla 4a) ,1 sud di Vigevano . Questi mov imenti degli eserc iti avversari portarono, il g iorno 2r , a i con1battimenti di

Borgo S . S iro, della Sforzesca e di M . Mentre nelle d ue prime località i Piemontes i ,·iuscivano ad opporre va lida res istenza e ad arrestare i progressi del l Corpo austr i~h:-o , a M. invece la sorte volgeva loro po.:o · propizia. Le due clivis . 1a. e di Riserva vi crcipo diste~e su una fronlc che,

da Castel d'Agogna al cimitero d i M., misurava in linea retta o ltre 14 Km. Contro il centr0 di essa venne ad unare~ nel tardo pomerigg io, i l Il corpo austriaco, seguito dal IH e dal I di l{iserva; la preponderanza numeric~ austriaca ebbe il sopravvento con tro tre w li bgl. della brigata Regina, che furono inseguiri sin dentro M . Questa roota ebbe per conseguenza che a11chc le ali dovettero r itirnrsi, alquar1to in disordine, V'erso Novara, lasciando nu, merosi morti e feriti e circa 2000 prigionieri.

.RTAR

Morte. li legislatore considera !a morte come pena, o come causa estintiva dei reati e delle pene, ai fini dello Stato Civile e dell'ered ità . Come pena.: è eseguita mediante fucilazione nel petlO (pena non infamante) ai termi ni del l'atr. 4 C. P. E. e art. 4 C. P . M . M.; o mediante fucilazione nella schiena (peua ;nfamante) ai termini degli art . 5 e 3 dei detti Codici , La pena di morte, ove siavi stato ricorso jn nullità, s! <:'.segue dopo

le ore ventiqua\tro dalla notificazione della reiezione, fatta Le fortifi cazioni e.li ì'.·1ortara (sec. XVIJ)

I. Assedio di Mortara (1658). Appartiene alla guerra na Francia e Spagna per il ducato di Milano. Dopo la presa di Trino da parte dei Piemon•tesi a lleali dei Francesi, il d uca di Modena Francesco I d'Este , comandante dell 'esercito alleato, mardò verso Pavi_a , n1cltcndo ogni cura per

far credere agli Spagnuoli che sua intenzione era la presa di questa piazzaforte, e ·inducendoli pertanto a sguarnire M . che egli voleva assediare. Diede perciò ordine al marchese V illa di marciare con la cavalleria piemontese, per investire M . da un lato, e al Navailles di bloccarla dal! 'altro, pure con cavalleria, ciò che essi eseguirono il 5 agosto. U giorno seguente giunse il grosso dcll ~cscrcito. La fortezza d i M . era presidiata da una guarnigione di i200 soldati regolari e d a 800 cittadini armati. L'esercito assediante si componeva eh 5000 fanti e 3000 cavalli, oltre ai 1800 cavalli del Villa. li g iorno 7 si lavorò a lle linee di circonva llazione e nella notte dal 7 all'S s; ap rì la trincea. li 9 le batterie di can110ni cominciarono il bombardamento con successo riducendo al silenzio

i cannoni

dcll~ fortezza e favorendo gli approcci . Il 12 venne attaccato il cammino coperto della mezza luna, che fu presa. Il '3 g li assediati fçccro una sortita vigorosa sloggian do un reparto Svizzeri dalla trincea ; ma un contrattacco li forzò a rientrar~ dopo di aver perduto 60 uomini. Furono

al cond annato dai segretario del Tribunale. Come causa estintiva de.i reati e delle pene, essa est ingue na:t1.1raln,ente l'azione penale o la condanna. Ai fì m dello Stato Civile e dell'eredità, la morte di- un ,niiicare in serl'izio effettivo determina vari provvedimenti, ossia le dichiarazioni prescritte dalla Legge su llo Stato Civile, l'annotazione legale, coll 'intervento del coma nda11tc della compagnia ove trattisi d i militare di tr uppa del danaro e delle cose p roprie del defunto, esistenti prc.;so di lui e del corpo; e il ritiro degli oggetti e documenti spettanti al corpo , che fossero presso il dcfuntu. Questa operazione deve praticarsi in ogni caso di mo11tc di uffic iale. Dopo le opera-

zion i anzi specificate, ra,nministrazione rnil it:.1re diventa legale depositaria ddle cose ereditarie trovate presso il defunto o al corpo, e ne cr.tra legittimamente

in possesso.

li corpo di un militare dece-cluto per morte violenta non deve essere rimosso dal posto, prima cbe siav i proceduto all a visita giudiziaria , a tenore de l Codic~ P~nale e dèl Codice di Procedura Penale . In tempo di guerra e presso !e truppe in ca1npagna, si osservano le nonne roncenute nel Servizio d i guerra .

Mortegliano. Comune in p rov. di Udine, sulle rive del torrente Corrnor. Comballimento di Monegliano (1917). Appartiene alla guerra Mondiale . Il 30 ot tobre il gruppo a.-u . van Scotti aveva ricevuto l'ord ine dal comando della 14~ armata germanica) gen. von Below, di 1narciarc verso Latisana per

r f


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MoR

r

tagliare la ritirata alla 3·' armata italiana, la qua le doveva ancora varcare il Tagliamcnro. Pattuglie del 3° bgl. dei cacciatori bosniaci, giunte dopo !e 14 sotto le prime case di M . furono accolte <la una scarica di fucileria, lasciando sul terreno i prim i mort i. Ap pena g iunse sul posto la d ivis. Mctzeger, le colonne a.-u. furono lanciate ali 'assalto e alle r6 si accese un combattimento violentissimo che , i prolungò per oltre due ore. D ifendevano i\1. il 38° regg. fanteria (briga<ta Ravenna), il 240° (brigata Pesa ro) ed alcune cp. d i m itraglieri, oltre a reparti del ro0 , del 20'0 , del 242° fanteria e del 5" e 9° regg. bersaglieri. Un gruppo d i sqdr. del 5° lancieri d i 'Novara, sfuggendo all'accerchiamen to in Pozzuolo, apertosi a sciabo lale il varco fra i ne1nici, riuscì a raggiungere 1\4 _ oel tardo pomeriggio e a prender parte alle ultime fasi della battag lia . All'azione ·del fuoco succedette la mischia. Le fanterie austriache si lanciarono tre volte ali 'assalto, ma, appena qoe,to si delineava, una grandine di proiettili e di bo m be si scatenava dai tetti , dalle finestre, dai mu,icciuoli degli orti, da lle barricate allestite con ca rri, botti, aratri e masserizie.

lmprovv isamcote il

nemico

fece

irru:t.ione nel la

piazza del paese, piombando alle spalle 'delle ba rricate . Da i portò□i e dai balconi i nostri continuaroJ10 a far fuoco, poi la resistenza andò man mano spegnendo~i per b inortc elci dife nsori; alle 19 il combattimento era finito, e le vie del paese furono subito percorse da squadre incendiarie , che con petrolio e stracci appiccavano il fuoco alle case da dove si riteneva" che i « b;rghesi » avessero partecipato alla lotta.

Mos

reno cht> non può essere battuta <la una determinata ~rt!w

glieria pec la presenza di un ostacolo .

Mortola (Giusqpc). Amm iraglio, n. a Gmova nel 1867, guardiamarina nel 1886, contran1mir. nel 1917, amn1ir. di squadra nel 1926, in P . A . nel 1930. . Lungamente al comando di si luranti e poi di un ità maggiori e divis. navali, fu direttore dell'Istintto Idrografico d i Genova e coprì cariche al Ministero della Marina, tra cui quella di sottocapo d i S. M. Comandò successivamel)te la piazza d i Venezia (1921-23), il d ip . dell'Alto Adr iatico (1923-25), quello dello Jonio e Basso Adriatico (1923 -25). Fece la campagna d' Africa del 1889 e la guerra italo-turca del 19n. Nella grande guerra, quale comandante di nave armata camuffata da piroscafo, g ua,lagnò una mcd. d'argento e quale lspentore per la d ifesa del traffico marittimo naziona le per circa due anni, la croce di cav . dell 'O. l\L S.

Moruzzi (Bruto). Generale, n. a .Mautova nel 1861. Sottot. di fa r1teria nel r882, partecipò alla campagna erit rea del 1887 _ Colonnello nel 1916, andò nello stesso anno in P . A . Richiamato poscia iu causa della guerra, divenne brigadiere genernle nel 1919. Assunto il grado di gene rale dc brigata nel 1923, passò poco dopo nella riserva . Mosa. Fiume della Fraocia, ' che passa poi nel lk lgio e nell'Olanda e sbocca con due rami nel mare del Nord . I. Combattimento alla foce della Mosa (519 d . C .). Appartiene alla lotta d i Tcodoberto, figlio del re franco

Morti (Tumulazione det). V. R1sanamc11to dei campo di battaglia. Mortier (Edom·do, duca di Treviso). Maresciallo di Fran eia (1768-1835). S i battè nelle prime guerre della Rivoluzione e divenne generale d i brigata nel 1799; sette mesi dopo era generale di divis . distingucodos i in molte occasioni . Durante la campagna del 1806 comandò ] 'VJJI corpo e prese Carnei e · Amburgo; nei 1807, battè gli Svedesi e si d istinse a F ricdbnd. Passato nella Spagna l 'anno .'l:guentc, assediò Saragozza, vinse col Soult la battaglia d i Ocaiia ( 1809) e si d istinse nell'assed io di .Badajoz. Nella campagna di Russia, alla testa del la Giovane Guardia, fu l' u lti1110 a lasciare Mosca. !\~e l 18.r 4, Jìfcsc Parigi contro JVJortiez: Edoardo gli Alleati . Luig i XVUJ g li d iede il comando del la 16• d ivis . mii . a Lilla e lo fece pari d i Francia. A lla seconda restaurazione ·si r ifiutò di sedere nel consig lio di guerra incaricato d i g iudicare il m aresciallo Ncy, e venne destituito. Nel 1816 fu eletto deputato del Kord e poi riarruncsso alla Camera d ei P a ri . Dopo la rivoluziònc del 1830 divenne g ran cancelliere della Legion d 'Onore ( 1831), poi m inisti·o della guerra e p residente del consig lio (1834-1835). Rimase ucciso, al fianco d i_ Luigi Filippo, per l 'esplosione d ella macch ina infernale di l"iesch i, a Parig i. Morto (Angolo). È q1;ello spazio angolare compreso fra il terreno e la traie ttoria c he sfiora u1i ostacolo, nel quale non possono arrivare i proietti sparati da un3 determinata

bocca da fuoco . Zona in angolo morto, è la zona cli ter-

...

Battaglia della Mosa (r 914)

Teodorico I, contro i Danesi, i qual i, pad ron i d el mare, infestavano le coste e risalivano i fiumi. I F ranchi armarono una flo ~ra proteggendo i loro batte.lii con cuoio, e quindi affrontarono i Danesi sconfiggendo li .


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Mos

Mos

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Il. Battaglia della Mosa 127-30 agosto 1914). Sorpassa to il Belgio, i Tedeschi, nell'i nvasion~ della Francia all'iniz,o d ella -guerra mnnd iale, Jovettero superare i corsi d·acqua, della Sambra e della lvi . La p rima fu passata colle due _gemelle battaglie d i Charleroi e di Mons, la M . fu passata, dopo 3 g iorni di accanit i combattimenti, solo per

effetro del ripiegarnento dei Francesi, imposto rla neces• sità strategiche e no n d a i:,successi tattici locali . Jnfotti, non appena la 5a armata fran cese dovette spostarsi verso est a d ifendere la minacciata linea della Sambra, il comandante della 4" annata francese (De L angle dc Cary) preoccupato per la linea della ,\,f_, che ven iva a restare sguarnita ed att raverso la quale il netnico sa rebbe passato con relativa facìlitù , corse ai ripari, e, uella <.iiffiClk si-

e< città

santa ►) dove gli zar si recavano per essere inc0•

rnnati. Il '4 setcembre 1812, dopo la battagl ia d ella Moscova, fu occupata da N a poleone, ma un incendio furioso sv iluppatosi nella notte seguente, ridusse M . un immenso bracere e Napoleone dovette abbandonarla. D01,0 la rivoluzione russa del 1917, M . divenne il centro del nuovo regime, e , dal r4 marzo 1918, la sede cen trale dei Sovieri. :\'el febbraio 1918 furon·o istituite a M . 4 scuole militari e con decre to del dicembre 1918 il governo dei Sovieti organizzò a M. un'Accademia di Stato Magg iore. V.i è pure la sede d ell'aerodromo centrale e dell 'Accadem ia aeronautica .

tuazione in cui veniva a trovarsi, decise nell a none su l di attaccare..: i primi reparti della 3"· annata tc(lesca, c he stavano in.jziando .ìl passaggio <lcl fiun1c. S 'in1pegnò così una vivacissima e sangui nosa bauaglia, che 2,7 ago~to

du rè. tutta }a g iornata del 27 agosto, con va ria fortuna,

ma in complesso favorevole a i Tedeschi . C io nonostante il 28 il de Lang le de Cary riattaccò n uovame nte : incerto durava la battaglia nei suoi. pratici risultati ancora il 29. Ma il 30 agosto, per i gravi scacchi subìti a Ch arleroi, a Mons, sulle Ardenne, in Lorena ed in Alsazia, i Francesi avevano deciso il ci piegamento ge nerale d ietro la Senna: sicchè la ,J" a rmarn francese dovette anch'essa ripiegare per non essere tag liaca fuon. L a 3• armata tedesca passava così la !vi. il 31; rna vcrnva a trovarsi arretrata ri spetto alle altre annate, che non avevano incontrate resis tenze tan to forti. Le conseguenze di questo ritardo, agg ravate dai

successivi avvenitnet1ti di Signy-l 'Abba ye e di Rethe l, influ irono non poco sulla d isfatta tedesca sulla Marna.

Linea fortificat,; 1vlosrt-A.111bu,.go. Venne preparata dai Tedeschi. con te m po raneame nte alla linea fortificata d i Hù1de11burg (V .), come: misura p recauz.ionalc per il caso cli ·a rretramento delle linee p iù avanzale .

Mosca (in russo Mosl(t1,1ì. C ittà della Grande Russia, g ià seconda capitale dell' imp~ro moscovita , ora ca pita le <ldla Uni~ne delle Repubbliche Social iste de i Sovieti (U .R.S.S.), su lla Moscova, afflue nte d i sr . dell 'Oka. Costruira sulla

li Cremlino di Mosca (s<c. XIX)

La cittadella d i Ai. è rappresen tata dal Cremlino, vera c ittà nella c ittà, con alt<: 1nura , tOHi s lanchne~ porte robuste. Esso è oggi la sede del governo sov ie tico, come fu un tempo quella dei principi moscoviti e degli Zar. È in buona parte opera <li ar tisti jta]i:-ln i. I vari secoli ,trascorsi dalla sua prima fond azione (sec. Xli) hanno lasciato_ le loro tracce nel la seguente !,ovrnpposizio ne .(ij sti\ i e ten ... dcnzc. li grande pal.azzo imper iale fatto costruire da Nicoia I Ilei 1837, importò la distruz ione cli quello innalzato nel 1753 dall 'a rchitetto Rastrell i per l'imperatrice Elisabetta, e della chiesetta di S. Giovanni Battista ciel m ila.icse Alvisio. I monumen ti · princi!>ali dd Cremlino ancora esistenti, innalzati da ingegoeri ita lbni , sono da una parte le due catted rali dell'Assunzio ne e dell ' Arcangelo Michele, e dall'altra le mura che, con le porte e le torri, segmno, nei loro due chilometri di lu nghezza, i limiti della cittad ella . Nd t475, Ivan III inviò il principe Scmian Tolbuzin ambasciatore a Venezia per domandare un provetto arcbitetco. Fioravanti degli_ U bcrti accettò l'incarico e si portò

Antiche Uandiere del Granducato di ì\4:osca

a M . co! figlio Andrea ed un al tro maestro, tale Pie tro An tonio detto il Frias in, i quali si occurarono subito della costruzione dell a catteclrale dell'Assunzione, che, a ffidata prima a maestri d i Pskov era rovinata a ppena innalzata.

via diretta t ra il bacino super iore ciel Don e quello del Volga, ebbe uno sviluppo rapido. Fondata nel 1017 dal p rincipe Jaroslav, o secondo altri da Juro Dolgoruki , venne devastata ripetutamente, prima dai principi d i Rinan, poi dai Tartari nel sec. XII e XIII, ed acquistò nn a preponde ranza incontrastata nel T26r, quando fu assegnata ad Alessandro Ncwsk i e quind i il pl'inci9t: Kal ita vi t rasportò la sua sede. Nel r367 Dimitri Ivanovic fortificò il Cremlino, ma nel 1382 i Mongoli devastarono aocora la città. Nel sec. XVI fu occupata dai Po lacchi; la rivolta contro questi d i M inin e d i Poj a rski aprì, 11el 1613, la via alla potenza dei Romanov . Con la fondazione d i P ietroburgo (1712), M . perdmtc il t itol o d i capitale, ma rimase I~

pane, non si occupò pili d i opere architettoniche, a cui si ded icarono invece una lunga schiera di a rtisti e architetti venmi dall 'Italia. La ricostruzione delle mura fu iniziata, per ord ine d i Ivan Hl, nel 1485 da Anton io detto Friasin, forse lo stesso c he venne a M . col F ioravanti. Al Friasin si aggiunse p resto un altro italiano, Marco Ruffo, che con lui portò a te rmine la muraglia meridionale e la porta T ain iz.kaja. Dallo stesso Ruffo fu costruita la torre ad angolo Bek lemsicevskaja mentre Anton io portava a termin~ la torre per i saettatori. Ma più im portane~ d i quella dei due citati costru ttori, fu l'opera d i Pietro Antonio Solario, che costrnì : la torre cli Costan tino ed Elena, la Horoviskaja e la Spasskaja o del Salvatore. I costruttor i ed architetti

Dopo il Fioravanti, occupato a fondere cannoni e

c..1111~


hlos

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353 -

.italian i non eseguirono, nel Cremlino, soltanto ope re d i

<lifesa, ma anche numerose opere di a bbellimento e pa Jazzi sontuosi. Al uomc di Pet rok Malyi , o Pie tro · il piccolo, altro italiano (se. XV[), è !egata in ~uona pa.-tt la

costruzione di una .sccooda .serie di

nn1ra

che segnarono

l'au mento territoriale d e ll a città-forte moscovita e che oggi sono note col nome di Kitaj-gorod . È evidente che il co-struttorc delle mura del Kicaj-gorocl doveva avere conoscenza dei progressi che l'arte n1ilitare aveva fatto a quei tempi in Ita lia, data la loro grossezza e la loro limitata altezza .

Jl Cremlino dj ~1osca (seo. XX)

I. P,·esa di Mosca ( 1382). Fu operata da onlc tartare, -condotle (la Tocta1nisc; il quale avanzò sulla c ittà, .- mentre il granduca D imitri Jvanovjc se ne allontanava, non avendo for ze su fficien ti per affrontare i sopr aggiungenti. I citta,<lini j nccndiarono i sobborghi, chiusero le porte e si pre pararono a d ifesa . Un assa lto tentai') da T octam isc venne ~ respinto, c d egli allora entrò in trattative con i citttad ini, j quali si lasciarono indurre ad aprire le porte, dictrç, sua promessa che avrebbe rispett:ìto la loro v ita ·e i loro averi . Ma, appe na i Tartari furono cnlrati (26 agosto) sj d iedero a saccheggiare la città trucidando q uanti rcsi~tcvano, e partirono traendo scco come schiavi n1olti abitanti, oltre a un ricco bottino. 11 gnu1cluca Dimitri o ttenne b pace con i Tartari , a pano di riconoscersi come Joro vassallo e di Jiagarc lributi. II . As.redio di Mosca (I408) . Avendo 1.I granduca Vassili l tentato d i sottrarsi agli obblighj verso i Tartari, ;1 Khan d i questi Jed igei invase il territorio moscovita. li grnn• duca foggl dalla citt,,, alla quale i T a rta ri posero l'as~edio. I cittadini •si <:lifescro vjrilmente, e i 1 Khan , <:lopo tre seutimane di vani sforzi, abbandonò l 'assed io e si r i• <tirò n ei lerritori dcll 'Orda cl 'Oro. li i. Trattato di Mom, (9 ap rile 16ì2). T r;i .Polonia e Russia. Vi si srabill che dovesse contin ua re la tregua del 1667 e 1670. Il g randuca d i Mosca terrà provvisoriamen te la città d i K.icw che dovrà poi essere restituita alla Po. Io n ia. L e parti contrae n ti si adoprcrannò per tener lon '1tani .i Tu1·chi dai rispettivi Stati. La Russia, nel caso cli .m1a guerra fra Polonia e Turchia, far?, fare una dìversionc Jn iavore d el la Polonia dai Calmuccbi e dai Cosacch i d d Don, ed essa stessa unirà all'ese rcito polacco un corpo di .20 mila uom in i. (Questa t regua fu prorogata per :,!tri ì3 anni a Mosca, il r7 agosto rG78).

IV. Tmttato di 1\fosc(I (21 aprile r686). P;1cc elerna ed alleanza fra Polonia e Russia. Sono . soppressi j p recedenti lrattati. La Polonia cederà alla Russia lllttc le terre e ca·stell i conquistati , cioè Smole nsko, Dorogobuz, Riala, Kresna. ecc., ·tutta .la Piccola Russia d i qua· dal Dnieper, k c ittà di K iew, Siecz e Kodak . Il Bo ristene da Kiew al

Mos

paese d ei Tartari sen;irà di confine fra le due potenze. I luoghi contestati o devastati su lla dr . del Dn ieper resteranno abbandonati e iucolti . finchè non sia deciso a q uale dei due Stat i dovranno appartenere. La Russia pagherà all,i Polonia 146 mila rnbli, si unirà ad c$sa i1cl\a guerra contro i. Turchi e i Tartari dell a C rllnca e manderà ambasciatori presso le Potenze europee pcrchè associno le loro forze con a-o gli Ottomani. La pace sarà confcr mara ad · ogni n1utamento d i regno. L a tregua c he già esisteva fra le due pote nze, e ra stata pi-orog aca tìno al 1693. Ma. la Polooia, trascinata nella guerra dell'Impero contro la Porta, nel ti.m ore di un 'invasione da oane dei Turchi e Ta.i<tari, contro i quali poteva gara,uirla l'amicizia della Russia, s'affrettò a conchiudere con qL1csta la pace d etì. n iciva . La Polonia discendeva dal.l'alto g rado che aveva acquistato fra le Poten ze nor<l ic he, ,1uando dettava la legge ai Ru ssi fin nella lo ro capitale e dava loro p rincipi di sua scelta. I confin i stabi lili fra i d ue Stati dal presente trantato rimasero invari:lti fino alla prima spartizione della P o lonia, nel 1772. V. Trattalo di Mosca (ll dicembre 1742). Alleanza d ifensiva fra Russia e Inghilterra . Garanzia reciproca dei rispettivi Stati posseduti prima del 174 t, . o che potessero acyuistarsi per trattati. Unico scopo della presente alleanza è d i conservare la pace generale e quella specialmente del Nord. fn caso d i aggressione, l 'Inghilte rra, escluse le guerre contro la Tu rchia o fuori d'Europa, aiuterà l' alleata con un'armata di 1 2 vascelli, 700 cannoni e 4560 uom in i d'equipaggio. L a Ru$Sia fornirà 1 2 mila uo• n uni, oppu re pagherà annualmente mezzo milione d i rubli. Attesa la g rande d istanza dei luogbi, la Russia non sarà tenuta d i mand are il cor.po ausiliario in Tspagna, nel Portogallo o in ltal ia. ln quest'a lleanza, che durerà 15 ann.i, saranno inv ita ti ad entrare come parti principali l'Elettore di Sassonia, la Prussia e l'Olanda. L' Ing hilterra riconosce la d ig nit,1 imperiale d el sovrano d i Russia . VI. Presa di Mosca ( 1812). L 'esercito francese, comandato da Na poleone I , dopo la battagli? de lla Moscova e il com battim~nto d i Mojaisk g iur.se alle pon e d i i\,f. Le forz<: russe agl i o rdin i del Kutusov .av<.:vano t raversato )a capitale, !asciandola sotto l;i ~tona di umi retroguardia di cavalleria agl i ordini .del generale Miloraclovic, che - ncl1'un ico i1>1ento di g ua<lagnar tempo per coprire lo sfilamento del] 'esercito e lasciare il nem ico incerto sulla vera d irez ione della ritirata - concordò wrn breve sospensione d "armi col re d i Napoli Murar. Entrato ì1ella città, verso sera, il r 4 settembre i l Murat constatava con meraviglia wmc essa f!)ssc quasi deserta : 1 vari corp i fr~ncesi. vi si appressarono e quello del gen. Morticr ,,ccupò il Crem lino, ove l' Impera tore stabilì il proprio Q. G., sorpreso d i non ricevere rappresentanze della popolazione che fa. cessero atto d i ossequio e d eluso nella sua ,ispe ttativa cli un ing resso rrionfalc. N ulla lasciava supporre a ncora la prospe ttiva di q uanto avvenne poco dopo : il g iga.ntesc9 incen dio che, alimentato da forte vento, e malgrado g li sforzi fatti òallc t ruppe francesi, distrusse quasi tu.tea la città, lascjando intatti solo alcuni degli e difici maggiori . Le un ità francesi dovettero cercare sistemaziòni p recarie e d isag iate all'esterno e lo stesso imperatore si trasferì col suo Q. G . al castello d i Petrovskoi. Solta nto verso il 20 settembre !a maggioranza dei corpi potè rientra re in 1v[. , accantonando nei gra nd i edifici superstiti u tilizzando le risorse trovate in va ri 111-agazzini sotterrauci scampati alla d evastazione. Se l ' abbandono della capitale r isulta d eliberatamente · d eciso dal geo . K;rtusov, l'incend io non a p-

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pare conseguenza d i ordini premeditati del Comando militare o delle autorità civili, ma decisione del governatore locale Rostopchin , che si valse dell 'opera dei molti liberàti dalle prigioni co111e materiali esecutor i, ed obbedì ad impul so personale, verosimilmente stimolato da altre inAuenze. Il fatto che il governatore fu accusato dall'opi111one pubblica, e chiamato a rispon dere dell' incendio, sta-

Mosca (Lodovico del). Caval ier~ rom,ino, .;.1p;tano dell'armata navak pontifìciz ( t 465-1052). Con la ll~tta ai suoi ord ini colla bo rò con l 'esercito di Cesare !forgia alla conqu ista dell 'Elba, di P iombino e della Pianosa . Mosca-Riatel Romolo. Generale, 11. a L ugano, m. a Torino (1868-1918). Sottot. degli alpini nel 1886, l)artecipò alla g uerra er itrea de.I 1895-96 col 6" bg l. indigeni : combattè ad A derà, Aleq uà, Adua ed a M. Mocr:lm-TucruE, o ve meritò la mcd . d''1rgento. Freq uentò poi ja scuola d i

gue_rra, Eu jn Ljbia ncl 19r2. rucr1to una

mcd. di bronzo

e, colonnello nel 191G, coniand,\ il , 34" fanLeria. Colonnel lo brigadiere co(l1anrlan Lc h1 brigata P iacenza nel 1917, e bbe nel 1918 il grado d i brigadiere generale .

L'incendio di ).fosca ( 18 1z)

rcbbe a confer1J1arc i nfluenze estranee alla pcrst,nale volontà dello czar e del governo. L'abbandono e )"i ncendio · d i M . furono, ad ogni modo, l'annuncio della linea d i conùo tra adouat a dai Russi , d i ,re:u-e la dcsolazior1e cd il Yuoto dinanz.i agli invasor i, sottraendo ad essi og11i r_isuna : preludio della terribile crisi che le insidie belliche e i r igori cl imatici crearono alla Grande Arn1a{J napoleonica duran te tutta l'infausta campagna . La lunga sosta a ~,1. nella speranza che !"occupazione tiella Caoita le va1essc come pegno per indurre i Russi a trnttativc, mentre è ii,dice dell 'irresolutezza ~li 1'apoleone e dell 'isp1razione non fc. !ice che lo guidò nel.le deliberazioni c1 ·ordine pol itico e strategico a questo p unto ,-!ella sua carrien,, fu una delle cause principali del d isastro finale della campagna. \Ili . Trattato di Mosca (y settembre 1855). Fra Russia

e Sa r<legna, per rimettere ir1 vigore (ri~tabili rn la p.ace fr3. i due Stati) i trattati che esistevano prima della guerra. VIII. Trattato di Mosca (28 settem bre 1926), di non aggressione reciproca, concluso tra 1s Litua ni a e la Repubblica russa sulla base della sovranità nazionale e della neutralità, da osservarsi da ciascun.o dei due Stati, in caso di uo conflitto in cu i si trovasse i111pcgnato uno dei con.traenti. Questo rrnttato è completato da una nota esplicativa nella quale la Russia dei Sovieti riconosce i d iritti <klla L ituania sulla città e sul territorio cl i Vilna . IX . l'atto di Mosca (25 lug lio 19_32). Patto d i non agg ressione t ra !"Unione Sovietica e la Polonia . Secondo questo patto, affine a quell i conchiusi dalla Russia con altri Stati, le part i cont.rac11tj rinunziano aJb g uerra ; .ad Lll1 te rzo Stat◊ che attacch i uno dei d ue cootrac,ni, 1·a1tro no n deve dare aitfto nè ùirc ttamcnre n~ jnd irctlamcnce; se uno del contraenti àggrcd issc u11 terzo Stato, l'altro potrebbe denuuxiarc in1mediatamcnrc il rratt:1to. Si srnbill:::ce inoltre che il patto abbia la d~rata di t1e anni , con rinnova zione auto n1atica per alti-i due se non sarà ck·trnnziato sel mesi prima della scadenza. 1

Mosca . Torped iniera costiera, ·d i 16 to nn ., entrata in servizio nel 1883, r ad iata nel 1898.

Mosca f,ma nnclc. Gcncnile, n . a Palermo ne l 1859. Sotto l. dei bersaglieri nel J88o, col Mosca R. Romolo grado di ten . colonne llo meritò l'encomio solenne d i benemerenza nel tcrremoro del 1908, e la mcd. d i bron7.o in Libia per i combattimenti di Homs, Mergheb e Lcbd a (19 ll •1912) . Co lonnello del 10° bersaglieri nel ,913, sbarcò con esso i ~ Alba nia alla fine del 19,4 ove ri mase anche dopo i! collocainen to in P. A . (1915). Nel 19 16 passò al comando d , un rcgg. di fan,t cr ia di M. T . Magg . generale nel 19,7 e ricolloc,1ro in congedo nel 1919, ebbe nd 1923 i l grado d i generale d i d ivis . e nel 1929 passò nella riserva. Moscatelli (Teofilo). Gcncrak medico del la R. Marina, n . a Reggio Emilia nel 1852, e ntrato in servizio llel 1875. collocato in P. A . col grado di colo nnello nd 1912, promosso n1agg. gcpera lc nel 1913, tcn . gener::.dc nel 1926. Prese parte alla campagna d'Africa dd 1895. Mosche. V. Campo delle Mosd,e. Moschetta. Così veniva chiamata anticamente una specie d i freccia scagliata dalla balestra. Ed ug-ua lmC11tc fu pur~ chiamato il moschettone da d ifesa. Moschetti tPr:mo) . Géneralc, n. a Saluzzo, 111. a Tonno (rH46-t922). Sottot. dei granatieri \le! 186i, i nsegne> ,orl1;; aggiunto storia militare alla ~cuoia mii. di !\1ode1"?a, e freq uentò la scuola d i g uerra. Colonnello ne] 1900, co-

n1andò jl_ 40° fon teria, indi i dis tretti rniL di Suhnona e d i Chieti. I n P. /\. nel 1904, divenne nel r9r2 magg. generale nella riserva. Pubblicò varie monografie d i carattere ,uilitare .

Moschettiere. Soldato arrnaro d i moschetto. Attualla denominaziow.: uf-lìCLalmenre non è p revista dalle nostre d isposizioni rifld1cnti l 'ordinamento dcli 'esercito. ·T uttav ia è a bimd ine ormai invalsa d i chiama re M. ì m ili tari che nella squadra bexsag licri sono armati di moschetto . Ogni squadra bersaglieri dispone d ì d ieci M . (undici co,1 il caposquadra) e d i q uesti cinque sono dotati d i moschette> 1nc::nte

con tron1boncino. ll termine NI. vaJ invece , essenzia lmente nferito all'epoca compresa fra il 1550 (circa) ed i pr imi anni dd 1800. Durante tut-ta la seconda metil riel XVJ. secolo si ebbero, nelle compagnie d i picch ieri, soldat i armati d i moschetto ; e ne troviamo presso tutti gh e serciti. L'arnia era così pcsanr<:: 1 che ogni A.f. disponcv~t di un valìecto per


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~ ç ~- --lVIoschettiere francese

!\lloschettieri francesi del scc. X VI I

del secolo XVI

farsela portare d urante gli spostamenti. Di massima, oltre al mosd ietto, q uest i soldati pon avan() la spada e la daga, ed avevano una specie di corazza con maniche d i m aglia . ! reparti M. ebbero p articolarme nte s vi luppo nella Francii,, ove m: troviamo fino al 1815. Nel 1600 Enrico !V creò per il suo personale servizio d'onore una cp . d i gentiluomi n i armati d i carabina che - appunto per questo - fu.

fono <letti carabinieri, e ncJ

16:22

Luigi XIII, avendo ar~

mato tale reparto d i mosch etto, fece ad esso assumere la

1\'Ioschctt ier e de sec. XVI

valli, grigi o biauchi. Ciascuna cp. compri.:ndcYa 250 uo~ ,nini, ognuno dei qu ali .ùoveva equipaggiarsi a proprie spese. Il re no n d a va che Ia casacca cd '"' moscheuo. Una cp . portava sulla s ua ba ndiera il motto: " Quo ru it, cc lethum ,, ; l'altra portava il motto: « A ltcrius Jovis a l. tera lela >) . Con Luig i XIV tiuestc due e!). funziouarono come d a scuola mii. per i giovani d cl i» nob iltà . Soppressi ne l 1775, furono riorganizzati n el 1789. Ancora di,ciolti nel 1792, essi r iapp a rvero nel 1814, ,na furono definitivamente soppress i nel 1815.

Moschett ieri (Compagnia) . Costitu ita ne! t825 nei rcgnu <li Sard egna, a so,til u7.ione d e lla d isciol ta cp. gendarm i, con sede in Savona . Ebbe la forza di So 11 , e il compito di c ustodi re i condann ati a lla reclusione m ii. U na seconda cp . fu costituita ud 1860, e due anni dopo en trambe p resero iI nome di Corpo Moschettieri, venendovi aggiunta una terza c p. Nel 1864 d ue cp. ven nern soppresse; ne l 1862 ne fu riprist in"ta una; nd 1869 questa fu soppressa nuovame11tc, e nel 1873, col_ riordina me nto degli srnl.,i] irnen ti mii. di pena e delle cp. di discip lin a, il corpo dei ,W. ce,sò d i esis tere. fo Sardegna, il corpo detto dei « Cavalleggeri di Sardegna " venne dal 1818 al 18r9 denominato <lei Moschettieri di Sardegna. Fu costituito su tre cp., in Luuo 1_3 ufficiali e 300 u . di tru pp a, comancl_ari da un colonnello. Prestò servizio di gendarmcria 1 come i! preceden te corpo, e come q uel.lo che lo sostituì, e fu detto « Cacciatori Reali d i Sardegna » .

..

.

- -~ --=::=:. ;:- z:::, ,. =:---::. . .

- -CC~--- ·

1\·loschctticri del secolo XVl [ (il primo 1 in basso , apre la cartuccia co n i denti)

deno minazione d i ,'vi. Questa cp . fu soppressa nel 1646 e ricost itu.i ta nel 1657 da J, u ig i XIV, che n el 1664 formò una seconda cp. di M. Si ebbero così due c p. che cl isting ucvansi l'una dall 'altra dal colore delle barda Lure dei ca -

J o :,/Joschettieri <li l\llussohni »

Mosc/i e11ieri di Mwsoli11i. Reparto d i M. V. S . N ., costitujco a. Roma da giova ni fasci.sLi, annari di moschetto. Si trova no presenti come guardia <l'onore nel1e cerimonie a lle quali interv iene il Duce .


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Mos

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Moschetto. Così si chiam,, un fucile che ba la canna più corta dei fucili ordinari, cd in altre parti è costruito in modo da renderlo più leggero del fucile; in origine era anche pili preciso nel tirn. Esso venne dato ai corpi cli cavalleria scel ti ed ai carabinieri e sostituì la carabina. La cavalleria ge neralm ente lo porta entro un astuccio attaccato al la sella, oppure ad armacollo.

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Mos

non è innastata è posta nel! 'apposito cana le della baio netta lungo i l fusto, ed il manico i1weste la volata della canna. Q(1ando è innastata, r isuha sulla deslra . Iuolcrè in questo M . il manubrio, il Hasdlo del lubello, il serbatoio, lo zoccolo dell 'alzo ed il bottone del ritto, il bocchino,

= "-----'--"---=====--=-=~ l'vloschetto italiano mod. 189"! p er cavalleria

Moscl,ctto Iu pure chiamato nel XV secolo un cannoncino che ·tirava palle da tre libbre . Serv iva specialmente per la difesa radente delle cortine, e per la difesa avvicinata delle galere.

'ì\1oschetto con acciarino n ruota (sec. XVÌ)

una parre del canale della baionetta, la maglietta, e la pi:mrella con maglietta del calcio sono dorati . In antico il M . non era più p iccolo del fucile e fu an terio'.e. a q uesto; nd r521, quando venne adottato negli esercir, del re Carlo V di Spagna, era un'àrma pesante kg. 7,500, del calibro d i mm. 18,5, lanciante un protetto di 38 gr. All 'epoca di Gustavo Adolfo ( r620-50) il M. fu alleggerito, sicchè· il suo peso si rid usse a circa 5 kg . Nel regolamento francese del 1670 è data la lunghezza della

Mo,-c!,ctto da braga . Era un arcb ibuso pesante e lo si chiamava cosi perchi: aveva la culatta staccata ed aperta dalla p arte superiore, ove si metteva un mascolo di ferro con la ca rica della polvere e lo si serrava contro la canna con un cuneo di ferro . Doveva essere sostenuto dalla forci na o (orcheua, quindi serviva come . cannoncino d a d ifesa, nei foni.

-· j l\1oschetto svizzero (sopra 1 mod . 3r; sotto , rnod. 9rt) Moschetto a serpe.nt:ina ( 1550)

Moschetto ·m.od. 1891. Ha lo stesso calibro e meccanismo dd fucile mod. 1891; la canna è più corta e la baionetta è ripiegabile con lama a sez ione triangolo re, permanentemente fissata alla canna. Il manubrio dell'ottura tore è ripiegato in basso.

Moschetto del secolo XVI con serpentina e otto cariche in

can na dd M. in m. r,29, uguale a q uella del fucile: un_ica differe nza fra le due armi, il modo d i dar fuoco alla carica : con una miccia accesa nel ,H. con una :;cinlill a tra tta da pietra focaia nel fucile. 1

Moschetto (Impiego). Rappresenta una delle anni leggere della fanteria, atte a lla loua ravvicinata. Ncll'i1nmcdiato dopo guerra vi è stara la tendenza a sostituirlo al fucile per ragioni di leggerezza e per scarsa fiducia nel t iro d i fucileria, 1ua si è presto constatato che la rin unzia alle proprietà balistiche del fucile noi, era opportuna, e s1

a!t.rett:mti scompartimenti

Mosd,cuo mod. 189, per truppe .<peciàli. Stesso calibro, stesso meccanismo : canna lunga come quella del moschetto precedeutc. La sciabola baionetta è· solo va,i arn da quella del fucile, nd modo di innastarla. 7

::"

lVloschetto tromboncino lanciagranate Breda

è totna,ti all'uso del fucile ed al culto del liro m irato col

.1\ 1oschetto i talirmo rnod. t89t per truppe speciali

Moschetto mod. 1891 per i cambin.ieri. Differisce dagli altri per avere la baionetta con ma.nico a g hiera t ipo Vauban: la lama ha sezione quadrangolare con sgusci, quao<lo .

fucile stesso. Il M . è rim asto agli specialisti e ai rnit~·aglie ri. L 1 csattczza, e quindi l 'efficacia de l tirn, risento no: col M . più che con le altre armi, dello stato d 'a11imo, oltrechè dell 'abi ljtà del tiratore. La probabilità di colpire uomini fermj, anche parzialmente protett i, od in 1110 10 1 lungo la d irezione <lei tiro e su terreno parallelo alla linea di mira, consente risultati efficaci sino a 200 rn . se il lvi . i: usa to a braccio sciolto. e sino ai 400 m. se è p untato e spa rato al l'appoggio. Nell 'attacco, q uando manca od i:


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NJoschctto italia no d i cavf!llerin

I

ci

insurlacience I·azione della miu·agliatrice alle piccole distanze (sorrto i 500 m.) su bentra j j fuocn del M. (o fucik) del le squadre fucilieri, in alternativa o co11temporaneamenre col fuoco dei tromboncini , con reciproco appoggio tra le squadre e anche fra i gruppi d ell a stessa squadra, lino al mome,uo del lancio d elle bombe a mano e del! 'assalto. Nella difensi,•a, l'nionc del M . si espl ica nel centro ùi resistenza; tromboncini e moschetti sono impiegati sfruttando le loro r ispettive carattcr.ist iche d i t iro curvo e di tiro teso) per arrestare dementi aY\'crsari che) serrandosi addosso al centro, tenti.no d i d ist◊glic rc le armi a utomatiche. dal loro com pito nor male di cooperazione con i centri attigui. Secondo le d isposiz ioni del 1931, su i l.j u . costituenti la squadra fucilieri del plo tone di fan teria. 9 sono armati di fucile, e 5 di ,,11. con tromboncino.

nelle posizioni sulla sr. del Grappa, tenute <lai IX C . d ' A. e, occupato Col Fenilon , raggiungevano il Fagberon iso• landa il Col Moschin . Ma i nostri, nel pomeriggio stesso, iniziavano i cont ra ttacchi : il IX bgl. d'as·sahuJ coadiuvato dal 91° fanteria, rio,cupava subito i'l Col Faghn on cd il Fen ilon ; al mattino scg-.1entc, in 10 m irluti, con fulm ineo

,\[osd,e110 dn 1·a111p11ro ,, revolver . Il tamburo centrale aveva sci can1crc, c.: si apriva :ll centro pt.:rchè cs~c potessero càricarsi contemporaneamente con polvere e palla. Poi veniva chiuso crmetican1cnlc per mezzo di u n cilindro d racciaio mun ito d i anello d i cuoio. La canna e ra fissata sopra una forchetta girevole. L'arma, a sei colpi , rappre-

.. Colonna rornann a Col Jvfoschin

!vloschetto da r::imparo del secolo XVI

senta un perfezionamento ddla Milraghatric-e (V .) del secolo XV I e fu costruita e adoperata in tìnc ciel secolo medesimo, rapp resentando un modello p rimitivo delle armi a revolve r del secolo XIX, nonchè · del Fucile (V.) revo lver del seco lo XVII.

M oschettone. Gancio speciale a molla che ogg, serve a reggere la sciabola, e c he pri ma reggeva il mosche tto 1

,\rl.oscl1ettone fu pu re chiamato anticamen te un arma da fuoco r iù grossa del fucile, usata solo sui parapetti in crifcsa dagli assalti n em ici; fu dc-tto pure m oschetto di difc.;a, o d i riparo, o ramparo, e ta lvolta a nche moschetta.

Moschin (Co/) . Fa pa rte del contrafforte che dalla cima del monte Grappa strapiomba sul Brenta. Con le successive posizioni cl i Col Caprile e Col Pogheron era un caposaldo, d ifen ~ivo d çlla . fronte italiana (4a annata). li 15 g iug no 1918 , le truppe austriache, dopo aver sconquassato le nnstrc prime lince rol tiro d 'aniglierin, jrrompevano

a nacco rip rendeva il Col M. c:u'iurando p iù di 300 prigionieri , tra i quali 17 ufficiali. Da allora il Col le rimase saldamente in nostra mano . Dopo la guerra v i fu ererta una colonna a ntica d i gran ito, ·o ffe rta dalla citt,, d i Ro ma.

Moschini (Tom111aso). Generale, n . nel , 8-17, m . a Cumiana nel 1929. Sottot. d i cavalleria nd 1868, raggiunse i l grado dt colonnello nel 1902 : co111andò i dragoni Genova e nel 1905 andò in P . /\. Nel r913 fu promosso n1agg. gene rale nel la riserva . Moschini fi11rico. Generale medico, n. nel 1856, m . a Venezia nel 1932. Sotto t. medico nel 18~0, partecipò alla cam pagna erilrca del 1889. T cn . colonnello nel 1910, fu vice <li rettore del la scuola d 'appl icazione cli san ità dal r913 al 19q, anno in cui a'n dò in P . A. Colonnello nel 1915 e rjchianÌato in serv izio c1L1ran.te la, gucrra 1 f u pro~ mosso b rigadiere g-cneralc nel i919. e ne! 1923 àssu nse, nella riserva, il grado d i generale di brigata. • Moscolo. V, Muscolo . Moscone (Pietro) . C,cnerak, n. nel 18.17, m . a T orino nel 1918 . Souot. dei gran:,tie ri nel

186j, panec ipò


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alla cam pagna elci 1870. Pas"tto nei carabin ieri nel 1877, d ivenne colonnello nel 1900 e comandò la legione di Roma. In P. A . n el 1 905 , fu promosso m agg. generale nella riserva nel 1912 e ten. generale nel 19 1j.

Moscova (o Moskova). F iume della Russia, affluente dell'Ocà , nei governatorati di S,nolensk e Mosca . Battaglia della Moscova (1812) . Appartiene alle guerre dell'Impero francese, campagna di Russia . Il gcn . Kutusov, nuovo generalissimo dei Russi, piè, che da deliberata . volontà, fu indotto a dar battaglil dinanzi al la Capitale per volontà del lo ezar cd ossequio ali 'opinione pubblica : tanto p i!Ì dopo l'arrivo d i un com plemento di 20. 000 uomini e dell a milizia popolare reclutata a Mosca (ci rca 10.000 uomini) . Fu prescelta la posizione presso la localit,ì d i Borodino (d a cui pure prese il nome la l,auaglia) sulla dr. del la Kologa (piccolo affluente della M .) favorita da leggero ,lominio sulle due strade (Vecchia e Nuova) che conducono a Mosca. Fin dal 3 settembre i Russi fecero lavori d'afforzarntnto, tra cui più r:otevoli un g rande ri-

dotto

tra

Borodino c

S(minskoc,

l'organizzazione

di-

fensiva dj q ue~to villaggio e tre opere ci a dente >) a coper--

tura della sr. I Russi vi si disposero su la rga fronte. L 'armata llarclay form ava la d r . e il ,entro: il generale Miloradowic a nord della nuova strada coi corpi Ilagovu tb e Ostcnnann e due corpi d i caval leria; di fronte a Borodino i corpi dei generaìe Doclorov i rinforzati da caval-

leria} cbe avevano in riserva a tergo la Guardia Imperiale. L'armata Bagrat ion formava la sr. con i corpi del Rajewski , rinforzati d a cavalleria , a Scminskoe e quelli del Borosdin tra i due r ami del fossato che corre ai piedi di Scminskoe la brigata cacciarori Strogonov all'estrema d r. verso le boscaglie d i Utiza_ Fin dalla sera del 5 Napoleone ha occupa,to il p iccolo

porro avanzat9 di Chev~rino e il g iorno 6 s'è reso conto della d ispostz ione dell 'avvérsario; m a nella 11ouc successiv,t il Kutusov sourac alla dr. il corpo Tuu.ov e lo trasfrrisce all'estrema ..sr. , ove forma u.n prolungame nto di quell'ala, dissimulato nella boscagl ia e collegato virtualmente ai! ·arm:Ha Bagratjon per mezzo <lcJJa brig:1t:1 Cacciatori. Particolare, questo . c he sfugge ai Francesi e avrà

peso notevole nel corso ,lelraz.innc . Napoleone intende attaccare Ja

.!)f.

russa, :;ivvolgcrl::1i respinge rla \·erso norù nel

Mos

terreno chiuso dalla confluenza della Kologa con la M . . per tagliar così l 'avversario da Mosca : dispone perciò che il vicerè Eugenio (Armata d 'Jtalia e cavalleria del Grouchy) svolg~1 az.ione dimostrativa contro la dr., rnenrre si effettue ranno i due ~tracchi principali : l' uno, affidato a rs:cy, Junot e Murar, sul cc11trO; l'altro, affidato a Davout e Poniatovski , s ulla sr. avvc rsariai ed esteso entro la bo -

scaglia di Uriza per meglio mascherare il proposito di aggiramento, fidando sulla praticabilità di quelle radure e ignorando la presenza d elie truppe del Tuczov. La Guardia e la divisione Friant saranno in riserva presso Sclnvarclino . Prevedendo giornata ard ua, il Davout propone di ini7 iarc nella nonre il movimento della d r. per guadagnar tempo e dim inuire .le perdite; ma Napoleone non acco nsen te, temendo d i. 1nan ifcstare prematuramente il suo dìscgno; sot-

trae, anzi, al Davout le d ivis. ~foranei e Cléra rd per m~lterle a disposizione d i Euge nio. All'alba del 7 s'inizia un vivo cannoncggia1n e nto dei Francesi sulle opere russcj ma il ti ro è di scar~a efficaci:1, per la dist~nza eccessiva (12.00 metri, gittata quasi estrema a quei tempi) e occorre scoprire le batterie portandole più avanti . Davout precipita l 'attacco, che non ha ancora adeguata prep:1raziu;ie di f ur.1co, e perviene dopo n1olto con.t rasto a occupare una delle opere avanzate, ma un ri ·tomo offc11sivo dei Russi ne scaccia gli occupanti, che soffrono gravi perdi te : i generali Jivisionari e lo stesso Davout sono ferit i. S' invoca allora il concorso del Nei· che, sgua rnendo il centro , obliqua a ùr. e concorre, app~ggiato d alla divisione }'riant. lntanto il ,•iccrè con9uista Borodino; ma i suoi1 trascinari dal successo, s'impegnano oltre sulla d r . della Kologa e subiscono un serio scacco w lk pendici di Gorka . Egli si sostiene tuttavia al poutc e con vivo cannoneggiamen to prepara l' attacco del gr,m r idotto . L'azione rivela di g ià difetti dì esecnzione ù1 contrasto col concetto informativo: il perno di 111anovra ~ 'irnpegna oltre il prescritto; l'ala marciante non ha atteso l' istante di prevalenza dd fuoco, incontra rcsi~tenza e occorre appoggiarla a spese del cent ro; l'azione, proiungandosi, svcler?t le intt·nzioni e darà tempo al Kutusov d i rinforzare l'ala attaccata mercè i corpi inutilizzati :illa sua dr . ; la battaglia, rn~nc::tnJovi l 'agcnre risolutivo della rapidit?t , an . drà tra$fol'lnandosi in attacch i e <lifcsc frontali cl i linee frontal i di lince trincerate, con ahernc sangu inose vicende-.

L'attacco del!:1 cav~lleri.t francese al gran ridotto nc!b batt:.ig !ia delh-t iVloscova

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BATTAOLIA della

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li K.utusov, infatt i, chiam a dalla sua dr. il Il corpo (Bagovuèh) e d ue corpi di cavalleria, che sfilano verso l'ala opposta, ove accorre anche · una di vis . del corpo Tuczov; entrano quivi in linea anche reparti della Guard ia Imperiale chiamati dallo stesso Bagration. Verso le 8 le unità di Ney, Murat e Davout fanno impeto contro i tre den ti, che sono presi e perd uti più vo lte e solo verso le 11 definitivamente occupati col concorso d i tutte le truppe p iù vicine. Per procedere occorrono ancora rinfon;i; e poichè il corpo di Junot ha d ovmo portarsi all 'estrema dr. per collegare le unità del Davout con quelle del Poniatovsk i, Napoleone invia a rincalzo la divis. Friant: finalmente verso le 12 il villaggio di Serninskoe è occupato. 11 generale Bagratior1 cade ferito a rnorre. L'estrema ala russa piega, ma i Francesi , estenuati, nou sono in grado d i proseguire l 'azione: Napoleone che si trova a Chevarino e non può ,cndcrsi conto dd!e n~ccssità urgenti, esita a concedere l 'intervento della Guardia, sua riserva favorita; e così i Russi hanno Lernpo di riaversi. All 'estrcm,r dr . Poniatovski s'è scontrato nelle bosci,glie d i Utiza col corpo Tuczov d i cui non sospettava la presenza: ritarrfaro dal lento arrivo in linea d i Ju□ot, deve sostare, rallcnrando un movi,nento che avrebbe urgenza risolutiva. Sulla sr. i l vicerè ha vanamen te lanciato la di,·is. Morand all 'attacco del gràn ridotto. Sono quasi le 13: l'offensiva comro le opere ha portato a sguernire il centro dcll'a trnccante; e, poichè il difensore vi addensa nuove forze, la posizione dei Francesi che occupano Seminskoc diviene precaria. L'Jmperatorc avvia colà a ma lincuore la Giovane Guardia; ma un improvviso attacco della cavalleria russa, che giu nge sul rovescio dei Francesi, sorprendendo g li er1uipaggi sba!·cati a V\'aloje\VJ, crea del panico : tant<, che 1·1mperatnre arresta subfto

l 'avanzata <ld la Guardia e il v.iccrè sospende i prepE~tivi cl 'attacco del gran riclotto. I1 Murat si sostiene d inanzi alle opere avversarie n1crcè grande fuoco di artigEeria e sacrificando buona parte dei propri cavalieri : il genera le Montbrun, che li comanda, cade ucciso cd è sostituito dal Cou laincoun. Alla fine il- vice.-è lancia di La colonna commemorativa della battaglia della Moscova nuovo le di vis . Broussier, Morand e Gérard al! 'anacco <iel gran r idotto, in concorso con i corazzieri del Murat, che vi ,i precipitano alla carica dal fronte di gola; anche il Cou laincourt è ucciso, ma i l riclotto è occupato verso le 15 e gl i occupan.ti resistono a nuovi ritorni offensivi dei Russi, che sono costretti a raccordarsi su fronte più arretrar a. l nt~1nto i! Pon iatow~ki, .,ebbene scarsa mente sccondato ~lallo Junot, riesce a progredire au ravcrso i boschi, respingendo le truppe ciel Tuczov; l 'ala sr. russa è costretta a ripiegare all 'al.tezza il i Gorka, vil laggio sulla nuova strada di Mosca. Benchè l 'ora sia tarda sarebbe forse ancora possibile sfruttare il successo, ma l 'Imperatore persiste nel rifiuto <l'impegnare la Guardia . L azione Lermina così nell'oscurità, con un i1HCLlso can . uoncggiamcnto . cui partecipano dalle due parti circa 1200 1

pezzi. Gli Italian i del viccri: Eugen io danno in questa giornata splendida prova d i valore. Vengono citati nelle relazioni francesi come particolarmeme meritevoli di dogi vari reggimenti col loro semplice numero, sia at,partencnti alle truppe del vicerè, sia ad altri corpi. Erano composti di italiani il 9" di linea (Napoletani), I' n<> (Piemontesi), il 61°, 1'84°, il ur<> (Italiani), il 122° (Toscani), il 124" e il 26° leggero (Piemontesi e Illirici), il 28° cacciatori (Toscani); e poi i cacciatori del Villaca , e ,1uelli Corsi e del Po . T utte queste truppe gareggia rono in bravura nella. sanguinosa giornata. Kclla notte il Kutusov riprese la marcia ve1so Mosc:i , scoza peraltro riconoscersi yÌnlo. Le forze impegnate amn1ontarono ·a circ·a 1.20 . 000 uomini e 6oo can no ni dall 'u11a e dal! 'altra pane. Enormi le perdite: 1 circa 70.coo uomini in totale, bilanciate fra i due eserciti. l Francesi ebbero 43 generali trn feriti e uccisi e 60 i Russi, in questa, che fu b battaglia piè! sangu inosa del secolo, e non rnrtì l'esito decisivo sperato da Napoleone, per mal coordinata esecuzione e m.ancanza del neccssarjo " colpo di clava » a) momento d~cisivo: dubbiosa vittoria., che pesò sugli effetti <:i e sul mor:\k: dei Francesi e alimentò nei Russi l 'odio e il fanatismo che rinsaldarono i pro~ positi d i aspra rappresaglia .

Mosell (Giorgio). Gcriepk, n. e m. a F irenze (1$281886). Ufficiale d i fanteria. e Mosel! Giorgio poi del lo S. M. dell'esercito toscano, passò in quello italiano nel r86o <: combattè nd 1866, mtritando a S. Lucia la rned . d'a rgento . Nel 1874 ebbe il comando dd 62° fanteria e poco dopo quellfl det 2° granatieri, <livcncndo colonnello nel 1875. lvfagg. generale comand .' la brigata Napoli nel 1881, andò jn P. 1\ . od 1884. Mosel la. Fiume della Francia orientale e della Germania occidentale, afA.L1cntc di sr. del Reno: nasce nei Vosgi cd ha un corso di 5 r4 Km . [. Ballaglia sulla Mosc/1.i (53 a. C .). Appartiene al le gucrrto cli Giulio Ccsaie i11_ Gall ia . Sul principio del 53 Cesare ten ne ad An1ie11s un 'assembJea generale, ove interqmnero deputati di tutti i popoli, tranne quelli dei Senon i, dei Carnuti e dei Treviri; rnk assenza fu ritenuta come dichiàra,;ione di guerra e di ribellione. 11 proconsole accertò Ja sfida, ma, essendosi i Senoni e i Caruuti sottomessi in breve ora, Cesare ricevette i lurù ostaggi e si f,ece cousegnarc la loro cavalle ria. Q.,,,nto ai renitenti il proconsole diè al suo luogotenente T . Labicno· l'incarico di ridurli ad obbedienza. I T reviii, raccolte mili,;ic di cavaJltria e di fa nteria, posero il campo a quindici n1ig lia distante da quello dei Romani , e stettero in attesa degli aiuti gerrna nici. Labie[~o, conosciuto il Jisegno dei nemici e spcra r1 do che la loro temerità gli darebbe alcuna via a cmnbattei-c, lasciò c inque coorti in guardia. dei bagagli, e con ventic inque altre e nun1crosa cavalleria si inoltrò ad un miglio di disrnn.za dal campo nemico e ivi pose gl i a lloggiamenti. Scorreva tra Labieno e i Trcviri la 'Al/., ed egli, per inclurr<: i nemici a passarla. e a battersi in luogo svàntaggioso, il d ì seguente finse d i temerli , e, uscito dagli alloggi:1111<:ntj, conferì alla sua ~·itirata l'aspetto di una fug;;1 . I nemjci, pn.:!:>i al laccio, non esi-


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tarono a passare il lìumc . Ma ad un cenno d i Labieno i legionari voltarono le insegne, si schiernrono jn ordinanza con la cavalleria sui fianchi e mossero all'attacco, volge ndo io fuga il nemico al primo urto. Labieno insegul con la cavalleria, uccidendo e catturando una quantità di Treviri . I Gennani, che venivano in aiuto dei Trcviri, inforrnati della dislacrn, se ne. tornat0no indietro e c:m essi partirono i pMeuci d'lnduciomaro, aucori della sollevazione .

Il. Ba1taglitl sul/a ,vlose/la (366 d . C.). Appanicnc all"invasione degl i Alemanni nella . Gallia e fu combattuta dal generale d i cavalleria Giovino, al servizio de!l" imperatore Valentiniano f Flavio, contro u n corpo di Alemanni, che si era accamp:Ho presso la A1.; Gjoviuo si avvicinò con circospezione e trovò che i Ba.rbari non fa. ceva no buona guardia , Fece allora dare il segnale del! 'attacco, e assalì gl 'invasori improvvisamente; i quali, non avendo potuto prentlcrc le armi e ordinarsi in barragli::., cad<lcro in gran numero trafitti; pochi stamparono (b quella strage. ,/rmatt, dell<t Mosella. Una delle an nate della Francia della Rivoluzione, creata llcl!·ottobre 1792 e sciolta nel f'npriJc 1795. Fu comandata successivamente da i gener;1l i Kelk rrnann e Desprez, fino al genna io i793. Da questo mese fino all 'agoslù venne sottoposta a quella del Reno, cl"' era agli ordini <lei gen . Cu.,tinc . Da tale data alla tinc, comandarono !"armata d ella M. ì generali Schawcn 1,ourg, D clauna), Hod1c, Jourrlan, Morcau, Amberr . L"arrnata ncll"apnle 1795 ·si fuse con quella del Reno e conituì la nuova Re110-Mosella . I ,uoi dfcttiv i variarnno da 30 a 50.000 uomini. Mosdla Fm11cesco. Generak, n . a Paler mo nel 1861. Sottot. d i fanteria nel 1882, seguì i corsi de lla scuola di guerra e fece la campagna d el 1914 in Libia r'manendovi ferito. Nello stesso anno, rimpa triato, c01nandò i! 6° n.:.gg. fon'teria, e !"anno seguente passò nella riserva. R:chiamato in servizio. nel 1915 venne prornosso rnagg. generale nel 1917 ; ricollocato nel r9r9 nella riserva, vi fu promosso generale <lì d ivisione nel 1923. Fu d eco ra to di llled . d'argento per il terremoto di Messina. 1

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Mossi Carlo. Generale del sec . XVIJI. Cornetta nel regg. Piemonte Reale cavalleria nel 1729, combattè a Madonna dell'Olmo (t744) ed all 'assedio di Valenza (1745). Colonnello nel 1-763 nei Dragoni Regina, ne! r771 fu norninat0, governatore d i Vercell i ndla qual carica d ivenne brigad iere nel 1771, magg. generale nel 1774 e generale dr cavalleria nel 1786. Mos;i Giovanni Bernardo Ce nera lc del scc. XVIII. Provenieme dalla cavalleria, ebbe nel 1776 il comando della ciuà d' l vrca, che resse per oltre un vcntcn nio divcneddo colonnello nel 1789 e brigadiere nel 1796. 1

llc.1.;1i di AJ01·ano n1archese Tommaso Otta-v io. Generale del sec . XVIII. Dopo essere stato i n giovent/1 1° paggioe 2° scudie re <li Vittorio Amedeo Ili , percorse la carriera nel regg. provinciale d 'Asti, del quale d ivenne colonnello nel r792 e brigad ie re 11d 1793, nel <Juale anno [u nominato aiutante d i campo del Re. Magg. generale neL 1796, si dimise dal servizio nel lo stesso anno Mossine. Costruì un fucile a ripetizione n,od . 189,, che fu adattato dalla Russia, d el calibro 7,62. Esso sostit.ul il fucile Bcrdan mod. 1871. Come funzionamc mo compless ivo dd meccanismo di chiusura !)UÒ essere considerato--

Fucile :rvJossine moddlo 1891

simile al fucile Lebd mod . 1896. Il mecca nismo d i ripetizione è a serbatoio fisso, c~ntrnk, p rontamente caricabile con caricatore a lamina, si mile al sistema Lce ~pplicato al fucile belga r889.

Mossini (Giuseppe). Ge,wrale n . a Scansar)o nel 1857_ Sottot. di fanteria ne] 1880, andò in P. , \. nel r 909 colgrado d i ten. colonnello. Colonocllo nel 'Q14 e t.ichiamato durante la g uerra, fu pcornosso rnagg. generale nel 1917. Nel 1923 assqnsc, nella rise rva, il g rado d i generale d i divisione .

Moser (Ottone). Generale wiirtemberghcse e scrittore militare. n. nel 1860. Sottot. nel r~78, frequentò la Scuola di Guerra, d ivenendovi insegnante nel 1906, " vcncnd n promosso generale di brigata nel 191 ,~ . Scrisse: « 13rcve sguardo strategico sulla g1:errn 1870-71 i>; 1i Istruzione e condotta dd battaglio ne , , lel reggimento e della brigata »; (l 11 comando Ud corpo d ·a.rmat:1 in g uerra >) ; e, La situazione al 1 ° agosto 1870. S1udio strategico 1, . 1\{oscr Abramo Adolfo. Costru ttore (in glese) d i fucile ad ago, nel 183r. Il Drcyse anebb~ veduto il model lo dd .'1., servendosene per mod ificare il proprio . li M. al'eva gi:t ide:,to la pallottola oblunga nel la cartuccia, I"innesco d i mate ria fulminante, l 'ago . Non ebbe fortuna p resso il Governo ing lese, come J"cbbe invece il Dreyse presso quello prussiano. Moss. Citt-à della Norvegia, nella prov. d i Oslo, sul canale oino11imo. fl r4 agosco 1S14, vi fu firmato il trat tato tra fa Svez ia e la Norvegia , <lura to lino al r905, per la un ione personale dei d ue regni sotto re Oscar [ (Bernodotte) . Mossi (Antonio). Scrittore militare fiore,; 1ino del secolo XVJJ. L asciò le opere : « Discorsi politici appartenenti :illa milizia » e « Modi da tenersi per li Capitani intorno all'am maestrare i soldati ,,.

Mosella Francesco

l\1ossolin Evar,isto

Mosso I in (Evaristo). Generale, n. a Bre ndola nel 1859. Sott<>t. d i cavalleria ud 1879, frequentò la scuola d i. g uerra e passò nel corpo di S. M. Partecipò alla campagna d el 1895-96. Colo,-,nel lo nel 1907, comandò i lancieri Vittorio En1anuelc; magg . generale comandante lét 2• brigata di cavalleria nel 1912, passò nel 1914 a comandare 1·ga brigata. Entrato in g uerra conno l'Austria al comando della 5" brig a ta di cavalleria, pasiò ,;oco d opo


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a comandare la 1• d ivis . di cavalleria. Tcn . generale nell'autunno 1915, comandò sull 'Alt.ipia no Carsico la 25• d iv is. e per l'occupazione delle trincee delle Frasche e dei Razzi (1915) meritò la croce da cav . dcll'O. M . S. Comandò poi successivamente l'na d ivis. cd il XXfl, il XIV e l ' Ylll C . d'A . In P. A . nel 1917, assunse nel 1923 il grado di generale di C. d 'A . e ne! 1931 passò nella riserva. Pubbl icò alcuni scritti, fra i quali uno in difesa dell'arma di cavalleria .

Mossotti (Ouavùmo Fabrizio). Patriotta del secolo XIX, matematico e fisico, n. a Novara, m. ;, P isa (179r -1863). Nel 1823 dovette abbandonare Milano per sfuggire alla polizia austriaca. Riparato nell 'Argentina, fu insegnante a Buenos Aires, poi a Corfù e dal 1841 a Pisa. Partecipò alla .campagna del 1848, al comando del bgl. universitario. Nel 1861 fu fatto senatore . Mossul. Già vilajct della Turchia asiatica (Curdistan), sulla frontiera della Persia. La sua capit~.le, omonima, fo assediata e presa nel 1258 dai Mongoli. 11 vilajet d i lvi . cost ituì oggetto d i u na contesa tra la Turchia e I'Ingh ilterra davanti alla Società delle Nazioni ( 1922-1924) r isolta cou l'accordo <lei g iugno 1926, firmato a Costantinopoli. Il d issidio turco-i nglese per M. aveva le sue cause profonde nella politica t radizionale perseguita dall'Inghilterra nel!'Asia sud-occidentale, intesa a rendere il possesso indiano sicuro da ogni insidia o influenza d i qualsiasi altra porcnz,,, cd a garantire la ]inca cli comunicazione fra quel ricco dom i□ io e la 1uadrc pittria. Per queste ragioni, ter1ninait:a la g uerra e spa rita con la vittoria ogni preoccupazione circa la marci.~ tedésca al Golfo Persico, 1·1n. g h ilterra occupò il vilajet adducendo motivi strategici . In tanto, per compensare l'em iro del la Mecca . Hussein, per il contegno tenuto d urante il conflitto mond iale cont ro i Turchi, lo nominò re dcll 'Hegiaz ed elevò i suoi figlioli Feisal ed Abdallah rispcuiva mente a re <lell' Irak e della Transgiordania. li trattalo ,di Sèvres riconobbe l'indipen denza dell' l rak, M . comprew, con la clausola che una potenza mandatari, sostenesse i primi passi ciel nuovo Stato, il cui con fine settentrionale verso nord venne spinto al• l 'altezza d i Amadia, e ·nel convegno d i San Remo (aprile 1920) i l_ mandato sull 'ltak fu affidato all' lnghiiterra. In seguito alla violenta reazione o ttomana in Anatolia, la conferenza di Losanna,' che susseguì, d ovette annui.l are alcune clausole del tr attato d i Sèvres, ma J'Jnghilcerra dichiarò apertamen te cbc non an'l'metteva alcuna rcvi:;ione

dei nuovi ord inamenti dati alle popolazioni siro-arabiche. J Turchi , che nell'ottobre 1921 .tvevano già stipulato un accordo

coi Francesi per la

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frontiera s irjaca, accettarono

ciò, ma ch iesero che I;, frontiera se~tentrionale dcli 'Irak fosse portata a sud del vilajet d i M. Da un lato la T urchia reclamava qttel territorio come parre integrale dello Stato, .,,dducençlo ragioni storiche, ctniché e geografiche; dall ' altro l 'lngh il-tcrra negava tllttc queste ragion i e considerava M. come il naturale setro':crra d i Bagclad, appoggiata in ciò dagli assiro-caldei ciel vilajct <li Van, che volevano sottrarlo, co,ne ogni àltro paese wrdo, al don1inio ottomano. Eutrambe le parti si mostrarono tenacemente fertrie nelle rispettive resi e una Conferenza tenuta

a Costaniinopoli ( 1924) non 1ro1•<'> una soluzione. La questione fu allora deferita a!la Società delle Nazioni, la quale n om inò una commissione d "inc hiesta per conoscere

le opin ioni ed i desideri <lcllc JJOpolazio ni interessate . La maggioranza di tali opinioni f u per ] 'assegnazione del vilajct d i M. àl regno dell 'lrnk, purchè però l ' lrak re.. stasse vlg-ilato da una potenza mandatori~1, e la co1n-

missione d'inchiesta, sulla b_ase d i tali desideri espressi, venne .alla conclusione d i assegnare .il vilajct d i l\lf. al, l 'Irak., purchè tale regno permanesse ancora per un periodo d i 25 annt sotto il mandato della Società. delle Naz ioni. li Consiglio della Società delle Nazioni decise nel senso indicato dalla Commissione e l 'Inghilterra stipulò subito con l'Jrak un nuovo trattato d i assistenza lino all'anno 1950. La Turchia, a sua volta, be·n chè obbl igata giu ridicamente ad accet1tare il verdetto della Soc ietà delle Nazioni, uou volle in un primo tempo prendere atto del verdetto a lei contrario, e l 'Inghilterra, accettando la raccomandazione rivoltale dalla Società delle Nazioni, in ta· volò trattative con la Turchia per addivenire ad un d iretto accomodamento sulla presumibile base contenuta nella sen tenza. Tale ac.co1uodalnento venne raggiu nto nel r926, con l 'accettazione da parte ,della Turchia della linea di con fine stabilita dal Consiglio della Società delle Nazioni, e colla cessione da parte ciel governo clell'Irak al govemo rurco· d i una parte delle ent rate che polranno essere rca!iaate con !o sfruttamento del petrolio del vibjet di M. Il 3 o ttobre 1932, l'Irak cessò di essere « Mandato•,, con la sua en trata nella Società delle Nazioni.

Most i (Trotti-Estense, Trmcredi) . Marchese e patriotta ferrarese (1826-1903). Nel 1848 equipàggiò a proprie spese e comandò una cp. d i bersagl ieri, detta « Bersaglieri (V.) del P o ». Nel 1866 venne nominato sena,t ore del Regno. Mosto (Anton:o). Maggiore gariba ldino~ n. di Genova, n1. nel 1880. l'a.rteeipò alla campagna del 18.59; fu tra i .Mille, comandante dei Carabinieri genovesi: segnalandosi specialmente a M ilazzo cd al Volturno; nel 1866 co. mandò il 1° battaglio ne dei bersaglieri e si segnalò a \ fonte Suello e Bezzecca; 11cl 1867 fu gravemente ferito a Monterotondo. Mosto Antonio - Suo fratello Carlo fu 11d 1859 nei Cacciatori delle Alpi e guadagn<'> a San Fermo il grado d i sottotenente. Partecipò alla spcdi, ionc <lei Mi li<: e cadde combattendo alle porte d i Palermo.

M ostra. Ncll'ant . terminologia mii. , era J,, rassegna dell 'csercito o di un reparto, per riconoscerne I· arro:1men to . l'cquipaggiamentu, . l' istruzione; o anche quella che oggi si chiama la riv ista. Ad es., nel ~561 Emanuele F ilil,, rto nornin_ò un vcedore generale (< d i tutte le· 1nos.trc . battaglioni e gente del la rnili✓,ia ,,. li vocabolo deriva dall'epoca della Cavalleria, dove M . era b comparsa che Iacev,rno i cavalieri prima di cornbattere in torneo, seguiti <.b i loro ,cudieri, paggi, sraflieri. Most ravento, Banderuola sottile che si alza1•:i in testa d i albero o alle cstrtmilit laterali del ponte d i comando delle navi a vela, e scrv_iva ad indicare la direzione del vento relativa, rispetto al camm ino delb nave. Sulle navi a vapore non ha pii, grande importanza . Nelle mari ne eia guerra è sostituito da · un apparecchio m i~uraLOre della ve~ locità del vento, e serve per i dat i della direzio ne del tiro, giacchi: il vento ha notevole 1nfl Llcnza sul la traiettoria dei proiettili, date le e normi gettare delle ~rriglierie navali . Il congegno l'v/. mode rno misura la velocità relativa e dìrczione relativa del vento rispetto a quello cld la nave. Conoscendo la rotta e la l'clocit/i della nave, si ,·isoll'e un

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sem plice prohlcmà d i cinematicù e s i ricavano i valori as-

sol uti della direzione e d elle in tensir,, d el vento.

Mostrina. Quel risvolto al panno su l petto, o alle mani che nella r imboccatura, o alle falde nei ~hernni, o al colle tto; risvolto di colore d iverso d a quello del vestito. l i p rimo a dare M. ai r eggimenti fu Gustavo Adolfo, il quale li d istinse con vari colori, tanto che presero i l nome di rcgg. g iallo, o verde, o azzurro, ccc . Motienling (Combattimenti del passo ti,). Appa rtengono alla guerra .russo-g iapponese. Verso la fine d el giugno J904, i l corpo russo agli ordini del generale Kel ler, nel ritrarsi d i fronte all'avanzata delh 1• a rm ata g iapponese comandata dal generale Kuroki, 1rascurava J i occ upare il passo d i M ., imporw ,n issimo, come quello c he costituiva varco o bbliga to per acced ere alla piana di Liao-

yang; ommissionc tanto più g rave per il fatto che gJi accessi al colle si presentano assai d ifficj}i, per .asperità e copertura , a chi p roveng a d a occide nte, cd impraticabili ad aniglieria senza preventiva costruzione d i strade. J Giapponesi poterono perc iò stabilirsi su q uelle posizion i sen za contra.sto e rafforza rv isi, ·trasportandovi una batteria. Corn•

~

presa tardamente la necessità d i possedere quell 'importante posizio ne i Russi te ntarono di riprenderla con un attacco d i sorpresa all 'alba d el 4 luglio, mercè l' impiego d i due bgl. d i fanteria : gli avamposti g iapponesi, facilmente snpraffani , dovcnero cedere alquanto te rre no; ma l'i n,tcrvcnw della riserva valse a ricacciare i Russi con perdite notevol i. Tale insuccesso persuase il genci•alc Kdkr della nccessi;à

così esaurita. L:l colon na russa di sr., operante nei pi'essi rii Nikoto, impegnatasi in azione a fondo contro_ la d r.

giappontsc~ dovè anch 'es~a ripiegare •·dopo alcune ore. li bgl. russo d i dr., avvertito l 'avanzare d i TcparLi <lc.:lla divis. giap ponese della Guardia, c he sopravvenivano a minacc iare la sua linea d i ,itirata , do vette a sua volta retrocedere vt:rso il mezzogior no . Cosicchè· nel porncriggio l'at-

taccante desisteva da ulteriori p ropositi d i offcnsi;,a e la azione man ifestatasi piuuosro com<.: uJ1a ricogn izione che come un serio te n\ativo d i conquista del valico risolvcyasi in uno scJcco, e h 'Cbbe gravi conseguenze ne i riflessi cleU-invasione d ella l'v!anciuri,1 e cagionò ai Russi perdite notevoli.

Motobiciclistico (Stabi/ìmcnto). Sorse nel 1915 a .Pad,iva, per provvedere ai rifornimen ti ed alle riparazioni dei materiali motociclistico e ciclistico. Ebbe anche il com pito cli ripara re gli accumulatori ed i magneti , pei quali allora non esist<:vano nel nostro paese stabil imenti, nè d i p roduzione nè ,di r iparazione . Nel novemb re del 19r7 lo stabilime n to passò a Par ma . Ecco alcuni dati statist ici di questo stabilimento, durante la guerra: motocidi r imessi a nuovo Jo .7ooi bicicle tte rimesse a nuovo r9 .ooo; magneti

riparati J4 .600; coperture pe r moto d istribuire 41.500; camere d'aria d istr.ibu ite 80.000; pne umatici pçr cicli no.or,o; gomme piene per cicli 40 . 000 . L a spesa globale delle riparazion i e dei r ifornirr1enti, csdusc le gomme, gravb per

circa 20 milioni sul bilancio della guerra . .

di adibire maggiori forze :i. un 'impresa d imostratasi ardua ;

Motocarrello. È una motociclena con ll ll carrello appl icato lateralmente o centra lmente all'ass_c d ella direzione

epperò egli r iunì il 16 luglio a Tsciawuan, sull 'alto Lrn,

di

la y 1 e 68 <l ivis. cacciatori e d iede k seguenti d isposizioni

delle mitragliatrici pesanti e pci rifornimenti clcllc unità ce leri.

d 'attacco: una colonna centrale ( 14 bgl. e 2 btr.) agli o rd ini del generale Kaschtal insk y, d ove'"a seguire la strada principale c he conduce al valico <li M., men-tre sul la sua dr . tm bgl. sarebbcsi d iretto ali' attacco sulla sr. del! 'occupazione g ia p ponese . e, dall"altro lato, una colonna cli tre bgl. avrebbe pun tato più a nord verso N ikoto. Due r~gg. cacc iatori, una brigata <·lel la 9.., divis . europea e tutta la restante artiglieria divisionale dot.'ev3110 restare in riserva a Tsciawuan, pronti ad intervenire. La posizione di lvi. e,·a ten u ta dalla 2' d ivis. giop ponese, copc:rta da una lìnea dj ava rnposti. L'ava n1,ata dei Russi s'iniziò a lle 22 del 16 luglio: verso le 3 d el matti no del 17 le colonne d i d r . ven ne a contano con la sr. gi:ipponcsc a ttacca ndo g li al'amposti del 4° rcgg., ~he ripiegarono s11lla linea t ri ncerata d a ndo l'allarme . .Accorsero allora al centro della posizione il 30~ fanteria g iapponese e mezzo bg l. tkl 16°, quest ' u ltimo schierandosi :i nord <klla strada di

marcia.

Viene

largamente utilizzaw

per il trasporto

Motocarrozzetta. È ulla motocicletta con una carrozzetta applicata hucralmente all'asse della d irezione cli marcia. Viene i mpiegata per il rapido trasporto d i ufficiali . Motoc icl isti. Milita ri c he pd norma le d isim peg no del loro servizio hanno in dotazione \a morocicletta. Veri è pr()pri rcp~ rti .r\1. con ~arancristica di impiego tattico ne

Liaoyang, ov'cra già in posizione un;t batte ria . Due regg-.

rnssi de lla colonna centrale, giunti sulla linc, cli alture de tta della « N uova J>agoda » si trinccr;u ono

a' un mi-

gliaio cli passi dalle posizio ni nem iche; l'azione a fuoco si iniziò al mattino . col clii-a<larsi della nebbia. Ve rso le 8 i reparti del 16° fanteria giap ponese contrattaccarono la sr. dei Russi, me ntre il 30~ rcgg . ne attaccava la dr . Bcnc hè r incalz"t i da i re bgl. d ella riserva, invia1i d al generale Kellc r, i reggin1cn ti russi si soste nevano a fatica JlOn più appoggiati dall"artig lie ria, poichè le lo m utr. erano sta te ,·idoue al silenzio cd erano minacciati seriamcmc sui fia nchi dai contrattacchi avver sari . Il Kclkr diede per -

i\•l otociclctta tjpo • 1 () 1 »

ciò loro ordine di ritirar~i, disimpegnandosi g radualmente. L a fan te ria g i-apponese ,,vanzò fino a ! bivio , traclalc d i Lid iap uz:i, ma non pot~ procedere nitre perchè arrestata dal f.uoco delle trup pe di riserva avversa rie in posiz io ne sulle a lture òi Tsciawuan. Alle 15 l 'azione centrale era

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es istono poch issimi , d i recen te costituzione e tuttora (1932) in vja di esperimento .

Gli clementi mont:Hi su motoci -

cletta rispondono per ora essenzi~lmente ~d c,i;:cn7.e ineren ti ai collcgan1cnti e a necessità cli carattere logistico.


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Ciasrnn centro automobilistico d i C . d · A., pos,icdc reparti d i M. destinati a sopperire alle esige,nc delle grandi unità in pace et! ù1 g uerra , cd a fornire <1uindi ai relativi comandi i portaordini nel numero pre'vislO dalle rnbel!e cli formazione. Dai centri autmnobjlistici vengono altresì tra:tti i M. occorrenti ai comandi di brigata e di regg. d i fanteria . Dispongo no organicamente di ,W. fin dal tempo di pace, e prov vedono direttamente all'addestramento di essi, i reparti motorizzati e meccanizzati, nonchè le unità d i truppe celeri (regg. bersaglieri cicljstì e caval!e ria). Ogni regg. d i bersaglieri ha M. port a-ord ini (per il collegamen to fra comand i e reparti) e meccanici (per il servizio delle ripa razioni al materiale ciclistico). Possiede inolrre un certo numero di motocarrellisti (per il trasporro d i munizioni, delle m itragliatrici pesanti, ecc.) e d i motocan ozzcttisti (a servizio del comandante de.I regg. e degli ufficiali medici). Devono, poi, essere abi li lvi. ruiui gli ufficiali dei bersaglieri, molti dei quali hanno come loro mcz:w d i t rasporto la motocicletta (ad es . g li ufficiali superio ri, gli

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Trova largo uso pei col legamenti rapidi nelle unità ce. Ieri ed anche, con .l'aggiun ta d'un cr.rrcllo laterale, per il trasporto d i ufficiali, di m itragliatrici, di m ateriale vario. La velocità media oraria di un lv! . oscilla tra i 40 ed i 50 Km. orari; la portata. del n1otocancllo può arrivare sino a 4-5 quintali; comunque velocità e portata sono in d ipendenza del t ipo d i macchina impiegata, della sua potenza (HP), della lunghezza e della n t1 tura della strada da percorrere . Nel 1915 il nostro esercito com prendeva 1100 rnacd1ine , alqnanlo eterogenee, quasi tlltte di costruzione stran iera e p1·0\/enjcnti llalla requisizione. Furono raggruppate in drappelli per arm ata . Non poche difficoltà si dovettero superare per fornire a ciascuna macchina i pezzi d i r icambio ed i mrileriali d i consumo, data la varietà d ei tipi. Il prin10 stabilimen to d 'una. certa in1portanza, sorto nella zona di, g uerra , per provvedere alle riparaz ioni dei lvi. e

delle bicick ttc fu quello d i Padova di cu, si è detto . Poco alla volta, nell'interno ciel paese, altri , tabil,memi

i'vlotociclclt.a a telaio elastico

aitHanti maggiori, g li uA]ciali andctti ai collegamenti, ec, .) . Ogni regg . d i cavallerii d ispone o rganicamente d i r5 motociclisti per il servizio dei collegamenti. l M . vengono in massima tratti dai militari che gi,, nella virn civile usaoo la motociclcua, e sono qu ind i pra tici dei motori a scoppio e della loro manutenzione. Essi seguono api,1 seguito a prova positi corsi , dopodichè vengono c1·esamc - patentati mo tociclisti m i litari . . Ciascuno d i essi ha personalmente in consegna la sua macchina ed ., responsabile della buona c0nservazio ne di essa, che no n può ccdcn.: , per la g uida, a nessun altro militare del t:orpo, se non p revia regolare auto rizzazlone d i un superiore.

In F rancia è stato costituito lo squadrone 111otociclisti, com posto d i r pi. fuori quadro e 4 pi. eia combau imcnto, co n un organico d i 5 ufficiali, 40 . sottufliciali e 106 u . di truppa. Materiak : r vetturetta, 62 rnotocarrqzzcue, 5 motociclette , 2 aut◊carri leg.gerì, 1 autocarro pesante, r cu~ cina ritnorch iabile. Co mè armamento, oltre a quello individuale, 16 fucili mitragliatori e 42.000 cartucce. Esperimenti , l'impiego ddlo sqdr. sono stati ia~ti nelle manovre del 1930 e del 1932, e sembra abbiano dato buoni r isultati, ne] senso della cooperazione con le autom it ragliatrici assegnate alla cavalleria, o con la cava\Jcria n1edcsima cu i serve di avanscoperta e di protez ione.

Motociclo' (Motocicletta). Mezzo meccanico veloçe cd cconcunico pcJ trasporto cli piccol i carichi anche su strade di li,nita.la capacità log.istica . Viene az ionato <la un 1n·o torc a scopp io di gumtro, due od anche d'un solo cilindro.

Wlotocidetta tipo • 1929 , l\ telaio el~stico

di riparàz.ionc e di produz ione sorSC'ro: questi, assieme alle forniture di. macchine straniere, determinarono un 'afl1uen za <h _nuovi 1Vl. o di macchine rimesse a nuovo , takhè_, alla fine del 1918, tra macchine efficienti e quelle fuori uso, ne esistevano oltre 9000 (6000 bpo ne, 3000 fuori uso) . f primi tipl d i buone in 1cch ine italian'e furono la (( F1·era >> e la 1, Borgo ,> . Dopo U guerra I~ nostra ind liS!..ri:-i si e completamente affermata anche in q1Jcsto c:,mpo, , pccialn1entc coi nomi delle ca~c Bianchi, Frcr3, Guzzi, Gi• !era, ecc. L ·aciozio ne del telaio elastico vuol svincolare il M. dalla strada, per portarlo nel terreno libero . Gli esperimenti e gli studi fervono in questo sen~o e rie ntrano nel problema della moto rizzaz io ne e della meccanizznione.

Motomeccanica. Società ano nima (Brevetti Ing. Padi Milano . Costrusse e fornì :1!\ 'escrcito i tali :1110 , durante 1·u1tima guerra, ut"? g rande numero cli tnHH ici P. T . tipi A · e li, pel traino dell'artigl ieria pesante, e d i carri \'C:;i)

rimorchio pc! t raspo11to cli mun izion i. Tali 1ratrrici costituirono q uanto d i meglio producesse l 'indusrria mon d iale in tale ramo, tenuto conto ciel materiale d 'artigl ieria allorn d i, ponibile; e la Casa ebbe parecchie rich ieste d i forniture <la parte degli eserciti al leati, richieste che 11011 po terono essere evase date le ncctssità dell 'esercito ira!;a,io, la scar_sità delle materie p ri me e della mano d 'opera in tale perio do. Le carattcris1 ichc delle trattrici della M. con Ecrivano loro una certa pos';ibilìtà <li m;ircja su terreno


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Trattore Pavesi P . 4 tipo kggcro

vario (_assale oscillante e sospensione su 3 plluti); uua buona aderen7.a su strada e d iscreta velocità (paltini fissi oscillanti), senza dover ricorrere all ·applicazione di cingoli spe ciali, ciò che determina sempre una perdita d i tempo per tale n1anovra c d una nott:vole d i1ninuzione d i vdocit;L della macch ina; la sicurezza e lu nga durata dei fonzionamcnto del motore anche per gra ndi sforzi (motor<: a basso regime); la possibilità <l i traino , indircuo (arg~no) e sollevamrnto di pesi diversi (gtuc). Dopo la guerra l' lng. hwesi si dedicò ;1] perfezionamento delle macchine da t raino per l'artiglieria, e ideò e costruì i nuov i tipi di trattod P 4, a 4 ruote motrici e telaio snodato, risolvendo brillantemente il problema della marcia promiscua su strada e fuori strada, ciò che costituisce )a condizione indisprnsabilc per la compkta

senza alcun strumento (e quindi massima aderenza anche _ne i terreni smossi dr campagna). Colle caratteristiche d i cu i sopra, la M . cosrruiscc in serie due tipi: uno leggero pel traino dcll 'a rt. da campagna (già adottato su va,ta scala nella Spagna ed i11 esperimento pr~sso g li eserciti d' ltal.ia, Fr:incia, Cecos lovacchia, Svezia, Russia, Giappone, Stati Unjti d'America, Argen tina; ed uno pesante, pcl traino dell'art. pesante-campale, vincitore del recen te concorso del Ministero della Guerra ita liano e già prenotaio dal nostro e <la altri Governi.

'l'rattore Pavesi P. 4 tipo pesante

Trattrice Pavesi-Tolotti

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efficienza dell'artiglieria, la quale non deve assolutamente essere vincobta alla sola strada. Le caratteristiche principalj dei nuovi tipi Pavesi P 4. sono le seguenti : 4 ruote, tutte motrici e d i grande diametto; completa snodatura della parte anteriore rispetto a lla posteriore; grande altczz,1 da terra delle parti vitali (e quindi arlauabilità cd aderenza completa della macchina su qualsiasi terreno, per q uanto accidentato); applkazione delle gomme piene alle ruote (e quindi possibilità d i marcia veloce su strada senza pregiudiz io nè per gli organi della macch in a, nè per il fondo strad,1le); app licazione di striature in :1cci:,io alle ruote, che possono essere sollevate all 'estcrno delle ruote e rientrate aJl'interno con u na sempHce n1anovra ~, rnano

Motomitragliatrice. È una mitragliatrice montata sopra un motocarrello, e destinata ad agire se nza essere appos<ata in terra . Ebbe qualche impiego durante la guerra mondiale su strada, per effettuare tiri di sorpresa su co lonne avversarie in movirnento, o per proteggere il ripiegamento d i qualche proprio reparto. M otopallone. Trasformazione del pallone osser vatorio frenato, che co11sente spostamenti ùa una zona all 'àltra senza bi sogno di lunghe operazioni di sgonfiamento e rigonfiamento. l! A4 ., di ideazione e costruzione prcuamente i taliana, conserva le caratter istiche del pallone osservatorio. La trasformazione · elci pallone frenato in pallonr. motore si è ottenuta predisponendo un semplice e r~pido cambio di sospensione e d i nav icella eù applicando i l tinoonc d i d irezione a poppa. Per la quota si manovra con !a zavorra e con il gas. l..,e sOspension i di funi Ji


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canapa per il cavo dl ritenuta e per la na,·icella ò i \' irnini

del pallone osservatorio, sono rese staccabil i dall' involucro a mezzo di appositi ganci a moschettone e vengono sosti• tuite dalla sospensione della navicella metallica formata d ; cavetti di accìaìo rerrninanti il lh ;h 'essi, con g~1ncio a mo• schetro ne. 11 numero dei cave(ti d i rrcciaio di sospensione è d i 18 tJa portanti e di imbrigliamen to . La naviccl!a adottata, in sostituzione d i quella d i vi mini, ~ metallica

:Vfotop"\lone tubo l3re, rkoperta d i tCS!>uto. l T~l una lunghezza d i m e-

t ri 3,50, è larga alla base un mcuo cd è alta un metro. li gruppo motopropulsore ~ <:Ostituito da un motore stellare a raffreddamento ad aria, .della potenza di r irca 4050 I-IP., azionante \ln ·cJ ica d i legno ad attacco diretto sull 'asse motore. Nella navicella son" collocati: il serbatoio élclla benzina co11 alimentazione automatica, un piccolo ventilatore a ma no per il rifornimemo di aria "Ile sacche di in1pen naggio;. un volantino per jl comando ciel timo ne di direzione e gl i strumenti cli navig'.lzione. Alla n1vicelb è p,1re applicato un sacco pneumatico ammort iz&atore. La manovra per l,1 Lrnsformazione del pallone osservatorio in tvl. si esegue, cO!l person,1lc bene istruito, in 30 m inuti .

Motore. Sorgente di energia che genera o trasmette movimento. Nèl campo mil itare, ebbe sempre importanza

volontà dell'uomo. Per lungo tempo il remo ha rappresentato una soluzione del problema, il q uale ha rrovato b soluzione ultima nell,1 macchina . Antonio Doria scrisse non poter!)i fare armata di m are con le navi ~t vela , ma soh anro con le galere, le qual i pel remegg io pos\ono andare dove vog lio1,o; e aggiunse che le navi quadre ,di alto bordo, a vela, è irnpossibH<:: farle navigare illsieme con le galere, perchè le svariate condizioni dd vento e del 1narc. le costringeranno a separarsi, e daranno al capitano

i.!J

T urbina per cacciatorpe djniere

nern icu tutto 1'agio di schiva.re, o di cercare, o <E d itfe~ rire il combatri:11cnto a suo tale11to . Per q uesto .\1. del rei.no , il G uglielmotti c hiama la galera ~< ba~timento sopra

tutto militare» . E ricord a che Henederto Zacca ria sulla fine <Id secolo XIII proponeva a F ilippo il Bello il modo di costruire e d i equ ipaggiare un 'a rmata per combattere sull ·oceano contro gli Inglesi e per i,wadcrnc i l regno : armata di galere in b:.trnglia , e di uscieri al trasporto. I nsomma, il ruorore « rc1n o >> er~l adatto alla battagl ia, e il rnot0re H vcJa » era adatto mvecc al trasporto :

fi no d:ai tempi anlichi le navi onerarie c<l attuarie non 1vc~ va no posto ncll'on.!inamento lattico delle armate di linea, posto riserbato esclusivamente alle poliremi. Così può lo stesso Guglielrnou i osservare che non solo nella ta tLica e nella manovra, ma ancbc nella costruzione e nell'attrezzatura, , i vascell i d i tutti i paesi ,, disve!avano il peccato di origine) perchè si traevano dal com mcrciCJ ), . Ed egli

Turbina marina della ditta Tosi

Motore Diesel-T osi per sommergibili

n, assima J1elle marine da g,u erra, e nei temJ)i nostri l'as~ sunsc anche negli eserciti, e pili particolarrn c nte nell 'avi;:t ..

ch iama periodo « di decadenza » quello del ve nto, il quale « entra J1ella tattica navale come il caparbio giumento di Nfegara nel viaggio e nell'ombra, qu:indo nè dramma nè freno giungeva al cavallo : motore fiacco e testereccio, sdrucito d i mezzo tra la fatica del remo e la potenza della

zione. Il vento è motore econo m ico, ma incerto e fallace, tanto che fin dall'antichità si è mirato sempre alla ricerca di una forza motrice potente e veloce, d ipendente dalla

1 I

;. J

J


-

MoT

MoT

367 -

macch ina » . Quest'ultima ha subìto n1odifi1..'.azion i e per-

fc,:ionamenti dal momenro in cui è stata introdorra (V . Caldaia) : le macchine a triplice espans'ionc hanno ceduto il campo alle tu rbine a vapore, e poi è venuto il motore a scoppio, il gruppo D icsel-Dinamomotorc e l 'arte navale è sempre in cerca del meno pe:sante e ingombrante, e insieme del pi tì potente. Nell'aviazione, i prim i M. a scoppio erano riwlto pesan ti (1902 : rr kg. per cavallo). Nel r907 l'introduz,ionc dd motore a. V portò il pesò a 3 kg. per cavallo, peso d iminuito ancora dal ,\4. con cil indri a stella. Per i sornn1ergibili, vennero dapprinm adope rati NI. a benzina, sostituiti poscia da M. ad olio pcsa-,Hc, tipo ;, Diesel ,,.

a .scoppio, ha. indott<> gl' Inglesi ad orienlarsi verso la :\,[ec.. ca11iz:razione ·(V.), parziale od integrale, mentrè :i Itri Stati si sono orienrnti verso la moto rizzaz io ne . La differenza so:.

stan ziale fra l 'una e l 'altra tende112-a srn nel fatto che la prima vuole abolire pressochè rol::drncntc i vecchi organici

Motoristi del genio. Pr ima clell'er.,rata in g ucrr~l, non esi-

Presso

stevano

ùrganicr1mcntc

ivlotorista d'aeroplano

speciali

reparti per la

jl

perforazione meccan ica . (mi11a.tori) v'erano al-

reggimento

gt·nw

cuni apparecchi ped orator i che servivano, in tempo di pace, per addestramento e ,stud io, qua li mezz i d i possibile impiego in g uerra d i posizione; ma non ern prev is ta la cost ituzioJJc di reparti motoristi. li pan icolare carnttcrc

Artiglieria inglese motorizz,itg

cd i vecchi sistemi guerreschi, per inaugurnre un nuovo, Lipu d \ :!>ercito, idoneo a 111uovere e cmnbattcrc su 1nac• chi ne, ri\'oluziouando cioè concezioni e sistemi. d i..mpicgo si nora fmperanti. La A,[, invece accetta e m antiene le 1

attual i arm i, così come sono attualmente organizzate ; so1o

m ira a rnodiiìcarne la . capacità al movimento, sia nd campo logist ico e strategico, sia in quello della tattica. Si può.,

d i stabi lizzazione ass unto dalle operazioni, uni tamente alla natura del te rreno del nostro teacro d l guerra, impose l'im.

piego degl i apparecchi perforatori c. resc J1cccssario il raggruppamento d i essi in speciali reparti motoristi. Nel 19ro, ven ne così creata presso il 5° ì·c::gg. genio un'apposita compagnia, quale centro di istruzione e di mobilitazione dei reparti alla fromc, i quali ultimi furono riu niti per corpo d'armata sotto la sorveglianza di un uflicia lc pratico deJ .. l'impiego dei gru ppi perforatori. Solo nel 19r7, però, i g ruppi perforatori esistenti alla fronte ebbero vera e propria costituzione in reparti organici. Dapprima si ebbe un « plotone motoristi » per ogn i comando di corpo cl 'armata e d 'arn,ara, a l coma ndo di un ufficiale. Tali plotoni aYcvano forza variabile a seconda delle esigenze del se,·vizio ed crn110 in forza ad una delle cp. minatori che facevano parte del t.::orpo d'armata o c1e11 ·arn1ata . Successivamente, per ogni armata, sì costituì , n~l lug lio del 1917,

una cp. M. che dipende\'a dal Comando del genio del1'annati ed aveva forza e cornposj z iouc <lj vcrsa a seconda.

delle contingenze particolari ddl'armata medesima . Cia,cuna cp . era ripartita in plotoni, pu re di forza variabile e con amministrazione propria. Ad ogni p lotone era affidato i l servizio di perforazione meccanica in un derermi na!O setrorc. All'atto dcll'arm iStizio esisteva una cp . .\1. per ogni armata, o ltre a qualche plotone autonomo prcsw talune grandi u nità non inquadrare nel le annate . Dopo la guerra, i reparti J,1. f urono riass.orbi•ti dal 5° n:gg.

T.rnsporto di c~nnone inglese

ùirc che oggi, pili o n1c.:no rapidamente , tutti gli esercitivadano tendendo alla M. La Francia, con l:t scuola dd gen . Camoa e d el co l. Allchau.t, è" senza dubbio all'avanguardia di questo movlmcuto evolutivo, e già ha raccolto larga messe di studi teorici e di concreta espe rienza . Secondo · la concez ione francese un esercito ir1otorizzato. dovrebbe essere costitu ito così; di.vi~. leggere; d ivis . mo to•

genio e costi tu irono in ogn i Lg l. minatori hl 3a cp. n1oto-

r.i.sti-teleferisti, che , per k, speciale servizio della perforazione meccanica, co,11prendeva 3,1 soldati ,\f. cd aiuto1notorjsri . Con lo scioglimento del 5° regg. genio, i n::• parti M. furono orga nicamente compresi i1 6 bg l. zappatorim inatori dei rcgg. geuio di corpo d'armata . I gruppi perforatori di cui si servono i reparti sono il D iatlo cd il Rorneo <li tipo

leggero, costituiti in sezioni (somcggi:ite,

carreggiate o autocarreggiatc) di due gruppi; e il N iagaraIngersoll, di tipo pesante, in sezioni d i un solo gruppo . :>\' cll 'aviazione, M . sono i mi litari adc!etti ai motor i.

Motorizzazione. L 'esperienza acquisita durante b guerra Monclìalc, circa l'i mpiego a scopo bell iw elf i motore

Carro annato leggero

riuatc; massa p rincipale (grandi u.nità di linea); . massa di, manovra e d' urto (grandi. un ità rnotorizzate); riserve gc-nerali d'artigl ieria motorizzata; raggruppamento trasporti

automobilistici; serviz i. Le divis . legger(; sar~u1 no desti nate all'esplor azione ed alla presa cli contatto; in parte saranno,


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Carro d'assalto francese rimorchiante vetture · d i .rifornimento

montare a cavallo cd in parte su macch ine idonee a muoversi su tutti j terreni. Le divis . motorizzate potranno t·s-

cSere impiegate come clementi di ro.n ,ra o come tcntàcoli spinti innanzi per la sicurezza. L a fanteria sarà il nerbo •Jcllc forze ed il principale · elemento pel combattimento 11clla massa principale : qµesta vemì ripartita in grandi .unità press'a poco identiche a q uel le attual i, ma motoriz;.zatc, cioè forni te di macchine

·

· idonee ad agevolare i l movimento e la lotta (klle fanterie. La rnassa di manovra

e d'urto <Jc-vrà essere ca-ratterjzzata da t,.ina gr::inde 1no.bilità : dovrà essere destinata a cooperare con la massa p rincipale manovrando. Le riserve d'a rtiglieria dovranno avere c3ratteri e compiti ana-

loghi a quel!i della massa di manovra . Il raggruppamento pei trasporti di materiale e ,"ii persone sarà tenuto efficiente e

368 -

M.or

Trattore pesante (r9z6)

copertura, anzichè della capaciti, al movimento rapido. I trasporti delle a rtiglierie vanno adottando la soluzione dd trattore. Gli altri trasporti di persone e di cose si ,,.~fiettuano con rnacch inc 1011s 1t:rrai11s; cioè con .aut11carri capaci di uscire fuori dalle strad e e di marciare su terrent van. Caratteristica di moire macchine francesi è q uella di avere tre assi, dei quali i d ue poster iori muniti rii cingolj e lastici (tipi Cittoen-Kcgresse) . Q uesto t ipo d'autocarro s i n1uove, con sodJi -

sfaccnt i risu ltati, su percorsi cliflicoltosi e lu oghi, non escluso sulla neve e sul gh iaccio; ha i cingoli completamente di gomn1a, od anche d ì metallo a C3tena, n1uniti di ,.igrinarnrc in . gomma per aumentare il coefficiente d ·attriro . Vari sono i t ipi d i trattori pe l traino delle artig lierie, come pure vari sono i tipi d 'autocarri impiega ti pci t rasporti in genere.. Per gli autoè:arri la Francia va orjentan-

disponibile per i grandi movido~i verso i. tre assi in pia~ Autocarro a sei ruote. o Dovunque • n1enti strategici delle riserve, nu;·a e verso le guatrro ru~tc, durante le azioni. Il 111atutte motrici, in 111ontagna . ·tcria le col quale i Francesi hanno realizzato la M. può L'Italia ha seguito at tcnt.1 mcn te l'una e l'altra tendenza, essere così classificato: macchine corazzate da combattiriferendole alla na'tura <!clic proprie frontie re, alla possimento; macchine pel trasporto delle artiglierie ; macchine bilità industriale ed economica del paese, alla scarsissima pd trasporto delle truppe e dei mate riali. Le macchine da d isponibilità di carburante . !>ur 110n prescindendo dal-combattimento, per la loro speciale destinazione , subordil"enorme i mportanza che le macchine d ovranno inneganati\ all'azione della fanter ia, vengono costruite tenendo bi lmente avere nel futuro, il nost ro ese~cito è ben lungi .in maggior considerazione la potenza del fuoco e del la attualmen te dal p repara re mutamenti rivoluzionari d 'org:i-

Autocarro per n·asporto quadrupedi

Autocarro leggero da mo ntag na

T


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Mor

369 -

nici e di sistemi. In una parola l'Italia va gradualmeme orient andosi verso una relativa M. La particolare configurazione dei nostri probabili •teatri d 'operazionc ha fatto senz'altro scostare le idee troppo spinte della meccanizzazione. Nulla ancora ( r932) è stato concretato al riguardo , L'Ispettorato Tecnico Automobilistico, il Corso Superiore Automobi listico, la Commissione pel T raino Meccanico, ed infine i l Seryizio T ecnico Automobilistico, sono istituzioni

MoT

alcuni ca rri armati leggeri , del tipo Cardcn Lloyd inglese, a scopo sperimentale. Altri ne sono stati prodotti e proposti dalla Casa Ansaldo. Rispondono ai requisiti di muoversi rapidamente e dovunque, di vedere offrendo poco bersaglio. Nel campo dei trasporti si sta esperimentando un carro da montag na di modesta carreggiata, di discreta portata, con q uattro ruote, tutte e quattro motrici, capace di superare le pendenze del 40-45 %.

M otoscafo. Imbarcazione mossa da motore a scoppio. Il suo uso si è rapidamente imposto nelle marine d a guerra, per la maggior leggerezza del mòtore, il suo minore i ngombro, il minor numero di personale che rich iede. Du rante la guerra mondiale vennero creati i ,'\4as (V.).

T rattore pesante campale

nuove, taluna n uovissima, che srudiano ed esperimentano macchine nuove c. nuove idee. li materiale esistentt si può classificare anche da noi cosl : carri corazzati da combattimentoj trattori per artig lierie ; auloveicoli no11 coraz~ zati per trasporti . Il nostro carro corazzato rispomlc cssenzialmen€e a.I concetto di dare l 'appoggio immed iato alla fanteria : si tratta quindi di macchina leggera, capace di sviluppare un grande volume di fuoco. Attualmente si dispone del Fiat 3000 Mod . 1930, armato di m itragl iatrici o di cannone, munito di cingoli metall ici pel movimen to su terreno vario .a velocità ridotta, montato su carrello e t rainato nella strada ordinaria . I tratwri più la rgamente impiegati sono i Fiat ed i Pavesi , Gl i auwveicoli da trasporto in d istribuzione sono in g rande par te residuati di guerra. In un eventuale conflitto avvenire si prevede un fabbisogno d i quantità ingentissima: tanto che so rge subito

Motoscafi comandati elettricamente " distanza. Tedeschi, durante la guerra · Mond ia le, costruirono, nel 1917, dei M. comandati elettricamente a distanza, ,1rma11<loli come brulotti , allo scopo di d istruggere gli sbarrament i inglesi cd offendere le forze che blocca vano la costa belga. Erano molto veloci , forniti di due motori a petrolio, e portanti un tamburo i ntorno al quale erano avvolte da r5 a 30 miglia di cavo isolato ad un solo conduttore, col quale veniva.n o guidat i elettricamente. La parte anteriore dell ' im barcazione conteneva da r30 a 230 kg. di esplosivo. Appena i motor i erano messi in moto, l'equipaggio abbandonava l'imbarcazione, la cui direzione era controllata da un idrovolan te in collegamento radioteleg rafico coll 'opcratore a te rra, a cu i segnalavç1

i rnovi,nenti da esegu'irsi.

Il brulotto scoppiava urtando cont ro il bersaglio. li 28 ottobre r917 il mon iLOre « Erebus » fu colpito jn pieno: g razie alle bugne che ne proteggevano lo scafo non subì però danni ri leva nti.

Motr ico. Città della Spagna, in prov. d i Guipuzcoa, sulla Deva, fondata da Alfonso V III nel 1209.

Combattimento e p,·esa di Motrico (28 giugno r795). Appartiene alle g uerre della R ivoluzione. Il gen . Moncey aveva ordinato al corpo del gen . Raoul di passare la Deva e di prendere lvi. per liberare il terriwrio dall 'esercito spagnuolo, comandato da l gen. Crespo, che gli impediva i suoi movi menti . Il gen . Raoul passò a g uado il fi ume in colonne serrate, malgrado l'altezza dell'acqua ed il tiro d i parecchie batterie . Raggiuma la riva opposta, i Repubblicani si lanciarono all'attacco delle posizioni d i M. tenute dagli Spagnuoli, e Ii cacciarono dalle trincee al . primo urto. Caddero in mano degli assal itori 9 pezzi d"ar-

tiglic.;ria e 200 prigionieri.

Autoc arro pe r trasporto truppa

alla mente dell'organizzatore il problema della provv ista . Questa coinvo lgerà sia l'attrezzatura industriale del paese, . sia la disponibilità delle macchine privare . Da q ui l'assiduo stimolo del lo Stato per ind urre i civi li ad acquisrnre r,kuni tipi d i macchine, e !'accurata annuale rev isione che ne vien fatta per constatarne la reale esistenza e lo stato d "uso. In questi ultimissimi tempi sono stati introdotti

Motrone. Rocca posta a difesa del li torale d i Pietrasanta, distrutta dalle navi inglesi dell'ammiraglio Bentinck nel 1813. Era un antichissimo e vasto forte, di cui es·istono notizie d all 'anno 983. Appartenne ai Genovesi, ai Lucchesi, ai Pisani, ai Fiorentini. Presentava figura quadrata, con q uattro torri quadrate agli angol i; una quinta torre, maggiore delle altre, s'innalzava nel mezzo. Era cinto su t re lati da larga fossa e su un law dal mare. P resso M ., il 26 novembre 1170, i Pisan i sconfissero i Lucchesi catturando loro molti pr ,gionicri . Motta (Crocetta dt). Passo dei Monti Daun i (Appennino meridionale) che mette in comun icazione il Tavoliere delle Puglie con l'Altopiano d i Campobasso. La rotabile da Foggia per Lucera raggiunge il valico oltre Motta e scende a Volturara, nel baci no del Fortore, donde lungo il torrente La Catola, tributario d i quel fiume, e q uind i per i dossi che dom inano la valletta 'de l Tappino, si avvia 24


370 a Jelsi e d i qui a Vinchiaturo, ove s'innesta alla gramk strada

Benevcnto•Can1pobasso. Questa comun icazione sta-

bilisce un importante allacciamento fra la viabilità pughcsc e quella abruzzo.campana, seguendo un t raccia(o indipenden te e d iretto, che si svolge a settentrione delle due maggiori vie dell'antichità, T raiana cd Appia. Può quindi avere notevole importanza militare.

Motta di Livenza . Comune i11 prov. d i T reviso, ant. fortificato con castello. I Veneziani lo presero nel secolo XIV, mentre era tenuto da guarnigione scaligera. li 9 agosto 14x;,, Carlo Malatesta, comandante dei Veneziani, fu presso M . assalito dagli Ungari all'improvviso merHre stava va rcando jJ fiume. Riuscì tuttavia a tener testa agli assalitori cd infine a respingerli e a metterli in fuga, m a riponò ferite per le quali dove;te lasciare il comando a suo fratello Pandolfo. Durante la guerra mondiale, gli Austriaci vi i mpiantarono magazz i11i, più volte bombardati dai nostri aviatori. Nell'ottobre r918 (V . Livcnzn) il ponte sul fiu me fu fatto saltare dagli Austriac i io ritirata dal Piave verso il Tagliamento. Il comune è Stato fregiato di croce al merito cl i gu~rra con decreto del marzo r920 . Jlt!otta. \I_ Campo Malo. lv/oun Giuseppe. Generale, n. a Torino nel 1861 . Sotto!. del genio nel r88o, frequentò la scuola d i guerra e nel 1911 ebbe il comando de l bgl. specialisti (dirigibilisti cd aerostieri) che mantenne nel 1914 colla promozione a colonnello. Capo del serv iz io aeronautico presso il Comando Supremo dall'inizio della guerra contro l"Austria , rese segnalati servizi rnerirnndo la croce da cav. dell'O . M . S. lnves1ito nel 1917 per merito d i guerra delle funzioni del grado di colon;iello brigadiere e nom inato coma11d. del genio del Xlii C. d 'A. , rimase io tale carica sino alla nne della guerra, ottenendo sul Carso la med. d'argento, la croce d 'ulT. dell 'O . M. S. al T agliamen to-Piave-Alt ipian i e la prom;,zione a magg. generale (1918). In P. A. S. nel 1920, ebbe nel 1923 il grado di generale tl i divis. e nel 1930 passò nel la riserva. Motto. Breve frase o detto, che usavasi incidere sulle armi dei cospicui personaggi d i guerra nei tem pi passati, i quali se ne sceglievano uno di loro g radime nto e lo conservavano generalmente per tutta la vita.

Motz-Lallée (Enrico da) . Generale indiano , n. a Ru• milly, nella Savoia , nel 1732. Arruolatosi come ufficia le nelle truppe al servizio della compagnia del le Indie fran-

Mbl.i turaton..: n1obile era cornposto Ji un di~co circolar(" di ferro l3minato, g rosso quan to la <.:orazza frontale, posto innanzi

e contro a questa , in un vano praticato nel parapet to (di calcestruzzo). Il disco era sostenuto da un perno oriz. zonrale sopportato d a due travi di ferro convenientemente disposte sotto la cannoniera. Nel disco, alla estremità di uno stesso diametro , erano <luc fori tronco-conici, con pa• reti uguali al prolungamento esterno tli qucl)c della can-

Tipo di forte del Mougin

oonicra . Vo lendo sparare, $Ì facc,ra coincidere ton ql!cSta uno dei fori dell'otturatore e , partito i l colpo, si girava i! disco d i u11 quarto d i gi, o, per modo che esso chiudesse completamente la cannoniera. li movimento dell'otturatore ;i ·otteneva med iante un vtrricello il quale faceva muovere una catena , che, avvolgendos i su due puleggie di rirnando, si attaccava ad un anello a gambo, avvi:tato in un foro della periferia dell'otturatore. Vi crano q"att ro cli questi anelli, posti alle estremità di due diametri fra loro perpendicolari, e simmetrici a quello congiungente il centro dei d ue fori del disco. Colla rotazione del verncello in senso alternativo ~i otteneva lo spostame nto angohre d i 90° nel disco.

Moultrie (Forte). Sorge nell'isola Sullivan, a dominio del canale setten trionale che porta a Charleston, capitale del la Carolina meridionale degli Stati Un iti. Fu costruito durante la guerra d 'In<lipende,na e prese il nome del colonnello che lo difese. F u m igliorato più tardi ed ebbe grande i mportanza nella di(esa di Charlestou (V.) dur ante la guerra d i Secessione. Atli1cco del Forte Moultric. Su i primi di aprile del 1776 g iunsero in quelle acque le navi inglesi, su cm erano 1m-

cese, essendo st3ito caLturato dagl i Jnglesi e spog liato d i ogni suo avere, appena }jbcrato si m ise al servizio di 1--Jyder-Alì, re dei Mahratti, in guerra contro gl i Inglesi e fu nom inato comandante in ca µo, cornbatten<lo lunga•

mente nelle campagne dei Mahratti. Fu insig nito da Lu igi XVI della croce di San Luigi e nominato colonnello nell'esercito francese. Dopo la morte e.li Hyder-1\lì con;ervò la sua -posizione di primo consigliere, di gener.ili;simo e confidente de l figlio di lui T ippo-Saib.

Mougin. Ufficiale francese del gen io , del secolo XIX. Lasciato il serviz io m ilitare, divenne ingegnere delle officine Saint-Cbamand. Nel momento in cui nella fortificazione permanen te si pensè, di sostituire le casematte in tl1Llfatura, egli ideò la casamatta corazzata a orruratore mo~ bile che porta il suo nome. Tale casamatta aveva me• tallica sol;tanto la parete fronta le ed era rinforzata con pezzi metallici nella parte anteriore della copcrtma; la ca nnoniera, ricavata nella piastra frontale, era tronco,conica a sezione circolare colla base m inore verso l'esterno. L'ot-

Il forte di !Vlcultrie (Guerra di Secessione)

barcate numerose eruppe a l comando del gcn. Clinton, per conquistare la posizione e occupare poi la cit tà di Charleston, difesa da numerose truppe al comando del gen . . Lee. L'isola Sullivan era tenuta da due regg. regolar i, uno dei quali, comandato dal col. Moul~rie , teneva il forte. Questo era costruito in un legno spugnoso e molle, su cui poco potevano le palle delle artiglierie inglesi, e armato

)


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Mou

371 -

di 36 cannoni pesant i e 36 minori ; tuGta l 'isola era stata sistemata a d ifesa nei l uoghi di più facile accesso, mentre numerose truppe con artiglierie la difendevano alle spalle occupando le rive dello stretto canale per il q uale avrebbe potuto essere aggirata. La flotta britann ica era costituita

da due vascell i da 50 cannoni, sei fregare e due legai minori . Entrati i d ue vascelli nel canale d i Charleston, le altre navi si d isposero in maniera da battere il forte e le sue comunicazio ni colla città, mentre un nucleo di truppe 1

sbarcato nell 'isola a leva nte d i Sullivan, doveva .a ttaccar lo al le $palle . Al mattino del 28 giug no ebbe principio il bombardamento; l'azione durò fino alle 19; g ravi danni r iponò jl forte, più gravi ancora la flotta, alcune navi della q uale andarono perd ute . E poichè neppure le trnppe da sba rco erano riuscite a ottenere q ualche successo, gli Inglesi a bbandonarono l'impresa r iti randosi a New -York . - Il forte ebbe la sua parte nella d ifesa di Char/esion (V.) durante la guerr~-1 di Secessione.

Moureau (Carlo). Chim ico francese (1863 -1929). Diede grande attività all'applicazio ne della chimica all'arte della guerrn . Al ri1omento

Tedeschi

rnisero

in cui i

in

campo

b nuov3 arma dei ga-, asfissian li, eg! i, io qualitl1 ~-li pre~ sidcutc

della ,e S~ne dei µrr1dotti aggrcssivf :> ::il. ministero della guerra, as~unst:. u11 posto gh

prcn1incntc,

s tudi

tanto

ne-

concernenti la

di-

fesa, quanto in tutta la compiessa

organizzazione

indu-

striale richiestn dalb chimica bellica. R iuscì ad o ttenere, su scala industriale, l'aldeide Moureau Carlo

::icri!ica, che l 1 esercito (r~ncese ,

sotto il nome lii {(. Papile >), adottò VCJSo la fine ciel , 916, come aggressivo lagrimogcno, dota:to anche d i no tevole azione soffocante e tossica . Lasciò un volume : ,, La Chim ica e la Guerra " · M ouscron (in fiammingo : Moescroen). Città del Ilelgio, nella F iandra occidentale, circondario d i Courtrai.

Combattim ento _di MouScron (r794)

mattina. Nel momemo in cui Macdonald e Daendels attaccavano d i fro nte, Bcrtin giungeva da T ourcoing per prendere alle spalle la posizione nemica. Incalzato da tutte le parti e ferito egli stesso dopo tm combattimento ostinato durato quattro o re , Clairfayt ordinò la r itirata su T ournai, che fu resa difficile dal fuoco delle batter ie francesi. La cavalleria repubbl icana gl i prese 30 cannoni e fece 1200 prigionieri.

Combattimento di Mouscron (29 aprile 1794). Appartiene alle campagne della Repu bblica francese . li gcn. austriaco Clairfayt, ingannato da d imost razioni fatte il 23 apri le su Denain, si era portato con la maggior parte delle sue truppe su questa CÌ!ttà; riconosciuto l'errore, tornò in fretta a Tournai per opporsi alla marcia degli avversari. Arrivò però troppo tardi, pcrchè Menin era già invesrita, e Courtrai si tro vava in potere dei F rancesi . Le

disposizioni che egli d iede dimostrarono che non conosceva le forze che gli stavano di contro, po ichè con i suoi 20. 000 u. no n d ubitò d i accamparsi a M . e al molino di Castrel , cioè tra Lilla e l 'esercito nemico . La brigata Dcrtin che difendeva <tale posto si era r irirnta a ·Tourcoing. La brigata Jardon, che doveva copr ire Aelheke, si era ripiegata su Belleghem. Claifayt, con la sua dimostrazione sulle comunicaz ioni francesi, si era messo iu condizioni di essere ann ientato. Souham, appena informato di tal movimento, partì da Courtrai con le brigate Macdonald e Daendels, alle quali unì , durante la marcia , quella di Jardon . La sera del 28 giunse davanti a Clairfoyt, mentre le truppe d i questi si •spiegavano i ,1 due linee sull'altipiano d i M. l Francesi, dispostisi in b~ttaglia sulle alture d i fronte, cominciarono l 'attacco il giorno dopo di prim a

Mouton Giorgio

Mouton-Duvernet

Mouton (Duverne/, Régù Ba.-to/0111eo, bamne). Generale francese ( 1769-1816) . Fu nelle Alpi e all"assedio di Tolo ne e poi all'esercito d'Italia, dist inguendosi ad Arcole, divenendo generale d i brigata nel 18n dopo I.e campagne nella Spag na e d i d ivis. nel 1813. Dopo la campagna del 1814 aderì ai Borboni, ma tornQ a Napoleone durante i Cento giorn i. Arrestato alla Restaurazione, fu condannato a morte e fucilato a L ione dove era stato governatore.


Mou

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372 -

Mouto11 Giorgio, tonte di L obat< . Ge nera le francese (1770-1838). Fece le campag ne d'.lta lia dal 1795 al 1800, r imanendo ferito ·nella d ife.sa d i Genova, e successivamente t utte le g uerre napoleon iche , r agg iungendo il g rado d i gen. d i d ivis. nel 1807. A L ipsia rimase prigio niero, e cosl a Waterloo . Nel 1828 fu eletto deputato; nel 1830 divenne co mandante della Guard ia N azionale.

Mouzin. Costruttore cli un fucile a caricamento multiplo che fu adottato dalla Russia colla desig nazione d i fucile Mouzin mod . 1891. Co ngegno d i chiusura a ciJjnd ro scorrevole e g irevo le, con m anubrio per mano vrarlo. Alla parte anteriore del cilindro è annessa la test2 mobile che rimane solidale ,.co'n esso in tutti i movimenti, e<l è

...."'_______

&&ftAP-%t : +R~

Fuc ile . l\1ou7.in, modello r891

provvedut a cli è ue ~lette che forniscono l 'appoggio anteriore dell'otturatore. Il meccanism o cli scatto è a molla spirale nell 'interno del cilind ro. Il congegno d i ri petizione è com posto della scato la serbatoio d isposta sotto l 'apcr.tura d i caricamento : un mollo ne funziona da elevatore delle cartucce. li caricamento si può fare con una cartucc.ia alla volt a, o con apposito ca ricatore in lam iera, che è senza ne rvature e se_n za molle : contie ne 5 ca rtucce.

Mouzon (anr. Mosomag11as). Comune della Francia, nel .c!ip . de!le Ardennes . Sotto Carlo V fu contea, con rerri:to rio esteso sulle d ue rive della Mosa e comp rendente :anche Sed an. F u città for te impor tante e su bì vari assedi. Le sue fortificazioni vennero demo lite nel J67r. JI 31 agosto 1870, durante i mo vimenti che co nd ussero alla battaglia di Sedan, truppe francesi vi furono sorprese dai ·T edeschi e 1·icacciate su Sedan , Movimento (Guerm d,). Questo problema è appassionatamente discusso e studiato nel dopoguerra da uo m ini -di governo, dagli Stati Maggio ri e d agli studiosi, perchè in esso è sintetizzat:i la 9uestione della forma della g uerra futma, come deduzione normativa dello stud io della guerra mond iale e de.i continui progressi dei mezzi di offesa ·te d i d ifesa. li fine pratico <!d ia soluzione <lei problema è quello d i ricostruire la più perfetta teoria cli g uerra e d i adottare !e più :clo nce formaz ioni organiche, in base ,ii progressi della scienza e della tecnica , pe r addi,,e nire alla più rapida e favorevole soluzione del conflitto. Avviene <hc d urante una g uerra l'evoluzio:ie dell 'arte militare è ra pida, perchè. la guerra crea nuov i mezzi ed insegna an•che il mo do d i imp iegarli; per contro <luran te i periodi d i pace'• essa è lenta. Da ciò consegue ,,che in genere la ·teo1:ia della g uerra' si basa sulla fiso11omià della g uerra ul t ima e la dourina si riduce al per.fezio namento di quanto i n g~;;,r~a si è fatto -o · si sarebbe dovuto fare. D allo stud io •dell a g{1crra ultima talu ni scrittori e stud iosi, m ilitar i e ,non militari, ·,•o rrebbero desumere che la for ma st abiliz:zat<'i no n solo sarà imposta dalle formidabili fortificazion i ~Ile front iere, a cui g li eserciti operanti si appoggie rnnno, nia anche e soprattutto d all ·enorme sviluppo quant itat ivo e 9ualitativ(i dei mez.zi d i fuoco. Ciò porterebbe alla nega?: io ne dei sommi p rinciJìt dcli ',irte della gue rra, e sopra.ttutto d i• <jue! lo dell 'offen siva; e, se no n alla neg;17ionc, calla scaduta importanza dd la ma11ovra, che è co ndizione necessaria della lo ro attuazione . Taluni anche vorrebbero

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che e ntrambe le forme, della guerra Ji movimento e della g uerra stabilizzata, fossero considerate in rapporto d i parità, perchè egual.i ne sarebbero l'importanza e j [ valore ai fini della preparazione alla guerra futura . A sostegno d i tale tesi essi t itano ! cscmpio nella g uerra rnondiale, di certe battaglie dette d i " arresto », che bari no avllto importanza decisiva in q uanto hanno arginato l' irruz ione ne• mica , e salvato, coll'esercita, la causa dell'Intesa. La soluzione della questio ne è t utt 'altro che tacile. Non è inopportuno un rapido esame storico. li secolo X IX è caratter izzato dalle g uerre a rapido svi lu ppo . Alla fine d i tale seco lo le teorie e le dottrine do minanti erano o rientate alla celerità delle o perazion i, e alla rapidità del M . per cercare d i conscgi.1ire, fin dall'i nizio della cam pagna , risultaci decisivi con classiche battagl ie d i annien tamento. T emperava alg uanto g uesta così cleci,o spirito offensivo la preoccu pazione dell'integrità del tcrritòrio n:1zio nale : ciò per scopi morali e po litici, e anche per tinalità mi litari, perchè, data la mole degli eserciti in campo, si volevano assicurare le risorse di tutto il territorio nazionale. Nessuno pe-rò pensava ad una g uerra esclusivamente difensiva e stab:l iz.zata . La g uerra russo-turca del t877-78, col grande impulso dato a P lcwna a!le opere difensive, par ve aumentare nel cam po dottril13rio il valore della difensiva . La tendenza si accentuò in seguito alla guerra anglo-boera, <la cui si trassero insegnamenti troppo affrettati, senza considerare le pa rticolari concli?;ioni i n cui quella g uerra fu combattuta e, guel che p iù coma, che nel la sua fase risolut iva essa aveva assunto decisamente il caraucrc di g uerra di movime nto. La guerra russo-giapponese, per q uanto avesse c! i,noscrato la necessità cli uno sviluppo lento e metodico nelle operazion i, ave, a anche d imostrato la superio rit;\ ciel i 'offensiva, e la possibilità del ,'yf. anche d i fronte al fuoco micidialissimo delle armi moderne, alle tri;1eec ed ai reticolati. Aveva anche dimostrato la necessitil della cooperazione fra le varie armi, ma che lo sforzo era basato sull 'az ione della fanteria: alle altre armi incombeva il com pito d i facilitare la manovra della .fanteria, la q uale r iusciv:i a prevalere sul nemico col fuoco e coll' urto, ossia col lvl., perchè il so lo fuoco non ha la capacità d i far abbando nare al d ifensore k posizioni occupate , A q uesti concetti era inspirata la regolamentazione prebel lica: soprattutto sanz io nata la necessità cli valorizzare l'aumentata potenza' del [uoco, 11011 solo 1i fini d ife,uivi , ma anch e e soprattutto ai fini offensivi, pe,· rendete possibi.le ancora per essa la guerra d i M. Jn F rancia anzi si esagerò, spingendo all'ec~.c sso la teoria che s..:.rnzionò f attacco a fonda con vi~lenza per parte ddle avanguardie, per non dare tempo al nem ico d i riaversi dalla sorpresa cd orientarsi: col cbe si veniva a m enomare l'import21na dell 'azione d irettrice del Capo e<l a ridurre l'azione ad un }f . non coord inato, slegato, quasi individ uale delle unità verso g li obiettivi. La do tt rina prebellica re<lesca, pu r essa decisamente orientata al M . e ali 'offensiva, cercava la soluzio ne sv iluppando b ma110vra alle Jli, e q uindi con M . i11 tal se11So, anzichè in profondità : per tale scopo nel 1914 atlUÒ uno schieramento amp lissimo, colle grandi unj,à dfiancate, sudd iv ise ir. colonne relativamente poco profonde, precedute da avanguard ie a breve distanza . Lo schieramento (avanzatissimo per vantaggio del lvi. , il q uale si sare bbe sviJuppato ol tre front iera) r ispo,1d ev3 alla d uplice esigenza della manovra e del Al/. e pperta nto era i<lo neo pér una offensiva fulminea . travolgente, cond ott~ con tutte le forze : all 'esercito era impresso un .i1 . conti.nuo e celere, che doveva aver il risultato cl i annientare l'eserciw nemico. In omaggio a ciò 1

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e per conseguire per esso i massimi risultati, i Tedeschi hanno violato la neutralità del Belgio. Durante la guerra mondiale gli avvenimenti, dal punto d i vista del M., si possono raggruppare in tre periodi: 1°) (1914) in cui gli imperi centrali cercano invano la rapid:i soluzione del conilitto colla manovra e col M.; 1°) (1915-1917) in cui, nonostante le cliversioni nei campi di battaglia fuori d'Europa, ancora invano ricercanti la lotta in campo aperto col M., vi è l'equilibrio delle forze fra i belligeranti. I.a lotta, per rompere questo equilibrio, tentata con ogn'i mezz.o, si trasforma in lotta d i logoramento, dando luogo· alla forma caratteristica della guerra stabiliz1.ata: i belligeranti in essa e per essa decisamente e fermamente $i propongono d i rendere inviolabili i fronti o.:cupati; 3°) (l918) in cu i l'Iotesa, pre~lisposte e messe in azione le forze (uom in i e mez.zi) per rompere l' equilibrio del periodo precede!lte in proprio favore, spezza i sistemi difensivi nemici preparati durante il periodo della guerra stabilizzata e, ritornando alJa guerra d i ,'l!J., consegue la sospirata vittoria finale : l'esempio più fulgido ne è Vittorjo Veneto.

Oggi la dottrina è p revalentemente orientata alla guerra d, M ., anche se non mancano val idissimi soste.nitori ,lella guerra stabil izzata. Tale prevalente orientamento è anche giustificato dal fatto che la gllerra d i 1\,/ . rappresenta il caso pi,, <lifficile, e, come tale, include anche i casi meno compJicati. SulJa grave questione, scartando ogni so luzione estremista, si può dire: 11) La guerra di M. è la sola che

offra libero campo all'attuazione dei sommi principi dell'arte della guerra e particolarmente all'offensiva. Solo essa consente la soluzione rapida, favorevole, decisiva <lei conAitto : in essa e per essa hanno libero gioco i valori più eccelsi di cui ) 'arte della gu,·rra è sostanziata: genio di capi, virtù di soldati, potc11za morale di popolo; b) la potenza del fuoco ha oggi importanza grandissima, ma benchè oggi sia r::iggu:udevok, non basta da ~oJa a rjsolvcre l 'azionc.

Occorre infattl la manovra, che è Jv/., per concentrare in un trarto e in Dn momento de terminati> favorevoli per

l'attaccante e pericolosi per il d ifensore, i mezzi occorrenti per ottenervi la superiorità dello sforzo; ma, soprattutto , occorre l'azio~c dd la fanteria, azione che è M., preparato e appoggiato dal fuoco, e che culmina nell'urto. La manovra, anche se costrenta dalla continuità delle fronti e dall'accresciuta potenza del fuoco a svolgersi in raggio per solito più limitàt~ ed a seguire sviluppi più metodici, conserva però 1·utto il suo valore . La r isoluzione del combattimento spetta ali ' uomo, fattore cd obiettivo primo della lotta. I mezzi 1i1atcriali non sono se non sussidi all 'azione del combattente; la loro efficacia si misura soprattutto sul valore dell 'uomo che li impiega, ed è inversamente proporzionale al v:,lorc d i chi la subisce. Truppe ben addestrate, nutrite di arden te spirito combattivo, possono avere ragione di un avversario dotato di mezzi anche molto superiori. Oggi la fanteria è in grado di proseguire il M. con mezzi prop ri nella zona più ravvicinata, dove più non là soccorre il tiro delle artiglierie proprie, e neppure quello del le proprie 111itragliatrici pesanti; scopo del movimento e conclusione della lotta è l'urto sul fronte, sul fianco, sul tergo; urto che, se p ure non conser va la f.orrna dell'assalto classico su tutta la linea, ma si spezza in episodi singoli, è pur sempre, nella somma di questi, la irruzione violenta , he costringe il nemico alla fuga e lo an. nienta nella lotta corpo a corpo. Perciò, nonostante i progressi dell 'armamento , la figura del combattente primeggia sul campo di battaglia; e segnatamente vi domina la fi. gura del fante, sostenuto e sospinto soprattu~to dalle sue

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forze morali, che l'armamento perfezionato integra ma non sostituisce. Ma l'azione del fante deve essere razionalmente preparata. La guerra di M. nonost,uHe la grande importanza del fuoco, e lo straord inario sviluppo dei mezzi di d ifesa, è ancora possibile, e anzi forse più che in passato, colla aDtuale tendenza alla Motorizzazione (V.) e alla Meccanizzazione (V.) degli eserciti o di parte di essi, per poter dar<.: alle operazioni, nonostante le trin'cee ed i reticolati, e fin dall'inizio della campagna, spiccata caratteristica di M. La forma di guerra stabil izzata pi;Ò e <leve essere valorizzata ai fin i della guerra di M. nell'attuazione dei grandi principi dell'arte militare, e specialmente di quello della massa. Nel quadro della manovra, data l'attuale enorme estensione dei fronti di sch ieramento, si può e si deve assumere atteggiamento difensivo (e quindi la f.orma d i guerra stabilizzata, mediante cordoni di trincee e dife;e accessorie) in determ inati tratti del fronte, per ammassare uomini e mez.,,i nei tratti ove debbono svilupparsi k azioni principali e risolutive . Questo fatto può avvenire anche all 'inizio di una campagna; perciò, come qualche Sta-to ha già fatto o fa, sotto la parvenza di scopi difen sivi e di /Jicurcz.,,a, si possono e debbono cingere di forti e di retf~olati, con utile prodigalità, oltr<.: che per assicurare l'inviolabilità del territorio, anche a scopo offensivo di guerra di M. per poter irrompere senza preoccupazioni nel territorio nemico nel tratto prescelto per I 'azione principale e risolutiva. La guerra di M., esige che (come con chiarissimi esempi anche la guerra ultima ha dimost rato) non si deve essere schiavi dell'inviolabilità ciel cerritorio che spesso obbliga, col diluirsi delle forze, per tulto voler coprire e difendere, alla guerra di cordoòc e stabilizzata. Perciò, se fosse necessario, o all'inizio di una guerra o durante il suo svolgimento, l'abbandono temporaneo di qualche lembo d i territorio nazionale, non si deve esitare: Governi, capi d 'esercito e popolo devono esservi preparati. La vittoria restituirà tutto ad usura: mentre se la vittoria non arriderà a nulla sarà valsa l'occupazione materiale effettuata. Ove per gravi interessi politici, ma specialmente militari , tale inviolabilità sia indispensabile, per assicurare tutte le possibilità alla guerra d i M ., è necessario ricorrere quanto più possibile alla fortificazione, provvedendovi tì.11 dal tempo di pace. La guerra stabilizzata può essere in1posta e rappresentare una necessità, per una inferiorità 1 generale o localizzata, <li breve

o di lunga durata . A raie eventualità bisogna essere preparati per saperla fare ugualmente bene, col p roposito pèrÒ di rompere, appena possibile, l'equilibrio, e passare alla. forma della guerra di M., attuando e valorizzando il procedimento ditcnsivo-cormoffensivo, il quale, come la guerra mondiale ha d imostrato, ha oggi, appunto per la aumentata efficacia dei mezzi difensivi, maggior valore che in passato . La guerra di M., per l'impiego degli attuali mezzi e delle nuove possibilità di cui si è arricchita parallelamente alla difensiva, non p()'(rà essere rapida: dovrà per contro essere sapiente e metodica, per realizzare Ja combinazione degli sforzi e coordinare immanentemente il fuoco col M. Le battaglie saranno lunghe e forse molteplici: molto d ifficilmente con una sola battaglia potranno ottenersi I 'anaicntamemo del nemico e la vittoria decisiva. Perciò è essenziale nella guerra di M . alimentare la lotta, specie nei t ratti •ove avviene lo sforzo. decisivo. Importanza capitale hanno i collegamenti, chedevono valorizzare, senza r inunziare a nessuno degli antichi, i mezzi più moderni ed i più moderni trovati della, scienza. Analoga importanza capitale ha nella forma di.


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guerra mossa e 1nanovrata~ la organizzazione del A-/ . Nel secolo X IX il movimento nell a manov ra era basato sull 'attitud ine alla marcia della fan teria, Tale forma semplice si è nel .secolo XX molto complicata, cu lm inando nell'a guerra mond iale, e con tendenza ad ancor maggiore complcssi!r,ì per la presumibile forma della guerra futura, causa la maggiore estensio ne nel tempo e nello spazio. Le marcic non hanno perduto il loro valo re, come molti avvenimenti .della guerra mondiale hanno dimostrato, so~ prattutto in certe zone non ricche d i comunicazioni~ specie ferroviarie.

Ed avran no anche in futuro fl.lnzio ne integra.

t rice <lei mezzi d i trasporto celer i, sia nei trasporti cli radunata, che io quell i d i schier.imento nell' imm inenza del!e operazioni in grande stile . Nella guerra mondiale si è d imoscrata una reazione alla teo(knza iniziale alle mar cie forzate: si sono dimostrate pi,, utili per le operazioni le tappe d i circa 20 Km. Per le g randi unità invece si sono imposte , causa le offese aeree e L'osservazio ne dall'alto del nemico, le marcie notturne . La prevalenza nella guerra mo nd ia le è stata dei trasporti meccanici : la ferrov,ia e l'automezzo hann<> realmente rivoluziona to il M . nel campo strategico oltrechè in quello tattico e logistico, per cu i_ certamente in avvenire lo svilu ppo delle opcraz.ion i sarà impern iato su tali 1nezzi . Ne consegue che l 'organizzaz.ionc del M. sarà q uanto mài delicata e complessa, per dover coordinare lo spostan1ento d i grandi_ masse su mezzi di velocità differente. Le d ifficoltà aumenteranno <lurante le hattaglie, per l'interferenza fra operazion i e serv1z1 e per le complicazion i conseguenti alle offese aeree nerniche.

Movimento delle Grandi Unùà . l': preceduto a grande d ista11za ,da ll'esplorazione aerea; a d istanza minore dalle g randi uni tà celeri in esplorazione avanzata; nella wna più r:ivv ic(nata dai nuclei d'esplorazio ne vicina. Il M . delle g randi unità ha caratteristiche dil'crsc a seconda che :-;~ e ffetlua in lontananza o in vicinanza del ne1n ico. In lontananza del nemico l 'ord ine e la successione delle ·g rand i unità è regolato bensì tenendo conto dell'ipotesi <li schieran1eoto prevista nel disegno operativo, ma rinunziando, sempre che occorra, ai legami tattici, allo scopo di sfruttare n el modo più proficuo per le truppe la rete stradale -: gli alloggiamenti. l n questa fase si utilizzano tutti gli itinerari e tutti .i mezzi di trasporto d ispon ibili, ferrov ie comprese, si sfruttano tutti gli alloggian1ent i si as:;icu ra alle truppe i l massimo benessere. G ià d urante questa fase le truppe sono esposte alle offese aeree : la protezione contro di esse si o ttiene special mente coli 'eseg u ire i movimenti d i notte e provve<len<lo durante le soste col ruaschcramcnto, coll'occult amento e coll a d ifesa comraerei . L'esecuzione d i questi M ., che interessano grandi masse cd impegnano tutta la rete stradale (a prescindere dai trasporti ferroviari) rich iede una preventiva organizzazione, specie per qua.nt0 riguarda utilizzazione degli itin,rari e dei men.i . Siffatta organizzazione, p redisposta fin d al tempo di pace, mediante stud io e preparazione del ·terreno e del personale, e basata sulla manovra del personale e dei mezzi d i trasporto, trova immediata appl icazio11c all'inizio delle ostilità si pedeziona coll 'esccuzionc dei primi n1ovin1enti e deve funzionare per t utta la durata delle operazioni. Nei Nf. in vicinanza del nemico lo spostamento avviene ancora -sfruttando tutti g li itinerari cd anche i mezzi d i trasporto disponibili; ma i legami tattici nell ' interno del le grande_ 'llnirà d i prima schiera vengono r istabiliti. I M . comin uano ' ad . eseguirsi prefer ibilmente di notte, finchè possifoilc; ma con particolari accorgimenti, Lo scagliona1

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mento delle grand i unita di p rima schiera e la d istanza fra queste e le unità d i seconda schiera vengono gradatarneme adeguati alle esigenze del possibile incontro col nem ico. Il passaggio dall 'una all'altra fase del M. si ba per regola quando un· incontro cogli clementi avanzati delle truppe celeri nemiche d iviene possibile. Questo mon1cnto non si può_ dete rm inare secondo una regola fis!>a; dipende dalla situazione, dalle notizie sul nem ico, <lai lctreno e dalla <lisponibilità d i truppe celeri. li passaggio non è brusco n1a graduale; conviene, per la sciohezza dei N/. e per la conservazione delle energie del le truppe, n·o n · ant iciparlo senza necessità . Esso deve essere attuato al più tardi q uando avviene i l contatto Era i grossi delle opposte

esplorazioni avanzale . tvfovimcnto (Tattica). V . Sbc,/zo

e

So.,ta.

Mo11imcnto (Logistica). Tutte le attività concernrnt i i servi:ti e le operazioni logistiche, nel lvl. assumono particolari aspetti e si svolgono con r itmo accelerato ed in uno spazio lim itato. Il _M. si effettua con la marcia e coi trasporti. Lo .scopo essenz iale è sempre in relazione agli obbiettivi <la consegui re ed è vincolato all a d isponibi lità d i l\1ezzi e d '~t inerari ed alla reaz ione del nemico. La mobiliti, della truppa è una caratterist ica degli eserciti tendenzialmente offe nsivi. Può essere conseguita con razionale cd assiduo addestramento, con propaganda morale ncll 'arnbiente este rno, con adozione rii mezzi mecca.. nici pel trasporto e pel comhattimemo. li problema del M. è quind i complesso più di quanto non sembra; non coinvolge solo la scien7,a e l'arte mìl,tare, bensì interessa un po' w tta l 'attiviti, della nazione. Spiccatamente idonei al M. furono, nel passato, le legioni I)'.lanipolari dei Romani, gli eserciti p russiano di Fcderigo JI, quello svedese del n.: Gustavo Adolfo e le armale napoleoniche. Movimemo (Ordine -di). Documento compilato dal la cl ireziooe t.rasport-i militari o da l)c sue dc-legazioni. Ha valore d'ordine esecutivo ,tanto pn l'autorità mii. come per quella ferrov iaria. Serve a predisporre uno o pm trasporti di truppa, o d i materiali m ilitari, per ferrovia . .È il risultato d'uno studio accurato, col quale 1•ufficio compilatore cerca d i effettuare il ,W. con b maggiore comodi tà possibile della truppa, in relazione agli scopi da raggiungere, ev itando ingorghi sulla rete ferroviaria. Consta d 'una prima parte, (love vengono descri,ti sia la composizion<;, dei reparti da trasportare, sia quella del t reno, e d 'una seconda parte, nella q uale si indicano !"itinerar io da percorrere, gli ora ri cd i luoghi di vettovaglian1ento e i.i i pe rnoltazionc. Moys, Vil!aggio della Germania. nel circolo di L iegn itz . a sud-est d i Gorlitz. Combatti-ngn/o di Moy.< (7 settembre J 757). Ap11anienc alla guerra dei Sette Ann i. La disfatta del 18 giugno presso Kolin .aveva ccstretto Federico il Grande a togliere l 'as. sedio di Praga e a ritira rs i in Sassonia. Frattanto anche i Francesi, dopo la battaglia d i l·fastenbcck (26 giug no) s~ erano avanzati fino a Lipsia. Federico de<;ise d i portarsi con parte dell e sue t ruppe contro i Francesi , ment re il duca d i Bevern con 41.000 u . avrebbe coperto la Slesia e la Lusazia contro l'cscru to austriaco che <:ontavn l2t.ooo uOJnini. Il duca <:li Bcveru i l 31 agosto era in posizio ne a Gorlitz, col corpo d 'armata Winterfdd d istaccato ad oriente della Neisse. Il duca aveva fauo .occupare e fortificare con la maggior parte -de lle sue forzel al suo comand" diretto, una posizione abbastanza forte a sud d i Gorlit7.i. sulla r iva sr., della Neisse . W intedeld col suo

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C . d 'A. aveva scelto una posizione sopra un altopi~no \licino a GOrlitz, sulla rlva dr., e si era trincerato sullo Jiickelsberg che si trova due Km . avan ti al!a località prescelta. Guarnì la posizione occupata con due cannoni da .1 2 libbre e con quelli di reggimento e con d ue bgl. gra• nat icri . Gli Austriaci ava nzarono collltro queste posizioni il 7 settembre: Nadasdy doveva assalire, sulla riva sr . della Neisse, con 32.000 u. il C. d'A . di Winterfeld cl,e concava solo ,3.300 u. A sostegno di questo :ittacco stava il grosso degli Austriaci (pr incipe Carlo di Lorena e gen . Oaun) di fronte a Bevern sulla sr. dell a Neissc. Winterfeld ritenne il movimento di Nadardy co111e una manovra d i, mostrativa.

Così. lo

schieramento aus triaco rimase com ~

pletamente inosservato fino alle 10 del mattino, e alle JI l 'attacco riuscì sorpresa per i Prussiani . Sullo J:ickd sberg si venne ad aspro combattimento. Winterfdd accorse e fece avanzare il suo C. d 'A. sul Langen Be rg, conduceudo in persona i due regg. più prossimi verso lo )iickebberg, dove rimase mortalmente colpito . il duca di Bevern ed il generale v . Kannache r riportarono avanti i reggimenti

ci,

con l'Jng hilterra a causa delle frontiere, conflitto che ebbe la , sua conclusione col tratcato del 1891 , in segui.lo alla confcre n7.a di Be rlino, in base al guale _il Pontogallo per• dette alcuni territori sui quali era mancata l'occupaz ione effettiva. Du ranlc la guerra Mondiale, il M . subì ripercussioni in seguito allo sconfinamento delle truppe coloniali germaniche dal T anganica.

Mozzo. L'abitudine di imbarcare i ragazzi sul le navi per apprendere l'arte <lei mar inaio, risale al med io evo. Sulle ga lere esisteva il mozzo dcll'aguzzi110, che gli serviva di aiuto. Sulle navi a vela il moz.zo , che era anche chiamato <( mezzomarinaro >) , era adoperato per la manovra delle vele più alte e pitt leggere e per i servizi piì, umi li : scopare il ponte, lu9trare i metalli , aiutare per i viveri. ecc. Nelle marine da guerra il sistemo\ d i a rruolare giovani mozzi è stato in vigore fino a p0chi anni or

e riuscirono a riprendere nuovamente il rnonte, m a ven~

nero alla fine sopraffat ti dal numero ; Kan nacher iu fatto prigioniero, e lo Jiickelsberg rimase agli Austriac i. In quest a battag lia i Prussiani perdettero 51 ufficiali e 1814 u ., 7 ba11diere e 5 cannoni; gli Austriaci 79 ufficiali c 1,198 uomini .

Mozambico. Colonia portoghese dell'Africa Orientale. su lla costa dell'Oceano Ind iano, capo!. Lorcnço-Marq ucs . li suo te rritorio ha una superficie <ii circa 763.000 kmq . cd uno sviluppo costiero di 2300 km ., con una popolaz ione d i cifra 3 .516.000 abitant i, d i cui 18.000 bianchi. La colonia è attraver,1ata da tre grandi fium i : lo Zambesi. il Save ed il Limpopo. Il taritorio è d iviso in setl.e distretti, an,m inistrati ciascuno da un governatore. Gli Arabi che, nel X secolo , aveva no ocCl1pato la costa orientale dell'Africa fi no a Sofala, erano ancora i padron i del litorale che oggi ha nome di Pt<)Vincia del M . , quando , nel r 502, la flotta di Vasco da Gama, nel suo viaggio verso e dal, l'India, toccò ed esplorò quelle coste; tre anni dopo, Pero <ie, Anaya Eu inviato dal governo portoghese nel!" Africa Orientale con sci vascelli e fondb a Solala )a prima capitaneria portoghese. Ai Lusitani occorreva un porto sicuro per le navi numerose che allora facevano il lungo viagg io delle Indie, e pertanto nel , 508 costruirono la fortezza · di M. e poco più t àrcli occuparono i punti migliori de lla costa . Grndaiamencc alla do minazione araba si sostituì ri ,\ella dei Portoghesi, tanto cbe , nel r5Jo, guesti poterono co nsiderar si i padron i assoluti cielia cosca dell 'Occanu Pacifico fino oltre il fiume Save. Fino dai primi tempi della conquista vennero erette numerose fortezze sulla costa. eh-, serYirono di- d ifesa della tolonia fontro gli attacchi degli Arabi e degli Olandes i. Nel 1569 la colonia diventò « Provincia di }!. ,, e Ieee parte a sè invece d i dipendere dall 'India come era stato fi no a quell'211no. Verso il prinéip iÒ del sec. XVIL ha inizio !a decadenza del la colonia; essa coincide con la decadenza della mad re pat ria che, so uoposta alla corona d i Spagna, aveva perd uta la propria

indipendenza. Ad aggravare la situazione con tdbuiscono g;li assalt i degli Olandesi lungo la cost J e l'azione inva-

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deritc degli Inglesi pér prender possesso d i Lorcncço-Mar. q ues . La sovranità purtoghese andò sempre più scemando, e spltaoto nel sec. XIX, dopo una serie di vigorose campagne, fu assicurata l'occupazione totale della colon ia, insieme alla sua completa pacificazione. Iniziatore di q uesta conquista defin;tiva fu il genera le Augusto Castilha. Nella storia del.la colonia è d i particolare importanza il conflitto

iv1oz:z.i <lclla !\ib rina italia113

ora va lentamente scomparendo . I giovani <lell'età intorno .:i. i 12 anni erano arruolati in scuole: speciali, nve si addestravano alla vita del ;,,are con lu11ghe campagne alla vela. Nelle scuole per mozzi si raccoghevano spc.;s::.o i d i,,coli. Le ultime navi che nella mar ina italiana hanno servito cornc. sc:uolc-moz-z:i sono state- il Vittorio En1anucle, la Ch ioggia. il Palinuro, il M isi,110, la Ca raccioln, il Vespucc i e il F lavio Gioia. fvtolte di queste unità sono ora ::i.n rorate. nei porti perchè non più atte a navigare, e sono in consegna a Il 'Opera Nazionale Balilla che vi addestra i

s0110;

Con l i1H rorluz ione del .>Ìstema a vo]on~ tari:no In triarina italiana arruola i g io vani all'età di 16 anni

propri marinan.:tri .

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ci-rea e li addestra alle special ità in cui sono divise le c3.tcgorie degli equipaggi . Le scuole specialisti hanno !;Osti, tuito completamente le scuole mozzi . Questo sistema è


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generalmente ~<lottato anche nelle altre principal i manne. Nella marina 1ne rcantile sussiste ancora il mozzo, in mi-

sura però assai limitata.

Mozzoni (Giovanni) . Generale, 11. e m. a Milano (l8371925). Sottor. di cavalleria nel 1859, partecipò alle campagne del r859-1866 ed a quella del brigantaggio, nella qu~le meritò la mcd. d 'argento. Colonnello comanda nte i c~val!eggeri di Vicenza nel 1888, andò in P . A. nel 1895. Magg. generale nella riser va nel 1898, fu promosso ten. generale nd r907.

Mozzw,.i Pietro. Generale, n. a Belluno nel 1865. Sottot. d i fanteria nel 1883, partecipò alla campagna eritrea del 1~.88; frequentò poi la scuola di guerra e passò nel cor po di S. M. nel quale d ivenne colonnello nel 19 15. Entrato in guerra contro l'Austria quale capo di S. M. del Xli C. d 'A., comandò nel 19r6 )a brigata Benevento. Magg. generale nel 1916, comandò il gruppo a lpini E. e p oi la Brigata Venezia. Nel 1917 ebbe il comando della 51" <l:vis. e poi della 6oa, ottenendo a Nervesa (19r8) la med. d 'argento; nell'ottobre passò fra i pr imi il . Piave e guada~nò la croce d a cav. dell 'O. M. S. In P. A. S. nel 1920 ebbe nel 19;23 il grado di generale di divisione. ,vfozzoni Adolfo. Co nsole generale della M.V.S.N'" n. a Modena nel r8i9· Partecipò alia gnerra ita lo-austriaca dal i91_s al 1918 divenendo ten . co!onnello, meritando due med . c1 ··arge nto e

una di bronzo .

Venne nominato Console gencrnlc, comandante la VI zona, nel 1927; passò poi a co111a11darc il Gruppo autonomo della Ca labria, i) 20 gruppo legioni a N ovara, e divenne Mozwni Adolfo

nel 193 r Ispettore genera le dei reparti ·unive rsitari.

Mrzli. Monte sulla sr. dell'Isonzo, fra lo Sleme e il Vodil a N.-0. di Tolmino e a S.-E. del Monte Nero, da cui d ista 6 Km. in linea d'aria. È alto 136o ru . Gli Austriaci lo avevano fortemente munito, come posizione protettiva della testa di ponté di Tolmino. Ven ne attaccato dalle truppe dell '83 divis. (generale Lang, poi Marghier i) sulla fine di maggio e i primi di giugno del r915, ma le operazioni furono ostacolate dal maltempo e da lle piene dcli 'Isonzo. L'attacco fu ripreso nel luglioagosto, e ancora (brigata Modena, gen. Marafini, poi Aveta), nell 'ottobre, quando venne preso il cosiddetto « tri ncerone del M. », e -ancora nel novembre: ma l'al ta q uota rim ase agli Austr iaci.

Mun

caçicamento di granate di med io e grosso calibro; ma esso trova anche imp iego nei lavori. dj mina.

Muctar (Alzmcd pascià). Generale turco (1832-1899). Insegnò dal 1856 al 1860 arte mii. alla Scuola mii. di Costantinopoli. Ebbe il comando della spedizione del! 'Yemen, dove divenne governatore, passando d ue anni dopo ( r873) con la stessa carica a Creta e poi al comando del C. d'A di Erzerum, che difese nel · 1877-78 contro i Russi, dai quali fu battuto od Alagia Dag, ciò che non gli impedl di ricevere il titolo di Gazi, o Vittorioso. Nel 1878 fu ispettore generale dell'artig!jeria t urca. Nel 1885 fo Alto Commissario in Egitto. Mudania (o Mudanie/1 , ant. Myrlea). Città dell 'Anatolia , sulla riva del mar d i Marmara, Fu presa e distrutta da Filippo V di Macedonia.

Convenzione di Mudania (10 ottobre 1922). Fn conclusa fra Tui;chi e Greci, in p resenza e col. concorso dei generali alleati, ita liano, i nglese e francese, dopo la gnerra nell'Anatolia (V .). Venne stabil>to che entro 15 giorni le truppe greche avrebbero sgombrato la Tracia orienrn!e; che i poteri civili in tale regione passerebbero ai Turchi pe l trami(e degli Alleati entro un mese a! massimo; che i! Governo turco non avrebbe in Tracia forze militari, ma solo una gendarmeria; che il ritiro del le missioni e delle t ruppe alleate avrebbe luogo entro un mese dalla data della firma . Agli Allea1ti erano riservate, in corrispondenza degli Stretti, zone inrerdeue alle eruppe turche : essi si rmpegnarono di nou aumentare .i loro effettivi e di non eseg uirç lavori d i fortificazione; analogo impegno presero i Turchi. Contingenti di uuppe alleate sarebbero stati mantenuti nella T urchia Europea fino alla conclusione della pace. Finalmen.te impegno da parte del governo nazionale t urco di non trasportare nè levare truppe dalla Tracia orienta le fi no alla conclusione della pace . L'armistizio fu confermato e integrato dalla pace di Losanna (V.) nel l'anno seguente.

M uctar pascià

M udra Bruno

M. S. T. Esplosivo di sicurezza a base d i n itrato di ammonio, che porta anche il nome di « Nougat » . È una miscela composta di nitrato di ammonio (p. 48,95), dinitronaftalina (p . 7,05), tritolo (p. 44,00). Si prepara con pezzi di schneider ite compressa cementati con tritolo fuso. Ne risulta una massa a struttura compatta colocata- a macchie gia llastre alternate con macchie a.rd~cio ne scuro,

d i aspetto simile al torrone (nougat). Non è igroscopico, a causa dell ' a:iionc protettiva dello strato di tritolo. Per la carica d i scoppio dei proietti, si prepara direttamente negli stessi, introducendovi prima i pezzi d i schneiderite e versando poi il tritolo fuso su di essi. Ques,to esplosivo, durante il con flitto mondiale, fu largamente adoperato per

M udra (Bruno von). Generale tedesco, n , nel 185 r. Raggiunse il grado d i ten. generale nel 1907. Al l'inizio çella guerra Mondiale era comandante del XV[ C. d' A. ; ne lla guerra comandò dapprima tale corpo, passando nel d icembre 1916 al comando dell'8• armata, nel g iugno 1918 della 1•, nell'ottobre 1918 della 17a. Fu collocato in congedo nel 1919. Mudros, Porto dell' isola di Lemno. D urante l'impresa dei Dardanell i i Francesi vi stabilirono una base navale.

Armistizio di Mudros (31 ottobre 1918). Fu concluso fra la T urchia e il generale Francbet d'Esperey, a nome


MuF

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377 -

delle Potenze che avevano combattuto sul Fronte Mer idionale (Ital ia, Grecia , Franc ia, Inghilterra). Tale armistizio trovò la sua intcgra:iione nel trattato di Sévrcs (1920). Muffat de Saint-Amour (Giampietro). Generale austriaco, n. della Savoia, m . nel 1734. Servì sono Eugenio di Savoia, distinguendosi a Cremona, a Torioo nel 1706, in Ungheria, dove combattè a Petervaradino ed a Belgrado. In Austria divenne colonnello del rcgg. dragoni " Saint-Amour » e fu fatto conte e promosso generale. In seguito fu nominato governatore di Pavia e ten. maresciallo. Nel 1734, al principio della campagna contro i Franco-Sardi, rimproverato dal gen . Mercy d 'Argentcau d i aver favorirci Carlo Emanuele lii all'affare di Casalmaggiore e del passaggio dell 'Oglio, M.. ne morì di dolore . Mugarone. Frazione del comune di Bassignana. I n qualche testo francese è detto di M: il com batti memo del 1799 p iù prop riamente chiamato di Bfmignana (V.). Muggia (ant. Myla). Comune marittimo in p rov. e nel golfo di Trieste, col cantiere di San Rocco, che costruì numerose navi d a guerra ausuiachc. Ebbe in antico un castello e mura. Fu preso e d istrutto nel r354 dal-

Mutt

rare la nave austriaca Wien, di 5500 tonnellate, la quale colò a fondo. Muggia . Cacciatorpediniere, ex austriaco col nome Csepe/, costruit o a Porto Re nel .r912 e preda bellica dopo la vittoria italiana : entrò in servizio nella nostra marina nel r920. Tonn. 614, velocità 32 nodi, armamento 11 mo, VI 76. lnviato in Cina nel 1927, affondò per urto contro uno scoglio nel 1929.

M ilhlberg. Città della Germania, nella Sassonia, sulla dr. dell ' Elba. Battaglia di Miiltllm-g (24 aprile 1547). Ap partiene alla guerra Smalcaldica. L'imperatore Carlo V, esteso il suo predominio su tutta la Germania meridionale, si era ri-

volto contro il capo della lega Smalcaldica, Giovanni Federico elettore d i Stissonia. Questi, dopo a,•tr trascurato di ch ia mare i n campo tutti i Protestami dolla Germania contro l' irnpcrato1e, aveva altresì indebolito il s uo esercito, inviando una parte delle sue truppe in soccorso dei Protestanti boemi, e non disponeva ora che di 4000 u . a piedi e 2000 cavalli. L 'esercito imperiale, comandato dal duca d 'Alba, composto di 17. 000 font, e d i 10. 000 cavalieri, passata l'Elba, si trovò di fronte alle truppe del1'Elettore sotto M . Lo scontro fra i due eserciti fu sanguinoso, ma la superiorità de] n ume ro degli Imperiali ebbe il sopravvento; le truppe protcSt3nti, dopo aver subìto perd ite gravissime , furono volte in fuga, lasciando al ncn1.ico gran nun1ero di prjgionicri, fra cui lo stesso principe. La d isfatta di .lvi. determinò la rov ina della lega Smalcald1ca, giacchè poco dopo i Protestanti si sottomisero ali 'impe ratore. M uhldorf. Comune della Ger mania, nell'Alta Baviera, sull ' lnn. Ebbe in antico un buon castel lo . l. Battaglia di Miiltldo,-f (25 agosto 1257). Fu comballl!ta dal re Ottocaro 1T di Boemia, il quale tentava d i impadronirsi del ducato di Baviera, contro le t ruppe del duca Enrico, .il quale r iusd ad opporsi felicemente al tentativo, battendo e cacciando dal Paese .le truppe reali.

II. Hauaglia di Mùltldorf, deua. anche d i Amp fing (28 settembre 1322). Fu combatt uta fra Luigi V di Baviera e Federico il Bello d ' Austria, già da otto anni in guerra fra di loro per l'assegnazione della corona ro,nana. Federico s'avvalse dell"aiuto, d a lui stesso rich iesto, dei fratelli Leopoldo ed Enrico, d i vari signor? austriaci e

Bombardamento di aerei itaHani nel Cantiere di ~1uggia (r917)

I' ammir. genovese Dario Paganino. D urante la guerra mondiale fu bombardata da nostri velivoli : un 'incursione aerea ;n grande stile fu eseguita l' u febbraio 1917, producendo gravi danni sul cantiere. lmp,·esa di Mttggi" (9 dicembre 1917). Fu operata dai Mas 9 e 13, al comando del ten. di vascello Luigi Rizzo. Questi davanti al seno, detto ,, vallone » di M., dovette apr irsi il varco tagliando i cavi d'acciaio che lo chiudevano. Entrato nel vallone verso le ore 23, il Mas 13 potè silu-

dd re d 'Un-

g heria; per contro Luigi disponeva dell'aiuto di vari signori feudali e del re Giovanni di Boemia. La lotta fu inizia.ta al mattino, dopo che all'uno e all 'altro degli eserciti giun~ero j rispettivi rinforzi ed enrramhi e-bbcro esegmtc k necessarie manovre d i preparazione. Re Luigi vestì undici suoi fidi ca~1erati coll'identica sua uniforme e appena mosse con loro alla testa delle sue forze per attraversare l'Isen, gli Ungheresi lo attaccarono. Due volte i Boemi, eh ·erano con Luigi, irruppero nelle file austriache e due volte furono respinti, lasciando nelle man i del ne mico 500 cavalieri. Lo stesso loro re Giovanni fu ferito. Federico s'affrettò a recare il suo aiuto alle trup pe attaccate, e con alterna fortu na il combattimento proseguì fino a mezzogiorno, allorchè la cavalleria boema ,fece un nuovo assalto. Anche i Bavaresi tentarono di attaccare , ma gli Ungheresi tennero fermo. La via all' lnn e i ponti di M. erano guardati dalle truppe d i Federico. Dovettero allora le forze di Luigi tentare di aprirsi un varco i n direzione di Ampfing. Presso questa località si ebbe la deci;ione:


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MuK

gli Austriaci attaccarono il fiaHco sr. dcll 'cscrcito bavarese, ma subirono perdite considerel'oli e furono definitivamente respinti e battuti. li duca Enrico di Austi-ia, fratello di f'erlerico, fu fatto prigioniero: la vittoria rimase a Luigi.

Mukden. Citt.à del la Manciuria, capo \. de ll a prov . cinese di Sceng-king, sulla dr. dello Hun-bo, affluente di sr. del Liao-ho. t cinta di antiche robuste mura merlate; dal 1625 al 1932 capitale della Manciuria. Durante la sua dittatura, il gen. Ciang-Tso-Lin fece costruire a M . un g randioso arsenale, con tecnici e uropei, per la costru~ zione di artiglierie e armi portatili, con grandi depositi d i munizio ni e di materiale bellico . A M. è stata istituita una scuola militaare ord inata alla g iapponese. I/attaglia di Mi,f(den. Si comprende- sotto questo nome la serie di combattimen ti avvenuti fra Russi e G iapponesi nella zona attorno la capitale della Manciuria dal 2r febbraio all'1 1 marzo 1905. Le forze russe, sch ie.-ate a sud della città , dalla piana ove scorre il Liaò-ho alla zona montana, occupavano una lu nga linea fortificata distante circa 20 Km. da M. , appoggiata a occid~ntc a t.ri.nceramenti posti sulle due sponde del fiume Hun , al centro alle pendici che dominano il corso dello Scia-ho, ad orien te alle alture. Vari ind izi facevano ritenere al genera le Kuropatkine, comandante supremo dei R u, si, che il nemico intendesse prendere l'offensiva dai monti verso il piano mercè un movime nto della sua ala d r., intesero a respingere verso occidente l'esercito russd; e avèva di conseguenza progertam di preven ire l'avversario attaccandone la sr. Ma il maresc. Ojama prcu,lcva l 'iniziati va in senso opposto a quello prf'.v isto dal nemico, atituan<lo una granc.lio~~t manovra di avvolgimento da ovest, sulla dr. dei Russi . L'esercito dei. quali, riordinato dopo la battaglia d i Sa11depu1 trovasi così schierato da occidente a<l or ien te : Destra, 2a a rmata (gen . Kaulbars) : distaccamento misto dcl i 'ovest; corpo Cacciatori d 'Europa; VII[ e X corpo: a cavallo del1'1-lun da Sifantai sino a Jansulinsa col I corpo siberiano in riserva . Centro, 3• armata (Bilderling) : corpi V siberiano, XV ll europeo, VI siberiano : a cavallo della linea ferroviaria. Sin istra , 13 armata (Linievic) corpi f europeo , !V, II e lll siberiano: sul\a fronte tlalla colJina d i Novgorocl e il Passo ùi Vanfulin . Distaccamento misto dell 'est: spinto innanzi sull'estrema sr. 2 guarùia clcllc provenienze montane dell'alto Taitse. Riserva generale: un corpo ,d 'armata e mezzo, a sud del iìume Hwi, dietro ii centro. La fronte, appoggiata a una serie <li villaggi fortificaLi, si svolgeva per ol tre 70 Km., ,on posizioni di seconda linea già preparate a tergo. Forza complessiva circa 310.000 combattenti, 1200 pezzi ·completi , 250 bocche da fuoco di medio calibro. Di fronte ai Russi l'esercito giap ponese era schierato lungo una linea, pme fortificata, lunga circa 65 Km . Sinistra, II armata (gen . Oku): 83 , 5•, 4" divi~. fanleria, una brigata cavalleria, tre brig ate fanterja di riserva : a sud dell'Hun ùai p,·essi di 1-!okcntai alla linea ferroviaria . Dieu-o di essa, la Ili a rmata (Noghi) 1a, 7• 9• divis., una brigata cavalleria , una brigata fanteria di r iserva , tU1a brigata ,d 'rutiglicria indipwdcnte : a sud ùel Taitsc. Centro, I V armata (Nozu) Ga e 10"

div ìs ., uoa div_is . di riserva, una briga ta d'artiglierifl indi• pendente, tre brigate fa nte ri a di riser va : ad est della ferrovi,:1 ~ a cavallo della ~trada mandaiin::t, estendendosi ad oriente fino a

con tatto

con la

1a

annata. Destra,

1a.

MuK

378 -

ar-

mata (Kuroki) : Guardia, 2•, 12• divis., una brigata fanteria di riserva : a nord del Taitse, d i fronte al settore avversario compreso tra ,Fe ncliapu .e Kamulin . . Estrema de-

stra, V Ar mata (Kawamura), 11• d ivis., due divis. di riserva, ali 'estremo orientale della fròntc sul\ 'alto Taitse, d i fronte a l d istaccamen to m isto russo. Forza combattente ci rca 3 r5 m ila uo mini, con 900 pezzi campal i e 1 70 bocche da fuoco di medio calibro . Deciso a p render l 'offensiva prima della stagione del d isgelo, il maresciallo O jama d ispose p~rchè le armate V e I avanzassero contro la sr . avversa ria per far credere a una puntata risolutiva da oriente e immobilizzare le forze di quell'ala ; la IV attaccasse le forti posizioni del centro (singolarmente mu nite sulle colline d i Putilov e Novgorod) appoggiata da ll'artiglieria pesante ; la Il e la 111 svolgesse la manov ra

avvolgente, mercè un'avanzata con ptogressiva conversione ad est, prolungando l 'ala verso settentrione, al fine d i cadere sulle comunicazioni a n6rd di M ., in accordo con le altre armate , per tendere se possibile al com pleto accerchiamento dell 'avversario . Primo periodo : fra il 21 febbraio e il 7 marzo. Nella zona montana , la V armata giapponese avanz.ò su due colonne: fino dal 2 0 febbraio l a colonna d 'est rema d r. (2 d ivis. di I iserva) s'era aperta la via all a testata del fiume' Taitsc, mentre q uella d i sr. (11" d iv is.), arrestata <)alle forti posizioni di Ch ingocieng, dovè combattere dal 22 al 2 4 febbraio per ricacciare l 'avversario in cresta, al J>asso d i 'fal in ; e potè poi procede re innanzi in virtù de i progressi fatti a ,oriente dalla colon na vicina e ad occi dente da reparti della 2 a divis . (Kurok i) nella regione prossima al passo di Vanfulin, progressi che minacciavano indirettamente le comunicazioni del d istaccamento orien tale russo. Tale attività della dr. avversaria ribadì nel generaie Kuro!_)atkinc la pc:-rsuasionc che i Giapponesi pre p parassero un 'offensiva a fondo sulla sua sr. ; 'tanto che, contromandato l'ordine -d 'attacco già dato alla dr. (2" a,·. mata) ne sottrasse unità che spostò verso oriente insieme alla ì2' divis. della riser va generale. Le due colonne della V annata nipponica riprendevano l'avanzata il 26 febbraio dopo la conquista del passo di Talin, ma la resistenza tenace dei Russi le arrestò di nuovo il r"' marzo. nella discesa verso la valle del!' Hun , sulla li1\ea Matsiundan-Nantsciandan. Frattanto nel settore contiguo 1'armata Kuroki procedeva decisa : la notte sul 25 febbraio la Guardia e la 123 divis. a ttaccavano i l grande saliente dcllu frootc avver~aria, mentre

la

2a

divis. accingevasi all'at-

tacco dei passi di Vanfulin e d i Kauticlin . Dopo alterne vicende, il 27 febbraio il p,mo cli Vanfu liu fu conquist ato e il 3 marzo la Gua rqlia nipponica , varcato lo Scia-ho, prendeva piede su lla riva settentrionale, mentre la 12' d ivis_ era co&trctrn a ripassare il fiume per ten tare altre vie di_ più facile ava nzata. li ge1l. Kuroki destinò una briga't!i defla 2" divis. a minaccia del distaccamento orientale russo; essa riuscì a stabilirsi suilo sprone

1nontan.o

cb,a separava i due contigui settori, affacciandosi al valico di Tol<orei, donrlé si cadeva sul rov_escio delle posiàoni ava1tzate dei Russi. T unavia alla sera del i marzo nella zona orienta le i Giapponesi erano arrestati dalle tenr,ci rcsisLcnz.e

dell'avvcrsarjo

sulla

via

di Fusciun

e

s ullo

Scia-ho. Le risorse ·del la fortificazione campale, l'aspro terreno, il freddo intenso, contribuivano a dare alle operazion i il carattere leoto proprio dell'attacco di regioni fort.ificatc. A l centro la lV armata giapponese (N:>zu), raccolta su hreve fronte, e ntrava_ in azione il

1'\I

marzo

attaccando il caposaldo trincerato delle colline Putilov e Novgoro<l : la 10" di.vis., all 'ala sr., doveva ope rare a cavallo della via Mandarina contro Sciahopu. Quel tratto di fronte era presidiato dal le corpo europeo (1' armata),

f


M uK

'I,

MiJK

dal V[ siberiano e XVII eùropco (3• armata), coperti da difese formidabili; le unità giapponesi erano appoggiate da una massa d i battetie d i medio e grosso calibro che iniziò il tiro pre paratorio i l 26 febbraio. Un attacco, tentato nella notte sul 28 dal XVU corpo russo contro il ponte ferroviario sullo Scia-ho, fu sventa to dalla 6• d ivis . nipponica. Dopo minuziosa preparazio ne s' ini,.iava il 1° marw l'attacco della collina P utilov, condotto dalla ro• d ivis. giapponese, coad iuvata dalla 6•. Combattendo accanitamente g iorno e notte., a malgrado d i furiose tormente, i Giapponesi riuscirono la sera <lei 2 a occupare le u·incce p iù avanzate e persistettero nell 'attacco il 3, 4 e 5 marzo. 1l fumo d i lo ntani incendi e il ,·irrarsi <lei Russi verso la sommità delle colline manifestavano il 6 ap prestament i di ritirata, d ovuti a l fatto che ormai la battaglia infuriava sulla front.e occidcn,tale minacciando le vie settentrionali . Tanto più la ,o• e 6• d ivis . insisterono allo ra nell'attacco, per imped ire lo spostamento de lle forze fron teggianti , in quella direzione; ma, dopo di a.vere contrat taccato con slancio nella notte sull '8 marzo, i Russi i niziarono deliberatamente la rit irata i l giorno medesimo . Tositions ':lu-9·mu.s mo Au!ioses -

Japo nJ;I:! Chemlt'I defe,

.:..- Routt

g lieria fu incominciata solo alla fine di febbraio, mentre fer vevano gli apprestamenti per l 'entrata in azione l'ar,n ata Oku (II) contro la d r. avversaria (2• armata, Kaulbars) e per l'entrata ir1 linea e la conversione verso oriente della ret rostante arma ta Noghi (III), che, m uovendo dalla linea del fiume T aitse su quatt ro colo nne fiancheggiate da cav3lleria , ven iva il 27 lcbbraio a contatto co11 la cavalleria russa. li Coma ndo Supremo russo aveva così in quel giorno stesso notizia del 1novimento avversar io e avviava verso occidente clementi d i esplorazione e unità t ratte dalla riserva generale e dalla 2• armata, sebbene ~on sembrasse attribuire soverchia importanza alla segnalazione pervenutagli . Frattanto i l generale N oghi se-

del-

guir.ava a convergere

restringendo la fronte <lell 'armata:

la d r. (9• d ivis.) il , 0 m arzo e ra già a stretto contatto con la sr. russa d inanzi a Sifantai; la sr. (7' d ivis.) a sud di Mascikansa ; la 1• d ivis . e la brigata d i riserva in 2a. linea; la cavalleria, spinta a nord verso Tamiotun, vigilava al largo, con squadroni avanzati a Simmioting. stazione di testa della ferrovia orientale cinese. La 9' divis. nella notte sul 2 rentò .invano <l'impad ronirsi di Sifantai, caposaldo dell 'estrema sr. russa . A sua volta l 'arrnata O ku coadiuvava l'az ione attaccando i l 1 ° 1narzo Tscian rnn e Sandepu sulle due rive dell 'Hun, ma non riusciva ad impadronirsi che di due villaggi intermedi a q ueJ!c due forti posizioni. Ma l 'accentuarsi della minaccia sulle retro vie decideva il Kuropatkine ad arretrare spontaneamente la p ropria dr. :

Battaglia di M ukden (1905)

Frattanto la 6tl divis. nella noltc sul 1° n1arzo aveva iniziato l'attacco della fronte dinanzi a Sciahopu r iuscendo a occupare le trjncee avanzate b. sera <.i el 2; ma. riuscito vano ogni sforzo per procedere o ltre,

eseguì un aggira-

mento da occidente, in iz iandolo la notte su l 4 marzo e prosegue ndolo nel g iorno e nel la notte success iva. }.1.a g ià

ma.nifestava,isi g li elfeui de ll 'offensiva della cont igua armata Ok.u , che, doterp1 i11 ando I 'arretr,i mento del V siberiano, il d istacco d i q uesto da l XVJI europeo e un parziale cambiamento d i fronte della. d ifesa, apriva un varco d i men d ifficile accesso : il villaggio d i Jandsu ern conq uistato i l 5 1nattìna e l'avversario ripiegava verso Hanjapu, che a sua volta cadeva il 7 nelle mani dell 'attaccante, mettendolo in grado d i minacciare il rovescio delle pofrLioni d i Sciahopu e Putilov. Dopo in utili contrattacchi per riacquistare i capisaldi perdut.i , i Russi sgombravano Sciahopu nella none su ll 'S marzo. Così , dopo se , g iorni d i sforz i in gran pane vani, la IV <irmata nipponica riusciva ad aver raglonc <ld va loroso avversario, no n tanto per successi propri quanto per effetto dell'azione ma novrata de ll'armata di sinistra. Ndla zona di pi~ntaa, l"a7.ionc ddl'al~ occidentale giapponese s'.iniziò con del iberato ritardo, interessando non rivelare. prematuramente ai Russi il disegno ge11cr.ale di Qperazio.ne cd avvalorare l 'importanza dell 'avanzata d Gll.'a.lfl,. oppil>~ta. , La preparazione di arti-

la

2 '0

arrnata russa arretrava

nella no~te sul 2 marzo a cava llo dell'Hun, portandosi sulla line2 Tunandu-Sukudiapu-Tasudiapu, coperta d a retroguard ie che con tennero l'avanzata della I V armata giap· ponese. Il generale Ok u veniva cosl a guadagna re terreno verso M . piuttosto in virtè, della manovra della III armata che d i successi diretti . Nella stessa giornata il genemie Noghi progred iva verso o riente : la 1• e 7a d ivis. procedevano a est di Salinpu incontrando la 25a d ivis. e la div is . mista Scbatilov, colà avviate dal Comando Supremo russo . Sopravanzati dalle a li e presi t ra d ue fuochi i R ussi retrocc<lettcro; il 3 contrattaccarono in direzione d i Sahn pn trovando salda resistenz;i, mentre la brigala Biirger e alcuni reparti di Cosacchi, reduci da una riwgni z ione largo raggio verso Simmintiug, venivano respinti verso N.-E. dalla cavalleria giapponese. In questa giornata del 3 ma rzo la Ili armata. n ipponica aveva segnato il passo per dar temp o all'avanzata della 9a d ivis ., che segu iva !è altre, e st~·ingcre pilt in timo contatto con la [I arfflat.1:

a

q uesta ven iva intanto co nvergendo verso est ed obblig a\'a

la 3a. armata russa a flettere, cambiando f:ronre \;erso occidente . O ttenevasi in ta l modo l'importantissi mo risulrn io d i far ripiegare le un irà che fronteggiavano a sud I'armata Nozu . I.a l ii armata poteva ora spingersi pii, sicuramente innanzi protendendo la propria si nistra ; ciò che tentò il 4 marzo, incontrando peraltro resistenze inattese su lla linea già organ izzata dall'avversa rio à ovest di M . e constatando che la d r. russa prolungata dalle divis. Schati lov e Dc \Vitt -

estendevasi verso nord assai più

di q uanto crasi supposto. L a grandiosa lotta s 'intesseva così mcrcè sforzi alterni nel raggio tattico , e una continua corsa, intesa a superarsi, nel raggio strategico_ Il Comando

Su premo giapponese, paventando un logorìo eccessivo della propria ala d ì manovra, or<linò infatti a.I generale Noghi d( desiste re dall'attacco e d i risalire ancora più o nord per p re parare l 'avvolgimento, riunendo a settent(Ìone ddla grande st rada d i S im rninting le cavallerie delle due armate : occorreva dare maggior co nsistenza all a lunga fronte


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serran<lo le unità sulla sr., inserendon~ u, linea delle nuove, addensandovi n1aggiori forze, poichè i Russi sven• tavano l'avvolgimento e presentavano resistenze inantese, obbligando a combattere un 'armata che aveva ritenuto di dover soltanto manovrare. Anche la li armata venne a incontrare salde resistenze da parte dei Russi, trinceratisi dietro la banchina del t ronco ferroviario abbandonato e nei villaggi attigui: a lla sera del 4 marzo la linea russa svolgevasi a su<l dell'Hun da Madiapu per Tasudiapu verso Haniapu estendendosi sino alle adiacenze della coll ina Putilov. Il generale Kuroparkinc predisponeva intanto per una contromanovra intesa ad avviluppare l'ala aggirante della Jll armata giapponese; ma fu ancora una volta prevenuto dall'avversario che all'alba del 5 marzo riprese l'offensiva . Mentre la sr. della IV armata attaccava Haniapu, caposaldo meridionale della nuova fronte difensiva nissa, 1'8" d ivis . e par,e del)a 5a (li armata) sostenute <lall'artiglieria della Ili armata, attaccav·ano la fronte Jansimun-Satosa senza r iuscire peraltro a occupare le posizioni principali. Frattanto la Ili armata , merci: spostamenti in prevalenza notturni, preparava l'avvolgimento dell'estrema ala scttentrionaJe avversaria : la

1a <.hvis.

portavasi a nord, affi.an..

candosi alla 9•, ch'era sostituita .in linea dalla 3•, inv iata dal Comando Supremo. Movimento complesso, non ultimato prima della sera del 6 marzo, data l'estrema stanchezza de lle truppe. In quel giorno il generale Kuropatkine, poste tutte le forze della fronte occidentale sotto il CO· mando del gen. Kaulbars, e raccolti gli clementi d i riserva presso M. , tentava ancora uno sforzo decisivo per spezzare la linea avversaria; . ma la salda resistenza della estrema sr. giapponese &ustrò il tentativo . Potè così effettuarsi l'estensione dell'ala d i manovra del gen. /sfoghi; La d i,•is. di cavalleria giapponese raggiungeva i pressi di Eitaisa, ove trovavansi già tre brigate. d i riserva colà av-

<i iate dal maresc. Ojama. La grand iosa manovra nipponica sembrava, così, ormai felicemente preparata la sera del 6 marzo ad onta dei contrattacchi dei Russi. I l 7 l'armata Noghi attaccava decisamente nell'intento di irrompere sulla ferrovia e sulla grande strada di Ticling per tagliare le vie di ritirata del! 'avversario. La 1& divis. riuscl ad operare interruzioni momentanee della ferrovia e del telegrafo a nord d i M. e la 9• a respingere a lquanto la divis, De W itt; ma più a sud la ja teotò invano di far piegare l'avversario. Frattanto l'ala settemrionale est rema dei Russi - per ordine del Kuropatkinc - era rinforzata dalla brigata Biirger e un attacco della cavalleria giapponese diretto su q uesta località falliva allo scopo. Reiterati attacchi della II armata nipponica a nord dell 'Hun, rintuzzati da furiosi contrntcacchi, condussero a scarsi progressi; a sud dell 'Hun, dopo aver resistito a lungo sulla vecchia banchina ferroviaria, i Russi si portarono su una linea arretrata arginando validamente la tentata irruzione del l'avversario. Cosicchè alla sera del 7 marzo i Russi fronteggiavano ancora verso sud i Giapponesi tanto sullo Scia-ho quaJ~to nella zona montana; la dr. invece aveva dovuto flettere, appoggiandosi a su<l dell'Hun <lietro la ferrovia e la vecchia banchina, e a nord del fiùme a una serie di villaggi, lungo una linea meridiana, leggermente ripiegata indietro all'estrema a la settentrionale, linea te• nuta dalla 2• armata e da p arte della 3•, rinforzare da unità tratte dalla riserva generak e da nuclei raccogliticci. Di fronte ad essa parte della IV e le intere li e Ili armate giapponesi formavano una lunga e<l esigua l inea, resa qua e là talora discontinua per I.o sforzo incessante d i estendere a nord l'ala sr. destinata all'avvolgimento.

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Ma la resistenza dei Russi era così valida da rendere dubbiosa la fede nel successo della grandiosa manovra: la situazione era in bilico e avrebbe potuto mu tarsi in disastro per l'uno o per l'altro esercito, poichè una clisfatta dell'assalitore lo avrebbe posto in condizioni strategiche difficilissime, col pericolo di veder separata in tronconi l'estesissima fronte della rischiosa ord inanza. Ma vitali legami logistici e più gravi esigenze strategiche creavano al gen. Kuropatkine preoccupazioni serissime per la salvezza del suo esercito. Egli perciò fu indotto a ridurre l'estensione della vasta linea e ordinò il ripiegamento della fronte merid ionale per raccogliere presso M . una massa di truppe sufficiente a tentare un vigoroso colpo di clava per spezzare la sottile linea che lo premeva da ovest. Doveva essere questo l'epilogo della lotta così tenacemente svoltasi sulle posizioni tenute dai Russi. li secondo periodo della battagl ia s'inizia nella notte del l '8 marzo, e dura sino ali' 1 r. l i movimento dei Russi venne facil itato dalle predisposizioni prese per l'uso delle strade e clei ponti di circost.1nza. Il distaccamento orientale Rcnncnkampf e la I armata, protetti da retroguardie, raggiLI<lSero sen7,a gravi molestie la zona a nord dell'Hun; meno facile fu il movimento della llI armata e delle brigate dei Cacciatori d'Europa, provenienti dalla fronte a sud clel l'Hun, per lo stato di stanchezza delle truppe du rame nte provate in molti g iorni di lotta : esse abbandonarono, infatti, molti materia li al nemico. Parre della 111 armata e l'ala dr. della I ebb~ro ordine di proseguire verso nord a sostegno dell'estrema ala dr. e nella sera stessa dell'8 le truppe di testa giunsero verso Ungnantun. Il V siberiano e i\ XVII europeo (III armata) rimasero a sud dell'Hun, a presidio temporaneo della testa di ponte. L'in seguimento da parte dei Giapponesi fo lento per estrema stanchezza: la I armaw, che aveva ordine d' inseguire a fondo per tagliare da M. la sr. russa, potè occupare solo con qualche reparto della Guard ia posizioni già sgombrate dai Russi. Soltanto il 9 marzo la IV e V armata raggiunsero il fiume e la 1 poti: spingere oltre la Guardia: la resistenza delle retroguardie russe e viole!)te bufere di sabbia arrestarono la ten.tata irruzione della dr. g iapponese a nord dell 'Hun. Nel complesso la I e Ili armata russa · seppero abilmente sottrarsi sfilando a est della capitale e proseguendo la marcia malgrado il fuoco delle grosse hatterie del l'annata Noghi e l'incalzare delle avanguardie della I e IV armata avversaria. Sulla fronte occidentale l'8 marzo la Il e Ili armata giapponese fecero scarsi progressi, data la spossatezza delle truppe, le gravi perd ite, la fiera resistenza dei Russi. A sud dell'Hun la fromc d 'attacco s'appressò alla testa di ponte raggiungendo la linea Madiapu-Baitapu. A nord del fiu me la lunga linea n ipponica non progrediva sensibilmente: il forzato spostamento dell'ala sr. verso nord-est aveva, fra l'altro, creato un pericoloso distacco fra le due armate; tanto che il gen. Oku, benchè incontrasse serie difficoltà sulla propria fronte, spontaneamente avviò I '8• divis. a sostegno dell'a rmata cotltigua, Il gen. Noghi cozzava, infatti, contro salde resistenze e non riusciva a spuntare l'estrema ala russa, rinforzata e prolungat3 di continno con f'arrivo delle unità provenienti dall'Hun; e la cavalleria giapponese sostenevasi a fatica d i fronte a quella russa nei pressi d i Ansientun. Una bufera di sabbia imperversava dal mattino del 9 marzo . ostacolando l'osse rvazione: i Russi ne profittavano per sfialare rapidamente, immuni da offese, verso nord; i Giapponesi per serrare sulla propria sr. dando maggior densità al troppo sottile schieramento. Compreso del pericolo d ' insistere, in tali condizioni , nd proposito


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di puntare verso nord-est per cagliare la fenovia, il maresc. Ojama imerveniva con l 'ordine alla IIl armat a d i mantenere lo schieramento parallelo in senso meridiano, prolungando sempre più la fronte verso nord . Ciò rich iese spòstamcnti complessi. Fierissimi corttrattacchi dei Russi infliggevano gravi perdite all'avversario e lo inch iodavano a 4 Km. della ferrovia senza possibi.lità di progredire; mentre la cavalleria russa, spintasi ad Aosientun sul rovescio dell'ala nemica, fronteggiava validamente la cava lleria nipponica. La via di Tieling era sempre sicura per i Russi ; ma, non essendo riuscito a spezzare la linea nemica c he lo serrava da ovest, il generale Kuroparkine la sera del 9 marzo, cedendo a legittime p reoccupazioni già prospettare, emanava 1'ordine per la ritirata generale. Se non ricorrevano estremi evidenti d 'ordine tattico a giustificare la grave decisione, erasi raggiunta nel pensiero <lcl generalissimo russo la crisi psicologica che de tta le estreme risoluzioni. La ritira ta dei Russi cominciò nella notte stessa · fra tutte le difficoltà dovute al frammischiamento organ ico: sotto la p rotez.ione di g rosse retroguardie raccogl iticce poste l'uua a sud della stazione di Vusitai e l'altra a Tava, sullo strado ne <li Tieling - e dei nuclei rimasti sulla linea fortificata occi<lentale, cominciò il rapido sfilamento ferroviario e pedestre della grande m assa dei Russi, mentre altre due ret rog uardie restavano a proteggere i passaggi sull 'Hun a sud di M. e la grande Stazione ferroviaria. L ' inseguimento dei Giapponesi <la sud fu lento, cosicchè la rit irata si compiè in relativo ordine : solo q ualche nucleo russo rimase tagliato fuori. Sulla fronte occidentale i Russi tennero testa a viokmi attacchi dcl1'ala settentrionale avversaria , specie delle div is . 8•, 7a e 1•, e cont rattaccarono vivamente la 9a ali 'estre mo nord, prolungando di continuo la propria d r . per proteggere il movimento geL1erale. Lotta epica, che valse ad assicurare lo sfilamento, pur sotto il fuoco ininterrotto delle batterie nem iche. Solo verso sera i Giapponesi raggiungevano da sud la stazione ferroviaria d i M. e la città, g ià jn fiamme entrambe, e riuscivano a violare la fronte occidentale occupando le Tombe Imperiali a nord della capitale, sempre contenute d alle ultime retrog uardie avversarie . A tarda sera ttìtto l'esercito r usso era sfilato verso Tieling, lasci~ndo circa 15 . 000 prigionieri nelle mani dell'avversario. La colossale battaglia era così fin ita con 13 1·iuoria con trastata ma incontestab1k dei Giapponesi, e segnava la decisione del conflitto. Perdite complsssive : R ussi circa 90.000; Giapponesi circa 40. 000 uo min i.

Mulay (o Mttley). V. Ahmed 7 e li. Mulazzani (Arturo Ben~detto). Genaalc, 11 a Trev iso nel 1865. Souot. d i fanteria nei 1883, nel 1887 andò i n Eritrea ove percorse gran parte della sua ca.r riera: dopo essere stato ne i cacciatori cl· Africa e nelle bande abissine, disi.tupcgn()

vari incarichi d i fiducia;

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ero l'Austria le brigate Calabria e Caglìari. In P . /1. . nel 1919, ebbe nel 1923 il grado d i generale di divisione. Pubblicò una « Geografia del l'Eritrea

Mul etti (Felice) . Generale, n . a Saluzzo, m . a Torino (1788-1864). Sottot. nel corpo di S. M. nel 1815, vi p'ercorse sempre la carriera, dive11endo colonnello nel 1844 e magg. generale comandante_ d i detto corpo nel 1849. Nel 1 851 andò a riposo. Mi.il heim. Città della Gerr1.1ania , nel la Prussia, dist retto ,!i Colonia, sul Reno. Combattimento di Miilh eim (1614). Appa,ticne alla guerra d'ind ipendenza dei Paesi Bassi della Spagna. Il marchese Spinola, comandan te degli Spagnuoli, trovandosi accampato presso Rocror t, fece costruire d ue forti sul Reno : nello stesso tempo il pri ncipe Maurizio di N assau si stabiliva poco d istante dal campo spagnuolo, per piombargl i addosso, appena se ne presentasse l'occasione. Avendo pertanto osservato che la cavalleria spagnuola se ne stav:i. ad una certa distanza dal grosso del] 'esercito, progettò di sorprenderla e di sbaragliarla. E ssa era alloggiata in M., e.:! il T rivulzio che la comandava, conoscendo la posizione d ifficile in wi si t rovava, aveva dato ordine di stare bene ;,, guardia, ma non fu obbedito. li principe Maurizio, eseguita una ma rcia notturna con 5000 u. e senza farsi scorgere, sul far del giorno sì trova d i fronte al nem ico; fatta quind i avanzare la cavalleria agl i o rdini del fratcl!o , p rincipe Enrico, questi disperde le prime guardie e mette in disordine un gruppo d i cavalieri spagnuoli. Il Trivulz io raccoglie con1c può i suoi, si sch iera di fronte al principe E nrico e ne sostiene l 'urto con tale fermezza, che riesce ad ;mpedirgli i l passaggio della Rocr . ln quel mentre i generali spagnuoli Velasco e Spinola, portatisi a visitare i q uartieri della cavalleria, incontrano il corriere inviato da l T rivulzio per ch ieder r inforzi . Spinola torna al suo accampamento e Velasco si slancia verso il luogo del combattimento, anesta quattro sqdr. di carnllcria sbandati e le r iconduce a M . dove il T rivulzio stava per soccombere. L l! vista di questo soccorso rianima l soldati e l'azione ricomincia fierissima. ù1tanto sopraggiunge lo Spinola alla testa di 6 0 0 u . seguiti a breve distanza da altri 20 00. Per inti.midire il nemico, c:gJj fa avanzare un g ran nurneco rli tamburi ni che battono la generale; lo stratagemma r iesce e Maurizio ordina la ritirata, durante la quale lo Spino!~ gli infligge gravi perd ite .

Mulhouse (in tedesco Mii/1,a.u,<cn). C ittà dell'Alsazia superiore, sull'lll e sul canale t ra il Rodano ed il Reno. Fu per lungo tempo munita di cinta fortificata, abbattuta per le esigenze della citt.'i moderna . N el scc. XII divenne città imperiale; si rese libera nel 1273 e fu contim1amentc in lotta con i signori alsaziani. Nel 1526, per difendersi eia costoro, aderì alla Confederazione delle città svizzere . Nel 1798, dopo la pace d i Basilea , si d iede spontaneamente alla Francia, seguendo d a allora le sorti della regione.

fu residente nell'Oculé. Cusai, ad Adua, ad Adiqnalà. Combattendo a Coat it (189.5) meritò la mcd . d'argento. Colonnello nel 1915 , f11 posto a disposizione de 1 ministero delle Colonie . Magg. generale nel 1916, · comandò nella guerra con-

1\11u.la~zani Arturo

Combattimento di Mull,ousc (16-74). Appartiene alle guerre di Luigi XIV. La congiunzione del marchese di Brandeburgo con gli altri principi generali imperial i, aveva ,-bbligato il viscon.te di T urenne ad abbandonare, nel 1674, una par te cieli' A lsazia ed a ritirarsi nelle strette d i Savcrne, per vegliare su questa piazzaforte e su Haguena,1 che cgh fece rafforzare. Con la presa di tale posi,;ìone, il rn aresc. intendeva di sbarrare il cammino all 'elcttore di


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Brandeburgo che mirava penetrare nella Lorena . L'esercito d egli A lleati, cbc ammontava a 60. 000 u., dovette scindersi per poter vivere e distribuirsi nel l'Alta Alsazia; i l marchese d i Brandeburgo si fermò nei p ressi d i Colmar e g li altri generali si stesero lungo le due r ive dell '111. Appen a il Tu reonc li vide allogat i nei loro quartie ri, per meglio ingannarli, fece spargere la voce c he egli andava a prendere gli accantonamenti in Lorena per svernare , e finse di incamminarsi in q uella d irezione, facendo marciare le sue truppe in più corpi separati, pe,: strade che

l'!)ai avevano visto passare o.eserciti, allo scopo di avere comod ità d i procacciarsi i v iveri . I Tedeschi lo credevano g ià n1olto lontano, quando, alla metà di dìcen,brc, d'imp1ovviso egli apparve davanti a Ra mire1nont, dove, impad r011iwsi d ella guarnigione lasciatavi dal duq Carlo, corse a M ., luogo di concentramento della cavalleria imper iale, delle truppe d el duca di Lorena e d i quelle del vescovo di Munstcr. Qu i si ingaggiò subito un vivissimo com battimento, nel quale le trup pe degli Alleati, colte alla sprovvista, ebbero la peggio, e nella massima confusione si d iedero al Ia fuga .

IL Occupazione di Mulho11,·e (Ct1err<1 M~ndiale). La ciuà fo coinvolta neli 'offensiva p relim inare dei .Francesi i n Alsazia cll~ precedette le grandi battag lie della fro11ticra (Lorena, Ardenne, Charleroi, Mons) . I n tale epoca si ebbero: 1°) I'occupa:7-ione francese dell '8 agosto 1914: primo successo effimero delle ar mi francesi, ma che contribuì ad ~lzarne il morale; 2°) la rioccupa zione d a parte dei 'fedcschi il ro agosto 1914 per effettn d el la loro· controffensiva; 3°) il ritorno dei Francesi in M . i l 19 agosto, alJorchè i! generale Pau fu inca ricato di tenere l'Alsa:7-ia; -J") le rimanellli vicende, come descritte in Alsazia (V .) .

Mullah (Campagne degli lnglesi contro il). Lo sceicco Mohamed ben Abdalla, detto il Mad Mull ah (prete matto), ~- ve rso il 1850 nella val lata del Nogài (Somalia inglese), dopo un pellegrinaggio alla Mc'cca nel 1896 e la affiliazione aJla Confrate rnita Ahmedia, riuscì a crearsi un

n0r(;vole nu1nero d i seguaci, e iotrapresc una predicazione ~ontro gJj Inglesi, raccogliendo attorno a sè g rande nu• mero d i seguaci e spin gendoli a razzie contro le tribù circcstanti, a danno nnche degli Abissini . Al principio del 1911 1 il M. si rrovava a Jahelli con 300 fucili, 1200 cavalieri, 6000 lance. Gli I nglesi si assicurarono la cooperazio ne degli Abissini, ma quest i; mossisi anzitempo, fu rono sconfitti dal Mahd i e se ne tornarono indietro . U na colonna inglese (60 0 Inglesi e 1000 Som ali) agli ordini del

rcn. col. Swaine) mosse <la Burao i l 22 maggio 1901 , ma il lvi., dopo tre scon tri, si sottrasse rifugiandosi nel territorio dei Migiurtini. N el febbraio 1902, rinnovandos i le razzie, fu orgauizn ta una second a spedizione di 2300 Inglesi ag li ord ini del lo stesso ten . col. Swainc. Essa mnsse da 13erbera nel ,ettc mbre e per Burao si d iresse verso la vallata del Nogàl ; ma il 6 ott. fu im provvisamente attaccata dai Dervisci nelle boscaglie del Mudug, e dovette ripiegare con g ravi perd ite a Bohotle, ove sostò in attesa d i rinforzi . Questo g rave rovescio indusse ad una terza e più seria a-zionc, m uovendo dn nord (Berbera) e d a sud-est (Obbia) çr;I concorso deg li Abissini partenti da ovest (Harrà r) . La colonna principale, sbarcata a Obbia nel gennaio 1903 er1 compost a di 1900 li. (Indiani suda n esi e jahu) al comand o del gen. Manning, anche comadante iu capo. La colonna d el- nord era com posta d i 2000 uomini (Inglesi, Boeri, In diani, Somali). Questa si spostò da Berbera per Bohotle a Damot, me ntre l 'altra a veva frattanto avanzato

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verso Gallacaio. A fine marzo le due colonne erano in

c()J!eg;irnento, tna ,. salvo sanguinosi scontri di ricogniziof!e, sfuggiva agli Inglesi l'occasione. d i una battaglia decisiva. L.a colonna abissina, forte d i 5000 u., comandata dal fi. taurar i Gabrè (con due ufliciali inglesi) panita da Harràr il i7 febbraio, fu a_ttaccata il 4 apri le a Burhi llè, su ll' Ucbi Sccbèli, da un m iglìaio d i Dervisci, che furono, dopo accanito combattimento, rcspilllti. Dopo quesio scontro la colon na d iscese il iiume fino a Mekarnc, donde tornò ind ietro per la stessa strada; i! 22 n1agg io era a Gdedi e qu ivi si arresti:, per attendere la fine d elÌa stagione de lle pioggic. A metà maggio il .IVI. prese l'offensiva, ma il gen. Manning, per la stanchezza delle t ruppe e la difficoltà dei t rasporti dovette, alla fine di g iug no, rinu nziare alle operazioni e raccogliere le sue truppe fra Berbera e Boho,t le . li M ., dopo essersi spinto fin sotto Boh otle, andò a stabili rsi nella regione d i Hali n e fece occupare ll lig a'la foce del Nogà l. A! principio d i luglio 1903 il gcn . Mann ing fu sostitu iro dal gen . Egerton che organizzò e condusse una 9uar1a sped izio ne, forte di 1800 u. d i cui 1000 inglesi, c!,t: da Berbera mosse verso il Nogàl dove d oveva d irigersi pure una colonna abissina. Il sultano d i Obbia, per accord i fra il Governo italiano e 9uello inglese, doveva cooperare. li 10 genna io 1904 gli Inglesi batterono i Dcr , isri costringendoli a ritirarsi a nord. Il gcn . Egcrton 9 uindi con tinuò la marcia verso sud"esr e il 20 gennaio toccò Dariali e Gerovai . La colonna abissin a giunse il 14 gennaio a Vardair ma alla fi ne del m ese si ritirò per m~rn.;an~a di viveri e d'acqua. Lungo b costa dei Mi• giu rtini accadeva inta ,~to l ' incirlente d i Durbo (V.) . Il gen. Egerton decise allora d i occupare Illig e d i risa lire il Nogà l, ma, osteggÌato il suo piano d allo Stato Maggiore inglese, riavette limitarsi a una d imostrazione navale d i" oanzi ad JJ!ig (12 genn. 1904). Il 19 marzo un d istacca" mento inglese a ttaccò d i n uovo j Derv isci infliggendo loro r ilevanti perd ite. l i .M. entrò a llora nel ttrritorio italiano dei I\1ig iuntini e si sta bilì p resso Barà1l. Osn1àn Mahn1ùd, sultano dei Migiurtini, che fino allora, malgra-rlo le pressio tli ricevute dal Governo ital iano per sollecirnzionc ing lese, non era intervenuto cnntro il 1'1.., si decise aHa vffensiva. Uno scontro risultò fovorevole ai Migiurtini che in seguito tagliarono al ,'vi. l,1 via di lllig . lit aprile · il gcn. Egerton. sapu to che il l'vt . accennava a scendere a sud , decise d i espugnare Illig con gl i cquioaggi delle

nav i inglc'ii. Il Governo italiano diede il consenso e inviò la R. N . « Voltur no" a prese nziare J"attacco. li 21 aprile furono sba rca·r.i 500 u. con 4 mitragliatrici che, dopo rapida azione , conquiMarono il fon e tenuto dai Dervisci e rasero ai suolo il paese. Preso Iliig, il gen . Egerton offrì al Aef. di a rrend e rsi, sa lva la vita, p urchè si ritirasse alla Mecca ; ma 9uegli non accettò, contando sulle difficoltà logistiche degl i avversa ri e sulle trattative in corso col Governo italiano. Queste furono motivate dall'occupazione c.lcll'alto Nogi1l eia parte d el M . , che sare bbcsi dovuta sopportare o legalizzare, a meno di iotraprendcre una difficile ·e dispendiosa campagna. Il 5 marzo 1905, in seg uito a trattative del comm. Pestalozza, fu firmato l'accordo d i lllig (V.); la pace comprese ancl1e i sultani d i Obbia e dei Migiurtioi. L'Inghilterra allontanò così d ai

suoi confini un pericoloso vicino, che rirnasc i.nvece come minaccia incom bente sulla Somalia italiana. Infatti il M. incoraggiò le rivolr,; d ei Bi màl (V.). N el 1908 li M . iniziò u no spostamento verso ovest , in territorio in g lese. Nell 'agosto le trup pe inglesi di llohotle misero , in fuga i Dervisci avanza ndo lino a Domo. li M .


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spostò allora le sue · forze verso nord nel paese degli alleati Ua rsanghcu. Il 14 settembre le ,u·uppe inglesi del presidio d i Ber sconfissero gli Uarsaugheli, e sul luogo con• centrarono le forze del Protetto rato . Rinnovan-dos i gli atti di ostilità e le razz.ie, il Governo .inglese inviò rinforzi nel So ma liland . A metà febbraio 1909 le forze raggiu n• gevano i 4 000 u . , con tre navi da guerra permanente, mente in crociera in q uelle acque . Riusciti vani i tentativi d i accomodamento condotti da sir Reginald Wingatc , fu . rono organizzate bande indigene, che "però alla prova d iedero infelice esito . Nel T910 gli Inglesi, volendo evit are tanto u na spedizione i n forze, quanto un o neroso d isseminamento cÌi presidi d i protezion·c , decisero d i concentrare le truppe alla costa, limitandosi a rifornire e incoragg iare le t ribù amiche . Mentre le truppe inglesi si ritiravano per la maggior par te a Duhar , presso Berbera, il M . andava spostandosi da Illig verso ovest, in territorio inglese. if autorità inglesi; pur no11 cemendo un at tacco su Berbera, fecero occupare le p rincipali local ità cost iere arl iacenti a Berbera, onde impedire il contrabbando a favore de l M . L'efficacia del blocco staccò dal M. gli Ua rsàngheli, cbe si allearo no coi Migiurtini, pcggi.orando la situazione dell'agitato re . Nel gennaio r913 il M. in iziò unq sposta mento verso nord -ovest per la valle d cli 'alto Nogàl, con l' in,tenzione d ' invadere il P rotetto rato inglese . Il commissario del Somaliland , d i fronte all'allarme destatosi nelle popolazioni sottomesse, decise una ricognizione co n un reparto d i gendarmer ia cam mellara. Il reparto , forte d i 3 ufficiali e 109 g regari montati , con una mitrag liatrice, fu il 9 agosto 1913 quasi d istrutto nei pressi di Du l Mado ba : pochissimi scamparano a Burao. Le forze del M . e rano intanto àumcnlate a circa 6000 u. e i l d isa.stro di Dnl Mado ba avev a recato un grave colpo al prescigio inglese. ll 5 settembre i Dervisci distrussero la residenza d i 13urao. e impiantarono un forte distaccamento a Scimber Berris. T ale st ato d i cose indusse il governo inglese a i nviare numerose forze, conccntrando]e a Buiao. Il 3 febbraio 191,1· queste attaccarono Bur Dab, q uindi Scimbcr, i cui forti furono conquis:at i <lopo aspra resistenza.. li successo inglese ebbe g rande in1portanza , rassi• curando le t rib11 amiche. Sul finire del 1919 gli Inglesi decisero una spedizione contro il 'Af. La prima fase, segretamen te organ izzata, do•

veva consistere in un attacco aereo, dì sorpresa . Indiffe renti alle conseguenze dell'azione, che poteva respingere il M . o in te rritorio italiano o in uno dei Sultanat i d a noi prOlett.i dei M igiurtini e d i Obbia, gl i Inglesi attuarono senz'altro il loro piano, che riusd completamente . li 21 gennaio 1920 fu ro no bombardati il forte di Gidali e il quartier generale d el M . a Mcdisih. I.'atLacco fu ripetuto il 22 e il 23. Essendosi i De rvisci d ispersi, entrarono jn nione tre colonne, partenti da Las Gorè, Berbe ra e Burno , le quali do vevano con 1narcia convergente accerchiar4 nel la regione d i Gidali. Il 28 .le lruppc avanza nt i da Las Gorè p resero Gidali. li M. scampò con 500 u . verso E.il Afueina , dove le forze aeree il 31 lo bombardarono . li 1° febbr. T alé, d ove eras i r ifugiato il M . , fu bo mbardato ; l 'tr febbraio uno dei forti dove t rovavasi il M . fu espugnato; m a, men tre la maggior parte dei Dervisci si arrendeva, il M ., con u na settantina ' d i cavalieri, sfuggiva rip arando nel 1errito rio italiano del Nogàl. Jl 20 febbraio le operazioni inglesi avevano term ine . I.a potenza del ,H . aveva ricev uto il colpo decisivo, e t ra mo ntò rapidamente : due anni dopo, nell 'amunno 1921 , egl i moriva per malattia .

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M ul ler (Luigi Cristiano). Ufficiale p russiano e scritcorc militare (, 734-1804). E nt rato nel corpo degli ingegneri prussia ni, durante la g uerra dei Sette ann i fu ad detto al quartier generale del re Federico. Caduto prigion iero ad Haxen , nei tre an ni che rimase internato ad fnnsbruck si dedicò a llo stud io della topografia, a pporta~do miglio ramenti nella rappreseUlazio nc del ierrcno . P rese •nche parre alla guerra di Boemia . Le sue opere principali sono : « L'arte dei trinceramenti e degli alloggiamenti d 'inverno»; « Compendio delle tre g uerre d i Slesia " ; « Quadra delle g uerre d i Federico i l Grande» ; « T attica pura per la fanteria, la cavalleria e l'artiglieria )) ; e( Istruzione per la~ rappresentazione grafica dei pian i e delle cane militar i »; : « Guida per poter calco lare la larghez~a e la profondità : dei fiumi dalle carte ropog.r afiche co m uni " . Miiller G1tglielmo. Storico tedesco (1820-1892). Fu i nsegnante a T ubinga . Scrisse : « Storia della guerra francotedesca »; « La g uerra russo-turca del 1877-78 »; « L' imperatore Federico»; « L'imperatore Guglielmo >• ; « li pr incipe d i Bismarck ,, ; « Le guerre per l' unità tedesca ». Diresse anche una R\vista : « Storia po litica comemporanea ». Miiller (Ermar,110 von) . Generale prussiano e Scrittore rnilirare (1832-1908). fau raro nell'esercito nel 1851, frequentò la Scuola d i g uerra; prese ptwle all a campagna conrro la Dan imarca del r864 e poi fu addetto al reparto topografico dello Stato M aggiore ; nella primavera del r867 (u chiamato a far parre della· Commissione d'esperienze d'artiglieria, nella gualc si guadagnò grande merito per la_ costruzione del cannone corto da r5 c1n ., che fu il primo obice rigato . Nelb guerra del 1870 si d istinse agli assedi di Strasburgo, d i Soissons e d i Parigi, adoperando il detto obice e. un mortaio dello stesso calibro, che e bbe il battesimo del fuoco davanti a St rasb urgo. Dal 1875 iJ M . appartenne allo Staro Maggiore ed insegnò alla Scuola di guerra . Si rese benemerito per l 'adozione dei cannoni d'acciaio per l'artig lieria d'ass<:d io, delle m unizioni d irompenti e della polvere senza fumo . Nel l 888 fu promosso magg. generale, e nel 1890 fu messo a capo del dipartimento armi del Ministero della g uerra col g rado d i ten. generale. Le opere principali d i M. sono : « Schizzo storico circa lo s,·i luppo del cannone corto da r5 cm . » ; « L ' assed io di Soissons nel 1870 "; « Lo sviluppo de ll 'artiglieria prnssiana da for-tezza e da assed io d al 1815 al 1875 " ; « Lo sviluppo dell'artiglieria prussiana da costa e navale dal 1860 al 1878 »; « Sto ria della g uerra da fortezza, dall'adozione generale delle an n i da fuoco fino al 1892 »; « L 'attività dell 'artiglieria da fortezza tedesca negli assed i, t)Ci bombardamenti e negli investimellli durante la guerra franco-germanica r870-71 »; « Storia della g uerra da fortezz a dal 1885 al 1905, com preso l 'asscdio di Port Arthur >> ; ccc. M ùller Carlo . Ufficiale bavarese e scrittore m ii. n. nel

1849. En1rò nell'esercico nel 1869 e prese parte alla guerra del 1870-71. Nel 1874 passò nell'arma del genio; dal 1892 al 1896 fu insegnante al la Scuola mii. di Mo naco e nel 1899 andò i n congedo . Scrisse la grande opera militare riccamen te illuscrara dal pittore d i battaglie L uigi Bra un: <i La organiz zaz.ione, la vestiz io ne , l'istruzione e l'arma~ mento del regio esercito bavarese dal 1806 al 1906 ». li M fu collaborato re d i n umerosi periodici e riviste m ilitari , e specialmente delle « Delucidazioni sto riche sulla guerra e sull 'eser cito bavarese" , pubblicate og ni anno dall'A rchivio di guer ra d i M onaco .


MuL

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384

Miilier. A lzo a q uadrante per fucile, che prese nome di « Alzo a forchetta Muller mod. 1855 ». E ra composto dello zoccolo con lateralmente due alette alle quali erano segnate le tacche ed i numeri per le d iverse linee d i rmra. il ritto gi rava a cerniera ed era un ito a questa per mezzo d i due branche che passavano esternamente alle alette dello wccolo. Sulla somm ità del ritto eravi la tacca di mira.

Mulo. Caratteristico tipo c..li ibrido ottenuto dall ' incrocio dell'asino con la cavali.a. Robus to, resistentissimo nella

fatica.

sobrio.

rende

servizi

della

massima utilid ncll'cscrcitv; spi,catamen te quand'è i_rnpicgato in zona di montagna, dove esso i· quasi sem pre l'u nico mezzo d i trasporr o p->csibile . N el! 'esercito vengono impiegati ind ifferenrememe M. dei due sessi; i più forti vengono desti 11ati al -

Alzo Multer mod . 18 55

l'artiglieria. Nonnaln1entc sono organizzati in saltneric, cioè in colonne. Ogni M. ha un conducente che provvede a! suo governo . Ogni M . parra a soma un carico assoluto d i 125-140 chilogramm i . Di questi, 38 clùlogrammi circa

MuL traino d i carrette leggere com uni. o alpine. Rimonta, reqursn;ronc, precettazione e riv ista annuale dei M . si eff.ettuano in analogia alle stesse operazioni riferite al Cavallo (V.). Mulo Mariano. V. Mario.

Mulo (Colle del). Passo delle Alpi Cozie che, acrraverso rl contrafforte scendente alla piana d i Cuneo, mette in comunicazio ne l 'alta Maira con l'alta Stura. La strada si stacca da q uella della Maira a valle d i Prazzo e risalendo la Comba della · Marmora raggiunge il valico a 2425 m ., scendend() a Sam buco sulla Stura, a monte di Vinadio. È mu lattiera, ma importantissima, soprattutto per la d iramazione che, attraverso il Colle d i Valcovera, scende nella valle dell'Arma, affluente della Stura, d ivenendo rotabile a San Giacomo, donde raggiunge Demonte. Per tale via si giunge da Val Maira a tergo di Vinad io, çpperò essa ha importanza nelle operazioni che si svolgessero sul versante it.1liano, penetrandovi dalla testata del Guil o dal1'alto Ubaye .

Multa (lat. C01ulem11atio) . Punizione d isciplinare del1'esercito

romano, applicata raramcmc nei tempi della Repubblica, d ivenuta frequente durante l'Impero. Veniva a pp!,cata mediante ritenuta sulle paghe o privazione del bottiuo. Non ne erano colpiti soltanto i soldati, ma anche i comandanti d i manipolo e d i coorte

Multan. Citt/i dell ' India Inglese , nel Pangiab, presso il Trimab. Venne fortificata con robuste mura e cittadella in tempi molto antichi. Fu assediata dai Musulmani guidati da Walid nel 710 e prcs:1 dopo lungh i sforzi. Nel 1004 fu nuovamente assed iata e presa dai Gaznev id i d i Mahmud. Nel 1739 divenne capitale cli regno afgano indipenden te e tale rimase lino a l 1818. In guest'anno fu assediata e presa dai S ikki, i quali la tennero fino al 1849, quando gli Inglesi l'investirono, r iuscendo ad ottenerla solo allorchè i Sikki che la d ifendevano e bbero con sumato tutti

i viveri e tutte )e ,nunizioni.

M uluchia (o Muluia) . Fiume che separa la N umidia dalla Mauretaoia. Durante la guerra giugurtina, il console Caio Mar io investì sulle sue rive un forte castello, sito

ìvlulo militare con conducente

sono rappresentati dal carico comune e relativ i accessori:

sopra un'alta rupe, senz'altro accesso che un .angustissimo

cioè una bardatura a basto; una razione d'avena di riserva e mezza per la giornata in corso; una serie d i accessori per il governo cd eventualmente un attrezzamento

sentiero. lvi cranvi i tesori del re Giugurt a. Numerosi i d ifensori, con fr umento in abbondan,.a ed una sorgente d'acqua. A causa dei dirupi, gli aggeri, come le torri ed altri strumenti bellici, erano d isadatti; cosiccbè i Romani, appressando le gallerie con gran pericolo, se le vedevano incendiate dal fuoco o distrutte dai sassi; nè potevano per la malagevo.lezza del sito fermarsi presso i lavori. Mentre Mario perdeva inutilmente g iorni e fatiche, un Ligure, strnplicc soldato delle coorti ausiliarie, uscito da l campo per acqua, arrampicandosi fra le rupi riuscì a scoprire un sentiero non battuto. Tornato per la stessa via, riferì la cosa a Mario, i! quale scelse cingue dei più agiti e destri fra suonatori d i tromba e d i corno e con loro quattro centurioni con le relative centurie per presid io, ordinando a tutti di obbedire 31 Ligure. Il console, come seppe che il Ligure e le centurie er ano giunti al Clstello, uscì dal le gall.erie, e formata una testuggine, si .fece avanti ; al tempo stesso da lontano colle macchine, coi saettatori e coi frombolieri atterriva il nemico . E m~ntrc da ambo le parti si c::imbatteva con grande im peto, ecco ali 'improvviso suomire a tergo le trombe. E prima si danno a fuggire le donne e i fanciulli, qu indi ciascuno quanto era più prossimo alle mura, infine tutti gl i armati. li che avvenuto,

~--;---7 -=~,,,...,

.

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ft

Mulo con carretta leggera da battagliane

da zappatore. Per il traino i M . vengono attaccati d i norma appaiati: uno con fi nime.nti a stanga con relativo basto e l 'altro con linimenti laterali d i r inforzo, anche questi con relativo basto. Possono essere impiegaiti per il

''

I


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i Ron1ani incalz.ano e sbaragliano; poscia avanzano sopra i

cadaveri dei nemici, gareggiando per salire su)k mura. Così il castello fu preso e saccheggiato .

M ummio Lucio. Generale romano. Vins.: a Lcucopctra (146 a. C.) l'esercito dell'1 lega Achea, distrusse Corinto e conquistò la Grecia ri ducendola a provincia romana, ot tenendo per questo il soprannome di « Acaico-». M ummolo (Ennio). Guerr iero borgognone del VI secolo. Respinse invasioni di Longobardi e di Sassoni. Fu poi a scrvlZlo del re Sigisbcr to e gli riconquistò la Turenne e il Poitu, perdute da quel re per opera di Ch ilr,erico. Ritiratosi ad Avignone, fu quivi attaccato da truppe di Chilperico, fatto prigioniero, messo a morte. M uncelu (o M,mucdu) (Bauaglia di) (27 luglio-3 settembre 1917). Fa parte della grande controffensiva ;wstrotedesca sul fronte romeno. Dopo l 'offensiva romeno-russa del luglio, riuscita a Marasti, in corrispondenza della 2• annata romena, fallita invece sul basso Sereth , davanti a Ma rasasti (V.) la controffensiva austro-tedesca, part icolarmente vigorosa in corrispondenza del basso Sereth (9' armata) andò propagandosi anche al gruppo Gcrok , composto preva lenremenre di forze austro-ungariche. Tale controffensiva, oltre che con la denominazione di « Ba~taglia di ,vi. ►>, perchè intorno a raie loca lità accanitamente si combattè specialmente il 21 agosto, è altresì conosciuta con la denominazione di " Offensiva dell 'Oituz >• (piccolo fiume a cavallo del quale si svolsero le operazion i). Anche qui j Romenì, sebbene con scarso concorso ,dei Russi e quindi con i fianchi malsicuri, sostennero bravamente I 'attacco di von' Gerok, ripiegando lentamente cd ord inatamen<te verso le posizioni dalle quali avevano preso le mosse ru luglio. Il ,ipiegamento della 2• armata romena s'im• poneva in seguito a quello della 1• davanti a Marasasti . Da questa parte la lotta d urò fino ai primi di settembre e la 2 • annata riusd, con parziali ani controffensìvi a meglio sistemarsi . Marasastì e Muncelu furono gli ultimi scr"ì combattimenti della guerra al fronte romeno. M iinchengriitz. Città della Cecoslovacchia (in ceco : Mnichovo Hradiste), in Boemia, sull'Iser.

MuN

coglie verso l'Elba, rimangono a prot.ezione dei p~ssaggi dell 'lser il I corpo austriaco comandato del generale Clam Gallas e il corpo Sassone. Ma le avanguardie prussiane incalzano ; e mentre quella dell'ar mata dell'Elba si approssif!1a a M., q uella della 1" ar mata s'impadronisce il 26 giugno di Turnau e nella notte sul 2i di Podol, dopo brevi combattimenti; onde la siruaziorie degli Austro-Sassoni diviene critica. Temendo - a ragione - d'essere sor,ravv .. nzato da oriente, il principe Alberto di Sasson ia decide di sostenersi ancora a M. la giornata del 27 e di _.ripiegare il 28 per la strada di Jicin verso il corpo principale. [! movimento di ritirata s' inizia, i nfatti, al mattino del 28, sotto la protezione di tre nuclei: una brigata austriaca copre direttamente M.; un'altra guarda le provcnie11ze da Podol e Turnau; e un distaccamento di due ·bgl. e una batteria occupa le alture a nord della strada, a fiancheggiamento del la colonna in r itirata. Contro· tale sistema protettivo vengono a urtare le unità d i testa de lle armate avversarie: ]/ avanguardia dell ·armata dcll 'Elba attacca cli fronte la br igata che copre M. e tema l 'agg iramento da sud, mentre la colonna di sr. cerca di aggirarla da nord, con ma novra sccondata da due divis. della 1" armata prussiana, provenienti da Podol e dirette su l rovescio dei difensori. Do po qualche rcsistcnz.a sul la fronte, gli Austriaci battono in r itirata per sottrarsi ali 'avviluppamento, dato anche che le unità della 1• armata dislocate a Turnau potevano faci lmente prevenirle verso Jic in,

compromettendo il congiungimento con le forze del Bencdek .

Munda, Ant. città dei Bastu!i nella Spagna Betiea. I. Battaglia di Munda (214 a. C.). Si ricongiunge ai fatti della seconda guerra Punica, e fu combattuta e vinta dopo quatcr·ore da Cneo Cornelio Scip ione contro i Cartaginesi, comandati da Asdrubale figlio di Giscone. La vittoria non fu completa, poichè si dovettè suonare a raccolta causa una ferita r iportata d a Scipione. Dicesi che in questa battaglia cadessero 12 .000 nemici e ne restassero prigionieri 3000.

11. Battaglia di Munda (17 marzo 45 a . C .). Appartiene

I. Convenzione di Miinchengriitz (18 settembre 1833). Conclusa fra Austria e Russia, in forma segreta. Le Potenze contraenti s' impegnano d i continua;c a difendere ì l mantenìrnento ddl 'jmpero osmano sotto la .sua presente rlinastia, e di o pporsi ~d ogni combinazione che con esso manten imento si trovasse in contraddizione. Le .due Potenze si promettono di imped ire che la autorità del pascià d'Egitto si estenda alle provincie europee del la Turchia, e di agire d i com une accordo se, cont ro la loro volontà, venisse rovesciato l'ordìnc d i cose esistente in Turcliia. II. Co11ve11zio11e di Miincl1e11gn1tz (19 settembre 1833). Fra le stesse Potenze, le quali, considerando l'agitazione promossa dagli emigr ati polacchi, si garan tiscono a v.ice1\da i l possesso del le loro p·rovincie polacche, promettendo di soçeor rersi l'uoa l 'altra contro ogni moto rivoluzionario, di trasmettersi a vicenda i ddinquent.i politici, di sorve gliare i sospetti e di prendere dei provvedimenti comuni contro l 'abuso ciclla neutralità di Cracovia; inoltre, se necessario, di procedere in comune ali 'occu pazione militare di tale repubbliq. 4

Ili. Combattimento di Mii11ch e11griitz (1866). Fatto d'armi che prelude alla fase decisiva del la campagna di Boemia . Mentre il grosso _austriaco agli ordini del Bencdek si rac-

Battaglia dj 1\1u nda (45 a. C .): A, campo di Pompeo; B , cavalleria del re Bogod; D, suo 3ttacco al campo pompeiano; E; c inque. coorti staccate da La_bi~!1o per fronteggiare Bogod 25


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alla guerra civile fra Giulio Cesare e i partigiani di Pompeo. Cesare, con 8 legioni, attaccò il nemico forte di 13 legioni, 600 0 arcieri e numerosa cavalleria, comandato da Cneo e Sesto, figli di Pompeo, da Azio Varo e T ito Labieno. Fu la più difficile di tutte le battaglie date da Cesare. Assalirono impetuosamcute i Cesariani, ma l'aspra salita e la tenacità dell a difesa ne fiaccarono l'impeto. Già le cose prendevano per Cesare una piega assai pericolosa, quando, sull"imbrunire, il capo Bogod di Mauritania, suo a!lcato, con la cavalleria piombò in modo i naspetta.to sul campo nemico, e indusse Labieno a richiamare con premura cinque coorti per fronteggiare l'Africano. Allora Cesare additò le cinque coorti come un corpo fuggente, corse 1mpenioso per le fi le dei suoi veterani giubilanti, che, con uno sforzo supremo, sparsero l'incertezza e la confusione in quelle dei Pompeiani, e mapparono la vittoria in mezzo ad un mare di sangue. Azio Varo ed il vecchio Labieno, e nella fuga ancbe Cneo Pompeo, incontrarono la morte; 13.000 Pompeiani cop rirono l'insanguinato campo di battaglia. Sesto Pompeo fuggì e si ricoverò .tra i mooti. Cesare ebbe rnoo morti e 500 feriti. La strage sa,rebbc stata ancora maggiore, se gran parte dei vinti non si fosse ritirata in M . La città, cinta da un vallo di cadaveri e d'armi pompeiane, dopo breve tempo si arrese .

M undesur (Trattato). V. Mahidpore. M unecas, Città della Spagna, presso Bilbao. Combattimento di Mwìec<1s (28 aprile 1874). Appartiene alla guerra civile d i Spagna, e rappresenta il terzo tentativo di sb loccare Bilbao. A d ifferenza di quanto venne compiuto nei precedenti tentativi, il concetto che guidò i Repubblican i fu quello di aggirare le forti posizioni che sbarrano la più d iretta linea di penetrazinne rappresentata dalla strada che, lungo mare, conduce da Castro Urdiales 'a Bilbao. L'altra strada, più lunga, attraversa la montagna e per la valle superiore del Somorrostro aggira il fianco sr. delle posizioni càrliste . Per questa via mosse il 3° corpo (gen. Concha) mentre il r 0 e il 20 impegnavano la difesa sulle alture che sbarrano la st rada costiera. I Carlisti, appena compresero le in tenzioni del nemico, concentrarono al passo d i M . tucti i bgl. che avevano ad immediata disposizione, circa 4 000 uomini, comandati da Andechaga. Il movimcmo del 3° corpo fu rapìdo quanto comportava la necessità e il terreno, ma i Carlisti, nella notte dal -27 al 28 aprile, riuscirono ad occupare in tempo il passo, già in precedenza rafforzato con lo scopo di costituire punto d'appoggio alle incursioni destinate a disturbare i movimenti da e per Castro. 11 gcn. Concba, dopo aver superato nel breve corso della notte alcune difficoltà circa il vettovagliamento delle truppe, il matti.no del 28 ord inò l'attacco, con due colonne : quella di dr., costituita dalla 1a divis-. (7 bgl.) verso la sr. del passo; quella di sr ., costituita dalla za divis . (8 bgl.) verso le alture della dr.; .inoltre d istaccò alcuni bgl. su Talledo, a protezione del movimento. La 3a divis . doveva rimanere a Otaiicz di riserva ed aveva il comp;to di agevolare l 'avanzata al carreggio e d i assicurare i rifornimenti alle truppe. La difesa era stata concretata dai Carlisti su tre lince successive, approfittando della speciale conformazione del terreno, che a gradini successivi si eleva al passo .. Ultimo baluardo della difesa, il Picco Haja, altura cbe sovrasta i l colle e ne costituisce la chiave. Su questa posizione i Carlisti trovarono buon giuoco alla difesa nella fitta boscaglia cedua e nella ripidezza <ld terreno. L'arsura della giornata del 28 aprile moltiplicò la difficoltà dell 'attacco. Alle

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cinque della sera i Repubblicani affrontarono con brillante valore l'erta, cbe conduceva all'ultima posizione della difesa. Il gen. Co11cha, comprendendo le difficoltà dell'attacco, fece intervenire alcuni bgl. della 3• divis . e dopo breve e sanguinosa lotta le alture furono occupate. 1 Carlisti ripiegarono prec ipitosamente, e il gcn. Concha con questa vittoria trovò libera la via per gettarsi, attraverso gli anfratti tortuosi della Cadegua, contro il fianco sr. dei Carlisti, determinando la caduta delle forti posizioni che essi avevano già d ifeso strenuamente. Pochi giorni dopo, i l 2 maggio, le truppe repubblicane entravano i n Bilbao, già ridotta agli estremi della resistenza. I Repubblicani perdettero circa 500 u .; notevoli le perdite dei Carlisti.

Municchi (Giuseppe) . Generale, n. e m . a Firenze (1823-1909). Proveniente dall'esercito del granducato di Toscana, passò in quello ù aliano nel 1860 come capitano di cava lleria e partecipò alle campagne del 1848, 1859, 1866, 1870 ed a quella contro il brigantaggio, meritando la croce da cav. <lell 'O. M. S. Colonnello nel 1871, comandò i lancieri d i Aosta e poi i distretti della divis. d i Bari. Collocato in riserva col grado di magg. generale nel 1882, fu promosso ten. genera le nel 1895. Munichia (o Munyd,ia). Uno dei t re porti dell 'antica Atene (V.) che prendeva i l J1ome da una collina situata tra la città e il mare. Il terreno di M. era forato d i grotte naturali nelle quali si trovavano gl i arsenali per la marina. I Lacedemoni distrussero questè opere d ifensive nel 404 a. C.; r iedificate, furono occupate per lo spazio di alcun i anni dai Macedoni e poi definitivamellle rase al suolo da Silla ncll '87 a. C. Ebbe un tempio di Diana, nel quale si celebravano le feste commemorative della battaglia di Salamina. Munizionamento. È la d isponibil.i tà di cartucce che ogni combattente o reparto possiede, per esplicare la pro• pria azione cli fuoco. Varia d a arma ad arma e da specialità a specialità, in relazione all'impiego cd alla maniera di combattere. Normalmente ciascun u01no e re-

Trasporto di munizioni della R. M arina (Basso Piave, Guerra mond.

parto, della stessa arma e specialità, hanno dotazioni iniziali determinate ed omogenee, esistenti in parte presso l'a rma cd in parte seguenti immediatamente sulle sal merie o sui carreggi. li rifornimento delle munizioni prov-


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vede a reintegrare, e magari ad aumentare, la dota7,ione man mano che viene consuma.ta. Il problema del M. è assai complesso. La storia i nsegna che ai reparti maggiormente impegnati nel combattimento sono spesso mancate le muni7.:ioni, precisamente nell'ultima decisiva fase della lotta. L'introduzione delle armi automat iche ha fatto aumentare vertiginosamente il consumo e spesso ha fatto sì che t rnppo rapidamente e con troppa sperequazione venissero esauriti dotazioni e r ifornimenti pregiudicando il proseguimento dell'azione. li M. è strettamente connesso alla vulnerabilità dei bersagli, alla celerità del t iro, alla durata dell ' azione, al numero delle armi impiegate, alle possibilità di t rasporto indosso, a spalla, .a soma, su carri o su automezzi, alla potenzial ità industriale e finanziaria del paese. Da ciò si deduce che il consumo dclk munizioni deve trovare riscont ro in un reale vantaggio nel campo tattico: in altre parole, si deve sparare solo quando si ha la probabilità di coÌpire. Nella tabella qui riportata sono indicati, con una certa approssimazione, i dati d i M . delle varie armi del nostro esercito.

lVIuNIZIONAMEN,O

Al

Presso l'anna

seguito

Totale colpi

2/3 2/5

1/3 I /3

100 200

/2

150 280 30 30

MùN

granate, mun ite invece di grande camera d i scoppio, co.struite più leggermente dei proiettili perforan ti e destinate a scoppiare in coperta delle navi per distrnggere soHastrutture, alberi, .fumaiuo!i, ccc. Il M . viene disti,nto anche in d iurno e notturno; in quest'ultimo, adottato principalmente per i piccoli e medi calibri, destinati al combattimento antisilurante, la carica di lancio è dotata di un dispositivo antifiammico (generalmente cloruro potassico) opportunamente d isposto fra le bacchette dell 'esplosivo che costituisce !:i carica. La presenza di questa sostanza riducé grandemente la fiammata alla bocca dd pezzo durante lo sparo e rende più difficile l'individuazione delle artiglierie. 1 proieuti del tiro notturno ,0110 muniti di una cadetta che si accende per concussione all'atto dello sparo, in modo che è possibile seguirne la traiettoria per tutto il tragitto e individuarne il p unto di caduta, rendendo così possibile il migl ioramento del tiro. Un d ispositivo simile viene anche adottato per il tiro contro gli aerei, tranne che invece d i una codetta luminosa si applica una codctta fumigcna la quale rende possibile seguire la traccia del proiettile nel l'aria · anche d i giorno ed individuare chiaramente le traiettorie. Per l'individuazione del bersaglio nei tiri notturni, si adotta il M. illuminante, costituito da speciali

ARMI INDIVIDUALI

Per ogni fucile: fante ria ...... .. . . alp ini .. . .. . ..... . Per ogni moschetto: ciclisti .......... . cavalleria ... ... .. . Per ogni pistola .. .. . Bombe' ... ......... .

1/2

rh

J

2/3 2/5

3/5 2/3

1/3

1/2 3/5

2 /5

1/5

4 /5

4000 4000 8000

r/3 /5

2/3 4 /5

6000 8000

r/2

1/2

1/3

2/3

[ 50-500 250-400

I /2

4000

ARMI AUTOMATICHE

Per ogni mitragliatrice leggera fanteria . . ..... . . . cavalleria ....... . . ciclisti .......... . Per ogn i m itragliatr ice pesante: fanteria ... ...... . ciclisti .......... .

I

1/2

ARTIGLTilRJA

Per ogni pezzo: trainato ... .. . ... . someggiato .. . . .. . Per ogni mitragliatrice di batteria ... ... .. .

Mt111izio11ame11to (Marina) . A bordo delle navi da guerra è sempre stato variato, per la d iversità dei bnsagl; da battere e per le circostanze d iverse cbe poteva presentare un combaGtimento navale. Si usavano pal!e infuocate, pa lle doppie munite di catena per rompere l'alberatura (« angeli "), proiettili pieni per sfondare le murate, ccc. Anche ai giorni nostri il lvi. è d i varie forme e dimensioni. La principale distinzione viene fatta fr~ i proiettili peiforanti, vak a dire d i buono acciaio con piccola camera di ·scoppio, m011iti di spoletta ritardata, destinati a perforare le corazze ed a scoppiare nell'intano della nave, e le

Manizionamento in nave da guerra dell'epoca velica

proietti, i quali, arrivati al disopra del bersag! io, a<l una data quota , per effetto de! funzionamento cli una spoletta, lasciano cadere un bengala acceso attaccato ad un, paracadute illuminando così una vasta zona d i mare. Nel t iro contro i sommergibili si adotta un M . soeciale, con proietti di forma sin ussata, i quali, arrivati · nell'acqua, non rimbalzano, ma penetrano nell'acqua andando a &coppiare ad alcuni metr i al disotto del livello del mare .

Munizione. Tutto ciò che è necessario al soldato per combattere e per vivere. Per !'addietro si faceva la distinzione fra M . da guerra e ,W. da bocca; oggi il termine, al p lurale, indica solo quelle da guerra . Carro


MÌJN

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Ì\1unizionamento: Catasta di proiettili d)artigl.ieria (Guerra mondiale)

da Munizione era qualunque carro da trasporto per .g li eserciti; oggi il carro-munizion.i ind ica solo quelle di guerra . Nave da M11n;zione (oneraria nell'epoca romana), si disse poi nave da carico o da •trasporto. - Pane da M1111izione, era dcno quello che il Comune o la Signoria somministrava alla sold atesca; il termine era adoperato ancora nel sec. XIX; poi andò in -disuso. - Piazza di M11n1zio11c· fu chiamato il mercato per le velt•JVaglie degli eserciti. - Soldato di lvfumzioue, fu detto il , oldato destinato ai presidì.

venne Ministero, fino al maggio 1918. Allora fu sostituito dal gen. Zupell i. Nel settembre, il Ministero fu trasformato in « Commissariato generale per le Armi e le munizioni ,,, ed ebbe a t itolare l'on . Cesare Nava cbe cessò clalla carica il 14 d icembre, a!lorchi: fu istituito un ufficio, presso il Ministero del Tesoro, per la liquidazione dei servizi delle arm i e munizioni e della aeronautica, ufficio affidato al l'ing. Conti.

Fanferia

Artig!,ena

Munizioni (Posto). I comandi d i regg. e d i bgl., sia in marcia d'avvicinamento che nella fase dello scbieramcmo, costi.tuiscono quasi sempre il P. M. Quivi si accu• n1ulano le 111unizioni che rifornitori e salmerie ve rranno a prelevare quando i reparti avanzati ne abbisogneranm> per esplicare la loro azione d i fuoco. Tutti i reparti debbono essere edotti dell'esistenza _e dell'ubicnione del I'. M ., che verrà collocato in posizio ne facilmente rintracciabile, vicino al le rotabili, e sarà collegato tdefoniumcnte col comando da cui dipende e verrà diretto da un ufficiale o sottufficiale . L'artiglieria ha posti d i scarico a terra. Munizioni (Rifon1imemo). È un servizio ddla massima importanza, dal cui esatto funzionamento in g rande parre d ipende l'efficacia del fuoco delle truppe. li comandante di ciascun reparto è pe,·sonalmente respon sabile cli tale rjfor nimento. Le truppe avanzate attingono il fabbisogno in M. d ai posti d i bgl., d i regg., da qudli d i scarico a terra (ar tiglieria) o dai posti ava nzat i di d ivis. Questi u ltim.i sono riforr1iri da maga1zinì d 'artiglieria di armata. l reparti non impiegati (rincalzi) posso no cedere le proprie M. a quelli avan.:ati più abbisognevoli. Co.sì p ure i combattenti possono trovare un prin10 rifornimento procuran~ dosi le cartucce de l personale non combattente (cond ucenti, collegamenti, ecc.) o dei mi litari fuori comhattimcnto. Il comandante d'una unità può precisare la sua volontà anche col dosamento del R. M. : ossia economizzando .sul fuoco dei reparti d estinati ad azioni concomitanti e dando a profusione i mezzi ai reparti -che esercitano lo sforzo principale.

Munizioni (Mimslero Armi e Muniziom). li 12 luglio 1915 venne istituito un Sottosegretar iato per le Armi e M ., allo scopo c!i d irigere la complessa produzione bellica, così negli stabilimenti m ilitari come in q uelli ausiliar i. Lo d iresse il gen . Dall 'Olio come Sottosegretario, e, dal giug no 1917, come Ministro, . q,rando il Sottosegretariato di-

R;fornimento mumz1om: A, rnagazzino d'artiglieria d 'armata; BJ posto avanz-ato d istribuzione m unizioni di divisio•ne; C, posto munizioni d i .reggimento; D, reparto munizioni e viveri; E. posto mw1.izio ni di battaglione; F, posto di scarico ~t terra; G, rifornitori; B., porta munizioni a braccia; I, compagnia di rincalzo; K , li ncà dei pèzzi; L, compagnie avanzate; 1'\11, porta munizioni

M unkacs. Città dell 'U_n gheria, nel com itato di Bereg, sulla Latorcza, affluente della Theiss. A 2 Km . dal fiume, sopra un 'altu ra rocciosa d i 80 m ., fu costituita la piccola fortezza d i M . nel 1356 a sbarramento della str ada per la Galizia, attraverso i Carpazi. Dapprincipio era costituita d i guindici baluardi a torre, congiunti• fra loro <la pal izzate.


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MUN

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Nel 1706 Rakoczi II vi fece costruire dall' ufli ciale del genio francese Damoiseau un fronte bastionato ti po Vauban, che però cadde presto in rovina. La fortezza superiore nel 1855 fu trasformata in stabilimento di pena . Dal 1685 al 1688 fu diksa da E lena Zri nYi contro un corpo d'assedio austriaco, al comando del gen. C,,,-afa . Nel 1703 !a forr.ezza cadde in mano di Francesco II Ral,ocz, e divenne la roccaforte degli insorti dell"Ungheria orientale, ma nel 1711 fu ripresa dal feldmaresciallo imperiale Loffelholz. Nel 1848 fu occupata dalle truppe ungheresi, che si arresero alle trup pe del gen . Car!ovic.

M iinnich (Bu-rkhard, Cristoforo, conte di). Feldmaresciallo russo (1683-1767). F iglio di un ufficiale danese, nel 1699 entrò nel corpo degli ingegneri dell'esercito francese; nel 1701 passò al serv izio dclJ'Assi-1--Darn1stadL, e nel ];05 a quello dell'Assia-Cassei. Combattè in Italia e in O landa, d istinguendosi a Malplaquet. Ferito a Denain, cadde p ri·gioniero dei Francesi. Nel 1721 entrò come generale ingegnere ncU 'esercito russo e lavorò lungamente alle CO· strnzioni del canale di Ladoga, del porto di Kronstadt e delle fortificazioni di Riga. Sotto Pietro il grande divenne ten. generale; nel 1728 fu nominato conte. L'imperatrice Anna lo nom inò nel r73r comanda nte di C. d' A. e nel 1732 feldmaresciallo. Come presidente del Collegio d i guerra diresse indipendentemente gli affari dcli 'esercito che egli aveva completamente rinnovato, e pose le basi del corpo .dei cadetti. Nel 1734 conquistò Danzica e represse i disordin i di Varsavia; poi prese il comando ddl 'esercito contro i Turchi in Ucraina; occupò la Crimea nel 1736, Ilei 1737 p rese Otschakov; nel 1739 s'impadronì di Choczim, occupò la Moldavia e concluse la pace di 11elgrado. Dopo la morte dell 'imp,;ratrice Anna fu primo m inistro e promosse l'alleanza con la Prussia. Salita al trono la imperatrice Elisabetta, egli fu arrestato e condannato a morte; venne gra1.iato sul palco, ma con la perd ita cli tutti i suoi avcci, e mandaw in Siberia, <love stette 20 anni . Nel

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MUN

1 762 fu reintegrato da Pietro III in lutti i suoi diritti ed averi e Caterina II lo nominò direttore generale <lei porti del l.laltico.

M unro (Sir Ettore). Generale i nglese (1726-1So5).. Fu nelle Indie, rn servizio della Compagnia dell.e lndie Orientali. Nel 1764 represse una insurrezione delle truppe in Patua e nell'ottobre del lo stesso anno r iportò una vittoria su princip i bengalesi e salvò il Bengala per I·1 ngh ilterra. Nel 1778 ricevette il coma ndo in capo delle truppe m Madras e nell'ottobre conquistò JJondichéry. Nel 17:lo, in luglio, fu sconfitto da 1-hider Alì con gravi perdite, e ricacciato in J\.iadras ; nel novembre success ivo venne e s.o-

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ncqto e sostitui~o nel comando dal gen. Coote. Jn seguito M . si segnai/, nella battaglia di Porto Novo, e prese il posscdimeuto olandese d i Negapatam . Ritorna"to in Ingh ilterra, nel 17')3 fu p ron:iossu tenente generale e nel

1798 geueralc. Mum·o Tommaso. Generale inglese (17(,1-1827). Com:Oatté Munro Ton,maso luogamcnte nell"lndia, dove ebbe anche governatorato di provinci:Ì. Nel 1816 parteci1Jò al!a guerra contro i Mahratti e poi fu governatore a Madras.

M ilnster, Città della Germania , nel la Westfal ia, sul1' Aa. Fondata nel sec. VIIl da Carlo Magno, vi fu eretto un castello. Fece parte delia Hansa. Nel 1648 vi fu con clusa la pace che venne d<otta di Wesifalia (V.). Venne assediata dai Francesi il 25 luglio 1759 e dovette arrendersi. Gli Annoveresi te ntarono di toglierla ai Frar.cesi in fine

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I ,g.y~ Castello di J\llunlrn.c.s: A, B, C, primo, secondo, terzo castelJo; D, fosso; .E\ porta; F, strada di accesso; G, borgo; II, palancataj 11 fossttto .esterno; L, terreno paludoso.


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agosto, ma la t rovarono occupata 'da forte guarn igione e rinunciarono ai l 'ìmpresa.

M untaz. Grado nelle t ruppe coloniali indigene .italiane, corrispondente al caporale dell'eserci to metropolitano. Al M . spetta organicamente il comando di una squadra. Esso viene t ratto d agli ascari che abbiano particolare attitudine al comando e che sappiano leggere e scrivere la lingua italiana. Il M. può aspirare alla promozione al grado di buluc-basci. Muotatal. Locali tà della Svizzera, nel cantone di Schwyz, ~ sud-est d ella città di Schwyz, Combattimento di Muotatal (r 0 ottobre 1799). Appartiene alla seconda guerra d i Coalizione. Il 27 settem bre 1799 il gen. Suvarov si d i.resse verso M., dove i cosacchi dell'avanguard ia dispersero alcune cp, francesi. L'esercito russo, raggiunta M . nelle giornate 28 e 29 settembre , il giorno seguente continuò la marcia su Glarus, lasciando in retrnguardia a M. il gcn. Roscnberg con 8000 u. Co1orro questi si diresse il 1 ° ottobre da Schwyz il gen. /1,.las,ena, con 8 - 10. 000 u. Ma limitando egli la s 11a azione ad un semplice attacco frontale nel foJ1 clovalle, vi fu b"ttuto dai Russi e ricacciato fino a Schwyz dopo aver perduto 5 cannoni e 1000 prigionieri.

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difensori, protetti in parte da un m uretto esterno, detto parapetto, grosso m. r e al to m . 1,30 circa. T alvolta la piattaforma era sostituita da un ballatoio di tavole sorrette d a mensole. Con tali profili si avevano i seguenti inconven ienti: 1°) i difensori rimanevano esposti dal pe-tto in su alle freccie lanciate dall 'attaccante; 2°) ai piedi delle mura risultava un esteso ar.golo morto che permetteva al1'attaccante di avv icinarsi ad esse per darvi la scalata o per aprire la breccia. Si rimediò a l pr imo in.conveniente facendo il muretto esterno della piattaforma ~amo alto (da , ,8_o a 2 m .) d a coprire i difensori e intagliai1dovi delle aperture a partire da m. , ,30 circa d alla piattaforma stessa, allo scopo d i permettere loro di fare uso delle armi . Saettiere o balestr iere si d issero tali aperture, e merl i le parti piene comprese fra saettiera e saettiera; le saet-

Mur. Fiume dell 'Austria-Ungheria, affluente della Drava. Battaglia di Mllr (167 d . C.). Appartiene alla. guerra d ei Romani contro i Marcomanni al tempo dell'imperawre Marco Aurelio, e fu combattuta e vinta da costoro contro i Romani condotti da Macr ino (o Macronio) Viodice, prefetto del prer.orio, i l quale perì con 20. 000 uomini.

Mura. Rappresentano uno degli elementi costitutivi della fortificaz ione nell'epoca an tica ed in quella. medioevale. Non è ben certa l'epoca in cui si cosLruirooo le prime fortilìcazioni d i muratura, ma pare che i Cinesi le avessero già duemila e più anni prima dell'era volgare. Le 111ura, o cinte di n1uratura, racchiudevano la città o lo spazio da proteggere, e siccome in caso di guerra, specialmente presso i popoli o(Ìentali, entro esse si rifugiavano gli abitanti della campagna circostante, così tali cinte assumevano uno sviluppo grandissimo (quello del la cinta d i N inive, per es., era di 86 Km.). Nei primi secoli dell 'epoca antica erano piuttosto basse, e grosse solo quel tanto da permettere d i ricavare una piattaforma alla sommità per i d ifensori. In seguito si fecero p iù alte a fine di rendere sempre più difficile la sca lata, e piu g rosse perchè resistessero all'urlo delle macchine da guerra impiegate negli asscùl. Quanto alla struttura , k M . più antiche erano formate <li massi sovrapposti a secco; cosl le costruzioni ciclopiche attribuite ai Pclasgi (p. es. quelle di Micene e di Tirinto, e in Italia quelle di Ferentino, Volterra, Cosa, Venafro, ecc.), oppure , li materiali vetrificati, d i cui si ba esempio i n Francia nel forte La Courbe presso Argentau (Ome), nel forte Saint-Suzanne (Mayeone), ecc. Ma la struttura generalmente usata era quella cli muratura o rd inaria . Le prime M. dell 'epoca antica avevane> il profilo indicato nelle figure; l'altezza loro non era n,inore di 7 ad 8 m . per rendere difficile la scalata; la grossezw, che prima dipendeva solo dal l'altezza, d opo l'introduzione delle macchine ossidionali doveva essere di almeno m . 2,50 perchè le mura resistessero all'uno dell'ariete . Le prime M. erano senza fosso, e per ·sccvire, oltre che da ostacolo, anch~ come elemento di difesa , superiormente erano foggiate a piattaforma su cui stavano i

ì\-1ura ciclopic;he a Monte Circeo

tiere per le macchine nevro-balistiche si chiamarono troniere , Si ebbero così le mura merlate. Si tolse il secondo inconveniente, facendo sporgere il muretto a!l 'esterno della piattaforma, sostenendolo co,1 mensole, e ricavando al piede del muretto delle saettiere verticali o quasi , dette caditoie o piom batoie ; così oltre la difesa ficcante si potè avere la difesa piombante. T alvolta le piombatoie e rano costruite solo al momen to dell'assed io e allora consistevano in galJcric di legname sporgenti un poco d alla piattaforma. L'introduzione delle macchine ossid ionali nell'attacco delle piazze forti portò alla adozione del fosso verso l'esterno, elemento passivo di grande importanza. Per fornire una difesa radente si costrusse spesso al piede delle mura, a qualche metro di d istanza, un muretto, merlato o no, ch iamato antemurale, e p iù tardi barbacane. In taluni casi il muretto era sostituito rb u na s~mplice pa lizzata. Si ebbero pure esemp i, nell'antich ità, d i palizzate erette a l di là de ll a controscarpa, specialmente in corrispondenza delle porte, a fine di ottenere delle zone. coperte che

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MUR

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facilir.assero l'uscita e l'entrata nelle cinte. Queste zone si dissero liue.· La difesa raden1t.e si otteMC pure mediante nicchie, o mediante una galleria r icavata nella grossezza delle mura . Ma l'impiego del le nicchie e delle gallerie fu molto limitato perchè le mura ne risultavano indebolite. L 'introduzione nell'attacco delle torri mobili di legno, che avevano dominio sulla p iattaforma de.Ile mura, portò al• !'aggiunta di un tetto in legname, il quale serviva pure a

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chcggiante .. Tali organi furono le torri e cosl si ebbero le cinte turrite. Le parti di cinta comprese fra torre e torre presero il nome di cortine. In generale nello stabilire il tracciato delle M. antiche non si aveva di mira che di circoscrivere 1a località da difendere, ma negli ultimi secoli dell'epoca si ebbero tracciati a salienti e rientranti, facendo corrispondere i rientrami alle strade cli accesso,

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l\'lura rinforzate

Profi]i di m ura antiche

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proteggere i d ifensori contro le intemperie. La grossezza delle mura, dap prima limitata da 2 a 4 m., andò in seguito aumentando, man mano che si sentì il bisogno di disporre di un maggior numero di difensori e di macchine da g itto sulla piattaforma, raggiungendo m. 6,30 ad Atene e a Bisanzio, m. 9,40 a N im~e e m. 22 a Babilonia. In questi casi però le mura non erano massicce, ma composte cli due muri paralleli, collegati fra loro da n1uri trasversali ; i vani che ne risultavano venivano rìem~ piri con terra pigiata o con rottami. Si avevano così le mura doppie. Alcune volte le M . veniva:10 rinforzate ester• namente con' travi orizzontali. Per dare a una fortificazione maggiore forza di resistenza si costruirono 'cinte doppie, t riple, ecc., distanti da roo a 150 m. l'una dall'altra. Così Gerusalemme, Babilonia, Rodi, Cartagine ebbero cinte multiple; Ecbatana, capitale dei 1-.-i edi, ne ebbe sette, ciascuna delle qua li superava la cinta esterna vicina dell'altezza dei merli. Talvolta, nel caso di cinte multiple,

per poter eseguire su d i esse una difesa avvolgente. Anche nel medio evo si ebbero, come nell' antichità, città fortificate con mura merlate e turrite, precedute da ante murali e da lizze, ma esse erano io gran parte M. dell'epoca precedente restaurate. Ad alcune si aggiunsero opere esterne, consistenti generalmente in grosse torri, collegate colla cinta mediante un doppio muro o un passaggio sotterra'neo, allo scopo di conservare il possesso di qualche punto importante o di dare appoggio alle difese esterne.

Nei secol,i XIV e XV, ~ r iodo di transizione fra l'epoca medioevale e l'epoca moderna, fu data esternamente alle M. - perchè presentassero bersag lio minore ai tiri dell'attaccante e perchè offrissero maggiore resistenza al tiro io breccia - una scarpa assai pronunciata (da 4/r a 5/ 1); siccome però tale scarpa favorisce la scalata, così essa

Mura. con fosso

eslt'nto

______ _____ _.,,-·~ ____ ____ '15:0o · - - - - ---- -

,

Pianta di mura doppie.

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una o più di esse erano di carattere campale, come a Cartagine. L 'altezza delle M . sul terreno naturale, o sul fondo del fosso, fo molto variabile; da 8 o 9 n,. si giunse fino a m. 31,50 (M. d i Ni.nive). Le cinte dell'epoca antica era:10 tu.t.te a t racciato poligonale. Le p rime sviluppavano soltanto la difesa fron• tale (ficcante, piombante e radente), ma ben presto si riconobbe la necessità di aggiungervi organi di difesa fian-

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"1-J.ooJ

venne limitata alla parte inferiore delle mura (circa 2/3) inserendo nella sua linea superiore un cordone alquanto sporgente. Furono soppresse tutte le parti dcbo.li , facil• mente demolibili, e le parti di legname facilmc,u.e incendiabili, ossia i merli , le caditoie, le coperture delle piattaforme e dei terrazzi. Per aumentare la resistenza delle


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M , si diede prima maggior grossezza al par apetto, che ne era la parte più debole, poi alla restante p:u te , arrivando a dimensioni straordin.aric . Questa modificnione però non fu molto appl ica.ta, special mente per IJ spesa ; invece si adonò 'più comunemente l'altra {li terrapicnare le i\1 . , oss_ia di addossarvi una 1nassa d i terra, o ramparo, talvolta all'esterno, m a pii, frequentemente all'interno . In quest'ultimo caso il ram paro venne talvolta tenuto discosto

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dante della brigata Ì• rea che guidò sull'altipiano d 'Asiago (1916) meritandovi la croce da cav. clcl l'O. M. S. Ebbe poi successivamente, in guerra, ti comando della 34a e della 21a d ivisione e nel 1918 fu promosso ten. generale.

dal muro; dietro questo si ricavava un can1111ino coperto,

e si praticavano feritoie nel muro per ottenere una difesa raden te . Colla sostituz ione dei proietti di ferro a quelli d i p ietra, verso la fine del sec. XV, fu ingrossato i l ramparo delle m ura terrapienate, e nella parte superiore si ricavò ge1fera lmcntc Ja piattaforma o t_errapit:no per le bocche da fuoco. In seguito le M . propriamente dette furono abbandonate , e le murature furono usate unicamente come rivestimento . (V. Muro e Torre). ,'vfura. Ant. città della Lucania, già detta N umùtro.

Battaglù, di Mura (210 a. C.) . Appartiene alla seconda guerra punica e fu combattuta dal console M. Claudio Marcel lo contro An nibale . Quegli, come . vide occupato il prossimo colle dal nemico, s'accampò nella sottostante pian ura e menò fuori dal! 'accampamento. le schiere, sfidandolo a battaglia; nè Annibale la ricusò. Il Cartaginese d rizzava l'ala dr , su pel colle, i Romani appoggiavano la sr. alla città. Battutisi d alla terza ora si no all a notte, ed essendo le prime sch iere stanche, i Rom ani cacciarono innanzi nell a m ischia la prima legione o l 'ala dr ., Annibale g li Spagnuoli e i_ from bolieri baleari , ed anche gli elefanti. Sotte ntrò alla prima legione la terza , all' ala dr. la sr. , e presso i nemici invece di t ruppa stanca prese a combattere la fresca. La pugna si riaccese all'1mprovviso , ma la notte divise i combattenti, lasciando incerta la vittoria. Il giorno seguente i Romani stettero in arm i, dallo spuntare del sole fino a g;orno i noltrato, ma, non vedendo usci re fuori dal loro campo i CartagiPesi, raccolsero le spoglie, e ammucchiati in un sol luogo i cadaveri dei loro, li bruciarono, La notte seguente Annibale tolse il ca mpo in silenzio e si diresse verso la Puglia, inseguito da Marcello.

Murad, V . A murat . Muradad. V. V beda, M urani (Giuseppe) . Generale commISsan o nella R. Marina, n . a Monterubbiano nel 1860, e nt rato in servizio nel 1882, promosso magg. generale nel 1918, cÒUocato in P . A. nel 1923, promosso ten. gcocraic nel 1926. Prese parte alla campagna d 'A.frica del 1888, alla spediz ione cli Candia nel 1895-97, e alla guerra mond iale, durante la quale fu direttore dcl Commissariato a Venezia Murano, Rimorchiatore della R. M, , di 294 tonn., entrato in serv1z 10 nel 1874, radia to nel 1923. Murari (dalla Corte lira, ,·onte Vittorio). Generale, n. a Verona, m . a T orino ( 1859-1922) . Sottot. d'art. nel 1878, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M. Dal 1898 al 1 902 insegnò geografia m i!. alla scuola di guerra , Capo di S. M . della divis . cli Novara nel 1902, fu promosso colonnello comandante il 6o0 fanteria nel 1905. Capo di S. M. del IX C. d' A. nel 1908 e addetto al comando del corpo di S. M. nel 1909, andò in P. A. nel 1910. Magg. generale nel 1914 e passato nella I iser va n ello stesso anno, fu r ichiamato i n servizio pe r la guerra contro l 'Aust ria e nomi nato primo coman-

M urani G iuseppe

IVIurnri Vittorio

Murari dalla Corte Brà , conte Sebastiano. Generale, n. a Verona nel 1879. Sottot. d i cavalleria nel 1900, fr~quentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M . Nella guerra contro l'Austria meritò la med. d'argento a Bosco Cappuccio-Oppacchiasella-Loquizz a . Ten. coionnello capo di S. M. della 63• divis. nel 19r 7, combattendo sulle falde occiden.tali di M. Pala, dopo molte peripezie cad de nelle mani del nem ico : il Suo va lore fu premiato colla croce da cav. dell 'O. M . S. Colonnello nel r918, fu addetto a llo S. M . ed ebbe nel 1926 il comando dei dragoni Nizza e nel 1927 quel lo della scuola di cavalleria di Tor d i Quinto . Nel 1932 fu promosso generale di · brigata comandante la 2• brigata cli cavaller ia.

M urat (Gioacchino). Maresciallo d i Francia, re cli Napoli (1767-181 5) . Figlio d' un oste, si arr uolò nella Guardia costituzionale d i Luigi XVI e qui nd i passò in _un regg. cacciatori a cavallo. Nel 1796, divenuto aiutante di campo di Buonaparte, lo scgul in Italia, distinguendosi a Dego, Ceva e Mondovì, poi da generale di briga ta, a Bassano, Mal]tova e Rivol i. Col Buonapar tc fece anche la campagna d'Egitto, e si segnalò i n molte occasioni. Rientrato in Francia col g rado di genèralc di divisione, contribuì al successo del 18 Brumaio, e sposò Carol ina, sore lla m inore d i Buonaparte . F u q uindi nominato coma ndante della g uard ia consolare, passò le Alpi col primo Console e si d istinse a Marengo. Fu presidente deJla Repubblica Cisalpina, deputato al corpo legislati vo, goverc,atore di Pa, rigi, maresciallo de ll 'Impero, gra nd uca d i Clèves e di Berg, g rande am m iraglio . Nel 1804., incaricato ciel comando della cava lleria della grande ;\nnata, si coprì di gloria a Jcna , a Eylau e a f/rieclland . >Jel 1808 ebbe da Napoleone I i l trono d i Napoli e lo resse sotto il nome di Gioacchino Napoleone. Spinto dall 'ambiziosa Carnlina volle tentare di liberarsi dalla tutela d i NapoMurat Gioacchino leone e sorsero g ravi d issapori fra i due cognati; ma, sopraggiunta nel frattempo la guerrn di Russia, M . diede prova novella di fedeltà e valore decidendo della vittoria della Moscova (1812) . Dopo la partenza d i Napoleone, d iresse la r itirata da Smolensk

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a Wilna . Rientrato a 'apoli, strinse segreti accordi con l'Austria, pure raggiunse Napoleone e . nel 1813 combattè a Dresda ed a Lipsia. Per conservare la corona, si accordò con i Coalizzati contro la Francia, ma, venuto a cono scenza di quanto si tramava contro di lui a Vienna, ed informato della partenza di Napoleone dall'isola d'Elba, si dichjarò improvvisamente in suo favore e marciò contro gli Austriaci invadendo l 'Alca Ital ia. Battuto a Tolentino, il 2 maggio 1815, perdette in una giotnata l 'esercito e il tJono e si rifugiò nella Corsica. Quivi raccolse un piccolo gruppo <li soldati e nel 18r5 li condusse alla riconquis<a d i Napoli, dove già era tornato Ferdinando IV; sbarcato a Pizzo di Calabria, . dopo breve scaramuccia fu preso dai Borbonici, i qual i lo processarono immediacamenre e sommariamente, e lo fucilarono sul posto.

Murata. li fianco delle navi da guerra, nella parte che sta al disopra del galleggiamentò . La voce ha origine dal!e antiche navi da g uerra in legno, nelle quali, cumc mczz.o di di fesa, sì ricorreva nlla costruzione di un muro di mattoni o d i altro materiale lungo rutto i! fianco, contro lo stesso, d ietro il q uale si -riparavano i combattenti. Al giorno d'oggi si dice ancora in marina « dormire a

MuR M11raviev. Maggiore dell'esercito imperiale russo,

nel-

l'epoca nostra. Durante il Governo provvjsrJrio di Ke renski

cooperò all'organi1,zazione -dei battaglioni d'assallo rivoluzionari. Nell'ottobre 19r7 gli fu affidato il comando dei reparti bolscevichi che combaltcrono a Pulkovo contro il gen . Krasni . Nell'autunno del 19r8 fu nominato comandante del f romc orientale contro il corpo dei cecoslovacch i. Nei luglio, durante l'insurrezione a Mosca dei socia listi rivoluzionari contrn i bolscevichi, M. tentò di trascinare le sue truppe a Mosca in appoggio agli insort i, ma, non essendo stato ubbid ito, si uccise .

M ureia. Cillà della Spagna, capoluogo della provincia omon ima, p resso la confluenza del $angunera e <lei Segura . Probabilmente M. è l 'antica « Vergi!ia ». Fu presa dai Mori nel 713 e riconq uistata da Alfons6 X di Castiglia nel 1265. Sotto la dominazione moresca fu la capitale di uno dei p iù ricch i reami musu lman.i d i Spagna. Mureaux 130 A

Monoplano metallico francese da tn dura llu1ninio, 1nunito d i impianto d i riscaldamento, d i installazioni per m3cçhine

osservazmne,

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monomotore,

murata )), quaiido, invece di andare in branda, 1 marinai sono fatti distendere sul ponte lungo i fianch i della uave, per essere più pronti ai servizi di guardia o del combattimento. Nelle navi a vela l'equipaggio era diviso in due guardie, una delle quali dormiva in branda e l'altra a M., alternandosi di quattro in q uattro ore durante la notte . M,mua. Costtllt.tore giapponese di un fucile a retrocarica, adottato dal Giappone col nome di Murala mod. 1889. Nlureaux 130 A 2

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4"Sét\.,WW Fucile giappone,s e Murata mod. 1889

Aveva il calibro di 8 mm. ed era un misto dei congegni Mauser e Lee, con serbatoio nel fusto, tipo Kropatschek. Fu sostituito dal fucile Arisaka.

Muraviev (principe Karski Nicola Nicolaievic). Generale russo (1794-1867). Fece k campa~ne dal 18 12 al 1815 e nel 1817 escgul un:i spedizione ne l territorio orientale del Mar Caspio, p ubblicandone una rdaziooe dettagliata . Prese parte alla guerra conuo i Turchi del 1828-29 c g uadagnò il grado d i ten. generale dopo la repressione dell'insurrezione polacca del 1831 . Verso la fine del r832 fu inviato in Egitto per far decidere Mehemet Alì a cominciare le ostilità contro la T urchia; riuscì nel suo ,ncenro ed io seguito ebbe il comando delle truppe inviate nel Bosforo. Caduto in ·disgra1,ia nel 1838, vcnn•~ richiamato in serv izio attivo nel 1848. Nel 1854 ebbe ìl comando del corpo di spedizione nel Caucaso, dove si i mpadronì d i Kars. Lasciò Memorie interessanti; fu pubblicata una. sua opera sulla guerra del Caucaso dopo la sua morte . 1Wu1·aviev Amursk/ iVicola Nico/,iievic. Generale russo ( 1810-1881). Servì lungo tempo nel Caucaso; nel 1836 fu promosso maggior generale e trasferito nell 'amministrnzio_rìe civile. Nel 1847, nom inato governatore generale della Siberia Orientale e ten . generale, conquistò alla Russia tutto il territor io dell'Amur e nel 1858 concluse il trattato di Aigun con la Cin a. A ricompensa de i suoi serviz i ricevette la promozione a generale d i fanteria .

fotografiche, di fari d · atterraggio, d i bombe illu minant i. Un tipo r3 r A 2 differisce di poco da l precedente. ,\pertura alare di entrambi 15 metri, peso totale Kg . 2150, velocità 232 Km. /ora_ Armamento : una m itragliatrice anteriore, due posteriori abbinate su torretta, una sotto fuso-

Mureau.x 130 Rn 3

licra, un lanciabombe. - Un tipo ITl R 2 è di poco ,pi,, lungo e di poco più pesante e veloce. - Un -tipo 120 Rn 3 è da ricogn izione notturna, bimotore, con d ue m itragliatrici in couetta prodiera, <luc in torretta posteriore sulla fusoliera, una per il tiro in basso. Apertura alare m . 17; peso totale Kg. 2614; velocità Km.fora 228. f

Muret. Città della Francia, nel d ip . dell'alta Garonna . Deve la sua origine a un castello fabbricate, al principio del scc. XII dai conti tli Comminges.

Battaglia di Mt1ret (12 settembre 1213). Appartiene alla crociata contro gli Albigesi. Pietro .Il d 'Aragona,. addolorato per la spogliaz.ione di Raimondo di Tolosa suo cognato, eia parte di Simone di Montfor t, decise <li conere


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in aiuto del principe spodestato .e, nel 1213, si portò con un esercito ad assediare M . la cui guarnigione minacciava continuamente Tolosa. Simone, che si era chiuso nella piazza forte con 1200 cavalieri e 700 fantaccini, colto il momento propiz io, uscì d'improvviso dalla città e gettatosi con tutti i suoi uomini sugli assedianti, li rovesciò e li mise in fuga, tagliando a pezzi quami ne potè raggiungere nell'inseguimento . Pietro II tentò invano d i opporre rcsistfnza e d i riordinare le sue t ruppe e quelle degli alleati, i conti d i Comminges, di Foix e d i Tolosa . Tutto l 'esercito, colto da panico, si diede alla fuga e rimase distrutto o disperso; il re cadde combattendo.

Muretto (Passo ' def). Col le delle Alpi Retiche che mette in comunicazione la Valtel lina con la Val 13rtgagl ia e con l 'Alta E ngad ina. Da Sondrio la st rada risale la Val Malenco, sino a monte della località Chiesa; diviene poi mulat tiera e s'addentra nel vallone di Mallera, raggiungendo il valico come sentiero, all'incontro delle opposte pareti terminali del Massiccio del l:lernina e di quello della D isgraz ia, giganti d i questa sezione alpina, a quot a 2560 m . Di là scende r ipido e raggiunge la rotabile presso il Passo di Maloggia (t8u m.). Bcnchè accessibile per piccolo tratto a mezzi rotabili, è linea notevole, sia per la rarità delle comunicazioni attraverso l'alta chiostra delle Alpi del Bernina, e sia pcrchè, oltre ad allaccia rè le due grand i rotabili, s'innesta a quella settentr ionale presso il Maloggia, .importantissima soglia del corridoio longitud inale ove, in opposta d irezione, corrono l 'Adda e l'lnn. Accessibile solo a truppe alpine o, comunque, dotate d i salmerie, questo passo avrebbe importanza militare se la neutralità svizzera non escludesse ipotesi d i guerra in questa regione alpina : basti rilevare il fatto che l'esistenza del saliente di Val Posch iavo, avanzando il confine sin presso Tirano, crea condizioni molto sfavorevoli alla difosa della Valtellina contro ·attacch i da quella frontiera, tanto più essendo o ttima la strada del Bernina. Murfreesborough (Battaglia) . V. Stone Rive,·. M urganzia (lat. Murga11tia). Antica cmà del Sannio. F u assediara e p resa dai Romani condou.i dai consol i Fabrizio Rufo e P. Decio, nell 'anno i96 a. C. Dopo la caduta d i M . i Sanniti furono completamente soggiogati.

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stenne aspri combattimenti per la conquista delle contrasta te quote r75 e 146. Trasferita nell'ottobre 1917 in Vallarsa, fu schierata nei settori a cavallo del torren te Leno. Nel maggio del 1918 tentò d i impossessarsi, con azione di sorpresa, d i M. Corno Battisti, che dopo alterna sangu inosa vicenda fu definit ivamente conquistato. Destinata in Val Frenzela, fu ~chierata, nel luglio 1918, sull a fronte Pizzo Razea-S . Francesco-Val Vecchia-M. Cornone. Nell'ottobre fu inviata sull 'altipiano d i Asiago per partecipare all'offensiva finale, durante la quak, inseguendo l'avversario, risalì la val Micia e per Malga Fratte, Tonderecar, Meletta d i Gallio arrivò alla Marcesina spingendosi a Selva. Il suo contegno fu citato sul Bollcttioo di guerra del Comando Supremo n. 823 del 25 agosto 1917. Fu successivamente comandata dal magg. generale Ricordi (1917), d al colonnello brigadiere Sapienza (1917), dal magg. generale Lombard i (1917-18). Festa dei reggimenti : per entrambi il 2r agosto, anniversario del combattimento all 'Herrnada (1917). Colore delle mostrine : fondo .nero con una fascia rossa centrale nel senso verticale. Perdite nella guerra: ufficiali morti 33, feriti 119, d ispersi 24; u. d i tn:ppa m. 413, f. 3084, di spersi ~849.

Muricchio (Vi11ce11.:ro) . Generale, n . a Portocannone nel 1861. Sottot. di art. nel 1880, fu, da ten. colonnello, di.rettore d'art. a Messina . Cclonndlo coma nd. il 12° art. da campagna nel 19 15, andò in l'. A. nel r9ri. Magg. generale nello stesso anno, ebbe nel 112., · i l grado d i generale d i d ivisione e nel r927 passò nella riserva .

Muriccbio Vincenzo

Murmansk (in italiano : Murmania). Cosra settentrionale della penisola di Cola, nella Lapponia russa. Ha il porto d i Jekatcrinimk, costruitovi dalla Russia perchè quel mare è ]ibero dai gh iacci tutto I 'a ono. Capo luogo, Murn1ansk.

Murge. Brigata d i fanteria di linea che prese il no me <!ell'omonimo altipiano pugliese, e fu costituita nel febbraio 1917, per la durata d el la guerra italo-austriaca (1915-

La gue,,-a mondiale in Murmania. Dopo la pace d i Brest-Litovsk (1918), sbarcavano in F inlandia t ruppe tedesche che il 13 aprile occupavano Helsingfors; contemporaneamente in tutta la Siberia, e specialrnentc lungo la ferrovia trans iberiana, si andavano organizzando nuclei di forze bolsceviche, al comando d i ufficiali germanici ed austro-ungarici, ed unità regolari costituit'c con gli ex prì-

g ionjcri degli Imperi Centrali. Le forze sbarcate in Fin -

Medaglia della brigata M urge

1918) dai de posil'i del 43-0 e dell '890 fanteria, coi regg. 259 e 26o. In izialmente sch ierata nella zona di Selz, concorse con due bgl. del 259 all 'attacco di Duino, mentre il iGo riuscì a conquistare le pendici nord-ovest d i q. 208. Assunse poi la d iksa della fronte Flondar-Medeazza e so-

landia, accresciute da q uel le rivoluzionarie fin!andesi, lo ro natura li alleate, tendevano •~d jmpossessarsi di tutta la regione settcritnonale della F inlandia e dei porti del mar Bianco , specialmente di Arcangdo, pert hè in tale modo si sarebbero impadroniti del la ferrovia Cola-Pietrogrado, una delle lince d i rifornimento dell 'Intesa per soccorrere l'esercito russo cd anche quello romeno, e che faceva capo alla ricca base di Munnansk , nonchè della ferrovia Arcangelo-Vo logda-Mosca. Obbediente all 'imposizione di Berlino, Mosca metteva il fermo su tutto ciò che nella bàse murmana e nel portç, d i Arcangelo si trovava, ed espelleva d~ quest'ultima locali tà i rappresentanti diplomatici deli'lntesa, ivi residenti . Ad impedire la marcia delle truppe tedesche-finlandesi verso il mar · l:lianco e verso la

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M., provvedeva l'Intesa con un primo immediato invio di truppe ad Arcangelo ed a Porto Murmansk per assicurarsene jl possesso. Essa si proponeva però d'inviarvi forze molto maggiori per un 'azione a fondo contro le for z.e nemiche, nell'intento di respingerle lontano dalla ferrovia Cola-Piet rograclo, unica ,•ia di comunica7.ione che ad essa restava per collegarsi con gli elementi. antirivoluzionari russi che andavano organizzandosi e, soprattutto, per portare aiuto ai Cecoslovacchi, che, dall'Ucraina o,·e si tro\'a,·ano, avrebbero potuto dirigersi, per rientrare in Europa, anzichè a Wladiwostok, al porto, assai più vicino, di Arcangelo, dove il governo rivoluzionario costituitosi aveva tendenze antibolsceviche. Contrattempi, in<lecisioni cd osta• coli di ogni genere concorsero però a far ritardaie 1'at• tuazione dei predetti provvedimenti di alcuni mesi, p1ima che un pi,, efficace intervento in M. e nella Manciuria potesse avere luogo. Fratrnnto, nel giugno , 918, in Finlandia, il generale tedesco von der Goltz assumeva il CO· mando delle truppe finlandesi, fra le quali erano stati incorporati prigionieri di guerra austro-tedeschi: circa 6o.ooo uomini e 54 cannoni, con cui venivano costituite tre divis. di fanteria eri una d i cnva llcria, concentrate anortHJ a Roveniani per essere in misura di muovere di là su l'Orlo Murmansk e su Arcangelo. Comaodame riel corpo di spc· dizione interalleato nella Russia settentrionale fu il generale inglese F . Poole con l'incarico di difendere anzitutto Porlo Murmansk e possibi lmente anche Arcangelo e i punti più importanti delle ferrovie che facevano capo ai porti stessi; perciò gli venne affidato il comando anche sulle forze nav:tli, costituite da due incrociatòri inglesi, uno americano, una corazzata russa e due torpcdi rucre russe con equipaggio francese. Il contingeo tc che fornì l 'Italia fu costituito da un bgl. su tre compagnie del 67" fan teria, da una compagnia di complementi, da una dj mitragliatrici, da una sezione di CC. RR., da reparti del genio di s~nità e sussistenza, al comando del tcn. colonnello Augusto Sifob. In tutlo, 42 ufficiali e 1300 u. d i truppa. l i nostro contingente giungeva a Porto Murmansk il 3 settembre, e si univa alle truppe alleate le quali comprendevano una divis. di fanteria ingle;c con sezione di aviazione; un bgl. d i fanteria francese con una cp. sciatori ed un gruppo <l ' artiglieria; un bgl. americano ed uno serbo; un rcgg. carcliano; legione anglo-slava e franco-slava. Complessivamente circa 30.000 u., di cui 20.000 combattenti. La massa maggiore era a Porto Murmansk, la minore ad Arcangelo. Preoccupante appariva la situazione in conseguenza del continuo affluire d i forze tedesche in Finlandia, per cui veniva disposto pel concorso delle forze marittime alla difesa di Porto Murmansk e di Pechcnga e veniva organizzata una linea difensiva tra Pcchenga, Cola e Porto Murmansk. l i 20 set tembre i 918 giungevano 3000 inglesi per rinforzare il proprio contingente, quando gli avvenimenti di Europa modificarono completamente la situazione. La Germania rinunciò a tutti i suoi piani in l'inlandia e r itirò le proprie truppe, tauro che in ottobre poteva ri tenersi scomparsa la minaccia tedesca e fors'anchc quella dell'esercito regolare liinlandese. Restò però il pericolo di attacchi da parte delle forze bolsceviche del governo di Mosca e degli altri governi locali simpatizzanti con quello. A fronteggiare ogni minaccia provvide il generale Poolc (sostituito poi dal gen. Ma) nard e infine dal gen. Rawlinson), costituendo varie co!onnc mobili con clementi paiticobrmente scelti; ma, tranne alcune puntate delle forze basate su Arcangelo verso sud-est allo scopo

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<l'occupare !a ferrovia di Vologda per cercare cli coliegarsi coi Cecoslovacchi, nulla di importante accadde in ,',f. fino al gennaio 1919. In tale epoca Corti nuclei d i truppe bolsce,•iche, apparse nella regione di Arcangelo, attaccarono una colonna alleata sul Vaga presso Schenkursk obbligandola a ripiegare; gli insistenti attacchi indussero il Comando del Corpo d1 spedizione a predisporre per l'invio di colonne mobili in quel settore ed a eseguire una puntata offensiva sul fiume Onda. A quest'azione concorsero Francesi, Canadesi, Russi e Careiiani: essa riuscì completamente, così che, impadronitisi di Segheja, Nadvoitza e Zumst row, poterono procedere verso sud senza più incontrare serie resistenze. li ro aprile aveva luogo un'azione di sorpresa con un treno blindato su Urozozero e nel mese di maggio veniva decisa )·avanzata su Medveja Gora, che fu effettuata il 20 da diverse colonne a cava llo d el la ferrovia di Murmansk. In questa offensiva il posto d'onore venne affidato alla colonna italiana « Savoia • che do\'eva attaccare frontalmeme a cavallo delb ferrovia: nonostante imprO\•visamente un tiro bene aggiustato cli artiglierie pesanti avversarie si abbattesse su di essa, nonchè sui pc·zzi d'artiglie ria e su l treno hlindato, il reparto italiano -:hiedeva ed ouencva licenza di lanciarsi senz'altro sul nemico che con assalto travolgente sconfiggeva occupando gli obbiettivi statigli assegnati: fiume Viska e fiume Kuskra, dove vcni"a raggiunto dai Serbi e dagli Inglesi. Al tre colonne si erano stabilite saldamente sulla riva seuentrionalc del b i;o Onèga. Venne però sospesa I ·avanzata su Petrovadozk per ragioni politiche e ru opportunità, avendo le Potenze dell' Intesa proclama,to il principio di disinteressarsi delle cose interne della Russia. Tuttavia, dopo la sosta di una ventina d i giorni, nel giugno, l 'avanzata venne ripresa, superando senza serie difficoltà le successive resistenze dei Bolscevichi. li giorno 26 la colonna « Sa,·oia • e la cp. mitragliatrici italiana, cost ituenti una volta ancora la colonrra centrale, operante lungo la ferrovia, attaccavano risolutamente alcune posizioni intorno al casello 9 e se ne impossessavano m(cntre le colonne laterali giungevano all'altezza di Kapabdga ed in direzione del lago cli Unitza. Fu pros.,guita, sempre combattendo, l 'avanzata il 28 riuscendo a sconfigger completamente l 'avversario che in disordinata fuga passava I 'Unitza, bruciandone i ponti. Contrattaccata violentemente il 1° luglio, la colonna Savoia viuoriosa,.mente nbunava l'attacco, cd il 5, insieme con gli Alleati, conquistava Kapelsaga : di qui il Comando ~lleato si proponeva di marcia re su Petroz:>vosk, quando veniva deciso d,1lla Francia e dall'Inghilterra, per ragioni di politica interna, di sostituire con volontari le truppe dislocate in M. Quanto agli Americani, essi senz'altro abbandonarono Arcangelo. li nostro governo, in seguito alle note direttive di pol itica estera volute allora dal Par lament0, disponeva pc! richiamo elci nostro contingente, il quale fu concentrato pel 9 agosto 1919 a Porro Murmansk, donde venne trasportato in patria, giungendo a Torino il 27, e quivi disciolto.

Muro, Coll'.adozio rrc delle artiglierie la muratura cessò di essere la parte principale della fortificazione, e quindi nell'epoca moderna si ebbero cinte di terra, nelle quaJj i muri furono impiegati unicamente come rivestimento. Si ebbero il M. di rivestimento della sca rpa interna del ramparo (verlicale), quello d i rivestimento della sca rpa del fosso (insieme formano il M. di scarpa) e quello di rivestimento della controscarpa. li M. di rivestimento della scarpa dapprima arrivava dal fondo del fosso fino al


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ciglio esterno del parapetto, ossia era ad alto o intero rivestimento. Col perfeziona rsi del tiro delle bocche da fuoco la parte di muro di scarpa che sporgeva al disopra <lèl ciglio dello spalto era facil mente battuta in breccia e, rovinando,

trascinava ~on sè la terra retrostante,

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spalto di 2/5 della larghezza del fosso nella sua parte superiore. A seconda della posizione che occupano rispetto alla scarpa esterna del ramparo e del fosso, i M. di sca rpa

dan<lo

luogo ad una rampa praticabile; perciò nella seconda metà del sec. XVII si cominciò ad abbassa rlo sino a livello del predetto ciglio e si ottenne il cosi detto M. a mezzo rivestimento. Nel l'epoca contemporanea, in seguito ai perfezionamenti apportati alle artiglierie, il M . di

f\1Iuro a mezzo rivesti mento

si distinguono in aderenti , semi-aderent i, temi-staccati e

staccati. I muri aderenti hanno il pregio di rendere minore la base del profilo e di far riuscire p iù economica la costruzione delle gallerie di scarpa; però devono avere grossezza sufficien te per resistere alla spinta c!dlc terre sovrastanti; se imbrecciati, trascinano le terre dando luogo a breccic praticabili, nè possono venire riparati facilmeote. per battere il fosso, praticandovi opportunamente del!c

M uro di città greca (Vitruvio)

scarpa venne ancora abbassato affinchè riescissc defilato al tiro e non soltanto alla vista (muro basso). In que9t'epoca i m uri di rivestimento presentano le seguenti caratteristiche : Muro di rivestimento della scarpt1 interna del parapetto.

Si arresta a m. 0 ,50 del cig lio di fuoco, a ffinchè i p roietti che urtano sul pcndìo del parapetto non rovinino la somnlità del muro proiettando schegge sui terrapieni. In corrispondenza delle cannoniere il M . si arresta a 111. 0,50 dal fondo delle medesime.

Muro distaccato

M uro pieno a contrafforte

fer itoie e lasciando dietro ad essi un cammino di r onda largo da uno a due metri. Unico difetto si è di r ichiedere una maggior larghezza di base del profilo . I muri staccati, quindi, sono di massima preferiti a quelli aderenti. I muri sem i-aderenti banno qualitii intermedie fra l muri staccati riescono più ecnnomici d, q uelli aderenti, pcrch<: sono d i Jninori din,ensio ni, costruibili con cancel late o p,a.lancate, e permettono una facile linea di difesa

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l\-1uro basso

~turo aderente

Mu,·o d i .rcai'(Jt1. Deve essere tauto alto da riuscire clifficilmente superabi le senza scale; ma deve essere defilato dai ti ri più ficcanti che le bocche da fuoco dell 'assediante possano eseguire dalle maggiori distanze. Per renderlo diffici lmente sca labile deve essere alto almeno 5 m .; per essere defilato ai tiri più. pericolosi a cu i può andar sog·getto il suo cordone deve essere più basso del ciglio del lo

Muro di scarpa

Muro a strapiombo

q uelle dei precederrti e si d icono anche muri di r ipiego, impiegandos i in particolari circostanze che non pcn nettono dì adottare nè i mu ri aderenti nè quelli staccati, o quando la presenza dell'acqua sotterra irn oedisca di


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dare al fondo del fosso la voluta profondità. l muri aderenti, riguardo alla loro costruzione, si distinguono ancora io pieni e a discarico. Quel li pieni hanno la sezione 01dinaria di un muro: talvolta si fanno a contrafforti; altre volte sono a strapiombo (opere del campo trincerato di Roma). i quali pare presentino, a parità di mas$a cli muratura, maggior resistenza alla spinta delle terre e al tiro. I muri a discarico sono muniti di contrafforti a base rettangolare piuttosto lunghi, riuniti fra loro da volte cilindriche a generatrici orizzontali e normali alla lunghezza dei muri stessi, disposte in uno o d11e p iani; le volte superiori devono essere protette da almeno m. 2,50 di terra. I muri a discarico hanno i $Cguenci pregi: sentono meno la spi nta delle terre; ,ono p1ù difficilmente imbrecciabili; se non sono :nolto alti riescono più economici di quelli pieni; infine favoriscono la costruzione di gallerie per la d ifesa dei fossi.

Muro di controscarpa

l'Vluro di scarpa ad alto rivestimento

Muri di comroscarpa. Si trovano in condizioni diverse da quelli di scarpa inquantochè non sono esposti al tiro in breccia n i! soggetti a forti spinte di terra. Possono invece essere più facilmente cicmoliti coll.1 mina. Nell"cpoca contemporanea, nella costruzione dei M. di scarpa e di controscarpa, alla muratura si sost itul il calcestruzzo, colle fonda.:ioni spinte a grande profondità sotto il fondo del fosso (3 m. ;,}meno), affinchè i muri stessi non. potessero essere scalzati dal tiro avversario.

M urray (lord Giorgio) . Generale scozze;c (170()- 176o). Nel 1715 partecipò alla sollevazione comro il re Giorgio I, ma do,·eue fuggire in terraferma quando i rivoltosi furono sconfitti. Nel , 7 19 combattè sulle montagne scozzesi rimanendo ferito a Glensh iel. Dopo, entrò come ufficiale ndl 'esercito sardo, ma in seguito fu graziato e tornò nella Scozia. Nel 17,15 si sollevò nella Scozia il così detto « giovane Pretendente». e A1. ne divenne t<'l"I. generale e suo consigliere militare. Le montagne gli fornirono seguaci enlUsiasti ed egl i seppe sfruttare le loro attitudini soldat~sche. I primi successi dei montanari scozzesi furono opera di M., che coprì la ritirata dall"lnghilterra con avvedutezza e battè gli inseguiLOri presso Clifton, quantunque il princi!Y.! gli ave•$<: negato ogni appoggio. M . sconsigliò energicamente, ma inutilmente, di accettar battaglia presso Culloden, essendo il terreno favore,•ole alla ca,·alleria inglese, e propose un attacco nortu1 no contro gli Jnglcsi; m:1 anche questa proposta non fu accettala. Dopo la disfatta, indusse i 3000 u. cbe aveva radunato intorno a sè a continuare :i combattere; ma quando il principe ebbe :1bbanc!onaco ogni pensiero di continuare la lotta, si riùrò in terraferma. M11rrt1y Roberto. Generale inglese (1848-1!)25) - Fece le campagne dcll'Afgani,tan (1878-80), d "Egiuo (1882), del

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Sudan (1885 e 1898) e dwenne generale nel 1902, comandando le truppe inglesi ad Alessandria, e passando due anni dopo a comandi in p:Hria. Murray sir Arci/,t1ldo Giacomo. Generale inglese, n . nel

186o. Fece le campagne contro gli Zulù (1888) e contro i Boeri (1899-901). Magg. gencrnle nel 1910, fu ispettore di fanteria fino al 1914. Partecipò alla guerra Mondiale. comandò le truppe inglesi 111 Egitto nel 1916-17 e il campo èi Aldcrshot dal 19 17 al 1919, passando nella riserva nel 1922.

M ursa. Città del la Pannonia inferiore, fatta colonia da Adriano col soprannome di Aclia, sull,1 Drava; ora Ossick (Esseg).

I. Battaglia di M11rsa (259 u. C.). Appartiene al periodo della seconda anarchia militare dell"impcro romano, e fu combattut:1 e vinta da P. Licinio Galliena, figlio dell 'imperatore Valeriano, coadiuvato da M. Acilio Aureola, con tro il legato romano Ingenuo proclamato imperatore dalle legioni della Mesia e della Pannonia. Ingenuo, volto in fuga, si diede da sè steS'.IO la morte e Gallieno domò severnmente la provincia ribellata . Il. Bnnaglia di Mursa (28 scÌtcmbre 351). Appartiene alla guerra impresa dall'imperatore d"orientc, Costan1.o Il, tiglio di Costan tino i l G rande, contro il tedesco Flavio Magno Magncnzio, fattosi proclamare imperatore d'occidente. Costui investì Mursa, per cui Costanzo fu costretto ad accorrere in d ifesa della città assediata. La battaglia d i M. ~ una delle più terribili carneficine della storia imperiale, e distrusse nell 'empia lotta intestina una mass:i di forze di cui più tar<li si sc111l la mancanza dappertutto sui confini minacciati dell'impero. In questa banaglia micidiale Costanzo appoggiò la sua ala dr. alla Drava e r iunì tutta la sua cavalleria sulla ,r. Riuscì <lapprima a d isperdere e mettere i.n fuga la cavalleria di Magncnzio, ma con valore più tenace resist~ la fanteria occidemale, soprattutto la truppa tedesca. Finalmen te col far della none anche le legioni romane di Magncnzio . si volsero in fuga e allora le sch iere della cavalleria di Costanzo piomba rono sulle schiere germaniche già decimate dalla grandine di freccie lanciata dagli arcieri asiatici. Nella fuga molti affogarono nelle acque della Drava. Magnenzio fugi,ì travesrito in Jtalia e il suo accampamc1110 fu preso. Costanzo aveva riportaw una vittoria completa, ma la n~aggior parte dei 54.000 morti (cifra probabi lmente favolosu), che coprivano i campi di battaglia, apparteneva al! 'esercito di Oriente.

M ursecco. Frazione del Comune di Garessio in prov. di Cuneo. li 22 giugno 1795, un distaccamento francese dell'armata delle /\!pi vi battè un reparto dell'esercito austro-piemontese.

Mursi nna (Cristit1no). Generale medico prussiano (1744r823). Insegnò ch irurgia alla sèuola di Kolbcrg e partc·cipò alla gu~rr;, dei Se11te Anni. Nel 1787 fu nominato chirurgo generale e professore di chirurgia . Nella campagn.1 del 18o6-07 diresse gli ospedali d i Magclcburg e di Berlino, e nel 1809 fu collocato a riposo come med ico militare, 1nantencndo però il i uo insegnamento alla Scuola di applicazione di sanJta militare. Durante la guerra di liberazione prestò l'opera sua negli ospedali di Berlino. Murviedro. V. Sag,mto. M urzsteg. Borgata cieli ' Austria, nella Stiria, sulla Miir,


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l l castello di Murzuk occupnto dalle truppe italiane subaffluente del D anubio . I l 19 febbraio rgo3, vi fu stipulato l'accordo tra il ministro degli Affar i Esteri ru~so, conte Lam sdorf, ed il cancelliere austriaco Goluchowski, per le riforme da imporre alla Sublime Porta nel governo della Macedonia ed anche per determinare le rispettive zone d'innl1cnza nella penisol:t balcanica. II program ma che le due potenze riuscirono con grande difficoltà a fare accettare dalla T urchia, nonosrnme l 'adesio ne q uasi i1umc• diata di tutti gli Stati firmai:.,ri del tra&ato di Berlino, comprendeva essenzialmente la creaz ione d i una gendarmeria internazionale e di due agenti civili esteri.

M urzuk. Borgata della Tripolitania, capitale ciel Fezz an. Foridat:1 verso il 1310, venne munita d i castello e d i mura . Nel sec. XIX, ebbe grande importanza, essendo centro notevole del commercio degli schiavi; decadde con l'abolizione della tratta. Le mura sono di pianta penta• gonalc, con ue porte. Nel 1913 la colonua Miani vi si spinse con un raid brillantissimo, ma non potè consolidarvi la signoria dell'Italia, oltrechè per le sfavorevoli circostan7.e general i, anche per l'a ffrettata organizzazione e la scarsa esperienza del paese e dei suoi abitatori. Allora mancava il e( mezzo )> adatto pc:- as~icu rarc il dor.1inio; cioè un insieme di truppe colo niali veramente addestra.to e condotto con criteri o rganici. li colonnello M.iani ~veva prowcduto a raccogliere armati indigeni a M. costituc11done u na compagnia e per undici mesi la bandiera italiana sventolò sul castello di Af. Allo scoppio della guerra europea si destò un movimento di ribellione in turto il Fczzan, che a lla fine d i settembre divenne minaccioso; nel novembre il Miani tentò d1 raccogl iere tuni i presidi, ma non (ccc in tempo e dovette decidersi a lasciare i! Fczzan, abbandonando alla loro sòrte quelli che non potè raccogliere. Ai primj mesi del 191i, una m issione di ufficiali turchi, dopo esser riuscita a sbarcare con un sotto• marino tedesco a Misurata, era penetrata nel Fezzan, liberandolo dal dominio Senussita e sul castello d i M. fo innalzata, senza resistenza·, la bandiera della Mezzaluna. Ma il Sen usso no n volle adattarsi alla perdita di que l terr itorio, e, reclutati armati da ogni p:lr{c, dopo alcuni combattimenti riconquistava Murzuk che fu sacclicggiarà . Quando la Tripolitania era ormai (1929) runa sottomessa, il governatore m arcsc. Badoglio decise la rioccupazione del Fczzan, e M . fu rioccupata defin itivamente il 2 r gennaio 1930. Musa (A11to11io). Archiatra cicli 'imperatore Augusto, già medico dj Giuba 11, re della Mauritania. Ebbe granclc .influenza nella r iforma del serv iz io sanitario dell ·esercito romano, con la q uale l 'im peratore Augusto, nella riorga-

nizzazionc delle legioni dopo la bmaglia di Azio, assegnò stabilmente i medici m ilitari alle varie unità dell'esercito, inquadrandoli nei reparti.

Mwa (o Musetto; in arabo : Mugcl,id). Capo mi:sulmano, spagnuolo cl i nascita, del secolo X l. Durante la guerra civile fra i Mori di Spagna, occupò Dcnia nel regno di Valenza , e si rese anche padrone delle Baleari. Nel 1015 con una forte armata assalì la Sardegna, e. presa Cag liari, portò la guerra nell 'interno dell 'isola di cui si proclamò re. Una nona di Pisani, Genovesi e Pomi. lic i gli mosse contro e lo disfece. Allora M. si diresse verso !a foce della Mag, a e si impadronì di Luni. Raggiunto quivi d(llla armat.1 cristiana, (u completamente sconlitto riuscendo a rifugiarsi i11 Sardegna, dove i soldati nel giugno del 1or6 g li si ammutinaror\o, volendo ritornare

nella Spagna e lo costr i1osero ad ordinare lo sgombro. Sor• preso dal la flotta italiana che lo aveva inseguito in Sardeg na, mentre imbarcava uomini e cose, pochi dei suoi srguac, poterono con lui scampare.

Muscarà Achille

Muscarà (Achillt: ). Generale dei carabinieri, n. nel i859 . Sottot. d i fanteria nel 1881, p,issò nei CC. RR. nel 1885. Nel terremoto di Mes,ina del 1908 meritò la mcd. di bronzo di benemerenza. Colonnello nel 1915. comandò I~ legione di Ancona. l n P. A. nel 1920, passò nel corpo dell:t R. guardia d i P. S. nel 1921. Ritornato nei carabinieri e 11romosso generale d i brigata, ebbe nel 1927 il grado d i generale di divis. nella risen•a. Muscolo (o Mosco/o). Macch ina da guerra usata dai

Muscolo romano (d al Vegczio)


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Romani; era una specie di torre o cassa rotonda o quadra, di l<:gno, piena di terra batruta o sassi. Vcni,•a avvicin ata alla città assediata, per buttarla nel fosso antistante alle mura e così riempirlo, per potere quindi avvicinarsi

« varsi il tutto sep~ratamenrc con buon ordine, in

una del!·Arsenale » . Sorgeva così un M. d' A . che venne dapprima disposto in varie sale d ell'arsenale, frequentate, per prendervi conoscenza <lei vari materiali e disegni, dagli allievi della scuola teorica d'artiglieria. Soppresso durante il periodo del dominio francese, jl M. riprese vita nel 1842 quando, su proposta del magg. generale Vincenzo Morelli di Popolo, il Consiglio superiore cl\'ll'arma deliberò di ricostituirlo col riunirvi: a) i modelli rdativi alla Dircz.ionc delle oflicine <li costruzione; b) i modelli delle armi porta,rili nostre ed estere; e) i r.ioclcili delle artiglierie e delle macchint che riguardano la fonderia; d) i modell i relativi alh costruzione delle bar.rcrie e dei lavori di campagna; e) i modelli dei materiali eia « stanza

Muscoli del secolo XIV

con alrre macchine. Veniva molro sovente usata vuota, cd im•cce della terra e dei sassi, vi erano soldati, che cercavano, così protetti, di avvicinare le mura e . scalzarle.

Museo Militare. Raccoglie le raccolte <li oggetti e ùi opere che hanno attinenza alb milizia. Le grandi collezioni di questo genere datano per l'Europa da!la fine del XV sec. Massimi liano I ne fondò in Germania. Carlo V nel la Spagna, E nrico VIII in Inghilterra; il catalogo <li una armeria costitu11a nel 1502 da Luigi Xli di Francia è pervenuto fino a noi. Cli Su-ozzi avevano riunita a Roma una bellissima collezione d'armi, la quale, portata :1 Lione, andò dispersa . 't da ranuncntarsi anche quella dei duchi di llouillon a Se<lan e l'a ltra dei CoIJdé a Chamilly. Ma tali raccolte avevano solo di mira la soddisfazione di un desiderio personale di curiosità. Fu nel sec. XVlI, sotto Luigi XIV, in Francia, che si cominciarono a costituire collezioni di anni a scopo istruttivo. A tal fine il marcsc. duca d'Iiu 1n ièrcs, g.ran 1nac~Lro

dell'artigl ieria, oue:ine 1·autorizzazionc dal re di collocare nelle sale elci magazzino reale della Bastiglia un deposito dei modelli delle artigl ierie allora in usn, da servire all'inscgnamcmo dei giovani ufficiali dcli 'arma. Mweo Coloniale. Ha la sua sede in Roma e fu inaugurato uel 1932. Contiene parecchie sezioni, tra le quali una dedicata alla organizzazione militare. Ne ,. par te integrante la mostra storica, d i paniwlarc interesse, che raccoglie tutti i cimeli, scritli, fotografie, documenti, ricordi personali che comunque interessano i pionieri della nostra espansione coloniale, gli esploratori, gli eroi delle 'guerre coloniali. Da parecchi anni la Direzione va ricercando, ovunque è possibile ,trovare, tali ricorùi, che costituiscono uu sacro reuggio ed uno strumento efficacissimo di incitamento per la gioventù. Musco d'm·tiglicria. li 18 aprile 173r Carlo Emanuele III approvò la proposta inoltrata dal Congresso d'artiglieria sotto la presidenza del maresciallo Rehbindcr di « for" mare tutti li modelli e mostre per ogni categoria e roba « di artiglieria, con appon•i sopra i biglietti, da. conser-

Museo Coloniale

pome; /) i modelli degli artifizi da guerra, munizioni, attrezzi e macchine da laboratorio bombardieri e fabbriche di polveri. Pr imo direttore del /H . ricostituito Eu il capitano Ao.nibalc Avogadro di Valdengo, caduto nel 1848 sono le mura <ii Milano . Nel 1861, quando, per la fabbricazione delle nuove artiglierie rigate, si dovette ricorrere alla fusione dei vecchi cannoni lisci, il capitano Angelo Angelucci, direttore del M. (del quale fu a capo per oltre un quarto di secolo), ottenne dal m inistero della Guerra che nel M. venisscr:> riunite tutte le bocche cfa fuoco delle varie piazze del nuovo regno, pregevoli per antichità, bizzarria di forme, _;,!ore storico ed artistico. E così si formò il nucleo d'una raccolta d'artiglicrie che contiene esemplari della produzione italiana, nelle varie regioni èella penisola, dai primi tempi in cui si usarono le bombarde, sino al presente, esemplari portanti i 11omi dei più reputati fonditori del XVI, XVII e XVIII secolo. Nel 1885, per dare più conveniente sede alla Scuola d'applicazione


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l\1useo d'artigHeria di Torino: o) Cannone Cavalli da 9 cm. retr.; b) Cannone Cavalli da 17 cm. rc1r. rigato; e) affusto Cavalli mod. 1844 con cannone da 87 mm A ( K rupp); d) Cannone italiano da 75 mm. A, su affusto Schneider; e) Carro da munizioni .da 75 A, mod. Ehrhardt e scala osserva

torio; /) Cannone russo preso a Sebastopoli; g) Busto del Gen. Cavalli;

d'art. e genio, vennero occupati anche i locali del M ., e i materiali conrenulivi furono provvisoriamente incas~ sati; ma nel 1893, compiutosi il restauro del masch io dell'antica ciuaddla, esso venne destinato a nuova sede del M. e per cura d el capitano Francesco Morano i vari materiali vi furono trasportat i e deposti. Oltre alla detta raccolta di bocche da fuoco contiene una ricca collezione d'armi d'ogni genere, a partire da q uelle an tichissime in pietra. Ha inol<re una raccolta di trofei di guerra, ricordi e memorie dell'antico esercito subalpino e conserva le bandiere vecchie che a nonna delle vigenti norme del regolamento sul servizio ter ritoriale l reggimenti inviano allorchè debbono rinnovarle. Le guerre coloniali d'Eritrea e di Libia sono ricordate con cimcl1 e t ro(ci radunat i in apposito pad iglione; sono state ancl1c radunate le (otografie degli ufficiali d'artiglieria caduti nella guerra del 1915-1918, che, oltre a ricordare con altri cimcl1 la pa rte presa dall 'arma nel conflitto eu ropeo, vengono a continuare la serie dei ritratti degli ufficiali morti per la Patria dal 1848 in poi.

Museo d'a,.tiglicria a. l'arigi. Nel r788, il G ribcauval, di,•cnuto primo ispettore dcli 'artiglieria, si propose di riunire nel deposito della Ba,tig!ia, opportunamente ingran d ito, tulio g uanto concerne il materiale da guerrn, sia delle epoche passate che del presente, come pure tutte le nuove invenzioni che in seguito sarebbero offerte allo St ato . .Disgraziatamente l ' insurrezione ciel 14 lugl io 1789, con la presa della Bast iglia, portò al saccheggio del deposito e la preziosa collezione andò quasi completamente perduta . T uttavia . dura nte la tormenta r ivoluzionaria, il sistema cli requ isizione adottato, favorito anche dalle vi-

h)

Busto del G~n. Giovannetti.

site domiciliari, ricondusse negli arsenali dello Stato armi di ogni specie. Allora il perito Rcgnie r, addetto a lla com missione di controllo, ebbe la felice idea di riunire in un locale separato tutte le armi e le parti ,rarme rhe gli sembravano prcsemare qua lche interesse, ccl il ministro della guerra Pelict, ali 'atto della costituzione del comilato d'artiglieria (27 luglio 1795) fece 1rasportarc nel vecchio convento dei Giacobini di S. Tommaso d'Aquino, tutto il materiale raccolto. L'anno seguente il M. era organizzato e vi si riunirono anche le collezioni. che si erano potute salvare, dei gabinetti cli Scdan, di Chanlilly e dell 'arse nale di Strasburgo. o·allora in poi con acqu isti importanti si è cercato di colmare le lacune esistenti.

Museo del Genio. F11 istituito in Cas1cl S. Ani;clo a Roma ad in izialiva del gen. Durand dc la Penne ed inaugurato nel 1900. li numero delle sale che, nel 1906, :~rn montavano a 25 ed a 50 nel r9u, nel 1932 è sal ito a go. l i lvf. è allogato in tre vasti padiglioni, uno dei quali, di recente costruzione, contiene più specialmente i cimeli clcll 'ulti ma guerra italo.austriaca. Contiene modelli cli caserme, cli ospedali, di fabhriche d ' armi e simil i stabilimenti militari; model li cli opere di fortificazione di ogni genere, stampe rare, disegni orig inali di architelti militari , relativ i alla ~toria della nostra fortificazione. Nella mostra di segnalazione ottica si veggono ricostruzioni di :.nrichis.imi mezzi di segnalazione ottica, oltre a lutti gli apparati più recenti. La mostra dei nostri pionieri dell'aeronautica racchiude cimeli preziosi, fino al 1914, quando l'aeronautica divenne corpo a sè. Seguono la mostra di radiografia e quella di (otografìa e successivamente varie altre. Chiudono l:t serie alcune sale d'onore per ritratti,

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1·icoJ"di, medaglieri dc! più insig ni 'pe rsonaggi del Gen io : "' qui pure sono vecch ie band iere g loriose e medag lie e t rofei; mal<:ri:1li e cim.dl tecnici, prede di guerra .

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1Vluseo Storico del Genio ( Ro ma) G all~.ria dei materiali .:w striaci (guerra mondiale)

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Mweo del/t/ Fmttert(l. Fu istituito a Parma nel palazzo J-'arn~sc, jlresso la Scuola cli applicazione di fanteria e Ju jnaugurato nel 19.v . Sorse per lni_ziati\'a dd coma n-<.hliltc della Scuola, gen. Rodolfo Corsclli, il · quale, ind iil"izzan<losi ad ex~ufl-ìciali, enti: associazioni, raccoglitori J>riv~1ti e fam ig lie di cx-combattenti, riuscì in breve lcrnpo • a raccogl iere tanlO materiale da occupare d icci ,alc. Molto n-wteriale riguarda il Risorgimen to . D a Ganbakli e Maz7.ini a Vittorio E manuele lii e M.ussol in i. è un secolo d i storia patria che si palesa e si documenta. Sono 56 1 le medaglie cl 'oro clic , i alli neano una accamo a ll' alt ra, nel " T empio ddla Glorio » che da l 1848 al 1918 hanno costituito h, falange del va lore. rl M . è nato intorno a q uesto p iccolo tempio, inaugunilO nel 1929 dal gen. Go n..zaga, e che in seguito ha raccolto tutti i ritralti dei dcc.:orati. lnnw11ercvo l! i prodan1i, gli editti, gli appelli~ gl i autograJi e le le ttere cilrate dei cospirato ri del 183 1. Una sala è dedicata a ile memorie della guerra cl' Abissin ia e d ella g uerra d i Lib10 , con k fotografie dei com battenti cli Adua, e i pro1<mili e gli oggetti persoualì dei

,coinbaltcuti raccolti sul c;$tl1po, pezzi di giberne, 111oncce . -ca rtucce. Tutto i l salone centrale è con,acrato alla fan lt ria e alla Grande guerra . In una cornice. clic corre tutto attorno alla .sala so.no allineate le mostrine di tU(lC k ·brigate combattenti e le cartoline reggimentali dalla zona di guerra . Sotto la corn ice è esposta i t\ varie n1igliaia -di oggeni la {locumcn tazione de \Ja vita della trincea. V i si trovano le anni nostre e dei nemici~ i proiettili, gl i -elm i, le anni bianche, ie clave, le gavette, le maschere -rontro i gas, fotografie innumerevoli delle trincee, dei ·1.ornbardameoti, degli ass;lti; i l materiale d i propag:rnda nostro <: q uello nemico, le collezioni dei giornali del fro nte, i cimeli d i mille e mille valorosi , le lettere , i tc.stamenti gloriosi, i distintivi dei reparti, le medagl ie com memorative. Nell 'atrio, alle pareti , è 1a stat istica, reggimento per reggimento, di t utto il sacrificio dei nostri coml·attenti : 674.07r morti e T.100.000 feriti, ccl è segnata !~ se rie delle medaglie al valore: 359 medaglie d 'o ro, 38.355 d'argento e 59.399 di bronzo.

Museo della guem, -Mondiale (Società dei). Sorse in Berna ad opera del ten. wl. Siegrist, allo scopo di rac•Coglicre e di conscn1 are g li ogge tti atti a lcstiml)niare

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al le generazioni Jutu rc !e caratteristiche cieli 'epoca della guerra Mondialè. La sua denominazione ufficiale è : « As::,ocia..lione sv izzera per la creazione c1·\lll~l colJcz ionc stor ;ca dell'epoca del la guerra Mondiale » .

Museo dei Risorgimemo lta!wno . Fu inaugmato a Mibno ne l 1885 e costitu ito in massi ma pa rte col materiale raccoltu J"anno antcccùcme i n occasione della Mosrr:1 tem roranea del Risorg imento, nel Castello $forzcsco. Sorse col carattere pre valente di una raccolta di cimd'i:, di ri• tratti e di srnrnpc, destina.t~ a ricordare in invelo speciale !.- battaglie ed i fatti d"arn1e dcli 'epopea i taliana; po, a poco a poco ~i trasformò in un grande bti.tuto, rivuhu iu n1<x:ln sptcialc a predisporre i mezzi necessari cil lo studio del pensiero, delle corremi d i idee, del movimento spirituale aventi per centro il Risorgùnento . La vita del M . d. J:/. d i Mil:ino si p uò guind i considerare ùivisa in d ue per iodi dist inti : nel J'', ch iusosi nel 1911, si tende.va a raccogl iere specialmen te qucj cirnelt e quei ricord i storici che si prt'stavano ad essere eiposti al pubblico, ,. 11-1,, chiamarsi i l periodo di formaz ione dd ,1,,J. propri an1cntc de,:co; nd 2-.0, che va dal 19n in poi, si r,rrc.::~e più pan icol:umentc al riordin3mc11ro sistematico òelk: sue scle cd al\a concemrazionc cli tutti gli sfo~zi per forma7ione dd la Biblioteca e dc\ L '\rehivio . :\ !la li nc del ) 9 22, il pat rimonio librario della Biblioteca del .\f. d . R. rag~i ungcva le 25.000 un ità . Alla fine dello stesso anno il dott. Achille Bcrtarelli donava la sua biblioteca, compr<:ndcn te altre 25.000 unità librarie; cost oggi il .\1 . d. R. conta in biblioteca p iù e.li 5 0 . 000 opere per un complesso d i 75.000 volumi. li /\I. possiede, ordinata in cartelle e 9uindt non con1presa nelle collezion i esposte ~ una rac~ eolrn iconografica (fotog rafie e s ta1npc) di oltre 20.000 pt%zi. tra ] quaJi figurano più di 6000 rì traui originali di patrioti ed illustri italiani ,falla fìne del sec. XVI II a tutto i l se, . XIX. ~kritano poi d i essere ricordate le collc-~ion i :i rchivistiche, che com prendono parecchie miglia ia d i autografi. di personaggi dd Risorgimento. U ltim amen te venne istituito ed annesso :i! i\,,J. d. R. l' ~( Archivio di Fuerra )) per lr1 r:Jccolta dei dnu1Jnc11ti di n ~ lu r;\ privata : k:ttcrc e dia/'I di com batte ntj, cartoline. rnemoriali. ecc. i\411seo d1 kfttrÙitl# o l\'a1:alc . Fino alla cond usionc del , J'armistizio del 1918 non esistt·va alcun:i di::,posiz.ione che rego lasse la conservazione di tutti i cimeli ~torici e di. nari quegli altri oggetti d i carattere tecnico che la R. Marin:1 possedeva, e che erano cm•todit! , ::,cnza akun~ direttiVd orga11ica , nei vari arsenali, in locali inaccessibi li al pubtlico. L 'u,1ica raccolta importante era quella che c~stituiva il .\ii. dell'Arsenale d i Venezia, d i ca rattere p erò <::sclusivamente locale. t\ ppena terminata la guerra Mondiale, si pensò dap pr ima di costitu ire un unico grande M. }i /Il. , ma 11 difficoltà cli trovare locali adatti, fece abblod,~nare b prim itiva idea ·e fu stabilito di scindere il M. in due sezioni: h Stor ica, con sede nell ·arsenale cli Venezia, ~ la T ecnica, con sede in quello de La Spezia. Gl i altri M. navali esistenti in Europa sono quelli rii Parigi (1827), Madrid (1853), Ucrlino (1906), K riinberg (19 14), G rcenwich (1928), Genova (1920), Milano ( 192_;). 1

Museo étonco Navale:. La sistemazione nell'A rsenale di Vc-nezia <iclla Sezione 'storica ciel M. N., fu deci sa ,ulla fine del 1918, valendosi intanto di una raccolta di m ateriale già quivi ~sistcntc, malgrado l<: spogliazioni avvenute all'epoca della caduta della rep ubblica veneta. e ancora quando, nel 1866, g li Austriaci sgombrarono Venez ia. Il M . con sta di due ampi saloni. ai q uali sono ann,·sse


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Museo tecnico navale (La Spczirl)

altre sene sale minori. Vi so no modell i d i vascelli dell'epoca napokollica, ricord i della spedizione sarda a T ripoli (i825), cimeli dei fratelli Bandiera, dell'assedio di Venezia del 1848-49 e <li imprese na l'ali delle guerre cl 'Ind ipendenza fino a Lissa_ lrnporwntissimi i r icordi della guerra M ondiale, fra i qua li i trofei conqu is tali daJ r<·gg. S . Marco sul Basso Piave. Alcu ne sale sono de,;tioatc ai ricord i marina ,·i anteriori alla fine del scc. XVlll. Vi I: una notevole serie di mn<lell i origin:.tli di nav i delle varie

epoche, e intcressan,i ricordi della b:utaglia di Lepanto. In una sala si arnm iuoo va ri p lastici delle fortezze e delle basi navali della repu bblica di Vcnezi., nel Levante, carte geo~ra.fìche e<l arm i navali. In altrt; snlettc rrova nsì cimeli e ricord i della cx mar ina austro•uogarica.

Musco tecnico navale. Nei locali del Cnm:lndo ge:ierale della Marina sabauda a Villafrnnca d i Provenz,t si trovavano già raccolti nella seconda metl del sec. X Vf!I nu-

merosi rii quei ci1nell navali di guerra che g!à <la i tempi più remoti solevano essere esposti nelle chiese d i tutta la Crisrianit:I. Felix 'de Costantin verso il , 780 dette un

pri_rnu orùinam-.:nto dn mu.seo ai cimelì di Vilbfranc.a, unendoli alla co llezione dei modelli necessari per le costruzioni navali, e ad una organ ica raccolta ,di carattere tecnico 1'1'larinaresco. Sul finire del 1815t in seguito all'annessione della Liguria agli Stati del re di Sardegna, il M. fo trasfer ito nell'arsenale di Genova, do,-e il pri ncipe Eugenio <.li Carignano, l;:unmiraglio Albini , cd altri

si interessarono del suo svilu ppo. Era detto alloro. « Museo Marittimo » e si arricchì notevolmente nel l 86o, guando la

marina

toscana

e

la

napoletana

furo no .incorporate

nd la sarda. Infine, col t rasferimento della Marina mi i. " La Spezia nel 1870, f:u quivi trasferito nel nuovo arsenale alla dipcudenza della Direzione d'artiglieria. Rimase in abbandono d urante il grande conflitto mm1diale, ma nel 1922 fu riaperto, notevolmente ampliato e- com pletamente riordinato a cura dell' amm . Conz : nel 1924 è passato alla diretta dipendenza ,lei Comando in Capo del Oipartii11enrr,. Le sue collezioni comprend ono: a) parti di navi , fra cui

il cassero della ,, Stella polare », imbarca7.ioni fra cui il « Mas " d i Rizzo, model li d i navi di liii.le le epoche e di tu tti i paesi; b) ricordi di n1arinari il!u~tri fra cui Garibaldi, Cappellini, Sauro, ccc . ; e) cirnclf e ricordi ,ii battaglie navali. fra cui numerosi cli Lissa . e di altri avv{.'nimenti marinaresch i memorabili ; d) bandiere; e) cor~11.zc

per navi; /) attrezzature d i IY,rdo: g) ,rn,cchine rnmrici:

/,) modcllj e aurczzaturc di :vscnali, ca nticl'i , basi n:n:ali : ,) strumenti di nav ig azione : I() giornali d 1 bordo e docu~ mentì storici; !) carte marine;. m) apparecch i per ~eg11,1!azion i e fari; n) arm i portatili; o) artiglierie di bordo:

p) mun ii.ioni ; q) apparecchi fumogeni : r) siluri (collezione unica al monclo per imponanza), torpedini, apparecch i da palombari ; s) apparecd1i elettnci per bordo fra m i importanti ci rncl'ì radiotelcgr3fici; t) 1nateriale !-anitario e per approvvigionamenti uavali ; 11) oggel1.i d'a rte di ca rattere marinaresco ; r,•) uniforn,i; ::) nrntcrialc peschereccio.

Rilevante per quantità ed importanza è in ogn i parte deP museo il materiale prbveniente dalla cessata Mari na austriaca. Il A4 . comprende un grande salone per conkrc:i,?.c_ una sala per il giuoco di guerra nava le cd una biblioteca . Nella guida per il visitatore sono ind icate le pu bblicnion è che tr;;in a.no di esso .

;\!fuseo Navale di Genova. Fu sistemato. nel no,'cmhi:c cld r9i9, ne!Jà Villa Doria in Pegli ed è costituito dal ricco patrimonio d i materiale naurico che il Comune d i Genova possedeva, e donato da nu1nerosi benemcritj cittadini. li ,W. è d iviso in quanro Sezioni : nell'atrio della. villa sono raccolte e pigrafi funerarie di capitani e 1rnvi. gatori geno,·esi, e casse di bordo in ferro dei secoli XVH e XV lll . Nelle ampie sale attigue è la Sezicme delle Co-

lonie gcnovesi1 in ~ui si raccoglie tuU'(I quanto ancora rimane d i memorie delle lotte di Genova per la sna espansione e difesa, dei Jlavigaro ri e degli esploratori li-

guri, <.legh istituti con11ncrcia!i sparsi nelle numerose colonie e le riproduzion i in d isegni e [otogr afie delle opere d 'arte create dai Genovesi, oltre alle epigrafi . tolte, d urante la. guerra d i Crimea, dalle mura rli llalacla,,a e dal g<'u~rale


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L amarrnora corHcgn~lli.: a (;cnova . 'i'\' ellc altre sale. è on,li .

cnnt iu1e il mowrc, la m itragliatric<; e la ruota del car-

nata l;J Sezione che raccoglie tutta la storia del portu, i!lustr:1ndonc. !a conti1wa espansione attraverso i progcui Sli!>M.:guc.:ntisi. Al piauo supçriore è sisltmi!ta la ~czionc. Navale: vi ~i e,, alta Ja glorìa -.dclla marina genovese : vi si trovano, frn l'a ltro., , modell i delle tre caravelle di Colombo cd esemplari di bombarde e <li c:1nnoni dd , 40<1

rel lo dell' .1eroplano su cu i cade.le l 'eroe il r9 giugno 1918.

e

1500 .

con proie ttili r invenuti duranrc g li scav i c~cguit i

presso il Molo Vecchio; model li d i navi del scc. XVII e tele e tavole. U11a sala · i: ,ledicata al periodo eh,- ,.,, dal 1797 al J 815, cd è parrico larmemc in teressante per il blocco di Genova, rico,daro da alcune stampe e modell i dell'epoca. La Hibliotcca raccoglie preziosi atlanti antichi. ,~ure rl i n~vigazionc, codi(i e c.: imelì à 11tichi e modern i.

1\l(u.-,•o 1\!a~ionale dcli' Es,'rcito: Fu i~rituico n e l m~ggio del JC)25 .in Castel Sant' Angclo in Roir1a, allo scopo cl i raccoglicr'l: il n1atcria lc di carattere ge nerale che vaii;:1 a

r ias~umcre ed integrare la stori~~ ddl · Esercito it~liano. La raccolta, non

limitata a i ricordi e d ai timdi ddl'u llima

grande g ue rra, rappresenta lo sviluppo delle forze ~,rrnalC.; it:ilianc fin dall'epopea de l Risorgimel1[o, o serve ad i!Ju~trare anche le trndizioni e le g lorie milita ri dei vari dc:1ncnti regional i e statali ci1c contribuirono alla forma7.ionc dcll'Ese rCito nazjonalc .

:.\ hueo Stofù·o Acro1wutico. Fu stabilito in 1 2 locali <k l palaao rcGlc di Ca.se rta nel 19:,9. Il pri mo g ruppo di t imdl ~che servì :,1 ll'i111 pia1110 del iW. cr:1 cost ituito dal m:ttcr ialc raccolto per la « Mostra ddh es:,lra,.ionc dc!b ,•itt,,ria " di Torino, e da quello dèlla « Prima è,p(lsìzionc nazionctle della Storia delle Scienze )> d i Firenze. La col-

lez!onc dei cimdt e dei ricord i p rese un grà<lualc s,·iluppo cd incrcrnc,1to . Di notevole interesse sono i cin1ell dd 1~ pit'1 legger() dell'aria)> fra cuj numerosi 111oddll1 gli str urnc r'tli d i hord u usati in guerrn o

tolti da ap parecchi

ncrni<..-i ..:-aui.ir~lti o ~bbactuti; memorie del primo impiego del 11,.stro parco acrostaLico nella Eritrea (1888). l no lrrc mitragliatrici tolte da aeroplan i nem ici, fotugrlfìc e ~trumenti e armi di bordo, bomb<.: in t<"rc e sezionate. congegni cli p1.1ntall1cnto, ccc. La sala dedicata a Francesco 11a_r~wca,

Una sala del i\ 1usco Storico Ai.:::ronaut ico l\ /Useo Storù·o dà lkr.mglù:ri. I?. in Romn nella caserma La Marmora e fu creare, nel r904, r iconosciuto ullicia l111e11tc nd J909 dcv:11ro ad Ente 1nontlc nel 1924 . Vi sono rncwlll i cimeli e i ricord i pcrso11ali dei militari apparlcllCllli al Corpo, i quali st souo distinti per alti <l i valore, dal la fondazione ad oggi. Gl i ambienti divenuti . Lroppo ristretti per l'affolla rsi dei cime lì che b guerra 1

.Mond ia le vi ba condott0 da ogni partf; 1 non t:nnserv~mo più, per forza di (:.0$C , l'ordine or iginale, oss ia: un,a saia

dc,rinara al fon datore del coqx, Alessandro La Marmora , cd alla cos1 iltl %'.ione dei primi rcpJrlJ bcrsag-licr] 1 una sala destinata ai trofei delle priinc guerre del Risorµi m en to.

).1usco navale d i Genova. Modelli di navi e ar m i dcll 'antica marina genovese.


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quella del brigantagg io, qud la delle guerre colonial i, l'a r chivio, la biblioteca, ccc. r icord i dell 'ultima guerra Mondiale si sono sovrapposti a quelli ciel pa.1sato più ren1oto _e l'hanno con1e sommcrsl. Mcritamcnrc intitolata a.1 volontario romano Enrico Toti, è l'11 lti1n;:l sala. Un hlbaro crc,nisi, <lavanti al quale arde una l::1mpada voriva,

Museo dei Bersaglie,i (Roma) S ala dei Bers aglieri Lombardi. del Risorgimento

costituisce il medagliere del valore coJlettivo e porta i titoli di nobiltà del corpo : 24' croci d i Savoia al valo r m ilitare, 5 medaglie d 'oro, 17 d'argento, 49 di bronzo, tutte meritate da reparti bersaglieri per fatù ,l'arrne gloriosi. 1

M.11seo Storico dei Carabi11ie,·i. E reuo i" ente rncralc nel 1925, ha la sua sede in Roma, cd attende (1932) sistemaz ione i n sede propria. f: diviso in M. propriamente detto, archivio storico e biblioteca storica. Avrà una sa!a della r iconoscenza nazionale, una sala coloniale, una sala del snvizio in guerra e contro la delinquenza, una sala dei cimclt sportivi, una sala ciel valore, una Pinacoteca. L 'ar chivio storico è destinato a r accogliere la documen taz ione di q uello che l 'Arma ha saputo compiere nell'ultrasccolarc v ita. Nella biblioteca saranno raccolte le op<:rc che CO· m unque riguardino atti di vita dcll 'Istitttto o che siano stati scritti da appartenenti alì 'Arma . Il M ., oltre allo scopo d i o norar e i nobil,i ·eroism i passati, si propone anche

M us

ricco di oggetti, ricordi, q uadri, fotografie, carteggi. Uoa s:,b è dedicata alla g iornata d i Past rengo; in altra ha r,salto la collezione di quad ri raffiguranti i comandanti rlci Carabinieri e !e 'Medaglie d 'oro. Vi è anche una ben ordinata raccolta di documenti origina li. Fra l'ahro acqu istano rilevante valore storico le Regie Pat~nti con le guaii fu ord inata l' istiruziooc del Corpo, nel luglio r8r4, gli nni relativi ai moti 111azziniani i.ti Pic1nonte, alJ tai-resto di Garibaldi, alla reprc5sione del brigantaggio. Altrove sono raccolti cime!, coloniali e tutte le uniformi dei Corpi che mano a mano vennero incorporati nell'Arma. Nella sala della documentazione relativa alla grande guerra appare con molto i nteresse il te~to originale, in otto cartelle, elci discorso pronunciato da Gabriele -d'AnnL1nzio sull a saima del capitano Bcll ipanni, pr irno ufficiale dei Carabinieri morto in guerra. Un 'urna simbolica, pregevole o pera dello scultore Tadol ini, w ntiene tutte le decorazioni ~,l v,,lor,· assegnate· agli appartenent i ali '-Arma·, che ammontano. a circa r3.ooo, d i cui n O rdi ni M ilitari d i Savoia e n Medaglie d'oro al va lor militare. Maseo Storico della Brigata Gra11nlieri di Sanfcg11a . F u inaugurato nel 1924 , a Roma, presso la Caserma Umberto I. L 'idea sorse /in dal 1903 in un g ruppo cli ufficiali; venne n ominata una commissione per la rac· colta degli oggetti e f urono jnvitatc le associazioui granat ieri di tutta Italia a contribuire nella ricerca e nel] 'invio dei ci rnel, . La guerra di Libia e la guerra Mon diale die• dero occasione ad una abbondantissima raccolta. La costru• ~ione sorse per mano di maestranze d i granatieri. Nel M. si trovano ricordi e cimelt d'ogni sorta : i brevetti dlteali e regali d i Sàrdegna; le scarlatte uniformi dell 'Assietta e di Torino; le lacere bandiere i nnanzi alle quali si erano svolti j carosell i; i solenni berrettoni di , pelo con le i nsegne piemontesi splendenti di oro; tu niche forale e i nsanguinate, rit r;m i di adolescenti caduti sulla soglia ,!ella vi:a; cimeli dei caduti recenti; le vestigia i nsomma d i tre secoli d i gloria. Mweo Storico del 'Accademia M ilitare d: Mod,·11t1. È stMO istituito nel palazzo dell'Accademia Militare di Modena per raccogliervi le fotografie, i cimelt ed i ricord i degli ex alliev i caduti in guerra . S i compone di cin<JUC sa le così d istribuite: la prima, dedicata alle Medaglie d'oro. porta alle paret i grandi lapid i sulle quali sono incisi i nomi dei _decorati; la seconda, dedicata alle Guerre coloniali, cont iene i r icordi personali degli ufficiali caduti in E ritrea, Somalia e Libia una collezione dj arm, raccolte sui campi di battaglia; le sale , 3", 43 e 5• conten gono i cime!, della guerra Mondiale. Vi sono ricord i e fotografie d i caduti sui diversi campi di battaglia . Com pletano le sale una raccolta di armi d ifensive e offensi,·e della fanteria e cavalleria usate nell' ultima grande guerra .

J

'M useo Srorico di Guerra in R overeto . Ha sede nel Castello. È uJ1a istinn.ìone aillonoma .da -1ervire per .la storia e clocumcmazionc della guerra 1914-18, e raccoglie <Xl illustra i 1nezzi con ·cui essa fu fatta da noiJ dai nostri .alleati e dai nostri nemici. M.ira inoltre a<l i llustrare e a docume ntare ogni altra guerra nazionale e la nostra aziooe m ilitare nelle Colonie. Le collezioni souo racco'te cd

compit i cli elevazione morale J>er gli clementi ch e affluiscono nel!' Arma, dai q uali deve essere intimamente sentito l'orgoglio della divisa e ricordalo in ogni mome nto cl i essere depositari cli una tradizio ne d i gloria . A questo scopo prende l'iniziatil'a di pubblicaic studi storici-monografici per e;alra,·c figure ed ill ustra:·c fasti. li M . è gi:i

esposte in trenta sale, oltre che nell'androne cl 'i ngresso, nel corti le , sulla spianata superiore e lungo le scale ed i vari passaggi . I n massima ciascuna sala contiene oggetti cli una sola determinata speòalit/1. Delle trenta sale, cir,quc sono dedicate ad altre naz ioni (Belgio, Cecoslovacchia , Francia, Inghilterra, Romania) che dieder0 gratui tamente le

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Museo dei. Granatieri. Un angolo- della S;ila d'armi

relative raccolte, e tre agli cx imperi centrali. Tu tte le <li cimeli. riguardanti la guerra in te rra, in mare, in ciclo, nelle Colonie. Una sala è dedicata al Combattente d'Italia . Tutte le decorazioni, i distintivi e le medaglie, istituiti nella Grande guerra , come pure le rno~trinc <li tutti i regg. <li fanteria, i distintivi delle varie armi e specialità, ecc . vi sono esposti. Intercalati a questi ricordi sono vari tipi di baio□ette, pug nali, pistole, gasale sono riccl:e

con le fi rme autografe dei plenipotenziari italiani, e la tromba che suonò l'armistiz io. Nelle sale destinate ai corpi speciali: il genio, l'aviazione, l'artigl ieria, si notano tutte le varie specie di material i e d i a.rmi da offesa e <l i d ifesa usate da essi duiaote la guerra . Dei Legionari e dei Martiri t rcmini si conservano cimelì preziosissimi. Seguono le sale delle nazioni alleate nelle quali sono raccolti i ricordi dei vari eserci ti, le loro ann i, le uniformi , i loro comandanti e sva rìate fotografie rel at ive all a guerra.

Musica (e ,\!Iusicantc). L'impiego di istrumen ti musicali negli ese rciti risale alla più remota antichità. Anche le orde prim itive ebbero st ru'menti a fiato cd a percussio ne, sia a scopo <li .suo no co ncertato, s,a per la tra~n:1jssiooc acustica d i scg-nnli e d i ;ivvisi. Per lunghissimo TROMBA In SI

p

Chiamata della musica

Museo storico di Rovereto: Proclami e cimeli

vette e borracce italiane ; inoltre le medaglie-r icordo della guerra e la collezione delle decor;izioni istituite dalle g uerre del Risorg imejlto arl oggi. Um1 sa la è destinata a raccolte rigtiardanri la propaganda nemica e la contropropaganda nostra. In u 1ia vetrina sono i r icordi dell 'armistizio di Villa Giusti, fra cui una copia dc11':urnist i7.io

tempo però non esistettero che istn .uncnti analogh i ai tamburi, ai flauti e<l alle trombe di oggigiorno. Fu solamente verso la fine del XVIII secolo che cominciò l' uso di strun1entì di m us ica veri e propri , e conseguentemen te la costituzione regolare di M. nel senso oggi imcso. Presso l'esercito francese la pri.rna musica regolare appan-c nel 1763 nei reggimenri delle g uardie fraJiccsi e di quelle svizzere . Successivamente ebbero la musica anche g li altri reggimenti. Presso l'esercito piemontese, con Vittorio Amedeo Il , troviamo, nei regg . di fanlcria, pifferi e ta111buri ~on un tamburo maggiore. Solo ta lu ni regg. h:lnno Lrna


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Banda del re.ggjmenro fanteria Piem:mte: d ue cotni da caccia, tre oboe, d ue fagotf.i

111 usica d i oboe. K(.'Ua cavalleria c!è u n t rombcu ic.:n.: per regg. e d \ma cornetta per c p . A ca vallo della p rima e della seconda m età del XVJIL secolo, diven nero d i u,n gcncrak: le ban<lc d i oboe_ reggime ntali, che ~uonav~1 no con.tcmporan ca me:n te aì p ifferi. In genere no n avc,·~rno composiz ione fissa ; rnlunt: j\4 . cornprcndcv;:1110 a nche corni da caccia . Ne lla seconda metà dd XVl!f secolo le M. subirono pa rcc<.:.hic trasformaz io n i. Dappr ìrna luro no ord in;uc in sci oboe e due cornl da caccia , a i guaii ~i :.1ggiungc,·a no tutt i i pifferi del reg:gimento : succc~~iva mcn Lc gl i o bvc fu rono ~ostitu iti con i clnrincn i e si ~blx:ro bande for1natc d i o tto c la rinc n i e due tro m be. P iù tard i clin :nnero d ·uso le cosidde u e ba ode tu rche od albanesi fo r:natc cl i clarini . fognui , trombo ni. t riangol i. piatti , grancass:-1. T a li bande :1vc\'ano in 111cdia 15 :-uonatori cd in U:1h111 i cor pi

(6 clarineni, 1 ottavi no . 2 fagott i1 r serpente, 1 02 trombcle, 2 corni da caccia, 2 t rombe, .r g rancassa! r tamburo rolantc, 2 paia d i p iatti. r cappello c inese)- Ogn i M. e ra diretta cla un musicante equ ip arato a sergen te . Nel 1~3~ si eb bero n uove sosta nziali mod ificazioni circa le A1,, che furono autorizzare solrn nto nei regg. di fanteria e di cavalleria d i linea . Og ni rc gg. ebbe la propria mar cia ; come ,narcia generale d 'o rd inanza la rnarcia reale d el Gabeu i. Le cp . bersaglieri ebbero piccole fan fa re , ~0111postc d i 1 2 trombettieri. Nel 1851 la composizio ne delle Af. fu eguale in ogn i corpo e nèl 1858 si costituì una .i\ 1 . anche nel rcggirne1no operai d'::trtig:J icria . A t raverso sue# ce.ss1vc varie modificazioni I dalla. costitu zione dc.I Rcgnc, d 'Italia 111 poi. s 1 gi u nse agli nnni imll'lcdia tamcntc prima

~ifusica della 1.egìonc 1\Jlfovj Carabinieri R<::ali ( Roma)

si ;:igg iunsero a lle bande di oboe . Verso il lj78. a lln ~copn di rinfo rzare Jc ba11de rki regg-. di fonttria. fu r o no sciolte quelle de i dragoni. d isponent i d i 6 oboe per rcgg. [ tamburi n i c r::ino, a quel! 'epoca, ragazzi che si a rruol~1vano a 12 i1nn i per avviarsi a lla ca rriera d i ~ot~ nifficia lc . ~ Nel ' i75 f u p ubblicato un regolame nto per i segnal i d i tromba e d i tambu ro, al qua l<.: tutt i i. corp i do,"Cva no artcncr~i. C.on il riord ina me nto dell 't..:~crcico ricmon tcsc nd 1R15. o _gn i rc~g . d i~ ~:1nte ria e bbe : un tamburo maggiore i 3i t:1mburi e J 5 piffe ri, ri partitl fra le eµ. . 12 musicanLi e 5 co rni <.l a caccia. I bgl. cacciatori ebbero anc h 'essi, pe r 1..1ua nto in 1n isura m inore . g li stessi suonato ri. I rec~. di cavaller ia avcvanu 8 tromb~ttie ,:i. N el 1Jho fu rnoc:" concesse le :\f. anche a i corpi cacc ia tori (che perah ro le con se n·a rono per poco) cd ai ,·cgg. di cava lleria, me n tre nel J8:u le :\-f . de i rcgg. th fante ria ebbero 20 st10 !1~ t o r i

i\1.us ica del 30° reggimento artiglieria. da Campagna.

della guerra con il ~cgucntc o rd inamento jn fatto d i ir1u~ich c: ..fanter ia : og ni rcgg . dispon eva <li un:1 'V/ . .(li~, retta da u n sotto t. maestro d i musica, d i fanf::tr:.l e tam• burin i; ogn i regg_ a lpini : bersag lieri, cavalleria, anigl icr i~L. avcv:i una fanfarn. Do po la g ue rra . con l ' attuak o rdj namento delle musiche rnilirnri , si h.1: una musica p resiclia ria per ognl Corpo <.l'~lrm aui _. d iretta da un sotror.

maest ro di musica, un~ fan forn per ogn: regg.

dt fan-

teria e sue specialità. cavalleria c d a rtig lieria . 1.·.arma d ei CC . RR. ba u na M . p rop ria che risie de a Roma , dove esiste pure quella d el la b rig ata Granatieri . L'organico ci,m p re nde un n1aestro dire ttore <li bJnda, un sottufflc ia k vice-capobanda, un ~ergente n1aggiorc o scrge)1tc 1 otto caporali magg ìo ri 1 d ied capora li, ven ti a ll iev i, sci asp iranti al lie vi.

J


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I Musiamti, nel nostro eserci to. si t.li~ti 11gunno in cffcnivi e di leva . l primi sono dementi che s i a rruolano con pa rt ico!ari ferme e segpono una dc tcnnjnata carriera; fa nniJ

l

pane specialmente

delle

musiche

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d i Corpo ,!'ar-

n:rnta. 1-Ianno, consegue ntemcnrc] u n particolare trattan,cnto economico . I seèOndi so~;o Jn.ili t.ari tratti dalle classi d i ) eva,. i quali - già conoscendo la inusic.1- n:ngc,n o chiamali a Fa,· pane dd k ., fa n fa re reggimentali od ,wchc <JcUc n1usiche di Co_rpo:_.A ;3rmata . Essi servono in q ut:stn speciale compito per tutta J,i durata della loro ferma,

~sso fu abolito venne isticui ta la musica del C.R.F .M. con scdt a L a Sptz ia. l n seguito. - con la istituzio,,c u!lì.cialc c':fèi tre d ip. dc L~t Spt:zia, d i T::iran w e di Vcnczi:1, furono crea(<~ . . . t~re m usiche dip,;:!,rtirnentali. 11:.rnno la .1uus icn a bordo ; !e navi ammiragl ie <li squadra ; spesso ic navi da g ut rra che si recano aJl ·estcro organiz1.an'o unl 1nusica di una vç1Hin a d i Persone che serve a scopo d i propag-~ltlda . 1 1nu$ÌCanti sono governati da norrnè spe~ ciali .che ne fissan o la durata del ser vizio e gl i avçri_ a bordo e a te rra . H anno una d ivisa speciale. che sta

fra

dopo ave r svolto però l ' istr uzione d a rcclula . J M. indossano la d ivisa dei gran atieri O dì fa nteria a seconda che appar,ten g ano ~,lla banda d el la b rigata granat ieri o

<JUelln del mari naio e quella del sottufficiale, e s tipulano una specie di contratto -arruola,nentc, che rlà anche d iriUt,J a bordo <li m angia re ad una mensa ~pccia le. 11 servizio

éillc ba nde p residia rie; sul fregio del ber retto hanno una crocer.ta d'oro, <.. sulle man ich e deHa g iubha pon~1110 lo speciale d istin tivu, (< ·lira musicale >', ch e è ricamato j11 argento per j J di rettore, per j $OttufficiaE c.: i musicanti effettivi; in lana nera per gli alJìcv i e g li t1spìranti a ll j<:vi n1u.s ira1n i . L· a r mtuncnm dei m usican t i è il seguente: rnarcsc. vjce-capob anda, piswla .da m a rese. d i fantt ria; sottufficial i m usica nt i, sciabola d :1 sotluAicialc d i fanteria :

a ·bordo cònsjsrc ... nel suonare gl i in n i ;;tll ' alz;:i. <; ammaina

c:l.porall maggiori, caporali. flll iev1 e aspjra nt i c11lìcvi rnusì~ canti, sciabola da fan te ria . I niusica nti, jnoltrc. ·han uo ln d istrib u·&ione p na s peci::i le b orsa. J maestri direttori e i musicanti effettivi, sono autorizzal-i n vestire l'abito civik fuori servizio. Le band<.: musicali danno concerti nclk

ban d ie ra, rend e re gl i onori a ll 'imbarco c.Jcgli. ~m rniragli, far fare !a ginnastica collettiva al.l 'equipaggio, ccc. Du~ rante il car bonan1cnto o i grandi r iforni1ncn ti in gc:nc1·e, nei quali s i richiede dal \ ·equipaggio un la,·oro pesante e

prolungato, la m usica suon~1 per tener a lto il n,oralc

della gen\,.

Musitano-Guerrera (k11i111011do). Gcncr,tle, n. a Na, po li nel 1866. So ttot. cl":lrl. ne) 1885, raggiu nse il grado d i colo n nel lo nel J916 e coma n dò in guer ra l'art . dd ia .23(1 d iv ls.. ] 11 P . .'\. S . poco dopo la g ue rra , fu promus:--o generale di. brigata nel l92--J e nel 1928 passò ne ll a riserva.

p u bbliche piazze secon do accordi d" p re ndersi fr:1 l 'autori tà m ilita re e q uell a m unicipa le e politica. Possono ~,

MusoI ino (lknedetto). Colonnello ga ribaldino. n. a Pii.zo (1808-1885). Combattè nella r ivoluzione siciliana del

sere concesse in occasione di feste d i heneficcnz.a, di cerim on ie patr iottich e. ccc. . si;, in g uarn igione: che in loca lid vicine. Il conc.:orso è gn:ituito, m.a q uabiasi sµc~a de\"c andare a car ico d ell"cntc che ha ricbieslo h1 hamk, .

184/l e nel 1849 fu a ll a. d ifesa di Roma. Pc rdut:1 la fa. m ig lia e i lxrni esulò; nd 1860 ebbe come colonnello brigad ien; il coman do <.l i u 1.1 tt del le brigate aggregate ::llb

Gli strn rncn1i son o di _regola d i prc,prietà dc.:i m usicanti <Juando qucsli siano effettivi; d i proprietà ,lelln S tato

d ivis. Medici . Passò poi n<:ll"eserd ro regola re. Dalla V I II alla XJll lcgislau1rn fu depulat0; fu nel 1881 nomina\1> se na tore del Regno .

q u ando si tralli cli a llitv l ed aspiranli m usicanti. I sottufficiali ed i musican li cffettivì possono prestare 1'opci a loro fuori servizio, con retribuz ione, in seguirtv ad aulOrizzaz io nc del comandante de l Corpo. L, direzione lecnico-musicale d ella banda

è affi data al maestro di,·ctrore .

:.wc n te g-rado d i sotlotenentc.

Musone. Si ch iama va così una ~porgcnza di quadr an golar<· cost ru ita per proteggere I fianchi p rim e fronti ba~tionatc contro le offese lonta ne.

fìiru,r,

" delle

Mussa (Giu, cppc Franasco). Primo segre ta rio d i guerra e marina, m . a Torino nel 1844 . Avvocalo, cnrrÌ> a b r p a rte rtella ~cgrctcria d i guerra nel 1781. Dal giugno 1799 ::t i giug no 1800 resse la seg,·eteria de lla guerra . Dir i- • gcnt<: p ro v, ·isio nale della scgr ttcria di _g-uerra nel 1814, lhtl 1815 _a l 1817 {u consigliere dcli~ R . Finanze ed jme11dc11tc

gencndc ti"artlgJicr)a, e nel 1823 vcnnt· nom inato pri1110 segreta rlo dd g ra n n,agistero dell'Ord ine dei SS. l\iaurizi<J e L azza ro, nella t1ualc.: c~1ric;1 rimase sino al 1832.

Musselburgh. Città della Scozia, nella conrea d i E cli 111° F re g io musicant i .R. 1\1. o rn, sottufficiali; rosso, co muni.

D istinti vo musicanti (R. Ese r ci to)

A111slta e 1'1usiu1nt,t (lvlarina). Facendo asl::-a:t,io1tc d ai n1us.ici im ba rcali su lle a ntiche nav i lussoric µc r ailictap.: i regn an ti e

111usid 1<.:

J

che

~1

g li a lti p<.:rsonagg i. li primo im p iego de :ìc bo rdo ddk n3v i da guerra si ha suHc navi

imba rcav~tno

111i li't i

combattent i

eia. sbarco:

.s1

ha

<..:<,;n no ad cscm1.tto d i n1us ich c imba rc:1te per <1ucslo scopo sui vascelli francesi cd inglesi ch e t ra~porta vano !a fan-

teria

n1ari11 a 1

d elle. terre e

con

Ja q u a le

p rocedevano

~• ll 'occup~lzionc

delle isole del Cen tro Amer ica .

Pe r tradi-

zione ::1nc b 1: nel b marin:-1 it~d iana le ,r1us ichc a ho re.lo ~o no :;tate in p rim o 1ct11po del corpo dei ,1 Real N:n i ,, e qu;.rndo

b urgo, su ll 'estuario del Forrl1. li 10 sc·uem brc l54ì• il duca d i Soinerset si scontrò ne i p ressi ckl la città con

l'esercito scozzese. e con l'aiu to d ciln !lntl:l ancor::ata nella b a ia d ì "!11. !o d ist russe complctan1cntc .

Com bau imcnt o di Mw sdlmrgli (31

lug lio

1620).

Ap-

p a rtiene alla g ue r ra tra la Scozia <: l ' Ing hilterra del 1650-

165J . La cava lleria scozzese. con,andat.a d a Montgomery e d a Strahan, s ' im pad ro nì d i sorpresa degli a vamposti d el l'eserci to iuglc,e com,111dato da C romwell , m a la cavalleria inglese I mc::,sa subilo in allarme,_ scacciò dal campo <]Uel b scozzese e dopo averle inflitlo gravi perd ite la inse g uì fin ' p i·esso E <limburgo.

Musso. Com une in p rov. di Comù, s ituato suH:1 sponda occiden tak d e l la:so . Ebbe. per il suo fortissimo castello, a li.i n rmmanz~1 fi 11 rial per iodo feudale. Fu son,rctto :;.r-


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Curia vescovile <li Como, poi a quel comune. Nel sec. XV fu (cudo dei Malag rida e sul principio del sec. XVI· cadde in possesso del rnarcsc. Gian Giacomo Trivulzio. Il ca>tello di M. era posto tra la valle del Mulo e la Vallorba. Già fortificato nei otempi primitivi, era stato sistemato dai Visconti e il maresc. l'aveva mutato a sua volta secondo le esigenze cd i costumi • bellici del tempo. Sorgeva in cima ad un 'aspra salita, sopra una balza sassosa, cd era cinto per gradi da tre ordini di castelli e di baluardi. Era un fortissimo propugnacolo quasi so-

Mus

408 -

alp ini che re,sc sino al 1926, q uando fu promosso generale di brigarn, ispettore di mobilitazione della divis. di Udine. Nel J 928 passò a comandare la 13• brigata di fanteria e nel 1931 andò in P. .\.

,\ fosso Carlo. Generale, 11. a Torino nel 187r. Sottot. d'art. nel 1890, partecipò alla campagna libica del 19r3. Nella guern contro l'Austria, col comando di un gruppo d' drt. da camplgna, meritò una med. d'argento. Colonnello nd 1917, fu addetto al commissariato generale d'aeronautica; nel 1919 passò al ministero della guerra. Promosso generale di brigam comand . d'art. a Torino nd HJ26, divenne generale di divis . addetto all'ispettorato d'artiglieria nel 1931.

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~lusso .A lessandro

Musso Mario

,peso ,u, precipizi, :, vedetta del lago. Nel 1521, Gian Giacomo Medici , detto il Medcghino, s"impossessò, con ardito colpo di mano, del castello, ritenuto inespugnabile, e ne rccc la base per le sue im prese. Per renderne pii, dilfi, ilc l 'espugnazione, lo munl di merl i, Lraboccheni, feritoie. vedette, bastioni, ponti levatoi, fossati, semi nando negli accessi triboli e steccati. Fece erigere arsenali e officine per la costruzione delle armi, ed allcstl una flcna quale mai era stara vista sul lago. Il castello fu tenuto dal Medici fino al 1532, r.ella quale epoca, caduto in potere dei Grigioni, fu da questi distru110. Sulla strada fra .I/. e Dongo, :,e ne ,·edono ancora gli avanzi.

.\l1uso .\fario. Medaglia d"oro. n. a S.iluzzo oel 1hjh. caduto in Carnia nel settembre 1915. Ufficiale in r.er\'i,1io att ivo, era en trato ncll 'eserciw quale sottot. nel 41° fanteria . donde, con la promozione a capitano, era pa, ,mo negli alpini; prima al 2°, e poi al 3° reggimento . .\I comando cli una cp. del battaglione Saluzzo partì per la guerra, nel rnaggio J915, e nel scncmbrc succe~-..,vo~ valorosamcn1c guidando il suo reparto . attaccato da ingenti forze nem iche, rimaneva mortalmente ferito . Ri masto in mano agli Austriaci, moriva. clopo tre giorni cli ,nauditc soffcren1e, in un ospedale nemico, des1ando I·am rnirazionc commossa di tutti per il suo stoicism o. All:1 memoria ciel valoroso capitano fu decrcl.lta la mcdag:!ia d'oro, con questa motivazione: , Attaccato da forze molto superiori. con calma se rena e sicura intelligenza rcspingc,·a ripetutamente. pci dieci ore, attacchi nemici Gravemente ferìto, cont inuav.1 1 ad esercitare il suo comando, t rascinando~i lungo la linea d i fuoco, per incuorarc i d ipendenti alla resistenza. Hi1i ratosi momentaneamente in un piccolo ricovero dclb trincea per medicarsi, ne usciva poi, quando il ncmi,r, minacciava di circondare la compagnia. e davn dispo~izi<llli per il ripiegamcnlO del reparto, rifiutando di essere trasportato per non causare ritardi e maggiori pcrdit<·, e fo. ccndo, cosl, nobile sacrificio della propri" vita » (V"I cli l'uar1is, 1.1 settembre r9r5).

Musso Alessandro. Generale, n. a Mondovl nel 1869. SottC>I. <lcgl i alpini nel 1890, partecipò alla campag na eritrea dd 1895-'.}6 cd a quella libica, nella quale meritò una mcd. di bronzo. Entrato in guerra contro l'Austria al comando dd bgl. Edolo, comandò poi il nucleo alpini tiella 5a divis . ccl il 18° gruppo alpini. Colonnello nel 1917, te nne per primo il comando del 263" fanteria, che guidò sul Carso, ottenendo una seconda mcd . d i bronzo. Dal marzo 1918 alla fine della guerra, comandò il 15~ gruppo alpini. :>.'cl 1920 ebbe il comando del f' regg.

Mussolini (Renito) . Statista , capo del Governo, n . ;r Preda ppio nel 1883. Partecipò fin dalla sua prima giovinezza al movimento socialista rivoluzionario e fu all"estero, nella Svizzera e a Tremo: di qui fu espulso dall'Austria mentre era redattore del " Popolo di Trento", dir<Jtto dal Bauisti . Abbandonò il partito socialista nel 19q. d urante le fiere polemiche per l'intervento dell'Italia nel -on flirto mondiale, e fondò e diresse il « Popolo d'Italia ,, . contribuendo fin da allora a risollevare le energie clc)!li Italiani. Partecipò alla guerra mondiale nei bersaglicn.

Il castello di Musso (do! Bignami)

)


• Mus

-

409 -

dove. djvc.:nne capor.-i l maggiore, e rimase al fron te sino

al febbraio t9l7, quando lo scoppio di un lanciabombe lo ferì gravemen,e. :--.ICI marzo 1919, fon<lò i Fase> rii combattime nto e iniziò una polemica vigorosa conlro g li clementi d issolvirori della Nazione, tanto sovversivi che appartenenti alla infiacchita classe dirigente. La polemica divenne battaglia vera e pro•

pria e fala ni;i semprc pj i, nu1nerosc s1 schierarono al suo fianco . Costituito il l'arlito fascista, e.E cui divenne jl Duce, lo condusse ,!i v ittoria in vi ttoria fino alla 3-forcici m Roma (V.) d ell'ottobre 1 9 22, la qua le rap• presentò l'inizio della trasforn,azi011c dello Stato liocralc lll Stato fascista. Dive nuto Benito Mussolini Capo del Governo, in,z10 un ·opera colossale d i rinnovamento mate riale e mo rale <l ' Italia. Nel campo militare, asmnse d irettameme (1925) i Ministeri della Guerra e della Marina, imprimendo grande impulso alla riorganizzazione - del le Forze A rmate, e risollevando l'A..nna Aeronautica dal marasma in cui dopo la g ue rra l'a vevano la-

tcrnarja, gli Ispettorati cli MobilitaL.ionc 1 nuovt d i-;posizioni I'avanzan1ento degli ufficiali, e per i. !lOtlu.B1ciali , la trasfonnaàone d ei reggi memi bersagliere in ciclisti, la c\i. fesa contrnaerei del Paese, il riprist.ino degli « U ffici dt fo.rtificaàone ", l'elevazione ad arma speciale dei ,, Carri armati ", il riordinamento ciel Corpo di Stato Maggiore, elci Se rvizi, d el Reclutamento, <lellc Scuole Militari , la creazione dei « Corpi celeri "• un nuovo « Codice tattico », un vasto riord inamento della Marina e dell'Aeroper

nautica1

Mussolini

ccc.

assunse

1a carica di Ministro

della Guerra il 4 aprile 1925; -d i M inistro d ella marina l '8 magg io 1925, <li Commissario dell 'Acronautica il 24 gennaio 1923, dl Ministro di quest'arma il 30 agosto 1925r E te nne ,1uesti Minister i fino al 1929, quando, compiuta la l'iorganizzazione delle Forze Armate del Paese secondo le sue direttive, li affidò rispcttiYamente al generale Gaz-

zera , all'a mm iraglio Sirianni-, al generale Balbo.

Mustafà Il. Sulta no della Turch ia (1664-1705). SalilO al trono nel ! 695, represse un .i sollev:12ionc <lei g iannizzeri menrre ì suoi gcnc1·ali batteva no i• Veneziani e ·g1i Imperiali. L'anno del suo .avvento al potere vinse gli Austriaci sulJa Tl1ciss e costrinsè Pietro il Grande a togl iere l'assedio d a Azov ; ne l 1696 sco nfisse d i nuovo g li l mpcriali, ma non potè impedire che Azov cadesse in mano dei Russi. Ne l 1697 fu sconfitto dal principe Eugenio di Savoia a Pctcrvarad ino, e, ne i 1699, dove tte firniarc il trattato di Carlovitz, che faceva perdere al i ' impero o uomano la Tran, ilva11ia, Azov e la Mores . Non essendo r iuscito ad effe ttuare le serie riforme <l a lu i progettate, per l'ostilità dei sudditi e dei gian nizzeri, nel , 703 fu costre tto ad a bdicare 111 favore d el f ratei lo Ahmcd ITI .

.\fmtnf,ì fil. Sultano della Turchia (17 17-177.j), salito al t rono nd 1757. Cond us<:: de i trattati coi re di. N apoli, d i Danimarca, di Svezia, di Prussia e col granduca d i Tosca na . Le sommossc c he scoppiarono a Hag dad, la insu rr(;zionc lo

dei 'A'ahabiti e

cost rinsero

a

mantenere

la rivolta egiziana di

Alì-bcy

un

ri5crbo

anteggiaroento

di

nei riguardi della Russia; rna, nel Ij68, un 'incursione di cav:-i llcggcri russi a Balta lo decise a dichiarare guerra a Cateri na Il, e perdette l;1 Moldav ia. la Valacchia e la Crin1ca.

!Hustafà nopoli.

pascùì.

Borgo

della

Turchja,

p rc~so

Adria-

Combattimento di .11wtafcì pasciù. Appartie ne alla prima g uerra balcanica . Il 18 ottobre le armate bulgare presero !"offens iva. Mentre Ja 1n e la 3a avanzavano ad ove~L di Ad rianopoli , la 2a, che aveva il compito di richian1arc l',Hre nzione d ella d ifesa mobile verso occiden te, prese ad ava11z..arc per le valli (.lell:.l Mar i1za e della Tungia. li prim o contatto con i T11rch i fu preso dal le _ truppe del1·s~ d ivis., ch e avan1.avano a cavallo della Matitza. I T u rch i occupavano co1t un bgl. M. e con un centinaio d i uo mini il fortino del Lupo , sulle pendici del lkstepè-dagh. li co111battimento ha in izio alle ore 10 . Una colonna dcll'Sa di, is., che marciava su lle altu re <ll Gradista, attacca e si impadronisce, dopo breve azione, del fortino del L4po, iniliggendo ai d ifensori 11otcvoli per-dite in morti e feriti e callurando gh illesi. I Turchi dislocati ncl1'1 pian11rn, appe na si delinea il successo dei Bu lgari sul le alture, quasi .senza resistenza s i ritirano su i'1.., f acendo 1111 debole te ntativo di d ifesa nei pressi dclJa staLionc 1

Benito M.ussolini, bersagliere ( 19r5)

sc iaw cadere i precedenti Governi. f: opera sua la creazione della « Miliz ia Volonrnria per la Sicu rezza Nazionale " (1923), avvenuta mediante la trasfor,m azione delle squadre fasciste d 'azione, derivate <lai Fasci di combattimento. Ed è opera sua l 'or dinamento d ell'esercito, c he comprese la costituzione del \' Alto Comand o, la Divisione

ferroviariJ. Sloggi ati do!"JO breve con,b:tltimcnto dal ) 'avan 3 passare su lla sr.

g llardia dcll'Sa divls. s i :1pprc~wvano


Mus

-

M ur

410 -

<lei liumc, quando fu rono caricati e rotti da due sqd r. bulgari, che pene trarono in Af_ con fusi con i fu.g-giasch i. La ri1 ira1a divenne presto msì precipitosa che i Turchi trascu rarono d i far sa ltare i ponti sulla M a ritza, sebbene fossero g i,, state predisposte le m ine. Le perd ite dei Bll l-

g~1ri f urono i nsig nifica nti.

·passata in rivìst:1 dal cun1a1H.hll\Lc: 1:l guard ia, depone z ~in i, tasche a pane e horraccié nel corpo dl guardia, e con. dou a p o i dal caporale di muta , va " dare: il cambio alle sen tinelle. Viene scamb iata la. consegn a fra il capo ra le smontante e q uello' mon1a rHe, ed il comando dtlla gllardia passa dal primo al secondo soltan to dopo cambiala l'ul-

tima sentjneJla. Muta . Località ,·icina a lb

p llnt1 meridionale ciel M:i r

Morto .

/Jat taglia di ,\.i,,w (629) . .\ppanirnc alle prime gunrc dei

Musu lmani

fuori

cieli' Arabia.

e

fu combattuta da

3ouo C red en ti capitan ati dal figlio ad ottivo d ì Maomcno, Scie! lbn I làr irn con tr() j Uizantini, al tempo del! 'impe4" rarorc .Er~d.i o, cl i for&<.: d icci volte maggiori. l Creden ti pugnaron o co l loro ~olito ~rdorc, ma quando \1 idcru t a • dcrc Seid prese ro Ja fuga. Chalid ]l:n \·V alid riuscì a rior• llinarc j f uggitiv i e li condusse a Medina, <lo ve ebbe dal Profct~ il titolo onorific~, di <.( sp:HL1 di Dio ,•.

M uthul. Fiurnc della N ll m idia; oggi Wadi Mos111/ secondo Benolin i, Sàbouse secondo il U ibkcr e l'I-lcrtzocrg . B,11tng!i.1 di M,a/w/ (estate 109 a. C .) . Appartiene alla guerra giugurt:ina e fu combatruta dal console romano Q. Ceci lio Metello, coritro Giugurta, re d i N\nn id ia. A vt.n ti miglja d i ù istanza dal fì.umc c ·era un monte deserto cd incolto, d a l c u l mezzo k:vavaSi un colle vestito di ol iveti e m ineri. L:1 pianura in tcrrncdia tra il n,onte e il huJnC' era d esèl'ta, ad eccezione dei luog h i vici ni a l fiume.:

Combattimento di M _ ustaJà Pascià ( t 9 1 z)

i qua li c r:1;10 folti <.h ;Hboscd li. G iugurta dil.'.tlc ~11 suo luo-

M ustahfiz. Is:ome dato in Turchia a i sol d ati che re.stavan o dopo i! Nizarn (escrciw attivo) e il Rcdii (d i ri.serva). li !H. no n eca pc:n~ org-anizzato in alcun modo.

Mustar d-gas. V. lpril<'. M us tiae Calrnes. Nome <lato ,h m l uno ali:, battagl ia p iù propriamente dett:1 d i Ernbru n , nel 5 7 1.

Muta. Si c.:h ian1a così ogn i gruppo costituente il nu~ mero di stntincllc nccessanc 3. fo rn ire un datn ser\' ii.io <li guard ia, ~ia in pace che in g uerra . Qua ndo :,.Ì tratll di guard ie di una cc1·ta c:ntir~ \ le .\,f _ ricevon o un llll· m ero progressivo ~ partir<: d,i lb dr. dello schie ramento del la guardia, al n1omento d e! -d istacco . 1n ciascuna .M. i soldati che d evono ,fornire le sent inelle, sono pure llllmcrati d a ll:--1 d r. c.:011 Illllll<.:ro p rogressivo, d 11~ deve essere J"ispetrn to nd turno d i scn•izio. La µr im~ i\/. , a ppe n a 1

gotenente Bomilcarc b co ndona d egl i clcforlll e pa rte dcJla fanteria; egli stesso collocc) j suo i r<;rn tutti ? • C:l • va !1i e i fantl scelti pii\ vic ino a l inante. lntanto sopr;ag • g itJnsc Me1cllo, che, nulla sapen do <lei nemico , scendeva con l\:scrrilu d a l moute ; m::l, cono~ciula jn hn:: vc 1·Jm. boscata, fermò alquanto li.:.: schiere Ivi rnutatj g! i o rdi11 i. munì i l fianco destro che era più ,•icino a i ncrnic i cnn un triplice r-infol'ZO, distribuì fra i manipol i i fromlx >lic1i e gli arcier i. collocò nelle ali turt;1 h cavailcri:'I c . confortati brcvcm<:11tc i so ldat i, cnndu!:-....c ol p iano l 'cf.ercirn . ~.fa poichè vide i Num id i non partirsi dal colle. e temenrlo della stagibne e della penu ria d'acqua , spedì il suo luo-

·Q

I

gotenente P . Rutilio Rufo alla volta d el JÌurnc colle rnoni legge re e con parte delta cavalleria a cercare il luogo per 1·~1c..::arn1x11nenrn . Quin</i marciò a passo len to 1 com'c~a ca lato d a l monte, ltn<.:.odo un allro suo luogotene nte, C:uo Mario, d ie tro all'avanguard ia. e st~ ndo coi cavalE ddl'ala

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'7"-:r:1-~,~'::'L--;;:--::..,:~, .:r777-•tr

llanaglia d i \1uthul ( 109 a . C.)

T


Mur

-

~r. . nel camrnino d ivenuti p rime fi le . ( ;iugurta . (.;Ornc s i accorse che le ultime file di Metel lo avevano oltrcpa,saLO k prime schjcre dei. suo i, occu prJ il 1nontc in quel la parte donde era sceso Metello, con LII\ p resid io di 'circa 2000 fanti. affinchè per avvcntÙra non fosse d i r icovero (.; poscia d ì sostegno ai nemJCI. lnd i rcpc ntinamenH:, datù il segno ,;i scagliò loro a cldoss<). Dei Numid i' uk un i bat,tcrono h, retrog.ua rdin, altri fecero tcnt:irì,·i sui fia nchi. :-.ping-e ndo, j nca-17.anrlo e sco nvolgen do d~1 ogni la to le

, d1icrc romane . Jn lm:ve il disordine fu al colmo : chi <:<.:deva diviso da i suoi; ch i incalzava; non si poneva me.nrc nè ad insegne, ·nè ad o rdine; ciascuno faceva fron te come

poteva. Era

così

trascorsa

buona parte del

gio.rnn e

l'evento <·ra dubbio ancora. Finalmente, lang uendo t.utti d i lati.:a e d i caldo, come Metello vide che i Numìdi meno iucalzavano, a poco a poco raçcolse i soldati, l i ordinò e pose quattro coo rti legionarie a fronte della fan-

411 -

MuT

soggetti. Non si trattan1, infatti, di d ar-e solta nto ad essi un ' Jdegua.rn pensione vit;.1.lizja, op portunamc11tc graduata a seconda ddla e ntità del le lesio ni e della conseguente rne no n·1~1zionc della capacità lavorativa, ma bisognav:1 rea.

lizzarc, per q uanto possibile, una rieducazio ne profc"ionalc. in modo da p erme ttere a n1olti dì essi cli rlc;nLrarc , .sia p ure lin1irn Lamcn te, ne.i ra ngh i dei bvoratori va liJi. Il decreto luogotenenziale 11. 1012 del re, ,tgosto 1916 stabilt _la prima traccia dei compiti dello Stato nei rigu~rdi degl'invalidi cE guerra, i quali fino allora erano stati affidali ad istituti civB l <l i beneficenza, in attesa dell 'espletamento de lle pratiche 111cdico-legali. Sorse così 1·org:u1izza1.ione a va ntaggio tli èssi , ia quale andò scn, . prc perfezionandosi. Vennero lstilultc sezioni chii-urgiche d i concentramento per mu tilati e storpi, afli<late ;i chirurghi ortopedic i di riconosci uta compccenza; in esse I' in -

e minenti . Allora i Romani assaltarono il colle e se ·ne

v:a lido rcstav~t fino a gua rig ione ch irurgica, ind i {:ra tra sferito ~11 sct ioni speciali d i cure fisiche, foni irc d i ~pparcccbi d i meccano-tempi~, nonchè d 'impianti d i cktlro-

impadroni rono .

tcrapia. di te rmoterap ia~ <ii fototcr~pia e d i 1nassotcrapi a,

te ria

nemica ,

la I

q uale stanca. Nurn id i ,

erasi 1Josata

perduta

la

tutti sbaraglìa1i e f uga1ti; poch i rnon i:

nei

posizionc 1

luog hi furono

la veloc.it~l della

fuga ne protesse. la maggior parte . Frattanto Bomilcare . c he, come sopra d iccTTlmo, era stato posto da G iugurta .al

cornaudo degli elefanti e di una parte della fan teria , quando Rutilio gl i fu passato av a tlli, condusse i suo i ~~ poco a poco nel pi:uiu, e, n1cntJ·c j } luogotenente r-aggiun)!C\'a i l li urne , lc-111cndo che acco rresse in aiuto de_ i suoi, per impecl i~·gJi i l passo stese molto pii'! le schiere. che p1·im a diffidando del va lore elci suoi so lda ti , aveva s~re t1:1111cnlc dis poste: e in ml modo si avviò verso il campo d i Rutilio attaccando lo . l N u1ni<li contavano sulJ'appogg iù 1

Jcglì e le fanti, ma q uesti rimasero intricati fra

g li a lberi

cd assalt.1ti isolata rnetHc dai Romani, che ne presero q""l· t ro e 11<.: un:isero quara11ta , 111e ntre j Numidi . respinti e p ri, i di quell 'appoggio . si davano alla fuga. Rutil io dopo d i ciò si ricong iunse con le u·upp,: di Metcl lo .

•Q.

I

Muti (l,uigi) . Generale del sec. XIX . Proveniente dal regno de lle Due Sicilie. nel quale aveva raggiu nto nel , 855 il g rado di colonnello del 1<> granatieri, passò nel 1861 nell'esercito ital iano co.l grado d i brigadiere e comemporaneamentc f u collocalo a riposo.

M ilirnri mutilati del scc. XV 11r (Callot)

Mutilati d i g·uerra. Invalidi affetti da arntilnioni anaton1iche

o

da

lesioni con

grave

dctìci t

funzion a le.

Nella guerra Mondiak, contrariamente a quelle precedenti. si ebbe un notcvok p redorn in io delle ferite da g ross i pro -

i,·rt i esp losivi (artiglierie, bombe), dond~ ksio1l i ampie, con <:stesa lacerazione d ei tessuti t: non d i rado ton s trapp~1 • mento parz ia le o tnta lc di ;ll'ti, vere amp utazioni trau .. rn atiche, ferite. crnin en le1ncrnc inquinate , e per c;onsc.~ ucnza snggcue. alk pili g ravi infezioni c h irurgiche. le 1 qu,1li spe sso richiedevano la cìemolizionc dc\ Parto leso.

mndo da oat ucri il ma:-.~imu r.ip risti1Vi funziòn:l!t degli arti lc.:si. J)cr la riedw.:a,.ionc p rofessionale de i muC! lati furnnu c reate speciali sc.:uok , no nchè off:,;ìnc.: ù i

rn

protc.:si pc.::r la costruzione (lj apparecchi estetici o d i uso lavorativo. La mano mc.:cra1lica articol:-irn. r iproduo.:ntc la forma d i quelb , urnana. non porcvti JJCr o vvie r:!g ioni essere una rna no lavorat iva; ful'ono quinci.i ideaci e cv • struiti sva riati apparecchi p ro tesic i da lavoro, tendenti a rìprodurrc ~ in rapporto ::l i d ivcr.sl m estieri. le funzion i

Aggiungasi la freq uenza dei congelame nti d i terzo g rado . d o n.Jc ne~rnsi pr(>fonda dei tessuti! per cui l"intervenlo

elementari della mano . e pro priamente quel le di prcns ionc

chirurgico era d ì solito una semplice amputazione rcgol;i rizza trice d i quella già fatta spontaneamente da llo stesso

sostegno (apparecchi a piatto, a COJ'J'"· ,cc), e d i pressio ne (apparecch i ~ p iatto, a martel lo, a spatola. ccc. ). Così ad esempio gli a p parecchi lavon1tivi ad anello e ad unc ino rispondono bene pe r mutilati agricoltori. SJ)ec ia li ospedali .d i concentrame ntt) vennero istituiti per i citcbi

p rocesso d istrulitivo . Tutto c iò , e per giunta il prolung arsi del la g uerra, diedero luogo ad un n1.;111etn e norme di A1. e di storpi nelle varie n azioni bclJ ig(;ranli, p er \ ui s ' im • pose- lo 5tud in de i probkmi inerenti ad essi, e sorse un

(app ~1rccchi a

pinzc trn,

ad

anello, :1d uncino, <.:i.:c.). di

di g uerra, i <.1uali, alJorchè non avevano pili t•isog.no d ì

" Comitato Permanente Ì,Herallcato » , formato da delegali ufficiali di tuui i governi dcll'Tntcs;i, allo scopo di stu-

cure, cran forniti del la protesi oculare e po, venivano trasfe riti :id jstituti IKT l'assistenza e la r ieducazio ne.

d iare le f]UtstioJ1i interessanti g l' inv~lidi di guerra, quc• :-tioni sva ri:.HC c d impo'rtantì d i fisiOlcrapia, d i protesi. d i rjcducazione funzionale, <li r ic iluca1,,ionc p ro fcss i'Ona le , o ltre quelle rì~ua rc:t1n ti gl 'irncrc~si ccc)nomi(i e rnorali dei

l nÌutilati del viso, ;ppcna traspon;·thili e muniti cvcntualmc~He di apparecchi contentivi e d i protesi p rovvi~ :,;,oria~ passa\·ano dai rcp;1r1i spcci~il izzati delle ,HnMt~· ai c.:cntri s lùmatoi~itrici . In ~td :Hli istituti civi li e rano li'a-


MuT

-

412

I 1\ilutilati verso il cippo di con fine sul Brennero (t925

s(critì i sordi, bisognevoli d i ,·ieducazfone acustica o d i insegnamento alla lettura labiale. Infine i neurolesi, affetti eia lesioni organiche o funzionali, e rano inviati ad appo,ici centri neurologici.

ottenere il 1na1ucnimcnto in serv1z10, ovvero b riassun .. zionc in servizio sedentario. Il D. L. n. 876 del 1917 ccl il R. D. n . 1491 ciel 1923 regolano la concessionedelle pension i d i g uerra. Nei Grandi Invalid i di g uerr:< furono compresi anche i Grandi Mutilaci. Per lungo ternpo i M. di guerra rimasero a bbandonati a sè stessi , e cacciati daJl 'esercito o dalla rnafina. Priv i di qua lsias i aiuto e d i adatti apparecchi d i protesi, inadatti generalmcmc a g uadagnarsi il pane col lavoro, erano

Benito Mussolini passa in rivista i reparti mutilati della MiJfaia

Volont.a.ria Sicure·z za '!\,.azionale

Apparet:.chi per mutilati (arco superiore artificiale)

ridotti a mendicare . E dopo ogni guerra schiere d i qucsù disgraziati si raccoglievano presso le chiese delle grandi c ittà o vagavano a caso vivendo del la pubb!i.ca carit:l_ In Francia, sotto Luigi Xl ll, d ivennero così numerosi a Parigi, che furono rastrellati e r;1ccolri nell'ospedale del la. 1

Colla legge u. ~81 del 25 marzo 1917 venne istimita l'« Optra naziona le per l'assistenza agl' in valid i cd ai mur.ilati d! g uerra >> sotto la cui tutela furo no pos ti g li invalidi non solo della guerra Mondiale, m a anche d i quelle coloniali e dell'indipendenza cd unità nazionale. Co11 Circo lare 430 del G. l\·L 1917, agli ufficiali invalidi di guerra, affetti d~ speciali in,·alidità , fu co nrcsso d i

Pietà . Ahri vennero raccolti nei moraasrc:ri come servitori. Solo nel 1674 si creò a Parigi l'ospizio degl i luvalidi, nel q uale potero no essere raccolti in g rande nume ro i 1'1. d i g uerra. (V. Invalidi) . Ncll'ant. Atene, in base a una legge ,li Pisistrato . , .\/.

"


Mur

-

413 -

di guerra venivano mantenuti a spese: dell'erario, purc hZ il loro red dito annuo non olm::passa,sc tre _mine, ossia 100 dracme ( ror, lire).

A ssociazione Nazionale Mutilati e l nvalùli di gllerra. Costituita 1917 e n ello ste~ a nno riconosciuta come 1:,n e giuridico. Con Circolari m guell 'anno e del successivo. il Ministe ro della Guerra a deroga delle p rec ise disposiz io n i del Regolamen to d i disciplina vietante ogn i a:-.sociazionc fra rn ilitari, ne assecondava e favoriv~ l::l ,o-

od

Casa madre dell'Associazione Mutilati a- Roma

~tituzionc e lo sviluppo. Con decreto governativo del 1923 . le veni va riconosciuta l'esclusiva r;tpprescntanza dt:gli in1crcssi n1orali e material i dei n1iuorati di g uerra_ Aµpcna fu cosri tuiw, venne formato un Comitato d ·a.-_in~ ne, o rg anizzando la propaganda per la resiste nza do po i l ,d isastro d i Caporetto. Appena cessara la guerra, la paro'a d 'ordine dei M utilati fu : « Rin novameuro della Nazione iLaliana », e, appena salito a l pote re Benito M 11,sol in i. essi, c he avevano respin ti i contani amichevoli coi Governi p reced enti, salutavano con g iubilo l 'avvento del Fascismo esalta tore della Patria e d ella vittoria. Quind i nei loro congressi mantengono sempre fede a tale atreggiamcnto, mentre raccolg ono nel le loro file i M . in 400 Sezion i ,e 1200 Sottosezio ni, e mentre srrjngono un patto con la Confederaz ione Nazionale dei Sind acati Fascist i, complet ato con analogh i accord i inter venuti con la Segre te ria generale del Partito fascista , per J'inq uaclrame nw d egl i inva lidi d ipendenti dallo Stato e dagl i a lt ri Ent i p ubblici e con le Associazioni fasciste dei cl. tori d i lavoro . Le C:isc dei M ., create in va ri centri, fanno capo alla « Casa Mad re " eretta a Roma, e contengono gabi netti d i cura, sale di lettura , sale d i r illnionc! ccc. L'Associazione si propone : a) d i man te ocre fra gli Invalidi I·orgoglio del sacrificio e il sentimento della frate rnità ncll ·amore ,.klla P,1u-ia ; b) di educa re il popolo al sentime nto del dovere per adeguarne lo spirito ai d est ini d i grandezza dell a Naz ione; e) di venire jn aiuto rr10rale e 1natcria!c ai suoi n·1cmb ri con tutti j rnezzi che p uò inspirare la solida rie tà · sociale ; d) di t utelare i d iritti e gli interessi d egli lnvalidi, in (orza dei doveri compiuti e nella visione d ei doveri cl1 compiere.

Visti11ti110 d'onotc per M11tila1i di g11erm. Istituito nel

1916, ed esteso l 'anno seguente a nche ai M . delle p recedenti campag ne . Possono costituire titolo per la concessione: a) la cecità di a mbo gl i occh i o d i uno di essi nonchè la semicccit:ì ; b) le asportazioni e notevoli d cfor,n~zioni delle ossa del cranio e del la facc ia cd ogn i altra lc~ionc del capo che ahhia c<1gionato gravi altcrazicrni

Muy

funzionali : r) le cicatrici vaste e p rofonde ed i reliq uati di 1-eritc della faccia che abbiano p rodotto notevoli deformazioni o limitano sensibilmeme mov•imenti ciel capo; d) le ksion i dd In bocca con perd ita totale n parziale dcli,, lingua o g ravi turban1cnti delle funz ioni boccali e faringee; e) le g ravi lesioni delle p rime vie aeree con permanenti notevoli tu rbamenti d ella funz ione respira toria o della pa. rola; /) le notevo Ii dcforma· zioni della colonna ..-cncbralc, le lesio ni del midollo spinale con g ravi d isturbi della sua funzione; g) la perd ita totale D istintivo d'onore o pa rziale di Llll a rto o d el la dei Mutilat i di guèrra .sua funzione; /,) le lcsion i della mano e del piede che ne alterino g ravemente le funzioni e le notevoli dtforrn ità dell ' u na o dell 'al tt0; i) le notevoli deformaz ioni d ellè grand i art icolazioni d egli ar ti, il raccorcia mento o la deformità di q uesti con d an no della loro fun :'.io ne.

M utilnzione (Pena della). Ven iva i nfl itta ai nemici p rig ionie ri e ai tradito ri presso molti popoli. Consisteva nel raglio o nella fra ttura d el le me m bra, e tal\'Olta nell 'abbacinamen to . Ncn è raro di trovare nelle antiche c ronache, fra le condizioni d i resa cli una fortezza, la clausola d i « sal ve le membra 1, dei prigionie ri. Vici no ai tempi n ostri, la M . d i u n piede e d i una mano venne inflitta agli ascari nostri riinasti prigionieri degl i Abissini nella battagl ia <li .'\dua.

Ascaro italiano rnutilar.o dag li ab issini d opo la battaglia di Ad ua ( 1 896)

.~1utilazione volon/rf-

rìa . V . A uto!t·sionisti e Inabilità procurata. M Utin (in italiano : Mutino). Nome d i u n fort ilizio che il re L uigi XIV d i f.rancia k ce costruire dal Vaub211 a Fe nestrelle, dopo la cessione di P inerolo , sulla dr. del Chisonc, e le cui l,atteric erano ri\'olte contro il P icmo·, te . Questo ba luardo francese al d i qua delle Alp i era garan tito da quattro ridotte superiori, chiamate Catinat 1 d ell" Aube rgnpn, E idaux, A ndou rne ; quest'ul tima e ra la più alrn. Il 30 agosto <lei 1708, d u rante la guerra di Succe<sionc. d i Spag na, il forte M. fu occupato dagli A ustro-Sardi : V ittorio Amed eo ne rivolse· ad o vest la front? d ifensiva. Venne d emolite, nel 1836.

Muy (conte Luigi). Maresciallo rii Francia (1711-1775).

Fu r:ominaw maresc. di cam po ('1745) alla battag lia d i Fontenoy • e ten . genen:dc ncJ 17:-;4, disti11guendosi ntlla guerra dei Seuc Ann i e d i\'t 11c11do m inist ro

lll'l 1775. ~

dd la gucrr~1


MuY

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414 -

Afuy rnme Giova1111i Battwa. Generale frnnccsc (1751,810) . Partecipò a lla g uerra pe r l'ind ipende nza degli Stat i lJn itt cl"Amcrica sotto il Roch ambeat1 e vi divenne marcsc. di campo. Partecipò all;i Rivoluz io ne francese e nel 1792

era tcn. generale e governatore della Provenza. Fu col lluonapa, te in EgiMo; nel 1806 panccipò alla ca1npagn a contr0 la Prussia; poi venne no1ninato governatore d ella Sl.esi.1 . /\èerì alla Restaurazione e divenne Pari di Francia.

M uzii (Francesco). )1-kdag lia d 'oro, n. a Napoli nel 186.1, caduto in Libia. nel settembre 1912. lifliciale rn serviz.io attivo, aveva tniz1alo la sua ca rrie ra quale sonot. nd 2où regg. fanteria; con la p ron1ozio ne a cnpitano p:issò nel 2 ° rcgg. e fu in Eri t rea per ~euc anni cou sccutiv i, clivcncn<lu un appassio11ct(o del la vita coloniale. Si d is Lj11sc ucl Lcrrcmoto cà!a!Jro ~ lVIuzii Francesco sicu lo del 1908. ?\1agg iore ne l 191 r. fu ;1~segnato al 47° rcgg. fanteri:1, e l'anno segue n te fll lnv iat,t in Libia , O\'c assunse il comando del l-o bgl . e ritreo, rimanendo feri to a morte JJl combattimento . La 1nc mc ria d i lui fu onorata delfo su p rema ricompensa al va lore con la segue nte n1otivazionc : (1 Con slant.::io ed a rdim e nto an1rnirabili g uidava personalme nte a l!'arw.:co il suo ba.maglione, che per la p rima volta si t1uvav:1 i.c npcgnato serjarnc nte e lo lanciava ripetlJtamcnt<, alla baionetta, t rascinando tutti col più splend id o ~scmpio . Rimase morta lme nte fe,·ito. " "(Kasr -ras-cl-. Lcbcn, Lbia, 17 seuembre 1912). ·

Muz

M uziu (Gcro/a1110). Scrittore, n. di Padova ( 1496'"1567). Scri.,:-t I·.: biografie di Guido e Fedt:ric.:o da Mo ntefe lt ro: ,, l] ! )uc!l~1 n; i{ Avvertimenti m o ra li )>, <,: suJJ'argomcnto dd diritto be lljco , in ciò essendo fra i precurso ri tld G rozlo.

Jlir,à o J!llendolo.

lncrocia tore

in

corso di costruzione

(1932) ,1 T r ieste presso i Cantie ri Riun . <lell 'Ad ri;itic"·· impm.tatc. · n el 1931; d islocamento standard 5950 tonn . ~

179,55, larghezza m. 16,..p, pote.n za m or Hl mila cavall i, velocità prevista nod i 37; a rmamc11tc' VJJI 152 ù1 -t torri binate assial i, VI 100 a .a . . 4 tubi lan<iasilu ri. lungliez,.a 111.

u·icc

M uziiol i (Cesare). Gencrak, n. nel 1862. Sotto t. d i fa nte ria nel J886, andò in P. A. nel 19r~ col gr:ido di capitano. Rich iammo in servizio du rante la g uerra , d i# venne colonnello nel 1917. R ic.:<>lloca lo in congedo nel r919, passò poco dopo nella riserva e nel 1930 fu promosso gene rale d i brigata. I'u co ll.1ht,rarore di giorna li m jlitari.

Myrdacz (Paolo). Generale med ico ç , crinore rnilila re austriaco, n. nel 1847. Prestò lungam~nt~ $Cr\'i%iO prt!:>~ù corpi d i truppe. Dal 1902 al 1905 cornanuò l 'ospcdak mil itare di Mostar, poi fu n0111i11ato d irettore di sanità del i V C. d 'A . in Budapest e nel 1908 venne promosso genera le medico. Nd 1911 andò a riposo . l , uoi lavori principali sono: « Storia e sta tistica sanitaria ' dd Ja occu i pu ionc della Bosnia -Erzegovina »; « S(oria sanitori:i dcl i:, repressio ne della r ibellione in Erzegovina . nella Bosnia n,crid io nalc e nella Da lmazia » ; « Manuale per i med ici militari . austJ·oMungo rici » ; ecc .


assed ia re

N. Sf.:r1e di sommcrg-i p bil i dcri,·ata da l pr ime, << Nautilus )) ('.\'-auttlu~ 1nigJior:1to) indic:1ti in O)~l r u~ione con N r, N 2, C'.:C.: .

Naarden. Citd , ki Paesi l\a»i, nel I, pr<>v . dcll"Ola.nda Sette ntriona le, sul can:ile c.k.J! J:cn. \'ÌCino allo Zniderzec, le acque de l <1u.1le la distrussero nel scc . Xl i. Ried iJicata poco 1

lu ngi, gli Olandesi provvidero a foni fìcarla ne! s<.:colo XVI.

flois-kDuc,

essendo

le <ruppe fraccesi rimaste

Hcl cuore delle Provincie Uni te insufficien ti ad opcraziolli, il principe <l'Ora nge giudicò giunto il rno1ncato di riprendere N. A tale scopo fece avanzare segretamenre le sue ,truppe, g uarnì d i fanteria le crincec che c.h iud cvauo il passaggio jn Obnda, e per ingannare il duca di Lusse1nburgo, che con1andava ad U trecht, spedì akuni. reparti per la via d i mare e per i l fiume Vahal fingendo di attacçare 13om mel. Infatti il duca, non avendo compreso il disegno del principe, si portò con 5000 u. \'cr.so llommcl e Grave che c redeva minacciate da Guglielmo; il q uale, v isto che lo stratagemma era perfettarnemc riuscito, marci() su 1V . con 25.000 e v i pose l'assedio. l.a città era comandata da D r1 Pas con una gu:irnigionc di 3000 u. tra F rancesi e Svizzeri. II principe d'OraDge,

I. 1-'re;a di Naardcn (1572). Apparrienc alla guerra d i Finndrn. li duca Federico d i Toledo, figlio del d uca t1 ·Al ba, alla tesla d 1 w1 numeroso c,crcitu, si porrò 11d 1572 sotto le mu ra di N . in cui si erano rltugiari_ in

g ran nurnero .i Protestanti di ogni nazione. Pcdcrico intimò la resa della città, m:1 i suoi abit::rnti, an imati dagli Ugonotti fra ncesi, rifiutaro no di arrencle rsi . Il duca tentò un assalto, e, fatre avvici nare le a rtigEe,·ie, aprl il fuoco d a tutte le parti. In b reve tempo i bastioni e le m urH di ·pv7 . .sono in rO\' ina, e i cittadi ni terrorizzati chitdono d i a rrendersi . Gli Spagnuoli ottenuta la capit0la.zionc , entrano in città , passano per le arm i tutti i Protl'.stan ti che

si trovano dentro le sue mura, poi si ~ibbandonano

al saccheggio O landesi

e

ali 'incend io.

Q ualche

tc11.1po

dopo

gli

la ricostrt1i ro110 con1pletamentc, rinnova ndone k.

fortificaz ioni.

Fortezza di Naarden (sec. X V1 Tl)

fau i ve nire da Amstcrda,n molti pc~zi d ·aniglicria, li distribuì in o tto batterie che ;,prirono subito un fooco inte nso contro la p iazzafor te e lo continuarono fu10 al ter mine dell'assedio. La notte dall'rt al 12 scctcmbre, il marchese di Vargmis e il Ringrave ricevettero l'ordine Sommergibile tipo G N _.

li. Pre;a di N afll'de11 (16i3). Appartiene alle guerre• di Luigi XIV. La città era diventata piazza · forte importaote, quan do le truppe francesi, agli ord in i. del marchese d i Rochcfon, se ne impadronirono sen z:, resistenza, nel

luglio del 1672. J\1a l'anno segue nte, dopo che it prin ~ cipe d i Condi: aveva ripassato la Mosa per alldare ad

d i a ttaccare la com roscarpa ed il ' rivelli no davanti a ll a porta di H uyser, e dopo t re ore di combaujmento se ne resero padroni. Intanto l'artigl ieria degli assedianti aveva :tµerto breccic nclJc rnura, e già si con1inciava ~l ricoi~ mare il fosso per muovere ad un assalto generale, q ua ndo il governatore della p iazza, sollecitato dagli abitanti , chiese <li capitola re jJ 13, o ttenen tlo gli onori di g uerra.

Nabas (Gros.<). Loc;ilità dell ' Africa sud-occidentale nella va lle d ell'Anob, nel paese d egli Ottentotti.


C:ombattimemo di Gro,s Naba_; (24 gennaio 1905) . Appartiene alla guerra d ei 'Tedeschi contro gl i Herreros e gl i Otccntotti d el r904- r9-06. La mattina de! 2 gen naio 1905 la colonna de l ,nagg. Mcisrer, composta di 3 cp. e 1 btr. da campagna, in marcia ncl lB valle dcli' Anob, a sud d i \Vitkrans. fu accolta da 11utrito fuoco di fucileria proveniente da parecchie rocce a poca d istanza. Fatta entrare in azione l 'artiglieria. j } nemico sgo1nbrò presto la posizione, ritirandosi cli 2 -300 m . ed andò ad occupare

416 -

NAD

,·ide avanzarsi da sud per la strada di Nct!stadt, contro il suo fianco sr. una parte del C. d 'A. austriaco d i Ra111 n1ing; più ad ovest, verso Skal}tz:, non tardava a con'1parire la brigata d i cavalleria Solms. TI gen . Lowcnfcld spiegò le sue scarse truppe sullo .spianato di Wysokow, con la dr. appoggiata a quel villaggio e la fronte ri,·olta ad ovest ccl a sud. Gli Austr iaci sferrarono tosto l'as~al to, e, dopo una fiera resistenza i Tedeschi furono costretti a indietreggiare. A questo punto giungeva sul posto la 10• d ivis. tedesca (Ki rchbach) con la cavalle ria del V

Il terreno del combattimento di Nachod (1866) Cornb:Htirnenio d i N abas (1905)

una linea di alture rocciose quasi impre nd ibili frontalmente. Il nemico aveva circa rooo fucil i, con abboncfanti nrnnizioni, cioè il q uintuplo d elb forza tedesca . La lotta durò nelb g io rnata e riprese la mattina seguente, ron tentativi d'assalto degli Ottentotti ai pezzi tedeschi, scrnpre respinti. L a mattina del 4, fo ai Tedeschi possibile, p revio fuoco d'art ig lieria, assaltare k alture e impadronirsene, volgendo i□ fuga t ncm1C1.

Nabucodonosor lii. Re d i Babilo11.ia. Combatti: contro Egiziani, Siriaci, Palcstini ; assediò Gerusalemme nel

597 e nel 586 a. C. e ne portò g li abitanti prigion ieri a Babi lonia. Conquistò anche T iro e innse l'.Egino.

Nachimov (Paolo Stefauovic). Ammiraglio russo (,8031855). Combattè a Navari no, poi cooperò al blocco dei Dardanelli. Nel 1845 prese parte a u na campagna nel Caucaso e divenne contrammirag lio. Comandò l 'annata russa e distrusse uua flotta turca nd golfo d i Sinopc ( 1S53). Durante l'assedio· di Sebastopoli, prese parte a tutte le o perazioni della difesa e divenne ammiraglio; il JO lu-

glio rimase ferito

m orralmen1te.

Nachod. Città della Boemia nel distretto di Neustadt , sul fiL1me Mettau, affluente d cli 'Elba. Combattimc11to di Nacl,od o Wysol(OlV ( 1866). Appartiene aUa g uerra fra l 'Austria e la Prussia. Il 26 giugno il gen . Etcinrnetz, comandante del V C. d 'A . prussiano, fece avanzare nella direzione d i N _ la brigata d 'avang uardia del suo corpo. La guarnigio ne au~triaca, dopo br('ve combattimento, sgombrò N. e si ritirò su Neustad t nella direzione d el suo V I C . d'A., mentre i Ted eschi, sì spingevano su \:,'ysokow . La mattim seguente il gen . tedesco Lowenfeld, uscendo dalle strette . della Mettau,

C. d 'A . e rcpart.i della 9a divis . . con artig lie ria che ra~ p idameute si poneva in batte ria. Le truppe di Rammin g. che a.vcvano già sofferto perdite n1olto g ravi c(I erano stanche e d isord inate, si ritirarono s u Skalitz. Gli Austriaci avevano pe rduto 3600 u. u·a mor ti e feriti, e :,ooo

prigionieri; i Prussiani 1100 u. tra n1ort i e feriti e

L~ p ri p

g ionieri. Stanchi della dura battaglia di u na intera giornarn, i vincitori non inseguirono .

Nacolea. Ant. città della Frigia, sull'area cieli 'od ierna Sidi gasi.

Battagli" di Naco!ea (settembre 365 o maggio 366 d. C.). Appartiene all,1 r ibell io ne del generale Procopio. p rocla. ma tosi imperatore, contro ,l'i mperatore d 'oriente Valente, il quale, per la d iserzione d i Agi Ione, che col suo corpo si era b11ttato dalla pane · di V~ilenl<.:, rimase vin.citore. L · usurpatore Procopio si diede alla fuga 1 mH Ja matrina seguente f u consçgnato da due dei suoi sequac.i a Valente. che lo fece immediatame nte d ecapitare. N àdas Ufarlo Te,sz 1y,rnszky VOll)- Geneiale austro~ ungarico, n. nel 1854 . .Frequentò l'accad e mia d i WieucrNecistadt e la Scuola di Guerra. Nel 1905 comandò 1'8" Nlldas Carlo brigata d i cavaller ia e nd r 9oj ebbe il comando della d ivis. di _cavalleria di Leopoli . Studiò particolarmente il p roblema d ell'impiego della cavalleria e nel 1913 fu nominato generale d i cava llcrir,. Entrò in guerra nel 1914 alla

.)


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N AD

testa del IV C. d'A. e combattè contro fronte orientale.

417 -

Serbi e poi sui

Nadìr Scià. Re di Persia (1688-1747). F iglio dj un pastore, divenne capo di banditi e poi fu conduttore dr eserciti. Vincitore degli Afgani, fu ricompensato col governatorato di quattro provincie. In seguito detronizzò Taha,nasp II, gli diede a successore il figlio, _'i.bbas III, e se ne d ichiarò reggente . Nel 1736, moato Abbas III, si proclamò re d i Persia e portò i confini del regno fino a Delhi, all'Osso, al Mar Caspio e ali 'Eufrate. La sua crudeltà lo rese odioso ai suoi sudditi e morì massacrato dagli ufficiali della sua guarrua. N ad Logem. Piccola alcura (165 m .) sulla sr. del Vippacco, sul Carso, a or iente del San Michele, ad occidente del Faiti e a nord di Oppacchiasel!a. Fu attaccato e preso il 16-1 7 settembre 1916 da reparti del 14" regg. fanteria (brigata Pinerolo). Naefels. · Cornu11e della Svizzera, nel cant. dj Glaris, su lla Linth . Combattimento di Naefels (9 aprile 1388). Appartiene alle lotte fra Svizzeri e A ustriaci. I primi, comandati da Ambuel, non erano che 500, dei cantoni di Glaris e d i Schwrz. Gli Austriaci, al comando del conte d i Thorberg, ammontavano a 6000. I primi, ap postati sulle pendici del Rauti (b), lasciano che g li Austriaci si spieghino nella piana (e, e) poi, ricevuti r inforzi cli paesani dei dintorni, va rcano il Rautibach r isolutamente e piombano con le

t

Nitro-naftaline. Si coooscouo due isomeri: alfa e beta. Nell 'industria degl i esplosivi ha importanza la prima. Pura si presenta in massa cristallina gialla che fonde a Gro, è insolubile in acqua, si scioglie invece nei solventi organici ; è velenosa. Non è una vera e propria sostanza esplosiva, ma serve per la preparazione della binitro-naftalina e, nella tecJ1.ica degli esplosivi, entra nella composizione di alcune dinamiti per renderle incongelabili, e in quella degli esplosivi Street' o Chedcliti come sostanza agglomerante.

Biniiro-na/taline. Si ottengono n itrando l 'alfa nitro-naftal ina, o d irettamente la naftalina, con un miscuglio solfonitrico adatto. In questo caso si onjenc una miscela ru Binitro-nafta.line, in cui predominano l'alfa (30 %) e la beta (60 % ), insieme a pochissimi alui isomeri e a trinitronaftalina. È di consistenza molle e poco sensibile agli urti. Entra nella composizione di molti esp losivi di sicurezza (esplosivi Favicr) in sostit uzione del binitrobenzene che è di 111:,ncggio più difficile. Tl'initro-naftalìnc. Si ottengono nitrando la naftalina e le mono- e binitro-naftaline con m isc.ugli nitrosolforid più concentrati dei precedenti. Nella tecnjca degli esplosivi si adopera sotto il nome di « Naftite » un miscuglio dei varj ison1cri trinitrici ; esso può contenere anche binitronaftaline. f!. un esplosivo polverulento giallo, poco sensibile agli urti . Entra nella composizione di vari miscugli esplosivi. Tetranitro-naftalin.e. Rappresentano l'ultimo grado praticamente raggiungibile nella nitrazione della naftalina . Si oc-tengono industrialmente trattando le binitro-naftalinc con un m iscuglio nitrosolforico molto concentralo , esente da acqua. li prodouo commerciale, che si può ottenere anche cristall ii.zaco, è 11n miscuglio dei vari isomeri e fonde a circa 220° . ~ una sostanza esplosiva rnolto irnportantc, poco sensibile agli urti, che all'aria brucia con fiamma fuligginosa.

e

i

N aftalina. Scoperta fra i prodotti della distillazione del catrame di carbon fossile nel 1819, si presenta in squame• bianche lucenti che fondono a circa 800. i!. insolubile i n acqua, molto in etere, si volati;cza a temperatura ord inaria. T rattat a convenientemente con acido n itrico, dà luogo a vari nitroderivati, nitro.binjtro•lrinitro e letranitro-naftalina, molto adoperati per ia preparazione di alcuni esplosivi. Per tale uso occorre che sia molto pura.

N af tetine. V . Combustibile . Nag.ar (Giovauni). Maggior generale del genio navale (r847-19 r7). Entrò in servizio nel J867 e nel 1893 fu promosso d irettore del genio nava le. Fu quindi nomina;ro capo ufficio del genio navale di GC11ova, nella quale carica rimase fino al suo collocamenco a riposo.

Combattimento di Naefcls (1388)

loro lunghe alabarde sullo schicramcmo nemico . Un'ora c.lopo, alle 10 del mantino, questo era travolto dall'impeto degli Svizzeri : la cavalle ria sgominata era cacciata nella L inth, alle spalle del lo schieramento: il ponte sul fiume si rompeva sotto i l peso de lle fuggenti .fanterie. 2500 Austriaci perivano, la maggior parte durante l ' inseguimento : g li Sv izzeri ebbero appena 55 mort i e un centinaio di feritj _ La sconfitta pose fine di favw alla dominazione absburghese nella Svizzera.

Nagle (Giacomo). Generale, n . a Napoli, m . a Brescia (1826-1886). Alfiere nel la brigata artefici dell 'esercico delle Due Sicilie (1847), partecipò alla carnpagoa di Sicilia (18481849) e a qucHa contro i Garibaldini nel 186o. Passato nell'esercito italiano nel 186, , <la colonnello fu direttore territoriale d'art. in Verona (1873). Comandante del 13° regg . d'art. (1876), nel 1881 comandò i distretti m ii. della d i,•is . di Chieti. Promosso magg. generale (1881) fu comand. dei d istr. mii. della divis, d i :8rescia. Naglc Gaetano . Generale, n. e 1.11. a Napoli (1829-1882). Alfiere dell'esercito napoletano, nell'artig lieria (1849), fece la campagna d i quell'anno in Sicilia, e fu alla difesa di 27


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NAG

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Gaeta nel 1860. Passato nel 1861 nell'esercito italiano, partecipò all'attacco d i Borgoforte nd 1866 guadagnandovi la croce di uff. dcli O M. S. Colonnello nel 18Jil, fece parte del Comitato d'artiglieria e genio, e divcnHe magg. generale nel 1877.

Nagli,ui Tancredi: Gene rale, 11. a Ferrara, m. a Firenze (1851-1921). Sottc(. d 'art. nel 1871, da rcn. colonnello e da colonnello comandò il 19° regg. art . Nel 1913 raggiunse il grado di magg. generale. Pubblicò un 'opera sulla difesa del con fine orientale : ,< F ra A~da e Isonzo ».

Nagliati (Ettore). Generale, n. a F~nara, m. a Verdello (18_34-1904). Sottot. d'art. nel 1859, partecipò alla campagna del 1866 e da colonnel lo comandò il 5° regg. art. (1888). Fu d irettore ter.rit. d'art. a Mantova (1891) e nel 1896 raggiunse i l grado di magg. generale.

NAL

gbcrèsc (1804-1849). Militò sotto il gcn . Gorgei, col quale fu presto in contrasto . Vinta !a r ivoluzione dagli eserciti coa lizzati d i ,\ustria ~ Russia, fu costretto ad accettare, dopo la battaglia di Dcbreczin, la capitolazione gi:i firmata da Gòrgei con i generali dell'esercito russo. Consegnato all 'Austria, segul la sorte degli altri condottieri degli insorti, e venne impiccato ad Arad,

Nahda (Ordine di Et). Ordine cavalleresco dcìl'Hegia,;. Venne isrituiw nel 1916 e comprende cinque gradi: Gnm Croce, Grande Ufficiale, Commcudatore, Ufficiale e Cavaliere . Il nastro di seta o ndata è forn1ato di tre strisce

uguali, ui color nero, bianco e verde.

Naidenoff (C.) . Generale bulgaro, n. nel 1863. Fu allievo della Scuola d ·;ipplicazione d 'art. e genio di Torino. Sottot. nel 1883, prese parte alla guerra contro la Serbia, alle campagne balcaniche del 1912-13, alla guerra Mondiale, raggiungendo il g ,·ado cli magg. generale nel ;:915 e nel r918 di generale di di vis. Dal 19r5 al 19 18 fu ministro c!d la guerra. Perì ncll 'attèntato wmunista alla cattedra le- di Saota Ncdclia. Naillac ( Filiberto) . 33° gran maestro dell'O rdine degli Ospita lieri di San Giovanni di Gerusalemme, n. verso il 1340, m. nel 1421. Fu eletto gran maestro nd 1396. 11 suo governo fu in g ran parte consacrato alJ •organizzaziorn:: della

N agliati 'l"ancredi

Na;denoff C.

Nagliati ,lmouio. Ammiraglio, n . a Ferrar:1 nel 1859, cm rato in servizio nel 1875, collocato in I'. A . col grado di capitano cli vascello nel 1911, promosso nella riserva contrammir. nel 1915, ammir. di <livis. nd 1923. Prese parte alle campagne d'Africa del 1888-91 .

Nago (Dep,-cssio11c di). Facile soglia della· regione del Garda, ' che :ipre l'adito fra le vall i del Sarca e dell'Adige. Da Riva la rotabi le s'adden tra nella valle del Sarca sino ad Arco, dove traversa i l fiume, indi si volge su N ., ove imbocca il solco equatoriale creato da una delle fratture i:arat.teristiche di questa regione; risale al passo (290 m.), costeggia la riva merid ionale del piccolo lago di 1.oppio e si dirige a Mori, seguìra da presso dal tronco ferroviario Riva-Mori. È li nea di arroccamento agevole, che potrebbe aver funzione importante nell 'ipotesi di operazioni in Val d'Adige che si estendano alla regione delle Giudica rie. Nago . Frazione del comune di N ago-Torbole in prov . di Trento, nell 'angolo N .-E. dd Lago di Garda . Ebbe un antico castello e nel secolo XIX un forte. Durante la guerra Mondiale fu molto danneggiato, ma poi venne ricostru ito. Presa di Nago (1703). Appartiene alle guerre di co nquista cli Luigi XIV. li 1° agogtc il duca di' Vcndomc distaccò il marchese di Bissy con un corpo di g ranatieri che s'impadronì di Torbole, ove trovò tre pezzi d 'llrtiglieri, . Poscia il Vandome, u·aversata la montagna, .si p,o rtò sulla dr. del castello d i N. e fece trasportare artigl ierie per piazzarle sul pendìo del monte per battere il castello, nel tempo stesso che il marchese d i Vaudecour s'tmpadroniva del villaggio. I.I giorno 4, il castello, ritenuto imprendibile, si rese a d iscrezione, e vi furono catturati il comandan te, 100 soldati, 350 abitanti, 6 cannoni.

Nagy-Sandor (Giuseppe). Generale della rivoluzione un-

lotta contro i Turchi. Prese parte alla disastrosa battaglia d i Nicopoli (1396); ma , profittando dei disaccordi che turbavano g li O ttomani dopo la morte di Baiazet, potè r iprendere l'offensiva in Asia Minore, e stabilire una piazzaforte sulle coste de'lla Caria. Si sforzò di costituire una lega dei principi cristian i contro i Turchi; diresse, insierne al maresciallo Boucicault, una spcdizicne in Siria ed ottenne dal su ltano d 'Egino importanti concessioni a favore del Ia rcli gionc cristiana.

Nakel. Città della Prussia, sulla Netzc. Nel medio evo era fortificata . Battaglia di Nakel (uo9). Appartiene alle guerre tra la Pomerania e la Polonia, guerre che avevano pei Polacchi lo stesso significato che avevano le Crociate per i popoli germanici e romani . I v inti Po n1erani si piegavano mo1ncntanca1ncnte alla forza magg iore, ma, come il nem ico si allontanava dal loro paese, f.accva110 nuove jncursioni

nella Polonia essendo alleati con cutti i suoi nemici. Sol.tanto nel 1109 si ebbe una conclusione decisiva. Poichè il duca di Polonia Boles[a\i lII il 10 agosto di quest'anno riportò u1rn strepitosa vittoria presso N. su 40.000 Pomerani, di cui sì salvarono appena ro.ooo . T Polacchi, in .-:;cguito a questa vittori~-t, s' impossessarono della città di N . ,e di altre sei piazi.e forti, e ,n esse stab'lirono proprio presid io .

Nalut. Uno degli otto Commissariati regionali della 'Fl'ipolitania, comprendente tutto il Gebel occidentale . , N. deve la sua importanza non solo alla posizione fortissima, sul margine dell'altipiano, presso alcune buone sorgenti, ai piedi di un antico castello (Ulad Mahmud) scavato nel calcare ·della montagna, ma anche al fatto di essere centro stradale importante, dal quale irradiano le carovaniere per Dehibat, oltre il conlioe tunisino, per Sinauen e Gadàmes. Si crede fosse un centro libico, che i Romani chiamarono Tabumati, e dove tennero uno dei presidi ciel ,, limes tripolitanus » . Occupata dai Turchi verso il 1850, N . cliven11e capoluogo ·di Cazà; gli · Ita liani la presero il 1.2 aprii~ 1913 e il 27-29 ottobre 1914 vi avvennero comba0timcnti. Abbandonata durante il pe riodo della g4e rra Mondiale, fu


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Esse vennero demolite nel 18G6, per essere sostitui re da opere moderne, progettate dal generale BrialmotH nel 1870, e terminate verso il 1885-88, e rafforzate ancora al pr incipio dd XX secolo. Oltre agli avvenimenti di cui diciamo a parte, N . ebbe a subire un bombardamento da parte degli Alleati, comandati dal gen. d'Owerke rquc, nel 1702, durante la

guerra µer la Successione di Spagn~,. lo seguito al trattato d i Utrecht (1;13) venne assegnata agli Stati Generali e seguì le sorti del tcrriwrio hclga. ·Le ~ortificazioni recenti d i N ., alI 'cporn della g uerra Mondiale, -risu ltavano cosriruitc J a una corona di opere di forma approssimativa.niente trapez.oidale, con le hasi orienrnt::: da sud-ovest a nord -est. Complcssiva1n e nte eran·J nove t.ra forti e fortin 1, uno pe r ciascun vertice del tra-

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Uflìciali , funzionari, camicie nere, indigeni del Commissariato di Nalut

presa dagli insorti nel luglio del 1921, rioccupata dagli Italia ni il 19 giugno 1922, e definitivamente annessa nel 1923. È comando di zona m ilitare, comand o d i presidio,

tenen1,.a dei carabinieri; ha ufficio postale e teleg rafico e sta.zinne radiotelegrafica.

pezio cd uno intermedio per cia~cu n :ato, ad eccezione clell:1 base. maggiore

del trapezio (a sud-est) che contava invece due opere intermedie. I forti ai vertici erano : Suarlée, Cognelée, Maizeret, S. Héribert; i forti intermedi erano : Emines, Marchovelette, / \ ndoy e Davc, M,donne. ti loro armamento era uguale a quello dei forti di Liegi . !." distanza fra le ope1·e variava da 4 a 6. Km . ; quel la delle opere da lla cit<tà dai 4 ai 10 Km.; il perime1 ro della pÌi1zza era di circa 50 Km. l. Assedio di Nam11r (57 , . C .) . Appartiene alla terza guerra di Giulio Cesare in Gallia e f.u combattuta con tro gl i Aduatici. Costoro eransi stretti in lega coi Nervii, coi Veromandui e cogli Atrebati, ma, avendo saputo che

Ctsarc avanzava con grandi forze (sette legioni), si raccolsero a N., che era la piaua più forte del loro paese, e vi traspon;arono i loro tesori. Cesare coslrussc un terraM pieno1 e, da lontano, un 'alta torre, che g \j assediati gua r~ davano con curiosità e disprezzo, non supponendo che i Romani potessero appressare alle mura una macchina ùi

Cli avanzi dell'antico castello berbero a Nalut •

Namba (Fucile rwtomatico tipo). Fucilc, adottato nel 1927 dall'esercito giapponese, che risponde alle seguenti caratteristiche : rnod . 1922; gittata 1nassima rn. 4200; g it• tata efficace m. 2000; 480 colpi al minuto; peso 9 Kg . ; può essere trasportato da un uomo solo ; il serbatoio con tiene 30 cartucce; la can na deve essere cambiata solo dopo 20.000 colp i; d urante il f:uoco, si poggia su l terreno mediante apposita forcheua .

Namur (an t. Na11111rcm11). Città del Belgio, capol. d i prov. a lla confluenza della Sambrc con la Mosa . Già forte all'epoca romana, ven ne munita di castello nel medio evo, sopra una roccia a strapiombo su lla Sambre, e le sue fortificazioni fu rono in seguito periodicamente ri llnovate.

rnnta mole . Tanto d1c, quando la videro 1n uovere, rimasero talmente stupefatti dal nuovo ed insolito spettacolo, che spaven ta.ti finsero di arrendersi e di consegnare le anni . f Ron1aui entrarono in N ., ma ve rso sera Cesare comandò che si chiudessero le porte e i legionari uscisiero dalla città, alfinchè di notte t terrazzani non ricevessero qualche ingiuria. Ma q uesti, credendo che i Romani avessero, dopo la resa, ritirato del tulto il presid io o élìe fossero stati meno dil igcmi nella guardia, si armarono con anni che avevano occultate) e fecero con itutte le loro forze una sortita. Datosi tosto il segnale coi fuochi, come Cesare aveva ord inato prima, si combatti: aspramente contro nemici che avevano r iposto la loro salvezza nel solo valore . Uccisi circa 4000 uomini, gli altr i furono respinti in città. 11 g iorno seguente , forzale le uorte, ormai indifese, ed entrati i Roman i, Cesare vcndè all 'incanto i beni e gli abitanti i~ numero di 53 .000. In tal guisa la Gallia propria cd il Belgio e ra no caduti sono la signoria di Roma. II. Assedio di Ntl'tnur (1692). Appartiene al!e guerre di Lu igi X IV, il quale, deciso a spingere innanzi la guerra nel le f'iandre, pa rtì da Versai lles il 10 maggio, dirigendosi alla volta cli N. dove giunse sul la fine del mese, a lla


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N.AHUR

Veduta di Namur nel secolo XVII testa d i più che 30.000 u., e vi pose )'assed io. Ventimila contad ini, requisiti nella parte dei Paesi Bassi occupata dai Francesi, furono costretti a lavorare da guastatori. 11 marcsc. di Lussemburgo, con 80 . 000 u., occupava una forte posizione sulla strada che corre da N. a J,.lruxelles cd era preparato_ a dar battaglia a chiunque tentasse di far levare l'assedio. Il Vauban d irigeva le operazioni dell 'assedio da parte dei Francesi; il barone di Coehorn, suo antagonista, sopraintendeva alle opere di difesa ,falla parte degli Stati Generali. Le difese di N . , j cui cit.ta<lini erano orgogliosi ch e mai fosse stata atterrata la bandiera <lei suo castello, erano state rinforzate recentemente sotto la direzione dello stesso Coehorn. Guglielmo d 'Orange accorse verso N. e tentò di assali re le opere francesi prima ad oçcidente, poi a souentrione e quindi a levante; ma fra lui e le linee, di circonvallazione si trovava sempre l 'esercito del maresc. di Lussemburgo, che seguiva i suoi movimenti. !manto gli assedianti, d iretti dal Vouban ed animati dalla presenza del re, facevano rapidi progressi, e, n1algrado che pioggie torrenziali avessero fatto straripare i fi\1rni, riducendo le strade e le trincee a laghi di fango, furono superate tutte le difficoltà. Nella difesa disperata di un forte, da lui stesso costruito, il Coeborn rimase gravemente ferito e non vi fu modo di supplirlo; per cu i il

presidio, venuta a 111ancare la sua energica direzione, si perdette d'animo; la città ·si arrese dopo otto giorni di assedio; la cittadella ue settimane più tardi.

III. 4sscdio tli Namur (1695). Appartiene alle guerre di Luigi XIV. 11 duca di Viileroi, dopo la morte del maresc. di Lussemburgo, incaricato della direzione della campagna nei Paesi Bassi, raccolse un esercito poderoso nelle Fiandre. Stabilite forti linee dalla Lis alla Schelda, pose il suo quartier generale presso Tournai, mentre il maresc. Bouf/lers, con 12.000 u., custodiva le sponde della $ambra. Dall'altro lato le truppe britanniche cd olandesi, sotto il comando inunediaito di Guglielmo d'Orangc, si radunarono nelle vicinanze di Gand. L'elettore d i Baviera, alla testa di grandi forze, aveva preso pos1z10ne v1c1110 a Bruxelles, ed un altro corpo, composto principalmente di Brandeburghesi, si era accampato non molto distante da Huy. Ai primi di giugno, cominciarono le operazioni militari ed i primi movimenti di Guglielmo furono semplici finte per nascondere ai generali francesi i suoi veri disegni che erano di riprendere N. perduta tre anni prima. L'importanza mil itare di questa piazzaforte era di molto aumentata dacchè, presa d ai Francesi, il Vauba11 aveva aggiunte nuove difese alle antiche costruite dal Cochorn,

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Il castello di N amur (secolo XVII): M, ponte; Q, f~rte Guglielmo; T, forte Casa del Diavolo, sulla Sambra


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tanto che la fortezza era annoverata tra le più formidabi li <l'Europa. Guglielmo conservò tanto !iene i l suo segreto che ·i generali francesi non ne ebbero alcun sentore . Lasciato pertanto il gcn. Vaudcmonc con for.ze considerevoli nelle Fiandre, per sorvegliare Villeroi, egli marciò direttamente su N. col resto del suo esercito, intanto che l'elettore di Baviera da un lato cd i Bran,lcburghcsi dall'altro avanzavano contemporaneamente verso lo stesso obiettivo. Questi movimenti fmono eseguiti con tale precisione e rapidità, che i l maresc. Boufflers, sorpreso, ebbe appena il tempo di gettarsi nella fortezza, seguito da sette regg. di d ragoni, dall'artiglieria, dagli zappatori e dai minatori. Poche ore dopo che· Boufflers era entrato in N., gli assedianti la circondavano da ogni lato (1° luglio) eseguendo le linee di circonvallazione. La parte tecnica delle operazioni era diretta dal Coehorn, il quale

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entravano in N. Ll lotta per il possesso della città era finita, ma un'altra p iù sanguinosa ne comincian, per quello della cittadella. Fra ttanto il maresc. Villeroi avanzò verso Bruxelles e ne cominciò il bombardamento, ma Guglielmo non abbandonò l'attacco al castello di N., costringendo i d ifeosori a rifugiarsi nei sotterranei, mediante un fuoco continuo, con 1 60 cannoni e 55 morrai. Il Villeroi, abbandonata Bruxelles, marciò allora verso N. alla testa di un esercito di 80.000 u. Intanto Vaudemont univasi agli assedianti; quindi Guglielmo si sentl abbastanza forte <la offrir battaglia a Vi lleroi senza interrompere neppure per un istante le sue operazioni contl'o il castello. Affidata la direzione <lell"asse<lio all'elettore di Baviera, prese una forte posizione ben trincerata a ponente della città, e vi aspettò i Francesi che avanzavano da Enghien, ma essi dal 15 al 19 agosto rimasero inoperosi

Assedio d i N amur (1 692)

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spiegava tutta la sua abilità, desiderando avere una rivincita dello scacco subìto nel 1692. La trincea fu aperta il 2 luglio; 1'8 seguenre una vigorosa sor tita dei dragooi francesi fu respinta e la sera dello stesso giorno un grosso cor po di fanteria inglese assaliva le opere esterne dal lato di Bruxelles. Il 17 fu attaccata la prima controscarpa della , città. Inglesi ed Olandesi, respinti tre volte con grande strage, tornarono sempre alla carica, e alla fine rimasero padroni delle opere contrastate. Il 20 luglio, i Bavaresi cd i Brandeburghesi , sotto la direzione di Cochorn, s'impadronirono a viva forza di una linea di opere che Vauban aveva tagliato nella roccia dalla Sambra alla Mosa e tre giorni dopo gli Inglesi si stabilivano nella seconda controscarpa. Tutto era pronto per un assalto generale, allorchè gli assediati alzarono ba ndiera bianca. Conclusi i" termini della capitolazione, i Francesi ebbero 48 ore di tempo per ritirarsi nel castello. Il 6 agosto gli alleati

davanti' alle linee degli Alleati e poi si r111rarono. Allora fu dato l'assalto al castello da quattro par ti : il vantaggio ottenuto dagli assalitori era loro costato la perdita

di 2000 u. li maresc. BoufAers venne a patti ed ottenne di partire con j superstiti con gli onori militari lasciando nella cittadella l'artiglièria e le provvigioni (26 agosto). I V. Assedio di Namur ( 1746). Appartiene alla g,.1crra per la Successione d'Austria. La città di N . era passata in possesso della Casa d'Austria, quando il maresc. di Sassonia si accime a porvi 1'assedio. li principe Carlo, comandante dell'esercito alleato, tentò di impedirglielo, ma il maresc. l'obbligò ad allontanarsi cd a lasciargl i campo libero. Fu incaricato i l principe di Clermont di attaccare la fortezza ed il 1 2 settembre si aprì la trincea . Vcnnero attaccati contemporaneamente diversi forti. La città si arres~ il r9; la cittadella, undici giorni dopo.


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V. Prew di Namur . Episodio della campagna d 'invasione del Bdgio d a parte dell'esercito francese nel Ii92. Il generale Valencc, comandante dell' Armata delle A rdenne, battuto il gen. Beau)ieu, riusci\la ;;~d occupare la

città di N . , ma la cittadella , presidiata da circa · 3000 Austriaci, resisteva ad oltranza; onde verso b. fine di novembre fu deciso cli tentare un attacco di sorpresa verso la fron te di ·gola del forte Villatte, valendosi della guida di un diserlore. Alla mew.anotte del 30 novembre il generale Levencur usciva dalla trincea d' investimento con 1200 uornini di t ruppa scelta : lanciatosi innao:~i attrave rso il difficile accesso, egli superava gli ostacoli, seguito da un piccolo 111an.i polo d i granatieri e ~orprendcva la guar~

dia, imponendo con la spada alla mano al coman,!antt di condurlo ai fornelli delle mine che guernivano lo spalto. Sventato così, con la r imozione delle m iccie, i pericol i dell'esplosione, l'ardita impresa ebbe felice esito ed il forte fu occupato. La guarnigione capitolava il 2 d icembre. L'avvenimento ebbe larga eco , sia per l'importanza della piazza, sia per la drammatica sorpresa. VI. Presa di Namm· (1794). G li Austriaci poterono riprendere la piazza in seguito alla ritirata dei Francesi dopo il trndirnento di Dumouriez. Ma, dopo la bat1aglia di Flcurus, il gen . francese Jourdan (17 luglio) investl nuovamente N., che gli Austriaci abbandonarono senza combattere poco priri1a che l'investimento si facesse completo . Vll . Presa di Nam ur (Guerra Mondiale) . Menue si svolgevano le operazioni per la metodica d istruzione dei forti cli Liegi, il grosso dell'ala d i manovra tcdc.:sca si andava radu nando a cavallo della Mosa, sotto la protezione della cavalleria distesa in un fìtto velo. Caduti i forti di Liegi ed assicuratisi così il possesso dei ponti sulb Mosa, i Te-

deschi inizi~nu t·avan?:ata puntando con la 1" arrn3ta nella

d irez ione di Bruxelles e con la 2•, preceduta dalle clivis. di cavaller ia 4• e 9a, sulla fronte Namur-Jochigue. La 2• armata tedesca era formata dai corpi d'armata V[! , X e Guardia dell'E. P . e VII, X e Guardia di riserva ed era munita di nurnerosi pezzi di medio e di grosso cal ibro, resisi dispooibèl i dopo la caduta di Liegi; ha essi i , mortai austriaci da 305, al comando del colo1u1ello Lauger. li 19 agosto le tèste di colonna de.Ila 2• annata, avanzanti lungo la Mosa, costringono l'Sa br igat:1 mista belga a sgombrare Andenne dopo d i aver distrutti i ponti su lla Mosa e di aver ostruito !a gaHcria ferroviaria della Seille. L 'indomani, 2 0 agosto, aveva inizio l'attacco della doppia testa di ponte rappresentata dalla fortezza di ::-.lamur. Guerniva la p iazza la 4• divis. belga (su 4 brigate miste) al comando <lei genera le Miche!; essa mancava di una brigata, la 15', passata a ri rJforzarc la 3• divis., cosicchè le forze disponibili ammontavano a 24.000 u. compresi i presidì dei forti . Intanto una intera armata francese (5°) aveva preso collegamento con la piazza di N.; una parte di quest'armata guerniva la linea della }.fosa a monte della città ed aveva il 15 agosto respinto un te ntativo di passaggio del fiume fatto da i Tedeschi a Oinant; altre truppe dell'armata si andavano avvi~inando alla Sambra ad ovest di N . Il 2 0 agosto, mentre la sr. della 2 3 armata tedesca attaccava N., la 1• armata tedesca entrava in BruxeHes e la 3• si dirigeva sulla Mosa a monte di N . con la dr., concorren do ali 'attacco rlella p iazza. L'attacco fu iniziato da cavalleria appiedata e da fan -

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teria, appoggiati da artiglier ia, che tendevano a cacciare

dalle posizioni avanzate le gran guar die ciel settore nordest, tra i forti di Marchovelette e di Cogncléc. Contemporaneamente batterie tedesche si smascheravano dinanzi ai forti di Maizeret, di Andoy e d i Dave cd un aeroplano volava su N. e vi lanciava bombe. Le gran guardie

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La cittaddla di Namur aJl'cpoca de1la guerra mondiale

belghe ripiegarono sulla linea di rcsistcn;oa e le artiglierie della difesa controbatterono le batterie tedesche. Nella notte dal 20 al 21 agosto il nem ico te ntò tre attacchi contro gli intervalli tra il forte di Marchovelette cd i forti d i Cognelée e di Maizerct. G li attacchi, che probabilmente miravano solo a saggiare la resistenza della d ifesa mobile, vennero respinti. li nemico non insjstette, an1maestrato dalla esperienza fatta sotto Liegi, si propose invece d i distruggere i forti median te azione metodica della sola artiglieria, limitando il compito della fanteria ad opporsi a qualsiasi contrattacco del nemico. li bom bardamento delle opere ebbe inizio il 21 agosto alle ore 12, più specialmente con tro i forti An<loy, Maizeret, Marchovclette e Cogneléc; i grossi calibri battevano le opere, i mccli calibr i g li i ntervalli e la città . Il fuoco ebbe subito notevole violenza. La iera stessa il forte di Marchoveletre aveva tutte le cupok ,\jstrutte e messe fuori uso, ad ecceziQnc .di· una di 111cdio-calibro e di due da 57 mm. ; il forte d i Andoy aveva avuto distrutta una parte dei r;coveri ed alcune cupole immobilizzate ; il forte d i Maizcret, bcnchè fosse staro colpito da 2000 proietti d i ogni calibro, aveva ancora le ,rtiglierie in buona cfficicn7a; il forte d i Cogncléc non aveva quasi riportato danni . Il bombardamento però avev:!. interrotto t1,1tte le comunica"G.ion i celefoniche ciò che rendeva diffici le l impiego delle artiglier ie de i forti. La fan teria -che guerniva gli intervalli non ebbe occ3sione di e ntrare in azione: supera ta la prima cn1oziont: per il {uoco infernale di cui era oggetto, e per il frastuono del [uoco diretto sui forti. resse abbastanza bene. Il 22 la situazione peggiorò : i Tedeschi estesero il bombardamento 1

al fortino di D:1ve e con artiglicrja a lun~a g ittata presero

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d"infilata le trincee del la zona di Loyers presso i) forte di Maizeret. Le gucrniva il 33° fanteria che subl perdite sensibili. Verso le ;o giunse alla piazza un rinforw : 2 bgl. del 45" e uno del 1480 regg. d i fanteria francese. ll morale della difesa si rialzò ed il generale Michcl decise di eseguire un attacco cOlllIO le lince tedesche a \Varlct, sulla sr. della Mosa immediatamente dinanzi all'intervallo fra i forti di Ma izerct e di Marchovelette, d i dove alcune batterie tedesche disturbavano seriarnçnte la difèsa. L'attacco, eseguito da un bgl. ciel 45° fr~ nCfse e da due <lei 100 belga, appoggiati da artiglieria, all'inizio ottenne qualche successo: il burrone di Gclbressfe ~ il bosco ant istante furono oltrepassati. Ma, non appena

g li Alleati g iunsero sul pianoro di \~'arlet, in terreno scoperto, si · scatenò un vero uragano di fuoco di artiglieria e <l i mitragliatrici, mentre un concentran-1ento di g rossi

calibri costringeva al silenzio le batterie di appoggio. Si 2ggiunga che il terreno roccioso non permetteva di raf~ forzarsi sulle posizi'?ni raggiunte . In pochi minllli si ebbero perdite sensibili. Fu necessario rip iegare. Frattanto sistematicamente i Tedeschi avevano continuato il fuoco contro la piazza . L1 sera della seconda giornata. di fuoco la condizione delle opere era la seguente: il for·tino di Dave non aveva quasi riport:u:o danni; il forte di Andoy era seriamente danneggiato, ma poteva ancora far fuoco; il forre di Maizcrct era ancora battuto dall 'a rtiglieria tedesca, quantunque sgombrato <lai pochi superstiti, poichè completamen te distrutto; il forte di Marchovcktte gravemente sconvolto non poteva più far fuoco; la guarnigione si sosteneva però ancora nei ricoveri; il forre di Cognclée era invece ancora in buona cfficicn;oa. li bombardamcnlo continuò nella notte dal 22 al 23 agosto. Ormai la sorte della piazza si poteva ritenere decisa: alla impotenza dei mezzi della difesa si aggiungeva la stanchezza dei difensori . Il mattino del 23 i Tedeschi intensificarono il iuoco contro il forre di Cogncléc, e, dopo qualche tempo, ritenendo di averlo n1esso fuori d'azione, Janciavano con• t ro il forte un ottacco di fàntcria che venne respinto. Il fuoco allora fu rip ,·eso, le cupole ripetutamen te colpite e forate, le v&lte dei ricove ri fatte crollare. Alle r2 la fanteria tedesca attaccò nuovamente e si impad ronì delle rovine del forte, Nel forte di Ma rchovelettc il pr~sidio 1·csistette ::incora eroicamente, quantunque gaz deleteri pe• netrasscro per le l'lrghe fessure delle volte; ma al k 13 esso saltava in ar ia . Le trincee <.le.gli intervalli e rano· concemporancan1cnte state distrutte, cosicchè a\lc r3 i settori

no,-d-est e sud-est della p iazza si potcv,no rirenere caduti. Pochi pezzi d'ar tiglieria da campagna si sostenevano ancQl"a negli intervalli, ma fu rono ben presto costretti a tacere, ed allorchè la famaia nemica, sboccando da Cognelèe,, puntò su N ., i difensori dm·ettero ripiegare in fretta per non essere tagliati fuori. Frattanto gli avvenimenti avevano completamente svalutata la funzione del la piazza : la \ itirata su Anversa del1'esercito belga le aveva fatto perdere la funzione di appoggio d i ala di quella armata nel suo schieramento lun)!O la Gcttc; lo sfondamento avvenuto de lla linea della Sarn-


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bra fra N. e Charleroi e della linea della Mesa a monte della p iazza ]e facevano perdere anche quella di punto di appoggio per la S" armata francese, che era forza• tamente costretta a ritirarsi. Difatti solo l'ala sr. della 2• armata tedesca si era impegnata sotto N .; il centro e l'ala dr., passata la Mosa a valle, avevano eseguito una larga conversione a sr., perno a N., in modo da far q uasi fronte a sud. La 3a armata tedesca invece forzava la linea della Mesa con d irezione generale di avanzata est-ovest. Le truppe della difesa mobile nel pomeriggio del 23 ripiegano allora fra Sambra è Mosa nell'ultimo settore ancora libero, che però i Te<le :hi si sforzavano di invadere per bloccare interamente N. La stanchezza per i combattimenti sostenuti, la depressione nervosa per i bombardamenti subìti e la difficile situazione fanno sì che la ritirata sia eifcttuata in disordine e si converta poi in fuga. Il grosso dei fuggiaschi bivacca la notte fra Bioulz ed Arbre e scampa in seguito su Marienburg, sacrificando la retroguard ia che cade interamente nelle mani <lei Tedeschi. In totale si salvano 12.oco uomini, che per ierrovia raggiungono poi in Anversa l'armata belga il 2 settembre. La ritirata delle truppe mobili non scoraggia i difensori dei forti del settore ovest: Eminés, Suarlée e S. Héribert, che continuano a resistere tenacemente. I forti Em ines e Suarlée avevano già subìto qualche danno il 23, poichè l'artiglieria tedesca, dopo aver d istrutto i forti del settore est, aveva rivolto contro di essi il tiro. Il 24 il forte di Suarléc aveva già ricevuto ci rca r300 colpi, ciò nonostante la guarnigione respinge a sern un attacco della fanteria tedesca. 11 25 è di nuovo violentemente bombardato; intorno a lle 15 era ridotto ad un ammasso di rovine . La guarnigione presa da panico sgombera l'opera e si getta nei boschi della Sambra, ove già si trovavano i superstiti della difesa degli altri forti dovuti abbandonare; questi reparti, circondati, sono poi fatti prigionieri (800 uomini). Due ore più tardi (alle 17) la fanteria tedesca occupava il forte. Così N. cadde più rapidamente di Liegi, ma contribul con la sua resistenza a rendere possibile il ripiegamento tempestivo della 53 armata francese. 0

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Namur. Reggimento vallone, al servizio del regno <lcUc Due Sicilie, costituito nel 1753. Venne soppresso con l'or~ dinamento dato dall'Acton all'esercito nel 1780.

Nàmur (oggi A.nam,1r Kalesi). Borgo sulla costa dell'Asia minore, di fronte all'isola di Cipro. Fu nel medio evo fortificato, con v~nti bastioni inframezzati da cortine. Assalto di Nàmu,· (16o6). Appartiene alle spedizioni dei Toscani contro i pirati turcheschi all'epoca del granduca Ferdinando I. L 'ammir. Inghirami, con sei galere s,1llc quali avevano preso posto 150 cavalieri dell'ordine di San to Stefano e 6oo soldati da sbarco agli ordini di Flamm10 Qella Verde, si accostò il 31 maggio alla piazza, e sbarcò con i cavalieri, 300 soldati e 50 marinai. Le galere si disposero in guisa da appoggiare gli sbarcati, e l'ammi!'aglio fece saltare una porta per mezzo di petardi, riuscendo a penetrare nell 'inrerno , mentre la guarnigione. fuggiva. I Toscani si diedero a saccheggiare la piazza, ma, in tanto, la guarnigione aveva ricevuto il soccorso di numerosa miUzia paesana e tornava alla riscossa. Dispose. allora l'Ingbirami i suoi in quadi-ato, con la preda al centro, e contenne cosl l'impeto degli assalitori, respingendoli. Quindi fece accendere mucchi di paglia per sollevare grande fumo, a riparo del quale potè indisturbato tornare alle sue galere, e imbarcarsi nuovamente. Nanch ino (o Nan King) . Città della Cina, capitale della prov. d i Kiang-Su sul fiume Yang-tse-Kiang. Fu la capitale dell 'impero dal 1638 al 1644. Fortificata con cerchia d i mura dello sviluppo di 25 Km ., fu presa d 'assalto dai Taiping nel 1853, ripresa dagli imperiali nel 1864, e rovinata eia questi assalti; ma, data la sua posizione sul grande fiume, ha potuto ridiventare ancora un centro militare e commerciale imporrante,. li 29 agosto 1842, vi fu stipulato, tra la Cina e l 'I.nghiltcrra, il trattato di pace che pose fine. alla cosl detta « Guerra dell'oppio». Per esso la Cina fu costretta a pagare al!d Gran Breragna 140 milioni di lire, a cederle l'isola di Hong-Kong e ad aprire al commercio britannico cinque porti. A N . J1a sede la Scuola navale per la preparazione degli specialisti di artiglieria, d i siluri e di sommergibili della marina mili: tare della repubblica cinese.

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Presa di Namur (1606). Si nocj alla lettera F l1 indjcazione di un mascheramento per mezzo di fumo

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NAN

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Nancy. Città della Francià, capo!. del d ip . cli Meurrhcet-Moselle, sulla Mosella e sul canale navigabile MarnaReno . È sede di comando d ' armata. Divisa in N. vecchia e N. nuova, separate da opere fortificatoric, ebbe il nome da una piccola fortezza de l sec. IX . I duch i d i Lorena , nel sec. XII, la scelsero a loro residenza e la circondarono Ji mura. Sulla fine del sec. X\11 fu for.,ificata da ingegneri militari italiani al soldo di Francia. Le sue mura vennero d emolite dai Francesi nel 166r, ma restaurate poco d opo. La città fu presa nel 1702 senza colpo ferire dal gen. fraocese Tallard.

NAN

all'ala minacciata (l-1), fronteggiando quivi l'assalto degli Svizzeri-Lorenesi con attacchi d i cavalleria, ma non riuscendo ad arrestarne i progressi. In breve I ' a!a dr. di Carlo è sopraffatta e sbaragliata. Frattanto Renato fa eseguire lungo la Meu1the l'avvolgimento (L L) dell'ala sr. avversaria, e anche questa dopo breve lotta è d isfaua.

I. Battaglia di Nane}' (1477). Appartiene alla guerra del duca Carlo il Temerario d i" Borgogna contro i! duca Renato d i Lorena. li duca Carlo aveva posto l'assedio a N. il 22 ottobre 1476, e disponeva di 10 .000 u. con 40 cannoni. Renato raccolse w1 esercito di 19 .000 u ., d i cui 8000 Svizzeri comandati da \Valdmann e Hassfurthcr, e avanzò per liberare la città assedia,ta. Carlo, appresa tale notizia, tentò di prendere d 'assalto la città, ma venne respinto . Allora, lasciata una guardia al p roprio campo sotto N ., si schierò col grosso delle forze sul ruscello d i Hei llecourc (4 gennaio 1477) per attendervi il nem ico. L'ala sr. , appoggiata alla Meurthe, era agli ordit,i di Lalcin; il cent w agli ordini del duca Carlo medesimo; l'ala destra, cost ituita di Lombardi, era comandata da

Battaglia di Nancy (1477): n, 11, opere d 1attacco dei Borgognoni: o, o, campo de.i Borgognoni; fl, K, L, Lorenesi e Svizzeri; A, B, C, 1, Borgognoni; D, D, Aniglierie borgogrtonc (40 pezzi); M, Presidio di Nancy <tttaccante il carppo dei Borgognoni

Il centro dei Borgognoni, comai1dato dal fratello di Carlo, tiene fermo ancora qualche tempo. Ma la guarnigione di N. esegue una vigorosa sortita (m, m), e invade il campo borgognone, saccheggiandolo e appiccandovi il fuoco. Allora anche il cemro dell 'esercito di Carlo cede, e si sbanda. L 'esercito borgognone è ormai i n fuga, e Carlo stesso nel d isord ine e nella mischia rimane ucciso.

Assedio dèi Borgognonj a Nancy ( q .77)

Giacomo Galeotto. Sul davanti, Carlo collocò trema cannoni . Renato avanza protetto dalla ,nebbia la mattina d el 5, e, vedendo le batterie del fronte avversario, dirige un grosso corpo, costituito in prevalenza d a Svizzeri, sul bosco di Houdemont, corrtro la dr . del duca Carlo. Il quale accorre su bito, ed eseguisce un ca,nbiainento tli fronte

Il. Battaglia del Crand Couronné di Nanry (4-12 settembre 1914) . Ment re svolgevasi su lla Marna l'omonima grande battagl ia che arrestava l'invasione ted esca della Francia, presso N . combatterono le armate francesi 1• e 2• (Oubail e de Castelnau) contro !a 6• e 7a armata tedesche (Kronprinz d i Baviera e von Heeringen). Scopo principale dei Tedeschi era quello d i chiudere la tenaglia che doveva avvolgere in campo aperto l'esercito francese cli campagna: una branca della tenaglia era rappresentata dalle armate 6• e 7•, che dovevano avanzare da est verso 0\'e&t., riprendendo l'offensiva sospesa dal 27 -agosto. Scopo secondario: impedire · che i F rancesi continuassero a togliere uomini e mezzi d alla loro d r . (Alsazia e Lorena)


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fu diretto re di Commissariato del IV C . d'A .

TfOéSCHI

(1903) e del IX (19oì ) , Passa;to in l'. A. poco

FRANCESl

prima della guerra del 1915 col grado di rnagg. generale, fu alb scoppio della medesima richiamfitO in serv izio e destinato alla

scuola sortot. comm issari a Parn1a. Poi appar• ten ne all 'Ispettorato del suo ramo tino al 1922, guando tornò i11· l'. A. , venendo promosso ten . geocrak commissario nella Riserva nd1'anno 1926.

Battaglia di Nancy ( 19r4)

per rafforzare la · loro sr ., cioè la difesa di P ari ii. Scopo dei Francesi era invece quello d i opporre la massima resistenza verso N ., in modo che la battaglia della Marna potesse svolgersi in sicu rezza . I Te deschi, rinforzate, specialmente con _artiglie rie, la Ga e 7a armata, iniziarono l'offensiva i l 5 settembre mar~ tina (il g iorno 4 era stata iniziata la p reparnione cl'aniglicria cd erano st ate svolte azioni preliminari) agli ordini dd Kronprinz d i Bavie ra, che assunse il comando delle due ann ate tedesche. Queste puntaro no in direzione d i N . . linea d i congiunzione fra la 1• armata francese a sud (Dubail) e la 2• a nord (dc CastclL1au) . La 6~ annata conseguì notevoli successi locali, sorpassando tutte le posizioni francesi di p rima linea e occup ando a sera la « Cote de S, Gencvièvc >►; successi analogh_i conseguì, verso sud, la 7•. Nelle giornate 6 e 7 settembre i Tedeschi s'impadronirono d i Po nt-à-Mo usson, di Loisy e d i D.iculouar<l, in modo da poter minacciare il rovescio del Grand Couronné di Nancy. !\.Ila sera dd 7 settembre , però, di fronte all 'eroica nionc comro.J fcnsiva delle truppe d ella 2" armata francese, i Tedesch i dappertutto, meno che da P ontà-Mousson, ripiegarono, sgom brando ancbe l 'altura di S . Genevièvc . Ne lle giornate del 7 e 8 settembre l 'oJfensiva tedesca divenne più intensa verso sud tentando di raggiungere, per la foresta di C hampenoux, la città di N . Anche qui: ripiegamento iniziale sulla linea Velaine-Cercuei l-Crévic; in di ritorno controffensivo, che portò i Francesi ciel Dubail di condo ai margini della foresta d i Champcnoux. Il 9 settembre la ba ttaglia può consid erarsi u ltimata, in guanto che la marcia verso ovest delle a rmate 6• e 7• n on era più possibile; contempor aneamente era finita, colla vittoria d ei Francesi, la battaglia della Marna. L' 11 se1tembre i Fraocesi s'impadronirono d i tutta la foresta d t Charnpcnoux e il r2 Lunéville e Pon t-àM'ousson venivano rip resi. La battaglia rappresen tò quindi u n completo insuccesso dei Tedeschi.

Nanghinata. Mezza spada larga e in asta de i Giapponesi.

Nani ( Vincenzo). Generale commissario, 11. e n, . a Roma (1855-1930). So ttot . del Commissariato nel 1878, partecipò all a campagna d 'A frica d el 1895 -96. Da colon nello

Nan is (Mic/1clangçlo). Medaglia d'oro de: scc . XV II!, n . a Demonte. Soldato nel rcgg. provin~iale di Nizza nel 1788, d ivenne strg;nte nel 1796 durante la g uerra d elle Alpi. Valoroso soldato, nel 1797 g li fu con k rita la 1ned. d •~rgcnlo al valore di V ittorio Amedeo li!, e nel 1798 guad agnèi quella d'oro ne lla presa d i rido tte alpine. Divenuto alfìere del regg. Mondovì nel 1B15, e poi sottoren. e tenente nel rcgg. Piemonte, nel 18 r6 ebbe mutata la medag lia d 'oro al valore m ilitare di Vittorio Amedeo l ll in croce da ca,·. dcli 'Ordine Militare d i Savoia. Nannicini (Riccardo Ugo). Gcncrn!c, n . a l1 ra to nel 1869. Sotto t. ncll'8° regg. fanteria (189r), fu in Libia pc1 lavori topografici. Du rante l:o campagna italo -austriaca ebbe il comando dcll '83° regg. fanteria (1916-1917). N d r920 venne collocato in P . A. S . e nel 1926 ragg i1111sc il grado d i generale di brigata in A . R . Q. Nella guerra guadagnò una rned. d'argento e una d i bronzo al va lore. Fu collocato a riposo nel 1931.

Nannon ì (Alf1'edo). Generale, n. a Palermo, m . a F irenze (187r-r931). So tto t. nel 5° bersaglieri (18911, partecipò al la g uerra italo-austriaca; comandò da te n. colon nello il 59° rcgg. fanteria (1917-1918). :'\1el 1926 venne collocato i n A . R . Q. e nel 1928 raggiunse la p romozione a generale di Brigata. Sul Grappa venne due volte ferito e rimase mutilato : v i guadagnò la medag lia d i bronzo al valore. Fu vicepres idente dell'Associazione Mutilati . Nanshan (o Nan Chan, o Nanscian). Altura d el Liao Tung, sull'istmo della penisoletta del Kuang T ung . Battaglia di Nan.dian . Fatto d'arm i notevole della guerra Russo -giapponese, che prelude alle operazioni d i investi-. memo della piazza d i Port-Arthu r. La 2' a rmata giapponese (gcn . Oku), iniziò il 21 maggio r 904 la ma rcia in dirc·lione sud-ovest , verso le posizio ni russe che coprivano la regione del Kuantung. Fra queste aveva importanza singolare quella di N., sull 'istmo cli accesso a q t1clla penisoh1, accuratan1cnte afforzarn dai Russi. Il gcn. Oku aveva ripartito le sue forze su tre colonne : la 4a d ivis. marciava lu ngo la via mandaritia l'ulaoticn-Port-Ar thur; la 1• sulla strada Pitsevo-Vankai-Kincin; la 3" sulla litoranea lungo la cost a merid,onalc. Presa cl 'assalto all'alba dd 25 la local ità d i C hin Chau, la TI armata s'avviò su N. , p residiata d a circa 12.000 Russi con 40 pez.zi d a cam pagna e una cìnquantina d i pezzi d i d ifesa, fìdando ne lla superi orità d i forze (circa 40 . 000 u. con o ltre 200 pezzi cam pali) . Le batterie nipponiche furono messe in posizione s·ullc pendici d i Monte Sampso n, che fronteggia e dom ina da nord-est l'altura d i N . Esse iniz iarono il fuoco i l mat tino de.I 26 maggio, sussid iate d a una. flo ttiglia d i cannoniere che dalla baia d i Chi n Chou batteva il fianco occidentale del la posizione. Le d ivis. g iapponesi, spiega te

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secondo l'ordine di marcia già detto, in iziavano verso le 9 ] 'attacco sulle due ali e sul centro dei Russi : la colonna centrale (1• d ivis .) era segujta dal la riserva generale a disposizione del comando ,d 'armata . L'avanza(a fu d ifficile data la breve preparazione d i fuoco, che si palesò

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sussidiato dal fuoco della cannoniera « Bobr che, per la scarsa pescagione, poteva avvicinarsi a!la costa della baia di H and esp licando tiri efficaci contro l 'estrema sr. giapponese. La colo nna di d r. (4• d ivis.) potè giungere ,a più breve distanza delle trincee avversa rje e riprendere l'attacco verso !e 15, q uando la n1area 3ha. consentì il (iavvicinameoto delle cannoniere giapponesi. Essa fu così in grado di pronunciare un deciso inovi1nento aggirante sulla sr. dei Rus,si . La 13 d ivis.. aveva intanlo rinnov~to

i suoi sfor,;i contro il centro per sos.encrc la difficile situazione della colonna d i sr., rna la salda rcsis{enza della posizione l'aveva d i nuovo ~rrestata . Senonchè i progressi·

della 4• 'divis: minacc iavano ormai decisamente la strada di Port-Arthur , onde i Russi Jccidcvansi alla rit irata, che fu coperta ,ri a una retroguard ia posta ta a Nan Kuan L-ing; cosicchè verso le 20 i Giapponesi 'potevano occupare 1~ posizione di iV. La giornata costb ai G i~pponesi 4600 u.

e ai Russi 1350 u ., proporzione di perdire assai ·forte in relazione alle forze rispetti, e,

Nansouty (Stefano Cl,ampi'on, conte d,). Generale francese (1768,1815). Partecipò alla Rivoluzione francese e ne fece le campagne, d ivcncudo generale di brigata nel 1799 e d i divis. nel 1803. Ebbe nel 1814 il comando della Guar<lia e dopo la caduta di Napo leone aderl al reg ime borbonico. - Un altro N . (Carlo Ou11npio11 Dubois d,) fu pure generale francese (1815-1895) e partecipò aJla guerra del 1870 come generale di b rigata di cavalleria.

Battaglia di Nanshan (1904)

e pm ancora per l'efficace cqntrattacco della riserva russa,

i nsuf11cientc, c<l il fatto che mancò verso le 9 il con corso delle cannoniere, obbligate a prendere il largo per l~ bassa marca. La colonna centrale fu presto arrest ata dal fuoco della difesa; quella di sr. venne a trovarsi in posizione .singola rmente critica per le resistenze incontrate

Nansua (ant. Nam,wom1). Comune della Francia, nel d ip. dell 'Ain, in una valle del Giura. Fu riunita alla Corona di Francia al principio del sec. XVU. Durame la campagna ciel 1815 vi avvennero alcun i scontri fra le truppe francesi e quelle austro-sa rde, fra le quali si distinse specialmente il I bgl , del regg. Guardie (granatieri) nel coinbauimcnto elci 2 luglio, in cui i Prancesi furono costretti a ritirarsi verso L ione.

Nantes (ant. Co11divicmm1 o Nmm1etes), Città della Francia, capo!. ciel clip. della Loira Inferiore , situata su

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Attacco d i Nantes (1793)

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un braccio della Loira. f. sede -dell'XI C. <l 'A. Ha un magnifico porto che Jler mezzo di canale marittimo lungo 15 Km. è accessibile ai . bastimenti di forte ,tonnellaggio. Vi esi ste il castello dei d uchi di Bretagna, cominciato nel 1466 da Francesco li, e rimaneggiato nei sec. XVII e XVIII . Esistente da ant ichi tempi, la città fu presa e saccheggiata nell'86o dai Normanni.

rezza . Nel 23 a. C. vi si combattè una battaglia che fu vinta da C. l'etronio, prefetto e governatore dell'Egitto sotto l'Imperatore C. Giulio Cesare Augusto, contro Candace , regina dell 'Etiopia, la quale perdette la capitale, presa dai vincitori, saccheggiata e distrutta. Candace mandò ambasciatori ad Augusto per chiedere la pace, la quale le venne accordata.

I. A ssedio di Nantes (1341). Appartiene alla guerra per la Successione del ducato di Bretagnà ( r34r-1364). F u posto da Carlo di Blois, nipote del re di Francia; la città era difesa da Giovanni di Montfort alleato d el re d'Inghilterra. Dopo varie scaramucce, avendo i borghesi d i N . catturato un convoglio di viveri d iretto al campo nemico, mentre stavano per introdurlo in città furono assaliti dai F rancesi con tanto impeto presso le porte che molti caddero uccisi e più di 200 rimasero prigionieri. Allora i cittadini, allo scopo di salvare i loro beni e le loro famiglie, traatarono segretamente con Carlo, e apertagl i una porta, v' introdussero le truppe francesi, le quali s' impadronir_ono subito della persona del Montfort, cd occuparono la città.

Napier. (sir Cado Giacomo). Generale inglese (1782-1853). Pavtecipò alla guerra nella Penisola lberica contro Napoleone e poi combattè lungamente nell "India dove dal 1849 al 1851 ebbe il comando in capo. Scrisse: « Sulla difesa dell'Inghilterra mediante corpi di volontari e d i mil izie»; « Il buono e il cattivo nella vita militare »; ecc.

Il castello di Nontes (sec. XVIII)

II. Assedio di Nantcs (28-29 giugno 1793). Appartiene alla guerra della Vandea. L'esercito vandeano comandato dal Cathclineau e for te di circa 50.000 combatte11ti, il 24 giugno compariva davanti a N. e si accampava a poche miglia dalla città, che i Rep ubblicani (9000 u . agli ordini del gen . Conclaux, si apprestarono a difendere ·erigendo batterie e tagliando alcuni pon ti. I Realisti attaccarono e presero i l campo di S. Giorgio, obbligando i Repubblicani a chiudersi nell 'interno della piazza. li giorno 28 i Vandeani assalirono la città da ogni lato e riuscirono ad occupare alcu ne alture ed a piantarvi delle batterie. li 29 giugno al mattino, l'ar tiglieria di Charette diede il segnale d'a:ttacco, battendo il ponte Rousseau, mentre il d'Elbée e il Cathelineau attacC'ava110 verso la d~. della Loira, nel sobborgo d i Marchix, e aal!a parte delle strade di Vannes e di Ren oes. Le truppe del Cachelineau riuscirono a penet rare in città fino · alla piazza Viarmcs , ma quivi furono sterminate o catturate e lo stesso Cathclineau venne ferito a morte. D 'Elbée si sforzò invano di rannodare Je file e di ricondurre al combat timento i suoi uomini: la ritirata divenne inevitabile. Le perdite dei d ifensori di N . sommarono a 2000 u . tra morti e feriti, quelle dei Vandeani furono calcolate in 9000 uomini.

Napata. Ant. capitale dell'Etiopia, a settentrione di Meroe, sul Nilo, il cui' sito non è determinato con sicu-

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Napier Guglielmo. Generale inglese, fratello del precedente (r785-1860). Partecipò alle guerre contro la Francia napoleonica, e si distinse a Copenaghen nel 1807. Divenuto magg. generale, fu governatore delle isole Guernescy; nel 1859 raggiunse il grado di generale d 'esercito. Lasciò varie opere, fra le quali: « Storia della guerra nella Penisola Iberica e nel Mezzodì della Francia »; « La conquista dd Sind »; " Vita e opinioni d i sir Carlo Giacomo Napicr » . Un suo fra;tcllo, Giorgio Tommaso (17841835) fu pure generale. Napier sir Cado. Ammiraglio inglese (1786-1840). Partecipò alle guerre contro la Francia e nel giugno 1809 guadagnò il titolo d i conte di Ponza, conferitogli da Ferdinando IV per avere preso l'isola omonima ai Francesi. Nel 1814 fo in America a combattere contro gli Stati Uniti. Nd 1833 ebbe dal ,,.,o Governo il titolo di visconte di San ·vincrnzo, per avere battuto la flotta dei Miguelisti portoghesi a l Capo omonimo. Fu in Siria nel 1840 per sorvegliare gli avvenimenti della guerra t urco-egiziana e diveirne contrammir. nel 1846 e viceammir. nel 1853. Durante la guerra di Crimea ebbe il comando dei!a flotta del Bait ico. Come scrittore, lasciò va• Napier Carlo ,ie opere, fra le quali:· " Storia della guerra di Successione in Portogallo »; « La guerra in Siria , 1840 »; « La m arina, i l suo passato e il suo presente »; inoltre un volume di memor.ie: « La

mia vita» .

Napie,· Roberto, barone di Magda/a. Generale inglese (1810-1890). Fece la carriera nell 'arma del genio e soggioriÌò a lungo nell'Ind ia . Nel 1857 contribui a reprimere l'insurrezione dei Cipai e riprese loro Lucknow. Partecipò alla spedizione nf lla C ina e poi d ivenne magg. generale. Tornato nell'India, fu promosso ten. generale e nom'inato governatore di Bombay. Nel 1867 comandò la spedizione contro il re Teodoro d'Abissinia. D al 1870 a! I8i2 fu governatore dell'India, poi di Gibilterra; nel 1882 di venne feldmaresciallo Nap ìone (Galleani Fmnccsco, conte di Cocconato) . Scrittore, n. a T orino (1745-1830). Oltre ad opere letterarie ne pubblicò di carattere m iLitarc; ricordiamo : « La scienza mil itare del Tasso » ; « Notizie sui principal i scr it-

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tori militari italiani »; « Sulla scienza militare di Egidio Colonna » ; cc Sui manoscritti del Montecuccoli »; « Sulla milizia istituita da Emanuele Filiberto »; ccc. Napoleone I. Imperatore dei Francesi, 11. ad Aiaccio, m. a S. tlena (1769-1821). Di famiglia originaria della Toscana, nel 1777 entrò alla scuola mii. di Brienne, e nel 1785 passò a quella di Parigi, donde uscì nel 1787 co l grado d i ten. d 'artig lieria. Nel 1793 comandò come capitano l'artiglieria all'assedio d i Tolone, segnalandosi in modo eccezionale. Promosso gcn . di brigata, passò nelle Alpi, e si segnai/, alla presa di Saorgio, sul Tanaro e ad Oneglia (r794). Essendo stato destinato a combatter~ nella Vandea, ririutò e fu dispensato dal servizìo ; richia1nato nel 1795 domò l' insurrezione di Parigi contro la Convenzione, che lo premiò · affidandogli il comando dell'armata d'Italia. Quivi, con le vittorie d i Momenotte, Millesimo, Dcgo e Il generale Buonaparte

Mondovì, in un mese co~trinse i l re d i Sardegna a

lasciare la guerra con l'armistizio d i Cherasco. Proseguì la campagna contro gli Austriaci, che vinse a Lodi, conquistando cosl la Lombardia; con una serie d i vittorie (Sa lò, Lonato, Castiglione) obbligò il Wurmser a rinchiudersi in Mantova, vinse l'Alvinzi ad Arcole e a Rivoli e l'arciduca Carlo al Tagliamento cl1iudcndo la campagna col trattato di Campoformido (1797). Nominato nel 1798 comandante la spedizione in Egitto, prese Malta duran(e il passaggio, e sbarcò in Alessandria, sfuggendo alla flotta del Nelson; vinse alle Piramidi, entrò al Cairo, passò •in Siria, donde, dopo la battaglia del Monte Tabor, dovette ritornare in Egitto. Lasciato il comando al Kléber rientrò in Francia , ove, col colpo ,di Stato del r8 brumaio (1799) conquistò il potere, facendosi nominare Primo Console per dieci anni. Nd 1800 ricominciò la gu~rra, passando le Alpi al S. Bernardo, e vinse la battaglia cli Marengo: coi trattati di Lunév ille e Amiens (1801) fu fatta ]a pace coo l'Austria e l'Inghilterra. Nel 1802 fu n ominato console a vita, nel 1804 Imperatore e nel 1805 fu incoronato Ùl' Milano re d'ltalia. Scopp iata nuovamente la guerra con l'Austria, a!leata della Russia, passò il Reno, catturò un esercito austriaco ad Uhna e marciò su Vienna, ove no11 entrò per procedere contro i Russi, e ottenne la vittoria ad Austerlitz, cui segul la pace di Presburgo, che segnò fra l'altro il passaggio degli Stati Veneti al Regno d'Italia. Nel 1806 fece cacciare i Borboni dal Regno <li Napoli e m ise al loro posto il fratello Giuseppe; nominò il fratello Luigi re d 'Olanda e formò la confederazione del Reno d i cui fu nominato presidente perpetuo. Nello stes.<o anno fece una nuova guerra contro la Prussia, che sconfisse a jcna, occuj>ando Berlino; stabilì il blocco continentale contro l'Inghilterra e iniziò dalla Polonia la campagna contro la Russia, che con le vittorie d i Eylau e Frieclland costrinse alla pace di Tilsitt (18oi) con la quale si costituì il regno di Wcstfalia, dato al fratello Gerolamo Napoleone. La Russia e bbe l'autorizzazione cli conquistare la Finlandia e Napoleone la Penisola Iberica. No-

minò perciò il fratello Giuseppe re di Spagna, e a Napoli al suo posto nominò re il cognato Murat. Per cinque anni la Spagna fu teatro di lol'te tra Spagnuoli e Francesi. Nel 1809 si ebbe una nuova lega comro Napoleone, che vinse gli Austriaci ad Abensberg, Eckmiihl, Ratisbona, Essling e Wagram. Poscia riunì gli Stati del Papa all'Impero francese facendo prigioniero il Papa. Divorziatosi dal! 'imperatrice Giuseppina sposò nel 1810 Maria Luisa d'Austria, da cui ebbe un figlio che ebbe il titolo di re <li Roma. Nel 1S12, alleatosi con la Prussia e coll'Austria, n1osse g uerra alla Rus -

sia, e dopo 1a battaglia di Smolensko e della Moscova, entrò in i\-io.

sca, che però fu incendiata dai Russi. Napoleone dovette allora riritirarsi, e le perdite del suo esercito furono enormi, srecialmeme al passaggio della JJe,esina. La Prussia al>bandonò Napoleone e si unì alla Russia. Napoleone nel 1813 vinse a Liùzen e a D resda, ma fu sconfitto a Lips ia e costretto a ritirarsi

in

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Napoleone I imperatore Francia, ove gli Al leati entrarono giungendo sino a Parigi (18q). Napoleone dovette abdicare e fu relegato all'isola d 'Elba, donde nel 1815 riuscì a tornare in Francia, ove per cento giorni fu ancoca lmperatore. Vinse i Prussiani a Ligny, ma da Wellington e Blucher fu sconfitto definitivamente a Waterloo. Egli si presentò agli r'oglesi a bordo della nave « Bellerofontc », ma da questi fu deportato a S. Elena ove morì il 5 maggio 1821. La sua salma nel 1840 fu trasportata a Parigi e sepolta nella chiesa degli Invalidi . Lasciò un ampio volume di « Memorie », ricco di aforismi di guerra, da lui ,eiettato durante la p rig ionia cli S. Elena.

Napoleone l/1 . Imperatore dei Francesi (1808-1873). Era il terzogenito di Luigi Buonaparte, re d'Olanda. Visse in giovinezza nella Svizzera e sèguì i corsi d'artiglieria della scuola mil. di Thun. Nel r831 partecipò all'insurrezio ne nelle Romagne, insieme col fratello maggiore Luigi, che vi morì. Nel 1836 tentò cli impossessarsi del potere in Francia, ma il tentativo fallì. Pubblicò &attamo opuscoli esponendo proprie idee d i governo. Nel 1840 ri□novò il tentativo, e , arrestato, venne imprigionato nel forte

di Ham, da] quale riuscì a fuggire se i anni dopo. Nel 1848, eletto deputato al Par1aroento francese, tornò in Patria, dove fu detto rresidente della Repubblica, e dove preparò il colpo di Stato ciel ::, d icembre 1851, prelud io al p lebiscito, da lui provocaw, dell'anno seguente, col quale si fece proclamare imperatore. Fece partecipare la

Napoleone III


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N AP

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Francia alla guerra d i Cri1nea (1854-56) ed intervenne in Italia nel 1859, guadagnando alla Francia Nizza e Savoia. Mandò t ruppe a sostenere l'infelice spedizione di Massi miliano d ' Austria nel Messico (1862-67) e tentò di aiutare i Polacchi nel 1863. Nel 1870 trascinò la Francia nella guerra contro la Prussia, e, sconfitto a Sedan , ri ~

mase prigion iero; rifugiatosi nell'Inghilterra, vi rnorì nel 1873. Lasciò una ,, Storia cli Giu iio Cesare». Napoleone III fu decorato cli medaglia d 'oro italiana al valor militare « per la battaglia d i Magenta )>. Dragoni Napoleone. Reggimento d i cavalleria . del Regno d'Italia napoleonico. Era il 2 ° regg. ussari della divis. cisalpina , e prese il nome -sopra detto nel 1805. Si distinse in modo speciale nelle campagne di Spagna.

Napolitani (Amonio). Generale napeletà!IO (1i64-1820). In gioven,tù era stato sacer<lote e cappellano m il itare. D u-

rante la Repubblica, datosi alla vita militare fu capitano degli usseri . Passato nell 'esercito napoletano n el ,806, fu inviato nella Spagna dove si d,stinse, come p ure nella campagna del , 812 contro la Russia . l'romosso maresc. di campo ne l 1814 parteci pò alla guerra con tro gli Austriaci nel 1815. Conservato in servizio dai Borboni, prese parte alla rivoluzione del 1820, ma dopo poco morì.

N AP

Passato il regno ai Borboni, questi lo tennero fino al 1799, quando re Ferdinando fu costretto a fuggire in Sicilia dinanzi ai francesi condotti d a Cha mpionnec, che creò la repubblica Partenopea. Spenta la repubblica e richiamato Ferdinando, dopo <luc ànni, q uest i fu nuovamente cacciato dai Francesi nel 1806; la corona di N . toccò a Giuseppe Iluonaparte e poi a Gioacchino Murat. Q uando Napoleone cadde e la renione trionfò, Mura.1, tentò d i conservare il regno, ma vi lasciò la vita. Ne l ,820-21 N. insorse per scuotere il giogo dei Borboni, sor-retti dal1' Auscria, ed io seguito fu spesso agitata da moti insurrezionali. Nel 1848 Ferdinando !l concesse la costituzione, ma l 'anno seguente la toglieva con l'appoggjo dcll' Austria , Francesco II, succeduto al pad re Ferdinando nel 1859, fu costretto a r ifugiarsi a Gaeta dal piccolo esercito d i Garibaldi, il quale, liberata !a _Sicilia e la Cal abria, il 7 sel• tcmbre 1860 entrava in N . . assumeva la dittatura e proclamava il regno d i N. te na italiana. Fortificazio11i di Napoli. La difesa ddla città era un tempo affidata ai potenti castelli medioevali, costruiti in ·e poche diverse e di cui parecchi sussì.5tono ancora oggj ,

come il Castello dcll 'Ovo, Castel Sant'El mo, Castel Ca puano, Castel Nuovo e Castello del Carm ine. [l « Castello dell'Ovo >), giace sopra un'isoletta, l 'antica

Napoli. Città capoluogo di provincia, sul golfo omonimo. Vi hanno sede·: il comando in capo del dip . marittimo del· !lasso ·T irreno; il comando del X C. d 'A.; della 25a d ivis. territoriale, del 27'·' distretto m ilitare; del deposito centrale delle t ruppe CO· loniali; del 4° rJggruppamento dell a M. V . S . N . ; della 10a legione

Stemma di N apoli

I"

Megaris; nel

1128, o nel 1154, vi fu costr uita una rocca che Pederico II portò a term ine nel T:22J . Gli Spagnuoli ne fecero saltare una parte ne l 1503. Ricostruito e fort ificato nel 1691, venne nel 1800 ad ibito a ·caserma. Castel Sant'Elmo, eretto sul Vomero, fu fatto costruir e da Roberto d 'Angiò. Ne l 1538 l 'ingegnere spagnuolo Pier Luigi Escriva ne progettò e incomincjò la ricpstruzione che fu terminata nel 1550 da Giangiacomo dell'Acqua. Nel 1799 resistette agli assalti delle soldatesche del cardinale Ruffo, che poi vi fece imprigionare i più ardenti repubblicani. Oggi è adibito a carcere militare. È un esagono di 185 m. d i d ia-

ferroviaria; d ella

centuria portua ria. N . ebbe

ori~ini

antichissime :

fu

co~

Ionia di Cuma, sonto il nome di Partenope, si ampliò rapidamente e fu chiamata Paleo;ioli (Vecchia città), poi giunsero n uovi coloni e costruirono la Neopolis (Nuova città) che d ivenne la capi·ta le della Campania . F ino dai p,inii tempi era tanto potente che Roma ne chiese l ' alleanza; dopo aver resistito ad Annibale, resistette alla sua ant ica alleata e non d ivenne provi ncia romana che sotto l' impero . Caduta Roma, non tardò a divenir preda degli eserciti barbarici e ad . essere coinvolta nelle louc fra essi e l'im pero bizan tino, fino a che, nel sec. Xl, passò agli avventurieri normanni. Quindi Enrico VI di Germania s'impadronì del regno e dopo di lui regnò Federico II, che morì nel 1 250 . Alla sua morte, papa In nocenzo IV invase il reame e scomunicò il figlio d i Federico che invano cercò di opporsi. Ugual sorte ebbero i ten• ta tivi d i Corrado e di Corradina, u ltimi degli Svevi. Clemente IV cedette il regno a Carlo d 'Ang iò, che, scon fitto Corradino a Tagliacozzo (1268) si affermò padrone delle Due Sicilie. La dominazione an1,>ioina durò quasi due secoli, lìnchè nel 1442, Alfonso V d'Aragona , 'impadronì ilei regno d i N . Quando, nd 15 16, Carlo V divenne re di Spagna, lo fu anche di N. e dopo d i lui i s uoi suc::ccssori i quali vi tennero un v icerè . Le ~sor• bitant i lìscal ità di qu alcuno di essi, esaspernrono il po• polo che, nel l 647, capitanato da Masanie llo, insorse contro i l governo vicereale spagnuolo, il quale dopo la effimera diitatu ra d i Masaniello rafforzò il proprio dominio.

Napoli nel secolo X V metro, costruito sopra saldissin1c n1u ra, con la controscarpa

tagliata nella roccia, coi fossi mun iti di m ine e controm ine

e · con parecchi sotterranei ; con una vastissima piazz a, <l'ar mi ed una grande cisterna . Il Castel Capuano, presso porta Capuana, fu costruito da G uglielmo I e terrnioato nel 1231 da Feder ico ll, su disegno di Fuccià. Del Castello del Carmine, presso I.a porta omonima, non resta che una m assiccia torre, la « Spinella » . Costruito nel 1382 da Carlo III di D urazzo ed ampliato e fortificato un secolo dopo da Ferd inando I, venne demolito nel 1906. Il Castel Nuovo è ancor a oggi il più grande e imponente


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monumento dell'architettura mii. napoletana. Fu edificato da Car lo d'Angiò , tra il 1279 ed il 1289 , per opera degli architetti Pierre dc Chaulnes e Pierre d 'Agincourt, sopra un masso roccioso, elevantesi a picco sul mare. Larghi e I )

profondi fossati, in cui entrava j} n1are, cingevano il cas'tello sui tre lalÌ verso terra, per n1odo che esso veniva interamente circondato dall 'acqua e<l e ra rtso quasi ina(Cessibile per la diffic.ohà che presentavano i fossi ad ess,;rc colmati. Cinque torri, di grande altezza, si ergevano agli angol i delle còrline ed ai lati della porta del castello . Altra torre d i minore altezza (d ella quale è rimasta solo la base, rico9truita nel l'epoca vicereale) si elevava sul · piazzale innanzi all'entrata, a guisa di rivelli no o barbacane, e conteneva una porta col ponte levatoio . I terrazzi, disposti sull'imbasamento del castello, servivano egregiamente ali 'impianto delle macchine da g itto. Questi terrazzi inferiori, cinti da parapetti merlati, costituivano quasi una difesa avanzata rispetto alla merlatura su periore, ricorrente sug li spalt i delle torri e del le cortine.

r.

per la costruzione d i affust i, carreggio ed altro materiale d i artiglieria. Nel 1897 la fonderia prese nome di officina d i costruzioni di artiglieria, soppressa nd 1911 : i relat ivi serv izi furon~ assunti dall'arsenale, c he riunì alla sua d ipendenza anche l'ex fabbrica d'armi di Torre Annunziata, d iventala sezione dell'arsenale . Il 1° lui;lio ,916, la sezione ritornò autonoma e p rese la denominazione di « Regio spolettificio di Torre Ànnuuziata » che. nel 1921, d ivenne nuovamente sezione dcli ' Arsenale.

Arsenale navale di Napoli. Fu ultimato nel 1577 per o pera del v icerè Mendoza. Nd 1688 il vieerè Pietro d'Aragona fece fabbricare la darsena, ampliata nel 1825. Un bacino d i carenaggio, costruito su disegni del m inistro della guerra e marina, pri ncipe d 'Isch itella, vi fu inaugurato nel 1852, con la immi ssione d el vecchio vascello " Vesuv io» . Dopo l'un ificazio ne dd regno d'Italia, ]'Arsenale <li N, acquistò nuovo sviluppo quale. stabilimento tli lavoro del 2° diparcimento e <Juale cantiere di allestimento per !e grand i unità costruite a Castellammare. Dopo la guerra l 'Arscnalc fu trasformato in base navale, la quale a sua volta venne soppressa nel 1928. Dipal'timento militare di Napoli. Ap!>artiene all 'ordinamento mi i. del 1861. Comprendeva le divis. mii. di N., Salerno, Bari, Chieti, Catanzaro, la divis. autonoma di Cagl iari, le due divis. (Paler mo e Messina) e la so ttodivis. specia le (Si racusa) della Sicilia. L'ordinamento 1861 du rò solo sei a nni. Nel r.867 venne costituito a N apoli un « Gran Comando», d al quale d ipesero la 3•, la 9~, la 10• div is. (Napoli, Bari, Sa lerno) . Ciò durò fino al 187r.

Pianta del c.astello di S. Elmo

I fossi e la rampa <l'accesso erano protetti da un muro con spalti merlati che correva in giro a tutta la piazza antistante. Alle difese da parte di terra, corrispon deva una posizione verso mare per se stessa inattaccabile. Altro presidio da questo lato era costituito dalla torre d i S. Venanzio la quale, a mo' di antiguardo, sorgeva sopra un isolotto, a brevissima distanza dalla terraferma , Le mura del castello erano, est.e rnamente, tutte rivestite d i pietra v iva . L'accresciuta potenza d isttutriva delle bocche da fuoco decise Alfonso J d",\ragona, verso la metà del secolo XV, a costruire intorno al castel lo una nuova cinta tli foictificazione, secondo i canoni dell 'arte m ii. del tem po, con quart.ro bastioni negli angoli d i forma circolare (torrioni), e con il fronte verso il parco notevolmente sopraelevato, costituente u na fortezza a sè, detra C ittadella , la quale aveva una poPta munita di ponte ·1evaroio e diicsa da una to rre d i forma quadrata. Con la costruzione della nuova cinta este ma tutto il nerbo della d ifesa era portato su di questa ed il castello or ig inario perdeva 9uasi to,lalmente i caratteri di .fortezza, a comincia re dalle magg iori difese del l' ingresso, le qua li cedettero il poS!o al magnifico arco t rionfale, che Alfonso 1 vi fece innalzare nel 1470 su disegni d i Giuliano da Maiano. Durante la guerra del , 495, u·a Francesi ed Aragonesi, Francesco d i Giorgio i\lartini, ingeg nere mi i. a l servizio di questi ul-

timi, espcrin1entava con pieno successo la prin1a m ina a polvere <la esso inventata . A ttualmente è sede degli uffici dèl la Direzione d'artiglieri,1.

Arsenale d'artiglieria di Napoli. Fu fondato verso il 1600 dal vicerè d i N . col nome d i Regia Fonderia, per la fu. sione delle artig lie rie in b ronzo e g h is,1. Nel 1792 il col. Francesco Rcuato de Pommereuil vi inaugurò i l reparto

Marina Nf1poletana. Prima dell'avvento al trono d i Carlo Ili di Borbone, N. non aveva mai posseduto una vera marina da g uerra propria, e, nel ,734, quattro vecd,ie galere e pochi legnetti costituivano tutta la nona del Regno delle Due Sicilie. Nel 1741, essendo in g uerra Spagna ed Austria, una squadra inglese, entrata nel porto di N. impose a l re Carlo di Borbone ,li rimanere neutrale. In seguito a tale affronto il sovrano cominciò ad occuparsi d ell a ma rina militare, organizzandone i ser, vi~i secondo le c rdinanze spagnuole ckl 1701, di Filip po V. Nel 1779, la reg ina lVlaria Ca rolina chiamò dal la

Toscana,

dove

comandava la n1ar ina, Giovanni Acton_. di orig ine idandcse, e g li affidò i l cùm pito di

BancEera cost ituzionale della m arina napolclana (1860)

riorganizzar<.: la m,.uin a napoletana. Egli acquistò vasn:lli e fregare e predispose un vasw progranuna di nuove costruzioni , chiamando a d iri~ gerle l'ing. l 111bcrt; ampliò il collegio d i Marina, inviò alcuni giovani g uardiamarina con altri ufficiali a prestare temporaneo serv izio su navi delle 1naggiori marine mili ta ri e uropee; fondò il cantiere di Castellammare d i Stabia, is tjruì un corpo di fanteria di marina, uno di cannonieri ed un parco <l'artiglieria largame nte provvisto . Nel 1784, una squadra napoletana partec ipò con l 'annata spagnuola ali 'assed io di T ripoli e nel 1793 alla sped iz ione di Tolone. Seguirono le dolorose v icende del 1799, con la

condanna a

1nor te

1

<leH a111m iraglio Caracciolo; poi l'inva~

sione francese e la riorga ni,.zazione della marina alla franccst . Sotto Murat il contingente di leva ve nne au ..


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NAP

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mentato e furono varate od i mpostate parecchie un ità. La giovane marina napoletana si battè conrro ]e navi inglesi il 4 luglio 1806 e il 27 giugno 1809. Nel i815, rientrato a N . i l Borbone, furono stabilite nuove ordinanze generali per la m arina, la creazione d i vari corpi di ufficiali, di unlaccademia <li marina e d i tre comparti• menti (Napoli, Palermo, Messina), delle caricne d i comandante generale e di Ispettore, del Consiglio di marina, ccc. Durante il regno di Ferdinando li, furono accelerate cd aumentate le costruzioni d i molte uojtà e istitulta n ello stabilimento di Pietrasanta una scuola d i ingegneri meccanici per fornire macchinisti italiani e macchinari nazionali alle navi a vapore. Nel 1842, il comando della Marina Sarda inviò gli ufficiali Sotgiu e Persano a studiare gli ordin amenti cd i progressi della marina napoletana . La q uale fu nel 1848 nell 'Adriatico, ma venne richiam ata in patria ben presto; e moralmente si trovò impossibilitata nel 1860 a fronteggiare i GaribaJ.dini , che recavano la parola « lral ia » sulla loro bandiera : la ma• rina borbonica passò a far parte nel 186r di quella italiana . Esercito Napoletano. L'cscrciLO delle Due Sicilie non fu mai completamente nazionale, ma ebbe sempre, anche dopo il 1850, carattere misto d i nazionale e mercenario. Du rante il governo dei vicerè, l'elemento n·a zionalc era

genio, ecc., e molti sottufficia li e subalterni, fra i qu~li il sergente Pietro A ugereau, poi maresciallo napoleonico e duca d i Castiglione, il tenente G . B. Eblé, che si distinse in seguilo come comandante d'artiglieria nell'esercito francese, cd altri . La venuta però cli q uesti militari stranieri provocò malumori e rancori negli ufficiali napoletani ed i migliori si ritirarono; g li altri cercarono di reagire con ogni mezzo. Con tutto ciò l 'art:ig)ieria napoletana, per le cure intelligenti del Pomereul, fu riordinata e portata a ta le grado d i perfezionamento che da allora fu ritenuta come una delle p rime d'Europa . F urono anche inv iati ufficia li in Francia ed in Prussia a studiare ordinamenti e cose militari. Scoppiata la Rivoluzione francese, nel 1793, 6000 Napolet,ini, sotto il. comando rlel maresciallo Fortig ucrra, fu rono alla difesa di T o]ope contro i Francesi e vi si d istinsero molto. Tuttavia molti ne tornarono im bevu ti d i idee liberali, e fra essi Francesco Macdonald , poi ministro della. guerra sotto M urat, il Begani difensore di Gaeta, erl altri. Anche i rcgg. di cavaller ia Re, Regina, Principe e Napoli, al comando del maresc. di campo ' principt d i Cutò, inviati nel 1794 in Lombardia, 1i distinsero nelle campagne fino al 1796. Gioacchino Murat. salito al trono di N . si dedicò subito alla riorganizzazione dell'esercito, sulla base d i quello francese; ne migliorò le

,.....

Ufficiale napoletano (sec. XIX)

minimo e l'esercito non era che un 'accozzaglia di Spa gnuoli, Tedeschi e Svizzeri. Passato il regno a Carlo lii d i Borbone, questi abbandonò le redini del governo totalmente nelle mani del marchese Tanucci, il q uale riordinò radicalmente l 'amministrazione dello Stato, ma trascurò del tutto l'esercito, ciò che fu veramente -deplorevole pcrchè non mancavano ufficiali d i talento e dottrina che con i loro scritti cercavano prdmuoverne l'istruzione. Il marchese di ·Martignano, Giuseppe Palm ieri, il principe di Sansevero, Raimondo d i Sangro, furono st imati all'estero e le lo ro o pe re lette e studiate d a Federico II di P russia, dal maresc. di Sassonia e da altri capitani del tempo, mentre erano t rascurate nel regno. Ma quando la regi na Maria Carolina, sbarazzatasi del Tanucci, chiamò, come dicemmo, l'arnmir. Acton, quest i si occupò, oltre che delle èose della marina, anche d i quelle dell'esercit9, col grado di capitano generale . Egli aumentò i l contingente annuo col volontariato; l'esercito raggiunse la forza di 30.000 u . Furono chiamati ufficiali esteri rino mati ed ;ibili : il colonnello francese Po mereu l per l'artiglieria, il barone Salis dei Grigioni per la fanteria, Duportail per il

Fante

Cavaliere Esercito napoletano ( , 821)

condizioni e fece ritornare in pat ria cl_alla Spagna molti ufficiali napoletani per avere educatori e comand anti pratici de lla guerra . Fu allora in(rodotta la coscrizione , che <lava un cont:ingcntc annuo di 10. 000 u . Gli ufficiali del le va rie armi ddl 'escrciLO veniva no reclutati dalla « Scuola reale politecnica miutarc » istitujta 11el 181 1, come trasformazione della « Rea le Accademia militare » fondatada Ferdinando IV nel 1787 , nel convento della N unziatel la, dalle cui aule uscirono dotti e valenti ufficiali. Fra i nom i più i llusu·i degli uffic iali usciti dalla « Nunziatella >> sono da ricordare q uelli del Began i, del d 'Ambrosio, del Macdonald, del Montemayor , del Costanzo, del Russo, dei Pepe, del Colletta , del Casella, del Blanch, del Costa, del de Sauget, del De Pinedo, del Guarasci, del Romano nel l'epoca napoleonica; dcll'Ulloa , <lei Nunziantc, dei Mezzacapo, del Boldoni, del P ianell, del Longo, dell'Orsini , del Pisacane, del Cosenz, del Marselli e _molti alt ri nel Risorgimento. Nel 1812, aprivasi in N . uoa " Scuola elementare mi litare » detta « Scuola di Marte » per istru ire i figli dei m ilitari, i migliori dei quali, ultimati i corsi, passavano alla Scuola reale politecnica.


I

f

I

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433 -

. C(!n la restaura.cio ne dei Borboni. l'esercito napoletano r isultò dalla · fusione dei sesidui d i q uello muran iano con le truppe che avevano seguito Ferd inando 1 in Sicilia. li generale aust riaco N ugcnt, che era stato nominato ministro della guerra,- risrabilì - la - cosc-rizionè nel Napoletano {in Sicilia non lo potè fare per l'opposizione della popo lazione); istituì una 1ni ljzia civile sim ile alh Guardia na7ionak; ridusse le for~c J cll'escrcito regolare, o rd inan. dolo a somigl ianza d i quello austriaco. Dopo i moti del 182, Ferdinando l , tornato a N apoli alla testa d i truppe austriache,

sciolse

tanto

la 1nilizia

quanto

l'esen:ito~

il

quale fu ricostituito licenziando quasi tutti gli ufficia1i e ~ostltue nclo

alla

coscrjzio nc gli arruolamenti

volontari

fl

premi. li re F rancesco I , per porre hne alla onerosa oclLipaz1ooe austriac~, ricorse 3Jl 'arruolamentv d i Svizzen. f!!

Sicilia si

forn1arono

un reggin1ento fanteria e

2

bgl.

c acciatori , c01nposti csclusiYamentc, ufficiali e truppa, di Siciliani volontari pagati dai c.:itrn<..lini, eh(; in tal modo compravano i gradi. Saliw al t10no Ferdinando 11, '1uesti ~om prcse la necessità di occuparsi della riorganizzazione

(1ell'es~rcito, che venne, infatti, con1piu ta secondo i c.:on , igli del gen . .Filangicri. Si fece una ce1Ja epurazione nti

NAP

proconsole. Pakopoli, soccorsa in tempo da Nola e dal Sannio, oppose una rcsistenz.1 di due anni, ma pcl traL1mento di d ue capi della democrazia , Carilao e N inlio, fu consegnata ~1 nemico. 1\1 . invc1.:c aveva aiutato il co nsole nell'assedio, dopo il (Jll,1k la· d istinzione fra le due pan i <ldla città scompa n ·e . Jl. Assedio di Napoli (536) . Appart iene alla guerra int~apresa dall'imperatora Giustinisno, di CostantiDopoli, con1ro gl i Ostrogoti. I l gc.oerale bizantino 13clisario investì la ci,u-à, nella quale erano partigiani dell'impero, e i Goti opposero viva resistenza . Dor:i 2r giorn i <l 'assedio, un m ilite bizantino scoperse un passaggio a ttraverso I 'acqueòotto g uastato dalle truppe di Belisar io . 200 uomini scelti vt s, introdussero, sboccando di nulle inossen·ati al di là delle mura. Subito essi accorsero a una porta , e, sopraffatta la g uard ia, apersero il passo alle truppe di 13elisario, le quali i ,w ascro la citt:ì e faci lmente la occuparono, saccheggiandola e facendo :;tragc degli abitanri avversai-i dei 1:izantini , mentre la guaroigionc gota ., i da\'a prigioniera. !Il. /l;s,,dio di Napoli (542-543). Appa rtiene, come il precedente, alla g uerra fra Bizam ini e Ostrogoti. L'assedio J u posto questa volta in fine del 542 dal re ostrogoto T otila, e la citrà venne difcs~ da Conune, con piccola gt:a rnigionc biz"ntina, appoggiata da pane della popo lazione. UnJ piccola Aolta, invia ta <la Giustiniano al comando di Demetrio, giunse da\'.antì a .'V. per approvvigionarla, n1a venne assa lita da navi di Totila nel golfo e sconfitta con lo perdita d i molte navi . Una seconda flotta bizantina, guidata da }v1as.simìnu, sopravvenne, ma . sorpresa da tempesta, fu gettata sulli, riva presso N . e i sµpcrstiti vcn11cro cattur;Hi . La cjuà, ù is pc1an<lo ormai di essere soc .. Lorsa, si :11·resc nel maggio del 543; l:1 gua rnigione fu Lisciata lihcr~ di ritirarsi a Roma, e k fortificazioni vcnr.cro s111:.rntellatc. Esse venne ro perù poco dopo ricostruite

,Jaglì abitan ti. IV. Assedio di Napoli (8 t 8). F u posto da Siconio IV, j"=J incipc:

TI castello dell'Ovo nel sec. XVI

• 1u adri e nel le truppe si conservò lil coscrizivnt: nd Kapoletano, si portò la [erma ad 8 anni . L 'cscrrito rJ:,bc od lora una forza compk,ssi,·a di 44.oou u . Nel 1859. r cr I ·opposizione della · Confcdcrnzione Svizzera alla rnnn-,. -; ione dei COJHi ugt:nti ai sovra ni assolutisti : tutti i reggimenri :,,vi%.zcri vennero .sciolti . Con la c~iduta del la dinas~ì~1 1

l mrbon ica, 1·cscrcito napole lano crasi ln parte ::.lx1ndato. Ju parte rifugiato in territorio papnk~ quanto rimanc,·a ,iveva capitolato. Vista la cattÌvH pro\"a Jana e la ind i~~iplina in i.:ui <.: r;1no c.:aùuti dopo una .serie di ro,·esl"i. non s.i teneva molto ad a.vere troppi soldati borbonic i nel nuo~·n <·sercilO nazionale: si licenziarono quindi le classi am:ian,{; si conservarono le quattro più giovani . Degli ufli cia!i , ~ik uni erano passati nd campo liberale . altri t:rano rimasti fedeli sino all 'ultirno cd erano stati prcrniat; dal re d i N . co n prnrnozioni st rao, d inarie . G li ufficiali de l ,disciolto esercito napoletano ft!i01.10 ammessi odi ·esc rcitù nazionale coi gradi che a,·evano prima de l settembre 1860. Ma molti preferirono liquidare le peusioui e ritirarsi.

J. Assedio di Napoli (_;26-325 a. C .). Fu posto dal cons<>le Q. Publ ilio Filone per le ostil ità fatte ai Roman i abir:rnti nel contado: il console pose il campo fra Palcopoli ( lo parte ant ica) e 1'-' eopol i (la pan e nuova dellJ ciu,,) . Non essendo riuscito nell"inrento durante il proprio consolato, il Senato e i tribuni g li fecero conferire (ciò che :in-cniva per la pr ima volta) una proroga col titolo d i

di Benevento, da terra <.: da mare. Egli aveva già

breccia nelle mura, qua11 do il duca Stefano . che c·(\ffJ~111tlava a N . r cr i Bizantini, ottenne una cccgu~, e d urante la notte rip,HÒ la breccia. Ciò permise cli pro:ungarc la resistenza per qualclre tempo, ma iufin~ la città si arrese e cl i,·cnnc tributaria d i Sico11c . :.atto

V. Am·di di Napoli (822, 832, 836). Vennero posti ancora d al d uca Siconio; nel p rimo (822) la città resistette: nd secondo (832) Sico nio m·w ì nel settembre, lasciando jJ comando a suo fig lio Sicardo, che dovette però abbandonare l:ass«dio.~ Tornò egli ncll '836 ad assediarla, ma Andre:1, duc:i d i Napoli, ebbe soccorso dai Musulmani , t anto che Sicardo venne a _patti e il 4 lug lio fu tonclusa la pace. lrnportantc l· i\ ntè'rvcnto musulmano ! nu0vo fatture clic, me n tre da un_ 1~·ro, con1c: scrisse G. Romano, servì a corroborare la nascente potenza delle repu bbliche campane, dall"altro accelerò lo sfaccio del ducato d i Benevento, po nendo nuovamente di fronte l'impero bin nt ino rl"Orientc e l 'impero franco d'Occirlcntc. V.I. Bauaglia 11d golfo di Napoli (915). Fu combau uta e vinta dà un'arn1a.ta bizantina, inviata dall 'imperatore Costami.no VII ed appoggiato da nav i delle repubbliche. marinare d i Amalfi e di Pisa, contro una flotta saracena. La battaglia segna la cacciata dei Saraceni ,iàll"!talia con tinentale, eliminando il grave pericolo rappresentato dalla loro presenza. Vi i. Assedio di Napoli ( 1076-78). ! Normann i avevano nel 1027 aiutato Pandolfo III , duca d i Capua, a prcn -


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NAP

dcrc lV. al duca Sergio lV, ml questi_ avevJ. riaCC]UÌ~tata la c ittl nel 1030 con l'aiuto degli stessi Nonnann , . Il <l u cato di N. dipendeva o rmai solo nominalme nte dall'inl pero bizantino. li p rincipe Riccardo d i Caµ ua. nel magg i9 Jo76, d'accordo con Roberto Gui.scardo, andò a porre l'assedio a N ., 1a 'JUale aveva libere le vie dd mare rncrcè la !lotta che possedeva . Robuste mura dalla parte di terra la proteggevano dagli assalti . Rjccar<lo eresse torri di lci:no e palizzate intorno a lle mu ra, e p iù volrc gl i a$st:d i,.ui, con sortite felici 1 vi appiccarono il fuoco. Ma Robeno mandò una potente ilotta in appoggio a Riccard o . e la c ittà fu così b loccata anche d al mare. Molti assalti dal i alle mura furono san guinosamen te rcspjnti, e le navi tenute in r ispetto dalla no ttig lia napokw na. Il 5

aprile del Io78 n1orì J{iccardo; gl i succedeue suo figlio G iordano, il qua le, per non unar:,i n )ntro i! papa che ,n ·eva scomun icato gli assedi~1nti, abbandonò l' impresa . \!li i. ,-1<,edio di Napoli (119 1) . r\pµan icnc al la spcd i1.ione dd)'impcratorc Enrico V I tli Germania in Ita lia . I.o. dtt~\ cr~1 d ifesa d a Riccardo conte di Acerra. L 'impe• ratorc kt investì e più volte fece assal ire le !'ll!C ll'H J ra;

Castd Sant'Elmo (sec. XVI II)

11n la valida difesa ebbe ragione degli assal itori, nnto più clic Énrico non dispone,'a di u11a fìotta, e Riccardo poteva così ricevere provv igion i e aiuti dalla parte del rnare. Il golfo era gu:1rchuo da una fìotra normanna, agli ord ìni di MargaritCJne, il qua le b~Htè una t-k,tra pi~:in:1, venuta in appoggio a ll ' im pcra to rc . Anche i Genovesi stavano per inte rveni re, quando un 'epidem ia scoppiata 11d campo d dl!impcra_torc lo costrinse a togliere l'assedio cd :i. tornare i 11 Germania. C inque ann i dopo, F.nri,;o V[, disceso nuovamente in Italia, ,pciteva prende re la c itt,ì senza sforzo : il duca Riccardo fu ! rascinato per le strad e • coda d i c;l\•a llo e 111olti <ki suoi n,es$i a morte . IX. A ;,edio di Napoli (12.53). F u pom, d all ' im peratore Corrado di Ccrman ia, durante l~ sua sped izione in lralia . N . si era posto sono la p rotei ione del p ap a c he n.on po[è. aiurnrl a. Con l'aiuro di ma~chinc da guerra, l'impcnnore baut: k mura e ,:ostrinsc gli 3.bitanti alla resa, obbl ig andoli dopo d i c iò a demolire le mura con le loro stesse mani. La caduta della c ittà però avvenne, p iù che per f orza d 'arm i, per opera d i una flo tta siciliana. c he 1·::1veva bloccata dal mare, impcrlendo ogni arrivo di vcrtovaglic .

X. Guerrf' fm Svevi ed A11gioi11i nel Napole1a110 ('2651268). L'inlfoenza goduta dallo svevo Manfredi, sovrano tlcl mczzogioroo d'lta lia, sui GhibeJHni jtaliani , gli ;Jttirò l'in im icizia del Papa , il q uale offerse la corona d i N apoli a Carlo d'Angiò, fratello d el re di F rancia. V inti

gli ~crupoli cl i Luigi IX , Carlo preparò un esercito da

N AP

434 - -

inviare Hl lral ia . M anfredi ,i apparecch iò alla difesa . in-. v iando un rinforzo di Tedeschi <: Sa raceni ai Ghibel lin i di Lombard ia e di Toscana, rncntrc r~idunava :1lrri cava~ lieri e fanti nel Reame per fronteggiare i ·avversa rio, qua-

lora fosse riuscitu :i bauerc i Collegati del

St~ttcntr ionc.

Carlo inviò una patte cicli ·esercito per via cl i te rra, al t.:omando d i Simone di Mon fort, mentre egli stesso, con l'a ltra [>arre, si im barcava a Marsig lia s u 30 galee, e, ,barcato alla foce del Tevere nel mese di maggio 1265, t'' ntrù in Roma con 1000 armati che aveva ccndòtto scco, rim a nendovi in attesa del resto ciel suo esercito. Qucst 'ul tÌlllo, radunato in Borgogna, forre di 5000 cavalli, 15.000 fanti e 1000 arcieri. sulla lì11c dell'estate passò in Savoia e, per il CenisioJ discese in Piemon te. Lu □go la marci3 vnso la Lombardia s i unirono a que·s te truppe quellè cli a lcune c irtà della Romagna e della Marca, e 400 cavalieri g ue lfi fuorusciti d a lla Toscana . Le forze ghibelline, rinforzate dalle truppe inviate da Manfredi, in numero d i 3000 Gl\'alieri e 9 .000 faa ti 1 campeggiavano fra Pav ia e Piacenza, per cop rire i passaggi sull 'Oglio. I Franceii riuscirono tu1rnv ia a passare il fiume a P a lazzolo e ad att,aversare il Mamovano e il Ferrarese, portandosi a Bologna, donde, per la marca d i Ancona ed il ducato di Spolelo, al la tìnc d i dicembre g iungevano a Ron,a. Carlo d'J\ngiò, incoronato <'lai Papa re d i Napoli e Siciha, raccolti danari e nuovi ar·m ati fra i Guelfi di Toscana, di P<.:rugia e di Orvieto, e tratti alla sua causa :i lcun i C{lpi~ tani di ven tura che fino allora avevano scrvico Nfanfredi, 11 6 gennaio r266 mos5c verso il Reame per la via dì Ceprano. Manfredi non si oppose alla marcia d i Carlo, fortificò S. G,·rmano e si ritrasse a sud del Garigliaoo, affidando la difesa della linea . del fiume a l conte d i Caserta . Conte mporaneamente provvide a richiamare k truppt: inviate in T oscana cd in Lombard ia, e ad arruolare nunve forze in Germania . Egl i restò in attesa a Benevento. L' impresa d i Carlo fu agevo lat" dal rradirnento e da lla codardi,1. La fortissima r<'>CCa d'Arce si delle all'Ang iò. dopo debole difesa; la rocca d i S . Germano fu presa d i foua; il conte d i Case rta a ll'apparire dei Frances i abbandorn\ la linea del G,1.rig li"no~ lasciando Joro via libera per penetrare nel cuore d e l Reame . C,irlo , g iud icando d iffi t:olro_,o forzare i ponti su l Volturno, passò ~ guado il fiume a monrc.:, e? <lopo aver SUpi::ratc ]e 3olc d'Alife. g iunse in visrn de lla città. Il 26 febbraio T266 si co,n hattè la battaglia di Benevento, dove Manfredi t rovc) la mo rte . La _signoria degli Angiò si sostituì nel reame <li ~fapo li e Sici lia a quella degli Svevi. Dopo la ,·i ttoria di Bent'Vrnto, Carlo· diede tutta la sua ~1ttiv it~ aJ riassetto del reame, pni p assò in Toscana a s,1,tene1·c le sorti dei Fiorentini in g uerra contro Siena. Jvfa nel reg110 ci rcolava grande. maltHnorc corHro il go\'Crno degli Angiò : maluniorc che !-.l man ifestò in ape 1·t,1 ri bell ione, fomentata dai seguaci degli Svevi in Sicilia, in Abn•zzo cd in Puglia . [ncitato dai Ghihell ini d'Italia, il giovane Corradino parti ,d i Germania e per la via dell'.-\ d igc scese a Trc1Ho e quindi a Verona, con rn1 esercito 111crccnario d 1 circa 10 .000 ann~ui e una nobi le co, mit i\-~ di signo,·i te(lcschi. Alcun i mes! rli sosta a Verona f urono occupati, pilL rhc nei preparativ i dcl l impresa di Napol i 1 in feste cd onori, tanto che Corradi1101 a corro di danaro, fu a bbandon ato dalla maggior p Rrte dei suoi sold s ti. Ma, sorre tto da ll a fe de e dagli aiut i materiali de, G hibe llini, il giov,1nc p rincipe, .tttsavcrso la Toscana, per h via di Pisa e Poggibonsi perven ne a Siena . Qualche tempo dopo, in un agguato, Corrad ino sorprese e disperse a Ponte a Va lle le deboli fnr>.c francesi che il re d i Na1


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NAP

poli a, c,·a iovtJlè in Toscana a contra::.targli la n13r,ia . Poi, rinforzalo il p ropri<> esercito di numerosi Ghibe ll ini d1c :.iccorn:varw entusia~li sotto le ::,uc in..l>cgnc, rnossc ,crso Roma. o,-c giunse il 24 luglio u68. Erano ai suoi ordini 5000 ,avalien tedeschi e ilaliani e 8oo spagnuoli . Il 10 ago,w, avendo ttdito c ht· Carlo cnl ali 'assed io d i Luccra e che molti baroni gli ,i erano ribellati. ,i "' ,·iò verso i wnfini del Reame, e\'itando il passo d: Ceprano, che ,apcva ben gw1rdato; marciando allra,·crso 1·a,pra zona montagnosa . per Riofreddo e Carsoli giun,e a Tagliacou.o . Carlo~ tolto l':t,~dio a Lucera. ~• grandi mnr.:ie r:1f!giunM: l'e>erciro di Corradino mentre sta,a 1ran,it~ndo le diflicili gole dcli' 1\bruzzo. Il 23 agosto a Tag liacozzo fu combauurn la ba1tag lia ncl\3 quale Corradino fu ,confino. e . catturato pr<"><;O la torre di Astur.,, fatto giusliziare. La

lotta fra Angioini e S, c,·i termln,wa co::,Ì

4.:011

la "iuoria

dei pri mi. Xl. SorprrS<l 11arnlc di X11poli (1283). Fu operat.1 da Ruggiero di Lauria, agli ordini di Pietro lii d'Aragona, re ri i Sicilia . L'arnmirnglio comparve con fone flolla alI'improvviso nel golfo, si precipitò sui porro e vi bruciò o predò le na,i cd aurezzi na,ali di Cado I t1·.•.ngiò, re di Napoli, ritirandoii poscia ind isturbato,

'\li. C11err,1 del r,: Luigi I d'U11gherù1 pel re,1111,· di Napoli (1347-1350). Re Roberto di N. a,·c,a rallo ,110sare

t)

l:t nipote Giovanna ad 1\ndrca, saondogc11ito di Cado Rnhcno d'Ungheria . Le 11ozzc furono celebrate nd 1333, alla presenza di re Carlo il quale, partendo, lasciò a N. parte della 1H1mcro,a milizia che avc\'a condotto scco. Morto 11d 1343 ,I re Roberto, And rea e Giovanna furono ricono,ciuti sovrani, 1n~L per essere rnolto giovani, furono in hrc,·c circuiti da un;1 rete d'ingJnni dai parenti ccl in und congiura ordirn da questi, ,\ndrea venne ucciso .(,345). La notizia fLt , ubitu [JOrtata in Ungheria, dove Lu igi I , [rJtcllo di Andrea, succeduto al padre. giurò di vendicarsi, e cominciò :l ~U!,Citarc ribellioni nel rc~tmc contro Gio-,·anna che si c.:ra già unit:t in m:llrimonio col cugino Luigi d i T:1n1nto. li 24 dicembre 1347 il re Luigi arri,ò ad .·h1uild. Ocllc !ruppe condotte -.eco, egli fece <lue p,rti. cldlc quali u11.1 mandb al conte di Fondi , e l"altr:1 1,·1111<: con sè. i I t.:ontc, t.:0sì rinforzato, prese '1'(;~1110 e h.1u~ i i'.\.\1poletani .1 Capua. Giunta la uuo\·a eh<.: il re t1·1.111ghcria :irriv:.ito :t Benevento, i ,o\'f3ni di /\'. dcci-.cro cli

<:"f,l

fug-g ìrè per m:lre; Giovnnn:l ~·irnbarcb il

e si rifugib in Provenza:

~l10

17 gcnnnio 1348

marito partì po,hi giorni

dopo e ripari, 111 Toscana. Intanto Luigi l era arri,·;1to ad 1\\'Crsa, dO\'(• fece decapitar~ Cado Durazzo. Prim.1 die il .~c.:nnaio finis:-.c, il 1c fu a l\l. ove ebbe omaggio di su d. ditanza d::i o~ni parte.· dt·l reame: punì !-CV<:ramcntc tpianti altri wlpc,·oli potè tro\'are dell., mone cld fratello e pose ordi ne alla nuova conquisl::1; ·\1uin di , dt.:\Ìgna.to crJJ nc suo Yit::1rio nel regno un conte L,; lr ko. vc1·~0 la lÌnc;

di mag..

gio partì improvvisamente. Poco dopo la sua partcn ~a. tV. e il reame insorsero richiamando Gio\ anna e suo tn:u 110.

i quali. verso la fine di ago.')to . .')bar<.:arono presso b capit:1le. fJn poco alla volta fu rono riprese 111ollc cini, e c:istclli; p,mc per fort.a, parte per tradimento; cd il conte Ulrico, pcn~nndo di non poter difendere insieme i ca~t<.:ll i che ancora gli r imanevano. li fc.,;c: tu tti sgombrare. t"urne quello dell'Ovo, nel <1unlc raccobc la gente e le ,euovaglie degli altri. Questo rc,istctte a tutti gli assalti,

hnchè, venuti a mancare i ,·i,·cri cd i fora;;gi, il conte Ulrico a bbanclon<Ì il castello, uscendone inav,·crtito d i notte con tutta la gente e allontanandosi per mare. I Napoletani ,e 1,c accor~ro soltanto sei giorni dopo. Sgombrarn co,l ,V.

NAP

d,t!(li Unghcri, moh,1 gente andò ad inwo,;are l'e,e1ci10 dr! re angioino che ;1.')scdiav:1 Luccr::1 . Act:orsero da ogni p:irlc i ,iuc13ci delle Puglie :i giurargli fedeltà , meno i pochi delle città che ancora tcnn·ano pd re d'Ungheria, ..:omc i\.fan frcdoniJ , Monte Sanwn gclo , Guglionesi e O rtona. Queste , ittà rcspin~cro gli :itt:tcehi angioini e rin1:iscro aì

partigiani degli Ungheresi, i quali prc,cro anche Poggia, non soccorsa dal re di ~apoli. Intanto, mentre Corrado Lupo con i suoi mercenari lCtlcschi da Foggia cu,1 ,1uotidian~ s~o,·rcric mole,ta,·a l'esercito del re <li N. a l.uccra, Stefano, ,·oi\'odJ cli Transih·ania. ,harca"a .1 Manfrcdon;a cQn soccor,o di uomini. Il re decise allora d i leva re l 'assedio e d i cnn[lurrc l'esercito ad 1hculi Satriano, a Corneto cd a Troia. Il ,·oi\Cxla e Co1r.1do rioml,arono 1.

Corr:cto e in un.l ,orpre.:;., nouurna con pochi!IMmc per ..

dite fecero grande numer,., dt prigionieri. La noli'l,ia ~go-tncr.1ò il re di N., che, abb:1ndona1,, I., Capit:111ata al ncmi<.l), si ririrò a .\'. Stefano e C'.orrado , imascro nell;i rt·gionc ad .1~soggetta1ne tutte le c:u-à e le terre: poi mi .. ~ero j qu:-inicri a Fog·gia e di lù mand:Hono lc.:ucre a varie ciu-.'1, ptT intimare b soltomi~sionc ,11 re d·t:ngheria. Suhit'> ,i .,rrco;er.) ll.lrlcua, Ilari, Trani. .\n<lria, ~!olfctta, Giovinazzo, Bitonto . Bisceglie . li castello di Barlcna [u prc,o a viva fon:a. Quindi il voivod,t marciò su N., ,11pcrando a \'i,·a for7.a la ,1re11a cldlc Forche C.,ud,ne.

Castello Nuovo d i N11poli (sec, XVI II)

,\ccrra (u presa d".1ssalto, 111,1 il castello fu 1cnt,1to m\'ano; indi caddero Capua. e Aversa; nei dintorni di quest.1 ciu~, jl 5 giug no 1349, gl i Angioini furono hauuti ed in,cguit, lino sotto le mura di .V. Dopo la partenza del ,oivoda cl.1llc Puglic per la ,pcdizione contro N. .li•,crsc borgate c.: ç:istel li pugl iesi cr:1nc) passali nuovamen te ~otto la domin~tzione :rngioina, ad opera ~pc,ialment<.: tli Robert0 di San,e,·crino e di Roi:geronc ,onre di Tricarico; ma, quando giun,c nelle Puglic la 1101i2ia della ba ttagli:, di J\vcrs3 1 il pan it1) tmghcrcsc riprc~c il ~opra\'vcnto. In Terra ,li La,·oro, il rnivoda. rimasto senza denaro. 11011 poiè pagare: i mcrt.:cnari tedc~chi che ;lvc:,·a scco, e <;uc~ti ~i ribel larono , r;into che egli dovette rifugiarsi a 'Man . ircdonia. (Jui vi a poco a poco riuscì ;l mettere assic1nc una cli><:rcta quant11/i <li gente, cun l.1 quale riprincipiò l.1 lotta contro i , ihclli alla ,ignoria ungherese, eh<- durò , ino alla 111cti1 d i apri le del 1350. li 2➔ aprile di tale ,lllno, re Luigi rl'Unghcri.l slxucò a L"1anfredonia con buon ,rnmcro di •,oldati, e decise di andare subito all'ac<1uisto dt. N. con tutto I ·esercito. C()nquistò faci lmente va rie ci tlcl che g li resistevano; il ca,tdlo d i Melfi 11011 ,·olle arrcncler,i cd egli si accontentò cli bsciarlo bloccato. L ·esercito pose il campo a C,stellammare. poi ,i portò ad Aversa per assed iare quel castello, d ifeso da h1copo Pignata ri. Dopo 1111 mese i difensori cedettero le armi. e il re d'Ungheria già si :1pparecchiava all'imprc~a ultima di N., quando giunsero " lui mc"i <1"1 pap:1 propo-


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436 -

ncndo che fosse fatta tregua. h nchè questa durasse, i l papa avrebbe giudicato se la regina G iova nna e suo marito avessero a v uto colp a dell 'assassinio d i Andrea ; innocenti, sarebbero r imasti sul trono cl i N'.; re i, avrebbero lasciato il reame al cugino d "U ngheria . Q uesti, per no n ave r da n aro da p agare g li assoldati, e per lo vogl ia c he aveva di uscir dal reame, s i arrese all'invito . H g iud izio del papa assolse d'ogni açcusa o sospetto la regina G io . vanna e Luigi d i Taranto, e così la g uerra el>bc tcnn ine . Xll l. l're.1a di Napoli (1381). Appartiene alla calma in l t:ili:1 d i Carlo .d i Duraz zo, chiamato dal papa Urbano VI a combattere la regina Giovan na rli Napoli. Il 16 !ugli<> Carlo riuscì, favorito da parte della popolazione, ad entrare jn c ittà, mentre la regin a si chiudeva nel Castcliu dell'Ovo e su:, marito O ttone nel Castell(I Sant 'Elmo . li 24 agosto egli ne uscì e rlie,k battag li" alle genti di Carlo, ma venne sconfitro e fatto prigioniero . A!lnnt anche la regina ced<.xttc !.e anni. X I V . Guerre fra Angioini ed Aragouesi 11cl regno di Napoli (1420 -1464) . Sotto il regno di G iovanna II, lo Stato, piombato ne l d isord ine e ncgl.i sc anda li, fu m inacciato da Lu ig i d'A ngiò, a l quale Giùvanna con trappose A lfonso

Fi lippo Maria Viscm1t ,, il quale noll solo lo liberb, ma g iunse a promettergl i aiuto d i arm i e dl da naro pc.sostenere la sua causa . Alfonso, ritornato nel regnu, riuscì a d iscacc iarne gli Angioin i e ad ottenere il rjconosci1ncnto p apale. Nel 1442 eg1i e n t-fÒ· -in Napoli c d i l - , no iu g re-sso fu trionfale: riuniv a a llora sotto il suo po1erc uilo dei p iù poderosi Stati mediterranei, che con1prendc\'a , oJ.t rc il ream e di Napoli, !"Aragona. le Baleari. la Sa rdegna e la Sic ilia. Re nato d 'Ang iò non avc"a p erò rinu nciato alle s ue p re tese. Lung he querimo nie avevano tenuto jl re di Napoli in d is<idio con Gcn<,va, che alfinc inviò come suo luogotenente

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Genova Giovanni d 'Angiò. Si r enne

così nuo varnemc a verificare l'interven to francese nelle faccende ital iane . Cbi p iù e bbe a lamen ta rsi d i tale in tcrvcnto fu il re d i Napoli, dove frattanto era un sordo ailrnrs1 d i ba1oni, 1,;ontru j quali Ferdinando do,·ene' armar.si e cumbatttrc. 1 baroni cercaro no l iuto: no n· ri

mase insensibile: } 'Angiò, che: decise l'iutc rvento. GiovmlJ11 fu incaricato dell' impresa contro il reame ncll'o tro bre 1459, e con

una flo tta di J8 ga lee cd alcu ne altre grosse navi eia li rc 1

trasporto 1 mosse da Gt·no,·~l per inv;1dt-rc il rcg:110.

<.l tAragona , .re d i Sicilia, adottandolo come figliù ed erCdr.

E poichi: uno de i piìi valenti capitan i dd te mpo . lo Sforza. aveva stretto a micizia con l 'Ang io ino, affidò le sorti clclk sue anni ad un altro rinomato YCnturiero: Braccio da Mon w nc. Luigi d ' Angiò, sostenuto dal papa Martino V, al lestì una /lotta di 14 navi cd un forte nucleo di armati, p resen tandosi il 15 agosto 1420 dav.int: a lle coste d el Reame e d im pad ronen dosi della Ca labria . Le trnppc aragonesi riuscironù '1. sbarcare in Napoli in tcmpù per difenderla dallo Sforz.a; si co mbattè a lle porte d ella ci u i1. L'anno s uccessivo, essendo pervenuti allo Sforza nuovi aiuti dal Papa , la g uerra fu p iù ,aspramente com ba ttuta; ];.jntcrvenro d i Bracc io da Monto ne la rese più v ivace. Si con:rbattè specia lmen te intorno ad Accrca . Mentre si ~v-olgeva quesr-a lott:i, però, Giovanna :.1 rcqt <liscrtdato Alfonso d'Aragona il quale, con i suoi sistemi violcu ti e brutali, si era a lie nalù l 'animo della reg ina, che si e ra affrettata a d esignare come erede I· Angib. L a guerra si protrasse comp1icata, a cag io ne degli intrighi o rditi dai capita ni che la combatte\'ano, c d e bbe tregua soltanto quando scomparvero dalla scena i due principali condo ttieri: lo Sforza e Braccio ,cb Montone. Alfon so ci' Ara gona, rivoltosi con le sue genti coutro la rcgJn.:1 G iovanna, riuscì a d occup:,,rc N apoli (vedi X VI, X Vll). Dopo una tregua di qualche anno, ve1ine a m orte (2 febb raio 1435) la regina Giovanna, la q ua le lasciò la coron a "· Re nato d ' Angiè,, fratello del defunto Luigi. A !fonso ,·icompar ve a cont rastarne 1tavvento al trono, pon<.::n do I 'as~ sed io a Ga"eta. La guerra durò con varia vicenda per lung h i anni. La lotta c he ne) suo pri mo acce ndersi era .">tata

più

un.a

contesa

di

avventurieri,

intorno

ad

una

regin a dissoluta, per toglierle anche q ue l poco di autoriti1 che le rirnanc;va, asSU(\SC bt:11 altra i111portanza storica pcrcbè ebbe vero caratte re d i p rep o nde ran za. e cji prevalenza tra Francesi <; Sp')gnuoli. Ad essa presero: pane il duca di Milano e d il Papa , il q uale vede,•a nella g uerra ragioni di alla.rga111ento della p ropria autorità. I pri nci• p a li fcudàtari d el Reame sostennero g li Angioini o gli Aragonesi a seconda dei vantaggi c he si ripr01nc tte\~ano . l ll un p rimo momcntù la causa d e ll'Arago nese parve perduta, giacchi: in una battaglia presso l'iso la d i Po n za (1435) fu fatto p rigioniero dai G e novesi , accor,i con una flott,, in soccorso d i N a pol i. 1 Genovesi. che allora d ipendcVHno dal duca di Mil:ino, cooscg11arono i! prigio niero a

li castello dell'Ovo nel scc. XIX

che s1 trovava in n.unpagna co ntro i baroni> dovette ri • tornare in "Napoli e porre mano a preparnre la d ifesa d i T er racina, Gaeta , Isdua , Capr i e della stessa c-1pita le. I.a flotta genovese apparve d avant i a Napoli il 25 o ttobr<· e d oi10 alcun i vani te ntat ivi di sbarco a Pozzuo li e ad Ischia, cou I ·ai uto dei ribell i baron i, Giovanni riuscì .:i. porre piede s u l continen;c, li re d i Napol i r iunì le sue forze e mosse s u Capua. J•ratta nto Giova.nni, occupata la to rre del Garigliano, non si tro vava in troppo floride con• dizioni pc( n1ancanza di vettovaglie.: t di uomin i, per cu i si ridusse dentro Teano. . Ma, per il 1non1cnto, non pro• veniva dal!' Angioino il 1naggior per~colo per il re <l i Napo li. L' incend io dell a rivolta dei baroni d ilaga,•a, e soprattutto torbida era la situazione in Abruzzo e in Pug lia . Il re ,dovette quind i necessariamente d iv ider<; le proprie forze ed invi.are ovunque distaccamenti per soffo-

care la ribellione . Il maggior male e ra rappresentato dalla cvcntua liti, d i r iun ione delle d ebol i forze d i G iovanni con quelle d ei baroni, ma il re non pot~ impedirlo . La m a rcia di G io vanni v e rso fa Puglia si S\·olse trionfale d i te rra in terra, senza quasi opposi z io ne, p erch è le forze de l re, sp a rpagl i.ate, erano insufficien ti ad impedirla . li p re tendente o ttenne facili successi, po,, rinforzate le proprie truppe, d ivisò d i muovere verso la Terra d i La1·oro, e andò a porre il campo s ulle sp onde ciel Sa rno . Fctdi nand o, avendo ricevuto rin forz i dal .Pap:1. gli mos~e inco1nro e sulle rive del fiu me ebbe luogo un fatto d "a rtni d i poca


-

NA?

..imf)ortan za-.

437 -

Frattanto unJ n tiov:i .Ao tta era st a-ta :1l1esti ta

da Renato d'Angiò, che aveva tentato cli far sbarcare , uìlc coslc del reame nuove t rup pe. Questo lClltativo fal lì. Dripo q uakhe altra avvisaglia, il re d i Napuli deci,c clè :issaltarc d i sorpresa il borgo d i Sarno, o ve g li Angioini si erano asscrragli,1tl; ma il tentativo, avv<.:nuto nella nouc dal 6 al 7 luglio 1460, fallì misera mente , tanto che il re stesso dovette cerca r scampo nella fuga. Se gli Ang1orn 1 fosse1·0 corsi dopo il combattimento <li Sarno ~, :---iapoli, avrebbern ottenum la città e la vitto ria fìnalc, cla ro il generale sbjgottimenco,; ma non osa rono, ritenendo che, devastando le te rre circostanti , Napoli sarebbe stata occupata con mi nor dispendio di forze, per mancanza di l'Cttovag lie . Scn z:i un c hiam concetto d i qud !o che conven iva fare, il prctcnckntc ed i baroni cont inuarono ad .,,,al ire o ra qucsla ora quella terra. Verso la fi ne del 1-16o

buon nerbo di truppe angioine mosse per tìtornnre in Puglia; il re potè 'cùsÌ otte ner~ tprnkhc parziale successo sui baroni , ricont1ui.::,tando alcune regioni. I progrc:;_,;j fo11 i dal Piccinino an::.vano però nel çOntempo sottr:H to quasi tutto I .A bruzzo all'autorità regia : solo Chieti e Su lmona

lcneva no fede agli Aragontsi. M a · 1a fortu na delle ar mi (._bbc. ben presto un c.apovo~gimento a sfavore dd l' Angiò. pcrchè Ge nova, sua alleata, esausta di uomin i e d i finanze, con l'aiuto (lei d uca di M ilano si r ibellò ai Francesi , che l'occupava no. A ridurre a ll 'obbed ie nza la città accmse Renato d ' Ang iò, c he l'assall il 17 lugl io J461, riporta ndo però lllJa memora bile disfa tta . Tale fotto indusse la parte meno entusias ta e: meno corn prom essa dei

baron i a riav, ici11arsi agli Aragonesi, n1cnac Ferdinando, 1

cui crttno g iunti nuovi aiuti d al Papa, occuµaql Sca.fati r Angri ed A n1a)fi e assediava Salerno . Q uindi 111uovcYa Yerso Lucern, ove Giovanni d'Angiò avcYa posto il can1po , e poneva l'assedio a ~rroia, c he però non riusd a con. qu istare. Ava nz.ò allora verso la p,:nisola del Gargano, ove potè occ upare e porre " sacco Mo n te S . Ange.lo, che gl i a\'eva chiu so le porle. Ma a nche di q ui la penu ria cli vettovaglie lo ind usse a trasporrnrc il campo sulle ,·ivc del \ 'Ofanto. Saputo i n seguito che il Prclcnclcntc a veva

ricevut i nuovi rinforzi, il re si accostò a Barletta, luogd s ino alla fi ne di agosto. In settembre però, essendosi riunite al le sue forze q ue lle in v iatcgJi dal d uca di Milano con Alessand ro. Sforza, Fer d inando poti: costr in ge re alcuni ba ro ni ribelli :, ch iede r pace, facendo ;lii(> d i sottom issio ne . La ca mpagna del 1461 si chiuse ciu!ndi, pe r jl sopraggiungere dell 'inverno, con qualche vanragg io dell' Aragona, i l ,1ualc riconquistò parte cicli ' Ab rnz.zo e <lella Calabria . Non cùsÌ favorevole ap • parve la situazione all'inizio del 1462. La questione del regno d i Napoli a veva forti r ipercussion i nella politica <lei principali Srnti italiani per l' inte rvento del re d i Francia Luigi XL 11 Papa ed il duca d i Milano ckcis<:ro d i continu are ad appoggiare il re d i N apoli, nel timore cli \'edcr assumere eccessiva, preponderanza ai Francesi in I.ralìa. TI prim it ivo pensiero di Ferdinando, per l' in izio delle opcruioni , e ra q uello d i in viare t ruppe in Abr uzzo e comro alcuni altri baro n i ribelli in Pug lia ed in Calabria, ma a questo piano si oppose, lo Sforza , perchè l){;n fortifìcato, ove rim ase

gli sembrò miglior partito tenet ri unite le forze e tc.ntarc con t:ssc un 'unica imprcsn. L,·1 condùtta delle operazioni fu tiacca, con va ntaggio riel Pretende nte, il qua le poti: riprendere piede in J'uglia e in Abrnzzo. li nchè i due

eserciti avversari ve nnero a h,urnglia nella regione di Troia ( 18 agosto). G li Ang ioi n i, i n rotta, riparnrono en tro le mura di Troia. Giovann i· d'Angiò fuggì invece a Lurcr:l , ff1«..: ntrc i pri ncipa li baroni i nta,·olavano trattative

per la \Oltom issionc . Lo · .stesso pri ncipe di Taranto, çhe fino allora aveva sostenuto di danarn e di arenari jl PretcnJ('n te, le> ;ibbandon ò alla sua sorte. Giovanni d ' Angiò si im barcò a 'vla□frcdonia, ma poco d opo a pproda va nuo\'arnc ntc in terra. d ' Abruzzo, lusi ngandbsi d i poter ancora a,·a nza re p retese al trono con q ualche probabilità di successo . Egli conficiava ancora nell'aiuto dei baroni per susc itar nuova guerra, e parve per un rnornento che il suo proposito avesse effettuazione, g iacchè alcune tene di Pug lia si ribellarono e levarono il grido d i <t viva d · J\ogiò >l . Ferdinando inv iò lo Sforza a sottomettere la Puglia, mentre egli .si preparava a muov~re contro i baron i di Terra di Lavoro, proponendosi poi di riunire le forze in Abruzzo contro C iov::rn ni d 'Angiò. Ma la stanchezza, il lrad imen to, il d issid io costrinsero il Principe a ng ioino ad imbarcarsi e a riparare ad lschia. . Un nuovo tentativo cll fomentare g uerra, sbarcando in. Calabria, fu stronca.to Slii nascere. Intanto il m u t;1menro , li polit ica ciel re d i Fra ncia d iede il colpo ri i gra7.ia alle spera nze dell 'Ang iò, il quale prese il ma re nell 'ap rile J464, lasci:mdo Isch ia, c he per ultim.1 aveva inante nuro fede alla s11a bandiera. Re Ferd inando, nulla pili avendo :i rcmc:re. vo lse llHta la sua attività a fiacca re le velleità ullim<.: <lei baroni , che.: pi li s 1 erano co1npromes~i, fac.:endonc vendc1ita. T utti i nemici d i Ferdinan do caddero vi n in,c d ella sua crndcltà. X V. Assedio di Napoli ( 1420). Appa r.ucnc alla guerra fra Alfo nso V d'Aragona e il d uca Lu igi III d'An g iò . Questi era sostenu to d al pa pa Martino V e dal con,lot• ticro Muz io An cndolo Sforza, il q uale investì la citt', il 18 gi ugno, melllre e ra nelle mani della regina G iovanna Il . Luigi veleggiò da Genova con sette g;i lerc sue e sei genovesi comandate d a G . R. da Campofregoso, sbarcò nel golfo, e si u nl alle mi lu ic dello Sforza . 11 6 settembre giunse ne l gol fo, in ~occorso della regina, una flotta condotta da Alfonso, e composta di dod ici galere e tre galeotte; le navi genovesi batterono in ritirata , e gli Aragonesi pùtcrono sbarcare, costringendo lo Sforza :1. ri ,i1·arsi ad A\'ersa . XVI. Com bat1i111e111i in Napoli (r,p 3). i\plrn rtc ngono ant..'.ora alla lo tta fra Aragone si e Angio ini . i\ lfonso, rima.sto a N. sin dal 1420 , a ndò :, poco a poco in contrasto con

la regina Giovann a, t.: il djsscn~o arrivò a tal punto, che essa si ch iudeva ne l castello d i Po rta Capuana, men t re Alfonso si slabiliva nel CJstel N uovo. La rcgin:1 allora entrò in lrallalivc con lo Sforza, riusce ndo " t rarlo dalla sua parte , tanto c he çgli mosse co n le sue milizie su 1V ., e quivi ve nne il 30 m:lggio a cornbau imcn to con le tru p pe a rago nesi , sconfiggct1 dolc e occupand o la città. In soccorso dl Al{onso, chiuso nel Castel N uovo, giunse 1' 11 g iug no una flo tta d al la Sicil ia. li combattime nto si riac. .:csc od ia città, m a q uesta volta g li Aragonesi ebbero il sopravvento, tanto che lo Sforza, insieme con b regina , do ve tte riparare ad Ave rsa. XVll . Presa di Napoli (r 424) . A ppan.ienc alla lolla già descritta. Alfonso e rn partilo da N . lasciandovi a cu,rodirla suo -fratello Pietro d'Aragona . La regina Giovanna si cm alleata w n Filip po Maria Visconti d i M ilano , il q uale mandò u na flo u a genove.sç a bloccare N . da l mare. Dalla parte d i t('rra, h citt,, fu in veslita da mi lizie della regina, aiutate da ...,uc!k di Francescn Sforza, succeduto :1I padre Muz io Attcnclob, annegato il ➔ gcnn':l.io nelle act..ìuc del Pescara. Vari condottieri i.tal i:i ni, assoldati da Pielro, lo a bbando namw> in quel frangente, tanto ch e nd l ·a p rile r.p4 egli dove tte ch iudersi nel Castel Nuo ,·o . L na picccLl gtrnrnigionc da !ul lasciata nel castello di


-

P0rrn Capuana

dovcnc ari:1.:ndcrsi . P ietro resistette fi 110

438 -

a l-

l':1gtt•ao, e poi ri uscì a fuggire per 1narc in f icilia. Co~ì la città :torrwv3 rn possesso di G iovan11;1 e di L uigi ITI d 'Angiò.

NAP

rnrsi in Pro\'e-nza. Le guanug1on1 dei C:1$ttll i di N ., meno quello

del

Castel d el l 'Ovo, si

arresero

dopo

poco ai

\'incirori.

mur:1 uccise Pietro d 'Aragon:1, fratel lo del re . Dopo pili

XX . Co111ha11i men10 ne/ golfo di .'/\'"poli (1465). Gli Angio ini possedevano ancora i ! caste llo d cll 'Ovo e l 'isol a c!'lschia . L'ex r e e duca di N;ipoli Re n ato d'Angiò c rasi rit irato in Provenza,, e i suoi St:n i erano occupati dagli Aragone5 Ì. Pe r ·te ntare dj conservare l' isola e il castel lo, e fors<' d i ristorare le p roprie fortune, Re nato , pcdì da Marsiglia una flotta , la guale il ì luglio venne attaccata e sconfitta dal le galere d i Ferdinando I d'Aragona nd gol fo d i N. A llora il Castello e t ·isòla, d isperando di

<it un

essere sm.:corsi , cerlcttcro

XVIII . Assedio di Napoli (1438) . J:: a ncora in campo il re A lfonso V d'Aragona, i11 lùtta contro gli .l\ngicini. li re investe b cittit d all« parte d i terra il 27 s,·tt.cmbrc. Rtnato d 'Angiò e il condottiero G iaromo· Ca ldora erano

negli Abruz1,i, a com lx1ttcrc t:ontro rni!i:1ic real i.

;11l ·•ra

La ciuà era , lifesa da Isabella, mog-lie del duca cl'A nl!iò . Si adoperarono le bomba,·dc, e un colpo partito da lle mc,i;e di v:1.ni tentativi.

Alfonso <lovetrc ri 11unci;:irc

C3pu:i.. rncntrc i n N. Lo rna\·a Rcn aLO . Rimane\'a i n pote re degli Aragonesi il CasLc llo :\luoYo, dw {Ìt)V<:-rte ;1 nen<lcrsi agli J\_ng-io ini il 2-f •:lgosto r 439.

nlJ 'lmprcsa e ritirrirsi a

XIX . A.uc-dio di Napoli ( , 441 -42) . Appa rtiene SC'inprc :1llc g url'l'c cli Alfonso V d';\ ragona J'Cr la conqu i., ta del reame d i N,ipoli. Il re Renato ,1 ' Angiò . c,bbanrlonato dal papa. assoldi, alcuni condottieri, Alessand ro Sforza, Cc1,arc Martinengo, Vi ttore.; Rangunc, e si ~pprestò .:1 difendere Ja ci u à, <lopo d i nverc inviato in Provcn~3 la mog lie

Jl castello del Carmine ne l sec. XJX

l,?,l.,c!la e j Jìgli. 11 re A lfonso investì b ciu:, verse, b fine ciel 1441 . Re nato ch iese soccorso a Francesco Sforza, il g11ak in viò nel _'lapolctano suo fratello G iovanni e gl i associò il condon icro An tonio C;i ldora, che crasi ,taccato da ,\ lfonso . S1.1i prim i d i maggio d el 1442 lo stesso Fran(.esco con buon nerbo d i :Hmati si avv iò per raggiungerli, 111.1. dovette tornare in dietro, poi d tc h~ 3 uc tnre n e lle MaJ'che e rano state invase d alle gent i del Picci,oino, ap poggia to dal pa pa e d a Filippo Ma ria Viscon ti. Alfonso, lihcra to dal pericolo che lo m inacciava, str inse ancor più l'assed io . Un g iorno, un ,nu raturc uscito dalla città offerse al re i l modo di penetrarvi, ~uraverso l 'acq uedotto che nove

secoli

Nella notte dal

al

dati

2

prÌlna era ::.cr\'ito a

Bel is-lrio .

giug no del .1444, circa

aragonesi penetrarono in

c ittà

per

200

sol-

passaggio.

queJ

e occuparono una tone delle mu n-1 . ;'1iuta11do g] i altri a .salire :Htravcrso la medesirna. Gli .1\ngioini accorsero sul posto e attaccarono v ivace z uffa, n1a Alfo11s0 va1epdosi dello scompigl io prodotto d al colpo d i mano, lanciò i suoi da ogni part<..: 3.Jl'assa lto . Le mL11·a vennero 5upcratc 1 c 1 dopo vivace lotta, Ren ato fu costretto a r iparare nel Castel Nuovo> mentre g li invasori saccheggiavano la città. Essendo sopraggiunte due galere gcno\'csi a .soccorrere Re~ - ecise f!d abbandonare !.-1 citl'~t e él riti• nato, questi si d 1

k arm1.

XXl. Spedizione di Napoli (1494). Ap partiene alla guerra d i Carlo VIII p·c r la conquista del regno . Il duca d i M ilano1 Lodovico il Morn, inv itato rlagli t\ragoncsi di l\1. a restitui re il duc.:ito l i nipote Gian Galeazzo a cui J'avc\·a usurp::1to, pel tirnorc che all e in inan :c seguissero i fatti e lo costringes., cro con la forza alb restituzione, volle preven irl i inv itando Carlo Vili, re d i Francia, a calare in Itall.1 per far va lere i suoi diritti sul reame d i N . quale erede d cgh Angioin i. Alle prcgh:crc cli L odC>Vic<,. altri princip l <l' I talia unirono le loro ùaa nzc, e Carlo accettò l 'irwito. Com inci,'., dnJ riunire a Lione un e~crciw <li circa 30.000 combancn ri con 36 pezzi di ~nigliet ia di ' ' il!ÌO genere, che fu,·ono mandati in Jralia per la v ia d i mare; f ormò a c;e nova un corpo d i 10 .000 u . t:hc sollo il duca d'Orléan, doveva agi re sul litorale minacciato d:ii Napoletani, o ill)barca rsi sulb flotta, e J assicuratosi del <.:onc.:orso della cas:1 d i Savoi<1, di Genova, di Lodovico il \ foro e d d duca d i Far.ira, llOncltè d ella neutralità ,:i Venezia, d i F irenze" del Papa . nell 'agosto del l-194 passi, le Alpi al Mon gincv r" e scese ad Asti. li re d i Napoli, A lfonso Il, temendo clre i Francesi volessero operare per l'"J \' ia di mare, aveva :1llcscirn una Houa sotLo il co1na ndo tic] fratello Federico e l ';,vcv:i mandata verso la ri viera Jig:ure . 1n a essa, battuta dalle forze del duca cl 'Or. léans e dai Genovesi, dovettt· rj tirar~i nel porto d i Li• vorno . Anche un corpo di trnpjJc mandato dal re d i fV . per le Rnmagne, sullo il comando ciel duca d i Ca labria, per' in\'ad crc lo Stato di Milano, fu obbl igato a ri tirarsi da un Cùrpo francese sotto il <l'Aubigny, inviatogl i contro. Così tutta l'Italia rimase aperta ai F rancesi . Intanto Carlo s'e ra portato a P3v?:1, ri i dove si dcci::.c a prosegu ire In sua marda verso Ì\;. , m en tre la flotta do .. veva costeggia re il l itorale; per assicurargli le cornunicazion i con la Franci~\ e sornn1i1li~trargli approvv ig ionamenti. Varc.·:ito l't\ppe.nnitlo a Pun trcn1oli ed a.rri vato a Firenze, si ft:ce consegnare tutte le p iazze forti. occupando posi'l.inni Ìll)portan ti <::Ome Sarzana, Picrrasanta e Pis:.1 . l\1pa A!c~sandro VI vol le proibirgli il [>assaggio per lo Stato del la Chiesa, ma Ca rlo continuò la marcia, occupando per via Monte!Ìascone, Vi terbo e Jjraccia no , dove lasciò guarnigion i. E ntrato in Roma, venne ad accord i col papa per i q uali ebbe C i,• itavecchia e Terracina e la promessa d i C'Sser favorito nell ' imp,·esa di N. All 'av\'icinarsi dell'esercito francese Alfonso Il d 'Aragona ccdt,·a la coron a al figlio f 'crd in:111t.lo, il quale truvavasi con tutto I 'cscl'Cilo uapolcLano a San Germano (Cassino) in buon issima posizione, soste nu ta più addietro d alla piazza d i Capua. D i ciò avl'ertitu . Carlo, mandò un co rpo sulla sr. che, per Aquila. do vesse cadere alle spalle dei nemici ; ma 11011 v i fu bisogno d i ricorrere alla forza d elle a rmi, pcrcbè il popolo d i tlltto il regno si sollevò al g rido di « libertà >• e Ferd inando abbandonato dalle sue truppe si rifugiò in Sicil ,a,


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439 -

lasciando la Y Ìa libna a Carlo che emrò in Ì\1 • ria trio11fawre sen?:a colpo ferire. XXII. Spedizione di Luigi Xl! per la co11q11is1a dd ,·came di Napoli (1502-1504). Il successore d i Carlo VIII, Luigi XII, non soltanto rinnovò le pretese sul ducato di. Milano, ma, per assicurarsi il sicuro p redominio su l nostro Paese, m.osse alla conquista del reame di Napolj, stringendo alleanza coo- i l re d i Spagna ed il Papa. Un esercito francese d i 3500 pedoni, 2800 cavalieri e Go pez,cì d ·artiglie ria, comandato dal!' Aubigny, marciò su ' apoli, mentre gli Aragonesi facevano sbarcare twppc nell 'Italia meridionale. 11 re di Napoli si r ifugiò ad Ischia (15or), cedendo ogni diritto a Luigi XII, in cambio d i una pensione e del t itolo d i duca d'Angiò. Ma, ndl 'appl icazione dei patti di alleanza, Francesi ed Aragonesi non riuscirono

a trovare un accordo riguardo al possesso _della Capitanata; io. rcalt~, ciascuno nutriva segreti propositi di esclusivo d01ninio. La g uerra si rese i ncv.itabile : le ostilità .si iniziarono nel l 502. Si trovarono jnizialn1entc di fronte il cl"Aubignj' con 900 lance, 700 pc-doni e 36 peni , l'artiglieria, e Consalvo di Cordova. Essendo giunto nd Napoletano un nuovo e p i,'., poderoso, esercito francese, al

nosa ( 15 agosto , 502) . \'~rnr~111cnrc te nt3.to <lai Nemours~ cd a Barletta (20 agosto l 50;,), nel q uale i Francesi fu. rono ancora respinti. 1\ lcunc sortite cf!etruate dagli Spagnuol i produssero rilevanti pcr, litc materiali e forte sbigottimento rnorale nelle truppe di Luigi X II. Frattan to af fluivano rinforzi agli Spagnuoli: 200 uomini <l 'arrne, 2000 fanti e 2 0 0 cavalli leggeri sbarca rono a Napoh , Contro di essi combattè l' Aubigny, riportando ancora insuccessi, perchi:· di nuovo commise l 'errore di dividere le p roprie forze. Duemila tedeschi, assoldati in Germania, sbarcarono a Barletta. Il Cordov;, decise allora d i iniziare k operaz ioni offensive , abbandonando l'attesa st rategica, ed uscì con tutte le sue forze ria Barletta, dirigendnsì a Cerignola, ove avvenne una bauag1ia con il N ern.ours, il quale, a sua vol t~1, ti\·cva mosso con tro l';tvvcrsa rio da Canos~. L 'esercito frc1JJccsc fu disperso : il Ncrr1ours ucciso . Consalvo proseguì la marci.él verso Napoli, ove crnrò il 15 maggio . Ri1nancva in rnaI)u dei FranccSi

Gaeta, jn soccorso della. qual<;: erano per g iungert:: JOOO fonti corsi e 3000 guasconi, imbarcati sull a ìlona gcno,·csc. Consalvo tentò di occupare la cin,, prtma dell'arrivo dei r inforzi, e mosse da Napoli con le sue t ruppe,

Il castello Nuovo (Maschio Angioino)

cornando de l duca di N cmours, Cons;il vo si ritirb in Pu• g lia , intendendo di trasfor mare in solida e sicura base di operazioni la fortezza d i narletta, presidiando frattanto Canosa, Manfredonia, Andria, Taranto, Reggio. Calnbria c Noccra . La lotta e ra però impnri. La g rande superiorità delle forze francesi non consentiva al Consalvo di :1~sumere ] 'iniziativa di operazioni dçcisive . Perciò egl i, an~ zichè logorare le proprie truppe in un campo d'azione troppo vasto a tutto vantaggio tlcH'nvve rsario, cd c~porsi al pericolo d i un insuccesso irreparabile, adottò un prc)ccd imento di attesa. La costituzione <ldhi base d i Badctta, che metteva al sicuro le forze spagnuole, ed assicurava vi.:L mare le co111unicaziooi con. la Spagn:1, fonte naturale <le i rifr,rnin1enli, fu un atto razionale nella con.. clou.a delle operazion i. J Fta nccsi, invece, non seppero proporzionare i mezzi allo scopo, in armonia alle esigem,c della lotta. Divise le forze, tratti in ioganno dal Cordova, che manteneva il possesso delle fortcuc con pochi dc1ncnti non pennancntemente distaccati, i Francesi fecero il giuoco dell 'avversario, i l quale tendeva al logorio delle loro forze cd a mantenere alto lo spirito delle propne con frcquc11ti sortite, che si r ,soh·cvano spesso in sorprese per i distaccamenti nemici . Le ostil ità languirono così · fino a lla primavera del 1503. Durante questo periodo non Yi fu di notevole che l'attacco a Ca-

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111c11trc- con r8 galere, l'arnrnir. Carclonn riccscva incarico d i blocca re la piazza da parte dd ,nare. Sopraggiuma la floflt:-1 genovese, il Cardo na, jnferiore dl fot7-C, do vette ritirar5i, ed il Co rdova, vista !"inutilità dei suoi sforzi, rolse l'assedio, in attesa d i poter ricevere rinforzi dai ò is taccan1cnti dì Calabria, tldinitiva111cntc vittoriosi delle truppe francesi. Intanto per la via di terra, un esercito francese, prima agli ordini del T rernouillc e poi ciel duca di Manirova, avanzava verso il rearnc di Napoli per V iLlinontonc, tendendo al passo di S. Germa no. Il Consalvo decise di sbarrare la strada alle truppe f ranccsi in tale lo,alit,ì, ma quelle deviarono e sì porrnrono alle foci del Garigliano, chwe furono battute , costrette a chiudersi in Gaeta e ad aHenclcrsi. Luigi XH aveva così perduta ogui speranza d i conquistare il regno di Napoli.

À'Xlll . P1Nt1 di Napoli ( 1503). Apparti~nc alla guerra tra Francia e Spagna per il possesso del regno <li Napoli. Consalvo di Cordova, agli ord ini di Ferd inando d'Aragona, dopo avere prese le provi ncie occupate dai Fran <.:esi nel regno, avvici1Htndosi con l'esercito .:t 1\T. trovò ad Acerra gli ambasci~tori che gli portavano le ch iavi della capitale, ed il g·iorno seguente, 15 mJ.ggio 1503, riceveva, in nome di Ferdinando, il giuramento di fedeltii. I ch,e castelli (Castel :-,/uovo e Caste l dcll'Ovo) in cui si erano 1


"' NAP

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ritirati. i Francesi, e che era no ritenuti presiochè impren dibili, soggiacquero in pochi giorni. I difensori dappr ima opposero fierissima resiste nza agli assedianti, ma quando Pietro Navarro, capitano e architetto 1nilitarc di Consalvo, mise in opera le mine a polvc.re, inventate pochi anni pri1na da F rancesco d i Giorgio Ma n in i, una -brercj.a enorme si aperse agli Spagnuoli e una parte delle mura del Castel · Nuovo si rovesciò sopra i difén:sori seppellen doli sotto le macerie. Consalvo mandò i suoi ali 'assalto e permise ai so ldaLi jJ sacco dei ricchi magazzini che vi erano stati adtulati. Il Castello dell'Ovo cadde ven1un g iorni rlopo con gli stessi n1ezzi, e in tal modo 1.uuo il regno di N. sl trovò in potere degli Spag nuoli. XXIV. Com hat1imc11/o uamlc di Napoli (1647). App:•r· tiene alla insurrezio11c di Masan iello. Scoppiata la r ivoluzione, i Napoletani, per libcrar.;i degli Spagnuoli , ch iese ro aiuto alla F rancia, che inviò una s9u:1dra di 29 vascell i e di 5 galere al comando del duca di Richelie_u, la q uale nel d icembre del 1641 si di resse Yerso Casrellamnrnre. Però alla vista dell'armata spagnuola, comandata da G ian nettino Doria , che si era n1oss:1 da Bai:-1, si astenne da ll'attaccare, e, approfittan do de l vento favorevole, pa rtì prontamen te <! irigcndosl verso 111czzogiorno. Era in tcn, zinne del Richclieu di tempo,·eggiarc evitando il com , battimento, ma, incontrato da otto vascelli che formavano l'avanguardia della flotta spagnuola, non gli fu più possibile ricusare la battagl ia . ·si cornbattè in vista della città · con accanimento da ambedue le part i per lo spazio cli q uattro ore con tinue, 111a, sopraggiunt~ b notte, e cominciando a compar ire altr i vascelli ;n soccorso dei regi, i Francesi si ritirarono i nseg uiti per lungo tratto dalle navi spagnuo le, le q uali avvedutosi che quelle francesi nqn avevano alcuna volontà d i combattere, abbandonarono le' tracce dei fuggitiv i e ritornarono in porto, perdendo, nella ritirata, d ue vasce lli che diedero in secco sotto i l Castel <lell 'Ovo a éausa dell 'oscurità della notte.

XXV. Tmttnto di Napoli (3 ottobre 1759) . Fra Austria e Napoli, relati vamen te a Panna. li regno d i Spagna e delle Incl ie non potrà restar unito nella persona d'uno stesso monarca con quello delle due S icilie, per cui il re di Napoli cederà il trono al suo terzogenito (Ferdinaudo [V) . L'Austria rinunzia in favore del l' infante don Fi lippo al diritto cli riversione sui ducati d i l'arma, Piacenza e Guastalla fino all'cs1 inzione totale della di lui discendenza, salv i però i d iritti della Sardegna sulla città di Piacenza e parte dd ducato di questo nome. In compenso il re di Napoli cede all ' Austria la metà , !elio Stato dei Presidi, non che tutti i diritti sui beni allodiali dei Med ici, ond'(! jn possesso l'.imperatore graJ1duca ,di Toscana. Garanzia reciproca dei rispettiv i possedj menti i11 Italia. Questo trattato, l'ult imo pri,na della rivoluzione francese, è il solo che abbla regolato i rappor ti politici fra Austria e N apoli, e da to pti ncipio a quell' unione che, cementata dai parentad i, continuò fino al 1860. XXVI. Tra/lato di Napoli (1z lug lio ' i93)- Convenzione e Regno delle Due Sici lie, Nella guerra presente contro la F rancia, le d ue potenze faranno causa comune : il re delle Due Sicilie unirà alle forze inglesi, per operare nel Mediterraneo, congiuntamente, o d 'ac, cordo, un corpo di 6 m ila uo mini, 4 vascelli di linra. 4 fregate e 4 piccoli bastimenti da guerra. Finchè lo richiederanno i hisogni e le circostanze, l'lngl·,ilterra terrà nel Mediterraneo una rispettabile flotta . Il re delle Due Sicilie vieterà ai propri sudditi ogni commercio colla Francia, nè conse ntirà che al tre nazìoni esportino checchessia (rn Inghilterra

d ai porri del regoo a quelli della Franci:1 , 1essa; s<: credesse però jn seguito di 1\0!l continuare la g uerra, promette d i for la pace soltanto a condizioni nult~1ggìosc :.1d entramhe le parti, e di 1nantenersi srrcttament-c neulralc 01·c l'lnghilterra non accettasse le dette cond izioni e Yu• lesse proseguire le ostilità. XXV II. Trattalo di Napoli (1° dice111bre 1798). Allean,.a f,a Ingh ilterra e Napol i, sulla ]fase della Convenzione 12 luglio 1793, allo scopo d i opporre una solida barriera ai pericD li man ifesti minacciati dalla $misurata a,nbiziorH.:.' della- f'ra nci-1 e d i provvedere al ri Lo rno clell"mdin,:; in ltalia. I.e due potenze fanno causa comune 11db guerra presente l"Ontro la Francia, si garallriscono a vicenda i propri Stati e no n deporranno le arm i prima cli aver o ttenuta la resti1uzionc.:. del le città, piazze e territorj i.:ad uti o che potessero

cackn.: in potere del nc1Y1ice1. L '[n~biltcrra terrà nel Mediterraneo una flotta superiore ;1 quclb ciel nem ico, tìnchè lo esigcnl la sicurezza degli Stati siciliani. Il re di Napoli aggiungerà alta squadra ing lese 4 va~~d li d! linea . 4 frcga:tc e 4 piccol i bastimen ti da guerra e fornir:ì il numero di marinai d i i:ul l' fngh ihc::rra potrù abbisogna re fino al la concorrenza di 3 1nil~. Sar~l vietata ogni relazione con1n1crciale. fra Napoli t.' Fnrncia ~ tutti i poni sicil iani saranno chiu~i ai icg11i francesi da guerra e mcrc1ntilt. L e parti contraenti si riservano cli accordarsi per dare al la presente allcan-za una maggiore estensione_ XXVIII. Ocwpazionc di Napoh (I i 99)- Appartiene alk opcrozioni del'l'esercito fraoecsc nel regno . Dopo h fui« del re Ferdinando iu Sicilia, il vicerè pr.inci pc Pignatdli invi() co1nmissari al gen. Championnet, comandante dclt·e,cccito repubblicano, per concl udei-e un «rrm,tizio. Il popolo napoletano, venuto a conoscenz~1 d<.:gl.i accordi intervenuti tra i Commissari e i Francesi, si sollevò in arm i credendoli t radito e costrinse alla fuga il generale Mack, comandante dell 'escrcito regio, ed il vicc:rè, che riparò a Palermo. Allor a il popolino armato :maccò gli av~mpo<t i francesi ad Aversa cd il gen. Championnet, considcr:no rotto I·armisLizio concluso col vicerè, decise di portare il suo esercito contro N ., sol lecicato anche dai citta<lini che volevano liberarsi dalle violenze della plebaglia, la quale, rotto ogni freno , si era eletti nuovi capi nelle persone di certi Paggio, vcndit0r<: d i farina, e Michele il Pazzo, facchi no, e si era data ad in ferocire contro le persone e le cose di coJoru i.:hc riteneva fautori dei. F rlnccsi e anche çonrro ,·calisrì e stranieri I ricchi. Championnct si mise in marcia il 20 genna io 1799. La divis. Duhesmc ebbe il .22 l 'incar ico di impad~onirsi della porta Capuana e del ponte della Madda lena; il colonnello Jlroussier r iuscì :, prendere q uest 'ulti1no rosto dopo un combattime.nto accanito di 6 ore . Il gen . Monnier in ,111 pr imo attacco alla porta Capuana venne respinto; e lo stesso accadde al capitano Ordonoeau .iii u1l sccont.lo tentativo; 111;1 il capo di stato maggiore Thiebault l'attaccò per la terza voha e l'i r:uscì con l 'aiuto di un'astuz ia d i Duhcsmc, iJ qua le simu lando una fuga da parte degl i assedianti, anirò i Naf">letani in una imboscata. I gra natieri e i c:icciatori ,mboscati si slanciarono al momento che i finti fuggiaschi facevano u11 ...~ictro-front , rigettaro no i lazzaroni spaventati ed eni-raronn in cinà frarnmlsti ad essi. In questa azione.: fu presa tutta l 'artigl ìerin avversaria. Championnet tent6 allora di venire ad un accordo pacifico con gli insorti . che fu male a.ccolto, e IJubesme, vc-rso le 6 del pomcri cmio, fece saltare con tutti i suo i c.liknsori una casa. che g Ì"t"sbarrava il passaggio, Al tempo stesso il principe di Moliterno, con l'aiuto .di 6oo cittadini s' impadroniva del


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NAP

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forte Sant'Elmo, e Championnet mandava 2 hgl. a prender.ne possesso. Duran te la notte furono fatt i gl i u ltimi p repara tivi per l'atrncco d i N . All'alba del 23 genna io il forte S. E lmo , m itragliando i lazzaron i racco lti nd lc piazze sottostanti, d iede il segnale d i marcia alle cinque colonne che d(l,·evano penctrnre in citta dal ponte della 1'1addalcn a, d alla porta di Nota, per via Toledo, da Chiaia, da porta Capuana. N. era tu tta un campo di battaglia. Le artig lierie francesi fu lm inavano la plebe che si opponeva a i soldat i repu bbl icani. Nel combattimento cadde in p otere dei francesi Michelc il l'azzo, jl quale, condotto alla presenza d i Champiounet, fu loda:to pd suo coraggio e gli venne offerto il grado di capirnno, ,on l'assicura1..ionc che i France.si r ispettavano. l a relig ione e S. Gen11,i ro quamo i Napoletani . Al lora Michele prtg<Ì il generale

I castdli di Napolj (S. Elmo - Ovo nel secolo X l X

ì':uovo)

c he fosse posta una g uardia d'ono re ,1 S. Genna ro e due cp . di granatie ri furono mandate a l!a cattedrale. Ciò visto, la plebe cominciò a gridare : (( Viva i Francesi e

rispetto a S. Gennaro 1) e ogni combattimento cessò. XXIX. Combattimento nel golfo di Napoli ( 1809). Appartengono alla g uerra d eg_l i Anglo-Siculi contro Murat. Le operazioni contro le coste {kl regno di N , erano continuate quasi senza tregua, fino a l 1808, per parte degli Anglo -Sicu li, ·i qua li , nell'estate del 1809, vollero tentare un'azione in grande ~ti le . 8000 Inglesi al comandn ciel

gen. Stuart , e 12 .000 Siciliani col gen. Bouchard, presero im barco su circa 200 piccole navi ria trasporto, che, seor.. tate d a u niti, da battaglia , misero vela da Palermo e Milazzo riunendosi p resso le. isole Eolie. li coma ndo su premo ddle truppe era affid ato al lo Stua rt. quello del navig lio p aJl'ammir. inglese Ma rtin . Era intendime n to d i Stuart d i minacciare le Cab,brit, sol leva rle intieram e nrc e d intanto st:ibilirsi con le forz.c nava li J1cl golfo di _'J\l ., t: perc iò, il 12 g iug no 1809, fatta sbarca re p resso Aspromonte

una grossa banda di insorti, con questa assaliva e prendeva Reggio, intanto che il grosS() convoglio proseguiva verso N. Murat si era frattanto preparato a lla d ;fcsa, raccogliendo le sue truppe tra Napoli cd i! Vo!nirac, ed aveva dato opportune d isposizioni al generale Pa~tonneaux , che comandava il sor po distaccato nelle' Calabrie . Aveva poi

disposto che Ja propria. famiglia 5j rico\·cra~sc a Gaeta, ove. cqn tra riamente a l parere d el gen. P igna td li Strong-oli e d e l ca pilano ri i vascello Roberti , era stata inviata g r,mde parcè

del le

barche cannon iere.

A

1V.

erano

rim:i, te

la

fregata

NAP

1i

Cerere 1t., la corvetta " fama \1 , <' qualche altra

nave. La sera del 23 g iugno . appena fu scg11alato d1c i[ convogl io anglo.-siculo stava per entrare nel golfo <li N . . Murar, cede ndo ai consigli della regina e ' del mi1tistro Salice1 i, sospese definitivamente la parreni.a cJelb famiglia reale per Gaeta, cd o rdine\ il r itorno del le canno niere colà

dislocate . ! l 24 giugno, il convoglio nemico giunse nel golfo scorlato dalle navi da guerra: C:anopus ammiraglia, Spartiate, •\Jlarrior, Cyanc ed Espoir, accon1pagnate da numerose cannon iere inglesi e siciliane . Esso an{IÒ fl dar fondo a nord d elle isole d'Ischia e di Procida, che furono

prese dagli Inglesi il giorno seguente, distaccando una divis., çomposta della Cyane, comandante Staincs, dcl i' Espoir e di 12 barche ca nnon ie re p er impe dire I'approcl<, di cv<:ntnali soccorsi e rinforzi. f'v{urat, frattanto, aveva ord inato che la Cere re, comandata da C~iovanni Bausan. e la Fama. comandata da Alfonso Sozi Ca rafa, m uovessero pe r il canale d i Procida incon tro a lle canno n iere pro• venient , eia Gaeta . A tal fine, la mattin a del 25, Bausan uscì <la Pozzuol i e si trovò traversata la rotta da11a divisione Stai nes . Ne ven ne un b reve combattirne,no durato }'OCO più d i un 'ora, con pochi daoni da una parte e da ll'altra , riprende n do poi .ciascuno il proprio ancoraggio. All 'a lba del 26, In flottiglia delle b arche cannoniere p ro1·c n icntc da Gaeta, comandata da l te n. cli vascello Gio \':.1nni Caracc iolo, giunse nd c3nale di Procida, dove na• rigava la d ivisione Staines, rafforzata da :1lt.re cnnnon ierc ieviatc d all'aromir. Martin. G li Ingksi piombarono riu11iti su lla flottig lia che dovette rifugiarsi sotto la prote• o:io 11c della batteria M in iscola, comandata d a l cap. Orsini , che sep pe appoggia rla con tiro bene aggiustato; anche k cannon iere si difesero coraggiosamente . La lotta durò f.nù ... :iHe nove, ma soltaJltO sci. ca.nnoniere riuscirono a forzare ti passo, le a ltre fu rono prese e colare a picco. ~,folla notte sul 27 1 Bausan ~ secondo l'ordine avuto dal re, si preparò a far ritorno a N. con la Ccrcrc, la Fama e le canno niere. A l mattino. v isto che g li Ing lesi bordeggiavano pi/, '"! largo, sa lpò e dette tutte le vele, con ven to debole . Venne subito insegu ito da St aines che, alle 6 ,25 , fece aprire il [uoco da lle sue can non iere contro quelle 11apolctanc. La Fama. ottima veliera , e con essa le can• nonierc, avanzarono la Cerere, quarodo sopraggiu nse la bonaccia. Staincs, usando i remi, riuscì a portare la Cyane al traverso delJa Cc.rcrc, e si iniziò un fierissimo combattim e nto a tiro d i pistola, :il quale pre ndevano parre, vi::1 v i:1 quando veniva loro fauo, la Fama e parecchie canno ninc. Lo stesso re Gioacch ino Murat, dal Castello clell'Ovo, assisteva al curnbattin1cnto che era cominciato verso le r9,30 , ed apprcslavas i a sostene re le navi colle ,«tiglieric del forte. li fuoco era sempre vivo, qua ndo ari ir:tensificario sopraggi unse l 'Espojr che fi no allora era ,.;ma sto indietro. A lle 20. 30 il fuoco cessò . La Cyane era ,,nnai senza m.unizioni e danneggiata. Anche la Cerere aveva riportato avarie grav issime e venne rjmorchiata jn p0no. I Napoletani ebbero 50 u. fuori combattimento tra morti e feri ti. Re G ioacch ino si recò subito a lmrclo della Ccrcrc, f.ece a u.nti i pit'1 ahi elogi e roncesse nume rose. <.;norificcnzc e promozioni . 1

XXX. Tralf(l/0 di Napoli (n gennaio , 8.1 4). Alleanza fra Austri a e Napoli (re G . Murat). Le parti contraenti si garantiscono la di(csa degli Sr.1ti eJ interessi rispettivi in Italia . L' Austria g a i•anti scc in parricolare al re d i NapnE e suoi succCssori la sovrani:E.à piena ed intera d i tutti g li Stari ,h lui presente mente posseduti nel la pen isola .

l.\:r il buon succe~:-;o della causa comun·c :,t l'Austria rerrà -.cmprc in campo 1 50 mila uomini, dei qual.i :1lmcno


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60 mila in Italia , e il re di Napo li }O mila. Per prcvcni l'e ogni p re testo di conte,t;izione fra i! re d i Sici lia e il re di Napo.l i, l'Austria s'i ,ncrporrà per ottenere che il re d i Sicilia rinunzi formalmente ad ogni pretensione sul regno cli Napoli in favore del re Gioacchino, il quale alla

sua volta rinu nzierà ad ogni pretesa sul regno di Sicilia e ne garantirà il possesso alla d inastia attualmente regnante, salvo il diritto nel re di Sicilia ad una conveniente indennità . L' Austria s ·adoprer:ì altresl ' per affrettare la conclusione della pace fra lngh iltcrra e N a poli . Anche il re di N apoli sarà indennizzato rlci s:lcrifi zi è s forzi che fad per sostenere la causa corounc con un territorio , cioè, d i 4 00 mila abitant i da prende rsi sullo St2 to romano. Qua nto intrepido sui campi d i battagl ia, altrcuanco de1

bole e ìrresolulo nei coosig li . G. Murat e ra da g ran remp .J

in

rapport i segreti cogli

Allpri .

Finalmeote,

tr:isc inato

dalla moglie ambiziosa, conchiuse il prcsc.:ntc lr~ttato, che per il mome n to fu d i non piccola impor tanza. I nfatti se egli fosse ri ,naSto fedele a Napoleone e si fosse unito al Yiccrè Eugenio, che si .sosteneva bravamen te nel Veneto contro g li Austriaci, q uesti. secondo ogni app~n:nz.a . sa-rebbcro stari costre tti a ,gon\hra rc I'llalia cd E ugenio m-rebbe potuto, anche in Francia, fare una d iversione d ecisiva contro gl i Alleati . L' inCcddtà del Murat parcv,i invece rendere disperata la )>Osizionc del viccrè. Pe rò il

N AP

Napoli di Rom1111ia . V . Nauplia . Napoli. Brigata d i fa nteria cli l inea , che r itrae le sue orig ini da.H~ brigata Granatieri di Napol i. costituita nel

186i coi rcgg. granatieri 5° e 6°, [ormati rispettivamente dalle p reesistenti briga te granatieri d i Sardegna e d i Lomba rd ia. Nel ma rzo r87r essi assunsero il nome di 75° e 76° fanteria della b rig a ta Napoli, e nel] 'ottobre deJlo stesso ra nno, sciolte le brigate permanenti} si chiamarono 75° e 760 regg. fanteria (Napoli) . Nel 1881 furo no nuovamente r iun i,i in b rigata. La quale partecipò alle campag ne riel 1866. 1887-88; 1895-96, r91I-12. Per la guerra italo-austriaca ( , 91 5-, 918) per la quale il 75° co,,ticul i regg. q 8° e 224° ccl il 76• il comando della brig ata Calt.1nisserta ed il 147°, la brigata operò in izialme nte al ll·L Sabotino. a M. Sci Busi, a Selz e su l Dehel i. Nel la prima metà del 19,6 com battè a Monfalcone con9 uisrnndo le quote 85, rn8 e 12r e pe rdendo circa 3000 mili tari , dei quali 96 ufficiali; agl poi con t l'O il Pecinka . S . Gr ado ed il Nad Logem. Inv iata in seguito nella e.on a d i Tolmino, v1 permase fino al! 'offensiva austro-tedesca dell 'ottob re " P7, allorc hè, sch ie rata sulla gennaio

sub?t.o ogbsretto ·-d\1na p~trticolare n1alevo~ lenza; egli isfJirava dei sospetti. avvalorati ben presto drd~

- JHJovo-a+leato fu J'esitazione

e dall:l. lentezza dei suoi movin1cn ti, e dal

momento in cui 1c circostanze resero i l suo concorso 1nc110 evidentcinentc.: utik, g li Alkati 11011 cercarono altro che l' indizio della sua mala fede per potersi esimere dai c.ontratti impegni. I! :Murat, il quale non aveva altri di ritti alla sua corona che le ,· inorie e la scelt a d ell'imperatore cognato, avrebbe dovuto comp re ndere che un lx n intt.:!>o interesse era d 'accordo colle .ispirn,oni dell'onore e , ld la lcald per consiglia rgli d i restar fedele alla causa, al la <]Ealc doveva la sua glori:t e il .suo Lrono.

Napoli (Neapoli,"). Ant. città ad ovest del Giordano . Fu teatro d i battaglia (3 settemb re 126o) fr~ i Mongol i comandat i <la Kc tboga e le rrup!lC del sultano d 'F:gitto Kotus . .A !L' in izio ~ld la lolla la fortuna pa rve p iega re dalla parre dei Mongoli. n, a un corpo d i Jvtammalucchi egiziani. g uidati dall '<,;rnlro B<:iba rs, capovolse la situaz ione . Ketboga fu catturato e 1nesso a mo rte ; l'esercito mo ngol ico sban~ dato e d is perso . Mentre però Kotus torna\"a vittorioso in Egitto . fu fatto uccidere da Beihars, c he d ive nne cosi su ltano dcl i 'Egi tto . Napoli di Malvasia. V . Malva,ia.

I\1Jcdaglia d el 75 ° reggimcmto fanteria

fronte Plezia-Foni-Bucova,Jcza, esplicò un ·accanirn rc,~istenza ; ma la superiori1 à n ume rica degl i attaccanti I 'obbligò a ripiegsn, subend o perd ite r ilcv~u1ti . Dopo un lungo periodo d i rio rd inamcn10 la Napo li, ncll.'aprilc 1918, fu inviata in Francia e schierata suJJa fronte Avocourt-Vauquois . Spost,Ha poi su quell a Bois <le Bligny-Villcrs Ferme, partecipi, al la battaglia dcll'Ard rc . Nella con troffensiva al karn del settembre 1918, fu sch ierata nel settore dell' Aisae, O\'C con sanguinose azion i conquistò Souplt ecl il Ho is des Gouttcs cl 'O r. Nel!'ottob re occupò il ciglio nor d dello Chcrn in des Oames sostando a Sisson11e. Du rante l'olfensi\'a finale la b rigata si portr, fi no a Ma ubcrt-Fontainc.

Per il suo c..:on regno i n gucrr:;1 1 oltre.:: ~HJ ollcJH.:rc la citazione

sul

bo llettino d i

guerra del

Comando

Supremo

I

o

11 Ouca d JAosta passa in rivista la brigata K apoli nel Basso [somm ( 1916)


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NAP

N. 386 del 15 g1ug110 1916, fu decorata <li due medaglie di argento ed una di brnnzo colle seguenti motivazioni:

'L

l reggimenti della brigata « tennero alto l'onore delle arm i italiane sui campi di Francia, dando bril!anti prove di saldezza , di slaocio e d i ard imento, resistendo tenaccmcrlle a poderosi contr attacchi e conquista11do fo rmidabili cd importanti posizion i nemiche » (Champagne-Chcmin dcs D:unes -A isne, luglio-ottobre 19 18). Al 75() reggi-

fu costitu ito su 12 cp. d i 39 u . ci ascuna . Nel 179-1 venne inv iato in Lombard ia, pe r p re nder parte con l'esercito austriaco alla guerra contro la Francia . J1dla q uale si d istinse grandemente agli ordini del colonnello l').ntonio De Pi nedo.

Napoli. Cor.1zzat;1 va rata da l R. Cnn,riere d i Castellammare d i Stabia nd 1905 cd entrata in serviz io nel 1908: dislocamenw rnnn . 12.823; lunghezza m. 132,60, larghezza

I:. Corazz:;it~ « Napoli :+

men to ; (( Con n1irabilc slanc io e con impeto travolgente:

i2r40; apparato

<:011-quistò lunghissimi- C'- importa nti- tratti • di trinccram<:nri

Ann amcnto gue rresco: 2 cannoni da 305; 12--da 2n3; 30 da 76 e 2 tubi lanc iasiluri . Personale d 'armamento: 32 uffirial i e ;Jo uomini d 'equi pagg io. Rad iata nel 1916.

p resso Monfalcone . conservandoli ad onta d i furiosi e rinnovati contrattacchi dd 11cmico >) (14~30 giugno 1916) . Al 76° rcgginicnLo: « Combattendo con g rande vJlorc con quistò. trincee e tolse al nemico prigionieri, arm i e lnu-

nizioni. malgrado incessanti e violenti contrattacchi 0{on falconc 14-30 g iug no 19,6). I l r 0 battagl ione co.n vigoroso slancio: conqu istando UH forte trinceramento. preparò la viuoriosa ava112.ata della brigata sulla fronte d i S . G rado » ( r<> novembre 1.916). Nel 1916 il comando della brigata cd il 76° fa nte ria fu rono sciolù cd il 75" passò a far parte della _ 29• brig a ta d i fanteria. JV1ouo elci 75° reggimento (( lgnis in corde \) . Festa dei rcggi rnenri:

per

il

75°,

il 30 giugno.

anni \"C..Tsario del Nfonfokone del 30 g-iugno 1yl6: per il

combattin1entn a 76°. il 23 luglio, annÌYersario dei combattj mcn.LO di Prea 11l·cy-Rcims d el 23 luglio 19 r8 . Co lore d elle 111ostrinc :

bianco con una r iga viola-sc.:u ro c.:cnlralc nd ~cnso <Jriz ..

zontalc . Comandanti della b rigata nella f:lle rra !'0()1\diale : n-1agg. generale Sa rdagn3 (191 5); magg . generale Villani~ ( r9 r5-1 6); colonnel lo b rigad iere Squ illace (1 916) ; magg . generale !vfa ng ia rotti ( 19 16 -17) ; brigad iere gener:tlc Galasw ( rr117): brigadiere generale Maggia (1917-18): colo nnello P a\'ari ( 1918, al termi ne dell a g uerra) . Perdite in dc rro poiodo : mon i, ufficial i 91, u . d i trup pa T281 : feriti uff. 268, I u. d i truppa 8705; d is persi uff. 111 . u. ·d i rrnppa 5027.

I

I:,

Napoli, Rtggim<..:n lo di f:anter i:1 spagnuola_. originato rla q uattro cp. napoletane, poste nel 157r sulle navi agli or<.lini di don Giovanni d'J\ustria. Esse costi tuiro nJ il << Terzo - o reggirnc11to - fisso d i Napoli » . Continuò a servire come fanteria d i marina • fino al 1703 e allo ra venne sbarca to e sen•ì come fanteria d i linea. Vi fu i ncorporato il reggimento di Toscana nel 1721 . Nel 1732 ne fo colonneìlo don Ferdinando Caracciolo e nel 174, il marchese Tripuci. Nel 1779 partecipò all 'assedio di Gibilterra. N;,poli . Reggimento c1; cava lleria costituito a N . nel 175.1 . Fnrn1::1w a spese del colo nne llo Alessandro Fila11gcri 1

o

11.

motore 20 .0 0 0 cavall i ,

,·docit;\ ::?2 migl i:1.

Nappi (RaOt1elc). Generale . a Nola nel ,868. Sottot. nel

2~1 rcgg. fant. { 1887)1 passò .nel \ 'arma d ei CC. RR . nel 1894Panccipò ·;,Ila campagna italoaus1riaca t:. fu i~pcttorc <ldk re .. trovie nel 1916-J cJ rì . n1ggiu.1lgcn do il grado cli colonnello nd , 921. Nt· I HJ23 assunse il cornar,clo d el la Legione d i Chieti, nel 1926 f u collnc.:ato in P. A .

e nel 1928 raggiun!)t: il grndo di -generale di brigal~1 11dl 'armn <le i Carabinieri Reali .

Nappina.

Or11ainc nt.<>

copricapo fogg iato

~1

,le i

~appi Ra..tTaelc

forma di

pera , o d i mezza s[cra assai app ia ttita, d i metallo. opp ure cli legno r icoperto di felpa d i lana , portato ali 'orlo superiore e sul davanti dd ca1w o del kq,l. Fu ado ttato d agli ~scrciti dell'epoca napoleo n ica . Nell'eserci to [rancesc

Nappinc: italiana

francese

austriaca

~ttuale ha forma sferica cd è chiamato « pompon » . In Jrn lia . \:1 !-i . i: porr:ita al presente eia quei corpi che fanno uso del ke pì , del colbacco o de l cappello alpino. F. d i legno ricope rto d i felpa di lana per I" truppa, e cii 111ct allo per i màresciallì e per g li ufficial i.


-

NAR

444 -

N arbon-i ·(Giovmwi ·\-lllria). Generale, n. a Roma nd <77~. Alla costituzione della repubblica romana, fu capo d ella Gendarmeria del d ipa rtimento di Roma. Dopo gli a vvcitiment i d el 1799 s'imbarcò a Civ itavecch ia con le sue truppe, si recò a Marsiglia e poi a Bourg..en .. Hresse, luogo di con .. ccntr::tmento degli ltalian i cmjgrat i

e

~ni <lragonì romani e

napolcrnni formò il .2° regg. us.seri , cot <JUali partecipò alla campagna del r8oo. Alla caduta d i Napoleone passò al servizio austriaco divenendo te• nentc generate. Scrisse un t rar..

N:arboni Giovanni

tato intorno alla Cal'a llcria .

mitica

ddln

Narbonne \,mr. Narbo Marti11., ). Ciu~ della Francia, capo!. del d ip. dcll' Aude, , ul canale nella Robine. Fu wlon ia romana , fondata da Marzio nel , r8 a . C. e d i,·ennc capo I. del la Ga llia Narboncsc, cu,l Jìorerttc da C$sc rc di va lido aiuto a P. Crasso nel la Slla g uerra contro gli I beri . 1. Assedio di Nt1rbu1111c (436). Fu po"" 'jto da Teodo rico, re

"'

.I -

.,

dei Goti, nel mentre

era d ifesa da debole guarn ig ione

ro mana ,

comandata da Av ito .

Al

_.·-·•

.·::-'::.:•......

soccorso

c!cll:i

piazza accor:-c Lirn. rio, il qunk rjuscì _,.· ~-:,-:;

a forzare le ìince dei Gocj , mediante rapi clo col po d i mano della sua canlleria, a

Piant:t cli N arbonne (sec. XVIl) entrando in

rv·. con grandi p rovviste d i grano. Teodorico

allora abbandonò l'assedio . U . Assedio di Narbo1111e (508 d. C .) . Fu intrapreso dai Burg und i d i G undobaldo, loro re, il quale riuscì ad avere ragione della resistenza dei Visigoti. cournndati da Gcsalico, h ast:mlo del re Alarico Il, e ad impadronirsi del la citt!1. lii . 1/a./taglia di Narbo1111e (531). Appartiene alla g ue rra

f.ra i Visigot i di Spag n a e il re Childebcrto d i Francia . Questi sconfisse il re visigoto Amalarico, che era anche

suo cognato, e lo fece uccidere. IV. Assedio di Narbo,me (673). Fu

posto dH Vamba, aveni voluto riconosce re l'elezione cd crasi ribellata per istigazione dd capo visigoto Paolo. Cui concmso di una flo tta , reso possibile da l fatto che allo ra N. e ra abbordabile dal mare assai vicino ~d ia città, Vamba superò le resistcaze de i difensori, e vi entrò mandando a morte il riva le . nuo·vo re dei V isigoti , percl1è la cittl, non

V . Assedio e battaglia di Nar&omu: (737). Ap parrc ngouo all ' in vasione dei Mori nella Fraocia . Questi si erano im padroniti fin ,bi 721, per opera d el ca liffo d i Cordova, della Gallia Narbo nese, e l 'avevano tenuta anche dopo la sconfitta subìta a Poitiers. La città venne investita da C:1 rlo Martello, il quale sbarrò i l fiume At1dc, e tutti i passi ,·iciniori elci Pirenei. Un esercito (l i ~occorso , con -

NAR

dotHJ da Omar, califfo d i Cordova, pc,· 111are, non riuscì ·a rompere g li sbarramenti dcll'Aude e sba rcò a distan7.a da lla città . li re Carlo. lasciate sullìcien ti forze nelle lin, C di a~scdio intorno a N., accorse .s ul luogo dello sbarco, ed intlì.,;sc ai Mori una disfatta compkta, nella q_ualc perì anc he Omar. Ma la piazza C'esisteva , e Carlo do~ vcu e accorre re a combattere i Frisoni e i Sassoni sulle frontiere orientali d el reg no. V[. A,-sedio di Narho11 11e (759) . t,: 1·ultimo a tto della cacciata -dei Mori dalla Francia. Pipi no il Breve, che d al

752 aveva ripreso loro tutti i centri <lei !~1 regione , fece asse··liarc anche N., che rappresentava orm ai L'ult imo haluardù dei Mori al d i qua dei Pirenei. I geneqli dd

, Torre <li ~ arbonnc (sec. X l \ ')

re Carlo riuscirono a ,: rea r~i partigian i in n1cz,zo ;;ij Goli ~1 ncora viven ti a N., i quali

:1

un dato momento assalirono all 'improvviso la g uarnig ione

araba, e aprirono le porte ai Francesi . La ciotà cadde in loro po tere, e g li Arabi si r"ssegnaronu alla perd ita, sanòonata da trattato concluso con Carlo Martel lo .

Narbo1111e (Amerigo d,) . Caval iere francese, barone del re Carlo d i S icilia, del seculu XIII. Fu dipinto da qualche cronista .ita liano, come il Co1npagni, (< non molto sperto in fatti d ' an nc », e da qualche altro, come il Villani. come t< saggio in arme cd irr g uerra l> . Nel 1289 battl·. a capo (k i ·Guclli, i Gh ibellini nella g iorna ta d i Campald ino. Narho nfJC ( Pc/1.:t- Fritziar , cunle Ciovanui). Generale francese, rn . nel 178.1. Si distinse a Minorca ud 1756 e nella guerra dei Selle Anni.

1Varbo111u: LJra ,.:onte L,tigi. ~fini~tro tk:11:1 guerra fran~ ccsc, n. a Colorno, m . :1 Torgau (1755 -18 ,3). Andato in Francia nel r760, cnlrÙ nella carriera m ilitare e d ivenne minist ro della guerra J i L u igi XVI nd djcernbre 1791, rimanendov i sino al marzo successìvo , Esule in Inghilterra , nel la Svizzera, Sved.ia e Sassoni.a, ritor11ò in F rancia nel 1800. Fu rich iamato alle armi nel 1809 col grado di lCn . generale e norn inato governato re di Raah e poi di T ris:ste. Ministro ple nipotcnt.iario in Bav iera, Napoleon,: , poco p rima del la spedizione in Russia, lo volle suo aiu. tante. d i c;im po. Nel 1813 fu mandato ambasc;atorc a Vien n a .

Narcisa (f'élia). c;eneralc dd scc. xvm, m . ad Alcs_,:i nd ria nel t 785. Sottot. nd rcgg. fanteria Piemonte nel 1734, partecipò alle guerre per la Successione di Polonia r d'Austria. Colonnello comandante del detto rcgg. nel , 776, fu p romosso brigadiere nel 1783 e 1iassò al comando del regg. La Marina . Nardi (Camillo) . Capitano ro mano, n . nel 1581, m. nel 1628 . F:n1rò sed icenne nella marin a pontificia e partecipò alla lunga lo tta contro i pirat i ba rbareschi . Nel 161I d ive nne aiutante maggio re, tre anni dopo coo1andante d ella gakrn pad rona della sq uadra e provveditore d elle gàkrc. Fctc parte per trent'ann i della squad ra distingucn<.los i in

~

t


-

N -IR

molti cornbattirnc nti, e perl coniliattcndu al (.Omando di una g alera presso Civitavecchia contro un \'8Sccllo turco .

Nardi //11acarsi . l'atriotta di Modena, compagno <lei irarclli Bandiera <la c.;rftt allo sbarco in Calabria. Quiv i fu ferito, fatto prigio1ùcro e fuci lato :1 Cosenza (184.½). Nardi Eduardo. Gc11crale, n. e m . a Napoli (1860-1931). Sottot. di cavallaia nel 1884, cht maggiore fu dircuore del deposito allevamento ca\'al li di Bonorva; e fu collocato in P. A. nel 1913. Ri ch iamato in servizio (1914) e trat· tcnutO col grado d i ten. colonnello e colonnello a d isposiz ione del Ministno Agricoltura, quale capo ufficio prccett,izione quadrupedi p resso il C. d "i\. di Bari, fu collocalo a riposo ed iscritto nella riserva nel 1920 e raggiunse nel 1928 il grndo d i generale

dì brigata . Nardò (an t. Nerilum) . Ci,u [, delle l 'ugl.ic in pruv. di Lecce. J'u sononies,a dai Romani nd lll stc . a . C . ~ci pr imi tempi dell'era volgare subì le invasioni dei Goti, degli Ungari, de i Saraceni, dei Bizantin i, i quali ultimi tennero la città fi no all 'XI sec. Durante le con!csc

445 -

N ,1R

portb a Zara. ant ica alleata della repubblica, r icevendo ugua lmente gli omaggi delle città della contrada e delle isole del la Dal mazia . meno quell i di Curz.ola e di Lesina, che si allearono con i N . Il doge Pietrn Orscolo II, che comand a",,·a per,011ahncnce· la ·H0tta, andò dapprima contro queste due isole che si trovano <lavanti al golfo d i Na• renta, e . sottomcsselc dopo viv~ resistenza, invase i l plese elci N . ponendolo a ferro e a fuoco. Quando la potenza dei pirati fu ridotta a tale da non poter pi/, nuocere alle città della Dalmazia, l 'Orscolo concesse loro la pace a condizioni durissi111c, e Vcn,zia fo padrona <lcll'Aclriatico. Nar·e h.

V ilbggio dcl i' A lgeria , nelle vlcinanzc di Co~

stantina.

P,·e,a di Nard, ( 1849). Ap partie ne alla guerra per la repressione della rivolta in Algeria. Il colonnello Canrobcrt. nell'i11tento di sottomettere N . . aveva diviso le sue truppe in tre colonne distinre . La pri ma, postasi in marcia d t\· rantc la notte, qualche ora prima de lle altre; do,-e,·a fare un giro sulle mont:igne ed occupare un 'altura domin=inte il g ruppo di villagg i c he dovevàno essere att:1cc3ti di ro-

vescio i q uindi du,·e,·a attcudcrc fino al 111omcnto in cui le altre due colonne fossero pronte per l'attacco. Queste, p,mendo p iù tardi, marciarono direttamente su ll'obiettivo; esse aveva no l 'ordine di lanciarsi all"atta,co di N. , in accordo con la prima colonna . L 'operazione riuscì rom-

pleromentc ,cwndo quanto era stato previsto. Qucst'aziunc nei distrcui circ011V ici11j che _.,,, erano ribellati ~ontro i Francc...·si . produsse un gra nde dfctto

Narew. Fiume che scorre in Russia cd in I'ol;,uia, affluente di dr, del Ilug, nel quale sbocc'1 a Scrozk, <lopo 385 Km. d i corso. Durante la guerra russo-polacca del J<)19-20, sul le rive della N . al'l'enncro diversi combatti• menti fra i Bolscc\'ichi e le truppe pobcchc, che r imasero v i ttoriose .

Narìs. Localir:1 dcll":\ fri,a Sud Occidentale cx tedesca, V i avvenne (4 dicembre 1904) un combat timento fra una colonna tedesca, agli ordini del ten . colonnello Deim ling e g li Otten totti . Questi furono battuti da una btr. d 'artigl ieria sulk rocce dove si erano appostati e presero la

fuga, appc.11:1 videro la fanteria. tedesca avanzare per l'n:!'I• ~,1lto. la~<.'.iando 50 morti sul terreno . l1 castello di N~rd ò (ricostruito)

fra Greci e Norma ,rni , fu rasa al suolo e quindi riedificata. N el medio evo ebbe anche un ampio ord ine d i mura, rafforzate da diciotto torrioni, ed un castello , Nel J647 tentò di scuotere la soggezione feudale. rna il tentativo fu soffocato nd sangue.

Narenta. Città dell'E rzegovina su l fiume omonimo, Fu colonia romana, quind i appartenne agli Schiavoni e ai Vcneziani . 1 T urchi se ne imn,drnnirnno nel 147y. Narentani (Pirati). Popolo d i razza schiavona, che, dopo essersi impadronito del porto <li Narcnta, infestava con le sue scorrerie tutto l'Adriatico, contendendo ai Veneziani il dom inio del mare. Tutte le piccole repubbliche d anneggiate dai pirati N .. troppo deboli separaramente per reprimerli. si collegarnno con la repubblica cl i VcllCzia, ponendosi sotro la sua protezione . L"anno 997 mosse da Venezia la più gra nde Hotta che avesse lino allora a llnata la repubblica. L'armata passò prima da Pola e v, r icevette gli omaggi di tutte le città del l' Istria; qu 1v1 k s i un irono i ri nforzi <k lk città alleate, con i quali s1

i

I

~

Narni (~111. Ncquinum). Com un~ in 11rov. d i Terni , !l-Ìtuaro ì1~ fortl'. po:-iizionc. sulla via Flarninia, nella sr. del la Ner.1 , a circa , 2 km. d alla sua conAuenza col Te vere . 'Ebbe un castello, costruito ai p iedi dell a rocca, che fu devaslato e <.ljs trutto nel medio evo, e ri1ncsso di nuo vo

in stato cli difesa nel 1460. Fu assediata <lai console Ap uk io nel 300 a. C. , ma cadde solo l'an no seguente per opera elci console Marco Fu lvio . Vi fu allora stabilita una colonia rom ana, Verso il 280 a . C, i Galli Boi che, alla no rizia

deJ

1-nassac.to. de i

Senoni,

cr::1110

scesi attraverso

!"Etruria rnccoglicndo tutti i nemici cli Roma, furono sangu inosamcmc disfatti presso N. Nel 209 a . C. riliutb ;i iuto ai Romani e fu da loro severamente punita. Nel 20ì,

durante b.

Scl:OlH.ia

g uerra

Pu nica,

i Romani co-

struirono a N., per chiudere la via dell 'Umbria su Ramo , un campo fortificato. Fu poi saccheggiata ne l vr secolo da Totila . Nel n43 N . soggiogb Collescipoli , l'cr ticara , Castel del l'Isola cd altri paesi. R ibel latasi ~e1 1167 a Federico Barbarossa , fu nel 1174 presa e saccheggiata dal suo luogote ne nte Cristiano , arcivcsco \·o rE M.agonza, eh.e l.1 tenne per due ann i. Avendo i suoi aQitanti occupato O tricol i, clovenc sostcncrc u na guerra ,ontro i l pontefice


-

N,IR

446 -

Innocenzo l ii. il quak mosse rnntrn l:1 c1u:i, imponendole la rc,tìtuzionc delle terre occupate. un ·ammencb e un nuorn giuramento di fedeltà e cli omaggio alla Cbic,.1. Nel g iugno del r24J fu 3ssediata invano dall'imperatore Fc,krico l i. l.'~nno seguente, per o rd ine dcll'illlptrat◊rc,

AR

:r due

l-111. d, di,tanza. In quel frattempo g iungeva Cl'rrarù e ,i fermava di Crome alla posizi<>nc che il 11cmico occupa,a un'ora prima . Dopo un bre,•is,imo ripo,o egli si spingeva innamd, quando ~li insorti gi~, tornav~no verso l:1 po,iz in ne. Incontratisi i due corpi nemici ne lla pianura. ne segui, a una lotta ostinata e ~anguinosa. La ca\'alleria dei ri,oltosi combattè con molto valore e non fu che con difficoltà e gravi perdite ch e la c:1valleria in g lese riw,d :l respingerne gli attacch i. Anche b fantcri;1, sebbene tulminau dall'artiglieria a cavallo di Colin Cooksworthy. oppose gagliardissima re,istenza agli assalti del ,0 fucilieri e dei cavall i d i Mrxiltan . Verso la fine ,lei giorno i l roL Gcrr~1rcl. sta ndo i n primiss irna Jjnen a ca\'all<>, fu fcrit<> a morte, ma i;li Indiani battcronÒ in

ricirata.

Narsete. Generale biza,ui11u, inv iato da Giustiniano i11 lt:i lb 11cl 5-10, rivale d i 13clis:1rio. V in,e gli Ostrogoti, ,qui dati eia Totila, che nel 552 cadde in combatLimcnto, e li caccii> cbll'It~lia. Fu nominato esarca e rimase sino al 567 in mie c,nica . .\ forì a Roma.

N.t[ni: Ponte medievale sul fiume 1'l'ra

fu devastato il ,uo territorio dal Duca dì Spoleto. '-Id 1403 fu prc"' da L1di,lao, re di Napoli. Il 17 luglio 152; fu asscdiatJ I presa e !-:tccheggiata d:1 un di,taccame.nto dcli ·esercito di Carlo V, I. .4s,etlio di Nnmi (300-299 a . C.) . .\ppartìenc alla gucrr.1 dei Rom.mi contro gli Umbri, e fu iniziato dal console Quin to Apukio e parlato ~ te rmi ne dopo due anni di rcs i, ten7.a n1cd i:1111e il trad imento d i due tcrr:i'l.7.ani, che introdussero di nascosto in città un rcpano ron1ano per mezzo di una \'ia '-Ollcrranca d,1 loro sca,·ata. Il. l're.ra di Nan11 (22 settembre ,86o). Appartiene alla campagna di guel'l'a de lle Marche e dd l'Umbri:1, Il 2 r set tcmhre il generale Brignone. che opcr,wa coli., ,ua colonn.1 ncWUmbria. giunto a Tcrn,. divisa\"a di occupJrc Narni e Ridi, per mettere a rip,m1 g li abitan ti d i quelle due citt,1 dalle scorrerie elci l'o ntilic i c lic tenevano Civita Castellana. L'operazione dell.t presa di lV. \'enne affìdarn al tcn . col. Pa-i, che ebbe ;i di,po,izione i ,uoi \"olonrari (in numero di 1 1Q) e c.h1c cp. di granatieri. La colonna l':-i~i giunse ,otto N . all'a lba de l 22. La cìtt!, t ra guar<bta eia un:i c inquantina d i Pontifici agli ordini del capitano Marini c;imcppc. li tcn. col. Pasi, occupate ,ilenziosamcnrc con i , olonrari le cinque porte della città e lasciate le due cp. d i granatieri in riscrv~1, int imò la resa. li c.apitnno Marini. \'i,lo ormai inulilc cd intem pestiva ogni resi~1cnz~1, i.:on ,l·~nò le anni e la città :tgli attaccanti.

Narnoul (o Nt1ma111) . Citt,, dcll' fnd ia, nel d iwcuo di Uc lh i.

Co111b1111i111e1110 di N,1mo11/ (1858). Appartiene alla campagna degli Inglesi contro i cipai. li colonnello Gerrard, al la testa d i una colonn a mobile coniposta di Europei e d i Pungiabcsi, il 10 novembre rlì5B part iva da Delh i per portarsi conii'<) N . dove i rivoltosi avevano preso po>i• ,ione. li giorno 13, Sannand K han, c he e<>manda\'a i rivolto,i, vedendo che la matti na e ra g i:ì ino ltr.11:1 e ch e gl i ln!(ksi, ost.1rnla ti nel la marc ia dai terreni s:1bbiosi, non comparivano, a bbandonava le fortissime posizioni e ,i conducc,·a con tulle le sue truppe nel proprio accampamento

Naru das. Località dcli' Africa sud -occi<lenrnlc cx tedesca. Vi a,,·enne un combattimento (11 marzo 1905) fra una colonna tedesca agli ordini del cap. Koppy e gli Ottcntolli agl i ordini del loro capo Morenga. La lotta ,i ,vobc in tçrren<> accidentato e fu decisa dall',nìglieri., e dal fuoco di fucileria dei Tedeschi, che costrinsero il nemico .1 prendere l.1 foga . Narus. Localit:'1 d e ll 'Africa ,ud-occidc11 t:1lc cx tcdcsc.r. Vi :1vve1111c un ,ombauimento (15 giugno 1905) fr,, una colonna tnlc,ca agli ordini del cap. Eckert e gli Ottentotti. C,!uesri perdettero 30 morti, abbandonarono una quan tit:'1 d i bc:,tiamc e si rit irarono ir1 u na vidna collina , dove furono attaccati il 17 dai Tedeschi guidati dal m:igg. Kampt7. Il suo reparto venne ,·crso mcz7..ogiorno ., 1ro\'a1 ~i in (ritica silua~ione~ e fu s:,lvato per l'intervento del ,cpano d cll'Eckcrt. Gli Ortc ntott i non ressero all'arrivo d i •tu<.:,ti e a sera ii ritir,1rono non inseguiti. T Tecle,ch i :l\"C\'ano avuto 19 m. e _{t kriti, fra i quali il Kampt,.. Narva. Ciuà della Russia . nella Livonia, ;ulla s r. dcl l:i Namn1. Fo ndata nel 1223, venne fortificata nel scc. XV lf cd ebbe un buon .tr,cnale, oltre alla citt:tdclla <li l\"angorod. sulla clr. dd fiume. Come fortezza ,·enne scb<,ificata nel 1864.

I . .4w·dio e battugli11 di N,11·u11 ( r700). Pietro i! Grande di Rus,ia a,·e,-a in\'cstito la pi3z7~1fort~. con 6o.coo u. e 1-15 cannoni, il 23 scttenlbrt, eseguendo regolari l!ncc cli comrovallazione e di circon vallazione, appoggiate a l tiumc dai du~ la ti. I dife nsori e rano ~ppcna un migliaio (Svedesi) comandati dal colonnello conte Hoorn . Le ~rtiglieric russe. mal dirette e mal po,tatc, non arrecarono in un mese che lievi danni alle opere della piazza. Verso l.1 metà d i novembre, avanzò al , uo soccors<, il l'C Cari<> X lf di S,-czia, ron appena 9000 u. (21 bg l. e 48 sqdr.) con !,i pazi d'arriglieria. I.<> c,:ar, impressionato per l'arrivo del re Carlo. abbandona il comando delle eruppe al duca d i Croy e .~i reca :1 Plcsk ov per radunarvi rin forzi. li 20 nO\'cmbrc il re Carlo, mentre nevicava fittamente. arri,·a in "ista delle lince russe, e decide di attaccarle immediatamente. Dirige a tal uopo sul loro centro una colonna d i 11 bg l. sostenuti d :1 24 sqdr., al comand o del gc11. Welling, e a s r. di questa un'altra colonna (8 bgl.) comandata dal gen . Rcmchoelcl. li re segue questa col<>nna. che fa proteg:,:erc d3 lf ,qdr. e da 2 bgl.


!

NA R

-

447 -

li ri manente delb cavalleria i: in riserva, al coma ndo del gen . Ribling . L 'attacco riesce; in meno d i mezz"ora la linc;1 dei Russi i: superata, e tutta la loro ala d r. è. in fuga, \'Crso un po nte; di barche, per tentare di sal; arsi sulla dr. del fiume. Ma il ponte si. sfascia, e m olt i Russi r~stano annegati . li d uca d i Croy è preso prigioniero. I Russi si raccolgono presso il pon te e si difendono : si viene a patti: il re cl i Svezia concede che il ponte sia riattato ed essi si ritirino liberan1cnlc, ciò che viene fono nd la serata e nella notte. L'ala sr. russa, che , agli ord ini del gen. Weyde era rimasta inatt iva ,1dlc u incce,

li!. T rattato di Narva (30 agosto 1704) . Alleanza fra Russia e Po lo nia. Russia e Polon ia (czar P ietro e i'e Augusto) si stud ieranno di debellare il re di Svezia . Tutte le ò ttà che Ja Russia ritogl ierà al nem ico nella Livonia saranno restituite alla Po lonia, la quale dall a ,Russia stf~S:t riceverà u □ soccorso di 12.000 u . per tutta la durata della g uerra e st nz 'alcuu cornpcnso. più un .sussidio di 200 mila rubli per il mantenimento dell 'esercito polacco d i 47 m ila uom1n1. Se il □emico sarà cacciato dal regno, la \'olonia lo assalirà nei suoi Stati.

<.li trattare., e il re conviene per essa cou,c per

Narvaez (Raimondo, d11ct1 di Val_e nci<1). Generale spagnuo lo (1800-1868). Partecipù sotto il Mina alla guerra

offre

la d r., ossia lascia libera tale ala d i ritirarsi, dopo però che essa ha deposto le an n i. li re trattiene prigionieri

{lcl ,823 con tro i

Francesi , e

quindl si gctt<) nel vivo

Attacco di Karva (1700) parecch i generali e colonnell i russi, cd en tra in tV. do rc risto ra i suoi soldati t dei quali 2 0 0 0 erano rimasti morti o feriti. [ Russi perdettero 18 .000 u. in tutto, e tutte le loro artiglierie, 1nunizioni , bandiere~ bagagli.

li. A.<scdio di Narut1. ( tio4) . Lo zar Pietro il Grande si presentè> davanti a ·1v. nuoJamente il _i n ag osto, con nu m~ro~o ·eserc ito ben fo rnito di ::irtig1ierie . La piazza era ancora difesa dal conte I-luorn , promosso generale. Lo cza.r lanciò ripcturntamente re parti all'assalto dei basrioni , ficramenotc difesi dall a guarnigione svedese, e no n ..-:cssò un momento dal bombarda re le o pere. Fi nalmcnre, il 21 agosto, la breccia cr3 aperta, e ventimila Ru ssi i urono dallo czàr lancia ti all'a%alro ,la ogn i pane L a d ifc,,,

delle lotte intestine e m ilitari della Spagna, tra le file dei Cr isrini, con tro i Carl isti. Rivale di Esparrcro, do n::tte e migra re , ma nel J8.p tornava nella SpagOa , dove la \'irtor ia dei Cr istini g li ::issicurava la Presidenza del Co nsigli<, d<:i n,i ni !>tri, eh<..: lcnnc Sino illla mùrtc .

Narvalo, Sommerg ibile, varato dal R. Arscn(l le d i Venezia nel 1906; dislocamento tonn . r58; lunghe zza me tri 36,81, larg heua 4,3 2; apparato moto re 654 cav:1lli, ve locità 13 miglia. A n n~Hncnto g uerresco: 2 tubi lanc i~sdu ri da 45-0. Persona le d'armamento : 2 uAìciali e 13 u . d 'c,1uipa~gio. Rad iato nel 19 18.

venne. sopraffatta, e tuui g li Svedesi che non fecero ù1

fi,.'arva!o . Sommergibile va ralO dal Cao tic1c n3v::1le triestino d i Monfalcone nel 1930; clislocamenro tonn. 875;

te mpo a passare il fiume rom pendo il ponte, per rifugiarsi nel forte d i lvangorod, vçnncro trucidati dagli assalitori, i quali saccheggiaro no la cittù per mol•tc o re . Tre g1orn1 dopo, anche i d ifensori del detto forte si arresero .

lunghezza m . 69 ,80, larghezza 5 ,78 ; apparato rnotorc cj vall i 3000, velocità mjglia r6,5. A rmamen to guerresco :• 1 canaone d::t 100 e 8 tubi lanciasiluri da 533. Personale d 'nrrnamento: 5 uAìciali e 29 u . <l 'equipaggio .


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NAR

448 -

Sot tomarino- Narvalo ( 1930)

Narzane. Ammiraglio ang ioino del regno di Napoli , nel sec. XIII. Il 15 apr ile 1287, rotta la tregua stipulata con gli Aragonesi,

prese di sorpres:il

Augusta e

poi si

mise a taglieggiare le città siciliane della costa di mezz ogiorno. Ma Ruggero di Lauria io raggltmse a Castellammare di Stabia, lo scon(isse e lo fece prigion iero.

Nasale. Cosl fo chiamata la parte dell'elmo d i qualsiasi ~pec ie, non chiuso, che serv iva a difendere il naso

d ai rnand ritti e da i manr~vcsc1. Negli d m i antichi era

austriaca; comandò, da colonndlo, il 107° faotcria ( 1917) : da brigad iere gn1erale l:1 br igata Vo lturno ( r9i 8); k truppe ita liane d 'occupazione del la Carinzia ( 1920); la brigata Piemonte ( r920J: la briga ta Savona (1921). Nel 1923 rngµ:iunse il gra<lo di generaJe di lJrigata. Fece parte del corpo d 'occupaàone cli Corfù . Co1nandò la 23<t. brigatj di fan~ 'tcria ( 1926): nel 1927 venne rollocato in P . A . e nel 1930 raggiunse il grado di .generale di <livis. Guadagnò nella guerra M o nd iale una mcd. d 'ar. gcnto e la c rotc cli cav. ·c1t1.

l 'O rd ine Mil.irarc d i Savoia .

Naseby. Villaggio dd l'Jn. , ghilte rra, nd la conrc:t di North.1mpto11. •-• nasaic di ehno grtcco; 2 , id. del SCf· JX; J , id. orientale del scc. XV1

fisso;· in quelli del medioevo era mobile e si poteva alzare od :ibbassarç a piacimenro, facendolo scorre re ; oppure si yt>tcva anche togliere .

Nasali i Rocca (conte Saverio). Generale, n . a Pianel 1856. Sonot. dei granatieri nel 1876, fu aiutan le d i campo onorario di S. M. il Re nel 1898 e comandò da colonnel lo i l 40° fanterh (1903-1905) . Comandante in 2a della Scuola cl i guerra nel 1907, f u pron1osso mas·g . generale nel 1909 ed ebbe il comando dell a brigata Alpi fino al 1912. Partecipò alla guerra

.ccM.:1

italo-turca ,

tenne

il

comando

della div is. di Novara (r913, 1915), poi d i Perugia, col grado di ten. generale ( 1915) e ancOra di .Novara fino al 1919, Kasalli Rocca Saverio

raggiungendo i) grado di_ gene -

rale di C. d'A . nel 1924 e passa ndo nella r iserv a nel 1927. Pubblicò uno studio sulla .campagna del 1848. Nel 1923 fu prefetto d i Milano, poi p~de.stii dc La Spezia.

Nascimbene (Pictro) . Gerrerale, n . e rn . a Stradella , (1 829-1910). Da capora l furiere partecipò alla campagnn -del 1849 e da sottot, alla campagna 1860 -1861, g uada_gnandovi una med. d 'argento. Comandò da colonnello i l 2° regg . bersaglieri e nel 1894 raggiunse il grndo d i magg. genera le. Nasàmbwe Clelio. Generale, 11 . ad Albaredo nel 1865. .Sottot. di fanteria nel 1887, partecipò all a cam pagna italo -

/Jauaglia di Na;eb)' (1645). Appartiene alla prima guerra Nrisci mbcnc Clelio civ ile i11 Inghilterra. Fu combam rta da forze prcssochè egual i fra i 1·e gi e i repubblicani . Comandava il corpo principale del l 'escrcito reg io lord Astclcy; il principe Ru perto, nipote dd re, l'ala d r ., ed il re stesso la riserva . Nella parte opposta Cromwe ll, Fairfax e Ircton, dirigevano le mosse delle soldatesd w de l Parlamento . Sulle pri111e_, la vittoria p·arve sorr idere ;t Ruperto. che assalì e.on impeto le truppe dell 'lret0n. Ma, essendosi ostinato a voler prendere le artiglierie nernichc, difese da buon nerbo di fan tc ria i C ro mwe ll, c he già aveva respinta l'ala dei real isti

che g li si trovava dì fronte, si rivoltò contro di lu i e lo sbaragliò . Re Carlo tentò di raccozz.arc ì fuggenti, ma il d isord ine cd il panico da cui erano state invase le sue truppe d ivennero

tali,

che

egli stesso venne

trasci nato

nella fuga e dovette abbandonare la sua fanteria, I 'artiglieria, i bagagli e tutte le mun izioni nelle mani di Fairfox, che prese 500 ufficial i e 4000 soldat i. Questa battagl ia decise della sorte d i Carlo, il q uale. rifugiatosi fra g li S1.:02.zcsi, fu cb q uesti tradito e conseg nato agli Inglesi .

Naselli (Diego, principe tl'Amgona). Generale delle Due Sicilie, n. di Palermo (1754-1832). Entrò da giovane nell'esercito e nel 1797 raggiunse iJ grado d i tenente generale. Nella guerra contro l 'invasione fra ncese, p repa rò a Gacra la spctliziune d ell'esercito napoletano nello Stato della Ch iesa, prendendovi parte come comandante delle truppe dir.erte a L ivorno. Quando l 'esercito napoletano si conce ntrò in Rorna. il N. sostituì il gcu . de llourcard nel comando m ilitare e politico d i Roma; fall ita la spe• dizione . fu non1inato governatore della Sicilia, dove erasi rifugiato Perdinando Il . R itornati a Napoli i Borboni, nel 1820, il N . fu nominato Consig liere di Stato e ne l 1822 1'iceamm irag lio .


NAS

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449 -

Nashvìlle, Città ,!egli Stati Uniti d'America, capitale ,dd lo Stato d i Tennessee, su l faune Cumbcrland. Battaglia di Nasl111ille (1864). Appartiene alla gueua di .Secessione nordamericana 1861-1865. 11 gcn. federale Thomas ccl il gen. confederato Hood · si trova~ano di fronte, nelle vicinanze di N., sin dalla fine di novembre. Tbomas aveva riunito circa 60 .000 u. mentre il suo avversario,

nello sforzo di impossessarsi della maggior vane dello .Stato del Tennessee, già confodcrato, aveva sparso il suo -esercito, forte di 27 . 000 u. 1 in un grande cerchio a sud di N. In tal modo Thomas aveva potuto cominciare con

probabilità di buon esito, il 15 dicembre, l'attacco deci.~ivo, che malgrado i ripetuti ordini da Washington, aveva ~empre differito. Egli diresse il suo sforzo principale contro l'ala sr. dei Confederati, m inacciando, al tempo stesso, il loro fianco dr. L'ala attaccata fu subito costrer.ta :1 ritirarsi cd i Confcd~rati furono respinti fin dietro la strada (li Hillsborough . Durante la notte sul 16, il gcn . Hood

cavalleria federale finchè la massima parte dei fuggiaschi fu al sicuro. Il 27, il gcn. Hood col resto de[ suo esercito raggiunse la sponda meridionale del Tennessee, presso Bainbridge, dopo aver perduw nella battaglia e uell '.inscguimento 15.000 u . e 53 cannon i. I Federali ebbero una perdita di ci rca 3000 uomini. Nashville. Nave corsara <lei C'..onfederati nella guerra rli Secessione. Uscita da Charleston nell'ottobre del 1861, comandata dal cap. Pegram, catturò e di&trusse molte 11avi dei Federal i, e violò più volte il loro blocco, trasportando munizioni e artiglierie dall'Europa. Affrontata da l monitor federale « Monrauk » il 18 febbraio 1863 presso il forte Mac Allister , dov ·erasi Ìllcagliata, la N. venne affondata da quello a cannonate.

Nasi (Teodoro Enrìco). 'Generale, n. a Moncalicri, m. a Torino (1814-1881). Da luogotcn. e da capitano partecipò alle campagne del 1848-1849; fu ufficiale d'ordinanza ono-

'· ?

,·,obu Overton

Battaglia di N ashville (1864). I Federali sono indicati con righe nere sbarrate; i Confederati con righe. a .rettangoli bianchi e neri.

occupò più a sud una posizione pil1 (orte. L'ala ~r., a

causa della minaccia d i aggiramento, dovette esser ripiegata ad angolo acuto e le perdite, specialmente in pri gionieri, erano già state molto più forti fra i Confederati che fra i loro avversari. Con tutto ciò Hood era deciso a continuare a resistere. Egli sperava che il ritorno dei reparti da lui distaccati, specialmente del corpo di cavalleria Forrcst, avrebbe prodotto un rovesciamento della situazione . I Federali, a l mattino del 16 dicembre, marciarono contro la fronte e i fianchi dei Conte,:lerati; 11 corpo di cavalleria Wilson, incaricato deU'aggirnmento dd l 'ala estrema .sr . dei Confederati} costrinse questi a to -

gliere parte delle t ruppe dalla fronte per portarle a d ifesa dell'ala minacciata; così anche la fanteria federale potè avanzar.e guadagnando terreno. Finalme1ùe, quando la cavalleria ebbe rotta completamente l'a la sr. e la fan teria sul fronte sferrò un n uovo attacco, ogni resistenza J:u infran ta. Tutta !';ila sr. dei Confctlcrati si diede alla · fuga verso est, seguita dal centro e dall 'ala dr. Solo in poche posizioni le t rincee furono tenute ancora per qual.che tempo con disperata energia. li gen . Thomas, alla ser:i del 16 diccn1bre, ord inò un ìrn;eguln1ento aggirante

,u Franklin., ma questo fu sospeso a causa del catlivo tempo e per la stanchezza delle truppe. Due brigate de i

ra rio di S. M. i l Re (r849) cd effettivo nel 1855. Da luogotcn. colonnello partecipò alle campagne della Bassa Italia (1860) e dd 1866. Nel 1867 venne promosso colonnello e nel 1874 raggiunse il grado di magg. generale, passando nel la riserva . Nasi nobile Edoardo. Generale, n . a Torino nd 1860. Sottot. d 'artiglieria nel 1880, fu ufficiale d'ordinanza ef. fettivo di S. A. R. il Principe Eugen io di Savoia-Carignano (1885). Comandò da colonnello il 6° regg. arr. d a fortezza (1914) col quale partecipò alla campagna ita!oaustriaca . Fu direttore d 'ar~iglicria presso la 3a. armJta

(1917), ragg iunse nd 1923 i l grado di magg. generale e nel 1925 quel.lo di generale di divisione . Nasi Lt1igi. Colon:iello e scrittore 1.n i litare, n. a Ccva nel 1863. Suttot. dei bersaglieri nel 1882, parlccipè, alle campagne eritree del 1887-88 cd alla guerra libica. In congedo provvisorio nel 1915 e colonnello nella r isern pocc, dopo, venne richiamato in servizio durante la guer,a. Scrisse, oltre ad articoli su nv1stc, varie opere, fra le quali: « La formazione del carattere niilirnre » ; « L 'educazione <lel soldato n: « Prepa riamoci aJla vittoria » .

•Confederati riuscirono tultavia a sba.rrarc il passaggio at-

Nasid io (Quinto f.ucio) . Generale romano, i-'ar(igiano di Pompeo nella guerra contro Giulio Cesare. Inviato con 17 nav i dall'Italia a ,occorrere Marsigfr1. assediata da Ve-

Ha,·crso le colline di Brcmwoud Hills ed a trattenere la

c imo Bruto luogotenente di Cesare, si b3ttè contro le n:n· i


NAS

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4.'\0

~c.ariJac e po">Cia si rìfogiò nella Spagna. Nel 3~ a . C. passò dalla pane di An tonio; comandò parte della squadra che fu sconlitra da Agrippa nel 3 J , poco prima della hanaglia decisiva di Azio. 0

Nasielsk, Villaggio della Polonia. ,ulla Nasielka, afnuc111c della Wkra. I. Combn11ime11to di N11sidsk (18o6) . Appartiene alla ,ampagna cli Napoleone per la conq uista della Polonia. L'imperatore, informato che nelle vicinanze di N. si tro\"3\'ano numcro;e forze russe, le quali avevano spiegato le loro lince.: dietro il paese, il 24 novembre diede incarico al gen. Lc,narrois cJi farli sloggiare da quella posi rione. Questo generale, con un corpo di cavalleria della forza di circa 1300 u., riuscl ad impadronirsi di N. dopo aver superato una "iva resistenza opposta dagli avversari. Tuuc le posizioni dei dinLorni erano ancora in mano dei Russi, ma non le tennero a lungo; al g;ungcre del gen. rriant. che a,•anzava con la sua divis. \"CfSO questo punto, si ritirarono abbandonando sul posto molti pezzi d'arriglicria. Il. Comht11timelllo di N11sielsk (1920). Appaniene alla campagna russo-polacca del 1920. Riwluto ad impadronirsi di N., il generale Sikorsk i. comand:uJtc polacco in quel -.cuore. il 16 agosto diede ordine ai generali in sottordine di attaccare contemporaneamente, dai rispettivi punti assegnati. la località occupata dai Bolscevichi. I generali Osinski, Krajowski ed il col. Luczy nski sfcrrnrono con1en1pornneamcntc i loro attacchi, appoggiati dall'artiglieria. 11 combattimento durò accanito fiuo a none. Finalmente, >0praffatti dal numero, i Bolscevichi dovettero cedere e abbandonarono le posiLioni di N. senza essere inseguiti da i viucitori ormai sfiniti dalla stanchezza.

Naslamoff (Ata11a1). Gcnnale bulgaro, n. nel 1863. Sottot. di cavalleria nel 1882, partecipò alla guerra del 1885 contro la Serbia. Poscia fu all'accademia mil. di r\rnxelles, dalla quale p:oss<Ì alla Scuoi" di guerra cli Tù• rino (1890). 'fornato in patria· fu insegnante alla Scuola mii. di Sofia e Yi di,cnne comandante nel 1905. Due anni dopo era Capo di S. M. e nel 1910 ispettore di cal'allcria. Cùnundò la rl ivi, . di cavalleria nelle g uerre balcaniche dal 1912-13 eri ebbe nella grande g11crra il CO· mando ddle forze sul Danubio. Scrittore mii. apprezzato, ha pubblicato opere <li Storia, arte e tattica mii., collaboran do a Riviste cd eseguendo tr:,tluzioni di opere mii. ,qraniere.

Naso (lmperfezio11i e,/ i11/ermirù del). (Med. Leg. Mii.). li naso ha la forma di una pirarnide triangolare ca,·a, la cui cavità costituisce la par te anteriore delle (ossc nas:ili. li grande asse della piramide iusale è diretto obliquamente dal basso in alto e dall'avanti in dietro; in molti soggetti esso presenta una leggera obliquità, per cui il lobulo nasale rcsra alquanto de"iato verso destra . Le <leformazioni nasali hanno la più grande importanza per l'estetica del ,·iso; esse possono essere congenite o rappresentare esiti di lesioni scheletriche di origine traum;itica (fratt11rc, ferite d'arma da fuoco) o di natura tubcrcCJlare o silìl itica . La lesione deturpante per ccccllcoz;i è: la distruzione della pirnmide nasale, quale esito di traumi mutilanti o di gra\'i processi ulcerati,•i. L ·art. 53 dcl1'f.lenco A co11tcmpla appunto la " mancanza totale del m1so » , quale causa d' inabilità assoluta al serv izio militare. li na,o esterno può es,er sede di svariate affezioni eut.lllCL: eczema, erisipela, erpete, congelazioni, lupus, ecc. Cn., ca ra11er i,t1ca affezione è l'acne rosacea, rappresentata

~rn.:11ornican1cnlc <la <lilatazioni vasali, Lbc ,i mo~lrano co111t! lince ro,,;c o rosso-azzurrognole, serpeggianti o ramificate, a cui può far seguito una proliferazione connettivale, con conseguente formazione di noduli . I.a mucosa nasale va soggetta a flogosi: rinite acuta (catarro nasale, corizza), malattia polimicrobica contagiosa, sulla cui in,orgenza influiscono molto le ca use reumalizzanti; catarro cronico scrnplicc, conseguente a catarri acuti non

guariti ed a catarri cronici del faringe nasale; rinite ipertrofica, caraucrizzata da iperpla,ia libro-vascolare aw,ciata spesso a degenerazione miocomatosa o polipoide: rinite atrofica semplice o secca, caratterizzata da u11a sccn.:zionc ,ceca, attaccaticcia. Infermità degna di spcci:,le 1ncnzionc è l'ozena, catarro cronico nasale, caratteri:.zato da croste verdastre, da fetore e eia atrofia della muco,., e delle ossa del naso, con essudato in cui si riscontrano vari germi, che però non pos,ono considerarsi specifici. 110n essendosi potuto cou essi riprodurre la malauia. Quttli c,iti di lesioni traumatiche o di gravi processi ulcerativi e distruttivi (sifilide, lupus) delle (osse nasal, con con,cgucnti sinechie, ovvero per b presenza i11 esse d i 111mori (polipi) si possono determinare vere e p1oprie ostru • zioni del naso, donde grave di.turbo del!,, respirazion,· nasale, nonchè alternzioni della voce. Specialmente negli uomini e nell'età giovanjle sono frequenti le emorragie nasali. le quali possono essere traumatiche e spontanee: queste ultime dipendono eia cau•c locali (\'arici ancrio<(' del setto, polipi naso-faringei, angiomj, polipi sanguinanti del setto, ccc.) e da cause generali (emofilia, leucem ia. scorbuto, malattie infettive acutt·, arteriosclerosi, ccc.) In rapporro alle alterazioni della mucosa, il ,enso olfatti\'o può essere diminuito o perduto. Nella valutazione rncdico-lcgalc delle ,variate affezioni del naso nei riguardi dell'arruolamento, il per ito <leve tener conto del deturpamento della cosme,i del volto e della entità del disturbo funzionale, nonchè della ingua ribilità clellc affezioni stesse. L'art. 54 dell 'f.lenco A prc,cri"e che debbano ritenersi cause d'inabiliti, assoluta ;,I <cn·izio militare « le imperfezioni e gli esiti inamovibili di lesion, del naso quando producano grave deformità o inducano disturbi funzionali gravi, accertati, questi ulrimi. con osserva'Lione in un ospedale militare ». Lo stesso :1rticolo contempla pure « le malattie delle fosse nasali e del rino-faringc che siano croniche e cali da indurre disturbi funzionali gravi, accertate con osservazione in un

ospedale militare; se ritenute suscettibili d i miglioramento. quando persistono oltre il periodo della rivedibilità e, nel militare, dopo infruttuosa cura e trascorsi i prescritti periodi d1 licenza ». L"ozena è trattata a parte nell'art. 55 dell 'Elenco A quale c.iusa di inabilit~ assoll1 ta; ancli'c,sa però dovrà cs~erc accertata cnn osser\"azionc in un o~pcdak: nlÌ · li tare.

Naspo. Formazione di battaglia in uso negli eserciti europei nel sec. XVI. Nassau (Ordi11,• di Adolfo d,). Ordine cavallcre,co, civile e militare, creato dal granduca del Lussemburgo nel 1858, in sie me con quello del Leone d 'oroJ per onorare il ricordo ciel proprio antenato. I l:i quat• tro classi: Cran croct·. c:omrncn -

Ordine di ì\-assnu


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NAS

l

451 -

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daton· <li e <li 2 • classe, cavaliere. C roce bianc;i a otto raggi, con corona d'oro sormontata da A <l 'oro al centro; sul cerch io la parola « Viruai ».

Nassau mnte Luigi. Capo degli insorti olandesi (15381574). Nel 1567 fu bandito <lai duca d · Alba e si portò in Germania per raccogliere truppe per la guerra di indipendenza dei Paesi Bassi . Nel 1568 fece una incursione nella provincia di Groni nga, e il 24 maggio bntlè gli Spagnuol i comandatj da Giovanni de Llgne nei pressi d i

Winschoten; ma, all'arrivo del duca d'Alba , si r itirò e prese posi;ionc in una localirà forte presso Jemguna sulla sr. dell 'Ems, d ove il 25 luglio l'Alba lo attaccò e lo sconfisse completamente. Egli pot?: riportare :1 suo fratello Gugl iel mo d'Orange, in Germani:,, soltanto alcuni avanzi delle sue genti. L'anno seguente combattè in Francia a fianco degli Ugonotti . Rinforzato da questi, nel r572, ricomparve sul teatro della guerra, e il 25 1naggio prese Mons, dove, assediato dal d:ica d'Alba, dovette capitolare il 19 settembre, ma lgrado là sua st renua resi stenza, ottenendo la libertà. Nel 1574 ritornato in Olanda con nuove truppe, il 14 aprile, sul Mookerhai<le, perdette la battaglia e la vita. Nassau come e printipc di N.-Sit·gcn , Cio11a1111i Mau-

rizio, detto li Brasiliano). Generale olandese (16o4-1679). E nlrato al servizio degli Stati Generali, si d istinse all'assed io d i Maestrich t contro Pappenhc_im (1632). Nel rG36 ù1 nom inato governatore del Brasile o landese, e combattè contro i Portoghesi , ai quali tolse vari possedimenti della costa africana. Nel 1638 il suo attacco a Bahia non riuscì, co,nc pure gli andò a vuoto q ud lo tentato contro una /-lotta spagnuola presso Cuba: nel 1640 riuscì ad impad ronirsi della prov.incia di Maraohan, fallendo invece la ,pediziont contro il Cile nel rG43 . Per attriti sorti con la · Com pagnia delle Ind ie occidentali fo costretto a tornare in Olanda, dove assunse il comando della rnvalleria col grado di te n. generale. Fece le campagne dei 1645-1 6; nel 1665 comandò l'esercito nella g uerra contro il vesco,•o di M iinster, e nel 1672-7-1 in <] uella contro la Francia.

N11pa11 come Cristoforo Ernesto. Generale prussiano (16861755). Dopo di aver servito in Prussia ed in Assia·, passò i11 Sassonia, dove, all~ testa di un regg. coraz.zicri, con1~ b ,HlÌ:: in Polonia e su l Reno . Nel r 740 entrù al servizio di Federico il Grande. che lo promosse magg. generale; prese parte alla guerra d i Slesia, dove si fece subito notare . Dopo la presa di P raga ( r744) ebbe il coman<lo di un cor po staccato, col quale occupò una parte della Boemia. Dopo la battaglia d i Hohcnfricdbcrg, a! cui buon successo aveva v:tlidamente con tribuito, co1ne c01nandantc dell 'ah.1 sinistra, rie<:vcttc _nuovamente il comando di tm corpo staccato. superiore.

e

con questo si

d'Africa dei 1896 e a quella italo-austriaca. Da colonnello comandò il 92" fanteria (1915) e nel r916 raggiunse il grado d i magg. generale. Comandò la brigat a Tevere, poi la brigata Basilicat a (r9r6); in questo stesso anno tenne il comando del feltorc Lavaredo-Oberbachcr. Nel r9r7-r8 coman<lò la brigata Como. Guadagnò una mcd. d 'argento al valor di marina e tma al valor militare. Nassi Ulderico. Generale, 11 . a Varazze nd 1869. Sottot. di fante ria nel 1892, partecipò alla campagna eritrea ciel 1895-96 e a quelle libiche <lei 1912 e 1913. Meritò la mcd. d i bron,o a Misurata (191 2) e quella d'argento a Sidi Garbàa (1913) dove rimase ferito . Appena entrato in guerra contro l'Austria, fu ferito gravemente sul M rzli meritando una seconda mcd . <li bron'W. Colonnello nel 1917, andò in P. A. S . poco dopo 1;1 guerra. Nel 1931 fo trasferito nella riserva, e promosso generale di brigata r anno seguente .

Nasso (Naxia.). lsoìa delle Cicladi, la maggiore del gruppo . Fertile e popolata, all 'epoca delle invasioni dei Persiani possedeva una forte flotta e 8000 soldati, tanto che i Persiani tentarono invano di impad ronirsene nel 501, e la presero soltanto nel 490 a . C. dopo viva resistenza degli abitanti, dei (]Ualj quelli che non perirono nella difesa turono fatti schiavi. Segul da allora le sor ti d i Atene. Nel princjpio del sec. XIII venne presa dall'.ammir. veneziano Marco Sanudo; nella prima metà del sec. XV l'isola cadde nelle mani dei Turch i. L'ammir. romano, cardinale Scarampi, dopo Ja vittoria di Belgrado prese fra le altre l' isola d i N. e vi pose presidio (r456), ma nel i 161 l'"arei;,clag0 ricadeva nelle mani dei Turchi facilmcntt: .

111 principio del sec. XVI Filippo cli Clèvcs con una forre Autta francese assalì invano l'isola, perdendovi due grosse navi.

Battaglia l/({11ale di Nttsso (9 settembre 376 a. C .). Appartiene alle cosl elette guerre Tebane e fu combattuta e vinta , 'lelio stretto separante le isole N . e Paro, da 83 iiavi ateniesi agl i ord i,li cli Cabria, coadiuvato dalla Beozia insor,ta causa l'oppressione spartana, contro 6o triremi spartane comandate dal navarca Pollide. Cabria, memo re della son e toccata ai navarchi aten iesi nella battaglia delle ,\r_ginusc (406 a . C.) dopo d i avere distrutta 111erà della flon,1 nemica. non inseguì le navi fuggenti, che avrebbe annientato, e si diede invece a seppellire i n1orti e :1 sa lvare i naufraghi . Fu q uesto l 'ultimo giorno del dom inio navale d i Spart;1, il primo di q uello di A re ne. l'\'asso. V. Taorminn. 1

jrnpa<lronì della. Slesia

N11ssa11 Siegen (principe Carlo di). Ammiraglio russo (1745-1808). Servì dapprima nell'esercito francese, dove raggiu nse il grado d i colonnello. Nel r783 passò nell'esercito russo, ed ebbe da Catc.rina II il comando della flotta del Mar Nero. Nel 1789 passò al comando di quella del Baltico dove fronteggiò la Aotta svedese. Allo scoppio della

rivoluzione francese, accorse sul Reno e si unì agli emig rati, rientrandc) in Francia, a. vita privata, nel 1 802.

Nassa/!, V , Maurizio di N. e Omngc.

Nassi (Enrico). Generale, n. " . m. a Gav i ( 186i-19~7). Sollol. ili fanteria nel 1882, partecipò alla campagna

Nastasi (Gioacchino) . Generale, o. a Milazzo, m . a Bari (1870-1919). Partecipò alla campagna d'Africa del 1896, a quella italo-turca, a quella italo-austriaca. Promosso ten . colonnello per meriw d i g uerra, comandò il 3"/° fanteria nel r917 e nello stesso anno venne promosso colonnello comandante il regg. deposito di Bari, raggiungendo nell'anno seguente il grado d i brigad iere generale per merito d i g uerra . Nella campagna guadagnò la croce d i cav. dell 'O rdine mi litare di Savoia.

Nastrino. !': co,ì chiamata quella lista metallica che corr,, sa ldata nella pa rt~ superiore fra le due canne, nei fuci li da caccia, e le tiene unite. Sopra di esso, verso la bocca delle canne slcssc, è fissato il mirino.


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N AT

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Nastro Azzurro (ls1ituto del). Fondato a Roma nel 1923, accoglie i decorati al valor onil. per arti di valore csclusiva1nente con1piuti innanzi al nemico. I la un ori-fiamma azzurro solcato eia fiamma t ricolore e ornato di fascio littorio. Ne fanno pane combattenti di tutte le classi sociali. N el 1926, l'Istituto ebbe un distintivo araldico, che viene rilascialo ai soci LJOitamente a brevetto. L'Istituto si propone : di nobilitare il Segno azzuiro, richiedendo ai propri associati la rigida ossèrvanz.a rlell'onorc e del dovere jn ogni atto della loro vita privatn e pubblica; d i affermare ed esaltare, ali ' interno e al1'estero, con l'esempio e cou le o_perc di propaganda, il valore e le virtù m ilitari italiane, per diffondere la coscienza del dovere verso la Patria , per onorare , il Segno azzurro, specialmente negli umili, ignari spesso del suo a1to sig nificato di d ignità e di elevazione; <li. prom uovere e fiancheggiare tutte le iniz iative c cl azioni che mirino a tener saldo jl sentimento della Vittoria; giudicare le q uestioni moral i, come Magistratura d 'onore, mediante la istituzione di una Corte ,l'Onore pre,so le Sezioni e di una Corte Suprema presso la sede centrale dell' Istituto in Roma; di dare opera alla diffusione, a t ravccso gli episodi ind ividuali e collettivi del Corpo d i nobiltà è egli Azz.urri, della coscienza 'spir ituale del sentimento del la Parria, pubblicando l'Albo d'oro dcglj Azzurri, e costituendo così il nuovo Ordjnc che av rà per motto e per passione l'idealità del valore. 1Vastro ponacart11ccc. f; così chiamata una lista di forte tela nella q uale vengono fissate le cartucce, a mezzo di occhielli. Generalmente il N. è formato da due nastri r iuniti insieme co11 anelli e listelli di ottone, alternando

Nastro portacartucce di mitragliatrice

d ue serie di tre andli con un. listello. Jnoltre è più spesso, a g uisa d i cordone, su l bordo prossimo al proiettile, in modo che le cartucce possano essere mantenute parallele ali 'asse della canna mentre attraversano il blocco d'alimentaz.io ne, e si dispongano meglio allineate nei cofani porta.caric:irori . I , N . portac~utucce sono i caricatori delle m itragliatrici e variaao pochissimo da un t ipo ad un altro <li arma.

Natal .. Provincia dell 'Unione Sudafricana (Impero Brila nnico) sulla costa sud-orientale dell'Africa australe . Misura una superficie d i 9r.382 Kmq. , ed ha una popolaz ione di 1.429.400 abit. dei quali 9/JO Cafri ed il resto bi,mch i. L a capitale è Maritzburg cd i l porto principale

Burban. La parte d i cost a compresa nel N. fu scoperta dal portoghese Vasco cli Gama, il giorno di N atale del i 497, ma rimase abbandonata fin o a quando gli Inglesi e gli Olandesi ne portarono, nel 1721, le prime notiz,c in• E uropa e - vi si stabilirono. Gli Ing lesi della Città del Capo fissarono, nel 1824, una stabile d imora a Porto N .; la colonia ricevette un g rande incremento nel 183~ con la immig razione in massa dei Boeri d alla Colonia del Capo. Ona insurrezione degli Zulù nel 1838 li massacr(> in grande parte, e anche gli Ing lesi dovettero fuggire. Però ber, presto nuove schiere d i Boeri vi accorsero e fondarono, nel r 840, la repubblica di Natalia. Ma il Governo del Capo non volle riconoscerla e l 'abbattè nel 1845 , occupando i l paese con t ruppe inglesi. Nel 1846, il N. fu dichiarato colonia della Corona inglese e, nel 1893, colon ia

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autono ma . Nel 1906 vi. avvenne una i nsurrezione

ind igena che fu soffocata nel sangue; nel 1910, il N . entrò a far parte dell 'Unione Sudafricana.

·Natale (Giustppe). Colonnello del genio e scrittore militare Jell 'epoca nostra. Scrisse : « 1 poligoni divisionali »; « Riun ione delle tre specialità zappatori, minatori e pontie ri in una )) .

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Natisone. Fiume del Friuli, affl uente d i sr. del Torre , nel territorio di Gradisca. Durante la grande offensiva austro-tedesca dell 'ottobre 1917 contro l'ala sr. della 2• armata, il grnppo Stein, espugnato j[ monte Matajur nella g iornata del 16 ot tobre, d ilagò in Val Natisot,e; nel pom·criggio della stessa giorn ata nude.i tedesch i e rano già al la confluenza dcll'Erbezzo col N.: il giorno dopo occupavano Cividale. N11tiso11e (Val) . Flattaglionc alpini, ca<t ituito nel feb'braio 1915 per la guerra i talo-austriaca (1915-1918). Fu assegnato all'8° r cgg. alpini ed ebbe le cp. 2 16 e 220 . Operò inizialmente sul M. Kuk, sul M. Kozliak e sul M. Nero . Nell 'agosto e nell'ottobre 1915 attaccò il Vodil che cadde in suo possesso dopo lotta accanita. lnviato sul] 'altopiano di Asiago per l'offensiva austriaca del magg io 19r6, combavtè con alterna vicenda a M. T oraro e nella ,;ona del Cengio . Nella nosu·a cont roffensiva ' resistette accanitamente a M. Giove, al Passo Campedcllo cd attaccò il nem ico sulla fronte M . Forno-Malga Pozzo. Nel giugno 1916 gli Eu assegnata la 279a compag nia d i marcia. Trasferito sulle Alpi -di Fassa, vi r imase fino all'ollobrc 1917, allorchè, sferratasi l 'offensiva nemic~, n · piegò o pponendo successive resistenze nel la Conca T esino, a Malga Mora nde, Cima Campo, Cima Lan, M. Roncone. Operò poi sul M. Pertica e sul M. Asolone. Nei primi g iorni del 1918 fu inviato a Pedcmonte ValpoliceJ la presso Verona, ove fu d isciolto i l 25 febbraio successivo . Per la sua condotta meritò la medaglia di bronzo al vHlor militare colla seguente motivazione : « li battaglione Val Natisonc dette esempio di tenacia e d i abnegazione, ,barrando il passo al 11emico con un '.incrollabile resistenza e attaccandolo poi , vittoriosamente, con impètuoso vaJore » (La Buse Schiri, M. Giove, M . Chiesa, 20 magg io-9 lug lio 1916). l.e sue perdite in guerra atnmontarono a ufficiali morti 14, feriti 39, dispùsi 15; u . di truppa, m . 233, f. 793, d . 918.

Natta Soleri (Ang"lo). Gene:·alc,' n. a Cimpornsso nel 1846. Da sottot. partecipò alla campagna del 1866. Da colon nel lo comandò il 76° regg. fanteria e nel 1911 rag giunse il grado di magg. generale.

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- 453 Nauders·, Villaggio dell'Austria, nel- T irolu, ;1~ssa Engadina, 6 Km, a nord del passo d i Resia, nella va llata dell 'Inn. Presso N . la valle si restringe, a causa d i un pote nte sperone d i montagna, in modo che la strada, raggiunta N., rimane sbarrata. Per m ezzo della prosecuzione della strada della valle clell'l nn, ora lo sbarramento /; aggi rato . Fin dal tem po che l 'Austria occupava la Lombard ia fu rono crene a N. (nel 1834) opere di fortifica-

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gimento delle armate d i JòUr<lan e di Moreau. Quando q uesti giunse vicino a Neuburg, N _ gli andò i ncontro f>resso E ichstadt e lo costr inse a r ipassare il Dan'ubio. A.nche ad Ulma gli sbarrò il passo verso Stoccarda e lo cost ri nse a ritirarsi per la Selva Nera su Friburgo. D opo

la can1pagna lasciò il servizio attivo. Naufilace. Sottufficiale della marina alll.ìca romana. Era incarica to della vig ilanza della nave, se imba rcato, e del porto, se con ufficio a terra. N aulin (Stanislao). Generale francese (1870-1932). Fece la carriera nella fanteria e fo a lungo nell'Algeria e nel Marocco. Comandò all' inizio della guerra Mondiale la -+5~ divis., distinguendosi nel 1916 sulla Somme e nell'anno successivo ncll' Aisne ; passò qtdncli a comandare il XXX[ C. d ' A. partecip ando alle hattaglie di Francia e d i Champagne ne l 1918. Dopo la g uerra passò dapprima i n Algeria, e poi andò a comandare (1923-24) le t ruppe francesi in S iria, tornando in patria al com ando del X IX C. d'armata . Nel 1925 ebbe ìl comando in capo delle_ truppe francesi contro Abel cl K rirn . sul Riff.

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Naumachia. E.-a il ve ro o il fimo combattimento navale, fatto su

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Il forte di_ Nauders (se<', XTX)

z io ne ; fa fortezza d i Ferdinando, comprendente una CO· struzione casamattata per quattJ"o bocche da fuoco, sulla parete rocciosa strapio mbante sulla riva sr. e due costru·zioni più piccole sulla riva destra.

Comb(lftÙncnto di Nauda, (1799). Appartiene alla g uerra della seconda coalizione contro la Francia. !I generale francese Lccourbe, costrinse, il 25 marzo 1799, un reparto ausn iaco di -1 bgl. che si •trnvava presso N . a ritirarsi verso Finstermiinz, per Cui gli altri 2 bgl., che stavano a Martinsbruck , furono tagliati fuori e dovettero abbassare le armi .

Nauen. Città della Germania, nel d istretto d i Potsdam , nella prov. d i Brandeburgo.

Combtttti111e11to di Naucn ( 1675). ApparLiene alla guerra tra la Svezia e il Brandeburgo. li grande Elettore, Federico Guglielmo, avanzatosi da Magdeburgo per sloggiare gl i Svedesi dalla Marca di Brandeburgo, il ,.7 giugno 1675 aveva rotto presso Gohlitz, a rn K m. a sud di N. la retroguardia svedese, 111 marcia su Fehrbell in, dcll'eserc-ito comandato dal gcn. 'Nrangd. Ma prima che l'nvanguarclia brandeburghese potesse fare avan:tarc i d ragoni e l 'artig lieria per assaltare la città barricata, gli Svedesi avevano rotto i pomi sulla g rande fossa cd abbandonata l:J. loro posizione .

Nauendorf (conte Federico). Feld maresciallo austriaco ('1743-1801). Cominciò il servizio mil itare nel 1763 e prese parte alla guerra di Successione della Baviera e poi alla g uerra contro la Turch ia (1i88-89). Nel 1795 si distinse contro j Francesi a Magonza; l 'anno seguente ebbe il co. mando di un corpo di truppe indipendente, col q uale, in unione alle truppe clel gen. conte Latour, doveva coprire il fianco sr. dell'a rciduca Carlo eri imped ire il -:ongiun-

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lago o in m are, o in bacini artificiali tanto la simulata battaglia, quanto il luogo in cui essa veniva eseguita. L'u~o ne è antichissimo. Su lla tomba d i Dgizch nel secolo Xll a . C., ern rappresentala un,i N . Anche in Roma .1i davano sotto Cesare, Augusto, T iberio, Tito ed altri. la Piazza Nad 'acqua .

Si

chiatnava così

\'Ona conse rva tuuora la forma di una grande vasca; in

essa venivanQ dlltc k N. dopo averla riempita con acqua dd Tevere .

Nauloco. È chiamata anche cosl la battaglia ,rnvalc del 36 a . C ., p iù propr iamente detta di Milazz o (V-). Nauplia (o Napoli di Romania). Città della Grecia , nella Marea, sul golfo omonimo, fra I 'Argolidc e la law ni:L F u nell'evo moderno ciuà porto e fortezza d i primo ord ine . Aveva dalla pa rte di terra un triplice recinto, cd era inaccessibile dal mare per alte rupi. In mare, sopra uuo scoglio davanti al porto, e ra. una b'l'Ossa to rre rotonda ci rconrlara d a bastione pe ntagonale. Durante I" dominazione d i · Venezia nella Mo rca, fu uno dei principali poni 1iella Repubblica . Il Morosini 11e fece restaurare la cittadella e le fortificazioni. Presa nel 1715 dai Turchi, fu liberata dai Greci ne l 1822; assediata da Ibrahim pascià n el 1823 senza successo , iu capitale della Grecia dal J827 al 183-1. Nel 1862 d iede il segna le del l' in surrezione con tro il re Ottone. Fu obbligata ad arrendersi alle t ruppe regie, ma per poco, chì: nell'ouobre dello stesso anno ]'insurrez ione trionf av3 e il re Ottone ven iva dich iarato decaduto dal regno.

T. Blocco di N,wplia (1647). F u posto, dal mare, per ope ra dcll 1 ammir. veneziano Battista G rimani, durante b. guerra d i Candia. Nel po rto si era chiusa una flona ru,·ca , comand ata da Musa pascià e destinata a portare l'Cttovaglic nella detta isola. Il Grimani tenne bloccate le navi tu rche, operando felici bombardamenti notturn i e d;rnneggi andùrtt.: le navi, per oltre due mesi, finchè giu~

d icò che il nemico avesse cor\Surnato le provviste destinate a Candia; quindi, non essendo in g rado, senza truppe numerose da sbarco,_ di e.s!1ugnarc 1a fortezza)· si. rit irò avendo ragg iunto il suo scopo .


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I L Assedio di N,111plia (1686) . Appartirnc alla campagna del Morosin i nella Morea (V.). L'ammiraglio veneziano comparve davant i alla fortezza , e il 27 luglio operò lo sbarco d ell'esercito, 900Cl fanti e 500 cavalli, agl i ord ini del gen. KOnigsn1arck, il quale- occupò il monte Pa# lamide, doiri inante, trascurato dal nemico. (n soccorso della piazza marciò l smail pasciii con 5000 cavalli e 3000 :faJ1ti, ma, affrnntato dalle truppe cristiane, venne sconfitto ad Argo (V.) il 6 agosto. l i giorno seguente, reparti del! 'esercito condotti da Orsclli sboccaro no nel fosso e si allogarono nella controscarpa. 40

cannonl e 18 morta i,

Ciù non c.;~~<.:11do avvenuto, il 30 no\·embre 1822 l Turchi di c:-.scrc Lrasportati i'ibcri ndl.Asja Minnrc .

o ttc:ne\·ano

Nauporto (Varco d,). Passo delle Alpi Giulie che 11,cuc in comunicazione la conca dcll'Unz con b ,·alle della Laibach. affluente della San cd ap re lo sbocco sul 1-crsantc danubiano alle vallette ,ntcrnc della regione car, ic", che, mercè ì vicini colli di Postu mia e di Prewald, comunicano col versante adriatico. Dalle sorgenti dc! Vippaceo, poste ai piedi di Monte Re (Nanos Bcrg)·) si ha così una linea di facilitazione stradale l un go la vallew,· d i Po-

Nauplia (NapoJi di Romania) sec. XV JJ

post i in batteria~ iniziarono un bot11bardan1<.:nto incessante. Ebbero luogo frequenti sortite, e un nuovo tentativo d i lsrnail (27 agosto), il quale arrivò sulle trincee cristiane e fu ricacciato solo dopo sanguinosi sforzi. Dopo d i ciò, il Morosini fece annunciare un assalto decisivo, per il quaic sbarcarono 3000 marinai . Solo allora, disperando di essere soccorsi, i - Turchi d i '/\1 . .ilzarono band iera bianca . La guarnig ione, di 1500 u., con 3000 abltanti rurch i, ottenne di essere trasportata nd l 'Asia minore. Durante !"assedio perirono il nom inato Orsel)i, _ il colonnello milanese Marco Vjscon ti e tren ta caval ie ri di Malta: a ca~ionc d~llc ma lattie l'esercito cristiano su b\ p,...-d itc molto numerose.

Il [. bwcstùnc11to di Nauplia ( 182 r-22). Fu operato dai Greci durante la loro guerra d'Indipendenza, in fine del mese di novem bre <lei 1821. Guidati da ' Bobolina, una g reca di Spetzia, essi tentarono in fine d 'anno un assalto, ma fu respinto .' Il 18 luglio r922, un corpo turco che avanzò per liberare la città venne affrontato nell'interno della Morea dai Greci, disperso e stermi,~a.to. Una flotta t~1rca, nello stesso mese, cercò im·ano di rompere i l blocco dalla parte del mare. E infine, dopo 14 mesi, i Turchi chiesero di capito lare. Fu convenuto che i Greci occupassero la fortezza sullo scoglio davanti al porto, e la piazza solo se nel term ine d i 40 giorni non fosse soccorsa.

!>lUtT1la. clic . attraverso le pendici dei pianori intermedi 1 segna il vestibolo calcareo detto « Porta d 'Italia » ove sedeva Nauporto, an tica città d i frontiera . Lt1 strada da Trieste per Scsana raggiunge Prcwald, passando dalla valle riel Vippacco io quella del l'oik; ind i, attraverso j1 valico d i Postum ia, entra nella conca dell'Un z, donde prosegue passando la fronti~ra , e per il varco rli N . scende ,1 Ober Laibach : urnt d i ramazione da P rcwald per Aiclussina si d irige a Gorizia. Ta li passi - e quello d'Idria aprono una serie di canal i che rendono assai vulnerabile quc::;ta z.on.a di fronlit:ra. Se ne valsero tutte le invasiuui barbariche della fine dell"cpoca romana, gli Ungheresi nel X secolo, e i Turchi. che li ren tarnnn a più riprese fra il 1470 e il 1501.

Nautai. Categor ia cli marinai dell'amica Grecia. Essi non rem igavano, ma si occupavano solamente della manovra delle vele e del la esecuzione degli or<lini del pilota. Si d istinguevano in più classi : que lli im piegat i alle vele ~i chù1mavano « _annenisai )); qud li che montavano i cordarn i « scoinobatai >) e gJi aiutanti nautai « l'ncragautai >i . Nautilus. Sommergibile, varato dal R. Arsenale di Venezia nel 1913; dislocamento tonn. 225; lunghezza metri 40,96, larghezza 4,30; apparato motore cavalli 520,

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velocità 13 m iglia. 'l\rmamento guerresco: 2 tub: lancia,;iluri da 450. P ersonale d 'arrnamento: 2 ufficiali e 12 uomini d ·equ ipaggio. Radiato nel 1920.

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1890 al comando ciel :," regg. artiglieria. Nel 1895 fu rollocato in P. A . a sua domand a. Passato nella riserva vi fu promosso magg . generale nel 1900.

Nava Luigi. Generale, n. a Torino m . ittl Alessand ria (1851-, 928). Sottot. d ·aHìglicria nel 1869, IJassò nello S . M. Partecipò alle campagne d 'Africa del 1887-88, d ivenendo colonnello nel 1893 e partecipando alla campagna d'Africa

Sommei:-gibile N:rnrilus (1913)

Nautilus. Sommergibile varato nel 1932 dal Carniere l'savalc T osi d i Tara nto; disloca rnentn tonn. 626; lung hezza m. 6r, larghezza 5.70; apparato motore cavalli 800, velocjLà i:niglia 8,5. Armamento guerresco 1 canno ne da -e

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6 tubi lanciasi luri da 533.

Nava (Col/,: di). Passo delle AÌpi Marittime che mette ifl corntmicazio nc la valle dell'Arroscia con quella dd 'Tanaro. La rotabile da Pieve di Tcco risale la fiancata settentrionale ddl'Arroscia, raggiunge il valico a 935 m. • -e ,ccnde poi lungo il vallo ne della Nava a Ponte d i Nava sul T anaro . A Pieve di '.reco convergono la strada dcll'Arroscia (Albeng~) e quella dell;rmpe ro (Oneglia) : quest\1ltima attraverso il Coli.e d i S. Bartolomeo (620 m .) . Il C_o lle di N. è congiunto, mercè strada mil itare, attrnverso il Colle del Tanardlo (204 2 m.) con la valle clella Roja e quindi con l'arteria Ventimiglia-Col d i TendaCu nco, allacciata a sua volta, attraverso il Colle dcll' Ar-<lcnte, cou la Val Taggia. Nell'insieme d i queste cornunicazioni, il Colle di N. assume funzione di mediatore ·i ra la fronte r ivierasca Por-to Maurizio-Albenga e l"Alto Tanaro; come il Col d i T enda fra l'estrema Ri viera d i Punente e la piana di Cuneo; e il Colle del S . Bernardo funz ione sussid iaria d i più diretto collcgame,uo fra Al'bcn~a e

Gan:ssiu.

Nara (Ponte dr). F razione <lei comune cli Onnca, ,prov. d i Cuneo.

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Presa del Po 11/c di N,wa (16 aprile 'i94)- Appartiene alle operazio ni dell ',mnata francese delle A lpi, e pisodio -della spcdiz:ionc contro Sao rgiu . Dopo l'occupazione d i Oncgl ia i Francesi vollero inipad ronirsi delle alture an.cora in mano dei Piemontesi, le qua li li <l isturbavano ocllc loro upc.:razioni. Masscna fu incaricato dell:i occuJ1a7.io nc d ì Ponte di N ., te nuto dagli Austro-Sardi e 1n u11ito dj rrjnccc ed aaiglicrie. Si avanzò pertanto con 8000 U. e li lanciò sulle posiz io ni ne miche; i difensori , colti all '_j n, .. provvi'so, deposero le armi. N11v11 Antonio . Gtncralc, n. e ad Alessandria (1805-1878). Tcn . d'artiglieria nel 18~4, fu nominato colonnello nel J 849, e magg. generale nel i 859. Nel 1861 fu collocato ;t riposo. 111.

Nava Germano. Generale, n. a Bellagio, m. a Como (18381 907). rcce, come volontario dei bersaglieri, la campag na del 1859. Sotto t. d 'artiglieria nel ~86T, fece la cam pagna del 1896 e divenne colonnello nel Nava Antonio

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del 1896, dove g uadagnò la croce di cav. clel l'O. M. S . Nel 18~7 fu aiutante di campo onorario di S . M. il Re. Prornosso magg. generale ebbe il comando della brigata Acqui (1900- 1906) ; poi comandò sino al 1909 la Swola mi i. di Mode na . Da tcn. generale comandò la clivis. mii. :li Fire nze (1909- 1910), I 'XI C . d 'A. (1910-1 9I1) ed il VI (r911-1914). Designato comandante d'armata (1914), pa i•tccipò alla cam pag n,i italoa.ustriaca quale coman dante della 4a armata (1915) e poi fu p residente della Commissione Sanitaria Ce ntrale, fino Nava Luigi al 1917, passando nel la riserva nel 1919 . Pubblicò fra l'altro: « L 'armata sarda nella g iornata del 24 giugno 1859 »; " Il combattimento d i Monte bello ,, ; ., Le giornate d, Custoza (1848) "; " Contronotc d i guerra )> ; e< Operazioni militari della 4"' annata nei primi mesi della campagna d i guerra 19 15 ».

Navagero (Sebastiano). Generale della Repu bblica Venera . Fu il primo a salire sulle mura d i Lcpa,uo; morì a Monsel ice (1510) ucciso col presid io e gli abitanti dopo un'eroica difesa. ~ Navailles (Filippo de Mo11.1a11/1 de Benac, d11ca dr). Maresciallo d i Francia (1619 -1684). Nel 1638 entrò in servizio nella mar.i11a. Passato ncll'cscrciw, partecipò alla guerra dei Trenc ·anni e nel 1658 ebbe il ::omane.lo dcl i ·esercito d'Italia e il titolo d i ambasciatore presso i principi italiani . Nel 1669, durante la guerra d i Candi:l, coi' un corpo di truppe francesi di 5800 u . prese rartc ,,l. I·assalto del rido tto turco d i Sabbianera dove pe•·dettc 1300 combatt-,nti. Ottenne il bastone d i marcsc. nel J G75 . mentre 25 anni prima era staro creato duca e pari d i Francia. Lasciò un volume di (< Memorie >; reblivc ai principali avvenimenti d al 1638 al 1683. Navarca. Nome ct·o rigi ne g reca adoperato nell a manna bizantina per indicare tanto il comandante della nave. quanto il comandante di una armata. Ouranre la repubblica romana. e bbe il comando delle navi dei soci, ai quali dava g li stipendi e le vettovaglie. Nell'età degli Antonini aveva l'ufficio <li esercitare i rema tor! e i piloti; ve

ne era uno

pe r nave .

Navarino (o Neocas1ro, lat . N11vari11m). Città e porto del Peloponneso, nel mare Jonio. Fu per lungo tempo occupata dai Veneziani ai qual i la tolsero i Turchi nel 1498; Morosini la riprese nel 1686, ma passò d i nuovo ai Turchi con tu.tea la Morea nel 1715. Durante la g uerra turco-russa del li68-1774 fu occupata dai Russi ( 1770) . Nel 1825, le truppe turco-cgizia_ne co mandate da Ibrahim pascià la colsero ai G reci dopo Ufl sa nguinoso combatti-


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memo. La città fu ricosuuita cd ampliata dai . Francesi che l'occuparono nel 1828 e 1829 cd eressero sulle rovine di un antico castello veneziano una cittadella che ora serve d i prigione. La rada è difesa dal mare per mezzo

Sofocle cou 40 navi nel mar Jonio, Jasciarono panjn, anche Demostcnc, cui il popolo aveva concesso il permesso di occupare qualche punto convenienr.c sulle coste del Peloponneso. Dcmostcne si fermò nel porto d i Navarino, ne prese possesso in nome di Atene e vi costrul un piccolo forte, che doveva difendere egli stesso com 5 navi e 200 opliti. La flotta ateniese continuò il sue, viaggio, ma gli Spartani , temendo le conseguenze della· detta occupazione, richiamarono la flotta di 4J_ navi peloponnesiachc spedita già • contro Corcine . e la rnandaron<'> a N . Dcmostcnc spedì due navi ad Eurimedonrc per informarlo dell'arrivo degli Spartani. l Peloponnesi occuparono l'isola di Sfacteria, e si accinsern ad un assed io regolare. Ma ad un tra~to sopraggiunse la flotta ateniese forte di 50 navi, si fece strada nel porto, battè i Peloponncsi e li costrinse a ritirare le loro navi a terra . Gl i Spartani si perdettero d 'animo ed ottennero dai generali attici

un armistizio onorevole,

1n entr e

che

un'a111-

basceria veniva spedita ia Atene per trattare la pace, che però non fu conclusa . Porta del castd lo di Navarino (sec. XVIJI)

di scogli e da u ~a lunga isola detta Sphagia (la « Sphacteria » t!cgli_ antichi) e non lascia che due soli ingressi alla rada, lunga .e larga 2 .Km. Sul promontorio che si avan~a a nord della rada, si eleva il « vccchjo castello » di Pa lcocastro, l'antica « l'ylos ". I. Battaglia navale di Navm·ino (425 a. C.). Appartiene alla prima guerra del Peloponneso. Gli Ateniesi, avendo speçlito nella primavera i due strateghi Eurimedontc e

II. Pi-esa. di Na.vari110 (1686). Appartiene alla guc,n della Lega contro i T urch i per la conquista -della Morca. Nella primavera del 1686, le forze dei collegati, agli ord ini di F rancesco Morosini, mossero alla conquista di N . Pertanto il :2 giugno, condotta l'armata .in vista di N . vccd,io (o Zoncl,io,. poco distante dal nuovo), l'ammiraglio fece sbarcare le truppe di terra, al comando del gen. Kònigsmarck, mentre preparava su barche artiglierie per il bombardamento della piazzaforte. La guarnigio ne ( 40 0 u .) . alzò bandiera bianca la mauina seguente e si

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La fortezza di Kavar.ino nd sec. X \Ìll


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arrese oucncnclo di uscir libera portando seco armi e bagaglj _ N . vecchia fu così occupata senza colpo ferire dai Veneziani, i quali vi posero una guarnigione di 160 fanti sotto il comando di Pietro Grioni e vi insediarono un provveditore della repubbl_ica nell a persona del conte An tonio An tonini. l i Morosini subito dopo diede g 1i or-

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sch iere, che ormai trovavasi a sole 5 miglia. da N ., per impedirgli di soccorrere la piazzaforte. Ismail aveva preso posizione con i suoi 10.000 u. in posizione vantaggiosa cd aspettava d i essere attaccato, ~ssendo stato avvertito dell 'avanzata delle truppe veneziane. Appena i due eserciti si trovarono di fronte, il conte diede l'ordine d, attaccare il nem ico, e si impegnò un combattimento fu~ rioso. Per o ltre due ore la v ittoria rimase incerta, 1na alla fine i Turchi, sloggiati dalle loro posizioni, com inciarono a cedere, e dopo una carjca più violent.i dei regg. dragoni Carbon e Visconti si diedero a fuga disoHlinara, bersagliati da 4 falconetti da campagna, lasciando sul 1erreno 500 mani e ahbanrlonan<lo le tende ed il bagaglio in mano' ai vinc itori . La notizia di questa disfatta, conosciuta nella fortezza, portò lo sgomento fra g li assediati, i quali or mai gi udicarono di non poter più olt re resistere :il fuoca della flotta, che era andato aumentar1do d'intensità , e cl1icscro di cedere la piazza alla condizione d i uscir liberi con arm i e bagaglio e con l'imbarco per Alessand ria. li Morosini accondiscese a queste richieste. ~1en tre i delegati degli assediati trattavano con l'ammi1 aglio veneziano, nell"interno della piazzaforte la. questione della resa suscitò un.-1 contesa tra i comandanti, a l-

ap, T W"kisch• Agyptloohe Schiffo b Sol\iffe der n..is.sisch-engllBd'lfranzOsischen Flotte

Battaglia c..E Navarino (1827)

clini per !"espugnazione d i N. vecchia . Di notte [cce entrare nel porto 1 r galere, insieme a barcon i per le grosse a.rtiglicrìe cl ·assedio: riportando dan ni lievissimi dal fuoco della fortezza che i Turchi, accortisi della manovra della flotta, avevano aperto sui Collegati. L 'ammiraglio in tin1ò invano la resa aJla fortezza, che aveva poco prù11a ricevuto u1 rinforzo un migliaio d, u . con Giafer pascià, e uno maggiore ne aspettava dal serraschiere lsmail pascià. Fu penanto in iziato i l bombardamento, mentre il KOnigsm arck con le sue truppe mosse incontro :il scrta -

cuni dei quali non int~ndevano arrendersi. 1 due partiti çsscndo venuli alle rn.an1, si accese un:1 mischia con rnolti morti da arnbo le parti. O lrrc a ciò, sul (ar della sera, il fuoco. sviluppatosi in alcune case pd bombardamento, era arrivato serpeggiando. fino al deposito delle polveri, che :-coppiando al! ' improvviso fece saltare gran parte della for1ezza seppd lcndo fra le sue rovine più di 150 Turchi compreso .i l comandante della piazza Giafcr pascià . Dopo eseguite le condizioni del la resa, Francesco Morosini entrò in N. prendendone possesso in nome di Venezia, quindi, .stabilitovi i l governo della Repubblica e lasciatovi il pre, idio necessario, si diresse alla conquista di Modone. llf. liatt"glia di Navm·ino (1827). Appart iene alla guerra _,:'_"Jndipendenza della Grecia, e deriva dal l'inte rvento de lla Francia, dcli 'Inghilterra e della Russia a favore della Greda.

A 1V. si era stanziata una flotta wrcn ~egiz.ia.na . I

Q uando fn noto il rifiuto opposto dalla Parra all" « ulti.matum )> delle Potenze allc::1tt~ in favore dei Greci, l'ammir.

inglese Codrington, d 1c aveva assunto il comando delle forze al leate, pose il blocco alle navi turco-egiziane cd ,ntitnò ad Ibrahim pascià l"arrnistizio, per il 111anten ir,1ento del quale fece entrare le squadre alleate nel pol'\E> di N. [ Turch i era no ancorari a ferro di cavallo in tre i;nce lungo le spiagge della f>a~1. La loro forza princi-

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NAv

pale era composta d i cinque g randi fregare ~ lrc vascell i

<!i li nea. appoggiate in prima linea da fregate di vario (,r<linc; le altre lince c01uprendC\'ano corvette e brick. Sci · brulotti stava no a ciascuna del le estremità del fer ro di cavallo, per essere pronti a scagl iarsi sulle squadre nemiche in caso di attacco. 11 20 o ttobre, a 1nezzogjorno,

la Aotta alleata aveva preso le sue posiz ioni: la squadra russa . comandata dall'ammir. l-leideo. formava l 'a la sr.; la squadra francese, ag li ord ini dcll 'ammi.r . de, Rigny, costituiva l 'ala dr. ; al cen,cro si trovava q uella inglese. lina scialuppa, d istaccata da lla fregata inglese Dartmouth, a vanzò per parlamentare con un brulotto, ma venne accolta da una scarica di fucileria che ne uccise il comandante Fitzroy. Fu il segnale di una battaglia generale che durò fino alle 7 di sera. C'..entocinquanta navi d'ogni ord ine facevano fuoco contemporaneame nte in quello specchi.o d'acqua ristretto, e gli i ncendi e le esplosioni si ,cguivan-o ad ogni istante. l Turchi erano appoggiat i dal fuoco delle balterie d ella Vecch ia e della N uova N. L'istruzione

e

l'esperienza degli artigl ieri europei trjon-

forono. Qua/anta navi tu rche saltarono in aria successi,·amenre. Alle 5 di sera la loro prima linea era completamente distrutta; alle i, dell'inticra Aotta turco-egiziana 10011 rirnancvano più che pqchi avanzi abbandonati. Le perdite dei Turco-Egiziani (uro110 calcolate a 6ooo u. , quelle dei F rancesi a 1000, degli Inglesi a 800 e dei Russi a 200. IV. 0Cl'11pazio11e di Nt1tHm110 (1828). J\ppanicne alla ,pedizione francese iu Morea . Dopo la p artenza di Ibrn lum, il gen. Ma.isoo e l'amm ir. dc Rigny decisero di occupare senza pili i ndug iare le p iaz7.eforti che ancora rnnanevano oclk mani dei Musu lmani. Il 6 ottobre, il g:en. H igonct, alla testa de l 16° fa,ueria, acc:on1pag natn da un distacca1ncnto d'art. e genio, p rese posizione nelle , 1cinanzc della cittadella di N. e dopo van a intimazione d i resa fece aprire dagli zappatori una breccia attraverso la q uale penetrò nella p ia·lza senza incontrare resistenza. ,mpadronendosi d i 60 cannoni e dei magazzini. La guarn igione, CO!llposta di 520 t1. , fu imbarcata per l'Egitto.

Navarnis. V illaggio della Spagna in prov. d i Bilbao. Presa di Navamù (1813). Appartiene alle guerre di Spagna clèll 'esercito napoleonico . La guarnigione di Bilbao era con ti nuamente n1ole.stata dai (<. guerrillcros )) che si erano annidati sui 111onri circosrnn ti, dove occupavano posizio ni fortissime. 11 gen . Palombini, alla testa della sua divisione, decise d i sloggiare i nemici d i\•enuti rninacciosi dalle loro forti posizioni: e dopo un lungo giro, trovata una c.:osta n1eno ripida, vi fece salire le s ue . truppe, verso il_ fianco della linea ncmica. Giunto inosservato sulle alture, piombò su ll 'ala sr. avversaria sbaragliandola; qui ndi , occupato Con rapida ava nz.ata il villaggio di 1V., si gettò sul centro e sulla dr. delle bande spagnuole, che, sebbene prese q uasi alla sprovvisla , si difesero accanitamente, reca ndo gravi danni agl i assalitori. Nel frattempo giungeva da altra via al villaggio il capobartagli.one Boccalari, il quale riun itosi a l resto della divis. , aiu tava a completare h1 vittoria .

Navarrete. Borgo <iella Spagna. in prov. cli Logrniio, presso l'Ebro. Combattimento di Navarret,· (6 aprile 1367). Appartiene alle campagne <li guerra d i Dugucsdin . Pietro il Crudele, s11ogliato dei t ror,o d i Castiglia dal frate I lo Enrico , di T ranstarnare, era ricorso per aiuto a l principe cli Galles. Enrico . assecondato da Oug ucscl in. aveva racltrn:Ho un

c,erc ito di , 00 .000 1.1. e marciava conlro quel lo del principe d i Galles, che, sebbene meno numeroso, ern composto d i veterani e di truppe disciplinale che gìi, avevano comba ttuto a Crécy e a Poi.ti.c rs. Duguesclin, conoscendo il v::ilorc di queste truppe, aveva sconsigliato Enrico d i dar battagl ia ça,npalc al rivale e d i contentarsi di rag liargli i viveri e di snervarlo in piccoli, incessanti com ~ battimen ti. Ma Transtamare cedette alle rich ieste dei suoi Castig liani, i quali, non volendo mostrarsi al di sotto degli avventurieri delle bande d i DugucscJin, chiedevano ins isrenternentC d i essere

condotti contro il ne mico.

La

battaglia venne ingaggiata, ma, fin dal principio, il conte di Tel10. fratello d i Enrico, prese la fuga con tutra l"a la sr., lasciando il pesr> del combanimenro sul rimane.o te dci i 'esercito . Piet ro e il pri ncipe cli Gallcs si gettarono impetuosamente sul corpo di battaglia, in cui si trovavano Tran stamare e Duguesclin , che sostennero con fermezza l 'urto nemico . Per tre volte raccolsero le proprie truppe per ricondurle al combattimento; ma, esauriti di forze , dovcnero a Ila fine ccde_rc e fuggi.re. Enrico r iuscl a mettersi in salvo, ma il generale francese cadde nelle mani del nemico con grande nu~11ero di cavalieri. Quc!>ta vittoria J"istabilì Pietro sul ,crono di Cast iglia. Navarro. Bc-rgn dell ' Argentina, in prov . di Buenos Aires. li 9 dicembre 1$2~ vi avvenne un combatti.mento dura nte. la guerra civile d i q ucll 'anno nel 9ualc le trup pe d i Lavallc sconfissero quelle di Dorrego e Rosas . li primo di tss.i) c,aduto nel le inani del vincitore , venrn: da questi fatto fucilare. Nt1t1arro Pietro . Capirono spagn uolo ( 1446-1528). Fu prima marinaio, poi si arruo lò nelle n1iJizic genovesi e fu

tra i primi ad adoperare le mine a polvere; nel 1503 si impadronì con esse del · castello dd l'Ovo a Napo!,. Diede la caccia ai pirati che in.fe~tavano le cos,te ìtali~1ne . Comandò la spedizione in Africa contro i Mori, a cui prese Orano e Tripoli, ma poi ne fu sconfino. Nel 1511 partecipò all'assedio di Bologna, e a Ravenna fu fatto prigto• nicru. Ne! 1513 guidò i n Lombardia 6000 baschi e gua sconi, e contribuì al la pre.sa di t'\1ovara. Vig:c-van9 e P:1\'j~. Nel 1515 si segnalò a Melegnano e alla presa del castdlo di Mila no e nel 1522 a lla Birncca . Mentre 1entav.i, dopo la perd ita della Lombardia, di salvare Genova , fo fatto prig ioniero. Liberato per i l trattato di Madrid, seguì il Lautrcc nella spedizione contro Napoli, e ad Aversa fu preso prigioniero e fatro I st ra ngolare dagli Spagnuol i.

Navas de T olosa (Las). Villaggio della Spago.i nella prov. di Jacn (Andalusia).

Rattnglit1 di Las Na11as d,, Tolo,·a (G-16 luglio 12 1.,). Appartiene alle guerre contro i Mori i1, Spagna. L 'esercito arabo, il quale mirava ~1 uno sforzo decisivo per in frangere la crescente forza dei Cristiani. com andato dal l 'em iro Mohammc<l, si era raccolto fra Jaen e Bacza presso i l villaggio di N. dove gli si fece incontro quello confederato J ci re cli Aragona, Castigli.i , Leon , Navarra e · Portogal lo. La lotta durò parecch i giorni, finchè, essendo g li Andalusi ausiliari fuggiti, i Mor i furono interamente sconfitti. Le truppe dell 'em iro sì rannodarono scil lc alture vicine, ed anche lì la [orta si r iaccese accanila, ma ormai i Mori, sopraffatti dal numero e .scor::1g-g iaLi pt·r le µcrd itc subìte. comjnciarono a ce~lcre, poi si diedero a lla fug·a inseguiti <fall'esercito vittorioso. La hmtaglfa ser,na I ' ini'l.i<J del la prevalenza degli Stati cristiani; i lvfori non riuscirono d:1 allora a prevaJcre mai pi,, nella Pen i.ola iberica.


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NAV

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Nave. Quantunque in ogni te mpo siano esistiti scafi per navigare, il vero nome di nave si può dare per la prima volta soltanto a quelle costruite dag li abitanti dell 'isola d i Taso, sulle coste della Macedonia. Queste furono k p rime ad avere la tolda o coperta, e quindi veramente

NAV

rono monorçmi o poliremi : biremi, trire1ni, l rierc. CJU~ld riremi, quinquire m i, ccc. f\ seconda della struttura superiore , si chiamarono : apene oppure pontate. Quando il ponte era tlifcso, si chiamarono catafratte. I Ro mani ebbero N . rostrate. Presso d i essi 1a N . ammiraglia si chiamava pretoria , .le altre sl chian1avano socie . Una di esse precedeva tutta. J'arinata per annunciarne l'arrivo nei porti e s_i chiamava tabellaria. Vi erano inoltre le v ivarie (olearie, frumentarie, ccc.) nonchè l 'ip pagoge per il trasporto dei cavalli . Esse seguivano l'armata, spec ialmente q ua ndo dovevano trasportarsi eserciti per gli sba rchi su coste lontane. Nel medio evo, le N. per il trasporto dc.i cavalli si chia1narono usciere, a causa di g randi pnrtdlouì che avevano sui fianchi, oppure a poppa, attrave rso i quali si facevano passare i cavall i per lo sbarco e imbarco . Nel med io evo, le deoominaz,oni usate sono:

dromone, galea, galeone, cocca, chclao Jia, sciabecco, fusta , saettia, urca, ca.ravellal ecc.

Antica n ave greca

adatte alle navigazioni di altura . Le navi tonde serviv:1110 per il commercio; le Jiavi sottili (c irca 5-ro volte la lung he zza) servivano per i viaggi lunghi e per la guerra. ln generale-avevano da tre a- cinque- banch i ··per · i remiganti ; quelle d i Alessandro il Grande ne ebbero ro , e persino r2 le navi d i Tolo meo Sotero. Le più antiche e rano munite d i ancora di legno r ie mpita di piombo fuso e con una sola pala . Le a n core con ceppo furono adoriate dopo il periodo dci Rom,rn i. Le prime nav i da g uerra ebbero incastcllawre simili a q uelle adoperate per dare l 'assalto alle città. Le più po1.krose porravano un or<leguo detto del fino, pesante maccliina (V.), talvolta di meta llo, sospesa alla verga dcli 'albero, che scr\'Ìva per ,chiacciare il cassero delle na\'i nemiche con tutta la (i unna. Per sfonda re le 1nurate e d i parapetti s ì usavano 3ricti galleggianti, simili a quelli per atterrare le mura delle c ittà. Per gli abbordaggi si usavano i graffi . Le prore delle navi d a g uerra e rano irrobustite e tcrm ina,·ano con teste cli montoni, di d raghi, ecc. Fra k g randi navi dell 'antichità r icordiamo quella del re egizio Tolomeo r ilopa tore " quella di Telemaco. Cerone d i Siracusa nel 064 a . C. ne fece costruire una che inviò i11 dono a Tolotnen 11, guarnita con otto g rosse touj ed una mac~

a.arca da traspo rto romnna (sopr:.,). Bireme romana (sotto)

c hina da tiro che ,cag liava p ietre del peso d i tn- quintali. Ne so rvegliò la, costruzione Archimodc , f\ seconda degli .impieghi, si chiamarono: corsa re o da rnrsa (pira tiche) ornate, parare, Jusso rie, actuarie (leggere). onerarie. Rispetto agli ordini cl i re::rni . sì ch iama~

Le navi si manten nero d i mod este proporzio ni finchè le marine rimase ro mediterranee, 1na già verso il 700 gl! Scandinavi navigavano nell'Atlantico nord e gli Arabi ne ll 'Oceano India no . lJna delle più g rosse n·avi scand inave f11 quelb costruita da O lao. cl,e si chiamava il Dragone . ed e ra lunga 35 metri con 34 banchi per rem i. Nel 100-1 le nav i con cui il re Sveno sbarcò su lle coste di Norfolk

Caracèa (scc. XV)

\ Vascello (sec. X\il)

a\·cvano alt<.: murate erl erano o rnate: con figure di leon i e di d raghi in rame dorato. Al posto del timoue avevano dei rcnu con pala larga . Quelle d i Carlo Mag no na"igava no dalla Germania fino a M.arsiglia . Nel ·xm secolo la Lega Anseatica aveva 111olte navj nei mari <lei nord; a prora ed a poppa recavano mi castello, sul quale ~ravano i combattenti. formali in gene rale da vo!o nra rì e nobili . All'epoca ddk Crociate le repubbliche marinare e le □azion i europee si specializzarono . nella costruzione delle navi da tras porto. A Venezia fu famoso j [ Buc,nto ro. Verso il 1300 una galea venc,,iana trasportò 2 000 uomin i. da Costantinopoli ~ Venezia. Aveva tre .a ll•eri; in generale però le galee ne avevano due soli~ comprese q uelle che andavano ne i ma ri ciel nord . Erano navi più celeri j dromoni. Questi ultimi se d i d imensioni pili pie• cole si chiamava no panlifi. S i chiamavano muscanei delle navi a quattro vele che facevano il comn1ercio col tevante. Le cocche jn Mediter raneo erano una derivazione clcllc e{ coggie •> scandinave. Si avevano anche i ruridas, le %.elandrc, le sagittc e buzos. ( g aleoni, p resi a modello dalle nav i ,aracene, era no p rofondi, con le murate r ipiegate in dentro. Poi vennero i brigantin i, le iuste, le fregate, le feluche, le fustadclle. Nel secolo XIII sotto re Alfonso di Spag na si ebbero tre class, di navi: le più• grandi si chiama rono naos (ncf, d ei Francesi) ; le mediane si chia 1narono caracche , foste, ballcnarcs , pinazes e caì·aycHas~ le piccole si c hi,una ro no g ctliotcs e tardanes. Fino al Xlii


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secolo le navi avevano soltanto una_ veb ql1adr,i per ogn i albero; in seguito ne ebbero anche due o tre. Fra le navi affittate da San Luigi per la sua spedizione ve ne erano alcune molto grandi , con due ponti , due alberi, due casse e una galleria per i combatte n ti. J..e vele erano quasi sempre d i cotone; i popoli nord ici le usarono :mche di

Galera (sec. XVII) : ... , Nave veneziano (scc. XIII)] ,

cuoio . Il tonnellaggio delle navi più grandi non superò mai le iOO tonnellate. D ue strumenti principali si misero ,n uso sulle nav, dopo l 'anno mille; la bussola, di cui l'ago calamitato venne perfezionato d a F lavio Gioia nel 1302, e l'astrolabio . introd otto d a Behaim, che visse in fo1e dd XV e in principio del XVI secolo.

NAv

a ppcodervi le gomene, e . dove sì . piantava _l'asta delle insegne o la divinità prot~ttricc; gli « epotidi » o trav i sporge1Hi dei lati che servivano a d ifendere la nave da l rostro nem ico; il « rostro ,, o sperone, d i varia forma ; il « p rocmbolo " o « antir.ostro " , s porgenza al disopra del rostro per imped ire che le navi penetrassero troppo nel ventre del nemico. Lo scafo era orna,t o di pitture; lino dall 'antichità sì cercava di dargli un colore che sì con fondesse con q uel lo del mare, per non essere viste da lo ntano, specialmente sulle navi (< speculatorie » , o <( avv isi ». L a par te anteriore dello scafo si chiamava « prio ra ", donde il oome d i prora che è rimasto ancora adesso, e portava una figura scolpita che si chiam a va « polena », da polo o p unta estrema dello scafo. U timone era doppio, formato eia due pale, ciascuna delle quali usciva da t1n apposito foro d i poppa che si chiamava « colombarium » . Nelle navi maggiori era maneggiato con l'aiuto di cavi legati al suo asse, donde la voce « cassero » che poi lrn dato il nome a l ponte che sta all 'estrema poppa . .Il rimoniere si chian1ava (< gubcrnator » e per n1aaeggiare il ti• mo ne stava sul! '« enclùna ». L'albero i n gcm:ra le era uno solo, e si chia111ava e< 111a lus oavis ", 1na poi se n e ag• g iunse uno p rodiero più piccolo, che prese il nome di « dolone » . Le vele erano in generale quadre , d i lino, ~t1oio, papiro, canne, palme, porpora , bisso, ecc. Erano variamente colorate. Quella d i prora si chiamava « arti -

1Vnt1e da guerra. l primi disegni c.:.h c si conoscono sr,no molto empirici e di origi ne hJbj1oncsc; mostrano scah rudimentali m ossi d a un unico ordine d i ,~mi . In un bassorilievo fen icio (posteriore a i p reced enti) se ne · vedono con doppio .ord ine d i remi. G li Egizi hanno lasciato numerosi documenti dai q uali si rileva J'esistenza di molte ~:.

>

n1::1rjttimc e fluviali, da guerraJ da commercio, i:cc . , ,:ns~ a vela come a remi. Le d imensioni p rincipa li del le N . da g uerra erano : per una trireme: d islocamento toim. 240, lunghezza m. 40, larghezza m . 5,5, altezza bordo libero nl. 1,5; per ua.a pente ra: dis loc.arnento 500 tonn . ., !nn• g h e,.za m. iD, larghezza 1n . 8, altezza bor<lo libero m. ,1 . Lo scafo delle N. da g uerra era più robusto di r1uello delle navi da commercio e portava rinforzi lungo la cinn~ra, che si ch iamavano d al greco « Zostercs ,, . I Latini chiarna\·ano << latel'a >) i fianchi della 1V., e, constl'atum >) la coperta, u statumin a >l , k costole od ord inate, « contaclus >) l'ossatura, (< teg.umenturn » il fasciame, ~t forum n la st iva, (e spina >> la chiglia, ,< rcpagula n i parabordi, << columm1e >) le bitte ffci cavi, (< sucula » l 1arg~no a salpare, 1< tugu~ rium », la parte degli a lloggi del pcrsoua le, che ancora

Fregata (scc. XIX)

monc », la centra le bassa « rnaxima » e la centrale superiore « su ppara » . li numero delle vele crebbe col tempo e sì ebbero perciò i nomi più svariat i. La nave che portava tre alberi si ch.iamav<l <l triarn1enia ->> od nnche ,, -acata )> . Le navi d i linea ebbcm vari nomi a seconda dcll'i m-

p.iego e si chian1arono : « ccloci » , (( ccrcuri ·)> , « paroni »~ « mioparonì )),

u lernbi », <.< cara1i » , « .sandali », ecc . Le navi andarono modificandosi nel medio evo .e d iventarono più manovriere e più adatte alla navigazione d i alto mare . Si ebbero così i « dromoni » , le « cheland ie >) , i 1< panfili », le l< acazic n, gll u uscieri }> , le « tar ide ». La pirate ria fece ben p resto trasformare in navi da guerra anche tutte le navi mercantili , pcrchè chi navigava aveva bisogno ùi difendersi. I popoli nordici usarono in q uel tempo le « cocche » ed i « drakar » . Il tonnellagg io sa lì fino alle 600 to nnellate. Il legno mag g iore, come di1nension.i, e ra la « caracca )) eone tre o quattro albeb e i fianchi r igonfi, che serviva per il t raffico e per la guerra, ed aveva i cannoui d isposti in due o tre file nei ponti, sovrapposti. I ca□nonì furono dapprima disposti su q ueste navi so ltanto a prora e a poppa, perchè i fianchi erano occupati dai remiganti. A p rua i cannoui cr,1 □0 do d ici, in t re ordini sovrapposti, a poppa ro in d ue ord ini sov rapposti. Si misero i cannon i sui fianch i quando le navi andarono a ve la. Mentre andava sempre più d iffon dendosi b nave a « ippagini ,,,

Vascello (s<c. XVI II)

Vascello (sec. XVII)

sulle moderne navi ha conservato il no111c <li tug a, (( gubcrn:iculu m » il posto del timoniere. Si distingt1cvano inoltre sulle nav, g li « oftalmini », occh i d i rnbia , d ai qual i uscivano le gomene per l'ormeggio; gl i H aplustri » ossia ornamenti di poppa c he ser vivano anc he d i appoggio

ai ti moni e che avevano llna append ice, il « rorisco ))' pC'r

Nave mista (sec. XIX)

<< scafe >l,

1


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,•eia, non si abban<lonava nel Meditecraneu quella a remi , e « galea.,, i cui fianch i etano riparati dalle « impavesate ,,; forniate con pavesi o scudi metallici , Al centro di essa era la corsia, che si slargava a prora e a poppa nella cosidetla « rcmbata ", dove prendevano posto i ccm battcn,ti _ Le galee non. avevano più di 40 metri di lun ghezza e 5,5 d i larghezza; avevano in media 16o vogatori, 20 marinai e 50 combattenti . Ne! secolù XVT, con

Gli ultimi vascelti :

a ruota

l'equipaggio <li 500 uomini e fi no a 280 vogatori. Queste ,galee 1naggioti vetu1c.Jo in seguito guarnite con alberi e \·ele, donde i <( galeoni » . Da quesl' ultimo tipo, ibrido fra la nave a vela e quella a remi, si finì per a<lottare la uavc di alto bordo, anche in seguito alle esigenze create -daJJa navigazione oceanica, che ben presto si norn:,a\izzò nei tre tipi di (< vascello >•, fregata )) , <<. COf\'Clta )) . Le

li vapore ben

presto influì ·s ulla costruz ione delle navi da guerra; fin dal !818 la marin,1 napolctan,1 fu una fra le prime a<l avere un piroscafo a vapore, il « Ferdinando I n. Non si 01hbandona però del tutto ancora la vela e si hanno così l e navi m iste . che prendono i nomi d i " piro\·ascdli " , <1 pirofregate )) e ,< pirocorvette ». L'indecisione dur:.1. circa mtzzo secolo, finchè la Francia nel 1849 vara il primo \'ascella rapido ad elica, d i 5300 tonnellate, e 2740 cavalli: il « N apoléon " .

Nei riguardi , dell 'arinarn.cnto le navi a batteria

1

navi da carico e n1istc.

La prote-.:ione della nave da guerra, è affidata alla compartizionc st~~n.i e ad un numero rileva nte di_ doppi

a vela

~e 1naggiori, .~i raggiunsero L Go metri dì lunghc::zza con

,<ljmensioni andarono sempre au1nentando.

ciatori, g uardacoste , esplotalOri, esploratori leggeri, conduttori di flot tiglje, caèciatorpedinicrc, torpediniere, mas, sommergibili, cacciasommergibi li, affondamine, dragamine, portaerei, cannooicrc, oncraric cisterne, ecc. 1 princìpali tipi d i navi mercantili si disùnguono in: navi da passeggeri,

fondi (talvolta fino a 4 o 5). Essa deve poter navigare in fonnazionc, a distanze serrate, ad alta velocità e a lumi spenti nelle ore notturne; è dotata perciò di ottime qual ità evolutive che permettono d i mantenere la [ormaz10nc. Le macchine sono molto sensibili alle varia2.ioni, in modo da poter influ ire sulle velocità. Tutti gli organi di comando di una nave sono situati sul palco di comando (plancia). I principali sono: ruota del timone, bussole (giroscopica e magnetica), contagiri delle macch ine. t raguard i, cannocch iali , tracciatori di rotta, radiosegnala-

h!SCi..1 ~

rono il posto alle navi a torri o monocalibre. La pr:ma <li questo tipo fu la D rcadnought i nglese (1907), ma l'idea era già stata lanciata dal!'ing. ital iano C un ibcrti. Attualmente le navi da battaglia più grandi del mondo -5ono le due corazzate « Nelson » e (< Rodney >) , inglesi, de! ,l islocamento d i 40.000 ton nellate (V. Corazzata). Le navi da guerra rqoderoe si differenziano fra <li loro a seconda •dei vari scopi ai quali devono servire, e si differe11zi:ino -anch~ molto dalle navi da com mercio. I tipi p rincipali ~ono: n::1vi da battagl ia, incrociatori d:1 b:1uaglia, ir;cro-

La prima d readnought ( o MiChigan •) degli Stati Uniti

tori, telegr:; li , telefoni, con i quali è possibile comunicare con lutti i locali più importanti della nave. Sulla plancia è situata u na torretta corazzata, nella quale sono sistemati in <luplicato tutti g li strume:lli anzidetti . Esiste un casotto nel quale si tengono le carte marine. i libri d<'i segnali. le disposizioni per Ja 11avigazione, gli. stru ~

I


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NAV

462 -

menti nautici p iù comuni, ecc. Il ponte di coperta porta in generale una struttura d i lamierino sottile clie racchiude le cucine, alcuni alloggi ed in generale locali di poca importanz,i bellica. Sul ponte di coperta sono le aniglierie in torre e tutte quelle a11tiaeree; talvolta alcune artiglierie anrisiluraiiti. Su questo ponte sono anche siste-

Coraz1.ata francese .• Veri!é •

mate le imbarcazioni, e g li- idrovolanti che vengono lanper mezzo di catapulta . .In assetto di guerra il ponte di coperta rimane sgombrato da tutti i materiali inutili, compresa la maggior parte delle imbarcazioni. La nave si chiama allora « a fronte sgombra ». Al disotto del ponte di coperta si trova il ponte di batteria, così chiamato perchè in antico vi erano sistemati tutti i cannoni che sporgevano sui fianchi d ai portelloni. Attualmente soltanto poche navi hanno conservato la sistemazione de i cannoni antisiluranti nella batteria. ln questo ponte vi sono la maggior parte degli alloggi; a poppa quell i degli ufficiali, a prora quello dei sottufficialj, al centro q uello dei marinai, nello spazio lasciato libero dai passaggi delle casse a fumo che conducono ai fumaioli, e dalle torri corazzate che corrispondono alle grosse artiglierie. Nelle navj da battaglia il ponte di battc6a è corazzato soltanto nella sua parte centrale cd ha robuste t raverse che costituiscono con i fianchi un ridotto corazzato rettango!arc. Al d isotto del ponte corazzato t rovasi il ponte di corridoio, nel quale sono sistemati officine, lavandini, alloggi, ccc. e dove sono gli accessi che conducono alle macchi ne, alle ca lda.ie ai locali dinamo, alle Sante Barbare . Al d isotto del ponte d i corridoio si trovano : locale delle catene delle ancore; deposito viveri e acq ua; deposito ma'. teriali dei contabili capi carico; deposito munizione ' ante• riore ; primo locale caldaie; primo locale macchine; deposito munizioni centrale; secondo locale caldaie; secondo ciati

..

in cor rispondenza dei locali caldaie e macchine. Sulle navi a carbone il combustibile contribui.va alla •difesa dei fianchi. Il servizio del tiro su lle navi da battaglia con, prcnde i seguenti organi: una stazione pnncipak s ituata sulla coffa dell';ilbero prodiero, una stazione secondari" situata sulla plancia al disopra della torre~ta wnruata di con1ando, due o tre stazion i relemetri.c he situate jn punti elevati, d ue o quatlro stazioni di d irezione tld tiro antisilurante, situate in punti elevati, io modo da poter spaziare per tutto l'orizzonte .d iviso jn quattro parti. Tutte queste stnioni comunicano con la cct1tralc principale del tiro e le centrali secondarie, le quali sono sistema.te in corridoio nella posizione più protetta della nave, e dove trovansi raccolti. tutti gli strumenti per la prev isione e la condotta del tiro. Le centrali comunicano con le torri e con tutte le artiglierie leggere e controaeree. La portata delle artiglierie maggiori nel le navi moderne èo di circa 28 chilometri. Per la difesa passi.va contro gli aerei, le navi da guerra hanno i ponti orizzontali. rinforzati con lamiere in acciaio di spessore ra riabi.le, dai 70 ai 40 mn, . Il ponte che trovasi all'altezza della linea cli galleggiamento, si chiama ponte corazzato, è fatto a dorso di

N ave da battaglia ing lese « Revenagc t

lcStuggine 1

e

serve

anche per la difesa contro

le arti-

gl ierie e talvolta il siluro. Tuni gli organi vitali della nave si t rovano al disotto del ponte corazzato. Nave da guerra (Igiene). L'j ngegncria sanitaria ha Jo. vuto vincere difficoltà quasi insuperabili , per potere fornire agli equ ipaggi lo spazio, la luce, l'aria, ecc. in condiz ioni che si approssimano alle richieste m inime dell'igiene. Gli. alloggi per gli uf'ficiali; pur r isentend() della economia 1 dello spazio, sono sufficientemente comodi. I dormito ri per l'equipaggio occupano tutti i posti lascia ti !iberi dalle armi, officine, ecc ., e, co n un s istema molto ingegnoso.

durante li g iorno J'estano compler.amentc.:: sgotnbri, tra□nc­ nelle ore dei pasci, in cui si trasformano in refe ttori mcdiaote sistemazio11e di tavole e panche. che , i r;muovonr, subito

do po.

merallo 1

Le navi ,

ris.entnno

essendo costruite .interan1cntc di

prontamente

e

fortemente

le

varia-

?.Ìoni d i tcmperatur:1 ddl'ani hicnte esterno; scnonchè a tale d ifet to si pone

Corazzata inglese e Ram illies :t

locale macchine; deposito mun izioni poppiero; locale macchine del timone. A mezza altezza verso i l ponte cli corridoio ed in corrispondenza dei locali macchine si trovano i local i delle dinamo, che in genera le sono due, nna a prora ed una a poppa. I depositi del combustibile, carbone o nafta, si trovano lungo i fianchi della r~~ve,

rirnedjo

con

adeguate provvidenz e .

Le pareti esterne ,i coprono con adatti rivestimenti, per imped ite d"inverno la dispersio11e del calorico dall'interno all'esterno, e per attenuare d'estate il r iscaldamento dall'esterno all ' interno. Pe,· mezzo del riscaldamento artificiale nel la stagione fredda, e per rnezzo <li ventilatori artificial i, che inrroducono ~iria raffreddata, nella stagione calda, si mantiene il regime termjco del l'aria. a un grado

confacente ai bisogni della vita umana . Tutta la parie dello scafo immersa nell'acqua, non potendo go<le ,·e della ìl1uminazione natt1 rale, si pro~·vedc larga.mente con rncz1.i ·

I


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N.w

:,rtiliciali a dare.: luce nelle ore notturne a tu Hi gl i ambienti

e di

giorno ai lo,ali dove non g iungono i r::1ggi

sola ri . Non solo si dispone di p rovviste.: adeguate.: di acqua potabile. ma esistono impianti d istillatori, per produrr<: acqua dolce chlll' :1cqua d i mare, e d i o·wnizzàtori per purifìcare l'acqt1a impura. I rifìllli dcl!a vita domestica

2'J'ave leggera da gut:.rra nord~ merie,ana (esplorntore

NAV

463 -

t Chest.er ., )

ed industriale vengono allomanati con 111ezzi che supt· r:mo gli 0stacoli frapposti dai movimenti del mare e della nave mecJes ìn1a . Nave (Abbandono). Art. n1 -1 r2 C. P. M . M. Sono · p reviste duç ipotesi . La prima consiste nel fatto dell'ind ividuo cli marina che abbandoni il serv izio distaccato dal bord o, o I 'imbarcazione cui è d estinato . Penalità : da mesi d ue d i carcere ad anni ci11quc d i reclusione m ii. La seconda si concreta nel fatto di qualunque persona che, imbarcata sopra una nave dello Stato, 1'abbandoni s<:nza ord ine in caso di naufragio o si allo ntani dalla ri va senza a u tor i,,zazionc . Penalità: se il colpevole /:. ufficiale{ la destitu~ione; se è aLtro individuo di n1arina, la reclusione tnil. d a uno a cinque anni; se trattasi d i estraneo alla miJiz.ia od al serviz io rnil. di 111arina, il carcere da t re 1ne.si ad un anno.

duttori d: Oor.tigl ia o esploratori leggeri; 6°) Cacciatorpediniere; 7°) Unità combattenti rninori, fino a 600 tonnellate; 8°) Unirà per la caccia ai sommergibili e per il d ragaggio delle mine; 90) Unità ausiliarie; rn°) Sommergibili. Nella 1narina da guerra italiana le varie.: calc:gorit: sono ,tale d eterminate (1929) in base principalmente al peso della nave, d eduzione fatta del combustibile e delle mu nizioni. Si han no perta11ito : Corazzate . con annamen to non superiore al calibro di n,m. 245; Incrociatori, con alta velocità, armamento non superiore al calibro di mm . 254 e d islocamento superiore a 3000 tonnellate; Esploratori, con d islocamento fra 1300 e 3000 tonnellate, ed alta velocità; Cacciatorpediniere, fra 700 e 1300 tonnellate; Torpediniere.:, fra 200 e 700 tonnellate ; Torpediniere d a costa, più piccole del le p recedenti ; Sommergibili da g r~ndc crociera, o ltre le 1000 tonnellate; Sommergibili di media croclt:ra , fra 650 e 1000 tonnellate; Sommergibi li d i piccola crociera, con stazza minore di 650 1.onnellalc~ }i9mnicrgibiJi posa1nine, senza limite di t(rnnellaggio; i,ioltrc- le navi appoggio, officina, oipedalc, i rnas, le'"''"' .d'uso locale, formano altrettante categorie minori .

N"ve (Co;;tmzioue). Fino a che le nav i f orono costruite' in: legno , i merodj di l.:OSlruz,ionc vc11.ncro regolati con norme empiriche, delle ,quali la tradizione si inc.aricaYa di tramanda re le principal i. Soltanto con la costruzione· del naviglio a vapore r a ne navale si trasformò in vera: ~cienz..1 t: sorse così la (< teoria del!::? nave », la quale sfruu a k cognizioni su lla resistenza dei materiali. l capisald i d ella costruzìone della nave vennern stabiliti da l Froude, con J"isti tuzione clella vasca di prova e la tcori,t

Nnve (111ce11dio. perdita, 1111ufmgù, di nnve militare). Art. 85-86-87 C. P. M. M. li comandan te d i nave mil. c he, per negligenza o imperizia, si lascerà sorprendere dal nemico, viene punito, ndl 'ipotesi <li negligenza, colLi re-

clusione mii. da uoo a tre aun i; nel caso di i1nperizia . colle dim issioni o col la sospensione dall'impiego da uno a tre anni . Virne punito colla sospensione dall'imp iego

da uno a tre a11ni, se per oeg1igenza o imperizia cagioni incendio, abbordaggio, investimento od avaria grave al bastimen to da l ui comandato. Ogni altl'O ufficiale o d individuo i mbarcato , che cagioni . coHa s'Ja negligenza. uno d ei fatti sopra esposti, viene punito col carcere m ii. da due mesi a dodici o colla reclusione rnil. da uno a due ann i. Il comandante di nave niil. che, in caso di incendio, d'investimento) dì naufragio, non ponga in opera tutti i me>.7.i d ispopibili per salva te la ua ve dalla perd ita fotalc, è punito colla reclusione 111-il. <la uno a cinque anni. Il comandaJJ.tc che, scjentc.rnentc e senza g iusti motivi, ud caso d i perdita d i nave mil. sottoposta ai suoi o rd in i, no11 abbia volu to essere o non sia sr.ato I ' 11 ltimo ad abban donarla, v iene punito colla dest;tuzio ne e colla reclusione mil. da 10 a 20 anni. Se i l comandante rimasto ultimo a boccio sarù stato causa pe r cui la nave non abbia più poturo essere salvata, ovvero se saranno, per tal fatto, perite alc une fra le persone su d i essa im barcate, la pena sar:'t della rnoct~ .

Nave (Classificaz i,me). In base al tratta to d i Londra del i930, ~ompletante q uello di Washington del 1922, il navigl io da guerra è stato classificato così: 1°) Navi da batt:.iglia; 2°) Nav i portae rei; 30) Incrociatori leggeri da com• bauinic nro; 4°) Incrociatori leggeri da crnciera; 5°) C"n-

Ponte di comando e cunnon i di prl!;1 de l t T rento ~

d ella sirnilitudin<·; dal Benin, con le teorie su l moto on doso, dal Russo, con il navipendolo e la conoscenza del periodo di oscillazione delle navi, ecc. Nelle a1H,che navi in legno le regole .s tabiliva no le dimension i d ella chig lia, delle ossatui:c. dei bagli, :1 seconda del tonnel!aggio e b t.pi::llir:\ (ld legno da impiegare; le norme pe r IJ sr:1 1

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g iooatura , quelle per i l calafataggio della carena e del ponte; il modo di eseguire il fasciame in rame, ecc. Sulle navi in ferro si sono conservati i nomi delle parti, ma si sono trasformati i materiali adattandoli alla resistenza dei metalli. La pri1na nave costruita ln ferro jn

Per la costruzione ddle navi, dopo stabilito il progetto di i nsieme, lo si sviluppa prima sulla carta e poi nella ,ala a t racciare. che è una sala immensa, la quale permette di tracc iare su l pavimento, appositamente levigato, il d isegno delle parti di costruzione a grandezza nacuralc. Su questi disegùi vengono r ilevate le seste e i quartaboni, il più delle volte in legno, che poi servono al taglio delle lamiere cd alla preparazione dei materiali metallici. I disegni dello scafo riproducono principalmente l 'andamento delle lince d'acqua, sia in proiezione vcnicale, sia in p roicLione orizzontale e trasversale. Eseguilo il disegno nella sala a t racciare, si procede alla costru'lione <l<'i materiali, cominciando · dalla ,;higlia, dal paramezzale e dalle parti inferiori dei bagli. Questi• materiali

Costruzione d i n ave (da poppa)

Italia fu la " Vedetta ~, di 828 tonnellate, varata nel 1866 dal camicrc della Foce, a Genova . Nelle mwi in legno il sistema resistente della nave era fondato principalmente sulla robustezza delle ordinate e dei bagli, per quanto riguardava la resistenza trasversale; e sulla robustezza della chiglia, del paramezzale, dei trincarini per quanto riguardava la r esistenza longitud inale. Con le na,•i in ferro è sorca una d istjnzionc netta, fra

sistemi di costruzione,

.. I

Cacciatorpediniere in ccs.truzione

vengono impostat i sullo scafo. Fin dal primo rno,nento si cominc ia a cenere esatto conto di tutti i pesi che s1 introducono a bordo e se ne terrà conto fino a custru-

Coperta di nave in costrm:ione

ossia navi a

~< resistenza

trasversale » , in cui è prevalente

l,1 robustezza delle ordinate, e navi a « sistema longitud inale » in cui la resistenza è affidata prevalentemente ad una ossatura corrente da prora a poppa lungo le pareti dello scafo.

z,one u lt imata. La costrn'Lionc della nave cornpreude tre period i xn definiti : 1°) Costruzione vera e propria sul.lo scafo (ossia all)asClurto) : queslo periodo va dal n101nenrn in cui si è impostata la chiglia fino al momento del varo : :,0 ) Periodo d i allestimento (in acqua): si completano t utte le sistemazioni interne di bordo, si imbarcano le artiglierie, g)i alberi e tutte le sovrastr utture;, 3°) Periodo delle prove : l'allestime nto sta per essere u ltimato, e la nave eseg11e le prove d i velocità e di resistenza alla nav igazione : si provano gli impianti elettrici , radiotelegrafici, ecc. , si pro\'ano al tiro le artigl ierie, i lanciasiluri, ecc. Frattanto, durante l'allestimento e durante le prove, si è imbarcato l'equipaggio e lo Stato Maggiore, og11i uomo ha preso conoscenza dei propri incarich i e la nave inizia un pe-

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l N,w

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riodo di allenamento, dopo d i che può dirsi in perfetta efficienza. La d urat a di q uesti periodi è variabile . li progresso ha influito notevolmente anche sulla durata -delle costruzion i. Pe r costruire un vascel lo nel 1800 si impiegavano da due a tre anni. Per costruire una c.orazzata di 12 . 000 tonnellate ne occorrevano quattro nel 1880. Verso il r 9 10 questo periodo venne nuovamente ridotto a due anni per le nav i monocalibre superiori alle 20 . 000 tonnellate, e questa ,forata è anche conservata attualmente. Per alcune unità si procede all 'imbarco delle caldaie e ,delle motrici, delle turbodinamo, ecc., fin da ciuandn si trovano su llo scalo; per altre unità queste operazioni vengono fatte durante l'a lkstimcnto. In tal modo aumenta Ja durata di permanen,.a sullo scalo e diminuisce quella dell'a1Jestimento, ma complessivamente il periodo rimane circa lo stesso. Nave (Nazionalità) . In tempo d i guerra è deierminata dalla bandiera che essa ba il diritto d i usare . Se la nave non ha diritto di usare una bandiera determinata, si avrà riguardo alla nazionalità dd proprietario. Non è considerato valido il cambiamento di bandiera di una nave inteso ad eludere le conseguenze derivanti dal carallcre di nave nemica. Tale scope, si presume, salvo prova con traria, se dalle ca rte di bordo non risulta legalmente accertato il passaggio di bandiera e la nave ha perduco la nazion alità nemica meno di sessanta g iorni prima dcll 'apertura delle ostilità, e se il passaggio è avvenuto dopo l 'apertura delle ostilità. L a cattura della nave, in tali casi,

paggio a l completo e -tutti i servizi in perfetta efficienza.

b) Posizione d i armamento ridono (con un terzo od una metà dell 'equipaggio). In q uesta posizione sono conservati a bordo tutti gli specialisti ed il personale sufficiente per mantenere in buona efficienza i macchinari. La _qa\tC non fa esercitazioni normali. Durante un breve periorb dell 'anno è però completata dell'equipaggio, esce in mare, fa i tiri, prova tutte le sistemazioni e poi rientra in porto, ormeggiandosi alla banchina per tornare in armamento ridotto . e) Posizione di r iserva (in generale simile ali 'armamento ridotto, ma qualche volta un po' più efficiente come numero del personale). , d) Disponibilità (la nave non conserva che poch issimo personale per servizio di guardia e per la manutenzione strettamente indispensabile dei macchinari) . e) Disarmo. La nave, o pcrchè <li modello antiquato, o pcrchè ha subìto gravi avarie, viene complctamenre disarmata, sia come personale, sia qualche volta anche come strumenti e ma.tcrial i delicati. !>.folto spesso la nave dal -disarmo passa alla demolizione. Qualche volta è riarmata per servizi speciali di secondaria importanza bellica. In tutte le marine esistono norme che sta biliscono i turni di rotazione per la posizione delle navi.

non potrà dar luogo a risarcimento di danni. Si considera

senz.'altro valido un cambiamento di bandiera avvenuto più di trenta giorn.i prima dell'apertura delle osti 1ità, se è assoluto, completo e conforme alla legislazione dei paesi interessati, e se ha per effetto che la gestione della nave e i profitti che ne derivano non rimanganò a persone di nazionalità nemica. Si considera invece senz'altro nullo il cambiamento d i bandiera avvenuto dopo I 'aperrura delle ostilità, se è avvenuto mentre Ja nave è in viaggio, o in un porto bloccato, se fu convenuta la facoltà di riscatto o di retrocessione, e se non sono state osseÌ'vate le con~ dizioni alle quali è subor-dioato il diritto di portarè !a bandiera, secondo la legislazione dello Stato cui appartiene. li carattere delle merci trovate a bordo di una nave nemica è determinato dalla nazionalità del proprietario. Se il carattere n azionale o oeuu-alc della merce u-ovata a bordo di una nave nemica non è provato,. la n1ercc è presunta nemica.

Nave (Posiz ione). Il servizio delle navi da guerra è sempre stato molto d iverso a seconda delle stagioni_ Durante il periodo rcmico delle marine greche e roma11a le navi in i nverno ven iva no disarmaté e spesso tirate ~--!dirittura in secco . Solta nto in casi eccezionalissimi) si tenne qualche nave armata anche nei· · mesi inve_rnaJi. La con.

suetudine si conservò anche nel medio evo per le ga'.ere. In tutti gli arsenali di tutte le marine esistevano speciali bacini coperti, con tettoie, nei quali ven ivano ritirate le galere in i nverno. Il personale sbarcava, era alloggiato a terra, e

veniva in1piegato per # lavori di rjparazione a.i

cordami, alle tende, al remeggio, ccc. Si avevano quindi due posìzi,:mi della galera : armata dal! 'aprile all'otr.obre, in disarmo per i rimanenti mesi dell'anno. Anche con i vascelli vennero considerate q ueste d u~ posizioni, q uantunque, specialmente nel perindo nelsoniano, sia caduta completamente in d isuso l'abitudine di disarmare le navi in inverno. Nelle marine moderne si considerano cinque posizioni della nave : t1) Posizione di armamento (con equi-

Sommergibile italiano

Generalmente quando una nave deve esegu ire lunghi lavori passa in -disponibilità, e il personale che è imban'ato non ha più diritto alla maggior parte dei soprassoldi che gl i vengono invece assegnati, o ltre la paga, quando

la

nave è in armamento. Nave (Rl111pù1zz1). Il naviglio l imitabile non può essere rimpiazzato prima che superi i limiti di età, che sono d i 2 0 anni per le navi di linea e k nav i · portaerei,

di 16 anni per gli incroci.atori fra le 3000 e le 10. 000 tonnellate purchè i mpostate prima del 1 ° gennaio 1920, di 20 an ni per le stèsse navi se impostate dopo il 31 dicem bre 1919, <li 12 anni per le navi al d isotto ddlc 3000 tonnellate impostate prima del 1° gennaio 1921, <li 16 anni per le stesse navi im postate dopo il 31 dicembre 1920, di 13 anni per i sommergibili. Le navi possono essere immc<liatamente sostituite soltanto in caso di perdita o di distruzione accidcmalc. N,we appoggio. I) naviglio silurante ed i sommergibili non hanno

grande

autonomia ,

non

conte ngono grandi

depositi di viveri, ed hanno locali poco adatti per un efficace riposo del personale. Queste circostanze hanno dato origine alla creazione ;delle navi appoggio, il cui impiego viene fatto da tutte le marine militari. Si tratta, in generale, di una nave di qua lità belliche medie, ma di grande capacità come locali per la vita delle , persone cd il tra sporto <lei materiale. Essa segue il nucleo delle siluranti o dei sommergibili e si stabilisce nella base principale da lla quale queste uniti< partono pc\· eseguire le n1issioni.

Vi

risjede in generale l'c1mmiragbo ispettore

delle siluranti o dei sommngibili, che provvede sia allo 30


' NAV

N-Av

svolgimento delle operazioni mil itari, sia al sostentamento degli equipaggi al ritoroo delle lung he mission i. La N . A . può anche essere costituita da un incrociatore veloce, chet o ltre ad essere impiegato nel campo strategico come si /: detto sopra , può in casi eccezionali appoggiare ccii

meotare, e poi due :inni di insegnarnenti nautici ; dopo l" usci1a dalla N . A., vengono per la maggior parte arruola-ti nella manna militare. Ne l 191 4 fu istituita un'« Opera di patronato per le Navi asilo", per promuovere la fondazione di istituzioni del genere nei porti d i mare . Nel 1920 avvenne il passaggio .al Min istero del lavoro delle attribuzioni di vig ilanza sulle navi as ilo e sull'Opera sudclotrn. Poi passò d i nuovo a dipendere ·dal Ministero della Marina.

Nave circolare (Popof]sche). Ideata clall'ammir. P;,poff, Nave appoggio· sommergibili i'nglese t Vulcan •

ven ne costruita nei cantieri

fuoco le proprie unità d ipendenti anche nel campo tattico . Durante la guer'ra ita)o~turca la 1narina italiana im~ piegò come iV. A. delle proprie silurnnti l' incrocia core corazzato « Veuor P isan'i », sul quale era imbarcato il caji. di vascello Miilo, ispettore delle siluranti. T. 'incrociatore, stabilitosi nelle basi dell 'Egeo, facilitò tutte le spedizioni delle torped iniere e servì di appoggio anche nella 'ìincm sionc dei Dardanelli. Col crescere del dislocamento delle siluranti è diminu ita la necessità di tenere N. A. per k unità di superficie. Esistono però tuttora in Italia le N. A. _per i sommergibili «_Pacinotti », sulla quale ~isie~e l'~mmiraglio ispctt9re e la « Miraglia " , 11ave appoggio idrovolan ti.

' Nave asilo. Per l'addestramento degli orfani o dei figli dei marinai e dei pescatori, cd in generale dei ragazzi materialmente e moralmente abbandonati, invogliandoli alla vita del mare, l'Italia ha istituito dal 1921 le N. A. adoperando vecchi scafi d i navi a vela che sono stati ormeggiati nel porti e servono a ricoverare i fanciulli dando loro una buona educazione fisica e morale. Quelle rette da· Ente statale sotto la sorveglianza del Ministero della Marina sono attualmente quattro : Azuni (ex Staffetta) nel

l

.J Nav.~ appoggio per aeroplani con alberi di carico

fl'Orto cli Cagliari; Scilla (ex Vespucci). nel por_to d i Venezia; Caracciolo (ex F lav io Gioia) nel ' porto d i Napol i; E ridano nel porto d i Qari. Al la manutenzione di queste nav·i provvede il Min i,tcro dellt\ marina con appositi fondi stan1;iati nel bi lancio. 1 giovani ricevono l 'istruzione ele-

d i Nicolaiev sul Mar Nero e varata· col nome di << Nov .. gorod " nel 1873. Era munita di sei marcl1ine a vapore che azio nava 110 d ieci eliche; aveva un <lian1ctro di trenta 111.e tri e una corazzatura di 30 cm. d i spessore . Poco <lopo ne venne varata un 'altra, col nome

del ]tinve.ntore, del è iarnctro Marinaretto di nave asilo di 37 m . e della portat'a <li 3350 tonnellate. E ntrambe avevano al centro una torre

blindata, cornc i monitors, munita di cannoni da :.180. Tal i navi però non furono adoperate dai Russi nemmeno nella guerra ciel 1877-;8 e fi.nùono per essere abbandonate . ncll 'arsenale di Odessa. N,1/Je libera. e obbligata. Gli accord i internazi~nali degl i anni 1930 e seguenti hanno creato la distinzione del naviglio da g~~rra in due categorie: lin1°itabìle e non limitabile. Appartengono al primo i seguen ti tipi cli navi: A) Navi 'di linea (escluse le portaerei), cli ton,:clJag);io superiore alle 10.000 tonnel late o con cannoni di ca!ibro ~µpcri~re al _;,03. B) Navi portaerei, quaùdo si<1 qu2lungue tipo d i nave d i superficie con adattamento per traspotto d i aeroplani . Il trattato d i Washington stabilisce che le navi portaerei non devono superare ~ 27.000 tonnellate d i dislocamento, nè avere calibro superiore al 203. I l trattato di Londra diminuirebbe il dislocamento a -10.000 tonnellate cd il calibrJ a 155 mm . C) .fnao<"iatori, con d islocamen,to compreso fra le 1850 e le 10.000 to nnel late, e ca libro fra i 13; e i 203 m,;,, D) Cacàato,pediniere, con dis locamento inferiore alle 1850 ton nellate e cannoni d i calibro uguale o ,nkriore ai 130 mm. E) Somme,:gi. bili, con d 1slocainento non superiore alle 2000 tonnellate e ca nnoni_ di cal ibro inieriorc ai 130 mm. Appartengono alla categoria del naviglio non limitabile: 1°) Le navi combattenti d i d islocamento inferiore alle 600 tonnellate o anche quelle fra 6oo e 2000 to nnel late purchè soddisfi no alle seguenti condii.io11i: a) non essere armate con più cli un cannone da 155 mm. o con piè, d i quattro pezzi da 76; b) non essere progettate ed al lestite per il lancio dei siluri; e) non avere una velocità superiore ai 2 0 nodi. 2°) Le navi di superficie comunque adibite ai servizi della Aotta, purchè 11011 abbiano nessu no dei requisiti sopra detti, ed inoltre non abbiano piastre dt cor'azza, non possano servire c01nc posa1nine, no n possano ser vire per la d iscesa degli aerei a bordo, non abbiano a bordo sistemazioni per i l lancio degli aerei,


N,,v

-

467 -

Nave-mad,·e per dirigibili. L'impiego dei dirigibili per le marine da guerra hà portato alle necessità di costruire o adattare navi speciali per l'assistenza dei Dirigibili (V .) . Come in terra si costruiscono piloni d i ormeggio, cosl i11 mare la N. M. per d irigibili è dotata di un albero

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Nave-madre nordam ericana per dirigibili

robusto a traliccio, sul quale il dirigibile va ad ormegg iarsi. , Questa nave ha inoltre sistcmnion i d i bordo in terne specialmente per il rifornimento in misurn riclotta del l'idrogeno o dell 'elio; ha pezzi di ricambio per _i dirigibili ed alloggi per l'equipaggio. Prototipo di queste navi è la nave « Patoka » degli Stati Uniti, costruita nel

NAV

« Quarnaro » garico.

proven,icnte dal cessato regime austro-un-

Nave oneraria . È la nave da t rasporto largamente usata anche dai Greci, dai Latin i e dai Cartagines i, per acwmpagnare le Aottc nel le spedizioni d i oltre mare. Per la loro dife.a si formavano dei veri e propri convogli, e si stabilivano ordini per il posto che dovevano occupare in ca.so di combattimento. Esse furono Iarganiemc u~ate anche dai Veneziani e Genovesi , per accompag:nare le spedizioni in Oriente specialmente negli anni dcl!c crociate. Erano in genera le navi torH.lc, di grand~ ca!)acilà, sprsso guarnite con vele. Nel medio evo furono anche dette <e da tfrinizio ne )> nelle n1arine italiane. Esse servi~ rono ai conquistatori spagnuoli per il traffico del P acifico. Erano sempre ar mate con cannon i pcrchè dovevano d ifendersi dagli attacchi dei corsari. Quando le spediz ion i erano

molLO

importanti si

forma.\'ano convogli,

incontro

aì quali muovevano flotte da guerra per la protezione.

1919 trasformando una nave cisterna d i 17 .ooo lonne 11ate,

e adattata nel 1924 come nave appoggio d irigibili. Ha una velocitl1 di 1-i: miglia cd è arrnata con due cannoni d a 150. O ltre al pilone di ormeggio, sistemato a poppa, questa nave ha anche una piattaforma per l'atterragg io degli aeroplani, ed una officina per riparazione materiale d i d irigibile, nonchè un g rande deposito d i henzina per i ri fornimenti. Ha ino ltre w eciali sistemazion i ai macchinari cd ai fumaioli per la sicurezza contro gli incenéli. Nave Officina. Gli organ ismi complessi e numerosi contenuti in una nave moderna obbligano a continuo la\'oro d i manutenzione e di piccole r iparazioni. Le squadre moderne si muovono perciò sempre accompagnate da unità speciali che si chiamano N. O. Esse contengo-no vasti locali in cui è raccolto tutto il principale macchinario per le riparazioni degli oggetti minuti: fresatrici, , trapani , torni, ecc. Hanno anche un reparto fonderie, un repa rto elettricisti e bobinatori, e sono organizzate come del le vere e proprie offic ine di terra, con operai specializzati ne lle varie categorie, in modo da poter eseguire le riparazioni più urgenti dei macch inari delle navi. .Dmante la grande guerra venne fatto largo uso di tali navi dagli Inglesi ne lle basi navali costituite nell'Arcipelago greco per la spedizione della penisola di Gallipo li. Anche i Francesi impiegarono N. O. ed una d i queste rimase d islocata per t re anni a Tlrindisi, per le riparazio ni dei CC. TT. e dei sommergibi li che agivano da ·questo porro. La marina nord-arneriea11a, in previsione cl.i lunghe spedizioni

Nave officina inglese t Resource •

per azioni navali nel Pacifico, con_ costituzione di basi alle Hawai, è largamente dotata d i N . O. di g rande potenza. Anche l'Italia ha sempre avuto navi officina. Per molli ann i una di queste fo i l « Vulcano », che servì ançhe durante la g rande guerra; attualmente vi è la

1\iavc carboniera, con r6 al beri di carico per eseguire sollecitamente le operazioni d.:i rifornin1ento in mare.

Molte battaglie navali ebbero origi ne dalla necessrtà d i _proteggere i convogE delle derrate che dalle colonie muovevano verso la m;:idre patr ia. Le Aoote mode rne sono anch'esse completate con N. O . Ve ne sono d i varie specie, per il t rasporto delle munizioni , del carbone, della nafta , dei viveri. Il loro insieme forma il i,avig lio « Sussid iario ». Le N . O . moderne hanno speciali sistemazion i per il rapido trasbordo dei material i sulle. _navi da guerra, trasbordo che può essere fatto con tem po buono anche in alto n1arc, d urante la navig.11,ione.

Quando una flotta si impadronisce d i un golfo sulle coste del nemico e vi stabil isce una base navale, k N . O . si ancorano nella ba«:; e ne costituiscono i primi depositi gal!eggianri. La manna italiana possiede le scg ucmi : Panigaglia, lluffol uto, Vallelunga; per il trasporto delle munizioni; Istria, Dalmazia, Cherso, Lussin, per il tra~

sporto <li n1alcrlali vari; Ilrcnnero, Tarvisio, Fianona , .Ura~ no, Giove, Nettuno, Stige, Cocito, F legeronte, Lete, Prometeo, per il trasporto dei combustibili, special• mente liquidi ; cd altre minori, come Eridano, Pro• mereo, Tevere, Niobe, Ccrere, ecc., alcune delle quali sono cisterne e servono per il trasporto del! 'acqua.

Nave-ospedale. È un pi roscafo anreaato per accog liere, curare e trasportare Bandiera di nave ospedaliera i malati e fer iti della Aotta e per provvedere dopo la battaglia al salvataggio dei nau-


fraghi. Dovrebbe essere costruito appositamente per questo impiego; però, per ragioni economiche, quando tali navi non servono corne ospedali galleggianti, si utll_izzano per

"altri usi. In Italia si impiegan~ i piroscafi per l'emigr azione. Due di essi, « Re d'Italia » e « Regina d'Ital ia », hanno g li adattamenti per compiere questo servizio : tutto il materia le occorrente è conservato in appositi magazzini, in modo da poterlo mettere a po~to in breve tempo al

468 dova » e il transatlantico catturato « Kocnig Albert n, ribattezzato « Ferd inando Palasciano ,, . Dur,ultc la guerra Mondiale la Germania, in violazione delle nor me della Convenzione dell'Aia, affondò alcune navi-ospedale inglesi . La Francia allora imbarcò sulle proprie alcuni alti ufficiali tedeschi fatti prigionieri, finchè nell 'ottobre 1917,

Nave ospedale nella guerra di Secessione (1864)

Nave ospedale • Garibaldi • (1887)

momento del bisogno. Nella guerra d'indipendenza dd

per iniziativa del re di Spagna, a garanzia deHa neutralità, fu messo a bordo delle navi -ospedali dell 'lntcsa un delegato del governo spagnuolo.

1866 fu attrezzato come N . O. il piroscafo « \Vashington », con

100

letti. Gli impianti però erano impari ai bisogni;

infatti, a Lissa non potè imbarca.re che ~m cen tinaio di

feriti dcll'a « Formidabile » e d i altre navi m inori; mentre i feriti · delle unità p iù gra9di doveuero rimanere a

Nave-ospedale e ospedaliera (Diritto bellico). La X Convenzione dell 'Aia 1907 stabilisce che debbono essere r i-

PIANO·()EI..LA -PASSEGGIATA

PIANO OEL CORRIOOIO

PIANO DI COPERTA

Nave ospedale • Re d'Italja • hordo. Nei primi anni del! 'occupazione di Massa ua fu adibita come ospedale galleggiante la nave da guerra • Garibaldi ». Nella guerra libica furono impiegati i pi• roscafi summenzionati « Re d "ltal ia » e « Regina ,!"Italia » , a cui più ta rdi ne fu aggiunto un terzo, I"« Albaro r, . Con questi tre, nella guerra mondiale prestarono servizio di N. O. gl i al tri p iroscafi « Italia » , " Brasile », " Cor-

spettate e non possono essere catturate durante le ostilità le navi-ospedali militar i, cioè le nav i costruite o allestite ùagli S tati special meme e unicamente allo scç,po d i portare soccorsi ai feriti, malati e naufragfii, e delle quali saranno st.1ti comunicati i nom i alle Potenze belligeranti all 'apertura o nel corso del le ostilità, in ogni caso prima della loro entrata in servizio . Tali navi non snno ma i


NAV

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469 -

assimi late a lle navi da guerra nei riguardi della loro permanrnza in un porto neutrale . Le navi ospedaliere, c,oc equipaggiate m tutto o in parte a spese di privati o di socie tà d i soccorso ufficialmente riconosciute, sono egualmente rispettate ed esen-ti d a cattura, se la Potenza belligerante d alla quale dipendono ha loro affidato un incarico ufficiale e ne ha notificato i nomi alla Potenza avversa ri a, all'apertura o nel corso delle ostilità, in ogni caso prima della loro entrata in serv izio. Tal i navi debbono avere a bordo un d ocumento de ll'autorità compete nte nel quale q uesta d ichia ri che esse sono state sottoposte alla sua vigilanza duran te il loro armamento e visitate al l'atto della lo ro partenza d efinitiva . Esse sono rispettate ed ,esenti da cattura, purchè si siano poste sotto la di rezione d i uno dei bel ligeranti con il consenso preve nti,·o d el loro Governo e con l 'autorizzazione del lo stesso belligera nte, e sempre quando quest'ultimo ne abbia dato notifica come si è detto . Le p redette nav i rlebbono portare soccorso e a_ssist.enza ai feriti, malati e naufraghi dei bell igeranti, senza distinzione di nazional it;Ì . Esse non dovranno imbarazzare in alcu n modo i rnov imen,li dei combattenti. I bell igeran ti hanno SlJ di esse il diritto di controllo e di visirn; possono rifiutare i l loro soccorso, ingiunger loro d i a llontanarsi, imporre loro una rottl determinata, menerc. a bordo un commissarjo, e anche trattenerle, se la gravità d elle circostanze lo esigesse. Le navi-osped ali mi litiiri sono distinte da una piuurazione esterna bjanca con una fascia orizzontale verde; le navi ospedaliere parin1enti da una pittu•razione estern~ bianca con un..a fascia o rizzontale rossa .

Naue Por/u A aci. La definizione ne è stata data nd trattato di Londra del 1930: « L'espressione porta aerei comprende tutti i bastimenti da guerra d i su perficie, qua lunque ne sia il dislocamento, specificatamente erl esclusi vamente progeuati per porta aerei, e c0struiti in modo che g li aerei possano· partire o posarvisi». Non sono comprese in tale categoria le navi c he vengano muoi_cc d i p iattaforma o ponte d i sHtcrr aggio. Nel detto trattato si convenne altresì che dal 1° aprile del 1930 nessuna delle nav i già esistent i potesse essere inunita di ponte o piattaforma; e che le navi portJ. aerei non potessero portare a rmamento più forte d i quello fissato fi n d al p recedente trattato d i Washington. Nessuno p iù mette in dubbio la necessiti, di una stretta collabornziooc fra l'aviazione e la marina per i l ser vizio d i esplorazione lontana, per la scoperta dei somme rgibili

NAv

controllare. grandi distese d'acqua come g li Oceani. I.a nave porta aeroplani si distingue dalla nave appoggio per aeroplani, percbè la prima è dotata di un ponte di volo lungo quanto è lunga la nave, e che serve alla pa rtenza d egli aeroplani cd all'atterraggio degl i stessi sulla nave. La seconda non ha ponte d i volo, ma può lanciare gli aeropla n i a mezzo d i catapulta o metterli in mare con

N av~ porta aerei

albero di ca rico. Questi idrovolanti, dopo compiuta la missione, non possono ritornare d irettamente sul la navt·, ma~ se le condizioni del n1are lo permettono, ammarano in vic'inanza della nave e sono r ipescat i a bordo per mezzo deg li alberi d i carico . Q uando le cond izioni del te mpo non lo perrncttono, gli idrovolanti lanciati dalla nave appoggio devono ritorna re in una base navale. Per consegutn,,a i l raggio d i azione della nave appoggio è molto più limitato d i q uello della nave porta aeropla ni . Le caratteristiche rlel la nave porta aeroplani sono: forte tonnellaggio (dalle 20.000 alle 30. 000 tonn.) ; velocità notevole (dai 20 ai 30 nodi); gra nde capacità d i stiva per pote rvi alloggiare un buon numero <li apparecchi con ali ripiegate e pez7.i di rispet·to per gli stessi ; esteso ponte di volo, che prende tutta la lunghezza e qucts i tu tta la larghezza d ella nave con un piano uniforme, Per ottenere ciò, tutte le soprasLrutturc (alberi, ponte d i coma ndo, fu. maioli) sono ridotti al minimo ind ispensabile, e sistemati di fianco anzichè in posizione cen tra le . Nelle navi pitì moderne i l fumaiolo è add irittura soppresso, cd il fumo è con vugliaLO in tubi che corrono o rizzo ntalmente lungo il fianco della nave e si scaricano da poppa . li p rimo volo da nave ferma fu esegu ito nel 1910 negli Sta ti Uniti, e da nave in moro nel 1912 da nave inglese . Nel 19 14 l' Inghi lterra ebbe due navi per trasporto di aerei, e subito dopo la prima con pon te e hanga~ interno. I r isultati furono sca rsi, anche percbè le navi erano d i piccolo ton nelbggio (circa 2500 tonnellate) ed a veva no quindi

una capacità di appena tre o quattro vel ivòl i: gli incirlenti g ravi nell'atterraggio sul ponte erano frequenrissimi . Allora l'ù1g hiltcrra t rasformò per q uesto tipo t re sca.fi che

erano stati costruiti come grandi incrociatori da bauagl"ia,

Nave porta aerei

e che entrarono in servizio sul finire del 1917 e sul p rincipio d el 1918. Altre tre navi d i tonnellaggio un poco minùrc furono costruite negl i anni successivi . Seguendo questa via, gli Stati Uniti si misero a loro volta a trasformare ( 1926) incrociatori in navi porta aeroplani; come csperi n1cnto avevano prima lrasform~•tv in nave porta ilero. plani u n grosso piroscafo per trasporto d i ca rbone, d i 15. 000 to nnel late ci rca di d islocamento. li ,Giappone a

sua volta ha trasformato un incrociatore e due navi da in immersione, per la scoperta dei campi di m ine, ecc . Sempre come ausilio, dopo l 'esploraz:ione \'engono il bombardamen to e l'impiego degl i id rosil u ra,Hi. Di qui la necessità d i costruire nav i adatte a t rasportare idroplan i de'le tre specie suddette . Navi di raie l ipo sono special mente utili alle grandi nazion i marina re, come gl i Stati Vniti, l'fngh iltcrra e il Giappone, che hanno bisogno d i

battagl ia in navi porta aeroplani, con d islocamento in torno alle rn .ooo tonn, per il prima e 27.000 per g li a ltri

due. La Francia ha trasformato in nave porta aeroplan i una cornza ta d i

24.000

tonn. d i velocità molto ridotta

(w nodi circa), L'arm amento d ' artig lieria di queste uniià

è sempre c,li med io cal ibro (152 mm,) essendo prcv i,to che I;, nave norr debba Jçcctta rc combattimento con in-


1,

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NAV

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crociatori di grosso tonnellaggio, ma soltanto fuggire difendendosi come m<:glio può specialmente contro il navigijo sil urante . Gli ::1erei sono contenuti in spaziosi hangar c sono Lrasportati rapidamente sul ponte di volo med iante ascensor i a grande piattaforma. Per il trasporto da un punto all'alito del ponte di volo, s1 usano normali automobili. L'Italia non ha sentito la necéssiti! di costruire navi porta aeroplani, data la r istrcnezza dei mari nei quali deve agi re . Ha però una nave appoggio, il « Miraglia » ; una nave appoggio • _ha p ure costruito ' recentemente la Francia, il « Comman.d mt Teste » . Oltre alle navi porta aeroplani'~ tutti gli incJ ociatori modern i portano oggi due o tre aeroplani in coperta, che possono essere lanciati mediante catapulta; ma per rimetterli a bordo si incontl?no le difficoltà già accennate per la nave appoggi(). Qualche nazione, come l 'Ingh ilterra , ha ,tentato d i sistemare un aeroplano ad ali r ipiegate entro sommergibili d i grosso tonnellagg.io. È pure stato ideato un sistema di ammaraggio degli aeroplani mediante la distesa a poppa de lla nave di una grossa tela che si tiene a rimo rchio con velocità ridotta. Questa tela crea una zona di mare calmo sulla q uale va ad adagiarsi l 'aeroplano, cbc /: r, , preso a bor90 con g rande facilità mediante albero di carico. Questa tela si· chiama « Landi ng Caoevass » ed ba dalù ottimi risultati, tanto che la Svezia ha deciso di costruire un incrociatore di 5000 tonn. che porter/, otto aeroplani e la s istemazione per il <e Landing Cancvass » col quale sa ranno ripresi a bordo. Nave Scuola . D urante il periodo della marina velica i cadett i ed il personale di bassa forza erano in generale addestrati sulle unità della Aoua, sudcliv;dendoli a piccoli nuclei sulle 'varie unità. Nel trapasso dalla marina velica alla marina a vapore, essendosi riconosc iuto il grande beneficio che il g iova ne risente dall'addestramento con la vela per imparare il mestiere del marinain, si sono conservate speciali unirà a vela , su lle quali vengono fatti nav igare gli allievi delle scuole navali ed i mozzi, p rima di andare a prestar servizio su lle nav i della squadra. Hanno avu to origine cosl le N . S. presso lutee le principali marine del mondo. Fino al 1914 erano cost1tu1te da navi m iste a vela e a vapore. Dopo il 19 r4 si ebbe la tendenza a sostituire tutte le navi a vela con navi a ~ - -~ - - - - - , , - - - ~·- - ---..-

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Nave porta aerei italiana t Giuseppe Mìragl.ia :+-

NAV

1910 e il r924 le navi Etna, Ferruccio, Pisa. Il ritornò alla vela ha fatto nascere le due N. S. Vespucci e Colombo, attualmente in serv izio. L' impiego delle N. S. varia a seconda d el le nazioni. I n Italia servono nei mesi estivi, dal lugl io al novembre, per le campagne degli allievi dell'Accademia, ed ia inverno per gli al lievi noc· cl1ieri provenienti dagli arruolamenti dei volontari . In

R. N ave scuola t Amorigo Vespucci ,

Francia, in Germania ed in Giappone si preferisce far fare agli allievi una luoga campagna intorno al mondo, che dura anche più di ,111 anno, prima del la nomina ad ufficiali. L 'Inghilterr a fa compiere piccole crociere ogni anno ai propri allievi, integrandole poscia con lunghe cam• pagne del tipo di quelle anzidette. Le N. S. hanno speciali adattamenti interni, che servono per la vita degli allievi (refettori, lavandini, locali d i studio, ecc.) . Hanno alloggi non soltanto per lo S. M. della nave , Jna anche per gli ufficial i istruttori e professori civili, che con tinuano l'insegnamento agli allievi durame le crociere , Navi di uso locale. Sono raggruppate con questa denommaz10ne le navi minori destinate ai servizi loca li delle piazzeforti n1arittime, nonchè ·a servizi costieri. Per 1a voce Nave, V. Caccù1torpediniere, Corazzata, CoFvetta, Fregata, (;alea, Incrociatore, Mo11irore, Torpediniera, Vascello, ecc. V. anche la voce Marina , e i vari

popoli

co1ne Greà, Lihurni, Norm.anni, Romani, ecc.,

Nave ausiliaria. V . Ausiliaria - Nave civella, ò trappola . V . Amisommergìbili. - Nave incendiaria . V. llmlotto . Nave mercautile . V. Preda bellica, Requisizione e Vi.si!ll . - 'f\lave posanu·;,e_ V . Posamine . ilave scud~rù1. V. Usciere.

Naviganti (Ruolo). Costituito in luogo\. del soppresso ruolo combattente, con legge n. 98 del 6 gennaio r931; comprende gl i ufficiali piloti della R. Aeronautica. G li ufficiali ciel Ruolo N . esercitano le funzioni incrcm i al comando, a1l 'orgaoi27,azione ed al funzionamento delle un ità aeree e coprono le cariche per essi previste nell'ordina mento degli organi centrali e territoria li della R. · Aeronautica e degli altri enti m ilitari e civ ili dello Stato. Navigatori. Gruppo di esploratori, composto dalle seguenti

vapore, ma da pochi anni le Marine hanno r isentito la necessità di ritornare alla vela , ed hanno ricostruito un ità speciali per questo scopo. Le pri ncipali N. S. de-Ila marina italiana sono state le seguen ti: Caracciolo, Vittorio Emanuele, Chioggia , Palinuro, Miseno, Vespucci e Flavio Gioia. Dopo rii queste si adoperarono vecch i incrociatori che .av~vano parciço)ari ad attamenti : si ebbero così fra il

1

oltre alle singole Nazioni, e inoltre :

12

unità, di rneno di 2000 tonnellate, con identico

arrnament.0 e identica struttura: Leone Pancaldo, Luca Tarigo, Ugolino Vivaldi, Antoniotto Usodimare, Antonio da Noli, Eman uele l'assagno, Nicoloso da Reno, N icolò Zeno, Giovanni da Varazzano, Antonio da Mosw, Andrea Pigafetta.

Navigazione. È antich issima . N d Mcrliterraneo furono navigatori prim a gli Asiatici poscia gli Egizi, pi/r tardi i


t P clasgi, g li Etruschi, i F en ici e gli Elle.ni. TestimoniaJJO ciò le sculture sui monumenti ,lcll 'Egilto, di Si ria , di G recia e d i Rom a. Sono numerosissime k monete romane nelle quali si vede una nave, o una pane d i essa, o un

at.trezzo navale. La N . si divide in: alturiera, o d i lungo corso, od oceanica, cd in litoranea o d i cabotaggio. Per la pr ima occorrono cogni1.ioni di astronomia, del le carte marine, dei venti, delle correnti ed in generale della meteorologia marina. Per la navigazione di cabotaggio sono sufficiençi cogni,;ioni relative ai paraggi <lel lc terre in prossimità delle q uali si deve navigare, o anche solta!llo la stima del cammi no percorso. Presso gli antichi, la N . nei mesi di inverno era p roibita: esisteva il periodo dei « mari chiusi " che andava dall'ottobre al marzo success ivo. La N . od ierna è molto facilitata dalla radiotelegrafia e dal la radiotelefonia , con l 'ausilio delle quali una nave può conoscere la propria posizione in mare con .sufficiente esatte1.1.a, anche quando per le nebbie e i cattivi tempi persistenti non sia stata possibile . osservare gl i astri. l'er la /\'. sono1narina, V. Sommergibile.

Navigazione a,·n·a. . Consiste nel raggrnngere con un mez1:o aereo una data local ità seguendo la rotta più breve. La N . d . pu9 es.sere: osservata, stimata e astr~nom ica . Quella osservata si ha quando per seguire la rotta prestabilita si con fronta il terreno con carte topografiche; quel la st imata quando si naviga segue ndo una rotta g iovandosi

degli strumen ti di bordo (bussola, angoli d i rotta, dcrivometro, orologio e tabel le dei tempi) ; quel la astronomica (navjgazio ne oceanica o di notte) quando si naviga giovandosi delle rette d i altezi.a. La N . A . può essere anche

fatta alla cieca, oss ia quando non si ha altun punto d i riferimento esterno . Tale navigazione viene effettuat a esclusivamente con l'ausilio d i tutti gli strumen ti d i bordo, e dell 'i nclinometro e del lo sbandometro. Per l'avvicinamento al campo e per l'atte rraggio il pilo ta c he vola alla

471 bardo-emiliana e nel basso Veneto; dopo il ripiegamento e lo sc hieramento sul Piave, oltre ·al)o sgqmb_ero sui porti <lei Po d i un 'ingente q uant ilà d i materiali tratti in salvo · nella ritirata, i trasporti fluviali servirono egregiamente per riforni re g li stabilimenti di seconda linea, e ca.lvolta anche quelli d i pr ima linea . Alla vigilia della guer ra e sul princi pio cli essa si erano prese dispnsi1.ioni per utilizzare largame nte le vie acq uee nel trasporto d i ammalati e fe riti, servizio al quale esse apparivano logicamente molto ad aw:: ed anzi a questo scopo la Croce Rossa Italiana aveva già da tempo organ izz.ata una flottiglia d i am bulanze fluviali. Senonchè la pr ima applicazione mise subito in evidenza che, per la caratter'istica lentezza dei trasporti per via d 'acqua, lo sgombero di ammalat i e feriti con tale mezzo richiedeva un eccessivo impiego d i pt'.rson.alc sanitario, di cu i per contro vi era p iuttos.'o scar-

sità . Si . dovette q uindi rinunziare ad u~ilizzarç k ·vie d 'acqua per questa speciale operazione del s~i ~izft ·· sa~·;. cario. (V. anche Acquee vie) .

Naviglio (Ordine del). Ordine cavalleresco, detto anche del la Co11cl,ig/ia di mare, creato da Lu ig i IX <li F rancia nel 1262, per incitare la nobiltà francese a partecipare alla g uerra contro i Saraceni. La decorazione consisteva in una collana, al la 9ua k erano appese due conch iglie d'oro e due lune tte d'argenro disposte in croce; al centi:o era una medaglia o\>ale con nave argentea sulle on<le . L'Ordine cessò con la morte del re, e fu conservato per breve tem po a Napoli per opera di Carlo cl' Angiò. Nazaret (o Nasra). Borgata della Pa lestina, nella vallata del Giorda no. Fu occupata dai Cristiani della 1• · C'rociata e loro ripresa dal su ltano Bibars nella seconda metà del sec. XII I. Il re Edoardo d 'Inghìlterra la riconq uistù nel r271 mettendola a sacco e stermin andovi tuni i Musulmani . Fu ripresa ai Cristiani verso il 1290 dalle truppe

cieca ha bisogno d i rad iofari sistemati sul campo. Per la navigazione d'alto mare è stata costituita in Italia la Scuola d i Navigazione d'alto ma re, che ha sede ad O rbetello. Na,,igaàone fiuvia!e . J\iell 'ultirna g rande guerra l'esercito italiano' non trascurò d i mettere a contributo la rete fluviale, per sussidiare cfficacemcin e i trasporti ferroviari . La grande arteria longitudinale ciel Po, che lambiva a sud il teatro della guerra a gu isa d i grande linea cli arroccamento, e le diramazio1l trasversali, costituite da buon n umero di fiumi e canali solcant i la pianura a nord dell'arteria principale, indicavano chiaramente la conven ienza di trarne profi tto per l'ino ltro e per lo sgornbero dei mezzi logistici ne l territorio delle retrovie. E il Comando Suprc,m,, co n I 'organii.zazio ne di un .apposito servi1.io d i trasporti acquei, provvide affinchè anche questa possibilità venisse nd miglio r ,nodo s(ruttata. f'u rooo ist ituite 1( Commissioni fluviali » a ~l antova, Venezia e Ma-

rano Lagunare.:,

<e

Comandi fluv iali » nei punti principali

della rete adibiti alle funzioni d i scalo, e « Comandi lacuali » sui lag h i di Garda , Maggiore e di Idro; tutti sotto l'alta d ire1.ione tecnica de l « Comando reggimento Lagu-

nari » con sede a Venezia . In virtù di tali disposizioni, vincendo le non liev i difficoltà incontrate . per b povertà dei material i naviganti e di rimorchio d i~ponibili, si ottenne dal servizio trasporti per via acquea ,un utilissimo rendimento duran te l' intera durata della guerra . Così nel pr imo periodo, dall 'cul'rata in campagna sino al ripiegamento dell 'ottobre-novembre 1917, la rete fluviale f.u utilizzata per avviare alle tru ppe, specialmente nel settore carsico, le derrate e j prodotti raccolti nella pianura lom-

Combattimento di Naiaret (1799) d i ·sciali!. Duran te l 'assedio d i S . Giovanni d 'Acre per opera dei Francesi ciel Buonaparte (1799), avendo il generale saputo che presso N . sì raccoglievano tmppe ,turche , vi spedì il gen. Junot con 500 u. Questi battè il 9 a prile. un reparto turco d i cavalleria, e fu raggiunto da 2000 u. con dotti dal Kléber. Assaliti d a forze numerose, riuscirono a respingerle; qualche giorno dopo , N apoleone doveva ac- · correre sul posto e clava a l pascià di Damasco la battag lia del monte. Tabor.

Nazari (Vit1orio). Genera le, n . a Genova nel 186o. Sottot. d'art . nel 1882, partecipò alla campagna italoaustriaca (1915- 1918). Da colonnello pre5tò serv izio alla


NAz

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dipendenza del ministero d 'Agricoltura. Nel promosso generale di brigata.

1929

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venne

Nazar io Sauro. Cacciatorpediniere, vara.to nel 1926 d al Ca,uiere Odero a Sestri Ponente, dislocamento tonn. 1300, lunghezza m. 89,60, larghezza 3,40; apparato motore ca-

Cacciatorpediniere , N azario Sauroi

valli 18.706, velocità miglia 36,5. Armamento guerresco: 4 cannoni da 1 20, 3 mitragliere da 40 e 2 tubi lanciasi luri da 533 . Personale d'armamento : 5 ufficiali e no uomini d 'equipaggio.

Nazim Pascià. Generale turco (1848-1913). Fu t ra capi dell'esercito turco, da lui riorganizzato dopo la campagna del 1897. Fu capo d i S. M. sotto Redgeb Pascià. Co,;dannato alla degradazione e a cinque anni d i fortezza ad Erzerum, per le sue relazio ni con Fuad Pascià, riuscì

a fuggire, raggiunse Ratum e di lì ritornò a Costantinopoli durante la rivoluzione ùcl 1908. Nominalo comandante del 20 C. d"A ., ad Adrianopoli, Kiamil Pascià lo fece ministro della guerra. Indi fu inviala a comandare il distretto di Ilagdad, dove con pochi ufficiali a lui devoti, ristabilì la situazione, che sem!,rava del le più disastrose . Ma i Giovam Turchi, che già lo avevano allontanato da Costantinopoli, non avevano fiducia in lui e lo richiamarono. Egli visse per alcun te,mpo come privato a ·Oostantinopoli, finchè Muctar Pascià lo nom inò di nuovo miNazim Pascià nistro della guerra. Durante la pòma guerra' balcanica, nel 1912, salvò con abile ritirata l'esercito turco, che aveva già subllo d elle disastrose scorlfitte, e lo raccolse n,clle lince fortificate d i Ciatalgia . Morì assassinato a Costa;Hinopoli durante la sparatoria avvenuta quando Envcr-bcy volle costringere Kiami1 Pascià a cedere il potere.

Nazionalità (Principio di). La N . co1isiste p ropriamcllle nella comunanza d i orig ine, di linguaggio, di conforn1azione fisica, di interessi e di sentimenti che at-

tira gli uni verso gl i altri gli individui d ella stessa razza a costituii e q uei raggruppamenti umani che si chiamano nazioni. Secondo g li scrittori ital iani, il principio di N . è il fondamento del diritto internazionale, la regola che, st rettamen te

osservata,

deve servire ad

abol ire

r.uae

le

oppression i, ad appianare tutte le contestazioni che possono sorgere tra gli Stati, e la sola capace a stabilire fra detti Slatj quel le relazioni che si dimostrino atte a facilitare lo sviluppo pacifico d i ciascun popolo. Il di ritto del!~ N. a organizzarsi in Stato deriva dalle dichiara-

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zioni della Repubblica francese, sul d iritto che hanno i popoli di disporre di sè medesimi. Ncll'antich itii, vivendo le razze separate e distinle nettamente le une dalle altre, il sentimento nazionale trovava la propria espressione 11ella comunanza di origine, di lingua e di religione. Oltre queste comunanze, i popoli non vedevano che nemici da combattere; tale [u la loro politica. Per gli Ellen i, tutto quel lo che non era g reco era considerato barbaro, e i Romani t rattarono sempre con grande rigore i popoli che osavano lottare per difendere la p ropria indipel)denza. La Rivoluzione francese, che aveva per la pri ma enunciato al mondo il principio di N., fu la prima a conculcarlo con le sue guerre, alle quali seguirono immed iatamente quelle del Consolato e dcli 'Impero. Gli eserciti della Coalizione si valsero dello stesso principio per fa re la guerra a Napoleone, sollevandogli comro i popoli che egli aveva soggiogato con le sue campagne vittor iose. l t rattati del 1815, seguiti alla caduta del l'Imperatore, d imostrarono chiaramente quanto poco sinceri fossero i governi degli Stati coalizzatj e quanto poco conto essi facessero all 'afta pratico del diritto dei popoli a disporre di sè medesimi. ·Tuttavia il seme lanciato tra le masse del le N. soggette non andò perduto, e ben presto esplose in numerose manifestazioni. L'indipendenza della Grecia dalla Turchia; la separazione del Belgio dall'Olanda; le rivoluzioni della Polonia, dell'Ungheria, dell a Ger mania, di Vienna e del l'Italia ; le guerre della Prussia e dell'Indipendenza italiana furono le conseguenze dello sviluppo del principio di N . tra le popolazioni soggette, desiderose d i d isporre di sè medesime. Durante la guerra Mondiale' fu ~clamato da ogn i pa rte che il diritto dei popoli a d isporre d i sè era la base fondamentale de l grande conflitto, e lo con fermò solennemente anche il presidente Wilson, nei •~ punti del suo famoso messaggio al Congresso di Washington, de ll '8 gennaio 1918. Oggi, il principio di N., se non complctameme nel fatto, però nella teoria e come massima , è quasi generalmente accettato. Si in,ende con esso quel- diritto naturale e logico, derivante dalle leggi ctnugrafichc, per cui popoli della stessa razza, che parlano la slcssa lingua, se divisi sotto dominazioni straniere, o anocssi ad altri popoli, possono pretendere a diventare indipendenti, a ricostituirsi in nazione e

ad avere quindi un proprio governo nazionale.

Questo principio dottrinario non è però sempre appl icabile pratica1nente . Così nel rimanegg iamento della carta

d'Europa dopo la guerra Mondiale fu tenuto un certo conto del principio d i N., ma r iuscì impossihile, nella delimitazione dei confin i dei nuovi Stati der ivati dal grande conflitto, mantenere una separazione netta fra razza e razza. Ormai le popolazioo, di confine degli antichi Stati erano talmente framm ischiate e sovrapposte, da rendere inanuabile l 'applicazione pura e semplice del principio di N .; era quin di inevitabile che en tro i con fi ni dei nuovi Stati, nel la cui clelirn irnzione si guarda p_rincipa lmente alle esigen~c d i ord ine slrategico ed ali 'elco1cnto geografico di ciascuno Stato rimanesse racch iuso un nucleo più o meno grande d i individui di di versa N. Restando quindi i ntatto leoricamcnte il principio ·di N., dalla nuova ripartizione dell 'Europa è sorto il problema de lle minoranze nazionali, le quali, pcrchi: fossero garantite da ogni possibile oppressione da parte dello Stato a cui venivano annesse, furono poste sotto la protezione genericà della Società delle Nazioni. Questo provvedimento però ha tutta l'apparen za di una soluzione precaria del principio di N., che, sentito come è al presen te dai popoli soggetti, e tenuto vivo dagli Stati interessati, rappresenta sempre un 1


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pericolo di conflitti. Si è ricorso a nch e allo spostamento di grossi nuclei di popolazione eia uno Stato all 'altro, come nella pace tra Grecia e Turc h ia, ma il problema è ri masto insoluto, e sempre fomite cli irredentismi perico losi.

Nazionalitù (Sentimento d,). È u no dei fattori morali d i cui l'organizzato re d eve tenere conto nello stabilire l 'ordinamento mii. d i uno Stato. Oggi, più ancora che per il passato, i fattori morali ent ra no in g iuoco nella potenza mii. d i un paese, cd è q 11ind i necessario che d i essi l 'organizzatore faccia un 'esatta valutazione e debii:amentc li consid e ri negli studi che deve attuare . Il sen timento d i N . può ad es . influire sulla forma di reclutamen to e su quella d i completamento delle unità, nella d islocazione e nelle sedi dei corpi, ecc.

Naziona lsocialismo. Par tito politico sono in German ia n_e l 1919, per iniziativa di Adolfo Hitler , inspirato a criter i sim ili a quelli del Fascismo italiano. In poch i anni d ivenne ( 1932) i l partito polit ico più forte della Germania, raccogliendo i st10j adcren tj specialmente fra i giovani e fra gli c x combattenti, e m irando alla conquista del potere . L e sue formazioni militari sono: a) Reparti d'assalto, ci rca 400. 000 u . (1931), costituiti in cp. di 200 u., bg l. d i 3 cp. , regg. di più bgl., brigate, d ivisioni. Dal 1931 ai regg. sono stati dati i nomi d ei vecchi regg. dell 'esercito imperiale; b) Reparti d i protezione, ci rca 4 0 . 000 li., unità incaric;,re d i funzioni d i polizia e di p rotezione delle riun ioni d i partito; e) Formazioni giova nili, rnggruppanti l giovani in età di meno di 18 anni, circa 30 .000 u. ; d) Riserva dei reparti d 'assa lto, rnstituita con uomini òltrc i 40 annì e anche con clementi giovanissim i. Nel 1932 si è diminu ita la forza dei reparti d'assalto e a umentata q uella dei reparti di protezione . Nazione armata . Può definirsi quella il c ui ordinamento militare sia ispirato ai seguen ti c riteri: A) Massima estensione tlell'obbligo generale e personale a servire la Patria, con la completa abolizione d i ogni privilegio . Ogni cittadino d eve contr ibuire alla d ifesa nazion ale in r agione della sua ctiì, delk sue condizioni fisiche, delle sue stesse attitudini: tutti i va lid i come combattenti ; i meno validi come eleriicnti sedentari negli uffici , nei co~ mandi, ecc.; i più colti come quadri; con ripartizione fra le varie armi e specialità e servizi a seconda delle attitudini rispettive e <lel le cognizioni apprese ne l n1csticrc esercitato nella vita civile . B) Accurata organizzazione d i un a mobilitazione civ ile, la quale preveda lo sfruttamento d i ogni e qualsiasi energia e risorsa d el paese ; una salda d isciplina d i guerra con adeguate sanzio n i pei trasgressori; completi e particolàreggiati provvedime n ti per la conti• nuazionc delle proc.hrzioni varie d el paese . C) Esercito per• mancnte assai piccolo, a semp lice scopo d i addestramento dei quad ri e d elle classi d i leva e di p rima copertura, in attesa dello sv iluppo della mo bilitazione it1 caso d i g uerra. D) Ferme assai b revi , rido tte cioè allo stretto necessario per istruire i quad ri d i com plemento e le classi d i le va . E) In tensa p reparazione premilitare nelle scuole e fuor i delle scuole, specie nei r ig uard i della parte spirituale , e adeguata istruzione postmilitare, o med iante perio dici r ichiami alle armi, o mediante a ppositi organismi a caratte re m ilitare . F) Grande numero di quadri in con~

ged o, te nuti perfettame nte addestrat i al d isimpegno delle m ansion i corrispondenti al grado da essi rivestito e molto cu rati dal lato spirituale, sl che essi abbia no sempre a sentirsi parte integrante e vitale d ell'organismo militare de lla na,:iòne ç siano fieri d i appartenervi.

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D a quan to è stato sommari amente esposto, .appare chiaro come g li ordinamenti mil. odierni della maggior parte delle più importanti nazioni tendano tutti, più o meno decisamen.re, verso la forma della N. A. Solo qual• ch e Stato che si trova in particolare situazione interna,:ionale, più che altro per la sua positura geografi.ca, è ancora alt1uanto lontano, nel suo ordinamento militare, da tal i c riteri. Così l 'Ing h ilterra e gli Stati Uniti, che nel dopoguerra sono ritornati agli eserciti costituiti essenzialmente di volontari a lunghe ferme. Tipica fra le N . A., e la più antica d i tu tte, è la Svizzera, il cui ord inamento mii . è però a strettissimo carattere difensivo, d irettamente conseguente alla neutralità d i .t ale nazione . Verso la N . A. ci si è d iretti , a gra nd i passi, do po il 1870, unitamente al progresso del le ist ituzioni civili. Dopo la guerra Mondiale, che ha sancito il concorso al la d ifesa dello Stato d i tutte le forze material i e morali del paese, si è celermente sboccat i se pure gradualmente negli ordinamenti prop ri del le N . A. Alle quali occorre stretta cooperazione fra istituzioni civili e milita ri, elevato sentimento naziona le e patrio ttico, saldì vincol i d i reciproco affe tto fra esercito e paese, preparazione spirituale dei giovani ten dente a porre l'idea della Pa tria a l sommo d 'og ni loro pensiero . In Italia, il governo nazionale ha realizzato o rmai gueste condizioni e tende a per• fezionarle sempre più, sì che ove sia necessario sarà veramente tutta la nazio ne c he si mobiliterà per b p ropria d ifesa . Non è a credere che la forma della N. A. sia prerogativa d egli Stati modern i; essa esistette nel per io do delle civil tà orientali e presso la Grecia e Roma an tiche, in cui tutta la popolazione di gualsiasi celo, condizione cd età concorreva a lla d ifesa d el paese in caso d i g uerra. Successivamente, per l'allontanarsi delle · istituzioni civi li da quelle m ilitari e per altre complesse cause d 'indole varia, sorsero e pcrmasero per lu ngo tempo gli eserciti pe rmanenti, pressochè completamente av ulsi <lai rimane nte della nazione e spesso costituiti da clemen ti stran ie ri mer• cena ri , Col risorgere ed il consolidarsi <le! sentimento nazionale e de ll 'amor patrio, le istitu7.ioni civil i vanno a mano a mano avvicinandosi a quelle mi litari; si passa agli eserciti permanenti nazionali e g radatamente, ma con ritmo incessa nte , (d al J 8iO in poi) agli ordinamenti veri e propri delle nazioni armate. Da un pun to d i v ista educativo militare, la N. A . sig n ilica due g randi cose : a) u n alto concetto sociale d i identità fra dove re civile e dovere m ilitare, quali aspetti di un un ico dovere naz ionale ; e quindi concetto di natura le e necessa ria coincidenza fra la educazione civile e la militare per la formazio ne del cittadino comple to ; b) · una estrinsecazio ne ed ucativa pratica per d are alla 1iazione a rmonicamente: lo spirito militare; le nozioni e le capacità disciplinari e tecniche in relazione ai n1cl;Zi e ai metodi che l'attualità im pone ; la cogn i7.io ne d ei mezzi economici, induslrjaJi, polilici, ecc. per la g uerra, e le capacità varie d el loro impiego adeguato e eoord inat9 secondo le varie ci rcostanze e g li scopi ai quali si mira. In questa manier a, come ben s'intende, la forza m ii. d ello Stato o dierno è, in definitiva , costitu ita da lla un iversalità d ei cittad ini, tecnicamente inquadrati in un ità bellic he, convenien temente educati, ciascuno in rélazione al rispettivo d overe m ii ., e nei momenti opportuni armat i ind ividualmen te e co llc t.tivamcnte second o le capacità e le possibilità dell 'econom ia nazionale. In sostanza, a ben gua rdare e in te ndere, l 'arma p iù possente della N. A. è lo spirito militare (V.) che deriva dalla educazione nazionale, 1


ìi -

NAZ .

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Nazioni. V. Società delle Nazioni. Nazzari (di Callabiana, Giuseppe). Generale, n. a Savigliano nel 1799. Sottot. d i fanteria nel 1814, partecipò alla campagna del 1815. Colonnello comandante il 7° fanteria nel 1848, partecipò a detta campagna meritandovi un a med. d 'argento . Magg. generale comand. la 1• brigata fanteria de lla la d ivis. provvisoria nel 1849 e poi in aspettativa, andò a riposo nel 1851. Neajlow. Nome dato dai Rom_cni alla battaglia di Arges (V.).

Nearco. Navigatore cretese de l IV secolo a. C. Ammi raglio di Ale,san,Jro il Grande, costitul una flotta d i pemecontori e t riere, che guidò dalle foci del l'Indo fino a Babilonia su Il 'Eufrate. Lasciò un giornale del suo viaggio, il (( Periplo >>, e scrisse anche le (( Memorie storiche sopra Alessan dro », aridate perdute. Nebbia (e Nebbiogeno). V tino. di f umo, Fumogeni.

Agenti atmosferici, Cor·

Nebiolo (Carlo). Generalt, n. a Pinero lo nel 1872. Sottot. d i cavalleria nel 1891, iniziò la campagna italoaustriaca col grado di maggiore e comandò d_a colonnel lo l'II" regg. caval leggieri cli Foggia (1917). Raggiunse nel 1929 il grado cli generale di brigata d i cavalleria. Necco (Anto1Zio). Generale, n. a Gaeta, m. a Napoli (r858 -1926). Sottot. nel 1° regg. genio (1879), d a colon nello fu capo ufficio delle fortificazioni di Taranto (19121918). Nel 1918 raggiunse il g rado di magg. generale e nel 1924 venne promosso generale di divis . nella nserva . Necessità (Forte della) . Venne costruito verso il 1758 dagli Inglesi sull'Ohio, quando i Francesi tentarono di col legare la Lu isiana e il Cana<là con un a catena cli forti attraverso

territorio

desertico . J Francesi

inv iarono

una

cinquantina d i uomin i per reclamare, n1a vennero presi a fu_c ilate e costretti .a ritirarsi. Allora 1·ornarono più numerosi, costri nsero gli Inglesi ad abbandonarlo e· lo demolirono . Jl Governo ingls:sc, da questo piccolo incidente , fu determinato ad agire risolutamente per impedire lo sviluppo delle ocwpazioni francesi, e ne derivò la guerra che assicurò il Canadà agli Inglesi.

Neckar. Fiume della German ia, affl. del Reno, dove sbocca presso Manohcim .

r. Battaglia sul Necl(ar (2i7 cl. C.) . Fu combattuta e vinta dall'imperatore romano M. Aurelio Probo contro gli Alemanni, che avevano invaso i confini dell'impero sul Reno. Probo tolse al nemico settanta località importanti da lui vessate e occupate , e gli inflisse terribili perdite, ricacc iandolo al d i là del fiume. Il. Battaglia sul Neckar (1078) . Appartiene àlla guerra civile fra Enrico Hl re d i Germania e l'antirè. R0<lolfo cli Svevia. Questi avanzò sul N. , dove crasi raccolto per contrastargli i l passo un corpo di r2.ooo conradini armati. La cavalleria di Rodolfo li assalì e li sbaragliò completamente. Tuttavia q uesta battaglia, come quella di Mellrichstadt, non ebbe effetto risolutivo .

Nedbal (Federico) . Generale, medagl ia d'oro, n. a Kruman (Austria) , m . ad Udine (1825-1891). Prestò servizio, fino al grado di tcn . colonnello, presso l'esercito ungherese, partecipando con esso alla campagna per l 'indipendcn:,,,a dell'Ungheria (1848-1849). Nel 186o, 111 tale g rado e per ord ine d i Garibaldi, passò nello S. M. dd -

Nrn

l'esercito dell'Italia merid ionale e 11ello stesso anno fu promosso colonnello di S. M. Entrato nell'esercito italiano nel 1862, tenne il comando del 289 regg. fanteria dal 1863 al 1866 e con esso partecipò alla campagna d el 1866. Fu comandante della 4a brigata temporanea di fanteria;_ col grado d i magg. generale delle brigate Valtellina (1867-1870), Salerno (1870) e 2• e poi 37• brigata di fanteria (18701875). La morivazione con la ~uale gli venne conferita la medaglia d 'oro dice così : « Essendo all'avanguardia il 23 luglio ebbe il suo reggimento impegnato nei fatti d 'armi di Borgo e Levico. Si d istinse a Borgo per sommo coraggio, attaccando ai la testa del suo reggimen to il paese, e per l 'intell igenza e il sangue freddo con cui 'riordinava le sue colonne, riattaccava il nemico successivamen te e finiva per metterlo in · completa rotta . Nell'as N edbal Federico salto di noue a Levico fu sempre dove più vivo era il fuoco nemico, anùnando i suoi soldati a caricar sempre alla baionetta senza mai far fuoco, facendo cosi scrupolosamente eseguire l'ordine ricevuto che fruttò la vittoria di quella notte » (Borgo e Levico, 23 luglio 1866).

Nedelcoff (C.) . Generale bul garo, n. nel 1864. Sott,;,t. nel 1884, · divenne generale nel 1916. Prese parte a tutte le guerre della Bulga ria. In quella Mondiale fu comandante della 1• d ivis . d i fanteria che ebbe una parte rilcvanrc nelle operazioni in Dobrugia e in Romania, partecipando all_e azioni di Tutracan, Arges, Bucarest ·e ciel Sereth. Neerwinden. Comune del Belgio, i11 prov . di Liegi.

N edelcoff

I. Battaglia di Neern1imleu (1693). Appartiene alla guerra Germanica. Gug lielmo d 'Orangc, re d ' Inghilterra, il 28 luglio 1693 occupava col suo esercito, anglo-olandcsctedesco, una buona posizione t ra i villaggi di N. e di Landen, alla quale fece lavor are t utta la notte per coprirne la fronte con fossati larghi e profondi, guarniti di numerosi pezzi d 'artiglieria . Non aveva che 65 bgl. e 150 sqdr. da opporre ai 96 bgl. e ai 210 sqdr. · <Id n~aresc. di Lussemburgo; n1a faceva conto, per supplire a questa sua inf:erio'ricà, sulla stanchezza dei Fr-cH1ces i, che avevano dovuto eseguire u na: lunga marcia . e sulla forza della sua pos izione . Alle 5 del mattino del :29 luglio cmninciò a farsi sentire il cannone; ma i l vero attacco non s' iniziò che alle ore 9. Il maresc. di ]..ussemburgo diede l 'ordine alla sua d r. d i t rattenere solamente i l nemico, a-ovandosi da quella j)arte un burrone assai profondo e d ifficile a superare; stese qui ndi la maggior parte dei suoi cavalieri al centro, facendo passare alla sr. il grosso della fanteria; tutto lo sforzo della battaglia fu d iretto comro il villaggio di N . I Frances i tentarono invano tre volte d i impadronirsene; e q uando le truppe spossate cominciarono a mostrarsi esitanti, il generale, percorrendo le file dei soldat i, le rianimò e le ricondusse al


r N1m

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combattimento . La cavalleria, impedita d apprincipio nei suoi moviment i dalle accidentalità del terreno, sosteneva impavida il fuoco di So cannoni, st rappando a Guglielmo il grido, rimasto famoso : « Che insolente nazione! ». Fu visto allora il re in persona caricare alla te~ta del rcgg. di Ruvigny , composto t utto di gentiluom ini francesi, che la revoca dell 'Editto di Nantcs aveva costretti ad abbandonare la loro patria. Getroto dal cavallo, che rimase ucciso, il re si rialzò e continuò a combat-tcrc . La battagl ia durava da sei o sette ore sotto il sole aJ'd cntc, q uando il principe di Conùé, con le guard ie francesi e svizzere, riusciva ad cspugi1are N. al tem po stesso che d 'Harcou rt, attirato dal rombo del cannone, accorreva da sei leghe d i distanza e pre ndeva il villaggio d i fianco'. Superat i .i t rin-

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N EE

sario sin verso Lovanio. Quivi accorse il Du01ouriez alla testa del corpo principale, forte d i circa 45 . 000 uomini, senza richiamare a sè. i corpi staccati più vicini, poichè si r ite11eva in grado d i sopraffare l 'avversa rio. Gl'lmperiali (circa 40.000 uoni ini) occupano Tirlcmont con un'avang1.1ard ia che il Oumou riez attacca i l t6 m arzo, sloggiandoli dopo vivace combattimento. Il grosso delle for.--e imperiali trovasi più ad est, sopra una linea d i alture coperta da l corso della Piccola Gette, con la dr. presso Hallc, sullo stradale T irlemont-S. Tron e la s,:, verso l'abitato di Racour : d istaccamenti avanz2.ti occupano alcuni villaggi antistanti, fra cui principale quello di N ., ma si è trascurata l 'occupazio11e del vicino poggio detto « Tomba d i Mittelwind en », che domin a la piana.

Battaglia di.:Neer winden (1 693)

ccramcnti, la cavalleria potè antraversare N . per caricare q uella dei Col legati, e, dopo cinque cariche successive, la rigettò nella Gette, dove grande numero di nemici ri mase an negato. Da parte sua i l principe di Condé SI era i m padronito del villaggio di Landen. Fra le 4 e le 5 del pomeriggio t utte le posizioni erano stare forzate ed il nemico si trovava in piena rit irata , abbando nando al vincitore la sua artiglier ia, 1400 prigionieri e 80 bandiere . Si calcola che le perd ite dei Collegati raggiungessero i 18 . 000 u. ; quelle dei Francesi i 7000. La mancanza d i viveri e di foraggio i1n pedì a questi ultim i l'insegu ime nto;

Gugl ielmo potè rannodare i rest i del suo ese_rcito e poco dopo, con i r inforz i che gli giunsero dalla Germania, fi trovò ancora in grado d i tener testa al nem ico. Il. 8attaglù1, di Nerr111inder1 (1793). Fattp d 'arm i del pt imo periodo delle guerre della Rivol uz ione fra ncese. Secondo i l pioge~to ap provato dal Governo, il geoera le Durnouriez, comandante delle forze francesi, seguiva la direttrice Anversa-l l.otterdam come )a p iù spedita per l 'invasione dell'Olanda ; ciò che lo aveva condotto a frazionare le forze per copri re i l Belg io, assicurare le occupazioni territoriali e assed iare Maesrr icht. Gli (mperiali, comandati dal principe di Coburgo, ne approfittarono per battere in vari scontri i disi,1çça men ti francesi, ricacciando l'avvcr-

..

l i Dumour.iez ordi11a le sue torze iu tre colon ne principali : q uella òi dr. (gen. Valence) deve attaccare la sr. avversar ia fra Landen e N .; quella mediana (duca di C ha1trcs) puntare sul centro av,•ersar io a sud dello strada\e di Sr. Tr01, ; q uella di sr. (grn . Miranda) attaccare a nord dello stradale sulla d r. degl i Imperi ali, im padronendosi di Loo, forte caposaldo che dovrà costituire poi il perno di una conversio ne gene rale intesa a respingere l'avversario L 'avanzata s 'j nizia regolarmente il mattino de l 18 ma rzo e p orta alla occupazione di N . e della T omba d i Mittclwioden ; m a insufficiente coordinazione delle colonne minori cagiona con trattempi che permet tono la 1 iscossa degli Imperiali e la perdita di quei due obiettivi . Cosicchè al centro e alla dr. francese la lotta si localizza attraverso alte rnative che paralizzano l' ulteriore sviluppo d ell 'azione. L'i ntervento della cavalleria im periale da questo lato dà luogo a un singolare episodio : una pri ma car ica è respi nta da lla cavalleria fran cese; una seconda, attesa di piè fermo dalla fanteria del gen. T houvenot, trov a Jiberi i varch i, schiusl mercè ra. pida .apertura degli intervalli fra i battag lioni. Trascorsa l'ondata, questi serrano i ranghi p recludendo i p assaggi e si volgono fulminando da tergo la cavalleria con fuoco di moschetteria e concorso d i t iri a m itraglia, che decimano gli squadrQllÌ m;:miçi, )n q uesta parte del campo verso nord su T ongres.


NEE

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I 'a7,ionc sembra così d ecisa, benchè manchi ancora lo sviluppo d i manovrn prev isto. Ma, alla sr., le forze agli o rd ini del gen. Mirnnda avevano corso ben diversa forllln a : impadronitosi d d vèllaggio di Orsmael, quel genera le non ·aveva avuto cura d i assicurarsi il possesso dei due vicini ponti sulla Gettc; cosicchè u n contrattacco in forze, appoggiato dall 'artiglictia e da una carica d i cavalleria, cagionò un fol le panico nelle tru ppe, che si sbandarono fin oltre Tirlernont, senza che i.I gen . M iranda sapesse dominarle .. Solo a sera i noltrata il Dumouriez potè

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NBG

cisi e ro.ooo prjgionicri: se 11c salva rono solo 4.000. E R9mani poco dopo presero la città d i Nefe ri.

Negapatam (o Nagapatanam). Città dell'India , sulla costa del Coromandcl , nel golfo del Bengala. Fu uno dei p rim i possedimen ti in Jndia d ei Porroghesi (Cidadc do Chorornandcl). Fu presa nel 166o dagli Olandesi. Nel 1781, lord Macanney, saputo che g li Olandesi tenevano a N . forze considerevoli, radunate le g uarnig ion i di Madras e di Tanjore e rinforzatele con marinai e soldati della

Battaglia di Ncerwindcn ( 1793)

personalmente constatare la rotta della sua ala sr., che lasciava pericolosamente esposti , o ltre la Gettc, il centro e la destra. l i principe di Coburgo non ritenne d ' impegnare i s uoi d'altronde assai µrovati in un'azione notturna, e ciò fu grande fortuna per i France.si. I due avversari pernottarono sulle posizioni rispettive, rn a l'inJ domani il Dumouricz ordinò la ritirata, non giudicando prudente mantene rsi in posizione così rischiosa d inanzi a ne1nico che occupava terreno dominante e aveva facile modo d i aggirarlo o ricacciarlo sul fiu me. Dopo questa ba ttaglia il Dumouriez, invitato a Parigi per d iscolparsi, preferì passare al nemico .

Neferi, Città dell'Africa settentrionale . Vi si cornbarrè una ba~taglia, nel l'inverno dél' r 47, fw Cartaginesi e Romani. Mentre Scipione assediava Cartagine, al campo di N. e ra accampato agli o rd ini d i Diogene, l'esercito esterno d ei Cartaginesi . Scipione, con Gul ussa e Caio Lelio, lo assalì, abbattè il muro del campo in due punti, forzò le trincee e fece g ran cle strage dei d ifensori . Secondo gli storici antichi i Cartaginesi perdettero 70. 000 uomini uc-

flotta, le mandò, sotto g li ordini d el geo. Ettore Munro, contro quello stabi limento, che fo preso il 12 novembre e· da allo ra rimase agli Inglesi.

I. Combattimento navale di Neg"f"lam (1746). L 'amnur . francese La Bourdonnais aveva, per combattere gli Inglesi, una flotta d i nove vascell i e, il mattino del 6 luglio, incontrava nel golfo d i Bengala, a li 'altezza d i N . , la st1uadra ing lese forte di sei navi da guerra, co1nandata dal commodoro Peyton che sostituiva Harnctt. G li Ing lesi posero tutta la loro cura nel conservare il vantaggio del vento e si accostarono solo verso le quattro del pomer iggio, per potere pilÌ facilme nte sfuggire col f;ivore de lla notte, se il combattimen to si fosse svolto a loro svantaggio. La Bou rdonn ais li lasciò t irare per i primi, ma rispose subito v iolentemente . li solo ,, Achille » tirò mille colp i in me no di due ore. I Francesi tentarono di venire al! 'abbordaggio , ma Peyton, ch e aveva equipaggi n umer icamente inferiori, sfuggì sempre , finchè, approfittando dell 'oscurità, si ritirò inseguito dal La llourdonnais . Il matt ino seguente, le due squadre erano ancora d i fron te,


- 477ma Pcyton decise d i ritirarsi, avendo anche una nave che faceva acqua, e si diresse verso la baia d i Trinqllemale , nell'isola d i Ceylon, lasciando La Bourdonnais padrone dd mare delle Ind ie. Il. Combat1i111e1110 navale di Negapatam (1758). L ' ammir. inglese Pocock, che si trovava a Madras, uscì il 3 agosto con la sua squadra per incontrare le navi fran~ cesi del d'Aché, e le t rovò a N . Pocock, che aveva

rin forzato i suoi vascelli, aveva il vantaggio del vento, 1na se ne.: servì solo per tener <listanti i Francesi. Questi , che avevano cannoni d i calibro e di porta.ta inferio ri a

quelli c..icg'li lnglcsi, si trovarono .in svantaggio e, ritiratisi d isordine, si salvarono dall'inseguimento d i solo col favore della notte.

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Pocock,

Ili. Battaglia navale di Negapatam (1759). L'ammir. Pocock, riunitosi alle foo,e del commodoto Stevcns , partì il 17 aprile da Madras con 7 vascelli da guerra e incontrò la flo tta francese del d 'Aché davanti a . N ., i l 28 d ello stesso mese . L 'ammir. francese fu scorto dal nemico ment re muovev a verso Pondichéry con sette vascelli in linea e due al la rgo. I F rancesi aprirono il fuoco per i p rim i, ma i l combattimento d ivenne generale solo verso le 4 del pomeriggio. 11 fuoco dei Fra_ncesi era lento e impreciso~ mentre le bordate inglesi causavano gravissimi da1ni.i alla squadra del d 'Aché. !manto giungevano da Pondichéry, chiamati <la) rumore della battaglia , due vàscelli francesi, verso i quali si d irigeva <l 'Aché. li Pocock, i CLÌi vascelli avevano avute le alberature gravemente danneggiate dal fuoco nemico, non potè inseguire i Francesi e dovetce ritirarsi a Madras a r iparare le sué avarie. IV. Combatti mento navale di ll/egapata.rn (1782). L'ammir. Suffrcn, pensando d i po ter togliere N . agli Inglesi, vi si recò il 5 luglio e v, trovò l 'ammir. Iiughes con 11 vascelli, 2 fregate e 2 corvette. La mattina del 6 com inciò il fuoco. Però, benchè i due amm iragli desiòerassero una battaglia decisiva, tuttavia i l cotnbattirnento cessò con avarie e perdite reciproche : i Francesi furono i più danneggiati ed ebbero circa 800 u. tra morti e fc. reti, mentre gli l nglesi perde ttero solo 250 uomini.

N egarit, Tamburo abissino, col quale i vari ras e capi minori chiamano a raccolta le milizie per , razzie, spedizioni, guerre. u Ilatterc il negarit )> 1 indica apjJunto fare la chiarnaca per g li scopi suddetti . Negged (o Yamlima) . Stato i ndipendente dell'Arabia interiore . Già prima dell'era dell'egira aveva costituito uno Stato indipendente. Verso il Vll secolo vi si diffuse l'islamismo di cui una setta importame fu quella dei Wahabiti, ì q uali regnarono a lungo sul N. Verso il XVIII secolo fu sottomesso agli Arabi della cmta orientale. I Wahabiti vi fonda rono un impero, cominciando le loro conquiste sotto lbn-Saud, verso i l principio del secolo XV!IL 1 suoi successori continuarono la sua opera invadendo le regio n i dcli' Arabia e conqui,iando la Mecca nel 1803, Ma sicco,nc i Wahabiti impeòivano il commercio nel golfo Persico, dedicandosi ,a ll a pirateria, la 'l"urchia intervenne e, nel 1813, il pascià d'Egittc,, Mehemet A lì, intraprese una campagna, e liberò le città sante d ell'Heginz. Nel 1817 inviò in Arabia suo figlio Ibrahim, il quale penclrÒ nd cuore d el N., distruggendone la stessa capitale, Ma gli Egiziani non poterono mantenersi a b ngo nel paese, e g li abitanti di esso riacquista rono l a libenà, fondan do sul le rovine del la p rima capitale la n uova, Er Riad (o Rivadh). Poi il N . fu sottomesso per lungo tempo ai C harnma r, Wahabiti della par te nord d el l'al tipiano arabo.

Nao

Nel 187;2 i Turchi si impad ronirono dell"Asha cd il N. non ebbe p iù comunicazioni d irelle col golfo Persico. Verso la fine del secolo XIX, un emiro della dinastia degli Jbn-Saud, riprese ai Chamniar Er Riad e suo figlio liberò completamente il N. eslendendo i suoi domini e conquistando ancora la Mecca. Nel 1921 il N . fu riconosciuto come sultanato indipendente dall"!nghilterra . E oggi (1932) l'Hcgiaz e i paesi d ell 'Arabia interiore sono sono la dominazione del Sultano del N., che continua, nella sua po lit ica di espansione, ad estendere la sua egemonia sulle regioni a rabe prossime a i suoi domini,

Nègrepel isse (an t. Negrum Palatium). Città della Francia, ne l dipartimento della Tarn-et-GaronJ1e, sull'Aveyron, Fu fondata nel 1074. Nel med io evo vi fu comuito un castello. A l p ri,icipio del secolo XV!II era, con Mo ntauba n, una d elle . piuzef.orti più importanti dei Protestanti nella L inguadoca occidentale. Assedio di Nègrepelis.re (166z). Luigi XIII , do po lo scacco subìto a _M:ontauban, si recò ad assediare N ., i n cui nell'inverno p recedente, i Calvinjsri avevano massacrato la g uarnigione reale. L 'investimento cominciò ' con un at tacco da tre lalÌ: .un regg. a sr., appoggiac'o all 'Aveyron; le Guard ie al ce1)tro, davanti al castello; un alt ro regg. a dr. Una batteria di sette cannoni fu posta davant i al muro che congiungeva la città al castello. I difensori, essendo state forzate le loro linee in due pun ti, si rifug ia rono in una parte della cillà e domandarono q uartiere: il re rifiutò e li fece n1assat:rarc; btn poc hi riuscirono a

sa lvarsi. Negrete (Giuseppe, conte di Campo Alange). Generale spagnuolo (1812-1836). Studiò in patria e in F rancia. P ar tecipò alle lotte civili, d ifendendo la causa di Isabella 11 contro i Carlisti. Ha lasciato : « Considerazioni sopra la guerra del Nord 1,; « Considerazioni sull'assed io della ci ttadella cli Anversa, 1832 », e varie opere d 'indole let teraria. Negri (di Sanfront, conte della Morm, Ercole). Ingegnere militare del scc. XVI; , n . a Centallo, m . a Savig liano nel 1622. Nell 'assedio <li Ginevra del 1539, d isegnò il ,forte d i Santa Caterina . Dopo esser stato al servizio della Francia, passò in Piemonte agli o rd ini di Carlo Emanuele I: diresse i lavori di Demonte, d i Exilles (1595) di Bricherasio (1597), di Savigliano (1600). Nel 1605 venne nominato gene rale comandante d ell'artig lieria e pa rtecipò ai combattime nti d i T rino, Moncalvo, Monasterolo, alla difesa d'lvrea ed .all'assalto d i Vercelli dd 1617, <love rimase gravemente feri to. Di resse poi i lavor i cli Santh ià, progettò le forti ficazion i d i Torino, qu indi fu governatore di Savigliano. Negri di Sanfront conte Bonifacio Michele . Generale, I\, e m. a Torino (1775-1837). Sottor. d i fanteria nel 1786, partecipò alle_ campagne cli guer ra contro la F rancia, rimanendo fer ito a Cad ibona e merirnndo un'onorificenza, mutata nel 1816 in una croce da cav. dell'O. M . S. P assò ne ll'esercito francese nel 1801 e tornò nel 18q in quello p iemontese . Colonnello nel 18;22, comandò la b rigata Regina; magg. generale nel 18z8, comandò le brigate Aosta (1828) e Granatieri Guardie ( 1831). Fu aiutante di campo del Re nel 183 1. Negri de la Torre (conte). Ufficiale spagnuolo, n . nel figlio di un generale p ure spagnuolo, di fam ig lia originaria italiana. Entrato giovanissjrno ncJ~·csercito nel 1828 raggiunse i l grado di colon nello . Nella prima guerra l 792 ,

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L Neo carlista (1833-r 840) si schierò dalla parte dei Carlisti, ma dopo avere tenuto il campo per qualche tempo con 3000 u. al suo comando, dovette cedere. il suo corpo, durante

una dtirarn durata tre scuirnanc su Segavia e su La Granja'1 venne disperso da l generale Espartcro e per la maggior parte fatto prigioniero.

d'A ncona e Bassa Italia (1860-1861). Fu poi comandante ciel 61° fanteria; da colonnello partecipò alla campagna ciel 1866. Comandò la briga.ta Forlì , nel 1869 raggiunse il grado di magg. generale, nel 1877 quello di tcn. generale comandante la divis. di Ancona. Fu aiulantc di campo onorario d i S. M. Umberto I e comandò la divis. d i Pia~enza ( r879-188r). Guad agnò una mcd. d'argento a Novara (1849); una a Confienza (1859); la croce di cav. dell 'O. M. S. a S. Martino ( r859); una mcd . di bronzo ,a Pesaro (1860); la croce di uff. dcll'O. M . S. nella cam pagna del brigantaggio (1861); la commenda dell'O . M. S.

Negri Pier Eieonoro

Negri Ferdinando

a Tezzc e Vigolo (1866) . Quanto alla medaglia d'oro, g li venne conferita. « per il brillantissim o valore da lui spicgaro ndla ricognizione del Garigliano », ( 20 ottobre 1860). Negri di Sanfront Bonjfacio (in u niforme di genera.le brigata Granarjeri Guardie)

Negri di Sanfront conte A lessandro. Generale, figl io d i Bonifacio Michele, n. a Pa nzone, m . a Chiavaci (1804-84). Sottot. nel bgl. Cacciatori della Regina nel r 823, da mag• giore partecipò alla campagna del 1848 nei RR. CC. e da ten. colonnello comandante del regg. Cavalleggeri di Lombardia, a quella del 1849 nella divisione Ramerino. F u aiutante di campo onorario d i S. M. il Re nel 1853, e ne l 1859 aiutante d i campo. effett ivo. Partecipò alla campagna del 1859, raggiungendo nello stesso anno il grado di magg. generale al comando della divis. m il. di Brescia. In tal!' ·grado partecipò alla campagna del 186o-6r e nel r862 fu promosso luogoten . genernle, venendo collocato a riposo ud Negri di Sanfront Alessandro r865. Fu nomin ato senatore nel 1876. Nella cam pagna del 1848 comandò la famosa carica dei carabinieri a cavallo a Pa·strengo, meritandovi la med. d 'argento al valore. 0

Negri conte Pier Eleono1'0 . Generale, medaglia d'oro, n. a Locara, m . a Firenze ( 1817-1887). Da luogotenente partecipò, avendo formato ed equipaggiato a proprie spese una cp. cli volontari bersaglieri, alle campagne del 18481849 e cooperò a!la difèsa di Vicenza. Emigrato in Piemonte, entrò nell'esercito sardo e da capitanò fece parte del corpo di spedizione in Crimea. Da maggiore partecipò alla campagna del 1859 . e fu promosso luogotcn . colon nello per merito d i guerra, partecipando alla campagna

Negri • Mt1tteo . Gt:ncralc dell 'esercito delle Due Sicilie, nel 1860. Uscì sottot. d 'artiglieria dal Collegio dell'Annunziatclla, co111battè ne lia difesa di Capua cont ro i Garibaldini e nella battaglia del Volturno, dove protesse la ritirata dei Borbonici. Nel combattimento sul Garigliano, ferito una prima volta non volle ritirarsi da! fuoco e vi rimase di nuovo ferito mortalmente . Negri della Torre conte Ferdinando. Generale, nato a Ma<lrid, morto a Piacenza (1827-1712). Sottotenente d 'artiglieria nel 1848, partecipò alla campagna di· quell'anno e del successivo, alla guerm di Crimea (1855), alla campagna del 1859 e da luogotenente colonnello a quella del 1866. Comandò da colonncHo il 10° reggimento artiglieria e nel 1893 raggiunse il grado d_i maggior generale. Negri dei conti di Sanfmnt Leopoldo. Gene rale, n . a l'onzonc, m. a Parma (18281901). Sottot. nei granatieri partecipò alla campagna di Crimea (1855) e alla campagna del 185(). Da teneme fc_c e passaggio nell'arma dei CC. RR. e partecipò alla campagna del 1866. Da colonnello comandò l a legione Allievi (r882- 1884) e la legione d' Anco na dal 1884 al r890, anno nel quale p assò nella riserva, dove fu promosso maggior generale ud 1894- Negri di Sanfront Leopoldo Guadagnò una mcdagli~ d'argento nella campagna del 1859, a Madonna della Scoperta . 110b .

N ,·gri Ca.rio . Ammiraglio , n . a Torino nel 1848, m. nel 1909. Entrato in servizio nel r866, fu collocato in posi-


- 479 zioJJC atisiliaria col grado di capirano d i vascello nel 1903 e promosso contrammi raglio nella riser va navale nel 1908. Negri Alfonso. Generale, 11. a Bettola, m, a Diano Calderi na ( r853-1923). Soator. dei betsaglieri nel 1878, da colonnello partecipò alla campagna ita lo-aust riaca (19151916) e nel 1918 raggiun Sc i) grado di magg . generale. Nrg;-i dei comi di Lamporo nob. Euore. Generale, n . a Torino,- rn . a Ro ma ( 1858-1927). Sottot. d'art. nel 1881, da capitano passò nel la fanteria e da colonneJlo comandò l' u"' rcgg. famer ia (19091912). Promosso magg. generale, assunse i l comando della brigata G ranatieri (, 914-1915). Jniziò la campagna italo-austriaca quale In tendente della J3.

ann ata ; comandò ia

r5a

d ivis , nel 1916-1 7, raggiungendo il grado d i ten. generale,. al comando interinale del XXX C. d ' A. , poi della 3• e dell'n3 d ivis. ( 1917-18) e guadagnò nella guerra la croce d i cav . .dell 'O. M. S. .Negri E ttore alla presa del m. Cauriol (19r6). Nel 1920 passò nella nserva e nel 1924 venne promosso generale di corpo d'ar mata.

Negri Alfredo. Generale, n. a Roma nel 1863. Sottot. d ' ai't. nel 1884, iniziò la campagna irnlo-austt iaca ml grado di ten. colonnello nel 43° regg. art . da campagna e da colonnçllo comandò il 9° rcgg. da campagna (1917). Nd 1927 raggiunse il grado d i generale - d i brigara. Negri Carlo . Generale, n . a Milano nel 1867. Sottot. del genio nel 1888, da colonnello ebbe il comando de l 6° regg. genio . Partecipò alla campagna italo-ausrriaca quale direttore dei lavor i nella 7• zona presso la 6• armata e raggiunse lici 1926 il · grado di generale di br igata . Nel 1929 passò nella riser va.

Negri Luigi , Generale , n. ad Aquila nel 1880.. Sottot. degli alpini nel 1899, freq uentò la scuola di guerra e nel 1909-1910 fu in Somalia . Passato nel corpo di S. M. , partecipò alla g uerra con tro l 'Austria meritandosi una mcd . di bronzo e divenendo colonnello n~l I y18. Fu successivamente, in guerra, capo di S. M. della 15• ,divis., capo ufficio intendenza delle truppe degli A ltipiani, capo ufficio dcll'in tenden7.a della 6• armata e infine capo d i S. M. della 10• d ivis. Generale d i brigata per meriti eccez io nali nel 1931 , passò poi al comand~ della 3a brigata alpini.

N égrier (Francesco Maria). Generale francese (1788- r848) . Partecipò alle ultime guerre 11aNegricr Francesco Maria polconichc e rimase ferito a W aterloo. N el 1837 fu per breve tempo governatore del l'Algeria. R imase ucciso d urante la Suo figlio Francesco rivo luzione .cJel 1848 a Parigi . Maria Elia de Nègrier fu pure generale francese ( 1828-1889).

Négrier (Francesco Osca,· de). Generale francese (18391913). Sottor. nel 1859, partecipò alla guerra del 1870. Colonnello della legione stranie ra nel 1879, d isperse nella regione di Orano bande d i r ibelli m usulmani. Nèl 1883 fu nominato generale di brigata . Partecipò alla spedizio ne del 'Tonchino , e vi si distinse rimane ndovi ferito. Tornato in Prancia fu promosso generale di div is. Nel 1894 fu nominato ispettore d'armata. Nel ~906 passò alla riserva. Pubbl icò studi rattici rn lla guerra russo-giapponese, e varie opere, fra le quali : « La cavalleria del servizio d i d ue

anni )); « SCdiz ioni militari )>; ( t Le forze cinesi nel 19 10 >>. N egriero, E bbero q uesto nome le navi che servirono specialmente d ura nte i ,,ecoli XV ll e XVll l per la tratta dei negri attraverso 1' Atlan tico . Eran.o specialmci11c d; nazionali tà ing lese, francese, portoghese e spagn uc)la. Dapprima disarmate, in seguito si ar marono per [ronccggiare le navi poste in crociera dai vari governi per im pedire la tratta . Facevano scalo ;n !'ar tenza principa lmente dalle coste del golfo di Guinea, dÒve g li schiavi erano acq uistati mc di-ante scambio con tabacco e liquori . I negrieri erano

buoni velier i, e lo scalo d i arrivo era principalmente fatto fra le nu merose insenature delle i.sole del centro America. Le navi negr lere avevano una strunura speciale, atta a

portare un fotte carico di schiavi e a dissimularlo con alt ri carichi per le evenruali visite d i sorveglianza . Questo tra ffico venne abbandonato nel secolo XIX .

Negro (Scipione). Generale, n . a Roccaverano, m . a Torino ( 1849- ,927). Sottot. nel 1867, da colonnello coma ndò il dist retto mii. d i Salerno ( 1904-1906) e nel 1914 raggiunse il g rado d i magg. generale . Negroli (o Neg,.olo). Nome di una fam iglia d i celebri armaiuoli d i Milano, della quale si hanno notizie fin dal principio del secolo XVI , come di ann aiuoli di molto merito; la loro fabbrica era conosciu ta èd accrcdi1ata anche fuori dello Stato di Milano. Sembra ch'e le famigl ie fossero due, ben d ist intè, sebbene probabilmente originarie da uno stesso stipite : u na era prove nien te da Ello (Como), l 'altra era di Milano . Alla pr im a appartennero Domenico, capostipite, del q uale si ha notiz ia in Milano e fuori fi n dal r 510. Fra i suoi ,discendenti sono Luigi, viveme ancora nel I53i, Niccolò, , che fu al servizio della Corte nel 1527, (iia11 Paolo e l-lieronimo, Yiventi ancora nd 1562. F ra i Negro/i di Milano sarebbero : Bernardino, vissuto tra i due secoli XV e XVI ; Filippo , abil issimo intagliawrc nel ferro in rilievo ed in basso-r ilievo : di lui si ha la menz ione nel ·1539 : fu armaiuolo del re di Francia e c.lcl1' imperatore Carlo V e mnrì nel 156r; Giacomo, capo de lla fabbr.ica nell'anno 1533, morto poco dopo ; Ciouari Paolo, vissuto versµ la metà del secolo. XVI. Negroni . Armaiuolo italiano d i Casalecchio Bolognese. F u artefice di a n ima fama del secolo XVIII. Neg,·011i Bendi11elli Giuseppe. Generale, 11. e m. a Genova ( r765 -1 826), Ufficiale d i caval.1eria, nel 1815 divenne colonnello e nel 1820 magg. generale. N el 1824 fu nominato cap itano comandante i n 2• della 4• compagnia del le G uard ie del corpo. Negroponte. V, Er,bea e Calcide. Negrotto (Pericle). Ufficiale itaJ iano dei bersaglieri ( 186219i5) . F u uno fra i primi apostoli ed organizzatori , dal 1908 alla guerra mondiale, dei Battaglioni Volontari (V.) C iclisti. Apparten ne al io e poi a l 12° regg. bersaglieri e cadde comba1tendo sul . Mon,te Nero .


- 480 Nehrung (Isola di). Territorio compreso fra i due rami in cui si divide la Vistola prima d i gettarsi nel Baltico, nel golfo d i Danzica.

l'resa dell'Isola di Nelmmg ( 1807). Appartiene all'assedio d i Danzica dell'esercito napoleonico. li feldmaresc. Kalkreuth , comandante della fortezza, aveva preso tutte le misure necessarie per mettere l'isola, importan tissima per la difesa di Danzica, al r iparo da ogni colpo di rna ,10. Il mnresc. Lekbvre, che comandava le truppe francesi d ' investimcnw, ordinò al geo. Schramrn di sba rcare ndJ'isola con 2000 u . e 6 cannoni. Dopo aver diviso le sue truppe in tre colonne, il generale passò sull'altra sponda; il col. Braycr si diresse verso Nikelswalclen per impedire al nem ico d i ritirarsi su Danzica; ìl colonn. Vogel, comandante della seconda colonna, prese posizione sul lago Frucnkalmyn, appoggiando la destra al lago e la sr. a l mare, per opporsi alla' ritirat a dei Prussiani dalla parte d i P illau; :\ gen. Schramm marciò d irettamente sul nemico con le truppe del col. Mo.ntmarie. I Prussiani non resistettero a questo attacc9 ilnprovviso e si gettarono tra Newhar e Krakau, dove i l fcldmaresc. Kalkrcuth inviò loro un rinforzo cli fa1ueria e 600 Cosacchi, con i quali esSt poterono ristabiiire il combattimento. Ma il gcn. Schra,n m, fatto avanzare un bg l. del 2° fanteria leggera, caricò vigmosamente i Cosacchi., che presero la fuga, trascinando seco Il resto della colonna prussiana, la quale r iparò in disordine sotto la prote~ionc del cannone del forte d i Weichsdmunde . Verso le sette di sera, 4000 u. usciti d a Danzica tentarono di r annodare le truppe d isperse e d'impedire ai Francesi <ii stabilirsi a N ., ma dopo inutili sforz i, furono coslreui a rlc:ntrarc in Danzica, abbandonando ai Fra ncesi l' isola, e lasciando nelle lo ro mani 200 prigionieri e 2 pezzi c1·aniglieria . Neipperg (haro11<· G11glielmo). Peldmaresciallo austriaco (1684-r774). Si distinse nella g uerra co ntro i Turchi del 1716-18 e nel 1723 fu nominato generale; nel 1737 di venne governatore di Temesvar. Partecipò alla guerra contro i Turchi del 1738-39 e concluse il trattato cli pace d i Belgrn<lo del 1739, svantaggioso per l'Austria. Pe~ questo cadde in <lisgrazia e dal ·tribunale mii. venne condannato alla prigionia; fu graziato e reiJ1tegrato nel g rado nel 1741. Ebbe allora il comando di un corpo di 25.000 u. radunati in Moravia, con l'incarico d i riconq uistare la Slesia occupata dai Prussiani, ma si fece battere a Mollwitz da Federico Il. Egli tornò in Moravia e nel 1742 fu richiamato . Nel 1753 fu nominato coma ndante di corpo d'armata in Austria, e nel 1755 divenne presidente del consiglio aulico.

Neippei-g conte Adamo. Feldm aresciallo austriaco (,7751829). Par teci pò alle guerre contro la Francia, e fu capo d i S. M. del gen. Vukassovic nel 1799 jn Italia ; si battè nell'_anno seguente a Marengo. Combattè nelle successive campagne dal 1805 al 1809. Nel 1813 era comandante di divis. e partecipò alla battaglia d i L ipsia guadag nando in quella campagna il grado d i feldmaresciallo. Passato all'esercito d ' Italia, nel 1815 ebbe il comando del I C . cl' A. e concluse la convenzione di Casalanza. F u quindi ministro di Stato del d ucato di Parma, e nel 1821 ne sposò morgaoaticamente l 'arciduchessa Maria Luisa ex imperatrice di Francia e moglie d i Napoleone I. Contrib\1Ì in q uell'anno a domare i moti costituzionali del Piemonte. Neipperg conte Er11i110. Generale austriaco ( 18 c3-1891). Fece la campagna del 1848-49 in Ungheria, e nel 1854, col grado di brigadiere di cavalleria, prese parte alla occupazione della Valacchia. Nel 1866, comandava la fortezza

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di Magonza; nel la guerra contro la Prussia ebbe il comando della 4• d ivis. degli Allea ti e venne battuto ad Aschaffenburg . Dal 1869 al 1878 fu coma ndante d i C. d A . in Galizia. 0

Neisse. Città della Slesia, sulla Ncisse di Glatz che, nelle vicinanze, riceve le acque della Biele, sulle pendici dei Sudcti. La cimì ebbe i mportanza grandissima come fortezza di confine CO!l la Boemia. Venne circondata di mura nel 1350 e nel q 28 resistette agli Ussiti . Nel 1594 fu munita di trinceramenti e baluardi. Nel 1621, d urante la guerra dei Trent'anrù, fu occupata dal margravio d.i Jiigerndorf, nel 1632 dai Sassoni e dai Danesi, ne) 1642 dagli Svedesi, e nel 16.13 venne di nuovo fortificata coo ramparo e fosso.

I. Assedio di Neisse (t741). Appartiene alla prima guerra di Slesia. Federico i l Grande nel gcm1:1io si diresse da Breslav ia contro N. Quando i Prussiani, i l 12 gennaio, occup,vono le alture di Kaninchen, il comandante della piazzaforte, ten. colonnello Krottendorf, kcc incendiare · i sobborghi d i r iva dr. della Neisse , .rompere gli argini dei fossati ed allagare i rampari dalle acque irrompenti. ll re, il 15 geonaio, investì la fortezza e tentò, con un. bombardamento di d ue giorni dalla ·r iva sr. , di costringerla alla resa . Non riuscendo nell'impresa, prese i quart ieri d'inverno, mantenendo N. investita dalla riva detta. Alla fine di marzo del 174r, il feldmaresc. conce di Neipperg, ritornato segretamente dall a Moravia attraverso la rnontagna> rafforzò con circa 1000 u. 1a guarnigione del la fortezza. Il re Federico radunò intorno a sè lUlte le sue fo rze e il IO aerile battè gli Austriaci a Mollwitz. Malgrado la sua disfatta, Neipperg rimase padrone dell'Alta Slesia con l'aiuto della forrczza di N ., che nel maggio era rimasta l' ultima piazzaforte della Slesia in potere degli Austriaci. L a fortezza resistette fino al 31 ottobre, quando la guarnigione cedette le armi.

Il. Assedio di Neùse (r758). Appartiene alla guerra de.i Sette Anni. Mentre Federico di Prussia operava contro i Russi, il ge nerale aust riaco de Ville tentò, ai primi di agosto, d i impad ronirsi delle fortc~ze dell'Alta S lesia, ed il 4 settembre invcstl N . Il 30 ·si congiunse con lui il gen . v. Harrsch, cd il 3 ottobre la città fu assediata da 28.000 u . L'attacco però era stato differito a causa della imm inente battagl ia di I-lochkirch. Quando giunse notizia della vittoria, Harrsch fece avanzare le artiglierie pe· santi tenute indietro, ed i l 26 cominciò il bombardamento. Nella notte su l 1° novembre l"avanzata del re lo costrinse a levare 1'assedio, e Federico, occupata la città, fece ricostruire la fortezza secondo un piano da lui ' ideato, che però per il numero eccessivo di opere accessorie ne 1·ese assai più gravosa e difficile la d ifesa. III. Assedio di Neùse (1807) . 1\ppart.iene alla campagna di Napoleone contro la Prussia . Nel 1806, la fortena di N. si trovava in perfetto assetto, tuttavia il gen. L indner , disponendo di soli 6150 u ., limitò la diEesa al ramparo principale della città, al forte Prussia ed alle ridotte del Cardinale e dei Cappuccin i, ordinando che le altre opere fossero è:lisarmate . A metà dicembre giunse con rinforzi il principe d i Anhalt-Pless, e l 'ordine del d isarmo venne annullato. Governatore della piazzaforte era il vccchiq generale Stccnsen, di 7 r ann i, e comandante delle truppe il sessantottenne gen . Weger . L'artig lieri a della fortezza contava 334 pezzi. li gen . francese Van<lamme il 23 febbraio 1807 investì la foncna con sol i 3000 u. di fa nteria e due regg . d i cavallcrja, e nel la notte sul 2 man~o aprì


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1una parallela contro i bastioni mcri<liçmali. Disponendo di sole artiglierie da campagna, egli attendeva quelle d'assedio, quando, 1'8 marzo, fu attaccato dagli assediati che riuscì a respingere. G li giunsero il 13 le art. d ·asse<lio e ,cominciò il bombardamento, demolendo e occupando opere

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Bronte dal re di Napoli. Recatosi a Napol i dopo t,1lc vittoria, si macchiò della condanna a morte, da lui voluta, dell'ammir. napoletano Caracciolo. Promosso viceammir., ebbe il comando della flotta che bomba rdò Copenaghen, e poscia passò nel Mediter raneo . Chiuse la sua carriera distruggendo

Fortificazioni di Ncissc (metà secolo XVIII

- -esterne. 11 fuoco c~ntinuò da ambo le parti scnz3 van,taggi sensibili. L '8 maggio una nuova sortita del la guar:n igionc venne respinta : due giorni dopo il Vandamme poteva concentrare i l fuoco sulla p iaz.zafortc, e in breve i -clanni furono irreparabili, mentre ormai le provvio-ioni an •davano esaurendosi. I1 3 giugno il comandante~ sces; a patti e il 16, non çsscndo arrivati soccorsi alla guarnigione, questa, che ammontava a .r33 ufficiali e 4000 soldati, si arrese. Le sue perdite erano state di

a Trafalgar la flotta franco-spagnuola. e rimanendo ucciso nel la battaglia.

Nembo. Cacciatorperliniere varnto dal cantiere Pattison di Napoli nel r901 ; d islocamento tonn . 386; lunghe;,;za m. 63,40, larghezza 5,94; apparato motore 5278 caval li, velocità 30 m iglia. A rmamento guerresco 4 cannoni da 76 e 2 <tubi lanciasiluri da 450. Personale d ·arrnamcnto : 3 uf -

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1600 uomini.

Nelson (Orazio) . A1nrniraglio i,,glesc (1758-1805). Giovanissi\no entrò nella marina, e partecipò a tutte le guerre del suo tempo, nei mari europei e negJi Oceani . F ra le operazioni che lo resero i llustre, sono quelle d i Bastia e di Calvi nella Corsica, quello Nelson Orazio del Capo San Vincen7,0, dove guad agnò il grado di contrammiraglio, e la battaglia di Abukir, che gli fece ottenere il >tirolo di barone del Nilo dalla madre oatria e di duca ' . di

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Cacciatorpcd ini~re .: Nembo , (1927)

fìciali e 48 uomin i d'equipaggio. 11 17 ottobre 1916, al comando del capitano di corvetta Russo, attaccò il som mergibile austriaco U l, che tentava cli silurare i! piro31


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,cafo « Bormida », carico e.li truppe italiane ,iirctlc in Albao ia, cd affondò insieme al sommergibile. Dell'equipaggio si salvò la maggiore parte, insìcn1c a due ufficiali e 11 1narinai del sortuncrgibìlc, che vennero fatti prigionieri. li N . si e ra interposto fra il piroscafo e il sommergibile, ed era staro colpilo ùa un siluro lanciato da quest'ultimo contro il piroscafo. Ciò malgrado, riuscì ancora ad assalire e spcronjrc il sorn1ncrgibile.

Nembo. Cacciatorpedin iere, varato nel 1927 dai Cantieri Navali del Tirreno a Riva Trigoso; dislocamento toon. 1355; lunghezza m . 92,64, larghezza 9,20; apparato motore cavalli 45.098, l'clocità miglia 38,9. Armamento guerresco : 4 cannoni da 120; 3 mitragliere da 40 e 2 tubi lanciasiluri da 533. Personale d 'a rmamento : 5 ufficiali e 120 uonliui <l'equipaggio.

Nembro. Comu11c in prov. di Bergamo, sulla dr. del Serio. Di antichissima origine, forse stazione mii. romana, venne presto fortificato. Nei secoli XIV e XV ebbe gravi danni in seguito alle fazioni che infestarooo a lungo Bergamo, e specialmente le valli <ld Brembo e del Scrio. Nel marzo dd l 3f5 i Guelfi della Val Seriana, comandati d~ un cerro Costanzo, scesero ve1·so Berga1no c<l assalirono la rocca <li N ., massacra!1do i Ghibellini che la difende-

vano, e disLruggcndo, il giorno dopo, aac.he il borgo.

Nemea (ora Kutzw,wh). Ruscello tra Sicione e Co. r into, nella G recia . I. Hauaglia di Nem,·a ( luglio 394 a. C.). Fu combattuta dalla cosl detta Lega Corinzia (composta delle milizie d i Corinto, di Argo, 7.000 Ateniesi comandati da Trasibulo, 5.000 opliti della Beozia e altre ,t ruppe del1'Eubea, de!Ja Locridc e ,dell'Acarnania) contro l'esercito pcloponnesiaco agli ordini del reggente Aristod~mo. Dall'una parte e dall'altra combattevano 20.000 opliti; gli Alleati, sebbene non avessero una direzione unificata ed energica, erano superiori per la cavalleria e per le truppe leggere. Aristodemo vinse, ma nnn inflisse una tale perdita al nemico da costringerlo nd abbandonare passi del l'istmo; l'esercito battuto riparò a Corinto.

li. l·"t1zio11c di Nemea (17 ;1, C.). Si ricollega alla seconda guerra macedonica ed ebbe luogo lra Androstene, comandante del presidio macedone in Corinto, e Nicost rato, pretore della Lega /\chea. Androstene, dopo aver devastate le campagne d i Pcl lcnc, d i Fliasio e di Cleone, accampossi a Nemea, e quivi, rimandata la metii del! 'esercito, divise l'altra metà in tre parti, ed ordinò a tutte le genti a cavallo d i guastare le lene circostanri. Come ciò fu riferito ;1 Nicostrato, che trovarnsi a Cleonc, egli, man• data subito innanzi una forte banda di mercenari ad occupare lo stretto pc, cui si passa nel l'erritorio di Corinto, messi i cavalieri dinanzi alle i11scgoe, tosto venne loro dietro con le fanterie e piombò addosso ai soldati dispersi per la campagna. Androste ne uscì dalla porta con poca gente e la schierò sulle sponde del fiume venendo a battag lia. I M:icedoni tennero lungo tempo sospesa _ la spera□za della vittoria, ma, abbai;èlonati dai Corinzi, dappr ima si ritrassero ind ietro, poi volsero le spalle e git• tate le armi si diedero alla fuga. N icostrato, spediti i mer. ccuari ad inseguirli, mandò la cavalleria contro quelli che saccheggiavano il contado e fece grande strage dappertutto, uccidendo 1 500 soldat, avversari e catturandone 300.

Nemecick (barone Giuseppe). GenGrnlc austriaco (1832t925). Partecipò alle campagne del 1848·.19 e 1859 in Italia

agli ordini del Radetzky, e n quella del 1866, pure in Italia, agli ordini dell'arciduca Alberto.

Nemecky Brod (tcd.: Dc;1tschb,.od). Citt:ì della Cecoslovacchia sulla Sazava. L'8 genna io del r.p2 l'esercito, ussita, comandato da Ziska, vi r iporrò una completa vi ttoria sulle truppe delJ'impe:-atore Sig ismondo. Il vincitore saccheggiò la città e ne cacciò gli abitanti tedeschi, di maniera che N ., dopo (Juakhc tempo, dovette essere ripo• polata; in seguito fu presa dall'Austria. Nel 1639 e nel. ,64-1 fu devastata dagli Svedesi. Nemico. Termine adoperato per i ndicare l'esercito contro cui sono rivolti i mezzi cli offesa e cli difesa, e sul qua le si vuole ottenere la vittoria. Principi umani e cavallereschi vogliono che ciel N, si cerchi, più che la distrnz-ionc materiale, non necessaria ai fini della vittoria, la d issoluzione morale, onde ottenere che si dichiari vinto. Questo il fondamento etico del 'diritto bell ico, le cui oonuc e consuetudioi vogljono che siano evitati i maJi non tleccssari. La guerra mondiale ha un po' cambiato questa concezione: tcnu.to conto de lla importanza dei fattori eco. nomici nella risoluzione del conflitto e <lella necessità ùi affrettarlo per non esaurire le risorse delle nazioni, si èfatta strada la concezione che vanno considerati come ne• miei non solo gli eserciti e le armate terrestri, navali e aeree belligeranti, ma le stesse popolazioni. È da sperare, datoil presunto fallimento di ogni tcnta,tjvo di disàrmo inter. nazionale, in un ,in novamento del diritto bell ico, che vogl ia ovviare almeno in parte alle tragiche conseguenze d i questa concezione estremista. Dal punto di vista dottrinale i l N . è uno dei cinque principali fattori del problema tattico (scopo • forze e mezi.i - nemico - terreno . tempo) il cui esame è condizione essenziale della soluzione del problema. Del N. è necessario conoscere: situazione, forze, 1natcriaJi e morali, per de.sun1ernc in via jnduttiva le intenzioni ed agire in conseguenza . L'esan1c di questo fattore, omesso o errato, tanto in guerra che nelle esercitazioni d i pace, è causa di gravi errori per parte dei capi, in quanto non risulterebbero armonizzati e proporzionati nel proprio conccuo operativo i mezzi e le modalità di esecuzione in rapporto alle reali possibil ità. Tanto è vero questo, che anche nelle esercitazioni di pace, sia colle truppe che coi quadri, le norme regolamentari vogliono che il N . sia sempre considerato o come rappresentato (esercitazioni a partiti contrapposti) o come segnato(con segni convenzionali fissati dal regolamento: djschi, cartelloni, ecc.) o almeno supposto. Il primo sistema è il migliore, in quanto permette di svolgere le esercitazioni in condizioni di maggiore verosimiglianza, e favorisce la reaJiz. zazione dell'imprevisto e consegue□temente l'esercizio dell'iniziativa eia parte dei comandanti di ogni. grado. La maggiore importanza oggi data al fattore N. ha avuto l'~ffetço di con<lurre a grandissimo sviluppo del servizio informazioni, che si propone di ridurre al mini,no le incognitesu di esso, onde ottenere che l'ind,rizzo operativo consegua i migliori e più rapidi risultati. Nemours (ant. Nemosium-). Città della Francia, nel dip. Scinc-ct-Marne, nella valle del Loing. Vi fu costruitonel scc. XII u□ castello, e divenne poi capoI. di co□tea e d ucato. Da l 1566 al 1689 fu in possesso della Casa Savoia, 1'rattato di Nemou,·s (7 lug lio 1585). Concluso fra Enrico lll re di Francia e la Lega cattolica. Il re si impegnava a proibire nei suoi Stati l'esercizio di qualunque culto che non fosse quello cattolico, sotto pena di morte

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48J ai contravventori; di ordinare ai n1inisu·i de1 culti non cattolici di uscire dal regno entro un mese; <li cacciare i non cattolici dai pubblici impiegh i. Inoltre, con d ue articoli segreti, si impegnava di pagare le uuppe mercenarie della Lega, e di darle in possesso alcune piazze forti. Ne derivò una lunga guerra civile fra Ugonotti e Cattolici. (V. guerra di Religione).

Nemoms (Luigi d' ,trmagnac, duca di). Capitano francese (1472-)503). Partecipò alla spedizione di Carlo VIII a Napol i, dove nel 15or d ivenne governatore. Entrato i n lotta con gli Spagnuoli per il possesso del regno di Napoli, venne scon fitto e ucciso a Cerignola . Nemours (Gastone di "Foix, dum d,). Capitano francese (1489-J512). Giovanissimo fu posto a capo, nel 1511, dell'esercito francese inviato in Italia contro la lega costituita dal papa Giulio ll. Liberò Bologna dell'assedio, battè a Brescia i Veneziani condotti da Andrea Gritti liberando i Francesi chiusi nel castello (J512). Subito dopo passò nelle Romagne e cadde combattendo a Ravenna.

Nemours (Gastone di Fojx)

:'\'emours (Luigi d'Orléans)

Ncmom·; (Giacomo di Savoia, duca ,h). Capitano (ra n cese (1531-1585). Militò agli ord ini d i Francesco I e , i distinse nell'assedio di Lens nel J552; ebbe il co,nando della fanteria francese in Piemonte, e poi della cavalleria leggera. Tornato in F rancia, fu governatore di provincia. Nemours (Ca.rio Emauualc di Savoia, duca d1). Capitano francese, figlio del precedente (156ì•I595). Nel 1590 e ra governatore cli Parigi quando la città venne assediata da Enrico IV cli NavaHa. Divenuto governatore <li Lione, morì n1cntrc cercava cli costiluirsl quivi un proprio principato. Ncmours (Enrico di Savoia, duca di). Capitano francese, figlio di Giacomo (r572-_r632). Parrecipò alle lotte civil i nelle file della Lega cattolica e nel 1591 divenne governatore del Delfinato. Nel 1596 passò al servizio di Enrico JV e si distinse nel! 'assedio di Amien~ ('597): pòi si ritirò a vita prjvata in Savoia. Nemours (Carlo Amedeo di Savoia, duca d,) . Capitano francese, figlio del precedente (1624-1652). Parlecipò alll guerre del suo tempo, distinguendosi a Gravclines, a Béthuoe, a Lens. Nel 1645, all'assed io di Courtrai, aveva il comando della cavallena. Partecipò quindi :, 1 movimento frondista e morì in duello.

Nemours (Lùigi d'Orléans, dt1rn di). Generale francese (1814-J896). Era il secondo figlio di Luigi F ilippo d'Orléans, e per questo a 12 anni venne fatto colonnello. di un regg. cacciatori che prese il nome di lui. Partecipò ali'assedio di Anversa (1832) e • due anni dopo era maresc. di campo. Inviato nell'Algeri;i, guadagnò a Constantine il

NF.P

cl , juogotcn. g<:nt:ralc e coinbauè ;.:untro Al.xl el Kader. Riparò in Inghilterra a11o scoppio della rivoluzione ciel 1848 e tornò in ' patria dopo la guerra del 18ì1.

grado

Neon. i\utica città ddla Focidc, in Grecia. Distrntta dai P(.;rsiani sotto Serse, fu più tardi ricostruita, non precisamente nello stesso luogo, con .il nome di Tithorea; 11ella guerrn Sacra fu una seconda voll<t distrutta. Nel 354 a. C. vi si combattè una batt<tglia che appartiene alla prima guerra Sacra, e fu combattuta e vinta dai Beoti contro i Foccsi comandati da filomclo di L<:don, figliuolo cli Teotimo, che vi rimase ucciso. Nepal. Stato i11dipcadentc clcll'~ndia , lei Nord, ai p iedi della catena dcll 'fmalaia, fra il Tibet e i possessi inglesi, percorso da numerosi fiumi, che appartengono al bacino del Gange. Superficie 140.000 Kmq., abitanti 5.640.000. Nel secolo XVIII i Gurkas, che già dal 1300 vi si erano stabiliti, ingrandirono l'antico regno di Calmandu con le loro conquiste e si spinsero fino nel Tibet. Nel 1792 fu invaso dai Cinesi, di cui fu tributario fiuo al 1911. Gli [nglesi lo invasero nel 1814. Med iante trattato con l'Inghilterra del marzo 1916, completato nel d icetnbre <lei 1923, il N. ha ammesso un residente britannico nella sua capitale. L'esercito del N . ammonta in pace a 30.000 u. [,'ordinamento déllo Stato è oligarchico-m ilitare. Campa.g11a del Nepal (1814-1816). Già da tempo i Gurkas erano scesi dai loro possessi nell 'lndia, occupando vari villaggi, di cui gli Inglesi pretesero la restituzione enuo breve termine. I Gurkas rifiutarono, e, benchè avessero ,olo 12.000 u. distesi su una lunghissima frontiera, accet•tarono la guerra e il 27 maggio 1814 massacrarooo la piccola guarnigione di Baotwal. Allora il marchese di Hastings avanzò con circa 24.000 u. , divisi in quattro corpi, agli ordini dei generali Ochterlony, che doveva agire sulle pos izioni occidentali; Gillespie, che doveva avanzare verso lytak; Woo<l, che doveva puntare su Palpa; Morley, il ,1ualc aveva ricevuto l'ordine di marciare direttamente su Catmandu, che era la mct;; di tutte le colonne. Il gen. Gillespie, superato il passo di T irnli , giungeva il 26 ottobre sotto il forte <li Kalunga, tenuto da 6oo Gurkas e lo assal iva, ma, colpito mortalmente, i suoi si ritirarono con gravissime perdite. Il 27 novembre, g iunta l'artiglieria da assedio, il colonnello Mowby diede un altro assalto, dt nuovo respinto con forti perdite. Bombardato il fone, i difensori superstiti, circa un centinaio, in una sortita si m isero i11 salvo sulle alture vicine; gli Inglesi però avevano perso quasi mi11e uomini. Giungeva intanto il gen. ,\,fartindell con nuovi rinforzi. Egli moveva, verso la fine di dicembre, su Iytak, posta sopra una vetta alta più di r6oo m., e che resistette infliggendo gravi perdite agli Inglesi. 11 Wood, che si era mosso nel gennaio <lei 1815, dovette ben presto ritirarsi, e nessun successo raggiunse il Morlcy, il cui corpo era stato portato a quasi 13.000 u. Il gen. Ochterlony aveva di fron te a sè il migliore ufficiale del N., Umur Sing. Quesù avev.a fatto costruire sulle alture numerosi forti ed aveva chiuso i pàssi con palizzate e blockhaus. Gli Ing lesi, superate le prime alture, erano giunti ai primi di dicembre 18r5 sotto il forte di Nalagur, e con poch issime perdite .se ne erano impadroniti . Di l ì si erano spinti avanti conquistando tutte le difese fatte innalzare da Ur.:mr Si ng, il quale, ridottosi al forte Malown (V.) dovette quivi arrendersi, ottei1endo però di andarsene libero con ar mi e bagagli. JI Consiglio di reggenza di Catrnandu chiese allora la pace, e questa er:r già stata firmata e ratificata, quando Umur Sing, ribellatosi agl i Inglcsj, ·occupò una posizione fortissima, ritenuta


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incspugn~bik . Ma un esercito J11glcsc:, !orte..: di 20 .000 u .. l.1 aggirò (febbraio 1816) e proseguì per Catmandu. La rcggcn:<,1 ratificò allora

il

trattato

dell'anno precedente,

e il N . . pur restand o uno Stato indipendente, d ovette ac-

.:cttarc un resi<lcmc i nglese. I soldati del N. in seguito si arruo larono sotto le bandiere inglesi e furono per l 'esercito ind ia no quello clic nei secoli passati erano stari gli Svizzeri pc.:r le Po tcnzt: europee .

Nep i (an 1. Nepctc). Comuni: in pro,·. tli Viterbo, sulla

,·ia Flamini a. Ven ne in anLico cinta <.h

1nura

a n1;1ssi

q uadrati, e (u importante citt:\ forte dcli 'Etrnria orientale. l.ivio h ch iamò « antemurale <lc!l'E truria "· Ven ne presa

Nm

nello per merito di g ue rra nel 1842. Nel 1849 pa rtecipò alla campagna nell'Ungher ia cotne capo di S. M. dell 'esercito russo, dove guadagnò il g rado d i magg. generale e il titolo d i ba rone. Si battè quindi nel la gu~rra cli Crimea guad~-tgnantlovi il g rado di tenente generale per il suo con1egno a Brai la, Matcin e Silistria; ind i fu capo d i S . .M. dell 'esercito assed iato a Cost antinopoli. Nel 1861 fu nominato presidente del Consiglio milita re e, si occupò d ella riorgan izzazione d d l'tsercito. Poi p resied ette la Commissio ne per il nuovo Codiec mi i. russo. N ella guerra del 1877-78 fu capo d i S. M. dell'esercito.

Nera (Armata). È detto così (Arm,:c Noire) il complesso dei contingenti militari ch e la Francia trac dalle sue CO· Ion ie africane, complesso considcrtvolc, c he ~ ammontato durante la guerra mondiale a 404. , 69 11 . , oltre a più d i r oo.ooo forn iti dal le colo,,ic fra ncesi 11011 africane, ed oltre a 310.000 lavora to ri. D i tale A. N . è previsto un contribu to cli 18 rcgg. per la formazione dcll ' armat;i del la frontie ra, in aggiunta ai 78 regg. francesi qu ivi destinati. Ol tre il 30 % dell'esercito fra11ccsc è composto di ,ndigcn i d elle Colo nie. Nem . Cisterna per acqua , varal'1 dai Cantieri d i Riva Trigoso nel 19 14; d islocamento to nn. 2806; lunghezza. me-

tri 32 , l5, Iarghc1.7.a 5,95; apparato n1otorc cav~Hi 170, velocità mig lia 8,48. Pe rsonale d ·armamento: ,3 uomini d'equipaggio.

li castello di Nepi

da Furio Camillo nel 363 a. C . e d ivenne còlo nia romana, ben fortilìcaca e ben custodita 11er tene re in freno g li Etruschi p r ima , come im portante pun to strategico poi. N el 568 oppose lunga resistc11zt1 ai Longobardi, ma essi finirono per prenderla e la saccl1cggiaro110 e devastarono. Ricostruita, fu munita d i mura e di rocca, e cadde i1clle m ani dei Longobard i e poi in quelle delle IJ1ilizie della contessa Mat ilde. Passata alla Ch iesa, ve rso la metà d el scc . XV la rocca fu ,·cstaurata e rafforzata per opera del governatore Rodrigo Borg ia. Per opera d i Antonio d a S:u1gallo, la rocca fu in prin cipio ~Id sec . XVl circombt a da recinto bastionato. t:On ca~ valic ri nel mezzo d ella cortina,

con

tossato

a111pin

e

profondo . Nel 1527, sotto i ! governato rato di Bernardo Accoliti, tenne io r ispetto le soldatesche <li Carlo V; nel 1798 i Francesi l'attaccarono, b presero e la sacchegg iar(lnO.

Nepok oischetzki (barone .drt111·0 Adamovic). Generale Nepokoischetzki Arturo russo del secolo XIX. n. nel 18 c3 . Cadetto nel 1832, seguì i corsi dell'Accade mia mii. e passò nello Stato Maggiore. Partecipò a va rie ca m pagne nel Caucaso, e d ivenne colon-

Nera (Mo111agna). I Francesi cluamano « Combattimenti del la Montag1fa Nera " una serie d i scontri avvenu ti nei Pirenei Orienta.l i, prc,so F ig ucras, durante la campagn~ <lei 1794 (Guem: della Rivoluzione Francese) . I. Dopo i l rifiuto <lcl la Convenzione ad intavolare tratrativc cli pace con la Spagna, il gen . D ugommicr, che d isponeva di 30. 0 0 0 u ., d ecise di attacca re le linee <li d ifesa degli Spagnuol i, lungo la frontiera tra Bdlegardc e Figuc ras, estese lìno al mare. In q uesto Lratto, ddla lunghezza di circa cinque leghe. si alzava uua lunga fila <li fortificazioni. oltre 90, tutte fiancheggiale e circondate <la fossati . Sul fianco sinistro, più ava m i di Figucras, si tro,·ava il campo t rincerato di Llers. Le linee cr,uio d ifese dal l'ese rcito spagnuolo , ag li ord in i elci gcn . La Unio n. Il gen . Dugommier decise di a ttaccare verso la sr. av,,crsaria, ci() che presentava il vantaggio, in caso <li successo, d i porta re i Repubblicani sulle comunicaz ioni d el nemico . Dispose pertanto! un p rimo attacco in tale direz ione, per togliere agli Spagnuoli la linea esterna delle loro rid otte. e ne affid ò i l compito al gen. Augereau, che comanda\'a l'ala dr. francese. Il cen tro, ag li o rd ini <li Périg non, e la cavalleria, diretta da i generali Dugua e Quesnel, éomc a nche l 'a.rtiglicria legger a, comanr.ata dal gcn. G uillaurnc, :n·cvano l'o rd ine di re.stare i11 riserva. Nel tempo stesso il gen. Saurct doveva eseguire fin ti attacchi , scconçlato dalla brig ata ciel gen . Victor, e lo stesso d o 1cva fare il gcn . Doppet. Le colo nne si misero in movimento nella notte dal 16 al 17 novembre, e, allo spuntar del giorno, le batterie d i grosso calibro, piazzate sulla :M ontagna N ., cominciarono il fuoco per proteggere l'avanzata della d ivìs. Augereau. Dugommier ed il conve nzionale Dclbrcl , <la q ucsto posto elevato, potevano ved e re e d irigere tmto. Le div is. elci generali. Davin e Augcrcau riun ite, dopo 18 o re di marce e di combat.tjrnenti nelle montagne , sfilarono tra la fon deria della Mug a e Massanc t~ aggirarono gli acca.mpamcnti nemici, passarono per le anni il posto del po nte d ella Muga, e, malgrado il vivo fuoco di fucileria avvcrsarto, co1ninciarono a sa lire ]a montagna, fugando i difen sor i delle ridotte; un repa n o

I

)


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di francesi· emigrati, vicini. ad essere ~irco ndatiJ bauè in ritirata con le proprie arriglierie. Il gcn. Augercau si impadronì d i tutte le batterie su lla riva <lr. dcUa Mnga fino ad Escaulas. Ma, al centro, la divis. Sauret, quantut>que sostenuta dalla brigata Victor , non riuscì ad avanzare, e lottò fino a notte senza alcun ' successo <lecisivo . Il giorno dopo, 18, sul far del giorno, l'attacco riprese !>U tutti. i punti . Augereau o ttenne nuovi successi sulla sr. spagnuola . li gen. Dugommicr , men tre osservava i 1novimcnti della divis. Sauret, vcLu1c colpito dallo scoppi()

Nerac. Città della Fraucia nel d ip. di Lot-et•Garonnc. Ebbe un castd lo, eletto di Enrico IV, d i cui resta ancora u1ùtla del seco lo XVI.

I. Trattato di Nerac (28 febbraio 1679). Appartiene alle contese fra Protestanti e Cattolici in F rancia. Completò i trattati di Poi riers e cli Bcrgcrac . V i si aggiu nse un articolo. col quale si concedeva ai riformati il diritto d i costru irsi le proprie chiese, di imporre uissc per ìl mantenimento dei loro min i~'itri~ e L~ pjazzeforti di sicurezza, i11vece di nove.

Com battimento alla montagn~ ì'~cra: mort( di .Cugcmmier ( 1 i9•1)

d i un obice e poco dopo morì . li comando ituerinalc dell'esercito fu 1ssunto dal gen . Pérignon, il quale, acconosi tiella pressione del nemico sulla d ivis . Sauret, la soccorse prontamente, e, dopo r istabilito quivi il combattimento, passò ad appoggiare Augcrcau, che, cacciando il gen. spagnuo lo Courten d i rido tta in ridotcn, lo costrinse a rifugiarsi sotto la protezio ne del cannone d i F igueras . L.1 g iornata del 19 passò in relativa calma. 11 20, alk 4 ciel 1nattino, l 'attacco rjco1ninciò. ~1entre il con1batt.irncnto ri~ prendeva su tutta la linea come i giorni precedenti, la d r._, agli ordini di Augcreau , rinforzata, continuava a fa r progressi: le ridotte nen,1ichc dopo cinque ore di lotta furono prese e le linee sfondate in p arecchie parti. Nel frattempo le colonne Verdier e Ch abert avevano assalito e preso alla baionetta il campo di Llcrs. N ell'attacco alla ridotta d i Nostra Signora d i Roure rimase ucciso il generale in capo spagnuolo . La sua m o rte e la perd ita della maggior parte elci punti decisivi avevano sparrn il più grau disor di ne t ra le d ivisioni nemiche, che si d iedero alla fuga in. t1,1tte le direzioni, lasciando sul campo di b:\tlaglia 10. 000 u. i uori combattimento. Oltre al comandante in capo, due altri generali spag nuoli trovarono la 1nortc in qu<:Sl a azione! . che n on costò ai Francesi piè, d i 700 u . La ritirata ddla sr., seguìta da quella del centro degli Spagnuoli, riuscì fatale alla loro dr., che, tc!lllla a bacia d alle d imostrazioni , ri1nase a lungo senza conoscere quanto avveniva negli altri settori, e fi nì coll 'esser fatta prigioniera . Il. Comb11ttimento dellt1 Montagna Ncm (1&l9). Su lle stesse posizion i, i g ranatieri italia ni, condotti dal cap. Bonfanti, si batterono per più ore, sconfiggendo un reparto tli Catalani , in fine dicembre del r809, dopo l'assedio d i Gcrona .

Il. Am:dio e presa rii Nernc (7 luglio 1621). Nd 1621, essendosi i Protesta nti impadroniti di N . e avendone cacciato g li abitami fedeli al re , il duca d i Maycnne si recò il 4 g iugno ad assediarla con u11 piccolo esctcilO. Gli ~ssc<liati resistettero \'alorosamen t<:, ma, vi nl! d:;t lb fomc , il 7 l11glio dovettero ar re ndersi .

Nerazzini (Cesare) . Uffic iale medico dd la marina. 11. e m . a Montcpukia110 (1849-1 912). Dopo aver viaggiato io Oriente co1nc-: privato, riportando a Genova i resti del gcn. N ino Bixio, entrò nel 1878 come medico nella R. ·ma r ina. Nel 188~. passato a d isposizione del m inistero degli e.steri, venne inviato nella colonia di Assab, occupandosi presso l'imperatore G iovanni <l i Et iopia di m issio ni coloniali. N el J 8~7 partecipò 111 Eritrea a lb spedizione San Marzano quale addetto politico e dal 188~ al ,891 fu residente politico all'I-1:u·ra r . 111 missione a Zcila nel 1895, o rganizzò un servizio rl 'informazioni e dopo la battaglia d'Adua (1896) trattò col n~g,1s Mcnel ik la liberaz ione dei prigionieri. di _s'1..lerKerazzjoi Cesare ra e fu plenipotenziario allo Scioa lJCr le trattative d i pace che condussero al trattalo ~l i Add is Abeba . Nominato poi console generale, rappresentè, l'ltalict a Slrn11ga i cd a Tangeri. Pubblicò van &lud i , fra .;ui : ,, Strada da Monkullu all'.c\ ltipiano d i Asmara »,


NER

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,, Le relazioni viccn<lcvol i fra l'Abissinia, ; popoli adiacenti e l 'Italia »; « La conquista musulmana dell'Etiopia nel scc. XVII »; « !\-fissione presso Negus Giovanni d'Abissinia >>; <( Notizie sul massacro Bianchi, D iana e Munar: 1, ; « Impressioni generali sull'Abissinia u, ecc.

Nercinsk. l:lorgo della Siberia Orientale, sulla ?\'ercia, subaffluente dell ' Am ur. Vi fu concluso nel 1689 un trattato di commercio fra Russia e Cina, che rapprcse,ita .il primo passo concreto della prima in quella regione. La città, occupata dai Russi, era stata assediata dai f;ine~j,

e il trattato sospese la lotta. Vi si convenne che la Russia rilllanesse padrona dei bacini degli affluent i di rivr. sr. tld: 'Amur, e la Cin a padrona dei bacini degli 4fflucnti di riva desrra . Con ciò la Russia ave\'a via libera fi.10 al l'Oceano Pacifico.

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I. Battaglia di Neresheim (1796). Appartiene ·alk guerre ,klla Rivoluzione francese. Durante la r itirata dal Reno sul Danubio, al p rincipio d'agosto del 1796, l'arciduca Carlo si era stabilito col suo esercito, che contava 35.000 uomini, nei d intorni di N. per restare in collegamento con l'armata del basso Reno che si ritirava attraverso la Franconia, e per copr ire lo sgombro dei magazzini sul Danubio . Quando l 'escrcito francese ciel Reno-MosclJa si avanzò altra\'erso la valle del Reno e sull'Albuch , egli ,i spostò con l 'ala d ,·. su Néird lingen -Mottingcn, col centro su Forhcim-Aufhausen e con l 'ala sr. su Héichstett. fo. tanto .il suo avversarJo Moreau si dirigeva con una divisione fino a Obermiidlingen, a 20 Km . a sud di N. , con t re divisioni su N . e con la quin,ta su Bopli ngen; in totale pote1·a d isporre d i oltre 45.0 00 u. Quantunque i Francesi fossero superiori per numero e meno sparpagliati, l'arciduca Car lo decise d; attaccarli, speran do cosi cli pota meglio provvedere alla sicurezza della sua ritirata. A tale scopo, l'n agosto l'ala dr. (8300 . u.) al comando del principe di Lichtcustcin doveva fare un 'azione dimost1:ativa contro Bompfingen e Niirdlingen,. il centro, 17.400 u. ,otto il comando . del feld maresc. Hotzc, doveva esegui re l'attacco principale contro IV. ; l'ala sr. , 9300 u. agli ordini del feldmaresc. Riesc, movcndo da Dillingen ebbe l'incarico di getta rsi su Giengcn alle spalle dei Francesi. Vochc riserve rin, antvano a 1vl0ttingen. 11orcau, ] 'yr n1ar~ tina, occupava col suo grosso i n fonc posizione la linc;1 Dischingea-Dunkstelkingen-Schweindorf, e con la cavalleria di riserva \Vci1er 1vkrkingell . L 'attacco del ce11tro austriaco respinse k truppe avanzate francesi, ma ottcn11e soltanto scarsi vantaggi contro la posizione principale. Al contrariu

Brick sardo • Nereide • (sec. XIX)

Nereide. Brick della Marina sarda, del scc. XIX. armato con 16 cannoni. Al comando del luogoten. d i vascello Dc Vilbrcy partecipò all a sped izione d i Tripoli del l 'anno 1925. Nereide . Sommergibile varato dal R. Arsenale di Venezia nel 1913; dislocamento tonn. 225; lunghezza metri 40,\)(i, larghc,;·~a 4,30 ; apparato motore cavalli 6,8 (520). ,·clocità 13 mi~lia. Armamento guerresco: 2 tubi lanci~ ~

l 'ala sr. austriaca riportava un pieno successo : il fcld1narcsc. Mercandin avanzava fii10 ad Altenberg-Stauffeu: Riese rigettava la d.ivis. Duhesmc da Méidlingen. In breve i Francesi erano battuti sulla sr. e costretti alla fuga, inseguiti dalla cavalleria avversaria, dando modo alle truppe dell'arciduca Carlo di occupare Heidenhcim e Oggcnhausen. li gcn. Morcau allora, riunita al grosso parte della divi,. Dèlmas, fece entrare in azione la riserva e rcspiJ1sc gli Austriaci: alle ore q la battagl ia al centro cessò: la forza d'attacco degli Austriaci era esaurita ccl ai F rancesi man ca1•ano le muniz.ioui. L'arciduca, d urante la notte sul ,2. riw ndussc le ali del suo esercito su Mottingcn e Dillingen.

Sommergibile • Nereide • (1913)

siluri da 450. Personale <l'ar mamento: 2 uflìciali e 12 uomini d'equipaggio . ..:\ffondò nel 1915 nelle acqué di Pclagosa, per attacco d i sommergibile austriaco. Il comandante De! Greco si immerse rapidamente per affrontare la lotta, ma non riusci ad imped ire che due siluri colpissero il N . meo tre tentava con tale manovra cli contrattaccare .

,2

e nella giornata del battè in ritirata. Le perdile austriache ,mrn1011tar ono a 1 HJO u . compresi 500 pr igionieri; quelle francesi a 2400 u. compresi 1200 pr igionieri . . Il. Combattimento di Ncrcsl,eim (1800) . Appartiene alla ,a rnpagna dell"esercito francese del Reno. 11 feldmaresc. Kray, dopo il passaggio del Danubio, eseguito dall'eser tito francese, lasciata una guarnjgio.ne di

Neresheim. Città della Germania nel circolo wiirtcmbcrghcsc cli Jagst, presso Ulma.

10.000

u. jn

Ul,na, il 23 giugno marciava verso Niirdlingcn. mentre u11 parco d i

i6o pezzi c1 ·anigli~ria e

di

800

cassoni si

t


NER

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incamminava su Aalen. li progetto del generale austriaco Sleme, Mrzli è Vodil, digrada nella conca d i T olmino. Le truppe.; italiane, su bito dopo aver varcato il confine era di passare il Danubio al disotto dell'imboccatura dd Lcch, di coprire la Baviera, d i rannodare Mecrfdd e di (24 maggio 1915) e passato l 'Isonzo nella conca d i Capu;ristabilire le sue comunicazioni. Morcau, all 'oscuro di ques.ti rCtlù, risalirono k p rime pend ici <lcl M. N. espugnando l'intero conlrafforre Vrsic-Vrata. La coaquista del monte movimenti cd aspettandosi di essere attaccato da un moperò s'imponeva per rlar sicurezza alle nostre posizioni mento all 'altro, il giorno 20 aveva fatto occupare il posto <li Schellenbcrg. intanto che Lecourbc rimaneva sulla strada · sulla se dell 'Isonzo e per lo sviluppo della manovra verso di Nordlingen; il centro si stendeva da Hermaringen a Tolmino. L'attacco fu ordinato dal gen . Donaw Etna, coDattenhausen e la sr. si andava a st abiiire a Gundelfingen, mandanlr.: dei due gruppi alpini A e B (della 2• armata) sulla Brenz. Ney, lasciato a Leipheìm, vi era appoggiato da Richepanse che aveva seguìto la direzione generale sulla dr., portandosi tra Kissendorf e Gunzburg. E quanrlo Moreau, il 2 2 giugno, venne a conoscenza della marcia <li K ray, non potè più inseguirlo a causa della pioggia che cadeva a torrenti. Il giorno 23, i Francesi si d iressero s11 Nordlingen. Lo stesso giorno Lecourb.c i11comrò gli Aust riaci a N . Il compito di questo generale, nel triplo att.acco c01nbinato dal comandante in capo, era di tagliare la ret roguardia nemica da Nordlingcn. Gli Imperiali, vigorosa1nente attaccati, si d ifesero vivamente, finchè, giunte le colonne del centro e la cavalleria di Ney, furono cost retti a lla r itirata. (li comb. [n anche detto d i Nordlingen). III. Comba!limcnto di Neres/1eim (.1805). Appartiene alla campagna d i Ulm;, . Contro il corpo austriaco Vhrneck, i nviato da U lma a Nordlingen allo scopo d i ragliare le comunicazioni francesi, il 17 ottobre 1805. Napoleone avna spedito Murat con una parte della cavalleria di riserYa e con una d ivis. di fanteria. Alle 4 del pomeriggio, j J corpo austriaco, ridotto a 4-5000 u ., venne attaccato nelle vici nanze di N. da Murat e dopo un breve combattimento , nel quale perdette parecchi prigionieri, fu ributtato verso T rochtelfingen, dove, il 18 ottobre, si arrese. Nd com battimento cli N . si d istinse specialmente il 21° regg. dragoni, composto quasi per intero d i Piemontesi.

Nerezoff (Stefano). Gene rale bulgaro, n. nd 1867. Partecipò alla guerra del 1815 contro i Serbi e .poi studiò alla Scuola di guerra di Torino. Tornato in patria, fu lungamente capo del reparto operazioni, e nella guerra balcanica del 1912 capo di S. M . dell'esercito. Nella guerra Mondiale ebbe comando <li divis . e si distinse a Nisc; nel 19 16 comandò la 3" arm;1ta bulgara in Dobruggia, dalb quale cacciò i Russo-Romeni. Passè> quindi al comando della 1~ armata e si batti: NerezolI Stefano contro gli Inglesi sul fronte Merid ionale. Dopo la guerra fu cli nuovo capo di S. M. dell'esercito . Perì nell'attentato comunista nella chiesa di Santa Nedelia a Sofo. Neri (Francesco) . Ufficiale cl 'artiglieria, 11. a Ferrara 11el 1774. Ent rò nell'esercito cisalp ino e fece le campagne della Repubblica in Italia e quella del 180 5-06 nel regno di Napoli, dove sostenne l 'assedio delle isole T rem iti con 7 cannonieri e -40 fucili, meritandovi la legion d'onore. D al 1808 al r8u com battè in Spagna meritando la corona di ferro. Partec ipò infine alle campagne del 18,3 in Ger• mania e <lei 1814 in Italia, difendendo l a Valcamooica e la Valtell ina. Nero (Ma,·e). V . Mediterraneo e Londra XLVI. Nero (Monte). t:_ la montagna più alta (m. 2245) del ba-stione che si erge sulla sr. del fiume Isonzo, e che dalla conca cli Plezzo, per le successive vette dei ,n. Rosso,

2, Monte Nero; 3, Colletta di m. Nero; 41 M. Rosso

operanti nella ·z ona, per la notte sul 16 giugno; esso doveva esser condotto di sorpresa . Truppe alpine del grup po A dovevano muovere dal Koz;liàk, e reparti del gruppo B <lai Vrata. L'incarico <ld l'attacco d al Vrata fu affidato alla 35" cp. del bgl. Susa, comandata da l capitano Vittorio Varese; dell 'attacco dal Kozliàk, fu incaricata 1'84" cp. del bgl. Exilles, comandata dal capitano Vincenzo Arbarcllo, mentre un'altra cp. di questC> stesso bgl. (la 31"), al comando del capitano Rosso doveva puntare sulla dr. dcl1 '84•, verso la sella fra munte N. e monte Rosso. L'azione r iuscì perfettamente ; la colonna del cap. Arba rello, mossa dal Kozliàk alla mcz,;anotte, prima dell'alba raggiungeva la som mità <lei monte, e, piombata <li sorpresa sui difensori, li t ravolgeva alla baionetta, parte ucciclcnduli, parte volgendoli in fuga. Parimenti fortunata vo,lgeva l 'azione dalla parte del Vrat/1, dove gli alpini" & l Susa, irrompendo altrettanto inattesamente nelle t rincee avversarie, costringevano quasi 'tutto i l presid io austriaco alla resa (oltre 200 uomini con I2 ufficiali). La conquista del M. N., cosl rapida e travolgente, fu definita dagli stessi Austriaci « un colpo da maest ro », e rimase sempre, per tutta la guerra, uno degl i . esempi più lum inosi e gloriosi di guerra alpina. Per essa i bgl. Susa ed Exilles ebbero la med. d'argento al valore; il cap. Vittorio Varese (morto poco p iù tardi d i rnala~tia) la med. d'oro, ed il cap. Ar barcllo (travolto nell'aprile del l9I7 da una valanga, i 11 Carnia) la croce d i cav. dell'O. M. S. Il 24 ottobre 1917, avvenuto lo sfondamento delle nostre linee a Caporctto, alle ore 15 gli Austriaci occupa• vane, q uesto paese, isolanrlo la zona del 1',f. N., zona che veniva p ure direttamente attaccata. Il 25 una parte delle


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truppe riuscl a riparare sulla <lr. del C!sonzo;· una parte invece rimase , sulle posizioni e vi si difese fino al 29, q uando, esaurite le munizioni e le vettovaglie, j difensori dovettero arrendersi dopo una disper'lla difesa.

Nero (Monte). Battaglione alpini, costituito ne! gennaio 1917 per la g uerra italo-austriaca (1915-1918). Fu assegnato a!l'S-0 rcgg. alpini ed ebbe le compagnie 294a, 295~ e 296•·.

Schierato inizialmente nella zona del Pal Grande, vi rimase fino all 'offensiv~ austro-tedesca dell'autunno 19r7; allora ripiegò verso il Passo della Mauria, ove resistette all'invasore, e, sfuggendo abilmente all'accerchiamento, per la Forcella Tanson proseguì verso Bribano, Arsié e Nove. Fu disciolto nel novembre dello stesso an □o passando i suoi gregari al bgl. Tol ms:zzo. Nel breve perio99 <tella sua esistenza ebbe un ufficiale morto e due feriti , e 6 u. di truppa morti e 62 feriti.

Nerone (Caio Claudio). Generale romano del sce. III a. C. Si distinse nelle guerre cont ro Annibale, che fronteggiò abilmente nell'Italia Meridionale. Nel 207 con celere marcia accorse sul Meta'uro, dove con Livio Salinatore sconfisse Asdruba le, sceso in Italia in aiuto dj Annibale. Con altrettanto celere marcia tornò di fronte a quest i e fece gettare nel suo campo la testa di Asdrubale, segno della <leçisiva vittoria riportata, che faceva crollare il sogno di Annibale, di abbattere la potenza romana. Neroni (Bartolomeo). i\rchitett~ militare senese del secolo XVI. F u <letto li Riccio. Stette al servizio della rcpubblic:i di S ieo.a , e rimodernò ,le piazze forti e le rocche di Asinalunga, Chiusi, Massa è Monterotondo. Lavorò anche al servizio , della repubbl ica di Lucca . Nerva (Liànio Publio). Propretore in Sicilia nel

1 03

a. C ., fo causa dello scoppio della seconda guerra servile. Avendo sospeso l 'applicazione di una legge che ridonava la libertà agli schiavi, questi si sollevarono in armi. L. riportò dapprima qualche vantaggio, ma poi le sue truppe non riuscirono a domare la rivolta, e nd 10'.! fu richiamato a Roma e sostiwito da Lucullo .

Nervesa. Comune i n prov. di Treviso, sulla dr. dd Piave, ai piedi dell'altura del Montello e di fronte alle colline d i Sa11 Salvatore. Nella battaglia del g iugno 1918 già d ilaniata dalle artiglierie nemiche fu occupat:t dagli Austriaci. Il 19 giugno, jni~ìatasi la 11ostra con.trof.

chè jl giorno 23 esso fu costretto a Uattcre

i 1t

ritirata c<l,t

a ripassare il Piave.

Nervi (ant. N,·rvù). Frazione del comune di Genova, g'i:ì comune . Il 13 apri le 1814 il gen . austriaco Mo□trcsor vi attaccò i Francesi, i quali difesero a palmo a palmoil terreno, cedendo le posizioni solo a tarda sera, dopo• di avere subìto e inflitto gravi perd ite, e ripassando la Stura per prendere posizione a San Martino cl ' Albarn. Nervi (lat. z,frrvii). Popolo antico della Gallia belgica. .Du rante Ja conquista romana de ll.1 Gailia, non vollero, sottomettersi a Cesare, e tentarono nel 57 a. C. d i fronteggiarlo co l soccorso degli Atrebati e dei Veromandui. Sulla Sambra (V.) essi , in numero cl i 6 0 .000, attaccarono, 1··c sèrc ifo ro1nanO in marcìa, Jl1a ne 'furono cornpJCtamcntc sconfitti. Nel 54 impugnarono ancora le anni, e nel 53 ebbero il paese invaso e devastato dalle kgioni romane. lin anno dopo fornirono 6000 u. all'esercito gallico chemarciò su Alcsia . Poi non si sentì pi,, parlare rii loro,

Nerviano. Cornune in prov . di Milano, sulla dr. dell'Olona. Anticamente era un luogo fortificato, come appare dai ruderi delle torri e delle mura che lo difendevano. Nel 1162, d urante la guerra ,della Lega Lomba rda, respi nse, per be n due volte, le truppe del Barbarossa. Fu teatro di varie fazioni fra i Visconti e i Guel fi di Mi lano, e ne{ r305 in un attacco ebbe le 1nura smantellale . Nesazio, V . .-litura. Nes (Aert /ansse). ,\nuniraglio olandese del sec. XVJI, rn . nel 1693. Prese p arte alla guerra era Inglesi ed Olandesi del :r652-1654; nel 1658 alla g~erra polacw-svcdese: sotto Ruyter, come contrammiraglio, fece nel 1662 unà c:1mpagna contro i pirati barbareschi; con1e viceammil'aglio, partecipò nel 1664-65 alla sped izione sulle coste dcli 'Africa occidentale e dell'India occidentale (preludio alla ·scco11ù:t guerra anglo-o landese); nel 1666-67 combatt~ cli nuovo col' Ruyte r conlro g li Inglesi , e anche nelle guerre successive,

lino a quella del 167.1, quando, già carico d'anni, si ritirò, a riposo .

Nesle (ant. Nigdi.1). Comune della Francia, nd dip. della Somme. Presa di Nesle ( q72). Appartiene alle guerre d i Carloil T emerario, duca di Borgogna. Questi in vestì la cìtt:ì. l'r -c

g iugno,

con

uu esercito

g uarnigione del re di

di

80-000

u .,

mentre

b

Franda <:ra appena di 500 arcicrl

agli ordini dd capitano Petit -P icarcl. Un primo assalto Ùl'i

Borgognoni fu da questi respinto; ma gli abitan t i impo sero alla guarn igione di venire a patti. Se non che, avendo· durante le trattative un arciere ucciso un ufficiale di C:i rìo,.

i Borgognoni invase ro r..r.

e; n1assacrarono

arcieri cd Jbi-

ta1Hj , jn,piccando il comandanle, e 1ncncndo

b

c iu;) a

fuoco e a -;acco.

Nespoli (Alberto) . Generale, n. e m . a Firenze (185<,:\'c1Tesa dopo la battaglia del Montello (11)18)

fcnsiva, lè truppe <Id XXII corpo d'armata italiano poterono rientrare in N ., ove~ per tre g iorni , a'é(orno e dentro l'abitato, an;e una lotta sanguinosa e furibonda . Le rovine fu manLi d i N. e della vicina Vi lla Berti passarono pili vokc {.li 111nno in' n1ano 1 ma, alla fi~c, il giorno 20, jJ ncn1ico yj si instal l{) ùi nuovo. Per .bcevc tcn1po, però,

1927). Sottot. d'art. nel 1873, divenne colonnéllo nelh riserva nel 1907 e raggiunse nel 1915 il grado di magg. generale .

Nessler. Ideatore e costruttore, nel r857, cli u11 proietti le per fucili a canna liscia. Era una pal!ouola semisfer ica, nella parte posteriore terminante in fonna , d i tm corto cilindro, alla cui base vi era una cavità anulare con,

piccolo rigonfiamento al centro. Fu adoperata con Htc-


-

NES

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cesso in Picmoncc. - Nel 1855 lo stesso N. ideò e costruì un proiettile ad espansione, che all'atto dello sparo si forzava, per effetto <ldl'espansiouc <lei gas della carica, nelle righe. Esso e ra cilindrico, con punta tronco conica, con due scar,alature circolari esterne nel la parte cilindrica, e con un vuoto interno c.i lindrico che si internava per circa la metà della lunghezza del proiettile. I gas, cacciandosi in quel vuoto, obbligavano le pareti cilind riche di piombo ad espandersi, e, Proiettili Ncssler per la spinta in avanti, a sistemare a sinistra, ad aspansiom::; a dr., per armi a canna il proiettile stesso nelle righe, colla liscia pu nta in avanti.

N t:T

Forte di Nettuno. 1:: oper.i d i Antonio da Sangallo il vecchio: venne iniziata od 15or per ocdine del papa i\lcssan:'lro VI e fatta rafforzare in seguito dai papi Urbano V III e Alessandro VII. Il suo recinto, di pianta quadrilatera assai prossima al quadrato, è costituito <la quattro fronti b:istionate. La differenza fra le cortine di due ja ti

Nesto. V. Karas11. Nettatoio. Strumc11to che faceva parte dcl l'anname nw dei cannoni ad avanca rica e serviva per pulire l ':tnima tle! pezzo dalle fecce dopo numerosi tiri . Era un'asta di metal lo, oppure d i legno, con un 1igonfiamrnto alla sua estrem ità. sul quale veniva arrotolata stop pa od altro, in modo da Ottenere il <liametro della bocca da fuoco. V. ancbc: S/ondatoio. Nettuno. Comune marittimo in prov . di Roma. Per lungo tempo fu unito alla vicina Anzio, sin verso il XII secolo . Vi f u cost ruita presto una rocca, e venne cinto d i mura. Sofferse nel 740 e nell'845 per invasione saracena, poi per attacco normanno, e nel\"899 per attacco degli Ungari. Nel 914 venne occupato da guarnigione papale e nuovamente fortificato, con robusti torrioni a difesa <lclle mura. Appartenne lungamente alla famiglia Colonna. Verso il 1400 aveva una cinta d i quattro cortine

Il fortino di Nettuno prima dei restauri

contigui è d i 3 m., risultando lunga 3G m. la cort ina della fronte verso mare e 39 rn. quella delle fronri vei·,o terra. J fianchi, perpendicolari alle cortine, sono muniti cli orecchio ni ed hanno la parte r itirata pel collocamento del pezzo traditore. Gli angoli fiancheggianti, <li 60°, sono arrotondati ai salienti. Le n1ura, grosse 5 n1 . , rjsultano alte sul fondo del fosso da 18 a 25 rn., dipendentemente dalla configurazione del terrt:no . La sommità del parapetto è urdinata a merloni e troniere. Dal secolo XVII ai tempi nost ri rimase in a bbandono e passò al Demanio, finchè nel secolo nostro venne acquistato da nn privato è fatto restaurare, in modo da rappresentare, nella forma datogli dal Sangallo, uno dei monumenti caratteristici dell'inizio d el fronte bastio nato.

I. Attacco di Nettuno (1556). Appar,tiene all.i lotta lra Spagnuoli e Francesi in Italia. Era stato occupato da milizie del duca d 'Alba, che lo presidiò con 150 fan ti al comando del calabrese Moretto. Il capitano frauccsc D..:

.La fortezza di Nettuno nel secolo XVI

con sci torri . Carlo Vili.

Nel

' 49-l

fu

occupato dalle

Il fortino di Nettuno restaurato

truppe <li

Nel · 1 922 vi è stata trasferita da Cirié la direzione esperienze d 'artiglieria, per prove d i tiro, collaudi, ecc., che prese il nome ne l 1926 d i , 0 centro di esperienze d'art ig lieria.

La Garde attaccò N. e si limitò a sparare poche cannonate i11offcns ivc; il duca d'Alba armò il cast:dlo con artiglierie <li grosso calibro; i Francesi tornarono all'at-· tacco con 1 2 galere, e sbarcarono truppe . Ii castello e la ciuà si difesero energicat 11entc, e riuscirono a respjngere

g li :1ssalitori.

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'' 11. Attacco di Netwno (1688). Fu operato da unél Aol-

t iglia <li pirati tripolini, sui primi del mese di maggio. La città era difesa dal capitano pontificio Ferretti, ma questi non potè impedire che parte delle case· fossero invase e saccheggiate. Gli riuscì però di resistere nella rocca; i Tripolini si ritirarono dopo di avere recato gravi danni , perdendo un piccolo sciabecco. III. T.-auato di NettutJO (20 luglio 1925). Concluso .frn l'Italia e la Jugoslavia, per completare gli accordi dell'anno precedente (Patto di Roma) in rapporto a Fiume e alla Dalmazia . Il trattato comprende accordi sull'uso della lingua italiana da parte degli Ital iani in Dalmazia e degli Jugoslavi a Fiume; sul tra.ffico fra Zara e il suo retroterra; sul traffico od porto di Fiume da parte della Jugoslavia; sull'acquisto della cittadinan za italiana o jugo slava da parte dei Fiumani, e su questioni minori.

Nettuno. Cisterna per nafta, varata nel 1916 dai Can, t ieri Navali Riuniti a Palermo; dislocamento tonn. 10.3 10; lunghezza m. 127, larghezza 15,50; apparato motore cavalli 4232, velocità mig lia 14,5. Armamcll'to guerresco: 3 ca nnoni <la 120 cd I da 40. Personale d'armamento: 9 ufficiali e 128 uomini d'equipaggio. Neuburg, Città della Baviera, sul Danubio. Fu capol. di principato, nel scc. XVI; esso cessò di esistere nel 1799, quando fo assorbito dafla Raviera. Presa di Neuburg (1703). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. La città aveva guarnigione im, perialc d i 1600 u. agli ortlini del colo nnello Dissclbach e fu investita dalle truppe dell'Elettore r ii Baviera, CO·

N euburg nel secolo XVII

mandate dal maresc. D'Arco. La sera del 31 marzo fu attaccato e preso un sobborgo; indi furono erette due b.µterie, còmandate dal colonnello Emanuele d'Arco, contro la porta di Seldkirchen, mentre una terza batteva il ponte sul , Danubio. Dopo tre giorni di bombardamento, la guarn ig ionc si arrese.

Neueneck. Comune della Svizzera, nel cantone di Berna. Combatrimenlo di Ncucncck (3 marzo 1798). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. Il gen. Pigeon attaccò all 'alba la posizione, tenuta dagli Svizzeri bernesi, comandati da Graffcnricd. Il villaggio e i trincéramenti furonÒ presi al primo impeto. Ma, sopraggiunti 1200 Svizztri di rinforzo. il combattimento si riaccese, e termi11ò con la sconfitta cli Pigeon, il quale battè i11 ritirata dopo d i avere perduto 400 u. e alcuni cannoni.

Neufchàteau. Comune ddla Francia, nel dip. dei Vosgi, presso la Mosa. Col nome cli battaglia di N. (o N.Longwy) alcuni scrittori militari comprendono i combattimenti che, durante la battaglia delle Ardrnne (V., e anche Frontiert), più propriamente interessarono la 3a armata francese, che ebbe appunto come direzione d'attacco N.; mentre la 4~ armata francese attaccava più propriamente in direzione d'Arlon. Come è eletto alla voce « Ar<lennc », le vicende di questa battag lia delle " Frontiere » vennero separate in due distinte sottobattaglic dal corso dd fiume Sémoy, d elle quali l'una è quella di N., e l'altra quella di « Vitron "· L'azione di N. fu condotta dal C. d' A. coloniale francese, e comribul dal lato morale e strategico, come le concomitanti di quelle giornate di fine agosto 1914, a facilitare il compito del Comando Supremo fra1icese per la battaglia della Marna. Neuhaus. Borgo della Westfalia, n ella reggenza d i Minden. Vi fu concluso, il r4 settembre 1682, un trattato di alleanza fra Danimarca, Brandeburgo e Vescovo di M,iustcr, a reciproca d ifesa, e per impedire la guerra fra Imperatore e Francia. La Dani.tnarca e l'Elettore forniranno un corpo d i 2400 uo11Jini e il Vescovo t lll altro di 1200; ma gli Alleati non avranno obbligo di fornire il loro contingente se la guerra alla Francia sarà dichiarata senza il consenso unanime della Dieta . L'alleanza durerà 3 anni. Neuhausel (ungh. Érsek-Ujv6r). Città e antica piazza forte dell'Ungheria , nel comitato cli Nytra, sulla sr. della Nytra. La fortezza aveva la forma di un esagono regolare, con una cinta bastionata semplice, i cui fossi e adiacenze potevano essere sommersi dalle acque. Ebbe grande importanza specialmente nelle guerre contro i Turchi. Nel 1619, Rethlen Gàbor prese N . dopo una strenua difesa da parte del conte Kohary, il quale vcnno trad ito e imprigionato dai suoi soldati ammutinati, Nel 1621, il generale imperiale Buquoy assediò N., ma fu battuto cd ucciso in combattimento da Stefano Kcirwatb, accorso in aiuto della p iazza forte. Questa fu smantellata nel 1724. J. ✓tssedio di Neuliiiuscl (1663). Appartiene alla guerra fra Turchi cd Austriaci. Al principio di agosto, il granv isir Achmc'CI Kiuprili passò il Danubio e cinse d '.assedio N. dopo di aver respinto i difensori che, usciti dalla fortezza, gli erano andati contro. Nella notte sull '8 agosto furono aperte le trincee; 21 grossç bocche d a fuoco e 150 piccole cominciarono a bombardare da vicino la città . Con l"opera degli zappatori e dei minatori fu fatta scolare l'acqua dalle fosse, e vennero tentati ripetuti assalti che non riuscirono. · Ma, qLJanclo furono terminati i terrapieni, che Kiuprili aveva fatto innalzare secondo il sistema elci vecchi terrapieni d'assalto, il granvis:r mosse all'attacco dei bastioni della fortezza, il cui comandante dovette capitolare il 24 settembre, sopraffatto dal numero.

II. A ssedio di Ne11hiù1sel (1685). Appartiene alla guerra &a Turchi e Austriaci. Il 7 lugl io del 1685 il duca Carlo di Lorena si portò da Komorn contro N. con 50 . 000 u. e fece subito dar principio ai lavori d i assedio. Il 7 agosto, il duca marciò con una parte del suo esercito in soccorso della fortezza di Gran assediata dai Turchi, lasciando il coman do delle truppe e l'incarico cli continuare l'ass~d io di N. al marcsc. Caprara. Battuti i Turchi sotto Gran, il duca tornò all 'assedio di N. Il 15 agosto, le batterie da breccia con 41 cannoni e 19 1nortai comincia rono il bombardamento della piazzaforte e vennero fatte brillare alcune mine; il 19 fu sferrato l 'assalto. Di 3000


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uomini della guarnigione soltanto 200 ebbero salva la vita: gli altri furono sterminati dagli assalitori.

Neuhof, Comune della Germania, sulla Flied<:. Combattimento di NeulzoÌ (1797). Appar tiene alle guerre della Rivoluzione francese. Durante le operazioni delle t ruppe del gen . Hoche, il quale mirava all'investimemo di Magonza, il gen. austriaco Simbschen, il 22 aprile, fu attaccato dalla divis. Watrin a N. e ricacciato fiil presso Magonza, dopo d i aYere perduto 800 prigionieri e tre cannoni.

Neuilly-sur-Seine. Comune della Francia, nel dip . della Senna.

r.-auato di Neuilly (2'i novembre 1919). t uno dei trattati che chiusero <.: sancirono i risultati della guerra Mondiale 1914-1918; e riguarda la pace firmata tra gli Alleati e la Bulgaria. Questo trattato, insieme con quelli di Saint-Germain, Sèvres e Losanna. concorse a dare l'at • tuale assetto politico della B~lcanin, Per esso in particolare la Bulgaria le cu i forze militari vengono ridotte a sol i 10. 000 uomini, da reclutarsi con arruola.menti vo• lon tari - rimane tagliata fuori dall'Egeo, perde i cerri tori macedoni che possedeva prima del conflitto ultimo, e i suoi confini colla Turchia vengono portati alla Maritza e ad Adrianopoli. Verso la Jugoslavia., e a ,·antaggio di questa, la Bulgaria perde 2566 kmq.; verso la Romania perde la Oobruggia; verso la Grecia, la Tracia occidentale, restando così separata dal mare Egeo, cu i mirava. Jr19ltrc il traUato stabiliva che la Bulgaria dovesse pagare un 'indennità di 2 miliardi e 250 milioni di franchi. La Macedonia, · agglomerato di popolazioni dj divcrSc stirpi, ma con notevole preponderanza cli Bulgari. rimane per questo trattato spartita tra Grecia e Jugoslavia. e rappresenta pertanto un elemento di perturbamento nel vicino Oriente, chè di fronte ad un irredeutismo bulgaro per la Macedonia sta l'opera dei due Stati sudclctti, tendenti, ciascuno per suo conto, a snazionalizzare i Bulgari residenti nei ter ritori macedoni loro ceduti.

Neukirchen. Comune cldla Baviera, presso Amberg. Combattime11to di Nc11kircl1c11 (•i agosto 1796). Appar. tiene alle guerre della Rivoluzione francese. Sulle alture d i N. si t rovava .i l corpo d i Kray, contro il q uale si slanciò il gen . Ney, il quale, caricato da squadroni nemici , fu respinto e stava per essere avviluppato, quando giunse -1 soccorrerlo il gen . Jourdan, con )e d ivis. G rcnier e Lefebvrc. La prima appoggiò direttamente Ney: la seconda p ronunciò un movimer1to aggirante sulla dr. delle posizioni tenute clal 'Kray. Questo generale allora si clisimpcgnò r ipiegando verso Sulzbach; att:1ccato nuovamen te d urante la ritirata, a sera si ritirò a Rosenbcrg.

Neu Kolin. V . Koli11. Neumann (Rodolfo Silvio). Generale prussiano e scritcore militare (1805-1 881). Nel r 840 fu chiamato a far parte della Commissione d'esperienza d'artiglieria e vi rimase per tutta la durata d el suo serviz.io militare. Nel 1865 fu promosso generale. "Fu sostenitore dell'adozione del cannone a retrocarica, dell'impiego dell 'acciaio nella fusione del tubo, in vari tentativi ingegnosi ne! cam po ,Je!la balistica, come la invenzione della spoletta per granate. Pubblicò per 30 anni I '« Archivio pc; gli ufficiali del regio corpo di artiglieria e genio prussiano ,, . Nel 1868 fu promosso ten. generale e poco dopo lasciè il scr-

vizio attivo, rimanendo fino al termine della sua vita membro della commissione superiore degli studi militari.

Neumann-Kosel Davide. Generale prussiano (1734-1807). Nel 1762 prese parte alla battaglia di Friburgo, e poi a quella per la successione di Baviera. Fece la campagna del Reno del 1792-1794 e nel 1802 fu nominato comandante della fortezza di Kosel, che d ifese contro i Francesi nel 1807, guadagnando\'i la promozione a m agg. generale. Neumam1.-Kosel Guglielmo. Generale prussiano, figlio del precedente (1786-1865). Partecipò col padre alla cli.fesa di Kosel, e poscia alle campagne del 1813 e ciel 1815. Nel 1840, Federico Guglielmo IV lo nominò aiutanle generale e nel 1853 fu promosso generale d i fanteria. Si adoperò molto per la introduzione cld fucile ad ago.

Neumarkt (oggi Egna). Comune in prov. di flolz:tno. Combattimento di Nemnarkt (22 marzo 1797). Appartiene alle operazioni dell 'escrcito repubblicano francese in I talia. La brigata Belliard, della di vis. Joubert, la sera del 21 cacciò da N. una retroguardia aust riaca del corpo di Lnudo11. La mattina dopo il Laudon fece attaccare N. da reparti di cacciatori, ma essi furono respinti dopo aspro combattimento, nel quale perdettero alcuni pezzi di cannone e 800 prigionieri. li gen. .Laudon si r itirò a Merano. Neumarkt. Città della Baviera , nelJ 'alto Palatinato, sulla Su!tz. Il 15 settembre 1745 vi era una piccola guarni gione austriaca, la qua le vi fu sorpresa e massacrata dalle truppe bavaresi. durame la guerra per la Successione d'Austria. Combattimento di Neumarkt (23 agosto 1796), che segue a quello di Deining (V). 11 gen. Bernadotte, che a"vc\'a p reso posizione con la sua divis. (9000 u.) a N. la sera del 22, fu attaccato quivi la mattina seguente dall'arciduca Carlo, il quale d ispoaeva di 28 .000 u . Can noneggiando le truppe austriache, il geo. francese guadagnò tempo, in modo da poter operare un ripiegamento ordi nato su Altdorf, evitando di essere aggirato dalla ca,·alleria nemica .

Neumarkt, Borgo cldl 'Austr ia, nella Stiria, ant. capitale dei Taurisci col nome di Norcia, presso Klagenfurth. Nel 113 a . C. vi si combattè una battag lia che appartiene alla guerra cimbrica e fu combattu ta da! console Cnco Pap irio Carbone contro i Ci ,nbri. e i Teutoni , i qual i aYevano assalito i Taurisci, alleati dei Roman i. Carbone fu tnesso in piena rotta, e dovè al sopraggiungere di un temporale la salvezza del suo esercito da un totale stc,m inio. - Nel 1797 N. ha dato i l nome a un combac. t imento clic si chiama più comunemente di Dirmstcin (V.).

l'1le11markt. C ittà nella Slesia a 30 Km. ad occidente di Breslavia. Combattimento di Neumarkt (Ii57)· Appartiene alla guerra dei Sette anni. Dopo · 1a presa di Breslavia, avven uta il 25 novembre, il principe Carlo d i Lorena pose gli accampamenti d ietro la Lohe, e, all'annuncio che il re Federico II si avvicinava, decise di muovergli incontro. Inviò pertanto i! gen. ,Nostitz con tre regg. di cavalleria leggera a rinforzo del presidio di N., composto di 2 bgl. croati e 3 regg. ussari. Il re Federico, che avanzava su N . il 4 d icemb,·e, vi giunse sul far del giorno e si trovò di fronte ad un corpo di 14 bgl. e Go sqd r. marciami su 4 colonne . a l comando <lei p rincipe del Wiirtcmberg. Gli

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" ussari prussiani rigettarono gli ussari nemici, quindi, smontati da cavallo, assalirono le porte di N. mentre altri sqdr. circondavano la città. l Croati sgombrarono N. e si ritirarono sopra un 'altura che si trovava a nor~l-cst, di dove bersagliarono i Prussiani insegui tori, i quali avanzarono malgrado i canali irrigatori che solcavano il terreno fra la città e la montagna. I Croati furono scacciati dalle loro nuove posizioni e perdettero più cli 100 morti, 5 00 prigionieri cd un cannone; i Prussiani, circa 30 uss~h. Il conte Nostit;<, che si era accampato a 7 Km. ad est della città, fu avvntito tardi dell'avvenuto combattimento e non pote: fare ;1ltro che raccogl iere i fuggiaschi. I Prussiani si irnp.'ld ronirono in N . anche dei forni austriaci con 80.000 razioni di paJJc.

Neu Rognitz . .V. Soor. Neusatz. Città dcll 'Ungheria merid ionale, presso l'eterva.radino, sa i Danubio. Fu cinta ùi 1nura in antico. Pres<t di Neusatz (1849). Appartiene alla guerra d ' Ungheria. li ma rese. Jellachich, accorso da Eszek per r istabilire le so rti austriache gravemente compromesse dopo la caduta dì Ofen (2r maggio), aveva ba.rtuto il 7 giugno a Kacs gli Ungheresi comandati ùal l>erczel. Parte di q11esti ,i erano ritirati a N., sotto la protezione del cannone di l'ctervaradino. TI maresc. marciò subito su N., e ne ord inò l'attacco (8 giugno), malgrado il fuoco della detta fortezza. G li Ungheresi, già demoralizzati per la sconfiua del giorno precedente, non poterono resistere. lasciando N. in potere degli Allstriaci .

Neuss. Citt} della Prussia ,·cnana, nella reggenza di Di.issddorf, in a,llico fortificata, sul Reno . Fu presa JJcl 1586 dal duca Farnesc di Panna, che ne smantellò le fortificazioni, e dal 13ernadotte nel 1794. Assedio di Ncuss (1474-75). Appartiene alle g uerre d i Carlo il Temerario. Questi, venuto in urto col langravio cli Assia, .E\manno, fece irruz ione nell'arcivescovado di Colonia e investl N ., dove il langravio si era chiuso con 1800 ,1. Dalla vici;,a città la p inza venne soccorsa, in modo ,he un tentativo d i assalto, ordinato da Carlo, non riuscl, cd egli dovette limitarsi a bloccarla strettamen te. Un'isola del Reno era stata fortificata dai difensori, i quali comunicavano con la riva opposta, dove si radunavano uomini per soccorrere la piazza, e con la cilltà di Colon ia, dove si racco~litvano viveri. I Borgognoni vennero respinti un prima volr-a dalla guarnigione dell 'isolotto, ma costruendo un argine lo raggiunsero e se ne i1npadronirono. Quindi diedero mano a deviare il fillmiccllo Erff, cbe attraversava N. L difensori da parecch i mesi resistevano, quando, nel novembre 1674, avanzò l'imperatore Federico ru in soccorso della piazza, nella quale riuscì a introdurre soccorsi malgrado il blocco, e nella primavera del 1475 pose il campo con 100.000 u. nelle vicinanze di c1ucllo borgognone, e si trincerò sulla posizione. Seguirono piccole fazioni conùnue fra gli armali dei due campi, 6nchè, il 24 maggio, Carlo attaccò all'improvviso l'esercito imperiale che era uscito dal campo, e, valendosi della superiorità delle proprie artiglierie, lo ·costrinse a riei.trnrvi dopo di avergli inflitto forti perdite. L'imperatore si decise a scendere a patt,i, e venne conclusa la pace, rimettendo le questioni còmplicate che avevano fatto sorgere la guerra, al Papa (27 giugno 1475). Fra le truppe (ii Carlo il Temerario, duca cli Borgogna, erano anche molù mercenari italiani, agli ordini ciel condoniero I icola da Campobasso. L'impl'esa di Carlo gli

rese nemici

I'Impero,

d'Absburgo:

i

la Francja; Ja Sviz.zera, il duca

due ultimi furono la causa della sl!a

rovina.

Neustadt. Città dell'Alta Slesia, a 25 Km. a sud -est dì Neisse, nel circolo di Oppeln. I. Combattimento di Ncustadt (1745) . Appartiene al la guerra per la Successione d'Austria. Al principio di maggio del 1745, era occupata da due cp. e uno sqdr. prussiani. Il 20 maggio, sul far del giorno, il feldmaresc. Festetìcs tentò di sorprendere la città, ma fu respinto. L'n luglio 1745 il gen. prussiano von Nassau ebbe presso N. uno scontro con fanteria e cavalleria austriache. che ripiegarono dopo avere sofferto perdite abbastanza rilevanti in morti, e feriti, oltre a 70 pri_gionieri.

II. Combattimento di Neustadt (1749). Appartiene alla guerra per la Successione di Baviera. Il mattino del 28 febbraio 1749, il feldmaresc. conte Wallis sorprese N. , dove 4 bgl. prussiani e uno sqdr. d i ussari, al comando del colon nello v. W ìntcrfeld, avevano preso i quartieri d'inverno. Ui\ tentativo di assalto falll. li rumore del combattimento a fuoco fece accorrere in soccorso truppe tedesche dislocate a Deutsch-Paulowitz e nei dintorni. Gli Austriaci si r itirarono, ma la ciotà andò quasi completam~ntc distrutta dal fuoco . Ncustadt. Comune della Boemia, slllla Mittau, a N .-E. di Koniggditz . Nel · 1745, durante la 2~ guerra di Slesia, il gcn. austriaco Nadasc!y cercò di assalire il posto di tappa fortificato cd occupato dalle truppe prussiane, m~ fu rigettato tanto il 12 agosto, quanto il .!::l seU.ctnbrc 174): dal n1aggiorc v. Taucntz.lcu al quak giunscrc> stnlprc a n10111ento opportuno

i rinforzi.

Neutra! ità. 1:: la condizione giuridica dello Stato che rimane perfettamente estraneo a guerra esistente tra altri Stati. Ugo Grozio intrav ide qllesta speciale posizione, e incluse nel la sua classica opera " Oc iure belli ac pacis » (1.625) un capitolo « De his qui in bello mediì sunt " ; ma intorno ad essa più diffusamente si soffermarono, nel secolo XV I, il Machiavelli, il Guicciardini e il Varchj , usando per la prima vol·ta Il te rmine « Neutralità », che in segu ito si è affermato. Come stato d i fatto essa fu più o meno osservata anche in molte guerre dell 'antichità e dell'età d i mezzo; ma come stato di diritto essa ha dvuto consistenza giuridica solamente in tempo molto recente. Fino a quando 00n furono concluse, fin dal tempo di pace, convenzioni che reciprocruncnte assicuravano l'im-

mun ità di un contraente allorchè l'a ltro contraente entrava in guerra con un terzo Stato, i non bell igeranti restavano alla mcrcè di coloro che combattevano, senza poter evitare le conseguenze della guerra e

senza poter con-

servare le loro relazioni amichevoli con entrambe le parti in lotta. Poi lentamente cominc iò a sv ilupparsi il concetto giuridico della N ., prescindendo <la queste speciali con 1,enzioni, fino ad aversi, tra la fi ne del XVIU e ìl prin cipio del XTX secolo, la precisazione ,li un vero e proprio rapporto giuridico di N. contrapposto a quello di belligeranza, con dichiarazione unilaterale all'inizio di ogni guerra e co11 un lento ma continuo e progressivo restringimento della sfera d 'azione. dei belligeranti a tutto va □taggio dei nelltrali, fino al punto di far considerare diritto incontestabile da parte di ogni St.ato che. non intenda intervenire in una guerra scoppiata tra altri Stati - di mantenersi in tale rapporto giuridico, astenendosi rigoro samente tanto da ogni ano ostile contro l'uno o l'altro dei belligeranti, quanto da qualunque atto che possa co-

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munque recare vantaggio. diretto o indiretto, ai fini della guerra, all'uno o ali 'altro dei belligeranti stessi. Tale d iritto, ed il conseguente rapporto giurid ico, comportano il tassativo dovere degli Stati neutrali di astenersi da ogni atto che possa influire, in senso favorevole o sfavorevole, nelle operazioni militari di ciascuoo dei belligeranti; d i opporsi ad ogni atto di guerra che uno o più di uno t ra i belligeranti inteudano compiere sul territorio neutrale ; di astenersi dal concorrere con qualsiasi mezzo, materiale o politico, diretto à indiretto, all'azione di uno o pii, d'uno dei belligeranti. A questi doveri si contrappongono i l diritto cli sovranità territoriale, che importa l 'inviolabilità del territorio e delle acque neutrali, da parte dei belligeranti ; il diritto dello Stato neutrale di ammettere sul proprio territorio i sudditi profughi e le truppe di uno dei belligeranti inseguite dal nemico, nonchè di :unmettere, nei propri porti ed acque territoriali, tanto le navi mercantili che, battendo la bandiera di uno Stato bell igerante, vogliano sfuggire alla cattura, quanto le navi da g uerra degli Stati belligeranti che si trovino in imminente pericolo; e i l diritto di libertà di commercic, e navigazione. Questi d iritti però subiscono speciali limitazioni sancite e precisate principalmente dalle convenzioni V e Xlll dell'Aia, del 1097; la prima r elativa ai d iritti e òoveri delle Potenze e delle p ersone 11cutral.i nella guerra terrestre, e l 'altra relativa ai d iritti e doveri delle Potenze neutrali nella g uerra ma, ittima. I limiti alla li bertà d i commercio e navigazione consistono principalmente Ilei d ivieto del contrabbando d i guerra, della · violazione di blocco, dell 'assistenza ostile. Tale d iv ieto compo rta la sanzione della preda e confisca delle nav i mercantili neutrali sorprese a non rispcttarlç, (V. J'.-cda bellica). Le norme giuridiche del rapporto di N. furono per hl pri,na volta solennemente affermate dalla Lega di t1e11tralilà armata, costituita da Caterina !I d i Russia nel 1780, e dalla successiva: costituita il r6 d icembre 1800, pure per rni,, iativa della Russia, tra quell'.lmpero, la Svezia, la Da11iLnarca e

la Prussia, con la enunc iazione dei seguenti

J>ri11cip1: 1°) Le navi neutrali possono navigare libcramcntc da porto .a porto e sulle coste delle nazioni in guerra; 2°) Ciò che appartiene a sudditi d i Potenze in guerra è libero s~ navi neutrali, tranne le 1nerci di contrabbando; 3°) Un porto è considerato come bloccato ,1uando la sua entrata è evidentemente dannosa i>er effetto delle d isposizioni prese da una delle Potenze belligeranti, n1ediantc navi da guerra situate in p rossiruità; in tal caso l'entrata nel porto non è permessa ai neutrali; 4°) Le navi neutrali non possono essere fermale che per g iuste cause e i n base a fatti evident i; esse devono essere g iudicate senza r itardo per le vie legali; 5°) La d ichiarazione dell'ufficiale comandante la n:wc o le navi da g uerra che accompagnano navi mercantil i, secondo la q uale il convoglio non ha a bordo alcuna merce d i contrabbando, deve essere sufficiente per evirare la vmta a lèordo; i comandanti delle navi da guerra riceveranno gli ordini più severi per impedire il traffico delle merci d i contrabbando. Questi principi incontrarono inizialmente una fiera opposizione da parte dell'Inghilterra, la quale in segu;to finì con l'accettarli nella guerra di C rimea; dopo d i che essi poterono essere per la prima volta solennemente consacrati nella Dichiarazione cli Parigi del 16 aprile 1856. Casi particolari d i N. sono queUi del Belgio e della Svizzera . Quella belga venne stabilita mediante il trat tato di Londra del 18Jr, concluso fra Italia, Austria, Francia, Inghilter ra e Prussia, le quali si impegnavano

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(arr. 5) a garantire I"i ntegrità del territorio del Belgio. dichiarato " eternamente neutro " . Su domanda dei diplomatici inglesi, la clausola deJl'.integrità del territorio belga venne cancellata od 1839. Quella della Svizzera, deriva dai trattati ciel 1815: le Potenze ne riconoscevano la N. perpetua, garantendo la inviolabilità del suo territorio, nel la considerazione che questa neutralità e inviolabilità, come pure la s1.1a indipenclcnz.a da qualunque influenza straniera, fossero cooformi a, vcn in,tcressi della politica europea.

Ne111ralità marillima. Questo problema nei tempi nostri fo esaminato nella conferenza di Varsavia del 1928, nella quale venne approvato uno schema cli convenzione in proposito. Nella conferenza d i Londra del 1930 tale schem a fu corredato da progetto ,he però rimase non approvato per la diversità cli vedute fra i vari Stati. La convenzione d i Parigi del 1856 era stata conclusa quando le mine facevano appena la loro comparsa, e non vi erano nè sommergibili nè velivoli. Oggi il blocco òa pante di forze aero-nurittime può esser posto a distanze grandissime . recando limitazioni sempre maggiori alle Potenze neutrali in una data guerra. Tanto che si è a ffacciata la tesi di abolire del tutto l;t visita e la cattura delle 1iavi degli Stati 11.<;:utri in alto n1arc, ossja si è affermato jl priu• cipio cle1la N. marittima. Attualmente (r932) si atte11d~ che una conferenza internazionale si pronunci sopra una tnozione presentata d ai delegati del!'Ita lia nell'ultima cou fcrcnzn, tcnura aò Oxford nel 1932. La mozione domanda che vcn.gn :_:ipprovata una nuo\ra Convenzione, nella quale le Alte par-ti contraenti si impegniuo: a) a non ammettere che uno Stato l'iell igerantc possa esercitare alcun diritto di visita sulle navi mercantili in allo mare; b) a stabilire che le azioni dei belligeranti al commercio marittimo debbano ,:sscrc risrrette alle acque territoriali e interne degli Stati belligeranti; e) a promuovere uu · intesa per fissare a tale fine il limite delle acque territoriali, tenuto conto delle condizioni geografiche e delle necessità della difesa. (V . anche Libertà di traffico marittimo).

Neutralità d'Italia (Trattato della). V. Vigevano.

Neutralizzazione. Rappresenta un minimo di cffccri da raggiungere col t.iro, sia di artiglieria che delle anni di accompagnamento della fanteria e dell'aviazione, in rapporto al risultato massimo, che è rappresentato dalla distruzione (V.). Colla N. ci si l imita a mettere il bersaglio (centri di resistenza, artiglierie, ecc.) nelle condizioni di non poter offenòere: scopo quindi piuttosto mo• mie o, per meglio ~i irc, fisio-psichico, che materiale . Jl t iro ò i N. si anwa sia jn offensiva, che in difensiva. In offensìva durante l'avvicinamento, l'organizzazione, la preparazione e l'esecuzione clc!l"attacco, sia in terreno libero che organizzato, nonchè nello sfruttamento del successo e nell ' inscguimento. In difensiva nelle fasi d i contropreparazione, di resistenza, d i contrattacco. Infine nei combattimcoti aven ti carattere particola~e, negl i abitati, sui corsi d'acqua, notturni, nelle strette. Passiamo ad esaminarli part itamente : Dm·ante. l'avvicinarncnto, può accadere che i nuclei avversari incontrati tendano anche essi ad avanzare; in questo caso alcuni cli essi si fermano momentaneamente per far fuoco, mentre altri ne approfittano per muovere rapidamente. Contro i primi si p rocede per N . mediante fuoco d i artiglieria (o delle armi pesanti, se non sono ben riparati) e successiva elim inazione. Nell'organizzazione dell'attacco i11 ten-e110 libero, l'artiglieria agisce per ottenere effetti d i N., o, quando i:

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necessario e possibilc, d i d istruz ione degli clementi a\"\'cr-

poter contare in ,1ualche misura wll'clcment0 sorpresa e

sari nocivi. La l'il., per riuscire efficace, deve essere ten1-

non vuole rinunòarvi, è. suo interesse che la preparazione.

pestiva e persistente; ad ottenerla tale non basta un breve concentramento di fuoco p er ogni obbiettivo , ·ma occorrono

sia quan to pii, possibile sollecita: pcrcltè siano realizzati, prima dello scatto delle fanterie, gli effetti all' uopo indi-

in genere concentramenti brevi, intensi e r ipetuti ; di qui

spensabili. Prograintna mini1110 : apertura de i varchi per

.l a necessità di iniziare il tiro di neutrali22.azione quanto più presto le circostanze lo permettono. In terreno otganizzato, la N., riservata essenziahncntc agli ekmenti animati della d ifesa, è fatta per solito durante l'ultima fase della p reparazione, col maggior numero di artiglierie disponibili, richiedendo una quantità di fuoco assai superiore che nell'azione io terreno libero, per la maggiore solidità dei ripari di cuj si vale il difensore. A tale fase deve segu ire immediatamente lo scatto delle fanterie . Durame /11 prepan1zione dell'c1ttacco, occorre che grande parte dcli 'aviazione d a ricogniziÒne sia messa a disposizione, anche temporanea, dell 'artiglierja, per accelerare l'individuazione dei bersagli, a disporre quindi di maggior tempo per .neutralizzarli durevolmente prima dell'attacco. Particolarmente intensa deve essere l'individuazione delle batterie e de i centri di resistenza avversaTi durante le azioni preparatorie dell'attacco, le quali , simulando !'.i nizio dd!'attacco stesso, provocano la reazione di moltissimi degli elemc1Jti di fuoco del difensore. La preparaz ione d'artiglieria non tenn.i na bruscamente nè conte1n poraneamente

la fanteria attraverso i successivi ostacol i materiali della posizione, sufficien te N . delle artig lierie e delle truppe della d ifesa. La preparai.ione d'artiglieria potrà dunciu<: variare fra . questo mUJimo, cd uo massimo, rappresentatn ùa una preparazione sistematica e completa, .nella quale , ferma rimanendo l'apertura dei passaggi per le fanterie, tutti gli altr i compiti sono spinti alla maggiore comple • tezza praticamente ottenibile, in relazione ai mezzi d i cui l'attaccante dispone . Nell'esec11zio11e aelt'attac,·o, scopo essenziale da raggiungere, per il favorel'olc sl'iluppo dell'attacco stesso, è che all'azione del! 'artiglieria su un dato elemento dell'av versario, segua l'azione di fuoco e di movimento della fanteria, prima che quell'elemento abbia avuco tempo cli riaversi. La fanteria segna i l ritmo dcli 'azione generale; la più completa abnegazione a suo favore costituisce <love.re da parte di tutti, Le artiglierie di corpo d'ar mata e d'arm2ta, dopo aver assicurata rispettivamente alla controbatteria ed all'interdizione la quantità di fuoco sufficiente per n13ntenerc neutraliz1,atc le artiglierie ed isolata la j)◊Si • z10ne di resistenza del difensore, portano i l maggior rin forzo possibile di fuoco a battere quest 'ultima, specie nei tratti più resistenti, o meno avanzati, o meglio defilati alle ~;servazioni ed al tiro delle artiglierie divisionali. Le prime mosse delle ço)o1111c d'attacco non di/feriranno notcvohn cntc da quelle che la fanteria ha compiuto durante il combattimento de!l'avanguardia ; giacchè l'insieme dei ccn• tri <l i resistenza nemici , ancora piutlDsto radi ed ,n parte neutralizzati dal tiro di spianamento, presenterà spesso interva ll i abbastanza larghi da pcrmellerc l'infiltrazione, mentre ancora persis te, sui centri rin1astì attivi, il tiro d 'arti~ glieria. 1mporta assicurare alla progressione della fanteria la maggiore rapidità poss ibile, senza esporre quest'arma a vani sacrifici, che ne deprimerebbero il morale e ne speg nerebbero lo spirito combattivo. Mezzi : in pr imo luogo l'intervento dell'artiglier ia, pronta alle richieste di fuoco dei comandanti delle colonne d ' attacco (od ai loro ordù1i se si tratta di artiglierie poste alla loro dipendenza) per neut.ralizzare centri di resistenza o gruppi di ce ntri avversari ancora attivi ; successivo spostamento del fuoco su altri centri, man mano che la N. dei primi è stata ottenuta; entrata in azione, a sussidio di quella dell'artiglieria od ù1 sua sostituzione , dei mezzi di fuoco della fonter,a , scgnatan1ente dei !anciabon1bc, i1npicgati a massa; pronta avanzata dei fucilieri sotto la protezione dell'uno o dell'altro tiro, o di quello delle proprie mitragliatrici pesanti, per portarsi a tiro di t romboncino cd in iziare di qui l'avanzata a sbalzi per gruppi, per serrare il nemico a distanza d 'assalto. In caso di impiego di ca,.,.j armati, questi avanzano al• l'attacco contemporaneamente su larga fronte, allo scopo di costringere l'artiglieria a ilisscminare il proprio fuoco. La loro azione deve essere sostenuta dal tiro di controbatteria e da intenso appoggio d'artiglieria, specialmente per neutralizzare i mezzi d'arresto del difensore. Nell'esec,izione dell'attacco, a mano a mano che l'azione ·di spianamento raggiunge una sufficiente N. degli opposti centri di resistenza avversari, gli elementi più avanzati del battaglione li occupano senza indugio, mentre jJ fuoco dell'artigl ieria passa ad investire altri centri meno ravvj. cinati, assumendo da quel momento le caratte6stichc del-

su tutta la grande unit~i, n1a sfun1a, prin1a su un tratto 1

poi su l'altro, nelle azioni singole dell'attacco. Più p,c• cisamcntc: man mano che l'attacco si pronuncia, la con• trobatteria dovrà spesso ancnuarsi per rinforzare le a7.Ìoni

proprie delle artiglierie divisionali: le artiglierie di medio calibro, g ià date in rinforzo alle divisioni, vengono da queste utilizzate per la controbatteria d'urgenza, per la N . dei centri di resistenza meno vicini alle fanterie, e, se pccorre, per la distruzione o la N. di ostacoli materiali. Mentre tutte le artiglierie che hanno per compito carat• teristico la controbatteria saranno all'inizio di questa fase inte ramente destinate alla loro azione nonuale, occorrerà che una parte di essa passi a rinforzare lo spianamento non appcoa sia stata ottenuta una N. delle artiglierie avversarie .sufficiente per dare alle artiglierie d ell 'actacco la necessa ria ljbertà d'azione. In corrispondenza dei t ratti ove si conti attaccare Goll'ausilio dei carri armati, la N. preventiva dei centr i di resistenza e la distruzione degli ostacoli non sono indispensabili, mentre è di g rande importanza la N ., o almeno l'affievolimento, dell'artiglieria nemica. La preventiva eliminazione dei pezzi di .artiglieria nemici predisposti per azioni di agguato non sarà sempre poss ibile; ta lvolta effetti di N. su questi pezzi si otterranno mercè on intenso appoggio di artiglieria, ,v iluppato a momen to opportuno sul tratto di fronte dove si pronunc1era l 'az,one dei carri: questi, impiegati a 111assa e di sorpresa, possono cosl abbreviare la preparazione, alleggerendone i compiti. La fanteria del primo scaglione approfitta d i questa fase per serrare sotto la linea di resistenza nemica, alla minima distanza possibile, compatibilmente con la necessità di non ostacolare il tiro di spianamento della propria artjglieria. Le caratte ristiche del terre no devono in ogni caso essere sfruttate dalla fanteria, per evitare di dover attraversare al termine della preparazione profonde zone scoperte, per procedere aIl 'attacco della linea di resistenza nemica; là dove ciò non fosse assolutamente evitabile, la preventiva N. degli dementi di fuoco della d ifesa dovrà essere particolarmente curata.

In teneno org11nizza.to, quando l' attaccante

ritiene di

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r l'azione di ap poggio. Sbalzo in avanti della fanteria cd allungamento del t iro d 'aniglieria debbono essere contemporanei. Ciò s 1 ottiene mediante particolari intese tra i comandami del battaglione e dei gruppi <li appoggio. L'intervento Jd rincalzo cli battaglione si esplica o mediante 5cavakan1c nto di una o più compagnie avanzate, o n1c-

diantc propria az ione, da svolgersi in direzione diversa da quella seguita sino allora dal battaglione. Esso è preceduto, sempre che possibile, da una preparazione di fuoco svolta dalle armi pesami e dalle arriglicric , il cui concorso deve essere richiesto per tempo. Appcn:t questo fuoco abbia raggiunto una sufficiente N. degli clementi avversari, il rincalzo ba lza all'attacco con la massima irruenza, per approfittare della scossa inflitta al nemico. I tiri molto obliqui , r iducendo notcvolmcnt·e la distanza di sicurezza, abbrcviauo il tr,1tto che il rincalzo deve percorrere col solo appoggio delle armi proprie. Nello sfmttamcmo del successo coll'impiego della divirione di seconda schiera, la preparazione è in genere assai breve e ridotta all'indispensabile, quando la cli,•isionc di seconda schiera interv iene oell'azionc offensiva a successo

cp

già delineato; deve essere invece prolunga ta, per assicurare una decisa superiorit:\ d i fuoco, quando b prima schiera abbia appena iotaccato la posizione di resistenza avversa ri.a. Si trattcdi, infaui, in questo secondo casoJ di neutralizzar<: numerose artiglierie e resistenze che sino ;i 1lora il fuoco ddl 'attaccante non è riuscito a dominare . Nell'inseguimento, principio generale è: avanzare ,Jo,·e si può senza peroccuparsi del vicino e senza timore di perdere il collegamento. La manovra sul fianco, resa possibile dalla contempora11ea N. col fuoco, riesce sicuramente e rapidamente cffic~ce. Lo sfor-w estremo . spinto anclic aU 'esaurimento,

esso senza che l'avversario se ne accorga. In ogni caso l'artiglieria neutralizza dapprima prevalentemente gli dementi rii fuoco capaci di ostacolare le operazioni di sbarco e di gittamcnto; passa qui:1d i alla protezione delle teste di ponte, mentre si intensifica la controbatte ria, e la interdizione isola, più ampiamente che 11011 la protezione, le zone di irruzione.

Nell'oscurità e 11ebbia, V. Nollc. - Ne/l'attacco ,. difes,1 ddle strette, V. Strette.

Neutri (Lega dei). Ne fu promotrice l'Inghilterra, durante la g uerra franco-prussiana del 1870-7L Essa mirava a fare il vuoto intorno alla Francia, in modo che resl'assc sola contro la Prussia, pensando che, legandosi alla Russia con la promessa d ' un 'azione comune, preverrebbe i segreti disegni di questa Potenza contro i l trattato del 1856, relativo alla neutralità del Mar Nero, e le impedirebbe inoltre con ciò di lasciarsi sedurre dalle offerte che la Francia le avrebbe potuto fare per averne l 'appoggio. Calcolo che non mancava di giustezza e di profondità, ma distrutto dagli accordi già presi dalla Russia con la Prussia, e che l'Inghilterra ignorava, accordi che la costrinsero a subire il t rattato di Londra del 13 m'itrzo 1871. Neuve-Chapelle. Villaggio della FnuKia, a ovest di Lilla. Rattag/ia di Nerwe-Chapellc (10-19 marzo 1915). Oltre alle grandi battaglie del 1915, d'Artois, di Champagne, d'Yprcs, sulla fronte occidentale europea se ne combatterono altre minori (offe nsive locali), sia per migl iorare le

è,. doveroso e largamen te rlcoin-

pensato. Nella fase di comroprepamzio11c, poichè è prevedibile che . la prima reazione del1•attaccante alla contropreparazione sarà. un intenso tiro di controbatteria, occorre che il difensore sviluppi ;il più presto una potente N. delle artig lierie avversa.rie; mentre la interdizione s i abbatterà a

ragion veduta su tu tti gli dc1ncnti non di artiglieria, costi ~ ruenti obiettivi vulnerabili c<l importanti, e la protezio11~ si li1nitcrà a rin forzare l'arresto, se cd in quanto ciò s ia necessario, per prolungare la resistenza degli clementi della linea .d i sicurezza. Durante la fase di rcsirtenza, o mano a mano cbe l'attacco si pronuncia, la contropreparazionc si trasforma gradatamente nelle varie azioni <l'artiglieria previste per la rcsistenz1 . La controbatteria si riduce via via a quanto basta per ma ntenere neutralizzate le ar tig lierie nemiche già rielette al silenzio, e per neutralizzare quelle più 111)cive- alle fanterie della difesa . Dura11te il contra,ttacco, è massima l'intensità dell 'azione neutralizzante contro gli osservator i del nemico, svolta dalle artiglierie disponibili per questo scopo. Abitati: L'attacco evita in genere gli abitati, e li neutralizza col fuoco d i artiglieria, il quale, quando si t ratti di abitati molto estesi, può anche ]imitarsi a bloccare le uscite. Di particolare utilità può riuscire l'impiego di proietti incendiari e fumogeni . Forza1nento ,.. difesa dei corsi d'acqua. Ndl 'attacco è alto essenziale quello di neutralizzare preventivamente ogni capacità di reazione da parte dd difensore. Nella difesa, l'azione dell'artiglieria è analoga a quella per l'attacco contro nemico sistem ato a difesa. L'inizio della preparaz ione segue o precede il traghettamento delle prime truppe, a seconda che si ritiene possibile o no l'effettuazione di

Battaglia di Neuvc-Chapcllc (191 s) 1, linea anglo-tedesca prima della batt:aglia; 2, linea inglese al ter-

mine della battaglia; 3, linea tedesca al termine della battaglia

linee, sia per preparare le più grandi battaglie sopraricordate, sia per esigenze varie del momento e del posto; ma che tutte dovevano concorrere ad impegnare i Tedeschi al massimo sulla fronte franco-belga, in modo da rendere meno efficiente la loro offensiva contro la Russia. A queste offensive locali (Festubcrt-Souchez-Ncuvillc-SaintWaast) va riferita la battaglia di Neuve-ç•,apcllc, combattutasi fra Inglesi (C. d 'A. Canadese e IV C. d ' A. britannico, facenti parte della 2 • armata britannica) e Tedeschi (VII C. <l'A ., divis. r3a e 14")-


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La fronte briuuinica. nell'inverno 1914-J 915 . an<lava da l canale cli La Basséc al mare, ed era stal<l molto attiva. durante la sosta invernale delle operazioni. per colpi cli mano e piccolissime operazioni, tendent i alla migliore sistemazione delle lince r afforzate . Il ma resc . Frcnch pensò che nel marzo 1915 già s'irnponCSSc una vigorosa offensiva in Occidente, dato che i Tedeschi attaccavano a fondo i Russi ; o ffe nsiva che mirava altresì a ravvivare lo spirito delle sue truppe, che il hmgo e snervante periodo di sosta nelle trincee aveva depresso. In attesa di poter svolgere p ili grandi azion i d 'accordo coi FranccsiJ decise pertanto ai primi d i marzo d i agire nella zona di N ., ove, durante l'inverno, non era stato possibile 1nigliorare h linea inglese. Dati gli ordi ni opportuni, il ro marzo s'iniziò l 'azione, tendente ad elim inare il pericoloso salie nte che le posizioni tedesche facevano in quelle inglesi attorno al vi llaggio. Le truppe ing lesi, appoggiate da artiglieria pcsautc francese, in questo primo giorno (JO 1narz.o) conquistarono il villaggio sudclctto e si spinsero V<'rso Aubcrs ,e verso il bosco d i Biez. Come accadde sempre nelle battaglie del 1915-16 (prima cioè dcll'a<lo7,ione <li metod i d'attacco razionai.i, e basati sopra un 'ini1,ialc: la rga d isponibilità d i r iserve) dopo il primo slancio la capacità offensiva degli lnglcsi fu esau rita : il giorno JT marzo g li attacchi inglesi progredirono lentissima mente; il 12 marzo anz i furono i Tedeschi a contrattaccare per rioccupare il villaggio. La 13" divis. tedesca agì contro N .-C. d a nord -est, la 14• da sud-est, mentre la 63 d ivis.

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sicchi: lo slancio dei Francesi non poti:, quel gioroo, progredire o ltre i 1nar.ginj . li 10 e l' r1 n,aggio la lotta infuriò d i casa in casa, di ,·ia in via . Il 1;,, gli ord ini francesi d iven nero sempre pii, pressanti, per conquistare ad ogni costo 'J\l., che, con la sua ostinata resistenza,

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1 1 sfruazfonc al

Battaglia di Ncuville (1915) 9 maggio; 2, situniiooe nl 22 maggio; J, situazione alla fine d ello battaglia dcli' Artois

·bavarese di riserva, gìu1Ha frat.tanto di rinforzo, si teneva pronta a sfruttare il successo. Ma gli lllglcsi non .cedettero il villaggio . La Rclaz.ione Ufficiale inglese nel primo dei due ,·olu mi relativi al 1_915 pone term ine alla battaglia cl i N .-C. col 1;, marzo, . cioè col fall imento dc! contrattacco teclcsco, e non vi include le p1ccolc alterne vicende, svoltesi, attorno a quelle posizioni sino al r9, calcolandole comuni ope razioni d i guerra di trincea in periodo d i sosta. lnvcce alu·i scrittori comprendono in que,ta battaglia tutte le azioni sino al 19 marzo, azioni però che non modificarono sostanzialJJien tc b situazione del 12 sera. Perdite tedesche :

~!cune migliaia di 1norti ,

r:2 .000

feriti, 30 ufficiali e 1657

uomini d i t ruppa prigionieri; per<litc inglesi: 190 ufficiali e 2237 uom ini d i truppa morti, 23 nfliciali e 1728 uomi ni di truppa d ispersi.

NeuviUe-Saint- Waast. Comune della Francia, nel clip . -del Pas-de-Calais .

Combattimenti di Ncuvillr (9-22 maggio r915). Rien trano nel più complesso quadro dell'offensiva d'Artois della primavera 19r5 la quale aveva per iscopo quello d i tener impegnate quante più forze tedesche fosse possibile sulla fronte occidentale europea, in modo da alleggerire la pressio ne degli Imperi Central i contro la Russia. Durante la battaglia d·Artois, il XX C. d 'A. francese, il 7 maggio 1915, e bbe ord ine di procedere all';tttacco d i N ., in armonia co n tutte le altre azioni offensive i n corso <li svolgimento. P reparata l 'azione con cura, il ·9 maggio, àlle ·o re 3,30, i Francesi mossero all'attacco d i questo villaggio, agendo da ovest colla Il 3 d ivis. e da sud-est colla 39•. Dopo aver superato le pri me forti resistenze nemiche alla fattoria della Targette, alle ore II,30 dello stesso g iorno i F rancesi raggiunsero i margini ovest e sud del villaggio, occupandone il cim itero. L'abitato però era stato po tentemente sistemato a d ifesa dai Tedesch i, con -case e cantine trasformate in fortilizi e camminamenti coperti che consenlivano i mov imenti nell'interno d i esso;

impcdi,·a i prog ressi ,·crso q uelli che cr,rno gli obiettivi de lla battaglia d'Ar tois . Lentamente, ostinatamente, i Francesi nei giorni 13-14-15 maggio p rogred irono nell'interno del villaggio . Ricevut i rinforzi, il_16 riuscivano già a occupare buona parre de l conteso villaggio, fin che il 21 mag. g io il XX corpo frnnce$e veniva inviato nelle retrovie a ricostitu irsi. Le azioni suddette costitu iscono i comb_attimcnti d i N . che ebbero il loro ul terio re svolgimento. co me detto ;;d ;-1,-tois (V.).

Neuwied. C ittà della Gcrmru1ia. nella presicleoza di Coblcnza, sul Reoo, poc() distante dalla con fìucnza con la Wied. I. Combattimenti di 'N euwied (r795-1i96). Appartengono alle guerre della Rivoluz io ne francese. Durante la prima Coa liz io ne avvennero nelle vicinanze di N. parecch i combattimcnri : 1 Alla fine di agosto ciel 1795 alcuni reparti dell'esercito francese d i Sambra e Mosa eseguirono d iversi lavori per il passaggio del Reuo, di fronte a N. , per distogliere l'attenzio ne degli Austriaci dalreffettivo punto del passaggio , presso Diisscl do rf. Ma no n si venne a seri combattimenti con gli Austriaci del conte Wartcnsbcben che si trovavano a N . Essi evacuaro no N . a me tà settembre, dopo che la loro ala dr. e ra stata ù buttata cont ro la Lahn d ai Francesi. In seguito l'ala d r. dell'esercito di Sambra-Mose passò il Reno a Neuwied,. Quando, nelrotto brc dd 1795, l'esercito dì Sambra e Mosa ripassò il Reno, l'ala dr. si va lse ancora dei ponti presso N. e vi stabilì subito u na testa d i ponte. Il gen. austriaco Boros, nella notte sul 30 ottobre , prese l'isola di N icdcnvcrth fortemente t rincerata e difesa da 700 u. , e costrinse i Francesi ad a bbandonare la testa di ponte. A l principio d i giugno r796, una g ran parte dcli 'esercito francese d i Sambra e Mosa attraversò d i nuovo il Rcao a N., dopo che gli Austriaci, in segu ito al successo dei Francesi sul Basso Reno. erano stati costretti alla

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rili rata dictrn la La.hn; il 19 giugno l1uci reparti

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ritor"

narono oltre il fiulllc. Col terzo attacco d i Jourdan, tre d ivis . [urono nuovamente respinte sul passaggio d i N . I loro granatieri, nella notte sul 2 lug lio, traversarono ii Rtno su imbarcazioni e dopo viv issjmo corn.battit11cnto c.:t(-":iarono gli Austriac i dai trincerame nti presso N. La co-

5lruzionc dei ponti e il passaggio \·enntro poi èscguiti senza a !tra interruzione. Nella ritirata N . fu occupata d ai Francesi. Un attacco austriaco sferrato i l 29 settembre fu respinto. D urante l'annistizio che seguì, la città rimase 11cutralc ..: la testa -<l ì ponte in m:tno dei Francesi.

NEV

su Altcnkirchcn , non si trovò <li fronte che qualche d istaccamento che disperse facilmente, e nella serata dello stesso giorno si ricongiunse al grosso. In (]Uesta giorn:1t~1 g-l i Austriaci perdettero 4000 u . t ra morti. feriti e pri ~ionieri, e "'1.7 cannonj ,

Neva. Fiume della Russia Europea . emissario d el lago La<loga: sbocca nel golfo d i Finlandia attraversando Lc ningr.1do .

llt/tt11glia mll<t /V('va (15 luglio 1240) . Regnando in Novgoro<l Alessandro, figlio del g randuca Jaros!av, un esercito scandinavo. capitanato dallo svedese )arl Birgcn,

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I

Combattimento di Ncu\Yied (1796)

l i. Comba1timu110 di Neuw,ed (1797). Appartiene alle :guerre della Rivoluzione francese . Ii k!dtnarcsc. austr iaco

,vcrncck , avuta not.i1,ia che i generali fran~esi Hoche e Charnpionnct nella notte dal 17 al 18 aprik avevano pa,sato cor1tcn1poranearoen te, il primo la Sicg, cd il secondo il Reno, decise di aspettare Championnct sulla \Vini, nelln

si moss~ contro Novgorod. Sembra clic una bolla papale spingesse costui ad intraprendere una Crociata contro i Russi eretici . È verosim ile che la Crociata sia stata diretta contro j Finni ancora pagani stanz iati sulla Neva e sul Ladoga, i quali e rano tributa ri di Novgorod e i cui territori la c ittà non !)Oteva in nc~sun caso ;ibbandonarc.

speranza che la divisione K ray avre bbe potuto resistere per qualche tempo nella sua posizione cli N. Questa posizione cn1 assa i forte, appoggiandosi <.:On ia sr. al Reno <: (u1 1 Li d r. al villaggio d i Hed<lcrsdorf. sol i,!amente trincerato . .Sci ridotte ne coprivano la fronte e t re alrre d ifendevano la piana che si stende tra la Wie<l e la ,tracia d'Iscnbu rg. Ma, data J•enormc ~upcrioritlt dei Fr:mccsi, era naturale cbe g li Austriaci si sentissero poco , icuri: ed infatti la loro resistenza fu ancora più corta di quanto si poteva supporre, Alle 8 del mattino, Grenier e J..debvrc shoccand o dalla testa d i ponte sotto la protezione delle proprie artiglierie, si · portarono, il p rimo su Hedckrsdorf. -cd il secondo su Tugers . Quest'ultimo villaggio fu preso r~lp id2.mentc insieme a una 1·ido tra vicina. cd i l nemico ripiegò su 13endorf; dove oppose una resistenza piè, ener-

Tuttavia su questo punto la tra<liziorn.:

gica. Ma anche di qui venne ~loggiato e si diede aBa

1•Asia orienta le scoprendo la foce dcli' Amur e piantandovi b bandie ra russa nel 18;0, sul posto dove èostruì un forte intorno al quale sorse la città di N icolaicvsk. Ii N . la mise in stato di d ifesa nel t854, allo scoppio della g uerra cli Crimea, conccDtrnndovi Kevcls koi Guennadi tutte le navi russe del PaciI' fìco . L 'ammir. in glese Ellist, a ca po di navi ang-lo-franccsi ve le bloccò, ma nou avvennero combattimenti. Prorr1osso ammiraglio, il !'il. t0rnò in patria, dove sc risse un volurnc <li (< Me1noric )).

tuga jnscguito d ai cacciatori d i Richepanse, che foccro nun1crosi prigionieri . Nel frattc1npo, Grenier s'era impa· -d ronito di Hcddcrsdorf , rna era stato arrestato nella sua avanza ta d alla prima ridotta della seconda linea, dove i difensori tennero testa per lungo tempo, per dar modo alle u-uppe battute <li eseguire la 1oro nt1rnta senza esser troppo molestate. Dopo che anche questa ri-dotta fu p resa. 1-loche portò sollecitam ente la divis. di Grcnier e g li ussad di Ncy su Dierdorf, . e, nel pomeriggio, p:ombò sul corpo agli o rdini immed iati di Wcmeck . Questi, sorpreso d i vedere i Francesi g iungere cosl presto da queìla parte, o rd inò i mmediatamente la ritirata in direzione d i Hachen hurg. In conseguenza Championnet> che nveva marciato

r tt$S3

ha carattere

leggendario spiccato ed è in contraddizione coll'u lteriore contegno d i pap.i Jnnocenzo lV. Gli Svedesi sta\'ano per marciare sul Ladoga, quando l'esc rciw di Novgorod si mosse loro incontro sotto la con do tta dell 'e nergico granduca Alessandro. Avvenuto lo scontro sulle r ive ddb Neva. Birgcr fu ferito e la sua ar.mata di.spers~1 in ruvinùsa sconfitta. l11 seguito a questa viuori a A lessandro fu chiamato « Nerski ,, (il vincitore sulla Neva) . Gl i Svedesi fu. remo così cacciati dalle sponde del golfo di Finland ia.

Neve. V. Agenti .4.tmosf,:ri,i. N evelskoi (Gaerwadi lva11011ic) . Generale russo (r813187'i). Esplorò le coste <lel-

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NEv

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Nevers (anr. Noviod111wm). Città della Francia nel dip. della Nièvrc, sulla conAuenza della Ni<:vrc con la Loira. Ern una città degli Edui, situata in forte posizione. Aveva un 'arnica cinta <li mura, di cui ora restano

i rup

,kri. costruita nel XII secolo. Capitale d i contea nel secolo. IX, divenne indipendente verso il 1000. Fu asse.liata nel 1017 da Montigny, che si ritirò in seguito alla morte di Concini.

Assedio di Noviod,1110 (52 a. C.) . Appartiene alle guerre cli Giulio Cesa re in Gallia e fu intrapresa <la Cesar<: in persona. lo\'estita la ci tt:ì, vennero da luj ambasciatori a

chiedergli il p.-rdono e la vita. Cesare accettò, ma a condizione che g li si consegnassero arn1i cd ostaggi. E men~ tre alcuni centurioni con pochj k:gio11ari erano già cr\tr~ni in c ittà per eseguire ogni cosa, appa.rvc la cavalleria d 'av:inguardi~ dell •~sercito e.li Vcrcingetorigc, capo delb sommossa. il quale, lO!to l'assedio a Gorgobina era corso in. aiuto <li f..'. I terrazzani allora, reputandosi già salvi diedero <li J>iglio alle armi , chiusero le porte, e salirono sulle mu ra. Ma i centurioni romani, sguainate le spade, occuparono le porte e fecero rjtirarc i_ loro sani e salvi. Cesare intanto fece ciscire dal campo la cavalle,·ia romana , la quale si azzufrò con quella dei nemici, ,na, avendo ,·isto che la sua aveva la peggio, le mandò in aiuto circa <]Uattrocento cavalieri della sua guard ia. Ali 'urto d i quest i i Galli non seppero 1eggcrc e con grandi perdire ~i ..ritrassero .Presso Vercingetorige. Sbigottiti da questa rotrn, i cittadini d i N . presero coloro che avevano ...ommoss:1. la plebe e li consegnarono a l.esarc ; in cfi si i

,1rrcsero.

N,·11ers (Fn111ccsco l di Cl~vcs, duca di). Capitano francese (1516-1562). Nd 1537 combatte: in Piemonte sotto il maresc. <li Montmorcncy. Sotto Enrico II, comandò l'es.e r.:ito inviato in Lo,·ena e partecipò 'alb d ifesa d i Met7-. Nd 1553 fece la campagna cli Piccardia e nel 1554 quella di F iandra . Nel 1555 ,·espinse dalla Champagne il principe <li Orange. "ìel r557 a San Quintiqo salvò l'esercito trnnecse da u,i completo disastro. Svc-utò la congiura di Amboise · contm il re e fu governatore della Champagne e dì Bric.

Nevcrs (Luigi di Go11zag11, duca di) . Capitano francese (1539-I595). Era figlio d i Federico II, duca <li Mantova. Si segnalò nelle guerre contro gli Ugonotti. Lasciò un ,-olume di « Memorie ».

Neviani ( fio). Generale medico, n. a ~fodcna, 1n. :i Bologna (1851-1924). Sottot. nel 1874, ve1ùva collocato in P. A.. col grado di tcn. colonnel lo nel ·1903 e promosso colonnello nel 19n. Nel 1915,

richiamato jn. servizio, fu direttore dell'Ospedale mii. d i Bologna e si occupò dell'organizzazione della rete di Ospedali che ,Ia ll 'Emilia-Romagoa giungeva sino .agli ospcdalerti )..icviani Pio del fronte, Nel 1917 d ivenne presidente del la vr Commissione centrale mii. e nello stesso anno fu promosso mag?" generale 111ed ico.

Neville's Cross. LocaJ.ità dell 'fnghilterra nella contea <li Ourham, presso a questa città.

Batt<lglia di Ntvillc'., Cros; (1346). ,\ p particnc alb guerra dei Cento Anni. li re: . David U di Scozia, volendo vendicarsi di torti ricevuti da Edoardo li! <l 'Inghilterra, fu assecondato da rutta la nobiltà scozzese e riunì a Pcrth un esercito di 33.000 u. Penetrato od Cumbcrland, s'impadronì della fo~tczza d i L yddcl e portò la dcsolazion<: nelle campagne delle contee di Durham. Intanto un esercito inglese d i 12.000 u. il 17 ottobre 13-16 si ava□zava co11tro gli Sco7,zesi, deciso a cacciare dal territorio gl'invasori . Gli fnglcsi procedevano in ordine di battaglia e si 3rrcstarono sopra uu altura vicino a N. li re David. informato dell'approssimarsi del nemico, ebbe appena il tempo <li Jiord inare le sue tru ppe. Gl i arcieri inglesi com inciarono subito a bersagliare Ja cavalleria scozzese, 111::tI disposta sopra tcrr•~no disagevole, rot to da fitta vegetazione. Le frecce scagliate dagli [nglesi rnisero ben presto, in d isordine la cavalleria scozzese; i conti Kcith e' Moray caddero so~to i loro colpi e l'ala dr ., comandata <la questi cava lieri, fu messa i,1 rotta; l'ala sr. non oppose clie debole rcsiit=za. I nobili scozzesi, riconosciuto il pericol.o, formarono un cerchio per proteggere la ritirata del re,. ma questi, animato dal proprio ardire, sdegnò di darsi alla fuga e continuò a combatte:-c fino a che, ferito due volte, fu sbalzato di sella. Un nobile inglese si gettò su l principe e con l'aiuto <li al tri gentiluomini accorsi se n<: impadronl e lo condusse prigioniero nel castello di. Oglc. L<: perdite degli Scozzesi raggiunsero i 15.000 LI. ; i resti de l loro esercito, raccolti dal gran siniscalco, si ritirarono a Lydclel. 1

Nevralgie e nevriti (Medicina Lcg"le Militare) . Sinromn caratteristico delle nevralgie ~ i l dolore insorgente lungo iJ ,1,.kcorso <.l i un nervo di senso o un nervo misto, dolore continuo sul quale s'innestano dolori parossistici più violcmi sotto forma di accessi . Quali sintomi accessori possono aversi modificazion i della sensibilità cutanea (ipercstcsit.:, anestesie, parestesie), disturbi v:1somotori 1 cfisturbi t rofici, ccc. Nelle nevralgie d i lunga durata si hanno anche alterazioi1i dello stato generale con deperimento per la perdita del sonno e dell'appetito, e perfino disturbi psichici. Le nevralgie si distjnguono in funziona!; o nevrosichc ed in ncvritichc; nelle pri1ne mancano alterazioni anatomo-patologich'e a carico <lei tronco nervoso colpito_ mentre nelle 'seconde si svolge un processo flogistico~ c ioè una vera e propria nevrite, con conseguente prognosi molto più grave. Nelle nevriti di nervi motori e trofici si han □<> paralisi cd alterazioni d istrofiche. Se son colpiti molti nervi ad un tempo, si ha polincvrir.c. Caus~ patogenetiche delle suddette affezioni nervose sono: le infezioni acute e,

li

..:ronichc, l'anritisrno, le intossicazioni, le ferite, 1a com• pressione <la lesioni ossee o articolari, gl i ancurjsmi, ecc. Le nevralg ie che più comunemente si osservwo nella pra-• tica m ilitare, sono !J"f ordine d i frequenza la sciatica, le nevralg ie intercostal i e quella facciale (prosopalgia). Se verifica qualche caso di simulazione, specia lmente nei riguardi della sciatica reccnrc; in t,i l caso il perito terrà ben presenti i criteri clin ici e sottoporrà ad una prolungata osservazione il wggetto. Nei casi sospetti si è consigliato l'uso della corrente faradica, colla quale potrebbe guarire la sciatica gen uina, 1nentre, in caso di sciatica non genuina, iI soggetto si d ichiarerebbe guarito per sottrarsi àll 'uso della corrente, la quale è dolorosa; l'esperienza però dimostra che il vero simulatore si adatta alla corrente faradica, lasciando il per ito nell'incertezza. L'art. 24 dell 'Elenco A considera quali cause di inabilità assoluta al scrv1z10 militare, nei riguardi delle suddette affezioni, « le ma latti<: o rganiche del sistema nervoso periferico cd i loro


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<·,iU g~.:i"i e hcn manifesti »; nei casi n1c11n evide nli, di gravid e di prognosi incerrn, previo accertamento in 1111 ospedale militare, t rascorso, ove occorra, il periodo della rivedibilità. e, nei mi1itari, dopo infruttuosa cura e i prescritti periodi di licenza. Le nevriti riconosciute dipendenti da causa di servizio, cd i loro esiti permanenti. dionostratisi rilJclli ad ogni curn, sono ,iM:ri vibili alla sesta categoria di pensione .

Nevrosi (.\lcdiciua Legai<· Jfìlirare). Tra le psico-ucnosi ,. frequente fa nc,•rastenia, caratterizzata <la stigmate fun 1.ionali e psichiche. Dal punto di vista medico-legale si devono distinguere due forme: la nevra:.tenia costituzionale, che si manifesta alla pubere:\ senza causa proporzionat.1 e la nevrasteni.i acquisita, provocata da tulle le cause psichiche e somariche capaci di stancare e <li esaurire il ,i,tcma nervoso. Frequente è pure l'isterismo. Nel militare isterico la condotta risulta improntat::t a un interesse per• sonale; facili le simulazioni di affez ioni, faci li i finti suicidi. ecc. Per \Ùmoli cmoti, i f>Ossono determinarsi es.1cerbazioni motorie con attacchi convulsivi, cbc si diffcren tiano facilmente da quelli epilettici (V. T:pilc..sia) e sono contrasseg nati da caduta 11011 improvvisa , <la convulsioni clonichc coordinate ad uno scopo d'interesse individuale, da ~oscienza obnubilat<1 nelle ultime fasi, .ta riflessi pupil'3ri e corneali intatti o poco modificati, da memoria quasi intatta. ccc. Gli accessi volgari <l'isterismo sono· con facilit:\ imitati. m.1 il veto isterico ba le srig matc funzionali, ereditarietà spesso similare. il caraucte isterico, epperì, l'isterismo non può simularsi nè dissimularsi. I veri sonnambuli sono ancstcsici. banno sguardo fisso, inesprcssi"o, -,uno ora silenziosi , ora p:1rlano o gridano. mentre i fi1ui hanno sensibilitil e sono tcatrnlj e ridicoli nelle movenze e "elio sguardo. Degne di menz ione sono k nevrosi traumatiche, cioè quelle insorte in seguito :a traumi in soggcui che abbiano la predisposizione neuropsichica; se ne ,listinguono tre varietà cliniche: sindromi nevrasteniche. sindromi htcrichc e sindromi ipocondriache. Nei combattenti, in SC!,1\lito ad emozion i più o meno violente per ,peuacoli terrificanti od a scoppi di grossi proiettili, si possono manifestare nevrosi traumatiche, le qua1i possono attribuirsi al faltore emotivo, a quello commotivo cd infine .,1 fattore a.1tcnio, i quali pioì spesso ,i sommano; cosl SO• ,·eme un lungo periodo di astenia può precedere una emo,.ione, come un periodo più o meno lungo emotivo può precedere un ·astenia o un trauma commotivo. In base all'art. 28 dell'Elenco A sono causa d'inabilità nssoluta al servizio militare « la neurastenia costituzion:1lc e l'isterismo g rave cd associato ad cvidemi gravi anomalie del carattere, previa osservazione in ospedale »; le forme acquisite di nevrastenia e le forme meno graYi di isterismo, trascorso, ove occorca, il periodo della rivedibili!?, , previa osservazione in un ospedale militare, e nel militare rlopo in fruttuosa cura ed i prescritti periodi di licenza. Le ne\'fo:.i riconosciute dipendenti <la causa di servizio, sono ascri,·ibili alla nona categoria cli pensione, a meno che per la loro gravità non siano da equipararsi alle inf,-tmità d i cni ;illc categorie prccedcnù. New (Lo11do11, Madrid, Orléa11s, York)- V. Nuova ..... .>

New Berne. Città degli Stati Uniti. nella Nuova Carolina, sulla Neuse. Venne fondata nel 17ol <la emigrati i;vìzzeri.

Battaglia ,li Nct11 Bcmc (1863). Appartiene alla guerra di Secessione. I Confederati avevano fortificato adatte po· S1z1oni a sud della città, con trincee armate di 19 cannoni da campagna, e con forti armati di 4r pe1.1.i di

grosso ,-.d ibro. Sul tiu on.: :\lcus<- avevano c;,cgu iro uno sbarramento mediante cavalli d i Frisia piantati ~11I Condo, e con le pun,c a tio,· d ·acqua foderate di lamiere di ferro e collegate a 32 torped111i. Lo sbarramento era appoggiato al forte Thomwn e completato con l'affondamento di 24 velieri. Le truppe. 7-8000 u., erano al com.indo del brigadiere gen. J!rnnch. Contro questa posizione mosse una Botta federale di 17 piccole na,·i, al comando del commodoro Goldsborough. ,eguita da un centinaio di trasporti, sui quali avc,·ano preso posto 17.000 11. di sbarco, comandati dal gen. Burn side. ru deciso cli forzare i l passo con le navi , attaccando contcmporaneaJncnte le trin.:ee confederate. A tal uopo. le truppe sharcarono a 10 miglia a valle di N. R. il 12 marzo e a,·an4aro•10 luogo ,l fiu,nc par.illelnmentc

Battaglia di New Berne (1863)

1U\I. li 13 l,1 rlotta del Goldsborough iniziaYa il fuoco e il comn1odort> si gettava per primo con la sua nave, la «Delaware», contro lo sbarramento. All'urto esplodevano le torpedini, che arrecavano alla nave dan ni insignificanù. Il fuoco della flotta, liberato cosl il passo, si cQncentrava principalmente nd forte Thomson, fortemente armato, e lo sma1itcllava in brevissimo tempo. Frattanto il flurnsidc attaccava i lrinceramcnti, con la <livis. Reno a sr. e la clivis. Fostcr a dr., appoggiata al fiume. La resistenza dei Confederati fu infranta cd essi, dopo cli avere perduto 578 u . fra m. e feriti, e lasciato 300 prigionieri nelle ma,ù degli assalitori, si rit irarono incendiando nel passaggio la citt:ì. T111re le loro artiglierie rimasero nelle inani dei Fc<lerali.

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Newbury. C:iu,ì dcll'ù1ghilterra nella conte.i del Berkshirc.

Co111batti111emi di Newbury (164:~). Appartengono alla guerra civile in In)!hiltcrra tra Parlamentari e Regi. Dopo le , ittorie riportate nell'estate del 1643, i var~giani di Carlo çi credettero alla "igilia di un successo definitivo. Tuttavb il re, non potendo indurre la totalità dei capi del suo esercito a intraprendere l'assedio d i Londra, si risolvè ad attaccare Gloucester. li conte d'Essex, avutone a\'vi1Q. ,i portò rapidamente contro i Regi ed al suo arrivo gli assedianti furono eostrctù a ritirarsi. Allora, approvviginnata la piazza, riprese l:1 via per Lon<lra, m:,


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a 1V. ~i trovl, d i fronte l'esercito regio disposte, a con • te ndergli i l passo. fl 20 settc111br c l643 s'ingagg ièJ il com~

New Market. Vilbggio degli Stati liniti, g inia, nel bac ino dello Sh e nan<loah.

battimento ch e durò a ccanito fino alla mezzan otte, poi i due eserciti aspenarono il giorno s ul campo d i battaglia . , \ I levar del sole, Carlo , riconosciute le perdite subite, si ritirò su Oxford cd il conte d ' Esscx , i diresse a Londra dove ricevette o no, i trionfali. L 'anno seguente. il 27 o tto bre, dopo la vittoria d i Morston Moor, le t ruppe parlamentari, comandate del conte d'E;,sex . r iun itesi a quelle d i \Valler e d i Manchester, si scontra rono nuovamcot<." ...::oi Regi nei p ressi di lV. , riprendendo lo ro a lcuni p ezzi -ù 'artiglicrja perdut i in scaramucce p re cedemi. Carlo potè ritirarsi su Wollingford senza alcuna molestia, percl,~ Mand 1cster, malgrarlo le pressioni di

Combattim,1110 di New Marl,ct (1864). Appartiene alla gue rra di Secessione . f Federali . agli. ordini Ji S igel (1 d ivi., . di. fante ria e r d i cavalk r ia , circa 6ooo u. , o:i 22 cannoni) avt·vano preso posizione J i_ fronte a f\l . 1.,1 ., con la dr. appoggiata allo Shcnand oah e la sr. a l rnscdlo Smith . l i r5 maggio i Confederali vennero all 'a ttacco dcli.i posizione con 2 brigate <li fanteria, il corpo <lei Cadetti

Crornwell, non cscgul l 'i nseguimento clel k truppe battute.

Newcastle (Guglielmo Cavc11d!sh, d11rn di). Gen erale inglese (1596-1676). Partecipò a lla lo,t-1 rnnuo i Parlamentar i, ch e batti: nel 1(i42 . Ba ttuto a sua volta l' anno seguen te riuscì ancora a prevalere . occupando q ua~i rutra

nella Vir-

di Lcxing ton . una brigata <.li ca\'allcria: in tutto circa woo u. con t re b tr. d 'artig lieria. Erano comandati dal

i<en. Brcckirnidgc, i l quale, g iunto presso i l Yillaggio di N . M. e spiega te le sue forze . si avvide eh,; i F edera!i nYev~1no

trascuralo di ocçuparc uu'altura sulia !oro sr. .

oltre il torren te Sm ìth. Inv iò LOsto quivi parte dell'arei .. glieria agl i ordin i d i Mac Ciana han. e la fece sostr nc r<· dalla b rigata di cavalleria (gcn. Imbodcn). li fuoco d i queste t ruppe impegnò l'ala s r. dei Federali, mentre egl i avanzù con tro lo :,;cbicrarnento federale, di cui attaccò la d r . con la b rigata \Vharton. Questa riusd :-1 travolgere gl i av versari e si d ircs~c contro il centro 1H::rnicu, 111 a

BAìTL EFIELO Of'

fu arrestal:1 dal fuoco di una grossa batteria . li gen . Breck.iuridgc lanciò Sll ques ta il corpo degli allievi mili-

NEW MARKET,VA. ..11 fay Jli, 186-1-.

tari del collegio di Lex ington, 227 ~ iovanetti , .i quali ~ lasciando sul terreno un t:crzo <lei loro, ri usci1·ono ad impossessarsi dei pezzi nctnici. Sigd f u l:c..lstrctto a ritirarsi d ietro .il Ct:dar Crcek , dopo d i avere perdu to 6 cannoni, e 93 morti , 552 kriti e .r86 ('rigion ic ri. Le perdite ,ki Con fedcrati ammontarono .l ..~ ~ morti, 52.2 feriti e 13 dispe rsi .

Newton Butler. Borgo dell'Irlanda. presso il lago Eroe. Battaglia di Newton Jì11tlcr (marzo Appartiene a ll a lotta fra Cattolici e P rotestanti nell'Irlanda . I prim i erano al comando di Macarth y e am1n ontavano a circa 5000> con 7 Gmnon i. I Protestanti, com andati da \1/ùlsdcy, erano circa. 3 0 00,. senza ar~glicria. I primi, avcvan<J preso posiz io ne a un m iglio da iV. H. <>i p iedi d i una co llina, dav;ulli alla q u a le si stend eva terreno pal udoso attraversato Lia un argine. L ·artig lieria. sjtuata in Jnùdu da battere f'a rgiuc, non 1iusd a i1npcdirc- che k. fontcril' di \Volsder 1 589) .

Cornbattimento cli New l\Jarkct ( 186,f}

la conrc,1 d i York e ponendo l'assed io a I-I u li . Le vicende ' cldla g uerra lo costrinsero poi u r iparare su1 continente, donde tornò io patria sotto Carlo lJ , dal quale ·venne fnrcn duca .

Newchwang. Citt:ì della Manc iw-ia, presso lo Sba-hu, a sud di L iao Yang. Durante la gue rra cino;giappo ncse il gcn. Nozu, con 3 d ivis ., forte <li 25.000 u. 1nossc i1 4 marzo 18y5 contro N. occupa ta da 20.000 Cinesi al ~ornando tlcl gcn . \Vu. D i,•isc le p roprie forze in 3 colonne, ;ilk !O iniziò l'azione bo m ba rdando le opere campali d el nernico. Concentrando poi l'offe ns iva sul fronte nord--cst della c ittà, d ove i Cinesi e rano meno forti, in bre ve occupò le posizioni e si spinse nell'abitato uve ebbe prin cipio una vio len ta b attaglia per le vie . Solo dopo là mczn non c i Giapponesi r iuscirono a vincere k ultime resiste nze <lell'avve rsario. I C inesi cbocro 200 moni e 2000 fer iti ; i Giapponesi 180 morti e 342 fer iti e catturarono 16 canno11i e vasti magazzini. Fu '-:lucsta l 'ulti 1n a azione i111 . portante della guerra, a c ui successero poco <lupo l'ar mis tiz io e le t rattati,·c d i pace.

lo p:is~~;Hsf'ro risol utaffH.:ntc . E~::,C ~, slanciarono sui pezzi e

li presero n1assacraudnn<.: g li artig1icd . Subito dopo ::l\'anzù la cavalleria protcsrann: e si slanciò alla carica conm, ,1uclla cattolica , ]a q ua k non attese J' urr,, e si , licdc alla fur:a sbandandosi. Allora anche la fanteria ~li Macarth\' tc;~tò di salvarsi con la f uga 1 nw i. Protestanti fec~r~ strage dei fuggiaschi, dei quali

11c

massacrarono 1500

e

catturarono 400; altri 500 Cattolici annegarono nel lago Ernc. l Protestanti non subirono che la pcrd irn di ì" uomm1 .

Ney (Michch') . Maresciallo di F ranci;i , r769-1815) . Par tecipi> a tutte le c a mpagne <icl la Rivoluzione e dcli ' Im pero : d ivenne generale di b rigata nel 1796 e maresciallo di F ranc ia nel 1804- Si d ist inse grandc·men te n el le operar.ioni contro Ultna, gt1adagnan<lovi il titolo <li duca di Ekhingen ;

t.'

poi nelle s ucl:cssivc catnpagne in Gcn na nia


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Nrn

50) -

e nclh Spagna, tna, soprattut to, nella -campagna d i R-ussia, dove gnadagnò il titolo di principe della Moscova, Si battè nelle cam pagne del 1813-r4, poi aderì ai Bo rboni. Tornato N a poleo ne si u nl it lui e combattè a \Vaterloo, - ~ - --··· Alla Restaurazione, fu d alla Camera ,lei Pari con<lannato a m orte e fucilato. Era stato sopr::innominato dai suoi con1pagni crarme 1r jl br.'lvo dei

hravi >i . Ncy Michele Luigi Felice , principe del!" 1ì1oscova. , Generale francese, figlio di Michelc- f1803-1-857}.- Ser•"Ì- dappnma nell 'csercito svedese. Passato ia q ncllo francese, partecipò alle guerre nell'Alger ia. Ney Michdc C<)IOl)ncllo nel 1849, dive nne generale e fu nominato scnaro re nel 1852. Scrisse: « Su lle Rcgg<.:11z.c in .G'rancia )> e e< Ricordi di una carnpagna d'Africa n.

ri.;o al ,:en. Prideau x <li prendere N..-, cd egli, a tttavcr.sato il lago d i Onta rio alla testa di numerose trup pe, prese terra a circa tre miglia dalla fortezza e vi pose l'assedio. E ssendo subito rimasto ucciso da una bomba durante l'assedio , [u sostituito dal gen . Jo hnso n. I F rancesi radunarono forze consitkrcvoli togliendo le dalle g uar.njg io ni vicine e attaccarono gl,i assedianti; ma, essendo stati abbandonati ùag li Iudiani, furo no costretti a ritirarsi . Questo combattimc11to decise delle sorti della fortezza; g li assedianti avanzarono le loro o pere fino a 300 piedi dalle mura, e la g uarnigione, vista inutile ogni resistenza, chiese di capito lare e tu fatLa prigioniera d i guerra.

Niagara Fal!s (o sempliceme nte Niagam). Citt:i degli Stati Uniti cl ' Acnc r,ca, nello Stato d i New York , p resso b grande cateratta . l vi, _d al 20 maggio al. 12 giugno 1914, s1 riunì la confere nza che, sotto gli anspici del Cile, portò al trattato di pace trn il Messico e g li Sta ti Uniti, per la fine della vcn c111,a ,orta in seguito alla uccisione di al cuni su(klj1 i americani ne l Messico, durante i n,ott rivo lu zion~Hi, ed all 'i ntrrvcnro armato degli Stati. U niti a V era C ruz.

Ney - ,~l id,elc L uigi Felice. d11m di E/c/1inge11. Ge na a le francese, figlio d i Michele (1804-1854). Se rvì dapprima nell'esercito svedese; passato i n q uello francese, vi divenne colo nnel lo nel 1844 . e generale nel 1849. Partecipò alla spedizione d i Crimea e vi morì d i colera. Pnbbl icò : " Docu menti inedit i della campagna del 18r5 ►> . Ncy Enrico, pr;ucipc della Moscova. Generale francese tìglio d i Michele ( 1812-1 882). Nel ,8_,r pa rtecipò con Luigi Buonapa rte ai moti tiella Romagnà. Tornato in Fraoài. divenne colon nello nel 1852 e generale di brigata nel 1856. F~cc la campagna d"ltalia del 1859 e sci a nni dopn fu p romosso generale d i divisione .

Ney Michele L uigi, duca di Eichù1ge11 . Gene rale francese, figlio di Micl,dc Luigi (1835-188r). Fece le campagne <l'Algeria e dd Nkssii.:o e raggi unse il g rado d i generale di brigata nel 1875.

Ncy Giuseppe Na.poleoue f'a,:;lo . Ufliciak~ e scrittore m clitarc francese. n ipote d i Michele (1849 -1900). l'artccip,' , alla ,:uerra del 1870-71 e combatti: in Algeria e: in Tunisia. Scrisse fra !"altro: ,< Manuale del volontario d i un anno >) ~ ,( Storia de1 ic ca rte dello Stato Nlaggiorc >}; ecc.'

Neyrone (M{l/·io). Generale, n . a Parma. m. a Torino (1864- t930). Sottot. d i cavalleria ne! 1883, fu inseg nante alb scuo la mii. di Modena, e a quel la d 'applicai.ion e d i Pinerolo . Colonnello nel 1914, com andò i cavalleggeri d i Catania. In P. A . ocl 1917, e magg. generale nello stesso a n no , ebbe nel 1923 il grado ,li generale di divisione . Partecipando alla guerra contro l'Austria riportò una grave invalidità per c ui venne poi rrasfcrito nel ruolo specia le. Nezib. V. Ni.ci&. N i 28. Aeroµlano d a caccia , ,:mrruito dalla d itta .Macchi nel 1916. Apertura alare m . 8· peso totale Kg. 621, ,·clocir:à ·Kmh . (.p, autonon1ia on.: r .30 .

N iagara. Citti, del Can;id:ì , nçl dominio di Ontario, capoluogo della contea omon ima, ,,113 foce del fiume N iag-ar~l nel lago di Ont:irio. Pn:sa di Niagara- ( ,756). ,\ ppnrtic ne alla guerra coloni:ik fra Inghiltcrrn e Fran,: i:1. ( ,li Inglesi diedero mca-

Aeroplano N i 28

N iassaland, Prot<ettornto britannico dcli ' Africa, fra il Capo N iassa. il Mozambico e il Congo. Superficie 103.000 Kmq.; ab. un milione ; .clpol. Zo mba. Venne staccato dalla Rh(){lesia nel r 89 r. Le sue forze mii. comprendono L bgl. indigcoo con 4 cannoni , e una riscr\'a del medesimo, oltre a un~1. riserva d i volontari europei e ad una forza di 1~olizia dl circa 500 uom ini.

Nibbio ( r T). Torpedinie ra cos1jcra, \'arata a Londra d -1i can tieri Thornycroft ed e ntrata in servizio nclb ma • rina italiana nd ,878; radiata nel 1904. Dislocava 19 tonn . ed a veva una macch ina d i 173 HP. Fu la p rima torpedinie ra possedu ta da lh marina italiana e stette a Venezia a d isposizione della Scuola ;illiev i macchinisti.

Nibbio . Torped ìnicra~avviso, va~ r:lta <lai cantieri Schichau d i E llling nel 1888; d islocame n to tonn. 139 ; lunghezza rn, ,16.5, largb<::zz.a 5,10; app:1rato moton.:- 22:q

cwal!i, vclocit?t n1iglia 23,6~ ..\rmamcnco guerresco : 2 c3nnoni cb

37 e 3 tuhi lanciasiluri. Personale d 'armamento: 2 nff. e 2r u . d i ,·qu ipaggio. Rad iata nel r912. Nibbio. E splora1nrc di tonnclla.t.c, varato nel A vev~l d iato nel 1()20. m0rro : •< Mllvius pracd am

rapcr r :i-

Ordin.c' del Nibbio d 'oro

piar )), N ibbio d "Oro. Ordine militare, detto a nche Milan d'Oro, creato in Giappone nel 1890 e rkstina10 · a premiare ufli-


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'N rc

502 -

ciali superiori per azioJ1i <ii guerra molw notevoli. Comprende due classi, la prima risen·ata ai generali. la seconda ai colonnelli. La clecorazionc consiste in una steli:, a cinque raggi poniati d'oro, con diciwra in cerchio: ,1 Onore al inerito n.

N i canore. Generale di Alcssan<lro il (,rande. figlio d, l'armenionc. Nella spe<lizio11c contro i Geti. nel 335 a. C., iu comandante di falange. Nella spedizione d'Asia comandi> gli Ipa<pisti e partecipò alle battaglie ciel Granico, del l'Isso e di Adx:la. Nel l'inseguimento cli Dario. in cui ,tccompagnù Alessandro. morì di malattia. .\-iawore. Generale macedone che nel 321 .,. C.. ,,, ,-cguitc, alla divisione dcli 'irnpw, cli Alessandro. d>hc i l governo della Cappadoci:i. 'cl 316 a. C. fu da /\ntigono nominato go\'ernatorc della Mcdi:i, 01°c rimase fino al 312. Esscndo1i Scleuco impadronito nrl 312 d i Babilonia, N., radunato un forte esercito. marciì, con tro cli lui , ma :il passaggio <lei Tigri il ~uo esercito fu a<sa!ito e tlisfauo. Nicanorc. Gcncrak cl, Cassandro, che, alla morte cli ,\ntipaLro, fu mandato a co,n:audarc Munichia, prc,~o Ateoe. Egli, impadronitoscnc. non volle più rc,ti1uirla, e. mcutr< g-li Ateniesi chiedevano il ritiro dcll:i guarnigione mac,:donc, occupò anche il Pireo. Nel 318 :,. C. Cass:mdni !!iun'I(' al Pirco con una flotta di 35 navi e ioviù l\7. con una "Juadra udi 'Ellesponto. Quivi fu sconfitto in un primr, ,contro, ma ripom, poco dopo una clam(irosa \'ittoria. distruggendo e .-auurando quasi tutta la· flotta nemica. To, nato ad Atcn,:, Cassandro, gelo,o della ~ua popol:, ritit , lo fece ticciderc dopo una parvenza di prrn;csso.

Xùw10rc, ,oprannon11nato l'J:.'/,:fa11tc. Gencr.,k di Filippo V cli ~accdonia. Nel 200 a. C .. durante I., i:uerra t·r3. i Romani c.: i Macc<lonl, invase l ' Auica con u11 cscr• ciro. IH3 si ritirò in ,cguito alle rimoscranzc degli am basciatori rc,mani in Atene. Nel 197, alla l,attag-lia di Cino ccfalc. co111ancl,, b rctrognardi:, rii Fi lippo. :Sic,morc. (;cncrale d, Demetrio 1, re dcli., Siria, con il quale: fu COllle ost;tggio a Roma. Fuggito insieme a Demetrio, quc·sti. quando salì a l trono, lo nomini, clefauLarca e lo n1andò in Giudea con un forte <.:~crcicn~ pc..~r ,ottoinc·uere gli I sraeliti, che si crnno ribcllatì. Dopo :in·r tentato d i far prigioniero Giucln Mae<:abco . d ,c era i l c.apo degli iu"mi. gli diede hauaglia :1 .\das:i nel marzo <iel 16~ a. C.: il '"" cscrcito fu fatto ., pezzi. ccl egli stes~o rìrn~sc uCciso .

N icaragua. Stato rcpubhlfrano dcli' .\mcru;., ceuuak. fra il mare dc-Ile Antille e il Pacifico. ,, confi11;111te con l'l-:Ioncl ura, e la Costn Rica. SuperlÌcÌl' 1.23.950 Km q .. ah. 65u mila Fu occupato dagl, Spa,,:;nuoli ud scc. XVI. t..Juando C!,~i Ìll\'3!,(·ro il Messico t · l"J\incrica cc.:ntrak, l' clipcsc fino ~, 1821 ,rial!., Spagna. Nel 1823 divenne un.,

Stemma

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'\l'ic-,u:1.gu:1

1-landicra

delle .;inquc rcpubl,lichc indipendenti elci Ccntrn :\meri,.,. sopportando lotte con la Costa Rica per ra~ioni territoriali , e sopportando •·ihellioni e contc>e· .,anguinosc ìntc·sti;,~. Nel 1848 il porto di San juan , ne l mar<· delle An tille. ~i:, moti\'o di urti ron la Cosl:J k ica. ,·enne occupato

Ntc

dagli Inglesi, c.: nel 1~95 essi occuparono Corinto, ud Pacifico. Ma ogni \'Olta si ritirarono, dopo di a\'crc ottenuto soddisfazione per i loro reclami. Fra le insurrezioni dì ribell i ai Governi costituiti sono notcrnli qucll;1 del 18961 quella del 1899 e quella del 1912; <lur:ime quest'ultima marinai nordamericani sbarcara:io per tutelare la \'it:1 e glj averi dei loro connazionali. Le frontiere con l 'Hon duras, moti,·o e.li luughc contestazioni, furono stabilite dcfiniti\'amente nel 1919, mediante arbitrato del Prcsidentt· degli Stati Unit.i. 11 paese detto dei Mos<1uitos, già protettorato britan11ico, ,·enne unito al N. con trattato. del 1905. Tale paese comprendeva tutta la parte cencrale della costa nicaraguaiana sul mare <lcllc Antille, con ampio re• troterra. Nel secolo :XX, si ~ :mdato a poco a poco ,cabileudo un larvato protenorato a tipo prevalcmcmeotc finan• ziario - <lcgli St;tti Uniti sul N., a causa del Couale di N., di cui si fa cenno più 3\'anti. Kel 1916 lo Stato cedette alla repubblica scellata la baia cli Fonscca, sul Pacifico, pc.r Go a nni, le isole Corn, di fronte al la laguna dc L~, Pcrlas, e il controllo delle cnmlfnìcazioni nella zoua destinata al Ca;:ialr interoceanico. Ciò determinò un conflinu intestino, fr:, i Conservatori al potere e j Libt. rali :wvcrsari delle concessioni, con flitto che sbocci> in una hrc\'e guerra nel 1928. Essa diede occa,ionc agh StaLi Uniti di inten•cnirc con sb~rco di truppe le quc,li ebbero vari scontri <:011 i Liberali, capitnnati dal generak Saudino; questi ultimi sono ancora ( 1932) in armi nella zon;i montuosa del Paese. C,11wk tlei l\'icl'rnguu. 1~: a11cor.1 allo ,rndio ini/.ialc. t·, sendo da poco iniziato ìl tracciamento, ad opera di trupp< del genio militare degli Stati Unili, inviate sul tcrr itono della repubblica. li Go1•c1·no Fcrlcralc ne uttennc il prÌI i lcgio fino dal 1916, prendendo l'iniziati\'a dcll'ìnwresa dél nuovo canale allo scopo di favo,·irc il traffico c. di a., ii <·urarc l:t navigazione in tcroec:.tnica jn caso di ,x:clusionc.. del e.male <li Panamà. soggetto a franamenti e facilmclltl ostruibilc jn caso di guerra. Fi,, dal J 774, per iniziati\':1 dello Stato del Messico. il progetto era stato 1·cntilato: ma lo si abbandonò c,scndo prc\'alsi criteri di scelta :, favore di quello di l'anamà. li nuovo canale: si aprir:', sulla co,w. atlan tica n S. )uau del Nortc, risalendo il fiume· omonimo sino al lago di Nicaragua; indi. con un erano ìn cscal'az.iouc. immcttcr:ì nel lago di Managu,1, don<il'. con un bracCÌ<l nav igabile. raggiungerci dopo 183 mig lia di percorso la l>uin di f on...cca. ove sorgi!r,'t w1a gr3ndc !'ota ziooc na,·ale dd P.,cifico. La ;pesa totale è prc,·isra in 110 mi liardo di dollar i: e il tempo per ultim"rç i la,·,11·i in u11 decennio.

Esacito del Nicamgua. Capo dell'c;crci10 è il Mini~tro del la Guerra e , !ella M:i rina. Le forze armate ct)mprendonc> corpi militari (guardja d'onore ciel Presidente della Repubblica, guarnigioni del forte del Campo di Marte e dì altn forti dello Stato. Gli effe ttivi di bilancio so no di circ:, -18 ufficiali e ll½) uomini d i truppa . oltre ad una polizia composta di 51 ufficiali e circa 8oo uomini di truppa. Il servizio è obbligatorio fra i 17 e i 55 an ni. ma soltautt, il conti~gentc sopra indicato lo presta e ffeuivamentc. e r-er un anno; le riserve istruite aI11111ontano :i circa j OOf• uomini .

.\lariull dt"l Nic11rag11a. l ...;1 marina da guerra nica~a~uaiana è costituita d:. un:\ cannoniera di 400 tonn., ar~ mata di 2 cannoni a.a. da 76 mm, ed Ili) cannone da 57. e da 10 piccole uniti, da pattuglia , di cui quattro ,u, bJ!hi, tre nel Pacifico e tre nel mare delle Amilk.


N1c

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503 -

Nicaria (o Nikaiùr, ant. lkm-ia). Isola dell'Egeo, a S.-0. di Samo. Superfide 267 Kmq., ab . 15.000, capo!. Angcrico; è rocciosa e a picco sul mare quasi dappertutto. Il monte Melissa, al centro dell'isola, si cleYa fino a 1003 m . d 'altezza. La struttura delle sue coste, aspn: e solitarie, ne fecero un tempo uno dei pre<likui rifugi -dei pirati dell'Egeo. Dopo l'occupazione delle isole dell 'Egeo da parte degli Italiani, g li lcarìori, stanchi della dominazione turca, il 30 luglio 1912 sorsero in armi . fecero p rigioniero il Kaimakan, i 38 zaptié della guarn igione e 13 fonzio nari turch i, proclan,ando la propria autonom ia: passò poi a far parte della Grecia.

N icastro (ant . Neocastrnm). Comune in pro". d i Catan7.aro. Fu fortezza normanna, c punto strategico importante; vi passarn la strada che porta da Cosenza a Reggio. Ebbe un castello medioevale che fo fatto riadat tare da Costanza, durante la minorità d i l'cderico Il . Questo Im perato re poi lo rinforzò con nuovi lavori e lo rese uno dei p ilÌ importanti domini nella Calabria. Nel 1057 venne assediato e preso da Roberto il Guiscardo. Nel :t058, durame la g uerra fra Roberto e il fratello Ruggero, i Greci <li N., ribellatisi, massacrarono la piccola guarnigione nor manna che teneva il castello. Nicastro Gaspare. Ammiraglio, n . a Pakrmo. rn. a Napoli (1833-1930). Entrato in se.rl'izio nclb marina napolctaua nel r845, f u promosso contrammir. nd 1886, collo-cato in P. A. nel 1893, promosso ,·iceammir. nella r iscr•;a 11d 1908. Fu decorato d i due mcd . d'argento per essersi distinto nei fatti d 'arme di Ancona del ,settembre 1860 e nel blocco e assed io di Gaeta nel 186r. Fu i l p rimo comandante ciel C.R.E.M., e poi direttore generale del R. Arsenale de La Spezia, dal 1886 al 1889; subito dopo comandante mii. marittim o di Ta ranto. Nel 1860 avcva abbandonato la marina napoletana per recarsi a Gcnol'a: seguì -Garibaldi m Sicilia, e passb subito dopo nella marina italiana. Nìcastro Giovanni. Generale, n. a Napoli. m. a Fi,·solc (1844- 1929). Sottot. nel 1862, partecipò da colonndlo. ,capo del se rvizio d'artiglieria, alla campagna d'Africa del 1895-1896 e pel r905 raggiunse il grado di magg. generale. Nia,stro G,wtc.110. Ammiraglio, n. nel 1847. m . a Napoli nd 191r. Entrato in servizio nel 1861 di,·cnnc conzrammir. nclb riserva navnlc. Nicastro Enrico. Ammiragl io, n. a Palermo nd 1853, e ntrato in servizio nel 1868, promosso co□ trarrun iraglio nel 1yoj: v1ceamm1r . nel r9r1, collocato in P. A. nel 19 16, promosso ammir. di squatlra nel la riserva nel 1923. Prese J>:Jrtc alle ca mpagne d'Africa e fu sottocapo d i S. M. della M arina dal 1906 al 1910, comandante in capo del d ip. mar. dc La Spezia dal 19r1 -al 1912, e poi Scgrotnrio gc~ ·ncr alc ·al Ministero della Marina fino a) 1916 .

d 'Africa de! 1898, alla guerra italo-t urca cd alla guerra Mondiale. Fu comandante della R. Accademia Navale dal 1918 al 1919, po i direttore generale del R. Arsenale di Pola fino al 1920 e dc La Spezia fino al 1921, e coma□daotc della piazza marittima della Maddalena dal 1921 al 1923.

N icastro Giovanni

l\icastro Enrico

Nica.<tro Cmtavo. Ammiraglio, figlio di (jasparc, n . ., Napoli ne) 1869, entrato in servizio nel 1888 come guardi;.lmarina1 promosso sottoanHnir. nel 1918, coutr:untnir. ne) 1919. amruir. rii divis. nel 1923, di .squadra nel 1925. d 'a1 mata ne! r927. Prese parte alla spedizione nella Cina, al l' inte"vcnto a Candia e alL1 gucrr3 italo1turcli segn:-ibndosi al comando della R. na\'e " Caprera ,, nel bombardamento di 1-Jo,lcida e nelle operazioni lungo le coste arabe; infine alla guerra Mondiale, d istinguendosi principalmente dur:111tc il tra sporto delle truppe serbe: cornandò alloro. la base navale di Valona . Fu poi vice prcsidco te del Consiglio superiore di Marina dal 1925 al 1926, comandante in seconda dcli ' Armata dall 'ottobre 1926 al mar zo 1927, e poj comandante in. capo <li :Nicastro Gustavo essa dal marzo 1927 al marzo 1928. Attualmente (1932) ~ comandante in capo del clip . mii. mar. ciel Basso Tirreno da l rnarzo t928. Nel 1929 venne nominato !)enatorc .

Nicchia, Si chiamava così un ,·ano praticato alb bas,.· delle mura della fortificazione antica, chiuso verso l'esterno da un muro sottile nel quale erano ricavate sactticrc. Le N. servivano nello stesso tempo a dar rirnvero ai di fensori. Pare che il primo ad impiegarle sia stato Archimede nella difesa d i Siracusa (anni 214-13 a . C .) . _li loro .i mpiego fu però molto limitato, perchè le nn1ra risu l-ta\'ano indebolite. S i chiama anche N. un ·vano praticato 11dk pareti de, Locali alla prova (V.), munito di Yctro verso l'interno, e di chiusura , 1 crso J'esterno, nel quale vengono sistemati congegni di illuminazione dei locali stessi.

Nicastro Salvatore

N icastro Salvatore. Amm ira:glio, n. a Palermo nel 1869, e ntrato in scrl'izio nel 1883, promosso cont rammir . ucl 1918, collocato in P. A. nel 1923, p romosso ammir. di ~,1uad ra nella riserva nd 19i6. P rese parte alla campagna

Niccolai (E11grnio). Medaglia d 'oro, 11. a Pausula, caduto sull'altipiano d'Asiago (1895- 1918). Studente universi tario nella facoltà d i giurisprudenza, sta\'a facendo le sue prime armi in giornalisi:no, allorquando scoppiò b guc~ra con l 'Austria . Pcrnso da santo entusiasmo, si arruoJ,, suhito nei volnntari ciclisti e passò q uind i alla Scuob Mili-


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504 -

rare di Modena, rlonde uscì sottot. di complemento nel 15 r°11 ·rcgg. ' fariteria. CQni~au è v.à loros:1mcntc su.I. Carso ccl in' Trentino, meritandosi Un e·ncon1iu solenne e le succcs .. sivc promozioni a tencn.te ecl · a _capitano. Alla ,testa d i una eomp,ignia, e poscia ';ti· un battaglione, de! quale avc,·a preso tempo raneamente il Comanc.Iot cadde eroicamente in q uel! 'azione della fine d i gennaio 19J7, che segnò l'inizio della nost ra riscossa dopo gli avvenimenti dcli 'ottobre-dicembre di quell 'anno. Alla memoria del prode capitano fu decretata la mecl. d'oro con questa motivazione : « Con· fr!esistibilc sl;11cio.. alla te~ta· della propria com!Jlgnia, si" imp adroniva di una importan te posizione, facen-

dovi nu merosi prigion ieri

ç

catturando arn1i e prigionieri. :'.'~focolai Eugenio Assunto, q uindi, il comando d i un battaglione, il cui com~11<Jan tc.: era .st:1to ft·rito, continuava nella intelligente ccl .1rdita ~ua opcr~1., con unità di concezione e con affascinante \'alorc. Ferito al viso e ad una gamba da schegge di

N 1c:

L"euuuco Teo~lorn e ~al gcn. bulgaro Aron11c, affrontar.e da un esc'réito · av.versario presso N., andarono in rotta, e il 31 agosto ro57 Michele fu costretto ad abdicare,, mentre il suo competitore saliva ;,! trono. III. ,',att,1glia di N icea (ro9;7). Appartiene alla prima Crociata. I Cristiani che al comando di Gualticri avevano , raggiunto le vicinan7,c di N . per i primi, .in principio dell'anno, indisciplinati e turbolenti, si d ivisero, Italiani e ;\lc 1~1anni , guidati da un Rjnaldo., 111arciarono _verso N. per impadronirsene. Ma, affrontati da forze saracene molto superiori, furono sterminati. Gualticri, che era rimasto ~ con i Francesi presso N icomedia , marciò per vendicarli, n1a venne affrontato dai Saraceni e subì la stessa sorte con c1uasi tutti i suoi. Solo 3000 u. riuscirono a sah•arsi da ll a. ~tragc.

JV. Assedio di Nicea (109ì) - l' u posto alla città nel. giugno, dal grande esercito, circa 400. 000 combattenti fra i qua li rno .ooò cavalieri, condotto (la Goffredo di Buglione (I Crociata). La città era stata ben munita dal sultano K iligi Arslan, e occupata da forte guarnigione. Il sultanomedesimo si era collocato con 100 .000 u. nelle. vicine mon-

.,

g ranal'a :1_ mano . jocur:mtc di sè, non si allontanava, unjco

capi tano supcrsritc, dal suo posto d i combattimento. Nei

giorni successi.vi~ sempre infaticabile cd imperterrito, validan1entc cou tribujva a mantenere lince estremamente esposte ai tiri avversa ri, infonrlcodo, con vibrante parola e fulgido ciempio, fede e coraggio ai dipendenti. Marciava infine ad un nuovo attacco, prjrno fra i · prin1i, raggiungendo nuove p.osi.z ioni, s~1!1c qual i,, colpito ancora dal piombo nemico. immolava glor iosamente la ,·irJ » (Col del Rosso, ~8-31 gennaio J-918).

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t-1 iccolini (nwrcln·se· Giuseppe). Generale, n. a Firenze nel t 8 J L Sottot. d'aHiglier ia nell'esercito toscano nel r 833, da luogotcn. partecipò , ali.a campagna del r848 guadagnandov i una mc-0. d 'argento e da luogotcn . colonocllo e d:1 colonnello fu governatore civile e mii. dell 'Isola d 'Elba (;8',8- ,859). Fu · poi comandante territoriale d'art. a Milano ( r86o) <: nello stesso anno raggiunse il g rado <li magg. generale.

Nicea (oggi lsnil(). Ant. città del l'Asi,, Minore, nc! la Biti nia, sul lago Ascanio. Nel 3 16 a . C . Antigono l a ingrandì e abbellì dandole , per breve tempo, il proprio nome (/Jntigo11ea). Nuovi ingrandimenti e restauri ebbe. per opera dell'imperatore Adriano, la città, la quale seguì le sorti de lla regione . l. Rattaglia di Nicea (194 d. C .) . App:irtiene al!a guer ra tra i due pretende nti al trono imperiale di ' Ron1a, Pcsc.c nnio N igro, legato della Siria, e L. Settim io Severo, legato della Pannonia. g ii proclamato imperatore dal Senato ; fu combattuta e vinta, solo ' verso sera e dopo una lotta lunga cd incerm , da Tiberio Claudio Candido, comandante dei Severiani, contro N igro. Ih seguito alla d isfatta una parte dell 'esercito di Nigro si ritirò in Armenia; egli, col rimanente, abbandonù al nemico l 'Asia Minore e indie treggi() sino al Tauro.

Il. 8a1tflglla di Nicea ( ro57). Appartiene alla g uerra mossa da Michele VI, imperatore d'Oriente,. contro il pretendente Lsacco Comncno, proclamato imperatore nel !' Asia Minore da una fazione di nobili scontenta del governo di Mididc. Le truppe d i q m:sti, coma ndate <bi -

,, , ' : i s:

~\-::;~?(; . Assedio di· N icea (109;) A, Italiani; B, Normanni; C, Frisoni, Fiamminghi, Tedeschi. Norm:mnj~ Francesi; D , ProvcnzaH; E, Spagnuoli; F, Greci

ragoe per proteggerla. Era essa circondata da alte e robuste mu ra,,. rafforz.ate da 3ìO torri e protette da ampio fossato . Le rruppc cnstiane raggiunsero a grossi scaglioni N. e posero campi•- separatamente, uno vicino all 'alt ro, prnteggen<loli con. mur~, e palizzate, intorno alla piazzaforte, ma in principio occupando solo le posiz ioni indicate con F, A, H,. C: nella cartina. La parte meridionale di N., e il lago ,

rimanevano 110n

investiti, e g h assediati potevano ,

rkcvcrc soccorsi dii uomini e di provvigioni . I Cristiani iniziarono assa,ltj alle • mura, vigorosamente contenuti e respinti dai Saraceni, Non riuscendo a prendere la città d i viva· fo~za, passarono allora al lavoro cli mine, incot rc tempestavano le mura con gli arieti, e :ldoperav.ano le macchine da guerra dcli 'epoca. Frattanto il sultano, saputoche la parte mcridion:ilc della cit tà , come dicemmo, era libera d a ..assalitori, si mosse per tentare cli soccorrerla. Nel frattempo però era giun to Ra imondo di Tolosa, it q uale avev:i preso posizione nello spazio lasciato libero~ con truppe provcnza l: e spagn uole (D, E). Quando il sul'


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N1c

.'505 -

lano,. co.~ 40.noo u.) fu prCS!>O iV. . '.:'.,j act~orse cli ciò, ma non rinuncit, ad cst'gui rc il t<:ntat~vo, cd .iniz.i<J con 40. 000 11 . un , attacco contro il campo provenzale e con tro la sr. del campo di GofT redo d i Buglione. L.1 lotta fu a ssai aspra, e· in p rimo tempo i P rovenza li ccckttcro terreno;

ma infine i Saraceni ,·cn nero rcspùiti. Il giorno dopo il sultano. 1·ic<:vuti rinforz i, tor nò all 'auacco con 6o.ooo u . . rna i (:risriani erano preparati a rit·everlo. Dopo una giornata intera di Jotw, e~si riportarono \'Ìl'toria completa e dc~isiva, catturanùo ::ikunc 111igl ir1ja di Saraceni. Il sultano abbandonava ogni speranza d i soccùrrcrc l'l. e si allontanava òetinitivamcutc, lasciando 4 000 morl'Ì sul terreno. I Cristiani ,- che avc\'ano perduto c irca 2000 u., dopo di ciò .:onversero tuni i loro sforz i contro la città, spingendo avanti il lavoro di rnì,w. Una_ torre, cunvcnicnttmcntc minata, crollò uccidendo i <lifcnsori. Tuttavia , dopo cinque :-ctrimane, la piazza continuava a resiste re respingendo gli a~tacchi, poi c he il sult;1no conwnu:tva a rifornirla attravçrso il lago. L' imperatore bizant~10 Alessio fece allora condurre li1oltc navi p iatte da Costantinopoli. ,. queste furono trasport ate per terra ti no a l lagù e qu~vi V:..1ratc~ al'mate, equipaggiate. Ogni soccorso a N. fo impedito. An-

cora due settirn:1nc d i sforzi ) e la pia:tza era agl i cstrc111j. Ma aVYcnne allora un imp rovviso colpo di scena. Alessio era e ntrato segretamente in t rattatiYc con gli assediati e avc\'a panuito che lasciassero en trare le schiere bizantine. pattuendo salv:t la vit:.1 ai difensori. I1nprovvisa1ncntc, i Cristiani d egli a ltr i campi l'idei-o sventolare sulle mura le bandiere l)izantine. Ci \'olle tutta l'autorità dei capi per jmpcdi_rc una lolla fra i Cristi~ni; Goffredo abbandonò con l'esercito N. lasciandola nelle man i e.lei Bizantini. e mctlf'ndosi in rrwrci;1 ,·crso la Frigia.

Niceforo I. Imperatore b iz,antino d,111'802 all'81 1. Concluse un trattato con Carlomagno. i n base al qu:ik gli cedeva Dali11azia, l stria , Croa%.ia, 13osni:1. conservaodo k isol<~ clalrnate. Combattè lungamente contro i Turchi e i Bulg:iri. Pe r fronteggiar;;:: questi ultimi s tabilì un cordone cli truppe stanziali lungo il Danubio, e poi marciò in Ilu lgarja1 1na fu sc0nfitto t..: ucciso d alle trup pe d i Crurn. re d ei Bu lgari. Nicc/oro Il (detto Forni. Imperatore bican t ino d al 03 al </'9· Conquistò Candi:1 agl i Arabi Llcl ,960-ù2, devasti, la Siria e allargò .! 'Impe ro s ino all ' Eufr;it.c. Scrisse 1Jn Tr:ut::1to di arte m iht~1n.:- ,, e uno d i (t Castramct:1zionc ) 1

1(

Nichan-i-lftikar (o N i;;::<lm). Ordine cavallcr<'sco turco, ,reato nel 1831, abolito nel 1852. Si com pone,·a di c111attro cla,si . Fu ,ostitll ito dall'Online del Mcgid iè .

Ordin~ tLLrc'.o

On.Uni del Nid,~n Jftikar - T unisi - Ann.1.:'ln

N1c

5ctlc c3v:1licri non )trJnicri . diviso in prem io' di ;:izioni o meriti cccczionnli .

premiare

benemerenze di

st r:-anicri,

e

di\'Ì.s<) in c inque;

cl:'lssi~ il ).C~r,n<lo. ;v. Anrnnu. creato nd 1859 per soli

per

Nichel. (./ucsto metallo viene adopcrnto nelle costruz ioni di artiglieria, negli acci;li ordinari al N.~ nel cupronichd e negli acciai inossidabili . Rappresenta uno degli clementi pi,, univc rsal111cnre impiegali nella fabbricazione degli .:Jcciai per tannoni e per proiettili cli rottura. Nella c.;ostru1.ionc dei gro~si clementi dei C31'1loni nordan1ericani entra per il 3,5 %·3,75 °/~ nella composizione; in quelli francesi per il 2 %- li c upro-nichd è adoperato in certi Stati p er ic comnc dei p roict;tili , nel la proporz ione del 96 % cli rame e del ,i ~, 0 d i nichel. Quanto a l N . negli .acciai inos.,iòabili, il tenore cli tale metallo i: ddl '8 % : questi acc iai sono soprattutto utili7:zari ncJI~ fabbricazione dCllc trasmiisioni · di ··mo\'i1llcnti~ per gli- :1.ffil., ti ·ck:;1 somnicrgibi li. N ich iforoff (Cos/<l11ti110). Utl-icialc bulgaro, n. nel r856. Comhani: contro i Turchi nel ,876 e nel 1877-78. Po, ,egul i cor;i della SCllola d ·art. di Pietroburgo. Tornato in patria, fu insegnante alla Scuola mil.. d i Sofia, e partecipò alla guerra del 1885 contro b Serbia. Fu dopo tale c:1111pagna il primo m inistro bulgaro d ella guerra per un anno; po i .si ritirò a vita privata. Nicholson"s-Neck. Local ità del Nata l. nell'Africa m eridionale. 1-'rcsso Ladysmith.

Combattim,·1110 di Nid,olso11 ·, Ncd( (1899). Appartiene :dia gucrr:t Anglo-fJocra .. Poço prima che si iniziasse il cmnhattimcnto (Ìi. Farquhar·s-Farm, nna colonna al comando del col. Carleton, forte ùi 1100 u. e una b tr. da mon tagna. all'alba d el 30 ottobre 1899 era g iunta a 3 krn . dal colle cli N. c1uando dalle a lture sovrastanti precipitarono due pezzi di roccia e si intesero alcune fucilate~ L'incidente gettò il panico nella colonna delle salmerie e i muli ~i dlcrkro all:l fuga cni () cannon i e le casse di nurn izionì per b. fanteria. Hionlin:njsi r;1pidamentc 1 gli lng,Jesi ~c:1larono 1·:i!tur:1 t1 ·onde er::tno partiti i colpj, e,

l:acci:1r:1 In pa t rug;lia avversari:, che l 'occupav:J., v i si rafforz:1ronn . L:1 posizio ne era costitu ita <.la 11n pianoro accessib ilt: da trf: parti, a picco ~n il'ultimA. Sul far del giorno .~egucntc compan~cro i - Boeri- ch e in - tm - primo mome nto circondarono l':1ltura. tenendosi a distanza, ma poi. cresciuti di nu1ncro, a,·:1nzarono e con fuoco intenso, battendo ,t rin incroci:ati i trinceramenti jnglesi. cost rinsero la line:1 piC1 av:"lnz am a ripiegare. Dopo moire ore:; <li tenace rcsìw ~-tcnz:1. csaurik le munizioni, il fuoco degli lngksi d ovelte LC$s:i.re e a lle: 15 questi <lovcttern :i.rrcnd crsi incondizion~tarne ntc . I Boer i intanto si e rano im padroniti elci muli con le a rtigJicric e j f mater iale .

Nic!w/;011 (sir Gio11111111i). Ccnerale inglese. (1lb2-1857). Partecipò :illa p:icificazionc del Pcn g i:ib. Durante la rivolta dei Cipai. Ji sco nfisse presso P<.~shawar. Inviato con circa ~.500 ll. a Ddhi, vi arrivù il 7 agosto. Il 25. uscito con un fùl'ff' nc rb(I d i tru ppe dagli accampamenti, b~ttè j ri bell i togli~n,-Io lorn 12 cannoni e obbligandol i a rinch iudersi in Delhi. li q settembre, nell'attacco della città , il N. fu nc.:iso comba ttendo nelle vie della medesima. Nic/10/so11 Sttt,irt.. Amrn irag-lio ingle:Sf..', 11. nel 1865. lli, enne contrammlr. nel '!)12 viccammir. nd 1917, ammiraglio nel 192 0 , :inno nd quale; passò nella riserva . F ece la cam pagna del r~82 in F.gjtto. Dur~tnt.c Ja guerra 11011clialc fu nd H)15 11dh penisola e.li Gal lipoli e poi ,bbc il l"omantln ddlt: coste nrienrnli · della Gran BrcLjgn:1. 1

Nichan. N0mc d i due qrclini c:lvallcrcsch i creati <!al l>cy ùi Tnnisi; il primo, ,V_ l/tif(,1r, nel 1844, destinato :t

due clm:si.


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N ici a. Generale ateniese nella. guerra del Peloponneso; fu successore d i Pericle come capo del partito ar istocratico <:: conquistò. Sfacteria e Cerigo. Nel 413 a. C. partecipò ,illa spedizione contro i Siracusani, che lo sconfissero, lo fecero prigioniero e lo giusti7.iarono. l'ace di Nicia (421 a. C.). Conclusa per opera di N icia, porta i l suo nome e ch iude il 1° periodo della guerra del Peloponneso. Il trattato, concluso fra Sparta ed Atene. stab iliva il ripristino dello 1, statu quo ante » la guerra, con ,·cstituzionc reciproca dei prigionieri e delle conquiste fotte. Con ciò Atene usciw, dalla lott:,1 senza perdite , e Span a ne usciva senza avere ottenuto quanto progctta,:a nel sus~itare b guerra. Le condizioni però non furono rispettate.

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Nicola I (l'a1,tlo11ic). Imperatore di Russia (1796-1855). Salì al trono nel 1825; nel 1828-29 condusse la guerra co11t ro i Turchi ; nel 1831 represse · la rivoluzione polacca e fu dai Polacchi chiamato " il carnefice della Polonia ,, ; nel 1849 aiutò l'Austria a sottomettere l 'Ungheria; nel 1854 provocò la guerra di Cr imea, durante la quale mo.ì.

N icksic. Città della Jugoslavia, nel Montenegro, 11ell 'alta valle della Zeta. Nel 1916 fu presa dagli Austriaci .

.1sscdio di Nicl(Sic (1878). Appartiene alla guerra d'Oriente. Nella notte dal 21 àl 22 luglio il principe N icola del Montenegro con mtto il suo esercito, meno 6 bgl. <ehe avcn lasciato alla &outicra ddl'Albanw, g iunse nelle vjcinanz:c di 1V. e (iiede ordjnc {Il voivoda Maso, con

3 bgi., di impadronirsi delle alture di Trcbcs, mentre egli, ,messi i suoi uomini per le boscaglie, e raggiunti i pic<li elci 1nonti senza essere visto, al n1attino seguente dava ]'.assalto. Tre o quattro posri turchi furono sorpresi e k guarnigioni passate a fil di spada. 11 giorno stesso i · Montenegrini fortificarono le alture piazza ndovi i loro cannoni . )I 22, d,opo breve bombardamento, due blockhaus cadevano in mano degli assalitori; il 23 , il forte di Vir, e l'entrata del passo di Duw,, capitolavano; i l fortino d i Rabmvatz e ra preso. Queste opere furono fatte saJtare con b d inamite da lla cot;npagnia del genio momencgrino. 11 26 luglio il p rincipe N icola sferrò un assalto contro la p iazzaforte di N. , ma fu respinto con gravi perdite, ed il 27 fece bombar<larc la città da tutte le parti. Il bombardamento durb p iù di 40 ore, poi il fuoco fu d iretto COlltro il forte di Tch.dia litza, l'unica opera a1·anzata di N. che ~ ncora fosse in piedi. Il secondo giorno del bombardamen to b torre del forte era talmente rovinata che la guan1igionc dovette abbandonad,i, e i Montc1:cgrini l 'occuparono il 31. L ·:,ttacco alla piazza cominciò il l<J agosto con forte bombardamento aperto da tre pan i contcmporaneamemc. Sopravvenuta la notte, i .Moutenegri.ni si spinsero all'assalto, c due ore dopo, da un trinceramento innalzato di fronte " N., due pezzi ù 'artiglieria battevano la città. A i prim i ,li settembre si aprirono negoziati per I.: resa della piazzaforte, ma essendo questi falliti , il 6 set tembre fu ripreso il bombardamen to. Nella notte dal 7 ali '8 settembre, dopo ,m cannoneggian:!cnto dur:,co 5 ore, fu presa d'assalto la 1·idotta di Mursewitc, la più vicina alla cittadella. Durante la notte i Turchi abbandonarono le akurc all'ovest <lclla città rinunziando alla difesa da 1111esto' lato. L'S set tembre la p iazza capitolò re ndendosi a d iscrezione. La g uarnigione, r idotta a 400 u., ne aveva perdut i 200 durante l'assedio. Il principe N icola concesse a i d ifensori di uscire LOn arm i e bagaglio e di ritirarsi liberamente.

Nicod (dc Mauguy, conte Giuseppe dc). Generale, n . a ,\,faugny, m. a Chambéry (r798•1859). Volontario nel 181,1 e sottot. di fauteria nello stesso anno, combatti: nella ,;ampagna di Francia del 1814-15. Colonnello nel 1833, cornandb il regg. granatieri-g uardie . . Magg. generale comand. la brigata Acqui nel 1839, divenne nel 1848 tcn . .generale governatore del ducato di Sa,;oia e nel 1849 CO· mandante dèlla <livis. mi i. di Chambéry. Generale d'armata e collocato a riposo nel J850, ·venné nominato scnaw rc dd regno nel 1853.

Nicola I df Russia

::'\ficoln del :Nlontenegro

Nicola l Petrovid, Niegusc . Re del Montenegro (184 1. 1921). Salì al trono col titolo d i principe nel 186o, si segnalò nelle -varie guerre contro i T urchi (1862. r 876, 187i1878. ;9,2). Assunse i l titolo di re nel 1910: partecipò alla guerra europea e dovette nel 1916 abbandonare il Regno conquistato dagli A ustriaci e riparare in Francia, ad Aot ibo, dove morì. Fu padre di Elena del Montenegro,. re-

gina d'l tal ia. Nicola Il A/c;sa11dro111c. Jmpcratorc di Russi.1 (1868-1917). Salì al trono nel 1894 e tre anni dopo strinse l'alleanza con la Francia. Fu l 'iniziatore della Conferenza dell"Aia (1899): sostenne la .d isast rosa guerra col Giappone ( 1904-05). In pol itica iuterna, concesse il Parlamcnro (Duma) ma con poteri . 1nolto limitati, e perseguitò i rivoluzionari. Partecipò .1lkt g uerra europea, ma dovette abd icare per lo scoppio della 1·ivolu·1,ionc e fu ucciso dai Bolsccvidii con tutta la sua famiglia. - li 4 settembre 1916, con « motu proprio » del Re d'Italia, , enne insign ito della medaglia d 'oro italiana al va lor militare, con la seguente n1otivazio ne: << Per :1ttcstare alla Russia, nostra al leata . cd al suo Valoroso So-

::'{icola 11 di Hu~sia

,,. '

.~ icola KicolajcvÌc

\'l'ano, l 'alca ammirazione che Eserci to e Popolo d'l talia tributano alle v,ittoriose armi imperiali per 1z lotta formidabile e gloriosa che sostengono contro il cotnmic JJCtnico " difesa della civiltà e del diritto violato ,». Nicola N icolaù,vic (j1miò1'). Granduca d i Russia e gc1ic(r856-1929) . ·uscito nel 1876 d all'Accademia mi i. di

1 a lc


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Pietroburgo, partecipò ueì d ue anni seguenti alla guerre, contro la Turchia agli ordìni di suo pad re. Divenne ispettore generale di ·cavalleria nel 1895, poi fu viceré nel Cauçaso e comandante della Guardia imperiale. Allo scoppio della guerra Mondiale, ebbe il comando in capo. Le Yin :nde della guer ra, che dopo i primi successi portarono le annate nemiche sul territorio russo, lo fecero e.sonerarc <' trasferire al comando in capo dcli 'esercito del Caucaso, dove prese Erzerum e Trebisonda. Scoppiata la rivolu7.ione del febbra io 19J7, fu richia,nato dal Caucaso e nominato generalissimo. Nel n1arzo fu costretto a lasciare la carica. " riparò in Crimea, donde emjgrò all'estero, passando <1ualchc tempo anche in l talia, e moreudò a Capo <l' Antibo.

Nicola Fabrizi. Tor pediniera varata nel 1918 dal CanOdero a Sestri -Ponente; dislocamento tonnellate 847=

i icre

lu1Jghezza m. 73,54, larghezza m . 9,3 aprarato moror" c"valli 15.500, velocità m igl ia 31,R. Armamento guerresco : ·I cannoni da 10.2 e 2 da 76, 2 mitrnglicre e 2 tubi lan,:oasi!uri da 450. Personale d 'armamt nto : 5 ufficiali e 55 uomiJ1i d'equipaggio.

Ispettore della fanteria. Nel 1907 {u di 11uovo nominato m inistro della guerra e nel 1911 passò nella riserva.

Nicoletti (Altima,-i, Gttstavo). Generale, n . e m. a Napoli (1861 -1931) . Sottot. del genio nel 1879, da w lonnello fu d irettore del genio d i Napoli (1913-1914) e capo ufficio fortificazioni di Udine (19.r4-r9r5); poi passò al comando del Corpo aeronautico m ii. (dirigibilisti-aerostieri). Promosso 1~1agg. generale (1916), fn addetto alb Direzione aeronautica d i Roma, ebbe il comando genio della 2a e della 4• annata in guerra (1917-1918), fu direttore generale del genio presso il .Ministero della guerra (19r9). Nel 1923 fu promosso generale di di vis.; comandò la divi,. milit. di Salerno dal 1925 al 1926, anno ilJ cui passò in P. A .. S. Nel 1927 raggiunse, il grado di generale dr C. cl'A . nella riserva. In guerra guadag1iò la croce del1·0. M. S. nelle operazioni del 1917 sul medio Isonzo e quella di uff. dello stcs.so ordine sul Grapp3 .

Nicola Ricciotti. 119~ Legione M. V. S. N., costituita a Frosinone il

{d,braio 1923, dalle squadre d·azionc

'-.:iociarc e prenestinc, che costituirono il concentraJl1ento ,!.i Valmontone durant~ la Marcia su Roma del 1922. F ino «I 1925 ebbe il nome di « Emica » . Dipende dal XXT

N icolctti A. Gustavo

Nicolis S pir.Ìto B.

Nicolettj, Altimari Arnoldo. Scrittore militare. 11. ~• Napoli nel 1863. Sottoc. di fanteria nel 1883, lasciò ,i( \ll'r• ,·izio da capitano nel 19or. In Africa nel 1887 e nel 1895. 1896, combattè: ad Adua ove rimase ferito e prigionicru. Scrisse varie monogral:ic, fra le quali : « Da Assab a Cassala»; « Da Cassa la ad Adua »; «. Operazioni per la difesa ddla Colonia dal .r5-12-1894 al 20-r -1895 >• ; ·« Tra i:-!i Abissini >i; (~ L'Ita lia e l 'Eritrca }) . Inaugurazione del labiuo della Legione Nicola :R..icciotti

(;ruppo Legioni (3'' raggruppamento) Roma. I\ composta di fi coorti (Sgurgola, Guarcino, Arna ra, Aree, Ausoni a, Cas; ino), col comando a .rrosinone. Dispone d i squadra pronto .soccorso, cli manipolo ciclisti (a Isola del Liri) di centuria uJUtilati (a l'rnsìnone), e d irige 95 corsi p remilita ri, oltr~ .a 2 legion i di Arnnguardisti e 8 legioni ,li Balilla.

Nico/etti l't1olino. ·Gen~ralc, n. a Lu.:c:t nel 1874. Sottot. dd genio ne l _1894, prestò servizio · per parecchi :11rni nella dircz.ione del gcnjo presso la 1nari11a. Partecip<J a tutta, la gucrr:i contro l'Austria e divenne colon!lcllo nd r924. Comandi, successivamente il 7° cd il 9° regg. genio e nel l932 fu p ro mosso generale dj brigata cmn:md. del genio ,!c1 C . d·A . d i Trieste .

come v~lontario a lfo guerra scrbo-

N icoli s (di k.obilant, col/le Giuseppe). Ufnciale e saitLorc militare p iemontese del secolo XVIII, n. di S. Albano Stura, m . a Venc7.ia. P ubblicò nel 1770 un'opera: « Il m ilitar<: islruito nell'arte della guer ra ,,, in cu i si oc.cupa di. arch.itettura militare, fortificazioni, difesa delle piazze, castrametazione, tattica, cnn un'appendice di 350 massime di scienza n1ilitarc.

rurca nel 1876. Durante la guerra rnsso-turca del r877-78 si tfotinse a l comando del reparto bulgaro al passo di Scip ka . Prese parte a lla g uerra serllo-b~lgara d,e l .i~~5 '. e vi guad agi1ò iL_ g rado .. d i ·cbJo11nello per n1erito d.i ' guèrra, NicÒlaieff Oa,nile Poco dopo, promosso generai<:, fu lf••mìnalo m inistro· della guerra (ago,to r8H7). Fu pii, tardi

Nicolis di R.obùaut conte Spirito Benedetto G. B . Generale ( 172,;-1801). Alfiere nel regg. fanteria P iemonte, comLattè nella g uerra di Successione d'Austria. Da giovane coadiuvò il Bertola nei lavori della Bru netta e poi col P into lav,JrÒ a Fen,es,trelle . Studiò e propose t ipi di fro':'ti bastionati.. Colonnello nel Ii7I, comandò il regg. pro,·i11ciale d i Torino .. Nel. 1774 istilllì e comandò la Legione degli Accampamenti e fu promosso brigadiere di fa_nteria . Magg. gèneralé nel i780 e luogotcn . generale nel 1788,

Nicola ieff (/Jt1ni!o). Grneralc liulg,tro, n. nel 1852. Uscì tbll'Accadern ia mi i. d i Odessa sottotcn . d i fanteria e prese pane


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scrisse vari studi militari , fra cu i la « Relazione sulle fortezze del Reno nel 1788 ». Comandanre, in cap<;> del corpo reale del genio nel r788, resse tale carica sino a!! "invasione francese; d ivenne magg. generale nel 1780.

N icolis di Robila11t conte Giovanni 8at/lsta. Generale e ministro <ld la g uerra, figlio <li Spi;ito Benedetto, n . e 111. a Torioo (1765-1821). Tenente nel corpo degli ingegneri militari nel 1885, partecipò alle campagne ciel 1792-1796 quale aiutante di campo del Duca di Monferrato; meri tando l'ordine mauri✓,i:mo (mutato nel 1815 in croce da cav. dcll'O. M. S.). Ritiratosi a vita privata dur:unc l'occu-

q uell"anno. Comandò quindi la brigata Granatieri (1866) e la Scuola superiore di "gl1erra (1867-1870). Nel 1871 andò ambasciawrc a Vienna. Nel 1874 raggiunse il grado di tcn. generale e nel 1885 fo nomi nato Ministro per gli Affari Esteri. Fu uno degli artefici della Triplice Allcan,;a. Fu poi senatore del Regno e ambasciatore a Londra (r888). Guadagnò due medaglie d"argento, a Sommacampagna e a Novara; la croce d i cav. del! 'O. M. S. a Gaeta e quella di uff. dello stesso ordine a Custoza.

pazione francese, riprese servizio alla restaurazione. Colonnello comand. il regg. Susa nel gennaio 1815 e 1nagg. ge-

nerale pochi giorni dopo, nel luglio successivo, <Jllale capo di S. M. ciel geo. dt la Tour, partecipe\ - alla presa.. cli Grenoble , rimanendone governatore fino a quando la città fu consegnata agli Austriaci, e si occupò aochc delle fort ificazion i della regione alpina . Primo comand. dell ' Accadem ia militare (1816), pur rimanendo in tale carica sino all a morlc, resse il Ministero della guerra eia\ 1817 al 1820; luogotcn . generale nclìo stesso anno, fu lspcrtore generale dello S. M. generale e del corpo dd genio. Nicolis di Rohila11t come Maunzio . Generale, figlio di Giovanni Battista , n . e m . a Torino (1798-1862). Sottot. dj fanteria nel 18r4, p3rtccipò alla campagna del 18r5. Nel 1816 passò nella brigata granatieri g uardie, odia q uale divenne colonnello comancfantc in 2"' nel 1839. Magg. generale· aiutante d i campò del Re nd 1848, panccipò alle c,a mpagnc dd ì848-1849, meritando a Novara la mcd. d'argento. e nel 1849 andò a riposo.

Xicolis Carlo .\.

Nicolis Carlo F .

Nicolis di Robi/ant Carlo .1lberto. Gct1t.:rale, ,,. a Torino. m. a Fisenze (1827-1876). Sottot. d "artiglieria nel 1845, partecipò alle campagne del r848-r849, guadagnando la m cd. cl"argcnto a Sommacampagna. Colonnello nel 1864. diresse jl lab<>ratorio pirotecnico di Torinn . Magg. generale.

1t1' l J 872, fu com anelante territor iale d 'artiglieria a F ircn,;c. Niwiis di Robila11t Mm·io. Generale. n. :-1 Torino nd 1855. Sottot. d'artig lieria nel 1873, cb colonnel lo comandò il 68° rcgg. fanteria (r898). Promosso magg. generale fu nominato comandan te della brigata R:uil ica1c, e nel 190-', an(i°ò nei Balcani ~ riordinare la gcnd3 rmcria

macedone, co1nc tcn.

generale, a disposizione del m inistero degli Esteri. Torn~to in patria, ebbe il ' comando <lcìlà d ivis . di Piacenza (r9n-14). della div is. di Tùrino (19r4), del X II corpo d ":1rrnat:1 (1914-1915) e del IV corpo (r915). Ùurantc la campagna it:ilo-ausuiaca tenne il comando della 4a e della arinata (1915-1918). N d r918 venne no• minato membro del Comitato consuhivo 1nilitare permanente i nteralleato di Versai lles, fece parie delle truppe destinate in Francia (1<)18) e nel 1919 venne nominato co111andan1e d ell '8'' ar1

"Nicolis G. B .

N icolis Carlo Emanuele

N irnli.,· di Nohi/aul C.1rlo E111a11uclc. Generale, figlio di C iovanni R:urisrn , n . e m . a Tor ino (1799-1871). Sotrot. di cavalleria 11d 1815, nel 1823 accompagnò in Spagna il p 1"i11cipc di Carignano Carlo Alberto ed all'assalto del T rocadero si mcrìtc\ la croce di S. Fcr<l inanclo d i Spagna e della Lcgion d "onorc. Coloundlo nel 1844, comandò il rcgg. Nizza cavalleria . Magg. generale comandante la 3" brigata di eav:1 llcria nel l84j, partecipò con essa alla campagna del 1848. Aiutante di campo del Re nei 1849, meritò a Novara la mcd . d "argento. Nell"aprilc 1849 ebbe il comando del la compagnia delle guardie del corpo e nel 1854 andò a riposo.

5l

rnata. Gene rale d'armata nel r925, g-uadagnò nella guerra

Monuialc le croci di comm . . gr. uff. e cav. di gran croce ddl 'Ordine Militare di Savoia.

Niwlis di Robi/aut conte Ca.rio Felice . Generale, n, a Torino, m . a Londra (1826-1888). Sottot. d 'artiglieria nel 1845, partecipò alle campagne dd 1848-49, del 1859, d'Ancona e Bassa Italia ( 186o-18Gr). Promosso colonnello nel, 1862, comandò il 3° regg. g ranatieri. ~el 1866 venne promosso magg. generale. pancclpando alla camp:1gna di

L •esploratore Nic-olò i,':eno

r I


l - 509 -

N1c

Nicolò Zeno. Esploracorc Yarato nel I!.)28 dal Cam;erc ?,favaie del Quarnaro a Fiume; dislocamento tonn. 2010; lunghezz-1 m. 107,28, la rghezza 1n . 10;20; apparato motore cavalli 55 . 070, velocità m ig lia 39. Armamento g uerresco : G cannoni da 120 ; 3 mitragl iere da 40; ':? bnciasiluri da 533. Personale <l 'armamento : 6 ufficia!; e 164 uomin, d i equipaggio.

Nicolò da Camvobasso . V. Campobasso. - N icolò da l 'isa. V. Pisa.. Nicolò da ',l'olt·ntiuo. V . Tolcntiuo . N icoloff (As .). Gene rale bul garo , n. nel 1864. l'rese pane J tutte le guerre dclkt Bulgaria., diYenen<lo gene rale nel 1917. Durante la guerra Mond ia le comandò una d ivis. ndhL zoo.a della Cc-rua, · ìu !vfacedo nia. Nicolosi (M11rìo). Generale, n . a N uoro nel ,877. Sott. d i fanteria

nel 1898, frequentò poi la scuola Nicoloff As. d i g uerra e passi, nel corpo di S. M. In Libia nel 1914-1915, vi meritò una mcd . di bron.<o; partecipò alla guerra 1915-18, divene ndo colonnello nel 1917 ; per due anni fu sottoca po di S. M . della 3• a rmata, o ttenendo la croce da cav . del1'0. M. S . su lla fronte Carsica e la croce d'uff. d ello stesso ordine al P iave. Capo d i S. M. ddl' u 0 e po i del 2811 C . d'A. nd 19,9, fu addetto mi i. :i Belgrado (1920) e poscia capo d ivis. dd lo S tato Maggiore cd aiuL tli campo onorario dd re ; renne dal I</25 al 1927 i l comaodo d d 1° faot<:ria e qui ndi fu capo di S. M. in Cirenaica. Nel 1930 v<:nne promosso generale di briga ta comanda,Ht I:< 19~ brigata cli fanteria .

N icoloso da Recco. Esploratore varato nd

1930

, lai

Cantieri Navali Riuniti ad Ancona; di slocamento tonn . wro: lung hezza m. 107;28, larghcz,:a m. 10,20; a pparnto motore· cavalli 58.222, velocità migJia 39,3 . A rm:.11nr.;rno gucr ..

rcsco: 6 cann,oni da .1 2 0

1

3 tnitraglier<· <b 40; 2 cubi lan-

ciasilUii da 533. Personale d'armamento: t, ufficial i e 6-j uomini d'equipaggio.

Nicopoli. Città dcll 'Ep ,ro. nel golfo d 'A rl\ . a 5 K m . d a Prevesa . Coionia roma na all 'C!)oca de ll a conquista clelb G recia, fu d evastata dai Goti e restaurar., da Giustiniano I. d ivene ndo la çapitale d ell 'Epiro . Nel medio evo decadde a \·an taggìo di. Prevesa _ Ebbe da antichissimo te1npo un3 ,·occa con mura protette d a corri quadrate . Ven ne fondata dn Augusto in me moria della vittoria -d i Azio . comhat • tuta in quelle acque.

Combattimento di Nicopoli ( r798J. l Fr:mccsi, pad ron i delle isole Ionie . avevano occupato anche Prcvesa, e te• n evano a N . un posto fortificato ,\Ila megl io sulle ro,·ine dell'antica città, d ifeso eia 450 u . e 3 cannon i, ag li ortli11i del gen. L asalcem:. All 'alba d el 23 o uobrc, il posto ,•enne attaccato dall 'avanguar,dia di Alì, pascià d! G iannina, il quale avanzava co"n 10.000 u . per cacciare i Francesi dal continente. I Francesi contrattacc~u-ono, Jna, al i 'aperto, furono a vvil uppati dalla cavalleria albanese. gui data d:i Muctar, figlio di Alì, e. dopo disperala d ifesa, massacrati, 111eno un centinaio che. rin1ascro prig io nieri col loro ge nerale ferito, e col generale 1--lotte, accorso òa Prevcsa con pochi uomini a N . . e coinvolto nella lo tta e nella resa . Nicopoli. C ittà dell ' Armenia m ino re, sul fiutne L ico . Corr_isponcte

forse :i ll'attualç Cara Hissar.

V enne fundat;.1

N1c

da Pomp.:ç, nel 66 ,a . C. a ricordo della vittoria coutro Mitridate . Pompeo d iede al re una battaglia notturna &a i monti della regione, e lo sbaragliò inAiggcndogli una perdita d i 1 0 . 000 u. , sui 3 0 . 000 di -cui disponeva. La città decadde, fu restaurata da Giust iniano per decadere ancora definitivame nte .

Battaglia di N icopoli (48 a . C., o 47). Ap par tiene alle g uerre de i Romani 11dl'Asia. Avendo Farnacc, figlio d i Mitridate, i11vaso la Cappadocia e l'Armenia minore. marciè, contro di lui il legato Dom izio Calv ino , con la 36• legio ne romana, due legioni di ausiliari armeni e una legi~ne pontica, con1anùata da l)ciotaro. Farnacç sì era schie rato davanti a N. , proteggentlo i propri fianchi con due fossati , tra i. quali schierò i p ropri f:anti, me ntre la cavalleria era schierata oltre i fossati. Domizio avanzò contro la posizione nemica, col centro for mato dalle d ue legioni armene; l'ala dr. con la iegiouc romana, la sr. coo la legione pnntica ; la cavalleria, romana, egli collocò sulle al i. La 36• legione romana sbaraglia la cavalleria d i F arnace che ha di tronte, supera il fossato, entra j n lotta con i l':inti nemici . Ma, sul! ' altra ala, se la cavalleria nemica I: .sbaragliata e \'Ol ta in fuga, n on riesce alla legione pontica di varcare il fossato; essa vaciJJa cd è contrattaccata e respinta. P eggio avviene al centro . dove un attacco ri i

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Rattaglia di Nicopol.i (47 a. C.) A, fossati sui fianchi dcllC truppe d i Farnace; B, cavalle.ria di J:'ar1 nace; C, 36 l legione romana; D ,. legione pontica; E, E, due legioni armene; F , cav~llcria romana

Farnacc sbaraglia e fuga 1c· legio ni arJl'\c11c. La :;G1t k g10ne è ora a ttacca t;i da tutte le _forze di Farnace; r iesce

tuttavia a disimpegnars i e a riparare su alture do ve il re non osa di inseguirla; dopo di che Domizio riesce a riti rarsi indisturbato, avendo perduto 250 fanti e pochi cavalieri, mentre g rande eq stata la strage delle sbaragliate legioni alleale.

Nicopoli. Citù della Bulga ria, sulla dr. tic\ Dant1bio, presso la conAuc nza d ell'Osma, i n faccia alla foce del!' Alula . Fondata da Traiano nel 1 06 d . C. , fu devastata dai Go ti, p resa dai Turchi nel 1370 e ben fortificata. Venne posçia p resa dai Russi, nel 1810 e nel r 829. Essi ne smamellarouo le fortilicazioni nel 181 t : rimase però il forte castello su roccia, dominante il fiume, costruito nel 111c<lio e vo . I. A.<mfio di Nicopali (1388). Appa rtiene all:1 lo tta fra Ottomani e Bulgari, e fu posto alla città eia A!l pascià,

con 30.000 u. La guarnigione bulgara, guidata dallo c2,t1· Sçhisk1nan , si di(e~c fi nchi: no n sopraggiunse il suitlno


N tc

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Ntc

Amurat I, con grandi forze. Allora lo czar l'abbandonò, riparando oltre il Danubio, e pocr, <lopo riuscendo ad otrencrc h pace.

da ogni parte. Dopo dispcrat,1 difesa, essi vennero massacrati quasi tutti: solo un centinaio furono p resi prl-

II. Battaglia di NicoJ>oli ( 1396). Appartiene alle guerre del sultano turco Bajaz.ct I contro i Cristiani. Un'annata ungherese, forte di 100.000 u ., cui si erano aggiunti 3200 cavalieri e scudieri francesi e 6000 mercenari tedeschi, oltre a cavalieri ingksi, polacchi, boe.mi, ccc. , agli ordini del re Sigismondo avanzò sul Danubio a metà settembre, lo varcò, po.se I'asscuio a N., custodita da forte e scelta guarnigione turca , agli o rdini di Thogan bcy. Pareccl,i giorni di bombardamento e di assalti non fiaccarono la sua resistenza. Frattanto in soccorso degli assediati si affrettò a marciare il sultano, con un esercito di 200.000 u. All'avvicinarsi del nemico, i Cristiani si schierarono con le spalle alla città e al fiume. I F r ancesi chiesero ed ot-

in parte fuggirono. On corpo di 12.000 u. sostenne per un poco il combattimento, finchè fu travolto dalle forze superiori di Amurat. Questi fece massacrare 10.000 prigio nieri cristiani, per vendicare le sue perdite, che avrebbero ammontato a 20.000 morti . Alla battaglia aveva pa rtecipato anche un gruppo di cavalieri di Rodi, condotti <lai loro Gran Maestro Filippo dc Naillac, il quale rip arò a Costantinopoli insieme col re Sigismondo. I cavalieri frmtcesi rimasti nelle mani del sultano vennero riscattati l'anno seguente per mediazio~c d i mercanti genovesi: appena 2.1 tornarono in patria.

gionieri, fra i. quali i personaggi più imporrnnti, con1pre.so il · duca di Ncvers. Gli Ungheresi si scoraggiarono e

III. Assedio di Nicopo(i (r444). Fu posto alla città ,fa i re Vladisl'ao di Polonia con 20.000 n. Ma la difesa d6

Turchi, nun1erosi, bene arrnari e bene approvvigionati, fu insuperabile e , il re dovette .-inunciare all'impresa. IV. Presa di Nicopoli (1810). Appartiene alla guerra turco-russ:i di quell'anno. I Russi l'investirono i l 26 ottobre: La guarnigione turca, poco n umerosa, disponendo Ji fortificazioni campali in cattivo stato, scese subito a patti e cedette la città ottenc!ldo di ritirarsi liberamente'. V. Assedio di Nicopoli (r877). Appartiene alla guerra russo-turca del 1877"78. Interessava ai Russo-Romeni di assicurarsi il possessò di N. per garantire la dr. dell ;escrcito .invasore in 1narcia verso sud, e j due passaggi fluviali di Zimnitza e Sistovo, essenziali alla libera manovra , ulle d ue rive del Danubio e ai rifornimenti . Il presidio turco ammontava a circa 8000 u . , co1nandati da Hassan

pascià, il quale aveva atforzato le posizioni a sud e ad est della città, con cidotte e batterie, appoggiando la sr. al Danubio.

Battaglia d i Nicopolì (1396) A, linee d'investimento della piazzai B , Flottiglia unghercSCi C, cam po deilCristiani; D , Francesi; E', F , G, H, I, altri corpi cristiani; K 1 truppe avanzate turche; M, L, se.conda 1ine3 turca; 1V1 teria linea tùrca; P, Serbi

tennero di collòcarsi in prima linea, per essere primi ad assalire . Il re Sigismondo tentò invano di persuaderli ad attendere 1'attacco dei Turchi , appoggiandosi al restante dell'esercito. I Fra1;cesi, che erano condotti dal duca di Nevcrs, insieme col Boucicault e altri personaggi della nobi ltà, si decisero a marciare senza indugio contro un nemico di cu, disprezzavano la tenacia, il fanatismo, il \'arorc. ll sultano si collocò sulla collina con 40.000 u . de! suo esercito, del quale facevano parte anche 5000 Serbi, suoi alleati, col loro re Stefano, Più .ivami, nel piano, scliicrò 130. 000 u . Per attrarre al combattimento i Cristiani, spinse ancora più iuna.112.i un corpo d i truppe leggere, di 20.000 u. I Francesi si precipitarono al galoppo su queste truppe e le sbaragliarono uccidendo molta gente; senza k r marsi ad attendere gli Ungheresi, proseguirono nella carica e piombarono sulla seconda linea turca sfondandola. Ormai erano separati d,11 resto del! 'esercito, e Baiazet li fece. avviluppare

Il generale russo Krudcner mosse verso la c1tta il 15 luglio col IX C. d 'A., sce11de11do lungo le due rive dell'Osma in tre colonne: quella occideotalc per la riva sr., agli ordini del gen. Schildcr; le alt re due, ai suoi ordini diretti, avviate all'attacco dei lati sud cd est della cinta fortificata. All'approssimarsi ~lei nemico i Turchi sospesero il duello ,li artiglieria impegnato fin dal 25 giugno con le batterie romene di Turnu Magureli, sulla i-iva opposta del Danubio, e guern irono le posizioni apprestate sulle due rive dell'Osma. l i Kriidener impegnò subito la fronte orientale della difesa e puntò fortemente con le altre due colonne, mirando a forz.jare la cerchia difensiva a ovest della città. I Turchi risposero con fuoco vivissimo e co11 contrattacchi. Malgrado la scarsa preparnzione di fuoco e il consueto aburn di attacchi frontali i Russi riescirono a ricacciare q uasi totalmente i Turchi r,ella città. Al mattino seguente (16 luglio) la riprc~a degli attacchi convergenti, cui parteciparono le batterie russe e romene di Turnu Magnrcli, decise la capitolazione della città. La giornata costò ai Russi r310 o . fra mort i e ferili; ai Turchi, oltre un m igliaio di caduti in combattimento, la resa del" l 'intera guarnigione con 113 cannoni, 2 monitors fluviali e materiali abbondanti. La caduta di N ., preludio al primo attacco di Plcwna, inizia la serie delle operazioni volte ad assicurare il :fianco occidentale <legli eserciti invasori e a consentire, a suo tempo, la marcia verso Costantinopoli. L'occupazione di N., dopo trattative fra Russi e Romeni, venne affidata ai secondi, al comando del gen. Manu.

Nicosia (ant. F:rhùa). Cittir in prov. di .Èuna, su spe• rune rocòoso elevato, con rovine d ì ant. castello forse


)'

N1c

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nonna:r:1no . .Esistt:Ya tin da tcn1pi molto 1·emoti, tanto che si r icorda averla invano assediata nel 403 a. C. Dionigi

di Siracusa. In seguito subì devastazioni per opera dei Saraceni; rcslaurata dai Normanni, parf·eggiù per gJi Svev)

contro gli Angioini. Nicosia. (in turco, r.efkosia: ,u1t. Ti-cmit11s). Citt:\ capoluogo dell'isola di Cipro. All'epoca della dominazione dei Lusignano venne fortificata con cinta di mura a tipo bi1.antino,

quasi

circolare,

avente

un perimetro di c irca

7 Km . Tali mura erano solo in parte terrapienate. Nel-

l"cpoca veneziana, Bernardo Sagredo, inviato dalla Repubblic;, a Cipro, fece costruire internamente alle v,xchie mura u11a nuova cinta (1562) poligonale, bastionata, del

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ordini di Piall pa:<ìci:l. recanti 80.000 l.L da sbarco, ..:orna11 ~ dati da Mustafà pascià. Questi marciò su N. e il 25 luglio la cinse d ·assedio, erigendo batterie sulle alture dominanti la ci ttii cd iniziando il bomharclameoto. La guar• nigione, comandata da N icola Dandolo, respinse: 25 assalti cd eseguì sqrtitc. II 31 agosto i Turchi attaccarono la cint;i fortificata sinrnltancamcnte su quattro punti diversi, ,lopo uu f mioso bombardamento che ne aveva distrutti i parapetti; dopo due ore di lot1'1 accanita le colonne d ·assalto furono respinte. Esito simile ebbe un nuovo, più vast.o tentativo; giuntJ s ulla somrnità del ramparo, gli assalitori furono ributtati con perdite sangurnosc. Occorrevano nuove forze, e furono chieste alla flotta, che era rimasta udlc acque de ll'isola. Questi, senza preoccuparsi della vicinanza delle forze collegate dei Cristiani, 110n esitò a sgucrn ire le proprie navi e mandò un rinforzr, di 20.000 u. che l '8 settembre giunsero· sotto le mur:i della città. Il 9 Mustafà riunì -t utte le sue forze, e, spincdc all 'accacco, in breve travolse i 4000 u. che erano ri1nasti a difendere N. Questa fu data al saccheggio; le peggiori atrocitl furono compiute dalle soldatesche otto1na11e, inferocite da 'luara ntotro giorni d'assedio e dalle gravi perdite subìtc. Tutte le ricchezze dell'isola, raccolte a N. caddero in potere dei Turchi: 25.000 abitanti furono massacraci: , 5.000 fatti schiavi . La flotta cristiana 1:011 aveva fatto in tempo ad intervenire, per dissensi fra gli ammiragli delle varie nazioni circa la condotta delle upcrazion l .

.,,.

Nicosia Vùo . Generale, n. nel ,868. Sottol. di fanteria nel 189r , divenne colonnello nel 1917 e comandò in

.

gueua il 124<> fanteria. Trasferito in Somalia con incarico civile nel 1919, passò poco dopo in I'. A. S. Nel ,930 passb nella riserva e fu promosso generale di brigata. N icotera. Comune in p rov. di Catanzaro, a breve cli., ta1na dal mare, sul quale i: la frazione di N. Marina .

,\nt. città ciel Bruzio, ,·enne dcnstata dai Saraceni pi,', mite.

La cinta veneziana di Nicosia (sec. XVI)

!,)Cri metro di 5 Km ., s11 progetto del conte Ascanio Savorgna no: i lavori vennero diretti dal fratello di questi, conte Giulio. La ciota era <lominata dalle vicine a!t ure, e ciò rese facile ai Turchi di prendere b città .nel 1570, avendo essi s11 tali alture collocato le loro artiglierie. - La città seguì le sorti del l'isola di Cipro (V.). Essa fo presa i! l6 giugno 1373 dall'an1J1,1ir. genovese Catani, e l'anno seguente vi si firmò la pace d i cni si dice p i,'t avanti.

J. Battaglia di Nicosia (1231). Dopo la battaglia ,!i Casal lmberto (V.), Riccardo Filangeri, maresciallo dell'im~eratorc Federico H, invece di restare in Pale&tina e procedere all'occupazione della Siria, sbarcc'> a Cipro e vcn11e a battaglia (15 giugno) presso N. col haro~e Giovanni <l'Ibclim, il quale era a sua volta partito dalla Sir4 e accorso a fronteggiarlo. La cavalleria imperiale fu disfatta, e Riccardo potè a stento imbarcarsi e riparare su l cominentc. H. Pace di Nicosia (1374).' Conclusa fra il re d i Cipro, Pietro di Campofregoso, e la Repubblica cli Genova. Pone tìne a uria vertenza sorta per angherie commesse eia Pietro verso mercanti genovesi. Il re si impegna a restituire loro i privilegi d i cui godevano, versando . iJ10lrrc un 'i ndennità di due milioni di tìorini e impegnandosi a pagare 400.000 fiorini all'anno. Con1c gar::tnzia, ostaggi e la città di Famagosta ai Genovesi.

consegna

llf. Assedio di N icosia (1570). F u posto dai Turchi, i c1uali arrivarono nell'isola il 3 luglio, con 256 navi agli

Battaglia 11ava/e presso Nicotera (1282). Appartiene ;,Ile guerre Era Angioini cd Aragonesi. n re Pietro d 'Aragona affidò 22 galere catalane al proprio figli.o Pcrez, il quale, incrociando nelle acque di N., venne a trovarsi. di fronte nd una flotta angioina composta cli 30 navi provenzali , 15 genovesi, 10 pisa11c, 45 napoletane. Le navi catalane si legarono l'una all ';iltra e mossero arditamente contrr, le navi di re Carlo d'Angiò. Mentre le navi pisane, genovesi, provenzali prencleva110 i.I largo, quellç- napoletane si gettarcmo alla spiaggia, e c1uivi furono investite dalle navi aragonesi, che le cattu-

rarono ncciclcndo chi r csistcv,1, e facendo 6000 prigion1en .

Nicotera barone Giovanni. Generale e starisrn, n . a Sambiasc, m. a Vico Agnensc (1828-1894). Combattè nella rivoluzione calabrese del ,848; condannato riuscì a fuggire a Malta, indi fu alla rlife,a di Roma nel .1849. ParteNicoter:1 Giovanni cipò alla spedizione di Pisacane (185j); venne ferito e imprigionato, sino a che Garibaldi lo liberò nel 186o, e gli d;cde, col grado di colonnello, _il comando della 5~ brigata. Partecipò alla campagna del ,862, ma non fu pre-


N 1c

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sente allo scontro d i Aspromonte : nel 1866 ebbe il comando del 6~ regg. Cacciatori delle Alpi é si segnalò a Condino, guadagnandovi la med. d'argento al valore; poi il comando della 5a b rigata e il grado di maggio r generale. Nel 1867 comandò la colonna che mosse su Velletri. Deputato dall'Vlll alla XVIU legislatura, fu minimo nel 1876 e n el 1891.

Nido di gazza. Nome <lato all'epoca del Vauban ,1 un trinceramento, o piccola pia;i:za d 'armi, creato durante l 'attacco alle piazze forti sulla breccia già ottenuta, e dal quale si partiva per l'assalto di viva forza.

Nido di niitragliati-ìci. Espressione usato, duran te la guerra Mondiale, nel linguaggio ordinario e giornalistico, <:d anche per qualche tempo, nel periodo postbellico, nelle pubblicazioni ufficiali. In •tale espressione e rano sostanziati tre concetti : unp prevalentcn1cntc tattico, ::.econdo cui vcnlvano gu arnitj con dive rse n1itragliatrici punti panico!arinente i111porta.nti I per ubicazione, rispetto all 'anclamcnto della posizione d i resistenza, c soprattutto per d ominio e per azione fiancheggiante; uno prevalcnten1ente fortificatorio, per la coesistenza di lavori campali, d i scavo e mascbcramcnto, e talvolta anche di ostacolo (reticolati) tanto da costituire un caposaldo; terzo concetto infine la :,ttuazionc del11 sorpresa, col non svelare a nzitempo le

posizioni, la.sciando avvicinare ii ncrnico alle min in.1.c distanze prima d i a p rire il fuoco. I N . di M. possono essere considerati (come oggi i cc·ntri di rcsi,tenza) dal p unto di vista offensivo e dal punto d i ,·ista <lifrnsivo. Dal punto dì v ista offensivo rapprcscutanmo il .maggiùr ostacolo all":wanzata della fanteri'1 per il rn!umc d i fuocu d 1e potevano sv iluppare in breve spazio e da breve tratto cli fronte: le '>te~sc difese accessorie avevano un valore subord inato al la ,·sistcn,.a cd efficicm:a d ell:1 difesa arriva

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mediante il fuoco, e q uindi soprattutto dei N. ·di .W. Essi pertanto erano o biettivi dell'artiglieria nella preparazione immediata. Durante lo svolgersi del combattimento dovevano essere battuti dalle artiglierie d i accompagnamento 1nateriale, in concorso coi cannoncini e colle n1itragli~trici pesanti, ta nto quelli esistenti nel settore àttàc~ato, q uanto quelli fuori d i esso, ma in condizioni da offendere con riti fiancheggianti. Durante la penetraz.ione essi, quando erano sopravanzati 1 do\revano venire neutra lizzat i, per ev itare che ostacolassero l'avanzata della fante ria. Nella difensiva, i N. di M. costituivano l 'ossatura del sistema, e p recisam ente Hella « fascia » di osservazione costituivano i << posti-scoglio >) contro i quali doveva jnfrangcrsi la reazione nemica . 1n tale u fascia >I erano scaglionati in p rofondità, disposti in modo da non <:ssere indiv iduati :1nzite1npo, da po tersi fiancheggiare :-i vicenda . e da costituire una grande rete destinata ad entrare .in giuoco d i sorpresa e a breve distanza, per avviluppare con azione di fuoco incenso e micidiale i l nemico che a\'<:ssc tentato di penetrare o fosie riuscito a penetrar<.' nelle posiz ioni. Ogni nidoJ anche se o ltrepassato o :1ggi ... rato dal nen1ico, doveva continua re la sua azione in coor~ dinamento con quelli a ttigui, così da non dar tregua al nemico stesso. A tale scopo, oltre ch e prote tti con Ja,·ori iu terra e ,nasd1erati, essi erano muniti di difese accessorie c he ne j111pedissero l'attacco materiale; erano inoltre largamente pro(rvisti di 1nunizioni e serviti <la personale ,cel to, d i c uore saldo e d i sicura virtù combattiva. Essi diven tavano poi punto d i appoggio e perno pe r i contrattacchi. Molto spesso · furono utiliz~ati, specialmente in pianura, come posti adatti per N. di M. le buche <letcrmiuatc dalJo ~coppio d i g rossi 1.noictti li, convcr1icnterncotc adalta1.t<: e s iste mate , cercanrlo di difendersi come me_g-Jjo cn1 possi bi le dalle infi ltrazioni d'acqua.

Nido di mitragliatrici del rcggtm.cnto marina f/. San Ivlarco -~ sul Basso Piave


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N IE

N iebla. Città della Spagna, nel! ' Andalusia, sulla dr. del Tinto. Ebbe nel medio evo una cinta di mura e un buon castello. Fu ;lllche capitale di un piccolo Stato moresco, conquist ato nel 1257 dal re Alfonso il Saggio. I. Assedio di Niebla (1257). Fu posto alla città dai Cristiani. Sembra che gli Arabi si siano di(esi cun cannoni a polvere, lancianti pietre e dardi . Sarebbe questo il primo esempio di cannone o bombarda, in base alle cronache di uno spagnuolo, Conde, il quale tradusse a sua volta da cna cronaca araba . Il . Attacco di Niebla ( 1811). Appartiene alle guerre na, poleoniche. nella penisola Iberica. li gen . inglese Blakc con 6000 u . l 'investl i l 30 giugno . La citt.1 era tenuta da guarnigione francese, composta di 600 u., quasi tutti Sviz.zeri, comandati d.al col. Fritzhèrds . Jnvano gli assalitori xentarono d i superare le mura, troppo aite per le sca le che avevano recato seco; essi, non avendo cannoni d 'tts· sedio, dovette ro rinunciare all 'impresa.

Nieddu (Enrico). Generale, n . a Cagliar i nel 1867. Sottot. di fan1eria nel 1883, raggiunse nel 1917 il grado òi colonnello e nel 1929 q uello di generale d i brigata nella riserva. Niederer (Ciova,mi). Generale svizzero del secolo XVIII, al servizio del Piemonte. Sottot. nel regg. svizz.ero Meyer -nel 1744, paitecipò con esso alle campagne di guerra del 1744-1748. Colonnello nel 177,j, comandò il regg. svizzero Grisone, divenendo brigadiere d i fanteria nel I7i6. P ro•mosso magg. ge11erale nel 1783, fu capo del p redclto reggimento sino al 1188.

N iel (Adolfo). Maresciallo di Francia 1802-1869). Fece la campagna d'Algeria; fu .capo di Stato Maggiore nella spedizione contro Roma (r8'19); comandò il genio nell 'asse,d,o d i Sebastopoli e si segnalò a Magenta e a Solfcrù10. F u anche ministro della guerra. Lasciò un volume su : « L'assedio cli Sebas1opoli f ·

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N iel Adolfo

N ielly (barone Giuseppe M11ria). Ammiraglio francese ,(1751-1833). Combattè lungamente contro gli Inglesi. Capilàno di vascello nel 1793, fu promo~so poco tempo dopo

contrammiraglio. Prese parecchi bastimenti agli Inglesi. Nel 1799 ebbe un comando nella sped iz.ione d 'Irlanda e, al suo ritorno, fu nominato prefetto marittimo a Loricnt. Ritiratosi nel 1804, fu pili tardi da Luigi XVJII promosso viceammiraglio.

N iemen. Fiume della Russia europea, tributario del Mar Baltico. Nasce a S.-O . di Minsk, bagna Grodno e Kaunas; quindi entra in Prussia. dove col nome di Mcmel attraversa la parte settentrionale della reggenza <li Gumbin ncn, bagnando T ils it . A va lle di questa città si divide in d ue rami che sfociano nel Kurisches-Haff. Un tempo il N. segnava la divisione fra lo Stato russo e lo Stato prussiano; i l 25 giugno 1807, sulle sue rive, vicino a T ilsit, avvenne il c011vegno fra Napoleone I e Alessandro I, nel quale fu concluso il trattato di pace che porta i! nome cl i Tilsit (V.). Con l'articolo 331 del tratitato di Versailles, il N . fu dich iarato i nternazionale per la navigazione da Grodno al mare.

N ienchantz (o Ni(/) . Antica piaaa(orte .situata sulla Neva, presso la foce di q uesto fiume ne! Haltico. Caduta in potere degli Svedesi, fu p resa da Pietro il Grande nel 1703; ma, giudicata da questi troppo piccola, mal fortificata e lontana dal Golfo, venne smantellata: 15 giorni dopo furono incominciati i lavori per la cost ruzione della nuova fortezza che poi prese i I nome di , Pietroburgo. As.wdio e presa di Nic1lclzanti (1703). Appartiene alla guerra del Nord. Essendo pad rone dell'alta Neva, P ietro il Grande aveva bisogno cli possedere N. per' dominarne l 'ìmboccat ura e vi pose l'assedio . Esso fu d iretto da Chercmetev che sferrò vari assalti, nei quali molti soldati rimasero uccisi; ma finalmL'lllc, dopo cinque giorni di lotta, il 4 maggio , 703, i Russ i poU:rono entrare in citt/i. L 'ar· tiglieria e le n1u nizion ì r ìtnascro ai vincitori, e la guae~ nigione ebbe la libert~ di ritirarsi i, Vyburg. Appena oCCH· IJata la piazza si dovette pensare a d ifenderla. Pochi giorni dopo, una squadra svedese comparve davanti a N ., c. credendo la fortezza ancora occupata dai propri connazionali . diede il ~cgnalc d'uso con due scariche <l'artiglieria; a queste risposero i Russi con altre due scariche, ingannando il nemico . Così lo schifo ammiraglio, approdato alla riva, Eu preso dai Russi e le persone che vi si trovavano im barcate furono fatte prigioniere. Intanto due }~ìcelli e a ltre due navi minori svedesi, ignare d i tutto~ avh~zarono fino all'imboccatura della Neva e vi gettarono l'ancpra . Al· !ora Pietro e l 'ammiraglio Mencikof, fatti montare sopra 30 barche i due rcgg. delle guardi.e , si portarono dietro un 'isola che li nascondeva ai nem ici. e allo spuntare del 1

L'intervista degli in1peratori di Francia e dì Russia sul Niemen ( 1807) 33


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g iorno si ~ccostarono arditamente, circondandoli , ai bastimenti da guerra svedesi, rimasti isolati per il vento contrario che impediva al resto della flotta di avvicinarsi, e con lancio di granate a mano seminarono la ~trage fra gli equipaggi, di cui rim asero colpiti i d ue terzi . Si impadronirono quindi delle navi e le condussero in porto. La conquista di N. ~ uno dei maggiori avvenimenti della storia di Pietro T, pcrchè, per mezzo di quella, raggiunse uno degli scopi pitÌ ambiti, che era c1ucllo di ·procurarsi un porto nel Baltico.

rando un insediamento di Germani in Gallia, corse a sbarrare il loro cammino, ma non li trovò disposti a combattere. Difatti i Germani, sbigottiti dall'improvvisa comparsa dei Romani, mandarono legati a Cesare pregandolo che li lasciasse in potere delle terre conquistare; a questo• pauo, essi sarebbero rimasti sorto la protezione di Roma. Per tutta risposta Cesare intimò loro di r ipassare i l Reno, e propose che andassern a stabili.rsi presso gli !Jbii, i quali gli avevano c.:hicsto soccorso contro gli Svevi. Gli amba-

sciatori germani promisero di portargli. la r isposta <lei loro capi entro pochi giorni, ma Cesare, temendo che ciò fosse Lma trama provocata dai Germani per guadagnare il tumponecessario al richiamo della loro cavalleria inviata presso gli Ambivari in cerca d i vettovaglie, proseguì la marcia. Al terzo giorno, trovandosi l 'csercito romano a dodici miglia di d istanza dal campo nemico, ritornarono da Ccsan~ i legali Gcrl'nani è gli ·chiesero una tregua di tre giorni, affinchc?: avessero avuto il tempo di interrogare gli Ubii, se fossero stati disposti ad accogliere i due popoli nel loro paese. Il proconsole romano concesse un sologiorno. 11a, 1ncntre pendevano le trattative tra i legati

N iers (o Nccrs). Fiume nella Prussia renana, che, nasce nel circolo di Erkelenz e sbocca nella dr. della Mosa, nel\"Olanda. Eccidio ml/e rive della Nie,·s (55 a. C.). Appartiene alla quinta guerra di Giulio Cesare in Gallia. Dopo la sottomissione dei Veneti e le conquiste del luogotencn.tc Q. T iturio Sabino sulle coste della Manica, e di Publio Crasso il giovane in Aquitania, i Galli, sebbene frememi d i rabbia e di vergogna, non ardivano solleYarsi. Convinti di non potere da soli scuotere il giogo di un nemico tanw formidabile, posero le loro speranze in quegli stessi popoli, che fino allora erano stati i loro più temuti avversari. Per il che, appena iurono informati cbc i Tcuctcri e gli Usipeti, costretti dagli Svevi ad abbandonare le proprie ,cd i sulla riva dr. del Reno, a \'cVano stabilito di cercarsi una nuova patria in Gallia, salutarono con g ioia tale grande invasione, che in altri tempi li avrebbe ricolmi di spavento. Nell'inverno 56-55 gli Usipeti e i Teucteri, in numero dì 430.000 tra uomini, donne e fanciulli, traversarono il Reno. I Menapii non osarono resistere alle ste,·minate orde invaditrici, e i llelgi li invitarono a spingersi avanti, ed a coadiuvarl i nell'abbat;tere il giogo romano. Cesare, temendo una sollevazione dei Belgi, e mal rollc-

gcnnani <: Cesare, avvenne tra cavalieri romani e gern1aei uno scontro, che tern1inò con gravi perdite elci primi .

Non si conosce la causa che fece nascere questo com battimento. Cesa re se ne stava senza alcun sospetto sulle rive cieli a N. , quando ottocento cavalieri germani piombarono improvvisamente sulla cavalleria rom.a na, che era in avanguard ia, e la respinsero con gravi perdite. Al proconsole, che non credeva alla serietà oelle' trattative intavolare dai Germani ed era indispet tito delle perdite subltc, ciò bastò per g iustificare un _atto <li v iolenza sanguinoso . D ifatti il

giorno seguente, quando i capi e gli uomini piì, cospicui dei Germani recaronsi da Cesare per iscusarc l 'attacco dei cavalieri avvenuto a loro insaputa, il duce romano, o per..

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Le fortificazioni di N icuport (secolo XVU)


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L'assedio di Nieuport da parte dei France:-.i nel 179,1

chè non crcucssc sincere k scuse ,,ddotrc, o pcrchè voks,e disfarsi di un nemico formi,bbiJc senza grande sforw, li fece :,rrestarc, e contcrnporancamcnt<:: ordinò alle sue legioni d i p iombare sulle orde germaniche, le qual i non sospcttavaoo d i nulla ed era.no prive <li capi . I Gcnnani.

presi dal terrore, rimasero alcun tempo esitanti t ra b. fuga i Rmnaui Jnv:::i dev~no furios.r1m entc il loro campo nemico e iniziav:,no lo sterm inio. Coloro i quali scamparo·10 dal g ladio dei Romani , si diedero in preda alb fuga, ma i11 grande parte perirono affogati nel Reno o nella Mosclla. I superstiti della terribile catastrofe si rifug iarono presso i Sicarnbr i, stabiliti al di là · del Rcn(), tra gli affluenti Lippe e Laho. Cesare si vantò presso il Senato di aver cornbatluto circt 430 .000 nemici senza a\'cr avuto alcun soldato morto dei suoi e solamente poch i feriti, 111a j} senfi m cnto dell'onore ro1nano ri mase ferito t roppo vivamemc, e Catone ehhe il cmàggio di proporre che il proconsole spergiuro venisse consegnato

e la rcsi sten7,a, mentre

:1i Cc rm:1ni , per lav:'lrc- nel suo ~:tn gue il misfatto .

N ieto (F,rbio). Ccncrak, n . a Livo1110, rn . a Firenze ( 1828-t<)0.1). Sotto!. <lei cannon ieri-guardacoste toscani nel

1859, pa::.;sò nell'esercito itali::1 no e partecipò al.b campagna del , 866. Da colonnello comandi, i l 160 rcgg. fontcria e nel 1X95 raggiunse il grado ri i magg. generale. N ieuport. Cin ,ì dd llclgio, nella l'iandra occi<!entalc, circondario di Fourncs, poco distante dalla frontiera francese, ::iull'Yser . che la mette in t:01t1un icazionc con Dixn:iu dc e Yprcs. Le d1inse dcll'Yperlcc possono inondare nini i d intorni di N . f..: .i n con1unicazionc con Brugcs 3. 1nezzo cli un canale. Nel periodo delle varie guerre di f iandra e del la Rivoluzione fu piì, volte assediata e presa Ot'"dall 'uno ora dal1'11ltro de i contendenti. Nel 1713, in eS<·cuzione della pace <li Um:cht, i Francesi cedcncro la città agli fnglcsi che alla loro volta ne uscirono nel 1715 per far posto alle tru ppe imper ial i. Nel 1745 fu assediata dall'esercito di Lni,:;i XV e dopo pochi giorni ,; :irrese ., di~crezionc.


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1. Battaglia di Nicuport (1600). Appartiene alla guer ra di Fiandra. Fu combattuta fra u.ooo fanti e 120,1 cavalli spagnuoli comandati dall'arciduca Alberto d'Austria, e r5.ooo fanti e 2500 cavalli Olandesi agli ordini del prin • cipe Maurizio <li Nassau. Questi, ~vuto notizia che l 'esercito spagnuolo era .in preda a gravi disordini per ritardato pagamento del soldo, e che rrovavasi disperso nei suoi accantonamenti, deliberò di impadronirsi di N . prima che l'arciduca potesse soccouere la città. Accoml"agnato ~la una flotta poderosa si presentò davanti alla piazza forte. dove, sbarcate le t ruppe, si trincerò con molta cura cd investì la città . L'arciduca venuto a conoscenza delle manovre · del principe Mauri-zio, riuniti oltre 10.000 fanti e r500 cavall i, accorse sul posto, r isoluto di stringerlo al mare, o d 'obbligarlo a raggiungere i suoi vasce!li. Una gran guardia olandese; che tentò di contrastargli il passo di un ponte fra Ostenda e N., fu sbaragliata. Nella speranza <li sorprendere il nemico, l'arciduca avanzava sulla riva del mare trascinando seco otto pe7.zi d 'artiglieria. Il 2 luglio r6oo il principe Maurizio, avvertito dell'avl'J cinarsi degli Spagnuoli, si pone in battaglia innanzi al fiume che forma il porto della cit tà e appoggia la sr. al mare. Il suo esercito risulta schierato su tre lince; sci pezzi vengono messi in batteria sulla spiaggia, poggiati su graticci perchè non affondino sulla sabbia; due altri pezzi sono collocati sopra una duna, ed alcuni cannoni da campagna sono nascosti dietro la ca,•alleria, per tirart' all'improvviso, intanto che la numerosa flotta dei vascelli olandesi fiancheggia tutta la linea cli battaglia. La caval leria, che precede l'arcid uca, comincia l'assalto; gli Olan. <les.i la lasciano avvicinare; poi, aperte le righe, smascherano tutto ad un tratto le loro artigl ierie, le quali dopo alcune scariche micidiali la costringono a ritirarsi. Fratta nto le truppe erano alle prese su tutta 1~ linea e si combatteva accanitamente d'ambo le parti. La marca che montava e la batteria piazzata sulla riva del mare, obbligano l'arciduca a portare il suo attacco principale sulle <lune, nlla dr._ di Maurizio, ma questi fa subito avanzare la seconda linea. Gli Olandesi per,dono terreno e la vittoria è ancora indecisa. Malgrado le ca ,·iche della cavalleria olandese, !a fanteria spagnuola, che si era lasciata persuadere a marciare dopo alcuni pani conclusi con l'arciduca, resisteva tenacemente. Allora i cannoni della flotta, entrati Ù\ azione, la baotono di rovescio, la fanno vacillare, ed un nuovo assalto generale ordinato da Maurizio, che è accompagnato da grande numero di volontari francesi , decide della vittoria. L'arciduca, ferito, è costretto a ritirarsi e gli Spagnuol i, messi in fuga, lasciano sul campo 4000 morti , 600 prigionieri, 100 bandiere, 8 cannoni cd i bagagli . Tuttavia il pr incipe Maurizio non riesce ad occupare la città ccl il 18 luglio toglie l'assedio. Le sue perdite nella battaglia del 2 luglio furono di 1500 morti e 700 feriti. II. Assedio e presti di Nieuport (1794). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. Mentre il gen. Pichcgrn , col pretesto di- organizzare il servizio di vettovagliamento, se ne rimaneva inoperoso a .lvtal ines , Morcau, coi_nandantc

dell'estrema sr. dell'esercito del nord, r ipu liv:i attivamente le coste della Fiandra marittima. Impadronitosi di Ostenda il 1° d i luglio, il giornb 5 ave,·a investito completamente N., d ifesa da una guarnigione di cmigrari e di Annovcrcsi, e resa forte clalie inondazioni che rendevano difficili gli approcci. I lavori d 'assedio, d iretti dal generak ingegnere Dejan, furono pronti per il r6 luglio, e la città, attaccat.1 da l lltte le parti, fu ben presto messa nella impossibilità di poter resistere. U giorno 19, i l governatore

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D iepenbroick sollecitò una capitolazione per assicurare la vita ai suoi compagni cl 'arme. Moreau si p rese la responsabilità di accordarla agli Annoveresi, ciò che lo compromise seriamente agli occhi <lei rappresentanti del popolo, e gli procurò una denuncia al tribunàlc di guerra. Gli emigrati tentarono di salvarsi attraverso le inondazioni, ma vennero arrestati dai soldat i belgi e furono tutti passati per le armi.

Nieuport Oolage tipo 48 CI

Nicuport-Delage 48 C l. Apparecchio monoplano che fu in uso nel 1918 nel l 'esercito italiat\o: apertura alare m. 10, velocità 190 Km. ora; armamento due mitragliatrici. Un altro tipo, biplano, da caccia, velocità 150 Km. ora, fu pure in servizio nel nostro esercito nel 1918.

Nieuport da caccia

Nieaport-De/age 580 R 2. Monoplano francese, biposto monomotore metallico da grande ricognizione. Apertura alare m. 15, peso totale Kg. 2636 cli cui 430 d i carico utile, velocità circa 250 Km. all'ora. Nievo (Ippolito). Scrittore e colonnello garibaldino, n. cl.i Padova (183r -r86r). Nel 1841\1849 partecipò alle azioni co11tro gli Austriaci in Toscana; nel 1859 fu luogotenente nelle Guide con Garibaldi, segnalandosi a Varese e Treponti ; nel 186o par tì coi Mille, col grado d i vice intendente, e con]battè negli scontri accaduti •da Marsala a Palerrno. Ment re ritornava in Sicilia a bordo dell ' « Ercole » Nievo Ippolito per raccogl iere le carte dell 'lntendenza, scomparve in naufragio nel Tirreno. Fu nominato dal Re cav. dell 'O. M . S. Tra i suoi scritti i l più celebre è « Memorie di un ot-

tuagcnario ». Nievo Carlo . Generale, n. a Soave, m. a Colloreclo (18361907). Sottot. d'artiglieria nel 1859, partecipò alla· cam• pagna d'Ancona, a ll 'assedio di Gaeta ( 1860-1861) ed alla .guerra del 1866. Da rnlonncllo comandò il -i• regg. art.

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(1885-189J) . Da col. brigadiere e da magg. generale comandò le brigate Livorno (t89I-I892) e Pisa (1893-1896). Nel 1897 fu promosso ten. generale ;spettore delle armi e dei materiali dei corpi. Niger (Colonia del). Appartiene alla Francia, che la conquistò nd 1897 e la d ichiarò colonia il 13 ottobre 1922. La capitale è, dal 1926, N iamey. Superficie circa un milione di Kmq ., di cui un terzo, la vallata del N., è ricco e popoloso. Gli abitanti della colonia ammontano a t .200.000. Le truppe di stanza nel N. appartengono a quelle dell'Africa Occidentale Francese. Niger ia. Colonia inglese dell'Africa occidentale, compresa fra il golfo di Guinea e il lago Ciad. La sua superficie è valutata a 87i .ooo Kmq. e la popolazione ;i I9 .586.ooo abitanti. Gli Inglesi occuparon9, nel 1851, l'isola di Lagos, ma soltanto nel periodo dal 1854 al 1899 estesero la loro penetrazione nell'interno della regione, affidandola ali 'ammin istrazione della Compagnia del Niger. Nel 1899 la Compagnia stessa cedette allo Stato ogni suo diritto, inanccnendo però, per 99 anni, la concessione degl i sfn,uamenti minerari. Il N. ha 1500 Km. di fer• rovic. Gli Inglesi vi intrapresero nel 1900 una vittoriosa campag11a, che durò fino al r903, contro i due emiri di Nupe e di Contagora. Fino al 1914, la. colonia restò divisa in <lue protettorati, del nord e del sud. Dal 1914 in poi, prese il nome di « Colonia e protettorato <lclla N . » rntco un solo governatore coadiuvato da un Consiglio Je. gislativo (istituito nel 1923), ma con due residenze governative, quella del sud a Lagos, quella del nord a Kaduna. Durante la guerra Mondiale, nel 1916, l'Inghilterra :iffidò all'amministrazione nigeriana una -zona del Camerun tedesco, che poi, con l'accordo franco-inglese del ro luglio 19r9, veniva rettificata per delimitare le rispettive frontiere , della Francia e dell'Inghilterra, nell'esercizio del mandato dell'ex colonia germanica. Le fone militari cldla N . comprendono: a) un regg. della N ., composto di: , quartier generale, r btr. d 'a rtiglieria, 4 bgl. di fanreria, 1 unità di mortai leggeri, r scuola di segnalazione, r deposito, · ù1 totale 3599 li.; b) la riserva del regg. della N. elle CO'nta un effettivo di 6zo li. tra graduati e u. di truppa; e) la forza di polizia delle provincie del nord , con un effettivo di 25 ufficiali e 1195 il. armati di carabina; d) la forza di polizia delle provincie ..de! sud, comandata da 11n ispettore generale che ha alla sua dipendenza un ispettore generale aggiunto ed u11 ufficiale di <rato maggiore; il suo effettivo è d i 82 ufficial i, d i cui 38 indigeni, e di 2i•IO u. fl governatore ha i l diritto di ricorrere alla l'o rza d i polizia come forza m ilitare, tanto all'imcrno quanto a Il 'esterno delle frontiere della Nigeria. Nightingale (Fiorc11za, {letta « La Madonna della lampada »). Signorina inglese, n. a F irenze, vissuta nel secolo scorso. Nd 1854 si recò in Crimea compiendovi opera di carità nei campi di battaglia, munita di lanterna, alla ricerca dei feriti. Fu efficace inspiratrice, con la sua opera, per l'istituzione della " Croce Rossa "· Morl di colera (1855) nel compiere la sua missione: le Yen ne eretto un monumcnt<> in Santa Croce a Firenze. Lasciò : « Note d i ospedale ». Nigra (Luig,). Generale, n. a llairo, m. a Torino (1837-1907). Da sérgcntc partecipò alla campagna del 1859 .:onscguendo la promozione per merito cli guerra a sottot. di fanteria; da capitano partecipò alla guerra del 1866. Da colonnello com,1n<IÒ i l distretto mi!. di Cremona e nel J905 raggi.unse il grado di n1lgg. generale.

Nm.

Nigra conte Arturo. Gcnernle, n. a Treviglio nel 1866. Sottot. di fanteria nel 1884, partfcipò alla campagna d'Africa (1895-96) e a quella italo-turca. Da colonnello comandò il 93° fanteria col quale entrò in campagna ne! 1915. Promosso magg. generale per merito di guerra (1916) tenne il comando delle brigate Etna (1916) e Porto Maurizio (1917), e della 29" divis. (1917-18). Fece parte delle truppe operanti i.n A lbania ed in Tripolitania quale comandante della 38• divis. (1918-19). Tenne il comando della 78•, dell '83 e del la 15• divis. (1919-:23) e uel 1926 raggiunse il grado di generale di corpo d 'arma,ta. In guerra guadagnò le croci di cav. e cav. uff. dell'O. M. $ ., una mcd. d'argento e una di bronzo. Nigra Giuseppe. Generale, n. nel 1874. Sottot. di fanteria nel 1893, frequentò poi la - scuola di guerra. P,irtecipò alla guerra libica eri alla guerra contro l'Austria, che iniziò col grado di maggiore. Colonnello nel 1917 conundò il 54° fanteria che di resse nella valle Ansiei e ncll:i regione 'fomba-Monfenera. Andato in P. A. S. poco dopo la guerra, fu p romosso generale di brigata in A. R. Q. nel 1929.

Nigrisol i (Giuseppe). Generale, n. a Torino nel t874. Sotcot. di fanrcria nel 1893, partecipò alla campagna ita1otmca e a q uella italo-austriaca. Comandò da ten. colonnello prima, e da colonnello poi, il 54<> fanteria (1917-18) . Nel 1929 raggiunse il grado di generale.: di brigata. Nihawend . Località al sud di Hamadan (Ecbatana;. Battaglia di Nihawend (640, secondo altri 642 d. C..) . Appartiene al periodo delle grandi conquiste dei Musulmani, dirette contro l'impero persiano. Jesdcgcrdo III, ultimo della dinastia dei Sassanidi, riunl 110.000 uornù1i (cifra certamente esagerata; probabilmente erano 60.000) e fortificò il campo di N. con palizzate. Gli Arabi, gui• dati da No'man, lo tennero bloccata per due mesi con 10.000 uom ini, poi si ritirarono a distanza di due gior nate, per indurre i Persiani ad uscire nella pianura aperta . I d ifensori cli N. credettero che i nemici fossero fuggiti cd uscirono dalle loro posizioni , ma , avendo incontraci i Musulmani, ingaggiarono i l comba ttimento sotto la con dotta d i Ferosàn, vecchio cd esperimentato duce. L ·csico del fiero combattimrnto fo incerto per due giorni; nel terzo No'rn:m vi perdette la vita, · e i l suo luogotenente Hucldeifa Ibn El-Jcmàn strappò la vittoria coll'arrivo opportuno cli nuovi rinforzi. Il destino della Persia era deciso. Il generale persiano Ferosàn cadde nelle mani dei vincitori e fu ucciso. Due terzi dei Persiani, a quanto si dice, sarebbero morti in questa battaglia . Jcsdcgerdo, fuggì e i Maomett ani conquistarono la Media e là contrada cli lspahan e Rai sino alla Partia.

Nika. Nome dato alla grande rivolta <Id 5.V, scoppiata sotto Giustiniano per sbalzarlo dal trono, che distrusse mezza Costan.tinopoli e costò la vita a 30.000 persone. Belisario, incaricato della repressione, fece massacrare tutti i rivoltosi che gli caddero nelle mani, facendone una strage immensa. Nikolsburg. Citt:ì. della Cecoslovacchia, sulla Morava. 11 25 luglio 1866 vi furono sottoscritti, fra Austria e Prussia, l 'armistizio e i preliminari della pace [firmata a f'mga (V.) il l3 agosto). L'armistizio ptrtiva dal 2 agosto e comprendeva anche il teatro d 'operazioni sul Meno. Era basato sul! '« uti possidctis » militare e stabiliva le lince di demarcazione fra le truppe anstriache e ,1udlc prussiane.


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Nilo. riumc dell'///riw (V .). Da taluno fu dctrn ,.. battaglia del Nilo » q11clla che va comu netnentc sotto li nome d i Abuk_i,· (V.).

Battaglia sul N ilo (47 a. C.) . t lo strascico della guerra civile fra Cesare e Pompeo. D opo la vittoria riportala a Pclusio da Mitridate, che veniva jn soccorso dei Roma~i ad Alessandria, Cesare, informatone, uscì da Alessandria con la migliore parte delle sue milizie, e, circuito il lago Marcot.ide per non trovare incian1p i, si congiunsè con Mi~ trid atc sul Nilo. li re egiziano Tolomeo Dionisio uscì prim:t d i Cesare <la Alessa ndria col suo esercito per i mptsdirc l'unione dei Romani con Mitridate e risalì il Nilo con poderoso naviglio, seguito dal nerbo delle sue truppe sulla riva sr. ; ma , raggiunto da Cesare, fu costretto a fermarsi. Gli Egiziani scelsero una buona pos izione, coperta d a u n torrente, da un castello e dal Nilo da una parte, <la un ' altura c, da un,\ palude dall':tltra. Tutto ciò '1 nulla nls<·, poichè i Cesariani superarono ogni ostacolo

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I. Attacco d, Nimcga (1589). Appartiene alla guerra di Fiandra. 11 generale olandese Martino Schenck volle tentare di prendere N. di sorpresa, e, jmbarcate le sue truppe, avanzò sul \ Vaal con l'intenzione di giungere nel colmo <ldla notte <lavanti alla città. Arr i,·ato su! posto soltanto a giorno fatto, volle egualmente tentare l'irnpresci. Varcato il fiume, gli riuscì d i impa<lronirsi di ,ina casa prossima alle mura della città asser ragliandovisi. Le milizie cittadine accorsero sul posto, attaccarono gli .in\·:1-

sori e li inseguirono fino •alle loro imbarcazioni. Schenck opponeva con i suoi la più ostinata resistcnz.a e teneva sospesa b vittoria, ']Uando ricevette un colpo che lo stese a terra . A llora j suoi si perdettero d'animo e si <iiedcro alla fuga p recipitandosi verso le loro barche , inseguiti dai cittadini. La m aggior parte annegò; moltissimi furono massacrati. C inque barche sovraccariche di foggiaschi colarono a fondo, insieme col gcn. Schrnck trasportato morente sopra una di esse.

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Pianta di Nìmcga nel secolv XVI

e sconfissero le truppe del re egiziano, i l quale perì tra i fuggen Li ucl Nilo . Alessandria allora si arrese ai Roman i, e Cesare d iede la corona a Cleopatra e al di lcì fratello m inore Tolomeo Ncotcro , lascian<lo in Alessand ria due legioni cli presi<lio. N imega, Citt,ì dell 'Olanda. nella Ghcldria, , ulla sinistrn del W aal. t d i origine molto antica; nel IV secolo era gd importante. Carlo Magno ,·i edificò il castello e vi fece erigere un palano fortificato che d ivenne la resid enza degli imperatori. N. ollennc molti privilegi dagli imperatori e fu una delle città anseatiche, La sua cinta era fortificata con d iverse opere; al d i là del Waal si alza\'a il fol'l:e di Knodseburg a protezione del passaggio del fiume . La ciuà fu spesso presa e ripresa d agli Olan" desi e 4agli Spagnuoli d urante la guerra di F iandra. Nel 1672 fu presa dai Francesi che nel 1674 la rest ituirono agl i Olandesi dopo aver .raso al suolo le sue fortificazion i.

1T. Assedio di Nimcga (1672). Appartiene alla guerra d'Olanda, e -fu posto dal T urenne, m entre la città si trnvava nelle ,nigliori cond izioni di difesa ; ben fortificata. cd approvvigionata con una guarnigione <li oltre 8000 u. , :il comando <li G iovanni Wa ldercn, assistita dagli abitanti . che partccipav,rno a tutti i lavor i della d ifesa . I.I Turenne fece erigere il 20 giugno una batteria e lanciare una quantità d i bombe e di fuochi <l 'arrifizio, per evitare di apr ire la trincea e risparmiare la vita dei sold ati. Ma la lontananza della città faceva perdere efficacia al bombardamento; dopo <iieci giorni d i fuoco con scarsi risultati il T urenne decise di far passare il Waal al suo esercito per serrare la città più da vicino . Al principio di luglio, fece costruire un ponte d i barche, su cui fece passare tutte le truppe di buon m attino, e raggiunse presto un'altura da cui si dominava la piazza.forte . Ordinò quindi a tutta la cavalle ria di preparare fascine, e al principio della nouc si di resse con 4000 fanti e , oc,o c;1-


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valli verso una vecchia opera abbandonata vicino alla città e che la guarnigione non aveva avuta la precauzione d i d istruggere; la occupò senza resistenza e nella notte medesima fece scavare due trincee per andare alla punta di due mezze lune che coprivano il r:imparo. Si formò una grande piazzuola lungo il parapetto dell'opera abbandonata e vi si alzò una batteria di otto pezzi d 'ar tiglieria. Dopo sei giorni d i assedio si passò il fossato e si cominciarono i lavori d i mina alle mezzelune. li giorno 8 gli assediati chiesero di capitolare ed i l giorno dopo fo firmata la capitolazione .

111. Trattato di Nimcga (8 marzo 1677). Fra imperatore di Colonia. L 'elettore accede alle alleanze strette dall'imperatore contro i l comune nemico, promette di comportarsi con fedeltà e si obbliga cli fornire un esercito di 5 mila uomini .

cd elettore

IV. T rattato di Nimcga (IO agosto 1678). Pace tra Francia e Olanda. Le potenze godranno dei paesi,. ciotà. terre, isole, ccc. che possiedono p resentemente dentro e fuori ·d 'Europa, eccetto la città d i Maestricht con la contea di Vronof e vari paesi d'oltre Mosa, che fa Francia restituisce all'Olanda, col diritto però di esportare da questi luoghi l 'art iglicria e rtutte le munizioni di guerra. La Francia promette di r imettere il p rincipe di Nassau in possesso del suo p rincipato d 'Orang~ e di tutte k sue terre occupate durante la guerra, già cedute al conte d' Auvergnc. V. Tra/lato di N imega (17 settembre I6j8) . Pace tr;i F rancia e Spagna. La F rancia ri metterà in potere della Spagna Charlcroi, Biche, Ath, Ouùcnardc, Courtrai e dipendenze, città e fortezze da essa acquistate nel trattato di .A.quisgrana (1668). Cede altrcsl la città e ducato cli Limburg, la regione d 'oltre Mosa, la città e fortezza di Gand, il paese di Wacs, le città di Lcttve, S. Ghilain e l'uycerd a, nonchè tutti i luoghi occupati d urante la guen a. La Francia rimar rà in possesso d i tutta la Franca-Contea, più Valcncien ne~, Bouchain, Cond6, Cambrai e territorio . Aire, S. Omer, Ypres, Wa rwick, Poper inguc, Casse!, ecc. Esposta più di tutte le a ltre potenze belligerant i, la Spagna pagò per tutte le spese della guerra , poichè k piazze cedute erano per posizione, forza e ricchezz.a, ben p iù importami d i quelle che le furono restituite : non aspettavano che il genio del Vauban per poter servire di baluardi alla Francia e divenire a ltrettante basi d'attacco contro i Paesi Bassi spagnuoli. Anche la F'rati"ca-Contea fu prezioso acquisto, garantendo alla Francia la sicurezza dei confin i e dandole per barriera il Giura e la buona fede clvutica.

liscono i buoni rapporti sulla base ddla pace di We~tfalia . Le potenze firmatarie faranno opera perchè si affretti la conclusione della pace generale. La Svezia, a lleata dei F rancesi, ricupera la Pomerania, che l'elettore di Brandeburgo le aveva tolta. L'elettore riceve per questo un compenso d i 300. 0 0 0 swdi, ma si obbliga a sostenere, alla morte dell'imperatore , la cand idat ma cli J.uigi X f V al t rono imperiale. VIII . Assedio e presa di Nimcga (1794). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. La posizione d ella città di N. disturbava il fianco dei quartieri d'inverno delle armate repubblicane, stabilitesi lungo il Reno, e la sua caduta clovc·,a completare l 'imponente linea di difesa degli eserciti del nord e d i Sambra e. Mosa, da Magonza a Bois-lc-Duc. Il duca di York, con 38.000 u. Inglesi, Assiani e Olandesi, aveva il campo dall'altro lato <lei Waal e la ,·ettovagliava a mezzo di un ponte volante. La piazza(on e fu investita il giorno 27 ottobre dal gen. Moreau, che collocò le sue truppe in maniera da poterle radunare, in caso di bisogno, sopra un campo di batJtaglia che si tra

La fortezza di N imcga ne) 1794

, Vl. Trattato dt Nimega. (5 febbraio 1679). l'ace fra imp<:ratorc (per sè e per l'impero) da una parte, Francia e suoi alleati dall'altra. Si confer ma la pace di Westfalia . La Francia rinunzia ad ogni d iritto di protezione e d i presidio nella fortezza cli Philipsburg, che cede all 'imperatore. Questi alla sua volta cede alla Francia Friburgo coi tre vilhiggi d ipendenti e le dii facoltà di aprirsi una via attraverso l 'impero ùa Brisacco a Friburgo. Il duca <li .Lore na sarii restituito nel possesso dei suoi Stati, quali erano nel 16 jo, eccetto N ancy e Longw y, che nstano alla Francia, d alla quale ottiene inoltre la città di Toul. L ' im peratore e la Francia si adopreranno per sollecita re la conclusione della pace generale : a questo fine la Francia potrà tener presidio in alcurie città dell'impero.

pred isposto. li 31 furono collocate due batter ie a mon te cd a valle del fiume, per cercare d i distruggere i l ponte volante dei nemic i. I lavori di t rincea, diretti dal gen . di brigata del genio Déjan, cominciarono nella notte dal 1~ al 2 novembre. Una sor tita d i 9 bgl. e 15 sqdr. ehbc l uogo la notte dal 3 a l 4, e siccome non era stata presa alcuna disposizione cos~tro le sortite, i soldati delle trincee, sorpresi, si diedero alla fuga, riuscendo ,·ani gli sforzi cli rannodarli. 11 )oro esempio trascinò le truppe di riserva d ietro la diga, e la rotta cominciava a farsi generale, quando J·esempio di una compagnia di granatieri che si fermò ed oppose strenua resistenza, arrestò i fuggiaschi ~ li r iportò al combattimento: le trincee e le batterie furono riprese, ed i soldati della guarnigione, respinti vigorosamente, subirono gravi perdite. Il duca di York, dopo questo scacco, rin1ancva incerto se dovesse esporre l'esercito per conservare N., quando un incidente, facile a prevedersi, gli tolse ogni incertezza; il ponte di barche andò in pezzi per i l fuoco delle batterie repubblicane. G li( Inglesi rimasti nella città, si affrettarono a ripararlo per po-

VII. Trattato di Nimega (5 febbraio 1679). Pace fra irnp<.T/1tore (per sè. e pe, l'im pero) e Svezia . Si ristabi-

chiude ndo così in N .. insieme a gualchc bgl. inglese di-

terne usc ire, 1na, giunti suJ Paltra riva, lo bruciarono, rin•


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lava, e Vau<limcro ne approfittò per darc l'assalto e sumemicato indietro, la guarnigione olandese che non aveva perare le difese, penetrando nell'interno. Paolo si riCugiò sospettato il loro divisamento. I Francesi, informati di oell 'aofiteatro romano, e poco dopo si arrese alla mcrcè questa ritirata, raddoppiarono il loro fuow, causando padel re Vamba, il quale lo fece incarcerare. recchi incendi nella città. li governatore fece al principe d'Orange un rapporto esagerato della situazione, e ricevette l'autorizzazione di ritirarsi, quando credesse <lì correr pericolo d'esser (atto prigioniero. Egli non aspettò di essere ridotto agli estremi; radunò le sue truppe, fece inchiodare le artiglierie e passò sulla riva destra. ~ella confusione cli questi movimenti, il ponte, che nel frattempo era stato ristabilito, fu bruciato prima che la rctroguarclia • fosse sfibrn. Una pane del regg. Stuart si vide costretta a capitolare; q uello di Bcntinck tentò di fuggire con le imbarcazioni c.he potè raccogliere, ma la rnpidità della corrente le trascinò ,u banchi <li sabbia, ove il generale Souham inviò buche per salvarlo. Questo reggimento e una parte della guarnigio ne forono fatti prigionieri di Pianhl della forrczza di Nìmcs (secolo XVI) guerra. So cannon i, Soc,o fucili, ricchi magazzini dì viveri e una quantità considerevole di munizioni furono Nin (di S. 1·0111maso, 111<1rchese Tommaso). Gener:ilc, il frutto della presa di Nimega. n. a Cagliari, m. nel 1844. Ufficiale di ca,·alleria nel 1815, prima come colonnello e poi da magg. generale comandò i Nim es (am . Ncmaums) . C iu,ì della Francia, ~~.poi. àd cavalleggeri d i Sardegna . Gentiluomo di camera di Vitclip. elci Gard, su lla dr. del Vistrc. Vi è un magnifico torio Emanuele I e grande di corte di Carlo Alberto, anfiteatro romano, ancora ben conservato. I Romani b nel 1831 fu collocato a riposo col grado di luogoten. fortificarono all'epoca di Augusto con cinta murata. ~cncrale.

Ninci (Giuseppe). Generlk,

a S. Maria in Mon te, a Pcgli (1847-1929). Sottot. ti 'artiglieria nel 1866, fu in11.

in.

segnante presso l'Acude111ia Militare nel 1880-1881. Da colonnello fu direttore del polrcrìficio di Fontana Liri e nel 1914 venne promosro magg. generale.

Ninfeo (oggi Nif). Vi llaggio dell'Asia Minore, a levante di Smirne. Il 13 marzo ~inci Giuseppe (secondo altri il ,o luglio) r261 ,,; fu conclu~o un trnttalO di .tllcanza tra Michele Vlll I?:1kologo, imperatore d'Oriente, e i Genovesi, governati allora dal clogc Guglielmo Boccanegra. In base a tale trattato i Genovesi acquistavano nell'impero greco vasti possedimenti, e quasi pari a quella dell'imperatore l'autorità e la potenz.1, a danno dei Vene:/.iani che la perdevano tutta. Dopo la conferma di quc.ta convenzione, la repubblica di Genova, al lc.lta ormai contro Venezia al l'akologo, gli fece prestito di grosse somme e gli mandò in aiuto per le sue imprese sci na,•i e dicci galee. al comando di Martino Boccanegl'3, protetto del doge. li trattato, inoltre, concedeva in rcrpctuo a Genova la città e il territor io di Smirne. La torre romana detta

m2gn:i • a ~ìmes

Asscdi<J di !Vìmcs (67_3). J\ppanicnc alla ribellione di q uel territorio, in occ,1sionc <lell'ckzionc dd re dei Visigoti d i Spagna, Vamba. Avendo questo re inviato a sedarla un suo generale, Paolo, questi ne approfittò per farsi proclamare re. Vamba accorse sul posto e Paolo si chiuse in N., do,·e il re lo strinse d'assedio, battendo le mura con arieti e macchi ne . li re lasciò sotto· N. il suo generale Vaudim ero e marciò comro un esercito di Franchi che avanzava in soccorso della città assccliata. Nell'interno ili questa intanto una parte elci cittadini si rihd-

Ninive, Ant. città dcll'.h,iriJ, ,ulla riva dr. dd Tign, dì fronte all'attuale ~ossul , dai Greci chiamata 1-:11ino.,. <13gli Assiri Ni1111a.

I. A ssedio di Ni11ive (circ:i il 6o6 a. C.). Regnando in N. Sardanapalo, il governatore della Media, Arbace, gli si ribellò, lo sconfisse con l"aiuto dei Babilon~-.i, lo assediò per due anni nella ciu:ì, e, presala, b ridusse, come le vicine città di Kalak e Assur, un m ucchio di macerie fumanti. L 'Assiria propriamente detta fu letteralmente ridotta un deserto e ben presto dimenticata . Secondo la tradizione Sardanap:1l0 cercò e trovò la morte nelle fiamme del suo palazzo.


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II. Battaglia di Ninivc (6::i.7 d . C.). Appartiene alla guerra fra Bizantini e Persiani e fu combattuta il 12 dicembre presso Je rovine della città, fra l'im peratore di Costantinopoli .Eraclio e il re persiano Cosroe li. L'imperatore rimase vittorioso e occupò varie provincie persiane: l'anno seguente, essendo morto Cosroc, venne però conclusa la pace e rest ituì al nuovo re Siroe le regioni conquistate .

Nino. Re assiro, salito al trono verso il 2000 a. C . Fond ò Ninive, battè i Babilonesi, sottomise l'Armenia e la Media, dominando in breve tutta l' Asia Minore e spingendosi fino ai confini dell' Ind ia. Penetrò anche nell'Eg itto . Infine~ d opo aspra e sanguino~[t g uerra, sogg iogò la Battriana, con l'aiuto cli Semiramide. Nino Bixiò. Esploratore, varato dal R. Cantiere di Castellammare di Stabia nel 1911; d islocamento tonn. 3575; lun g hezza m. r3 r , larghez7.a m. 13,04; apparato motore

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metalli per le artiglierie » ; « Fabbricazione delle artiglierie di bronzo »; « Memorie teorico-pratiche di artiglieria " ·

NiOX (Gustavo). Generale francese (1840-1921) . Sottot. nel ,856, fece la campagna <lei Messico. Nel 1870, con l' armata d i Lorena , prese pane alla difesa d i Metz, e, dopo la capitolazione, fu condotto prigioniero in Germania. Colonnello nel 1889, fu promosso gen. di brigata nel 1893; comandò la 15~ brigata e poi fu nom inato ispettore alla telegrafia militare . Gen . d i divis. nel 1889, passò alla riserva ad 1905. Geografo e storico (fu anche professore d i geografia alla Scuola Superiore di guerra) pubblicò numerose opere: « Impiego delle ferrovie per i movimenti strategici »; « Algeria »; « Campagna del Messico »; una '( Geografia ~{ilitare )), in otto volumi; uno studio su « La guerra del 1914-18 » e ·una « Guida pcr seguire le trattaùve della pace ».

N ipur. Ant. città della Caldea . Battagli,, di Nipur (fine settembre 693 a . C.). Fu com battuta e vintn da Sennacherib, re assiro, contro Nìrgal. re d i Babilonia, che venne fatto prigioniero, e Challuschu , re dell'Elam , accorso in suo aìuto. Come consegue nza im.rncdiata della d isfatta -delle truppe ausilìarie elamiticbc devesi considerare il fatto che nell 'anno stesso Challuschu fu ucciso da i suo i stessi sudditi e Kudur-Nachuoclu fu p roclamato re dell 'Elam. Lo stesso clicasi del trono babilonese, occupato nel medesimo tempo dal caldeo Schuzul,.

Esploratore ,) Nino Bixioo

:22-500 cav:ill i, velocità 25 n1iglia. Anna1ncnto guerresco : canno ni 6 da 120, 6 da 76, 2 tubi lanciasilmi. Personale c.l'arman1e nto : 13 ufficiali e 283 uomini d 'equipaggio. Radiato nel 1929.

Niò. Isola delle Cicladi . Il 10 luglio 1651 una armata navale veneziana d i 38 vascelli, 23 galere e 6 galeazze, guidata da Lazzaro Mocenigo, dopo aver toccato ('.,erigo e Zea, giunse presso Santorino ove le si affacciò dinnanzi In flotta turca nem ica, forte di t6o vele, che volse la prora per N. Mocenigo, facendo r imorchiare i vascel li dalle galere. le d iè caccia, la scon fisse e disperse i trasporti della squadra . Frutto della vittoria fu l'impadronirsi d i Bcsika , alla bocca dei Dardanelli, dOlldC si im pedivano i soccorsi che Costantinopoli tentasse d i mandare ai pascià intenti all'assed io di Candia. I Dardanelli erano stari in parte fortificati per consiglio di Lucciali ; la d isfatt,1 di N. consigliò il Divano ad edificare altri castell i, d i gu isa che i l forz,1rne il passo era compito maritti,no di estrema cl ifficolti1. M ocenigo non lo tentò; all'avvicinarsi dell'i nverno r itornò in Cand ia lasciando qualche nave ne ll 'alto arcipelago .

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Niobe. C isterna per nafta, varata nel 1916 dal Cantiere Rcischcrst ich ad Amburgo; dislocamento tonn. 3510; lunghezza ,n. 80,25, larg hezza m. II ,40; apparato motore cavalli 1043, velocità migl ia r r. Armamento guerresco: 2 cannoni da 120 e 1 da 76 a.a. Personale d 'armamento : 4 11flìciali e 58 uomini d'equipaggio. Niola (Raffaele). Generale napoletano del sec. XIX e scrittore militare, n. a P rocida . Nell'esercito delle Due Sicilie appartenne all'artigl ieria e nel 1859 raggiunse il grado di maresciallo di campo. Fu istruttore onorario ed amministratore delle LL. AA . .RR. i conti di Trani, Caserta e Girgcnti. Scrisse: <t Jstit.uzioni n1ilitari )}; << ~1inierc e

arn.

Nisa Gol. Fium icel lo dell'Ind ia. d el Chitral. Sulk: sue rive si svolse un combattimento (13 aprile 1895) che a ppartiene alla campagna del Chitral (V.). li colonnello i11glesc Kelly, con circa 600 u. e 2 cannoni, durante la sua marcia da Mastuj verso Chitral, trovò circa 3000 Chitralcsi fortificati sul N. G. con piccole opere campali. I d ue cannoni batterono i deboli fortini riducendoli al silenzio, dopo d i che le cp. inglesi poterono forzare il passo, mentre un reparto, accennando a n1ovimento aggirante, determinava i nemici alla fuga, aYendo perduto 60 m. e circa 100 feriti: g li Ingksi ebbero 8 u . uccisi e 16 feriti. Nisco (Nicola). Medaglia cl'orn . n. " Napoli, caduto sul monte Ccngio (r896-r916). Dopo avere frequentato prima i corsi del Collegio mii. cli Napoli e poi q uelli della Scuola m i!. d i Modena , era stato nominato, nel 1916. sottot. del 1° regg. granatieri , portando nell'esercito uno spirito entusiasta ed una pas. sionc patriottica, ch 'erano una nobi le tradizione della sua famig lia; egli era, infatti, nipote d i Nicola N. emer ito patriota napoletano, che, in sieme col Settembrini e col Pocrio, aveva sofferto il carcei·c borbonico. Nella zona di Oslavia, il giovane ufficiale Nisco Nicola ebbe il battesimo del fuoco, ,e toccò Ja prima ferita, m a non volle neppure entrare in luogo di cura . Passato sull'altipiano di Asiago, e posto con la sua compagnia alla difesa della località Malga della Cava, sulle falde del monte Cengia, rifiutava sdegnosamente la resa, davanti a ~overchianti forze ~vversaric, e, lx:nchè ferito , seguitava a. combattere, finchè un nuovo colpo avversario ]o uccj ..


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deva, Alla memoria del valoroso ufficiale fu conferita la ]nc<l. d'oro coo la set,ruente 1n otivaziont: « Mirabile

esempio di fcrmcna e di valore, dopo aver

resistito per tre giorni in una cruenta cd impari lotta ,

incitando il suo reparto a mantenersi fedele :illa consegna .ricevuta: « n on .si retrocede di un passo, si n1uorc sul posto », circondato dal ne1nico, anzichè arrendersi, continuò in piedi a sparare sull'avversario, incitando i suoi

gra ,1aticri, cui diede esempio di fulgido eroismo, portato Jino al cons3pevole sacrificio !1i s,' stesso, e immolando g loriosa1ncnte la sua v ita sul Cam po ». ~,taiga della Cava, 31 n1ag1;io 1916). N ish (a11t. Naissu;, b Nissa) . Città delb Jugoslavia, s ulla Nisciava, a{/1. della Mor:,va. Vi fu costruita una huona cittadella poligonak, con selle bastiom uniti eia <:ortinc d i varia lunghezza. I Turchi, nel 1862-64, ave vano fortificato le alture di Vinik e Goritza; dominanti la cittadella, munend◊lc d i ridotte circolari i n muratura.

I. 13attaglia p,.esso Nisl, (seconda metà dell'anno 269 <i. C.). Fu combattuta dall'imperatore M. Aurelio Flavio Claudio contro Goti, Eruli e Cepidi che in numero di 300.000, compresi i figli e le mogli, avevano passato il Dànubio. Dopo una ostinata e oscillante lotta, Claudio :ctggirò il nem ico per - sentieri alpestri, di rado - battuti, poco praticabili e sconosciuti ai Barbari, e piombò alle loro spalle; éssi lasciarono sul campo 50.000 morti. l superstiti si 5Crvirono, con1c al solito, dei loro carri riuniti i11 una barricata per difendersi dai Romani, che li inseguirono dopo la battaglia, e lo fecero con buon successo. Claudio ebbe il titolo onorifico di Gotico, ma, ammalatosi. non fu più in grado di respingere i Ilarbari oltre il Danubio. Allora l'imperatore chiuse i passi dei Balcani, specie la porta Traiana, il passo <li Suluderlx:ncl dalla val lata dcll 'Isker a quella della Maritza, e -s i proponeva di d istruggere gli invasori chiusi da ogni parte, ma costoro \'Olscro a mezzodì verso la Macedonia per raggiungere le loro navi, che erano tuttora ancorate sulle sponde ùcl1'Egeo. Dell'ingente numero dei prigionieri alcuni furono incorporati nel! ·esercito, altri furono collocati come coloni nelle provincie danubiane; k donne vennero abbandonate a i soldati, le greggi ed il rimanente d el bottino forono impiegati a dotare i nuovi stabilì,ncnrj coloniali o a àfare i provincial i dei dànni patiti .

H. Attacco e presa di Nish (1096) . Appartiene alla Pri ma Cmciaca. All'arrivo dei Crociati, condotti da Picu·o l'Eremita, g li abitanti si chiusero nelle piazzeforti, per sfuggire alle depredazioni e violen ze che quelli commettevano nel Joro passaggio. Il governatore bulgaro d i N. si accordò con i Crnciati perchè questi ottenessero soccorsi senza co1nmcttcre violenze. Ma un gruppo di tcdcsclù, rimasto indietro, appiccò il fuoco ai molini sulla N isciava. Ne venne un confhtto, che richiamò indietro i Crociati d i Pietro, i quali, malgrado le sue esortazioni, attaccarono la città. I Ilulgari opposero una energica difesa, e li respinsero; c1uindi passarono all'attacco, e sconfissero ; Croriati facendone grande strage, catturaudo loro 2000 carri, e le donne e i fancjuJli che quelli conducevano seco. Piet ro battè in ritirata, raccolse i dispersi, e sì diresse a Costantinopoli. lll. Assedio di Nisl, (1386). Appartiene alle guerre fr:, T urchi e Cristiani nella penisola balcanica. Nella citt:\ crasi chiuso il re <li Serbia Stefano Lazzaro, dopo che il suo esercito, co,nc quelli degl i a lleati Bulgari e Bosniaci, non avevano potuto te nere la catnpagna contro le ingenti

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forze turche, agli ordini d i Amurat I. L'assedio durò quasi un mese: il re d i Serbia fu costretto a venire a patti col sultano , di cuj si riconobbe vassallo. La città, col suo territorio, passò in potere dei Turchi. · IV. Battaglia di Nisl, (r443). Fu combattuta il 3 novembre dalle truppe di Ladislao Ili d'Ungheria, contro i Turchi di Amurat Il, il quale r imase sconfitto. V. Battt1glia di Nish (1689). Fu combattuta e vint;1 il 24 settembre da un esercito imperiale cli 24 .000 11., coJnand ato dal principe Luigi d i Badcn, col quale erano i gen. italiani Piccolomini, Veterani, Castelli, marchese Patella. Sotto N. eransi raccolte numerose truppe t urche, circa 40.000 u. Non esitò il principe ad assalirle sulle rive della Nisciava, dove si combattè aspramente. Le posiz ioni turche davanti a N., fortemente t rincerate, furono prese, e i difensori parte sterminati, pane cacciati nel fiume. La sconfitta dei Turchi fu piena, ed essi, perduti 10.000 u ., abba,1donarono N. ai vincitori . VI. Assedio di N ish (r 737). Appartiene alla guer ra della Turchia contro Russia e Austria. Un esercito imperiale, agli ordini del generale conte di Seckendorf, pose l'assedio a N. e ne iniziò il bombardamento, procedendo ad attacchi che i Turchi respi nsero fino al 28 luglio, quando doyettero arrendersi. Essi ripresero la città nell'ottobre dello stesso atrno. Vll. I,westimento, con;battimenti e capitolnzio11c di Nisl,, Appartengono alla guerra russo-lllrca del 1877-78. Il 3 d_icembre 18i7 le truppe serbe varcarono il con fine meridionale e avanzarono sulla città da tre differenti d ireziooj_ La divis. della Morava (colonnello Orcschko\'ic), avanzò con due brigate sulla d r. della Topoluizza, tenendo una brigata in riserva. Parte della divis. dell 'Ibar occupò la posizione di Sctchanizza, e parte restò nei pressi cli Supovatz. La d ivìs. del Danubio (ten. col. Topanovic) occupò con vari distàccamcn~i Gramada e Kurilovo. La notte sul 4 dicembre la divis. della Morava occupò fortemente le alture di Topolnizza e la collina d i Licinat7., abbandonate d ai Turchi. Il giorno 6 il cerchio intorno a N. si andò stringendo; i Serbi occuparono il pianoro di Mramor, mentre i Turchi facevano s~ltarc il ponte sulla Morava e si chiudevano nella città. Il giorno 8 anche il ponte di Cecina sulla Morava fu occupato .dai Serbi, che tagliarono così le comun icazioni di N . con Lcskovatz. li giorno n dalk alture d i Licinatz vennero battute con mtiglieric truppe turche postate sul Vinik . Con la occupazione di Ak Palanca,' avvenuta il 12, a N . restava una sola comunicazione libera col resto del! 'impero turco. La g uarnig ione anm1ont:1va a 6000 u. , çon 6 batterie campali e 77 cannoni nella cittadell;.t e nelle opere, al comando d i Hallil pascià. Le piccole operazioni dette avevano dato luogo a scaramucce di lieve entità; i Turchi ora cercarono di difendersi attivamente, con puntate in varie direzioni, sempre contenute e respinte. Frattanto le divis. serbe che :,vcvano occupato Pirot avanzarono alla loro volta su N., che il 24 dicembre era ormai completamente accerchiata . L'attacco incominciò il 25 dalla parte meridionale della fortezza; si fecero progressi verso la posizione d i Goritza, per opera di 4 bgl. agli ord ini del col. Butchovic e si respinsero, da parte dei Serbi, . contrattacchi turchi. 26 e.annoni furono posti in batteria contro tale posizione, mentre altre batterie tiravano su N . e sul Vinik. Il 28 l'altura fortificata di Goritza, attaccata vigorosamente dalle fanterie serbe , cadeva nelle loro mani : di qui potevasi battere la città da una distanza ink riore ai due Km. I Turchi resistettero ancora 24 ore e 'quind i cedettero le

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anni. Le truppe serbe d'investimento, che all'ulcimo ammontavano :i 15.000 u. con 102 cannoni, avevano perduti nelle operazioni contro N. 9u u., di cui 120 morti. N isib (o Nizib). Villaggio della Sir.ia. nel Yilajet di Aleppo.

Battaglia di Nisib (24 giugno 1839). Appartiene alla g uerra turco-egiziana del 1839-40. Hafiz pascià, comandante dell'esercito turco, dopo aver battuto presso le frontiere della Siria gli Egiziani comandati da Ibrahim pascià, era ,·cnuto ad occupare col suo .esercito la forte posizione di N ., e Ibrahim, desideroso di Ycndicarc la sconfitta patita, riunitosi alle forze del suo luogotenente Sulciman pasci,, il r8 giugno, aveva deciso di attaccarlo . Il 20 giugno era g i11nto, col suo esercito, al villaggio di Mezar a due ore

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1nente (urono rcspinli dai <listaccarncnti di ~icurezZ;.l late-

rali. La g iornata del 23 fu impiegata da Ibrahim a pas,arc in rassegna le truppe, e dai Turchi a rovesciare il fronte di battaglia. Nella notte successiva vi fu un breve co11;battimcnto fra le due artiglierie. Il 24 fu ripresa la marcia di fianco, sempre su tre colonne affiancate, in modo che, facendo semplicemente fronte a sr., l'esercito si trova,·a g ià schierato su tre lince. La ,lirezionc di marcia dapprima fu normale alla fronte d i battaglia turca, sperando con c.iò di attrarre i l nemico fuori dalle almre in rasa pianura; ma, in seguito, vedendo che .i Turchi rimanevano fermi nella loro posizione, fu modificata in direzio11c parallela al fronte avversario. G iunre le teste delle colonne ali 'altezza della strada d i N . fecero fronte al nc1nico~ schierando avanti l 'artiglieri:t: un 'altura , che sor-

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l

Battaglia di Nisib (1839). Rettangoli bianchi, Egiziani; neri, Turchi

circa di distanza <lai Turchi. Il 21 spinse una ricognizione con 4 regg . di cavalla ia, c500 beduini e due batterie, sulla posizione avversaria, che fu riconosciuta troppo forte per essere attaccata di fronte . Infatti essa era CO·· stituita da una serie di al ture che dominavano la pianura. guernite d'artiglieria; sl!l fronte era protetta da tre ri-

gna sulla dr .. ed era stata trascurata dai Turchi, f11 occupata con una batte ria di grosso calibro. La battaglia fu iniziata dal fuoco dell'artiglieria d 'ambo le parti, e dall'attacco co1,dotto dall'ala dr. di l brahim, sostenuta da un distaccamento di due rcgg. di fanteria e due di cavalleria, inviati sull 'estrema dr. a protC7..ionc del movimento dell 'ala attaccante. Il centro e la sr. rimasero fermi. Respinta la sr. turca, anche tali forze mossero all'attacco. I Turchi 0011 resistettero e si ritirarono verso il loro campo al di là delle alture; l'entrata in azione dell a terza linea e dell'artiglieria di riserva trasformò la ritirata in completa rotta. Gli Eg iz iani inseguirono e presero i l

dotte di grandi d imensioni, il fianco dr. si appoggiava :id un 'altura su cui era costruita una ridott.a presidiata da 1111 reggim. di fanteria, e una balleria alqµanto più bassa. La sr. era appoggiata a uua ridotta costruita su di una elevazione di terreno a peodici ripide. Fu deciso allora dal comando turco di attaccare la posizione da tergo, eseguendo un 'ampia marcia di fianco. Il 22 giugno gli Egi

canipo ucinico con tulle le rende e j rnateriali. Perd ite

z iani iniziarono il 1novin1cnto su tre colonne~ e giut~ti,

turche: 15 mila uomin.i , 19 mila fucili, li9 cannoni.

dopo 10 ore, al ponte di Horgun, vi organizzarono una forte testa <li ponte. Durante la marcia erano stati solo d isturbar, dallo spiegamento, ' sulla sr. , di q ualche reparto e 911:ikhr pezzo di artiglieria tllrclii : dementi che foci I-

N isibis. Ant. capitale della· Migdonia (Mesopotamia) sul fiume Migdonio. Fu anche detta, nell'epoca macedonica, A111iochia Migdonia: corrisponde all 'attuale bor~ata


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di N isio. Venne fortificata in antico con robuste 111ura, e

fo centro m ilitare importante sotto l'imperatore Traiano. Fu presa dai Persiani, e distrutta, nel 358. J. Combattimenti presso Nisibis (217 d. C.). Sono uno strascico della guerra portata dall 'imperatore Caracalla contro i Parei , i quali r iuscirono vincitori due volte presso N. contro i Roman i comandati ,dall'imperatore Macrino. Ma, essendo cominciati a mancare i vive1·i nel1"esercito partico, il loro re Artabano trovò conveniente accettare le proposte di pace offertegl i da Macrino, e si contentò della resti tuzione de i prigionieri e del bott ino fatto da Caracalla.

11. Assedio di Nisibis (338 d. C.). Appantiene alla guerra mossa da Costanzo lI contro i Persiani. Esso fu impresa dal re di Per sia Sapore II , il quale, dopo 68 giorni, dovette . aHontanarsi dalla città, difesa ottimamente dal Romani e dalle superbe mura, e r itornare di nuovo al di là del Tigri. Nell'anno 346 andò di nuovo a vuoto un poderoso assalto dei Persiani alla stessa città.

!IL .1sscdio di Nisibis (350 d. C .) . È la continuazione della guerra impresa da Costanzo li contro Sapore !I, re dei Parti. Esso fu impreso ancora personalmente dal re , il quale cominciò col circondare la città con un bastione composto di pali, di fascinè e di terra ; ma, non potendo compiere altri lavori sul terreno roccioso dei dintorni, fece :m are con un a rgi ne al di sotto della città il fiume Migdonio, che passava t ra le mura ed il bastione ed attraversava la città stessa. D opo ciò ordinò di condurre con imbarcazioni soldati cd attrezzi contro la città; e contemporaneamente di lanciare dal bastione proiettili d 'ogri sorra contro gli assc<fiati . Ma i l valoroso presidio romano, ,1gli ordini <ld comandante Luciano, e la brava cittadi-

nanza~ g uidata cncrgican1cntc dal vescovo Giacomo, con frecce accese, con pietre ed altri proiettili fecero in mezzo alle prove pit1 dure tanta strage Era gli aggressori, che la superficie <lcll'acqua si coprì d i cadaveri e di frammenti di navi. Fallito il tentativo dì danneggiare con questo mezzo la citti o di avvicinarsele con barche, il fiume fu ch iuso e fatto gonfiare dalla pane di sopra e poi lasciato ,ind,Hc ad un tratto co-.1tro N ., in modo che la m assa dell'acqua cagionò una vasta breccia ne lle fortificazioni. Sebbene le acque non mancassero cli spiegare la loro azione distruttrice, tuttavia fa llì completarncntc l 'attacco eseguito

dai Persiani, pecchi: n~ cavalli noè elefanti poterono avan zare nel tern:no rammollito; e neppure si potè impedire agli assediati di riparare i guasti de lle loro mura. Per il che, dopo quattro mesi d 'assedio, sparsesi nell'esercito per siano la fame e le malattie, e scoppiate in altre parti dell'impero alcune rivolte, Sapore, disperando d'impadronirsi della cit1à, fu costretto a ritirarsi al d i là del Tigri , dopo avel" concluso un armistizio di nove anni . [V. /)attaglia di N isibis (591). Appartiene alle g uerre fra l'impero romano d'Oriente e i Persiani, i quali af fron1arono presso N . un esercito bizantino, condot.to dal generale bizan tino Eracl io, ma dopo aspra lotta vennero sconfìtri.

N isida. Isoletta nel golfo di Napoli, fra,,ionc di questo comune, presso la pe nisola di Pozzuoli. Ha una periferia di 5 Km . cd ~ congiunta con una diga all'isolotto 011c sorge il « Lazzaretto Vecchio ». Il minu<colo porto I, situato sulla costa settentrionale. Nel se colo XVI i Piccolom ini vi fabbricarono il castello, oggi

casa e.li reclusione.

Co111Jalescenziai·io di Nìsida. Un'epidemia malarica che infìcd in :1lcuni can1pi di ~viazione determinò il mini-

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stero dell'Aeronautica a costituire nell 'isola un reparto di conva lescenti che raccogliesse i malarici delle diverse zone, abbisognevoli di cure climatiche, ricostitu~nti e di riposo. Dopo alcuni mesi di esperimento, in vista degli -ottimi risultati ottenuti, si pensò di dotare l'Aeronautica di una istituzione permanente che desse r istoro e salute ai convalescen,i. Si costituì così, nel 1928, il Convalescenziario di N., capace di 50 letti, con infermeria e cli un laboratorio.

L'isola di N isida

Nùùla. Rimorchiatore varato nel 1912 a Chioggia; dislocamento tonn. 135; lunghezza m. 26,53, larghezza m. 5,53; apparato motore cavalli 243. Personale d'armamento: 16 uomini d'equ ipaggio. N isiro (o Nìsero; greco, Nisyros). !soletta vulcanica nel Dodecaneso, lungo le coste dcli' Asia, a sud di Cos e all'ingresso del golfo di questo nome; capo!. Mandracbi. Nel sec. IV fu per breve tem po autonoma , poi successivamente appartenne a Rodi, ai Cavalieri, fu feudo della famiglia Assanti d i Ischia, e d i d iversi dignitari dell'Ordine. Subì, in seguito, numerosi assalti turcheschi; nel t-157 fu messa a ferro e fuoco, resistette nel 1504, ma il 6 settembre 1522, mentre jofuriava più accanita la lotta intorno a Rodi, si arrese ai Turch i, ai quali ri mase fino a l 13· maggio 1912, quando il capitano di vascello Filipponi, comandante della nave « Roma » , la occupò facendo prigionieri il mu<lir cd il piccolo presidio. Nell'isola esiste ancora, oltre gli avanzi di mura ciclopich e pelasgiche, un castello dell'epoca dei Cavalieri. N itranite, V. Ammonal. Nitrato d'ammonio. È ·in cristalli bianchi deliquescenti. Si ottiene saturando l'acido nitrico con ammoniaca gassosa., o carbonato ammonico, ed evaporando la solu-

z ione. Serve per fare miscele esplosive, le quali presenta no s icurezza di manipqlazio ne e d'impiego, ma hanno il grave inconveniente di essere molto igroscopiche. Occorre, pertanto, per evitare alterazioni dovute a ll 'um idirà, una conscrvaz.ione accurata in .involucri pcrfcttarnentc im-

penetrabili all 'umidità. Inoltre occorre evitare il contatto delle miscele con i met alli, e particolarmente con lo stagno, che può dar luogo alla formazione d i un composto facil mente esplodente.

Nitrato di potassio. Conosciuto sin d,i ll 'antichità, si trova abbondantissimo in natura specialmente nelle Indie Orientali, nel Bengala, nel Perù, nella Bolivia, in Egitto, ecc. È in cristalli bianchi, inodori, so lubili in acqua. Si adopera per fabbricare la poluere 11en1 (Y .) e per preparare rniscugli esplosivi. Nìtrico (Acido). Si tl'ova raramente libero in naturn . ma è assai diffuso in combinazione sotto forma di nitrata di calcio, di ammon io , di potassio, e special mente di sodio. Non si è ancora ottenuto anidro; si può però raggiungere il 99,8 i~ <li acido nitrico stabi le ;J o0 . Quc-


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st'acido è incoloro, Cumante all'aria, estremamente caustico, solubilissimo in acqua. Serve per la preparazione della nitrog licerina e degli altri nitroderivati organici, adoperati come esplosivi (acido picrico, trinitrotoluene, cotone fulminante, fulminato di mercurio, ecc.). [ suoi sali si chiamano nitrati. Essi costituiscono una nu tncrosa serje

di miscele esplosive, nelle quali l'elemento comburente è fornito dai sali dell'acido nitrico (di regola q uelli alcalini, ma anche di bario, di piombo, ecc.) i quali, per l'abbondanza dell'ossigeno che contengono e per la facilità che hanno di decomporsi, agiscono come energici ossidami sulle sostanze combustibili costituenti la miscela, generando una enorme quantità di gas nella reazione esplo-~iva. Fanno parte di questo gruppo: g li svariatissimi esp losivi di sicurezza, al nitrato d i ammonio; l'ami<logeno, la bellite, la pctralite, le polveri da guer ra B N per cannoni <li piccolo calibro e per fucili: la pol vere Curcis e Andr~; la piombite; ecc.

Nitrile fenilacetico bromurato. !': un aggressivo persistente d i azione tossica pari a q uella del cloro. Ha odore g radevole, ma attacca le mucose e riesce lagrimogeno e soffocante. Fu studiato e proposto in Francia da Job verso b fine del 1916, ma la preparazione industriale, basata sulla preventiva fabbricazione del cianu ro di benzile e successiva bromurazione, non fu raggiunta che nel r918. Non ebbe largo impiego. I Francesi lo designarono col nome di « Camite». Nitrobenzeni. Si ottengono nitrando il benzene. Hanno .w uto applicazioni militari il Mononitrobenzene, conosciuto col nome di essenza di mirbana; liquido giallognolo, di sapore dolciastro e di odore gradevole d i mandorle amare, che fu impiegato largamente nella ch imica di guerra, come .composto coadiuvante, per mascherare l'odore caratteristico di alcuni aggressivi chimici e come solvente; ed i Binitrobenzeni, dei quali solo il metabinitro ha importanza, trovando largo impiego nella tecnica degli esplosivi, ed .essendo un componente di alcune miscele d i scoppio. Il suo uso però va sempre più limir,anclosi a causa delle proprietà venefiche che possiede e che ne rendono pericoloso il maneggio. Nitrobenzile (o Clornro). Aggressivo lagrimogeno o "ffaticante, che si ottiene p<:r nitrazione del cloruro di benzile, a mezzo dell 'acido nitrico concentrato, oppure per ;1zione del cloro, a caldo, sop ra una miscela d i o-nitrotoluene e zolfo. Si ottiene anche facendo reagire il pcntacloruro di fosforo con l'alcool o-nitrobenzilico. 'f'. solido, ba azione irritante sulle mucose oculari, pro\'ocan<lo la ·1agrimazione ; è inoltre dotato anche di una certa tossicità e d i debole potere vescicatorio. Fu srud iato in Francia -e proposto dai p roff. Moureu e Blanc, ma non ebbe largo uso. Ven ne impiegato ve rso la fine del r915, ma la produzione totale non fu che d i 8 tonnellate. Nitrocellulose. T rattando la cellulosa con una miscela d i acido nitrico e solforico, si ottengono varie nitrocellulose che d ifferiscono per la percentuale di azoto e per alcune caratteristiche p roprietà· fisiche. li Vieillc ne am lllise possibili 1 2 tipi e chiamò le prime otto « a basso titolo di azoto », e come tali non utilizzabili come sostanze esplosive, mentre le altre 4, con un titolo azometrico dall 'rr al 13 %, costituiscono le N. più importanti. Sono esplosivi poveri di ossigeno, p roducono nell 'csplosionc gas deleteri, e si decompongono facilmente sotto l'azione d el calore, specialmente se nella -preparazione è

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stata adoperata cellulosa non perfettamente pura. Uguale inconveniente risentono le polveri infumi che conlengono n itrocellulosa. Ai fini militari interessano il co1011e collodio (V.) cd il / 11/micotonc (V.).

N itrocloroform io. Aggressivo lagrimogeno o affaticante denominato d ai Tedeschi « K..lop », dagli Italiani « Cloropicrina » e dai Francesi « Aquinite ". Fu scoperto nel r846 dal chimico ing lese Stcnhouse. Si prepara facendo agire l'acido nitrico sul cloralio; come pure per azione di clornrattti (ipoclorito di calcio) sul nitrometano e sopta i derivati nitrati <li molte altre sostanze. La maggior p roduzione, durante la guerra, si ebbe a Napoli, sotto le direttive del prof. Piutti, che ne i niziò per primo la preparazione nell'aprile 1916 nell 'Istituto d i Chimica Parmaceutica e Tossicologica della R. Università; menlre in Germa nia cominciò ad essere fabbricata tre mesi più tardi. La produzione totale in Italia fu di 236 tonnellate. Il N. è un liquido incolore, oleoso, trasparente, molto rifrangente e di. odore pungentissimo. Vaporizzato, attacca fortemente le mucose nasali e degli occhi producendo una forte lagrimazione e congiuntivite acutissima, talora purulenta e sanguigna. Ha inoltre anche q ualità l)arcotiche e, inspirato, determ ina estese emorragie tracheali sottocutanee, edema polmonare acuto, congestione del fegato, vomito, presentando proprietà tossiche rilevami. Fu in larga misu ra adoperato sia dagli Alleati, che dagli Impe ri Centrali, da solo e in miscela con altri aggressivi chimici. Esso, a causa del suo alto punto di ebullizionc, difficilmente si volatizza e si d isperde, per cui viene classificato fra gli aggressivi più persistenti. È ritenuto uno dei composti di maggiore considerazione per la chimica bellica. Nitrocresolì. Sono nitroderivati del cresolo. Ha importanza il tr initrncresolo, che è un esplosivo cristall izzato iu agh i gia lli e con proprietà analoghe a ll'acido picrico. In Francia fu impiegata, come esplosivo d i scoppio, la cresilite, che è un miscuglio d i trinitrocresolo e acido picriw . L ·esercito austriaco adoperò invece il oitrocresilato di arnmonio, come esplosivo di scoppio e da 1n ina, col nornc di ecrasite. Nitroglicerine. S, ottengono nitrando opportunamente la glicerina con una miscela di acido nitrico e solforico. Le inononitrogliccrinc, di cu i si conoscono isomeri, non

sono veri esplodenti. Le bin itrogliccrine si possono preparare sia nitrando direttamente la glicerina, sia sciogliendo la trinitroglicerina i n acido solforico e diluendo poi con poca acqua. ln qualunque modo si ottiene sempre un a mescolanza dei due isomeri possibili (facilmente separabili) che si presenta come un olio leggcrmeme giallognolo, o quasi incoloro, molto igroscopico, che gela sotto i -

30° in una rnassa vetrosa. Allo stato asciutto, esse sono

degli esplodenti che valgono quasi la trinitro e per tanto ne fu proposto l'impiego pcrchè non congela facilmente. Mescolata alla trinitroglicerina, ne abbassa il potere frantumante e la rende più resistente al gelo. La T,·initroglicerina (V.) ne rappresenta il derivato più importante.

Nitroguanidina. Si ottiene facilmente trattando il n itrato di guanidina con un acido solforico o acido nitrico. Brucia f;cilmente se riscaldata in presenza dell'aria, e □on esplode che sotto l 'infiuenza dell'innesco di fulminato di mercurio. Essa ha l'importante proprietà <li avere una bassa temperatura d'esplosione, e, per tale caratteristica,

venne sperimentata,

pur essendo n1olto costosa,

come stabilizzatore in molte polveri senza fumo, per abbassarne l'elc1·ata temperatura d'esplosione . Durante la


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gun ra i: stala adoperata nelle miscele di scoppio albilc e umbritc. L'a lbite, così chiamata per ii colore bianco candido, avcv~ Li segue nte composizjonc: nitrato d'ammonio )8,6%, nitrog u~ni<l ina r.9,1%,, nitrato di guanidina 22,3%. me.n trc l 'umbrlrc era una polvere grigia, :1 base d i nitraro d 'amrnonio, nirrogu:1 nidina e ferro sil icio.

Nitromannite. Pre parala q uasi conte mpo raneamente da i\. Sobrcro e da Do moutc e Mcra n(I, tratrnndo h mannite con acido ni trico e solforico; è un c<plo, ivo molto ·potente, scnsibitissin10 agJi urti, e che sj altera per l'azione della luce sob rc. Sobrero ce rcò di usarla. ma senza successo, come sostanza innescante in sostituzione del fuln1inato d i mercurio. L'ele vato costo di fabbricazione non permette una sua a pp licazione pratica ; tuttavia, nella recente gue rra, fu adoperata in micce d e tonanti. L1 polve re Pulgor è costituita da p. roo di idrocellu losa cndecanitrica, p. 30 di nitromannire, p. 2 d i paraffina e p. 0,05 d i nero d 'ani lina. Niutta (Ugo). Medaglia d'o ro. 11. a Napoli, caduto nel ciclo della Valsugana ( 1890-1916). I ngegnere navale,

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N1u

[ u nominato per la g uerra soltot. di cornpkmento nell'arma del genio e<l assegnato all'Ufficio fortificazioni d i Verona. li suo spir ito avventuroso lo sospinse be11 presto sul le vie dell 'al"ia, e, conseg uito il brevetto di pi.lora, fu uno dei nostri pili abili avia• cori. Nèl luglio del 1916, durnntc un ard ito volo di ricognizione, i11sic1nc col ten. di artiglie ria Cesare Francc-

schini, perdeva gloriosamente

b \lita .in un 'im pari, cor3ggiosa lotta contro due apparecchi

austriaci .

Il

dramma-

tico episodio ì.: così rievocato Niutta U go nella motivazione della mecbglia d'oro conferitagli: « Pilorn d 'aeroplano, dmantc una ricognizione aerea nelle linee J\iversarje, incontrati due velivoli nemici, li aggre• d iva risolutamen te, cost ringendone uno a precipitosa d i-

Scale> of ìll il es J

I

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Battaglia sulla Nive (1813)


N 1u

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.scesa. Auacc;1to fr1 condizioni svantaggiose dall 'alcro, ~o-

stencva C()II indomito ardore la lotta. Essendo stato colpito a morte l'osservatore, nell 'impossibi lità ormai di sostenere l 'impari lotta, sorvoland o a bassa quota le- lince nemid1e e sfidandone con indomi ta fierezza il fuoco delle mitragliatrici , tentò d i g uadagnare le nostre linee. Colpilo rnortalinente egli stesso e perduta ogni conoscenza, an ~ dava con l'apparecchio contro l111 banco roccioso e vi lasciava gloriosamente la vita ,, . (Cic lo di Borgo Val Su g:1na1 3 Juglio 1916).

N ive. Fiume della Franci:1, nella region~ dei !:lassi Pirenei; si getta in mare nel gol(o d i Biscaglia, attra,-ersa Baiona e con l'Adar forma il port<, di questa città. Combattimcuti mila Niue (1813). Appartengono :tl la guerra di Spagn:i e sc:guono alle operazioni sul IÌumc: Nivei/e (V .). Il duca d i Welli ngton, passata la N. nei primi d i dicem bre. al n1attino del 9 fece dar~ il segnale d'attacco alle !ruppe ang lo-portughcsi che erano sulla riva sr . Lc forze francesi, agli ordini del rnaresc. Soult, ,incaricare dcila difesa del fiume, si disposero al combattimento . l i generale Foy si portò sul davanti delle colonne nem iche che stavano passan do a gu.'tdo, ma fu cosiretto a cedere al numero ed a battere in ririrnta. La d ivisione Abbé accorse a sostenerlo, e i due generali riuniti tennero in scacco il nemico, menrre i! pass:1.ggio della N. era vivamente d ispu1ato dalle divisioni Dannagnac e Darricau, si tuate indietro, a destra, sulla N. in(eriorc. Al cader della sera, la piana d i Villa[ranca, presa e ripresa dalle <lue parti, rimase in potere degli Anglo-portoghesi. Il maresc. Sou lt risolvette d i concentrare tuuc le sue truppe e pass~rc al contrattacco. A tale scopo, nella notte dal 9 al 10 dicembre, fece passare sulla riva sr. della N., davanti a Baiona, wi:te ie sue for.ze, che :iridaro no ,a prel)(kr posiz ione dinnanzi al campo trincerato d i Marrae. Prima del giorno furono disposti tre grup pi d'attacco, il primo a d r., sulla strada Saint-Jean-de-Luz. composto delle divi,. Foy, Boycr, Levai e delle rim·vc del gen. Vilattc, destinate ad agire d irettamente su Ridare. sotto g li ordin, del gcn. Re ille; il secondo, formato dalle d ivis. Taupin, Maransin e Darrìcan, e comandato dal gcn. Clausel, costituiva il centro; infine le divìs. Abbé e Oannagnae, sotto la condotta ciel conte d' Erlon, dovevano coprire le provenienze rlalla N. i nferiore in avanti di Monc rau , cd osscn·arc i movimenti <lei nem ico sulla strada cl"UsrnrÌtz; q uesti d iversi attacchi dovevano essere appoggiati da 48 bocche <la fuoco. agli ordin i del gcn . Tirlct. LI giorno 1 o, il gcn. Re iBe, marciando con le di vis. Lcval

e Boycr, attaccò il nemico nei boschi dì Barnuillct, lo sloggiò e lo rigettò su Ilidart, dove erano trincerate due

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d ivis. inglesi. Al tempo stesso, il gen. Clausel fece prendere la piana di Bassussari <bila divis. Taupin; gli Angloportoghesi , cacciati da questa posizione, si ritirarono dietro i loro trinceramemi d' 1\rcanguei . Ma lord \Vcllington, dal movimento del conte d "Erlon, che abbandonava !a riva dr., comprese lo scopo del generalissimo francese, ed ord inò al gcn. H ill d i riportarsi sulla riva sr. con parre del suo C. -d'A. Così 15.000 u. passarono il fium,; cd anelarono a rinforzare le truppe trincerate a Bidart, Arcang ues e Arrauns. Il gen. Rtillc, volendo mettere a pro• fi tto i precedenti successi, continuò la marcia verso Bi • clart, ma le sue truppe furono accolte <la un fuoco terribile e cosu-cttc a retrocedere; i loro· attacchi si ripeterono più volte con grande energ ia, 111a rimasero tutti icnz:t .successo; gli Alleati rimasero pa d roni del terreno.

Il gcn. Clau~d :,i di~c!>sc ~ui l rinccra1ncnti cl'Arcangucs . Il nemico nccupav=i il villaggio e hl , hiesa costruita sopra un 'altura. Il gen . Clauscl, facendo proteggere l 'attacco rla una batteria di 12 pezzi, alla testa delle divis. Taupin

Maransin . penetrò combattendo nel vi ll aggio e raggiunse i pied i del l'altura su cui si- ergeva la chiesa . Sopragg iunta la notte, fece ripiegare le sue truppe che presero

e

posizione sulb spianata di Il.:issussari, <love si trovava già

accampata la clivis. Abbé. Le strette d 'Arrauns e d 'Usta.ritz ~ rano guardare dalla d ivis. Darmagnac che non aveva preso parte ali' azione. Le perdite degli Anglo-portoghesi in q ueste operazioni furono di 5000 u . fuori combattimento

e 500 prigionieri; i Fr~rncesi ebbero 6300 u. lrfl lnortl e fcrili e &>o prigion ieri.

Nivelle (i,ohe;-10). Generale francese (1856- ,!P4)- Sottor. d'artiglieria nel 1878, frequentò la Scuola d i guerra di Parig i e pasS<> nello S. M . All'inizio della guerra Mondiale era colonnello comandante il 5° regg. art. , col quale 11artccipò alla b;ìttaglia d i Mulhouse. Nell'ottobre comandava b 29a brigata di fomerin; nel marzo 1915 la 6t" d ivis., poi il III C. <l'.A. >lei r916 operò nèl settore di Vcr<lun , dove comanciè) b: II ar-

mata . Furono opera sua la riconquista del bosco d i Cailletlc e del forte Douaumont. Veniva <1uin d i cliian,ato (dicembre r9r6) al Comando Suprçmo delle armate francesi, io. soscitu7.ione dl

/offre. La sua uomina diede luogo a sorde e potenti opposizioni, attraverso alle quali pre-

parò cd attuò Ja g randiosa ot~ fensiva della primavera r9r7, tendente a rompere cd o ltrepassare le lince fortificate tedesche per decidere la guerra iu campo Ni,;elle Roberto aperto. Tale offensiva d iede luogo aJJa seconda battaglia dcll'Ais11e (V.) e si risolse in ur1 g rave scacco pci Francesi, c.hc subirono g ravi perdite, per le quali il governo francese intervenne, facendo sospcmkre, le azioni ed esonerando il N . (maggio 1917) che veniva poscia 1JOmina10 comandante ddlc truppe francesi dcll',\fr ico , Id Nord. Fece in seguito parte del Consiglio superiore di guerra e- nel 19.21 era man tenuto senza li1nili d'età ndb pri ma sezione dello S. M . francese, per aver tenuto il comandò in capo di fronte al nem ico.

Nivdlc. Fiume ddla Frnnc,a, nella rcg,onc dei flassi Pirenei, a occitlcJHC della. ~lvc.

Attacco ddle lince della Nivellc (:r8J 3). Appartiene alle campagne dei Francesi nella \Je.nisola iberica. Dopo gli insuccessi r.hc li avevano condotti a sgombrare la Spagna,

i F rancesi si e rano ridotti, ne i P irenei Occidentali ~ sopra una linea fort ificata lungo il corso dclh N ., p rotetta da va rie linc~ di trmceramenti e ridotte. Una d i esse, quella di Sainrc- lhrbc, era stata presa d all 'esercito alleato del Well ington (Spagnuoli, Porroghcs,, Jnglesi) 1'8 ottobre, m a i .F rancesi l 'avevano riconquistata i l 20 rlcllo stesso 11,csc. L'az,io nc contro 'lucllc lince forti ficate [u iniziata dal Wellington. i l ro novembre . Egli fece attaccare la dr. francese, presso Sainr-Jcan-dc-Luz, ma il gcn. francese Rcillc tenne tesla agli attacchi e riuscì a respingerl i. Frattanto 30 .000 "·· condo1ti da lord \Vcl lington in persona,


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attaccava no il centro delle linee francesi, ossia le posizioni di Sainte-Rarbe a quelle di Sarre, tenute dalla divis. Con roux. I Francesi furono cacciati dalle loro posizioni, sco. prendo i fianchi delle divisioni loro contigue. Il Reille. era costretto a ripiegare dietro Saint-Jean-de-Luz, e il

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gcn. Clausel dovette pure ripassare la N. Anche il campo di Scrres, tenuto dal gcn. Darricau, venne abbandonato. I lavori di fortificazione campale. numerosissimi, erano costati mesi e mesi di fatica alle divisioni francesi. Sulla sr. delle loro lince, nella regione di Ainhoa, i Francesi, comandati dal gen. Darmagnac, vennero attac• cati da varie colonne alleate, e anche qu i cacciati dalle loro trincee, e costretti a ritirarsi su Espelette, cosa che . dovette fare anche la truppa agli ordini del gen. Abbé, posta al! 'estrema sr. A sera, tutte le fortificazioni francesi sulla N. erano occupate dalle forze alleate. li gen. Conroux era rimasto ucciso difendendo la posizione della Sane. Durante la battaglia, il gen. Soult, che comandava in capo le forze francesi, fece marciare la divisione d el generale Foy alle spalle della dr. alleata : il Foy riportò qualche successo immediato, ma l'abbandono delle linee da parte delle altre divis. l'obbligò a ritirarsi sulla Nivc, dove -il Soult tentò ancora di sbarrare il passo al Wellington. Le perdite dei Francesi ammontarono a 4265 u. fra m., feriti e prigionieri, e 55 cannoni; quelle deg1i Alleati complessivamente a 2694 uomini .

Nivelles, Citt,, del Belgio, nel Brabante. Venne f:ortdicata nd set. XVI. Assedio di Nivellcs (1578). Appartiene alla guerra di Fiandra e fu posro da don Giovanni d'Austria. La guarnigione fiamminga, comandata da Villiers, resistette tena• ccmente al bombardamento e respinse parecchi assalti. Finalmente scese a patti, cd ottenne di ritirarsi l ibera• mente con anni e bagagli.

N ivolet (<.olle dt). Passo delle Alpi Graie, che traversa il contrafforte del Gran Paradiso e mette in comunicazione l'alta va lle dell'Orco col vallone di Savarancbe, confluente della Dora Baltea. La mulattiera si dirama da quella dell'Orco presso la testala della valle, r isale a nord con stretti risvolti e raggiunge il colle a 2641 m. Di là scende per i l vallone della Dora cli Nivolet, donde si dirige con due rami a Valsavarancbe e prosegue sino alla rotabile, che raggiunge presso Vjlleneuve. Valico accessibile a sole truppe da montagna, potrebbe aver funzione di collegamento in operazioni che d "oltre frontiera rendessero allo sbocco in Picmomc per la Dora Baltea e per l'Arco; ciò che suppone il passaggio del confine al Colle di Galisia (2997 m.), passo a1sai d ifficile. Nei riguardi di eventuali aggiramenti intesi alla occupazione della conca di Courmayeur, a sussidio di forze operanti dal Piccolo San Bernardo, il Nivolct mal si presta a una funzione cui meglio risponderebbero i passi intermedi del crinale alpino, che dall 'alto Isèrc conducono con più bre ve giro per Val Grisanche; e cosl_ i l Col du Mont (2646 · m.), il passo di Lago Nero (2869 m .) e il Col di Vaudct (2834 m.). N izam. fn Turchia, ha questo nome !"esercito pennanente, di campagna, costituito dalle classi di leva.

Battaglia sulla Nivelle (1813)

Nizza (Nizza Mm·ittima; fr. Nice, lat. Nicea). Città della Francia, capo!. del dip. delle Alpi Marittime, allo sbocco del Paillon nel Mediterraneo, Fu fondata da una colonia · foceese di Marsigl ia e venne chiamata Nike (vit• toria) in memoria dei trionfi riportati quivi sui Liguri. Al tempo della conquista de lle Gallie, Giulio Cesare l'assoggettò ai Romani; in seguito passò sotto la dominai ione dei conti di Provenza, poi si eresse in municipio. Nel 1 u3 stipu lò con la repubblica d i Pisa un trattato di alleanza


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offensiva e difensiva per resistere in caso di bisogno comro restituita ai principi cli Savoia. Dal 1814 al 1859, N. qualunque potenza minacc.iasse il governo di entrambe. formò una divis. della monarchia piemontese; nel 186o Assed iata dagli Angioini nel 1388, la città chiese soccorso fu ceduta alla Francia in compenso del consenso dato da Napoleone III alle annessioni delle provincie dell'Italia a Ladislao figlio d i Carlo di Durazzo, il quale, occupato in quel tempo negli affari di Napoli e d'Ungheria, centrale, dopo la guerra del 1859. non potè dare il soccorso richiestogli e diede li facoltà. a N. di procurarsi un altro protettore. Allora i cittadini. inviarono una ambasceria ad Amedeo VII di Savoia offrendogli di mettersi sotto la sua signoria. Nel settembre del 1388, Ainedeo ne prese possesso; la dedizione fu confermata nel 1419, per accordi fra Amedeo VIII di Savoia e gli Angioini d i Le fortificazioni di N izza nel secolo XVI Napoli. Nel 1527, i cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, cacciati da Rodi, ottennero d a Difese di Nizza. La città di N. è la piazza più imporCasa Savoia d i poter risiedere in N. e in Villafranca, 1anle d ella d ifesa <lclla frontiera delle Alpi meridionali. finchè n on avessern ricuperato Rodi od altro luogo maQuantunq ue non classificata , come porto militare, manrittimo per dimorarvi. La loro presenza, fino al 1530, cando di arsenale e degli stabilimenti all'uopo necessari , pure le opere di fortificazione, situate a nord e a nord-est valse a tener lontani da quelle spiagge i pirati africani. Ai tempi di Luigi XIV, N. fu occupata, nel 1691, dalle del la città, in prossimità delle spiaggie del Mediterraneo, truppe francesi comandate dal Catinat, ma cinque anni hanno un va lore incontestabile, sia per la difesa ciel lito<lopo ritornò, per trattato, ai duchi di Savoia. Nel 1706 rale che per . quella <lcll'interno della regione. li largo fu nuovamente presa dai Francesi capitanati dal duca di fiume Paillon, a fondo roccioso, divide la città in due Berwick, che fece atterrare le fortificazioni del castello; parti, ed il Varo ha la sua foce a 6 Km. a S.-0. di N . li porto, situato all"cst della città, ha una larghezza di 93 m . al suo avamporto e di 67 m. nel suo intern.o. Si compone di due bac ini collegati da un passo di 40 m.; ha una -profondità di 6,50-7 m., insufficiente per le navi d i grande pescagione. I lavori per l'ingrandi mento del porto furono iniziati nel 1773 da Vittorio Amedeo III duca d i Savoia, e poi ripresi dai Francesi. Le opere cli for.tificazionc a nord di N. sono: i d ue fortt di Mont-Chauve d 'Asprcmonc e d i Mont-Chauve de Taurette, dai quali si battono la vallata e il corso del Varo e del Paillon, la ferrovia e varie strade. Ali 'O. si uova l'opera di Colomars, la quale pure domioa la vallata del Varo. Un grande numero di opere sono costruire sul promontorio che da N. si stende verso Monaco e la T urbia, seguendo Pianta delle fortificazioni di Nizza (secolo XVII) la costa. Sulle alture dei monti ddl'All i, per cui passa la strada dcli' Alta Cornice, si trovano altre opere di considerevole nel 1713, per il trattato d i Utrecht, fu restituita agli animportanza, fra le quali il forte della Revère e quello tichi signori. Sopraggiunta la Rivoluzione francese, i Redella Tetc-de-chien. Nel nostro secolo, hanno fatto capo pubblicani, dopo aver percorso, nel 1793, la contrada niccsc alla region, di N . le grandi op~rc costruite dallo S. M . da trionfatori, l'annessero al loro territorio; da cui fu lu.ngo tuttà I~ frontiera francese orientale. nuovamente staccata alla caduta di Napoleone e nel 1814 34


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quale avrebbe continuato ad amminisrrarlc e ricavarne le rendite. Questa tregua confermava la rovina dello Stato di Carlo 111, il quale, per soddisfare alle spese del congresso, a lui imposto per forza e s9mn1::.tmcnte dannoso, dovette impegnare al comune di N. le proprie gioie. li. A.rsr:dio di Nizza (1543). Appartiene alla quarta guerra· d i Car lo V contro Francesco I e fu posto dal re di Francia, a lleato col sultano Solimano H; 200 navi a l comando di Caircddi11 pascià bloccarono la città dal mare, mentre un esercito di 2500 u . la stringeva da terra. Dopo 22 giorni di aperta trincea, gli assediami erano riusciti ad aprire b breccia nel bastione della Peirolicra, e tutti insieme, Turchi e Francesi, mossero all 'assalto. Respinti una pri1na volta, lo tentarono una seconda, poi una terza. f,nchè, stanchi e sfiduciati, si r itrassero nelle trincee. M:i. la guarnigione, indcbolit~ per le perdite subìte, il 20 agosto c~lpitolò a co odjz ioni onorevoli che non turono osservate dai vin<0itori. Nella difesa si era sommamente distinta una popolana <li nome Caterina Scgurana. Secondo le condizioni di capitolazione il governatore <li N., Andrea d i Monf:orte, ottenne di ritirarsi con la guarnigione nel castello, dove continuò la rcsistcn7a tanto da dar tempo agli

Cittadella d i N izzn (1690)

I. T.-eguil di Niz,m (1538). Fu conclusa t ra Francesco I e Carlo V, con fa mediaàonc dd papa Paolo III. ( due monarchi, sollecitati dal papa, avevano stabilito di term inare k loro differenze con tm abboccamento ed avevano scelto !a citt:ì di N. come luogo di convegno. Tutti e tre si portarono personalmente sul luogo nel maggio del 1-;38. Ciò mise in imbarazzo i l duca di Savoia Carlo lll, al quale non era rimasta altra piazza forte che quella, cd ora gli veniva richiesta dal papa, dall'imperatore e dal re, con minacce e lusinghe da parte <lei due monarcb i. Si opposero alla consegna della fortezza i cittadini ed i soldati, cd il duca f:u tolto d'imbarazzo. Le trattative rii N.. benchè proseguite con mol ta premura dal papa durante un mese circa, non riuscirono ad altrn che ad una tregua di dieci anni firmata il 18 giugno. In virtù

Nizza e dintorni (secolo XIX)

·imperiali di accorrere in suo soccorso con le galere di Andrea Doria, il che cdstrinse l'ammiraglio turco a levar l' ancora, dopo ave..- saccheggiato la città. Ben 5200 persone di ogn i sesso e di ogni età vennero dai T urchi condotte

via schiave.

Nizza all'epoca dell'assedio del 1705

di essa tanto j\ re quanto l' imperatore conservavano i loro possedimenti in Piemonte ed al duca nulla veniva restituito; anzi l'imperatore volle presidiare Asti, Vercelli e Fossano, d ichiarando però che le avrebbe tenute solamente a guisa di deposito, per salvarle dai Francesi, senza aggravio dei sudditi e pregiudizio dei diritti del duca, il

lJ[. Assedio di Nizza (1705). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna e fu posto nel marzo del 1705 dai Francesi. Il giorno 16 marzo essi aprirono la trincea. La loro flotta bombardò il 30 marzo la pia.a.a forte di Villafranca, l a cui cittadella cadde il 1° aprile. l forti di Sant'Ospizio e Montalbano si arresero il giorno 6. Non restava che ogire. La guarnigione d i N. abbandonò la ciuà prima che le b;merie costruite contro di essa fossero proritc, e si ritirò nella cittadella. Il gen . d"Usson ricevette l'ordine di limitarsi a bloccare la città, dovendosi le truppe adoperare altrove. Nel mese di ottobre il duca d i Berwick r iprese l'attacco della cittadella. Furono messi a sua disposizione l7 bgl., 2 regg . dragoni, 50 pezzi da 24· libbre e 12 mortai; inoltre una squadra di 4 grossi bastimenti cd alcuni più piccoli. La guarnigione della cittadella con tava 1400 u. Prima che la flotta avesse potuto sbarcare


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L::i cit:U\ e jJ J)Ol'tO di Ki1.za

il ,natcrialc ct·asscdio, i l duca di Bcrwick, il 25 ottobre, marciò contro b città r ioccupata dai difensori e il 9 no~ ,·ernbrc pi:t~W 6 cannon i. La guarn igione ~i ritirò nuovamente 11dla cittadella. L'attacco contro d i questa cominci() da Montalbano con 80 cannoni e r3 mortai . L' n a sera fu :tpcrta la trincea con una paralleb dalla cittauclla fino ,,Ila spia,:gia. Il 16 una breccia e ra stata aperta in un b:1stionc. Il 4 gennaio 1706 la gua rnigione. ridotta ,l meno di 700 u . • ca1,itolù. IV. Occnpazioue della comcn di Ni:::za (r,+1)- Appartiene alla guerra per la $11cccssionc d 'Austria . I Gallo Tspani , passato il Varo cd il Pai llon. assalirono nella notte su l 20 aprile, d i sorpresa, 5 hgl. di Austro-Sardi accampati sul colle l'ra N. e V illafra nca e li fecero prig iooicri. .\ ltr, 9 bgl., che si trovavano suJl'alturn dd Limassouc, ,i difesero con accanimento e terminate le munizioni usarono i sassi come proicnili. Questa rcsistcnz:1 inatrl'sa co--

Cavalleggeri di Piemonte (1S31)

~crinsc il uc1nico a sospendere l'offensiva. Tuttavi::i i P iemontesi , r ite nendo inevitabile un a ltro attacco dei Ga) lo!spani, al quale llOn avrebbero potuto opporre valida resistenza data la loro inferiorità di numero e la mancanza di munizioni, si imbarcarono la notte del 12 aprile su lle navi inglesi c he si trovavaJ10 nel porto di Vilfaf.ranca e si portarono ad Oncg1ia. Gli scarsi presidì di Montalbano e di V illafranca. abbanclonatl a se slcssi , si craoo arresi al primo t-iro d i can none, e i Gallo-ispani il 23 mattina, trovat<: ltbcrc k posizioni. , rimasero padron i della conrea. V. Co11v,' lli:Ìo11c di Ni-;;za (4 dicembre 1748). Fissa le norme per l'applicazione dell'art. VIII del trattato di .lquisgra11a (V.). I d ucati d i Panna, rii P iaccn?.a e di Gua.stalb. do,·cvano essere consegnati al duca Filippo cli Borbone. i.l 4 gen naio 1749; lo stesso g iorno dovevano es• sere restirnìti a l duca d i Modena tutti i paesi di sua pertinenza . SirnilmcnJc dovcv:1no essere resi a Gcnov::i rutti

Dragoni di Piemonte (r731)

1\izza CRvaUeria 193 I)

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paesi, piazze e forti clic le appartenevano. La Savoia dovcya essere . consegnata alk truppe p iemontesi. Gli Spagnuoli e i Francesi dovevano entro il 26 gennaio 1749 ripassare il Varo, restituendo ai Piemomesi la contea di Nizza. Entro il 3 febbraio doveva essere consegnata al Piemonte la Ma riana e l'alto Varo, e man mano i vari territori agl i Stati interessati, come, ad es., la Garfagnana al ducato di Modena e Ovada, Finale e Novi ai Genovesi.

in q uello d i « Dragoni d i Piemonte». Dal 1699 al 1701 fu appiedato. Nel 1704 gl i furono assegnate una cp. della cavalleria d i Sa\·oia e quella di André Régis, formala d , Ugonotti. Nel 1713 fu dislocato in Sicilia, nel 1720 in Sardegna e nel 1798 fo iuviato a Ferrara col nome di

Nizza. Reggimento d i fantecia francese, creato nel. 1678 dal colonnello di Saint-Laurcnt, del quale portò il nome fino al 1687, quando prese il nome di N. Fu successivamente al comando dei colonnelli marchesi d i Scrraro. Durò fino alla Rivoluzione francese. Nizza. Reggimento di fanteria, formato nel 1643 con Savoiardi e reclutato dal 1664 nella contea d i Nizza, d i cui ebbe da allora il nome, diventando contemporaneamen te regg. d'ord inanza. Nel 1686 fu mandato, con altre truppe sabaude, a rincalzo dell'esercito francese che guerreggi~va nelle Fiandre . Scoppiata, nel 1690, la g uerra tra Savoia e Francia, Lu igi XIV lo fece prigioniero e poi sciogliere. Questo regg. ha fatto le çarnpagne dal 1643 al 1659 contro la Spagna, e quelle dal 1688 al 1690 contro l'Olanda. Nizza . Reggimeoto provinciale 1st1tlllto nel settembre 1713 e recl u-tato nelle provincie d i Nizza, Cuneo ed Oncglia. Alla fi~e della guerra 1792-96 contro la Francia prese nome di Cuneo. Nel 1800 fu incorporato nella « 2• mezza brigata dei difonsori della patria » , della repubblica piemon tese, mezza brigata scioltasi nel 1801. Il regg. pro· vinciate di Nizza sì ricompose, con questo n ome, nel 1814, ma nel novembre 1815 fu soppresso e tutto il suo personale passò alla brigata Cuneo. Reparti di questo regg. presero parte alla g uerra cli. Successione di Polonia (1733-35): alla guerra di Successione d 'Austria (1743-47); alle guerre contro la F rancia del 1792-ef), del 1799-1800, del 1815. Nizza Cavalleria . Reggimento costilllito nel 1890 col nome di <( Dragons Jnuncs » c:i mbiatogl i. nello stesso anno.

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S temma del reggimento Dragoni di Piemonte

Stemma cav:illeria N'izza

3° regg. di cavalleria . Nel 1799 assunse prima la denominazione di 3° regg. dragoni piemontesi e poi fu sciolto. Ricostituito nel 1815 col nome d i Cavalleggeri di Piemonte, cessò cli appartenere a itale specialità ne! 1832 cd ebbe la denominazione di « Nizza Cavalleria ». Nel 1850 passò a far parte della cavalleria di linea; nel 1859 fu detto « Corazzieri d i N izza»; nel 1860 « N izza Cavalleria, » , poi, fi no all'anno 1920, il suo nome subì le seguenti rispettive trasformazioni: 10 rcgg. cavalleria Nizza; regg. di cavalleria Nizza (1°); Nizza Cavalleria. Concorse alla formazione dei regg. Novara, Aosta, Lodi e Mantova. Partecipò alle se-

1'] /4-J-..wn J zJ-; r ~ r I

Ritomcllodel reggimento Nizza Cavalleria

guenti campagne: 1691-95; 1696; 17or-02; 1718; 1733-35; r742-48; 1792-96; 1799; 1815; 1848-49; 1859; 1860-6!; 1866; 1887-88; 1895-96; 1911-12, meritando tre medaglie di brnnzo a l valore : a Goito, a Mortara, a Novara .

Durante la g,,e,-ra italo-austriaca (1915-1918) fu sch ierato

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Nizza cavalleria t, Dragoni di Piemonte; 2, Dragoni di Piemonte; 3, Dragoni di Piemonte (1774); 4, Dragoni di Piemonte (1789); 5, Cavalleggeri di Piemonte (,814); 6, CavaUeggeri di Piemonte (1822); 7, Nizza cavalleria (1859); 8, Nizza cavalleria (,866)


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Reggimento N izza cavalleria: La guardia alle !Jorte

per la prima volta, app1cdaro, in linea nella :wna Mon• falcone fra Adria e Mandria nel maggio 1916, ove com• battè accanitamente con alterna vicenda per la conquista ili q. J2 ch e rimase in s\Jo possesso. Operò poi contro le quote 85 e ru. Destinato nel settore di Pia va, vi rimase fino al gennaio 1917, allorcbè rien trò alla sua sede di pace (Savigliano) e fu rimesso a cavallo. Richiamato sulla fronte per l'offensiva austro-tedesca dell 'autunno 1917, fu inviato fra Conegliano, Sacilc e Pordenone ed ad ibito a servizi d i pol izia stradale e ferroviaria. Durante l'offensiva :mstr iaca • del giugno 1918 sul Piave, da Verolanuova, ove era stato dislocato fin dal d icembre 1917, fu destinato prima a S. Angelo di Piave e poi a Paese. Inviato sul Piave per !a nostra offensiva finale lo passò il 29 ottobre, 111a1·ciando verso Cin1a cl 'Olmo, f'omanelle, Brughcrn, Pordenone, Uonzicco, Risano. Costituì per la guerra le cp. mi tragliatrici I'i.1t 739 B, r89 B, 1558 e una sc,;ione di mit ragliatrici Maxim. Per !a sua condotta ' in guerra meritò h medaglia di bronzo al valore colla seguente motivazione: « Per il bd co ntegno aggressivo e tenace di• mostrato nel mantenere le posi• zion i delle officine d i Adria » (Maggio-Giugno r9J6). Motto del reggimento: « Nicaea fidc!is » . Fc• sta Ud rcggirnen to : 16 maggio, an• nivcrsario del fatto d'a.rmc cli Adria (15-1 6 maggio 1916).

Nizza Monferrato. Comune in prov. d i Alessand ria, in r iva :il Belbo. Prima del sec. XI era fortificato ed aveva una certa imporN izza Cavallerfa. tanza . Nel I 268 venne assediato da Fregio per elmetto Carlo , l 'Angiò, poco dopo dagli Alessand ri ni; sul principio del sec. X VII dal duca di Savoia, nel r628 d ag li Spagnuoli, e nel r642 <lai Francesi che ne smantellarono le fortificaàoni . Jl 26 aprile r7g6 nelle vicinanze di N . ebbe luogo uno ;conrrn t ra i Francesi e la cava lleria napoletana, ausiliaria degli Austriaci, comandata dal geo. Alessandro Filangicri, p rincipe di Cutò.

N izzardo (Cacciato.-i scelti dd). Corpo di d ue bgl. di ,•olontari ddla contea di N izza, formatosi nel 1794, d urante

il corso della guerra ~antro la Repubblica francese. Prese pane alle campagne dal '79-+ a l 1796 e fu sc iolto in quest'ultimo anno, dopo Lirmistilio di Cherasco.

N jegovan (1\l<wimi liano). Ammi raglio austriaw (1858· 1930). Compl gli studi nell'accademia n avale di Fiume. Nel 1888 si <led ici) ail 'insegnamento e fu addetto al corso degli aspiranti di marina e all'accademia navale . Nel 1907 fo nominato capo dell'Ufficio operazioni; nd 19n, CO• mandante della squadra di riserva e qu indi contrammi• raglio. Nel 1913 ebbe il comando 1.lella 1• d ivis. della squadra. Promosso viceamm iraglio, con questo grado entr/J in guerra al comando del la 13 squadra. Nel 1917 fu no• minato comandante supremo di tutte le forze navali della monarchia. Noailles. Fam iglia ducale francese: ricordiamo di essa: di Noaitles, ammiraglio ùi Francia (1504-1562). Si segnalò nelle gue rre d'Italia, fu il negoziatore <lella A11to1JÌ0

tregua <li Vaucellcs tra il re di Francia e l'impe ratore, e finì U1 carriera co1nc governatore di Bordeaux.

Anna Giulio di N oaìl/es. Maresciallo di Francia (1650r708). Partecipò alla campagna di Fiandra e poi fu go• vcrnatorc del Rossiglione. Co• mandò i Francesi in Catalogna. Adrùwo }vf11urizio di i\loailMarescia llo & Francia (1678•1766), che batt~ gli lngksi a Cene, e per il re di {es.

Sardegna assediò a 1,fantova ;;I i Impe ria li nel 1735. Par• recip/J inoltre alla 1,'Uerra pc,. la Successione d'Austria, riportando la vittoria di Dct• tiugcn. Lasciò un volume di (( Mc.1noric » .

Noailles Anna·. Gitùio L uigi di Noailles (1713'ì93) - Maresciallo di Francia, figlio d i Adr iano Maurizio. Si distinse nelle g uerre del ,uo tempo, panicolarmentc in qnclla dei Sette Anni .

Filippo Mouchy, duca di Noai/le;. Maresciallo di Francia (1i15-1794). D al 1735 a lla Rivoluzione ebbe. parte notevole nella vita mili tare francese, divenendo luugotcn . gcn<.:rale


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nel r748 e partecipando a lla guerra dei Sette A.n ni, distinguendosi a Crefeld e a Minden. Luigi Maria, visconte di Noaillcs. Gener;ile francese (17561804). Seguì in America il gen. Lafaycttc, d i cui cm

cognato, e combattè contro gli Inglesi. Aderì alla Rivoluzione francese, divenne marc,sc. di campo nel r791 e poi gcn. d i brigata. Inviato a San Domingo, morì presso l'Avana, con1battendo, nella nave su cui e ra itnbarcatn, corllro navi inglesi.

Noale. Comune in pro,·. di Venezia. Ebbe un buon castello turrito, e altre fortificazioni medievali. Ebbe a soffrire per le guerre frn Treviso e Padova e nel n81 finì per restare ai primi. _-Ezclino l'assediò nel 1232 invano, e la prese invece nel 1245. Nel 1359, quando già apparteneva ai Veneziani, venne attaccato dalle m ilizie di Treviso, e d ifeso da Lorenzo Zattani, comandante della piazza pe.r conto di Venei,;a. Durante la guerra per la lega di Cambrai gli Imperiali lu presero, lo incendiarono, lo smantellarono. Noaro (, lgostino). Gencr,ilc. n. a Bord ighera, m. :1 Genova (18J 2-r882). Partec.ipò alle campagne del 1848-49 ~: fu colonnello nella <jifesa ,li Venezia contro gli A ustriac i. Quindi e migrò, divenne luogoten. colonnello del1'csercito piemontese <.: con1andò il :n° fanteria, dive.. t1uco poi il 39°, partecipando alla campagna del 1859 e a <jllella di Ancona e Bassa Italia (r860-61) raggiungendo la p rornozionc a. colonnello. Fu 111.1gg. generale e comandante ~oaro Agostino della brigata P iemonte nel 1863 e partecipò con essa alla guerra del 1,%6. Cnadagnò nelle campagne dell'indipen denza k croci d i cav. e nff. dell'Ordine Militare cli Savoia. Nobel (Alf.-edo). Sciemiato , vedcsc (1833-1896). Fece varie i~\'enzioni nel campo f lcgh esplosivi , tra cui è da segnalare i.pecialmcntc la dinamite (1862). Lasciò circa 30 milioni ali' Accademia svedese, la cui rendita è destinata a prcrni per invenzioni, per opere lettera.rie e per la pace. Nobelite. Esplosivo al pcrcloraL<, d'ammonio. 1n commercio si impiega la " Nobclile Gal lcria » t · la « Nobelite cava ». La prima, fabbricata dalla clitl;t Nobel, è stata adoperata anche nell 'csercito. Si prescnla in cartucce lunghe cm. 10 e: del d iametw di cm. 3, a\'voltc in carta giallastra paraffinata, emanante spiccato odore di mandorle amare . Ha la seguente composizione : nitrocellulosa 37 %perclorato d'ammonio 34 %, nitrato sodico 24 %, binitrotoluene 3 %, olio minerale 2 %- Nell 'esplosione sviluppa una temperatura rclativamcnrc bass:,, ciò che rende l 'esplosivo adauo per lavori in galleria. Inoltre il nitrato di sodio lissa i l cloro, ga, <!annoso per i minatori, che potrebbe svil upparsi nella decomposizione del perclorato cl'amn1onio. Occorre però che s ia couscr\'alo C0JI t:ur.a pcrcltt:

è alquanto igroscopico. Nobile (Umbato). Generale ciel genio aeronautico, n. a Kapoli nel 1885, Laureatosi in ingegneria, si cleclicò alle costruzioni acronautid1c, costruì didgibili cc N t >) e , Norgc ,,. (u ins('gna11te nelle Scuole di ,1cro1rnutica. t,.;o-

minato generale dell'aeronamica costruì il dirigibile " Italia » che condusse nelle regioni polari e andò perduto con la morte di parte dell 'equipaggio. U na commissione d'inchiesta accertò la sua responsabilità nel! 'avvenimento e ciò lo costrinse a dare le dimissioni (1929). Egli passò quindi in Russia, alla direzione costruzioni dirigibili dei Sovicti.

Nobile P,1ssio11e. Ordine cavalleresco, detto anche . d i Qucr/11,·t, creato nella Sassonia-Weissenfels dal duca Giovanni Giorgio nel 1704, allo scopo di premiare i scn-izi resi "llo Stato dalla nobiltà colo XVI1l.

Durò sino alla fine del se-

Nobili (Emilio). Generale, n. a Firenze, m . a Livorno (1857-1932). Sottot. d'artiglieria nel 1879, fu in Eritrea dal 1900 al 1902. Nel 1913, da tcn. colonucllo, assunse il comando del 230 rcgg. art. (la camp. e nello stesso anno fu promosso colonnello. Partecipò alla campagna conrro l'Austria nel 1915-16 e quindi andò in P. A., vcnerido richiamato nello stesso 1916 in servizio e promosso magg. generale. Fu collocato in P. A. n uovamente nd 1919, promosso gen. <li divis . nel 1923, collocato a riposo nel 1926. Guadagnò la croce dt cav. dcll'O. M. S. a Plava, nel 1915.

:Kobìli Emilio

Nobili Giorgio

Nobili Giorgio. Generale, fratello del precedente , n. a Firenze nel 1863. Sottol. d'mtiglieria nel 1884, passò nelle truppe coloniali nel 1899 e vi rimase lino al 1905, Nel 19p parrecipè, al la campagna di Libia, e poi alia guerra italo~auscrìaca, con1an<lando l '8° rcgg. art. da fortezza (1916) e l'art. del XIII C. d'A. (1917-18). Raggiunse

il grado di brigad iere generale nel r918 cd appartenne poscia alla Commissione per 1·esame delle ricompense al \'alorc. Nella guerra contro l' Ause.ria ottenne tre mcd. d'argento, sul Carso (1916), sul Vodil (1916), in Val Bella (1918) e la croce d i ufl. dd l'O. M. S. su! Carso (l916-17). Dopo la guerra comandò l';trt. del C. d'A . di Verona co,nc gcncraìe di brigata (1923) e fu collocaro in P . A. nel 1925, raggiungendo il grado di gcn. di divi,, nel 1926. Nel r921 fu inviato a V iareggio per assumere il comando clella cittJ,, in rivolta per istigazioni sovversive. Quimli fu podestà di Trento, e nel 1927 divenne luogotcn. generale della M. V. S , N ., con la carica di Ispettore generale della difesa andacrca territoriak,. Nobili di poppa. Nella ,narina pontificia erano èhiamati così i nobili che servivano volontariamente, dapprima senza ruolo, con soldo uguale a quello dei caporali, e poi con gradi var i nello S . M. delle galee.

Nobili Volontari (Rt·al Co,po de,). Costituito nel regno delle Due Sicilie nel maggio 179G, per la difesa della patria, con 12 sqdr. di nobili raccolti nelle l'arie pani del Continente, 3 sqdr. raccolti nella Sicilia, uno sqdr. racrolto nello Stato dei Presidi. C',essò di esistere nel -r799.

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mentre j « militi minori » provenivano <lalla massa del popolo. Ai tempi <li Cado Magno i militi maggiori divennero signori di terre e feudatari, prima a tempo poi a vita. Ne nacque una superba oligarchia d i tirannel!i, il minimo dei q uali volle avere una buona rocca in forte posizione per sua sicurezza, una buo0s1. annatura, un buon cavallo, essendo ritenuto indice di N . e ricchezza combattere a cavallo, e lasciandosi ai non nobili il compito cli combattere a p iedi. Fu dunque una natmalc conseNobiliare 1vlnrco Fulvio. Nipote del precedente, fo con guenza delle ; nvasioni barbariche, l 'origine della feudasole in Spagna nel 193 a. C. e vi combattè con successo. lità e della cavalleria. F ra i cavalieri s.i distinguevano dut· Battè presso Toledo i Vaccei che si erario uniti a i T cttoni ordi11i: i « banderali » cd i « baccellieri » o " pennoed ai Celtibcri, e fece prigioniero il loro re, impadronieri ». T primi, nobili d i vario grado, avevano l'obbligo nendosi anche della città. Nel 189 a . C . combatti: contro di condurre drappelli arm ati sotto le proprie i nsegne; i segli E tol i; conquistò An1bracia e li cowinsc a chiedere la condi , nobili essi pure, ma cavalic,;i spiccioli, facevano pace. La conquista dell 'Etolia fu !a sua i mpresa pi ri seguito al re o ad un banderale. Dopo le Crociate, le grande . aumentate ricchezze nel popolo, iu seguito allo sviluppo del commercio con le regioni d'oriente , fece nascere nei Nobiliare Marco Fulvio . Figlio del precedente, fu console nel , 59 a. C. con Cornelio Dolabella. Cond usse una non nobili i l desiderio di partecipare agli onori e privilegi della N., e raggiunsero lo scopo, sia intraprendendo guerra cont ro i Liguri. la professione delle armi, sia acquistando feudi, sia eserN obilio1·e Quinto J,'1dvio. Fratello del precedente . Con citando cariche a cui erano annesse le prerogative della /Il. sole di Roma nel 153 a. C. con Antùo Lusco, fu manIn F rancia, fino ai tempi di Luigi X ll e rano gentiluodato nella Spagna con un esercito di 30.000 u. Sconfitto mini tutti gli uomini d'armc, ma E nrico IV abolì questa dai Celtibcri, perdette 6000 u. Sotto le mura d i Numanzia N. guerriera e con LIII editto del 1606 stabilì che la prosubì un nuovo disastro, con la perdita d i 4000 u. Si r itirò fessione delle armi non conferirebbe piè, N. a coloro che allora, dopo quella disgraziata campagna, nei quartieri inla esercitassero, come pure non sarebbero &tati riconosciuti vernali, ove perdette per il freddo e la fame, molt i aìtri nobili quelli che l'avessero esercitata dopo il 1563, cioè dei suoi soldati. • durante !e guerre di religione. Luigi XV ristabilì in parte tale N. guerriera, coli altro ed itto ciel 1 j50, col q uale Nobìltà. Prerogativa che distingue una certa ~ategoria riconosceva nobili coloro che: avessero raggiunto i l grado di persone dalla massa della popolazione e ne forma una d i gener ale nelle sue truppe e quell i che servissero in casta o classe speciale, dotata di onori e privilegi, che qualità d i cap itani, e potessero prov,U'c che il padre .variano secondo la diversa costituzione politica <li cial 'avo loro avevano prestato il medesimo servizio. A pit1 scuno Stato. L a nobiltà è concessa dal sovrano, o i: conforte ragio1\c si riteneva come nobile chiunque avendo com · fermat~ <lai medesimo se presuma d i antica data. Presso pcrato un feudo nobile, si ::issun1cva con cil> i! didttD gli antichi Greci e Romani, la N. era rappresentata dai e l 'obbligo cli accompagnare i! suo signore alla g uen a; discendenti dei primitivi senato ri od a lci magistrati, che ma poi fu tale l'irwasionc di questa N . acquistata a prcuo ~vcvano ,icopcrto i maggiori uffici dello Stato. Sotto gli d i danaro, che E nrico lii fu costretto a metten·i un arimperatori, le cose cambiarono. Essendosi in grande parte g ;nc, e con un ed itto del 1579 stabi lì che chiunqllc .:omestinte '.e primitive famiglie patr izie, persone di origine peras;c un feudo nobile, diverrebbe soltanto possessore plebea divenute illustri per merito personale o per favore un terreno, m a non potreblx: succedere al titolo del ·: cndel principe, raggiunsero j pi,)_ alti gradi dell'esercito o :lito:c. All'epoca delle compagnie di ventura anche 111 della magistratura e ricoprirono le principali cariche di Italia si hanno esempi di condottieri nobilitati , come Fran corte. In ta l modo venne a costituirsi una nuoYa N., q uella cesco "'11u~sone conte di Car111agnob e Francesco Sfo rt~a che rappresentava la ricompensa di belle e onorate azioni, d uca d i Mibno . Con la creazione degli eserciti penna <li eminenti servigi civ ili e m ilitari resi alla patria . All'epoca d i Roma repubblicana, il valore militare, quan- ~ nenti , fu rono istituite in ogni Stato le Scuole militari ndic tunq ue molto stimato cd onorato, 11011 dava che 1111a /Il . ·q uali erano ammessi solamente i giovani di nobile fa. m iglia, <.be al termine dei corsi ne uscivano insigniti del imperfetta, ed anche i cavalier > non erano reputati nog rado di ufficiale. Da allora la massa, a qualunque co1·po bili, sebbene fosse ritenuto da tutti un grande onore il appart,-ncssc, a piedi od a cavallo, veniva tratta dal podiscendere da famiglia equestre . Fu I 'im;x:ratorc Co~tan1)010 ed alla N . appartennero soltanto gli ufficia li. Venne tino che creò una vera N . militare, la quale comprendeva la Rivoluzione francese e tutti i titoli d i N. furono abotre classi: la pr ima degli « illust res » a cui apparteneliti; ma q uando N apoleone si fece imperatore, creò una vano i consoli, i prefetti d el pretorio, i prefetti di Roma nuova N . per ricompensare j servigi resi alla patria su i e di Costantinopoli, i comandanti generali dcll:i. cavalleria campi d1 battagl ia, nelle cariche, e nei çonsigli, e a molti e della fanteria e i sette ministri del palazzo; la seconda genera!i del suo eserc ito, nati dal popolo, furono con degli " spccrabilcs », e la terza degli « honorabilcs », con cessi titoli nobiliari altissimi. Succeduti gli Stati costitucesse a coloro che compivano atti d i singolare Yalorc. zionali, le Scuole militari per il r eclutamento degli u ffiAvevano queste ultime u na certa analogia con le moderne ciali furono aperte ad ogni classe cli cittad ini, e la N . r icompense al valore militare. Anche t ra le milizie bardel sangue non fu più condizione:: jndispcnsabilc per rive bariche scese dal settentr ione si d ist inguevano coloro che stire nell'esercito un grado d i comando. A nche 11ei tempi appartenevano al ceto nobile dalla massa dei comuni com presenti, i n lralia ed in altre nazioni si <: adottato il battenti. Queste milizie si dividevano in " .militi m aggiori » sistema di riconoscere e comp<;nsarc con titoli d i N. mce " militi minori ». Alla categoria <lei p rimi appartener,ci eccezionali acquistati durante la guerra; così S . M. Vitvano i nobili e, i loco familiari che costituivano la cavaltorio Emanuele Ili re d'Italia concesse il titolo di Duca leria: dal !oro seno erano tratti i giudici ed i capi,

Nobiliore (Servio Fulvio). Console di Ro ma nel 255 ~ - C. con Emilio Paolo. Dopc la sconfitta di Regolo, fu inviato in Africa col collega, con u na squadra di 300 navi, per ricondurre i superstiti. I consoli sconfissero la Aoua cartaginese, ma, nel ritorno, sulla costa rneii dionale della Sicilia, furono sorpresi da una violent a burrasca che distrusse quasi interamente la flotta. N, e il collega si salvarono e, l'anno dopo, celebrarono i l t rionfo.

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della Vittoria al gen. Armando Diaz, quello di Duca del Mai.·e all'ammiraglio Paolo Thaon de Revel, quello di conte di Cortellazw al com.indante Ciano, quello di conte di Grado al comandante Rizzo, quello di marchese del Vodice al generale principe Gonzaga, e nominò principe di Montenevoso il comandante Gabriele d 'Annunzio. E precedentemente il geo. Cialdini era stato dal re Vittorio Emanuele I! creato duca di Gaeta.

Nocca. Così è chiamato (quando esiste) il finimento del fusto, nel la parte bassa dell'arma da fuoco portatile, e nel punto presso l'impugnatura, ove il fus-to è alquanto ingrossato, vicino alla culatta dell'arma. Nocchìere (o Nocchiero). Deriva dal Nauclerus della marina romana, a cui era affidata la manovra della nave avendo ai suoi ordini i celcusti o aguzzini. Nella marina medioevale portava questo nome l'individuo che su lla galea o sul vascello e ra incaricato del governo della nave e della sorveglianza dei timonieri e della bussola. Era sempre accanto al capitano e doveva incaricarsi principalmente della condotta della navigazione. Era perciò sinonimo di pilota; i due nomi spesso si confusero, tanto che si ebbero, nel medioevo, sia i piloti, sia i nocchieri dei porti, con lo stesso incarico. In segui to fu impiegato anche come maestro <lell'equipaggio, con incarico della ciurma e della manovra delle vele. Quando a bordo ve ne era più d i uno, si aveva il primo ed il secondo N.; quest'ultimo prendeva qualche volta il nome di consigliere. Nella marina velica Nocchiere spagnuola il N. era in sottor(oro, sott'uflìciali; dine al pilota; in quella franrosso, sottocapi e comuni) cese invece era il primo degli ufficiali; aveva soprattutto 1"incaJico della velatura e e<;,mandava tutti i marinai, ad eccezione del maestro cannoniere, del dispensiere, del chirurgo, del cuoco e dei soldati. Nelle marine militari moderne esiste ancora una categoria di sottufficia li che ha continuato a tenere gli incarichi di · tutte le manov re di carattere marinaresco: alberatura, imbarcazioni, ccc. l giovani vengono arruolati come volontari r.on la denominazione di allievi nocchieri (comuni di 1• classe); dopo il corso e· le campaga.e a vd a sono promossi sottonocchieri (grado che corrisponde a quello di caporale). La corrispondenza successiva dei gradi è la seguente: Secondo nocchiere = :,<> capo = sergente; Nocchiere di 3•·=sergcntc maggiore; Nocchiere di :2• = n1aresciallo di seconda; Nocchiere di ,a= maresciallo. I N. possono essere promossi al grado di ufficiali ciel Corpo Reali Equipaggi, e arrivano fino a capitani nella categoria e< ·Marinai >,. Nocciolo. Parte impor.tante dell'acciarino di un'arma portatile da. fuoco, che, an.imato dal mollone, col concorso dello scatto, disciplina il movimento del cane per armarlo, per lasciarlo scattare, e per tenerlo in rìpo-so. Noce. Parte della balestra, di corno di cervo, o <lì metallo, formata a foggia di disco. Era posta sul teniere della ba lestra e serviva di tacca per appiccare e fermare la corda quando questa . veniva tesa. Noce Raffaele. Ammiraglio, n . a Genova, m. a Venezia (,835-1919). Entrato in serviz io nel 1853, fu promosso contrammir. nel ,883, viceamm ir. nel 1894. Prese

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parte alla campagna di Crimea del 1856; si distinse ad Ancona, sul Garigliano ed a Gaeta nel 186o, e fu decorato di medaglia d'argento al valore; prese anche parte alla campagna del 1866. Comandò in capo la squadra permanente d al 189, al 1893, e poi il clip. mii. mar. di> Venezia fino al 1894.

Nocera Umbra (ant. Nuce,ia Camellaria). Comune in prov. cli Perugia, sulla dr. del Topino, ai piedi del! ' Appennino. Ebbe un castello medioevale di cui oggi resta una torre quadrata. Antica città dello Stato degli Umbri, fu a questi tolta, secondo Plinio, dagli Etruschi. Fu una colonia romana, costituita da Augusto. All'epoca delle invasioni barbariche fu devastata dai Goti e dai Longobardi. Con altre città umbre fece parte del primo nucleo del potere temporale dei papi. Indi si resse a contea indipendente, e ritornò poi alla Chiesa. Alla quale si ribellò nel 142r, uccidendo il legato di papa Eugenio IV. Questi mandò il Vitelleschi contro la città, cd egli la ricondusse all'obbedienza del pontefice. Ne! 1458, mentre Federico di l\fontdeltro era in guerra con Sigismondo Pandolfo Malatesta d i Rimini, N. fu occupata eia Giacomo Piccinine, mandato dal re di Napoli ad aiutare Federico; egli invece lo lasciò solo contro il Malatesta, costituendosi uno Stato intorno a N. Ben presto però il Piccinino dovette ritirarsi, e N., dopo un periodo di ribellione, tornò ancora alla Chiesa, seguendo da allora le sorti della regione. Nocera Inferiore (ant. Nucem A/faterina, poi Nocera dei Pagani). Comune in prov. di Salerno, alle falde del m. Albino. Sembra che sia stata fondata dagli Etruschi; divenne poi colonia mii. dei Romani. Durante la seconda guerra Sarmitica i suoi abitanti fecero (nel 315 a. C.) alleanza coi Sanniti, ma ne furono puniti sette anni dopo dal console Fabio, il quale assediò la città e la costrinse alla resa. Durante la seconda, guerra punica, N . fu investita da Annibale, e, non avendo voluto arrendersi, ma restare fedele a Roma, Annibale, quando riuscì ad averla per esaurimento delle provvigioni degli abitanti, la sac~heggiò e la distrusse. Cessata la guerra, fu riedificata e divenne municipio importante, che ebbe a soffrir;! per la guerra Sociale, essendo stata ,lllora presa e saccheggiata (90 a. C.). E subl la stessa sorte nel 73, per opera di Spartaco. Nel medio evo venne fortificata coo buon castello. ln esso si rifugiò il papa Urbano VI, sulla fine del 1384, vi fu assediato dalle truppe di Carlo llI di Duraz,zo comandate dal conestabile conte Alberico da Barbiano e venne liberato peri intervento dei capitani Tomaso Sanscverino e Raimondello Orsini, i quali, nell'agosto del 1385, dopo otto mesi di assedio, riuscirono a far togliere l 'asseclio presentandosi con 3000 cavalli davanti a N . La vista di queste truppe indusse le truppe del re di Na• pol i a riti rarsi. Nocera Tirinese. Comune in p rov. di Catanzaro. Nel 1806, un corpo francese agli ordini del gen. Ortigoni assalì il paese. Gli abitanti si erano asserragliati con travi e . carri e fecero una disperata difesa, infliggendo serie perdite agli assalitori; ma infine i Francesi riuscivano a superare le barricate, e, invaso il paese, vi commettevano ogni sorta di orrori, saccheggiandolo e infine dandolo alle fiamme, con la strage di tutti quelli che non riuscirono a salvarsi con la fuga.

Nock (Enrico). Fabbricante d'armi inglese, che prese il brevetto nel 1806 per l'invenzione del vitone d i culatta per le armi da fuoco portabili. Con tale sistema, quando il foro del portaluminel!o era troppo consumato


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ed ingrossato, si cambiava con semplice operazione di svitamento e di avvitamento la parte logora, la q uale era unita in blocco al vitooc di culatta. Questo entrava direttamente cd in direzione dell'asse della canna, in una chiocciola ricavata nel fondo della canna stessa: quando esso era ben fissato, avvitato e serrato, presentava sul fianco destro il luminello.

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la carattensuca decorazione. Recentemente questo simbola della casa Sabauda è stato impiegato per le controspalline della grande uniforme degli ufficiali del nostro esercito (1923-26); inoltre un distintivo rosso a no<lo di Savoia è stato dato ai volontari ordinari, applicato in fondo alla tllanica sinistra della g iubba.

Nodari (Giuseppe). Ufficiale garibaldino, n. a Casti• g lionc delle Stiviere. Laureato in medicina, partecipò alla spedizione dei Mille come ufficiale d'artiglieria, e comandò il X battaglione nella sped izione del 1867 nell'Agro Romano. Morì nel 1898. Nodo. Specialmente nella marina velica, ebbe grande importanza l'arte cli fare i nodi con le funi (cime) e con le gomene. Un N. marinaro deve avere la proprietà di rimanere ben stretto e sicuro finch/: la fune è in ten.,ionc, ma deve potersi sciog!.icrc facilmente non appena la fune è rilasciata (in bando). Il numero dei' N. da marinaio è grandissimo, ed è tuttora oggetto di accurata ism,ziond per tutti i giovani che intraprendono la carriera del mare. A seconda delle manovre a cui servono, e delle funi a cui vengçmo da.ti, prendono varie forme e denominazioni: così si hanno i N. piani, parlati, di scotta, di anguilla, da pescatore, d 'incappdlatura, cli mezzo collo, corrente, di gancio, cli bol ina, cli grippia, di marnfiorc, ecc. Vi sono anche nodi speciali, che si formano alie estremità delle funi e chiamansi : mandolino, piede di pollo (semplice e doppio), pancia di granchio, ecc. Nodo (Radiotelegrafia). Nella rete dei collegamenti radio, è il punto di giunzione fra l'una e l'altra maglia. Presso comandì trovian10, generaln1cnte, N. che servono ad allacciare il comando stesso da una parte con le autorità

COMANDO

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. COJ1A.NDO BRIGATA superiori, e dall'altra coi tcparti dipendenti . Vi sono N. complessi tbc possono per mettere l'a llacciamento con var ie maglie: li t roviamo presso i com.:1ndi più elevati. 11 numero delle radio esistenti in ciascun N. indica quanti allacciamenti siano possibili.

Nodo di Savoia. Trac origioe da q uel « nodo d'amore » cbc, verso Ja metà del r300, dette origine all'omonimo ordine cavalleresco creato forse da Amedeo ·v1 conte sabaudo e che più tard i (1518) divenne l'ordine della SS. Annunziata. Ai cavalieri insigniti dell'ordine del « nodo d'a. more » veniva donato u n prezioso braccialetto ornato con

Nodo <li Savoia

Nodo (Ordine del). Ordine cavalleresco, detto anche Santo Spirito », crea.to nel 1352 a Napoli da Luigi di T aranto, re d i Napoli: scomparve alla morte del fondatore. « del

Noè (Carlo). Ingegnere idraulico, n. di Casale Monfer rato (1812-1873). Ne l 1859 allagò il Vercellese e parte della provincia di Novara, ostacolando cosl l'avanzata degli Austriaci. Noel (F,·ancesco Carlo Metlwen). Ammiraglio inglese (1852-1925). Partecipò nel 1896 alla spedizione nell'Alto Egitto, all 'in terven.to a Canclia, alla spediz ione del 1900 in Cina. Contramniir. nel 1907, viceammir. nel 1912, ammiraglio i1el r915, era passato nella riserva alla nom ina a contrarnmiraglio.

Nofilìa (En). Zauia della Tripol.itania, a 150 Km. a est di Sirte, sulla costa. Punto strategico importante per la sua posizione a cavallo delle comunicazioni tra Cirenaica e Tripolimnia, e per !"esistenza di due pozzi d'acqua abbondante. Comba11imento di e11-Nofitìa (r914). Appartiene alle ope• razioni di pcnctraàonc nella regione. Una colonna composta di 4 cp. libiche, di una sezione mitragliatrici, di uno sqdr. sav,ui e di una sezione di artiglieria da montagna, al comando del ten. col. Riveri, nella seconda metà di marzo del 19,4 mosse da Sirte, lungo la costa, dirigendosi a N.; ove si erano raccolte forze ribelli al comando ciel capo senussita Moham1ued Alì Idriss. Il 22 mari.o lo sqdr. savari, inviato in ricognizione verso N. , fu accolto da viva fucileria e 'dovette 1itirarsi con qualche perdita. Allora la colonna, las\iata una cp. e lo sqclr. a guardia delle salmerie, mosse verso l:t zauia e il 23 trovò le alture di riva sr. dell"uadi cl ,\ gar occupate da numerosi ribelli a copertura della zauia da nord e da ovest. U col. Riveri, anzichè attaccare frontalmente, decise di aggirare fuori tiro il fianco dr. avversario, portandosi sulle a lture di r iva dr. dell'uadi, dominanti la valle, la zaui:i. e i pozzi. Giunte sulle pendici delle alture di riva dr., le .truppe si disposero in ordine di combattimento, mentre il nemico era passato sulle alture di riva dr. Le truppe italiane, sostenute dalla sezione mitragliatrici, attaccarono il nemico che non resse all 'u rto e si <:\iede alla fuga inseguito dal fnoco delle mit ragliatrici e degli ascari, i quali, raggiunta la zauia, se ne impad ronirono . Le perdite del ncn1.ico furono una cinquantina di inorti, armi e materiali; q uella degli Italiaoi furono 2 ufficiali, 1 sottulf. e 1 2 ascari mor ti, 4 ufficiali, 4 sottuff. e 42 ascari feriti.

Nogàl. V. Mullah e Sonwlia.


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. , Nogara. Comune in prov. di Verona. Ebbe in antico un castello, che i Veronesi tenevano come b;iluai-do contro Modena, Bologna, e Mantova. Ne.I n14 Elll'icn IV assalì i l castello, tenuto dagli armati della contessa Matilde, ma non riuscì ad impadronirsene. Nogent-le-Rotrou. Comune della Franria nel <lip. d'Eure-ct-Loirc, sùll'I-Iuisne. Ebbe un castello feudale nel sec. XV. Nel 486 il re Clodoveo vinse a N . Siagro, distruggendo con lui quanto ancora r imanna nelle Gallie di parvenza <li dominio imperiale romano. Nella guerra del 1870-71 fo occupata dai Tedesch i: il ~l nov. 18io e il 7 gennaio 187r.

Nogcnt-sur-Scinc. Comune <ldla Frnncia, capol. del d ip . dcll'Aube, sulla se della Senna . Combattimento di Nogt·nt (1814). _Appartiene alle guerre dell' Impero francese. Le truppe del gen. aust riaco Schwarzcnbcrg avevano passato senza difTicoltii la Senna, e Wittgenstein, gettato un ponte sull' A ubc a llaudemoot, vi nveva

!asciata uua <li vis . 1

portandosi col resto

delle

sue forze su N. <love aveva costretto a ripiegare la sr. d i Vie.tor. Questi si m ise in ordù,c <li battaglia intorno :o N ., ma poi, j nfonnato del la costruzior:c del ponte a Baudcmonr, si affreuò a r ipassare la Senna, coprendo la ~ua ritirata con delle climostrazioni a la Chapelle-SaintAubin, che servirono a trattenere il nemico fino :1 notte. Egli lasciò in N. un <listaccamento di r200 u. , iucaricato ~li tenere la posizione fì,10 all'estremo. Questo pugno <li uomini, comanda.ti dal col. Voirn!. riuscì per due giorni i utieri (ro-u febbraio) .ad ane's tare 30.000 avversari ; poi, dopo la presa d i Bray, quando fu costretto ad cv:,cuarc N. , riuscì ancor:, a [ar saltare il ponte sotto gli occhi del J1cn1 ìco.

Noghi \Mare.wkc;. Generale giapponese (1849-1911) . Du rante la g uerra civile comandò un regg. d i fanteria, dopo <ii essere stato insegnante d i strategia alla scuola di guerra; frequentò quindi scuok mil. europee. Nella guerra cinogiapponese comandò una brigata di fanteria. Nd 1896 fu non1inato govt.:roatorc e.li Fonuosa, dove domò una ribellione contro i Giapponesi. Nella guerra russo-giapponese investì e prese la fortczz;t di Porto Arthur , alla testa della 3a armata; quindi partecipò alla battaglia d i Mukden, d ove operò contro l'ala dr. russa. Dopo questa guerra ebbe il tirolo di viscomc. l n seguito fu nominato d irettore della scuola dei nobili. In occasione dei funerali del! ' imperatore si suicidò, secondo il costume giapponese <lell' « haraNoghi ?vlaresukc k iri »,_ in.sic1nc con sua moglie. Noirmontier. Jsola della Francia , nel l'Oceano i\tlant ico, presso la costa del <lip. clclla Vandea. È separata d:illa terraferma dallo stretto di Frornenrine, che nclb bassa marca resta all 'asciutto. L'isola è lunga 18 Km .. l:i rga da 2 a 6; ha 8000 abitanti. Assalita e presa dagli Olandesi nel 1674, fu riunita alla corona di Francia nel 1720. Durante la guerra d i Vandea passò ripetutamente d:o una pa rte- ;;ll 'altra.

Noi

Presa di Noirmontier (1794). Appartiene alla guerra della Rivoluzione fr::inccse in Var1dca. Il geo . T urreau, nominato comandante in capo dell'esercito dell'ovest,- prese subito la risoluzione <li togliere l'isola d i l 1i . ai Vandeani, per levar loro un p unto d ' appoggio per le comunicazioni con l'Inghilterra, dalla q uale potevano riceve re soccorsi. Il 30 dicembre 1793 il ten. <ii vascello Pillot ne tentò l'attacco dalla parte del mare, ma fu respinto con perdite abbastanza rilevanti. Allora i Repubbl icani prepararono un attacco da terra; ne fu incaricato il gen . di brigata )ordy. Circa r500 u., imbarcati su scialuppe, alla mezz.anotte del 3 d icembre si presentarono in tre posti differenti: a punta de La Fosse, al villaggio di Lépine cd al porto di N . Alle sette del matt ino ·i 1500 Repubblicani erano a terra e marciavano su Barbatrc, dove il nemico era spiegato in •battaglia con 4 pezzi da 36 al cclltro . I Realisti opposero fiera resistenza ma poi furono sopraffatti. Jord y, rimasto ferito, cedette il comando al gen . Haxo che era appena sbarcato col geo . Dutruy c<l un r inforzo dì 700 u . Ora occorreva impadronirsi ,della città, difesa <la 1800 u. e da 20 cannoni. Tutte le batterie delle coste furono prese alla baionetta cd i Vandeani, premuti cd inseguiti da ogni parte, ripiegarono su N. e si disposero in ordine <li b~ttaglia sotto le mura della città. L 'avvicinarsi delle colonne repubblicane, il fuoco della flottiglia, il disordine, e soprattutto la defezione di alcuni c.1pi, gettarono t ra i Realisti l 'incertezza e l 'abbattimemo, tanto che deposero le anni. La repressione fu dura : 1500 persone vennero fucilate. Il generale d 'Elbée, il quale dopo la battaglia di Challot si era ritirato a N. con quattordici ferite, fu la prima vittima. Noissevi ll!'. Villaggio della Francia, presso Metz.

Battaglia di Noisscvillr: (1870) . Fatto d'armi della guerra franco•germanica, conseguente al tt:nta.tivo di sortira ope• rato dall 'armata francese d i Bazaine il 31 agosto-1° settembre 1870, per forzare la linea d'fovest imemo stabilita dai Tedeschi attorno alla piazzaforte di Met,c cd attuare il congiungimento con l'armata del gen. Mac Mahon. Un av"iso pervenuta da quel generale, circa la decisiom: presa di mettersi in marcia verso Montméd )', decise il Bazaine ad attuare la sortita il 3 r agosto, per tentare pos,ibilmcnte la congiunzione delle due annate. Fu prescelta la direzione est, dato che il terreno di riva <lr. della Mosella meglio p rcstavasi allo spiegamento, e allo scopo di richiamare colà le fort avversarie, dimin uendo così il numero di unità che potessero contrastare b 111arcia (Id Mac Mahon . Obiettivo principale era la conquista della zona di Sain te-Barbc (posiz ione di primaria importanza fra q uelle tenute dall'avversario) sussid iata <la una azione diretta ad assicurare il possesso dei villaggi di Charl y, Malroy e ,possibilmente Antilly - allo scopo d i vietare lo sbocco su lla dr . del fiume delle forze che potessero accorrere dalla riva opposta, valendosi dei ponti d i Malroy ed Argancy, per contromanovrare sulla sr. francese, o comunque n1inacciare l ulteriore n1arcia verso nord. Ordinavasi perciò lo schieramento di t re C. d 'A. in 1" linea (Ili, IV, VI) aff1dando ai primi due l 'attacco di Saintc-Barbc da due lati, e al VI l'azione su Charl)' e Malroy. Il Il corpo era posto a rincalzo del III, la Guardia e la cavalleria in r iserva tra il forte Sainte-Julien e il bosco di Grimont. Nel concetto del Bazaine raie sch iera• mento bene rispondeva al d isegno di favorire poi la marcia verso nord, mere<: un incolonnah1emo nel quale il VI corpo avr ebbe p reso la testa, seguito da! IV e Ili; 1

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mentre la G uardia e i l Il avrebbero avuto funzione fiancheggiante lungo la Mosella. I movimenti si effettuarono con forte ritar do rispetto alle ore previste, tanto che solo nel pomeriggio lo schieramento era completo, su fronti ristrette, con ordinanze molto profonde; mentre un nuovo consiglio <li guer ra, tenuto alle 13 nel castello di Grimont, tratteneva colà i -capi in tardive discussioni distraendoli dai compiti immediati. I Tedeschi avver tirono sin d al mattino l'attività dell'avversario, cosicchi: i l pr incipe Feder ico Carlo subito si metteva in grado di parare agli eventi su ambo le r ive della Mosella, chiamando il X corpo a est <lei fiume, raccogliendo il IX fra Roncourt e Pier rcvillers, i l II a sud-est di Briey, il IIl e la 1• divis. di cavalleria a Saint-Privatla-Montagne. Frnttansto il l corpo, schierato di fronte .alle un ità francesi da l bosco di F ailly (nord) a Mcrcy le Haut (sud) su una fronte d i circa ro K m., preparavasi ~• sostenere l'attacco, cop rendo, hmgo una serie di villaggi fortificati, la linea d i resistenza e gli accessi alle strade di Saarlouis e Saarbriickcn. A nord la divis. K um mer, stesa da Fa illy sino alla Mosella dinanzi a Malroy, e a sud il V II corpo, da Mercy le Halll alla Mosclla a valle di Ars, completavano la fronte di i1westimento, rinforzata al centro <.!alla 3• d ivis. cavalleria, chiamata a porsi fra le due gr andi strade già dette, e dalla 28a brigata del VII, spostata <la l'ou illy a Cou rccllcs. Deboli azioni d i avamposti s 'e bbero al mattino sull'ala sr. del I corpo tedesco, che fruttarono ai F rancesi la conquista di Colombcy; più tardi accenni sulla fronte della <livis. K urnmcr, ~on mo1·imenti d i cavalleria sostenuti dal cannone: avvisaglie in• rese a distrarre il nemico impegnandolo alle ali,

gli elementi residui del IX corpo erano stati richiamati sulla d r. della Mosclla ed avevano rilevate nelle loro posizioni t ra il fiume e F ailly le truppe della divis, Kummcr, che poterono perciò concorrere all'azione del 1 corpo, appoggiata dal fuoeo cli un grande numero di batterie. Dopo alterne vicende Noisseville era strappata ai Francesi prima del mezzogiorno . Non sostenuti dalle r iserve, che i l Bazaine non aveva creduto <li far ancora m uovere, i corpi francesi, dopo aver resistito al fuoco con intrepidezza esem p lare,_ retrocedettero d i conserva sotto la protezione dei forti Saint-)ulic n e Les Bordcs senza troppc molestie, poichè solo la dr. tedesca accennò ad inseguire sin presso il bosco d i Gri mont. Cessava così verso le 12 l'azione a N.-E. di Metz. Seguitava invece d i alquanto ,, S.-E. p<:r il possesso di Mercy-le Haut, conguistalo al mattino dai F rancesi, indi perduto e ripreso, e alfinc sgombralo quando si delineò la ritirata generale. Col finire della battagiia i Tedeschi r iacquistavano tutte le loro po 5izioni. Temen do tuttavia q ualche npresa offensiva J1cl

per dar tempo ai 1n ovin1cnti l11 corso e favo~

,·i re !"attacco principale. Poco dopo le 13 il principe Federico Carlo , persuaso che l 'avvcr~ario rimandasse l'attacco all'i ndrnn ani, o rd ì~ nava gii, i l ritorno alle posizioni iniziali ~lcllc urnt,, mosse al mattino, tr:t ttcncndo sulla dr. d el la Mosdla, presso Antilly, solo la 25a div isione <le! IX corpo . Ma alle 16 i' tuonar delle batterie del III e IV corpo francese ~ del forte di Saint-Julicn e.lavano i l segnale dell' att;;cco sulla dr. del I corpo, seguito <la un vigoroso assalto sul ,cen tro, che condusse j Frnn cesi alla conquista del Yillaggio di Noisscvillc; menr,·e p i,, a nord fallivano gli attacchi su Scrvig ny-Poix e F,tilly. Uu vivace r itorno offensivo dei Tedeschi sracciava l avversario da Nois~evillc ; 1na i progressi della d r. francese (II corpo) che o, cupa1·a Monroy, Coincy e Aubigny, 1ni nacciava.no grave n1cnte ,da JSUd Noisseville, onde i Tedeschi sgombravano cli u uovo la localit:ì. Dopo le :?I anche Servigny (paese che <lic<le pure i l nome alla battaglia) cadeva in possesso degli attaccanti dopo un assalto cld la divis. Ayniar<l (Ill corpo); cosicchi:, •data anche la presa di Flanvi lle e Sainrc-Agnan , un buon nerbo dei Francesi crasi incuneato nel centro <lcl 1 corpo, rompendC> la con ti nuit~l della linea avanzata ù 'i 11vcstin1ento : situaz ione suscettibde di ulteriore svilu ppo, qualora l'az ione [ossc prosegllita nella notte. Ma la saltuarietà d egli atti . offensivi e l'oscurità della notte cagionarono un certo disorientamento ; la stanchezza delle uuppe e la difficile coordinaz ione fecero languire l'impulso; cosicchè ,·erso le 2 2 l 'az.ione cessò affatto a tutto danno dell'esito defin itivo. Al mattino del l'' settembre i Tedesch i rnossero alla riwrtquista del le posizioni perdute. F in dalla sera i11na11z i 1

Jlattaglià d i Noisseville (1870)

pomeriggio, da parte.: <ldk unità francesi nou :111cora i11J • pcgnate, il principe Federico 'carlo richiamava sulla dr. della Mosclla a nord le r iser ve del X corpo, a sud tre brigate dell 'Vlll; q ueste u ltime allo scopo di poter spostare truppe del VII 1·erso Mcrcy-lc-H aut per meglio fronteggiare la prniMa e,·entualid. Ciò cagionava una 'note- ,· mie diminuzione nella forza assegnata al girone d'investimento sulb sr. della Mosella, ridotta a sok otto brigate . Ma H.-rsO le 15, apparendo tnanifcsti j inovimenti <lei F rancesi per tornare a lle loro consuete posizioni, anche i Tedesch i riassunsero la disloca7.ionc inizia le, che serrava nuovan1entc

la cerchia,

rafforz:'.tta

dall'arriYo in

linea del XIII cor po . Così chiudevasi l'unico sc rio tentativo operato dal ]fa. ?.alnc per sfuggire al fatale i nve9tin1eoto: tentativCJ razio-

n almente ispirato, ma i mperfcuamente e fiaccamente condotto, che n on l'alse a scongiurare la sorte i nfau sta <l ' w1a grande armata . Forze impegnate : Francesi, 60.cJOo u . (su 120 . 000) e 20 0 pezzi (su 500); Tedeschi 45 . 000 (su 1 90.000) e 138 pezz i (su 650). Pe rd ite: Francesi, .3500 uomini; Tedeschi, 3000 uomini.

Nola, Comune ;n pro,·. d i Napoli. Di a11tic« origine, f u città etrusca, e poi sanoitica . A iutò nd 3-28 a . C . Na-


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poli contro Roma, che l'assediò e prese nel 311. Durante la guerra Sociale ebbe guarnigione romana agli ordini del pretore L. Postumio, ma i Sanniti se ne impossessarono (90 a. C.) per tradimento, e divenne loro importante piazzaforte, nella quale (89 a. C.) si rifugiarono gli avanzi dell 'esercito sociale d i L. Clucnzio, sconfitto da Silla. Assediata da sei legioni romane, si d ifese lungamente, finchè Silla venne a rilevare le <lellte legioni, per servirsene nella guerra civile contro Mario. Sconfitto q uest'ultimo, la città, che aveva parteggia to per lui, fu assalita e presa da Silla. Nel 72 a. C. venne conquistata dai gladiatori di Spartaco. La città, presa e distrutta da Genserico, re dei Vandali, nel 455 d. C., fu ricost,ruita, ma pe.r dcttc ogni importanza. Vi ha sede l '.80° distretto militare. I. Assedio e battaglt<J di Nola (216 a. C.). Appartengono alla seconda guerra punica e furono imprcsi <la Annibale in persona. Il pretore romano Marcello Claudio si rinchiuse dentro le mura. Fra queste e il campo cartaginese, avvenivano spesso scaramucce. Ma Marcello, avendo saputo che avevano luogo colloqui notturni tra la plebe nolana e j Cartaginesi, deliberò di te11ta rc la sorte della battaglia . Ordinò l'esercito in tre scb iere alle tr~ porte rivolte verso il nemico : pose alla porta <li mezzo il nerbo delle legioni e della cavalleria, e alle altre due porte i soldati giovani, gli armati alla leggera e la cavalleria degli alleati. Proibi ai N~lani l'accostarsi alle mura ed alle porte; furo110 messe guardie a custodire i bagagli. Annibale, stimando che i suoi colloqui segreti fossero stati scoperti, ordinò di portare all'avanguardia tutto l'occorrente per battere la città, lusingandosi d' incoraggiare con que sto i cittadini titubanti e deciderli a tumultuare al di dentro. Mentre l'esercito cartaginese si faceva sotto le mura, Marcello, spalancata all ' improvviso la porta, scagliava prima i fanti, poi i cavalli. Avevano già recato molto scompiglio nel corpo di mezzo, quando, dalle due porte laterali, i legati P. Valerio Fiacco e Caio Aurelio si scagliarono sulle ali nemiche costringendole alla fuga. Secondo la tradizione annalistica, cci Livio presta poca fede, in quel fa tto d 'arme sarebbero periti 2.800 Cartaginesi e 500 Romani. Plutarco porta il numero dei Cartaginesi morti a 5000. Annibale, perduta ogni speranza <l'impadronirsi della ciuà, tolse l'assedio e si ritirò verso Acerra. La liberazione d i N. arrestò gli effetti che la defezione cli Capua avrebbe powto portare con si:, e sui quali Annibale aveva calcolato. Se dal lato militare questo fatto d'armè fu poco importan te, l'effetto morale fu molro considerevole pcl mondo romano. Secondo Appiano però questa battaglia si ridu,-rebbe ad un tentativo di Annibale per sorprendere N., tentativo non riuscito, pcrchè la città, a sua insap uta, era stata preventivamente occupata da Marcello. li. Assedio e batt<,glùt di Nola (2r5 a . C.) . Apparten-

gono alla seconda guerra punica e furono impresi da Annibale, coadiuvato da Annone, il quale dopo la disfatta d i Grumenro (215 a. C.) aveva rinforzato il suo esercito cogli aiuti di Cartngine condotti <la Bomilcare. Il Cartaginese credeva di sorprendere il proconsole Claudio Marcello, ma costui, ricondotte le sue genti entro le mura, aveva provvisto ad ogni cosa. Annibale tentò per mezzo di Annone di tirare alla sua i senatori nolani, ma, trovatili irremovibili dall'amiciz ia d i Roma, strinse <l'assedio la città. Marcello, come lo vide inoltrato sotto le mura, schierate le sue genti dentro la porta, ne uscì fuori con grande impoto. e ne nacque una zuffa che sarebbe rimasta memorabile, se un violento temporale non avesse d iviso

i combattenti. Tre giorni dopo, come Annibale staccò parte dei suoi per foraggiare, Marcello, uscito fuori, at• taccò i Cartaginesi. Sul principio la battaglia rimase dubbia, ma alla fine i Romani ebbero il sopravvento e misero in fuga gli avversari, che si rifugiarono negli accampamenti . Sarebbero stati uccisi in questa seconda battaglia di N. più di 5000 uomini, e presi prigionieri 600, con due elefanti. È probabile che le cifre siano state più modeste, tanto più che Marcello non aveva con sè che sole due legioni urbane, assegnategli in principio dell'anno. lll. Battaglia di Nola (2r4 a. C.). Appanicne alla seconda guerra punica e fu combattuta <lai console M. Claudio Marcello, con 6000 fanti e 300 cavalieri, coadiuvato dal pcopretore M. Pomponio, contro i Cartaginesi comandati da Annibale. Il console nella notti: aveva staccato G. Claudio Nerone col nerbo della cavalleria e gli aveva ordinato di g irare al di dietro del nemico, di seguirlo passo passo e <li assalirlo alle spalle, quando avesse visto appiccata la z uffa . Se Nerone 110n abbia potuto eseguire l'ordine o per sbaglio di strade o per brevità di tempo, non è ben certo. Marcello la mattina attaccò di fronte il nemico e lo mise in fuga, ma non potè completare la vittoria per b mancanza della cavalleria. Si dice che in quel giorno perissero 2000 Cartaginesi e meno di 400 Romani. Noi i (ant. Naulum). Comune maòttimo, in prov. di Savona. Nel medio evo fu cinto di mura, con numerose t0rri, e con un castello poligonale dotato di superbo maschio cilindrico sul monte Orsini, o[Jera dei Del Carretto

La rocca di Noli

cli Savona (wo4). 11 suo piccolo por.CO è in fondo a un seno costituito dalla sporgenza rocciosa di Capo di Noli, alta 276 m. All'epoca delle Crociate era già .fiorente, come lo dimostrano i privilegi ottenuti da Boemondo e da Baldovino, per il concorso prestato dalle sue n avi alle sped izioni in Terrasant.a. Dipendeva dai marchesi Del Carretto, quando, nel n81, si liberò dal loro dominio e si cnstitul a repubblica. Nel 1202 si alleò con Genova, sottomettendosi ad es$a, ma conservando privilegi e autonomia. Durante le lotte fra Guelfi e Ghibellini, armò verso il r238 ben 72 galee. Assalita da mare e da terra da una /lotta pisana e <la milizie savonesi e finalesi, N . resistette fieramente fino all'arrivo di una flotta genovese: che la liberò. Nel 1321, assalita dal marchese Giorgio dd Carretto, la città fu presa e saccheggiata; l'intervento di

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,Genova la liberava anche questa volta dal giogo temuto. Poi, a poco a poco, la sua storia si confonde con quella della riviera occidentale ligure.

Noli. Nave sussidiaria, acquistata m Olanda nel 1915; dislocamento 18o tonn.; lunghez7.a m. 21,80, larghezza m. 5,30. Radiata nel 1920.

I. Battaglia di Capo Noli (marzo 1j95). Appartiene alle _guerre della Repubblica francese, e fu combattuta fra una squadra repubbl icana agli ordini dcll'ammir. Martin (15 vascelli, 7 fregate, 5 legni minori) e una squadra inglese agli ordini ddl'ammir. Hotbam (13 vascelli inglesi e 1 napoletano, 4 fregate inglesi e 2 napoletane, 4 legni minori. Cominciarono le evoluzioni; nella notte precedente a l 13 marzo fece cattivo tempo ed il vascello francese « ça-ira », da 86 cannoni, perdette gli alberi !,. gabbia .e cadde sottovento alla propria linea; la fregata inglese da 36 « Incostant » gli si trovò vicina e con mirabi le destrezza gli passò decisamente sottovento lanciandogli u1,1a bordata, poi, virato di bordo, gliene lanciò .una seconda, la quale però le fu restituita dal cc ça-ira » che era perv<:nuto a d isimpegnare i portelli della sua batteria, onde l'« Incostant » si allontanò con 17 uomini morti o ferit i .e gravi danni allo scafo. Seguironn alcuni movimenti in-

Nollendorf. Villaggio della Boemia sulle pendici dell'Erzgebirge. Vi avvennero (14-15-16 settembre 1813) combattimenti che appartengono alle guerre dell' Io1pero francese. Il -gen. austriaco Wittgenstein, inviato a fare una ricognizione in forze verso l'esercito francese che trovavasi presso Dresda, s'imbattè a N. nella divis, Dumonceau e l'attaccò. I Francesi opposero breve resistenza e si rit irarono, dopo di avere perduto due o trecento uomini, sul grosso del I corpo (Mouton) al q uale appartenevano . Il giorno dopo arrivò sul posto Napoleone I col XIV corpo e la Guardia e fece avanzare il I corpo contro gli Austriaci, pronunciando un movimento aggirante. \Vittgenstein battè subito in ritirata; attaccato il giorno seguente, ripassò i monti e riparò in Boemia. Nollet (Cesare). Generale francese, n. nel 1865. Uscito dal Politecnico di Parigi nel 1884 sottot. d'artiglieria. fre-

. ,Noli al principio del secolo XlX

tesi da una parte a liberare il « ça-irn » , dall 'altra ad impedirlo. Quando Hotham, vista la sua squadra disuuita, fece i l segnale di r iunione, il vascello da 78 « Censeur », fraintendendo un ordine di Martin, andò a prendere a rimorchio il tt ça-ira )}. La 1n attina seguente i due -vascelli si trovarono presso l'avanguardia i nglese che li assalì; Martin, volendo soccorrerli, comandò ai suoi di formarsi in battaglia e di forzar di vele per una rotta c he egli sperava li avrebbe fatt i passace fra i due vascelli isolati e la linea nemica, ma così non avvenne: il « çaira » e il « Censeur », dopo lunga e strenua difesa in -eui perdectero 400 uomini, ammainarono la bandiera. Tra j vascelli inglesi che avevano sostenuto il combattimento erano l'« Agamennon », comandato da Orazio Nel·son, e tra i Napoletani i l « Tancredi », comandato da Francesco Caracciolo. II. Combattimento di Noli (1808). Si svolse il 1° agosto, essendosi un vascello e un brigantino inglesi p resentar.i davanti a N. , sbarcando 400 u. da otto- lancie armate. Un solo cannone armava il fontino di N. presso alla spiaggia, e sparò qualche colpo. Acco~sero i finanzieri e sostennero per due ore il fuoco degli ù1glesi, rnçntre da Savona veniva inviato un distaccamento di 156 u. G li In glesi, temendo il sopraggiungere d i r inforzi, si imbarcarono nelle lancie, traendo scco alcuni legni mercantili e 'ùna cannoniera francese, abbandonati dai loro equipaggi.

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q uentò la scuoio di guerra, dove fu poi insegnante aggiunto di strategia e tattica generale (1902-1905) . Si specialii.zò negli studi tecnici d'artiglieria e fu uno dei pri missimi ad occuparsi d'aviazione mii., specie dell'aviazione jn servizio d 'artiglieria. Nel 1906 divenne direttore del personale d'art. al ministero della guerra, carica cbe gli consenti d 'essere uno degli autori della riorganizzazione d i quest'arma, avvenuta nel 1909. Iniziò la guerra mondiale quale comandante dell'art. del Xlll C. d'A.; nel dicembre del 1914 passò a comandare la 48' brigata di fanteria, nel luglio 1915 la r29• divis. , e nell'ottobre la 66• divis. cacciatori a piedi. Nel 1916, generale di divis., comandò il Xll C. d' A . Poi fu ispettore generale del materiale d'art. e nel maggio 1917 passò al comando del XXXVI C. d'A. Cessata la guerra, comandò il l C. d'A. territoriale, indi fu presidente della Commissione interalleata di controllo di Berlino e nel 1921 prese il posto d i Nivellc al Consiglio ~uperiorc di guerra.

Nome di guerra. Soprannome che, all 'atto dell 'arr~olamento, ricevevano i marinai di Francia, di Sardegna, . e di qualche altra nazione; cosl per esempio, Garibaldi ebbe, nella marina sarda, il N. di guerra d i " Cleombroto » . Solo con tale nome si soleva ch iamare il marinaio nei ruoli ed in ogn i evenienza del servizio. Fu abolito dal Persano nel giugno del 1862. Nell'esercito piemontese, anche i soldati , appena reclutati, r icevevano un N. di


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gucrra 1 generalmente francese o tlcriv:ito, come Rose, Passamontagnc, Dcsodroà, ccc. ccc. L'usani.a derivava dalle t:ompagnic di ventura, e continuò fino al TjOO- Come N. di guerra • talvolta si adoperò anche il nome del p,1esc del soldato .

Nome di Gesù. Ordine cavalleresco, creato nel 1651 Je1l re Gustavo di Svezia : cessò di esistere alla morte del fondatore.

Nomentana (o Ficulc11sis). Una delle dodici grandi strade che panivano da Roma. Usciva dalla porta Collina, dove scparavasi dalla via Salaria. traversava l'Anicnc sopra

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quaic diplomatico. Dopo essere staro inviato straordinario ail'Aja, divenne nel 1838 ministro plenipotenziario a LOJ>· dra . In tale 9 ualità ebbe il grado di colonnello nel 1838 e di magg. generale nel 1846.

Nomis di Pollone nobile dà comi P:mesto. Generale, n. e m . a Torino ( 1855-1930). Sottot. d'arr. nel 1875, da colonnello resse la direzione art. cli Torino e fu coman• dante ciel forte del Moncenisio nel 1908. Nel 1917 prestò servizio presso il comando del.la d ivis. di Torino. Passato nella riserva, vi d iven ne magg. generale. e nel 19;,4 generale di divisione. Nonancourt. Comune del la Francia, nel clip. ddl'Eurc, ~ull "Havre. Resti di fortificazioni costruite da Enrico l. re d' Inghi lterra, e di$trutte dagli lngksi sotto Carlo VI, restaurate nel 1500 e prese d'assalto da E nrico IV . Nel 1 r 89 Riccardo re cl 'Ing hilterra e F ilippo Augusto re d i Francia tennero a N. una conferenza nella qua le stabilirono le regole per assicurare I·ordine e la disciplina negli esercir.i che avevano deciso di condurre in Palest ina pc,· la III Crociata .

li ponte :r,...·o mentano presso Roma

un ponte di pietra, detto Ponte Nomcmano, subito sotto il Mo,),te Sacro, e conduceva quindi, q uasi in linea retrn, :\ Mentana (Nomentum), toccando Ficuka, donde aveva dapprima il uomc di Ficulense. Dopo 1 ·omento continuava in l inea retta per Ereto (oggi Grotta Marozza), dove si ricongiungcn con la Via Salaria.

Nonantola . Comune in pro1•. d i Modena, sulla dr. del Panaro. Conscn,a importanti avanzi del castello, e delle mura rii cui era cinta . Sulla fine del secolo l X fai ìnvasa e saccheggiata dnglì Ungari. Nel 1085 fu assediat:·1 dalle truppe della contessa Matilde. Nel secolo X ll, volendo i Modenesi sot tomettere N., questa si alleò con Bologna: questo trattato coi Bolognesi i□asprì Modena, e fra le due città si combattè la guerra conosciuta sottoil nome di « nonantolana ,, . Le mi li,.ie delle d ue parti operarono dcvastazìofli e s~cc.hcgbri e si scontrarono parecchie volte, senza che nessuno potesse , lirsi definit ivamente vioòtore. In seguito alla scomunica del papa, Mo <lcna cessò le ostilità, ma le riprese ben presto, nel u4~ .. ,1lla morte del pontefice. Nd 1T48 N ., dopo un combat•

Nomeny . Comune della F rancia, nel dip . di Meurthcct-Moselle, sulla Scillc. IJ 1° settembre 1663 v1 fu concluso un trattato fra il duca di Lorena e la F rancia: il Duca fu lascii,to nel godimen to dei suoi Stati, in base al t rattato del r6or, eccetto Marsal che cedette alla Francia. Scnonchè, congiurando nuovamente il duca ai danni della F rancia, questa occupò la Lorena (1670). Nominativo. Per assicurare la segretezza ed il sicuro recapito dei dispacci trasmessi a mezzo radio, o con qual. siasi a ltro sistema di telegrafia, ottica od awstica , si SO· stitu isce all,'i11diriz2-0 per esteso del comando destioatario un /V ., che il più <lei le volte è un nome od una cifra. Per la radio si tratta sempre d 'u n gruppo di due o piì1 lettere opportunamente accoppiate, in maniera da evitare equivoci. Il /V_ viene trasmesso in testa al preambolo del dispaccio e v iene periodicamente, o saltuariamen te, mu tato per garantirne la segretezza. .

Nom is d i Pollone (caute· Ignazio). Generai-e del secolo XVIII. Cadetto nel l'iemonte Reale cavalleria nel 1752, rimase in detto regg. per una trentina d'anni. Colonnello nel 1790, ebbe il com ando del regg. Aosta cavalleria, fu promosso b(igadicre nel 1793 e magg. generale nel 1794; ton dusse j\ reggi mento nella guerra contro la Francia. Nel 1795 fu nominato governatore di Asù.. Nomi.< di /:~9l/011e conte Giuseppe. Generale, m. nel 1846. Ufficia)c di Jantcria, percorse gran parte della carriera

J..,'aotics. torre della rocca <li K onantofo.

tirnen to favorevole ai Modenesi, fu da essi distrutta e saccheggiata. Ma, in segu ito a n uova scbmunica, Modena segnò un trattato di pace con Bologna e con N . Nel se• colo XIII altre guerre furono combattute tra Bologna, Mo• dena e IV., che alleata alla seconda, fu da Bologna con• q uistata ndl 'ottobre ciel 1248. 11 21 dicembre 1261 fu fir.

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mata fra i tre belligcrnmi una pace, per cu, Modena si vcdcvn. assicurata b sua giurisdiziqnc su F\1 . e le terre vicine. Attacco di No11a111ola (19-20 luglio 164,). Appartiene alla guerra del ducato d i Castro. Il cardinale Barberini, che comandava l'armata pontificia, dopo l'infelice esito dell'attacco di Camposanto, decise di assalire N . A tale scopo il <) luglio vi inviò il Valençay con 4000 u . e due cannoni; egli vi giunse il 20 ed attaccò la piazza che era <lifosa da 600 fanti veneziani. Al loro soccorso marciarono subito il duca <li Modena e Raimondo Montecuccoli. Questi, sconfitto un distaccamento pontificio sul Navicello, giunse clavanti a N., ove costrinse ben presto il VakDçay a ritirarsi nel campo di Castelfranco.

Nora. Antica fortezza montana dcll',\sia Minor<:, nella Cappadocia. sulle frontiere della Licaouia, ai piedi del monte Tauro. Durante le guerre fra i general i di Alessandro Magno, Eumenc, con soli ì<>Ci u.; vi sostenne \ 'as ..

scdio tutto I'invernù del 320-319 a. C. contro l'esercito di Antigono, il quale non r iuscì a vincere la resistenza degli assediati <: Yen ne con loro a patti. 1\ I principio dcll'~ra volgare si chiamava Neroasso (Ncroassus), • e serviva di ripostiglio del tesoro a Sisinna, o Archclao, divcnmo padrone della Cappadocia, nel -1r :i . C. con l'a iuto di Marco Antonio che la tolse :d re Arariatc per consegnarla a lui . Norby (Scvc1-i110). Ammiraglio danese del se~. XVI. Co.mbattè contro le città ;lnseariche e favorì Cristiano II, che per compensarlo gl i d iede in (cucio l'isola <li Gotbnd. Quando questo pr incipe ebbe perduto la Danimarca e la Svezia, N. fece lunghe ma inutili prove per rimetterlo nei suoi Stati; costretto a deporre le armi, ricevette il governo di Solvitsborg, ma subito dopo. avendo ricominciato ;t pirateggiare sul mare e tentato di armare Federico con tro la Svezia, si trovò assalito dallo stesso Federico con la squadra danese, e imprigion;to fino al r529 . Si pose quindi al serv izio di Carlo V e rimase ucciso all'assedio rii Firenze nel 1530. Norcia. Comune i_n p n)\'. <li Perugia. Col nome di Nursùt fo aotica città dei Sabini, nella parte superiore della va lle della Nera, ai piedi deì monti. All'epoèa della seconda guerra punic:1, nel 225 a. C., con Rieti cd Ami.terno offerse a i Romani i suoi volontari per l'armata di Scipione contro Cartagine. Sotto i l governo romano fu città n1unicipalc; ve nne punita da Ottaviano per il suo attaccamento alla parte repubblica na e per l'aiuto dato ad Antonio nella guerra di Perugia. fu quasi distrutta dai Longobardi e seguì poi le vicende del ducato <li Spoleto. Nel 1032 si e resse libera repubblica e tale si mantenne fino al n50. Varie guerre combatterono i Norcini con le città vicine, specialmente durante l'epoca delle fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini nel scc. XV. Condottiero dei fuorusciti Norcini si fece i l conte Evcrso <li Anguillara a cui si col legarono g li altti di Spoleto, di Cascia e di altre .,terre vicine. Evcrso cercò di assalire N., sebbene àmmonito dal pontefice di desistere dall'impresa. Costretto a levare l'assedio d al protonotario apostolico Giorgio Ccsarini, si ridusse nel suo feudo presso il lago di Bracciano, dove radunò altra gente per ritentare l'impresa di_ N. e per diverso tempo continuò le incursioni, finchè fu ridotto all 'obbedienza dalle truppe papali. Da quel tempo non avvennero p iù in N. fatti degni di nota.

Combattimento di Norcia (4r a . C.). Appartiene alla così detta guerra di Perugia. cd ebbe h1ogo dopo la bar-

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taglia di 1-'ilippi. l;'.sso fo combattuto e vinto dal tribuno C. Giulio Cesare Ottaviano contro un reparto nemicoM,1, sebbene vincitore, Ouaviano non potè impadronirsi della citd d ifosa valorosamente da Tizicno Gallo. Nord (Armata del). Armata della repubblica francese, costituita nel dicembre r791 e durata fino all'ottobre lJ9ì · Fu successivamente comandata dai generali ~ochambcau (1791-92), Luckncr, Lafayette, Dumomiez, La Bourdonnayc. Nel 1793 vi fu riunita l'armata <.!clic Ardennes, e in quell'anno e nel seguente fu al comando dei generali tvhranda, Dumou riez (passato al nemico), Dampicrrc (ucciso in combattimento), Lam arche, Custinc (condannato a morte), Kjlmaine, Houchard (condannato a morte), Duc1uesnoy, Jourdan , Ferrane!. Tornò nel lì94 ad essere « armata del Nord », cd ebbe per comandanti, fino allo sciogl imento, Picheg ru, Moreau., Souham. Dc jan, Beurnonvillc. Gli effettivi dell'armata del N . variarono molto, fra un massimo di 159.000 u. e un minimo d i 26.500. Fra le·

battaglie più importanti sostenute da tale armata sono: Valmy, Jemmapc$. Nccrwindcn. Hondschoote. \Vattignics. Tourcoing.

Nord Alessio . Generale haitiano, presidente della Republilica (1820-1910). Conquistò il potere con In foaa delle armi nelle rivolte successive contro il presidente in carica (1902) e governò con cstrcn1a energia, soffocando nel sangue tutte le cospirazioni contro la sua persona. Nel di,embre del 1908 però dovette fuggire precipitosamente di f;:-ontc al gen. Simon, che, alla testa di un'arn1ata rivo-

luzionaria si impadronl dell'isola. Un incrociatore francese raccolse il N. e lo trasportò ndla Giamaica. Malgrad<> la sua avanzatissima et~, tentò :u1cora di riprendere il potere e fu l'anima di una congiura organizzata dal gen_ Fredérique per rovesciare Simon. La sua mol'te, seguìta poco dopò, preservè, Haiti da una nuova guerra civ ile. Nordenfelt. Ideatore e costruttore di trna mitrag lia- . tricc che prese il suo nome eu appartiene alla categoria delle mitragliatrici con tiro a salve intermittente e con mcccanisrno a leva. Però le canne non spara.no contcn1poranc:1mcntc,

m:i successivamente e con grande r:1pidit~:.

......!i--....'l"-""'<'!". . .,à;

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1Vlitragliatri.ce Nordcnfclt (di fianco)

Questa mitragliatrice fo costruita con tipi a 2, 3, 4, 5, 7, 10, 1 2 canne. La marina italiana ha avuto in dotazione quella a 4 canne (cal ibro mm. 25,4). Consiste in un telaio rettangolare che serve cli armatura a lle 4 canne ed al meccanismo. Le can ne sono disposte jn un piano strette fra due tr:tvcrsc. Dietro_ la traversa posteriore il castello può ricevere un 1novimcnto di va e vieni longitudinale; esso ponta i ·l otturatori, ciascuno dei quali ha percussore, cane, estrattore. li serbatoio è collocato tra i l castello mobile e le canne. Col movimento da destra a sinistr:1 di. 11na lcn . il castello al'anza o retrocede. Una piastra di.


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ghisa ' trasportatore : in essa vi .sono 4 incavi che lasciano cadere i bossoli a terra, e 4 ttuogoli che ricevono le cartucce al momento della carica. Il trasportatore si muove lateralmente da destra a sinistra. Tutto il meccanismo è messo concordemente in movimento da un'unica leva di manovra. Col primo movimento d i essa, si estraggono i bossoli se ci sono; col seco!ldo, si introducono

Mirragliatrice Nordenfelt (dall'alto)

4 cartucce nelle camere, si armano i percussori , e si fa fuoco; e così di seguito, sparando circa 40 colpi al m inuto per canna. Il serbatoio d'alimentazione è intcroamente d iviso in tanti scompartimenti quante sono le canne; le cartucce scendono in basso per proprio peso e se ne può arrestare la caduta. Il treppiede, od affusto, varia d i forma a seconda -dell'impiego dell' arma. Per uso di bordo e per installazioni fisse, l'affusto ha in genere la forma di un sostegno conico d i lamiera; ad esso sono annessi gl i apparecchi per dare l'elevazione e la direzione dell'arma. k

Cannone No,·de11felt. È in acciaio, a caricamento rapido (calibro mm . 42). La culatta termina posteriormen te con forma prismatica ingrossata per potere contenere i l congegno di chiusura e unire il pezzo al congegno d i puntamento dell'affusto. La parte di culatta prismatica ha un 'apertura dall'alto in basso, nella quale prende posto l 'otturatorc. li congegno d i chiusura è formato da un blocco· otturatore di forma Fismatica, nel cui interno trovasi il meccanismo di scatto. Una manovella posta sulla destra serve a muovere l'otturatore all'indiwo cd in basso

partire il colpo. La carica è formata da una cartuccia metallica con innesco centrale. Il fannone a tiro rapido Nordcn.felt ha due spec ie di affusti: uoo a ruote per l 'impiego dell 'arma come artiglieria campale; ed uno a caodclicre, cioè a forma di colonna, per le posta.zioni fisse.

Nordensvan (Carlo Ottone). Gcnetale svedese e scrittore militare, n. nel 1851. Appartenne allo Stato Maggiore e fu insegnante e difettore, dal 1880 al 1900, del!' Accademia militare. Nel 1911 fu promosso magg. generale e collocato a disposizione; cominciò, nello stesso anno, la pubblicazione del « Bollettino militare svedese " · Fra altro ha pubblicato : « Manuale per l'ufficiale dell'esercito svedese "; « La guer ra e le sue regole "; « Studi sulla campagna sul Meno del r866 »; « La guerra franco-germanica del 1870•71 »; « La guerra in Finlandia del 1808•09 "; « Avvenimenti militari del secolo XIX »; « La condotta della guerra " ; « La potenza militare svedese dal r86o al 1910 "; « L'esercito svedese, come è e come potrebbe essere ».

Nordheim. Villaggio della Germania, nell'Assia. Battaglia di Nordheim (1745). Appartiene alla guerra per la Successione d'Austr ia. L'esercito francese, coman dato dal principe Cont i, il 14 luglio si ritirò sulla sr. del Reno, incalzato dalle truppe imperiali, agli ordini ciel granduca l'rancesco Stefano, il quale aveva fatto inseguire da vicino i Fra ncesi soltanto dalle t ruppe leggere comandate dal gen. Trips, mentre il suo grosso procedeva a piccole marcic dal Meno. Trips attaccò e disperse un regg. ussari, giungendo fino alle truppe occupa-te nel passaggio del fiume. Le quali si schierarono collegandosi con l'ala sr. a N., mentre la dr. si distendeva fino ad un bosco sulla riva del Reno. Per quasi due ore i Francesi resistettero agli attacchi nem ici, poi , sotto !a protezione di un reparto che occupava N., si ritirarono ai ponti. I Croati assali rono N . , ma alle ridotte davanti ai ponti trovarono una resistenza cosl accanita che non ne poterono più impedire i l passaggio. Tuttavia le guarnigioni delle ridotte e delle tri.ncec dei ponti, quando intrapresero a loro volta la ritirata, si trovarono i n condizioni difficili, e il tentativo <li rompere i ponti e di portar e al sicuro le vettovaglie dovette essere abbandonato; allora Cont i fece ince ndiare i ponti. La battaglia costò ai F rancesi 700 u. ; le perd ite del reparto Trips furono di poca importanza.

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Nordholz. Località della Germania nell 'Hannover, nella 7.ona costiera tra l 'Elba e il Wcscr . Durante la guerra Mondiale la Germania aveva organizzato in q uesta zona il suo servizio di d irigibili, stabilendone la base a N ., dove erano stati costru111 appositi hangars, da cui partirono le aeronavi per le incursioni sulla Gran Bretagna. Nordiche guerre. Ebbero questo nome le guerre combattute fra Stati rivieraschi del Balt ico nella seconda metà del XVII e nella prima metà del XVUI secolo. Cannone Nordeofelt

per scaricare e poter ricaricare l 'arma, ed a rialzare l 'otturatore e spingerlo in avanti per chiudere la camera. Una sporgenza posteriore in bronzo, ser ve a dare direzione alla cartuccia nèl caricare, cd a riparare il puntatore dal bossolo estratto. Il meccanismo di scatto è formato da un cilindro con percussore a puntJI, mosso da una leva che viene premuta dal grillotto quando si vuol far

Prima guen·a nordica (1655-1660). Pr ofonde cause di perLurbamento politico si erano adden sate nel nord-est europeo, quando Carlo X Gustavo prese la corona di Svezia. li re aveva spirito di avventura; era smanioso di aggiw1gere nuove glorie a q uelle che il suo an,tenato Gustavo Adolfo aveva procurato al Paese, ma sarebbe ingiusto far ricadere sul suo carattere la colpa della guerra che nel 1655 scoppiò prima contro la Polonia isolata, poi contro una lega di potenze invidiose della supremazia svedese nel Baltico. Ragioni politiche ed economiche profonde furono


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le cause lontane del conflitto. La Svezia .non era un paese ricco , cd era un popolo piccolo, in confron to al pmJon1inio, che, per fortuna ùi ann iJ aveva assunt-0 nell'Europa nord-orientale. È naturale che le Nazioni vicine, legate da analoghi interessi, cercassero · di scuotere il p redominio svedese, ad esclusivo proprio vantaggio. flen fu detto che nelle condizioni della politica haltica, la guerra ali1ncntav:1 la g uerra'. I numerosi conflitti armati .avevano

rese esauste le casse dello Stato svedese, cd impoverito il popolo, oppresso da J)esanti balzelli. 1:: ovvio che la Nazione cercasse la ricchezza ne\]a conq~ista -cli floride regioni circostanti. [nolt re la rerdita d i prov incie costiere del la Prussia, conquistate a pre·zzo di sanguinosi sacrifici al tempo di Gustavo Adolfo, aveva destalO aspirazioni d i riconquista, ché dovevano necessariamente trova re ostacolo nelle altre Potenze, pr'ima fra tutte le Russia, la quale volgeva decisamente verso occidente la p ropria politica. A questi fattori politici, ab ri economici si aggiungevano pertur batori e rendevano fatale lo scoppio delle ostilità g uerreggiare. Nel mar Baltico, la Svezia e la \)J nimarca, che prevalevano politicamente , erano Potenze commerciali di secondo p iano. Tutto l 'intenso traffico en affidato in primo luogo all'Olanda , poi all 'Inghilterra . Ma il predominio politico era fonte d i lauti guadagni, giacchè la Potenza che avevi, ndk ma ni i punti p iù importanti ed agevoli di approdo, era in grado <li regolare l'attività degli scambi co n i l ret roterra, e ritrarre elevati cespiti di ricchezza dalle tasse doganali. Danimarca e Svezia focevano appunt o una forte politica doganale ccl ambedue ambivano a stendere nel Mediterraneo settentrionale 1u1 cordone costiero atto a dom inare le relazioni fra il mare ed il continente. Per tale ragione esisteva fra le due Nazioni forte dissidio. La· guerra che la Svezia i niziò contro la Polonia fu dunque un pretesto che nascondeva il vero obiettivo : dom inare il litora le baltico delle pro· vince prussiane. Anzi l'opin ione p ubblica svedese biasimò il re, che, attaccando la Polonia, si era lasciato t rascinare ad operazioni t roppo ]omane dal principale obiettivo. Approfittando del fatto che la Russia aveva già invasa la Polonia orientale\ spinta d al desiderio d i inoltracsi verso occidente, con l'occhio al possesso delle provinciè baltiche, Carlo X 1655 risolvette di muover• guerra aHa Polonia. Per condurre a term ine l 'impresa organizzò tre corpi d 'armata, forti in tutto di 50.Goo u . Le ostilità della prima guerra nordica furono perciò iniz iate, contro la Polonia, da Svezia e Russia, apparentemente rivolte ad un iniercsse con1l; ne; in realtà preparavano così il conflitto fra di. loro. Le operazion i svedesi ebbero principio nel giugpo 1655, da un. corpo, che, raccolto in Pomerania agli ordini del Wittenberg, varcò i l confine della Grande Polo nia ed •occupò Ujsc, vincendo le prime deboh resistenze de)le truppe polacche, ~be si arresero. l i .re su bito dopo con altri J 5 . 000 u. si ricongiljnSC al corpo del Wiotemberg. Sei12a resistenza gli Svedesi riuscirono ad im padronirsi di ~arie città, ad aprirsi il passo verso Varsavia, che fu occupata il 30 agosto, e, dopo di ayere assalito e disperso l 'esercito polacco sul fiume Donajek, verso Cracov ia , che venne occupata I'8 ottobre. Il re d i Po lon ia Giovanni. Casimiro fuggl dal regno. Le opera zioni furono ben p resto ricondotte dagli Svedesi verso il prim itivo obiettivo: le provincic prussiane . Con lunghe t rauative Carlo X cercò d i raggiungere pacificamente lo scopo, m a inutilme nte. Anzi .g li Stat i della Prussia, timorosi per l'integrità de lla loro sov(anità, conclusero una lcg'1 d ifensiva .con le p rovi ncie della Prussia polacca, affidando le proprie sorti all"Elettore di Brandeburgo . Carlo

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Gustavo a marcie forzate dalla Polo'n'·a avanzò verso la Prussia, mentre un altro corpo avanzava lungo la Vistola cd u n .terzo .sopraggiungeva dalla L ituania, con il proposito d i ricongiungersi agli altri due. Al principio di d icemhre il re compa: ve davanti a Thorn, che fu occupata. Poco dopo si arrese anche Elbing. Le truppe della lega non reagirono, forse pcrch è sorprese · dall 'inatteso arrivo dell'esercito svedese. La rapidità delle sue mQsse aveva messo le forze dell a lega di fronte ad una sit uazione insostenibile . Furono perciò inizia ti negoziati , che culm inarono nella firma di un trattato a Ko,i'i.gsberg (V..) nel gen naio 1656, per il quale il ducato di Prussia d iveniva feudo svedese. Ma il governo degli Svedesi era malvisto per le onerose imposizion i e 5opra,.ttutto pçr contrasti. . religiosi , L'insurrezio~e be n presio dilagò. Carlo Gustavo iniziò e.on

ro.ooo armati una nu.o va ope raz ione contro

la Po ..

Ionia, muovendo dalla P russia verso Jaroslav. A metà febbraio egli passò la Vistola sul gh iaccio ed il 1" marzo sconfisse un esercito polacco; poi procedette verso Lubl ino , meditando di andare ad assalire il deposto re Giova nn i Casimiro a Sq11bcrg. La rap idità delle mosse consentl a Carlo d i conseguire ottimi successi. Ma l'insurrezione .andava (acendosi sempre più minacciosa, mentre il piccolo esercito svedese, per fame, malattie e freddo perdeva molti effottiv i. N el timore di esser tagliato fuori dalla base dj operazioni costiera, il re svedese decise ed attuò una ra~ pida ritirata, che rappresenta una delle più belle operazioni di questa guerra . .Mentre un corpo d i soccorso era disperso p resso Waska (ma rzo 1656), Carlo Gustavo giungeva sotto Varsavia con un avanzo di 4000 uomini. Conseguito qualche altro successo si disponeva ad i nvestire Danzica, ma anche l'esercito polacco era sceso nuovamente in campo e aveva bloccata Varsavia e qualche altra fortezza che gli Svedesi avevano mantenuto come punti di appoggio in Polç,nia. Varsav ia era tenuta da un piccolo presidio; tuttavia i Polacchi, forti cli qu~si 100. 000 u ., per due mesi non riuscirono ad averne r~gione. Tale insuccesso deve esser addebitato alla cattiva organizzaz.ionc de l! 'esercito, accozzaglia cJi clementi -e te.rogenei, male ar .. mati e peggio addest rat i. Varsavia çapitolò proprio q uando gli Svedesi stavano per giungere in soccorso della città. Il 18 luglio essi, ai qual i ·si erano congiunte le truppe dell'Elettore <li Brandeburgo, g iunsero in vista della città. Fu combattuta per tre g(orn i un 'aspra bauaglia, nella quale 18.00 0 Svede.si battero~o un esetcito cinque volte superiore. Ma la grande vittoria militar.e non fu prodiga di conseguenze politiche altrettante importanti. L'esercito polacco non era .annientato; anzi ebbe modo ,di riordinarsi a Lublioo .e <li marciare ancora verso la P russia occidentale . Intanto. sempre più incalzante si faceva il pericolo moscovita, giacchè i Russi, invase le P.roviI1cie ba ltiche, avevano conseguito in izialmente qualcJ1e successo e posto l'assedio a Riga. Il _conRitto minacciava di estendersi sempre più. L'Oland a aveva deciso di intervenire nel Baltico con una flotta : .solo trattative d iplomatiche (trattato ·d i Elbing) la distolsero da tale proposito per un 111omento, avendo avuto sic ure garanzie per j suoi con11nerci. La Dani1narca e la corte d i V ienna già d imostra .. vano poca benevolenza per i l re <li Svezia. Nell 'autunno 1656, gli Svedesi furono costretti ad. una penosa. difensiva, men tre i Polacchi nn1ovevano verso la Prussia occi• dentale e dalla Lit uania .un corpo, agli ordini del genera le Consievski, irrompeva nella regione di Johannisburg e nel ducato di Prussia, riportando alcuni successi e riuscendo a minacciare la stessa Konigsberg. Ma Consit,•ski fu sconfitto e cost retto a rctroccdece . Non altrettanto felici 35 /


furono le opcrazionj di Carlo Gustavo nella Prussia occidentale e nella Pomerania. La Grande Polonia fu perduta dagli Svedesi. In novembre l'esercito polacco occupò Danzica, e Carlo, per mantenersi fedele il Brandeburgo, fece all'Ele ttore ampie concessioni con il trattato di Labieu (novembre 1656) riconoscendone la sovranità sul ch1 cato di Prussia. Nel 1657 la guerra proseguì con l 'intervento del principe di Transilvania a fianco della Svezia. Ma, dopo vicende di poca impo,cam,a, la crisi nordica subì .un nuovo indi.rizzo per j ) sopravvenire di importanti avvenimenti. L'Austria e

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la Danin1arca entrarono in guerra a fianco

della R ussia e della Polonia. U n esercito austriaco, dopo a-,.- respinto le truppe del principe d i Transilvania, assedil Cracovia, che capitolò a lla ·fine di agosto. L a flotta della Danimarca prese il mare, mentre il suo esercito penetrava nel ducato di Brema ~ m inacciava la stessa Svezia dalla Norvegia . Tra lascianèo il programma di conquista nel la Prnssia, Carlo Gustavo concepì allora il disegno di abbandonare il teatro d i operazioni polacco per fronteggiare il nemico danese, che si presentava per il momento il p iù pericoloso, con lo scopo di conquistare i territori tanto bramati dal popolo svedese. Egli concentrò in giugno le sue forze sulla Vistola, e, dopo aver lasciati pochi presidi in Prussia, con truppe scelre si m ise in marcia verso la Pomerania. Alla line d i luglio si trovava su l\ 'Elba, pronto ad invadere l 'Holstcin. Intanto l'Elettore del Brandeburgo, vistosi abbandonato in Prussia contro tulte le forze della lega, intavolava trattative di pace. Nel settembre 1657, d ifarti, fu segnato un tratto a Welhau, che o bbligò l'Elettore a rjnunciare a tutte le conquiste già fane, jn cambio del riconoscime nto della sua sovranità sul d ucato di Prussia. Sicchè i l re d i Svezia fu costretto a proseguire da solo la guerra. Difettando di navigli egli dovette attendere l'inverno per transitare il Piccolo Belt sul ghiaccio. L'operazione fu compiuta da 12. 000 uomini a fine gennaio 1658. Dopo aver conquistato tutta la Fionia, allo stesso modo fece t ransitare i l Gran Be., t nel febbraio . E, miJ1acciando Copenaghen, costrinse la Danimarca a fumare la pace a Roeskilde. La Svezia si t rovava ancora in sta;to di guerra con la .Polonia e la Russia,

ma , anzichè riprendere contro queste potenze le ostilità, Carlo, makomento .<lei vantaggi ottenuti a Roeski lde, qualche tempo dopo, con futili pretesti, uwasc nuovamente la Danimarca. Scartato il primitivo piano di veleggiare verso Copenaghen, il re effettuò uno sbarco a Kéirsor nel Seeland, intraprendendo una nuova marcia contro la capitale danese. Il colpo d i m ano andò a vuoto. Copenaghen fu d ifesa validamente ; unico successo degli Svedesi fu la occupazione di Kroneborg, fortezza dominante i l Sund. Le potenze alleate mossero in soccorso della Danimarca . L'Olanda inviò nel Baltico UJ1a Aotta che sconfisse quella svedese. Gli eserciti alleati riportarono notevoli success i in tutti i teatri d 'operazione. Carlo Gustavo tentò di rialzare le sue sorti con la conquista di Copenaghen: l'n febbraio 1659 tentò un u ltimo attacco, ma gli Svedesi furono battut i e costretti a ritirarsi. Per nulla scoraggiato, il re cercò ancora d i ostacolare l 'avanz:,jta degli avversari, ma a metà <li novembre un suo corpo scelto fu fatto p rigioniero a N yborg: l'esercito svedese era così ridotto ai mioin1i te nn ini. La Svezia era i n critica situazione; ormai

si sentiva da tutti necessità di pace. Carlo Gustavo morì nel febb'raio 166o, e tale fatto accelerò le tra:Uative, che posero termine alla crisi del nord europeo . La pace fu fi rmata ad Oliva. (V .). Con essa fu chiusa, per il momento, la questione del nord -est d 'Europa, senza che la

guerra avesse apportato, come si prevedeva, un radicale

mutamento politico. La crisi nordica era quindi soltant" aggiornata.

Seconda guona nordica (1700-1 720) . Quattro Stati si corrtrastavano i l predominio del Baltico: il regno di Dan imarca, governato da Federico IV; il regno <li Svezia , sotto Carlo XII; il regno di Polonia, su l quale dom inava l'E lettore d i Sassonia; l 'Im pero russo <l i Pietro l. La Svezia, piccolo popolo e vasto paese, avev~1 ancora una grande

preponderanza, cosicché gli a ltri tre Stati erano naturalmente spinti a_ cercare un accordo contro di essa , tanto pilt che Dan imarca, Polonia e Russi;i erano legate da interessi comuni. Federico IV aspirava a togliere lo Schleswig al cognato del re di Svezia ; la Polonia, per quanro turbata da lotte intestine, ardeva dal desiderio di riconqu istare la L ivonia e le alt re ter re che le erano state tolte da G ustavo ·Adolfo; la Russia, potenza fino allora p revalcntemenle orien ta.le, arnbiva a<l entrare ne l novero delle

grandi Naz,ioni europee. Ta le aspirazione di Pietro I non poteva essere assolta senza l'acquis.to di uno sbocco su l mar Baltico. Federico Augusto tu il primo a scendere in campo, penetrando in Livonia e pone'1do l"assedio a Riga . Con tempor aneamente i Russi ir.vadevano l 'lngria, i Danesi lo Schleswig . Carlo Xll, giov ine appena diciottenne, dotato di co,.·agg,o più che <11 saldezza di carattere, buon soldato e mediocre uomo t li Stato, si armò rapidamente e attaccò separatamente i collegati. Si volse dapprima contro la Oanimarca, che era Ja

pili vicina ai suoi Stati, e,

sbarcato nell'isola di Secland, invase il paese, riuscendo a m inacciare Copenaghen. I Danesi implorarono la pace, che fu firmata a Trave nthal il 18- agosto 1700 : la Danimarca dovette ritirarsi <Jalla lega e restituire lo Sch lesw ig. Elirn inaco quesw avversario, con un esercito di 80 .000 u.

Carlo si volse contro i Russi, i qua li erano g ià peneIrati in Livonia cd avevano posto l'assed io a Narva. Sbarcato a Pernau, il re di Sve1,ia battè uu corpo russo d i 6000

cava lieri e 20.0 00 franti inviatogli incontro, e sotto

Vama (V.) in Aisse ai Russi una completa d isfatta; quindi si volse contro Federico Augusto, e, per i mpedire che

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Polaccl1i ricevessero rinforzo dai Russi, varcò a forza la Dwina, superò l'opposizione di 12.00 0 Sassoni e si rese padrone della Livònia e della Curlandia (luglio 1701). En trato in Polonia, occupò Varsavia e sconfisse i Polacch i a Clissow; poi si impadronì di Cracovia e di Thorn. Ma commise un grande errore, nel ritenere di aver debellato l 'impero russo. Pietro il Grande invece si era messo ncll'in1prcsa con il fermo proposito di conquistare !J. vittoria finale. E sufficiente a provare tale proponimento dello czar, il celebre suo detto: « A forza di. battermi, mi insegnerà il m odo d i batterlo ». Carlo non intuì questo stato d •animo, e, senza curar.si dei preparativi che i Russi andavano facendo, continuò nell'impresa cont ro il re Federico Augusto. Nel 1703 sconfisse nuovamemc i Sassoni sulla Narew e conquistò l a Prussia. Nel 1704 completò la cacciata dei Sassoni da!Ja Polonia e costrinse Federico Augusto a rinunciare alla corona. La Dieta elesse re Stanislao Leczinscki. Nuovamente battuto in Sassonia, Federico dovette implorar pace ed accettare onerose condizioni. Frattanto lo czar di Russia, r iorganizzato l 'esercito e preparati nuovi mezzi di. guerra, invadeva la Livonia, l 'Estonia, la L ituania e la Curlandia, superando •le deboli resistenze di un distaccamento svedese, lasciato a guardia delle Provincie Baltiche. Russi e Svedesi si trovarono nuovamente di fronte : uno dei due conte.ndcnti doveva soccombere nella sanguinosa lotta, perchè

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il Baltico era mare troppo ristretto per consent ire la prem inente attività d i due Potenze nello stesso ,tempo. Carlo, :iordinato l'esercito, restaurata la disciplina, rinsanguare le già esauste casse statali a spese della Sassonia, nel 1708 mosse contro la Russia, col piano di puntare su Mosca, impadron irsene ed obbligare lo czar a firmare la pace a Pietroburgo, città fondata da rietro in quel -tempo. Fiducioso nella propria fortu na, Carlo disdegnò le proposte di àrmistizio, che g li vennero profferte da Pietro. L'esercito svedese era diviso in rre nuclei. Agli ordini del re erano oltre 40.000 uomini, altri 20.000 avanzavano dalla Livonia con il generale Lowenhaupt, 15.000 dalla Finlandia. Carlo passò il Niemen a _G rodno; ributtò i Russi dalla Beresina, e li inseguì lino a Smolensck sul Dniepcr. I R ussi, nella ritirata, t utto distrussero ed incendiarono. L·esercito svedese rimase sperduto in mezzo ad una regione sterminata, des~rra, sca rsa <li vettovaglie. Le truppe erano stan-

che per le lunghe e faticose marcie. Carlo, invece di at. tendere d i ricongiungersi con il corpo del Lowenhaupt, si lasciò attrarre dalle lusinghe di Mazzeppa, capo dei Cosacch i ucra ini, che si era ribellato allo czar , e piegò a sud la sua marcia, ncll:t sper anza di trovare_ provvigioni e rinforzi . Sopravvenne rigidissimo l'inverno ed il magnifico esercito svedese subì fortissime per<lite , fino a ridursi a 18 .000 uom ini. li Lowe nhaupt, che guidava un nume roso convoglio di rifornimento, fu sorpreso e disfatto dai Russi a Lesna . Carlo sperò .ancora <li sottrarsi a tale critica situazione, cercando di occupare la piccola città di Poltava, ove i Russi avevano depositato copiose riserve di viveri . A tale scopo vi pose l'assedio. Lo czar mosse in soccorso di Poltava con 70 .000 uomini e il 9 lugliÒ 1709 fu combattuta l 'impari battaglia, nella quale gli Svedesi ,furono sconfitti e quasi tutti fatt i prigionieri. Carlo, ferito, a mala pena potè scampare in Turchia, ove condusse vita travagliata, invano incitando il Sultano a dichiarare guerra alla Russia, La Svezia, costretta da necessrtà d i vita o di morte, continuò la lotta contro la Russia per lunghi anni ancora, cercando <li conservare almeno le provincie transba ltiche. Nel 1714 Carlo XII riapparve in Pomerania, prendendo ìa direzione dell a d ifesa di Stralsunda, assediata dai Russi. Vista prossima la caduta di · quella fortezza, ritornò it1 Svez ia, ricostituì un esercito, e, più che mai esaltato d i glo ria, mosse alla conquista della N orvegia. Ma nell'impresa perdette -la vita (n dicembre 1718) mentre assediava Fricdrichshall; forse fu assassinato . La Svezia aveva bisogno di pace. Dopo lu nghe trantative venne firmato i l trattato di Nystad (V.) che sanzionava nel nord d'Europa, con la sconfitta della potenza svedese, uno spostamento completo de lle condizioni politiche: al predomin io svedese subentrava l 'egemonia russa, mentre la Polonia, i n apparenza rinforzata, aveva fatto un nuovo passo verso la decadem:a e lo sfacelo per le t risti condizioni interne, ed in Germania acquistava n uova forza l 'Elettore di Brandeburgo.

Nordlingen. Città della Germania, nella Baviera, sull 'Egcr. Ancora circondata da mura e da porte fortificate, ha conservato il suo aspetto di città medioevale. F u città libera imperiale e fece parte ciel.la Lega sveva (1347). Fu annessa alla Baviera nel 1803. Porta anche il nome d i N. il combattimento (1800) detto più comunemente di Nereslzeim (V.). I. Batta-glia di N ordlingen (1634). Appartiene alla guerra dei Trenta· Anni. Dopo la morte ~i Wallenstein, assunto il comando supremo dell 'eserc ito d a Ferdinando III, gli Imperiali, ,i gli ordini del gen. Galasso, si r iunirono ai Ba-

varesi, e, riconquistata Ratisbona perduta da questi ultimi, risalirono il Danubio fino a Donauwi:irth e andarono a porre l'assedio a N. , tenuta dai Protestanti. Appena si sparse questa notizia, il duca di Weimar ed il maresc. Horn accorsero con un esercito svedese per soccorrere la città che essi consideravano uno dei loro più forti punti cli appoggio. Giunti, il 6 settembre 1634, i11 vista delle lince ne miche, decisero di dar snbito battaglia, nonostante la grande d ifferenza di numerq (25.000 u. contro 39.000). I Protest anti dovettero cedere , dopo aver perduto 1 0 .000 u. tra morti, feriti e prigion ieri, 70 pezzi <l 'artig lieria e tutti i loro bagag\i. N . i l giorno seguente si arrese a discrezione. Gli avanzi dell 'esercito d i Bernardo cli Weimar si rifugiarono parte sul Reno, parte in Pomerania, e l'Austria r imase di nuovo padrona della Germania. Nella battaglia di N. morì il gen. romano Alclo brandini che comandava un repano del l 'esercito imperiale.

Il. Battaglù, di Nord/ingen (1645). Appartiene alle ul, time campagne del la guerra dei Trenta Anni ed è detta anche di Aller heim. li geu. austriaco Mercy, per ·impedire al d uca d'Enghien, comandan te dell'esercito fran cese, d 'impadronirsi di N., prese posizione sulla dr. della Wornitz, attorno a l villaggio di Allcrheii11, che, messo rapidamente in stato di dilcsa con carriaggi , copriva, a l centro, la fronte dell'esercito i mperiale. Questo si appoggiava, a dr ., alla collinetta isolata di 'Ninebcrg, che domina la pianllfa, e a sr. , al castello di Allcrheim, costruito sopra un'altura. Alcuni cannoni erano piazzati alla sommità delle due colline, collegate fra loro con trinceramenti n1uniri d'artiglieria. T ra \.Vincbcrg e Aller~

heim, la cavalleria nustriaca di Glccn costituiva l'ala dr. A l centro la fanteria bavarese, comandata <la! gen . Rauschenberg, occupava con 6 bgl. Allcrhcim, di cui la chiesa cd il cimitero erano organizzat i a r id_o tto. All 'ala sr. si trovavano i cavalli leggeri e i dragoni bavaresi, agli or~ clini <li Giovanni di Wccrdt. Due bgl. su ciascuna collina erano di scorra all'ar tiglieria e fiancheggiavano la cavaller ia. Dieei sqdr. erano tenuti in riserva d ietro al centro. L'esercito francese proveniente da Dllfkdsbiihl, verso il mezzogiorno del 3 agosto, riconosciuta la posizione avversaria, decise di attaccare sub;to. All'ala dr. fu posto i l Gnun mont con 16 sqdr. appoggiaci da due regg. di fanteria. Nel corpo di battaglia, d avanti ad Allerheirn, erano 10 bgl. francesi, tedeschi e liegesi, sotto il conte <li Marsin; all'ala sr., il Turenne con 12 sqdr . di Weimaresi. In seconda linea, 6 bgl. e 6 sqdr. assiani , sotto Geiso. Lo spiegamento delle forze francesi si fece sotto il fuoco dei cannoni bavaresi. I 27 pezzi de l duca d'Enghien non poterono r ispondere al fuoco che verso le 5 e mezzo, ma, sparando essi allo scoper to ment re avanzavano a poco a poco, riceveva no più danno di quanto ne potessero recare . Volendo uscire da questa situazione, i l duca <l 'Enghien lanciò Marsin all'al!acco di, Allcrheim : l 'attacco fu respinto due volte: Luigi cli Borbone, principe di Con<lé, essendo rimasto ferito il Marsi n, lo tentò per la terza volta, ma invano : la fanteria s'ammassò in d isordine attorno ad Allcrheim senza riuscire ad i mpadromrsene. I ! Mercy si riteneva ormai sicuro della vittoria, q uan do, ment re conduceva riserve al combattimento, una palla lo colp iva al cuore uccidendolo all'istante. Intanto all'ala dr. le truppe del Grammont erano attaccate di sorpresa d alla cavalleria cli Giovan ni di Weerdt, e messe in fuga ; i l Grammont stesso ven iva preso p rigioniero. Mosse allora all'attacco il Turenne, che riuscì a riget,are la p r.ima linea nem ica, .attaccando con la seconda una fur i-


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BattagUa d i N ordlingen ( 16 45)

honda lotta, term inata col pieno successo degl i attaccan ti, i quali si impadronirono di 7 cannon i; Gleen, ferito, fu fatto prigioniero . Engh icn e T urenne al!ora , rivolgendo tutti i loro sforz i ce>n tro A llerheim, Jiscc,ero dalla colli na con la loro cavalleria vinoriosa , menuc i cannoni conquistati e la fanteria assieme aprivano un i uoco violento con tro il villaggio ed i bgl. bavaresi amm assati d ietro di esso . Contemporaneamente La Mo ussaye, con quanto g li restava del corpo di battag lia, riattaccava d i fronte Allerlicirn, e, appena la cavalleria fra ncese ebbe olt repassato i l paese, i rcgg. bavaresi che si trovavano nella chiesa e nel cim itero si arrese ro. Era ormai passata la mezzanotte. Gl i imperiali cominciarono a rit irarsi ed allo spuntar del giorno tutti si erano a llontanati verso Donauwerrh per assicurarsi del ponte sul Danubio . T urenne si spinse fin là alla testa d i 3000 caval ieri, ma, visto che G iovanni di Weerdt aveva occupato il campo t rincerato di Schcllenberg, non osò attaccarlo. Le per<lite degli Imperiali erano state d i 3000 morti e 2000 p rigion ieri. I Francesi avevano pe rduto 5000 u . fra morti , feriti e prigionieri .

I. Distruz ione di No,jolk (1776). Durante la guerra d 'Indipendenza d'America sul principio del 17i6, il governatore inglese Du nrnore, costretto a rifugiarsi sul le navi dopo la sconfi tta di Great- fi,-irlge (V .) era ca.stretto a fare sbarcare g iornalmente nudci dei suo i per raccogliere i v 1• veri necessari. Ne seguivano freqoenti scaram:uccc coi ri• belli che poi, itl città, persegui tavano i lealisti che vi erano rirnasti. Giunta in porto la fregata inglese (( Li• verpool », il Dunmor,, im pose che gl i fossero dati i viveri occorren ti e che cessasse ogni ostilità contro la sua gente, minacciando il bomba rdamento. Respin ta l' intimazione, il 1° gennaio 1776 il << Liverpool >) , rlue corvette e un giunco armato apr irono il fuoco, do po aver prea vvisata la popolazione pcrchè fossero allontanati donne e bambir.i ; più tardi i reparti sbarcati diedero fuoco alle case e la città rimase completamente distrutta. La s.tcssa devastazione venne compiuta nei d intorni ,dai ribd li 1 ~cr togl iere agli Inglesi ogni possibil ità d i riforni rsi .

Norechab,. Fiurni,·cllo dell 'Africa sud-occidentale nel paese, degli Ottentotti. Il 14 febbraio 1906, dura nte le campagne tdesche contro gli Herero e gli O rtentoui, un reparto d i q uesti ultimi, de lla forza di 200 u . tentò di impadronirsi d i sorp resa di alcun i cannoni tedeschi, ma dopo vivo f uoco di fucileria ve nne respinto dal cap. von Erckcrt che lo costrinse a r itirarsi. Nel pomeriggio dello stesso giorno un altro nucleo di Ottentotti si presentò nel la valle del N . alla confluenza dcll'Hom contro le truppe tedesche, ma il g ruppo rnitraglia,trici del sottoten . l)e. genkolb, accorso a soccorso del cap . Erckert , li battè efficacemente, cont ribuendo alla buona riuscita del combattimento. Gli Ottentotti perdettero 10 morti e 8 feriti; i Te deschi 5 morti e i feri<i.

li. Attacco di Nor/olk ( 18 13). Appartiene alla guerra anglo-americana. l i 18 m aggio, il commodoro Cassin, che comandava le forze americane, seppe che la Aotta inglese . al coma ndo <ld l'arnm ir. Warren, forte di 7 vascelli d i linea , 12 fregate e numeroso naviglio n1inorc aveva gettato le ancore ne lla rada di H ampton, preparandosi ad attaccare N. Dispose allora che la fregata « Con'1ellation » si ormeggiasse fra i d uc forti posti sulle rive del. fiume Elisabeth, mentre 10 . 000 militi della V irginia vi si riunivano per opporsi allo sbarco nem ico. Una Aottiglia di barche cannoniere, comanda te d al cap. Tarhel , al mattino del :20 maggio scendeva il fiume e ~priva cflìcacemen t<: il fooco contro la fregata inglese « Juoon " , che , se non avesse ricevuto il soccorso di altre navi-, si sarebbe perduta . Contemporaneamente gli Inglesi tent:,rono di sbar care nell' isob d i Crany, dove, dopo viva lotta, furono re~pinti. Fall ita l' impresa l'ammir. inglese si ritirè>.

Norfolk. Città degli Stat i Un iti, nella Vi rginia, sulI T.lisabcth , affluente di sr. dell'estuario del James R iver. rfa un porto ben riparato e fort ificato.

Norimberga. C ittà della Germania, nella Rav ier~, sulla Pegnit,., subaffluente del · Meno . Sorge sop1·a il canale Lodovico, che unisce il Reno al D anubio . Le sue fortifìc~1-

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zion_i med ioevali, ù)J1 to rri numerose e larghi fossati, sonc)

ancora ben conse rvate . li vecchio castello, fabbricato sulla collina più alta a nord della città da ll "impcratore Co rrado Il nel 10 2 4, venne restaurato nel 1854-56. La comm issione esecutiva della pace di Wcstfalia vi tenne la sua .sede dal 1549 al 1550. Il 2 luglio 1650 vi fu firmata la Convenzione fra l 'impero e la Svezia, con la guale fissava u,1 termine per lo sgombero delle piazze e per fare le restituzioni . N . appartenne dapprima alla casa Wohburg, poi alla casa 1-1,, henzollern. N el r805 (pace d i Presburgo) fu compresa nd la llaviera .

s,

I. Battaglia di Norimberga (1632). Appartiene alla guerra dei T renra Anni . Il 22 maggio, il gen. irnpcrialc Wallenstein, con una parte delle sue t ruppe, giunse d inanzi a

Praga . I Sassoni

non tentarono

nem.mcno una d ifesa

e si ri·tira ro no verso la llocmia. Poco dopo \1/al lcnstein si

congiunse con Massjmiliano d~ Baviera per fronteggiare con le forze ri unite i l re d i Svezia. Alla metà d i luglio i due eserciti si trovarono di fronte presso N . La posizione d i Wallenstcin era più favorevole di quella d i Gustavo Adolfo, perchè egl i aveva alle spalle una più ampia d istesa di pianura e non si trovava esposto come i l re alle molestie d i una numerosa cavalleria . Gustavo Adollo, dopo che ebbe tentato invano più volte d i adescare I'av\'crsario e smuoverlo dalle sue o ttime posizioni, e dopo che ebbe r icevuto ri nforzi di truppe sassone, assiane e. del Weimar , credette di avere la superio rità del numero ed attaccò le alture d i A lten berg, dove i l duca si era fortificato . Fu un infuriar d i cannoni quale i più vecchi soldati non avevano mai ved uto. Il re sacrificò 3000 u. nell'im presa; Waikn stein ne perdette 1500 , m:i il sopravvento rimase a lui che restò saldo nelle sue posizion i. Gli Svedesi sostaro no ancora 14 g iorni dinanzi a }-.7 • perchè la loro immediata ritirata non sign ificasse sconfitta.

li. Combattimento di Norimberga (1805). Appartiene alla campagna e.li Napoleone in German ia . Il 21 ottobre, ven. tiquattro ore dopo l'evacuazione di Ulma da par te degli Austriaci, Murat venne ad urtare contro un dis taccamento di cavalleria austriaca che serviva d i scor-ta ad una parte del parco dell 'esercito ne1:nico, d iretto a N . li regg. corazzieri d i Mack e le ;iltrc t ruppe che costitu ivano, la scorta, furono carjcati vigorosamente dal 1° regg. ussari. Tutto il resto del parco d'artiglieria e t utti i bagagli caddero in mano dei F rancesi . Così la rapida marcia di Mura t da Albeck a N . ebbe per risultato la c.atlura cli 1500 ca n et.te bagaglio, di 50 pezzi d 'artiglieria, di 16.000 uomini , compreso il corpo del gen. \Vcrneck che av.cva capitolato a Trochtcl fingeu, e di un g ran numero di bandiere. Erano stati fatti prigionieri 10 generali, e· 3. erano rimasti ucc isi.

Noris (Paolo). Gene rale, n . a Mo nza, 111. a Padova ( 1816-1879). Sottot. n ell 'esercito austriaco (1838) pa$sèi da capitano nel , 0 regg. bresciano al servizio del go,:crno provv isorio di Brescia (! 848) partecipando all"a campagna del 1848. Partecipò od 1855 alla spedizione di Crimea, alla campagna del 1859 cd a quel la della Bassa Italia ( 1860). Da Juogoten. colon nello e da colonnello comanclò il 47" e poi 1'8 1° fanteria. Nel 1871 raggiunse il g raclo d i magg . generale . Guadagnò nelle g uerre per I ·1ndipcndcnza una med. d'argento. Norma (ant. N orba). Comune in prov . d i Roma. Era una delle città pelasgiche, e ancor oggi rimangono i rucler i delle sue mura ciclopiche e dell'acropoli, che sorgeva su uua rupe isolata, ed era d i forma q µadrata con quatt10

o rd ini d i rnurn : presso la porta si trovava una co~

struzione ciclopica di torma rotonda, simile a un torrione. Antica città vo lscia, fece parte clella Lega contro i Ro-

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T ruppe svedesi (Gustavo Adolfo). e imperiali {\Vallenstein) pnt§SO >fo rimbi::rga ( 10 32J


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mani. Nel 492 a. C. divenne colonia romana e a Roma si mamenne sempre fedele anche nelle guerre puniche . Verso i l 330 a. C., avendo i Privernati devastato i ·territori d i N ., d i Cora e di Setia, i Romani li punirono

Le antiche mura di Norma

severamente per le loro incu rsioni. N. ebbe parte nelle guerre civili fra Mario e Silla. Occupata dai Mariani, ndl '82 a. C. fu presa da Em ilio Lepido, generale di S illa, e intieramente d istrutta.

NOR

I Normanni in Russia. Secondo la leggenda, verso 1'86o t re fratelli normanni sarebbero stati chiamati dai cittad ini di Novgorod a combattere per loro. Uno dei tre fra,elli, Rurik o Ruryk, sopraYvissuto agli altri, -si sarebbe costituito un forte reg no, che avrebbe preso il nome d i Rus. Questo secondo la leggenda. È più probabile invee~ che i N ., m irando a raggiungere Costantinopol i, e trovando su questa strada estesi territori che si potevano facilmente conquistare, se ne siano poco alla volta i mpadroniti , e, sempre seguendo la « via dei fiumi » con le loro veloci e leggere navi, siano arrivati a Kiev e d i 1l abbiano µrose guito verso la capita le del! 'impero <l 'Orientc. L'organizzatore di questa conquista fu appunto Vlad imiro di Kiev , il quale riunì sotto il suo potere i popoli soggiogati dai N. , li riord inò e diede loro . una costituzione. La· storia del nuovo. regno fondato dai N. appartiene a quella dell 'Impero russo, che appunto dal primo ebbe orig ine. Intanto alcuni N . di Kiev avevano armata una flotta di circa 200 navi e .si erano diretti su Costanti nopoli. Quivi l 'impera. tare Michele Ili, per allontanarli, dovette pagar !oro un forte tributo. In segu ito altri N . scesero a Costant:inopoli, e gli imperatori li presero al loro soldo. Questi N., che si chiamavano anche Variaghi e a Costantinopoli erano detti Ros, furono adoperati spesso in spedizion i m ili tari: così per esempio ne troviamo nel 902 a Creta, nel 925 in

Normanni. Popolo dell'Europa settentrionale che, i n epoche antichissime, abitava nella Norvegia e nella Dani marca . In quest' ultima regione, nel V I secolo d. C., ,ari capi m ilitari si resero ind ipendenti e si ebbe un vero periodo di anarchia, che finì verso il 590, quando \Vidfarne soggiogò i ribelli. Sotto questo re i N. conquistarono una buona parte ddlét Svezia. In quest'epoca spingevano già le loro scorrerie fino al Belgio e alla Bretagna . Con le loro potenti e veloci flotte, che erano costituite dai contingcnt.i forniti da ciascun paese e talora arrivavano fino

a 3.000 navi, compivano scorrerie in paesi anche molto lontani, su cui stabilivano colon ie. Più tardi si formarono

nella Scandinavia tre grandi regni; di qui partivano coni N ., come mercenari, co111c predoni, o come coloni che andavano a cost ituirsi dom ini in altre terre. Verso l '880, approfittando della pa rtenza dalla Scand inavia linuarncllte

di

numerosi vassalli,

che erano and ati

a

vendicare

la

morte di alcuni loro connazionali massacrati dagli lnglesi,

Guerrieri ·n ormanni

Araldo, un re della Norvegia, si costituì un vasto regno. E<l essendo poi tornati . j vassall i d~ll 'Ingh ilterra con una forte· flot;a: ncl l'885 Ara ldo li attaccò nel golfo di Hukl<e, li sconfisse, e çQn,Q!(dò ed all ari;ò il , uo• dominio,

Combattimento di normanni contro milizie .russe (1169)

Lombardia, e in Grecia nel 949. Però, mentre nell 'Impero d'Oriente essi furonp solo come mercenar i, in Russia apparvero come conqu1sbton , e, dopo aver dato vita a quello che fu il grande jmpero russo, scomparvero in ~oche generazioni , perdendo tutti i caratteri della loro razza, per fondersi con straor dinaria facilità nelle popolaz ion, indigene, cosa del resto che avvenne per loro dovunque.

l Normrmni in Inghilterra. I ntanto alt ri N. continuavano le loro scorrerie nell 'Ingh ilterra, ove, nel secolo IX, cost ituirono un forte regno. Nella seconda metà del IX secolo uno dei loro capi, avendo voluto adoperare navi piè, pesan ti dei loro so liti drakkars, era andato a incagliarsi sulle coste del Northumberlancl ed era stato massacrato con tutti i suoi soldati. Par tirono allora numerosi N. per vendicare i compagni e conquistarono tutta l'Inghilterra, eccetto il regno del Wessex . Sulla fine de l secolo IX sorse in l nghi lterra il re Alfredo, che sconfisse più volte i N . e li cacciò dall'-isola. Essi però conti.'luarono le loro incursioJti, ma vennero sempre res1, inti. Nell'893 giunse sulle coste del Kent il nor manno Hastings con 330 navi: ma, dopo aver devasi~to i paesj viçi ni , fu costretto a fuggire,


NOR

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551 -

essendo stato sconfiuo da Alfredo. La stessa sorte ebbe non molto 1cmpo dopo Sigcberto che, migliorata hl forma delle navi, aveva cercato di invadere l ' isola. Alla morte d i Alfredo però i N. ricominciarono le loro conquiste. Ma alla onorte di Edoardo il Confessore (rn66) si fecero avanti altri pretendenti alla corona d'Inghilterra. Guglielmo il conquistatore, che era allora re dei N. , si era fatto promettere da Aroldo, re· dei Sassoni, uno dei pretendenti, che avrebbe rinunciato a l trono d'Inghilterra e lo avrebbe inoltre aiutato ad impadronirsene. Ma Aroldo, cui erano state estorte queste promesse mentre si trovava alla corte di Guglielmo, appena libero, non volle più mantener le. Allora i N ., ottcnuro i l consenso riel pontefice Alessandro Il, si prepararono ad invadere l'Ioghilterra . Frattaoto· l'altro pretendente, Hardrada, re d i Norvegia, era sbarcato nella Gran Brotagna con un forte esercito. Sconfitta un 'annata sassone, in una seconda battaglia, a Stan1for<l Bridge, il 25 settembre 1066, fu battuto e ucciso da un esercito guidato dallo stesso Aroldo. Questi poi dovette volgersi contro i N. di Guglielmo. Essi non avevano potuto partire dalla Normandia che alla fine d i settembre,

No11

crudeli nelle loro imprese, che ncll '808 Carlomagno pensò di porvi riparo. Fortificò le coste, edificò torri e fari, comunicanti fra loro con segnali , alle foci dei fiumi: ordinò che si costruissero in grande numero piccole navi che dovevano servire a g uardare le coste e a proteggere i legni mercantili. Ma i N. continuarono a predare nelle terre del!' Impero, senza che le d ispo.sizioni di Carlomag no influissero gran che sulle loro scorrerie. Ne!l "837 invasero e saccheggiarono la Frisia. Nell'84r bruciarono Rouen. Nell '845, con 120 navi, risalirono la Senna e,~ arrivarono a Parigi. Carlo il Calvo, mentre la popolaziooe si era data alla fuga, accorse con tutti i soldati che potè raccog liere, ma, vedendosi troppo debole in confronto ·agli invasori,. fu costretto a pagar loro un forte tributo per allontanarli . Nell '848 operarono saccheggi nella Bretagna, nell' Aquitania e in alcune isole dell'Olanda, e fra l'altro devastarono Bordeaux. Nell'85r risalirono la Senna e vi devastarono alcu11e •terre. Con 250 navi saccheggiarono_ la Frisia, l 'Olanda e bruciarono Gand, Aquisgrana, T ri!v'iri e Colonia. Nell '883 sacchcggiaro110 Nan tes, Tours e n1olte altre cit tà . Nell ·958 si spinsero fino a l Mediterraneo, e,

lmbarc.o dì truppe normanne per spedizione bellica

per i venti contrari. Ma per loro fu una' vera fortuna, perchè così poterono sbarcare in I nghilterra senza essere disturbati da Aroldo, occupato in quel tempo contro Hard rada . Partito dalle coste francesi con 400 navi a vela e circa 1000 trasporti , su cui aveva imbarcato quasi 60. 000 u ., Guglielmo arrivò il 29 sentembre 1066 nella baia di Pevcnscy, nel Sussex. Subito Aroldo marciò contro d i lui, ma. ad Hastiogs i l suo esercito fu sanguinosamente scoufitto cd egli stesso morì combattendo. Guglielmo, nello stesso anno , fu incoronato re d ' Ing hilterra e stabill negli anni successivi il suo governo, d01nando frequenti rivolte dei Sassoni e dando origine ad una d in astia, la cui storia appartiene a qudla della Gran llrecagoa.

I Nomw,mi in Francia. Già dal secolo VI ti. C ., i N. erano apparsi come corsari nelle ferti li terre della Gallia, le cui coste indifese e le foci dei fiumi molto accessibili li attiravano più di ogni altra regione. Arrivavano sulle veloci navi, risalivano i fiumi, saccheggiavano le terre vicine e ritornavano indisturbati con le prede fatte . Talvolta però erano sorpresi da q ualche esercito france~ d 1e g iungeva in tempo a puni rli delle loro incursion i. Così nel 519 una flo tta normanna aveva pre-dato alcune ter re della Francia, q uando, nel ritorno, raggiunta da Teodoberto, figlio di Teodorico re dei Franchi , fu assali.a e sconfitta. Il loro re Clochi larco fu uccisn, ed essi perdettero il ricco bottino fatto. Queste sconfitte non bastavano p<:rÒ ad impedire le loro scorrer ie . Infine divennero tanto feroci e

risalito il Rodano, vi saccheggiarono vari luogh i. Verso 1'88o devastarono T rcviri , Colonia e alcune terre del Reno. Nell '883 Sigifredo e Gotifrcdo, re dei N ., scesero con numerosi a rmati, cd i nvasero alcune regioui della Germania. Allora Carlo il Calvo radunò un forte esercito d i Longobardi, Bavari, Alen1anni, Sassoni e Frisoni, mar~ ciando contro i N., ma non ottenne grandi successi, tanto che fu costretto a chiedere la pace e l'ottenne dando a Gotifredo i l governo dell a F r isia, e a Sig ifredo una forte somma d i denaro pcrchè abbandonasse la Lorena. Pii, tardi i N. si spinsero di nuovo su Parigi e l 'assed iarono. · [n soccorso della città, che era d ifesa da Eude, duca di Parigi e da Roberto suo fratello, fu inviato un eserciw raccolto nella German ia e nella Lorena dal conte Arrigo. Questi marciò contro i N.. ma, essendo morto in uua rjcognizione presso gli accampa1ncnti dt!i nemici, le Sl)C truppe non eseguirono alcuna operazione contro d i !oro. Si mosse allora lo stesso imperatore Carlo il Grosso con un for te esercito, ma in soccorso degli assedianti giunsero numerosi N., guidat i da Sigifredo. Carlo non osò dar battaglia agli invasori, e concluse con loro un trattato nel quale si stabilì che i N . si ritirassero, ricevendo forti somme di denaro . .Più tardi i N. parteciparono alle lotte tra i figli d i Carlomagno e quando la Francia fu indebolita dalle lunghe g uerre interne ed este rne, e soprattutto dopo la battaglia di F ontenoy , essi ne approfittarono per insignorirsi di alcune parti del ~rande impero franco. l nfatti


Now

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552 -

continual)do , essi a fare scorrerie,. e facendosi sempre più aud~ci., Carlo il Semplice, accorgendosi cli non potere combattere con !oro, preferì venire ad un accordo e, nel 9", segnò il trattato di Saint-Clair sull'_Epte, in cui concedeva al normanno Rollone, la Neustri.a c la Bretagna, gli pagava 200 libbre cl 'oro e si faceva riconoscere da lui suo signore,. Poco tempo dopo altri N. vennero dalla Danimarca, e, risalita la Loira, penetrarono nell'Alvern ia, sac-

N OR

Cadice, ma furono costretti a r imbarcarsi e a fuggire davanti ad una ariuata inviata contro loro dal re saraceno Abdcramo II. Per un po' i N ., che piombavano in genere sulle coste spagn uole q uando le sapevano ind ifese , furono tenuti in rispetto dalle forze del re di Cordova e pet alcun tempo cessarono le loro scorrerie . Ma tutto a un tratto, con una flotta d i 60 navi, devastarono q uasi tutte le coste iberiche e le isole Tlaleari : Dì nuovo, nel 979 , radunate ingenti forze, ritornarono nella Spagna e eleva, starano il regno cl i Galizia. Ma, mentre si ritiravano con la preda faHa , furono assalit i e quasi tu.tti massacrati, da un esercito inviato al soccorso delle popolazioni r ivie .. rasche . Ben pochi di loro si salvaror.o, e la loro flotta fu quasi interamente d istrutta . Dopo di allora i N. non comparvero più con forze notevoli , e k

Joro incursion i

sulle coste del la penisola iberica , non furono altro che piccole scorrerie di pi rati, intrnprese da pochi vascelli.

Guerrieri' normanni del secolo XI

c!1cggiando quanto potevano. Respinti da un esercito francese, guidato da Raimondo di Tolosa , si rifugiarono nel · nuovo reg no costituito da Rollone. Questi però, fedele al trattato· firmato con Carlo, li ahban<lonò all a loro sorte, ed essi furono- ben p resto distrutti presso Limoges . Questa fu l 'ulripu invasione veramen te importalllc nella Francia. Rollone intanto era stato fatto duca di Normandia cd era considerato come vassal lo della corona francese. I duchi di Normand ia, successori di Rollone, furono spesso di valido aiuto per i re francesi , sia nelle guerre interne che nelle esterne. Tuttavia Enrico I e Filippo I , tra i l 1030 e il r 100, cercarono di r idurli a ll 'obbedienza, senza per<'> riusci rvi. I N . in q uesto pe riodo perdettero molti dei ca-

I Normanni in Italia . Gii, da ll'86o quei N. che avevano predato molte terre del Rodano e che avevano svernato alle foci d i questo fiume, erano entra ti nel T irreno, e, risalito I' A\no, avevano saccheggiato Pisa. Più tardi, nel X secolo , dopu la d istruzione di Parigi, i N . decisero d i saccheggiare Roma, e vi si diressero con u na flotta d i circa JCJO navi. P reda_rono la Spagna, le Ba leari , la !'rancia e giunsero poi a Luni che misero a sacco credendo che fosse Roma : conosciuto il loro errore, tornarono in d ietro. Nell 'Xl secolo una quara nt ina di N ., di r itorno da Gerusalemme, capitò a Salerno, mentre la città era m inacciata da una flo tta saracena. 1 N ., armatisi, respinsero gl i assalitori e il pr incipe di Sa lerno, Guaim arn Ili, colmati li di doni, si kcc promettere che sarebbero ritornali in.- maggior numero. Infatti quei pellegrini, raccontando le meraviglie dell' Italia, spinsero numerosi connazionali a venirvi nel ro15, sotto la guida d i Osmondo D rengot . Subi to furono assoldati dal principe barese, Melo, che voleva liberare la sua patria dal dominio greco. Ma i N . non ebbero fortuna come m ercenari : vincitori in un p rimo tempo, furono infine disfatti e , morto il loro

ratte ri nordid e s i ron1anizzarono e si incivi lirono quasi

corriplctameme anche in seguito alla conversione al cristianesimo. Più tardi , in seguito ad un accordo fra i due pretendenti al trono francese, il fig lio d i uno d i essi, E nrico Plantageneto , ebbe la corona di Inghilterra e d i Normandia. Da allora il re d i Inghilterra ebbe anche il t itolo di duca d i Normanclia, e su questa regione ebbe sempre delle pretese, causa questa non ultima della guerra dei Cento Anni. Il ducato di Normand ia finì sotto il reg no di Fi lippo II Augusto, il quale, approfittando delle cliscordie interne del la Gran Bretagna, si impadronì di <1uel dominio che un re francese aveva donalo ai N . ' di Rollane. I Normanni nella Spag11a . Come la Francia e l'ltlgbilterra, nemmeno la Spagna fu rispa rmiata dai pirati del Nord, che ! stabilitisi nclJa Neustria, avevano costituite nu-

merose flotte, con cui devastavano le coste iber iche. Anche qui arriva\·ano, predavano e ripartivano 5t1b il0 .sul le loro veloci navi. Però, al con trario degli a ltri paesi da loro saccheggiati_, nella Spagna ' non ebbero mai intenzione d i stabilire un dominio . In genere anche q ui compivano ind isturbati le loro scorrerie. Ma ùcll '84 r, esserrdbsi troppo internali nel territorio spagnuolo, i l re d i Leone, Ramiro, radunato un forte esercito, li sconfisse, li respinse fino al mare e prese loro 70 nav i. L'a nno seguente i N . tornarono ançor,1 nçlla Spagna e devastarono i dintorni d i

J\avc norm anna (IX·X secolo)

capo, si dispersero offrendo i loro servizi a chi li pagava meglio. Passarono così" ag li ord ini clci signori di Salerno, di Capua e di Montecassino. Si elessero per capo un forte guerriero, Tursrino, e, alla sua morte , assunse il comando Rai nol(o, il fratello del loro primo capo. Rainolfo passò agli ordin i di Sergio, duca cl i . apoli, il quale si fece aiutare dai N . a r iconqu isl'are la sua cit1à, cli c g li e ra stata tolta da Pandolfo [V, signore di Capua. Sergiu a l-


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553

lora, in compenso dei servizi rcsigl i, verso il ro30, diede loro Aversa e il suo territorio, che fu ben preslo cretto in COll tca. I N. fortificarono Aversa e )a cinsero di n1ura, clenlro !e quali, come già era avvenuto nei primi lcmpi d i Roma , si rifugiavano i ba nd it i e gli C'.su li dalla patria , cu i i N. insegnavano la ioro lingua , i loro costumi e la loro disciplina. Frattanto ,li tri lo ro connazionali venivano in Italia e conquistavano sempre altre terre, servendo

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scardo, comandante dell'ala sr. Umfrcdo che e ra il generale dei N. a Civ itelb , per premiarlo della bravura dimostrata, g li d iede l' investitura della Calabria, provincia però che non era ancora sottomessa . Guidati da Roberto, i N . conqu islarono grande pane della Calabria e il resto lo sottoposero a tributo. AIla morte di Umfredo, Roberto prese i l comando dei N. e mandò suo fratello Ruggero. appena giunto d alla Normandia, a completare la conquista della Calabria.· I N., partiti in pochi , assoggettarono la regione e Roberto, geloso del la po!1olarità acquistata da Ruggero e rnoinenrnneamcntc staccatosi da lui, si rappa•

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NoR

cifìcò col frate ilo e ottenne da l pa pa l ' investitura di tutta la Calabria e della Sicilia, che doveva però ancora conqu istare. Verso i l 106o i N ., sorto la g uida dei <luc fratel li, ora avv~rs.i per reciproche gelosie o ra combattenti insieme e infine riuniti per semp re . sbarcarono in Sici lia. Mentre circa 300 d i loro con Ruggero conqu istavano Mes-

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sina, altri , su una potente flotta, arrivavano in loro aiuto e sconfiggevano un esercito saraceno forte d i J5.ooo uom ini : o, sccc>n<lo gli storici e i cronisti n,)nnannj, di 60 . 000

u. add irittura. ùopo qucsra clamorosa vitto ria, prosegui-

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rono le loro conquiste e si impadronirono di tutta l' isola.

mente i Greci, presero tvfessi na e Siracusa, ma · furono male ricompensati. Il malcontento che cova.va nell'animo

Nel 107 t Roberto conqu istò Bari, uhirna fonczza bizantina, nel 1077 Salerno e più tard i Amalfi. Prima cura dei N., dopo aver riunito solco il propr io dominio quasi tutta l'Italia meridionale, fu q uella di crearsi una potente flotta, Ìl\ modo da ottenere il dom inio del mare: la stessa Venezia dovette cedere davanti a loro . Tale flotta essi adoperarono per i loro scopi d i conquista, ·come nelle Crociate, cui parteciparono poco tempo dopo la loro conversione al cristianesimo. Nel 1083 Roberto il Gu iscardo, conscio <lclla sua potenza, dichiarò guerra all 'l mper" d 'Oriente, e i N., sotto la sua guida, partirono da Brindisi con 150 navi e sconfissero l'iniperalore /\le;s10 . Indi si recarono ad assediare Durazzo, n1a in soccorso della città giunse una flotta veneziana, che li respinse. Essi perb

dei N . esplose q uando un italiallo che m ilitava con loro, Ardoino, fu p c;nito dal gcnen,lc g reco. A llora i 1V. ab-

ritornarono ben presto,, e, nello stesso luogo ove erano sta ti sconfitti, batterono una seconda armata venezim1a,

bandonarono il campo bizant ino, sbarcarono nelle Puglic, s i riuniro no in Aversa ai loro com pagni e, radunati 500

che era tornata in soccorso d i D urazzo, la quale fu presa subito dopo. Quindi si addentrarono nell 'Epi.ro, ma, ritornato Roberto • in Italia, Bocmondo suo figlio fu re-

-- ~ - - ·~=-~~-=~--~~ N ave nonnanna (XII secolo)

o ra un p rincipe o ra l'altro. Nel 1040 l'imperatore d 'Oriente chiese a Gua irnaro IV, sig no re d i Capua, sotto cui militavano numerosi '/\'. di cedergli alcuni di questi guer1

rieri, per combattere con tro i Saracenj e.li Sicilia. Guaimaro,

anche per levarsi d 'attorno de i mercenari troppo peric<>losi 'per la loro ambizione e per il loro desiderio d i conq uiste, accettò ben vo lrntieri . Partirono subito 300 N . , guidati da G uglielmo d ' Altavi lla . Essi aiutarono valida-

fanti e 700 cavalieri, d ichiararono g uerra all'I mpero • d 'Oriente, di c ui e rano stati fino a poco tempo prima alleati.

I Greci marciarono con un forte esercito contro i N., che avevano tra le loro fi le valorosi guerrie ri, con1c Gug lielmo, Limfredo· e Dragone d'Al tavilla. Questi sconfissero più volte i Greci cd occuparono tutta la Puglia. ;\llora fra i N . che erano g i,\ in Italia e quelli che vennero in seguito a q uesta impresa , si ten ne a Melfi un concilio, a w i partecipò anche il principe d i Salerno. In tJuest'assc mblea i capi normanni si d ivisero le terre conquistate:

S.iponto e il Ga rgano toccarono a Rainol(o Drengo t ; Ascoli, eretta in contea, a G,1gliclmo Braccio d i Ferro; Ve nosa a Drogane; Lavello ad Arnolino; Canne a Rodolfo. Si costituì in tal modo una specie d i repubblica confederata, con capitale a Melfi, che fu sol idamente fortificata, e in cui i N . si radu navano per decidere del la g uerra e della pace. l\.·ienl te continuavano a conquistare nuov i te rritori, <1lcuni di loro compivano scorrerie, specialmente nelle terre della Chiesa. Allora il pontefice Leone IX, che temeva ·i N . e voleva libera rsi d i così pericolosi _ vicini , oltcnute milizie da ll 'Imperato1e, marciò contro d i loro, ma, nel rn53, fu scon fi tto a Civitclkl e falto prigioniero. I N. però lo rispettarono e si con tentarono d i chiedergli l'investitura d i quello che posscdevan·o e d i quello che avrebbero poi conq uistato. nell'Italia merid ionale . li princi!1ale autore de lla yittoria d i Civicclla era stato il giovane Roberto il Gui-

Nave normanna (XII secolo)

spi nto dai T urchi , assoldati da ll'Imperatore . Nel 1084, assalita e. saccheggiata Roma da Enrico lV, i N ., comandar.i dal Guiscardo, corsero a sa lvare Gregorio VII. Jnd i assalirono

di

nuovo l'impero d'Oriente, sconfissero san-

g-uinosa1nente Alessio, saccheggiarono n1olte città g reche, ma si ritiraro no jn segui to alia morte rli Roberto. l .suoi

frg li se ne d iv isero i territori; a Ruggero toccò la Sici lia, alla slirpc del Gu i$,ardo la Pug lia; a quella di Rainolf-o


NOR

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Drengot Aversa. Ma nel n27, finita la stirpe di Roberto il Guiscardo, i N . si elessero per capo un suo nipote, Ruggero Il. Sotto di lui unificarono tutte le loro conquiste, ed egli, dopo alcuni contrasti con Innocenzo II, allora in lotta con l'antipapa Anacleto If, gli mosse guerra e lo sconfisse nel 1139, facendosi da lui nominare re di Sicilia e duca di Puglia. L'Italia meridionale divenne allora una forte monarchia, con capitale a Palermo, sotto il dom inio dei N., i quali possedevano la Sicilia, la Calabria, la P uglia, la Campania e tutte le città che erano appartenute ai Bizantini o ai Longobardi, eccetto I3enevent(), rimast() alla Chiesa . La dinastia normanna degli Alta.uil/a (V.) finì· q uando l'imperatore Enrico VI, nel 1 19-1, ne ahbattè la dominazione, reprimendo energicamente le rivoluzioni che le città dell'antico regno normanno tentarono dipoi.

lstituzioni dei Nomumni. Gli antichi N. vivevano d i caccia, d i pesca e soprattutto d i pirateria. La loro organizzazione pol itica era mo lto semplice: si divideva no in rr ibù, la cui base era rappresentata dalla famigl ia . Solo pii, tardi, quando appresero i ,;sterni feudali in Normar1clia, li adottarono il1 tutti i loro regni, e specialmente in Italia, ove i loro possessi erano divisi in feudi , retti da baroni. In g uerra le tribi1, in cui erano anticamente divisi, s i riunivano sotto la guida di un solo capo detto

« half ", al q uale era no devotissimi . Con lui dovevano con1battere e morire] e, finchè egli non facesse cessare la battaglia, non potevano curare le loro ferite : durante il combattimento erano seguiti ed incoraggiati da -donne. chiamate « vergini degli scudi ». li loro esercito si divideva in cava lieri . fanti . balestrieri, arcieri e frombolieri. I cavalieri erano armati di un d 1no ·a cono, con una piccola visiera, di uno scudo ovale e di una spada lunga e diritta . In viaggio erano seguiti da uno scudierc che portava loro quasi tutta l'armatura. Quando si accam pavano, dividevano la notte in due vigilie, u na d al tramonto a mezzanotte, l'altra da m ezzanotte all 'alba; ad ogni vigilia era preposto un capo, che doveva disporre le sentinelle ed assegnare loro i turni. Di carattere energico, violento e ostinato, erano dominati, <la uno spirito

di avventura che li spingeva incessantemente a viaggi e a scorrerie che, da im prese staccate <li pirati, si mutarono poi in spedizion i marittime, bene ordinate e sotto la guida di potenti e valorosi generali, con cui andavano a stabilire dei regni in terre ;inche molto lontane. F. appunto in alcune di queste spedizioni il loro carattere avventuroso li spinse tanto lontano, che scopersero la Islanda, la Groen landia e l 'America, su cui però non posero mai colonie, eccetto che nella prima. Compivano quindi scorrerie a grandi d istanze, . sul le loro lunghe navi, velocissime, a<l una sola e grande vela, a 20 o 30 r emi, e chiamate « drakkars » . Quando volevano conquistare qualche regione, si impadronivano di un luogo già forte per. natura, lo rendevano inespugnabile e di lì, spaventando prima le popolazioni con le loro scorrerie, sott()ponendolc poi a tributo, cd 'infine assoggettandole interamente, allargavano sempre più .i loro dun1inl.

NoR

Norris C. Armaiuolo del Wiirtcmberg, che nel 1868 costruì un fucile con ottu ratore d el tipo ad ago Dreyse, modificandolo e migliorandolo. L'ago fu sostituito da una punta più robusta e piò corta; il cilindro otturatore mu-

Fucile Norris modello r868

nito della testa mobile e su essa app licato l'estrattore. li cilindro otturatore era girevole e scorrevole: ncll 'alzare il manubrio si .arn1ava . il percussore; la cartuccia era rnctallica, a percussione centrale.

Nort. Comune della Francia, nel dip. della LoircIn [eriore, sull 'Erdre, vicino a Nantes. Durante la guerra di Vandea, i Repubblicani. avevano fortificato N. con trinceratncnti e ~ vi avevano posto guarnigione, per difendere Nantes minacciata dagli insorti. li 28 giugno 1793, il gen . vande'a no d 'Elbéc riuscl a prendere la posizione, dopo ripetuti attacchi, nei q uali i difensori rimasero quasi tutti uccisi, 1ne no pochissimi che riuscirono a rifug iarsi a Nantcs. Northallerton. C ittà dell'Inghilterra, nella coo tea di York, sulla Wiske.

Rattaglia di Northa/lerton (1 ,38). Appartiene al la guerra anglo-scozzese . Enrico I re d'Inghilterra aveva designato yualc suo successore a l trono, il pr incipe Eurico Plantageneto suo nipote . Ma g li Inglesi, paventando l'orgoglio ' e la fierezza di Matilde , madre del giovane re, alla morte di Enrico I innalzarono al trono Stefano di Blois, n ipote di Guglielmo il Conq uistatore. Mat ilde, offesa da questo affronto, volle vendicarsi cd accese la discord ia nell 'interno •de l regno. Davi<l re di Scozia, fratel lo di Matilde . compar ve alla testa di un esercito numeroso per so'ltenere i diri tti <li suo nipote, e, penetrato nella contea di York, saccheggiò la regione, lasciando commettere alle sue truppe ogni sorta di nefandezze. A llora gli Inglesi si riunirono e marciarono contro gli invasori che incontrarono presso N. Il primo uno fu terribile: la mischia durò per più di due ore. Al principio gli Scozzesi si precipitarono con tale impeto sopra un reparto anglo-normanno che dovette ripiegare sul centro, dove una foresta <li lance arrestò gli assal itori rimanendo incrollabile al suo posto. Questa resistenza sconcertò gli Scozzesi, che, nella foga del com battiinento, si erano a lquanto scompigl iati. Passati

all'offensiva, gli Inglesi ebbero alla fine il sopravvento e n1isero in piena rotta jl ne1nico . D avid s i rifugiò a Car• lislc ; il principe Enrico suo figlio errò per tre g iorn i, dopo aver gettato via le insegne del suo grado per non farsi ricorwsccrc. La metà degli Scozzesi, c irca

Norris (sir Giouaniu). Genera le ing lese del sec. XVI. Prese parte alla guerra di Fiandra. N ella g uerra tra Inghilterra e Spagna, la regina E lisabetta gli diede il comando dell 'esercito inglese, che s'imbarcò sulle navi dell 'ammiraglio D rake, e nell'aprile del 1589 assediò inutilmente la Coruiia. Poco dopo sconfisse gli Spagnuoli in Galiz ia. Prese d 'assa lta il forte di Cascaes alla foce del Taro, quindi costrinse Lisbona a pagare un t ributo.

14.000

u .,

rimase uccisa. I vincitori chiamarono questa battaglia, la « I3attaglia degli Stendardi » per la quantità di stendardi che avevano portato in con1battimento, in cin1a ad un alhero di nave, issato sopra un carro• a quattro ruote.

Northampton. Città <lcll'lnghilterra, capol. della contea omonima, sul fiume Neu. Venne distrutta dai Danesi a ll'inizio del sec. Xl , poi · ricostruita da Enrico li. Verso


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NOR

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i l I2iO fu tenuto a N. un concilio nel 9uale la maggior parte d ei baroni inglesi presero la croce per la Sa Crociata.

I. Trattato di Northampton (1328). Fu .stipu lato fra Edoardo Ili re d'Inghilterra e Roberto l.\ruce re d i Scozia, e con esso veniva riconosciuta l 'ind ipe ndenza della Scozia da parte dcli 'Inghilterra.

II. Battaglia di Northampton (q6o). Appartiene alla guerra delle Due Rose. Nel 1460, Riccardo duca d i York , capo del partito della << Rosa Bianca » , assistito dal conte di War wick., aveva radunato 40 .000 partigiani n ella p ianura d i N. e ne aveva da to i l comando al conte de la Marche, suo figlio. Queste truppe vennero quiv i attaccate dai par tigiani della « Rosa Rossa » , agli ordini del re Enrico VI. L'esercito reale mosse per il primo all'attacco . Dopo due ore di aspro combattim ento, all'im p rovviso lord Grey, coman dante di un corpo considerevole dell'esercito reale, passava al nemico . L' imprevista defezione demoralizzò le truppe d el re, ch e cominciarono a ceder terreno e poi a foggirc. Grande numùo di u. rima,c iurnegato nell'attraversare il fiume che scorreva alle loro spalle; quelli che opposero resistenza vennero sterm inati. Si contarono più di 10.000 morti. La regina Margherita, riuscì a salvarsi; il re fu fatto prigioniero e condo tto a Londra. li Parlamento però non perm ise ch e F.nrico Vì fosse deposto, e stabi lì che conservasse la corona fino alla morte, escludendo però dalla s uccessione la s,;a famig lia. North-Anna. F iume degli Stat i U niti, nel la Virg inia, affluente del Yerk -River. Nel maggio del 1864, durante la guerra di Secessione, i Confederati, comandati dal gen. Lce, sb arrarono ai Federali la strada di Richmond sulle. posiz ioni , lei N. A . presso Jerico. Grant il 23 attaccò le opere, le con9 uistò e con parte elci le sue forze

NoR

gio 1652, nelle sue acque si scontrarono una flotta inglese, comandata d a ll 'arnmir. Blakc, e una flocra olandese, agli ordini d ell"ammir. Tromp. Si era in pace fra le due · nazioni, e gli Inglesi domandarono spiegazioni circa la p resen za della flotta olandese in quelle acque. Avendo il Tromp risposto che e ra venuto a ripescarvi ancore quivi perdute, gli Inglesi considerarono la risposta come provocatrice, e si venne a battag lia. Essi accusaron o il Tromp di averli a ttaccati per il primo, e l'ammir. olandese ri• torse l 'accusa verso il Blake. Comunque, il ronAitto av venne, e durò con scambio di cannonate quasi tulta la giornata . Al tramonto , gli Olandesi, batterono in ritirata, avendo perduto due navi . Nel le acque medesime si incontrarono ancora (1654) Inglesi e Olandesi, in quello che /: d etto più comunemente, cornbattime11to d i Mar-

gate (V.). Northey (sir Edoardo). Generale inglese, n. nel 186&. Partecipò alla campagna contro i Boeri (1899-902) e a lla g uerra Mondia le, d ivenendo brigadiere generale nel 1915, al comando della 15a brigata fanteria . Passò qu indi al comando delle truppe nella Rhodesia (1916-18) e combaltè contro le ,ruppe redesche cieli ' Africa orientale, d ive11endovi magg. generale . lndi fu governatore e con1an<la.nle in capo nella colonia del Kenia, fino al 1922. Norvegìa (in norvegese: Norge). È il paese più sette ntriona le dell'Europa. Occupa la p arte occ identale della penisola scandinava, ed /: limitata a nord dal mare g la -

Stendardo reale

l:hmdiera ammiraglia della. Norvegia (angoli rossi, croce azzurra)

ciale Artico, ~ ovest dal mare d i N ., a sud d a llo s tretto dello Skager-Rak, e a est da una linea convenzionale che la separa d a lla Svezia e dalla Finlandia . Ha una superficie totale di 32fi95 Kmq ., cd una popolazione di 2 . 8 21. 182 abitanti; capitale Oslo (già Cristiania) con porto. Ha uno svi lu ppo costiero lineare di circa 2 800

NORTH ANNA May '4th. & 25th, Sc::ile nf Miles l

Bianchi i Federali, rigati

J

Confederati

passò il fiume coll' intenzione d i seguire il 24 cui rima nente. Ma, d i fronte a lla form idabile posizione occupata dal Lee, presso la confluenza d e l Little Rivcr e il ìV. /I., che ne arrestò l 'avanzata il 24 e il 25, decise d i rip rendere la propria marcia per la sinistra. N e seguì la battaglia di Cold 1-larbor (V .).

North Foreland. Promo n torio sulla costa sud o rienta le inglese, al.la punta nord della contea di Kent. li 19 mag-

Km. ,

ma> se v1 s1

aggiunge poi lo sviluppo d i tutti i fiordi, d i tutte le rientranze e di tutte le sporgenze delle cost iere si arriva ad un totale di 20. 000 Km . La rete dei fiordi e elci canali dell'arcipelago costiero .fonna una specie di ,na re interno, aotraverso al q uale si eser-

'.

cita la navigazione di cabo taggio. La storia antica della N . si intreccia con quella delle gesta d e i ViCacciatore norvegese (sec. XIX) k ing i (V . Normanni) . Divisa p er secoli in un g rande numero d i piccoli Stati, la N. venne riunita i:1 un solo nell' 872, per opera d i Harold Haarfager. Dopo I« sua m o rte, la N . si scisse ancorJ due volte per


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N OR

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NOR

ricomporsi successivamen te a unità, sempre per ope1 a degl i O laf. Nel 1028, Olaf il Santo perdene il regno, strn pparogli da Canuto di Danimarca, ma poco d opo i Danesi dovettero abbandonare il paese. Nel 1319, re E nrico acqu istò per eredità anche il regno d i Svezia, ma l'unione dei d ue regni durò poco. Nel , 397, Margherita, regina d i Dan ima rca e vedova di llacon, re d i N., concluse

Trattato d'integrità della Norvegitl, Fu stipulato il 2 novembre 1907 fra la N . da u na parte e la c;er,nan ia, la F rancia, !'Inghilterra e la Russia dall'altra. Pcl fatto del la sepa raz ione della Svezia dalla N. era venuta a cade re la convenzione del 22 novembre 1855, per la quale la F rancia e l "l nghilt'erra si e rano impegnate a mantenere l' integrità te rritoriale dei due Stat i cont ro la Russia; perciò la N. aveva firniato \In nuovo trattato di garnff~ici con k sopradeue potenze. l n base a tale trattato la N . si impegnava a non cedere a nessuna potenza , sotto qualsivoglia titolo, neppure una parte del suo territorio; e dal canto loro la Francia, la Germ ania, l 'Inghilterra e la Russia si obbligavano ~ gatantire l' integrità della N. cd a venire in suo soccorso qualo ra da a ltro Stato si atten tasse a tale integrità. Questo trattato aveva valore per d icci ann i.

L 'incrociatore n6rvegese o Eidsvold &

Esercito del/a Norvegia. Capo Sll!>rcmo delle forze armate è il Re . Organo centrale dell 'amministrazione della guerra e della marina è il D ipa rtimento della Difesa. !,"esercito compre nde: i l Comando in capo, lo S . M . generale, 6 div is., guardia reale, artiglieria da posizione, forze aeree, scuole e servizi. Le d ivis. hanno composiz io ne varia, ma comprendono 3 regg. d i fanteria con 1 cp . m itragl. cd I cp. ciclisri, un'al iquota ,l'artig lieria (da 1 btr. ad 1 rcgg.) c<l un'aliguota de l genio. Tre ham10 anche 1 regg. di cavalleria . N d complesso si hanno : 17 regg. d, fanteria di li nea e 4 bgl. autonomi; 3 regg. di cavalleria a 4-6 squad ron i; 3 rcgg. d'art . da campagna di 3 gruppi di 3 btr. <la campagna ed I g ruppo d i 3 btr. pesanti da posi?,ione, 3 bt r. da montagna, G b tr. da fortezza; J regg. d el genio su 3 bgl., 2 bgl. del genio indipen denti e 3 cp . d i gen io d a fortezza. Effettivi d i bilancio : ufficiali 1.143, lruppa Jo.oo-.:, . li serviz io mil. è obbligatorio per 12 anni nell'esercito attivo e per J 2 anni nella milizia territoriale. Gli uomini da 18 a 20 anni e da 44 a 55 anni fanno pa rte del la Landsturm. La ferma è da -48 a 102 g iorni secon do le armi nel 1° anno; nei quattro an ni successivi v1 son o richiami per 24 ,g10rn1.

1·unione di Calmar fra q uei due regni e la Svezia, un10ne che, sotto la egen1onia danese, durò fino al 1523, nei

qua le anno Gustavo Vasa ne staccò violen temente la Sve-

z ia sua patria. Frattanto erano state cedute aìla Scozia le isole E bridi e le Oreadi. L'egemonia della Danimarca sulla N. e l'unione d i questa con quella d urò quasi per altr i tre secoli, fino al 1814, cd ebbe per risultato, oltre a molti progressi economici, l'introduzione della liqgua danese c;he d ivenne la lingua letteraria d 'uso co1nune . Nel 1814, allo scopo d i p unire la Dan imarca che aveva

Torpediniera nonrcgcse e Oern :t

parteggiato per Napoleone, le fu tolta la N . che ve11ne data alla Svezia, la c1ua le aveva preso parte a lla lega contro l'impero francese. Ma la N . procla mò re Federico C ristiano, figlio ·del re d i Dan imarca r,ederico Vll . Però d inanzi all'esercito sverlese, i Norvcgc~i si adattarono alla cessione, condiziouandola ad un a semplice unione personale e conservando i loro privilegi, così d a poter emettere leggi in certi casi a nche cont ro il voto del re . Da allora le sorti della N . furono strettamente unite a 9uclle della Svezia, f-ìnchè, nel 1905, essa s1 ricostituì in regno indi-

S ommergibile norvegese o I<obbcn »

pendente. Quest 'atto decisivo fu la concl usione necessaria di una lunga serie di discussion i e d i malintesi fra due paesi divisi geograficamente, e che solo la politica a veva uniti sotto una stessa corona. Durante il periodo d ella guerra Mondiale, la N . si mantcnnC nl.!utr~l k c. trasse nvtevo!i v~ntaggi dal le larg he forniture che i bel ligerant i le chiesero .

Ma,-i11a della No,-vcgia. Comprende 4 guardacoste coraziati, <li lonn. 3920-4230, velocità 16#17 miglia , arma .. mento Il 210, VI 150 oppure 120 e 2 lanciasiluri ; 3 cacciatorpediniere di 550 tonn. , vclocit,< 27 miglia, armamento VI 76 e 3 lanciasiluri ; 11 torped iniere d i 1" classe, d i tonn. 80-223, velocità mig lia 19-25, armamento Il 37 e 2 lanciasiluri. V i sono inoltre 16 torpc;Jll1icrc di 2 3 classe, sci som mergibi li abbastan7a re<:cnti d i 418 tonn. m emersione e 543 in immersione, guattro sommerg ibili di 200 tono . pili antiquatì, quattro ca nnoniere, una decina <li posan1ine, una nave trasporto eCI una nave officiua.

Avù1zio11e dd/a Nor11,·gi" . E ssa è organizzata come arma d ip~ndcnte dal l'esercito o dalla ma rina. Dispone d i tre S'!uadriglie per l'esercito, o!tre a due squadr iglie addet\e al servizio delle fortezze, con circa 50 appa recc hi; e d i tre stazion i <l i a\·ia'l.ione navale, con , irca 30 apparecchi. Fssl sono soltanto da osscr\'az.ione ~ da caccia. Vi è una scuola d'aviazione m ilirarc, e una fabbrica d'aeropl an i m ilitari. Norwood (Ricamlo) Astronomo inglese d el scc . X VIl. maestro di nautica a Londra e scrittore. Deter minò !a circonferenza della terra . Scrisse trattati molto apprezzati, fra , quali alcuni d 'indole militare e d i nautica , come : (( Trattato d i. forcifiçaziOnc >>; (( L;,i pnl tìca del marinaro ,>.

Pilot:1,


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Nos

Nor

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Noseda (Enea). Avvocato genera le mil itare, nato a Varese nel ·1868. Mag ist rato, professore d i d iritto e procedura penale, cntrc'> nella G iustizia mil itare nel 1915, durante la guerra Mondiale. Fu il consulente legale del Co-

di opporre una d ifesa alle devastazioni de i Mori nella Spagna. Ebbe la regola di San Domenico-; durò breve c-em po .

ni ando Zona Gucrr:1 Ovest. e

nel medio evo, .i l n1aestro del l 'cqujpaggio . Ern il primo

il Capo d ella Giustizia mii. italiana presso il G. Q . G . francese nel 1918. Organizzata la iv1agistratura mi litare , entrò a farne par-te col grado

ufficiale marinaio dei vascelli, e si curava della tenuta d d l"e<7uipaggio e della esecuzione degli ordini del comand ante o dall"ufficialc d i

di mag.g . generale; venne allora nominato sostituto aYvocato generale militare . Rappresentò per tre ann, l' Italia nella Commissione delle Riparazioni dell'Ungheria . Alla costituzione del Tribunale speciale per la di fesa dello Noseda Enea Stato fu chiamato ad assumervi le funzioni d i Pubblico Ministero . Nel g iugno 1931 tornò alla Magistratura o rd inaria, col grado di Procuratore generale dal Re p res,o la Corte d 'Appello, incaricato di studi legis lativi.

Nostra Signora dell'Olmo, V. Madonna dell'0/1110. Nostm 5ignora di Bt·tlcmme. O rd ine cavalleresco, creato nel 1459 dal papa P io II, allo scopo di incoraggia re la creaz10nc d i un nucleo di cavalie ri per la difesa dell'isola d i Lcmnos. L'ordine scomparve poco <lopo la sua c reaz ione.

Nostra Signoro de/1:i Concezione di Villa V,cws11 . Ordine cavalleresco, creato nel 1819 nel Brasile dal re Giovanni VI elci Ponogallo. Comprendeva tre classi: gran croce, com1ncndatore, cavaliere. Nostw Signora della Guadalupa. Ordine cavalleresco, creato nel Messico (1823) dall'imperatore lturbi<lc, e con fermato <lai presidente Santa Anna nel 1853. Potevano es-

serne insigniti anche gli stranieri , nelle tre clas:;i: gran croce, commendatore, cavaliere. Sopp resso nel 1855, venne ristabilito dall'imperatore Massimiliano nel J 863. Nostra Sig no,·a della Gwzia. Ordine cavalleresco mili 1218 dal re Giacomo <l' Aragona, appro-· varo nel 1230 dal papa Gregorio IX, che diede ai cava lieri le rcgc)lc d i Sant'Agost ino. Era d estinato a strappare i cristian i dalla scbiav.itù, ed assunse grande impor tanza e potenza, dando o ttimi risultati. Un d issenso incestino fece sì che una parte d ei cavalieri abbandonasse l'ord ine e , i insc rivesse in quello di Montesa. Seguirono altri d issensi e l' inrlebolirncnto e lo sfacelo dell 'ordine. tar<:, c reato nel

No;tm Signora di Loreto . Ordine cavalleresco, creato dal papa Sisto V nel 1857, avente il compito di .sbarazzare le Romagne dai banditi cbe le i nksrnvano. Scomparve alla morte del fondatore. Nostm Sig11om del Monte Carmelo. Ordine cavalleresco, creato da Enrico IV nel 1607, dopo la sua conversione al cattolicismo. L 'anno seguente vi riunì quel lo di San Lazzaro; ancbc i due nom i furono riuniti. L 'ordine rimase in vigore, come milita re ed ospitaliero, anche sotto i re successivi d isparve allo scoppio della Rivoluz ione francese.

e

Nostm Signom del Rosa,-io. Ordine cavalleresco, fonrla to da Federico, a rcivescovo d i Toledo, nel 1209, allo scopo

Nostromo (ant . /Jomwno) . C hia rnavasi con <1ucsto nome,

guardia. Gli ordini cnHH) ripetuti dal N. con 1·uso del fischietto, uso ch,c rimane tuttora a bordo delle navi da guerra. Sulle galee e ra

il

sotto

com ito,

ed

aveva alla sua d ipendenza

uno o più assistenti. Nelle Jnarinc 1noderne,

la c.alC-

goria <lei N. si è fusa con q uella dei Nocchieri (V.).

i•

i i •

I

Nota (Giovanm). Gene rale mc--clico dd la R. Mi· rina, n. a Fondi :1el 1863. Entrato in servizio _r,eJ 1887, collocato in J>. A. d a colonnello nel 1923, fu pron1osso nella rise rva

Nostromo dell'epoca velica

magg. _generale nel 1925 e ten. generale nel 1931 . Prese parte a lla campagna d'Africa de l 1890, di Cina del t900, ed alla guerra Mond iale. Nota (l'asso di). Fra la valle d i Bondo e la val di Ledro, nella 7.ona a occidente del Garda. La strada, dalle due parti d el versante, è assai ripida e piena d i. svol te fra le roccic . Il passo è all 'altezza di 1210 m ., ·a oriente del monte omonimo. Durante la guerra le nostre truppe v i costruirono strade, trinccrame·nti, celcfcrichc, e vi eressero baraccamenti, fro:1teggìando le posizioni austriache sui

monti a nord della valle d i Ledro. Nel 1866 il passo era stato occupato dagli Austriaci, i quali ne furono caccia ti d a reparti ciel regg. Spinazz i, ilifi lrratisi nel la valle di Lcd ro, alle spalle del passo medesimo .

Notaio (o No/aria). Nella marina antica appartcne,·a nobili d i poppa. Era l 'u fficiale incaricato d i notare nei suoi libri le cose aninentl all'arnrninis trazione mii. e

a,

teneva il registro così del pubblico interesse, come del p ri-

vato <li ciascun rnilire. Notarangeli (Giuseppe). Generale, n. a Roccasecca nel 1861. Sottot. d i fanteria nel 1882, <la ten . colonnello ebbe il comando del 37" fanteria (1915) e guad agnò a Pia va u·n a mcd . d 'argento. /)a colonnello comandò il 139° regg. fante ria (1916) col quale si battè negli Altipian i. Lasciò il fronte per malattia nel 1917 e fu promosso 1naggior

generale; nd

1923 divenne generale di visjone.

cli-

Notarangcli Giuseppe

Notarbartolo (di Sciara, Filippo). Generale, n . a Pale rmo nel 1853. Sottot. d'artigl ieria nel 1875 da ten. col. e da colonnello fu d irettore d 'art. a Taranto (1902-1906).


No1• ~el 1915 raggiunse il g rado di magg . generale e duran te la campagna italo-austriaca coman dò il 7° e poi 1'8• Gruppo centri mobi litazione art. i<1 Ancona (1916-1917). Nel 1924 assunse il grado d i generale di divisione.

Notarbartolo Giuseppe. Generale, 11. a Pak rmo nel 1863. SotlOt. di fanteria nel 1884, fece passaggio nell'arma d'artiglieria nello stesso anno. Iniziò col grado di magg ior·e la campagna italo-austriaca e da colonnello comandò il 4° raggruppamento assed io ( 1916). Nel 192r raggiunse il g rado di generale d i brigata. N ota,·bartòlo Leopoldo. Ammiraglio , n. a Palermo nel 1869, e ntrato in servizio nel 1882, promosso con tramrn ir. nel 1917, collocato in P. A. nel 1919, p romosso nella riserva viceammii-. ne l 1923, ammir. di squadra nel 1926. Prese parte alla guerra italo-turca ed alla guerra Mondiale . Fu aiutante di campo d i S. M. il Re dal r 917 al 1918 e poi segretario del Consiglio superiore di Marina. Notarbarto/o Giuseppe . Ammiraglio , n. a Palermo nd 1883, promosso sottoamm ir . nel 1918, collocato in P. A. nel 1923, promosso ammiraglio di divis . nella riservà nel 1926, ammir. di squadra nel 1927. Prese parte all a campagna d 'Africa del 1896, e fu decorato con m cd . d'argento nella g uerra italo-turca e nella guerra Mondiale. Fu direttore generale {iel R. Arsenale d i l'ola dal 1910 al 192r e poi di quello cli T aranto fi no al 1923.

Note caratteristiche. L'ulliciale in servizio permanente effettivo, quello di complemento i1l servizio di prima nomina e c1uello delle categorie in congedo richiamato in servizio, sono giudicati med iante le dette note, o Rappo,·to personale (V.) . .Le N . C . sono compilate sui moòelli 3 e 4 che vengono poi i nseriti nella parte seconda del librt LCO personale e sono eseguite in due esemplari quando le au torità g iudicatrici sono ufficiali del R. E. Per gli ufficiali d i S. J\·1. e per q uel li dei CC. RR. viene redatto un terzo esemplare d a unire rispettivamente alle carte personali dell' ufficiale , nel primo caso, o a l loro esemplare del libretto personale, nel secondo. Le N . C. sono compi late dal superiore dal ·quale l'ufficiale direttamente dipende, d a altri d ue superiori, e precisamen te da l super iore che redige le note del com pilatore e da quello che le rivede per primo. li superiore cui spetterebbe procedere :illa compilazione o revisione delk N. C. di un inferiore che sia stato alle sue d ipendcn~e meno di sei mesi, qualora non abbia ancora suflicienti clementi di giudizio, può astenersi dal compilare o rivedere le N . C. stesse, facendone in tal caso esplicita menzione nel mod. 3. Le N. C. sono normalmente compilate una sola volta all'anno, nell'ultimo trimestre, ovvero quando l ' ufficiale da giudicare o il cbmpilatorc siano trasferite di corpo o <li reparto, semprechè siano trascorsi più di sei mesi dalla compilazione delle ultime note, ovvero vi siano varianti da introdurre nelle n ote medesime. Sono compilate anche nelle seguenti altre èircostanze: a) all'atto del collocamento dell' ufficiale in aspettativa, in d isponibi lità od in una qualsiasi delle pos izioni di congedo; b) per speciali disposizioni di legge o d i regolamento, alla datà voluta dalla legge o dal regolamento; e) quando avvengano fatti o cambiamenti tali nella condotta, nel modo di prestare servizio o nelle condiz ioni fisiche, intellettuali e , morali dcli 'ufficiale, da rendere necessaria una sostanziale mod ificazione di qualche g iudizio espresso a suo riguardo nelle note precedenti. Tale provvedimento deve considerarsi di carattere eccezionale. Il superiore, nel comp ilare le N . C . di un inferiore, esprime il suo giudizio in moria chiaro,

Nor sintetico, precisò, éompleto, sulle qualità fisiche, intel~ttuali, morali e militari dell'ufficiale da giudicare. In tak giudizio egli dev'essere guidato d a ponderatezza, impar:i;i:dità, misura ed obiettività, tenendo presente eh 'egli com pie un atto d i coscienza e d"onore . Il superiore integra il proprio g iud.i zio con u11a delle qua lificazioni: ottimo, buono, mediocre , cattivo, graduando quella · di buono con un coefficiente da 3 ad 1. Dette qualificazioni vanno esplicitamente rjferite tanto ;il grado quamo alla carica clell'uffaialc. ll superiore che rivede le note si regola in m odo analogo. L'ultimo revisore complet a i singoli q uadri dello specchio mod . 4 relativo alle compilazioni che devono essere fatte all'ufficiale, trascrivendov i la qual ifica ch 'egli ha emessa, i l grado, il nome ed il cognome dei superiori compilatori e revisori delle note, ed il periodo di tempo cui i giudizi si riferiscono, le annot~zioni particolarmente favorevoli e quelle non favorevoli riguardanti manchevolezz.e emendabili dell 'u/liciale, gl i encomi o rich iami specifici , che r itenesse d i fare o d i sua iniziativa o su proposta del com pilatore o del primo revisore. L 'ufficiale prende visi,rne di tali dati e firma lo specchio per presa conoscenza; non possono, invece, essergli comunicate le N . C. L e quali non devono conce.nere nessun giudizio che si r iferisca all'avan:i;arncnto. Nelle compilazioni successive <ii N. C., il superiore può riferirsi alle note ch 'egli abbia antecedentemente redatte , segnando sullo specchio quelle eventuali varianti che ritenesse necessarie . All'atto della compilazione delle prime e ,li quelle successive ad ogni promozione, su ciascuno dei mod . 3, viene .app licata, incollandola, una fotografia del l 'ufEciale in divisa. Possono formare soggetto di reclamo da parte dell"uffi.ciale i soli errori d i p rocedura o d i competen:i;a nella redazione delle noce che lo riguardano. L 'eventuale reclamo dovrà essere presentato entro 30 giorni dalla data della comunicazione del mod. 4- Per gli ufficiali di complemento d i prima nomina, vengono compilate le N . C. al term ine del servizio, qualunque 11c sia stata la d urata . Poi essi si compilano in occasione di richiami d i durata superiore ai tre mesi. Per gli ufficiali mobilitati non si compilano N. C . m a Rapport i personali. I sottufficiali sono giudicati mediante N. C. che devono essere compilate con norme analoghe a que!Je ind icate per g li ufficiali, e redatte in doppio esemplare (tre f>Cr i brigadieri e marescialli dei CC. RR .), su uno stampato specia le (mod . F.) . La revisione delle note, però, non va oltre a q uella del comandante di corpo o capo servizio. Il com andante del corpo o capo servizio rivolge verbalmente encomi o richiami a quei sottufficiali che riporta rono note particolarmente favorevoli oppure sfavorevol i, ed annota questa comunicazione nella casella H dcli 'apposito stampato. Per i caporali ed i soldat i, ogni anno, all 'atto del congedamento della classe anziana, i comandanti di compagnia o di depositi compilano le N . C. su i fogli ma tricolar i (mod. 59) da essi tenuti. Tali note sono poi tra scritte nei fogli tenuti dalla sezione matricola, nel te mpo stabilito dalle disposizioni in vigore. Quelle dei m ilitari cli truppa alle arm i per impegno spontaneo assunto (volontari , n ammesst in serv izio, riassoldati, riaffermati, ecc.) sono compi!ateJ ogni anno, nei tnesi di novembre e di dicembre.

Notìon. Città porto di m are dell'antica Grecia, presso Efeso, nell'Asia Minore. CombattÙru'nto navale di Notion (407 a. C.) . Appartiene alla guerra del Peloponneso fra Atene e Sparta. Nd 40ì a. C. !a llotla spartana, comandata da L isandro, ~ra stata bloccata nel porto di Efeso da quella aten iese, agli ordini cli Alcibiade, che si era ancorata a N . Ourantç


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un ·assc11La di Alcibiade, il suo luogotenente Antioco, contro gli ord ini ricevu ti, si era lasciato attirare al combattin1cnto da Lisandro, e con due bastimenti avanzò nel golfo dove si t rovava la flotta spartana. L isandro gli mandò incontro q l>alche nave, e poi, men tre alc uni legni a teniesi accorrevano da N . in soccorso di Antioco, fece uscire dal porto tutta la flotta, composta dè 90 bastimenti a vela, e si mise in battaglia. Anche la squadra ate,1.iesc prese subito l'ordine <li combattimento, ma, quantunque le triere a ttiche non fossero affatto inferiori d i numero, non p<>tcl'O no resis tere al cozzo degli avversari. Nel combattimento gli Ateniesi perde ttero 15 nav i, quindi fuggirono verso Sarno. Per q uesta sco nfitta .id Alcibiade fo tolto il comando.

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Era v ie tato ino lt re - di comunicare il numero dei feriti , morti o prigionier i; le nomine o i m u tamenti oegli alti comandi del l'esercito e dell'ar mata; le previsioni sulle operazioni d i terra e d i mare.

Noto (anc. Necton o N,·ct11111). Comune in prov . <li S iracusa. Duce:tio, re siwlo, fece erigere gran di fortificazioni sul rnonte A lveria, su cu i sorse una nuova citt:l, N<..:clOn, che, difesa con forti mura e torri, venne resa j ne, spugnabilc . Nel 413 a . C . sulla fiumara d i N . si combattè la battaglia del! ' Asi11a1·0 (V.). Caduta sotto il po tere dei Greci e poi dei Roman i, d i cui fu città federata, ebbe il nome d i Neetum, mantenendo le sue legg, e il

Notizia. In g uerra ogni nor,z,a è p reziosa. Ciascuno deve coo;:,crare ad informa.re i propri su periori d i quanto conosce nei r iguardi <:lei new ico . Di ~antro tutti debbono preoccuparsi acchè nessuna notizia rigua rdan te i i prop rio esercito ven ga p ropagata . ~,a in pace c he in gut-rra, presso cucci gli eserciti esistono appositi servizi che accentrano , cerniscono e vagliano le N . ottenute (V. lr,/ormazioui). Centro mccolta 11otizie. Può esse re impiantato alle spalle di elen1entì esploranti; serve per accoglierne, valutarne e trasmenere tutte le i nformazioni. Vi è però chi sostiene che cale centro sia dannoso per l "inevitabile ritardo che produce nella diramaz.ione delle N., le qua li sosterebbero alquanto p rima d i giu ngere nel le mani d i chi deve deci dere in relazione al loro valore. Però bisogna considerare c he la prima valutazione del C . R. N. è utile perchi: evita il propagarsi d i inesatte o b ugiarde informazioni, perchè viene assicurato il sicuro recapito al destinatario, e pcrcbè c.iascuna 1V. viene completata e n1essa i n correlazio ne con le altre g ià note al centro.

Notizie (Divieti). In lcmpo di guerra, il Governo pub vietare, per 111ezzo di decreto reale, la pubblicazione con

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qualsiasi mezzo <li determinate not izie coocerncmi la forza, la p reparazione, la d ifesa mil. dello Stato. Nella guerra Mond iale, tutti i Governi emisero decre ti in proposito : quello italiano i: del 28 m arzo 1915. L a prn:t per ia p ropalazione d i dette N . è d el la reclusione, o d el la dcteuzione, da un mese a un anno, con la 111ulta sino a lire 1000. Congrui .aumenti di pena riguardano la comunicazione d i N . ad agenti d i Stato estero . Il decreto sop ra citato indicava esplicitamente le N. di cui era vietata la divulgazione : 1°) Costituzione, formazione o d isloca zione delle L'llÌtà dell 'esercito o del naviglio, anche aereo, sia da guerra, sia requisito, sia noleggiato; movimenti dei reF parti di truppa o d i marinai e degli ufficiali d_i terra e d i mare; predisposizioni dei mezzi d i trasporto occorre nt i ai movin1cnti stessi; preparazione, ist.rur.ionc e stato sani. tar io delle t ruppe o degli equipaggi cd eventuali chia1nate individuali; .2°) Armamento, e quipaggiamento, ve~ stiario, apprr,vvigionamen r, ed in generale tu tti i r ifornime n t i dell'esercito e della marina, e pred isposizioni aven ti attinenze con le materie suddette; 3°) Lavori di preparazione e costruz ione d i cose occorren ti alla difesa mi litare terrestre e marittima , q ua li : opere di fortificazioni,

impianti ferroviari, telegrafici, telefonici, ae reonav igazione, semafori, produzione degli stabilimenti, risultati d i espcrienz.e e di ritrovati scientifici, sempre in qua nto siano d i ordine militare; 4°) Reclami o ricorsi o domande attinenti a mig lioramenti o in genere alla carrie ta 1nilitare, terrcslre e marittima, ai congedamemi di classi o rli categorie, ccc.

Una delle antiche porte di Noto

suo ter ritorio, come uno Stato indipendente. Nel l'864 <l. C. divenne una de lle fortezze più importan ti degli Arabi i n Sicilia e fu l ' ultima a cade re, nd 1090, ,sotto il potere elci Normanni. Ne l 1282 si ribel lò al dominio Angioino e passò agli Aragonesi. Ebbe un:, parte notevole in sanguinose contese fra pole nti famig lie siciliane . N . appa rteneva ai Chiararnonti, fautori degli Angioini, quando i parti~ giani degli Aragonesi la assalirono, la presero e costruirc,no una torre per d ife ndersi dei vicini Avolesi: q uesti, assediatala, se ne impadronirono. Nella guerra d'Olanda, del 1674-1679, fu impo rtante punto strategico per la fornitura di uomini e di viveri a tutto il 1nezzogiorno, e per la · fortezza Datura le del luogo in cui snrgeva . Oggi è sed e del 105° d istretto militare .

Noto. (Val d1). Reggime nto d ; fo ntcria del regno delle Due S icilie, costituito in Sicilia nel 1734. Du rò sino al1·anno 1799.

Notre Dame. Gri<:lo di g uerra d ei mar inai d elle navi da guerra [rancesi del med io e vo. Notte (Operazioni notturne). N ella guer ra Mond iale, per la semp re maggiore po tenza e g ittata del le armi, e più ancora per lo sviluppo dell'aviazione, che tutto vede e ovunque penetra, sì è avuto un aumento dell 'importanza del le operazion i notturne . I movimenti no tturni rappresentano una <lelk varie n1oclalità con cui, oh re ad atte~


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nuarc le perdite per la terrihile micid ialirà del le arm i, può riuscire ancora possihilc la ricerca e la attuazione d i qnel sommo principio del\ 'arte della guerra che è la sorpresa. Di notte I "aviazinne , se proprio non vede annullata la sua potenza, deve limitare la sua azione al bombardamentn co n apparecchi appnsiti, e rivolgerla contro obbiettivi di ampie dimensioni e di grande importanza e vulnerabilità, sa lvo a ricorrere a speciali mezzi illuruinand , e a volare .i guote poco elevate : il che non è sempre possibile. ln lontananza dc! nemico il movimento notturno delle grand i unità è normale; in vicinanza, j movi1ncnti. continuano ad eseguirsi preferibilmente d i notte finchè possibile. Allorchi: sì compiono ma.cie di none, le distanze fra g rosso e avangua rdia e fra g li elementi di quc~ta, vengono sensibilmente ridotte. L.a vigilanza dell'aviazione si esercita specialmente med iante accurate rjcognizioni com. µiute nelle ore diurnet J>roscgucndo cccezionaln1ente .anche nella notte . li nucleo di esplorazione vicina va, nel giorno precedente e prdcribilmente all'a lba, a<l occupare lince o pun ti determinati del terreno, specialmente passaggi obbligati, vi sosta, occultandosi, disposto in guisa da costituire copertu ra alla marcia della grande unità cbe si· compie nella notte successiva; riprende poJ distanz::1 , secondo gli

ordini che avrà ricevuto, al sopraggiungere <lcllc colonne. Talora può convenire di rinforzare il nucleo esplorante con altre unici, (fanteria ·auloportata e artigl ieria leggera). L'avv icinamento, in terreno •]ibero, di l'egola si co1npie di g iorno; può essere eseguito di notte l'ultima fase di esso. Quando ciò si verifica, si perfeziona durante le ore notturne l'organizzazione dell 'atcacco _pe,r poter iniziare q uesto su lle prime ore d el mattino. l carri armali devono essere portati, in caso dì _posizione siste mata a difesa, a distanza d 'assalto della posizione nemica, sotto la protezione della fanteria, per .v ie coperte e col favore dcll 'oscnrità. li combattimento di notte ha caratteristiche tutte proprie, dato che il movimento nell'oscurità è reso laborioso e lento per la difficoltà d i orientarsi.· H fuoco a distanza si può eseguire soltanto con armi ad installazione molto stabile, e dopo aggiustamenti fatti di giorno. Le altre anni da fuoco non giovano che a brevissima dista nza, quando sia escluso ogni equivoco. I mezzi di offesa p iù sicuri sono la baionetta ed il pug nale. Essendo scarsi e poco efficaci i mezzi per neutra lizzare l 'avversar io, occorre cogl iere q1Jcsto all 'imprevista. Perciò il rnmbattimento nell'oscurità presenta questi caratteri : da· parte del \ 'attaccantè, cauto avvi.

cinamento sino a distanza d'assa lto, seguito dall 'urto di sorpresa; da parte de l difensore, vigilanza continua, pronta esecuz ione , li ftiochi predisposti, ferma resistenza delle foncerie seguita immediatamente da vigowsa e ordinata reazione. L'aviazione può osservare ed offendere, di notte, irr.pieg~ndo speciali mezzi illuminanti, e volando a quote non elevate, come si è detto sopra. I carri armati non trova110 i rnpiego. L'osservazione cerrcslrc si riduce alJ ~avvi stamento di segnali l uminosi, al controllo dei tiri su bersagli rilevati di giorno ; ad una difficile cd incerta sorvegli~-u1z.a, entro breve raggio, ddPanda1nento del le opcraz.ioni. I collegamenti riescono · assai difficili, poichè mancano <iella loro- base fondamentale: continuità dell'orienta111ento sul terreno e sugli eventi. Del primo non si ha che il rièordo; dei secon°di si riceve un 'eco quasi sempre fa llace. Perciò lo studio preventivo del terreno e l'organizzazione dei collegarnenti debbono essere curati al n1aisimo. L ·attacco nell'oscurità non è per regola da eseguirsi su front i molto vaste. Esso ten<le in geQere .a compensare , cnn la sa ldezza e il buon addestramento del le fanterie, ,u11a troppo .scarsa disponibilit..\ di artiglierie, d i mezzi aci:ci e

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rii carri armati. Può anche essere im posto dalla necessità d i evitare, dopo la battaglia, una sosta che comprometterebbe il pieno sfruttamento dd successo comeguito. Può infine essere utile come azjone fJrcliminare ad una battaglia da svolgei si il giorno dopo,; in tal caso i tempi debbono essere pre ve ntiva.mente valutati con la massima ap•

p rossimazione possibile, mentre nel caso di operazione a sè stante con.viene calcolarli p iuttosto con larghezza. L'operazione <lcv~ essere organi:z,zata con i criteri indicati per il caso generale, cui si aggiungono speciali misure tendenti ad ottenere, nonostante le particolari d ifficolt à, segretezza, or<line, coesione. La truppa deve essere ad<lestrata a muovere cd agire nell'oscurità, anche su terreni accidentati; ad attutire ogni

rumo re ,

ad occultare ogn i

luce, a gettarsi a terra appena in vestita dalla luce dei proiettori propri o nemici; i vicini debbono fare altrettanto senza attendere <l'esserne investiti a loro volta . La giusta iniziativa personale, la n1assirna disciplina, l 1orientàmento intu itivo , l'ardire, debbono essere accuratamente sviluppati. Ricognizioni 1ninutc del .terreno e del! 'avversario vengono eseguile prima d i giorno e poi d i notte, con ogni precauzione, dai quadri delle un ità destinate ad agire . Gli itinerari da percorrere vengono cont.raddistinti da segni convenuti; guide capaci sono assegnate alle varie colonne. Segni di riconoscimento debbono essere a<lottati insieme con ogni altro provvedimento atto ad evitare equivoci. Il numero n uoce in genere alla buona r iuscita; la densità non deve superare la m isura sufficiente per ottenere coesione, reciproco orientamento cd azione <ii forza sul punto prescelto. Gli obbiet.tivi debbono essere nettamente indicati e sicura1nente riconoscibili; può essere utile illuminarli a trattt con i proiettori , purcbi: con ciò non si frustri la sorpresa. Gli orologi tutli (e non soltanto quelli degli ufficiali) debbono essere regolati su quelli del comando, anche quell i delle unità di artigl ieria e di ogni elemento che abbia a partecipare dirnttamente od indirettamente all 'ope1·azione. La preparazione ra.ran1ente comprende azio ni p re~

liminari di fanteria; finti attacchi su altri tratt i del (ronte clifficilm<:ntc traggono in ir:iganno il ne1n ico; se si decide di attuarli, occorre condurli con tutta verosi1niglianza, sia nell'insieme sia nei particolari. La prcparnione di artiglieria può essere svolta soltanto su obbiettivi noti e ben determ inat i; deve ad ogni modo essere estesa ad una parte molto più vasta del tratto che si v.uole attaccare, per non nuocere a lla sorpresa. Se gli avversari sono da tempo in presenza cd a breve distanza ,' la preparazione non deve uscÌJc dal qua<lro della brdinaria attività d'artiglierie, d i mitragliatrici, cli lanciabombe, di pattuglie, salvo in casi ln cui, avendone i n1.ezzi, no n. si sferri su vasta zona un fuoco soverchiante, che tolga al nemico ogni possibilità d i reazione. Quan_d o si debba percorrere una certa d istanza prima di giungere sul nemico, k formazioni a ffiancate sono le p iù conven ienti;. gli uom ini di .testa tengono la direzione verso punti visibili, o lungo linee ben m arcate; gli altri seguono evitançlo all ungamenti. La massa tuttavia deve essere articolata anche in profond i.tà; ogni scaglione si circonda per propr io conto di m isure di sicurezza a breve distanza. Negli spaz·i intercedenti tra una frazione e l'altra si fanno m\lovere pattuglie per assicurare i l collegamento. Giunti alle piccole distanze (quando cioè da un momento all 'z ltro si p uò ud ire o vedere il nemico od esserne ·uditi o visti) i reparti avanzati si spiegano e procedono pronti all'u,~o. In caso di rcci pro_ca sorpresa, ogni esitazione è estreir1amen te dannosa; occorre assaltare sen• z ' altro; le baion.ette debbono perciò sempre pattarsi inastate. I ri nca lzi .'>i spicgann ~!quanto più tard i : in genere

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NOT

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quando i reparti avanzati stanno p<::r assalt are; al momento d i impegnarsi scava lcano i reparti antistanti e penetrano. o si afforzano in posto a seconda della situazione. La riserva, se c'è, avanza anch'essa in ordi ne chiuso , secondo la d irettrice nella quale si preveda, o si intenda compiere, lo sforzo decisivo; /: d ifficile e pericoloso cambia re questa direttrice durante razione. In operazioni siffatte il miglior partito è quello d i attuare con pert inacia il p iano prestabilito. L'appoggio dell 'artiglieria non può esplica rsi cont ro o bbiettivi vicini alle fanter ie propr ie ; prekribilm,:ntt . a l termine della preparazione, l'artiglier ia isob ~ol fooco

parti più vicin i contrassaltano senz'altro all'arma bianca. Quando possa esdudersi ogni eq uivoco cd ogni pericolo per i propri vicini , il contrassalto può essere preceduto <l'l breve ma intenso lancio di bombe. Qui. come ovunque, previdenza e d isciplina, o rdine e coesione sono i più sicuri fattori d i resistenza per i l difensore. Quando s i conrn.

di effettuare di notte lo scavalcament<> o la sostituzione, la posizione di attesa può essere scelta a ridosso dei reparti a\'anzaci <ll prima schiera; di giorno il terreno consi• glienl n ,·olla a volta una linea pilt o meno arretrata . Questa dovrà avere sbocch i n umerosi e coperti vers<, le

la zona che si intende attaccare e conquistare . Se questa

truppe antistanti . La costituzione si effettua durante una

i: mo!to profonda, il fuoco ne isola dapprima una por• i ionc e \·iene spo:staco poi gradatamente, dietr~) richiest.1

., osta . preferibi l,ncntc d i notte; se è ·possibile, sopra una

della fanteria. In caso d i sosta o tli insuccesso !"appoggio si muta in protezione. La con trobatteria a$surnc in gc~

delle armi automatich<: e della artiglieria. in si nte::-i ~i può dire che gli att~cchi notturni ~onn

linea ben derinita. e p rolctta, ove necessario, dai fuochi

nere un certo sviluppo soltanto in terreno organjzzato.

possibi li, non solo, ma. in certe s ituazioni. opportuni s pe•

L'interdizione precede e completa l'azione di isolamento esercitata dall 'appoggio. I pezzi per fonteri:t trnvano utile

cialmcntc per operazioni d i limirato raggio, perchè agiscono sul morale dei difensori, fra i quali il panico può

iinpiego nell 'afforz:unento delle posizioni rngg!unlc, spe-

propagar~i e determinare grave scacco_. anche per il fotto

cialmente quand,, sta per spumare l'alba . In caso d i riu scirn, il riordinamento e lo sfruttamento del successo sono assicurati dalla prevent iva scelta della linea su cui la fanteria deve sostare e dalla i nd icazione dei successivi obbiettivi da conquistare; in caso d i insuccesso, il ripiegamento è fof!to .;;u posizioni e secondo itine rari e modalità prestabilite. Il ripicgamenr.o ba luogo, se si può, d i

della difficoltà di oricmamento nell'oscurità, e dell'impressionabilità maggiore che ingigantisce i pericoli. Chi i: attaccato non può fa rsi un giusto concetto ddl'cntità delle offese e delle di rezioni tla cu i esse provengono; il che. oltre a rne,1onnrc la efficienza combattiva delle truppe, paral izza, in m aggio re o mi nor Jnisura , il f unzionarncnto dei comandi e~ d i conseguenza , la potenza reattiva. Notl sono poche però le difficoltà a,1chc per chi attacca. Da ciò la necess ità d i intensificare le es~itazioni notturne, allo scopo di addest rare i reparti a 1lcrcorrere di notte, con o senza luna determinati icinero:.ri su comunicazioni se tondarie n fuori strada, svolge ndo {lnche in condizioni d i d ifficile visihi lii.\ atti tattici, soprattutto offensivi, ai fini dell'addestramento delle eruppe per tale pa rt icolare scopo. Perchl: tal i istruzioni conseguano effe ttiva utilità, è neces~

11uttc; ciò sarà possibile specialmen te in 111ontagJ1a, dove la

grande capacità difensiva delk posizioni consente d i prolungare la resistenza e limita considerevolmente il valore della pressione avversaria. Quando si prevede di c!ovcrsi d ikndere da un attacco cli notte o con nebb,a, accorre wiluppare al massimo grado tuue le misure tendemi : a) a conoscere in tempo le intenzioni dcli 'avversario; b) ad attivare esplorazioni, rico-

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gniz ioni ed osscrvaz.ioni: e) ad avvistare e segnala re con

sario che siano svolte con metodo e progressività, onde

la mass ima rapidità ed esattezza ogni tentativo di sorpresa (illuminazione de! campo di battaglia, vigilanza e segnalazioni d i allarme); d) a mettere i n atto i mezzi di reaz ione predispo.,t i per un intervento immediato cd efficace (tiri d i protezione, fuoco d i mitragliatrici e -d i lanci"• bombe , contrattacchi); e) a sferrare, in caso d i sicura previsione dell'attacco. una conrropre parazione capace di

affro ntare e superare g radualmente le difficoltà; e che la

stroncarlo.

In buone cor,dizion i d i visibilità il nemico, non appena segnalato a d istanza più o meno grnnde, può essere sottoposto a concentramenti d 'artigl ieria (zona lo ntana) cui si agg iungo ric, successivamente i tiri della fanteria (zona ravvicir1aca); vi e tempo così d i logorarlo progressivamente e di arrestarlo pr ima eh 'esso venga ali 'urto. Ma nell'oscurità (come nella 11<:bbia, o nella foschia, naturale od artificialmente prodotta), il fuoco deve lim itarsi a sviluppare prontan1cnre una p rotezione den.sa e continua sul dinanzi della posizione di rcsistcnz<1, non nppcna sia se. gnalato l 'approssunarsi <lei nemico. Per questa forma di protezione le direzioni di ciro obl ique sono utili e prcssod \<Ò indispensabili ; occime quelle ~l 'infilata . ,,\.d ottenere q uesto scopo debbono tendere, ciascuno per le armi alla sua diretta dipendenza, tutt.i i coma ndant i, d a quello dell:i divisione a quelli dei singoli plo toni di fanteria. Tutte le

loro organi7,zazione sia curata nei p ili

se ma le pred i~poste e

mi1,uti particolari:

rriale o rganizzate conseguirebbero

risultat i ncgati\·i, e perc iò militarn1e nte dannosi . Fattore essenziale per g iungere a risultat i positivi, è la prep~i.-razionc morale de i reparti : la fanteria che s i c imenta di nouc de\'c essere animata <la pote nte spirito tiggressivo.

avere piena stcurezza e fiducia assoluta della propria superio rità sull 'an•ersario. (V . anche focamiàata). Collegame11ti 11ella notte . 1.1 materiale più idoneo pci collegamenti notturni è <1uel lo a filo : cioè i telefon i ed i td egralì . Radio e mezzi acustici d i 11ottc hanno portata m:tg-giore . Dei collegt1rncnri or.tic i . i sol i utilizzabili sono i fari ed i riflettori .

Maràc ndl" notte. Prima della guerra Mond iale tali marcic erano considerate pre:-:sochè eccezional i. Oggi invece

o l'azione-cli forza da parre dell 'avversar io sono tali che

si tende a considerarle nor mal i. La presenza dell'osscn·az1one aerea . come abbiamo detto, ha indotto a far pre va lere il va ntaggio di sottrarre alla vista ed all'offesa d tl ·n<:inlco i propri n10\'imcnti 1 anZichè a far evitare i rnolri danni che derivano dalle maròc notturne. Iufaui la -truppa perde le 1nigliori ore del riposo. con grave d isagio fisico~ tlifficoltoso i: l 'orientarsi cd il riconoscere itinerari ; arduo 'il problema dei col lcgamenlt l ra le colonne in movimento ; assai complicato diventa il problema dell'esplorazione < cieli~ sicurezza. La luna può essere d i <1ualchc au,iliq: ma Lt sua prese nza r..: saltuaria e precaria . Nfarciando rii no tte conviene ridurre b velocità dell 'aiu!atu ra (2/ 3 · de'Ha

egli rlcsca a penetr:-1rc nel la posizio ne d i resistc11za. 1 re-

norm;:tle): bisogn:1 p rocurars i buone guide. or~cntar~t cou

armi ~ 9uar1do non siano impegnate, debbono essere tenute

puntate e pronte a far fuoco nella d irezione ;tabilita per c iascuna, in 1nodo che l'insie n1e costituisca barriera con tinua. e pcrci~ difllcilme~~c sormontabile_ Se la sorpresa


Nou

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le ,tclle e le bussole, fermarsi frc<1ucntcmc11tc per riposi brcvissin1i, sorvegliando cbc nessuno rimanga addonnen-

iato in terra; ·impiegare pattuglie o ciclisti pei co llegamenti ; lasciare indicazioni ai bivì, che insegnino la buona via a chi segue; far marciare anni dlffcrenli p<.:r it inerari diversi. l n monragna rurw ciò è anLor più d ifficolto$O e

richiede maggiore pteparnzione. Quando il terreno è sco sceso, roccioso, coperto di neve, la marcia notturna in rnontagna assmnc aspetti veramente pericolosi.

.,.

Nouart. Comune d ella

Nòu

e in disordine verso Chan1py e per la strada di Stenay. I.a comparsa delle truppe s'_assoni presso N. aveva già indotw il generale dc F ai lly a sospendere la sua marcia verso la Mosa cd a schierare la d iYis. Lcspart della colo nna · d ì dr. , protetta dalle sue artiglierie, tra Bois des Damc::s e Champy. Ma il hreve cenno offensivo dei F rancesi s i arre$tÒ 4uasi subito, ce:, ii principe, g iu-

d icando raggìun,to lo scopo delFrancia,

nel d ip.

delle Ar-

dt"nncs .

Combattimento di Nouart ( 1870). 1\ ppartiene alla guerra Franco-germanica. In seguito ;,gli ordini dati dal principe d i Sassonia, il 29 agosto, il XII C . d'A. s 'era avvialo

verso N. e la di1•i>. d i cavalleria verso la strada Le ChesneBcaumonr. Il gen. conte d i L ippe aveva mandato innanzi i l 3° regg. di cavalleria , mentre egli col resto della divis. stava aspenan,lo che l'avanguardia del Xli C. d 'A. occupasse N. Quando tale avanguardia occupò il paese, il colonnel!o v. Standfest a\'anzò con 2 sqdr. di caval kria contro le alt ure d i Charnpy e Bois dcs Daines, m a fu accolto d a intenso fuoco d i fucileria e costretto a ritirarsi . In quell 'ora il V C. d 'A. francese avanzava verso la Mosa su d ue colo nne , con la dr , per Champy su Beauclair, e con la sr. da Relval su Beauiorr. Due regg. di cavalleria che erano ,d ia testa del la prima colonna ,wevano "erso mezzogiorno oltrepassato il va llone dd rio \Viscppc e con1ini.:ìav~111u a salire l'allo ra costeggiando i! margine occidentale del bosco da N . Al lora i Tedeschi si , pinsero da N . verso quel bosco e insieme alle batterie ddl 'avanguardia presero a tirare contro gli ussari e i cac~ ciatori a c:1.va llo francesi, che s i rit irarono frcttolosarnc nte

la ricognizione. non fece più o ltre prosebruire 1·attacco e verso le 3 del pomeriggio d iede ord ine d i disimpegnarsi. Le perdite ammontarono a c irca 300 u01nini per parte, 1na i F rancesi e bbero circa 3000 sbandati ry prigionieri .

Nougat. Vedi M.S.T. Nouilly. V. Bomy.

Nourrisson Pietro

Nourrìsson (l'ieti-o) . Generak francese, 11. nel 1862. Freq uentò la scuola d i g uerra e divenne colonnello nel 1914, entrando in g uerra come capo d i S. M. del IX C. d'A ., che partec i'p ò alla battaglia della Marna-. Nel 1915 fu pro1'1osso generale d i brigata cd ebbe il comando della 39• divis. combattendo nel la Champagne e a Verd un. Nel1'ottobre 1916 assunse il com ando del XU C. d'A. e con esso, nel novembre 1917, fu inviato in Italiai rjmancndovi lino al rnar.w 1928, quando fu sostituitò da l gcn. francese Grazia ni , <lopo di avere partecipato a combattimenti ncll' Altip iano d i Asiago.

Combanimento di Nouart ( 1870)


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N GV

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!Ilova Bvcka (o N. Br1clika). Borgo della Jugoslavia, sulla dr. delìa Sava, alla conAuenza del fiumiciattolo Brcka. Comhaltinumto di Nova Brcka (r878). r\pparlienc alla campagna austrjaca nella Bosnia. Gli insorti avevano

CO·

struito due ridotte a ovest del paese: essi erano in nu mero di .:irca 2000. · li 17 settembre, gli Austriaci avallzarono su ,re colonne : la principale dal villaggio di Goritza (3 bgl. e r / 2, 1 sqd r., I btr.); altre due lungo la vallata del Brcka, ossia la colonna Prybila (3 bgl.) e la colonna Budicl1 (4 bgl. e 1 btr.); infine un distaccamento che !Jas,Ò dalla sr. alla dr. della Sava (2 bgl. e T btr.

"" ,<'<

~·~·

Nov

Santn Maria; intìne la terza:- co111J.1h.fa.ta dall 'aiutantc gc:11c-

r:1lc Lc:1~on1be, aveva ordine di dirigcn; i verso !e montagne dcll'Arpon, allo scopo di proteggere Ja ritirata .in caso

di bisogll'J. li posw di Santa Maria fu preso dopo viva rcsistcnz,1. Fournìer :1ggir~ ii paese di 1V. e arrestò i socco rsi che

venivano

da

Venans ai

Pìernootcs i,

quali_

rimasti accerchiati, abbassarono le amJi", dopo aver tentato rnvano di aprirsi la strada con la- h~ìo,Ì etta.

Novaliches (Emanue/~ Pavia y l.àcy, 11wrchese di). Generale spagnuolo (18,4-1896). Sòttot. di fameria nel 183~. partecipò alla guerra civile, distinguendovisi grandemente,

rli modo che nel 1840 diveniva m,iresc . di campo, agli ordini di o· Donnel. Emigrato nello stesso anno, cornò in p,wia per !"amnistia del 1843 ed ebbe co"11e generale il comando di 1111a <livis. conrro .il governo ,d i Espartcro; fu poi capitano generale della N avarra. Divenuto ren. generale nel 1845, fu no1ninato ministro della guerra, ma su bito rornò al capitanato generale in Catalogna. Esone rato ,~alla carica pcrchè accusato d i mitezza contro i ribelli Carlisti , to rnò presto in auge come direttore generale dell"crnna di fanteria. l\/el 1853 passò alle Filippine come capit~u10 generale, dove dornò l'anno seguente una. 111surrcz1onc. Tornato in patriat fu n1esso d i nuovo in di ...

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per non ave.r voluto prestare giuramento al re Amedeo d i Savoia: quando questi abbandonò la corona, i l N . aderì al regno d i Alfonso e poco dopo passò a riposo. Scrisse: ,, Memoriale sopra la guerra di Catalogna » e e,: Disposizioni vigenti sopra i fogli di servizio ~~pane

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Combattimento di Nova Drcka ( 1876) A A, ridotte dei Bosniaci 1

al comando del col. Blaschkc) e andò ad unirsi alla colonna principale. In tutto gli Austriaci erano 8000, al comando dd gen . Frochlicb . La colonna principale spiegi, ,·erso mezzogiorno le sue forze contro una delle ridotre, ben difesa dagli insorri. Le ;ilrrc dut: colonne furono assai ritard ate nella !oro 111'" ·eia, sia dalle d iff,co!tà del terreno, sia da tiratori nemici annidati qua e là a p iccoli 1;rnpp1. Soltanto verso le 16 il gen. Frochlich potè scorgere in lontananza k truppe del Budich, e ordinò !"assalto. La ridoua presso a) fiume fu presa. Verso le 18 il col. Budich potev:i attaCCàre a sua vòlrn , è gli insorti si nti~ rarono abbandonando il paese. Gli Austri,1ci ebbero 46 m. <: 155 feriti.

Novalesa. Co'lnIJÌt' in Prov. di T orino. Comba1tùne11to di Novalesa (Jì95)- Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. li gen. Pougct, allo scopo di mettere ia linea d i difesa del Moncenisio al sicuro da ogni sorpresa, risolvette di rigettare il nemico al di là del paesello di N. Il 14 ottobre ' ì95 furono impiegati in 9ucsta impresa 6000 u . Pouget li divise in tre colonne, prendendo _personalmenre :I conf ndo della pri'."a, che do: .,,eva marciare fra le due altre, ccl attaccare 11 ne,rnco d1 Ironie. La seconda, agli ordini del gen. Fournier, doveva girare· dietro i.a montag na di l\fontpensier e prendere l 'avvu,ario alle spalle per l,1 posizione de lla Cappella di

Novara. · Ciuà del Piemonte, capoluogo d i provincia . Campo d'aviazione, sede dc) comaodo della 2• divis. territoriale e del 24" d istretto militare. È di o,iginc molto amica; nel 90 a. C. divenne colonia romana e (u ascritta alla tribù Claudia. Soggiacque alle vicende del l'impero romano per l'invasione dei pri mi barbari e poi dei Longobardi. Durante l'epoca delle libertà comu-

nali partecipò attivamente alla Lcg~ Lombarda. Le lotte Ira Guelfi e Gh ibellini anche in N. furono causa <li spargirnenlo d i sangue. Per difcn . Stemma di Novara dere la città dalle aggressioni <li Pa~·ia, il municipio di N. dovette ricorrere alla protezione dei Torriani, signori d i Milano, poi a quella dei Visconti , che durò tino 111 ,449, quando parve per un momenw che N. dovesse diventare sabauda. L'll giugno del 1495 fu occupata da l duca Luigi d"Orléans, che un mese dopo vi fu . ~ssediatri dal duca <li Milano, il quale ne rii'nasc padronç. ·Nel 1499 fu ripresa dai Francesi, e ntl 1500 Lo dovico il Moro vi fu (atto prigioniero. T redici anoi dopo in altra battaglia presso N, Massimiliano, figlio del Moro,

ehhc una effimera rivincita sui Francesi; poi venne il malgoverno degli Spagnuo_li, i qua li, volendo trasformare la città in piazzaforte, distrussero parte dei sobborghi . Cadu ta fin dal , 707 nelle mani di E ugenio d i Savoia; comandante delle truppe austriache, col -trattato d i Utrech, dcl l"r r aprile 1715 fu assegnata alla casa d'Austria. In seguito alla pace di Vienna (1735) fu ceduta a _Carlo Emanuele III cd entrò a far parte degli Stati Sardi,. dai quali fu nuCJvamente staccara nel 1801,' dai Francesi che 1'ag• gregarono alla Repubblica Cisalpina e successivamente a quella Italiana e poi al Regno <l' Italia, di cui seg11ì le 1

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dotto da En rico in Italia, non v idero nessuna possibilità di res istenza. La sola N ., che osò chiudergli le pom: ' in faccia. fu presa e n'ebbe in puniz ione c::crratc le n1ura. Ili. ..J;m/ro di Novara (1449) . Appa rtiene alk luue per la conquista del d ucato d i Milan o . La notte del r9 marzo 144<J. roon uomini scelt i condotti dal duca Lodovico d,

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CITTA

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Sa,·01~1. collegato coi Milanesi avanzando fra le cenel)J"e scalarono le nrnra d i N. occupando in parte la città; ma la renwne p ron ta degli Sfo ,·zeschi c dei c ittad ini val,e 1

a far fallire la sorpresa e le milizie del duca, dopo al.

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cune fa;;,.ioni ne i dintor ni . furono costrette a ritirarsi.

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l \!. As.«·dio di Noum-a (r495) . Appartiene a lla guerra per il possesso del Ducato di Mila no . Dopo la battaglia di Fo rno,·o I 'e,ercito sforzcsco•vcneziano si portò ad assediare N. La città e ra d ifesa da Luig i d uca d'Orléans, co11 una guarni~ionc dt 5000 fanti e 500 cavalieri: l'esercito ~~:--ediantc . <.:otna ndato da Lodovico il Moro, a.scendeva ::i 41 .oon u . Il duça d'Orléan s, fidaodo nel la ricchezza e fr-r.

tilit?t della pro\·incia

Pianta Ji Kovar::t nel secolo X VI

I. Bau aglia di Nuuara (70 L). App a rtie ne al la guerra civile scop piata alla morte de l re lo ngo bar do Cunipe rto nel 7 0 0, tra il s uo successore Liu tpcrto , d i lu i figlio ancor min orenne , e suo cugino R2g inperto, duca d i Torino. che p re te nde va il trono pe r sè corhe iig lio d i Godo pc rto, tra· dito ed ucciso Lfall ' usurpato rc Grimoaldo . Radunò adunquc Raginpcrto un grosso esercilo, e, messosi i n 1n arcia alla vo lta d i Pav ia , si scon1rò ne lle vic inanz.e d i N . colle mi liz ie riunite del nobile longobardo Ansprando, tutore del re minorenne, e d i Rota ri, d u ca di Berga mo. Questo solo f i tto d 'ar\n e decise in pa"te la controversia, poicht: Rag inpcrto, uscito vitto rioso da g ucsta battagl ia, occupò la capita le P avia e a ssunse il tit0lo d i re. i\nspran do e Luitpcrto si salva rono con la fuga, ma Raginpcrto non godè a lungo il frutto della su a ,· itto ria. poichè m orì p rim à che tcrm,n asse l'anno, lasciando e rede d el tro no s uo figlio Aripert.o 11.

11. Assalto di Novam ( rn o). A ppartie ne a lla prim a discesa in Ita lia del re d i German ia Enrico V e propriame n te a l secondo periodo d ella lo trn pe r le investiture . Allorquando il re tedesco comparve ne lla Penisola. d u rava a ncora l'assed io d i Lodi : tutte le c ittà gli presta rono o bbed ien za, perchè, data la forza in gente dcli 'esercito con-

1

invece di formare molti magazziui

di appro\'\'igionamclllo in N ., aveva lasciato d ilapidare LJUcll i che ,·i si trova\'ano quando si era im padron ito della città. e intanto l 'esci:._cito della lega era \'enuro ad assediarlo prima che egE ~\\lesse potuto riparare a questo g ra,T fallo . Cosi i viveri cominciarono ben presto a scar-

~eggiarr e più d'una volta [urono uccisi i cavalli per con~umarnc la ca rne ; gli asstdia•nri poi, col · deviare vari corsi d·acqua. (ecero cessare il fun7.io namcnto dei molini ,: pe,· a\'erc il pJne , i dovette ricorrere ai pestelli a mano cd ai molini a braccia. Nond imeno l'Orléan s non pensava affatto ad a rrendersi, e c1uando, il 15 agosro , venne ,krrato un fur.ioso assalto, i difensori [uro no pronti a rintuzzarlo . Ma intan to l'esercito della Lega non si cr~ limitato ad assediare N .; su.c cessivamcnt,· aveva assalito ccl nccupato 1 post i fortificati d ei Francesi in torno alla città, come S. Francesco, S. N azaro e Bo lgari . ta g liando lori> ognl con1unlca1.ione con )a campagna e nello stesso tempo rendendo p rcssoch è inespug nabi li i p ropri accampa menti. /\ Ila tine i d isagi del lu ngu assedio e l 'avvicinarsi della stagione irl\'ern ale fece n ascere d a am bo le pa rti il desi • 1 deno di \'c nire a trattative per un accon10 damcnto. 1l re Ca rlo VIIL che si trovava a T orino, irnposs,bi litato a .soccorrere

hl cirel

per

manca nza di m ezz i . non pen~ava

,+e a trarne co n o nore il cugino . Il 10 otrol,re 1495, a Vercel li, fu stipu lata u n a

allo Sfo rza .

tregua, e

I

la citt,, consegnata

V . Presa di No11a,·a (1500). A ppa rtiene

Francia contro Lodov ico il

::\"ov:1rn nll\•poca dcll 'ai::sedio d(;>l 15 13

Mo ro per

aib guerra della l'occupazione del


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565 -

d u.cato d i M ila no. Perduro il ducato, nel <etternbre 1499, Lodovico il ~-toro riparò jn Ger111anja per cercare soccor~i dall'imperatore. allo scopo di ricuperare i p ropri Stati, " nel febbraio del .1500 ritornò alla testa di 8000 Sviu:eri e 500 Boi'gog11oni che aveva assoldati privatame nte. Senza impedimento occupò Cm110, entrò in 1vlilano e ottenne .a patti N. G ian G iacomo Trivulzi, governatore d i Milano per il re Luigi Xl!, si ritirò a Mortara, d o ve raccolse tutte le truppe regie jn ancsa di soccorsi dalla Francia. Que~ti giunti, chiudeva il Moro dentro N. e ,·e lo as~c· cliava . Gli Sv izzeri che costitu ivano il ne rbo dell 'eserci to sforzesco, sia per la tard anza dei pagan1enti e più ancora per avere il duca negato a loro il sacco delle tcrrt· ricuperate, s i accordarono col Trivulzio e g li consegnaron o Lodovico (che venne i nvl~lto prigione in Francia) e !a Lltt,à.

molto inferio ri a i nemic i, senza ..:.1vallj, knza artig\jcric. esce con i suoi Sviz.zeri jn s ilen zio d a N. e Jj dirige jn ordine di battaglia verso gli acùunpamcnti francesi. Si era concert,1to fra i capitani che jOOu di cS!>l si scagliassero .<opra le artiglierie guardate dai Lanzi, cd i 3000 restanti colle picche alte tenessero m rispett,) gli uomini d'armc . Tra il buio, inte rrotto so lo dal fosco chiarore delle cannonate, fu fur iosa la resistenza dei Tedesch i . A lla fine, c.;s~ci~do state p rese dagl i Svizzeri Je artiglierie e rivof1c ,:on1ro dii le d ifendeva, tutto il campo non fu che ùn:i :') t.:en~ confusa di strage e di fu ga . La cavoileria francese . senza nep pur te ntare la sone delle anni, si diede vergognosamcme ;11la fuga riparanc!o o ltre la Scsia. La bat• taglia era d urata circa d ue ore. Le perdite degli Sv izzeri furon~ di 1500 u., que lle dei nemici di circa 10.000.

11 comhattimento di Novara del

VI. Htillaglia di N ovara ( 1513). Appa rtie ne alle guerre di Fr,rncia pe r il possesso del ducato cli Milano. li duca Massimi liano S(orza, figlio d i Lodovico il Mo ro, "'·na inut ilmente cercato aiuti per r itogliere a i Francesi ] 'eredità pal!erna, e nd J5 J3 <:rasi riclortn con alcuni bgt. ~vizzeri in ,V. dove Fr an cesi e T edesch i 1 ;ig li Ol'Òini del Trém ou ille e di G ian Giacomo Trivulzio, lo tenevano a:-:# se<!iato. La g uarnigion~ d i N. cn1 stata rinforzata da a lcune bande svizzere ed il 7 giugno doveva giun gere un altro nucleo d i sold a ti al coman do de l capit,1110 Al1osasso. I Fram;esi, avuta notizia dei ri nfur·~i g iunti e <li qoelli preannunziaci e non volendo trovarsl fra due fuochi, c re dettero pn.idc nte allo n tanarsi dalla città. il dic fecero per d ue miglia. circa. Allora Mottino, uno dei capi!?.11i, t: forse il ~apo, degli Sv izzeri ch e erano in /\l. , .,;hjamatc a raccolta le truppe, le incitò ad assalire il nemico. senza .attendere_ altro soi;corso, per non d iv idere ,0!1 ~Itri !a ~;br~~1 de]h \'ittori:1. T rovato pieno assentimento nei so ldati . .,ubito dopo la mezzano tte del 5 ~iugno, con forze

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1821

Dei T edesLhi fu ufcisa la maggior parre nei combattere, dei fonti francesi e guasconi rin1asc mon.a l.:t maggior p:utc nd iuggire; ..s i sa lve) quasi tutta la c;-1.\'alkria. Furono bottino di guerra i carriagg i, 2:2 pezzi di grossa artig lieria ed i cavalli destinati al loro traino. >lcl fu ro re della m ischia, quand o la vittoria <;ra o rmai sicura, ]~ideatore ddl ·auclace im presa, il capitano Ma ttino, cadde con--: hl gola squarc iata da una picca . D ~po la d ii. fatta ì resti del I't~l'rcito f ra11cest..·.,' :,u raversatn il Pie mo nte, passarono al d i là d <:i monti. ' Vll . Co111batti111c11!0 di Novara ( 182 1). Appartiene Jt moti Losti t ~nali scoppiati nd P iemonte . Le truppe che ;1vc,·a110 aderito 3Ì moli, ~oncentr::ite3Ì presso N. ne; bosch i l~11go l'Agogna il 7 apri!e. mo~scro (c irca 3000 u. } verso la c irt:'.i la rnattina scgucnlc , a~li ordin i <lcl magg . generale Regis . In aiu to delle forze picmomesi (gcn. Della T orfe) che non aveva no aderi'to ai moti. erano interventnct ruppc a u~lriat:hc :1gli ord ini del gen . Bubn:i. :-\ ;)pena i Cr,-


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stituzio11ali furono d a1·anti al sobborgo della Cittadella. i Piemon'tesi apersero un fuoco d· artiglieria e fucileria, rncnt rè sulla dr. ' d ei Costituzionali comparivan() reparti au~triaci . . Lo scambio del le fucilate fu breve , chè, avendo i Costituzionali compreso che la partita era perduta, si riti•

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fra il Ca\'O ,Bassi e la !Jicocca, con tre divis. in x• linea (1 °, 2• e .3') e due in riserva (4• e divis. di r iserva) die tro le a li. La brigat:i Solaroli fu · posta a guard ia del I pon te suì Tcrdop pio, · sulla strada di Milano. li comanda'nte pien1ontese, con tale schieramento. intende va restare sulla difensiva al principio della battàglia, allo scopo di ro ,;,perc l'ascendente morale del nemico · dopo i l successo d ì Mortara, e p assare poscia al la controffensiva , sboccando dalla Bicocca con le truppe •tenute in riserva. L ·ala cl,. e ra formata dalla 1• divis. (Durando) d ispo·sta in due schie r<>; il centro dalla 2" d ivis . (Bes) la quale doveva so lo trattenere e respingere l'attacco austriaco , l'ala sr. d alla 3a d ivis.. (Pcrronc) d isposta a cavaliere della strada Novara-Pav ia, presso la Bicocca. In 2a linea, d ietro !"ala d r., a breve d istanza dalle mura dì N., tra la strada d i Vercelli e q uella del Torrione d i Quartara, e ra a mmassata , la divis. d i ·riserva (duca di Sa~ ia) e dictm l'ala ,r., fra la strada Novara.Pa via ed il cimitero. di S . Naz7.aro, stava la 4" divis. (duca d i Genova). A p rote_zion~ d el fianco sr. ,.e,a,, anche., come {i è <le tto, la brigata Solarfli. _'•.I Il marcs.:iallo Radetzky, ~opo Mo rtar,a, restò indeci·59 e

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r/.&lfQ:1i;l ·-:•-pls:~ino\ l!,_,;Ji ,,;; ·;-,i ·:,: , · t_VItL ~onre.~:/!~~11(

,l'r;~1itìp.t f ~o~; '.s ti) teri .~~~1 .lhse'.', "' r~ser.~a . '."entfe d iresse i l 1V corpo vers_r, \'.ercelli. '}llc ., ·

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Jq_ Ales,;-a 'nd f,ia , ·e)t altro cqJ· •Ca·• ~

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trt:na w e,lne ad ' 1mpegnars1 . 11ella lott,l s contro la . 3_ _d + ,s :

c,l\C nu~c1, qopo alterne vicende~ a contenere I re1tefat1 ., a,ttacch i nemici, sicchè la situazione · del Il corpo austdaco

Nòva,·a , (2 4 _luglio i8:!l). F'r~ Sar . ·, si foce be.n presto c ritica, essendo le altre truppe (tr~pne d~~n3:_da unrt·. t~.t~; . ~ u.stn a'. Pr~s_s,'.'a e Russia d ~ll altr~ , quelle del .1ll corpo) distanti ancora parecchie ore Jdal pet I o~~u p~_z•~?-e. . d uq.a ,lmc,, .m,litare negli S t ar_, ~a,d 1. c:un po di battag lia . T uttavia l'ostinato generale D' A{pre 0 0 0 • In, . n<im~ e co~lormeme nte a o0 l 11npc , • , I· I • f ecero sempre ptu -- vtgu, .:.•::· · • . • ,,·\·, ,.. , . o :u '°:cncrah. delle , po . contanuo 1 suoi attacc u~ e 1e s1 1

te;i:i,ze•·:_ab!<:àte;_·. _un corpo. d 'es<,rclto , austnaco di 12 m ila uom:111. '.' dest1,1? ~ . : ~an lrnere·. con t ~uf!pc sarde la tranquillità, d \'l ,)1'e giio, occupando la lmea nuhtarc: Stradella-Vogh~t::i-:J'or{oÌ:ia:A Jessandria-Valenza.Casale-Verccllì. Si conviene 'p·~divis ,.,oriamente che l'occupazione ~ustria,ca duri

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firlo a l' SètterÌ1,Fr l: , 2 2 · •' .,· · IX .. Biwag~it, .di' Novara (23 marzo 1849). Appartiene aÙa ;_ç~6jp,ag-9-3; ~cl 1849 per l ' indipcnden z;a d'Italia. Dopo Pi~y.~~i~so il gcn .' Chrzanowski, comandante in càpo 'dei ·Pie montesi, decise di racwgliere· nm e le forze attorno a N., per d arvi battaglia decisiva, e schierò t 50.000 uomin i di cu, disponeva sopra una fronte di 3 km .,

<lfJb.1-ortara,

ros i e persiste nti; egli riuscì infine a fare indietreggiare in disordine'' <lalla Bicocca la divis. Perrone, che a v<,va ·a ~u to ucciso il suo eroico comanda nte. Interven uta qclla lotta , la , d ivis. g uid ata con valore dal proprio di.po 4 • duca di Genova, gli Au_s triaci furono ricacciati in , d i,or• dif]e oltre Olengo e Moocucco. Cosl, dopo quattro ,ore ·c\rca' di combattimento, la situazione era favore"ok ai Pie montesi, ·c he avevano una d ivis. vittoriosa e le iltre ·rrc ancora intatte. mentre _! 'esercito austr iaco non "P?tcva, per qualche tempo, fa re ~n trare- in azione ~ltro eh.e il llf corpo, il quale era g iunto fra Garbagna e Mot1cucco. G li altri tre corpi c rancj lontani rial campo d i battagua

Battag.li~ di Novar:i (23 marzo c849)

però


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dove vq111c10 . però .chiamati d "urgenza. Disgraziatamente il ' coma.n dantc · piemontese iasciò sfuggire tale_ favorevole occasione .di battere separa tamen te i due corpi austriaci più avanzati· e<i invece di sfruttare la vittorios·a .~on_c,of~ fcnsiva del duca di Genova, fece retrocedere le truppe avanzate, p rescrivendo a tutti la pit, stretta d_it1?, , · a. Giunto intal}to i.o linè~ il III corpo austriaco g!i '· ·· hi sì· fecero SCTl1J?re pit1 vi·g orosi contro la Bi~_o q:a. Lo , 1~ano,vsk i ordinò allora il. contrattacco _dcll'àl'a d r. (gen. ti>u1

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r,a nd o) e ~-;, ~~essiva1:1~ntc del C~!il,tro_~.s;en. Bes). .Me~nc però q uest \ilt,_m a <lw.il stava r,er ven,re a. contatto ·t on dense c@lonne ~ust riilèl1e, i l gen . Alessandro La Mar1pora, (!!'~S,. . dlll'a,!ì'ata, consta tato che g li stanchi . d ifenscirl , d ella Bicocca : avevano eom inci,ato a cedere, e ···g li Ausrriaci, incalzandoli, : minacciavano cli ' entrare in .Nova~a. diede ordine . al geq. 1 Bes d i sospen de re !"attacco e . di : ~ripiegare slilb df v<tl\l;cl le posizioni pecupate d alla 1& d!,Yis. lnta nto ... accòi·~ev'ài.,., itlla battaglia, dalla strada d i Vcrèdli ,

tàpo:.

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gionieri, 12 t.:annoni. Fl'a i morti, i g~nerali · Perrone e Pasfal;icqua. G li .Austriaci, in tutto, circa 4000 uòmini. La battagl ia rcndcv; impossibile al Piemonte di ~ontil)-uarc

la guerra; seguivano :td essa l \1rrnisfrllo di Vigna le e la pace cl i Milano.

Novara (Reggimento provincia/e d,). Fu istituito da Carlo E manuele III nell'agosto 1752 1 ma si potè addi,~n ire alla sua organ izzazione soltanto nel 1775. Fu sciolto nel 1796 e riorganizzato nel 1814. Nel novembre 1815 fu defi nitivamente soppresso; i suoi uomini vennero incorpoJ rati nella b rigata d'i Monferrato. Reparti del reggimèrtto pre.s ero parte alla g uerra co ntro la Francia, dal 1793 al 1796. Novara (R,·ggim.elllo cavalleggeri). Costituito nel 1828. co.l clemènti tratti dai d ragoni del Genevcse, dai caval 1c1;geri cl i Piemonte e d i Savoia . e dal Piemonte Reale. t::bbc origin ariamente il nome d i regg. dragarti di Piernnntc. cambiatogli in quello d i Novara Cavalleria nel 1832. allorchè cessò cl i appartenere alla specialità dragon\. Fece pa rte successivamente 'della 1a, clella 2a. e della 3• _brigata di ca,·al leria e .nel J 850 fu passato nella cavaUc:i" kggera co l nome di Cavallegger i di Nova ra. Nel 1%~ passò nei lancieri c'!I nome di Lancieri d i Novara. Nel ,871 ; pur ~ -conservando la lancia, fu chia..,.. mato 5° r</Sg· d i cavalle ria (Novan ), m ut~t g li nel 1876 in quello d i regg'.' 1 di cavaller ia Novarcl (5°). AssÙnta . nuovamen te la cle. . •aà>l~I,., . . 1· ~, nomrna~tone ;1;~~ 1c1en e 1 ~'"o vara i1cl nel 1920 .•·,, q uella ·dcfini~1f a· d 1:,,,;,ç;avalleggcn , . d i Novaq.. e gli Eù''i-'il'no tolte_ le • , Stemma CavaHèggeri di N o"3~1{ lancie . Partecipè, ,._al)s cam1,agne ,.• c(el 1848-49,, 1855-56, • 1859, 1860., 1861, 1866, ""'i:-87</.1 1887-88, 1895-96, l9ll· l2, . n:,jr.itando quattrò 0)cdaglié:- di bronzo al valore ~t_,S. Lucia, 1848; a Montebello, 1860; a Castcl fidardo , r86ti ; al' Macerane, 1860, 1·• squadrone) . Duran te la guerra i1alo -au,t riaca ( 1915. 18) esple tò prima servi,.io d i esplorai.ione, poi fu appieclaxo e sch ierato nel settore di Plava ed in q uello d i Anhovo. Trasferito nella 1.ona d i Monfalcone, operò, nell 'agosto 1915, contro il Co, ich cd il Debeli. Nel d icembre 1916 fu rit ira to <hill.1 linea. Sferratasi !"offensiva austro-tedesca dell 'autun no 1·, r7. iJ rcgg. fu .inviato prima in esplorazione sul Nalisone e poi verso Pozzuolo d el Friuli e Mortegliano, per pro,e:t· gcrc nostre colo nne in ritirata; in de tte .località alcuni suoi squadron i si batterono br illantemente. Dopo · una breve ;osta sul Pia ve . nei p rim i giorni del novem bre 1917 {u ritirato dalla linea e nel febbraio 19 18 fu invia to Ravenna per la. difesa. della costa. Trasferito nel Viccntinci

,.(S")

L'Ossario della Bicocca a _ Tovarn 1

anche· 1 ~l iV .. ~o~po ausu;iaco , che veniva a minacci~re lo sch iera;nen to. r,iemontese sul suo fia nco dr. ed alle ·s palle; vi si qp pose: coi soli tre battaglioni che aveva ancora dispon ibil i, la divis. del duca d i Savqia, riuscendo a contene rlo . Verso le ore 18, giunto sul campo d i ba ttaglia .rnche il I ·corpo, ii ma resc. Radetzky ordinò l 'a ttacco genei-àle su ' tutta la linea . D i fron te a questa nuova i rru1,jone' di forze àcmiche. prevalenti in nurnero e rinvigorite

da i ri nforzi · ricevuti , le t ruppe piemontesi, che avevano sino allora te□accmente d ifesa la posizione della Bicocc", com inciarnno a ripiegare . li d uca di GenoYa stesso, che, con q ro esempio d i personale valore, aveva sino allora comba ttuto sem pre in prima linea, comprese che oramai non e ra più possibile o ttenere al tri sforzi da quelle t ru ppe decimate, . stanche ed affamate, ;, diede le dispos izioni per regolare, per q uanto possibile, la ri tirata . Questo movimen to d i ripiega mento, c he aveva spinto il gcn. l..a Ma rmora a da re !,"ordine cli sospendere l' attacco alJa <livis. Bes, si propagò tosto a tutta la fronte, che ripiegò in d isord ine dentro Nova ra, e ne uscì per le stnde di Arona e Borgo1nanero . Gli A ustriaci, per la stanchezza dovuta agli s[orz i _ fatti, non inseguirono, n,a m isero g li av<lm posti presso la città ed acca mpa ro no ne Ile posizio n i occu pa te. i' P iemontesi perdettero 2500 fra m. e feriti, 2000 p ri-

~8f7, :~;:csc

a

nel luglio successivo, fu richìa111ato in linea per la bat-

tag lia d i Vittorio Veneto, allorchè passò il Piave alle Grave d i Papadol i, inseg uendo il nemico verso Ormelle, Cerv ignano ,

V ittorio ,

Lestans .

Per i l

suo contegno

in

guerra, rncrìtò due cit.az.ioni sui bollettini di guerra dd Comando Supremo (1° novembre 1917 e 3 novembre 1918). Gli fu anche conferita la medaglia d i a rgento al valore colla seguente motivazione: « Con alto valore e sublime spirito di. sacrificio, contrastava all 'imbaldanz ito nemico ]°avanza ta al 'fu:;,>ii--amerrto. Costretto ad asserraglia rsi a Pr,z.zuolo del f riuli, ne contese i l possesso all 'a vversario, rcsiHendo sul posto per ventiquattro ore, finchè, isolato ed 3ccerchiato, si apriva a sciabola te u n varco t ra le fanterie nemiche ,, (Pozzuolo del Friuli, 29•30 o ttobre 1917).


Nov

-

568 -

Fc~ta del reggimento, 30 ottobre, anrnversano del comhimini<'MO a Pozzuolo del Friuli. Motto del reggimento: i·

/dh,s :1rdua )►•

Novara. Brigata d i fanteria di linea costituita nel marzo 1915 per la guerra italo-austriaca (1915-1918) dai dcpo • siti del 230 e del 6j'° fanteria, coi regg. 153° e 154°. ~<+ierata inizialmente su l settore Val d'Asrico~Toneiza, conquistò il Coston d 'Arsiero ed attaccò il M. Co~ton che cadde in suo possesso nel settembre 1915. Inviata poi ad O~lavia , st mppi> a l nemico la contrastata q. 188. Richi1mata sull'altopiano d i Asiago per l'offensiva austri aca del maggio r916, operi> sul Cosron d' Arsiero e tenne la difesa del passo de_lla Vena subendo la perdita di 28 ufficiali e 1173 gregari. A ltra srrent;a resistenza oppose al ncn1ico al M. Cengio ed allo sbarramento di Val Canaglia. Nella rostra ~onl'roffcnsiva l.l brigarn attaccò j) t1 . Cimonc che fu conquistato dal 154° rcgg. Nel maggio 1917 fu !ra~ferita sulla fronte <li Castagnevizza, ove strappc', al nen1ico ak1.1nc importanti posizioni. Raggiunto il Piave, in se guito al nostro ripicga111ento rleB'autunno 1917, impegncJ coi nemici un violento combattimeniro ~ :\iolino della Sega., che rimase in suo saldo possesso. Sul basso Pia,'c operò fino alla nostra offe n,iva finale, allorchè: passò il fiume cd Ìn!i-eguì il nemitY1 \'erso Conrnrdia S:1gittaria, S. Giorgio

Nov

ten. col. e da colonnello c0mandò la Legione di Napoli, poi quella" di Torino; nel r911 raggiunse il grado d i magg. generale. Fu decorato di med. d 'argento al valore civile.

Nova ri L uigi

No~•ari NiColò

N ,;1111ri Luigi. Generale dei CC. RR. , n. a Casale Mon ferrato nel 1885. Passi>, da tenente, nell'arma dei CC. RR. (1891). Da colonnello comandò la Legione di Roma (1921 ). Nel 1928 raggiunse il grado d i generale rii brigata dei Ca rabinieri Reali.

Novarina (di S. Sebastiano, L1tig1). Gcneralc del secolo XVIIJ , m . a Torino nel 1779. Alfiere di fanteria nel ' i34 , partecipò alle campagne per la Succt·ssione di Polonia e d'/\,;str ia. Colonnello nel 1771, comandi> il regg . I.a Marina divenendo brigadiere di fanteria nel 1774. Nel 1778 passi> a comandare la cittadella d i Torino. Suo fratello Paolo, m. nel 1766., si di.stÌrJse grandemente :Jlla difrsa dcll 'J\ssietta, rispondendo alf 'ordine d i ritirarsi: ,, In faccia al nc111ico non possiamo volgere Jc spalle ••, e ricacciando il nemico, contribuendo alle sorti felici della giornata;

terminò la c~rriera come ..:olonndlo

deJ regg.

provinciale di Aosta. Medtlglia della brigata Novara

<h Nogaro <:: Ccrvignano . Per il sun contegno in guerra meriti, la citnionc sul bollettino d i guerra del Comando Suprc,110 ( 1ì novembre 19 17); al r5-1° rcgg. fu as~egnata la mcdagli~i d·::trgc-nto al \'alorc colla scguc.ntc motivazione: e, A etraverso d ifficoltà di terreno ritenute insormontabili , superando !a tenace resistenza del nem ico . il suo !l hat-

tagJionc, rinforzat<l dalla 10;1 compagni~, in unione ad 11n hgl. d \dpini. conquistava c;on slanc.io sovrum::rno l 'impervio M. Cimone. rna ,1tcncndolo saldarneru e conrro i formidabili e sangu ino.si contrattacchi dell'avversario)) (NL Cimone d i Arsiero. 23 luglio 19 16). Fcst::i de i reggimenti : per cntr,11nbi il 23 lugJio, annivcrsal'io del co111batti111cnro a M . Cin,onc: t.olorc delle mo.stri ne : rne.cà superiore az, z urro e metà inforjOre g iallo nel senso orizLontale. Gom~HHfam i della brigata: mag-g. gcn . Amoretti (1915);

magg. .::::cn. De Luca ( 19 15); colonnello brigadieri.' c~1ttaneo (,915); magg. gcll . Agliardi (1915- 16) , colon11cllo brigadiere Sohlri (1916); Jn~gg. gcn . Castellazzi (1916, r])~ magg·. gen . Bada (r917); colonnello brigad iere Bonzani ( 1917): colqnncUo briga<.licrc Ottolengbi ( r917); magg. gen . To,·ti (19 17- 18). Perdite nel la guerra: ll fficial i rn. 87, feriti 260. d i.spersi ;7: u . d i t ruppa nt. 1289, 1·. 7'48, dispe rsi 26~8.

Novari (Nù·olò). Generale dei CC. RR ., n. a O negli a ne l 11i45. Da sottot. partecipò ,1l la carnp,ig na dd 1866: d :i ten . "fece passaggio nell'arma dei CC. RR. ( 1876) . D.1

Novariua di San Sebastiano conte Pietro . Generale del ,cc. XVIII, m . a Torino nel 1785. Alfiere nel regg. fan. tcria Piemonte nel 1732, partecipò alle guerre del 1733• 1735 e dd 1742-i748 . Colonnello comanilame il predetto rcgg. 11d 1763, divenne brigadiere di 1antcria nel 17ì1. Dopo esser stato per breve tempo ispettore del d ipaniI11<:1no della Savoia, fu prol nosso nel 1:;74 luogoten . generale.

Novaro (Mi cltde). Generale del sec. X IX. Addetto al servizio dei porti, ebbe <lopo la res1aurazionc i l comando del porto d1 Cagliari. ln tale qualit:Ì gli fu conkrito i! grado d i colonne llo nel 1825 e di magg. generale nel 1833. Ne l 1849 fu collocato a riposo. Novara A111011io. Generale , n. a Cagliari nel 1808. Sot• toten. nel la hrigata Acqui nel 1832, da capitano partecipò alle campagne del 1848- 1849. Da luogo ten. colonnello e da colonnello comandò il 3° regg. fanteria (1859-1860). Nd rS6o raggi unse il grado di magg. generale conrnndantc la brigata Ivrea (186o-18fo). Comandi> la somxlivis. di Caltanissett~ e la <livis. d i Bari (r862-1866). Partecipò , lb c:impag na del 1866. Fu capitano coman damc la compagnia Cuard ic del Corpo d i S . M. :,,Jcl 1867 raggiunse il gl';'ldO <Ji luùgolcn . genernlc. Guadagnò nelle campagne pe1· l'I ndipendenza u11a mcd . d'arg. e !a croce d i uff. dell'Ordine Militare d i Savoia. Nouaro Leopoldo. Ammiraglio, Il . a Bordighera nel 1~7i, entrato in ~cn· izio nd 1890, prDmosso con uan11r1ir. nel r93r,,

,/


-

Nov

569-

ammi r . di divis. nd r932. Prese pane alla guerra italoturca e-cl alla guerra Mondiale . Fu membro e .segretario <lei Con siglio Superiore di Mari na da l 1929 al r931 e poi comandante del R. A rsenale d c La Spez i.1.

Novawies. Vil laggio della Polonia, sulla sr. della Vi stola, a sud d i Varsavia . .11 19 feb braio 1831 vi si svolse un combattimento che appartiene a lla Rivoluzione polacca . 11 gen. polacco Dwer oicki, avendo s~1puto che il gen. russo Krcutz, comand:lOlc dell ' ala sr . operante in Volinia, a,;anzava r,1pid ame n tc nel palal in,ro ,l i Sandomir, per marciare per la sr. della V istola su Varsav ia, passò, i] 17 fc bbr:1io, la V is tola .sui ghi,lt"ci p resso Crora. per opporsi a lla sua marcia. Incontrato il K,·eutz nei pressi di_ N . , dopo u n,1 1·:,ipicla ricogn izione lo fèce attacca re dalla cavaller ia dd l:1 propria Jvanguardi::i. lo sconfisse e gli p rese [ l'C can noni. I Russi poterono sa~•;arsi oltre Vistol:-1. $O)o perchl'. ll Dwcrn icki dovette L.:orrt:re nuonunentc ~1 Gora per impedire u11 min;'lcciato pass~ggio del fiume da pane , lei marcsc. Dicbil,ch. Novegno. Gruppo montuoso . che d i\'ide ie \':tlli del Posina e d cli' Astico dnl!a conca di Schio. Fu teatro di aspra lott:l d ll rantc la b~ttagl ia degli A ltipiani . nel giugno 19161 quando gli Au:,.u·iaci . g iunti o rma i a contann con

N ov

lentissimo. il 4° regg. di Kaiscrjiiger venne all'auaccn, tiducioso clic il poderoso 1>011,bar<lamento avesse complcta1ne11tc annientato l.a. difesa. lnvecc , questa si manifestò subito p iù salda e decisa che mai . La lotta arse tutta la g iornata del 1 .2 cùn perdite gravissime ria una parte e dall'altra , ma 1utti gli attacchi austriaci furono inesorabilmente respinti . Duran te la notte, si provvide a sostitu ire i reparti p i,'., logori in linea; i bgl. alpini Matajur e Natisonc sostituirono il C ividale ed il C lapier, cd 3J. l'indon1arn ~ dopo nuovo. 11utrìl0 hombarda1nento~ gli Au~triac i rinnova rono l'anacco. Questa volta essi riuscirono a pc nctrnrc nella parre· orientale delle nostre trincee, ma la reazic,nc d ei d ifensori tu fu lm ine~; anche questa volta I·ondata nemica f u ricacciata. Un n uovo attacco fu lanciato nel pomeriggio dagli Austrìaci, (On estr.emo accànimcntn. ma ancora una volta, raccog liendo le loro for'"!.è :-.upre1ne, i valorosi d ifensori riusci1;0110 a ma1Hcnere le ixu1tcse posizioni . In u ltimo si lottò con la baionetta, con le bomDC a n,j110 . con i sas~i : rutto 1naccne e cadaveri servì da riparo; ma al cadere della sangu1.nosa giorna ta, jl N. poteva dirsi !-.alvo. ()rav i le perdile da noi ~Libiu.: ne lle d ue .:1.spre battagl!e; ufficiali 111. 11) e fc1·iri 45, uom inì di truppa uccisi 171, fcrili .t o53 e di. ~persi ~1 9 . <la cons iderarsi anche · essi monii pe rchè le re lazioni austriache clicono <.:hc non f u cattu rato alcun prigioniero ita liano . Fa lliv~1 ~osì l'nstinata e

v iolenta azione offensiva del·

l'ala :-r. dell' , 1a armatn a . • li . , con con~cgucn½a decisiva 'per k: sorti dell'offens iva nustriaca; il 14 g iugno infatti, 1

l':,nn:w1 riceveva dal Comando Supremo l'ordine d i desistere da og11 i u lreriore at1tacco , ed il 1G il generale Oank1, 1.:01'nandnnte dcli' r1 a annata, cd i1 suo capo di S. ~(. g-t·n . Picklcr. erano rilevati <lai loro conrn ndo.

Nove! la (della .\1,1rti11iera . Fra11cNco) . Generale d e l secolo XV lll. m. nel 1145. Corntlta in Piemonte Rea!c caval leria nel 1703, passi, nelle Guardie del corpo nel i729 e con esse si segnalò nd , 735 alla battaglia della Gua,talla. m e ritando il grado di colonnello. Nel 174~ fu pro1tw~sn brigadiere di cavalleria, sempre re.stando al la 1a. compa~nia ddlc Guard ie rld corpo.

Novelli (Corrado). (;eneralc, n. ad Ancona 1859. SottDten. d'art. nd _1878 , t.b coionncllo comandò li 32° regg.

11 monte Novegno

l" ulii1n:1 )barra mcJ1H;:111a proteggente il piani, veneto. tcn M l":::ivano d' infra ngc::rla , p t'r pote r v ittnrio~rnmenre coronate la loro << Str,1(c-t.xpcdition .. . L a d ifesa fu snstemu::i va lo # rosarncntc tlalla nostra

Jf\ divis., ::i l comando d c..:l g:en<:r~dc

Carlo Pctitti d i Rorcto. Padron i (l:lg li u ltimi di rnagg-io del Pria Forà, gli Austr•;ac i tcnrn rono. il gior no 2 g iugno.

il loro p rimo attacco a! monte Giove:; sotto l'im~1cto avversario ii reparto del 2o~f' fanteria , c he teneva la posi z ione, retrocedette a lquanto , ma poi ~ubito !a riconquisti> e la d ifese validamen te con tro un nuo vo attat:co. :--Je i ~iorni !<ICguenti gl i Austriaci non ristette ro dal tentare d i aprirsi

il varco in punti v:-.rl del ma ssiccio de l ~r.; il giorno 3 monte Spi11. il -4 ancora al rnonte (;iovc, il 7 a monte Calliano 1 m~\ furonù ogn i volt..i resp in ti. N(a !"attacco p iù formidabile -- <Jucllo col ,1uale il nemico tentò l' ult ima

da campagna, col quak iniziò l3 guerra

italo-austriaca.

Promosso magg. genera le, fece

pa rte del corpo speciale dcll 'AJ . bania ( r91 6). Fu comandante cl ' art. della 5• armata, dd con1an<.lo occupazione ~tv~nzat a fro n tiera nord. della 6o• d ivis. ( 1917). Nel 1923 raggiunse il grad o di generale d i rl ivis. in P. A . ; fu col locato a riposo nel r92~. f n guerra gu~Hl~gnò una mcd . d ' a rge nto.

;1 !

fUa ca.rea -

fu quello elci giorni

J.::!

e r3 giugno . L'1 1a

arrnat:i austro-ungarica 1·c~eguì ..:on grnnde larghezza di mezzi; basti d ir~ che ,.,11,1 pr~parnzio nc d·,,rtig lieria parteciparono ben Jo batterie di grosso cal ibro e c irca 30c, pez z i di inerlio e piccolo calibro. Presidiavano k nostre po.sizioni

rcpani clcl b brigata Ancona (69 e 70 fanter ia) e d i bgl. alpi ni Civida le e Clapicr. Dopo quattro o re di fuoeo vin-

:\/ove/li Enrùo. (;ene rale, n,. a Perugia nel 1869 . Souol. clei bersaglieri nel , 887. partecipò all~ campagna ndl 'Estrl'rno 0rictt lc (H)Oo-90 1). In iziò la cam Novelli Corrado pagna ilalo.au~'r.riaca col grado di maggiore e comandò <la f.:olo11ncl lo i] 5° bersa g !ier i (1916- 19 17); da col. b rigadie re la brigata La ,nbro e· poi la •" b riga1a l,crsaglieri ( 1917). Dopo )a guerra comandò


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570 -

la brigata Messina . Nel 1927 raggiun~c il grado di gene rale di divis. in A. R. Q. Ottenne in guerra una med. di , bronw e la c roce d i cav. d eU-Orcli11e Militare d i Savqia.

Novgorod. Citt., della Russia cent ra le , capo\. di governo, s ul Volkov. Fondata dai Normanni , fu sotto Rurik capitale della Russia (864-870); poi si resse a repubblica indipendelll'e finch è venne sottom essa da Vassi li Il. Nel r6u venne presa e sacchegg iata dagli Svedesi.

Cadut" di No1·gorod (1479) . La repubblica cli N . aveva cercato l'aiuto de lla Polonia con tro i l g randuca di Mosca \ ·assili_ Il, il quale mirava_ ad estendere i prop ri domini , ed aveva accettato come sovrano Michele Olelkovic, p roposto dal re di Polonia e Lituania, Casimiro. [ Moi cùvi ti mùssew allùra contro N. (maggio· 1470) devastafldo le s ue te rre e sco_n figgrndo i reparti armati repubblicani. N. sccs,c a pani e si i111pegnò a rompere ogni rapporto con Casim iro-; a iiconosce ,·si tribu tarict di Mosca, alla quale cedèva h corso della Dv ina (1 1 agùsto). Per qualche anno la pace non fu curbata; ma in fine d el 1477 nacque ro nuovi d issensi che d ie dero pretesto al g randuca rii intcr n!nire clcc isivamc1He. Egli avanzò nel novembre · verso 'l'-.' ., e a l p ri1xipio dd mese seguente l 'investì con grn ndi fo rze, intima ndo la resa a d iscrezione. La c iuà cedette i l .r!ì gen naio 1478 e accettò le cond ·izion i - impostcle. Ma non bastò a l g randuca . il quale l'a nno seguente tornò ancora a N . , che gli chiu se le porre. e la fece bombardare . Coscrettala alla resa, impr igionò ed esiliò i partigiani della repubbi ic.i confiscandone i beni e , trasportò altwve 7000 fa. migl,e; la c ittà perde tte così ogni importan za. Novi Piemonte (già. N avi Ligure). Comune in prov. cli Alessan dr ia , alle falde de lle colline subappenniniche fra i 'Orba e la Scrivia . Non si hanno nùtizie certe sulle sue origini; ma verso la 1netà del sec. VUI già guerreggiava con i pa esi vicini; nel sec . X fu cinta d i mu ra dai Tor-

duchi d i Milano : d a a llora com inciaro no le lune fra i Visconti e i Gc no1·esi per rimanerne pad rnni . .La repubb lica di Genol'.1 in ultimo pre\'alse, ·é ne\ ,~47 strin se con I c ittadin i d i N . un trattato che_.. ,i può considera.re 'lua le atto fondamentale d i sovranità. Data la sua posi, z ione di c itt-à cli con fine, N . rise ntì più d i ogni --·altra parte dello Stato gli ·effetti del le guerre , d elle rnutaziùn• pol itiche e d elle catastrofi soffette da Genova, di cui ~eguì le sorti. f . Battaglia · di Novi ( , ì45) - Appartie ne alla guerra per la Successio_nc d ' Austria . Nel ! 745: il" conte cli Schullemburg, comandante dell ·esercilo au~triaco, a\·ev~ posto gli acca mpament i a N. do,·c si e ra trincerato. _lÌ duca di Modena, con · l'~scrcito dei collegati di Spagn;i' e cli -'lìapo li , ·r oruì questi trinceramenti, obbligò il genera le au, criaco ad abba n do narli facendo p iù di 1000 prigio nie r i, r:d il 5 luglio prese la città. L ·annQ seguente, verso la fine del mese di maggio. i l maresciallo . d i Maillehois,

a\'endo ricevuto l'o rdi ne di raggiunge re \'cserc~to di dop,,~ilippù. fece trasportare a T ortona i magazzini che aveva N ., esse nc\Q q uesta città senza d ifda . Appen~ i Fr,mccsi si (urono al lo ncanati, il re di Sarclcg1fa passò il '.f'anaro, si p resentò davanti a lla piazza e J"t,ccupò lenza a

trovare

rcsistcn7,a.

' Il. 8/ltt(lg/ia dt Novi. App,miene alle g uerre dell:i. ,Ri,·olt1.1:i,-ine francese e _ fu '·co mbattuta il 15 agosto 1799. tra j Francesi rnmanaati d ;;tl gcn. ' Joubert (circa 35.000 u .)

e i i --~./\}!~rro-Russt ;aglir orptn'~ !~~k ,\~}1;;, ,Suv~r(!v (circa ~o.ooo:'; tt), fo rze f1:ancesi océ~p ai,ai\(l."!,(f~t_~fi~ ~ud [li Novi;1.t qn la sr. d 111anz1 a l ·' v1llagg 10' ·,·i 1t P.a,~tUiltn~ e la dr. appoggiata a lla Scrivia. li Suvat<:iv pré~ .'l"'.lajjia tiva dell'attacco benchè l'avversarid fosse in :'pò% cy;iP.o,, dominante mirando a cad ere sullç_,, sue conùmicaifoni mereè un doppio a t~acco d 'ala: da. ·'accidente in,:p~d ro ne ndosi d t Pasturana, che. comanda la s>trada , ,ncas! at;, la q ua le corre a piè del cigl io ne su cui 'sorge - i'l castel lo d i Pasturana: ,Ja oriente m e rcè un aggira1uento la valle.-. del la Scrivia, per portarsi su lla ,. srrada d~ , No{i a Gavi, d irett rice p rincipale c he risale aÌl' A p pe n '?}-!10; ,.,t'ratcanto il centro dove,·a tener i,rnpcg1~to a\r\tC__rs.aI;i9,! di fronte. .i\'.\ principio ddla battagl ia if• ge;;,J loubeft< ~ ade colpito a morte e il comandù è assun.to d al gcn. Morcau , presence a ll 'azione bcnchè gi,, destinato all 'esercito de l Reno. La sr . e il centro degli Alleati son o in p,rimo tempo w st rctti a retroce dere di nan! i alla va lìcla rcsis;enz a francese : la d r. s'impcgtia vivacémcntc di contro asturana. Ma sopravviene il Suvarov con _forze di rincklzo a d a re 11uovo impu lso a li ·azione. li generale Mclas, che comand a gli .A.ustriaci all'a la s r. , conduce con fcl:cc i oi• ziativa t·aggiramento della d r . avversaria (gen . Saint;~:yr) ordinando i suoi su tre colonne . Il gen. Morcau, pe r cop rire la strada cli Gavi, è costre tto a disporre il rip iegamento d i quell'ala . Cù11sidcraca la p e ricolosa situaz.ione determinata da c iò. decide d i rit rarre anche la " ·• ordi-

Li

1i;Jg,;.

:t·. .

Pa-

1

nandole di disimpegnarsi gradu:tlmente e d 'jniziare I la· Il castello di 1\"ovi (secolo XV I 11)

ritirata. È <1uesta la fase più c ritica della giornata , poichè ai primi ind izi di tale arretrame nto la dr. e il centro

degl i AJlcati si l:mciano innanzi e occupano ambi i latl ,. tonesi, con (orte ,castello. chiamatù " Dc Castro Novo ••. ;~ Nel 1135, sottrae nao~i alla soggezione <li Tortona , si di-c hia rò città libera, si collegò con Genova e Pavia, ne m iche dei Tùrtonesi, e nel 1135 strinse un 'alt ra lega con Genova, M ilano e Tortona contro P"'·ia. Nel sec. XIII cadde pii, volte in pùtcrc dei march,esi d i Monfe rrato, e ne l 1319 , sebbene a lleata dei Geno,·esi. fu e;pu~nat~ dai

dell a stretta o,·c incanalasi la st rada incassata d i Pa~tu rana. mentre reparti di dragoni imperiali vi piombano a tempo per irnpe<lirvi j\ transito . Succes5ivi ingombr i os~a• cola no la ritirata ed espongono i Fr,ncesi a sfilare <.octo fuochi incrociati, s ubendo gravi pe rd ite . Solo a tarda notitc i! ~tortau puo raccozzare i suoi presso Gav i.

L ·azioue valse a ricac;cia~c i Francesi sull'Appennino e,


-- 571 -

per l'entità del k perdite . ebbe larga eco O\'UOque e gra\·i r iflessi moral i. Perdite: Franccs.i circa 10.000 u.. ; Alleati . ci rca 8 .000. lii. Co111battimet//o di Novì (1799). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese . Sui primi di novembre, le virende della campagna in ltalia avevano fatto abbando1rnre Acqui alla div is. del gen . francese Saint-Cyr. il quaic avel'a ripiegato a N. Quiv i il giorno 6 fu assalito da forze austriache comandate d al 1rc• neralc Kray. Obbligato a cedere il, paese davanti agli a ttacchi nemici , i l Saint-Cyr ·prese posizione sulle alture retros~anti . · Attaccato anche qui, riuscì a contrattaccare

Nov

ti ,·ila jet di . Kossovo dall'altra. i\'cl 1878, per i( trattato d i Berlino, l' Aust ria 0llennc ii diritto d i p residiare il sangiaccato, ma rinunziò a tait d iritto nel 1908, guandu • trasfom,ò in a nnessione I'occupa7.ionc della Bosnia-Erzegovina. I suoi . confini mutarono parecch ie volte; geo graficamente si ,comprendeva sot.to quel nome la porzione cl i territorio che st a fra Novavaros e N . da u na parte e gli :i.ntichi conlìi1i serbo -montenegrini dall'altra . e

B.A.T.A.Il:.LE DE ' NOV.l t't'9-l1-("&J.•

Poitition!-' d <.'S 1\llié,. a va.ut la.. ba.tailk

e a. -pronunciare un movimento sul . fianco <!egli Ali· striaci , che. li n,andò in rf>tta, con :la perdita com plessiva d i .2000.u. e di 5 cari noni. ' .-,-'-, W,n mese dopo. il. Kray avanzò su N. _ ancora, , co11. . g randi forze. ~d il Sain_t -Cyr, .abbandonò la posiz.ione ritirandosi verso la Bocchetta (6 d icembre). Noui Paolo. Ingegnere mi litare, n. ·a Sir.acusa., m . a

Napoli nel 1843. Ap partenente al ruolo degli inge gneri mii: napoletani fece numerose esperienze sulle artigl ierie e fu professore d i matemàtiche. Segul Ferdinando I V i n Sicilia ove fu autore principe delle fortificazioni mode rne d i Milan.o. Nell'eserc ito delle Due Sicilie raggiunse il grado di colonnello . Lasciò scritti ri guardanti le scienze mate matiche.

No1ci Giuscpp,·. Scrittore militare del sec. XIX. Ufficiale d'artiglie ria de ll'eser cito dellé Due Sicilie . passòpoi in quello italiano d ivenendo colonnello. Attirn collaboratore del!' « Antologia mil itare »; fu dei prim i a scrivere sulle polveri, sn!k torpedini e su i cannoni d ·ac...

1 ~ Jr.,IHJ,(J ru,,,·.e.-. ,t

,,

claio. Scrisse vari studi, fra coi: ,, Della conservazio ne del ferro e dell'acciaio nelle costruzion i civili, mi litari e navaU )); (( Cenno sulla carabina >> ; (~ Gli elettro inneschi ~) ; « Dello schioppo a fulminante »; « Di alcuni espedienti per danneggiare porni, □avi da guerra e difese di fiumi e coste " ·

Novibazar (o Novipaz ai'). C ittà d ella Jugosia,·ia, sul fiume R:isca, capo!. dell'antico vilajet turco d i Kossovo. Pu presa dai Serbi il 22 ottobre 1912. Nouibazar (Sa1Jgiaccato di). Antico sangiaccato dcli 'i.mpero onomano, tra la Rosni a e l 'Erzegovi na da un:l parte,

Battaglia di Novi (1799)

Novilara Castello. (ant. Nt1filarw). Frazione <lei comune d i Pesaro. Di origine antichissima, già dal VU secolo a. C . era occupata d a popo lazioni i taliche . Ebbe u n castello med ioeva le , che, nel 1443, fu p reso da Sig ismondo Ma la.testa nella g ue rra contro Eug enio IV. Cesare Bo rg ,a, nel r499. si rit irò a N .. che fu rioccupa ta nel 1053 da Ga leazzp Sforza. Noviodunum. V. N,,vers. Noyo,1, Nyon.


-

Nov

Novocer cask , Città della Russia , nel Caucaso d el nnrd , sull'Aksai, affluente d el Don. Fu fondata nel 1805 da ll'ataman Platov; fu per parecchi anni il centro dell'amministrazione cosacca della regione d el Don. Durante la g uerra civile d el 1917 fu un ' importante piazzaforte della con1rorivolu zionc. Il u febb raio 1918 fu occu pata dall 'armara bolscevica. Il comitato rivoluzionario fece della regione del Don, una repubblica sovietica j ndipendente, che fu però dbtrutt.a quasi subito d ai Tedeschi collegati alle Guardie bianche. Queste ultime, pad rone d i N., d ich iararono la regione del Don indipendente, ma, nel febbraio del 1920, i Bolscevichi occuparono definitivame nte Novoccrcask . Novo Georgevsk (in polacco, Mod/i11). Città della Polonia, sulla dr. del la Vistola , alla conflue nza col Bug . Venne fortificata fra il 1807 e il 181 2 per opera d i Napoleone I, e .occupata dai Russi dopo la spedi,.ionc del J8J2 . Essi la fortifica rono d i nuovo in principio di questo ,t-colo, facendone un vasto campo trincerato, con 18 forti staccati su dopp ia li~ca, parecchi d ei quali in cemento. l i perimetro della piazzaforte era di 50 km. A/tacco di Novo Georgev,f( (9-19 agosto 1915). Appart iene alla g uerra Mondiale, operazio ni sul fronte orien tale. Fu incaricato ciell'attacco 11 generale v. Bcsdcr. il quale aveva a dispasizione la ~l' e la 12l:t armata tcdcsi..:a. e grande nu1J1ero di artig lierie pesanti. L~ guarn.igiout russa ammontava a 9 2 .000 u. di cuj 55.000 combatte nti. con

r200

can noni.

All 'invcstiinen to

della 9a. arn1aca , mentre

cor.;cùrsero

l'ala

Nov

572 -

sr.

il grosso marciava su Varsavia

..:he nel pri'ini giorni di agosto , sgombrata dai Russi, potè

NoyeJ (de llclfrgarde , conte 1f'E11tremont, Giano Antonio). Gene rale <.Id sec. XVlll, 11. e m . a Chambéry ( 1697• 1774). Partecipò al le guerre per la Successione di Po lonia e d'Austria. Comand ante il rcgg. p rovinciale Tarantasia nel 1743 cd il regg. Savoia nel 1748, ottenne i gradi d i rnagg. generale . e di luogote n. generale . Con q uesto grado

e bbe nel 1755 il corna ndo della 1• compagnia Guardi,: d el Corpo . Governatore della città e provi ncia d 'Alessand ria dal 1763, fu nel 1n r promosso generale di fanteria cd insignito del coll are della SS. An monz iaia . Noyc/ de Bellegarde conte C/aad10 Maria. Generale sassone, fratel lo del preceden te, n. a Chambéry, 111. a Parigi ( 1700-1755). Al .servizio della Sassonia, raggiu nse il

grado di gcnc.:ralc,

<.: 1

incaricato anche di rniss.ioni diplo-

matiche, fu a mbasciatore straordinario alle Cor ti d i T o ri no e

di Parig1.

NO)'d de Bellcgarde conte di Nangy C:iovn1111i Ballista Francesco . Genera le, fra tello elci prcccden re, n. a Chambfry, m . a T orino ( 17<>1 -·1778). Cadetto nel rcgg. Savoia nel 1722, di\'C1111e colonnello co mandante jl regg. Ta ran1asia nel 1748. Comand a nte t iella città d i Nizza nel Iì5" e d i Cuneo nel 1752, fu promosso brigadiere di fan re ria nel Ìì54· Governa tore di Alessand ria nel 1756 , di Cagliàri nel 1758 e di Susa nel r;6,,. d iven ne magg. generale nel -, 76 1 e nel 1763 passò al comand o della ciui1 e provincia

di N izza . Luogoten. generale 1 jj1 ,

fu promosso generale di

governatore G 1\1 aller!a

di Novara nel ne! 1774 e

110 ;

m inato ispe ttore gen . dclk armate. Per le sue be nemerenze fu decorato d el collare , della SS . .-\ nnunziata .

occupare, e l 'ala d r. della 12• (gruppo v . Gal lwit>:), la quale p reso .Roshan e Preltusk , aveva marciato su Se• rot·~k e Scgcrshe, posizioni a vanzate di N . G. verso no rd .

Noycl de Beliegarde conte· di Sah1t-Romai11 Gioun1111i Fn111ccS<"o . Generale sassone, fratello del p receden te, n . a Cham ué ry nel 1;07, 111 . nel , 775. Al serviz io della Sas-

dl cui si era impadroniu. L 'occupazione di Varsavia aveva

son ia, raggiun se il g rado d i luogotcn . gene rale. <l'artiglieria. Fu governarol'e d i Drcsda e primo m ini'.'ìtro di Augusto III

permesso alla 9• armata d "i nvestire N . G. a nche in corriopondcnza del settore orientale, cioè fra Bug e Vistoia. L'eccesso ddlc forze, che si erano lasciate rinchiude re nella piazza , costituiva una g rave debolezza per i Russi, eia aggiu nge,si alle altre provenienti da lla cattiv.i costruz io ne delle opere, dal mora.le depresso delle t ruppe e dalla situazione ge nerale. Ben rendendosene conto, il von Besc)cr

aveva ·~riiettatc _ogni idea di assedio regolare e si era proposto invece cl 'ado ttare metodi speditivi, basati su l. l' impiego delle artiglierie a massa successivamente contro le opere co ntigue del settore nord -ovest, approfittando della ~crrovia Mlawa. Ziechanov-Nasjdsk per far affluire !e artiglierie e le munizioni a Nasjclsk. Compiuto il 9 agosto Liccerchiamemo, il- 15 veniva aperto il. fuoco. Dapprincipio sembrava che i risn ltati fossero· scarsi e già , i criticava il metodo d 'attacco speditivo ado ttato da v. Bescler. Conce ntratosi però il fuoco comro il forte est, che fu preso d';ssalto, poi si allargò la brecc ia battendo st,cccssivamentè gl i altri fort i del settore settentrio n ale, ed il 19 agosto N . C:. cadeva, e, con essa, cadevano in mano dell 'attacca nte 80 . 0{)0

prigion ieri, abbondantissimo bouino e.li vettovagl ie, di armi) di munizioni e di materiale <la guerra <l'ogni fatta, bench~ i Russi , prima d'arrendersi. avessero ..:ercato di di.struggere quanro pill m ateri31c potessero . Noya (Em·ico). Grncrale, n . a Bari nel i868. Sotlot. del genio nel 1889, da capi tano venne posto a d isposi>:io n<: del la Direzione autonoma del gen io mii. cklla Marina in T ara nto (!90~) raggiungendovi nel 1918 la carica di Dirctto,c . Nel r927 fu promo,so genera le di brigata; pas-

re d i Polonia.

Noyel de · B ellegarde marchese des kforcl,es e ,i"E11tff• mont Euge,zio Roberto. Generale o landese (1720- ,790). Po stosi '11 servizio dcll"Olanda , qtocsto savoiardo raggiunse il

grado di !uogotcn. genera le. Noyd de Bcllcgardc -1-ittlot-'-'kJ' colite Mtmrizio Federim . Generale sassone, figlio e.li Claudio ( r743-1792). Al servizio della Sassonia, raggiunse il grado di luogotcn. _g<.;nerale e fu ispettore generale d ella cavalleria.

Noyon (ant. Npviom,1g11s o Nouiodu1111111). C,u iì ddla Francia sette ntrionale, nel dip. <lell"Oise, situa ta sulla Verse. Nel 1119 ebbe. luogo nei diruorni di N. uno scon tro frl Enrico I d'Ingh ilterra chl' avev:1 ai suoi ordini 500 1 :avai ieril e il re Lu igi il Gtos_ç,o <li F rancia. che ne 1

~l\'CV.-l

solo 400. I Francesi, rcspinti 1 si ritirarono . L o scon-

tro . in c ui

perirono una decina d i persone, d ivenne ce -

ld.>rc perchè i due re vi a,·c\·ri no combatllltù l' uno contro l"a ltrn. N . subì , ar, a,scdi da parte d ei Leghisti e deg11 Spagnuoli . [I 19 luglio 159r fu p resa dalle truppe d i En rico IV. Nel r594 Enr ico IV la perdete.e. ma la riprese subirn dof)O.

I. Trauato di paa· di lVoyo11 (1 3 agosto 151 6). Fu ,oncluso tra Carlo V . che allora e ra re solo di Spagna e di Napoli, e F rancesco !, re e.li Francia. Quest'uJtimo otten ne il duca to d i Mi lano . e Carlo ebbe la Sicil ia. Il.

Battaglia d i

NoyotJ•Mo,udidier (Guerra Mondiale) .

i;ato iJl P. A . venne rìchiamaro per quald 1c tcn,µo. e nel

Glì scrittori m iljtari redcschi deno1uinano così- il co mp lesso

J93 2 cessò dal richiamo temporaneo.

d 'urti ~ d'attacchi clic nel ca mpo d egl i Alleati ,ono detti


Noz

573 -

· Sc,·onda battag li:, di T'icttl'dia ,, (V.), cli cui ;i è fallo i:cnnu a lla ,o,c· \/ontdidicr \ Y.). Gl i stessi scrictori 1e

Nuc

d is persi , lasciando sul po,to So morti, 50 cavalli e 300 capi d i bestiame. I Tedesch i fra morti e feriti vi perdettero 2 ufficiali e 10 u. di truppa.

Nuccorini (Gimeppc). Generai.:. n. a \lessina nel 1865. Sonot. d'art. nel 1886. partecipò alla cam9agna italotu rca de l 11)1 1. Durante la campagna iia lo-au,triaca e bbe , I comando d e l 5° art. da fortczza (1916-1917), del H" raggrupp.1mento d'as<cdio; e infin,· dcli 'art. della piazza marinuna eh \ 'enezi;i ( 1918-,919). Nel 1924 raggiunse ;1 grado di generale di brigata. Pa%ato in P. ;\, venne promosso gcn. di d il'is. nella riserva 11c l 1931.

;~.: -~-~ ~. ~

...

~:.::

~-~

-

>:oyon durante IA guerra :\londialc

deschi dcnr,ininano " Battag lia di No>·on » qud la che Francesi. imecc. chiamano cl, .\ frt::, (V.).

Nozu (,\l1cit:::11l'll). l\larc,c1:1llo g iapponese (1841-1!1(18). \ppJrtenne allo S. vc1111e

M. e clt generale <li brigata nel

r8;8 e di divis. nel 1885. Nd la ~ucrra ciao-giapponese ( , 8()4) comandò la 5> dl\·i<. e in fine

Nozu Micitzura

de lla guerra la 1• a rmata. Pro• 1110.>so dopo tale guerra gc:n. d "..tnnata, com:111eJ,\ 1a dìvi:-.. ddl., Guardia. Nel 19(>0 di,·cnnc i,pcttorc generale dell'esercito. :"-/cl 190.1 combauè contro l:1 Russia com e comandante dcl i, 4• a rmata, disting uendosi a \f ukdcn. :-Jel 1900 ebbe il gr:1clo eh marese. d'esercito e il tit•>lo cli marcltt·,e . per meriti cli guerra .

Nozza. Comune in pr<W. di Brescia. All 'epoca dclb !lcpuhblica Brc,ciana . 1797. fu uno <lei punti di concentr,1 1.ion e dei concrori,•oluzionari , e resistette a lungo contro le nuove idee importa1e da lla Francia . Fu arso e raso al <11oln da i Repubblicani.

N ubette. Con <1uesm nome i Francesi ch iamarono un modo di att:,cco a ;,iccole ondate di gas, su tratti di piccola estensione. per certi colpi d, mano, come per togliere un pun to di a:>poggio impo rtallle , o un e le m ento fastidioso. che pcrmen c1·a d1 conseg uire un e ffetto d i sorpresa, dato il si,tc ma ,emplice e di facile apprestamento per l'installa zionc dd necessario. Si impicgarnno bombole di piccolo modello. dd peso di circa Kg. 20. Esse, con un adatto si:-.lcma di cinture.:, poteYano essere senza fodc~1 portate ~u l do rso <lai ,old:ui su l Juogo d el l 'atrneco e r itira te dopo il loro impiego. L·emissione durava una \'Cnlina di minulÌ ,. ,·eni,a seguit.1 ,ubito dall'assalto delle truppe. Furono 111 tal modo re~i\lratl buo!ll risultati. come. ad c,empio, nell'azione d i S:um- Pie rrc-Vaait. Nubib. Loc,.l ità dell'Africa sud-occide nta le. nel paese ,lcµ'ì Ottentotti. 11 13 settembre 1905 un reparto tedesco Cli· m~lnlhllu <lal 01a1,:giorc MeiS>tcr vi sorprese un ,a..:ca1npamcn10

d , rilx-11, ottentotti. che, dopo nero eomb.:rn11cnto rurono

Nuclei chirurgici (Snv,cio samumo ;,, gu,·n-a). Sono fonnazio111 chirurgiche mobiit d, guerra. destinate .1 rendere possibili atti opcr.1(11 i d, alca chirurgia . richiesti cl ·urgenza da alcune tcritt· hdliche. quanto più \'icino sia possibile alla linc~ di ro,nbattimemo. A tal uopo ogi,1 N. C. e fornito di tutto ciò che occorre per la c,ccuzione d'intef\enti operatori d'unportanza. li matcriJlc è comenuto in due furgoni. de, quali il pnmo contiene una baracca in legno smontabile; qucst,l, <1uando è montata, r isulta composta d i t re ambie nti , cioè un 'anrisala, una sa la per gabillclto ratliologieo e<l un'altra per sala operatoria, con rnppcto di linoleum, con rnca, di riscaldamento e tl"ilh.uninlzionc. grazie :.ù un gruppo elettrogeno azionato

ESPLORAZIONE .AEREA

DMSIONE CELERE

e

(lf fa

NUCLEI D'ESPLORAZIONE VICINA

g~~ AVANGUARDJE

• • •

•I I• I• Nuclei. d'csplornzìone

dal motore stcs,o del furgone. li ,econdo contiene un •rmamentario chirurgico completo per 1ntef\·enti di alta chirurgia ccl apparecchi accessori. 1\ ciascun ?•;_ C. sono a,segnati tre ufficiali medici, de , quali uno de1··csscrc chi-

rurgo di riconosciuta compt:tt:nza e ,g.h altri due. ~pccializzat, anch ·essi Ìll chirurgia. disimpegnano le mamioni di assi,tcnti: il personale di truppa è 1apprescntJto da pochi infermieri e [l0rt1tent1. Il d,rettorc di Sanità d1 Corpo


-

574 -

d'.·\ rrrrnta mobilitato d ispone di un N . C . per ogni divis . cd eg li ne fa l'opportuna 2.ssegnazionc a seconda delle particolari esigen ze d el momento. 11 N. C. può irnpian torsi e svolgere la sua opera o p resso i l posto base della ,ezione di sani tà ovvero presso l 'ospedale da campo più vic'i no alla linea d i combattimento, potend o così i feriti c he abbiano subìto un atto operat ivo d'importanza essere rcmpora neamente ospitalizzati prima d i ven ire sgomberati negli ospeda li arretrati .

Nuclei d'csplo,-az ionr: vicina. Sono frazioni d ' un ità celeri miste (cavalieri e ciclisti) dest inate alla ricognizione cd :ill 'esplorazione sul la fronte d i ciascuna d ivis. in marcia ,·erso il nemico. La divis. è preceduta d al1 aviaz.ionc e dalle g ra ndi unità celeri per l 'esplorazione lontana. è seguita a circa u na tappa dalle avangua rd ie della fante ria . ( V . E.rplora=ione e Sicurezza; per 1 N . muni't.ioni l~ di l.'CJJJ hattime1110. V . Squadra muragt,atnc, pesanti). 1

N udant· ( Vincenz o). Ge nerale francese. n. nel , 861. Apparte nente all'arma d'a rt iglieria frequentò la Scuola superiore <li guerr~ e nel 19J 4 iniziò la guerra Mond iale cmnc colonne llo comandan te <lei 49 regg. rl 'artiglie.ria (campagna J ' Alsazia) e ne 'lo : cesso a n no passava al comando dell' 82• brigara di fanteria . Nel 19 15 passava al comando della 70• d ivisione (Artois) . N el 1916 era generale d i d ivis. al co m,rndo del XXXIII C. d · A. (Vcrdun e Somme) e nello stesso an no, del XXXIV C. d ' A. in Alsazia e a Reims . Cessate le ostilità fu nom inato p reside nte della Oomm issionc interal leata permanente d'armistizio a e po i a Colon ia . Nel 192 0 eb be il comando del VII C. d'A. territo riale a Bcsan\on. Poi passò nella riserva.

sPa

Nufenen (Passo di). Colle mu la ttie ro ddlc Alpi Lcf>onzie, che mette in comu nicazione le alte vall i del Ticino e del Rod anÒ. Da Airolo, ove la rotabile di Val Lc,·cntin a sale al Gortardo per scende re nel! ' Alta Reuss, si d iparte una carrareccia che segue ancora il corso del Ticino, rimontando l 'alta valle sino a Pedretto. lvi p rosegue mu la ttiera fino alla testata del Ticino, sale al passo <i i N. (2443 m .) e scende per un vallone laterale a Ulriche n sulla grande strada dell'alto Vallesc. La comun icazione, accessibile solo a mt'zzi sonieggiati, ha scarso valore in sèi ma ne acq uista per la scarsità d i valichi dclb ch iostra principale lepantina , per la rela tiva brev ità del percorso, e pii, ~ncora pcrchè i vicini passi del Grimse l e del Furka le danno successivo 3ccesso alla regione bernese e ;1lla conca d i Andcrmatt, g rande vestiboìo d i molteplici v ie rransa l1 pi ne della Rczia. Nugent (di Westenratl,, coi,te Lav11nt) . Generale a ust riaco (r777- r862). Cad etto n~l co rpo d eg li ingcgi,eri nel i 793, combattè nelle campagne colltro Napoleone dal 1796 in po i. Passa to allo S. M., si segnalò nell'assed io della cittadella di T o rino e poi sul Min cio ( ,800). Nel 1809 fu capo d i S . M. ckll 'a rciduca G io va nni; nel 18 ,3 batte' i F rancesi p resso T rieste. P artecipò poi alla campagna contro Murat . Dal 18 r7 al 18 20 fu ca pita no gene rale del re d i Napoli . N el 1848 org an izzò un corpo d i tru ppe per accorrere in aiuto dèl maresciallo Radet~ky nel lombardo"cncto. Riorga nizzò poi un altro corpo, partecipò alla g uerra contro I 'jnsurrezionc ungherese; assediò e prese 1a fortezza d i Kornorn e venne promosso feld-rna rcscial lo . Pa rtecipò in li11c alla campagna d el 1859. Nui-Bop, Loch -Nam,

Villaggio

del

Tonchino nella

vallata del

Nu1

Co111b11ttimem o di Nui-Bop (1885). _-\pparticne alla campagna francese d el Tonchino. Allo scopo d; scacciare dalla

v~l lata dd LoLh~Nam i Cinesi , il gcn. ~égrier, partito

"

da Ch in. il 3 gen naio 1885, co n una colonna d i 4 bgl. e 2 ba tterie, si d iresse sul villaggio d i N. B . d issimulando la propria. marcia d iet ro la sponda del fiume. Giu nto in prossimità del luogo, passò il fimnc e piombò ,1erso le ore r6 im provvisamente su) nemico. Nonostanie la sorpresa, esso oppose fierissima resisten za durante tutta la serata, e non cedette ·la posizione ritirandosi, se no n verso il mez zogiorno del g iorno seguente, dopo aver avuto l'occasione <ii distruggere comple tamente, durante la notte, una cp. francese rimasta isolata dalle altre truppe. Il campo c!i N. 8., sit uato i n o ttima posizione. era difeso da S forti e da 8000 u. Vj furnno presi : due batterie di cannon i K rupp, con tutto il loro inateri.a le di 1nuniz iona1nento;

grande numero di tende~ r50 fucili, u.na quantità considerevole di cartucce, un niagazzino vestiario, gra ndi prGvvigioni di riso e di sale, apparecchi d i telegrafia ottica e una certa quantità di d inamite. L" perdite francesi furono di H) morti e 76 feriti, fra cui 3 ufficial i.

Nui ts. Con·iune della F ra ncia, nel d ip. della C8te-d'Or. Combattimento di Nuits (18 d icembre 1870). Appartiene alla guerra franco•germ;rnica., c. avvenne l:ra il corpo francese .comandato da l gen. Cré rner e un tliswccamcnto ger -

manico agli ordini del gen . Gli.imcr. Il gen . \Vcrder, comandante dei T edesch i a D igione, saputo che il cor po

Crémer erasi spi nto da 13eaunc ver!:iO Digione nei pressi d i N .. decise d i scacciarlo per preveni re ogni insidia che potesse nuocere alla ,ua piena libertà d i azione. Affidò <1u indi tale compito al generale Gl iimer mercè l 'impiego di dùe brigate, della cavalleri a e dell 'artiglieria della divis. badese. li corpo francese e rasi posto a nord di N., appoggiando la sr. al le pendici del la Cote-d ·or e la dr. alle colline clic degradano verso est. 1 suoi t4 bgl., rafforz.ati

da una ventina di pezzi~ rappreS<-ntavano una forza esigua (circa ,o.ooo u.) : ma la posizione prestavasi ad opporre forte resistenza: il generale G liuner si propose perciò d i aggirare l'::1vversario da est per tagliarlo da Beaune , trattenendolo su lla fronte e min,icciandonc la sr. per i mollJti. Ma, avvertito dell'avanzarn ne m ica, il Crémer r afforzò la sr. per aver saldo appoggio alle al ture, ritraendo verso N . il centro e la dr., eh 'era soste nuta d alle batterie. li com batti mento s'impegnò in breve su tutta la fronte; pill vivace all'ala orien~ale , dove l'a ttaccante pronunciò 1111 deciso movimento aggirante con\·ergendo ve rso ovest . La dr. francese ripiegò di conseguenza sulla ferrovia, fronte ad est ; u na ca rica delb cavalleria badese fu arrestata da ,•iv,> fuoco <ii fuci leria; rna, d opo circa t re ore d i combatri111ento, sostenuti dalle batterie, i Tedesc~ i perven ne ro verso le 16 alla con'Jui.<ta de lla linea e della st azio ne fer roviaria; ciò ch e provocò lo sba rrtlamento e la fuga d el l'a la dr. francese verso Bcaune. Sostenne invece validamen te l 'attacco b sr.. che respinse le colonne tedesche rerso D igione ~ men tre le scars~ forze che prcsidiava~o l'abitato di '/'1l. con tenace difes~1 svolsero ottima azione d i retrogua rd ia fino alle I ì · 1 Badesi, fortemellle provati , non ebbero irnpulso sufficiente per inscg\1icc J'avversario. Il giorno ~eguente, accertato che i Francesi eransi rirj. rati a sud di Beaune, il gen . Werde r - c h 'era giunto su l luogo nel pomeriggio <lei dì innanz.i dispose per il ritorno delle truppe a Dig ione. L'azione, tatticamente notevole, ebbe carattere episod ico. senza riflessi ,l'ordine st ra tegico; ma sollevò larga eco, specie a Lio ne, dove diede pretesto a violenze dei sovversivi, ind izio eloquente d el fcrment() dit preparava tristi giorni alla Francia. ContrihuJ

li


l,

NuL

575 -

a ciò soprattutto il gràvc alfarmc ,ollento d ai fuggiaschi, esageranti le perdite d i quella giornata. I Francesi e bbero un mig liaio 1m morti e feriti e circa 700 prigionieri ; i T ede schi pcrderrtro circa 900_ uomini.

Nullo (Fnmcesco). Ufficiale garibaldino, 1i . a llergamo, m. a Krzykava (J82G-1863). Nel 1848 combattè a Milano du rante le Cinque Giornate, poi nel Trentin o, nel 1849 a Roma coi lancieri del Masina, nel 1859 tra le Gu ide del Simonetta, nel 186o trn k Guide coi Mi lle, segnala ndosi , Calata/imi e a Pa lermo. ove fu p romosso capitano . Dopo il passaggio d ello Stretto fu promosso maggiore e riuscì a catturare la brigata Briganti. Al Vo lturno fu prnmosso tcn. colonnello e s i ~cgnalò ne lla spedizione su

Isern ia.

Fu arrestato nel 1862 per il tentativo d i Sarnico, ma potè ancora partecipare all'impresa d i Aspromonte . Liberato dalla susseguente prig,onia cli Fenestrelle, andò a com battere e a morire, col grado d i generale, per la libertà della Polo nia.

succedette il consok Qu:nto Pompeo, il quale dispone, a d i (orze: quattro volte superiori a quelle dei presidì bloccati . Malgrado ciò non gli arrise la fortuna delle anni, e perduta la speranza di assoggettare i N umantini, concluse con loro una equa pace. Ma il console M. Popilio Sena, che [u d estinato a succedere a Pompeo, rinnegò i paui già conclusi e il Senato romano confermò la nullità degli nccordi.

I

Numantini 1

esasperati,

ripresero

la campagna,

,configgendo r ipetutan1en1c il console Serra. Dopo u11a più grave sconfitta -t occata al console Arbilio Mancin.o p an·e c he la son<: di Roma fosse ormai decisa: ma il Senato, nel 1.l4, in viò nella Spagna il miglior generale della 1epubblica: Scipione Em iliano. J,·esercito romano, quando Scipione assunse il comando, era nu1nericamentc sufficiente, rna corrotto dal lato disciplin are. li console d imostrò grande <:ncrgia nel reprimere ogni mollez.za cd ogni abuso, risollevando il morale ed 3ddestrando animi e corpi. Quando vide l'annata agguerrita, si accostò a. Numanzia, guidando

q uattro legion i, e con la p resa delta città pose rennine alla gue rrn.

Numanzia. La pit1 celebre città dell'Hispania Tarracuncn!tis . costru ita sopra una rupe presso al cnrso superiore del Duero. Spettano forse a· N. le rovine che oggi si 1·edono presso Soria.

Nullo Francesco

Nullo Carlo

Nullo Cm·lo. Genera le, 11. a Clusone, 111. a Panna (186o1928). Sottot. d 'a1,t. nel 1880, fu insegnan te presso l 'Accademia mii. dal 1886 al 1888. Da ten. col. e da colon • 1,ello fu d irettore d'art. a Mantova ( 1911-1913); poi cnmanda11tc d el 28° art. da campagna (1913- 1915) co l quale partccjpò alla guerra italo-austrjaca. Dire ttore d'art. a Ve-

•o na (1 9 r5-1 910) cd ·addetto alla direz. d';u•c. dell 'lntenòenza della 1• armata (1916 -1918) nel 1917 ragg iu nse jJ gr~do di magg. generale e 11cì 1923 jl grado di ten. generale nella riserva, essendo stato collocato a riposo nel r920. Pubblicò stud i sull ' impiego d elle artiglierie in nvistc militari_ Era nipote d i Fra ncesco Nu llo .

Numana (an t. H,1111a11a ). Comune in prov . d i A ncona. Nel l215 s'alleò con Ancona con tro f a rJO. lesi, S<'n igallia .

Nel 1228 partecipò ad un 'alleanza co n tro Ancona. Nel 1308. parteggiando per i Ghibellini. si unì ad u na lega contro la Chiesa, dalla quale fu severamente pun ita . Verso il r.iro fu occupata dagli Anco1l ctan i, che ne smantellarono k 1uura. ·Nel r397 il cond o.nicro Migliarò, al so ldo del governatore

ddla ~1::trca , assalì e

~acc heggiò Num.1na.

Numantina guerra. I Celtiberi, incitat i da Vi riate, che per quasi u n decen n io aveva tenuto in iscacc<J i Romani, si sollevarooo. Fu dato incarico al console Q . Ce cilio Metello di debellare la nuova insurrezione, cd egli ottenne qualche successo nel 143 a. C., .:astringendo i ribelli verso la fine dell 'anno a ridursi entro le fortezze d i T ermanzia e N u nrnnzia. Quelle fierissiine popolazioni sdegnarono la pace con Roma perchè questa voleva imporre la con d i?.ione della c<~megna delle armi . A Cecilio Merei io

A Campi Romani O Trinceramenfi Assedio di N umnnzia (134- 133 a. C.)

I. Bauaglia di Nm11anzia (153 a. C.). Fu combattuta dagli Arcvaci, con dotti dai loro ctlpi Aratone e Leucon, contro il ~onsolc Q . Fulviò Nobiliore . Come incomincib la pugna, i Romani mandarono innanzi d ieci elefanti; i Ccltiberi spave ntati si ritir arono dent ro le mura. Ma u n elefante, avendv ricevuto un g rosso s:.lsso ne lla testa, si infuriò e trasfuse la furia negli altri elefanti, che dati tutti di vqlta e non d iscernendo più nem ici da amici, re• carono grande scompiglio e confusione nei Roma11i; per


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576-

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L'a~scdio di .Kum:nuiu con Il! lirwc romnnè di drccmvalkl',donc. i:: d ì cunrrovnll.,?ionc ( 134- r33 a. C.)

cui il .:unsok fu costrcllo a ritirarsi . I Numalllini al lrn:, balzarono fuori cd inseguirono i Romant uccidendone circ.1

~ooo. e togliendo loro 3 elefanti, molle armi ed inscgnt'. Il. Ba11<iglin di N,m11111zia (152 a. C.). Fu co111ba1tu1., e \'ima d:11 console M. Claudio Marcdlo contro gli Arc,·aci che si arresero a di sc rezione. Marcel lo però. per n.t1 icurarc la loro obbedienza, li nmisc in possesso dei diritti cl,c essi avevano godu10 al temp'l di Sempron io Gracco, f.1ccndosi però conseg nare ostagµi e obbligandoli .1 pagare a Roma un annuo rributo.

lii. Auedio di N11ma11~1<1 (134-133 a . C.) . Fu poMo d,tl console l'. Cornelio Scipione Emiliano. il qua le con 60.000 uomini partiva nella primavera del 134 alb volta dcli., Spai::na, e, giunto davanti a N., divise in due alloggfamenti l'esercii<>; ali ',mo dei quali rreposc il fratello Fabio Massimo, l'ahro lo tenne di,cuameme al suo comando. Nell 'esercito romano eranvi da notare Giuguna, nipote del celebre Massinissa. Caio Mario . che doveva far parlare tanto di ,è, e C . Sempronio Cracco, il grande riformatore. I Numantini uscivano in campagna per combattere. ma Scipione stabilì d i domal'!i e p renderli p<·r fame. F:nti costnme selle bastioni, li ~ircondò di fosse e steccati; subito dopo fece scavare un alt.ro fossato difeso da un altro stec calo; infine edificò un muro, la cui gros~czza era di Olt'l piedi e l'altezza di dicci: r.clln stagno poi, che cm con giunto alle mura della città, innalz.ò un argine grosso e altr) .:omc il mu ro. Restava il Duero, ,;hc mettcl' a in comlt· nicazionc N . coll'esterno; e Scipione lo chiuse con travi armare da punte d i ferro. Avendo ;n tal modo ordinato ogni cosa, il console po><: sulle torri e sul muro macchine e strumcnù per tirare dardi e sassi. J Numantini assalirono spesso le guardie romane, ma dal pronto accorrere dei rinforzi furono sempre respinti. Tulr:ivia g li assediati, sebbene lorrnentati dalla fame, durarono nella rcs,stenz., più cJ, un anno: alla fine mandarono una commi ss ion<, cl i rinquc uomini a Scipione per discutere sulle condizioni della re<a e il console rispose che essi dovcvanci da rsi a discre~ionc. J Num31Hin.i , accesi d'ira, ammaz1.arono i ciu. quc ambascia1ori e ,rabiiirono di contiu uare di,perat:l• mente nella difesa , f. mancando cli carni e di erbe, cominciarono prin1icra111entc a mangiare i cuoiami niaccrati e · rammorbiditi. cor. l'acqua, pOlcia le ca, 111 delle pcr,on.:, morte. Gl'infcrmi non furono piè, curati e i più deboli ,enncro uccisi. Ma conti11uanclo b fame e l.1 pestc. all,1 fii1e si arresero a Scipione. \foltissimi si diedero· la morte

pi.:r non sopravvivere :dia ~e rviLù delJa patria; i rimanenti turon,, , cnduri come schi3\ i. C'.o,ì cade, a ,V. che con 8000 difensori al'cva dato 1anto da Care ai Romant. La cinà fu da Scipione distrutta dalle (ondamenta e il contado di,·iso fra le rin:\ vid ru.:.

Numerazione dei reparti. Ragioni d'ord ine .t.actico, lc:caico cd amministrativo impongono la necessità di suddividere la massa delle forze mii. d'uno Stato in (ra✓.ioni; stahilita la proporzione fra le diverse àrmi e spccdlità dei servizi, in ciascuna cli esse i repa rti vengono di~tinti con numeri. Siccome il frazionamento della massa deve iotlclisforc ad esigenze d i azione e di governo, 1:a N . riguarda anche le grandi unità cli guerra, ri,ultanti dal ,·aggruppamento di unità semplici d elle diverse anni, d1e, fino dal 1cmpo di pace, ,·cngono dislocate nel 1erritorio dello Stato. La N. ddle g randi unità d i guerra incomincia dalle armate. la quantità delle quali è: fissata in base a criteri d'indole strategica cd è gencral mcnlc rcnuia ,cgret~ dur;inte il tempo di pace. In guerra può variare cd essere ind ipende nte dalla progressione naturale dei nu • meri , per disorientare il nemico sulla quantità delle fone disponibili. Nessun distintivo portauo in campagna le truppe dipendenti d" una data armata; soltanto ,I comando di t•»a tiene ostcnsibile un pen none cc l numero, scritto in cifra arabica. La N. dei C. d'armata è pure fissal.l in tempo di pace, e segue la progressione naturale dei numeri ; la loro cli,locazione dipende dalle condizioni tcrri1oriali dello Staio. dalle esigenze strategiche de lla difesa, nonchè da :,ltre cause ine renti all'alimenta1.ionc delle truppe. e acJ C>i)!cnzc amministrative . Le truppe dipenucnri non portano alcun cli,tit>tivo numerico: al solo comando del C. d'.\ .. sia· territoriale che mobilitato, porta b N . in ci(rn romana su t utte le insegne <1,,1 Corpo stesso. In tcm1x, di pace la /\'. segue la progressione naturnle dei numeri, in guerra può (,'~sere saltunria, ~cmprc per ragioni d'indurre il nemico in inganno sulle \'ere forze che ha dj fronte , La r,..r_ delle d ivis. tcmtori:ilt gcncralmcntc ~ in relazione con quella dei C. d'A. da cui clipcnuono, cii, che 11011 viene ttlltavia con~crvato in guerra. do\.'C per c~igcn~c tanico-stratcgichc. occorre ,pesso variare }a formaz ione de i ,·cpani. Le lruppc dipendenti da u na divis. non portano alcun distinuto numerico; solo il Comando cli essa porta i n cifre arabiche sulle insegne il numero che IJ <listin~rt•c. Cire.1 ali., S. della brigata, che in passato. ncll'c,ercito 1tali:,no, nitre al numero progressivo port.n·,

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-

577 -

...:omc distintivo il noff1c. <li un SO\Tan<>, di un ~ rcgiont·, o· d i una c it1,1. coll'ordinamento del 1926. porta la N. ddln d ivis. c u i ap partiene, in c l[ra romana, .!>li i pennone del ,oman do e sulle jnsegnc . L~ N . dei rcgg. in ciascuna ,orma .sc,1,rue J;i progres~ionc stabilita d a lla forma?.ione ed

diede

occa sione

alla

conia7.ione

delle _singole

monete.

Fra i simboli m ilitari p iù frc,1uenti si trovano : frecce e

-o rclinnrncnto delle , ·arie forze m ilitari. D urante l' u lrim;i ~rande guerra, come è avvcnu lo per le a.ltre n1agglori u nirà. non h;i seguito l 'ordine 11aturak- della p rngrcssione nu ineric.a. cd i rcgg,. d i 111.1ovn fonnazìonc hanno ~wuto 1111J !·i l. sa ltuaria. Oltre 3 1!:1 "l'•l. i rcp:g. d i c l\·aJlcria jtali:111i, come p ure taluni regg. d i. fanteria d'eserciti esteri. porta no un nome di c ittà o d i principi , od a ltra denominazione . J n c iascun regg. la N. d ei bgl., " second a dcl l.1 fo rmazione ternaria , o q uaternaria, esistente rincor:-1 in ., dtri eserciti, v:i dall'r a l 3, o al 4. Soltanto le fantcri~

scelte . come in ltalia i bersaglie ri e gli alpiniJ fr1 Austri;:i. in Francia,. in Germania i Cacciatori. avevano in passato u na

N. progressiva su tutta h massa dei bgl. e portava11n

inoltre una denorninaz.ionc d i regione o citl'à , per distin~ _g ucrl i. In l tal ia il raggruppamento in rcgg. delle du~ fan terie scelte ha faito perdere la N . per massa d i bg l. ·Scen dendo a lle piccole unità di cp . e d i pi., il frazionamento, e per co□segu('n7.ri 1:-t :\' . , si r iferisce sem p1·t,: alb ,costituzio ne del ba ttagl ione .

Numidia . Antic;:i regione.: d d l'Africa settentriona le, situar:1 fra il !vlcditerranco a 1,ord , il fiume Tnsca a est.

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l'A t lante a sud e l'Am psaga a o,·e5t . Corrispondeva alt ·,1d icr na A lg,eria . Ve rso il 250 a. C . . f u in\'a:-a dai C:1r-

')

taginesi, J'Oj essendo essi jn numero troppo ristretto ~i ,(o utcn taro no <li occupare .solo la costa e d i prendere

I

Rccupèrat is ,, d 1c. indican(i lu1ninosamentc i "i1npresa che

alcune tribù di N umidi come t n ,ppc ausiliar ie . J\I tempo ~d dla seconda guerra pnnic3. la l\7. era d ivisa in d ue rcg11 i rivali; quello d i Siface a O . , e quello d i Massin issa a E., riunit i da Scipione Africano nella guerra contro -Cartagine. Ma Siface, app rofìttando dell'asscn:,;a cl i .Massi n l:,sa. corrcv:1 :i combattère con Scipione :=tlb battag lia di 7.ama. rompcrn ]'alleanza coi Ro mani e si impadroniv, -degli Stari d e l suo rivale. Dopo la disfatta d i Carwg inc, Scipione andò in aiuto dello , poclcstaoo, v inse S ifo(c e

r imise sul trono Massin issa, che e bbe i n con,pcnso una 1•:irtc dei dom in, c artaginesi . N el 11S a. C. moriva Micip>:t figlio di Mass ioissa . lasciando il trono d i N . ;i i fig li .-\dcrha le e Jempsak cd a l nipote Giu g urta . Scopp i:1t:1 l;i g u e rra fra i tre ercdl , Jcmpsa l<' veni va assassinato, .\cltr~ baie p rirn:1 battuto e poi trucid.:uo

<.'

di fvlarco Antonio - N ummus -

<li Adriano Augusto

:1rml J.1 l:t ncio di divcr.so genere. aquile inermi o armate cli fulmini. insegne consolari con vessill iferi , corone trion -

f:il i cli v:1rie q u~litù. scettri. caducei. ed altri moltissim i.

1'1unes (Fmuco l'<>rt11m110). Ammiraglio. n . a ~ivoroo nel 186~, e ntrato in sen·i,.io nel r88z. promosso contram1niraglio nel 1918. colloca to in P . A . nel 1920, promosso ammir. nel 1923. amm i,· . di squ adra nel J<)26. Prese parte alla campagn:i d'Africa del r889 . alla guerra italo -turca

cd alb iucrra .\ 'frindia lc . Fu d iretto re gencr:..tlc del R . Ar-

<cnalc di Napoli dal 1918 a l 19r9 . N unziante (marchese Vito). Gencn>!c nupu!ctano, n . a Campagna,

111.

a

Torre Annunzia ta (1775-1836).

Volon-

tario in fa11tnia nel 1794, si congcd<> nel 1798. Poco dopo si mise a capo d'un m igliaio di uomini dell 'a ntico esc,·~ito borbonico e .s i pose :i d isposi7.io ne d el cardinale Ruffo che lo nom inò colonnello; partecipò all'assedio d i Capua. ;'.le] 1806 cons igliò d i sgombrare N apo li e r itirarsi nelle Calahric delle g uaii fu nominaro comandante s uperiore a l ritorno dei Borboni (1815). Luogotcn. generale nel 1819 e comandante la circoscrizione m i 1. , li Salerno ne! 1820, dopo aver l:()mai1dato lç . divi.~. di Sirac usa e Pnlerino, <li-

\'Cntù ispctton: gcn. dell 'esercito. Viccrè di Sicilia nel 1830, fu non1 inato nd 183r p1 inistro dl Stato col co1nnndo d i tutte le !ru ppe de l 1egno .

Ciug urta . dopo avere

profuso molto oro a Rom;i per .avedn ~C<.Juic~n·nte, rima, 11cva padrone di tutto il reame. M a il suo spirito di indipe ndenza gli :mirò !" inimicizia dei R o n,rm i, che gli d.i-d,iararono b guerra ch e fu d,·tta Num idica. o. p iù comunemente, Giugurti,w (V .) .

della ce1ebrnz ionc di grandi avvcnìme n ti p~trjottici, o d i qualche grande jmprcsa militarc, la cui memoria dovevo

-conscrv~rsi fra. i posteri . E.d .a tale costumanza noi doh. biamo la cono scenza d i avvcnir,1en ti d i indole _polit ica o m ilitare , dei quali g li storici 11011 e , tramandaron o i l

r acconto e di cui i~ tem.po

ha

distrutto i documenti.

A tale scopo venivano scolp it i sui N. simboli o fras; stri

~

Nummus. Parola lat ina c he s ignifica medag!ia ( V .) cb !la quale è de rivata poi quella , li ,, num is matica» . C li .itH..ichi G rccj e Roman i usavano con i,uc il N. in occasio;1c

.

Nu11ziante V ito

.

. ~·•··

..

'

~

-.,

N 011ziante Alessandro

1.V tmzùm u marc/1cse Ferdinando. Gencr:-ile, figlio di Vito. Col g rado d i 111a rcsc. di campo comand ò n e l r848 -49 la. 2•1 <liv is. c9ntro j rivoluzionari siciLi:rni. f

N1111-ziai,re duca di Mignano Alessandro . Generale, tiglio

ad indicare ch iaramente l'azio ne o l'.i rnprcsa o il nome -della persona. che si voleva celebrare. Così ad esempio. nei N. di Augusto si leggono le iscrizioni : « Repub!ica

d i V ito , n. a Messina , m. a Napoli (1815-1881). Cap itano nel 1° regg. siciliano dell'esercito d elle Due S icilie nel 1828 .

<:onscrvarn » , « Acgypto Capto )), i( Asia R<:ccprn )►, « Ci ·v iht1s Scrvt1t is », « Civibus et Signis Miliral"lbns ~ P:trthis.

cilh. D a colo1111cllo e , b

4

da ten . colon nel lo partecipò alla camp ag n a del 1849 in Sibrigadie re coma ndò !a brigata

37


NuN

-

578 --

Cacciatori ( 1~50- 1855). Marc,ciallo di campo nel 1860 e comandante dell'esercito mobile, ucllo stesso anno passò nel! 'esercito italiano col grado <li luogotenente generale. Comandò la divis. mii. di Piacenza (1863-1864); la 4a divisione nel 1866, guadag,iando in quella campagna le in segne di gr. uff. dell'O. M. S. per .la presa della lesta di ponte di Borgoforte. Comandò poi la divis . mii. di Miiano, e infine fu presidente del Comitato delle anni di _linea. Pubblicò un lavoro: « .Economie senza riduzioni ,,, che ebbe grande eco. Fu deputato al Parlamento per le legislature X-Xll l , e senatore del Regno nel 1879.

,·:tsse ill1picgo nella ~,piorJ~it nc lontana. F.1 Napoleone t, che, mosso d~ll'idea d ' a,·cre una. cavalleria non arresta• bik Ja alcun ostacolo, ordinò per il primo di pro,cdc r<.: a regolari esercizi di passaggio a N. della Senna. T u ttavia succes:,Ìvamente scarsa irnportan·z.a

Nuoto (l'.1a,ùui). ;'Jellc marine mìlitari no11 e:-,isrono norme special, per l 'insegnamento del nuoto. :\ll'avvicii,arsi della stagio11c propizia le Aurorità superiori delle piazze marittime e delle basi navali, dopo a,·cr controllato la ccm1xratun1 ddl 'acqu;1, emanano disposizioni riguar<l:.uni iti !>pecchi d'ac<.1ua e le ore j n cui i inilirari pos sono prendere il bagno di mare cd allen;irsi al nuoto. l singoli comanch proHc<lono ad organizzare grnppi ,·ol personale che dev" imparare ed assegnano gli istrunori. Alla fine dcl l:1 stagione tutte le autorità nmettono al Coma ndo superiore del C.R.E.M. un rapporto speciale di carattere :,;t~tistic::o ~ul nu 1nero dei marinai che hanno se-

in acc_1ue p ro fon<lc

pass~ggio p1:éscnta

notevoli

incom·e•

Nlloto (Addcstramrnto dei q1mdrnpcd1). li passaggio :i N. dei corsi d'acqua per la o,•:,llcria dcsti11arn all 'tspJora>:ionc lornan:l , ha "cqujs1.ato una import:111za particolare. L 'addestramento ai N. del <piadrupede Fa parte ,ntcgrantc del rcgolarnct1to d 'csercizi di rutte le c:wallcr ic. Nell'antichità tale t:~crcizio non n :ni\·a pra~i~1to i.::hc_ <lai popoli cn1incntc1nc11te 3bit1rnti al co,nbattil11cnro a ca\!.allo, con1c i Parti., i Numidi, i Pannoni. 11 passaggio di cor~i d'acqua. a ,tali ca,·alieri cm facilitato dalla sc1i;1pl idti\ della bardatura dd canllo e da quella dell'armatura dd çomhattrntc, ridotta spesso ad una sempli.;e lancia e ad t111 piccolo scudo, com·cra p ure ridotto al m inimo il \'estiario. Kd medio evo, periodo classico della ca\'a llcria, I 'esef(izi~ del l\l. non esisteva, tanto più che raramente s i t r;llta\'3 d i.

t:

mchnose, t

11011

passa la corrente

manendo a mootc del cavallo, nuota tenendosi con uua o tutte e due le n1ani alla criniera, guadando il l1uadru-

Pa.ssaggi a nuoto. Pic~oii reparti possono pa:>.san.: a J.V. . corsi.

nienti; vi si ,-icorre solarnentc in casi eccezionali.

pro~

facendoli passare le prime volte in corsi d'acqua non profondi più di m. 1 ,20 cd a fondo sodo e limpido, 11atura lmcnte a dorso 11udo, e cond ucendoli a mano, col filetto in bocca, redini sul collo, c,j a mczw d i una corda "1lacciata all 'anello di sr. Quando i cavalli sono assucfotti. si addestrano a partire dalla riva col cavaliere iu groppa a dol'S<, 11udo, cd appena il <Juadrupcdc ha iniziato il N . il cav:1lierc 1 all arg::indo le ga1nbc, sguscia in acqua e ri-

itnparato a .n uotare.

bono murn-crsi per ulti111i e !i:tar pronti ad ogni occorrenza .

data al

se nz.a csscr\'i spinro. Oc;corrc per conseguenza c01lvinc~rl i.

gu!.to la scuola di nuoto e il 11un1<:ro di. quell i che h::rnno

Questo sistema di

fu

blcma, che ritornò i n auge dopo la sconfitta della Fr:wcia da parte della Germani:.. (1870-71). Il passare corsi d'acqua con interi reparti di ca,·alicri i n armi, con cavall i bardati, richiede . lunghissima preparazione. Si pensò di preparare in ogni rcgg. squadre di abili nuotatori, montati su cavalli addestrati in successivi esperimenti. Tale soluzione fu adottata dai principali eserciti europei, cd in primo luogo <lai nostro. In ogni guarn igione d i c~vallcr.i3 che ne abbia le peculiari comodità, deve cs5cre istituita una \< Scuol..1 di nuoto ))' dove, colla vo!ur-.1 progressione, i11 estate, si ispira confidenza a uomini ,; cavalli. ll cavallo per istinto in genere si rifiuta di entrare

Nunziatella. V. A1111u11zi.mclla e Napoli.

d'acqua per giungere dì sorpresa in punti dove non souo attesi, oppure per rimediare all'assenza di ponti e di guadi. Oc,:orre. perb. assicurarsi anticipat:imcntc ddb r.:apac.itZt d i ciascun uomo a mamenersi in superficie , <lclla velocit:ì e <ldl'evcntualc pn icolo offl'rti dalle corrent i, dell'andamenrn delle sponde e della loro accessibilit:ì. Il transito av,·icne meglio su iro.ntc piuttosto lata; i migliori nuotatori dch-

Nuo

pcde in modo da facilitarne la direzione cd il N. ,\ppcna vedc che il ca\'allo toccJ il fo11-do sulla sponda d'arri\'(> ri1no11 ta sul dorso. L'isrruzionc procede po.i con gradua ..

zi<>ne, finchè arriva a l passaggio a N. di cavalli completamcme sellati e bardati, C!Ì quali soltanto vengono alkn tate alquanto le cinghie. Quando i c-.ivalli hanno con!idc::n:t.a col 'l\r. . in me7.z'or:1 si può attrascrsare) col sus~ sidio di ~ barche, o di equiYalenti zattere, un fiume di wo m . di larghezza da parte di un mezzo squa<lroile. f;: bene tenere sulla riva di partenza i soli cavalli che dc\'Ono subito c nl'rarc in :icqu:l, c.: tenere nascosti gli altr.i. o nde C\'ìtare che

i parte nti siano tt·ntati

di

ritornare

verso i rimanenti, rifiutandosi di entrare ndl 'acqua. Sulla -'> ponda d'arrivo invece 5i tengono bene jn vista i can.tlli insdlatj che h:mno nuotato, per invitare g li al tri a ragg iungerli. Qu;1ndo la corrente su pera m.

1 ,50

al secondo:

~ prudente non far nuotare che 3 ~avalli per ciascuna barca o zancr.ra; se supera i 2 1n. aI secondo convjcnc

0

rinunciare al N. con ca,,alli non espertissimi. A seconda poi della velocità della corrente, bisogna regolare l'obli. q uiti, della t raversata, che aumenta in ragione direi.la della ,·clocità . Cn~icchè per passare a iV. un fiun1c largo 300 rn. bisogna rol cavalli percorrerne dai 350 ai 400.

Nuova Caledonia. Colonia francese dell'Oceania . Ha

manovre culkttivc, b'lal:chè prcdorninava il coll"1bartiu1c11tn

un 'estensione di circa

individuale. Ed nuche quando, per lo svolgersi delle gr,mJi g uerre di Successione durante il periodo delle Monar~hic, vi furono g rossi reparti di cavalleria, l 'impicgo <ll <:~~..t, essendo limitato allo stretto campo di battC1glia cd ali 'azione tau-ica vicjn:1, non si ~cnlÌ lÌ bi:mg no d 'addc.strarb ai. passaggi a N. di corsi d'acqua. Solo la Rus5ia coi suoi l:o::,,acchi, e la Turchia coi suoi caYalli arabi. mantennero l'abitudine di superare a N . gl i- osracoli fluviali, in m:trcia e durante i l combat tj1llento. Sulla metà del sec. XV!Tr Federico Il di Prussia curò lnche !'esercizi<> del N. per i

di 52.000 abitanti, comprese a11chc le d ipendenze. Consta di parecchie i.sole : la principale è la N. C., e le altn;sono le isole d i ì luon, di Iklep, <lei Pini, gli arcipelaghi di Chestcrficld, l.oyalty, e le lontane Wallis, q uasi t ulle annesse in 1c1npi diversi , alcuni anni dopo la spc• dizione del 1853. La capitale è Numca, ove i F rancesi atl rezz.arono un'ottima base navale. La N . C. ha, come tu tte le altre colonie dcl i 'Oceano Pacifico, valore strategico e marittimo per la Francia, poichè, insieme alle Nuove El,ridi e agli altri stabilimenti minori, eosùtuisce una serie m::ignilic::t di b,1si n;iv~ti e di porti di riferimenro. L a

suol c:n·aJ icri, quantu11quc neanche

la su.-1 cavallrrj.1 t ro~

20.000

kmq ., cd una popolazione

d,

l


Nuo

-

579 -

F,.wcia se ne impadrunì nd 1853, ,1uando, il 2➔ settcrnbre, l'animir . Febvrier-Despointcs vi sbarcò prendcodonc possesso. !\'d ,86o fu dichiarata colonia. N11ova Guù1ea . fsola della Melanesia, situata a nord ddl',lustraiia, da cui è separata dallo stretto di Torrès. È politicamente divisa in due parti, una o landese e l'altra liritannica. Gli Olandesi tentarono di stabilirsi nell 'isola nel 1827, ma il primo tentativo fu infruttuoso. Solo nel 188➔, quando Inglesi e Tedeschi si divisero la parte orientale dell 'isola, l'Olanda si impadrunl de! territorio occidcùtale. Nel I893 fu fissato definitivamrnte il confine fra le tre potenze limitrofe. Nel 19r4, durante la guerra Man• diate , la marina austraban a fu in..::1r!cata ddlc operazioni di sbarco e di conquista ddk colonie rcdcschc, operazioni che essa S\'olsc dal 18 agosto a.! 3 ottobre . impadronendosi, r111d1c L·on l'aiuto di 11~1\'i fr:1ncc.si e giapponesi, di r11tlc.;

Nuo

.\.'uova .\ladrid (N<'w .\l11drid). Posizione fortificata I LII .\1ississippi, .1 protezione .Ji Nuova Orleaus. Durante la g uerra di Secessione, i l 3 marzo 1862, il gen. federale l'ape, prima di iniziare le operazioni su l l\,lississippì contro l' Isolotto N. ro, mosse <la Cairo con circa ~o.ooo u. e giunse sotto N. M. occupata da 5 regg. confederat i e alctu1e cp. d 'artiglieria, e d ifesa dx opere in terra, annate d i 21 cannoni di g rosso calibro. Sostenevano la guarni, gionc 6 cannoniere. il Pope occupò Poiut-Pleasanr, dodici miglia a valle, fece venire da Cairo dei pezzi d 'artiglieria da assedio, e con ,·iolento bombardamen to rese impossibile ai Confederati di tenere le posizioni. La notte sul 14 marzo gli assediati sgombrarono la piazza e si porta rono nel Kcntuk r, sulla rirn opposta del fiume . Nno va Orlcaus (New Orlca,;s) , Città degli Stati Uniti, ca pitale della Lu i,i:rna, fondata nel 17 18 eia flienville . con

Le difese dei Confederati ptesso N uova Odeans ( r862)

le isul_e della Gcnn,mia, che, a Vcr;ailks, furono spartite le potenze alleate . La pane tedesca della N. G. toccò

l ra

:i ll'Inghilterra che ne ebbe il mandato, ratificato il 17 d icembre 1920 dal Consiglio della Società delle Nazioni. Nttov(l Lmulrn (No,:, Londo11) . Città degli Stati Unit i, nel Connecticut , sull'Atlantico. Durante la guerrn a11gloamerica na . nel giugno 1813, la piazza na !Jloccata dalla flotta inglc:,,c, che gli Americani vollero tentare d i incen• diare. A questo scopo vi manda'rono una goletta, I' « Aiglc » , rarica d i polvere e camuffata da trasporto di fat'ine. Una molla opportu11amcnte d isposta doveva fare scattare un grilletto di una pistola al momento in cui se ne cominciasse lo scarico. Gli Inglesi se ne iinpad ronirnno ; avendo però alcuni marinai voluto sottrarre parte del ca rico prima di condurla ·sotto il vascello am mirag lio, I' « Aig lc >, scoppiò distruggendo quanto la ci rcondava, ma senza dan neggiare le navi maggiori. Si fece allora u n ,econdo tentativo contro i l P lantagenet, vascello di 74 canno ni. Questa volta fu sperimentato jl ,, T orpedo » , macchina esplodente sottomarin a, la prima del genere usata in guerra, Mandata sott 'acqua, in vicinanza del vascello, I '.alta marea la spinse contro i suoi fianchi. Una fo rte esplm~ione ne segoì e la nave ~ ndb a picco.

porto sul Mississippi a r77 Km. dalla foce. Dal ,763 al J8oo appa rten ne alla Spagna; poi passò agli Stati Uniti. I. ,-li/acco e presa di Nuom Orleans (1862). Durante la g uem1 d i Secessione, !a città, sui primi del 1862, era ancora in possesso dei Sudisti. Posta in mezzo alle paludi, era quasi inaccessibile per via di terra. Dalla parte del fiume la d ifendevano I 'ostacoio naturale ddla barra ,ilb foce del M ississippi e i due foni Jackson e San F ilip po, m uniti d i 150 cannoni e fra loro collegati da uno sbar ramento destinato a irattcncre l'assalitore sotto il !oro fuoco. Di più c'erano due arieti coraz.zati da 20 can~ noni, e 1111a dcçina d i bast imenti armati, protetti contro il fuoco da la;,iere di ferro e da balle di cotone. E ra governatore sudista di N. O . il Mansfìcld Lowel, che la mise in completo stato di , Jifesa, quantunque il governo confederato, preoccupato di un attacco dall 'alto cor so dei Mississippi e incredulo sopra una possibile m inaccia da Sud, g li • togliesse i mezzi per assegnarli alle difese a monte del fiume. Il commodoro federale Fanagut ebbe l'incarico di operare contro N. O. per via di mare; i l comando delle truppe fu dato .al gen. Butlcr con r2.ooo u. Navi da guerra e trasporti, partiti dai vari porti del Nord , si concentrarono presso Ship-Tsland dove sbarcarono le forze


-

Nuo

<li terra. Ri maste tJUc:>Le: inerti a causa ddl:-t zona palu • <losa che cing:c\'a 0.'. O .. il Fanagull che :tYcva l n sottordini il cornandame David Pertcr, forre cli 46 naYi, iniziò !e operazion i, All a fioc d i marzo ttllto era pronto; un:\ fortunata pie11a <lel fiume consentì alle navi di superare la barra e il 18 aprile il Porlcr apriva 11 fuoco sul forte Jackson con venti bon1ba.rc.lc, forni te · ciascuna dì un mortaio d:i i 5 pollici, di cui avc\'a il comando. Fino al 23 durò il bomhardamrnto seoza alcun risultalo; finalmente il Farragut, deciso a superare l 'ostacolo , nella aotte sul 24 aprile riuscì a passare o ltre il forte Jackson con 5 cor• vell<.-: <.~ TI canno:..1.icrc, divise in due coloonc;. A..r1.ch<.: il fortc San f'ilippo fu sorpassato, mentre le navi sudiste. che il governo non .-ivcva voluto porre sotto la giurisdizione <lcl governatore di 'f\7. O., rimanevauo jnaltivc. Quando anche la flotta .intervenne, il Farragl!'-' l'attacch e facilmeme HC ebbe ragione. Le cannoniere forono sopraf. fatte e quiudi gettate sulla r iva e incendiate dal loro stesso cqu ipaggio che non volle cerlcrlc al nemico. L., stessa sorte poco dopo ebbe la corazzata « Manassas ». Poche batterie d ifendevano ormai N . O., e il governatore. nella impossibilità di difenderla, il 24 aprile l'abbandonò colle sue truppe. Appena partito avvennero nella ciui, scene di disordine e di orror<:; le navi furono incendiate da ll a folla che d iede fuoco anche ai maga7.7.ini; immense quantità di munizioni da guerra e da l,occa, e di balle di cotone, furono preda delle fiamme. Il 25 ap rile a mczz<,. giorno la flotta federale get tava le ancore cii fronte a N. O. e tre giorni dopo i forti si arrendevano al Por1cr. Jl gcn. Butler, giunto colle sue truppe, i l :, maggio ne rissuir,eva i l governo.

11. Attucco di Ntiov<t Odea11s (tSq-15) . Fiuo dall ' inizio della guerra anglo-americana. i cittadjni si erano prepa• rati a resistere al nemico, poco fidando negli aiuti del governo centrale, lontano e occupato della difesa degli Stati scucotrionah . Era stala organ izzata la n1ilizia, e i J1cgri e

a1td:itti liberi avevano ottenuto di cost iniirsi jn

compagnie per la d ifesa comune. Alla quale s, presta\'a la ~iluazionç topografica, per essere malagevo le l'.accesso dal mare, possibile solo atrrnverso b foce del Mississippi, difesa li::l un~ barra pericolosa a cui scg;ue un corso tortuoso, stretto e rapido, e per le paludi inaccessibili che la ci rcondano da parte di terra. Saputosi che gli Inglesi si preparavano ad attaccare la città) vi si tccò il 2 dicc1nbr~ 1814 il gen. Jackson, che ne assunse jJ comando. Rinforzò LU>tte le difese, rese inaccessibili i passi delle paludi , fortificò le rive del fiume, e sull'isola Chd Mentem, che ne dorninava il passaggio costruì una poderosa batteria. L:-t guarnigione e ra forrnata da un m ig liaio d i uornini, con1andati dai ,generali Coffée e Carro!. Il 5 d icembre la flotta ing lese, al comando dell 'ammir. Cochrnne, forte di 60 navi, si presentò al la foce del Mississippi. Fino al 14 avvennero scaramuccic fra g li Inglesi e cinque cannoniere della difesa avanzata. che, artaccate da forze superiori . dovettero arrendersi . Tuu i i passaggi e rano custoditi, meno uno . mal noto, che rimase libero. I pesca.tori abitanti in q uei luoghi vi guidarono le truppe inglesi che, impadronitisenc , i l 23 d icembre sba rcarono la divis . Keane. la q uale poco clopo giunse sulb riva del fiume. Dato l 'allarme, le truppe americane mossero per attaccare il nemico prima che quc~ti potesse organizzare le posizioni occupate; sulla sr . si trorn,·a il gen. Coffée coi cacciatori del cap. Beale, al centro j volontari della citt~t e i bgl. neg ri <ll co1nando del col. Ross; sulla dr. il 7° e ,1" regg. di linea coi sol dari di rnadna e l'artigl ieria : in turco circa 2000 u . Se • rondrrndo il nw,·imento, il con11nodoro Pattcrson , a bordo 1

Nuo

580 de.Ha

II

cfrolina !) ,

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111t:~3m,i

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alla po.si7.ionc nen1ica, iniziò il co1nbanimcnto. La cava!~ leria del Coffée, caricando gli Inglesi, li mise su l principio jn disordine; riprc.sisi però, essi si ordinarono in Uatlaglia, pronti a ' resistere a ll 'attacco, quando, sorta impron·is'1· mente una nebbia foltissin,a, ogni movimento dovett.<.: jntcrrornpersi . Nei la notte gli Americani passarono sulla sponda opposta del callaie Rodriguez, mentre gli lngksi, che nell'azione avevano perduto circa 400 u .. giudicando il nen1ico molto superiore di numero, decisero di non attaccare la cirrà pflma <li avere ricevuto i neccss~u·i rin f:orzi. Così il gen . Jackson ebbe tempo d i far cost ruire 1111 r<>· busw trinceramento, preceduto da la rgo e profondo fossato che, appoggiato al fiume e alle palud i, chiudeva il passaggio al nem ico . L~ u Caro lina >}, dw e ra r imasta s ul posto e batteva le posizion ì 3.vvcrsarje controbattuta <la una batter ia inglese, il 27 dicembre fu incendiata e saltò in aria. L o stesso giorno era sbarcato il com and:l'!ltc in capo delle truppe britann iche, gen. Packcnhan:1, con il 1

grosso dcll 'eserci.to e numerosa artigl ieri;'!, t: il giorno success.ivoJ preparata l'azione con unJ. quantità di razzi incendi3ri e bombe, a ndò all'assalto. Dopo tre ore ,Ji lotta sanguinosa le truppe inglesi furono respinte. 11 1° gennaio del 18i5 g li Ingles i aprirono j l fuoco con nuove batterie, tosto controbattuti dagli Americani ; dopo un vano ten:t:-t• rivo di attacco, il fu<>co, durato tutta la giornata, ebbe termine . 11 4 gennaio gli Americani furono rinforzati da 2500 u. del Kentucky, comand:ni dal gcn. Adair; i l 6 gli lnglesi ebbero altri 6000 t 1. condotti dal gcn . Lambcn. Così le forze dei primi furono di 6000 u . circa. quelle dei secondi d i o ltre 15 . 000 u. Intanto il generale inglcs-· a\'e\'a spinto avanti i lavor_i di attacco, scavando un p ro fondo canale che gli a,·e,·a permesso di portare nel fiume numerosi battelli :irmati !)Cr at1:1ccarc simulta neamente la posizione pr,nc,palc del nemico sulla si nistra e le batterie costruite sulla dr. Dal canto suo il gcn . Jack son avcrn (.omplclati i suoi trinccra1ncnti, difesi da l2 cannoni, e aveva allagato il fosso antistante, meau·c le continue pioggie 3\'evano reso sdrucciolevole il terreno e d ifficile a per• i.:orrersi dagli attaccanti; difendevano le opere 3000 u. direttamente sotto il suo comando. Sulla dr. dtl fiume una batteria d i 1 5 pezzi era difésa dal gcn. Morgan , il quale disponevi, anche <!el le milizie della Luigiana e del Ken. t11ckl'. Infine il col. Kcmpcr ebbe il compito di sor\'tgliarc e difendere tutti i piccoli passi cli cui il nemico si sa• rcbbc pon,ro servire per cadere su l fianco e sul rovescio dcli<: posi>.ioni. Jl giorno 8 gennaio il grosso inglese al• raccava le posizio ni tenute dal gcn. Jackso11. I soldati inglesi procedevano compatti ; ciascuno di essi portava, colle ann i, fascine o scaJc per s~ iire !>U! trinceramento' americano. Giunti a tiro di cannone 1 con1inciò ll fuoco c ui gl i attaccanti tennero testa serrando le Cile per colmare i \'UOti ; q uando però, a più breve d istanza, gli A1nericani iniziarono un m icidiale e ininterrotto fuoco di fucileria, alimentato continuamente dalle seconde e terze file che ricaric:ivano le armi della prima, tali furono le perdite che le truppe si persero <l'animo e indietreggiarono; il gcn. Packcnham cadde ucciso mentre ,tentava d i r iportar le al combattimento. Rannodate le schiere inglesi d ai gen. Gibbs e Keane, ciuesti riuscirono a farle avam;arc ancora, ma inutilmente; essi stessi, gravemente feriti, furono trasporrati fuo,i del campo di battaglia. li gcn. Lambcrt, solo supcr$tÌlC dei gcncrn li britannici, r ipor tò sulle posizioni d i panen,.a le truppe sconfitte. Intanto il gc11 . Thoroton a.vev:1 attaccate le posizioni amcric~ nc <li ri v:t d r. con successo, per un p~nico )m provviso so rto ndlc mi-


Nuo lizie e.Id gcn. :'viorgan, il quale, inchiodati i cannoni, mdinò la ritirata. Ma i l d is:ist ro soffcn o sulla opposta riva interruppe il successo degli Inglesi che Jovcucro ripassare il fiume per congiungersi al gcn . L amhen. In una conferenza tenutasi dai due generali coll'amm ir. Cochranc, si riconobbe che l 'impresa era fallita, e nella notte su l 18 gennaio k: truppe tornarono a imbarcarsi. Le perdite degli Inglesi (uro no considerevolissime: oltre 5000 u .; minime furono q uelle degli Americani, che avevano co111ba1tuto al riparo tlei loro saldi trin ceramen ti.

-:Vuoua Rivi.sta di Fanteria (La). Ptriod ico rnilirare, fon~ dato a Roma nel luglio l908, d iretto dal colonnello Vit• torio Carpi. Programma analogo a quello della Rivi:;1,1 di l',mteria (V .). Il Carpi, promosso generale, manten ne la dire.l.ione della rivista fino :11 1913; c~sa \·isse ancora ci rca

un anno (HJ13- 11 ) ,ortc1 !:i direzione del capitano Eugenio Barbarich.

Nuova Scrbid . .\Jomc dt un·~l!H ÌC:l p ro\·i rn.: ia russa~ crcat~ ,•n so il 1760 <la i governo d i Pietroburgo, con clcrncnli ,erbi, fra il Dnicper e il mar Nero. Nel marzo 1769

venne invasa da K1·ìm Gher;1i_ Kh;:in tartaTo, <..:On gra11di forze. Gli abit,rnti furono sterminati ill parte, e in parte p4 .ooo famig lie) condott i in ~chiavjtl1 . Nuova Zcla11da. Colu11ia ingk,c nel Paci fico Amllalc: superficie 268 .000 Ktn<J., cornprcse le isole vicioe. È costituita d i due isole grandi, ~epara te dallo stretto d i Cook , e una minore . Ha o ttime baie . Conta 1.490.000 ab . Dopo la g uerra da qucst~ colonia d ipendo no anche le isole Samoa . Della N. Z . l ' lngh iltcrr;l prese Lorn,alrncn tc possesso nel 1835 ; q uatt ro :11rni dopo ,i costitui un 'ap posita ,, Compagnia », che prese possesso effctrivo della colonia nel 1840. In bre,·e nume rosi d tradini inglesi vi si stabilirono , auratti da lla fcrtilit:. del paese . e dal clin,a simile a quello dell'Italia. J:sercùo de/fu Nuov.i 7.c/,11,,/a. Comprende f<1rzl': pennanenti, forze Lcrritoriali, riserra di qneste ultime: . Il reclutamento è o bbligatorio per l'esercito rerr itoriale, volontario per c1ud lo permanente, con ferma d i 5 anni. Gli or gan ici comprendono 107 uff. e 42r u . d i trupp.i per l'eser cito permanente e 1238 uff. e 21 .265 u . pe r il 1erri,oriak .

NuR l.a riserva può ,;o,narc ,u 38.000 u. Vi e inolt1c il corpo dei " Cadetti ,,, comprendente i giovani dai r4 ai 18 an ni, -s udditi britannici. L'effeuivo di q uesti comprende 549 ufficiali e 32.649 sottufficiali e u. di truppa, raggruppati in ++ bi. su 4-6 cp. L'aviazione comprende pure forze per. mancnti (8 uff. e 42 u. di truppa) e forze terr itoriali (90 ufficiali e 20 u . d i truppa) . Vi sono, riunite in un 1cggimento. 10 squadr iglie, metà tld le quali da bombar• damento. [,ç truppe dell 'esercito territoriale sono ripartite in 1 divis . Sll 3 brigate d i fanteria montata (una pe r circoscrizione mii. k rritoria!e) ciascuna su 3 rcgg. ; 1 bri~ ga:ta d'art ig lieria (:n bt r.) e 2 btr. per difesa costiera. Vi sono inoltre 4 bgl. di fanteria non indiv isionati e i ser vizi. Reparti ncozclaudesi hanno preso parte alla guerra Mondiale:. Furono cl llor~ reclutati 112.223 u., il 19,35 ~<, d\: lla popo lazione rnascbik : n,: 1norirono in guerra 16.132, e ~o . 795

r imasero Ceriti . Nel r932 si <: abolito i l servi,.io militare obbligacorio nella N . Z. cd jstitu ita una M ilizia volontar ia per la d ifesa dell' impero e per man tenere l'ord ine interno. Il corpo dei Cadetti è rimaste) qua le era . La mi li,:ia ha una forza iii 10. 20n uornini.

Mm·i11a delltt N11ova Zcù,uda. Possiede due incrociatori leggeri : « Dnncdiu ", completato ucl r919, e " l)iomcdc », completato nel 1922, del dislocarucm o di 4 .850 tonn., armati d i VJ 152, III 101 , vari fanciasiluri, e dotati della vclocit:ì <ii miglia 29; e una !lave !-t:ttola, l'ex incrociatore « Philo mel » , d i 25ì5 ton,1. armato cc>n I 152, I 102, Il 76;

inoltre cinque pic:colc navi per servizi locali. Nuove Ebridi . .\rtip~l(L~O Ji conduminio ~rnglo-francesc, situato ne ll 'Occania fra la Nuova Guinea e !e Viti . Ha un'este nsione d i 15 . t50 kmq. , e um popolaz ione d i 72 . 430 abitan ti. Cot1sta di una quarnm ina d i isole, t ra cni le più importanti rnno: Vaté , posta al centro ddl 'arcipelago e interamente francese, Mallicolo, Ambrym , Epi, Espiritu 5:1nlu, Erron1ango, ccc . La capitak L: Port Vib. o Franc:evillc. '.'J'el 1855 furono a11nessc dalla Francia; ma, ,,vendo protestato I~ colonie ~ustraliar,e. l' Ingh ilterra o ttenne il condominio . il 14 ou o brc 1S8i.

Nur. Villaggio ddl:1 Polonia, sulla d r . ciel Bug. Combatt,.mr::nt o di N'nr (22 maggio 183 1). Appartien(; :illa

guerra <lclla Rivoluz io ne polacca (2~ periodo). li marcse, russo Diebitsch aveva passato il ilug per soccorrere il corpo Jclla Guardia alle prese con il gen . polacco Sk rzynecki ne i pressi di Ostrolcn ka. Davar1ti ;, lu i si rip iegava , secondo gli o rd ini ricevuti, il corpo d'osservazione del gen . Lu bicnski . La retroguardia di questo {:orpo, co1npnsta di 2 rcgg. di fanteria, uno

di c:tvaHcria e 10 c;1 nnoni , conundata dal

g:en . T n!'no , fu sorpresa presso N . il 22 rnaggjo, t; circon-

data da un d istaccamento d i cavalleria russa composto d i

6 regg. e 12 pezzi a_~:li ordi ni del gen. Kablukov . Ritenendo che ogni via d i scampo fosse preclusa ai Polacchi, i [ generale russo, a lle :!2 del lo stesso giorno, intirnò al gen. T urno la resa. In seguito al ri limo di ,1uc., ri, il Kablnkov or ..

dinò la carica dell'intera massa d i cavalleria sostenuta dal • l 'artiglieria . I Polacch i, fonnntisi in q uadrato, ricevettero la caric:i a piè fermo, respinsero quindi g li ;:ittaccanti e

si lanciarono alla loro volta al contrattacco, giungen<lo a portare !o scotn piglio fin sulla linea del le nrtiglicrie . Riuscirono con, ciò ad aprirsi la via di ritirata sul corpo principale ciel .Luhienski , perdendo solo 'lualche decina cli prigionieri.

Nur aghi. ln Snrclegna si chiamano così certi am ichi (3.stdli o fortini .,u1 rnon(i ,! ch e. :-ancora esistono, quan-


-

NuR

58:2 -

lungo contrò i Cristian i nella, Siria e nella Palestina, Prese Damasco nel 1155, e k sue truppe a rriYarono fino a! l 'Egirto. agli ordini del suo generale Saladino (V, Aiubit1).

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Nurra d'Arcais (Felice). Generale, in , ~ O ristano nel 1857. Volontario nel regg. Sardegna nel 1797 e sottot. nel 1799, nel 1824 Iu capitano ' c!ellc torri di Sardcg11a col grado d i colonnello. Nel 1843 fu collocato a riposo col grado di magg-. generale.

Nusco. Co111unc:: in prov . di Avellino. Fu an ticamente

un piccolo aggregato di case, in cui si rifuf,riarono gH abitanti di Ferenti110 Irpino, dist rntto da Siila nel 100 a. C . Vi iu costrui to un castello dai G reci, secondo alcuni storici, dai Longobardi, secondo altri. Nel 997 gli abitauti Un nurnghe sardo a 'I'orralU-a

tunquc abbandonati. Jlanno pianta d i triangolo ec1,1ìlatcrn, tre w rrioni ai ver,tici cd un torrione rotondo o quadro, di ro m ,, il mastio di 20, i lati una lunghezza di 40 m ,

dei villaggi e dci"casali vicin i si concentrarono intorno al castello, che divenne allora una terra irnportante, difesa da forti mura. Nel 1122 Gug lielmo, duca delle P uglic, guerreggiando contro il conte d'Ari::m o) sl rifu_glò in '/\7.

con poche for:tc. e non solo r iuscì a resistere ai violenti :1ssalti <lei nemici, Jnt1 anche, ricevuti ri nforzi. a re.spin. gcrl i ed a .sconfiggerli.

A' . apparten ne poJ a lungo ai

N on 11Jnni, Nustar. V. Panterù,, indtgcni.

S paccato di nuraghe sardo

Le mura sono alte r5 m . e più del Joppio il 10rrionc

,entrale, Tutta l'opera è cost ituita, di grandi macigni incastrat i a contristo, cd è, per così <lire, completamente cas:1-

Nutini (Lorenzo). Gene rale, 11. a vicchio nel 1873. Sottot. cl ·art. nel 1893, partecipò alla campagna della Libia ,. iniziò l;t c:uupagn a italo-austriaca col grado di rnagg. di S. :VL e fu promosso per merito d i gu<:rra ten. col. Ct•mancl/1 da colonne llo il 48° raggruppamento d'assedio (1917 • 1918) e il 23° regg. da e,ampagna (1921-1926). Prornos,o generale di brigata d - .'an . venne nominatn .Ispettore di nwbilita,.ionc presso il Comando terr,i toriak della Sardegna (1926-1929) e poi comandante l'a rt. elci C. d'A, d i Trieste. Nuvolari (Giuseppe). lìffìcialc garibaldino, n. a Roncoferraro nel 1820. Fu nel 1859 tra i Cacciatori a cavallo del S imonetta, e si segnalò a Varese; nel 1860 tra k Guide dei Mi lle, nel 1862 ad Aspromonte, e pa rtecipò ancor:1 alle campagne del 1866 e 1867, Fu uno dei più cari a Garibaldi , che spc,,so lo volle seco a Caprera.

Nyborg. Città del la D:1t1imarca, nell'isola di Fionia. Nel noYernbrc 1659 fu investita da Olandesi <; Danesi agli ordini dcll'amtnir. olandese Ruyter. La guarnigione ( 1 1' rtgg. svedesi : 7goo u.), yoqavj dal re di Svezia. Gustavo Adolfo, fu costre rr:1 ad b rrcnclersi il nove1nbre a di-

2,

screzione.

Nymphenburg. Ci,tà del la Ba,,ic ra, uni ,a a Mona,· o nel 1900.

Pianta di nuraghe sardo

rn;lttaw . Ha sortite cd iugn;s.:,j !:.Otttrranei, rondclli e piJzz<.· coperte, alloggiamenti e magazzini invisibili dal di fuori , Da tali castelli ciclopici presero il nnmc diversi paesetti tr:1 le montagne d'Arborea.

Nur Ed Din (o Nurcddi,u;). Re della Siria all'cpoc1 delle Crnciate (1117-1173), Salì al trono nel , 146 e lottò et

Tra/lato di Nymplìe11burg (i 8 maggio 1741). Allcamc" offensi~a fra Spagna e Baviera, La Spagna promette atl 'Elcttorc un sussidio rncnsilc d i So mil a fiorini più 800 milJ in una volta, come compenso dei dauni sofferti nella guerra per la Successione spagnuola. Scopo dell'allean?.a ;. di procmare all'Elettore una porzione da convenirsi dai possedimenti tedeschi dell'Austria insieme a lb corona im• pcriale, e al re di Spagna i posscditncnti austriac; in !tali,,, A questa Lega aderirono (19 settembre) Sassonia t Prussia . oltrccbè la Francia. Maria Teresa, che ne era minac• ciata . ebbe i l valido soccorso dell' Ungheria. e l 'appoggio indiretto dell'Inghilterra e q uello diretto dd re d i Sardegna. Prussia e Baviera finirono per accordarsi con l'Austria , mediante, rispcttiv:11rn:nte. i trattati cli 'Berlino (174,) e d, f'ii,scn (174')),


l Nvo

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Nyon (lat. Noviad111111m). Città della Svizzera. nel canwnc di Vaud , sul lago Lemano. Castello gotico, antichitù romane. Anticamente fu colonia romana (Julia Equestris). D istrutta dai Vandali nel V secolo e ricostruita nel VII, appartenne per lungo tempo alla Casa di Savoia, quindi passò sotto la dominazione <lei Bernesi. Il 1 ° maggio 1564 tra questi ultimi cd Emanuele Filiberto di Savoia fu stipulato a N. un trattato di pace. Il duca si impegnava a non molestare con le armi Ginevra cd a permettere libertà <ii coscienza ai suoi sudditi del Gencvcsc. Fl1 scgu1:ta dc,! trattato di Losanna (30 ottobre 1859). Altro trattato fu cond uso a N. l'n ottobre 1859, fra Carlo Emanuck T e i &:mesi, e poneva fine alla lunga lotta fra di loro. I Bernesi rinunciavano a proteggere Ginevra, e si dpris,inav;i lo « status quo nntc » fra i due contendenti . Nystad. Città tnarinima della Finlandia, sul golfo di Botnia, con ottimo porto, fondata nel 161 Ì · Pau di Nystad (10 settembre J 721). Fra Svc,.i;t e Russia. Pone fine alla prima guerra Nordica . La Svezia cede all,i Russia le provincie d a questa conquist3te nel la guerra . vale a d ire: Livonia, Estonia. una parte della Carelia con Wibor_g e Tngria. le citt:ì e fortezze d1 "Ri)?a. Duna-

Nys

moud, Pernau, Rcval, ccc, le isole di Oe.sel, Dagoc, Moen, ccc. La Russia restituisce alla Svezia il granducato di Finlandia, le paga due milioni di scudi e promette d i non ingerirsi nelle cose interne del regno svedese, per ciò che riguarda la forma di governo, la successione, ecc. La Polonia, come alle3ta della Russia, è compresa nd presente trattato e il .suo re Federico Augusto è ristabilito su! trono.

Questa pace corona l'opera dello czar Pietro il Grande, e, con quelle che precedono con Prussia, Inghilterra e Danimarca, segna la decadenza della grande potenza baltica fondata nella Svezia da Gustavo Adolfo. La pace d'Oliva aveva fatto della Svezia la pr ima polcnz~ del settentrione; la pace di Nystad le diede l'ultimo posto. Essa segna invece il principio d'un'éra nuo,·a per la Russia. All'antica Moscovia è succcdt t.1 fo nuova Russia. Questa potenza, esclusa trent'anni prima dall'ordine della politica europea, va successivamente acquistando ,1n grado di splendore e di forza. quale non aveYa raggiunto mai nessuno Stato del settentrione; essa trasforma interamente la costel lazione politica del nord-est dell 'Europa 110n soln. ma estende la su:i. influenza su tutto i l continente. 1


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Oaxaca (o O"J"""/· c,ttà t!d Ylc,sico, capol. dello Stato omonimo, sul ]' Altoiac. Venne fondat a nel 1521. dagli Spagnuol i sotto il nome di .\ n tcqucra. 1

Assedio di On.raca, ( 1 865). .\ p part ie nc alla spedizione francese ne l :\1 essico t: fu iniziato il 15 gcn11aìo d a i nrnrcs~. Bazaine, il quale ,foponcva d i 5 bg l, di fantefr,, 4 sqt!r . di caval leria e , compagnig del

~in10 gr.1ùo. In l l Uc.:::ild <lclcuninazioi.lt:, 1· 0. n lcvas1 net ,uoi caratteri attua li corrispondenti all 'ane 1nilitare odierna, che vuole l'obbedire tempestivo, immediato o mediato second o comporta l"ord ine, l'isti'U'l.io nc o la direttiva <.lei superiore; intelligente, pcrchC:: siano c,·ita ti _gli irrigid in1enti su concetti forrnali t~ le i nattività; perseve1·:1nte e tenace on de. non l 'abbiano a stroni.::arc nè ~l rJllcntarc stanchez ze o impcrfe.;,ion i cli o rJ ini o d i mezzi. ] 11 conc!u, ionc, l'O. è la ind ispensabile virtù cooperativa, eretta sul consemiincnto, funzione J clla fede . la q uale a rna volta i; [unz.irnH.: dell ':1utori1:'1. C lassico caso cl'O. è ,1ucllo di GiuS-<·ppc Gar ibald i, i l quale ricc..,Tttc a IJcl.z.cccJ, jl 9 jgoslo t860, il telegr:.tnuna dx: gli annunci;na l'atmistìz in di Villafra.nca. ciò che ta~ ~cva crollare le sue speranze d i libcrnianc <lei' Trentini>.

genio. Alla fint: d i gen .-

llaio I 'arrivo d i rinforzi fece sal ire le sue tru ppe a -1000 fonti. 200 zappatori del genio) 500 cav;1licri 1 ~uo tlrt ig licri. e ci rca 500 li. dei servizi, con 26 pcz.zi e un lo_ta!c d i 5500 combattenti . Le tmppc mcssic:inc cornprcnt!evano 300 cavalieri e oltre ~ooo fanti, con 60 c~nnoni. li maresciallo fece dare l 'attacco contemporaneamcu tc tla nord e d a su~I. H 4 febbraio, t re batterie a prirono il fuoco contro k opere dd Cerro Dominan te . Il G ed il 7 il nemico d iresse un fuoc" violento con iro i la vori d'approccio, ma non rì usd ::ul arresta re gli assc<.l ia nli, 1 ,pia!i dall,1 parte <lei p iano si e rano anmz.ali whncutc (b ~1'1bilir!:>l nei :>ulibnr~hi dd la città . Il 9 dovcv:t essere ,ferrato l'~s,alto generale alle o pere d el Cerro , qllando Porfirio J)iaz , dopo a,·çr tentato invano d i otte LH..: n.: uua capitol azione, si · rese a d iscrez ione. fn i,al n1odu i Francc:,i , che non aYcYano avuto c lic 1 t 111orti e 36 feriti , )Ì Lr'ovnrono padroni d i 4000 p rig ioni.c ri e ri i 60 bocche d,, fuoco , Durante il tr".\sporto a P uchla. il l,!e ncr;i lç Porfirio Diaz riuscì :i ev,.rlcrc.

Obbedienza . Vi sono due moJi <li ubbcu irc, l 'uuo coi, ras.segn;:izio r.e e, d lrcbbcsi , 1neccanican1c11te; l"altro con :slanc io,. con t utto l'<-:~sere kso per una esecuzione con11nc11 rkvo lc son u ogn i riguardo. In questo secondo nvJdo d 'ob-

bedire idemificasi la Ye.-a e mo rale obbedienza, da d efini rsi , perciò, cornc il conse ntim ento a ttivo, pronto e a s:;oluto dd l'infcriorc alla volontà del s uperiore comunqut: espressa, seguito da. conforme approrriata :1zione, tcmpestiva.mc·ntc perseverante e completa per il n igg iungimcnto d ' un li,w com une, egualn1cutc voluto e rx.:1·M.·guito d a superiori e in # feriori. L'O . così precisata i11 re1pporto al l'orig ine e al fine . è illuminata e d à adito alla iniziativa, for ma anch 'essa rl'obbcdien za che, tenendo ,,recto contù de lla Yolontà del ~uperiore, sl confou11a alle cì rcosran,:e va n e no n prev1~te e non p revedibili dell 'azione, ailinchè l 'azione stc.';sa riesca :in ,1nnOnia· con i di.segni f ]el '> trperiorc, e p roticna. 3[ ma'-v

Il llispa{;cio di C:aribaltl.i da 13C%.%.t!Cca ( l866) Polt::V.:l~i l t:HlCl'C ~:hc egli non intendesse <l! r murn..iarc ~l w mbatterc, ~hc egli cio,: ripetesse il gesto del 1848, o l'inizi,niva del 1860 e del ,862 , fnvccc egli rispose col cçlcbrc td c gramn1a : e{ Cornan<.lo Supremo~ Padova : H o ricevuto il dispaccio 11 . rOì3 - Obbed isco. G . C, a ribaldi " ·

Obbia. V, Som,ilw . Obbi ettivo _ ( l ,wim). /; lo sc,,po cli " " " dc1<:11 ninat,1 <'!'"'·azio ne tattica. :--lei qu,,d ro d i ,1ues(:i però i singoli dementi che Yi partecipano hanno a loro vo lta propri o bbiettivi, dei qu:ili la r isultancc è dita dalla loro ,somma, cbc ,i concrern ndl'O . ger,crak. 'via anche per q uelli ass.:egnatL ai vari dem e nti partcc.::ipanli a ll'azion<.: tattica, csi.s.tc una successione ..:rono log·ica e logiGl in armonia al prr>grcs.sivo sviluppo (kll 'azionc :,tessa. Nell 'avviciname n to, il con1and::r nte della d ivis. , in base agli ordini r icev uti ..: al .. l 'orie ntame nto propr io, (onnulato nelle linee generali il concetto <l 'a zione, date le conseguenti d isposizioni iniziali. co.st ituisce le colonne, affida a ciascuna d i esse g li O. da raggiungere , e li proporzio na nella fase d i attacco alla l'~t 11;ttit:\ opcr~riva dei re!1arti. P w') 1.1 lo r.a essere convcn i<..·ntc


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·o.

as;cgnat<: ,dk singok: colonoc. c,lu·c all dell'attacco . ~oche uno o più « obbiettivi intermedi » la cui detcrmina>oione riesce anche utile per il chiaro riferimento d i notizie e di ordini. In corrispondenza di ciascuno di questi u ltimi p110 essere prevista una breve sosta, per assicurare un più efficace coord iuameuto delle azioni delle varie colonne o per concentrare una maggior massa di fuoco d'artiglieria " lavorc di una di esse. Si può anche stabili.re che un detc11ninato O . intermedio non venga oltrepassato SCll7a ,s,dinc del comandante della d ivis., i l comandante della quale potrà anche, se lo ritiene utile, assegnare a ciascun11 colonna un « o bbictti,·o eventuale », ~l <li là d i quello ddl'attao.:o; la indicazione di siffatti O. serve a n12tcria. li,.zarc la d irezione che deve essere mantenuta dalle sing-olc colonne ne! prosieguo dcli 'avanzata, e perciò ad assicura re il mantenimento della d irezione da . parte di tuttn la grande unità. G li O. intermedi sono determinati in base all'esame del terreno, e, in rapporto di quello ddl'attacco, alla capacità di penetrazione delle unità oper~nti: in gucsto c::1kolo non si deve 1nai raggiungere jl Ji1nilc d i logo,·amento . Raggiunto l 'O. dell 'attacco, e aperta nella linea di resistenza ne mica una breccia di sufficiente ampiezza , k truppe del primo scaglione si sistemano rapi ,1,unentc ,,! di là d i esso in posizio ne favorevole alla resistenza; le truppe degli scaglioni successivi le scavalca-no per iniziare lo sfruttamen to del successo nella stessa direzione ~ccondo cuì l 'attacco si è S\'iluppato} per jl raggiun~ !!imcnw dell'O. dell 'inseguimento . Gli O. d'attacco di tali colonne in questa fase debbono essere scelti in modo (fa condurle a. disorganizzare b massa delle artiglierjc lcg ~ gcrc <le!}'avversario. Anche in difensiva esistono O ., sotto forma d i « compiri » . Quando, durante lo sviluppo ddl'azione difensiva, ,blla fase d i logoramento col fuoco si passJJ. alla fase di contrattacco, il coma.ndantc clic lo 0 1· d ina deve indicare alle unità che lo eseguiscono l 'O. sul quale devono arrestarsi e le dispos izioni che esse dovranno

pren<!erc dopo averlo raggiunto. Ordini do,•ranoo essere impartiti anche a lle truppe che il contrattacco dovesse sc :1v3k::1rei per il loro contegno ulte riore.

In conseguenza a quanto sopra. per effetto dello svolgimento di una azione tattica offe nsiva o difensiva, avren,o notevole v:orictà di O., e precisamente: dell 'avanguardia:

rlcll 'artiglicria (partitamente, nell'avvicinamento, ne!J'organi,:zazionc prcparnz.ionc cd esecuzione dell'attacco, nell'organizzazione della d ifcosiva, nella controprcparnzionc, nella resistenza e nel contrattacco); dell'aviazione (partitamente ndl'avvicinamento, neH 'organizzazione, p repara7.ionc etl esecuzione dell'attacco, nello sfruttamento del successo, none hi: in difensiva nella Case <ii cootropreparnionc e cli r esistenza) ; dei ca rri armati, ,delle truppe celeri, dei cannon i per fanteria. rl manc:Ho conseguimento rleglì O. determina t·insuccesso: i:;011 una gamma eh<: v.n, <hl st:mplirc sc1cco, alla grande sconfitta.

Obbiettivo (Logistica). Le g-uerre oricutali . le invasioni barbariche ncll 'impcro dj Roma, le conquiste otton.1ane, ecc.., o riginate tutte da coh1plessi fenome11i demog rafici ed econornìci I si risolsero in irruente in\'asioni che elevarono b r,pina a buon diritto e lo sfruttamento sistematico delle ricchezz.e nemiche a normale e preciso scopo d'ogni Glm• pagna. I. secoli XIV, XV e XVI, caratteriz.r.ati dall 'introduzione del! 'istituto dei magazzini militari e dal! 'imf>icgo d i truppa mercenaria , videro add irittura l'arte m ilitare deviare dai suoi basilari principi. con la rinunzia :igli O. strategici e tattici, per n1irare a conseguire qudli logistici. Le guerre si trascinarono allora per un grande numero d i anni. furono irresoh,tflmcnte condotte e COllt·

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b:ittut; eia gcnl(..' \'Cflalc. cui premeva il proprio anzichi: l'inrcrcssc della bandiera; tutto si concludeva con mareie e contrornarcic a difesa dei propri magazz.èni, cd .a rni . naccia di- quelli del nemico per farne bottino. Oggi solamente fra le popoiazioni meno progredite un O . d i carattere. logistico può costituire la causa d'un conflitto. Infatti vediamo g li indigeni non indugiare a prendere le arini per assaltare e depredare colo nne militari, fortini, dcp"sì ti, ccc. nelle colon ie . In una g ucrrn fra Srati ci,·ili, '<ttu:1\mrnte e quMdo se ne presenterà la buon:l occasione. ciascuno dei belligeranti tenterà di recare offeia, con in cursion i aeree, con bmnbardamcnti dal Inare o con l'op<~ra insidiosa <l i agenti segreti, sui nodi ferroviari di maggiore importanza, sulle basi na,·ali, sui tratti cli maggior rra(iico delle strade ordinarie, sui magazzini delle retn;n·ie, sui concentramenti delle riser ve, sui parcùi automobilistici, dovunque insomma sia possibile ferire e paralizzare i servizi pili vitali e più urgenti del nemico. P~rticobri :1zioni., inquad,·atc nel complesso delle g-cnerali operazioni, saran110 sempre possibili per conquistare luoghi d'im partanza pd traffico, per togliere di mano al nemico e trarne profitl<• zone petrn!ifcrc: miniere, opifici . pro'iinci(; cerealicole, rrnl• gaz1~ini, ecc.

Obbictti110 Geografico. Formula recente, per indicare I 'O. no n strettamente classico, che è quello dell'annientamento dell'esercito o della flo tta <lei nemico. Si mira ad un O. C. ,1uan<lo, invece di dirigere i propri sforzi verso le forze mobili del nemico, ancora intatte, si cerca di occupare un dato territorio, o colonia, o posizione importan te. Verchè ciò sia g iustifìrnto, oçcorre che esistano speciali condizioni

e r:1gioni. Senza di che si cmnpircbhe

HJt

gesto che lH

buona dottrina della guena condanna . ,\Il ' O. G. si puèi mirare : A) Quando si tratta d i facilita re le operazioni delk proprie forze mobili, di terra o di mare: possono cssen, consickr:llc in tal senso la presa cli Malta per parte dei Francesi nel Iì98 e la presa. di Pott Arthur per parte elci ( ;iapponcsi nel 1904. Talvolta l'O. C. non rappresenta un a effettiva conq uista territoriale, come nel caso dello stretto d i T suscima (Giappone.si, 19<14) o dello stretto delhi M,.; nica (Anglo-Francesi, guerra Mond\ale). H) Quando s, trntt:-I di provocare J"jntervento in guèn::i di allra Potenza a proprio favore , o di e,·itarlo se a proprio <!:inno . C) Quando si tr;.itla di ::issicurnrsi n.:gioni rlcchc e.E rnateric prime o approv vigjonamenti, per ~~rvir.:;cnc, o per inipcdirc: che ,e 11c serva il nemico. O) Quando si tratta di raggiungere un effetto di indole morale utik per la propria causa e deprimente per la ca usa c.lcll avvc.rsario, corne nel gi!t citato esempio di Port i\rthur, e come nell 'esempio de l!., Transilvania ,fa parre dei Ro meni durante la gnerra Mondiale. Qun)unquc ~ia l~ ragione.; che consiglia il raggiungin1cnto di un O. G ., occorre che l 'nzjonc sia condotta scnz:l 1.;om• prornettere gli obbiettivi essenziali, senza correre un risc::h io trop po gr:1vc: bisogna, insonHna . che non rappresenti una dispersio ne d i forze pericolosa per la condotta della gucrr". 1

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Obbligh i mil itari. Sono stabiliti dalia legge d i ,·cclue comprendono: gli obblighi d i leva e quel li d i servizio. I primi consistono nel i 'obbligo che ha ogni cittadino di presentarsi alle commissioni masch.ilì d i leva per <:sscrc sottoposto a visit;l che ne accerti l'idoneità o meno 3) st:n·ìzio n1ilit:nc, e, nel pdmo caso. l'attitu<l inc ad c~scre arruolato in u na determinata arma o specialità. Gli O. di servizio comprendono quello di compiere la Lrma alle armi, e quello, dopo compiuto la ferma cli spettanza . di rim :1nere per LI II c.·crro !l llrnero ri i anni ln cr,ng:cdo il!iml· l:\111Cnl0


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a disnosi:,umc dell'esercito o delk altre forze annate per cventu;li richiamj alle armi. Oggi fra gli O. ,W. pu/, essere compreso anche quello dell'istruzione premilitare e postmilitare, cui tutti gli Stati moderni danno ormai gran dissimo sviluppo. In Italia ] 'obbligo d i servizio per ciascu n <.:ittadino j(loneo alle armi giunge fino al 55° anno di et,,; indi il cittadino viene passato in congedo assolu to. tal<>,

Obeid (E/). Capitale del Cordof;m nd Sudan ang lo cgiziano. F u fondata nel 1820 da Mo hammcd bey: La ~onvenzio ne anglo -francese del 21 marzo 1899·. l:i comprese nel Sudan egiz iano.

.·lssedio di El Obeùl (1882-1883). Appartiene aUc g ue rre del Mahdismo. Inorgoglito per le vittorie riportate dai suoi partigiani, il M.ahdi nel settembre 1882 marciò con-iro O . e vi pose l'asscdio con circ:a 3 0.000 u., fanatici a rmati d i sole lance e di spade, sprezzanrj di ogni altro

istrumento da guerra. La gu~unigionc~ dj 4000 Egiziani , :,i difese e ne rgica1nentc. In un primo mo1x1eIHo .~li attac, <a nri, nono.st an te le perdite enormi subite per ;1 fuoco dei difensori, r illscirono a supcrarc un bast ione poco dc e penetrarono nella citt:Ì.. Ad u u segnale di tromba tuttì j di fensori si a rrampicarono sop,~, i retti <lel!e case e di lii , non pocutj raggi1mgcrc dalle lance degli' assedianti, con un fuoco nutritissimo fece ro un:1 immensa ,t ragc dei M ah<l i,ti, che furono costretti a rit irarsi oltre la portata d i t iro. Allora il M ahd i, considerando la infel'iorità d elle sue truppe, uccolsc armi <la fuoco dove potè ,; intanto si d ie<lc ad espugnare tutte le piccole gu:;migion i u(::miche che si trovavan o nella regione. Quando gE 3$ , vHto

~l:diatì, che ormai cominciavano a rlifeltarc di ,·ivcri .. scp • pero della caduta della città d ì Bara da cui aspettavano ,occorsi, si perdette ro ·d'animo. Le malattie inficri,·ano in (J., 1a popolazione onn ai soffriva Ja fame e i l governatore , Mohammcd P asci~ Said, all'intimazione del Mahdi di arrC'ndersi. fu cos11·ctto ad accCtt3re dj c:1pilnlar<.' 1 ciò dk ;,vvenne il 18 gen naio 1886.

Oberalp (Coli<· di). Une, dei p riucipali pa,si nel mas_si.:cio del San Gottardo, che unisce l 'alta vallata de! Reno etnteriorc con quc!I~ , ielb Re uss. L a ca rroztabik venne costruita 11cl 1862-6,i . A poca d istanza <falla so mmi1ù del colle, presso un piccolo lago, il 16 agosto 1799 i .Francesi ,:omanòati dal gcn . L..·courbe, attaccarono vigorO!-~mcnte ~I, Austr iaci del gcn . Simbsche n, c he furono wmplern 'nt'.nte sconfitti e r igettai i ..m Ilenz . dopo aver p,·rd uw .,_, c:1:n norn e

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p.rigionjcri .

Oberdan , (Guglielmo) . P:trrioua itali,rno, \' · e m . a ·rricstc ( 1858-1882). Me mbro già d al 1876 d i una socie t:, ,cgrc ta trie.sti11a . ~u rnobilinuo nd t878. quando l'Austria invase la Bosni:, <-" l'Erz<:govina. An.-ndu <.:g li pensato già :1 diser~ t:tre, a ttuò il suo p rogetto q uando Garibaldi ind irizzò il suo proclama agli irrcdcnl i V<.;llCli. invit3ndoJi nd , :ibb3nd o Aa re , l 'esercito austriaco, e si recò a Roma . Qu i pe nsò ~ovent.c , ci·r...:-~mdato

(ornc

e di patrlou!,

e rn

di

p rofug h i

ad ll n attentato con•

1.ro Francc$Co G iuseppe. L ·occasion~

g li

si

pn:::.c.ntb

p.ropizia

quando

l'lrnpcnnorc si recù a T r,estc per cumLncmor::i.rc jl quinro centenario <tdla d o min:iz ionc a ustriaca sulla cittii. O. l)artì da Roma ndl 'agosto del 1882 e si avviò verso Trieste, ma. t radito d a ~1k t1 ni dcbtori , fu arrcsr:1t0 a Rcnch i. Tradotto 3 Tri<':Stc.·, O berdan G ugl ielmo

I u . :.o ntfann~llù a morte ; respinte. tiHtt: le ..10111..tnJt. di gr.lzia, fu imp iccato it 20 dicc111bre, e morì croic:1mcntc ~I g rido di : « V iva Trieste! Viva l'Italia! ».

Oberflesheim. Villaggio della Germania nel Palaùnato. Comhatti111mto di Oberflesheim (1793). Appar tiene a lle g uerre della R ivoluz ione franc.::se in Ge rmania. TI generalissimo Custinc, dopo la cacciata d ei Francesi da Francoforte , vista l'impossibilità d i resistere alla p ressione del l'esercito coalizzato, a bbandonè, Magonza e fece ripiegare il suo esercito su \ ·Vonn s. dove giunse il 29 1narzo 1793 . L:i sua ,wangua rdia, comandata dal gcn. Hochard , si fermò a O. fra Alzey e Worms, e il giorno dopo vi fu a ttaccar, rlai Prussiani, che r iuscì a tratte nere per lun go tempo con una v igoros;i re sistenza. Frattanto g li A.ustroPrussia n i e ran o riusciti a circonda re il fianco <l r. della fanteria fra ncese, q uando Cnst ine, com parso alla tesra d i due bgl,. rcspiose il loro attacco. Raggiunta g uindi la so1n111ità di un 'altura, ~i trovò di fronte a ro sqdr. pn •~· siani provcnie 11ti dal laro opposto; l'artig lieria leggera free ind ie treggiare col suo fuoco q uesta cavalle ria, ma su bito dopo diverse colo nne prussiane, avanzatesi con 30 pezz i per sostenerla, cominciarono un fuoco attivissimo. 1 Fran cesi risposero al fl1oco nc1n ico con altrettanto vigore, e i Prussiani cominciarono a piegare. Sopraggiunta !a cava ller ia francesc, piombi, sopra d i loro con impeto e li co:'\lrinsc a indictrcggian.:) t~ntu c he i l Custinc poti: eseguire }a ~u a riti rata.

Oberg (Cri;toforo Luigi ,,011.). Generale anno\'crese (tC~,s;;-bi- Partecipò alla guerra per la Successio ne d i Spagn,t. alla guerra contro i Turch i dal ti36 al Ji39 e a quel!~ per in Successione d 'Austria. divenendo tcn , gcnerak. 1

Co11 raie g rnrlo combattè nella guerra dei Sette A rl!li e nel 1750 a nd/, a riposo col ~rado d i generale cli fantaia .

Oberhausen. Comune d el!;, Germania nella l-laviera. presso etlla conf-luenza della Wc nach col Lech . Combauimemo di Ob,,,-/,aust:n ( 1800). Appa rtiene alle guerre

della

Ri volUzionc

f ,·~'1nccsc

in Germania .

Il gcu .

Kn1y, informalo che l'esercito france,~ d el Reno si trosparpag-liatu occupando diverse posizioni distanti l' una <lall'altra , il 28 giugno, si mise in m a rcia contro di esso . lmanto che uno d ei corpi dell 'esercito imperiale trattcl\e va G ud in verso Holzkirch. ]':;la dr. , r inforzata, attaccava e riOuttava :1 · U1Hcrhaust.:n rep:1rti f,·~ nccsi, che, sostcnuli dalla d i,·is, Montrichar.J, si ran nodavano dietro O. La divi:,. Leclerc, appogginta da quelb di Grandj ean, acconi:sul posto e alle otto cl,i sera riusciva a rip rendere O. ~ d combattimento rimase ucciso il L:1 T our d'Auvergne. \·av~l

Ober-Kamlach. Villaggio della Germani:, . ne lb v ia. tra b G iin,. e la M inclcl.

S,·c-

Combaui111e11.to di Oba-Ka1nlac/1 (1796). .\ ppartirnc ~! le g uerre della RiYoluzionc franc,·sc in Germani,1. Dopo la ritirata d el con tingente svevo, il gen. Friilicl, <lcciSt' di· raggiungere l'arcich1ca Cad e> sul Danubio, intanto c he il gcn. \Vulf si destreggiava nd Vorarl bcrg, trnscinandosi dietro la di,·is . Laborde . li gen. F erino, che si era preso l 'incarico d i tene rsi allt: costole del Frolich , non tardò ,, perderne le tracce; ma , quando e bbe passato I'lller a Memmin gen , si trovò di fronte i I corpo degli e mig rati del Condé ad (J. Per ,·arie o re Frances i combatterono contro J'rancesi con accanimc-nto. Alla fine il Condé fu rigettato sulla Mindel. con una perdita d i oltre i0" u . ed il _g-inrno clopo si ritirò dié'tro la Wcrbc!1.


• -

0BE

588 -

Q p, [

Obermayer (Alberto co11j. G<:nerak, au,tro-ungarico, n. nel 1844. Fece la campagna di Boemia del 1866 e poi di\'enne i nsegnante all'Accaden1ia 1nil. tecnica di 'Vicntrn, passando a riposo nel 1901. Scrisse parecchie opere di carattere scientifico-professionale, come : ,, Dei fenomeni che si manifestano nel movimento dei cannoni . allungati »; « Ricerche st1 lle cma na,.ÌollÌ elci corpi solidi, specialmente del .ferro, sotto ;;Ira pressione »; « Ricerche sulla d iffusione <lei gas »; ccc .

!"altura di Konisberg, ripiegarono ,c,llc opere del Danncwerk. Gli Austriaci piaz.larono 12 pezzi sul Konisberg e, menrre i Danesi ripiegavano, inflissero loro forti perdite. Di fronte al numero super iore di nem ici, i Danesi si componarono rnolto onorevolmente. Essi perdettero in questo combattimento circa 400 uomini; g li Austriaci 6oo. Poichè anche le colonne laterali avevano conseguito gli obbiettivi prefissi, gli Alleati si tro,·arono, al term ine del giorno 3, in condizioni di muovere contro le stesse optrc

Ober-Merl. Vìlìuggio della Gcrm;rnia, pre~sn tl fiun1c

dd Danocwcrk, incutrc, in realtà, essi avevano ritenuto di rrovarc una. maggior resistenza prima dì poter iniziare

f.:ihn,

a

md di Giescn .

t'1 le operazione.

Comb11111r11c1110 di Obcr-Merl (17')6) . . \ppanicnc alle gt1errc della Rivolt1zione franccsr.. Il 9 luglio 1796 k truppe del gcn. Klébcr passarono Ja Lahn su rrc co 1onnc, comandate rispettivamen te da Donnard, Lcfcbvrc e Colla ud. L'avanguardia della colo nna Colla ud, agli o rd ini del gcn. Ncy, venne ad urtare contro la ~avallcria di K ray che aveva posto gh accarnparnen ti r1clla pi~nura di Niedcnncd i ccl attaccè> subito b~.ttaglia ; tna. per non rimanere :-.chiacciato dalla massa delJa cavalleria nella pia111tra, il Ney spin.se la 20a briwlta di truppe leggere coni ro le ~llturc cii·costanti e se ne irnpatfronì. Kléber gli ordinò di !:tistcrnarvisì <: fece prender posizione avanri ,i O. al Iimancntc de!la colonna ColJaud . Questi lnnci<> i suoi sul ,·illaggio, che fu preso e perduto · parecch ie \'Oltc, ma alla fine restò in possesso delle truppe repubblicane: il K ray ~i ritirò a Nic<lennerl .

Oberselk. Villaggiu dcl h presso 1-hupstadt.

Gcm1ania. nello Sch leswig.

l/r.ttaglù, d, Ob,-rsclk, r\ ppanicnc al la guerra dei Duc.1ti dd 186-1. Jn ba~c agli ordini c1nanatì d:11 111arc..·si:. \V range!, il ~ corpo aus tro-prussiano, .;hc C()~lituiva il ce ntro dcUo . ;i:.: hicramcnro tkg li Alleati coutro la Danin1arct, si mi:--c in m:J.rcia i! Hl~Htino del g·iorno ~1 febbra io ~u due colonne: a dr. la brigata Tbomas , in direzione d i Lopstedt; a sr. lo brigata Gondreconrt, a cavallo della ,trada che da llrekcodorf conduce ;r Obersdk . Due brig,1te (Nostiz e Dormus) scgu iYano il rnovùncnto della colonna di sr. Verso le q., h hrigatH Gondrccourt si trov('> ùi fronte ad importanti for?<· danesi. Sul frorne del 2° çnrpo era schie-rJta 1:1 j<t. dl\·i:-.. clant5c del .~ en. Stein111anu. T re brigare erano dispos te in prima schiera : fa 9a a dr., J'8a a sr., i:-i ia al centro. Con tro il centro la hrignta Gondrccourt so.-;tcnnc il prim0 uno. C:on due hgl. in prirno scaglione ~li Austriaci avanza1ono verso le alture dl Lottorf, ma 1·a\'a11zat-1 [u resa diflicik dal terreno inolto accidentato t 1otto. Ad immediata di (csa <li O. s i trcn·a·;ano complcs, sivamcnte 6 bgl. danes i cd alcuni. sqdr. Gli Austriaci avan -zarono contro il pac~c, ma dovettero indìctrcggi:i.rc . perchè no<1 suflicicntemcnre 1,rotcui ,falla propria artiglieria. Il fl 1oco dei [ucilicri danesi . cui il ter reno offr_ i va condiz joni fovore,·oli, era molto micidiale. Appena l 'artiglieria au~ s triaca riuscì a pn.:ndcrc posizionc 1 lt (autcrie mosst.ro nuovamente :J. I1 'attacco, ma ancora inulilincote, per J:1

diiìicoltà di individuare i centri d i ft1oto dei Danesi, i 'l" a' i erano sottratti alla vista dai fitti recinti di siepi che intcrsccav:ino 111 ogni .,cnso i l terreno. Mn, rinforzata e pro.-

lu;1gata la linea d 'attacco, gli Austriaci riuscirono dopo 1111 terzo assalto ad occupare le prime case di Oberselk, e proseguen do nello slancio offensivo posero piede sulle alture situate dietro a! paese. La pJLI in1portantc conqujsta fu. quella délla colli n:i di Konisberg , che dominava a si1115tra la prima linea del le opere del Dannewerk. Verso k 1(1. i Danesi, dopo l'ultima ,·i_gnrn,a rc,i~tenz,a sul-

Oberto ( :Waurizio) . Gcucrak, n. ;, Cuorgnl nd 1861. Sottot. d "art. nd 1883, eia colonnello partecipò alla campagna italo-austriaca (1917-1918) e nel 19z8 venne promossr, generale di brigata passa ndo in ,\. R. Q. Obesità (A-lcdiciua legale Militare). Detta ,inchc polisarcia o adiposi, ~ un'anomalia del metabolismo organico, ~onsistenre j11 eccessiva produzione e deficiente co1nbustione d i adipe, con conseguente acwmulo di esso. t spesso creditoria e virnc favorita da speciali condizioni di ahmenta·L:.ionc, da abitudini di vita sedentaria, ecc. Nelle forme moderate, oltre il sensibile aumento delJ'adipe nel sottocutaneo di tutto jl corpo (par ticola, mente del collo , delle mammelle e della parte addom inale), si ha leggero affanno ne i rnovirncnti e negli sforzi, con facile stanrhczz::i e sc,1rs:1 attitudine agli çsercizi fisici, sonnolenza dopo ì pasti, ccc. c\!clle forme gravi invece, a causa del1'ostacolo meccanico creato dall'adipe al funzionamento dei varl erg.ani cd apµar::iri. si hanno disl11rbi 1nolto più im .. 1iortanti, specie nei r iguardi delb respirazione e de!!"ap parato circolatorio, con dispnea, tach icardia, aritmia , ecc. disturbi che culminlllo nel cuore adipose colla iposistolia progressiva, che è più o meoo rapidamente mortale. L'art. 4 dell"Elenco i\ contempla, quale causa d'inabilità assoluta a l servizio militare. ,, l'obesità di grado clerato. soprattutto se è associata a bassa statura, ']Uando produca gravi disturbi t:ircolatori e respiratori, e sia accorn~ pagnata. da notevole prevalenza dd perimetro addominale

sul perimetro toracico». li perito dunque dovrà sempre, nei ca~ i di O . praticare un accurato c.,arnc del cuore e del polso, nonchè quello dei polmoni, e dovrà p rendere. oltre b misura . de l perimetro toracico, anche quella dd perimetro :oddominale, riportando tale dato sulla scheda persona le ddl'inscrino. L'O . di grado meno .~rav~ è con1patibilc col scrvi"io sedentario, ai sensi dell' art. r7 ddJ"Elcnco H, rigu.a rdantc le imperfezioni ed infermità rhc lim itano l'idoneità al serv izio militare; però in raie v:tl utazione medico-lega le il perito terrà p resente che k forme di O. non 1nolto accentuate e non accompagn~t.e da di sturbi c ircolatori e respiratori sono corn p:nihtli con il ;!:<.:l"-\' izio !nilitarc incondizionato. 1

Obice. Vocabolo u~atn dall;1 .1• mclà Jcl s-cc. XVI. per distinguere una delle tre categorie ndk quali fu divisa, da quell'epoca, l "aniglieria (ca nnone, obice, ,nortaio). r:o. .-,. ta tr:1 il cannone ed il more.aio. riunen<lo sotto certi aspetti, le qualità dell 'u na ,. dell"altra di queste du~ boc che da fuoco. Esso ha la canna più corta di ']UCl!a del cannouc di eguale calibro t,:. pili lunga di quelb <ld mortaio, pure di eguale c.ilibro. Lo scopo della co,truzione di questa bocca da fuoco è di potere eseguire t iri in arca ta 1

contro bersagli riparari dalla vista,

usando

proietti

pii,

pesant i e potenti di quelli dei cannoni. L'O .. a differ-c..·oza dd mortaio . puìJ avere mJ_ggiorc gittal:t. ccl agisce.


0131

o ltrcch c col ti ro c.:un·o . a11cht con t·urto e la pc-nclrazion~

del proiet to, ,I quale arriva al bersaglio animato ancora da lla velocità impressa dalla carica di lancio, che. uniUi • lllcntc al suo peso , aumenta sensibilmente l'effetto di di . , truzionc. scoppiando nell'imcrno delle opere e costr11 L.JC.H11 delle fortezze e degli abitati, con conseguenze nu11 ~oln m:1terì:l! i, ma anche rnornli di <icprc-so.;(onc ndk

tiva, se p1·ima <lei lini, t del secolo X VI si potern n,ser• ,·are che era hen d istinto i l cannone dal rn~rtaio (bom barda). non così poteYa dirsi clell'O., cbc e ra, u,,, certo qual modo, considerato come un cannone· speciale. Questo si può spiegare dal fatto che la palla era di forma uni.c a. ossia sferica massiccia (pietra, ma rino. ferro), per tutte

Obi ce del secolo XVI I

Obicl' da campag-11.a cld l'4t.poca napolçonk,1

truppe nt.:111idu.: e negl i ~1bitaru i. 1:0. as~urnc. angol i di dcvazione rnagg iori del c:innonc . e n1inori del morlaio. " cioè· fino a circa 30°. Li lunghezza d i canna <l i tali bocche da fuoco è ria 8 a ,R calibri : questi numeri però non dcYono· essere considerati come assoluti. Si ebbero acl e~mpio o bici da asse<lio, c lic e rano cannoni corti, e obici <la difesa, che erano mortai allungati.

le artiglierie, e_ riusc iYa pen.:iò diflicilc ia netta Ji::iLi11z;iont.· fra una bocca e l'altra de i cannon i, che varia\'ano re l :-1 -

Per anivan.: :1!1'0. moderno, !:i st rada fu l ung", ccl i t{:nrntivi vari , specialmente sul fini re del secolo XVI II cd jn seg uilo. F i11 ~bi primi risulratj dei tiri delle artiglierie i tostrunori di tnli anni capirono subito l'uliJit:1 ,di potere avere una bocca da fuoco tale clic stesse tra il -Cl nnorh.~ cd il mortaio, e c iò per inotivi ccono rn ic i, perchè per costruir·c un obice si jmpicgava m inor quantità

di

1nerallo chç non per costruire un cannone, è non occorT<"V'1 una g rande carica di lancio; <lato che metallo e polvere allora costava.no 1noltn~ la rag ione economica era importante ; per morivi tecnici, pcrchè l'O. ero meno difficitc <la ...:ostruire çhc non il cannone, e pcrchè g-li ~i poteva d:-u c un maggiore calibro e con~egue ntementc munirlo ùi ,111 proietto p ii, grosso (pa lla sferica); per moti,·i p ratici, pt:rch{; V<;n iva a pesare. meno ùd cannone. e potev;i più fac ilm c 1llc es-sere m:ineg~iato e trasport:ito. L 'artiglieri a1 n<.;i ~uoi inizi, era costiw itfl da i cnnnoi)i <: dalle bombarde (o mortai) , e le hocchc <la fuoco cran,,

J ivisc in geneti :

1(l .

:2:0 .

rivamente poco fra di loro d i lunghezza dj canna. Co~ì

non p uò d irsi del mortaio, che, per la sua corta canna, l 1acçentuat~ gro.ssczz:1. di calibro, e consegucntcn1cnt<.: di palla , si distanz iava nettamcnt~ da q ualsiasi specie di can 1t0nc. L'invcns.ionc e l';1pplicazione della bomba scoppia1w: (granata) portò subito a consra1arc l'aumc nt:ua necessiti, cd utilità di oucncrc. di potere sc:ig li:1.rc da lontano, anclic:: con e nergica forza di lancio. bombe ncll'ultcrno delle pinze forù e delle citt,1 ; bombe che. penetrate, per il fotto della forza ,·i,·a di lancio, entro le opere e le costruzion i, col loro scoppio ancbbcro arrecato imponenti clannr e d istruzioni. E per ottenere ciò non erano scn1prc jndicate le rnodeste g ittare dei mortai, che dovevano essere troppo :1vvici nati a lle artiglierie nemiche. Ed ecco guincli sorgere. nella seconda metà del secolo XVII, i prim i ~ ici vcrarncntè detti; c ioè pezzi capac i <ii b nciare . con t iro in curva . ~e bornhc scoppian ti o g ranate . Aì cannoni e

3° . <.:cc . Gli O. s ì potevano con-

O bice prussiano da 250 mm . (1 800 )

Obice fuso dai Boeri 3 Pretoria (guctra Anglo- Boera)

sidcrarc come ;,rtig licrit, p:1rtc del 2° genere e parte ciel 3°; bocche da fuoco che ven11crC1 JJOÌ chiamate da ;1sscdio e da fortezza. Erano però ancora chi:1n1ati canno n i. ma coll taggiunta (< d a batteria >i, ed e rano d istinti in v3rio n1odo : rnoiana, cannone antico: so ttile. comune . rinforzato. doppio. bastar do. quarto cannone, mezzo cannone ; ccl c r~rno, :1! m:-tssimo lunghi di canna 18 calibri. In defi ni.

fu lasciata b p:., 11a sferica ma~siccia,_ ed il tiro ;·'etto, per l' urto contro le m.ura for tificate , i mortai presero d imensioni e : alibri imponenti, sproporzionati agli effetti cbc JJOi iì1 pratica si onencvano. I F rancesi :.lttribuiscono l' invcnzi,i'n e ,ed il primo uso dell'O . agli Olandesi nel 1693 : pert'> r'i sult:Ì indubbiamente che gli Italiani !i usarono quald1c tempo prima. chiarr1:u1clni i pe rò (( crnnoni pet i-ieri >) :


◊BI

-

590 -

◊Ili

dal 1110<lo w me ne parla il .\fomccuccol,i nd 1050, ,èmbr:1 rhc fosse già ;illora un 'arma conosciutissima. Le artiglierie in quell'epoca erano aucorl a canna liscia [j1terna1nc.n tc : k palle di conseguenza eS5endo sferiche, can noni ed ob,ci non potevano 2rendere grand i ca ìibrj, st:nza diventare ~;o~

~tosi~ di difficile costnnlooc, p<..:s~rn ti; pi.:rciù :,i ricorreva

Obice d:, CO:St'.1 it~liano da zSo :11h.:ora g r .1naLa

Oblce da 305 au~u·o - ungarico (guerra ['vlondiale)

al ll'lOrtaio cdn gr:indc ..:alibro, e quindi çon grossa sfcric.1 ,

M.:11za con

tutto

ciù

evi tare

1· i mponc[}te

mo le, con tutte le .;onseguc nti d iltico lt:ì di trasporto . Non è che al p ri1Jcipio del XIX secolo, per mer ito del gen. francese Paix han:\, c he ~i cbb,·ro i pri1ni rentati, i cli sostituire :ii mon<H gli 0. i quali, o l1rc :.il tir o ìn arca ta , avcsseto :>ncl,c potenza d i lancio, con proi<·tti d i granJi d imension i. Il sistema dd Pai,han, trionfi, nJalgrado l 'op posi1.,ionc e le invidie. TI \'alare bellico di tal i O. non si potè più d iscutere. A Navarino, il .20 o ttobre 1820, la 1

1

nave dell ';1mmir. ingksc, che, oltre ad altre aniglieric, era :1rrnata anche.: di due obici Paixhans, col lancio di due sole granale m:mdh ~1 picco il ,-:lscdlu ammiraglio

turco ; in

Francia, nel 18=4, si ebbero p ure, con tal' bocche da fuoco, esiti favorevoli. E così q uesti obici divennero jn b reve d i adozione generale in Europa . A Sinopc, b flotta rnssa, ,1rmata di obici Paixhans, ebbe e bmoroso successo sulla flotta turca, che in grande parte venne affondata; i (orti che la appoggiavano furono smantellati, Gli obici tipo Paixhans avevano generalmente il calibro di 22-27 cm . Sorsero c1ue lli da assedio, d1e erano cannoni cori.:; e gli obici da rl ifc~a, clic erano rnorrai allungati. La rigatura

I"" ddk ar:n i da fuoco fece p rogred ire rapida:nnu c Jnch..: L, costruzione e l"ii:1p icgo degli O ., come di tulle le ;i ltre artig licr i,o: ciò si comprende benissiino da! fotto che a lb p,1lla o g rauata sferica furono sostituiti i proietti ci lindric i ,1 punta conica od ogiva le ; vantaggio in1portantc . pnchè, anche con calibr i modesti, si potè a umentare la grossezza del p roietto, al·l ungandolo, e la quantità d i esp losivo della sua carie~ di scoppio. Dall'ava nca rica, SI passò alla retrocarica , per tutte le bocche da fooco. li can none non la1Jciò µiù le palle sferiche 1nassiccic ma anche ad esso ! u d ata la palla scoppiante e la granata. Oggi gli O. J di varl t.:aJibri, sono <li uso generale, e :>Ollo in dotazione, come le altre artjglicr.ic, tan.to pe[' h difrs~1, ,1uan to :>er l'offesa, ;,, c:1n1po chiuso cd in ca, npo a perto: seguono le truppe opt;ranti, anc he in prima lint:a . (on e.satrez.za di ti ro e pote re distruttivo g randiss in10. 1

In Italia, nel 1844, il Piemom<: ne ,n·t:va in servizio da

32 cn,. di ca.libro; in Fr~ncia da 12,6 e da 24 cm ., ad a n ima liscia e ad ,wanc:irica . .Il l'icmont<C (u Lra le prime naz.ioni, se non la prima. ad adottare:: la rigatura nel!<.: artiglierie : le prime bocche da fuoco rigate C()mparvcro nel 1846, ed ii Picmoutc primeggiava per a vere già allora in servizio O. pcsar1ti rigati, costruiti, per suo conto, i11 S,·czia. da 27 a a:, cm. di calibro. Napolcom; Hl lu il primo Ca po d i Stato che comprese subilo quanta im po rtanza avesse la .-igatura delle artig lierie, e fu tra ì primi ad iotro<lurla: ebbe w sì modo di impiegare bocche <l a fuoco rigate. ad avancarica , con lusinghieri risultati , nella cam1>agna del 1859. Nella seconda metà del scc. XIX

Obice da. 280 (atr-usto idropneumatico)

1J 420 ausrrjaco a Ro\"C'reto (novembre l91S)

'

I

1,


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59-l -

11 p1ogn::!:-:;o mcalw i:.1p1-<loj ta r)gatura \ ie ne migliorala ,

a.dotta e si generalizza la rctroc..arica, si aun1<.:t1ta la resisten~t dei metalli, ~i trovano polveri pitì potenli, si "'mplìficano i me--.tzi di otturazione dell a culatta dei pcl.zi, acceleran done cosl il tiro. Le condizioni <: gli effetti di tiro ne sono c1,·vantaggiati inces$nritcn1tnl<.:; le traiettorie ~1

Osi Gli U . 1\ 1ronu thMuHj!

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atfallu ..:onvl'.11.z1on:.1k.

m

obici di piccolo calibro, fino ai ,20 mm. <l1 calibro; <li medio calibro, fino ai 220 mm.; d i grosso calibro q uelli di calibro superiore . I noltre, a seconda della lorn lunghezza, in lunghi e corti. Rig11:1rdo al loro impiego, si hanno: Obici da montagn;1; il loro calihro pii', conveniente oscilla C..ltru"O.O . .ii lOO mm. Obici leggeri r.la cc1mpagna: con vcttur2-pczzn <l i peso uguale a "p1cllo ddla \'l'llllra-pt:zzo dd c;1nnonc, rn .1 cou

::.i allu ngano contiuuamcnrcJ tantO che il r.iro retto nou

I.'.

quasi più possibile, neanche colle artig ltc rie !Cggere da campagna, cd occorre il punnun enro indiretto. L'impiego

delr O. sì Mferma quin<lì ancora e semp re m aggiorn1cntc . i~ bensì vero che non è escluso che i cannoni possano es~ st.;rc impiegati co1nc obici , e gli obicJ come nwrrni ,

n1:1

allora si ha , ta nto per !"uno, q mnto per l'altr•, c~so, uno sfruttamento i11completo della bocca da fuoco, cosa tutt'altro che conveniente, perchè ,, col continuo pcrfczio~

narsi d elle bocche da fuoco, i': pure aumentalo in modo imponente il costo delle stesse, e quindi• s' impone, per ragione di minore spesa, l'adozione dcll' O. Tanto più poi che il cannone usato come O. non p uò stare alla pari di questo , non fosse altro che, pt.'f il 111aggiorc tiro cur\'u dcll ' O., q uesto può battere più dlicaccrnentc _i bersagli riparati, non solo, m a può ti rare con m aggiore sicurezza e tranquillità al disopra delle: propr ie truppe, fino quasi al g iungere <li queste, ndl'av~~nzata, sulle lince ntmid1e.

calibro maggiore, e ciol: osci lbntc fra i 100 ed i .20 0 mm . .. con lung hezza tl'anima atto rno ai 15 calibri, e la glttal~l , ui 6500 m . Proiettil i, shrapnd e granata ad alto esplosivo . Obici · pesanti campali : dest inati ad azion; d i maggioipotcnza dei p recedenti, e da usarsi contro bn,agli di mlgg ior resistenza cd irnportanz.1: oscillan:-l altorn◊ ai t 50 mm. di calìhro, e sono tutti su affusto :1 dcfonnationc, ha nno una lunghezza d'anin1a attorno ai 1'2 ralibri, c<l una gittata attorno ai 7000 rn . L·Tlalia aveva ,.. nella guerra, l'O, eia 1.19 111111 ., con gittata di m . i6oo; l'Austria da 149, gtttata m . 56oo; h Germania da 150, gitt:·ua m. ì)Oo ; la Francia da .t55, g icrata 111. 6300; l'lnghihcrra <.l:-i 1~7, gittata rn. 6ooo. Obici da assedio e da difcs.i : oscillano fra i 150 cd i 2 , o, 1nm. d i cal ibro. ln Italia, prim a della grand<: guerra, vi era fra altl'i. l'O. <la assedio di 214 mm . di cJlibro, lun-

ghezza 14 calibri , peso Kg. 2970. Obici da costa : hanno cuatreristichc pili di mortaio che


.. 081

di obice, raggiu11guuo i 3{15 e 42c, mn1. cli calibro. P rin1a -deUa f_...r-rande g-ucrra, erano in servizio presso i vari cscr-citi, fra altri, O. da costa di calibro variante da 240 a 305 mm. e d i portata fra 4600 e LJ-500 metri. Ln ltalia , dopo la gran de gut.r ra, rìn1asero jn ~er\'iZio ì ·scgut:nli obic.i: leggero da campagna, tra inato e somcg-

Oblati. S, d1iatnal'ano così , nei ,ec. XVI-XVII, 1 quei s~ldati che, divcnllli invalidi . e rano mantenuti da conventi in base agli statuti loro. Questo -siste,na pldécde quello della fondazione di case per g li Invalidi (V.). Oblazione volontaria. In diritto penale è ,,n,mcsso. limitatamc11tc alle c;ontravvcnzioni per mancata notifica ril cambio di residen za (legge 27 marzo 1930 n . 460) quai<: causa <:stinti,·a di reato o d i azione penale. t causa cstin 111·:, di rca10 c1uar1do i! contrnvvcncorc p:;ghi, prima d el proccd,mento penale e non oltre un mese dalla data d i • notificazione del processo verbale <li acccrt::::un ento, una ,omma equivalente alla !llct/, del massimo dell'ammct1da

con11ninata in astr;:1tto per iJ reato. t causa estintiva dd~ l 'azione penale quando il contravventore, dopo la trasmissjonc degli atti all·.auloritù g iudizia ria n1ilitan:, e pri!na che sia en1anato decreto d i condanna . paghi, al procuincore del Registro e p revio consenso rlell 'autorità giudizì,11:i a investita del procedimento. una somm::i uguale al mas; ìmo dell 'arn111cncl!t stabilita in astratto per il 1·(:ato, olt re spésc di g iuslihi~t.

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Obice da r 4 ') I 17 {cx m ater iale au!'-tri~co)

g·iato, preda heHic:i: calibro i5 mm.1 gittata rn. 65<)0; leggero da campagna e scomponibile da montagna, ca libro roo mm ., gittata m. 8200; leggero, a t raino animale i11 m o ntag na, p red;i bellica, calibro roo mm . ; pcsamc

Obligado. Villaggic <icll',\rgcncina, iu pro,· . d i Burno, Aires, sullo stretto dello stesso nome, dove si riuniscono le acque del Paran,ì e de l Uruguai, p rima di sboccare: nel Rio della Plata. Combat1imcnto di Ol>ligado (1845). Appan ienc alla gu erra degli Anglo-Francesi contro l 'Argentina. Durante la <lit-

-campale. ca!. !~'J mm .. gittata 111. 6900; pesante campale, calibro i49 111111. preda bellica, a traino meccanico, e scomponi.bile per traino in montagna: gittata m . 8 200 : pesante, calibro qy mm .. preda bellica. g ittata m. 11.,;oo : 1.x:sante 1 ca libro :i:52 m m. , a traino lllt'Ccanico, gittata m . 9500: pesante, calibro 305 mm . . gittata m. li.6oo; lo stesso, con in!>tallaziouc coMicra, .g ittata m. 1.~.550; pesante. cal ibro 380 mn1., g ittata m . 15.000; d a cost:i, ,.;a libro 280 mm. . g ittata 111. r 1 .600: da costa e da assedio, calibro 420 mm., ~ittat« m. 14-600. (V . alle pa_ginc li~-173 del l voi. le incisioni dì alcuni o bici ncll;i ·voce « Affos1·0 »).

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tatura <.l i Ros~s. presu.lcnrc della confederazione :1rgcn'tina.

la Francia e l'Inghiltcrr;i si uni ro no per 1nuo vcre guerra al ditratorc che volcYa costringere gli slranicri a presr:1r scrYi1.io mi lirnn: nel suo I esercito, <:d inoltre m·cva fatro ostn1i1c il P:\ranà per impedirne Ja navigazione. I . cornan-

'Ùbice leggero inglese su cingoli per accoinpagna,neato <lclla fanteria Cnlibro 94 mm; affusto tipo Deport; settore di tiro orizzontale 40°; verticale da .; 0 a 40°; peso totale Kg. 730; può essere scompo~to e someggiato da 8 muli o cavplli. L :1 grnnarn p c~n l{g. 9

da nti delle stazioni ingksc e f rancese sl ;:accordarono per forzare il, passo, e il r8 novembre 1845 ii recarono .p rèsso O., do\"C e ra !)t~nn sbarrato il fiume c(,11 una fi la. d i navi collegate con c~ucnc. appoggiate a d r. da 4 batterie con 80 cannoni e · 10 brulotti. a sr. dal b rig,inti no «· Rcpubl icano ,, . Tre o quattro mila solda ti di Rosos, comandati dal gcn . Lucio Mansilla, d ifendevano queste opere e le d ue rive. I collegali div·isc ro le loro !orze in t re'" parti : ji capitano inglese Sullivan con due brigantini ing lesi e un a corvettn frani1.:csc Jovcva alt~Kcarc la r iva sr. ; il capitano di vascello francese T rébo uart con due brigantini francesi, una con·etta e un brigantino ing lese, la riva <lr.;

il capitnno inglese I-fotl1an, con due corvcltc :1. vapore .inObice· (Marina). Esso venne, nel le marine da guerra, a surrogare il mortaio d elle bombarde e qncllo speciale obice d i m arina che. fu detto Ca,-ronata (V.) . Per comodità di .ca.ricàmcnto, g li O. e rano specialmente usati nei ponti inferiori delle navi da guetrn .

glesi e u11 avviso a vapore francese, doveva stare· in' riser va . All'alb:.'\ del 20 avanzarono: p rimo iJ te Saint-Ma rtin »

su cui e ra il Trébou:,n, che per la d e bolezza· dd vento ri mase per qualch<" tempo esposto ai colp i nemici e sogg iacque

a

perd ite grav i;

subentr<1te

però

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a ltre

navi


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il fuoco degli Argen tini fu ribattuto da tutte le parti: i brulotti d a loro lanciati andarono a vuoto, il « Repu -

blicano » saltò in aria. Hothan, fatte spezzare <la una sua lancia le catene del lo sbarramento, lo t raversò ~oi suoi piroscafi e tirò d i rovescio sulle batterie nemiche; T rèhouart, passato sulla corvetta « Expéditive », s' incagliò a tiro d i pistola dalle batterie stesse e con 600 marinari sbarcati se ne impad ronì. ll combattimento d i O ., in cui gli AngloFrancesi ebbero 28 morti e 85 feriti, for,;Ò Rosas a sot to1ne ttersi.

Obliquo ordine (Tauica). F u creato dal tebano Epaminonda, il quale ndl 'impiego tattico superò llltti i condo ttieri greci d'allora, in opposizione ali 'ordine paralielo, in cui le forze erano un ifor memente d istribu ite sv tutta la fronte. Consisteva nel dividcJ-c l'esercito in un'a la d ifensiva ed in un'ala offensiva. Questa, che costituiva il nerbo dell 'esercito , formava la colonna d i attacco e do-

veva schiacciare l'ala nemica che le era d i fronte; q uella ave va il compito dì .. tenere in1pcgnato il n~n1ico sul resto del fronte cou piccoli combatti,uenti eseguiti per lo p iù d alla cavalleria e dalle truppe leggere. Con questa. varia d istr ibuzio ne del le forze si creava in un solo punto una superiorità nu111erjca, c he dava un sicuro tracollo al nem ico, portando come conseguenza il crollo della resistenza negli altri punti.

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Obodne. Villaggio dell'Ucraina settentrionale. Vi avve('ne Lln combatLimento (17 maggio 1831) che appartitne alla g uerra della Rivoluzione pola"a, 2-0 period o . Ì'. , 1111 episodio dcll'insurrcz-iol\C ucraina . Il gen , Kolysko, i n marcia con poco meno di rooo u. verso la Volin ia per unirsi ai r ivolu:òonari di quella regione, era insegu ito dal gen. russo Szrzuek i alla testa di una br igata. A O. il Kolysko, raggiunto dal nemico, lo attaccò decisamente, lo battè e lo d isperse prendendogli 2 cannoni e facendo prigioniero lo stesso genera le . 0 ' Brien (de Giare, come di T!iomond Carlo). Maresciallo d i Francia <lei sec. XVfll. Alla frontiera d i Spagna partecipò agli assedì di Fuenterabia e di San Sebastiano (1719) . Br igadiere d i fanteria nel 1734, fu addetto all'armata del Reno e partecipò all'assedio di Philipsburg. Marcsc. di campo nel 1738 e ispettore generale di fanteria nel 1741 , fu incaricato della d ifesa di L intz nel Ì 742 . Addetto nuovamente all 'armata del Reno ( 1743), combattè ad Ettingcn. Luogotcn. generale in Fiandra nel 1744, partecipò a ll 'asse-dio d i Ypres, e nell 'anno seguente combattè a Fontenoy. Maresc. di F rancia nel 1757, ebbe il comando delle truppe delle coste del Med iterraneo.

O' Hrien barone Giovanni, conte di Thomot1d . Generale ausrriaco ( 1775- 1830). Fece tutte le campagne contro la Franc.:ia rivoluziouaria e napoleonica; nel 1813 si battè sul Mincio con tro le t ruppe d i Eugenio d i Bcauharnais e poi nell 'ulti ma campagna oltre le Alpi, sotto il gen. Bubna. Fu collocato a riposo nel 1826.

Obrucev (Nicola Nico/mcvic). Generale e scrittore m ilitare russo (1830-1904). Fu per molto tempo insegnante ali ' Accademia di stato maggiore, durante il quale scrisse parecchie opere. Durante la guerra turco-russa del 1877-78 ebbe parte importante nelle vittorie riportate nel Caucaso su Muktar pascià. Nel 1881 fu nominato capo di S . M. dell'esercito e nel 1893 membro del Consiglio dell'impero. O' Byrne (Giovat1ni). Medaglia d'oro, o. a Rabastens (Francia), m. a Montav it Bresson (lsère) ( 1878-1917). Uffi-

Oci1.

ciale de Ha marina da guerra francese, era uscito da lla Scuola navale nel 1898. Luogotcn . d i vascello nel 1910, e bbe il comando prima del sommergibile « ,\ iguil le " e poi del « C urie », col quale si trovò nella squadra del Med iterraneo, a ll'inizio della g uerra emopca. Nella notle d al r9 al 20 d icembre 1914, egli tentò di forzare l'ingresso della piazza di Pola, e nel generoso quan1 0 sfortunato tentat ivo cadde p rigioniero, dopo d i essere stato ferito. Rimpatriato alla fine del 19 16, perchè « grand bkss~ », mori pochi 1pesi dopo per le conseguenze delle lesioni riportate nel l'eroica impresa, per la quale era stato citato ali 'ordine dd giorno del l'annata francese. L a R. Marina italiana volle, inoltre, che l'atto magnifico dell'ufficiale francese fosse onorato con la concessione della noi tra suprema r icompensa al valore, e dopo la fine del la guerra, ritrovati a Pola i cimeli del « Curie» , ne curò la resLituzione alla marina alleata. La motivazione della mcd. d'oro è la seguente: e( Coma ndante del sommergibile francese tt Curie n, ten rava . con atto di iocredìbilc audacia, l 'attacco alle mag-

Obrucev Nicola

O' Byrne Giovanni

giori nav i austriache, chi'use nella munita piazza 1narit-

tima d i Pola. Iniziata l'ardua impresa , aveva già oltrepassato la prima linea d'ostruzione, ma fu arrestato dalla seconda, nella quale il battello rimase impigliato coi timoni e le eliche. Per cinque o re il comandante si prod igò in duro ed angoscioso lavoro per liberare la prop ria nave dalla stretta mortale, finchè, esaurita l'energia elettrica , o rdinò il r itorno a galla ad ev irare l'inutile sacrificio della vita dei suoi uomini . Fatto segno a! fuoco della fucileria e delle artiglier ie, O' Byrne ,1 i nu ll 'alt ro si curò se non <li far salvo l 'cquipaggio, abbando nando per ultimo il s01nn1crgibile e provocandone poi 1'a ffondarne nto >). (Pola, 19-20 dicembre 1914) .

Oca (Pa,so del/'). Diccsi ,Jel particolare modo di marciare in parata, a cadenza, proprio della fanter ia tedesca . li nome viene per similitudine dall'andatura del palmi pede. Quand'era e.li moda imitare nelle cose m ii. !a Germania, · anch~

altri eserciti esperimenurono

tale

passo?

ma cun scarso successo, non essendo agevole abitua re le reclute al complicato meccanismo delle flessioni e successive estensio ni delle gambe per ottenere la speciale cadenza. Però, allorquando un reparto ha raggiunto un buon grado d'addestramento, la regolarità e la simultaneità dei movimenti ne risulta no tanto perfette d a se mbrare n1ec• caniche: ne rimangono avvantaggiare la discipJiP-a, l'cste~ riorità , nonchè lo sviluppo fisiologico degli arti inferiori, i quali sono costrctri ad una vera e propria ginnastica. L 'indole del popo lo tedesco, incline alla rigidità e all 'ordine , i; certamente l ' unica ragione per la quale solamente tale popolo sia capace di abituarsi con relatiYa facilità a

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questo d ifficoltoso passo . Nelle adunate degli cx-combattenti te deschi )a caratterisrica andatura venne rigorosatncnte tf nuta e ostentar-a con orgogljo; quasi costituisca,

in uno con l'elmo d 'acciaio, il simbo lo della potenzialità militare della Germania. Non si può precisare in quale epoca e da chi sia sta to int rodotto nella Prussia; è certo che esisteva g ià all'epoca del gran de Federico. Gli attua!. esercizi di ginnastica. in uso nel nostro esercito compren. dono una .marc ia in flessione e d estensione che si avv i-

cina molto al caratte,ristico passo tedesco.

Ocana (an t. Olcar1ia) . Comune della Spagna, in pro,·. d i T oledo. F u cinto di mura. Battaglia di Ocarìa ( r809). Appartiene alle guerre dell' Impero napoleonico nella Spagna. Il gen. spag nuolo Arrizaga, raccolti 60.000 u . delle bande volontarie, li ripartì in 7 divis . e marciò d all 'Andalusia alla volta di Aranjuez per va rcare colà il T ago e prosegu ire su Madrid,' .sperando di riuscire nell'intento senza il concorso degli Ing lesi. Un corpo di cavalleria, al comando del

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para quella posizione dall'al topiano occuoato dall'avanguardia france.se . l i mattino dd 19 novembre truppe leggere attaccarono i Francesi, che le respinsero facilmente e presero alla loro volta ad avanzare, pronu nciando co.l corpo del Scbasti;rni un deciso .attacco sulla dr. avversaria : a malgrado dell'efficace fuoco dcl l 'artigl'er ia e delJa fiera resistenza dd la fanteria spagnuola, i Francesi guadag nav~no terreno . Visto lo sviluppo favorevole tiell 'azione,

il re Giuseppe, insieme al capo d i S. M. gen . Soult, d ispose che l'ala attaccante fosse rincalzata cd appoggiata da nutrito iuoco di artiglieria, costringendo l'ala d r. avversaria a Aetterc. Benchè la fanteria spagnuola form asse i quadrati, no,1 potè resistere agli attacchi della cava lleria e fu travolta, lasciando molti prigionieri alla mercè degli squadroni nemici. La città fu presa e andò in fiamme. li gen. Dcssoles attaccò frattanto la sr. spagnuola, che fu dispersa i 11 breve tempo. Il pronto inseguimento determinò la rotta comp leta degli Spagnuoli, che, nel tumul to dell'azione disordinata e per effetto del vivo fuoco delle batterie avversarie situare a breve dista nza, ebbero a soffrire perdite g ravissime, valutate a circa 5000 t ra morti e feriti e a r3 .ooo prigionieri; essi perdettero inoltre due terzi dell'a rtigl ieria: 40 cannoni. Le perdite dei Francesi an1n1ontarono a 500 11'lorti e 1200 feriti.

Ocari (Amos). Magg iore garibaldi no, n . di Polesella (1823-1 89i)- Combattè nella d ifesa d i Roma del 1849, nella guerra del 1859, nella campagna del 1860 come maggiore capo di S. M. della brigata Sacchi, e nel 1866 al comand,, d i un bgl. del li reggimento elci Volontari.

Occell i (del Nichelino, Paolo Massi,11ilitmo). Genera le del scc. XVI Jf, u . a T or ino. Col regg. Monferrato partecipò alla guerra per la Successione d'Austria, d istin guendosi ad Alessandria (li46). Dal 1787 al 1793 comandò il regg. fan ter ia Monferra to divenendo colonnello e brigadiere cli fanteria. Magg. generale nel 1793, comandò la cittadella di Torino. Occhiali, Più com uneme nte detto Lucàa/i (V.). Occhio (l111perfez io11i ed infermitù del/'). (Medicina Le· gaie Militare) . Da l punto di vista med ico-legale, n ei ri-

Battaglia di Ocafia ( T 809)

gen. Freirc, che p recedeva d i q ualche giornata i l grosso, si scon trò 11 1 2 no\"embre p resso O. con un clistaccamen to di copertura composto dalla d ivis. di cavalleria del Milhaud e dal 7' regg. di fanteria polacco, e lo respinse verso Aranjuez. li comando francese , per sostenere il proprio dis taccamento, portò innanzi nei giorni seguenti H l corpo

{Mortier) e i l lV (Sebastiani), oltre una divis. di riserva (Dcssoles) e la Guardia d el re Giuseppe: in tutto 28.00 0 fanti e 6ooo cavalli, oltre al corpo di Victor (t .1 . 0 0 0 u.) . Saputo che nel la pian ura <l'O. stava sboccando il grosso dell 'ese rcito spagnuolo, ordinò l'avanzata del corpo Vietar per tenersi pronto a parare ad ogni te nta.rivo Jell 'avvcrsario

d i ricacciare a nord del Tago le forze ava nzate suddette . Le unità spagnuole andavan~ frattanto disponendosi fronte a nord, a cavallo della strada d i Valenza, distese sui due lati dell'abitato di O. , lungo il cigl io del vallone che se-

guard i dell 'arrnolamentr,, vanno innanzi tutto ricordate le imperfezioni delle palpebre, cioè : il lagoftalmo (pcrmancnte clivaricazione di esse), il coloboma (divisione di una palpebra a tutto spessre), J'ectropion (rovesciamento di c.na palpebra all'infuori), l 'entropion (r ipiegamento di una palpebra all 'indentro), la trichiasi (viziosa c!irczione delle ciglia verso i l bulbo ocnlar.::), I 'anchiloblefaro (aderenza delle palpebre fra loro), il simblcfaro (aderenza delle palpebre col bulbo oculare). Tali condiz ioni morbose, ai .semi dcl i 'art. 42 dell' Elenco A, sono cause d'inabil ità ;il servizio militare « quando, benchè lirnitate a<l un solo occhio, siano di tale. grado da p rodurre notevoli deformità, o da essere di grave imped imento alla funzione vi.si\'a, o da li1nitarc notevolmente j 1n ov ime nti del g lobo oculare, o da c.ag ionare permanenti 'irritazion i oculari, tra~

scorso, ove occorra, il periodo della rivedibi lità , e nel militare trascorsi i period i d i lice n~a; nei casi dubbi, dopo osservazione in ospedale mil itare. Altra imperfezione palpebra le è la blefaroptosi (abbassamento della palpebra sur,eriore), la quale può essere congenita o acquisita. Ai sensi del l'art. 4 1 dell'Elenco A, i: causa d'inabilità la bld aroptosi « anche se un ilaterale, congenita, al grado da impedire o disturbare notevolmente la visione, se acquisita , dopo trascorso il periodo della rivedibilità ; in tutti i


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casi dopo osscrv;tzione in ospedale e, nd militare, previa tre la ba.e si espande in fuori con fondc11elosi coll a congiunadeguata cura e d opo i periodi di Jicen1.a ». Sono allrc,l tiva . Ai sensi del suddetto art. lo pterigio è causa d' inacausa d 'inabilità, a norma dell'art. 39 dell'Elenco A • i hilità quando raggiunga il centro ciel carr,po pupillare e disturbi così la visione da ridurlo al grado inabilitante disturbi motori di carattere permanente di uno n di entrambi gli occhi quando generino diplopia, previa os:.cr• (V. Vista). L'art. 35 clell 'Elcnco A contempla quali cause d'inabili til tutte le malau ic della corne;.i, della scler:1, delvnione in un ospedale militare » . Le palpebre possono esser sede d i processi flogistici, Ira i quali ha importanza l'iride, del cristallino, del corpo cil iare, della coroide, del medico-legale mil itare la blefarite ulcerativa contemplata l"itreo, della retina e del nervo olllCO (cheratiti, sclcrite, nell'art. 43 dell'Elenco A quale causa d'inabilità al seririte, atarmra, ciclire, coroidi1i, opa'"itÀ, emorragie e corpi vi7.io militare, se (< accertata con osservazione in un o~µc• estranei nel vitreo, rctiniti, neurite · ottica); tali malattie dalc militare, quando persista o ltre il periodo della riveperò devono essere « gravi eri in atto, d i incert a o lunga dibilità, e, nel m ilitare, dopo opportuna cura e i periodi cura, constacatc con osservazione in un ospc:dalc n1ilid i licenza, ovvero quando abbia prodotto la perdita irretare », cd il giudizio d'inabilità assoluta va csprc.so dopo parabile di gran parte delle ciglia (madarosi) v. A carico che sia trascorso il periodo della rivedibilità e, nel midell'apparecchio lacrimale banno importan7a medico-legale litare, dopo insuccesso terapeutico e dopo t rascorsi j pele anomalie dei punti e <lei canalicoli, e propriamente la riodi d i licenza, :.nchc q uando la riduzione dell'acutezza eversione del punto lacrimale inferiore, i! restringimento e visiva non raggi unga il grado inabi litante. L'afachia, cioè l'obliterazione dei punti e dei canalicoli, imperfezioni con• la mancanza del cristallino (la cui iunzione è della masgenite o acqu1S1tc in segu110 a ferite o a infiammazioni sima importan7~1 çoichè consiste nel raccogliere i raggi lucroniche; sintomo caratteristico è l'epifora, costituita da minosi in modo che essi vengano a formare il loro fuoco i ulla retina, producendovi una immagine distin ta), è conscolo di lacrime sulla guancia . La dacrioadenite , Aogo~i clclla ghiandola lacrimale, è rarissima; molto comune intcmplat:1 a parte nell 'art. 47 tlcll"Elcnco A; l 'afachia, vece è la dacriocistite, infiammazione cronica del sacco anche unilaterale, è causa d'inabilità, previo accertamento con osservazione in ospedale militare. lacrimale. L 'art. 4➔ dcll"Elcnco A contempla quali cause d'inabilità al servizio militare " la dacriocistite cronica e Occ!tio alla pc1111fl. Modo di d ire molto usato fra i mile malattie croniche ddle ghiandole lacrimali, persistenti litari, deriva nte dall.1 necessità che si aveva nelle mao ltre il periodo della r ivedibil ità, e nel m ilitare dopo aderine a vela di far sempre osservazione al mostravento per guata cura e trascorsi i periodi d i licenza». L'cpiforn, ben governare la nave. Questo mostravento, che si troai sensi dell'art. 5 dell'Elenco B, de,·e r itenersi compatibile vava alle estremità del palco di comando od anche in coi servizi sedentari, quando non coe,;istano, ben s'intende, testa d';ilbcro, era in generale formalo da un lun go <pago le condizioni inabilitanti su citate a carico dell'apparecchio al quale erano attaccate delle sottili penne d i uccello. lacrimale. Tra le anomalie congen ite del glo bo oculare Donde il no me. vanno ricordati I 'annftalmo, costituito da un corpicciuolo solido o cistico, che occupa il posto del globo oculare, ed Occhiobello. Comune jn proL di Rovigo, sulla sr. il microftalmo, consistente in un globo oculare rimpicciodel Po. Si hanno le prime notizie di questa località nd lita in rutti i suoi diametri. La mancanza del globo ocu,ec. XV . Durante la guerra tra Venezia e Ferrara, nel lare .i noltre può essere acquisita, in seguito ad enuc lea1482, i Ve neti facevano da C~stelnuovo, cen'tro delle loro i.ione p rat icata per g ravi ferite, per processi i nfettiv i, ccc. operazioni, frequenti scorrerie a O., che non fu mai auL'3rt . 33 dell"Elcnco A considera quali cause d "inabilità tonoma, ma segul sempre le vicende delle terre limitro[e, « la mancanza e l'atrofia manifesta del glnbo oculare • · passando alternativamente souo l Papi, gli Estensi, i VeSi può osservare invece una esagerata sporgen1.a <li esso, neziani, i Francesi, gli Austriaci. Into rno a O. si svolsero cioè l'esoftalmo, causato da p roduzioni neoplast iche o in d iversi episodi della d isgraz:iata g ucrrn d 'indipenck11za banfiammatorie croniche dcll"orbita, ovvero da d ilatazione d ita da Gioacchino Murat col proclama di Rimini (1815). aneurismatica dei vasi retrobulb.iri; tale affezione anche 11 i e I aprile di quell'anno, Murat, nell'intendimento monoculare, è contemplata, quale causa d'inabilità, nel<li valicare il Po, assaliva sei volte, con tre divis., senza l'art. 48 dell'Elenco A, il quale prescrive l'osserl"azionc avere con sè le grosse artiglierie lasciate a Bologn.i, i riin ospedale milicnre. Tra le affezion i congiu ntivali ha imdo tti che servivano di tc,rn di ponce d i O., m a ne veniva portanza med,co-lega!c la cong iuntivite granulosa o trasempre respinto dagli Austriaci. li 12 dello stesso mese coma. che è una infiammazione a lungo decorso, con iperla divis. d'Ambrosia, lasciata dinanzi ad O., era costre11a trofia della congiuntiva e con formazione di granulazioni, a sgombrare, e Mural comi nciava la ritirata che lo cono u cui seguono alterazioni cicatriziali; è malattia contad uceva alla perdita del t rono e d ella vita . giosa, la quale , ai sensi dell'art. 46 dell'Elenco A, i: Occhis (Giuseppe /1111011io) . Generale del sec. XVlll, e:1usa d'inabilità « qualora sia persistente o ltre il periodo m. a Susa nel 1759. Percorse la carriera in fanteria, didella rivedibilit:1, previo accertamento in ospedale e nel ,·enendo colonnello nel 1734. Ebbe il governo ciel forte militare dopo infruttuosa cura e trascorsi i periodi di lidella .Brunetta ed in tale inca rico divenne Brigadiere di cenza ». Le altre cong;untiviti croniche e lo stesso tracoma, purchè 5ia. slcuramentc spenr-o, non sono motivo d i fameria nel 1738. Nel 1755 fu pro mosso ten. genera le-, governatore del la citd e provincia cli Susa. inabilità assoluta, sibbene di assegnazione ai servizi sedentari (art. 4 dell'Elenco B), quando, ben s'intende, non Occidentale (Fro111e occidentale durante la guerra si verifichino le condizioni inabilitanti comemplatc nelMondiale, 1914-1918). Com'è noto, gli Imperi centrali , l'art. 42 (cctropion , entropio n, ccc.). Un'altra affezione all 'in i,;io della guerra Mondiale ultima, vennero a trocongiuntivale, considerat,1 in modo particolare coll' art . •15 va rsi in posizione intermedia, tra gli eserciti franco-belga-· clcll"Elenco A, è lo pterigio, carattcrizLalO da una piega inglese ad ovest e quello russo ad est: ciò per effetto tri:ingolare della cong iuntiva, che si estende dalla parte della situazione geografica degli Stati belligeranti; situainterna o esterna della congiuntiva bulbare fino alla cornea , zione, d'altra parte, non nuova per il popolo tedesco, che a cui aderisce saldamente per mezzo del suo apice, men-

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una !orta consim ile ebbe a sostenere sul finire del secolo XVlll, ai ternpi d i Federico li, durante la guerra dei Sene Anni (1756-1763). Come allora, anche questa volta i Tedeschi ricorsero alla manovra per linee interne, allo scopo di battere separatamente prima gli tm1 e poi gli altri degli eserciti nemici. Infatti nel r91,1 lo S. M.

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zionj che in conseguenza si sono svolte sulla fronte occi-

dentale nell'anno 1914, si d ividono in tre periodi: I Pe,·iodo (12-23 ago,to). Offensiva germa nica e contem poranea offensiva francese : battaglia d'incontro sulla linea di confine, dove la m ig liore concezione tauico-operativa german ica, che porta sul campo di battagl ia i cannoni pesanti campali, i cannoni pesan ti e numerosissin1e m.itragliatrici, ebbe ben presto ragione dell'offensiva francese, sfasata nel tempo per circostanze varie in diverse battaglie e basata su di una concezione operativa (V. Grandmaùon) fatta tutta <li attacco e di furia francese, d imenticando l'importanza del fuoco sul campo di battaglia. (V. Alsazia-Loi-tnlii, ✓1rdem,es, Di11ant, Char/eroi, Mons, Frontiere) .

li Periodo (29 11gosto-9 sellembre). Sospensione dell 'ofEcnsiva francese, r ipiegamento della fron te e battciglia della Marna. Perdute, infatti, le battaglie delle F rontiere, Joffre decise di ripiegare dietro la Senna, per jvi riorganizzare

l'esercito francese ed inglese, onde approntarli alla battaglia decisiva difensivo~controffensiva; ripiega mt:ntu da proteggersi con. successive azion i dj retrogu ardia, d i fronte

Trincee tedesche in Francia (19 14)

tedesco, in accordo con quel lo austriaco, decise d i battere prima gli eserciti della Francia e dei suoi alleati, all'ovest, col grosso del le forze tedesche; mentre un 'annata te<ksca (Sa) e l'esercito austriaco avrebbero trattenuto i Russi all'est, la mobilitazione dei quali era ritenuta lenta, sì da ritardare nel tempo l'inizio d i una efficace offensiva russa.

all'incalzare delle armnte tedesche vittoriose al le battaglie precedenti (V. Guise, Le Cate1111, Morhange, Moru1gnc, Retl,el, San Quintiuo, Signy l'Abbaye). Scnonchè, per il modo slegato con cui le armate dell'ala dr. germanica stavano giungendo sulla Marna , prive anche di una elfi cace azione di comando, dato che il Moltke in quei giorni era seriamente allarmato per le vicende della Prussi~ Orientale, ,i ofkrse al Gallieni ed allo Joffre l'occas ione cli passare a lla controffensiva sulla linea stessa della Marna, ove nei primi di settembre d i quest'anno sì combattè Ja celebre battaglia che arrestò l'invasione tedesca in Francia e salvò gli eserciti di Francia e d i Inghilterra. III Periodo (ro settembre-31 • dicembre). Estensione delle fronti sino alla Manica a nord ed al confine svizzero a

fn conseguenza di quanto sopra, diccsi comunemente « fronte occ identale » i l tenitorio franco-belga, ove dal 1914 a l 1918 hanno combattuto gli eserciti tedeschi (concorso austri.:~co li1nir.:1to a poche artiglierie dì gro:jso ca-

libro) contro gli eserciti fran~cse, belga, inglese ed americano, nonchè aliquote degl i eserciti italiano e portoghese. ANNO 1914. - Conceu o del lo S. M. tedesco, per b,mere in quest'anno i n bia taglict ca mpale l'esercito francese cd alleato, è quello del ben now piano Schlieffcn: trattenere col m inimo delle forze i Francesi in Alsazia-Lorena, e con la maggior qua ntità del le forze disponibili att raversare il Belgio, avvolgere !a sr. déll'esercito francese, resp ingerlo \Trso sud, contro i l confine svizzero, per ivi attanagliarlo

e batterlo . Tale il concetto fondamenta le inspiratore; che, però, il Moltke junior nell'attuare modificò notcvolmcnte, in seguito aile preoccupazioni sorte in lùi circa una probabile o/Tensiva francese in direzione del Lussemburgo ; cd all 'uopo :w me:rtò le forze destinate all'A lsazia-Lorena . diminuen do quelle dell'ala aggirante che doveva attraversare il Belgio, e che così, all' atLo decisivo della ma novra, su lla Marna, venne a r isultare troppo debole. Da l Truppe italiane d el IV corpo d'armata allo Chemin des Dames (1918) canto loro i f" •·ancesi (V. f'ia110 XVII, Frontiere, i\4ondiah), contavano <li spezzare in due troncon i la fronte tedesca, che supponevano dovesse esienclersi dal con fine belga a sud: mizio del I.a guerra di posizione. Infatti, dopo la quello svizzero : con una azione per il Palatinato verso Marna, si ebbe la Corsa al Mare (V .), consistente nelil medio Reno respingendo le forze tedesche a nord, e l'idea tedesca di arrestarsi e mantenere la linea della poi attaccando in direzione della bassa Mosdla, od , in Somme, in modo da togliere al diretto dominio francese caso di violazione tedesca del Lussemburgo, ariravcrso · le coste &anccsi sulla Manica cd impedire le dirette coquesto territorio e le Arden'ne, verso Trev iri. Le opera -

municazionì

tra

Francia

ed Jnghiltcrra .

Contromanovra


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francese, riuscita ad ostacolare tale progcuo tedesco con le battaglie descritte a : //ime, Artois, Fiandre, Picct1rdia , i'pres, Iser.

t rincee, continue dal Mare del Nord alla Svizzera, La • decisione non potendo, ormai, essùc più data dalla ma-

I Tedeschi erano costretti così a rinunziare per il r914 a cercare di battere i F rancesi in occidente, perchè i Russi sì erano mobi litati molto rapidamente cd avevano già inflitto serie sconfitte all'Austria, fra le quali quella d i Leopnli (V.), per cui occorreva fare ogni sforzo per sai varc l 'Austria dalla rovina, e l'integrità del territorio tedesco all'est da una invasione russa . In sostanza, lo scopo che la Genn~n';,1 si era prefisso era fallito; la guerra contro la Francia restava insoluta. Come pure i Francesi non cr~no riusciti a battere l'e,pti)i::► tedesco nel Palatiuato. Due manovre contrastanti: .-,1Jic e due inadegualc agli scopi; ci11quc mesi d i guerra avevano soltanto esaurito le due parti, non ne avevano modificaro I 'equilibr io delle forze, che, anzi, avevano immobilizzato nelle

materiali. Hanno combattuto su questa fronte in quest' anno: 82 divis . di fanteria e IO di cavalleria nel ca111po germanico; nel campo opposto 75 divis . d i fanteria, r4 gruppi alpini, 10 divis. di cavalleria della Francia; 9 d ivis, di fanteria ed una di cavaller ia dell'Inghilterra; 6 <livis. d i fanteria, una d i cavalleria ed i presidi delle fortca.e di Anversa, Liegi, Namur, dd llclgio.

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novra, doveva e~scre rice.rcat;i ne lla preva lenza dei mezzi

ANNO 19 15 . - Preocupato delle soni dell'Austria e seriamente minacciato ,!alla grande mole dcli 'eserc ito russo, i l Comant!o supremo tedesco volse, quest 'anno, tutta la sua attcn,oionc alla fronlc orientale, mantenendo i n Francia e nel Belgio contegno difensivo, in attesa di poter riprendere a migl ior tempo la lotta con tro la Francia cd i suoi Alleati. Questi, come scopo generale nel 1915, si prefissero quello di trattenere dovunque gli eser N E Fili tedeschi, di sollevar~ la fronte russa e di ,_;i ,_....~j mantenere in piedi la Serbia. Non si ebbero grandi

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dentale, per la quale va lgono i dati forniti per il 1914 (di massima e con criterio <li apprezzamento generale). Le operazioni si possono dividere nei seguenti per iodi : l Pel'iodo . 0/fensiva franco-britannica, specie nel Belgio; <.:hc non ottenne nessu n notevole risultato

ai fini della condotta strategica d i tutta la guerra (febbraio-giugno 1915). Il Periodo. Controfk11siva tedesca: serie di attacch i la ncia ti contro il tratto di fronte della //,-gonne (V.) ad ovest d i Verdun , che avevano per iscopo la riconquisla del terreno perduto nella precedente primavera, e sostanzialmente arrestali da i Francesi (giugno-luglio r9r 5).

Il[ Periodo. N uova offensiva franco-britannica . Due azioni convergenti: una <.l a o vest ad est con I

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direzione Arras-Cambrai ; l 'altra da sud a nord con d ireziolle Vouziers-Charleville, panenclo dalla fronte della Champagne. Condotte con grande vigoria, queste azioni procurarono ai Francesi so ltanto lievi guadagni d i terreno . In complesso, situazione immutata ~u questa fronte; per q uanto un anno

di cont inua e dura lotta d i trincea abbia messo in evidenza il valore degli opposti eserciti, l'al to spirito di sacrificio loro, la d ifficoltà enorme d i giungere a risultati positivi dato l'equilibrio sostanz iale di forze e di mezzi. ANNO 1916. • In quest'anno lo scopo principale dell'Intesa molto preoccupata del prolungarsi della guerra e dcli 'esito incerto d i essa, specie di fronte alla m inaccia di una guerra sottomarina che i Tedeschi an<lavano organizzando è quello di tcutare la decisione su tutte le fronti. Mentre gli Stati Maggiori degli Imperi Centrali, non avendo ancora risolto la situazione in Oriente. non possono intraprendère niente di decisivo, nemmeno in Francia. Però, a prevenire l'attacco <lell'In tcsa, il Co-

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mando supremo redesco decise di sferrare una grande of-

fensiva in Occidente, per impedi re ai Francesi la loro offensiva generale . Le forze alleate in Francia ascesero quest'anno a 188 d ivis. d i cui 6 uclghe, 67 britanniche, 115 francesi; l'esercito ger manico dispose di 173 divis. Co111e si vede i l vantaggio numerico fu sempre a favore dei Francesi .

l Periodo . Battaglia di Verdm, (V.) del febbraio-agosto 1916: grandioso fatto d'anni che ebbe• ripercussioni rnorall

grand issime in Francia ed all 'cstero.

11 Periodo. Battaglia della Somme (V .) del luglio-settembre 1916, con la q uale g li alleati dcli 'I ntesa vollero rispondere alla g rande offensiva nemica cli Veniun ; battaglia che consen tì notevoli progressi territoriali , [>Ur non assumendo nessun valore decisivo. III Periodo. Lotte locali d i assestamento delle due fronti avversarie fra il settembre ed il d icembre 1916. I Tedeschi, scossi dalle fortissime perdite subìte, dovettero pcn-

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sarc a restringere la fron te , motivo per cu i i niziarono la costruzione della linea di Siegfried che tagliava il grande salien te dell'Oise. I n sostanza, logoramento gravissimo in ambo i campi : Verdun doveva essere per i Tedeschi soltanto una battaglia per logorare le forze francesi, ma si trasformò invece in u n grave ,cacco morale per g li episodi che vi si ve rificarono, e pcrchè Verdun e ra stata contemporanea al fallimento dell 'offcnsiva austr iaca in Trentino contro l ' Italia; scacchi che fecero cadere la leggenda della invincibilità terrestre degli Imperi Centrali. La contem pora neità d i dette d ue offensive fo grave errore, che rivelò la mancanza di accordo tra il Comando supremo te<lcsco e quello austriaco.

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13russilov; il fallimento d ella quale fece trionfare (7 novembre 1917) i Sovicti, con la conseguen te pace scpa• rata di flrest Litowsk fra Russia e Germania ai p rimi del 1918. Senza l'inazione dei Francesi, i Tedeschi si sarebbero trovati, alla fine di quest'anno, a mal partito, specie qua ndo gli Inglesi poterono rompere la fronte nemica attorno a Cambrai nel novembre r9r7.

ANNO 1918. · Costituito il Comando supremo intera[. lcato a Doullens, esso si propose di economizzare al massimo le for7,C alleate, sino a che l 'esercito americano, che già da l! 'an no prece,kntc .stava sbarcando in Europa, non fosse stato pronto ad intervenire in pieno nelle operazioni. Le quali nell'anno 19r8 si svolsero decisive, ,·isto il falANNO r9r7. • Rivoluzione rus~a cd intervento nella limento della guerra sottomarina tedeKa, visto il proguerra degli Stati Uniti d'America del No«I, spinsero gressivo esaurirsi degli Imperi Centrali b!Occ3ti sui mari , l'Intesa a tentare ancora la decisione della guerra sui considerata la necessità universale d i por fine a, dan ni cam pi occidentali: mentre i Tedesch i non parerono angravissim i ciel lungo con/litro. cora portare q ui tutco il loro massimo sforzo m ilitare, Dunque: prima un periodo d'attesa, poscia lo scateperchè obbligati a sfruttare, alla ricerca del successo denamento dcll 'offensiva tesa alla villoria finale. Di ciò ci:,ivo, la nuova situazione determinatasi sul fronte russo; consapevoli, gli Imperi Centrali tentarono d i risolvere la e pcrchè speranzo,i che l 'iniz iata gu er ra s011omarina poguerra sulla fronte occidentale, dopo aver firmaro la pace tesse obbligare l 'Intesa a cedere. Come , per poco, non fu di 13rest-Litowsk, che uvcva messo fuori causa la R ussia davvero. In conseguenza, sulla fronte occidentale: offenin Oriente: tentativo da compiersi prima che l'esercito sive francesi contro difensive tedesche : 190 di vis. alleate americano fosse stato in grado di far sentire la sua azione. contro 182 divis. tedesche rinforzate da grosse artiglierie 174 divis. alleate: 10 belghe, 57 britanniche, 97 franresi, a ustriachc. 6 americane , 2 italiane, 2 portoghesi , contro 1&7 divis. I l'eriodo. Ripiegamento dei T edeschi sulla li11ca d i tedesche. Hinclcnburg, allo scopo d i poter meglio difendersi su S"el [cbbraio, mentre ancora ncvica,·a, ,i sferrò la grande fronic più ristretta, rendendo inutili tutti i preparativi prcoffensiva decisiva dei Tedeschi, rapprc,,cntat:,. da una serie dispo, ti dagli Alle.ui durante l'inverno. Nell'eseguire quedi colpi di m3glio intesi a costrui re diver,i salienti in disto rip iega mento, i Tedeschi operarono vaste e metodiche rci.ione di Parig i, per poi r iunirli sop ra una fronte unica distruz ioni , i11 m odo che gli Al leat i, per riprend ere conprossima per q uanto possibile a Parigi, donde _oartirc per tatto con le nuove linee nemiche, dovettero quasi attral'attacco finale (V . Blig11y, Cha111p11g11e, Chauteau-Tl,ierry, ,·ersarc un deserto (febbraio-marzo r9r7). Épernay, Fiandre, Marna Il, .\Jo11tdidit:r, Noyo11, Pieli Periodo. Olfcnsi,•a franco-inglese in regione Arras, rardia, Reims, Soisso11s); come è noto, i grandi risu ltati sulla Scarpe, sulla fronte Soisson-Craonnc, attorno a locali, di volta in volta conseguiti d ai Tedeschi, non R,·ims (V.) ; k g randi perdite ·che gli Alleati incontrarono ri uscirono a conchiuderc, pcrchè al momento di marciare 111 queste offensive decisero il Ministro della Guerra fransu Parigi vennero loro a mancare per l'azione decisiva cese (Painlc,·è) ad ordinare la sospensione dei;li attacchi, le forze necessarie, che si erano troppo logorate nel connonostalllc 11 parere contrario del Comando supremo fran• seguire i risultat i parziali. Il genera le Pétain seppe raziocesc (gen. Nivel le). Susseguent i gravi m oti nell'esercito nalmente cco11omiz;:arc le forze alleate, in modo da averle francese, stanco della lunga guerra (aprile-maggio 1917). quasi integre nel luglio 1918, quando gli Alleati pote• Tali mmi io resero immobile per il resto dell'3nno. rono passare ali 'offensi,·a decisiva; che, di successo locale lii J>eriodo. Con1rnuacchi tedeschi. determinati dalla riin successo locale, li portò I' 11 novembre 1918 a stipununzia all'offensiva da parte dell 'lmesa. Valorosissime dilare l'armistizio di Rhérondcs , col quale avevano fine le fese dei franco-belga-inglesi allo Chemin-dcs-Dames, alla ostilità su <jlJcsta fronte occidentale cu roµca. Benin1cso : Malm:,ison , a Craonnc, a Verdun; beo 49 divis. tedesche non ci fu l:1 grande battaglia finale con la sconfitta incon,i IO)(Orarono in queste azioni, restate prive di pratiche tro,·cnibile dei Tedeschi (come accadde a Vittorio Veneto risultanze. . nei riguardi dell'esercito ausuiaco per merito degli ItaI V Periodo . Ofknsirn inglese-belga nella Fiandre . Dal liani) : fu soltanto la fine della guerra per stanchezza gem aggio al dicembre 1917 sulla fronte britann ico-belga, verso nera le, forse egualmente g rave in ambo j campi. Dal fatto il Mare de] Nord, l 'attività si ridestò con lo scopo d i che le ostilità su questa importantissima fronte ebbero una distruggere con opcrazionj terrc~tri le basi tedesche di sot• fine così scialba, sono derivate complic:izioni politiche, nelle tomarini, site nella costa belga occupata dall'invasore . Batquali oggi >1 dibattooo tutti i::Ii Stati d'Europa. tagl ia di Messi11cs (V.), azioni attorno a Cambmi (V .), Occidente (lmpero d '). La formazione del cosiddetto vigorose r eazioni tedesche. Continuazione i nfaticabile della impero d'O., risale alla prima divisione dell'impero roguerra tremenda di trincea ne lla uniforme piana del basso mano, fatta <la Diocleziano. Più volte, sotto i suoi sucBelgio. cessori. l'impero fu nu'lvamente diviso o riunito, finchè i In conclusione: mentre gli Inglesi, aiutati dai Belgi, figli di Teodosio I lo divisero defi nitivamente , resra ndo mai desistettero dal premere pericolosamente sulle t rine,•e nemiche, anche senza conseguil'C gra ndi Jisuh:ni, j Fran- " d Arcadio I 'Orici.He e ad O norio l'Occidente. Quest'ultimo cadde nel ,176, con la deposizione dell'ul timo imperatore, cesi 110 11 poterono fare altrettanto pn le r iYolte delle truppe: Romolo Augustolo e risorse nell'Soo, col nome di « Sacro ,icchè gli Imperi Centrali poterono trasferir.: forze (da 6 Romano Impero », per opera del papa Leone Ili. (V. Iralia). ad 8 di\'is.) in Galizia, per infrangere l'offensiva russa


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Occidmte (Compagnia d'). Fondata dai Francesi in America, nel 1664, fu detta anche « Compagnia delle Indie Occidentali ». Ebbe appoggio dal ministro Colbert, ma non potè sostenere la concorrenza degli Inglesi e degli Olan desi , cui si deve aggiungere l 'ostacolo, assai più grave, delle guerre di quel tempo. T;rnto che i p rivilegi concessi per la cos.tltuzio ne della Compagnia furono revocati nel1'anno 1674-

0ccultamento (o Ocrnlta.z ione). È una dclk modalità con cui si attua il princip io della sorpresa: scopo principale quello di celarsi alla osservazione aerea nemica. Il m igJiore occultaincnto si consegue coU 'cseguirc i 1novimemi di notte; ma dato che ciò non è possibile sempre, specialmente nelle fasi di attacco e di penetrazione e nelle sistemazioni d ifensive, si ricorre, olt rechè al d iradamento delle formazioni , al la copertura narnr;1le che il terreno offre, alla costruzione di lavori campali in forma e colore tali , da confondersi col terreno circostame e colla veget azione del terreno stesso. La copertura naturale deve essere sfruttata al massimo grado in ogni fase dell'operazione tattica, ed è dovere appunto dei comandanti delle minori unic,\ di far assumere ad esse le formazioni più adatte, add ivene ndo rapidamente a mutamenti , allorchè lo esige il tipo di copertura. La minaccia dell'osservazione aerea e il mezzo pi,, tem ibile di essa, !.I fotografia, devono esser tenuti sempre presenti da ogni comandante rii truppa. Anche per l 'osservazione terrestre è necessario. premunirsi coli 'occultamento, per i danni .immediati che ne possono con.seguire, soprattutto dal punto cli vista de lla vulnerabilità . In d ifensiva l'O . è uno dei fattori della cflìccnza della organizzazione : non solo devono essere occultati gli uon1ini e le armii 1na arichc k difese accessorie (specialmente i reticolati) affinchè il oemico subisca con piena sorpresa gli effetti dcli 'arresto del movimento e del fuoco violento . Per ta le fatto hanno importa nza notevole i boschi. In essi, se sufficientemente estesi, la difesa trac p~rtito dall' O. delle forze in profondità per logorare il nc1n.ico mediante centri di resistenza success ivi ,

sistemati in corrispondenza di ostacoli, naturali o p redisposti, di radure, di corridoi preesisten ti o praticati ad arre, e chiamati ad agire di sorpresa col fuoco e col cont ra1 tacco. Per ciò la rcsisteoza sarà predisposta non sul margine <lei bosco, ma più indietro. Sono utili all'O . anche i fabbricali e gli abitati, specialmente per i rincalzi e le riserve. Atti di particolare delicatezza in cui bisogna ricorrere al I 'O. sono: lo scavaleamcnto delle unità, sia in offensiva cbe in d ifensiva, le soste e la dislocazione in posizione di attesa. Quando non sia possibile o sufficiente l 'O. si ricorre al MascheMmmtc (V.). L'O . è largamente adoperato nelle marine moderne per necessità tattiche, e si consegue n1ediantc la forrnaz.ione di nebbia artificiale, per maichcrarc le m anovre delle navi, cercando di sottrarle al tiro dell'avversario. Questo sistema venne largamente adoperato dai T edeschi nelle battaglie del Dogger-Bank e dello Jutland. Tuttavia ormai esistorJo apparecchi basati sulle proprietù dei raggi ultravioletti od infra-rossi, che permettono, mediante strumenti sensibilissimi, di local izzare la posizione d i una nave anche dietro nebbie . Tanto che le m oderne centrali che s'in1piegano nel tiro navale consentono di continua.re il t iro anche quando le navi si occu ltano dietro nebbie artificiali . Se la durata dell'O. è breve, si constata che quando la nave nemica ritorna ad essere visi bile i cannoni che hanno seguìto le indicazioni di punteria d ate dalle centra li si trovano ancora puntati su di essa.

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Ocrnltam enio (Logistica). Dietro ai combattenti st anno, in moto o fermi, i rifornimenti per la lotta e per l'esistenza, nonchè i ser vizi vari snodat i in colonne, ammassati in stabil im enti e sta,. ionanti, od in marcia. Elementi tutti questi di mole gigantesca in relazione all 'entità degli eserciti e dei loro molteplici bisogni ; non idonei a difendersi e a combattere per destinazione; necessariamente vicini alle propr ie truppe e quindi anche prossim i alle offese del nemico; ubicali lungo le st rade, presso le ferrovie, non lungi d ai centri di produzione , e perciò in posizioni facilmente d eterminabili e vulnerabili. Se riflettiamo alle possibilità di r icogniz,one e di offesa che possono avere gli aerei - pur traiasciando di cnnsiderare sugli otbicttivi di carattere le temibili offese terrestri logistico, dobbiamo intuire q uamo preoccupi il problema del l'occu!tarc, togliere alla vista , ciò che in sostanza si• gnifica sottrarre all'offern. Si può ottenere l'O. d irettamente, ricorrendo al Masd,eramento (V.), alle nebbie artificiali, agli accorgimenti fondati sulle colorazioni mimetiche o a quant; altri la pratica suggerisca. Indirettam~nie si può distogliere l 'attenzione del nem ico dai veri obbiettivi logistici (magazz ini , srabìfimcn ti, ferrovie, autocolonne) con altri pseudo obbiettivi, abilmente simulati e tali da ind ,irre in equ ivoco ; tantochè il nemico sia indotto a disperdere la p ropria azione con tro parecchi punti. Si rleve sempre tenere presente che il mancato od insufficiente O., durante le opera?-ioni logistiche per la prepara,.ionc d'una battaglia, può svelare l'entità dello sforzo che sta per essere tentato, la d irezione dell 'attacco, la dislocazione delle riserve, delle artiglierie, dei rifornimenti , ccc. e di consegue nza può r imanere frustrato il miglior progetto operativo .

Occupazione. Dall 'O. mil icare territo riale gcnera:menre scatu riscono due different i ordini di µroblcm i logistici, dei qua li uno riguarda il ve1tovagliamcnto, i l rifornimento ed i trasporti delle truppe occupan ti, !"altro riguarda l'approvvigionamento del paese occu pato ed i trasporti collettivi dei profughi. Oggi /: pressochè esclusa la possibi lità di vivere su lle risorse locali. Sono tanti e tanto vasti i bisogn, d'un moderno esercito, in relazione alle masse d'uomini e di materiali che lo compongono, che solamente il sistema d 'a ttingere dalle basi e dagli stahi li,memi àrrctrati del froprio paese può assicurare un continuo cd efficace rifornimento. Le zone occupate, sebbene pili non vengo.no gravare con zributì. prestazioni, confische e sin1ili -

con1c in passatC! ~vvcniva, s ino alle guerre

napoleoniche sono tuttavia impoverite per l'abbandono degli abitant i e pei danni subìti,. sicchi: esse stesse sono abbisogncvoli dei soccorsi. Per ciò che riguarda le !ruppe occupanti s'interessano le intendenze o gl i stati maggiori delle grandi unità . Per q uanto concerne le popolazioni del paese occupato vengono invece incarinni commissa ri cì-

,·ili, i qual i provvcdon& d i concerto con l 'autorità militare e ,econdo le di rettive del governo . Ne lle imprese coloniali , le- povertà d i r isorse e la scarsezza di popolazione della zona occupa ta [anno assumere particolari aspetti ai problemi logistici conseguenti all'occupaz ione. Si aggiunga che, ove vengono impiegate, le truppe d i colore vedono nella razzìa lo scopo principale <Idi 'azione e lo stimolo ad osare,

Oceania. Cos1ituisce, per convcoz,one, una delle cinque parti del mondo, e comprende : 1°) A ustmlia (V.) con unite la Tasmania e la Nuova Zelanda (V.) ; 2°) Mcltmc,irt -

o Papuasia -

co mprendente la Nuova G uinea, l'Arci-

pelago d i Bismark, le [rnle Sa lomone, le Nuove Ebridi e


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la Nuova Caledonia, disposte ali 'ingrosso lungo un a llineamento che si disegna a no rd-est del continente australi~no, dall 'equatore l!l Tropico del Capricorno, chiamato « arco australiano interno •; 3°) Polmcs,a, che comprende tutte le isole fra la Melanesia e j due continenti americani e si suol suddividere in: a) Miçl'oncs,a,. comprendente le Marianne, le Carolinc, le Marshall, le Gilbert cd Ellice, g ruppi insulari che si aluneano lungo un secondo arco dello • arco australiano esterno • ; b) Polinesia, propriamente della, comprendente tutte le altre isole, fra cui primeggiano le H awai, le Tonga, le Samoa. ecc. L a Melanesia è un mondo insulare d 'orig ine v ulcanica o madreporica, spc,so associate, con morfologia caratteristica. Caratteri comuni sono: I·c1cvaz.ione, la montuosità, l'orientamento secondo assi allungati da ~.-0. a S.-E., con alte terre cenrrali rivesti te di fitte foreste e basse terre litoranee :tll uvionali, fenili e malariche; povertà d i qua drupedi; popolazione di Papuasi o riginariamente vegetariani, ma dediti all'antropofagia. L'arcipelago di Bismark, già appartenente alla Germania, consta delle due isole principali , denominale dall'Ingh ilterra Nuova Britannia e N uova Irlanda, vulc;rn ichc, montuose, di forma allungata. Capilalc Rabaul. Già nccupato durante la guerra da truppe australiane, è oggi amrninisrraro da quella Con(cderazione. ll gruppo delle Salomone, in parte germanico prima della guerra ¾ondialc, appart;enc oggi per intero all'Inghilterra . Le otto isole maggiori, vulcaniche, ricch issime d i vegetazione (30 m ila Kmq., 150 mila ab .) dipendono amministrarivam~nte dal governatore delle Isole Figi, quale Alto Commi,sario del Pacifico Occidentale. L 'arcipelago delle Figi (o Viti) situato a nord del tropico, è considerato appartenc111c alla Melanes ia , benchè geograficamente rannodahile all 'arco austra liano esterno. Comprende circa 200 isole e isoloni, di cui So abitate. Le maggiori, Va1111a Le1111 e Viti Le,,u, sono cli origine \"Ulcanica, ma recinte da scogliere corall igcnc. L'arcipelago dal 1874 è possed imento britannico e sede del Governatorato del Pacifico occ identale che regge vari gruppi insulari (Salomone, S. Croce, Fanning, Gilbert, Fenice, Ellice, <.-cc.). Nella Micronc,ia, i gruppi delle Marianne, Caroline e Marshall , g ià appartcncnri alla Germania, ,ono passale al G iappone. La maggiore delle Mt,riannc (isola d i Guam) era stata già strappata dagli Stati Uniti alla Spagna dopo la· guerra del 1891!. Le Marianne, vulcaniche. cinte da scogliere coralligenc, hanno grande estensione ( 1140 Kmq.) ma scarsa popolazione (2500 ab.) in gran parte i mmigrata dalle Fi lippine e dalla Spagna, e sovrappostasi agli indigeni. Le Caroline, basse, piccok , roralligcne, si estendono per 1450 Kmq . ed hanno circa 50 mila ab. inchgeni di razza mista . Le Marshall (400 Kmq.) si allineano su due serie parallele d i bassi atolli corallini ed hanno una popolazione d i circa 15 mila abita nti. Le Gilhert e le Ellice (466 Kmq., 31 mi la ab .) sono :sole madrepnrichc. Annesse dall'Inghilterra, hanno importanza come scali carbonieri e appoggi di cavi telegrafici avemi ufficio di collegamenro fra il C;inadà e l'Austrnl ia. G li arcipelag hi de lla Po linesia sono politicamente di vi,i tra la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Francia. Le Tonga (997 Kmq. , 24 mila ab.) comprendono alcune principali isole vulcaniche sotto protettorato britannico del 1899. Le Marchesi, le ]sole Ilasse, le Jsole Australi e le Wall is sono possed imenti francesi. Più importante I ':,rcipclago della Società, fra cui primeggia Tahiti (u8o Kmq .) « la perla dd Pacifico ~, sede dd go"crnatore degli Stabilimenti francesi d'Oceania. onimo porto colleg;ito con la Nuo\'a

Zelanda e la California. Le Sporad i Polinesiane (Fanning, l'alrnira, Isola del Natale, ecc .), le Isole dell'Unio ne e le bolc della Fenice, appartengono all'Jnghiltcrra. Panning è irnportante sta.:ionc telegrafica fra l« KuO\ a Zelanda e il Canadà. Completano la larga corona dei possedimenti sono la diretta o indiretta influenza britannica le Cook e le Man ihiki, aggregate :1lla Nuova Zclantla . La penetrazione europea in Oceania, ed Jnsulindia. procedè sulla scia di arditi na\'igatori dei primi Stati coloniali europei. li portoghese Magellano nel 1520-21 tra\'ersò iI Pacifico toccando due isolotti deserti e approdando poi :i llc Marianne e alle f'ilippine; il portoghese dc M encses, partendo dalic Mol ucchc, nel 1526 toccò la Nuo\'a Guinea, riconosciuta poi nel 1528 dallo spagnuolo da Saa,•edra, che ~oprl anche le Carolinc e le Marshall. Lo spagnuolo Mendana, navigando d al Perù alle Filippine, toccò nel 1567 k Ellice e le Salomone e nel 1595 le Marchesi; gli Spagnuoli Quiros e Torrcs scopriro no nel 16o5-o6 le l solc della Società, le Nuo\'e Ebridi e altri gruppi. L'olandese Tasman, dopo altri connazionali che ne avevano riconosciuto le coste occidentali e settentrionali , esplorò · nel J642 i! continente australiano e scoperse la Tasmaoia. L 'inglese Cook tra il 1768 e il 1779 compì fortu nate esplorazioni che giovarono a meglio definire la geografia australe; e nel 1i78 s.:oprl le isole I lawai, o,e perì vittima del suo ardimento (1799). Prima potenza europea affermata,i nel Pacifico è la Spagna (1520-25) alle M arianne e Carolinc, che cedette nel 1899 alla Germania, d opc> aver perduto nel 1898 l 'iso'a di Guam, passata - come s'è detto agli Stati Uniu. Le alt,e potenze penetrarono nel Pacifico solo nel secolo XIX . Sono significativi, come indici dei programmi di ciascun a, i icguenti cenni crono logici circa le date di occupazione. Gra11 Bretug11a: 1800 Kuo,•a Zelanda; 18i4 Isole Figi; 1884 Nuova Guinea sud-orientale; 1919 Nuo\'a Guinea nordorientale; Francin : 1838 P rotertorato Isole della Società; 1842 id. Isole Marchesi e Pometi,; 1853 Nuova Caledonia; Giappo71e : 1876 Isole Bonin; Stati Uniti: 1890 Isole Ha)W1i ; 1898 Isola d1 Guam; 1899 Isole Samoa orientali. Alla vigilia della guerra e uropea, degli Stati indigeni originari sopravviveva il solo regno d i Tonga sotto protettorato inglese : l 'Oceania era spartita fra Ingh ilterra, Germania , Olanda, Giappc,ne, Francia e Stari Uniti; solo la lontana isola della Pasqua era - e rimane sollo la sovranità del Cile. Dopo la guerra tuni i possessi tedeschi a nord dell'equatore passarono al Giappone e quelli a sud ali' Australia e alla Nuova Zelanda. L 'Oceania risulta oggi, dunque, suddi\'isa all'ingro,so in tre zone : una settentrionale o,·e predomina il Giappone; una centrale 0\'e predomina la Gran Bretagna, in proprio o a mezzo <ki suoi Dom inions australi; una Sl!d-oricnta!e O\'c predomina la Fra11cia, la quale, pera ltro, per rnancan7.a di veri e propri appoggi continentali relativamente prossimi, ha piuttosto funzione di sentinella che di vera potenza oceanica. Gli Stati Uniti vanno allacciando con lince di ,;a,·ig:izione e ca\'i telegrafici le proprie basi, felicemente poste specie le r lawai - fra la costa cal iforniana e !"Asia. L'importanza commercia1c e strategica dell'Oceania è oggi enormemente accresciuta in ragione del suo più intimo collegamento con le coste occidentali dcl1'America e col Giappone, meno JonLane delle remote basi eu ropee, le quali u ltime sono collcg,,tc attraverso le lun ghe ,·ie di S ingapore-Aden-Suez o del Capo di Buona Speranza. La Gran Bretagna consen•a in Oceania una po>17.ione di preminenza, 1na gli Stati Vniti e il Giappone

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vi si affcnnano con iocrernenti e p rogrammi concreti . (V. Austrnlia, Hawai, Nuova Caledonia, N. Ebridi, N. Cui·

nca, N. Zeland,1, Pacifico, Samoa,. Tasmania) . Oceano (/Innata delle coste del/'). Armata repubbl icana francese, costituita nel gennaio 17.96 co n la riunione

di quelle delle coste di Brest, di Cherbo urg, della Rod1clle. Durò fino al sette,u brc dello stesso anno, fu a l comando ciel gcn . }-!oche, con tò da 170 a 180 mila u .. e operò corttro gli insorti della Vaucka . Ochs (Adamo Luigi von). Generale assiano e scrittore mi litare (1759 -1823) . Com battè nell'America del Nord sotto le bandiere inglesi. Ritornato in patria, partecipò alle g uerre contro la Francia repubblicana e im[Jcri ale . Nel 1807 passò al ser vizio d el regno d i Westfalia e nel 1809 fu promosso generale d i brigata. Combattè nella Spag na; nella g uerr~ <li Russia comandò la 1' d ivis. delia Westfalia . Nel 1813, ad Halberstadt, vé'.nne sopraffatto dai Russi e r imase ferito e p rig ioniero. Nel 18J8 rientrò nello S . M. dell 'esercito assiano col grado d i colònnello, ['rese pa rte come plenipotenziario alle deliberazioni della Comm issione militare alla D ieta d i Francoforte , po i fu promosso magg . gene, aie posto a capo dello S. M . generale. Scrisse : « Considerazioni 50pra la nuova arte rnilitare >i. Una « Storia militare del! ' Assi;, ,, com inc iata per incarico dell ·Eletto re e comp ilata fino all 'anno 1743, rimase incompiuta . Ociacov (o Oc::.al(ov, " Otcl,al(o"') · Città della Russia, nel governo di Cherson, sul « Lirnan " (estuario) del Dniepcr nel M ar Nero. Appartiene alla Russia dal J 792 (trattato d i Jassy). I. As,edio e pr:sa di Ociacov (1737) . Appartiene alla guerra della Turchia contro la Russia e l 'Austria. Il maresc. conte Miinich, nella primavera del 1737, con un esercito d i 70.000 u . e numerosa artiglier ia, passò il Dn ieper t si diresse verso O . che cor.tava unl g uarnigione di u . Il g ran visir, c he si trovava accampato sul D a• nubio, conosciute le inte nzioni <lei Russi cli attaccare la

22..000

piazzaforte, vi spedì un soccorso di

70 00

u. e fece porre

la città in st ato d i d ifesa. Il generale russo, g iunto d avanti all.-1 fortezz~, }a, investì, cd attaccò i trincerament i impadronendosene éon tre assa lti . Q uindi. scacciati i nemici da tu tte le opere esterne, attaco:, la pia7zaforte, ma fu resp into. Allora diresse il fuoco contro la città , riuscendo in breve tempo a smontare quasi tutte le batterie degli assed iati. Durante il bombardamento, una bomba caduta casualmente sul magazzino delle polveri lo fece saltare in aria, e il Miinich, approfittando della confusione causata dall'esplosione, ordinò I 'assaltn ge nera le a cui prese parte personalmente. Gli assediati furono ributtati e dopo una lotta corpo a corpo; il pascià comandante de lla fortezza e tutta la gua rnigio ne si dovettero arrendere . I T urchi perdettero in qcicsto asse<lio circa 17.000 u ., mentre da parte ru ssa le perdi te furono insignificanti . Essendo orinai la s tagione a\'anzat;i, i Russi presero i quar.. tieri d'i nverno. D i ciò approfittarono i Turch i per tentare d i r ip rendere la pinza/orte, ma furono respinti con gravissime perdite e costretti ad abbandonare l'impresa . Con la pace d i Belgrado la città tornò i n potere dei Turchi.

IL Attacco di Ociacov ( 1769). Appartiene alb guerra l'llsso -turca d i quell'epoca. Il gen. russo Ro manzov, vole ndo ap rirsi il passo verso la penisola. <I ! C rimea da qud lato , avanzò contro O. con u n buon nerbo di t ruppe . La g uarn igione turca de lla fortézza però non solo resi-

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ste tte al fuoco e all'attacco <lei Russi, ma, passJ.ta al con. trattacco, li b,:Htè e li costrinse a ritirarsi.

lll. Assedio di Oàacov (1788). Appa rtiene alla guerra dei Turchi contro Austria e Russia. La città costitu iva allora uno dei baluardi p rincipali ,dell' im pero turco e formava con le sue opere d i fortificazione irregolari un q uad(ilatcro allungato, i wi lati poster iori pit, coni si appoggiavano al L i man; gli altri lat i erano circondati da' trinceramenti ed opere staccate , Quando il maresc. russo Potem kin si presentò davanti alla fortezza, fu sua prima cu ra d i tagliarle le comunicazion i col mare, ed a dò attesero le flotte russe : quell a a vela, comandata da Paolo jones e l 'altra a remi , comprendente anche zatteroni corazzati , wudotta dal pr incipe di Nassau-Sicgen . Tali flotte sco nfissero il r 7 giugno quel la turca di 80 vele, comandata da Hassan pascià. Questi riparò sotto il cannone di O., ma dovette battere in ritir ata dopo d i avere perduto c5 navi ; il 12 luglio la città era iso lata dal mare . Potemkin la bloccò con 9u.ooo u . chiude ndola i n un mezzo cerchio, con l'ala dr . appogg iata al Mar Nero e la sr . al Liman•. I Russi procedettero ad un assedio regolare ; i T urchi si d ifesero valorosamente ed eseguirono parecch ie sor tite . A metà d i agosto fu a perta la trincea e il 5 dicembre com inciò il bom bardamento della città con le batterie d ·ass,;,d io , mentre la flotta a remi secoodava I 'assalto dalla pane <lei mare . li 17 d icembre, ;ille 7 del matt ino . con 14 .000 u . d ivisi in 6 colonne, fu sferrato l 'assa lto che riuscì completamente in poco p iù di un 'ora di lotta. Dei 14.000 clif:ensori che contava la g uarnig ione ne caddero 10.000. Le perdite dei Russi furor,o secondo alcuni storici d i 2000 u., secondo a ltri <li ,4 8 0 0 . I.V. Distmzionc di Ociacou (1855) . Fu operata il 18 o tto bre dai Russi dopo la caduta di Kiuburn (V.) . .Essi fecero saltare la fortezza e tre bauerie costruite nelle sue vicinanze, abbandonando così agl i Alleati tutto l"estuario del Dnicper.

Ockley, Borgo della contea di Surrey, nella (,rnn Bretagna merid ionale . Nel la prLmavcra dell'851, una flo tta danese d i 350 vascelli risa li il Tam igi e sbarcò un n umeroso esercito, il quale si impad ronì di Lond ra. Il re del Wcssex, Ete lvolfo, marc iò contro cli loro e li incontrè> ad O. La battaglia durò a lungo co n gravi perdi te <la ~mbo le pa_rf,i; infine i Danesi cedettero, <.'. si ritirarono, 1tn barcandos1 sulle loro navi e rifug iandosi ne ll 'isola d i

Shepcy. O' Connor (Arturo). Generale irlandese (1763-1 852) . Affig liato al partito degli « Irlandesi uniti», andò nel 11/03 in Francia e nel 180,1 (u nominato da Napoleone generale d i d ivision~. Nel 1804 pubblicò : « Stato attuale della Gran Bretagna ». Oda, Parola turca che significav a anticamente la tenda , poi passò a significare la casa, la camera cd anche la compagnia di g iannizzerL d imoranti nella stessa casa . Verso la fine del scc. XV II I, una O. di g iannizzeri corrispon -

deva ad un rcgg. di circa 1 000 u. In tutto l'esercito i n1se ne contavano 162 .

perla lc turco

Oddera (Luigi). Grnerale medico , n. e rn. a M ioglia (1863-1932). Sotto t . medico nel t888, partecipò a lb campagna eritrea del 1895-<)6, a quelle libiche del 1912, 1913 e 1914 cd alla guerra wntro l'Austria. Indi ru in Albania sino al 1920. N ell 'ultima g uerra, oltre alla med . d 'argento dei benemeriti dell a salute pubblica, ebbe d ue med . di bro nzo, una in Val Lagarin a ( 19 16) ed una in Albania (1918). D irettore d i sanità dd XVI C. d ' A. a Valona nel 1918 e coìonnello per merito eccez ionale nd 1919. al


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nmpatrio dall'Albania fu vice presidente della commissione medicà superiore in Roma . I n P. A . nel 1925, venne riel r93 r promosso magg. generale medico nella riserva.

Oddi (M,,zio). Ingegnere militare del scc. XVII, n. ad Urbino nel 1569, m. nel 1639. Comandò le artiglierie sotto gli Spagnuoli in Borgogna e dal 16r4 al 16r7 nella g uerra contro il duca , li ?avoia. Passato al servizio della repubblica di Lucca, della q uale divenne ingegnere magg iore, prese parte attiva alla costruzio ne dei bastioni di quella città. Mentre era sul letto di morte, ricevette dal governatore spagnuolo di Milano la nomina a consigl iere di guerra e generale supremo <lell'artiglicria. li fratello Matteo fu pure ingegnere militare e collaborò con lui al la costruzione dei bastioni di Lucca. L asciò un ·opera : « Precetti d i architettura militare ". Oddono (Pietro A1ltonio). Gene rale, n . a Saluzzo, m , a Firenze (1844-1922). Souot. d'art iglieria nel 1863, partecipò alla campagna cld 1866. Da 1en. col. e da colon nello fu diret1ore d ·are. a Gaeta (1896) cd a Messina (1901). Raggiunse il grado di n1agg. generale e CO· mandò l'art. a Messina e a To- · rino nel 1901-1902; fu comandante d'art. da costa e da. fortezza ed Ispettore delle costruz ioni d'art. da l 1902 al 1905. Nel r9TI raggiunse il grado di tenente gc• nerale in Aspettativa R iduzione Oddono Pietro Quadri.

Odeleben (ba,·one Ottone). Colo nnello e scrittore m ilitare sassone (1777-1833). Entrò in servizio nell'esercito ne l 1792; nel 1813 appartenne al q uartier generale <li Napnleone e prese parte a lla campagna d i quel! 'anno. Raggiunse il grado d i colonnello nel 1820 ncll 'csc1cito sassone. Fra le sue opere : « Campagna di Napoleone in Sassonia nell 'anno 1813 ,,; « I d intorni di Bautzen, in relazione alla battaglia " e « La Sassonia e la sua guerra negli anni 1812 e 1813 " · Odella (Francesco). Gener:de, n. ad Alessandria nel 1854. Sottot. nel 1876, passò nell'arma cl i fanter ia nel 1877. Da colonnel lo comandò il 91 regg. fanteria ( 1906-r912). Raggiunse nel 19 15 il grado di magg. ge nerale e nel 1924 quello di generale di divisione nella -riserva. Odensee (ant. Ottonium). C ittà dell a Danimarca, nell"isola di Fio11ia , T ratmto di Odcns.-e (20 gennaio 1701). Alleanza fra lnghilterra, Danimarca e Ol anda. Si confermano e si rinnovano i trattati d 'alleanza del 3 novembre e 3 dicembre 1696 ; Inghilterra e Olanda pagheranno senza ri tardo le somme stipulate in quest' ultimo trattalo. In caso di guerra, la Danimarca chiuderà i suoi porti a tutti gli armatori e vascelli da guerra, purchi: q uesti non iscortino una Aotta d i vascelli mercanti!i, Aotta che non sarà reputata tale se non avrà almeno 40 vascelli. La D animarca non entrerà in trattati che possano turbare la pace del NorJ . In caso di g uerra, e per tutta la durata d i essa, I nghilterra e Olanda pagheranno alla Danima•ca un sussidio annuo di 300 mila scudi, e la Danimarca metterà a disposizione degli Alleat i un corpo <li 12 mda uomini. L'alleanza du1crà 6 anni .

ODE

Oderzo. Comune del' Veneto in prov . d i T reviso, sul Mont icano. Fu colonia romana; avendo parteggiato per Cesare, venne distrutta da Pompeo, ma Cesare la ricostruì e ne ampliò il dominio. Nel 373 venne devastata dai Marcomanni, e più tardi da Atti!a. Teodor icò la restaurò. Nel 607. il re longobardo Grimoaldo, per l'C odicare J 'cecidio dei fratell i, la fece d ist ruggere ed il suo territorio fu diviso fra Treviso, Ceneda e Civid~le. Ancora ricostruita, tre secoli dopo fu messa d i nuovo a fer ro e a fuoco dal doge Pietro Candiana IV. In seguito vari signori ne ebbero il dominio, finchè cadde in potere deg li Ezzel ini. Si diede poi a Venezia, e di questa seguì le vicende . Con R. O. 28 ma rzo 1920, il Comune di O. fu decorato della Croce al merito di guerra, per la campagna 1915-J9 J8. Odessa. Città marittima della Russia meridionale, all"estremità N .-O. del Mar Nero sul posto del!'« Istrianorum Portus » dei Romani. Dopo cbc la Russi;1, nella seconda metà del sec. XVIII, ebbe conquistato le rive settencrional i del Mar Nero, fece costruire, sulle rov ine della

Odessa e la s ua cittadella nel secolo XVIII

vecchia fortezza turca d i Shadoscibcy , una nuova città, che dall'ant ica colon ia greca di Odisseus venne chiamata O. Questo avveniva nel J794· Trascurata dal successore di Caterina H, fece rap idi progressi sotto l 'imperatore Alessa ndro, appena le fu dato a gu,·crnatore Armando EmaIluele duca d i Rìchelieu prima, e il gen . francese Langeron poi. Vi fil creata a llora una Scuola m ilitare . Ai piedi della città si stende una vasta baia, protetta da batterie . Assai danneggiata dalla guerra di Crimea, O. si risollevò subito. La conflagrazione europea , con la chiusura degll Stretti , con Li rivoluzione bolscevica) co n J'occupazione da parte degli cscr~iti austro-tedeschi e !e seguenti guerre civili, recò danno alla città, che dal 1925 ha ripreso il suo svilu ppo.

Bombardam ento tli Odessa (1854). ,\ppartiene alla guerra d i Crimea. Il 6 apri le 1854, p rima che le squadre alleate Gvessero avuro conoscenza del segnale delle ostilità, la fregata a vapore i nglese " F,irious » era stata inviata a Odessa per imbarca rv i i consoli e gli altri cittadin i inglesi e fra ncesi che i ntendessero di lasciare la città. Ma, essendo stato ricevuto a colpi di cannone il canotto parl amentare, gli ammir. inglese e francese domandarono (21 aprile) al conte Osten-Sacken, governatore della città, come riparazione, Ja consegna immediata di tutte le navi inglesi, francesi e russe ch'erano ancorate nel porto, pena il bom -


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Bombardamento d i O d essa (1854) bardamento. Osten-Sar kcn non rispose e le fregate degli Alleati sfilarono sotto vapore davanti alla piazza, sparaqdo a distanza tra i 2000 e 1 3000 m . Il bombardamento d urò 5 ore ed ebbe per risu ltato l"incendio del Porto Imperia!: . (cosl aveva nome la se2.ione m ii. del porto), il silenzio cldlc batterie russe e la distruzione d i 53 navi a vela e 3 vapori.

Odetti (di M<ircorengo, Fabrizio). Genen!e, n . a Casale Monferrato (1858). Sottot. di cavalleria ne l 1881, da ten . col. e da colonnello coman,lò il regg. N izza Cavalleria (r910- r915). Nel 1915 raggiunse il g rado di magg. generale . Fu ispettore de l servizio ippico dal 1915 al 1920, e nel 1923 fu promosso genera le di divisione nella r iserva, venendo collocato a riposo nel 1927. Odisseo. Genera le g reco (1785-1825). Entrò giovanissimo al servizio d i Alì pascià d i Giannina e coma11dò un regg. 2lbanesc; quando scoppiò l"insurrezione greca (1821) governava la Livadia.• Si mise subito al ser vizio degli 111sorti che lo nominarono generalissimo. Nel ·1823 passò at Turchi ; l 'anno seguente, Goura, questi lo fece trasporta«· ad Atene e rinchiudere caduto in mano al gen . greco nell 'Acropoli, dove nel 1825 mori .

Odoacre. Re d' Italia . Entrato al serv.izio dcli 'Impero d 'Occidente, ne segnò la fine , costringendo Romolo Augustolo ad abdicare (476). Vinto Odoacre sull 'Adda da T eodorico, re de g li Ostrogoti, si ritirò in Ravenna, e dopo 1,n assedio d i tre anni si zrresc e fu ucciso (493). Odoardo di Savoia (detto "Il Liberale »). XV conte di Savoia, figlio d i Amedeo V, n . a Beaugé in Brcsse, m. a Genrilly (1284-1329). Fece le sue prime campagne d i guerra in Fia nd ra, sotto Filippo il Bello ; ebbe la reggenza della contea di Savoia e succedette al padre nel 1323. Sostenne lunghe guerre col com e del Genevois, delfino del Viennese. Non acquistò nuovi dom ini, ma difese valorosamente q uelli avuti in eredità dal padre . Emanò

le pri1ne leggi d i carattere generale, tendenti a pareggiare nei diritti tutti i suoi sudditi ; per mise agli Ebrei di stan~iarsi in Savoia; fu il primo a purgare la giustizia dalle compensazioni in danaro per i delitti commessi e abo!t le lettere <li salvaguardia che si concedevano ai nobi!i . Queste kggi, raccolte ,otto i l nome di « Statuti », furono promulgate nel 1325. D urante una tregua col Del fino, prendendo occasione da lla guerra tra il re Filippo di Valois ed i Fiamminghi, condusse su quei camj,i di battaglia (1328) alcune delle sue schiere ve terane e contribuì moltissimo alle vittorie dei Francesi .

O' Donne!. Antica fam iglia irlandese, che appoggiò gli Stuardi e dopo la sco•.1fitta di Giacomo II emigrò d isperde ndosi all'estero, dove molti s.l seg nalarono nelle anni. O i Do-nnd conte çar/o. Generale austr iaco, m. nel 1671. Partecipò, e vi si distinse, alla guerra <lei Sette Anni. O' D011 11e/ Giuseppe, come ti' A .0ìspal . Generale sp,ignuolo (1760-1834). Combattè contro i f rancesi di Napoleone. Fu poi capitano ge11eralc dell'Andalusia e governatore di Cadice. Durante l'in tervento francese (1823) tenne contegno arnbiguo & dovette esulare in Francia.

O' Donne/ Lt·opoldo, duca di Te1Ua11. Generale spagnuolo, figlio del precedente (r809-1867). Prese parre alla guerra c ivile del 1834, a favore d i Maria Cris tina, e di.. venne luogoten. generale . Poi fu governatore a Cuba. Tornato in patria, seguì F.spartero e venne nominato ministro della guerra. Nel 1856 conrribuì ad abbattere Espartero e divenne presidente del Consiglio. Nel 1859 andò a coman dare l 'esercito spagnuolo nel Marocco e diresse la campagna che gli fece ottenere il titolo di duca di Tetuan . Fu ancora due volte presidente del Consiglio e represse duramente varie sollevazio ni . O' Donne/ y A breu Ca.rio, duca di 1'e1t1a11 . Generale spagnuolo, nipote di Leopoldo (1847-1903). F u ai lc: F ilippine, e poi nel Maroc-:o. Cont ribuì ad abbattere la regina Isabella e servì sotto Amedeo d i Savo·1a. Poi passò nella

dipio1nazia~ e divenne ministro degli esteri. O' Don.-n.eì y Vargas !, duca di 1ctua-n.. Generale spagnuolo, m . nel 1928. Partecipò alle lotte contro gli insorti cubani; poi fu ministro della guerra e d ivenne fido collaboratore d i Pr imo De Rivera.

Odontoiatria militare. t,: indicata anche col nome di Stomatoiatria, la quale ha un significato più ampio, com-


Ono

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prendendo tutte le affezioni della bocca. l.., ' imponanza della specialità odontoiatrica ne ll'esercito è J?eneralmcnte riconosciuta : la cura igienica della bocca p uò e deve considerarsi parte integrale della profilassi delle malattie infettive generali , poichè, distruggendo i germi sulla porta di en trata, preserva i soldati dalle malattie stesse ed allontana altresl il pericolo d ' infczioni locali delle ·tonsille, delle ghiandole salivari e delle linfoghiandole cervicali. Aggiungasi che 1'opportuna cura delle affezioni dentarie, tutt 'altro che rare nell 'ambiente mil itare, contribuisce alla efficienza dcl i 'esercito, che specie in guerra ha la più grande importanza, evitando che le affezioni stesse, aggravandosi, r aggiungano il grado inabilitante . Presso gli ospedali mii. esistono gabi.t1etti odontoiatrici diretti da ufficial i medici specializzati, ed in essi vengono opportunamente c urati non solo gli uon1ini di truppa, 1na anche gli ufficiali. Inoltre viene impaitito agli allievi-ufficia li medici un insegnamento teorico-pratico d i odontoiatri a presso la Scuola d i Applicazione eh Sanità i\{ili,are in Firenze, dove trovasi un gabinetto sromatoiatrico fornito d i moderni apparecchi della special ità, In tempo di guerra , tra le formazion i sanitarie specializzate di C. d'A ., funzionano anche le ambulanze odontoiatriche, forn ite di tutto lo strumentario, compreso un trapano a pedale, per gl'interve nti con1uni; il materiale è caricato sopra un furgone auto-

mobile, Il personale è rappresentato da un ufficiale medico odontoiatra, un mccc.a.n ico dentista cd un conducente

per il furgone. Nell'ult ima guerra (19 15-1918) anche nei riguardi del serv izio stomaroiatrico fu realizzata una m irabile organizzazione, che riuscì ,d'immenso vantagg io ai feriti _facciali : presso ciascuna ;:innata esistevano instalJazion i complete per la cura ortopedica precoce delle lesioni d'arm a eia fuoco dei mascellari, che possono considerarsi una vera e propria specialità stomatologica di ch irurgia di guerra . Con umi i mezzi d i cu i è ricca la moderna ortopedia nei riguardi ~!d ia stomatoiatria e coi laboratori meccanici della

sivi, era ugualmente costretto a servirsi dei mezzi di pro-

tezione, che d i regola era no sempre affaticanti, oppure veniva invogliato a toglierseli nella supposizione che si trattasse solo d i gas usati a scopo di inganno, quando al contrario vi era presente anche un composto tossico . Certo, tanto dai saggi esegui,.i al campo sperimen1alc di Hanlon, che nell 'impiego tallone al fronte da parte degli Alleati, si ottennero risultati efficaci, Ma i Tedeschi non banno mancato d i crit icarli , con evidente ironia, beochè, bene spesso, il loro uso fosse giustificato <lai fatto di economizzare ] 'iprite, in un primo tempo d i scarsa prod uzione , e in genere lutti gli

altri aggressivi chimici veri, di cui gl i Alleati non avevano grandi disponibilità.

Odry, Generale francese dell 'epoca nostra. Comandò la 24'' di vis . di fante ria francese in Italia dal 15 giugno 1918 sino aU'arrnistizio, sul l.'a ltipia110 di Asiago, partec ipando, oltre che ad azioni local i, anche ali 'offensiva fi. nale.

Odry

Oerlikon (Cannone contro can·, armati sistema) . Nel 19,7 fu messo in esperimento, nella Svizzera, un cannone da 20 mm., del peso <li 150 Kg. , <la .adoperarsi contro carri armati, costruito dalla ditta O. L'arma può essere trasportata su ruote, a basto o a braccia da 6-8 unmini; peso del proiettile : grammi uS.500 ; velocità rn,-

protesi, di cui e rano largamente forniti i reparti stoma-

toiatrici , i feriti dei :nasccllari t rovarono a brev issima distanza di tempo dal traumatismo le cure, speciali per la pronta immobi lizzazione delle fratture e per i compensi meccanici capaci del migliore avviamento alla reintegrazione della masticazione, ,della fonazione, ccc, Dalla zona di guerra i fer iti con gravi lesioni boccali erano successivan"!e nte trasferiti in tre grandi centri stom atoiarr ici, f unzionanti a Milano, a Bologna e<l a Roma. (V. anche Denti).

Odoranti. Sono state così designate alcune sost:lnze coadiuvanti della chimica bellica. Si tratta di composti, di regola inoffensivi, che venivano introdotti nei proietti speciali, e che dovevano se rv ire a mascherare !-'odore di un aggressivo pericoloso. T ale sistema fu seguito cli entramb i i grupp i d i belligeranti; specialmente gli Americani intrapresero ricerche a questo fi ne, prendendo in ~same delle intere serie d i composti chimici nel labor atorio eia essi fondato a Puteaux, presso Parigi. Le sostanze più indicate, e adoperate con successo, furono naturalmente i 1nercaptani,

do tati di un odo re

rcpug nantis~imo e in~

sopportabile (queilo etilico, ad esemp io, è percepibile anche se in quantità di r/460. milionesimo di mmgr.); il clorobenzeoc; il nitrobenzene ; ecc. L' impiego di questi con1posti riveste una particolare importanza e non è pri vo d i speciale int{;rcsse; da un lato e ss i servirono a mascherare

ia presenza d i un aggressivo dannoso e, dall'altro, non

è detto che quest 'ultimo vi dovesse necessariamente esiste re. L 1avversario quindi, presenti o non i veri aggres-

Cannone ()erlikon antì- taoks

ziale: 650 m , ; celerità di tiro : 300 colpi al minuto; gittata massima: 3.700 m . La medesima ditta cost ruì un altro cannone dello stesso modello, e dello stes;o calibro, ma con velocità iniziale <li 8 0 0 m . Nelle prove eseguite, il proiettile perforante ha passato, a 500 m ., corazze d'acciaio d i 30 mm. di spessore. Il peso di questa seconda arma è di Kg. 165,

Oexmel in (Oliviero). Medico francese del scc. X\11. Fuggito di patr ia per debiti d i giuoco, passò in America dove divenne medico a bordo di navi filibustiere. Fece numerose spedizioni con l 'Oloncse, Alessand ro Braccio di ferro, Morgan , Capo rosso, ecc., e lasciò un libro di « Memorie » d i capitale interesse per la conoscenza degli usi e costumi d i quei singolari ed audaci avvénturieri. Ofanto (ant. //ufidus). Fiume delle Puglie, con .foce nel golfo di Manfredonia, presso Barletta. Lunghezza

Km. 134.


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I. Battagli" sull'O/anto (89 a . C .) . Appartiene alla guerra sociale e [u combattuta e Yinta da l p r~tore romano Caio Coscon io contro i Sanniti comandatj da Mario Egnazio, che

Offensiva (Strategia). È uno dei grandi principi dell'arte della guerra, e vale tanto per la strategia come per la tattica, cosl nel le operazioni in terra come per le opt-

vi rimase L!cciso. La vittoria diede ai Romani il µossesso

raziooi in m~re <.: nell'aria. Naturalmente la viltorla non

<l i pa rte de lle Puglic.

può essere esclusiYa funzione di q uesto principio, ma bcnsl dell 'armon ica attuazione di esso con gli altri p rincipi, specie con quello della massa <: dell a sorpresa ottenuti

II. B"ttagli" s11ll'Ofanto (17 marzo 1 041). /,ppaniene alle g uerre dei Normanni su l continente contro i Greci. Questi ammontavano a 18 .000 cd èrano comandar; da l capitano bizantino Dochcanos; Lombardi, Pugliesi e Normanni dal fratello di Pandolfo III di Benevento, Atenolfo. Completamente sconfitti, i Greci ripararono a Bari. La battaglia va and,e sotto i nomi di Montrnrnggiol'e e del1'0/ivemo . Le cronache d icono solo il numero dei Normanni (2000) non quello degli alleati loro : i Bizantini erano assai superiori <li n urncro agli avversari . 0/anto. Cisterna per acqua, varata nel 1914 dal Cantiere Esercizio Bacini a Rjva Trigoso; dislocamento tonnellate 280,6; lunghezza m. 32,15, larghezza 111. 5,95; apparato motore cavalli 167, velocità miglia 8,62. Personale d' armamento : 13 uon1ini l 'equipaggio .

Offa. Re di Mercia, .salito al trono nel ì57, 111. nel 796. Portò lo Sta to a grande potenza, med iante lun ghe guerre conrro i G all i, i Bretoni, i Nortumbri. Fece costruire al confine col Galles un lungo bastione (160 Km.) protetto da fossato, tra le foci della Wye e quelle delle Dee. Esso servì di confine lungamente fra il paese di Galles e 1'Ingh ilter ra, e ancora ne rimangono vestigia. Entrò in dissidio con Carlomagno, n1a là g uerra fu evitat:i mediante un trattato che rappresenta il primo documento d iplo;hatico <li_ politica estera della Gran Bretagna. Rimane di lui un Codice nel quale raccolse le leggi dd suo regno.

Offagna. Comune in prov. d'Ancona . Fu cinto d i mura nel medio evo; nel 1454-55 vi (u costruita dagli Anconetani una poderosa rocca, di pianta quadrata, munita di

1nediante JI movin1cnto e la rnanovra. Rari sono i trattati che lo definiscono. Potrebbe cosl essere enunciato : « La

necessità di far subire costantememe al nemico la propria volontà, imponendogli g li a.tti che a noi convengono) fino ad ottenere il suo annientamento ". L 'O . presuppone quindi i l man tenimento dell 'iniziativa delle operazioni. Solo l'offensiva dà risu ltati positivi ai fin i della vittoria, in quanto l' aziooe offensiva è i l solo modo d i azione capace di risolvere la lotta in proprio vantaggio . La superiorità dcl!a offensiva sulla dÌfensiva, discussa soprattutto dopo I 'adozione su vasta sca la ddlc armi aulOmatiche, è data dal fatto che con la prima si ba uno scopo positivo da consegu ire, mentre la seconda non si prop~ne altro che il modesto fine negativo di impedire jl programma positivo del1'avvcrsa:rio .

Per p rendere

l'O. non è sempré: necessaria

la superiorità globa le dei rneai. In armonia col principio della massa , è possibile e vantaggioso prenderla anche da parte d i ch i dispone di mezzi e forze inferiori , nd com plesso, a quelli del nemico : occorre però che lo sforzo venga concentrato in modo <la avere la superior it~ sul nemico ne l punto p rescelto : si avranno di conseguenza , nell"impiego delle grandi tJr\ità, a,cioni pr incipali e azioni concomitanti, e ntrambe aventi com pito offensivo, ma dal

cui differente dosamemo <li forze conS<:gue la prevalenza da ta a settori in cui ~ssa ha carattere decisivo. In ,1uest'arce eccelsero i grand i capitani dell a storia : Na poleone soprauutto. L'O . oggi presenta par ticolari diffi coltà, al l'inizio di una campagna <li guerra, <lato il grande sviluppo delle fortificazioni alle frontiere, la w i d ist ru-

z10ne richiede ingenti quantità <li mezzi, e

La rocca d 'Offagna (ricostruzione)

torri pure q uadrate. Essa fu restaurata verso la fine del secolo XIX e rappresenta un esempio classico di fortifica,cionc d el basso medio evo.

Offenburg. Città della Germania, nel Baden, sulla Kinzing, afAuente di dr. del Reno . Sino al 1805 O . fu città libera imperiale. Il 24 settembre JjOi, durante la guerra per la Successione di Spagna, il genera le austriaco conte Mcrcy, con 1500 cavalli e 500 fanti, vi sorprese un corpo francese di 2 000 cavalieri coma ndati dal gen . de Vivans. I Francesi furono battuti e perdettero circa 800 u . e 1300 cavalli. li 27 giugno 1796, u na d_i vis. del( 'armata francese del Reno e Mosella, comandata dal gcn . Ferino, marciando lungo la riva sr. della Kinzing per tagliare la ritiraia al nemico, giunse davani i a O. I l gcn . francese la fece attaccare e la prese , irnpa<lroncndosi di due cannoni e mette ndo il nemico in foga .

tenuto C'.)nto

anche che fin dalle prime ore di mobilitazione tal i for t ificazioni sono fortemente presidiate da truppe di coper tura . La lotta• fra corazza e cannone ha in quest:t fase importar,za decisiva, perché dal! 'esito di essa d ipendono i risultati ddl'O . per parte di un esercito . Particolare <liffi coltèì offre il caso di frontiere alpestri e monragnose. ·Le ostilità si iniziano norrnaJrncntc secondo un disegno operativo generale offensjvo, nel c1ua!e cooperano armo• n icamente Esen:iro, Marina cd Aeronau tica. Scopo essen. ziale di questo disegno è la distruzione delle forze ter restri del nemico. I.a realizzazione di esso spetta in p rima linea all'Esercito . Nd d isegno operativo ge ncrn le si in quadra il disegno operativo delle forze terrestri . Esso i: concepi.to dal com andante, in base ad elementi di indole strategica e politica. Dal conc-::tto d'azio ne, che sta a base di questo disegno, ,krivano la prima ripartiz ione de!lc forze nel senso della fronte e in q uello della profondità, cioè lo schieramento iniziale . La marcia al neinico si compie po rtando innanzi le grand i unità de' lo schieramento, ncll 'ordine e nella succcssic ne e nelle direzioni p reviste dal disegno operativo. li tt avolgimento della copertura :;vversaria è fatto colle forze e coi mezzi rempcstivainen tc destin;1ri a questo scopo . Durante la guerra Mondiale sembrò ìl pr incipio dcll 'O. menoma to nel suo valore, sia per la forma di guerra p reva!~ntc (stabilizzata) che per l'importanza veramente decisiva di certe battaglie dette « d i arresto ». Ma lo stud io generale della guerra Mondiale, e sop rattutto , la sua fase finale, hanno ridato pieno valore al principio del!' O , e dimostrato ancora una


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volta che essa rappresenta il solo mezzo per risolvere positivamente la lotta . Si tratterà di r isolvere nel campo tattico il grave problema della massima valorizzazione, ai F.ni offensivi, negli attuali mezzi di offesa e difesa, e di quelli che continuamente la scienza crea nel suo progresso, e di coor<.IU1are l'az ione <.li tali mezzi col movl• mento, che è condizione necessa ria per l'attuazione di ogni piano offcnsi,•o. Si impone pertanto che inizialmente si proceda con nuol' i e più potenti mezzi alla d istruzione degli ostacol i passivi cd atti vi del nemico o nde poter riportare la lotta in ca,npo aperto. In rapporto alla tattica, l'O. concerne la trattazione delle fasi dell'azione delle varie unità, grandi e piccole, dal C. d'A. alla squad ra; ciascuna delle qua li unità e fasi ha caratteristiche proprie. (V. le varie voci dell'azione offensiva, e pr~cisamente : Attacco; Avanguardia; Avvicinamento; tf>lorazione; Jn.,eguimento; ecc.i. Qoi si ti atteranno soltanto k caratteristiche generali clell'O. distinguendo quelJe in terreno libero da quelle in terreno organizzato.

Offensiva in ,erreno libero. Il comandante della grande un it~L che inuovc incontro al nemico, ha ricevuto un com -

pito ben determinato e mezzi d 'azione corrispondenti. A lui spetta di stabilire il concetto d'azione e le modalità per tradurla in atto. Il concetto d'azione m ira alla integrale realizzazione dello scopo assegnato med iante la manovra. Esso deve essere sernplice; concezioni complicate ben di rado riescono. Il concetto d'azione si traduce ill un disegno di 1n anovra. Principi essenzù1li della rnanovra sono l'azione a massa e la sorpresa. Il princip io della massa sta alla base di qualsiasi manovra. Gran<li unità che attaccano hanno per regola settori d'azione superiori alle fronti che, in relazio ne alle loro forze cd ai loro mezzi, potrebbero attaccare a fondo in tutta la estensione. Occorre perciò che lo sforzo venga concentrato, in guisa da conferirgli la necessaria capacità di sfondamento, i11 rapporto colla capacità di resistenza avversaria. Operare d iversamente significherebbe compiere sforzo vano ovunque. Il concetto d'azione deve scaturire dall'esame ponderato di tutti gli eleme..: i del problema tattico, che sono a cognizione elci comandante; segnatamente: scopo da raggiungere, situazione morale e materiale propria e del nemico, terreno. Lo scopo è l'elemento preponderante. Grande conto deve essere fatto degli elementi morali. Ncl l 'apprezzamcnto della situazione avversaria sono clementi essenziali che devono essere noti per la più gran parte fin d~I teinpo di pace: armamento, dottrina, metodo del l'avversario. Partendo d a questi dàti e d a quelli deHa situazione avversaria contingente, potrà il comandante formulare un giudizio, se pure soggettivo, sulla probabile azione e reazione del nemico. L'apprezzamento della situazione e delle intenzioni del nemico deve essere fatto in relazione alla situazione ed alle intenzioni proprie; qualunque sia la conclusione che se ne trae, essa non deve condurre mai a deviazione del proprio scopo o a rinuncia ad esso, sibbene ad una tenace ricerca delle modalità per raggiungerlo. La decisione deve essere presa in tempo, affinchè l'organizzazione dell 'azione si faccia nelle mi di ordine; non deve mai esgliori condizioni di calma sere rimandata per attendere il risultato di nuove ricerche d'informazioni. 11 terreno influisce sul disegno di manovra offensivo con le sue caratteristiche più o meno favorevoli all 'azione, e concorre in parte a determ inarne il disegno; però il comandante non deve mai subire passivamente i vincoli che il terreno pone all'azione, ma deve sforzarsi di convertire a proprio vantaggio, coll'abile sfruttamento,

e

anche le sue caratteristiche apparcmemente contrarie. La rottura della fronte nemica da parte d i una grande unità complessa può anche essere il risultato d i un unico sforzo applicato ad un tra tto determinato ddlo schieramento avversario. A ciò deve tendereJ sempre che sia po5sibilc, il comandame. Ma questa soluzione semplice, più facile a verificarsi per le grand i unità d'ordine inkciorc, sarà meno frequente per le grandi unità più complesse. Per queste si verificherà più spesso la necessità di compiere una serie di sforzi contemporanei o successivi, appEcati a punti diversi della fronte da attaccare. Tak sarà il caso normale in terreno di montagna. Al principio d ella massa si aggiunge quello della combinazione degli sfo rzi. $scegliere il tratto o i tratti di fronte da atr:accare, determinare le forze ed i mezzi da assegnare a q ueste azio11i, stabilire compiti e forze delle azioni da svolgere sui tratci rimanenti , coordinare strettamente le une e le altre nello spazio e nel tempo i n modo da assicurare l'avanzata su tutta la fronte, il tutto in relazione allo scopo assegnato, costituisce l'e.<senza del disegno di manovra. Il carattere delle azioni concomitanti non potrà essere dissimulato, risultando esso dal dosamento delle forze e dai mezzi . Ma il comandante deve ottenere che l'importanza del rispettivo compito sia sempre la più alta nella coscienza d i ciascun esecutore. Il disegn0 di manovra comprende l 'impiego dei mezzi a diretta disposizione del cotnandante; aviazione, artiglierie, riserve . Dal disegno di manovra conseguono le disposiz ioni per lo schierameuto della grande unità. Questa ha per regola una zona d 'azione compresa tra linee del terreno ben evidenti, alla quale cc•rrisponcle una determinata fròntc d'attacco. Il comandante dovrà dosa,e diversamente il proprio sforzo in corrispondcuza dei vari tratti della fronte; ne deriverà una ripartizione d i compiti per !e g randi unità dipendenti, nel senso della fronte ed in quello della profondità . La prima viene fissata in base alla d istinzione fra azioni princjpali cd azioni concomitanti; avranno fronte minore le grandi unità destinate a compiere maggiore sforzo. Queste s.i scaglionano maggiormente in profondità e dispongono, in proporzione, di una maggiore q uantità di artiglierie (le quali vengono spesso anche rinforzate), così da poter ese.citarc uno sforzo più intenso e più prolungato. Per regola in una grande un ità complessa la disposizione delle forze in profondit à comprende tre schiere : a) nella prima le grandi unità destinate ad iniziare ed a condurre sino ad un dato punto l'azione; b) nella seconda le granpi unità destinate a continuare l 'azione dopo aver sostittlito o scavalcato le precedenti, od anche inserendosi fra esse; e) nella terza le g randi unità di cui il comandante d ispone per intervenire nel ! 'azione. Le grandi unità 11011 destinate ad impegnarsi subito ricevono lllttc le d isposizioni atte ad '.lSSicurare !a coordinazione del loro movimento con quello delle grandi unità d i prima schiera cd a facilitare il loro impiego ulteriore . Per le grand i unità di seconda e terza schiera prevalgono più a lungo possibile i criteri di comodità e si accentuano le cure per la conservazione dc!!a efficienza materiale e morale delle truppe; ma ad ogni giornata la situazione d'insieme deve segnare tm passo innanzi verso la situaz ione d i base per l'esecuzione della manovra e rispondere, al tempo stesso, alle più sfavorevoli possibilità per la giornata scgucnt~. Infatti, finchè i due avversari non sono venuti a contatto, essi conservano ancora, per solito, una notevole libertà d'azione l'uno rispetto all'altro; le tendenze difensive, o presunte tali, possono mutarsi all 'improvviso in aggressiv ità; nuove informazioni possono dimostrare erronee le precedenti ipotesi sulle intenzioni

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OFF

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nc::rniche; 3.lJoui ùdl-avjazionc nemica . interru7.•on1 anuatc :1ll'ultimo momento dall'avversario, o anche il ,opraggiu11gcrc improv\' iso d i fenomeni naturali (specie in montagn a, cd in pianura con fiumi torrentizi) potrebbero far sorgere i11attcsi o~tacoli al movimento . PcffiÒ il comandante, riel d ispone lo schjer:uncnto delle grandi uuità sottoposte, dcv<: evitare: a) di limitare la propr ia libertà d'azione e di reazione alle possibili io ii,iativc nemiche, e perciò anche di impegnare riserve lungo le d irettrici dalle quali sia ·poi difficile e lento spostarle, occorrendo, verso J ircttrici di verse: b) di svelare le p roprie intenzioni con un premawro a<l<lcnsaincnto 'r ilevabile dall 'osservaz ione nemica; e) di rntasarc co1l)1111icazioni poco pi,, che suAkienci ad alimen tare le grandi unità di prima schiera e le antistanti aliq uote dt t ruppe celeri, proprio q uando tutto i l sistema, an<:ora in movimento, rende p iù a rduo il problema logistico generale; d ) di intralciare la rapida avanzata degli elementi di C. d'A. (spec ie a•riglieric pesanti campali ed cv<:nrualmcmc pesanti) che debbono in q uesto 111omen10 serrare .,ottt> ali<: divisioni di prima sch iera per cooperar,· con esse in fase di av, iciname11to; e) di far sentire troppo iincnsainente ~dk grandj unit3 ·<li scconcb e [Crz:1 schicr~ k rjpc-rcuss1011i degli avn:nì mc:nti che in teressano la prima.

Elemento d i grande ainto nel nsolvcre questo l'roblema, vincolato da esigenze in parte contrastanti, ù 1a d!spouibilitiì di mezzi celeri cl i t rasporto per una parte delle truppe a rretrate . La determi n;izio11c del tratto o dei tratti d i fronte su cui esercitarç lo sforzo pr incipale i: la parte pil1 irr1portantc det disegno di manovra-. Per l'avvcrsaòu la direzione più pericolos~ ~ generalmente il fi,rnco; perciò, ,1u,u1do è possibile, ,i dc,·c agire cont ro uno od anche con._;o entrambi Jia11chi dello schieran1ento nemico. ().ucsta possibilità si pre,,nta iu modo cantteristiw per le grandi unità d ' ahL Queste hanno per regob i l compito di sopravanzare !"opposta' ala avversaria e di rovesciarla; e poichè I·avversari.o purebpc tendere a. fare ,\itrcttanto, .così i l risulmto . di qncs.ta manovra dipl'ndc in pr.Unu luogrJ dalla forza dell"nnir:ì CÌ •G vi i: destinata, da l raggio deì1'.vionc ch'essa p uc> sl'dupparc, .e soprat.tulto dalla rapi-<lità e dal vigore con .cui Ja manovra è eseguita. i.a g rande unità d'2:la che:; tenta ;ìVvolgcre il fianco ay\·cr~:1 riu a%urnc

sclùcrameutu idoneo, colk schiere arrctr::ite forti e gravi~ tanti verso l'esterno; copre ,I proprio fianco con distacca111cmi esterni e spccialme11tc con uniti\ celeri , alle qua!i spetta di operare J'ay\:olg in1ento su brgo ra.~gio per c:-1clere sul tergo dell"avvcrs~rio. Spesso però, nel caso cli lronti couti.,ue, l'a,,ionc iniziale dovri, for><atamcute svoigersi in senso frontale. tv{a si deve tendere, 1nercè lo storzo ,o gl i s{Qrzi successi,·i applicar.i ai diversi pu111i della fr011tc

nemica, a frasforn1a1~; :ippena possibile l'azio ne frontale in cli fianco . L ',azìo11c S"i ~volge in t:1! i;aso col .. conce tto di cerca.re o .cre;.;,uT luugo la fronte netnica tlci. tratti .pi,, deboli, .penetrarvi e .lanciare ùella breccia truppe destinate a ll'azione su l fianco e sul Lergo. Ciò sa r:ì tanto p iù facile quanto j1 iù vasta s,i r:i la breccia apena nella fron te nemica. Se l:t breccia non sarà abbastanza larga e profonda, e 11011 , isulti pe rciò disorganizzato lo schicra1ncmo delle artiglierie campali av\'crs:tric, non converr,ì fanciare attravers9 di essa altre. truppe all' infuori di 'luel!c che g-ià si tro vano pronte per !"immediato sfruttamento dd successo locale; le altre riserve disponibili saranno utiLmentc lanciate contro· un tr:!.tto di fronte, ben scelto nell'irnmediata adiacenza èella breccia medesima, per rcnckre più cStes0 il cedimento. Una breccia cli 5 o G. chilometri di ,,mpiczz,a consente già . la pcnetrazion~ e. !."azione .sul tergo elci rroncon i 3vvcrs:lri. La dec isiodc rd~tiva :-1 azirnì.c

queste azioni su~e<:ssive deve essere presa in tempo, pcrchè gl i cardini corrispondenti giungano e possano essere c>eguiti prima che ,ia sensibilmente modificata la situazione sulla q uale essi rnno fondati. Elemento essenziale per questa importante (unzione del comando è la costante jnforma><ionc sul nemico. Imporra in ogni caso che l'intervallo fra i successivi atti della manovra sia il p iù breve possibile, compatibilmente colla necessità di riordinare o sostituire le grandi unitù di prima schiera, modificare il dosamento delic forze e dei mezzi, portare innanzi le grandi unità arretrate. Ogni prolungamento di questo intervallo oltre lo strettamente necessario risulta a tutto vam~ggio del nemico. Può accadere, che, nello svilllppo di una serie di azioni fra loro coordinate, i l successo si delinei in direzione diversa da quella previst a. L'adauamento del disegno cli manovra alla nuova situazione de,·c essere immediato; a ciò deve tendere anche la elasticità delle predisposizioni adottate per le fasi SllCCcssivc della manovra. Av,·e1n110 i l ccclimento della fronte avversaria, ciascuna delle gra11di uniti impegnate si sforza di ampliare guanto più possibile il successo ottenuto sulla sua fronte o di sfruttare il ced imento della ,contigua fronte avversaria per progredire. La parola d'ordine è : avanzare tutti contemporaneamente nelle direzioni prestabil ite. In questa fase, allo stretto coordinamento d a parte del comando superiore si sostituiscono il comune orientamento sullo scopo da raggiungere e la direzione assegna ta ,ti movimemo di cia;cuna delle grandi unità sottoposte. 11 comandante prov vede a riordinare lo schieramento delle grandi unità d ipendenti. ;i ricostiti,i rc le riserve di forze e di mezzi, a spostarle nelle di1czioni e nei luoghi conven ienti per alimentare J"avan,.ata o per parare I:, possibile rea2,ìone dell'avversario. Se una r ipresa della resistenza avversaria su rmove posi;cion i arretrate è prevista, il che deve risnltarc in tempo dalle informazioni raccolte sul nemico, il coma1Jdante impartisce gli ordini necessari per la so.sta ed il rio rd inamento delle grnndi unità d i prima schiera,. per, le sostituzioni c \·cntu:i hncntc nccc,ssa.rie 2 per la ripresa. dell'at.iùnc nçl termine più bre,T. Il decentramento dell'azione è 1nas3Ìn10 a!Jorcht: l'avanzata si trasf~rma .in jusegui,nen to . Questo /: compito dei reparti più celeri e delle graµdi 11niti dipendenti che sono a pi1ì diretto contatto coll'av\!<:rsario. Preoccupazione <ld comandante <leve essere di alleggerir le degli element i più pesanti, pcrchè non sia ritard<1to il loro rnovin,enw e pcrchè non ii produca no intasamenti sulle dirtttrici df avani;ata. Offensiva i11 l{'rrt'110 organiz;;a/o . Anche nell'azione ofJ e nsiva sul terreno organ)z7.ato .i. principi . fondan1entali sono quelli della massa e della sorpresa. lÌ principio della ttiassa è int<:grnto da q uello dell,i combinazione degli sforzi, con temporanei o .Sllcccssivi. . La sorpresa :lSsoluta non è

po~sibik: si puè> in vece ottenere b. sorpresa r<:lativa. circa i l tratto d i fronte che verrà attaccato , il tratto od i tratti contro i qua li si cscrciter,\ lo sforzo principale, il momento nel 'l ualc sarà sfeuato r attacco, . il modo come .,;so sar!i svi luppato. Ciò richiede :issoluta segretezza, per il che occorrono : la pit1 g ran'd c cauteb da p,artc dei cotnandanti r.utti, dai maggiori ai 1niaori; b ricercù inces• sante d i espedienti per at~arrc ill false d irezioni le informazioni e Je osscrvnionj. dtl · nem ico; la difesa contro le intcrce tt;izionì. l n1ovin1c-ntj ~saranno cor;npmt1 prevalentemente cli i19uc. Importa, per· con tro, sfruttare al m;i.ssimo i mezzi d'informazione sul nemico e special men.te !"osservazione, che dt\'c funzionare ininterrotta . Car,mcristica d i questo tipo d i azione è la possibilità, JXT. !.'ar(accante,. cl i scegliere il momento del!'anarro. dopo essersi 39


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procurnto· i dati necessari 'IUI nemico e dopo :l\'cr pnrt::no i1rnanzi i propri mezzi ,l'azione. 1': interesse clell"attacCantc ridurre al minimo j l tempo a. dò in1picgato, pcl' non dnrc agio al nemico <li rendere sempre più forte la pro .. p.ria ~i!-temnzionc. I dari che importa procur:irsi sul nerhico rigu:-trdano l;t su:1 situai.ione: materiale e morale cd i

particolari della qia $isten1azione: ostacoli, ripari , posta .. zione delle :lrtiglicrie, forze destinate alle occupazioni ma rcrìali clella posizione d ifeasiva, riserve e loro ubicazioni, possibil ità dì rinforzi eventuali. Su lla base degli elementi fornit i dal servizio informazioni e dall'esplorazione aerea. il comando delle grandi unità, avuti presenti il compito e le direttive <ld co1nando superiore, detennina le grandi linee del proprio concetto d'azione; questo vien meglio definito coi dati raccolti man mano che <liminuisce ia d ist:mza dell'an·crsario; si precisa poi nei particolari c.ogli clementi che si ottcn:.uH10 durante ]a fase di o r~anizza~ 7.ione <lell 'attacco. Il concetto ,d 'azione m ira anche qui a determinare od a c reare lungo la fronte nc1nica de i tratti più deboli, per :-igirc a massa eon.tro di essi, tenendo irnpcgm1ti i tratti più forti, destin ati a cadere in secondo tempo per azione <l, fianco e di rovescio . Nella scelta di questi tratti si !)rdcriscono , se possibile, q uelli ove il tcr1eno non prese,nti linee naturali di ostacoli irl profondit,ì, al1ìnchè l'azione, preparata coa la voluta p repondernnz~ <li fuoco, possa svolgersi rapida. In montagna, se fa posiz ione di resistenza r.:omprcnùc :,lturc dorninanti ) converrà spesso farle cadere per aggiramento , dopo esservi penetrati mediante l'~lttacco nella 7..ona dj faci litazione mtcrmcrlia, se questa presenta ampiezza suflicienrc. Quando l'attacco di una posilione dominante si renda necessario, ~i deve prepararlo e condurlo CO'l schiaccian te superiorit:ì di fuoco d'artiglieria. J.a fronte d'attacco deve in ogni caso essere sufficiemcrncntc :1mpia, per costringere il clifcn · sore a diluire sin dall'inizio il proprio fuoco; mentre quello dcll'attaccaotc sarà poi w ncentrato repentinamente nel tratto d 'irruzione prescelto. Il coma11clantc della grande unità traduce il proprio concetto d'azione !n un progetto d'attacco 11el quale souo previste le div.erse fasi dell'azione e sono precisati: dir~zionc gcoern le d'attacco 1 compiti e uhicttivi per ciascU11a delle grandi ~nirà sottoposte, rip:irrizionc delle forze e dei mezzi, ichicrnmcnro dell'artigl ieria, e nel dosamcnto deJlc forze e dei mczz.i durante

le fasi successive dcll'a.z.ionc? osscrvarionc e suoì cornpi1i, collegamenti. Difkrcmce essenzial i fra ! 'azione offensiv a in terreno organjz,za.to t: quella in terreno libero ~ono: a) minore ampiezza delle fronti per tenere uno scagl ionarnento in profondit:à corri.spondente alla maggiore intcnsitit e durata dello sf:orzo ç una magg iore concentrazione di mezzi (per la d ivis., m. 1500-18oo); b) piè, stretto acrcntramcnto dc li "a,;ione da parte dei comandi superiori ; e) più precisa determinazione dei compiti e degli obictti\'i assegnati a ciascuna delle grandi unità sottoposte; d) magg iore precisione <lcg li ordini, che divengono più categorici e più particolareggiati. Superata la fase di rottura del fronte nemico, lo svolgimento delle fac<i successive è ,rnal<Jgo a quel.lo in terreno libero. Nella ruarina, come nell'esercito, come nelle armate ocrce, lo spir.ito offeosi,,o rappresenta uno degli dementi essenziali del successo, cd esige, per essere messo in opera. volontà di agire, energia, decisione. L 'O. deve essere in rapporto a due fattori: ardimento temp<,stivo e logico :tpprezzamento della situazione. Ogni volta che q nesta la~cia adito all'azione, sia con l 'attacco che col contrattacco, essa deve essere scatenata, anche prcse11tan<losi con • dizioni <li r:ipporri <li forze materiali che c011sigl1crebhero

OFF

di ç\·itarla. In ml t.:a:-0 pure ric.ono~cc11dosi elementi di i 11 ferìorità marcriak. si pensa <lj supplire con lo spirito aggrcssi\·o di chi 111ira a lJ'O . i)er rag-•;iut1gt-rc ad (lgni rnsto un rlato ris11ltato. È in rapporto a ll 'iinponanza riel risultato da raggiungere che debbono appumv essere '1liront,ni i rischi d i uoa offensiva. La ,1uak richiede un" preparazione morale e una preparazione materiale . La prima si basa sull'addestramento accuratissimo del personale; Ja seconda su.Ila pcriczione dei tipi di nave e sulla: sufficienza <iclk basi nava li. 1

Offensiva (Logi;tica.) . Mentre 1·o. è caratteri1,zara dal moviinento, i S<.:rvizi logistici sono tanto più perfetti quanto più statici . Prerncssa questa antitesi, parrebbe che rag-

giungere la perfettibilità in questi servizi sia assurdo. Ebbene la ,·olom,ì e g li studi, non solamen te degli eserciti. nia di tutti gli attrezzamenti industrialiJ agrjco!i e,·on11nuc iali degli Stati mo<lerni, sono oggi tesi alla prc!'"razio,ie dello sforzo occorrente per l ' impianto e pc! fun1.ion::imcnto dei servizi logistici nelJa fase otlénsiva, in prcvi!:-ionc d'una eventuale guerra . Dall'organiz2.a2.io11c eda lla possibilità d'attuazione. degli approvvigionamenti, dei rifornimenti) delle costruzioni, dei lrasporti, ecc. i concetti operativi traggono <lelimirazioni o incita;nenti. In altri tempi porcvasi rnarciare offensìva1nentc..: \ erso lontane co nquisre, raggiungendo méte che paionu di leggenda, come quelle d'Alessandro in 1\sia Minore nl in India . di Annibale in Italia, di Cesare nelle Gallic. Venendo a, 1empi meno remoti e a condizioni più somiglianti alle nostre, vediamo la grnodc impresa napoleonica nella Russia fa llire, appunto pcrchè andava \'Crso miraggi troppr~ lontani dalle basi <li pancnw, pcrchè poco poteva essere :1ttinto dalle risorse locali, pcrchè le masse <la manovrare erano pcsatlti in relazione alle ~ssibilità dell'epoca. Nella guerra Mondiale. le .irmi automatiche, le armi da fuoco d 'ogni calibro e le altre perfettissime macchjnc da offesa resero il consun10 d uomini, di munizioni e di materiale, taii da ingigantire i termini del problema logistico, sino a sboccare in una paralisi delle attività offensive durata sino al 1918. Meccanizzazione e motorizz.azionc, .fru tto delle più moderne teorie guerresche, tendono " ridare ali agli eserciti, snellezza e capacità alh manovra. Il motore a s~oppio ed ogni altra ' conquista· della scienza sono esaminate, applicate e sfruttate per rendere agile l 'organizzazionc logistiCa, in m~niera da :igcvo1:m; I ':Htua2.ionc dcli 'offensiva. 1

Officina. Oggi più modernamente d1i,1masi :ita/J1il111ento (V.) quell'organizzazione che provvede alla costrnzione delle armi e del materiale bellico in genere. I prim i "rdigni guerreschi furono certamente prodotti dal! 'iste,sa. mano destinata ad i mpiegarli, ma l'incessante ricerca dciia pcrfrzionc icce sorgne il blso5 no di artieri specializzati, coi quali sorse la prima O. <l'armi. Ro.rna ne eboc a, Pavia per la produzione degli archi, a Verona e a Cremona p::-r g li scudi, a 1·fru1tov~1 per le corazze, a Luccai per k spade. F urono queste le più complete organizzaz ion i (("industr ia mctal.lurgica di cui si abbia la prima notizia ,torica. Le legioni avcrnno al proprro seguito 1m re parto con le proprie officine mobili per provvedere :t molteplici bisogni (V. Fabbro) . Ogni signore feudale aveva l'O. che gli forn iva armi per la guerra e per la caccia. Nei Comu ni c'era la contrada o rione degli armaiLJoli,. dove una specializzata comunità d'artigiani provvedeva quanto poteva occorrere in caso di guerra. Dal 1500 a[ 1700 l'ingegno degli armaiuoli ~rea tipi di bocche da fuoco. cl ·ogni cal ibro, macchine da offesa e da difesa di


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ogni specie , raggiuiìge11<.\o una pcrfczioHC relativa ai tc1npi e i;ettando le fondamenta della moderna indusrria metallurgica . La ·carica <li gran maestro 11'art1gilern1 (V.) viene istilllita 1 prima in Francia e quindi jn Piernontc , pe r so-

vrintendere e coordinare l'attività dei privat i costruttori , o ltrechè per promuovere gli studi sulla balistica. Napoleone 111ilitarizzò il servizio delle costruz ioni delle armi e d iè o rigine a quel servizio tecnico d'artiglieria, che - dopo varie vicende oggi destinato .a presiedere e orga nizzare le officine militari. Attualmente si hanno O. di varia specie : ciascuna è

e

destinata a fabbricazione d ì detenn inatc categorie di ma, tc riali. Esse ! Ono gcs6tc d irettamente d:1ll1.i:1mministrazioilC

ìr

Om..

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mandi di C. cfA., con tornitc,ri , fabbri , mccca.11jcj di precisione, radiomontatori, apparecchiatori telegrafici e telefonki; 4°) le autoofficinc presso gli autoreparti divisiona li e le O. da parcare . presso i depositi autoveicoli, destin ate a mantenere in efficie nza il materiale autornobilistico, ~cc. Le O. fisse ist ituite in Paese fin eia! tempo di pace ;,ren do no il titolo generico di territoriali; quelle mobili e destinate a seguire le unità operanti si chiamano ca131pali. Ogdensburg. Città degli Stati Uniti, sul San Lorenzo, alla frontiera canadese . Nel fe bbraio 1813, d urante la g uerra. anglo-amc.:rica1l3~ il n1agg. F'orsychc, con,an dantc ~1 O . . :ivcva ~0 1preso l:1 gu:1rnig ione i nglese di F.l is:ihcthtown

fn tel'no di officin::i. milirnre (reparto c.innoni)

m ilitare - come k fabbricbc d i Roma e Terni, l'O. ,·ostruzioni di Piacenza, g li arsenali di Verona , Torino e Napoli, il polverificio di Fontana Liri, il laboratorio pirotecnico di Bologna, l'O. costruzioni del gen io d i Pavia, quella radio tecnica d i Roma, ccc. - . Oppure sono affi date a ll 'attività dell' industria pri,•ata , che per mie scopn viene inco raggiata ed ancbc sovvenzionata (Breda , Ansalrfo, Fì:u·, ecc.). Gl1incalzanti e colossa.li bìsogni d 'un moderuo esercito in guerra rich iedono lo sforzo estremo di tuno l'attrezzamento industriale riel paese: perciò, oltre .a!!c O . a diretta gestione e quelle predestinate a lavorare per I ·ammin istrazione militare, qua lunque stabilimento grande o piccolo sar:ì chiamato a co.ncorrcre per fornire 31l'csercito i mezzi oc.:orrcnti alla lotta. Inquadrate nelle unità, esistono infine O. mobili, o campali, destinate a seguire eia vicino i reparti, ai quali possono occorrere rip~razioni e sostituzioni di parti. Queste sono: 1°) le O. autocarreggiare a disposizione dei comandi d 'armata e di C. d'A. per rimettere ITl efficienza le artiglierie; 2°) le O. autocarreggiate a disposizione dei comandi di divis . per prov vedere alle riparazioni delle armi della fanteria e funzionare come depositi d i parti cli ricambio e d i m~terie pri,nt ; 3") Jc O. :1nt-cx::1rreggbtc del genio presso i co~

e, fatta In pr igioniera , era ricnuaw a O.

LOH

rn.olk

muni

zioni da g uerrn e da bocca. Per rappresaglia gli lnglcsi, forti di 120 0 u., lntvcrsato il fio rnc, attaccarono la città. Dopo accJnita resistenza ~ )j _..\ mcrira11i, sopraffatti dal nu~ rn c-:ro, dovettero ri tir:'lrsi.

Ogl iastro. C-..omunc in p rov . di Salerno, nd go!fo omonimo .

r:ombattimc11to di Oglias!ro (18o8). Appartiene alla guerra nel regno d i Napoli durante l'occupazione francese. L '11 gennaio 18oS, il tcn. di vascello Giuseppe de Cosa scortava 38 piccole na\'i da trasporto con una div is. d i barche cannoniere ed aveva dato fondo ad O. , quando vi fu assalito da due brigantini inglesi. L'a,,oione, impegnata sul far della notte ,- durò quattro ore, e gli Inglesi non l'a bbaudorrnrono che quando uno dei briganti1:ù fu costretto a pro vvetkrc alla salvezza dell' altro gravemente danneggiato. I Napoletani ebbero, ih questo combattimento, una barca cannoniera affondata, 6 marinai uccisi e 10 feritj. De Co,a pot~ condurre in salvo il convoglio a Salerno e fu premiato da re Giuscpp.c con la pro mozione a capitano di freg-.ua.


OGL

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Ottc

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Oglio . .Fiume dell' Italia co11tine11ta!t, - - l":i ntico Ollia, che lrn origine da laghetti alpini prc,so il ,,orno dei Tre Signori. Scorre nel solco che nettamente separ,a le Alpi Retiche dal g ruppo dell'Ad.1mcllo, e le Alpi Orobje dalle Camonie, segnando lo sbocco n:nurnk da ll 'alta 7.ona a lp ina e dal Tonale verso la piana lomb,irda. A Edolo il fiume raccoglie k provenienze dalla Valtell ina attrnvcrso il colle dell'Apnea, e ntra a Lovere nel lago d 'lseo, ne esce a Sarnico . scorre a sud e indi a sud-est, raccogliendo le acguc dei mbutari principali Mella e Chiese (emissario del , !ago d'Idro) e confluisce nel Po a monte di Ilorgoforte dopo circa 280 Km. di corso, di cu i soltanto l'ul timo tratto, da Pontevico alla foce, è navigabi.lc per una settantina d i ch ilometri. Nell'alto corso ha valore soprattutto come vi.a di penetrazione alla zona alpina; nel medio e basso corso, per massa d'acqua e larghezza d'alveo, rappresenta ostacolo considerevole. Batt,.glia su//'Oglio (223 a. C.) . Appart iene al periodo che corre fra la I e la li guerra punic~. Fu combattut..1 e vinta dal console C. Plaminio. coadiuvato dal collega P. Furio Filo, conuo 50.000 Insubri. F laminio non sembra essersi diportato bene in quella battaglia, avendo schierato l'esercito sul ciglione di un fiume, con le spalle al medesimo; una sconlìtta avrebbe costretto i soldati a gittarsi nel fiume, producendone lo sterminio per la mancanza d i una linea di ritirata. Per fortuna i l va lore dei soldati e il saggio comando dei tribuni supplirono all'imprudenza del console. La vittori~ dei Romani fu strepitosa. D iconsi uccisi circa 9000 Insubri; c1ua,i il ~loppiù cli essi fu fatte, prigioniero.

Ognìssanti. V. Uunw111 Ognon (o Oigno11). Fiume della Francia; sbocca alla ri\'a sr. <lclJa Saona.

1. Battagli" su/t'Og11011 (6t a. C.). Si ricoll~ga alla battaglia di Admagetobrjga e fu combamira dai Sequau i, collegati cogli Edui, contro Ariovisto. Costui, dopo la vittoria riportata presso Admagctobriga in unione coi Sequani, fece venire dall;1 Germania nuove orde di guerrieri e impose ~i suoi alleati (cioè ai Scquani) In cessione del terzo delle loro terre. l Sequani allora ;,i allcaro110 cogli Edui, ma Ariovisto vinse i Collegali sulle rive dell'O. cd esigette dai Scquani un nitro terzo dclk loro lene .

presero Auxon , ma poi riwrnarono anch ·esse alle posi?:ioni sull'O. l Tedeschi perdettero· 6 ufficiali e II4 u .; i :Francesi circa 140 tf. · tta · morti e feritì e !asciaronn circa 200 prigionieri.

Cotnbattim~nti sull'Ognon ( 1870 t.' 1871)

J.11. Combatti11iemo mll' Og11011 (1871). Appartiene alla stessa campagna del 1870. li combattimento avvenne il 21 gennaio 1871 fra le avanguardie del VH C. cl' A. p,r ussiano e le t ruppe avanzate <lcll'escrcito francese del gen. lJourbaki- L 'avanguardia della 13a d ivis . prussiana rjgettò da Pin repart i nemici e <JUella della 14a d ivi~. resp;nse eia Etuz circa 800 g uardie mobili, con la perdita di 1 ufficiale e 33 u. e facendo circa 50 prigionicrj. O. H . Jdrovolantc frauccsc, costruito 11el 1930, da ' osservazione e da bombardamento. L'eguipaggio è di 4 ' u ., due pilorj e d ue osservatori-mitrag)ieri-bombardieri. Raggio d'azione 1000 Km. Quattro mitragliatrici, due -lanciabombe. velocità 200 Km. all'ora. O ' Hara (Cado). Generale inglese (1740-18o2). Fu in Africa nel 1756 ed i.n America nel 1779. Prigioniero d i guerra, ritornò in Ingh ilterra nel 1785. Luogoten. gc:ncrale nel 1793, e comandante degli Inglesi a Tolone, cadde· pri g io niero dei Francesi e venne i otem:uo nel L ussemburgo sino al 1795. Governatore di Gibilterra, fu promosso generale nel 1798.

l i. Combattimento .<ttll'Ogno!L (1870). App.1rtienc alla guerra franco•gennanica . Lo scontro · ebbe lnogo i l 2 2 ottobre, fn una parre dell'esercito dei Vosgi riel gen. C 1mbrids, co,nposro d i 8000 u. e S ca1w()ni, ,il comando del

0 ' Higgins (8el'lutrdo). Generale, d 'origine irlandese, Campione dell'indipendenza cilena ( 1728-r842). Figlio di Ambrogio, generale al servizio della Spagn3 e governatore del Cile, e in seguito n• ccrè del P erù, fu inviato gio-

colonne.Ilo l'errin, in rit irata su Hcsa11çon , ,. il X I V C. d'A. tedesco co111a1ldaro dal gen . Wcrder , proveniente dal nord st: 3 colonnC" ,·erso ì passaggi, .sul fiume, di Pin, VOray e,l Eniz. La 1•• brigata badese prima cli mezzogiorno oc .. Ci.lp:.iva senza trovar rc:sistc1Tza Pin; la 3:\ ·vc1·so le l5 si impadroniva , doro l,reve combattimento <li Voray: l '.wang uar,d ia <\ell.a 2• brigata prendei•:1 Etuz dopo pochi colpi di grall:.tl3, m:.1 vc.::niva rcspintl dalle <l ue rive con :urncco d i forze J)rcpoodcranti . . Rice n 1ti rinforzi, riprendeva 1x:r b seconda l'Olt:1 il villaggio; quindi rigetta,·a parecchi attacchi da Cusscy. I Fr:;ncesi avc\'ano ocwpato con l'artigl ieria pesante la posizione elevata d i Bois-de-ChaillO?,. sitllata a circa .6 Km. a sud <li .i\u,on . li 3° rcgg. l)adesc cd il 30° prussiano avanzarono fin sotto l:l posizione francese, ma, sopraggiunta J'oscu;.it,,. .della noae, non parerono prosegllire e ritornarono alle posizioni _primitive. ,\ile 7 di ~era, 6 cp. del t·egg. granatieri della guardia :ippartenenti alla 1" brigata, do[':> bre,·c coinnattiincmo

,uruì )<; irlee proclamate dalla Ri,·oluz ione francese. Nel r8n , ragglunto nella milizia. i l grado d i colo nnello; fu eletto dqJllutto della Costituente cilena. Quando il gen. José \ •!ichdc C:1rrcra fu nominato d ittatore, O. si pose al suo fianco contro g li Spagnuol i, e partecipò allt campagne per l' Indipendenza distinguen riovisi gr:n~ckmc11 tc, ta1lto che O ' 1-liggins Jlernardo dopo la · battaglia di Ch:icabuco, nominato d ittatore .I UJlfCIUO, proclam'ò l"it1di1,cndenza ciel Cile. Assicnrò al gcn . San Marti n, eh<' ,i batteva per l' indipendenza del Perù, l'aiuto della p.iccola flotta cilena . com:,nclata dall'arnmir. inglese Cochrane. Nel

,·:cmissinio in Europa, dove· as-


\ -

OHI

p..-rio<lo della sua diU:all\ra, O. organizzò ,I nuovo Stato e ere/i la scuola militare d i Santiago. La costituzione del 1822 estese le prerogative di O. e destò le ire dei liberali guidati dal gcn. Frcire, i quali radunarono a Concepciou una assemblea riv,iic a cui aderirono l'esercito e il popolo. L'O. H. pertanto, abbandonato <falle sue truppe, fu costretto, nel 1823, a dare le sue d imissioni, e si ritirò nel Pefl1t

dove si occupò di agricoltura fino alla sua morte . Nel 1869, i Cileni trasportarono a Santiago le spoglie <li O. a cui tributarono grandi onori , e diedero it suo nmnc a una

provincia.

Ohod. Montagna dell'Arabia, a ovc,L di Medina. Combattimento di Olwd (623). Appartiene alle guerre di Maometto per la conquista della Mecca. Abu-Sofian, capo dci Coraisciti, nem ici dichiarati di :vlaomclto, avanzò verso Medina alla te,rn di 3000 fonti e 200 cavalli e si fortificò sulla montagna di O. Maometto, volendo sloggiarlo da quella posizione ,·antaggi~sa, gli andò incontro con soli 8-900 fanti cd ingaggiò il combattimento. Dapprincipio l'im peto dei suoi seguaci riuscì a far piegare il nemico, ma poi, sopraffatto d ol numero c ricoperto cli ferite, fu costretto a ritirarsi e a salvarsi con la foga, La disfatta non gli fece però perdere l'ascendente cbc aveva acquistato sui suoi seguaci e 1rnO\'i proseliti si adonarono intorno a lui .

Oilliamson (Mario Gabriele) . Gcucrnlc tranccse (17381830). Partecipò alla guerra dei Sette Ann i e fu promosso marcsc. di campo nel 1788. Avverso alla rivoluzione, emigrò nel r;91; lu aiutante generale nell'armata del Condé e partecipò ,!Ila spedizione di Quiberon. Arrestato a Parig i nel 1 i98, fo liberato alla pace di Amiens. ~ e] r8r4, ritornali i Borbon i, fu promosso luogc,ten. generale. Oise (an ,. Oe~i; e lsarG). Fiume della Francia: nasce nel Belgio, ricc\'c l'.-\isnc e sbocca nella Scnn:, dopo un corso di 264 d1i1ometri. Dopo le battaglie della Frontiera . comballutc tra il 12 c<l 11 24 agosto 19r4 , g)i Alleaci, coHrc tti a ripiegare per r iordinare le loro armare , disorganizzate dalle battaglie suddette, avevano deciso d i sfruttare tutti gli ostacoli del terreno per ral lentare i jnvasione tt;<ksca in Francia e dar modo cosl alle. rn,ppè anglo-belgo-francesi rii riprendersi. Contem poraneamente lç armate tedesche miravano al cuore ddla Francia. ~tvnnzanclo concen tricame nte ,·c rso la Som1ne e la Champagne. Fra le battaglie d irette a tratte nere i Tè deschi, -sonò da ricordare quelle della « trouéc " di Charmcs all'est ; quelle della Mosa e di Signy !'AbbayeRcthcl al centro; cd all 'ovest fu la battaglia, detta com pkssiv,;mentc <l'Oise , che però gli scrittori 111ilitari comemporanei studiano d istinta nelle due singole nioni d i Guise e di Saint-Quintin . 1

Oit u1. V . M,wcdu. Okahandja. Locali ti p:1esc degli H ercro.

dcli' Afrìc;1 sucl-occiclen talc,

0KU

6!3 -

nel

Combattimento di Okaliandja ( 1904) . Appartiene alle ~ampagne tedesche contro gli Ottentotti e gli Herero del 1904-1906. li cap. Franke, il 28 genna io, mentre era in marcia presso la detta località , fu accolto da vivo fuoco di fucileria . Il nemico :~veva occupato, oltre al 1nonte lm1x-ratorc Guglielmo, :inchc le altu re p iù basse situare sulla <lr. del Kandu , il quale, profondamente incassato, formava un norcvolc o,tacolo all'attacco. ,\ malgrado <li queste difficoltà. le :liture ,lelh dr. del Kanrln ven nero

prese cou un rapido a~saho, dopo breve combattimento a fuoco. Gli Hercro rencvano ancora occupate le trincee sitl!Otc slil pendio riel monte e sulla .sr. del Kandu; e il cap. Franke . dopo di avere battuto le loro posizioni con un pezzo da montagna, le fece assaltare e conquistare d.al

suo reparto. G li He re ro fuggirono lasciando molti morti e feriti.

Okaharui. Local it;\ ddt'Africa sud-occidentale, nel paese degli Hercro. Combattimento di Okalwmi (l904) . 'Appaniene a lle ca mpagne tedesche contro gli Ottentotti e gli H erern. Il m attino del 2 aprile, 11 maggiore Glasenapp, col suo reparto composto d i -t qJ. fanteria, 7 cannon i e :, mitro gliatrici, appena ,i era mosso da O. per t rasferirsi a Otjikuara, veniva assalito alla retroguardia dagli Hercro. Fatta fronte indietro, si accese un vivo combattimemo che durò sino a mezzogiorno, e terminò con la ritirata del nemico nelle boscaglie. Gli Hcrcro, che :nnmonta,·ano a un n1jgliaio, bsciarono 92· ,noni sul cmnpo; i Tedeschi ebbero 49 u. fra m. e feriti.

Okbah-ben-Nafi. Capo arabo del ,cc. VII. ::,../cl 655, seguito da 40.000 combattenti, intraprese la ~onquìsta della Mauritanfa e si spinse fino a T angeri. M". quando volle tornare indietro, i M:iuritani indigeni e le popolazioni romane e biz antine -che d appri.J1ia gli avevano lasci~to ~1t ~

traversare il loro paese, gli si serrarono alle spalle, e l'ar mata .:uaha e il suo capo, atto rniati da ogni b~rnda, fu~

rono distrutti.

Oklobscio (Ivan /Jemetriievic). Gene rale rus~o, n . ud , 821 i11 DaJmazia . Te rm in ati gli studi nell ·univc:·sità di Padova, entrò ndJ1 'cscrcito ausrri:1co, rn:i :1 25 nn ni pass?, nel! 'esercito dello czar e prese b cinadinanza russa. Dal 1847 ◊ldobscio Ivan ai 1853 cornbattè contro g li insorti dd C.n,caso rimanendo pi,, volte ferito. Nel 1854-56 partecipò alla gucrrn di Crimea. Poi fu ispettore delle truppe del Caurnso e governatore civi le e militare della regione; 11cl 186~ fu promossn m :1gg. generale e più tardi ren .

gene rale,

µartl:cjpandn

:,nchc alla guer r:1 rus.so-turca

cld 18n-78. Oku (barone Yasnk"t") . Maresciallo giapponese (1846t930). Nel I8i7 si d istinse durante la guerra civi le e in una spedizione contre> i pirati dt Formosa. R~ggiunse il grado di gcu. di brigarn 11el 1885 e durante la guerra cino-giappunesl.:'

fu

co1nari -

d aatc del la 5" divis . )Id 1903 ebbe il grado di gencncralc d'esercito e membro <ld consig lio di guerra, e

dku Yasukata

dur::mte 1a g uerra n..1sso~giapponesc del J.904-05 comandò la II armata . Nd 1906 h.i nominato capo rii S. M. dell 'eserri10 ~ nd 1911 ehhe il ritolo di mar<'se. d 'esercito .


-- 614 __:__

Okunev. Generale russo e scrittore mii. del scc. XIX . Fu aiotaptc d i campo del! 'imperatore . Fra le sue opere: « Esame ragionato delle proprietà delle tre armi e della loro azione nelle battaglie » ; « Considerazioni sulle gian<li operazioni , sulle battaglie e combattimenti del la c:,mpagna del 1812 »; " Memor ie into rno ai p rincipi dcll :1 srrategia " .

Olaf (Ordine di Santo). Ordine cavalle resco, foadato da re Oscar I nel 1847, in memori" d i Olaf 1, r t d i Norvegia. ll I ·unico · ordine ca,1allere.sco :ittua ln1c ntc conferito in q uello Stato: comprende cinque classi. La decorazione ~ una c;·occ. <l'oro a quauro rag gi, biforcata, sormontata dalla corona reale. Se conferita a militari porta sotto la corona due ~p:tdc incrociak.

Oland (Oeland). isola dd l:i Svezia, presso la rnsra orientale, separata dalla tcrn\ ferma pc,· mezzo del lo stretto d i K:ilmar .

I. Banaglia namle di (i/a11d \156-1). Appar tiene alla guerra, fra S\'czia e Ja Danimarca. Per riparare la sconfitta subita nel

la

1563, b

flotta svedese

Ordine di Ob f

ranno segue nte co.i-n(> in mare e

predò sedici bastÌJnclH i d i L u becca " parecchi legni danesi . lnconrrntasi con b squadra <li Danim,1rca v nso la parte oçcirlentale del l'isola di O . iu ingaggiato un ostinato com battimento clic d urò da mcZ?.ogiorno fino a notte. I Danesi vi per-dettero quattro vascelli <.: dovencro ritirarsi. I l. JJattag/ia 11,11·ule di 0/and (,676). Appart.ieoc alla ,(Uerra d'Olanda . L'u giugno del 16](i, b flo tta o13ndodanc,c di ,io na\'Ì, d i cui 15 olandesi. sono il comando dell'ammi,. Tmmp, incontrò quella swçlcsc, comandata da Krents, forte cii 50 navi, presso la punta merid ionale d i O. Lo scontro cominciò fayorevolc agli Svedesi, mr, la

c:ltastrofc della

n~\'C

<(

Tre

Cor011c ))

che per

1nano\'ra

sbagliata si capovolse. e l.1 ri uscita manc,na d i un brulotto o landese che fece salta.re un 'altr:t n;.ise ;'lY\'ers:.uia . scoraggiò gli Svedesi che non resse i-o più e si diedero all:i fuga; ::tlcuni dei loro legn i investirono sui banchi lungo la costa. Oltre a va ri e navi S\Ttksi anda LC: così pe rdute . tre ri m a · <ero catt urato dag li Olandesi , i quali subiro no lini perdite : 130

tavi_ e Fri... .on i. clan<lo molto tonnenw ::t i romano- i1npcro; e che poscia, incorpor.'lta per gran parte riel regno · franco , c.: ercasse a più ripi:ese di soltrarvisii specia lnlente al tc1npo d i Carlo .'vlartello, che, nel 736, vinse in sangui1iosa bat1aglia e sottornise i frison i. Soggetta nlle jncursi'oni danesi e normaJi ne durante i regni di C~rlomagno e di -I.oclovico i l Pio, fu dai debo li successori cli questi, per amor d i quiete, spezzata in feudi concessi agli jnvasori, e, cimante le lotte domestiche dei Carolingi, passè> i n dominio or dell'uno or delh,!tro p retendente. Col trattato di Vcrdun (843), l 'Olanda fu divisa fra Lo tario l e Car lo il Calvo; poi fece pa rte della Lotari.i,gia. sotto Lotario 11, e , dopo la dcposiz;ione di Carlo il Grosso (888) che cedette la Frisia ai Normann i, d ivenne possesso della Casa d i Carinzia . Dcl i: i ncessanti contese d i , questo periodo a pprofittarono i g randi e i picco li signori e le città pet acquistare privilegi e potenza; e tale fatto, e k COll dizinni del territorio soggetto agli 3ssalti dd 1narc 1 a difendersi dai quali non erano atte le piccole e d isseminate proprietà, favorirono i l sorgere dei g rand i feudi, come la contea d 'Olanda, <li Zelanda e del Brabante, quelle, poi ducJti, d i G held i-ia e d i Limburgo, il \'cscovato cli Utrecht e dell 'Over-Yssel, il g randucato d i Frisia cd altri m inori . L-:..· lung hi.: e continue g ue rre sorte fra essi e, in ispecie, 9ud lc con1battu tesi dai comi d 'Olanda contro quel li di F iandra e conrro i Frisoni dall 'Xl al XIII secolo, spinsero le popc,laz ion i. già angari.1tc <hll 'oppressione feudale, n rifugiarsi nei borghi e nelle dtti,, che, per i privilcgi1 immun ità e donazioni loro concessi <~ai signori bisog nosi ciel loro aiuto o da qncll i partenti per le Crociale, i.::rebbero in potcuz.a, si costituirono in. com~ui. diede ro origine :1 industrie . a corpurazioni a Gil.dc o Hansc fiorenti . e ~i sv incolarono da ogni soggezione . I traffici acqui~tarono enon11c s\'i l.uppc e k: 1-bn~c ragg iunsero tak opulenza e forza , ,da n1uo,'cr g ~icrr~l :1H~, Dan imarca (l3<i7) a d ifesa dei propri diritti di pesca e da imporle una pace umilian te. Sulla fine d el XIII secolo, volendo F ilippo il Be llo re d i F rancia assoggettare j j conte di Fiandra suo feudatario e a lui ribelle, il conte cl 'Olanda, che con questi cm in conflitto pel possesso della Zelanda, unì le sue an ni alle francesi e con cssC vinse i F iamminghi {I304) nell a bau aglia navale di Ziericksec (nella quale combatterono an.c:hc vascelli genovesi, assoldati dalla Francia, sollo un amrnir . Grimaldi) e poi in q nella terrestre d i Mons .

uomini.

Olanda. Il ccrrim, io costiturnt<.: l'odicr11 :1 0 1:rncb fu. negli antichi tempi. di1nora 'lii popoli di c.:cppo ge rman ico (Bata\' i, F1isi , ccc) la cui scor ia ebbe inizio quan dc, vennero t1 cnntflrtO coi Romani, di cui f urono ::i \'Ì.;encb lH> miei; :illcall o tributari. Essi aiutarono Cesare nella con~

:\ m iche bandiere <l'Ol;rnd:'l

<Juista ddb Gallia belg ica (54 a. C .) e {ur,mo assoggettat i da Druso. al quale. rnme a Tiberio e a Gcrrna11ic<>. diedero ausiliari ntlk loro ~perlizion i in Germania~ contro i Sic;1n1hri e: contro ie popolazioni tra Ems e \Vcser: 1na, dopc• la morte e.li Nerone, i Barns i, i F risoni e i Bi-uttcri lo ro vicini si sollevarono (69-7r) g uidati da Claud io Clvjlc, batavo ro manizzato , il quale vi1~~c in p ili scontri terrestri e Ìluviali le aquile roma ne e , costretto alh fine cb Carnctc ad arrendersi, rofr :i,sicurarc I 'indipendenn al proprio i~acse , che fu am,rn:sso ncll'alleanz~ di Roma. Dopo due secoli d i t ranquilla esistenza . sembra che l'Olantb sia stat3 inYa~a tb trihl1 fr~1 ncht:, che ~i fu~c.ro con B~1-

rn Pucllc. Per Lutto i l secolo XIV, le citi,, del la coutca d 'Ola;ida furono funestate da cont.inue lott•> interne d i successione e d a g uerre <:St<.:rnc, ora nemiche, o ra amic'hc dd lc città di F iandra cou le q uali si uniru,10 nel 1338, per combattere i l re di Fra ncia Filip!lO VI che d a esse toccò g rave sconfitta presso 1'Eclusc (i340), e nel r382, .mllev,n asi Gand contro il conte L uigi Il d i Fiandra , lé, milizie loro accorse ro j n aiuto dei Gantesi e h 11 o no coin -l'Ol t~ nella rotta che ad essi inflissero a Rosenbecke i Francesi :alleati del· conte. Spentasi i,el 1417 con Gu g lir lmn VI b cl i1,:istia com itale _d'Òbnch, b fì~li a G ia-


-

Ou

615-

.comina sposava il d u~~ di Brabante Gio,·anni lV nipote del conte Filippo dì Borgogna che già possedeva le Fiandre; e con ciò la ca~a borgognone poneva la base dei suoi furl!l'i diritti anclic sulla contea d'Olanda. Il ducato -rii Gheldria, rcuo_ dai Nassau, viveva a sè n1a travagliato da interne lotte u-a borghesia e nobilti,; passava po, ai conti di Ji.ilich (1371) e a quelli <l 'Egmom (1423) che ne Jifcsero strenuamente l'indipendenza contro le mire d'an• nessione della casa <li Borgogna; ni:, qu.indo il duca Fi.lippo il Buono, per attuarla, fece guerra a Giacomina .d'Olanda che gli disputa va la successione del ll rabante e,

per lui uno scrigno donde attingeva a piene mani denaro per le sue imprese. L 'Egmont, incitato e sostenuto da Francesco I, ricominciò le sue scorrerie _ìn Olanda e in Frisia e diede assai molestia alle armi imperiali, ma alla fine dovette stipulare (1528) con l'imperatore un accordo pel quale r iceveva da esso in feudo la Gheldria a condizione che questa, alla morte dell 'Egmont, passasse in dominio di C:isa d ' Austria. Spentasi Margherita (1530), Carlo V diede la reggenza dei Paesi Bassi alla propria sorella Maria, che, su-erta fra le pretese di denaro del fra• tello e la opposizione delle provincie , trascinata a una guerra contro Ja Dan.in1a.rca: travagliata da continui tor~

Antiche bandiere d'Ol;md~l

1,ur sconfitto tll essa (1425), la costr inse nel r.130 ton k anni a cedergli le tre conree d'Olanda, Zelanda ed Hainaur, la Gheldria potè essere da lui soggiogata " rimase agli Egmonr. Filippo il Buono d i Borgogna nello stesso anno 1430 credi.tava anche il Brabante, il Limburgo e i l Lussemburgo. Il suo regno fu assai agitato da guerre con gli Inglesi (1436) e da sollevazioni imernc; e, per ottenere i sussidi necessari alla sua impresa, dovette convocare i dck~ati delle

Yaric

provincie,

onde ebbcru

wrigiw.;

gli

.Stati Generali. Egli morì nel 1467 lasciando i Paesi Bassi, romc da tempo ·era chiamate\ l "Olanda, fiorenti per col 'tura . per arre, per commerci. Suo figlio Carlo il Temerario, ebbe ostili al suo dominio i Paesi Rassi che gli riliutarono ogni aiuto nella sua infausta lotta contro gli Svizzeri; e, henchè ottenesse in pegno dal duca Arnoldo di :--lass,,u la Gheldria, ebbe anche questa sempre ribelle e dovette dornnl:1 con k armi. Succedutagli ne! r477 fa figlia Maria, questa, per difendersi dagli attacchi di re Luig-! XI di Fraoci.a e dalla turbole nz:1 dei soggetti) sccl~e per isposo, portandogli in dote l'Olanda, J"arciduca Massimiliano d'Austria; il quale, mortagli la moglie (r48:!) e assunta la reggenza pcl figlio Filippo il Bello, dovette a,sai lottare per soffocare le continue insu rrezioni del • .I "Olanda, della Zelanda, del!,1 Frisi, e della Gheldria. Divenuto maggiorenne (1493), F.ilippo il Bello remò in"" no di togliere b Gheldria a Carlo d'Egmom, e, morendo (1506), fa.~ciava <lue figl i in tencrisshna etàr uno <lei q uali fu poi Carlo V. L 'imperatore Massimiliano affidava .allora l'Olanda alla figlia ìvfargherirn, il cui governo fu augustiato dai rl'itcratj assahi e dalle ruinose incllrsion i ,dcll'Egmont. oltre che dai torbidi provocati nelle provincie dalle i□sistenti r ichies\e di sussidi fan-dc dal padre per

bid i interni, da nuovi tentativi di Carlo <l 'Egmont e da invasioni francesi, dovette chieder pace ai nemici e tcucrsi neutrale nella guerr:i tra Francia ed Impero (1537). Nuove sventure si abbatterono sui miseri Paèsi Bassi. La terribile sollevazione di Gand, repressa con estremo rigore da Carlo V (1540); le devastazioni. compiute da Guglielmo di Clèvcs, crede e successore dì Carlo d'Egmont, e dal 1·e Cristiano Ili d i Danimarca alleato di I'rance~co I nella sua quarta guerra con l'imperatore (1542), misero a durn prova quelle popolazioni. La reggente potè far fronte al pericolo, chè le miliLic da essa raccolte e guidate dal principe d'Orangc costrinsero Guglielmo a ritirarsi, e I.i flotta danese fu in gran parte distrutta dagli Olandesi litoranei. Ma, ucl 1543, il duca di Clèves, vinto l'esercito i mpe riale, rinnovava )e sue incursioni in

Olanda e in

Fiandra. Carlo V stesso doveva accorrere a difesa dei Paesi Bassi e, con truppe tccleschc, spagnuole e italiane, condotte queste da Ferrante Gonzaga, forzò Guglièhno a desistere dall'impresa, a cedergli la Gheldria e a starsi pago di conscn•arc il ducato di Clèves. Padrone di tutti i Paesi Bassi, Carlo V costituì con essi e con altre provincie il Circolo di Borgogna (1548), continuò ad emungere il paese. e con ogni rigore si oppose a l diffondervisi delle dottrine luteràne. Dopo la trcgi1a di Vaucelles (1556), egli cedette i Paesi Bassi al figlio Fil ippo li, il quale li trovi, strelnarì dalle lunghe e xovìnose gucrr<.;, irnpoverili, esasperati dalk persecuzioni e dalla inosservanza degli an tichi priv ilegi, e non per tanto gravò

s11

essi la mano,

.infierendo crudelmente sui Protestanti cui fece guerra spictci t;i: il che spinse g rande parte dcli:, 11obilt'I . con a capo

R:lndiere di g ue:-rra olandesi: rosso bh,nco azzw·ro (a ~ctr. la bandiera nmmiraglia)

le sue gu erre contro Venezia, Spagn:1 e f:.'rnncia. L i1n1

.JJCratore Massimiliano era riuscito nel 1492 a 1>acificarc, ~Jopo 146 anni di accanite lotte, due fazioni intestine olan. desi. quella nobile detta « t!ci merl uzzi » e quella bor_ghcsc detta « <leg li ami » . Dall 'avv<·nto al trono di Cario V, nato fia1nn1lngo 1 i

Paesi Bassi sperarono sollievo alla distretta in cui versanno per l'infieri re delle fazioni e per la lotta con l'Eg·rnont : 111a essi fu rono delusi, chè il nuovo sovrano, distratto dagli affari d i Spagna, dalla contesa per la succcs·, ionc al trono i mperiale e dalle guerre con Francesco I , J1on ~i cure'.', <ldh.l sua. reiionc natak: i Paesi Bassi furono

il principe Guglielmo d 'Orange statholdcr d'Olanda, Zelanda e Utrecht, ad _ unirsi col compromesso <l, Brcd., (1566) per abbatte re l'Inquisizione imposta da Filippo. li quale chiamava a governare i Paesi Bassi il <luca Emanuele Filiberto di Savoia che, scoppiata nuova guerra tra Spagna e 'Francia (1557). guidava l'ese rcito ispano.fìam•

mingo alla vittoria di S. Quintino, dopo la quale ritornava in Piemonte a raccogliervi il frutto dell 'a!tn. sua impresa e a preparare a sè e a lla sua patrir più. gloriosi destini. Lo sostituiva nel gm·erno d~i Paesi Bassi la durhcs,;a d1 Parma Margher ita c1 ·Austril ~orel lastr~ dì Fi• 1


◊LA

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616· -

lippa 11,c: aB-a q uale questi <liedc per consigliere :l vescovo <l'Arras, Granvclle, ed altri personaggi, per fanatica tlevozione al re e per intrJnsigenza verso i Protestanti, invisi alla nobiltà e specialmente ai conti d'Egmont e di Horncs e al principe d 'Orange. L'istituzione di nuo\"i vescovati e l'incrudelire delle persecuzioni provocarono ovu nque tu• Juulti , cui seguirono feroci reazionL A dornare la rivolta, Filippo Il i nvia,·a nei Paesi Bassi il duca d · Alha con truppe ,accolte in Sicil i~ , Napòli e Lombardia (rn.ooo spagnuoli, 2000 tedesch i e molti ital iani guidati da Chiappino Vitelli e Gabriele Serbellon i). Il d uca procedette nella repressione con inaudito rigore, e, fatti dannare nel capo i conti d ' Egmont e di Hornes (1568), stabilì un tribunale straor• dinnrio che sparse il terrore e la disperazione. Il pri11cipe d 'Orange, rifugiatosi nella sua terra di Nassau e fattosi protestante, raccolse i n Francia e Germania calvinisti e luterani, e , col fratello L uigi, si pose il capo <lei sollevaci inizianJo nel 1568 quella lunga e sanguinosa guerra di Fùmdm (V .) dic, fd icc111ente cor.tinuata •fai figli Mau-

Fanteria Cavalleria (O landa, epocf! nnpolconjca)

rizio cd E nrico, Jìnì cui tr ionfo delle armi olnndcsi. l)u . rame !a ,uc<lcsirna, le sette provincie settentrional i dei Paesi Bassi, stiiccalesi dalle altre, si str insero con l'Unione d 'U rrecht (r579) in una Repubbl ica federale <icllc Provincie un ite , la cui indipendenza venne riconosciula da!Ja Spagna col tratwto di Wcstfalia (164S). ::--Jcl 165r , Yo!endo Cro111well imporre all 'Olanda l'espul sione·•del pretendente Carlo li, ed al ririuto di essa avendo promulgato l 'Atto di nav igazione lesivo ngli interessi olan~ dcsi, sorse g uerra fra le due Potenze. La sorte delle ar mi, favorevole agli 01:tndesi nelle batt;1glic di Plymomb (agosto 1652) e in quella presso le coste <iell'Essex (dicembre 1652), fu invece loro avversa in quelle delle Dune (scltembrc .r652) e di Schweni ngen (8•10 :aprile 1653), la quale ultima, togl iendo ali 'Olanda gran parte del suo Jlaviglio, la in<lusse a chiedere la pace che, q uan tu nque concessa a d u n patti, le d iede, per l 'al!ea nza offensiva e dìfensiva conciusa col trattato stesso. momentanea tran-

quillità e sicure-z.zn contro nuove minacc<:. Degli in1ba. rnzi in èui gli O la ndesi 1·enncro per tal guerra appro• t:inarono i Portoghesi pc, espellerli dal Brasile; onde sorse lungo conflitto fra le due Potenze coloniali con danno dei Portoghesi; du ranlc il medesimo, alcuni ol.andcsi e zeelandcsi fondarono a! Capo di Buona Speranza una coloni~ di agrico ltori ( B()('ri) che in brnc fu prospera.

Ou

Nei 1659-6o, l'Olanda èbbc guerra con la Sveziz che rnlcva chiuderle il Baltico ; la sua flotta, guidata da l RuyterJ sconfiggcv:i quella del nemico cosrringendo questi alla pacè di Copenaghen. Ma pochi anni dopo l'Inghilterra, per abbattere la concorrenza dell'Olanda e per rivend icare talune colonie da questa possedute, la provocava a nuov<, confli no (1665) e le infligge,·a a Lowcstoft, su lle coste del Sussex, una gravissima disfatta. Non si piegarono per tale c.lisastro gli Olandesi e, respinte le miEzie del vescovo di Munstcr , che, alleato segreto dell'Inghilterra, era- pen,;trato ndlci provincia d i Groninga, seppero ottenere sul ma re parziali ,-:intaggi; il Ruytcr, risalendo il Tamigi; .mise il te rrore nella stessa Londra. li soccorso <ii Luigi XIV diede modo all'amìn ir. olandese di vincere nuovamente gli Inglesi alla battaglia di Dunkerque (II·I4 giugno 1666), rna l 'indisciplina degli equ ipaggi rese dubbio il risultato tli qudla combattutasi presso il Capo Nord (4 agosto); r,1trnvia il Ruyter , spingendosi ancora lungo il Tamigi, pctè lor7-are il re Carlo II alla pace di Breda (luglio 1667) che. abolcJHlo l 'Atto di navigazione, ridava all'Olanda !a 'i. bcrtà di commerciare con l'Ingh ilterra. La lega promossa dall'Olanda e strettasi fra q uesta, l'lnghiltern1 e la Svezia avverso !e mire d i Luigi XIV durante la guerra cli Devo· luzia,ze (V.) da questi provocata indignò il re francese che, per Yendicarsi, guadagnata a sè l 'Inghilterra. si volse contro la repubbl ica delle P rov incie Unite. Ne <le~ivì, la guerra detta d'Ola,zda (V.) che ti:J'minò con la pace di Nin1cga ( 1678). Divenuto re d 'Inghilterra (1688), Gu-~lielmo d'Orange la taceva panecipe della Lega d'Augusta , alla quale aveva g ià fatto acceder<: l'Olanda , per impedire al re Luigi di violare i trattari cli Westfalia e di Nimcga .. li contlitto che ne scgul (V. Germanica gucn-a) terminò con la pace di Rysw ick (1697) che confermò i capitolati di Westfalia e di Nimcga. Dopo pochi anni di q uiete. allo scopp iar della guerra per la Successione di Spagna (V .} Gugliei1110 trasse l'Oianda in una lega con l'Impero contro Luigi XfV; tna egli morì poch i giorni prima <lell 'inizio delle operazioni e lo statho!derato venne nuovamente sost ituito con un Gran Pensionario cbc fu l 'Hensius. La detta guerra si chiuse col trattato d'Utrecht (aprile 1713). che con quello della Barriera, precedentemente segnato nello stesso anno rra Luigi XIV e l'Olanda , davano a quest~ il possesso d i parecchie città (Tournai, Yprcs, Menin, Furnes, Warncton e Co111ines). Restava allora sotto i l d0m inio cld l'Impcro, perdendo og-ni autorità nel consesso delle nazioni. Allo scoppiare della g uerra per la Su,·ccs;ione d' /luslria {V.) stette per l'imperatrice Maria Tercs:i; ma la lungà pace, il disamore alle ar,ni e le di scorJic interne ne 3vcvano g randeme nte !>Ccn1ato l 'antico spirito bellicoso; le sue milizie forono battute, con quell~ austro-ing lesi alleate, a Fontenoy (1745), a Ro_cour (1746) e a Lawfeld (1747) ,e perdette le fortezze di Maestricht e di Berg-op-Zoom. Mentre tali avversità si abbattevano sull 'Olanda, un movimento or;rngista vi ricostituiva ,,., ,tatholdcrato ereditario, che veniva affidato al principe Gug lielmo (Guglielmo IV) della linea d ì N assau -Dictz, il• quale, pur non riuscendo a ristabilire le sorti delle ann i, p0ti: col trattato d 'Ac1uisgran a che segnò la fine del lungo conflitto ( 1 ì48) ,icupernre ,111anto :a repubblica era anJata in esso perdendo. Conservatasi neutra le duranté · la gucrr:i dei Sette anni, l 'Ola nda, in que lla per l 'lndipcn• denza ,l'America, s'accostò alla Francia contro l'Inghilterra e di questa provocò la ,·cndetta, special111ente quando a<lerì. alla lega <ki neutri (1.780); assalita dagli Inglesi, mal preparata alla difesa, abbandonata dagli Alleati ,• perdette assa-i na,·f rnc:-n..~.:mtili e da guerr:1, \'ide ·re sue coste ('Or~eggì:lle~


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le wlonie ,l'India e <li Guinea minacciate e finalmente alla battaglia di Doggcr Bank (5 ~gosto J 781) 'Ia sua flntta costrerra ·a ritii-arsi con gravi d~o-ni . Pel trattato di VersailJes (3r settembre) con cui la pace fu suggellata, dovette sacrificare all'Inghilterra la colonia di Ncgapatam e con cederle altri vantaggi . li ma!contcnto suscitato nel paese contro Guglielmo V e le i nsurrc;,,ioni che ne seguirono provocarono I.' intervento del re di Prussia Federico Guglielmo II, cognato dello srat holdcr, che, accorso in aiuto di qucsli con 20.000 u. , presa Amsterdam, lo rassodò nel potere. Ma l'incendio lungamente covato divampò allo scoppiare dd la rivoluzione francese. Dopo la battaglia di Jcmappcs, crebbe nei fuorusciti olandesi e belgi la speranza di potere, con l ':iiuto delJa Francia, riunire Belgio cd O landa in un. unico Stato; ma l'apertura dei porti della Schelda, ordi nata dalla Francia e dannosa agli interessi d~ll'Qlanda, spinse lo statholclcr a stfingersi all'Inghilterra; i suoi figli, Guglielmo e Fcckrico, guidarono le milizie olandesi che con quelle alleare patirono dai francesi le sconfitte di Hondtschoote e cii Wauignies (scuc,nbrc 1793). Nel 1794, gli A!lcati, .\u, t,iaci, Olandesi e Inglesi, vittoriosi a Landrccic~ (2 aprile), venivano bauuti a Tourcoing (18 maggio) e a Fleurus (26 giugno). L 'Ola11da, ,ibbandonata dall'Austria, male aiutata dalla Prussia, diffidente dell 'Inghilterra e sconvolta da mori intern i, inclitliWtl a pacificarsi con la Francia; ma , 1 negoziati essendo falljti , la guerra continuò e i Francesi, vaJ"cata l,1 1\•fos:1 gelata (27 d icembre), \gominavano gli O landesi, superavano il Waal e il Lcck (gennaio r795) e tutta l'O landa cadc\'a in loro balìa. Guglielmo V clcpo11eva ogni autorità (17 gennaio) e si rifugia\'a in Inghilterra ; e il paese, ordinato in Repubblica batava, era costretto a cedere alla Francia buona parte della Fiandra olandese e del Brabante scttcmrionale e Flcssinga, conservando solo una parveuz,a d:indipendcnza, mentre la maggior parte delle sue colonie divcnta\'aoo preda dell' Inghilterra. Trascin,nu nell'otbita della Francia e nelle guerre da

In compcmo del Belgio annesso, J'Olanda rinunziava, - a favore dell'Inghilterra, al Capo di Buona Speranza, a parte delb Guiana e a Ccylan, ma ricuperava da essa Giava, le Molucche, Curaçao e il resto della G uiana. Nel r8r5, Guglielmo (I) assunto il titolo di re dei Paesi Bassi (r6 marzo), formò un ese rcito di 25.000 u. che !;'rese onorevole parte al la çampagna di Waterloo, specialmente a Quatre- Bras. Una costitu1.ione libera le fu data al oaese, ma una vera iusione fra i due popoli compone~ti il 1:uovo Stato, divisi per di\"crsità cli orig ine, di li ngua, di interessi, d i religione e di tendenze, non fu mai possibile, bcnchè la pace portasse in essi un periodo di grande floridezza. Alcune improvvide leggi restrittive della libertà e ostentare prderenze ,·crso l 'elemcnto olandese offesero i Be lgi e sul loro rancore sofòò il governo di Francia nella spernnza di stringerli a sè; nel 1830, scoppiata la rivolu7.ionc di luglio, i Belgi, <lichiarati nel congresso di Londra arbitri delle loro sorti , proclamarono la propria indipendenza e la decadenza della dinastia cl'Orangc (22 e 24 no-

q1ic-sta cOinbattutc contro la coalizione, e -sconvolta intcr-

11arncntc da o r:-w gisti, rt.:puhblicani, fedcr~listi e un ionisti,

l'Olanda attraversò un pNiodo di disordmi e di violenze . duranre il c.1ualc ;)Offl'l ~1ncor:t gravi peniitc.: di na\': e di colonie e sentl il pc.so ddlo su.1 d ipendenza dalla Francia, che da essa traeva soldati, va,celli e tesori , ricevendo solo in compenso da Napo!conc . c:ùl lratr:1to <l' Amiens. la rcstit1.1àonc, per park dd l'lnghihcn-~ 1, dl tutte te colonie) 111e no Cc)'hn. Nel 1806 la repubblica cessarn ,!"esistere e l'in1pcratorc .fr.anccsc ne formava q11 n.:g:no pt::r il fr~rcHo Luigi. Non ccssaY;1110 1Jcr cit'> le csHgcralc pn:Lesc 1; k imposiz ioni del g rande clotn_ì11atorc1 le yual i giunsero al punto da costringere ii re Luigi, che avendo p r<.:StJ ad arnnrc il !-.UO popolo ne d l,·ickva ic pcue e ,creava d!

C~:s ,•:1llcggcro

vembrc 1830). Le PoteJUe nella conferenza di Lond ra (1831) stabilirono che l'Olanda r iavesse i confini del 1790 :tcquistando il l.,usscml)urgo; ma il re Guglielmo. non rassegnato a tale decisione, \'areò la fron tiera ol,rndcse (4 agosto r831) con 50. 000 u. per costringere ; Belgi alb solton,issione . Un nuovo inte rvento del le pote,uc, che ripar1iva il l.i,nburgo e u Lussemburgo (ra ; due contendenti, non fc(t ::,Jnctkrè al re <l'Olanda il suo contegno :.1.ggressi,·o, per cui una flotta anglo-francese bloccò Amsterdam 1

e altri porti , un corpo prussiano s avauzò t..ra :Mosa e R<:110 1

~llontaua,·e da esso nuove jatturc, ad abdicare (l uglio 1810) in favore del figlioletto >Japoleo11c Luigi , L 'imperatore in ,·cce decretava l'annessione dell'Olanda all'impcru. L ' indignazione pro,·oc.-tt:? da. m ie ano, dalla tracotanza francese, dalla introduzione della coscrizione, dagli innumeri danni portati dal b!oc~o continentale e dalla flotta inglese, favorivano il sorgere in O land:i di società ,egrete, di ma~~hinaziooj orangistc e di .sommosse che crebbero d'intç nsit:~ col declinare del le fortune napoleoniche. Dopo Lipsia, l'odio esplose con ,naggio,· f.11rorc ad ,~m, terda rn, ,111'.\i,1 e in altre cit t,ì. Jl principe Gugl ielmo, tiglio rii Gugltclmo V, rich iamare, dagli Olandcii. , barcava a Schcweningcn (30 novembre 1813) e, ,illa caduta di N apo!eonc, l'O landa c il Belgio, w stitui1i io Regno delle Provincie

e uno france.se mosse su Anvers:t e la fece c:1pitolare \23 dicembre 1832). Per sci anni Belgio e Olanda srettem in armi pur se11za combattere; solo J1cl 1839 Guglielmo I cedette ed accettò il protocollo di Londra: ma b sua ostinatezza gli rese raimentf': avversi gli anjmi dei sudditi, eh ·egli si indusse ad abdicare (r 8.to) in favore del iiglin Guglielmo IL Questi risa ni> le piaghe dd p:tcse avvianJolo verso nna lio,·c n(c prosperit:ì e. dopo i moti del 1848 che ebbero eco anche i n Olanda, d iede a q_uesta una co_,t ituz ionc · pi(t liberale che abolì sopravv ivenze feudali, rccchi privilegi e metodi c:istali, e fu lealmente applicata, malgrado violente opposizioni dei conservatori, dal sue, ,ucccssorc Gugliclmc, rll (1849) il cui regno fu segnalato ,la grandi opere pubbliche (prpsciugamcnto del lago d'Har-

nnite, r cni\"ano po.;ti sotto la --sua ~n\·ra nità (~gO'!ilo 1S1 ~).

k rn, esr:l\'~7.ione di çan:1fi, imporranti lince f<'rrovi.lrie. ecc.)~


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OLA

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1na fu turbato Ja. gra.vtss1mc soHc\·azion i nelle coloni<.'! ( Borneo, ,850-54 e 1859-62; Celcbcs, 1856-59; Sumatra. ,873-79); domate k quali con grandi sforzi, vi furouo aboliti la schiav itù e il larnro obbligatorio e. si attese a meglio sfrutwrnc le ricchezze. Nel 1866, il Lussemburgo oricntak, dato nel 1839 a l re d 'Olanda e che faceva ;,arie del la Confederazione germanica, allo scioglimento <li questa lu oggetto delle brame dell'impern tore Napoleone III che però, per l'opposizione del la Pr ussia , c!ovettc rinunciar vi; e un nuovo trattato di Londra (maggio 1807) lo costituiYa in $ lato jndipcndcntc.: e ncuir,1lc,; ~otl,> !':u11n1 i11istrazio11c ,J 'un principe della fomiglia rcak d'Olanda. Guglielmo lii 111oriva nel J 8yu ~c11za l~1sciarc credi 1naschi e gli .succe~ clc,·a l:t figl ia Gug lidm,ina che ne l 1898, raggiunta l'età rnaggjorc. assunse j] potere e sposò nel

1901

·E nrico <l i

Meckknburgo a cui renne dato il t itolo puramente onorifico d i principe dei Paesi Bassi. Sotto di lei l'Olanda prosperò ,w!Ja pace. dalla quale non si lasciò distogliere nçmrncno du rante il conflitto mondiale, conservando in questo un~1 perfetta neutr:1lità.

Guerra d' O/and<t (16p-r678). Lé,igi XIV, colla sua polit ica di <npremazia francese, mal poteva sopportare I,, g rn11de prosperità dell'O. che. possedendo una Co rte flotta, crasi resa padrona del co,nme.rcio del le Indie, ed aveva formato di .\ msterdam il magazzino ccntrnk del con1men.:io n1ondiale. Perciò, dopo avere acquist:lto dal commercio olilndcsc un.t enorme quant ità di viveri e di rnuoizioni 1

ranro da renderne quasi privo il paese, ne l l 6t2, messosi alla t estc1 di un esercito cli oltre 120.000 u . dichiari'> la guerra all'O. cd i1H·asc: le Pro\·incif.:. Un ite. Le fortezze

olandesi caddero l'un" dopo l'altra e Luigi XIV fece la sua entrata trionfale in Utreclit. Ma per volere occupare tutti i Juogh i forti, l 'esercito dorcttc sminuz7,arsi,

e g li Olandesi per imped ire che Amsterdam in n,~ nn :il nc:mico . ruppero le dighe e inondarono il territorio intorno alla (sec. XIX) cini1. Luigi XIV i 1u;rnto era tornato ~ Versailles, lasciando il comando dell'esercito al T urc 1111c, il qL1alc si ritirò nei vescovadi <li Munster e di Co!oni:_t. alleati dclb Francia . per proteggerli contro le armi dell'impcrawrc e ciel grande Elettore d i nrandeburgo. che àvevano radunato ~o.ooo soldati Ì'1 T uringia a soccorso del Fanteria

r~1dcssc

olandese

1'0. 11 resLo dell'anno 16ì2 fu consmnalo in marcic e \.·ontroma 1·cie che -ebbero per solo risu ltato la de·~·ast:1:lionc

del territorio. Sul princip io del] 'anno seguente il Turenne s1 ponù in \Vestf:1b~tJ c_.vc cominci<', una p;I 1i.:rra d'assedi'. La discordia nnr,1 fra i soldati :lllSTriaci e p russian: ind 11~sc j general i imperiali a scpararsj dal grande Elettor<.:, ~ollo il cui coman do -erano rimasti Jlno allorn. Turenne,

app rofittando <lcl l:1 si tu:izione dell'esercito nemico, si gettò sni Prussiani. ji inseguì lin o!rrc la Wescr ed obbligò j J g rande E.lettore a dom:ir.darc fa pace scp3rarn . Rj1naslo Jiben, <Vi rinJlgersi Yer,o;o la Tu ringia o\"e si <-r~u10 rfrirati g lj Jrnpl'riali , 'nel g illgno prese posizione sulfo I.ahn . lel frattempo Luigi XIV. rirornato in campa_~;:na con i suoi cs~rciti, cspugna\a Mat:strjcht : ma contctnpornneamcutc la 1

Spagn:i e 1'Inghilrcn:a si alleavano con ]' (I _ Nel n1csc di

~gosto il conrnndo ' degl i hùperiali fu as.sunto ~la i Montccuccoli, il <Jt1ale con i Sassnni e i. 1.orc-ncsi riunì circa 40. 000 u. coo l'i ntenzi.one di congi~ngersi agli Olandesi . che risalito il Reno, si erano .. portati su Colonia cd avevano posto J°:i~seclio a JlorH ,' Tl Montccuccoli. ,-orp;eio i l pas -

O t..,

,aggio del Meno a Wurt,~burg, occupò b piazza e passò sulla dr . del fiume; quindi fece finta di portarsi in Alsazia. T t1rcnne allora. ripiegò dal Meno su Pb.ilipsburg-, -allo scopo di proteggere quella provincia; ma Monttcuc.;oli, cambiando subito direzione, marciò stL Coblenza, vi passò i l Reno, si congiunse al principe d 'Orangc ed andò a prendere Bonn, che assicurava le comunicaz.ioni dcl J'escrc.ito del maresc. d i Lussemburgo in O. col territorio dell'elettore di Colonia , alleato dei Francesi. Accortosi dell'inganno, il Turenne scese m,ovamente il Reno per l:1 riva sr ., ina non giuusc .in tempo. a soccorrere

Bonn.

I successi del Montecuccoli ,mirarono nella coalizione contro la Francia l 'clèttorc Palatino ç gli elettori <li Trcviri <: ,li Magon;,,a e costrinsero il vescovo di Miinstcr e I 'elct• rorc di Colonia ad abbandonare l'alleanza di Luig i XIV. Sopraggìuoto l' inverno gli Imperiali presero i quartieri ne! Palatinato e presso Magonza, i Francesi nell 'Alsazi/J. Nella primavera del 16j4, il conte di Cnprnra, sostituito al Montecuccoli , si unì sul Ncckar al duc:1 di Lorc11a, in c ntre

Luigi XIV aveva invaso la Franca Contea; tutti i principi tedeschi si erano uniti all'imperatore. conservando la nelltraliti, soltanto la Baviera e l' Annover. Tnrcrn1c, con soli nove o <l iecimila u., era stato lasciato a guardare l 'Als:1zia. rntanto ::.!tre forze si srnvano riunendo..., in Fr:1nconi a

per rafforzare l'cscrcìto del Caprar:1, e Turenne, per im[JCdirnc il congiungimento, passaw i l Reno a Philipsburg, attaccò e batti: gli Imperiali i l 16 giugno a Sinsheim, ma trova11dosi con forze scars<:·. non potè profittare ,!ella vitlOri:.l e ripassò nuov~m('nlt iJ Reno. I due eserciti continuarono a manovrare sulle due rive del Reno sino ~lh1 fine di settembre~ nel 1nenrrc c lic s'ingrossavano con nuovi rinforzi . Finalmente gli lrnpcriali, per intelligenza con i magistrati delta citt?~ di Strasburgo . passarono il fiume ed occuparono la pia7.7.a (24 scllcmbrc) . Turenne, sebbene avesse forze molto ii1fcriori (25 .000 u. contro .40. 000) affrontò il nemico (4 ott0brc 1674) a Engheim , senza alcun risuitato. Poch i giorni dopo il grande Elettore si congiun geva agli lmp<:riali e prendeva il comando d i tutto l 'escrcjto. Anche ai Francesi giunsero rinforzi, ma 31 loro esercito

non oltrepassò i 30. 000 t i. Gli Alleati. anz.ichè profiwirc della gr:111dc supcriorit,, numer ica, preferirono prendere i quartieri d'inverno e si distesero a mezzodì fino a Mulhou ~c; ·rurcn nr.: invece voJlc trar profìtto da lb loro inerzia ,

c. fìn.((endo di abb"ndonarc l 'Alsazia, il 5 d icem bre pass,\ i Vo~gi . cp.tind i piegando a mezzodì per Saarbourg. Bac-

ca rat, fpinal e Bclfort, giunse il 29 a Mulhouse. dove :.ttaccò e sconfisse alcuni I distaccamenti imperiali. Allora gl i ,\llcati si raccolsero in fretta dietro !;1 Fcch tc in una posizione frmitìcata tra Coln1ar e Tiidd1eim , Qui, ii f., gennaio 1675, a \Tcnnc un comba tti 1ncnw parzi::ilc scn:i.a alcun r(sultato decisivo: m;1 gl i lmperi:1li 1 non potendo pili svcr-

11~re tranquillamente in Alsazia, ripassaronr, il Reno e , i condussero nel Rarlen. tanto pii', che il grande Elettore dovette lasciare nuova1nc nte g li "Imperiali per 3.C(orrcre ~,

difendere i suoi Stati m inacciati dagli Svedesi, alleati d i Luigi XIV, e clic sconfisse a Fehrbcll in. Montecuccoli , richiamato al com,rn do degli Imperiali a! cominciare della pritnavcra tld 1675, rientrò in Al-sazia per StrasUurgo. con un esercito cli ::,5 . 000 t 1. ma il Turc,;nc g li impedì di passare ii Reno. che passi, egli stesso a Altcnheim sopra un ponte di barche~ ri,g-ettando l'a\·,·e rsario su Sassbach . Per o ltre sei settimane i due ;.wvcrsari rirnasero di fronte inat-

ti,·i. I! 2~ lugl io Turenne attaccc', a Sassbach gli Imper iali . ma rimase uc_dso d;:t un coipo di cannone . La· sua JUOrt<: fu dan nosissim'a :ilk1 Francia; i suoi luogotenenti sì dispu r:-t rnn(1 il

comand(l,

r11nanf'ncln intanto juopero~i. poi s1

I

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<-1ecisero a ripassare il Re110, <i irigcndosi jn òisordinc verso il ponte di Altcnheim. L'esercito francese aveva appena com inciato i l passaggio · del fiuni'c, · quando Montecuctoli lo attaccò alla retroguardia. I soldati del Turenne si arrestarono, respinsero g li Imperiali , poi, passato i l Reno <listrussero il ponte; ma Montccuccoli, entrato a Stra sburgo, si gettò nell'Alsazia e pose l'assedio a Savernc e Haguenau. Nel frattempo il duca di Lorena assediava e prendeva T rcviri, battendo il m:1rcse. Créqui. Si d,l\'ettc ;nviare il Conclé jn Alsazia per r ialzare le sorti francesi . 11 maresc. fece una bella campag1w di nunc,vrc, liberò le città assediate dal Muntccuccoli ç !o o bbligò a r ipassare il Reno. Frattanto l"escrcito dei Paesi Bassi, comandato da Luigi XIV, a,-eva fatto una guerra d'assedi con I·a,. sistenza del Vauban e si era impadr<,nito d i Liegi, di Dinant e di Limburgo, e si proponeva, per Macsrricht, di prendere a rovc,scio l'O., quando l 'i>1vasionc dell'Alsaz.in

OLA.

nieri, · 1 telegrafisti, r sezione proiettori. Effettivi di •, bilancio; ufficiali 1.382, "· d i truppa 4.000 permanenti e 19.500 reclute. Tutti i cittadini sono obbligati al scr.vi1,io militare; il contingente annuale viene scelto per estrazione a sorte. L'obbligo del ser vizio dura sino all 'età di 40 anni. La fe rma varia da 5 mesi e mezzo per la fanteria a 15 mesi ~ rnc,,zo per la cava lleria. Oltre a queste forze vi sono : la gendarmeria reale su 4 divis. (in totale circa r wo uomini); la pol izia militare, su 4 cp. (in totale circa 800 uom ini); infine la « Landstorrn », milizia volontaria, che comprende corpi speciali 3utomobilisti, ferro· vic ri, di navig azione e conrroacrci. Essa con1p rcndc anche i « premilitari » : tutti gli inscri11.i sono obbligati al scr\'izio attivo in guerra.

L'Ol:inda mantiene nelle Jndie oriental i le seguenti forze; l'·'antcria. (l r<'gg. su 3 bgl. di 4 cp., 6 cp. mitragliatrici,

lo costrinse a ripiegare per niandare soccorsi ali 'eserc ito del

Reno. Nel 1676 la Sicilia, .ibcll atasi agl i Spagnuo li s'era ,dala alla Francia e L uigi XlV \i aveva mandato come governatore il due~ di V ivonne, che, col suo rnal go .. ,T rno, rese la dominazione: francese intollerabile ai Siciliani, i quali richiamarono g li Spagnuoli. Ma la flotta francese, c0111andata rlall 'an1111iraglio Dusq uesnc, impedì a quella ispano-olandese di .soccorrere le città ribellatesi e battè la flotta olandese del Ruytcr a Stromboli, ad Augusta c. ,1 Palermo . Negli ann i seguenti }a· g uerra contjnuò 11d lc f'iandrc. sul Rrno e nei Pirenei. Condé costrinse i l Montécuccoli a sgombrare l 'Alsazia; questi [ecc i>orrc l'assedio a Ph.ilipsburp; e si ritrasse alla corte d i Vienna. Nel 1677 il re e Vauban · assed iarorvt e presero Valc11cic□ncs, poi -Occuparono Cambrai e Luigi Xl V fece investire Sa.int-Omcr. Guglielmo lJl, accorso in soccorso <lella piazz.a, si fece kntcre dal n1arcsc. di Lussc111burgo, il quale prese C--iand .e vinse di nuovo j] pl'incipe ò'Orangc presso S.1i..11t-Den i:,, 11 rnare.<-c. <li Cn.:qui .sostenne fcliccmt:nte la guerra contn, il dt;ca di Lorena succeduto al .Montccuc.:oli. Jn Catalognu li maresc. d i Noailles, che, nel 1676, aveva preso agli .Spagnuoli Figueras, otteneva pure successi . Snl mare, l'a mmir. cl'Estrécs batteva gl i O landesi davanti all'isola di Tabago <li cui si imp:idroniva. 11a onnai vinti e vincitorj .si sentivano sfiniti: la Franti~l, pt.r tener testa ::d!"f.urop~1 , ~vcv:1 fatto sforzi [)rodigiosi per tru\'are uomini e danari. Tutti desideravano la pace e g i.ì cominciavano :t riunirsi

..:ongrcssi per d iscutere sulle condizioni di essa . Cad0 H d' lnghilterr~1, cmram nella coalizione contro l:1 Frjncia , 1.'.0Slrcnovl dal parlamen to, si fece mediatore della pace, che ftt conclusa a :\!,mega nel 1678. J:,'sercùo dclt'Ola11da.. L'organo ccutrak: dcll" am111i11islr~l-

zionc militare te i l Ministro del la guerra; il Consiglio della l)ifesa na7.inna le è: un organo consult ivo per le questioni concernenti le forze nazionali. Vi è poi il Capo di S, M. g:<:ncrale. li territorio è diviso ìn 4 regioni mil ìt~1ri , c.:hc corrispondono a 4 d ivi,. Ciasc11.rrn rii esse è cornpost:t da 2 brigate ~i fanteria su 3 rcgg. e da uo:1 brigata d'art. da c11npagn.-i. Vi è poi un;t Grjga1:1 leggera, composta da r regg. cicl i, li, ;i rcgg. <li ussari cd un corpo d'arti,glicria montata , I.a fan teria comprende 8 brigate e 24 regg ., 1 rcgg. cicl isti> .2 scuole di truppe d'assalto . La ra\·a llcria cornprend<· 2 rcgg. ussari, ciascuno su 5 sqdr. L'artig lìeria comprende 4 brjgate

da campagna. ciascuna

di 2 regg., 1 corpo " cavallo su 2 btr., 1 rcgg. da fnrtc1,za su 8 cp., , regg. da costa su 4 cp .. 1 corpo eontrnacrei su 2 cp . Il g~nio con1prcndc un corpo coslituito d i 2 cp. pontieri e I battellieri. r regg. rli , bgl. pio -

I

Il

Vt1scello obndcse (scc. :XVl I}

r cp. mitragJiatricj ,b fortezza. 1 cp. ciclisti . 11 bgl. e 2 cp . di fru11eria da guarnigione. Cavalkri" : 6 sqdr. :\rtiglicria, 2 regg) .2 htr. obici a nauorc, 1 cp. d'an . da posizione . Gen io .

:!

c p. da c~n1p;'lgn:1 . 1 cp. tccnjca,

r cp. a utomobilist i. Gl i abitanti eu ropei cd i nd igc11i son? nominalmente costretti :11 servizio obbligawrio j conti11g·cnti sono però composti da YO]onta ri europei ed jndigcni. Gl i effettivi di bilnncio sono : uffici:ili J 200 . uon1ini di trupp:1 35 . 0 0 0 . L'Olanda h a in preparazione (1932) la ,i,t~mazione d ifensiv:1 delle prnprie fron tiere. Base delh sisten,azionc è il campo trincerato d i Ar.,stcrdam; lç fron ti fortificate 1

sono

tre:

Scttcrnrjonak,

con

cen tro

di

resistenza nella

posizio ne di Hclder ; Mcridionak, con centro d i resìstèn'?.a nella posizione . di Hcllcvoetluis ; Occidcntsle, rnn centri di resistenza p resso lo ZuidcrSet.: . ;: .\.litritw dell'Oland(J. Comprende quattro navi. guardacoste d i t>ltre 5000 ronn., della velocità di miglia 16..5, armate di cannoni eia 240.280 111111 . : tre cannoniere d i 540 to'.mt·~, ,·.el.icità 14 migl ia, una naYe appoggio sommer'gibdi: '""I' cuné',.navi ausi!i;uic. r 2 cacciatorpcdtnicrc cl:l 1620 t0nA; .' 16 to~pec.linicrc da 100-300 tonn .. 20 s.ommcrg-ihìl i d~, I)P :l

G 10

tonnell ate .


'

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620 -

Nelle lndic .Olandesi sono tlue inuociatori leggeri, di 7000·, tonn., • armati di · rn -cannoni da 150 mn1., otto cacciator.p cdinicre, due cannoniere, quattro posamine e dragamine,- o.tto vecchie navi, 12 sommergibili .

Torpcdinit:ra olandcs•J « Pictcr Constant R

11.vi.;,.ione dc:1/'0lttnda. l',; diùsa in u-c gruppi: Esercito, Marina, Indie Olandesi. L ' aviazione dell'esercito ha sed e a Soostcrberg, dove sono le scuole e i servizi: dispone di 7:,. apparecchi, con 24 ufficiali in servizio attivo e 15 in riserva. L'aviazione della Marina ha due aeroporti attivi e due di riserva e dispone di 68 apparecchi. L'avia,.ionc delle Indie Olandesi dispone di 30 apparecchi. G li capparccch1 sono tutti costruiti in Olanda, ed appartengono ai tipi Fokker e Van tlerkel. Nel 193J sono stati. creati

gruppi autonomi divisionali, costituiti da un..i sczlo11c da ..caccia, una da ricognizione, una ..,d;l bon)bard~nncnto, una da difesa, oltre i re parti recn ici' occorrenti.

O[andese (Scuola di JQ,-t,jica.zio11e). f•; indicato con tal nome il sistema d i fortificazione adottato in Olanda du-

rante le lotte contro la domi□a~ionc spagnuola. Secondo I" descrilionc di Ad amo Frcitag d~l 1630 il sistema pitt antico corn,jst<:va in una fortifica..zionc bastionata. con fos~

sato ad acqua e contrafforte (falsabraga). I fianchi del bastione (della lunghezza di almeno 24 111.) s'innalzano perpendicolari sulla cortina, la quale ha sempre la !un• ghezza di 1-14 fft., eguale a ila distanza tra ciascun punto della wrtina e la punta de l rivellino. Da,·anri alle facce del bastione , lunghe 96 m., si S\·olge la strada coperta

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~ --'.::==::::=::::::::====-- -~l::::c....L__l Fortilìcà,doni d-ella Scuoht ()l:mdest!

n, baslioni; R, ri\·cllinu; i;v. piazza d'ann i: H, mezzaluna ~hc conduce :1. un:1 pi~lzza d'arn,j che è fianchegg iata dalle facce d el rivellino. Davanti alle punre dei bastioni si trovano le n,czzclunc, annunziatrici deJle conlfoguardie. Nèl sistema più moderno, secondo Cochorn (1685), lo spazio fra il con,J.rnffortc superiore e quello inferiore è alla rgato: la cortina ~ spc,.zata; i fianchi dei bastioni, leggermente incurvati e rientranti d ietro le ali, souo perpcud icolari alb linea. difensiq,. Le me nelune sono rafforzate mediante rnpriiàccc e le piazze d'anni sistemate negli angoli rientranti : della strada copem1. li sistema fortifica torio della Scuola O. riusci vantaggioso in tutti q uei luoghi dove lo specchio d 'acqua era profondo. In Gcrm:inia. fu adottato per iortificazioni di Herlino.

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OLE'

Olditnbur go. Ex granducato tedesco, compreso in part<.: 11ell'Annovc::r, nelle pianure settentrionali della Germania. Fece parte nel 1808 della Confederazione renana, e poi costitul il dip. imperiale francese delle bocche del Weser. Ricostituito nel 1813, cnfrò ' a far parte dopo il 1866 della Confederazione· 6>ern1anica. Allora, in base alle convenzioni militari stabilite, teneva in anni 4 bgl. di fanteria , d i cui uno di deposito; 3 sqdr. d i- cavalleria, e circa 500 u. d'art. e genio. In tutto 4000 uomini. Nel 1871 entrò · a far parte dell'i,r.pero tedesco e dopo la guerra Mondiale cessò di essere uno Stato a sè. Oldendorf. Città della Prussia nell'Assia-Nassau. li giorno 8 luglio 1633, durante la guerra dei T renta Anni . il d uc:1 G io rgio di Brnnsvich-Luncburg pose l'assedio a lhmeln, fortezza situata a 14 Km. a nord-ovest di O . Al soccorso della piazzaforte venne il conte Massimiliano di Gronsfcld con un esercito imperiale di 15.000 u., a1 quale il duca Giorgio oppose ad O. il suo, forte di 17.000 u. e lo disfece completame nte, catturandogli 3000 uomrnr . L:i piazzaforte di H:1 rneln cadde il 2r lugl,o. O' Leary (Daniele). Generale 1·,· nczuclano (r8or-1854). Partecipò alle lotte per 1· rndipendenza contro la Spagna, e servl agl i ordini di Bolivar, vc,1cndo rapidamente promosso pc'r merito di guerra, così da rag g iungnc nel r8i5 il grado di colo1111dlo. Nel 18:,.9 fu promo"" generale d i brigata. Furono pubblicate postume le sue cc \frh1oric ». Oleg (" Hclg/11) . Principe russo del scc. IX, 111. nd 91.1. Alla morte di Rurik esercitò la tutela del figlio di lui. Igor. DaU-879 al 9 12 [u Grnn priucipc di Russia; al!ar gt, i contini dello Stato ru,so e trasportò ia capitale a Kie,· (892). Nel 902 fece una fortunata spedizione contro Co sta ntinopoli, do,·e costrinse l'impcrotorc Leone il Fi lo sol"r, a pugan: un Corte tributo. Oleo (Agostino). Generale, n. ad Alessandria, m. a Verona ( 1850- 1918). Sottor. di cavalleria nel 1875, da tcn . col. e d a colonnello co,uandò il regg. Piemonte Reale (1900• I ,907). Nd 1908 raggiu nse il grado di magg. generale e comaudò la 5a brigat:1 di cavalleria (1908-1910) e la 2' (19w-1912). Nel 1914 ,·t nnc promosso t('n. generale ne lla riserva .

Oleron. Isula del la co,ta occidentale della Francia , nel golfo d i Guascogna, separata (ial continente per mezzo del " perluis dc 1\.faunn1~son )), e dall'isola di Ré per mezzn,del « pcrtuis t1·An tiocbe ». È lunga 30 Km., la rga S; i; bassa e<l invasa da · dune. Appartenne lungo tempo a t conti d'Angiò e ai duchi d'Aquitania e sotto Carlo V alla Francia; passò poi, con la Guienne, in potere degli Ing lesi . Sotto Carlo VJI fu riunita ddì1titiva mentc alla Francia. Durante la guerra d d b Lega fu presa e ripr~sa d iverse l'olte. l.11igi XIV vi fece costruire le forri ficazioni che la d ifendono. cons istenti nel forte Bayard, nel forte e odia batteria 11u,,va d i Boprdvillc; nel forte, nella batteria e ncll'optra dei Saumonards: rn1tc sulla costa orientale. Oleum (o addc solforico fuma ,uc, o acido di No,-dlumsni.). Si ,mi~nc pr~parando prim~ !'anidride solforica, che:


◊LE

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ser\'e rn 1cguitc, a saturare: l'acido solforico. ottenendosi .:osì I' O. il q uale viene messo sul mercato a d ifferenti g rad i di concentrazione. È u n liq uido denso, oleoso, colorato in giallo più o meno carico, di peso specifico clcYato. Fu usato \ai·gamente dai Tedeschi come fomoJleno di regola alla concentrazione d el 25-30 % d i anidr idc solforica, sia in azion i di terra che di mai-e, faccnslolo colare sulla calce viva . Anche gli Alleati lo impiegarono abbondantemente. Esposto all'aria genera densi fu mi perchè libera l'anidride solforica, la quale si condensa in acido solforico ordinario.'

Olevano (Colle di). Passo del Subappcnuino romano . che n1ettc in comunicazione i due corridoi in cui scorrono in scuso inverso il Sacco e l'Aoienc. Da ValmontoJJe, sulla Via Casilina , la carreggiabile raggiunge sotto Genazzano la Via Prencstina N uoYa, donde staccasi un ramo t hc risale le pendici degli Emici sino a Olevano (57t m.) , prosegue verso Pcllegrn, tral'ersa la displm·iale p resso « il Pcrtuso » e scende· nella valle <lell ' An ienc. innestan dosi poco a sud d i Subiaco alla \'in Sublacense. Strada d'im;iu rtanza locale. può essere ut ile linea d 'arroc-arnento di o perazioni inilitari svolgentisi fra L.zio e Campania, nella zona d i relativa tacilicazionc compresa fra il litorale t irrenico e l'Altopiano 1\ bruz7<.:se .

Olgerdo. Principe ddb Lituan ia ( 1300-1377). Fu in lotr:t (On tro j Russr e coutro _j CH~ valieri dell'Ordine Teutonico, O lgerùo <' riuscì, malgrado la _potenza rii quei nemici, ad ampliare co nsiderevolmente i suoi Stati. raggiungendo a nord i l Mar Baltico e a sud il Mar Nero. Olgiàti (Giova1111i Maria). lngcgncrc militare del secolo XVI, milanese. Costruì ne l 1536 l:1 seconda cinta di Genova, e nd 1537 la cittadella cli Savona. Lavorò JJOi a ttorno alle mura bastionate di M ila no, e alle fortificaz ioni di Pavia, Novara cd Alcssandri.t; nel i553 fortificò le mura d i Genova dal molo vecchio fino all:1 .darse,rn.

O/giati co111e Amedeo. Generale.: del scc . XVJIJ. Col rcgg. Guardie pa rtecipò alla g uerra pei la St1ccessionc d'Austria . Comandò il regg. provinciale d'Asti dal 1777 al 1792) anno in cui fu promosso magg. g<.:nerak· e non1i nato governatore di Valenza.

0/giati conte Alesumdro. Generale, m. nel 1833. Ufficiale di fanteria, partecipò alla g uerra contro la Francia della fine del sec. XV III. Colonnello acl 1815, fu comandante della citti, d i S;ivona e nel 1829 fo p romosso · magg. gcncr3lc in ri tiro. Olié· · (G11b,11, clettci Debtenì). Ràs abissino (1876-1930). Pa rtecipò alla battag lia di Adua. Era n ipote dcl!a regina Taitù, e sposò Zeudicl1 òurando in lotta con · Ligg- Jassl!. Cadde combattendo (3 r marw) contro g li Scio.111i di Add is 1

Abeba,

non

avendo

voluto

riconoscere

per

impcr'a torc

l.igg J.1sst'1. Olim.pia. Torpedin iera varata d ai cantieri Odero. di Sestri Ponente nel 1906; d islocamento tonn. 210; lu nghezza m. 5r ~ lnrghezta m. 6; apparato motore 3:200 ·c;1v~1li,

I ~

Ou

62 1 -

\ elm:1tà miglia ~5- ...\rmameruo guerres1.:0 : 3 cannoni q:·1 -lì e 3 tubi lanciasiluri da 450. Personale d'armamento : 3 ufficiali e 35 llOmini d 'equipaggio. Radiarn nel t9w . Olimpo. J\fontc della Ylisia, orn Keschisch Dag/,.

Battaglia dd mome Olimpo (189 a. C.). Apparcicuc alla g uerra dei Gala ti, e fo combattuta d al console Cn. Manlio Vulsone contro Org iagonte, capo dei Tolostoboi, i quali, durante la guerra siriaca, a vel'ano dato aiuti ad Antioco lll. All'avanzarsi delle legioni romane i Tolostoboi si ritirarono sul monte O. con le mogli e coi figli e circondarono le vette d i fossa e cli altre fortificazion i campali. Ad onta dì questo il co11solc con la maggior parre delle genti ascese il monte dov'era più facile la salita: ordinò al fratello Lucio Ma11lio di sal ire dalla parte d i leva nte: commise i nfine a CHio Elvio di avanzarsi dalla parte di ponente. La cavalkri:, e g li elefanti furono lasciati nel piano che era vicino a i colli. l Galli mandarono 4 000 arma ti ad occupare il poggio soprastante alla strada, ma costoro trovaronsj di fronte ai veliti, che precedevano le legioni , e furono in bre\'e Ma sbaragliali e costretti a ritirarsi nci loro alloggiamenti. In quel tempo medesimo Lucio Manlio e Caio Elvio, come furono g iunti dove no n c'era più via, piegarono il camminc, verso il console e si unirono con lui. l Galli in tanto, mentre le legioni si :i.ccostavano al loro accampamento, si piantarono in arme davanti a llo steccato; oppressi cb nembi di frecce e di d a.rei i d'ogni sorta furono ricacciati de ntro al lo s.tecrnto, il quale fu ben p resto superato dagli. assalitori . Org iagontc; coi suoi si d iedero a llo ra a precipitosa foga per baiz.c e dirupi. li console li inseguì e la cava\lcria cooperò dal piano. Valerio Anziate, c he è sempre smodato nell'accrescere

il numero~ conta più di Jo.ooo morti. Il numero

dei prigionieri fu di

40.000.

Olimpo . Monte d i Licia , detto :lllclic F,·niw.

llattaglia. ,wvalc prc;so Monte Olimpo (655 d. C.). Appa rtiene alle lotte fra Bizantini e Musulmani. Questi ultimi erano co1nandati eia .\ foavia, •i primi dall'imperatore Cos tante H. La latra. accani ti~sinrn, produsse grav i perdite da ambo ie parti; la v ittor ia restò a i Musulmani . ma Co >tantc riuscì ad opera re la ritirat,l senza essere rn,olcstato. A!cuni storici la chiamann battag lia d i [ssalukc, d al nome rii lln picco lo gol fo ,ulle coste d ella L icia .

Olinto. Città del la l\.f:iccdonia, ncl\':111golo piè, interno e.Id golfo Toronco, sita sul luogo dcll"odierno Aio J,1ama..-.

Assedio di Olinto (348 a . C .) . .Appartiene a!la p rima guerra Sacra e fu posto eh F ilippo li, re d i Macedonia , che mal sopporta,·,i la poten te confed e razione d i Olinto . L:1 città f u pre!-ia prin,~1 che giungessero i soccorsi d'Atene. spediti per mare cc trattenuti cl;,! vento contrario. L a caduta avl'cnnc per tradime nto dei capi . ed essa f u distrutta con altre 32 città elleniche della Calcidia, che ,·e ,1iv3 ridotta a p roYincia 111;1ccdonc. G li abitanti furono vc11cluti come sd,iav.i. Olio di ricino. S i estrae dai semi d el r ici no e si puri fica sca ldandolo con egua l vol11mc d i acqua bolle nte, in modo <la fa r preciri tarc molte sostanze . proteiche e mucillaginose. e scolorando!" poi cou car bone d'ossa . L'olio puro entra nella tecnica degl i csplooivi in molte miscele. sia come stabilizzator<·, sia per ottenere una certa pJa,ri cit~ nella massa clell'csplosivo . ··

Olioli · (Faso/a) . Generale. n . a Maggiore< , :n .: -·a Torino (183~-19m). Sntt. d'art. nel 1855. partC'cip<'.>·a11-a ' carn-


Ou

-

P"J;"" de! 185y. Da !.Cll. col . <' d;1 colonnello (u d irettore dcìla •fah brico d'anni di Torino (1877•1885). Nd 1866 raggiunse· il grado di magg. genera le e 11cl .1 89:! qllcllo di tcn. genera le nella !'iserva.

Oliasi. Fraz ione del Comune di Castelnuo\·o di Verona,. in prov. di Verona.

Com battimentrJ di Oliosi (1~66). 1\ p panicnc alla p rima guerra per l 'Unità d' Ital ia cd è 1111 episodio della battaglia di Custoza. La brigats Forlì (43° e 44° fanteria) al comando del magg. generale D ho, il 24 giugno 1266 ;:vanzava jn colon na di rnaicla, in Jircz.ione di Fenile, tiuando p ressò O. venne :m:,ccata di sorpresa da uno sqdr. d i ulan i austriaci, con~lotti dal cap. Bcrchtolshcim, che fu respinto con perdirc ~rav issimc . All'apparire degli ulan i, l rnldati del hg!. de l 43" regi;·., che si trova1·ano in testa alla colonna, ~i g<.:llarono p~i nc nei cam pi \•lcinl \; pa rte nd fossato che fia odv.:gg:iava la strada e di là. con fuoco bc.n .d ircno, , ii!)tru~:-.\'ro lo sq~lr. austriaco c tl obbligarono i poc hl supcr:5Lit i. un.a dicci1~a circa. a _porsi in sa h·o con I~ f uga. O;, parte della brigata Forlì le perdite furono insignjficanti. L'incidente s.i svolse cosi rapidamente che gli

ullìciali dei bgl. di coda della colonna appresero so ltanto il g iorno dopo ciò che era a\·H:1n 1to al bgL d i rest::i . Inta nto su l fianco d r. della colonna incomincia\'a ;i ddinca rs i un nttaccu inolto pericoloso. Il gcn·.- J)ho o rdi nò allora al ,ap. Gambc rini. · comandante de l bgl. d i testa della b n g.irn, di occupare ] '~I tura d ì O .. situata su l ,!ìanrn

dr .

:1

d rc.a. Jù<J m . di distanza. Appena affacciatnsi aJ-

l'aln1r::1,

il c:lp. Garnlx:rini fu ::iccoho da un fuoco così

intcn~o che lu co~ln.:tto a rncllcrs i a riparo ò ietro il ciglio dcl i ~a ltura ~tessa. Qua.si co 11tcrnpora 11camcntc, :1:v,1 07.Ò il 4° bgL dei .14°, comand ato dal magg. Aronni , con o r • di ne d ì occupare i: c"seggi:ito d ì O. li bgl. , i lanciò al1'assalto di un bgl. ca.::ciatori ~ustrl~1eo che avc.:va occupato i l villaggio e lo r,·spin,e sino alle ultime case d el lato oppo!>tO; m .1! mcn t re s i apprestava a m ettere

01..,

622 -

;11 .::;tato d i

difesa la çh ics:1 e b c::lnonic;i , fu :1vvcrtito che dut.; rcgg. nemici. 11110 d<.1 e....,l e 1':1lrro d :1 nonl C.!->t, marciavano ~u O . e per non essere :1ccerchinto .dovette ritirarsi . Jn b reve le

forze degli Austriaci ar>pa1Tero in tutta la loro prcpon. vuoti e normi nelle file degli Ita liani c h e non ave,·ano da opporre neppure un cannone . 11 morale de lle truppe era de;:ircsso. li gcn . D ho fece lutto il possibi!e per ria nimarle è trascinarle ad un ultimo assalto; fece ro Lrna breve avan• z.at3, poi retrocede tte ro e si sbandarono . I più animosi si

dcraoza nume rica . La loro artiglieria faceva dei

La Svezia e il Brandeburgo dkhìarano irrirì e nulli i patt i stipu lati nei trattati ,li Kiinigsberg, Marienburg e Labìa,.1. Sarà compresa anche l:1' Danimarca in questo trattato . q.uando a vrà conchiusa col la Sve,.ia la pace, le cu i cond izioni faranno parte del t ratta to presente. Tutte le Po tenze paciscenti garantiscono il presente trattato t.; unl1·anno le loro a n ni con tro quella o q uelle che venissero meno ai patti stipulat i. Sono confermati g li accordi precedentemen te conchiusi fra Polonia e Bran deburgo e si riconosce l' ind ipendenza della Prussia , d uca le . Questa pace è cele bre nella storia del Nord quanto quella d i Wcstfalìa nella sto ria del Sud dell'Europa . Essa segna la decadenza della Po lonia e la prepon deranza della Svez ia, che diventa la prima Potenza d el Settent rione . Oliva Antonio. Capitano garibaldino, n. a Pallanza, a Rorua (1830-1886). Nel J848 com battè nelle Cinque Giornate dì Milano . nel 1849 a Roma fu nominato t ribuno della Rçpubblica. Passò poi in Picmontt: c fu p rofessore d i d iritto, gio rnalista e deputato. Nel .1866 riprese le armi cd ebbe il comando d el :,o bgl. bersagl ieri, dopo la morte, a Vezza. del maggiore Castellini. 111.

Oli,,,, A111011io. Generale. n. a Firenze nel 1868. Sottot. d i fanteria nel ,886, iniziò la ca mpag na ita1opaustriaca col grado d i rnaggfore nel 6o<>., fanteria. Comandò da t:olonnCllo, j J .:w1-o fanteria (191 8); la brigata Tanaro in Albania ( r9,9) come colonnel lo b rigad iel'e; il Collegio M ilitare d i ll oma ( 1920-25). Promosso gener::ile, coman<h\

l:i 27" ( 1925- 1929) e la 7• brigata d i fanteria (19291930). Nel r930 fu nomim,ro Ispettore d i 111obilita?Ìone della d i,·is. m ii. di Roma e nel lo stesso anno pas:.sù 111 P . A . 1 dove, nel 1 83 r, fu promosso gen . \li

Ccn. Oliva .l. ntonio

d lv i.s . Jn guerra, guadagnò due rned . <:l j bronzo

t:,:

,_ ·iporL<'>

l!na ferita , \Il San Michele.

~trinscro intorno agli •.1fficiali e contjnuarono a contendere

01 i vari (Pietro). G,,ncrak medico, n. nel 1871. Sottot. medico nel 189~, fu in E ritrea, in L ibia e partecipò :1 tutta la guerra contro l',\ ust ria. Andato in P. A . S. poco dopo la guerra, fo promosso colonnello in A . R. Q. ne! J925 e magg. genera le medico nel 1932 .

al nemico il te,·,·cnù pa lmo a palmo. Ndla disastrosa si .. tuazione deib b rigata Forlì, l 'unica manov ra possibile e ra !'adunata s11 di una posjz ionc retrostante ; perciò il gcn . Dho fece suonare l:t raccolta in direzione delle Maragnottc , CJVC riusd :\ radur1arc circa 600 uomi ni.

Olivença. C irri, del la Spagna, presso il cantine portog hese della Guadiana, gi,ì piazza forte dì qualche im porrn.nza, con baluarJi e ca mmino coperto. F ino al 18or apparce n ne a i Portoga Ilo .

Oliva, Città del la P russia , sul Go 1io d i Danzica . /'ace: di Oliva (3 maggio 1669). Fra la Polonia e suo i Alleati (im peratore e llra n.dcburgo) da u na pa rre e la Svezia dall'altra. Inte ra e generale amnist ia in tutti gli Stati delle Po te n ze cont raenti. La Polonia rinunz ia ad ogni pretensione su l trono di Svezia e sul granducato <li F inlandia e cede alla S\'CZia parte della Livon ia. li duca di Curlandia sarà ristabilito nel possesso del suo paese . l.a Svezia restituirà alla Po lo n ia j luoghi occupati nella Prussia. L'imperato re restituirà alla Svezia le città e luoghi occupati nella Po mcra,;ia e nel Mecklc nburgo e al .d uca di H olstcin-Gottorp le località occupare oel suo. Sta(o.

r. • Durante h campa,.;11a napoleo nica del 18u in Estremadura, Olivcuça fo teatro di episodi guerresch i tra le forze francesi e gl ' Ispano-Portoghcsi . Nella sua mnrcìa in,·crnale verso b bassa Guadiana , il maresc. Soult andava spazzando le resistenze opposte dai vari nuclei avversari: saputo che Oliven1:a e ra presidiata da circa 3000 uo m ini al coman.do del marcsc di campo Herk , l'II febbra io incaricò la divisione Gérard di a ttaccare quella piaz7.a senza attcndcrc il parco d ' assedio, rimasto indietro per h cattiva stagione e ,1 pessimo stato delle strade. Le opcrn zìoni d'approccio , iniziate il 12, erano a compimento il 20 fobbraio, quando le ,forze d 'investimento furono raggiunte da un primo sc.1glionc di ~rtiglieria d' assedio. U n~l


Oli

-

623 --

div_ersione tentala dalla cavalleria ,pagnuol.1, che attaccò preSw T.llavcra il corpo d'osservazione Bri,he, non· riuscì :11!0 scopo di distogliere le forze del Gérard dai compito loro affidato. l1 22 s'iniziava il bombardamento con fuoco nutrito, quando il governatore della piazza, essendo ormai privo di munizioni , chiese di par1a1nentare e dovè an:cn dcrsi a discrezione. La piazza fu subito occupata e LL

Ou

torc d 'art. ,, genio presso il Ministero della Guara (188'f 1884), comandante della brigata Marche (1884) raggiungendo nello stesso anno il grado di magg. generale. Poi comandò l 'Accademia militare (1885-1889); la divisione mi!. di Brcsci,t ( '.889;1890) e la d ivis. milit. <li Verona. Pubblicò : « L t riscossa .

Una ~czione d 'artiglieria d:1

Venezia. P cale

a

Rocca d'Anfo » .

o·uarniO'ione fatta prigio n iera. 18 cannoni e nutc riali vari

furono<> preda del vincitore.

11. - Nel seguito delle operazioni di quell 'anno stesso. ]'intervento degli Inglesi venne a mutare le sorti della campagna favorendo la reazione delle truppe na,ional i. Nella zona, affid ata al gcn . Latour-Mauburg, il Soult aveva lasciato poche forzc, onde O livença venne presidiata eia sol i 400 uomini con poche bocche eia iuoco . Il rapido investin1ento che gli. inglesi operarono ncll 'apr ilc, 1n ercè le forze com andate dal gen. Cole, mis<: a dura prova la piccola g uarnigione. 11 comandante francese, che aveva rifiutato d i arrendersi alla p;·ima intin1azio ne, dovè farlo dopo due ore di fuoco della batteria cli breccia e degli obici d 1e battevano il rovescio della &onte attaccata (15 maggio). I 370 uom ini v;-t \id i che rimanevano nell'opera , cinque pcz.i,i da campagna e moire bocche a fuoco scavalcate caddero 11dk nrnni ddl'occupantc e la piazza ritornò al suo utlìc io nella strenua lotta per la d ifesa del suolo iberico.

Olìveri (Enurnudt·). Gcncrak, n. a Toriuo, m . a F rascati (1841-1922). Sot1ot. dei granaticri Hcl 1859, partecipò alla campagna <lei 1860. Nel 1861 passò ncll 'ar ma dei CC. RR. e da colonnello coma ndò la Legione Allievi (18871891). N d 1894 raggiumc il grado di magg. _gcncrnlc e nel 1<)03 quello di ten. generale nella riserva. Olivero (A11to11io Fra11cc·sco). Generale. n. a Vercelli, a Torino (1794-1856). Proveniente c!all 'c.scrcito francese, passò nel 1815 in quello sardo come tenente del genio, 11cl 9ual corpo divenne colonnello nel 1838. In Savoia d iresse la costruz ione dei forti Carlo Felice e Maria Cristin" presso b fortezza di Lcsscillon e poi cooperò a r iforti'ìcare Exilles e Bard . Magg. generale nel 1847 e comandante in 2" ciel corpo ciel genio, partecipò a.Ile campagne dd 1848 e dd 1849 q uale comandante superiore d el genio, e cJopo o ubblicò alcuni ,, Riflessi sul servizio che <leve prestare il genio militare in campagna, dedotti dalle circosta1uc avvenute in q uella del 1848 e nella susseguente ciel 1849 " · l)opo essere stato com andante generale della fortezza cli Alcssaud.ria, resse sino alla morte il comando generale dc.I genio. Rappresentò al parlamento subalpino il collegio di Vcrrcs nella IV legislatura.

Oliv<:ro Enrico Vincenzo

OJivcro Eugenio

0/ivcro Francesco. Generale, n. ad Asti nd 1870. Sottot. d'art. nel 1889, p artecipò alla campagna d'Africa (r89<i). Jniziò la campagna italo-austriaca col grado di maggiore nel rn° art. da fortezza. Da colonnello coma ndò il 160 il 25", il 18° rcgg. d 'assedio (1917-1918); poi il 40 regg'. arr. da. costa (1920-1921) r.: nel 1926 raggiunse il grado, d i generale di brigata in A. R. Q. Guadagnò in gucm, la croce clj cav. dell 'Ordine militare di Savoia. Fu collot:ito a riposo nel r932.

Oliverotto (da Fet//Jo). Capitano di ventura del secolo XV. Seguì le bandiere di Cesare Borgia e combattè· contro i Fiorentini. Poi conquistò Fermo e se ne fece tiranno. Venne ucc iso nel r502 per ordine del Borgia ~tesso.

111.

I I

O/ivero Enna, Vincenzo. Gt:ncrale, n. e m. a Torino (1832-189<i). Sottot. <lei gen io nel 1850, fece parte del corpo di spedizione in Crimea (1855-1856), partc.-cipò alle campagne del 1859 e <lei 186o. Da ten. col. di S. M. e da colonnello fu capo dell'ufficio opcraziooi militari p resso il corpo cli S. M. del Ministro della guerra (1867-1871). Nel 1877 raggiunse il grado di magg. generale comandante la 20• brjgata di fanteria, poi la 16a brigata (1877-1881), la brigata Pisa (1881-1882), la divis. mii. di Chieti (18821884). Promosso ten. generale, comandò la clivis. mii. d i Novara (1884-1887) e quella di Verona (r887-1888). Guadagnò due m ed. d 'argen to nelle guerre per l'lnclipcndcnza.

0/ivero Eugenio. Generale, n. a Bard, rn. a Torino ( 1834-191_7). Servì nell'artiglieria. Partecipò alle campagn~ del 1859 (guadagnandovi una mecl . d 'argento) e del 1866. Da colonnello comandb il 6° regi:. ari'. ( t877); fu dirct-

Olivetti (Adolfo). Generale, n. a Torino nel 1878. Sottoten. <l"art. nel 1898, frequentò poi la scuola cli guerra ,. passò 11cl corpo cli S. M. Partecipò a tutta la gucrrn con tro l'Austria; meritò la medaglia d'argemo dei benemeriti della sanità pubblica in occasione dcli 'epidemia colerica in zornl di guerra (1915-1916), divenne colonnellonel r918 e fu capo di S. M. della 9•· clivis. Dopo la gue1n fu capo di S. M. della cli vis. di Alessandria ; nel 1924 comandò jl 2° artiglieria pesante ,e oel 1926 fu capo -cli S. M. <lei l C . d'A. Generale cli brigata ne! 1930, fu isJ>et.lore- di · mobilitazione della d i~is. d'Imperia e nel 1931 passò al comando d 'art. del C. d 'A. d i Veroua. 0

Olivieri (barone Alessandro). Colonnello, n . a Tivoli, rn._ a Versailles (1767-1847). Arruolatosi nei dragoni della repubblica Cisalpina, partecipò nel 18o6 alla conquista d i Napol i. Nel i809, a Wagram, a l comando del 2Q rcgg. dragoni con ,ma felice carica salvò il corpo del Davout dal l'accerch iamento: Napoleone lo fccc barone. Combattè in R_u ssia , alla ba1t~glia d i Bautzcn rimase ferito e :,rigio-ntcro. Caduto l'impero napoleonico assunse l'amministra-zione dei beni di Luigi Napoleone a Civitanova. Nel 183r, itl It~Jia, comandò una brigata d'insorti militando aglj ord1111 del ge n. Sercognan i. Dopo la capitolazione d' An' cona s 'ùnj:,arcò, fu catturato dalla S<JUadra austriaca e condorto a Venezia . .Liberato nel 1833, si ritirò in Francia. Olivieri di' Vemier conte Prospel'O. Generale; n. e m. a.. Torino (1j87-1859). Volontario al servizio della Francia nel 18o6, sì battè in tutte le campagne napoleoniche sino al" 1814, quando entrò luogoten . nei cacciatori italiani e nel 1815 partecipò :ill:1 campagna in Savoia. Colonnello capo--


OLI

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<li S. M. della divis. di >Jizza nd 1S3ì, ebb" ntl ' ~3'.I il comando del 18° fanteria. 1,~agg. generale nel 1846. passò nelle 'Guardie del Corpo e nel 1850 andò ~ riposo.

Oliuieri d, Vem1er , fogelo . Gencrak, fra tello di Prospero, n. a Torino, m. a Niz.za Marittima (1788-1852). Volontario nel! ·escrci!'o dd n.:gno d'Ital ia nel 1807, vi si d istin~c granden1eotc t passò nel 1814 tenente in l'ieinoatc Reale çavalleria. Partecipò a lla repress ione dei 111oti c<>stituz.ionali del 1821 e dieci anni doµo ragg lu nsc il g tad <J <li colonnello. al rnmanclo <lei detto reggimento. Magg-. g-eneralc nel r834, ebbe il comando della 1• brigata d i cavaller ia. Luo~otcn . gcucralc con1anrlanrc !a d ivis. di cavalleri:i nel Olivjeri .Angelo

1843 divenne governat~re, t comand . la divis. della Sa-

voia nel 1847 e cornand. la divis. di Niaa nd 1849, Fu insignito ,lclb croce d i cav . dd) 'Oulinc 1nilitare di Savoia.

Olivieri di Vernier Deodatu. Generale, fratell<J d i Prospero, n. a Torino, u1. a Pinerolo (1i93-18y,). Sottoc. nei L1ncicri francesi Hel 18n, fece le successive campagne n:1pokoniche cd e ntrò come tc11. di cavai k ria nel!' esercito piemontese nel 18 q. Colonnello nel 1834, com,rndò il regg-. Savoi3. cavalleria. ~fagg . generale com8.nd. t-, 1a. brigata di cavalleria nel 184.1, partecipò alla campagna del 1848 quale comandante di una brigata d i cavalleria. Dopo b guerra fu nominato luogoten . generale e coHocato a rjpo~o .

Ou.

luog?tcJJ. 11cl 18f:$ é c.ip,ùa,)<_>. nd 1860. Dopo aver rai;giunto il grado di ~,t>lonne.l lo: , lasciò i l servizio nel _1~.87. La massima ricompensa al valore fu da lui guadagnata nella campagna del 1866 con la seguente ~1otivazione: ; Per l'ammirevole slancio, sang11c freddo cd intelligenza. co;, cui 1 Bezzecca seppe arrestare la marcia del flcmico éd eseguire con v1v1ss1ff10 fuoco la ritirata, consu,naudo tutta la miuagl ia, dopo aver perduto un terzo dei serventi ;, dei cavalli dei pezzi ,, (.Bezzecca, 2 r luglio 1866).

Olivieri di Sangiacomo Arturo. Scrit10re mil:tarc. n. a Torino, rn. a ·Roma (1862-1903). Sottor.. di fanteria nel 1882, raggiumc Ù grado d i capitano nel 1897. Novellista e rmn.mzierc, i suoi lavori hanno quasi semp;·e uoo ·sfondo d'ambiente militare. Fra essi: u li 101° cli fanteria>,; 4f l i colonneiìo J> ; l( Le mifitaressc n; (( r richiamati e< Racconti di caserrn:1 >), Olivieri Gi11stpi"' · Generale, ,,. nel 1865. Sottot. d'art. 11el 1889, partecipò alla guerrn coo tro l' Austria d ivenendo colonnello nel ·1917. Comandante del 200 raggrupp:imemo d 'assedio, poco dopo Ja guerra andò jn P. A. S. Nel 1931 fu promosso generale di brigata nella riserv;,.

Oliuicri Gùw. Generak, n. a Fireozc, m. a Padova ( 1872-1932). Sotto r. <1i fanteria nel 1893, partecipò alle campagne libiche dal ,9u al 191-1, me ritando .a Sidi Garbàa ( 1913) la medaglia di bronzo. Nella gunra contro l'Austria, guadagnt, a Oslavia. dove rimase icriLo e mutilato, nna mcd. d'argento. Colonnello nel 1918. dopo la guerra comandò il 13° fanteria sino al 1926, anno in cui passò all'ufficio cure ed onoranze alle salme dei caduti in guerra . fo P. A . ne l 1930, iu nel 1932 promosso generale di brigat~.

Olivieri Auge/o. Medaglia d'oro, n. a Genova, m. ·" La Spezia (1878- 1918). Ufficiale detla R. Marina, poco dopo la nomina a guardiam:irina partì per la Cina (1900) e nella lotta contro i « boxers » , per molteplici ;mi di valore, guadagnò la medaglia d'oro. Ragg-iunto i l grado di capitaoo di corvetta, tnorì di 1nalattia. La sua valorosa condotta è così ricordala nel l:r motivazione <kl-h rr1cck1gl i:1 d'oro: (( Per avvcdutcl,.Za . cora:~~io e ~anguc fred<lo di1no-

.Olivieri Si!~ino. , :Colon11d lu, 11. a Chir1 i, 111 . a Buenos Aires·. (18,29-,;85G). Dop11 aver pa rtecipato alla r ivol'uzio nc napolctà11a dç.J. ,,1848 e ::illa g-uerra di quell'anno nell 'ltal.ia seltcn~ri~!ple, cnJ ig,rù a Lonò ra e d ivcn 11c seguace di 1-fazzi·nr. Ne l 1851, andò , 1 Mou tcvi<leo e partecipò alla lotta contr9 Jrquiza, ,Tornat<> ,a Rop1a , cospi1'Ò a.gli ordini de! Ma~zini. -t..: , {u impdgionato per un anno, poi si recò a ,Buenos 1hie~ (f853)."c ,da q\Ìel governo iu messo a capo <ii llQa legione italiana ~gricolo-militare, recà,,dosi' con essa prc~so Bahi:t Bianca,. per fon-darvi I:, « Nuova Roma "; comandò., la legione si no ;r 9uahclo .. ven11c vil mente as~as$i!l~H o . .

Olit:ie:ti' Gi11.1cpp.e ..V,·11aùzio . Medagli,1 d'oro; •'i1. a Rossigl,io,1:1e, m:. a Monca!ierj {1834-1&91,). tJffic'iale' élell'cseri:ito .prçlo, .i:ra stato nominmo sottn~!' d'- ,m iizli'crià nel 1855,

straro durame la difesa delle missioni cristi:.1 1K· al ·Pe--tang (Pechino). Alla testa dei suoi marinai costrinse <l -sloggiare due cannoni nemici che tiravano contro le i1nprovvi~ satc d ifese, salvando !a· parre 110rd d el Pe-tang (24 giu gno. r900). Riniuse ino!trc Olivieri Angelo sepolto, per ci rca 40 m iµuti, Solto re maceri~ prodotte dallo scoppio di una mina, che cagionò b morte di

cinqu 2 inarlnai italiahi e, di pili dj cen ro cristiani cinesi 1

ricoverati nella Missione » (12 agosto 1900).

Ollearo (Ulderico). Medaglia <l 'orq, n. a San Salvatore Monferra to,- caduto sul Carso (1890-1915). Sottot. di complemento nel l'arma cli fanteria, aveva rneritato nella cam pagna di r:ibi:1 la pr;'.>11107.ione in serv,izio .attivo per merito di guerr:i. La g uerr~... italo-a~stri~ca lo UO\'Ò c~P;itaiw nel 155° rcg~. fanteria. · ed in uha "delle prime battaglie


OLL

0LM

de ll ' [sonzo perdé I;, g iovane vi.ta, seguendo così ne! sacrificio per la Pat,·ia il fratello Carlo, anch'egli capitano, caduto qualche mese prima a Plava. L a valorosa condotta del cap . O . gli valse la con cessione~ << alla n1e moria )) , del la medaglia cl"oro, con questa motivazione: « Inca ricato della conquista d i

una

posiz.ionc

m'ol to d ifficile.

contro cui già s: erano spuntati i vari atl'acchi dei giorni precedenti , comprese che occorreva un atto ardito che avesse trascinato i suoi soldati e, co scientemente . lo compì. :lFfron -

tando la morte certa. Slanciatosi alla testa del suo reparto, primo, attraverso il retico lato, sotw

Ollt•aro Ulderico

il v ivo fuoco di una mi(ragliacricc avversaria che ne .irnboccava il passaggio, conq uistò la trincea al prezzo della propria vita n (Monte San Michele, 21 ottobre 1915).

Ollech (Carlo Rodolfo di). Generale prussiano e scrittore militare (18t1- , 884). Comandante di una brigata d i fanteria, partecipò alla campagna de l 1866 ove rim ase ferito. Geocralc di fonteria e d irettore dcli 'accademia d i g uerra nel 1870, ebbe nel , 877 la d irezione degli invalidi. Fra le numerose sue opere sono: « Svi lu ppo storico degli esercizi ùi tattica <lclla fanteria » ; i< La f anteria leggera tlcl l'cscrcito francese>); << La campagna dell 'armata c..l cl

con 800 soldàti e con i cittadini, ma il 15 g iugno dovette capitolare. Nei 1644_ gli Imperiali tenta rono invano di riconquistare la fortezza. .f,,1 tempo della pr ima gue rra d i Slesia (1 740-1742) il fddmarcsc. prussiano conte Schwi:rin, nella sua avanzata in Moravia, il 25 d icembre 1741 g iun se a O . la cui g uarnigione austriaca, comandata dal baro ne T erZ)', non potè resistere a ll'attacco prussiano e il 27 capitolò. Nel lugl io del r866, dopo la battag lia d i Sadowa. la maggior parte dell'esercito aust riaco si rit irò su O. La II armata prussiana ve )o inseguì cd i! 18 luglio i l I C. d'A . assed iò la fortezza; ma Bcnedcck aveva giiì ordinala lo ritirata su· Vienna fin dal!' 11 luglio, e l'asse<l io non ebbe più seguito.

I. Assedio di Olmùtz (1758). Appartiene alla guerra dei Sette Ann i. l i 5 maggio 1758, Fcde(ico 11 d i Prussia comparve ~lavanti a O. con un esercito di 65 bg l. e 118 sqd r . (55.000 u .). L'investimento era difficile pcrchè il re du-

vev.a coprire sia l'assedio da ovest, di dove si asp(:ttavl ! ·anrnzata di Daun. come pure i\ collegamento verso nord. Il re era costretto a tener ripartito il suo C!:ie rcito in una

estensione di 30 Km . su q uattro accampamenti, cd il corpo d'assedio, comandato <lai feldmarcsc. Kcith , poteva d isporre so!tanto della forza di 16 bgl. e 12 sqdr . La riva sr. dell a l\ll'arch era sbarrata solo imperfettamente, tanto che Daun potè rnan1enc,c il contatto con la fortezza ed introdurvi, il

1:2

g iugno, ancora

1200

u . li comandantc 1

austriaci ed imprigionato a Ve nezia .

Rilasciato dopo qualche anno, andò

parallela. Contro c.1ucste opere , la guarnigione, il 4 giug no,

della campagna del 1815 n.

Ollini (Giova1111i Paolo). Generale. n. a Brescia , m. a Parig i nel 1835. Nel l 'esercito napoleonico raggiunse il grado di co lonnello, n1e ritandosi onorificenze. Alla restaurazione,

,;ompromesso quale cospiratore cont ro l'Austria , fu im prigionalo. Liberato, dopo i moti del 1821 em ig rò nella Spagna ove nel 1823 combatti: contro i Carlisti distinguendosi, a capo d i uoa legione, in Catalogna . Nel 1831, ebbe in Bo!ogna i l comando d i 2000 volontari e lottò per la causa liberale venendo poi catturato dagli

in

i

Durante la guerra dei Trenta

Anni, il gen . svedese Torstensso n si diresse il 4 g iugno contro O. li comand an te Miniati v i si d ifese strenuamente

maresc. Biberstein, disponendo d i olLrc 7500 u. e d i 30n cavalli , aveva messo bene a difesa la fone~-z.a , lin1itando ari ovest b zona cl 'attacco mediante l'inondazione del terreno an1istante . Il d irettore tecnico dell 'atcacco, colonne! lo v . .Balby, .si era iasciato indurre a una o rdinanza viziosa dal la posizione soprastante del Tafelherg, collocando le artiglierie e la prima parallela a troppa d istanza ; inoltn: non tenne conto che l'attacco era pennaricntc1ucntc prc::,u di fianco dalla corrente dell'acqua. li giorno 20 fornno fatte avanzare le artiglierie d'assedio (rs pezzi da 24, 66 pezzi da 12, 19 o bici e r(i mortai) e Keit h aprì la prima parallela nella n otte su l 28 maggio cominciando i l 31 il fuoco, ma per la eccessiva distanza fece poco danno. ~ella notte del J O giugno, la parallela fu allungata a d r. nella pianura. A l tempo stesso si procedette alla seconda

Nord nell'anno 1813 » ; « Vi ta del genera le Reyher n; ({ Federico i l grande e le scuole dei cac.Ictti >); e< Storia

I

sconfin a nelle vicinan.'.e.

Franc ia

ove 111orì poverissiwo.

O 11 i veri (Luigi). Generale, 11. a Torino, m. a Milano ( r848-1919). Sottot. d'art, nel r867, partecipò alla campag na del 1870. Da tcn. col. e da colonnello comandò i! regg. artiglieri~, a rava lln (r898 Olliveri L uigi 1899). N el r 905 raggiunse il grado di ·magg. gclleralc , con1a;1 dan tc di ::1 rtigllcria da carnpagn:i in Dologna . Nel r9r3 venne pron1osso t<:rn;n tc gt:nr..:rn k: in posizione ausil iari a.

Olmo. V. Madonna dell'Olmo, Mo11tolmo

~

Vìa11w .

Olmutz. Cinà <lel la Cecoslovacchia, nella ',,fornvia, ant . cam po trincerato, sul la r iva occidentale del la Ma rch, nodo ferroviario e stradale importante per le linee <li o pernzionc provenienti dalla Boemia e cla lti S lesia. La fortezza fu scbssificata nel 1886. N e l 12. p i Mongoli l 'assed iarono inutiln ,ente e Jaroslav d i Sternberg in Aissc loro una tornle

fece una sortita. che fu respinta dai Prussian i i quali rizzarono le batte rie nella nuova parallela. li 9 giug no CO· m inciò la costruz ione della terza parallela a 90 m . ava nti alla palizzata, ostacolata ininterrottamente dal fuoco e dal!e sortite elci d ife nsori, di mo do che non fu pronta che al 24 giugno. 11 comandahte .a\·n·a fatto costruire tre frecce ::-ulla ~pi.a 11~Ha ) avanti aH)angolo sal i..;ncc) per ~>~U<..:re ! b von di trincea in corso . Il 28 giugno, \ 'assc.:dlan tc, noncurante di tutte le difficoltà, avanzò ancora . I ìù pezzi che

ora facevano fuoco con1inciavanu ad a, en.: eflicacia; furono demol iti 53 pezzi <lei difensori e le o pere attaccate suhirono _g-rav i;sim i <lanni. Il successo finale dipendeva dal fotto che g iungeo;se dalb S lesia un g rosso convoglio di

mun izioni, pc.r potere eseguire t1 n più intcn::.o bun1bar-<.lamcnto . dopu i l g •.1alc si vokv:1 procedere all'assa lto . Nel frattempo, però, ver:=:o ]a metà. di giugno, D aun si e.ra avvici nato ad O . ed aveva irn· iato t rupp e per impadroni,·, i del com·oglio prussiano, ciò che g li r iuscì p resso Oomstadtl, i! 30 g iug no. La nott~ seguente Daun passò ·il Nfarch <.:: costrinse

i Prussiani a sgom brare la riva ~r. del fiume.

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0LM

-- G.?C

Al lora il re si vide cost retto a levare l'assedio, ed il 2 lug lio si ritirò, conducendo seco l 'artig lìerìa cl'as~edio, verso la Boem ia, pcrch~ la via r.er la Slesia gli era stata tagl iata.

lI. Convenzione di 0/miitz (29 novembre r 850). Segue alla prima gteerra dei Ducati. Le conferenze tra i plenipotenziari austriaci, prussiani e russi portarono alb firma cli una convenzione in b;ise alla quale i l governo prussiano acconsentiva alle •richieste dcli 'Austria relativamente alla cessione dcll'Holstcin alla Danimarca, cd all a rinunz ia al la trasformazione della Confederazione germanica, voluta dalla Prussia, nel senso della po litica unitaria ge rn1an Ica .

Olney. Isoletta dell'Inghilterra su lla Severn. Nel 1016, dopo la battaglia di Ashdon (V.) i re Edmondo d' Ing hilterra e Canuto d i Danimarca vi si d iedero con vegno per venire ad un accordo e vi firmarono un trattato (che dal1'isoletta prese il nome) col qua le il reg no r imaneva d iviso fra i due competito ri. Olonese (Gian David Nau, detto l'). Il più celebre filibustiere del scc. XVll , detto anche ,, F lagello degli Spagnuoli )). Dopo nume rose avventure cd infinite battaglie naval i, riunita la più grande flotta filibustiera dell'epoca, assaltò e saccheggiò Gibraltar e Ma,racaibo, città del . Venezuela. Nominato ammiraglio dei filibustieri con,1uistò Puerto Cabd lo e San Pedro. Naufragato sui bassifondi del1' isola d i Las Perlas e battuto in terrafer ma dagli Spa • gnuo li , conquistò una nave a ll'abbordaggio con pochi compagni, ma, ormai abbandonato dalla fortuna, naufragò sulle coste del Darien e venne preso, ucciso e 1nangiato dai Cara ibi nel 1667. Olot. Città della Spagna, nella Catalogna, in p rov . d i Gerona, ai piedi dei Pirenei, sulla Fluvia. Combattimento di 0/ot (1809). Appartiene alla guerra dei Francesi nella Spagna. L 'esercito caca l,u10, comandato dal marchese di Portago, non essendo r iuscito a libera re

!a guarnigione di Gerona, fatta prigioniera dagli ltatiani, si mise i,1 campo sui monti d i O. e d i R ipoll. li maresc. Augereau, non volendo il nemico così vicino ai confini di F rancia, d iede ordine alla d i.vis. Souham e ad una brigata d i Italiani d i cacciarlo da q uelle posizioni . Dopo soggiogata Bcsalu, la brigata italiana, attraversando as!JrC giogaie, era sboccata sotto il n1o ntc di Grau . Riconosciuta l 'impossibilità d i scalarlo, perchè occupato da molte m igliaia d i Catalani, gli Italiani presero altra via e marciarono alla volta di O. Allora gli Spagnuoli, scesi d alle loro posizioni alpestri, assal irono la retroguard ia della br igata, comandata dal cremasco Co tti, il q uale, con soli ottocento fanti leggeri, oppose fierissima resistenza al nemico, molte volte superiore di forze, e d iede modo alla brjgata di raggiungere O. e di impa<lronirsene.

Olpe. A nt. castello dcll 'Epiro, presso la costa orientale del golfo Ambracio . Sulla fine del 426 a . C. vi si svolse una battaglia che appartiene al primo periodo ridia g uerra del Peloponneso e fu combattuta e vinta dagli Acarnani, dai Messeni e da un piccolo corpo ateniese sotto la condotta del comandante ateniese De 1nosteue, contro I ·esercito peloponnesiaco agii o rd ini del b spartano Euri loco, il quale fu obbl igato a ritirarsi . Oi'tenitza. Città della Romania allo sbocco dell 'Argcsul nd Danubio.

I. Combattimento di 0/tenitz a (1853). Ap partiene alla g uerra cli Crimea . Il comandan te russo principe Gorciacov,

aveva distribuito le sue t ruppe lungo il Danubio ; lo stesso aveva fatto sulla sponda meridionale il comandante turco Omer Pascià, che con circa 3000 u. aveva fatto occupare O. li 4 novetnbrc essi furono attaccati da 7000 Russi comandati dal gen . Pavìov, ma li respinsero costringendoli a ritirarsi a Budesti . Con tento d i questo successo, il 1 2 novembre Omer Pascià ricondusse i suoi 3000 soldati sulla sponda merid iona le. Questo com battimento, per sè stesso d i nessuna importanza, presso l'opinio ne p u bblica europea , ostile ai Russi, fu magnificato come un grande successo delle armi turche. lI. Combattimento di Oltenitza (1 854). Appartiene al la g uerra d i C rimea. Dopo tolto l'assedio da Silistria , l'esercito russo, radunatosi d ietro l 'Argesul e t ra O. e Calarasi sul Danubio, spinse una forte avanguardia a Fratesti a nord di Giurgevn. Nei g iorni tra il 5 cd il 9 luglio 1854, i Turchi si rafforzarono sull'isola d anubiana d i fronte ad O. molestando da questo punto le posizioni russe. Qua ndo, a lla- fine di luglio, i Russi decisero di sgomberare definitivamente il principato danubiano ed abbandonarono O., nella notte dal 2i al 28, ed i T urchi l 'occuparono nuovamente . Una scaram uccia d i retroguar die avvenuta il 29 lug lio H:nne innalzata anche questa volta al grado di vitrurioso combatti mento.

O I tre Giuba. S i è indicato con questo nome il territorio ccdmo dall 'Ing hilterra all .Italia in base al protocollo d i Londra del 15 luglio 1924, quale magro compenso agli accrescimenti colonia li realizzati dagli Alleati di guerra. Tale territorio, anualmente fuso nella Somalia lta/;ana ('/ .) rappresentava all 'incirca i tre quarti dell 'ex provincia del Jubaland della colonia britannica del Kcnia, e m isura 9 1.000 Kmq. d i superficie. Al momento della cessione (29 giugno 1925) e per un anno da q uella data, il terri torio del l' O. C. fu istitui to in Commissariato generale autonomo. L 'Alto commissario designato, Corrado Zoli , vi aveva preparato ed organizzato, oltre alla futura amminist razione, anche le forze m ilitari destinate a li 'occupaz ione del n uovo ter r itor io. l ntornà ad un nucleo di circa. 350 ascari e g raduati, in grande magg ioranza arabi, congcJati dal R . Corpo Truppe Coloniali della Somalia, furono riuniti 5 00 altri Arabi reclutati. nello Yemen, poco pii, d i 200 Amhara e all'incirca 900 Somali reclutati localmente. Questa n1assa, a1na lg amaca, o rgan izzata, o rdinata ed istru ita, finì per cost itu ire 16 centurie di fanteria, ripartite in 6 cp. con 15 scz . m itragliat rici, una sez. d 'art. da 70 da montagna cammeUata; una cp. cannonieri su 4 scz. d::t. 70 d:'.l iJosizione. Il piccolo corpo cl 'occupazione comprendeva inoltre una d irezione d'artiglieria, una sez. radiotelegrafica con 4 stazioni campali, un dr appello au to mobilistico. Queste t ruppe e servizi, salvo l'a liquota destinata a Chisimaio ed alla zona meridionale del nuovo territorio, furono attestati al G iub,1 · durante il mese d i g iugno 1 925, non ap pena fu fissata la data della cessione·, superando le difficoltà opposte alle lunghe marcie ed ai trasporti pesant i dalla stagio ne delle g randi pioggie. Le form azioni destinate al capo luogo ed alla zona meridionale, furono trasferi te per mare da Mogadisc io a Chisimaio. Contemporaneamen te le t ruppe e i serv izi effettuavano il traghetto del Giuba in tre punti : trn Lugh e Uàrrab, tra Bardera e Serenli e tra Giumbo • e Gòbuin . I movimenti si effettuarono per modo che la mattina del 29 giugno le nostre truppe issavano il t ricolore in tutte le località ove preesistevano prc ~idl od organizzazioni britanniche, e cioè: a Garba Hiire, a Scrcnli, ad Alcxandra, a Gòbuin , a Chisimaio. Nella pr ima settimana d i luglio, tutte le altre località più im-


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partantl rlel nuovo territorio erano occupate e vi era is~ sala la band iera italiana; così ad A fmadi1 e così nei più lo ntani posti confinari d i Eil Uàc e di Unsi, sul D à ua. Nei pressi di quest'ultima località, la notte p recedente alla nostra occupazi(!ne, un grosso nucleo di genti di oltre wnfinc aveva razziato n u merosi cammelli a tribù del! 'Q]. tre Giuba. Appena giunto sul luogo il nostro p residio, informato della razzia, inseguiva i predoni raggiungendoli I~ mattin a successiva , ba ttendoli in un b rel'e ed accan ito

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di coscr icti , fo rte di circa 7000 u . con 16 cannoni, con~ dotta cb navi scortate da cinque cannoniere agli onlini. dell ·ammir. Dah lg recn , sbarcò il 6 febbraio presso Jaksonville dopo d i avere risa lito il fiume Saint John, e av:lnzò verso l 'rnterno della Flor ida, dopo di aver lasciato a g uardia del campo o ltre un m ig liaio d i uomini . Ad 1ncontrarb, mosse il gen . confederato J0 inegan con quante truppe poti: raccogliere all'annuncio dello sbarco : 5400 u. e 12 cannoni. Lo scontro avvenne in aperta pianura alle ore i:5 e si ri so lse in un ureo frontale. Le truppe confederate, più 50. lide, e bbero presto ragione degli invasori, i quali incominciarono a indiet reggia re dopo d i avere sofferto per ,1fuorn ne1111co, e si diedero alla fuga insegu iti 11110 a notte .. I Federa li lasci arono un terzo dei loro su l campo, fra mord,. tenti e p rig ionieri, e r ipararono sotto la protezione deile cannonie re.: i Confederat i ebbero una perdira di 940 u. fra rnurti e fcritl .

Omaha. T ipo di incrociatori della m:irin,i d a guerra, degl i Stat i Uniti, com prendente dieci unità , imposrate nel 1920 . D isloca.mento in assetto normale d i carico 9000 ton~ ncllate; velocità 35 nodi ; armame nto p rincipale 8 c:rnnoni d a 6 po!l ici. Oman (o Mascatc). Sultan ato dell'oriente dell'Arabia . Mo narchia assoluta, ereditaria nella d iscendenza d i Ahmed ben Salced (1741). sotto la protezione britannico-india na col trattalo ciel · 20 marw 1891. Il sultanato è diviso in 9 p rovincie quasi iutcramcme indipendenti, sotto il controllo d i governato ri. Superficie 150 .900 Kmq,.; popolazione 500 .000 abitanti. _Capitai<.: ~tascate, città 1nari ttima. Oma,1 Carlo G11giielmo Clwd wick - Storico militare inglese, n. nel 1860. Professore a Il 'Università di Oxford nel 1900, p ubblicò una « Stor ia de Il 'arte della guerra dal I V al XIV secolo »; e una « Storia della g uerra di Spagna dal 1807 al 1809 ».

KENIA

Omar. Califfo tu rco, che regnò dal 634 al 644. Con·q uistò la Siria, la Persia c l'Egitto: durame questa impresa fu d istrutta dall'i ncendio la biblioteca d i Alessand ria . l'u ucciso a pug n alate da un Cristiano. Omar (b,,11 Hafsun o ben Giafar). Avventurie,:_o arabo ,

n. ne lla Spagna nel IX sccc.\lo . Riuscì a conquistare la

Jl territorio deiPOhJ'e Giuba

scontro e r icuperando integralmeore il bottino. Mentre si procedeva alle varie occupazioni, una colonna mobile di nostre truppe, costitu ita della cp. a m hara e della se?.ione d 'anig lieria camellara, percorreva tutto i l territorio nel senso del la sua maggior lunghezza, per dare dovun que la sensazione della presenza efficace delle nostre forze . La col01rna mobile aveva effettuato, da Mogadiscio a Chisimaio, una marcia d i oltre r200 chilometri, nel più perfetto or•

·dine, senza akun incidente e senza che si avesse a Jarnen • ta re la perdita· nè d i un uomo nè di un q uadrupede. Per tutto l'an no dell'occupazione comandò le trup pe, che presero il uome d i « R. Corpo d i Truppe Colo niali dell'Olt re Giuba », il m,ggiore Italo Carnevali.

Oltremarini. V . S chiavoni. )

l I I '

Olustee. Villaggio della Flo rida , p resso Lake. Combatti111e11to di 0/ustee (1864). Appartiene alla g uerra Jj Secessione. Una d ivis. federale, agli o rd ini del gen . Sey111our, costituita in grande parte di ,n i!izie d i colore e

c,tti1 di T oledo e morì nel 919 d. C ., dopo aver fondato un regno nel le Alpujarras, che per setta111a anni dopo la sua morte resistè agli attacc h i dei cali ffi d i Corcloba. Omar (1lbu Haf, e/ Galede,,). Avvenruriero ;irabo che si ribellò nella Spagna al califfo di Cordoba e, battuto, d ivenne pirata devastando il Mediterraneo e impadronen dosi d i C" ndia nell'82_~ d . C. costrue ndovi una fortezza detta Khandak (trinceramento) che de tte poi il nome d i ,, Candia » all'isola. Morì principe sovrano d i q11est;i isola nel1'a nno 855 d. C .

Omaruru. Località d el l'Africa sud-occidentale , nel paese degli Hercro, sul fiume omon imo . Comb11tti111cu to di Omarttru (r904). Appartiene alla guerra dei Tedesch i contro gl i Ottentotti e gli H erero. Dopo il combattLrncnto d i Okahandja il cap. F ranke marciò verso O. spcra1ido d i bastare da solo a liberare quel presid io dall 'assec!io dei ribelli, e il 4 febb raio vi g iunse, accolto da vivo fuoco di fuc ileria. Il Fran ke fece portare i due pezzi d'a rtigl ieria di cui d ispo neva sopra un 'alcura e impegnò subito u 11 vivace combattimento. li felice intervento del p resid io di O. ch e p rese alle spalle gli H ere ro li costrinse alla foga, con la perdita cli 600 u. I Tedeschi perdettero 12 morti fra i q11ali 5 ufficiali, e 12 feri ti .


ÙMA

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Ornati (come fliuorio). Generale, n . a Piacenza nel 1860. Sotto: . d i fanteria nel 1882, da tenente fece passaggio nell 'arma de i CC. RR. ( 1885). Partecipò s lla campag na i talo ~aus triacrl

e

da

colonnello ( r9 16) venne pç,Sto a d i.s posizionc del M inistero della Marina , µassando i n P. A . nel 1920. Fu promosso gener:=ilc tl i brigata od 192 r e nel 1928 generale di d iv i.,;. nel la riscrYa.

strada, può proiettare sul bianco nastro stradale una teoria d i O. che la fa scoprire . Talchè l 'attenz ione di chi \'UDI occul tare alla vista degli aerei obbiettivi di qualche interesse, deve essere ri1·olta non soltanto al mascheramento d iretto, ma anche a quello delle ombre. L a qua l cosa ~ o ttenibile med iante accorgimenti che mod ifichino il profi lo dell'obbiettivo da occultare.

Om Delirikat. V ilfaggio del Sudan Egiziar,o a sud-est cl i Dschcd id .

Co111hu!timenlo di Om Debril(at (1899). AppÌ,rtiene a lla guerra contro i Ma.dhistj . N el corso delle opernz10ni cont ro il cal iffo, gli Inglesi. comandati da W ingate, il 21 nove mbre 1899 si d iressero contro il Madhi con una colo nna volante rii c irca 3700 u . D opo un con1battirnento presso AblL Aadd , nel quale le truppe mahdiste ebbero 400

Omatupa. Loca lità dd 1' Africa sud-occidcnt'.lie nel paese degli Hen:ru, ad o ricn .. te di W atcrberg. li 15 agosto 1904, all'epoca <k ila rivolta degl i I lcrero e degli Otten-

rnurt i, Ja colonna raggiunse, il 23 D scl1cdid , e verso k

to tti, v i avvenne un com ..

battimen to ira i ribel li e k Ornati Vittorio truppe tedesche . l i reparto, comandato d a v . Estorf, a,s,1liw d i sorpresa .su tre lati dai r ibel li nascost i nella fitta boscaglia, d opo due ore r iuscì a mette rli in fuga con

5 del mattino del 24 respinse presso O. D . un furioso attacco dei Dervisci che fuggirono verso il loro accampa111c1Ho, lasciando sul terreno circa 600 morti, tra i quaE ~i lrova\·a il califfo stesso; 3000 prigionierì , nitre a 6000 donne e h3mbiui, caddcrn in mano agli Iuglc~i, che ebbcr6 so itanto 4 n:1orti e 29 feriti. Quesra ~·iuoria segnì'l la fine de lla signoria dei Dervisci nel Sudan .

gravi perdile-:

Ombra. Nei collcgamen\i ottici d iu rni conviene tenerne il debito come . Proiettata d a alberi, rilievi del terreno, caseggiati, o da altro~ se colpisce in pieno una stazione

di bandie.re <la t:cgna lazionc può <lin1inuirne h1 portata sino a re nderla nul la. Quando invece. il suo cono cade a lle spalle della stazio ne, costituendone uno sfondo scu ro e riposante per l'occhio dell'~sse rvaron.:, agevola il st::rviz io

delle segnalazio ni. Un vero e proprio stud ir> è stato fatto sulle O . in re lazione all'osserval".iouc aerea . 1\ noto che l'aereo r iconosce le cose esistenti sul terreno non solo dalla loro sagoma, ma anche dall'ombra che esse p roieltano. Ad esempio un autocarro mascherato mediante infrascata sul tetto può essere ind ividuato e r iconoscn1tn per il profilo, pil, o meno deformato, d isegnato dall ' 0 . su 1 terreno. Così pur<; un~ colonna <l ·uom ini, mascherata ai lati cPuna

Omdurman. Ci ttà del Sudan Egiziano, snlla sr. del Nilb, a lla conA11cnza del Nilo Azzurro col N ilo Bianco. Ne l 182 , , quando vi sb rcò la spedizione inviata da Me hemct Alì per la conquìsta del ·sudan, era ancora un pic colo villaggio . Pila ta rJi Gordon vj formò un campo per la sorvegliani\.I del fiume . . Dopo la presa e la cl istruzione d i Karth um , nel 1884. d,venne la capi tale del Maclhi. In seguito alla battaglia del setrembrc 1898, O. ck rnddc rap iciamente . Battaglia di Ondurman ( 1898). Ap partiene alla cam pagna anglo-egi:,,iana contro i Madhisti . Il gen . Kitch'cncr , avvertito d ai suoi esplorato ri della vicinanza dcll 'esercito madh ista, fece formar~ presso O. la :,,eriba in forma di ferro di cavallo, appoggiata .al Ni lo e fiancheggiata a monte e a valle dalle canno niere sul fiume . Jn prima linea d ispose 5 brigate di fanter ia, di cu i 2 costilllènti la d!vis .

I Cnrica de i lancieri inglesi ~ Omdurm::m (r898)'


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inglese e 3 'ìuella egiziana, al com ando ris pettivamente dei' generali Gatacrc e H unte r. Ciascun bg l. inglese 3veva 6 cp . in li nea e 2 d i. rise'rva; i bgl. egiziani, 4 cp. in linc~ e 2 di riserva. Una quarta brigata egiziana, comand ata d al tcn . w lonnello CoJlinson , · costitui"a la riserva genera le . L'artiglieria, oltre 35 pezzi, si trovava ripartita su tu tto il per imetro del ferro d i, cava llo . La ca valleria ing lese (500 sciabole) e ra stata situata sulla sr. ; q uella egiziana (9 sqdr.), i l corpo montato su cammell i (2500 u. circa ) e l'artiglieria a cav~llo furono disposti in aventi.

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settembre, alle 7 del mattino, il gcn. Kirchener, in

questa formazio ne puran..cnte d ifensiva, ricevette l'urto <lei. l'esercito del ca liffo, che eg li aspe ttava. Il combattimento durava fu rioso d a circa d u e ore , quando K itche ne r, dopo

di avere grave111cntc scosso g li assalitori, prendeva l'offen. siva . A 111ezzogiorno la battag.lia e ra finita con g rave <l!• sfatta dei Mahdisti; d opo q ualche a ltro la c ittà d i O . veniva occup ata .

piccolo scontro

O' Meara (Edoardo). Mediw -c hirurgo militare inglese (1786-1836). Era c hirurgo maggiore del « Belle rofonte » quando vi si imbarcb Napoleone I, e con h,i rimase sino a! 1818. Scrisse: « Napo leone in es ilio »; « Documenti s u lla malattia e morte di N apoleone >i; ccc .

Omer ( Vrion,'). Genera le a lbanese e p ascià d i Del vino (1789-1836) . Fu dapprima segu ace d i Alì P ascià di G ia nina, poi priss(.) ndl 'esercito turco e combattè, ncila gue na d 'indi pen denza de lla Grecia, a Missolu ng i, m a con poca fo rtuna; nel 1813 invase la Morca n1a vi suhì una grave sconfitta . Deposto in seguito a c iò, si 1·ivollò contro la Porta e fece ribellare j G reci epiroti, m cttcnc!osi alla loro testa e riuscendo a conseguire una certa :ndipendenza . Nel 1828 e 1829 comandò le t ruppe ausiliarie albanesi e nel 1830 si fece partigiano d ella r ibell ione del pascii d i Scurnri; il gran visir Mehemecl Rcschid lo a ttirò con lusi nghe nel campo turco insieme a J altr i condottie ri albanesi , p oi, d opo lunga p rigio nia, lo free uccidere . Omer p11sci.ì Michele. Generale turco (1806- ,871). DoDO aver insegnato C.'.llligrafìa in una scuola m ilitare di Costan .. tinopol i (1834), ebbe il g rado di cap itano. Co lonnello nel 183~ e generale d opo la cam -

pagna in Sir ia, partecipò nel

Omer p:.,scià

1843 a lla paci ficazione dell'Alban ia. Dal 1848 a l , ~50 corna ndù un ' a r mat;.1 nella regio ne dan~bia na e represse odia llosnia due rivol te. Nel 1853, 856 pa rtecipò a lla g uerra contro la Russia e nel 1861 comandò un corpo d'occupazione in Erzegov ina. Nel 1867, ,lopo aver

represso

un 'insurrez.ione

c relese, e bbe la nomina a genera le in capo dell'esercito Lu reo.

Omero. li p1u illustre e d a ntico dei poet i greci. Secon do E liano, (u il primo che e bbe cog1ùz.io ne degl i o rd ini 1n ilitari ; percib Po lieno cominciò da O . i s uoi stra .. ta.gernm1, e Stratoclc, Ermia e Front ino csposcr<1 nei loro scritti le d o ttrine d e l Poeta in torno a lla tattica . Lç o pere Ji O., e specialmente l' « Iliade», c he Akssa nclro soleva chiamare i~ v iaricurn rcl m ilitaris >, e teneva w rnp re p resso d i sè, furon o · tenute nell a massi ma considerazione dai g rand i capitani dell 'a ntichità, e Alcibiade, Pompeo e Ce-

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sare ne erano assid ui lettori . A Sparta e a R·o ma, O. era il primo maestro che si da\'a a coloro c he erano educa ti a rcg:,çcrc cd a difendere la patria, come ottimo ma.estro J i disciplina m ilitare. L'arte della guerra è espost a perfettamente nell '« lJiade )> , Fra gli. scrittori hanno messo in luce le m assim e d i O . in fatto d i arte m ilitare il marchese Giuseppe Pa lmie ri, il francese Paolo d i Maizeroy, Tedesc h i Guglielmo Rustow e d Erm a nno Kiich ly.

Omicidio (iu t. 254, 255, 256, 257, 258, 267 C. P. E.; an . 278. 279, 280, 28, , 282, 291 C. P. M. M .). L ·omicidio è considerato rc:tto militare, entro cktcrmiJHtti 11111.itj> durante lo stato di g uerra. Le varie forme di O. ~ono analoghe a q uelle contemp late dai Codici comuni. Soggetto attivo può essere un mil itare, un indiv iduo di ma1ina o una d elle persone specificate dagli a rt. 545 C. P. E. e 598 C. P. M. M. o d a leggi special i. Soggetto p assivo p uò ésserc chiunque, milirnre o e'strnneo a lla milizia. Cogli art. 267 C. P. E. e 291 C . . P . M. M. ven gono ·precisate le d iscr im inanti . Il legislatore m ilirare prescrive che non esiste rea to quando l 'om icidio è: commesso: 1°) perchè o rd inato dalla legge; 2°) pcrchè comanda to dall'autorità legittima ; 3-0) pcrchè i m posto dalla necessità attuale d i legittima difesa . La foo.a pu bblica -· di cui fanno parte o p ossono for parre m ili tari o persone soggette all a giurisdizione .mi-

litare per il raggiungimen10 dei propri fi ni . che ne costituiscono la ragio ne d'essere, h a facoltà d i u sare le anni. Qu indi, se per d isciplina gera rchica o per respin gere u n ingiusto a ttacco·· nell 'esercizio rleJle proprie fu nzioni, è commesso da app a rte ne nti alla forza pubbl ica un O., non vanno soggclti ad akun::i pena, non costitue ndo reato il fatto, pcrchè l' azione fu legitti ma. Ma può accadere clic la forza pubblica, nel resp ingere l 'attacco, ecceda i limiti tracciati dalla necessità, uccidendo. In ta!e ipotesi, si ve, sa nel la scusan te dell 'eccesso nel! 'esercizio <!ella forza pubblica e l'O. viene pu nito, dal legislatore militare, con u na pena che va d a mesi quattro cli ca rcere m ilita re ad anni due d i reclusione m ilita re .

Omicidio o lesioui per abuso di armi in servizio dì or .. dine p11bblico (art. 171 C . P . E.; a rt. 193 C. P. M. M .). Co nsiste nel fatto del militare che, c hiamato ad impedire o 1'eprirncre un pubblico dìsorùinc , senz a esservi costretto da necessità, farà uso delle sue. arrni o o rd!nerà a.i suoi subordi nati di farne uso prima ch e siano state fatte tre int imazioni. Presupposti d el reato sono : 1°) ch e il militare si tro vi ch ia mato a impedire o reprimere l!n p ubbl ico d isordine; 20) ch e l' uso delle anni sia a vvenuto p rima · che siano ::.tate folte tre intimazioni . .Il reato è aggravato se dall'uso delle a rmi siano st at i causati : r 0 ) om ic idio o lesioni seguite da 111urtc entro quaranta giorni; 2°) lesioni personali a più J i cinque pc,rsone, itn p onanti pericolo di vita . o pçrd ira di un rnernhro o inc~pacirà di servizio, o rottura di ossa, o perd ita <lei! 'uso di un membro, o cagionanti debilirazione permane nte o deformità d 'aspet_to ; 3°) rcsiste n7.a o rivolta. Pe na : a) per l 'ipotesi sèm plice : la reclusione militare d a 5 a 15 a nni; b) per il reato agg ravato : la pena d i morte med iante fuc ilazione nel pe no.

Ommiad i (o Omàir1di) . D inas,ia araba fondata d a ivfoavia . Ebbe sede in Damasco e fu iniziata nel 661. Passata nel la Spagna, vi tenne dal 755 il califfato di Cordoba. i l quale raggiunse il massimo splendore sotto Abdcratno I (912-96 r). Il passaggio nella Spagna a vvenne do po i l m assacro degli O. d'Arabia, dal quale massacro si sa lvò un nipote d ell'ultimo califfo arabo. L 'u ltimo califfo spag nuolo tu H izam III , detronizza to ne l 1031 .


OMO

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Omodei (Francesco). Colonnello e scriltorc militare, n . a Cilavegna, rn . a Torino (1785-1837). Ufficiale d ' art. del regno ital ico, partecipò alle campagne d el 1 809 in Germania, del 1810 - 1 L d 'Illiria, del 1812 in Russia, me ritando d.a Napoleone la Corona Ferrea (mutata nel 1816 nell 'O. M. S.) e del 1813-14 11cl Veneto. Passato col g rado d i capitano nell'esercito sardo (18 r4), si d istinse a Grenoble. Raggiunse il g rado dì colo11ncllo ne! r837, e dal 18 r6 alla morte insegnò artig lie ria ali 'accad emia mii. , della qLlale, dal 1830, fu d irettore degli stud i. Membro del! 'accademia delle scienze d1 Torino, p u bblicò n umerose memorie, fra cui: « Dell 'orig ine d ella polvere da guerra»; « Delle colubrine>•; « Delle spingarde»; « Dei razzi»; « Del petardo di guerra »: « Ricerche storico-criliche sul] 'invenzione e sull' uso dei cocc1.>ui e dc' tacchi per lanciare proietti d 'a rtig lieria)>. Onagro. Cosl era chiama ta in ant ico una macchina da guerra da assedio, atta a lanchne sassi . E ra sim ile alle macchine del tipo catapu lta e mangano e veniva chiamata anche <.< scorpione )) : e « as-inel la » se piccola e << asino ne >) 1

perchè dà una chia ra e sintetica idea della lattica del periodo stabilizzato d ella guerra, e perchè è il punto di parte11za dell'evoluzione d ella ,attica , da quella prebellica a quella attuale, e cioè dalla t attica lineare alla tattica protonda. L 'ondata d'assalto è passata attraverso a varie t rasformaz ioni. Secondo la regolamentazione p rebellica, il fuoco di fucileria era il mezzo per consentire d i serrare sul nem ico, nella fase d i attacco, per poi assaltarlo, in quella d'urto. Dato che nella g uerra d i trincea l 'avvicinamento era compiuto non coll'ausilio del fuoco m:; col favore delle tene bre e coli 'organizzazione del terreno, la regolamènta zione bellica non si occupò che dell 'assalto, che era allora considerato la fase finale della lotta; si aveva perciò una unica ondata d e nsa di uomi ni, tutti fucilieri, che si proiettava contro la trincea nemica, e la occupava se l'assalto riusc iva., o ripiegava se esso veoiva respinto. Scnonchè successivamente cambiarono i concetti de lla difcnsin, che dalla linea unica si trasformò in linee mu ltiple. Anche l'offensiva doveltc 1nuta.re allora i criteri: le rel2tivc norme stabiliscono c he l'attacco si inizi coli 'assa lto e p rosegua per sbalzi successiv i, fino al conseguimento dell"obbiettivo . Ne conseglH: che la rjuscita è tutta basata sullo scag lio~ namento d elle trnppe incaricate dell'attacco, d isposte in precedenza su parecchie lince: dall"ondat a d'assalto unica si passa così alle cndatc d'assnlto multiple, di cui ogn:..i na deve sosping;~re la prccc<knte, t alvolta trn;cinarla col proprio impeto, talvolta sopravanzarla per continua re la azione : ondate ::.ucccdcntisi e rincalzantisi come le onde del ma1·e , prima raùc e poi n1a n rnano raffi ttite. D1 mass ima ogni con,p:•g nia doveva dispors i con due plotoni in prlma linea (pri1rn~ ondata) e tenerne due in rincaJzo d i corripagnia (seconda ondata) e poteql assumere uua fronlt; <la 100 a J 50 metri> con ·una densità da metri r a rnetri 1,50 per uc)n10 , li battag lione si d isponeva con due co,~pag,;ic in pri 111~ linea e due di rjuc.aJzo : assumeva cosl una fron te da 4c,o a 300 melri , formando colle due cornpagrnc ùi rincalzo la terza e la quarta ondata . J-a forza e la formazione delle ondate d ipendeva dal terreno, dalla ubic.izionc ddìe trincee nemiche, dall 'entità del le (orze ne • miche, dall"ampiezza <ìei va rchi dei reticolati, ecc . Nelle ondate i reparti erano o distesi o coi p lotoni aperti d i fianco. I sol,lati avev·rnc1 le bombe a man·o. La composizione delle on clate era srnbi lita caso per caso con m inuzia dei eie ttagl i : cr a fin a neo fi ssato il posto di ciascun uomo . !,e mitragliatr ici dnvcvaf10 av,rnzare colle p rime ondate, col compito d i colpire d'infilata trincee, reparti , camrninameilti nem ici, per completa re la demora liz,;azione dell 'av versario . La 1n itragiiatrice che 1 secondo le norme prima vigenti, doveva seguire le truppe dopo l 'assaho, ven iva così in vece ad cnrrarc nella composizione delle ondate, e talvolt<1 à precederle. È queslo il p rimo tentativo d'im piego delle arm i auromarlche jn o ffe nsiva, tentativo spesso non riuscito e che causò numerose perdite di tali arm i . Colle successive o ndate procedevano gli zappalori d i fan teria, per allarga re i va rchi dei re ticolati e raffo rza,e le posizio ni cooquistate. Nel r917 venne mod ificata la costit uzione d el plotone e del ba ttaglione. li plotone ebbe due sq uadre fucilieri e due sq uad re lanciabombe (una a mano e una da fucile). Il battaglione ebbe 3 c p. fucilieri e I m itragliatrici, 1 reparto zappato ri, 2 sezioni di pistole ruitragliatrici, r sezione lancimorpe,lin i. QL•csta nuova composizione d elle un iti1 d i fanteria cambia i c riteri per l'attacco, che viene ad essere il risultato di una serie d i o ndate d i combattenti , susseguentisi l" u na all'alt ra come è richiesto dal la ncccs1 •

Tipo di onat,rro (ricostru~ionc)

se grossa. V i è molta incertezza sulle forme esatte dcl l' O. anche per la ragione che tutte queste macchine d a lancio e rano fondamenralmente simili fra loro, e probabilmence i d iversi nomi indirnrono varietà di tipi, o furono dati alle macchine s tesse i_n luoghi e in tempi diversi. Comunq ue

pare che 1 0. aves.sc il tiro curvo. 1

Onda. Nave .sussid iar?a, acquistata in Norvegia ne l 1902; dislocamento 148 tonn _; lun g hezza rn . 26, larghezza 5,45. Radiata n el 1919.

Onda esplosiva, e O . di pressione . V. Deto,wzione .

Ondata d "assalto. Term ine usato cssenziaimente ne per iod6 della guerra stabilizzata, durante la guerra Mond ia le, per indicare la fase cl 'urto fra a ttacco e ditesa Era caralteristica ddl'attacco fron tale, !.n cui, e\u lando ,)gni idea d i manovra cd agendo esclusivarnente di forza . si cercava di mettere piede sulla posizione nemica e catturarne i difensori . Tale denominazione è bandit a d ai no stri regolamenti: ricorre però nel linguaggio o rd inario ed è usata dai combatte nti della g rande g ue rra, perchè legata ai momenti più trag ici ma anche più e pici e più g loriosi d ella nostra g ue rra. Da l punto di v ista . dell'arte rnilita,e ha una grande importam:a per u n duplice ordine d i caose:


O ND

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sità d i graduare lo sforzo secondo le successive resistenze da superare, <li alimenLarlo nel corso ,lell'azione e di d iminuire la rnlnerabilità delle formazioni . La complessità del nuovo armamento e la eterogeneità dei piccoli rcpani suggerisce nuove norn1e per l'attacco, per fi.ss::trc la comp posizione delle ondate e i compiti. Al riguardo la « Jstn1zione provvisoria sull'attacco ddle m inori unità d i fanteria nella guerra d i t rincee», del r9r7, dava queste no rme : 1°) Nel fissare la composizione delle ondate è da considerare la convenienza: a) · che i fucil ieri e i bombardieri operino per :;quaÒrJ e non fram1nischiatì gli un} con gli al tri, il che renderebbe più d ifficile l'azione del comando e l 'esecuzione dei compit i particolari loro affidati; h) che i reparti componenti· le prime ondate conservino l'integrìta organica dei loro elcmcciti costiruti,·i : il pri,·arli d i qualcuno di questi (squadre di fucilieri o di bombard ieri) ne d imin uirebbe I 'effìcicn?.a e l 'attituc!ine a soddisforc alle diverse esigen?.c ,kl combattimento; e) che nelle prime ondate le squad re d i fucilieri e quelle di bombardieri risultino alternate: il formare ondate di soli foci, licr1 oppure di sol i bombardieri putrcbbe far mancare, a], l' in izio dell'attacco . la pronta azione degli clementi, che sareubcro per contro più necessari.

2°) Nella definizione dei compiti, occorre avvertire: a) che alle ondate rnovcori all'attacco spetta di procedere dfrettnm~;ntc sull 'obhieuivo )oro assegnato, senza soffermarsi nelle prime trincee conquistate; h) che deve essere yuindi affidato a speciali , listaccamenti l'incarico di proteggerne l'avanzata contro offese dai fianchi e da tergo. Di tali distaccamenti, alcuni av ranno il co111pilo di assalire i centri di resistenz.a che ostacolano con azjone di fuoco tianchcggiante l'avanzata delle ondate, altri quello di percorrere le trincee cd i camm inamenti nemici, snidando dalle caverne e dai ric.:ovcri ·1 nuclei rimasti ed impedendo loro d i agire sui fianchi e sul tergo delle ondate stesse (pulizia delle trincee). Questi distaccamenti tra tti sempre dai rincalzi ..:.... sono costttuiti da squadre di bombard ieri rin , forzate ùa fuci lieri, od anche da inter i reparti, quando si tralli di assalire punti solidarncntc organizzati od occorra di oltrepassare pi,1 linee <l i tri11cee per raggiungere I 'obbiettivo. Qualunque sja il loro nun1ero , i di5tacc.amcnti per la (( pulizia ddlc trincee >i seguono in nrnss ima, a breve distanza, le prime onda te. Compiuto il loro man -

t ir i dei fuci lie ri , colpendo con intenso getto di uombe i nascosti nei rjpari, preparano l'irruzione e la lotta corpo a corpo; mentre, battendo il terreno retrostante alJa pos!z~one nc.:a1ica, ostacolano l'acc;orre1·e dei rjnçalzj avversari; i distaccamenti fiancheggianti e quelli destinati a lla pulizia nelle trincee, assalendo i centri di resistenza ed i dìf:cnsori superstiti, permettono l'avanzata delle truppe d'attaccc, verso le successive posizion i nemiche; b) stabilire l'avanzata delle ondate in modo che l 'azione dei vari elementi abbia ad esplicarsi r apida e violenta sulla posi1.ione nemica e , possibilmente, d i sorpresa. ln proposito si osserva, come talvolta possa essere consigliabile in pri,n o luogo di far muovere le prime ondate contemporaneamente, con uno scatto unico cd a breve distanza una dall'altra. Tale sistema che però richiede una preventiva prepa• raz ione del terreno cli partenza mentre permette di portare rapidamen te una considerevole. massa di arn1ati su l la posizione nern ica, moltiplica il coraggio e l 'aggres~ivitù dei combattenti e costituisce spesso il mezzo più d ife n~nri

Ondata d'assalto (penisola di Gallipol i, 19 r s)

acconcio per attraversare colle minori perdite il terreno battuto dal tiro d i sbarr;.mcnto e di interdizione dell 'avver.,ario. l n secondo luogo, di regolare la partenza delle ondate: in modo che quando I'artiglieila in izia ! 'allunga • mento del tiro la prima ondata giunga presso la posizione nemica per <:lggrcdire I'avversario con la ncio di bon1be e con la baionetta, mentre (; ancora nascosto nei suoi ripari.

datù, possqno essere incaricati <icll'occupazionc e dell 'or•

All'uopo sarà vantaggioso, quando le circostanze lo conse ntano, che, già prima dello scatto, i nuclei. d i tali on-

ga nizzaz.ionc delle trincee conquistate, ri nforzale in tal caso

date, dissirnulati all'vsscrvazione del nem ico, vengano di•

con altri elementi (pistok mitragliatrici o m itragliatrici); essi forniscono una piccola scorta per l ·accompagna111ento dei prigionieri.

sposti al l'esterno dei reticolati. Nel 19r8 la tattica d i in filtrazione impone che il plotone; si scinda in gruppi nel senso <ldla fronte: nel ~cnso della profondità g li uolJ'lini si d ispongono in fila, ma senza rigid ità, con vantaggio del la vulnerabilità della wm,,ndabilità e della penetrazione, Si acquistano co,ì vducità e mobil ità; è fina lmc11te il ritorno alla manovra della fanteria, che è a ppunto caratteristica della tatt ica attuale : b tattica profonda.

3°) Nel fissare le modalità di attacco, occorre : a) com• dinare l'impiego dei d iversi elementi in relazione alle caratteristiche dei vari mezzi d offesa ed ai compiti particolari assegnati . Le _condizioni del lerff1lO, l'entità degii ostacoli ùa superare e la distanza <lell 'obbiettivo da rag1

giunge re, suggeriranno caso per caso, il maggiore impiego dei vari ek:rncnti per assicurarne la cooperazione. l n via

ge nernle, nel l'attacco i lanciatorpedini operano la distru, z ione delle d ifese avversarie più prossime, nei tratti designati per l 'apertura dei varchi e sui quali l'azione clcllc artigl ierie e delle bombarde non ha potuto sviluppa rsi o conseguire g li effetti voluti; le pistole mitragliatrici e le 1nitrag ljatrici, con fuoco i ntenso diretto contro l'avversario che si mostri allo scoperto, agevolano l 'avan7,ata dei· fucilieri e dei bombardieri verso le posizioni nemiche; i lan• c iato ri di bombe, a loro volta, proreni~ ove occorra, dai

Onega. Lago della Russia settentrionale, ampio 9750 Kmq. Nel scttemhre 1919 g li Inglesi, dal l.a regione d i Murrnansk , a,·anzarono fino al lago , occupando M~clviegia Gora e Povenerz. Quindi vi trasportarono per fer-

rovia alcuni idrovolanti e una flottiglia composta d i 7 torpediniere, 10 mas e d ue rjmorchi:.uor i. armati con cani,oni da 75 e con mitragliatrici. 1 Bolscevichi d isponevano sul lago d i 31 unità, 1na non avevano idrovolanti. Il 14 ~tttembre, il comandante ing lese, gen . Maynard, avanzò

con d11e co lonne (9000 u,) a Lijma e Sviarnavolsk, ve,


• -- 632 lltndo ad urtare, subito dopo le dette locali1à, contro 6000 llolsccvichi trincerati pttsso il lago O. e il lago Sarnb. I.a flottiglia russa arrivò a Lijma, bombardò ~li Ingle,1,

Il. l'rcs« di Oncg/ir, (16~9). Fu operata da un corpo spagnuolo. agli ordini del gen. Pimiento. La guarnigione si ritirò su, monti vicini, e, ricevuti rinforzi dagli ab11anti delle v.1 Il ate , approfittè> d i una ribellione dei cittad ini per intervenire e cacciare dalla citr:ì g li inl'asori, in fligg<'ndo loro una perdita di 700 uomini.

lii . f'rc>"a di 011~glia (1672). Fu operat,l dai Gcnowsi , in lotta çont ,·o il duca Carlo Emanuele d i Savoia. Mosse da Portomaurizio " tal uopo d gcn. genovt·,e Dura~zo con buon nerbo ,li truppe e con 'na, i, bloccando la ciu/i da terra e da rnarc . I.a guarnitìone p1en1ontcseJ con1andata dal come Castelgcnulc, am111<)11tava ad 800 ,1. Alle prime cann{i11~1tc, il conte ,,c~e a paçti e cedette :iniglierie, armi, na,·i nd porto: pni:10niera la guarnigione. Il duca taccio di tradi1orc il Castclgentile e lo esiliò dai suoi Stati. Poco dopo gl,i abitanti delle \'aliate , fedeli ai Savoia, ricevuto un rinforzo dal cluc;1, riprendevano O. cacciandone i Genon:si. IV. Presa di Oncglia ( 174~)- Fu oper:11:1 da cin corpo spag nuolo agli ordin, dd gen. Mina (19 bgl. dj fonti · e 800 d r:1goni: in tulio 5000 u.). Accorso un reparto picmonte,c agli ordini del gen. d"Ormea, rinforzato dalle milizie dei din1orni, bauè e costrinse alla ritirata gli Spagnuoli.

Inglesi e Bolscc,·ichi sul l:1ijo Onega ( 191;)

e sbarcò truppe che danneggiarono I~ ferrovia. li gen. Maynard dovette ripiegare a Mcdvicgia Gora, e di <JUI indietregg iare verso Murmansk, abbandona11do le navi po,·l:ltc sul lago.

Oneglia. Città mamuma della Liguria occidentale. riunita ncll"cr.1 fascista a Porto l-,!3urizio, cowtucndo cn11 questa la ci t1:1 d i I mperia , a lla fo-:c del torre nte Impero. D'antica o, igi nc. (u di,trutta dai Saraceni e ricostruita pnco dopo (nel 935) ponendosi sono la protezione del Papa, lino al 1100 : passò allora alle dipendenze del vescovado ,li Albenga. Nel 1298 fu ccdurn ai Doria, e nd 157fì quest, la cc<lcu cro a loro volt.:t :1d Emanuele Filiberto cl i Savoia, il quale la fece fortificare:. L'allora detto principato di O. rimaneva però separato eia\ ducato del Piemonte da territori appartenenti alla repubblica di Genova . Kcl 1623 O. fu r,,scdiata e presa dai Gcnovcs,, e tornò ai S:1voi:1 nd 1634; ,I duca dovcuc restaurare le fortificazion i che i Genovesi, prima d i lasciare la città, avevano demolito. La ciui, fo presa <lai Francesi seni.a 1011a, avendola ahha 11 dona1a la guarnigione piemontese d i fronte a forze su pe· riori, nel 1;94 (9 aprile). Nel 1801 O. fece parte della repubblica ligure, nel 1Ro5 <ld regno d"llalia, nel 1~15 tornò a C:isa Sa voi a. I. Pn•sll d, Orteg/Ìtt ( 16 14). Fu ope rata di, liii corpo spa gnuolo giuntnvi da l'sapoli . Il duca Carlo Em1nuele non potè soccorrere la ciuà, avenclogh negato il passo la repubblica cli Genova. li presidio piemo ntese, ,1,slEto dalle trnppe sp1gnuolc, si d ifese energica mente, ma dovette ar-

rendersi e per quattro :mni la città rimase OCl':upata dagli Spagnuoli.

V. .'lll11ffo d, 011rglic1 ( 1792). Fu operato dalla squadra francese del T ruguct ('J ,·ascdli, ~ fregate, 1 brick e n:1v, da iraspnrto cariche di soldati). La ciaà era custodir:, da piccob g uarnigione (3 cp . dd bg l. La Mnri oa) comandata d,,l cav. di Castehecchio. Q11esti rifiuti> d i arrendersi, e i suo, uomini muragliarono la scialuppa che erasi accostata per intimare la rei• (23 ottobre). Il giorno dopo, i F ra11ccs1 sbarcarono e posero a sacc9 e a fuoco la città . Accorsero le milizie dei dintorni, si acccw un combattimento e 1I TrugU<'I bombardò la città, ma non riu~rì a tenerla e dovette ritirarsi il 26. VI. A/lacco di O/leglia ( 1798). Appartiene alla. guerra mossa dalla repubblic.1 ligure al Piemonte. Nel giugno, un corpo di 6ooo repubblicani liguri auaccò la città, che fu bravamente diksa dalla g u:trn igione piemontese, 500 u . agli ordini del barone Giorgi(> Dcs Gency!i, coadiuv:na dai

,:iuadini. Gli a~.;alttori

\1t:1111cro

respinti, e poi att:iccati

dall'ufficiale di marma Villa, cy e cacciali lontano, con la perdita delle aruglicrie che avevano recato seco. Ma nel d ,cernbrc il re Carlo Elnan uc\e abbando nava i suoi Sta ti d i terraferma, e O. seguiva le sorti della regione. VII. Combatrimelllo di Om:glia (1800). Ne! maggio, i F iancesi in ritirata vtrso il Varo tentarono, agli o rdini del gcn . Suchet, d i res istere agli A11s1r1aci presso O. schit randosi con la dr. al mare e la sr. verso il colle Ardente. La manina del ; i Francesi, attaccati dalle truppe di Elsni tz e d i Zach , furono cacciati dalle lorn posizioni e dovcucro ahban<lona rc la regione, lasciando nelle mani deg li Amtriaci l'intera brigata Pougct (1400 11.) avviluppata e co,trctta ad abbassare le armi .

On,·glia (Reggimn1to d,) . Nel 1792 f,1 o rganizza ta a Villafranca una ce ntu ria denominata u della Marina ", su 2 cp .. cui fu data I'unifonnc e la bandiera del disciolto :,.,taglione delle Fregate. Altre due cp . vi furono aggiunte nel lo stesso anno, co~ti tucnòosi CO:>Ì un bgl 1 Nell'anno successivo, fu crealo l1n 2° bgl. e riunito al primo formò il regg. " Nuova Marina », che fu denominato nello ,tc<so anno « cl, Oneglia • · :-.lel 1;94 vi tu aggiunta


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una cp. Cacciatori ; una seco nda nel 1795. Nel 1796 il rcgg. fu licenziato . Fec<: le campag ne d a l , 792 al 1796 co1Hro la

Francia.

Oneraria nave. V. Nave oneraria. Onesti (Torquato). Genera le, n. a Nizza Monferrato,

a Torino (1839-1904) . So ttol. nci la fanteria di Ma ri11n nel r829, partecipò alla campagna cli quell'anno e da capitano p rese p arte a quella ciel 1866. Pu ufficiale d ' ord ina nza onorario di S . J\·1. il Re nel 1871. Da colonnel lo comand ò il 44° rcgg. fanteria (·1884- 189 1) e da rolonnel io brjgad icre e {fa rrrngg. g<:ncrale la brig ara T o:,cana (189l 1897). Ne l ,897 raggiun~e il grado d i tcn. gc11craJc e co.. m an d ò la divis. m ii. <li Bari ( 1897- 1900) . Pu decora to d i d ue ine daglie d 'argento a l valo r c ivi le. 111 .

Oneto (Ansaldo) . Con<lo u iero d i n avi, genovese. Appare in un documen to di Federico re cli Sicilia del 23 gennaio 1300, in sieme ad Ouobono Doria: quali ammirag li che a loro proprie spese rnankncva no e com~u,davano una flotta d i g a lee, ed ~Itri naviglj armati in ~uerra . Accorsi con questa armata in aiuto dell 'armata s ic ilia na , sconfis. scro e cacciaronn i F rancesi dalle acque d i Pale rmo; /\n . saldo O11cto condusse poi le sue navi nell'Orie nte, e tornato in Genova vi m orì n el 1343 . ()11cto Niwiò . Generale, n. a P alermo nel 1866. Sottot. dei bersaglieri nel 1887, fece la Sc uola d i g uerra cd iniz iò da tc11. colonnclJo la campag na icalo<1usrriac~ - Da tcn _ .:olonncl lo comandò il 128° regg. fanteria (19 r5-16), d a colonnello il 10° rcgg. bersag lie ri (1916~17); nd giugno i917 raggiunse il g rado d i brigadie re generale t· <.:01n andh la

ONG

b rigata Sa vona fino al 1920 q uando p assò

111

A. R. Q.

Nel 1923 fu promo.so generale d i b rigata ; nel 1926 gener ale di di vis .; nel 1932 venne collocato a riposo . Gua, tfagnò ndla guerra una mcd . d 'argento .

Onganjira. Lo<":ilità delI·Africa ,ud-occidentale nel paese degli H erero . Com ballim,·1110 di 011ga-

11jira ( 1904) . Ap partiene olla guerra dei Tedeschi co1Hro i ribelli H e re ro e Otte n totti. Verso la fine rE marzo g li H c re ro si trovavano sul mass iccio de i mn nri Onjati, co l capo Sam uele, pre!,SO O. l Tedeschi mosse ro d a tre p:i r1 i contro d i loro . Il grup-

Oneto Nicolò

po pri11eipalc, composto di 6 ep ., 3 b tr . e 1 rep;irto m itrag liarrii.:i , cl i cui aveva p re~n jl comando il col . Leuhwein. trovò gli H e rero trincerati con abbattute e iniz iò l'attacco , bactendo con le artig lier ie le posizion i nen'liche. C li Hcrero pronunciarono un contrattacco te nranòo

d i agg ira re la sr. tedesc..::t, m a vc r111cro ricacciati nelle loro pos izioni. La lotta d u rò fino a sera, senza ch e le altre due colonne facessero in lc mpo a sopraggiungere. G li Hcrcro lutt;n· ia abbandonarono le lo ro posizioni e si ritLraruno lasciando ~o morti sul terrcilo. I T e desch i :1vevano perduto

morti ç

12

feriti ,

La citt ~i d i Oneglia nel secolo XV l ll


O NI

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634 -

Onida (Vùu·enzo). Medaglia d'oro, n . a Sassari nel 1897. Semp lice soldato cl i fanteria quando partì per la grande guerra, d ivenne poco più tardi sottot. d i comple mento nel 139° regg . fanteria . Fer iro una prima volta nell'agosto ciel 1917, qualche mese pi,, tardi, dmante la pr ima, streaua d:fesa <lel Piave, battendosi animosamentç contro gl i Austriaci che tentavano d i violare i l fiume sacro, rima.se mu tilato di un piede, g uadagnò la suprema ricom pe nsa al valore e fu mantenuto in serv izio col grado dì tenente. L 'episodio in cui rifulse il suo va lore i; così ricordato nella motivazione d i medaglia d'oro : " Dopo aver affron tato i peric,,li di 1110!1:cp lici combattimenti, danclo prova d i dette virrù m ilitar i~ c dopo avere dur ran te la r itirata , t:on 1mmutata

fede

nei destini del la

Patri a, m.anrenuw seinµrc alto il mo, raie dd la truppa. con sicuro inruito della siLu azionc, ri~~olurez•

za e ardimento n1irabile, affron• tava

lllt

forte

nucleo ne1Plco,

eh 'era riuscito ad attr;versare il fiume, lo stringeva cL1pprcsw con un nutrito lancio di bo1nb4.; Onida Vincenzo ;;1 n1~u10 e lo costringeva ad asserragliarsi in una casa. RaccoJti quindi i poch i uorni,,j disponibili, li inciuva con ic parole : H AYanti! vete rani <lei Ca rso! ), , e alla Joro testa si sla11ciava all'assalto d i quella casa , ottenendo dopo fu. riosa lotta la resa degli avversari. Lanciatagli sle~1lmente da un ufficia le nemico prigioniero una bomba che gl ; asport,wa il p iede d esrro, in un estremo sforzo tratiggcva con una baionettata l'ufficiale 1nedcs imo, e, mentre vcn{va trasµurtato al posto di 1ncdicaz.ione, no ncuranre <irlk:: atroci Sùtf<-renzc fi siche, g ridava ai soldali a1nmirati del suo valore cd ai prigionieri , muti ed attoniti :

1<

Così sanno b?~-

ter1i gli fra liani: Viva l'Italia! " · (Piave, 13 novernl,rc 19 17).

Onnis (Giacomo). Ge nerak, n . a Cagliari nel 1866. Sottot. d 'art. nel 1885, iniziò la campagna ita lo-austriaca col grado d i ten. colonnello. Da colonnello coml ndò il 1<> art. da campagna (1916-1917) cd il 42° raggruppamento assed io (1917-1 9 18). Nel 1924 raggiunse il g rado di gencr:ile d i brigata in A . R. Q. e nel 1931 fu promoss" gcn . di di vis . Nella g uerra guadrtgnò b croce di cav . <ldl'Ord inc Militare di Savoia .

Onnù Luigi. Generale, n. a Cagliari nel 186~. Sottot. d'art. nel 1887, da ten. co lonnello in iziò la campagna italo-austria<::1. Da colonnello ~omandò l 'art. d i riserva della 1• arnwla (1 91 7) e fu dircnorc d'art. del!.1 2a, 4 3 , 5~, 9• e 8• armata ( 19 17-1918). Nel 1926 raggiunse il grado di generale d i brigata in A. R . Q., nel 1930 fu co! 1o-

e

cato a riposo.

O NO

bene e glielo attestino senza restrizioni. In ,ostanz.a, è da rilevarsi come oggidl. l'0 . M. sia, al pari d'ogni alt ra mig liore forma d'onore, un prodotto del sentimento di sè in reln ionc strettissima con lo spirito sociale o pubbli~o degli uomini con i quali si vive . Se ntimento egois~ico, d unq ue , in quanto investe tutto ciò che tocca b sfera <li a ttiviu\ dell'i ndividuo e ne segna moralmente i limiti; s~ntln1cnto a.l truistù.:o socjalc, in quanto si combina con il piacere che di\ l'approvazione altrui e con l'amore della reputaz ione e del dominio. Per l'onore, insomma, i l m iJitarc, quale cilt;1d ioo e

particolare artiere d'una forza

armata, considera sè stesso al lume dcli 'apprezzamento che di lui fanno le persone e le collettività fra cui vive. Pertanto, in senso obbieujvo, l '0. A-f. i: un squisito rapporto d i sociabilità, un cootessuto delle reciproche va lutazio ni della. condotta mi litare fra i cittad in i; e, sogget·

riva.mente, un sentime nlO vig ile e gradito dell ~appartenenzn a lla società m ilitare, per la convinzion~ clella elevatezza rlel compito ad essa attribuito e del riverbero morale che se ne trae . Deriva da tutto ciò un vincolo saldo d i rec,proca e mutua obbligatorietà a non commettere azioni bia~imc.voli cd a comportarsi rcttan1entc in ogni circostan7.a. Se con l'evolversi della vita sociale l' 0. M . ha ca mbiato alcun i suoi aspcttj c.arattcri.>tici, non ha però cessato, nè potrà mai cessare d ·esis te re sjno a quando un <.lovcrc 1njlitarc attribu ito alle persone, concorra con altri doveri pubblici a formare il valore ,ociale delle medesime e valga a. deterrninare in esse una sensibilità notevole alla con~i clerazione altrui in corrispondenza della misura e del modo come ii clovc re è compiuto.

Onori. Nell 'cscrcito romano e rano di tre categorie : la nomina ad <t in1pcrator ,>; la e, supplicazione 1), ossia !l

ringraziarncnto ag li dei per l'ottenuta vittoria ; e il << Lrion• fo ", massimo degli onori.

Onori di guerra. QueUc din1ostrazion i di stima e di riverenza che il vi ncitore concede al vinto, m::i prode nè:• mico, al quale è consent ito di sgombrare da ,rna piazzl : bandie re spiegare, tan1buri batt<:nti, tro mbe squillanti, micce accese (nelle ant . an iglictie), armi , cavalli , bagag li e carri conservati , secondo i paLti cklla capitolazione.

Onori funebri militm·i. Gli onori funebr i militar; vengono resi con scorta d'onore e rappresentanza, o con sol::t

rappresentanza. Ai fuacrali delle seguenti autorità mU. rre ndc le anni l'intero presidio con band iere e m usiche: marescial lo d 'Jrnlia e generale d 'armata ; ca po di stato maggiore generale e capo d i staro maggiore dclJ'Esc rcito. morti in carica ; genera le di corpo d'armato, generai~ d i divis. o ten. generale in serviz io perma nente effe ttivo;

comandante del presid io. Ai fu nerali di tutti gli altri ufficiali, rnoni in :,ervizio perrna nentc effettivo o n o, cd a q uel li dei sottu fficiali e mi litari di t ruppa morti in atti-

vità di servizio è dovuta un~ scorta d'onore che va tl a

Onogari. Antica città dell'Asia, nella Colchide. Nel 554 i Persiani v1 riportarono una vittori;i sull 'csercitO romano che aS$td iava la città.

una brigata con band iera e musica per il magg . g"<:ncralc a due p lotoni con musica per il sottottnenre. Dal sottutficialc a l soldato la scona è da 20 a 10 u. progressivamente . Però ai funerali degli ufficiali mort i non in ser-

Onore militare. Per intenderlo nel la sua essenza odierna, bisogna r iferirsi all 101~ore quale è inteso da 1lo stesso cittadino operoso e galantuomo, sem pre incrollabilmen te deciso a. co1npiere con la massiina rettitudine tutti i suoi doveri, di q ualsiasi genere, per la bellezza ideale che i: in simi1e condrJt ta, ma alcresì per l 'onesto e logico desiderio che cli simile condotta d iangli atto i concittadini , val quanto dire, per essa l 'abbiano in conto di uon,o dab-

solo se richiesta dalla famiglia del defunto. Al convogho f unebrc del prefetto della 1~rovincia, d i un ministro residente cli potenza estera, d i un R. Accademico d 'Italia , d i un sena tore o di un d eputato è <lovuta una scorta d'onore d i un bg l. con bandiera e musica, sempre qua ndo, però, ne sia fatta do manda . Ai fu nerali d i militari delle altre forze armate dello Stato. quando nel presidio dove i funeral i stessi hanno luogo non esistano truppe della rispettiva

vizio permanente effettivo la scorta .stessa verrà concessa


-

O NO

635 cnpricapo e, ai lati del nodn formalo dalla sciarpa, !e spalline. li feretro eh un maresciallo d'Italia e di un

1:i scorra, òi forza e coroposiz1one analoga quella stabilita per i pari grado dell'esercito, viene fornita dal R. Esercito. Altrettanto devono fare le alt re forze armate per i funerali di militar i del R. Esercito in analoghe circosranzc. Nei casi io cui prende le ann i I ' inricro pre-

rale e del capo d i stato maggiore dell 'esercito, morti in carica. quello di un generale d ì corpo <l'armata morto in

sidio, tutti gli ufficiali non di servizio intervengono al ..

se rvizio permanente e ffettivo, e quello, in fine, di un mi-

I 'accompagoamcnlo, ed il comandante dd

litare decorato di medagl ia d'oro al valor mi litare, ve ngono trasportati sopra un affusto.

forza ar mata 1

a

presidio invi ta a prendervi parte tutti gli ufficiali non in servizio permanente effettivo. Ai funerali degli ufficjali morti non in servizio pcrn1a nente effettivo, intc rvicne 1 cornpJessivamente,

se r ichiesta dalla famiglia del defunto, la metà della rappresentanza stabilita per gli ufficiali in servizio permanente effettivo del grado corrispoudente. Ai funeral i d i persone non militari, cui prenda parte una scorta d ·onore, il comanda nte del presidio manda una rappresentanz a composta di un ufficiale superiore e di due inferiori . Analoga rapp resentanza viene inviata ai funerali di un decorato di medaglia cl ·oro al valo r militare, sempre quando per il

generale J' armata, quel lo del capo di stato maggiore gene-

Ouori 11,:/itari. Sono dovut i al grado e non alla persona: gucsta. ::.e è rivestita di un grado militare cui sono dovuti O. ,\1., non deve mai dispensare alcuno dal renderl i. Essi \Tngono rc::;i col S"iuto; le Visite :. le Gtwrclie: i / 1icd,e11i e le Scorte d ' onore; le l<wwe e l'amte; k Salve d'artig li,·ria (V. a queste voci); l'inalbcrame ,1to della bandiera e l'illu mi nazione degl i edifici milirn ri. Onori 111ilitari a bordo delle navi da g i,e1ra . Sono sempre stati resi con grande pom pa .su tutte le navi da guerra

V. ·'·(<

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1Hfl,

-

Onori funebri sul carnpo di battaglia (epoca napoleor1ica)

grado che il cldunt◊ rivest iva non gliene compera una maggiore. Quando prende le arn,i l 'intero presidio, o comunque q uando la scorra è superiore ad una brigata, fa parte del convoglio funebre un reparto di ciascuna arma del presidio, che sarà.: un bgl . con

bandiera e

mus ica

[1er la fante ria, t1110 sqd r. per la cavalleria; una btr. pe r l 'ar • tiglieria . una cp . per il genio . Tutte le rim3ncnti truppe sono schierate nei luogh i pii\ opponu11i, lungo la via che ,leve essere percorsa dal convoglio funebre . Nei casi in cui la scorta d'onore ha la formazione d i una brigata o di u n reggimento, fa parte .del convoglio fune bre un soln battag lione, con band iera e musica, e il rimanente del le truppe è schierato. Negli altri casi tutta la truppa fa parte riel convoglio [uni:bre . In ogni caso un plotone della truppa, ch e fa parte del convoglio. sa rà sch ierato da,•'anti .all'abitazio ne dov 'è deposta la salma, per presentare le anni al feret ro prima che il convoglio muova. F. direttore del cor teo funebre un uAìciale possibilmente dello stesso g rado d d ciefun to : se il direttore dcv 'essere ufficiale generale o colonnello, vien<' direttamente designalo dal com andante del presidio. Su l feretro è posta la sciaboJ,i sguainata del defunto, legata a croce con il fodero per• mezzo della sciarpa, alla quale sono appuntate le d ecorazioni ; tra le braccia su1:,eriori del la croce è posato il

fino d all'antichità . Consi, tevano in gaie d i bandiere, salve d i artiglierie, segnali d i tromba e di fischietto, segn i di rispetto daH ·imba rcazione . Ne li.e marine 111oèernc è.~ nllHSIO il tradiz ionale segnale di fi schietto 1:ie r gl i onori da rendere alle persone che salgono a bordo o sccnciono nalla nave. A seconda del grado del personaggio, q uanno questi 1nc1te piede sul barcarizzo l' uffici ale di guardia rende gli unori ord in ando « d ue (oppure quattro, oppure sei) alla banda )) . Questo

comando

ha o rigine

d::1Ha marina

ve -

neta , qua ndo l' illuminazione a bordo era fatta con fanali a candela. I n 1>rossimità dd barcarizzo stav,,no sempre pro nti sci mari na i con

i fanali accesi e q uando il perso-

naggio sa liv;i o scen<leva dalla nave, a seconda della sua importanza 1 erano chiamati duc 1

nppure quattro 1 oppure

sei uomini col fanale stil capo <li banda ad illuminargli il cammino . 11 ca po d i banda cm una sporgenza d i murnta prossima al barcarizzo. Sulle navi moderne è rimasto sol1anto il comando . Quando la persona ~ cui s i devono g li

onori ,;omincia a salire )a scala del barcarizzo, l 'ufficiak dopo aver detto " due alla banda >> ordina « fuori! » , ed il nostromo fa seguire i l segnale co nvenzionale col fischio. Quando il personaggio i.: arrivato a bordo, l'ufficiak di g uardia ordina

<e

rientra! » e segue un nuovo segnale col

fisch io . Natural mente non vi è più nessun uomo che vada


-

ONO

636 -

fuori o rientri. ,Solranto la sentinella presen ra le armi e poi si rimeue a pied'armi. Le norme c he regolano gli o nori da renders i con le navi sono internaz.ion~ li e non possono essere var:are che me-

d ia nte accordi intern.azionali .

Una nave

mercantile

che

!-ie jncontra una da guerra an1111aina a metà. l.:i propria ban-

diera in s<'gno di saluto e poi la rialza dopo aver oltrepassato il traverso. La "'"'e da g uerra risponde al lo stesso modo con la propria bandiera . Due navi da guerra di na-

zlor-,alità diverse, che si incontrano in mare, si s~lutano in ugual modoJ cominciando per Ja prima la nave il cu i comandante è meno anziano. Per precisare 1·~nzianità servono i tipi dcHe navi e. g lì ~nnuari militari. Non furono infrequenti i casi nel medio cvo durante i perio di di tensione rlelle rri:irine spagnuola . francese, inglese, o landcs<', che i conflitti " le bauaglie ~bbiano avuto nrigine da manca to saluro per pane di unit,ì e forze nav,il j ad unit,ì avversarie con le quali non era apertamente 1

dichiarata la guerra.

ON0

zione che incontri la nave sulla quale sventola lo stendardo rea le, alza la piccola ga la di bandiere, esegue una salva d i ventun col pi di cannone e fa il saluto a lla voce wn l'equipaggio in parata . L'imbarcai.ione s u lla quaic prendono imbarco perso ne reali deve essere sempre comandata da ufficiali. Le nav i sulle quali è alzato lo stendardo rea!e o il gagliardetto dei Reali Principi , non restituiscono gi, onori. Ai Sommo Pontefice, ai Sov rani cd ai capi di Stato esteri, ai Principi consa11guinci di fo,niglic regnanti estere. son<> resi gli st<'ssi onori che alle LL . MM. ed ai Reali Principi. Nelle ga ie d i ban d ie ra , la bandiera nazionale del l'albero di maestro è sosricuita con quel la della nazione

del personaggio a cui si rendono gli onori. QuanfJo il Presidente de l Senato o d ella Camera, o le depura1.ioni dtlk Camere si ,·eca no in for ma ufficiale a bordo, sono ricevute dal comando d i hordò e da tutti g li ufficiali schierati. La musica s uona la marcia al campo, il pkch cno presenta le ormi. Quaodo queste :wtorità partono d a lla nave sono resl gli stessi o non e la na\'c esegue inoltre una S3.l\'a d i

Onclranze funebri dei Grnnatieri · ;:1I colon.nello Albèrto Gc.novc.se

All 'anc.ora, nelle ore regolamentari in cui viene alzata cd ammainata la bandiera nazionale, i l picchetto è messo ln riga in coperta e presenta le armi; !e" trornbe suonano

la rnarcia al campo, la ,nusica suona l'inno na2.ionalc. (_/uando alla fonda s i trovano p it', navi rii nazional ità d i1.·ersa, le musiche suonano successivamente glì inni <l; tutte le nazioni delle navi presenti. Tutte le persone che si tro\'ano sui ponti superiori · si rivoltano verso poppa , s1 scoprono, prendono la posizion(· di attenti e vi rin1angono tìnchè sono ulrimare le musiche. Quando le LI .. M~I. arrivano in forma ufficiale in un punro qu~lunque del litcora le ove siano pr<'scnri n avi dello Stato, queste alzan o la gran g a la cli band iera e fanno una salva di ventun colpi di cannone. Anche le batterie costiere, dove esistono, fanno \'èlltlm colp i di cannone. La gran gala si tiene alzata fi no ,il tramon to. (Juando in vicinanza di una nave ne passa un·altra che ha alz ato lo stendardo reale, la nave fa una salva d i 21 colpi di cannone, tutto l'equipaggio si d ispone in parata sulle sov rastrutture, lo sta.tu rnaggiore saluta milit:u-mente, il p icchetto p resenta le · armi, la mus ica su ona b marci:i rcak e l'equipaggio saluta 1·ipctcndo tre vo lte il gridò e< Viva il Re n. Questa funzione si ripete anche su onte le navi all'ancora, quando su una di esse imbarcano o sba rrano le LL. MM. Ogni nave da guerra in naviga-

19 colpi. Quando il min istro d ella marina sì reca a bot rio d ; una nave ria guerra, questa alza ~li 'a lbero d i maestro b bandiera distintiva <.k l 111in istro stesso. l n navigazione, quan<lo un a. 1Htve da guerra ne incontri u 11· 21tra avente l'insegna del ministro della marin a, sa luta con una sa lva d i 19 co lp i. Quando entra in un a rada la nave con l 'in segna dd ministro una delle navi da guerra presenti in . rada, designata dal comandante su periore, saluta con una salv,i d i ventun colpi . ;\gli altri minist ri nelle visite u ffic ia li si rendono g li sressi o nori che a quello ddla marina, ina lberando la bandiera corrispon<lenle ad ogn! m inistro. Pt r i Sottoscgrernri ~i eseguono gli stessi onori, 1na le salve sono d i 17 cnlpi anzichè 19. Anche per le visite ufliciali <li marina o del R. esercitc, esiste una etichetta meticolosa che ha carattere internazionale. Esistono norme deuagLiatc anche per quanto riguard3. le vù;it<.: dei 1ni11istri , degli ambasciatori e dei consoli nelle ; t~zio ni all'estero . Lo stesso dicasi pn gl i alti prelati. i governatori del le colonje, i prefetti e tutte le autorità. Per g li onori da ren dere valgono i gradi stabiliti dalla gerarchia dello Stato .

Onorificenza. Decorazione o d ist inzione che si dii al merito tanto civile che militare, cd autorizza quel li rhc la ricevono a portare un <!istintivo per ispirare agli altri il desiderio d i camminare sulle loro Lracce, costituendo


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637 -

""·' una spec ie di aristocrazia della virtù, del vabre <: ,dell 'ingeguo. Sotto !orn,a d iversa secondo i popoli, i tempi e<l il g rado d i c iviltà delle n azion i, l'O. i: d i origine antichissima . Anche tra i popoli p rim itivi e selvaggi si, sono trovati segni e•d emblemi a do ttati per prem ia re e d istinguere i valorosi dall a massa del popolo . In epoca più re cente, com inciando da l le Crociate} furono istituiti g li ord in i ç;tva!lereschi, che p assaron o poi ai tempi nostri con i soli lo ro distintivi simbol ic i, i quaE vengono concessi dai sovra ni a lle persone resesi meritevoli per az ion i individuaJi degne dì p rcJnio e d i r iconoscimento tanto ne ll 'ordine civile quanto in q ue llo mi litare .

0PE

da q uesta così lontane da non poterne ricevere un diretto appoggio. Un sistema di O. staccate che si sviluppa tutto a ttorno ad t_ma c inta, concentrica.mente , o quasi, ad essa, prende il nom e . di <.( linea d i opere staccale>). L' un ica opera add izion ale interna gener a lmente impiegala nella fortificaz ione antica era la cittadella, che nelle fonificnioni greche si ch iam ava acropoli. Talvolta si impiegavano anche

Onorificenze estere (art. 234 C . P. Es., 261 C . P. M. M .). Il m ilitare che, si:nza autorizzazione Jd governo. acceni onorificenze, pensioni o f u nzioni da uno Stalo estcrCJ, sia nemico, neutra le o an1ico 1 com1n ettc un realo che lJ'ova la sua base nell 'art. 80 dello Statuto del Regno c he sani.:Ìsce : ~( njuno può ricevere decorazioni, titoli o pens ioni da una p otenza esrera,. senza l'autorizzaziouc ùel .Re )). Pena : in tt:mpo d i guerra, la reclusione . da 3 a 10 anni; in tem po d i p ace, la reclusione da 3 a 5 anni. Alla pena restrittiva della lib<:<tà person ale va aggiun ta h dimi»iunc, se t ra ttasi d i ufficiali; la rirnozione dal g radot se trattasi di sottufficiale o graduato di truppa.

Onorio (Flavio). Imperatore d'Occideme, n. a Cost111tinopoli, m . a, Ravenna (384-423) . Sall a l trono nel 3q5, abbandonò Milano all ' in vasione di Alarico (402), riparò a Ravenna, e, avendo fatto uccide re Stilicone, si t rovò .senza aiuto valido alla nuova discesa d i Alariro, che nel 41r, prese Roma . Fece ricostrui re in parte e in parte rafforzare le mura d i Roma. Onosandro, Filosofo g reco del l secolo d. Cr., vissuto Roma. Scrisse una pregevole opera d ' indole m ilitare, che fu tradotta con d iversi t ito'li : 11 T ra ttato d i tattica ,·, , (1 Del[ 'arte <lclla gue rra n , ecc.

a

Opacite. Fun1ogcno attivo, usato <b i Francesi, costituito da una mescolanza d i tetracloruro <li stagno e cbr<J liquido. All'aria genera dense nubi b ianchissime d i lum i ir ritanti e soffocanti, dovuti a d ecomposizione del cloruro d i stagno e a lla presenza del cloro. ( ,li Inglesi e i Francesi usarono, allo stesso scopo, anche una n1iscela di cloruro stannico 40 % e di fosgene 60 % aven te azione irritante e venefica . Opdam. Ammiragl io olandese del scc. XVII. Nd 165~ andò in soccorso della Danimarca, in guerra contro g li Sved esi, i qua li avevano assedia to Copenaghen, e battè al1'ingresso del Sun<I la flo tta degli Svedesi costrin g e ndoli a levare l 'assedio dalla capitale danese. Opera. Ch iamasi così in fort ificazione un forte o una p9rzione di esso avente u no scopo particolare . Le opere dù; rafforz ano una cinta contlnua si dicono <( ad dizionilJi >) , e si disting~1ono in <<" esterne )) e<l ,~ in terne >>, sccond :1 cbc rimangano fuori o (k:nrro )a c in ta. Ciascun fronte di una cinta può avere O. addizionali, variate da un fronte a ll'altro secondo l 'importanza dei fronti stessi. Quelle esterne d ei vari fronti possono collc gar,i fra di loro in 111odo da (ormare c inte esterne al la prin1aria, n1a più ge ne ralme nte .:,0 1i o indipe ndenti . Esse si <Estinguono ln 1( .iderenri }1 se h anno il p roprio fosso in cornunic.,z.ionc con quello dc! l;t c inta pr im ;l l'ia ; ( t avanzate )1 quando n on ::ibhi:ino ta le co ~ n;unicazionc, 1na distintt~ dalia c inta in 1nodo d:-. c~scr~ sc1nprc ap poggiate dai f uochi p artenti da q ues ta: 11 slac~ cate >1 quand o fo rmano be nsì sistema colfa cinta. ma sono

Opern a corno nella cittadella di N . Br eisach

Erinceramenti interni d i caratte re campale, che si erigev:ino a l momenr<, de l bisogno dietro u n tratto di cinw aperto 111 brec~ia . :-Jon mancan o neppure csempi 1 specia lme nte p resso i Ro 1na n ì1 di impie go di opere addizionali estc rne 1 le <.Juali <.:.onsistevano in <.;pere avanzate, o staccale, pc.: r rafforzare i fron ti in cond i'l.lo n i t0po~rafiche meno buone . o di p i,, probabile attacco; così la pl'ima cinta di Roma costruita da Romolo su l co lle Palat in o aveYa u n'opera ch iusa stacrnta sul colle Capitolino, specie d i avamposto verso i Sabini, i primi nemic i della nascente città. 1\"cl1'epoca moderna si fece largo uso di opere addizionali ; fra le esterne le piè, usate furono : la ten aglia; la mezza lu na o ri,·ellin o; la strada coperta co lle piazz.e d'armi, sa lienti e rientranti : il ridotto di rivel li no; i ridotti cli piazze d ·anni; le controguardic o coprifaccic, che erano tutte ade renti. Meno u sate f urono: i tenag!joni; le opere a corno ; le opere a corona (aderenti ud avanzate); le lunette a\'an'.latc : l'avanfosso; l'avans;,alto . Fra k _interne g ioverà ricordare: i cavalier i di cortina; i cavalieri di bas tione; i trinceramenti jn terni; le cascrn1c (lifensive; le c ittadel \t;, le qual i, essendo grandi opere, alla loro volta e rano composte eia una cin ta p rimaria e d i O. ad dizionali. Queste u lt ime si d is tinguon o anche in , l opere basse )> e in « oprrc ,i lre ,, . Le basse son o quelle che non oltrepassano il livello dd terre no naturale (come canag lie, caponierc, ecc .) ; k a lte sono in vece quelle che rimangono sopra il livello d el terreno narurale, come sarebbero i rivell ini, le co;:itroguardic , le opere a corno, a corona, ecc u, opere ca m pali moderne sono basate su ll'impiego d el cc:::rn e nto, e suHe slsten,azioni sotterranee . data l'im portanza e la p ote nza delle artigl ierie pesanti campali e delle bo m be

'J'ipo d i oper:1 campale frnnccse l ungo la li nea d i frontiera, costru.ita dopo la guerra Mondin lc. i , 2, 3, totri per mitTagli,ttrici e cannoni a tiro r..1pido. e per osscr:Vfltori; A, ingresso; D, cucine. magnzzjni 1 depositi munizioni, ecc. (sotterranei); E, riCOYCri sotterranei per tnippe


OPE

-

d"avi•zione. Esempio cospicuo d i gucsto tipo di fortificazione è quel lo rappresentato dalle potenti opere costruite dall a Francia lungo la sua frontiera orientale, sia verso la Germania che verso l 'Italia (V . Fortificazzon1). ....·•···.:,\,:'.;:-': "·'··.;,..,_.;,. __ of'i-

·--c.:,.

Sca/8 di

OPE

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colarmenle forti i pun ti di transito attraverso le front iere, e qudli che , per la loro specia le ubicazio11e, sono destinali a controllare i traffici altru i (sia d'esempio la politica degli stretti ratta d ali 'Inghilterra con Gibilterra, Malta, Penisola Malacca , ecc.) . Oppure oggi ci si preoccupa della d iksa con tro le insidie che, specialmente degli aerei, possono essere rivolte ai convogli d i rifornimenti in mare, alle basi d i produzione o di affluenza elci materiali, alle wnc di radunata, ai nodi ferroviari, ccc.

Opera Nazionale « Balilla » pe,- l'assistenza e l'educatione fisict1 e morale de/1" gioventù. Istituzione caratterist ica del Fascismo. Trac le sue origini dalle prime formaz ioni giovan ili, sorte spontaoeamentc in seno ai Fasci di combattimento nel periodo antecedente alla Marcia su Roma. Il primo nucleo d i Balilla. sorse a Milano, dove un gruppo di ragazzi d ai 10 ai 15 anni, ispirandosi alla tradizione patriottica del fanciullo di Por toria, ne assunse il nome, si organizzò in squadre e si impose una disciplina e un program ma di istruzione che lo rendesse atto ad ingrossare le ii le degli squad risti dei Fasci di combattimento, Compiuta la Marcia su Roma , il Regime vide nell 'organizzazione dei Balilla un mezzo efficàce per assicurare al Fascismo le nuove generazion i : fu così che colla legge 3 aprile , 926, N. 22,17, venne istituita l'O. N. B . Lo spirito informatore che ha ispirato la creazione non ~ che l'applicazione, nel campo dell 'educazione giovanile, della concezione un itaria dello Stato Mussoliniano, per la quale il 'Fascismo si è assunto il compito della totale educazione e formazione dei fanciulli e dei giovani per don arli alla vita politica e produttiva della N_a zione con un senso unico dei loro doveri , una passione uni<.::a e un fi ne unico

O pere a corno e a corona Opere a corno e opere a corn11<1 . Erano O. ad dizionali esterne che si im picgavan~ per rafforzare i fronti più imporrant i o più deboli delle cime . Ognuna di esse comprendeva una o p iù fronti ed appoggiava le sue est rem ità a d ue bastioni od a due rivellin i. Talvolta erano aderenti, tal 'altra avanz ate, e m q uesto caso il fondo dd fosso er a in prolungamento dello spalto per essere hen fiancheggiato dalla cinta.

da raggiungere nell'esistenza. Tale concetto si riu ova sanz ionato nelle Leggi e Regolamenti emanati per l'organiz«azione e il funzionamento dell'Opera , come segue: « La Mil izia, Avanguardia e Balilla, è dest inata a preparare i giovani fisican1cnte e moralmente in g uisa da renderli degni della 11uova nonna di vita Italiana. Essa si propone quindi d i educare i giovani al senso della forza e della bellezza, conformandosi al principio che una sana vita intellettuale non può svilupparsi che in un corpo 5a no

Opere di den1olìzio11e. Così si chiamano tutte g uelle che possono essere demolite dal difensore dopo che le ha ahbandonate . Opem (Logistica). Il valore d'un' O. militare i: assai spesso dato dall 'impor1anza logistica della posizione sulla quale essa sorge. Le legioni ro,nane piantavano l':tccampamcnto in prossimità del nemico, ma tenevano grande conto delle comunicazioni e delle risorse offerte da l luogo. I castelli medioeval i furono gcncrahncnte cretti in altu re dalle quali fosse facile d ominare gli sbocchi cd il traffico delle valli sottosta nti. Gli splendori della fonificaziòne permanente, nel rinascimento, videro k O. militari innalzate a protezione dei porti, dei nod i stradali, degli sbocchi di ,·aliate e di colli, insomma a guard ia di quei punt i la , ui ·importanza, per il movimento delle truppe e per il traffico dei m ate rial i, era decisiva . Oggi possiamo affermare che i I criter io, fatte le debite relazioni, è il mede•

simo. La cura che pongono gli Stat i nel ga rantire la propria sicurezza o la p ropria potenza è rivol ta a rendere parti•

llalilla e robusto. H a inoltre il compito d i iormare la coscienza e il pensiero di coloro cbe saranno i Fascisti d i domani , d i coloro che saranno la futura classe dirigente. Cura l'educazione religiosa dei suoi organizzati secondo la fede e


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la prassi cattolica. Si preoccupa pure di dare ai giovani una preparazione professionale tecn ica, atta a dar loro , p1ellc conoscenze che sono necessarie per affrontare più tardi la loro individuale missione nella vita . Attraverso l'istnizione premil itare provvede in fine ad infondere nei g·i0vani il sentimento della d isciplina e del! 'educazione militare >) . L'O. N . B . è ente morale, alle dipendenze del MiHi• stero dell 'Educazione Nazionale, ed è so uoposto all 'alla vigilanza del Capo del Governo . Il . Sottosegretario di St ato per l'educazione fisica e g iovanile è, di diritto, Presidente dell'Opera. L a quale realizza le sue finalità a mezzo delle ist ituz,oni dei .Balilla e ilegli Avangu ardisti ; quest 'u ltima m ira i ,1 ispecie ali 'addestramento e alla preparazione dei giovani alla vita militare. Appartengono ai Balilla i fanciulli dagli 8 ai 14 anni; ag li Ava~guardisti i giovani dai 15 compiuti ai 18. Agli effetti della prest azione del servizio m ilitare, sono estese ai giovani che abbiano appartenuto per l'intero quadriennio al corpo degli Avanguardisti , e che ne siano stati dimessi con dichiarazioni di idoneità, i vantag g i concessi dalle vigenti Leggi ai gio• vani che frequentino i corsi <l ' ist ruzione premi litari. Il reclutamento dei Balilla e degli Avanguardisti è volonta rio. r giovani per essere ammessi n cJl 'organizzazione debbono es.sere in possesso del consenso rilasciato cb chi eserci ta su di essi la patria potestà. Com piuto il sedicesimo anno di età devono inoltre presentare il certificato di buona condotta. I reparti avanguardisti e Balilla sono organizzati mi li tarmente . La formazione base è la ternaria. La progressione dei reparti è la segueillc : Squadra: costi tuita da 11 giovani ed un caposquad ra; Manipolo : costituito dalla riunione d i 3 squadre; Centuria: costituita dalla riunione di 3 manipol i; Coorte: cost ituita dalla r iunione di 3 ccnturte : Legione : costituita dalla riunio ne di 3 coon i. N ei luoghi dove il numero delle Coorti è superiore a 3 ed

in feriore a 6 è cn.çtituita un 'unica legione . L'ord inamtulO dd b Milizia Avanguard ia e Balil la i; prov incia le .

A \ -.-\~GliAkrHE. r reparti avanguardisti vengono inquadrati con ufficiali e gra du ati della M.V.S."., ed i comandi vengono affidati corm:: segue : /vlanipolo : a<l un caposquadra; Ccntutia: ad un capornan ipolo ; Coorte : a<l un centurione; Legionl': ad un seniorc della M.V .S.N . Per il conseguimento de lle fi nalità ,isscgnate dalla legge l ' istituzione provvede : a) ad infondere nei giovani il sentimento della d isciplina e della educazione militare; b) al la istruzione premilitare; e) alla istruz ione ginnico sportiva; d) alla educazione spirituale e cu lturale; e) alla istruz ione professionale e tecnic«; /) alla educazione ed assistenza religiosa. Le mancanze d iscipljnari degli Avanguard isti vengono punite: a) con l'ammonimento orale, se t rattasi d i mancanze leggere dovute a negligenza nel! "adempimento dei propri doveri i b) con t'arnmonime nto scr.iuo da comunicare a chi sull'avanguarclista esercit a la patria potestà, se trattasi di negligenza recidiva e con tin.u ata o disobbcdienz:i grave; e) con la sospensione d a J a 3 mesi per le mancanze più g ravi e nei casi di lnfraz.ionc al buon costume o mala condotta abituale; d) con l 'espulsione quando si tratta di soggeui incorreggibil i il cui cattivo esempio sarebbe di nocumento agl i stessi suoi camerati. L'obbl igo del saluto per I·avanguardista è lo stesso stabilito per i militari del Regio Esercfto. L'un iforme dcll )avang uardista 'comprende cam!-t ia nera , panta loni a brecchc di panno grigio verde. ,nollettiere a spirale grigio verdi, cintura nera alta 5 ce ntimetri con 11bbia sul davant i, sciarpa di co_tone nero annodarn al collo, fez nero alla bersagliera. I capisquadra portano sul braccio dr .. sopra il gomito, .un distintivo forn1ato da un cordoncino d 'argento. L'istruzione agli <l\'anguardisti viene impartita a mezzo di chiamate parziali od anche generali per ciascu na provincia . l reparti intervengono sempre alle cerimon ie e celebrazioni indette d alle Autorità del Partito. Possono inoltre partecipare, presi accordi con 1· Autorit3 mi..

Avanguardisti dell"Opera Nazionale Balilla, passati in rivista dal Duce (1931)


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040 - ·

litare, alle riviste e parale del R. Esercito che hanno luogu

in occasione d i solenn ità, nel qual caso sfilano dopo i reparti del la M ilizia . Compiuto ìl 1 j 0 anno Ji età, g li avan-

gua rdisti sono inscritti di dirilto e d'ufficio ai secondi corsi premilitar i, o nde conseguire il rilascio da parte d elle corn-

rnissioni esaininatrici clella µrcscritta dichiarazlonc di i<lo-

W1arinaretti it:-1liani al remo neità . L'educazione ginnico sportiva è impartita secondo i

programm i in uso per g li alunni -delle scuole meJic del

Regno. Essa i; co1nplctata da. gilc, escursioni, campeggi, ma• nifestazioni acle lichc, ccc. BALILLA. I comandanti di reparti 13alilla, superiori alla squadra, vengono sce lti, d i regola, tra gli insegnanti delle scuole elementari e med ie, preferendo fra essi gl i ufficial i e sottufficiali della M. V .S.N, 1 comandanti delle centurie e dei manipoli hanno attribuzioni simili a quelle dei comandanti delle corrispondenti uniti, d i Avang uard ia. Ess i debbono svolgere la loro azione educativa ed istruttiva col massimo tmroJ 1cncndo se 1npre presente che i soggetti ;iffidati alle loro cure sono fanciulli e giovanetti, e che l'impressione che essi ricevono in quel periodo del la loro età ha influenza decisiva sulla formazione del carattere. Essi debbono instillare nell 'animo dei Balilla l'amore per la Patria, il selllimento dell 'ordine, dell'onore, e ,klla respo1isabilità, la cura della persona ed i1\ genere tutti quei sentimenti di altruismo e di generosità che concorrono a plasmare la psiche dcJ fanciullo, in guisa da sviluppare q uei germogli che dovranno fare <li lui un buon padre d i famigl ia, un buon cittadino, un huon soldato. Sono appl; ca te ai Balilla le stesse d isposizioni relative alle Avanguardie

R F.h\RTl AVANGU:\RDl Sfl E HAI.TI.L:\ MARl -..:!AI. [ /0. N. B. µrovvedc alla cost ituzione dei reparti Avang11ardisci e Balilla marina i in tutte le città marinare cd in ,1uelle site sui laghi. fiurni e canal i 1rnvigabili . I giovani che aspirano alla iscrizione ai suddetti reparti debbo no p resentar" una dichiarazione di idoneità fisica a seguire le speciali istru1.,ioni marina re . 11 comando dei reparti è affidato. quan~;n ve ne sia la possibilirà, ad ufficial i in congedo della R . Marina iJJscritti alla M.V .S.N. L'istruzione marinara degli Avanguardisti e dei Balill a vene su tutti i campi del la l['.Ot11p!ess;1 attività marinara, ed . in ispecie, su queJ! i che interessano la marina militare, la marina me1cantae, Je industrie navali, la pesca, la navigazione interna, i ludi 11;.i utici . L 'O. N. B. istituisce, ove sono necessarie, b!b!iotechc e scuole d i cultura marinara e d i artigianato per i mestieri att inenti alle industrie del mare, ad uso dei giovan i iscriui ai reparti marinari . La Lega Nava le Italiana concede all'Opera l'uso d i materiali, bibl ioteche, ccc. Le Capitanerie di Porto, se richieste, provvedono alla custodia del ,nateriale didattico . L'uniforme degli Avanguardisti e llal il la marinai comprende : a) cam icia blue alla marinara, sul colletto d11e sr,iscie bianche e due rostri bianchi agli angoli; d 'estate 1'1 c.amicia sarà d i tela bianca col col letto a?.zurro; b) pantalon i lungh i di panno blue durante l'inverno, d i tela bianca durante l'estate; e) berretto alla rna-

:·inara di panno blue <l'inverno, bianco d'cstat~ con nastru recante la scritta « Opera Nazionale 13alilh » ; d) cordone

bianco e crnvatta nera alhr foggia dei marinai. Come divisa di istruz ione gl i Avanguardisti e i Balil la marinai in dosse~ ranno ca lzoni coni di iuta e maglia bianca alla canottiera con al ccrllro il nome del reparto, Con Decreto Reale ro agosto 1928 N . 2 106, Je nav i scuola Marinaretti e del l'Or fanotrofio Marittimo V. Emanuele Ili vennero passate alle dirette dipendenze dell'O. N. Il. quali istituti dd l'Opcra stessa . Li: navi scuola Marinaretti provvedono al ricovero, assistenz.a) educazione ed istru,zionc professionale marittima degli orfani d i marinai e pescatori, con preferenza a quelli il cui padre sia morto in dipen denza <lella g uerra o per infortunio in mare. I galleggianti

c irca la preparazione mil itare gine.ico sportlva 1 spiò tuale 1

culturale, professionale, tecnica e rclig;osa. Ndla appEca. ,.ione delle pu11izioni disciplinari , le gerarchie dovranno tener presente la sensibilità dei fanciu lli e giov inetti ai qua li dovranno applican: le o unizion i. I Bal illa indossano la stessa divi~a degli Avanguardisti, salvo che i panra!oni

a brecchc vengono sostituiti da calzoni corti g rigio verde con ·\61z.ettoni de llo stesso colore, I capisquadra port~no ~11! ,braccio destro, sopra j \ gornito, un dlstintivo fonx1ato da· un cordoncino· rosso fatto ad angolo. J.'istruzione premilitare; pei 13alilla, è limitata aÙ 'ist ruzione individuale se11za armi. e da quella elementare dei reparti in ordine d1'iùso· in conformità delle nonne per l'addcstra,nenco ddla fanteria .

I\1al'inpretti italiani n Padova

su i quali banno scdG le navi scuola Marinarctti vengono · assegnati dal Ministero della Marina traendoli da quelli rad iati dai ruoli del R, J\:a,·iglio . L'istituzione delle nav i scuola Marinaretti p11ò trovare la sua sistemazione arichc a terra. qualora ciò sia ritenuto pii, opportuno, e in qucstCJ caso assun1ono la denom inazione di « Scuole Marinaretti ;, _

I J


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(Hl -

·v engorlo accolti fanciulli di età non inferiore a 8 ann i t: non superiore a 12, e sono licenziati al compimcmo del 18° anno di età. G li allievi, oltrechè ai corsi di stud io relativi alle normali scuole elementari di avviamento ·tecnico, partecipano a scuole complementari professionali intese : r 0 ) a preparare i marinarctti ai concorsi per l'arrnolamento volontario nel C.R.E.M. per le categorie alliev i timonier i, allievi nocchieri, allievi cannonieri, armaiuoli, allievi torpedinieri (silurist i, elettricisti, minatori), allievi fuo,.:histi artefici (motoristi navali, abilitati a condurre caldaie, abilitati a condurre motori per piccoli motoscafi), allievi rncccanici, all ievi radiotelegrafisti, all ievi semaforisti, se• .condo i programmi stabilici dal Comando superiore del C.R.E.M. per le d iverse categorie; :,") a preparare i nuri• .naretti nella marina mercantile o peschereccia, ed inoltre .a dar loro l ' istruzione tecnica e pratica per esercitare i mestieri nava li. 1 Marinaretti vengono pure assiduamente .allenati alle esercitazioni .di voga e di vela con le imbarcazioni, alle esercitazioni sull'alberata con o senza vele, al muoto ~-d a tutti i generi di lud i nautici. Gli allievi delle navi scuola, divisi in reparti Avanguardisti e Balilla manna,. pur costitue11dò delle unità a sè, vengono inquad rati nella formazione generale degli Av,rnguardisti e Balilla.

e

sono analoghi ,1 quelli di qualsiasi a ltra azienda pri,·ao. Solo in caso <li guerra quest i O. possono essere co,1sidcrati militarizzati e sottoposti pertanto al codice penale m ilitare. Questa facoltà può essere· estesa, i n misura più o meno completa, alle maestranze di quelle aziende, che

0

Quasi tutte

le naz ion i si sono ormai dedic:ite a ques ta

.cd t1G1zionc m01alc e

mi litare delle- giovani generaz ion i.

Capo officina reggimentale Distintivi per il personale Operai militari

Operaio

Capo mecca.nico

e allievo opet~ùo

pur non essendo gestite diversamente dallo Stato sono però controllate dall'autorità militare e forniscono ma • teriali bellici. Per ragioni d'econom ia talvolta, al posto di O. stipendiati, vengono destinati soldati di leva idonei allo speciale lavoro. Ciò avviene dopo che essi abbiano compiuto la prima istruzione militare. Gli altr i O. sono quei militari che , per lo speciale i ncarico che hanno, ne assumono la q ua lifica. Essi possono essere sottufficia li d i carrie ra o sempliceme nte uomini tolti dal contingente della leva annuale. Sono per esempio: i maniscalch i, gli arrnaiuoli, i montatori radioclettricisti, gli apparecchiatori di telefoni e telegrafi, gli O. d 'artiglieria, gli arcificeri , ecc. Per taluni d i questi incarichi esistono d istintivi da indossare sull'uniforme e un soprasoldo. Possiamo considerare come O. gli zappatori, soldati e caporali d i leva scelti fra i muratori, carradori, falegnami, fabbri ; cleuricisti. Ogn i reparto ne ha un certo numero, e possiede dotazioni di utensili assortiti per farli lavorare . Vengono per lo pi~, riuniti e co1nandati da un sottufficiale. -H anno compiti.. variabilissimi, che vanno dalla manutenzione del.le caserme ai larnri <l i fortificazione campale . E lo stesso dicasi per la R. ·Marina . La legione ro111ana era segujta. da un grosso reparto d'O . coma ndati dal « prnefecms fabrnm » (V . Fabbro). Altr i esempi d'O . m ilitari si t rovano in tutte le epoche. Solo dopo le campag1lc napoleoniche si cominciarono ad organizza1c alla maniera concepita attuahnentc; sorse così quello

M arinarettì giapponesi

•Opera Nazionale Combauentt . V. Comba/lcnti . ·Opern Nazionale Orfani di guerl'fl. . V. Orfani di guerra .

Opera Nazionale Invalidi di gtterm . V . Mutilati . Operaio militare. Dobbiamo distinguerne d ue categorie : q uelli assunti dagli stabilimenti mil itari e quelli che, durante la pe rmanenza alle armi, per i l loro speciale im piego, ne prendono la qualifica . I primi sono dementi civili e volontari ingaggiati dalle officine, arsenali , proiettifici, ecc. e · sono destinati alla costruzione e riparazione di armi, proit·lli e materiali vari per conto delle forze armate. Ven• gono sou oposti ~I contratto di lavoro. disciplina e regolomento prop rio di ciascun st:ibilimento; i quali ptr,,lcro

r

che poi divenne il ruo lo tecnico d'artig lieria e prese vita l'arma del genio. Pe r la custodia, manutcIJZione <· riparazione del n1atcriale d 'artiglieria, ed automobi listico dei reggimenti di artiglieria e delle unit;\ automobi listiche, è dcstinatu personale operaio militare ne l cui ruolo sono

compresi capi officina (marescialli), capi meccamc1 (sottufficiali), opera i (sold ati, caporali, caporal i maggiori), allievi opcraj · (sol+ Operai ntilitarì di 01r1rina <.lati o caporali). Questi ultimi sono tratti dai militar i d i leva di professione operai, e sono ,1sst111ti dopc, esperimento . A ferma compiuta, gli O . mi litari possono essere ri assoldati annualmente . I ca pi meccan iò si reclu tano a scdta dagl: operai ricono~c iuri idonei dal le cornmjssioni d'ani.nz:tmento, eh~ ab~ 41


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Uiano 1';anzianitù nccc~saria per la prornozione

;.1

.sergen te

e compiano <:on successo un corso d'istru7.ione jncktto dal Ministero presso stabilimenti militari. Gl i O. d ichiarati

ido.nei su tutto i! progran11na potra.n no essere impiegati cbn1e capi meccanici d i artiglieria ed automobilismo . All'atto della nomina, saranno pron1ossi sergenti e conscguentcrncntc saranno prosciolti dalla qualità d i riassoldati, assumendo gli obblighi speciali stabiliti per i sottu fficiali .

I capi officina si reclutano a scel ta dai capi mecca11ici dirhiarati i,donei dalle rispettive com111issioni di ava11za1nento, che posseggano i rcquisici di anzianità e di ser viz.io, che il Ministero indicher~ <li volta in volta, siano meritevoli per condotta, disciplina ed abilità tecnico-professionale ed abbiano compiuto con successo uno speciale ,:rJrso indetto dal :V(inistero .

Operai militari co-nwndati. S i d isse1·0 co~ì. d~iran te b gue rra, quell i ai guaii era stato designato il rispettivo st~bi linicnto d i lavoro. Essi lavoravano nelle stessi: condiziono di salario che godevano g li operai borghesi, ricevcv~, no dallo Stato - concr:o analoga trattenuta - vestico, aHoggio, vitto . Situazio ni di d isagio per coloro che erano lontani dalle famiglie che doveva no rn:H1tcnerc, fecero sì che a molti dei « con1andat i )) ven isse concesso di alloggiare e nutrirsi presso le loro fam ig lie, svestendo la divisa m ilitare. Questa categoria venne c!enon1i 11ata degli u operai militari a disposizione >) . Prin1a della guerra esistettero cinque cp. di operai d ' ar • tiglicria, costituenti il (( Gruppo con1paguic operai d artiglieria » , delle quali quattro avevano sede a Mantova e una a Osoppo. Tali cp. furono sciolre in base alla legge JO lugl io 19 10, e assorbite nei rcggin1cnti d':irriglieria da lortczza. Gli operai borghesi dipendenti <lall'amm inistrazione militare comp rendonu O . a n1atricola, con posizione stabile , e O . straord inari, assunti so lo per lavori fuori rld nonnak:. Sotto la <.k no,ninaziunc sono com presi anche i capi~operai , 1 1nanovali e i garzon i. 1

Operazioni. Terininc ge11crico col quale si indicano srn gli avvenimenti d'una campagna. di guerra o d' un fatto d'armi , sja qud lc atti,·ità, cr i mporta!1za ancl1e _m odes~a , che cost ituiscono le O. d i caserma (confcziouc rancio, pulizia loca li. distribuzione vesti menta , pagamenlll del soldo, ere.).

Operaz ioni lagi~·tiche. Sono l'àttur.izione di quei rnov1... mentt di uomini e cii materiali necessari perchè il di.segno di chi ha concepito l'azione generale (offen si"a o d ifens iva) possa risolversi verso la voluta conclusione. Le azioni d ell 'una e dell'altro specie si riferiscono sempr~ ag li uo1nini cd ai materiali e possono esse-re compendiate sc4..;Q•.11do

ques to .schema. :

OPERAZIONI

LOGIST[CHE

é)F'F E N.S I VE

DIFENSIVE

P.reparazione

Preparazione

Raccolta

J;{ipiegamcnto

Radunata !Yla:rcia al nemico Rifornimento

R ifornimen to

Per l'attuazione delle O. L . esistono 1 van servizi, pre sieduti dai comandi delle unità, le quali s, servono perciò o dei propri Stati Maggiori o delle Intendenze.

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Ba.i c di operaz ioni. ,1 Zona di territorio, al confine o inolto lontana d:a es.so, costituita di diverse linee o p11nri 5tratcgici e coperta da o.-;racoli, sulla quale si concentrano grandi risorse mj litari e dalla quale si n1uuvc per opera .. zion i offensive " (Si roni). Essa diventa la prima linea di d ifesa nella difensiva, me•ltre la massa p rincipale delle risorse, i punti di appoggio, b vera t(. base )) , insomn1a 1 in questo caso trovasi ncce.ssarian1eotc pil:i indietro, a d istanza <li qualche marcia . TanlO in caso di avao·.lata, q uanto in caso ,di ritirata, o ltre alla base dest:ritrn , princ ipale, se ne costit.uiscono altre secon darie. Comliziooi pcrchè la base risponda al propr io duplice scopo,, sono , a) essere possibi lmente coperta su l fronte da ostacoli considerevoli, e p rotetta ai fianch i o da ostacoli territoriali o da Stati neulri; b) avere cstens,one proporzionata alla forza che vi si appoggia; e) essere profonda così da potervi raccogliere :1 sufficienza truppe e materiali; d) essere legata da buo~c romunicazioni col territorio retrostante. La direzione della B . può essere parallela a quella del nemico, od obliqua lino a divenire perpend icolare; o può essere costituita da due linee che si cagliano ad ang olo più o n1eno apcrlu; frt tal caso si d ice ,, avv iluppante >• , mentre d iventa ~< avv1luppma II quella del nemico cbe la fron teggia. 1

Ordine d'opemz io11e. V. Ordine. l'iano di operazioni. ,, Il p rogetto dell'insieme ddle operazioni di ur,'imera campagna ,, (Dccker) . .Esso può essere affeusivo o difensivo. Appartiene al dom inio puro della straLcgla; mentre il piano di guerra viene compi)aL<> tene ndo muto specialmente delle cì rcostam;e politiche.

U//ido d'opcmzion;, Esiste presso i comandi più elevati, sino a q uello di divisione . Ad esso spetta di elaborare e tradurre in ord ini esecutivi la volontà concepita cd espressa dal comanda nte. sono adibiti ufficiali che per · genialità e coltura ecce llono; q uasi sempre essi sono toltl da quel li di Stato Maggiore . Nel Comando Supremo italiano ( 1918) detto ufficio aveva le seguenti specifiche attribuzioni : rt) stc,dio e sviluppo delle operazioni, moviment i delle grandi e delle piccole unità in relazione aile neçessicà operacive o alle sistemazion i d ifensive; b) cronaca degli avveni1nenti, situazione gener.1k del conf-litto, cornunic:iti e bollettini , elaborazione delle notizie, delle informazioni, dei dati avuti sul ocmico; e) scacch ieri degl i Alleati; Missioni militari all'estero.

V,

Operazioni ·m a,·ittime• nella guerm l'vlo11diatc. Dopo !a, battaglia ,!ella Marna si cominciò a prevedere che la guerra avrcbpc assunto l" aspen<, di una guer ra di logoramenlo e di lunga durata . Le operazioni marittime assunsero una importanza capitale. Infatti per condurre la g uerra erano necessa rie 1c 111a tc.:.rie prime, e nessuna delle nazioni europee aveva nel proprio suolll tutta la enorme quantità ùi 1nateriali occorrenti per 1111 lungo periodo d i ost ilit:\. Fu necessario q uindi ricorrere ai paesi più lotu an i, e special ... me nte ali ' America , donde la necessità d: avere libere le 1•1e del mare. I. Tedesch i, con la campagna ad oltr anza rlei som mergibjli, minacciarono .seriamente la padronanza del mare che era tenuta dagii A lleati e <h lla metà del 1917 le eondizioui d ivennero per un momcoto veramente tragiche. La crisi fu superata mercè le energiche m isure prese per combattere i sommergibili e la organizzazione dei con vogli . È dimostrato che se nd maggio del 1916 i Tedeschi fossero riuscit i a vincere la battaglia dello )utland , distruggendo soltanto una metà della flotta ingl.ese, sarebbero divenuti rapidamente i padroni <lellc vie marittime che adducevano all' Inghilterra ed avrebbero in breve tempo costretto l ' [ngh iltcrra a capitolare per farne. L 'entrata ;n

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guerra dc::gli Stati Uniti è rjsul tarn :-.oprauuuo utile per l'apporlo c.he '] l1"Sla na.cione ha da10 al rraflicn mariuimo,

di materie prime per via di mare e con l'aiuto forniw agli Alleati nella caccia ai ,ommergibili. Alla Jìnc del la guerra, più cbe gli eserciti tedesco ed austro-ungarico, erano strcn1atc le intere naz ion i g iunte all'estremo limite della resistercza, per la manLanza dei pil1 e lementari mczz.i di. vita e per la dcn1oralizznione dovuta all 'isol3rncnto creato dalla assoluta man-

con un inrenso riforni111cnto

canJ.a

di cornunicaz ioni con jl resto <le i

mondo.

Oprraz:ioni nel Mare del Nord. All "apcnura delle ostilità sia Liglesi che Tedeschi avevano la maggior parte delle loro forze concenrra tc nel Mare del Nord . La flotta da barrnglia in glese (Baule Aeet) al cnm:indo dell"arnmir. Jcllicoc, era composta di ere squ::idn.~ ..::01nprc11dc11l'i o tto navi monocalibre ciascuna ed una squadn:1 di otto navi bjcalibn:. Aveva inoltre un~ squad nl <li otto int:roci:,tori da battaglia monocal ibri e due squadre di quatlro incrociatori corazzati ci;:iscuna. r.rn complctat.:t con uria squad ra di quattro incrociatori leggeri e JO Aotc igUe di cacciaturpedin.icrc (80 uniti, circa). li nucleo principale d, queste forze si

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potcro110 ritornare indisturbati alle loro basi. Nel gennaio 1<;15 i Tedesch i decisero d i fare un'incursione di navi leggere, e ciò diede luogo allo scontro del Dogger Banl( (V.). L'anno 19 15 passò senza ailri importanti avveniment i nel Mare del Nord. l Tedesch i cominciarono ad intensificare la loro politica di guerra coi sommergibili; le due /Ione principali uscirono qualche voila in aocicra ma non vi furono scontri. Gli Inglesi intanto intcusificavano le azioni tli bombardamento contro la costa delle Fiandre per contrastare l'avanzala dell"ala dr. dell'esercito tedesco. Al principio del 1916 altre imporranti unità da battaglia entrnrono in servizio a rinforzare sia h~ sc1uadra inglese che quella tedesca . il 2-1 aprì le i Tedesch i tentarono uoa nuuva incursione contro le coste inglesi s imile a quella

dell'anno precedente. Obbiettivo era il bombardamento di Yarmou th e di l.o\\'estolf dove g li lnglesi tenevano numerose forze leggere. Come di cnnsueto il bombardamento do~

trovav:-1 negli ancoraggi di Scapa Flow e Rosyù1; le forze leggere erano in posi'.t.ionc pili av;lnzata fra gli anco,·aggl

d i I Iuli , Jarmouch, ccc. Oltre a questa, vi era una second:1 llott::1 inglese, t:oroposta <li nav i più o.nriquare ; essa

srnv'1 negli ancoraggi della Manica e comprendeva due squadre di corazzate (15 unità) una squadra d i incrociatori r.:orazzati (4 unità) cd una divjs. di incrociatori !cggcri (3 unità) . Infine una terza tlotta, costituita ,da tulle k vcrch ic corazzate e incrociatori corazzati, era stata riunita

altre tre squadre .sparse nei porti della Manica e verso l 'Atlantico. La Hotta tedesca, al comando dd l'ammir. ,·on Ingcnohl , comprendeva tre sc1uadre, delle quali la prima costituita da otto navi d.i. battaglia monocalibrc, la seconda da otto corazzate biealibre e la terza da 4 corazzale mo111

nocalibrc n1odernissime.

Vi erano inoltre

un gruppo dl.

esplorazione al comando dcll'ammir. H ippcr, comprendente

3 grand i incrociatori di battaglia, 6 esploratori e 7 flottig lie dì c,lcciacorpcd iniere (60 unilà circ,1). I Tedeschi lin da l mese di agosto avevano stabilito delle piccole crociere di naviglio sottile e sornme.rgihili ne!l a parie meridionale del Mare del Nord Jìno all 'isolotto di He lgolan<L J\vutu conoscen1.~1 d i rih, gli Inglesi ,d ecisr;ro cli attaccare que~tc forze con la squadra deg li incrociatori da bauaglia; ne derivò il cnrnbanimcnto di He!gola11d (V.) . ciopo il q uale i Tedeschi ritirarono più indietro le linee di crociere, e gli l nglesi stabilirono alcune crociere avanzate con incrociacori di vecchio t ipo. Per effetto di queste di sposizioni perdettero l 18 settembre un incrociatore leggero cd il 22 5Cttemhre rre incrociatori corazzati tipo ,e Aboukir )1, per opera del sommergibile tedesco lJ 9. Cominciarono nello stesso tempo ad estendersi gli sbarramenti di IOrpcdin i , posti sia dagli Inglesi che dai Tcdesd1i in tutti i paraggi più frequentati; per effetto d i queste disposizioui gli Inglesi perdettero una delle loro m igliori navi da battjgJia: l '(( Aurlacious )) , L intcndi1ncnto del ·rctlcschi era quello di provocare le navi inglesi mediante azioni d imostrative. per cercare dj attirare isolatamente le squadre in scontri parziali, nei quali i Tedeschi, opport,1112mcnte preparati, avrebbero èlovuro essere in sopravvento. Con que... sto intento, alla metà di d icembre la squadra degli incrociatori da battaglia comandata da ll 'amrnir. Hipper si recò a bombardare le località d i Scarborough e di Hart1epool sulle coste inglesi. La squadra da battaglia inglese uscì sollecitamente dalla sua base, ma non potè cont rastare l'n,one cd i Tedeschi, molto fa,·oriti anche da lla nebbia, 1

T...-1 squadra tedesc:i in filto mHc (1916)

vc,·a essere eseguito dagli incrociatori, rn~ questa volta an~ eh~ le navi da battaglia erano in m;Jrc per appoggiare gli rncrociatori. Il bombardame nto avve nne sen.la incidenti notevoli e tutta la tlotta rienlrÒ nelle sue basi. Ndlo stesso periodo gli inglesi avevano notevoli forze costituite da monitori e vecchie navi da battaglia , che svolge,·ano una azione contro le coste del la Fiandra e che si ritirarono rapidamente a Dover non appena ebbero notizia che tutta la flo11a tedesca si trovava in mare. Anche l a grande flotta,

che aveva eseguito pochi giorn i prima 11na lunga c rociera

nella zona sctccntrionale del nMre del Nord, si preparò a muovere dalla base di Scapa F low, ma non fece in tempo. L'operaz ione ebbe n,olta ripercu,sionc sull'opinione pubblica inglese; si aumentò lo spionaggio per sorvegliare i movimenri dei Tedeschi e si ordinò alla flotta d i essere sempre pronta. La Aolla d'alto mare della Germania frattanto era passata agli ordini dcll'ammir. Scheer, il 9uale, d ·accordo col minist ro von Tirpitz, decise di eseguire una nuova incursione e bombardare la località di Sund erland, con Ja spcranz3 <.Il .attirare una parte delle navi jnglesi contro lulla la sua flotta riunita. Il 30 maggio, l 'ammir. tedesco, dopo un inu tìle tentativo d i esplorazione aerea


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n mcizo dei dirigibi li . l!SÒ in mare con t utte le ; uc Ìor,c; ne derivò la battaglia dello /111/and (V.) i l cui csi10 incerto lasciò però pressoch.c immutata la proporzione delle forze. Sia gli Inglesi eh<: i Tedeschi ritentarono durante l'anno varie altre uscite, ma senza più inconfrarsi. Gli Inglesi rivolsero b lor-o attivit:Ì ad organizzare i convog li, i Tedeschi concentrarono le loro energie nella campagna dei Sommergibili (V.) e così le notte di superficie non ebbero più alcuna possibilità di misurar;i. Sono sol!anto degne di nota da parte degli Inglesi I'.azione eseguita nell'ap rile 1917 contro le basi di Ostenda (V.) e d i Zecbmgge (V.); e da pane dei Tedeschi le incursioni fatte verso le coste della Non·egia con navi leggere. 17 ottobrc e 17 novembre 1917, che portarono alla distruzione di grossi convogli ing lesi. Così pure nel febbraio del 1918 una incursione di forze leggere tedesche d istrusse parte del . nal'iglio sottile posto d i vigilanza dagli ln~lesi all'ent rata orientale della Manica.

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<:l'ociatcn i tcde,chi si riun iwno nel le isole citi J>acilico, ad eccezione di due, Emdc11 ( V .J e "Konigsl>crg », che si troravano ncll 'Oceano Indiano. Glt Inglesi riunirono la maggior parte dei loro nei porti dell'America meridionale sul Pacifico. 11 « Konigsbcrg » , agendo sulle coste oncn1ali del l'Africa, sorp rese e affondò l'incrociatore "PcgasllS,, (inglese) a Zanzibar e dopo aver d istrutto parecchi piroscafi del nemico si ritirò alla fine di ottobre alle foci del fiume Rulìgi nell'Africa orientale tedesca. hi scop<·rto. venne fatto oggetto di una spedizione da parte di incrociatori e cannoniere .i nglesi, aiutati eia aeroplani, e dopo vari te ntat i\'i cli bombardamento distrutto 1' 11 l ugl io del 1915. Verso la mer:ì di agosto l'ammir. tedesco von Spee .n·e\'a riunito nelle isole del Pacifico due incrociatori corazzati e tre incrociatori protetti; con queste forze dirc;se verso l'America mcridiunak, dove gli I nglesi avevano ,·accolto tre incrociatori corn1.zati. Queste forze si scontn1roJ1'.l il r 0 novembre all'ahezza di Corone/ (V.); von Spce, rimasto vincitore, passò ncll 'Atlanlico e \'enne finalmente sconfitto d., ,ncrociacori inglesi presso le isole Falklancf (V.). Con qucsrn l>attagl ia la guerra di corsa può dirsi tcrini nata. Si veri ficarono in ;.cguito ep isodi i,olar, di piro,cali

Opcrazio11i 11e/ li-far Baltico. All"inizio della guerra i Ru,si possedevano in quest0 mare le seguenti forze: 2 navi da battaglia monoca libre, 4 corazzare bicalibrc, 5 incrociatori corazzati, 4 incrociat0ri leggeri. 62 cacciatorpediarmati in guerra, coniC il ,1 ~lowc 11, o dj vclicn, come niere. 12 sommergibili. Per saggiare lo spirito combattivo ,I u Secadlcr •, che, dopo a,·cr ,·iolato il blocco delle na,•i di c1ueste forze, i Tedeschi inviarono due incrociatori leginglesi nel Mare del Nord, andarono predando- per gli geri e alcuni cacciatorpediniere :, bombardare il porto d i Oceani affondando numerosi piroscafi cli llllte le n azioni; Libau . L'azione venne eseguita il 26 agosto, ma i l giorno ma questi fatti non jnAuirono sull'andamento della guefl'a, dopo uno di essi andò ad incagliare per la nebbia e fu c~scndo di gran lunga superati da operazioni :inaloghe dovuto abbandonare. I Russi mandarono un mcrociatorc compit.Jtc con 1 somn1crglbih. corazzalo a bombardarlo. ma a ;ua vol1a que$tO incrociaOpera::;1011i nel i\lediterr,111t·o Orientale. /\ llà ti □e di lutore cadde vittima del sommergibile tedesco U 26. Az ioni gl io del 19 t4 i Tedesch i avevano ncl l'i\ lto Adriatico l'insimili furnno ripetute d urante i mesi successivi, e i Tecrociatore da battaglia Gocbc11 (V .J e I "incrociatore lcgdeschi con sole forze leggere riuscirono a tenere in ri!(cro « Brcslau •· i quali riuscirono a riparare a Costanspcuo i Russi, avendo così libertà di manovra nel Baltico tinopoli, dmc i Tedeschi si diedero a riordinare la Rotta per il loro commercio con gli Stati scandinavi e per I.., ottomana, che comprendc\'a 3 vecchie coraz.zate , 2 incroesercitaz ioni della Aou a d'1\.lto m:1rc che vi si recava temciatori leggeri e 8 cacciawrpedìnierc. 1 Russi avevano nel poraneamente dal Mare del N ord. In mfu di questi pe• Mar Nero: 5 corazzate. 2 incrociatori leggeri e 9 caccil .. riodi di allenamento la seconda squadra rinnovò il bomtorpediniere. li 5 nm-cmbre la nona IU>',l bombardava Trebardamento di Libau. Le forze ru,sc "ennero aumentate bisonda c il 18 novembre la Aorta ture., si portava «>tto con la presenza di alcuni sommergibili inglesi. L'avanSebastopoli <love aHeniva uno scambio d, cannonate. Conzat, degli eserciti tedesch i sul fronte orientale nel 1915 tinuarono in <licernbrc le crociere d a 1111a parte e dal l'a ltra. rendc\'a necessario un p iù attil'o appoggio da parte della I Turchi avevano bisogno cli trasportare soldati a Treb,. marina su I loro fianco sr. La flotta tedesca pcrciè, decise ,onda e i Russi ccrca,·ano di contrastare gli sbarchi. Verso di proteggere I 'occupa,:10ne di Libau e cli e;.cguire il forOccidente, ;i svolge\'allo nd 1915 le operazioni anglo-franzamento ciel golfo di Riga ; scnonchi: l'atti\'ità degli inglesi cesi contro lo stretto dei D,1rda11elli (V .). Verso la fine del nel Mar,~ del Nord impedì lo spostamento delle navi nel 1916 le unìt:t dcli:, notta u, rcn furono adoperate per azioni Baltico e l'impresa dovette essere d ifferita . La guerra concostiere contro la Romania e per contrastare le operazioni tinuò ih questo mare soltanto come guerra di mine, di sul teatro di guerra asiatico. :,,"cl :'vfar Nero i Tedeschi cui i Russi fecero uso molto em:so. Dopo la battaglia <ldlo perdettero ben cinque sommergibili per urti conrro mine. Jutland, sia perchè le operazioni dd .M are del Nord erano finchè sopravvenne l 'arm isti7.io con la Russia . K on vi era divrniate più sistematiche, si:i pcrchè le operazioni sul · più ragione di mantenere forze navali in Mar N ero c fu fronte m sso lo esigevano, si dovette riprendere l ' idea di deciso di riprendere l 'a u ività verso l'Egeo. Il :29 gennaio occupare il golfo di Riga (V.). L'opernione poti- essere 1918 il " Gocben • e il • Hreslau », accompagnati da quatmandata ad effetto nel settembre ciel 191ì. >lei febbraio tro cacciatorpediniere e da un sommergibile, uscirono dagli del 1918, dopo la pace di Brest Litovsk, il governo finstretti con lo scopo di fare una puntata contro Salonicco, landese chiese aiuto ai Tcdcsch, contro la minaccia delma all'altezza , leJJ 'isob di 1,mbros si incon trarono con due l'esercito Rosso. Fu invi ata allorn una nuova squadra , la cacciatorpediniere e due monitors inglesi. Si aperse un quale cooperò alla presa di H clsingCors; con questa azione combattimento durante il quale le due navi tedesche anpoterono dirsi chiuse le operazioni ntl\·ali del Mar Baltico. darono a cadere: in mezzo ad un campo di mine. Il « GocOpcmzioni di corsa sugli Oceani. La dichinrazione c!i ben " fu gravemente , lanneggiato, il « Breslau » , colpito guerra aveva sorpreso un rilevante nrnncro di incrociatori da tre mi11c, andò a picco. li primo rientrò nei Dardadei due principali belligeranti , Inghilterra e Germania. lonnell i e si gettò in secco sulla costa d'Asia, dove nei giorni tani dalla madre Patria, a scopo coloniale e di protezione successi,,i fu fatto segno a numerosissimi attacchi <li ,•elidel commercio. Sia gli uni che j!li altri ccrcHono di ragvoli . che però non riuscirono :i danneggiarlo. tanto che nel grupp:ire le loro for1.c nel miglior modo pos-ibile. Gli in n-.c,c di nurzo potè essere rimesso a galla e condono a


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Porto Bu.so e Gra<lo, ed or_µ;aniz:zarouo qucst·u tcima

213 utliciali e 3800 marinai. li numero dei fuci li.e ri marinai era di 4036 con r49 ufficiali. In seguito questo numero andò aumentando, fino ad arrivare complessivamente a r3.800 uomini, che costituirono la briga ta marina al comando di un contrammiraglio. Mentre stavano rafforzandosi sulle posizioni del Basso Piave, i marinai respinsero brillantemente un attacco combinato da terra e da mare il 16 novembre 19t7. Un'altra a?.ione importante si svolse il 19 luglio 1918, quando, dopo b battaglia del Piave, l'estrema dr. del nostro esercito avanzò per impadronirsi di tutto il delta di questo fiume . .'via fu nel periodo giugno-luglio 1918 che si rivelò in rnodo efficace tutta l'organizzazione delle artiglierie della marina installate a terra . Dal 30 ottobre al 4 novembre 1918, la brigata Nlarina p rese parte alla battaglia di Vittorio-Veneto, superando le resistenze austriache; il 1° e il 2 novembre l'avanzata divenne lravolgente con ~•aiuto di tutti i n1ezzi possibjl i, comprese le due cannoniere lagunari « Ape » e « Vespa >>. Un aspro comhattimcmo anc11ne attorno alla località di .'vfarano; alla mattina del 3 gli arditi di marina , instal-

local ità a difesa, facendone base di operazione per i nostri

latisj nei pressi di un passaggio obbligato. ìn1pcdiv~no il

Costantinopoli. '.'iessun 'altra azione importante ebbe luogo fino all'armistizio, ad eccezione di piccoli sco'1tri di sommergibili. Operazioni 1enito11ah eseguite dalla R. A-farina italia1111. Le condizioni paludose del terreno su l Basso Isonzo dapprima e su) Basso Piave dopo , si prestavano particolarmente all'impiego d, truppe " anfibie», che agissero indifferentemente in terra-ferma oppure con l'aiuto d i natanti attraverso i canali. Per questa ragione 1'estrema ala d r. del nostro esercito venne form.ata con reparti di marina, il

cui primo nucleo si formò con i l personale scampato dal l'incrociatore « Amalfi » dopo il silurn111eoco di questa nave. Acl appoggiare tale ala erano state inv iate 11d la laguna veneta le più vecchie navi e incrociatori corazzati, vale a dire; « S:udcg_na ,), i< Filiberto }>, <( Saint Bon )), cc ~[arco Polo», ic Carlo Alberto i), e.on va rie squadriglie di ::;iluranti

e sommergibili. Le truppe <li marina, procedendo lungo la costa, cacciarono il nemico da tutto il littorale compreso trtl

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l.,:.\ flotra Ledesca cli von Spec nel Pac i fico1 fr:1 navi cil ene ( 19 1 5)

moniwri. Nei pressi di Monfalcone furono subito organi~zatc, con cannoni cli marina di medio e piccolo calibro, delle batterie fisse, mentre ai reparti mobili Yenivano assegnati i cannoni da sbarco . Lungo l ca nali furo no instal~

,10stra 5.;a divis. Al momento cieli ·armistizio, le truppe di Marina avevano raggiunto le vicinanze di San Gi~rgio

lati n1olti ponto ni .arn1ati con cannoni di medio e piccolo

di Nogaro. V. Adriatico e Otranto.

calibro (120 e 76) che presero il nome di " raganelle ». li numero dei can noni andò rnan mano aumentando du~ r:111tc la guerrn fino a raggiungere il numero di 153, così divisi: cannoni e bombarde di grosso calibro 30; cannoni d i medio calibro 48, di piccolo calibro 75. Oltre a ciò la marint-1 fornì ~!l'esercito, sguarnendo le vecchie navi e .le

batterie costiere, altJi 453 pezzi, che ve,u,ero dislocati su l"ari pun ti del fronte, cd erano serviti in parte da personale di marina, in parte da personale dell'esercito. Nell'azione di fiancheggiamento compiuta dai reparti marina sono notevoli tutti i con1battimenti eseguiti intorno a h1onfalcone (settore Sud) durante le avanzate della 3a armata, Nell'ottobre del l9I 7 tutti i poderosi lavori compiuti dalla marina n~I settore di Grado e Monfalcone, furono dovuti demolire d'urge nza, ma in tre g iorni tutto !I 1na~ reriale più importante ven ne trasportato a Venezia attraverso i canali internì e per n1are. Da Venezia ìl 1naterialc fu subito rimandato sul Basso Piave, a completare d i i,uovo lo schieramento dell'esercito. Fu organizzato su basi solide il regg. 1c S. J\ifarco n; il raggruppamento 3rtig1ierie di mar in:t i:::0111 prendc.va allora 150 pezzi cd ur.a forza dl

transito e il movimcn Lo del carreggio di tutt:-t una divis. austriaca, la quale ~osì Yennc raggjunta e catturata dalla

Opentzioni ,wree nella gu,·1-ra Afondiaic. Le ;1.erona\'i, gli aeroplan i e gli id rovolanti, durante il conflitto lllondia 1c, ,·ennero utilizzati quasi totalmente quali ausiliari degli eser• citi e delle marine dei paesi bell igeranti. L'esplorazione ae rea entrò subito in azione, fi no dalle prime settimane di guerra; l'offensiva aerea invece entrc) nella sua fase · utile solo più tardi . Le pr ime noti?,ie intorno all'offensiva aerea sono date dal comunicato ufficiale francese del 9 dicen1bre 1914, e rig uardano

il bombard;1mcnto operato

dagli aviator i francesi dei ,capannoni d 'aviazione tedesca a Fr iuurgo <lei Saden (5 dicembre 19q), l'incendio dei ma gaz.zini di benzina tc,kschi ad Ostenda da parte degli Inglesi (15 novembre) e i primi scontd aerei, avvenuti il 18 novembre nei ciel i di Am iens, di Montdidicr e d ; Dornpierre fra apparecchi francesi ç tedeschi. Gli Inglesi alla. fine di ottobre avevano bombardato i capannoni di Dì.isseldorf ed il 21 novembre i capannoni e le officine per dirigibili del cantie,e Zeppelin a 1•riedrichshafen. :\i progressi compiuti dalla offensiva sistema tica degli Alleati, si contrapponeva c1uclla ragguardc,·ole dei Tedeschi . Tn uno


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ciò primi bombardamenti di Yprcs, gli aviatori germanici avevano

lasciato cadere in una sola giornata sulla citta-

d ina belga non meno di 80 bombe; cifra notevolissima per quei tempi. L a mèta preferita degli aeroplani tedeschi, sulla fine de l 19q , era Dunkergue, i l grande porto fortificato francese, che fu bombardato dall'alto parecchie volte. Il primo attacc~ in mass~,, operato da squadriglie d i aeropl ani e id rovolanti inglesi, avvenne il 18 febbraio 1915 e fu eseguito da 34 apparecch i che lanciarono ben 480 bombe sulla costa belga occupata dalle forze tedesche . La diflìcoltiì n1aggio rc che .allora si opponeva alla esecuzione di operaz ioni in cosl g rande stile era quella ckl rifornimento, non potendo un aeroplano portare benzina sufficiente per molte ore d i volo, nè sopportare il sovraccarico di una media d i 14 bombe. G li Inglesi ovviarono alla grave difficoltà facendo seguire le squadrigl ie aeree di idrovolanti da navi dl appoggio trasportanti j_ riforni1ncnti, e si venne cosl a ve rificare una pnma cooperaz ione tra la floua aerea e quella marina. I risultati ottenuti da questa prima o!Icn, siva aerea erano stati notevolissimi. La stazjonc di Ostenda andò d istrutta e d is trutto pure il ponte cbc col legava la

città alla stazione ; danni rilevanti riportarono pure le batterie costie re di Ostenda , di Middelkcrkc e di Blankcmbcrghc. A Zccbruggc gli. ~u.: ropt1ni distrussero la ccntr:ile elettrica; i ponti g irevoli sul canale di llruges nrn~sero inu tilizzati; la ferrovia fu inrt:rrotta in divers.i punti e pe1 alcuni giorni i! scn• i7.10 <i i ri rornimcntQ dell'c:,;ercito tedcs.;n operante ne lle Fiand re rim ase inceppato. !\ con,pktarc i r isultati di questa prima ofien~i\'a ne venne e:-,cgl!ita uné-1 ,cconda, nella :i;ressa. zona, a quattro g iorni di dis1;inz(l, da 40 fra aeroplani ed idrovolanti inglesi, i quali bonihal'da rono ancora Ostenda, Middelkerk e Zcebrnggc, pl'cnclendo specialmente d i m ira le batterie costiere e le a ltre opere

di d ifesa che subirono dai1n i rilevant i. Contempor;:-int"amcnte a queste località ven iva anche bombardato da squ~d rig l:c francesi il campo di aviazione d i Chistelles per irnpechre agli av iatori tedesch i cli ostacolare l 'azione degl i l nglesi. I risultati ùi queste o ffensive furono importan tissimi, avendo la German ia c1cato ad Ostenda e a Zcebruggc d ue poclerosc stazioni di sofl'nnergibili per ~gi rc contro lil no1ta ~ il naviglio inglese. Dopo questi avven imcmi, le nazion i bel ligeranti si accorsero di uover d :irr o rinai .specia lissima importanza alla g uerra aerea, e si d iedero ~l pr<·par~1r<: pilot i e apparecchi. Da tale inten sa prc par3nonc ben presto scaturirono risu ltali assai notevo li . J)all 'ùffc 11 ~i,·a irri~ori~1 che LIII solo velivolo apportava su un accampam.ento ù un:1 , itt~1, si passa gradualmen te e a poco n poco a11'anacc;n in .fi<]_u:ld rigbc con tre o quattro apµarccchi, per 3rrivare ben presto al bombardamento con oltre 50 ,·el ivo!i dl un unico bt'-rsHgliu. Dal!'azjonc individ uale, si giunse al l'azione co!k:niva; l 'aeroplano vcT1ne così a costituire un nuovo n1ezzo che aveva il suo peso sulle caratteristiche tradizionali dc!!" guerra, ma non .si trO\'Ù un 'arma che pottssc cAì,cac-•:mcntc c·r;1ltrob~u e·r10 :~ bisognò opporré· a<.: r=oplano ad ~cropfo no. E al lora al i ·esplorazione acrt:a si aggiun~c l'offcnsivaJ !:t quale andò facendosi di g iorno in giorno sempre più temi bile per i due sco pi essenziali .:he si prefisse : disarticola'l,ionc del servizio di rifornimento nemico, bo111bardandone le retrovie, c. rappresaglia su ci uà .irnponanti intt:rnc dd nemico, con[l'O incursioni d i esso in territorio n;,zionale . Prima d i iniziare in terra la grande ban :ig lia di Verdun, ; Tedeschi tentarono un 'offensi va aerea in gra nde sri le ..-0 1l 1c n('ssun esercito aveva tentato mai, lanci~ nclo conten1poia .. nramcme, contro il fronte francese, d irigibili ed aeropltrni m numero g rnndissin10, col p rtt.: i~ù scopo cl i cùlpirc..: lntlc le retrovie . i nod i fcrro,·iari . gi i :1cc:1rnpa1nenti. k poh·e~

rierc . t'CC., così che non fosse più poss ibile al comando francese <li fare accorrere le t ruppe li, clo1·e si precisava l'offensiva terrestre. E i Francesi mc>ssero ad una con t roffensiva Jl0n. rneno Yasta: si ebbero nello stesso g iorno nurncrosi combattimenti aerei, con perdite g ra\'i in macchine e piloti da arnho le pani, per cui l'indebolimento degl i effettivi cli combattimento essendo stato reciproco. la battaglia aerea non si rivelò decisiva. Anche per l 'aumentata potcozialità dei proiettili lanciat i dall'aho la gue,;a aerea andò µrendendo proporzioni sempre più vaste in tu1ti gli scacchieri . Il r0 agosro del 19 15 una ,quadriglia d i avi" . 1or i francesi vola oltre il Reno ,1 bombardare le fabbriche d i (< Avjatik )> a Frìburgo in Brei~gau . Lo ste~~o g iorno su Ch;'ì1.cau-Sa lins si svolge una imponente battagl,a nell'aria. Sono dapprincipio sci aquile te utonich<.: contro r5 aquilotti francesi che r<:rcano di sopraffarsi a vicenda; ad un tratto sbuca dalia nebbia un 'altra sg\ladriglia di aeroplani frn ncesi che s'imn1ischia nella lotta cd allora i vt li vol i gcrmanict ccrca nv ad uno ad uno scnmpo nel la f uga e si delinea nel cido una sfilata di apparecchi veloci che si r ,n corrono e si inseguono. Q uesta fu la prima vera battagli:1. aerea Sl'Oitasi durante la guerra Mond iale. li 2-J agosto 1915 uno stormo di 62 apparecch i francesi vola di m ,o,·o al di là <lei Reno e lascia cadere sulla fabbrica d i gr anat~ di Dillingen 150 bombe. N ella notte d al 25 al 26, um soht squadrig lia f rancese l~ncia, sulh1 stazione <li Noyon. 127 granatc. Intanto gli « ZeppeUn », fi no al stttcrnbrc del 1915, al'cvano g i', fatto 17 incursion i su Londra . Nclt•offensiva dell'ottobre r9r 5 in F rancia,. r~eroplano si trovò in stre tta collaborazione <ielle bocche d a (uoco nel la fase preparatoria dell' az ione, ed assistia1no così alle suc~cssiH.'. :nodilicazioni del! ' impiego bell ico del velivolo . Qui 1·aeroplano o la squadriglia non com piva più un fatto d'anni isolato e che porrnv.t solo un vantaggio indircLto all 'az.co,ie del;e truppe terrestrji ma co111inciav_a ad, avere una pa!·tc lmportancc nel qua<lro d' unio ne cli tutti gli sforzi per rag giungc,·e fo vittori~. Le az.ioni di bombardamento ~i sus..\eguuno ~en-1prc pil! 11un1crosc, e sc1nprc più J1umerosi i comb3ccimenti riert.i, menlrc <l a terra n1itrag liatrici e cannoni co1H1 oae rci en trano i n azione . Così su tutte le fronti, per tutta la durata ciel confli tto, lasciando per dopo la g:uer r:t aperta la vivace d iscussione intorno alla potenza di quest'arma nuova, che alcuni vogl iono l'arm a assolutamente decisiva di un fllturo c.:onAiuo, altri rite ngono esagerato tale concetto e ne ridu~ono, nelle previsioni , le r.ossibilità. Verso l' ulti,na fase del la g uerra la partecipazione degli aeroplan i all'a,:ionc diretta contro le truppe ayversarie \ I k rc sem pre pili intensa, non solo med iante bornb(", m·a alH.:hc med iante fuoco di mitrag l iat rici a b assa quota. lucursioui su rn-n!ono bntuu1n(O. Fino dai primi g:1orn1 del la g l!erra, l 'incubo inglese era la m inaccia degli Zep pelin su Lond ra : ma una serie clj disastri aveva ridotto il numero delle a.c rona.vi te<le~che e in rutto il 1914 sobmcnte d ue aeroplani ed un idro,·olante passarono la Il.fanica, senza recare danni . Le scorrerie degli Zeppelin su l

suolo inglese com inciarono nel gennaio dei 1915 e si rir:.novarono 19 volte durante quell'anno. ! danni prodott i da quc.ste incursioni furono alcuni edifici crol lat i. qualcli<.: incendio, 207 morti e 533 feriti della popolazione ci,-ile" Nel i91 6, i rai<ls degli Zeppelin sull'Inghi lterra furono 22 . col lancio d i t25 tonnellate d i csplosi1•i, ,ausan do la morte a 293 pel'sone e ferendone 691. La Germau ia aveva mig liorato i propri ap patecc hi; !'attacco su .Londra del maggw ·r 9 J5 era stato eseguito da 1..ma aeronave d i 32 .000 mc n 4 motori , capace di portare un carie~ utili:! d i r5 ton• nrll:Hi.: . N,·l 1916 rn,a,·a. dirigibili di 35.000 mc . con rr11,#


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tori M aybach <la 2-10 !--IP., dorati ~1 i paracadute e fom iti di impiant i rad iogonioqietrici perfezionaci. Londra fu attaccata più volte; l' ultimo attacco avvenne il 23 agosto -con 3 aeronavi ; furono Janciate sulla città in t utto 16 bombe. 1':el r9r7 le scorrerie in Inghilterra furono 6 co n lancio -d i 30 tonnellate di bombe che uccisero 4r persone e ne (cri rono 75. li 23-24 maggio parecchi Zeppelin si accost arono alle contee orientali della Gran Bretagna, ma, assa liti da idroplani inglesi, dovettero retrocedere. L'ultima visi ta degli Zeppelin a Londra fu nella notte <le! 19-20 o ttobre . D i Il aeronavi partite da lla loro base per ,1uesta incursione 4 tornarono indietro per le cattive condizioni atmosferiche e una si fracassò atterrando. N el bombardamento dei tcrricori intern i gli Zeppelin non avevano dato gli effetti sperati cd i l Comando generale tedesco delle forze aeree, nel giugnQ del r9r7, propose la corl)pleta cessazione d el dirigibilisrno, con adesione del Comando Supremo . Allora vennero sostituiti g li acroplatli agli Zeppelin: le prin1c grandì incursioni d i aeroplani si cffettu.irono nella primavc rn del T91ì- Fra il maggio e l'agosto si ebbero 8 attacch i in pieno gio rno , con 40 1 morti e 878 feriti. Quello del 13 g iugno su Lond ra fu mic id iale : r62 mort i e 432 ferit i; erano state lanciate quattro tonnellate d i bombe d~, una quindicina di (( Ciotha )> che vol;:i,rono in fonn:-:1ziur1c serrata sul la Cit y ed East-E n<l . Il 7 luglio, Lond ra fo di n.uovo auaccata da 22 (< Goth::-t ». Jn settem bre co1nin-

mando, per la vigilanza aerea agli approcci occid cn t,;!i del Canale; un 'ah ra stazione fu messa, in luglio, a Cherbourg sulla costa di rimpetto. Queste stazioni servirono per fa scgmllazionc dei sottomarini, n1a concorrevano efficace1neote anche alla vig ilanza e alla diksa dell 'aria. Nello stesso tempo vennero organizzati sbarramenti con pallcni Caquot, sostenenti cavi metallici, che ebbero un effetto morale considerevole sul nemico. Verso la metà del 1918 la d ifesa d ispone,':> <li 10 di tali p :1llo ni, capaci d i salire a 3000 m . Riflettori potenti vennero a facilitare il lavoro della diksa ant i:1crca. Negli ultimi attacchi del! 'anno 1917 furono al,battull ogni volta dall'artiglieria due velivoli dell'aviazione da caccia notturna. La difesa aerea . nel gennaio 19r8, disponeva d i 250 cannoni, di 323 pi·oiettori, d i 35 apparecch i da ascoho, d i 4 palloni e di 8 squadriglie con 89 aeroplani da caccia diurn;1 e 63 da caccia notturna, oltre a un certo numero d i velivol i di tipo amiquato. Sulla li.ne d i a pri le furono co,tituitc altre duè squadriglie. Dei 13 appa recchi che cff,,ttuarono il bombardamento d i Londra, il 19 maggio i'01$, 3 furono abbattù ti dalla d ifesa antiaerea, 3 dagli

ciarono gli attacch i <li notte con un nuovo tipo di <( GrJtha >>

e ne fecero r5 prima che fin isse l'anno, 9 d~i quali sopra

Londra . Per tali in1p rese notluruc si agg iunse una sl pi:1• d 1;ig l ìa d i acrop1ani giganti a 3, 4 e anche 5 H1o tori . che fecero le loro pro,·c nell' ultimo rrirnest,·c dell 'an no; ma i ri sultati furono scarsi. Nel 1918 furono fatte 6 incursio,,i notturne ; in qud lri del 6-7 111arztJ si impiegarono 6 maç .. chine di cui 3 raggiunsero Lon dra . U na sola bomba d i una to11nclh1ta uccise 12 persone, ne ferl 33 e danneggiò 400 case . La sesta cd u ltitna (u la massima; ini z iata con

4r apparecch i " (,otha " il 19 maggio , ne arrivaron,, 13 a. Londra che subì g rlvi ti.anni . Dal cant.o suo l'.imm ira~ gliato inglese, fi n dal priucipin del le oscilitio, prnvvcdcva su bito al servizio d i difesa rlagli aerei, stabilendo un a ?'.01u di protezione della capjtale con raggio cli JO Km .. centro .a Charing Cross , installandovi cannoni antiaei'ei c. proiettori , ed iniziava la controffensiva inviando una efficicnr{:

unità aerea di ro apparecchi nel Belgio, più un dirigibile bomba rd are prima Ost<:nd,1 e poi Dunkerquc . li 22 settembre e l '8 o ttobre 19r .1 furo no cffet!Llatc per rappre-

:<

saglia due scorrerie 111 Germania gcuando quaìrhc bomba a Diisseldorf cd i11c.end iando un dirigibile. PiL, fortune " ' [u la spedizione al ca nt iere d i Fned richshafe n rnl lago ,di Costanza ; i d ~nni causati non f urono molto grav il' ma

fu g1 andlssin1a I'irnpressionc prodotta in Germania . lntanro b d !f~sa antiaerea sul te rritorio britannico si andava rap i..

-<lamen tc organizzando. ll Mjnistero della Gucrr:.\ assumeva la d ifesa tcrritoriak, lasciando al l 'amrnir:1gliato il compito d d l'azinne controffensiva su lle basi aeree tedesche, le q uali, per lo più , coincidevano con le stazioni dei sono1nar1ni. li M inistero provvide subito a lb formazione d, squadre spe,cializ.zatc per la <l ìfesa; più se ne for mò una d i addestra.. men to per i voli notturni. 1\ ero11lani e proiettori vennero sparsi lungo una linea eia Dover ad Edimburgo. Non meno d i 6 · dirig ibili· tedeschi furono vittime d i qu ostc d ifese e q ualche altro si perdette nella via <le i 1irorno per -opera di apparecchi inglesi inseguenti . N ei prim i mesi del 19J7, l' Ammirngliato stabiliva trc: n uo \'c stazioni d'idro,•ùla nti cd uria nuova. base di :1cronavi , cmi la forn1a·~:onc ,di due centri ) P lymoutl1 t.: Pùrt~1 11n uth sol.lo Llll unico co1

Aeropl ano tedesco ahbarrnto sulle linee

francesi

apparecch i da caccia, e 4 rimasero d istrutti in seguito ari incidenti di volo. Dopo q uesta azione Lnndra riacqL1 istò !a tranqllillità sino ali,i fine della g uerra. Opcraeio11i flt:rec ,·a/ili fronte italiana . Quando l'Italia entrò in guerra, non p1)ssedeva che circa 70 apparecch i di v:iiio t ipo, con motori della forza d i 70-80 cavalli. Furon0 costituire 16 sqw1drig lic che permisero solo ùi istitu ire Ull snvizio rido tto di csp~orazion~ e di ricog11i1.ione. Malgrado ciò i nostri poch i aviatori non rimasero inatrivi; tutte le sia1.io ni del Tren tino, dell'Alto Adige, della Carinzia <' della. Carn iola, nonchè i principali centri di r iforni rnc;.11!0, i nodi stradali, i grand i magazzini, le central i elettriche, i campi di (lv lazione, f uxono da essi replicata:n<.:ntc bombardati . Intanto l 'o rga nizzazio ne d<:ll ':arma aerea au .. clava facendo p1·ogressi e folti gruppi dì giovani usc;v~1Pc1 elci le sc11,) lc d, pilotaggio. di osservazione aei·ea, d i acro-

ba-iia e di tiro. Anche gll apparecchi vcniv;lno traslorn1andosi ; clirn in~1t i i primi tip), nuovi pilt perfez1ouali li sostituirono . V c 1u;z ia fu !a prima cillà v isitata dai Taubc

austriaci, che bl'lcia1·onn il 24 maggio l l) 15 1 1 bornbc sc.::nza dan ni notevoli., ma da allora r ipetutamente la citt.ì. fu cspo~ta alle o ffese ~eree, come altre citt~t della regione .

1 <li, igihili italiani parteciparono auivamen:e ai boml,ar<lJrnenti JH..1 territorio ne mico. Gabriele d'Annunzio, con1fH\•a il i :igosto 19r6 un volo s\1 Trie.5te, coo un vdl\•olo pilo tato d al comandante Mirngb, lancia,nda sulla ciLLà messaggi e bandierine italia11c 1 e sull'arsena le d 'artigli.:ria bombe ad alto esplosivo; i l 20 settembre, cgì i compii·:, lo sllS~O gesto su T I'icste ~ e; il 9 agosto 19 17 addirilt11n1 ,:,U V ienna . senza portare scco bombe, ma .solo manl~c,;~;nt


◊PE

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tricolori. Nel 1916 continuò la moltiplicazione delle unità e il pcrfezion~mento dei sistemi d'impiego. Nel 1915 erano srnti GOStruiti iJ1 Italia 600 motori, 400 aeroplani e 4 dirigibili; nel r916, la produ;,.,ione delle nostre officine fu di 2400 motori, r300 velivoli e 12 dirigibili. Le città del Veneto, Brescia e Ravenna, come quelle della costa, erauo continuamente falt<: segno all'jra ne111ica; ma la. 111.aggior

vittima era Venezia. Il 19 febbraio, per rapprcsagli,1, una squadriglia di Caproni compiva un "incursione su I.ubiana lar,ciandovi L1na diecina d i granate mine e di bo111be. l'no dei Caproni fu costretto ad atterrare in territorio nemico;

gli alu-i ritornarono incolumi. Per quattro ore i velivoli italiani si trattennero nel cielo della zona nemjca, eseguendo nel frattempo efficac issimi bombardamenti ad Adelsherg, Obcrlaibacb, Opcina, Sanle, Salloch e Lubiana. Gravi, soprattutto a Lubiana, erano stati gli effetti del bombar·damento: in una stessa strada furono gravemente danneg · giace 40 case, tre caserme e la sede di un comando <li brigata. Le perdite ital iane furono di un apparecchio perduto e tre ufficiali morti, tra cui il cap. Salomone. Il 21 febbraio, una squadriglia austriaca di 12 velivoli si avanzò sul Ga rda e lanciò bombe su Salò, Gargnano e Sirmione facendo vittime. Per qualche mese i bombardamenti aerei tacquero e i ·az ione del! 'aviazione si svolse io vigorose ope~ razion i di guerra. A primavera la lotta riprese anche nel cielo. Le nostre squadriglie fecero incursioni in Val d'Adige, sugli altipiani di Asiago e di Folgar ia, sulla Drava e sul Gai!. Il r0 agosto 24 Caproni bombardaro110 a Fiume i l stiurificio, il deposito d i petrolio e il cantiere Danubius; A questa nostra iucursione gli Austriaci risposero, verso la metà <li agosto, con una loro scorreria su Venezia (V.), su

Padova e su altre città del Veneto. Nell'offensiva che si svolse dal 12 al 17 maggio fra Tolmino e il mare l'av iazione cooperò efficacemente, con bon1bardamenti e con com• battimenti contro apparecchi nemici. Il 23 maggio 1917, una g rande /lotta aerea, forte di 140 unità, prese parte alla battaglia che fu un vero assalto dati' aria conrro le trinc.::e, le truppe, i centri di vita del nemico. D icci r,mud late <li bombe ed alto esplosivo furon~ lanciate sulk posizioni nemiche. Vivissima fu la lotta aerea svoltasi nel mese di g iugno su tutto il fron te italiar.o, dove si 'mpegnarono vere e prop l'je battaglie aeree. I grossi velivoh da

bombardamento, r iuniti in grossi scaglioni, rovesciarono grandi quantità di espl(lsivi sulle truppe .avversarie. Nc!!a seconda quindicùrn di luglio fu vivace anche l'attività degl, aviatori austriaci. Durante la grande battaglia sulla fronte Giulia, il 20 agosto, 261 nostri velivoli volarono sopra le lillCC austr iache, fulminando dall'alto le truppe ammassate fra .Selo e Comeno, e gettando 5 lo1111ellate d i esplosivo sugli impianti del nodo ferroviario di Tarvis. H 25 ago• -sto,l'aviaziooe partecipò alla battaglia con 233 velivoli, bombardando a più riprese il vallone di Chiapovano formicolante di truppe . Il 29 ;igosto, sull'altopiano della Bain.sizza, le . truppe ebbero la cooperazione di 246 velivoli, intanto che ad est di Gorizia, una squadriglia di 40 Caproni rovesciava sulle bat terie avversarie 7 tonnellate di esplosivi . Il 3 settembre, 30 Caproni fecero una incursione su Pola durata circa z ore, dalla mezzanotte alle due, gettando 9 ronnellate di esplosivi che produssero disrru7.ioni ed incendi all 'arsenale e al deposito di nafta . A questa incursione il nemico oppose grande resistenza per opera degli idrovolanti e delle batterie antiaeree e rnolri nostri velivoli furono colpiti, sebbene in parti non vitali , e quindi poterono rientrare nei loro hangars. Naturalmente queste lotte aeree non erano senza perdite da parte nostra, qua:i-

tunquc molto maggiori fossero quelle del nemico. Nella notte dal 3 al -4 ottobre avvenne l'incursione su Cattaro, sotto la guida di Gabriele d'Annunzio. I velivoli, partiti dallacosta Adriatica, alle IT di notte attraversarono il mare .: si· portarono sulla mèta . Tonnellate di esplosivi furono rovesciati sulla base navale, colpendo gli obbiettivi prefissi. Di fronte al cambiamento improvviso e straordi nario di -:ondizioni e di fort una avvenuto in seguito alla crisi di Caporctto,

i nostri aviatori non tentennarono; per essi

nulla era mutato e continuarono ad affrontare i l ne1nico, concorrendo efficacemente alla protezione della r itirata e-rendendola possibile. Dal 22 ottobre al 23 novembre essi abbatterono oltre 50 apparecchi l\cmici, per lo più germanici. Le perdite nosU-e f urono di 2r apparecchi. 11 25 dicembre una squadriglia d i 25 aeroplani nemici app.Ìre improvvisa sul cielo {ii Trev iso e lancia bombe sul campo di avinione, ,nitragliando le truppe. 15 apparecchi nostri si kvano a ,•olo lanciandosi contro i 25 tedeschi. Dopn una lotta Jur:ita

15 minuti.

6 apparecc hi nemici c;;ono.

sbbattuti. Tre ore dopo, altri 9 apparecchi avversari com pr.iono nel cielo. I nostri si levano fulmineamente " volo . e raggiunta la quota degli .av.vcrsari li affrontano gaglinr• darnentc. La battaglia è furiosa; quattro apparecchi nemici precipitano al suolo . Nel 1918, durante la battaglia . del Piave, l'aviazione italia na cooperò efficacemente con k truppe di terra. Nel la giornata del 19 g iugno fu,-011" abbattuti 14 velivoli nemici, il 21 altr i II col concorso · anche cli aviatori anJcricani; i_n quel g iorno mancò al-

l'appello l 'apparecchio del maggiore Baracc, che aveva riportato 34 vittor ie. Venezia, Padova, Ravenna e altre città dcli' Alto Adriatico venivano fatte nuovamente segno :t!k··

incursioni nemiche} ed i nostri av iatori vo1avauo su PoJa) Canaro e Durazzo. Il 28 ottobre il Bollettino annunciava che il 27 l'esercito aveva passato a viva forza il Piave. A questa battaglia l 'aviazione aveva partecipato con tutte le sue forze. Oltre 800 apparecchi nostri ed alleati ave,·ano volato sui combattenti durante i primi gior"ni de'h battaglia di Vittorio Veneto, contribuendo a portare lo scompiglio fra le colonne nemiche in ritirata, battendole con mitragliatrici e col lancio di bombe. La guerra si ch iudeva sul nostro fronte, avendo fin da l p rincipic:, del 1917 veduto affermarsi la superiorità dell'aviaz;,me nostr a ~u quella nemica.

Opere pubbliche. Gli organizzatori cli tutti gl i eserciti riconobbero in ogni tempo la necessità di fare inte(,·en ire l 'esercito, in n1odo d iretto e continuo~ in tutto ciò che è opera pubblica, e specialmente in quanto riAct!C la viabilità; di modo che commissioni speciali militari intervengono in ogni caso dove si tratti d i strade, d i canal i, di

manufatti vari, a rappresentare l'imeresse dell'cscrcirc> dal punto di vista della sua funzionalità in guerra. I Romani, d1e solcarono di strade meravigliose tutte le regioni del mondo

::i

loro soggettt' 1

costruirono quelle opere monu.

melllali per i bisogni strategici dei loro eserciti. Ancheoggi Ycdiamo qualche nazione sobbarcarsi 3 spese ingenti per la costruzione di strade e {errovie di nessun rendi1nento econon1ico, ma di grandissimo va]Ot'e strategico per

l:t dislocazione rapida dell 'escrcito, in caso di guerra.

Operti (Giovann1). Generale, n. a Viri, m . a T orino , (1838-1909). Sottot. per merito di guerra nella campagna del 1859, partecipò anche a quella del 1866. Da ten. colonndlo comandò il 19° regg. fanteria (r889-1890) e da colonnello il 50° (1 890-1897). Nel 1899 raggiunse il grado , di m:1_gg. gcnera le e nel , i907 quello di ten. generale.

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On.

Qpo

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Opliti,• Corpo -di fanteria pesame, nell'antica Grecia. Erano armati d i lunga picca (la sarissa dei Macedoni arrivava quasi a m. 7) e dì spada, protetti dalJ"elmo, dalla

I. Presa di Oporto (1809). Episodio della ,econda specljzione francese contro il Portogallo. L 'armata agli ordini del marcsc. Soult comprendeva le <livis. Merle, Mermet, Laborde, la clivis. cli cavalleria leggera del Franccschi e due reparti di dragoni agli ordini dei gen. La Houssayc e Lorgcs; in tutto 13.500 fanti e 3500 cavalli, con 25 cannoni. Essa giungeva in vista di O. il 26 marzo. La ciuà era difesa da 20 .000 regolari por toghesi agli ordini de• geo. Lin1a e Pareiros, rafforzali da nun1erose 111ilìzie paesane accorse dalle campagne: in totale circa 40.000 uomini, schierati fronte a nord, col centro in posizione che dominava le vie donde i France si dovevano sboccare, 1·afforzata da una grande ridotra ben rnunjta cli artiglierie; la sr. nppoggiata verso il rnare e la dr. al terreno roccioso degra-

Opliti :::reci

corazza e <la un grande scudo d i forma ovale (oplon). Costituivano il nerbo della falange e rappre~nt avano la Canrcria p iù salda, venendo scelti fra i soldati più robusti.

Opolcenié. Milizia mobile dell'esercito russo, destinata • rinforzare in tempo di guerra le truppe di campagna. In fine del sec. XIX sì componeva di 450 bgl. fanteria, ì 2 sqdr. di cavalleria, So btr. e w cp. zappatori del gen io_, della forza complessiva d i 397.500 uomini .

dante verso il Douro. ti 27 fu giorno d'avvisaglie; il 28 d i attesa, p-0ichè interessava al Soult attendere l'arrivo di due divis. rimaste i ndietro. Non avendo avuto esito l'intimazione di resa fatta in quel giorno, il maltÌ\lO del 29 s'iniziò l'attacco. Mentre la ~iiv is. Merle impcgnavasi contro la sr. avversaria, la divis . Laborde faceva impeto contro la d r. e conquistava va rie opere della difesa, spingendosi ,ino al margine della città e riuscendo a tagliar fuori l'estrema dr. portoghese, che tentò un cambiamento di fronte, ma fu presto sgominata, onde i Francesi penetrarono nell 'abitato eia oriente. li Soult spinse allora inrrnnzi a rincalzo del cent ro la divis. Mermct, che conquisti> la ridotta cen tra le : dalle varie opere cadute le truppe portoghesi si ritrassero in disordine , fugge11do verso ovest in

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Le operazioni di \Vellington contro Oporto (1809)

Oporto. Città del Portogallo, sull'Atlantico, alla (occ dd Douro. Sulla sr. <id fiume i Roman i avevano costmito i.I Portu.s Cale; sulla dr, poi gli A lani costruirono i! Castrum Novum. li primo nndò d ist ru tto per opera dei Mori e venne riedificalo dai Franchi col nome di Por/tJ,; Gallonun e fortificato nel secolo XIV. La città fu assediata invano dai Miguclisti i1el 1832. In tale occasione si distinse Enrico Cialdini, che faceva parte dd rcgg. della Regina, COm!,)0Sto in buon a parte di Italiani.

cerca di rifugio alla sr.; ciò diede buon giunco alla cli.v is. Mcrle, che sino allora aveva opportunamente moderat a la propria azione, per caric3rc i fuggiaschi. Molti di questi caddero sotto il fuoco e le baionette; moltissimi perirono nel Douro, mentre corrc,·ano a cercare sc.a1npo sui navigli attcacati alla riva . Occupato anche il fortino di Foz sull'estrema sr. portoghese, la città cadde nel pomeriggio in mano dei Frances i, mentre buona parte della popola7.ione in preda a folle panico l'abbandonava. La giornata


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çostò ai Portoghesi circa 8000 morti, poi eh<.: i vjncitori non , fecero prigionieri. Essi couquiscarono 200 cannoni e 30 navi, cd eblx:ro So morti e 350 fer iti.

II . Presa di Oporto (1809). L 'entrata in campo di una nuova armata britannica ag li ordini del generale \Vellingron, sbarcata ne ll 'estuario del Tago, dava nuovo impulso all'attiviti, degli Anglo-Portoghesi, La rapida avanzata degli Inglesi verso O. poneva il rnare~c. SClult in d ifficile sji.:uazione. Egli ordinava che fosse d istrutto il ponte di batLclli sul fiume, come misura prccauz.io1rnk. l..'TT rnaggio il genera le Well ington raggiungeva la sr . del Douro e di sponeva subito per il passaggio d i quel fiume: due brigate clove,·ano effettuarlo a Villanueva, gnasi d i fron te a O., nei pressi del ponte distrutto dai :F ra ncesi; mentre un distaccamento di 5000 uomini doveva passa rlo cinque miglia a ruonte . l passaggi, operati di sor presa nella notte sul 1:1 maggio, s'iniziarono icl iccmenr.e : jl Soult n 'ebbe tardo .avv iso, 9.uanda già parte ddk co lonne avversarie erano ·sulla ·rfva setrcntri~nalc1 e tcu.tò ·fii ostacolarl i; 111a la mi-nacò,l di un'a\t1·a colonna che' si presentava sulla sr . rxr prenderlo in fi anco lo decise ad ord inare il sollecito sgombero di O. e la r itirata verso Arnarunto; sotto la protez.io1ie ùi una retroguardia che sostenne vivaci attacch i e lasciò ~i1 nei.nico buon numero di prig ionieri. La riscossa Anglo-portoghese preludeYa alla d isgraziata fine dcli., seconda spcdi,.,onc francese in Portogallo e al ritorno ddk forze napoleoniche in Galiz.ia. Oppeln . Città della Germania, nella Sksia, sulla dr. dc ll' Ocler. Ne l 124r le l'or,.e slesianc che remarono di opporsi all"invasionc mongola di quell'anno, ven nero sopra ffane e distrutte 1m:s,o la città, che fu presa dai vi,1citori e devastata. Oppen (Adolfo Federico, van). Generale prussiano (17621834). Prese parte alla guerra per la Successione di Ba1·iera, ne! r787 a quella contro l'Olanda e poi alk guerre contro la Francia della Rivoluzione e dell' l,npero. Nel 18n fu promosso generale, ma dovette r irirarsi dal servizio attivo pet ragioni di salute; in primavera del 1813 ,•enne r ichiamato e fece la campagna di quell 'anno e del seguente . Nel 18r5 comandò il VI C, d ' A. rerri torialc e nd 18 d) andò in congedo . Oppenheim. Citt,, della Germania, nell'Assia . sul Reno. F11 .in antico fortezza romana col norne d i Bauconica, e in 5egu1to ebbe un buon castello . Vc.:une quivi sconfitto Corrado IV di c;ermanìà, nd 1251, per opera d i Guglic!mo d'Olanda , , Nd 1631 la città fu presa dagli Svedesi . Nel 1644 (u presa dal gcn. Rosen, agl i ordini de l Turenne.

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e navi da guerra inglesi, con l'affonda111ento di 6 giunche. Allora gl i lng les, dichiararono la guerra e · ,con una flotta di 15 JJavi e 4000 u. a l comando dd l'ammir. Elliot, nel giugno J 84oi bloccarono Canton; .il n1ese seguenle occu .. parono le isole di Tschu-san. Le giunche ci nes i, e le truppe prov inciali raccolte di fron te all'isola pd1'cipalc, vennero d isp<-rsc dal fuoco delle navi inglesi; quind i la squadra si portò alla foce del Pai-ho . Di qui fo intrapresa una sped izione contro Pechino . L'imperatore Taokwang cercò con lusinghe di indurre Ellioc a ritirarsi. Dopo vane trattative a Canton per la pace, Elliot, al principio dd 184, , <lislrussc tutte le fortificazioni costiere a sud-ove<r di Canton e alla tine di maggio andò contro la .stessa città. I Cinesi ma lgrado la loro grande supe riorità numerica no11 arrischiarono alcun combattimento serio cd il 27 maggio cederrero Canton, pagarono 6 milioni d i dollari e consegnarono agi, l nglesi 1200 cannon i. Ma in lnghilte<ra non si era sodd isfatti per la condotta della guerra cd Ellio1 venne sosti tuito dall 'ammiraglio Parkcr. Questi ndl'agu,to !>'CSC Amoy ed al princi;Jio d i ottobre si impadronl dell'isola di Tschu-san recentcmen1e occupaw e (onificata da; C inesi. 11 9 ouobre .le sue truppe scesero a terra senza alcuna difficoltà, presso Ting-hai cd i l 13. presero N ing-po. Nella primavera del 1842 giu11sero agli lnglt-si dall 'Europa e dall'India dei r inforzi, al comando d i sir. l'go Goug!t, i quali, sbarcati alle foci dcl l'Jaog-1sc, si j mpadronirono, rlopo ostinati combattimenti, di Wusu 11g, Shangbai ùd ;dtrc loca lità. Fi1>alrncntc, il 10 agosto, la flotta portò le truppe <lavanli a Nan-king. Allora i Cinesi cessarono ogni resistenza, e il 29 agosto fu conchiusa la pace a Nan-King, la ,pale dava agli Tnglcsi il possesso dell ' isola d i HongKong ed apri va loro i porri di Amoy, Fu-Cc.:u, Niog-Po i.: Shanghai.

Oppizzi (Pietro). Gener:t!c d'aeronautica, n. a Pavia nel 1882. Sottot. dei bersaglie ri nel 1903, partecipò alla campagna libica del 1913 e poi alla guerra cont ro l'Austria. En trato come pilota d"aeroplano nell 'aviazione , alla costituzione dell'arma aeronaut ica (r923) passò in essa col grado di ten. colonnello. Nominato comandante delle Scuole nel 1924, venne nel 1925 promosso colonnello direttore gene-

rale del personale mii. e delle Scuole d'aeronaut ica, nel qua le incarico ebbe il grado di gene rale di brigata aerea nel 1926. T rasferito nel 1927 al comando del la 2' zona aerea te rrltoriale, venne nel r931 promosso a scelta asso~

Iuta generale di d ivis . aerea; ne,! r932 passò a comandare Ja 1a ZOIUl. Opritckini. Specie d i milizia creata in Russia nel se· colo XVI da Ivano IV, eia servire come nucleo al suo esercito permanen te . Dagli. O. derivarono g li Strelizzi .

Oppidum. f:: nome generale che ì Romani davano alle città fortiticate; corrisponde alla " piazza fon e " modern:1. Cesare ~o n 1.7. uesw nome des igna tutlc le fonezz.<..:, 1wn solo della Gall ia, della Spagna, ddl 'Africa, dd la Greci:, e del)'Egitto. ma anche quelle dcll"Ilalia . Taci to applica la parola O. per ind icare le piazze forti dei l';irti, <l ei Persiani, dei Galli, ecc. ; mai l'adopera per sig11ihcare le fortezze d' Italia. .- .. Oppio (Cj11em1 d,.!I'). fr!) l' Inghilterra e la Cina (18401842). Una protesta della Cina éontro l'in;portazionc de!l'O. , pr.aticata dai mercanti inglesi, e rhverse restrizioni .alla navig~1zionc ~ul Hsi..- Kiang, deterrn ina rono una forte . tensione fra l'Inghilterra e la C ina. Già prima dell.1 d i-chiarazionc di guerra deU-Inghi lterrn (3 novembre 1R39). era :;l,·venuto uno : ~contro tra una flotta di_ o·iunchc cinesi

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Optio. Gradua to della m ili2.ia roman:t nel IV secolo . Era un aiutalll'e del centurione, e corrispondeva all"acccnm., tielle q,oche preceden ti. Il nome gl i derivò pcrch è \'Cniva scelto dal centurione rncdesiu10. In secoli posrer io, i troviamo degli optioues addetti alla custodia delle carceri. Oquendo (Antonio d'). ;\mmiragl io spagnuolo del secolo XV[!. Fu i l c'?mandan1c dell 'ultima grande spedizione che la Spagna mandò contro l 'Olanda durante la guerra · dì Fiandra , i mpÌcgandovi ttittè le sue forze nava li . i.a flotta spagnuola, il 21 ottobre 1639, venne completa,nente di~trutt:i. vera rioetizionc della catastrofe dell '<< Invincihil... Arunta », nella battagl ia navale de lle Dune, dall'ammii.1glio clandesc Martino Tromp. L'O. morì cl i crepacuore appena ritornato in p~itria.


ORA

. Ora. Nel l'esplicazione d elle var.ie a ttività m ilitari è .sem p re tenuta in considerazione per sudd ividere nel tempo le opernzioni, per s tabilirne la durata, per regolare e coordinare le azioni di pace e di guerra. Non lia importanza decisiva la sua esattezza astronornica, 111a prcinc ,;hc tutti conosca no l ' O. ufficiale: cioè quella stabilita e comunicata dal1 'autoricà; b. q uale provvede a mantencrfa rigoro:sarnence, allo scopo <li evitare ainbiguità di i1Herprcr taz.ioni o equivoci pericolosi, specialin cntc in guerra. Om d'attacco . Raramente p u ò sboccare in una [ort11nata risoluz ione I'a.tracco effettuato con sforzi dissen1i11:1ti e suc·<Cssivi : quando cioè s ia staco violato il princip io della tnassa . In qu::ilun<1ue azione avente caratte re offe nsivo guest'assìoma è v'e ro. Nou soltanw è q uindi necessar io c he t ruppe e materiali siano predispost i e ammassati nel punto dove s'jutcndc fare Jo sforzo decis ivo, ma occorre altrcsì ,che questo sforzo s ia iniziato e condotto s imul tanea me nte:, eh<.: sia counJi11alo con gli altri eventuali attacd1i concomità1ui , i.:, ·messo in rclàzionc all 'azione ausil iaria de !l'art1glicria e dei serv izi . L'O . d':itracco è perciò un datn preciso e d ella ma,ssinia i mportanza. Ne l tesi.o d el proprio o rd ine d'operazione nessun comandante d i unità - g ran<lc o piccola ~ può nmelterla o lasòadn a \l ' iniz.iativa dei singol i. l )a tutti conoscluta e scn1p0Josamen te osservata , questa O . deve essere renurn segreta, allo scopo di rcalizzart.:: l.-1 sorpresa e di non suhjrc 1a contropreparazionc nemica . Quando non la si voglia rendere nota, viene sosti.. 1:uita da una segn~l azione convenzionale prestablliu, :l<l (;;$. un r::17,.zo, un sibito 1 uua o pili salve d'artiglieria . In questo caso è pili sicuro i l segreto intorno all"U. dell'attacco> ma wno possibil i indecisioni ccl equivocè fra coloro che pos~ono non aver pcrccµito o capito la segnalazione.

Orange. Srnto ,le i l'Africa i\kri<lionak, fondato da i Boeri nel 18➔2, riwnosciuto dalla Gran Bretagna nel 1854 . Alleato co l T ran.'>1,-vall, si battè contro gli Inglesi nella gucna a nglo-boera e d ivenne dopo di essa colonia ingkse (Colonia del Fiu me Orang·e) entrando a for parte, come pro·vincia autooorna, e col- suo vecchio nome di ,, Srato Libero d "Orange » , del la U11io11e Sud Af1·ica11a (V.). Orange. (iat. Art111,io) . Città de ll a Franc ia merid ionale, d nord d i Avignone, su \l 'Eygues , alRucntc de l Rodano. Su lla collina che domina la ,,i11;'1, amica:neme si e levava uno dei casre\l i pi ii forti de\1;1 Provenza. Tra le rov ine romane si nota un arco di trionfo ,dcll ·epoca di Tiberio. Cesa re ne fece una cok,n ia c he · venne. poi in potere dei Visigoti, dei Borgognoni , e ckì Fl'anch1. -cd ebbe a lla fìnc duch i suoi particolari . l 'u lriruo dei qua li n1o rì nel 1702. Luigi X lV s' i1rip:1clronì: alJora della città, ,e \"unì alla Francia .

•nel -dip. di Vaucluse,

/!attaglia di Om11ge (G o ttobre 105 a . C.) . 1\ ppa1ticnc ali,, guerra C imbrica e fu comba1tut;1 dal proconsole Q. Serv ilio Cepione e da! con sole Cnco Man lio Massimo contro i C imbri e gl i An·,bioni. l dissens i e \"in im icizia personale, fra i due cornaudaiui romani. li .:lvevano portati ad ,accan1parsi in ,due carnpi <Jistinti, sebbene non lontan i !'uno ,dall ' altro. I Germani tentarono prima dell'azione d i con.elude re la pace, e gi~ Massimo era e ntr~ro in negoziati col nemico, quando Cepione. temen<lo c he il conso le volesse .-:iccaparrarc per sè rotta I~ gloria d i :1vcr sottornes~o i Rarbari, anaccò costoro colle :me n1ilizie. Ma queste f urono :J nnientatc e il suo campo conquistato . In seguiro ~-- ciò, a 11chc Massimo attaccò il nemico e , ubì b stessa som· . J·im:.1nend0 -. conYpleuùn cnte !<-b:1r~glia to . S<x·ondn dati . cc:-r.aamcntc esageraci, i R oman i perdettero 80. 0 00 guc rrlcri e

4 0 . 000 u . del t rasporto; d icci uomini soltanto, fra cui lo s tesso Ccpionc, si sarebbero salvali passando ; 1 fiume. J p rigionini furono immolati agli dei, e p arte uccm con una morte cruent a, parte impiccati agl' alberi. Il Bertoli.n i sostiene che s i salvarono rntti e due i comandanti. Ad ogn i mod o al proconsole fu, per rlecrero del popolo provocato dai tribuni, rolto l'imperio e confiscato ogni suo avere. i:\; ·1a p ,:iina ·volta, dacché esisteva il governo consolare, che ad un magistrato si cogliesse l'imperio. La tremenda sconfitta lasciò le Gall ie abbando nate a lla mcrcè dei l'Ìll-

citori . Orauge (Filiberto di Ch61011s, principe di). Generale irn p,:r ialc del secolo XVI. G uerreggi/, in Ita lia per Carlo V e ne comandò l'esercito alla morte del conestabile d i Bor bone. Cacciò i Fra11cesi dal Reame d i Napoli. Morì ne! 1530 combatte ndo a Gavinana contro i\ Ferruccio . Orange (Frdcrico Enrirn di Nassau, principe di) (158~• 1647) . N el r(l.25 d ivenne cap itano g<"ncralc 1 an,miraglio, sta -

thnldcr delle l'rnvinc ie Unite . Cci\lJ !Ìllc delle lotte di rel ig ione, tinitìcf'~ lo St,llo all' in~ ternn e rMforzò L1 sua potenza

all'esterno med iante 1·;t1lcanza con la Danimarca, Cùn la Svc.t.i::l

e

pr incipalmr~ri re .,.-~)~

la f'rall,ia (1635). /'sci 16;1 l::i potcnz:i. militare dei P.:1<.::~i H~ssi raggiungc\·a un:1 for:,.. t d i 120.000 u . Educato a lla s<:110 \a d i suo fratcll<, Maurizio, ,otto del quale a vçv:, romandato la cavalleria, dopo b ~ua morte proseg-uì felicemcnOrange Em·ico Federico te la guerra l'rende ndo varie piazzeforti; egli peri, non vide la ratifica della libcn:, olan• dese nel la paéc d , Wcsthlia , e.sscndo morto poco prirn,1.

()ra11gc (Gioca1111i Guglielmo il Friso11e, p.-incipe di O. Ntwa") ( 168ì-171 1) . Statholder cred iwno d i Frisia, di Gro11inga <.' di D rcnthe, fu confcrn1::Hu nei suoi titol i nel 1695 da Guglielmo. ma non potè vincere 1'nppùsizione riel re Fe{krico I di P russia c.:: dcll';-1ri~tocnn.ia che non \'oicvano più avere alcun s tatholder dd k Sette Prov incie. Ebbe dalla sua parte solta llto i Frisoni. Nel 1703 fece la su a prima campag-m, nel! ·esercito di Marlboro11gh, e nel r 708 comandò la !anteria olandese d istingu<.:ndo~i alla battagl i~t d i Oudcnarde ( 1r lug lio) . Mostrò grande a rd imen to a ll '~sscdio cli L illa. e l'anno seguente alla battaglia di Malp!a<. j Uet

ne.Ha quale eg·li.

cm1

una bandiera alla 111a11n, c..:on~

clussc le truppe contro l'ala d r. trince rata dei Fr:111ct::-.i . Dopo d iresse l'assedio di .\ fons, c fece anche le ca111pagne del r ì ' O e I ì" .

Orangc (Gug/idmo I, re ti'O/a11da) (1772•1843). t\ella pri ma guerra d i Coal izione. fu rncsso •a lla te!'>ta del picC!oh esercito o landese che com andò dal 1793 IÌ tlo a l 1795, d iresse con s uccesso l 'assedjo di Land recics e battè Jourd.an nella prima battag lia di FJeurus; ma la second;,1 battaglia fu perdu ta e portò all 'occup aziont· dcl l'Olanrla d~ p~r'c dei l'rnnccsi. Agli Sta ti Generali successe la Rqjub!\lica Barava. Nel 1799 il principe p rese parte alla ca 1T1p:_1g11a infr uttuosa d egli Inglesi e dei Russi nell 'Oland" ><·ttcn Lrionale. Rifiutò d i e nt rare nella Unione del Reno e non abb:-1ndont, la sua posizione nclt'cscrcj to prussiano; ciò che ebbi:: pc.:r con.:,;eguenza che venne private) non .solo dei territori di :J:1:..~au che possedeva in 9uel tempo. ma rind 1<..: d i quelli c he .~li spctt~1·ai10 alla morte de l P"drc. Do;,r, la


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ORA

b~ll~glia di Auerstil<lt, comand:incio una divis. prussiana, rndde ad Erfurt prigioniero dei Francesi. Nel 1809 prese parte alla battaglia d i Wagram quale addetto al quart ier generale dell"a rciduca Car lo . Quando .i. Prussiani invasero l'Olanda (novembre 18r3), Gugliclrno e n trò in Scheveningcn, prese il go\ crno, arrnò la popolazione e nel congrcs-.o ,li Vienna venne proclamato '" d'Olanda . Fu compensato della perdita del territorio ereditario d i )iassau coll'attuale granducato <li Lussemburgo e d ivenne memb ro dell'Unione German ica . In seguito alla r ivoluzione belga del 1830 per1

dette le proYi nde rnc ridionali; ne l · 1840 rinunziò a Ha co-

rona e preso il no111e. <li un con Lc òi Nassau si rlrirò a Berlino dovt: morì.

Orange (Guglielmo Il, re d'Olaud11) (1792-1849). falucalO alla scuola d i guerra di Berlino, si distinse come aiutante di Wellington nelle guerre della Penisola Iberica. Solto lo stesso generale comandò gli O landesi durame la campagna dei Cen to giorn i. A nc he durante la rivoluzione belga (1830) ebbe J comando delle truppe oland esi ; l'intervento arm~to della Fra ncia lo costrinse a sgomb rare il Belgio. Salì al trono nel 1840, dopo l 'abdicazio ne del padre. Or11nge . V . Guglielmo il Tacitui-110; Maurizio di Nt1s,-au. Orauge-Nassatt (Ordine di) . Ordine cavalleresco, fondato nel! 'aprile del 1892 dalla regina reggcntt· Emma in nome d i Guglicl1111na I allorn minorenne. È conferito agli Olandesi ed agli stranieri che si sinno distinti per benemerenze verso lo Stato. Si compone d i cinque classi. L'insegna è un.1 croce ad ollO punte, intorno alla Ordine di Orange quale è applicata una ghirland a d i lauro intrecciata, sonnontata da t:orona reale. Se l 'onorjficenza è con.ferita a m ilitari, in luogo della gh irland a sono applicare su llo scudo due spade ,ntrecciate . 11 nastro, color arancio, lia due bordini laterali, uno azzurro e l'altro bianco.

Oranienbaum. Città della Russia, nel governo di Pietrogrado, sul golfo di Finla11dia, d i fronte a C ronstadt. Castello imperiale. Nel febbraio elci r918 v i fu istituita una scuola militare per la formazione d egli ufficiali occorrenti all'esercito rosso. In questa sc1Jola, come nelle altre fondate dal governo sovietico, sono :.unmessi soltanto al~ lievi appartenenti al ceto degli o pera i e d ei contadi ni .

Orano. Città marittima del l' Algeria, capoluogo del d i1~franccsc omonimo, in fondo alla baia omonima, tra ; capi Falcon e F~rrat. Fortezza collegata con le opere di Marsa el Kebir a buon porto m ilitare, protetto dalle batterie dei forti dominanti, d ifeso da mare d ai forti del Santon ad occidente e del Ravin Blanc a nord-est . F ra quest i due forti si trovano !e batterie di S. Gregorio, di La Monne, del Castdlo Nuovo e l'antiquato forte di S. Teresa. Il ,-ccchio forre ,h Sant:> Cruz serve cli reclusorio mi litare. Su lle colline circostanti sono state costruite molte altre opere rl ; fortificazione. La città, fon.data dai Mor i della Spagna nel secolo X. [u presa nd 1509 dagli Spagnuoli, che la tennero fino ~1 17c>8. ln quest'anno fu occupata d ag li An,bi di Algeri e nel , j"32 ripresa dagli Spagnuoli. In seguito ai terremoti del 1791 e 1792 g li Spagm,oli abbandonarono O. sem idistrutta, che (u ancora occupata dagli 1\rabi . Nel 1831, F rancesi, durame la spedizione in Algeria, vi entrarono senza colpo ferire e la occuparono definiLivamente, ponendovi nna g uarnigione che per circa tre anni respinse r ipetuti a ttacchi <lei ribelli. I. Presa di Oi-11110 (1509). App:ulicnc alla guerra comru i pirati algerini. O. era diventato il luogo di deposito e di asilo (lj tutti i pirati barbareschi che devastavano le cosLe di Spagna . li cardinale Ximenes, risoluw a togliere aj ~!ori quella piau.a, formò, nel 1509, una flotta di 80 vascelli , 13 gakc ed alcuni altri bastimenti, c tl imbarcativi 10.000 fanti e 4000 t.:avalli> nel _meSé di maggio ~i mlse alla vela, uscendo dal porto d i Cartagena con ve nto propizio. Il g iorno dopo, la flotta spagnuola entrava nel porto di ~arsa cl Kcbir, poco d istante <falla città. Le truppe d'assed io furono ,;barcate senza i.ncontrarc resisteoza e comincia rono subito le operazioni da terra, imanto che le navi bombardavano la citti dalla parte del mare . L'attacco simultaneo fu ben d iretto e l'esito fu tanto pronto ch e ne rimasero incravigliati gli Spagnuoli medesirni. IL Assedio di Orano ( 1563) . Appa rtiene alle gllcm.: rra la Spagna e i pirati ba rbaresch i. Dopo i! fallimento della spedizione d i Carlo V cont ro i\lgeri (1541). Filippo Il si trovò cosLretto a sostenere la guerra in Africa per c<Jn .. servare le pinzeforti che vi possedeva. O. costituiva un punto cli irnporr,nza ca pitale per la Spagna e p<.:r lfl Turchia. Gli Spagnuoli che la o::cupavano, avevauo per essa un faciJe ingresso in Africa, favorivano ed assicunl~ vano le proprie conquiste e tenevano a freno i Mori ; i Tu~chi avevano dal canto loro grande jnte resse a ripre n~ derla, pcrchè senza d i essa non potevano essere tra nquil!, possessori del le coste d i Barberia. Perciò, r~dunato grande numero di vascelli , galee e galeotte, nel 1563 vi posero

Urano sulla fine del secolo X Vll I


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l 'asscdio. Il re di Spagna mandò da Cartagena una squat!r;i a ,occorrerla. 1 Turchi, presi fra due fuochi, levarono ! ·assedio e fuggirono precipitornmentc, abbandonando tutta la loro artig lieria. li generale spagnuolo li inseguì e riuscì a prender loro anche tre grossi vascel li e 25 galeotte.

lo ruppero a lle sue spalle, impedendo così ch e il ncmicr, en trasse in Roma . Nella lotta rima.e ferito ad 11n~ cosc ia; in un comhatrimento prec.edcnrc già ~,·c,·a perso un occh io .

L'anno seguente (1564), i Muslllmani vollero fare un n uovo tentativo per im p adronirsi di O .. ma una grande flotta spagnuola comandata da don Garcia di Toledo man<lù a vuoto il tentativo dei nemic i e s' impadronì della [ortczz:J d i Vclcs, occupata dai corsari che infestavano le coste di 3pagna e impedivano la navigazione dello stretto.

Orbetello. Comune in prov. di Grosseto. :t di origine etrusca, costruito sulla pu nta d i una bassa e strclla lingua d i terra che s 'inoltra in mezzo allo stagno omonimo, ed iun ito da diga art ificiale a T erra Rossa, ai piedi di ,nome Arge ntaro. Nel secolo XVI, ,1uanclo O. app artcncl'a alla Repubblica d i Siena, fu fortificato dagli ingegneri senesi Pier Cataneo e Antonio Lari 1 ed in seguito, passato in possesso degli Spagnuoli, questi lo c insero da terra con triplice c intu ra di mura rafforzate da canali con ponti levatoi; poi costruirono la fortezza, i bastioni, la oolvcriera e le porte a terra cd ~ mare. Poco lon,ano, a lla foce ·lell' Albegna, SI

lii, Combattimenti di Orauo (1833). Le trib,, arabe dei <linròrni della città, in armi contro i Francesi, radunarono le loro forze a pochi chilometri di distanza, coll 'intcn.zione di procedere all'attacco . li gen . francese Desmicllt'b, governatore di O., risolvette cli prevenirli, e con una colo nna di 2000 u. li attaccò I '8 maggio e prese il loro ,campo. Gl i Arabi si ritirarono, e quando j Francesi ripresero la marcia pe r tornare i n cittir !i a ttaccarono . Ma la loro cavalleria fu dispersa dal fuoco, e d essi dovettero a n ,:nra battere in ritirata lasciando 300 morti sul camp0 . Il 27 maggio, io n umero d, 10.000, agli o rd ini d i Abel cl Kader, attaccarono O . e per tuua h, giorna ta la cav~!leria araba rinnovò i tent~tiv i, perdendo 800 u. senza oucncre successo . ..1.\ sera, gli .Arabi s i ritirarono dcfinitivamcotc. J Francesi, prntetti d a blokhaus e dalle fortilica1.io n i, perdettero solo 2 morti e 30 fr ri1i.

Orario. È prcsc rillo che all ' ingresso della case rma sia affo,o l' O. delle i,perazioni giornal iere, affinchè il pcrsoJ1ale incaricato di disporre e regolare i vari ~crvi:z.i e k is truzion i ne abbia norma. Per <lare avviso delle ope>'a·1.ioni stabilite dall 'O. v i sono appositi segnali d i tromba, Orario alt. È la sosta che viene concessa percbè le truppe si ristorino in marcia dopo ogni 50° m inuto d i carn1nino . Può essere fatto contemporaneamente e senza attendere altri ord iai da tutti i reparti non appena ne sa rà scoccara l 'ora, oppu re ciascu1> reparto si a rresta dopo che la p ropria testa avrà compiuto 50 minuti d i cam111ino . Nel pr imo ,casn movimento e sosta sono simultanei per tutta la c:uJonna: i l sistema è consi<lcrato nonna.le, è cffcuivan1en le più elastico e sen·c meglio .a d are un reale riposo a tutti . Nel scco n<lo caso ogni rcp.a rto finisce di sostare nelle stesse località dove banno sostato g li altri; b isogna s pesso fare attestare la truppa e si finisce collo scemare i benefici della sosta: questo sistema è consig liato solo in occasione di .fermate obbl igate~ passaggi stre tti, tunnel, ponti, ecc. ()uaJunque alt O. è della durata d i diec, m inu t i p rimi, (V. Ali

-e Marcia). Orazi e Curiazi. Nome di tre (ratel li romani e di rtre fratelli d i Alba, dell 'epoca leggendaria cli Roma. Sotto il regno di Tullo Ostilio, nel 667 a . C . combatterono gli rn1i contro gli altri per decidere quale delle due città d ovesse avere la supre mazia. All'in izio della pugna cad<lcro due degli Orazi. Il terzo si diede a fuggire, e vènuc inseguito d~ i tre Curiazi~ i qual i, nell 'insegui1ncnto, s1 ,distanzia rono. Allora l 'Orazio superstite si volse, e li a ffrontò uno dopo l'altro riuscendo ad ucciderl i, e risolvendo a favore di Roma , coJ suo :stn1 tagemn1:1. 1 b sin. _golarc tenzone .

Orazio Coclite. Guerriero romano. Nel 507 a. C. , <l ura ntc la guerra che Porsenna fece a Ro ma , da solo di.fese il pon te Subl icio sul Tevere linchè i suoi commilitoni

Orbassano.

trova

la

V . klarsaglia .

corre

delle Saline, costru ita anche queOrbetello~nel secolo XVllI sta dagli Spagnuoli ael r630. Ì'\1el 1455 , fu saccheggiata e bruciata dal Pi~ci n ino; nel 1526, durante la Lega d i Cognac contro l 'im peracore, fu occupat.1. d a Andrea l)oria a l servizio d i Clemente VI I; nel r543 venne assal ita dal corsaro Barbarossa, ch e fu resp into . Nel 1557, Filippo Il di Spagna , ueUa cessione di Sjena a Cos imo I. si appropriò, fortificandola, della porz ione di costa the poi p rese il nome cli Stato dei Presid1. Nel 'ìo8 se ne impad ronirono gli Imperial i; nel 1736 passò al re d , ::--Japou e nel 1808 fu incorporato da Napoleone alla Toscana, della quale seguì da allora le sorti.

Assedio di Orbetello (1646) . Appartiene alle gucr>'c tra Francia e Spagna d i quel secolo . li 2 0 m aggio 16➔6, l:: /lotta francese ag u ordini del duca d i Brezé, composta d i 35 Yasce ~li, 10 galee e 60 legni m inori, pervenuta di fronte al monte. ArgcntaroJ mise :~ te rra 6000 u. comandati ,hl principe Tommaso <li Savoia, il quale si impadronì [acilmente del farce delle Saline, di Talamone e d i Sa11to Stefano; dopo di che andò ad accamparsi intorno ad O. occupata dagli Spa gnuoli. Il duca d 'Arcos, in quel tempo vicerè di Napoli, aveva spedito a rafforzare la p_iazza il capitano Carlo della Gatta con buon n erbo di truppe, e, nel timore c he le forze francesi piombassero poi sul regno di Napo li, si occ upò d i soccorrere la citti, assediata, inviando altri 7 0 0 fanti a Portn Ercole . Indi, unite le galee di N a po li e cli Sicilia a lh flotta spagnuola, o rdinò che mo\'essero contro la flotta francese. li duca di Brezé, a vve rt ito dell'avanzarsi delle navi spagnuole, · bcnchè a lquanto inferiore di forze, si p rep arò alla battaglia. li 14 gjugno le due armate si trovarono d i fronte e cominciarono subito un v ivace cannoneggiamento . Il combattimento d ura,·a da t.re ore, quando un colpo di cannone uccideva l •amn1iraglio francese 1 ed un vento furioso costringeva !e due flotte a riiugiarsi nei porti . I Francesi ~dettero due vascelli e molte navi m inori, ma h vittoria rimase inc!ecisa. Sotto le mura d i O. accaddero varie piccole fazioni , ma I 'a1·1·iso che tm corpo d i cavalleria napoletana si avvicinava e che 1no!te mjgliaiJ. di fantl sta,-.ano per giungere per ,·ia d i mare in soccorso degl i as;ed iati, e più an cora un~ cnerg.ca sortita fatta il 18 luglio clal Odia Gatta . ~


-

cui riuscì <.li ini:hjodarc molti cannoni e d i ~pian3re un trinceramento nemico, indusse i Francesi :t le\'are l'as~ seòio eù a ritirarsi .

Orbieu. Piw -,!o li 11n1e dcl!J Francia, :1HI. òell'A ude. Nel 793 vi si combatl<: un" battaglia fra Cristiani e Mori d i Spagna; i primi al comando di Guglielmo di Tolosa , i secondi agli ordini di Abd-el-Melich , Guglielmo ccrcè, su ll ' O. di sbarrare la strada ai Mori , che si ri1.irnvano vcrsn la Spagna carichi d i bottino. Ma, durame la battaglia, pa rte delle rnili,:ic cristiane ab bandonarono il campo e Gugliel mo dovette ritirarsi. Or biso. Comune d ella Spagna, in p rov. d i Alava. Combattimmto di Orbiso (5 gennaio 1835) . Ap paJlicne :'ll la guerra civ ile fra Carlisti <: Cristini. Zuma lacart-..·gui a•vcva preso posizione con 2700 n . sul1e alture pr<:"s:;:o

o,m

654 --

poi il P iave a Vcncgazzò proseguì per Ponte delle Alpi e Auronzo, g iungendo fino a Sesto. P<;r il suo contegno in gucrr3 1ncritò la me<ìaglia d'arg. colla seguente rnotivazionc : " Tenacia a tutta prova , eroici a rdimenti, impareggiabile slancio, spinsero i battaglioni Intra e Val <l'Orco sulla C]UOta 2163 ad est <li M. Nero, d isperatamente <lifesa, e con indomito valore la contesero al nen1ico, si no a che altri reparti no n sopraggiunsero a consolidare la conq uista » (r9-21 luglio r915).

Orcomeno. C ittà della Beozia al nor<l-ovcst dd

lago

Copais. I. Battaglia di Orcomeno. · Appartiene a lla guerra Lamiaca e fu combattuta e vinta da A ntipatro, che d isponeva di 43 .000 fanli e 5000 cava.lii. contro lo stratega ateniese

al

paese. e il gen. c risti no Lorenzo ma rciò all 'J.tta.cco con k sue 1ruppe div ise in tre colonne . Le due laterali ob1>1 igarono i Carhsti 1 con la minaccia di aggirame nto, a in. dicrreggiare . Zuma lacarregu i prese una nuov:.1 posizione, e vi fu di rn1ovo attaccato . Per tre ore i C.id isti tennero testa , e poi a poco a po~o cedettero e s1 diedero alla fuga, dopo di a vere perduto 400 u. I liberali,cristini ebbero la perdita di un .;entinaio d i uomini.

Orca. 13astnnento merc:mlllc dei !>cc. XV.XVII. Fu molto spesso a rmato in guerra, do vendo i me,·ca nti d ifendersi dag li a uacc hi dei corsari. Ap parteneva al t ipo del le cocche, 111:t era alquanto 1 1i,1 piccolo . Orcian o di Pesaro. Comune 111 prov. di Pesaro, s•.>lk coll ine fra il Meta uro ed il Cesano. Nel 1348 fu a capo della ribe llione delle ,erre ci,·costanti contro la Santa Sede e venne sacchegg iaro ,bile snld atesche d i Galeotto M.!latesta , j ( t]uate vi cress,: un::i solicfo torre . Federico d'Ur. bino se ne impad ronì nel 14fo a nome d i P io 11 ; sollo Leone X fu compreso fra i castelli elci vicariato <li Mondavio , che forono restituiti a Fano. Sotto Urbano V[ll 11assò alla C hiesa. Orco, i\ ffh,c,ne d i sr. del Po , che ha le sorgenti nei g hiaccia i della Galisia. Scorre dapprima verso orie nte lu ngo la dirupata Val di Locan, e riceve alcuni tributari dalla h::i.ncata sud.orienta le del massic'cio <lei Gran Paradjso, tra c u i principale la Soana, c he confluisce a Pont Canavese. Sbocca in pianura a Cuorgnè; si allar'ga in letto vaslo , ma poco profo□<lo e, bag nati Caste llamo nte e Rivarolo Canavese,· defluendo in d irezione generale d i sud,est, confluisce nel Po presso Chivasso . La sca rsa p raticabilità d el crinale alpino e d el le fiancai-e d el la valle in q uesto tritto delle Alpi Graie non favorisce lo sviluppo della v iabilità. L'alta valle dell 'Orco è perciò sca rsamente abitata , nè offre lince d i accesso rotabili fra i due versanti alpini e le va llate interne ad iacenti. Di qui il carattere d i relativo isobmeolO di questo bacino, in contrasto con q uelli delle due Dore (Riparia e Baltea) che lo inquadrano ; c la scarsa importanza militare di \111a linea id rografica priva dc con<lizioni favorevoli allo sviluppo della popolazione e del traffico, Rattaolio11e alpini Val d'Orm. Costituito nel febbraio 1915 per la durata della· guerra italo-austriaca . Ebbe le cp. 238a, 239" e 240• e fu assegnato al 4° regg. alpini. Operò 'in izialmente sul M. Globocak , :.Ila Collcna di :VI. Nero, a S. Maria di Tolmino e sul Vodil. Nel 1916 fu schie rato nel settore dello Stelvio , ove ri mase fino alla h:Htaglia di Vittorio Veneto, compiendo ardite azioni di pattug lie e molti lavorl di sistemazione difen siva. Passato

L'antica arcè di Orcorneno

~A.ntifi lo, l'.hc a\'cva ai suoi ordini :25 .000 uomini e 3500 .:nvalie ri. La lo tta f:u breve, essendosi Antifi lo rit irato al pri mo urtn; i Grec i perd e ttero 5 00 u., i Macedoni r_;o .

11. Ba/taglia pre.-.<o Orcomeno (85 a . C.). A ppartiene alla pr ima g ue rra m itridatica, e fu com battuta da L. Cor ne lio S illa contro Dorilao e Archclao, gener ali di Mitridate VI Euparore, ,-e del Ponto. La pugna rimase indecisa a causa della preponderanza d ella cavalleria asiatica, e a mala pena Silla potè il primo g iorno tenere fron te al nemico . Ma il g io rnn ,eguen1e i Romani a,salirono il campo trincerato dei nem ici, lo presero e inflissero !oro una tale sconfitta, che la 1naggior pa rte dell'esercito asiatico fu uccisa, fatta prig ion ie ra o cacciata nelle palud i dd lago Copais . Archelao con scarso segu ito fuggì a Calci<lc, In segu ito a questa v ittorià la G recia fu liberata dagli Asiatici.

Orczy (Lorenzo) . Generale ungherese ( 1718- 1789). En1rato nel l'esercito nel 1741, partecipò alla g uerra di Suc cessione ed a quella <lei Serre a nni. O ltre ad essere genera k , fu p ure poeta. Orda . Fu la prima organiaazione delle m ilizie in di gcuc della colo nia Eritrea, fatta dal gen. Sa letta poco d opo 1·occupazione di Massaua , verso la fìne dj settembre del J885. Le O . furono due, l'una <<esterna» , forte di 500 u. , per operazioni d i campag na, e l 'altra « interna " d i 94 u. , per i serv izi d i presidio. Successivament" i l gen. Gené nel r886 sud<l,vise le orde in 68 buluk e le annò d i mosc hetti Wcttcrly senza baione tta. Poichè avevano raggiunta la (orza dl circa 2000 u. f urono sottoposte a un comanda nte italiano, che fu il col. Degni, ufficiale in conged o , pratico dei costumi e della lingua del paese, Questi irregolari combatterono valorosamente a Saati nel 1887 a fianco delle truppe metropolitane. Ordal. Vil laggio d ella Spagna in p rov. d i lh rceEona .


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655 -

i

I Oattaglia presso Orcomcno (8.1 a. C.)

/iattagii<1 di Orda/ (1813) . Appartiene alle guerre dcll"Jmpero fr~1ncesc. Il J2 settembre un corpo di circri 1200 11 . 1

t:omposto di Calabresi, Svizzeri, Tedeschi e .Inglesi, al co1r1ando del col. Adam , fu inviato dal gen. Bentinc)-: ad occupa re le alture d i O. per vigilare la linea d 'operaz.ione che da Mol ino ,elci Rcy m inacciava il suo fronte, rncntrc il gen . fra11ccsc Suchct si e 1:a m esso jn marci:l. verso lo stesso paese e i gcn. Dccaeu e Math;eu, avanza ndo da Martorcl l,

aggiravano la sr. nemica . l i chiarore deJ la )una f.avo.rì k mosse dei Francesi, i quali, un po· prirria della mczzat1o ltc, giunsero con la loro avanguardi::1 alle allun.:, ributlando i picchetti inglesi av~rn?:ati e tlirigcndo i loro primi sforzi contro il bg-1. inglese ç c1uindi CO[)lro <-1uclli tedc.schi e spagnuoli. n1an mano che. le loro colon ne giungevano sulla posizione. l Calabresi, troppo lontani, non presero parte alla lotta, riuscita sa nguinosa e o:-tinala . Il gcn. Ha-

rispc..: riuscì a sfondare il l1~1nco sr. ckgJi Alka(i e Ù1Calzò il loro centro, dove gl i Spagnuoli oppone,•allo la pii, ostinata resistenza. Il col. t\dam, rimasto ferito lìn 'd al [>rincipio del comhatrimento, venne..: sostitu ito nel comando delle

truppe dal col. Rccves, il c1ualc, q uando Yide che era su l fianco <~ che..: le fo rLc nc1nichc erJno molto superiori ~iilc sue, ordinò ali 1arcjgJicria di i.ndietreggi~11·c e per pro teggere la rilirata attaccò una colonna nemica , hc avanzava $ulJa strada maestra. Ma anche egli ritn:-l'>C. fe~ rito e ne lle file degli A lleat i cominciò il d isor<l int . G !i Spag nuol i, q 11antunquc fosse stato dato l'o rd ine <le lla ririaggirato

rarn ,

non vollero Jasciarc k

posizioni e continuaro no ::i ] 'artiglieria rito rn<1 in linea. In quegli istanti dì indecisione i Frances i., rad-

cornbattcr<.:; gli allri li sostennero e

doppiando lo sforzo, poterono sfondare il centro spagn"uo!o e aggirare completamente la <lestra . l Calabresi allora accorsero per 1ninacciare il fianco dei Francesi, rn1l onnai era troppo tard i. Gli Alleat i, aggirati e presi anche alle spalle, vennero dispersi e messi in fuga . L :1 cavalleria spagnuo la fu tagliata a pezzi sulla strada maestra ,bgli ussari. ! poch i Inglesi, Tedeschi e S vizzeri superstiti, riuscirono ad aprirsi un varco fra ì distaccamenti nemici e si ri t irarono in buo,, ordine sulle colline che cingono la strad a ai due lati. Anche il col. Carey, con i suoi Calabresi, poti: mettersi in sa lvo attraversando il campo d i battaglia alle spalle delle colo nne d i Sucher , e, direttosi alla costfl, si imbarcò senza altra perdita che pochi r itardatari.

Ordelaffi. Famigl ia patrizia [orlivcsc, ùi parte ghibellina . Fin dal sec. X affermò la sua potenza in For lì e più tardi parteci pò au.ivamente alle lotte comro i Guelfi;

ciuando il re .Roberto cli Napoli. ric.lusse Forlì all'obbed ienz:1, in base a l ma ne.lato av11tu in .Romagna dal papa Clemente V (13w), imprigionò i mernbri cospicui della fa. J11igl ia, che cinque an ni dopo, per opera di Francesco O., recuperava la città. La signoria del la Ca miglia, ini,,ia1asi nel scc. XIV, d11 rò fino al 1504. Si d istinsero particolar• mente nelle armi : Francesco Ordelaffì. Signore: d i Forlì nel scc. XJV. Si battè: lungamente contro le t ruppe pontificie che avevano invaso la Romagna. Nel 1354, assa li to da g randi forze, si chiuse in Forlì e affidò la d ifesa di Cesena alla moglie Cia degli Ubald ini. Ma nel luglio 1359 dovette cedere per capito lazione. Allora si pose alla resta delle forze g hibelline ,·omagnole e continuò la guerra fi nchè, ritiratosi a Venezia . vi morl nel lJì4· Sinibaldo Orddaffi. CapitaM ghibel lino del scc. XlV, figlio del precedente . Riuscì a battere i Pont ifici e a ricu perare il suo Stato, nel 1376, insieme: col cugino Pino e col fratello di questi, <.ecco. Q uesti ult imi due, nel 1385 lo imprigionan,no, si impa• <lronirono del potere, [JOi sconfoscro la compagnici del conce Lancio che aveva invaso il Forlivese (1387), e si ln>llc• ron<> contr o i MalaLcsla p-.:r j \ po:--sesso di Bertinoro , Pino I

degli

O.

fu

nominalo

nel

capitano dei Bolog-ncsi e morì nel 11 02 . Cecco, o Fnlllccsco III , rimase s ignore d i 1..1 00

Forlì e fu massac rato da una rivolta pDpolar~ nel 1405. Nel 141, Giorgio degli ();·dl'iaffi :fivcnnc signurc di Forlì dupo. d i avere sconfitto il legato papale e battuto i 11 vari scontri i Guelfi . On altro Cecrn Pino li degli Ordelaffi o Francesco (l V) , nato nel 1453, fu generale al ,crvizio dei Veneziani con truppe forli,·csi contro lo Sforza d i Milano e morl nel 1466. E un altro l'i110 ( li) governò Forlì dal r.148 alla sua morte ( 1480). Egl i panecipò alla guerra contro i Fiorcnuni ( 146i) hattendosi a Molinella al comanc.lo dei 1eparti forlivesi sotto g li or<lini del Colleoni. Q uine.li assalì e prese i! castello delle Cam inate, che fece demolire . Contrariamente ai predecessori, appartenne alla parte g uelfa. 1\'el '4il ebbe il tito lo dal d uca d i M il ano di suo generale nel!e Roonagne , e dal papa Sisto lV il vicariato papale nella


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0RD

~lessa regione. Nel 1475 comandò l'esercito pontificio contro Città di Castello che crci.si ribellata al papa. T re anni dopo crn generale dei Fiorentini rontro gli AragrJll:1 di :\'apoli.

Ordener (come t\/1chdc). Generale francese (175;-1811). Verso la fine del sec. XV lll, combanè nelle guerre della Rivoluz ione Francese e, colonnello nel 1796, prese parre .alla prima campagna cl' Italia. Nel 18oo Napoleone lo nominò comandante della cavalleria della guardia consohre. Generale dt brigata nel 18o3 e di divis. dopo Austerlitz, ebbe la nomina a senatore nel 1806 e poco dopo divenne governatore del palnno di Compiègne.

Orrlcner come Micl:ele. Generale francese, figlio del pre-ccdentc (1787-1862}. Provenicme dalla carnlleria, partecipò alle campagne del 1812 e 1813 quale colonnello de! 30° dragoni. :-lei 1814 si segnalò alla difesa di Mo11tmartre e nel 1815 a Waterloo. Nel 1846 d ivenne tC11. J!Cnerale e nel 1852 passò nella riserva. Nel 1853 fu ammesso nel -senato imperiale. Ordgionikidze (Giol'gio). Generale russo, n. net 1886. Partecipò alle lotte contro lo cz.1rismo e nel 1917 alla rivoluzione. ·d ivenendo membro ciel Comitato Centrale d i Pic1rogrado. e battendosi a Krasnojc Scio contro le truppe di Kornilm·. Quindi partecipò alle ?:"erre contro i generali cz.iristi guadagnandovi l'ordine della Bandiera ros,a e divenendo (19~4) membro del Con,iµl io di guerrn. Ordinamento. I": un.1 delle operazioni dcll'organic-1. con la quale si d,ì forma alla massa <lel personale reclucaro: si pone cioè in condizioni di potere esplicare l:t propri.i funzione, rendendo t·escrcito un complesso armonico di numerosjssin,i alu·i organi di forma e grnndc~za diversi. aventi ciascuno il proprio compito particolare. ma tuui con,·crgcnti n.·r'° uno ~copo unico e comune. L'O. dcli 'cscrcito si può quinci i definire: • la ripartizione della 1nas.sa Jcduuua in arn1i, servizi. corpi, reparti e spcc!a lità. al fine cl i porla nelle con diziwi migliori per c~plicarc la propria (nn,;ionc, con l'armonico concorso dd lavoro delle ~ingole parti » . Da quanto ~i è eletto. appare subito c,·idente come sia complesso tale problema e come esso si colleghi a numerose e s,·ariati;sime questioni d'ordine tecnico, sociale e linan1.iar io. fn lrnlia, l' O. dell'esercito è devoluto al potere legislativo. che delibera in merito a quancc, è ,talO studiato dal ministro della guerra. L'O. di un c-.erciw è subordinaw alle esigenze tattiche di ciascuno Sta!O. e tali esigenze a loro vo lta sono direttamente dipendenti dal teatro <l'operazione, dal probabile nemico. d.i l genere d i g uerra che si prc\'cdc, ecc. Col reclutamento, l'organizzatore ha pro,·vcduto alla raccolta del personale e ne ha detcrm:nato zii obblighi di servizio; de,·c poscia ordinarlo perehì: esso ~ia in grado di istruirsi prima, e poi d i esplicare le prop r ie fun;,.io ni. Si ha una pr ima grande ripart izione ciel personale in armi (elemenri dcstinari al combattimento cd in servizi (dementi destinati a mc11erc i primi nelle condizioni di combattc1·e, muovere e vi,·cre). Le due masse così (>1t.:11u1e dalla prima ripartizione devono successivamente essere suddiv ise fra le varie ar mi ed i d ivcr.~i ser"izi e cioè:

AR:\11

Fanteria Cavalleria Artiglieria · Gen.io Aeronautica

l

Sanitario

656 _qolo servizio; ,lc,·c cioè pro~cdcrc non ::toltanto ad una suddivisione qu,rntitat iva. ma anche, cd in special modo , qualitati\'a. Atrnata questa seconda ripartizione. occorre procedere nell'interno di ciascuna arma e di ciascun scr,,izio ad un 'ulteriore suddi,•isione del personale. In ogni anna ed in ogni servizio esistono, infatti, mezzi cl ·a7,.ionc o modalità di impiego che si diffcrcnziauo per alcune particolarità importanti che ne rendano necessaria la sep.1 , razione organica. Per tali ragioni, e>ccorrc suddividere il personale nelle diverse spccialicl d'arma e di servizio. Presso rutti g li eserciti si hanno tali specialir:i; in gene,·e, per quanto r ifleu c k armi si ha1u10 in Jrnlia le seguenti specialità: di linea granatier-i

Ca,allcria l f leggera

I

da c3.mpa~a lppotrainarn

Artiglieria

~ I

,

zappatori mìn:nori tc lefor_is~i moconst1

somegg1:1ta

d:l n,onrngna

pesante campale pcs.ante da cosu

G

.

telegrafisti

eruol radiotelegrafisti

contraerei

pontieri e lagunari ferro,·lcri idrici

da posizione

111~!-chcrato1·i

Con la riparttz1onc del personale in armi, servizi e specialità. se ne: determina l'impiego generico, ma per porfl' il comancfo acile con,li1.ioni di poter eflicacern<:ntc far sentire la propria azione e di coordinare gli sforzi dei ;ingoli nell'intc r110 d i ciascun'ar ma, e quelli delle varie :1rrni a ,·antaggio dcli 'azione col!cttiq, occc,rrc un ra.iion.ilc: frazionamento della ma,-,1. alto a darle acconce aru col:tzioni e ,notla1ure che comencano la rapida e sicura trasmissione della volontà ciel rapo sino agli uhimi m inor i elernen1i : Tale frazionnme 11to, che d~ luogo alla CO• ,tituzione dcll:t gcrnrchia, comprrndc: a) un fra?.ionamcnl'> unerno delle ,ingole a~mi e specialità e scn •izi, in unità semplici o in(criori, di vario ordine. ,·ia ,ia decrescenti tino ad un elemento minimo oltre il quale un maggiore /rnionamento sarebbe eccessivo; h) w 1 raggruppamento in unit;\ superiori o ~randl unit:1, ri,ultantc d:illa riunione di determinate unità semplici delle varie armi e di detcrmi narc aliquote ,li truppe tecniche e dei servizi. Il frazionarncnco interno delle ,·arie anni e specialità è fatto in hasc a scopi tattici (d 'impiego), o di preparazione (degli 11,J111ini e dei reparti), o amrnin istrati,·i. Per le truppe combauenti pre,·algono le e,igenzc d'in,picgo, quelle di preparazione e d'amministrazione sono , nborclinate alle prime; per le rruppe tecniche prevalgono, invece, le esig,:nze di preparazione e sono subordinate quelle amministrative . Il frazionamento della massa in unit:t d'ordine ,upcriore è fano in base acl esigenze tattiche. logistiche e strategiche e genera la costiruzionc delle grandi unità di guerra (gruppi <l'armate, armate, corpi d·:umata, divi!-ior~i) . Si avranno in ml modo:

Uniti semplici

SERV>z, ) CommisSrtriato

\ (

Trasporti

In questa ripartizione, l'organizzatore de,·e tenere presenti ìc ,·arie esigen7.C di ogni sinii:ob ~rma e di ogni sin-

) pes:antt

\ Fr11,teri;1 . alpini / bcra!t~licri c_iclisti carri nrmati

unità m.inimc di comb:ittime.nco uniti t::attiche elementari unità di istruzione ed amministrative unità di impiego tattico unità di m:movra tattiche

Cr.tndi uni1:i

logistich~ ~tn.tegiche


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657 -

Ordinamento . V. Grdi11c. Ufficio di ordinamento e mobilitazwne. Faceva parte del Comando Supremo Italiano durante la guerra. Ad esso eraM devoluti i seguenti incarichi : a) Truppa: rec!upn1ento, rich ia1ni, assegnazioni, avanzamenti, arinamento ed equipaggiamento. b) Quadruped i, carreggio ordinario e automezzi. e) Formazioni di guerra delle grandi un ità e dei loro dc1ncoti (costituzione, nuove formazion l, assegna•

zione, spostamenti non originati da necessità operative). d) Spese, economie, indcnoità. e) Documenti riservati di mobilitnionc.

Ordinanza. [J significato gcuerale della voce O. è legato alla attività e regolarità del servizio e degli accessori. Tanto che r imangono le locuzioni " vestire foori d'ordinanza » per indicare qualche piccola deroga nell'uniforme; « scarpe d 'ord inanza ,, per indicare quelle fornite dai ma gau.tru mi litari , in comrapposco a quelle « fuori d'ordinanza», che il militare acquista dal le private calzolerie. Eccetera. Ordi1'anza. V . Attendente. Ordir,anza di Montagna . Milizia paesana del Lucchese, durata per tutto i l tempo della repub):,lica di Lucca. Ordinanza Militare . Furono dette cosl in alcuni Stati (es. Napoli) nel secolo XVm le norme d i disciplina e di istruzione per le truppe di terra e d i mare .

cv.

Compagnia d'ordinanza· anche Compagnia) . Nei se<:ali XVII-XVIJ! in vari Stati furono cosl chiamate le compagnie dei regg., meno la colonnclla. E bandiere d'ordinanw furono dette le loro handicrc, in contrapposto alla baodiera colonnetta. Milizia d'Ordinanza. Nel Veneto era una sola cosa con k Cen1e terrestri e marittime. - In Firenze, era la Mil izia civi le, in contrapposto a quella stanziale o merce-

naria. Soldati d'ordinanza. Nello Stato d i Sardegna, dopo il c815, erano i soldat i in servilio attivo, per 8 anni, i n contrapposto a i soldati provinciali. Ufficiali d'ordinanza. Nello Sri'tO di Sardegna, dopo il 1815, eraoo queÌli in servizio permanente effettivo, in contrapposto con quelli provi nciali. Ordinarii. Nell'esercito romano era no i soldati disposti secondo un dato ordi ne, adatto alla natura di ciascun luogo, e che essi dovevano conservare . Secondo l'opinione d i alcuni storici, O. erano detti i soldati d i basso grado . Secondo Vegezio, invece, erano detti O. coloro che, nella battaglia. comandavano le d ieci cencurie della prima coor te, e guidavano le prime file. Anche altri storici sono del l'opinione di Vegezio, dicendo che, nell'esercito romaoo, !e turme d i cavaller ia e le centurie di fanteria, òltrc ai loro ufficiali, avevano anche, sia nello sc~ieramento, sia odia marcia, dei soldati tcelti, prepos1 i ad ogni fila, e chia maci appunto O. Catone invece chiamò così i grcgan. Salma.sia poi d ice che gli O. erano. r1on già i capi delle centurie, ma i capi <.lej manipoli: e aggiunge che, al~ l'infuori della battaglia , 0011 avevano alcun comando, ma che, al principio del comu'atrimento. dovevano, all'ordine .d ei centurioni, arrestare il primo in1pe to dei ncn1ici.

Ordinario Militare. Nell 'o rdioamenco delle Forze Armate dd 1926, l;'rovvcdendosi alla costituzione di un ruolo unico di cappellani m ilitari per il servizio relig ioso, nel l'Ese rcito, nella Marina e nell'Aeronautica, fu stabilito che ! 'alta d irezione del scrviz.io di assistc'nn spirituale f.osse

eserc itata dal l' O. M . coo g iurisdizione su tutti i cappel lani militari delle Forze Armate, avente come collaboratori un V icario e due Ispettori. Primo O. M . fu nominato il Vescovo mons. Cam illa Panizzardi.

Ordinatore. Nell'esercito delle Due Sicilie (sec. XVIIJXIX) era detto così l'ufficiale principale d'amministrazione, di terra o di mare. AvevJ ai suoi ordini i cornmissari, e doveva controllarne l'attività e l'opera, sorvegliando !a sussistenza delle eruppe e i contratti per il vestiario. Ordine. Quale elemento disciplinare , è principio d i coordinaziouc per la cooperazione, e significa la razionale d isposizione in ogni momento e circostanza di tutti gli elemen ti della forza militare, onde la funzione d'ognuno risu lt i tempestiva ed efficace, coordinata e adeguata alle situazioni ed azioni molteplici e mutevoli io pace e in guerra. Soggettivamente, è il sentimento e l'abito di armonizzarsi all a vita della collettività alla quale si appart iene, conformaodosi con la massim a buona volontà e lietamente alla sua regola d i esistenza, di sviluppo e d i lavoro. Fondamento dcl l' O. è l'istruzione: non si può ordinare e nrnntencrc via via ord inato se non ciò che si conosce · a

fondo in ogni parte e in tutte le reciproche relaz ioni di parti. Anche riferibil mente al solo individuo, è chi arn che questi non patri< . cc tenere il posto assegnato, mettere ogni cosa a suo posto, fare ogni cosa a tempo prescritto », se non mediante la conoscenza sicura del posto, della cosa, del tempo, in quanto lo çiguard a nei rapporti con gli altri. Alla conoscenza degli elementi dell' O. l,isogua s' accompagni in ogni circostanza la volontà del medesimo, senza della quale l'istruzione ed ogni a ltra cosa non avrebbero quel seguito logico e p roficuo che si rich iede. In definitiva, dunque, l 'O. si fonda sull'istruzione, sul metodo e sulla volontà. Dov'è sen';.irnento dell'O., ivi la regola è osservata senza sforzo, la subordinazione non pesa e l'obbedienza torna facile e gradita.

Ordine (Formazione, d isposizione e ordinamento d i forze, con ind irizzo disciplinare, e di subordinaziooe, pe: meglio impiegarle n ella guerra). L'O. è nato dalla necessi:à guerresca di sfruttare nel modo più logicn e più redditizio e violento, ed in forma collettiva , la forza ed il coraggio dei singoli combattenti, nonchè le armi individuali e collettive messe a loro di sposiz.ione, nella battaglia. Fr a i popoli primitivi non esisteva un O. (od ord inamento) quale noi ce lo rappresentiamo oggidì: si correva alla battaglia guidaci dall'impulso istintivo della lotta , con g li uomini pii, coraggiosi all a testa, che rappresentavano l'elemento d i rottura dell a fronte nemica avversaria, dando luogo ad una battaglia disordinata che finjva con la vittoria •di una delle masse avversarie. Un principio vero d'or dinamento m ilitare e di ord ini (nel senso d i formazioni) lo trovia mo solo quando un piccolo popolo audace , coraggioso, superbamente convinto d ella propria forza sopraffattrice, ed armato di una posseme volontà di superare i propri avversari, deve compiere il suo ciclo storico, abbattendo, con poche forze p roprie, le for7_e nemiche di gran lunga superiori. Dalla necessità di raggiungere questo risu ltato nacque la necessità di un oculato ,sfrutta mento delle forze e q uind i l 'ordinamen.to, o I 'O., delle forze stesse per dare la battaglia e vincerla. Così si svolgono le lotte del piccolo popolo greco contro le masse asiat iche. Ma ill q uell'epoca erdini e formazioni rispondevano al la cost ituzione della società del tempo; e poichè questa era d ivisa in varie classi sociali, l'elemento combattente oe risentiva la ripercussiooe nel proprio ordinamento. Col perfezionamento della compagine sociale e con gli inevitabili suoi 42


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OR!l

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periodi <li decadenza , gli ordinamenti degli eserciti assursero a g rande perfezione e soffrirono decadenze. Cosl i primi ordini profondi degli eserciti cedettero il posto ad ordini più sottili quando il valore morale della massa combattente si elevò in perfetta rispondenza con i miglioramenti della compagine sociale, e tornarono profondi quando la società decadde e si dovette bilanciare col numero i l diminuito valore collettivo dei combattemi. La comparsa delle armi <la fuoco, ed i perfezionamenti jll esse introdotti man mano, r ivoluzionarono i preesistenti ordini militari sul campo d i battaglia , non tanto nei loro principi, quanto nella loro estensione: le distanze e gli intervalli fra le unirà aumentarono infatti in relazione ali 'efficacia distruttiva delle armi da fuoco, per lasciare spazio libero sul quale cadesse innocuo il maggior n umero dei proiettili, ossia per o ttenere lo scopo di d iminuire le perdite. Quindi si p uò in tesi generale dire che g li or d ini (o forma zioni) furono lineari , profondi, chiusi, nd precis0 ,ignificato della parola, fino all'epoca della imro-

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minonda non è un vero e proprio ordine~ od una forma~ z ione d i combattitnento nuova, ma una. manovra compiuta con il consueto ordine lineare falangitico, non frontalmente, ma obliquamente alla fronte avversaria, verso un• ala de lla stessa , impiegando contro· quest ' ala u na falange più p rofond a, dotata di maggior forza d' urto : egli adottò dunque l 'ordine normale falan!,>itico su una parte della propria fronte, ed un 'ord ine più profondo di falangi una d ietro l 'altra (assai più profondo <Id corrispondente tratto cl i fronte avversaria) dove intendeva esercitare lo sforzo maggiore per rompere la resistenza nemica. La falan ge oplitica, avente una fronte d i 256 uomini (256 file con 256 capofila e 256 serrafila) , fu il prototipo dell'ordine profondo chiuso : poteva però assumere formazione pi,, sotti le , sino ad o tto righe: essa combatteva come se fosse saldata in Lll1 solo pez1.0. Tale o rdine chiuso e profondo rimase anche quando sorto il comando di Alessandro il Grande agli oplit i furono aggiunti i peltasti. 1 peltasti in o rdine falangitico meno profondo (8 a 1 2

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r

.• /Jff;~~ Ordine di battaglia (picc~icri, moschettieri, cavalieri) del sec. XV!l

duzione negli eserciti delle armi da fuoco; furono, e sono, lineari, profoncli, in senso relativo, perchè assai spaziati gli inter valli e le d istanze fra le minori unità che formano la massa, dopo l 'invenzione ddlc armi da fuoco .

Q,.dine lineare. È l'ord ine i n cui si dispongono le truppe schierate un iformemente su una sola !inca, rivolte verso un 'unica direzione, sia <la .fe rme che in marcia. Ncl

senso della fronte l 'ordine li11earc può essere chimo ud aperto, a seconda che le minori unità che compongono la linea sono a contatto l 'una dcll 'ah.ra o sono interva! late da spaz.i liberi. Nel senso della profondità l'ord ine lineare può essere sottile o profondo, a seconda che, in relazione ad una forza determ inata, le unità che compongono l a linea occupano · una fronte più estesa o meno estesa. Le necessità dell'impiego più efficace dei mezzi e delle for7,e indusse alla adozio ne cli u n ordine lineare profondo aperto, che si d istinse da quello precedente (chiuso) perchi: <:sistevano distanze ed intervall i fra una unità e l'altra : talvolta k unit~'t retrostanti, invece di essere disposte una

d ietro l'altra, erano distribuite negli intervalli a scaccbina. Nell'uso ord inario si smarrì la locuzione linea, e non si parlò che di or<linj chiusi aperti, sottili, profondi, corrispondenti alle formazioni originali. Ma i comandanti clegli eserciti non adoperarono le truppe sul campo di battagl ia nelle- formazio ni schematiche come ad essi erano state consegnate; le piegarono invece alle varie esigenze, adottando ordini sottili o profondi, chiusi od aperti, o promiscui, che meglio rispondessero alla manovra che essi intendevano compiere su l campo <li bat taglia. L 'ordine obliquo di E pa1

righe) degli opliti, si d isponevano in ordine d i combattimento sull'uno o sull 'altro fianco (o su ambedue) della falange oplitica, a contatto. Talvolta furono disposti avanti o d ietro la falange oplitica per ottenere una potenza d'ur to superiore (massa e velocità). La legione romana è il pro totipo dell'ord ine pxofondo aperto, e risultò super iore alla falange, in quanto q uesta , essendo una massa sola, era capace di un urto solo sia pure potente, mentre la legio ne romana, essen<lp su tre linee, aveva il modo di produrre tre urti successivi , o cli opporre tre successivè" resistenze. L'ordine chiuso e profondo dei Persiani d ifferiva <la quello falangirico greco , in quanto, n1<~1nre questo si basava sull'urto e sul combattimcn·to corpo a corpo, epperciò opliti e peltasti non avevano frecce, 1na solo p !cca, s parla e scucia, i Pe rsia n_i fo.cev3no molto aftì(!an1e nto sul ~ _!'offe.s a lontana, cpperciò erano largamente muniti di frecce. Quind i gli o rd ini ch iusi persiani d iven nero tanto più profond i, quanre pitì freccie si volevano lanciare d irettam ente od ind irettamente sul nemico assaltante. L'ordine chius<'> persiano aveva ordinariamente tren ta u0mlni di profon<lità

(trenta righe cl'arcieri) e spesso le superò. Ogni arciere occupava poco meno d i un metro <li fronte , ed aveva venti frecce come dotazio ne individua le . Poichè le frecce raggiungevano la d istan;ca d i cento -centodieci metri, avveniva che quando l 'attaccante cmrava nel la zona del tiro utile delle frecce era colpito <la un a vera g randine d i esse: infatti sulla striscia d i cento-centod ieci metri quadrati punteggianti una fila di 30 arcieri cadeva no 6 00 frecce, cuca sci frecce ogni metro quadrato ed anche p iù se le linee


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d 'arcieri erano superiori a trenta. Questo affidamento dei Persiani su ll 'offesa lontana, se aveva il vantaggio di colpire da lontano il nemico, aveva però lo svantaggio di provocare una clepressione morale sui combattenti quando questi constatavano che il nemico, a malgrado della tempesta

ffl QUADRATI ELEMENTARI:

~ 100 MOSCHETTIERI

□ 100 P ICCHIERI

~ 25M0SCHETTJER1 Ordine d i combattimento del secolo XVII

de lle frecce scagliate che lo doveva distruggere , aveva egua lmente superata la zona pericolosa e giungeva a loro contatto pel combattimento ad arma bianca. ln complesso, gli ordini iii l inea chiusa e gli ordini profondi vissero tino a quando le armi da gitto, di qua-

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zione <lei fucili a r ipetizione ed automatici, delle mitragl iatrici, dei cannoni a tiro rapido, impose la definitiva adoàonc di linee sottili successive. Così il criterio dcli 'ordine chiuso lineare, che per tanti secoli aveva presieduto all 'impiego delle forze sul campo di battaglia, è ormai sostituito da ordini (o formazioni) sotti.li nel senso della fronte; ed il criterio dell'ordine chiuso e profo ndo della massa è sostituito da lln estesissimo, e rado, scaglionamento in profond ità adeguantesi alla gittata ed all'efficacia distruttiva <ielle armi odierne. Oggidì l'ord ine chiuso e profondo delle truppe, secondo gli antichi sistemi d i impiego tattico , ha esclusivamente carattere disciplinare: tende a sviluppare e mantenere lo spirito <li subordinazione, il sentimento della coesione, !'abitudine all'ordine e all'esattezza. Si impiega l'ordine chiuso nelle istruzioni di pace, nel le riviste e nelle parate, nelle marcie e trasferimenti: in te1npo di guerra viene Jmpie~ gJto in lontananz a del nemico, nei trasfe rimenti e n1arcic

notturne , negli ammassamenti delle riserve al coperto dal tiro e dalla vista per tenere le truppe nelle mani dei capi.

Ordine di ba1taglia. Sino a che le fanterie furono im piegate in masse profonde, dopo l'adozione delle armi da fuoco, si usò d i dividere l'esercito in t re ,, battaglie», da ciò l'uso della locuzione « ordine di hactaglia ». Tale locuzione rimase poi nell'uso, segue ndo l'evoluzione degli ordinamenti militari, per indicare la disposizione e disio-

lu nque genere o specie esse fossero, avendo corta ~ ittata,

non preclusero la via a ll' urto materia le del le opposte forze, che çercavano nel! 'assalto o nel contrassa lto la clecisione della battaglia; ma quando le armi da fuoco acmentarono di potenza, di gittata, di celerità, e quindi d'efficacia, r uno delle masse scomparve o divenne i nsignificante, e gl i ordini divennero sottili, sia ne! senso ddla fronte che in quello della profondità . L'invenzione delle armi da fl\oco trovò .allora le fanterie in formazioni lineari chiuse e profonde, oelle quali potevano far fuoco solo gli uomini della pr ima e seconda riga, mentre la massa retrostante rimaneva inoperosa, soffrendo ·il fuoco della moschetteria ed artiglieria avversaria. In un primo tempo la linea chiusa si trasformò jn linea aperta, composta <li tanti quadrati pien i, i cui lati erano occupati d a moschettieri e l'interno da picchieri. Nicolò Maclliavclli in quell 'epoca già osservava che contro l'ar tiglieria si doveva procedere « tosto e rado, non adagio ·e in mucchio n, e p roponeva per il battaglione allora impiegato (di 6000 uomin i) un ordine profondo diverso, costituito da d ieci battaglie- cli 400 uomini ciascuna disposte su tre linee come nella legione romana, precedute da 5 0 0 veliti e seguite da rooo picchieri e 500 veliti. L'ord ine profondo del XVI secolo non subisce per molto tempo grandi modificazioni; nel XVII , troviamo ancora dei grossi quadrati, nei quali solo è aumentato il numero dei moschettieri che occu pano i fati del qlladrato, coprendo i picchieri che ne occupano I 'irttcrno. Solo Maurizio di Nassau spezzò il grosso bgl. olandese in bgl. di 200 a 400 uomini su 1 0 righe in ordine lineare; talvolta usò anche cinque righe per raddoppiare la fronte, anticipando così l 'uso dell 'ordine sottile. Ordini più sottili e p iù aperti si vennero man mano adottando attraverso .le guerre del XVII e XVIII secolo, finchè con Federico trionfò l'ordine lineare. li XIX secolo vi<lc, con Napoleone, gli ordini sottili i mpiegati nei combattimenti dimostrativi, o d'attesa, o d i difesa, e gli ordini profondi impiegati in i rruen ti attacchi. Ma 1'inven-

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Ordine di battaglia del secolo XVII: I, Avanguardia ( l a battaglia); 2, Battaglia (2.a battaglia); 3, Retroguardia (3'" battaglia) P, Picchieri ; M, J\lloschettie.ri

caz ,one schematica dell 'esercito nelle sue varie spccialilà d' armi e di mezzi, predisposto per la battaglia. O. di battaglia si chiama oggi anche quel documento (grafico o descrittivo) dal quale appare la forza di un esercito che. entra in guerra .

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Ordine sparso. È un ordine lineare sottile, adottato in senso attivo per utilizzare nel m iglior modo l'efficacia delle armi da fuoco, poichè i tiratori entrano tutti successivamente in linea; ed in senso passivo per limitare, con la rarefazione degli uomini nella zona del combattimento, le perdite . Tale O. non è cosa nuova. La falange greca era coperta da cc psiliti » che com battevano alla spicciolata, muniti di archi, frombole, g iave llotti, con i guaii colpivano <la lontano le unità nemiche: essi precedevano la falange,_ ingaggiavano il combattimento, ne coprivano i fianchi e le spa lle. Analogo compito avevano i veliti per la legione romana, col vantaggio in questa che i veliti, oltre a coprirne la fronte, i fianchi, le spalle, potevano continuare ne! combattimento anche quando la legione era ingaggiata, disponendosi negli intervalli liberi fra le unità (coorti) della legione stessa. Troviamo poi Machiavelli che propone )"impiego di fanti leggeri, o « veliti " per coprire l' O. d i battaglia da lui ideato. N apoleone .adottò i veliti, i volteggiatori, i cacciatori a piedi ed a cavallo, per imbastire combattimenti, coprire b marcia di truppe d'assa lto, assumere informazioni sul nemico, ti·arre m inganno l'avversario sulle vere intenzioni del condottiero, compiere irruziopi ed improvvisi attacchi: erano truppe leggere che combattevano in formazioni sparse. [ nost ri bersaglieri furono creati con l 'idea d i un analogo impiego. Ma l'O. sparso, come ora è inteso, nacque con l'adozione per parte degli eserciti odierni d i perfetti fucili a retrocarica ed a ripetizione. In un primo tempo era costituito da una linea continua di tiratori a<l uno o due passi l 'uno dall'altro, seguiti ad una d istanza di circa 150 mctr; da piccoli repa rti di sostegno a loro volta seg11iti da riserve. In questo O. si attraversava la zona battuta dall'artiglieria fino a portata di fuoco di fucileria. A questo punto la linea dei tiratori, detta catena, avanzava a sbalzi, alternando il fuoco con lo sbalzo e raffittendosi sempre più con l'intervento dei ;ostegni, finchè, a distanza d'assaho (6o-roo metri) entr;i.va in linea la riserva e l'azione d: fuoco raggiungeva la massima intensità, fino ,al momento in cui si doveva sferrare l'assalto alla baionetta . In u n periodo successivo la catena si d iradò maggiormente, i sostegni vennero chiamati r incalzi per precisarne il comp ito, e le distanze cd intervalli vennero aumentati. Poco prima della g uerra Mondiale, constatato che la linea dei t iratori in catena era soggetta a · perdite notevoli, si adottò una catena composta di piccoli gruppi d i tiratori a distanza notevole l'uno dall'altro, e si abbandonò la prescrizione dell ' alliaeamen\o. Dopo l 'esperienza della guerra e l'a,do:zione di numerose mitragliatrici leggere e pesanti, l 'O. sparso assunse una figura più mobile , meglio adattabile al terreno, meno soggetta a perdite cd avente un carattere offensivo assai più spiccato . Ordille p_e rpcndicola1·e. Così venne denom inato l'ordine di formazione delle truppe della Rivoluzione, poi portato a ll 'cccellenza eia Napoleone. Le prime truppe volontarie del la Rivoluzione combattevano a stormi, fident i nel coraggio dei singoli, ma quasi senza legame tattico, sempre tese all 'assalto. Esse ben presto vennero sostenute d a una linea di piccole colonne. Anche questa formazione, che vincolava l'esito della battaglia alla pri ma linea, se port<'i a progress·ì non fu convincente . Si addivenne allora ad un ult imo perfezionamento : si mantennero g li stormi e le ca.tene, avanzate a t itolo d i coprimento delle colonne cl'attac~o . D ietro tale copertura avanzavano i bgl. su una l inea di colonne ad intervalli di spiegamento: dietro a tale (inca ve ne era una seconda, d isposta in e1,,ual modo, seguita poi dalla riserva. Questa speciale formazione ·in

successive linee di linee di colonna prese ìl nome di O . perpendicolare. In conclusione le colonne di at tacco,

coperte dalle truppe leggere, eseguivano in t2le for mazione la marcia di avvicinamento: al momento dell 'urto a lla baionetta si spiegavano precipitandosi in massa sul nemico. Tale ordine non fu modificato da Napoleone; solo egli lo

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Ordine perpendicolare di brigata mista prussiana (1842) A, due battaglioni fucilieri; .B, 1 11 linea (4 battaglioni); C, 2 1L linea (3 battagliÒni). Seguono 8 pezzi e 2 squadroni di cavalleria

disciplinò e lo rese più manovriero, _per piegarlo alle esigenze dei propri concetti d i manovra, con la cooperazione ,delle altre armi. Per parecchie decine d'anni la formazione prevista nell' ord ine perpendicolare (regolamento del 1791) fu adottata da tutti gli eserciti, finchè la potenza del Euoco non divenne- tale da modificarlo. Oggi si dicono: Ordine sottile: la linea spiegata di fronte in ordine chiuso (adottata per le riviste, parate, presentazioni di truppa); la linea di combattimento, nella q uale i com battenti sono schierati su una sola r iga e molto intervallati fra loro (catena), oppure su una sola riga a piccoli gruppi o sguadre o squadriglie ancor · più intervallati fra loro; la linea dei rincalzi, che è costituita dai rincalz i posti dietro la linea di combattimento ad una distanza fra i seicento e gli ottocento metri.

ORDINE LINEARE SOTT~E

ORDINE LINEARE PROFONDO

Ordine chiuso: è il · contrapposto dell'ordine aperto e dell'ordine sparso . .È impiegato in tempo di pace nelle operazioni or<l i11arie : le truppe si presentano con i loro reparti chiusi <li fronte o di fianco; spiegati in linea d( fronte con gli uomini a contatto di gomiti su due, tre, quattro righe; oppure incolonnati per due, per t re, per q uattro (colonna di via) od incolonnati per sezioni di forza varia, con le singole sezioni (d i front~ od affiancate) sistemate una d ietro l'altra. In tempo d i guerra è impiegato nelle retrovie lontano dalle offese del nemico.

Ordine profondo : è strettamente connesso ali 'ordine chiuso : lè truppe si presc;,rnno numerose in ord ine profondo


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anche se i l \oro schieramento è su una linea sola. L a colonna di fianco per due, per tre, per quallro, in marcia su una strada è un ordine profondo; una colonna d i fianco in marcia con le singole sezioni (in linea di fronte od affiancate) una d ietro l 'altra è un ordine profondo; la linea d i fronte composta di singole colonne cli sezioni è un ordine profondo.

ORDINE LINEJ\RE CHIUSO

ORDINE LINEARE APERTO

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Ordine aperto: la locuzione è applicabile agli ordi ni sottil i chiusi e profondi, quando fra le singole sezioni si aumentano, sia nel senso della fronte che nel senso della profondità, le distanze normali, con lo scopo di raggiu ngere un determinato cffeuo: quale può essere quello di lasciar maggior libertà cl ';izione alle sezioni, facilita re la marcia in terreno rotto, sottrar.re la massa alla vista, facilitare i riforn im_enti, ecc. ccc. Ordine serrato: è l'opposto dell'ordine aperto, ed è ordinato nme le volte si voglia, per una q ualsiasi necessità, restringere la f ronte di una qualsiasi unità a dest ra, a sinistra, al centro, o se ne voglia diminuiie la profondità serrandola sulla testa della colonna. I n questo caso le varie sezi,mi si serrano nella d irezione indicata diminuendo, sino al massimo possibile, le distanze e gl i intervalli ordinari fra sezione e -.sezione. Ordine del giorno (o Foglio d'ordini, V.). lùsale ai tempi dell'esercito romano, dove prendeva i l nome d i « tessera " o <li « tabella " · È ricordato da Tito Livio, il quale narra che Scipione « tesseram vespri dedit » (ossia , pubblicò l 'ordine la sera) affinch_è nel mattino seguente i soldati fossero p ronti com'egli indicava nello stesso ordine. Svetonio scrive che l'imperatore T iberio dava gli ord ini per l'indoman i (« pr<1ecepta. sequentis dici»). lrzio ricorda che G iulio Cesare emanava in una sola copia, da far leg• gere agli ufficiali superiori , gli o rdini che sarebbe stato pericoloso lasciar cadere nel le mani del nemico. Lo stesso lrzio ci dà notizia addirittura di un caso di Ordine sigillato, così frequente nelle mminc dall'evo moderno lino a noi; egli .narra di un ammiraglio cartaginese d iretto io Sicilia, il quale, non volendo che si sapesse dove era d iretta la flotta, aveva dato a ciascun comandante di nave un ord ine sig illato, da aprirsi solo in caso d i tempesta che lo separasse dalla nave ammiraglia. ,.La storia è r icca di esempi di O. del G., talvolta consi<lercvoli anche dal punto d i vista lette rario, pubbl:cati period icanJente o in deter minate occasioni da condottieri cbc se ne servivano per divulgare fra i propri dipendenti i l loro µc nsiero co ncernente le operazioni, o questioni di ciisciplina, cli ser vizi, ecc. Amrnlmcnte se ne d ist inguono due : quello ordinario e quello perma nente. Il primo è un foglietto che il comando dei corpi d irama quotidianamente e nel quale sono indicati i t urn i de i servizi, le operazioni non stabilite dall 'orario, e qualche altra notizia o comunicazione che i nteressa tutto il corpo. Il permanente esce saltuariamente, porta un numero progressivo e )a . data d i pubblicazione, serve a rendere di pubblica ragione le p romozioni della truppa, gli spostamenti del persona le e tutti q uei m ovimenti che abbiano qualche importanza amministrativa. ministeri della guerra, della marina e dell 'aviazione

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in appositi O. del G., che di volta in volta fanno uscire, citano cd encomiano quei _militari che per atti di valore se ne rendono meritevoli. Da ciò la frase .« citare all'ordine del giorno » , con la quale si vuol sign ificare rendere onori solennemente; ambiti ssime durante la gue rra tali citazioni, le quali servi.v ano di incitamento e di sp rone,. e rappresentavano un premio per i reparti, e talvolta anche per i singoli m ilitari, che compivano partico lari atti degni d'encomio.

o,.diue di ammassamento: è una formazione serrata, chiusa e profonda che assumono le unità, dal reggimento in su, q uando si vogliano riunire per qualsivoglia motivo in una ristretta zona di terreno. Ordine di comba.timiento: è la formazione che assumono le tr uppe p rima del combattimento che si prevede, e durante il combattimento. Spesso si ado pera l a locuzio11e : formazione di combattimento. Esso varia se si tratta cli offe nsiva o difensiva, e può essere più o meno esteso a seconda che si osservi l 'ordine di combattimento di un

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Ordine di battaglione: Formazione di avvicinamento (p_reç,e dono squadre rtv,mzatc di f ucilieri e mirragl_iatrici leggere e seguono i plot~ni ~vanzat i1 poi quelli di rincalzo delle due p rime compagnie; mdJ la 3 a compa,brnia e I., compagnia m jtragl iatrici pesanti

battag lione o di un reggimento, o di unità superiori. Nelle g randi u nità (corpo d'armata ed armata) l 'ordine di comb.Ht imento assume il nome di schieramento, che. ?: poi su più linee o schiere, le quali , esaminate con un sensato conc~tto. di relatività, non diffçriscono da q uello dei minori reparti: così se il bgl. nel proprio O. di combattimento h a la squadra avanzata, l'armata nel suo schieramento ha i bgl. avanzati, cl)c sono di prima sèhiera o di prima linea. Criterio comune, sebbene in proporz ioni assolutamente d ifferenti, lo scaglionamento in p~ofonclità.

Ordine di nwrcia. V ~ Marcia. Ordine di movimento : è un documento, grafico o descrittivo, dal q uale risultano i movimenti, specialmente fcrrov iar.i , che devono compiere le unità dell'esercito in


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.:Jeterminate contingenze. Ad es.: ordine d i movimento per ,l'affluenza delle reclute o rich_iamati ai corpi; ordine d i mo,,imento pel congedamento; o,dine d i movimento per la mobilitazione; ordine di mov imento per la radunata . o,·dùze di operazione. t il mezzo col quale i l coman<dante comunica la propria volontà, per l'esecuzione di •rna determ inata operazione di guerra, ai reparti dipendenti che la debbono segui re. Per le unità p iù grandi (annata, gruppi d i armate) è spesso sostituito da « d irettive » le -quali permettono ai comandanti elevati una certa lihertà d'azione - che !"ordine lascia in g rado assai minore sempre vincolata però ne lla forma e nello spirito alle direttive ricevure. Può riguardare una sola Jrn1a, una g rande

.uni tà composta delle va rie arm i, o più grandi unità . Nella s ua S[:>ecializzazione 1"0. di O . può assumere varie fin_alìtà : così ve ne sono per l 'attacco e per la difesa, per la lnarcia verso il nemico, per la ritirata, per l' inseguimento, J,el collocamento d i avamposti, per la dislocazione delle t ruppe, per una operazione circoscritta, per ,l funz.ionamento dei servizi prima, durante o dopo l'azione. Esislono .anche ordini di ma.ssi1na, che regolano llna dc tenninata

serie d i operazioni, o il funzionamento di servizi, o il .contegno ùa. tenersi dalle un.ità per un periodo di tempo indeterminato . L'ordine di operazione com prende di massima : a) la situazione generale nella quale sono le no.tizie sul nem.ico, e la situazione ncnlica e nostra in f un zione d i determinate dislocaàoni e di determinate parti• -eolarità di terreno; b) la situazione particolare riflettente l 'unità od il reparto che deve agire, nonchè la forz.a d i <:ui è composto, e gli eventuali concorsi d i altre [or1,e moperanti laterali o retrostanti su lle q uali si può contare; e) il mandato ricevu to; d) il concetto secondo il q uale si -vuole operare; e) il posto del comandante. A questa premessa, che potremmo dire d i inquadramento, seguono nell 'ordine le disposizioni esecutive, ossia quelle d isposizioni dic i comandi inferiori, ciascuno nell'ambito della propria a zione di comando, devono disciplinarmente esegu ire per <:oncorrcrc al buon esito dell'operazione : fra queste !'or• d ine particolare a ciascun reparto o specialità ; il rifornimento delle munizioni che oggi è un problema difficile da cisolvcrc in ragione del loro peso e volume e della . ~apid ità del loro consumo; i collegamenti; i servizi ; il ,mezzo col quale l'ord ine è spedito. Ogni d isposizione ese.cutiva deve essere numerata . 11 comandante che riceve ! 'or.dine lo ripete in nome proprio ai comandi dipendenti, non l imitandosi però alla sua sempl ice trascrizione. Nella realtà p ratica è assolutamente necessario che ogni comandante r icompili l 'ord ine, poichè. ad ogni gradino della scala ge.!archica deve corrispondere un ordine adatto alla un ità o reparto corrispondente: è necessario dunque differenziare f 'ordine senza nulla togliere all'efficacia, precisione, spirito, forma, dell 'ordine superiore. Così gli ordin i giunti e dati ai minori reparti svela no i l lavoro organico compiuto ed inteso ad aggiungere nuovi particolari di esecuzione (omettendone altri superflui) cd a precisare scopi e concetti adattati all'importanza del reparto , sino a che, per via di s uccessive trasformazion i, l'ordine del superiore più elevato arriva al gregario sotto la forma di « comandi » prev ist i dai regolamenti di esercizi. In casi di speciale urgenza: per esempio di improvvisi movimen_ti d i truppa, l'ord ine è preceduto da un preavviso.· In ta l modo, mentre si compila I·ordine, le truppe possono prepararsi al movimento. Nel preavviso deve essere indicata con una certa approssimazione sia l'ora in c ui giu ngerà l'ordine che l'ora in cui le truppe <lov-ranno m uovere.

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Da quan to eletto si arguisce che gli O. di O. hanno una importanza grandissima e debbono essere seguiti integralmente: essi stabiliscono infatti non solo una rcsponsabiljtà

d isciplinare, tecnica e mor ale, fra il superiore che l'ha emanato, e l 'inferiore che lo deve eseguire; ma stabiliscono anche una solidarietà esecutiva fra tutti g li inferiori

che hanno ricevuto lo stesso ordine. La mancata esecuzione di un ordine non danneggia qu indi so lo la disciplina , ma danneggia, con g ravissime conseguenie, la soli. darietà delle unità vicine e la fiducia che sostiene l 'un l 'a ltro i combattenti. t dunque evidente che la comp ilaz ione degli ord ini deve essere oggetto, fin dal tempo di pace, di particolare studio e di severa ed attenta meditazione, tanto più che nella materiale compilazione di un ordine non esiste differenza alcuna fra pace e g uerra; n1an-

cherà solo .in pace la parte esecutil'a dell 'ordin.e nella sua azione a fuoco . A questo studio di compilazione d i ordini servono egregiamente le esercitazioni di pace: manovre sulla carta, manovre con 1 quadri sul terreno, n1anovre con le

truppe . L 'O. di O. consta delle seguenti parti: 1°) Nominativo del comando che lo emana. 2°) Numero di protocollo; local ità dalla quale vie ne dato; g iorno, ora e n1 inuti prim_i; indicazione degli allegati annessi, ivi compreso lo schema dei collegamenti; indicazione della cana topografica cui si fa riferimento. 3°) Oggetto dell'ordine nel quale è ,chcrnaticamcntc espresso l'argomento. 4°) Autorità e truppe dipendenti cui è d iretto per competenza; autorità superiori cd en ti cui è diretto per conoscenza; indirizzo di tutti costoro e mezzi per effettuare il recapito. 5°) Testo, nel quale saranno toccati di norma questi argomenti : a) modificazioni alla situazione già nota, propria e del nemico; b) compito della grande unità; e) disegno d i manovra e compiti ùelle d ipendent i unità di prima schiera; d) collegamen to dell'azione con quella delle unità laterali; e) assegnazione, eventualti1ente, di rinforzi alle dipendenti un ità; /) azione dei distaccamenti, quando ve ne sono; g) azione delle artiglierie d irettamente dipendenti, cooperazione delle artiglierie delle unità laterali e superiori; h) azione dell'aeronautica propria e delle unità dipendenti; 1) coordinazione dei movimenti e delle soste delle unità di seconda e terza schiera, con quelli delle unità <l i pri'ma schiera; l) posto del comandante . 6°) Qualora non se ne faccia uno speciale ordine a parte, seguono le norme e le modalità per .i servizi. 17°) Il documento è ch iuso con la firma dell 'autorità che lo ha emanato. Lo stile dell'O. d 'O. dev 'essere categorico, chiaro, conciso. Esso deve scolpire nella mente del lettore il preciso pensiero del compi latore. Esagerazioni, attenuanti, ampollosità come pure gli aggettivi superflui debbono essere banditi. L'i nferiore sa che deve obbedire esattamente, senza tergiversazioni e senza ambiguità o compromessi: quindi ogni aggiunta /; inutile e dannosa.

Nei tempi passati, quando l 'omogeneità dei mezzi im piegati, la limitata estensione delle fronti, la modesta quantità d"uomini che costituivano gli eserciti rendevano possibile cd efficace l 'ordine dato mediante segnali d i tromba, certamente non si avevano O . d'O. dettagliati, completi, esaurienti come oggi noi li conosciamo, Pur tuttavia la letteratura ·m ilitare d 'ogni epoca ci fa conoscere esempi cli lettere, mandate dai condottieri ai propri luogotenenti, le quali potrebbero essere considerate ordini veri e propri, dato che contengono istruzioni generiche o par ticolareggiate sul modo d i condurre le operazioni d 'una camp agna o sul modo di intervenire in una battaglia ,


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Ordine di parata: è una disposizione che si applica quando le truppe sono riunite in ordine chiuso per presentazioni a superiori di g rado elevato, per le riviste e parate. In questi casi i coma ndanti delle singole un it:'\ escono dalle file mettendosi più in vista per rtndere gli onori alla autorità che passa la rivista, e davanti alla quale le truppe sfilano poi in parata. Ordiue di spiegamento: è la trasformazione che, med iante un movimento, subisce una colonna o una linea di colonne che da una formazione profonda passa ad una formazione lineare spiegandosi su una sola linea. Ordini tattici: sono t·;'n d icazione generica con la quale, j n s intesi 1 si fissa

l 'attenzionc su determinate forrnazioni

tattiche, o su determinati oriemarnenti della tattica, nella loro ap plicazione sul campo d i battagl ia. Spesso i nvece di O. si dice « formazioni tattiche )) , <t ordi namenti tattici )>La falange e la legione erano O. tattici, come lo furono la linea usata da Federico, o 1·0. perpendicolare sbocciato dalla rivoluzione francese. L'O , di combattimento odierno, e quello di sch ieramento , sono O. taltici . Sovente tale denominazione viene adoperata per indicare le modalità

di impiego delle formazioni tattiche, che- sono caratteristiche in un generale od in un esercito, e si d ice : gli ordini tatt ict di Federico e d i Napoleone; g li ordini tattici italiani, francesi, prussian i. russi . In senso più rispondente alla parola ordini, !'O. tattico è l'ordine (il comando) dato dal comandante per l'esecuzione d i determinate operazioni d i guerra. (V. anche Battaglia e Battaglione).

Ordinè pei servi·à. È il necessario complemento dell'ordine d'operazioni. Le minori unità possono omettere di farlo separatamente e ne tanno tutt'uno con l 'ordine d'operazio n i stesso, in calce al quale elencano le norme e modalità concernenti jl funz.ionamento dei servizi. Gli argomenti che questo particolare documento deve tr::ittare sono: a) servizio sanitario: assegnazione autoambulanze e ospe• da li, istituzione ospedali, modalità sgombero feriti ; b) servizio d'artiglier ia: distribui-ione munizioni, ist ituzione posti riforn imento, modalità prelevamenti, disposizioni per sostituzione e riparazione di anni; e) servizio vettovagliamento;

distribuzione viveri o rd inari e d i conforto, impianto d i . magnzini e d i cucine, modalità pei successivi rifornimenti; d) servizio del Genio m ilitare: impiego vari reparti per sis ternazioni, riattan1cnti, preparazioni, opere campali, ponti, ecc . ; e) servizio del commissariato: istituz.io ne ma-

gazzini e depositi d i vestiario e d i equipaggiamento, modal ità dei prelevamenti; f) servizio veterinario: impianto di infermerie q uad rupedi, norme per lo sgombero dei qua drupedi; g) servi&io chimico: predisposizioni pd risanamento delle zone avvelenate dagli aggressivi chimici; h) servizio trasporti e tappe: assegnazione dei mezzi per effettuare i movimenti delle t ruppe, per i trasporti delle mu nizioni, dei viveri, dell 'acqua potabile, ecc ., istituzione d i salmerie per i rifornimenti, destinazio ne degli itinerari da percorrere, modalità d ' impiego e d i marcia, ind icazione dei posti d i tappa e loro attrìbuzion i; ,) servizio postale: istituzione degli uffici, norme e orario pel funzionamento; l) servizio delle strade e del genio civile : norme per la manutenzione stradale, per l'effettuazione ·d i lavori vari ; m) ser viòo legnami: disposizioni per la provvista e per l'impiego.

Ordine pitbblico. Questo servizio può essere effettuato da reparti dell 'esercito appositame,ltc richiesti dall 'autorità politica per sedare sommosse o per evitare inconvenienti in .occasione d i d_imostrai-ioni e scioperi. f': un compito ingrato, pesante e non scevro cli pericol i, cui ven ne spesso

•I

ORO

sottoposto l'esercito, specialmente durante i torbidi avvenimenti del 1898 e nei critici anni dell'immediato dopog uerra { 1919-22). Tale scrviào d istoglie l'esercito dalle sue funzioni addestrative e lo mette nel la condi1,ione d'accat tivarsi odi e rancori. Tutto ciò è stato oggi eliminato, istituendo la Milizia Volootaria per la Sicurezza Nazionale, alla quale, fra gli altri suoi com piti , è stato assegnato q uello di d ifendere lo Stato ed il regime dagli eventual i attacch i interni. La t ruppa e gli ufficial i in servizio d 'O. P. percepiscono una speciale indennità . Vi sono anche guardie per esigenze di O . P. previste dal regolamento pel servizio territoriale. Sono quelle che i presidi possono dare, in determinate occasioni, agli stabilimenti che conservano danaro dello Stato, alle case di pena (eccezionalmente), alle linee ferroviarie allorqua!1do vi transitano convogli reali, ecc.

Ordine Mi/i/(/re di Stt.voia.. Fu istituito dal ,e Vittorio Emanuele , il 14 agosto 1815. La decorazione d i cavaliere e di m il ite dell'O. poteva essere assegnata soltanto a « uffi.ziali, bass'uffiziali, e soldati i quali si fossero d isti:11i in battaglia o in altro fatto di guerra con q ualche azione va lorosa, prudente, personale, ev.idente e tale che poteva ometter.si

senza

rnancarc

al

proprio dovere ed all'onore ». Jnoltre, « dovendosi con questo nuovo O rdine m ilitare stabilire una distinzione in favore di coloro che avessero date prove di un valo re e di un merilo singolare >>, esso doveva supplire quella delle medaglie d'oro e d 'argento, istituite da Vittorio Amedeo III, la distribuzione delle quali veniva soppressa definitivamente. Perciò tutti coloro che al momento della creazione dcli'O. ,'vf. S. fossero fregiati della medaglia d'oro o d 'argento, potevano presemare al Ordine Militare d i Savoia Croce d i. Cavaliere Segretario dell 'O. « la domanda d i sostituirvi la d ivisa del medesimo, e cioè quella di Cavaliere semplice invece della me<laglia d'oro e quella di Milite invece della d'argento ». Similmente quelli che era!lo stati insigniti della Croce del1'0rdi ne militare dei SS. Mauriào e Lazzaro, per una azione rnihtarc distinta e sì trovavano :incora .in attività d i servizio, potevano fare domanda d i unire alla divisa ddl 'O . suddetto, quella del n uovo O. m ilitare. Questa fa1

coltà non' go<lcvano coloro che erano stati ricon1pcnsati con

q uella decorazione soltanto per lunghi serviz i militari. Potevano ottenere il cambio colla divisa dell 'O. M. S. anche coloro che avevano ottenuto preceden temente « mediante il loro cornggio da altri Governi le d ist inzioni della Corona di ferro dell'ex Regno d ' Italia, e della Legione d'onore del passato Governo francese, qualòra le abbiano conseguite pei loro servizi 1nilitari, e siano qujndi Passati in servizio ncll 'esercito piemontese » . Vittorio Emanuele II, nel 1855, determinava n uove no rme per l'assegnazione di quest'Ord ine, lo ripartiva in quattro classi, assegnando a ciascuna

classe un soprassoldo, e stabiliva che l'O. era particolarmente destinato a ricompensare i servig i distinti resi in guerra dalle t ruppe di tena e d i mare; inoltre, che esso

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non poteva venir conferito in tempo di pace se non in casi eccezionali. La decorazione consiste io una croce di smalto bianco orlato d'oro, le cui braccia terminano in tre punte formate di due segmenti <li circolo. Ne) centro, in un rotondo scudetto rosso, spiccano due spade d'oro incrociate con le punte in alto, fra le quali è segnata la <lata del l 855, ed accanton~te le cifre V. E . ; una corona d'alloro verde filettata d'oro gira intorno alla croce, mentre al rovescio lo scudetto è rosso e reca nel cent ro la bianca croce di Savoia e nel con torno il motto « al Merito Militare ». 11 nastro è azzurro tramezzato da una iista rossa in palo.

Ordini Cavallereschi. Si chiamarono O. cavalleresch: od equestri le corporazioni religiose militari sorte all'epoca delle Crociate, i cu i membri, legati da voli, avevano ,xr scopo d i guerreggiare in Palestina e di difende, e ed assistere i pellegrini. Si reclu tavano fra i nobili, generalmente cadetti di famiglia, e prestavano servii.io permanente; le loro n1il izie si componevano di cava lieri, di novizi, di serventi e di assoldati. A l loro mantenimento era pcovvisto con beni stabili e rendite offerte dalla cristianità. I vecchi cavalieri non pilL atti al servi7.io anjvo e non designati a co prire le alte cariche, amministravano nelle provincie i beni dai q(iali gli O. traevano le loro risorse. ln seguito jl norne si l ras1nise a corporazioni is tituite dai principi per aggregarvi ind ividui benemeriti per servigi resi allo Stato o alle loro persone. Gli O. equestri si vogliono fare ri.alire ai cavalieri creati da Teodorico, re dei Goti, in Italia, poi ai cavali_eri del re Arturo, detti « della tavola rotonda ", e ai pa,ladini di Carlo ··Magno. Per i vari O. vedi le singole voci al loro posto alfabetico come: Annunziata, Calatrnva, Malta, Merito, San Maurizio e Lazzaro, 1'cutonico, ecc.

Ordonneau (barone Luigi d '). Generale francese Jel sec. XVII]. Partecipò a tutte le campagne dal 1791 al 1813 e fu quattro volte ferito : nel 1799 si segnalò a Napoli. Dal r8o6 al 1807 servì di nuovo nell'armata d'Italia, e dal 1811 al 18,13- .fu in Spagna. Ritornato in Francia e pro• mosso brigadiere generale, combattè contro gli A!Jeati. Nel 1814, col r itorno dei Borbonj, fu riconfermato nel grado di generale e nel 1815 si ritirò a vita privata.

Ordu. Nell 'ordinamcnto mii. turco del 1840-43 I 'esercito attivo (Nizam) fu raggruppato in sei O. (o corpi d 'armata), ciascuno su 6 regg . di fanteria di 4 bgl. da 8 cp. ciascuno, 4 regg. di cavalleria su 6 sqdr., 1 regg. J 'art. su r5 batterie. L'o rd inameoto del 1869 portò a 8 i regg. di fanteria per ciascun O. ; quello <lei 1880 portò a 7 gli O . . su 2 d iv is. a 2 brigate di 2 regg., più I d ivis. di cava]. leria su 3 brigate di 2 regg. e 1 d ivis . d 'art. su 3 brigate di 2 regg. L'ordinamento ~lei 1904 aumentò ancora la forza dell'O., portandolo a un corpo attivo e due di riser va . Infine gli O. furono soppressi nell 'ordinamento del 1912, operato dai G iovan i Turchi. Orebro. Città della Svezia, presso il lago Hjclmar. I. Tra,t.zlo di Orcbro (r 8 luglio 1812). Pace fra Sve 1,ia e Inghilterra. Le relazioni d'amicizia e di commercio fra i due Stati sono ristabilite qua li erano al 1° gennaio 1791. Se in odio del presente trattato la Svezia fosse assalita da qualche potenza, l'Inghilterra p renderà con l a Svezia stessa le misure necessarie a lla sicurezza e indipendenza dei suoi Stati. Per quest a stipulazione il trattato assume il carattere di trattato di alleanza. La Svezia aveva. dichiarata la guerra all'Inghilterra a malincuore e solo perchè gliel'aveva intimato Napoleone; non fu perciò d ifficile ristabilire fra j due governi un 'in,

tesa cord iale. An:ii, più accorta della Francia nei suoi procedimenti verso la Svezia, 1'Ingh ilterra non aveva preso sul scrio la dichiarazione di guerra e si era guardata dal far pesare sul commerc_io scandinavo le dure ,on,eguenz,e dì q uest 'atto aggressivo. Il. Trattato di Orebro (18 l uglio 1812). Pace ed allean7.a &a Inghilterra e Russia. Si ristabiliscono fra i due Statj le relazioni d'amicizia e di commercio quali si accordano alle Nazioni più favorevoli . Nel bisogno le parti contraenti si soccorreranno rcciproca.menre per n1antenere cd assicurare gli Stati .rispettivi.

Orecchie (o Orecchiom) . Così erano ch iamate, negli elmi che ne erano forniti, q uelle parti, ordinariamente mobili, che servivano a coprire e difendere le orecchie. Consistevano per lo più di due striscie <li cuoio coperte di squame di metallo, lavorate come il resto del l'armatura dd capo, al quale esse erano unite od attaccate . nella parte larga, e coprivano le orecchie, pendrndo talvolta fino alla gola, sotto la quale si affibbiavano o si agganciavano. Oggidì se ne è conservato l'uso negli elmi delle cavallerie moderne. Orecchio (Deformità del padiglione auricolare) (Medicina Legale Militare). Le deformità del padig lione auricolare possono essere congenite od Orecchie in efmo etrusco acquisite. Le deformità congenite sono spesso ereditarie e talora coincidono con alu·e deformità della faccia, specialmente col labbro leporino; esse possono consistere principalmente in un arresto ovvero in un eccesso di sviluppo. La completa mancanza del padiglione è molto rara; più di sove.illc esso è rapprcsent~lo da uno o pi/, cercini più o meno regolari . _In altri casi invee" può essere ipertrofico i n mna la sua estensione, ov! vero in una de lle Slie I parti, e specialmente nel looulo, a ca rico del q uale può osservarsi un 'altra deformità cenge• nita, divisione del lobulo in due porzioni, delle quali una posteriore più gran<ie ed una anteriore più piccola. Fra le anomalie di secondaria importanza i: degno di nota jj cosiddetto orecch io ad ansa, rara rrerizzato eia un abnorme impianto del padig lione, pa cu i l'angolo apert0, che esso forrna col piano mastoideo, è quasi , etto invece di essere acuto, come è normalmente. Le ,Jeforrnità acquisire dd padigljone auricolare possono consistere in una perdi ta, di sostanza pilt o n1eno estesa in seguito a ferite, in cicatrici

viziose consecutive a scottature, ccc. L'arr. 49 dell'Elenco A contempla quali cause d'inabi lità al servizio milita re « la mancan:ia totale e bilaterale dd padiglione dell'orecchio e le deformità del padiglione di entrambi g li orecchi, gravi e deturpanti » .

Orecchione. Chiamasi così in fortifìcaz10ne la sporgenza, che si praticava sui fianchi del bastione per permetten;, . il fiancheggiamento dei fianchi stessi.


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ORE

Oreglia (di Castino, Cesare Agostino). Generale del secolo XVlII, m, a Chambéry nel 1768. Cornetta nei _Dragoni Piemonte nel 1726, co l grado di maggiore si distinse nel combattimento sul Tidone (1746). Colonnello nel 1758, ebbe il comando del regg. Dragoni Piemonte, divenendo brigadiere d i cava lleria. Con tale _grado nel 1768, pochi giorni prima dì morire, venne nomlnato governatore di

Novara.

Orecchione dc.J forte d i Sa.n Procolo a Verona (secolo XIX)

Orecchionì. Sono così chiamate, nelle bocche da fuoco, le due sporgenz.e metalliche laterali e normali all'asse <lcl pezzo, poste tr:-1 la culatta e la volata, e che servono per appoggiare e fare oscillare l'arma sul proprio affusto. Talvolra sugli O . è anche fissato un mirino. Orecchioniere. Si dicono O. gli incavi delle 'cosce dell'affusto sui qua li poggiano gli orecchioni del pezzo. Gli Affusti d'assedio, oltre alle O. « <li sparo", d,c sostengono il pezzo quando fa fuoco, banno anche O. dette

Oreglia di Farigliano l'-'icolao . Generale del sec. XVIIL Alfiere nel regg. fanteria Aosta nel 1757, percorse in esso quasi tutta la carriera. Colonnello nel 1793, comandò il rcgg. Lombardia che guidò nella campagna contro la Francia, partecipando, fra altro, alla b;it taglia dcli 'Authion. Nel 1798 venne nominato governatore del castello <l 'Asli col grado di magg. generale.

Orcglu, di Santo Stefano Ì,arone Carlo Giuseppe. Generale del scc. XIX. Ufficiale di fanteria, partecipò alla guerra contro la Francia della fi 11c del sec.. XVIU. All'istituzione dcll'O. M . S., fu dei pr imi ad esserne nominato cavaliere. Colonnello nel 1815, comandò il regg. provinci~lc di Novara. Nel 1817 fu prnn,1osso magg. generale 11ella riserva.

Oregon. Rimorchiatore a ruote, in legno, d i 188 ronn ., acquistato nel 1860 da Agoslino Bertani che vi trasportò volontari in appoggio alla spedizione dei Mille. Nel 1861 passò a far pane della R. Marina e fu radiato 11el 1870. Orengo (Paolo). Ammiraglio, n. a Ventimiglia, m. a Imperia (1828-1921). Raggiunse il grado di contrammir, nel 1885 e fu colloca to in P. A. nel 1890. Partecipò alla battaglia di Lissa a! comando dell'avviso « Esploratore». Oreo. Cittl, al nord dell 'Eubea, ora Xerias.

Orecchioni dj pezzo d'artiglicrfo « di via "· Queste sono praticare in due piastre fissate alle cosce d ietro gl i aloni; vi si incavalca il pezzo nei rrasporti, allo scopo d i distribuire meglio il peso nei due tren i, abbassando il tentro di gravità di tu tto il sistema. Se non si facesse così, il peso graviterebbe tutto sulla sala di retrotreno .

Orefice (Pasq11<1/e). Generale, n. a Gaeta, m. a Bologna (1855-1931). Sottor. del genio nel 1875, insegni, Fortificazion i alla Scuola d i Modena dal 1880 al 1882 e partecipò alla campagna d'Africa nel 1885-86; da ren. colonnel lo fu sottodircttore autonomo del genio di Livorno, e da colon'néllo d irettore di quello di Bologna. Raggiunse i! grado di Orefice Pasquale magg. generale e .fu dirctrore <lei geni0 territoriale di Roma nel 1912. Partecipò, al comando del genio del la za armata, alla guerra irak, austriaca, conseguendovi la promozione a ten . generale nel r9-i5. Nel 1917 fu addetto a ll 'Ispettorato generale del genio e nel 1919 passò in P. A., dove, nel 1924, raggiunse il grado di generale di corpo <l'armata.

I. Assalto di Orco (207 a. C .) . Appartiene alla prima guerra macedonica, e fu impreso dal proconsole Publio Sulpicio e da Attalo, re di Pergamo, per mare e per terra. La p iazza era .difesa da Platore, generale di F ilippo V, re dj ~acedonia. Egli entrò in segrete t rattative con gli

asSedianti, e,.. mentre i terrazzani si battevano accanita-- .

mente coi nemici, introdusse per la porta della rocca che guarda il mare i Romani, i quali l'occuparono immediatamente. I terrazzani allora, respinti nel mezzo della città, si volsero all'altra rocca, ma trovata la porta chiusa fu. rono pres i in mezzo e tagliaù a pezzi, 11 presidio macedone si raccolse sotto il muro della rocca e Platore ottenne I da Sulpicio che fosse imbarcato e messo a tcrrn nell'Arnia. II. Assedio di Oreo

(200

a. C.). Appanienc al!a se-

conda guerra m.a cedonica e fu impresa dai Romani sotto

la condotta del legato Lucio Apustio, e da Attalo, re di Perga tno. l Romani combattevano la città dalla parre della rocca sul mare, Attalo dall a valle, che g iace tra le due rocche; i primi accostando le testuggini, i graticci, l'ariete; quel li dd re scagliando pietre e dardi con le bal iste, con le cata.-,ulte e con ogn i altra sorte di macchine, ed inoltre scavando mine. I' Macedoni si difendevano con grande _gagliardia, ma dopo un cerro tempo furono sfiniti dalle continue fa,iche e dalle ferite. Demolita i.ntanto 2arte del mmo con l'ariete, di notte i Romani, per la str~da aperta dalle rovine, si gctt;irono nella rocca. Anche ~Attalo sul Car del giorno, dato dai Romani il segno dalla rocca, assalì la città, diroccata essendo la n1aggior parte de i muri . li presidio e i terrazzani si rifugiarollo nell'altra rocca,

n:,a dopo due giorni si arresero. La città fu ceduta al re, i prigioni ai Romani .


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Orero (Baldassare). Generale, 11. e m. a 1ovara (t84r19q ). Da sotrot. dei bersaglieri partecipò alla campagna del 1859, da luogoten. a quelle dd 1860-1861, da capitano alle ~uccessive del 1866 e del 1870. Da colonnello com:rndò i l 21 ° fan1cria (1880-1882) e la brigata Calabria (1887-1889), raggiungendo il grado d i magg. generale nel 1887. Fu cornan• dante superiore in Africa (18891890); comandò poi la brigata Panna (1890-1892), la divis . mil. ~ d i Brescia (1892-1895) e infine / quella d i Roma, raggiuugendo il grado di ten. generale al co-· mando dell'Xl C. d'A. nel 1898. Guadagnò la croce d i csv. de!· ro ..M. S. e due rned. d 'argento Orero Baldass:trc ne!le guerre per l'lndipen<lenza e l ' Unità d'Ital ia. Fu anche, dopo il congresso di Berlino (r878) commissar io ita liano pc,· la dclirnita"iune dei confi ni fra gli Stati della penisola bal canica. Pubblicò : ,, Pregiudizi tattici »; « D,ì Pesaro a Messina i> ; ,, Ricordi <l•Africa »; « Madonna della Scoperta»•. Orào Carlo. Generale, n. a Gattico nel 1874. Sottot. dì cavalleria nel 1892, da ten. col. e <la colonnello comandò il regg. cavalleggeri di Lucca (1917-1918), il regg. Umbeno I (23°) in Albania (1918-1919); i l regg. Monferrato (13°), il regg. Vittorio Emanuele II. Nel 1929 raggiu nse il grado di generale d i brigata in posiziooc ausilia ria.

Orfanotrofi Militari. Nelle Due Sicilie ne esistettero due, uno d i te.rra e uno d i mare, creati nd 1778 e rior -

dinati nel 1819 e presieduti da uo generale . In Francia, gli orfani dei mi litari furono ammessi, per decreto di

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all 'orfano spetta il diritto ad una pensione. I.a pensione si perde al raggiungimento della maggiore ·età. A mie pensione hanno diritto anche i figli e le .figlie nubili maggiorenni divenuti inabili a qualsiasi proficuo lavoro per infermicà ~li prima categoria, avanti la mor te dei loro genitore o, se Uopo, avanti di aver raggiunto la maggiore età. Vari enti cooperano all'assistenza degli orfani, fra cui l' « Opèra Nazionale per gli orfani di guerra », che, sottoposta all"alta vigilanza del Capo dd Governo, esercita la protezione e l 'assistenza molteplice a seconùà delle varie necessità degli orfani, e la svolge a mezzo di comitati f)rovinciali nel Regno, dei RR. consoli all"cstero e dei segretari generali nelle colonie. Particolare importanza hanno i ricoven negli istituli. <li educazione; l'assistenza scolao;.tica, lnedìance concessione di nurnerose borse di studio e d aiuri d i vario genere; l'assistenza sànitaria, me<iiante ricoveri i.n. luoghi dj cura e l'invio in coionie marine e tnontan.c~ l'avviarncnto profc::,sionale, col collocame nto in

istiluti spccjalizzati, colonie agricole, laboratori, ecc. Inoltre l" « Opera nazionale orfan i di guerra di Padre Semeria e do11 Minozzi ", che assistè parecchie migliaia di orfani ~uddivisi in 90 istituti ; 1· << Opera nazionale per l'assistenza degli orfarn di g uerra anormali psic hici » , i quali vengono

accolti in due istituti: l '« Istituto naz ionale limberto I per i figli dei m ilitari », avente sede in Torino, colloca gli orfani di guerra avviandoli. i n tre sezioni: una cu !turale, una professiona le ope raia ed una agricola; l' « Istituto

nazionale per le figlie dei m ilitari ». pure con sede in Torino, che accoglie nelle sue tre case di educazio11t, le figlie dei morti. in guerra; l'« lstituro nazionale Priiicipc d i Piernonte per i figli dei marinai morti in guerra ,,, con sede Hl Roma; la « Fondat:ionc nazionale T ito Molinari " • che soccorre g li orfani di guerra degli ufficiali soci dell'U ni.orte Militare, mediante sussid'i continuativi e sovvenzioni.

Nelle assunzioni agli impieghi nel le amminist razion i dello Stato e negli enti pubblici in genere, la c0ndizione di or fano di guerra costituisce titolo d i prefere nza nella valutazione dei requisiti per l'ammissione aìrimpiego, a parità di mèritu, nelle g raduatorie per l'ammissione agli im• pieghi suddetti . La preferenza e la precedenza piendono grado dopo qudle consimili concesse agli inva lidi di guerra. Gli orfani d i guerra haru10 diritto di fregiarsi di uno speciale distintivo d'onore , istituito nel 1921. (V . anche Ope,·a N(lzionaJe Balilla).

Orfella. Regione della Libia. avente una base di 600 Km . e una profondità di 200 circa, 5UIIC coste della

Gli ~· Allievi della ,Patl'ia 1t ( Rivoluzione francese)

Luigi XIV, nella Scuola di Sainc-Cyr . La Rivoluzione francese fondò un istituto apposito per gli orfa11i dei militari, t rasformando i « Figli della pietà » in « Allievi del la Patria » e dando loro regolan1enti e istruzione militare .

Orfani di Guerra. Per gli orfani d i guerra vennero sempre emanate varie provvidenze, di,nostranti la c ura è.ci

Governi verso i figli di coloro che caddero per la Patria. Specialissime quelle emanate per gl i orfani della guerra 1915-1918. Qualora il figlio d' un caduto in guerra sia privo di madre, o questa per qualunque motivo non possa conseguire la pensione, o la perda per essere passata a seconde nozze, oppure muoia dopo la morte del marito,

Castello nel paese degli Orfella (Libia)


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grande Sirte, abitata d alle tribtt belli cose degli O. Nel 1923, all'epoca del la rioccupazio ne dei territori da noi a bb:rndonat i durame la guerra, il capo d egli O., Abd en Nebi Belcher, aveva dato ricovero ai ribelli sconfitti. Fu ordinata allora un 'operazione per la presa d i possesso <lei territorio degli O. L'operazione ven ne affidata a cinque colonne,

Cavaliere Orfella

più una riserva ge nera le . Nel dicembre fu occupato dopo combattimenti il paese dei Beni Ulid; nell'a nno seguente le operazioni continuarono fortunate e d ecisive, portaa<lo all'occ upazione della costa del.la Gran Sirte e del retroterra, con la sottom issione d elle tribù alle t ruppe italiane e il d isarmo della popolazione.

Orfeo. Torpedin iera varata dai cantie ri Odero di Sestri Ponente nel 19o6, dislocamento w nn. 2 10; lunghezza m . 51, larghezza m . 6; apparato motore 3200 cavalli, velocità mig lia 25. Armamento guerresco : 3 cannoni da 47 e 3 tubi lanc iasiluri da 450. Persona le d'armamento : 3 ufficiali e 35 uo m ini d 'equipaggio. Radiata nel '19:23. Organi (di azione lontana e di aziont· viàna). Sono le parti costitutive del tracciato d i un 'opera d i fortificazione, destina te rispe uivamente a svolgere l'azione lontana e l'azione vicina . Sia l'una con1e l'altra ~uò essere frontale, avvolgente , fiancheggiante.

Organi dei servizi logistici . Sono d i tre specie: coòrdinatori, direttiv i ed esecutivi . l primi si personificano nei comandanti d elle grandi unità, i d irettivi sono quelli cui compete la responsabilità dell 'organ izzazio ne e d el funzionamento d' ogni singolo serviz.io, g li esecutivi d ispongono de i mezzi e li impiegano, dando q uindi esecuz ione a ciò c he è stato coord inato e stabilito. Organica. È una del le branche del l'Arte militare (\' .). Essa si occupa " della p redisposiàonc d i tutte le forze morali e della raccolta e conservazione di tutti i mezzi d'azione militare che lo Stato può fornire ». Ha quindi per obbiettivo lo sfruttamento coord i11ato e raziona le d i tutte le risorse 1norali e 1nateriali di uno Stato, ai fini precipui della preparazione alla guerra. Da ciò appa re evidente quanto vasto e complesso sia oggi ;1 suo campo e quanto d ifficile ed i mportante sia il compito dell'organiz.zatorc. Innanzi tutto occorre consid erare che le istituzioni militari p rocedono sempre di pari passo con quelle civili, per cui ogn i mutamento negli organism i milit,ri è sempre intimamente connesso alla evoluzione de lle condi-

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zioni politiche e social i dei popoli . Ne consegue che l'organizzatore deve costantemente segui re l 'evolvers i delle isti• tuz io ni civi li, affinchè la sua opera sia ad esse perfettamente intonata e non ne risulti, in vece, in contrasto . Egli in sostanza non dovrà esplicare la sua azione nel\ 'ambito ristretto d cli 'esercito, ma estende rla a tutti i rami ddl 'attività dello Stato, tenendo p resente che con essi, in d efi nitiva, si ide ntificano i fattori della poten za m ilitare. Lo scopo che l 'organizzatore deve perseguire è dunq ue: « Ylcttere il proprio Stato nella possibilità d i far sceL1dcre in campo tutto il popolo in a rmi nel più brc,·e tempo e nel le migliori condizion i morali e materiali, pcrchè se ne possa fare il p iù efficace impiego di fronte a tutti i pos,,ibili eventi, in qualsiasi contingenza di tempo e <h luogo; conservare l 'esercito sempre nella sua 1nassima efficienza materiale e morale, perchè il suo impiego possa dare al!o stratega ed al co mandante i massimi risultati ». L 'O. è quindi strettamente connessa con la condotta degli eserciti , e l'opera dell'organizzatore non _si esplica soltanto nel tempo d i pace, ma p rosegue con ritmo intensificato dura nrc la guerra, per fornire all'esercito mezzi che gli permetteranno d i vivere e <li manovrare. Gli elementi d i cui si occupa l 'O . sono : il personale, il materiale e il terre no. Le operaziont ch e compie sul penonalc sono le seguent i: p reparazione premilitare, reclu tamento, ord inamento , governo del · personale. Nei riguardi del materiale provvede alla provvista e produzione, ripartizione e distribuzione, conservazione ed amministrazione. Circa il terreno, prov• vede agli stud i inerenti alla preparazione di esso a scopo

rnilitare, sia sotto i) punto di vista difensivo, sia sotto il p unto di vista offensivo . l a un lavoro così complesso e che tanto profondamente è connesso con tutta la vita politica, sociale ed economica della nazione, l 'organizzatore deve procedere sulla base di criteri concreti, affinchè l 'opera sua possa effettivamente rispondere ag li scopi pratjci c he si vogl iono persegu ire. Un organismo mi litare dovrà, pertanto, avere le seguenti caratteristiche : opportunità, stabilità, semplicità. Scrive il generale Agostino Ricci: « Istituzioni mi litari adatte ad un paese possono essere inopportune per un altro , od anche per il paese stesso, se mutati i tempi o l'ambiente politico e soc iale interno o le condi-z..ioni esterior i )1 . U n organ ismo m ilitare d eve d unq ue segu,re l'evoluzione dclk istituz ion i politico-sociali della nazione, come pure d eve adattarsi ai progressi delle scienze e delle industr ie. T uttav ia è ovvio come si d ovrà evitare un troppo frequente susseguirsi di cambiamenti ~ che sarebbero di <lan no enorme alla efficienza dell'organismo m ilitare; occorrei'à cioè che compatibilmente con le esigenze sociali e con quelle della perfett ibilità tecnica, sia per quanto possibile rispettato il requisito della stabilità. Non ocorrono molte parole pc, dimost rare l 'assoluta necessità del terzo requisito: la semplicità. Se in tutte le manifestazioni umane, se in tutti

gli organismi, anche i pili piccoli, noi stimiamo son1mamente indispensabile il requisito della semplicità, esso a maggior rag io ne sarà da ricercarsi e da ottenersi nelle istit uzio1\Ì militari, rifletten ti' un organ ismo t anto g rande ed importan te, dest inato ad operare nelle più d ifficili e svariale contingenze, in cui tutti gli organi devono costan• temen te funzionare con ritmo regolare e continuo , pena consegue nze dì eccezio nale gravità.

Organica (Marina). Prevede la formazione &Ile for<e r.aval i (flotta, squad ra, squadriglie d i sil1!fanti e d i sommergibili) sia per quanto rig uarda il raggruppamento dei tipi d i nave in relazione alle esigenze guer resche, sia per quan to concerne la c reazione dei singoli t iJ\Ì in relazione


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all'impiego che degli stessi si vuol fare . Le spetta inolu·e di studiare i mezzi migliori per la formazione e l'allenamento delle specialità (cannonieri, macchinisti, siluristi, elettricisti, ecc.) che compongono il personale di una moderna marina da guerra, assegnando queste u ltime alle navi a seconda dei diversi compiti da esplicare. L'O. è quella the raccoglie e sfru tta la maggior copia delle cognizioni scientifiche del momento, sia per la preparazione del materiale, sia per quella del personale.

possedevan9 un esemplare coslituito da grande numero (.144) di bom bardelle, d isposte su otto strati. Le canne erano sistemate sopra affusti. (V. Mitrag!iat,ice, nella prima parte della voce).

Organici. La composizione dei vari clementi costitutivi di un organisrno militare: comandi, corpi, reparti, fonna~ zioni e stabilimenti vari è particolareggiatamente stabilita <lall' ordioame.nto dell 'csercito. Tale composizione in personale (ufficiali , sottufficial i e truppa) e materiale di dota zione, costit uisce l'organico cli un determinato elemento (comando, corpo, repa rto, ecc.). Gli O. ~lei vari elemenri sono contenuti in apposite pubblicazioni che prendono il llome, in genere, d i formazioni di pace o di for mazioni di guerra a seconda che si riferiscono agli organici di pace ovvero a quelli cli guerra di un determiJ1ato elemento. Così ad es. si hanno: formazioni d i pace (e cli guerra) dell'arma di fanteria (e sue specialità); dell 'arma d i artiglieria; dell 'arma di cavalleria, ccc. Gli· O. di pace non l1anno in genere, carattere d i riservatezza. Essi possono essere conosciuti da tutti . Quel_li di guerra r ivestono, in·vece, carattere della massima segretezza e le pubblicazioni relative devono essere conservate con particolari misure pi·ecauzionali. Tali dati no n possono essere divulgati e tanto meno apparire in pubbl icazioni commerciali. Organismo militar e. È il complesso delle istituz ioni rriilitari di u no Stato. Organizzatore milita re. Colui che ha il compit() di occuparsi della parte orga nica, nd complesso delle istituzioni militari di uno Stato. Organizzazione militare. È il complesso delle istituzioni mi litari dì uno Stato. Non è quindi sinonimo di organica mil itare, ma di questa ha un significato assai più ampio, rispecchiando, in sostanza, tutta la potenza militare di un paese. Organo, Era così chiamata anticamente uu 'arma da fuoco composta d i molte canne di piccolo calibro, caricante.si dalla culatta o dalla bocca. L<: canne erano tcnule

Vari tipi di organi del secolo XVII

I Organo doppio. Fu costruito nel 1755 in Picmome da! sottot. d "art. Doria del Maro; era costituito da 30 canne rl i carabina, caricantisi dalla culatta, e d isposte iu due ordini sopra un piccolo affusto. Un altro modello fu da lui p resentato, con alcuni perfezionamenti, nel 177fi. Nello stesso Piemon te, un 'arma di tale genere venne proposta da Anton Maria Curiazio (1773). Orgesch. Formazione militare creata in Germania nel maggio r920 ed estesa anche all'Auscria, specialmente nella regione del Tirolo. L'O. è sul tipo delle formazioni sorte '

Organo del secolo X V I

assieme per mezzo di adatte lastre di meta llo, forate in

dopo la guerra nella Germania, jn segno di protesta contro il disarmo imposto dai trattati di pace alla nazione, e allo scopo d i far risorgere lo spirito militare tedesco.

modo che vi entrassero le canne stesse e vi rimanessero

6ssate. Esse venivano scaricate una alla volta o tutte contemporaneamente. In Germania erano c~iarnate « organi di mortt ». li numero delle canne raggiungeva talvolta la guarantina e qualche rara volta la oltrepassava . Uno dei primi esempi è del 1387, a Verona , dove g li Scaligeri ne

Oria, Comune in prov. di Brindisi. Di origine antichissima, si resse a l ungo a regno indipendente, giacchè Strabone d ice che, alla sua epoca, erano ancora in piedi i l palazzo e la fortezza dei suoi re. Secondo Erodoto fu la città più antica e più importante dei Messapii, e fu fon-


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data da una colonia di Cretesi. Assediata e presa da An• nibale, divenne poi colonia romana. Nelle guerre civili fra Ottaviano e Marco Antonio, un luogotenente del primo, Servilio, si rinchiuse in O .. ove fu assediato. La città rimase fedele agli imperatori d.'Oriente, fincbi:, verso la · fine del scc. IX, cadde in potere dei principi di Benevento. f'ededco li Ja cinse di mura, e, sulle rovine di un 'an tica torre normanna. edificò un forte castello, che occupava tutta la sommità del colle su cui è situata la città. Di forma triangolare, aveva una grande torre quadrata e due piccole roto nde ; era ci nto di una duplice cerchia di mura, con 45 torricelle. All.a · parte interna del muro erano addossati fabbricati di varie forme e dimensioni, ad uso del presid io. L'ingresso, posto al centro della cortina, era sopraelevato sul terreno, e ad esso si accedeva, mediante un angusto viadotto, da una costruzione antistante e staccata . A l pianterreno una bassa paterna attraversava la base del muraglione di cinta, con una galleria.

Assedio di Oria (1264). Appar • tiene alla guerra combattuta tra Manfredi e il papa Alessa ndro IV. Il primo, sconfitto l'esercito pontificio di Manfredo Lancia, occupò Brindisi, Lecce, O tranto e vari luo ghi minori, ma non potè impa • dronirsi di Oria. Assalitala a varie riprese, fu sempre respinto. Riuscì a distruggere una cerchia di mura, ma i cittadini ne Ìt\Ilalzarono subito un'altra dietro la prima. Costruì poi torri mobili di legno per avvicinarsi al castello, ma i difensori le incendiarono. Manfredi decise al. lora di prendere la città per fame e la strinse con rigoroso blocco. l difensori , che si erano ,·alorosamente difesi per lungo tempo, stavano g ià per arrendersi, quando in loro soccorso il pontefice inviò nella Capitanata un forte esercito agli ordini di Ottaviano degli Ubaldini . Manfredi fu costretto allora a togliere l 'assedio ed a r itirarsi in fretta verso Lucera. Oribe (Alanueie). Generale uruguaiano. presidente della repubblica (1802-1857). Combattè sotto Artigas nella campagna contro gli Spagnuoli ed appar teneva ai « Trentatrè » cbe liberarono nel 1828 l'Urug uay dalla signoria del Brasile. Nelle interm inabili lotte .di partito, egli era il capo dei « Bianchi », che avevano preso il nome dal colore del proprio cavallo. Nel 1835, fu eletto presidente, ma ud 1838 ven ne sbalzato da una sollevazione di ,, Colorati )) 1 condotti da Rivera. Nel 1842, come generale delle t ru ppe argemine del dittatore Rosas, batti: con 14.000 u . i l suo avversario n ArroyoGrande, passò l'Uruguay ed Oribe Manuele assediò per nove an ni Montevideo. L'alleanza tra Urquiza, Rivera e i Brasi liani lo costrinse nd 185r a capitolare presso Las Picdras, ma nel 1855 si m1Se ancora a ·capo d i una sollevazione di « Bianchi ,. ,

Orientale (Fronte orientale dm·antc la guerra Mondiale l\)14-1918). (V. Mondiale guerra. e le considerazioni preliminari della voce Occide11tale fronte). Compito del comando russo fu immediatamente quello di muovere senz'altro alle offese lungo tutta la este;issima propria fronte per minacciare obbiettivi importami dell'avversario ed allegger ire iii tale modo la pressione germanica sugli Alleati in Francia e quel la austro-ungarica sui Serbi. Tenuto però conto che ancora la certezza non si aveva che i Tedeschi avrebbero concentrato la loro massa in corrispondenza del fronte occidentale e tenuto altresì conto della maggiore celerità di mobilitazione dei loro av.

li castello di Federico II a Oria

versari, specialmente dei Tedeschi, il desiderio dei Russi ,!aveva venire infrenato dalla g iustificata preoccupazione di non esporre le loro forze ad un rovescio. Conseguentemente il disegno operativo russo, sebbene offensivo, dovette, nella sua attuazione, subire la volontà dell'avversario. Tuttavia, tanto nel caso che la Germania destinasse alle operazioni alla frontiera orientale - più specialmente a quella della Prussia orientale - la propria massa oppure soltanto una fraàonc di essa, ritenne lo S. M. russo necessario di destinarvi a fronteggiarle forze importanti, tali cioè da poter contenere per qualche tempo la massa nemica: nel primo caso fino a che la parte maggiore del proprio esercito, d ie doveva 'pur sempre operare con offensive decisive contro l'Austria-Ungheria, ne avesse potuto avere ragione e rigettate almeno al di là ,dei Carpni le forze avversarie, per concorrere poi, nella direzione più opportuna, contro le annate germaniche contenute dalle forze russe lasciate , pei· tale scopo, loro di fronte; se invece risultasse che la massa tedesca era stata gett ata contro gli Alleati del fronte occidentale, si sarebbe operato offensivamente anche in corrispondenza della Prussia Orientale, per concorrere in modo ancor più efficace che con la .sola offensiva in Ga liàa ad alleggerire la pressione tedesca sul teatro d i Francia. La tema di per.d ere tutta la ricca regione della Prussia Orientale, e più ancora la minaccia che ne sarebbe derivata per Berlino e per la regione industriale dell'Alta Slesia, si contava infatti, e non a torto; che avrebbe esercitato un'azione di efficace alleggerimento del fronte franc'l· inglese. A tali concetti di massima venne pertanto informato lo sch ieramento iniziale e la condotta delle oper1zioni da parte dei Russi. L'esercito russq era al comando del granduca Nicola , avente come capo di S. M\ il gcn. lanuschkevic. li fronte gaiiziano era affidato al gcn. Ivano,•, con le armate 4• (Salza), 5" (Ploehve), 3" (Russky) e 8• (Brussilov). li fronte


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ddla Prussia Orientale era affidato al gen. Schilinsky, con le a.r mate 1" (Rennenkampf) e 2a (Samsonov). Di fronte alle forze russe, quelle tedesche erano agli ord ini del generale von Prìttwitz e comprendevano 1'8• armata, rinforzata dal II C. d'A . di riserva, e dalle forze mobili delle fortezu della regione. L'esercito austriaco, agli ordini dell'arciduca Fe~lerico, comprendeva le armate 1a (Dankl), za (Bohcm-Ermollì), 3"' ' (Brudermann), 4• (Auffenberg) e i distaccamenti Ki.immer e Kowess. ANNO 1914. Nella Prussia orientale 1'8• armata tedesca erasi schierata sull 'Angerapp, di frome alla 1• armata russa, destinando il solo XX corpo a fronteggiare, presso J\llcnstein , la· 2• armata russa. Il gen. Prittwitz, appena saputo che la 1a armata russa avanzava, le muove inconrro : oruene

un pr imo successo a Stalluponen, ma i l 20 agosto, a Gumbinncn, i suoi attacchi contro la sr. nemica falliscono, tantochè deve ripiegare su Insterburg. Impressionato dall'avanzata della 2• armata russa e dal pericolo che il XX corpo venga rovesciato, Prittwitz decide di •procedere s,nz·altro allo sgombro di tutta la Prussia Orientale, per ripiegare sulla Vistola. Per coprire il suaccennato ripiegamento, fece rinforzare jJ XX corpo dal I e dalla 3a clivis. dì riserva. Tale decis ione non venne approvata dal Comando supremo tedesco che, senz'altro, sostitul il Prittwitz col gen. f-Jindenburg, dandogli come capo di S. M. il geo. Liidcn dorff; inoltre venne disposto che i due C. d'A. Xl e C. R. de lla Guardia, appartenenti alla 1' armata, fossero mandati a rinforzo della sa insieme alla divis. di

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AUSTRO-TEDESCHI

RUSSI

o

100

200

Km. Fronte Orientale, all'inizio delle operazioni .(191 4)


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riserva von dcr Golrz. l I XX corpo (". Sçhohz) è costretto a ripiegare. e i l Comando tedesco decide di concentrare t utte le truppe, contro Samsonov, lascia ndo a contenere Rennenkampf le sole forze mobili di Kiinigsberg e mezza ,!ivi,. di cavalleria. Ne deriva la battaglia di Tanneub,•rg (V.) con la disfatta della 2" armata russa. Dopo ili ciò Hindenburg si rivolge contro la 1 a con tutte le forze disponibili, e si libera con la battaglia dei laghi Mawri (V.) dal pericolo che es,a rappresentava. Comcmporaneamente però in Galizia gli avvenimenti erano sfavorevol i alle a,·mate ausu·iache. Le quali avevano eseguito u na radunata ed uno schieramento molto prossimo al confine polacco, e il -:z2 agosto avanzavano con la ,~ <· 4• armata, sostenute a sr. dal d istaccamento Kiimmer e dal II C. R. tedesco, e a dr. dalla 3~ armata inromo a Lmpoli. A coprire il vuoto fra q uesta e la 1a e 4& armata, fu creato uno speciale distaccamento agli ordin i dell'arciduca Giuseppe Ferd inando. La ra armata a. -u. andò a urtare contro la 43 russa; la 4à a.-u . contro la 5a russa, men tre forze soverchianti russe attaccavano 1a 3a. annata a.-u. e il d istaccamento Kiiwcss. Ne deriva la battaglia di Leopoli (V.) fra il 24 agosto e il 9 settembre, che s1 conclude con la ritirata generale degli Austro-Ungarici d ietro il San . L'esercito aust ro-ungarico uscl dalla grande battaglia di Leopoli pienamente sconfitto, d isorganizzato e, ciò che più n1onta, sfiduciato. Per lungo tempo non sarà più in grado di manovrare, ed intanto ] 'i ntero esercito russo aveva le strade aperte attraverso j Carpazi Ja una parte e verso la Moravia o la Slesia dall':\ltra. Urgevano soccorsi e questi non potevano essere dati che ~!all'alleato germanico, fresco delle vittorie di Tannenbcrg e dei laghi Masuri. L'intervento germanico venne prontamente deciso; prima di tutto, mediante la costituzione di una 9• armata a nord di Cracovia, anche per coprire l'Alta Slesia. Di essa prese il comando .E-lindenburg, lasciando al gen. Schu bert il comando ddl'Sa, dalla quale venivano sottratti alcuni C. d 'A., che passavano alla 9a. 1 Russi sfruttarono male e lentamente il successo contro gli Austriaci, accontentandosi di varcare il San e 11orre l 'assedio a Przemysl. Hindcnburg si propose <li for agire !'Sa armata di mostraùvamcntc verso Ossowictz e Kaunas. La 9a armata 1edesca avanzò fino alla Bzura (V.) mentre i Russi riuscivano a ripiegare in ordine da quella parte. Ma più a sud costringevano gli Austria,;i a np1egare, e giungevano a i Carpazi, affacciandosi àlla pianura ungherese. Ancora una

nuova offensiva tedesca, nel novembre-dicembre (V . Lodz) salvò la situai.ione degli Imperi centrali: la linea russa indietreggiò sopra 1.111a linea costituita su quattro fiumi (Bzura, Rawka, Pilica e D unajetz) e nel dicembre anche su questo fronte si giungeva alla guerra d i posizione. A nord, von Schubert veniva sostituito da von François

Le truppe tedesche entrano i n Lodz (1914)

pnma e da von Below poi . Un a delle cause principali del la rit irata dei R ussi è rappresentata dal difetto di armi e d i munizioni > cui insufficie ntemente poterono sopperire gli Allea.ti, nonostante riuscisse ro a superare · 1e gravi d iffi-

coltà delle comun icazioni; ed insufficientemente p ure potevano provvedere g li stabilimenti d i produzione russi, nei quali tuttavia. il iavoro era .stato intens ificato.

ANNO 1915. Nei primi mesi le operazioni ebbero carattere locale. Un tentat ivo degli Austro-Tedeschi d i liberare Przemysl (V.) non r iuscì, e la fortezza si arrese ai Russi . In Masuria, ]'Sa armata tedesca venne rinforzata e poscia sdoppiata, costituendosi la 10•. Con elementi della 9a veniva intanto costituita l'armata tedesca del sud, che, al comando del gen. von Linsingen, fu f,Osta a d isposizione degli Austriaci. La 10a, con parte della 8•, nella Prussia Orientale, muoveva all 'attacco e dava nel febbraio ai Russi la battaglia di Augustowo (V.) con la quale liberava la Prussia Orientale, ,configgendo la ro• arm,ita russa ; nei giorni successivi i Russi contenevano ulter iori progressi nem ici . Sui Car1,azi (V.) la lotta fu assai accanita.

Triricerame nti russi presso A ugustovo (l9t4)


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Alla fine d 'aprile, nonostante la sconfitta della 10• armata, i l granduca Nicola, con le numerose r iserve di cui disponeva, aveva potuto fronteggiare la situazione in corrispondenza della Prussia Orientale, stabilendosi solida mente lungo

che soltanto sul teatro occidentale tale decisione era possibile - ma per cercare d ' immobilizzare, almeno per un certo tempo, le forze russe, e potere così più tranquillamente r ivolgere la massa verso il fronte che considerav,i decisivo. Le decisioni del Falkenhayn portarono nel magg io all'attacco e allo sfondamento della linea russa nella battaglia d i Corlice (V.) : i Tedeschi giungevano sul"'San, riprendendo Przemysl, allontanando, indi rettamente, i Russ, dai Carpazi, poi che lo sfondamento al centro obbligò tutta

T rincee austro- ung:1riche in Galizia

Cannoni presi dai Tedeschi ai Russi jn Polonia

il basso Niemen fra Kaunas e Grodno e di qua lungo il llobr-Narcw-Bug fino a Nowo Georgiewsk, cosl da precludere ai Tedeschi ogni offensiva da questa parte. Ma assai peggio, per gli Austro-Tedesch i, erano andate le cose a sud. lvi l'ar mata tedesca del Sud e la 2a armata a.-u. erano state contrattaccate nella loro offensiva verso la Gllizia, ributtate entro i monti ed obbl igate a difesa d isperata ; Le avanguardie russe stavano scendendo le valli che dai Carpazi Ccm ra li portano in Ungheria. Assai depressi ivi gli spir iti. A peggiorare !a situazione generale per gli

la loro linea a ripiegare. In fine di giugno, anche Leopoli era ripresa. A sud, nella Bucovina, i Russi rimanev:mo su l Dniester. Dopo questi avven imenti, nella regione dei laghi Masuri i Tedeschi affidarono il com~1ndo al gen. von Gallwitz; segu ivano, verso sud, le arma te agli ordini del principe di Baviera, poi le armate del Mackensen; infine gl i Austro -Ungarici. Il 13 l uglio, Gallwitz iniziò l'offensiva (V. Prasrnysch ), occupando Ostrolenka e minacciando Vi lna e Ri ga. Poco dopo le annate del principe di Baviera

Imperi Ctntrali concorrevano l 'interve nto o rmai quasi certo

dell'Italia a fianèo 'delle poten ze dell'!11tesa, e la sempre più mal sicura neutralità della Romania: inoltre ancora incerta la situazione ai Dardanelli: l'eventuale caduta di Costantinopoli, con l'apertura degU Stret6, avrebbe portato all'accerchiamento della dllplice Monarchia. Conseguentemente il Falkenhayn decise di passare alla difensiva sul

Artiglieria austriaca in Galizia

i\1itragliatrici russe in 'Bessanbia

teatro d'operazione occidentale, per poter sferrare potente offensiva su quello orientale, non già perchè egli nutrisse spera,;za d i r iuscire, con tale offensiva ad o6ente, a decidere la guerra - egli era irremovibile nel convincimento

seguivano il movimentò i n direzione d i Ivangorod. Infine (jr luglio) entrò in azione il M~cke nscn, che prese Lòlin.o~ I Russi dovettero i_ndietreggiare ancora, e malgrado ·· resistenze in vari punti furono costretti infine, oell'agosto, ad


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abbandonare Varsavia e Brcst-Lirowsk, nonchè la Volin ia, la Cu rland ia e la Lituan ia, schierandosi sopra una fronte quasi rettilinea da R iga al Dniester. Il granduca Nicola cedette allo e✓,,r, con capo di S . M. il gcn. t\lcxeiev, il comando supremo e passò nel Caucaso. Con l'offensiva progettata, i Tcrleschi erano r iusciti cosl, nel r915, ad ouencre i seguen ti scopi : ") la protezione sicura della regione ungherese; b) la possibilità, per l'Austria-Ungheria, di portare sufficienti fonc alla fron~iera iwliana; e) la libcV/ad,

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ANNO 1917. Le operazioni m ilitari durante l' inverno ebbero una sosta, mc,nrc si prepar:ivano gli clementi che conducevano alla rivoluzione russa (V . .\lo11dia/e guerra). Il go,erno liberale ,ucccduto all'alxlicazione dello czar ( 15 muw) riuscì per poco te mpo ancora a tenere in pui:no l 'esercito, nel q uale opcra,·ano g li clcmcnt, d1 di,,oluzione che dovevano infine farlo crollare. In maggio al governo liberale succede quello socialista, guidaro dal Kercnsky. Egli riesce a sferrare un •offensiva nella regione meridionale (1-19 luglio, V . offensiva Kcrcnsky). Ma il Comando tedesco può sourarrc truppe dal fronte Occidentale, dove i Francesi, minali da propaganda (Ji.>fattista, non sono in grado eia prendere l'offensiva, e i Russi sono contenmi dapprima e respinti poi: Galizia e Buco,·ina tornano nelle mani deµI\ Austriaci. La Germa n ia subito dopo escguisrc u na rapicln e fortunatH offensiva che le d à in possc,çso la città e b regione di Rig" (V.) sui primi di settembre. Il governo di Kerensk) scompare, e i Bolscevichi, 3fTerrato il potere, si affrettano 3 fare la pace (V. Bresl•LÌ/Qttisk)Con essa il fronte Oricnrnlc cessa d i esistere , e gl i AustroT edesch i a poco a poco dispongono, contro le altre Po tenze dell ' Intesa, dell 'ingente numero cli divisioni che ave,·ano fino allora tenuto in armi contro la Russia.

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vn ·Arm . Auslr \ - - rerro11,e - - Strade ordinarie Austro•• -··redeselli = RI/JSI ...--fìire//rici d'attacca /?,me

cavalleria. I. 'offe nsiva partì dai Ru,1i il 1 2 marzo. Essi avanzarono verso Kaunas, ma furono ostacolati dalle m isure pre1e dal mare,c. I lindenburg. e anche dal disgelo che rese impraticabili le strade e l;i pianura . Contro gli Austriaci mosse il 4 giugno Hrus;ilov : ne derivò la battaglia di L111zk (V .) che portò i Russi sullo St)'r e ndla Bucovin:i , rni ,rncciando d i nuovo i C:irpni. Verso la fine di giugno gli Austriaci. richiamate forze d:il fronte italiano e rice,·uti rinforzi dai Tedeschi, pote,·ano contenere le forze ciel Brussilo,•. Nella seconcla metà di luglio i Russi attaccavano di nUOl'O su tu tto il fronte; il successo si deli nc,iva per loro ancora nella flucovina, ed essi raggiungevano per la scconcb ,olta i Carpazi. i\fa l"offensi,·a aveva csaurico le forze morali e materiali dell'esercito russo, e questo proprio nel momento in cui entrava in campo la Romania (V . Mcridiou,ilc fronte ud/11 guerra Mo11dinlc).

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nnm Pruwon, Rvsse a fine /11 1,o 1 Fronte orientale: Open1,ioni del lu~lio 1917

r azione de lla T u rchia da lla preoccupazione d"un attHcco del Bosforo da pane di truppe raccolte a Odessa; d) l"avcrc calmato le ,·cllcità bclligerc romene e, viceversa, l"avere riannodato e rese più fiduciose le relazioni con la Bulgaria.

1\NNO 1916. L ' in verno non mutò la situazione. Nella primavera, le forze r usse, riorgan izzate, compre ndevano nove armate. divise in u-e gruppi, agli ordini rispettivamente (da nord a sud) dei generali Kuropatkine, Evcrt, Brussilov. In tutto, 60 C. d'A., 139 divis. di fanteria e 33 d i cavalleria occupavano una linea d i 1200 K.m. E,·se ernno fron teggiate da q u"ttro gruppi d 'armata tedesch i e :iusrriaci, ossia, da nord a sud, i gruppi maresc. Hindenhurg, principe Leopoldo cli Baviera. gen . Linsingcn , arciduca Federico: in tutt.1 127 divis. di fanteria e 21 di

Orien tamento. l\'ell"esercito vengono particolarmente addestrati all 'O. i reparti d estinati all 'csplorazione. i\ tutti gli uO,ciali e graduati è fatto obbligo d i sapersi orientare per condurre i propri uomini con sicurezza verso gli obbiet• tivi prestal,1hti. Le maggiori difficoltà s'incontrano in montagna, ,ulla ne,·c, nelle rc_qioni dese rtiche, rii nouc r nella nebbia . l mezzi per superarle sono quelli suggcnti da!la pratica e dal buon senso, o ltre c he dalla p articolare capacità cl 'orientarsi che alcuni individui hanno. Si ricorre alla bussola, alle carte topografiche, all'osscrrnzione ddlc ombre ciel sole, alle informazioni degli indigeni, ccc. Non preme tanto l 'esattezza perfettn, quanto b rapidità con la ,1ualc ci si mcuc sull a buona st rada. Nella nav igazione :1crea e mariuima I 'O . assume un carattere più scientifico e deve c,scrc rigorosamente esatto, po1chè esso il più delle volte è l"unico sistema per determinare e. tenere la rotta . Per eitcnsiooe, e figuratamente. orientarsi vuol dire avere idee ch ia,·c, prentkrc conoscen za <li determinate faccende, mettersi al corrente delle abitudini dd 1'ambiente nel quale s, entra. Con questi significaci il rcrbo orientare è assai comune nd gergo militare. Oriente (Impero d') , La parte orientale dell 'im pe ro romann, qua le risultò dalla divisione fatta fra i figli cli Teodosio I, Onorio e Arcadio. Appunto a quest'ultimo toccò !"impero d"O. che, nel 4j6, alla caduta da quello d ·occidente, comptendcva som111ariame,n e 111ua la parte 41


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dell'impero romano a oriente dell 'Adriatico, tutta la sua parte asiatica e l'Egitto. A poco a poco l' l mpero d'O. venne sfaldato dagli attacch i esterni, specialmente al nord per opera dei Barbari, e ndla regione asiatica per opera degli Arabi prima e dei Turchi dopo. Quest i, varcato il mare, conquistarono anche la penisola balcanica, finchè agli Imperatori d 'O. r imase soltanto la cit tà. di Costantinopoli , caduta nel 1453 per opera del sultano Maometto Il.

Qttcstìone d'Ol'iente. Ebbe il suo inizio dall'epoca in cui gli Ottornani, terininare le loro conquiste territoriali, si dimostrarono, nelle opere d i pace, incapaci di governare altri popoli, d ando principio alla loro decadenza. Le prin cipali nazion i europee, l'Austria, la Francia, l'Inghilterra , la Russia e la Spagna, che a,•evano opposto i loro eserciti all'invasore dell 'Islamismo, si presentarono come credi degl i Ottomani , e il dominio di quest! andò a poco a poco sfaldandosi, specialmente in Ellropa cd in Africa. Dopo il tarttato di Berlino ( 1.878) per lungh i anni lo sfor zo costante di tutte le potenze fu rivolto a limitare al minimo i rischi di un conflitto europeo, che si sarebbe certamente scalcnato qualora una nazione avesse voluto assicurarsi vantaggi eccezionali in O. a spese delle altre. Per mantenere · ndl 'impero turco un ord ine relat ivo fu dato al sultano appoggio d i consigli, di danaro, di armi, assoggettando ad un " ontrollo effettivo l 'amminjstrazione turca, speciahneote quf ìJa finanziar ia. Ma davanti alla sollevazione generale contro la Turd,ia di tutte le nazio ni cristiane de i Balcani, l'Europa, divisa, dovette lasciare costituirsi in O. un nuovo equilibrio, da cui rimaneva esclusa la Turchia. I massacri d'Armenia del 1895, la sollevazione quasi genera le dell'isola d i Creta , la guerra greco-turca, le rivòlte macedoni e gli innumerevol i conAiui che ne seguirono, favoriti specialmente d alla Russia, determ inarono fina lmente le Potenze e uropee ad intervenire presso la Turchia per indurla ad adottare le riforme ind ispensabili. Ma non fu che nel 1903, dopo a ltre gravi insurrezioni in Macedonia e in Alhania, che la Porta. si decise ad accettare un programma di riforme, elaborato principalmente dalla Russia e dall' Austria , il quale stabiliva il principio di un controllo finanziario europeo sulle finanze della Macedonia, e la riorganizzazione della pol izia mediante l'i nquadramento con ufficial i europei . Se si eccettui la formazione della gendarmeria e della polizia, i l programma di riforme rimase lettera mort a. Occorse un vero ultimatum ed una rlimostrazione navale (16 d icembre 1905) per indurre la Turchia ad .eseguire le riforme concordate. Ma la rivoluzione del 1908, seguita dalla detronizzazione d i Al:xl-ul-Hamid, cambiò brnscamente i termini del problema orientale. I Giovani Turcbi si erano proposti di rinnovc!lare la Turchia con i loro p ropri mezzi, e si mostrarono meno docil i del governo del sultano abbattuto a seguire i consigli delle Potenze straniere. il programma delle riforme i n Macedo nia fu subito abbandonato; nello stesso tempo I ' introduzione della politica nell'esercito indebolì la potenza militare dell'impero; il sultano non era più che un giocattolo nel le mani del Comit ato Un io ne e Progresso. Questa nuova situazione spinse maggiorn1ente le Potenze interessate nd indebolire sempre più la Turchia. Nel settembre del 1908 l'Austria si annetteva la Bosnia-E rzegovina che deteneva da oltre trent'anni, e l 'Europa, dopo i] primo momento di sorpresa e di te nsione, riconosceva il fatto con1piuto . Subi to dopo la Bulgaria dichiarava la propria i nd ipendenza cd il principe .del Monte negro si proclamava re . Poi l' isola d i Creta si riuniva alla Grecia cd infine, nell 'ottobre del 191 r, l 'Italia d ichiarava guerra alla Tu rchia ed occupava la Tripol itania <: la Cirenaica. Le ostilità t ra gl 'Italiani

ed i Turchi non erano ;incora terminate, che nel Balcani scoppiava una crisi decisiva con tro la Porta che portava alla 1• guerra balcanica. Nell "ottobre del 1912 i l Montenegro prendeva l'iniziativa delle ostilit,, e la T urchia, in capace d i mobi litare rapidamente le sue forze, dovette soccombere sotto i colpi dei suoi avversari. I trattat i di pace costrinsero la Porta a cedere la Macedonia alla Grecia :,d alla Serbia, e la Tracia alla Bulgaria ; ma la ripartizione del bottino tolto al comune nemico metteva ben costo alle prese fra loro i coalizz,ati vittoriosi; ne veni va la 2• guerra balcanica che assicurava all a Grecia il possesso d i Salonicco . l)urante la crisi, le Potenze d 'Europa si mostrarono div ise, · i ndecise e iinpotenti, trovandosi d'accordo so1o nel cercare di evi tare una con flagrazione europea, e

dovettero riconoscere la situazione. crcarasi per Je risultanze della guerra. L ·antagonismo tra l'Aust ria e l'Italia per ; rispettivi interessi in Adriatico porte, alla creazione del. l'effimero regno d · Albania, che svanì al pr imo cenno della guerra Mondiale. l nuovi Stati racchioclono troppe popolazion i d i razza diversa, con cretlcnze religiose rivali e spesso in lotta fra loro, che parlano id iomi tanto svariati Ja rappresentare un vero mosaico c'.nico, religioso e linguistico. Si aggiungano, olt re ai contrasti locali, le rivalità politico-econornico-mi li tari delle grandi Potenze, e si comprenderà senza sforzo come il problema del bacino orienta le del Mediterraneo timanga sempre sospeso come una minaccia perenne per la pace del mondo. Guerra d 1 0rie11.t,~. V. Crimea.

Orifiamma. Dal latino Auri fiamma, fiamma d 'oro. Fu cosl chiamata !"insegna inalberata per la prima volta da Luigi VI di Francia, ma già jn uso presso i n1onacì dì San Dionigi; consisteva in una bandiera rossa fiammante, term inante con tre punLe rno lto ~llungatc a lingua : era cosparsa d i piccole croci e di piccole sfere. Fu anche l 'insegna dei Capetingi. Oggi si dà tale nome generico alle bandiere che hanno press'a poco la forma di quella sopra descritta, anche se con colore e segni diversi. Orihuela. C ittà dell a Spagna, nella prov . d i Alicante . D urante !"invasione araba, Teodomiro, re dei Goti, vi si rifugiò dopo la sconfitta di I.orca . Con uno st ratagemma (ece apparire al condottiero degli Arabi t\bdelaziz che la fortezza era occupata da fortissima guarn igione e potè così, arrendendosi, ottenere condizioni vanraggiose .per gli abitan ti. Oringis. Antica città della Spagna, presso Mo nda. Nel io8 a. C. Scipione Africano la fece assediare da suo [ratello Lucio Scipione con 10.000 fan ti e 1000 cavalli. Dopo breve resistenza la città si arrese ai Romani. Nell' anno seguen te Asdrubale vi pose il suo quartier generale. Orioles (Paolo). Generale del sec. XVIII. Percorse la. carriera nelle Guardie del corpo, nel quale d ivenne cornetta, con grado di maggiore di cavalleria, nel 1737. Nel 1744 gli fu conferito i l grado di colonnel lo e nel 1747 quello d i brigadiere . Nel 175r andò a riposo. Or ione. Torpediniera varata dai cantieri O dero d i Sestri Ponente nel 1906, d islocamento tonn . 210; lunghezza m . 51, larghezza m. 6; apparato moto re 3200 cavall i, velocità miglia 25. Armamento guerresco : 3 cannoni da 47 e 3 tubi lanciasjluri da 450. Personale d 'arman1cnto : 3 ufficiali e 35 uom ini d'equipaggio. Radiato nel 1923. - Precedcn ten1enrc aveva portato lo s tesso noml una torpediniera co~ sticra <li 39 tonn., entrata in servizio nel 1883 e ra• d iata nel 19n.


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Oriskany, Villaggio degli Scali Uniti ,1",\merica, nello Stato _d i New York , sulla Mohawk, affluente di d r. dell'Hudwn. Comhauimento di Orisk_any (1777). Appart iene alla guerra d 'Jnd ipendenla americana . li 5 agosto, il gen . 1-lerk imer avev~ radu nato a O. 4 bgl. d i milizia, cotnposli per la m,issima parte di colon i oriundi d al Palarin.i.co, p ~;- soccorrere il forte d i Stanvix posto a nord a 50 Km. d i distanza, i l quale era assediato da un reparto inglese com. posto quasi esclusivamen te d i Ind iani , al comando del gen . St. Legcr. li gen. [-lcrkirncr avanzando c:.dde il g iorno 6 in un 'i1nbosc.-ita c he gli avevano teso gli Ind iani condotti dal loro capo Giuseppe Brant . G li Americani te nnero testa a prezzo di gravi perd ite, finchè verso mezzogiorno corn inclando a tuonare il cannone del forte g li Indiani si diedero a fuga p recipitosa. Ne l pomeriggio a nche la guarnigione del forte attaccò gl i I nglesi alle spalle e St. Lcgcr fu costretto a sgombrare la valle del Mohawk e a ritirarsi nel Canadi,. li succes.; o, riportato <JUasi intieramente da oriund i Tedeschi, coslÒ agl i Americani oltre 200

u.

con1c

cguahnentc. ai loro av versari.

ORI

sortite e di sorprenderli quando se ne p resentava l'occa-

sione . 11 5 gennaio J637? venuto a conoscenza che un bgl. francese sa rebbe uscito ]>er far n<>Hino nelle campagne, quantunque non dispo nesse che di 80 milizia ni a cavallo, sfruttando abilmente le accidentalità del lerreno, caricò di sorpresa con tan to i mpeto i Francc:si da costringerli ad abbandonare il bottino e a da rsi alla fuga, lasciando nelle mani dei Sardi n umerosi p rig ionieri. I.o sgombero di O . . compiu to pochi g iorni dopo, conkrtnò la ripercussione c he il b rill ame episodio aveva avurn sulle truppe francesi . La ciltà è sede del Comando del 106° Distretto Militare . Sulla pinza Roma sorge la torre d i S. Cristoforo o to rre del Ponte, costruita nel r291 d al giud ice Mariano llf, il <1,ialc fece costruire anche l 'altrn che p rese il nome di torre del Campo di Porta Ma re. A fianco d i ciascuna v i erano rispcttiv,unente la porta Man na e la porta Mari, la quale u ltima fu demolita ai pri mi de l sec. XX insieme all' ant ico castello. La torre di S . Cristoforo di form a re ttangolare si conserva molto bene. Io riva al mare, ad occide nte della città, esiste la Gran Torre, che nel 1851 fu d isa rmata.

Antiche torri di Oristano (a destra1 la

Oristano. Comune d ella Sardegna, in prov. d i Cagliari . Giace sulla sr. del Tirso, a b reve distanza dal golfo omonimo . :f!. la continuazione dell 'antica città d i Tharros, già capitale d el Giudicato di Arborea. Ne\ secolo X [, data l'impossibilità d i resistere nella loro città contro i co r\tinui assalti d ei Saraceni, gli abitanti d i T h.a rros d ecisero d i fondarne un 'altra p iù inte,rn ame nte, e , .servendosi delle pietre della prima, costruiro no la nuova a cui diedero il nome d i O. Divenuta capitale del Giudicato d ell"Arbnrea, venne circondata d i mura e vi fu innalza to u n caslcl lo . Da allora seguì le sorti dell 'isola. Durante la guerra lra Carlo V e Francesco I, la Sardegna fu invasa da eserciti francesi che saccheggiarono diverse città tra cui O., la q uale, nel 1528, potè in vece respingere g li invasori . Le scorrerie dei Saracen i riuscirono molto funeste anche ad O . Nel 1637, una flotta francese si p resentò dava nt i alla citlà, e dopo averne cannoneggiato le opere militari , sbarcò u n esercito che saccheggiò c<l incendiò diversi edifici, non esclusa la cattedrale. Ma gli Spagn uol i, uniti ai Sard i , costrinsero i Francesi a batte re in ritirata, dopo aver loro inflitte gravi pe rd ite in uomini e materiali. In q ue!la occasione si d isti nse specialmen te Diego Masones, il quale non avendo forze sufficie nti d a opporre alle truppe frances i, padrone della città, si propose di respingerne le

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Grande Torre:+)

O,-istano. Cisterna per acqua, varata nel 1914 dal Cantiere Esercizio Bacini a Riva Trigoso; d islocamento tonn . 280,6; lunghezza m. 32, 15, larghezza m. 5,95; apparato motore cavalli 159, velocità m iglia 8,62. Person ale d'a rmamento : 13 uomini d'equipaggio.

Orizaba. Città d el Messico , nello Stato d i Vera Cruz. Comhattiment-o di Orizabfl (1862). Appartiene alla sped izione francese nel Messico. Dopo l'insuccesso dell'attacco di Puebla, il gen. francese Lorcncez si era dovuto ritirare. Fino dal 19 maggio egli aveva sbarrato, in posiz ione fortificata p resso O., la strada Messico-Vera Cruz, per aspettare rinforzi. Egli d isponeva di 2800 u . che furono attaccati il 13 g iug no d a un corpo messicano di" 14. 000 u. comand ali dal gcn . Zaragoza. li quale fece occupa re da 2000 u. e tre canno1ìi, al comando <lei ge n, Ortega, il Cerro Borrego, in modo d a d om ina re d a n ord la città nella quale si erano ritirati i Francesi. Un d istaccamenro agli ordini del cap . Detric, nel la nolle dal 13

al 14 g iugno, li sloggiò con improvviso attacco notturno, cd il gen. Zaragoza, nella giornata del 1 4, si limi tò ad un d ebole Iuoco d i a rtig lieria. Egli a veva perduto circa 600 u., men tre d a parte fra ncese la .perdita era stata solrn nto d i 50. L ~attacco non venne rinnoyat.o, rna le di fficoltà.


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dei collegamenti aumentavano se,npre più, ,1 causa della continua guerriglia, finchè nell 'ottobre i rinforzi francesi giunsero a Oriaba disirnpegnanùu i difcnsuri.

Orlandi (Giova11111). Generale medico, n . e 111 . a Mcrnzambano (185, -1924). Sottot. medico nel 1878, da ten. col. resse la ùirez. dcll"ospedale mii. di Verona (1907). Kel 1909 venne collocato in P. A. e fu richiamato in servizio nel 19 , 6, quale colonnello addetto all'ospedale mii. d i Verona. Nel 1920 raggiunse il grado d i b,·igadiere generale, e nel 1921 quello di magg. generale. Orlando (Ct/.(!O d') . Prornont0rio della Sicilia settentrionale, in prov. dì Jvicssina, nel con1unc di Naso,

a

ovest del golfo cli Patti e del capo Calavà. Hallaglìa del Capo d'Orlando (S luglio 1299). Appartiene alla guerra fra Angioini ed Aragones i, co me seguiro

del la guerra del Vespro Sici liano, e fu combattuta da una flo tta Angioina , comandata da Ruggero cli Lauria , che aveva a bbandonato la causa degli Aragonesi, e una flotta cl i q uesti u ltimi, condo tta d a Federico I, re d i Sicilia. Con la prima flotta era an che il re Giacomo d"Arngona, fratello maggiore d i .Federico e alleato degli Angioini. Ruggero <lispose le 50 galee al suo comando in linea d i fronte, più sei altre in riserva . Anche il re Federico di-

ORI...

trono dal conte .Ricimero, generale de] ,11ddetto impero, dovette affrontare i Visigoti riel regno cli Tolosa, eccitati alla guerra contro di lui da Ricimero. Egidio dovette ret rocedere a nord-est oltre la Loira; ma, presso O., fece un voltafaccia e attaccò im petuosamente i l grosso delle forze visigoti che, capitanate da l pri ncipe Federico, fratello del re <li Tolosa . I Visigoli furono complctame·m c sbJ(ag liati e Federico .trovò la morte sul campo d i battaglia .

!I. Assedio di Orléa11s (1428-29). Appartiene alla guerra t ra Francesi e !ngiesi, e fu posto dai secondi, comandati rial s ., ffolk, col quale ern il Tal bot. La guarnigione si componeva di 4200 u. d 'arme e gcnri luomini francesi, agli ordini del cavaliere cl i Gaucourt, aiutati dalla popola zione . · Questa costituì 34 cp. borghesi, che il Gaucourt di stribuì nelle 34 torri della cinta, g uarnite di 70 cairnoni e l::.ombarde. 500 vecchi soldati istruivano e gu idavan.o i borghesi armati; 12 maestri cannonieri d irigevano il fuoco dei pez.zi. Gli Inglesi si presentarono davanti alla città sulla sinistra della Loira il 12 ottobre 1428 in n umero di 10.000, e si affrettarono a costruire ridotte (B) bat• tendo la piccola testa di ponte cli Les Tournelles (o

spose le sue qunranta navi jn linea, ma collegate tra loro

con 1~ a g<>mcna. li combattimcntO fu iniziato con le armi da g itto;

111a

a<l un tratto il comandante d i una galea

sicil iana, Gomba ldo de Entença, tagliò la gomena e si scagliò solo contro gli Aragonesi. Circondato e assalitO da pili navi ncn1iche, egli resistette strcnuan1ente fino a quando cadde morto e la sua nave fu p resa. F rattanto la linea siciliana, n1inore di forze, contrastava disperatan1ente l' in vc.sti1nento della linea aragonese, ma, assalita da tergo dalle sei navi della r iserva nemica, fu sbaragliata. Il re Federico, che si era comportato valorosamente , pugnan do contro la nave su cui eravi il fratello, r iuscì a fuggire con dod ici galee a Messina ; altre d iciotto rimasero ca11urate. Seimila Sici_liani, cad uti in potere dei vincitori, perirono tutti per ord ine cli Ruggero di Lauria. Questa vittoria non ebbe però grandi conseguenze sull'andamento della gùerra .

Orùmdo Giuseppe. Armatore e patr io tta, rL a P alermo. Partecipò alla rivoluzione sicil iana nel 1848; <Juindi esulò con Francesco Crispi. P artecipò alla spedizione dei M ille come macch inisra del « Lom bardo "· Coi fratell i Lnigi e Paolo fondò poscia il cantiere Orla ndo a Livorno. Orléans. Città della Francia, capo!. ùel clip. d d Loirct, sulla d r. della Loira . .Già esistente ;1ll'epoca cli Giulio Cesare, e detta Genabum, venne presa e incendiata nel 51 .a. C., e ricostruita ci rca tre secol i do po dall ' imperatorc Aurel iano, che le diede il suo nome (A11relia11um). Divenne ben prcstO fiorente . Nel 451 venne assalita dagli Unni capitanati da Auila e stava per essere presa, quando arrivò lcmpcstivamentc a liberarla il generale romano E,,io, e Attila dovette ritirarsi. Nel 498 fu presa da Clodoveo e divenne città reale. Nel 1 563 venne assediata dal duca di Gu isa, mentre era in potere degli Ugono tti . Il duca

scava battendo Les Tournelles per im pad ronirsene, q uando venne assassinato d a un Ugonottn, e l 'asseclio fu sospeso: il re di Francia venne ad accordi con la città e riti rò le truppe. T. Battaglia di Orléans (463 d. C.) . ll conte Egidio, generale al ser vizio ddl ' impcro romano d 'Occidente, non avcn.<.lo voluto riconoscere l 'imperatore Severo, inna lzato a l

Assedio di Orléans ( 1428-29)

Tourelles) che i Francesi, ,lopo viva resistenza , furono costre tti ad abbandonare . F.ssi ruppero però immer.liatamente il ponte che le faceva comunicare con la città . Subito dopo, g li Inglesi cinsero la città anche dalla r iva dr., con a ltre rido tte ( i\) un ile fra loro da linee trincerate. Ma non riuscirono ad imped ire che arrivassero soccorsi dal la Loira agli asscdiari . Nella primavera del r429 g li Inglesi ricevettero rinforzi,

n1entre riusciv~ a penetrare in citd, ud cuore <li una notte tempestosa, Gjovanna d 'Arcot con un convoglio di viveri

e m unizioni e con un forte nucleo d i truppa . Essa incitò i clj_fensori , e li cond usse a fortunate sortite, su i pri1ni del mese <li maggio, occupando varie rido tte inglesi, e ripre ndendo la testa d i ponre, col massacro della guarnigione che la difendeva. O rmai i difensori d isponevano d i 7000 u. riso luti, me ntre gli Inglesi erano r idotti d i forze per le perdite subìte. Queste azioni rialzarono grandemente il morale e l'aggressività dei Francesi, scoraggiando g li assedian ti in modo che il Suffolk si risulvctte atl abbandonare l 'assedio il 6 maggio, lasciando sul posto le sue grosse artiglierie. Al principio dell 'assedio il conte di Salisbury, altro comandante delle truppe inglesi, era stato ucciso da una cannonata . D urante l'assedio, sir Fastolfe riuscì a battere a Rouvrai un corpo francese che cercava di soccorrere la

citrà assed iata. lll . Editto di Orléa11s (ottobre 1439). Fu em anato da Carln V II di Francia in 0ccasione ddl"assemblea degli Stati genera li. Con ta le Editto il re si riserbava la faco ltà di


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determ inare il numero dei soldati di ciascuno <lei capitani frances i, stabikn<lo altresl che nessuno, oltre a guelli allora in carica, potesse assumere il titolo cli capitano e assoldare o comandare l~omini d'<.nne. I capitani veniva no resi responsabi li del la disciplin a <lei loro so!d~ti, e dovevano essere pronti sem pre agli ord ini del re. Ai signori clic aveva no castelli veniva fatto l 'obbligo di mantenere a proprie spese presidio sufficiente . Ne derivò la sed izione detta della Praguerie (V.) . l V . Battaglia di Orléans. Va sotto questo nome !a serie di combatt imenti avvenuti tra Francesi e T edesch i nei pressi di Or léans i l 3 e 4 dicembre 1870 . Dopo le precedenti g iornate cli V illepion e d i Loigny-Poupry, le forze francesi (corpi d' armata XV, XVI , XVll, XVlll, XX ) si trovavano presso il margine settentrionale della foresta <l 'O., ser iamente scosse e d isordinate . Comprendendo l' impossibilità di sostenersi colà con vantaggio, il genera le d'Aurel le aveva divisato di r itrarsi a sud della Loira d ietro la linea della Bcuvron, a cavallo della strada Orléans-Bourges; ma l'insistenza elci Governo perchè O . fosse tenuta ad ogni costo lo indusse a contromanclare g li ordini gi~t Un part iti per il passaggio ciel fiume su ampia fro,Ùc, e a dispon e invece che i corpi convergessero verso la città, ravvicinandosi al XV, destinato a d iretta protezione dell.1

città. La manovra ,sj svolse sotto Ja pressione dell 'avve !'~

sa.rio, che andava frattanto avanzando in direzion i con• centriche : la dr. da nord-ovest per le strade di C h:Ìleaudun e Sougy; il centro (!X corpo e 6> divis. cavali.) da nord per h strada cli Parig i; la sr. (111 corpo) ,la nord-est per la strada di FÒntainebleu. 11 X corpu era in riserva a Chév il ly; la 1a divi·s . cavalleria a Beaune-la-Rolan~ie vi-

tentò invano di ~astenere 1·un o e di contromanovrarc con-

tro il fianco dell'avversario. La ,,, divis . del XVI corpo resistè bensì presso Patay, ma le altre due furono respinte verso la città; t anto che a Carica lo Chanzy potè mc cogliere guella divis. e le unirà del XVII ,·or po dietro il bosco di Bucy a ovest di O . G li s,1uadroni terìeschi ebbero così libero (ampo per giungere suJla ferrovia di Tours e interromperla. Al cent ro i l XV corpo rcsistè sa ldamente agli attacchi del IX tedesco; ma la sua sr. verso mezzodì dovè flettere, pn denclo il contano con le truppe dello Chanzy , ciò che venne ad apr ise una larga falla nella fronte . Tuttavia l'avanzata dei Tedeschi er:i seriamente ostacolata dal le rl i/ficoltà d'un terreno coperto e intricato, onde occorse lungo tempo alle trup pe del IX corpo per g iungere sino ai sobborgh i della cin à e occuparne la staz io ne ferroviaria. Minori resiste nze incontrò la sr., ch'ebbe ad i mpegnarsi soltanto contro retroguardie francesi. Verso sera O. fu stretta da presso: il comandante del le poche forze che la presidiavano, vista la soverch ianza del! 'avversario, dovè sottostare alla intimazione di sgombero ed iniziò il movimento nella notte sul 5 dicembre. I Tedeschi occ uparvno senza ri tardo la città. e, avendo trovato intatto il ponte in pietra sulla Loira che l'avversario non aveva fatto saltare per impreviclen;,;a fatale lanciò subito i nnanzi la cavalleria sulle strade che si diramano a

sud

1

pb

tentare di orienlarsi

sui nuovi. raggrupp:ll'!lenti

delle unità nemiche, ma le accertati durante la confusa lotta. L'armata francese crasi, infatti, suddivisa sotto la spinta dell'attaccante . I corpi XV, XVIII e XX raggruppavansi verso sud -est fra il Cher e la Loira; il XVI e XV II si era no gettati verso ovest, a nord di quel fiun1e; altri ele-

g ilava vérso Mont-argis per assicurare da eve ntuali sorprese

menti riflu ivano verso Blois : l 'unità organica era perciò

l'ala si nistra. I m o\1it)1'ent i dei Francesi non poterono elfcnuarsi secondo i) µrescritto : il gen . Chanzy, che cornandava l'ala sr ..

g ravemente compromessa e ciò inAui sugli eventi ullcriori .

Episod io singolare della giornata fu l'arresto del t reno' con cu i il presidente Gambetta rccavasi da Tours (cap i-

Assedio di O rléans (1 428- 29) A , trinccr:.,menri jnglcsi sulla destra della Loira; B, opere costruite <lagli stessi sulla riva sinistra; C, campi degl i Inglesi; a; b, e, d , e, porte di Or]éans


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tale provvisoria) ad O. , credendola in sicuro possesso delle truppe nazionali secondo le direttive date da! Governo. li canno11e dei Prussiani o bbligò il convoglio a retrocedere: dopo inutili tentativi per p roseguire in carrozza, il Gam-

mata di Spagna nel 1707, vi combattè per circa due anni. Morto Luigi XIV (1715), venne nominato reggente d i Francia durante la minorù à di Luigi XV.

L11igi d'Orléans (duca, figlio del precec!entc). Generale trancese (1703-1752). Governatore del Dcifinato nel 1719 e colonnello generale della fa nteria francese e· str:uliera

nel !i2J, abbandonò il servizio nel 1747.

Luigi Filippo I d'Orléar1s (duca, figlio de! p receden te). Generale francese (1723-1785). Combattente in Fiandr a nel 1742, dopo la battagl ia di Dettingen ebbe la nomina a ' marcsc. di campo e nel 1744 fu promosso luogotcn. gc, ncralc; partecipò a numerosi assedi e battaglie. Governa-

tore de l Delfinato nel 1747, fu addetto all'armata del basso Reno .

w anni d opo -

Luigi Filippo li d'Orlé,ms (duca . nipote del p recedente). Generale francese (1773-1816). Colonnello dei dragoni ne! 1791, maresc. d i campo nel 1792, fu addetto al! 'armata del Nord; luogoten . generale poco dopo, combattè a Valmy e poi in Fiandra. Agl i ordini del Dumo uric~ , nd 1793, quando questi t radì la repubbl ica e si rifugiò fra g li Allea ti, lasei,ì il servizio ed emigrò all'estero. Nel 1814, col r itorno dei Borboni in Francia, rimpatriò e Luigi XVlll lo nominò colonnello gene rale degli usseri.

Battagl ia dì Orlé:.ms (3-4 dicembre 1870)

Ferdinando Filippo pr-inripe d 'Orléans. Generale francese, figlio del re Lu igi F ilippo (1810-18~2) . Entrato ne ll'esercito, partecipò all'assedio <li Anversa e poscia alla carnpa-

betra dovè rientrare a Tours, ove ebbe nel la notte notizia dell 'avvenuta capitolazione di O., oggetto di recrimi nazion i e di successive inch ieste per la ricerca delle responsabi lità . Questa giornata pesò gravemente su lle ulteriori sorti dei'la campagna e costò ai Francesi 7000 morti e feriti, 18.000 prig io nieri e 74 cannoni; a i Tedeschi circa 7000 u. in tutto.

Carlo d'Orlé,11u (duca). Generale francese (1523-1543). Terzo figlio del re Francesco I; ebbe nd 1542 i I conund0 dell 'esercito inviatn nel Lussemburgo, e nel 1544 comandò le trupèe della Champagne. Castone d' Or/éam (duca) . Generale francese ( 1608-166o). Terzo figlio di Enrico IV, comandante del la Champagne nel 1628, generale delle truppe <li Piccardia e <l i Fiandra nel 1636 e luogoten. generale nel 1643, fu nominato governatore cli L inguadoca nel 1644. Combattente in Fiandra, prese G ravclincs (1644), Menin (1645) e Courtrai (1646). Filippo I d'Ol'iéaus (duca). Generale francese (164<H701). Fratello d i Luigi XIV, comandan te d'un regg. di cav3lleria nel 1647, nel 1667 partecipò alla campagna d i Fiandra, dove divenne ge nerale nel 1668 e gene.:al issimo nd 1672, Nel 1677 si distinse al l'assedio di Saint-Omer cd a Casscl, nel 1G9r partecipò all'assedio d i Mons e nd 1692 a quello di Namu r. Filippo Il d'Orléaus (d uca, figlio del p recedente). Generale francese (1674-1 7', 3). Nel 1691 si trovò all'assed i-, di Mons c<l ebbe il comando d'un rcgg. di fanter ia; all"assedio di Namur (1692) comandò un corpo di riserva e riportò una ferita, Nel 1693 ebbe il com all1io della cavalleria dell 'armata di Fiandra, e si segnalò a Ncerwinden. Generale d ell 'armata d 'Italia nel 1706, partecipò all 'assedio <l i Torino riportandovi due ferite. Comandante dell'ar-

grn d'Algeria. Organizzò bgl. di cacciatori a piedi, detti Cacciatori d'Orléans.

Ori ich (l.copoldo vou) . Ufficiale prussiano e scrittore m ilitare (1804 -1860), Prese parte alla campagna anglo-ind iana del 18.42-43 e, rag0 rléans Ferdinando giunto il grado d i maggiore, si ritirò d al servizio , vivendo da allora in Inghilterra ed m Italia. Le sue opere militari p rincipali sono: « Federico Guglielmo il Grande elettore » ; « Storia dello Stato prussiano nel secolo XVII »; « Storia della guerra di Slesia »; " Il principe Maurizio <li Anhalt-Dcssau »; « Sulla sollevaz ione n1ilitare in India , le sue cause e le sue conse~ guenze » .

Orlo di presa. N elle cartucce da fucile a retrocarica è così chiamata quella sporgenza attorno a l fondello, che serve per dare presa al dente dell 'estrnttore per tirar via d alla carnera il bossolo dopo lo sparo. Nei fuci li da guerra modern i, l'orlo di presa è stato soppresso, e sostituito, invece, da un incavo circolare ricavato nel massiccio dd fondello stesso; dentro il quale incavo si assest a il <lente dell ·estrattore. Orlov (Alessio Grcgoncvic). Ammiraglio russo (17371809). V inse i Turchi a Cesmè nel 1770 distruggendone la flotta ed ebbe poscia govenatorato <li prov~~cia. Ol'iov Fedoro Grcgorievic . Genera le russo (1741-1 796). P rese parte alla battagl ia d i Ccsmè. Poi fece la campagna in G rec ia e divenne ten. generale. Battuto da i T urchi nel la Morea, abba ndonò la penisola.


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Orlov co11/c A/e;;io Fc~dorouic. Generale russo (178,. l86 1) . Fu aiutan te d i cam po dell 'imperatore Nicola I e d il'enne luogo tenente generale. Ristabilì le relazioni diplomatiche con la Turchia d opo la guerra del 1829 e fu 1I pr imo ple n ipotenzia rio russo al Congresso d i Parigi nel 1850.

Orlov .\fid,elc Grcgorieuic. Generale russo (1785-1842). Fece le guerre comro Napo• leone come aiutante di campo del lo czar Alessandro I e firmò nel 1814 la capitolazione di Parigi. Lasciò un volume

di << t,,,{emoric ,, . Orlov . Ammiraglio russi} Orlov A. Fcodorovic bolscevico dcli 'epoca nostra. Ebbe il comando della Aoua d el Mar ~ero , e nel 1931 il comando in ca!)<> della flotta sovietica.

Ormaizteg ui. Comune della Spagna, in prov . di Guipuzcoa . Vi si svolse un combattimento (3 gennaio 1835) tr:t le forze carlisle di _Zumalacarregui e quelle cristine (liberali), che :,uaccar0no le posizioni del nemico e le conqu istarono. Ma, t,cmendo l'arrivo d i aitrc forze carli,tc c he marciavano in qùella regione, dopo il com battimento oi rit,r2rono. Perdite: 300 u. circa per parte. Ormea. Comune. in prov. di Cuneo, sulla sr. del Tanaro. L 'antico castello, fiancheggiato da un'alta torre r<,tonda per ch iud et e il passo ai Genoves i in Pie mon te, (u sman tellato nel 1795 dall'esercito repubblicano francese.

Ormonde (Giacomo B" tler, co111,·, poi duca d,). Uomo d i Stato e generale inglese (16 10-1688). Dopo k1 parten za di Strafford, l 'O. prese il coinando supremo del le forze militari regie in Irlanda. -Riportò di,ersi successi sui Cattolici ,ollevati, e concluoc con loro, nel settembre del 1643, un armistizio che g li permise di inviare rinforzi su l teatro d i guerra ing lese . l n p remio Carlo I lo nominò governa• tore d'Irlanda. Lasciato senza soccorsi dalla madre patria, non potè dominare nelle lotte sopravvenute; consegnò quindi Dublino al Parlamento e nel 1647 tornò in Inghilterra. Qui ,i m ise in relazione col re prigioniero e nel 1648 si pose in Irland a alla testa degli avversari de l Parlamento. Nel 1690 combattè sotto Guglielmo III alla battaglia della Boyne, si impadronl di Dublino cd ebbe parte prepondcr:111te ncll"a,soggcltamcnto dell'Irlanda. Nel 1693 r imase ferito e p rigion iero a Nccrwinden, e nel t702 fu inca ricato dd l'atracco tli Cadicc, in sieme all"ammir~glio Rookc. Tale impresa non r iusc.ì, ma potè invece prendere Vigo. La regina Anna lo nominò, nel 1703, "iccrè d'lrianda. Nel 1712, capitano generale, fu il successore del MarlhoroL1gh , nei Paesi Bassi, nel comando delle truppe ing lesi od assold ate dall'Inghilte rra. Nel 1715, nccusa to dall a Camera d ei Pari di alto tradimento, venne cond an • nato a morte, ma egli cm riuscito a fuggire in Fraucia dove si unl ai Giacobiti. Nel 1718 si portò con il pretendente al t rono ad Avignone . Divcnn,:, poscia seguace d i Carlo Il e partecipò attivame nte alle tra ttative per la restaurazione degli Stuardi; dopo la salita al trono di Carlo Il ricevette la dignità di duca. Nel 166r fu nuovamente go,·ernatore d'Irlanda: nel 166<) fu destituito; nel 1677 [u nominato per la te rza volta governatore d'I rlanda, nuscen<lo ad impedire llna sol levazione dei Ca tto lici . 01'111011dc Jacopo 8111/er (duca di). Generale ingle~e. 111pote ciel prccedenre ( 1665-1747) . Passò al scn·izio di Spagna come capitano generale. e, dietro sollecitazioni del cardinale Albaroni, con dicci nav i di li nea e 6000 li. tentò u no sbarco in Irla nda, 111a l 'impresa fallì.

Ormuz. lsolerra e città della Persia, lungo la costa meridionale, di fronte a Bender-Abb:1,, in posizione im po rtan te, sullo stre tto a wi dà il nome, fra il Golfo Persico e il MHr d'O man. Nelle vicina nze d i O .. nel 226, fu combattuta u na battaglia tra Artabano, re dei Parti, e Artascrse llabegan, principe della Persidc, il quale aspirava alla corona. I Parti furono vinti e Artabano ucciso. Capitale, nel sec. Xlii, d" u n regno che comprendeva tutrn la costa , fu presa nel 1507 da Alfo nso Alb uq uerquc, dopo aver distrullo la Ootta amba ch e si era a vanzata per attacc:irlo . Subito dopo i Portoghesi vi eressero una fortezza che chiam:irono « Madonna della Viuoria » . Dal 1514 al 1622 [u una d dlc prime stazioni dei Portoghesi in Oriente. A d essi la tolse lo scià d i Pe rsia Abbas il Gra nde, aiutato dagli l nglesi. Fu pure per q ualche tempo in pos,cs,o del sultano di Mascate. Ora è completamente clecadut:i.

Antica pi,ma di Ormea (sec. XVI) In quelle vicinanze fu costruito il forte di :,fava, ove trO· vaoi anche il ponte che dà accesso al colle d i Nava . È di o rig ine antich issi ma. e si ch iamò darpri111 a Ulmea e poi Ulmeta. Nel scc . X fu occupata d ai Saraceni che costruirono parecchie torri di forma cilindrica sulle alture. Durante la guerra fra Carlo Emanuele I e i Genon:si quèsti presero O. e la ten nero per d icci anni, fino al 1635.

Ornamenti del le armi. Fin dagli autichissimi tempi, col perfezio na rsi d el la costruzione d elle a rmi, se: ne perfezion ò anche la loro estetica per dare ad esse bellezza ed apparenza artistica , senza però sminuirne la loro efficienza bellica. Cosl agli elmi si aggiungcnno cimieri, pennacchi, ciuffi di piume, pietre preziose; cimi, cor2z7.C, ed ogn i a rnese d i d ifesa, ve n iva lavorato, cesellato, indorato, ccc. per g li usi dei potenti e dei grandi \ ig nori; e così le spade, le lancie, le mazze, gli speroni, gli ..cucii: tanro che nel medio evo spesso le armi rappresentarono vere e squisite opere d'arte. Naturalmente mli armi di


ORN

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lusso venivano indossate solo nelle _feste, parate, e tomei, e diflicilmcnte in guerra. Al lo stesso modo erano ornate le bardature del caval lo. Gli speroni d'oro o dorati erano da ti ai g uerrieri elevati all 'ambito grado di cava lie ri, meni re gli s~uclini li portavano d 'argento od argentati. Oggi-

giorno, le ~rrni negli eserciti non hanno più ornamenti; q uesti vengono solo applicati alle uni formi .

Ornano (Alfonso d'). Maresciallo d i Franci'a, figlio d i Sam piero da Bastel ica (1548-16rn). d i famiglia còrsa im parentata coi Colonna dj Roma. Prese il cognome <lcl!a mog lie <li Sarnpie ro, e, dopo di e ssere. stato comandante,

con tro i Genovesi , dei patrioti còrsi , em igrò e fu da Carlo IX d i Francia nominato colo nnello gencr(dc. Gover·narorc d i Valenza e d i Ponte S. Spirito, fu poi luogoten. generale del re nel dclfinaro. M aresc. d i campo nel 1588, fu da Enrico IV nominato maresc. d i Francia nel 1595. Ornano Giovarmi Ba1tù1a (d} Maresciallo di Francia, fig:io di Alfonso ( 1581-1626). Fu aiutante d i campo d i Gastone d 'Orléans e colonne!lo generale dei Còrsi; divenne maresc. di Francia nel 1626 e nello stesso anno fu imprigionato a Vincennes per avere congiurato contro il Rich clieu; morì in carcere dopo pochi mesi . Due altri d'O. furono pure colonnelli generali dei Còrsi al servizio di Francia : Enrico, nominato nd 1643, t Giu.,eppe, nominato nel 1652.

Omano Filippo Antonio (d'). l\faresciallo d i Francia , n. ad Ajaccio, m. a P arig i (!78~-1863). Partecipò alle prime carnpagnc d'I talia ed alla spedizione d i S . Domingo. Nominato comandante <lei cacciatori corsi, si d istinse ad Austcrlit/. . Coma ndò il 25° dragoni in Russia, Polo nia, Spagna e Portogallo, e a Fuentcs de Onoro (r8n) gu3 dagnò il grado di generale cli brigata. Nella ca mpag na di Russia si d istinse al passaggio del N iemen, a Mohilcv e ad Ostrovno. Come gcner~le d i d ivis. comandò setre regg. di cava lleria alla battaglia della Moscova e si segnalò :1 :vlalojaroslaverz . Nominato nel 1813 comandante della ca valleria della Guard ia, partecipò alla campag na di quel1'atmo. Comandante in capo delle truppe della Guard ia imperiale a Parigi (181 4) co11tribuì alla d ifesa del la città. Arrestato sou o la seconda Resrnurnione, fu po i r ilasciato e<l espu lso dalla F rancia . Ritornatovi due ann i dopo, ebbe nel 1828 la nomina d ' ispertorc della cavalleri:i e nel 1830 il comando della 4" (livis . Nel 1832, avendo soffocato la insurrezione dei d ipartimrnti dell'ovest, e bbe la d ignità di pari di Francia. Napoleone lll Jo nm11in ò senalorc, <.·, nd 1853, governatore degli Invalidi . Nel 1861 ebbe il ba.,;:tone

di n1aresciallo .

Ornavasso. Comune m prov. d i N ovara, sulla dr. del Toce presso a 11 a sua foce nel Lago M~gg iore . Ebbe sopr~ Torre medievale a Omavasso un'altura un castd lo, detto ,, della Morte ». Appartenn<: ai Visconti di M ilano e d i Oleggio ..

Combattimerrto di Omallf/sso (22 aprile 1798). Appartiene ai moti repubblican i del 1798 ncll 'Ossola. Il govern" tori nese inviò a sedarli una colonna d i fanti e cavall i agli o rdini d el gen . Del Carretto (4000 u .), che trovò, appena

ORO

passata Gravellona Tocc, i Repu bblicani sch ierati davanii a O., in n un1ero di 1200, con -due cannoni , con,a11 dati dal

francese L éotaud appoggiati con la sr. al fiume e con la dr. ai 1nonti . I Regi attaccarono verso k: 10 del n1attino , e per oltre due ore i loro sforzi furono vani. I.I combattimento fu deciso da un attacco d i sci cp. dei rcgg. Savoia e La Marina : esse piombarono sulla sr. dei Repubblicani , la sbaragliaro no, e subi.tu dopo avvilupparnno i l centro nerpico . l n breve esso andò in rotta, lasciando 1.,6 0 morti su l can,po e 400 pr igionieri nelle mani dei Regi . Gli alt ri si- dispersero per le montagne, ma molti vennero

catturati nei giorni seguen ti. Oro (Pasquale). Generale, n'. a Caggiano, 111. a Muzzano del Turg~ano (1849 - 1924). Da sottot. d i fanr. partecipò alla campag11.a dd 1870. Da colonnello eomao:lò i l 7° regg. alpini (1901-1 907) . Raggiun to nel 1907 il grado di magg. generale , comandò. la brigata Ferrara e poi la j a brigata alp ini ( r9ro-1911). Nel 1914 venne promosso ten. generale in P. J\. Richiamato ÌI) servizio, partecipò alla campagna italo-austriaca a l com ando delb 34" <livis . ( 1915). G uarlag n,\ una med . d"argento al valor m ii. e nna d i bronzo al valor civile. Lasciò un volume d i ricord i d i g uerra : ,, Pagine eroiche )).

Oro Francesco . Generale,

n. a Caggiano (1854). Sottotcn . d i fanteria nel 1875, partecipò alla cam pagna d 'Africa dd 1896. Da ten . col. e da colonnello comandò il D istretto mii. d i Caserta ( 1904-191 t) . P artecipò alla Oro Frtincesco g uerra del 1915-1918 e nel 1919 raggiun·s e il g rado d i brigadiere genera le, ·n el 1924 quello di generale d i· br igata e nel 1928 quello di generale d i d ivis. nelb rjscrva.

Orologi (Fran cesco). Jngegnere militare vicent.ino del secolo XVI. Andò nel 1536 al servizio. della Francia e per essa lavorò a lungo in Piemonte costruendovi numerose fortezze. Passò quind i a lle d irendcnze della (epubblica veneta e, dopo il 1560, d i .E man uele Filiberto. All ievo d i Basilio della Scola, si disclnsc in guerra. Esegui molti lavori d i fortificazio ne in P iemonte e fece disegni <; relazioni per la cittadella d i Tori no . Lasciò un'opera : « Brevi ra gioni di f ortificare ». In Francia, ove fu n101LO co~1sidc:rato, era chiamato « le cl•cvalicr Rdogc ». Oronte. F iume della Siria, oggi Vahr e/ A .<i. I. Battaglia sull'Oronte (51 a. C.). Appartiene alla guerra Part ica, impresa dal criunwiro M . Licinio Crasso e fu combattuta e vinta da l questore Caio Cassio Longi110 con tro Pacoro e Osacc, principi dei Pan i, il secondo dei 4ua li rimase n1ortalmente fe rito .

Ca usa della g ue rra era stata

I"invasione dei Parti nella Sir ia, soggetta ai Romani. Il. /Jattaglia sull'Oro11te (272 d . C .) . Appartiene alla guerr a intrapresa dall ·imperatore r omano C laud io Lucio Dom izio Aureliano contro Zenobia, regin a di Paln1ira, e fu com battuta e vinta da 1\urel iano stesso contro i l gencrnlc palmireno Zahd as, che aveva concentrato il suo esercito nella valle dell'Oronte, appoggiandosi con la ir . ad Antioch ia. Uopo la vittoria Aureliano con una mossa


ORO

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abilissima d i cavalleria lo coslrinse a chiudersi in questa città, ma non riuscì a bloccarlo; sicchè Zabdas potè r itirarsi verso l'interno del paese.

Oropesa del Mar. llorgo del la Spagna orie111ale, in prov. di Castellon de la Plana, sulle rive del Mediterraneo. Conserva le antiche mura e un vecch io castello .

0RS

il che fa credere che O. fosse anticamente ci rcondat:i dJ mura . Detta p rima Fa1111m Urisi, fu terra im porrnntc nei sec . Xlii e XIV. Nel 1324, essendosi rifiutato il castellano di O. d i riconoscere l'autorità d i Alfonso d':\ragona, questi_ inviò la sua squadra per sottomettere gli abitanri ribell i, ma essa fu respinta dal castello cli Terranova da Bernardinn Lancia. O . fu poi presa e fortificata eia Pietro d'Aragona, ma, insofferenti della dominazione aragonese, g li abitant i si diedero ai Visconti <l i Milano. La citt~ fu esposta continuamente alle incursioni barbaresche.

Presa del fo,·te di Oropt·sa (181l). Appartiene alla guerra dei Francesi nella Spagna. Il 1° onobre le truppe ital iane destinate all'impresa avevano compiuto l ' invescimenw d "O.; pochi giorni dopo i granatieri e i volteggiatori napoletani, Orpen (Guglielmo). Pittore inglese ( 1879-1931) . Fu uno gu idati <lai capo bgl. Pompcj assal irono e presero di viva degl i artisti scelti da l governo inglese per dipingere quad ri fori.a il villaggio, poi si stabilirono e trincerarono in della guerra Mondiale, e gli venne per questo conferito alcune case prossime alle mura. In pari tempo 200 lavoil grado di maggiore. Espose 125 pitture nel 1928 a Lo nratori d iretti dai capitani d 'artiglieria Beffa e Alessandri, dra, di carattere tragico, o con1ico, o grottesco, e poi aprirono dal lato opposto la trincea e costruirono <lue batle donò allo Stato. terie di breccia lu ngo la strada cl i Tortosa . Il giorno 9 erano term inati i lavori ed il 10 le truppe si preparavano Orrù-Cardano (Giuseppe Luigi). Generale, m. a Caall'assalto, ma la i;:uar.nigione, quanclo vide />CCtipata da gliari nel 1846. Nel secondo ventennio del sec, XIX fu un lato la falj:fa ' clii!. (olle, e dall'altro fatta accessibile· maggiore di piazza a Cagliari, ed in tale qualità ebbe il la muraglia e quind i resi inuti li i cannoni, r iconoscendo grado di co lonnello nel 1835. Nel 1840 fu collocato a riimpossibile resistere all'assalto, alzò bandiera bianca e si poso col grado di magg. generale. nrrese. L'indomani fu pure assalita la torre accanto al mare; i pochi d ifensori però, dopo breve resistenza,. fugOrsa. Torpediniera d'alto mare, d i :203 tonnellate, con macchine di 2900 I--I P ., varata nel 1906, radiata nel 1921. girono alla spiaggia, e, protetti da scialuppe cannoniere, riuscirono a sottrarsi al la prigionia sui legni inglesi, nonoOrsatelli (Er,genio). Generale napoleonico, n . a Cassta11te il fuoco d 'a rtigiieria e· d i moschetteria col quale i l sani di Corsica, m. combattendo a Lerida (1768-18 n). Inicapitano Alcssandr i cd il maggio re Michalowski , avanzatisi ziato il savizio nel 1786 in Francia nel regg. Real Corso, sul lido, tentarono di tagliar loro la strada . I n queste openel 1797 passò nelle schiere italiane quale capo bgl. della razioni i Napoletani perdettero 6 morti e 25 feriti. 6~ legione. Capo della 1• mezza brigata leggiera nel 1799, Oroquieta. Villaggio della Spagna, in prov. d i Navarr a . partecipò alla d ifesa <li Mantova. Combattè nel 1801 al ponte cli Trento e, colonnello <lei 6° regg. cli linea a NaSorpresa di 01·,:,q11ieta (1872). Appartiene alla guerra cipoli nel :r8o6, partecipe ~Ila guerra di Spagna contribuendo vile fra Carlisti e Liberali. L a sera clel 4 maggio don assai nel 1808 ali 'assedio di Geron:i ed alla presa di Carlos, con 3000 partigiani raccogliticci, accorsi intorno 1-losralrich. Generale d i brigata nel 1810, militò in C:itaa lui che da due giorni aveva varcato il confine francese, logn;i e cadde in combattimento nella regione di Leri:la. si era accampato a O. , n1a aveva trascurato di porre sen-

tinelle, ritenendo i Liberali assai lon tani. Invece il gen. Morìones, marciando celermente alla notizia dell'arrivo dl don Carlos, si porrò presso il paese, divise i suoi m tre colonne, e operò in modo che esse contcmporanca111cnt<:: e all'improvviso piombassero sulle tranquille milizie carliste . Ciò riuscì senza rn;tacolo, e, all 'apparire dei L iber ali, i Carlisti, salvo qualche piccolo gruppo che, tcmò invano di resistere, si sbandarono salvandosi con don. Carlos per k montagne, e lasciando 38 morti sul terreno e 749 prigionieri nelle mani del gcn. Moriones.

Oroscopa. Ant. città dcli' Africa, non lungi <la Cartagine.

Battaglia di Oroscopa (152 a. C.). Avendo Massinissa, re di Num idia 1 asscrliato )a ci ttà, j Cartaginesi n1arciarono cont ro <li lui in numero d i 50.000, condotti da Asdrubale e 1<,> attaccarono. t\1assinissa riu.i;cì vinorioso nonostante l'inferiorità numerica qe) le· sue schier.e , e: Asdrubale, bloccato col suo esercito in una regione deserta, si ~rrcsc a discrezione. li re impose il disarmo dcli 'esercito nemico, e poscia ne tag liò a pezzi la massima parte. Il Senato romano, cogliendo il pretesto che Cartagine, col portare le armi contro Mlssinis~a, avesse. violato il trattalO di Zama, le dichiarò la gue rra, che f u chiamata la terza Punica.

Orscia. Città della Russia, sul Dnieper. Battaglia di Orscia ( 1514). Appartiene alla gue rra tra la Russia e la Polonia. Lo czar Basilio d i Russ ia, avendo riporrato c1ualche successo contro i Polacchi. decise d i invadere la Lituania e a ta le scopo radunò un eserci to d i 100.000 u. <li cui 80.000 dovevano operare contro O . e spi ngersi poi fino a Viln,1. Il comando dell'esercito moscovita era stato afficlato al generale Ivano Czdcdzin il c1uale si era schierato dietro il Boristene in posizione vanrnggiosa d i fronte a 3s.ooo P olacch i comandati dal cluca Costantii,o Ostrogski. Questi, vista la grande superiorità n umer ica d el nemico, g iudicò prudente d i ripiegare ed allora il g enerale russo con1inciò a manovrare il suo esercito in man iera da sor!)rendere i Polacchi in movimento. 1:.. 'Ostrogs kì,

accortosi dd le inte nzioni dell 'avversario, sventò

la minaccia e costrinse l'èscrcito moscovita a r ipassare il fiume; costruito quindi un pon te di barche per il passaggio del le sue famerie e fatto guaclare il Borisrenc alla cavalleria, paralizzò le forze del generale russo, il quale si cr<.xleva al sicuro nella sua posifionc. Czelcdzin, che avrebbe potuto ostacolare faci lmente le operazioni dei Polacch i, no n pensò d1e a prep~rare unp ostinata resistenza. L'Ostrogski aprl subita il fuoco con la moschetteria , ma con .sca rso effetto; qui ndi assalì al1 arn1a bianca il nemico che non retrocedette di un passo. Allora i;nse cl i volersi ritirare, e, trascinandosi dietro le truppe russe, che credevano d i inseguire un nemico in fuga, le fece avanzare fino a portata delle sue batterie, le qu,1li, ad un tratto scoper1

Oroseì. Comune della Sardegna in prov. d i Nuore,, sulla dr. del Cedrina, nel gran golfo d i O . o di Dorgali , DOCO lungi <lallo stagno formato d al Ccdrino. Iniorno al 1'abitato sorgevano delle torri, di cui una esiste ancorn,


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ORS

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tesi, aprirono un fuoco micid iale sui Moscoviti e li misero i n d isord ine . Nello stesso momento la ca,•alleria polacca piombò loro addosso e la fanteria le caricò di fianco. La con fusione provocata da q uesto triplice attacco contem poraneo fu tale, che la prima linea dei Russi, rovesciatasi sui bgl. d i seco11da linea , li mise i n completo d isord ine e nessu11 ord ine o preghiera o minaccia del generale riu• scirono a trattenerli dalla fuga. Alcuni reparti isolati, rac colusl attorno ai loro ufficiali, tentarono anct')ra di opporre

dopo i V cnc;,,iani lo bandirono dallo Stato ( 1026) ed egli si rifugiò a Costantinopoli.

ad uoo ad uno sopraf-

Orsi dei conti 110b. Carlo. Generale, n. a Corre,nilia ne l 1860. Sotto t. del genio nel 1881, fece la Scuola d i g uerra e da colonnello comandò il 1° regg. genio (r9141915), poi. il 5° regg. , col quale iniziò la catnpagna italo-austriaca. Fu poi comandante del gen io della 5a d ivis. Ne l 1917 raggiunse il grado di magg. generale e comandò il genio del Ili C. cl' A. e poi ( 191 9) della 1" ar mata. Passato all a direz ione <:lei lavori di rico• struzionc nella Venezia Tridentina , sino a! 1920, nel 1923 d ivenne generale di d ivis. nel la riserva e nel 1929 fu collocato a riposo.

tt::$istenza ai vincitori, 111a vennero

fatti e d ispersi. Molti nella fuga r imasero annegati; chi re sistçrn fu ucc iso. Si cakola che i Russi perdessero in questa battaglia 40.000 u . o ltre , i numerosi feriti e prigion ieri, tra i q uali lo stesso Czcled zin e parecchi altri generali russi.. In co nfronto le perdite dei Polacchi furono insi.

gnificanti.

Orselli (conte Giuseppe). Capi1e1no del secolo XVII, n. di Forlì, rn. nel 1686. Militò lungamente nelle Fiand re, dove partecipò a parecchie campagne. Quind i ebbe i l comando delle t ruppe ponti ficie da sbarco agli ord ini dcli 'ammir. Ferretti, nell 'impresa d i Morea condona dal Morosini, e morì d i malattia all 'assed,o dì Naupl ia. Orselli Luigi. Medico ispettore dell ·esercito italiano, n . nel 1821 . Apparteneva al corpo sani tario de ll 'esercito tosca no, parteci?Ò alla campagna del 1859 come medico d i briga ta addetto al comando delle Lruppc toscane; all 'an nessionc ÌU promosso medico isr.etto re dell'esercito ita lia no .

Orsenigo. Comune in prov. cl i Como, presso il lag hetto d i A rserio . Ruderi d i un vecchio castel lo . f;; di origine anlichissima e nel medio evo fu luogo assai forte e considerato; i Milanesi l'ebbero al leato nel le loro guerre con Como e col Ba rbarossa. O tto ne Visconti vi si r ifugiò dopo la battagl ia di Castelseprio. Kcllc lotte fra Torriani e Viscont i, il castello, nel 12i6, andò distrutto. Orseolo (Pietro Il). Doge d i Venezia, eletto nel 991 , rn. nel roo8. Fortificò Grado. Co mbattè felicemente contro i ]>irati Narentani e sottomise la D almazia, d i w i otten ne il t itolo di duca. Inviò una flotta a soccorso d i nari (1004) min,,cciata dai Saraceni.

Orseolo Pie tro

Orseolo Ottone

Orseolo Otto11e l . Doge di Venezia nel 1008, figlio del precedente. Sconfisse i! vesco,·o di Adria che aveva occll • pato terre veneziane; marciò contro i Croati che tninacciavano la Dalmazia e li vii1se obbligando li a chiedere la pace. I Veneziani lo costrinsero ad abban<lonare il potere sospettando che volesse farsi signore di Venez ia . :\vendo i l patriarca d i Aquileia presa Grado, O. fu richiamato e comandò una spediz ione che riprese la città. Ma subito

Orsi (Hertolini, -nob . di Pescia coute Stefano). Generale, n. a Pescia, m. a Viareggio (1855 -1916). Sottot. d i cavaller ia nel 1874, da maggiore fu aiutante d i campo effettivo d i S. M. i l Re (1898). Da ren . col. e ·da colonnello comandò i l regg . cavalleggeri di Lodi ( 1902-1905). N el_ 19~ r.iggiunsc il grado d i magg. generale in posizione ausiliana.

Orsi Angelo. Generale, n.

O.si Carlo

a Casapulla (1863). Sottot. d i fanteria nel 1883, da capitano vcm1e col!ocato nella riserva; nel 1917 vi fu promosso colonnello e nel 1928 vi raggiunse i: g rado d i generale d i brigata.

Orsi Guido . Generale, n . a Qu istello nel 18io. Sotto t. d 'art. nel 1889, in iziò la campagna italo-austriaca col grado d i ten. col. e d a colon nello ebbe il comando del 6oQ e del 70-0 raggruppamento d 'assedio ( 1917- 1918); del 30° e poi del 26° regg . art. da campag na ( 1920). Promosso generale di brigata nel 1926, f.u comandante d'arc. dei C . d'A . d i Verona fi no al 1931 e l'anno seg•.1ente passò i n P. A. Guadagnò in guena una med. d 'argento e la croce d i cav . e cav. uff. dell'Ordine Militare d i Savoia.

Orsi Giuseppe

Orsi Romeo

Orsi Giuseppe. Medaglia d 'oro, 11. a N a poli , caduto ,n Libia (1885-19 n ). Ufficiale del l'84° regg. fanteria, ragg iunse il grado d i tenen1e nel 19m. Part ito l'anno seguente per la Tripolita nia, cadde da valoroso, respingendo ulla sor presa avversar ia. La motivazione della mcd. d'oro così r icorda il glorioso ep isod io : " Essendo in trincea, attaccato da forze soverchianti d i fronte ed a tergo, resisr.è con fermezza e con molto ar-

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.dimen to. Avvertito che il grosso della compagnia si ritirava, ordinò al suo plo tone di serrarsi a ttorno a lui, d icendo: « Questo è il nostro posto, stringetevi attorno al vostro te nente; qui d o bbiamo sostenere l 'o,1orc del nostro

teggimento! )>. Morì in mezzo ai suoi soldati )), (Sciara Zauia, 26 ottobre {91 r).

Orsi Romeo. Medaglia d'oro, n. nel P rincipato <li Monaco, caduto in Libia ( r887-1913). Semplice soldato di fanteria, era accorso volontar iamente alle a rmi, lasciando il princi pato d i !vlonaco, dove esercitava il mestiere • d i mu ratore. Combattendo da valoroso, cadde meritando che alla sua memoria fosse conferita la su prema _d istinzio t>C al valore, con la seguente motivazione : ,, Ferito ne!Ìe prime ore del mattino in modo ùa ramminare s te1Hata~1ente, non si ~1llontanò dalb compagoid.~ ma la seguì al passo , raggiungendola nei successivi appo5tarnenti e8' facendo fuoco con essa. Continuò così , vero -esernpio di. coraggìo t"d abnegazione a tuui, fino all·uttima posiz~o ne, ove, nuova mente colpito, cadde n1orto n . ( Sidi Garbaa, 16 maggio 1913).

OrsÌni. Famigl ia p rincipesca italiana. Durante le lotte fra Guelfi e Ghibellini fu con i primi ed ebbe lungamente a lotta re con i Colonna, appartenenti a ll'avversa parte. Orsi11i Napoleone. C_ondottiero romano del sec. XII. Nel 1189 seguì l'imperatore Enrico VI nc H' impresa d i Sicilia -contro i Normanni . Al servizio poi <li Onorio III , oiut.ò gfi Orvietani concro i Senesi.

Orsini Paolo. Conduttiero romano ùd sec. XV. Nel 1397 ~eguì Alberico da Barbiano nella guerra contro i Fioren tin i e fu trucidato nel 1416 per istigazione di Lodovico Colonna, d i Braccio <la Montone e di Tartag!;a. Orsini Orso, duca di Ascoli. Condottiero d el secolo XV . P artecipò all'assedio di Aqu ila, e poi <;li Piacenza (1447). .Scrisse un « Trattato del governo e t escrcitio d el la mi litia ». Morì a Viterbo nel 1480. Orsini Niccolò, conte di Pitigliano . Generale dei Veneziani ( q42-15rn). Acquistata fama di valente capitano, fu posto, a 60 anni, a capo delle milizie della repubblica. Vinto nel 1509 ùallc truppe del re di Francia ad Agnadello, riuscì poco dopo a r icuperare Padova d ifende ndola valorosa1ucn te .

Onini Mario. Condottiero del sec. XVI. Fu ucciso da un colpo d i colubrina nel:'assed io di Firenze, nel d icemb re 1529, mentre serviva agl i ordini dt Malatesta Bagl ioni . Orsini Napoleone. Condo ttiero del sec. XV!. Fu noto col nome di « Abate di Farfa », perchè lo era stato per alcun -cempo. Feudata rio d i Bracciano, fu assai temuto . Durante l'assed io di Firenze, armò un corpo d i cavalier i~ al soldo -della repubbl ica, e tenne !a campag na fìnchè fu ba ttuto da Alessandro Vitell i : allora SI r itirò a Bracciano (1530). Orsini Lorenzo (Renzo da

Ceri). Condottiero veneto d e!

,cc. XVI, m . a Barletta nel Orsini Napoleone 1536. Al servizio dei Venezianì, fu il primo .a forrnare un corpo ben ord inato d i fan te ria ita liana e si dist inse a ll 'assedio d i Bergamo. A l serviz io d i Leone X nel 151, .

partecipò a lla conq uista d el d ucato d'Urbino, Passato agli o rdini d i F rancesco I re d i ['rancia, guerreggiò in Ital ia come capitano d i ven lllra e si segnalò alla d ifesa d i Ronu contro il conestabile d i florbone.

Orsini Gentile Virginio , conte dell'Ang11il/11ra.. Ammiraglio pontificio del secolo X VL Mi litò nelle navi del suo feudo, e fu a l serv izio del re d i Francia, Francesco I, ch e lo fece luogoten. generale, Tornato in pa tria, nel 1534, il papa gli affidò il comando della flotta pontificia; egli lo tenne per d icci ann i , e si battè r ipetutamen te con tro i pirati d elle coste a fricane, prendendo parte con le altre flotte cristiane a varie imprese , fra le quali quel la d ' Algeri nel 1541. Orsini Giordano Vincenzo. Condottiero del secolo XVI. Piutccipò alla guerra d i Carlo V contro i Saraceni d ' Africa. Lasciò un 'opera : « Intorno al modo di stabilire una buona milizia in tempo d i pace ». Orsini Cami//o, marchese di Tnpalda. Condottiero del Scc. XVI (1491 -1555). Combatté per i Medici a cui riacquistò Urbino, per i Baglioni che reintegrò in Perugia, per Ve nezia segnalandosi nella d ifesa d i Bergamo e nel l'assed io cl i Cremona. Accompagnò il Lautrec nella marcia su ::,-Japoli. Difese la Dalmazia contro i Turchi. Passò poi al serv iz io del Papa e combatté contro i Francesi alla Mi randola; d ifese Roma contro il duca d'Alba (1555) im prov;isando allora terrapien i d ì &fesa a tipo bast.io nato . Durante il servizio del Papa e bbe, col t itolo di capitano genera le il governo d egli Stati della Ch iesa, che amministrò con sagge1-za. Orsini Flaminio, signore di Stabia. Amm iraglio pont ilicio del secolo XVI, n. verw i l 15 c2. Servì sotto Gen tile, di cui era parente, e fu cognato di Piero Strozzi . M ilitò in F rancia, e poi sotto il Farncse, e sotto g li .Estensi. Fu ·governatore d i Chiusi, partecipò alla g uerra d i Siena , ed entra.Co al servizio del papa d ivenne generale d elle ~uc fante rie dapprima, poi castellano di Civitavecchia, infint capitano generale d el l'armata pontificia . D ifese felicemente Civitavecchia da assalto spagnuolo nel 1556. Perì ncll 'imp resa delle Gcrbc, a.ffrontando con la sua nave impari lo tta per p roteggere la ritirata del le altre navi cristiane ( , 560). Orsini Paolo Giordano, duca di Bracciano. Condottiero del sec . XVI (1521-1585). Nel 1551 fu a l servizio ùi Cosimo l d i Toscana, che g li affidò il comando di tre galere con le quali combattè nelle acque d i Tunisi comro i Saraceni. Oue ann i dopo passò al servizio d ella Francia ed e bbe nell a g uerra di S iena il comando d i tre compagnie. Difese Monralc ino contro gli Imperial i nello stesso an;w . Tornò poi al servizio di Toscana come ammiraglio e al comando d i sei ga lere prese parte nel 1573 alla presa d i T u nisi, operata d alla flotta cristia na di don Giovanui d" Austria . Orsini Virginio . Am tniraglio del secolo XVfJ figlio di Paolo G iordano. Ebbe da Ferdinando I d i Toscana nel 1~99 il coniand o d ì una flotta co n la quak tenei, l' im p resa di Chio ( V.).

Orsini Fe/lce . Patriotta, 11 . a Meldola, m. ~ Parigi (18191858). Partecipò ai moti delle Romagne e fu condannalo afl'e,g astolo; liberato dall'amnistia di Pio IX, combatti: in Lo m bard ia e nella Venezia nel 1848; fu commisarìo del'a Repubblica Romana in .Anco na nel 18.19; d iresse i tentativi d i Sarzana (1853), d el la Lun ig ian a e della Valtelli na ( 1854); arre.stato, co ndotto a ~antova e condannalo a rnorte, riu~cì


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a fuggire. In rrancia cospirò contro Napoleone Ili r at• 1cn1ò alla sua vita : perciò fu condanna10 a morte e giustiziato: prin1a di rnorire diresse una lettera a Napoleone III perorando la causa italiana . Scrisse una •< Geo~ grafia m ilitare d dla penisola italiana ».

alle Porte di Ferro si impadronì di O ., ma la dovellc abbandonare poco dopo, per la d isfatta subìia nel settembre· dello stesso anno presso N icopoli. Ne lla g uer ra ira !'Au-

Orsini Vincenzo . Generale, n. a Livorno , m . a Milano

(1839-1906). Da sottot. partecipò alla campagna de l 1859 e da capitano a quel la del 1866. Da colo nnel lo comandò .il 48° regg. fanteria e nel 1903 raggiunse il grado di magg. generale in posizione ausiliaria.

OrSin i Fcl ìce

Orsova nel 1877

Orsiui G11s/(lvO. Ammiraglio, nato a Firenze nel 1867, entrato 111 servizio nel 18~h. collocato in P . A . col grado d i capitano d i fregata nel 1913, promosso ne.Ila riser_va sottoamn1ir. nel 1919, contra1n1n ir. nel 1923, am m ir. d i di vis . nel 1926. Prese parte alb guerra j calo•turca ed alla guerra Mou<liale.

Orsini Piero . A 1n mir:-lglìo, n. a Firenze, m . a Roma (1869•r 923). Entrato in servizio nel 1884, fu promosso contramm ir. nel 1918. Prese pane alla campagna di Ljbia, in cui ebbe le funzioni d i comandante superiore e govcr• rr atore di Derna, dove g uadagnò la croce d i cav. del· !'O. M . S. N ella guerra Mond iale fu promosso ufficiale dello stesso Ordine per il contributo d ato da l ui all 'orga• ,, iz1-azione dei ser vizi di rifornimenlO alla Serbia e al Mon1enegro ed in occasione dcli 'esodo serbo . Nel 1918 fu

Orsini Gustavo

Orsini Piero

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stria e la T urchia si d ist inse in uno scontro presso O. (1738) il reggimento napoletano Marulli. Durante la guerra Mondiale O. fu occupata i l 6 settembre 1916 dai Rtnneni, che J'abbandorrarono poco dopo.

Orsoy. Città della Germania nel circolo d i Diisse!dorL Nel r 598 fu presa dall 'ammir. d 'Aragona, comandante dclk

Le fortificazioni di Orsoy (sec. X VI)

segretario del Consiglio Superiore d i Marina . Fece parte della Commissione navale interalleata di controllo in Ger· mania subito dopo la guerra Mondiale .

Fiandre, e il 3 giugrro 1672 {u assediai~ e presa dai Francesi che ne distrussero le fortilicazion, e dopo 9 ann, di occupa7.ione la conscg11aro110 all'Elettore di Brandeburgo.

Orsini Bartolomeo , V . Braccù1110; Orsini (generale), V . Giordano Orsini.

Ortalda (Filippo). Ammiraglio, n. a Casalborgone nel 1869, entrntÒ in servizio nel 1889, collocato in P. i\. col grado d i cap. d i vascello nel 1923. promosso 11clla riser va controamrnir . nel 1923, arnmir. di dil'i> . ne l 1926. P rese parte alla guerra italo-turca cd alb guerrJ Mond iale.

Orso (Ordine del/'), V. San Gallo; Orso (ba!laglia), V. Capo d'Orso .

Orsova, Comune della Romània, sulla sr. dei Danubio, alla con fluenza de lla Cerna , di fronte alle Porte di Fe rro_ Un po' a val le, sopra un isolot10 si trova la (ortc7.za · serba Uj.Q rsova, chiamata in turco Ada•Kalassi . Lungo la dr. del Da rrnbio si svolgeva la via militare traiana, della q uale rimangono ancora t racce . Nel 1396 il re Sigismondo cl 'Ungheria, alla testa cl i un esercito crociato, 1nosse g uerra alla Turchia, e passato il Danubio

Ortatore (lat. Ortator) . V. Ag11oz1110. Ortega. Cosi fu ch iamalO dall' inventore 1111 caricatore adottato in Spagna nel 1889 per il fucile Remington. Constava d i un .invoglio d i tela con tenente 2 0

cartucce;

non si ap pl icava all'arrna, rna si disponeva sul petto, assicura ndolo al collo cd al cinturino med iante corregge. Non aveva alt ro scopo che di avvicinare il pi ,, possibile


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la cartuccia al fucile, pe;· dar modo al tiratore di sp~rare più celermente, dovendo fare brevi movimenti per caricare l'ar ma .

Dumanoir mise le sue navi in linea per accettare co1n~ bau imcnto. Verso mezzogiorno Strachan con tre navi at•

Laccò k ultirnc tre avversarie . La nave d i punta francese si Yolsc per contrattaccare, ma rimase gravemente dan• ncggiata nelle attrezzature e quando le a ltre navi francesL s1 n1ossero in suo soccorso anche l'ammiraglia ebbe la stessa sorte. Così l'ordine francese fu rotto, e nella

Caricatore Orrega ( 1889)

Orta. Reparto del corpo dei giannizzeri dell'esercito turco, corrispondente al battagli011e . Orte. Comune in prov. di Viterbo, al la confluenza della

lotta singolare, nella quale entrarono anche le altre navi ingk;i, i legni francesi, dopo una ostinata resiste nza furono ca.s tretti ad ammainare la band iera. I Francesi perdettero 730 u. tra morti e feriti, gli Inglesi soltanto J 35. Le navi francesi erano r imaste q uasi disalberate completamente; però riuscì allo Strachan, favorito dal tempo, di condurle in Inghilterra come trofei d i vittoria .

Kcra col Tevere. Era città etrusca; nelle sue vicinanze gli Etruschi subirono due g ravi sconfitte dai Romani . La prima, ,1el 309 a . C. , sotto il console romallo Q. Fabio Massimo; la seconda, nel 283, (u inflitta agli Etruschi alleatisi ai

Orthez, Comune della Francia, nd d ip. dei Bassi Pirenei, sul fiume Gave di Pau. Ebbe in at1tico mura e castello.

Gal li , dal console l'. Cornelio Dolabclla. Passat a sotto il -domiJ1io cli Roma, O. fu rafforzata da una colonia mil itare speditav i da Augusto . Durante le invasioni barbariche fu più volte assediata da Goti , G reci e Longobardi subendo g ravi danni. Verso il 900 fu dominata da Alberico l marchese di Camerino, che vi (u assc<l iato e ucciso. .Sono i Papi, fu assediata da Ladislao re di Napoli che rnvase i territori della Chiesa, e si arrese solo ad onorevoli condizioni. Egualmente fiera fu la rcsi; tenza che oppose agli eserciti di Nrcolò Piccinino e d i Braccio Fortebraccio cbe la cin sero d 'assedio.

I. Trattato di Ortl,ez (10 aprile r5i3) . Tra Francia e Spag na . Ferdinando il cattolico, re d i Spagna, e Luigi XU, re d i F rancia, si impegnarono a una tregua della durata d i un anno sulla frontiera dei Pirenei . L a tregua riusciva d i vantaggio alla Francia, perchè le per metteva d i t rasportare tutte le sue forze in Ital ia, contro quel le im periali.

Ortegal (Capo). P romontorio su lla punta nord-occidentale della Spagna. Co111b1111ime11to navale di Capo Ortegtd (1805). Appartiene alle guerre dell ' impem napoleonico. Dopo la battaglia d i Trn falgar, 1·amm ir . francese Dumanoir Le Pctley, -con quartro navi di linea, aveva. fatto rotta verso il nord per rnggiungere un porto francese dell 'Oceano Atlantico . 11 3 novembre, non lungi dal Capo O., si imbanè in una <livis. inglese composta di cinque vascelli e quattro fregate, comandate dal capitano Strachan, che bloccava il Fe rrol. G li Inglesi si misero subito all'inscguirncnto, e al 4 mattina aprirono il fuoco contro l'ultima nave francese.

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Il. B,,ttaglia di Orthez (1S14) . Appa rtie ne al le guerre dell"lmpero francese, e fu combattuta dalk forze del gen . ingkse Wellington e quelle francesi agli ord ini del ma-rcsciallo Soult, che difendevano il te rritorio della Francia sud-occidentale. li 26 febbraio i Francesi erano disposti ad ovest d i O. con la d r. appoggiata a! vilhggio di Saint -Bocs e la sr. al fiume Gavc, fronteggiando le provenienze di Baiona do nde avanzava l'avversa rio. Il n1attinu del 27 gli 1

Inglesi pronuncia.vano l'attacco presentandosi :':li frwne am~ pia, con tendenza manifesta ad aggira re la dr. dei Fran ces i per resp ingerli a sud e cadere sulla strada d i SaintSévcr, loro naturale curnunicaz ione con le basi naziona.li. Il marcsc. IJeresdorf, che comandava la sr. britannica, riusciva, d opo vari contrasti, a impadronirsi di Saint-Iloes, mentre il cèntro e la dr. incontrav ano salde resistenze. Ma la traversata d i quel l'abitato espose a fuoco m icidiale l 'attacca nte , che fu obbligato a indietreggiare, ciè, che la-

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Battaglia di O rthez (1814)

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Battaglia di Orthcz (1814)

sciava incerte le sorti della giornata. Senonchè il Wellington, compreso della necessità di insistere nell 'attacco risnlutivo, rincalzò la sr. portando innanzi la d ivisione A lten e lanciando sul fianco dell 'avversario vari squadroni . A malgrado del fuoco micidiale dei Francesi, lo sforzo ebbe buon esito e la dr, francese, costretta a flettere, poneva il Soult in situazione per icolosa, compromettendo la possibilità di conservare libere le comunicazioni verso nord: il Soult si vit!c perciò costretto a ordinare il ripi<:garnento su Sault-t!c-Navaillcs, per assicurarsi la suada d i Saint-Séver e la successiva ritirata dietro l'alto Adour. Questo fatto d'armi, che cagionò perdite notevoli d'ambe le parti, ebbe importanza perchè aprì agli lngles, la strada di Horc!eaux

Le posizioni dell'Ortigara (1917)

e preparò gli eventi che condussero alla fase decisiva della campagna con l' occupazione di Tolosa.

Ortigara. Monte delle A lpi T ridentine, nell'Altipiano rh Asiago, con due quote, r ispettivamente di m . 2105 e d i 111. 210 1.

Battaglia dell'Ortigara . Gli A ustriaci, dopo la loro offensiva su g li Altipiani · (1916) vi si erano stabi liti forte· mente. N ella primavera dell'anno successivo fu decisa 1'operazione per la conquista di quel punto della linea nemica, col proposito di occupare successivame□te l'orlo dell'altipiano verso la Valsugana. L'esecuzione di questa operazione venne aAidata alla 6• .armata (gen. Marnbretti), con attacco su vasta fronte . Particolarmente contro l 'O.

fu destinata la d ivis. 52a (gen. Como Dagna) costituit; di 18 bgl. al pini. Contemporaneamente, contro m . Forno agiva la 29& divis. (Cav iglia); contro il 111. Zcbio la 13a ( ll;1ssino) ; contro il rn. Mosci,ig la 25• (Del Mancino). Le posizioni austriache ero no d ifese dal lii C . d ·.'\.. che aveva nella zona dell'O . la 6• divis. comandata <lai ten. mar~sc . Mace nscffj, il quale m orl nella b,maglia. Le posizioni erano fortemente d ifese da trincee e reticolati che la nostra artiglieria non riuscì a d istruggere, e protette da cannoni d i ogni calibro sulle posizioni retrostanti. li 10 giugno, la nostra artiglieria apriva il fuoco alle 5,15; il tiro, poco dopo le 8, fu ostacolato da un ' im prov ~isa nebbia . /\Ile r5 venne dato l'ord ine di attacco. l i raggruppamento alpini agli ordini dd gen. Di Giorgio (So gruppo, colonnello Ragni, bgl. Val El lero, Valle Arroscia, Monte Mcrcantour, Monte Clapier; 9° gruppo, colonnello Stringa, bgl. Verona, Bassano, Monte Baldo, Sette Comuni) espugnò di primo impeto, malgrado fortissime perdite, il passo dell'Agnella e la quota 2101 dell'O . Il raggruppamento alpini agli ordini <lei gen . Cornaro (1° gruppo, colonnello Porta, bg l. Tira~o, Vestone, Valtellina, Spluga, Stelvio; 2° gruppo, colonnello Gazagna, bgl. Mondovì, Ceva , Bicocca, Valle Stura, Val Tanaro) attaccò monte Campigoletti, ma venne arrestato <la!!e intatte difese e rial fuoco nemico. Concorrevano nell'azione la brigata Piemonte e il 9° bersaglieri, di r incalzo . A sera, i gruppi 8° e 9° cercavano d i rafforzarsi nelle posizioni conq uistate. Jl giorno dopo, un vioknto fuoco


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Le posizion i detJ'Ortigara (19 17)

d'anig lier ia, proven iente da un grande arco di cerchio, <lai Panarotta, dal Belvedere, <lai Corno di Campo Bianco, dalla val Sugana, dalla Cima Undici, ccc., percuoteva le posizioni occupate dagli Italiani, decimandol i. Essi teuevano fermo, e respingevano in quel g iorno e nei successivi i violenti contrattacchi <lei nemico. Non solo; ma il 19, dopo preparazione di fuoco dd l,i nostra artiglieria, il gruppo Stringa e una colonna agli ordini del col. P robeti (bgl. alpini Valle Stura e Val Dora, 1 bgl. del 9° bersag lieri, 2 bg l. del 4° fanteria) si slanciavano all';,ssalto della quota 2105, e alle 6,45 la conquist avano facendovi un migliaio cli prigionieri. Le posizioni laterali, tenacemente difese dagl i Austriaci e protette da numeròse artiglierie, non cedettero ai tentativi delle nostre trup pe. Talchè la posÌ'lione d ell'O. si rese insostenièiile. li 25 giugno un terribile bombardamento distrusse le precarie d ifese improvvisate dagli Italiani sul terreno roccioso e recise ogni comunicazione . Quindi reparti d'assalto austriaci si slanciarono sull'O. , dove erano 11 bgl. alpini e la brigata Regina. Queste truppe, già decimate dal bombardamento, furono soverchiate, e il conteso monte fu ripreso dal nemico. Il passo dell 'Agnclla venne sgombrato il 29. Le perdite della 52' d ivis . nella battaglia ammontarono a 657 ufficiali e 15. 181 u . di truppa, fra morti, feriti e dispersi , quel le degli Austriaci a 309 uAiciali e 8985 u. dj truppa .

Ortler (o Ortles). Massiccio delle Alpi Retiche . Giunge con la CJma O. ai 3904 m. :È limitaw dal passo dello

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Stelvio e dal passo d'Aprica, e cost ituiva l 'estrema sr. d<'lla nostra fronte, appoggiata alla frontiera svizzera. Dura nte la guerra i ghiacciai dcli ' O. furono trafora ti da numerose gallerie, tanto da parte italiana quanto da pane aust riaca, e la lott.a fu aspra e penosa, alle altezze mas-

Passo dell'Ortler (nel 1917)

sime raggiunte su tutto il nostro fronte. Le mine furono provate, ma l'elasticità del ghiaccio non permettna risultati corrispondenti ai progetti, e si dovette lavorare unicamente col piccone. Da parte nostra, si scavarono nei ghiacciai dd1'0. oltre 1 1.000 m. d i gal lerie. Fra esse notevoli quelle di « Capanua Milano » (m. 612), del ,, P asso dcll 'Ortler »

Cima Dodici; 2, Cima Undicj; 3, Cima del Campanaro; 4, 51 6 , l'aspro mrtssiccio del m~ntc Ortig:sra.


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(m . 800), le ga ller ie degli "f.iskogele » (m . 1500), dei « Camosci » (n,. 2000), ecc . li passo ddl'O . (a m . 3355) fu conquistato d alle i;ostre trnppc i l 12 rnaggio 1916, con lotta d i pattuglie, come perme ttevano le asperiti dei luogh i. N ei q uali continuò per tutta la guerra L:na serie di operazioni di guerra d'alta 1nontagna, cahlttcrizzata da colpj dj mano e d a sorp rese. Ma in complesso la situazione da quella parte rimase stazionaria. Di ta li p iccole operazio ni r icor-

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Ortolani (Raf}t1de). Genera le , n. a Noci nel 1859. Sur.tMcn. d i fanteria nel 1882, da ten . co lo1rncllo partecipò al la ca m pagna italo-turca ·( 19I1 -l<JI2). Nel 1916 raggiunse il grado di colonnello in P. A. e tu 111seg11ante presso la Scuola Mil itare d i Modena (1916-19i8) ; raggi u nse il grado .d i brigadil'rc generale nd 1919 e quello d i i;eneralc di brigata nella ri;erva nel 1924. Ortona (2nt. Orton). Co1nlu"lc marittimo in prov . di

11 m onte O rtier e il ghiacciaio

d ere mo solo quella della Pnnca d i San Matteo, poi che rappresenta il combat timento dcLla g ue rra Mo nd iale svol tosi alla più .alta quota (m . 3692). La p unta, occupata dagli l\ustriaci in fine del 1916, venne a ttaccata e presa ,!ag li Italian i del bg l. alpino « Mo11ce Ortler » nell 'ai:osto 1918 e perduta nd settemb re . Ortler ( Rattaglione alpini M . 01'tler). Costituito nel! ' aprile 19Ii per la durata della guerra italo-austriaca (1915-1918). Ebbe in izialrne n re il nome di 1° bg l. skiatori e le compagnie 1• e 9" . Apparte nne a l 5° regg. alpini: Nel marzo 1918 assunse il nome di Mo nte Ortler ed alle com pagnie 1• e 9•, d ivenute 306• e 308•, fu aggiunta una terza : la 307a. Operò prima fraziona to sull'alta Valtellina; nel• l'agosto .1918 attaccò le posizioni nemiche <!i Punta S. Matteo e d el Man tello che cadd ero in suo possesso, ma nei p rim i giorn i d i settembre successivo ,I ne mico, impegna nc!o •truppe di g ran lung a superio ri alla forza del bg l. , riuscì a riprenderle. Inviato su l P i.:.ve per l 'offensiva finale, lo passò il 2 novemb re, m arciando su Sesto. li battaglione riportò , nella g uerra; la perd ita di I ufficiale morto e 2 ferit i; d i 21 u. d i truppa morti, 37 feriti e 87 dispersi .

Orto r eggim entale. I corpi c he ne hanno la possibilità sono a u torizzati a coltiva re ad orto q ualche appezzamento d i te rren o compreso corro la caserma, e che sia inutile ad altri scopi . Si tra tta sempre d i un modesto nu mero di me tri quadrati , situati in posizione app-, mat; e affidati alle cure d i due o t re soldat i scel ti fra gli ortolani di mestiere . I prodotti degli O . R. vengono ceduti a vantaggio del rancio della trup pa o vend u ti per le mense dei sottufficiali. li r icavato che se ne t rae serve comunque per

n1igliorarc il rancio, e, qualora vi sia un guadagno , per beneficare q ualche militare bisognoso e meritevole d i premio. D i norm a un uffic iale v ie ne incaricato di sorvcg li~re tale gestio ne .

Chieti. Quando i Ro mani sottomise ro il paese dei Frentani, O. d ivenne, dopo la batt~glia di Azio, prima colonia, poi mun icipio e la sua popolazione fu inscritta alla tribù Quirina . L 'antica floridezza d i O. andò decaOrtolani Raffaele dendo sotto i Goti, ma risorse a poco a poco sotto i Greci, i Lo n gobardi ed i F ranc h i. Prosperò sotto gli Svevi, che d iedero grande sviluppo alla sua marine ria da g uerra. Federico II , vedendo che l'arte del le costruzioni navali vi si era perfezionata più che altrove, le accord i, te· immunità di cu i godeva no i costruttori delle isole Tremiti. O. portò la mariner ia a tale floridezz.a eia poter dare a re Manfred i il soccorso d i t re galere sotto il com ando dcll 'ammir. Leone Acciajuolo, che battè la sq uad ra genovese, nel 1258, nell'arcipelago Greco. Renato d ' Angiò diede O. in feudo a Giacorno Caldura, che la •ci nse di mu ra, toni, bal uardi , porte e ponti per la d ifesa d i terra e d i mare, rend~nclola ta n (o forte che Alfonso d'Arag ona no n µo tè sottometterla nel 1442 se non dopo ripet uti assa lti . Poco tempo dopo fu assalita e incend iata da una flottiglia d el la Repubblica d i Ve nezia, in g uerra con 1'aragoneSe. Ùurante la guerra tra Francesco l e Carlo V di Spag n a, nel 1528, Antonio Ricci, con truppe francesi, assed iò O ., la p rese e la sacc heggiò. Nel 1566 fu assalita con ro5 galee d a P ialì pascià,

Il castello di Ortona a M~re

che la devastò. ln seguito passò in dominio dei Famesi d i Parma e quin.di dei Borboni. Durante la guerra Mon cliale venne bomba rd ata c.Jall 'incrocia tore aust riaco « S. Gcorg » seguito da 3 cacciatorpediniere e due torpediniere . Bat1aglia di Ortona (iro a . C .). Ap partie ne alla second a guerra Punica e fu com battuta da Annibale contro il proconsole C. Fulvio Cent imalo, c he e ra quÌvi accampato con la speranza di r icupera re O . ribellatasi a Ro ma


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dopo Canne. Fulvio si comportò con t roppa fiducia , e pc, Ja lontananza di Annibale, e per alcuni sintomi, pet cui i cittadini già vacillavano nella fede verso i Ca rtaginesi, e per l' insufficiente fortificazione e lo sca rso presidio, da cui era difesa la città. A nn ibale accorse sul posto con celerità e con le schiere in ord ine di battagl ia presen tandosi davanti ai Ro mani. Il proconsole, pari in ardimento, 1na non pari in accortezza e in forze, trasse fuori in fretta le schiere e si azzuffò . E mentre la qui nta kg ione e l'ala sr. com inciaro no a pugn::1 re gagliardam~nre, la cavalle ria llll· m icia , a un cenno di Anniba le , girò dietro ai Romani, e parte assalì gli alloggiame nt i, parte le spalle dei nemici. Come i Ro mani udirono il tumulto alle spalle, e contem poraneamente le grida ostili dalla parte degli alloggiame nti, CO·

dd la città, dilaniandola con altre s.tnguinosc guerre civili . Nel 1354 il cardinale Albornoz riconquistava O. alla Chiesa, e vi stabi liva il vicario pont ificio. Nel 1414, Ladislao di Napoli se 11c impadroniva, 1na l'anno ~eguentc i cittadini cacciavano i l vicario reale C~raffa che li tiranneggiava e la città veniva occupata da Brnccio da Montone

rninciarono a s compigliars i. P rimie .. ra1ncnte indietreggiò fa sesta Je .. g io ne; poscia la quinta, <:<l infine il resto dell'esercito, che si diede alla foga lasciando sul campo 13.000 n1orti, secondo alcuni, 7000 secondo altri, tra i quali lo stesso p roconsole.

Ortona Amedeo. Generale, n. a Napo li nel r861. Sottot. di fau tcria nel 1882, da colonnello comandò il d istretto m il. d i Ancona (19t 4- r9 r9). Nel 1927 vcru1e promosso generale cli brigata nella r iserva.

Orvieto (ant. Urbs Vetus). Comune dell'Umbria , in prov. di Terni , sopra un colle isolato. Fece parte del regno di Odoacre e d i Teodorico; Belisario la liberò dai Coli e \"aggiunse all ' impero greco ; Agil ulfo se ne irnpa-· dronì nel 606; poi appartenne all'impero caroli11gio, quindi a lla collt'essa Matilde e fi nalmente passò alla Chiesa. Verso la n1ctà del s<.:c. XII, e ra Co mune. Fu in gucrr:1. con Siena ;

nel 1260 molti cittadini d i O. presero parte con firenzc

Le antiche fortificrizioni di Orvieto

alla battaglia d i Mon teapcrti, dove (urono sconfitti . I guelfi Mona ldeschi ed i ghibellin i Filippcsch i insang uinarono con lotte fratricide la città, term inate con la sconfitta de i Ghibellini nel 1270. D a allora O., nonostante il tentativo d i Neri della G reca, e l'altro più tardi, suscitato dalla calata d i Enrico VII, fu quas i ininterrottamente gue lfo , cd i Monaldeschi dei q uattro rami d el Cervo, del Cane, cklla Vipera e dcli' Aquila, rimasero a d isputarsi la signoria

La città d i Orvieto nel sec. XVl

che la restituiva alla Chiesa . Intan to le lotte fra i due rami dei Monaldesch i detti <lei Beffati (del Cervo) e dei lvlalcorini (della Vipera) continuavano ad insanguinare la città e non cessarono che nel 1460. Nel r494 la città ,ro. respingeva 4000 Svizzeri dell'esercito di Carlo VIII.

Occupazione di 01·vie10 (1860). Appartiene alla campagna nel le Marche e nell 'Umbria per l'lndipendenza ti 'Italia. Il colonnello Masi, con la legione « Cacciatori elci Tevere ", nel settembre, dopo occupala Città della Pieve, si diresse verso O. e radu nò al convento d i S. Loren7,o circa 900 ti. , coi q uali decise di sorprcn<lere la citt!i, presidiata da r50 n1crccnari pontifici e <la un cerro 1i urncro <li vecchi soldati sedentari, L a se ra del rn settembre fece il tentativo, dando la .sc:11:.ua alle 1nur a ; rn~, :.1.ccortosene il presid io, corse alle arm i, fece fuoco sugli assalitori , ributtò le scale e !"impresa fallì . M:1 subito dopo una deputazione di ci ttadini , g uidata dal con te Piccoion1ini, con inter vento ciel vescovo, indusse il belga capitano Du Nord, coman dan te de.i 1ncrcenari, e il 1naggiorc .,\lbini, comandan te dei gendarmi , a patteggiare col Masi l'uscita del presid io, che difatti uscì dalla città nel pomer.iggio cieli' Il settembre in arm i e bagaglio_, n1a scuza mun iz ioni , e con l'impeg no di astcocrsi per sei mesi da ogn i os:ilità. Orvilliers (Luigi Gui!lonet, col/te d,). Amm iraglio francese, n. nel 1708. Nel. 1772 comandò la squadra delle manovre d i nuova formnionc, ne l 1775 fu comandante della mari na in Brest e raggiunse il grado d i ammiraglio. Al principio della guerra navale con l 'Inghilterra, dal 1778 44


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ORZ

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Attacco di Osaka (1 6 r5). D a una incisfone g iapponese

al 1783, tenne il mare per ma ntene re l ibere clalla !fotta inglese le coste ed il 27 luglio 1778 le d iede battaglia ad Ouessant. N el 1779 ebbe il comando delle Aottc riunite francese e spagn uola che dovevano penetrare nella Manica per rendere possibile il passaggio di on esercito in I nghilterra . Ma l'eq uipaggiamento degli Spagn uoli andò tanto • per le lunghe cbc la fiotta comp ar ve nella Manica t roppo la r<li . Avendo l'op inione pu!.iblica anribuito all 'O. la colpa <lcll'insuccesso, ne l 1 790 egl i lasciò i l servizio cd espatriò .

Orzinuovi. Co mune in prov . d i Brescia, presso la sr. dc li 'Oglio . Sorse intorno ad un castello fondato dai Drcsciani nd u93, per d ifendere il territorio dalle molestie dei Cremonesi, non risultando pii1 sufficiente il casldlo di San G iorgio d i Or:.oivecchi a contene rne le scorrer ie. Nel 1250 i l castello resistette all 'assalto d i Ezzelino da Ro-

sciogun 1-:lideyosci. Vi si trova un arsenale d 'artiglieria , orga11izzaco, verso il 1890, dal maggiore dell 'esercito italiano Pompeo Grillo .

Presa del castello di Osak,i (1615). App:in icne ~Ile lotte interne del Giappone per il possesso del potere cent rale . Due anni dopo la morte cii 1-Iideyosci, leyasu, fattosi 110rninarc

sciogun

dall 'imperato re ,

andò a

investire il

C3.-

stello di O .. difeso da H ideyori, figlio di Hidcyosci. Il castello fu per lungo tempo difeso accan itamente, ma alla fineJ con un sanguinoso combattimento, riuscì a.Ho sciogun.

di espugnarlo . ;1 ridotto (Id castello, u ltimo rifugio dell'assediato, an<lò in fiamme , I-lideyori e la m adre sua.

e

vi

trovarono

fa 1norte

rnano, che te ntò inutilmente pili volte di prende rlo, essendov isi rifug iato un gran numero d i Guel fì suoi ne mici.

Nella prima metà del sec. XIV passò in potere clei Vi sconti e sul principio del s~c. X V i n potere d i Pandolfo Malatesta, sostenuto da i Guelfi lombardi ; nu1 poco do po il conte di Carni,ignola, al .soldo ciel duca di M ilano . cacciò i! Ma latesta dal castello, che tornò ai Viscon li. In stguito divenne dominio della .Repubblica di Venezia alla q uale fu tolto da Gasto ne d i Fo.ix, su l principio del sec. XVI, al tempo della lega di Cambra i. Ristabilita la pace , tornè, in possesso del la Serenissima che lo tenne fino al 1796, quando cadde in mano ai F rancesi . Ne lla campagna del 1799, il càSlcllo d i O., presidia to da guarnigione hanc<:st, dovcltc arrendersi agl i Austriaci. N e l 1828 vennero demolite le mura e furono spianate le profonde e la rghe fosse .

C:irro forrovfario annato fi Osaka»

A11tobli11da1a Osal(a. L'arsenale militare d i Osaka ha costrui to un tipo di autoblindata, che può essere in d ue minuti messa in grado di v iaggiare su bi uario ferroviario.

Tale autoblindata è una derivazione, come t ipo, ,lell a Renault francese e della Vickcrs inglese; pesa 7 tonnellate.

Osci (od Osdu) . Antich iss imi abitanti dell'Italia cer,trale e meridionale, lungo la :inca interna dcli' A ppennino, nel Sannio e nella Campan ia. Sotto la prcssiw1e <iclle i nvasion i e trusche, umbre e sicule, sì suddiv isero in parecchie

tribù, designate dai Romani col nome d i « L atini ». Ad essi pare appa rtenessero i Volsci, g li Egni e g li altri poTorped iniera 2 4 O S

O. S. (T orpediniera 24). N ave clelb man na da guerra italiana. Con R . D . 17 agosto 19r6 fu deco,·ata del la medaglia d'argc11Lo al valo r mj litarc. Osaka. C ittà mar iltirna del G i;ippo ne . Ha un imponente cast.c lln, detto di Taicosama, costruito nel r590 dallo

poli p i,1 antichi. Osel (in estone : Saare111.1a). Isola del Baltico davanti al golfo cli Riga e r impetto ali 'isola di Dagoe. Il suo territorio è piano, tranue qualche coll ina , ba spr,nde alce, molti rivi, stagni cd ampie foreste. Superficie 2618 Krnq ., ab. 40. 000. Ca poi. Arcusburg, su Ila costa meridionale, con un piccolo por to . Il re danese Valdemai-o li la conquistò


OsE

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nel 1221 e vi fece costruire una fortezza di legno. Ermanno d"Osnabruck, vescovo di Riga, nel 1334 vi eresse u,t castello, e l'ultimo vescovo, Giovanni <li Miinchkhausen, 10el. 1559, la vendette alla Danimarca, alla quale appartenne fino al 1615, guancia fu ceduta alla Svezia. C'arlo Xl ne ampliò le [orlifica?:ioni, che poi furono in parte falle

l' inverno, il Gran Maest ro dcli 'Ordine, Burchard <li Orcynlcvcn, con grandi forze passò sul ghiacc io nell'isola (kbbrain 1344), attaccò i trinccrarnenti, li p rese e massacrò 9000 . Estoni, domando la ribellione. Il. Co11quista di Osel (1917). Appa rtiene a lla guer ra Mond iale , e fu operata <lai Tedeschi , con un corpo da

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-

a-=;,.;....- ~ ~ M/ne l"edesche russe .

~

23

Operazioni tedesche contro l' isola d i Os,l [Oesel] (1917). (Dalla Rivisttl Mi/il(1-re Itoli<:mo)

saltare d ai Russi, quando il 15 settembre r710 presero l'isola che fu annessa alla Russia . C-Oi trattati <li pace del 1919 entrò a far parte dell'Estonia.

sbarco di 24.600 u., appoggiato <la 6 dirig ibili, 9-\ idrovolanti e 7 aeroplani, e scortato da una flotta <l: 10 cNaz-

i. Rihclliane di O,el ( ,343-44). Scoppiò su lla fine del 1343 contro i Tedesch i de ll 'Ordine Teutonico: i Tedeschi vennero trucidati o genati in mare, e g li Estoni si fort i~

6 som merg ibili : inoltre molte unità ausiliarie. La flotta cm comandata <lall ' ammir . Schmidt; le truppe dal gencrak von Kathcn . "-'eil ' isola erano 40 0 0 Russi <l i guarnigione, con 47 cannoni d i grosso caEbro e molte l>attcric ant i-

ficarono

cori

un

grande

campo

t ri ncerato.

Sopraggiunto

z.atc,

10 - incrocìatori.

47 cacciato rpediniere e torpe<lilUcre,


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aeree; inoltre forze mobili rilevanti, calco labili a un corpo d'annata, appoggiate da una Rotta agl i o rd ini dell 'arnmir. Bak ir<::v : 3 corazzate, z incrociatori , 12 cacciatorpedir!iere,

3 cannooicrc, 1 posa1nine, alcuni sommergiblli russi e ing lesi. Imprecisato il n umero dei velivoli russi. M a i l mora le delle truppe era g ià scosso dalla Rivoluzione . Le operazioni si iniziarono il r2 o ttobre con lo sbarco nella baia d i Tagga e presso Parnerort. Tre corazzate te• desche, t re trasporti, due cacciato rpediniere rimasero danneggiati, e un cacciatorped iniere, quattro torpcclfriicre e 14 d ragam ine affondati per urto su mine russe. Le t ruppe russe, opposta resistenza allo sbarco, si r itirarono verso Orissar, e quivi resistettero per tre giorni, appoggiati da 11a Rotta, riuscendo però solo in parte a passa re sull 'isola d i Moon. Arenbu rg venne occupata fin dal primo g iorno,

OsL

posaldo d iicnsivo della testa di ponte che proteggeva Gorizia. Interposte, infau i, com tcrano tra il 1n. Sabotino ed il Podgora, le colline d i Oslavia-Pcuma si p restnvano ad una vali-d a d ifesa, sì che per o ltre un anno esse resistettero agli au acchi, insistenti quanto sanglrinosi, de lle truppe ital iane. I primi tentat ivi d i for zare quella soglia gori.ciana furono compiuti dal la 4a d ivis. all'inizio della ra battaglia <lell' Isonzo (23 giugno-7 luglio 19r5), ma i pochi valorosi della brigata Livorno che riuscirono a cacciarsi negti angusti varchi, a stento ap~rri nei robusti reticolati con pinze rngliafili e tubi di gelatina _esp losiva , pagarono cara la loro audacia . N è miglior esito ebbero i tentativi, rinnova li nei giorni successivi. Dur3ntc la 2a battaglia dcll 'Isonzo n on si ebbero, nel settore d i OslaviaPeun1a, che azion i d in1ostra tive ; un attacco a fondo non

e vi furono concen trati i prigionieri catturati nel! 'isola : 20.000

u., con

1.11-

cannoni e

2000

cavall i.

Osimo. Comune in prov . di Ancona, sopra un col le su lla sr. del Musone. Ha origi ni antichissime e si v uole che sia stata fondata dai G reci. Fu munjcipio romano che parteggiò per Giulio Cesare . N d sec. V , era la città princi pale del P iceno. Fu pi1, tardi p resa dai Goti e dentro d i essa Vitige loro re fu assediato dal gcn . bizantino Be lisario, che nel 539, d opo 7 mesi d i resistenza della g11ar-

nigionc1 riusd ad impadronirsi della città, avvelenando l'acqua della fontana principale. ln <1uesto assed io, i Goti adoperarono, a d ifesa, le " macch ine rotali » costituite dalle ruote tolte dai carri con le loro assi, le quali , allineate sulla sommità del colle, fu rono avventate con gra11dc forza contro gl i assedianti g iunti a merà del pend io. Subl pii, tardi i l dominio dei Longoba rdi, poi passò alla Chiesa. Nei sec. Xl! e XIII e bbe lo tte cont inue con _Recanati, Cingoli er! altri paesi delle Marche e fu quasi sempre ghibellina. Nel 1300 fu sotto la signoria dei Guzzo lini ; nel 1400 brevementt d d Malatesta e d i F rancesco Sforza, al qu,,le ulrin10 la città si ribellò vittoriosamente, il 29 agosto J •143. Nel 1486, Buccolino Guzzani si impad ro nì a forza di O, , l'a nn o seguente, dopo un lungo assed\p, doverte cedc:re. h ciuà a Gian Giacomo T rivulzio, capitano del pontefice, clic• t ro compenso di 8 0 00 scudi d'oro. Ritornata definitivamente alla Chiesa, O. non eb be p iù ~to ria pa rticolare .

Osio (come Egidio). Gtnerale, n. e rn . a Milano ( t840i902). Da soldato partecipò alla campagna del 1859, da sotlot. a quella del 1860 g uadagnando a Capua una m~d d i bronzo, e da capitano a q uella del 1866. Da ren. col. d i S. M . fu comandato presso la Casa d i S . M. per l'istru zione m ilitare d i S . A . R. il principe d i N apoli (1881), fu ufficiale d 'ord inanza onorario d i S. M.. i! Re, poi viccgovcr • natore d i S . A . R. i l p rincipe Ereditario ( 1881) e aiu~ante <li ca111po onora rio di S. M. il Re ( 1882) . Raggiunto il g rado d i colonnello, coman • dò il 18° fanteria (1890-1892): Osio Egidio Nd 1892. n1agg. generaleJ com andò la 1 ~ brigata uersa • g lie ri ; promosso ten . gene rale com andò le div is . :nil. di Breicia e d i Milano . Scrisse : « Verona e la linea dell 'Ad ige nella d ifesa della frontiera ». Osl av ia. Frazione del comune d i Gorizia. Di esso e delle alture c irconvicine g li A ustriaci avevano t ato un ca-

Obelisco di Oslal'ia (architetto De Grada)

fu tentato che ne lla seconda fase del la 3" battaglia dell' Isonzo (28 ottobre-4 novembre) ma anche questa volta non fu possibi le aver ragione della salda d ifesa avversaria; tra il 1" cd il 3 novembre la brigata Lombardia, apertosi con bella l<:nacia il passaggio attraverso tre ord ini di reti... cohli, riusciva a penetrare nelle trincee ne m iche, catturan-

dovi J50 p rigionieri , ma doveva, poco dopo, crderc ad un violento contrattacco avv-crsario . Una second..1 volta le trincee e le distrutte case del v illaggio furono espugnate, il mattino del 12 novem bre (4° battaglia ddl 'Isonzo) dalle truppe della 1 , ~ d ivis. (brigate Ancona <' Lombard ia); ancht questa volta la conquista non potè essere mantenuta. Dopo altri tre g iorni di lotta fierissima, il mattino del 2 0 novembre, sia l'abitato di O . che la contigua quota 188 cadevano in nostro possesso. Le rovjne del paese, contrattaccate co n .sem pre 1naggior po tenza, vcnirono riperdute,

ma la quota r88 r imaneva a no i; il 27 novembre, alfine, dopo nuova duriss ima lotta, la 4" e la Ila d ivis . st rapp avano al nemico tutto il terreno tra O. e la quota ,B8, compresa la « selletta » tra il paese e la quota, che ci era costata tanti cruen ti saçrifici.


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Alla perdita di O. però il nemico non volle adattar.i, e la sera del J 4 gennaio 1916, ingenti forze avversar ie, dopo violento h1·.:ico di artiglieria, attaccavano le nostre posizioni. Respinto un primo attacco, un altro, più deciso, ven iva sferrato dopo due ore. O. e la selle1ta p iegavano sotto l ' urto nemico; la fronte q. 188-fondo \"al Peurnica, invece, potè resistere . I./ ua e l<l 27v. divis., fatti accorrere prontamente rinforz.i, li lanciarono pi/1 volte al con trattacco e dopo n1ischia accan iti5sima, le sconvollc trincee d i O. e de lla selletta furono riconguistate. Nel pomeriggio del 24 genna io, profittando d i una fitta nebbia, il nem ico rinnovava l'atta.eco, pene trando tra Oslavi~ e la quota r88; sopraffatta la d ifesa sulla selletrn, dilagava 9uindi sulle ali e le avvo lgeva. Successi,·i nostri contrat tacchi riescivano a riprendere ancora. parte delle posizioni , ma, non essendosi potuto rioccupare la quota 188, i nostri ripiegawno nelle trincee d i partenza nell'offensiva dc!Lwtu_nno 1~15 . Nuovo tri':iuto d i sangue fu dato dalle nost:-e fanterie, -dura nte !a 5a battaglia <lell ' [sonzo (rt•3r m arzo 1~16). Le brigate Granatieri e Lombardia, attaccate dag1: ,\u~t(ja.;i1 dopo un primo indiei-reggiamento respingçvauo 1: nemico, infliggendogli perdite notevolissime : le ins:rng11inare posizioni della « Madonnina » e del ,, Lenznolo bianco», davan ti a O. , rimasero coperte d i cad.w eri . Con la battaglia cl, Gorizia (V .), alfi ne (6-17 agosto r91l,', la vittoria ci ar rise anche in questo, che fu uno dei più tormernati e sangu inosi setlori della nostra fron te .

Oslo (già Cristiania, fino al 1924). Capitale della ~orvcgia. Cominciò ad essere no1ninata nel la storia nel se~ colo XI e fu fondata <lai re H ;,rold Haardrade tra il 1047 cd il !052, eretta intorno alla fortezza che quel re fece fabbrica re su lla riva sr. dell'Akershus, d i fronte alla Danimarca, per tener d'occhio gli Svedesi ed i Danesi. Un poco alla volta s'i ngrandì e divenne c ittà, e Haakon il Vecchio, che regnò dal 1 20-f al 1263, vi stabilì la residenza reale. Punro strategico importante ali .incrocio delle principali st rade che univan ~ la Norveg ia, la Svezia e la Danirnarca , O. d ivenne necessariamente la posta di tutte le partite nelle quali erano in lotta i tre regni scand inavi . In essa e intorno a<l essa s i svo lsero è risolsero tutte le g uerre civili tra pr incipi della famig lia reale o rivolte dei grand i vassalli, quasi scnz:< imcrruzione per più d i due secoli; la città fu molte volte presa d 'assalto, devastata e incend iata. Nel 1137 fu saccheggiata dal re di Danimarca ; nel 1161, il giovane re di Norvegia, Jngc, vi fu sconfi tto dal suo parente Haakon . li re Svcrrc vi r esistette ai sudditi sollevatisi e nel 1197 rCs[Jinse l 'esercito dei feudali e dei contadin,; nel r240, Haakon il Vecch io mise in fuga, nelle vicinanze d i O ., il vassallo r ibelle Sku!c e consolidò il suo potere . Nel 1290, la città fu presa d ue volte e saccheggiara dai ribelli norvegesi; nel 1310, gli Svedesi se ne impadroniscono, ma non riescono ad · t:spu g nare la ci ttadelfa d i ,\J<ershus. Quando, alla fine del see. XIV, Norvegia, Svezia e Danimarca formaro no l 'Unione detta d i Calm ar, O. fu considerat a come la capitale dei regni un iti, ma ben presto la sua fortuna decl inò con quella del)a Unione . Al p rincipio del scc. XVI, fu ancora teatro di continue lotte, d i assed,, incendi e devastazioni. Nel 1523, gli Svedesi la presero radendola al suolo; nel 1567, F ederico la fece incendiare da i soldati norvegesi. Ricostruita da re C ri.stiano VI, con pianta completamente nuova fuori dei suoi antichi l imiti, su.Ila riva d r. del!' Akershus, prese nome d i C ristiania. N el l716_, quando Carlo XII volle conquistare la Norveg ia, [u n uovamente presa dagli Svedesi, i

quali però dovettero tosto ritirarsi. Da allora, la capiulc norvegese ebbe un tranqu illo sv iluppo. Vi fu firmalo ;J lriHtato d i integrità ddla Non•egùt (V .).

Osma (lat. Uxama) . Citd della Spagna, nclh vecchia Castiglia, alla connnenz;, della Tejacb e cle!l 'Uccro. Dur ante la g uerra d i Pompeo nella Spagna [u una d elle città piì, fedeli a Serrorio, e dopo l'uccisione del condottiero sub) un lungo assed io , finchè ridotta alla estrema penuria dei viveri, dovette atrcndcrsi alle truppe d i Pompeo. Osman-Pascià, Ammi raglio turw ( 1785-186o). Divc:nuto con tramrnir. nel 1847, nella guerra contro la Russia, comandò la no tta del mar Nero (1854): sconfiuo e prigioniero, venne liberato alla conciusione della pace cd il sultano lo nominò diretto re dell 'arsenale di Smirne:,

Osma.n-Pa,-eùì. Generale turco (1837-1900). E ntrato in ser, vizio nel 1853 partecipò nel 1867 ad una spedizione ~ Creta, divenendo colonnello, ed alb guerra contro 1a Serbia del 1876. Si d istinse nella g uerra contro la Russia difendendo Plewna e rim anendo ferito e p rig ioniero (t8i/\). Dopo la pace e bbe il compito di ricostituire l'esercito turco, e poi d ivenne m inistro della g uerra. All 'epoca della guerra greco-turca (1897) ebbe il comando generale dell'esercito turco.

Cen. Osman pascià

Osman Digma

Osman Digma. Capo , h Dervisci, m . a Uadi Haifa nel 1926, jn età di J02 anni. Lo ttò per r5 anni contro g li Inglesi, tenendo resta ai loro n1ig liori g-enerali con incessante g uerriglia, fino alla battaglia d i Ondurman , d0po la quale venne confinato a Uadi H aifa. h 1 il successore del Mahdi dopo di esserne stato i l luogotenente.

Osmani é (Ordine del/'). Ordine cavalleresco della Turchia, fondato da Abd ul Aziz nel 1862, prima con t re poi con quatt ro classi, per gli indigeni e g li stranieri. F u soppresso dopo la g uerra Mondiale . Osmont (Augu.cto Adolfo). Generale francese (1818-1895). Sottot. nel 1838, raggiu nse il grado d i generale di d ivis. nel 1B7r. Prese L'ordine dell'Osmanié parte alla spedizione d i Roma ed alla g uerra di C rimea. Poi fo in Siria e più tardi in Africa. Durante la spedizio ne de l Messico fu incaricato d all 'impen uorc Massimiliano delle funzioni di m inist ro della guerra . Nella guerra del 1870-71 fu presente ai combattimenti svoltisi sotto Metz, e vi rimase ferito e prigioniero. R itornato di prigionia, ebbe il comando della prov . d i Ora no, po, quello d i Algeri e nel 1883 an dò a riposo.


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Osnabri.lck. V. Wcst/11/ia . Osoaviachim (Auociazione vo/o,uaria per lo sviluppo de/l'aviazione e deliu c/11nttet1) . lslituzionc della Russia dei Sovjcti, raccogliente n1ilioni di iscritti. suol scopi sono molteplici. L' O. svolge attiv ità in<lustriak, cosu·ucndo aerodromi e fornendo velivoli allA Aotta aerea della Russia. Si è o rganizzata per la <l ifesa antiaerea dei centri abitati e per la d ifesa antigas delle popolazio ni . Ha creato istituti per la d ifesa antigas e per lo stud io del diriuo aereo, m !r.:intlu al progresso nel la Lccnica de11 'avja . z ione e della ch imica. Ha creato m ig liaia d i centri di istruzione, con biblio teche, ed ha Oltcnuto ore d'inscgnamenl'o nelle scuo le di secondo gmdo . Svolge grande allività ed itoriale, con d iffusione cli mi lioni di opuscol i. Nel campo sportivo, incoraggia il volo senza motore e bandisce concorsi per vel ivoli. infine , sul terreno civiJc, si occupa de11a lotta chim ica contro k arvicole e !e caval lctce, avendo bonificato da esse centinaia d i mig liaia d i ettari d i terreno .

Oso

venez.ianc avan::-..ù1 e gli Imperiali levarono 1·asscdio,. rna il Savorgnano inseguì e battè i fuggenti, t:atturando loro otto grossi cannoni. Venezia lo premiò creandolo signore d 'Osoppo e conte di Belgrado. Il. Assedio di Osoppo (1848). Appartiene al!a prima g uerra per l 'ln<l ipendenza d 'Italia. Sul fa,ire del mese di apr ile, il forte di Osopro era difeso da volontari della Carnia e del Friu li e da una cp. di. m ilitari già appartenen ti al regg . austriaco cc Ferdinando d'Este)> , pass~fi sono la d ipendenza dei Governi provvisori , allorchè l 'eser-

Osoppo. Comune del Veneto, in prov. d i Udine, sulb sr. del Tagliamento, costruito a; pied i d i una col lina rocciosa isolata, che bagna i liane!, i scoscesi sul fiume e sbarra la strada Pontcbbana , dcvi,nclosi a 150 m. sulla pian ura. Fu detto in antico " sasso d 'Osoppo » e dette rifugio sicuro

agli abira nti della regione durante le invas ioni bar-

bariche. La fortezza naturale del luogo venne resa formi~labile da lle o pere eh~ fìn da antichi tempi vi furono cos truite. Nel 1314, per opera dei s,-·orgnano, vi fu costruito un robusto castello. Ne l 14 t 2 i l r e Sigismondo d'Un gheria lo assediò, e lo ebbe solo per t radimento. Venezia vi fece cost ruire nuove opere d.i fortificazione verso il 1638. Nel 1797 fu occupato d ai Francesi ciel Bu011aparcc, e più tardi questi fece eseguire n uovi lavori d i a fforzamento. La fortezza fu assediata invano dagli Austriaci nel 1809 e nel 1813.

I. Assedio di Osoppo ( t514) . Fu posto dagli Imperial i il 13 febbraio, agl i o rdin i del F rangipane : 2500 lanzichenecch i1 500 umnini d'annt, e 1n olt i .soldati ,d i ventura, con nu merose artiglierie. Alla d ifesa stava Girolamo Savorgnano, con 7 0 0 u. solamente. JI Frangipane bom bardò energicamente il castello, demolendone le mura esterne in parte . Diede quindi, il 19, un assa lto ge nera le, ma venne san guinosamente respinto. Il 30 mar?'.O l' Alviano con trnppe

I

d Bandiera dei difensori d i Osoppo (184-8)

cito austriaco aveva abbandonJtO il Veneto. Complcssivan1cnte era.no 450 uomini circa, 25 cannoni, 2 obici , 8 mo rrni, al comando del modenese Licurgo Zannini e del veneto Leonardo Anclervolti. I .a colonna che il gener ale Nugent aveva mandato in Val Pusteria, per sorvegliare la sicurezz.a de lla strada del!' Alemagna, dopo aver superata la tenace resistenza dei mont anari alla Ponte bba, il 27 aprile si [razionò: parte fu avviata ad U d ine e Saci le, un bgl. di croati con mezzo sgclr. di Ussari, due pezzi d 'artiglieria e mezza cp. d i r acchette, sì :ìccamparono nelle ad iacenze d i Ortegna, per cost ringere alla resa il forte di Osoppo. Furono colloca ti alcuni canno ni sulle tre strade che dal p iano friulano convergono verso la bor~ata cli Osoppo. Ta le provvedimento costrinse gli Austriaci a ,lesistcrc dal! 'idea di un attacco cli viva forza e ad intraprcn<lcre un paziente blocco, finchè non fossero giunti mezzi sufficienti per fiaccare la resisre11za <lei d ifensori. Le truppe

La for tezza di Osoppo nel 1848


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ausrriache , tra il 29 e 30 apr ile, furono rinforzate d al 2° bgl. del regg. l lrabowsky, e da clue cp. e mezza di Lan<lwchr del regg. « Prolraska "· Gli scontri non furono mo lti : sG1n1bi di cannon3te, ten tativi i.solati pc:r forza re il blocco; q ualche razzia di bestiame, spinto appositamente a \JOrtata dei d ifensori da mano benevola, sortite fatte, soprattutto, per difende re i l ca nale che faceva muovere il moli no. A llorchè cadde Palmanova, i! comandante ddle truppe austriache, i l 26 giugno, ln timò Ja n:~a una se~

dei feriti, situato in luogo appartato, lontano dal pretorio. Era alle d ipenden7.e del prefetto del campo e b vigilanza sopra di esso veniva afFidarn a un tribuno . Ma piuttosto t hc come ospedale od ospedaletto da ca mpo nel senso nostro, deve essere considerato com.e una infermeria o posto cl i medicazione. Le cit~~ioui degli sto rici in rapporto a soccorso a feriti o malati nel tempo del basso impero, o per mezzo degli Ordini cavallereschi nel tempo delle Crociate, o ricordanti ospizi nell'evo moderno, op\Jure « ospedali » come nell'assedio d i An-.ie ns nel 1597, o i provvedimenti in propos ito del cardinale d i Richelieu, hanno CMatterc di " ambulanze », più che d i ospedali . .'\nche in F ranci(I, succe~sivaTY1cntc,

i mi!ita ri bisognosi di cure

mcd ,chc o chirurgid ,c ven ivano affidat i agl i ospedali civili. Bisogna venire all 'cpoca napoleonica fJCr Lrova rc i prim i ver i e propri ospedal i te rritoria li permanen ti, creati

I.a rneda.g lfa creata df1ll'Andervolti a Osoppo

cond a volta (la prima iutimazionc avvenne il 12 maggio), ma ne ebbe per risposta da q uei ditensor ì che « essi volevano co nservare incontam inato <1uel posto alb. g lò ria ita-

liana ; poco im portando ad essi le capitolazioni di T reviso , Vicenza, Padova ed infine della fortezza di Palmanova » . E la bandiera tr icolore continuò a sventolare sul forte . Era un gra nde stendardo, avente nel fondo bianco uno scud o con le ann i piemontesi, contornato dal biscione di Milano e dal leone di S. Marco, emblema di un regno subalpino risultante d all 'unione del Lombardo-Veneto col Piemonte , sotto lo scettro di Re C ar lo Alberto. Ma i! bloc~o si face va semp re p iù serrato e<l ogni via <li uscita era accuratamente guardata . Verso la fine d i settembre il comando .austriaco, ricevuti rinfo rzi! dccist: di assaltare i l forte, con-

<:cn trand ovi l'azione di u na dicc ina di cp. di fucilieri con una htr. leggera, una d i racchette, 4 mortai da 30 libbre, un d istaccamènto del genio e rnczzo sqdr. di drag oni. Dirigeva le operazioni il ten. col. Von der N ull, fiamm ingo di nascita. li r 0 ottobre , circa alle ore 3, s 'iniziò il bom barda mento del forte e del paese sottosta,1te . Il bombardatr1ento continuò ad intervalli nei giorni successivi . Nel la notte su l 7, alcune pattuglie austr i:,che tentarono d i sorprendere il paese e furono ricacciate, ma nella notte sul-

dal la rivoluzione francese e conservati da Napoleone I. l)evonsi invece assegnare al tipo ambulanze i provved imenti adottati da Federico Guglie lmo in Prussia nel 1787, per quanw il servii.io, dota to di carri per il trasporto, sta stato d enominaco : ospedal i da campo. In Ita lia, si risale a lle istituzioni sanitarie m ilitari del Vecchio Piem;,nte, e propr iamente all 'epoca della reggenza di Maria Cristina. Nell'anno 1644 vennero stip ulati contratti per l'impianto ed il mant,,ni•nenro di piccole infermerie presid iarie, nelle g uaii b cura degl'i nf.erm i era disimpegnata da n1edìc i nomlnati a Lalc ufficio con pacenri d ucali. Successivamente, sotto i) reg no di Carlo Emanuele 11, la cura dei soldati am malati fu definit ivamente affidata in ogni guarnigione a medici ed a chirurghi civili, appositamente stipendiati; in ogni presidio i l Comune dest inava una casa cl.a serv ire come ospedak, il cui funzion~mento era d ato in appalto a privati. Vi ttorio Amedeo II costituì per i! tem po d ì g uer ra, ver so il 17 00, Speda/i 110/anti, a w i erano hddetri : un direttore, un com m issario, d ue medici, due praticanti, due chirurg hi, sei

<~ frate rs )1 ,

sei

confessori , un capo speziale con due giovani, ed u~ cuoco

1'8, un nuovo renf;itivo riuscì ed il ~illaggio fu inccn.p

,cl iato e saccheggiato. G li abitanti cercarono r ifugio ad forte; g li Austriaci non poterono però mantenere l'occupazione del paese. Tuttavia, per l 'angoscia destata per l 'incendio cd il saccheggio, parve agli abitanti che fosse giunto il momen to d i por re fine alla lunga resistenza . Il parroco, don Pasquale della Stua, che fino allora aveva sempre animato i compaesani n soste ne re b. difesa , ora, co! co nsenso dello Zannin i, trattò la resa della borgata . Dopo tale avven imento 1 dace le rclaziori i <l 'interessj e di scntin1cnto tra la guarnig:ionc del forte e la popolazione del la borgata, la resistenza dd forte pore1·a considerarsi ormai finita . E lo Zannin i si risolvette a rrattare la resa: il prode pre.,id io, il 14 ottobre, usd dal forte con I·onore del le arm i. Per mie « strenua difesa, sosten uta d al presidio e dal!a p opolazione contro forte e tenace nem ico,,, la citti di Osoppo fu decorata della medaglia d'oro al valor militare con R. decreto d el 9 agosto 1698. Il forte venne d ichiarnto monumemo n azio11alc. Ospedal e M ilita~ . [ Romani avevano j\ Vall'lw linel loro accampflmento, per la cura dei malati e

n arJo

Ospedale militare (epoca napoleonica)

con due garLoni; i ,< fraters » disi1r1pegnavano il serviz io

cli infer miere e di barbiere . A le uni stabi limenti interni dello S taro venivano anche ad ibiti, durante le guerre , a servizio d i ospedale . In tempo di pace funzionava in ogni \Jrcsid io un ospcdaletto m ilitare cd in alcune città i soldati infermi erano r icovera ti r ncgli ospedali civili . Sotto i l r egno d i Carlo Emanuele lfl vennero istitu it i gl i Sper/11/i reali, che erano al sol ito dati in appalto per la cura clei soldati infermi. Vittorio Amedeo III nel 1777 e mise un 'or-


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dinanza co lla quale d ispose che cessasse la promiscuità degli ammalati nei letti dtgli ospedali, concedendo ad ogn\lno un !etto con materasso; solo 11er g li ospedali d i guerra fu m antertuto il letto a due. Durante i l regno d i Vittorio Emanuele I ·vennero istituiti gli Ospedali reggimentali, corr ispondenti alle inferm::ric d i corpo attualmente .in uso nel nostro Esercito. Da Carlo Alberto nel r831 furono, i n sost ituzione delle infermerie reggimentali, istituiti gli Osp,·dali militai-i divisio11ali; ed ~nche og gi , in base all'attuale ord inamento dei serv izi san itar i in pace, gli ospedali sono organicamente d ivisionali; però alcune dvis , invece di un ospedale hanno una infermeria p rcsidiaria. Essi erano una volta d istinti in ospedali ·p rincipali e secondari , essendo i p rim i in sede di comando d i C. d'A. e g li a ltri in sede d i comando d i d ivis. Tale distinzione è stata oggi abolita; però le caratter istiche differenziali persistono tutto ra ,

conservando gli cx ospedali principali una organizzazione più con,ple ta e più con1plessa, con un n1aggior nume ro

di ufficial i medici, dei quali molti specializzati , donde una superiori tà tecnica, la quale del resto è ben ricono-

sciuta, poichè agli ospedali mi li t . in sede d i comando d i <livis , è concesso di

usufruire., in caso d i necessità, dell'opera degli specia listi che prestano servizio presso quelli i n sede di comaudo di corpo cl 'armata. Le funzioni deg li O . mii. sono soltanto di ricovero e <l1 cura, ma comprendono altresì l 'im po rtante ser-

Osp

profilattici, i l servizio d i vigil anza e d i guard ia, ccc. f. 'organizzazione di ciascun reparto degli ammalati è esscr\Zialmcnte simile a quella degli ospedali civi li, Ogni reparto è d iretto d a un ufficiale medico, capo-reparto, il quale a,-

tende person:::1lmcnte al servizio clinico, vjgila sulla igiene.:,. la nettezza e l'ordine dei locali , sulla d iscip lina degli ammalati e del personale, sulla conservazio ne del materiale in consegna, ccc. ed è coadiuvato da uno o più ufficiali medici assistenti .

Prima della g rande g uerra (1915-1918) vigeva neg li ospedali militari i l Reg ist ro nosologico, in duplice copia, di cui una per i giorn i pa ri c<l un 'altra per j giorni d ispari; durante la g uerra venne ad o ttata la Cartell a clinica, tenuto COJlt0 della frequenza dei trasfer iment i <lei malati e feriti da un ospedale ad u n altro. Dopo la g uerra si ritornò all'uso del Registro nosologico, ma nel l9:1.8 ve nne definit ivamente ado ttata la Cartella clinica, sulla quale vien riportata la storia cl inica con l'anamnesi e l'esame obbiettivo, nonchè il d iario clinico, colla temperatura e<l il polso , le prescrizioni alimentari e terapeutiche; sulla Cartel la vengono riportate an 1 che le notizie incre nti alle vaccjna.z io ni, agli eventuali'

esam i spec iali, rad iologico, batreriologico, ecc. Le razioni :tlirncntari, or• d inate dal capo-reparto in base al!a tabella didetica sr.a• bi li1a dal regolamen to, vc11g0no t1·a-

scriuc su uno strllcio che vien portato alla s11ora addetta alla cucina ,·iz io 1ned ico-Jcgalc . degli arnrnalati . Il In essi vengono capo• reparro deve ricoverati tulti coOspedaletto da campo italiano (guerra mondiale) preparare i certifiloro che appartencat i di proposta d, gono a lle forze armate, nonchè operai civili del!'eserlicenza d i convalescenza, compilare le proposte d i r as• cito, impiegati civili dell'amminist razione della Guerra segna, la scheda delle operazioni chirurgiche (nei rein attività di servizio,- cd infine anche i civi li estr~nci, parti d i chirurgia), la schnla nosologica per ogni ameventua lmente colp iti d a grave m alore o feriti, con urgente n,alato che esce, il rapportino g iornaliero del movibisogno di ricovero. D irettore ne è un colonnello o un mento del reparto, la denuncia delle malattie infettive ten. colon nello medico anz iano ; egli d ipende tecnicamente cd infine fare la pa rtecipazione d i stato grave per le fae d isciplinarmente d al d iretto re d i Sanità di C. d'A., nonmiglie degli ammalati che sono in p ericolo d i vita. A sechè dalla Direzio ne Generale di Sanità Mil itare, ,. per la conda del vario genere di malattia dei pazienti, i reparti parte d isciplinare dipende anche dal comandante <lclla si d ist ing uono in quelli d i medicina, d i chirurgia, d 'isod ivis., d i cui è il consu lente tecnico. ·u d irettore dell 'ospelamento per malattie in fettive, ccc. Le funzioni medicodale ha, quali coll aboratori d irett i, un segretario , che è legali son disim pegnate dal reparto osservazione e dal reun ufficiale ruedjco superiore, ed un aiutarne n1agg iore, parto <li accertamento d iagnostico d ella tu bercolosi (V , Osche ha il g rn<io d i capitano medico . La funzione ammini servazione e Tubercolosi). strativa v iene disin1pèg nara da un gestore, il quale è I gabinetti per indagini cliniche sono intimamente lel'ufficiale medico pii, anziano dopo il d irettore cd ha gati ai reparti di cu ra, vengono diretti d a ufficiali medici alla sua d ipendenza l'ufficio d' amministrazione, d i cui specializzati e comprendono : un bborator io per ricerche fanno parte un ufficiale s uperio re dj arnmjnistraz?one , tH'l chim iche e microscopiche (ricerche batter iologiche, sierolocapitano direttore dei conti cd alt ri ufficiali subalterni. g ic he, ematologiche, ecc .), gabinetto per indag ini radioI vari servizi irnerni riguardano quello cl inico degl 'inlogiche, gabinetto per indagini elettro -d iagnost iche e per ferm i che eotrano in ospeda le per essere curati ovvero sota pplicaz ioni elettro-terapiche, ed in fine sala d i dissezione. to posti a~I osservazione per eventuali provvedimenti m e La F arm.acia i: diretta da un ufliciale superiore farmacista dico-legali (Reparti degli amma lati), le indagin i d i laboo <la un capitano farmacista, coadiuvato da uno o pii\ ratorio (Gabinetti), le somministrazioni farmaceutiche (Farufficiali in sotlordine. Dei Magazzini è consegnatario un macia), !"alimentazione degli a1nn1alati (Dispensa e c ucina), ufliciak (ufficiale d i magazzino), che ba alla sua dipenla custodia dei ma teriali (Magazzini), i servizi igienici e denza ufficiali e sotrullic ial i, nonchè suore per i l g uarda-

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roba: si hanno magazzini per le suppellettili e arredi, per la biancheria, per il materiale sanitario di guerra, per 1'equ ipaggiamento individuale di guerra, ccc. Io ogni O. vengono applicate le usuali norme igieniche: sor veglianza dei generi alimentari, pulizia del le persor1e e degl 'indumenti, imbianchimento periodico dei locali, pulizia e disinfezione delle latrine, asportazione e distruzione dei rifiuti, ecc . Esiste uno stabilin,cnto per bagni e per disinfezione, con stufe, ccc. Il servizio di vigilanza è disi mpegnato a torno da un ufficiale medico, il quale deve vigilare su tutto il servizio interno de ll 'ospedale. Servizio molto importante è inoltre q uello della guardia medica, disimpegnato a turno da ufficiali medici subalterni assistenti del l 'osp~'<:lale, nonchè dagli u fficia.li medici subalterni dei corpi del presid io; se i subalterni medici sono d ue soli, anche i capitan i entrano jn turno ne l servizio d i guardia,

che dura 24 ore. L 'u fficiale medico di guard ia è alla d iretta d ipendenza dell 'uffìcia le medico d i vigilanza, ha funzioni disciplinari e tecn iche, invigila pure sulla cucina e sui generi alimentari introdotti nell 'ospe<lale . Per i prov-

ufficiale di ammrn1strazionc, di un ufficiale farmacista, di un cappellano e d i 54 uomini di truppa, compresi· 2 sergen ti. Il n1éllerialc assegnato agl i O. da carnpo è costituito di 213 colli del peso complessivo di So q uintali: i colli hanno un doppio numero, uno del l' O. <la campo, che è progressivo rispetto agli altri ospedali , cd uno pro-

gressivo rispetto ai colli . In pili vi sono coJli senza numero, riguardanti la stufa Giannolli, un letto chiruri;ico, stufe, fornelli a petrolio, ecc. , che pesano altri 10 q uintali, donde un peso comp lessivo di yo c1uintali. Un p;ccolo fascicolo porta l'elenco alfabetico <lei materiali, il loro peso ed il numero corrispondente, nonchè le istruzioni per il carico. Gli O . da campo hanno tutto quello che occorre per il fun>.ionamctito di un osi,edale (strumenti chirurgici,

materiale di med icatura, 1nedicinn1i, viveri, letti, cmnod ini, biancheri a, stoviglie, ecc.) . Hanno inoltre le tende da ricovero, delle quali 3 aventi le d imensioni di 9 x Il ed una di · m .

10 x ro,

nonchè una tenda di rne<licazione n10•

_de lln 19y, attrezzala i n modo da da re sufficiente gar:inzi.1 per la esecuzior1c <li interventi chirurgici ; essa è divisa in

Ospedale italiano 015 1 in I\IIac.edoni., (guerra 1nondiale)

ve<limenti medico-lega li, oltre il reparto Osservazione, fun -

zionano altri organi cioè: una Com1nissione n1c<lica ospe• i

dalicra permanente, una C01nn1issione n1cc.hca di rassegna ed infine Collegi medici eventuali . Le l n(ermcric presidiarie sono d irette da un u fficiale n1cdico superiore, coad iuYato da u n cap itano medicol e funz ionano co1ne O . n1il. senza però avere un'autonomia vera e propria, essendo am ministrate cornc distaccamenti

d i ospedale. Il d irettore d ipende d iscipiinarmcnte <lai comand ante di presidio e tecnicamente dal d irettore di Sanità d i C . d'A. li d irettore d i un ' infermeria p residiaria non può mai prendere decisioni medico -legali, le quali spettano al d irettore dell' O. mii., da cui essa d ipende. In guerra ve ngono impiantati g li O.rpcdali da campo, che sono formazion i sanitarie mobili destinate al r icovero ed alla cura dei feriti e m alati . Essi sono assegnati ai Corpi d i Armata ed alle Armate . Un tempo erano destinati a. prestar serviz io in prima linea q uattro tipi di ospedali da campo: da 200 letti, da 100 letti, da 50 letti carreggiabile e da 50 letti someggiabile; gli ospedali da 50 letr; andavano sotto il nome d i Ospeda/e11i da campo . Oggi invece è adottato nell 'Esercito iraliai10 un t ipo unico d i O. da campo, il q uale consta d i 50 letti . Il personale è composto di 4 ufficiali med ici, dei quali uno d irettore, capitano o maggiore medico, e gli altri t re subalterni, d i un

due pa rti. di cui una , ,11nitcnda, serve per la sosta del fc. rito, e l'altra parte funziona da sala cli medicazione. È prescritto che i 2/ 3 degli ospedal i da campo, destinati ai C. d'A. , abbiano carattere chiru1g ico, 1/ 3 carattere med ico, d i cui uno funzio na come ospedale d ' isolamento per malattie infettive. Per gli O. d 'ann ara è consentita una specialjzzazio ne più 111inuta ; in essi i feriti ricevono c ure complete, poichè, essendo raramente ohhl.i gati a spostarsi , possono impiantarsi i n locali ampi sul posto (caserme, scuole, convitti, ccc.), raggiungendo una forza d i 500-1000 letti, per cui ricevono in tal caso la necessaria <lo-t azi0ne dal magaz?.ino sanitario d'annata . Per jl funzionamento del servizio inter no sussis tono le stesse modalità degli O. mii .

del tempo di pace; in più vanno compilate le dichiara-

zioni di ricevuta no,ninativa dei fr:riri t.: ma!ali provenienti clalle sezioni d i sanità, gli atti d i morte, a! cui r egistro provvede l'ufficiale d i amministrazione, ed ;J d iario storico, r iguardamc i fatti piL1 impor tanti verificatisi ncl!'ospecb!e . [n caso di ritirata: se c'è il tempo, si provvede allo sgnn\. bero complero dei feriti e mala ti, del J:Ì-:rsonalc e del ma teriale; se non è possibile uno sgombero

totale. riinanc

insieme coi fer iti e malati g ravi il personale strettamente necessario , compreso un med ico, sotto la protezione della Convenzione di Ginevra. Sono da mcnzio11arc inoltre gJi O. di tappa, che vengono impiantati !ungo la linea di


Osp

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tappa, e gli O. di guerra delle Associazioni del b Croce Rossa I taliana e dd Sovrano Ord ine Militare, cl i Malta. [n finc ricorderemo che d urante la guerra nell'interno dd paese quasi tutti gli ospedali civili funzionarono con adatti

reparti come ospedali arretrati di riscrva e così infermerie 1

create o rese efficienti per necessità d i cose. (V . anche Medicina Miìitare, Sanità , Treno Ospedale) .

Oss

primavera dc] 1809. Le truppe riel principe Eugen io erano assai sparse nella regione veneta , co n ckn1enti di copertura verso gli sbocchi mor1 t~ni, quando il 9 a prile 1·,rcid uca Giovanni not ificava imp rovvisame nte la d ichiarazione di g uerra , in iziando senz'altro l'avanzata. Il mattino stesso del IO il posto ,ivanzato francese di Chiusaforte in Va l d i Fdla era sorpreso e circu ito. Accorse subito da Osopp(J il generale Ilroussier, comandante della 2• d ivis ., con la maggior parte delle sue fo rz.c e all 'al ba dell'IT prese po sizione a O. , sulle pendici che dominano la rot,bile della Carnia e il corso del Tagliamento . Verso le 8 gli Austr iaci sboccarono con forze soverchianti dalla stretta d i Vengone e attaccarono viv acemente. L'azione s i protrasse v::1.rie ore, data la salda resistenza dei Francesi, favorita dal terreno ;

Ospedale m obile « Città di Milano :& a Q uisca

Ospedale Milita,·e ,V/arilli1no . Luogo d i ricovero e d i c ura per militari della R. MarÌJ1a . Attualmente ve ne sono cinque, sudd ivisi in P rincipali (La Spezia, T rento, Venezia) e Secondari (Po la e La Maddalena) . Date le nuove concezioni sugli ord inamenti dei va ri Corpi militari , questi ospedali hanno perduto la « particolarità » di ricoverare e curare solo persona!e del la R. M. ma accolgono, emano e adottano provvedimenti medico-legali per tlltti i_ co rpi armati dello Srnro . Tale reciprocità con gli ospedali dd R. E . per il personale della R. Marina ha pe r scopo <li eli'rninare i dupl icati d i O. m ii. che p rima esistevano in una stessa sede, per cui a Venezia per es. è rimasr.:, l'ospedale della R. Marina e · si è abolito quello dell 'Esercito, mentre a Napoli si è abolito quello della Marina ed è rim asto quello del l'Esercito. Gli O . principali, e quello secondario d i P ola, sono d iretti da un colonnello medico : quello de La Maddalena un ten . colon nello . I Tanno specia li repart i per ufficiali, ~ottuflìciali e militari cl i truppa, e reparti speciali a seconda della natura delle malattie. Sono forniti cli ampie dotazioni per le spcci:t'ità, a lla cui d irezione sono p re posti ufficiali che hanno freq uentato corsi di specializzazione nelle RR. Università del Re.g no. {V. anche Nave Ospedale).

da

Ospedaletto. Fraz. in comune d i Genova, prov. di Udine. Combattimento di Ospedt1/.etlo . Episod io iniziale della ripresa di ostil ità fra Austriaci e F rancesi in Italia nel la

ma verso le 15 g iunse dal principe Eugenio l'ordine di ripiegare a va ll'e, riparando sulla dr . del Tag liamento per Dignano. Trop po seriame nte impegnato per poter eseguire l'ord ine senza pericolo, il gen . B,,n.rssier r ipiegò lcmamente ma ntenendo sernpre in rispetto il nemico e si so stenne sull a sr. del fiume per coprire il passaggio d i Dignano, dopo di che, a notte, cessò l'jncgu~lc combattimento, che valse a dar tempo al le iarcdisposizioni necessarie • conte11erc l 'irruzionc austri aca ncll 'alto F riuli . Il generale francese, rotto q uindi il ponte cii D ig nano, si ritirò sulla L ivcnza. Le perd ite degli Austriaci ammo ntarono ad oltre 1200 uomini; alquanto inferiori furon quelle dei Francesi. In questo combattimen to si d istinse I '84° regg. fanteria, comandato dal cohnnello Gambini e composro in g randissima parte d i Toscani e d i Romani : secondo !o Zanoli, anche d i P armensi. U n altro piccolo scontr(J avvenne a O. nell 'ottobre 1813, fra la brigata del gen. Sou lier, apparte nente all'esercito d ' Italia, e truppe austriach,· agli ord ini dei geri. Mayer e Veksey. La brigata, cacciata dalle sue posizioni, riparò a Osoppo.

Ospedalieri. V. Malta (Ordine di). Ospizio Militare. Fondato a _ Parigi dal re Enrico l \' nel 1606, allo scopo d i raccogliere e alloggiare e nutrire gl i ufficiali e soldati mutilati e poveri . Durò solo un anno. Altro ospizio fu creato nel 1634 a Bic~tre e d urò sino al 1657. Ossa. Monte della T essaglia, nella Crecia. l31111aglit1 del Monte Ossa (17 r a . C .) . Importante fatto d 'armc della seconda guerra macedo nica ; fu combattuto tra i R01nani uniti a vari loro alleali, e Perseo re di Y.accdonia, col quale avevano fatta alleanza gli Illiri, i Rod iani e molt i Gr,·ci . I ,vfacedoni cd i loro collegati riusciro no ::1 v incere le n1ilizie romane condotte dal console Licinio Crasso, 1na pe r l 'irrisalutczza d i Perseo fu fatta

una tregua, mentre il vincitore avrebbe potuto continu~re la g uerra co l suo pi ,, grande vantaggio .

Ospeclfi.letto italiano da campo a Brod (gucrr.'I mondiale)


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Oss

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Ossario. Edificio sacro dove si raccolgono e si depositano le ossa, provenienti dal cimiteri soppressi o dai can1pi di battaglia. In Italia ve ne sono pa recchi, fra ~ quali

quelli di Magenta, di S. Martino e Solferino, d i Custoza, nei quali furono raccolte le salme dei caduti nelle nominate battaglie . Per !a sistemazione defin itiva delle salme dei caduti nella guerra Mond iale, sparse in circa 1840 cin1itcri, ii Governo istitu~ jn Padova un ufficio per la raccolta, la i nd ividuazione ed il co.llocamcllto d i esse in g randi Ossari. Così tutti i cimiteri ,ii g uerra saranno soppressi. Una legge ,1pposita stabilisce le modalità per !a

Oss

d i battaglia , e Napoleone I si stabil\ sul la « 13utte » che poi fu cli.fama ta (< dc l'Empe rcur i> . In ta li circostanze l'O. era anche il posto di ·comando. Si usava anche allora inviare d egli ufficia li osscrl'atori, direttamente dipcndrnti dal comandante, presso le truppe combattenti; essi erano ta~

costru1.ione dei mon u1ncnti destinati a raccogl icl'e le sa lme (1931). La dispos izione delle opere è stata così concreta ta : creazione ,li tre lince principali cli opere, le più imponenti

e le pi ù significative in cor:·ispondenza alle più importan ti fronti di combattimento: linea Isonzo; linea Piave; linea montana . Dietro questa linea di monumenti gloriosi a ltre salme saranno collocate in () . d i cimiteri esistenti o di ch iese. I n to tale, fra g randi O . e cimiteri m ilitari co lloca ti <.:ntro recinti <li cimiteri civil i, saranno 34 grandi opere <kfinitive che daranno r ipos•) eterno a 272.000 salme.

Osservatori. Sono i m ilitari abil itaci a c/ktLUare l'osVi sono O. d 'aeroplano, d i id1oplano, servazione (V.) . <l 'acreostato; di fanteria, d'artig lie ri~ d i 1narina. 1

Osservarodo su rovine romane nell'Uadi Lebda (r912)

lora di grado elevato, n1a ord inariarnentc ufficiali infe~ riori; dovevano rcc3.rc direttamente al comandante le in~ (ormazioni sLl dctcnninate situazioni che si creavano s ulla fron te d i combattimento, interessanti il corncmdance stesso,

e che egl i 11011 po teva seguire dal suo posto di comando. (di pallone frenato)

• Osservatore •

(d' aeroplano)

Osservatori i11d11.,triali. V. Commissione suprema di dif,·sa.

Osservatorio. Nelle ,~pere <li fortificazione è una co-

Ma l'int roduzione del tiro ind iretto delle artigl ierie prima, e cli quello della fucileria e delle mitragliat rici poi, nvo, luzionò il valore p rim it ivo di tale parola, a ll a quale d iede estensione ancora l'impiego dell'a rma ae rea. Nella g uer ra r915-1918, stabilizzatasi su tutte le front i

s truZione in rnuratura, o in calcestruzzo, o metallica, dalla

con la forma di una gigantesca guerra d'assedio, gli O.

quale si osservano le mosse <lel nemico o il risultato dei propri tiri . Si stabi liscono anche O. mo bili , form ati da castelli di leg name o met allici, o costituiti da Palloni (V .) frenati .

~cqu istarono importanza decisiva, tale che furono ta lvolta impeg n~tì tki combattimenti d i una certa importanza , solo per la conquista o per la riconquista di uno d i essi, di specia le ril ie,•o . Effettivamente l' importanza d i un O. era capitale , nella speciale lotta impegnata specialmente sulla

Osservatorio. D urante lo- svolg imento di una battaglia i l comandante si co!iocava in un posto elevato cd abha-

Osserv:.torio a cupola (sec. XIX)

Osservatorio italiano s ul fiume Torre ( r9t7)

stanza prossimo alle lince, dal quale gli era possibiJ.::. segu ire.

lo svo lg in:ieuto ddl 'azione per

ìntervenire

ttmpe~

stivamcntc. Ad esempio, Wcll mgton a Waterloo srnbill il proprio O. presso l'Haye Sainte, davanti alla propria linea

nostra fronte, essendo suAi.c ientc: che da esso si vctlcsse addentro nella sistemazione nemica, percl1è vi si potcs\e d irigere il fuoco delle artiglierie, defilate alla vista del nem ico su t utto l 'orizzontc della bat taglia ed appostate a


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distanze spesso assai g randi. Quest i O. erano co!!egati con i reparti in liuea e nelle retrovie, mediante lince tdcgrafiche e telefoniche scoperte o interrate , apparecchi radiotelegrafici, apparecchi eliografici, posti di segnalazioni con

0 s&

certi O. , felicemente ubicati, erano anche posti di comando tattico d i grandi unità. Queste circostanze inducevano il nem ico all a loro ricerca, per farne oggetto di

bersaglio allo scopo di accecarli e renderli innocui tutte le vol te che la loro attività dava eccessiva noia, o si doveva.

dare corso ad una operazione di una certa irnpc,rtanza; era evidente che inutilizzandoli con t iri a gas o con tiri di distruzione, e di.struggendone i collegan1cnti elettr ici o comunque rendendone precario il funzionamento, si disorganizzavano t utte le previdenze d i ordine militare che ad essi facevano capo. Di conseguenza in tulli gli ord ini d'operazione della guerra 1915-1918, noi constatiamo che la prima cura dì ogni comandante è stata q uella <li p rendere di m ira gli O . dell 'avversario per impedirne il funz ionamento, sia distruggendone gli uom in i e le opere, sia d istruggendone i collegamenti. Esistevano infine O. dall'aeroplano , dai dirigibili, da i palloni frenati, ed avevano analogo scopo.

Gli osservato rl sono quindi terrestri ed aerei : possono

Osservatorio i taliano sopra un albero (guerra mondiale}

bandiere (di giorno) e con lanterne durante !a none, posti di corrispondenza. I co1iegamenti costituivano così: tutt.1 una

rete, sia pur fragile, di occhi intelligenti, che circondava

! 'avversario, n.e scrutava in sua casa le mosse e le intenzioni, ne v2gliava il mov imento ed i lavori, e constatava infine l'e1Te1to dei tiri dd le nostre artig lierie, che regolava in g ittata e direzione. Era natu rale che l'osservatorio costituisse una grave servite, per l 'avversario; cd er;i anche naturale che il pericolo insito nella sua presenza ed il suo fragile attrezzamento di collegamenti, richiamasse serian1en te l 'attenzione del nen1ico, tanto più che assai spesso

essere di comando di g rande unità, di brigata, di reggimento di fanteria ; di artiglieria, che vanno da quello di batteria, d i gruppo, d i raggruppamento, a quello d i comandante d 'art. div isionale; di corpo <l'anna ta, d'ann ata . Spesso gli O. di repani minori servono per comandi superiori, e, spcssissirnò quelli dei comand i d'art. divisionale e di C. d'A. ser vono come posto di comando tanico del comandante della d ivis . e del C. d'A. per la necessirà tal• tica e discipltnare di essere vicino al comandante della propr ia arligl icria, allo scopo di poterne d irigere l'azione in perfetto collegamento ed jn cun1onica cooperazione con l'azione delle fanterie. In relazione alla guerra chimica c<l all ' impiego dell'arma aerea, si sono anche avuti nella passata guerra gli O . meteorologici, che spesso si idcmìficav,mo con gli altri, pur avendo personale tecnico specializzato. In rasa pianura la questione degli O. terrestri è pitt complicata che non in 111ontagna, ove si può usufruire del va ntaggio offerto dalle alture; eppertanto, a ll 'infuori degli osservatori d i tr incea e d i quelli offerti <la qualche posizione più elevata o da qualche campanile, o<l abitazione,

o albero , l'osservazione viene affidata agli aerei. Osservazione. È la pa rte principale del serviz io dcli<: infonnazioni, e può essere effettuata in due modi : direttamente a vista, oppure i ndirettamente med iante b fomgrafìa e la fonotelemetria. In azioni d i e nt irà l imitata la prima è la più completa ,, la p iù redd it izia; nelle azioni

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Osservatorio con periscopio, in trincea, per t iro d i artiglierie (guerra' mo n d iale)


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-di più vaste propor z.ioni es.;a è nccessaria111ente parzi;:dc, spe7,7.eltma e parricobristica : q uindi abbisogna d i un cont rollo, che avv iene mediante l'esame ed il raffronto delle varie O. fatte da punli d i vista e da osscrvél.tori diversi , '.Ìn momenti differenti . Frutto dell 'attività di osservatori , dotal i ,.lei più svariati mezzi ideati dalla tecnica odierna, fa. attuale O. viene a risultne un po' come u n mosaico ,di notizie . Le <1uali tant<! piè, agevol mente saranno comprese ed interpretate, q uanto più intimo sarà l 'affiatamento .con gli osservatori, quan to m.c glio essi sara nno addestrati, e q uanto più profonda sarà la ro noscen;,;a sul nemico e d el ter reno da parte dei comanda nti . L ·a1tivi1ù degli osservatori sarà sfruttata in relazione a lle peculiari carn tteristiche di ciascuna specialità, col criterio dell 'econom ia <lei mezzi, ma anche con il criterio d i effettuare il controllo sov rapponendo l 'opera d i diversi osservatori. Si avranno q uindi varie ret i <l'O . terrestre per la fanteria e per l'artiglieria, che si completeranno con quelle aerostatiche dei co rnandi e con l 'assidua operosità degli aerei , cui saranno specialmente destinati gli obbiettiv i pi1'1 lontani. Duran te la guerra , si c re ;1rono « s tazioni <Ii osservazio ne ), in luoghi elevati adatti, opportunamenre sistemati e mascherati . Le istruzioni tattiche del Comando Sup remo ita liano, a tale proposito sintetizzavano così la loro azione : « vedere bene

Oss

di notte viene resa possibile con l'impiego dei proiettori . Può essere inoltre a udi to, per supplire alle molte lacune della visrn , specialmente di notte , nella nebbia, alle piccole rl ista nzc

3

ccc. Ha particolare im portanza nella guerra

e vedere lontano senza lasciarsi vedere >) . Il valore dcll 'O. /: in relazione alla con t:nuità , alla rapidità del cont rollo e del la trasmissione delle notizie . Le quali cose si ottengono organizzando razionalmente il servizio : a tal uo po ser vono i centr i di O . e la bontà della rete dei col legamenti alla quale ci si appoggia. L 'O. generale ha car~ttere p revalentemente tattico, quella dell'art iglieria ha carattere recnico. Dovendos! sposta1·e Li rete .-d'O. giova che siano stati prestabiliti: a) la sovrapposizione d elle zone vedute dagli osservatori terrestri , quando q uesti si muovono con ord ine di successione; b) lo sfruttamento delle ampie visua li degli ae rostati d urante la crisi pel mov imento dell"O. terrestre; ,~ la sovrapposiz ione dell 'O. aerea e Ja sua intensificazione durante !a crisi pd movimento dell" O. terrestre; d) la manovra coi mezzi di risen•a per stabilire n uove reti ; e) la possibilità _di prolungare: la rete dei collegamenti o cl i arre trarla . L'O . a vista

Osservatorio it::iliano su trnliccio metallico

d i n1ina per sen tire i lavori ncn1ici e provvedere con la

contromina. L 'orecchio può essere aiutato da appositi appar ati rn icrotekfonici. Vi è poi l'O . fonotelemetnca, c!ic sfrutta l'onda d i bocca dell 'artiglieria nemica per ind ivi-

Osservatorio ital iano d'artig lieria (~uerra mondiale)


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duarnc la posizione; quella radiogoniomctrica, per determinare l'ubicazione delle stazioni radio nemiche e disturbarle; q uel la dell 'intercettazione tclefonio e radiotelefonica; quella antigas. Osservazione aerea. Allorch~ l'aviaz.ione fu introdotta nelle Forze Armate, ebbe come primo compito quello de!1'0. dall'alto; il suo primo impiego fu quello, in Italia, delle manovre del r910- n; il suo primo impiego i.n guerra avvenne nel 1911-J2, nella campag na d i Libia. AHora tale compiw era affidato al pilota, il q uaìe doveva preoccuparsi anzitutto della manovra del velivolo : scarsi pertanto erano i risultati dell'O. aerea in quelle condizioni. Fu in quella campagna che si comprese la necessità di destinare, a bordo del velivolo, un osservalore che unicamente si occupasse di ciò. E i risultati apparvero subito ottimi, tanto che in tutti gli eserciti , allo scoppio della g1Jcrra Mondiale, fu possibile iniziare 1'0. aerea, con ufficiali già addestrati per questo. Sorsero scuole r cr l'addestramento, con u fficiali q ua lificati « All ievi osservatori d all 'aeroplano ». I n Italia fu creata una apposita scuola a Ccntocdle, in princip io del I915 : il corso aveva la du rata di circa due mesi ; gli allievi venivano abituati al volù cd apprendevano !a ma· novra delle .armi e l 'uso degli strumenti di bordo . Alla fi ne del corso l'all ievo doveva essere già addestrato nel1'uso di tali ~trumenti e ncll'orientarncnto in vo lo. Veniva

inolt re impartita l ' istruzione cl i tutte que lle cogn izioni teoriche-militari cl i cui abbisognava l 'osservatore, secondo h esperienza degli avvenimenti che, man mano, ;1ndav~nc) manifestandosi sui diversi fronti di battaglia. Le materie pri ncipali d'istruzione pratica e teorica erano: nozioni d ì tattica terrestre,

l 'osservazìone in genere, il tiro d i arti-

glieria , il servizio d i collegamento aereo, la radiotc!egrafia, la fotografia, il lancio delle bombe , il combattimento aereo, l 'aviazione da battaglia, il maneggio e il tiro dell a mitragliatrice, lo slUdio dei motor i, la costwzionc degl i apparecchi, la conoscenza degli strumenti e della bussola, q ualche nozione d i aerologia, la topogralla. Uscito dalla scuola , l'all ievo vemva nominato « Osser vai.or~ dall 'oeroplano» . La R. Mar ina destina regolarmente ufficiali ;,ropri presso la R. Aeronautica, pe r prestarv i serv iz io quah os~crv::nori

aerei. Tali ufficiali vi rimangono per un anno, prestando

servizio presso i reparri di iò roaviazionc; essi sono considerati, <lurarue quel perio<lo, come imbarcati su navi annate. Durante la g uerra Mondiale, l' O. A. Iu impiegata di preferenza per il tiro di batterie pesanti , di med io e grosso calibro. L 'osservazione del tiro era aAidarn allo stesso osse rvatore che aveva indiv iduato g li obbiettivi . La g uerr:1

era però stabil izzata. In caso cli guerra cli mov imento, il compito della (). A. è d uplice. Essa deve p10vvcdcre alla e( sicurczz:1 ravv icin ata n dell 'esercito nella 111a rcia d'a p~

proccio, spingendo le sue ricognizioni a una giornata di ma rcia, e sforzandosi di scopr ire le intenzioni del nemico, no,)ch è di determinarne la forza; deve provvedere poi alla

sua

« sicur~zza

immediata » , ciò che viene fatto a tiro

di cannone, svelando ogni indizio di attacco immediato.

Osse1"11azio11e (Artiglieri<t). Ha per scopo : lo studio e la sorveglianza delle zone nelle qual i l'artiglie ria- può essere chiamata ad agire, la determinazione degli obbiettivi st1 cui tirar.e, l'aggiustamento ed il controllo dei ti ri . Su di essa si basa essenzial mente !a buona esecuzione d d tiro. L'inAuenza della buona Q _ non è limitat a ai tiri durame j quaJi essa viene e ffettivamente esercitata, ma viene: cstes:t

a quelli che in seguito verrani,o effettuati, sia sullo stesso

Oss

sia su al tri obbie ttivi. L'osservazione può e ssere esercitata da ossen1 ato ri terrestri oppure aerei. Inoltre procedi1nenti

Eonotelemetrici speciali, basati sulla utilizzazione dei fenomeni sonori che si p roducono allo sparo delle artiglier;e cd a llo scoppio d ei proietti, permettono di rilevare, con sufficiente approssimazio!le, sia la posizione delle anigEeric che fa,rno fuoco, sia il punto d'arrivo dei p roietti scoppianti . L'O. terrestre è con tinua, può valersi di m.ezzi di

misura precisi, cd è assai rneno vincolata ~1lle condizioni atmosferiche <.ldl'osscrva.zione ae rea; per

contro essa ha

campi di vista talvolta lirn ,rnti e richiede uno studio lungo e m inuzioso del terreno. L'osservaz ione dal pallone osserva\lorio ha tutte le caratteristiche <ii quella fatta da un punto rnolw elevato rispetto al catnpo d 'osservazione, e quando il campo di vista è assai vtsto, potendosi inoltre anche apprezzare le deviazioni in gittata ; l'O. si può inoltre spostare in piano ed in quota, entro quei limiti che si ritengono più opportuni. A questi va ntaggi si con trappongono alcuni inconven ienti : impossibilitÌL cli sottrarsi alla vista dell 'avversario, e conseguente necessiti di doversi stabilire semp re a molta d istanza dalle linee nemiche; ostacoli ,falle non favorevoli condiz ioni atmosferiche (nebbia, foschia, pioggia, e forte vento). L ' O. dall' aeropbno I: più rapida cd esatta e può esercitarsi anche venicalmente, se occorre, sugli o bbiettivi più lontani e maggiormente defilati. .Essa però non è sta bile nè continua; trova li1ni. ,azione nel numero degli apparecchi disponibili , nella difesa .antiaerea nemica, nella difficoltà di organizzare numerosi collegamenti radio-telegrafici, per modo che non abbiano .a d istu rbarsi a vicenda. Ma con l'aumento delle gittate, con la m aggior cura posta nel profittare dd terreno

per il dcfi lamcnro dalle viste terrestri, va acquistando importanza sempre crescente, cd Ì!l molti casi sarà la soh effettuabilc. O;set11azio11e (1Wcdiàna Leg.1/e Militare). Tale servizio presso gli ospedali mii. ha lo scopo di accertare l'esistenza d i una imperfezione o d i una infermità, stabilirc- se essa sia d i tal gradn da costitui re titolo d' inabilità definitiva, o modificabile in un ragionevole spa,.io d i tempo, controllare infine · se essa sia si1nulata, procurata-.... od aggravala , a<l arte . L'i nvio in O è tassativamente p rescritto dall 'Elenco A per alcune imperi,azioni ed infermità, e dalI 'Elenco B per tulle le imperfezioni ed in fermità contempla te in esso; in gene.raie è praticata anche per eventuali altre affezion i che presentino una certa difficoltà nello stabilire la diagnoJi e la gravità nei riguardi della ìnabilità al serviz io m ilitare. A tal uopo nell 'ord:rwmento interno degli ospedali mii. , oltre i reparti per \'assistenza dcgl'infenni, vi è i l reparto (( Osservazione )>, il c ui capo è lo stesso direttore dell'ospedale, coadiuvato dal ,egrerario. L'ufficiale medico del Corpo nell'inviare ' un m ilitare in O. deve completare il biglietto d 'entrata all 'ospe• dale coli 'annotazione della d ;agnosi o dei sintomo principale presentato dal paziente, nonchè del corrispondente articolo dell 'Elenco ; d eve inoltre compil are una breV(: relazione intorno alla malattia stessa, per facili tare il compito del direttore del l'ospedale. N el reparto ()_ non si compilano cartelle clin iche, ma soltanw un verbale riguardante il risultato della visita, d i cui una copia viene trasmess'.l a l Corpo da cui i] militare proviene per la esecutorietà elci provvedimento medico-ìcgalc deciso. Il giudiz,io sa,·à espresso in base al r isultato dell 'esame obbiettivo, integrato da indagini di laboratorio (radiognostiche, elettriche, bat teriologiche, ccc.) . In alcuni casi possono aver valore gli atti di no to rictà o k in formaz io n i assu nte in v ia riservata per il t ram ite dei RR. CC ; esse però devono serv ire solo 1


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come e lementi i11diziari , non già cO"mc ba,c di giudizio medico-legale, che clcv'csscrc fondato su criteri scientifici. L a durata del periodo di O. non deve essere troppo protratta, ma si estenderà al tempo strettamente necessario a mettere il direttore in grado di formulare il giudizio medico-legale, e per solito no n ohrepassel'J il mese. Se all 'ospedale non fu riscontrata I~ rnalania che fu causa dcli 'inv io del militare in osservazione, egli è fotto rientrare al Corpo con giudizio d'idoneità al servizio; però il medico del Corpo, se ne riconosce la eventuale necessità, può rinvia rlo in O. per altra infermità , ovvero, se crede d 'insistere sulla stessa malatt ia, può cbiedere il parere del direttore di San itil del C . cl' A., prev io il nulla osta del Comando di divisione.

Corpo di Osurt1azio11c. Di massima è co,tituito da una unità com plessa (cioè di più armi) che ha speciale im piego nel campo , tratcgico. Ordinari amen te è staccato a,,ni lontano dal le t ruppe operanti (sui fianchi cd a tergo) con lo scopo di svolgere una attenta vigilanza sopra e,tc,a

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Bordeaux; oltre a questi egli destinò ancora due C . d 'A. con 1111 com pito più defin ito di resistenza oltre ali 'osscrva,.ionc, il 5° sul Reno, con 23.000 u. (Rapp) a Mctz e il 1' nelle Alpi, con 23.6oo u. e 42 cannoni (Suchet) a Chambér)'. Corpi di osservazione si impicga10110 a nche sul campo tattico; però, data la r istrettezza dello spazio, cbbc ,·o un più evidente carattere di protezione, iia pure lontana, del fianco o del tergo della maggior ma<,:, operame. /\li es., le truppe regolari staccn1c con i volontari a Curtatonc e Montanara, nel 1848 co,tituivano 1111 C. tf'O. verso Mantova, per la sicurezza del piccolo esercito Piemon tese che 011era\'a sul Mincio d:o Coito a Peschiera. Nel 1917 le truppe austriache della 2• armata dell'Isonzo, che guarnivano da est (Vallone di Chiapovano) ad ovest (lsonzo-Sr lo) l"altipiano di Lom , cost ituiv~no un C . d ' O . per il 11:11"0 sr. della 14" arma ta, Ma q unn do, il giorno 24 ottobre i917, la 14• arm:,ta austro-germanica mosse all'attacco della fronte italiana M. Globocak-M. Jeza-M. Kolovrar, esponendo il fianco sini\tro ad e,·cntuali comrattacch i italiani attra,·erso lo stesso :,ltipiano di Lom, le truppe austriache ivi d islocate

in osservazione assu nsero

il car~Htcre di un

vero e

proprio corpo di protezione del fianco sinistro della q• armata: furono infatti rinforzate e proten e da un formidabile schieramento <li artiglieria per rendere vana qualsiasi controffensiva italiana.

Ossido di metile biclorurato (i:tere dicloro111c1i/irn). Aggressi\'O lagrimogeno o affaticante. Si prepara con molta difficoltà e occorrono soverchie cautele per evitare facili esplosioni. Tanto qucs10 composto che quello quasi simile. bib,·omur.~to, dei q uali la Germ ania ne produsse 3òo tonucl late, si otte nevano facendo agire i rispettivi idracidi allo stato nasccutc, sull'aldeide formica . t un liquido mobile volatile, di odore pungente, che ricorda quello elci cloroformio. lrrita le mucose degli occhi e del na<o ed i' dotato anche di debole azione to,sica. Venne usato dai Tedeschi per caricare i proiccti a croce verde 3), o a croce g ialla 1), nella prnpor'l.ione del 47 ° ~ di un miscuglio con dicloro-clibromo-ctilarsina, per agevolare la ,olatilità di queste ultime, essendo e,,o multo più fugace. Fu impiegato anche d a solo. Corpi , li os3ervaz.ionc in Frn.ncia nel giuRnO cS15 durante i Cento Giorni (dr,I Frcri)

zona di territorio infido, d,illa quale, secondo le presun ·~ioni o le p revis ion i del comandante cicli·ese rcito opernntc, possono giungere m inaccie per parte cli truppe nemiche gi:1 in movimento. o per parte di nuovi nemici. Tale corpo può continua, e indcfinitamemc il suo compito di osservazione e vigilanza ove non sìa attaccato; in caso di at tacco nemico c,so oppone una prima resis1cnza, il wi e rfctto ritardatore tradotto in tempo permette di avvisare ai mezzi per passare alla minaccia stessa. Esempio classico di dislocazione di corpi d'os,crvazione è quello predispo,to da Napoleone sul teatro di guerra di )·'rancia nel 18r5 : egli prevedeva I 'atl3CCI) cl i truppe anglo-ispano-portoghesi da i Pirenei, e presume,•a la possibilità di attacchi <lall:l Svizzera e dalle /\lpi marittime, mentre con tutto il suo esercito marciava \'el'$O il Belgio contro Blikher e Wellington. Egli formò perciò un esercito d'osservazione cli 4 corpi

d 1 0SS<t rvazionc e 2 corpi d'armata : 1-0 C. d'O. nel Giu rl, d i 8400 u. (i;cn. l.ccourb<:) a Belfort; 2• nel Varo, di 5500 u . e r6 cannoni (Brune) a Nizza; 3° nei Pirenei orientali, di 76oo u. e 30 cannoni (Decaen) a Tolosa; 4° nei Pire nei occidc11tali, di 6400 u. e 30 cannoni (Clauscl) a

Ossiliquite. Esplosivo all"aria liquid,1, preparato in Ccrmania da Linde nel 189-. È costituito da una me<co!anza di pol\'c1c di carhonc di legna e aria liquida; fu adoperato durante I,, guer ra dagli Austriaci e d:,i Tedeschi nelle mine e nel le d istruzioni in i:cncrc. Ossola (Valle d'). Valle delle Alpi l.eponzic. pcrcor.a dal Toce e aperta a S .-E. ove questo fiume scende nd Lago Maggiore. Si sviluppa per una settantina <!i Km. ed ha lateralmente parecch ie valli sec(,ndarie; per q ucll:1 del Discria passa la strada del Sempione, che porta nelb valle del Rodano. L, \'alle più settentrionale, V1l Fo;mnza, ha una strada che per il passo di San Giacomo porta nel Canton Ticino. ,\foti Osso/ani (1798). Appartengono al tentativo repubblicano, fomentato dal b F rancia e appoggiato dalla repubblica Cisalpina, e si iniziarono nell'aprile, quando un forte drappello di Piemontesi partigiani della repubblica andò ad unirsi a molti Ci,alpini e ad alcuni Francesi, e, imbarcatisi a L avcno, ,i portarono ad lntra e P:1 llanza . Di qui intende\'ano di invadere l"alto '.'lo\'arcsc e calare sino a Vercelli; ma, sentito che Carlo Emanuele IV spediva loro inecontro delle soklatcsd,c, i patriotti si accam parono all ' imboccatura della valle, O\'C speravano d i poter

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resistere finchè o dal Sempione o dal Milanese arrivasse aiuto. Con ia schiera dei g ranatieri della Cisalpina ragg iuflgcvano la forza d i

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u. e costitu ivano la d ivis .

<lei Levante dd l 'armata patriottica, sotto il comando degli uflìciali francesi Leotaud (o Leotto) e Léons e del savoiardo Seras. G iu nta notizia ai rep ubblicani che i regi erano già ad Arona, decisero di prevenire i loro assahi e frattan to si impadronirono di Domodossola per assicusarsi . la ritirata. Lasciato quivi di guarnigione il cap . Za.sctti con 75 u . si portarono con tutte le loro (orze a Ornavasso (V .), dove furono sconfitti. Il cap. Zarctti , all'annunzio dell a d isfatta d i Ornavasso, cercò di trovare il modo di proteggere la ririrata dei repubblicani, ma la confusione dei fuggiaschi era tanta cbe , rjconosciuta inu t ile la rlifesa della piaz;,:a, pensò a fare una ritirata ordinata nel la valle Vigczzo per poi andare nella Cisalpina , passa ndo pc! Canton Ticino. Partito da D omodossola la notte del 23 aprile, arrivò a S. Maria llfaggiore in valle V ige«zo, dove una moltitudine d i popolani a rmat i Jo assalì massacr andolo insieme con i .suoi solda ti. l fuggi,1schi della battaglia d i Ornavasso, ignari d i quanto era successo a S. Maria, g iunti alla loro volta alla .spicciolata nella valle V igezzo, furono uccisi o catturati ; poc.hi riuscirono a

scampare . La Francia intervenne imponendo al re di Sardegna l'amnisria per tutti i sudùiti cmnµrornessi nei moti ossolani , avanzando pretese tahnente e sorbitanti, come quella

del presidio francese ntlla cittadclb d i Tor ino, che il re ~i vide costretto ad abd icare ed a r-itir;rsi in Sar<legna.

Ossory (Tommaso Bwler, come di) . Am miraglio ingk-sc (1634-1680). Combattè cont ro i Pmresianti di Cromwdl e sotto Carlo li nelle guerre conlro l'Olanda, venendo µrom osso con trammir. nel 1673. Qu attro anni Uopo prese p~irte alla gnerra còntro ia Francia, e nel 1678 comandò le trupp" inglesi sbarcate sul suolo olandese. Ossowietz (o Ossowiec). Città della Polonia, su!la Lom za, g ià fo rtezza russa.

Attacco contro Ossowietz (1915). Appartiene alla guerrn Mondiale. Fin <lai 18 settem bre 19r4, subito dopo !a battaglia dei Laghi Masuri, verso O . fu mandata la d ivis . d i von der Goltz, col proposito d 'impossessarsene ; ma, in seguito alla sconfitta degli Austro-Ungarici nell a battaglia di Leopoli ed all ' invio del la massa delle fo rze radunate .a lla frontiera oriemale dell a Prussia, verso l 'al ta Slesia, si dovette assumere colà atteggiamento d ifensivo, rinunziando qui nd i, pel momento, all 'atrncco <lclla fortezza . N el (ebbraio 1915, dopo la battaglia <li Augustowo, fu affi dalo ali •ga armata il comµito d'asse,J iarc e prendere la piazza, jl cui possesso era necessario al g enerale Hinden-burg per attuare la divisata manovra <l'accerchiamento,

in concorso con von Conrad che avrebbe -dovuto venire incontro dalla Galizia. );elle operazioni d'accerchiamento delle forze russe nel la foresrn di Augustowo i Tedeschi aveva no raggiumo Lipsk, Krasnibo,· e Schtabin con forze della 10a armata. Soltanto d isrncca inenti erano riu~citi a p assare sulla sr . de ll 'alto 13obr, ma non avevano potuto procedere verso O . per le difficoltà locali, specialmente in <J.Uella stagione, m a anche per l 'accanita resistenza · opposta dai Russi Ira G rodno e O. Anzi i Tedesch i credevano di avere urtato in robuste opere in calcestruzzo , n1a queste non erano che nella loro fantasia. Dell 'assedio di O .

ven ne particolarmente incaricata l ' n •' div is . di landwehr, coJ1 adeguato parco d'artiglieria pesa nte. La divisione do• vette limitare l'i nvestimento alla riva se ttentrionale, per•

chè i pantani che fiancheggiano il fiume non le consentirono d i passarlo. L'attacco della fanteria fu p receduto da

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viole nto fuoco di numerosa e preponderante artiglieria pesan te, ma siccome le posiz ioni su cui era stabilita l'artiglieria avvers_aria erano su colline sorgenti ad alcuni chilometri a sud, poco danno, a causa della distanza, riuscì a produrre, ta,.\och~ quando venne sferrato l'attacco della Can teria, questo fallì. Vist i vani i tenta tivi per imposse~sarsi della piaz,za e d'alt ra parte, a causa della fallita offensiva degli Austriaci attraver~o ai CarpaziJ esse ndo ve-

nuta meno l 'immed iata ragione st rategica d 'impossessarsene per attu are la grande manovra d'attanagliamento progettata, i l genera le llindenburg orclinava di sospendere l'attacco d i O. e delle altre piazze della linea del Bobr-Narcw. Anche durante la campagna estiva del 1915 venne presa in co nsiderazione la convenienza d i ritentare l'auacco d l O. per poter portare l'offensiva tedesca per la via più breve dalla Prussia orientale sulle terga cieli 'avversar io, che in seguito alla sconfitta d i Gorlice aveva d ovuto sgmn brare Ja

Galizia orientale e fare un fianco difensivo tra alto Bug e Vistola. Però i 'T'edeschi s i erano convinti co m e, nonostante

il loro scarso valore tecnico, le piazze della linea 1-lobrNarew trovavano tale prezioso ausilio nei pantani, da lasciare poca speranza di r iuscire - e d i riuscire solkcitamenle - alla clivisata offensiva. Non fu pertanto che dopo, in seguilo al ripiegamento generale dei Russi dalh linea della media Vistola a quella dd Niemen-Dniestcr, che le piazze del Bobr poterono venire auaccale anche dalla r iva sinistra. Fu in seguito a tale attacco che O. cadeva i l 22 agosto 1915.

Ostacolo. Da l latino obstaculum, derivato d a obstarc, opporsi : ciò che i1npediscc a una cosa o ad un~ persona di agire, d'avanz :ire, di progred ire, di g iungere .alla meta.

Militarmen te parlando d iconsi così tuue quc ll~ accidentalità del terre no o quegli im pedimenti che valgono ad arrest;:i re o ~Ime no a ritardare la m a,·cia , l 'ava nzata, la riti ~

rata di una grani le unità o di un reparto qu alsias i. Il valore · d i un O . non è assoluto, m a i: rdati,•o alla entil~ ùel reparto che deve altra,•ersa rlo ccl alla sµccic delle truppe. Così un corso d'acqua} una catena n1ontana 1 un bosco, ecc., possono rappresentare un O. ragg uardevole per una g rande unità, e non esserlo affatto per un piccolo

reparto'. Ugualmente ciò che lo è per truppe a cavallo può non esserlo per truppe a piedi, o per automezzi, e viceversa; dipende dalla natura e dal!'entità sua e dal!e caratterist iche di chi deve attraversarlo o vincerlo. G li O. possono essere natw-ali o a rtificiali: sono naturali: i corsi d 'ncqua, le catene ,non tane, .i bosch i, le . palud i, g li acquitrini, i vigneti, ecc. ; sono artificiali: le fortific2zioni, le difese accessorie, i reticolat i di fi l di ferro, le bocche da lupo, le inondazioni , il fosso e il parapetto delle opere. In certo guai modo si può considera re come O. , pe rò at t ivo, il fuoco d i artiglieria, ùi fucileria e della m itragliatrice, in quanto impedisce o ritarda un auacco .

Ostaggìo. f,; il pegno che il vinto concede al vincitore per garantir lo contro le inadempienze dei patti. Il più dclJe vo lte vc.:r1ivano . ceduti come tali j più ragguardevn! i cittadini, i figli dei dignitari dello Staro o anche i prinçjpi. In alcuni casi si davano jnvccc ci ttà o castelli. 1/0 .

poteva passare in c:ittività del detentore solo quando i patti, pei qual i e ra garante, non ve n ivano rispcltati : comunque la sua libertà e ra in giuoco, non la vita . Ucciderli o CC'1 · rinuare a tene rli anche dopo soddisfatto I 'impegnc, cost i .. t uiva una violazione. Da quesre norme spesso però si derogava, o per vencletra o per curare a qualunque cosro !'interesse supremo del lo Stato . Ta nto che si ha 11oti1i" di moltissimi casi nei guaii gli O. vennero abbandonat i e


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csacrificati oppure venneto uccisi da chi doveva mantenerli. Nel XXVlll libro cli T. Livio sentiamo Scipione a1111nonir,~ .che non conrro gli O. devesi infierire, ma contro i nemici che mancano alla data parola. D urame un conflitto fra Stati moderni, di fronte alh somma degli interessi che

Ji'ppo il Iluouo la kce circondare di mura nel lH5· f'u ·presa e incendiata dall'arciduca Massimiliano nel 1489. Il duca <l'Alba, nel 1572, la fece cingere di nuova paliz-

pòssono averlo scatenato, non vi sono O. di adeguato va-

regolarmente fortificata se non nel 1683 dal principe d 'Oran- · ge. Durante la guerra di Fiandra sostenne parecchi assedi. Ali 'epoca della guerra franco-spagnuola (1635-1659), il maresciallo francese d'Aumont tentò per mare, il 28 aprile 1658, un colpo di mano contro O-~ n1a avvicinarosi nlla città, gli fu tagliata la ritirata e dovette <larsi prigioniero con tulle le sue truppe. Gli Olandesi ne fecero la cessione all'imperatore di Germania ,1cl 1715. Luigi ,XV la occupb 1\ ntica band iera nd 1745, ma dovette rcstiruirdella m :1ri.na di Ostenda la tre anni clopo. Occupata di nuovo dalle truppe della Repubblica, nel maggio del 1798, gli Inglesi tentarono di prenderla di sorpresa con uno sbarco, ma il tentativo fallì. Riunita con le altre città del Belgio all'impero francese, fece parte di questo fino al 1814. Staccata dal reg no dei Paesi Bassi, allorchè fu creato il regno del Belgio, le sue opere furono smantellate nel i:865.

lore. L'occupazione a tempo determinato o non J•un ter 1 itorio può solo costituire w1 sicuro pegno, purchè il vin ti:orc abbia mezzi per concretare solidamente la occupazione e nel conL<.:lnpo sorvegliare ogni atti,rità del vinto.

Di ciò abbiamo esempi tipici nelle occupazioni ira11cesi della Saar e della Ruhr, dopo la guerra Mondiale. !n opera,:ioni colon iali possono ancora aversi esempi di O. da parte degli indigeni, o caduti nelle loro mani.

Oste. La voce indicò in passato !"esercito, e , i d,ceva ta 11to se d i mare, quanto se di terra. Ind icò anche rac•campamcnto; fu usa ta pure la locuzione « prdetto dcli 'oste», equivalente a quella di « mastro d i campo ,>. disse O. generale la raccolta e la marcia in guerrn d i tutte le 1n ilizie comunal i, com presi, se v i erano, i c0ntingc :tti d i eventuali alleati.

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Osten-Sacken (bflro11e Fabiano Guglielmo). Generale russo (1752-1837). Prese parte alla guerra conrro la Turch ia e contro la Polonia come ufficiale di cavall~ria . Promosso magg. generale nel lì95, nel l j99 prese pa rte alla seconda battaglia di Zurigo (25 settembre) rimanendo ferito e prigioniero dei Frances i. Liberato nel 1800, a cac:sa d i dissensi col suo superiore, il principe di Galitzin, ri>11asc lontano dal servizio attivo per alcuni anni, ma fu richiamato nel 1806 e ebbe il comando d i una d ivi, . con la quale combattè a Pultusk (26 dicembre). Nell'avanzata di !.lennigsen de] gennaio 1807, comandava la colonna di sr. (4 divis.). A Eylau (7 febbraio) aveva il comando ddle 5 d ivis. del centro. Partecipò poscia alle guerre del 1812, 18 ,3, r 8r 4 e dopo la resa di Parigi ne fu fatto governa wre. Nel 1815 ebbe i l comando del V C. d'A. e nel 1826 fu promosso feldma resciallo. Nel 1831 venne incaricato della repressione dell'insurrezione della Volinia e della Po<lolia. Nel r832 fu creato principe e nel 1834 andò a riposo. Osten-Sacken conte Demetrio. Generale russo di cavai 1eria (,790-1881). Partecipò alla guerra del 1812 contro Napoleone, a quella contro la Persia (1826-1828), a quella Russo-rurca del 1828-29. Prese parte, da tenen te ge11crak, alla repressione <lell 'insurrczionc polacca dd 1831 e nel r849 a quella d'Ungheria. Nella guerra di Crimea comandò il III C. d 'A. e partecipò alla difesa di Sebastopoli. Divenne infine conte, membro del Consiglio di Stato e aiuta nte generale dello Zar. Ostcn-Sacf(e" e del Reno barone 01/ornaro. Ufficiale prussiano e scrittore militare, n . nel 1851. Prese parte alla guerra franco-prussiana e nel 1871 fu nominato ufficiale di cavalleria. Nel r892 andò in congedo co! grado di tcn. colonnello e si dedicò alla letteratura militare, pubblicando parecchie opere, le p rincipali delle <1uali sono: « L'esercito francese nell'anno lS.13· »; ,, La campagna del , 812 »; cc Storia politico-militare del la guerra <li liberazione del 1813 )) ; cc Napoleone a 13autzen » ; i< La prossi111a guerra

della Germania »; « L'esercito prussiano dai suoi p rincipi lino ad oggi»; « L'imperatore Guglielmo [I ed il suo esercito, dal 1888 al 1913 ».

Os tenda. Città del Belgio, nella Fiandra occidenrnle, sul mare del No«I, già rinomata nel sec. XI. Alcuni pescatori cinsero la città di una pal izzata l"anno 1372, e Fi-

zata, che poi in seguito fu munita di opere in terra dai Gantcsi, avendo loro offerto un ottimo rifugio; 111a non fu

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I. Assedio di Ostenda (16o1-r6o4). Appartiene alla guer a di Fiandra. Al momento che il principe Maurizio d'Orange 0

si rivolgeva contro Rheinberg, l'arciduca Alberto credette giunta l'opportunità d i assed iare O . li governatore Carlo \'iln dcr Noot comandava la gllarnigione olandese di 4700 u., divisa in 21 manipoli, più un manipolo di ciw,dini e 43 cannonieri. L'arciduca investì la piazza il 22 giugno 1601 con oltre 30.000 11. e il 10 luglio principiò un "t· tacco forn:iale contro il rivellino P~rcepic allo scopo di occupare l'entrata ovest del porto. Raggiunto con gr"'·i perd ite il canale ché. scorre a sud della città, il giorno 12 fece cominciare il fuoco da varie batterie, fra le quali una di 12 cannoni, detta <( Batteria dei

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apostoli >l . Gli asse-

diati risposero vigorosamente al fuoco cd operarono sortite · per - disturbare i lavori <lell 'arci<luca. Nella piazza riuscì ad entrare, il 16 luglio, sir Francesco Vere con 3000 u. cÌi rinforzo e assunse il comando della difesa. Pochi giorni dopo riusciva ad entrare nel porto l'ammir. olandese van Duvenworde, con sci navi da guerra e alcuni trnsporti . Il 18 agosto i lavori d'approccio erano avanzati fino a

circa 80 in. dal fosso esterno e i cannoni in batteria raggiungevano il centinaio. Jl 29 ottobre O. riceveva da mare un rinforzo d i 1500 Inglesi conclotti da Enrico <li Coligny, che assunse il comando. L'esercito i mperiale ave, a gii perduto 16.000 u ., di cui parte per malattie e per diserzion i. Cad uto i] Coligny, la d ifesa fu di nuovo assuma dal Vere, i l quale sulla fine dell 'anno ricevette un rinforzo di 1200 u. e materiali. Le pioggic inondarono il territorio e obbliga.rono gli assedianti a lavori faticosi di riparazione alle opere danneggiate. Il 7 gennaio 1602 gli I mperiali sfct·. rarono un assalto chè venne respinto, e costò loro r500 morti e 2000 ftriti. Il 7 marzo assunse la d ifesa della piazza van Dorp, che dispose di 7000 u. Gli .assedianti erano ridotti a 11 . 000, tanto che per rutto l'anno non osarono di fare alcun tentat ivo contro la città. Soltanto il l3 aprile 1603, dopo d i avere rice,·uro rinforzi, tentarono' un assalto, ma Fiuscirono solo ad occupare qualche opera esterna. In fine aprile, 2000 u. gi,1t1gevano ancora <ii ,·inforzo a O . La lotta proseguì con sortite e con arracchi a opere staccate, senza a lrro risultato che quello · del logora45


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mento delle forze . Il 27 settembre la <Erezione delle for se d 'assedio fu presa da Ambrogio Spinola, il quale diede un nuovo indirizzo alle operazioni. Gli ingegner i italian i Pom. peo Giustiniani , l'ompeo Torgone, Giacomo Dc Franceschi e altri, che lo Spinola aveva condotto seco, ricorsero a moltepl ici mezzi per fare avanzare gli approcci, mantenendo al coperto i lavoratori; fra questi: le « maschere o candelieri portatili », il «rullo», la « zappa volante ». Lo Spinola impiegò inoltre largamente la guerra di mine. Intanto i l col. Pietro De Guistelles era nominato governatore di O ., ed egli si valse dell'opera dell' ing . Dorleans, il quale dietro la cinta permanente fece cost ruire una nuova cin ta, e d ietro questa una terza . Ma lo Spinola progrediva continuamente e con attacchi successivi si era in1padronito di diverse opere. Un tentativo di soccorso della città assediata, da parte del principe Maurizio, fece interrompere mome ntaneamente le operazioni di assedio. Il 25 aprile 1604, essendo egli comparso alla foce della Schelc(a con 14-000 u. imbarcati su 600 vascelJj , lo Spinola raccolse le sue truppe per opporglisi, ma poi, quando il principe si fermò davanti a Sluys, riprese !"assedio di O. Ad una ad · una tutte le opere cadevano in potere dell'assediante. Il 13 set• tcmbre l'assalto fu portato contro i bastioni. Dopo una serie di sanguinosi combattime,ni, caduti i rampari della prima e della seconda cinta di O ., si era presentata agli occhi degli assalitori anche una terza cinta, che i clifen-

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sori chiamarono « novella Troia " sui rampari della quale sve_ntolavano stendard i neri con la scritta ,, ultima spes ». Ma l'esaurimento prodotto da quattro anni di lotta ostinata indusse il nuovo governatore, colonnello De la Marquette, a capitolare, e il 22 settembre con 4500 u., 107 handiere, 4 cannoni e le micce accese, seguito dalla rnaggioran:.ca della popolazione civile, usd dalle rovine della piazza, <.-<l il 23 raggiunse il principe Maurizio. Il 24 gli Imperiali ne prendevano possesso, dopo di avere perduto nell'assedio circa 50. 000 uomini. II. A ssedio di Ostenda (1706). Appartiene alla guerra di Successione di Spagoa. Dopo la battaglia di Rarnillies la fortez.za, occupata da 500 0 Franco-spagnuoli comandati da Lamothe, fu assedìata dai Collegati agli ordini del generale olandese Overkirk, i1 quale si presentò il 2 0 g iugno davanti ad O . con 30 bgl. e 18 sqdr., della forza com• plessiva di 20.0 0 0 u. La fortezza era attaccabile soltanto eia ovest, essendo essa protetta a nord dal mare, a est da profondi canali e dal forte S. Fil ippo, a sud dalle inondazioni. L'Ovcrkirk aprì la t rincea; i l 3 luglio era pronta la seconda parallela e 49 cannoni, unitamente :i 26 mortai, cominciarono i l fuoco. li 4 luglio furono raggiunti gli spalti e nella notte seguente fu presa a viva forza la strada coperta, con la partecipazione del Marlborough. Nella notte sul 6 gli assalitori passarono I 'avanfosso da-

La piazzaforte di Ostenda nel secolo XV Il

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vanti alla controguardia e mìsero in azione tre nuove batterie: nello stesso giorno la pìazza sì arrese. l!I. Assedio di Ostenda (1745). Appartiene alla guerra eh Successione d'Austria. Quando i Francesi si portarono

ad assediare O. trovarono rotte le dighe e tutta la regione intorno alla fortezz.a allagata. Soltanto una breve striscia di terra, dalla parte di sud-ovest, era rimasta all'asciutto. La guarnigione della fortezza si componeva d i 6 r/2 bgl. e di 290 cannonieri. Il generale Lowendal inìziò l'investimento 1'8 agosto, con 22 bgl. Nella notte su1l'II cominciò i lavori di trincea e la notte sul 14 costruì la prima paral kla a 300 m. dalla strada coperta. Durante le notti segueuti fino al 18 vennero piazzati 28 cannoni e r4 mortai su 7 batterie, ì quali, j] 18, cominciarono il fuoco a cui rìsposero efficacemente le batterie del forte. L'attacco non progrediva, per cui Lowenda! decise di prendere a viva forza la via coperta, ciò che gli riuscl nella notte sul 23 con la perdita di 120 m. e cli 212 feriti. La fortezza capirolò il giorno 2.3. IV. Tentativi di imbottigliamento del porto di Ostenda (1918). Appartengono alla guerra Mondiale. I Tedeschi, divenuti padroni del porco di O., ne avevano fatto una base delle loro siluranti e dei loro sommergibili, e l'avevano ben fortificato. Gli [nglesi vollero tentarne l'i1)1bottigliamento, e sulla fine di aprile del 1918 i vecchi incrociatori cc Sirius )> e (e Brilliant >> vennero condotti verso l *iinboc• catu ra del porto per esservi .affondati. Ma un colpo d: vento, dissipando la cortina di fumo che doveva nascondere l'operazione, ne impedì il successo: i due incrociatori andarono a picco fuori delle gittate del porto. Nella notte dal 9 al 10 maggio successivo g li Inglesi tentavano una seconda volta l'imbottigliamento, e alle 24,20 la « Vindictive » , comandata dal cap. di fregata Godsal, con un equipaggio di 2 ufficiali e 52 marinai volontari, seguita da al tre navi, profittando di una nebbia intensa penetrava con qualche difficoltà nel canale, mentre i monitors, i cacciatorpediniere e gli aerei bombardavano .il po(to. Ad un certo punto, per l'urto d i una m ina affondava nel canale facendo un angolo di 45° con l'asse del medesimo. Sotto un fuoco infernale i 45 superstiti venivano tratti ìn salvo da due lancie a motore. Nell'audace impresa lasciarono la vita, rra gli altri, il Godsal e i due ufficiali. Nove cacciatorpediniere tedesche, p resenti nel porto, rimasero inattivi e la flottiglia inglese potè tornare indisturbata alla sua base.

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Osteo-articolarì. (Ci,irurgù, di guerra). Vennero così indicati durante la guerra Mondiale i feriti per arma da fuoco agli arti con lesioni ossee cd articolari, le quali hanno grande importanza, sia per la loro frequenza, sia ancora per la loro gravità, dando spesso luogo a storpiaggini ed a mutilazion i, e mettendo talvolta in pericolo la vita dei pazienti. Le lesioni ossee determinate dai proietti de!le armi da fuoco, possono interessare le dialisi e le epifisi delle ossa lunghe, donde la distinzione in lesioni di:i6sarie ed epifisarie. li primo grado d i scontinuità del tessuto osseo è rappresentato dalle fessure, le quali sono prodotte da proietti animati da scarsa forza viva; sulle d ialisi sono per lo più longitudinali, ma in casi meno frequenti possono essere ancora obl ique, curvilinee, spiraliformi ed in casi rarissimi trasversali; speciale menzione merita la fessura sinrn1etric.a del Delorme, cioè quella che · si verifica sulla parte opposta a quelTa colpita dal proietto. Le fessure diafisarie a volte possono estendersi all'epifisi ed alla ( Orrispondenre articolazione, rappresentando in tal modo la via di propagazione, ali 'articolazione stessa, del processo infettivo primitivamente extrarticolare; tali fessure estese

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sono dunque molto pericolose, potendo dar luogo ad artriti settiche, tanto più che esse sono lesioni jnsidiose, che sfuggono spesso ad ognj esame, compreso quel.!o radiografico. Le lesioni d iafisarie inoltre possono essere rappresentate da perdite cli sostanza a doccia (colpi tangenziali), da perforazioni, da fratture scheggiate, la cui varietà più semplice è la cosiddetta frattura ad ali ili farfalla, costituita da due grandi scheggic di forma triangolare, cogli apici rivolti verso il punto d i urto del proietto e colle basi corrispondemj alla fessura simmetrica esistente sulla parte opposta. Coll'aumentare della forza viva del proietto aumenta il numero delle schegge, donde fratture comm inute, fino ad aversi veri fenomeni esplosivi, con una ·z ona distrut-• tiva, che può interessare perfino un terzo della lunghezza totale dell'osso. Nelle ferite prodotte da grosse schcggie di granata si hanno lesioni diafisarie gravissime, le quali culminano in vere amputazioni parziaii o totali di un arto. Nelle lesioni epifisaric le schegge restano di solito in i ito o subiscono una breve dislocazione; lesioni distrurtivc molt0 estese sono prodotte anche sulle epifisi dalle grosse schegge di granata. Quando la forza viva del proietto non è molto elevata, in modo da esaurirsi tutta nel produrre la lesione ossea, si ha la ritenzione d i esso nel focola,o di frattura. Le ferite articolari per armi da fuoco si distinguono in penetranti semplici, cioè senza lesioni dei capi articolari o con semplici lesioru superficiali; ferite con fratture epifisarie, e ferite con fratture diafiso-epifisarie; queste ulùme costituiscono il gruppo più grave. Le ferite penetranti semplici sono rare; esse si osservano specialmente :d ginocchio, data la e$tensione della sinoviale articolare. Nel momento in cui un proietto colpisce un osso, sì ha una semplice sensazione di urto, ovvero, specie nelle fratture d.iafisarie, ., i avverte uno scroscio. Subito dopo la ferita, manca spesso il dolore a causa dello « stupore locale ", caratterizzato da insensibilità e da raffreddamento della regione colpita, nella quale la vitalità dei tessuti per una zona più o meno estesa è seriamente compromessa da d isturbi di circolo e della ìnncrvazione. I n seguito appare il do lore, il quale è spontaneo e si accentua colla pressione e còi movimenti impressi all'arto; nelle lesioni ossee incomplete il dolore circoscri tto è spesso l 'unico sintomo che le faccia sospettac(;. Lc ferite delle parti molli, quando coesiston.o lesioni ossee, presentano una maggiore ampiezza cli lacerazione cd irregolarità dcll'orificio di uscita rispetto a quello d'entrata del proietto, raggiungendo il massimo grado nelle lesioni con fenomeni di scoppio. Carattere proprio delle fratture diafisarie per arma da fuoco è", oltre la comunicazione delle schegge, la loro proiezione specialmente verso j] forarne di uscita, dove perciò è facile constatare frammenti ossei. Nelle fratture per arma da fuoco gli spostamenti dci monconi ossei sono di solito limitati, poichè manca l'azione muscolare, come accade nelle fratture dovute a traumi ordinari, essendo i muscoli nelle ferite d'arma da fuoco ampiamente dilacerati e contusi. Spesso, insieme col sangue, si ha la fuoruscita di goccioline grassose dagli orifici della ferìta. Nel le gravi lesion i diafisarie, specialmente prodotte da grosse schegge dei proietti esplodenti, è frequentissimo lo shock, che per sè solo mette in pericolo la vita dd paz iente. L 'embolia adiposa, complicanza che può presentarsi anche nelle ordinarie fratture, non fu osservata frequentemente nell'ultima guerra. Nelle ferite articolari con lesioni limitate dei tessuti molli, la diagnosi di peuetra~ zione si basa essenzialmente sul dolore spontaneo e provocato a carico dell 'articolazione, sulla jmpotenza funzionale, sulla fuoruscita d i sinovia, sulla eventuale constatazione d i un e martro (vcrsameuto emorragico endoarticolare);


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nelle ferite trasfosse un buon criterio è anche que!lo anatomo-topografico, sussidiato dalle conoscenze balistiche. il -decorso asettico delle ferite ostco-articolari d'arma da fuoco è una evenienza rara che può verificarsi in que lle limitate, p rodotte dalla pallottola di fucile animala da forza viva non molto elevata, c01J forami cutanei puatiformi. Invece le ferite prodotte dalle schegge de i grossi proietti esplodenti sono tutte inquinate, potendosi trovare nel !oro t ramite JLUII solo sèhegge metalliche ritenute, ma i più svariati corpi estranei : sassi, pezzi d'indumenti, terriccio , pa_glia, ccc. ; però per un certo periodo l'infezione r imane latente (periodo prcinfettivo), i;idi si manifesta in tutta la sua gravità il quadro clinico del! 'infezione (osteo-mielite, .artrite settica, ccc.). Il processo di guarigione <ld]e frat·ture d'arma da fuoco è, pertanlO, tur bato per lo più d~ .processi infettivi più o meno gravi, per cui esso è ben lungi <lati 'essere così regolare come la formaàonc del callo nel tipico processo ist_o-patologico di g uarigione ddle comuni fratture semplici o chiuse quali sorw quelle prodotte da traum i ord inari (V. Fmtture). Si hanno, quindi, con ,frequenza, quali esiti del le lesion i ossee di guerra, calli d ifettosi , r itardo di consolidazione e pseudartrosi. Così pure, in seguito a ferite anicolari per arma da fuoco, possono residuare anchilosi e storpiaggini, che sono causa d 'inva-

lidità. Le lesioni osteo-articolari, dunque, devono considerarsi in generale quali lesioni assai gravi, sia per la funzione, potendo condurre agli esiti invalidanti suddetti, sia per l'arto, potendo i:npone una demoliz.ione di esso, sia infine per la vita, potendo dare la morte. 11 t rattnmento delle ferite ostco-articolari di guerra, salvo i casi. rarissi1_n i di quelle con orifici curanei puntiformi e con limitate lesioni osce, deve consistere nell'intcn ·ento operatorio consistente nella sterilizzazione meccanica del focolaio traumatico; a tal uopo saranno praticabili opportun; sbriglia,.,-,enti ed artrotomie: verranno asportati i tessuti pesti, specie quello muscolare spappolato, rimosse le schegge ossee I ibere e tutti i corpi estranei, praticando infine un 'acc~1rata antisepsi del focolaio. Tale intervento ha uno scopo essenz ialmente profilattico delle infezioni e quindi dev'essere p recoce, cioè praticato nel periodo p reinfettivo. La chirurg ia conservativa, però, non sempre può effettuarsi ed in alcuni casi si è costretti a procedere all'amputazione pri-

ad Arezzo. Valico d'importanza locale, può a1·cr fonziome sussidiar ia nell'ipotesi di operazioni militari che si svolgano fra le conche <li Arezzo e <li Firenze, sopraltlltto in vJsra ciel fatto che i l Valdarno si presta a faòli interruzioni stradali e ferroviarie, che possono paralizzare i movimenti lungo la direttrice principale, serrata tra il fiume e le opposte pendici dei Monti del Chianti e del Pratomagno.

Ostermann-Tolstoi (conte Alessandm lvtmovic). Generale russo (1770-1857). Nominato ufficiale nel 1789, fu promosso maggior generale nel 1798; combattè nella guerra contro i Turchi dal 1787 fino al 1792. Prese parte nel 1805 allo sbarco nella Pomerania svedese ed alla occupazione di Annover; nel 1806 comandò una d ivis. sotto Bennigse1> e combattè da solo per parecchi giorni sul Bug e sulla Narcw contro Davout. Dopo prese parte alla battaglia <li Pultusk ed a quella di Eylau. Alla conclusione della pace divenne comandante d i una divisione della guard ia. Nel J812 comandò il lV C. d' A. e si battè a Ostrowno contro Mural e contro il vicerè Eugenio; poi alla Moscova, Prese parte anche alla campagna del 1813 e quindi si ritirò dal serv izio. Ostia. Frazione marittima ~1c1 comune di Roma, alla foce del Tevere. Fondata da Anco Marzio come porto dd1'urbe, si sviluppò ben presto e <l;venne cencro importante . Nel IV secolo a . C. venne fortificata, e in segu ito cinta d i mura, aventi il perimetro di 18 Km ., per opera di Silla. Nel 67 a. C. fu assalita e saccheggiata dai pirati. Il suo porto fu più volte ampliato e restaurato, specialmente per opera degli imperatori Claudio e Traiano. Sotto Vespasiano vi fu stabilita una colonia militare. Fu sempre porto di raddobbo e di stazione delle navi romane. Nel 4rn d . C. fu presa da Alarico. Forse rovinata dalle sue truppe, eia quell'epoca decadde. Nell'era fascista fu unita da magnifica strada a Roma, vi fu costmito un idroscalo, cd ha iniziato così un nuovo promettente sv iluppo. Rocca di Ostia. Classica iortezza del quamoce11to, sulla sr. dd maggior tronco del Tevere presso la foce. Essa riassume non solo l'opera cli Giuliano da Sangallo durante il periodo d i transito, ma mette altresì in luce le condizioni

maria; così a<l es. ne i casi in cui , insieme con estesa frat~

tura comminuta, esistono gravi lesionj delle parti molli, compresi tronchi nervosi e vasali, bi;ognerà procedere alla demolizione dell'arto. Nelle ferite con asportazione parz iale o totale di un arto, prodotte da schegge voluminose cli g ranata, la mutilazione è stata fatta dallo stesso agente vulnerante e quindi l'intervento consiste semplicemente nel regolar izzare chirurgicamente la amputazione traumatica. Compatibilmente colle esigenze belliche, vanno evitati gli sgomberi precoci dei feriti osceo-articolari, specie nei pr;mi dieci giorni. Gli osteolcsi degli arti inferiori, soprattutto quelli con fratture delle grandi d iafisi, non dovrebbero essere sgomberati prima d i trema g iorni, e quelli degli arei superiori non prima d i venti giorni. Gl i esiti d i ferite cl 'arma da fuoco agi i arti, con lesioni ostco-articolari e conseguenti storpiazioni e mutilazioni, danno diritto a pensioni che variano a seconda della loco entità.

Osteria della Consuma (Passo del!') . Valico che solca la barra t rasversale di unione fra la dorsale appenninica del Falterona e la di.ramazione del Pratomagno, aprendo il passo fra la val le della Sieve e l'alta valle dell'Arno (Casentino). La strada da Pontassieve risale per ; dossi fino al colle (1047 m.) e scendendo poi per Poppi e Bibbiena

La Rocca <li Ostia

dell'architettura mil itare nel suddetto periodo. Fu costruita dall"architetto Baccio Pontelli, sotto il poutificato di Sisto IV, su i disegni d i Giuliano da Sangallo, da Giulio li, allora cardinale, circa il 1483-84. J:: di pianta t riangolare : due angoli sono muniti d i coni circolari ed il terzo di un gran torrione d i pianta trapezia. Il Guglielmotli la giuù i~a


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come il primo modello e la prima opera della moderna Mchitetturn. militare, avendo egli creduto <li ravvisarvi un primo saggio delle forme bastionate nel torrione quadrilatero (posto al vertice sette ntrionale del triangolo) clic sarebbe, a suo a"viso, un vero baluardo a cantoni. La cortina a ponente è lunga 23 m., l'altra a levante 18 m . Dalle medesime si staccano due fianchi; da lle esrremità dei fia nchi sporgono le due facce di 14 e 18 m. di lunghezza e coll 'apertura a ponente d i ir9<> cd a levante di 105°. L'importanza della Rocca d 'O. cresce per l'esistenza di un completo i iste ma d i casemaue basse per la clif.esa del fosso, ricavate nel pieno della muragl ia del recin to; esse, in numero d i venti, sono coi!egate dal corridoio che segue internamente lo sviluppo del recinto principale. Le casematte ostiensi hanno la pianta di un esagono allungato, atl eccezione d i q uelle che , situale nei r isvolti del recinto, presen-

che tutte le collega, gli sfiatatoi "praticati nella muragli:1 suddeu a, tengono l uogo degli androni, dei pozzi, delle gallerie, degli spiragli delle contromine permanenti. La Rocca è assai bene conservata; è sede del Musco ostiense. T. Hat.ta.glia navale di Ostia (849). Appartiene alle in cursioni dei Musulmani sulle coste del T irreno. Il papa

tano jnvece una pianta irregolare. Sono lunghe n1. 2,80,

colla massima larghezza di m . 2,15; alte circa 2 m. nella parte centrale. Sul fondo delle cannoniere, che guardano il fosso, è dis11osto un lastrone d i · pietra grosso rn. 0,20 con llll foro mistilineo di figura circolare del d iametro di rn. 0,30 pel pezzo, e cuneiforme per la mira . Per rnevo di sfiatatoi ricavati attraverso la mu raglia è assicurata !a circolazione dell'aria nel corridoio perimerrak e la ventilaz ione delle casematte. Nel corridoio sono di tratto in tratto intagl iate le scanalature per le saracinesche e predisposte le spallette per le porte d i segregazione, destinate ad impedire che, caduta u □a pane del corridoio in mano dell"assalitorc, questi potesse rendersi padrone rii tutta !"opera. Tali casematte difensive, ciascuna delle quali è capac.e di u n pezzo di artig lieria coi rispettivi serventi. presentano grande ana logia colle gallerie di scarpa <!ella moderna fortificazione. Esse sono il primo esempio <li apparati preventivi per sventare le mine dell'assalitore, ossia

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Battaglia cli Ostia. (Affresco Vaticano di Raffaello)

Leone !V aveva fatto sbarrare la foce del Tevere coh catene, ed eretto torri d i difesa, chiedendo soccorsi agli Stati del mezzogiorno. E quando una flotta musulmana attaccò O., in tervennero in suo soccorso le navi d i Napoli, di Gaeta, di Amalfi, comandate da Cesario, figlio del duca Sergio l d i Napoli. Lo scontro fu accanito, con vantaggio dei Cristiani che avevano già n1esso a mal p.::irtito i ne~ miò, qua ndo a coinpir l 'opera sopraggiunse una furiosa tempesta, )a quale danneggiò grandemente le navi musulmane, e molto meno le meglio costrutte navi dei Cristiani, le quali poterono riparare facil mente nel Tevere. Grande parte delle pri n1e fu gettata sul lido, c.: le ciurn1c annegate

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o fatte p rigioniere; le altre navi musulmane colarono a fon,io.

Pianta della Rocca cji Ostia

di contromine permanenti. Nel sistema <lcllc casematte ostiensi si ravvisa chiaramente che i l proposito cieli 'architetto fu di servirsi di q\ielle, non soltanto come batterie per la difesa del fosso, ma eziandio quale mezzo per sventare le mine dell'assalitore. E<l infatti la serie di camere ricavate nd pieno della muraglia, l'alto corridoio perimetrale

II. ds;edio di 0.<tia (1556). Appar tiene alla lotta fra Spagnuoli e Francesi in Italia, e fu posto dai primi, al comando del duca d 'Alba. La for tezza era scarsamente provveduta di artiglierie e di munizioni. La difendevano 114 fanti romani, agli ordin i di Orazio dello Sbirro. Il duca gittò il 1° novembre un ponte di barche sul Tevere per mezzo d el suo ingegnere Bernardo Buontalcnti, e affidò a Vespasiano Gonzaga l'investimento dalla sr. del fiume . Per quauro giorni Orazio impedì la presa della città, poi l'abbandonò al nemico, chiudendosi con i suoi nella Rocca. li duca fece costruire t rincee ed erigere batterie, aprendo un fuoco intenso dall'isola Sacra e ,falla riva sr. del fiume. La cava lleria del duca teneva in r ispetto un corpo spedito da Roma, ;il comando d i Piero Strozzi (3000 fanti e 3000 cavalli) scorazza nte sulla d r. del Tevere. Quattro giorn i d i fuoco e mille colpi di cannone aprirono breccia nel torrione occ identale. li 17 novembre Vespasiano Gonzaga mosse ali 'assalto della breccia con due cp. d i fanti italiani, sostenute da altre cinque. L'assalto fu sanguinosamente respinto, per le felici disposizioni della costruzione. li duca allora lanciò al! 'assalto 300 fanti spagnuoli, comandati <la don Alvaro d a Costa, ma anche questi subirono perd ite gravissime (150 u. fra i qual i il comandant~)


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e dovettero battere in ritirata . Ma avendo Orazio consumate nella difesa le scarse m ,.mizioni, trattò la resa, e cedttte la rocca al duca. - Questi poco dopo condusse l 'esercito nel Napoletano . Allora lo St rou.i, con 6000 fanti e con art iglierie e un corpo di cavalleria, investì la Rocca guardata da sei insegne d i fanti spagnuol i; piantate le arti-

L~ :Rocca di Ostia

glierie, rovinò maggiormente la breccia già copena dal duca d · Alba e con energico assalto riconquistò la fortezza perdula. Ostia. Posamine varato nel r925 dal Cantiere Navale Triestino a Monfalcone; dislocamento tonn. 708; lunghezza in. 58,80, larghezza m. 8,70; apparato molOre cavalli 750, velocità miglia 10. Annamento guerresco un cannone <la 102. Personale d'a rmamento : 5 ufficiali e 66 uomin i di equipaggio.

Ostiense. Ant. via che congiungeva Roma (pa, 1e.ndo dalla porta O ., poi porta San Paolo) con Ostia, per la sr. del Tevere. Era lunga 26 Km. Proseguiva lungo i l mare a mezzogiorno col non1e d i via Severiana. A 3 Km. da Roma si staccava da essa la via Laurentina. Ostiglia (ant. Hostia od l-fostilia). Comune in pro·_, . di Mantova, attraversato dal canale dello « Fosso d' O . proveniente dal Mincio, e comun_icante con l'Adige. Durante il periodo romano e ra stazione militare . Nel 452 fu rovinata da Attila, ma poi ristaurata da Teodorico. Fino dal ' sec. XI, aveva un castello, che nel 1151, da i Veronesi d ivenuti padroni <le! territorio, fu r ifatto e ampliato d i fortificazioni. Esso an dò di strutto d urante la guerra per la S uccessio11c d i Spag na. Ost igl iense (Via Claudia) . Strada militare romana, costruita dal! 'imperatore Claud io nel sec. Hl d. C . Si staccava nel Modenese, dalla V ia Aquileiense e per Ostiglia conduceva a Verona e qu indi al Brennero. - Ostilità. Atto ostile, da nemico, che può sorgere previa dich iarazione di guerra, o anche senza. I.' Apertura delle ostilità è contemplata nella Convenzione dell 'Aia del luglio. 1907. L 'Istituto di diritto internazionale, nella sessione di Gand dell'anno precedente, ue aveva fatto oggetto di tre deliberazioni, affermando l 'obbligo della dich iarazione di guerra preventiva e inequivocabile, anche sotto forma di cc u ltill!mum » , e richiedendo un termine sufficiente per l' inizio J clle ostil ità dopo la d ichiarazione medesima. All'Aia, nel 1907, l'accordo internazionale volle tenere conto tanto degl i interessi dei belligeranti, quanto di quelli dei neutral i. Non accettò la proposta dell'Istituto di dir itto

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internazionale - cli obbligare il belligerante che dichiara la guerra ad attendere un term ine prima di iniziare k ostilità - ritenendo sufficiente che la d ichiarazione sia p reventiva; nello stesso tempo fece obbligo ai belligeranti di notificare la dichiarazione di guerra ai neutrali, i quali tuttavia non possono in.vocare la 111ancanza d i notificazione ufficiale se risulta che d i fatto conoscevano lo stato di guerra. (V. D icl,iarazione di guerra, e, per la Cessazione o Sospe11sio11e delh· Ostilità, V. Armùtizio). Ostilità pl'oÌtmgate. (Reato contemplato nell 'arr. 81 C . P. E. e u 5 C. P. M. M.) . Consiste nel fatto del m ilitare, investito d i un qualu nque comando, il quale, dopo d i aver r icevuto avv iso ufficiale di tregua, armistizio o pace, abussnclo della propria autorità, continui gli att i ostili. Per tali debbono iotcnclcrsi esclusivamente le aggressioni, e non le azioni di carattere difen sivo. Pena: la fucilazione nel petto. Ostra (ant. Mo11talboddo). Comune in prov . di Ancona, presso il fiume Misa. Sono jncertc le sue origini ma pare sorgesse nel sec. VIII per opera degli abitanti d i Senigal lia , dopo la distruzione della loro città per opera <lei SaracePi. Nel 1229 si r ibellò al papa e !lei 1254 si sottomise a Icsi . Seguì la parte ghibellina; nel 1380 si pose sotto la protezione d i Ancona, nel 1399 se ne impadronì Galeotto Ma latesta, al quale successero i fratelli Pandolfo e Carlo ; questi nel 1417 clonò i l borgo a Carlo Paganelli, al quak fu tolto, nel r 420, da Braccio da Montone che poi l<l cedè a Ruggero Cane di Perugia. Passi, ,n seguito alla Chiesa e quindi alla famiglia PaganeJli. Ebbe mollO a soffrire per opera di Cesare Borgia (r502), per · le guerre del <luca d'Urbino· (1517), pel sacco d i Roma (1527) e per la guerra contro Paolo IV (1557). Poi fu sottoposta al Comune d i lesi e nel 1790 fu dichiarata città da Pio Vf.

Ostrach . Affluente d i dr . del D anubio, t ra gucsto fiume e il lago di Costanza. Combattimenti sull'Ostrach (ma rzo 1;99). Appartengono alle guerre dei Francesi contro gli Austro -russi, durante la spedizione del Bu011aparte in Egitto. Appen:i. rotto l'armistizio fra le due nazioni,. Jou rdan, comandante jn capo dei F rances i ir1 q uella zona, mandò la divis. Lefebvre ad occupare la linea del p iccolo fiume O ., fece cacciare gli avamposti austriaci, e portò avanti le <livis. Saint,Cyr, Fer.ino, Souham, Vandammc (20 marzo). li giorno stessu, l'arciduca Carlo ava nzò con tre colonne contro le posizioni francesi, le quali furono sopraffatte sulla sr., mercè un vigoroso attacco g uidato dal pri ncipe di Fiitstenberg, proveniente da Mengen. A tarda sera, i Francesi batterono in ritirata abbandonando la line:1 dell 'O. dopo di avere subìto perdite sensibil i.

Ostri-éras. Osservatorio, e posto di comando tattico importante, facente parte del caposaldo di M. Jeza la cui difesa era a ffidata al XXVII C. d'A. d urante la bs ttaglia di Caporetto. Dall'osservatorio di O. C. (rn . 781) si po • teva sorvegliare tutta la linea d i cresta che dal Passo di Zagradan, per M . Jeza, Albero Bello , Cemponi giungeva a! Krad-Vrh. L'osservatorio aveva collegamenti con tutti i


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comandi dipendenti e laterali interessati nella difesa del caposaldo. Cinque cllilometri più a sud, sulla stessa linea d'alture, era situato l'osservatorio d i M. Kalì del quale usufruirono, durante la battagli:. del la Bainsizza, S. M. il

Ostrogski (j1ri11cipe Costantino). Generale polacco (14631533). Atamano dell'esercito polacco, si rese celebre per la vittoria riportata nel 1514 a Orscia combattendo contro i Russi. Ostro lenka. Città della Polonia, sul Narcv. Vi fu fabbricato nel medio evo un castello. Sulla fine del sec. XIX vi furono erette fortificazioni moderne, rafforzate e rimodernate in principio del nostro secolo.

L'osservatorio cli Ostri- Kras

Re , ccl i l comandante del XXIV C. <l 'A.; questi diresse dall 'osservatorio .stesso le fortunate operazioni del proprio corpo d 'armata.

I. Combattimento di Ostrole11f(a (1807). Appartiene alla campagna di Polon ia dell 'esercito francese napoleonico. Una colonna di 25.000 Russi, agli ord ini del gen. Essen, giunse di buon mattino a O. d ifesa dalla brigata italiana Campana della divis. Gazan, e dalla brigata Ruffin della divis. Oudinot. La fa nteria russa, di primo impeto, penetrò in O., ma dopo furiosa m ischia ne fu ricacciata (i6 febbraio) . A mezzogiorno giunsero ad O. la divis. Such~t e il resto della divis. Oudinot. Questa, riunita, si schierò a sr. insieme con la cavalleria del corpo d'armata (Savary); il centro fu occupato dalla divis. Suchet, la dr. dalla brigala Campana. Il gcn. Essen fu attaccato a breve distanza da O.; la battagl ia venne decisa da una carica di cavalleria guidata dall 'Oudinot: i Russi, battuti, lasciarono sul terreno 900 1norti, 1200 feriti e 8 cannoni; fra i 1n orti il gener:.ile Suvarov, figlio del celebre omonimo generale. I Francesi ebbero liev i pe rd ite . Nella difesa di O. si distinse gramlcmenté il 103° rcgg. di fanteria , composto in g rande maggioranza di Italiani. Esso piombò alla baionetta sui Russi guidato person almente d al gen. Campana, che vi rimase ucciso, e li cacciò dalla città . Il. Presa di Ostro/e11ka ( 18 maggio 1831). Episodio del periodo della guerra <li rivoluzione polacca del 1831 . E gen. Skrzynecki, per aderire alle richieste d 'aiuto fattegli dagli insorti lituani, si era deciso d i aprirsi una via per la L iwania, attaccando il corpo russo della Guardia al comando del granduca Michele, che si trovava fra il Bug e il Narev, approfittando dcli 'inattività del ma rese. Diebitsch, rimasto nelle sue posizioni a sud del Bug. Lasciato, infatti, llll distaccame nto col gen. Uminsk i di fronte a quest'ultimo, iniziò il 12 maggio la marcia verso i l corpo della Guardia, foccndosi proteggere i fonchi da distaccamenti marcianti lwigo il Bug e verso O. li 17, dopo aver resp into davanti a sè i l g randuca Michele, i Polacchi giungevano a Troszyn. Ivi, il generale polacco preoccu, pato per la sicurezza delle sue lince di comunicazione, ,io

Ostro. Caccialorpedi_niere varato ad Elbing nel 1901; d islocamento tonn. 354; lunghezza m. 60, larghezza 6,Go; apparato · motore 5232 cavalli, \'elocità 30 m iglia. Arma mento guerresco : 4 cannoni da 76 e 2 tubi lanciasiluri da 356. Personale d'armamento : 3 ufficial i e 56 uomini d'equipaggio. Radiato nel 1920 . Ostro. Cacciatorped iniere varato nel 1928 dal Cantiere Ansaldo a Sestri Ponente, d islocamento tonn . 1355; lunghezza m. 92,6.1, larghezza m. 9,20; apparato motore ca-

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decise di occupare O.~ dove i Russi avevano costruito una

testa di ponte p residiata con una divis. agli ord ini del gen. Sacken, per assicurarsi la linea cli ritirata su Varsavia lungo il Na rev. A tale scopo, lasciata la maggior parte delle forze d i fronte al corpo della Guard ia a T roszyn, si d iresse su O., dalla quale H gen. Sackcn stava ritiran dosi in gran fretta su Lo,nz.a. Occnpata la città il 13, dopo un breve scambio di cannonate attraverso il NarcY rito rnò a Troszyn, dove, rassicurato sui n1ovi1nenti dd marcsc. Diebitsch, si decise di inseguire la Guardia russa che nel frattempo aveva raggiunto T ykocin, sulla st rada di Bial ystok. ·

Il cacciato.rpedjnje.re Ostro pronto per il varo

valli 46.804, velocità miglia 37,7. Armamento g,,erresco : 4 cannoni da 120, 3 mitragliere e 2 tubi lanciasiluri da 533. Personale d 'armamento : 5 ufficiali e 120 uomini d 'equipaggio. Ha p<:r motto: « Allo sbaraglio ».

Ostrogoti. V . Goti.

III. Battaglia di Ostrolcril(a (26 maggio 1831). Episodio del 2" p<:rior.Jo de lla ,guerra di rivoluzione polacca del 1831. Mentre i Polacchi erano impegnati contro la Guardia, il 111arcsc. Diebitsch, informato d i ciò, il

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maggio passava

il Bug a Grnnne, per correre in soccorso di essa e respingeva il gen . pOlacco Lubicns1·i, ·rimasto in osservazione sul Bug . Skrzynecki, che nel frattempo era giunto a


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Tykoc in senza poter raggiungere il granduca Michele, conosciuto il passagg io del Bug da parte dei Russi, si affrettò a ritirarsi su O. per mettersi al sicuro dal movimento di fianco che poteva operare il nemico, richiamò il gcn. Lubienski, e il 25 maggio passò il ponte a O., fermandosi a poca distanza da essa, verso Rozan. Al di là del fiume lasciava il gen . Lubienski in retroguardia, cc~ l'ord ine di attendere l'arrivo dei Russi, impeg nare il cc··'1battimcnto per trattenerli jl pit1 possibile, in{li ripiegare sulla <lcstra <lei Narev d istruggendo i ponti. Nessuna opera difensiva era stata costruita; due ponti traversavano il Narcv; uno g rande in muratura, e uno su ban;he; nessun preparativo cr2 stato fatto per distruggerli .

g rcsso che poterono realizzare, per quanto l'artiglier ia polacca fosse rimasta senza munizioni . Verso sera giu nse il gen. Skrzynecki sul campo di battaglia, ma la sua azione si limitò all'impiego tempestivo d i una batteria ancora in tatta, e a far rinnovare i contrattacchi che, se riuscirono ad ~r:estare l'~If!usso del nem ico dai ponti, non po terono però r,cacciare le aliquote che già erano passate, A sera la ,otta si esaurì e i due partiti rimasero di fronte sulle rispettive posizioni. Nella notte i Russi sgombrarono la destra del fiume lasciando i Polacch i padroni del campo . Le perdite d i questi ul timi ammontarono a 7 mila uomini e 2 generali; e quelle russe a 10 mila uomini. I Polacchi il g iorno dopo si r itirarono su Varsavia.

ll 26 mattina il gcn. L ubicnski, che aveva ai suoi ordini due divis. d i cavaller ia e una di fanteria, si trovava schierato con le proprie truppe davanti ad O. a cavallo della strada per Troszyn, allorquando fu attaccato all'i mprovviso dal Diebitsch, proveniente con rapida marcia dalle strade di

IV. Attacco di Ostrolenka (1915) . Appartiene al!a guerra Mondiale. La fortezza, a cavallo del Narev, era mediocre co me robustezza d i opere, e scarsa di armamento. Reparti della 12• annata tedesca, raggiunto il Narev verso la metà di luglio, furono destinati ali 'attacco delle piccole fortezze su quel fiume, U 4 agosto O., battuta dalle artiglierie tedesche, cedette alle truppe d i von Gallwitz. Le quali occuparono fortemente i passi sul Narev, e attraverso a questi poterono avanzare l '8• e la 12a armata tedesca .

Ostrovno. l'lorgo della Russia, non lungi da Vitcbsk, presso il laghetto Ostrovinsko ie e la Dvina occidentale.

Battaglia di Ostrolenka (1831)

Troszyn e Lomza. li Lubienski credette dapprima di avere a che fare con le sole :i.vanguardie nemiche, n1a ben presto dovette conYincersi del suo errore d i fronte agli attacchi in forze che costrinsero le sue d ivis. a retrocedere sulla città. Alle 10 del mattino la situazione era diventata molto crfrica perchè la massa polacca si affollava ai ponti per effettuarne il passaggio. Con reiterati cd audaci contrattacchi il Lubiensìi trattenne il nemico fino a che quasi tutte ·1c sue forze furono sulla destra del Narcv . I Russi, che intanto si erano accorti di avere ti.avanti soltanto una.

retroguardia e non l'intero esercito polacco , raddoppiarono l 'energia e la frequenza degli attacchi, incalzando i l nemico sui ponti, che passarono con Doche uniti\ frammiste agli s.t essi avversari . Avvenuto il passaggio, i! geo . Lubiensk i si schierò su due linee, sul la d r. del Narcv, ment re aumentava sempre più il numero dei reparti nemici che affluivano dai pon ti . Alle 10,30 già 4 mila Russi avevano toccato la sponda destra. li pericolo si faceva sempre pi,1 grave; in.fatti, se fosse stata travolta la retroguardia de: Lubiensk i, i Russi avrebbero potuto p iombare dì sorpresa sul la massa principale del gen. Skrzynecki. La fanteria polacca alle ore 1 1 attaccò alla baionetta , respingendo alcuni bgl. nemici che stavano passando i l fiu rnc; gli attacchi e i contrattacchi si successero senza interruzione. Alle ore 15 ben 9 brigate russe erano riuscite a passare j I tiume, sostenute da due pote nti batterie, una di 34 e l'altra di 36 pezzi, piazzate a dr. e a sr. dei ponti, su1Ie a lture sabbiose di r iva sr. ; ma quello fu il massimo pro-

Battaglia di Ostrovno (25-26 luglio 1812). Appartiene alle guerre del! 'Im pero francese, campagna d i Russia. Il 25 luglio Murat n1arciava in direzione di Vitcbsk, gua11do trovò schierate truppe russe presso O ., al comando del gen. Ostermann. Un primo scontro fra le cavallerie opposte diede vantaggio ai Francesi, i quali si im pad ronì, ono d i sci cannoni: ma subito dopo essi furono arrestati da intenso fuoco proveniente dai margini dei boschi, fortemente occupati, Il gen. Ornano, al comando d i una brigata d i cavalleria leggera, attacca le fanterie russe, mentre la d ivis. Delzons, del corpo italiano del viceri: Eugenio, avanza verso la loro destra. A_llora Osterman n disimpeg na le due divis . che aveva seco (Ozoglokov e Dakhmcticv) e si ritira in posizione arretrata. La notte sospende il com battimento . La mauina segu ente (25 luglio) Murat e il vicerè avanzano; l 'Ostermann frattanto ha ricevuto rinforzi, costituiti dalla divi, . Kunnitsyn, cosicchè d ispone di 20. 000 fanti e 6000 cavalli, fortemente trincerati, in posizione coper ta sul davanti da burroni, appoggiati a dr. alla Dwina e 3 sr. a boschi. La nuova battaglia si accende con un vivace d uello d 'artiglieria, nel quale si distingue l'artiglieria del la Guard ia reale ital iana . La divis. Ddzons attacca la sr. russa e ingagg ia con questa una lotta che ri1nane a lungo incerta. Alla sr., veiso il fimne, un attacco francese viene respinto, e un contrattacco russo ricacciato dai lancieri polacchi cond otti dal Mu rat. Un corpo di corazzieri francesi è resp into al centro, ed Eugenio ristabilisce ]a situazione con un bgl. del 1° leggero italiano e 2 bgl. della Guardia reale, condoni da l colonnello Peraldi . L'attacco si delinea su tutto il fronte, e i Russi sono cacciati dalla loro posizione . Napoleone arriva in quel momento, e li fa inseguire fino q uasi a Vitebsk, dove rinforzi russi, condotti ,b i gcn . Tuczkov, arrestano l 'insegu imento. I Russi perdettero 3000 u. fra morti, feriti e prigionieri; le perd ite franco-italiane restarono al disotto di tale cifra.

Ostrowscki (conte Giovanni Antonio). Generale polacco (1782-1845). Combattente agli ordini di Napoleone, si di-


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stinse ne l 1813 a Lipsia. Nell 'eserc ito polacco raggiunse il g rado ' d i generale ed ebbe il comando della Guardia na7.iona le di Varsavia nel r 830. Dopo i l fallimento della rivoluzione polacca emigrò in Francia. Lasciò alcuni scritti politici, fra cui il (( Panslavisn10 moscovita >>.

Ostr uzioni, Sono le distn1zioni e le opere destina re ad ostacohH·e iI movimento ed i collegamenti del nemico. Si realizzano mediante inon-

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dazioni ed rnterruzion i, nonchè organiz.zando il terrenn a mezzo d i re ticolati, campi d 'aculei, bocche da lupo, abbattute , c:.1n1pi minati (con tro carri armati), ecc.

Os trowski Antonio

Quelle marittime ed aeree prendono normalmente il nome d i Sbarramenti (V.); a rigor d i termini « ostruzione » dovrebbe essere l'ostacolo considerato nella sua en tìti, materiale, e « sbarramento » l'ostacolo considerato nella sua entità e nella sua potenza ed efficacia complessiva . Ostruzioni rctali e ·mine . Fra le difese passive che J1anno preso maggio re sviluppo vi ~ q uella de lle ostruzion i retal i e dei campi d i mine, messi a d ifesa dei poni cl i approdo delle uavi da guerra e dei convogli di piroscafi . Le ost ruz ion i rctali non sono che gra ndi reti d i cavo d i acciaio, a n1aglie di d in1cnsioni <lj m 0,50~1, mu nite super riormcntc d i cilindri vuoti d i ferro, dotat i di forte spinta di ga lleggiamento, e in basso d i a pposite a ncore d i ortneggiu . Le reti hanno n1agg iore o 111inorc altezza a se• conda dei fondali sui quali devono essere d istese , e portano ogni tanto delle mine che possono esplodere pèr contallO, e sono rnunite d i un congegno di sicu rezza che permette di d isattivarle, ossia renderle innocue, prima d i salpare la rete per le verifiche. Queste reti lasciano soltan.to un piccolo passaggio innanzi alla im boccatura del porto che si vuole d ifendere e al la esrremiti, del! 'ostruzione sono

;!ncorati dei galleggianti armati con cannoni e con speciali dispositivi 'per la son·cg!ianza del passo. Durante b 11,) ttc anche il passaggio viene chiuso per me1,zo <li apposila rete che fa da porta. L 'O. retalc è completata da campi di m ine d i profondità. É chiaro che il sommergibik, qua • lora si salvi dalle mine, and rebbe ad incappare nel!a rete, col rischio non solo di avere le eliche i nuti lizzate fra i l grovig lio dei cavi che la r et•e formerebbe intorno a queste, ma può essere affondato · pe, effetto dd l' 11rto delle mine· che sarebbero trascinate contro lo scafo. Sul tipo d i queste ostruzioni vennero posti g li sbarramenti del canale d'Otranto, della Manica e della zona settentrionale del Mare del Nord . (V. Sbarra,nento). Una nave prima d i entrare in porto <leve fare

llfl

segnale convenzionale rad io--

telegra fico. Si manda ;11lora incontro ad essa una piccola unità (in generale una torped ioicra) cbe fa da pi lo ta e la guida attraverso il passaggio appositamente lasciato attra . verso i camp i d i m me e le ostruzioni retali.

Oswego. Città àeg!t Stati Uniti con porto sul lago Onta110. Nell 'inverno del 1814, c1J rante la guerra Anglo-americana,. vi erano stati riu niti tutti i materia.li deslìnali al~ l'a rmamento della flotta che si stava allestendo . Il 5 maggio la flotta inglese, al comando di sir James Yeo, imbarcate numerose truppe col gen . Drummond , si presentò d inanzi alla piazza, difesa da 300 ,,. comandati dal ten . col. Mitchel. Affondata la goletta « Growkr » che stava imbar-

cando ,utiglierie e sbarcatone l'equipaggio, il ten . col. Mitchel d ispose che presso la r iva fosse costruito un accampamento con tutte le tende d isponibili, per ingannare il nemico sulla reale consisten,ia della guarnigione. Aperto il iuoco, gli Jnglesi dopo i l mezzogiorno si accinsero a sba rcare con 15 scialuppe cariche di soldati, appoggiate da numerose barche cannoniere , Però il fuoco americano fu così efficace che gli Inglesi furono respinti e una delle barche più grosse fu presa. Il giorno successivo la flotta ritornò e, ~lato fondo presso la nva, dopo tre ore cli bombardamento 4000 ti. furono sbarcati al comando del· gen . Wauevi lle. Riuscito vano un attacco di fianco tentato dal ten. col. Mitcbcl, gli Americani abbandonarono la città, d 'onde però avevano avuto tempo di portar via armi e materiali. Gli Jnglesi se ne allontanarono poco dopo, avendo perd uto nell'impresa 235 uomini.

Otaria. Sommergibile varato dal R. Arsenale di Venezia nel 1908; d;slocamcnto tonn . 158; lunghezza m. 36,8~, larghezza rn . 4,32; apparato mo tore cavalli 6.12 (170), velocità miglia 13 . Armamento guerresco : 2 wbi lanciasiluri da 450 . Personale d'armamento: 2 ufficbli e 13 uomini d 'eq uipaggio. Radiato nel 1918. Otite med ia purulenta cron ica (Medicina Legale Milit,we) . È la flogosi suppurativa cronic:i della mucosa che tappezza la cassa del t impano, la quale fa parte dell 'orecchio medio. É affezione Erequen tc, una delle più tenaci fra le malattie auricolari e per giunta quella che dà più spesso complicazio ni anche mortali . L'art . 50 dell'Elenco A contempla quale causa d'inabilità al servizio militaTe l'otite med ia purulenta cronica, anche se unilaterale, sosten uta da carie delle pareti della cassa o degli ossic ini> o da altra causa evidente, non elin1inabile senz a intervento chirurgico; nonchè gli esiti di operazioni guando pe rmanga la fistola relroauricohre. In tutti i casi p revi a osservazione in ospedale 111ilitarc. Sono invece causa di idoneità a i soli servizi sedentari, ai sensi dell 'arr. i dell 'Elenco B, le otiti medie purulente croniche semplici e g li esiti d i operazioni, non contemplati nell'Elenco A. Le affezioni purulente dell ·o recchio medio (bilaterali o un ilaterali), per manenti, che siano accompagnate da grav i complicazioni o abbiano prodotto una diminuzione della fonzionc uditiva tale che la udizione della voce di conversazione sia r idotta alla d istanza d i 50 cm. , qua lora vengano riconosciute dipendenti da cause dj servi2.ìo, danno

d iritw ad una pensione d i quinta categor ia.

Otjihinamaparer-o. Villaggio ddl 'Af.rica sud-occidentale ex tedesca . Vi avvenne un combattimento fra g li He-

re ro e una colonna tedesca di due cp ., comanchta dal magg. von Estorff, clisponente di tre cannon i da montagnae un cannone-revolver. Gli Hcrero occupavano e levate pos,z,,oni contro le qual i andò a urtare la colonna, che si spiegò con l'artiglieria al centro. Dopo parecch ie ore di fuoco, gli Hcrcro avvi lupparono la sr. della linea tedesca, ma un provvi{lo intervento d i parte dell"ala d r . riuscì a sven tare la minaccia . Subito dopo, i T edeschi assalirono il centro della posizione nemica e lo presero, volgendo in fuga gli Herero che lasciarono 50 morti su ! terreno. I Tedeschi perd ettero poch i uomini; degli ufficiali, uno fu ucciso e tre feriti .

Otmachow. Città della Germania, nella Slesia. Nel gennaio del 1741 fu attaccata e presa dai P russiani di Federico li. La guarnigione austriaca, ritirat asi nel castello, cede1tc le arm i quando vide pronte a far fuoco le artiglierie prussiane.


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Otranto (aot. l-lydruntum). Città marittima in prov . di Lecce, con p iccolo porto che ebbe una certa importanza nell'epoca romana, come luogo di transito per l 'opposta sponda dell'Adriatico. Possiede ancora in granck parte le mura che vi costruì l'architetto m ilitare Triburzoio Spannocchi nel r572, e il castello fatto edificare da Alfonso d'Aragona d opo la cacciata dei Turchi, e restaurato nel secolo XVl per opera di Carlo V, il quale free erigere due torri circolari. Nelle sue acque i Veneziani batterono una Aotta saracena nel! '8r,. La città segul le sorti della regione nelle varie dominazioni che vi si succedettero. Nel 1537 il suo governatore, Scipione d i Somma, attaccò un corpo di Turchi, sbarcati da galee, e li sconfisse costringendoli a imbarcarsi cc! a ritirarsi. Nel 1799 gl i Idruntini si dimostrarono avversi alla repubblica partenopea: !a città segul le sorti della regione. ToRRE DucHE5CA

Pianta di Otranto (sec. XVII) (dal Moggiorotti) I. Assedio di Otranto (,042-43). Appartiene alla ribellione del generale bizantino Maniakcs contro l'imperatore Costantù10 X, il quale mandò una flotta, agli ordini del1'amrnir. Teodoro, per domare la ribellione. Maniakes si chiuse in Olranto, con, mercenari itaJiani, normanni e francesi, e vi fu bloccato dalla flotta bizanti na, e da uò esercito guidato da Argiro di Bari, alleato dell' impera tore e aiutato da) normanno Guglielmo· d 'AltaviUa. Maniakes resistette per parecchi mesi, e poi riuscì a sfuggire a lla cattura, riparando in Bulgal'.'ia, mentre la città si arrendeva e tornava all 'obbedienza di Costantinopoli. II. Assedio di Otmnto (r480) . Fu posto alla città dai Tt1rchi, per ord ine di Maometto II. Questi, fatta allesti re nel porto d i Valona una flotta e imbarcare r8 .ooo guerrieri (secondo l'H e rtzberg 100 . 000) sopra 90 galere, li :iffidò al comando dell'ammir. Ahmed Giedick il quale salp,, nella prim avera d el 1480 per le Puglie, dirigendosi a l porto di Brindisi. Sospinto dai vent i e non ostacolato dalle galee incontrate dei Veneziani, Ahmed pervenne davanti alle spiagge d i Otranto. L'ammiraglio fece intimare due volte alla città di arrendersi e di aprirgli le porte. Dopo le reiterate e sdegnose ripulse degl'Idruntini, j quali, pure sentendosi insu fficient i a r espingere l'invasione d i tanti Musulmani, tuttavia non vollero cedere, Ahmed (28 luglio) fece collocare le sue batt<:r ie contro le mura della" città. Unico p residio d i essa erano mille pedoni e quattrocento lancic; ma quei soldati col favor della notte si d iedero a vergognosa fuga . Solo il loro comandante, Gianfrancesco Zurlo, rimase alla difesa e vi morì. Dopo quindici giorni d i assedio e di continui assalti da parte dei Turchi, spun tò il giorno che doveva esser testimone dell,: ultime prove d ell"croico ma jnutile coraggio degl 'Idruntin i e rischiarare !"eccidio dell',infelice città . L" TI agosto d i quell'anno q8o

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le mura, dappertutto crivellate e scosse dai furiosi attacchi dalle artigl ierie musulmane, ruinarono presso una porta della città; i Turchi a guisa di impetuoso torrente si precipitarono per que lla breccia, e, soverchiate le u ltime resistenze, invasero la cit.tà. Durante l'assedio cransi nel la catted raie raccolti insieme al clero regolare e secolare, quasi tutti i vecchi, le donne ed i fanciulli. Sul finire dei sacri riti un'orda di Musulma ni giunse al duomo ed abbattuta la porta a colpi d i scure, si rovesciarono nel sacro tempio. li primo a farsi incontro a quei sitibondi di r apina e di sangue fu l 'arcivescovo. Un moro cli nome Male! con un colpo di scimitarra fece stramazzare a terra morto il prelato, mentre altri soldat i si scagliarono sui canonici, sacerdoti e religiosi che incontravano. Uccisi tutti i ministri del culto, quei barbari si precipitarono nel la chiesa inferiore, ove speci almente si erano rifugiate le donne. È impossibile descrivere le orribi li scene di rapina, di libidine e di sangue avvenute in quel sacro recesso. Oltre 10.000 persone furono massacrate; il comandante conce Francesco Largo, fu segato in due parti. Un ban<lo di Ahmcd pose fine a tanta strage : egli ordinò che si cessasse dall ' uccidere, e si facessero soltanto dei prigionieri: ordinò poi che, l ranne le donne e quelli ira gli uomini, che non avessero raggiunto i 15 anni, tutti gli altri venissero condotti alla sua presenza. Era no circa 800 gli Idruntini superstiti alle stragi di quei giorni e tutti furono messi a 1norte non aYendo voluto farsi Musulmani. T Turchi inoltre trascinarono nell'A lbania 8000 persone. III. Assedio di Otranto (148r). Si collega all 'assedio e all 'eccidio di O tranto dell' anno precedente. Il pontefice Sisto IV e il re di Napoli Ferdinando I d 'Aragona si diedero a fare grandi preparativi .Per espellere d all'Italia i T urch i, i qual i dopo l 'occupazione di Otranto ne!! 'anno precedente scorrevano la Puglia con grande sbigotrimcnto dei popoli e dei principi italian i. Per sì grande impresa formossi una lega, in cui oltre al papa e al re di N apo!i v'ent rarono il re. d "Ungheri a Mattia Corvino, il duca di Milano Gian Galeazzo 11 Sforza, il <luca tli Ferrara, i marchesi di Mantova e d i Monferrato, i Fiorentini, i Genovesi, i Senesi, i · L ucchesi, i Bolognesi. Di costoro alcuni promisero denaro, altri navi o gente. Anche .i l re d'Aragona Ferdinando fI i] Cattolico e il re di Portogallo Alfonso V d i Borgogna s'impegnarono di mandare soccorsi. Nella primavera del 1481 il papa pubblicò le bolle d'indulgenza e co1ninciò a riscuotere le c.lecin1c per :a Crociata,_ I ma nessuno d imostrò molto zelo. Sisto JV a rmò allor~ in Ancona alcu ne galere e ;,e assoldò venti a Genova, con-

Veduta di Otranto nel sec. XVI 11

dotte dal cardinale genovese Frcgoso. li re di Napoli allestì mo lte navi capitanate da Galeazzo Caracciolo; e tutte insieme andarono ad incroci~re tra i l Scsano e capo di Ot ranto, catturando parecchi legni turchi, che da Valon3

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cercavano di portar soccorso al comandante turco di Otranto Ahmed-Pascià. Il re di Portogallo spedì parecc!:iie caravelle e una nave agli ordini dell'ammiraglio Don Garzia, suo parente e vescovo di Evora, il quale si d iede bel tempo a Roma e a Napoli e tornò a Lisbona senza aver fatto nulla. Intanto le schiere turche erano state respinte dalle truppe del re di Napoli e si erano ritirate in Otranto, dove nell'ottobre r480 non rimanevano d i esse che Sooo fonti e 500 cavalieri; il rimanente del loro esercito era stato ricondotto in Albania . Ma ecco spargersi la voce eh g,arnì i preparativ i, coi quali il sultano Maometto II m inacciava l'Italia. li re di Napoli e la Curia si studiarono d i Ntcncre • soccorsi dovunque. I Venezian i rifiutarono apcrtameatc ogni aiuto, poichè avevaoo saputo fare in modo che il sultano, nella controversia che csistcn tuttora sugli articoli <lella pace conchiusa nel 1479, soprattutto sui confini della Morea, si piegasse ai loro desideri. Nel giugno!uglio del 1841 il principe ered itario di NapoLi, duca Alfonso II d 'Aragona, con 50. 000 uomini assediò dalla parte · di terra la cit tà di mare. Ahmed-Pascià oppose ,·alorosa difesa, ma, quando apprese la morte di Maometto U, m·• venuta il 3 maggio n1cntre muovcv.1 con tro Rodi, ncnchè la guerra di r ivalità scoppiata tra i due figli da lui la~ciati, s'indussc a sgombrl r<: la piazza il 3 settembre 148r, con onorevoli palli. Il duca però col pretesto che i Tt1rchi

Orn

evali contro i pirati. La costa albanese presenta di contro la sola magnifica rada di Valona, tanto più importante poichè a nord il litorale è basso e malarico, e a sud chiuso dalla barriera degli Acrocerauni. Tali condizioni giustificano il fatto che il canale non favorì gli scambi tra !e

menassero via a!cune giovani cristiane, ruppe la parola rlara

e fece circa 1500 prigionieri di essi, servendosene nelle guerre seguenti rl'lta! ia . - All'inizio di questo secondo assedio, sulla fine del 1480, l'architetto militare Ciro Ciri fortificò un piccolo accampamento, con ripari fatti di tornoni terr3picnati, nei quali un corpo cli soli 3000 u. , guidato da Giulio d 'Acquaviva, potè sostenersi fino all 'arrirn delle. truppe aragonesi e alleate nella seguente pr imavera.

Canale di Otm11to. Braccio di mare rnccb iuso fra la penisola Salentina e la costa albanese, che apre la comunicazione fra lo Jonio e l 'Adriatico. Dai profondi fondali jonici il (ondo marino si rialza per formaTe un leltO simile a un corr idoio terrazzato, profondo verso il mezzo dai 900 ai I roo m., che sa.le dolcemente verso la costa italiana e più ripido verso quella balcanica. Largo in med ia sui 70 Km., il canale non presenta navigazion<· d ifficile. tranne nei periodi di bora e durante le frequenti sc iroccate. Poco a nord di Otran to scornparc la piaua e sottile striscia

Torrione del castello d i Otranto

penisole ellenica e italica a malgrado del loro ravvicinamento . Le colonie d i Magna Grecia, così fiorenti in Basilicata, Calabria e Sicilia, scarsamente allignarono, infatti, ndl'cstrema Messapia; e il traffico transmarino che raccordava le vie Appia ed Egnatia, doveva rimontare da Brindisi a Durazzo - e cioè assai più a nord - per collegare le Puglic e la Calabria con la Macedonia e la Tracia. flrindisi e Valona controllano il passo del Can,ilc, e sono quindi chiavi i mportariti in tutte le combinazioni strat'> gichc interessanti l'azione navale adriaLico-jonica e di tutto il Mediterraneo orientale.

Sban·amento del canale di Otranto (Guerra Mondiale). Nel settembre 1915, per bloccare la flotta e i sommergibili austriaci nell'Adri;itico, ! 'ammiragliato inglese inviò nel cana le 65 « drifters » da 6o a roo tonnellate e successivamente

ne aumen tò

i)

nuJnero.

Ciascuno

trasci~1av;1 un

migliaio di rn. di reti da pesra, sulle qual i erann fissare tor pedini a contatto. Tali reti arrivavano fino a 20 111. <li profondità dal filo <lell 'acqua, e ciò pctmcttcn ai sr,mmcrgibili nemici di passarvi sotto, oltrechè d i passare fra un gruppo e l'a ltro dei driCters. La protezione di c,uesto

sbarra.mento, cornc dei successlvi, venne affidata a silu--

Otranto nel 1 700

litoranea pl/gli~e e la costa salentina si fa alta e scoscesa. I centri abitati sono ritratti <li una decina di chilometri dal mare e sul litorale si scag lionano segnal i ancor oggi

ai nav iganti -

le torri di vedetta, :uniche guarctic medio~

ranti irn liaac, inglesi e francesi, appoggiate da incrociatori e da idrovolanti. I mas resero onimi servizi in tal senso : l'Inghi lterra aveva la base per essi a Porto Tricase; nella primavera del 1918 parteciparono alla sorveglianza anche "36 mas nordamericani, con base nella baia di Covino (isola di Coriù). Nelle reti andarono ad impigliarsi due sommergibili austriaci, l'U 6 (9 maggio 1916) venne affond ato <lai sue, equipaggio che fo fatto prigioniero; l'U B 44 (9 luglio 1916) affondò senza riuscire a salire alla superficie. Sul principio del 19r7 le reti furono ancorate, vigihte dai


OTR

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MA RE

Sbarramento del Canale d'Otranto (1918)

<lrifters e protette come sopra. Nell'aprile, dopo mol.tc discussioni precedenti con gli ammiragliati inglese e francese, su proposta dcll'ammir. Mariolo venne deciso lo sbarramento totale fisso fra S. Maria di Leuca e Fanò, completato da campo di mine. Gli Austriaci eseguirono ben 18 incursioni contro lo sbarramento : una nel 1915, sette nel 1916, nove ne! r91j, una nel 1918. Di esse le più importanti furono le seguenti : 9 luglio 1916 : l'incrociatore austriaco « Novara " affonda due drifters e fugge dopo breve conflitto con navi i tal.iane; 22-23 dicembre 1917: siluranti austriache affondano un <lr ifter e vengono a conflitto, con lievi danni da ambo le parti, con siluranti francesi e italiane; r5 maggio r9r7:

Scontro navale presso Otranto (15 maggiol1917). Per la prima volta è emessa ne-bhia artificiale, dagli incrociatori austro-ungarici

uoità tedesche avanzano verso lo sbarramento, affondano un piroscafo ( « Carroccio ») di convoglio italiano incontrato per caso sulla rotta di Valona, affondano 14 dr iftcrs del lo sbarramento, entrano in conflitto con navi italiane e inglesi : danni non gravi alle navi delle due parti e lievi per dite: le navi austriache fanno uso, per la prima volta in mare, di nebbie artific iali per mascherare i loro movimenti nel campo dell'azione tattica. OtrantQ . Cannon iera, varata a Middlesbro nel 1911; dislocamen to tonn. 385; lunghezza 111. 36, larghezza 111. 6,38; apparato motore cavalli 544, velocità miglia ro. Armamento guerresco : 2 cannoni da 76/ 40. Personale d 'arma• mc!llo: 24 uomini d'equipaggio.

Otrar. Ant. ,inà del T urkcstan, sulla sr. del Sir Daria. Nel 1219 venne ;tsScdiata dalle truppe di Gengis Khan. 11 governatore Chair Khan resistette cinque mesi, e poscia la città (u [.>resa d'assalto, ed egli messo a morte. Presso O. si combauè nel 1387 una battaglia fra le truppe delb sceicco Tokrnmisc e quelle di Omar Sceik , figlio di Tamerlano. Questi venne sconfiuo, rna riuscì a ritirarsi in buon ordine, e a rendere in seguito vani gli sforzi del suo avversario di rnarciare H t Sa1narcanda . Otricoli (lat. Ocriculum). Comune in prov. d i Terni, sulla via Flamin ia, presso al Tevere. Nell"antichità fu città umbra ragguardevole; nel 308 a. C. concluse alleanza con Roma, e durante la guerra Sociale fo messa a sacco e a fuoco. Nel 413 dell'era volgare ebbe luogo presso O. una battaglia tra Mario, generale cli Onorio, ed Eraél iano, uccisore d i Stilicone, che vi rimase sconfitto. Sul monte· di O., nel 1798, le trnppe uapolctane furono battute dai Francesi, cnnrnndati dal gen. Matbicu.

Ott (barone Pietro Curio). Feldmaresciallo austriaco (17381809). Combattè nella campagna contro i Turchi del 1769 e in quelle contro la Francia del 1793 e 17.94. Passato in llalia nel 1796, d ivenne feldmaresciallo nel 1797: si segnalò nel 1799 combattendo a Novi ed alla presa d i Genova, quale comandante d'un C. d 'A. ; nel 1800 (u vinw presso Montebcllo dal generale francese Lannes. Nel 1808 ebbe il comando delle truppe ungheresi. Ott Gaspem. Generale, n. e m. a Livorno ( 1866-1928). Sottot. d'artiglieria nel 1887, da capitano partecipò alla campagna italo-turca (19n-19T2) e da ten . col. iniziò la campagna italo-aust riaca. Da colonnello comandò il 35° e poi il 19~ regg. art. camp. (1917). Passato nel 1920 in P. A., vi raggiunse nel 1926 i] grado d i generale di brigata e venne collocato a riposo nel 1928. G uadagni, nell a Libia la croce di cav. dell'O. M. S. e una med. d "argento.

Ottavi (Gia,'Ot110). Geocrnk d\rso al servizio della Francia, del sec. XIX . Nel 1799 fu alla difesa d i Genova dove comandò le truppe cisalpine. Ge,ìerale nel 1800, comandò una brigata della repubblica italiana nella divis. Lcchi (1803); poi partecipò alla spedizione nel Napoletano (1806) e vi rimase ·sotto il Mural.


OTT

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Ottavio Caio. Generale romano, m. a Nola nel 59 a. C. Padre dell'imperatore Augusto, ebbe successivamente le c'.a riche di tribuno dei soldati, questore, pretore. Nel 6o fu governatore della Macedonia. Ottentotti. Popohnione sud-africana, divisa i,1 tribù, che vivevano a sud nel posserl imenro tedesco ,ldl'Africa sud-occidentale. Subito dopo la ribellione degli H erero, gli O., condotti da un negro (Giacobbe Morenga) che aveva preso gra nde ascendente politico-rdigioso nella regione, si sollevarono. Le ostilità cominciarono il 14 agosto, con l'attacco di ipatwglic tcJcscbc, ciò che determinò l 'ab bandono dei piccoli posti da parte dei Tedeschi e opportuni concentramenti. J \1/itbois, r.opolazione affine, si unirono agli O . massacrando tutti -i bianchi isolati che poterono catturare in quei primi momenti. Il comando delle forze tedesche fu assunto dal col. Dcimling, e la lotta cominciò svolgendosi con una serie di p iccole operaz.ioni, mediante le quali i ribelli furono cacciati nella regione dcll"Auob. Quivi il col. Deiml ing li seguì , e nei mesi di gennaio e febbraio 1905 diede alle truppe del Morengo e dei Witbois pa recchi combat~euti, respingendoli verso i Grandi Karras, monti nei quali i ribd li si rifugiarono. In marzo, i l generale von Trotha prese i l comando in capo d el le forze tedesche, e conti nuò le operazioni cont,·o i ri bclJi, fra i quali emerse, insieme col Morengo, un alrro capo : Cornelius. La lotta si spezzettò in una serie di piccole operazioni contro i ribelli, che agivano div isi in bande. Il 29 ottobre, i Witbois, che avevano perduto in combattimento il loro capo, cedettero le armi. Il :, marzo 1906, dopo di essere stato p iù volte sconfitto, cèdeva le armi Cornclius. Restava in campo Morengo, i l quale, battuto a sua volta r ipetutamente e rcrito, sconfinò il 7 maggio e si consegnò a lla polizia inglese della colonia del Capo di Buona Speranza. M inori resistenze di piccoli reparti cessarono a poco a poco entro il 1906, e sul pr incipio del 1907 la colonia era pacificata. (V. Herero per le perdite tedesche complessive).

possono fare assegnamento specialmente nei periodi critici dovuti agli spostamenti e alle rotture dei collegamenti elettrici. A quali tempi risalgano j primi tentativi di telegrafia ' ottica non è possibile precisare. Enea il tattico usava di

Servizio ottico: bandiera a lampo di colore aperta

Otter. Immissario del lago Champlain, negli Stàti Uniti. Durante la guerra ang lo-americana, nell 'inverno del r814,

segnalazioni ottiche aUabctichc effettuate sin dai tempi di Alessandro. l Romani, combinando una o più fiaccole su torri, riuscivano a tenersi informati si110 a dislanze superiori ai venti chilometri. Ora, con la vastità dei teatri d'operazione, e soprattutto col carattere scientifico assunto dalle guerre, i collegamenti hanno preso massima importanza sicchè, se in altri tem pi bastava che i comandanti delle maggiori unità se n,:: va lessero, oggi appare evidente che nessun reparto - a com inciare dalla squadra - possa astrarne. ln movin1ento e presso i n1inori reparti non è possibile istituire reti complesse a filo per ovvie ragion i di economia di materiale, e soprattutto cli tempo. Da 4ui appare con evidenza tutta l'importanza che vengono ad assumere i servizi di collegamento ottico. Le essenziali caratteristiche dei q ua li sono: l'impianto delle stazioni rapidissimo, persoDa le occorrente in quantità m inore che per gli altri mezzi. costo degli apparecchi -7

gli f\ tnericani ne avevano rafforzata la foce per assicurare

non

lo sbocco nel lago alla loro flotta, quando, allestita completamente, fosse stata in grado di affrontare gli Yngles.i . Questi ultimi vollero tentare di distruggerla pr una che fosse pronra, e il r2 maggio si presentarono d in~nzi alle foci dell'O. con una galeotta da bon1be e otto galere. Gli Americani, inviati molti marinai a difendere il (rontc delle foctificaz.ioni, al comando del cap. Thornthon e del ten . Cassin, disposero che i l rovescio fosse difeso dal gen. Davis, colle milizie del Vermont. Il q all'alba, gli Inglesi in iziarono l 'attacco, ma furono così efficacemente controbattuti , la essere costretti a r inunciare ali 'impresa , colla

Contro ,1uesti pregi stanno alcuni difett i: primo e più grave la direzione obbligata per evitare l'intercettazione dei dispacci da parte del nemico, poi la manualità delle trasmissioni e la lentezza con la quale la retina rnnana riesce a percepire i segnali. Cosicchè vediamo che le stazioni ottiche possono trasmett.:re solo verso le basi di p rovenien:,a delle proprie truppc, o Servizio ottico: apparato Diana Ceretti, in senso parallelo al la con generatore di gas fronte, per non rivelarsi ali ·avversario; vediamo altresì che , mentre la rapidità di ricezione d 'un buon segnalatore Morse ad oreccl, io può salire a 130 caratteri al minuto primo, questo medesimo segnalatore a occhio non riceverà mai più di 3,;--10 caratteri nel medesimo spazio di tempo. Il servizio ottico si organizza a stazioni, ciascuna ddlc

· perd ita di due navi c hcJ g ravemente avariate,

rimasero

preda del nemico.

Ottico serv izio (o Servizio fototelegrafico). Serve per realizzare la trasmissione di dispacci mediante appositi apparati a proiezione d i luce propria o riflessa. Le grand i unità si valgono delle sezioc1i O., o fototelegrafiche, e delle compagn ie telegrafisti del genio; i m inori reparti dei combattenti impiegano invece i segnalatori dei plotoni collegamenti, Ad ogn i modo, grnndi o piccole, tutte le u11 it:ì sen tono il bisogno ,issoluto di consolidare la propria rete di collegamento, addizionando ai mezzi a filo, cd ::illa radio, i sistemi vari di telegrafia otlica. Riescono così anche ad avere un sicuro e rapido mezzo ausiliario, sul quale

molto

rilevante .


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quali è cosutu11a da un graduato capostazione e da un segnalatore cd è fornita di un apparato od anche - per le minime distanze e di giorno di bandiere. li caposl~zione detta il dispaccio da trasmettere o scrive quello che riceve; il segnalatore compie il lavoro manuale della uasmissione, e di risposta per ricezione. Apparati ottici ve ne sono di vario tipo: abbiamo i fari Faioi-Triulzi a riAessione di luce solare, a luce ossiacetilenica, ed anche ad elettricità; gli apparati Diana-Cerctti a gas d'acetilene; i proiettori elettrici da cm. 14 e da cm. 24 di diametro, ecc. Le portate variano da 2 a 50 Km. di notte, a seconda

--r rasmiss.ionc di un punto con bandiera

Gallia. Dopo la conquista di Namur (57 a. C.) CC>are si recò in Italia, e lasciò Scn•io Galba ron la duodecima legione e con parte della cavalleria fra i Nantuati, i Vcragri, e i Sedu ni. Galba .tabill di svernare a O. Essendo essa divisa da un fiume in due parti, Calba una la lasciò ai Galli, l'ahra la fece sgombrare da essi e l'a;scgnò alle sue coorti pcrchè vi svernassero. E mentre vi fervevano i lavori dei quartieri e delle fortificazioni, e si provvedeva al frumento e ~Ile altre vettovaglie, i Veragri, irritati per gli ostaggi dati e sprezzando il numero dei legionari, uscirono dalla città e si accamparono coi Seduni ostilmente sui

Apparato Oiana- Ceretti Servizio ottico

dei tipi; di giorno la portata dev'essere considerata dirne✓,;,,ata. Allo studio (1933) vi è un nuovo tipo di appararo clcstinaro a sfruttare le proprietà dei raggi ultrarossi, per intercettare le cui segn:,lazioni occorrono speciali schermi, giacchè quei raggi sono invisibili normalmente. Così si otterrebbe il segreto delle comunicazioni ottiche e si potrebbero tentare i collegamenti in tutti i sensi. Ricordiamo altrcsl fra il materiale per la telegrafia ottica, le bandiere modello Fabiani, dette « a lampo di colore » per lo specchio bianco che mostrano ad ogni movimento voluto dal segnalatore, e quelle a drappo, con una delle quali si indica il punto e con tutte e due la linea. Se non si prendono speciali accordi preventivi, tutte le segnalazioni ottiche sono sempre fatte servendosi dall'alfabeto Morse. Gli stessi cifrari sono combinati in modo eia poter essere sempre riferiti o a numeri o a lettere alfabetiche. Le stazioni a due per due costituiscono delle linee, che si comunicano reciprocamente: tutto il complesso delle stazioni costiruisce la rete ottica.

Ottobuono de' Terzi. Capitano di ventura del ~colo XIV-XV, n. di Parma. Divenne signore di Parma e Reggio. Parteggiò per Gian Galeazzo Visconti e lo aiutò a ricuperare Milano, battendo le truppe di Giovanni Visconti (1407). Fu ucciso l'anno seguente, a tradimento, in un 'imboscata tesagli da Attendolo Sforza. Ottocaro Il . Re di Boemia, salito al trono nel 1253. Combattè contro i P russiani; nel 1260 batti: a Marchfeld il re Bela IV di Ungheria. Ampliò i suoi Stati fino alfa Stiria, alla Carinzia, alla Carniola, ma Rodolfo d'Asburgo, detto re di Germania , glieli riprese. Ne derivò una guerra, e O. fu da Rodolfo e da Bela I V sconfitto sul campo stesso di Marchfcld (1270) rimanendo ucciso nel combattimento. Ottoduro. Ant. città dei Veragri, nel paese degli Elvezi; orn Martinach nel Vallcsc. Assa/ro di Ottod11ro (57 a. C.). f. l'ultimo fatto d'arme della lcr'✓-a guerra del proconsole C. Giulio C'.csare in

OTT

Bandiera a lampo di colorazione chiusa (in ricezione)

momi circostanti, quindi scesero da tutte le parti e assalirono il campo di Galba. 1 Romani resistettero per sei ore ed erano ormai agli estremi, quaodo P. Sesto Baculo, centurione della prima centuria, e C Voluscno, tribuno dei soldati, accorsero a Galba, e gli proposero di fare unn sortita da l campo, come ultima speranza di salvezza. Stabilita la cosa, i Romani ad un rratto uscirono da tutte le porte, non dando tempo al nemico di conoscere l'obbiettivo e di raccogliersi. Mutata la fortuna, i Galli furono disfatti; cli 30.000 che erano venuti all'attacco oltre la terza parte fu uccisa; gli altri si diedero alla fuga, inseguiti fino sulle alture. Dopo la vittoria i Romani si riti• rarono nelle loro fortificazioni, ma per la mancanza <li viveri le incendiari:>110 e si portarono a svernare fra gli Al lobrogi.

Ottolenghi (Giuseppe). Generale, n. a Sabbioneta, m. a Torino (1838-1904). Da sottot. partecipò alla campagna del 1859; da luogoten. a quella del 1860-1861 e da capitano a q uclla del 1 S66. Da colonnello comandò il 27° rcgg. fanteria (1881 -1882) e il 4° regg. alpini (1882-r884). Da brigadiere generale e da magg. generale tenne il comando della brigata Re (188SJ 895; . Promosso tcn. generale (1895) comandò la divis. m ii. di Torino (1895-18w}, il XII C. d' A. (1899-1902), e il IV (r902). Fu Ministro della Guerra· nel 1902-1903, e comandante del I C. d'A. nel 1903-1904. Senatore del Ottolenghi Giuseppe Regno ucl 1902. Guadagnò a Custoza (1866) la croce di cav. dcll'O. M . S. e due mcd. d'argento, una nel 186o a Gaeta, e una nella repressione del brigantaggio (1864). Fece anche pane della Commissione internazionale per la delimitazione della fr9nticra


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On

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turco-montenegrina nel 1878. Scrisse : « Tattica ed operazioni speciali »; « Appunti e documenti sulla riforma militare di Emanuele Filiberto » . Come minimo, abolì le vistose filettature delle uniformi e introdusse economie.

Ottolenghi Vitto,·io. Generale, n. a Lugo nel 1864. Sottoten. dj fanteria nel 1882, da colonnello comandò il 75° fanteria (r915-19r6),' il 141° (1916) e la brigata Avellino (1916-1917); quale colonnello brigadiere tenne il comando della brigata Novara (1917); nel 1919 raggiunse il grado ui magg. generale e oel 1923 quello d i generale di divis. in posizione ausi liaria. Ottolenghi Attilio. Generale, n. a Monticelli d'Ongina nel 1866. Sottot. d 'artig lieria nel 1888, da ten. col. iniziò la campagna italo-austriaca. Da colonnello fu capo di S. M. dcll'Inte11denza (1915-19.18), raggiungendovi il grado d i brigadiere generale. Fu poi Intendente della 3a armata (1918-1919) , e del l'8& (1919). Nel 1923 raggiume il g rado di generale di brigata in A . R. Q. Guadagnò nella guerra la croce di cav. dell' O. M. S. Nel 1932 fu collocato a riposo.

Ottolini (Giol'dano) . Medaglia <l'oro, n. a Milano nel 1893, caduto nel 1916. Bcnchè possedesse un duplice diploma, da ragioniere e d a maestro elementare, animato da

santo

entusiasmo,

a.Ho

scoppiare della guerra con l'Austria volle arruclarsi come semplice soldato nd 5° regg. bersaglieri. Frequentato quind i un corso allievi ufficiali, fu nominato sottot. d i complemento nel 71° rcgg. fan teria e combattè v-alorosan1cntc

I ,

ad Oslavia, ove fu ferito, in Albania e sul Pasubio, ove 1

guadagnò una n1edaglia d argento 11 valore. Durante la

Ottolini Giordano

llOStra controffensiva del luglio 1916 sugl i Altipiar,i, si br,tt~ lconlna1nente, trovando n1orte

glorjosa, così con1e è ricordato nella motivazione ..:on la q uale alla memoria dell'eroico ufficiale fu conferita la

med aglia d 'oro al valor militare: « Con pochi uomiJ1i si slanciava all'assalto di una mitragliatrice nemica, vicina alla rsua posizione. Rimasto isolato cd accerchiato, si difendeva strenuamente, infliggendo grosse perdite all'avversario, Avuta da uo ufficiale l'intimazione d i arrendersi, lo freddava con un colpo d i piccone. Riacccsasi più feroce la lotta, menando colpi d i piccone a destra ed a manca, riusciva a sfuggire agli assalitori, e faceva ritorno alle nostre linee passando attraverso quelle nemiche. Ferito, si medicava da sè e ritornava poi a combattere, rimanendo subito dopo nuovamente colpitò a morte " · (Monte Spit, 3 0 luglio 1916).

Ottomani, V, Turchi. Espan.rione ottomana in Europa. Un piccolo nucleo di 8c audaci Ottomani sul finire del 1353 sbarcò presso Gallipoli e occupò un piccolo castello ; a poco a poco il primo n ucleo fu rinforzato fino a raggiungere la forza di 3000 uomini, e qualche tempo dopo, approfittando <lei te rremoto che distrusse le mura di Gallipoli, g li Ottomani occuparono questa città, centro commerciale fiorente. Avevano così in mano il ponte che li poteva condurre in massa al di là dcll 'Ellcsponto, che difatti varcarono -nel 1360. Il nuovo sultano Amurat I, grazie alla debolezza dcll'imp<-ro

On

bizantino, riuscl a conquistare una parte del paese che si stende fino ai Balcani, Il Sultano pose Ja p ropria residenza in Adrianopoli, dopo averla opportunamente rafforzata, e ne fece la base principale di tutte le altre conquiste. Le condizioni politiche dei tempi consentirono agli O. di estendere il loro d ominio sino a Rodosto e verso la Maritza inferiore. Il j)!Oricolo pet l'indipendenza dei popoli balcanici si faceva sempre più grave. Perciò i Sethi sul finire del 1371 marciarono con un esercito di 60,000 uomini contro gli O., ma la scarsa d isciplina che regnava fra gli armati, la leggerezza con cu i essi credettero d i poter giungere alla conquista di Adrianopoli, procurarono loro una dolorosa sconfitta sulla Maritza. E gli O. estesero i loro possessi facilmente sino al confine tessalonico cd a quello a lbanese. Nel 1382, continuando nelle loro scorrerie, riuscirono a conquistare Sofia; ciò colpiva soprattutto i Bulgari, ma impressionò tutti i governi slavi dell'occidente balcanico. Nel frangente non torvarono, però, tutti la forza di superare le discordie intestine; tuttavia Serbi, Illiri e Bosniaci si collegarono per opporsi ali 'invasione degli O. r quali si trovavàno intanto in gravi difficoltà in Asia, in lotta contro T~rtari e Turcomanni. Il sultano tuttavia, venuto a conoscenza dei preparativi d egli Slavi, nel 1386 · portò un rapido attacco ai suoi avversari d 'Europa. La Bulgaria e la Serbia furono invase e saccheggiate ; Nisc fo presa d'assalto e i Serbi costretti alla pace con il sultano, lasciandogli il possesso di Nisc e divenendone trioutari <li oro e di armati. Tuttavia il re Lazzaio non era punto disposto a piegaisi al giogo ottomano. Perciò egli d iede mano a nuovi aimamenti, approfittando delle sempre più gravi difficoltà in cui si dibatteva i! sultano in Asia. Nel 1387, con 30. 000 soldati, fu da lui rinnovata la guerra e questa volta con miglior successo. I Bulgari si associarono ai Serbi, ma Amurat nel 1388 iniziò la guerra contro la coalizione con un attacco alla Bulgaria. All pascià con 30. 000 uomini valicò i Balcani, conquistò Tirnovo ed altre fortezze, costringendo i Bulgari a chieder pace. Nel 1389, AmUiat avanzò da F ilippopoli con un grande esercito e schiacciò i Serbi a Cossovo, invadendo la Serbia. Stefano, succeduto sul trono a Lazzaro, dovette concludere una pace assai onerosa, che lo costrinse ad un tributo annuo ed al soccorso di armati in tutte le imprese del sultano. Gli O. trovarono modo di' estendere ancora la loro autorità ndla penisola : la Valacchia ed altre regioni slave (u. rono ridotte alla stessa condizione dei Serbi. Con questi progressi, gli O. vennero presto a contatto con i bellicosi Magiari. Si preparava quind i un nuovo e più grave conflitto. Ma prima che questo scoppia,se in tutta la sua gravità, il sultano volle dare il colpo di grazja all'imperobulgaro, e nella primavera del 1393, radunato un forte esercito, invase la Bulgaria e la incorporò nell'impero ottomano , 11 re dei Magiari, Sigismondo, chiesti soccorsi ai Cristiani d'Europa, nel 1396 affrontò l'esercito ottomano a Nicopoli, ma venne disfatto. Là battaglfa ebbe conseguenze limitate perchè il sultano (llaiazet l), in vista delle d ifficoltà che ancora incontrava io Asia, non ritenne giunto il momento opportuno per una avanzata 11el cuore del] 'Ungheria. Perciò limitò ia sua azione a qualche sco,:reria fra il Danubio e la Sava e nella Bosnia orientale. Inoltre i! sultano fece invadere il Peloponneso, mentre Costantinopoli rimaneva sempre più isolata e minacciata. La pressione degli O. verso occidente fu però in seguito rallentata <lai sopravvenire di 11uovi avvenimenti in Asia, ~ve Tamerlanori portò importanti successi, Ma l'Europa non seppe trarre profitto -Jalla nuova -situazione per distruggere anche al d i qua dei Dardanelli la potenza ottomana, che aveva


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>t\'Uto un fiero colpo in Asia Minore. Forse erroneamente si ritenne che il pericolo fosse ormai, d issipato: Invece, superalo il periodo di lotte dinastiche, il sultàno Maometto I fu spinto a nuove conquiste. li voivoda valacco Mircia, che aveva rifiutato di pagare il t ributo, fu piegato. nel 1416. Terminata questa guerra, g li O ., invocati in

.aiuto dai Bosniaci che con1inciavano a non sopportare la signoria ungherese> si trovarono aJ .avere nuov i contatti

ostili con i Magiari. Ma l 'esercito ottomano fu sconfitto nel r418 nella St iria. Nel 1421 morl il sulta no Maometto e gl i succedette Amurat II, che d ovette sostenere anzitutto una fier a kma in Va lacchia, e contemporaneamente tenere a bada la Serbia e la Bosnia. I destini della pen isola balcan ica subirono i l contraccolpo della lotta che si andava preparando ai confini settentrionali dell'Impero. Magiari e Turchi . vivevano ·in rapporti molto tesi. Nel r432 si mutarono in aperta inimici;ia e Amurat, Ltaeodo pr~testo dal1'aiuto morale che la Corte ungherese aveva dato ai ribelli asiatici, r.ivolse le arm, contro la Transilvania e nell'estate 1438 sconfisse un esercito ungherese; subito dopo quasi tutta la Serbia fu annessa all'impero turco. Tuttavia Belgrado resistette così valorosamente al blocco d , Amurat, che questi, dopo ·sctle mesi di i nutili sforzi, fu costretto a r itirarsi. Nella primavera del 1441 g li O . rinnovarono al di là del la Sava e fino alla Prava terribili i ncursioni e si batterooo con varia fortuna contro i Magiari. Nel q43 Ungheresi, Polacchi, Valacchi ~ Boemi si collegarono, e un loro esercitn varcò il Danubio, occupò Nisc e l'irot, avanzando fino a Sofia, che fu ptesa d'assalto. Bulgan, Serbi, Albanesi e Bosniaci rinfor7.arono le trupr,,e cristiane, guidate dal principe di Transilvania; l'esercito arrivò sin presso F ilippopoli, dove fu banuto dagli O. e dovette ritirarsi e tornare in Ungheria. Le cond izioni degli O . si facevano però precarie, non solo per le perd ite subite, ma soprattutto perchè nuovi ar111.ali venivano ad ingrossare l'esercito cristiano. Le stesse cond izioni interne dell'impero non davano troppa tranquillità. Il sultano vide con inquietudine sorgere in armi g li Albanesi sotto 1a gu ida dello Scanderbeg, il quale, stretta alleanz:. con i Montencgriai, rad unò u n esercito di 12.000 uomini, strappi, agli O. nel 1444 i territori fra la Voiussa td il golfo d i .'\rta, cd entrò in relazione col re d'Ungheria, formando una lega, che ricevette la protezione ed il soccorso d i Venezia. In tale stato di cose Anrnrat si ripromise di far pace con gli Ungheresi ed i Polacchi e riuscì a concluderla a Zeghedin, per un periodo d i d ieci anni, con la sua rinuncia alla ~erbia cd alla Valacchia . Le Potenze occidentali vollero prcciFitarc gli eventi> trascinati dall'entusiasmo per i !>UCccssi conseguiti nella precedente campagna. Con promessa d i compenso Ltascinarono a nuova g uerra il re d'l 1ngheria, per quanto egl i avesse giurato sul Vangelo !:i pace di 7.eghedin . Sul pr incipio d i agosto 1,1,14 furo no rinnovate le osti] it~ . Nel settembre l'esercito collegato muoveva da Zcghcdin. Esso era più debole del l'anno precede nte, giacch~ la brevità del tempo e le nuove cond izioni politiche non avevano consentito alle schiere polacche e valacche di giungere in tempo. Il 20 settembre fu varcato il Danubio ad Orsova da 16 . 000 cavalieri e da un numero molto inferiore di pedoni. 2000 c:irri carichi d i oggetti èi lusso, inutile impedimento, seguivano i combattenti. I.a marcia proseguì per la val le del Danubio. I Cristiani intendevano raggiungere la costa dei Mar Nero e volgere poi a sud, verso Gallipoli, appena la flotta, inviata dal Papa e ,fai Veneziani, fosse stata in grado cli porger loro la mano. La marcia fu condotta disordinatamcllte. Tuttavia furono occupate Varna ed alcune fortezze, debolmente difese dagli

Ottomani. L'esercito ottomano giunse a 1netà ottobre ad Adcia.nopoli e marciò su Varna dove battè i Cristiani, ri -

cacciandone gli avanzi oltre il Danubio. Nella primavera del 1446, il su!ta:10 marciò contro la Grecia con 60.CJoo u ., invadendo il Peloponneso dopo di avere preso Corinto. Nel frattempo i Magiari e gli A lbanesi si preparavano ad un nuovo conflitto, cosicch~ i l Sultano fu indotto ad accordare pace all' im!'ero cl 'Oriente, che dovette pagare un tributo . Un esercito magiaro, rinforzato da Valacchi, Bosniaci e truppe ausiliarie ger maniche, entrò nel settembre 1448 in Serbia, forte di 24. 000 armati (secondo alcuni di 47.000), ma fu sconfitto nella pianura di Cossovo. Eliminato questo nemico che per lungo tempo non avrebbe potuto riprendere le ost ilità, .il sultano risolvette di domare gli Albanesi, i quali, gu idati dallo Scanderbeg, avevano conseguito nuovi successi ne!la parte occidentale della penisola balcanica, e si portò con un forte nerbo di truppe, nel r449, sulla costa orientale dell'Adriatico. La difesa di Croja rianimò il mondo occidentale; da ogni parte affluirono aiuti agli Albanesi. Lo Scandcrbeg fo assa, fortunato negli anni successivi 1 tanto che riuscì a rafforzare la sua

posizione, rimanendo il solo e strenuo invitto d ifensore della cristianità. Nel r45x salì al Ltono ottomano Maometto li, in mezzo al compiacimento del le Potenze europee, che ritenevano il nuovo sovrano poco capace o almeno poco pericoloso. r primi atti di Maometto forono improntati a n10Uerazione : intimarnente egli era ani1nato da gra nde odio, ma con g rande prudenza seppe nascondere i suoi veri intendimenti, che erano tutti r ivolti alla definitiva conquista del centro vitale che ancora occorreva per <lare unità e sicurezza all'impero ottom:ino: Costantiuopoli. Egli, dopo numerosi e minuti preparativi, 1·innovò nel 1453 l'as• sedia di Costantinopoli, difesa d;,. Costantino XII con un piccolo esercito d i Greci e di ausiliari. La magnifica città cadde in potere dei Turch i il 29 maggio 1453. Con tale caduta fu abbattuto l'impero romano d 'Oriente, e gl i Ottomani ebbero via libera per proseguire nelle conquiste ndl'Europa sud-occidentale. Il primo compito che si asstrnse il sultano dopo la caduta di Costaminopoli fu la conquista di Belgrado, che difendeva strenuamente l'indipendenza serba, e si opponeva all'espansione turc.:a nelle regioni danubiane : la gravissima sconfitta toccata sorto le mura d i quella città nel luglio 1456 non ebbe seguito per le discordie fra i C ristia,1i. e nel r457 i! sultano inviò un nuovo esercito, affida11dolo ad uno dei suoi più fidi generali: il Beglerbeg, di origine cristiana. Questi con forze COJ1Siderevoli represse una insurrezione dei Serbi cd occupò parccdlie fortezze. Le <li scordie intestine che agitavano il Paese facilitarono il com• pito del le truppe del sultano. Rapidamente furono distrutti gli ult imi avanzi dell ' indipenclenza della Serbia, che alla fine del 1458 era completamente assoggettata al giogo ottomano: la famiglia regnante dovette esiliare. Dopo di ciò rimaneva in campo soltanto l'eroe albanese, Scanderbcg. Gl i O. avevano veduto andare a vuoto contro di lui tutti i tentativi di assoggettamento, anche quando, con l'oro, poterono attrarre nella loro orbita alcuni capi albanesi cbe mal tolleravano il governo forte del Castriota, e nella lotta armata non erano nel 1455 riusciti a piegarlo, tanto più che egli aveva ricevuto soccorsi dal Papa e da Napoli_ Nell'agosto del 145i egli r iportò una superba vittoria nella regione di Tomornitza, affrontando con soli 12,000 uomini un più forte esercito ottomano. L'entusiasmo del mondo cristiano per questa vittoria fu tanto g;ande, che i l Papa nominò l'eroe albanese capitano generale della Curia per la guerra conLW i Turchi . Lo Scanderbcg ri-


Orr

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portò slii generali ottomani successive vittorie, tna quando, nel 146r, morirono alcuni va lenti capì albanesi, fidi suoi coadiuvatori, e quando il sultano ebbe esteso il suo potere su tntla la Grecia, egli decise d i accettare un armistizio di 10 anni , su lla base dello " status quo » territoriale. In questo campo d i lotta jl sultano dovètte · perciò rinunciare, almeno per i l momento, all'attuazione de lle proprie ambiziose aspu·azioni. Sin dal 1456 il ducato d i Atene era stato d i fatto assorbito dal! 'i mpero turco. Maometto ne.I maggio r 458 decise d i cancellare ogni traccia d i opposizione in Grecia, e a tale scopo la invase con 80. 000 cavalieri ed una enorme massa d i Canti; bloccat a la cittadella di Corinto, che cadde ben presto, si portò in Arcadia, ove condusse operazioni favorevo li, occupando città e fortezze. I Paleologhi, cl1e ancora erano sovrani n ella Morca, dovettero cedere le regioni settentrionali della Morea. Ma nel 1459 tentarono la riscossa. 11 pr incipe Tommaso ottenne dap prima qualche successo~ ma poi gli O. invasero la regione, e, deposto Tommaso, proseguirono n,an() a mano nella conquista occu~ panda tutte le piazze forti. Sottomesso così al proprio dominio i l mondo g reco con la conquista della Marca e di molte isole dell 'Egeo. Maometto 11 riprese le ostilità contro gli avanzi degli Stati slav i n1eridional i tuttora indipendenti. La Hosnia dovette: su bire per prima la nuova pressione. Dopo la caduta <li Costantinopoli, il Paese era sta to turbato da lotte dinast iche, che f1,1rono incitamento per il sultano ad intervenire . Verso la fine del q61 il generale ottomano Bcglcrtx:g I sa ricevette ord ine di fare una irru~ione in Bosnia. ll Paese fo denstato, ma g li Ottomani non si soffermarono nel la regione, che però d ivenne tributaria d ell'Impero. I Bosniaci ebbero allora cèmpo d i fare nuovi preparativi di guerra, grazie al fatto che, nel 1462, l'impero ottomano si t rovò fortemente impegnato sul Danubio. Ma il sultano inviò -nella primavera ciel 1463 un esercito d i 150 .000 uomini, comandato da Mohammed pascià, da Adrianopoli contro la Bosnia . Per tradimento fu occupala la fortezza d i Bobovaz. Poco dopo anche ]aize si dette a m iti condi7.ioni nelle riJrni dç l sultano : I'e,e mpio fu seguito ,la altre città. Mohammcd ebbe anche ragione del caste!lo d i Cliusc ove si era rifugiato il re cl i Bosnia. La famiglia regnante fu massacrata, e il paese r idotto a p rovincia del!' impero ottomano, dopo aver subìto ogni sorta di dcvastaz.ioni . l Turchi attraverso la llosnia fecero incursioni in Croazia cd i11 S tiria, ap;,oggiandosi ad alcure p iazze forti, cbe furono sc1l da1t-.ente

prt:sidiate . T utte le altre f urono sn1an-

tell ate . Nella Valacch ia d,o/'1Ìnava nel 1456 il voivoda Vlad islao IV, il qua l~, mostrò qua lche ost ilità verso gli O. Approfittando d i -una incursione di Valacchi in Bulgaria e d i alcune atrocità commesse ai danni dei T urchi, ii sulta'no [ecc prepara re nel 146:2 un grosso esercito che attraversò .. il""Danubio , avanzando senza no tevole resistenza verso Tirgovich. Il voivoda, dopo aver commesso atti di barbarie , s, ritirò sui Carpazi, per cadere però nelle mani dei ~Iagiari, suoi accr·r imi nen\ici. ll su ltano to rnò con g ran parte del suo esercito ad Ad rianopo li, per prepararsi con gr~odc energia contrn i Bosniaci, lasciando a) suo gc•

ncrale .Alibeg 1a cura di instaurare co111e nuovo voivoda in VaiJcchia il fratello <li Vlaclislao, Raclul , e di obbligarlo a pagare un tr ibuto. Atterriti dall'incalza re dei Turchi, i Magiari, sui qual i regnava Mattia Corvino, si affrettarono a conclnrlere la pace con gl i Al>sburgo ( 1463) con i quali erano da tempo in lotta, per aver libera mano d i volgere tutte le .forze

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On

contro gli Ottomani . E Mattia Corv ino, nel mese di settembre 1463, varcò la Sava spingendos, in Bosnia, ove avanzò rapidamente perchè l'esercito ciel sultano si era r iti rato. li 1° ottobre si impadronì di Jaize, il cui castello si arrese il 16 d icembre; continuando nella conquista ben presto potè d ire di essere padrone della provincia <l i Sarajevo. Il sultano, quantunque occupato in altre imprese, accorse a salvare la sua recente conquista, e nella primaYera del r 464 guidò in Bosnia un esercito d i 30.000 u. scelti , costringendo gli Ungheresi a ritirarsi . Nel. 1475-76 gli Ung he resi tennero il campo felicemente, favoriti dal. l 'i ntervento del voivoda di Moldavia , Stefano, che, non volendo più tollerare il vassallaggio cui era stato sottoposto nel 1456, si unì ai Magiari, difendendo coraggiosamente ]a indipendenza del paese. li sultano, nel 1477 e nel r478, potè anraversare la Carniola, la Carinzia e la Bosnia, spingendosi fino a minacciare la regione friulana e le a lpi austriache. Nell'agosto 1479, 30. 000 Ottoman i attraversarono nuovamente la $ava e ·devastarono l'Ungheria n1tri~ dionale, ma i l re Mattia C'.,orYino seppe ancorn contrastare la marcia dei Turchi, e per lu ngo spazio di tempo la corona di S . Stefano godette d i una certa sicurezza; tutrnv ia il pericolo per le regioni slave e germaniche del sud-est non fu r imosso in modo definitivo, perchè esse r imasero sempre aperte alle scorrerie clei TUJchi. Le cond iz ioni politiche d 'Europa consentirono al su lta_n o Soli mano di ripremlere nel 1526 la guerra contro l 'Ungheria. Il primo urto fu sfavorevole ai Magiari, che furono batto ti il 29 agosto a Mohacs . Data a lle fiamme ed alla devast,w.io ne la stessa Buda, il sult ano to rnò a Costantinopoli. Int<:rvenuco di nuovo nel 1529 per appoggiare uno dei coruendenti al trono ungherese, il voivoda transilnno Za• polyia, contro l'arciduca Ferd inando d'Austria, prese Buda, e, dopo d i avere elevaro sul trono n1ag iaro i l voi vod~, mosse con tutte le sue forze contro Vienna. Ma l'attacco fu reso vano, e il sultano fu costretto a ritirarsi, dopo aver devastata ti.m a la regione circostan te. Questo fatto rafforzò l 'entusiasmo e la fiducia dei popoli tedeschi . Ma nel 1532 Solirnano condusse nuovamente le sue truppe contro Vienna, giacchè nella conqu ista di questo baluardo egli vede.va il mezzo per poter i mporre il suo vole re a tutta la cristianità. Ancora una volta però gli O. fallirono nel tenta tivo, cd allora il sultano acconrliscese alla conclusio ne della pace , che fu firma ta nel luglio r533 e per la q uale i Turchi mantennero i n signoria alcune regioni dell'Ungheria. Ma Solimano non era soddisfatto. Egli aspirava ad incorporare tu ua l'Ungheòa nell'impero d i ·Costantinopoli . Alla morte di Zapolya, nel 1541, furono iniziate nuove ostil ità . Da Belgrado il sultano mosse contro Buda e riuscl a battere gli Austriaci, guidali dagli A bsburgo olla conquista dell a corona d i S. Stefano . Il 2 settem bre il sultano entrò nella capitale magiara e sottomise L'Ungheria sotto l 'in11ncdiata amn1inistrazio nc otto1nana . Negli an11i successivi i T urchi vinsero la non seria resistenza dei Te~ desch i e poterono estendere il loro dominio su nuovi territori. Nel 1547 fu firmata un 'altra pace per la quale gli O ttomani mantenne ro molte delle conquiste fatte . La reg ione 1Hagiara, meno alcune regioni che dal trattato furono riconosciute in sov ranità per cinque anni a Ferdinando d 'Austria, fu orga nizzata dai Turchi , i quali però non riusciro no mai a snazionalizzare i fieri Ungheresi . (Per gli

avvenirnctHi successivi, v. nella storia delle na?.ioni interessate).

Otto Santi (Gl!crra deg!t). Fu detta così la guerra combattuta nel l3i5-IJi8 tra i Fiorentini e Papa Gregor io XI. I prim i trassero con sè Bernabò Viscont i, Genova, Venezia, I


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il Monferrato, gli Estensi, i Carra ra, i Gonzaga. Ma non umi aiutarono . e non sempre efficacemente. li nome d i O. S. derivò da una Sf'Cciale magistratura bellica, composta di otto persone, chiamate dal pppolo con tale nome; e questo nome rimase, sebbene il nome ufficiale fosse degli Otto ddla guerra o dei Signori della guerra. Essi diven nero dicci verso il 1390. Un centinaio di città, tra le quali Bologna, si staccarono allora dalla Ch iesa, facendo causa comune con Firenze. li Papa r ispondeva con la scomunica e \'interdetto . contro Firenze. La quale riuscì ad ottenere la pace soltanto dal papa Urbano TV, successo a Gregorio XI, pagando alla Chiesa 200 .000 fiorini e restituendole i territori occupati, ottenendo con ciò che fosse tolta la scomu nica lanciata cont ro la Repubblica. Consimile magistratura degli Otto della guena fu cre:ita dalla repubblica senese nel 1553.

Otturatore. 8 così chiamata genericamente quella parte cli qualsiasi arma .da {uoco a retrocarica, che serve per chiudere la culatta e resistere alla forza di espansione dei gas nello sparo. Col l ' invenz;one dell'arma da fuoco venne subito anche l'idea del caricamento dalla culatta; anzi semhra che i primi tentativi dell'applicazione della po].

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canna, la quale, all 'atto deÌlo sparo, riceveva b pallnttola e la indirizzava, al segno; e) consisteva in una specie •d i coperchio metallico, chiudente un'apcrtura praticata superiormente e longitudinalmente presso la culatta de lla canna;

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entro quest'apertura si n1e tteva la carica, poi, sopra, ìl coperchio otturatore, e infine lo si legava o fissava fortemente, in modo che non avesse da aprirsi all 'atto <Idio sparo. Tutti <juesti ·sistemi, per la scarsa abil ità costruttrice di quei tempi , erano pericolosi, lasciavano molte sfuggite di gas, rendevano lento il tiro e non permettevano !a costruzione dell 'arma da fuoco portatile. Sì capisce quindi che fossero abbandonati, e si sia prcfe:·ito il ca ricamento ad ;J\'ancaricat e liminante pressochè c01npletarnente . tutti gli inconvenienti dell 'ahro sistemà. Col perfezionarsi della rncccanica, si impose il carica-

mento dall a culatta, e per le artiglierie sorsero i due sistemi d i otturatori: a cuneo ed a vite o viwne; con quelle a tiro rapido, a blocco, L'O . a cuneo scorre normalmente all'asse della canna; quello a virone si avvit~ longitudi nalment.e lungo l'asse dell a ca nna; quello a blocco viene manovrato a mezzo di una leva e può rnuovere lateral-

O tturatore "\Vc11ldl

vere per uso di guerra si siano iniziati col car icamento dalla culatta; l'avanca rica sarebbe venuta subito dopo, perchè più pratica, dato lo stato rudimentale della meccan ica di quei tempi, che trovava più facile fabbricare una • canna

mente, in alto, in basso, e indietro, a seconda del sistema. Quest 'ultimo contiene generalmente in sè il congegno di percussione e quello d i scatto. Per le armi da fuoco portatili , sorsero gli O. a blocco, a tabacchiera, a camera, a cilindro. .I primi consistono in un blocco di metallo che

chiusa ermeticamente da nna parte, che non cos_truire. un

congegno per chiuderla a volontà. Gli O. antichi dei can noni si possono ridurre à t re sistemi : a) quello vero e proprio che consisteva in una specie di tappo chiudcntc !a _canna dalla parte ove era messa la carica ; per tenerlo a rvteccanismo in posi;jione di sicurciza

I

:1

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Meccanismo in posizione di sparo Otturatore a blocco (cannone da carnpagnrt)

Otruratore qcl fucile italiano modello 91

posto .vi erano vari n1odi, o con legature o con cunei ; b) consisteva in una camera o t ubo chiuso da una parte, emro il quale si mettevano carica e proiettile, e poi lo si assestava ben premuto contro la cularta aperta della

chiude (in vario ll)Odo a seconda del sistema di blocco) la cu latta dell'arma; quelli a tabacchiera sono così chiamati perchè chiudono la camera a mezzo di una specie di coperchio che si apre super iormente alla canna; quelli a


OTT

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Oun

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Otturatore (aperto) d i cannone navale di grosso calibro

camera hanno in sè la camera per la carica, si aprono a cerniera (in avanti od indieuo) per poterli caricare e poi vengono riabbattuti per lo sparo; quelli a cilindro sono di due specie, o solamente scorrevoli lungo l'asse della canna, o scorrevoli e girevoli. Di tutte queste specie ·di ottnratori, quelli a tabacchiera cd a camera non ebbero fortuna : rimasero quelli a blocco e~I a ci lindro. I primi furono recentemen te abbandonali , perchè troppo deboli; quell i a cilindro, furono preferiti del tipo scorrevole e gi revoli, orama i in uso i n tutti gli eserciti; essi non va ri:.1no che nei particolari di percussione e d i scatto.

fortificata con ba;tioni nel secolo XVI. Nel 1382 fu assediata dai Gantesi che vi impiegarono mangani, cannoni e bombarde, e fra 9ueste una di 50 piedi d i lunghcu.a. Nel l 658 fu assediata dal visconte d i Turenne che la prese dopo tre g iorni. L'anno seguente per il trattato dei Pi renei fu restituita agli Spagnuoli; nel 1667 Francesi,

Ottone I (Il Grande) . [mpcratore tedesco (912-973). F u incoronato ad Acquisgrana nel 936 e si battè contro i signori feudali ; nel 951 venne in Italia e ne cacc iò Berenga rio II, ottenendo la corona longo barda; nel 955 sconfisse g li Ungari ; nel 961 tornò in Italia e fu incoronato a Roma. Ottone Il , Il Rosso. Imperatore tedesco (955-983). Vinse Enrico d i Bav iera e il re d i Francia. Scese in ltalia nel 980, p rese ai Greci Napoli , Bari e Ta ranto, batt~ i Sara ceni in Calabria, ma poi fu da essi nel 982 sconfitto presse, Couone. Morì a Roma. Ottone IV, Il Leone . Im pe ratore tedesco (1 175-1218). Nel fu incoronato a Roma, poi scomunicato per aver occupato Ancona e Spoleto. Nel 1214 fu sconfitto a Bouvincs dal re d i F rancia Filippo Augusto. 1209

Le fortifica?.ioni di O udenardc (scc. XVI l)

Otumba. Città del Messico, sulla fer rovia di Vera Cruz. Battaglia di Otumba (1521). Appartiene alla guerra per la conquista del Messico, e fu combattuta fra g li Spag nuoli d i Ferclinando Cortcz e i Messicani comandati dall'imperatore G uatimozin, successo poco prima a Monte, zuma. La vittoria degli Spagnuoli , fu dovuta principalmen te al terrore che sorse nell'animo dei Messicani udendo il fragore dei canno ni. Guatimozin cJtturnto, venne fatw m0,ire abbruciato su carboni ardenti.

Ouchy. V. Losanna. Oudenarde. Città · de! Belgio, nella Fiandra Oriéntak, aulla Schelda. Centro importa nte fin dall 'antich ità, venne

comandati da l maresciallo d'Aumont, la presero nuovamente; poi, pe] trattato è.i Nimega, tornò in possesso degli Spagnuoli.

I. Assedio di Oudemarde (1674). Appartiene aUe guerre d i L uig i XIV. Dopo la battaglia di Seneffc, gli J\lkati Habilirono di porre l'assedio ad O . Intanto il marchese di Rannes ap profittava della loro indecisione per rinforzare la guarnigione e Vauban si recava nella piazzaforte per clirigernc la d ifesa. Il pr incipe d 'Orangc il 18 se:tembrc cominciò il bombardamento. Condé si portò in so·ccorso cli O. per Qu ievrain e Tournai , dove ·il maresciallo d 'Humièrcs lo rafforzò con 8000 u. prelevati dalle guarnigioni


Ou o

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di Fiandra. Il g io rno 20, l'esercito frances~ marciava· su ) colonne, precedute ciascuna da una forte av.a 11g:uard!a,

per attaccare i 50 .000 alleati dislocat i sulle <lue rive della Schelda. lo serata, prendeva posiiione su lla riva s,. cd il giorno dopo, Condé iniziava l'azione con un violento bombardamento; ma il p rincipe d.'Orangc, 1Ton 11otendo fare alcun assegna1ncnto s.ui generali collegati, non ardì accettar battaglia, ;rnzi durante la notte dal 2 1 a l n evacuò le sue lince d 'investimento, lasciandovi una g ran partt del rnateri'11c d'assedio e gli approvvigionamenti, e si ritirò su Bruxelles , seguito e premuto dalla cavalleria francese.

li. TJattaglia di Oudenarde (1 r agosto 1708). ApjJartiene a lla ,:uerra per la Successione di SjJagna. Stanno di fronte

O un

tiene pe rò a11cora una forte riserva 1n sua n1ano, composta

<lei le due armi, grav itante però verso l'a la SI'., su lla stra,la d i Gand. Con quest'attacco, che ha luogo alle 5 pomerid iane, comincia la vera battaglia che si può distinguere in rre fasi : 1•L fase : i ·avanguardia anglo raustro-olandese, attaccata di fronte e sul fia nco sr. da forze superiori arretra lentamente, combattendo; 2a fase: il p ri ncipe Eugen io, intuito il pericolo, accorre e colla ,~ e 2a colon na (intanto che la terza resiste frontalmente) prolunga J 'ala sr . e sventa la grave m inaccia ; 3• fase, decisiva: i l Marlborough e il principe Eugenio, avuta la sensazione che la sr. francese è debole e senza scaglionamento in profondità, decidono di attaccarla a fondo, risolutamente:

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La città d i Oudenarde nel seculn XVI l

i;Ii Austro-Anglo-Olandesi contro i Francesi : dall'una e dall'altra parte circa 85. 000 uomi ni . Il d uca di Rorgogna, comandante dell'esercito francese (che ha però a fianco il Vendò me) vuole impadronirsi <lella fonezza e la cinge d'assedio . li Marlborough cd il principe Eugenio d i Savoia, che hamw riunite le loro forze, pensano di libe rare la città e dar battaglia sulla Schelda. L'avanguard ia im periale si schiera sulla destra dell 'Ejne (affluente dcl!a Schclda che ha come caratteristica topografica u11 grande arco a nord d i Oudcnardc), a cavallo della strada di Gand. il Vcndòme avrebbe voi uto appoggiare- la sr. al villaggio d i H eu rne, sulla Sch<:lda, stendendo la fronte in linea retta lungo la sponda sr. del rio Schaerke n (che domina la sponda opposta fino al villaggio d i Moraghem vicino ad alcune terre i110ndate della Schelda a m onte d i O .) per t rattenere e schiacciare l 'esercito nemico -che non avr~bbc avuto lo spazio necessario per lo schieramen to delle sue forze. Ma i generali francesi han no perd uta la ca!m:i per effetto della m inaccia del! 'esercito nem ico che si era frap · posto fra il loro esercito e la F ra ncia : sopravalutando tale minaccia i l d uca ordina che lo schieramento si effettui pi ,ì indietro, sulla riva sr . del torren te Norken, dove i l terreno è alquanto più elevato e più piano. L 'avang uardia anglo-austro-olandese attacca e sbaraglia l 'avang uardia francese avanzando a cavallo della strada di Gand fi no oltre llcurne . li Vcndòmc fa schie rare in fretta l 'esercito d ietro il Norkcn : alle ali la cavalleria, ai centro la fontcria su due lince . Appare provvido consig lio attendere i nem ici su q uesta posizione adatta per la d ifesa; invece il Borgogna vuole attuare un inconsulto e inopportuno movi mento offe nsivo, o rd inando a parte della cava lleria dell 'ala dr. di passare il to rrente e di ava nza re. Il Ven<lò mc intuisce le conseguenze gravi <le ll 'errore e per rime<liarvi ordina anche alla cavalleria de li 'ala sr. di avanzare . Borgogna si indispettisce e <là il contrord ine q uando il mov imento è in pieno sviluppo . Frattanto il nemico sì d isponeva in or<linc di battaglia. Fi nal mente il d uca fa passare il Norken a 30 bgl. , e poi a Ua massa della restante fanteria ed al resto della cavalleria d el) 'ala dr.;

a tal fine le lanciano co ntro la 4" colonna, fone di bgl. e molta cavalleria. Con tale felice mossa gli 1\lleati riescono a sboccare alle spalle del nemico; il princ ipe Eugenio giunge al Norken; J'avvo!g,mento del la d r. francese è compiuto e la battaglia vinta. Il Vendiìme fa un estremo tentativo colle truppe dell'ala sr. per aver ragione degli avversari e<l effettuare a stia volta l 'aggiramento tattico elci fianco dr. nemico : il tentativo è frustrato dalla valida resistenza delle truppe alleate agli assalti del nemico, fatti solo con masse d i cavalleria. Annotta. I Francesi sono chiusi come in una morsa . Subent ra la stanchezza; i l disord ine degenera in confusione e 13. sconfitta Ì rl d isastro: 4000 morti, 2000 feriti, 7000 prigionieri da parte francese e circa 6000 fra morti e feriti da parte a lleata sono il bila ncio dcl là giornata, Per essa i Francesi vennero cacciat i dalle Fiandre . La loro sconfitta fu grave, ma poteva esserlo molto di più se gli Alleati avessero subito inseguito durante la notte per sfruttare i risultati di sì brillante vittoria; per contro essi sostarono sulle posizioni conq uistate; solo al mattino dopo lanciarono all 'inseguimento una massa d i cava lleria <l i 40 sqdr. e di alcuni bgl. di fanteria . 20

llI. ✓1Ssedio di Oudenanie (1745). Appartiene alla guerra per la Successione <l' Austria. Dopo l'occupazione d i Gand e d i Bruges, Luigi X V d iede l 'incarico di assediare O . al conte di Lo 1,v endahl. Q uesti, portatosi col suo esercito

sotto la città , comir,cìò subito le operazioni d 'assed io e nella notte dal r8 al 19 lug lio ap rì h trincea . Essendo la piazzaforte <laminata da alture dalle quali i Fr ancesi avrebbero potuto distruggere la città , il comandante, ritenuta

inutile og,li resistenza, la sera de! 22 fece alzare ban diera bianca rendendosi prigioniero di guerra con la guarnigione (400 u .f Nella piazza fu rono trovati 36 cannoni e buona provvista <li muniz ioni . IV. Occupazione di Oud,·na,-de (r792 e 1794). Appartengono alle guerre della Rivoluzione. Ne l novembre del 1792 ·O . cadde senza colpo ferire nelle m an, dei Francesi , coma ndati dal generale Dumouricz; ma i façi li successi d i


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questo generale durarono solo pochi 1nesi,. ed O. r icaùdc ben presto in potere degli Imperiali. La città venne an nessa alla Francia con le conquiste d i Pichegru. Questo generale, che aveva formato i l progetto di separare I 'esercito del generale Clairfayt da quello degli Inglesi , vi riuscì con la occupazione di O. che il 3 giugno si aHese dopo breve resistenza.

Oudewater. Vi llaggio dell'Olanda merid ionale,

sul -

l'Yssel.

i. Assedio di Oudewatcr ( 1575). Appartiene alla guerra di F iandra, e fu posto dagl i Spagnuoli comanda ti da Egidio <li Barlcmon t. li luogo panta noso presentò grav i d if!ico1tà nel piazzamento delle artiglierie sugli stretti, scarsi e deboli argini; ma infine esse furono piazzate. Aperto il funco, le deboli mura non ressero, e fu fotta la breccia. Gli Spag nuoli n1ontarono all'assalto; respinti in un primo tc nt:1tivo, riuscirono nel secondo. La città fu messa a sacco e poi incendiata ; gli abitan ti n1assacrati.

Oudinot (Nicola Carlo). Maresciallo d i Francia, duca di Reggio (1 i6i-1847). Volo ntario nel 1791, salì rapida1nent.e agli alti gradj, disting uendosi in moire occasioni , sul Reno e in Italia con gli eserciti repubblican i, e in seguito, in quelli imperiali. ad Austerlitz e a . \Vagram, dove ebbe il bastone d i maresciallo e il titolo d i duca . Partecip:'> Oudinot K\cola Carlo anche alla campagna d i Russia . Nel J 823 fu govcrnawre di Madrid; nel 1842 degli Inval idi. 011dinot Nicolrt Carlo Vi/torio . Generale fra ncese, figlio del preceder.te (ri91-t863). Partecipò alle campagne napo-

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Iconiche dal 1912 a l 1914 e di,·cnnc colonnello nel 18r5. Fe,lele a Luigi XVIII nei « Cento giorn i » , fu nominato maresc. d i campo nel 1822 e comandò la scuo!a mii. di Saunrnr. Partecipò alla guerra per la conquista dell 'Algeria e vi divenne generale. Nd 1849 comandò la spedizione contro la repubblica di Roma. Scrisse varie o pere, fra le qua li: " La dignità di rnnresciallo d i Francia »; « L 'eserciw e il suo impiego ne lle grandi opere di t1ubblica uiil ità »; « Sunto storico e militare del la spcd i7,ìone fn111ccse in ha lia nel , 849 » ; " L ·1ta!ia e le sue forze

n1ilitari >1 .

Ouessant (ant. U.rantis, it, Ogr1issa1111). Isola deila Francia, sull'Atlamico, nel d ip . <lei Finistèrc, separata per mezzo del canale di Hcllc, la rgo 22 Km., dalla costa. Nell"isola fu rono erttte batterie e forti dipendenti dal'a piazzaforte di flrest. I. Battaglia navale di Ouessam (27 lug lio 1778). App,rrriene alla guerra d 'Ind ipendenza d'America, e fu combattuta al largo dell'isola fra gli Inglesi e i F rancesi alleati degl i America11i. Nei primi di luglio del 1778 la sq11 aciv.1 inglese, comandata dall 'ammir . Keppel , uscì eia Portsmouth, forre d i 30 navi d'alto bordo, fra le quali b « Victory ,,, amm iragJia, di 100 cannoni, sei d~, 90, una da 80, quin d ici da i4, il resto da 64, con ci nque o sei fregate e due brulotti. L,'avanguar d ia er a al comando del viceam mir . . Ha rtland, il g rosso al coma ndo del Keppel, che aveva in sottordini il sottoammir. Campbell, e la retroguardia comandata l.Lal viccamm ir. Pal list:r. Contc.:111porancamcnrc usciva da Brcst la flotta francese comandata rial conte d'Orvi lliers, forte d i t re ntadue navi a tre ponti, fra cui !"ammiraglia, la « 13rétagnc » , eia r 10 c:1..nnoni, la « Ville de Par is » cli novanta, due da 80, d od ici da 74 , una da 70, dodici da 6.1 e le altre da 60, accompagnate da numerose frcg_ate . I. ·ava,lJua rclia comandata clal conte Ducb aflault , il grosso dal d 'Orvilliers, la retroguardia dal duca di Ch artrcs, assistito dall"armn ir. Dc la Motte P i<Juet. La stra del 23 luglio le d ue flotte sj avvistarono a ses-

santa migl ia da O. 1ncntre s:pirava ·vento <la ponente.


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I Francesi, che erano andati fiduciosi contro al ncm,c<', visto eh 'esso era assai pit1 Corte di quanto non credessero, riuscirono a non impegnar,i profittando della favorevole posizio ne d i sopravvento. Du rante la notte due nav i francesi, scadute ,ottovento . furono tagliate fuori, ma, nonostante ogni manovra inglese, riuscirono =td allontan:ir~i incolumi senza però poter più intervenire nella battaglia. li 27 al mattino, spirando sempre vento di ponellt(', men tre le due flotte sta,·ano avvici nandosi, la retroguard ia in glc~ rimase alquanto più indietro, facendo supporre ai Francesi che il nemico volesse tentare di guacfognare il sopravvento e assa lire la retroguard ia. Allora l 'arnm ir. fran «·sc, fatte girar di bordo le navi, cambiò b posizione della propria rctro/!fia1dia con quella dell'avanguardia, men•

O•ttaglia navale di Ollcssanr (1778)

tre, e per questo movimento e per alcune abili manovre degli Inglesi, le due Aotle si vennero a trovare a contro• bordo e a brevissima distanza . Impegnatasi la lotta ne segul llll furioso cannoneggiamen to, nel quale ciascuno segul i p ropri metod,; battendo i F rancesi negli a lberi e nelle velature, gli Inglesi nella linea di galleggiamento dei legni avversari. Riordinate le navi, uscite ass:ti makonce da lla p rova, i due ammiragli ricostituirono la propria linea e il I:>'Orvi llers, veduto che il Palliser era, colle proprie, scaduto sonovcnto, si a,·ru1zò per tagliarlo fuori eia! rimanente e banerlo separatamente. Il Keppel, accortosi dell'intenzione del nemico, si mosse per incontrarlo, e, sq;uito dall' l lartland, ,i andò a mettere fra l'avanguardia francese, che sta, a ritorn:ondo, e il Palliser. Conquistato co,l il favore del ,·ento, dipendeva tla lui il riprendere o 11011 la batt.1gli;1. Sembra che questa fosse la sua intenzione : un ,egnale non co,npreso o de liberatamente ~o n csegu,to dal Palliscr tenne però le na,·i di quest'ultimo in condizione da non potere eflicacemente intervenire ove la bauaglia si fos,e riaccesa, sì che, non volendosi esporre

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a combattere contro forze superiori, rimase fino a ,erJ rnauivo. Ncl!a nouc i Francesi, lasciando 111 ,·icinan,a d el nemico tre legni veloci coi fuochi accesi, a simulare la presenza dd l 'in tera l!otra , valc11tlosi del vento favnrcvolc rientrarono in Brest vantando ,·ittoria perchè per tutta la giòrnata il nemico, pur potendolo, non 3\'eva rinnovato il combattimento . L'indomani il Keppcl andò a Plymouth per riparare ì dann,, lasciando nelle acque francesi le navi meno danneggiate per la protezione del commercio. Nella battaglia le perdite furono equivalenti: circa 500 u . per parte. l due ammiragli inglesi, Keppel e Pa ll,ser, furono processati e assolti. 11. Combt111imc11to navale di O,u:uant. Nell'o uobre 1779, durante la guerra d'Indipendenza d'America, l'ammir. D'Orv illers, comandan1e la Aotta francese, aveva m an,fato fuor i d i Brest, i n esplorazione, i l cav. di Couedic colh ;ua fregata, la « Sourvcillante • e il giunco l' « Expédition » . Le due navi si incontrarono il giorno 7 al largo di O. colla fregata inglese « Québce », e il g-iunco « Il Rarnbler » . Le navi si cotse ro incontro, fino a intricare le antenne dell'una in q uelle dell'altra; caduti gli alberi, entrambe non potevano più governare mentre l'incendio scoppiava sulla « Québcc » , e il comandante della « Sourvcillantc » cadeva rnort.tlmente {crito. Per sottrarsi alle fiamme la fregata fran.:csc a grande stento riuscì a districar>i, mentre quella inglese, colla bandiera a ri,·a, poco dopo salra,•a in aria. Degli Inglesi soli 43 furono i supcrst ,1i che, sulla "So urvcil lante », presa a r imorchio dal• l'« Expédition », furono condotti a Drcst, d 'ontlc furono mandati in Inghilterra. lii. Combnuime11/o 11amlc di 0 11cssa11t ( 1794) . Appar tiene all a guer ra della Rivoluzione francese. Una squadra francese, al comando dc!l'ammir . Villarct-Joyeuse, uscita da Brcst il 20 maggio, incrociava al largo per proteggere.l'entrata in porto di un grosso convoglio di granaglie (200 navi) che doveva giungere dagli Stati Uniti, quando, il g iorno 28, fu avvistata in lontananza la flotta inglese. comandata dall'ammir. liowe. Il Villaret, che aveva ncc• voto l'ordine di evitare ogni comhauimcnto con b Aoua inglese, aveva c.lisposto pe r il prosegu imento della strada, ma il convenzionale Jcan-Bon-Saint-t\ndré, imbarca to come wmmi»ario sulla " Montagne ,,, nave ammiraglia, diede invece l'ordine di combattere. Verso sera le due re1rogu1rdie avversarie si avvicinarono impegnandosi in duello d'art ig lieria; il Vi llarct inta nto si era a llontanato col resto della Aotta, nella speranza di schivare un combattimento più a fondo; ma il giorno dopo le due squadre ,i tro• varono ancora di fronte. La lotta ricominciò con dann i da ambo le pani, quando, alzatosi un fitto nebbione, non fu più possibile continuare. Il 1 ° giugno, il cielo era tor• nato limpido, cd i Repubblicani si accorsero che gli Inglesi, manovrando abihn,;ntc, si erano sposrnti sopravenlo. Howe avcv:l d isposto la sua squadra in linea o bliqua contro quella francese, in maniera dn. premere con t utto il peso delle sue forze rnlla sr. nemica, mentre la dr., trattenuta dal vento contrario sarebbe rimasta spettatrice impotente della lotta. l i w rnbattimcnto s' inii.iò subito sulla ) r. f rancese e divenne.: lxn presto accanitissimo . E!'ano 4000 lxxche eia fuoco che sparavano contemporaneamente. H owe, avendo pre,o personalmente la testa tlcll'attacco con la (e Regina Carlona ))' combatteva corpo a corp(; con la « Mon tagne " al la distanza cli un t iro di pistol:t. Le albcrmure, le vele e tulle le attrezzature delle navi cadevano a pezzi cd i pomi erano coperu di cada"cri. Dopo u na c~rneficin a ~pavcntosa la sr. francese rimase cir-


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condata dal le navi nemiche; il centro crivellato di colpi, teneva testa ancora agli Inglef;i che pure a,•cvano ripor• tato g ravi danni. La d r. era anco.-a intatta. L'indomani Vil larct avrebbe voluto ricominciare a combattere per libe-

giungono nel guado del fiume, lo uccidono e ne portano il capo mozzato negli alloggiamenti. La cavalleria romana d isperde intanto e uccide in grande numero i ne.rruc,. Divulgatasi la uotìzia, Je forze degli Eburoni e dei Nervi,

rare sci vascelli rimasti in mezzo alle navi inglesi,

che cransi radunate, si sbandarono.

ma

Jcan-Bon-Sain(-André non glielo permise e diede l'ordine di ritirarsi. La Convcn-cionc, ingannata dal rapporto di costu i, che presentò i l combattimento come una segnalata vittoria, tr ibutò al Convenzionale onori e lodi.

arn.

Ourcq. Fiume della Francia, d i dr .• della Marna, con un corso di 78 Km. Aliruema il cana le dell'O , che giunge con un corso di 108 Km . a Parigi. Battaglia sull'Oun·q ( r914) . E ssa deve essere inquadrata negli avvenimenti del 6-7-8-9 settembre 1914, ossia nel gran quadro della prima battaglia della Marna. Infatti « bàttaglia dell 'Ourcq » è detta guc\la che i nostri scrittori preferiscono chiamare « sottobattaglia d ell 'Ourcq nella . battaglia della Marna " , combattuta dalla 6~ armata francese del Maunoury (di nu<,va formaz ione} per aggirare l'ala dr. della 1• armata tedesca de l von K luck, secondo le direttive generali date dallo )offre per la· battaglia della Marna. G iorni 6 e 7 settembre : la 6" armata francese combatte offensivamente attaccando; ma le opportune disposizioni del van Klucke non solo annullano le speranze francesi, 1na con.sento no ai tedeschi della y9. arn1ata, nei giorni 8 e 9 , di passare, essi, alla controffensiva contro il Maunour)'. La sottobattaglia dcl!'O . sarebbe, quindi, finita in un grave insuccesso pei Francesi,, se non fossero interven ute le note vicende dette a proposito della prima battaglia della Marna (V.), per le quali, nonostante i suoi successi tattici , il van K luck fu costretto a ripiegare verso l'Aisne, dando modo, così, alla 5" armata francese cd agl i Inglesi d i lord French di entrare in linea tempestirnmente tra la 6• e la 4" armata francese.

Ourique. Comune del Portogallo meric!iona!e, nel1' Alemtcjo. Vi si combatté (25 luglio u39) una battaglia, che appartiene alla lotta di Alfonso del Portogallo, cont ro i Mori comandati dal] 'e m iro lsmael. l Portoghesi, rimasti viucitori, al1argarono considerevoln1ente i loro possedirnenti, fino alla mer id ionale regione dell" Algarve. Alfonso, dopo l« vittoria, ve nne proclamato re del Portogallo.

Ourthe. F iume dd Corso Tr 9 Km.

Belgio,

arn. di dr . della Mosa.

Battaglia di Ourthe (pri ntipio del 53 a . C .) . È l'ultimo fatto cl 'arme della sdtima guerra del proconsole C. Giulio Cesare in Gallia, e si r icollega alla riscossa della Gall ia Belgica contro 1 Romani. Ora entrarono in azione i Trcviri, capitanali dal 1oro capo Inducion1aro, il qualt: rivolge le sue genti contro il luogotenente T. Labieno, accampato sull'Ou rtbe. Labieno usa lo stesso stratagemma di Cesare sull'Haine; si chiude cioè in un piccolo campo fortemente situato, si mostra debole per rendere t rascurato il nemico, e poi con un assalto repentino gl i fa pagar cara la negligen~a. Difatti, mentre lnduciomaro ogni dì si accosta al campo romano, ora per esplorare il sito, ora per diffondere timore, ora per scagliare frecce enrro le t riuccc, Labieno tiene i suoi dentro al le fortificazioni. Ma un g iorno Ind uciornaro, dopo di essere stato gran parte dd tempo coi suoi cavalieri d avanti .al can1po ro1nano, sulla sera si parte coi suoi, disordinati e sparsi. Labieno allora fa usc ire · immediatame rne da due porte tutta la sua cavalleria, seguita dalle coorti dei Canti . La fortuna arride ,i i cavalieri romani, 1..-quali inseguendo Inducion1aro, lo rag..

Oust. fiume della Francia, affl. di dr. della Vilaine. Corso 150 Km. Sulle sue rive nel 590 d. C. si combattè una battaglia che appartiene alle guerre l ra Franchi e Breton i. Il duca E.brachar, generale d i Gontrano, re dei Franchi, (u sconfitto al passaggio dell'O. Avendo egli varcato il fiume con la cavalleria, Warocb, capo dei Bretoni, assalì e sbaragliò le fanterie sull 'altra riva de l fiume, massacrando o cacciando nel fiume chi resisteva, e facendo grande 11un1ero cli. prigion ieri. Outram (sir Giacomo). Generale inglese (1803-1863). Servì nell'esercito delle Indie e combattè nelle p;ccole guerre dd la regione; nella campagna contro la Persia -ebbe il comando in capo. _Infine, contribuì a domare la ribellione dei cipai (1856-59) come· commissario del go~erno e comandante ir1 capo del le truppe inglesi destinate ad ope• rare contro Lucknow . Fu cbiamaro « il Baiardo delle Indie ». Ouvrages Blancs. combatt imenti attorno alla zona fortificata dettà. O. B . rappresent ano un episodio della 5 rande battaglia d ' Arrois della p rimavera 1915: episodio molto ricordato e celebrato dagli scrittori mii. francesi ed inglesi, così come quelli analoghi della Lorette, di Neuwillc S. \Vaast , d i Neuve ChapeJlc. Nel vasto territorio ove si svolse la battaglia d"Artois, il terreno compreso fra Ablain e Carcncy forrnava un saliente tedesco, ottimo ·osservatorio nei riguardi delle posizioni (ranco-i nglesi; osse rvatorio che, pertanto, i tedeschi avevano saldamente fortificato. Le O. B. altro non erano che le fortificazioni così erette; esse univano le posizioni di La Targette e <li Ncuvil 1c con Carency. Dietro queste fortificazioni esisteva una seconda linea lungo la rotabile Arras-Béthune; ed una terza linea lungo il dirupo di Vi1t1y . Durante la battaglia d'Artoir, fu affidato al XXXI![ C. d' A. francese (Pétain) il compito di espugnare le posizioni fortificate suddette ; operazione che si iniziò la mattina del 9 maggio ,915. Alle ore 7 d i detto giorno furono fatti saltare I 7 fornelli di mina (s<iSlema allora molto in voga: vedi Messi11es) con circa 300 chilogrammi di alto es!)losìvo, precedentemente p repa rati dai Francesi con tutta accortezza. Alle ore to le fanterie attaccarono ; nell'attacco si distinse il reggimen(o polacco del la legione straniera. Alle ore 11 le fanterie francesi avevano oltrepassato le O. B., e iniz iavano l 'attacco della seconda lin_ea lungo la rotabi le Arras -Bhétune: ma per il fatto che il p ri rt10 .sbalzo era stato compiuto con ccleri(à superiore alla prevista, i rincalzi francesi non giunsero in tempo, sicchè l 'azione si smorzò e continuò lenta verso le ulteriori posizioni , dando luogo al combattimento d i Carcncy il IO e alla conquista della Lorctte l'n. (V. Artois e Lorette). Ovada. Comune in prov . di Alessandria, sopra un promontorio ai cui pied i confluiscono l"Orba e la Stura. Un tempo era luogo murato e rmrnito di castello. È d i t)rigine antichissima e forse corrisponde al Vada inter Apennùurm et A!pes, menzionato da Decimo Rruto. Sulla fine del sec. XIII fu acquistato dai Genovesi, che, nel secolu seguente, lo cedettero a Ca rlo VI d i Francia. In questo possesso si alternarono Genovesi , Monferr ini e i Visconti di \,filano, nonchè va rie famiglie (eudali come i Guasco, gli Spinola, i F regoso, gli Adorno e i Trotti Ile n•


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tivoglio. Nel 1528 fu preso dai soldati delb repubblica ge: novese, e nella gue1rn tra questa repubblica e i Gal!olspani, sulla fine <lel 1625, e in tutte quelle d i quel secolo e del successivo sino al 1800. O. e i l suo circonda rio furono teatro d i operazioni militari cd ebbero perciò a soffrire danni e devastazio ni.

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rinforzata eia alcuni pezzi di artiglieria . L ·sa brigata rimase in r iser va, con l'ordine di riprendere il rnovimento verso Flensburg, dopo una breve sosta. Il gen. prussiano 1•011 Gablenz g iunse con i'avanguardia verso le nrc 15 davanti alle posizioni e quivi r icevette ordine da l marese. Wrangel d i sospendere l'inseguimento e di non oltrepassare O., poichè egli voleva procedere metodicamente all'attacco delle posizioni retrostanti, che riteneva fortemente ocwpatc dai Danesi. L'ordine era d'altra parte giustific.ato dal sopravvenire della notte, e dalla stanchezza delle truppe che marciavano dal mattino sulla neve, sen,.a mangiare.

li castello di Ovadn nel secolo X VIll

11 gen . Gablcnz giuclicò invece più utile rigettare al più presto il nemico dalle posizioni lii O. e ne ordinò qu indi l'immediato attacco. A tale scopo, senza attendere la brigata Gondrecourt, che era ancora molto ind ietro, ,Jic-<:le ordine di avanzare alla brigata Nostitz. Le truppe erano stanche; tlHtavia con grancle arditezza si lanciarono all'assalto delle posizioni. Un bgl. ~ttaccò frontal mente a cavallo della wtabile, mentre alcun i elementi accenna~ano• ad un movimento aggirante sulla dr. della posizione. Ma l'efficacia del fuoco danese costrinse la prima linea· a ripiegare. Gablenz ordinò l'intervento di nuove trnppe. I Danesi, d i fronte al pericolo dell'aggiramento che gii si pronunciava, ripiegarono, occupando una cresta re trostante, ad

Presa di Ovada (1672). Appartiene alla guerra tra Carlo Emanuele Il d i Savoia e la repubblica di Genova. Il senatore Cesa re Gentile, commissario della repubblica, ai p rimi cli agosto condusse rinforzi a Gavi, accrebbe il presidio di Novi, e sapendo di non poter tc:ncrc il campo di fronte ai Piemontesi per d ifetto di cavalli e per la sua inferiorità nelle artiglierie, si trattenne nei luoghi forti cd occupò i passi più aspri delle montagne. Pel timore che O. potesse

ovest della rotabile . D ue bgl. dcll '8• brigata rinforzarono 1' 11° reggi men to. Contemporaneamente, sulla sr., i Danesi

furono attaccatj da due bgl. Sotto tale pressione, e dopo valida resistenz~, anche da questa parte essi ripiegarono, eseguendo puntate controffensive. Particolarmente sacrificato fu il 1° rcgg., del quale solo pochi Sllperstiti raggiunsero le lince danesi. Anche alcuni sqdr. coprirono il movimento effettuando qualche carica . ll gcn. Gablenz fec~

cadere in mano ~I nernico, vi fece scava.re n10lte rn ine, per farle saltare se il bisogno lo ,·ichiedesse. L'esercito del duca d i Savoia, comandato dal principe don Gabriele, arrivato sotto O., respingeva i Genovesi cd intimava al governatore di arrendersi. Questi rifiutò e fece brillare alcune mine che recarono grave danno all'esercito ducale . Allora don Gabriele cominciò a bombarda re con le arriglier ie il castello, e lo costrinse ad aprire le porte. li govtrnalorc riuscì a fuggire. Poco dopo la presa di O. la

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guerra ebbe termine ricntranda ciascuno nei propri confini .

Ovazione. Trio nfo minore, che per consenso del senato romano veniva concesso a quei capitani che avevano

riportato vittoria non tale da meritare gli onori del trionfo vero e proprio : incoronati d i mirto, erano condotti in Campidoglio e facevano un sacrificio agli dei. Ovazza (Cesare). Generale, n. a M ilano, m. a Borgio (1850-r918). Sottot. di fanteria nel 1ll71, d a ten. col. comandò il Distretto mii. di Ascoli Piceno (1898-r902) e da colonnello quello di Venezia (1902-r907). Nel 19r4 raggiunse il grado di magg. generale.

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Oversee. Comune della Germania, nello Schleswig . settentrionale, sul fiume Trccne.

Com battimento di Ov,;rsee (6 febbraio 1864). Appartiene alla guerra dei Ducati. I Danesi avevano j niziatb il 6 febbra io la ritirata su Duppcl e Fredericia, inseguiti dagl i Austro-Prussiani, ed avevano occupata la l inea di alture, coperte eia boschi, che sbarrano la strada da O. a Fknsburg. La posiz.ione, sulla quale erano stati cscg11iti affrettatamente lavori difensivi, fu occupata dalla 7~ brigata, al comando del geo. Miillcr, con i due regg. ,.., ed uo,

Combattimento di Oversee (i 864) l

inseguire col fuoco de lle artiglierie le colonne in ritirata,

ma ordinò alle fanter ie di fermarsi sulle posizioni raggiunte, poichè scen deva la notte. li combattimeuto era d urato quasi d ue 01'e : la · vittoria costò agli Austriaci 7o6 uomini fuori com battimento ; quasi altrettanti, oltre a 430 prigionieri, ai Danesi, i quali abhandonarono' anche Flensburg .


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' Ovest (Armatu

del/' ). Armata repubblicaJla frane-e1e, creata nell 'ollolire 1793 e durata sioo al gennaio 1796. Fu successivamente comandat.1 dai generali LéchclJe, Kléber,

Chalhos, Rossigno!, Marceau, Turreau, Vimrnx, Dumas, Canclaux, Grouchy, Hoche, , Villot. Ebbe effettivi che variarono da 30 a 80 mi la uomini. Combattè nella Vandea.

Ovìedo (ant. Ovetum) . C ittà della Spagna, capo!. di prov incia , su ll'Oria. Venne fondata dai Romani ; (u faua capitale da 1\lfonso, re delle Astu.rie. /Jattagli" di Oviedo (794). 1\ppartienc alle g uerre fra Cristiani e Mori nella Spagna. Abd cl Mclick, generale del l'emiro andaluso, marciò su O., la prese e la diede al sacco. ~1a mentre ~i era n1csso in marcia con le sue truppe ca . r iche di bottino, venne assalito dalle t ruppe di Alfonso delle Asturie, e dopo aspro combattimento le milizie dei Mori furono sbaragliate, e i l loro capo ucciso. i

Ozz

mandati e.l ai loro capo Kajata. li combattimento si svolse sulle due rive boscose dello Swakop, a poca distanza dal vil laggio . Il col. Lcut wein, visto che le forze attaccanti erano molto numerose, d isimpegnò <lue sue cp . che erano sulla sr. del fiume e le unì a <]Uelle rirna,te sulla d r., disponendo le sue truppe a semicerch io, con le ali appoggiate al fiume. Gli Herero assalirono ripetutamente, protetti dalla boscaglia, ma vennero sempre respinti. A sera i Tedeschi avevano esauriro le muniz ioni dell'artiglieria, dopo 10 ore di combattimento. M;1 la notte interruppe il combattimen to, e il col. Lcutwcin ne approfittò per battere in ritirata, lasciando accesi fuochi sulle posizioni e riuscendo così a ingannare il 11t:n1ico, che non inseguì. Perdite : 2 uffi~

ciali e 7 u. di truppa morti, truppa feriti.

r

ufficia le e

u. d i

JI

Oxford. C ittà clell'fnghilterra centrale, fondata verso il 727. Vi fu costruilO un caslcHo, <.love, nel 1142 venne assed iata Matilde, nipote di Guglielmo i l conquistatore, per opera del re Stefano. Quest i si impadronì della citt!i e bloccò Matilde nel castello, dove essa resistette per tre mesi, e sfuggì mediante uno stratagemma, il 20 dicembre, 1

Ovindoli (Colle dr). Passo del l'Appennino Abruzzese, che mette in comunicazione la conca del Fucino con quella di Ayuila. La strada si stacca dalla Via Valeria a est di Avezzano, nel tratto che segue il margine seuçntrionale dd Fucino, dir igendosi a Celano (810 m.) donde sale con stretti risvolti al colle (1375 m .) e, dopo un tratto pianeggiante, scende ad Aquila (630 m .) con forti pendenze. Traccia u na delle buone vie d'accesso alla conca aquilana, che non abbonda di agevoli sbocchi attraverso gli alti rilievi rna r·ginali .

Owanta. Villaggio della Li tuania settentrionak a circa 20

Km. ad est del fiume Swienta.

Combauimenro di Owant,1 (J7 h,gl io 1831). Appartiene alla guerra dc!la Jli,,:o luzione polacca (3° pel'iodo). :È un episodio della insurrezione lituana. li gen. Dembinski , che faceva parte dell'esercito polacco operante in Lituania agli ordini del gen . Giclgud, era riuscito a sottrarsi, con 4 mila uomini e 6 cannon:, alla pressione russa che aveva costretto il rimanente dcll"esercito polacco a rifugiarsi in Prussia. Il 9 lugl io aveva iniziato la marcia per rie11trare in Polonia attraverso le masse russe, partendo da Kurs.lany, all'estremo nord del la Lituania. Egli era inseguito ria vicino <la un corpo nemico agli ordini del gen. Savoiny. Questi, il 17 luglio raggiunse le retroguardie del Dem binski e le attaccò. Il combattimento, iniziatosi sul cader del giorno, e bbe breve duraw; il gen . polacco, protetto <lall'oscurità, potè sfuggire all'accerchiamento, e riprendct'e la marcia su Varsavia.

Owikokorero. "'.illaggio cieli' Africa sud -occidenta le cx tedesca . Vi avvenne un combattimento (r3 marzo 1904) fra un piccolo reparto tedesco e gli Herero. Avviluppati nella boscaglia, i Tedeschi pe rdettero 7 ufficial i e rg u ., oltre

a una mi tragl iatrice che avevano seco, m~ riuscirono a r itirarsi reca ndo seco alcuni feriti, fra i quali il loro comandante, magg. Glasenapp.

Owiumbo. Villaggio dell'Africa sud-occidentale ex cedesea, sul fi'ume Swakop. Vi avvenne un combattimento (30 aprile 1904) che appartiene alia lona contro gli 1-lerero. I Tedeschi , comandati dal colonnello Leutwein, disponevano di 6 cp. metropolitane e due reparti indigeni, con mitragliatrici e 3 btr. d"aniglicria. G li 1-lerero era no co-

uscendo di notte, con . tre cavalieri, tutti vestiti di bianco, e riuscendo in tal 1nodo a passare inosservata in mezzo al la ncw; fra le sentine!le nemiche.

Oyama (o Ooyani.1, lvao). Generale giapponese (18421916). Nd 1877, durante ia guerra civile, fu comandante di una brigata di fanteria, ma fu specialista d'artiglier ia e di ord inamento ddl 'es.e r:ito . ::--Jcl 1878 fu nominato sottocapo di S . M . dell'Esercito e della Marina, ed ebbe nello stesso te mpo la carica di comandante della Scuola degli Ufficial i. l\"el 1885 fo nom,nato Ministro della guerra e continuò jn q uesta

carica dur ante 9 an ni . Nel 1894-95. durame la guerra cino-giapponese, comandò ìa za armata. Nel 1898 fu noi'.lninato n1aresc. d'esercito, carica che in quel tempo era s tata istituirn dall'im-Oyama Jvao pcratorc; nel 1899 fu n om inato capo di S . M . dell 'esercito, carica che tenne fino allo scoppio della guerra russo-giapponese. Allora comandò in capo l 'esercito in Manciuria, dove sconfisse i Russi. In seguito fu nominato duca, per benemerenze di guerra e d i carattere politico. Nel r914 fu nominato ministro della Casa imperiale.

Ozzero (o Oiero). Comune della prov . di Milano, fra il Naviglio d i Bereguardo e il Ticino . Ebhe un forte castel lo nel medio evo, che fu assediato nel 1161 da Federico Barbarossa e <lifcso d a Suzzonc d 'Ozero, con g uarnigione m ilanese. Federico,

dopo la resa, fece tagliare

il

naso e cavare un occh io a Suzzone, per punirlo della resistenza appostagli. li castello ebbe poi parte importante nelle lotte tra G uelfi e Ghibellin i, puteggiando per i primi ed essendo in possesso dei Torriani .



P (Dirigibili). I dirigibili P furono le prime aercinavi da g uerra italiane. In realtà la prima

numerazione d ata alle aeronavi fu q uella delle cifre arabe ; successivamente esse furono denominate numericamente

ma con la sigla P per indicarne la loro piccola cubatura nei confronti ·. .:., ..,.. dei dirigibili di m aggior mole : medi (M) e grandi (G). I d irigibili /' costruiti per conto del Corpo mi l. aeronautico furono 7, tutti del tipo sem i-rigido, deriv.ant i dai piani studiati dai capitani Croceo Arturo e Rigaldoni Ottavio. Aeronave P 1. Costruita nei cantieri di Vigna di Va lle, entrò i,1 ser vizio nel 1909 : cubatura mc. 3450; lunghezza

r

m . 63; diarnctro n1assimo 111 .

II .60; altezza complessiva.

navicella compresa, m. 20 ; velocità oraria Km. 52; motore C lemem-Bayard da 120 cava lli con due eliche a pale d'al lumin io. Nel d icembre 19TJ l 'aeronave, dopo talune modifiche che ne avevano aumentato la cubatura a 4200 metr i cubi, compì le prime prove per il lancio di bombe. Successivamente venne inviata al cantiere di Boscon1ancico

e d i qui trasferita a Bcn~asi nel 1912, dove eseguì varie esplorazioni. Aero111111c P 2. Costru ita anch'essa nd camiere d i Vigna d i Valle, era gemella del P 1 , <li cui ebbe le stesse carat-

Baggio (Milano) e poi a Casa! Monferrato, prese parte alle grandi manovre del 1911 durante !e qual i ebbe l'onore d i compiere un 'ascensio11e portando a bordo S. M. il Re che in quel giorno compì il p rimo viaggio aereo. D opo un periodo di attività 1 Brindisi i l P 2 fu destinato a Tripoli, ove giunse nel dicembre 19u. Partecipò a numerose azioni di guerra, di esplorazione e d i bombardamento, e al termine della guerra rimase in Libia per completare la compilazione della carta regionale a mezzo di rilievi fotografici. Nel 1913 tornò i n Italia ove fu d isarmato nel!'agosto. Aeronave P 3. Costruita a Roma nel 1911, era gemella della precedente . Desti nata al cantiere d i Boscomantico, fu inviata a Brindisi e poi in Libia, ove arrivò nel dicembre 1911. Dopo un brillante servii.io di guerra e d i pace venne disarmata nel 1915. Aerona ve P 1 · Aveva le stesse caratteristiche delle precedenti, però con una velocità oraria d i km. 60. Costruita nel 1913 nei cantieri d i Vigna di Valle fu assegnata al cantiere d i Campalto. Fu la prima aeronave che partecipò alla guerra Italo-austriaca, a d isposizione della R. Marina, con

1'incarico di e seguirt: ricogn izioni cd azioni n1ilitari

per la difesa della piazza di Venezia. Nell'agosto 1915 fu destinata ad aeronave-scuola, perché non ritenuta più adatta al servizio di guerra. Prima del suo disanno, av • venuto nel luglio de l 1918, LII ad ibita al comando della d ifesa d el traflico marittimo di C ivitavecchia (gennaio 1918) per la sorveglianza del mare T irreno e per la scorta a convogl i marittimi. Le principali azioni di guerra del P 4 furono: 29-30 maggio 1915, e 5-6 giugno 1915, hombardamcnti di Pola ; r5-16 giugno J915, bombardamcnro nodo ferroviario Divaccia; 17-18 giugno 1915, bombardamento alti forni di Muggia; 3-4 luglio 1915, bombardamento stabilimento tecnico t riestino; 5-6 luglio 1915, bombardamento cantiere di S. Marco (Trieste); 15-1 6 luglio 1915, bon1bardamento staz. ferroviaria di Grjgnano; 20- 21 luglio

1915, bombard amento li nea fe rrov iaria Nabresina; 21-22 luglio 1915, bombardamento bivio ferroviario d i S:sti,ina; 6-7 agosto r9t~ , bombardamento opere mil itari di Pan,nzo.

li dirigibile P2 a T r ipol{ (marzo 1 Q12)

teristiche ad eccezione dell a cubatura che era di 4400 mcrri cubi e del l 'autonomia che d a 7 ore era · stata portata a 10. Dislocata prima a Campalw, indi al cantiere d i

Aeromwe P 5. Aveva le seguenti caraucristiche : cubatura. mc. 4700 ; lung hezza rn . 63; dian1ctro m . 12 ; g ruppo !'•opu lsore costituito da due motori Fiat da So H P con due eliche ; velocità oraria Km. 60. Costruito anch'esso nel can tiere d i Vigna d i Valle, nel febbraio 1913 i niziò i voli. Successivame.n te ve nne destinato al cantiere di Boscomantico. Complessivamente compì le seguenti azioni <l i guerra : 28-29 maggio r915, bombardamento centrale clertrica di Monfalcone; 8-9 giugno 1915, bombardamento Lrincee sinistra dell' Isonzo; 16-17 gi ugno r915, bombardamento st azione ferroviaria Opola Draga ; 4-5 lugEo 1915, bombardamento accampanienti presso Doberdò; 5-G luglio 1915,


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bombardamento linea ferroviaria di Opcina .: 16-17 luglio 1915, bombardamento trincee sinistra dell'Jsonzo; 5-6 agosto 1915, bombardamento accampamenti presso Dobcrdò; 16-17 seltembre 1915, bombardamento bivio ferroviario presso D uino; 1-2 novembre 19,5 e 6-7 nov,; mbrc 19, 5_, bombar-

d ue n ve dei d istaccamenti d i osservazione, che dovevano coprire il passaggio del convoglio presso il guado di Wolweskraa l. I Boeri, all"avvicinarsi della fanteria montata ing lese, imprudentemente si scoprirono a prendo il fuoco . Le truppe britann iche, superato il pr imo momento d;

da rne1Hi accampamen li e trincee presso Savogna; 2p3 mag-

conf usione, ricacciarono i Boeri a un Km . a monte d i P

gio 1916, bombardamento accampamen ti, trincee e batterie a Rubbia e Merna.

pericolosa v1c1nanza, richiamata dall 'i1nprov visrt fucileria,

Intanto la 6~ d ivis., <l i cu i il Cronje no n sospettava la

Aeronave P 6 . Di caratteristiche all"i ncirca id cm iche alla precedente, fu costru ita nel 1915-16 presso i cantieri d i Campi Bisenzio (Firenze) ove rimase fino al suo trasferirncnto a Casar2.a 1 in riserva. D islocata successiv:nnentc. a Campa lro, rjn,a.se distrutta dura.ok uu'jncursione austr_iaca (agosto 1917).

accorreva al fuoco, ment re giungeva anche la d ivis. Colvi lle (9•), che aveva co mpiuto una rapida marcia notturna lungo il Modder. La sua testa d i colonna venne a chiudere i l semicerchio che . a 2 Km . d al \Volweskraal, serrava i Boeri contro il fiume . Erano le 8,30 e k truppe iniz i;i.

Aeronave P 7. Costruita presso le officine Costruzioni Aeronautiche in Roma nell'anno 1916, cd allest ita ne l

d i obici battevano il campo avversario, visibi le sull"opposta riva del fiume. Poco dopo le 9 la brigata Sm ith Dorrien, giunta al guado d i l'. lo traversò e, costeggiando la dr. , si schierò frontcggian"do da est i ti ratori elci Cronje. Verso le n entrò i n azione l 'art. a cavallo elci gen. F rench, che s1 postò a sud d i Kameelfontein, bo mbardando anch ·~ssa il campo avversar io le cui ulti me vetture furono preda delle fiamme . A m ezzogiorno, infine, la fanteria montata giunse a completare il cerchio stretto intor no ai Boeri e a chiuder loro l 'ultima via d i ritirata verso nord-est. Eran<> circa 20 .000 u. contro 4500 Boeri, gli uni e gl i altri divisi in p ar ti eguali fra le due rive . Nonostante la p repondera nza enorme delle forze hritan-

cantiere di C iampino , aveva all'incirca le stesse caratte-

r istiche della preceden te. Fu impiegala qua!e aeronave scuo la

e s uccessivamente assegnata a Vjgna di Valle in servizio d i d ifesa . Venne d isarmata nel febbraio 1918.

Paardeberg, Località ùdl 'Africa meridionale, nd territorio dell 'ex Stato Libero dell'Ornnge, sulla dr . ùel Modder R iver, d ove il fiume, che ha un letto largo circa m o m . e pro(ondo 10, dal le rive scoscese e coperte di vegetazione , scorn.: in una p ianura caglima pc.:rpendicolar~

rono una lenta avanzata, mentre 2 btr . montate e una brr.

niche, i Boeri opponeva.no una resistenza tenacissima, e con fuoco aggìusraro e n1icidiale jn1pedivano :ll nemico di avvicinarsi. La 3• e la 13" brigata, sulla riva sr. , tentarono un atlscco e furono respinte, i brigadie ri Knox e Macdo nald rimasero feriti . Un nuovo attacco fu tentato nel pomeriggio, e a gran fat ica le posizioni nemiche fu-

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BOE RI

Combattimento di Paardcberg (1900) 1 , c:wallcria del generale Fre och; 2, brigata Smjtlt- Dorricn; 3 1 brigata highlanders; 4, brigata Knox; 5, brig ata Stephenso n; 6, fanteria montata

me nte da n ume rosi fossati che costituiscono ostacoli tattici a ognì movimento parallelo al suo corso . Sulla sr. I.i piana scende dolcemente verso il lvlodder ; sulla dr. j l pendio è piè, accentuato . Il Paardeberg Drift è un 'altu ra a un Km . a nord dd g uado omonimo, alca 90 m . , dalla cima pianeggiante ; il fiume, girando le intorno, forma un 'ansa pronunciata, d a una p:1r1c della quale è il guad,) d i K oodoes Ral\d, dall'altra q uel lo d i P.; fra i due è i l g uado d i \Volweskraal, di fronte a li 'omonima faHoria dGvc, dura nte la guerra Anglo-boera , il 17 febbraio r goo, i l gcn . boero C ro nje aveva posto il suo Q. G . e raccolti le t rup pe e il convoglio che tentavano sottra rsi alla m inacciosa mossa avvolgente degli Inglesi comandati dal gcn. Kitchcner. Nella notte su l 18 i Boeri avevano :;piolo .sulle

ro no r aggiunte; i Boeri però poterono ripiegare indistur bati. Su lla r iva dr. un a l.rro attacco della 19• brigata fu infranto; a sera gli I nglesi d o minavann le due r ive del fiume, salvo un q uadrato d i 3 Km . d i lato occupato anco ra dal Cronje. Questi ormai non aveva p i,'i scampo, e se non fosse stato soccorso la resa a d iscrezione era inevitabile; ammassat i coi combattent i erano do nne e bambini e migliaia di animali, e quivi be n presto l'artiglier ia Inglese poteva concentrare i suoi fuochi. Senza lasciar,i sbigottire dalla sua t rag ica situazione, il Cronie interrò i rnoi in tutti gl i anfratti del terreno ; gli inermi e il bestiame si disposero nel letto del fiume, a ridosso delle sue rive rocciose, i cui meandri non potevano essere hattuti. dall' ar t. brirnnnica . La notte dal 18 al 19 fu impiegata nello scavo di nun1erosc trincee, s trettissime alla bocca , svasate nel fondo, sostenute da graticci e protette d a linee d i sacch i d i terra, emergenti pochi centimeni dal suolo. L a matti11a del r 9 g iunse il maresc. Roberts che, rinunciando all'.attacco di viva forza, per evitare inutili perd ite, dispose il blocco della posizione nemica. Rifiutato l'armistizio do mandato d al Cronje per seppc!lirc i morti, 50 bocche da fuoco iniziarono il bo mbardamen to, facendo strage fra il nume roso bestiame. !ntarn o il 18 e il 23 una co lo nna boera, g u idata da De Wer, t<:ncava inùtilmrnte d i rompere il blocco; sopraffatta dal numero era cosrrerta a rit ira rsi. Il 25 una nuova richiesta di armistizio del Cronjc era respinta, e q uesti promettev:t ai s uoi che avrebbe capitolalo en tro tre giorni se non fosse

stato soççorso. 11 26 giun se:·o agli Inglesi alt re due btl'. d ·assedio. Messe in posizione anch'esse aprirono i l fuoco, regolato da un pal lone frenato. Il 27, anniversario dell a battaglia ùi Maju ba, fu scel to per l"attacco generale . Alle 3 del mattino i Canadesi mossero dalle trincee; seguivano


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in r incalw 2 bgl. scozzesi. ,\ bilmente profìttanrlo del terreno, giunsero a So m. daila posizione nemica ove si iniziò un nutrito scambio di fucilate. Protetti dalla linea d i fuoco, gli zappatori scavarono una rrincca nella quale i Canaclesi presero posizione, sfidando ogni ritorno offensivo. Stretti. in una n,orsa, i11 un carnaio di uomini e di animali, i l3oeri non potevano più resistere . ,\Ile 7 del mattino del 27 febbraio il Cronje, monrnto su l suo cava llo bianco, si faceva condur re alla tenda del marcsc. Roberts e:: si arrendeva senza condizioni con 4080 u., 47 ufficiali e 6 cannon i. Dal 18 al 27 febbraio i Boeri avevano avuto so ltanto 80 rnorti e r6o feri(i, mentre gl i Inglesi perdeuero 1598 u. fra morti e feriti.

PAc

zionc di Capua, e lasciò u11 « Trattato ragionato delle d iverse artig lie rie » .

Paazig. Matematico tedesco, di Drcsda. Inventò nel 1826 lma piastra (cartella) con relativo maganino per pillole da

Pacchiarotti (Giuseppe). Patriota (1i90-1823). Nato a Castelnuovo Scrivia, entrò giovanissimo nell'esercito italico, combattè sotto gli ordini <lcl gen. Pioo nella guerra <li Napoleone in Spagna e divenne capitano d'artiglieria. Tornato in Italia nel 1814 cd ammesso wn quel grado nel1'ese rcito pit:montese, prese parte attiva alla rivoluzione del 182r, dopo l'insuccesso della quale si rifugiò nel la Spagna ed offerse la propria spada per la d ifesa delb Costituzione. Ferito nelle montagne di Llado (aprik 1823), pure avendo un ginocch io fracassato da una palla, non volle scendere da cavallo e continuò a combattere i.ncitando i suoi soldati ~Ila resistenza. Trasponato aU-ospcdale di Perpignano, preferì la morte anzichè farsi amputare la gamba e morì

innesco, per arma da fuoco µortatile. Essa consisteva 1n un

pochi giorni dopo. Fu chian1ato il (( brt-tvo dei bravi >).

piccolo tubo di ottone incastrato nel legno della cassa,

Una croce d i ferro guadagnata nelle guerre napoleoniche gli era stata mutata nel 1816 nell'Ordine Mil itare di Savoia.

Cartella Pa,a~ig e poteva co11tencre da 60 a 100 p illole. Un tirante mo-• bile Verticale che saliva c scendeva col movimento del cane, portava le pillole nel bacinetto ogni vo lta che il cane veniva armato.

Pabis (Emilio). Genera le medico, n. a Cagliar i, m. a Sesto Fiorentino (1835-19r5). Medico aggiunto nel 1858, partecipò alle guerre dell'Ind ipendenza col 6° bgl. bersaglier i, meritando due mcd . <l 'argento: una a Palestro e l 'altra al Maceroae ccl a Gaet;1, e due menzioni onorevoli: a monte Suello e nella campagna delle Marche. Direttore cli sanità a Catanzaro nel 1882, fu promosso colonnello nel 1884 : diresse la sanitii del VII C. cl' A. e, dal 1 891, quella dell 'Vlll. In P. A. nel 1895, fu promosso magg. generale med ico nel 1896. Passato nella r iser v:i nel 1898, divenne ten . gcncralc medico nel 1909. Pac. Nobile famiglia lituana, d iscendente dalla famiglia dei Pazzi d i Firenze . Fra i suoi membri principali si notano: Micl,ele Casimiro, generale e palat ino di Vilna nel sec. XVII; contribuì alla vittoria di Khotin del 1674, Michele, starosta di Zislow, nel sec. XVIII, gran maresciallo della Confederazione di l3ar, rifugiatosi in Frnncia alla corte d i Luigi XV. Luigi .Michele, generale napoleonico (1780-1835) . Fece ia campagna di Sp:igna del 1808 distinguendosi a Burgos e a :\-lcdina dc Rio Scco; e in Aust ria, ove prese parte alla battaglia di Essling e di Wagram. Combattè in O landa e in Russia, dove fece parte dello stato maggiore di Napoleone. Dopo la caduta dell'im pero si ritirò a vita privata. Prese parte alle agitazioni polacche contro la Russia, si battè a Ost rolenka, e dopo la caduta di Varsavia emigrò, mentre i s,ioi vasti possedimenti venivano confiscati. Morì a Smirae e con lui si csùnse la famig lia. Pacces (Giovanni Balli.,ta). Colonnello d 'arrig! ieria dell'esercito delle Due Sicilie nella prima metà ciel secolo XIX e scrittore militare. Fu insegnante alla Scuola d 'App lica-

Pac Luigi Michele

Paccbiarotti Giuseppe

Pacchiotti (Angelo). Generale, n. a Fossano, m. a Varazze (1825-1906) . Arruolatosi volontar io nel 1844, partecipò alla campagna del 1848, divenendo nello stesso anno sottot, di fanteria. Combattendo a Novara nel r849, ebbe la prima mcd. d 'argento. Una seconda med. d'argento mer itò nel 1859 a S. Martino ove ri.mase mutilato del braccio destro, Colonnello comandante il 9° fanteria nel 1873, tre anni dopo passò nella riserva, dove divenne magg. genera le nel 1893. Pacco vestiario. Dopo la grande guerra, l'Italia - al pari di tutte le altre nazioni belligeranti - dovette affrontare il problema della smobilitazione; si trattava di restituire gradatamente alle proprie case milioni <li ex-combattenti i q uali, dopo aver compiuto il loro dovere verso la Patria, dovevano ritornare alle occupazioni della vita. civile. Di qui la necessità di un complesso d i provved ,mcnti atti a rcgo1are questo ritorno alla normal ità del tempo d i pace, con le mi r1ori scosse, sia per i singoli sia per la collenività. Uno d i questi provvcdia1enti, particolarmente utile, fu l ' istituzione del « pacco vestiario ». A<l ogni combattente che veniva smobilitato, cd avesse tenuto buona condotta era dato, all'atto de l suo invio in congedo, un pacco con'. tenente il necessario per la confezione d i un completo abito da borghese; <l'onde la denominazione di « pacco vestiario ». Il provvedimento fu molto aprrezzato dalla massa degli smobilitati e da lla popolazione tutta; indubbiamente fu uno dei p iù indovinati, sia <lai lato materiale, come da quello morale, perchè d iede modo agli interessati - m olt i dei quali mancavano dalle loro case da diversi ann , di poter subito disporre di un decoroso e<l ottimo abito ci- . vile indi~pensabile alla vita di pace che essi t0rnavano a condurre.


PAC

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Pace. È la cond izione di uno Stato o d i un popolo che non sì trovano · in guerra con altri Stati o altrl popoli. Secondo il diritto internazionale, è il ristabilimento delle relaz ioni amichevol i fra Stati già ostili; si d istingue dal l'a rmistizio e da lla sospensione delle ostilità, per il suo carattere definitivo. Viene realizzata mediante la conclusione d i un trattato firmato dalle parti contraenti. · 1 Governi, per mezzo <li apposite leggi, provvedono a dettare le norme per il passaggio dallo stato d i guerra a quello di pace. Per divulgare e far prevalere fra i popoli il sen timento de lla P. furono scritte molte opere da uomini in sig ni e in tutti i temp i, dagli antichi filosofi greci lino agli scrittori moderni, e nei nostri tempi sorsero molte Società con lo ste,so scopo. La prima fu guella del 1815 di F iladelfi a negli Stati Un iti d'Am'erica, detta « Associazione i nternazionale per l'arbitrato e la pace )> ; poi venne ,

nel 1847, la « Società degli amici della pace" di Londra , la quale si propose lo scopo d i organizzare Congressi peri0<l ici inte rnazionali per diffondere il p rincipio della P. universale. Tali congressi si tennero a Londra (1847), a Bruxelles {1848), a Parigi (1849), a F rancoforte (1850), a Londra (185 t), ecc., mentre sorgevano società sim ilari in tanti altri posti, e si riusciva, n el 1897, a tenere a Rrnxelles un « Congresso interparlamentare dçll'arbitrato e della Pace », e nello stesso anno un « Congresso universale della Pace » ad Amsterdam; infine, nel 1910, veniva istitui ta a Washington la « Fondazione Camegic per la Pace universale >>. I Governi non r in1ancvano estranei a queste manifestazion i per il disar mo e per la P. garantita dall'arbitrato o dalle convenzioni internazionali. Nel 1863, Napoleone III manifestò l'intenzione d 'invitare le Poten1.e a un congresso, in cui venissero esam inate le q uestioni pendenti fra di esse; ma le Potenze interessate non mo•

strarono a le una· propensio ne a sottoscrivere questo progetto, che rimase senza effetto. L 'idea fu ripresa d allo Zar Nicola Il (V. Aia). Dopo la guerra Mondiale, nel 1920, venne fondata la Società delle Nazioni (V.). Pace annata. Quella dello Stato, che pur volendo mantenere la P. faccia armamenti per essere pronto a qualunque evento. Pace delle Dame (V . Cambrat). Pace del Re. In certe guerre civili del passato, la tregua di 24 ore che le parti osservavano il giorno della festa del re . Pace di Monsiem·. L 'editto d i Locl,es e d i Beau!icu (maggio 1576) che pose fine in F rancia· alla quinta guerra di religione.

Pace perp,·tua.. a) Proclamata per tutta la Germania, nel 1495, a Worms, sotto l' imperatore Massimiliano. b) Nome dato all'alleanza conclusa, il 29 novembre 1516, a Friburgo, tra Francese() I e i Cantç,ni svizzeri, e che durò fioo alla Rivoluzione francese. c) Lo stato di pace fra j popoli, reso d uraluro in modo da escludere la possibilità d i una guerra . A tale scopo furono escogitati vari progetti. Enrico IV di Francia, col suo ministn Sully, aveva concepito, sulla fine del sec. XVI, il progetto di una grande « RepubblÌca Cristiana>> che doveva costituirsi con l'unione d'una dozz ina

di Stati e uropei, e quindi la creazione d i un g rande tribunale internazionale incaricato di risolvere tutti i cnnflitti fra ques6 Stati. Aveva stabi.lito le sanzioni necessarie contro le nazioni che mancassero alla fede giurata, e, affinchè i giudici potessero fare eseguire i verdetti resi dal tribunale, esse dovevano avere a loro disposizione una forza materiale ca pace d i costringe_re qualunque Stato refrattario

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ali'osservanza delle sentenze . La morte del re troncò ogni

possibilità d i esecuzione del progetto. :\!ella prima mete, del .sec. XVIll, l'abate d i Saint-Picrre sottopose ~I Congresso di Ut rech t un progetto di P. basato sulla costituzione di una Con federazione d i 19 Stati, di cui orga.110 esecutivo doveva essere una d ieta generale. Questa idea

della Fc<leraziooe fu ripresa e sostenuta in segu ito dalle nominate . Pe r iniziativ3 dello zar Nicola 11, si costituì appunto alrAia un Tribunale arb.itrale, che avrebbe dovuto garan tire la P. universale- sul principio del sec. XX, ma la guerra MÒndialc (1914-1918) ne dimostrò l'insufficienza. associazioni già

Pace separata . Quella conclusa da una Pore nza belligerante alleata con ain J , se nza riguardo agli alleati medesimi. Pace zoppa, o imbavagliata, o picwla pa.ce. Quella firmata a Longjumeau il 23 marzo 1568, rra Calvin isti e Cattolici. Pace tedesca o germanica . Espressione della guerra Mondiale, per indicare la P. nel mondo sotto l'egemonia german ica . Mala Pace. Quella conclusa fra l'Austria e gli Svizzeri dopo la battaglia di Scmpach. Piede di Pace. Lo stato amministrativo e di organizzazione di un esercito in tempo d i pace. l'ace (Ordine della); dctlO anche O,·dinc della Milizia di S. Giacomo. Milizia istituita da Amedeo, vescovo di Auch, nel 1227, e cor1krmata da Gregorio XI, per la difesa della fede e degli abitanti della G uascogna dalle scorrer ie del le bande infesta nti la regione. Fu soppresso nel r260 . Pace Luigi. Generale med ico, n. nel 1863. Sottot. medico nel 1887, partecipò alle campagne <l'Er itrea <lai 1890 :,l 1897 prendendo parte alla battagli:i d'Adua (1896) e meritandovi la mccl. d i bronzo. Fu poi in Libia e quindi alla guerra conuo l'Austria de1 19 15-1918, ottenendo la med. d 'argento dei benemeriti della salute pubhlica e la promo1,ìone a colonnello per merito d i guerra (1918). Direttore di sanità a Firenze dopo la · guerra, andò in l'. A. S. nel 1 920. Magg. gena·ale medico nel t924, passò nella riserva nel 1929. Pace Umberto. Medaglia d'oro . n. a Pettorano- nel 1894, caduto nel 1915. Semplice soldato e poi caporale nel ,12° regg. fanteria, seppe dare, nei primissimi mesi della grande guerra, tali e ta nte p rove d i valore, da essere subito segna•

lato fra i fanti più coraggiosi cd audaci. Più volte volontario nel compito arditissimo del taglio dei reticolati, in una di queste itnprese lasciava eroica• n1entc la g iovane v ita. La mo •

Jivazione della med. d'oro c.o11cessa alla memoria del modesto fante, sintetizza. così la sua n1:1-

gnifìca condotta : « Sempre volontario in tutte le im prese pi1, arrischiate, diede costante prova d i intelliPace Umberto gente audacia e d i mirabile valore. Comandante di pattug lia si portava di giorno, e· in terreno scoperto e difficile, sotto il reticolato nem ico. tagliandolo ed attraversandolo. Rimaneva poi, per quattro ore~ a 20 1n e tri <lalla trincea avversaria, sono il fuoco di


PAC

,rn ig lieria e

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fucileria, nono1tantc le perdite subìte dalla

d'isolc. rappresenla il maggiore specchio d 'acqua dd globo,

pattuglia. Nella notte succcssjva ritornava sulJa .stessa posjz.ionc, insieme con altro m ilirnre, per ricuperare la salma

co~parso cli innun1e revol i pilie ri: forte mente interv3llati , che formano cornc un grandioso ponte destir1ato a congiungere

di un compagno caduto, ,hc trasportava dietro le nost re

l'America all'Australia, e cioè i due tnmin i opposti del-

trincee. Si recava jnoltrc, varie volte, a coUocare e far

l 'em igrnz.iunc e

brillare tubi esplosivi nei ret icolati nemici, noncurante del nutrito tuoco avversario, e nell'ultima di queste ardite imprese lasciava g loriosamente la YÌta ». (Monte Sleme, 21 luglio-14 agosto 19r5).

mare s 'avvent uravano fin clal secolo XVI arditi na\'igatori porroghesi e spagnuoli, che successivamente app roclavano nelle sue isole principali, seguiti nel secolo XVll dagli Olandesi e dagli Inglesi. La Spagna, prima potenza afferma tasi stabilmente nel Pacifico, vi andò perdendo la supre mazia col cleclinarc della propria potenz1 colonia le . L'Olan da v i si attenne a un regime di tutela clei suoi ricchi, ma limitati possc<limcnli. Le altre potenze marittime europee penetrarono nel Pacifico soltanto nel secolo XIX. Prima fra tutte la Gran Bretagna, che fin dal 1788 aveva fondato in Australia la sua prima colonia pcui(tnziaria; ind i la F rancia nel r838. Nel r885 la Germania occupava la Guinea nord -orientale e le Isole Marshall ; :id 1899 otte neva da lla Spagna la cessione delle Marianne e delle Ca roline, inaug1Jrando 1,n programma d'espansione che d ,,..

Pachacamac. Vil laggio ciel Perù, nella prov. di Lima. Combattimento di Pachacamac (1880). Appartiene alla guerra del Pacifico. Il 24 dicembre, un reparto cileno d i 500 u . di fanteria e cavalleria, comandato eia] ten . col. Almcida, si era impadronito del villaggio di /' . e si era spinto fino a Mancbay, sloggiandone, dopo un vivo fuoco di fucileria , gli avampost i peruviani . Negli ult imi giorni dell 'anno, il comando cileno ebbe notizia che un regg. di cavalleria peruv iana si avanzava da sud , seguendo la via

d i l'. U col. Barbosa, incaricato d i sbarrargli il passo con

ddla colonizzazione etu-opea .

In questo

CAN ADA'

!I T ATI

UNl i l

J. Fr~nuJ,o

Le posizion i strategiche dcllJOceano Pacifico

la brigata ai suoi ordini, andò subito incontro ai Pcru• viani costringendoli a battag lia, durante la notte del 27 di• cembre, e sbaragl iandoli <lopo aver fatto prigioniero il CO· lonnello Sevilla comandante del reggimento, 14 ufficiali e 97 soldati. Il rim anente de)h truppa si d isperse nei bosch i vicini.

Pacheco (Edoardo) . Navigatore e avventuriero porto ghese del scc. XVI. Con un pugno di uomini sostenne nell,'Indif una guerra d i tre anni contro il sovrano di Ca. licut (1503-1505) e riuscl a costringerlo a riconoscersi tr ibu. tario del Portogallo. Cad uto, in seguito, in disgrazia del re Emanuele il Fortunato, fu incarcerato; r)messo m libertà, finì i suoi giorni neila miseria. Pacifici (Sertorio) . Capita no d i ven tu ra del sec. XVI. $uvì dapprima sotto Fabrizio Col·o nna, poi fu luogotene n te di Virgin io Orsini; v<.:nnc creato, da ult imo, n1aestro di campo d i Alfonso duca ùi Ferrara. Pacifico (Questione del) . Il grande Ocea no racch;uso tra le coste occidentali delle Americhe, il fonco asiat ico sud-orientale, l '.Jnsulind ia e l'Aust ralia, popolato da sciam i

veva essere stroncato dalJ a sconfitta subìta nelJa gue, r,1 Mondiale 1915-18. Gli Stati Uniti, dal canto loro, vi iniziano la loro penetrazione dopo la vittoria su lla S pagna, acq uistando l 'isola di Guam (1898) e nel 1900 occupann le Samoa orienta li, mentre, con abile pol itica, nello stesso anno s'insediano pad roni delle Hawai, grande base t ransmarina e centro d'i rradiazione delle rotte principali che solcano q uel!'Oceano. Dopo la guer ra Mondiale tutte le isole possedute dalla Germania situate a nord dell'equatore passarono al ·Giappone e quelle poste a sud alla Nuon Zelanda, « dominion » dell a Gran Bret agna. Tali precedent i storici determinarono la suddivisione politica delle terre sparse nel Pacifico e ne ÌJ1quad rano oggi la si tuazione mercè le forze che Yi si esp licano. Dal continente asiatico Ja spinrn poderosa della R ussia - in terrotta nel 19<>4 dalla scon fina subita da parte dd Giappone; paraijzzata nel 1917 dal grande rivolgimento bolscevico; ostacolata, infine, daJ!c resistenze del nazionalismo cine~e e dall ' instaurazione del n\lOYO Stato mancese sotto l 'egida nipponica ( 1932) incombe pur sempre su tutta la frontiera meridionale, come quel la ch'è dovuta all 'irresistibile tendenza al mare libero,


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g ravitando verso gli sbocchi· cui doman<la le risorse necessarie alla vita dcll 'immenso territorio . Dalle g randi isole nipponiche un popolo di gionne civiltà e demograficamente molto attivo tende a radicarsi sul cominente per dominarvi la Cina c d arginare l 'espansione russa, rnentrc

per altre vie mira ad affermarsi nel Pacifico, soprattutto mcrcè vigorose ondate migratorie. Nella zona centrale di quell'Oceano predomina la Grah Bretagna, appoggiata ad antiche e nuove basi continentali ed insu lari, e fiancheggi ata dai propri Dominions australi; nell'arca oceanica sud-orientale p revale l'attività della Francia, priva, pera ltro, d i vi cine basi continentali, epperò stabi lita su avanguardie in sulari, in situazione che non appare suscettibile di largo sviluppo ulteriore. In tale quadro s'inserisce la piè1 re cente penetrazione dell 'America, che tende a raffittire i suoi limitati possessi, collegandoli alle coste d i California e agli sbocchi occidentali del Canale di Panamà e del co struendo canale di Nicaragu:-t. Si è venuta così a creare unfl

circoscrizione territoriale che alimenta, attraverso la concorrenza dei commerci, l'attività politica e le rivalità etn iche, un contrasto di energie e un complesso incrocio di correnti. L'uno e l'altro richiedono armonico orientamento per evitare gli a lt.riti e supcr~re le crisi inevit:ibili nd!a

gara incessanre dei rnul tiCormi interessi di var io ord ine. Situazione assai complessa, che p rospetta infinite possibilità sul campo dei futuri incrementi, In linea generale la Gran Bretagna çonserva lUt.tora nel Pacifico una posi·z.ion;:: di privilegio, minacciata pcrnlcro dalle tendenze autonomistiche che pesa110 sull'unità del grande Impero, caratterizzate da l crescente secessionismo dei Dominions e dalle rivolte pronunciatesi

<li recente in India. Pili vicini ai

margini del grande Oceano, il G iappone e gli Stati Uniti vi esplicano programmi antagonistici, fomiti d i dissensi, complicati da lla rivalità russo-nipponica, dalla mutevole situazione interna della Cina e dal giuoco di influenv~ palesi ed occulte che vi si intessono per assicurarsi la prevalenza. Nè maggiore armonia appare nell'azione dcllc potenze europee, dato che, a ma lgrado d i rinnovare intese, si manifestano d iscordanze nella pratica amiazione dei programmi rispettivi; come ad esempio avviene per la tutela degli interessi della Francia in Indocina, in opposizione a q uelli inglesi, e per le vaghe aspirazion i, ch'essa nutre, di completo possesso delle Nuove Ebridi. L'Italia non ha possedimenti territoriali che la coinvolgono _nelle competizioni del Pacifico, ma non può considerarsi estranea ad esse, in quanto possano rif-lettersi sulle nostre colonie di popolarrn:nlo del Sud-America e su quelle che vanno qua e là crca11dosi in Oceania; nè può, certo, d isinteressarsi di quanto riguarda i suoi traffici attraverso il Canale cli Panamà e il nuovo canale del Nicaragua. La crisi economica conseguente alla guerra Mondiale , incombente a lungo sul mondo, si r iflette sugli sviluppi coloniali ancora adesso (r933), d istraendo dai lontani campi ddl'Estrcmo Oriente l'attenzione dei Governi e l'impulso delle private attività. Ma il problema esige colà una soluzione, nell ' interesse dell'equilibrio generale e delle pacifiche convivenze; questa cleve ispirarsi all ';irmonica integrazione dei programmi coloniali delle grandi Potenze, e non può limitarsi a intese parzìall e transitorie, 111a deve investire in pieno la siste• rnazione generak degli interessi comuni e disciplinare i singoli regimi, nel largo quadro ove, attraverso gli opposti Oceani, si addensano le interferenze delle attività mondiali e si estende il più largo respiro dei popoli, segue ndo il ritmo accelerato dei nuovi mezzi di comunicazione e di scambio. Tale appare l'unico mezzo d i prevenire grandiosi

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confl itti a tulto danno de ll 'ulteriorc sviluppo della civiltà odierna. Pacifico (Guerra de't). Dopo il conlìitto del 1864-66 fra la Spagna e il Perù, quest'ultimo Stato avcrn concluso una Convenzione col Chile e con la Bolivia, ia base alla , 1uale i! territorio costiero compreso fra il 230 e i l 25° paralic:o veniva posto sotto un regime particolare cli condominio e le entrate doganali dovevano essere equamente ripartite. In realtà però, a poco a poco il Chile, e per lo sfruttamento d i gran lunga maggiore che vi esercitava e per la g rande corrente immigratoria che vi aveva avviato, andava acquistando l'assoluta padronanza <li quel territorio. Sul rancore che tale situazione fomentava nella Bolivia anda\':1 soffiando il Perù, desiJeroso di suscitare fra i due Stati un · conflitto, dal q uale sperava trarre vantaggio per le sue stremate finanze, ed espansione per l'elemento militare avido di avventure. La Bolivia ruppe l'intesa col Chilc, e questo, rifiutata la mediazione del Perù che voleva atteggiarsi ad arbitro, dichiarava guerra ad entrambi ed occupava Antofagasta, Cobija e Calama sul litorale bol iviano, devastava con la flotta quello peruviano, blocca ndo lquique, bombardando Mollendo e Pisagua e sbarcando truppe in quest' ultima loca lità ( 1° aprile 1879). Allo scoppio delle ostilità, le fort.e dei bell igeranti erano assai modeste. fl Chile d isponeva poco p iù di 13.000 u., clic andarono aumentando successivamente. I.a Roliv ia aveva un esercito permanente di 2232 u ., e grandi ostacoli territoriali per arrivare al teatro d i operazioni; radunando volontari> 1n ise in n1arcia verso il _medesitno 5000 u. 1nalc armati , condotti dal presidente della repubblica, gcn. Daza; essi arrivarono a Tacna dopo 15 g iorni di marcia penosa. li Perù disponeva all'inizio di sol i 8000 armati. Quanto alle flotte, esclusa la Bolivia che non ne possedeva, il Chilc d isponeva di due coraz.1-ate, due cannoniere, tre navi in

legno; il Per,, di una corazzata, un monitor, una cannonjcra e un:i corvetta.

Conquistato in una prima fase il dominio del ma re, mediante i combattimenti di lq11iqut: e di Angamos ( r879) i Cileni avanzarono interponendosi fra i due eserciti alleati. A Dolores e a Tarapacà (novembre 1879) gli Alleati ebbero la peggio. Il Daza con insigne codard ia si sonraeva alla lotta; onde le sue truppe, indignate, lo discacciavano; in pari tempo gravi torbidi scoppiavano in Bolivia, ove 1'assemblea elevava alla presidenza ed al comando dell'esercito il generale Campcro. Anche il presidente del Perù, Prado, inetto a fronteggiare l'avversa fortuna, trovò scampo nella fuga a Paoamà. La guerra continuò, n1a portò nuovi ro~

vcsci agli alleati; chè i Cileni inf-liggevano agli avversari nuove sconfitte a Los Anjeles (marzo 1880) e a Tacua (maggio), impadronendosi di Arica (giugno). Il Pcrèt meridionale fu invaso; l'esercito boliv iano si sbandò. Respinte dagli Al leati, come troppo onerose, le condizioni di pace proposte dal Chile, q uesto preparò una nuova e decisiva campagna, bloccando intanto il porto d i C"l!ao e compiendo spediz ioni su vari punti della costa peruviana per farvi tolte e imporvi con tribuzioni; e nel novembre 1880 nuove forze cilene, sbarcate a Pisco, battevano i Peru~ viani a Chorillos e a .lvfiraflores (gennaio 188r). I Peruviani, perduta la capitale, sì diedero a guerra di partigiani che durò fino al 1883: i Cileni ébbero a lottare contro le insidie d' un nemico 9stinato, la inclemenza del clima, la penuria dei viveri e le enormi d ifficoltà di un terreno segnato da alte montag ne, valli profonde e deserti. Gli scontri furono numerosi, ma di scarsa entità; tutti però favorevoli ai Cileni; onde, il governo del Perù, dimessa


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Guerra del Pacifico: opc(aiioni cilene presso Lirna (t879)

ogni spe ranza di dvalersi di aiuto alcuno, si indusse a chie<lcrc pace. Il trattato venne firmato ad Ancon il 20 ottobre 1883 e d iede al Chile la provincia di Tarapac:ì i n perpetuo, e 9uelle di Tacna cd Arica per d ieci anni, dopo i 9uali un plebiscito avrebbe dovuto sanzionare l'ap panenenza <li essa a ll'uno o all'altro Stato. La questione si trascinò però insoluta per 1noltjssimi anni, tanto che la. conclusione della guerra del P.acifico, da un p unto d i vista territoriale definitivo, si ebbe solo nel 1929. Già nel 1023 gli Stati Uniti si erano offerti come arbitri, e, dopo varie tcrgivcrsaz.ioni, sulla fine del 1925 il generale Pershing si portò ad Arica -con una corazzata non.larncricana, iniziai.do le trattative. Ma es,e non ., pprodaro,io per i! momento . Soltanto il 18 maggio 1929 fu possibile concludere l'accordo, sulle seguenti basi: li Chi le cede i l territorio di Tacna al Perù e conserva i l territorio d i Arica. La nuova fron t iera parte da un ponto delia costa che sari1 chiamato « Concord ia », situato dieci chilometr i a nord de l ponte che varca i l li.urne Liula, e <·he segue poi una lirea. parallela a lla ferrovia A rica-La Paz, a norrl d i essa. Il Chile cede 1575 mq . d i terreno nella baia d i Arica che serviranno al Perù; il Chile si assume anche la spesa d i costruire una stazione ferroviaria e un ufficio doganale per il Perù ad Arica . Il Chi le pagherà al Perù 6 m il ioni di dollari . Entrambi i Go,·erni rispetteranno i dirilli di proprietà privata nei territor i rispettivi. I nati da genitori peruviani nel terrto rio d i Arica saranno considerati pcru\'iani · Ji no all"clà di 21 anni, e i nati di cileni nel territorio di Tacna saranno considerati cilen i fi no alla stessa età, dopo la quak essi potran no optare per l 'una o per l'altra nazionalità. La consegna formale del tfrritorio avvenne il 28 agosto 1929.

Pacileo (Vincenzo). Generale, n. nel 186o, m . a Fi renze nel 1929. Sottot . dei bersaglieri nel 1882, meritò !a mcd . d 'argento di benemerenza nel terremoto ,icu lo-calabm

del 1908. In l'. A . , col grado d i maggiore, nel 19r2, venne richi amato dura nte la guerra contro !"Austria; colonnello nel 1918, comandò il deposito dcli ' 11° bcrsaglini. Nel 1927 {u p romosso generale d i brigata nella riserva.

Pacini (Gioacchi110) . <Jenerale, n . e m. a Pistoia (18621926). Sottot. d i fanteria nel 1880, d ivenne colonnello nel 1913; comandò il 75° fanteria e nel 1915 passò al comando in 2a della swola militare . Col grado <l i brigadiere generale nel maggio 1915, entrò in guerra contro l •Austria; promosso nell'agosto magg. ge1icralc, ebbe il comando della brigata P ugl ie . Comandò, quind i, la brigata Sesia e nel 19 r7 la 22• e la. 20a d ivis. 1 rneritando nd 1917 due mcd. <l 'argento, una su l Ca rso, e l'altra a Dobler. Dopo la guerra ebbe il comando della d ivis. <li Pale rmo . In P . A. S. nel 1920, assunse nel 1923 il Pocini G ioacchino grado di generale d i divis . Stud ioso di geogralia astronom ica, pubblicò varie monografie e tradusse dal francese « L'arte del comando » del Gavet.

Pacini Leonida. Generale , n. nel 1877. Sottot. del genio nel 1900, frequentò la Scuol::t di guerra e passò nel corpo d i S. M. Panecipò al la guerra contro l' Austria e per due anni fu sottocapo di S . M. -della 18a <livis. me ritando la croce da cav. dell'O. M. S. Colonnello capo d i S . M . · della d ivis . d i Gorizia nel 1294, ebbe nel 1926 il comando del 2° regg. genio. Generale d i brigata nel 1932, assunse il comando del genio del C . d 'A. d i Mila no. 47


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Pacino (Eustachio). Capitano mi lanese del sec. XV. Fu al scrYizio di Filippo Maria Visconti. Nel 1427 comandò la squadra fluviale a nnata sul Po contro i Vc11cziani e presso Cremona r imase sconfitto dalla flotta Veneziana agli ord ini di Francesco Bembo. Nel 1431, i Milanesi arn1arono un 'altra non a d i cui ebbe ancora il comando P. in sieme col genovese Giovanni Grimald i; il P. prese la sua rivincita dislruggendo hi flo na veneziana) cmn andata da Nico lò Trevisani, nella stessa località dove egli era sta lo sconfino quattro ann i prima. P.aciotto (Francesco, conte di Mon1efabro). Jngegnere mi litare del sec. XVI, n. e m. ad U rbino (1521 -1591). Al servizio del duca di Parma dal 1551, fortificò Monte vccchio, Scandiano, Cor;.eggio e Borgo S. Donnino. Andato in F iand ra nel 1558, fu ai servigi di Fili ppo Il col grado d i ingegnere maggiore di tutta la Fiandra. Nel 1560 fu , chian1ato dalle signorie di Genova e Lucca per occuparsi delle loro fortez.ze. Per conto di Emanuele Filiberto visitò le fortezze del Piemonte, munì d i sette bastioni Savigliano e ingrandì i l perimetro delle mura di Nizza Marittima. Nel J56J d isegnò le fortificazion i della cittadella di Vercelli; nel 1563 restaurò i castelli d i Nizza, della Cisterna ed il forte di Gilctta . Tra il 1564 e it 1566 costrul la cittadella di Torino e poi i l castello d i Cuneo. Nel 1567 per ordine di Filippo II d i Spagna costrusse la cittadella d 'Anversa e poco dopo, ritornato in Piemonte, compì la costruzione della cittadella di Bourg en Bresse e la fortezza clella Nunziata in Savoia. Chiamato dal papa Pio V nel 1592, fu nominato ingegnere degl i Stati della Chiesa e costruì la fortezza ed il lazzaretto di Ancona e la fortezz;i ed il porto di Civitavecchia. Nel 1590, al servizio del g randuca d i Toscana, iniziò il fortino d i Livorno.

Paàotto Orazio. Ingegnere militare, fratello del precedente, del sec. XVI, n . ad Urbino nel r525, m. a Sara . Verso il 1560 cooperò alle costruzioni della fortezza d i Savigliano disegnata d al fratello, e poi dei forti di Ru mi lly, Cuneo, Montalbano e Villafranca . Imprigionato nel 1571 sorto l"accusa d i aver dato a stranieri copia d'una fortezza de l Piemonte, venne poi riconosciuto innocente e scarcerato. Entrato in servizio ciel papa Gregorio XIII, diresse i lavori di fortificazione delle valli di Ravenna e delle opere militari ed idrauliche di Terracina, Fermo e Porto d 'Ostia .

Paciotto Francesco

Pacoret di Saint Don

Pacorea (Anda,·e a). Nel scc. XVJ, sono il go,·erno spagnuolo in I ta lia, gl i eserciti non erano sempre prov visti regolarmente, dai loro capi, di a!loggiamenò, paghe, viveri e di quanto a lle milizi<.: abbisognava. Ne derivava che le soldatesche, in simili circostanze, per far fronte alle loro necessità eseguivano qualche scorreria sul territorio occupato, e ciò chiamavano cc andare a pacorca " .

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Spesso più che la necessità creata dalle mancate som ministrazioni era l'ingordig ia che spingeva i soldati alla rapina; donde risse fra i rapinatori per la divisione ciel bottino, seguìte da .ferimenti e condanne a mor te; quando non erano gli stessi terrazzani angar iati che vendicavano co l sangue il danno ricevuto.

Pacor et di Saint-Bon (Simone). Ammiraglio, mcdagha d 'oro, n. a Chambéry (Savoia), m . a Roma (18:i.81892). Fu uno dei più eminenti uomini di mare italiani r ed una delle più belle figure della nostra marina da guerra . Allievo della Scuola d i marina in Genova a r4 an ,~i, parcecipò alle campagne di guerra 1848-49, 1859, ,860-61 e 1866. Sotto le mura di Gaeta, nel 1860, guadagnò la croce di cav. <lcll 'O . M . S. e a Lissa la med. d 'oro « per la sua eroica condotta a San Giorgio di Lissa, al comando de lla R. nave Formidabile ». Entrato, infatti, audacemente nel porto di San Giorgio, sotto micidiale fuoco nemico, per bombardare le batterie avversarie, seppe per ben quattro ore mantene re con l'esempio l'eq uipaggio al posto del dovere, uscendone poi con numerosi ferit i e con la nave gravemente danneggiata. Divenuto contrammir. nel ,863 e viccammir. nel 1873, portò il prezioso ausilio clella sua colllpetenza e della sua esperienza in tutte le qucst.ioni riHetteDti lo sviluppo e !"organizzazione della nostra flotta . Deputato d i Pozzuoli, Castelfranco e Messina, nelle legislature XI, XII, XIII, XV , e senatore ntl 1889, fu ministro della marina dal 1873 al 1876. Riordinò le scuole navali, ebbe grandissima cu ra ciel personale, modernizzò l' istruzione .tecnica, migliorò il materiale, riformò completamente la flotta creando le corazzate « Duilio », « Dandolo », « Italia », « Lepanto », portando la marina a grande potcnz;a. Fu anche il primo capo <li S. M. della !\farina (1884) e comandante della flotta, e d i nuovo minist ro della marina nel 1891-1892. Pacthod (conte Michele) . Generale francese (1764-1830). Comm issario d i guerra all'inizio della rivoluzione francese, fu nel 1792 maggiore dei volontari del Monte Bianco. Generale nel 1795 e comandante cli Strasburgo, partecipò alle campagne del 1806 e 1807. Nel 1808 passè, nell a Spagna e vi divenne gene rale d i d ivisione. Combattè nel 1809 a Wagram, rimanendo gravemente ferito. Nel 18!0 fu nominato barone nell'Jmpero. Tenne poi importanti comand i nelle Calabric, in Jlliria e ill Sassonia. In special modo si distinse, rimanendo gravemente ferito, a La FèreChampenoise (,814). Ispettore generale de lla fanteria nel 1818, andò a riposo nel 1827. Pa dana (Guerra). La rivolta istigata eia Annibale e poi da Asdrubale e da Magone divampò nel 201 a . C. fra i Galli Boi, i quali riportarono qualche successo contro le truppe romane disperse nei presidi. Ben presto l'esempio fu seguìto dag li Insubri e dai Ccnoman i. Così, eccettuati i Ve1leti, tutta la valle pad ana fu in fiamme. Gli insorti occuparono Piacenza e cinsero d'assed io Cremona . Roma mandò in soccorso della fortezza due legioni, che batterono i nemici som, le mura della città assediata (200 a . C.). Dopo la campagna condona poco felicemente da Cnco Bcbio Tanfilo nel paese &.:g1ì lnsubr i, nel r98 a. C. i Ro mani rioccupa rono Piacenza e conseguirono qualche altro successo, approfittando della mancanza di unit?t nella condotta della guerra da parte degli insorti. Nd 197 a. C. Roma aveva ne lla valle padana due eserciti consolari, pronti a riprendere la campagna . Essi penetrarono nel paese dei Boi, mentre l'esercito degli insorti si trovava in Lombard ia. Questa mossa costrinse i Boi ad accorrere in d ifesa del


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loro paese, cosicchè, 1nentrc un esercito ron1ano teneva in

rispetto queste popolazioni, l'altro si volgeva contro gli Insubri ed i Ccnomani. l l console Cornelio, incarica to d i guidare la spedizione, pa,sò il Po a valle della confluenza con il Mincio, ma , prima di attaccare battagl ia, provvide abilrnt·nte a rinfr.ancare i l partito romano, in v iando emjs-

sari ovunque, special1nentc a Brescia, capitale dei Ccoomani , i quali promisero di posa re le ar mi. Sulla riva de l Minc io gli Jnsubr i (197) furono sconfitti. Essi offrirono in Como l'estrema resiste nza, ma infine furono costretti a piegarsi a Roma , che impose durissime condizioni. I Boi

non si vollero ancora sottomettere, cd anzi nel 196 conseguirono una vittoria .sul console M. Claudio Marcellu. L'annu seguemc però il console Valerio P lacco r iuscì a sorprenderli 11dla selva Lirnna, batt<:ncloli. Nel 194 a. C. un 'orda d i Boi passò il Po e r iuscì ad eccitare gl i Insubr i a nuova rivolta . Per quanto Valerio Fiacco riescisse a battere i rivoltosi sotto le mura di Milano, k a rmate r o1nane si vennero presto a trovare in sfavorevole situazione.

Roma inviò P. Scipione Africano in soccorso d ella legione cli Tiberio Sempronio Longo, che era stato costretto a chiudersi in Piacenza, ove a fatica pot~ sostenere gli assalti dei Galli Boi. L 'arrivo di Scipione costrinse i Bai a ritirarsi. Nel 193 i ribelli si apparecchiarono a fare nuovi sforzi, col soccorso dei Liguri (V.) , battuti 'i quali anche le operazioni con tro i Boi furono condotte a termine fdi -cementc . Il console Cornelio Men,lo, dopo aver invano cercato di indu~li a battaglia intorno a Piacenza, li oppresse in modo da costringerli a ritirarsi nel Mode nese. A ttaccato improvvisamente dai ribell i, i! console riusd tuttavia a sconfiggerli in una vigorosa battagl ia, che, comunemente, si ritiene avvenuta nelle vicinanze di Modena. Così ebbe termine l'insurrezione padana. R01na tenne le

sue frontiere al Po, fra questo e le Alpi dominando con l'autorità d el nome e con i presid, cli due fortezze: Piacenza e Cremona, con !e guaii tenne in soggezione !e popolazioni, e guardò g li sbocchi alpini.

Paderno Cremonese. F raz ione del Comune cli Paderno-Ossolaro, in prov. di Cremona. Si hanno notizie d i q uesto paese fin dal sec. XII. Nel 1391 , Giovanni .:\ cuto, capitano clell 'esercito fiorentino, che si era spinto fino alla Ghiara d'Adda, avuta notizia della disfatta del con te d'Ar magnac sollo Alessandria, trovandosi in grave pericolo per avere alle spalle due fiumi che gli c_hiudevano la ritirata, e di fronte l'esercito milanese condotto da G iacomo Da l Verme, portò il suo can1po vicino a P. e vi si trincerò. Quivi rimase ch.iuso per quattro giorni, tanto da far credere agl i avversari che avesse p aura; quindi, colto il momento opportuno, piombò improvvisamente su d i loro con tanto impeto cbc presto li sgominò e prese loro più di 1200 cavalli. Ottenuto questo vantaggio , passò l'Ogl io senza impedimen to e si ritirò a Castelbaldo sui confini del Padova no . Il Muratori, dopo aver accennato a questa ritirata dcli' Acuto, effettuata con lo stratagemma narrato , la mette in dubbio, basandosi sulla testimonianza della Cronaca estense, la quale fa ritira re l'Arnto d al Cremòncsc prima della venuta in Italia de] conte d'Armag nac e -della sua conseguente sconfitta sotto Alessandria. Padersen. Fucile ingkse, dell;1 casa Vickers- Armstrong, creato nel 1930. È a caricamento automatico e a c.olp i sucsivi. Peso ·Kg . 4, lunghezza m. r,1 4; peso del proiettile gr. 6; peso del caricatore pieno gr. 220; peso del caricatore vuoto gr. 22; velocità alla bocca dell'arma m. 8 20 al minuto secondo. La velocità di tiro va ria d;i 25 a 50 colpi al minuto, in base all 'allenamento del tiratore. Il fucile

non si riscalda. li rinculo è n1inin10, · essendo t•~nergia di spinta utilizzata per il funzionamento del meccanismo. li caricatore (IO caxtucce) si elimina au tomaticamente dopo sparato J"ultimo colpo. L 'apparecchio di mira permette la correzione di sito e la deriva del vento senza che il tiratore abbandoni la posizione d "imhrncciamento. Per cvit:uc lo spreco d i munizioni è stata conservata la possibilità del . tiro colpo a colpo.

Padiglione. Fu così chi amata quella parte della goletta, che all argandosi sotto i l collo, scende sul petto, sulle spalle e su ll a schiena .

l'adiglionc della. landa . Fu così chiamata una specie di imbuto in lamiera, in filato nell'asta della lancia e fissato sopra il punto d 'impugnatura d i questa. Ser\'iva per riparare la mano Padiglione della lancia di chi reggeva la lancia in combattimento e nei tornei. Padiglione fu detta anche, nei secoli XVJI-XViII, la grande tenda quadrata nella quale stava il romando dell 'esercito in campo. - Padiglione maestro, era anche detto il luogo dove si trovava il Comando Sup remo <le ll 'escrcito in campo : il Quartiere ge nerale. - l'aa,gllo11e, n e, testi del principio ucll 'evo moderno, si t rova spesso a indicare la bandiera, con francesismo t·vidente; comune era la frase : « abbassare il padiglione ». l'adiglioue Felice, dei comi di Marere e Corvaro. Patriotta, n . d i Napoii (1786-1847). Partecipò alle campagne del 1 800, 1814, 1815; fu tra coloro che proclamarono nel 1820 la costituzione a Napoli, e per essa cornbattè. Padova (lat. l'atavimn) . Città del Veneto, sul Bacchiglione, capo!. di provincia, in p ia nura, ai pied.i elci .colli Euganei. I': sede dei Comandi della 10a div is. mi i. terr itoriale, della 10• br igata fanteria e del 29° d ist retto mil. Le sue origin i si perdono nella leggenda; le prime notizie storiche si t rovano negli autori romani <la Pl inio a Tito Liv io e risalgono al 390 a. C. nel qt1ale anno i .Patavini, unitisi ad altri Veneti, penetrati nella Gallia, costrinsero Brenno, che marciava su Roma, a fare j n fretta la pace con i Romani e a ritornare sui suoi passi. T ito Livio racconta che nel 302 d i Rorna i Paravin ì sconfissero a Chioggia l'armata di Cleomene Stemma di Pado,•a re d i Sparta, il qu ale, dopo aver saccheggiate le ci ttà delle Puglie, era r isa lito con le sue navi fino alle coste venete. Nei 2 2 4 a. C. la città p assò pacificamente sotto la dominazione romana; ncll'89 fu dichiarata colonia e nel 45 a. C. municipio. Afl 'epoca delle invasioni barbariche, fu sottomessa dai Goti e dai Longobardi; dopo Carlo Magno subl la sovranit!i degli imperatori; fu in lotta con Verona e con Venezia, poi fece parte della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa (n67). Fu indipende11te dal n83 al 1237, in forma di repubblica municipale, quindi fu sottoposta alla tirannia <legli Ezzelino da Romano, che la tennero fino al 1260. Nel 1312 cominciarono per P. una serie di lotte con gli Scal igeri, per le qual.i la città passò alternativa-


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mente a più riprese sotto la signor ia dei Carrnra e dei De lla Scala. Nel 1405 passò sotto il dominio del la repubblica veneta e ne seguì le sorti. Durante la guerra italoaustriaca (1915-r918) fu oggetto di 19 incursioni aeree austriache: furono gettate allora sulla città 9 r2 bombe che cagionarono r29 morti e 108 feriti, danneggiand o o d istruggendo 211 edifici. Per il conteg no mantenuto d alla cittadinanza in tali circostanze, la città fu decorata con la croce al merito d i guerra.

dall 'esarca cli Ravenna, Callinico, dover.te arrendersi. La guarnigione bizantina potè ritirarsi, in base ai patti della resa, a Ravenna, m a Agil ulfo sfogò la sua ira contro la città e la d iede alle fiamme rovinandone le mura. Il. Liberazione di Padova (1 256-1260). Appartiene alla Crociata contro Ezzclino da Romano. Nel 1256, il pontefice ;\ lessandro IV nominò legato per la Marca e là Lombardia l'arc ivescovo Fontancsc,

ordinandogh di

condurre contro

Ezzelioo l ii da Romano una crociata per abbattere il suo potere e Jjberare P. dalla signoria del tiranno. Vi parte• ciparooo il marchese Azzo d'Este, gli esuli padovani e le milizie d i Venezia, d i Ferrara e delle Romagne. 1el giugno 1256, quando l csercito croc i ato si presentò davant i a P. , Ezze lin o guerreggiava contro Mantova, ribelle ali ' impero; ma, fidando nel la forza della sua capitale, non- abbandonò la impresa . I Crociati il 19 di gi ug no si irnpadronirono (:On poco spargimento d i saogue dei sobborghi della città, ed il giorno successivo C>Ì diedero l 'assalto ge' ... ... ""'"~'· nerale a lle mura. t, ...... Fu portata una 1

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~< vigna )),

n1acchi•

na sotto la quale gli aggressori speravano ·d i rompere le porte d i Ponte Alti nato; dall 'alto delle '!11ura fu gettata sulla macchina tanta q uantità d i

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n1ateriale

incend ia•

r io che il fuoco , appiccatosi ad essa, servì ad incendiare

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e a ridurre in ce-

Le antiche mura di Padova (secolo XV)

nere la porta ste ssa. Cli assediati spave ntati fuggirono

La città è circondata da una grande cinta d i mura . Queste furono cominciate nel rr95 e poi coll 'andar del tempo più- volte ampliate e rafforzate. Ezzclino lii da Romano costruì la torre che porta ancora il suo nome e che dopo la sua morte fu scap iwz~ata. Nel secolo XVI le ant iche mura furono trasform ate in cinta bastionata. I Veneziani si servirono per questo d i valenti ;irchitetli militari fra i q uali il Sanm icheli, Alessandro Leopardi ed altri .

I. Assedio di Padova (601). Ap partiene :,Ila lotta fra Longo bard i e Bizantini, e fu posto dal re longobardo Agilt1lfo. La città si d ifese strenuamente, ma, non soccorsa

per la opposta porta di S . Giovanni con Ansc<lisio di Collalto, luogotenente d i Ezzelino, cd i Crociati, appena le fiamme

lasciarono libero il varco, entrarono trionfanti in città, alla quale diedero il sacco. Poi furono aperte le prigioni che E.czelioo aveva riempito d i cittadini d i ogni condizione, età e sesso, nelle quali molti fanciull i erano stari privati degli occhi e barbararne11tc mutilati nelle maniere piè, atroci. Il lega to restituì le antiche libertà e riconsegnò ai cittad ini il glorioso Carroccio, che rappres<;i1tava 1Hl antico ed insig1\C priv ilegiò concesso a P. dall 'imperatore Enrico IV . Ezzelino intanto aveva raccolto in Verona un


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grosso nerbo cli truppe veronesi, fclrreschc, bellunesi e tedesche. Presentatosi davanti a P., le diede l'assalto, ma non riuscì a riprenderla e dovette ritirarsi a Verona. lll. /lsstdio di Padova (131 9-20). Appartiene alla guerra tra gli Scaligeri e Padova. Can della Scala desi derava di m1dcrsi padrone della ci ttà, dominata dalla famiglia Carrara , e con un futile p retesto rnppe la pace conclusa nel iebbraio del 1318, invase il territorio, e il 5 agosto 1 3J<) pose il campo al Bassanello presso le mura della città. Ma Jacopo Carrara, che aveva intuito le intenzioni dello Scaligero , non si lasciò cogliere a!la sprovv ista, e, p rovve du to alle difese, domandò a iuto alle città am iche, Ferrara, Bologna e Treviso. Durante l'assedio morì Uguccione della FaggiuoJa, che comandava l'esercito d i Can della Scala. Questi volle proseguire con ostinaz.i.one ! 'impresa, e prendeva frattanto Cittadella, mentre Bassano si dava al conte di Goriz ia che si trovava al campo del lo Scaligero in rappresentanza dell' imperatore. Dopo quattro mesi d 'assedio, Jacopo giudicò inutile una resistenza che non avrebbe avuto successo, ed il r4 novembre cedene P. al con1e, che l'accettò a nome di Federico Ili, im peratore, promettendo ai Padovani di muovere contro Can della Scala; ma non man tenne la promessa. Nel gennaio del 1320 si recò a prendere possesso della città, a nome di Federico, Ulriw conte d, Wa ldscc, di fronte al quale lo Scaligero dovette ritirarsi e concludere una t regua. Nel giugno ruppe ancora gli acco._di, tentando di sorprendere P., ma tu respinto; allora lasciò la città investita dai suoi e se ne tornò a Verona. Colto il momento propizio, il podestà Altinerio degli Azzoni con una vigorosa sortita assalì gli assedianti, li pose i1\ cotta e prese loro 14 bandiere, le vettovaglie e grande numero cli prigion ieri ( 12 luglio). Sopravvennero nel mese di agosto il conte d i Gorizia e il Waldsee con un buon numero di cavalieri redeschi, mentre da Verona

ven iYa con le sue forze Can ddla S_,:ala. Il 25 agosto avveniva sotto le rnma di P. lo scontro fra i due eserciti. La battaglia fu sanguinosa e finì con la peggio de llo Scaligero, che, ferito ad una coscia, 1i salvò fuggen do a Monselice, Nell 'ottobre seguente fu conclusa la pace.

Padova nel secolo X V 1

IV. Assedio di Padova (1405), Appa rtiene alla guerra tra Francesco Novello da Carrara, signort d i Padova, e b repubblica di Venezia. Caduta Verona in potere dei Veneziani, la guerra si ridusse contro Padova, difesa strenua- mente da Francesco Novello e dal figlio Francesco. :Non essendo riuscita una sortita (2 1 agosto), ed essendo cadute parecchie terre dei dintorni, i due Carraresi entrarono in trattative col senato veneto. Essi avrebbero ceduto Padova

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~· J>fonta di Padova coi bastio ni del secolo XVI


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alla repubblica ed in compenso avrebbero avuto 60 . 000 fiorini d'oro. Ma, illusisi su nuovi aiuti promessi loro <lai Fiorentini e dal maresc. di Boucicault, governatore frar1cese d i Genova, n,andarouo a monte gli accordi e giuocarono l'ultima carta. I soccorsi però non venJl ero, mentre

rnno al campo nem ico e si affidarono alla misericordia dei Veneziani. Ma il Senato li kce rinchiu(lerc ne 1 pabzzo ducale ; il 17 gennaio r406 Francesco Novello fu strangolato in carcere e pochi giorni dopo i suoi due figli, Giacomo e Francesco, subirono la stessa sorte.

Bastione della saracinesca

V. Assedio di Padova (1509). Appartiene ai k guerre della Lega di c~mbr ai . P revedendo i Veneziani che l'in\ peratore Massimi liano si sarebbe rivolto con tutto il suo esercito contro P., presero i provved i,ncnti necessari perchè la città potesse resistere, mandandovi i l conte di Pitigliano con i capitani Bcrnardin0 da Montona, Antonio elci Pii da Carpi, Lucio Malvezzi e Giovanni Grecò, i quali avevano 5otto d i sè 600 u. d'ar111c, 1500 cavalli leggeri ita• lian i e 1500 Stradiotti. 12.000 fanti scelt i erano comandati da D ionigi d i Naldo, dallo Zitolo di Perugia, da Lattanzio da Bergamo e da Saccoccio da Spoleto; inoltre vi erano radunati Jo.ooo fanti tra Schiavoni, Greci e Albanesi, so-

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.. Bastione Buovo o Castelvecchio

Bastione Chir1anda Pianta di Padova nel secolo X I X f F

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Bastione 'di Santa Giustina Antichi bastioni padovani

i Padovani erano afflitti dalla farne e dalle sofferenze causate d al! 'assedio . La notte del r7 novembre un loro capitano, G iovanni di Bclnarnino, introdusse per le mura un corpv di gente nemica; fatto giorno i l comandante veneto, Galeazzo da Mantova , entrò nel borgo di Santa Croce, e facilmente occupò la città . l d ue Carraresi se ne anda-

liti a servire sulie galee ,-Jella Repubblica. Artiglierie e provvigioni <l' ogni natura vi furono condotte in grande quantità e furono fatti r itirare nel recinto delle mura tutti i contadini dei rl intorni con i raccolti e gli armenti. Le. fortificazioni furono tutte riparate d iligentemente ed aumentate di bastioni, di fossi, ò i cascznatte, d i terrapieni, con mine sotterranee dappertutto per far saltare in ar ia e d istn,ggcrc qualunque parte cadesse in mano al nemico. l nobili veneziani, usi finora a portare le armi soltanto in mare, furono òal doge . Loredano persuasi a concorrere alla difesa di P., mandandovi egli stesso i snoi d ue figli con roo u. a piedi ; l 'esempio fu seguito <la 176 gentiluomim, ciascuno dei quali era accompagnato da armati. Intanto Massim iliano era g iunto col suo esercito al ponte sulla Brenta d istante tre m iglia <.la P., · di dove";" mentre aspettava l'artig lieria d'assedio, mandò le sue genti ad espugnare Limena, Este, Monselice e Montagnana. Giunta l'artiglieria, pose l'assedio alla città dinanzi alla porta di $. Croce; ma, trovando il luogo troppo esposto al


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fuoco del nemico, il 15 settembre si trasferì con tutto l'esercito dalla parte del Portello . L'esercito imperiale era composto d i circa 2000 u . d 'arme e di oltre 32 . 000 u. di fanteria; abbondantissima era l'artiglieria, che contava piò di 200 bocche da fuoco, tra le qual i sei bombarde grossissime. Tra gli u. d'.arme si trovavano

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tcre a pied i in compagn ia di gente non nobile, se i nobili tedeschi non avessero anch'essi combattuto a piedi . Avendo 9uesti ricusato di lasciare il cavallo, Massimiliano, indispettito, abbandonò il campo e diede ordine ai suoi

lance francesi )

comandate dal La Patisse . Dopo assièuo lavoro, diretto personalmente da Massimiliano, le batterie furono pront<: in ogni luogo. Cominciò subito un intenso bombardamento; nel termine d i quattro giorni le breccie aperte furono giudicate praticabili, e l'imperatore ordinò per il giorno dopo l'assalto. Ma durante la notte i Padovani fecero riemp ire d'acqua il fossato: ['-assalto fu reputato impossibile fi nchè non fossero diminuite le acque. Convenne aspettare 24 ore per farle scolare, d opo d i che Massimiliano assaltò il bastione che muniva la porta di Coda Lunga, ma fu re-

~1-edaglin della brigata Padova

luogotenenti d i levare l'assedio . I generali imperiali cond ussero via le artiglierie il 3 ottobre 1509, sedici giorni dopo ch'era stata aperta la tri ncea. E pochi giorni . dopo, l'imperatore, a VJCcnza, congedò la maggior parre del suo esercito.

Gonfalone di Padova decorato della croce di guerra

spinto. Risoluto a voler prendere il bastione a<l ogni costo, fece avanzare da quella parte l'artiglieria francese che ailargò notevolmente la breccia, e <lopo due altri giorni mosse di nuovo all 'assalto. I fanti tedeschi e spagnuoli, spinti <lall'emulazionc che v'era fra le due nazioni, penetrarono per la breccia <lopo una zuffa furiosa con gli assed iati ed occuparono il bastione . Lo Zitolo, che aveva quivi i l comando, appena ritiratosi diede fuoco alle mine già pred isposte, le quali scoppiando uccisero la maggior parte ùci vincitori, tra i quali s i l tovavano i più rinomati corn, pagni d 'armc e soldati della scuola di Consalvo d i Cordova . Nello stesso tempo gli Imperiali, costernati per l' inattesa catast rofe, ve nnero assaliti dallo Zi tolo con im peto furioso e scacciati da tutte le opere che avevano con 1tanto sacrificio occupate. Questa rotta raffreddò l'ardore di Massim iliano, solito a no n perseverare a lungo in alcuna impresa ; gli Stradiotti correvano continuame nte la ca1npagnri ,

molestando i nemici ed impede ndo loro il trasporlo dei viveri. Infine i caval ieri frnncesi $i rifiutarono di con1bat-

Padova. Brigata di fanter ia di linea, costituita il 1° marzo r915, per la guerra italo-austriaca, dai depositi del 57°, ,58" e 71° fanteria, coi regg. 117' e 118°. Fu schierata inizialmente ne lla zona Palazzo-Castelnuovo e nell'ottobre 1915 conquistò alcune posizioni uem iche :i sud del M. Cosich . Durante l'offensiva austriaca del giugno 1916 sul T rentino, operò nella zona del }.I. Lcmcrle e M. Magnaboscl,i, espl icando una tenace resistenza a M. Zo,·etto. Nell'ottobre successivo conquistò la q. 208 sud, portandosi fino alla linea Nova Vas-9. 175, colla cattura d i 500 prigionieri e di ingente bottino di guerra. Nel maggio 1917 strappò importanti posizioni al nemico sul M. Sei Busi ed altre ne conqu istò nell'ottobre intorno alle q. 146 e 146 bis. Destinata su l Piave nel t ratto Fossalta-Losson Pralongo, ritornò nell 'aprile 19 18 sull'a ltopiano di Asiago, ove combattè nel giugno a Col d'Echele, Co! del Rosso, a Pizzo Razea ed a M. Mdago con alterna \'icenda. Durante l'offensiva finale fu raccolta a S . F loriano ed inviata Yerso Gazzo e G ranrorto . La condotta <!ella Pad ova in guerra, oltre a meritare una medaglia di bronzo, le ottenne la citazione sui bollettini d i guerra del Comando Supremo, nn. 658 e 1120, del 13 ma rzo 1917 e 18 giugno 19!8. Colore <leile mostrine: metà superiore ve rde, metà in feriore nero nel senso orizzontale; festa dei reggimenti: per il r17° il r6 giugno (anniversario del combattimento a Col del Rosso-Col d 'Eehele (1918); per il n8°, il 18 giugno (anniversan o del combattimento a M. Zovctto-18 giugno 1916). La brigata ebbe in guer ra successivamen1c 1 sc5uenti comandan1i : colonnello Zatn pieri (r915); magg . ge nerale Bagnani (19 15-17); magg. generale Magliulo (1917°18); colonnello brigadiere Calcagno (1918); magg. generale Dc 1\ nmnio (1918). Le sue perdite in g-ucrrn an1.mo nrarono a ufficiali mortl 89, feriti 23f, dispersi 96; u. <li crup p:t m. 922, f. 4943. rl. 6988. Padova. Reggimento cav~lkggc ri, costituito nel 1883 coi sesti sqdr. dei Cavalleggeri Stemma d i P adova regg. Foggia , Monfe rrato, Lucca, CaStria e Roma , e col nome d i regg. cavalleria Padova (21°) tnu. tatogli nel 1897 in quello di cavalleggeri di Padova, Parte · cipò con suoi elementi alle cam9agne 1887-88, 1895-96, ,911-12. Du rante la guerra ltalo-austri:1Ca (1915-19;8) venne


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frazionato pre,>0 comandi di grande un11a. >lei giugno 1916, in occJsionc della cont roffensiva italiana nel Trentino, uno sqdr. del regg. fu impiegato a }'rendere contatl') col nemico in ritirata. Nel ripiegamento dell'esercito al Piave il P. protesse il mo,•imcnto di nostre colonne muoven ti dal Cadore; infine, nella battaglia di Vittorio Veneto, inscgul il nemico in rotta lungo le valli del Piave, del

Squillo del Cavalleggeri di Padon

Cordevolc, del Brenta e dell 'Adige, oltrepassando Tre11to giungendo fino a Ora. Per il suo contegno i11 que,ta operazione meritò la citazione sul bollcnino di ~ucrra del Comando Supremo N. 1266 del 3 novembre 191~. Festa ciel reggimento : 3 nove111brc, anniversario del la battaglia di Vittorio Veneto (1918); motto del reggi memo: « Valore e cort~sia ~e

Padovani (1l11ilio) Generale, n. a Mogliano \"encto nel 1861. Sottot. d'art. nel 1888, nel 1904 raggiunse il grado di maggiore ed andò in P. ,\ , Richiamato durante la guerra contro l 'Austria, fu promosso nel 1916 c<'lonncllo nella ri~erva e nel 1919 genera le di brigara. Padovani Riccardo. Generale, n. a Senigallia r,el 1~68. Sottot. d i fanteria nd 1888, partecipò alla J!Uerra lihicn meritando la mcd. di lironzo nel 19u a T obru!.c. Ricliiamato durame la guerra, guidò !'84° fanreria a Sant'Osvaido (aprile 1916) meritando la med. d'argento. Nello Slt»o anno (u collocalo nell a riser va; promosso colonnel lo nel 1917, divenne nel 1927 generale di hrigata e fu wlloc.110 a ripow nel 1928.

Padovin (l::'rnw,egildo). Genera le, n. e m. a Venctia (1863-1931). Souoc. di fanteria nel 1684, pa5SÒ poco dopo negli alpini . Entrò in guerra nel 1915 cr-mc ten . colonnello e poi colon nel lo, a l comando del :~6° fanteria meritando in Val Popcna la med. d'argento. Comandò poi il 45° e il 241° fanteria. Nel 1917 ebbe il comando della brigata Ferrara rimanendo ferito. Brigadiere generale comandante la brigata Cosenza nel 1918, e poi magg. generale, guadagnò la med. d'argento al Piave e J'O. M . S. al Tagliamento. Nello stesso 1918, in occas ione di un incendio d'esplosivi presso Venezia meritò la med. di bronm. Dopo aver comanda to la b, iPadovin Ermenegildo gata Marche e le d ivis. mi i. di Bari e di lkr)!amo, andò in P. A. S. nel 1')21. (.,encrale di divis. in A . R. Q. nel 1925, passò ne!la .riserva nel 1929.

Padrona. Prendeva qne;to :iome, nell'ant. marina ,·elica, la galera nella quale era imharcato il luogotenente, ossia i l cornan,fa 11 tc in seconJ ,1, de ll 'armata. Quella dove era imbarcato il comandante si c!,iamava capitana; le :Ìlue, sen,ili. - Padrona reale era d<:tta la seco;i,fa galera cicli'armata regia, a d iffererw,a delle l'. minori di piccole squadre, di pie-oli Stati, o d i l'' ivate persone (Gugliclmoui).

PAE

Padrone. Ndl'ant. marina velica, nel ,cc. XIV, fu il primo luogotenente del coman:h11nc in capo, e la galea su cui era imbarcato cliccvasi Padrnna. Aveva il ca,ic'> dell'amministrazione, e il com3ndo delle tru?pe da sbarco, non essendovi ancora il comandante di <:sse. Nel scc. XV fu detto / '. i l comandante irnrticolarc di ciascuna galea: a Venezia prese il nome èi « •opr~cr'lmito ,,. Nelle n~vi a vela da guerra i1 P. di va,cdlo era un ufliciale che comandava tutlo l'equipaggio, co•m 1•1dava la manovr,1 cd era incar ic ato dei piani del vascello. S1 occupava anche del vitto e degli c,crcizi. >Jel sec. XVI fu detto P l'ufficiale luogotenente di ciascun vas-cello. Kcl secolo XVII si disse pad rone l ' ulTiciak che noi <'h iamiamo ora Commissario: dirigeva la parte an1n1inis1nuiv~1, e aveva in conscgn:1 tutto: denaro, provvigioni, \'dc e Slrtfomi , armi, la nave ste»a. È rimasto il titolo d i padrone ai capitani delle navi di piccolo cabottaggio. Sulle navi moderne da guerra, si chiamano P. i nocchieri che comandano le imbarcazioni: barche a vapore, motoscafi , lanc ie a remi. Essi hanno la reiponsabilitii per quanto riguarda la pulizia e la conservazione della propria imbarcazione. Rice,·ono uno speciale soprassoldo per questi incarichi . Nelle navi mercantil i la patente di piccolo cabottaggio si chiama anche palcnlc d i padrone. Paenula. !,,!antelio lungo, semplice e scn7.a maniche, di ,totTa densa e forte, fornito di un cappuccio, usato dai legionari romani. Paesana. Ebbe questo nome la ~ilizia costituita da Ema1111clc Filiberto di Savoia nel 156o, allo scopo d i t utelare lo Stato, tenere i sudditi in vera unione, concordia, sicurezza. A tal uopo, egli Heglie,•a « genti di guerra, che siano propri sudditi nostri, stimando che ci saranno più fedeli e meno vessatori ~gli :litri sudditi » e che essi « non serviranno come mercenari, ma per la difesa e conservazione del loro principe naturale e della loro propria patria " · I m iliti non dovevano avere meno di 18, 11è più cli 50 an ni, e venivano conferili loro vari privilegi, come l'cseMione dall'arresto per delitti, dal pagamento dei pedaggi, dalla tortura, dalle spese di giudizio, ccc. La prima leva d ella m il izia l'. era stata /issata con effettivo cli 22.000 u. (15.000 Piemontesi e 7000 Savoiardi); con numerosi volontari la forza raggiunsc'bcn presto i 37.000 uomini. Gli ufficiali che provvidero all 'arruolamento, lo eseguirono liber i d i scegliere quei sudd iti che :1 loro giudizio fossero i più adatti. La milizia P. si riuniva per l'istrutionc in « battaglia generale » due volte all'anno (Pentecoste e S. Martir,o); era d ivisa in « colon11dli ,, ciam,110 dei <)Uali , forte di 2400 uomini di truppe (archibusicri, picchieri ed alabardieri) e di 48 ufficiali. equivaleva nella sua eon<i• sten7.a numerica, ai nostri reggimenti del tempo di guerra. li colonnel lo doveva eserci tarsi r iu,~iro quattro volte l 'anno e ,i divideva in 6 compagnie di 400 uomini <li truppa e 8 ufficiali: capi1~no, alliere, due sergenti e quattro centurioni. La compagni a, esercitata un a volt3 al mese, o una volrn ogni due mesi, si <lividcva in quattro centu rie, che si dove,·ano cscrcirare ogni quindici giorni; ogni ccnruri~ in quattro iquadre, che venivano chiamate agli esercizi tutte le domeniche. Qucst.1 mili·~ia fu impiegata nel le numerose guerre del Piemonte: essa prese parte alla di.fesa di Torino nel 1jo6 ed alla battaglia dcll'Assietta nel 1747, e fu, senza dubbio, la più importanre delle riforme d i Emanuele Filibcno.

Paesi Bassi. V . n1.111tla.


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Paez (do11 Giuseppe Antonio). Uomo dì Stato e generale venezud:tno (179,H873). Di origine indiana, nel 1810 partecipò alla rivoluzione contro la Spagna, distinguendovisi e divenendo capi1ano agli ordini di Bolivar. Fu presidente della nuova repubblica vcncwclana dal 1830 al 1834 e poi dal 1839 al 1842. Nel 1848, si ribellò al presidente Mo-• ncgas, ma le sue Lruppe furono sconfitte ed egli , fatto prigioniero, venne esiliato, e si stabilì a New York. :--lel 1858, ritornalo in patria, fu nominato generalissimo e quindi ambasciatore agli Stati Uniti. Dopo la caduta del presidente Guai, P. fu nuovamente eletto presidente c rimase in carica lino a l 1863, quando, visti inmili i suoi tent:ttivi di concilia,.ionc fra i nri parri1i, diede le dimisSioni e 1i ritirò prima a Buenos Aires, poi a :--lew York dm·e morì. Fu sepolto nel Pantheon di Caracas. Lasciò una ,, . \uto• biografia ».

doppia1.1; e da Domi~iano accre,cu1ta ancora . In appresso questa l'. si aumentò insensibilmente secondo il progresso ciel governo militare e della ricchezza dello Stato; Diocleziano l'accrebbe ancora di un quarto. Dopo venti anni di servizio i veterani ricevevano 3000 danari o una porzione di terra corrispondente a questa somma. I pretoriani ave"ano P. superiore a quella dei legionari, o ltre a molti altri pri,·ilegi. In Italia, al tempo dei signori feudali, questi facevano le spc:sc dei loro vassalli; le milizie dei Comuni si mantenevano da sè; le Compagnie spartivano il bottino. Nel sec. XVI, la P. divenne mensik, si <listinse dai viveri; si introdussero le voci Soldo e Razione.

Pagan (di Afrrui/les, conte Biagio Fra11crsco). Ingc· gncrc militare francese (16o4-1665). Discendente da una fa. miglia napoletana, intraprese la ca rriera militare. Mutilato di un occhio all'a,scdio di Montalbano (1621), si distin,c al colle di Susa (1629) cd all"assedio di N:tncy (1633). Nel 1642 fu in Portogallo quale maresc. di campo. Ritor• nato in Francia, si dedicò agli studi di matematica, di storia e d i geografia. F u uno dei maemi del Vauban . Fro11tl! del Pt1gn11. Considerato come ìl fondatore della scuola di fortificazione francese, jj l'. pubblicò nel 1641 un'opera (« Trattato di Fortificnionc • ),, nella quale propo,e due tipi di fronti, di cui uno fu detto « semplice » e l'altro « rafforzato » . I pr incipf da lui scgulti nello stud io di questi fronti furono i seguenti: 1°) tenere i fianchi

Paez Giuseppe

Pagan

Paga. Ne ll 'esercito e nella masina da guerra, è b mercede che ,i dà agli uomini di truppa. Agli ufficiali e ai marescialli è dato lo stipendio. Nei tempi :i_ntichi significa,·a anche soldato pagato, quindi levare 2000 pagh<', significava assoldare 2000 uomini. l'. doppir1. equivaleva a pagamento dd doppio dcli 'ordina rio, e si d~wa per meriu o fazioni ~tr..1ordinarie. P. decorsa, era il danarrJ dO\'UtO a! wldato o marinaro. e non pagato a suo tempo. Mezza l',, valeva la metà ciel soldo ordi nario, che ,i clava ai milit:iri, o perch~ fuori d i scrvi1.io attivo, o perchi: puniti, o perchè manc:1\'a il danaro. P. moriti, a,·e,·a di,·crsi significali: a) cosl si d1iama,·a colui che piglia,·a il wldo e non face,·a servizio; b) era ciascun servitore di alcuni ufficiali superiori, pei quali lo stesso uflì.ci:d1 ritirava i sold i, libero poi di tenere o non tenere i sen ìtori . Co~ì si usava ~ncora rispetto :ti cavalli e ai foraggi: corrisponcb·a pres.,o a poco :ill'odicrna indennità cavalli e razione ioraggio; e) era anche il pag3· mento abusi\'o che si faceva ai capi tani delle compagnie o ai condottieri, i quali facevano appa rire cli avere sotto le insegne un numero mag_i:iore d i uomini di quelli che effettivamente avevano. Quei soldati che si pre,entanno alle rassegne o mostre, e poi se ne andavano non facendosi vedere più se non il giorno della P. successib, si chiamavano: Passa volanti, Passatori, l'ass:,toj, Piazze morte; soldati finti che non facevano nè guardia, nè fazione alcuna. Tra i Romani, dalla fondazione della città fino all'anno 347 a. C. si militò senza stipendio. Alla guerra Ji Vcjo si cominciò a dare a ciascun soldato una l'. giornaliera, doppia pei centurio ni, tripla pei cavalieri . Ai soldati p,2, valorosi , che si erano distinti in battaglia, si concedevano a, mi d'onme, gratificazioni in danaro, cd aumento d, P. Sulla P. del <olda10 prelc, 3\'a>i la spe-.1 del ,·cstito, delle .umi e ddla tenda. L a /'. dei legionari fu da Cesare rad1

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Fronte del Pagan {scat., , : 5000)

pcrpcnclocolari alla linea di difcia a tre ordini di fooco; 2°) fare i bastioni col saliente acuto perchè le facce fos-

sero pili <liflicilmcnte prese d'infilata; 30) far la costru• zinne del fronte in dentro del lato di base, essendone i basiio1li le parti pii, importanti. Nel fronte del />. le opere addizionali esterne wno il rivellino a dente piuttosto piccolo, le controguardic a base larga e la s1rad:1 coperta. Nel fronte rafforzato k controgunrdic si uniscono innan.-;i alla cortina e dietro il rivdlino, e ciò per proteggere meglio gli angoli di cortina. In quanto al profilo i: conservato quello della scuola italiana.

Pagani (Carlo). Generale commissario e sc rittore militare, n. a Firenze nel 1848. Entrato nell'Intendenza f!1il. nel 1866, insegnò poi legislazione alla Scuola militare. Colonnello nel 1901, fu dire1101c di commi»aria10 del III C. d'A .; magg. generale nd 19 10, (u ispet1ore dei servizi d i commiss:,riaro. In I'. A . nel 1913, fu trattenuto in servizio quale presidente della commissione permanente dei collaudi in appello sino al 1916, epoca in cui fu collocato nella riserva. Pubblicò vari ,·olumi d'indole tecnica e :,torica) fra cui: « Alessandro Lnmarmora >); cc I servizi


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d i vettovaglia mento in tempo d i pace »; « Come vivranno gli eserciti nelle guerre future »; « Uomini e cose a Milano » ; " Milano e la Lombard ia nel 1859 ».

Paganini (Giovanm). Generale, n . a Milano, m. a Varese (1849-1929). Sottot. <li fanteria nel r 869, fu uno degli ufficiali che costituirono le pr ime cp. alp ine, nel qual corpo rimase sino alla promozione a ten . colonnello (1899). In P. A. nel 1904 fece parte dur~ntc la guerra della Commissione Eso11eri d i Milano e .; • · divenne colonnello nel 1907 Magg. generale nella riserva nel r9 ,5, assunse nel 1923 il grado d i generale d i divisione.

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Pagano (francesco Mario). F ilosofo e g iurista, n . a Brienza, m. a Napoli (1748-1799) . Professore d i d ir itto all 'Università di Napoli, poi a quella di Roma ove fu esule ( 1798). Proclamata la Repubblica Partenopea ne fece il progetto d i Co stituzione, e combattè per essa Pagano M ario contro , Borboni, sino a che dovette arrendersi a Castelnuovo. Fu condannato a morte e giustiziato.

stizio [u successivamente capo di S. M. <lell'8o" , 27' e 55'' d ivisione, ebbe nel 1924 il comando del 54"' fanteria. Nel r93r fu promosso generale di brigata, ispettore J i mobilitazione a Gorizia e nel 1933 andò al comando della 12a brigata di fanteria a T rieste. Pubblicò varie opere, fra cui: « Evoluzione della tattica durante la grande guerra ,, .

Pagatore (Ufficiale). « Uffici~e che secondo le ord inazioni d iverse dei govèfni, e tempi diversi, paga soldati o marinai . Ufficiale del soldo ». Pagella (Vittorio). Generale, n . ad Alessandria nd 1863. Sottot. di fanteria nel 1883, fu in Eritrea nel 1887-8S e nel _1895-96. F u uno dei pochi superstiti di Amba Alagi (1895) ove meritò Il med. d 'argento; nel 1896 fu promosso capitano per merito di guerra per i combattiment i di M. Mocram e Tucruf. In L ibia nel 1912-13, fu decorato della med . di bronzo a Tobruk. In g uerra contro l'Austria nel 1915 -17, comandò il 154° fanteria, meritando all'attacco e conquista di M . Cimo ne la seconda med . d'argento. Magg. generale coman dante la brigata Caserta nel 1917, si segnalò a Castagnevizza e rimase rnutilato di guerra. In P. A . S . nel 1920, nel 1923 assunse il grado di gtnerale d i d ivisione e nel 1932 passò nella r iserva.

Paga110 Filippo. Capitano del genio dell'esercito delle Due Sicilie, del scc. XIX, e scrittore m ilitare. Fu allievo del Collegio militare <li Napoli. Scrisse due tnttati d i fortificazione, e un « Saggio storico sul Reame d i Napoli ». Pagano Giovanni Matt,·o . Cpmmissario della R. Marina, n. a Genova, m. a L issa ( 18n-1866). Nel 1864 er a commissario di 1a classe a La Spezia: due anni dopo, prese imbarco come commissario capo d ella Aotta che operò nel 1' /\d riat ico, e, imbarcato nella nave « Re d'I talia », perì nell'affond amento di essa, nella battaglia di I.issa. li suo nome {u <lato a una nave cisterna d i 390 tonn ., costruita a Livorno nel cantiere Orlando, varata nel 1877 e radiata nel 1919 1 e dato a una nuova nave cisterna, d i 1454 tonn ., cmrata in servizio nel 192i. Pagano Emilio . Genera le, n. a Napoli, m. a Francavilla a Mare (1832-1904) . Uffic iale del genio nel regno delle Oue S icilie, passò nell 'esercito italiano nel 1860 come capitano del genio. Colonnello nel 1880, comandò il Collegio m ii. d i Firenze e nel r883 quello d i Ro ma . Direttore del genio in Roma nel 1885, fu promosso magg. generale comand. de l genio a Piacenza nel 1887. Nel 1888 ebbe il comando del genio di Napoli e nel 1889 quello di Verona. Col locato i n riserva nel 1890, fu pro111osso ten . generale nel 1898.

Pagano Guglielmo . Generale, n. a Napoli

nel 186_,. Sottot. d'art. nel 1886, raggiunse i l grado d i maggiore nel r 9II, nel quale anno andò in P . A. Richiamato in servizio durante la g uerra, d ivenne nel 1917 colonnello. N el 1928 fu promosso gene rale <l i brigata nella riserva .

Pagano Salvatore. Generale, n . ad Arena nel 1875. Arruolatosi volontario nel 1893, partecipò alla ca ,npagna eri. trea del 1895-96. Sottot. di fanteria nel 1899, veiu1e nel 1907 ammesso a lla Scuola d i guerra e poi passè, nel corpo cli S. M . Partecipò a tutta la guerra contro l'Aust ria e nel 1918 fu promosso colonnello. Sul S isemo] meritò la med. di bronzo cd arg inando l'invasio ne nemica sull 'altopiano d i Asiago. la croce d a cav . dcll'O. M. S. Dopo l' arm i-

Pagella Vittorio (da ternmte in Africa)

Paggi Giuseppe

Paget (Giorgio Augusto). Generale inglese (1818-1880). Entrato in servizio nel 183-f, si d istinse in C rimea nel rS55. nd la carica di cavalleria d i 13alaclava . Isµcttore generale della caval leria in India (1862-65), generale nel 1877, fece parte del parlamento dal 1847 al 1857. Scrisse una monog rafia s ulla Crimea. Paggeria, Collegio dei paggi nel regno ddle Due S icilie, µe r il servizio d i corte. Fu nbolito nel dicembre del 1788, cd i paggi furono d istribuiti nei . vari reggimen ti, quali ufficiali. Con la Restaurazione la P. fu riµristinata, definitivamente sopp ressa nel dicembre del ,825. Paggi (Giuseppe). Medaglia d'oro, n. a Sa la Vercellese, caduto sul Piave (1890-1918). Umile lavoratore dei campi, era ad essi tornato doi)O aver con1piuto ii suo servi1.:io d i leva , quando, per la d iana d i g uerra del 1915, venne nuovamente chiamato alle armi. Ripreso servizio, col grado d i caporal maggiore nel 40 bgl. bersaglieri ciclisti, vi divenne subito popolare, per slancio, ardimen to, sp rezzo del pericolo . Il suo stato d i servizio, infatti, è dei più brillanti : una ferita a Monfalcone, nel l'estate del 19 16; una med . d 'argento e <iue di bronzo, tutte guadagnate sull'altipiano Carsico; p romozione ad aiutante di battaglia per rne,·ito d i guerra; e, infine, la med . d ·oro, che c,;_ ronò i l glorioso sacrificio della sua vita durante la bat• rnglia del giugno 1918. La mot ivazione che 1·accompagna

così si esprime :


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" Ard ito fra gl i ard iti, temprato dal pericolo più volte impav idame nte affrontato, volontario nelle imprese più rischiose, lrasfondeva co n J·eroico suo contegno forza e vigore nei dipende11ti. Con poch i uomini valorosamente affrontava j} nernjco asserragliato in una casa e faceva ben 40 prigionieri . Ferito, rinunciava ad ogni cura~ animato dal solo pensiero d i rimanere con i suoi bersaglieri. Vist0 che l 'avversa rio aggirava una nostra mitragliatrice, lo con• trattaccava col J)roprio plotone, e , dopo un furioso corpo a corpo, salvaYa l' arma . Mentre poi la postava per aprire cli nuovo il fuoco, cadde colpito a morte da una pal lo ttob nem ica_: fulgido esempio d i elette virtù m ilitari " . (Cà del Bosco, Piave, 18 giug no r 918).

Paggio. Gio vanetto cli nobile famigl ia, che servendo a principi e a g rand i cava lieri, apprendeva le , liscipline militari per esser quind i jJromosso a cariche per lo pi ù m.ilita ri. Era in uso da tempo antich issimo , e fu mantenuto per molti secoli, specialmente alle corti. Si chiamava P. anche il g iovane servente non nobile, d i barone o eh u01no -cr armc, che serviva per me rcede- cd aveva cura del

cavalli e delle ann i del suo signore . Egli poteva d iveni re cavaliere . N ella rnarina da g uerra ve neziana e rano detti /J. g li apprendisti della galea, ed erano addetti al maestro ra.-n1iere, o armaiuolo, o ba rilaro, o dispensiere, o calafato, che costituivano lo stato minore tecnico.

Paglia, Serve tanto da .lettiera ag li uomini , durante campi o m anovre , quanto d i lett iera cd anche d i a!imcoto ai q uad rupedi mi litar i. Quell a che è più comunemente usata, sia per le t ruppe come per i quadrupedi , è la P . d i frumen to, in genere più abbondante, più fina e meglio curata, nonchè pilÌ appetita dai qu_ a drupcdi . Pcrb vengono pure utilizzate le I'. di avena, d i orzo, di sega le, e non niran1cntc anche quelle di riso. Per ragioni sanitarir.: la P. dev'essere d i un bel g iailo dorato, liscia, lucente, d i med iocre altezza, ,cnrn cattivi odo ri, sottile e flessibik, non friabile, bene essiccata, ma non troppo vecch ia, se nza sapore, od a l massimo con sapore k ggermeutc zuccheri no . La P. d i avena viene preforita dal cavallo come alimento. Quella di or,:o ~ molto in uso presso gli arabi. Per nornrn ne occorrono per ogni uoirio accantonato Kg . 10, d i cui 7 come primo impia11to, e 3 come rinfresco dopo 15 giorn i. Quando le truppe sono accampate sotto tenda si danno 6 Kg. qua le prima d istribuzione e 4 Kg. d i rinfresco. La q uantità di P. occorrente 1Jer ogni quadrupeclc, q uo tidiana, è di Kg . 3,200, sia in guarn igione che in carnpag1ia. Ii potere nutrit ivo della P. è d i ·1/3 circa d i q uello del fieno: g li Inglesi hanno la massima che ,·alga meglio una buona paglia di un cattivo fieno. Circa ai dati necessari per !a provvista in cam pagna della l'. per uom ini e quadruped i deve tenersi p resente che I mc. d i pagl ia compressa pesa r /2 quintale. Il volume d i un pagl iaio co nico si ottiene rnoltiplicandlJ il q uadrato del raggio d i base per l' altezza . li volume d i un pagliaio a sezione ogivale si ha rnolt ipl icando metà dell 'altezza per la superficie della base. Pagliaccio (mard,e;e della Pla11argù,, do,, Gavinnì. Generale del sec. XVI II. Percorse gran parte dell a carriera nel rcgg. Sardegna, del quale d ivenne colonnello coman dante nel 1771. Brigadiere d i fanteria nel 1776, rimase nel predetto co mando. 1v[agg. generale nel 1783, d ivenne governatore d i Cag liari. N el 1787 passò al comando del!a città e contad o d i N izza e due anni dopo fu promosso luogotcn . genera le . Governatore della città e provincia di Cuneo 11cl 1792, e gran mastro d'artiglieria nel 1793, venne nel 1794 incaricato anche delle funzioni di generale coman-

cJante le armi del Regno d i Sardegna e d i governatore dell a ciuà e caste llo di Cagliari . Nel 1795 venne quivi truc idato da un gruppo dì secJiziosi .

Pagliaccio di Suui Nico/ao. Generale, m. nel 1841. U ffi. ciale di cavalleria, fu promosso colonnello nel 1821 e no mir1ato comandante d i Alghero. Magg. generale ne l 1831, d ivenne ispettore generale delle m ilizie baracel larie del regno d i Sardegna. Nel 1835 fu collocato a riposo.

Pagliacciù (marclwse del/" Plauargia, Giovanni Antonio). Generale, n. a Cagliari nel 1793, rn. nel 1871. Cadetto in cavalleria nel 1801 e sottoten. nel 1808, 1~ scudicrc e gentiluomo d i camera del Re nel 18 19, fu promosso colonnello nel 1825. Applicato alla d ivis . d i Cuneo nel 1827 ed a quella di Nizza nel 1829, e bbe nel 1830 il comando del regg. cacciarori <lcllc Guardie. ~.fagg. generale cmnand. la brigata Regina nel 1831, ebbe nel 1834 il comando della cittadella d i Tor ino. Luogoten. generale coman<l. la città e provincia di Torino nel 1839, fu governatore della d ivis. mii. d i N ovara nel 1P.41 e <l i q uella della Savoia n el 1842. Conrnndante generale della divis. di Genova nel 1847 e di quelb di Torino nel 1848, fu col locato a riposo j n_ detto a nno col g racl<) d i generale d'armata. Partecipò a lla campag na del 1815, e fu t ra i primi ,cnatori del reg no nominati nel r84~ dal re Carlo Alberto . Pagliano (Eleuterio) . Pittore militare, n. a -Casalmo n.frrrato, 111. a ?vii# !ano ( r826 -1903) . Com battè nelle Cinq ue Gio rnate cli Milano, e stgul il Manara nel Trent ine>, alla Cava, e a Roma, dove si d istinse nel combatti:11ento di Ve lletri. Luogoten . del 1° regg. cacciatori delle Alpi nel 185•) , si segnalò a Seriate e a Tre Ponti, Pagli:~~it~~~uterio molti quadri riprod ucerui episod i della Cacciatori delle Alpi cam [.)agna del 1859. fra cui " La presa ·ciel C imitero d i Solfer ino »; « Il 1cassaggio de! Ticino nel 1859 »; ,; li passaggio d i Garibaldi a Sesto Calende »; (( Il cornhattirnento di Seriate ►) . meritando la rne<I . <l 'argento . D ipi nse

l'aglia,w Achille. Genera le, n. a Casale Monferrato, m. a Milano ( 1830-1908). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, partecipò a lle campagne del 1860-6 r, 1866 e 1870, mer itando la mcd . d 'argrnto nella carnpagna della 13assa ftal ia e !a menzio ne onorevole a Civirella del T ro nto. Colonnello nel 1884, comandò l '8o0 fanteria e nel 1886 andò in P. A . Trasferito nella ri,crva nel 1892, fu promosso magg. generale nel 1895. ['ag!iano Camilla . CenÙa le, n . a Gabiano, m. ad Alessandria (1869-19 19). Sottot. d'art. nel 1891, frequentò poi la scuola di g uerra e passò nel corÌJo d i S. M. Nel 19,41915 fu in Libia quale capitano di S . M. addette> al comando delle truppe del la C irenaica. Fu anche insegnante d i storia all 'Accademia m ilitare. In guerra contro l'Austria poco do po, f~, capo d i S . M. della 27a d ivis. meritando a Posina la 111ecl. (l'argento. Colonnello nel 1916 e comandante della brigata Bologna dal 19 17 alla fine della guerra , diven ne brigadiere generale nel 191.8; nell'azione che portò all 'occupazio ne d i Feltre e_bbe la croce eia cav. del l'O. M. S . Dopo la guerra iu capo d i S . M. della divis . cli Alessandria. Pubb licò varie monografie, fra cui: « L 'automobile all 'esercito" e « Stor ia m ilitare dal 1870 al 1905 ».


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Pagliari (Git1co1110) . 1v1c<lag lia d'oro, n . a Persico, cad uto sotto le mura ,li Roma (1822-1870). Proveniente d a ll"cscrcito austriaco, e.be :ibban<lonò nel 1848, passò nel corpo dei bersa gl ieri italiani col grado d i luogote ne i,te, e .

partecipò alla campag na di Crimea ( 1855) ed a que lle del 1859 e del r866. Alla Cernaia c nelle opera z1on 1 contro il brigantagg io, meri tò due menzioni onor~voli. lvfagg ,orc e comandante il 34° bgl. bersaglieri, f u tra i primi, con superbo slancio, all'assalto d i Porta P ia , il 20 settembre 1870, cad endo, con la sciabola in pugn o, sotto una scarica d; fucileria . La med . d 'oro fu conferi ca alla mePagliari G iacomo moria dell 'arclirncntoso mag giore, « per avere con inreBi~ gcnza ccl ammirevole slancio condotto il p roprio bauagl ione all 'assalto della breccia d i Porta P ia, ri manendo a pochi passi <la essa mortalmente ferito )i .

cl, irul'go, si chiamava nei bast irncn;i da g ue rra quel tavolato messo a l disotto del boccaporto magg iore, in fondo a l qua le, durante una fazione, stavano i c hirurghi, e si conEra chiamato P. anche quel tavola to d ucevano i ferit i. d ella piaz✓0uola su I quale posava e scorreva convenientemente l'affusto dei pezzi d'artiglieria. Secondo le forme , s1 diceva an che Letto, Tavolato e L astricato, e Paiolo (V.) .

Pagnamenta (Filippo). Generale, n . a Golasecca, m. a M,lano ( 1827- 1892). Sotto t. al servi.zio della Sv izzera nel 1847, co m battè in d etto anno ncJ Sondcrbund , e nel 1848 in Ita lia. Nell 'eserci10 federale d ivenne capit. d i S. M. e nel 1855 si d imise. Passato, come capi tann, nella legione st ra n iera d ell'ese rcito francese, partecipò a lle campag ne d'.'1.frica de l 1856, , 857 e 1858 ed a quella <l'Italia del 185<), merita ndo la mcd . d 'arg en to al valore ita liana . D ispensato dal serv izio francese, p assò in quello italiano nel 1860 col gr ado d i m~ggiore, ed a Gaeta fu d ecorato d ella croce da ca v. d cll'O. lv!. S. Com battè an che nel 1866 . Comandante del 24° fante ria nel 1868 e co lonnello nel 1870, fu promosso magg. generale comand . la brigata Cuneo nd 1880 e n el r885 passò ne lla r iscr\'a.

Pagl iarini (Pietro) . Generale, n. a Ro mano d i Lombard ia nel 1865. SolloL d i fanteria nel 1884, freque nte, poi la scuola di guerra e iu in Lihia nel 1911-12. Colonne llo ne l 1915, fu il prim~ coman d a nte d el 15,;0 fanrerio, ch e condusse in guerra merita ndo la croce d i cav. d e!l 'O. M. S. a S. M ichele del Carso e la med . d'argento in Val d'Assa. Colonnello brig,1dicre comandante la brigata Rovigo nd 1916, e brigadie re generale coman dant;;; la br igata Salerno nd 1917, in detto a nno and ò in congedo p rovvisorio col g rado d i magg. generale . In P . A . nel 1921, ass unse n el 1923 il grado di generale d i d ivisione. Pagliarulo (ha11<·esco). Ge ner a le , n. n el 1864. Sotto t. di fanteria nel 1887 , frequentò poi la Scuola <li guerra. In guerra contro l 'Austria, colonnello nel 1916, comanclèi il 70°, il 235° ed il 119° fa nteria. Colonnello brigad iere nel 19 17, comand ò le b rigai.e T ortona e CrC!lion a. In P . A . nel 1918, venne nel 1926 p romosso generale di brigata n ella riserva. Paglietto turata I le. Si cost ru iva nel me ri io e,·o con veccbi canapi e tèlc . Ve n iva disteso lu ngo i fia nchi d elle navi per otturare le falle duran te il cornba rtime nto . Si faceva anche uso del « paglietto lardato» , ossia paglietto imbottito, avente una delle superfici sfilacciosa . Il P. lar dato di forma q u:idran gola re aveva q u attro lun g hi canapi agli a ngoli , pe r assicurarlo a l bordo. Ingrassato con sego, si d is tendeva ne l fasciarne esterno in corris pondenza dei fori fatti dai proiettili de i nemici lungo l:, linea di bagnasciuga, e così imped iva l ',:n t rata dell'acqua agendo per <lifftrc u~c di pressio ne . Con le n avi in icrro si idearono d i forma circolare, formati d a d ue piastre imbottite n elie facce interne ed unite med ia nte un tornichctto centra le c he permette va d i string erle facendole fo rte mente aderir~ alle mu rate in corrispondenza dei fori. Pagliuolo, Quel la carnera, nella stiva dd bastimen to d ella marina velica, dove si ri ponevano p a ne, biscotti, farina, legumi e simili cose di lunga durata . P rende i l nome da « paglia », essen do tutta ricoperta di stuoie, per mante nere le vettovagl ie a ll 'asciu tto . Per estensione si ch iamò P. qualsivogl ia specie di tavolato, fatto d i- legno, ricoperto d i stuoie su l qua le si collocavano le merci e le munizioni perch /: vi restassero raccolte cd asciutte. Paglirwlo del

Pagnam enta Fi lippo

Pagniello Alfredo

Pagni (Carlo). C e nc ra le, n . nel 1831, m . a Perugia nel 1909. Proveniente dai carabinier i del l'esercito toscano, passò nel 1859 ncll 'eserci:o sardo come tenente dei CC . RR. ColoMcllo nel 1883, com a ndò la legione d i Bari e nel 1887 passò a q uella di Bologna . In P. A . nel 1888 e n el la riserva nel 1893, fu prornosso rnag g. ge nerale nel 1895. Pagniello (,J /f,.edo). Colo nnello e scrittore i;nilitare, n. a Me lfi ne l 1877. Entrò nel 1903 a far par te d el corpo sanitario m ii., e, promosso a scelca ten . colonnello, fu direttore d ell 'Istituto chimico farmaceutico mi i. dal 1 9 22 a l 1932 . Colonnello in tale an no, passò al Min istero deliri guerra come capo del personak e del servizio chi1nico farnia~ ceut ico. Professore di chimica bromatologie) nella ·R. Univcr.sit~\ di .Roma, pubblicù numerosi studi e lavori scientifici che g li valsero premi. Su,1 opera principale è que ll a r igua rdante la ( < Ch imica di guerra » chi! comprende, oltre scritti 1ninori, tre volumi : tt L'arni a chim ica >>; « l Grandi P!~ lastri della Cuer ra »; « Le Brillanti Vittorie della Chimica » ; libri che h a n no merita to il primo pre mio nei concorsi b an diti annua lm e nte dal Ministero d ella guerra e in qu<o llo in detto dal M inistero delb Educa,,ìrme nazionale, « per s tud i d a ser\'ire d i guid a n ello svolg imento d e i corsi di C h im ica d i g uerra p re sso le RR . Universi,ii » . Il colo nnello /'. è collaboratore della ,, Enciclopedia Militare ». Pagnocco (Antonino D e Salvo, dello). Pop o lano messincsc, caposqu adra dei r ivoltosi nella rivoluzione sic iliana dd J 848-49. Faceva il mestie re de l carrettiere, quando, scoppiata la rivoluzione, si m ise a lla testa di un man ipo lo d i


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facinorosi che seppe te nere a freno e rendere d isciplinati. Godette grande prestigio sugli uomini della sua squadra per il coraggio dimostrato in parecchi conflitti con le truppe borboniche. Il 6 settem bre 1848, a Messina, si gettava col suo d rappello nel 11unro più pericoloso del com battimento contro gli Svizzeri e rirnaneva ucciso .

Pagnote (Mont). Termine del linguaggio m ii. francese, per designare il luogo, generalmente elevato, posto fuori del tiro dei cannoni di città assediala, dove gli sfaccenc!ati andavano a mel!ersi per assistere se nza pericolo alle batterie ed agli assalu . Pare certo che il no1ne di pagnote sia ital ianissimo; forse de rivò dal nome di " pagnotta " , ado. perato ifl Ital ia nel 1500 e nel 1600, per sche rnire coloro che andava no a far da comparse in abito rii gentiluomini a nozze e ad altre feste ui eh, voleva dare ad intendere d 'avere amicizie ragguardevoli. l i M. l'. era detto d ai Francesi anche (( poste dcs invul nérables >>.

Pahlen. Nobile famig lia della Livon ia, che si pose al serviz io della Russia. l suoi membri m ilitari principali furono : Pah/e11 conte Pietro Luigi (r746-1826) . Fu gcncra!e, ambasciatore, governatore della Curlandia (1795), governatore di Pietro burgo e m inistro degli esteri . Diresse e cap,tanò la r ivo luzione di palazzo del 18o r, per cui fu rovesciato e ucciso Paolo I. Credette di poter governare i n nome del minorenne Alessand ro, ma fu posto m d isparte e si ritirò a Mittau . Pah/e11 conte Pietro. Generale russo, figlio dd precedente (r7ì5-1864). Prese parte alle campagne del 1812-13-14 e divenne generale d i cavalleria, poi ispettore generale d i detta arma. F u anche aiutante di campo dell'imperatore e ambasciatore a Parigi dal 1835 al 1841. Pah/e11 Fedoro von der. Fratello m inore del precedente, rappresen tò la Russia a W ashington e a Monaco. Fu uno dei firmatari della pace d i Ad rianopoli ( r829) ed i,1 seg uito venne nominato governatore d i Cherson. Pahlen Paolo . Generale russo (1775-1836).

Pailhou (Luigi). Generale francese ( 1786-1863). Fece le campagn e napoleoniche dal r805 al 1815, dW~nendo colonnello d·art. e barone. Aderì alla Rcstaurn~ ne e fu fatto visconte, d ivenendo maresc. d i campq nel 1819; comandò la scuola d'art . di Tolosa (r835) e quella di La Fère ( 1840). Luogo ten. generale nel 1841, divenne nel 1849 ispettore generale e presidente del comitato d'artiglieria. Paiolo. Ch iamasi così il complesso d i tutti quei materiali (metallici, i n legname, in pietr a o in muratura) che si assicurano sopra una piazzuola, o un tratto di e ssa, per poter~ i insta llare una bocca da fuoco in modo da rendere possibile 1·esecuzione del tiro e facilitare il servizio. I P. sono diversi, secondo il calibro della bocca da fuoco e la specie d i affusto su cui Yiene incavalcata, e ,secondo che la piazzuola sia in terra o i n muratura. Abbiamo così P . per affusti da d ifesa (su pia,.zuole in muratura o su piazzuole i.n terra), composti in generale- da un perno portato da una parte metallica della rocchio, e da rotaie, su cui corrono le rotelle dell'affusto negli spostamenti necessari per dare la d irezione al pezzo; P. per Mfosli a ruote, costituiti da un apposito tavolato; P . per mortai e per installazioni speciali. Le artig lierie cam pali e le artig lie rie pesanti inca valcate: s ti affusti a ruote, muniti di ro taie. a cingolo non ne fanno uso> n1a vengono sistemate rlirettamente sulla Piazzuola (V., e V. a nche Affusto). 1

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Pais (Ettore). Sto rico italiano, n. a !:largo San Dal ma7.ZO nel r856. Stud i/:, in Germania con Teorloro Mommsen e insegnò storia in diverse un iversità d'Italia e dell'estero. Fu fatto senatore nel 1922. Pu bbl icò molte opere ;totiche lra le qua li : ,, La Sardegna prima delb dominazione ro1nana }>; « Dalle guerre punicbe a Cesare Augusto n; « Fase, t riumphalcs populi Romani »; « Storia d i Roma dalle origini all'inizio delle g uerre puniche » ; « Storia d i Ro ma durante le g uerre puniche ». Paù Serra nob . France,;co . Generale, n. in Sardegna nel 1837, m. a Roma nel 1924 . Combattè con Garibald i raggiungendo il grado d i colonnello. Stabilitosi poi a Bologna, fu pubblicista. Dal 1882, tu d eputato e ra ppresentò alla camera i collegi d i Sassari e Oz icri per legislature (XV-XXIV). d ieci Volontario di guerra nel 1915, Pais-Serra Francesco meritò la medaglia ,li bronzo e nel r918 g li fu conferito il grado d i maggiore generale nella riserva.

Paìta. Città marittima <lei Perù, nel dip. di Piura. Nella guerra cl ·tndipcndcnza sud-americana, fu saccheggiat<1 da lord Cochrane, viceammir. della repubblica <lei Cile, nel giugno del 1819. li 19 settembre 1880, durante la g uerra del Paciiico, il comandante cileno Lynch vi sbarcò le s ue truppe senza incontrare la n1inima resistenza, essendo fugg ite tutte le autorità governative peruviane, compresa la guarnigione col suo comandante . L ynch impose una contribuzio ne alla cinà, si impadronì d i tutto ciò che a pparteneva allo S tato, rispettJndo le merci dei neutri e dei privat i, e diede fuoco alla stazione ferroviaria e ai magazzi ni; q uindi si ritirò. Paixhans (Enrico). Ge ne rale francese ( 1783-1854). Come ufficiale d 'artiglieria partecipò alle campagne dell'impero. Generale d i d 1,is. nel r 818, fn per 18 anni d eputato della Mosella . Sçrisse, fra /litro : « Consideraz io ni sullo Sl3to attuale dcll 'artigl ieria delle piazze »; ,, Costituzione militare della Francia>>; « Nuova iorza n1arittim a »; « Forza e debolezza m ilttari ddla f'rancia »; ecc. ll generale P. d iede il nome d i « cannone a bomba » ad un cannone-obice, che la nciava appunto una bomba, da lui ideato e costruito nel 1822. Era un'arma simile al petriere antico, per cali bro, ma più lungo d'anima e camera : il p<:tricrc però lanciava o una palla d i pietra, o rottami d i ferro, o scaglie d i pietra, ma non bombe . Fu chiamato canno ne-obice Paixhans, e introdotto nelle marine diede ottima prova decidendo a favore dei Russi la battaglia di Sinope. Cost ruì anche il Mortaio (V .) Leopoldo, o Mostro. Pajol (con.te Claudio). Generale francese ( 1772-rS44). Volontario nel 1791, venne addetto, nel r792, all 'annata del J{eno . Colonnello nel 1803, si d istinse ad Austerlitz cd a Jena. Generale di brigata nel 1807, si segnalò ad Essl ing e W agram . Nel la campag na d i Russia fu promosso generale d i d ivisio ne ; nel 1813 si d istinse a Lutzen, Dresda e Lipsia . Combattè nella campagna <le) 1814 d istinguendosi a Montereau e poi nella cafllpagna de i Cento giorni. Infine fu pari di F rancia e governatore d i Parigi. Nel 1842 andò a riposo.


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Pajol Carlo Pietro. Generale francese, figlio· del precedente (i8r2-189,) . Partecipò alle campagne d 'Algeria et! a quelle. della Crimea e d'Italia e divenne generale nel 1862. Buon scultore, fu autore d'una statua a Napoleone e di una di suo padre, d i cui rure scrisse una biografia.

Pajola (Ulderico). Generale, n . a Mestre nel 18fo. Sottot. -dei bersaglieri nel 1883, fu rn EriCl'ea nel 1885 e poi freguentò la Scuola di guerra . Ancora in Eritrea nel 1894-97, meri tò la med. <l ' argento a Tucruf (1896) . In Libia * 1 nel 19q, divenne colonnello nel 1915 e tornò in Ital ia per la guerra. Maggiore generale nel 1916, comandò nella guerra contro l'Austria la brigata Basilicata e la 2 • brigata bersaglieri: ebbe a Jamiano la croce da. cav. dell 'O. M. S. Comandante fa 23a divis . nel 1917 e la 54• nel 1917-1918, meritò la croce <l'uff. dell 'O. M . S. a Fagarè Pajola Ulderico d i Piave (1917) e la commenda dello stesso ordine al Basso Piave (1918). Comandante la divis. mii. di Messina nel 1919, andò in P. A. S. nel 1920. Nel 1923 assunse il grado d i generale di divis . e nel 1931 passò nella riserva col grado di generale di corpo d 'armata . Luogotcn. genera le della Milizia, comandò la V zona a Venezia.

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Pakenham (sir Guglielmo). Ammiraglio inglese, 11. nel 1861. Sottot. d i vascello nel 1874, fu addetto navale a Tokio e divenne contra'mmir. nel 1913. P:utccipb :illa b:ittaglia dello Jutland, fu promosso viccamm ir. nel 1918 e ammi r. nel 1922, passando nella riserva nel 1926. Dopo la guerra fu direttore dd Collegio navale di Grcenwich. Pakozd, Villaggio <lelI'Unghcria, sulla d r. <Id Danubio a su-cl di Budapest. Combattimento di Pakoz d (29 settembre 1848). Appartiene al la guerra d 'Ungheria, e avvenne tra il bano di Croaz ia, Jellachich, che alla Pakcnha,n Gt1gliclrno testa di 30 mila u. aveva invaso .l1Unghcria, e il generale ungherese Moga, che, con 16 mila u., si t rovava accam1Y.1to presso P. Il combattimento fu iniziato dal lellachich con una violenta azione di artiglieria, dopo la quale furono lanciate numerose colonne contro il centro ungherese. Tale attacco fo nettamente respinto, come pure non ebbe alcun r isultato un'azione della cavalleria croata, lanciata alla carica contro il fianco d r. nemico. Il combattimento si prot rasse accani ro fino al cadere <lella notte, senza che nessuno dei due avversari conseguisse vantaggi. A sera fu con ..

cor<lato fra le parti un armisrizio d i tre giorni, d urante i guaJi Jd lachich si portò verso Vienna. Gli Ungheresi si attribuirono la vittoria.

Pal Grande (e Pal Piccolo) . Monti nelle Alpi Carn iche, sul con fine italo-austr iaco, nei pressi de! celebre valico romano, il passo d i M . Croce Carnico, che metteva nel Norie{). Fu rono entrambi oggetto òj

accanita

lotta

durante

la

guerra

1915-18, poichè quel tratto d i fronte aveva particolare importanza, sia per gli Austri:id che· d i là avrebbero potuto, per la Val Grande e la Valle del But, scendere al Tagliamento e m inacciare alle spalle le truppe nostre operanti sull 'lson·z o, sia per gl'Italiani, cui s.arebbe stato possibile puntare odia vallata del Sai! cd i nsidiare una delle principali vie <li comunicazione del! ' Austria . Del P. Grande le truppe italia ne s'impadronirono fin dal primo giorno di guerra; il 26 maggio 1915. Dalla cima di P. Piccolo gli Ausrrjaci furono scacciati, con un im-

Difese italiane su Pal Grande e Pal Piccolo

provviso attacco dei bgl. alpini Tolmezzo e Tagliamento. Il nemico però iniziò subito una serie di violenti contrattacchi che non valsero a scuotere la saldezza dei nostri alpini. li 6 giugno, anzi, i l bgl.


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Tolmezzo riusciva ad occupare anche il Freikofcl , importame posizione interposta tra i due Pal, che riperdu to poi più volte l' ripreso, rimaneva in nostro definitivo possesso. Il mattino del 14 g iugno, due bgl. austriaci attaccavano le nostre posizi~ni di l'. Piccolo, presidiate da un bg l. della R. Guardia d i Finanza, sopraffacendolo. Accorsi prontamente scag lioni d i alpini dei bgl. Tolmezzo, Tagliamento e Val

co nt rammir. nel 1917; passato nella riserva nel 1920, vi fu promosso v iceammir. nel 1923 e anurnr. cli squadra nel r926; nel 1930 fu collocato a riposo. Fece la campagna Italo-turca del 19u-12, e la guerra 'vlon<liale . _'cl 1918 fu d i re11ore d el R. Arsc,;ale di Tara11to.

Paladi:ni T/incrnzo . Colc,nncllo e scrittore, n . a Santa Teresa Gallura nel 187ì. Sottot. nel 1908, fece tutta la gutrra 191 5-1S e comandò da ten. colonnello il 1580 regg. fameria guadagnan dovi una mcd. di bronzo. Nel 1920, colonnello, fu nom inato d irettore d el « Comitato Onoranze Salme Caduti Guerra » che d iresse con

Vraita, la situazione potè essere in parte ristabilita, ma la ve tta-osservatorio d el P. Piccolo (q. 1866) rimase in mano all 'avversario. li 2 luglio invece furono i nostri ad espugnare un forte trincerone sulla sommità di P. Grande. Fino alla primavera d el 1916 la situazione rimase immutata, finchè, il ;z6 marzo, g li Austriaci te ntarono un nuovo, poderoso attacco alle nostre posizioni d i P. Piccolo (q. 1859). Sbucando da gallerie scavate nella neve, essi pimbarono su lla cp . d i alpini che presidiava le n0srre trincee, riuscendo ad insed iarsi ln queste; tre nostri contrattacchi, prontamente sfcrr~Hi, venivano respinti, ma alla fine al mattino del 27, alpini, bersaglieri e fanti r iuscivano a riconquistare nuovarncnte la contesa posizione . E dopo d'allora gli Austriaci rinunziarono ad u lteriori attacchi.

Palà. Voce che in persiano significa " sospeso ». Serve per indicare la sciabola persiana che si porta sosptsa al

fianco; è ric urva ve rso la p unta che è a doppio taglio, mentre il ri manente della lama è ad un solo filo. Elsa a croce diritta .

Palod in i Cesare

Paladini Osvaldo. Ammiraglio , n. a San Marco Argen1866. Entrato in servizio nel 1882, fu p romosso

ta r◊ nel

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I

Paladini Vincenzo

granJe attività e compcten1-a ,

Pal Piccolo e Pal Grande

Paladini (Cesare). Generale, n. e m . a Livorno (1846-1907). Sottot. del genio nel 1867, passò nel corpo d i S. M. Nel i889, in Roma, nel portare soccorso ad o perai sepolti sotto macerie, tneritò 1a ,ned. d'a rgento a l val. civile . Colonnello nel 1891, coman dò il 47~ fanteria, poi la Scuo la m ii. (in 2•). ind i il 35° fanteria . Magg. generale comancl . 1a briga ta Ancona nel 1901, andò in P. A. nel 1906. Fu anche commissario internaziona1e per la cessione della Tessaglia alla Grecia.

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così da meritare la med. d 'oro d i benemerell'.za per In salute pubblica. Come scrittore, si <lcdicò a cose letterarie e poetiche.

Paladino. Titolo d'onore d ato d a Carlo Magno a dodici valorosi che lo seguivano e che poi furono celebrati dai poeti come eroi nei poemi cavallereschi d el ciclo carolingio; portavano al massimo g rado le virlÙ cavalleresche; erano cor aggiosi, cortesi , generosi, sen1pre pronti a sacrificare la vita per Dio, per il re, per la donna. Palafox y Melzì (duca · di Saragozza, Giuseppe). Generale spagnuolo (1780-1847). Nel 1808 fo nominato capitano generale ùi Saragozza , dove sostenne due Pa1afox Giuseppe assedi. Prigioniero di guerra sino al 1813, fu nominato poco dopo capirnno generale d'Aragona. Partigiano del panito costituziona le e poi d i quello di Maria Cristina, fu .infine grand e di Spagna e governatore degli invalidi.

Palafrenieri. Sono così ch iamati speciali reparti d ell'a rma d i cavalleria, distaccat i presso talune Scuole m ilitari per l 'addestramento all'equitazione degli uffic iali de lle varie a rmi e degli allievi ufficiali. Complessivamente il 11ostro or• dinamento prevede 4 sqd r. palafrenieri; il , 0 e il 20 presso la Scuola <l'applicazione di cava lleria a Pinerolo, con <liFregio palafrenie.ri staccame11to alla Scuola d i Tor d i Quinto (Rom "); il 3° presso la Swola di guerra in Torino; il 4° presso l'Accademia di fanteria e cavalìeri a a Modena, con distaccamento a Parma per la Scuola d ' applicazione d i fanteria. Lo sqdr. palafrenieri distaccato


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a Torino serve anche per )'Accademia d'artiglieria e genio e per la Scuola d'applicazione. li pe rsonale degli sqdr. P. ha la cura dei cavall i e delle rispettive bardature, mentre

gli ufficial i hanno, in genere, il con1pito di i5truttori <li

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piazza , [>er avvertirlo del prossimo arrivo della flotta d i Tourville con grnndi aiuti. L 'ammir. ,i nglese Russcl, caduto hcl tranello, decise di anda re incontro alla squadra francese per combatterla e imbarcò i 3000 u. con i qna!i aveva rafforzato gli assediati, lasciando il marchese d i Caswg na H

disimpegnarsi co1nc poteva rla ll 'irnpre~a incon1ll1Cfara.

Questi, r imasto privo di un aiuto su cui faceva assegnamento, dovette ritìrarsi dopo p arecchi g iorni di trincea aperta. La piazza fu restituita a lla Spagna nello stesso anno, per il trattato d i Ryswick .

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Palanca, Era così chiamato una sorta_ di riparo fatto con legnami iuzaffaci di terra, che si usava nc!la fortificazione

:1regolare

per

d ifendere un luogo dalle improvvlsc scorrerie .

Fu riparo comunissi ,no Palancata chiamavasi una dei Turchi . -

Sc.:.uola palafrenieri ( 1 91 o )

equitazione. L'organico varia a seconda delle esigenze delle rispettive Scuole cui essi sono assegnati .

Palarnos. Città marittima della Spagna, nella Catalogna, in prov. di Gerona. Vi si vedono ancora le antiche fortificazio ni. Il 7 g iugno 1694 fu presa d'assalto dalle truppe francesi condotte dal marcsc. d i N oailles, appoggiato dalla flotta del Tourville. Liberazione di Palamos (r695) . Appartiene alle guerre d i conquista d i Luig i XIV . Il marchese d i Castagna , aiu tato <ialla flotta inglese , nel 1695 pose l 'assedio alla piazza forre d i P. per liberarla dalla guarn igione francese. Il d uca d i Vendorne, comandante ciell 'esercito francese, non t rovando il modo d i costringere con la forza gli Spagnuol i 11 togliere l'assedio, r icorse allo stratagemma, abbastanza abusato, di far cadere nelle mani degli assedianti una lettera che egl i fingeva cli scrivere al comancfante Jdla

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Palandra (o Pa/a11daria, o Pttlandria). Forse è- corruzione d i Chelandia (V.). Non si conosce con precisione che sorta <li legno fosse nell'antichità. Se ne fa menzione nelle cronache veneziane nel periodo dall'864 a!l'88l sotto il doge Orso I Partecipazio , il <Jualc avendo combattuto contro i ·Narentani e contro i Saraceni, è pe rciò probabile che fosse nave d a guerra. Più tard i, nei sec. XV e XVI, si costruirono P. come legni <la carico, qualche volta armali da g ue rra . Si trasformò anche in Usciere (V.) . :\Ila fìuc dc) sec. XV I, fu chiamata P . una nave bombardiera, detta meglio Bombarda (V.). Dagli antichi a rtigl.ieri fu

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chiusa atlopcrata nel la fortificazione scmiperPalancata manentc o ca mpale, fatta d i pali con ficcati nel tn rcuo e post i a contatto 1'uno dell 'alcro. Veniva usat1 cornc ostacoio o come difesa

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Le fortificar;ioni di Palamos l'lCl secolo XVII


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chiamato P . il mortaio fuso ch e si collocava sulle nav i bombardiere .

Palascìano (Ferdi,w11do). Cliirn rgo, n . a Capua, m . a Capodimonte (18r5-189r). Insegnò clinica ch irnrgica a Napoli ; fu deputato p er Cassino nel.le legislature X, X I, Xll e senatore nel 1876. Precursore della « Croce Rossa », pubblicò una « Guida Med ica " d el soldato, e sosten ne fin tlal 1848 la tesi de!Ja neutr alità dei feriti di guerra, tesi sorta in lui mentre curava i feriti ciurante l 'assedio <li Messina d i q uell 'anno . In una Memoria p resentata nel 1861 a ll'Accademia Po ncaniana, , liffusa larg amente e ameriore a l libro del ginev rino Dinant (1862), sostenne che le Potenze belligeranti av rebbe ro dovuto riconoscere il p rin cipio della neutralità d ei combatte nti fer iti cd a mma lat i. Esamina ndo le condizioni sanitarie dolorose della campagna d el 1859, sostenne inoltre la n<:cessità d i aun1entare il persona le: sani~ tario, di migliorare il servizio in modo da evitare le lentezze dei trasponi dei feriti, d a provvedere per la loro sollecita cura, da rimedia re a! d isordine regnante nelle ambulanze e neg li osped a li. Questa tesi fu a ccolta d,illa " Società d i utiliti, pubblica" , di Ginevra, che nell "a nno successivo propose la costituzio ne d i u na associazione permanen te d i soccorso per i feriti in g uerra. Qualche m ese dopo veniva organ izzata una Confe renza per decidere a! riguardo,, arn l'invito ginevrino · non venne tras1nesso a l) ' Accademia Pomaniana da lla quale, a m ezzo del P., e ra partita la prima idea dell 'iniziativa eh~ portò alla fon daz ione della C roce Rossa.

Palatine (Truppe). I'urono chiamate così quelle destinate alla custod ia del palazzo im periale e alla d ifesa del. l' impe ratore, a Costam ioopoli: ver,nero organiu;atc da Costantino, e costituirono co•ne la sua G uard ia personale.

Palaline. N ome dato in V enezia, verso la fin e del seco lo XVI , alle galee a rmate con g li uomini d ella laguna, mentre non recavano nome particolare quelle a rmate con le genti delle corpornionì d" arte e mestieri.

Palato osseo e molle (lmpe,f<'zioni cd infermità dd) . (Me dicina Legale Militare). La regione pala t in, presenta una m età anteriore t lura (palato osseo) c d una metà posteriore mobile e comrattile (palato molle) . li p rimo, per la s ua forma , p rende il nome d i « volt a p alatina . » , e presenta nume rose varie tà c irca l'altea.a e la la rghez za in rapporto con malformazio ni d e l naso; p uò presen ta re le " fessure palat ine congenite ,,, causa di d isturbi d'im portan za : !' a limentazio ne è fortemente con1 prornessa e la fonaz io ne è anch'essa alterata. Degne d i spe.:iak men zione sono le !esioni del palato quali esiti di ferite d "a rm,1 da fuoco della faccia . Tra le infermità aventi sede ne l b regione pala tina è da ricordare particola rmente la sifilide, e propri amen te le manifestazioni terziarie di c.s:sa, con co nseguenti p rocessi d istrutti~·i, cica trici , aderenze, do nde rl i. sturbi p ii, o meno gravi, che devono essere be n vagliati dal perito nei riguardi dell'attittidine fisica al se rv izio m ilitare. Degne di nota sono infine, le ulce razio ni d i o rigine tu bercolare e neoplastica (cancro) . L 'art. 60 dell'Elenco A cons!dcra quali cause d'inabilità assol uta « i vizi d i con . for mazione e g li esiti d i lesio ni traumatiche del palato osseo e molle , con perd ita d i sostanza e conseguen te gr :1vc e permanente disturbo funzionale " ; il successivo art. 6 1 conte mpla inoltre ,, le affezioni g ravi e croniche <lei palato osseo e m olle, accertate in un ospedale m ilitare, persistenti ol tre il per io,do d el la rivedi6 i!ità, se g iu d icate suscettib ili

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<.1i utili n1oditìcazioni, e, ne l milita.re, dopo infruttuosa cura e cougrni period i di lice nza ».

Palau. V illaggio della Spagna, in pro v . <li Lerid a , nel) 'al:_;l valle dd Segre. Combattim ento di Palau (1823). /\ppar1ic nc a lla cam. p agna dei Fra ncesi contro i Costituzion ali della Spagna. La sera del 13 g iugno 1823 il generale Mina, per sfuggire all" accerch iamento comp leto da parte dei Francesi, decise d i d ividere il suo esercito, ridotto ad appena 2500 u . sfiniti dalla fatica e dalla_ fame, in due colonne d i cui una d i rooo u. alEdò a l col. Gorrea e l'altra ritenne per s/;. I tlue reparti iniziarono 'il loro movimen to contempora nea mente la mattina d e l 14; la co lo nn a Gorrea si diresse verso P. per poi raggiungere U rgei, seguendo la riva sr. del Segre; mentre la colonna M ina dai · pressi di P uigeerda te ntava la strada sulla r iva d r. Nella situazione disperata in cui si trovava, il generale spagnuolo aveva pensato di dividere i pericoli della disfana e sperava che a lmeno una d elle due colonne sarebbe riusc ita a raggiungere Urgd. N d momento che la colonna Gorrea stctva per pcr,etrare ne lla Cerdagna, s'imbattè nella b rigata del get1. Saint~Priest , il quale a n1arcie forzate avev a raggiunto il i,.cmico . Ne successe u no scontro nel quale gli Spag nuoli riportarono perdite g ravissime . I rc,1i <lei Costirnzionali .1pprofittarono della noue sopravvenuta per rannodarsi ne l bosco d i /-'. d i dove 2 hgl. d i linea ·francesi li d isboscarono con up a ca rica, e li gettarono con tro alle truppe del genera le Romagosa, costringendoli aù abbassa re !e a rmi , in numero di 900. La col01111a Mina fu a sua volta dispersa dai Fran cesi, e soI i 500 uomin i co l ca po raggiunsero U rgei.

Palazzolo SUI• l 'Oglio. Comu ne 111 pro1•. <li Brescia . P luogo atui~o e molto nominaco nelle vicend e comunali d i Brescia. Il suo castello , d i ori gine feudale, dopo il scc. XI fu la maggiore opera d i d ifesa del bo rgo . Sotto iI dominio veneziano a l'. si fabb ricavano buone armature, per il che a l borgo era no s tati con•• cessi a lcuni p rivilegi.

Palazzolo suJl 1 Oglio 1.a torre d el PoPolo

Sulle foi1darnenta d i uno dei torrioni d ell'antico caste llo , fu e.ostrui ta ne l secolo XIX

la

torre del popolo.

Palazzolo Cesare. Capitano milanese <lei sec . XVI , m. a Roma nel i 580. Fu al servizio ,li Pio V per la g uerra con tro gl i Ugonotti nel 156-7, e di G regorio XIII per la difesa d ella Romagna . Quindi a Roma comandi, i cavalleggeri del , legato di Bo logna ; in fi ne fu castellano del forte d i Castel S . Ange lo .

Palearo (Giorgio) . Architcno m ilitare del sec. X\'l , de tto « il Fratino 11 . F u a l serv izio del re Filippo li d i Spagna , e s i recò a Malta per opporsi a lle idee del I.a-


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pard ii circa le nuove fortificazioni) rna non riuscì 3 persuJ ~ dere il Gran Maestro dell 'or<line d i lvfalta, e le open: furono co.struilc .

Palembang. Provin.:ia nella regione sud-orienta le <leil' isola d i Sumatra , compresa nei possedimenti olandesi , con capo!. omonimo. Nel 1821 , l' Olanda, a causa della con dotta d i Machmed Badar Oed in , sultano d i P., vi mandò u n corpo d i sped izio ne, sotto il comando d d magg. gcn. H. M. de Kock. L'en trata d el fiume Musi era sbarrata d a pal izzate e protetta da batte rie, mentre le ril'e dd fiume, essendo paludose, erano impraticabili . Dopo un 'accanita resisten za fu rono prese le posizioni di d ifesa p resso Gom bora il 2r g iugno e quelle sul Pladjoe; venne così raggiunto il teatro del!e operazio ni, e davant i alle forze olandesi vittoriose il sultano dovette arrendersi . Eg li ven ne esiliato, e il gove,:no neerlandese ristabilito pienamen te a r1 alembang. Palencia (anr. A1//1111iia). Città della Spagna, ne!I~ Vecch ia Castig lia, sul Carrion. E bbe in antico una cinta <li mura con toni merlate . Venne assediata nel 137 a . C. dai console Marco Emilio Lepido, ma egl i dovette limitarsi a bloccada, e trovò così osdnata resi§tenza nei Vaccei che l 'abitavano, da essere costretto ad abbandonare l'asse<lio; fr1seguito e mok:stato da ogni parte, per-dette 6000 u ., in grande parte malati e feriti, Il console, richiamato a Roma, fu cond annato a pagare una multa . Nel 75 a. C . veone assediata da Pompeo, durante la guerra civile, ma Serto rio intervenne, battè Pompeo e lo costrinse ~d abbandonare l 'assecl io .

' Paleologo, Fa mig lia bizantina, l ' ultima che sedé sul t10no d i Costantinopoli, ove regnò dal 126o al 1453, quando la città fu presa dai Turchi e l ' ultimo imperatore della famiglia cadde d ifendendo la propria capitale. Un ramo d i questa famig lia regnò sul Mon[errnto in Jrn lia dal 1305 al 1530. Paleologo Leone Giorgio . Generale bizant ino de!l,i seconda metà del sec. XI, fig lio d i Niceforo. Servì col •padre sotto g li imperat0ri Niceforo III e Alessio I e, nel 1081, · difese Durazzo contrq Roberto Guiscardo. Paleologo Michele (Se~asto) . Generale bizantino, 111. nel r 155. Bandito da Costantinopoli da ll 'imperatore Giovanni fl Comneno, f.u richiamalo da Emanuele I, dal quale ebbe il comando delle forze greche nell 'Ital ia meridiona le; guerreggiò contro Gugl ielmo re d i Sicilia. Mo rì a Bari.

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promosso colonndlo né< 1924, assunse nd 1928 il comando del 10° regg. genio. Nel 1932 fu promosso generale di brigata e nom inato comand. del gen io a Bologna.

Paleopoli. V . Napoli. Paleria. Esercizio di ginnastic..1 militare in 11s0 presso i Romani. Era p raticato dai soldati novell i, sotto la gu ida dei loro istruttori, per add estrarsi a maneggiare le armi con agi lità . A tale scopo si piantava in terra u n p,do, e contro d i questo si_ combatteva, con armi finte pesant issime, seguendo tutte le regole d el combattimento vero . Palermo. Città pl'incipalc della Sicilia, capo!. d i pro• vjncia, situata sul golfo omonimo, cinto da una catena di montagne, che racchiudono nel loro circuito la classica <i Conca cl 'oro ,, . La vecchia città era attorni.3t::i. da mura, sosliluitc nel secolo XVI da bastioni, e comunicava con b campagna per quind ici porte. :'.Julla di preciso si s:i circ:i la ~ua origine, pcrchè quantunque Panormo, come la chiamavano, fosse no• me derivato dal greco, i Fenici ne avevano già

fono prima tn) centro dei loro traffici. Nella storia il nome d i Panormo appare la p riStemma d i Palermo ma volta nel 480 a. C ., (1uando Am ilcare vi sbarct1 con un grande esercito ·e vi pose il suo quartier generak pr ima d i ava nzare contro lmera; da a llora P. rappresentò una parte impor• ta n te nelle g uerre dei Cartaginesi, che ne fecero la ca p itale del loro d om inio .in Sicilia. Nel 276 a. C. Pirro, dopo aver sotto messe turte le citti, siciliane occupate d:ti Cartaginesi, assalì ed occupò anche P. Allo scoppio della prima guerra Punica tornò in possesso dei Cartaginesi, ai q uali la tolsero nel 254 a . C . i Romani, i quali dovettero sostenere d iversi scontri sotto le sue mura, contro gli eserciti cartaginesi. Dopo la conquista roma ria della Sicilia, P. divenne una cit1à municipale, con molti pr ivilegi; poi colonia romana co l t itolo d i « Colonia Augusta Panormitanorurn " · Nel la guerra d ei Bizantini contro i Goti ch e avevano invaso la Sicilia , F. fu l'ultima città

Pnleologo Nicefo.-o (lpertino). Servitore dcli 'impcr:itore N iceforo III Boto nia te, m . nel 1081, fu ricompe nsato pci suoi servizi col governo della Mesopotamia. Morì in battaglia mentre d ifend eva Durazzo con tro i N orman ni. (V . an che Michele Vili e Atulro11ico !li, imperatori). Paleologo Teodoro. Marchese del Monfe rrato, n . a Co stantinopoli, m. a T orino. Nel 1305 ve nne in Italia, e con l'aiuto d ella repubblica d i Asti, si i mpa<lronl del Mo nferrato. Scrisse un libro su « La d isciplina militare » . Mo rì nel 1338. l'aleologo- Gaetano . Generale, n. a S. P ietro Patti ne!

1877. Sottot. del genio nel 1894, fu d al 1900 al 1906 in

r\1aschio arabo del Castello a mare

E ritrea. Frequentò poi la scuola d i g uerra e passò nel corpo d i S. M. Partecipò alla campagna libica del 191 2-1913 ed a quell a contro l 'Austria del 1915-1918. Tcn. col. sottocapo d i S. M. <lei 23° C . d ' A ., meritò nelle az io n i su l Basso Piave (1918) la med . d 'a rgen to. PMsato nel 1923 a d isposizi~ne del co mando della R. Guard ia d i Finan za e

ch e Belisario, nel 535, tolse agl i invasori, e rimase in po• tere dei Bizant in i fino all'831 , q uando fu occupata d ~i Saraceni. Seguì nel sec. Xl l'invasione no rmanna d ell 'isola, e Roberto Guiscardo cost ruì u na fort~zza sul porto (ora Castellammare) ed u na cittadellt Alla fine d el sec. XII


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la corona di Sicilia passò agli Hohenstaufen ; nel 1266 la ebbe la Casa d'Ang iò, che la tenne fino a l 1282, quando scoppiarono i moti del Vespro Siciliano; indi passò agli Aragonesi . In questo rapido succedersi di signorie P. ebbe

L'ingresso de] Castello a rnare

molto a soffrire e decadde rapidamcmc dallo splendore a cui era sa lita sotto gli ultimi Normanni e sotto gli Svevi. Succeduti gli Spagnuoli agli Aragonesi, furono costruite in P . opere di abbellimento e di fortificazione, ma la tirannia spagnuola indusse i Pale rmitani a varie ripctu re ribel lioni nel sec. XVII, estese anche ad altre part i dell'isola . Nd <.lopo la guerra di Successione, fu nomi na to re d i Sicilia Vittorio Amedeo che si portò a Palermo in grnn pompa a p rendere posscs.;o dello Stato. ' La pace di Parig i ciel 1720 restituì la Sicilia al re di Napol i dando in cambio la Sardegna alla Casa d i Savoia. P. ridivenne sede della corte, qllando Ferdinando IV di Borbone fu costretto a fuggire da Napoli d inanzi alle armi vittoriose della repubbl ica francese. Dopo J·abolizione della costituzione, concessa nel 1812, il peso del dominio borbonico si aggravò, e P. insorse nel 1848. Poco tempo p rima dell'entrata d i Garibaldi in P., e cioè il ~ aprile 186o, le campane del la chiesa del convento della Gancia, dove i pauiotti avevano nascosle le armi, suonarono a stonno, invitando i cittadini alla riscossa. Un buon numero di cospiratori, fra cui Fran cesco Riso, si erano nasc0sti nel convento; ma il complotto e ra s tato scoperto, e quelli , he non poterono salvarsi co,1 la fuga vennero presi dalla polizia e fuci lati fuori porta S. Giorgio. Il 21 ottobre r86o, P. votava l'annessione al Regno d'Italia e il 2 dicembre salutava Vittorio Ema1713,

nuele li, suo re. Nel ,cttembre d el 1866 alcuni fautori del caduto regime borl;onico sobillarono la p lebe di P. a sollevar.si contro Jc awoiità cosrituìte, e ne nacquero gr avi tumulti. La guarnigione, composta d i pochi reparti di truppa, insufficiente ad opporsi al movimento, fo costretta a ridnrsi a d ifendere i principali edifizi. L'ammiraglio Rihoty, accorso da Taranto con la squadra, sbarcò

1692. ll castello non fu mai strumento tl i d ifesa della città, ma di offesa e di dominazione; nel 1860, il forte fu parzialmente smamellato a furia di popolo, e nel 192~r923 venne demolito per creare su llo spazio risultante vari arredamenti d i inte resse portua le. La cinta fortificata di P. rimonta alla metà del secolo XV I, ed è opera ddl "ingegnere mil . Ferramolino; ~llc fr>rlificazioni lavo rò anc.hc Pingeg nere mii. Novel li, il quale v i coscntì parapetti a doppio or<line di casematte. l i baluardo del!,J Spasimo, uno <lei ci n'1ne più im portanti cretti dal Ferrarnolinn nelb cinta fortificata , è notevole per l'applica;cìone dei muri con archi in d iscarico, nella facc ia destra dell'opera. I. Assedio di Palc(-,>10 (254 a. C.) . Appartie ne alla p rima: guerra pun ica e fu n1a.ndato a tcrmjnc <bi due con~oli C. Cornelio Scipione e A. Attilio Collatino. ,\tterraca col _,occorso de lle macchine una torre posta slll mare, i Romani) entrando a furia per le rovine, espL1gnarono con_

molta strage dei nemic i la città nuova posta suH~ spiaggia. La vecchia, meglio trincerata , si arrese per frune. N ella capitolazione g li abitanti potette ro riscattarsi, ma solor 4 .00 0 potettero farlo; gli altri 13.000 furono venduti col1·altra 11recla. Il. Battaglia di l'a//:rmo (250 a . C .). Appartiene alla prima guerra cartaginese e fu combattuta e vinta daJ prqconsolc L. Cecilio Metel lo contro i Cartaginesi agli ordini d i Asdrubale. figlio d i Annone. Costui, coi suoi 30.000 uom ini e con 140 elefanti, credeva di d isrruggerc faciimente i 'esercito consolare e d'impadroni rsi poscia della cittL Metcllo, che trovavasi qulvi, all'avvicinarsi ,dei nemici vf si ch iuse, mentre Asdruhale ,;i gettò su lla campagna, guastando i campi sin presso la città . .Ylctello non si mosse fino a tanto che non l "ebbe indotto a p assare il fiume Oreto; allora, mandati fuori. i fanti leggeri per stuzzicare il nemico, lo costrinse a porsi in ordine di battaglia. Ve<luto poi i l b uon successo del suo div isamento, rnllocò u11 reparto di gente spedita in nanzi al ll1llfO ed a l fosso, e con1andò c.he gua)ora gli e lefantlJ che forn1avano l'avan• g uardia dell'esercito punico, sì avvicinassero, li ricevessero con un nen1bo di · giaveHotti, e quando fossero incalzati, si rifugiassero nel fosso, e ne balzassero fuori un 'altra volta per vibrare le lance sugli animali. Egli, colle coorti, si tenne pronto d ie tro la porta opposta alrala dritta dei nemici, da cui mandò intanto soldati in soccorso della fanteria leggera. Resasi generale la zuffa, i conduttori degli elefanti andarono con impeto sop ra i combatte nti, che fl\c ilrnence misero in fuga cd inseguirono fin dentro il fosso. G li an imali però, feriti <la coloro che li saettavano dal rnllro, e trafitti ad nn tempo dagli spiedi e d alle aste lanc iate dalla gent<, schierata innanzi al fosso, coperti _di

subilo 11n corpo <li 1000 u. , che in breve riuscì a rista• bilire l'ordine. li Comune d i P ., con R . D. 22 _maggio 1898, fu insigDito della medaglia d 'oro di benemercn,;a patriottica « per commemorare ·le azioni eroiche del la cittad inanza paler mitana nei gloriosi fatti- del 1848, che iniziarono jl Risorgi111ento Nazionale e la conquista dell 'U nità" · La città è sede del Coman do m ii. della Sicilia, della 28" divis . mii. territoria le e del 33° d ist retto m i litare.

Le fonificazioni di Palermo. Il forte d i Castellammare, di cu i ora rimangono pochi resti, era d i antichissima origine araba e fu rafforzato ed am p liato dai Norm anni Roberto Guiscardo e dal conte Ruggero. Sotto la dominazione sparnuola, nel 1571, fu bastionato, e venne aumentato nelle d ifese successivamente negli anni 1658, 1687 e

Il baluai·do dello Spasimo

frecce e lacerati in tutto il corpo, subitamente si scompig liarono, ca lpestando ed uccidendo gli uomini delle proprie schiere . Allora Metello sboccò fuori da lla porta, ed assaliti d i fianco i nemic i disordinati, fece degli avversari


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grande strage, catturando gli elefanti. I Cartaginesi perdettero 20.000 uom ini e 13 comandanti, che ornarono il trionfo di Metel lo. Consegucn,ca della vittoria <l i Palerm:i fu il ritorno di quasi tutta la Sicilia in potestà dei Romani; ai C:;rtaginesi non rimasero che Marsala e Trapani. III. Presa di Palermo (535). Appartiene all'invasione dc, gl i Ostrogoti, i q_uali si aano impadronit i delJ ' isola. li ge, neralc bizantino Belisario, sbarcato in Sicil ia, si impa• dronl in breve tempo di molte eitt~ e non trovò ,eria resistenza c he a P. l ntimata la rèsa, la guarn igione s i rifiutò di aprire le porte e Relisario pose l 'Jssed;o alla cittit; ma, dopo q ualche tempo, riconosciuta l'impossibiliti d i prendere la piazza da pa rte <li terra, fece en trare nel porto la flotta che si teneva al largo, e la fece avanzare fin sotto le mura . Siccome g li alberi delle sue navi oltrepassavano l 'altezza del le mura, vi fece issare del!e scialu ppe piene d i arcieri, i quali lanciarono dentro la città nuvo li d i frecce. A llora gli abitant i si arresero. Con ciò tutta I.a Sicilia passò in potere dell ' impero d i Costantinopoli . IV. Assedio di Palermo (830-_F). Appartiene a!la invasione musulmana in Sicilia e fu posto dai Musulmani c!e!!c m ilizie di Aslagh, tra jJ luglio e l'agosto dcll'830. L a città fece un'eroica difesa, ma dopo un anno di assedio s i arrese. I C ristiani, che ebbero agio di andarsene, tra i ,quali il vescovo e il governato re, pa rtirono per rna re ; j ri-

masti subirono la confisca dei beni e furono ridotti al!a -condizione d i vassalli . V. Assedio di Palermo (1064). Appartiene alla guerra con·dotta dai Normanni in Sicilia contro i Musulmani. Dopo la vittoria riportata presso il fiume Ceramo (ro63) il con te Ruggero non potè colle sole sue armi continuare !'imp resa -di Sicilia e invocò il concorso d i suo fratello Roberto Gui:scardo, duca di Pug lia e d i C:,labria. E ssendo cessate le •ostilità coi G reci nell 'Italia merid ionale, Roberto si indusse :a ripassare lo stretto d i Messina nella pr imavera del 1064. I due Normann i riunirono le guarnigioni della Sicilia,

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randa della riuscita dcll "irnpresa, si allontanarono, anche perchè non avevano navi e temevano l'.arrivo di un e:>cr-

cito d i soccorso rial!' Afric:i a pro', dei loro nemici.

Vi. Assedio e battaglia navale di Palermo (1071-,,). Si ricollega alla spedizione normanna nella Sicilia musul11,an,1 e fu impreso dopo l'occupnione di Catania, aYVenuta nell'agosto del ro71 per opera dei fratelli normanni Robeno Guiscardo e Ruggero. L 'assedio fu lungo e fati~oso e si c bbe.ro molti assalti e 1nolti fatti d'arme. In soccorso degh assediati giunse un rinforzo d i !\fori per mare, ma i ~orm anni, dopo aver coperto le murate delle loro navi con striscic d i feltro allo scopo d i attutire i colpi delle picrre e dei giavello tti lanciati dai nemici, assalirono le navi moresche, e in parte le affondarono, ù1 parte le catturarono; le altre le m isero in fuga . Dopo cinque mesi d i assedio Roberto il ro genuaio 1072 fece dare <lue finti assalti alla città n uova da due luoghi diversi ; e come si :!\'vide che i ~ori crnno i1npcgnati a fondo ne! la difesa d i que i due siti , diecle la scalata in un altro sito e superò le mura . J Musulmani s i ritirarono nelb città' vecchia, e, no n avendo più speran1.a di resistere, chiesero di capitolare a patto di poter vivere liberamente nella loro legge maomettana. La condizione fu accettata e i Normanni presero possesso della città. Caduta l'. , che era la capitale musulmana, gli ,\rabi non ebbero più speranza di riscossa. Roberto Guiscardo allora, seguendo il consiglio dei suoi ca\'alic.ri, af. fidò la signoria dell 'isola a suo fratello Ruggero, :11a ritenne per sè la metil <li Palermo, Messina e d i Val di De-mone. A quest 'assedio prese parte il. conte pisano Giovanni Orl andi , il quale si condusse in Sicil ia con le armare di Pisa. A detta <lei .:ranisti fu la sua sq uad ra che l'uppe la catena c.he chiudeva il porro di P. e che agevolò la presa della città siciliana .

e non trovando nessun nemico lungo la m arcia, perchè i

Vli. Ri110/u.ào11e di Palermo (9 marzo rr6r). Appartiene alla lotta fra il re normanno Guglielmo I il /vfalvagio e i signo ri a lui ribelli. Il suo ammiraglio Majone venne tru--

Saraceni si erano chiusi nelle piazze forti, mossero - su P., che sper:irono di prendere per sorpresa , nu rimasero delusi . Roberto e Ruggero si accamparono sul monte Pelleg rino e ste ttero iv i tre mesi, cercando di prendere la cittlt, ma non vi riuscirono, e per il grande numero degli abitanti, e per l'ampia cerch ia delle mura. Finalmente, dispe•

cidato a P., e· la città si sollevò a favore dei ribelli. Guglielmo fu assalito nel suo palazzo e tenuto png,one, ment re le cose sue andavano a ruba; in città venne fatta • strage d i Saraceni (9-10 marzo). Pochi g io rni d opo, la popolazione. abilmente eccitata daì partigiani di Guglielmo, cambiò parere, e accorse a l palazzo reale, liberando il re :

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Battaglia di Palermo (zso a. C.) A, B cavalleria cartaginese ; C, fanteria cartaginese; D, ele fanti; E, arcieri e · frombolieri romani; F, fanteria pesante roman:t


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IX . A1sedio di Palermo (r325). Appartiene alla guer r,1 tra Roberto d'Angiò, re d i Napoli , e Federico III d'Ara-

il suo piano d i aspettare jl nem ico sul posto, e bisogni, fare a suo modo. L 'armata alleata si d is pose in forma d i mezzalun a, cominciando dalla lanterna del m o lo flilo a pochi p assi dal fiu me O rero, occup a ndo u no spazio d i circa u n miglio: erano 23 vascelli cli linea, 4 hrulotti e 19 galee; forze che in alto m a re avrebb ero benissimo potuto tener

gona_, re di Sicilia . R oberto, tornato da Aviguonc nel 1324,

fronte al nemico . !\·fa la posiz ione datale d3l viccamm ir.

dei signori che ;ive\·an<) eccitata la ribellione parte si sotto-

mise, parte ctnigrò. VIII . Rivolta di Palermo ( 1282) . V. Ve;pri Siciliani.

,·olle r ipren<lere la guerra con tro Feder ico, specialmen te perchè poteva contare nell'aiuto

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della flotta ge novese. Nel maggio del 1325 mandò in Sicilia suo figlio Carlo, duca di Calabria, con u3 galee e col fiore delle sue m ilizie . Il principe angioino sb arcò presso P. e ne intraprese l'assedio; nel frattempo d iede il guasto a l paese senza che Federico osasse di affron tarlo in campo aperto. Dono c inq ue mesi e più ebbe l'ord ine da Roberto , su o padre, d i tog liere l 'assed io e d i porre a ferro e fuoco le coste ddla Sic ilia : adempiuto ciò, Carlo ,e ne tornò a ::S:apoli .

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X. d s.,edio di Palermo (1392). Fu posto alla ci ttà da )\,fortino li , sposo della fi~lia di Fede rico lI. Maria . l Sicilia n i, istigati da Honifacin IX , si dichiararono di,post i a ser,·ire la figlia di Fe de rico . ma decisi a respin gere il suo marito. Questi allora sbarcò " Trapani.,. riuscì a trarre <:lalJa sua alcun i signori dell 'isola, e pose l'assedio a lla città , la g liale, dopo breve. resistenzai

)i arrese.

Xl. Battaglia narah' di 1'<1h'1wo (1676) . Appartiene ;,Ila g uerra della Fran cia contro la Spagn a e l'Olanda . Poco dopo la morte d i Ruyter, k, sguad ra d ei ,allegati si trasferì a P.: l'am mir. Diego de Ibarra aveva a ssun to il comando deg li Sp agnuoli; i l vjcearnmir. Haan Jc:g li O landesi . Il duca d i Vivonne~ s3pcndo essere il re L u i-

gi XIV malcontento cl i lu i . volle

tornargli in grazia andando egli stesso ad attaccare i } navighÙ nemico, t <l irn barcarosì co n D u-

Pianrn di Palermo nel secolo X VII

1, Castellammare; 2 Bastione d i S . G io rgio; 3, di San G iul iano; 4 di S. V ito ; 5 d Aragona; q ucsne , che comand a va a 29 6, d'Ossu na; 7, del Palazzoj 8, P al :.-1 zzo Re.:i.le; 9 , Bastione. ùi Pescara; 10, tl i S . Agata; 11 , de l Vicario; 12, di Terrnini; 13 , dello S pasimo ; 14, d i Vega~ 15, de l 'T'uono; 16, Galitaj r7, Cala; vascelli, :i5 ga lere e 9 brur8, Porto. lotti, giunse il 31 maggio d;,vanti a P. La cit tà non e ra olandese le toglieva la facilità di operare, taillo più !iC è d ifesa che <la u n a muraglia in cattivo sta to, i l cas tello e ra vero q ua nto q u alche sto rico ha scr itto, che cioè egli fece >ta to ridotto ;, g ia rd ino ed i cannoni che lo avrebbero do a llaccia re un vascello con l 'a ltro. Il , o giugno il duca di Yuto d ifen dere dai ne m ici erano stati t ra sportati a l p alazzo Vivo nne spe<lì due galee a riconosce re la forza e la posi regio ed all'arcivescovado, p un tati contro i l popo lo . L 'a rnzione degli avversari e ad assicurarsi se vi era artiglieria rnir. spagnuo lo voleva u scire dal p orto e portarsi in alto s ui balua rdi della ci ttà . Q ueste ga lee fu rono a ttaccate da ma re, ma il viccamm ir. ola n dese, p er ol>bliga re a comdue vascell i a lleati, ma orma i a vevano com p iuta la loro b attere i vascelli spagnuoli. che nelle a ltre faz ioni si e ran o 1

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tenuti a l largo , rninacò<', di r itirarsi se- non si eseg uisse

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missione e sì ritirarono . Nel giorno seguente, allo spun ~


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tar del sole, il \"ivonne, profittando del v<:nto favorevole, ::-i avv icinò coll'avanguardia che consisteva di 9 vascel li ~ 1 galee e 5 brulotti; le altre navi seguirono da vicino per

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presente cont ro la Franc ia, le pa rt: contraen ti, in propor• z.iunc <.lclle rispettive forze, si presteranno ogni soccon.o. [I re delle Due Sicilie accorda alle truppe ing lr;, i che ,, trovano nelle fortezze di Sicilia, come pure a luni i vascelli da guerra inglesi , esenzione di diriui per tutti g li oggetti cl i cu i le squadre e le truppe britanniche avranno

bisogno e che il paese potrà loro fornire, in provvigioni . munizioni da guerra, ccc., e chiuderà i suoi porti ai nemici dell"lnghilterra . La quale, durante la guerra presente, dife nde rà le fortezze di Messina e d' Aug usta, mamcncn . dovi a proprie sp<:se un corpo <l i ro.ooo uomini e pagando al re un annuo sussidio di 300.000 ster line. La pace colla Francia sa rà fatta solo ùi comune accordo.

P ianta di Palermo nel secolo XJX

~ostcncrla. Alle ,4 del medesimo g iorno si attaccò battaglia, e fu tak l'intemit,ì d el fuoco che in breve si sollevò un gran fumo che annebbiò tutta l'aria; il vento, favorcvol,.

ai Francesi, lo spingeva contro l 'ann ata alleata e contro la ciuù. Ciò arrecò una grande confusione nd!a flotr.a ispano•olandcsc, non pote ndosi p i11 sc.or14erc i segnali dì comando e non sapendosi più che cosa operare . Profittando i Francesi di quesLa

occasione, spinsero i

loro

brulotti

con tro il cordone, ed a llora nacque il d isord ine . Ciascuno dei capita1J1, più che ad attaccare il nem ico, era i 11 tento a salvare il suo vascello d all ' incendio m inacciato; vari dei loro vascelli p resero fuoco, e poco dopo n n brulotto fran. eesc fece salta re in aria la « rea le » di Spagna e d ue galee accorse a darle aiuto . l Palermitani , come v_ide.ro la squadra alleata d isfatta, temendo uno sba rco dei F ra ncesi, corsero

al palazzo arcivescovi le, si imp~d ronirono dei cannoni ) li trasportarono sui bastion i e corninciarono a tirare su lle

nav i lrancesi, impedendo che si accostassero; il d uca d i Vivonnc, soddisfam, d el l 'effcLto ottenuto, ,i allonta nò. G li Olandesi ebbero 9 vascelli incc"ndiati e g l i altri cosl mal-COJh.:i

che bisognò disarrna rli e venderne gli at trezzi; il Sc-

naru <li P. com prò i cannoni con i q uali guernì i bastioni

cittad ini . Anc he i vascelli e le galee d i Spagna furono assai danneggiati. Ri masero morti su lle loro navi i due ammir. dc Ibarra e Haan.

XIV. /,,sw,·czioue di Paie!'mo (1820) . Appartiene ai moti di Si.:i lia . L a mattina ,Id 25 settembre il popo lo d i I-'. insorse, ed aperte le porte delle p rig ioni mise in libcni, ì detenuti e li armò: quindi , trasci nate artiglierie in po~iz ione, si d ispo~e a contrastare ) 'in gresso in città alle trup11e na po lelan.,;. Il generale Florestano Pepe, com andante dd lc truppe regie~ o rdinò le s ue truppe ~u tre co lonne, agli ordinj rispertiva mente. q uella di d r. , verso il mare, del gcn . Campa na; quella di sr. , appoggiata ai monti, del colonnello Costa; 1'alt ra d i riserva, del col. Cclentano . [ntanto che le artig lierie dei bastioni e delle cannoniere facevano fuoco sui regi 1 un'ondata di popolo annata av:1117.Ò contro i Napoletani; presi ai lati e alle spalle da bande armate accorse d alla campagna. M a il gen . Pepe aveva potuto occupa re con le sue truppe posizioni vantaggiose~ e con un ben nutrito fuoco di moschette ria respinse : po polani , mentre alcu ni _ reparti penetravano in città e si im • pad ron ivano di alcu ni ed ifici, che però non poterono :enere; e la sera si ritirarono. Giunsero intanto nel porto le navi regie, e la mattina d el 26, prima d i riprendere la lotta, il Pepe spedì u n parlamentario, il quale, p reso dai rivoltosi, fu ri nch iuso in un forte. Ricominciò pertanto la lotta . l Napoletani entrarono nuovamente in P . vincendo una ostinatissima resistenza e la mischia divenne feroce. Alla fine le truppe regie ebbero il sopra,·vento : i popolani furono cost retti a r.ed ere, avendo subìto forti perd ite. L ·agilazione durò ancora ·qualche gior.u o, poi il principe d i Paternò, creato p reside nte della Giunta, si mise in trat tative. con il gcn . P epe ed il 5 ottob,'c sop ra un bastimullo inglese furono stipu late le condizioni di pace, pri ma lra tutte il riconoscimento de lla Costiwzione d i Spagna. 1

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XV. Riuoluzio11e di l'alermo (1848) . Scoppiò contro i Borboni, a causa d el malcontento p rod otto dal loro mal• governo, il 12 giugno. I soldati r egi ed l birri della gendarmeria borbonjca sostennero, in vari punti d ella cittil.

Xli. Difesa del castello di Palermo (1719). •\ ppa rtiene a!Ja g ue rra d i Sicilia . G li Spagn uoli , sba rcati nell'isola per togl ierla a, Savoiard i, si erano in breve tempo impadronit i

<li tutte le città, noù avendo gli avversari forze suffici~nci per resistere loro . li castello cli P. era p res id,aro d al ten . col. Carlo Morelli coa 5 cp. <lei regg . della Ma rina . 11

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luglio le navi s pag nuole avanza ro no nd

porto ed

i ntimarono invano la res3. . Com incia rono aJlora i lavori fh

a p proccio, che i Savoiardi tentarono d i rnokstà rc con cannonate, alle quali gl i Spagnuoli non risposero. Ma nelle ultime o re d el 12 luglio una batteria d i mo rtai d ·asseri io aprì il fuoco, ed u n' alt ra d i cannoni la rinfor7h ne lk p rime ore del 13. Nell a man ina stessa il castello alza\'a il segno della resa e si d ava a discrezione . fl Morel li, sottoposto po i a processo per reato d i viltà, ve nne [ucila to . Xl ii. Trattato di Palermo (30 marz.o 1808). Alleanza fra Ing h ilterra e il re clélle Due Sici lie. D urante la guerra

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Rivoluzione di P:11ermOj I 2 gennaio 1848 ( Piazza del Palazzo Reale)


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akuni alta(chi da parte dei rivoltosi, pot ::;1 ritirarono nelle caser me e nelle fortezze, rimanendo solo pochi a custodia degli ufìici pubblici. Costituitosi un Comitato provv isorio, ne (u a capo il giovane avvocato Francesco Crispi, anin1a della rivolta . Pe r nove giorn i durò !"aspra lotrn dei cittadi11i, che, sebbene fatti segno a un.t pioggia cli bombe

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li ponte dell'Ammiraglio ( 1860)

lanciate dai forti, continuarono a combattere. Il De Sauget. comandante della guarnigione, si t rovava a mal partito, ed il governo cercò di venire a patti, accordando solo la vecchia indipendenza amministrativa, la libert,, di stampa e l 'amnist ia (21 gennaio). Ma dai rivoltosi si voleva la .costituzione del 181 2 . Jntanto, nuove squad re che venlv,mn

eia a ltre località, ingrossava no le file degli insorti palermitani; il De Saugct, visto _fal lire ogni tentativo :Jj ~rm i~ stizio, avendo avuto due volte le truppe sloggiate da i loro 4uarticrj e cominciando a patire scar::iezza di viveri, i l 27 gennaio abbandonò la città e si imbarci, ritirandosi a "-lapoli. Un proclama inviato dal Con, ilato generale di f'. a tutti i comuni dell'isola per invitarli a seguire l'esempio della capitale, produsse la cacciata delle truppe napoletane d all 'isola. Intanto il cannone del forte <li Castellammare, tenuto da ,irca 2 000 regi, continl1ava a . lanciare bombe sulla ciltà., facendo vittirne tra gli abitanti. 1 Pale rmitani mossero ali 'assalto al forte : allora il comandante c,-au ò la resa, e l'ottenne per l'iutrornissionc del console inglese. dopo avere assicurata la concessim1c della costituzione (4 febbraio) . f u i.stirnita la Guard ia naziona k <· il Cnnutato si costituì in Governo provvisorio. L · I r marzo \'ambasciatore inglese lord .Y!into portò a P . k proposte del re Ferdinando che furono resp inte. Il 25 marz,o si in~11gurava svlenneménte nei !ocali del convento di S. F,·:;in cesco il Parlalnento. Ruggero Settimo fu confermato presidente del Governo e nella sed ut,1. del 13 aprile. furono dichiarati decad uti dal trono di Sicilia i Borboni. Fu ofkrta la CQrona regia a Ferdinando di Savoia, duca d i Genova, il quale, per consiglio ,lei padre, Carlo Alberto, rifìutò. Frattanto re ferd'inando aveva inviato nell'isola un potct1tc esercito al comando dì Carlo Filang ieri duca d i Satriano, il quale ad una ad una r iprese le città ribellatesi; il ministero rivolu>:ionario si dimise, ed il senato cittadino, p rese le red ini della cosa pubblica, in viò a Catania, do\'c risiedeva il Satriano, una Deputazione per offrire la sottomissione della capitale ai Borbon i. I Palermitan i furono an111istiati cd il tcn. col. Nunz.iantc fj inv iato a comandare la guarnigione; ìl 15 maggio 18-19, l·ilangieri potè entrare in P. con le truppe napolet ane e ripristinarv i il dom inio borbonico. XVI. Presa di Palermo (1860). Appartiene alla spedizione <.lei Mille. Vinti i Borbonici, comandati dal gen . I.an:!i.

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a Calatafimi, C,aribaldi si accinse ad impadronirsi della città, <love erano concentrati 24 .000 u. di truppe borbo niche, sotto il comando <lei scncrali Lanza, Letizia, Sa!zano, ecc. Per riuscire nel suo jntento} ideò uno strata... gernma che riuscì feliccn1cnte. Giunlo sui 111on ti sop1·a Parco, decise di mettersi in riti rata, attraendo a sè il maggior numero possibile di t;uppc regie, allo ntanandole da r . e quindi con una nuova m:ucia di fianco scende-re a valle t sorprendere la capitale sprovvista di forze. i\ tale scopo, lasc iò d i fronte a i ,egi Tiirr con poche forze, e coll'artigl ieria prese la direzione di Corleone. Tiirr \'enne presto alle mani, e dopo essersi sostenuto a lungo nella posizione di Parco, $i mise anch'egli in riti.rata. I Napolet;ini, conquisrnro Parco, vi posero il can1po. Il giuoco cni riu,cito, ina allo scopo di attrarre sem pre più verso Corleone il grosso delle t rttppe regie, Garibaldi mandò ]'Orsini con 5 cannon i, ~10 carri di munizion i. e un centinaio di u. male armati, \'Crso Corleone. 1 Kapoletani, agli ordini dei ;:rn . lvlcckel c Bosco, caddero nel tranello, e con grandi forze si posero alle calcagna dell'Orsi ni , ment re il Garibaldi cou lutti .i suoi scendeva rapjdan1cnte verso la città. e il 27 mattina d ivisò di impadronirsi con un colpo di mano dell'avamposro del pome dell"Ammirag!io, e di avanzare si no alla pona di Termini ser.u dare l' allarme alla guaru igione di P.; ma questo discguo 311dò fallito per l'imprudenza <lei corpi franchi si(iliani, i t}LJ81i , credendo'ii già padroni della città, emisero g rida l . sc<lricarono i fucili . I Dorboniò wrsero a rinforzare la ba,·ricata <li porta Termin i con due can noni e bisognò prenderla d'assalto. Il co· lonncllo Nullo fu il primo a penetrare in P. segulto dal · l'avangu~rdia e dai carabinieri genovesi, essen do rimasto ferito i l Tèicke ry. Alle 5 e mezzo del mattino Garibaldi

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l?ntao'/Orsini

dei llor/Jonic/ Attacco di Garibald i a Palermo ( r86o) e finta di Orsini n!rSo

Corleone


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Lo popolazione di Palermo disiruggc il forte di Castellammare (186o-\1)

t·ntrò in /l. e si fcrn1ò in Mercato Vecchio, O\lt: 1 p~ttrioti ciundini acconcro sotto i suoi orrl ini; egli ~i fortificò con barricate: avanzò quinci i \'Crso il centro della città in direzione di piana Bologni, e vi pose il suo <1uanier grncrale, Ì1hit111e col Comitafù generale d'insurrezione, prc~ sicduto eh Gaetano La Loggia . La seta del 27 P. era prcssochè tullo nelle mani dei Garihalclini e degli insorti. I llorhon"' resistevano ,mcora nd Palaz7.0 Reale a snd . a Castell amm,ire a nord . e in alcuuc caserme. Il gen. Lanza cominciò a bombardare b citcà dal forte di Castellammare, mentre la ,guadra apri,a anch ·essa il fuoco. li

ncnti, i regg. presero il nome di 67> e 68° fanteria (Pale rmo), ma nel 188 1 Euro110 nuo, amollc riu11iti in brigata. Nd 191 2 si cosrit<.JÌ presso il 6S0 un <Juarto bgl. Partecipò alle scgucmi campagne : ,~.1;6. ,~S;-"~. 1~<)5·</>,

r

borr~bardamcnto c.'.tgionò daun i grav i~ ...

,imi: nelle prime 24 ore il ;olo Ca,1cllo scagliò 26oo bombe ,ulb ciuà; il fuoco della squadra ce»ò compktamcnte la mattina del 28 per la protc,ta dcll 'ammiraglio inglese Mun<ly. Il 29 maggio i Regi. tentarono di riocrupa re in parecchi pun ti le pos izioni perdute; non riu,ccndovi, il gen. Lru1· za ,i mostrò disposto ad accettare un Jrmis1izio, che fu concluso il 31. Fratw11to k truppe del Meckcl e d d Bo,co, accortesi dell'inganno, tornavano a P. e tcmavano di capoYolgcre la , i1uazione. Ma il gen. Lanza li al'vcnì che era ~tato concluso llll anni-

srizio, nel quale es,i erano compresi. Al gen . Letizia, recatosi a l\'apoli con le proposte concordate. Fran cesco 11 ri . spose d i non voler trattare con i ribelli, ma il gen. l.anza capì che la

i\IedagliA del 68° reggimento fonte-ria 19r,-12. Durante I.i guerra llalo-au,1riaca 1915-18 operò inizialmente a C in1a Cady cd al passo ciel Tonale. Ndl'ottobre 1915 fu tra,fcrita sul M. S. :\1ichclc. :-:et 1916 operò nella zona cli Tolmino ed in quella del :\lrzh. Schierata nd maggio 1917 sul M . Sanco. ,,; wmbattè con alterna , icenda, raggiun_gcndo più volte la velia, tenacemente con1rasta1a dal nemico. Operò anche a\l'anacco del Vcliki Hrib cd a S . Caterina, con sensibili \'antaggi ICrritoriali. Sferratasi l 'offensiva austro-tedesca dell'autunno 1917, ripiegò combattendo. All'ini1.io del JC/18 fu schierata sul M. Grappa e concor,c alla battaglia del Pia,·c nei settori ad

mtrtita era perduta e il 6 g-iugno tran(J

Obelisco 3 ricordo del 186o

cr,n Garibald i una {'Ollvenzionc pel ritiro dei M>ldati borbonici. i quali, in nrnncro

cli

20.000,

iurono

imbarcati a

più rip rese con armi , bagagli e material i da guerra e salparono alla \'Olta di Napoli. li 20 giugno P. era tutta in potere di Garibaldi. che avcrn rra,portato il ,uo quartier generale al Palazzo reale.

/'a/erm o (Rcggi,,,c,110). N ome dato nel riordiname nto dcll'e,erciro delle Due Sicilie del 1833. ali' 11 ° regg. di fanteria di linèa. l'<1/en110. Brigata d i fan teria di linea , cost ituita nel 1862 .:c,i regg. 67 e 68. formati colla cessione d i cp. da parte d1 re_gg. preesistenti. Nel 1871 , sciolte le brigate perma-

Omaggio ai Caduti del 68° Fnmeria


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nve;t di Giavcra ccl a sud di ervcsa. l nviat,t nel settembre ,n Albania, partecipò alle operazioni per la conquista cli Durazzo; o ltrepassato lo Skumbi, raggiunse la Cro,nc PakolCataj ccl il 15 o ttobre entrò a D,irnzo, proseguendo verso Scutari . m·e giunse, il 1• novembre. un bgl. <lei 68° che occupò con una cp. il M. -Carahosc. Per la sua condotta in g uerra la brigata meritò la medaglia tli bronzo e l:1

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lasciato in Libia) Ol'c rimase lino all'armistizio. partecipando alla ielicc offcnsi,·a dalla Vojussa al Semeni, dal qu ale risa lì poi la vallata compiendo ardite azion i che g li pcrm i,cro. durnn te la nostra gloriosa 3\"anzara in Albania tlcll'ottobre, di arrivare a Tirana. ad Alessio, a Scutari e a Dulcigno. Per il suo contegno meritò la medaglia ùi bronzo al valore . Fu disciolto nel novembre 19r8.

Squitto dt'i cavollcgg icri di Palermo

Festa del reggimento: 28 luglio, aonin•rsario del combat1imc11to rlr Fieri in Albania ( 1918). Motto del reggimento : <(

~-turn. mora>) ,

Pu/0·1110 Ugo. Mcdagiia d"oro, n .

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Napoli. c;1du10 sul

;\I. Grappa (r!½Jo- 19 17). Uliicialc di complcrncmo nell'arma

di fanteria. pa!.,b in sen iz10 attivo permanente poch i giorni prim~t dell'ini~io della guerra co11 1ro l'Au~lria. Promo~so ,ucces,i,·~1mcntc tenente e capitano. \i tron\\ a rico, ,crato in un luogo di cura, quando a\\cnne il ripiegamento del nostro esercito dall 'honzo al Pi,l\"c . .-\/{n·ttatosi H torn:u·c al la fronrc c raggi1111to il prop rio rcg)!". (240° fanteria). cadde ,b prode com 'è detto nella motiva1.",nc con mi fu concessa alla memoria di lui b rned. d'oro al va lor militare: • Comandante: di una compagnja mitragliatrici, di fronte al ncn1ico dimostrb co.:itantc,

mi-

La bandiern del (8' rc"gimento ( 1 926)

rabile coraggio . Avute co1np)etamcntc distrutte le proprie

d1azionc sul hollc111no cli guerra del O>m,111tlo Supremo n. 1123 del 23 giugno 1918. Per la guerra 1915-1918 il (>'f' costillll i regg. <li milizia mobile i54° e 208• ed il 68'> i rcgg. ,59°, 225° e 273". nonchè i coma nd i ,!elle brigate Milano ed Arezzo. In virtù della legge 11 marzo 1926, in eletto anno la brigata fu .sciol ta ccl i regg. fu. rnno assegnat i il (;,o ,tl!a 6a ccl il 68• alla ? 3 brigata d1 fanteria. Mottt dei reggimenti: 67" : " Ubi gloria, ibi sum »; 68°: " Ad acmul:mdas vircures ». Colore clcllc mostrine: azzurro scuro con due righe nere mediane nel ,enso oriz1.nntalc. Festa <lei reggimento: per cntràml>i il 20 m aggio, an niversa rio del com battimento al M. Santo ( 191i)- La brigata ebbe in g uerra i seguenti CO· mandan1i: magg. gcn. !Jalmasso (1915); ma!(g-. geo . Pogi;i ( 19r 5-16) colonnello brigadiere Solari (1916-17), m~gg. gcn. De Negri G. B. (1917-18). Le sue perdi le in g uerra furono le ic-

armi <lall'artiglicria a,·,·enari3,

guenti: ufficiali morti 1or, ferili 237, dispersi 116; u. di truppa m. 1305, f. 5877, d . 4 , 18. Palermo. Reggimento ,a\"alkggcri, costituito nell'aprile 1915 con elementi trau·i dai regg. Nizza. Savoia, Genova, Novara . Lucca, G\.1i de e Catania. Du rante la guerra Italo-austriaca operÌ> nel 1915 con Stemma dei Cavalleggeri tre sqdr . in Libia, mentre il guano di Palermo d isimpegnò servizio d i corrisponden za e d i collegamento prima in Carnia e poi sul basso lson1.o. Nel 1916 uno sqdr. partecipò alla controffensi\"a italiana sugli Altipiani. Il regg. fu poi inviato in Albania (meno un sqdr.

s1 mantenne ,,lido in trincea con i ,uperstiti de l 1·cparto, e con c:,si. in un ~upreino slan(.'io, tra, ohe con impeco irresistibile, Pnlermo L"go al grido di < Sa mia! • un reparto nemico che minacciava seri amc111e un'aht <lella po, izione . Rimasto infine con soli dieci ,oldati , fulgido esempio di fcrrnena e tenacia, li incitò ancora nel nome d "Jtalia, a difendere la po,i'l1one cd a mantenerla fino ai!'arm·o dei rinforzi. Colpito eia una granata avversaria, lasciò glori0sarnen 1c la vira sul campo ». (Cà d ' Anna. 18 cl ic. 19 17).

Palestina. Stato indipe11clcn1e dell"A~ia occiclentalc mediterranea, creato col t ~attato cli Sèvres ( JO agosto 1920), ammin ist rato dall'Ing hilterra per mandato tiella Socictù delle Nazioni. Superficie 30.000 Kmq., ab . iOO,ooo. È lim itato dal mare ad occidente, dal Giordano e dal Mar Mono ad orienre, a rnez-1ogiorno dal deserto d' .\rabia. e a set ten tr ione dalla Siria . La scoria dell a l'. come Stato indipendente com inci,1 dall'uscita degli Ebre i dall'Egitto e finisce con la schiavitii di Babilonia. Al tempo dei re, lo Stato fu ampliato da David , che ne portÌ> i confini fino all'Eufrate . allacciando relazio ni commerciali con i popoli vicin i; sotto Salo mo ne raggiunse l'apice della sua grandezza, estese le relazioni con le nazioni forestiere che gli permisero di port,1rc i com111crci sino alle coste ddl' Arabia, dell 'Africa e dell'Ind ia. Alla morte d i SJlomonc 10 tribù si separarono formando il regno settentrionale d i Israele, mentre !e altre due, G iuda e Beniamino, costi!Uirono il regno meridionale di Giuda , il quale, ,ebbene pii", piccolo per esrensionc, aveva il vanraggio del posse»o della


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città di Gerusalemme e della unit~ de! territorio. [n seguito i due regni ,·ennero invasi prima dagli Assiri e dopo dai Bal,ilonesi, che ne portarono i11 schiavitè1 la popolazione. All 'avven to di Ciro, i Giu<lei furono restitu iti alle terre native (525 a. C .), fu ricdifirato il tempio c<l in segu ilo ricostituito il governo giudaico. Dopo la conquista del la P. da parte <li Alessandro il Grande ed il sovvcr-

rn rono alla costitll:l.ione d i una dina,;;ti-a indipendente sotto Giovanni lrcano (130 a . C .) . Le disputè contrnuc fra i suoi successori• diedero modo alla infrarnettenza di Pompeo, e la. . G iudea divenne provin~ia romana, governata da re

nominati da Roma. L'oppressione che ques_ti esercitarono sul popolo suscitò una ri,•ol ta che fu soffocata nel sangue e portò alta distruzione d i Gerusalemme da parte d i Titn

F'as.s~· dei //umi { Pon/1 " gv;,c/i

Po--==--=.,. Ferrov.1e !===== li'olabi/i

,,, /

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li territorio delle operazioni in Palestina ( 1917).

ti mento ddl'impero pcrsi~no, la regione fu per un lungo periodo d, anni terreno di contesa fra le monarchie di Siria e d i Egitto. Annessa dapprima alla Siria (323 a . C .), nel 312 fu conqu istarn da Tolomeo è fece parte del dominio egiziano fino al 203 a. C. I Giudei allora .cercarono l 'aiuto dei Seleucidi , e coman dat i dai Maccabei condussero una serie d i g uer re per l'indipendenza, che por-

(70 d . C .) cd alla ce1sn ione dell"esistenza nazionale dei n iudci. Nel 395, la P. passò a for parte dell'impero bizantino, nel 61 1 fu occupata da Cosroe II, re di Persia, nel 629 rewpcrate da Eraclio, che la perdette nuovamente e per sempre nel 636. Da al!OF.it cadde sotto il dom inio dei Musulmani, prima degli Arabi e po.i dei Turchi, con la sola paren tesi <lei regno franco di Gerusalemme (109cr


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n 87), e di u11a breve occupazione del l' imperatore Federico Il ( 1229) . Nel r517 divenne turca; fu ceduta all'I:gnto. per la convenzione di Kutaié, nel 1833, e restituita alla Tur.:l1ia ~on il trattato di L ondra del 1~4<>. Nel d icembre r917 fu occupara ,fal le rruppe dell'Intesa e nel 191t> fu costituita in Stato ind ipendente .

M(l}u/ato della Palestina. Comprende il te rritorio che dai nn rgini o riental i della Penisola del Sinai si estende fino a l Libano ed alla Siria. In data 24 luglio 1922, per clccisione ciel Consig lio del la Lega d elle Nnion i. In /'. fo assegnata all ' lnghilterra, la quale il r 0 settembre dello s tesso anno emanò ,I decreto snlla costi[lnionc dd terri tor io . li testo cld ma ndato consta di 27 anicoli che trattano della sis temazione gen era le d ella P., della sede 113z iona le per g li Ebrei, delh, cornmissio11t· per i luoghi Santi e del regime della Transgiorcl an ia. Nel novembre del 1q17 Ba lfou r prea nnunciava la decisione di fare dclb P. la sede fissa de l l"'P"lo e bra ico, senza pr~giucliz io dei diritti c ivi! i e rel igiosi delle altre comunità ivi residenti. i nfatti non tardarono ad i nstal larsi in P. nuclei compatti rli Ebrei ~ dal 19 r9 in poi tale imm ig razione andi, aurnen t,rndo, fermata solo p iù tardi dalle cond izion i speciali della prop rietà terrie ra , e da l! 'opposizione del! 'elemento arabo, opposiz ione che portò a sanguinosi conn icri, dominati dalle truppe inglesi. Le quali norma lme nte hanno quiv i uu orga~

n ico di n9 ufficù li e r444 u. d i truppa .

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~ · fianco

tanza per combattere

del le

truppe brit1nnicl,e .

La Francia i111·iò t re bgl. agli ord ini del col. De Piépape; i-Italia un bg l. bersaglieri ed u n reparlo cli RR. CC. a gli ord ini del ten . col. D'Agostino, che rimpatriò nel lugEo , ~18 e venne sostituito dal tcn . col. Pesenti. i l <1ualc rimase in /'. sin o alla fine. Il con tinge nte irnl iano, che si chiamò poi « Corpo di Sped izione M ilitare iralian<J d i Palest ina » , andò gradatamente aumentando, tanto da raggiungere nell 'autunno del 1918 la iorzt1 d i quasi .3000 u. con un cen tinaio d i ufficiali. Esso comprcnJcva: 1 bgl. ,Ji

fan teria:

1

cp. di bersaglieri;

1

bgl. di fanteria formato

da cx p tiginn ieri libt:rati ncll 'a\·anzara degli Alleati; J cp. e r Sljdr. d i carabinieri reali di combattimento; r hg!. , 1i c.:ac.:ciatori di P.; o ltre ai .servizi : san ita rio. automobilistico e vt:tcrìnarìo . ÌI corpo rimase. in P. \'Cntinove mesi : rimpatriè, nell'agos to dei 1919 e fu dcfìnitinme nte sciolto in Napo li nel novembre dello s tesso anno. li 31 ottobre 1918 l'escrcio inglese, costituito dai C. cl'.'\. XX e XX[, dall'Anzac Mountcd Division, dall 'Yeomanrv Corps e dall' lmperia l Camtl Corps, attaccò la linea nem ica che si stendeva lungo l'Uadi Gaza da ljUCsta città a llir-cs-Scba. Il contingen te italiano era agli ord ini d el comandan te del XXI C. d'A. e fu d is locato in prima linea, in u no de i punti pi ,, vul nerabili dello sch ieramen to. La linea turca fu ro tta, e g li Inglesi avanzarono su tultu il fronte; il 9 novembre A fcalona era presa, e ne i g iorni

Bersaglieri italiani in Palestina (Auacco a posizione turca) 19 17

Operazioni militari in Pa/est,na (1917•1918). Appartengono alla guerra Mond iale . L'esercito in glese , a l comando del gen . Murray, dopo la d ifesa d el canale d i Suez (V.) e la conquista della regione del Sinai, r icacciato l'esercito turco al di là del l'ant ica frontiera con l'Egitw, ai p rimi d i febbraio d el 1917 a veva posto il Q. G. a d El Arisch . li successo consegu ito indusse l ' Inghilterra a continuare !e operazioni in f'.. tanto pili che .od ia regione vi era no

segue nti co1Hinuò l 'inseguime nto . Il 13 , b Mouotcù D irisio n, con ardita manovr::i avv ilupp.-1.nre, arrivava a Ka -

thah e spezzava in

nuova linea turca . c. le fanterie, con marcie lu nghe e fa ticose attraverso la piana sabbiosa, so~frendo ogni sorta d i priva.lior,i raggiungevano i! 16 no• vemb re Raml eh, Ludd e G iaffa . Durante lo svolgi mento La cavalleria

d ue tro nconi la

incalzava senza tregua

d i queste operazioni, il d is taccan1cn lo italiano veniva im~

dislocate soltan to due dlvi~. ottomane, co mandale da l gen . tedesco Kress von Hcsscnstcin , che aveva il suo Q. G. ~

n,7novra d 'av_volg i~1ento da ovest _e <la nord. il gcneralè

·r e ll -es-Sheria, a nord dell 'uad i Gaza. Men t re il gen. Mur -

Alienby

costnnsc

ray faceva i !-)re.parativi per l.-1 nuova catnpagna, i Turchi

lemme,

evitando così

avevano ricevuto r in forzi , per c ui, oltre a l XXIII corpo che teneva la linea dell'Uad i Gaza, avc,·ano la 67• divis. a Gerusalemme, la 27• a Haifa, .la 16" e la r_,a di c,l\·al lcria a T e!l-cs -Shcria. Q ueste d ivis. era no però assai deboli. Le forze inglesi erano costituite d ai C. d 'A . XX e XXI, con un corpo d i cavalleria. e 11 ,< Anz.ac Mounte•J D ivis ion ,i. ol tre ad un corpo d i meluristi. l p rimi attacchi inglesi corninciarono alla fine d i marzo del 1917 con tro le posizioni d i Gaza, ma fall irono cornpk:tamcritc; il gen . .Murray sospese l 'o/kn siva e ;u lLl fine di giugno venne sosti tuito d al gen. Allemby, già coman d aut<: <i 'armata su l fronte occidentale. Tutta l 'estate venne im p iegata nel la preparazio ne ciel !>ia no d i operazion i. In que sto periodo d i tempo il governo ing lese invi tò quel li d i Francia e d'Italia ad inviare in P . una prop ria rapprcsen-

dd la Città santa . All'alba de l 9 d icembre, i velivoli bri-

p iega to a dite,a delle lince d i comunicaz iqne . Con abi le 1

T urco-tcdeschr a sgombrare Gerusaun combattimento sotto le

mura

tannic i, che per primi sorvolarono su Gerusalemme, a1~nunziaro110 la ri tirata del nemico a cui seguiva .imme1

d iatamente la resa de lla città, Presa Gerusalemme, la difficoltà <.lei rifornimenti impose u na sosta alic operazion i; frattanto il nemico, ricevuti nuovi rinforzi, riuscì a ric,;o ... stituire i l prop rio fronte sulla linea Kcfri Sabè-Rabt-Tell Asur,Giordano, Mar Mono . Cominciò la g uerra d i posizic,ne,

e trascorse circa un anno prima che la g uerra di movi~ mrnto potesse ,·en ire r ip resa . Allenby impiegò q u esto tempo

a riorganizzare ] 'annata, e spc·cialmente si curò <li costituire numerose unità di fan teria n1ontata e di n1ig liorare i serviz i. 1 Turc h i da pa rte loro in v ia rono numerosi rinforzi, ed ll ro1nando venne assunto dal gen. gerrnanico Liman , o n Sanclcrs. l i 19 set tembre 1918. il gen . Alle nby


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attaccava le posizion i turche tra Rafaac ed il marc 1 travol gendone la di fesa e d ilagando per 30 Km. di profon,hrà sulle retrovie del nemico . l i fulmineo attacco e la succes -

far partt' poi della lega bti na contro Roma. A d ogni modo, si sa che i Prenestini furono battuti sull'Allia da Cincin-

s iva celerissima avan zata delle truppe. montate,

nel 33S. Dopo la devastazione operat a da Sil!a, egli slcss,.) la fece risor_g cre come colon ia militare . Nel 5i2 d. C. fu assalita e presa da i Longobard i condotti da Astolfo, ma risorse ben presto . Avendo osato d i opporsi al p,1pa Bonifacio VIII, fu da questi fatta distruggere, e venne riedificata nei prim i ann i <le i .sec. XIV. Passara in possesso della fam iglia Colonna, f'. f u coinvolta nel le louc che essi cb, bero col papato. Nel q36 ven ne a,scdiata <lalle milizie pont ificie condotte dal vescovo Giovanni Vitellcschi e d ifesa dai Colonna : dopo la resa, fu nuovamente distrutta per ordine del papa Eugenio IV, ma Stefano Colonna provvide alla sua ricostruzione. Nel 15 27 fu devastata dalle milizie di Carlo V . Nel ,556, mentre era in potere dd le mi lizie pontificie d i l'aolo IV, venne assalita e presa ,fagli Imperia.li, com:mdati da !v1arc;;1nwnio C0krn11a.

assicura-

Bel'sag-lie ri italiani in Palestina (19 i 7)

rono agli I11glesi il 111iglior successo: l 'intero fronrc tu rco V tJHH; aggirato ç: rnve~ciat0. Le truppe turclie, p:::r ::;fuggire

alla strctla che la cavalkria inglese da una parte e k forze del re dell" I Jegia,. d all'altra stavano compiendo, ri piega rono rapidarne nre e in d isordine verso nord. Ben presto la riti rata si camhil., in fuga, e i residu i delle tre anua.tc

nato nel 38 i, e che la c ittà d ivenne m unicipio ro mano

I. tls,-edio di l'a/e,trinr. (82 a . C.). Appart irnc alle guerre civi li del tempo d i Mario e- Silla e fu i1npreso eia Q . Lucrezio Ofelia d opo la vittoria cli Sacriporto riportata wl console C . -'Viario il g iovine, che s i rinchiuse in cirt3. li console C. Papirio Ca rbo ne fece marciare in aiuto d i

Mario varie icf!ioni da Rimini, ma.

tS!:ic n:nncro Sl:onfittc

turche che non caddero .nelle mani degli Inglesi a stento r iuscirono a trova re sca111po verso Dama se.o.

Il gcn . Alk:nbr

spinse· subito, quivi le truppe leggere, occu pa.udo 1a ( itd1 il 10 ottobre , e continuò l'insegu imento in direzione di Bei ru t, lungo la costa, e su A leppo . Il giorno 8 era a Beiru t, il 26 ottobre 1e bandiere inglese, francese C' ita• liana ven ivano issate sui n1 inareti di A loppo . La campagna cli Palestina e Siria era così terminata. 1 Turchi avc,·ano perduto 80 .000 prigion_ieri, d i cui 3500 austro..-tcdeschl_, <.· tutlo il materiale . Pa/e;1ina (Cacciatori d,). Nel d icembre <lei 19,7 fu cost ituit a a Porto Said la l ' cp. Cacciatori di P. agl i ordini del cap. Mercu ri . Era composta (ii volo nta ri italiani residenti in Eg itto. In seguito, quando il Governo d'Ital ia ord inò che tu tti i cittadini ital iani in Egitto d_al ,896 al 1 900, valid i alle armi, fossero incorporn ti nel Corpo d : Spedizione m P., la forz,1 raggiu nta fu raie che si poti: cos lituirnc un battaglione .

Palestrina (ant. Polist~fane, poi l're11e,-1e). Comune in prov . d i Roma. Il più ant ico ·nome lo ebbe <lai molti recinti d i cui fu mun ita, rn tempi anteriori allf! fondazione

Po rta S ;-111 :Vlartino, a Pale.strin:1, e torre

presso Sf>Oieto ria Cuco Pom peo. I Sanniti e i Lucani ,,ccorsero con 70. 000 uom ini. sotto Pon?.io da Telesi.1 e 1'fr1:rio Lan1ponio . ma non r iuscirono :-l conq uistare la posizione ocwpata da Silla al sud di /'. , posizione che impe<l iva loro <l i liberare la città . Il console Carbone mandò in rinforzo due legion i sotto il coman do di L. L icinio Dama ~ippo, ma non furono

di ness un giovamen to . Jvfar!o con -

tinuò la difesa con g randi !\renLi , n1a egli e il figlio rlcl

sa nnita Ponzio Tclesino, dopo la vittoria d , Sd la a Porta Cc,ll ina (" 110,·embre) pose,·0 fine ai loro giorni per non c~dcrc ndlc man i del loro nem ico. La l in~ si arrese e fu saccheggiata e straziata dalle uccision i degli abitami maschi. lici Sanniti pr ig ionieri e dei senatori ron1 ani ivi 1 lfugi~ li.

A vanzi del caste llo di Palestrina

d i Roma, cs,cndnvisi scoperti avanzi tlcl!'cpoca etrusca . Ebbe un'arcc su ll a collina dove sorse poi il castello dei Colonna. I Roman i la presero nel 499 a . C ., ma essa entrò a

11. Comba1tinu'11to di Palestrina (9 maggio 1849). Appartiene ai fatti cl 'arme svoltisi per la d ifesa della rep11!, blìca romana. 1Vfuovcvano in an ni contro Roma i Fra nces i da Civitavecchia; g li Austriaci per 1!1 Toscana e le Rornagne, gli Spagn uoli da Gaeta , i Napoktani per i m l ii t\lbani . Questi u ltimi, forti d i 6i oo u . , agli ordini del g-cnera le \Vinspeare, erano seguiti ~a un'alt ra coloJ1na 1 in--

viat a in loro r inforzo e co mandata dal colon nello Cutr;. fìa no. Dopo cl i aver sconfi tto i F rancesi nella gloriosa


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giornata del 30 apri le, · Garibaldi ottenne d~I Triumvirarn d i poter muovere contro i Napolerani alla cesta d i 2300 u . per poterli arrestare e battere. Uscito da Roma la sera dd 4 m aggio, giunse a T ivoli la sera del G e si diresse su I'.

da cloye n1andò piccol i distaccamenti in ricognizione' \TrsfJ

2

PAL pezzi) tra Candia e Langosco; con la brigata Gableni

(3 ligi., t sqdr., 4 pezzi) a Cozzo. A lla testa di ponte di S. Martino di Trecatc (ponte di Boffalora) si troYavano 1 hg!. granatieri Gruebcr , 2 cp. confina ri Otocac, 1 sqdr. I moviment i disposti condussero ai combatti,nen ti offensivi

Valmontone e Monce Porzio . In quest 'ultima località venne a contatto con i NapolctarlÌ. Due loro colo11nc. alle ore 12 del g iorno 9 maggio, 1nosscro su /'_ con tro i Gaiilnldini che frattanto si er;.no disposti su lla sommitit del Castello S. Pietro e fra le rovine dell'ant ica Praeneste . Le colonne napoletane marciavano parallelamente; quella de! l.anz:1 a sr. per un sentiero;· qudla del colonnello :--;o,·i a dr . per la strada maestra. Non appena [urono presso le pone della

:-

città, <li Valmontone. a sud-e:.t, e R0111ana , a sud-ovest, i Garibald ini, se nz'aucndcre l'atr.acco, si precipitarono g il1

per le rip ide cd acciottolate strade d i /'.. irruppero fuori delle rnura c<l in1pegnnro110 ba ttaglia. 11 Manara con i suoi

bersaglieri ed alcuni leg ionari si gett:wa sulla sr. contro la colonna del Novi; .a d r. (porta Romana) o,·c le :orLe da affrontare erano maggiori , accorrevn Garìhald i, col suo fido Bixio. A lla porta di Va lmontone la lotta tu presto decisa in favore dei Garibaldini; pii, aspr a arse la mischia nell'altro settore, ove dopo tre ore di resistenza il I.anza fu rnst rctto' a <lare il segnale della ritirata.

Palestro. Comune in prov. di Pal'ia, sulla sr. tklla Sesia. Combat1i111e11to di /'a/estro (30-31 maggio r859). Appartiene alla guerra del 1859 per l'lnùipeudenza d' Italia . li 29 maggio le ,li vis . piemontesi : r• (<ii Castelborp;o), 2• (Fami). 3" (Durando), 4" (Cialdini) e la divis. d i cavalleria (di Sarnbuy) si portarono a Vercell i per passare la Sesia. accampandosi ad est della città. Il 30, Vittorio Emanuele Il d ispose che la 4" d ivis. occupasse il Torrione . e, non appena la 3.1 fosse g iunta a Vinzaglio~ marcia~se su P,: la 2 • si recasse a Confienza pronta ad interveni re a sostegno della 33 ; la 1a seguisse la 2 n per Casa lino; la divis. <li caval leria r imanesse in riserva presso i l Torrione. Le truppe austriache, contro le quali sta,·ano per imbattersi le d ivi, . piemontesi. erano così d isposte : di,is. L ilia (VII corpo, Zobel) con la brigara We igl (4 bgl., r sqdr., r btr.) a Palestro (3 cp. e 2 pezzi), Vinzag lio (1 / 2 cp.), Ri\'oltel la, Lon.gosco, Rosasco e Confienza (r /2 cp.); con la brigat,1 Dondorf (3 bgl., 2 cp., 1 sqdr. , I btr.) a Robbio; divis. Reischach con la brigata L ubzentem (4 bgl. , 1 sqdr. ,

P 1etrron/e.s/ · ., r rrànces.✓ Avslr✓i~c/

••

>.

..

·

Cornbattimento di Palestro ( 1859)

d i Palestro e Vinzaglio e il successivo 31 a quelli d ifensivi d i Palestro e Confienza, combattimenti che riuscirono isolati,

rna

{urono la conseguenza d i un unico

concetto strategico, quel lo d , agevolare il passaggio della Sesia all'esercito francese. Combattimenti dei giomo 30. Al mattino del 30 !e divis. piemontesi si rniscro jn moto sotto una pioggia tor.-

Combattimento di Palestro (31 maggio 1859)


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renziale per raggiungere gli obbiettjvi )oro assegnati. La -¾a <livis . verso !e ore

J 1,.30

prese conta tto con gl i avain-

posti 2ustr iaci d isposti sulla roggia Gamara avanti a Palestro, e, ver.so le 13 !a 3a urtò contro gli avamposti nem ici, asserragliati nel le case oc.cidemal i di Vinzaglio. 1) gcn . Cia l<lloi, mentre ar~ toccò tron,almente l 'abitato di Palestro con d ue bgl. del 9° fanteria, seguìto da uno del ro0 , 1cntò di aggirare. l'abitato stesso da nord e sud coi bgl. bersaglier i 7° e 6''. Di fronte a questa minac_cia gli Austriaci sgombrarono il vil laggio e si ritirarono nei pressi del cimitero in attesa di r inforzi. Ma il C ia ldin i, impegnando le r imanellti 1r11ppe del grosso, ben prcsro li obbligò a sgombrare anche quelle posizioni (ore 15,30) ed a ritirars i su Robbio. Mentre la 4• divis. occupava Palestro , la 3•, dopo essersi i m possessata di Vinzaglio, urtava 1

co1Hro una colo11na austria-

ca , che, forte di 5 cp. con

ùue pezzi , tenta,·a, con largo giro, di cadere sul suo L'Ossario di Palestro

fianco s r. Ne seguì un breve

combattirnc11lo che si risolse favore dei Sard i, i quali costrinsero g li Austriaci a ritirarsi precipiwsamente verso Robbio.

111

Combattimenti del giorno 31. L 'esercito piemontese aveva assolto il compi to affidatog li. li fe lcl-marcsc. Gyulai, con-vinto che gli avvenimenti svoltisi nella giornata del 30 fossero delle semplici dimostrazion; tendenti a mascherare il passaggio del grosso a Candia, ordinò .al!o Zobel (VII corpo) di eseguire il 31 una ricognizione offensiva, allo scopo d i riconoscere le forze alleat~ passate suìla sr. della Sesia, e d i r iprendere le località_ perdute. Per tale operazione - che generò tre d istinte azioni: attacco <lel lc posizioni ten111e ,falla 4"' divis. piemontese, attacco dèl cimitero di Palestro e dd la cascina S. Pietro, attacco di Confienza ven ivano poste a disposizione del lo Zobel, oltre la -d ivJ.s. Lil ia del proprio corpo, anche la cl ivis. Jellachich dd il corpo. L';,z io ne contro le posizioni tenu te <lalla di vis. piemontese in un primo tempo ebbe successo; ma poi, in seguito ad un impetuoso con trattacco sferrato dal re<> fanteria, sostenuto dal 6° bgl. bersaglieri, (a1Jì compktamentc ·e la colonna attaconte, guidata dallo stesso Zobc\ (8 bgl. e 3 btr.), fu costretta a ripiegart'. su Robbio. L'~ttacco del cimitero di Palestro e della cascin a di S. Pie tro, eseguito colla colonna s~abò (5 bgl., 2 sqdr., 1 ber.) non .e bbe miglior sorte. Mentre il 7• bgl. bersaglieri ed il 16° fanteria la trallcncvano d i fronte, il Re in persona , al comando del 3◊ Zuavi, passato a guado co11 irresistibile slancio e sono il fuoco d ' artiglieria austriaca h Sesietta, piombò tra le t ruppe di testa della colonna austr ;aca im • pegnate al cascinale _cli S. P ietro e q uel le dt'lla colonna stessa ancora · incolonnate sulla strada di Rosasco, minac ciando di tagliare in due la colonna ed impadronendosi d i

,a:

PAL

2 pezzi. Gli Austriaci, sebbene si dìfendesscro con vigore, attaccati d i fronte e sul fianco, si sbandarono perdendo molti prigionieri e gli altri due pezzi dell a batteria della colonna d'attacco. Anche la colonna We,gl (8 cp., 4 pezzi , , pi. ,Jj cavalleria) che at,

raccò Confienza, fu respinta e rjpctutamenre contrattaccata

clalla

3a div is.

Alle ore

12 .30

piemontese, i! combatti-

mento aLtorno a Confien:la era finito ed i) \Veigl , ferito~

riconduceva la prop,·ia colonna a Robbio . Perdite : giorn::Ha <lei 30 maggio: Piemontes i 344 u., Austriaci 460, tra morti, feriti e: <l ì$persi; giornata del 31 111aggio : Piemontesi 374 u. , J='rancesi 295, Austriaci 2128, era rnorti, feriti e dispe1sj.

Palestro. Cannon iera in legno, costruita a. Livorno nd

r860, ridotta a cisterna nd 1864. Dislocamento 215 tnnncl late, macchina 6o HP. Partec ipò all'assedio d i Gaeta dell 'anno ,86r. Pa/ej·/ro .

Cannonie ra

COl"ilZ·

zara, costruita in F rancia nel Palestro: monumento commemorntivo della battaglia 1865 cd entrata in scrvì,;io l'anno seguente . Dislocamento 2000 tonn. , macch ina 300 HP . Al comar1do <li A!frcdo Cappell ini, saltò in aria nella battaglia d i Lissa, dopo <.1i e~sere sta ta speronata e fu lminata dal fuoco di pan:cchic navi nerniche . Di 250 u. che aveva a bordo, soli 19 si

salvarono.

Cannoniera corazzata Palestro

P11/cstro. Corazzaca, varnta nel r87r nel R. Arsenale de La Spezia: fu la prima co razzata q uivi costrnita e !a prima nave da .guerra munita di macchine a vapore costruite in Irnlia. Entrò in servizio nel 1875. Dislocamento tonn. 6274, cora2-zatura con lastre d ; 22 cm., macchine 33Gr H P . Fu radiata nel 1900. Paleszro. Cacciatorped iniere, nrato nel 1qr9, ed entralo in servizio nel r92r. Dislocan1cnto

875 ronn.; n1acchine

18.oou HP ., ve locità nod i 32,4 Armamento IV 102, Il 76 ~.a. , 4 tubi lanciasiluri. Ha per motto « Qui vi è gloria per lll tti " : le parole pronunciate da Vittorio Emanuele II nel combattimento di Palestro .

Paletto (o Pia-1,etto). È un piccolo palo, aguzzo ad una estremità, che viene usato in fortificazione, sia per


PAL

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~c~ n:uc il tr3cl~i.i to di un cam po, di un :i pproccio, di 1111 fronte d 'attacco, di un'opera. , ia per fissare a! terreno f.i. .,une, fa,tell1, gabbioni, e simili .

PAL

Palikao, Villaggio dell n Cina, nella prov . del Pc-ci-li, presso Pckino . Kel 1860 (2l settembre) ,·i si l \'Olsc un combattimenco fra il corpo di spedizione anglo-france><: e i Cinesi. nel quale questi rimasero sconlini. li gen. Cou,in, francc,c, che a,·cva il comando, vi g11adngnò il titolo d i conte ~li l'alikao. Pal ikarl. Nome famigliare <lato ai combattenti greci nella gucrrJ d'Indipcnc!cn1.a <ld princ,pio ciel secolo XIX. Il nome era stato già dato alle milizie greche che i Turchi lasciarono costituire nel scc. XV .

Palikari

Palinuro. Corvetta in legno cost ruita in F r:111c[a nel 1844 per conto della marina na polct:m:, cd entrata in ,crvizio nella marina del Regno nel 186o: radi3ta nel 1~63. Dislocamento 986 tonn .. macchine 200 HP . Pa!inrtro. Brigantino in ferro, var:uo a Castcl!funmare d i Stabia nel 1887 cd entrato i n servizio nel 1889. Di,b. L-amcnto 55-1 101111 .. macchine 423 I IP. Fu di ,rnzione a :'vlassaua fino al 1891, poi clin,nne nave sussidiaria delb Scuola mozzi.

Pal iacio (di Snni, C111seppe). Genera le, n. a >lapo!i nel 1871 . Sollol. d 'art. nel 1890, pariccipò alla gucrr:1 italo-mrca meritando, ,x,r i combattimenti di Mcssri. Zanzur e $idi Bila!, due mcd. d'argento. Prc~ parte a tutta la guerra contro l'Austria ; nel 1915 ebbe a Mo nfalcone u na terza mcd. d'argento e nel 19,7 fu promosso colonn ello per merito di gucrrà: comandò il i 0 raggruppamento contr~erei. In P. A. S. nel 1920. fu promo»o gcncrak di brigata in .\ . R. Q. nel 1926. Pal iano. Comune in prov . di F rosino ne. Venne torti• ricato in antico con mu ra e torri , nonchè nwnito rl i ca .. stel lo . Fu assediato da lle mil izie pomificic d i papa Sisto I V. <: difeso dalle milizie d1 P rospero Colonna, il quale resistelle validamente. Di nuO\'O le milizie pontificie, di Clcmclllc VII , lo assalirono, e riusci rono a toglierlo ai C:lllonna, ma un membro d i quest a fam iglia, Ascanio, riuscì ;i r iprenderlo. Una terza volta il papa, Paolo IV, to lse r . ai Colonna per darlo a Giovanni C~raffa, il quale \'i cscgul lavori di fortificazione con bastioni, ma dopo la battaglia <.li Lepanto il papa res;ituì la terra ai Colonn:i.

ll1111aglia di Paliano (27 luglio 1557). Appartiene ,d l:1 .llucrra di Paolo IV comro gli Spagnuoli. Marc'Antonio Colonna, che panegr ia,,a per essi. marciò su P. difeso dal Caraffa e lo investì. Ma il marchese d i Mo ntcbdlo e G iulio Orsin i accorsero co,i milizie pontificie, composrc d( italiani e di svizze ri, e assalirono lt truppe ,le! Colonna. La battag lia tcrmin0 con la vittoria cli queste ult ime. 1 Pontifici, volti in fuga, lasciarono nelle mani degli a,•. ,ersari !'Orsini, ferito nell:i mischia . L'aswdio cominub, s ino alb pace firmata a Ca\'C il q settembre.

Drìganrino Palinuro

Pali te. V. Metild,dorofornziato . Pali scher mo (o l'a/isca/1110). Ant. ,·oce marinara per indicare le piccole barche a remi, non dilungandosi da! lido o <lai naviglio cu i sono addette . li Guglielnwtti ne distinse vari, con term inologia prettamente ital ian:,: la ,, barca », di forme gro,solane e solide. per salpare le ancore. per d istendere le catene e le gomene, per imbarcare la zavorra, ecc.; il « battello », o P. ordinario, « che sempre avanti e indietro va battendo le acque elci po rto nei piccoli ser vigi clello spentlitorc e tic! cuoco!>; lo « schifo » dei marinari; i l « caicco • dei soldati; la , lancia • degli ufficiali; lo « schelmo » del comandante; la « cimba • · « che si guid3 coll'andrivcllo per andare e ,·enire speditamente da terra a bordo, qlian do si ~ agli or-


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meggi ». La voce lancia o ggi ha assorb iro quella a,u ir a terminologia. A Venezia, durante il XV secolo, il /-'. , d i d imensioni un p o ' maggiori dell'ordinario, fu annato d i una bombarda, e fu a l servizio d elle navi da gue, r:i.

\

Palizzate di chiusura

Palizzata , Ordine d i pal i aguai in cim a, cmificcati in

rnmando ge nern le dell'arma ne l 1930.

nel

1927,

and ò

in

P.

A.

l'aliz w!o di Ram ione, barone Giovarmi. Generale, n . a Palermo, m . a Roma (18Gj-1927). Sottol. d'art. ne l 1&88, parte cipò alla guerra con tro l'Austria divenendo colonnello nel 1917. Coman dò in 2• la sc uola bombard ieri e nel -1918 il z3° raggruppamento artig lieria d 'assed io, distinguendosi al medio Piave . fn P. A. S. nel 1920, nel 1926 fu promosso generale d i brigata in aspettat iva per riduzione: quadri. Palla. Così fu ch iam ata una sfera, di pietra o di fe~ro, che serv iva anticamente come proietto per le a rtig lierit e gli arch ibusi . Essa e ra di diversa gran dezza a second a dei calibri de lle a rmi ; col suo peso si d esignava la bocca da f:uoco . Palle d i ferro vennero c reate 611 dalla p rima metà del secolo XIV in Italia, contrariamente a quanto d icon o gl i storic i francesi , i q ual! attribuiscono tale invenz ione a Giovanni 8lll'ean, nel la second a metà d el sec. XV. Mode rnamente fu chiamato palla, il proie tto d'artiglieria d ;,.tin ato essenzialmente ad agire con tro bersagli coperti da blind a-

diverse parti delle fortezze, diritti o inclinati, ad una piccola d istan za fra essi , per costituire d ifesa accessoria o d ostacolo. Si chiamò anche Palificata . Si distingueva in P. di cl,iusura, aven te i pali posti a breve distanza uno d all'altro; e P. difensit1n, avente

i pali a contatto, muniti d i feritoie a r m. di distanza l'uno clall'alt rn; essa e ra raf• forza ta con breve terrap ieno.

Pal izzolo (Mario). Colo nnello gar,baldino, n . a Trapani nel ,826 : partecipò a ll a rivoluzio)1c sic iliana del 1848: Palizzc lo Morio nel r86o fu dei MiIle, r imase ferito a Calatafimi e si distinse a lla battaglia del Volturno. Palizzolo Alfredo. Generale, n . nel 1858. Sotto t. d i fan teria nel 1879, in occasione <lell'epidemia colerica del 1:SS~ ebbe la med. d 'argen to dei benemeriti della salute pubb lica. Ten.e nte colonnello nel 1906, an dò in P . A. nel 19n, e due ;inni dopo fu promosso colonnello. Richia mato in servizio durante la guerra> d i• venne generale cli brigata nella · riserva nel 1924. Palizzolo di Ra111io11c, ba-

rone Giuseppe. Generale, n . a

menti metall ici (navi da guerra, batterie corazzate, torri gi~ revoli, ecc .). li loro impiego è pertanto generalmente limi-

tn to alle artig lie rie da costa, cd ai cannoni d i maggior calibro tra le bocche d a fuoco d 'assedio. La palla è d i metallo molto duro (acciaio o g h isa indurita), ha for ma ci l indro-ogivale con punta acuminata e pareti robuste. Essa ha u1rn cavità interna , relativamente piccola, per contenere la carica . di scoppio : posteriormente ha un foro ci!indrico con avvitat ura, detto bocchino, c he serve per l'introduzione d ella carica interna, e dove si avvita un a sp oletta a pe rcussione, destin ata ad accendere detta carica.

Palla corriera, o tnes;aggera, V. JJomba corriera; Palla i11cutenata, V . Angeli; Palla. lucente, V. Carcasui; Palla vuota, V . Grnnata reale, V . inoltre P,,1/ottola e Pro1<'tti/e . Palla a bisclwri. « Quel proietto che, oltre al fuoco, è fornito di punte acute per conficcarsi e bruciare a punto fisso>>. (Gug lie lmo tti).

Palermo nel 1866. Sottot. dei bersaglieri nel 1885, p assò nel 1892 nei CC . RR . Partec ipò alla gue rra contro l ' Austria nel 1915 e nel 1916 . Colonoeilo nel 1919, brigadiere generale nel 1922 e generale di brigata nel 1923, fu addetto al comando genera le dcll 'arma dei carabinieri, co•

Sezioni longitudinali di palle ~ilindro- conichc

Palla a stella . « Quel proietto d iv iso in più sez ioni , e connesse con un anello su ll 'equatore del globo, che sparato spandesi quale raggiera ». (Guglielmotti).

P:::li;:zcln G iuscpp<'

mandi> il gruppo scuòle a llievi carabinieri (1924) e n el l\11(, fu ispettore d e lla 4~ zona . Generale d i d ivis . ad detto ;il

Palla fasciata . Era così chiamata la pa lla quando era in volta con tela o cuoio od altro tessuto o sostanza, per ottenere che, n eÌla canna d el pea,o, essa vi rimanesse st rettamente aderente alle pareti del! 'an ima , d imi nuendo così, nel lancio, il fen omeno ciel « vento », ed ottenendo

in conseguenza 11,aggiore gitta.ta.


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PAL

I' I

Pallt1 /umifera (o ,-offocante, o puzzolente) .

«

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Bomba o

granata, piena d·una materia atta a produrre densissimo

fumo, o vapore soffocante cd anche mortifero: si fanno con istofTa a,ggomitolata e tempestata cli stoppini, quind i ammoll ata in una mistura da fumo : soglionsi gettare ndle gallerie delle mine de' nemici per scacciarneli >> (Med in i) . Anche la Ca1'Cassa (V.) era cli questo t ipo.

Convegno di Pallauza (9- r4 agosto 1916). Venne tenuto fra rappresentanti ing lesi e italiani, per accordi riguardanti questioni ccon01niche, durante la guerra, speciahnente in torno ai noli marittimi e alle forniture d i carbone. Pai/anza. Brigata di fanteria cl.i linea costituita □cl febbra io 1917 per la durata della guerra Italo-austriaca (19r5• 19 18) dai depositi del 24° e del 92'-' fanteria, coi regg. 249~ e 250°. Schierata i nizialmente sulla fronte carsica, da l 23 al 27 maggio 19,7 attaccò le posizioni avversarie nella zo11a di Plensk i-Novelo-Temni2.za. F u poi su l Dosso Fajti

1

l

cellesi; la lotta durò fino al 1259 e terminò con la sottomissione di P. a Novara. Dopo la dom inazione dei Visconti e degli Sforza, i Pall anzesi riuscirono a riavere la loro libertà, insidiata però dai Borromeo, cd evitando il loro dominio merci: lo sborso d i cospicue somme cl i denaro. Un certo numero cli Pallanzesi, guidat i da G. A. Azari , eh<: vi lasciò la vita , partecipò a, moti repubblicani clell'Ossola (1798).

O\'C

z

4 , , Palln D francese, inizio guerra mondiale; 2 1 l?alla S tedesca, inizio guerra mondh1.lc; 3, palla SS tede.sca, modificata durante la guerra; 4, palla SK tedesca perforante

Palla luminosa. « Palla di fuoco, fatta di una mistura, che abbrucianclo produce una luce vivissima; si scaglia colle artiglierie dagli assediati in tempo di notte per r i-

combattè con alte rna vicenda fino al 23 agosto, per

la wnquista <li q uelle importanti posizion.i, specie d i q. 3ì8, Trasferita nella regione clell 'alto Posina, vi restò fino ali 'ottobre 1918, allorchè fu inviata prima in Valle dei Signori e poi, per la nostra offensiva finale, nella zona dd M . Novegno, donde mosse per inseguire il nemico verso Carnpornolon e Campo della Vena. Spintasi a S. Sebastiano,

schh1ra re la campagna ov'è d'uopo di osservare il nemico, cd i suoi lavori ,, . (Medini). Palla iucerl{liaria . Chiamavasi anche Pallone. Era un composto di polvere, pece nera, resina, sego 1 stoppa, racchiuso entro un saccbctt◊ con quattro o sei grana.te a mano Cl·

riche ccl innescate. Era di forma ovale e si lanciava col 1nortaio.

Palla. in bocca. Comando ai moschettieri di ~fferrate la palla con i <lenti, mentre caricavano versando la po1vere dalla fiaschetta nella mano, ossia senza cartuccia. Ndk rese <li assediati, insieme con tamburo battente, bandiere spiegate, miccic accese, la palla in bocca ai moschettieri e ra considerata come segno d i fierezza concesso dagli assedia nti pe r d ifesa ,·alorosa. Palla rossa (o roveme, arroventata, rnfuo,·ata). Era la palla da cannone che in antico si foceva arroventare sopra una gratella e si introduceva nd pezzo con una cucch iaia a due manichi.

Palla uncinata, o lw11u1ta. Fornita d i graffi per lacera re; specialmente in mare, vele e sarùc <lei nemico » . (Gug liel motti). Palla 111101a. Così fu cbia mata anticamente la granata detta reale, lanciata dal cannone: essa nel vuoto interno era carica d i polvere e portava una spoletta che si iunc-

scava all'atto dello sparo.

Pal I ade. Torptdiniera d ' alto mare, var ata nel 1906 da l cant iere Pattison di Napoli ed en trata in servizio nello stesso anno. Dislocamento 208 tonn ., macchine 2900 HP. Fu radiata nel 1923. Pallanza (ant. Palla11ti,1). Città in pro,· . d i Novara, sul Lago Maggiore, nella r iva nord dd seno delle lsok Bor• romee_ Di an t. orig ine, verso l'XI S{'colo apparteneva ai VC· scov i di Nov ara , ai gua ii fo tnlta dai cont i di Biandratc . Vi fu allora eretto un castello. Divenuta feudo della famiglia dei De Castello, questi nel 1 2 18 la cedettero ai No varesi . La città si ribellò nel r221 e fu aiutata dai Vc.r -

Medaglia della brigata Pallanza

i l 249° riusd a ragliare la st rada a una d ivis. d i KaiserJagcr.. mentre il 250° si portò a Tezzeli. La brigata meritò , ohre alla cita~.ione sul bollettino cli guerra N. 82r del 23 agosto 1917 del Comando Supremo, anche la medaglia d'argento al valore colla seguente mot ivazione: « Dopo aver strappato al nemico forti posizioni sul Carso, le manteneva con eroica tenacia in asprissima lotta . D iede sw,pre prove ammirevoli di salda discipl ina, cl i sen timen to de l dovere, di alte v irtù militari, contribuendo efficacemente a l raggiung imento della Vittoria » . (Faiti, 19p23 agosto 1917; Tren tino, ottobre 1917-4 novembre 19r8). Festa deì reggirnenti: il 23 agosto, annìvc:(sario del con1-

batt imcn10 a '1· 3j8 Dosso Fai,1 l 23 agosto r9, 7). Colore delle mostr ine: fo ndo giallo con una foscia verde al centrt> nel senso verticale. Comandanti del la brig'1ta : colonnello br igadiere Caiani ( 19,7); br igadiere generale De Angeli:, (1917-1S) . Perdite ùclla brigata: ufìiciaii morti 23, feriti 76, dispersi 7; u . di truppa m . 27-;., f. 2453, d . 785. Pallanz a. . Battaglione alpin i, costituito nel maggio 19 17 per la du rata della guerra Italo-austriaca (l915-,918) ed assegnato al .49 ,egg. Ebbe le compagnie 282•, 283~ e 302" e [11 in izialmence chiamato 8° bgl. specic,lc . Operò ,bpprima in Val Costc:ana (CaclOl'e) fino ;rl l'offcnsiva :,,u,trott·dcsca dell 'ottohre, allorchè rip iegò combattendo a protezione di altee unità . Schierato poi sul Montello e sul (irappa, te nne audacemente fronte al nem ico. Nel 19 18 49


PAL

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fu prima sul M. !\solone e poi verso la Sella dd Tonale, concorrendo alla conquista di Cima Zigolon e di Sella Prescna. Le sue perd ite in guerra a_m montarono a uffìci:.-.!j morti 1, frriti 6, d ispersi 3; u. d i trnppa m . 96, f. 266, dispersi 109.

Pallavicini (marc/,ese Tobia). Maresciallo d i cam po del ;ecolo XVII, n . d i Genova . Fu al servizio dd duca F··aucesco I d ·Este, il quale lo incaricò di restaurare nel 16~,f k fonificazioni tli Reggio e gli affidò il comando c!ella piazza. Egli la d ifese . (elicementc nel 1655 dagl i Spagnuoli e l'an no seguente abbandonò il serv izio del d uca. Lasciò una « Relazione della guerra ». Pallavici11i di Priola marchese Valentino . Generale (17881842). Capitano nei racciatori it:iliani nel 1814, diveunc colo nnello nel 1831 e comandò il regg. Guardie. Magg . generale nel 1833, ebbe il comando del la brigarn C uneo e nel 1836 passò a disposizione del m inistero degli esteri q uale ispettore delle RR. poste. Nel 1842 fu pro1no%0 luogoten. generale.

Palla11ici11i di Priola mard1ese Em ilio. .Medaglia d'oro, 11. a Genova, m. a Roma (1823-1901). Ufficiale d i fanteria nel!' esercito Sardo, passò nel 1848 nei ber saglieri, partecipando con essi a wue le campag ne dd Risorgimento, e guadagnandosi, per le sue ripetute prove <l i valore, una med. d'argemo nel r 849, una menzione onorevole al ponte di Casale nel 1859, una promozione per merito cli guerra a Perugia nel 1860, ed i successivi gradi dell'ordine m ilirnre di Savoia (cav. a San Martino, comm. ad Aspro/ monte e gr. uff . .nella campagna contro il brigantaggio) . La mcd. d'oro gli fu conferita « per l'intelligenza, l 'ener!,-!{ Pallavicini, Emilio gia ed il valore dimostrati nel concorrere a formare il piano ed a dirigere- le ope razioni degli Abruzzi e dcl i ' ,\ scolano contro i brigant i, e· cond urre una colonna al1'assalto di C ivitella <lei Tronto (20 marzo 186,) " · Da generale, comandò la brigata Como, la d ivis . mii. d i Salerno ed i corpi d '.a rmata di Palermo e d i Roma. Fu primo aiutante di campo d i S. M . il Re Umcyerto I e senatore , lei Regno nel 1880.

Pallauicini di Priola Giacomo. Generale, n . a Genova, m. a Firenze (1829-1 900). Volontario nel 1848 , partecipò alle campagne <lei 1848 e 1849; ferito a Novara, meritò la med. d'argento. Soltot. d i fanteria nel 1849 , passò nei bersagl ieri nel 1850. Combattè in Crimea, nel 1859 , nel 1866 e nel 1870; a S. Mart ino ebbe una seconda med. d 'argento. Ritor nato in fanteria nel 1874, comandò il 6° regg. nel 18j8 colla promozione a colonnello. Pr imo cornand. della brigata Messina nel 1884 e magg. genera le nell'anno seguente, andò i n P. A. nel 1888. N el la riserva ne l 1892, fo promosso ten. generale nel 1895.

derico li, nel 1240 e 124r tentò d i sottomettere Genova, indi prese Pontremol i. Nel 1250 vinse i Parmigiani ad Agrola e nel 1260 fu nominato per cinque anni capitano generale della repubblica milanese!. Dopo la sconfitta dei Ghibellini alla battaglta d i Benevento (1266), perse ogni potere e si ritirò a vìta pdvata. Durante Ja sua vita 1n ovimentata fo anche per breve tempo signore <li · Cremona e d i Brescia . Si segnalò anche come ing. m ilitare. ampliando il rccin10 di Busseto , che era stato costruito fra il 1027 e il 1034 d a Adalberto P., conte d i Piacenza." Pallavicino Giovanni. Condottiero del scc. XV, 1n . a Corto na nel q78. F u lungamente agl i ord ini del la repubblica milanese; nel 1466 e bbe il comando supremo dell 'esercito di Frane.esco Sforza e nel 1475 fu nominato vicario ducale in Genova. Nel r476, alla morte dd duca Galeazzo Maria Sforza, fece parte della reggenza istitu ita sotto la vedova duchessa Bo na. Quando l\el 1478 scoppiò la congiura dei Pazzi, co;idusse in Toscana le 111ili.rie dello Sforza.

Pal/auici110 111arcl2t'se di Busseto Galeazzo. Condottiero del sec. XVl. Fu uno dei comandanti delle squadre milanesi alla battaglia d i Fornovo (r495). Militò poi agl i ordini <lei re Lu igi Xli e combattè ad Agnadello. Pallavicina Cristoforo. Capitano genovese del scc. XVI.

Nel 1528 cooperò valicla1nenre con ,\ndrca Doria a libe rare Genova dalla sch iav itù dei Francesi. Nel 1545 fu nominato

commissario generale delle armi in Savona e nel 1553 sconM fisse i francesi in Corsica.

Pallavicina Sforza . Capitano e ingeg nere m ii. del secolo XV I, n. a P arrn,1, m. a Salò (1520- 1585). Nel 1~45 fu creato dal re Ferdinando d 'Ungheria capitano genera le del!,1 cavalleria ita liana e si battè sotto le mura d i Pest; nel 1556 fu maest ro <li campo ge nerale ùell'c,erciw ungherese; combattè contro i Turchi per 12 anni . Nel , 557 passò al servizio veneto e due anni dopo fu nominato capitano gr:neralc delle milizie d i terraferma. Partecipò alle g uerre del la repubblica contro i Tedeschi. Rafforzò Bergamo (1560) per fronteggiare Milano e propose un siste ma d ifensivo per Udine . Raggiunse il g rado d i g0Ye1·natore generale degli Stari vcncti e sov raintendente delle fortezze. Pallavià110 dei marchesi di Ceva Viuorio Maurizio. Capitano del sec. XVII. Fu primo capitano delle guardie del duca Carlo Emanuele II per 22 anni. Governatore d i Nizza e poi della cittadella di Torino, morl nel 1691. Le sue benemerenze furono nel 1673 ricompensate dal duca col cooferimento del .collare dell'Annunziata. Pallavici110 di Ceva Tommaso _Ad,J/berto. Generale del sec. XVII figlio del precedente. Fu luogotcn. generale e grande scudicre cli Savoia e morl nel 1719. Ebbe, per i suoi meriti; il collare dell'Annunziata nel 1696 dal duca Vittorio Amedeo Il.

Reggimento Pn//a vici11i. Reggimento dell'esercito austriaco, creato nel 1701; fu al comando del generale cli fanteria conte Pallavicini dal 1736 al 1750.

Palhwicù,o di Saint Remy btffo11e Filippo Guglielmo. Generale, n. e m . a Torino (1662-1732). Luogoten. maresciallo nel 1708. fu successivamente governatore d i Susa (1710), Cuneo (1712), A lessandria (, 714). Generale d"art. nel 1719, fu vicerè d i Sardegna dal 1720 al 1723. Governatore della cittadel la d i Torino nel 1724, ebbe nel 1729 il collare dell 'An nunziata e nel , 73 1 i l tito lo d i gran ciam bellano.

Pallavicino (Oberto, o /Jlberto, il Grande). Capirano i.lei Ghibellini de l sec. Xlii, n. a Po lesine nel Parmigiano, m . a Gisa lecchio in Val di Mozzola. Agli ord ini di f'e-

Palfoviàno di Frabosa 1narchese Francesco. Generale <lei sec. XVlll. Coi gradi di colonnello, brigadiere e maresc. d i campo di fanteria, comanùò dal 1730 e per nove anni

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il regg. provinciale di Vercelli, che guidò nella guerra per la Successione di Polonia, d istinguendosi nella d ifesa <li Cuneo (1j44) . Comandante della cittadella d i Torino nel 1739, ren. genera le nel 1744, d ivenne nel 1755 i:ran mastrn d 'artigl ieria, carica che tenne sino al 1762. Pal/auicino Gianlt1ca. Generale del see. XVIII . n. a Genova, m . a Bologna (1697-1773). Servì a !ungo sorto Carlo VI di Germania , p ri ma nella marin a e poi come generale. Nel 1741 d ivenne comandante generale del ducato di Mantova; nel 1746 partecipò con o nore '111e battaglie d i P iacenza e del Tidone rimanendo ferito ; nel J749 ebbe il comando generai<: degli eserci ti imperiaii in Italia e nel 1750 g li fu affidato il -governo civile e mi:itarc della Lombardia, quindi divenm: felci maresciallo dell'Austria. Pallavicino Gianc,irlo. Generale austriaco, n. a \filano, nel 1739, m. nel 1789. lni7,,iò la carriera da seniplice soldato. Colonnello, partecipò all a gllerra per la Successione di Raviera. Nel 1788, gene rale, andò in Ungheria contro i Turchi e nel tentativo di riprendere al nemico un rid otto, a K.eranscbcs, riportò grave ferita d'archibugio e per essa morì alcun i mesi dopo. Pallauicino ma!'c/,cse· Gio,gio Guido Tn11u/zio. Patr iota,

11. a Milano, rn. a G inestrclle (1796-1878). Come cospiratore contro l'Austria fu condannato, nel 1821. insieme col Confalonieri, il Pell ico, il Maroncclli cd altri, al patibo lo ; condanna che gli venne cornmurata in quella di vemi anni cli carcere <luro allo Spielberg. Per malferma salute ottenne d i essere trasferito a Gradisca, poi a Lubiana. Ottenuta la libertà nel 1836 gli fu concesso d i rimpatriare, ma nel 1848 en1igrò in Piemonte, dove, :,lC· quistata la cittadinanza sarda, fu eletto deputato . Col Manin fondò la « Società M7.io nale ital iana ,, d i cui, dopo la morte Pal!avicino Giorgio del Manin, fu presidente tino al 1859. Nel 186o iu nominato sena tore e si oppose alla cessione di ::,,Jizza alla Francia ; chiamalo a Napoli da Garibaldi, fu da q uesti nominato prod ittatore . A lui si d eve il decreto dd plebiscito per l'annessione delle provincie napolerane al regno d'Italia . Nel 1862 fu prefetto d i P alermo t quindi cavaliere della SS. Annunziata . Nel 1882, la moglie pubblicò le sue « M ernorìe )' .

Pallavicino marcl1e,c Luigi. Generale, n . nel 18~8Sottot. di fanteria nel 1869, frequentò poi la scuola di , g uerra. Da ufficiale superiore insegnò storia alla Scuo la mil. di Modena . Colonnello nel 1901, comandò il 68° fanteria e dal 1906 il d istrcllo mii. di Verona. In P. :\.. nel 1907, fu promosso magg . generale nel 1913 e ten . generale nel 1918. Pa/lauici110 marchese Gian Carlo. Generale, n. nel 1851. Sorto t. d i cavalleria nel 1873, frequentò poi b scuola d i guerra. Colonnello nel 1902, con1andò i lancieri Vitror io Emanuele. Collocato in riser va nel 1907, fo promosso magg. generale nel 1913 e tcn . generale nel 1918.

Pallette. S i chiamano così quelle p.icco!c pallottole d i piombo che sono racchiuse nel proietto chiam ato dal suo ideatore Shrapnel (V.). E si chiamarono ug ualmente quelle

racchiuse nella ant. {( scatola a mitraglia n.

Palli (Natale). Medaglia d'oro, n. a Casale Monferrato, rn . per incidente d i volo (1895 -r919) . Studente d'ingegneria nel l 'Un ivcrsità cli Torino, stava compiendo i suoi obbligh i di leva quando scoppiò la gue rra Ita lo-austriaca . Non1in:1 tù sotrot. di complemento di fanteria, t:hicsc ed ottenne ben tasto di passare in aviazione, e 110n tardò a divenire uno dei nostri migl ior i p.iloti di g uerra, raggiungendo in breve il g rado d i capit:1110 e guadagnandosi due 1ued. di argento. Posto al comando clella squadriglia « Serenis-

sim a », fu uno dei più intelligenti ed ardimentosi esecutori ciel vo lo su Vienna , ideato da Gabriele d'Annun z io, i l q uale ebbe, fra tutti, dileuissimo il suo « P all ino » com'cgli lo chiamava . Dopo la g uerra, vol le te ntare· un raid P adova-Parigi-Roma-FaPalli Natale dova , ma, essendo stato CO· stretto ad atterrare in piena 1nontag na, nella Savoia, trovò la morte per sfinimento, tra la neve e la so litudine. La med. d 'oro fu accompagnata da questa motivazione : « Intrepido cd audace, sicuro pilota d'aeroplano,' guidò o ltre i mari cd ' oltre i monti, su terra 11cmica, •il suo velivolo, sfidando ogni pericob, superando ogni ostaco1o . Nelle più r ischiose imprese, forte della sua fede . forte del

_.; uo coraggio, fu magnifico cscn1pio di valore, di prodezza e {li perizia. Ogni missione di guerra, anche la µit1 ar1fimcntosa e difficile, egli condusse a tcrmiué, nonosrantt le :•vvcrsc condizioni almosfcr.ichc e gli attacchi nemici. Fornì preziose notizie, che furono sempre elementi completi e sicari per le decisioni dei nostr i Comand i ,,. (Ciclo della Dalmazia e d ell 'Istria, del Tirolo e della Carnio 1a, H't· tern bre"orto bre 1918).

Pallieri (Vittorio). Gellerale, n. a F irenze nd 1879. Sottot. d'art. nel 1899, partecipò alla guerra comro l'Austria e nel 1917 e bbe la promozione a ten. colonnel lo per merito d i g ue rra . Colo nnello nel 1924, fu a disposizione della scuola centrale d'art. e nel 1927 venne nominato d irettore del 10 centro esperienze <l'artiglieria. Direttore dell'arsenale del R. E. d i Piacenza nel 1930 e addetto alla d irezione superiore dei servizi tecnici d 'ar't. nel 193r, venne promosso ge nerale d i br igata capo del reparto progetti dei serviz i stessi nel 1932. Pallio di Rinco (conte Ignazio). Generale del secolo XV111, m. nel 1755. Luogoren. generale d i fanreria nel 1737, fu governatore di Cuneo. Dal lj']1, alla morte, fu comandante gencr:de d i Aosta. · Pallio di Rinco co,zte Ca!'lo. Generale del sec. XVIII, a Ginestrelk nel 1781. Nominato ufficiale di fanteria nel 1739, p,1rtecipò col regg. provinciale d'Asti alla g uerra per la Successione d'Austria. Dal l7ì l al 1781 comandò il regg. provinciale di Pinerolo, d ivenendo colonnello (1771) brigad iere di fanteria (1774) e rnagg. generale (1780). Nel 1781 venne nominato governatore di Fenestrelle .

111.

Pal Iiser (Guglielmo). Costruttore, d i Dublino, inventore nel 1860 cli un cannone di fe rro fuso cbc fu adottato dal" l'artiglieria britannica.

Pallone di fuoco. V. Carcassa.

1


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Pal/011e (V. Aerostato per la parte storica). Il pallone frenato (aerostato fornito d , navicella, con tenente una o più persone, trattenuto al suolo da un cavo d ·acciaio av.

volto sopra un argano a motore, mediante il quak si può farlo discendere o salire) nei confronti con l 'aeroplano, e sempr~ che un determinato. compito possa essere eseguito da entrambi, assicura i seguenti vantaggi: maggiore celerità di trasmissione di notizie dovuta al collegamento telefonico che permette la conversazione facile, permanen te ed immediata tra osscn atori e comandi; 1nag,

s i ritiene possano essere

loro affÌdati 1

son()

i seguenti:

u) individuazione delle batterie nemiche; b) aggiuslamcnto

e controllo del tiro (terrestre e navale); e) osservazione delle azioni di fanteria; d) sorveglianza generale del campo d i banaglia; e) sorveglianza degli sbarramenti delle pia«ze mariuirnc; /) sorveglia1na delle rotte di sicurezza nei porti;

.....

1

g iore economia di materiale e personale, poi c he essendo il P. cost antememe alzato basterà richiedere in qua lunque

Drachen a bordo dell'Aerostiere (Libia r91 L)

g) servizio delle ostru:<ioni aeree; /,) idenlificazione degl i ormcggi dei palloni avversari. Il P. frenato italiano AP (anualmente i11 dotazione al corpo aerostieri del R. Escrcilo) è un involucro [orinato da un ellissoide tronco al quale è raccordato un cono, in n1odo da formare insieme un 'unica c::ln1cra completamente riempita di gas e perfenamcntc corrispondcnlc alla forma esterna. li P. è cioè costituito lrasforman<lo uno sferoide, qua l 'è l'ellissoide, in una forma d i rninin:ia resistenz1 al ·cento; la tras(ormaz1011è è ottenuta sezionando r el!issoidc con un piano normale all'asse Jongitudinalc, e sosti-

tuendo la pane tolta con un cono. Dimodochè srat icamente si può rnnsideràre sempre come w 10 sferoide, con tutti i vantaggi c he ne derivano, mentre dinan1icamente si può

considerare come una forma di minim a resistenza alla penetrazione. Per stabilizzare ir sistema è stato necessario, come in qualsiasi altro P. o dirigibi le, un impennaggio, e <JUCsto i:: cost ituito da tre sacche stabi lizzatrici d isposlc a

120°

e destinale a contcm.:rc l1 aria che vi e ntra da ap-

posita apertura e da un foro di com unicazione <lei bai -

Pallone militare in ascensione libera ( 1928)

momento l'opera dell'osservatore della navicella, ev itando così un volo del l'aeroplano con i <lispcnd i ed i rischi relativi. L'osservaz.ione fatta dal P. è. pi11 lontana e piè, obliqua d i quelle dell 1 aeroJJlano. L'obliq uit,ì del raggio visuale e la grande d ista,ua <legli obbiettivi (dovuta al fatto che il P. agisce a d isran2.a dalle linee nemiche), sono svantaggi che diminuiscono ]°efficacia e l'esaltezza del suo impiego nei confronti dell'aeroplano; però il P. offre i vantaggi determinati dalla stabilità della navicella, dalla continuità delle osservazion i e dalla facilità e rapidità d i w rnunicare con la cerra. I compiti nei quali i pallon i furono impiegati d urante la guerra Mondiale, e che tuttora

Pallone osscn ·atorio AP

lone (camera d'aria) con la sacca i~feriorc. fase sono rra loro comunicami a mezzo del cono d'aria; sono cucite

all'involucro a ga~, ml, dinamicamente, si .sostengono <la


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st'. stc.ssC1 anzi sostengono una parte. del carico totale, poichè il sistema funziona come un vero e proprio cervo volante .

All'involucro è attaccata la sospensione, costitu irn d a

lln

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alla linea dei vertici , vi /; la cucitu ra ri i attacco del diaframma, il quale ~ sagomato identicamente alla parte in (enore del P . e con questa dà luogo al ballonet, allorch~ il P. non è del tutto pieno d i gas. Di conseguenza, la pane inferiore dcl i ' invo lucro contiene solo aria, e sopporta le sole tensioni dovute ;\Ila p ressio ne del vento . I.e catenarie sono costi tuite da cavetto d'acciaio, come per lutti

gl' involucri di d irigibili, mentre le funi d i sospensione .sono d i canapa . Le tre sacche stabilizzatrici cotnunicano col cono d 'a ria ; le due superio ri, liberamente med iante fori; l'i nferio re, in vece, per mezzo della va lvò la che conseme il passaggio d'aria della sacca al cono e non viceversa; q uesto particolare cosr,·uuivo è stato fatto con lo scopo di poter gonfiare. prima della manov ra, le sok sacche superiori (ser vrndosi di un ventilatore a mano (){I a motore) ; la sacca inferiore invece ~i gonfi a da sè rnpidame1ue, non appena il P . comincia ad elevarsi. La sospensione del cavo i: costituita da 12 funi che partono dai venici delle caten:1 ric de l I'inv{)lucro e s l riuniscono

in

d ue g ruppi. dc-

P~llonc AP in osservazione ,sul ìvlonre G rappa (.settembre 1918)

nu,ncro esiguo di fun i, le quali sono connesse all'invo~ lucro per mezzo d i cate narie. Le funi sono destinate a li 'a_ttacco del cavo dj ri tegno . e al la sospensione cd all'i mbrig liamento della navicella. Complernno il sistema: una valvola ad aria ; Je catcnarje, j cui anel li lermina li servo no per l'attacco delle (un i d i or meggio e e.li manovra : ia deformazio ne elastica <lei ballonct. L'in volucro è fatto

Cavo di

rlfegno Pallone osservatorio :-\P (sche,r.a)

stra e sin istra~ ciJscuno dei quali cermina con un rmdlo

metallico. I d ue anelli sono connessi mediante un terzo, porRi nte lo stroppo di carn di acciaio a cui si attacca diren~mcntt. il cavo di ritegno . Inoltre essi sono ancora co}. legati da altri due , ai quali si agganciano <:lei ganci a mo-

schetto ne, portanti stroppi di funi d i canapa , ai q uali si f-issa no o sacchetti d i zavorra o funi cli manovra, o g li uni e le altre .a seconda del le necessità. La sospensione, POnchè ] ' imbrigliamcuco del la navicella , è cost ituita d a 1,. funi attaccate anche ai vertici delle catenarie dell'i nvolucro. Per poter faci litare g li spostarne n t i del P. frenatù da un luogo all'altro, e\'itando o !o sgonfìa1r1e nto o la manov ra a braccia, il P. osservatorio AP può essere trj sformato i11 Motopallone (V .), sostituendo la normale navicella con altra (rn . 3.50 , li lunghezza, 111. , d i altezza,

m.

1

di larghezza) munita di un piccolo g rupµo moto.-

propulsore della potenza d i 40-50 cavalli. Per 1 « Palloni di sbarramento » . V. Sbanammto. Per ii « Fal lo nc sonda », V. Sondaggio naco . Drachen incendjato in un attacco di aeroplani L'ufficiale osservatore si sal va col paracadutè

a fusi (come per i d irigibili), con fasce d i rinfor<o messe tra~vcrsalmcnte e passanti pci vertici delle cucnaric di sospensione. Subito sopra le catenarie. quasi paral lelamente

Paliotti (Giacomo). Medaglia d 'oro, n . a Bologna, caduto al fronre ( 1897-1917). Studente universitan o, lasciò la scuola per le ar mi all' ini1.iarsi della guerra Italo-austriaca. Nominato, dopo aver passato qualche tempo nel bgl. aviaco ri , aspirante ufficiale nd 6° bersagl ieri, cadde eroica-


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rncntc sugli Altipiani, nell 'epica d ifesa del gruppo ddlc Mclcttc, com'è detto nella m otivazione -di m edag lia d'oro : " "I n

un momento cr iticis~

15 grammi. L ·applicazione delle polveri infum i, molto potenti, fece diminuire i calibri dei fucili, cd in conseguenza allungare le pallottole. La velocìt:, iniziale aumentata obbligò

simo dell'azione, con raro ard ire lanciavasi, alla testa del suo plotone, contro il nemico che irrompeva nelle nostre tri ncee. Dopo fiera lotta alla baionetta, riusciva a rioccur pare la posizione perduta, che :l ifcndeva poi con e roismo e tenacia. Stando ritto sulla trincta, animava i suoi

Pallottl G iacomo

uo~

Tarnisicr

l\llin ié

Charin

Peeters

mini l1 raddoppiare le forze per far fronte al soverchiante

Pal lottole di fucile (scwlo X LX)

nurnero di nernici, finchè, col-

a rivestire le pallotto le di un metallo più resistente del piombo, e tale da forzarsi nelle r ig he senza lacerarsi . Infine la resistenza del l 'aria suggerì va;,e forme della punta dcli~

pito a morte da palla nem ica, c~1dev-a g loriosamente sul campo». (Monte Badeuecche, 4 d icembre 1916).

Pallottiera. L a Forma di ferro o di bronzo con la quale si fabbricava no le pallottole, sferiche, da foc i!e. Era d ivisa in due parti parallelepipede, che combaciavano , rne1sch icttatc da un c,ipo, e aYcnti d all 'altro un ,·nan ico per aprirle c chiuderle . Nelle faccie a contatto v i erano una o d ue file\ di _in cavi emisferici allo stesso livclJo, ralchè, nella chi usura, si c;ostiw ivano tante sfere cave. Esse ...~omu,nicavano per mezzo di uno st retto collò con un canaletto

p raticato lungo il filo d i com baciame nto : nel canalèttt, si versava il piombo fuso, che colava così nelle sfere e formava le pa llonolc .

Pallottola. Così viene chiamato oggi il proie ttile del l'a rma da fooco po, tatilc . Dalla forma skrica della palla

cosl ch ia1nata in

:-inl icu,

P rìrna

6

il proiettile <.lcH'arma da fuoco portatile venne ; cambiare tale forma, prima in cilindrica e in tron. cocon ica con scanala .

forma

4

pallottola con •;cot"Ona d i forzamento; -z, 3, 'J, 6, id., con incamiciatura d'acciaio; 5, id. di bronzo I,

Pallottola nell 'anima liscia della rnnna (1827)

ture ci rcolari e v uoto

interno, quindi in fortna cilinci rica aJl.ungata

con punta S{:ruisfcrica, senza scanJlature circolari e senza

1'uoto i111erno. Vennero poscia la pallottole rivestite o i,~amiciatc, affusolate, tu bolari , appuntite. Tutte queste trnsfor-

pallottole, per ottenere la minor resistenza rossibile. La pallottola oblunga era già conosciuta fin dalla seconda 111età del secolo XVI; l'invenzione ne è att ribuita al vescovo di Munstcr nd 1662; ma le prime serie applicnioni non si effettuarono che nel secolo XIX, per operi, di Cha vin, Dclvignè, The\'enln M.init:, Tart,i-6jcr, Pc• 1

eters:t Ne.ssler, I ~orenz, Pri tcheu, ccc.

P(l//ouota· wbo/are . Ideata da Héblcr ne l secolo XIX per ridurre la 'ìi\s•i~tcnza opposta ·dall'aria al proietto, non diede

1/.

buon i 1risu lrnti come regolarità nel tiro.

i I ,

.

-Pa/lq;/o/a f/lmige1w . Creata in · Austria nel seco lo XIX per determinar-'\: la·· distanza nel Li ro di fucileria, mùnit'\ --di un esplodente [urn igcno e provvista d! piccola capsula a pcrcussioae;' che, espio, d cndo all'urto con tro il suolo, detenninasse lo scoppio d el proietto e la cunsegue1itc c:n1isSione di furno.

Pailottol iera. · Era un riteg no cbc Pallottohl tuUolare: sta\'a a 1-neti1 d ella corda della ba.lestra, a. bossolo; b pale serv iva t)er allogarvi la palla o la lottola biogiv;.-1le con can:llc cent rn.freccia da lanciare. 1

Evoluzìone della pailotrol n da fucile

mazion i della pallottola <la fucile ebbero la loro ragione da diverse cause e fatto ri. L'applicazione della rigatura provocò l'abbandono del la pallo ttola sferica. la quale pesava da 12 ~

Pallu

(dc

/11

Barrière,

le; e, tacco d i cartone e amianto;

Leopoldo). d . corona di rame Ammiraglio francese e; scrittore m ilitare ( 1828-1891). Ufficiale di mari.n:i, si d istinse nelle campagr1e di Cr imea, d i Cina e tli Cocincina. Capitano di Yascdlo nel 1873, d11·ennc ,ontrammir. nel 1887. Au to re di molti


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lavori, fra wi: " Le genti di mare »; « Relnione del la spediz ione in Cina d el .1860 »; « Sto ria d ella sped izione in Cocincina del 1861 ».

araglmcsi e siciliane, condotla da Ruggero di Lauria. Questi ,;_ presentò nel porto e daro \'~ssa lto espugnò la piazza a

Palluau. Comune d ella Francia, nel d ip . d ell'lndre . Vi fu .:ostruiw 1111 castello nel secolo XlV. Sui p rimi d'aprile del 1796, vi si radunarono circa 4 0 00 Vandeani male armati, comandati da Dupin. Anaccati d alle truppe

l V. Presa di Palma (r715). f\ ppartienc alla g uerra per la Successione di Spagna, e fu o pera ta da truppe fr:incospagnuole . G li abitan li d i Majorea, riforniti di muni,·ioni

rcp ubbl i(a ne, k resp insero per due volte, ma :1 1 terzo at• tacco cedettero e ~i ritirarono \'Crso J>ln-clre . Quivi giunti, raggio ddla disperazione, ma vennero s term inati. Soli 500

c.-.:rano coman<latl dal marcl1csc di Rubias, il quale raff,a ~ò meglio che potè la piazza. Egli disponc,·a di 1800 font i. in g rande parte Catal ani e N:ipolctani . La spedi,.ion,, , i componeva di J2 bgl. fr~nccs i, 12 bgl. .spagnuoli e t OCt; ci.-

rimasero prigionic:ri dei Repubblican i; gli altri

vall i, ultte ~l numerosi cannon!eri, bornUanJicri e m inatnri.

incalzati d.;i.i nemici.., fecero fronte e si batterono col cov furoi10

uc-

cisi, o annegarono nel tì.umc .

Palma (Ciudad de Las l'alma.,'). Città capol. delle isole Bakari, sulla costa sucl-occidc11talc dell'isola d i Majorca. r-u importante piazz_a forte. munita di robuste mura nd

medio no, lungo le q uali si crgnano 174 tor,-i. ~cl sc<.olo XVI le forri fo.:azioni ve11nc:ro ri fatte, con cini-.1 n1unirn dl nove bastion i .

I . .4ssetlio di l'alma ( 1J 15-, 6). Appartiene a11·;mprcsa cli Pisa contro i Saraceni delle isole Baleari (V.). Con i Pi~Hlll erano anche truppe Jucchesi. pavesi e ron1ant: e reparti cata lan i e francesi. Il re delle Baleari , Nasr ccl Din, 1

viva forza .

t:

approv.vigic.,na1n.criti dal re di Sardegna e da ~apuli.

A ltri 20 bg l. restavano d i riserva a Ilarccllona. Le trnppe. agli ord ini dd luogoten. gene,-a le d',\ sfrld, francese, s: imbarcarono sotto la scorta di 18 vascell i e 6 galee e i!

15 giugno ini7,.fo rono lo sba1co 11dla baia rh Cab. Longa. te rrninando lo il 22 . Allora la flotta si portò nelb b;i,, di P., men tre l'esercito mardflva contro la città~ senza trovare opposizioJJc nell'isola . Il 29 si inizia rono le operazioni d'i nvesrin1cnto; la gua rnig ione teutò subito una sortila, che fu resp inta. Ma, avendo g li '1bitami d ichiarato d i voler.si so uomencre, il Rubias scese a pa n i. e il 3 lu g lio abbandonò la pia:t.7.éi. ottenen do gli onori di guerra . e: la libertà d i ritira rsi con le tru ppe in Sardegna , recando S<!{.'.0 sene cannon i, e unni e bagagli.

l'a!m!I Filippo. (;e nera lc dd

scc. XVUI. n. a Torino.

Cadeuo nd rcgg. Pic rnnntc nel 1734, panc.:cipò al le gucri..:

per la Successione d i Polonia e d ' Aust ria.

Comandante

del regg. Monferrato dal 1775 al 1786. fu promosso colonnello nd 1776 e brigad iere nel 1783. Cornaudante b città d i Pi nerolo nel 1786 e rnagg. generale nel 1789, ebbe nel '"Y3 la nomina a governatore d i Biella . s 5

fe,ul,I;;~ 1,ç,,,,.,ll.,t; e li -i· 1 8

l',IÌ111a barone Bemardo. Generale delle Due Sicilie, n. nello Stato pontificio nd 1n1. Servì dapp, ima ncll 'esercito ita liano e passò in quel lo napoletano nel 1806, divenendo colonne llo nel 1813, e venen do 11ominato barone . 1\ I ,·i to,no dei Borboni fu licenziato, 1na nel 1820 venne riarn n~esso in servizio. Nonl inaro brigaJicre nel r8-10 e rn~lrtsc. d i campo nel , 848, assunse 11d 1852 i~ comando della citt:, e prov. di >lapo li. , ,alma di Borgofranco conte Giovanni G(l(: fano. Generale.

Il porto d i Palma noi sec. XVIT!

n. a Mo utiers nel 1782, m. nel 1860. Volontario nel 1795 e sotto l. nel 1796, p,irtecipò alle campagne dal ''795 a l 1800 e del ,815. Nel 1816, maggiore d i fanteria, · fu agente consola re in Tunisia. Colonnello comandan te il , ,, r~gg. della b riga ta Savona nel 1831, nel 1833 passò a d ispo,izione del ministero degli esteri. A r iposo col gr,tdo di magg. genera le ne! 1834 divenne incaric:uo c.l'atfan e conso!c generale al Brasile. 1

si chiuse in P. dove fu assed iato dai Cristiani, e resistette per un a nno, fino al 7 febbraio 1 116. li re perde tte la virn nella dife,a delle mura. Ricchiisima fu la pred a fatta. che in grande parte venne trasportala a Pis(l. II. Presa di l'alma (1230) . Fu opera ta dagli Spagnuoli. i guaii \'Ol lero libe rarsi d alla pirateria moresca che era a nnidata nelle Baleari ed aveva a P, la sua base navale . Una flotta d i r55 navi, a ragonesi e ca lalanc, per o rdine ri i Giacomo I, re d'Aragona, accostò all'isola d i Majorca . sbarcò le truppe, investì la città {.ht 1narc e da terra, e in breve riuscì a conquistarla. La caduta del la capit:tle perm ise ag li Spagnuoli d i -rendersi padroni di tutto !"arcipelago, togl iendolo ai ~lori . III. /'resa di Palma (1285). Appartiene alla lo tta fra Aragone,i ,, i\ngioini, e fu operata da una flotta d ; 1no navi .

Palma di Borgo/rauco co11te Flaminio. Ge nerale. 11 . : 1 T rieste, 111. a T orino (1813-,901) . Come ufficiale cldb brigala Pinerolo prese parte a lle g uerre del 1848 e 1~49. Nel 1860 ebbe i l cc>1mrido del deposito di f~nteria in S,1.scari. Colonnel lo nel 1861, comandò i l 41° fame, ia e da i 1~64 la brigata Re. Jn ~lisponibilità nel 1865, a ndò a ri poso nel 1866. Nel 1874 fll promosso magg. generale e nel 1893 tcn . generale.

Palma di Ccsnola come Luigi. Generale, n . a Rivarolo C,;iuavese, m. a New York (1832-1904). Volontario nei r848," combattè in quella campagna, e nella successiva, uscendone sottotenente. Dopo la g uerra , date le d imis~eoni, emig rò, e nel 186r fondò a New York una Scuola milirnrc, ciò che g li \'alse il grad o d i colonnel lo d i ea,·al-


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kria nell'esercito federale . Ferito e prigioniero in combattimento, venne poscia liberato e passò agli oìd ini del generale

Sheridan.

Rimase in servizio fino

al 1867,

e

poi andò console a Cipro dove si dedicò a r icerche archeologiche, sul le qual i scr isse varit: opere. Tornò inh ne.

(18i6) a New York come d ire ttore del Musco metrop,,litano.

Po/ma di Cesnola conte A_lc,·. Come/io. Colonnello, fratello de l precedente. 11. a

;a11dro

Rivarolo Canavese,

tn.

a Fi-

renze ( 1837- 1914). Volontario nei bersaglieri, d ivenne rnttoten. nel 1859. Partecipò alla P alma di Ccsnola Lui~i guerra di Crii-1ea ccl · alle campagne del 1859 e del 1866, mer itando la mecl . cl'argento e dl1e n1cnzioni onorevoli . Lasc iato i\ servii.io attivo, e mig rò nel 1869 ncll' America del Sud ove dal 187r al 1874 fu capo di un bgl. dell 'esercito clell'Urnguay. Passò pui negli Statj Uniti e fu no m ina to console a Paphos, nell 'isola c1; Cipro, dove free importanti scavi per conto elci governo ing lese . A lui si debbono varie opere d'indole m ilitare e di a rcheologia. Nel 1898 e bbe, 11ella r iserva, il grado d, colonnel lo.

Palmaiola. Cannoniera d i 480 ronn. , in servizio nel •~r6, radiata dopo la guerra. Pa lmanova. Città in prov. d i Udine , sorta nella fortezza fondata per decreto ddla repubblica d i Venezia nel 1571. Seguì le soni <iella repubblica. Venne insignita <lella croce al merito d i guerrn, con R. D. 28 marzo 1920, per la guerra 1915-18 . La fortezza , e retta allo scopo d i chiudere ai Turchi la frontiera a11erta dell 'Isunzo , e di im ped ire agli Austriaci di estendere maggiormente la loro occupazione nel F r iuli

rono anche gl i architetti m ilitar i G . B. Lorin i e G iacomo Mala testa . Dapprincipio constava del solo corpo di p iazza, fo1mato cl i 9 fron ti bastionat i cpl met0do italiano, disposti sOpra i lati di un ennagono regolare, e quindi costituenti nove bastio ni cd altrett.:mte corti rie interposte, con ampio fossato . I bastioni ebbero i segucntj nomi : Grimani, Savorgnan, Foscarini, V illachiaca, Còntarini . Gazzon~ Monte, Donato, Barbaro. Essendo la fortezza stata e retta in campagna rnsa, l'abitato interno sorse dopo. e fu disposto in moclo regolare , come mostra la figura . Nel mezzo ck: ,a piazza ce ntrale sorgeva un 'altissirna torre (che ora pi-ì1 non esiste) clal la quale un·apposita sentinella poteva Yedere chi entrava od usciYa dalla fortezza. A questa si accedeva mechante tre porte monument:ili, opera di Scamozzi, d isposte su! rnczw d elle cortine dei fronti IX-f; III-IV; VI-VII. A ciascu na porta corri.~pondeva un imponente dongione ed u1o ponte levatoio, con cancelli cli ferro e po rte krratc, nonch è corpi cli g uardia. La lu nghezza del !aro di base di ogni fronte era cl i circa 330 metri; quindi la lunghczz.a del la cortina di circa 220. Ogni cortina era nu1nita d i ca ,·alicre posto nel la sua parte centrale; per le cortine attrr.vcrsate dalle comunicazioni il cavaliere era formato dalla parte su per iore ,lei dongione. I bastion i clovevano essere tutti p rovvisri alla gola cli una caserma clifensiva, ma effettivamen te non si costruirono che quelle dei bastion i II,

V e IX. Nella seconda metà elci secolo XVIJ vennero agg iu nti i rivel lini clavanri alle cortine e probabilmente in q ue l torno di tempo anche le tenaglie. Infine, negli ultimi «nni d el secolo XVIII e nei p rimi de) XIX, sorsero, per t>pcra dei F rancesi, le lune tte avanzate sulla capitale dei G:sstioni. Napoleone aveva pure ordinata la costruzion~ d i <,pere a corona davanti alle lu nette, m a non vennero erette. La fortezza d i Palm:rnova, in gran parte tuttora esistente , {'On un perimetro cl i 1400 m., rappresenrn un importante rnonume,ito d ella fortificazione italiana del l'epoca moderna , durante la 'lllale fu ritenu ta una delle m ig liori piazze forti J' Eur()pa. 1. Occupazione di l-'a/111a110M (1797). Durante la campagna napoleonica di quell 'anno, l'a rciduca Carlo aveva occupato P. il 3 marzo, togliendola ai Veneziani , allo scopo di va lersene come punto d'ap poggio e base di ri fornimento. Ma il Ruonapartc, passato · cli viva forza il Tag liamento il 16 marzo nei pressi di Valvasone, diresse su P. le d ivisioni Guyeux e Bernadotte. L'a rc iduca, viva mente premuto su larga fron te, vedend o la difficoltà d i soste nervisi, s'inclussc allora a sgomberare la piazza ripiegando su lla linea del Torre: i francesi la occuparono il 1.7, c. rinforzatone l 'armamento con a rtiglie rie conquistate nelle local ità g ià occupate. ne fecero un punto d'appogg io a protezione dei depositi durante l'ulteriore ,wanzata, frue ndo de lle abbondanti prov\'igioni che vi trovarono.

Il. //;;et/io di l'almcmova. (1813-14). Appartiene alle g uerre dell'Impero francese. G li Austriaci, ap pena cacciate ve rso l 'Adige le truppe del v icerè Eugen io, fecero invest ire /'. da lla brigata Csivic, il 26 o ttobre 1813, ma la fortezza resistette .sen2a grandi sforz i~ con ra re lotte .cJovllte a so rt;tc per foraggiamenti . La guarnigione, ital iana, cedette le r,rmi solo dopo il trattato d i $chiar ino- Rizzino, del 16 ~prile 1814. Pianta d i Palmanova nel , 848

veneto, fu pwgettata dal rnnte G iulio <li Savorgoano e coHruita in pochi an n i sotto la d irezione di Marcantooio Barbaro. La prima pietra fu posta il 7 occobrc 1593, anni ve,sarìo della vittoria cli Lepanto. Alla fortezza lavora -

lii. /l.,·scdio di !'a./manova (20 nprile-25 g iugno r848). Ap partiene a lla prima guerra per l'l ndipcnqenza cl '[talia ,. fa pa rte d elle operazioni svoltesi fra Isonzo e Hrcnta, fra !e t ruppe austriache d el gen. Nugent ed i Volo11tari che d ifendevano il Friuli. Ne lla prima quind icina di aprile , !a fortezza d i /' . e ra difesa dai Crociati vene ziani ed


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P.4L

agordini~ da volon tari già appartenenti a due bgl. 1:-ali;!OÌ dell'esercito austriaco, da artiglieri piemontesi conduttivi da! magg . A nsa ldi, da guardie civiche d e i paesi circostanti: in tutto circa 1600 u., co mandati dal gen . Zucchi . an tico ttfficialc napolco n ico, g ià p rigioniero a ustriaco nella stessa ionezza , perchè compromesso nei moti del 1831. 11 gen . Nugent destinò la brigata Schwarzenberg (3 bgl., 1 pi. u lani, 1 sez. zappatori, 8 pezzi d'art. (complessivam ente 3500 u.) all'investime nto di P . Gli Austriaci nell'abbandonarla (marzo del 1848) vi avevano lasciati 75 cannoni e 25 mortai; ma le opere erano in g rave abbandono. Gli aniglieri piemontesi , agli ·ord ini dell'Ansald i, r imediarono co me m eglio p oteron o ag li incon\'e n ienti lamentati, misero in batteria i pezzi e sgombrarono, per quanto fu possibile, anche il campo d i tiro llltt'intorno. Caduta Udine (22 aprile) un inviato del municipio d i que lla città (u mandato n persuadere il comancbntc della fortezza ad arrcndt'rsi. La siwazio ne dello Zucchi, da prigioniero d i\'enuto comandante, e ra conlestata <lag li Austriaci, che non vede , va no in lui ch e un ribelle. Lo Zuechi resistette a minaccie ed a prom esse, dich iarò solennem en te che non si sa rebbe

l11ai ni~cchiato di una rnlc infa me a1.ione, anche se ciò gli avesse dovuto costare la vita e rifiutò di arrendersi. Analogo rifiuto egli fece al genera le Mitis, succeduto ncl!"i nvcstimento della piazza a llo Schwuzcnberg. G li asse-

d:anti, collocati in batterja due mortai e <lue cannoni, iniziarono, nel la notte d ell'n

maggio, il bombardamento.

r canno nieri pic111ontesi risposero al fuoco ne m ico {lai baluard i della fortezza con tale precisione da o bbligare gli Austriaci ad a rretrare i cannoni. 11 bombardamento cononuò con diversa intensità nei g iorni successivi ; cessò del tutto il 20 maggio. Gli Austriaci, sperando di trascinar luori dalla fortezza i diiensori e b atterli in campo aperto, sparsero )a voce di uno sbarco da parte d elle Aottc napol~t ana e p.i emon tesc, e d il 23 maggio finsero an~l1c un cr,mbattimento verso la spiaggia, s ulla s trada di Latisana,

per <lare la sensazione che essi fossero intenti a respingere un corpo venuto a soccorrere g li assed iati. Questi 11011 abboccarono allo s tratagemma ed il bombardamento, m u tatosi in blocco, accompagnato da q ualche ripresa di canno nate, si trascinò fino al 16 giugno SllCCessj\ 0 . Ma in l'. si facevano già manifesti i sintomi della srnnchezza . li bombardamento aveva p rodotto parecchi d anni; !::i. popol~zione sentiva le angustie del blocco; j vjvcri erano ~ca rsi; inadeguate le risorse finanziarie; manifestazioni di nialcontcmo esp lodevano, ,a lvolta, t ra la g uarnigione. li 2, giugno, il colonnel lo Kerpen, nuovo co man dante delle 11 u ppc <l'invest imento, free giungere in I'. i bollettini che davano l'annuncio clcll'occupazione di Vicenza , Padova e 1

Treviso, incitando i difensori ad arrendersi , essendo ormai in utile e superfluo ogni a ltro sforzo. li generale Zucchi, con vocati i m e m bri d el consiglio municipale, g li 11Aiciali del presidio ed i maggiore nti del paese. espose le con<li-

7~i~ni in cui sì trovavi! la fortezza : 1 viveri .scarsissimi, le munizioni per J'artiglicria 2ppena sufficcnti per coJHi.nuare i! fuoco per a ltre ventiqua ttro o re. Fu de!iberata la resa. Cna commissione d i sci persone, tre m i litari e t re cittadini , l:1 rrattù il 24 giugno; j i 25 il presid io uscì da P. con I ·onore delle armi .

Palmaria. Isole tta a po ne nte e a guarùia del golfo de La Spezia. Perimetro triangolare, dello sviluppo d i ci,ca ì Km. Vi è un semaforo sul punto pit1 alto (200 m.) e vi sono importanti opere di fortificazioni , fra le quali u na torre corazzata, Umberto J, costruita sulla fin e del se colo XIX.

Pa/maria. Rimorchiatore da vizio nel , 893.

100

tonn. , entrato in ser-

Palmegiani (Umbe,-to). Generale, n. a Rieti, 111. a Torino (1861 -1 930). Sottot. d'art. nel 1881, meritò la med . d 'argento dei benemeriti d el la sa lute pubb lica duran te il colera in Sicilia nel 1888. Colonnello ne l 1915, comandò in guerra il 39° regg. art. da cam pagna, e pe r malattia c,bhand onc, il fronte , passando al comando in 2" dell'Accademia m ii. d i T o rino . Nel 1917 tornò in guerra comandante dei 1'j" raggruppamento d 'assed io; presiedette la Commissione d i sorveglianza sulle rnaleric prime. Andè, in P. ,\ . nd 1920, assu nse nel 1923 il grado di generale di di,·is. e nel 1928 passò nella riserva . Palmer (Nomuw Craig). Ammiraglio inglese ( 1866- 1926). Divenne commodoro nel , 909 e contrarnmir. nel dicembre 1914; comandò il Collegio nava!,, d i Darthmouth e passò 11ella rise1·va col grado di viceaminir. , venendo nominato ~rnm ir . nel 1924.

Palmeri (Aristide) . Generale, n. a S . Jacopo, m . a Lari (r834 -i899) . Ufficiale d 'art. 11cll 'esercito toscano, passò in <Juello sard o nel 1859 e panccipò a lle campagne del 1859 ~ de l 1866. Colonnello ne_[ r876, fu d irettore d'"rt . a Capua e poi comandan te d 'art. a Napoli, nclJa quale carica venne promosso magg . generale nel 1882. Comandante d el presidi"o di Ve nezia nel 1884, d ivenn e ten . generale comandante la d iv is . d i Salerno ne l 1887. Nel 1894 fu collocato nel la riserva.

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,~✓ ~\: Palmegian i_iUrnberto

Palmieri Giuseppe

Palmieri (Giuseppe, 1111trdiese di Martigru1110) . Colonnello napole tano e scrittore militare, n. a Martig n ano nel 1721 , rn. nel 1793. · Entra to g iovan issimo nell 'esercito napoletano, combattè a Velletri (1744), ragg iunse il grado d i ren. colonnello ne l .,759 e tre a nni dopo lasciò il servizio. Divenne consig liere e direttore .generale delle finanze reali. Oltre a varie opere d'indole economica, scrisse : (< Riflessioni cr itiche sull'arte della g uerra » che furo no elogiate d a Feder ico Il di Prussia, il q u a le le fece tradurre in ted esco: furono poi tradotte in a lt re lingue e diedero grane!~ e n'eritata fama a l su o autore . li q uale, fra altro, sostenne la necessità della coltu ra per g li ufficia li, propugnò la coscrizione, diede grande importanza aJla <lisciplina e al .. 1'educazionc morale delle truppe, sostenne il p ri11cipio d ella d istruzione del le forze a vversa rie anz ichè dell'acquisto <lei territorio.

Palmieri Giuseppe. Generale del sec. XLX. Percorse la carriera nel la cavalleria dell'esercito delle Due Sicilie, nel quale divenne nel 1857 colonnello comand. il 2° regg. ussori . Brigadie re nel 1860, passò con tale grado n ell'esercito it2liano nel 1861 e contemporaneamen te fu posto a ripe;so.


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Palmieri Mare' /(111011io . Generale, n . ne l 1Sjr. Sottot. nel 189 1, percorse la ca rriera in fanteria, d ivenendo co!onnello nel 1917. Dopo I.a guer ra italo-.;ustriaca andò in P. A . S. Nel 1927- fu p rom osso generale d i brigata in aspetta tiva per r iduzione quadri .

Palmieri Costantino. Medag lia d 'oro, n . a Leonessa, caduto a l !roJJtc ( 1894-1916). Solda to semplice, aveva corn batlllln onorcvo ln1entc nciia campagna di Libia. CongL<lato, e poi richiamato per la guerra de l 1915, guadagn ò SIIC• cessivarnente i gallon i di capuraJc, ..:apo1 al n,aggiore e sergente nel 243° fante ria, e, COJllr battendo da prode, cadde sul San Marco, dopo aver dato tali pro\-e dj coraggio e di senso d el dovere, da m erirnre la con ces.ionc della mcd. d 'oro con Ja .seguente motivazione : « Sempre primo dove più fer-

veva la rnisl.'.h!.1, fulgido esem-

Pahnieri Costan:ino

pio d i eroismo, dopo conqui stata una lrincea nem ica e fattine p rig io njcri i difensori , si

spingeva ancora avanti col suo plotone

per occupare u n 'altra posi"zionc potentemente Contrattaccato e circondato da forze superiori, con i pochi uomini superstiti del suo rcparro, in p ied i ten ne lontani g li assa litor i col lancio di bombe a mano . Gravem ente icritoi rimaneva al suo po!)LO, incll ando i suoi a l grido d i: " Viva l' ltalia! - Vìva il Re! » . Esau\LO di forze ed invitato ad allonranarsi , sl rifiutava nobilrnenrc e rima[leva sul posto, fìnch i::, con J'a rrivo di rinforzi, veniva consol irlata la posizione. Morc1,ce, prima di esa lare l'ultim o respiro , rivolgeva ai suoi uom ini le parole : « G io, vinotti , muoio conte nto di aH.·r compiuto il mio dovere h. (Sa n Marco, 1° n ovembre 1916)".

difesa.

Palmira (oggi Tadm11r) . Ant. città della Siria, a N' .-E . di Damasco. Conquistata nel 13 0 d ; t. dà i\drian,o fu pe r b réve tempo. ch iamata Adrian opoli. Distmz io11c

di

J>almm1

(273 d . C .) . 1\ppartiene a lla

guerra intrapresa dall 'imperatore Aureliano cunLro Zenobia, regina <li Palmira. Dopo l'assed io e la caduta della riu,:,, ,\ urcliano passò ndla pen isola ::iakanica .' I Palmircni ne approlìttaroi10 per ribellarsi, facendo strage della guarn igione rom'1na e proclamando re un giova netto. se nz~ al~ cuna autorità, di nome Antioco (secondo a lt r1 .A ch illeo) appartenente :dia casa gjà regnan te . li mov imento non _s i allargò, ed Aureliano, ritor□ato a P., che non fu m grado d i resiste re, la prese, e l 'abbandonò al saccheggio . Antioco, personaggio di nessuna importanza1 fu da Aure liano lasciato impuni to; la citd . distrutta , pcrdc uc ogn i importanza .

Palmisani ( Francesco) . Generale, n. a Foiano Vallone nel 18ìO - Sotto t . d i fanteria nel 1891, partecipò alle ca rnpagne <l Er itl'ea del 1895-96 e libica d e l 1911 -12-13 . Colonnello comand . il 2ro0 regg. fanteria nel 1917, combatti: su l Carso e sul M . Valbella. In P. A. S . poco dopo la guerra, fu promosso generale di brigata in A. R. Q. nel 1927 e nel 1932 p assò ncll:i ,iserva . Palombaro. I primi palom bari nell\1man'ti'ì furo"o i pescatori di spugna e di perle. In Mediterraneo i primi usarono fìn da tempi antichi la campana d 'aria per lavorare in fondo a l mare. Ne fa cen no Aris totile. L 'ant. marina

rom'ana a1cva i P. (u rinatqrcs), per liberare dal fondo le aricorc, o ricuperare armi od oggetti caduti in ,narc . . Nel 1665 un meccanico inglese, con l'aiuto della c,mpana d'aria, riu:;d a pest.::a re tre can non i in fondo al 1nare di nanzi a ll"isola d i Mu li,.. appartenenti ad una n ave <Idi '« Invincibile armada " affondata 77 a nn i prima. La ca111pana d'aria e ra però già conosciuta da 13acone, i l quak la descrisse Jìn dal 1620; anche Leonardo D a Vinci dc~criYe un:i. specie di .scafandro, formato da una cappa con tel1ente aria da. r:enere sulla parte superiore del corpo. L 'astronomo I-lalley propose per il p rimo una specie di ~c:Lfandro che comunicava con campana d'aria mn il primo vero scafan<lro indipendente fu ideato d all 'in g lcse Smeaton nel 1788; rutta via l'uso 11c venne general izzato solo verso il 1830, importaLOvj dall'America . Nel 1837 g li Inglesi Siebe e Dean idearono un vestito completo impermeabile, che ar1<lò man mano perfezioJJandosi con la agPalombaro giunta del le scarpe di piombo, i pesi addi(<Usrintivo) z ionali d i piombo sul petto . l'elmo avvi tato R . .l\lla_rina ~1 re nuta stagna sul vestito e munito di 1

p

vetri pct la visione, l.a ten uta a stagna intorno ai polsi assic urarn con anell i di gumn1a. L'elmo n1ediant<:: una n1anicheua flessibile era in com un icaz ione con una pompa pneurn~rica situata su di una apposita b:uca. Lo sfogo del }'a ria viziata \'eniva fano n1edia.nte apposi ta valvola da azionare con movimenti della test.i . Le comunicazioni tra la barca e il palombaro venivano fatte mediante un cavo d i gu ida, tenuto per un capo da l palombaro e per l'altro dall'uomo gui<hl sulla barca median ti'.: segni convenzjonali. Questi sistern i sono stati in uso fino a poch issim i anni or sono. Ma dal 1850 circa si crci g ià fatta stradci l 'idea del palombaro ind ipen dente, ch e portava sulla schie na un recipien te d i aria compressa . T ale i: lo scafandro id,ato da! francese S ica rd . Negli ultimi ann i g li srndi ha nno fotto grand i p rogressi, specialmente per l'aiuto che si ottiene con [ 'im piego di sostanze ch im iche atte a rigenerare l 'aria . come il proxi lene. S i sono così potuti costruire scafandri indipendenti , che \·engono ind~ssati soh::into nella pane superiore de l corpo e la~ciano libera la testa. La respirazione si ottiene tn('diantc un boccaglio e un tubo di gomrna che t"otnunii:a con g li app:1rccchi .rigene ratori; le narici sono chiuse mediante pinze. Questi apparecchi, costruiti specia lmente d alht casa ·in glese Dav i,, sono distribu iti a tu tto il personale <lcl son1mcrgibili e servono per !'abban dono del b attel lo in caso d i sinisrro. Gli :ipparecch i a sn,fand ro nonn.:ile \'cngono me.s$i in co1nunicaz ione con compressor i <l'aria automatici . L · aria viene inviata !>Otto form:1. di miscuglio di ossjgcnò e di d io, jJ che: evit:1 le embolie di azoto . che rcndùno mo lco pericvlosc le immc:r~ioni dei palombari. La profondità normale a cu i puh scendere il palombaro è d a i 30 ai 40 metri. Alcune case tedesche hanno costruito scafandri metallici a sezione sferica, con i quali è· possibi!e d iscendere fino a lla profondit à di 130 metri ,otto i l livello d el mare. li lavoro viene eseguito per mezzo di uncini. I palombari sono muniti d i porenti lamp a de elettriche s ubacquee per l ' illum inazion e, e sono iuolt rc rnllcgati con la superfic ie med iante telefon i e manid 1ettc di aria . Possono eseguire (1ual11nque lavoro subac'luco, comp reso il taglio elettrico d e lle lamiere e la posa e.li esplosiv i per aprirC pont i di nav i sommerse . f)cr arrivare fino alla profon dità d i 200 m etri es.istono speciali lorrcu e srngne (cl i cu i una d i , brcvctt::i italiano Caba11n,1) che ricordano il principio delle campane d'aria . Tutte le marine da guerra h anno scuola per palombari, ed un corpo urgan.iz.z3to per il salvat:1ggio ddk navi, specialmente dei


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Palombari della R. 1\11:trina ital iana (fìnc)ccolo XIX)

sommergibi li. La marina italiana h~, da circa 40 ann i una Scuola palomba ri che d ipende dal comando della D ifesa Marittima de La Spezia . l P. portano come dlstinrivo sul braccio un P, in oro per i sottuffici~li; in rosso per i sot-

tocapi e comuni,

Palombini (Giuseppe). Generale, n . a Roma nd 'i74· Volon ta rio ndl'csercito della repubblica cispadana :,d J ì9"· raggiun se il g rado di capitano. Nd 1i99 passi, al servizio del!~ repubblica romana col g rado d i colonndlo r!ell:i gcnd:irmeria e si d istinse nell·asscdio <l i Anco11a e ne lla pn..:sa di f'ano, d ivenendo ge nerale d i brigata . Partecipò nel ,bo J

:dia nunpagna contro i Napoletani, e poi ~I le successive guerre n apoleon ic he. Dal 18;:,9 si 18 1 r combanè nelle cam -

1_1agne di Spagna. Promu~so generale di divi,; ., :-.i segnalò ne lla JJresa del forte d i Castro (1813). Rich iamato in Ita lia dal vicerè, c01nandò una divis. ncJ Veneto contr".1 !e trllppc austriache <lcl gcn. Nugen t. Passò pol nell 'esercito awa riaco col grado di ten. dove 111orì.

maresciallo e

s1

stabilì

in

Boemia

Palone. Mon te d el Trrn ti110, in val G iud ica r ia , a llo sbocco di Va l D aone. Sub ito dopo la presa dei 111 . Mclino ( 18 ottobre . ,915) le nos tre trnppe (6J0 rcgg. fanteria) attaccarono il 111 . P.; gli A u striaci opposero una tenace resistenza lungo tutta la giorirnta del 18 e del 19, alle truppe del 6i0 fanteria, ma, alla fine , furono costretti a cedere anche questa posizione. L 'opc.:rnz.ionc coste) Jgl i Italian i 6 u ff. e 268 u. fra morti e feriti. l rnprecisa1e le per{l irc degli Austriaci, i quali lascia ro110 upa cinciuantina d i prigionieri.

Palopoli (Pa;qrmle). Gcncr,1k, n. a Marsiglia,

111 .

a

Varese (1852-19 19) . Sottot . dei ber sagl ieri nel 1869, d ivenne coio1111. comandante il 4° bersaglieri cel 1905 . Meritò una mcd. d 'argento a! va 1• civi le. I ii · P. 1\ . nel 1910, ven ne nel .1915 promosso magg, generale nel la , riserva.

.":.

Pal!)SCiO, Così era d 1iarnata u,ia d aga con lama stre tta e ad un sol tagÌio, portata nel med io evo dai cacciatori, oppure a tracolla dal Dattistrada nei cortei , e dai guardaporto ni dei nobili.

Palosco. Comu ne ,n prov . d i Bergamo , a breve d i•.tan,;a dal la co111luu1za del Cherio nell'Oglio . Fu muill\<) di una rocca ne l medio evo. e: venne coinvolLO nel le guerre Lornunali fra Bresciani e Ucrg~maschi . Q11esti ultimi nel mal'zo del 1156 vi furono sconfini dagli altri , perdendo ii gonfalone comunale, 3000 u . , dei quali 2500 p rig io nieri .

Paludamento (Paludamcntum). Nome gc11crico di ogni indumento mjJ. prCS!>o 1 Romani. lndicavJ ~pccialincnte la SOJH~l\1 vc~tc.; u 111:i ntc llo c he essi portavano in guerra . l i vocabolo fu poi ad op<:rato da -. gl i scrittori per ind icare specia lmente k> sùprt1,·vcste de i comandan ti degli• eserciti

-~-

e degli imperatori, t ~tnchc.: degli ufficiali. sopra 1·ar111rnu ra. mentre sagum era detto il mantello comune d ei sold ati.

Palumbo (Giu.<t'ppc). Ammiraglio, 11. e m. a Napoli ( 1840-19 13). Entrato 111 .servizio nel t856, d ivenne c,n,. trammir. nel , 890 v1cea1nm1 r.

nel

1tl96.

Partecipi)

alle g11e rre del 18Go-61 e del 1866. noncbè a lla spcd izwnc nel mar Rosso del 188j-88 . D a l 1892 a l J 893 fu Sottosegretario de lla Mar ina. e ancora d a l 1896 a l 1898; in tale

amw

ne

divenne

111l11 isrro)

fino al 1899. F u d eputato pn Castel lammare d i Stabia ·nella XX legislatu ra, C' senatore nel

i 904. fic iale

Un Palumbo f ~ uf1rnmna m1po lc-

della

tant1, e \·en ne coJ!ocato a ri-

Pàlumbo Giuseppe

poso col grado di rctroamrn ir . nel 1860, q uando tale m a rina fu incorporata· _ !o quel!J itaìiana .

Palw ubo Luigi. Ammiraglio, n . e m. a Napoli (184~ 1928). D il'ennc cont ram 1nir . ne l 1895, viceammìr. nel 1904.


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ammir. d i squadra nella riserva nel 1923. Pece la campagna del 1860-61, g uadagnan d o una med. d'argemo a Gaeta; partecipò alla ca mpagn a nel M"r Rosso nel 18:14; fu direttore dcli 'arsenale del 2° d ip. nel 1896; comandante mii. marittimo d i Taranto dal 1899 a l 1901 . Partecipò al la spedizion e in Cina; fu vicepresidente del Consig lio super iore di marina nel 1905-06, e infine comandante del 1° dip. mar. e d ella p iazza mar. de La Spezia nel 1906.

PAM

con tro i \fori, dopo un assedio durato alcuni mesi; ma i Mori la r ipresero nello stesso anno 778, q uando egli dovette ritirarsi dalla penisola iberica. Nell '860 fu recuperata da i Crist iani e d ive n ne . ca!)Oi. del regno di Navarra. Nel 924 la città fu assali,ia e presa da Abderamo: il re di Navarra, Sancio) non riuscì ad ' impc<lirnc la caduta, ma i Mori si ritirarono dopo di averla saccheggiata. Nel 1808

Palumbo nob. Vincenzo. Generale, n. ad A ug usta nd 1868. Sotrot. del genio ne l 1891, insegnò dal 1903 al H)08 ,cirnza delle costruzioni alla Scuola d 'applicazione d 'art. e genio. Partecipò alla guerra italo..austriaca, divenendo colonnello nel 19r7. Dopo d i essere stato capo ufficio a lle fortificazioni a Venezia, andò in P. A. S. nel 1920. Pro mosso nel 1927 generale d i briga ta in A. R. Q., passò nel 1930 nella riserva . Pubblicò vari scritti d'indole tecnica, su m ine e passerelle, sui Pontieri e s ul! 'arma del G,n io.

Palumbo A111011i110. Generale, n. a P ia no <li Sorrento nd 1870. Soltot. d i fanteria nel 1893, partecipò a!la guerra libica ed a quella contro !'Austria, meritando tre mcd. d'argento : due sul Carso e una a Pod Korite, ove r imase ferito. Colooncllo per merito di guerra nel 1917, comandò il 234° fan teria. Nel 1922 e bbe il comando dçl 29° fanteria e nel 19 26 quello d egli Stabilimenti mii. cli pena. In P . A . nel 1928, fu p romosso generale d i br ig ata ne l 1930.

Palvese. V . Pavese. Pampinoni (110b. Luigi). Generale, ,._ e 111. a Macerata ( 186o-r924). Sottot . del genio nel 1880, meritò nel terrer.1o tn calabro-siculo del 1908 la m ed. d 'argento d i benemere n za . Co lonne llo d irettore d el genio ad Ancona r.c! 1914, andò in P. A. nel 1915. Rich iamato i11 servizi0 nel 1915 per Ja g uerra contro l'Austria e rnagg. generak nel 1918, fu ricollocato in congedo nel 19 r9 . Ne) 1923 assu n,e il gradù d i generale d i div isione.

Pamplona (ant. Pampaclo). Ci ttà della Spagna, capo!. della Navarra, sull"Arga, . fon d ata forse da Pompeo . In :-lritic0 cinta <:l i rnur:l , venne for tif-ic~ta nel sec . XVI con bast io ni , rn u n iti d i n1czzclune, cost rujti soltanto a su d e a ovest; 111vece n nord e .1 es.t la scarpata. suf fiume fece

sì çhe da q uei lati fossero lasciare !e vecch ie mu ra. Ne l) 'angolo sud-ovest_ fu fatta erigere da Fi lippo Il !Jlla buona cittadella (1571) simile a quella di An,·ersa, ossia in base a i disegni d i Pacio tto <la U rbino, e per opera del senese Tiburzio Spannocchi. Essa a veva ci nque bastioni e un pr6fondo fossato . Carlomagno a ssed iò e prese /'. durante la sua lotta

!

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cadd e nelle mani dei F rancesi della d ivìs . d'i\rmagnac, i! qu~lc riuscì a prendere anche la cittadella, con un forltlOato colpo di mano, senza spargime nto di sangue ,

1. Assedio di Pamplona ( 18 r3). C-01 declinare delle fortune napoleonic he, l'esercito fran cese d i Spagna, battuto il 21 giugno a Vitoria e costretto alla ritirata, crasi arres tato nei pressi della piazza, ove le favorevoli condiàoni del terre n o offrivano mouo di assicurare il d ominio della Navarra , e con esso lo sbocco della zona montagnosa d ei Pirenei verso la pe n isola ib erica . Ma il re Giuseppe non ritenne di mantenere forze considerevoH in q uella regione, ~ dispose per • il prosegu im e nto d ella ritira ta olt re frontiera, lim itandosi a ]ascia re nella piazza il ge n. Cassan , con 1.1na g uarnigion e d i 3500 11., che v i fu b loccata il

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Pamplona all'epoca dell'assedio del 1823

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Città, m uro di c inta e cittnddla di Pamplona in principio del secolo X lX


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PAM

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26 giugno d alla div is. inglese del gen. H i!l. Sulla fine di agosto, il maresc. Soult , compreso della necessità d i assi-curarsi lo sbocco, fece un tentativo per sbloccare P. av~i andovi forze considerevoli (8 divis.). Ma il Wellington ebbe tempo d i r iunire un n1agg iore

complesso d i unir?i

anglo -portoghesi " protezione del blocco; cosicchè i Fran cesi in gran parte provenien ti dall 'nngusta serra d i Ro ncisvalle - - per le d ifficoltà del terreno 11011 riuscirono

senza risultato : le pioggic ostacola,ono quindi ogni azione in1poctante, e solo nclia seconda metà d i novembre, c.: on !"inter vento del loro Il corpo, i Liberali poterono muovere ali 'attacco . Posizione pr incipale dei Carlisti, sulle alture a nord di P., era i l mtm te Oricain , fortificato, che fu pres" d'assalto con attacco frontak, per opera di 7. bgl. dd rcgg. Valencia (23 e 24 novembre). Dopo guesto scacco, i Carlisti abbandonarono ogni tentativo con tro Pamplona .

SIÈGE

L'assedio di Pamplona nel 1823

allo scopo e , bcnchè in tre combattimenti avessero il sopravvento, dopo c inque giorill di inutili te ntativi dove(~

tero d esiste re dall ' impresa. Abbandonata alle sole sue forze e allo stremo d i viverl, la gu,;irnigionc fece buona resi stenza fino all 'ottob,e ; il 1° novembre fu costretta a capitola re. Le truppe pn gion;erc furono imbarcate per I'Inghilterra. lf. A ssedio di Pllmp/ona ( r82_:;) . F u in iziato ai primi di giugno per opera d i Liii distaccamento del Jll corpo d· c;·. mata fr;:inccse , ~1gli on.lini dd ge n. de Conchcy 1 rin forzato d a ,·olo nran spagnuoli liberali. La guarnigione, composta di 3400 Costituzionali, fece buona difesa, sia com ro il Conchcy, sia contro il V corpo (gen: Lauriston) che sostituì !"altro nell 'agÒsto. Saltante, il 3 settem bre i Francesi attaccarono, pre nde ndo anz-ilutlo a Yiva forza i sobborghi. It 16, ·,enne ro poste in ~tzione varie batterie di g rosso . calibro, e: . co n poche ore .. li fuoco, ve rso sera o tt<> nc v~ no la resa. [Il. Tentativi contro Pam plona (1875). Appartengono alla guerra civile fra Carlisti e L iberali . 1 primi, pad ro11i d cli ·alta Navarra, avevano spinto le loro t ruppe sulle alture a nord d i P., w , tituendo per q uesta città una permane nte m in accia, e n1irav a110 ad accerchiarla a poco a poco . Le truppe liberali (I corpo ò·ann ata, gtn. Reina) in iziarono in fine '.>tto bre le operazioni per sventare i tentativi. C iò d iede luogo a varie fazioni. Si combattè i!J._torno a Lumbier ,

Pan. Voce greca di ge nere neutro , csprimcnle un ,, tutto » idea le od astr atto che è poi precisato come una aspiraz ione li nale, dall'aggctti,·o col quale forma parola . N e d eri\·aro no : panan.1cricanis1110, pane uropa, pangcrn1an isn10 , pang ìudaìsmo ~ paninclianismo , pan islarnismo, panslav ismo e panser bismo, ecc., conr e7,ioni etniche e ideoln gichc lungimiranti, d i alto significato sociale e politico. enunciate da gruppi intellettuali con l'intento di ottenere la ,;unione, in un solo ente pol•tico, dei po poli d i una stessa razza o di u na stt:ssa stirpe. o d i una stessa relig ione. Naturnlme:1te q uesti grupp i intellettuali ha nno la possibilità di essere presi in considerazione perchè apparte ne nli

:t

naz io ni popolose nelle quali g ià predom in a la

razza , la stirpe o la rel igione cht formane, oggetto della loro rnncczione etn ica. I sistemi che si vorrebbero così forma re hanno anche un fondo morale, nella vaga speranza che~ raggiunta In voluta sistemazione starale., siano ev itate molte delle cause , li g uerra . Ma l'asst lCO statale attuale. considerato spec,almcnLc sotto il suo aspetto cconòm ico, si op pone al raggiw 1gimcnto di queste idealità, per mod•, che i vari i.' pan n squillano, q uando ,1g itati~ come rro mbc d i guerra, destando sub ito serie apprensioni.

PatJamerimmsmo. Ha la sua espressione ideale nella reoria di Monroe (< l 'Amé:r i, a agli Arnerican i >) e l:i su:l espressione pr atica nelle leggi contro le emigrazioni che, i11 q uesti ultim i anni. sono state promulgate per lim ita re !"affluenza d i elementi , t ra nic,·i negli Sta ti :<mcricani. 1\ I


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PAN

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raggiungimento integrale dell 'unione di tutti gli American i in un solo ente statale si oppongono interessi politici ed econom ici , i guai i !,anno principale fondamento sulle ra1,ze diverse: anglo-sassone ncll' America Settentr ionale; latina i:ell'America Centrale e Meridionale. Ma in ripetute occasion i gli Stati Un it i, con la loro enorme preponderanza, lrnnno lasciato comprendere, sia col loro i ntervento diretto od ind iretto, sia con la lo ro mediazione, che non soffrono inge-

renze d i Potenze di altri continent i nelle questioni americane, anche se esse interessano Stari

no n appartencn~ i

al i 'Unione . Paneuropn . Di tutte le concezioni è la. in eno pcricolos:J, perchè ha larga base; essa tende a riunire tutti gli Stati europei in uno solo, od in una confederazione di Stati. L'idea non è nuova; essa fu perseguita, sia pure partendo d a altre premesse e con mezzi e finalità diverse, dai grand i conquis tatori,

quali Carlo

Mag no,

Carlo V , >J"apolcone .

Dopo ia g uerra Mond iale ha avuto vivaci assertori, attratti da l miraggio d i porre fine alle guerre fra gli Stati europei. .Ma l'Europa non ha ancora raggiunto gucl l'cquilibrio di interessi economici che, all 'infuori delle q uestioni d i razz:, e d i religione , permettano di porre con successo sul tappeto, ed in modo definitivo, la soluzione di guesta concezione politica. Pangermanismo . S i p refì.gg~ di riunire in un solo Stato tutti gli Stati, o gruppi etnici, di razza tedesca. Il P. era prossimo ad ottenere i l p roprio intento prima della guerra ·J\fondiale. <lata la strapotenza dell'impero gennanicn, Gli e rrori pobtici commessi, la passione di conquiste, la g uerra volut;:i e pe rduta,

i successivi trattati vincolanti ,.,:

sa11zionanti le di~isioni

fra Stat i tedeschi cd :isscgnanti

unità e tniche te.d esche, in te rritori geograficamente tedc ~ch i~

ad altr i Stati, hanno allontanato le poss ibilità del raggiun gimento di questa idealità . Il P. però sussiste tuttora, forse più esacerbato' di priina , e cova il MlO avvenire, che pot rebbe essere motivo di g ue rrn od elemento di pace, a seconda d el modo col quale verrà risolto a lmeno in pane il problema della revisione del trattato di Versailles, che a poco a poco impone ne ll'opinione mondiale.

s,

Pa11giudaùrn.o. t una concezione politica di <.lata recente, che t rova la sua espressione pratica nel Sionismo. Tutti gli israeliti dovrebbero essere ricondotti in un solo territorio (Palestina) e riuniti in uno Stato solo. A millenni di distanza si tenderebbe cioè a ripek rc quanto fece Mosè, che dall'Egiuo r icondusse il suo popolo nelle terre d i Canaan. L'idea incontra tre principali difficoltà: una d i non essere originariamente israelitica e qu indi non nata nella coscienza della razza; la seconda di non essere agevolmente attuabile, pcrchè gli israeliti si sono in rg secoli sparsi pc! mondo cd intimamen te legati con popol i d i religione e razza <liversi , dei guaii hanno sposato gl i interessi fino a difenderli col loro sangue; la terza, di carartcre pratico, si manifesta in Palestina con la d iflìcoltà di sovrapporsi per eliminarla - alla popolv.ione che ora l'abita. Ed è per guesto che l' idea ha trovato opposizione anche in mezzo ag li ebrei medesi mi. L'unica fac il itazione si ha nel numero deglj israeliti re lat ivamente esiguo, e nel fatto che a d ifferenza di t utti gli altri popoli, nel po1iolo ebreo la religione si identifica nella razza , il che favorirebbe il raggiungimento del pangiuda ismo sionista . Pa11i11di0;11ismo. Esso aspira alla costituzione di uno Stato Indiano libero cd ind ipendente. Il problema è form idabile dsta l'estensione d el territorio, la popolazione d i circa 300 milioni <l'abitan ti, la sua _costitlizione in piccoli Stat i, le divisioni di razza e di religione e le suddivisioni di

c<1~ta esistenti nd lc stesse razze e religioni, fom ile perenne di discordie che I fngh ilterra , per necessità d i dominio. ha tucto l'interesse di rn a,ùe11ere vive, I nz ichè di sedare. A parte la grande rivolta indiana del 1857, c'è in atto, dopo la guerra Nlondialc , il vasto tentativo panindh1no d i Ga11dhi (il « Mahatma »), l 'agitatore che affron tò i l problem a di el iminare le sudrlivisioni religiose e <li casra, e quello cli far risorgere, unific~rndolo, il sentin1ento uni ~ rario di razza degli indiani. Molte simpatie ha raccolto c1ucsro movimento nel le cbssi intellettuali di '.utto il mond,1, tanto che ~>ersino mo!ti jnglesi sono fra i seguaci di Gandh i. A111islamismo. Cornprcndtva in sè, sia l'idea rel ig iosa, che tuui , Maomettani si mantenessero fedel i alla religione degl i avi ed o bbedissero agli ordini del Sultano; sia l 'idea po litica , che tutti fossero riuniti in una g rande unità, di cui la Turchia era !a più potente espressione . E q uando es~a era un impero: ed il suo sovrano era anche il capo

rel igioso, l 'irica panislamica era nel periodo riel suo massimo splen<lore. Ma dopo la guerra Mond iale la Turchia ha perduto molti ter ritori europei ed asiatici ; molti centri musulmani sono passati sotto altre sovranità, senza speranza in un a prossin,a o lontana ricostituzione <.k-ll 'ù11pero turco; il Sultano di Costant inopoli è stato deposto ;· la T urchia eretta a repubblica ; e molti cost11mi prettamente musulmani , che costituivano anche legame rdigioso, ::lbbandonati. Questi av"en imenti hanno prodotto la dec.1-

dcnza del valore politico connesso al panislamismo, cui è rimasto solo il signJfie.:'tto religioso . il q ua le non è più Unitario.

perchè ogni comunità musulman a,

territorialmente

subord inata ad altra sov ranità che non sia la repubblica Turca, ha il pro prio capo rel igioso indipenden te. Pa11s!al!Ìsmo.

con gli S lav i ))

« Tu llo

agl i Sl a,· i o per g li Slavi o tu tti

è il significato

profondo <li tale s istema

i<kale, non nato in Rus.,ia m a nei popoli di ceppo o stirpe slava che nei secoli lontani, abbandonato il territor io russo, dilaga rono verso occidente occupando provincie gennani -

che e la penisola balcan ica, ove si stabilirono assu rgend,) , irt certi periodi storici, a grande potenza mi litare. N on ri uscirono peri, a sostituirsi integralmente alle popolazioni ind igene dove queste si presentavano numerose e riunite

in salde forme starali, talchè ancora oggi essi rappresentano isole o gruppi etnici abbasrnnza bene individuabili in mezzo a popoli di razza o stirpe diversa: Tedeschi, Ungheresi , Romeni, Maomettani, A lbanesi , Greci, 1'.faccdoni, Dalmati, Italiani. Era natura le che, se ntendosi deboli, ìn mezzo a popolazio ni che 'non riuscivano ad assorbire, gli Slavi ricorresse ro, col pensiero e con l 'azione, alla Russi:., loro lontano paese d 'origine, per averne protes,ione . Negli ult imi tre secoli infatti gli Slavi , fuori dei confin i russi, aspirarono alla formazione di una coscienza nazionale cd a lla creazione. d i enti statali autonomi. Il cecoslovacco K rijaristch fu il pr imo che , ne l XVll secolo, bandì l 'i<lea panslavista, ed ebbe subito numerosi seguaci, specie fra i Russi, tanto che g ià da quest'epoca la Russia divenne la mora le protettrice dello slavismo su<l -occidcntak . Ma chi diede la massima o per a a lla d iffusione del pansll ,·ismo fu , nel X I X secolo, il croato Kollar. È appunto allora che la Russia, pd volere degli czar. entrò in pieno nell 'orbita panslavista, e con decisa pol itica si r ivelò, nelle parole e nei fatti , protettrice degli slavi d 'Europa. D i questa sua , uprcm:izia su tutti gli Slavi, che a loro volta le riconoscevano tale autorità, la Ru~sia ne avvantagg iò , pcrchè il suo prestigio nei ..:onscssi eu ropei aumentò g randen1cutc.

Fu la Russia che sott rasse Serbi e Bu lga ri · al d ominio turco; f u la Russia} {' per es.sa gli czrrr, che protesse i


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Serbi cd i Bu lgari in ogni circostanza, face ndosi avanti per tutelarne i d iri tti ogni qualvolta si fosse a<l (.SSÌ attentato; ed è noto che è per la Serbia che l'i nfelice czar Nicola Il fece entrare la Russia in guerra e perdette la corona e la \'Ìta .

Ma , l'opera degl i czar conscgul i suoi fruui , perchè final• mente i popoli d i razza o stirpe slava ottennero quella iibcnà cd indipendenza pe~ la quale avevano tanto lottato . Una degenerazione particolaristica del panslavismo, abbastanza attiva, si compendia oggid ì nel panserb1smo, pred icato da un g ruppo d i intellettuali ed affini del piccolo popolo serbo . Per q uesti avang uard isti panserbismo vuol d ire: ,, T utto ai Serbi ». Secondo la concezione politica panserbista. il popolo serbo, per q uanto piccolo, e {l i civiltà e d i costumi alquanto arretrati, dovrebbe incor• porar si per fusione defi nitiva rntti i popoli della stes,,a sti rpe, pi,, n umerosi del serbo e di civiltà più progredita. che sono ora legati alla Serbia o con essa confinanti : oltre a qi;esto si propor rebbe di ottenere clie tutte le zone che circondano la Serbia, fino all'Egeo ed all'Adriatico, appartenenti ad altri Stati , e sulle quali vivono, in mezzo a lla popolazione ind igena più numerosa, poche famiglie serbe, fossero riunite all a Serbia. Questo scopo politico non si presenta <li facile rca!izzazione poichè tocca i c!iritti <!e • g li altr i popoli associati e confinanti , ad ogni modo il panscrbisrno non cela le proprie aspirazioni e cerca cnn ogni rnezw d i galvanizzare la popolazione serba, i ndirizzan dola verso ia pratica ide., del posse.,so d i ampi ,erritori , ira li<lni , alb~lncsi, grecìJ hulg:1ri, romeni, ungheresi. li panscrbismo •~pii udi ;1on si dimostra n, ai sazio ; è lucra. tcre, aggressivo e sopraffato rc, e non va pcl sottile nella scelta dei mezzi per raggiungere i propri intenti . Valid i 1

Panama. Repubblica dell'America centrale, capitale P., superficie kmq . 84.000, ab. 470.000. Si rese indipendente col d istacco dalla Colombia il 3 novembre r903, sotto il protettorato degli Stati Uniti, istigatori d i questo gesto co1nc costruttori e possessori del canale omonimo, e d i una striscia d i terra (Zona del canale) parallela al medesimo, della larghezza med ia d i 16 km . li trattato fra Stati Uniti e P., che accordava q uanto sopra, p rese il nome dai nego-

Stenun::.

ziatori (1:-fuy, Bunau Varilla) e venne firma to il 18 novembre l903· Nel 1926 fu concluso fra i due Stat i predetti un vero e proprio trattato di alleanza, in base al q uale la repubblica del P. si impegna a schierarsi al fianco degli Stat i U niti in ogni evenienza. La regione d i P., che si era liberata dal giogo spagnuo lo nel 18 2 1, e si era un ita nel 1822 alla Colombia, fu più volte con questa in dissenso, fino a separarsene dopo un conflitto (1840-41) che era sboccato nella costituzione dello « Stato libero e ind ipendente dell 'lstrno », rrasformato nel 1858 in Stato autonomo, federale, de lla Co lombia, e nel 1860 in semplice provincia dello Stato.

14

e minacciosi ~rrurnenti <ld plnscrbismo, sono le società segrete . che pullu lano in Serhi:1, per

le q uali l'anna nor-

male di intimidazione è I ·assassin io , esercitato sia in pubblico che in privato, sia nelle case che nelle ch iese che in parl amento, :;,ìa all'interno che all'estero, 5ia a d anno cli propri citradini . avversari politici, che a danno di ciuadini stra nieri. Sono da attri buirsi al pan,erbi srno le gesta l·rjminosc compiute, .c;u grande scala, in Macedonia, in Albania, nel Monteneg,o, che hanno form ato oggetto <l i una inch iesta internazionale presieduta da Carnegie (relazio ne Carncgic); sono da attribui rsi al panscrbisrno le soppressio~i d i Montenegrin i ed Albanesi e Macedoni, r hc tanto commossero l'opinione mo nd iale negl i an ni r9 r919 2 0 - 1921 ; sono d a attribuirsi al panserbismo le repressioni contro N[usulrnani, Macedoni e Croati, che ha.nno interessato nel 1932-1933 il mondo i ntero, e per le quali , inva no, i colpiti hanno ricorso alla Socierà delle Nazioni . È entrata ne ll 'uso comune, mondiale, !a locuzione « ,i. sterni balcan ici » per _defi nire il metodo adottato dal panscrbismo <l i superare g li ostacoli e le diflicoltà politiche attraverso la soppressione clei propri ;ivversari. In Fraru:;ia mo lti sono favorevoli al panserbismo e ne alimentano cd incoraggiano i propO$Ìti e le gesta . Concluden do, tutte k rnncaioni puliiico-ctnichc-religiose alle q ual i abbiamo accen nato, come potrebbero rappresen1are un elemento di pace nel mondo, se ind irizzate all' un ione d i popolazio ni d i una data razza col rispetto dei d iritti delle al tre, possono invece r appresentare un e lemento d i diso rd.ini, <li conflitti, d i guerre, se esacerbati ed esasperati nella cupidità · d i dominio e d i predominio .

Panaghia-! Grido d, g uerra 11sato nel la marina biz,mtina del m ed io evo.

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L'entrata del Canale di Panamà dall'Atlantico

La città d i P. fu nel t670 assalita dal filibustiere Morgao, e presa dopo che egli aveva sconfitto un corpo d i ro.ooo Spagn uoli. Il Morgan si ritirò, dopo avere saccheggiato la ricca città, con un im1ncnso bottino. L a repubblica non ha esercito, ma una polizia militarizzata , ch iamata cc polizia nazionale » , composla da 8r uf fìciali e 675 agenti . In caso d i g ue rra o d i r ivo lte interne tutti i cittadini sono obbligati a prestar servizio . 4

Istmo

di Pmiatnà.

Estrema

sezione

meridionale

del

Cen tro .. America, ove ) 'arco che unisce i due contihenti si


assottig lia in una lingua terrestre, lunga c irca 200 Km .. la rga circa 70. Ha grande importanza come zona di transiz ione, e Pili ancora per il fatto di essere traversata d::il canale fra Atlan tico e Pacifico. L' im p resa dell 'apertura <lei canale, vagheggiata fin d al secolo XVI, fu sostenu ta nel 1843 i 1l Francia per merito dell'i taliano ing . Napoleone

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importanza commerciale , economica e strategica d i questo t ra tto singolarmente delicato, rappresentante i! -più grande c rocevia terrestre e ma rittimo del nuovo continente . Nel 1928 il traffico attraverso al canale a-veva già rag, giunto per entità q uello del canale d i Suez . Anche k più g rand i nav i da guerra degli Stati Uniti hanno porut9 pas s»rlo. Nelle chiuse, r imasero, per la g ra nde nave inglese " Nelson », solamente 60 cm. di spazio per parte. l i canale è stato protetto con potente a rmamento, i n base all 'accordo fra Inghilterra e Stati Uniti (1901) che ne cancell ava uno vecchio, del 1850, col q uale i due Stati si e rano itnpegnati a non esercitare sorveglianza esclusiva su akun costruendo canale Lransocean ico, ed a non occuparne, fortifica rne o colonizzarne le zone contig.ue; nè a esercitare dominio alcu no su l N icaragua, il Costa Rica. o alt ra parte <lei Centro-America. Le fortificazioni vennero iniziate nel 1911 . Sull'Oceano Pacifico, fu eretto il forte .-\ma<lcr, con due b tr. m u n ite di c.ffust , ad eclissi. Tre isolo tti, collegati, vennero muniti <li oµerc a costituire il forte Grant, C0 tl sci btr . a rmate di pezzi da 406 e <la 355 . Altre batterie SOilo state costruite sulle isole Pearl, lontane 70 km . dalla costa. Sull'Atlantico, fu e.ostruito il fone Randelph con 3 btr. , il forte Sterman con 4 btr. armate di pezzi da 355 e da 305, il forte Lesseps con pezzi minori, e alti·c opere minori . Forti d i sbarramento furono eretti lungo il canale. In t utto, la loro g uarnigione ammon~a ,a 700 0 u., the in caso di guerra può essere porrata a 20-25 . 000 facilmente, dato il g rande n u mero di f)t)rc.hitncricani trasfer itisi nella zona dd Canale .

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L'entrata del Canale. di Panama dal Pacifico

Gavella, e in iziata sotto la direzione dcll'ing. de Lesseps. l nte rrona d a un clamoroso scandalo finanziario, fu rip resa sotto gli auspici degl i Stati Uniti e ultimata nel 1914; il canale fu aperto alla navigazio ne l'anno seguente. Lungo 49 m ig lia (circa 14 ore d i navigazione), esso d alla baia <li Limon (Atlantico) supera le chiuse d i Gatun e, attraverso il lago omonimo, immette nella trincea di Culèbra, passa le chiuse di Pedro Miguel e M iraflores, e sbocca nel

Pacifico a sud di Panan1à. Gli Sta ti Uniti vi esercitano,

pii, cbe il con trollo, il d omin io effettivo. Di qui la grande

Panara (Pcmfilu). Medico mi lita re de l scc. XIX. Partecipò alla spediz ione in Eritrea nel 1885-88 eia capitano . Pubbl icò : « L'ospctlalc da campo in Massaua e k v icende san ita rie elci corpo di spedizione da l febbraio al settembre del 18~5 » . Panàro. A{flucnte d i destra del Po, che nasce da vari laghetti appenninici presso Monte Rond inaio, cmi l'antico nome d i Scolten·11t1. A Pievepelago inizia la serie delle tùrtuosità girando attorno alb base del massiccio d e! Cimane e scorre in d irezione generale d i N .-E. Sboccato in piano a Vignola, riceve a 13omporto il Naviglio di Moden(I, ramo navigabile lungo 15 Km ., derivato dalla Secc h ia. A Ban-

N ave nordamt'ricana nel canale di Pa n3m_à


-

PAN

dcno d iramasi da l L' . il Canale di B11ru11a, che segna un 'altra

lunga

e

irnportante giunzione ron

la

Secch ia.

li l' . connuiscc nel l'o a' Stellata dopo 166 Km. d i corso. Tributario notevole del sistem a fluviale padano, i! P. ,JC·· coglie nel suo alto bacino le proven ienze dal! ' Abetone e dal Coli ~ di S. Pellcgrir10 (« Strada delle Radici ») che crnn·ergonn a Pie ve Pelago riunendosi nella « Strada dei

Giardini » .

Questa, an1-ichè seguire l 'angusta va lle delle,

Scoltenna, percorsa da conmnicazioni secondarie, dev ia, salendo sui dossi che separano i d ue bacini del P. e della Secchia, e per Pavullo nel F rignano di~ccndc sulla vi,i Emilia a Modena . D i conseg uenza il ln>cino ciel P an/!ro 11or. !J3., nei riguard i. <lelle comunicazion!, funzione di ..

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PAN

I'. ,\. nel 1904, colo nnello nel 1906, fo prnmosso nel 1915 magg. generale nell;:;. risc1 nt.

Panciera (o Panziera). Quella parte dell 'armatura antica. che d ifendeva la pancia, continuazione del la corazza del petto, geoeral111er,tc a lame artico late. Copriva il basso ventre , e si univa al petto con chiodi da voltare, ( > vi si fissar a con perni r ibad iti.

:·cua comrnisur::na a!la su2 importanz.a idrogxafica, in quanto ll'Jll apre una linea di facilitazione agevole e contintJa lnngo il versante p:idano dcli' Appennino.

I. Battaglia sul Pa11àro (o di Scoltcn11a). FLt combattuta e vinta d al console Claud io Pukro contro i L iguri , dei c1uali 15.000 rimasero uccisi e 700 p rigionieri (177 a. C .) .

Il. littttaglia sul l'anàro (4 apr ile 1815). Appartiene alla campagna per l'[ndipendenza c1·1talia, d i Gioacchino Murar. Quest i, avanzando d a Bo logna su Modena, giunto sul I'. trovò sch ierati presso al pente d i S . Ambrog io, sull a via

Emilia, ci rca 9 000 Austriaci, com:iodati dal gen . Bianchi.

Tjpi di panciera

Panclastite. V. 1:-:splosivì liquid,. Pancrazi (Giova11111) . Capitano d i ventu ra del scc. XVI. n. di .Corto na . Fu al serviz io dei Veneziani, e cadde nel 1518 in ])allllazia combattendo contro i Turch i. Pandette (fstùuzio-ni militari 11<'1/e L'a11dette di Giusriniano). Norme giuridiche riguardanti i militari sono sparse nella raccolta di G iustiniano, a proposito d i ered ità, di

i l gc n. Pepe aveva attaccato un repa rto austriaco, cornan-

tu tela. di 111inorenni, ecc., con distinzioni fra i con1battcnti e i soldati di guarnigione, in rapporto a problem i di organica, d i r elazioni di affari, a privilegi per i soldati in servizio attivo, ecc. Era proibito ai soldati d i acqlli• .stare can1pi nelle provincie dove p restavano servizio, o in quelle d ichiarate in stato di guerra, allo scopo di impedire clic fossero d istra tti dai doveri loro nella mi lizia. per occu parsi elci loro beni. Oltrè a molte massime sparse ciua e là, cinque titoli delle P. si occupano d i cose stret• tamentc milita ri . I n uno d i essi è fatto divieto di entra re nella m ilizia agli uomin i d i co ndizione servi, pena il taglio della testa a ch i vi si fosse introdotto; è falto obbligo al super iore dì repri mere sempre le 1nanc.an ze <legli infer iori ; è fatta la d istinzione fra il ritardatario e il diserture vero e proprio, con longan im ità verso la rcclma nun ancora avvezza. alla discipli na; è prescritta la con<lanna a morte per colui che avrà fatto cosa proibita dal cornan-

dato dal gcn. Stcfanini, a Spil imbcrgo, e lo aveva dopo vivo combcittimenro cacciato dalle .sue posizioni.

dante , e non avrà osservato g lì ord ini impartiti, anche se aqJ ott<:nuto buoni risultat i; è presc ritta la stessa. pena

In quel momento il re d isponev-a di soli 8000 u., coi quali no n cs itè, ad attactarc. Il gen . Carrascosa c acciò gli Au-

striaci d i primo jmpeto dal la riva dr. del fiume, ma fu respinto dalla riva sr. , dove e rasi lanciato inseg uendoli. lntervenn,; la brigata del gen . De Gennaro a rinforzo, mentre il gen. rilangieri, con 24 cavalieri, si slanciava sul ponte d isordinandone i difensori a prezzo dei suoi uomini , rimaoendo g ravemente ferito egli stesso. Accorsero i farni na1Ìoletani, e approfittarono dello scornpiglio per impadronirsi del ponte, e sboccare sulla riva sr. l i Bianchi non tentò d i riprendere il ponte, e si ritirò verso M.ode na, ir~.calzato viva111entc dal

Carrascosa,

e

abbandonando !a

cittit subito dopo a i Napoletani inseguenti. Gli Austriaci

perdettero un migl ia io di u. fra n1orti feriti, prigionieri; 1

c irca settecento i N apoletani . Durante 1·a~ionc principale ,

Panarotta. Monte in Val Drenta, a nord d i L e"ico (rn. 2002) . Gli Aw.triac i v i avevano costruito un forte moderno, destinato a sbarr,nc, da q uella parte, il nos:ro can1n1ino verso T rento . Con le operazion i offensive svol-

1c,i tra il magg io del 1915 e la primavera del 1916, le truppe della nostra 15° divis. si erano spinte molto sottc, alla <lorsalc l'a11a ro tt:1-Fravort-Sctte Selle, fortemente mun ita dall'avversario ; ma, per ordine del Comando Supremo,

questa fu consid~rata s0io lOmt: una iinca di dì[esa avan~ za.ta e abbandonata d ur;1nte l 'offe nsiva aus triaca de! mag~

g io 1916, nè piè, rioccupata sino al termine della g uerra.

Panay. Città dell 'isola o monillla, nelle Filip pine. Nel 1898, durame la g ue rra Ispano-americana, un corpo spagn uolo marciò per ridurla al! 'obbedienza, essendo stata ,;çcupata dai ribelii i n nulllero di 4000. Gli Spagnuoli la presero d 'assalto, perdendovi una cinquantina d 'uomini_, il 7 lllaggio ; le vicende del la guerra li costrinsero ad abbandonarla agli Arncricani. Panceri (Erminio) . Generale, n. nel 1848. Sottot. dei granatieri ne l 1868, d ivenne ten, colonnello nel 1899. In

per colui che per primo si desse a fuggire dalla schiera '" ba1taglia. Tutto il titolo « De re m ilitari », del libro XLIX de lle P andette, investe problemi di alta importanza m ilitare, preceduti da una massima che d ice : cc L ' ufficio del comandante del! 'esercito comiste non tanto nell' imporre guanto nell'osservare la disciplina " · Vi sono rlorme rigua rdanti la differenza fra reato comune e reaw militare; i casi che rendono intlcg ni di essere am111cssi nella mil izia, dalla quale, ad esempio, erano esclusi gl i adulteri ; i vari t ipi d i congedo (normale, per infermità, ig non1inioso), ecc. Vi sono norme n1inuz.iosc riguardanti la vita negli accarnpamcnti, e le punizioni per i soldati : T< chi passa al nem ico e poi ·ritorna , sia souoposto alla to rtura e q_uind i dato alle bestie o irnpiccaw, anche se nessun danno ne sia derivaw all 'esercito; chi viene p reso

mentre vuole d isertare, sia decapit ato " ; ccc. Un altro titolo riguarda i veter<1ni, ai qu ali e :i.i ioro figli - spettavano g li stessi o nori che ai decurioni, lalchè non po tevano essere inviati alle miniere, nè destinati ai lavori pubbl ici, nè dati alle bestie, nè uccisi con le verghe . Un altro r iguaròa i_ prigionieri e i riscaltati dal nemico: in esso è fatra l a distinzione fra coloro che Roma co nsidetava come nemici nel senso d i belligeranti, 50


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ed erano coloro ai quali il popolo romano aveva decretato pubblicamente la guerra: gli altri erano considerati come ,, ladruncoli o predoni » . li quarto titolo strettamente mi litare si r iferisce al testamento òei soldati , ammesso per disposizione temporanea da Giulio Cesare, e eonferm;Jto da Nerva e da Traiano in moòo stabile e definitivo. E il quinto tratta il problema del « pcculium castrcnsis », ossia di quel denaro che il soldato aveva acquistato in occasione del ser vizio m ilitare : soh.lo, bottino, donativi. Di quesro peculio il soldato era libero di disporre anche se egli fosse soggetto alla patria potestà.

Pandini (Compagnia ca,-c,atori franchi d,). Costitui ta iu Piemonte, nel r794, al connndo di Giuseppe Pand ini , median te volon tari esuberanti al corpo di Colli , e completata con emigrati. La sua forza fu d i 160 t1.; partecipò alle ca mpagne 1794-96 contro la Francia, e poi fu sciolu; i suoi uomin i forono incorporati nel regg. Piemonte. Pandino. Comune in prov. d i Cremona. Venne fortificato nel medio evo con cerchio di mura rafforzate con quattro torri quaurate. I Visconti vi fece ro costruire un

dello scienziato t ra;se norma per migliorarla . Contemporaneamente nell 'cserc:ito sardo il medico /\bhene fece moposte analoghe. Così possiamo far risalire solo al 18iO quella cura ae l coniczionare il P. militare che oggi vi~nc posta da!le s ussistenze per renderlo sano, nutriente e sa~

pori te . L 'ultin1a moclificaz.i0ne è stjta apportata

castello . Il paese fu coinvolto nelle guerre comunali e disput ato fra i potentati vicini. I V<:ncziani nel 1447 lo presero mentre apparteneva ai Visconti, ma questi lo ripresero J'~n no segue nte.

~~\ t@™:fj=-Wffi=i

@=1=frFi--wrtP~t;::,fffi-ffl ___, ........ Segmtle d'incetta del pane

med iato Jopo-gucr ra, con : 'adozione delle due pagnou e al posto d'una ~ola per ra.lionc . Così si è ridotta al mi~ nimo la mollica, che spesso il soldato scarta, ed è più

abbondante la crosta, che è meglio digeribile. Questa modificazione, apparentemente d i poca entiti,, comporta un rnnsumo mag-g10rc cli farina e di c01nbustibilc 1 che, 180

mila uomi ni, si era-

Pancttic_ d militari che confozionnno gallette

duce in aggravio d 1 o ltre un m ilione e mezzo di lire all'anno. Il l'. per l'esercito italiano . viene confezionato dagli stabilimenti territorial i della sussistenza. In guerra, presso le unità d i prima linea, concorrono alla confc; ,one i forni campali. Specialmente rn campagna si prc-

Pandolfini (An.1011i110). Genera le, n. nel 1862. Sottor, di fanteria nel 1884, d ivenne tcn . colonnello nel 1915. In P. A . nel 1916, fu trattenuto in servizio in occasione della guerra contro l'Austria. Colonnello nel 1917, venne r;collocato in congedo nel 1919 e nel 1927 fu prnmo;so

generale di brigata nella riserva. Pandosia. Ant. città dei Bruzii, fra Cosenza e Cotrone. '.Nel 326 a. C. i Bruzii e i Lucani vi sconfissero /\!essand ro I, re dell'Epiro, venuto in Italia come alleato di Taranto . Le sue truppe furono n1assncr.ate, ed egli trov,\ b. 1nortc nel fiume Acheronte, n1t"ntre cercava scampv ,~dia fuga.

Panduri. V . Cro<1ti. Pane. Assieme con la carne costituisce il nu trimento p rincipale del soldato presso tutti gli eserciti civ ili. Napoleone lII incaricò i l chimico Poggiale di esaminare e stu • d iare la razione pane dei suoi soldati, e dalle propostè

nell 'im-

TROMBA In SI ~

calcolando la forza bilanciata di

Jl castello visconteo dì Pandino

1

Panificio mili tare in campagna

1


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ferisce dare pa ne eh farina d i grano. Miscellarc le farine di gran i diversi, per quanlo semplice possa sembrare, è opcra,.ione <la fare con part icolare competenza e special i mezzi : qumdi mal riuscirebbe presso gli stabilimenti avanzati di campagna . Tanw più se si pensa che, all"infuori dd riso, il nostro esercito attinge d all'estero grande parte dei g rani da panificare. Anche nei ri flessi che ne può avere la razione d i pa ne dell"escrcico, la battaglia del grano con la quale il governo fa~cista vuol toglierci la servitù deì .. l'importaziooe dell'alimento principe - è d i importanza somma e può

PAN

r.onostante le alterne vicende dei comba uin1en1i che si svolg:,,vano ai suoi fianchi, anche quando venne a trovarsi , con pochi uomini rimastiglì, isolato dal resto riel suo ba ttaglione. Quasi p rivo d i muni:,ioni, d i viveri, di ;,equa, fu sereno, fortissi mo, fiducioso sempre. Cadde gridando nncorn: (< Avanti~ >) a1 pochjssjmi superstiti che, cosl

avere valore decisivo in caso <li con -

fiitto . Ari ogni solda to, nel nostro esercito, co1npctono granuni 700 di P. o r<li11arian1cntc.

A individui

ricono-

sciuti abbisogncvoli viene concesso il

Supplemento pane; così pure una n.1agsior quantità ne vien data ai repani dc.:slinati a vivere in zone di montagna, o soggetti ad eccezionali strapazzi. Il P. m.1ò es.sere sostituito dalla Gal/et/a (V .) pii, comoda a trasportare e a conservare, n1a meno gradevole, e, a lungo andare, poco ~ana .

Confezione del pane in prmificio mil itare

Pane di g11crm . li blocco che sercò gli Imperi Centrali fìn dall'i,1izio della guerra Mondiale, li indusse a cercare ).'rDl'ved imcnti per .far fronte alla scarsezza del f,umento. In princ ipio dd 1915, venne creato in Gerfnania un l'. :ii guerra, che fu detto " Pan~ -K », cd ern composto di farine di frumcmo (abburattata all '85 % ), d i segale, d i

incitati, rcspinse1·0 vittoriosamente un violcJllO nuovo con~ trattacco avve rsario, e resistettero, ancora da soli, pet pa.. ,ccchic ore ,,. (Veliki Hrib, z8 agosto 1917).

patate . l~r~ 1111 pan!: n1assicrio, di digestione piuteostu <.ijf. ficile . Negli Stati del! 'Intesa il provvedimenw fo adottato r.el 1917, quando la campagna sottomarina dei Tedeschi, disrruggendo un 'enorn1e q uantità di approvvigiona1nenci, arrisch iò d i convertire i bloccant i io bloccati . In Fr.a ncia, e in Italia, ad es., venne po rtato l'abburattamenlo all'85 %, e venne stabilita un ag1:,:iiunta <li altre farjnc (segale, orzo: granoturco, rjso, avena) jn proporzione del 15 %-

Panfìlio. Nave da d iporto dell'epo.:a bizantina. Talvolta [u armata jn guerra . Secondo il Vecchi, il nome le derivò appunto dal! 'essere stata equ ipaggiata, per opera di imperatori bizantini, con solda ti della Panfilia . Pare fosse nave inferiore come tonne Ilaggin al dromonc. Secondo il Guglielmotti era unica111cnr-c bastimento d i lusso e <li <liporto. Il nome è rimasto m1cht oggi : in Egitto il sovrano ha sul Nilo il l'. reale .

1

Pa11e t/i munìz ione .. ~ ell'antica terrninoiogia rnilitare, era la pagnotta del solrlato, grossa così da dover bastare per òuc giorn i. l'ane militare (Panis castrensis, o buccel/att1m). Pane fotto cuocere molto a lungo pcrchè avesse maggiore du• rata; i soldati romani ne portavano seco tanto q ,ian to potesse bastare per 1111 mese, e talora anche per un tempo più lungo. Per alcuni scrittori i l « panis castrcnsis " era invece il frume11to, col q uale si faccv,;no essi stessi il pane.

Panella (Antonmo). Medaglia d'oro, n . a Reggio Calabria, caduto al fronte ( 1885-1917). Da semplice soldato di fanr:eriaJ divenne per .me.rito di guerra sottot . e p0i ten. d i ~ornp lernento . Col grado d i caporale aveva rncrit3 to un cncon1io solcnn.c e, da tenente un.:J rned . d 'ar-gento sul San Marco. Già insignito <lei segno d i guartrn fe rite, mori eroicamcnt,c ncila battagl ia dell'agosto 19t7, n1eritan<lo la n1cd . d ~oro con questa motivazione : « In tutti i combattirncmi cui prese parte ten ne sempre i l p rimo posto, il pii, vicino di fronte al nemico. In ~na ~sprissi,na azione, per tre giorni e due notti, con i suoi fanti affascinati dal suo fulgido valore, contese con mirabile tenacia, palmo a palmo, un tratto di trincea nemica, Hl cui riuscì ad affermarsi ed a inantcncrsì soi ida1nente, 1

1

Paoella A ntonlJlO

Pangiilos Teodoro

Pangalos (Teodoro). Generale e uomo politico g reco. Comandante del JII C . d'A. e partigiano d i Vcnizclos, d ivenne generalissimo jn seguito alla rivoluzione del 1922 e fo presidente della Commissione d 'inchiesta che rinviò a g iudizio gli ex ministri regi, che Euro.n o co ndannat i e fu. ci lati . Deputato alla Costituente, fu capo del gruppo liberale-repubblicano e tenue con Papanastasiu i l portafoglio dell 'Ord ine pubblico e poi della Guerra. Il 25 giugno 1925, caduto i l gabinetto Michalakopulos, d ivenne presidente <lei Consiglio e governò di ttatorialmente, finchè il 4 gen-


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PAN

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naio 19.26 si fece eleggere presidcmc della Repubblica . l i suo malgoverno g li inimi,:ò presto tutti i partiti ; sfuggì ad un attentato e lu rovesciato d a un colpo di mano del gen. Kondylis (agosto 1926). Arrestato e degradato, venne liberato col r itorno al potere di Vcniz.elos e riprese l' aui, vità politica. In seguito (u arrestaw e condannato, sia per reati commessi durante la d ittatura, sia per la sua successiva attività politica.

Pang-U l•Siom. Isola dell'arcipelago coreano: I! 25 lu g lio 1894, prima del la d ichiarazione d i guerra fra Cina e Giappone, un convog lio cinese, costitu ito ùal trasporto (( K.o\vsh ing », battente band ie ra .inglese, e dall'avviso da

guerra t< T:-ao-klang )), e..ra avvistato nei pressi di P. <1agli inc1ociatori g iapponesi (\ A kitsushirna e (( 'Nan iva )) . Men• >)

tre il primo imponeva la resa all'avviso, che cedeva senza resistere, il secondo ordinava al trasporto, su cui erano uoo soldati, d i fermarsi . Non essendo st ate ancora aperte le ostilità, questo era un arto <li prepotenza a cui i Cinesi non vol lero sottostare. Allora la nave gi~pponese, defi lando a 1 50 111., lo affondava con un siluro e 'i colpi di cannone. Solo l i<> u. si salva rono. L ' Inghilterra protestò encrgicameme e o \tcnne una indennità di 150. 000 sterl ine per la nave, e forti compensi alle fam ig lie dei sudditi inglesi per iti nell'affo ndamento .

Panicale. Comune in prov. d i Perug ia. Nel med io evo fu luogo mun ito e forte, e venne coinvolto nel le lotte locali. Le sue mura furono abbattute nel 1276 e nel 1479 ed e ntrambe le ,·ol te ricostruite . Ne l 1387 i Panicalc,i si ribellarouo alla signona del .1Michelotti e ';i costilu irono in comune libero. Due volte essi respinsero Braccio Fortebraccio, ma infine a lui si sottomisero nel 1416. Il paese fu assalito dall'O rsini e dal Piccinino nel 1443, ma riusd a respingerli. Nel 1642 le truppe parmensi e fiorentine attaccarono e presern /'. e ne spianarono al suolo la rocca e le fortificaz ioni. Panicali (Gìuscpp~) . Generale, n . a Case rta nel 1859. Sotto r. d , fanteria nel 1879, d ivenne colonne llo ne l 19i 1 . Comandò il 45° fa,ucria e nel 19, 5 fu promosso m agg. generale, al comanclu della brigata Reggio con la quale e nt rò in g uerra contro l'Austria . In P. A. nel 1917, genera le di divisione nel 1927, passò _nella ri serva nello stesso anno. Ptmicali Pietro. Gene rale, n . a T orino nel 1867. Sottot. d i cavalleria nel 1S89, meritò nel 1893 a Palermo la med . di bronzo al valor civile. Colonnello comandante i lancieri Vittorio Emanuele nel 1917, meri tò, combattend,1 nel 1918 sul Pia"e, al Tagliamento t-d a Palmanova, due . mcd . di bro nzo. I n P . A . nel 1926, fu prom.osso generale d i brigata nel 1929.

Pànico. Si ha quamlo, p~r una qualunque ,~.usa per• tutbatricc, co me sorpresa, t'also a]h1rme , ecc., fr;-1 g l\ndi~ vidui con1ponc ntl una folla insorge itnprovvisa e sj pro

paga rapida una costernaz ione che non può cal marsi per w run imperio della ragione , onde la folla stessa, resa sord,1 al la voce, all 'azione e all 'esem pio dei capi, pcrJ c ogn i ritegno e freno rnoralc, si scon,pig lia e si n1cuc in fuga travolgendo qualsiasi ordine. Il fondamento psicologico del l'. trovasi stn1.prc nella · paura di carattere animale <leg!i individui componenti le col lcuività . I nfatti nelle moltitudin i che non hanno ahbastan1,a vigile il senso delle responsa bilità morali, e nelle quali le cognizioni e le valutazion i dei beni spiritu ali sono scarse e inadeguate, il sentimento del la conservazione corporale prevale facilmente sopra ogn i altro . Però, quanco più le folle snno omogenee, stabili, dif-

PAN

ferenziat~, q,.1indi organiche, tanto meno sono facili al P. I due punti o casi estremi della infinita serie di panicl ond 'è purtroppo r icca la storia delle guerre e delle pubbl iche calamità, sono : il timore panico e i l ter rore p,11ico. Il primo identifica il · senso di stupore e d i pertu rbamento çhc coglie gli uomini all'inizio, al manifestarsi cioè dell'imprevisto . In questo caso, ove i capi siano presentii ~olcrti, cnt:rgici, pronti può essere tro ncato in sul nascere. Nel secondo caso, che identifica la degenerazione folle della paura bestiale, niente può fe rmare il corso del fenomeno: la gente terroriz zata si sfrena come fiume in piena che trabocca, si disalvea e travolge ogni cosa. Non c 'è guerra che non dia luogo ai più svariati e impensati casi di P. fra le t ruppe e fra le stesse popolazioni non combatrenti. Non sarebbe neanche pe nsabi le di poterne fare la storia. Molti casi passano sotto silenzio, per ovvie ragioni . Come che sia, i l fenomeno, i nseparabil.c dalla guerra e proprio della psicologia collettiva in pace e in guerra, vuol essere tenuto nel debi to conto, per le conseguenze che ne seguono. I suoi an ti<loti stanno principalmente nella educazione ind ividuale e collettiva , che stabilisca e r affermi la discip lina <lelle ment i e dei cuori , e nel va lore di capi solerti, vigilanti, esemplarmen te calmi, temprati al peri 1

colo, autorevoli e, jn ogni circostan za, tempisti. L'educa• zione, antidoto del panico, deve a vere per i nsegna i! motto di Orazio : « Aequam memento rebus in ardu is • servare mentem » (« Ricord ati di conser vare nei momenti difficili la mente calma »).

Panico Antimo. Medaglia d 'oro, n . a Giuliano Campania, cadu to al fronte (1892-191il· Semp lice soldato d i famcria, aveva partecipato alla campagna di Libia. Richiamato per · la guerra ciel 1915, col grado d i caporale, fu nominato in seguito aspirante e poi sottot. nd 139° fanteria. Già decorato di una mcd. di bronzo guadagnata nel J'rentino nel 1 9 15, il 6 luglio 1916 rimaneva gravemente fe. rito sul monte Zcbio, e veniva decorato

con u na .m e<I. <l'ar-

gento. Nel la battaglia dell 'agosto 1917, dopo · essersi eroicamente battuto, cadeva morta lmente ferito; venne allora confe rita alla memoria di lui la med. d ·uro, con la seguente motivazione : « Aiutan te maggiore d i un battaglione, preparate, sotto I ' intenso bombardan1e nto

avversa•

Pi1nico An6mo

rio , mirabilmente le truppe, esempio cli contegno energico e sereno, le lanciava [ulminee all'assalto di compl icati e munitissimi grovigli nemici, gareggiando con i più animosi nel vincere og11i resistenza. Arrestato nell 'impeto travolgente da fitte postazioni di rnitragliatric i, dopo breve organiz zaz ione di una pnma difesa si lanciava nuovamellle sul! 'avversario, infondendo nelle sue truppe il pill i rruente entusiasmo, ma colpito in fronte, gridan(IO : « Viva l'Italia! >1, e ..rifiutando ogni S(1c-

corso spirava, incitando i suoi a vendicarlo e ad inseguire il nemico,,. (Selo, 19 agosto 1917).

Panificazione. V . Forno milita,.e . Panigaglia. Nave per trasporto munizioni, di 930 tonn., varata nel r923 ed enLrara in se.rvizio nell 'anno seguente. Panigai (Rodrigo). Generale. n. a Milano nel l861. Sottot. d 'a rt. nel 1879, partecipò alle campagne d 'Erit rea


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del 1895-96 -97. Colonnello comandante il 24° art. da campagna nel 1913, combattè contro l'Austria cd a Castelnuovo meritò la mcd. di b ronzo. In P. A . nd 1916, rim ase in ser vizio e comandò 1·art . del C . <l'A . d i Napoli . l\"el 1923 assunse il grado di generale di d ivis . nella

d , Pragclato. Comancl. dclia cm a e provincia d i T or in o nel 1.775, d ivenne governatore di Cu neo nel 1 778 e d, >l'ovara nel 1782.

riserva. Panigo (conte Ettore di) . Condottiero d el scc. XIV, n . d i Bologna, m . nel 1345. Esu lò dalla sua città in seguito a lotte intestine, e si recò a Modena , d ove nel 1329 governò la città a nome della C hiesa. P;1ssato a l servii.io <lel l'l mpcro, continuò a reggere In città cmn e vicario imperiale. Po i servì sono Mastino della Scala contro i Visconti, indi si pose a l servizio d i questi ultimi. D ecise a loro favore la ba ttaglia d i Parabiag0 (1339). Divenne uno dei capi della « Gran Compagnia » ch e devastò l' Italia (1342) e infine tornò ai Visconti. Recatosi per conto d i

questi in Garfagnana, vì rimase ucciso in rissa.

Pnnigai Rodrigo

Panizzardi '.Pietro

Panizzardi (Pietro). Generale, n. a Torino nel 185<>. $011ot. d 'art. nel 187,, diver,ne colonnello nel 1902; rnrrrnndò in 2 a, la Scuola d 'applicazione d 'att. e genio e dal H)06 il 30 art. da campagna. Magg. genera le nel ,908, comandò l'art . a Mantova. Nel ,911 fu nominato ispe ttore nrlcletto :1ll'ispcttorato gen. d 'art. e nel 1913 (u promosso ten. generale. In guerra conrro l'Austria. co1nan.dò l'art. della III a rmata e per le azioni su l Carso ed :o Gori7,ia ebbe la croce d'uff. d el l'O . M. S. e la med. d'argento. Kcl 1917 anelò in P. A. e nel 1925 fu p r0mosso generale di C . d"A. nel la riserv a.

Regia ~ave e P anigagJia ~

Paniput (o l'anipat). Città d ell' India inglese, nclh prov . cli Delhi.

I. Rattaglùz di Paniput (1526). Fu combattuta e vin ta Ila Bchram, genera le d i Akbar, con tro g li usurpatori bcn <>alesi comandati d a Jbra b im , il quale rima,e ucciso. Con ~ ucst; vin aria era assicurato ad Akbar il possesso dd Pungiab. Il. Battaglù, di f'11111p11t ('i gennaio 1761) . Fu wmb,mura dai Mahratti , contro i Maomettani con1andati dallo sh;1h Ahmed. I Mahratti subirono e norm i perd ite, e fum:10 messi ne ll ' impossibilit à d i rea lizza re il loro progetto, d ella fon • dazi0ne di un g rande Stato indiano.

Panissera (di

Veglio, Francesco) . Generale del secolo XV!II, m . a T or ino nel r784 . Percmse gran parte della car riera nel rcgg. Torino e si d isrinse in special m odo alla battaglia dell'Olm o . Colonnello d el regg . <!ella Reg ina nel 1771, d ivenne nel 1774 brigadiere e capo del p redetto reggimento . Magg. gen erale nel 1776 e ca po in 2 ' d el re gg. Aosta nel 1777, fu successivam ente ispettore del 3° (1781) e poi d el 2° (1783) dipartime nto. Nel 1783 fu p rom osso luogçten . ge ne rale. l',rnissera di Veglio conte Fmncesco. Generale del seco lo XVIII, m. a Novarn nel 1786 . Percorse la n11ricra in [antcria e si segna lò a lla b attaglia c!ell'Assietta . Colonnello nel 1762, comandò il regg. prov inciale di Cas,:1lc e 1..bl 1i69 il regg . La Marina . Brigadiere di fanteria, e comandante d i Alessand ria nel 1771, venne nel 1774 promosso luogoren . gen erale governatore d ei forti di Fcnès trcl le e

l'anizzardi Alessandro . Generale, n. a Torino, m . a Ron1a ( 1853 1928). Sottot. d'art . nel 1872, fre._1ue ntò poi la Scuo la d i g uerra e passò nel corpo d i S . M . nel 188.,, 'nel q u ale anno meriti> la mecl. d";<r gento nel le inondazio11i del Veneto. Nel J 891 fu addetto mii. a.lramb, sciara di Parig i. Colon11ello nel 1896, co,na ndò il 5° bersaglieri . Magg.

genern!e cornanùan tc la brigata ForH nel r902, fu promosso tcn. gener ale

Panizznrdi Alcs~andro nel r909: comandò la d ivis. d i Napo!, e d a l 19u ] 'Xl C . d 'A ., che lasciò nel r914 per ·motiv i d i salu te . Nel 191 ì fu collocato a riposo.

Panna. Le n a,·i a vela si mettevano in P. d isponendo luuc le vele d i un a lbero con orientamento contrario a <1uelle d ell'alt ro albero. In tale m o<lo la nave non avan7ava rli camrn ino, n1a ckrivava soltanto sotto vento. Questa ma novra di arresto serviva spesso nei c:ornbattimenti per m~ rne,H;;rc una posizione favorevole rispetto a ll 'av versario.

Le n::1.vi tll('ltevaoo in P. anche col catti,·o te mpo, riducendo le vdc al m in imo (panna secca).

Pannilunghi (Ar111ro) . Medag lia d 'oro . n. a Siena, m . a l fronte ( 1876-r916). Ufliciale <li fa nte ria in servizio attivo permanente, era capitano nel 30° fanteria quando scoppi/, la g uer ra w n l' Austria . Sul basso lso nzo. fin <lai primi mesi della g ue rra, meritò una 111ed. d i bronzo . Il 29 giugno 1916, il valoroso capita no cadde vittima dell'insidia degli Austriaci wn il primo anacco c'on gas as/issianri, avendo vo luto, pr ima che alla prop ria vita . pensare a porre in sa lvo la bandiera de l rcggimcntù . .Per que-

sw gesto eroico che gli cosrnva la \1ita1 alla sua n1emnna fu conferila la medaglia cl 'oro al valor mil itare: la· mot i• \-'azione così ricorda i l suo sacrificiò:

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d Du rante un irnpro,·viso attacco ne1nico con gas vene• fici, rimasto solo al posto di comando del settore per essere ogni altro militare del posto colpito da asfissia, t ratto i ri salvo il proprio colon nello asfissiato, sebbene m preda ,Ili atroci sofferenze , di !lull ' ;;ltro preoccupavasi che d ì porre in salvo la band iera del reggi.nento. Seinisvenuto, col g lo rioso vessi llo alla mano, coad iuvò con m ira bile .sforzo il comandante interinale durante wtca I'nionc, e, bcnchè sempre piè, le sue condizioni si agg ravassero) tanto che ne moriva quattro giorn i Pennilunghi Arturo

dopo, non volle lasciare il rno posto, fìnchè non vide la ban-

<liera al sicuro e sa ldamcnt<; ri~ prese le posìzio ni 11101ne ntanearnente occuµatc dal ncm.ii.:o i, . (Mo nte San Michele , 29 giugno 19 16).

Panno Militare (Colore del). La sccha del colore per i! panno vestiario 1nil. per truppe in cam pagntt, è stata oggetto di lunghi e a{tenti stud i da parte degl i eserciti delh: più importanti N az ioni. In definitiva, ognuno d i essi ha finiço con l 'adottare il colore più prossimo a quello in media presentato dall ' aspetto del proprio territorio . Per 1c nnHre truppe metropolitane è stato prescelto il pa11no Grigio-verd,· (V.), costitui to da un m isto di lana bianca, e lana tinta con indaco, rimontata con gial lo. con t::sc.:lusione di colori a base d i arsenico; per le truppe colonial i è statn scelto in prevalenza il colore k aki . li panno per mantell ine e cappotti viene impermeabi lizzato con sali di all un1inio .

La Germania, preparata alla guerra fin nei suoi pa rticolari più minuti, aveva praticamente ado ttato un colore indist into per l'uniiorme del le truppe in carnpag11a, così da ostacolare perfettamente la loro visibili{à a d istanza, in ccntrapposto d i a lt ri eserciti , e specie di quello francese , dotato d i d ivise tradizionalmente colorate con tinte assa i vivaci. La l"rancia perciò, sia per evira re la visibilità assai pronunziata di ta li colori , nonchè per suppli re alla defi.;;:it"nZ.;J dcl i 'alizarina che, prima della. guerra, importava dalla Germania, doveltc adau,nsi , sotto la pre1llura d i irn mediati bisog ni , a quanto le comrnìssioni <li ~tudio riusci• rono a suggerire; e , fra le varie proposte . venne sce lta queila che portò all'adozione di un panno tessuto con filati di 1.1. na tinti in azzurro. indaco e con fi lati bianchi} che d ettero luogo al i;anno francese defin ito « azzurro-orizzonte >> . Questa tinta però non rispose menmnamentc ai fi ni, .poichè <li g iorno riusciva pilt v isibile d i al tre meglio appropriare, tipo grigio-verd i; e, d i notte, per influenza di talune radiazioni luminose, e segnatamente d i quelle azzu rre emesse dal l'arco voltaico, com'era il caso de lla luce emanata dai riflettori, assumeva una colorazione chiarissima di netta evidenza. Per di più, l'azione viva e sen~ sibile dei raggi azzurri sulla lastra fotogrnlica dava lungo a impronte nitide nelle fo{ografie prese dall 'alto, che riuscivano di ottimo aiuto al} 'avversario , pt!r facilitarg li il compito delle segnalazioni e per individuare truppe in marcia, adunate, ecc . La Germania invece aveva tenulO stretto conto di questi dettagli nella confezione del suo panno mil ita re, dalla tinta verde-prato (fe/ftgra11), col :i_uale le sue truppe r iuscivano scarsamente visibili. Questo panno · non veniva colorato uniforme1nente di una sola tinta, bens.ì era costituito di fi h che , isolatamen te, nella

trama dei tessuto, risultavano bianch ì 1 m isti ad altri d i color verde-pomo e di color rossastro (comp leme ntare del verde); d i guisa che, dal !oro insieme, appariva una tinta verde jndistinta, poco appariscente su qualsias i fondo. Questo giudizioso especlien1c trova riscontro in un al1,o delicato e interessante l'antaggio e cioè : lo spettro della iucc riflessa da una stoffa così colorata non otire v~ riazioni notevol i di- sensibi li tà e risulta sempre uni forme, potendo essere solo rinforz~1ta da in terposiz ione d i un'altra tinta,; jnoltrc, con1'l.: noto, la lastra fotografica non

è sen.

sìbi le alla regione verde dello spettro. f

Pannonia. Regione antica, corrispondente alla Slavonia, al la Stiri:1, a parte del l'Austria, dell'Ungheria, della Croa zia, della Bosnia. Capol. Vienna . Fu sottomessa dai .Ma ccdon, e incorporata nell'impero romano nel 23 a. C. Pm!/1011ica ·guam . I.a w nquista della /' . fu impresa ini,:iata da Au.~usto, che Ile diede ù1carico ad Agrippa. Ma la sorte non fu benigna con questo vecchio generale, che aveva condotto a termine imprese be n più importan:i. perchè fu coltn da morte 1; el 12 a. C . Diffusasi b notiz ia della morte, in tutta la regione d ivampò l ' incendio delb ,·ibell ionc. La dirczion~ della guerra fu assunta allora d,, Ti berio, il q uale, in due campagne (1 2 e 11 a . C.) riuscì con g rande spJrgimento d i sangue a do!11are le tribù n bc lli. Ma una irruz ione dei Daci in P. ed alcune complicazionl i n Da lmazia costr in sero Tiberio a rin novare le c,perazinni nel lO a . C. e solo l 'anno successivo g li fu Fossibile domare i ribelli. Tuttavia i camµi fortificati dellelegioni non furono spin ti in quella regione ancora mal sicura, ma ritratti fra la Sava e la Drava, in p9siz io!le ta le da dominare militarmente la /'. e ne llo stess<; tempo la Dalmazia. Le fortezze ùi Siscia, Sirmium (Mistrovitza), Emoua (Lubiana), l'oetovium {Pettau) , furono i punti d ·appoggio del dominio rornatl'J in 9uelle regioni.

Panoplia. È così ch iam ata l'Armatura (V .) d i tutto punto, ra,llo dd Gffaliere q uanto del cavallo. Dicesi pure• di un Lrofeo d i arm i d iv-::rse, artisticaincntc dispn$te 1 ap pese alla pa,etc. Panormo. Ant. città dell'isnla di Samo. Fazione 11a11a/e di l'anormo (190 a. C.). ·Si r icollega alla guerra Siriaca in G r·ccìa, e {u felicemente s,·olta da Polis ,cn ida, comanda nte della Hotla di Antioco Ili, re d i Siria, e fuoruscito di Rodi , a Janno d i Pausistrato, navarca d i Rod i. Po lissenida, menlrc era r icoverato in E feso, d iede a credere a Pausistraco che <.:g li volesse staccarsi da Antioco, srnellcndo qua lsiasi apparecchio, non provvedendo la flotta di buon numero d i remator i e d i soldati, tirando a terra alcune navi sotto pretesto cli racconòarle; altre mandandole nei porti vicini ; poche ne terrebbe in acqua nel porto di Efeso, colle quali cornbanerebbc, se fosse costretto : non altra mercede chiedeva che il suo ritorno in pa tria. Pausistrato abboccò, specie quando ebbe tra le sue mani uno scritto di Polissenida col sigillo attestarn e la sua promessa, t si [ccc so rpre ndere dall 'armata nem ica. Polissenida d iede ordine a un certo N icandro, capo di pira1ì, di portarsi a Pa linuro con cinq ue navi coperte, e di là, per la più prossirna via d i terra} di condurre i soldati a Panormo . Pausistrato dapprima stimò megl io di respingere i l nemico dalla parte d i terra, e condusse i suoi divisi in due schiere !>lii prmnontori, che sporgendo in fuori, formano il porto ; ma poi J11uéato consiglio, ordinò ai suoi di montare sulle nav i con grande scompigliamento dei snidati e del le ciurme. Pausistrato, n<Jn. scorgendo al tra Yia d i salvezza che sfar. zare la bocca del porto e lanciarsi in alto mare, come

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vtdc i suoi ;aliti sulle navi, a forza di remi si drizzò :tlla boccn d d porto, e l 'aveva già quasi varcato, quan do Poli,senida g li si fece intorno con tre ,1ua..querem i. La na,e, colpita dai rostri, fu affondata; un nembo di giavellotti oppresse i difensori, trn i quali, combattendo cornggiosamcnte, r imase ucciso anche Pausist ra to. Delle altre n.1vi parte ne (u presa davanti al porto, parte nel pono, alcune da i':icandro, mentre tcnta\·ano scostarsi da terra. Sttte sol:tinente si ,a lvarono, difendendosi con materie inlÌ:unmatc contenute in vasi di (e rro sospesi a pertiche tese fuori bordo.

Panta leo (Giova11111). Frate rrancescano, nativo di C,"tdvetrano ( 1832-1879). Seguì Garib,tldi per t utta la campagna del 186o, scqnalandosi specialmente a Ca latafìmi e a P.1lcrmo, e llC fu no• minato Vicario per la Sicilia. Partecipò an. che alla spedizione d i .\spromon:c e divise con Garibaldi la prigionia al Varignano. Frnte Pantnleo nel , 860 Gettata la to1wca, com battè nel 1866 come sotto1encnte, segnalando>1 a Bezzecca e nel 1867; nel fu capitano nello Stato Maggiore nell'Armata dei Vosgi.

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Pantaloni. 1.·u,o dei P. da parte delle truppe, sia di terra che d1 mare, ri,ale ad epoca remota, sempre parlando di eserciti regolari, giacchè fra reparti irregolari, accoz.caglia <lì volontari o mcrccn.1ri, non es isteva una d ivi<a uniforme e per conseguenza qualunque genere di ,·esti;1rio servi, a alla bisogna . Tanto negli antichi eserciti g rcl'.i •e rom:-wi , come pure fra i persiani cd i m:tccdoni, non si usav:i un ,·ero e proprio /'. ma piu1tosto un indumento che cc,pri,·a. fasciando, le natiche cd il basso \'entr<:, .scendend o fino a metà circa della coscia. Il ginocchio rc•rnva nudo, :rnche per le truppe a caval lo, c he, non adope, ando staffe e statl,li. non subi,·ano lo ,fregamento contro sella. Soltanto sul declinare del medio c,o. negli c,crcu, rea li di Francia, comparve il vero tipo d , calzone a campana detto appunto I'., voce prettamente francese, entrata d.1 quell'cpoc:1 nel linguaggio mii. di tutti gli Stati. Fino al

J

b79 continuarono

tuttavia nei diversi eserciti

:tcl c~i-

swrc i P. o meglio ca'l zoni con i ,, alla Sc:ud iaa ,, o cc alla Zuava ", e le brache, coprenti le coseic lino a l ginocchio, o :il malleolo. Per i cavalieri si usavano i P. di pelle, che rendevano la gainba piÌl aderente alla sella. Dall 'epoca dj Federico Il , cd in Francia anc he prima , colla tenuta di parata, truppa e uflìciali portarono il l'. lungo. Dopo la rivoluzione francese, entrò in vigore in Prancia il P. d i sto ffa rossa per tu tte le a rmi. Le truppe n cavallo ebbero un tipo speciale di P. rosso . avente alle estremità inferiori una appendice in pelle nera . in sostituzione dello stivale, che si chiamava appunto in francese " faussc b<Jtte " · Tale genere d i P. entrò in mo a nche nelle armi a cava llo italiane, e ù si mantenne lino al 1890 circa, tJllando fu adottato il P. corto con gambaletto in cuoio. Per le truppe a piedi si_ usarono P. lunghi con uo,c d i tela bianca , portate sop ra i P. rimboccati nella ten uta di m:u·cia; e sotto i P. nella grande tenuta. Nella tenuta di fatica erano prc!critti i I'. ,li tela, aocl,'c.,si lunghi e della foggia cli

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yuclli di panno. Vlri erano i colori del panr.o da P. nei

diYcrsi c~crciti e nelle :;ingolc ~1rmi, e wlc varietà si man. tenne fino al i 'epoca della guerra Russo-giapponc,e, allorquando incominciò a farsi ,trada l'idea di divi1e gngtO• ,trdi, o kaki , o grigio-azzurre; queste ultime in genere per le truppe .1crcc e per la marin a. Durante la guerra Mondiale, pressochi: tutti i comba1ten ti delle varie nazioni erano ,·cs1iti con I'. gci,cralmcnte corti. fissati agli srinchi a mezzo d i fcttuccic, coperti nella parte inferiore della gamba da fascic di la na, o da calzetton i a magl i:1. Ciò per le truppe a piedi; per le armi a ca,al!o im•l'Ce \'enn_cro in mo 1 I'. corti tipo inglese,. « b_reeche~ n, larghissimi alla coscia e stre tti a l gi nocchio, riniùrza,t, ,ar g inocchio· dai " topponi », per aumentarne )a durata diminuendo lo sfregamento contro la gamba. 1' />. ~cni,·ano contenuti nella parte inferiore dal gambale o dallo 5ti\'al~ in cuoio. Tutt~ le truppe conservaro no per i lavori d i fatica é per le sta-, ginni calde i P. di tela, che anche in campagn·a fann~ parte clclla dotazione indi\'iclualc. La foggia cd il tipo dei l'. presso i corpi rirnasero dopo la g rande guerra inal• tcrati dovunque; sol tanto per gli ..ufficiali, che nell'immed iato dopo. gueira erano ridotti alla semplice uniforme ,j1 campagna, ~on lievi modificazioni per i giorni festivi, fu rimesse, in uso il P. lungo da gr:1nde unifonnc, i1! panno, con bande, munito cli >0ttopiedi in cuoio con giunti al fondo imernamcntc da bottoni gemelli, ed esternamente mediante fibbiettc di metallo ad anello ovale . In ltaliJ anche g li uflìci:tli clclla M. V.S.N . h ~.nno, colla uniforn11~ di parata, i P. di panno nero con bande dorate.

Pantanal i (Emi/10) . Medaglia d'oro, 11 . ad Urlinc nel 1893. Semplice soldato all'inizio della guerra d el l!/15, di\'cnne in seguito s.:mot. d1 complemento dei bersaglieri. Da tenente ebbe il comando di una sez . mitragliatrici, con la qua le p rese pane attivissima alla protezione delb ritirata dall'Isonzo al Piave, guadagnandosi una mcd. d'argento. Più tardi obbedì fieramente all:1 consegna di non abbandonare più un palmo di terreno al nemico, e sul monte Sisemol guadagnò la mcd . d'oro conferitagli con la seguente motiva1.Ionc:

« Comand.mtc di una sezione mitraglic ri , incaricato della difesa ad oltranza di important1.,s11na po.s1z10nc, assolveva il c()mpito ,1ffidatogli con rara a b•

nl·gazionc. Scon\'olta la

posi•

Pnntanali Emilio

l uc

,ione, po;1ava le armi fra i reticolati infranti. Contuso e pe,to da scoppi di bomhardc. c:on le mitragliatrici inservibili , continuava a combattere col fttci le alla mano . C"Jotato un nucleo nemico contro le posizioni, lo contrattacca,•a con pochi animo,i, annientandolo. Ferito gravemente al viso da bomba a mano, con un occhio asportato, rifi u tava d i abbandonare il suo posto , fincltè sop raf· fotto dal nemico, ~i iiberava con ìoua -;o,·rumana, lai,.ciando ultimo la posizione, difesa per ben dodici ore consccuti,·e ,,. (Monte Siscmul, 4-6 d icembre HJ17).

Pantano (l:.'doardo). Patriotta e uomo politico. n. ad /\,soro, m. a Roma (1842-1932). Partecipò alla rivoluzione di Palermo del 1860, alla sped izio ne di Aspronwnte , alla guerra del 1866. alla spedizione d i Mcntana nell 'anno seguente; quindi al rnm·imcnto maniniano irrJdrntiHa, diri-


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gcndo giornali, e battendosi in Parlamento, dove sedette ,Ja]la XVI al XXV legislatura . Fu ministro nel 1906, al1'Agricolrura, e nel r9 19•20 ai Lavori Pubblici. Venne nom inato senatore nel 1921. Lasc iò scritti su Aspromonte, su tt Il Vespro e i Comuni 1> , ecc.

Panttmo Gherardo. Generale, n . ad Oderzo nel 1868. Sottot. dei bersagl ieri nel 1887, andò nel 1895 m Eritrea

Il. Assalto di Pantelleria (1353). Fu operato eia una Rotta musuln1ana~ agli ordiJ1i di Dragut, composta d i 100 .navi.

Nessuno intervenne a difendere l'isola, che venne facil mente invasa; il castel lo fu preso d'assalto, Un migliaio •d i persone fu condotto via in schiavitù da l Oragut.

Pantera. Esploratore , varato nel 1924. Ha per motto: « Praedam quero » (cerco la preda). Tonn. 1550; macchine

ove rimase molti anni, 1neri-

I-IP. 48.700; velocità nodi 34,3; armamento Vlll li 76 a.a ., VI tubi lanciasiluri .

tando una rned. <.J 'argento pl:' r

il combattimento <l i Coatit ed una di bronzo per quello di Oebra Ailà. Prigioniero ad Adua (1896), ebbe una secon da mcd. d 'argento. D all'Eri -

l'impresa di Afrodisio, le navi italiane, ritirandosi in patria, riconclrn;sero anche una guarnigione lasciata a P . , la quale fu tosto ripresa dai Musulmani.

IlO.

Pantano Edoardo

trea passò :in SornaJia, ove pure rimase a lungo. Colonnello nel 1915, comandò nella guerra contro !'~ tria il 232° fanteria . Colonnello brigadiere e magg. generale per merito di guerra nel 1917, comandò le brigate Ravenna ed Udine, meritando sul medio Isonzo la croce da cav . dcll'O. M. S . Tenne poi successivamente il comando della 66a, 60•, 44•, i4' divis. ed ebbe la croce d 'uff. dell'O . M. S. per la r itirata dalla Bainsizza al Piave, e per aver infranlo l'offensiva 11c1nica sul Monte Val Bella. Nel i 9 19 comandò 1'81• e la 77• divis. e 11cl 1920 la clivis. mii. d i Ch ieti. Nel i 923 assunse il grado di generale d i d iv is ., e dopo aver comandato le div is. di Pola e d i Alessandria andò in A. R. Q. nel 1926. Nel 1930 passò nella riserva col grado <li generale di C. d'A. Scrisse varie monografie colon iali, fra cui: « Ne l Bcnadir : la città di Merca e la regione Bimàl » e « Le profez ie di Cassandra (generale Douhet) ».

Pantelleria (a nt. Cossim). Isola a sucI:ovest della ~icilia, ampia 83 Kmq., al t . massima m. 836, ab. 9050. Fu abi tnta fin da tempi antich iss imi, e vi es istono trac<Cic di co;:;truz ioni primitive, sin1jJi ai nuraghi sardi. Un cidopico castello, costituito cli massi poligonali, servì sempre come citrnùdla principale . I Borbon i fecero costruire dllc opere, S:.1n.ta Croce e San Leonardo, e classificarono P.

come fortezz.a di terza classe. Vi si avvicendarono popolazioni varie; prima i Fenici, e forse anche altri; poi i Cartaginesi. A q uesti-fu tolta dai consoli M . Emilio e S. Fulvio durante la p~ima guerra punica, nel 255 a. C.; ma i Romani non ne ebbero lo stàbile possesso che nel 217. Se ne impossessarono gli Ar;bi quando mossero a lla conquista della Sicilia, e insieme con questa la perdettero per oper.-1 dei Normanni; riuscirnno ancora a ricuperarla, rna fu loro presa nel 1352 dai Genovesi, i quali la cedettero ne l iecolo seguente alla famiglia Requensens, che la tenne come principato per un cer to tempo: appar tenne in fine alla corona di ~'icilia.

I. Presa di Pantelleria ( 1088). L'isola apparteneva ai Musulmani, e venne attaccata da una grossa flotta itaJiana, composta di navi pontificie, amalfitanc genovesi, pisane, d ireua all'impresa d i Afrodisio . La g uarnigione, d i circa 2000 u. scelti, postavi da Tim1110, si chiuse nel castello, dove, assalita nei primi di agosto, fece una d isperata di-fesa . Jv!a i C ristiani, per mezzo di macchine e di scale, r iuscirono a raggiungere la sommità delle mura, e i d ifensori, sopraffatti, furono stermina.ti. Prirna di cedere, i difensori mandarono avviso a Timino, in Afrodisio, di q uanto avven iva, per meuo di p iccioni viaggiatori. Dopo 1

Esploratore • Pantera r..

i'a111era Pantera. Capitano della marina pomiiicia, n. di Como, della seconda metà del scc. XVII. Emrato come nobile di poppa nel 1588 nella marina pontificia, d ivenne capitano d i galea nel 1597, battendosi spesso con onore contro i pirati barbareschi. Scrisse un trattato : a L'arn1arn navale » , corredato fra altro da nor me pratiche d i igiene navale, che rappresenta il primo trattalo <li questa materia . Esso contiene in fine un dizionario ù i voci n1arinarcschc.

Panunzio (.Michele). Genera le, n. nel 1847, n1 . a Molfetta nel 1923. Sottoc. di fanteria nel r870, lasciò il servizio attivo col gra do d i ten . colon nello. Nel 1907 fu promosso colonnello in P. A. e nel 1915 magg. generale nella riserva .

Panza (Giovanni Battista). Generale, n. a Napoli, m . a Torino (1855-1!}25)- Sottot. d'art. nel 1876, passò poco dopo in fanter ia, divenendo colonnello comandante il 14° regg. nel 1907. I n P. A. nel 1913, venne richiamato in servizio nel 1915 e nel 19 17 fu promosso magg. generale; nel 1918 passò nella riser va e nel 1923 assunse il grado di generale Ji d ivisione. Paoletti (Eusebio Giuseppe). Generale, n. a Cuneo, m . a Quinro al Mare (1833- 1891) . Sottot. d 'art. nel T854, divenne colonnelio coPaolcl'l'i Eusebio man<lante il 10° arr. nel r878. :--Jcl 1884 assunse i l coman do della brigata Verona e nel 1885 tu promosso magg . generale . l'aoletti Vespasiano. Generale, n . a Firenze, m . a F iesole (1833-1 910) . Proveniente dall 'esercito de ll 'Emilia , passò nel 1859 in quello sardo col grado d i capitano di fanteria . Combauè nel 1859 e nel 1866 ed a Villafranca ebbe la med . d'argento. Colonnello nel 1877, coma ndò il 74° fantnia e nel 1878 passò nella riserva. Nel 1895 fu promosso 1nagg. generale e nel 1904 ten . ge nera le.


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Paoletti Leandro. Generale, n. a Cuneo, m . a Venegono Superiore (1~37- 1908). Sottot. dei granatieri nel 1856, partecipò alle guerre d el 1859, 1866 e 1870, me ritando una menzione onorevole. Colonnello comandante il 46° fanteria ne l 1883, passò nella riserva nel 1893 e contemporaneame nte fu promosso magg. generale. Paole11i di Rodoretto Giuseppe. Gener ale, n. a Spoleto nel 1868. So tto r. rii fanteria nel r889, partecipò alla campagna eritrea del 1895-gq ~d a quella libica del 19n -12, nella quale meritò la med. cli bronzo a Gargarcsch . Nel 19 16, combattendo co n tro l'Aust cia, fo fer ito su l Pasubio cd ebbe una seconda mcd. di b ronzo. Colonnel lo nel 1917, comandò dal 1919 il d istretto mii. di P iacenza e dal 1904 il 65° fanteria. In P. A . nel 1926, venne nel 1929 promos~o generale d i br igata nel la riser va.

Paoli (Giacinto). Gene rale corso d el scc. XVIII, 111. nel

l7i5. Iniziò la carriera m ii. nella guerra d ella Corsica contro Genova dd 1734 e divenne comandante degli iso-lani, ma d ovette andare in esilio nel 1739, quand o la Corsica fu conquistata dal gen. Maillebois. Passato a N apoli, ebbe i l comando di un reggimento d i Corsi fuorusciti .

Paoli PaJqua/r. Generale corso, figlio d el p recedente, n. presso Bastia, rn. p resso Londra ( 1726-1807). Combattè come ouo padre contro i Ge novesi per l'indipe ndenza della Corsica ; dal 1765 al r 768 fu capitano generale dell'isola;· ceduta questa ai Francesi) corn battè contro d i essi , ma do1·ene esulare in Inghilterra sino al 1789; recatosi a Parigi, fu no-

minato luogo te n . gcn. comand ante della Corsica. Essendosi schierato contro la Convenzione, venne ch iamato trad ito re, ma, sostenuto dagl i isola rli contrari alla Francia, fu eletto g ePaoli Pasquale nera lissimo e presidente d i un consiglio istituito a Corte nel 1793. Proscritto ,Jalla Francia, offerse invauo la sua p:uria all'I nghilterra.

Pàòl ina (l'ace). F u chiamata così la pace che pose fine alla g uerra deua « di Romagna ,, (8 maggio 1468), perchè proclamata dal papa Paolo Il. l contendenti si

obbligavano

a deporre

armi ,

restituire

e

a

le

entro

venti g iorni le terre rispetli ~ vamente occupate, fcrn1i re ~ stando i punti essenziali d el-

la pace di Lodi d el 1454.

Paolini (Giuseppe). Generale, medaglia d'oro, n . a Popoli, 111 . a Goriz ia ( 18611924). Sottoten. d ei bcrsa !(lieri nel 1881, percorse una brillantissima carrjcra, come Paolini Giuseppe appare dalle numerose ricompense al valore e dalle p romozioni da l'ei guauagn a te . Da maggiore, al comando del 30° bgl. bersaglieri, si d istinse nel terremoto in Calabria (1908) otte-

PAO

nendovi una medaglia d i benemerenza. Partecipò alla guerra d i L ibia al comando del 15~ bgl. , venne ferito, g uadagnò a Sid i Alì ( 1912) la croce d i cav . dcll'O. M. S., e la promozione a ten . colonnello per merito di guerra; ad ,\ sabaa meritò una rned. d'argento. Tornato in patria, ottenne un 'altra n1cdaglia d i benemerenza per il te rremoto di Avezzano, nel 1915 . Nello stes-<o anno entrò in guerra come tcn. colonnello al comando del 134° fanteria . Promosso subito colonnel-

lo, e poco dopo magg . generale per merito di g uerra, al comando d ì una brigata speciale del Vl l corpo d' armata, guadagnò a Selz la mcd . d'oro . Sul m . Sei Busi, ottenne la croce di uff. dcll 'O . M. S.; comandò nd 1916 la brigata Acqui. Promosso, ancor~ per me rito di g uerra, ten. ge neLa tomba a Redipuglia rale (1917) e bbe il comando della 4• d ivis. e si distinse nel ripiegamento su l Piave, dove ebbe il comando dcll 'À7 C. d'A. Guad~gnò quivi un'altra med aglia d 'argento, e la commenda dcll'O. M. S . ; infi ne la no m ina a gr. ufl'. d ello stesso Ord ine nella battagl ia di Vittori" Veneto. Dopo la guerra si occu pò d ella rice rca clelle salme d ei Caduti : la sua salma riposa nel cimitero d i Red ipuglia . La motivazione con la quale g li venne conferita la med. -d'oro d ice : t< Dir~ssc c~n senno e coraggio, ;;otto viùlentissjrno fuoco nemico, l 'avanzata del la propria br igata . F erito ben quattro volte, non volle lasciare il ca1npo di battag lia, finchè non ~i fu assicuraIO dd l ·esecuzione degli o rdin i impartiti, mi. ra bile esempio d i co.c ieme a rd imento ». (Quota 65 a nord d i Selz, 21 ottob re r9r5).

Paolini Paolo . Generale, n. a Senigallia nel 1864 . Souot. cl i fanteria nel 1885, partecipò alla guerra italo-turc:1 , meritando ad Ain Zara (1911) la mcd. d'argento. Prese pa rte poi alla guerra contro I" Austria e comandò nd 1915 il 74° fameria; colonnello nel 1916, ebbe il comando d d ro0 fanteria e poi del u~ ; nel 1917, a M.eletta Davanri, 11mase ferito, ed ebbe u na seconda mcd . d"arg cnto. Brigadiere generale nel 1918 , conwndò la brigata Mantova ; sul Mon tello si g uadagnò la . terza rned. d 'argento e sul Piave 1ncritò la croce da cav. dell'O. M. S. Nel 1922 ebhe il comando della brigata \'eP aolini Paolo rona e nel 1923 ~ssunse il g rado d i gcncrdlc d i br ig ata. In P. A . nel 1926, fu promosso nello stesso anno generale di divisione. Paolirii Luigi. Generale dei carabin ieri, n . a Piswia ocl


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1866. Sottot. cl i fanteria nel 1885, passò nei carabinieri nel 1890. Nel sedare un arnrnurin arnento a Firenze nel 1904, meritò la mcd. d i bronzo . Pa rteci1>ò alla cam pagna del 1915 e nel 1919 fu promosso colonnello : comandò la kgione d i F iren·, c. Generale d i brigata nel 1922, comandò il gruppo d i legioni d i Trieste e poi quello d i Bologna (r924) e q ue llo di Fi renze (1925). In A . R . Q. e generale d i d ivis . nel 1926, passò nel la riserva nel 1932.

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un esercito spagnuo lo, e ne der ivò una quantità di ·piccoli

scontri, con la presa di. castell i e paesi : di tutti il più importante fu l 'assed io d i Ostia. Nel 1557, dopo la battag lia d i S . Quintino, essendo stato richiamato il duca in Francia, il papa fu costretto a trattare con gli Spagnuoli, e r inunciò ai suo i vasti progetti, concludendo la pace.

Paolo I. Impera to re d i Russia ( 1754-1801). Salito al t rono ,, 1796, dichia rò guerra alla Francia nel 1790, inviando truppe in Olanda e in Italia : gueste ultime , passate poi nella Svizzer a, eranel

no ag! i ord ini del gcn. Su varov . Pro tesse J 'ord ine di

y(a\ta al punto che quando l'Inghilterra non rest ituì al 1n edesimo l'isola che aYeva preso ai Francesi, si unì alla Francia. Perì assassinato <la una congiura ci i palazzo .

Paolucci (Raffaele). \ fr. dag lia d 'oro, n. a Ronia r~cl Paolini Federico

P.lolini Luigi

Paolini Fedenco. Medaglia d'oro, n. a T ori no, m . a Gaeta (1873-1926). Ufficiale della R. ~farina, ini7 iò la sua ,arriera q ua le guardia mari na nel 1894. Nel 1900, ten . di

,,ascello, fu inviato in Cina per concorrere al la repressione clell a r ivolta dei « Boxer< » , g uadagnanclovi la mcd . d'oro . sang ue freddo dimostrati duranre la dife,;a de lle legazioni a Pechino) rlm ane ndo fe. ,( per av,·cd ute7za, coragg io

e

rito :I 1 ° luglio 1900, mentre alla testa dei suoi uomini si lanciava all'assalto d i una barricata , sotto la cu i prote7 ione un pezzv nernico cJgionava gravi dann i n. Il valoroso uffi.

ciale r imase poi a prestar ser vizio nella R. Marina, e partecipò alla guerra Mond iale al comando d i to rpediniere e dì sommergibili. Eg li raggiunse nd 1924 il grndo di capi-

tano d i vascello, al comando della Difesa marittima d i Taranto, e d iven ne nel 1925 comandante della 3" squadrig lia cli cacciatorpediniere . Perì in 1-nare, per rovescia1nc1uo di una ba rca a vela sulla quale si trovava.

1892. Laureato in rnediciru Paòlo e chirurgia, all 'inizio della g uerra era sergente nel corpo d i Sani tà, e con tale grado si segnalò nel curare !"epidem ia cole rica dell 'estate del 19 15, guadagnandov i trna mcd. d i bron7o . Nominato poco d opo sotto t. medico d i comp lemento, fu assegnato all'S<> rcgg. bersag lieri, ma, avendo vinto un concorso per ufficial i me dici nella R . f\1arina, passò a prestar serviz io, col g rado di tenente, su11e nostre nav i da gucrrn. Fu così che, insieme

col magg. <!e\ genio navaie Rossetti, preparò e compì l 'audacissima impresa del fo,·zamento de l porto di Pola, e del siluramento della « Viribus Unit i, ,,, per la q uale fu insig nito della massnna ricompensa al valo re, con questa 1notivazione: << Portò geni~le

contributo

nell'ideare un mirabile ordigno

cli guerra marittima. Volle a sè riserbato

l'a ltissi mo onore

d i impiegarlo, e con l' auda-

cia dei forti, con un solo co1n -

Paolo (lv/arco Emilio). Console roma no nel 302 a . C. Sconfisse lo spartano C leonimo, che aveva assalito con una squadra ie coste italiane, e lo costrinse a imba rcare la sua gc..:nle e a ritirarsi. Nel 301 fu 111aescro della cavatleria.

Venne poi bartuto dagli Etrusch i.

Paolo Emilio Lt1cio, detto Il llecc/110 . Co nsole rc,mano nel 219 a . C . Fece con successo la campag na contro g li Ill irici . Morì nc 1 216 combattendo a Canne . · Paolo Emilio L ucio, detto il Macedonico (230-160 a. C .). N o rninato proconsole nella Spagna, nel ,90, si barrè a lu ngo con successo per domare gli Iberici. Nel 182 (u nominato console, e l'an no seguente combattè contro i Li ~

guri. Nel 168 marciò concro gli Ill ir ici alleati dei Macedoni , e li sconfisse, conquistan<lo la Macedonia e riducendola a provincia romana. f't1olo IV (Gian Pietro Ca..affa.). Nato nel 1476, fu eletto papa nel 1555, morì nel 1559. Ebbe in animo d i liberare l 'ltal ia dalle dominazioni straniere, e suscitò per q uesto una guerra contro Spagna e Impero, cercando alleati, e trovandoli nei Francesi, i quali mandarono in suo aiuto i o Italia 12.000 fanti e 1200 cavalli, agli or<lini del duca di Guisa. li duca d'Alba invase lo Stato pontificio con

pagno, penetrò di notte nel m unito porto di Po la. Con mirabile freddezza momen to propizio

anese il e ve rso

l 'alba affondò la nave ammirag lia della flotta austro -unga rica ,, . (Pola , 1° nov. 19 18) . Paolucci Raffae le Nel 1919 i l P. lasciò la carr iera, passando nel ruo lo degli ufTiciali med ici d i complemento della R. Mar.i na . D 2tosi alla

po litica c d all'inscg namcnt~

universitario,

fu eletto

deputato per le legislatu re XXV l e XXVII, e vicepresidente della Camera. Dopo aver i nsegnato per qualche tempo nelle R. Università d i Bari e di Parma , passò come d irettore alla Clinica Chirurgica <li llo logna .

Papa. Bo rgo dell'Ungheria, sulla Tabolcza, munito d i ant. castello. Il 1 2 g iug no r809, durante le ope.raz.ioni dell'armata d 'ltàlia in Ungheria , la d ivis. <lei gen . Grouchy lo prese d 'assalto, cacciandone u11 reparto austriaco e fa. cencio 600 · prig ionieri . Q ui vi su bito dopo ii conce ntri, l 'e,ercito del viccrè Eugenio, al la vigilia del la batt.iglia sulla Kaab.


PAP

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Papa Achille. Generale, medagl ia <l 'oro, n. a Descuzano m l Ga,da, m . sull 'altipiano della Bainsizza (1863-1917). Uscito dalla Scuola m ii. di Modena nel 1882, iniziò la <.·a rricra nel 47° fanteria , donde passò, tenente e capilanol 1H.:gli alpini. Tornato successivan1ente in fanteria,. era co~ Ion nello, comandante 1'81° fanteria , quando p artì per !a grande guerra . Dopo avere condotto brillantemente il suo reggimento in vari-e azioni svoltesi nell'aspro settore del Col di Lana, promosso comandante di brigata e<! assunto il comando della brigata Uguria ( r57" e 158° regg .) legò il suo nome alle innumeri prove da:e da quella va lorosa brigata sul lo Zovcllo, sul Pasubio, sugli altipiani e ricompensate con la mcd. d'.:iro alle bandiere dei due reggimenti. Nominato comandan te della 44a d ivis., partecipò con essa a lb battagl ia della Ba insizza nell'agosto del 1917, validan1cn tc contribuendo alla v ittoria . D urante una rjcog nizione

fu ucciso da una pallottola nemica, pagando con la morte, serenamente affrontata, il suo costante ed indomito ardimento. Ecco la 1n otivazione della med _ d'o ro concessa alla

memoria del prode generale : « Co,tante esempio di coraggio cd ardimento alla , oa divisione, veniva colpito dal piombo nen1ico mentre, im • pavido, dalla JJrima linea della posizione da essa conquistata, preparava nuovi gloriosi cimen.ti alle sue truppe virtorio,c " · (Na Kobil, 5 ottobre r91j).

Papa Achille

Popn Carlo

Papa di Co.,tig/iole conte Carlo. Generale, n. a Firenze ne l , 869. Sottor. d'art. nel i888, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. ru addc1to mi i. a Buca rest e a Belgrado dal 1908 al 1913. Quale capo d i S. M . del la 13• divis. entrò nel ,915 in guerra conrro !'A ustria. Colonnello nel 1916, fu capo di S. M. del li C . c1 ·A. , poi (1917) capo d i S. M. della 5• armata e infine addetto mii. a Parigi e capo della missione mii. in Francia . Nel , 920 passò in A. R. Q . ; nel 1923 assunse il grado di generale di brig.11a ; nel 193 1 passò nelb riser va.

Papacino d' Antoni (,'1/essandro) . Generale, scr ittore e ingegnere 1nilitare, n. a Villafranca di Nizza, m. a To-

rino ( , 714-1786). Arruo latosi in art. a 17 anni, nd 1734. dopo essersi d isrinto 11el combatt imen to d i Pav ia ebbe la nomina a sottotenente. Nel J 744, d ist intosi r,clla battaglia della Madonna dell'Olmo, nella difesa di Acqui, nell'assalto dei bastioi1i di Savona , fo promosso capitano . Studioso di 1Ìs1ca e d i matematica, fu val ido cooperatore del Bcrtola_ nella direzione della scuola d i art. e fortificazione, della quale fu vice direttore nel 1745 e d irenorc nel 1755. Sotto la d irezione del I-'. , il R. laborator io di chimica e quello metallurg1co per le esperienze sui tnetalli per b cosrru>.ione delle ann i da fuoco di\'C ntarono d ue importanti centri <li studi . Nel Papacino <l'Antoni 1763 fu istruttore d i scienze militari del d uca del Cb iablese, nel 1768 del principe di Piemonte , nel 1775 dei ciuch i <l'Aosta e del Monferrato e nd 1780 dei duchi del Gcncvcse e Moriana. Promosso br igadiere nel Ti74, venne nd "I775 nominato aiutante gen. d 'arrnata. Nel 1780 fu promosso magg. generale e nel 1784 ten. generale. Dal 1783 tenne la carica di capo del Real corpo d 'artiglieria e d i Gran mast ro dell 'arma. Frn i numerosi suoi lavori scienrifìci e storie.i sono, fra altri, da segna larsi: " Dell'artiglieria pratica »; « Dell 'uso delle arm i da fuoco », en trambi tradotti in francese, tedesco ed inglese; <( Esame ~lclla polvere)); (( Corso di matematiche, artiglierie e archi tettu ra militare 1>, stato pure adottato per l 'insegnan1enro nelle scuole mii. d i Prussia, Vencàa cd altre; « Dell'architettura rnihtare ", in sei vol.umj; \\ l.stituzion i fì_,;,ico•meccanichc per le RR. scuole cl ·an iglicria •• , oltre ad altre opere inedite, fra le quali : cc Geometria e u-jgonon1ctrici » ; « Storia dell 'origine e delle forme d iverse , che. di tem po i<l tempo. sono state date al Corpo cli Sua Maestà » ; « Oescrizionc della 'battaglia di T orino » ; « Conoscenze per fare la guerra in Lombardia, con rilievi politico-mi litari sulla guerra dei i 773 » .

Papadopoli (Grave d,). Isolotto elisso idale nel fiume Piave, con torn ato da alt ri minori, a Sud dei ponti tiella Priula, tra Maserado e C imadol mo. li 24 Oll'Jbrc ,9 18, iniziandosi la battaglia d i Vittorio Venero , le truppe della ro• arrn ,:ta i1alo-inglcsc, al comando del generale lord Cavan. vollero o.c cupare le Grave, per poi balzare p iù ngevolrnente sulla sponda sr. del fiume . Nella notte sul 24, quindi, la 7a divis . ing lcsei attraversata la corrente, alqu,11uo

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-- -·~-... .. t,,,. Ponte Ji barche alle Grave di Papadopoli (24 ottobre 191 8)


PAP

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PAP

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Le Crave di ·Papadopo]i durante la guerra. sul Piave

ingrossata, dd fil1me, con grosse barche, sorprese la guarnigione austriaca e riuscì aò occupare Ja n1ctà settentria#

oalc dell'isola maggiore; ch iamata dai soldat i ,, isola della morte » , catturando 360 prig io nier i. La rimanente. parte dcli 'isola fu spazzata nella notte dal 25 al 26, con un movimento combinato d i truppe britanniche cd italiane (della 36~ d iv is .) che, attraversato il Piave, attaccarono la parte 111erlcl iona.le : furono catturati, così. altri 350 prigionieri. Gli Austriaci tentarono un violento contrattacco, nella mattinata del 26, ma furono picnameme ributtali con g rav i perdite. La notte seguente, le truppe alleate balzarono sul l'~ltra sponda, i niziando la vittoriosa avanzata . Le G rave di P. erano state occupate dagli Austriaci il 13 novembre 1917, all'epoca della ri1irata <!elle truppe italiane sul Pim·e .

Papeete. Citti, de ll ' isola d i Tah it i, capo!. dei possedimen, i francesi dell 'Ocean ia, con buon porto. li 14 ,ct1cmbre '9'-1 la squadra tedesca dcli 'am m ir. rnn Spc-::, rntrata nel porro, bo mbardò la città arrecan<lolc gravi danni, e affondò la cannoniera francese " Zelée » e la nave tedesca « \Valkiria », che era stata , atturata dai francesi . Papi (Lazzaro). Scrittore lucchese ( 1763-1834). Fu chirurgo milita re in India e partecipò alla rampagna contro Tippo Sahib, d ivcncnùo colonnello ocll'esercito inglese. Kel 1801 tornò in patria . Oltre a varie opere letterarie ,crissc i " Commentari della Ri,·oluzionc francese <lai 17~9 al 181 4 » .

Papi Giacomo. Generale, n . a Parm a nel t872. Sottot . u ·an . ne! 1892. partecipò all a g uerra libica e poi a tutu I n cs~a, pri111a con1andò un gruppo d i batterie automobili d a 102, e µoi, dal 19l71 il rcgg . arr. a c.;;ì vallo, divenendo culo11ncllo ucl 1918. Com battendo sul Carso 1ncritò ln: med . d"argen to; ' a ·Bodrcz Loga ebbe la croce d i g uerra al valor militare cd al P iaveTagliamento (1918) b croce dell'O. M. S. In P. A . nd 1928, fu promosso generale d i brigata nel 1931.

comune dei soldati (te11torùm1). li nome P. fu dato anche a queste ultime nell'epoca de!!a dcca<lenza dell'impero.

Papini (Tullio). Gcncr~le, n. ad Ancona, m . a Roma (1868-1922) . Sottot. d'art. nel 1887, frequen tò la scuola d i g uerra e passò nel corpo d i S. M. Partecipò alla g uerra libica e poi a quella contro l'Aust ria. Colonnello per merito d i g uerra nel 1916, fu capo di S. M. del 1-0 C. d'A. Colonnello brigadiere nel I9Ii, comandò la brigata Puglie e poi la s~ brigata bcrsa:~lieri. Sottocapo di S . M . della 2 ~ e poi ddl'Sa armata nel r918 e brigadiere generale nello stesso anno, per le azioni del Globokach dell'au tunno 1917 e del Montello del giugno 1918 ebbe la croce da cav . dell'O. M. S. Dopo la guerra fu giudice al Tribunàlc Supremo. Papirio (Cursore Lucio) . Guerriero romano del II sec.

a. C . Due volte d ittatore e cinque volte console, ebbe t re volte il trionfo quale vincitore dei Sanniti, dei Sabini e dei Prcncstin i.

Papirio Cursore Ludo. Console romano nel 293 e ne l 2ì2, figlio del precedente . Ottenile due volte il t rionfo dal Senato roma no: la prima volta per le sue vittorie contro Sanniti, la seconda per le sue vittorie contro i Bruzii.

Papirio Caio . Console romano del secolo III a. C. Nel 230 ebbe l'incarico d i eseguire una sped izione nella Corsica . Non riuscendo a domare j COrsi , venne a patti con loro, ottenendo t ributi, ma lasciando loro va ri d iritti. Il Senato non volle decretargli per questo il tr io nfo, e P. si ritirò con le truppe sul monte Albano , dove esse g li offrirono il t rionfo negatogli dal Senato.

la guerra contro 1'Austn a.

Papilio, Letteralmente, in latino : ,, farfalla» . l i no01c exa dato nell'esercito romano a una ten<la d i cui le cortine si tiravano nei lati , per aprirla. E~"- di stoffa pregiata e .a colori, e serv iva per i capi , co1~tral'iamente alla tenda

Papp (Paolo) . Gwcrale, n. a Beznc (Ungheria), m. a Chiavari ( r827 -1909). Combattè giovanissimo per l 'Ungheria col Kossuth, poi passò nell'esercito turco d i~i111pegnando dal 1853 al 1857 la carica d i aiutante d i campo del general issimo Omer pascià. E ntrato poco- dopo nell 'esacito regolare italiano, partecipò alla campagn a della Ba~sa Italia, alla cep rcssionc del brigantaggio cd alla p resa d1 Ro,na. Nel 1862, ncJia lotta contro. i briganti ad Apricena. ,neritò la mcd . d'argento e I-a menzione ono revole . Colon_nello nel 1878, comandò il 6,o fanteria e dal 1880 il 2:;'\Jn P. A . nel 1882-, passò nella riserva 'nel 1888 e nel 1895 fu. promosso magg. generale .

Pappenheim (c;111e Goffredo Enrico) . Generale imperiale (r591 -r 632) . Servì dapprima sotto la Polon ia, e poi


PAP

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passò sotto la Bavìcra. Divenne colonnello dei corazzieri imperiali nel 1fo3 ; tre anni dopo domò una vasta ribellione dei C<.Jntad ini dell'Alta Austria. Fu poscia come ge• nerale di cavalleria agli ordin i del Till y e combattè a Breitenfdd, cont:nuando la lotta contro gli Svedesi nella guerra cki Trenta Anni. Rimase ucciso nella battaglia di Liitzen .

Papremi. Am. borgata de l delta <lei Nilo. Nel 460 a. C. vi fu combattuta una battaglia fra le truppe di Achemene, fratello di Serse re cl i Persia, ,a. trapo in Egitto, contro j \ prin.

cipe libico lnaro, figlin cli Psammeùco III spodestato da Carnbise, il ·quale aveva ordito una

Psppenhcim Goffredo

rivolta contro i Pe rsiani , Acheme ne fu battuto e ucciso

sul campo.

Papricof (Srefmw). Generale bulgarn (1859-1920). Sedicenne si gettò nella lotta contro il reg-ime turco; entrato nella scuola mii. di Sofia, terminò I suoi studi ali 'Accademia mii. di Pietroburgo. Nel 1885, wrnato in patria, fo a capo - 7 de ll'ufficio <li mobilitaàonc bulgara e scoppiata b guerra contro la Serbia (u capo <li S. M. del corpo d'armata occideornle, clistinguendosi a Sl ivnitza. Dopo fu d irettore del la scuola mii. bulgara, ministro della guerra , e ispettore d i fanteria, raggiungendo il grado di tenente generale.

Papucci (Germano). Generale, Papricof Stefano a Firenze nel r869 . Sottot. d'art. nel l888, partecipò alla campagna libica <ld 1914 ed alla guerra contw l'Austria, meritando in Val Po. sina la mcd. di bronzo e divenendo colonnello nel 19r7. In P . A . S. poco dopo la guerra, fu promosso generale di brigata nel 1926 e nel r93 1 passò nella riserva. 11.

P.aquara (Pace rlt). Prese il nome da un campo a pochi chilometri da Verona, presso l'Adige, e venne conclusa il 28 agosto 1233, fra Guelfi e Ghibellini del l'Alta Italia . !..'.iniz iativa partì dal papa Gregorio XI, il q uale mandò sul posto appositamente un famoso predicatore, fra' Giovanni da Vicenza. Questi percorse quasi tutto il Veneto, e il Mantovano, e i l Bresciano, e l'Emilia, incitando signori e popo lo alla pace, calman<lo dapprima le ire loca li, e infine convocando ttllti a P. Sul posto si recarono, coi loro Carrocci, rappresentanze <li Verona, Mantova, Brescia, Vicenza, Padova, Treviso, Feltre, Belluno, Bologna, Ferrnra, Modena, Regg-io Pa rma e cen tri rn inori, oltre nl patriarca di Aquileia, i signori d'Este, da Romano, da Ca1

ll'lino, ecc . Tu tti erano senza armi: i cron isti fanno am -

montare a quattrocentomila persone j convenuti. Il frate p redicò da un alto palco, esortando tutti alla pace, in nome di Dio e del pontefice. Indi publh""cò Ja scomunica contro coloro che vi si rifiutassero. Ma la d iscordia rinacque ocn presto, anche per esagerazioni del frate, che volle fare da signore a V icenza e a Verona, e ne (u cacciato a

furia d ì popolo.

Parabellum. V . /Jorchardt.

Parabiago. Comune in prov. di Mihrno, presso la dr. ddl 'Olona. Nel 12n vi fu firmato un trattato di pace· fre i popolani e i nobili di Milano . Battaglia di Parabiago (21 febbraio 1339). Appart iene al tentativo fattn òa Loclr isio Visconti d, togliere al cugino Azzone il dominio di Mi lano. Lodrisio aveva ottenuto S(!ccorsi di uomini (compagnia di Sa,, Giorgio) da Mastino della Scala, e, varcata l ' Adda senza contrasto, aveva occupato Legnano con circa 15. 000 u. Azzone Visconti, radunate ,ufhcienti forze (3000 cavalli e 10.000 fanti) le affidò

a suo z io Luchino, il quale si fermò a Nerviano, e fece occupare P. con 'loo c~valli e 2000 fanti, agli ord ini di Giovanni <la Fieno e Giovannello Visconti. Lodri,io ma rciò nella notte del 20 febbraio su P. mentre cadeva una fitta nevicata, e vi sorprese i Viscontei, fa. ccndonc strage. I superstiti ripararono sul grosso d, Luch ino, il quale marciava jn loro soccorso, e attaccò imme diatamente battaglia. Per parecch,c ore la lotta rimase indecisa 1 fra g rande- strage; infine .i Milanesi cominciarono a cc<lerc; Luchino venne preso prigioniero da una pattugha

di cava lieri nem ici e legato a una p ianta . La giornata pareva perduta per le genti di Azzo)le, quando all'improvviso una schiera cli 700 cavalieri freschi arrivò da Milano e piombò su lle schiere vitwrìosc ma stanche di Lodrisio. Era il conte d i l'anigo, cbc conduceva ,eco anche 300 ca\ alicri inviati ad /\zzonc da Aimone <li Savoia, e che con questo improvvjso attacco capovolgeva la situazione. Le truppe milanesi già battute si rinfrancarono e intervennero : Luchino fu l iberato, e venne jnvece catturato

Lndrisio: la compagn ia di San G iorgio fu in grande parte sterminata. Subito dopo, 700 u. che Loclrisio aveva mandato al passo dell'O lona furono assaliti e dispersi dai vincitori . Le perdite di questa battaglia furono enormi per quei tempi , ma sono ,arian1cnte calco late dagli sto~ rici : ch i dice 4000 cavalieri e molti pi,, pedon i com plcssivarnentc; chi dice 4 000 in

tlltto; chi fa am ,nornarc le .sole perd ite dei Milanesi a 700 caval ieri e 4000 fanti uccisi.

Paracadute. Dispositivo atto a far g iungere a terra se1na danno chi si lanci da una certa altezza. !!. fondato sul principio del l'ortottero, perchi:, per fonzìonare, ha bisogno di una superficie che mcontran<lo la resistenza dd 1'aria lo obbl iga ad una lenta discesa verticale. Tale superfic ie, o velatura, norn1almente racch iusa in un ~acco o cusLOdia, è assicu-

rata mediante funi alla persona od alla cosa che deve o può essere costret~a

a lanciarsi dall'alto. Leop paracadute Freri (con l'innardo ~la Vinci fu il prime, ventore) scende s Montecclio vero stud ioso <lei P. da lui rliseguato. <: descritto nel « Codice Atlantico » (« se un uomo ha un padiglione d i panno intasato che sia do<lic,


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pendent i P. dell"aviazione militare possono es~

br:,ccia per faccia e alto dodici. potrà gettarsi da ogni grande altezza senza farsi ak u11 male »). Gli studi di Leonardo furono app licati a Venezia e Lucca da Sebastiano Fausti e da Paolo Gu idoni . Il pri mo che ne fece il ve,·o cspcrim~nto col lancio d i un uomo fu G iacomo Guarnerin, cbc il 22 ottobre 1797 si lanciò, da un pallone, dall'altezza d i 3560 metri arrivando a terra felicemente. Il suo l'. aveva 5 metri d'apertura e Kg. 45 cli peso. Lo sviluppo del l',1vin ionc segnò anche quello del P., du1antc Ja guerra lv(ond iale • <'iato in dotazione agli aerostieri. Nel dopo guerra divenne materiale di prescrizione nelI 'acrnnautica mi litare, dopo che si poterono realizzare d ispositivi poco ingombran ti e pesanti, rispondenti ai seguenti

sere: del t ipo dorsale (più aclatti per piloti), del t ipo ventrale, aclatti per osser-

vatori , rnitraglieri, fotogra. fi), del t ipo a cuscino, quando ciò sia richiesto da speciali esigenze d i struttura dei velivoli. Il P. in dotazione ai reparti aerostieri ha la calotta del tipo semisferico, con una superficie di 80 mq., che co!JsCnte una velocità di discesa di 2-3 metri al secondo. Il tessuto della calotta è in cotone; le cor<lc.:, Paracadute svizzero intrec-L~ate, sono in ca~ nape. li sacco paracadute è vincolato (per lasciar completa libertà di mov imento agli osservatori) alla navicella clel .pallone. L 'uomo indossa soltan to un i mbragaggio agganciato al cal'O principale del paracadute. Nel lancio il paracad utista col proprio peso apre il sacco paracadute, dal q uale si d istacca la calotta salvagente. Alt ri piccoli P . possono essere impiegati nell 'aviazionc per lancio ma-

requisiti: sjcuro fu nz ionamento; sia automatico chè coman~

dato; velocità di discesa infer iore a metri 6 a l secondo; facilità d i impiego e di lancio; capacità cli resistenza agli sforzi derivanti da un'apertura rit,rdata dopo almeno 500 met ri di libera cadu ta. li P. in dotazione all"aviazione m ilitare italiana è del tipo « Salvator " (ideato e costruito dal capitano Freri e dal sig . Furmanik) . Esso è costi tuito da una calotta di seta di 46 mq . di superficie, con 16 funi di sospensione, e da un cinturone. li disposiùvo ocsa 6 chilogrammi. Esso ha comando doppio : automatico ed a mano, indi-

teriali, segnalazioni, ecc.

Tra.nciaspago a comando

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Fu detto che il P. avrebbe moltiplicato la poten7..a dell' av iazione di guerra. Infatt i l 'aviatore che porti con sè un ordigno da l quale trarre salvezza, non sarà più soggèuo alle crisi di sfiducia nella sicurezza dei velivoli rn servizio, crisi che colpiscono cli tanto rn tanto le aviazioni <li qua lsiasi 11c17.Ìone; esso sa che la rottura spontanea ciel velivolo in aria, che l'incendio a bordo, non sono più fatalità insu1xrabili; all'avia tore che abbia un sicuro e comodo P. sarii possibile sempre di effettuare in tempo di pace quelle esercitazioni che senza P. vengono considerate pericolose, come voli d i pattuglie numerose in formazioni serrate, esercitazioni di combattimen to aereo a distan~c rav vicinate!, ecc. Nelle stesse azioni

<._Fune liJ rmco/o

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di guerra, la possibi lità di sfuggire dal velivolo stroncato o ince!lcliato dal t iro nernico è un fattore <li maggior impeto g ucr.. resco.

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_çongegno di allungamento ·e rsccorclamento cintura

Parac::,d utc ~ S;:il varor D » racchjuso, nella sua custodia

(Dal volume Scendwtlo dal ciefo, di P . FRERI - E:!. Hoepl i)

Paracadute svizzero. Nel 1930 il costruttore Kdlcr di Z urigo ha creato un P. cost ituito da un doppio involucro; uno pit1 p iccolo, che si apre subito dopo il lancio, e comun ica con un altro pill grande per mezzo di un tubo di stoffa, attraverso una corrente d 'aria che si forma subito, determinandone l'apertura . Oltre ai sol it i clispositivi, questo P. ne ha anche uno di galleggiamento. Aeroplano paracadllle. Esperimentato 111 Francia nel 1931, ha la cabina adattata su due guide sistemate sulla fusoliera dell 'apparecchio, e scorrente , per mezzo di rulli. su lle guide stesse, bloccata da un comando che si trova vicino al posto dei piloti . In caso di pericolo basta li lx·rarc la cabina perchè questa , sp inta dall:< forza d'inerzia,


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scorra sulle guide. Con temporaneamente si libera u n g rand e paracadure sistemato nello spessore d i una piccola ala situata in alto. li vento e la velocità fanno ~prire il paracadute, che togl ie la cabina dall 'aeroplano e la sost ien e n ell'aria. Il <lispositivo può essere comandaw dal p ilo ta, ma è anche automatico e fu nziona q uando l 'ap pa recchio assume per lungo tempo posizioni irregolari .

addossati al ramparo d i q uesto, essendo poco temibili g li effetti p redetti. La loro altezza dipende dalla distanza o riz zontale della loro cresta superiore dal cig lio di fooco del fronte pro tetto e dal g rado d ì dcfilamcnto (di solito 1 /6)

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Paradorso di un fronte priricipalc

Paracca

(Emilio). Generale, n. ad Alessandria, m . a Lucca ( r826-1913). Volontario d 'artig lieria ud 1848, comba ttè a Goito . Sottot. di fanteria nello stesso anno, partecipò alla campagna del 1849. Dopo a ver trascorso qualche anno nei carabinier i, passò nei bersaglier i nel 1859. Ritornato in fanteria nel 1864. cornbattè nd 1866 e nel 1870. Comandante i l 12° fanteria nel 1872 e colo nnello nel 1873, passò nella riserva nel Paracadote per aerostieri nella sua custodia 188r e nel 1803 fu promosso maggiore generale.

Paracelso (Filippo) . Medico <ld scc. XVI., rn . nel 1541. Studiò in Gcr111~1nia, e si laureò a Ferrara. Peregrinò per l'Europa e seguì lung amente g li eserciti come ch irurgo militare. Lasciò un " O pus chirurgiwrn », nel quale sost iene l'utilità (!ella wra delle ferite con acqua salata, p ratica ritornata in uso <la non molto, con la soluzione fisiologica al 0,75 per cento.

che si vuole con essi conseguire in corrispondenza dcli 'ora detto cig lio. I P. dei fronti p rincipali sono poco impiegati pcrcbi:, per raggiungere completamente lo scopo, risu lterebbero troppo e levat i ed estes i.

Paradorso di un fronte. d i gola

IJ termine i: w ,to adoperato anche per indicare il r ilievo costituito dalla terra che viene collocata sull'orlo de lla trincea o dell'appostamento, d alla parte opposta a quella dove è la !inca di fuoco> e serve a proteggere contro le schegge dei proietti d'artiglieria che vadano a scoppiare .)Ubito oltre la trincea, nonchè contro i tiri irregolari di cen tri di fuoco propri, i quali si trovino in posizioni retrostanti alla t rincea, al disopra dell 'appostamcnto al quale deve serviic il paradorso.

l>aracadutc americano _per ae toplani

Parad iso. Mollte delle Alpi Graie, a sud di .Ao,ta , alt. 4061 m . Sui suoi fìanch i, il Colle del Gran. Pamdi<o, alto valico alp ino che mette in comunicazione Noasca con Valsavaranch e (rn . 3345). Paradorso. Chiamasi così un traversone avente dire7.ione parallela, o quasi, ali 'andamento d i un fronte, per proteggere i tenapien i dai ti ri d i rovescio. I paradorsi hanno una g rossezza di almeno m. 6 .m_ son1mità, scarpe laterali a 45", sost ituile nella loro parte inferiore da mur i, se q t1esti risultano defilati e distano, dal terrap ie no alto, almeno venti me tri , pe r non dar luogo ad effetti di ritorno de i proie tti, quando proteggono fronti principali . Invece se appartengono ad un fronte secondario s0110 ordiuaria1Ùente

Colle del Paradiso

Paraffina. Fu trovata da F uchs nel r809 nel petrolio; Reichcnbadi, nel l830, la o ttenne dal catrame d i legno .

Si ricava oggi anche dagli schisti bituminosi od oleosi e


-800 clall'ozochcritc o ccr:1 m inerale. Nella tecnica degli esplosivi v iene aggiun ta come correttivo nei rniscugli per regolarne la combustione, per assicurarne la stabilità, per diminu irne la sensibil itit e abbassarne In sv iluppo d i calore; viene inoltre impiegata per conferire plasticità agli esplosivi polverulenti e nella compnsizione di alcuni esplosivi al dorato come sostanza organica combustibile. In questi ultimi, cir- conda uniformemente e protegge, co1ne una \'e-rnìciatura, ogni singoh particell a del clorato, formando cosl una miscela fisica abbastanza omogenea dell'ossidante col combustibile.

Paragauda. Specie d i veste mi litare romana, il cui nome derivò da orname nt i che si applicavano alla veste m il. stessa, ornamenti costituiti da fascia di panno o di seta colorata.

Paragoge. Formazione di m,\rcia dell'antica falange greca. Essa fl.1arcia va unita, contraria111cntt alla fonnaziooe detta ((epagoge»; i capi stavano sui fianchi; se sul sr., la formazione e ra detta P. sinistra; se sul dr., era detta P. destra.. Anche gli spiegamenti di fianco erano deui paragogici.

Paraguay. Dal 1526 al 1530, il celebre navigatore veneziano Sebastiano Caboto, rimontando la Plata e alcuni suoi afAueoti, penerrava nel P. e apriva la via alla conquista di esso, compiuta nel 1536 dallo Spagnuolo Juan <le Ayolas, il quale a Lambaré vinceva e sottometteva le genti Guarany che ne erano i più nmnerosi

Stemma

(Paraguay)

Dandiera

e fieri abitatori: onde, l 'anno dopo, veniva fondata presso il luogo della vittoria, e a ricordo del g iorno in cui que-

sta era stata conseguita, una città che venne chiamata Asuncion. Successivamente, i governatori di Buenos J\yres 1

PAR

Tra i Portoghesi dell a limitrofa provincia di S. Paolo e i Gesuiti del P. sorsero fiere lolle a cagione ddla tratta dcgll schiavi chC quelli esercitavano e questi osteggiavano; e quando, nel 1750, tra Giovanni V di Portogallo e Ferdinando V l di Spagna fu concordata una revisione dei confini che separavano le rispett ive colonie, per la quale il te:-ritorio tra i fiumi Uruguay, Iacuhy ed Jbicuy, ossia grande parte del P., doveva essere ceduto , al Portogallo e questo doveva cedere alla Spagna la colon ia del San Sacramento da esso fondata nel 1678,., i Guarany si ribellarono. Per quattro anni , dal Ii54 al lj58, essi opposero una acl! canita resislenza al! 'esecuzione di tale permuta, ma dovettero alla fine piegare. I Gesuiti, accusati di avere instigata )" sommossa, furono nel 1760 espulsi dallo Stato ,,- dalle colonie portoghesi e ugual sorte ebbero nel 1768 in quelli spagnuoli. t Nel I 777, la parte del P. g ià ceduta al Portogallo fu restituita alta Spagna in cambio della provincia brasiliana di S . PieLro; tutto il P. venne ag~ g regato al vicereame del Plarn, ma fu sempre campo di lotte rra Spagnuoli e Portoghesi, avidi di estendere i propri confini g li uni a spese degli altri. Nei primi anni de l 180 0 scoppiavano ncll 'America latin,1 1uoti r ivoluzionari contro il dominio d i Spagna, e anche il P. finl per scacciare le autorità spagnuole e costituirsi in repubblica indipendente (1813). Il presidente, Francia, appoggiato al1'csercito da lui particolarmente curato e rafforzato, resse lo Stato disporicamentc, e, tc1ncnp do l'in Aucnza d i quelli vicini , ruppe con essi ogni r elazione, espulse gli stranieri, proibì ai

naturali di uscire senza suo lVIonumento pcrl'lndipcndcnz:1 don Pedro de Mcndoza e Alvaro Nuiiez, dal 1536 al 1542 benepl acito d al paese e cirdel Parnguay allargarono la conquista del territorio paraguayano, e i loro conciò questo di fo;ti, per modo successori, pur in mezzo alle aspre lotte che per lunghi anni insanguinarono la colò nia, ne iniziarono !'inciv ili~ che g li scainbi con le provincie oltre confine avve nivano so lo, a nord, su l Paraguay in faccia a Nueva Coimbra. e, mento chiamando a coopera re a tal firie i gesuiti delle a sud, a Ytapua sulla riva dr. del Paranà. Il Francia conprossime m issioni. Questi vi g iunsero primamente nel 1556, ~crvò la schiavitù pei negri, lasciò gli .indiani e i 111cticci. stabilendosi sulla dr. del Paranà, e, acquistata la fiducia vegetare nell'ignoranza e nelJa sommissione a cui i gedei Guarany e convertitili, li dir::,zzarono, li ammaestrasuiti li avevano abituati e tenne i bianchi sotto il terrore rono nell'agricoltura, nell 'industria e nella cura <lei bed'ur1·occhiuta polizia che tutto spiava e controllava; ciò sriamc. Nel 1608 essi ricevevano <lai re di Spagna Fimalgrado, morendo più che ottantenne (1840), lasciò il lippo · li! il mandato d i stabilire pacific«mentc la sua autopaese io un altissimo g rado di prosperità. A succedergli, rità nel P ., che concedeva loro <l i governare ~ propriò ta· lento e in piena autonomia; ond'cssi fondavano _uno Stato dopo un. breve periodo di duumvirato, il Congresso chiamò (1844) il nipote di lui Carlo Amonio Lopez, affidandogli a regime teocratico-patriarcale, divi<len.dolo in tanti Ciril potere per 10 ann i. Questi dal 1845 al 1852 respillSe coli di m issione (doctrir:ae) ove gli indiani vivevano cac con !e o.rmi i ten tativi cie l dittatore argen t ino Rnsas, cucolti in forti colonie (rcd uccioncs) amministrate da un pido d i estendere il suo dominio sul P., e tenne il gogesuita. Lo S tato prosperò. I prodotti eran posti in comune, e il di più di qi.:ianto veniva assegnato aHc neccs - , Yerno savi~1tncntc con quasi illimitata autorità, apre ndo il s;tà dei singoli era esportato a gcncra!c beneficio. Agli paese agli strarlicr i e stringendo con l 'estero amichevoli stranieri e ag li stessi Spagnuoli era interdetto il soggiorno, relazioni d iplomatiche e commerciai: e nel 1862, morendo, e, bcnchè la Spagna avesse la sovranità nomina le, questa lasciò i l potere al figlio Francesco Solano che il Congresso t{;ndeva

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dlventare ognor pil1 effimera.

proclanlh suo successore. Infu riava allora nel vicino Uru~

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guay una lotta fra i liber ali e i conservatori detentori del governo; in essa andavano it}1mìschiandosi, a favore dei

primi, anche l 'Argentina e i l Brasile. li Lopez, temendo sia le cupidigie territori ali di questi due Stat i, sia la loro

· si trovò ridotta ad un sesto e l'erario in rovina. Il successore del Lopez, Salvador Jovdlanos, concludeva (ge nnaio 1872) la pace col Brasile , cede ndo a q uesto la parte settentrionale del P. e ne ll'ottobre dello sresso anno un rrat-

U fficiali paragu aiani ( t<;OJ)

Il Par.:i.guay. La zona della Bol ivia separata co_n tratteggfo e rig_at;.l dh1c rsamente, è quella contestata fra i due Stati

influenza sulla sorte del partito comer vatore eh 'egli capeggiava nel suo paese, riso lse di sventarne:: le mene con la forza delle arm i e irruppe arditameMc con 10.000 u. nella provinc ia brasiliana di Matto Grosso (1864); procedendo vittoriosamente riduceva in suo potere i forti cli Corurnba e di D onrado e minacciava la capitale della provincia stessa, Cuyaba. In pari tempo, essendogli .stata negata dall'Argentina la facoltà d i allraversarc la provincia cli Corrientcs per invadere l 'Uruguay, intimò a1o1che ad essa la g ue rra; Onde Brasile, Argentina e U rug uay

si

s trinsero in

tato con I· Argentina fissava il Pilcornayo come confine fra i due Stati nel conteso territor io del Chaco; ma il giudizio arbitrale del presidente Haycs degli Stati Uniti restituiva al P . la maggior parte del Gran Chaco e 11èl giugno 1876 le ultime truppe nemiche sgombravano i territori paraguayan i occupati. Dopo tal i avvenimenti , il P. visse ìn pace coi suoi vicini, ,na m olto soffrì per interne agitazioni, specialmente dal '9" in poi. In quest 'anno infatti, il min istro della g uerra , A lbino Jara, capitanava una son1mossa contro il presidente Gondra e, sbalzatòlo dal seggio, lo sostituiva. A sua volta, il m inistro degli interni, Riquel ma , si ribel lava al Jara, ma ne ven iva sconfitto cd ucciso in un sanguinoso combattimcoto presso Villa Rosario . Subito dopo, una più violenta jnsurrezione, provocata dagli atteggiamenti èittatoriali del Jara, costrinse quesr;_ a ritirarsi. A!tri moti

rivoluzio nari,

suscitati dal! 'ex

p residente Gondra 1

m isero

in fiamme il paese; Asuncion ven ne bloccata dagl i insorti e fu teatro d i fu ribonde lotte (gennaio 1 912) ; ma il presidente Rojas potè r iprendere la capitale , c!onde ave\'a dovuto fuggire, e r iprist inarvi la propria autorità . Non si acqui<::tarono g li insorti , che, rafforzatisi, rioccuparono Asuncion e aflid arono la presidenza provvisoria a Em iliano

Ufficiali paraguaiani ( 1903)

Artiglieria parag uaiana (-i904)

lega offensiva e difensiva (8 ma rzo 1865) e sconfìssero i l piccolo Stato: Lopez cadeva ucciso combatte ndo (V . guerra della T riplice Alleanz a). Le conseguenze d i tale confl itto furono, pcl P. , rlisastrose, chè la popolaz ione maschile vi

Gonzalcs, il pua le, avendo l'Albino ) ara tent ato di riafferrare il potere, gli mosse contro e gli i nflisse a Paraguari (10 maggio 1 9 12) tale sconfìtta da costringerlo a riprendere la via dell'esi lio. E così co nt inuò la vita del paese, fra 51


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continui colpi di mauo di pretende nti al pote re, fino · ad oggi (1933). Durante !a guerra Mond iale. il I'. si attenne alla più st retta neutralità . Nd 1928 è scoppia to un con Aitto fra il I'. e la Bolivia, per territori con testati nel Gran Chaco, dove avvennero incidenti d i frontiera : le due nazioni avviarono truppe nella zona contesta ta, battendosi per la conquista dei pic coli forti quivi costruiti, malg rado i tentativi d i composizione del conflitto, fatti sia dalle nazioni sudamericane, sia da lla Soc ietà delle Nazion i. Anualmcntc (1933) la questione è ancora insoluta, e nella zona comesrnta gli scontri sono continuati. mentre i due Stati hanno addirittura proceduto a lla mobilitazione.

Campagna dd Paraguay (1811). Appartiene alla guerra per l'Indipendenza del Sud-America. Gli Argentin i avevano inviato sollecitazioni ai Paraguayani perchè si sollevassero contro gli Spagnuoli, ma, non avendo esse ottenuto effetto, p gen . Be lgrano marciò verso Asuncion con un mi gliaio di uomin i. Jf"governa tore spagnuolo del P., don Ber-

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comprende forze all' incirca uguali clclla I ' . La 3• zona non comprende (anno 1933) alcuna forza. La 4" compre,ulc regg. d i fanteria (di 1 bgl. ù1complcto). La 5• comprende 1 bgl. di fanreria , 3 cp. fucilieri, 1 p lotone di cavalleria, 1 plotone di comunicazioni ed I sezione di mitragliat rici pesanti. Nel complesso si hanno: 4 rcgg. di fanteria, di cui uno di riserva,

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regg .. di cava lleria su 3 sqdr. ,

1

scz.

di mitragliatr ici, 2 bt,. d 'artiglieria, I cp. del genio. L'aviazione mil. ha una scuola, e reparti aerei costituiti all ~inizio

del confl itto con la Bolivia (1930). Effettivi di bilancio : ufficiali 100, truppa 2 .800. Il servizio milirnre i: obbligatorio per la durata d i 28 anni: da 18 a 20 rnni ndl'escrcito attivo, da 20 a 29 nella riserva dell"escrcito atrivo, da 29 ~ 39 anni nella gua rd ia naziona le, c!J 39 a 45 anni nella guardia territoriale.

Paralejos. Savana presso il ruscello d i Bahat uaba, nell'isola di Cuba,. sulla strada da Manzanillo a Uayarno . Durante ] 'jnsurrezione wbani , il 12 luglio 1895, il maresc. Martinez Carnpos lasciò Manzanilla per marciare contro un forte assembramento d i insorti della prov. Orientale, fone <ii circa 40 00 u . comandato <la Maceo e riu nito presso Bayamo. Aveva 300 u. del regg. di l sabel la b Canolica, con 40 guerri l!eros; a Vequita vi si aggiunsero 400 u . del col. .E5cario e 250 del. gen. Santolcides. Presa con sè anche la guarnigione del la cittadina, venne a disporre di circa 1500 u .. dei quali 200 a cavallo. li 13 sul mattino furono segnalati gi: esplorarori degli insorti. Evitandq d i inoltrarsi nel la savana d i P., le tru ppe obliquarono verso sr., q uan do lungo tutto i l fronte s'iniziò la battaglia. Cadde colpito da tre proiettili il gen. Santolcides, mentre il n1;1resc. MarUnez, per polersi spiegare, spingeva a\·ctOti due cp . ; il grosso e la retroguardia iniziavano intanto per la sr. un movimento avvolgente, respingendo ovurique_ il nem ico. Verso sera i! Maceo, dopo avere r-enta.to un nuovo, furioso attacco ·presso il rio Mabay, fu costreuo a lasciare libero il passaggio verso Bayamo, ove gli Spagnuoli entrarono a sera. Caddero degl i Spagnuoli circa 150 u. fra morti e feriti, degli insorti quasi 500. Parai isi (Medici na Legale Militare). Consiste in d isor<lini motori, e propriamente nel la soppressione del movimento nella parte colpita ; nei casi in cui la motilità non

Soldat~ p arngu:11am nel Chaco (1932)

n~rdo Velasco, raccolse forze assai superiori (6000 u.), e affrontò a Tebicuary prima, e a Paraguari poi (19 gennaio) le scarse truppe del Belgrano, il qua le si ritirò sul r io Tacuarl in attesa di rinforzi. Nel marzo il Velascò battè ancora il Belgrano, ma poco d opo con_çluse con Jùi l'armistizio di T acuarì. La campagna mi litare era finita; 'il gcn . Bclgrano con poch i uomu1i non addestrari e male armati non era riuscito nella temerar ia impresa, ma l'idea dell 'indipendenza era ormai gettata fra i Paraguayani, e due a11ni dopo essi si rendeva.n o indipendenti daUa Spagna. La repubblica del P. ha un'area di 4 58 . 000 Kmq. e una popolàzionc di 900 . 000 abitanti . Capita le Asunciòn, sul fiume Paraguay. È compresa fra il Brasile, la flolivia , l'Argentina. ·

Eser,ito del P"ragu"Y· Capo supremo delle forze annate i: il presidente ' della repubblica; 'la preparazione militare è còmpito del m inistro della Guerra e Marina e dello Stato Maggiore Generale. L 'esercito è ripartito in 5 zone militari. La 1• zona comprende un regg. d i fanteria (di 2 bgl. e I btr. cl 'art. da montagna) ed un rcgg. di cavalleria (di 3 sc1dr. ed I sei.ione mitragliatrici). La ,,:• zona

sia del tutto soppressa e si abbia solo una d iminuita energia delle contrazioni muscolari , l 'affezione va sotto il nome di « paresi » . La P. può presentarsi sotto forma emi15le-

gica, paraplegica o monoplcgica, secondo che sia parai izzata u,ia metà btcra le <kl corpo, la metà inferiore, ovvero un membro o un gruppo m uscolare. Insieme coi disordini di moto si hanno in generaÌe anche d isturbi sensitivi, vasomotori, secretivi e trofici. S i hanno infine modific'a 7ioni dei riAessi e ·della eccitabilità elettricà. Le P. pDS• sono dipe ndere da lesioni del sistema nervoso cent rale (encefalo e m idollo spinale), ovvero ,!elle vie motorie, donde la distinzione d i centrali e periferiche. Esse sono frequenti nella chirurgia di guerra : durante il conAitto mondiale infatti furono osservati n umerose P. da ferite cranio-encefaliche, rachi-midollari, di tronchi ner vosi, ecc. La simulazione della P. nell'ambiente militare è rara : si tratta piuttosto d i esagerazione <i i un dehilitamentq funzionale di un arto o segmento di arto, sede di un pregresso traumatismo . Le P. più frequentemente simulate sono: la paraplegia incompleta per alkgaro trauma alla regione lombare, e le monoplegie attribuite anch'esse a traumi pregressi. Il perito formulerà la diagnosi in base a lle conoscenze di diagnostica J1eurologica c d all 'accert2m_e nto etio •

logica della paralisi al legata : in quelle periferiche sono


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bj.Joni . cr~teri diagnottici generali la mancanza dei riflessi r.cndinei, l'ipotrofia muscolare, i •disturbi di eccitabilità elettrica; in pari remp~ si terrà conto anche dell 'elemento etiologico (traumi, tossi~infezjoni, c::~use di compressione, ccc.ì , Nel le l'. del midollo spinak, oltre l 'indaginc ctiologica (tumori, carie tubercolare, sifilide, mieliti, traumi, ecc.) sarà tenuto presente anche il t ipo clinico più frequente, cioè quello paraplcg icÒ con rlisturbi retto-vescicali, te nendosi conto altrcsì dei disturbi trofico-muscolari, del con,portamento dei riflessi e d°eila eccitabilità elett rica . Nelle I'. d i origine cncdalica, oltre la constatazione dell 'elcmento Cliologico (arleriosclerosi, vizi d i cuore, uremia per nefriti cronic he, sifi lide, ecc.), saranno tenuti presenti i principali cnteri diagnostici, coè: 17 d isfasie, l 'indebolimento psichico, L'aumento dei riflessi tendinei, i vari• tipi di P. a seconda dei tcrricori lesi, ecc. Nelle l' . ister iche infine saranno ricercate le varie stirurnate defl ' isterismo. Nei casi dubbi potranno <:ssere richieste jnformazioni riservate a i:nezzo dell'Ar ma <lei CC. RR. Le l'. e le pa resi, quali esiti gravi e ben manifesti d i malatt ie organiche de.I sistema nervoso cenrrale e periferico, costituiscono causa di inabilità al servizio m ilitare, ai sensi dell 'art. 24 del1'Elcnco A; nei casi meno evirlen ti, di gravità e di prognosi incerta, il g iudizio sarà espresso previo ac_certamento in un ospedale mii., trascorso, ove occorra, il periodo della riverlibilità, e, nei militari, dopo infruttuosa cura e congrui periodi rli licenza. Per k affezioni riconosciute d ipendenti da cause di servizio danno dir itto alla seconda c.:,tegoria d i 11en~!one « le paralisi permanenti, si.1 d'origine centrale che periferica, jrueressant,i muscoli o gruppi muscolari che presiedono ~ funzioni essenziali della vita e che per i caratteri e per la durata si giudichino inguaribil,i ». Le .affezioni pi,1 gravi e propriamente « le lesioni del sistema nervoso centrale (encefalo e mid ollo spinak) con conseguenze gravi e permanenti di grado tale da apportare, o isolaiamence o n el loro complesso, profondi ed irreparabili perturbamenti alle funzioni pii, necessarie alla vita organica e sociale >> sono ascrivibili alla prima categor ia, e, trattandosi di lesioni di guerra, danno diritto anche ad assegni d i superinvalidità, il cui massimo è concesso nei casi di <, lesioni del sisten1a nervoso centrale (encefalo e midollo spinale), che abbiano prodotto paralisi :ornlc dei rlue arti inferiori e paralisi della vescica e <ld retto » , ai sensi della Tabella E, lettera A, dc) R. D. 12 luglio 1923, n. 14')' .

Parallela. Chiama$i parallela, o piazw d 'armi, un:, costruita dall'attaccante e che avviluppava una piazza forte assediata. Tale sistema di tr incee fu ideato dal Vauban e introdotto nel suo sistema d i assedio ad una piazza (da lui chiamato appunto attacco (< aìla Vau .. ban »), allo scopo di riu nire i d iversi a ttacch i , che p rima del la sua epoca procedevano slegati, cd avevano lo scopo di protcgg~rc le batte rie dell' a trnccante e servivano a contenere le trup pe di sostegno · ai lavoratori. Una prima P. era costru ita a 6oo 111. dalla piazza investita, e quir1di al sicuro dell a 1nitrag1ia; essa serviva a riunire fra di loro g li approcci a zig-zag che pa rt ivano rlalla linea d i Co11trom1/azione (V .); prendeva il nome di piazza d'arn~ perchè in essa si disponevano le truppe destinate ai lavori d i attacco, e d i parallela per il suo t racciato concenuico alla' cinta magistrale d ella piaa.a, Questa P., che si estendeva a d r. e a sr. d el fronte d i attacco, ed aveva le estremità appoggiate a robuste ridotte, rendeva le sortite d ella piazza d ifficili e pericolose . All a medesima veniva dato il profilo d e tto di « t rincea scmpliée ». A poca distanza in avanti (da 25 a 80 111 .) e sotto la sua protezione, si cotrincea.

· struivano batterie. .-\ metà distanza fra questa P. e la piazza, per riunire i successivi approcci a zig-zag, se ne costruin un'altra, chiamata appunto seconda parallela, 2ppoggiata anch •essa a ridotte d ala, destinata a proteggere g li approcci successivi. Questa, · tro vandosi a poco più di m. 300 dalla piazza, e quindi esposta :,] tiro della m itraglia e a quello del la fucileria, veniva costru,ta alla 1

Paral!ele del secolo :XVII, con batteri<:'_ e cav.il icri e trincee

zap pa volanre, tracciata con u na fila cli gabbioni che erano' tùsto riempiti di terra, e che quindi servivano come rivestime nto della scarpa interna del parapetto. Sul davanti nel la seconda P., spesso si costruivano altre batterie. A ciasrnn approccio al di là della seconda, q uando era g iunto a un po' meno di mcti, distanza fra questa e il ciglio di f t;oco ddlo spalto, si praticavano a dr. e a sr. rlue « mezze parallele », aventi un ufficio analogo a quello delle parallele. Giunti al piede dello spal!o, si collegavano gli approcet med iante una terza parallela, nella quale si stabilivano batterie di p iccoli mortai. Questa P. vcn i\'a eseguita con ;naggiori precauzioni e quind i p iù !en tamentc, a fine di proteg_gere meglio i lavoratori, applicando il procedimen to della zappa piena. Però nelle notti oscure., e quando la clifesa era poco attiva, si costruivano anche tratti d i terza P. alla zappa volant~ , per procedere più sollccitan1ente. La 'Crza P. era l ultùTta; ùopo di es.sa si continua1

i 1.lo)

ProfiJo di parallela

vanu gli approcci e si costruivano le ;lltrc opere destinate a far cadere la piazza. Anche nell 'cpoca , contemporanea, prima d el la g rande guerra, era previsto nell'attacco o assedio regolare la costruzione d i parallele, nel periodo dell'attacco lontano, che com p rendeva le operazioni da compiersi dalla cost ruzioJJe alla prima P. fino ad arrivare ai piedi de llo spalto. I.a prinu . cm .d estinata ad assicurare le baiterie de li 'attacco


-

PAR

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c.ontro le sortite, a 1nantenere il terreno già conq..iistatn, a servire di base agli ulteriori lavori di approccio. Essa doveva essere situata alla minore d istanza possibile dal1·opera attaccata, allo scopo di far risultare m inimo lo sviluppo dei lavori di appoggio; ma d'altra parte non conveniva cbe fosse avvicinata oltre un certo limite , perchè la sua apertu ra non fosse troppo contrastata dalle Linee d i fucileria della difesa poste a Il 'esterno: la distanza era

Profilo di parallela con g radini

compresa fra gli 800 e i 1200 m. Il tracciato della prima P. doveva essere in relazione alla configurazione del terreno, per modo che la zona antistante, fino allo spalto dell'opera attaccata, r isultasse ben battuta dalla fuciler ia preposta a guard ia di essa. Inoltre doveva avviluppare non solo i fronti (o i furti) attaccati, ma anche quelli laterali aventi az ione sul terreno di attacco ; ,were le ali ben appoggiate ad ostacoli naturali o ad opere appositamente costruttc; essere r inforz.at a ad inte, valli di 1000 a 2000 m. da ridott<' intermedie, aventi lo scopo di proteggerla e fiancheggiarla. S iccome nell 'auacw della linea dei forti staccati d i un campo trincerato Ja prima P. avrebbe assunto uno sviluppo eccessivo, così era conveniente d i costituirla di parecchi tratti interrotti, ciascu no corrispondente _ad un forte, d ifendendo gl i in tervall i fra tratto e tr atto con fuc ileria protetta ria trincee di battaglia o eia buche

--

da bersagl i~re, e con pezzi leggeri e mitragl iere, posti iii appositi ripari dietro tali intervalli. L ·apertura della prima I'. costituiva una delle operazioni principali dell'assedio; perciò si doveva usare la massima cura nel prendere [e disposizioni necessarie ad eseguirla; e.ssa doveva essere r.o• struita ~li notte; il .l avoro procedeva a gradi, si:. nel tracciato che nel pwfilo. Avanti alla prima P. e appoggiandosi ad essa sotto ìa protezio:1e delle batterie, l 'attaccante sviluppava poi I·attacco al la zappa. Questo si eseguiva secondo gli insegnamenti del Vauban, eia-è con P., mezzà P. ed approcci , salvo piccole modificazioni. Il numero delle / '. occorrenti dipendeva dalla distanza della prima dal la piazza, e da lla energia della difesa. In _ogni caso però ne occorreva una ai piedi dello spalto, un 'altra intermedia, e parecchie mezze P.; si arrivava in massima a costruirne quattro. Pamllr:la di p11rtenza. Nelle istruzioni del nostro Comando Sup remo, nella gucrr1 Mondiale, era detta così la parallela scavata davanti alle difese ar,cessor,c delle trincee. Essa con1unicava con queste 1nc<liantc numerosi cammina~ menti, e ven i; a occupata ne Il 'imminenza del! ·azione dalla prima linea d'attacco. (V. Tri11cea).

Mezza parallela. Nell 'attacco a lla Vauban di un'opera di fortificazione si chiamavano così le t, incee praticate a dr. e a sr. deg li approcci, al <li là del la :econcla parallela, ~ poco meno di metà d istanza fra questa e il cigfio di fuoco dello spalto, con anda1n ent<1 concentrico alla magistrale della piazza. Avevano un ufficio analogo a quello delle parallc!c.

Parai lelismo deì pezzì (Opaazio11i di). Consiste nel disporre le bocche eia fuoco in un fascio parallelo, cioè orientate secondo d irezio ni para llele ,. nel lo stesso verso ;

___

,lMllen"l. 1nlerrnedia.

B,1/1~r ia. in tennedm

~~- --· ··· :,_.,/'

✓~

.Al vepos,!o ,tJ /r/nua..

/

' /vi trm.cea .. Al 1ù pos ilv Disposizione delle parallele nell'attacco di una piazzofortc


-

PAR

805 -

i: la prima operazione d a farsi quando si mettono pezzi ìn batteria. Detto collegamento fra i pezzi_p uò e ffettuarsi: a) per coll imazione reciproca (lig. 1) : i congegni di

PAR

rezione d i P. per ,luc pezzi vicini e per un medesimo falso scopo può ritenersi costarne ; in questo caso il valore di p prende il nome di correzione scalare. Quanto si è

F

J,.'

Figura J F igura 3

mira vengono orie nrati l 'uno sull'altro con angoli a e o/ , in

cui (J,1 ha il va lore opposto d i o. , cioè : oJ = a

± 32.0000

o.'

± 1800;

o,

o anche

b) per collimazione ad ~m caposaldo (falso scopo) lontano (/ig. 2) : i congegni di mira si orientano al caposaldo con graduazioni di parallel ismo 0 00 , per il pezzo

detto per le operazion i d i P . lra due o più pezzi, vale anche quando si debbo no collegare due o p iù goniometri fra loro, oppure goniometri e pezzi di batteria.

Paralos. Nave leggera e

veloce,

a<loperata

i---760---, I

dagl i antichi Greci come avviso o esploratore, per intercettare notizie; :urestare navi in mare ac-

ciò non diano ;il nemico ragguagli delle proprie forze, rnglieggiare le terre ·nemiche, e consimili atti di guerra. (Vecchi).

Paramine. Apparecchi ideati in Inghi lterra nel 1916 (dove furono

D

;

oo

chiamat i « paravancs ») destinali a proteggere !e ~ navi dal le torpedin i an- ~ corate . Vcng~no

----

chiati

--

rimar,

navi,

per

mezzo di cavi di acciaio,

uno per lato, sia d i poppa che di prora. L'insieme dei P. e dei cavi che li rimorchiano, co.

h F igu ra z

hse, mentre per gli alrri pez:.oi con graduazione <li P. calcol ata co n

dalle

1; formula:

,.

slltmsce

.

I

una ostruzione

semovente a forma d i vomero, che, incontrando ormeggi d i torpedini ancorate, li scosta dall a

I

1

I

nave, obbligandoli a scorJ, (met ri)

p uo = _ _ _ _

D (Km.) 1n cu i /, è la d istanza in metri di ciascun pezzo d al piano di tiro del pezzo base, e D la distanza del bersaglio espressa in chilometri . Se i pezzi risultano a!l"incirca su uno stesso a llineamento e ad intervalli presso a poco uguali (fig . 3) , la cor-

rere .lungo i rimorchi fin•

chè vengono presi dalle cesoie e tagliati. La torpedine viene così a galla e può essere d istrutta.

I

I -~--.ffJcz.___.i, Parami11c

Si tratta di un gallcggianlc a foggia Uì siluro, mu11i w cl i pia no deviatore, e di oscillatore a mercurio che tende a fargl i mantenere la profondità per la q uale è regolato.


-

PAR

Ve ne souo lrc t1p1, conformar, nel medesimo modo: tipo Il), C), L) . Il paramine tipo B), è di maggiori di-

mensioni, sel'vc per nav i <li ogni tonnellagg io e vi~ne rimorchiato di prora allo scopo di proteggere la carena della nave dall'urto contro m ine ancorate (dragaggio di protezione). fl F. l ipo C) è assegnato a navi veloci e d i piccolo tonnellaggio ; viene rimorchiato di poppa e serve n011 a proteggere l'un ità cbc rin1orchìa l apparecchio, ma a liberare la via a grosse navi che seguono (drenaggio in corsa). Il P. tipo L), ch,amato anche ;, Lontra ", è del tulto analogo ai precedenti, ma costrnito per nav i d i scarsa ve locilà, perchè è destinato alla marina mercantile . li galleggiante è nwnilo d.i timoni orizzontali e di piatto idrostatico, ma manca d cli 'oscillatore a mercurio, che ne re• gola esattameule la profondità. Tutte k marine da guerr" hanno adonati i P. per le loro navi .

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ch ine formate con ta,·olati larghi · m. 0,60, imperniati a sostegni murati nella sca rpa interna e posti a m. 1,30 sotto il ciglio · cli fuoco. Tali banch ine si abbassano contro

1

Paranco. Ordigno formato rla due pu legge sulle quali è avvolta una fune. Le antiche artiglier ie di bordo ave,·ano un freno di rinculu che si otteneva, dopo il t iro, fa. cendo strisciare l'affusto sopra le lisce del sotto affusto . A ll 'cslrem ità posteriore dell 'affl'.sto erano assicurati due bozzell i di due grossi paranchi, che facevano capo con I 'aì tra estrem i,à conlro la murata. All'atto dello sparo i paranchi ela.no lasciati liberi e i l cannone rjnculava . Dopo io sparo, sì da\'a ord ine:+ Parancate! A questo comando i serventi del pezzo faceva no forza sui paranchi e jl cannone era

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Parapetto con banchina pe r tiratori

la ~carpa quando non servono; si <lispongonu oriz.zontali 1

sostenen dole con pu,uclli o cava lletti, quandc;, devono essere occupale da i tirnwri. Quando il P. è rn terra, se il rivestin-:cnto della scarpa interna è fatto in muratura esso

riportato in batteria. A questo s istema s i ricorreva anche

nei cannoni delle navi che avevano le ruote . I paranchi servivano talvolta anche per il brandeggio. A loordo delle moderne navj da guerra si fa largo uso d i pàranchi me• tallici differenziali, per imbarco de i siluri,. delle munizioni, ecc . Gli elevatori delle n1unizioni delle vecchie arti~ gl ierie in torre erano fondati sopra l'uso d i paranchi idraulici.

Parapetto. 1:: que lla parte tiella massa coprente che si eleva sopra il terrapieno alto di un 'opera di fortificazione, e serve, come d ice ìÌ nome stesso, a proteggere e a difentkre il soldato mentre fa uso delle proprie arrni. Il P. può c~scre in terra o in calcestruz2:o; la grossezza è va riabjk: :-ccondo il genere dell 'opera, secondo il grado di dife'.; a che si vuol ottenere, e secondo la qualità d ella terra im piegata, pcrchè col variare d i questa varia pure b pene-

R iYestimcnto muratura, banchine mobili

Pi'\rapctto sen 7.a ri vcsiimento

" arresta a 0,50 m. da! ciglio éJi fuoco, lasciando la parte rimanente della scaq>a in terra, aAinchè i proietti che urtano sul pendio ciel /'. non rovinino la sommità ciel muro. proiettando seheggie sul lcrrapicno. In corr ispondenza del le

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.

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., ....~

.

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•.

Parap~uo con ri\·cstimento di iabbioni

cannoniere il muro si arresta pure a m . 0,50 dal fondo delle medesime. Quando non vi è rivestimento la scarpa interna risulta a pendenza natura le; ha invece la pendenza del 3/ 1 o de l 4 / 1 quando il riveslimento è di fascine. Parapetto (secolo X V 11)

trazione dei proieni. L'altezza del P., ossia l 'altezza dd ciglio ,d i fuoco sul terrapieno alto, è diversa sccondochè la difesa è fatta con fucileria oppure con artiglieria; in questo uhimo caso a seconda che per le artiglierie siano praticate o no le cannon iere. Nel primo caso si tiene da 111 . 2 a 2,50 e ,i addos,a alla ~carpa interna una banchina larga m. 0,60; nel secondo caso tale al tezza è uguale al ginocchiello delle artiglierie q uando non vi siano cannoniere; quando queste vi sono l'altezza ,,' maggiore, ed a llora l'altezza delle cannonicr~ è uguale al g inocchiello delle artiglierie. Quando si vuole avere la possibilità di impiegare b fanteria come sussidiaria dell'artiglieria pcrchè agisca nella lotta vicina, si d ispongono laleralmcntc ai pezzi ban•

Parapetto per artigl ierie

grat icci, zolle, gabbioni, sacchi a . terra, ecc. li pendio o piovente del P. deYe essere inclinato in modo da pote e eseguire i t iri più depressi richiesti dal terreno che si vuol


PAR

-

807 -

batterej e perrnessi dal marerialc di artig lieria c he si im~

m. 0 1 50; la terra di sc~~vo veniva disposta oltre ìl rouretto,

piega, ma non troppo. Generalmente si fa inclinala da r /6 a 1/ 10. L a scarpa ~sterna, soggetta ad essere sconvolta dai proietti scoppian,i, st tiene inclinata a 45°, o, pi,1 frc-

per mascherarlo e per t rattenere ]e scheggie. Se il terreno era del tutto roccioso, davanti al l'. di muro si mettevano sacchi a terra : talvolta tronchi d'albero.

00) I:~\•'

fft;lfA ~- .i~ ~

··. -:

Ramparo a parapetto per il tiro a punt.arnento in diretto

q uentc•nentc a 4/ 5. Quando le ~rtiglierie imp;egace devono eseguire solo tiro curvo, con puotamento indiretto per

aumentarne la protezioJJc, la se.arpa interna del parapeuo coi ncide colla scacpa imcrna del ramparo, ossia si prolunga

Parapetto dì pietrame e terra per tiratori in piedi (guerra Mondiale.)

, ino a livello del piazza le dc~ 'opera, sul q ua le sono collocati d irettamente i pezzi. Nelle trincee dcli 'epoca nostra, il P. si olleneva con la terra di ~cavo, costituente una striscia la rga fino a quattro

I

Parap<:rto di pietrami! con sacchi a terra, per tiratori in piedi (guerra Mondiale)

Paraschegge. Specie di traverse che si pongono fra i pezzi non separ at i d a n aver,c da ramparo, quanch si vogliono proteggere i scrven.li di un pezzo dalle scheggie dei proietti scoppianti sulla piazzuola del pezzo vicino. Sono formati o con soli gabbioni riempili di terra e posti su due strati , o ppure con terra sostenuta lateral mente da gabbioni, da fascine o da tavole appoggiate a travetti conficcati nel terreno . La loro grossezza varia da m. o,6o a m . J ,So, la loro altezza è uguale presso a poco a quella del parapetto, e la loro lungh<.:zza è di m. 1,00 inferiore alla larg hezza del terrap ieno · al to, per lasciare su quesco il passaggio fra piauuola e p iazz uola. I P. vengono ordina ria• mente elevati al momento d i porre l 'opera in istato di di fesa. Paraskevopulos (L<·onida) . Generale greco, n . nel 1861. Sottot. d 'artiglieria nel 1881, panecipò alla spedizione a Candia nel 1897 e prese parte alla guerra G reco-turca del 1912 come comandante d 'art. d 'armata,

Paraskevopulos Leonida

distinhrucndosi a Gian-

nina. Nel la . guerra dcli 'anno successivo contro la Bulgaria ebbe il comando della 10• d ivis. Durante la guerra

/7.001

W.IB#iAA/~ : .1.10 . . . ~..'~':'

V Parascheggie (scala r a too)

o

cinque

me tri: e alrn: da m. 0,20 a 1n .

0 1 25.

Vi si

praticavano solchi profondi qualche· centimetro, perpendicolari alla linea di fuoco, nei quali i l soldato appoggiava il fuc ile ptr sparare come attravc1s0 a fe ritoie. Talvolta il P. era formato con m uretto a secco alto circa So cm . _e largo

Mondiale comandò il 1 C . d 'A . Divenne nel 1918 generalissimo e tenne tale car ica fino al 1920 .

Parata. È · una del le forme con le quali vengono resi gli Onori milita,·i (V.) . Le parate hanno luogo 1:icr l 'inaugu-


PAR

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808 -

razio ne clella sessione parlamentare, quando interrcnga S. M. il Re, o quando arrivano in un presid io o ne partono in forma ufficiale le LL. MM. il Re e h Regina, il Sommo Pontefice, i Capi degli Stati esteri, i Principi della Famiglia Reale, i Principi delle Case regnanti estere ed il Capo del Governo . li romando delle t ruppe è assunto dall;i locale autorità mil itare p iii elevata in grado od in anzianità del R. Esercito, della R . Marina, o delb R. Aeronautica, dopo la più elevata autorità militare del luogo, a seconda che alla P. prevalgano reparti dclrcscr cito, della manna o dell'aeron.111tica. Le truppe si schierano lungo la via che deve essere percorsa dal corteo, di massima in ordine di precedenza, per modo che quella che è prima in dcuo ordine sia schierata, nel caso ddl'inaugurazioue della sessione parlamentare, presso il palano ove il corteo si dirige, e negli altri casi , presso il luogo ove avviene il ricevimento od il commiato. I.e truppe a cavallo sono possibilmente schierate nelle p iazze . I comandanti <ki reparti si pongono dalla parte donde pro,·iene ,I correo. li comanda.mc <lei le truppe cavalca, seguito dal suo stato maggiore, di _fianco alla vettura dalla parte dove siede la penona a cui si rende onore, in modo che la testa del cavallo sia ali 'altezza dello sportello. L 'uffi ciale che segue in •1rdine di grado :I con,andante, cavalca dalla parte opposta con la testa del ea~allo all'ahc-~za dcll.1 ruota posteriore. li resto del seguito cavalca cinque 111ctri d ictrù la vettura; ~e :,upera i quattro uomini, due di essi precedono alla distanza di 50 metri. Il comandame delle truppe cede il proprio posto solo ad un pri ncipe della Famiglia Reale. (Per Sfìla111e111i in para/a, V. Rivista).

Parazon-io. Dal vocabolo greco, voltato in latino, « parazonium », era co~ì chiamata la cintura alla quale ,i appendeva una spada corta e :,cnza punta, di stintivo particolare dei tribuni militari negli eserciti romani . Era pure chiamata ugualmente l'arma stessa, pressochè simile a quella che ,·enne chiamata più tardi « lingua di bue • · Parco d'artiglieria. Attualmente questa locuzione J1on sì usa più , come in altri tempi, per ind icare quel com plesso di o rgani, di stabilimenti, di magaLzini, di cobnne da traino, da rifornim:nto, ccc.; le quali allora costitui rono quello che oggi va sotto il titolo di Seru,zio d'artiglicrin (V.) . Taluni scrittori mi litari contemporanei dicono P. d'A. per int.:ndere rutto i l patrimonio artiglicresco dell 'esercito; più corrente è l'uso di volersi invece riferire, wn tale voce . a quell'aliquota di armi destinate alle operazioni ossidionali. I più remoti P. d'A., o d'aucdio fu1ono certamente quelli costituiti dalle macchine che - sin dai trnipi di Troja servirono, con l 'as1u1.i:1 e con la fo1za, a tentare la scalata o la rovina delle mura entro cui riparavano i n~mici. Anche ndle guerre moderne gli ~~!>Cdi vengono condotti con modalità relativamente simili a quelle dei tempi remoti . In pace i P. sono tenuti disponibili nelle fortezze in prossimità delle zone di più probabile impiego. Ncll 'anteguerra si avevano in Francia, ndlc fortificazioni dell 'Aisne, dell'Oisc, in quelle della Marna . della Sa8nc, ecc. La Ge, mania li aveva nelle teste di ponte del Reno; l'Italia in Piemonte e nel Veneto; l'Austria nelle piazze di Pr7.emysl, di Leopoli , ccc. In caso <li guerra i P. mobilitano frazio natamente, per essere in grado di seguire gli scaglioni dell'esercito sin dalla prima azione . Partono quindi gli avamposti, ossia i prin1i clementi, con aliquote di rnunizioni, servizi, rin•

PA!l

calzi e cii tutt(1 quanto può abbisognare per agire elfaa ccmcnte appena richiesti. In un seco11do tempo afflui ,cono umi gl i altri materiali; la brevità elci tempo che intcr-

7'1odello di parco aerost.atico sistema Y usato dagli aerostieri itA.1inni oc! 1 S87

corre fra l'entrata in :tzione degli avamposti e cli quella di tulio il P. decide della risolutezza delle operazioni d'in,·cs1imcnto in auo. Bisogna tener conio che in un assedio ,in dal primo momcnw, il consumo delle munizioni sarà ingente. I trasporti sono d i norm a faril con mezzi organici : altrimenti con le ferrovie o con i parchi automobilistici di mano,•ra : talvolta anche, limitatamente, con materiale rota• b,lc requisito. Il l'. d'A. nell'invc,,umcnto si colloca su lince conccn_triche successi,•c, con modalità e distanze a seconda dei casi. 11 grafico r iportato dii in proposito un 'idea generale e schematica. Quale importanza abbiano i P. d'assedio l'hanno dimostrato le operazioni tedesche del 1870, le quali hanno subho una sosta attorno ad alcune p iazze forti francesi (Toul , Vcrdun, Péronnc) per non aver avuto un materiak artiglieresco idoneo alla bisogna ed organizzato. A Port Arthur j Giappcnesi iniziarono J'3sscd10 con 6o cannoni, per concluderlo con 300. Infine il già ricordato investimento delle piazze forti d el Belgio, da pane tedesca nel 19r 4, fu condutto a conclusione solo qualche giorno dopo l' inizio delle operazioni. c1uando cioè il r. d' A . fu mc;so in azione. L ' Italia, all'cmrata in campagna nel 1915, avern il seguente materiale : cannoni da 149-A, batterie g; mona i da 2 1 0, batterie 9; obici campali pesanti , batterie 1 4. In tlltto, 22 ba(!erie, rnn 128 pezzi di medio caubro. Erano in allestimento 6 batterie di mortai da 26o mm. e altre 8 batterie da 210 mm. Non si poteva fare più assegnamento su ro batterie da 149-A cornme»i alla casa K rupp in Ger mania. li Cadorna classificò quesro parco d'as,cdio irrisorio, tanto più che non vi esisteva ·neanche un pezzo di grosso calibro. ~ on vi è davvero paragone con le 3177 bocche da fuoco di grosso e medio calibro disponibili nel 1917. Le quali peraltro non erano ancora 1uRìcient i ai bisogni del nostro esercito. Schbcnc in senso lcucralc il nostro esercito non sia stato .;hiamato a compiere nessun investimento contro posizioni austriache, tullavia, il particolare carattere dc) nostro teatro cl, guerra, in molteplici momenti d iede alle ~perazioni l'impronta d'un \'Cro e proprio attacco a rocche rese fort i da ll 'asperità dd luoi:o e dal la tenace e abilissim a difcia degli occupanti . Da t1ui la necessità anche per noi d'avere un /'. d' A. E questo 3,·emmo solo in parte a guerra avanzata, mercè lo sforzo gigantesco della nostra indust ria meta llurgica.

..


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,PAR

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l'arco Artiglierie (,\!farina). Gli arsenali marittimi e k basi navali d ispongono d i g randi campi cintat i, munit i d i tettoie, .nei quali vengono depositate le artiglierie di n · DEI

DEPOSITI

PAR

sere sistemate le mand rie nel campo fortificato tipo da lui immagioato, mo lto simile all'accampamento romano. Oggi q ueste m snd rie, os, ia il rifornimento carne ancor viva cd in piedi, prendo no il nome sopra detto . Molte d iscussioni banno suscitato i P. B. circa la !oro util ità . dopo la guerra Mondiale . t certo che sono d i g rande i mpaccio al seguito delle un ità oper anti, costituiscono una ieria preoccupazio ne per la facilità d i deperimento nel peso e per la d iffusione d i malattie cui vanno soggetti i capi d i bestiame q uando sono agglo merati e sottoposti allo strapazzo d i trasferi menti continui , qua ndo permangono lungo tc1npo alP;tddiaccio e

non sernprc riescono ad avere un

n utrimen to sufficiente. Peraltro j P. B. consentono d 'avere all' im med iato segu ito una notevole quantità d i carne fresca e d i risparmiare i me,n:i di trasporto . L a povertà del patrimonio zoologico italiano fa sì che i nostri a pprovvig ioname nti -siano essenz ialmente orjcnrnli

vcr.so la carne

d"im portazio ne (congelat a) talchè si pensa che i parchi possano essere ridotti al n1inirno.

Parco d'a~sedio

serva. Alla manutenzio ne d i essi provved ono apposite sq uadre d i o perai. In generale sono intersecati da tronch i lc,·roviari sui quali possono scorrere le g ruc di sollevamento .

Parco t111to mobilistico. Stabilimento campale destinato alle grand i unità . .In esso i reparti d i autotrasporti _e q uelli •·comunque dotati dj macchine trovano~rifornimento d i car burante, d i lubrificanti, d i parti di ncambio, ecc. Inoltre p resso j P. A . possono essere fatte riparazioni d i 1\011 g rand~ entità e di caratte re

urgen te . I mezzi coi qu ali

Parco della Himembrtmza. Nel novembre 1922, per i niziat iva dell "on . D àr io Lupi, allora sottosegretario cl i Stato ali ' Istruzione Pubblica, si stabilì che i11 ogni Co,u une che avesse avuto almeno 20 n1o rti in g uerra, sorgesse un parco o viale, <l i cui ogn i albero fosse dedicato alla memor ia d i un caduto in guerra . Ogni ~Ibero deve c~st-rc circondatò da tre regoli di legno d ai tre colori naz io nali , d isposti a forma di t ronco di p iramide, e porta re u11a targhetta colla scritta : « In memor ia ciel (grado, nome e cognome) cad uto nella gra nde g uerra il .... . ." a .. .. . . " · G li alberi dei parchi o viali dell a R imembranza devono essere per !"Italia settentrionale scelti tra i seguenti : piui, abeti, cipressi , querce. faggi, ippocast ani, ecc.; per l 'Jtal ia med ia : pini paras:,lc, cipressi, querce, t igli, acacie, eucaliptus, acero, ccc. ; per l'Italia merid iona le: cipressi, elci , platani , ecc. Nel febbr~io 1923 si stabilì che, nei parchi della R imembranza, si dedicassero anche alberi ai caduti per , la causa fascista : « In memoria del fascista . . . . . . cad uto per il suo amore per la patria il . ..... a ..... . » . Parco Aerostatico . J,/. Acrostatzca sezione.

Parco del Genio. V. Servizio del Genio.

Pardo. Borgo clella Spag na, nella N uova Castiglia. I. T rallato dei Pardo ( 14 gennaio 1739). Cpnvenzio nc fra Sp.a gna e Inghilterra, per com porre le differenze cagionate dal commercio rli contrabbando. Si conviene c he la Spagna pagherà alf"Inghilterra 95.000 lire sterline, dedotta la somma d ovuta per lo stesso oggetto d all 'Tng hilterra alla Spag na . L;i Spag na si riserva il d i.ritto cli sospendere l ' ((

assiento ).> dei negri , se in breve termine la Compagnia

no n avrà pagato le 63.000 lire sterline, d i cui è debitr ice .

Parco bu6i in m ai eia

sono do tati generalmente sono autocarreggiati: q uind i sono d i limitata possibilità . Parco buoi. Il Machiavelli nel suo trattato d'arte m ilitare n on d imenticò d i indicare dove e come dovessero es-

Il. 1'rattt1to del Ptirdo (11 marzo 1778). Tratt2to d"amicizia e alleanza fra Spagna e Po rtogallo. allo scopo di spiegare le d isposizion i poco chi are dei precedent i rrattat i, garant irsi reciprocament·~ i rispettivi possessi nell 'Amcrica merid io nale ed assicurarsi in Europa i l>rivilegi della nazio ne p iù favorita . Il Portogallo cede alb Spagna l' isola di Annobon sulla costa d'Africa, e q uella d i Fernan do-Po sul golfo di Guinea, perchè possa fare <li là 11 tratta d1i negri. A q uesro t rattato acccrlette la Fra~c ia co n .atto <l~I 15 lug lio 1783.

Paré (Ambrogio; in ital iano, Parèo) . Med ico chir~rgr francese ( 1517-1590). Fece la pratica dell 'arte sua pn;sS:o :i chirurg hi-barbieri del tempo, e d ivenne nel 1536 chirnrg~ dell'esercito> seguendolo in be n 45 campagne

di "guc rn\)

arl e.s. in quella d "Italia dal 1536 al 15.15, e dive11endo


-

PAR

810-

,clcbre; fu detto il pa<lre della c h irurgia francese . Fatto prigioniero a E-Ie,d in (1553) da Emanuele Filibe rto, d uca <li Savoia, fu poi liberato, e d ivenne chirurgo d i eone a Pa rigi. Fu uno <lei p rimi a p raticare J'estensione continua nelle fratture , e il trapano a corona nella c ranio tomia. Ideò la legatura delle arterie, in luogo d d la cauterizzazione

nelle amputazioni, e si occupò della organ izza z io ne del servizio san i .. cario in guerra, che e bbe <la lui il primo impulso . F ra le nurntrose s ue opere, si occupano delle ParJ Ambrogio _lesioni d i guer ra il « .~letodo di trattare le piaghe fatte dagli arch ibugi » e trattato sulle « Ferite d egli sch ioppi ».

Par enti (Alfredo). Genera le, m . a l'irenz c (1~47-1925). Sonor. del genio nel 1867, passò nel 1897 nel personale dei distretti e v i divenne colonnello coman dante il d istre tto d i Taranto nel 1899. In P. A. nel 1805, passò nella. riserva nel 1909 e nel I'.)JI fu promosso magg. ge· nerak. Fece la campagna d 'Eritrea del 1888-89 e ritornò in Colonia verso .il

n.

hR

Parenzo (ant. fu!ia I'an:nt111n1). Ciuà marittima, in prov. d i Pola. Fu mu111c1p10 romano nel 178 a. C. L' im peratore Augusto la popolò con una colonia militarè sulla fine del l secolo a. C. Passata sotto il dominio d i Ve nezia ( 1267) venne <levasrata nel 1374 dalla flotta d i Pagano . Doria , e restaurata <lai Veneziani. Seguì qmndi le w rti d ella regione. Durante la guerra Mondiale v i fu stabilita una base di aeroplani e idrovolant i, c he venne attaccata e bombardata il 13 settembre 19rj da dod ici idrovolanti, di cui uno francese, protetti· da quartro caccia francesi, tutti apparrcncuti _alle forze aeree d i Venezia. l mpr es<1 di P<1re11z& (1916). Fu operata dal carciatorpetliniere « Zeffiro », comandato dall 'allora cap . ·d i fregata Co-

stanzo CiJno, avtn.lc con1e pilota Nazario SJuro: si clo-

il

a Sesto Fiore ntino,

v~va in dividua re e bomba rdare la base degli aerei. Co mand ava la spedizione, compost a di altr i cacciatorpediniere e tor pedin iere, il cap. d i vasce llo Pignatti, imbarca~ to sullo « Zefl-iro » . Questo, alle 4,40 del mattino

.

fz:

del 12 giugno, accostò audacemen-

te a.Ha rivaJ ment re le altre navi

restavano in sorveglianza verso Pola, e attraccò al molo. Di tre gcnJarmi austria~ ci che erano q uivi, uno fu catru rato , due fuggirono. Avute d al

~ ~{,w,,, ,"/vt://}e,e ..,. &~r,.è /,1&n,,,.~ .•• - ; ~I¾> 4/4. k#n.

L'incursione di Par<mzo (ri giugno 19 r6 )

prigioniero le indicazioni, lo (( Zeffiro )) bornbardò la sta-

1 893 -94.

Pare111i GaC1a110. Generale dei carabinieri, n. nel 1862. Parenti Alfreòo Sottot. d i fanteria nel r883, passò nei carabinieri nel 1889. Percorse tutta la carriera nell'arma d ivenen do colonnello nel 19r9. ln P. A . nel 1920, venne promosso generale di brigata nella r iserva nel 1928 .

.

zio ne idrovolanti ; frattanto i gendarm i fuggiti davano !"alla rme, e le batterie aprivano fuoco al b u io verso· lo <( Zeffiro>) e verso i cacciatorpediniere (( Fucìlìere >l e <~ Alpino ,;, che erano accorsi a protcggçre l'altro. ['u colpito d al fuoco nem ico il solo « Zeffiro » , che _ebbe a bordo 5 m . e 1.1 feriti. Nel ri to rno, lè 11avi vennero attaccate da velivoli a ustriaci, messi in fuga dal le forze aeree d i Venezia .

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Pianta di l'arenzo

secolo XVIII)


-811 Parenzo. Rirnorchiacore di vizio nel 1918.

130

tonn. , entrato in ser-

Parenz·o Gino. Generale, n. a :Vlanto,·a nel 1871. Sottot. d'art. nel 1892, frequen tò la Scuola di g uerra, nella quale col grado {ij. capitano fu insegnante ,ggiunlo di organica da l 1910 al 1913. Prese parte alla grande guerra Italo-austrièli:a 1915-18) dt1ra11te la quale coprì, fra altro, la carica di direttore d'art. della 3• annata, e (u promosso colonnello nd 1918. Nel dopo guerra ft1 ,uccessivamente insegnante cli materiale d'artiglieria e poi di balistica interna e costruzione d'art. al-

1'Accaclem ia m ii. ed alla Scuola di applicazione d 'an.. e genio,

d irettore d' art. a Torino e com andante il r° Centro comro·Parenzo Gino aerei in Rivoli Torinese. Collocato in P. A. nel g iug no 1929, fu promosso generale d i brigata nel 1931. Passato dopo il suo collocamento in P . A. nella M.V.S.N., assunse il comando della difesa controaerea cli Torino. 1' collaboratore della << Enciclopedia Militare ,,. Parenzo Gioacchino. Generale, n. a Genova nel 1873. Soltot. di fante ria nel 1893, frequentò poi la scuola d i guerra . Partecipò alla guerra libica meritando ad Homs (1912) la mcd. di bronzo, ed a quella contro l 'Austria, divenendo colonnello nel 1916. Dopo la guerra fu addetto al comando d 'Mmara d i Tor·i no e poi comandò il 65° fanteria ed il distretto mii. di Piacenza. Generale d i brigata nel 1929, fu ispettore di mobilitazione della div is. d i Torino e, dal 1931, presidente del tribunale mii. pure di Torino. Nel 1932 passò a comandare la 14' brigata di fanteria e nello stesso anno fu promosso generale cli divis. a disposizione.

Parga. Città marittima della Grecia, ncll'Epiro, di fronte all'isola di Paxo. Fu in antico piccola repubblica, sotto la protezione di Ve nezia, e venne fortificata. i\'on nominata · nei trattati d i Parig-' del 1814- 15, si appellò al Commissario ipglese <ldlc isole Jonic; questi, d 'accordo con la Francia, notificò che P. tlovcva passare alla Turch ia, in base a un trattato del 13 marzo 1817, fi rmato a G iannina , per cui essa era ceduta dalla Gran Bretagna all'im pero otton1ano; gli abitanti preferirono emigrare in 111assa, piuttosto che ricevere i Turchi entro le loro mura, e tornarono a P . solo dopo la guerra d'Indipendenza del la G recia.

Pargoud (Fra11cesco). Generale american.o ciel sec. XIX. Savoiardo d'origi11e, co)"lbattè nella ~uerra di Secessione d'America del 1861-1865 e vi divenne generale d i brigata. _pariani (Albeno). Generale, n. a Milano nel 18i6Souot. degli alpini nel . 1898, frequentò la scuola di guerra e col g rado <li maggiore iniziò la g uerra contro l'Aust(ia;

per le azioni sul l'altopiano di Ffli'garia, sul Campomolon e sull'altopiano d'Asiago (1915-16j" meritò la med . d'argento. Fu capo d i S. M . del XXVIII e poi del XXHJ C . <l'A. (1917) e sull 'altipiano d'Asiago venne decorato cli una seconda mcd. d 'argento e della croce da cav. dd1"0. M. S. Fu tra· i plenipotenziari del l'annis,ti zio di Vilh Giusti, poi capo della sezione mil. della delegazione italiana a Versai lles, infine capo della m issione itali;ma per la delimitazione dei confini ita lo-austriaci. Poi (1925) passò

PAR

come capo ufficio operazioni presso il corpo di S. M. Dopo breve periodo d i comando del 6" rcgg. alpini, fu inviato quak addetto mii. in Alban ia, dove venne promosso generale di brigata nel 1928 e di divis . nel 1932. r,;t:1 1929 venne norn in ato aiu tante di can1po ge nernle onornrio di S. M. il Re. Scrisse vari 1,"·ori sui confin i d'Italia.

Parigi. Capita le della Francia, capoluogo del dipartimento della Senna, sulla Senna a valle della confluenza con la Marna. ;:ostituisçe il centro delb difesa nazionale, e forma

LHl

governatorato m ilitare d lstinto, che riguardo

al rcclutametlto ed ali 'inquadramen to delle unità è suddiviso fra il II , l!I, lV e V C. d' A. Ai .tempi degli ant ichi Romani, la t rioù gall ica dei Parisii occupava l'isola della Senna, che si chiamava Lutezia e ancora oggi porta il nornc di lsol,1 di città. I !,omani stabilirono a Lute·zia il centro dei loro con1merci; essa era in condizioni d i grande prosperità, allorchè verso la metà ud V secolo, i Barbari condotti da Attila, minacciarono di d istruggerla; i Parigini, riani mati dalla g iovanetta Genoveffa, allontl• narono il flagdio. Poto tlopo vennero le invasioni dei Franchi, che j J Cri stiancsin10 convertì assorbendoli e fon~ dcndoli nel le popolazioni indigene. Con la d inastia dei Capctingi, fu la capitale ciel regno. Nel Xli scc. i l progresso materiale e morale di I' . era in pieno sviluppo; incominciò a. del inearsi una an11nìnisnazione 1nunicipale, con privilegi concessi da l re. Le guerre in1ernc ed estenv.: che occupa rono la maggior parte dei sec. X IV, XV e XVI, non ne arrestarono lo sviluppo. Sotto il regno.. di Carlo V I P. ebbe 1110lto a ,offrire per le lotte tra gli Armagnac ed i Borgognoni, che impadronitisi nel 1418 della città a tradimento, la consegnarono agli Inglesi, i quali la tennero fino al r 436. li regno dei successori di Francesco I non fu che un dra111ma sanguinoso di cui P. forniva la scena. La notte cli S. Banolomco, la gìornata delle barricate, l 'organizzazione della Lega, l'assassinio d i Enrico lii l.:

l'assedio sostenuto per quattro c~nni con tro Enrico l V,

sono gli atti principali di questo dramma . Du rante ia Fronda (V.) molto sangue Fu versato per le vie di P. e Luigi XIV, per il rancore che serbava alla capitale, non ,·olle mai abitarvi, però vi stabili la luogm~ncnza gcncraic della polizia eia h:i creata, e vi istituì una Scuola m ilitar~. Verso la fine dell 'epoca · napoleonica, nel 1814 e 1&,5, avvennero le oçcupazioni di P. da pa rre degli Alleati. Dopo la battaglia di Waterloo, gli avanzi dell'esercito francese si ritirarono su P. ed avvennero i con1batti1nenti d i Rocquencuurt, Versailles e Sèv_res che furpno interrotti dall 'armistizio. Nd 1830, nel 1848 e nel 1852, giornate di lotte intestine· insangu in;.rono la città. La guerr~ del 1870-71, condusse davanti alle mura di l'. l'esercito tedesco, . che, dopo l a capitolazione, occupò parte del la città; seguì rivolta comunista. Durante la guerra Mondiale P. subì 30 attacchi aerei effettuati complessivamente da 483 aeroplani. Di questi 13 furono abbattuti e solamente 37 riuscirono a sorvolare la città bnc iando 12 tonn. di bombe. Fu poi bombardata dai Tedeschi con i famosi cannoni Jìertha, ed ebbe i11 totale 527 persone morte e 1261 ferite. Contro i bombardamenti aerei vennero presi provvedimenti; nel 1918 P. per la sua difesa disponeva d i 45 .:eroplani, di 200 ca nnoni antiat:rci, tli numerosi proiettori, di 150 palloni, d i 100 posti. di osservazione, oltre ag li apparecchi fumogen i, ai d ispositivi di mascheramento, a1 se rvizi di prote7.ione della popolazione civile, ccc.

t,

Fortif,cazwm di Pal'lgi . Estesasi la città dopo la conquista dei Romani sulle due ri,-c della Senna, essi la protesser~ con fortificazion i. Ma notizie sic me su opere di difesa le


PAR

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abbiamo solo all'epoca d i F ilippo Augusto. Questo re (u il p rimo a cingere P. di mura, dapp rima sul lato settentrionale della Senna, estendendole man mano fino a compiere tu tta la cerchia nel r2u. T ali mura erano rafforzate co n toni. La cinta f u man mano amp liata, seguendo lo sviluppo della citt,,, specialmente sotto Carlo V. Nella secon da mccii del sec. XIV fu eretta la liast iglia (V.). Gli ·ampliamenti successivi notevoli della cinta appartengono alle epoche di Luigi XIV, xv, XVI, xvm. Verso il 1842 il governo francese decise di fortificare la capitale dello St ato, per mezzo d i una cinta bast ionata composta d i 92 front i, senza opere addizionali, ad eccezione della strada cop::rta e di ,6 opere st~ccatc d;stanti da 1800 a 5000 ,n . d al!;; cinta, disposte sul perimetro d i un poligono d i circa 55 Km. di sviluppo, ad intervalli fra loro variabili da un minimo d i 1200 metri ad un massimo d i 1 2 .000 J)'l . Ciò di pendeva naturalmente dalle con<lizioni del ,erreno. Sul fro nte ovest fu cretto il solo forte di

812 la sr. della Marna e la dr . della Scorna (a monte dd!a città) comp rende le tre opere preesistenti della Faisandcrie; d i Gravelle e d i Charenton, che ne costituiscono la gola ed i fianchi, e 7 opere nuove (4 forti e 3 batterie) formanti il fronte esterno, dello svi luppo d i soli 18 K m. Ques.c opere, comincia ndo d a nord, so11,:,: la batter ia di Noisy-lc-Grand, i forti di V illiers, Champigny, Sllcy e Villencuve-Saint Gcorges colle annesse batterie d i Li mcil e Chfiteau -Guillard; queste opere hanno intervalli' fra i 4 e i 5 Km . e d istano da Jr a 13 Km. dalla cinta. Il campo trincera to di sud -ovest, tutto sull a sr. della Senna, com prende 37 opere, cioè 6 vecch i forti, 7 forti n uov i e 24 fra batterie e ridotte. I forti vecch i sono q uelli d i l vry, Bicetrc, Montrouge, Vanves e Issy, che costirniscono la gola del ·campo trincerato, e il forte di M.. Valérien e.be

M. Valérie n, d istante r.ispeuiva1nentc

d i 12.000 m. e d i 7500 111 . dai due laterali, perchè da quella parte il terre no è tutto frastagliato dai serpeggiamenti della Senna. Le posiz io ni delle ope,·e , raccate e rano state stabilite in modo d a sbarrare le strade importanti, d a rendere difficile I'accerchiamento e da impedire il bom bardamento ~!ella ciuà. T ali opere erano per lo piit fortini bastionati sprovvisti d i traverse e cli locali alla prova. Così nnmita P. era. certa~ mente una de lle miglior i piazze fort i di guel periodo; le opere perclettero il loro valore dopo l 'i ntroduzione delle artiglierie rigate, tanto che d urante la g uerra del 1870-71 non furono ali 'al tezza del compito loro assegnato, e la caduta della capitale del la f'rancia in potere dei Tedesch i segnò la fine della resistenza dello Stato . Dopo q uella g uerra, b Francia decise d i aumentare le d ifrse della capi tale, che fu trasformata in un vasto cam po trincerato a g ruppi d i opere staccate. I settori a cui corrispondevano i tre g rupp i d i o pere o campi trincera ti elementari, erano determinati dai corsi della Sen na e della Marna; in ogni gruppo i forti e retti nel '1842 costituivano la gola, mentre il fronte esterno ed i fia nchi erano costituiti da opere n uove . li campo trincerato d i nord-est, fra la dr. della Senna é la dr. d ella Marna, era costituito da opere collocate su alture : 8 forti preesistenti e 21 opere aggiunte (8 forti e 13 batterie o rido tte) . I forti preesistenti, formanti la gola del campo, sono i tre di Saint-D en is -e q uelli di Aubcrvillers, Ro mainvillc, Noisy, Rosny e Nogent. Le opere aggiunte, formanti il fronte esterno, dello svilu ppo di circa 2 Km ., e i fianch i del campo, a partire dalI 'estremità ovest sono i seguenti: forte Corme illes e 7 'opere minori , d ista nti da ro a , 3 Km. d alla cinta, fianco sr. del campo trincerato; forti di Montmorency: Montlignon e Domont, d istant i Km. 11 1/ 2 dalla cinta; il terzo ha la b~tteria Blému r; forte d i Ecoucn e batterie del Mou lin e <le i Sablons Km . 12 1 /2 dalla cima; forte di Stains, a 9 Km . dalla cinta, con la ridotta d i Butte Pinçon; forte d i Vaujours , a 15 K m. dalla cinta, con la batteria d i Livry ; forte d i Chelles, d istante 14 Km . dalla cinta, d alla batteria di Montferrnei l. Il campo trincerato di sud-est , fra

Fortificazioni d i Pa1igi (secolo X VI)

ne costituisce il fianco <lr . Le ope re nuo\'e, com incian do cb est , sono le seguenti : i l forte di Chatillon, a 4 · Km . circa d alla cin ta , co lle due batterie d i Fontenay e d i H autes-Bruyèrcs, e il forte d i Verrières, a 4 Km . a sud de! precedente, circondato da cinq ue batterie; tutte queste opere costituiscono il fianco sr . del campo t rincerato. li fron te esterno, dello sviluppo di i6 Km ., è formato d ai tre g ruppi d i opere d i P alaiseau , d i Sa int-Cyr e d i ,M arly, no nchè da opere intermed ie. Seguono ad intervalli d i 5 a 6 K m . i forti di Vilkras e d i Haut-Iluc, d istanti , 3 Km. d alla cinta e il forte d i Saint-Cyr , che ne d ist a , 7 ed è circondato dalle bat.terie d i Bouvier, Bois , I· Arcy e Ru de Ga lly. Queste ultime opere copro no la città d i Versa illes, la q uale è inoltre protetta d a altre. 5 batterie poste ncl l 'interval lo fra i d ue forti cli Haut-Buc e di Saint-Cyr. l i forte Marly, d istante 9 K m. da Saint -Cyr e 13 .Km . da ll a cinta, è ciroondato d a 7 batterie con fronti rivolti verso sud, verso ovest e verso nord . La linea che unisce le opere pili avanzate d i q uesta eno rme piazza 1nisura 120 Km. e si calcolava clic per investirla sarebbe occorso all 'attacc::uuc di svilupparsi su una .linea lunga 170 Kn1. , impiegandovi una forza d i circa 350. 000 uomini . Con un sim ile sviluppo <lato alle fortificazioni <li Parigi sembrava a taluni che la vecchia cinta continua no n fosse più ne~cessaria per la d ifesa ridia piazza e perciò proponevano di demolir la, tanto più che essa impediva l'estendersi della citti, ; ma le autorità competenti v i furono sen'ipre restìe.

All"atlO della mobil itazione del 1914, Eu chiamato al comando del genio della regione S .-O . cli P. il gen.


-813 -

PAR

Hirschauer, il quale assunse le funzion i di comandante del genio del campo trincerato; gli fu assegnato in sottordine il col. Klein. Esisteva un « Piano di d ifesa ", ma per applicarlo occorreva creare tutta una serie di batterie, di trincee, <l'ostacoli, ecc. Ciò era stato studiato e previsto, ma solo sulla carta; sul terreno nu!la era stato fauo. Un lavoro così colossale, malgrado a capo di tutto fosse il gcn. Gallicni conosciuto per la sua energia e per il suo talento di orga nizzatore, quando comparvero i Tedeschi davanti a P ., non era compiu to. Nella esecuzione dei lavori , il gen. Hirschauer dovette su,pcrare d ifficoltà d i ogni gencn::, sia per f]Uanlo rig uarda g li utensili, le 1n acchine, ì 111atcriali, la mano d'opera ed i mezzi di trasporto; sia riguardo alla organizzazione dei lavor i, le d istruzioni dei manufatti e le relazion i con i servizi civili . Dof:)O la vittoria della Marna , il genio dedicò ogni sforzo per il ristabilimento delle comunica.zioni ; l'organizzazione difensiva fu ultimata e il parco genio costituito. li campo trincerato d i l'. non sparò neppure un colpo di can none contro il nemico; nondimeno rappresentò bene la sua parre nella organizzazione della difesa <ld territorio. Situato d iet ro alle frontiere p iù minacciate, influì sui movimenti ckgli inva sori, restringendone la libertà d'azione contro le armate fran,esi d 'operazione, e il comando tedesco , che era tenuto giornalmente al corrente dai suoi aviatori del! 'attività spiegata nei lavori , si conv in~e che un attacco in1111ed iato contro l~ p iazza avrebbe rich iesto sforzi considerevoli e gli avrebbe fatto perdere un tempo p rezioso.

a

I. Battaglia presso P111·igi (52 a . C.). Appartiene alla nona guerra del proconsole C. Giulio Cesare in Gallia. Dopo la vittoria riportata sui Biturigi, il p rocùo,olc staccò due legioni dal suo esercito e le affidò a Labicno, coll 'ordine di unirsi alle due che erano ad Agedinco, e di

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marciare contro P. dove si orga njzzavano soccorsi a pro· di

Vercingetorige, capo della sollevazione Gallica. Labieno scese per la riva sr, della Senna, ma , avendo quivi t rovata sbarrata la via del! 'esercito dei Parisii comandato da Camulogen.o Au lerco, risalì sino a Melun e quivi passò sulla d r. l Parisii, fedeli alla guerra d i dist ruzione adottata da Vercingctorige , ru.ppero i ponti, incend iarono la città e presero posiz ione sulla riva opposta, d i fronte a Labieno. Questi, informato del lo scacco subìto da C',esare a Georgovia, decise d i attaccare i l nemico e poscia tornare ad Agedinco per congiungersi colà con Cesare. Passato il fiume su ponte e su navi condotte da Melun, sul far del giorno si schiera in ordinanza. Al primo scontro l'a la d r., ov'ern la VII legione, respinge e mette in fuga il nemico; alla sr. la XII sbaraglia le prime file nemiche, ma le altre resistono strenuamente. Mentre pende incerto l'esito della vittoria, la VII assale alle spalle la dr. nemica, la qua le si trova accerchiata da ogni parte. Nessuno dei nemici si ritira dal posto, ma tutti, compreso Camulogeno, si fanno uccidere. Dopo questa vittoria Labieno marcia in direzione di Cesare, col quale si ricongiunge ad Agedinco. Il. Assedio di Parigi (luglio 885-ùttobrc 886). AppMtienc ad una delle invasioni dei Normanni. Con più d i 700 n av i e circa 40 . 000 uomini, al coman do di Rollo;ic e d i Sigfrido, i Normanni circondarono P ., allora confinata nell'isola della Senni, ma congiunta alle r ive mediante due ponti. Il presidio e la ciuadinanza, capitanati dal conte Eudc, opposero u1l 'eroica resistenza e respinsero vittoriosamente il primo assalto dei Normanni, durato due giorn i inticri. I Nonn;111ni allora posero l'assedio alla città e lo tennero per tutto il corso dell'inverno, senza ottenere però alcun risultato. Tuttavia i d ifensori riuscirono a stento a

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Battaglia df Parigi (52 a. C.) C, Parigi; D, campo di Labieno; E, campo d ei Galli; F. ponte costruito da Labieno; G, coorti romane; H, navi romane; I, esercito di Labieno; K, Li esercito dei Galli; 1VI, altre truppe galliche


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respingere un nuovo assalto dei :\lorrnanni sul finire del mese d ì gennaio 886, e le condizioni della città si aggravarono. li 6 febbraio le acque cresciu te del fi,,rne distrussero uno dei ponti, e la to rre, che d ifendeva l'a ltro, sulla riva opposta, cadde dopo disperata resistenza nelle mani degli invasori, che dal loro c·ampo scorrevano il paese lino alla Loira , mettendo a sangue e iuoco ogni cosa. Fallì un te ntativo .fatto da uno stuolo <li guccrieri tedeschi per portare soccorsi alla città assed iata : i Norm;11111 i non uscirono 1lai valli del loro campo foàificato, ed i T edeschi dovettero accontentarsi di avere p rocurato almeno un po' di viveri agli assediati. Partiti g li amici ~ii Gcrmani;i, verso la fine di marzo i Normanni si lanciarono <l i nuovo alr'assalto della . ~ittà, erigendo a tale scopo un altro campo fortemente trincerato sulla sr. della Senna. Quantunque il conte Eude riuscisse ad allontanare con denaro una pa1:te de i Norm.anni so tto Sigfrido, il g rosso delle loro trµppe non si mosse e continuò !e ostilità. Sempre. p iù .si ridusse, nel le lotte .sanguinose <l'ogni giorno, il numuo modesto <lçi dife nsori, e, per giunta, ma lattie contagiose cominciarono a <kcimarli. Tale era lo stato delle cose, quando si seppe che l 'imperatorc Carlo ìl Grosso era tornato dall'Italfa . Ma ci vollero altre lunghe ed ango·sciose setrìmar1e prima che comparisse il desiderato soccorso ; e non · J'imperatore stesso, ma solo un corpo di truppe germaniche, capitanate d al conte Enrico, ì! quale, essendosi avanzato in modo imprude nte contro il campo n e mico, trovò la morte con pa rte dei suoi in u n a strage sanguinosa. Da questo mome nto radd oppiò il furore d egli attacchi, e i difensori sfiniti ten1ettero di <lover soccon1 , bere . In ottobre finalmente comparve l'imperatore con un c~crcito poderoso e prese posi~ione a Montm:.utre . 1 Nor• manni si rit irarono sulla sponda sr. d el fiume . seguiti dal1'impcrat~re, che si accin geva a ch iudere il nem ico ne l ~uo campo. Ma a lla notizia che ;1 re Sig frido era ricomparso all'imboccatura de lla Senna, Carlo rinunziò alla lotta e ricorse alle trattative. l negoziati app rodlrono a questo v<:rgognorn trnttat9 : dello succo di Parigi ì Normann i e rano ricornpensatì con quartieri d'inverno assegnati loro nell a Borgogna; oltre a ciò gl'i1ivasori dovevano r icevere settecento libbre d'argento per sgombrare il regno nella futura p rimavera . Ill. Assedio di Parigi (798). Apparti~ne alla spedizione d i Ottone Jl d i Germania nell a F rancia. Egli investì la città nel setten1bre, rna trovò fiera resistenza , e, a causa di malattie che devastarono il suo campo, dovette battere in ritirata, sacrificando una retroguardia p'er poter riparare oltre l 'Aisnc , inseguito dai Francesi, i quali erano guidati dai due cugini Lotario e Ugo Capcto. IV. Trattalo di Pan'gi (aprile 12:29). f' u negoziato con la rne<l iazione del car'.linale di Sant' Angelo, legato del papa, e mise fine alla Crociata contro glì Albigesi. Fu concluso tra Raimondo VII, conte d i Tolosa e il re d i Francia, al quale veniva attribuita tutta la regione situata tra il Rodan o e le frontiere d ella diocesi d i Tolosa . Raimondo VII conservava ìl Tolosano, ma si obbligava a legarlo a favore dell 'unica sua fig lia, Giovan nà, che fu sposa ad u no dei fratelli del re. L'autorità ecclesiastica re• stava incaricata d i vegliare, dal Ro dano alla Garonna, a! r istabilimento ed alla preservazio ne della fede. V. T,·attato di Parigi (4 d icembre r259). Tra la Francia e l'Ingh ilterra . Il re Luigi d ì Francia cedeva a Enrico JIJ d'Inghilterra i domini delle d iocesi di Limoges, d i C ahors, di Perigueux e ì d iritti su l'Agenais e su la parte della Saintonge s'ituata a sud della Charente. Jn cambio E nrico lll

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rin unziavs a tum 1 suoi ·d iritti sulla Nonnandia, sull 'Angiò, sul Maine, sulla Turenne, sul Poitou, e riconosceva il vassallaggio per le terre restituitegli. La complessità di tali cfausole ~uscitò più rrudi d ei confl itti dai quali ebh.~ inizi0 la guerra de i Cento anni.

Vl. Trau:1to di Parigi (20 maggio 1303). Tra Filip po il lk llo ed Edoardo re d ' Ingh ilterra , ch e è riconosciuto Pari di Fra ncia e duca d i Guie nna. VII. Tratlato di Parigi (5 maggio 1320). Tra Fil i1)J)o i 1 Lungo e Roberto, conte d i _Fiandra, il quale s; impegnav a a cedere alla Francia Lilla, Dol)ai e Béthunc. VIII. Trattalo di Parigi (d icembre 1396). Tra la rep ub. blica di Ge nova e Carlo VJ re d i Francia. Genova ed il suo tciritorio rimanevano soggetti al re di Francia, il quale si impegnava a non stacca re alcuna parte del territorio ligure e a non imporre altre tasse o ltre quelle già esistenti. Al re <li Francia era riconosciuto il d iritto d i tenere a Genova un gov~rnatorc francese. ·

IX. Trattato di Parigi o di Bicétre (1411). Tra gli Arrnag nacs e ì Borgognoni. Le condizioni p rù1cipali d i questo trattato erano k scgucn lÌ: Pie tro d i Navarra era il solo principe del sangue c he poteva rimanere alla corte. I <luçh i

di Berry e di Borgogna potevano rest~rvi insieme, n'Hl non separatamente ; essi erano incaricati della educnione d el Delfino, che dovevano affidare a ge ntiluo ,ni ni di loro scelta. li consig lio dì Stato d oveva essere composto di 12 cavalieri, sci per parte; cli quattro p relati e di quattro consiglieri del parlamento. X . Investimento di Parigi (r411). Appartiene :11la lotta o·a :\rmagnacs e Borgognoni. 11 tentativo di accordo con • eluso nel castello d i Ricetrc fu d ì b reve duraca. Ciascun partito voleva 1endcrsi pad rone di P. e a tale scopo radunarono ognuno per proprio conto il maggior numero pos• sibilc di truppe. Il d uca <li Borgogna, Giovanni senza P aura, aveva f atto non1inare a governatore di P. il suo am ico conte d i Saint-Paul, il quale spadroneggiava in città e teneva quasi p rig io niera la corte. Il duca d 'Orléans , col suo rscrcito, composto di tutti i Francesi merid iona li, ave~a invaso ì dintorni <li P. devastandone le campagne, e si era mosso contro l'coercito del Borgog none, il qua le aveva radunato intorno a sè tutti i settentricnali , compresi i Fiamminghi ; d ì più a veva chiama to in suo soccorso gl i

Inglesi. I due avversari s'incontrarono a Monrdidier, e, men tre si -s volgeva ìl combattimento , i P iccardi e i Gantesi abbandonarono il duca d i Borgogna e ritornarono al le loro c<1se. N ulla va lse a t rattenerl i cd il 13orgognone dovette r itirarsi. Gli Odcanesì non lo inseguirono, ma tornaron,> sotto le mura cli l'. sperando d i po terse ne impadronire .più facilmen te, durante la lo ntananza de l duca di 13orgogna . La p resen za delresercito orle,rnese sotto le mura rianimò quelli del Pjlrtito rinchiusi in città, ma il conte <li Sa int• Paul rinforzò le sue truppe con gente d 'ogn, risma che pose al comando del coltellinaio Caboche, e gli atti d i violenza contro gli Orlcanistì nòn ebbero più freno. lntant9 il duca di Borgogna, r icevuto un rinforzo di 6000 arcieri inglesi, si avvicinò a l' ., e , giunto d alla parte opposta da dove I'aspettavano i _n ernki, entrò in città, accolto come trionfato,<:. Subito dopo promu lgò una dichiarazione con tro i p rincipi dell a lega orleancsc e contro i loro ad erenti, che vennero perseguita ti come ne mici pu~blici, spog liati d ei loro be ni , ed alcuni anche uccisi . La venuta d el duca d i Borgogna aveva tolto ai p riì, cipi collegati, ogni spcr:mza; perciò, avvicinandosi le ploggc jnverna!i, decisero di ritirarsi . I sold ati , quasi tutti contadini, non vedevano l 'ora

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di rientrare alle loro case con le spoglie tolte ai Parigini, ed i capi, spartitisi i tesori che la regina aveva depositato nll'abbazia di E . Dionigi , si allontanar,ono nottetemp'> senza essere mo lestali. XI. Attacco di Parigi (.1429). Appartiene alla guerra dei Cento anni. Dopo l'incoronazione cli Carlo VI nella calredrale <li Reims, Giovanna d'Arco consigl iò il re di marciare direttamente su P. Nello stato d i disorien.tamento i11 cui si trOva\'ano in _q uel momento gl i Inglesi, un anacco improvviso aveva probabili tà d i riuscita; ma l'esercito fran,ese perdette molto tempo ad e.ssicurarsi il possesso di oltre città elci cli11torni ccl il duca di Bedford ebbe il tempo -di radunare un esercito numcrosò quanto quello del re, che s'era avanzat0 fino a Mclun. I due avversari si trovavano a poca distanza fra loro, e si aspettaYa una

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XV. Trattato di _Parigi (23 marzo 1657). Alleanza fra Inghilterra e Francia. L'Inghilterra promette alla Francia di attaccare gli Spagnuoli nei Paesi Bassi con una forte squadra e con un corpo di 6000 uom ini, che si uniranno a 20.000 Francesi. L 'Inghilterra promette di assalire gli Spagnuoli nelle colon ie e di fare così un 'utile diversione alle operazioni continentali, che saranno pure sostenute da una squadra inglese. (Questo trattato fu rinnovato il 28 ma rzo 1658, trasformando l'allea112a di difensiva in offensiva).

battaglia campale, ma ambedue i capi temevano una azione

decisiva. Intanto i snccessi che il conestabile Richemont riportava in Normandia richiamarono Bcdford in questa provincia. Appena egli si fu allontanato, Carlo si avvicinò a P. e l 'attaccò sui primi d i settembre dalla porta di S,un'Onorato. Furono superate k prime barriere che copri vano la porta,· ma l 'attacco non fu proseguito essendé1 venuto a mancare il moto della ciuadinanza che ii sperava favorevole alla causa reale. Bcdford aveva preso le sue precauzio ni, facendo i mprigionare ~ cacciare dalla città le persone wspene. XII . Assedio di Parigi (agosto-ottobre 1465). Appartiene alla guerra civi le scoppiata tra Luigi Xl d i Valois, re di Francia, e la Lega elci bene pubblico, la quale, capitanata dal duca Carlo di lierry, fratello del re , e dal duca Carlo cli Borgogna, comparve con 50.000 uomi1li Solto P. Le sfere più elevate della cittadinanza desideravano entrare in trattative col nemico, ma la moltitudine, protestando e schierandosi dalla parte ciel re, i l quale trovavasi in Normandia per radunar vi delle truppe ed assicurarsi vettovag lie_, respinse ogni n'e goziato. Luigi per via dcll;, Senna provvedeva all'approvvigionamento della città. Ma verso la fine di ottobre, essendo venuti meno al re i mezzi per continuare la g ut.:rra, Luigi dovette concordare la pace di Conflans. XIII. Assedio di Parigi (1590). Appartiene alla guer ra della Lega cattolica. Fu iniziato l '8 maggio 1590 dal re Enrico IV. La città, difesa dal d uca di Nemours, era incoraggiata alla resisrenza da l legato del papa e dal!'am basciatore di Spagna. Ma ben presto la città, male approvv ig i.o nata, fu ridotta alla fame . Il 24 luglio fu dato <lai re un assalto generale che lo rese padrone dei sobborghi. Intanto Alessand ro Farnesc, duca d i Panna, governatore dei Paesi Bassi pel re d i Spagna, era partito dalle Fianclre con un 'armat a spagnuola per soccorrere gli assediati_ Enrico IV gli mandò incontro truppe per impedire o ritardare la sua avanzata; ma gli Spagnuoli non ebbero alcuna molestia, perchè il Farnese aveva fatto porre abbondante ca rreggio attorno alla sua p iccola armata, sicchè questa marciò come protetta da una harr.icata mobile. La battaglia segui sotto le mura cli P. ~ il Farncse, r iuscito vincitore, costrin~e Enrico IV a tog liere I ·assedio, ed entrò nella cit(à come liberatore (30 agosto). XIV . Trattato di Parigi (13 gennaio 1656). A lleanza tra F rancia e Modena. Nella primavera del 1655 il marchese Caracena, governatore di Milano, sospettando della fede ltà del duca di Modena, gli mosse guetra per ridurlo alla devozione d i Spagna, ma il duca riusd .a concludere un trattato con la Francia, la q uale , i impegnava a fornirgli assistenza contro la Spagna .

Enrico IV ent ra in Pt1rigj

XVI. 1'.-attato di Parigi (9 maggio 1657). Fra Inghilterra e Francia 1 in forma riservata, segreta . Pcrchè la guerra

che la Francia fa alla Spagna abbia un fcl ice successo ] 'Inghilterra farà passare in Francia un esercito di 12.000 solclati. Le parti contraenti intraprenderanno di conserva la conquista delle cittil di Fiandra, che si spartiranno. In,pediranno che la Danimarca faccia guerra alla Svezia. t'lnghiltcrra s'adoprerà con ogni mezzo perchè la scelta dell'i mperatore cada su l re di Francia, o almeno non avvenga in favore <lella Casa d · Austria o dc' suoi alleati. XVIT_ Trattato di l'arigi (28 febbraio 1661) . Tra ia Francia e il d nca di Lorena. Cedendo alle istanze del duca L uigi X IV gli restituì il ducato d i Bar, a patto che il duca p restasse omaggio alla .F rancia e si staccasse da qualsiasi lega coi ncn1ici di essa. L'anno successivo, col trattato d i Parigi, o Montmartre (6 febbraio) il duca cedette alla Francia tutti j suoi Stati, a patto di conservarli fino alla morte, e che i principi di sua casa fossero riconosciuti come principi dèl s~ngue e capaci, dopo i Uorboni, di succedere a lla corona. Ma, concbiuso appena il trattato 1 il duca si pentì e lo· revocò. XVIII. Trattato di Parigi (27 aprile r662). Alleanza tra Francia e Olanda, a difesa e g:iranzja reciproc-3 <lei r i~ s pcttivi Stati, comrncrcio e navigazione, per la d urata rii


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25 anni . In caso di guerra, la F rancia presterà un soccorso d i 12 .000 fanti e l'Olanda la metà.

XIX. Trattato di Parigi (novembre 1662). Fu concluso tra Fra ncia e Dani1narca, come alleanza vera e propria fra due Stat i, e anche come trattato d i commercio. XX . Tmttato di Parigi (3 agosto 1663). Alleanza t ra Francia e Danimarca, a mutua dife,;a e conservazione dei rispettivi Stati e della pace d i Westfalia. A tale scopo si farà opera perchè la Da nimarca ,p ossa partecipare alla lega renana; l 'alleanza du rerà 10 anni ; i due Stati non metteranno in campo meno d i 8000 uom ini e la Franci~ pagherà allora alla Dan imarca 1111. sussid io di 300. 0<>0 risdallcri; se però la Dallimar.:a sarà assalita dalla Svezia, la Francia non avrà l'obbligo d i fornire truppe, ma soltanto di pagare 400. 000 risdalleri . XXI. Trattato di Parigi (r8 dicembre 1663). Alleanza tra Francia e duca di Meklemburgo. XXII. Trauar.o di P,mgi (6 marzo 1664). Allèanza tra Francia e Brandebu rgo. Non molto dopo, conchiuso il trattato di Kònigsberg, l'elet tore con trasse intimi legami colla Casa d' Ausrria , ne lla speranza d i cacciare gli Svedesi d:illa Pomerania, o d' impadronirsi almeno dello sbocco dell'Oder. L a Francia . amica p iù che alleata della Svezia, dissimulò il dispiacere cli q uesta unione, ma cercò d i staccare l 'elettore dall'Austria, e non senza fatica conchiuse b presente alleanza. XXIU. Trattato di Pm·igi (16 febbraio 1669). Alleanza t ra F rancia cd elettore di Colonia.

•xxiv.

Trattato di Parigi (18 luglio 1718). Convenzione fra Inghilterra e Francia, per proporre e far accettare, di buon grado o colla forza, l 'u/timatr1m delle condizioni di pace fra imperatore da una parte, Spagna e Sicilia dal l'altra . XXV . Trattalo di fqrigi ( novembre 17 18). Vittorio Amedeo Il accede al rratt.ato d i Londra dei 2 agosto 1718 e collega le sue ar mi colle imper iali, per cacciare gli Spagnuoli d;illa Sicilia e dalla Sardegna. XXVf. Trattato di Parigi (28 ottobre, o forse settembre 1741). Convenzia ne per la neutralità dcli' Annovcr, fra I nghil terra e Francia. Incominciata la g uerra per la Successione d 'Austria, Giorgio II, non potendo far fronte alle forze unite d i Fra11cia e Prussia, per ovviare ad un 'inva :,ione nel suo ckuoiato , stipulò la presente Convenzione, la quale sconcertò Maria T eresa, cui i l re Giorgio protestò di aver negoz,iato in qualità di elettore, e non come re. Questa divisione della persona lità d i Giorgio ll in re bel· lige rante e in elettore neutrale continuò fino alla p;ice d i Aquisgrana. .. . X,{Vll; Trattato di Parigi (2 aprile 1746). Di amicizia tra Fr'aii~ia ed elettore di Sassonia. L'elettore si manterrà ,neutrale".. nella guerra e per tre ~nni la Francia gli pa-

gherà llll sussid io annuo di due milioni di lire. La Sasson ia sarjl, -sempre libera di adempieré il suo dovere come stato dell' Impero . 11 presente trattato fo rinnovatò il G settembre li4i · XXVIl1. Trattato di Parigi (15 agosto 1761). Tratt ato segreto d'amicizia e d "unionc (detto teno patto d i fam ig lia) !;a Spagna e Francia. Le parti contraent i riguarderanno come nemica quella potenza che diverrà tale per l'una o per l 'altra. Garanzia reciproca dei rispettivi possedimemi in ogni parte del mondo. Le parti contraenti accordano la stessa garanzia al re delle Due Sicilie e al duca di

Parma. Quella delle due parti che sarà richjcsta rii soccorso metterà lealmente a disposizione dell'altra, e a propri,: spese, navi e truppe . Ma se si trattasse di guerre nelle quali potesse eventualmente trovarsi impegnata la Francia jn conseguenza del trattato d i Wcstfalia, o di altr i stipulati cogli Stati di Germ ania o del Nord, la Spagna non sarà tenuta a forn ire alcun soccorso, tranne il caso rl'un 'invasione ir, Francia. Le perd ite cagionate dalla guerra saranno immediatamente rip;irate. Nelle operazioni di guerra e nei ne goziati cli pace, le parti contraenti, in tutta l'estensione dei rispettivi dornini, si comporteranno con1e se fossero un solo popolo e si confideranno a vicenda tutte le alleanze che faranno in seguito. La Spagna s'obbliga a dichiarare la guerra ali "Inghilterra il 1° maggio 1762, se questa poteriza non. avrà allora conchiusa la pace colla Francia•. L1 Francia promette d i comprendere anche gl'interessi di Spagna ne· suoi negoziati coll 'Jnghilterra, di non conchiudere con questa alcun trattato se 11011 sarà data alla Spagna una soddisfazione convenieme, d i rimettere alla Spagna l'isola d i Minorca. Le parti contraenti inv iteranno il Portogallo ad accedere alla presence Convenzione. Sarà offerta al re di Sardegna un ' indennità per la parte del Piacentino da lui reclamata. XXIX . Trnllato di Parigi ( ro kbbraio 1763). Pace fra Inghilterra da una parte, Francia e Spagna dall'altra, con l'accessione del Portogallo. Segue ai preliminari di Fontainebleau, del 3 novembre 1762. Si rinnovano e si con'fcrmano i precedenti trattat i in t utto ciò che non si oppo11e al presente. In America, la Francia rinunzia in fa. vore del l 'lnghilterra ad ogni pretensione sulla Nuova Scozia e le cede ,pure definitivamente il Canadà, l'isola del Capo Bretone e tutte le alt re isole e coste nel golfo e fiu111e S. Lorenzo con le loro dipendenze, salva negli abitanti del Canadà la libertà d i professare la religione cattolica, in quanto lo permettono le _leggi inglesi, e salva ~i sudditi francesi la libertà di emigrare senza perdita dei loro diritti. L'Inghilterra cede alla Francia i l possesso delle isole S. Pietro e Miquclon in Terranova. I confini tra i possedimenti francesi e inglesi saranno fissati da una linea tirata nel mezzo del Mississippi, dalla sorgente alla foce; la città e l' isola di Nuova Orleans resteranno alla Francia. A ll a quale sono restituite le isole di Santa Lucia, Guadalupa, Maria G~lamc, Desirada, Martinica e 13ell isle, e alI ·rnghikerra le isole di G ranada, S. Vincenzo, Dominica e Tabago. In Africa, l'Inghilterra restituisce alla Francia l'isola di Gorea, e la F r ancia cc<le e garantisce all'Inghilterra il fiume Senegal con tutte le dipendenze e coi forti e banchi di S. Luigi, Podor e Galam. Nelle Indie orientali, l 'Ingh ilterra restituisce a lla Francia i differenti banchi che questa possedeva nei 1749 sulla · costa di Coromandel, di Orisca, di Malabar e di Bengala, e la Francia restituisce all 'lnghiltcrra tutte le conquiste fatte dmantc la guerra, segnatamemé Na ta! e Tapanonhy nell'isola di Sumatra. In Europa, sarà restitu ita all'Inghilterra l'isola di Minorca col forte S. Fi lippo e all'elettore d' Annovcr, al langravio d •Assia, al duca pi Brunswich e al conte di Lippe tutti i paesi occupati durante la guerra; l'Inghilterra restituirà ali~ Spagna t utto i l territorio conquistato nell' isola di Cuba; la Spagna cede e garant isce all'Ingh ilterra la florida col forte di S. Agost ino, la baia d i Pensacola e tutto ciò che possiede sul continen te dcll · Ame rica Settentrionale ad est o sud-est del Mississippi; tutte le , piazze e paesi occupari da Francia e Spagna nel Portogallo e nelle sue colonie saranno a questo restituir i. Le Potenze contraenti si garantiscono reciprocamente l'esecuzione del presente t rattato,


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è compreso formalmente anche il Portogallo come parte contraente. I l trattato passò alla storia co! nome di « pace vergognosa 1>.

J1cl quale

XXX. Tmtlato di Parigi (ro giugno 1763). Convenzione ira Spagna, F_rancia e Sardegna. F rancia e Spagna riconoscono nuovamente e garantiscono al re di Sardegna il diritto di reversione della sovranità di Piacenza e del territorio piacentino fino alla Nur.a, nel caso <li estinzione della linea mascolina di don Filippo, o che una delle corone della Casa borbonica passasse a lui o a uno dei suoi discendenti. In attesa del tempo in cui la detta riversione possa aver luogo, Francia e Spagna si obbligano di far godere alla Sardegna la rendita che questa potrebbe ritirare dalla città e territorio cli Piacenza, se ne fosse attualmente in possesso. Per ciò la Francia con particolare convenzione, depositerà la somma capitale della rendita dei detti paesi. Il re di Sardegna comincierà a godere la detta rend ita a con tare -dal ro marzo anno corrente. XXXI. Trat1ato di Parigi (6 feb·braio 1778). Alleanza eventuale e di fensiva lra Francia e Stati Uniti ,<l'America. Oggetto essenziale di questo trattato è di mantenere la libera sov ranità e indipendenza, incondizionata e illimitata, degli Stati Uniti, tanto in materia di governo che <li -commercio. Se gli Stati Uniti giu-dicassero opportuno di lentare la riduzione della potenza br itannica, in caso di buon successo, i paesi ed isole che potessero .cvcntu~lmente oc•cupare, saranno confederali cogli stessi Stali Uniti e ne dipenderanno senza alcun d iritto da parte della Francia, che polrà invece assalire le isole nel golfo del Messico e -conservarne il possesso se la fortuna sarà propizia. Si farà tregua o pace in comune, solo quando sarà apertamente ·O tacitamente assicurata l 'indipendenza degli Stati Uniti. Qualunque sia l'esito della guerra , le Potenze o parti con·traenti si pwmctlono reciprocamente di non accampare titoli d'indennizzo <li nessuna sorte, e si garantiscono i rispettivi possedimenti che hanno prcsentcmcllle in America, o che potranno acq1Jistare durante la guerra, garanzia che avrà pieno effetto dal momento della rottura tra !•ranc ia e Inghi ltcrrn. XXXII. Trattato di l'arigl (3 settembre 1783). Pace fra Inghilterra e Stati Uniti d'America. L'Inghilterra riconosce i 13 Stati Uniti d'America come liberi, sovr,mi e · indipendenti. Si ,determinano i confini territoriali fra le Potenze contraenr,. È concesso agli Americani il diritto di ,,icsca sui banchi di Terranova e nel golfo di S. Lorenzo. Libera e aperta ad Inglesi e Americani la navigazione del Mississippi dalle sorgenti all'Oceano. XXXlll. 7 rattato di Parigi (20 maggio 1784). Pace fra Inghilterra e Olanda. L "Olanda cede al l 'lnghiherra la città di Ncgapatam e sue dipendenze; considerata però l'impor.t anza che l'Olanda annette al possesso di questa città, l'Inghilterra promette di negoziare in avvenire, se mai I"Olanda offrirà qualche equivalente, per la restituzione.

XXXIV . Tmttato di Parigi (9 febbraio 1795). Pace tra J0 rancia e Toscana. La Toscana si srncca dalla lega ar mata

contro la Francia e ristabilisce la propria neutralità, qual'era prima dell'8 ottobre 1793. XXXV. Trattato di Parigi (14 settembre 1795). Alleanza tra Francia e Svezia. In attesa cl 'un trattato definitivo di alleanza e di commercio fra le due Potenze, ia Svezia armerà ro vascelli da guerra e 5 fregate, protestando al1'Inghilterra, e a tutti gli altri Stati che sono in guerra colla Francia, di voler sostenere i diritti della neutralità, e ch iederà al governo inglese la restituzione de i bastimenti arrestati col loro carico sotto bandiera svedese e tradotti nei porti d 'Inghilterra. Se per tale restituzione la Svezia. fosse trascinata in una guerra terrestre o marittima con Inghilterra o Russia, la Francia le pagherà uno. somma di

Fortificazioni di Parigi (melà secolo XIX) 400.000

lire per ogni vascello e

200 .00 0

per ogui fregata.

La Svezia si unirà a Francia e Olanda per impegnare la

Danimarca a procedere cli comune accordo nell'assicurare la libertà dei mari. La Francia pagherà alla Svezia 10 milioni per aiu,aria a mantenere la sua neutralità. XXXVI. Trattato di Parigi (r5 maggio 1796). Pace tra Francia e Sardegna. Segue all'armistizio di Cherasco, del 28 aprile. Il re di Sardegna si stacca dall'alleanz.a contro la Francia e revoca ogni obbligo pubblicamente o segretamente contratto colle potenze che la compongono; caccia dai .suoi Stati tutti gli emigrati francesi; cede alla Repubblica francese tutti i suoi diritti sulla Savoia e sulle contee di N izza, di Tenda e d i Boglio; fino a lla pace generale consente alla Francia di occupare., oltre le fortezze <li • Cuneo, Ceva e Tortona, quelle ddl'Assietta, d 'Exilles, di Castel Delfino e di Alessandria; si obbliga inoltre a demolire a p roprie spese le fortezz<l di Susa e della Brunetta. Le truppe francesi godranno del libero passaggio per gli Stati sa rdi. Amnistia a tutti i sudd i1i perseguitati per le loro opinioni politiche. L'esercit_o sardo sarà ,imcsso subito su l piede di pace; i porti della Sardegna saranno chiusi ai vascelli delle potenze nemiche di Francia. Non si può im maginare una pace più umiliante di questa, che, togliendo ogni consid€razione al re di Sardegna, lo rendeva vassallo della Repubblica francese. Infatti, abbandonando ad essa le migliori fortezze ed accordando alle truppe francesi libero passaggio per i suoi Stati, esponevasi a subire l'orgoglio del D irettorio e ia violenza dei suoi 52


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atti, men tre la strappata promessa dell 'impunità ai t ibeli i che avevano tu,·bata la tranquillità interna dello Stato e tradita la patria, autorizzava la rivolta, scoraggiando i sudditi fedeli. XXXVII . Tmtttlfo di Pllrigi (7 agosto r796) . Pace tra Francia e Wurtemberg . Segue all ' armistizio <li Baden del l7 luglio. Il d uca de i Wiirtemberg si stacca d alla coalizione armata contro la Francia; si obbliga a non soccorrere i nemici d i questa in verun modo e permette agl i eserc iti frai1cesi il passaggio e i i soggiorno nei propri Stati. Oltre d i ciò, il duca rinum:ia in favore della Francia ad ogni diritto sul priucipato cli Montbéliard e su vari minori territori sulla sr. del Re;10. 11 duca si 111anterrit neu trale; alla pace coll'I mp~ro, la Francia esigerà ed insisterà perchè a!cun i principati ecclesiastici siano secolariz.zati e ceduti al duca, il qua le pagherà intanto una contribuzione di 200.000 ,ire mensili, oltre i 4 milioni fissati nell'armistizio. Le disposizioni di questo tl'artato furono rinnovate il 20 maggio 1802. XXXVlll. Tmttato di Pa,·i gi (22 agosto Ii96). Pace t ra Francia e Baden. Segue all'armistizio cli Stoccarda del 25 luglio. (I 1110.rgrnvio d i Badcn si dichiara neutra le nella guerra contro la F,·ancia e cede a quesra i suoi territori e diritti sulla sr. del Reno e sulle isole del fiume . Alla pace coll' Impero la Francia si adoprerà perchè alcuni possessi <·cclesiastici siano secolarizzati in favore del Baden. Jn. tanto, fino alla conclusione della pace col! ' !\ustria, il margrav io pagherà alla Francja 2 0 .0 0 0 lire mensi li oltre i 2 mi. !ioni in danaro e le contribuzion i i n cavalli, buoi, grano, ecc., fissati ndl'arm istiz.io.

XXXIX. Tmttato di Parigi (9 ottobre 1796). Convenzione tra Fra ncia e Genova. Agl'Inglesi cbe hann~ violata I:, neutralità del suo territorio, Genova chiuderà i suoi porti e rade. Vielcrà a ch icchessia di fornire provvisioni, viveri e munizioni ai vascelli inglesi. Genova sarà aiutata dalla Francia nel la difesa dei suoi porti, coste, commerci e na,,igazioni. Il governo genovese annullerà qualsiasi decreto e farà cessare ogni processo intentaro per causa di opinioni, scr itti e d iscorsi relativi alla rivo luzione francese, e jn segno di riconoscenza per l'amicizi2 della Repubblica francese, pagherà a questa 2 milioni di li.re, aprendole un credito di a ltri due, che saranno rimborsati senz'alcun interesse.

XL. Tmttato di Parigi (10 ottobre 1796), Pace tra Francia e Napoli. Segue all'armistizio di Brescia. Ogni atto Q

conve11.àone anteriore

al presente trattato saranno nu!Ji,

per cui, durante la guerra, nessuna delle due Potenze potrà fornire ai nemici dell'altra alcun soccorso a qualsiasi !Ì· t0lo. li re delle Due Sicilie osserverà la più stretta neu t ralità di fronte a tutte le potetne belligeranti e vieterà • l'accesso nei suoi porti a tutte le navi da guerra stran iere che ecècdesscro il numero di quattro . Alle navi mercantil i francesi sarà accordata ogni protezione. 11 re delle Due Sicilie' pagherà alla Francia otto m ilioni cli lire in derrate. XLI. Trattato di Pllrigi (5 novembre 1796). Pace e, a Francia e Parma. Segue a ll'arm istizio di Piacçnza, del1'8 m aggio, e si conclude con la mediazione della Spagna . Sono annullati g li atti e convenzioni anteriori. Durante la guerra presente, il duca di Parma si terrà neutrale, vieterà agli emigr ati francesi d i soggiornare nel proprio territor io, accorderà libero passaggio alle truppe frances; e pagherà Je contribuzioni fissate nella convenzione d'armistizio, cioè: due mi lioni <li lire, 1700 cavalli, 10 .000 quintali di frumento, 50◊0 d'avena,

200 0

pinacoteche e <lei musei.

buoi e

2

gua dri d 'autore deJle

XLil . Trattato di l'm·igi ( 10 agosto 1797). P.1cc tra Fran cia e Portogallo. Restituzione reciproca dei luogh i occupati durante la guerra e reciproca neutrali!~ nella guerra presente. li Portogallo cede alla Francia, nella Guiana, tutte le terre poste al nord del fiume Vjncent Pinson, segnato come limite fra i possedimenti francesi e portoghesi. Am missione dei vascelli da guerra e me rcantili francesi nei porti del Portogallo, il q ua le pagherà alla Francia, entro un anno, la somma di 10 mi lioni di franch i, più il valore di 2.500.000 franchi in diamanti greggi o legno del Brasile ent ro 4 mesi, ed altrettanto 4 mesi dopo la sottoscrizione dei p resente accordo. XLJJI. Trattato di Parigi (21 febbraio 1798). Alleanza tra Francia e Repubblica Cisalpina. La F rancia riconosce e garantisce la libert,, e l'indipendenza alla Hepubblica Cisalpi.na, la quale prenderà parte a tutte le guerre della Francia quando ne .sarà richiesta~ <;: solo jn questo caso !:>arà costituita di pieno diritto in istato di guerra colle potenze nemiche di Francia. Su domanda della Repubblica Cisalpina, un corpo francese di 25.000 uomini rimarrà alla d ifesa della Repubblica stessa, che perciò pagherà alla Francia 18 milioni annui. Queste truppe e quelle della Cisalpina saranno sempre comandate da generali francesi. La forza armata della nuo\'a Repubblica composta d'Italiani e ci 'au silinri, sarà <letenl'l inata da una particolare convenzione. La Repubblica Cisalpina lascicrà alla Francia la piazza cli Pizzighettone e terrà in piedi un esercito non inferiore i! 22 .00 0

uo mini.

li Consiglio degli Anziani del la Repubblica C isalpina rifiutò quasi unanime la ratifica di questo trattato. li Direttorio esecutivo di f'rnncia allora , considerando il rifiuto come provocato dalle mene dei nem ici dei due paesi , e che perciò ];t Francia rientrava in tulti i d irjni a cui aveva rinunziato, decretò la destituzione e l 'arresto di 2 t dei membri del Consiglio. Il Consiglio, dopo questo colpo di Stato, approvò il 20 marzo il trattaw. XLIV. J'mttato di l'a,·igi (19 agosto 1798). Pace e alleanza offensiva e difensiva tra Francia e Repubblica Elvetica. Ciascuna delle parti contraen ti potrà, in caso d i guerra, chiedere la cooperazione dell'alleata, ind icando a quale Stato fa la guerra, !\la le forze chctiche non dovranno mai essere adoperate oltre mare. Le truppe ausiliarie saranno pagate e mante11ute da lla Potenza richiedente . La Repubblica francese garantisce all'elvetica la sua indi pendenza e l'un ità del suo governo con tro ogni tentativo dell 'oligarchia d i rovesciare la sua prese nte costiruzionc. I confini saranno regolati da una Convenz ione particolare, su lla base che resterli. definitivamente riu nito al territorio francese ttHW ciò che faceva parte del giil vescovado di Basilea e dd principato di Porrentruy, e tutto ciò che tco, vasi fra i dipartimenti dell'Alto Reno e del Monte Terribile . Sarà accordato all a Francia l'uso libero e pcr,petu,1 di d ue std1<le commerc iali e m ilitari pe r assicura,·k le comunicazioni colla Germania meridionale e coll'Italia. Si conchiuderà fra le due Repubbliche un trattato dt commercio sulla base <li una perfetta reciprocità cii vantaggi. La Francia interporrà i suoi uffici per operare la riunione del Frickthal al territorio della Repubblica elvetica, e perchè q uesta arrotondi i suoi confini ad est con le annessioni delle leghe dei Grigioni e col possesso del Vorarlberg. Il corpo di truppe clvcticbe che opererà d i concerto e come ausil iario nell'esercito francese, farà form ato <li volontari e non pot rà eccedere il numero d i 10.000 uomini. XLV. Tmttato di Parigi (5 gennaio 1800). Tra Francia e O landa. La Francia cede ali 'Olanda tutti i suoi diritt,


PAR

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sui ben i d"ogni natura possc<luti nella estensione del territorio batavo dagli emigrati e dal clero francese, nonchè piccole zone di territorio prussiano, c si a<loprerà alla pace generale perchè ciò sia riconosciuto. La r epubblica batava promette in cambio d i pagare la somma di 6 milion i di franchi . XLVI. Tmttato di Parigi (30 settembre 1800). Convenzione tra Francja e Stati Uniti d'America. Si regola I'esercizio ciel d iritto <li visita, riconoscendo i due pr incip'ì che la band iera copre l a merce nem ica e che i bast imenti scortati sono esenti da visita ; si specificano gli oggetti di contrabbando e le condizioni necessarie per la realtà del blocco, ecc . XLVII. Trattato di Parigi (S luglio 18or). Concordato trn Francia e Santa Sede. La religione cattolica apostolica romana, che è la rel igione della grande maggioranza del popolo, sarà liberamente esercitata i n Francia. Il suo culto si conformerà ai regola menti cli pol.izia che il governo crcderi\ necessar i per la pubblica tranquillità. La nomina degl i episcopati vacant i spetterà al Primo Console ed il Pontefice conferi rà l 'ist ituzione canonica: prima d'entrare in funzione i nuovi vescovi prester anno nelle m ani del Primo Console il g iuramento di.. fedeltà, quale usavasi prima del mutamento di governo. Il Pontefice d ichiara che, per il bene della pace e allo scopo di ristabi lire la rel igione cattolica, non turberà in alcun modo i possessori de i beni ecclesiastici alienati, così che la proprietà di questi beni coi relativi d iritti e ren<lite rimarrà immutabilmente nelle loro mani. Il Pontefice riconosce ne l Primo Console della Répubblica fra1Kesc le stesse prerogat ive e d ir itti cli cui godeva presso <li lui l"antico governo. !'J"ou potrà esc;ere ricevuto, pubblicato, stampato o all'rimen ti effettuato in Francia nesrnn breve, o bolla, o rescritto, o mandato della Corte romana, senza approvazione del Governo. Nessun co11cilio nazionale nè metropolitano, nessun sinodo d iocesano, nè alcuna riur.ionc delibernnte potranno essere convocati $enza permesso formale del gç,verno. XLVIII . Trattato di Parigi (24 agost0 18or ). Pace tra Francia e Ba'l'ie ra. Secondo l 'art icolo 7 del tra ttato d i Lunéville, l 'elettore rinunzia ai suoi clomin'ì sulla sr. d d Reno, e .la F rancia s' impegna a difendere I 'integrici, dei domin'ì bavare&i sulla dr. del fiume ed a p rocurare all 'elettore un conveniente i ndennizzo nel territorio dell 'lm• pero. L'elettore rinunzia inoltre ai beni e diritti che gli appartengono nell'estensione <lei territorio batavo. XUX. Tratttl/o di Parigi (4 ottobre iS01) . Pace fra Russia e Spagna . Si ristabiliscono fra le due Potenze le antiche ,dazioni d iplomatiche e commerciali. L. Traltato dì Parigi (8 ottobre 18()1) . Trattato tra Francia e Russia, pc, ristabilire cli diritto la pace già esistente <l i fatto. Le Potenze pacisccnti promettonsi di non tolle ra,c che a lcuno dei lom sudd iti si licenzi a segrete corri• ; pondenzc dirette o indirette coi nemici interni del go• H:rno presente dei due Stati, vi propagh i pr incipi contrari ;1 lle ·r ispettive costituzipni, o vi fomenti disordini. L1 . Tmttato di Parigi (9 ottobre 1801). Preliminari di pace fra Turd 1ia e Francia. La Francia rientra in possesso c!"i tutti i suoi an tichi diritti in Levante e di tutti quelli goduti dalle nazioni pit1 favorite; restituirà l'Egitto alla Porta, sempre inteso che le concessioni che potessero essere fatte in quel paese alle altre potenze, saranno comuni alla Francia; riconosce e garantisce la costituzione della Repubblica delle Sette Isole U nite e dei paesi già venez iani posti sul continente . Questo tratrato fu ratificato dal cli-

la restrizione: u 10 quanto non è contrario .:.d trattato di Londra » .

, 2no con

Lii. Trattato di Parigi (1 r ottobre r801). Convenzione segreta tra Francia e Russia. Relat ivamente alle indennità da fissarsi, secondo il trattato di Lunéville, ai principi spos• sessati sulla sr. <lei Reno, le due Potenze procederanno di concerto per fare accettare i loro disegni, che avranno peT pril)cipio invariabile di mantenere in Europa un giusto equilibrio fra le C ase d'Austria e di Pr ussia. Si dovranno definire all'.amichevolc gli affari d'Italia e della S. Sede sotto il rapporto politico. La F rancia rispetterà I 'indipendenza del regno di N apoli e ne sgombrerà i l tenitorio non appena sarà decisa la sorte dell'Egitto, dopo di che i l regno di Napoli godrà cli nmi i benefizi della neutra• lità in caso d i guerra. Le p arti contraenti s'occuperanno amichevol mente degli interessi del re di Sardegna, ed avranno tutti i riguardi compatibili con lo stato presente delle cose. Nella spartizione delle indennità germaniche saranno (avoriti il duca ciel Wiirtemberg e l 'elettore di Baviera. Si riconosce e si garamisce l'indipendenza e la costituzione della Repubbl ica <lelle Sette Isole, nella quale non entreranno più miliz ie stranie re. Lo czar pron1ette d i

far restituire a!Ja Francia i prigionieri francesi detenuti a Costantinopoli. Dopo la sottoscrizione del presente t rattato le parti contraenti s'occuperanno dei mezzi di consol idare !:i pace generale, di ristabilire u n giusto equilibrio nelle d iverse parti del mondo e di assicurare l a libertà dei mari, promettendosi d i opera re sempre d i concerto per il bene dell'uman genere, per il riposo generale e l'indipe ndenza dei governi. Llll. Tmttato di Parigi (24 maggio 1802). Convenzione tra Francia e Prussia. Si determ ina l'inde nnità per le cessio ni fatte dalla Prussia alla Francia su lla sr. del Reno. Il principe di Nassau-Orangc rinunzia alla d ignità di sta· tholder delle Provincie Un ite , che formano la Repubblica Batava e riCcvcrà un cornpc11so !n altri territori e città: reversibili alla Prussia nel caso d i est inzione della linea diretta m ascolina del principe. Il re di Pruss ia e il prin-· cipe di Nassau riconoscono la Repubbl ica Batava , nonchè n n tc le d i$posizioni prese d alla Francia in Italia. (Una convenzione sin1ile f u conchiusa il

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maggio col duca del

W ìi rtetnberg, ed altre col margravio di Baden e col langravio <l' Assia Casse!, ma senza determinare l 'indennità).

UV. Tr(lflato di Pa,igi (10 gi ug no 1802). Convenzione tra Francia e Repubblica Ligure . La Francia cede alla Repubblica Ligure Oneglia, Loano, Carosio e Serravalle e ne riceve in cambio l'isola di Capraia . 1..V . Trattato di Parigi (26 giugno 1802). Pace <lelinitiva tra Frnncia e Turch ia. Segue ai preliminari ciel 9 ottobre i 801. La Porta consente a lla Francia la libertà di comme tcio e navigazione nel ò-far r,...1erc. Uguali d iritti god ranno i suJditi rlella l'orta nei ma ri e nel tenitorio della Repubblica francese. La Turchia accetta ciò che nella pace cl·Amiens è stato determinalo a suo riguardo fro. Ingh ilterra e F rancia . Le Potenze paciscenti si garanti~cono l 'in-

tegrità dei rispettivi possessi, senza che per questo la . T ,irchia abbia !"obb ligo st retto d i sostenere la Fra ncia nelle sue guerre coll~ altre Potenze. LVI. Trattato di Parigi (5 settembre 1802). Convenzione tra Francia, Prussia e Baviera . Se, nonostante gli sforzi riuniti delle rre Potenze, l 'Austria si ri/iiJtasse di sgombrare Passau entro 60 giorni, ,Je p arti contraenti associeranno le loro foru per assicurare alla Baviera tanto la conservazione <!egl i antichi possessi sulla d r. dcll'l nn, quanto i! possesso di Passau e di tutte le indennità aggiudicatele.


LVII. Trattato di Parigi (26 dicembre 1802) . Conven,:ione fra Austria e F rancia. Si aumentano le indennitù stipulate in favore del d uca d i Modena e del granduca d i Toscana, aggiungendo a l primo il paese d'Ortenau in Svezia e al secondo il vescovado di Eichst,ìdt, meno alcuni baliaggi nei paesi di Anspach e Bayreuth. I paesi rnenzionati potranno essere civiln1ente e in ilitarmentc occupati dai principi ai quali furono aggiudicati. Parimenti la città di Passau sarà sgombrata dall'Austria e ceduta ali 'elettore Palatino, che però non potrà aumentarne le for tificazion i. La Francia s'adoprerà di concerto con la Russia per procurare la dignità elettorale all 'arciduca Ferdinando e suoi eredi. A ustria e Francia riconoscono l'infante d i Spagna possessore dd gra·n ducato di Toscana quale re ci 'Etruria, e r iconoscono <lei pari tutti i m utamenti avvenuti in ftalia dopo il t rattato di Lunéville. La Russia accede al presente trattato con atto segnato nello stesso giorno. L VIII. Trattato di l'ai-igi (19 febbraio i803). Atto d i mediazio ne d i Napoleone Buonaparte, fra i partiti che di,·idono la Svizzera. Ogni cantone avrà una costituzione propria e legislazione civile ·con prop,·ie forrne giudiziarie cd un proprio sistema tributario. I 19 cantoni sono contcderati fra d i loro giusta i princip1 stabiliti nelle rispet ci1·e costituzio ni; si garantiscono reciprocamente libertà ter1itorialc e indipendenza, sia contro le potenze straniere, sia contro l'usurpazione d'un cantone o <l 'una fazione parcicolare. Nella misura delle proprie fone i ,_3ntoni forniranno un contingcmc di truppe e di danaro sino a formare 15.000 u . e una somma di 490.000 lire svizzere. È distrutto in !svizzera ognì privilegio d i luogo, di nascita, di persona e famiglia. I dazi sono percepiti a solo vantaggio dei cantoni del la frontiera. e le monete hanno un titolo uniforme determinato dalla D ieta. È vietata ogni alleanza d i un cantone con un a ltro, o con una potenza estera. La Confe,Je~azione d eve esse~e rappresentata da una Dieta composta d'un deputato per cantone; le d ichiarazioni di guerra, i trattati d i pace, d 'allea nza e di commercio emanano dalla Dieta stessa. LIX. 1"rnttato Ji Parigi (30 aprile 1803). Tra Francia e Stati U niti d'Americ:1. La Francia cede agli Stati Uniti la Luisiana (acquistata dalla Spagna col t rattato del 1° ottobre 1800), con tutte le isole vicine da essa dipendenti. Si stabil iscono per dodici anni dei particolari nntaggi per Francia e Spagna nei loro rapporti commerciali colla Luisiana. li governo <!egli Stati Uniti pagherà alla Francia la somma di Go milioni di franchi. La Francia pagherà 20 milioni per risarcire parecchi cittad ini americani di perdi te subltc prima della Convenzione del 30 settembre 1800. LX . Tmttato di Parigi (25 giugno 1803). Convenz ione fra le repubbliche francese, italiana e batava. D urante la guerra p resente contro l'Ingh ilterra, la repubblica bata,·a assolderà un corpo di truppe francesi non superiore a 18.000 uorniui, c ne fornirà del proprio 16.000, oltre 5 vascelli da guerra, 5 fregate, coi bastimenti di trasporto, scialuppe e battelli necessari per effett~are il tragitto di 37 .ooo uo,uini e 1500 cavalli d alle bocche della Schelda a quelle del Tamigi. Se la fortuna delle armi sarà prop1z1a, la F r ancia s'adoprcrà per far restituire all 'Olanda l'isola <li Ceylan. LXI. Trattato di Parigi (19 otto bre 1803). Fra Spagna e F rancia . Al trattato d'alleanza offensiva e difensiva del 1796 si sostituisce un trattato di neutralità durante la guerra marittima scoppiata fra Inghilterra e Francia. La Spagna si obbliga a pagare alla Francia, sino all a fine della guerra, un sussid io mensile di 6 ,nil ioni di lire, dei quali due si

820 tratterranno dal governo spagnuolo per vettovagliare le squadre francesi che i venti o le circostanze conducessero 11ei porti della Spagna. La S pagna promette altrcsl di accordare certe esenzioni di dirini i n favore del commercio francese, e di ottenere dalla corte di Lisbona che, come condizione della sua neutralità, paghi alla Francia un sussidio mensile d ' un m ilione. Se l'Inghilterra d ichiarerii guerra alla Spagna, q uesta non sarà più o bbligata a pagare il sussid io . Se gl'inten<limenti del Pr imo Console saranno coronati da buon successo, egli farà restituire alla Spagna l'iso la dell a Trinità, e, nel caso di un compiuto t rionfo, la fortezza d i Gibilterra. LXII. Trattato di Parigi (4 gennaio 1805). Convenzione fra Spagna e Francia. Nella guerra comune contro l'Inghilter ra la Spagna s'obbliga ad armare immediatamente nel porto del Ferro! 8 vascelli di linea, 4 fregate con 2000 uomini d i fanteria e 200 <l'artiglieria; nel porto di Cadicc 15 vascelli di linea cot1 2500 uomini; nel porto d i Cartagena 6 vascelli di linea, coi viveri necessari per 6 mesi. La F r ancia garantisce alla Spagna -l 'integrità dei suoi domini in Europa e la restituzione delle colonie d i cui potesse essere spogliata durante la guerra presente, e, se la .fortuna sarà favorevole, s'a<loprerà per farle restituire anche l 'isola della Trinità. LXIIL Trattato di Parigi (21 settembre r805). Tra Francia e il re delle Due Sicilie. Durante la guerra presente, il re delle Due Sicilie promette di serbarsi neutrale, di non affidare il comando delle proprie forze ad ufficiali russi, austr iaci, o ad emigrati frances i, e di chiudere i suoi porti alle Potenze belligeran ti. La francia consente che le sue truppe sgom brino il regno d i Napoli. li re s'impegna altresì a non riconoscere mai la sovranità degl'Inglesi su Malta. quando non la riconosca la Francia stessa, e a<l allontanare <lai suoi consigli il cav. Acton. LXIV . 'fmttato di Parigi (15 febbraio 1806). l'ra Prussia e F ranc ia . Si confermano tutte le condizioni del trattato stipulato il 15 dicembre 1805. L'Annover è dato alla Prussia in modo for male e a titolo di sovranità. La P russia dovrà chiudere alla bandiera britannica .i porti <lei Mare del Nord, j fiumi 'vVeser ed Elba e il porto di Lubecca, ed a garantire l'integrità dell'Impero francese, non solo tal quale è coi mutamenti introdotti in Italia dal trattato di Prcsburgo, ma con quelli altresl che saranno conseguenza della guerra d ichiarata alla Francia d al re delle Due Si .. cilie . La Prussia garantisce del pari !'jnviolabilità e l'indipendenza d ella Porta Ottomana, d ei regni <li Baviera e del W(irtemberg, <lei principato di Ba<len, nonchè il nuovo ordine di cose creato in Germania dalla pace di Presburgo. La Francia,' a lla sua volta, promette l'aiuto delle sue arm i alla Prussia per assicurare tutti gli acquisti passati e presenti, compreso I' Aonovcr. Francia e Prussia faranno causa comune ,jn ogni guerra nella quale potesse ri rnanere implicata una delle Parti con traenti per gli oggetti garant iti nei precedenti articoli. LXV. Tmttalo di Parigi (24 maggio 18c6). Tra Francia e Repubblica Batava. L'imper~tore dei francesi garantisce all' Olanda la sua costituzione, la sua indipendenza e libertà politica, civile e religiosa e l'integrità dei suoi possessi nei d ue mondi : consdlte inoltre, sulla domanda fatta ùai rappresentant i d ella repubblica batava, che suo ·fratello Luigi Napoleone accetti la corona d'Olanda con titolo di re ereditario e costituzionale dell'Olanda, ma a condizione che le. corone di Francia e d'Olanda non possano mai essere riunite sullo stesso capo . Il re d'Olanda sarà in perpetuo gran dignitario dell'impero francese col


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,cmprc separali dal te rritorio dell 'lmpero e uniti in part;colarc federazione sotto il nom:: ili " Stau confcdcrat, del Reno » . L'elettore arcicancclliere sarà prcsi<!entc di una Dieta la quale risiederà in Francofone per trattare dri comuni interessi e decidere d 'ogni contestazione. L'elettore del Baden, il duca di Bcrg e Clèvcs e i l langravio d'AssiaDarmstadt prenderanno il titolo granducale .:on gli onori e le prerogative regali. Gli Stati della Confederazione sono indipendenti da qualsiasi potenza estranea alla Confederazione stessa, e riconoscono per protettore l'imperatore dei francesi. Questi Stati si fanno reciproche cessioni di territori secondo i rispettivi interessi. I membri della Confederazione eserciteranno diritti di sovranità su wui i principi , conti e signori del territorio germanico, i quali conserveranno i propri domini e rendite come proprietà patrimoniale privata. Fra gli Stati confederali e l'Impero fran-

non. superjore a 42.000 uomini, e, sulla gar,uizia dei propri Stati d:i parte di Napoleone e come pegno dell,t sua alleanza, promette di far causa comune colla Franci.,, fornendole 16.000 uomini nel caso .() 'una guerra l·on I' Austtia.

un'alleanza,

LXXI. TnJffato di Parigi ('i gen naio 1810). Pace :r;1 Francia e S,•czia. La !,vezia, contrlriamen~c alla facolt4 lasciatale dal trattalu di Frnderik•hamn, si obbliga a ~cgu ire picn:imcnrc e interamente il sistema continentale , riservandosi soltanto di ricevere il sale necessario aJ consumo del paese. La Francia restitui><e alla S, ezia la Pomerania svedese e il principato di R(igen colle loro dipc,1 denze; restiluisee altrcsì llltte le navi catturale dopo I 'a,sunzione al rrono di Carlo Xlii. con tutte le merci non provenienti dall'Inghilterra o <!alle sue colonie, e garantisce l' integrità dei ,possessi svedesi.

i n virtt1 della quale ogni guerra in cu i si t rovasse impegnata una delle Parti contraenti diverrà comune a tutte le ahrc. I contingenti riuniti degli Stati Conk<lera1i formeranno un corpo di 63.000 uomini, contro 200.000 che forn irà la Francia. Altri principati e Stati di Germania potranno essere :immessi nel la nuova Confederazione.

LXXII. 'J'1·attato di Parigi (r1 gennaio 1810). Tra Francia e Westfalia. La Francia cede l'Annover al re di Westfalia. il quale s'obbliga di fornirle un corpo di 26.000 uomini. indipendentemente dai 18.500 Francesi che con tinuerà ., mantenere si no alla fine della presente guerra marittima. Il tiattato si terrà segrao.

LXVII. Trn1111ro di l'arigi (20 Iui:lio r8o6). Pace fra Russia. e Francia. Le mili1.ic russe dovranno ;gombrare e restituire ai francesi le Bocche cli Cmtaro. Ragusa sarà costituita nella sua inclipcnclenza sono Id gar.,nzia <lella Porta Ouoman:1. Le Parti cor.traellli riconoscono l'indipendenza delle Sene Isole, do,·e la Russia promelte di non lasciare pit'i di 4000 uomini; r iconoscono allrcsì l'indipenclcnza della Porta e s'impegnano di mantcocre l'integrità del suo territorio. Entro tre mesi dalla sottoscrizione del presente trattato, la Francia si obbliga a richiamare dalla Germania tutte le sue truppe. La Francia accct.ta i buoni uffici della Russia per la conclusione della pace mariltima. Nd caso clic Ferdinando IV non <lovcssc più pos,cdere la Sicilia, Francia e Ru,sia s'accorderanno per indt1 rrc la Corte ,li Madrid a cedere le isole Baleari al principe suo figlio con titolo di re, per sè ed credi. Le deuc isole saranno chiu,c alle potenze nemiche di Spagna e cli Francia: si riscabiliranno le relazioni commerciali fra Ru,sia e Napoli. La R11ssia procurerà di pacificare fra loro

LXXI11. Trattato di Parigi (16 !cbbraio 181 0). Tra l.t !'rancia e jl Principe-Primate della Confederazione Renana. Gli attuali possedimenti del Principe-Primate (meno ,1 principato d1 Ratisbona), accresciuti dei principati di Fulda e Hanau, sono riuniti in uno Stato solo co11 titolo d1 granduca to d i Francoforte, che farà parte della Confcder azione Renana. Si fissa a 2800 11. il contingente c!el gr,1u ducato di Francoforte.

cese vi sarà co1letriva1ncntc e

separal:'l tncntc

Pru~."ìia e Svc.da scn?.a togl iere a qu,·st'u ltin,a l,1 Pon1erani~t svedese.

I.X:VHI. Tmllnto di l'arigi (r7 agosto r8o6). Pace fra Prus,ia e Svezia. Si conviene che In <Ìuestionc ddl 'Annovcr resti r iservala e che g li Svedesi siano liberi di occupare Lauenburg. LXIX. Tmllalo di Parigi (25 settembre 18o6). Tra la Francia e i l principq d i Wu rtzburg, il quale acc<.xlc alla Confederazione del Reno. a1surne il titolo di granduca ed acqui;ta la proprietà dei beni dei cavalieri di Gerusalemme con tUtlc le [lO>~sioni poste nel suo territorio: egli si obbliga a for-_n irc in caso di g-ucrra un cont ingente di 2000 uomini. I.XX. Traftaro di Parigi (8 settembre 18c-8). Convenzione tra Francia e Prussia. Si fissa a 140 milioni la somma do,·uta dalla Prussia alla F rancia, la quale acconsente di sgombrare, entro trenta o quaranta giorni dopo lo ~cambio delle ratifiche, lutto il territorio prussiano, meno le fortez7.c di Stettin, C:ustrin e Glogau che terrà occupate con 10 .000 uomini fi110 al compiuto pagamento dell :1 somm,i convcnut,t. La Prnssia cede una parte di territorio (2 mila tese) intorno alla cittadella cli Magdeburgo sulla dr. dcll'Elb.i: per 10 anni s'obbliga a tenere in piedi un esercito

LXXIV. Traffato di Parigi (28 febbraio 1810). Tra Fran eia e Bavicr;1, La Francia cede ~Ila Hav icra il margraviato di Bayreulh e il principato di Ratisbona . La Baviera ced, alla Francia alcune parti del Tirolo con una popolaziont di circa 300.000 anime, dei territori in Franconia e Sve1.ia con 170 .000 abitanti, d i cui la Frnncia d isporrà in fo\'l\1'' dei principi della Confederazione. I.a Baviera r iunirà ,11 suoi Stat; 1 paesi ceduti dall'Austria ,ulla dr. dcll'Jnn col trattato d, Vienna e verserà alla Fr1ncia J 50 buoni ,li 100.000 fra11ehi ciascuno all'imcrcssc del 5 %, rimborsabi li cmro l 'ann<l r820, oltre nna rendita netrn cli 400.00,, franchi all'anno per il po<seN> del principato <li Ratisbon.1. l).'XV. Tra/lato di Parigi (r6 marzo 1810). Tra Francia e O landa. Jl commercio fra 'Inghilterra e Olanda è: viclato. Un corpo di 12.000 Olandesi e 6ooo Francesi sarà poslo sugli sbocchi dei fiumi per \'egliarc l'esecuzione dell'articolo prcc,xkntc. L'Olanda cede alla Francia il Brabante olnndcsc, tutta la Zelanda e pane dell a Ghckl ria sulla ". del Wlal. Una squadra di 9 rnscelli e 6 fregate sa rà lor nita dall'Olanda . Tuui i carichi americani inrrrxlotti in Olanda dopo il r 0 gennaio 1809 saranno consegnati al fì,c,, francese. LXXV I. Tmttato di Parigi (8 magg11> 1810). Tra Franci,1 e Wiirzburg. Giusta l'articolo 3 del trattato di Vicllll.1 (18og), la Francia passa al gran<luc:i di \Viirzburg dei territori con , 15.000 an_imc, \."'~~e devono essere ceduti dall a fl:wicra.

LXXVII. Trattato di l'arigi (11 maggio 181 0) . Tra Fr,111cia e Assia-Darmstadt. La Francia cede al granduca rl'A»1.1 Darrnstadt alcuni piccol i territori . LXXVII[. 'fmuato di Parigi (7 settembre 1810). Tr,, Francia e Baclen . La Francia cede al Baden un territorio


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con 30.000 anime, che sarà preso su q uelli che il re del Wiin emberg deve mettere a disposizione della Fra ncia stessa. LXXIX. Trattato di Parigi (2.1 febbraio r8r2). 1\ lleanza tra Francia e Prussia, con tro ogni potenza d'Europa con la quale ent rasse in guerra una delle Parti conrraenti. Garanzia reciproca dell'integrità del terriwrio rispettivo. Tulti i porti e coste delle due Potenze sono chiusi ai bastimenti delle nazioni neutre che lasc iassero violare l'indipendenza della propria bandiera. La presente alleanza sarà offensi\·a e difensiva in tutte le guerre che si faranno in Europa 1 ma la Prussia non sarà tenuta di fornire contin~

genti nelle guerre della Francia oltre i Pirenei, in Italia !" in Turchia. Nel caso <l 'una g uerra tra Francia e Russia . la Prussia farà causa comune colla prima, concorrendo con un esercito d i ;w.ooo uomini. Se la guerra sarà fortunata, la Francia promette alla Prussia un'indennità in territorio. Gli altr i 22.000 uomini che rimangono alla Prussia saranno d isseminati in diverse città e fortezze . .È sospeso, durante la guerra colla Russia, il pagamento in denaro delle cont ribuzioni dovute dalla Prussia, la qt,ialc fornirà invece derrate, 1nuni.zioni, cavalli, can i. I .n Prussia \.·oncorrerà nella guerra contro gli Inglesi in modo che , per l 'intcra durac;i di essa, eseguirà H sistema conrinenlalc in tutta l 'estcnsi2nc dei s,1oi Stat i. LXXX. Trattato di Parigi (r,1 marzo 1812). Alleanza fra A us~ria e Francia. Garan7,ia reciproca dell'integrità d ei r ispett ivi ,p resenti territori. Le due Potenze si sforzeranno ins ieme cl 'impc<lire la guerra. Se questa non si potrà evi tare, l'Austria chlrà un soccorso <ii 30.000 uo1n.ini. F: g::iran• tita l'in tegrità dell'Impero Ottomano. L 'Austria rinno1•.1 l 'impegno di osservare durank la guerra p resente mal"itt irna. il sistema proibitivo contro l'lnghiltcrra . li soccorso :•ustriaco non sarà forn ito nelle guerre della Francia contro !'Inghilterra o al di là dei Pirenei. Nel caso che si ristabi lisse il regno di Polonia, l'imperatore Napoleone garan• t irà all'AuSlria il possesso della GaJlizia, oppure, se meglio conven isse all'Austria di cedere una parte d ella Gall izia al regno d i Po lonia per averne in cambio le prov in cie illiriche , Napoleone , impeg na d i consentire a que,;to scam bio, anzi •procurerà all'Austria indennità e ingrandjmenti territoriali. La Porta Ottomana sarà invitata ad accedere a quell'alleanza. LXXXI. Battag/11, di Parigi (marzo 1814). È uno degli avveniment i pr incipali deJJa campagna d'invasione degli A lleati in !~rancia nella primavera <li q uel l'anno. L 'esercito austro-russo, congiuntosi con l 'esercito d i Slesia, avanzava su P. da est nel selwrc fra Senna e Oise, formando un insieme d i oltre 150 . 0 00 uomini. La capitale, affatto sprovvista di mezzi di <iifesa adeguati all'im portanza della mi . naccia, era protetta <lai soli corpi dei ma resc. Mort ier e Marmont, che non avevano potuto raggiungere Napoleone, secondo g li ordini ricevutine, perchè nella marcia verso , ud.est erano stati arrestati a Fèrc-Champenoise d opo u no scontro sfavorevole. Tali corpi sommavano a circa 26.000 uomini. com presa la cavalleria del gen . Bellianl. P. d isponeva jnoltrc di circa 12.000 Guardie Nazio nali l di cui la metà era inipegnata per la vigilanza delle barriere e il mantenimento dell'mdine interno . Quesw complesso di forze il 29 marzo copriva il settore nord-est dell a cittiì : il Marmont a dr. presso Romainville; il){li fa fanteria del generale Compans e la cavalleria del generale Ornano; i l maresc. Mortier e la cavalleria del gen. Belliard a sr., verso Montmartre e i sohborgh i de la Villette e <le b Chapclle. li re Giuseppe, luogote nente del l' imperarore, N a

al comando, sull'altura di Mommartre. All'alba del 30 marzo gli Alleati a,·anzarono sul centro del settore, pronunciando dipoi attacchi sulle ali. Dopo alterne vicende riuscirono ad occupare Montreuil sulla sr. della fronte 1cnuta dal Marmont. V iste le resistenze incontrate, il generale russo Barclay. che comandava le forze impeg,nate; verso le 11 ordinò una ,osta dell'az ione al fine d i aspettare l 'intervento dell 'armata di Slesia, che en trò in linea alla sua d r. pronuncia ndo un largo movi mento sull'estrema ala del corpo del Morticr. I'rattanto i Wiirtemburghesi si ::iccingevano a forzare i passaggi sulla ìvtarna e la cavalleria russa penetrava nel bo,co di Vinccnnes. La manovra d 'at• Lacco <lisegnavasi così in senso largo e )asciava poca spe• ranza d i resistere per dar tempo all'arrivo di Napoleone, atteso a Parigi d'ora in ora. Il re Giuseppe decise perciò di lasciare la Capitale e si diresse verso Orléans, dopo a\·er dato ai ~luc marescialli le istruzioni necessarie per regolare la preved ibile capitolazione . La r ip resa dell'attacco frontale da parte delle forze d~I Barclay prtmcllc fortemente il corpo Marmont, e, nono-

Attacco cli Parigi (1814)

stan te vari tentat iv i cli reazione, lo addossò con la dr. alle barriere della città, mentre la sr. era minacciata d i aggiramento. Valendosi al lora dcll 'àutorizzazionc avuta , Marmont chiese di parlamentare col principe di Schwartzenberg e si convenne. una breve sospcnsiàne d'arm i . Intanto l 'armata d i Slesia progrediva di fronte al corpo Mortier : ment re su ll a sua dr. La Chapelle e La Villette erano oc• cupat i dall 'attaccante, sulla sua sr. i Russi, conquistata C lich y, minaccinvano da presso il Bois dc Boulogne. Alla intimazione <li resa il Nlorticr rispose con un rifiuto; ma, informato della sospensio□e d ·armi conclusa dal Marmon t, consentì a parlamentare. Tuttavia all'estrema sr. continuava il co1nbattirne nto, non essendo ancora pervenuto col~'t I'av-

viso della sospellsionc <l 'arm i; scontri vivaci fra colonne russe e la d ifesa s 'ebbero fra Neuilly e Montmartre, ove continuarono sino il situazione chiarita . Fu infine convenuto che le truppe francesi potessero ritlrars i con le arn1i e i material i verso Fontainebleau d urante la notte e che alle ore 6 antimeridiane del 3 1 gli Alleati entrerebbero in città. Napoleone, che accorreva a Parigi, apprese solo nella notte la resa della capitale e dovellc dirigersi a Fontaincbleau : prodromo della infausta fine della campagna e della prossima abdicazione . Alla d ifesa di f'., frammisù ncll truppe del Morticr 1 e del Marmont, p resero parte circa 3000 italiani, del 1 13°


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rcgg. d i linea, e del 26° e 28° cacciatori, con~prese le reclute recentemente arrivate dai dipartimenti del Piemonte e da quello del Taro. LXXXII. T..allato di Patigi (11. aprile 1814, <letto anche di Fontainebleau). Fra Austria, Russia e Prussia da una parte,· e l'imperatore Napoleone dall'altra. L'imperatore rinunzia per sè, successori e discendenti, come per ciascuno dei membri delb sua famiglia, ad ogni dir itto d i sovranità su lla Francia, sull 'Italia e su ogni altro paese, pur conservando, egli e tutti i suoi parenti, i rispettivi titoli principeschi . Si costituirà dell'isola d'Elba un principato, del q uale Napoleone avrà la sovranità, vita durante, con la rendita annua, in più , d i d ue mi lioni di franchi. I d ucati di Parma, Piacenza e Guastalla passeranno all'imperatrice Maria Luisa e ai suoi discendenti in linea diretta. Una rendita di due mil ioni e mezzo di franch i sarà divisa fra i membri della famiglia napoleonica. Le Potenze alleate garantiscono l'esecuzione del presente trattalo e s'impegnano di farlo adottare e garantire dalla Francia. L'Inghilterra accedette a questo trattato con atto del 27 apri le 18 1,1; con dichiarazione del 30 maggio il re Luigi XVIII annunziò alle potenze alleate che il trattato stesso sarebbe fedelmente eseguito. LXXXIII. 1"rattato di Parigi (23 aprile 1814). Convenzione tra Francia da una parte, Austria, Inghilterra, Russia, Prussia e Spagna <lall'altra. T utte le ostilità per terra e per mare sono sospese fra le Potenze alleate e la Francia. Le Potenze faranno sgomberare dai loro eserciti il territorio francese, quale era il 1° genna io 1792. Da una parte e dall'a ltra i prigionieri e gli ostaggi saranno tosto r in viati ai rispettivi paesi senza riscatto e senza scambio. Questa Convenzione (u conchiusa dalla Francia diretta• mente e scp~1r;1tamenlc, ma j n tcrn,ini identici, con ciascuna delle Potenze alleate. li Portogallo vi adcrl con atto speciale dcli '8 maggio. LXXXIV. 1',·attato di Parigi (30 maggio 1814). Pace tra Francia da una p arte, Austri:1, Russia, Inghilterra, Prussia, Spagna, Portogallo e S,-ezia dall'altra. Il regno di Francia conserva l'integrità dei suoi confini quali erano il 1• gennaio 1792, con un aumento territoriale che comprende il quadrato fra Maubeuge e Givet, con Ph ilippcville e Maricnburg nel Belgio, Saarlouis e Landau nella Germania, alcuni tratti del paese di Gex presso Ginevra, il lembo occidcncalc della Savoia con Chambéry ed Annecy, il principato di Avignone e il contado Venosino. Sarà libera a tutti la n avigazione del Reno e dcll:i Schelcla. L'Olanda, posta sotto I~ sovranità della casa d'Orange, avrà un aumento di territorio. Gli Stati della Germania sa ranno indipendenti e uniti da u n vincolo federativo . La Svizzera ind ipendente continuerà a governarsi da sè. L'Italia sarà composta di Stati sovrani, meno la Lombardia e il tcrrit0rio gia appartenente alla repubblica di Venezia , che passano all'Aust ria . L'isola di Malta, con le sue dipendenze apparterrà ali 'Inghilterra, la quale restituirà alla Francia tutte le sue colonie, eccetto T abago, S. Lucia, Isola di Francia con Rodrigo e le Seychelles delle quali tutte conserva il dominio : la parte di S . Domingo ceduta alla Francia nel trattato di Basilea è retrocessa alla Spagna. li granducato di Toscana acquista Piombino (Stato dei Presidii). Il regno di Napoli r imane a Gioacchino Murat. I possedimenti austriaci in Italia saranno limitati dal Po, dal T icino e dal lago Maggiore. La Sardeg na acquisterà lo Stato genovese; la città di Genova resterà porto franco. Il ducato di Massa Carrara è dato a Beatrice d'Este; I' l'X repubblica di Lucca a Maria di Borbone . I paesi te-

deschi sulla sr. del Reno riuniti alla Francia dopo il I i9Z serviranno di ingrandimento per l'Olanda e di compenso per la Prussia ed altri Stati germanici. La Francia riconosce la riunione della N orvegia colla Svc:da per effctt<.> del trattato di Kicl. Nel termine di d ue mesi tutte le Potenze impegnate ncll 'ultima guerra manderanno dei plenipotenziari a Vienna, per regolare in un congresso generale gli accordi che devono completare le disposizioni rlcl presente trnttato. LXXXV. Trullato di Parigi (3 giugno 1814). Fra ,\ustria e Baviera, per meglio precisare alcune disposizioni contenute nel trattato di Ried. La Daviera cede ali' Austria: il Tirolo col Vorarlberg, il principato d i Salzburg, I 'l nnvicrte! e il circolo di I !ausriick, eccetto alcuni baliaggi e villaggi posti nei territori ceduti. L'Austria le garantisce l'equi valente più completo per questi paesi, e anche più, se le circostanze lo consentiranno. L'Austria entrerà in possesso del Tirolo e del Vorarlbcrg quindici giorni dopo le ratifiche e nello stesso tempo la Davicra sarà messa in possesso del granducato di W ii rzburg e del principato di /\schaffenbu rg. Alla pace gene ra le l'Austria ceder/i alla fla. viera il baliaggio di Redwitz (principato di Dayreuth), e s'adoprerà per far entrare nello Stato della Baviera la città <li ~ agonza e l'antico Palatinato del Reno. LXXXVI. Trattato di Parigi (26 settembre 1815). .\ !. lcanza (detta ,, Santa •) fra Austria, Russia e Prussia. Essa è cosùtuita dai seguenti articoli: Au. 1: Conforme alle parole delle Sante Scritture che a tutti gli uomini ordinano di rigua rda rsi come fratelli, le Partì contraenti rimarran no unite coi \'incoli d'una fratellanza vera e indivisibile, e, considerandosi come d'una stessa patria, si aiuteranno in ogni luogo cd occasione, e riguardandosi verso i loro sudd iti ed eserciti come pad ri d i famiglia , li governer:inno collo stesso spirito di fratellanza, onde sono animati per proteggere la religione, la pace e la giustizia. ART. 2: In conseguenza. il solo principio in vigore, sia fra i detti governi, sia fra i loro sudditi, sarà quello di servirsi rcciprocamcmc, di attestarsi con inalterabile benevolenza il mutuo affetto, onde devono essere animati, di non considerarsi che come membri d'una stessa nazione cristiana, non riguardandosi le tre Potenze alleate che come delegare dalla Provvidenza per governare tre rami della stessa famiglia, cioè Austria, Prussia e Russia, e confessando così che la nazione cristiana, di cui essi e i loro popoli fanno par te, 0 011 ha realmente altro sov rano che colui, al qu.1lc solo appartiene in proprietà la potenza, perchè in lui solo si tro,·ano tutti i tesori dell' amore, della scienza e della prudenza inAnita, cioè Dio Salvator nostro Gesù Cristo, rerbo dell'Altissimo , parola della vita. Le Parti contraenti raccomandano perciò colla maggiore sollecitt:dine ai loro popoli, d i fortHicarsi ogni giorno più i:ei principi e nell'esercizio dei doveri, che il divin Salvatore ha insegnato agli uomini, come unico mezzo di godere di quella pace che nasce dalla buona coscienza e che solu è durevole. i\RT. 3: Tutte le Potenze che vorranno solennemente confessare i sacri principi che hanno deuato l'atto prcscmc e riconosceranno quanto importi alla felicità delle nazioni troppo a lungo agit:tlc che '1.ali verit,ì esercitino ormai sulle ,orti umane tutta l'influenza che è loro propria, saranno riccrnte con sollecitudine ed affetto in questa alleanza. LXXXVII. 'fra/fato di Parigi (5 novembre 1815). Con1•cnzione fra Austria, Inghilterra, Prussia e Russia, re lativamente a lle isole Ionie, sulla sorte delle quali ogni nego• ,.iato venne differito dal congresso di Vienna. Le dette iwlc formeranno un solo Stato libero e indipendente con


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nome di Stati Uniti delle Isole Ionie, sotto la protezione immediata cd esclusiva dell'Inghilterra. Questa Potenza per n1ezzo di un con1missario. superiore vi convocherà un 'as~

semblea legislativa allo scopo di redigere 11na carta costituzionale, e, per assicurare. al nuovo Stato i van taggi derivanti dalla sua alta protezione, ne occuperà le fortezze e le piazze e vi terrà guarnigione a patti da convenirsi. La forza militare degl i Stati Uniti delle Isole Ionie sarà del pari sotto gli ordini dd comandante delle truppe inglesi. (La Francia acceden e a questo trattato con dichiarazione del 7 settembre 1816). LXXXVIII. Trattato di Parigi (20 novembre 1815). Pace tra Francia da una parte, Austria, Inghilterra, Prussia e Russia dall'altra. La Francia avd i confini del 1790. Essa cederà jl quadrato fra Maubeuge e Givet (Philippevillc, MarienbUJ'g , J3ouillon) al J3elgio; Saarlouis e Saarbriicken alla Prussia; Landau al Palatinato renano; la parte orientale del paese di Gex a Ginevra e la parte della Savoia che col trattato di Parigi 30 maggio 1814 era d iventata francese, alla Sardegna, dalla quale dipenderà anche il principato di Monaco. Saranno demolite dalla Francia le fortificazioni di Hiiningen. La Francia pagherà agli Alleati un 'indennità di guerra <li 70-0 milioni. Un corpo di iruppe alleate non superiore a 150.000 uomini occuperà a spese della Francia per 5 ann i (in realtà furono poi due so.li) 17 piazze della frontiera. Le Potenze prenderanno le misure più efficaci per ottenere l'abolizione intera e definitiva della tratta dei negri. LXXXIX. Trattato di Parigi (20 novembre 1815). Alleanza fra Inghilterra, Austria, Russia e Prussia, allo scopo di sorvegliare la Francia e preservare l'Europa da nuovo scompiglio. Si rimettono in vigore le stipulazioni dei trattati 1° marzo 18r4 e 25 marzo 18r5. Le Parti contraen ti escludono per sempre dal governo di Francia il Buonaparte ed i membri della sua famiglia, e, all'uopo, manterranno colla forza questa espulsione. Se mai i principi rivoluzionari turbassero la tranquillità in Francia, minacciando il riposo degli altri Stati, le ·Parti contraenti s'intenderanno fra di loro e col re cristianissimo sulle misure eia prendersi per tutelare la sicurezza dei rispettivi paesi e la pace generale d 'Europa; a questo scopo anzi si riuniranno periodicamente in epoche determinate. L 'alleanza sussisterà anche <lopo che sarù sgombrato il territorio francese. Prima di lasciar Parigi, i monarchi convennero che la prima di queste riunioni si tenebbe nel! 'autunno del 1818. Iniziavasi così l'era <lei congressi, che negh otto anni successivi

ebbero sui negozi pol itici un 'influenza decisiva. XC. Trattaw di Pangi (10 giugno 1817). Fra Spagna, Austria, Inghilterra , Prussia e Russia, relativamente alla successione di Parnia e di Lucca. In base ,1 detto trallato, il possesso dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla e de l principato (li Lucca dovevano restare secondo la determinazione del Congresso di Vienna. li regresso di questi ducati doveva determinarsi i n modo che alla morte dell 'arciduchess;i Maria Luisa passassero in piena sovranità all'infanta di Spagna Maria Luisa e all'infante Carlo Lodovico suo figlio . Il regresso <ld principato di Lucca, a tale epoca, avesse luogo a favore del granduca di Toscana. L'imperatore d'Austria avrebbe conservato ne lla piazzaforte d i Piacenza, sino all'epoca del regresso dopo la estinzione del ramo spagnuolo dei Borboni, il diritto <li presidio puro e semplice. XCI. Trattato di Pal'igi (28 agosto 1817). Tra Francia e Portogallo, il quale deve restituire la Guyana all a Francia.

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XCII. Tmttato di Purigi (30 marzo 1856). Pace fra Turchia, Francia, Inghilterra, Sardegna, da uoa parte, e Russia dall'altra, con intervento d'Austria e Prussia. Pone fine alla guerra di Crimea. Le Pani contraenti sgombreranno e si restituiranno reciprocamente i luoghi conquistati nd occupati durante la -guerra. La Porta è ammessa a partecipare ai vantaggi dd diritto pubblico e del concerto europeo. Le Parti contraenti s'impegnano, ciascuna dal ~uo

canto, a rispettare e gara~tirc l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Impero ottomano, e considereranno ogni atto che potesse J-ccargl i offesa come questione d ' interesse generale. li\ caso d i grave dissenso fra Turchia ed una o più fra le Potenze firmatarie del trattato, queste, prima di ricorrere alla forza, cercheranno colla loro azione mediatrice di ovviare a ta le estremità. La Porta comunicherà alle Parti contraenti il firmano che ha per iscopo di migliorare la condizione dei sudditi senza riguardo a religione nè a razza. Il Mar Nero è neutralizzato e ;aperto alla marina mercantile di tutte le nazioni; le sue acque e i suoi porti sono, formalmente e in perpetuq, interdetti alle bandiere da guerra di qualsiasi potenza, per ·c ui Russia e Turchia s'obbliga no a non costruire, nè conservare su questo litorale alcun arsenale marit timo. Saranno applicati al Danubio i principi stabiliti nel Congresso di Vienna, per regolare la navigazione dei fiumi, che separano o tra,;crsano più Stati,. disposizione che d'ora in poj farà parte del diritto pubblico d'Europa, sotto la garanzia delle Potenze contraenti. Per meglio assicurare Ja libertà della navigazione del Danubio, la Russia cede una parte di territorio nella J3cssarabia, che sarà annesso alla Moldavia sotto la sovranità della Por'ta. I principati di Valacchia e Moldavia continueranno a godere sotto la supremazia della Porta e sotto la guarentigia delle Parti contraenti, i privilegi e le immunità di cui sono in possesso. Nessun protettorato esclusivo sarà esercitato su di essi da alcuna delle potenze garanti, nè vi sarà alcu11 d iritto particolare cl 'ingerenza nei loro affari interni. La Porta s'impegna di conservare ai detti Principati un'amministrazione indipendente e nazionale, nonchè la piena libertà di culto, di legislaz ione, di commercio e navigaz ione. Vi sarà nei Principati una forza armata nazionale per mantenere la sicurezza interna e per assicurare quella dei confini. Un intervento armato non potrà aver luogo nei Principati senza un fJreventivo accordo fra le Parti contraenti. Il principato di Serbia si troverà di fronte alla Porta nelle stesse condizioni della Moldavia e Valacchia. Russia e Turchia mantengono nelia sua integrità lo stato dei rispettivi possessi in Asia, come esisteva realmente prima della rottura della , pace. Questo trattato fu modificato in parte da .quello di Londra del 13 marzo 1871. L'intervemo del picco lo Stato della Sardegna, con voto deliberativo come quello delle grandi Potenze, fu il premio concesso per l'intervento armato in Crimea, voluto· dalla politica lungimirante del conte di Cavour. li quale potè nel Congresso affacciare la questione italiana, e sostenere la necessità per l'Europa della sua soluzione conforme ai desideri unanimi della Nazione. li trattato ebbe alcune appendici: ·a) Convenzione (detta « degli Stretti ») fra le Potenze contraen ti: la Turchia d·ichiara di mantenere il principio invariabilmente stabilito, come antica regola <lèl suo impero, io virtè1 della quale finchè si trova in pace non ammetterà i bastimenti d i guerra delle Potenze estere negli stretti dei Dardanelli e del Bosforo. Le altre Parti contraenti rispetteranno e si conformeranno a l principio enunziato. b) Co11ve11zione fra Russia e Tu,t;hia : le Parti con-


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traenti si riservano d i non mantenere nel Mar Nero che ·sei bastimenti <la guerra a vapore di 50 metri di lunghezza, sopra acqua, d 'un to nnel laggio di 800 tonnellate al massimo, e 4 b~stimenti leggeri a vapore o d a vela d'un tonne llaggio che non oltrepasserà 200 tonnellate ognuno. e) Con11cnzionc tra Francia, Inghilterra e Russia: quest'ultima dichiara che le isole d ' A land non verranno fortificate e che non vi sarà mantenuto nè creato nessun stabi limento militare o navale . d) Convenzio11c fra Austria, Francia ed Inghilterra (15 aprile 1856). Le Parti contraenti garantiscono un itamente e separatamente !"indipendenza e l'integrità dell 'Impero otto•

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suna in gerenza d el sultano. La Mo ldavia pagherà al Sultano un an.nuo tributo di 1 .500.000 piastre e 2.500.000 la Valacchia. I t rattati internazionali stipulat i dal sultano si a pplicheranno ai Principati. In caso d i violazione delle jmrnunità dei Principati, questi, se _il ricorso al su ltano sarà respinto, potra nno rivo lgere i loro richiami alle potenze garanti.

XCIV. Tmttalo di Parigi (5 settembre 1860). Convenzione tra Francia, Austria, I nghilterra, Prussia, Russia e T urchia. Un corpo d i trup pe europee, che potrà essere portato a 12.000 uom ini, sarà d iretto in Siria· per contribuire al ristabilimento del la t ranquillità. Del detto corpo di truppe

Partecipanti al Congresso di Parìgi ( 183tl) 11 Conte di Cavour - 2, Marchese di Vil!arnari~a - 3 1 Conte d.i I-Iat:zfeldt - 4, Benedetti, segretario - 5, !Vloharnmed Djcmìl...bey 6 , llarone di Bt·wmow - 7, Darone di I\1anteuffel - 8, Conte di Buol - ~9, Barone di H Ubner - lO, Alì. pascià - 1 I, Cont~ di Clarendon - 1 2, ConLe \ Valewsh-y, presidente - 13, Conte Orlov - 14, Barone di llourgucncy - 15, Lord Cmdey

mano. Oglli infrazione alle st ipulazioni del de tto trattato sarà da loro considerata come un « casus belli » . S'accor deranno colla Porla per le necessarie misure, e regoleranno fra di loro l 'uso delle rispettive forze militari e navali. e) Dù·hiamzione fra le Potenze che segnarono i precedenti trattati (16 aprile 1856). Si stabiliscono i seguenti p rincipi del diritto delle genti , che ciascuna Potenza si impegna orma i di professare e di far rispettare: 1°) abo lizione d ella corsa marittima; 2°) la bandiera neutrale copre la merce nemica, eccetto il contrabbando di guerra; 3°) eccetto il contrabbando di g ue rra , la merce neutrale non si può prendere, neanche sotto bandiera nemica; 4°) il blocco non è obbligatorio se no n quando è effettivo. XCIII. T,-attato di Parigi (19 agosto 1858). Co,i vcnzionc fra Austria, Francia, Inghilterra, Prussia, Russia, SaTdcgna e. Turchia, per l'ordinamento definitivo dei principati d i Moldavia e Valacchia, giusta i l trattato d, Parigi del 30 111arzo 1856. I principat i d i Moldavia e d i Valacchia, costituiti ormai son o la denom inazione d i Principati Uniti di Moldav ia e di Va lacch ia, restano sotto la sovranità della Porta. Le immunità e privilegi consacrati dagli atti e ca pitolazioni sono posti sotto la garanzia delle P a n i cont raenti; i Principati si reggeranno liberame nte, senzi:. nes•

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la Francia consente a fornire tosto la metà. Le Parti contraenti concorreranno con sufficienti forze navali al successo degli sforzi comuni per r icondurre la pace su l litorale siriaco. L e Parti contraenti fissano a sei mesi la durata dell 'occupazione delle truppe europee i n Siria. Nel-

l'eseguire i loro i111pegni le Parli contraenti non mirane ad ottenere alcun vantaggio territoriale, nè alcuna influenza esclusiva, nè alcuna concessio ne rdativa al commercio dei loro sudditi, che non possa esser. comune ai sudditi di tutte le nazioni . Oltre di ciò i rappresen tanti delle cinque Potenze spe rano che, secondo k · solenni promesse della Porta, saranno prese serie rn is urc arn111inistrative per mig liorare la sorte dei Cristiani d'ogni rito soggetti alla Turchia. XCV. Tra/lato di Pm·igi ~ 2 febbraio 1861). Tra Francia e Principato d i Monaco. li ·p rincipato di Monaco rinuncia per sempre in fa\'ore d ella Francia a tutti i <liritti ch e direttamente o indirettamente ha sui comuni d i Mcntone e Roccabru na . La Francia pagherà al Principato la somma di 4 m ilioni di franchi. Una un ione doganale sarà attuata fra i. contraenti .

XCVI. T,-at1<1to di Parigi (8 febbraio r863) . Convenzione fra Russia e Prussia. La Prussia s'impegna a non fornire


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agl'insorti polacchi alcu.na assistenza nè diretla nè indiretta, e, all'uopo, promette d i cooperare attivamente alla repressione del moto di qua e di là dei suoi confini. Se la cosa sarà necessaria, le truppe russe potranno anche entrare nel territorio prussiano. li cancelliere tedesco Bismarck, prevedeva, a nzi voleva una guerra in Danimarca a cagione dell'eterna e insolubile questione dei Ducati. Ma non ignorava che un alracco contro la Danimarca non sarebbe stato possibile senza il consenso dello czar. La presence convenzione con !a quale era facilitato alla Russia il compito di domare la Polonia insorta, acquistò alla Prussia titoli seri alla gratiturline e alla benevolenza della Russia, onde fu resa fac ile· a Bismarck l'l9ecuzione del suo disegno. XCVll. Trattato di Parigi (r5 settembre 1864). Convenzione tra Francia e Italia. L'Italia s'i,;..pegna a non assalire il territorio che forma presente mente lo Stato pontific io, e ad impedire anche colle anni che altri lo faccia. La Francia ritirerà le sue truppe dagli Stati pontific i gradualmente, ma lo sgombro sarà compiuto clltro due anni. Il governo italiano consente alla formazione d'un esercito pontificio, anche composto di volontari cattolici stranieri, purchè non costituisca un mezzo <l 'offesa per l'I talia. L'Italia si dichiara p ronta a t rattare per assumere a suo carico una parte proporzionale del debito degli antichi Stati della Chiesa. La presente Convenzione si eseguirà quando i l re <l' [ta l ia avrà decretato il trnsferimento altrove della capitale del regno, che dovrà farsi nel termine cli sei mesi . In base a questa, che fu chiamata « la Convenz.iooe dd settembre· )) , la capitale venne trasferita a Firenze. XCVIII. Assedio di P"rigi (1870-71) . Appa rricne al la guerra Franco-germanica. Le truppe francesi attive, agl i ordin i de l gen. Trochu , erano rappresentate dal XIII corpo (Vinoy), dal XIV (Rcnault) e da varie unità di marci,,; in to tale circa 90 mila uomini rinforzati da 135.000 Guard i~ nazionali mobili, da 60. 000 Guardie nazionali sedentarie. -oltre vari corpi iraHchi e ausiliari. In totale circa 550. 000 uomini, di cui forse 60. 000 veri combattenti sper imentati . Nella Senna erano 27 ·c annoniere fluviali armate. Le forze

tedesche· somn1avano a sei corpi e n 1ezzo con cinque divis. di cavalleria, success iva1nentc ~tccresciute delle unità rese disponibili, per modo che al la fine di ottobre giunsero a ,quasi 200.000 uomini, Olliml combattenti.

Nel settemb.re ed ottob re si ha il per iodo p relimina re di -investimento : il Xlfl corpo (ranct·se si schiera il 15 settembre a est della piazza, fra Charenton e Vincenncs: il XIV a sud, fra Clamart e Ivry, concentrandosi il 17 sul pianoro <li Chiìtillon. Sono le due di rezioni da ~"i p revedonsi gli sforzi p rincipali: altre unità miste completano la difesa periferica. La 4:t armata tedesca avanza <la oord-est, fra Marna e O ise, e compie indisturbata il proprio schieramento; mentre la 3~, prol'cnicnte da sud-est, deve esegu ire un tratto di man.:ia <li fianco con successiva conversione d ei corpi Vf, V e II Bavarese verso nord, per occupare la fronte assegnatale , Il mattino del 19 avviene l'urto fra queste unità e il XIV cot'po francese, che, secondo gli ordini dd proprio comandante gen. Ducrot, pre posto al settore sud, tendeva a manovrare per cogliere in fianco l 'avversario. Ne segue una serie d isordinata d 'in-

contri: sostenuti da fuoco prevalente di artigl ieria, i Tedeschi s'impongono e i Francesi abbandonano ag li avversari la r idotta d i Chihillon ; il panico si propaga culminando nel temporaneo abbandono del forte di . M. Valérien eia parte della Guardia nazionale . La 3• armata tedesca si estende a semicerchi o da sud. collegandosi a dr . co,i

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la 4• e a sr. con l'Armata della Musa \'erso Bo ugi,·al. cerchio d i investimento va saldandosi e si organizza una linea tr iplice (di ' avamposti, di resistenza, d i riser;•a) ccperta a tergo dalla cavalle ria . Dalla fine d i settembre }'. è jsolata e comunica con l 'esterno solo con rnezzi aerei. Seguono nuovi tentativi francesi di rettificare con vantaggio la sistemazione delle posizioni esterne verso sud: i 1 XIII corpo riesce il 23 settern.br~ a occupare due picc:,k ridotte presso Villcjuif; ma il 30 settembre fallisce un colpo di mario su Chévilly. li 13 ottobre ,11, attacco d , tre colonne su Clamart, Chatillon e Bagneux, dopo parziali successi, si risolve in uno scacco. Si preparano allora d iversioni nel settore occiden tale : il 2r ottobre quattro colonne attaccauo la fronte Lluzcnval-Malmaison per sbaraz,:are l'ansa de~la Senna c he s'inoltra verso Gcncvilliers dalle occupazioni nemiche che insid:ano le v icinanze <lei M. V.1lérien e punta re poi eia Bezons sulla bassa Senna. In primo tempo gli obicnivi sono raggiunti e qualche allarme si propaga nel campo avversario; i-na sotto la n1inaccia di contrattacchi d'ala le co lo nne francesi ripiegano . Operai.ioni più serie si progettano allora contro· la 4" armata tedesca nel settore nord-est. Il 28 un bgl. <li franchi tiratori occupa di sorpresa Le Bourget scacciandone una gran g uardia nemica; ma i l 30, <lopo larga preparazione di fuoco, i Tedeschi riprendono Le 13ourgct. Tale scacco, seguìto dalla notizia nella capito lazione di Met7., ha grave ripercussione a Parigi . li 31 o llobrc una sommossa provoca l'ammutinamento di battaglioni della Guardia nazionale: i rivoltosi arrestano i l generale Trochu e i m inistri . che solo dopo varie ore sono liberati dalle truppe fedeli. Questo periodo si chiude,· cosl, tristemente per la Francia. soprattutto P"r l'ini,zio di palesi discor,lie politiche, che influiscono sulla situazione generale: la stabilità del Governo nazionale a p pare incerta e le trattative che si svolgono a Versailles ne soffrono, in quanto il Bismarck esige garanzie così gravi per concedere un armistizio che j ne[I

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goziati vengoho interrotti.

La continuazione <lellc ostilità e la p ressione d dl 'opinione p ubblica obbligano il Comando francese a te ntar ,wovamente la fortuna delle a rmi mercè sortite in forza, che possano condurre a dar la mano ali ·a rmata della Loira. Si riorganizz~no perciò le unit~L su tre armate (Thoinas, Ducror, Vinoy), il presidio d i Saint-Dcnis, i reparti addetti ai forti : in totale circa 400. 000 u ., o ltre 200.000 Guardie nazionali d i assai dubbia efficienza. Ma i Tedeschi sooo nel frattempo rinforzati e co,;tano ormai circa 250.000 ~10111ini agguerriLi 1 appoggiati a linee <.li difesa e

d i collegamento perfettamcmc coordinate. Dopo vari pro• getti. ,uso la fine d i novembre il generale Trochu ordina una sortita in direzione sud-est nel settore fra Marna e Senna, affidandone l 'esecuzione alla 2a armata (corpi I, II e II[) coadiu,·ata dalle unità dei settori laterali, e appoggiala da numerose batterie stabiijte lateralmente su ll 'ansa d i Saint-Maur e sull'a ltipiano d i M. Avron. Ne deriva la battaglia di Ville,·s (V.), che si riso lve in un insuccesso. Intanto avv iene la caduta di Orléan, nelle mani dei Tedeschi , e ciò fa tramontare definitivamente la speranza d i congiunzione con l 'armala d i campagna e quindi l 'opportunità d i simili operazioni. Tuttavia il partito degli esaltati influ isce ancora sull 'opinionc pubblica e costringe il comando a nuovi ten tativi per sostenere il p restig io delle armi . Rimanegg iato ancora il r aggruppamento delle forze, il generale Trochu è indotto a p rogettare un 'qperazione nel settore nord-est contro le formidabili posizioni avveriarie tld Bourget (V -) - La lotta c~1ra due giorni (21 e 22 dicernbrc) e s i c hiude con un nuovu insuccesso.


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Volendo venite· a una decisione rapida ed essendo troppo lungo il tempo occorrente a . ricevere i materiali d'assedio, il Comando tedesco delibera d'iniziare senz'altro il bombardamento del lato est della piazza. Iniziato il fuoco il 27 dicembre con ottanta pezzi di grosso calibro, gli effetti si palesano subito : il forte di M. Avron, schiacciato da fuochi incrocia'ti, dcv 'essere d isarmato il 28 e abbandonato perchè troppo esposto. Il tiro dei T edeschi si concentra allora sui forti d i Nogen t, Rosny e Noisy e il 5 gennaio comincia <la sud anche contro i forti d i Montrouge, Vanves e lssy. Le opere soffrono gravi d anni, mentre scarsi effetti hanno i tiri lunghi diretti poi sulla città. Il 21 gennaio comincia l'azione a fuoco da nord contro il campo

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605 cannoni da campagna, 1371 da piazza, e grande quantità di munizioni.

177 . 000

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XCIX. Convenzione di Parigi (1884). Sulla protezione dei cavi telegrafici sottomarini. Vi presero parte 27 Stati , cd ebbe per scopo d i disciplinare la protezione dei cavi medesimi in tempo di pace. Per il tempo di guerra fu la. sciata piena libertà d'azione ai belligeranti. Però, nel 1907. con l'art, 54 del Regolamento annesso alla IV Convenzione dell'Aia, venne posta una limitazione alle libertà dei belligeranti, prescrivendo che i cavi sottomar ini, partenti da un territoric occupato <la un belligerante e diretti ad un territorio neutrale, non possono essere presi o distrutti eh quel bellige rante che in caso di • ~ Iuta necessità, ·e

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L'assedio dei Tedeschi a Parigi nel 1870-7r

trincerato di Saint-Oen.is ; ma, nell'insieme, il bomba rdamento non raggiunge gli effetti decisivi sperati d;ill'attac• ca nte . La penuria di viveri s'aggrava peraltro in Parigi e alti clamori popolari impongono un supremo tentativo di sortita . Scarsamente fiduciosa, I·auroriti, militare deve cedere e prepara un'azione nel settore ovest contro le linee che fron teggiano i l forte d i M. Va lérien. Le unità sono ancora rimaneggiate inquadrandovi 42 . 000 Guardie nazio- . na li, d i ·cui il popol ino esa lta lo spirito guerriero. L'azione di Buzcnval (V.) si svolge il 19 gennaio, ma non riesce a scuotere le linee dei Tedeschi : a sera i Francesi •ono ricacciati in grande disordine. La notizia del grave scacco, diffusa a Parigi, provoca i l 22 d icembre una rivolta popolare. 11 governatore Trochu, per placare il malcontento, cede i l comando militare al gen. Vinoy. E chiudesi la serie dei tentativi intes i a salvare la capitale dall'estrema caduta. Ormai la scarsezza dei viveri imponeva la necessità di t rattar~, poichè pre,·edcvasi l 'csaurimento completo per il 1 febbraio . Dopo interviste preliminari, il 28 gennaio si fumava a Versailles un armistizio generale della durata di 2r giorni, che importava la capitolazione d i Parigi e la resa <lella guarnigione come prigioniera di guerra. Il 29 gconaio i Tedeschi occupavano i forti impadronendosi di

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salvo restituzione e pagamento di una indennità alla conclusione della pace. C. T l'attato di Parigi (rn dicembre 1898). Tra Spagna <' Stati Uniti. La Spagna cede ogni d iritto e titolo "di sovran ità su Cuba, di cui riconosce l'indipendenza , cede agli Stati Uniti l'isola d i Portorico, le p roprie isole minori delle Indie occidentali , l'isola di Guam nel Pacifico, l'arcipelago delle F ilippine. Gli Stati Uniti pagheranno alla Spagna 20 milioni di dollari e si impegnano ad ammettere dopo rn anni i bastimenti e le mercanzie della Spagna nelle isole Filippinç alle stesse condizioni di quelli degli Stati Uniti. Recip roco scambio dei prigionieri di guerra. Gli Stati Uniti si annettono Portorico e l'i Fil ippine, vendono le Marianne c le Carolinc :\Ila Germania , dichiarano indipendente Cuba. sotto la loro protezione. CI. Tmtlato di . Parigi (20 luglio 1902). Tra la Francia e il Mar()cco, relativo alla frnntiera. Modifica parzialmenre i l trattato del 1845. Vengono fissate le linee ent ro cui gli Stati confinanti possono disporre posti di guardia e di d<Jgana; viene fissata la condiz ione giuridica degli abitanti delle varie regioni in base a tale del imitazione, e sono sta•

bilitc delle norme procedurali per discutere e regolare pron-


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tarnentc le controversie che sorgess<:ro fra le cribi, e le autorità locai:. CII. Trattato di Parigi (6 ottobre 1904). Tra Francia e Spagna. I governi granccse e spagnuolo, essendosi accordati sui diritti e garanzie che spettano alla Francia per i suoi possedimenti in Algeria e alla Spagna per i suoi possedimenti sulle coste del Marocco, e avendo la ·Spagna <li conseguenza data la ma adesione alla dichiarazione franco-inglese dell '8 aprile 1904 relativa al Marocco e all'Egitto, dichiarano di riconoscere l'integrità dell'impero marocchino sotto la sovranità del Sultano. Questa dichia1azione fu pubblicata il 7 ottobre 1904 e notificata nello stesso giorno alla Ge"rmania. Cllf. Trattato di Parigi (13 dicembre 1906; la firma av venne a Londra) . Accordo tra la Francia, l'Inghilterra e 1'Italia, relativo ali'Abissinia e al mar Rosso. Allo scopo d i prevenire qualsiasi torbido nell'impero etiopico, le Partì contraenti sono d'accordo per mantenervi lo « statu quo » politico e territoriale. Avverandosi qualche mutamento le Parti contraenti osserveranno attitud ine di neutralità, aste p

ncndosi da ogni intervento, e limitandosi a quelle azioni che saranno in precedenza convenute fra le pan i stesse per

gli interessi comuni delle ere Potenze . Se la situazione venisse ad essere modificata, le Parti contraenti faranno tutti g li sforzi possibili per mantenere l'integrità dell 'Abissinia. Seguono disposizioni concernenti le concessioni ferroviarie e la procedura da seguire in caso dì controversie. Con convenzione aggiuntiva della stessa data si fissano <!egli obblighi fra le Potenze contraenti per esercitare una rigorosa sorveglianza sul commercio delle armi e delle munizioni.

CIV. Did,iaraz,011,: di Parigi (16 maggio 1907). Tra Francia e Spagna. Si conviene di mantenere lo « statu quo ,, territoriale nel Mediterraneo, ritenuto condizione necessaria per il mantenimento della pace europea. Verificandosi circostanze tali che lo turbassero, saranno concertate fra le Parti contraenti le misure da prendere in comune. CV. Tratta/O di Parigi (10 giugno 1907). Accordo tra F rancia e Giappone. I due governi, d'accordo per r ispettare l'integrità della Cina e il principio <li uguaglianza e di trattamento commerciale di tutte le nazioni, e avendo in teresse acchè lo stato pacifico sia garantito soprattutto nelle zone dell'impero cinese prossime ai territori in cui le Parti contraenti esercitano diritti di sovranità, di protezione o d'occupazione, si impegnano a garantire la pace e la sicurezza in tali regioni, onde . assicurare i diritti acquisiti dalle Nazioni contraenti sul continente asiatico. Con dichiara• zione aggiu ntiva della stessa data, le Parti si riservano di iniziare trattative per una convenzione commerciale fra il Giappone e l'Indocina francese. CVI. Tral!ato di Pa,igi (23 dicembre 1908). Accordo tra Francia e Belgio. Quest'ultimo riconosce alla Franc ia il diritto di preferenza sui suoi possedimenti del Congo in caso d i alienazione a titolo in tutto o in parte oneroso, analogamente per scambi di territorio congolese, concessioni o locazioni generali o parziali, a nazioni straniere o !pro sudditi. Il Belgio d 'altronde dichiara che non saranno mai fatte concessioni a titolo gratuito nè di tutte nè d i parte di tali concessioni. CVII. Tmtuuo di Parigi (20 gennaio 1925). Fra Russi;t e G iappone; ven11e firmato all'ambasciata del Giappone a f'., dal! 'ambasciatore del G iappone e da un inviato dei Soviet. Con questo trattato il Giappone ricof!osce il go-• verno dei So\•ict, promette la evacuazione dell 'isola Sakha-

linc. Inoltre sono r istabilite le ambasciate di Tokio e di Mosca e sono .aboliti ; trattati conclusi dallo czar col Giappone, eccettuato quello di Portsmouth. CVIII. Trattato di Pan'gi (10 giugno J926). Tra Francia e Romania, per il mantenimento dello « statu quo » territoriale romeno, compresav-i la Bessarabia. Questo trattato fu reso pubblico il 20 gennaio 1927. La Francia e la Romania si impegnano reciprocamente a non abbandonarsi ni: da una parte, nè dall'altra ad alcun attacco e invasione e a non passare da una parte e dall'altra in nessun caso alla g uerra; si impegnano a esaminare in comune,

sotto riserva delle decisioni eventuali del Consiglio e del!'assemblea della Società delle Nazioni, le questioni di natura tale da mettere in pericolo la sicurezza esterna della Francia o della Romania o da portare pregiudizio all'ordine stabi lito dai u·attati, di cui l'una e l'altra sono firmatarie. Se la Francia e la Romania si vedessero attaccate senza provocazione da parte loro, i due Governi si concerterebbero senza ritardo sull'azione rispettiva da esercitare nel quadro del patto della Società delle Nazioni, per salvaguardare i loro legittimi interessi nazionali. Le Parti contraenti sono d'accordo per concertarsi fra esse nella eventualità di una modifica dello « statu quo » politico dei paesi d'Europa, e sull'atteggiamento da osservare rispettivamente da ciascuna d i esse. Il trattato avrà vigore per dieci anni, dopo i quali esso potrà essere rinnovato mc<liante u11 preavviso notificabile alla fine del nono anno. CfX. Trattato di Parigi (13 luglio 1927). Tra Francia e Spagna, per la questione del Riff, e la delimitazione dei rispettivi possessi nel Marocco. CX. Trattato di Pm-igi (11 novembre 1927). Tra Francia e Jugosla\•ia. F u detto « Patto di amicizia " , ma realmente rappresenta un trattato di alleanza politica e militare. CXI. T,·atta/o. di Parigi (29 novembre 1932). Tra la Francia e la repubblica russa dei Sovicti. ·Patto di non aggressione fra i due Stati..

Parigi Giulio. Architetto mi litare <lei secolo XVI-XVII. Insegnò architettura mii. a Firenze in principio del seco lo XVII. Fu discepolo del Buontalenti e maestro di Ilei Borro. l'arigi Ce.<arc. Generale, n. ad Asti, rn . a Torino (18621922). Sottor. di fanteria nel 1881, nel terremoto del 1908 ebbe la med. d i bronzo d i benemerenza. Combattè in Libia; nel 1913 ad Ettangi meritò la med. d'argento. Colonnello nel 1915, entrò in guerra contro l'Austria al comando del 55° fanteria. Ebbe poi il comando della brigata Chieti; nel 1916 fu promosso magg. generale e combattendo sul Carso ebbe altre due med . <l'argento. Nel 1917 P arigi Cesare ebbe i l comando della 59• divisione; nel 1918 quello della 34"; dopo l'armistizio comandò successi vamencc la 70• e la 2 " divis. Nel 1920 andò in posizione ausiliaria. Parise (Annibale). Schermitore italiano del sec. XIX. Nel 1861 fondò una Scuola di scherma napoletana, la quale, sebbene favorita e sovvenzionata dal gcn. Cialdini, luogotenente d i Garibaldi, ebbe poca durata.


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Pm-ise Masaniello. Direttore dcllà Scuola Magistrale di Scherma, scrittore (1850-1901) . Volontario garibaldino a 15 anni, combatti: nel 1866 e poi a Mentana. Appassionato cultore dell' arte della scherma, vinse il concorso per la compilazione d i un Manuale di scherma, bandito - dal Ministe ro della g uerra, e venne proclamato d irettore della Scuola Mag istrale d i Scherma, istituitasi in Roma verso il ,885. Scrisse : « Trattato teorico-pratico della scherma d i spatla e $ciabola »; « Manuale cavalleresco » .

Pari si (Giuseppe) . Generale e ministro della g uerra napoletano, n. a Molitcrno nel 1750, m. nel 1831. Cadetto nel regg. Calabr ia nel r766, passò nel 1771 nel ruolo degli ingegneri, d ivenendo poi insegnante, e ten . colonnello comandante cd ispettore della Reale Accademia militare. Dal 1782 al 1785 fu in Prussia a studiarvi quegli ordi namenti militari. Colonnello nel 1794, brigadiere nel 1797 e maresc. nello stesso anno, combattè nel 1797 e nel 1805, e d ivenne ispettore generale degli ingegneri militari e ten . generale nel 1808. Dopò essere stato m inistro della guerra nel 1820, lasciò il serviz io nel 182r. Scienziato e studioso, pubblicò 4 volumi d i « Elementi d i architettura militare » e un 'opera cli « Archeologia m ilitare " · Come architetto, progettò gra ndi lavori stradali e opere varie, tra le quali fortificazioni su l Garigliano. Parisi Felice. Genera le medico, n. nel 1855, m . a Napoli nel r922. Sottot. 1r.edico nel 1876, in occasione del colera del 1887 meritò la med . d i bronzo dei benemeriti della salute pubblica. Colo nnello nè l 1908, fu d ireJtore dell 'ospedal<' d i Roma : nel 19io passò alla d irezione di sanità dell'XJ C. d' i\. e nel 1913 divenne segretario all 'ispettorato d i sanità mi litare. Magg. generale ispettore di sanità. mii. oel 1914, andò i o P. A . nel 1920. _Parisi Luigi . Generale, n. e rn . a Cava dei Tirrrni ( 18721933). Sottot. d i fameria ,1d 189 2, partecipò alla campagna libica del 1913 meritando la med. di bronzo a Sid i Ga rbàa. Nella g uerra contro l'Austria g uadagnò tre mcd. d'argento e riportò grave ferita. Colonnello nel 1917, comandò nel 1919 il 32° fanteria e poi il 63•, quindi tenne successivamen te il comando dei d istretti d i Potenza e di Salerno . Generale di brigata comandante la 12• brigata d i fanteria nel 1929 , fu nel 1931-32 a Piacenza quale ispettore di mobilitazio ne .

Pari tà navale. Questio ne sorta dopo la g ue rra Mondiale più volte t rattara nelle riunioni politico militari internaz io nali. La P. N. tra la Fra ncia e l 'Italia sulla cifra d i ,75.000 tonne llate· per ciascu na, venne ufficialmente riconosci,{ra nd t rattato d i Washington (6 febbraio 1922) stipulato .fra Stati Uniti, G ran Bretagna, Giappone, Francia, Italia. Questo trattato cn1rò i,l vigore il r7 agosto 1923. li delegato dell a marina italiana, al q uale deve i l merito pri ncipale d i avere otten uto la parità, era l 'arnmir. Alfredo Acto n. Il trattato venne .completato col patto d i Londra 'che avrebbe dovuto essere firmato dalle ~tesse cinque Potenze, ma che in realtà venne conclu so soltanto fra le prime tre. Anche nel patto di Londra (22 apr.ik 1930) era prevista la l'. N. tra Francia e Italia, in rapporto agli incrociatori da 10.000 tonnellate, dei quali ai due Stati ne erano assegoati sette per ciascuno. Senonchi: la Francia formulò riserve che non poterono essere sciolte neppure nelle varie conversazioni tenute in Roma negli anni 1930 e 1931. La questione è tuttora (1933) in sospeso, ma frattanto la Francia e l 'Italia hanno arrestato le costruzioni d egli incrociatori « standard » al numero di 7 a cui sono o ra g iul1t<: . Come altra condizione d i P. N ., i trattati

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suddetti stabiliscono che Francia e Italia possono, nei li1ni1i dei d islocamenti prev isti, aumentare la corazza d i protezione e i l calibro dei cannoni delle navi esistenti fino al calibro d i 406 111111. Alle stesse due nazioni sono assegna te identiche facoltà per il rimpiazzo delle navi d i vecchio tipo. Nel 1rattato d i Londra vennero stipulate altre convenzioni fra Stati Uniti , Inghilterra e Giappone, rig uar-

danti incrociatori , cacciatorpediniere e cacciasommergibil i. convenzione alla quale Francia e Italia non poterono aderire per le riserve avanzare dalla Francia nei rig uardi della P. N. con l ' Italia. (V. anche i trattali d i Londra ( 1930) e Wasl,ington (1922)] .

Par kani (o Barkaru). Città dell 'U ngheria nel co1nitato d i Gran, alla confluenza del Danubio col Gran. Nel 1594 i Turchi. a cui apparteneva la città, vi soste nnero un lungo assedio; nel 1684 gli Im periali, dopo aver disfatto 1:esercito turco sotto le sue 111ura, se ne impad roo ixo_no . Parker (sir Guglielmo) . Ammiraglio Inglese ( 1781-r866). Si banè contro la Francia n apoleonica dist inguendosi al Ferro! e d iven ne coutrnmmir. nel 1830, partecipando alla guerra in Portogallo. contro don Miguel; nel 1841 fu a capo delle forze naval i inglesi nella Cina, durante la guerra dcli 'Oppio . Tornato in patria, comandò (1848) la squadra del Mediterraneo, e di venne poi viceammir. e comandante in capo a Plymouth; fo promosso ammir. nel , 863. On altro P. (Hyde) fu pure ammir. ing lese : sco11fisse g li O landesi a D oggcr Han k nel Pal'ker I-Jydè r781 e n1orì <lue annj dopo . -

Suo figlio, Peter (Ij40-r807) fu pure anumr. inglese e si distinse nella battag lia di Capo San Vincenzo (1797).

Par kes (Edmondo). Me<lico milit3rc inglese del se• colo XVIlI. In collaboraz ione con k pcrson3lità scientifiche militari e civili del suo tempò, pubblicò a Londra un trattato d i igiene militare, reputato il più importànte d i tutti quelli esistenti. Il P. per la sua opera fu chi amato il fondatore dell'igiene m ilitare.

e

si

Parker Guglielmo

Parker Pietro

Par lamentario. Gli usi d i g uerra, internazionali, ammettono la possibilità di comunicazioni ufficial i fra gli eserciti belligeranti attr averso , le linee di combatrirnento o comunque avanzate, purchè esse s.i con1piano a me zzo di


PAR

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831 -

P., osservando scrupolosamente certe derermina1c formalità. ll parlamentario od i parlamentari sono militari di grado più o meno elevato, a seconda dell 'importanza della missione che devono compiere; essi prendono contatto con le truppe nemiche per portare a termine i l loro mandato,

PAR

tenersi. Ultimata la propria missi0ne, viene ricondotto allo .stesso posto dove è rimasto il seguito, e riaccompag11ato, con le stesse formalità, fuori delle lince. In nessun caso l'apparire di una bandiera bianca o l'arrivo di un P. intcf-rompe una operazione, un combattimento che fosse

stato impegnato o un in.seguimeuto in atto. Se, per c ircostanze _im .. pre\'isre, il P. è venuto a i.:onoscenza di operazioni rniJitari in

pieno svolgimento,

si

è in focoltà di tratte-

Parlamentario dell'epoca napoleonica

che può essere quello di far pervenire un piego al comandante delle truppe avversarie, o quello di ottenere un colloquio con lo stesso, per int~volare trattative di pace o armistiz io, per seppellire i morti, per chiedere scambio d i prigjonicrjJ ecc. Il P. si presenta agl i avamposti nemici, o si presenta atuavcrso le lince d i combattimento con le note formal ità (ved , Avamposti), preceduto cioè da un trombettiere o tamburino che ne annunzi l'arrivo a distanza e da un uomo che porti ben al;cata una band iera bianca. In ogni caso egli è fatto fermare a distanza e gli viene imposto di fare dietro-front sul posto. li comandante del reparto più vicino si reca presso cli lui per conoscere lo scopo del suo inv io: se il P. deve con.segnare un plico, il comandante lo ritira per farlo pervenire a lle autorità superiori, lasciandone ricevu ta al P. al quale è imposto d i rientrare nelle proprie linee. Se egli è incaricato di fa re

nerlo nelle linee sino a che tali operazioni abbiano avuto compimento. Nel caso in cui egli sia venuto con azione subdola a conoscenza di tali operazioni, può essere trattato come spia. Il P. è inviolabile e deve es-

- ., ·· r;ridmentario ungherese sere ricevuto con modi nelle linee i talirrnc (19 18) cortesi, ma osservando rigidamente le forma)iLil prescritte. [)j massima è sem pre ricevuto; ma, come rappresaglia, può essere anche respinto :

nella guerra 1915-J9J8 vi era. su alcuni tratti della fronte, l'ordine di non accettare la presenza d i parlamentari. È, anche consentito (durante operazioni in corso) di d ichiarare che non si riceveranno P. per un certo pcùodo di tempo, o finchè un dato scopo non sia raggiunto . In questo caso,. e dopo questa dichiarazione, i P. che si presentassero In antico il P. fu non hanno dil'itto alla immunità . anche chia1nato ( < trombetta » o (( tamburo >;, m base allo. strumento che dava il segna le .

Nave p<1rlamemtm(l. Nella marina velica, era quella che una potenza inviava all"altra; essa recava l a propr ia b,ìndiera a poppa, la bandiera della nazione avversaria alla testa dcli 'albero di maestra, e la bandiera bianca in testa dell'a lbero di trinchetto. Non doveva essere ,:rmata in guerra,

nè portare mercanzie.

Parlante (Giuseppe). Generale, n. nel r8si• Sottot. d, fanteria nel r878, raggiunse il grado di colonnello nel 191 r. Comandò il 9° fanteria e nel r915 andò in P. A. Trattenuto in servizio per la mobilitazione generale, comandò. il distretto di Potenza. Magg. generale nel 1917, passò. nel 1919 nella riserva e nel 1923 assunse il grado di generale di divisione. Parma. Cittii dell'Emilia, capoluogo di p rovincia, sul fiume Parma che divide in due la città, attraversata dalla l'ia Emilia. :l'. sede del Comando del 7° distretto mii. e della Scuola d'applicazione di fanter ia. Nel 1860 vi fu istituito lUI Collegio militare che venne soppresso quattro anni dopo. Si crede che P. fosse fondata dagli Etruschi; nell'anno 184 a. C . i Romani Parhnncntario turco nel campo inglese ui D ardanelli ( 1915)

comun icazioni verbali o di alta importanza, viene bendato assieme a tutto il suo seguito, afl'incbè non veda le posizioni e la d isposizione delle t rnppe, e condotto in posto coperto. Quivi, fermato i l ·seguito; egli solo, sempre bendato, è accompagnato al Comando col· qualè deve intrat-

ne fecero una colonia) a cui Cesare con -

ferì i l titolo di Giulia e Ottavia no chiamò Augusta, dopo averla ristorata Stemma di Parma dei danni sofferti dai soldati di Anton io. Travagliata e guastata dalle invasioni barbariche e dalle oppressioni d i Alarico, Radagasio, Attila ed Odoacre, fu restaurata nel 493 da Teodorico che le concesse vari


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PAR

privilegi. Dopo venne occupata dai Greci d i Belisario; nel 553, Bucccllino, calato i n Italia con 75.000 Alemanni e Franchi, sconfisse presso P. l'esercito greco che gli aveva mandato contro Narsete. Nel 569 Alboino, oltre a vari<!

Il rednto nnU"ato di Parma l'}él secolo XIV

cltta della Liguria e dell'Em ilia, s'impadronì anche d i P. che veniva eretta nel 579 in d ucato longobardo, i l quale nel 774 si diede a Carlomagno. La città fu q uindi scompigliat a dalle lotte fra Arduino ed Arrigo II d i Ger mania, il quale, rimasto vincitore, ebbe la città fedele fino alla morte. Dopo un tentativo di libero Comune, P. si dava, nel 1029, in cambio di larghi privilegi, a Corrado l i. Nel 1046, passò sotto la signoria dei prop ri vescovi, fino al 1085, qua11 do sorse un governo repubblicano che si conservò e difese contro gli imperatori, sostenendo lotte accan ite; 111a la città fu spesso d i laniata dalle contese fra Guelfi e Ghibell ini. Nel sec. XII P. sostenne guerre contro Borgo S . Don ni no e contro P iacenza. Sanguinosa fu la battaglia combatturasi nel r199 dai Parmensi, capitanati <la Ro lando Rossi e aiutati dai Cremonesi , dai Reggiani e dai Modenesi , con tro i Piacentini collegati coi Bresciani, Mi lanesi, Cremasch i, Novaresi, t\stigiani e Alessandrini . Nel 1228, d ich iarat asi ghibel li na cd accostatasi a Federico Il , combattè vittoriosamente comro i Guelfi bolognesi. Dal 1303 al 1545 fu soggetta a parecchie signor ie. I Corregg io, i Rossi, Lodovìco <li Ilavicra, Giovanni d i Lussem .. burgo, Mast ino della Scala , gli Estensi, i Visconti, g li Sforza, l Francesi, Ja Chic.s a dominarono successivamen te la città, finchè, nel 1545, J'aolo Ili, della famiglia Farnese, eresse P. e Piacenza in ducato, a favore della sua famigl ia, nominandone primo duca il proprio figlio Pi~r Luigi Farnese. Gli successe i l figlio O ttav io, che si alleò con ·Enrico II di F rancia il q uale m andò P ie1'0 Strozzi in suo soccorso, contro don Ferrante Gonzaga che aveva posto con gli Spagnuoli l'assedio alla città. La pace t u fatta nel

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PAR

1552, per accordi tra il papa, .i l re d i Francia e Carlo V, d urante la signoria dei Farnesi, durata fino al 17.,t. In tale epoca furono inscritti nella milizia gli uomini dai 20 ai 40 anni (12 .000 fanti e 1200 cavalieri) e istituiti ottimi ordinamenti m ilitari. Estinta la dinastia dei Farncsi, i,li Stati di P ., pcl trattato del ·J718, passarono ai Bor boni di Spagna, che li tennero fino a quando gli eserciti della rivoluzione francese occuparono l 'Italia superiore. Nel 1808 Napoleone imperatore fece dei <lucati di P. e Piacenza prima due grandi feud i imperiali, poi una provincia del Regno Italico, col titolo di Dipartimento del Taro. Caduto Napoleone, il trattato di Vienna assegnò il ducato a Maria L uig ia, m oglie dell'ex imperatore dei F rancesi, che vi regnò fino alla sua morte avvenuta nel 1847. Allora P. tornò ai Borboni che governarono tirannicamente il piccolo Stato; l'ult imo <li essi, Carlo III , fu pugnalato da A. Car;a nel 1854. Gli successe la vedova Luisa Marra, -sotto · la quale si e bbero supplizi e deportazioni dei pat riotti, finchè. travolta dalle guerre dell'indipendenza, i l 9 giugno si allontanò dallo Stato che, in seguito al plebiscito dell'n marzo r86o, veniva annesso al Piemonte. Le fortificazioni di Panna, consistenti in una cinta bastionata e nella ciL~ tadella, furono opera dei Farncsi. Nel 1848-1849, i Parmensi par teciparono con i P iemo n tesi alla campagna con le seguenti truppe : bgl. guardia 11azionale mobil itarn; bersaglieri parmensi ; due bgl. di linea; due colonne mobili volontari; sezione del genio; sezione d'artiglieria; dragoni; servizi. La sezione del genio partecipò ali 'assedio di Peschiera e vi guadagnò una menz,ione onorevole, che con decreto del 1887 fu cambiata in med . di bronzo al va!or militare . Nel 1859, le truppe parmensi, comandate dal gen . Crotti e composte di un regg. fan teria, una btr. d'art. e LJna cp . di gcndanneria, con un totale di 5000 u., presero parte alla costituzione dell 'esercito della Lega_ dell'lrnl ia Centrale.

Grnn Comando Militare di Parma. La prima circoscri zione territor iale dell'Alta Italia fu stabilita con R. D. 25 marzo 1860; con essa i l terrirorio nazionale fu d iviso in cinque grand i zone , che p resero il nome d i Dipartimenri, e a capo d i ciascun dipartimento fu posto un « Gran Comando Mi1itare ,, . .A P. fu stabilito il 3'' G. C. M. a cui furono assegnate le divis. d i P., Moden;1 e Piacenza. Venne soppresso il 25 giugno 1865.

Parma nel secolo XV

I. Battaglia di Parma (1247). Appartiene alla ribellione dei Guelfi contro !'imperatore Federico Barbarossa. I fuorusciti della città, appartenenti alle famiglie Rossi, Lupi, Correggeschi, e altre ·minori , appoggiati dal Papa, si erano


PAR

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:raccolti a Piacenza, donde avanzarono, comandati d a Gherar do da Correggio, fino al Taro . Era a P. podestà imperiale Enrico Testa, il quale uscì dal la città, ma , mentre si disponeva ad attaccare i Guelfi, una parte delle mi -

P~rma nel secolo XV1

l izie lo abbandonò e passò agli avversari . Tentò d i resi-

ster<:: il Testa, n1ai assalito furiosainente, venne sbaragliato -e rimase ucciso: i Ghibel lini si diedero a lla fuga, e la città fu occupata dai Guelfi, i quali ne fecero podestii. lo stesso Gherardo. IL As;edio di Parm<1 ( 1521). Appa rtiene alla guerra tra Spagna e Francia pc! ducato d i Mi lano . Prospero Colonna mosse da Bologna con le truppe della Chiesa e d i Spagna dirigendosi verso P. e vi pose 1·assedio nel mese di ago.sw. rafforzato da 8000 Tedeschi giuoti dalla Ger mania e dalle forze del marchese di Mantova. Cominciato il bomba rdarne11to, i Francesi, che occupavano la città, giudi,carono d i non potersi sostenere dalla parte di ponente, dove oil, stretto era \ 'assedio e si r itirarono al di là del fiume dalla parte d i levante. Ridotti a mal partito dal furioso bombardamento e dai continui assalti delle forze del Colonna, chiesero soccorso al Lau trec, il quale avanzava lentame nte con oltre 15.000 u ,. Francesi, -svizzeri e Venez iani; finalmen te g iunse al Taro. L'avanzata del Lautrec non aveva ùato nessuna apprensione agli assedianti ; ma quando il duca Alfonso di Ferrara, rad unate m ilizie, entrò nel Modenese, prese Finale e San Fe lice e con le sue scorrerie arrivò fino alle porte di Modena , i Collegati, trovandosi fra due fuochi, spedi'rono in soccorso di Modena i l conte Guido Rangoni wn truppe sufficien ti; q uindi . tolto l'assedio d i l'. si ritirarono a San Lazzaro, dando comod ità al Lautrec di riforni re l a città di vivc"ri e munit:ioni. lii. Battaglia di Pflrmn (29 g iugno 173,1). Appartiene alhi guerra per la Successione di Polonia e fu anche detta battaglia d i Sa11 l'ietro. Stanno di fronte 1 Franco-Sardi, forti di circa 48.000 uomini, contro l'esercito austriaco che ne conta 47 .ooo . l primi sono comandati dal ma rchese di Coigny; g li Austriaci dal principe Alessandro del Wiirtcmberg, coadiuvato da l conte Mercy. Gli 1\llea\i non si aspet-

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PAR

tano una vigorosa Offensiva austriaca . Avviene per contro che il \Viirtemberg avanza, e occupato Colorno, si schiera a sud d i P., fronte a nord, lungo il naviglio del Taro. Il Coigny serra presso la città disponendosi a difesa a ovest d i P. , fronre a sud della strada d i Piacenza, coll a sr. appoggiata al la città e la dr. alla strada d i Cremona, su fronte ristrettissimo (circa 1500 m .) . Lo schier;imento, opportunamente molto profondo, su 4 lince: alla sr. e al centro tutta la fanteria, ali 'ala dr. due lince d i famcria e d ue d i cavalleria. Quest 'ala è particolarn)emc forte di truppe e di cannoni; la cavalleria garantisce d a eventuali sorprese del nemico da q uella parte. D ifetto grave della posizione l'essere intersecata <la un profondo canale detto Viacava, che, con andamento da sud a nord, separa le truppe dcll 'ala dr. d;1 quelle del centro, e non può essere passato che. su di un unico e ristretto ponte. Gli Imperiali avanzano ad ovest del canale Viacava e attaccano con g rande i mpeto la d r. dei Franco-Sardi; questa oppone validissima resistenza e dà tempo al Coigny di r inforzarla con tru1)pe tolte dal centro. Intorno alla Crocerra la battaglia diventa cruent issìma, ma, nonostante i reiterati assalti degli Imperial i, i Franco-Sard i non cedono. Non potendo occupare i l villaggio con l'attacco frontale, il Wiirtemberg ordina che la sr. si allarghi per aggirarlo da ovest. Nel contempo però lancia contro gli Alleati una forte colonna fra i l Viacava e la Crocetta: questo attacco ha pieno successo per effetto anche del precedente indebolimento effettuato dal Coign y per parare la . minaccia a ll a sua ala dr. Lo sfondamento del centro destro dello schieramento avrebbe fatto finire tragicamente la giornata per g li Alleati. Fortuna volle che gli Imper iali, avidi di bottino, anzichè penetrare nel cedimento, e dilagare, si attarcli1w a spogliare i morti e depredare i feriti; nè il Comando interviene per sfruttare l'importante successo, coordinando l'azione sfondante d'ala, riuscita, col tentato

,

Pianta di Parma nel secolo XVll

aggirame nto ad ovest della Crocetta, onde conseguire il risultato di accerch iare tutta la sr. del! 'esercito nemico. Con mirabile prontezza invece, spostando rapidamente t rnppe dal centro e d all'ala sr. , il Coiguy approfitta della 53


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sosta , per turare la falla e scongiurare le due g ravissime m inacc1e. Da questo momento cambiano le sorti della giornata. li rapido accorrere di ra li . truppe fa dimenticare al Wurtemberg i suoi propositi offensivi e i successi già

retroguardie nemicl1c Le perd ite furono rilevami da entrambe le parti: Alleati, 4000 tra morti e feriti tra cui circa 700 ufficiali cmnpresi 13 generali; Imperiali , 5000 tra morti e feriti d i cui 12 generali , IV. Mori contro Napoleone nel ducato di Parma e Piacenza (1805-18o6). I moti ebbero a teatro l'Appennino Emiliano, e più specialmente quello che è attualmente compreso nelle p rovincie di P. e

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causati, con1e ritennero n1.olti contemporanei ligi all'imperatore, d a mene sobillatr·ici dei govern i nemici di Napo!conc, ma dal mal governo dei rappresentan ti francesi, i quali, anche in aperto contrasto con le leggi, ignote alle popolazioni delle'- montagne, angariava no

e

taglieggiavano

111

\~~,~·~;

ogni 1nodo quei territori, Ma per av idità d i g uadagno, sia _:_i"-~' ' ,I, per vana ostentazione di po~ ~ --tere. L'incendio rivoluzionario d ivampò il 6 dicem bre 1805 a Castel S. Giovanni, ~Cir<J Q. fo;.'1,0. e quando vennero chiamati pe1- è,' ~ ~ . l'arruolamcuto giovaui e pad ri di fainiglia senza distinzione, e senza che essi sa~ Battagl ia di Parma (1734) pcssero quale sarebbe stato 1, JmperiaH in marcia; 2 e 11, attacco degli Imperialj; 5, reggimenti piemontc.si; 7 , battaglioni alleati; 8, drag oni alleati; 9, cavalleria alleata il loro vero destino. Nacquero v iole·nti tafferug li e ottenuti : egli ritiene che i contrattacchi dei .F ranco-Sardi un jgeutc francese ri mase ferito; il generale Menou 1 che m irino ad avvolgere il suo fianco dr. e si limita a spostare si e ra subito recato su l posto, dovette congedare le miliz ie. truppe verso tale parte . [n questo momento cade ucciso Con grandissima rapid ità la sommossa si estese a tutta la il Mcrcy, e anche questo induce il Vviirtemberg, per tutto regione, d a Bobbio a Pontremoli. La not izia dell"improvil resto della battaglia, a n on p reoccuparsi c he di, para re viso movimento g iunse a Milano ed a Genova; furono raca temut i e inesistenti propositi offensivi del Coigny verso colte truppe e si costitu irono i tribunali militari, che ben la sua ala <lestra . A p resto si misero ali 'opera colpendo sen za pietà e col masnotte, ritenendosi scon ... simo rigore non solo i ribelliJ ma anche coloro che avefitto, ordina la ritirata. vano relazione con essi. Numerose furono le fucilaz ioni, parecchi i paesi ince ndiati, moltissimi g li abitant i co ndanIl Coigny • sua volta, che non ha la pe rcenati alla gale ra pe r espressa \'Olontit di Napoleone. li r 0 zione d ella v ittoria pie-· magg io r8o6, con la fucila?.ionc d i Giuseppe Ilussandari, considerato come capo (iell a rivolra e primo istigatore di nan1ente consegu ita, si es.sa, cessarono le esecuzioni capitali; la rivol ta era stata mantiene in allarme domata dal generale )unot, mandato a q uesto scopo a P. senza procedere all"in con i pie n i po teri d ,, Napoleone. scguimen to. Durante la

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notte uno snur-ibio di fucilate fra pattuglie determina un falso allarme in eutra111bi gli eserciti, che diventa un vero panico ndle file d egli Imperiali e tramuta in fuga la loro riùrata . I Franco-Sar(Soldato) Panna 1859 (Ufficiale) di pe rdenero il contatto, e neppure questa voha insegui rono ; per c ui q uesta vittoria, che avrebbe potuto , avere risultati grandiosi, ne andò quasi sterile. Solo a g iorno chiaro il Coigny ord inò l' inseguime nto a un corpo d i cava lleria ch e non riuscì a raggiun gere le

V. Co111b(lttime11to di Parma (18 14). Appartie ne alla campagna d el 18r4 dell'esercito franco-italico. li 2 marzo il gen . Gre nicr passò il Taro 1u "t re colonne, . e attaccò vivamente la brigata Stah remberg c he costituiva la retroguardia <lclla dlvis . N ugcnt, serrandola così strettamente da costri ngere il generale austriaco a gettare in P. il reggimento dcli 'arciduca Francesco Carlo per trauenere le forze francesi e dar tempo alla divis. di guadagnare cammino. Il grn. Gm1icr, visto la possibilità di impadron irsi d i P. senza cessare l' inseguimento d el nemico, fece passare la briga ta Schmitz a dr, della ciuà per attaccare la par te che cond uce a Fornovo, mentre la brigata d'Arnaud restava sulla strada proveniente da Castelguelfo. Dietro ad essa, a una certa distanza, srnvano il corpo d i Scveroli e la d ìvis. Gratien , ch e rimasero in riserva senza p render parte al


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combattimento . La brigata Jeanin passò a sr. per attaccare la porla che conduce a Colorno. La brigata di cavalleria di Rambourg doveva aggirare la città dalla stessa parte, per seguire il grosso dell'esercito austriaco. La brigata Jeanin, oltrepassata la porta di Colorno,

Custoza, la brigata si formò in quadrati di bgl. per far fronte a cariche d i cavalleria austriaca: nel quadrato ,Id IV bgl. del 49° regg. (u il principe Umberto d i Savoia. Durante la guerra Italo-austriaca (19 15-1918), per la quàlc

fermò una colonna austriaca dì 900 u.

. E'lÀN'!'A .

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obbligandoli a rientrare in città. Frattanto il ge nerale Schmitz, impadroni10,i dopo debole resistenza della porta ùi Fornovo, diresse parte della sua brigata verso la po~ta di Modena, lungo i bastioni, mentre il resto delle truppe entravano in città. Le brigate Jeanin e d •Arnaud vi e rano entrate quasi contemporaneamente per altre parti : gli Austriaci perdevano in questa fazione 600 morti e 1719 prigionieri, di cui 37 ufficiali; due cannoni con i relativi cassoni, 5 vetture di utensili del genio, molto bagaglio e 3000 fucili. li gen. Rambourg prima di giunge,·e all'Enza fece altri 500 prigionieri; fra yucsti

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l'arma. Reggimeoto di fanteria spagnuola, <lapprima organizzato a Na poli (1680). Inviato 11clle Fiandre sotto il comando di Carlo Andrea Caracciolo, fu denominato {< Parn1a >> e fu comandato da Domenico Acquaviva, da Antonio Grimaldi (1702), da Fi lippo Caracciolo, da Alessandro Lettieri, dal conte Mazariuo (1j18), dal principe di Yachi (1724). Vi vennero incorporati gli uomini dei rcgg. di Corsica e di Sicilia nel 1731. L'ultimo suo comandante (1741) fu conte Bocelli.

Pjanrn di Parmrt nella met~ del secolo XIX

il

Parma. Ebbe questo nome la 2• brigata garibaldina, comandata dal colonnello Tharre na, nell'ordinamento della fine di lugl io 1860 in Sicilia . Nell'agosto passò al comando del colonnello Spinazzi. l i nome di P. h omparvc nel nuovo ordinamento per i l passaggio sul continente. l'arma. Brigata di fanteria di linea costituita nel 1859 oon elementi volontari, coi quali si formarono prima il 5° c poi il 6° regg. fanteria, riuniti poi in brigata. Nel 1860 i detti regg. furono incorporati nell 'escrcito sardo, assumendo il numero rispettivo di 49° e 50°. Sciolte, nel 187,,

49" reggimento

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Drigata

50° regg imento

i Medaglie della brigata Parma

le brigate permanemi, i regg. si chiamarono 49° e 50° fanteria (Parma); nel 1881 furono nuovamente r iuniti in brigata. La quale partecipò alle campagne del 1_860, ,866, 1887-88, 1895-96, 1898-99 (Candia), 19n-1 2. Nel 1866, a

il 49° wstituì i l comando della brigala Scsia cd i regg. 149° e 201° cd il 50° costituì il 281°, la brigata P., posta inizialmcme a guardia dei passi di S. Pellegrino e di Vallcs, operò contro i l M. Castel lauo, il Col di Lana e Sensass. Nel 1916 combattè contro le posizioni della fronte Crocia dell 'Ancona-Punta Forarne. Nel luglio successivo il 49°, inv iato nell'alta Va] Cismon, conquistò tutto il massiccio della Cavallazza, catturandovi buona parte del presidio; partecipò poi alle azioni contro le Alpi di Fassa. li 50° intanto si accanì contro le posizioni di Punta Forarne, strappandone al nemico qualcuna delle più impor• tanti. Trasferita Slill 'Isonzo, sulla fronte d i Castagnevizza, attaccò, nel maggio 1917, la i\fontaguola e concorse alla banaglia della Bai nsizza (17 agosto-12 settembre 1917). L<: vicende dcrivan(i dall'offensiva austro-tedesca obbligarono i regg. a combattere separatamente fino al 22 novembre 1917, allorchè la brigata, ricomposta, fu inviata nelle Giudicarie, nel tratto Monte dei Pini-Bezzecca, ove sostò tino all'agosto 1918. Fll poi per poco in Val Camonica e nel settembre venne inviata sull'~ltipiano dì Asiago, donde 1nosse il 2 nove,nbrc per inseguire il nemico oltre l'Assa verso Mezza Selva e M. Erio. Al 50° regg. fu decretata la mcd. d'argento colla seguente motivazione: « Nel ripiegamento dal Tagl iamento al Piave f:u esempio preclaro d'incrollabile disciplina e d i ardente valore, dando un efficace contributo alle azioni di copertura ( , -9 novembre 191j). Ndlc azioni del maggio-giugno r9l7 a Castagnevìzza, si distinse per audacia e tenacia, prodigando generoso tributo di sangue ». il 50° guadagnò in Libia una mcd. di bronzo; e il 49° una di bronzo a Custoza (1866).


Nel 1926 il comando della brigata fu disciolto ed i regg . forono assegnati il 49" alla 9• ed il 50° alla 7• brigata di fanteria. Fesra dei reggimenti: per il 49° il 24 giugno, anniversario della battaglia di Custoza (24 giugno 1866); per il 50° il 4 novembre, anniversar io del combattimento

836 d istinguendosi a Bomarrnn<l . Poi partecipò alla presa <li Sebaswpoli ; nel 1859 alla campagna d'Italia, nel 1870-71 alla guerra Franco-germanica. Nel 1875 venne promosso generale d i brigata, e nel 1881 di d ivisione. Si dedicò ai l:.vori di difesa del territorio, fu membro del comitato d dle fortificazioni, del la commissione di difesa delle coste, e ispettore permanente dei lavori dd genio per l'armamento del litorale; nel 1886 fu collocato a riposo.

Parmenione. Generale macedone (400-329 a . C.). Scrvl sotto Filippo ed Alessandro . Nel 356 sconfisse gli Illirii; nel 346 trattò la pace con Atene e nel 342 occupò I 'Ecubea. Nel 336 fu mandato con Attalo sulla costa dell · Asia per costi tuire l'avanguardia della spedi-

Parrnentier Giuseppe

i.ione contro la Persia. Accompagnò Alessandro io Asia,. comandò la falange e fu incaricato di occupare Damasco e la Siria. Nom inato go"ernatore della Med ia, fu fatto assassinare da A lessandro, il quale tcrneva che P. volesse vendicarsi della morte del figlio Filota, condannato pcrchè implicato in una congiura. Bandiera del 50° fanteria in Libia

al Tagliamento (4 novembre 1917). Motto dei reggimenti: 49° : « Col petto scudo alle nemiche lance"; 50°.: « Per aspcra ad a~tra ,, . ColNe delle mostrine: fo11do cobalto con due righe laterali bianche nel senso orizzontale. Comandanti della brigata nell a guerra Mondiale: magg . generale Montuor i (1915); rnagg. gen. Petitti (1915); magg. gen . Duci (1915-16); rnagg. gen. Vaccari (1916); colonnello Ciotola (1916-17); colonnello Monti (!917); magg. gcn. Pctracchi (1917); col. brigadiere Boveri (r9 r7-18). Perdite della brigata nella guerra: ufficiali morti 57, feriti 127, di spersi _77; u . d i truppa m. 6r9, f . 3816, d. 609.

Parma . Arma difensiva, corrispondente allo scudo dei peltasti greci, usata dai vcÌiti dcli 'esercito romano, consistente in un piccolo scudo rotondo, fatto con vinchi e r icoperto d i cuoio, leggero, solido e sufficiente a riparare la persona. « Parmatus » era il soldato che portava tale scudo,

Paro (gr. l'aros). Isola greca nell'Egeo, vna delle Cidad i maggiori. Combattimento di Paro (1651). Appartiene alla guerra d i Candia. Ii 10 luglio 1651, la squadra tu rca comandata da Mustafà, rinnegato friulano, si scontrò, presso l'isola d i P., con la squadra veneziana agli or dini del Mocenigo. I due avversari, ordinati in battaglia, s tava.no osservandosi scam-

bievolmente, allorchè due galeazze, comandate l'una da Luigi Tommaso e l'alua da Lazzaro Mocenigo, viste presso alla costa alcune galee turche, tentarono di tagliarle fuori, ma vennero circondate dalla squadra nemica. Esse si difesero con accanimento, finchè potè giungere in loro soccorso tutta l'ala sr. dei Veneziani; allora i Turchi fuggirono, perdendo parecchi legn i, che rimasero catturati dagli avversari.

Parodi (Tommaso). Garibaldino, n. a Genova nel 1791. Era il più vecchio dei Mille. Aveva già combattuto in gioventù con Napoleone. Parodi Lorenzo. Capitano garibaldino. Fece le campagne d'America con Garibaldi, combattè nella difesa di Roma e nella ritirata; preso dagli Austriaci, ,·enne fucilato a Ca' Tiepolo con C iceruacchio (1849).

Scudo « pal'.'lna 11 ( i\ s inistra, i l soldato ro:nano

• parmatus • )

bianco per le reclute, dipinto pci veterani; sul rovescio aveva scritto il nome del soldato che lo portava, ed il numero del la centuri a e della coor te a cui questi apparteneva. Si chiamò P. anche un mantcllctto <li vimini coperto di pelle d i bue, scuoiato di fresco, d i cui si ser vivano gli ant ichi per r ipararsi dai fuochi artificial i nèll 'assalto delle fortezze.

Parmentier (Giuseppe). Generale francese (r821-r9ro) . U fficiale del genio, nel 1854 fece la campagna del Baltico

Parodi Enrico. Generale, n. e m. a Torino (1819-1906). Tenente del genio nel 1840, panccipò alle campagne del 1859 e del 1866. Ten. colonnello direttore del genio a Brescia nel 1860, tu promosso colonnello d irettore a Genova ne l 1861. Magg. generale nel 1864, fu segretario gen. al Ministero d ella guerra, membro ,del comitato del genio, comandiultc generale del corpo di S. M. Ten. generale nel 1873, passò nella riserva nel 1877. Parodi Fortm,ato, marcii ese di Magnisi, barone di Casa/giordano . Generale, mcd. d'oro al val. civi le, 11. a Genova, m . a Palermo (1835-1928). Laureato ingegnere idraulico ed architetto, cntriJ nel\ 'esercito nel 1859 come sottot. del genio. Partecipò alb campagna del 18G6. Cooperò con gran valore nel portar soccorso ai colpiti dal terremoto di Casamicciola sia de l 1881 che del 1883, meritando la mcd. d'argento e quella d'oro al valor civile. Colonnello nel


PAR

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1884, fu di retto re- del ge n io a Napoli ; d al 1885 al 1887 comandò il collegio mii. di Roma e poi d iresse il genio a Genova. Magg . generale nel 1892, fu comandante <le! genio a La Spezia e dal 1895 a Bologna. In P. A. nel 1897, fu promosso tcn. generale nel 1900 e passò nella r iserva.

Pat·odi Enrico

Parndi Fortunato

l'arodì Carlo. Generale, n. a Genova nel 1856. Sottot. d'an. nd 1879, insegnò a lungo nel la Scuola <l'applicazione <l 'art . e genio. Passato nel ruolo tecnico nel 1910, fu direttore d ell'of!ìci na d i costruzioni d 'art. d i Torino, nella quale carica fu p romosso colonnello nel 19n . Magg. generale nel 1915, andò in P. A. poco dopo la g ue rra e nel 1923 fu ·promosso teni. g enerale. Nel 1927 passò ne!Ja riserva.

PAR

rola (dislalia, aisartna), g ra vi, accertati in un ospedale militare; le forme lievi , quando non consentano una speùi1czza d i parob sufficiente ai bisogni del ser---izio inconJ1z.ionato, sono compatibili col servizio sedentario, ai sensi dell'art. 6 d ell'Elenco B. L'afasia va consi.clerata in. base a ll 'art. 24 dell'Elenco A, che tratta delle malattie organiche d el sistema nervoso centrale e periferico, e dei loro esiti g ravi, q uali cause d 'inabilità al servizio m ilitare; essa, nei casi riconosciuti dipendenti da l servizio, dà diritto alla seconda categoria d i pensione.

Pc,ro/a d'o,·dine. Modalità studiata per riconosce rsi fra milita ri nell'adempimento di particolari !orci mansioni o doveri. Fu adoperata già negli eserciti g re ci e romani. Orig inariamente essa si rese necessaria durante le opera• zioni d i guerra pel ricoooscimento reciproco, dei reparti o pattuglie o d uomini isolati dello stesso esercito sul terreno delle operazioni, allo scopo d i evita re la possibil ità di sorprese : e fu de tta « parola di campagna». L ' uso si es tese poi anche in pace , per garantire la 5icure2:2.a di determinati stabilimen ti sui quali era necessario esercitare una continua vigila nza· media n te apposita· guardia. :f!. composta di una (< parola » e di una (( contropnrola », che

f'arodi Fiore111i110. G9ne rale, 11. a Ventimig lia nel 1873. Sotto t. degli alpini nel I 1894, partecipò alla g ue rra libica, merita ndo nel 1912 la me<l. d i bronzo a Kasr-Ras-EI-Leben. In g uerra COJllro l 'Austria dal 19r5 al 1918, coman dò i'! bgl. alpino Val d'Arroscia cd a M. Cucco d i Pozze (1916) ri mase ferito ed ebbe una seconda mcd. di bronzo. Comandante il 19° regg. fa nteria nel 1917, t: colonnello nel 1918, com battè sulla l3ainsii.za ed in F rancia, o ve guadagnò una terza med. di b ronzo . In P. A. S . nel 1920, ven ne promosso gene rale d i brigata in A . R . Q. nel ,ei32. È auto're della c~n zone alpina « Angiolina ».

Par ola ar ticolata (Disturbi della). (Med icin a Legale M ilitare). Son rappresentati dai' difetti di pronunzia delle parole, dovut i ad 1a1 imperfetto funzionamento dell'apparato rii a rticolazio ne delle paro le stesse (vclopendolo, ljn gua, a rca te cienta rie, labhr~) . Consisto no propriame n te nella d ifettosa pronunz ia d i singole consonanti, le quali o ven gono falsamente pronunziate ovvero scambiate con altre affini, o vengont> addirittura soppresse. Dai d ifetti ,li p ron unzia va d istinta la Balbuzie (V .). Disordini della paro la, che possono culm ina re nell'a bo lizione di essa (afasia), si possono ave re per paresi o paralisi dei muscoli che concorrono ali 'a rticolazione delle oarnle, in segu ito ad affezioni organiche <lei sistema nervo:-:o . In caso d i iimulazione dei difetti d i pronu nzia il perito farà ri petere le conrnnan ri r, z, x o le parole c he le con te ngono, e jn pari tempo osserve r:l se .i muscoli sopraioidei si contraggono spasrnodicamenre, come accade nel vero bleso. Ovvero farà ripetere le consonanti e, g, p o le parole c he le contcngcno, guard2ndo se la fisonom ia assun1a q uell 'agpeito caratteristico dovuto alla conìrazione dei muscoli delle labbra e della mascella, che ~porgono alio innan1.i nella e missione d elle sudd ette consonanti . Infine ìe

informazioni riservate possono riuscjre giovevoli,

scn1pre

però come mezzi <l ' indaginc e mai come base d i un giudizio diagnostico. L'art. 26 d el l'Elenco A contempla, 4ual i cause <l'inabilità al servizio militare, i disturbi della pa-

La parola d'ordir.e ( truppe della R ivoluzione francese)

cominciano con la stessa lettera alfabetica (cli massima sono un nome di città od un nome di persona) e che ogni ventiquattro ore vengono cambiate . In tempo d i pace è st abilita dai comandanti d i d ivis. ed eventualmente d i p residio. Ne sono a conoscenza riservata i co mandanti delle g uardie, e> dove non vi sono guardie, i consegnatari dì siabilimemj, q uali depositi di materiale bellico o polveriere : ne sono pure a conoscenza g li ufficiali incaricati di jspczioni sia alle g uardie che ag li stabilimenti in una determinata g iornata. L'ufficiale d 'ispezione, per farsi riconoscere, si presenta al comandante della guar<lia declinando li, sua qualità; il comandante della g uard ia, in armi, gli chiede la « parola J ·ordinc »; ricevutala r isponde con la " controparola " . Da q uel mome nto l 'uAicialc d i ispezione può assolvere il proprio mand ato ed è ammesso nell'interno . In icmpo di g uerra la P. d ·ordine è data ad ufficiali comandanti di pattuglia o di maggiori reparti, che hanno missioni <la compier e fuori della linea d egli ,,varnposti o fuori delle lince più avanzate d i d ifesa , od hanno il com pito di ispezio nare l 'estrema linea degli avamFosti . Il riconoscimento avviene in modo analogo a quello d el te mpo d i pace; solo essi devono arrestarsi pel ricono•


PAR

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sci mento a distanze n1aggiori, In alcun i casi è prescritto,

a chi oltrepassi la linea di avamposti o la linea di d ifesa , d i rientrare nelle linee a missione finita, passando da un determinato posto di r iconoscimento <l · avamposti o da un ,letcrrn.inato varco aperto nella linea d i difesa .

Paroletti (Camillo). Generale, n. e m. a Torino ( 17691829). Si arruolò negli eserciti del Buonaparte (1796) e lo seguì in tutte le campagne, distinguendosi specialmente a Drcsda (1813) dove guadagnò la croce della Lcgion <l'onore, e divenne genera le d i brigata. D urante il periodo dei Cento giorni" ebbe il comando del <lip. de ll'Alta Loira. Dopo l:t caduta dcli 'irnperatorc si ritirò a Torino . Parotite. La parotite epidemica provoca non d i rado, specialmente sulle navi e nelle caserme, epidemie che, pur non cagionando mortal ità, Jrrecano grave dìsturbol JJcrchè n1cttono fuori servizio un grande nutnero di t!O•

mini ad un tempo. L'affezione predilige · le navi-swola e quelle p i11 affollate, essendo ] 'addensamento del la popolaz ione uno dei p rincipa li fattori che ne favoriscono la diffusione.

Parrai. C ittà <lei C ile, in prov. di Linares. Durante la :guerra <lell 'l ndipendenza del Su<l-!\rnerica, il 18 maggio 1818 il comandante rivoluz ionario Cajaravilla, con un corpo di g1anatier i a cavallo, vi sconfisso gli Spagnuoli, i qua li

lorchè fu ch iamalo alle armi, frequentò un breve corso nella Scuola m ii. di Modena, uscen done aspirante ufficiale nel 113~ fanter ia, col quale prese onorevolmente parte alla grande battagl ia del giugno .1918, sul Montello. Promosso sottot. passò volontariamente nelle truppe d'assalto, .e col VI reparto prese parte alla battagl ia di Vittorio Vc~eto, cadendo da prode nella fase decisiva di essa. La morte eroica del diciannovenne ufficiale è cqsì ricordata nella motivazione, con la quale alla memoria di lui Eu concessa la medag lia d'oro al valor m ilitare: « Chiesto ed ottenuto il comando della pattuglia di punta, composta d i cinque arditi;- alla testa <li essa precedeva il proprio repa rto d'assalto . Avuto sentore della presenza di imprecisate forze nemiche in un fabbricato, dopo averne mandato sollecito avviso al proprio comandante, risolutamente e per p rimo si slanciava nel fabbricato stesso, affrontan<lonc, con insuperabile audacia, a colpi di bombe a m ano, i d ifensori di gran lunga più numerosi. Alla violenta reazione cl i questi , impegnava, insieme. ai suoi, un ' accanita mischia corpo a c.orpo, abbattendo un ufficiale avversario. Pugnalato a sua voJta~ continuava disperata .. mente, coi suoi ard iti> nella Sl rcnua ed jmpari lotta:, met-

tendo fuori combattimento numerosi nemici, finchè, crivellato di colpi, gloriosamente cadde, fu lgido esempio di eroico va lore >>. (Castello di Susc;pna, 29 ottobre 1918).

dovcttc:ro nel settembre ritirarsj nel Pcrll.

, 'earravicini (Giovanni /l!,tonio): Colonnello dell'esercito ,ai·do, 11. . ·e in. a Traona in Va ltellina (1786-1869). Arruol,itosi ·vnlomano ne ll'esercito Mpolconico, fece da ufficiale· d i cavalleria le p rime arrni alla battaglia di \Vaj; ram . Partec ipò alla gue rra di Spagna, con1battcndo sotto

del generale Palonibini; fece la campag'na del 71f-:1,15ordini --e vi r inifL~C ferito. Nel 1848, il governo provvisorio

di Lombard ia g_li affidò l'incarico di organizzare un corpo di cava lleggeri ~ glie ne <liede il comando; quindi passn nell'esercito sa rdo dove clivenne colonnello. Collocato a riposo pet: R\~er :·aggiunti i lin1iti <li età s i ritirò a Traona, dove, nel 1858, gh fu conferita la Legion <l'onore da Napoleone lii, per i servizi prestati sotto il primo Impero.

Parravicino Gustavo

Parrilla Angelo

Parrilli (Giuseppe) . Scrittore dd sec. XIX. autore di Parravicino (110b . Cuswvo) . Generale, n . e m . a Milano (1837-1908). Sottot. d'art. nel 1857, combattè nelle un « Vocabo lal:io militare cli marineria -ica1o-francese ,1, pubbhcato nel 1846 e in seconda edizione nel 1866. Nel 1862, <:ampagnc del 1859 e del 1866 mer itando la mcd . d 'ar dall'ammir. Pcrsano, a llora ministro della marina, fu digenLO a S. Lucia del Tione. Colo11ncllo nel 1880, fu diret -ton..: d'art. :\ Venezia e poi con1andò il 6° Jegg. da cam - sposto pcrchi: « i l tecnicismo consacrato ·ne\ Vocabolario pagna. Magg . genera le nel 1887, comandò la brigata Siena · del Parrilli d iveJJisse linguaggio ufficiale della R. marina italiana " · Ciò produsse qualche inconveniente, pcrchè l 'au_e poi la Scuola centrale d i tiro per la fanteria. Ten . genetore, reputando barbari i linguaggi marinari ligure, napo• ude comand. la divis . di Palermo nel 1893, fu ispettore \etano e veneto, si era proposto d i creare « un linguaggio -d 'art. da campagna dal 1895 al 1896. Comandò poi la novello per i marinai dell ' intera penisola ,,. -<livis. d i Piacenza e dal 1898 il V C. d'A . In P. A . .nel J 900, passò nella riserva nel 1903. Parrion. Monte della Palestina , presso le sorge nt i del Parrett. Fiume dell'Inghilterra meridionale, che sbocca Giordano. Nel 198 a. C. Antioco vi sconlissc l'esercito :nel canak di Bristol, presso Huntspil. Ncll '848, gli Inglesi egiziano . .condotti <lai re Etclulfo , nei pressi del fiume, sconfissero i Parrocchia (Lorenzo). Genera le, , 11. a Jegoriska (RusDanesi che avevano invaso r isola. sia), m . a Torino (1817-1883). Sottot. d i fanteria a ven~arri (Eugenio). Generale, n . n.c l 1857, m, a Pistoia t'anni , partec ipò a tutte le campagne dell"lndipcndcnza, 11el 1925. Sottot. di fanteria nel 1879, raggiunse i l grado meritandovi due mcd . d 'argento e la croce d'uff. ddd i ten . colonnello nel 1906 e nel 191, andò in P. A. J'O. M. $. '.'Jel 1859, a Po·aolengo, rimase gravemente Colonnello nel 1913, venne richiamato durante la guerrn ferito . Da colonnello comandò il 35° fanteria (1.867); andò eontro l'Austria, divene ndo magg. generale nel 19 17. a riposo nel 1871 col grado di magg. generale. Nel 1923 assu nse il grado di generale cli clivis . nella P"rrocdii« Giacinto . Genera le, 11. a Kcrson (Russia), riserva . m . a Torino (1820-1899). Sottot. <li fanteria a vent'anni, Parril ta (Angelo) . Medag lia d'oro, n . a Longobucco, partecipò a tutte le campagne dell' Indipendenza, meritando caduto al fronte (r899-19r8). Studente d'istituto tecnico alla med . d 'argento nel 1859, la menzione onorevole nella


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P.AR

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.ca mpagna dell'Umbria e Marà,e e la croce ùa cav. del J'O. M. S. in quella della Bassa Italia. Colonnello nel 1863, comandò il 18° fanteria e ùal 1869 la fortezza di Legnago. Nel 1871 andò a riposo e fu promosso mag_gior generale.

Parsdorf. Villaggio della l\a,·iera. nel circolo di Ebersberg. Il 15 luglio del 1800 il gen . Morcau vi concluse un a rmistizio con l ':irciduca Carlo. Parruccello. V. Solt'aOwto. Parseval-Oechenes (/llc,·sandro). Ammiraglio francese {1790-1860). Entrnto giovanissimo nelb marina, all'età di 15 an ni partecipò alla battagl ia d i Trafalgar . Nel 1830 fece la campagna d'Algeria; nel 1833, prese parte all'assedio di S. Giovanni d 'Ulloa; nel 1838 alla camp:,gna nel mar della .Pl ata . Pro n1osso contrammir. nd 1840 e vice:immir. nel 1848, nel 1852 fu comandante in capo della squadra dd Mediterraneo, e nel 1854 ammiraglio. Durante la guerra di Crimea, comandò la squadra del Baltico e prese Bou 1arsu nd.

(von). Ufficiale tedesco, scrittore mi nel 186 r. È conosciuto come 1tinvcntarc del pallone osser vatorio che fu detto Drachen (1898) usato anche in )calia fino al 1917, e d i un d irigibile . Ha scritto : « li conte Zeppelin e l'aeronautica tedesca ». Parseval

/lugu ftO

l itare, inventore,

_n.

PAR

materie prilne, la con1pagnia P. costruttrice rimase quas i

inattiva, costruendo soltanto tre esemplar i di tale apparecchio.

Parsons (si,- Aroldo). Generale inglese (1863-1926). Partecipò a campagne coloniali, e alla 1;uerra Anglo-boera. Durante la guerra ),fondialc fu in Francia ai servizi delle retrov ie, per gl i approvvigionament i, godendo fama di ottimo organizzatore. Raggiunse 11 grado di n1agg. generale r,d J920 e andò a riposo nel 1923. Parte Civile (Art. 352 C. P. E., 360 C. P. M . M.). Lt costituzione della P. C. non è ammessa davanti ai t ribunal i militari. L 'azione civ ile che ha per causa un reato mil itare l.edente interessi patrimoniali o morali • d iversi da quelli che la · legge penale tutela coll'incriminazione, deve esercitarsi a,·anti l'autorità giudiziaria ordinaria . Durante la guerra si derogò da tale pri ncipio col D . L. 21 ottobre 1915 n. 1513, col quale si stabilì che l'amministrazione dello St ato potesse costitujrsi I'. C . a mezzo della R. avvocatura era riale , nel procedi,nento e nel giudizio per i reati che in tempo d i pace so110 di compclenz.;1 dei tribuna li ordinari, e che, in tempo di guerra, soho sottoposti, ai termin i del C. P. per !"Esercito e per la lvtarina n1ilitarc, aJla gillri:-.dizionc militare. Partecipazio (Orso I) . Doge d i Vcne7,ia (14°), eletto nc11"864, ,n . nel 881. Armata una grossa squadra, batti: g li Sl::1.vi che facevano continue scorrerie nello Stato vene-

z iano. In seguito combattè contro i Saraceni, li vinse a Taranto e tolse loro molti legni. Avendo gli Slavi e i Croati invasa l'Istria, Orso armò tre nta navi e sconfisse ,7uei pi rati obbligandoli a restituire quanto avevano predato. Suo figlio Gw11,111m Il P. gl\ successe al trono nell '81 , ·e ~ot\ornisc Comacchio al dQminio. veneto. I

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Partecipazione (dì militari ad a/tre nssocrnzwnì). Mentre nelle forze arm ate ital iane sono favorite dal Governo tulle le associazioni che fra membri dello stesso corpo e della stessa arma tendono a cementare sol idamente i vincoli spi rituali e morali d i camcratistno e d i n1utua,. assi• stenza, fra militari è vietato in modo .assoluto, sia a sottufficiali che ad ufficiali in S . A. P . cd in S. A., di far parte d·associazioni con carattere politico o amministrativo .

Tale divieto i mped isce alle categorie sopra elencate d i accettare

Pallone di l'arseval (1898)

Dirigibile l'tirseval. :È ùcl t ipo floscio, con trave sospeso ,otto il ventre; ha nell'in terno dell'i nvolucro due pal loncini gonfiabil i d'aria con un ventilatore, che hanno lo scopo di mantenere i11 (orma il pallone e d i detcnninare

cariche

di

amministratori,

sindaci,

consiglieri

e

si1nili, di società industriali, commerciali, o di cred ito, o di rappresen tanti d i ist itut i congeneri, tanto se le cariche siano rer.ribuite, come se siano gra tuite. Sono escluse da tale d ivieto le socierà cooperative costituite fra ufficiali e fra impiegati dello Stato. Dovere dunque d 'ogni m ilitare, è quello di mantenersi completamente a disposizione del reparto cui è inscriuo e di non avere alcun legame per interessi personali, che possano esser<.: in contrasto con gli interessi supremi de llo Stato.

Partengo (Pìett·o) . Generale commissario, n. nel 1847, m. a Verona nel 1928. , Entrato nell 'intendenza mii. nel 1866, d ivenne colonnello nel 1902 e fu direttore d i commissariato del V C. d'A . In P. A. nel 1907, fu promosso magg . generale nell a r iserva nel 1 ~13 . D irig ibile Parscval

anche. una certa ind ina7.ionc. di esso, ottenendo cosl ia salita e la discesa d inamica. Ebbe una discreta attività durante la guerra Mond iale; poi , a cau~a del la mar1canza _d i

Partenope. Fregata in legno, a vela, cosuuita a Castellammare d i Srabi;i. nei 1834. Dislocamento 2583 toilll . Prese parte alla sped izione contro la Sici lia insorta nel 1848-49 . Nel 1860 partecipò alla callura delle rpvi « Piemonte n e (( Lombardo n a 1-iarsala, dopo che ne erano


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PAR

840 auaccarlj, e questi alle 2 del mattino d el 25 giugno, con una parte de lla sua legione e con 50 cacciatori della legione delle Ardenne (in tutto 1200 u.) giunse davanti al paese. Sfondate le porte a colpi di cannone, vi penetrò con la sua fanteria mentre i difensori cercavano inutilmente di ributtarli col fuoco. Intanto la cavalleria di Westermann , che aveva circondato la cittù, fu lanciata per un buon tra no di strada ali 'inseguimento dei Vandeani che erano fuggi11 da P. e che riuscirono in gran parte a mettersi in salvo ad Amaillaux attraverso la foresta. Questo facile successo per la sorpr'èsa nonurna, diede a Westermann una folsa opinione del!;, Vandea che credette cli poter sottomettere con le sole forze della sua legione; ma ben presto

\'i subì gravi rovesci .

fregata a vela Partenopc

sbarcat i i Ga ribaldini. Poi riparò ,l Gaeta e passò nel 1861 a far pane dei R. naviglio, divenendo nave-scuola cannonieri. Fu radiata nel 1868. Pa1u11ope. Incrociatore torpediniere m ferro, costruito a Castellammare di Srnbia nel 1889 cd entralo in servizio nel 1~90. Dislocarncnlo tonn. 834, macchine 4157 HP.

1'11r1l1cm1y (G1ova11111 di). Generale fran.:c,c (1513-1566). combattè Iunga111c11te nelle guerre del suo tempo, dist inguendosi a Thérouanne e a Metz . Fu nel , 554 nominato luogoten . generale delle truppe francesi in Lombardia, e inviato l'anno seguente a Siena. Tornato in Francia, partecipò come calvinista alle guerre di religione.

Parti. Popolazione che, origi naria della Scizia, si sta bilì in quella che fu da essa <let:a Par1;a, nell'A,ia occidentale, a ,ud dell'lrcania e a nord della Caranun,a. corri>[>Ol'dcndo pertanto in gran parte alla zona meridionale <ldl 'auuale Coras,an. Costituirono un regno dopo la cadutJ di quello macedonico, clic si ampliò fino a raggiungere da un lato l'Eufrat~ e dall'altro l'Indo. li regno dei l'. toccò a Se leuco nella divisione dello Stato macedone: nel 256 ;, . C . i I'. si resero indipendemi •otto Arsacc (V.). Come guerrieri, i P. divennero famosi per la loro mobilissi ma cavalleria e per l 'abil ità nel manq~gio dell'arcn. Il dello " freccia del Parto » venne dal loro particobrc ;1ddestramcnto nello scoccarla mentre si miravano al galoppo. Le loro armature difensive erano a ,caglia. Igno1 aron-, la poliorcet ica ç le macchine . (;11erre di Roma contro i Parti. Quando Marco Licinio

e, as10 assunse jl proconwlato in Siria, Roma entrò in lncrociarorc•tOrpediniere Partcnope

Nel J906 fu t r;is(unnato in nave :1ffondaminc. Venne silu rata e affondata il 23 marzo 1918, mentre era in servizio di scorta a un convoglio di piroscafi al largo di Bisena.

Parthenay (lat. l'111·1111iacum). C1ll:I della Francia, capo!. ,lei clip. delle Deux-Sèvres . li pae.c di P. fece pane dell'alto Poitou col nome d i Gatine nd sec. X , e partecipò alle lolle tra il duca d'Aquitania e il conte d'Angiò. I signori di l'. si mostrarono fedeli a Giovanni Senza terra, ma quando Ugo Larchcvéque fu vinto da Filippo Augu<to. /'. dovette sottomettersi . Con Guglielmo VIII , il paese tornò sotto il clominio de i re d 'Ingh ilterra. rna Duguesclin riuscì a ricondurre l'. al partito francese e da allora fu sempre fedele a Carlo V. Nel 1418 la città si difese cor, successo contro gli • Armagnacs ». La parte pre~a <h P. alla rivol ta del duca d 'Orléa ns indusse Carlo Vll l ad ;isscdiarla; dopo nvcrla presa egl i ne rase al suolo le fortificazio ni . Durante le guerre <li religione, P fu presa e ripresa varie mite da ambo i partiti. 1'el corso della guerra di Vandea il territorio di /'. fu il teatro di parecchi combauimenti.

Auacco di Parthcnay (tj93). Appartiene alla guerra della Vandea. li generale repubblicano C.inclaux, alcuni giorni prima dcll'auacco di Nantes, a,·eva avuto notizia che un corpo di circa 5000 Vandeani, agli ordini di Lcscure, si era radunato a l'. Egli ordinò al gen. Wcstcrmann d i

aperta osti lità con i P. li proconsole iniziò l'impresa pas,ando l'Eufrate e facendo scorrerie in ~ esopotamia , ove Htpcrcì facilmcnt,; deboli resis1cnzc. Sopraggi1111Lo l 'i m•,,rno, egli lasciò in Mesopotamia alcunj presidi e si ritrasse ill Siria. Ma i Romani furono so,•crchiati dai l'. e allora Crasso mosse di nuovo con tutto l'esercito; ma. anzichè seguire jr, via dcli' Armenia, paese amico e montagnoso, e perciò poco ada uo alle t ruppe paniche, costituilc quasi esclusivamente di c.iva!icri, volle passare nuovamente in Mesopotamia. I P. in"iarono in Armenia un esercito per impedire che di I~ giungesse ai Romani un soccorso, ed un altro ne costituirono da opporre direttamente all'invasore. Crasso attr,1·.'ersb cl i nuovo l'Eufrate, non molto distalllc <la Zeugma, e, risalendo il fiume, avanzò fino a Carrr., cli cui si impadronì. Proseguendo poi la marcia i Romani vennero a contallo con l'esercito panico. Fu combattuta 1111a sanguinosa battaglia, nella quale le !&ginni furono scon fitte. Crasso ord inò la ritirata, ma anzichè rifugiarsi in Carre, cit tà fortificata, che l 'esercito di ~aval ieri non avrebbe potuto ,·alidamcnre prendere d'as.a!to, preferì ripassare l'Eufrate. La ritirata fu continuamente disturbata dalla caval leria partica, finch/: Crasso fu fatto prigioniero a tradimento cd ucciso. l P . fecero scorrerie /in nella Siria cd ir1 Palestina. Antonio, succeduto a Crasso, riuscì però a ricacciarli (55 a. C.). I confini dell'impero roman~ ,-crrn la Pania si mantennero sempre malsicuri, tanto che Trajano deci,e di ,lar

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loro quella piena sicurezza che aveva già assicurata ai con• fini del Danubio e sui Carpazi . N ell'autunno del H3 d . C . egli partl per la Siria, sbarcando a Seleucia . Invano il re dei Parti cercò di placarlo ; nel gennaio 114 l' imperatore entrò in Antiochia, nve costituì una grande base di operazioni per 1'impresa asiatica. Egli aveva condotto in Siria parecchie unità della guardia imperiale e la le -

quale sconfisse i l'. ricacciandoli da tutta la regione e conq uistando la ca pitale Artaxana. Contemporaneamente Ovidio Cassio combatteva felicemente sull'Eufrate di mezzo e nella Mesopotamia settentrionale . Dopo la felice campagna d 'Armenia la g uerra si ridusse però tutta nella Mesopo• tamia, ove furono radunale dalle d ue parti considerevoli forze . P resso E uropos e Susa si combatterono m icidiali battaglie, nelle q uali i Romani rimasero vittoriosi. Edessa e N isibi furono energicamente assediate e, dopo un vano tentat ivo di pace propost~ d ai Romani, la guerra continuò con sempre m aggior danno degli Asiatici . Mentre alcuni d istaccamenti roman i operavano in Armenia, il grosso delle forze, sotto Ovid io Cassio, con ardita r isolutezza attraversò la Mesopotamia e nel 165 d . C. giunse vittorioso sulle rive del T igri in feriore. Scle ucia e Ctesifonr-e furono deva-. state co11 grao dc carneficina . L a resist<!llza nei i-'. era orm, i infranta : la pace fu conclusa e la Mesopotamia ceduta ai Romani, i quali·, trasportando i confìn_i •dell'impero al Tigri, interposero un forte baluardo per la sicurezza della Siria. Ma in questo estremo lim ite dell 'Impero si verificarono successivamente nuovi segni d i d iscord ia e <li ribellione, Armi dei Parti : d1c costrinsero le legioni rorrutnc nuovamente a<l interveelmo, lancia, labaroJ scu re, corazza, turcasso. scudo, arco freccia n ire. Fu sotto Settimio Severo che, nel 196 d. C., i l'. invasero la Mesopotamia : i Ro mani no n seppero far di gio nc « lJ!pia vict rix >► • A queste truppe sj aggilHJScro altre meglio che ch iudersi nella fortezza d i N isibi. li re Vololegioni, t rane da quelle che costituivano i presicl1 d i Asia gcse IV d irigeva pe rsonahnt.ntc la spedizione. Accorse l'in1Minore, e Trajano iniziò dapprima le ost ilità contro l 'Ar- . peratore Seve ro, che nell'estate dd 197 si trovò sul teat ro menia , sulla quale reg nava il nipote d1 Cosroc, re dei della guer ra con le truppe scelte dell'Illiria e con le legic,ni Parti (primavera del 1r4). Attraversato l'Eufrate a Zeugnrn , asiatiche . 1 P. furono ricacciati dalla Mesopotamia, m a Setne risa Il b riva sr. fino ad Elegia : il principe partico, tin1io Severo giud icò opportuno fare un 'irruzione ne l cuore abbandonato dallo zio Cosroe, fece atto d i sottomissione, d el regno panico. F u costruita sul\ 'Eufrate una g rande ma Trajano lo 1n\sc a morte : l 'Armenia fu d ichiara~a flotta fluviale, sulla quale furono imbarcale una parte delle provincia romana . Per condurre a termine l'impresa si dot ruppe ·e tutlc le impedimcnta . Il resto delle forze, lungo il fiume , marciò fino a Babilon ia ed occupò Seleucia. lniveva ora a bbattere la resistenza dei vari principi in cui ,.,ato l'assedio d i Ctcsifon te, la forte7.za l u conquistata solo era d ivisa la regione partica, e conquistare la Mcsoponell'inverno 198. Ma Severo evitò di avan.care più oltre t?mia, suddivisa in piccoli Stati vassalli della corte d i nel paese , e concluse con il re Voìogese una pace ad eque Ctesifon te . 1 Romani , nello stesso anno n4, sottomisero il cond izion i. Dopo d iciotto anni {u Caracalla che cercò moprincipe che regnava a Edessa; nel 115 si impadronirono d i varie città, Era cui Nisibi . Nell 'inverno Trajano ritornò• tivo per muove r g uerra nuova111cmc ai P. e lo trovò nel rifiuto oppostogli da l re d i dargli in sposa la figlia. Caraad Antiochia pe1· preparare il colpo decisivo contro il re calla nel 216 mosse per Edessa e Nisibi contro la Pania Cosroe, e nella p rim avera del 116, con rapida marcia, si settent riona le, irruppe nell'Assiria e conquistò Arbcla. I P. ricondusse con le legioni ai confini della Mesopotami a, fa. non resistelte ro ni Romani e si ritirarono sui monti iranici, ccndo costruire uno speciale naviglio per le operazioni fluviali, e puntando sulla capitale <lei Parti. La flotta trasportò l'esercito senza incontrare resiste nza fino a Babilonia sull'Eufrate. A mezzo di ruote le navi furono poi trasportate al T ig ri, e con esse fu traghettato anche quel fiume. Ne ll 'estate del u6 d. C. fu conquistata Ctesifontc. Cosroe fugg l inseguito dai Romani sino nelle vicinanze di Susa . Co ndotta a termine q uesta impresa, le relazion i coi P. rirnascro se1npre tese, un po pe r la questione arn1ena: un po' per contrasti con a ltri . popoli orientali limitro fi dei P., con i q uali Roma aveva imrccciati rapport i d i amicii.ia. Mentre regnava Marco Aurelio, il re d ei P . Vologese III si decise a tentare ancora una volta la prova delle armi contro Roma e penea-ò con grandi for ze i n Armenia. li governatore romano della Cappadocia, accorso in aiuto degli Armeni con una legione, assalì i P., ma Anni dei Parti; corazza scudo, spada, dmo insegna fu sconfitto; la stessa sorte toccò ad altre legioni accorse alla spicciolata cona-o di lui daJJa Siria. Imbaldanzito il re ma duran te l' inverno del 2·16-217 d . C . si prepararono prese a devastare le regioni cli confine ,lclle provincie roenergicamente a riprendere la rivincita. Ucciso Caracalla mane, ma ben presto Roma seppe ristabilire la fortuna dai suoi stessi soldati, fu eletto imperato re Macrino, il quale de lle sue armi . D urante l'anno 162 d. C. la lotta si alpropose eque condizioni ai P. Ma questi pretendevano lo largò ad un vasto teatro di guerra, dal settentrione arsgombero della Mesopotam ia, cosicchè lurono riprese le meno fino al Tigri inferiore. Nell 'Armenìa fu porlal•> llll ostilità . Due combattimene; nei dinwrni di N isibi furono grave colpo alla potenza panica da M. Stazio Prisco, il · sfavorevo li ai Romani. Ma siccome anche i P. si trova1

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\·ano in ristrettezze per mancanza <l i vettovaglie, fu infine corlclusa la pace, per la quak i Romani pagarono una forte indennità .

Par ti giana. Così fu chiamata un'arma in asta, lunga da 2 a 3 metr i e più, col ferro a due fili ed acuto, lu11go da 25 a 60 cm. Si poteva adoperare tanto d i _taglio qumlto di p unta; il ferro era mun ito genera lmente di due punte volte in alto. Spesso il ferro era guarnito di frangia

Par11opasm Alfredo. Generale, n. e m. a Torino (18391923). Sotlot. di fanteria nel 1858, pa rtecipò alle guerre del 1859 e del 1866, meritando a S. Martino la menzione onorevole. Co lonnello nel 1884, comandò il 2° fanteria e nel 1888 passò nella riserva, dove , nel 1895, fu promosso n1agg. generale.

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Parvopassu C. Antonio

Varie fotm.e di partigiana

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Parvopassu Alfredo

Parvopassu Giuseppe. Generale, n. ad Alessandria, m. a Milano (1841-1920). Sottot. dei granatieri nel 1859, partecipò alle guerre del 1859 e del 1866. Ebbe la menzione onorevole dei benemeriti della salute pubblica nell'invasione colerica del 1867-68. Colonnello nel 1894, comandò il 22° fanter ia e nel 1899 fu collocato in P , A. Passato nella riserva nel 1902, fu promosso magg. generale 11el 1905 e ten. generale nel 1913.

co, colori dello Stato o del principe. L'uso d i quest 'arma pare che cominciasse nel secolo XV. Essa non è altro che una varietà della alabarda. I;, Francia fu co11osciurn ai lempi di Luigi XI, nella seconda metà del secolo XV, e f11 adoperata sino alla fine del secolo XVII. La piccola P. c-ra ch ia1nata Partigi~net.ta , e la grossa l'art,gwnont:.

Partigiani. Erano così chiamati nell"esercito ddla repubb lica di Venezia quegli uomini del contado che volontariamente, o per ainore ver:;o lo Stato, o per desiderio di fama, o per bramosia d i guadag no, si mettevano all a coda dell'esercito e vi adempivano rutti i servizi del la fanteria leggera. Partita. Nell"amica terminologia militare, era un corpo d i soldati irregolari, atto a scorrerie e soq,rcse, o anche un corpo cli truppa regolare leggera, staccaco dall'esercito per molestare il nem ico, · d isturba to nelle com~rnieazioni, aggred irne i convogli o i magazzini. Partouneaux (come 1.,uig,). Generale francesè (17701835). Fece lulte le guerre della Rivo luzione e dell'I-mpcro. Divenne generale di d ivis. nel 1803 e nel 1806 passò al ser vi~io del re di Napoli; nel J809 contribuì à rqpingerc tenta;·ivi dì sbarco de i Borbonici i" Calabria. Partecipò alla camp~'gria di Russia. distinguendosi· alla _Beresina; aderì alla Rèstaw·azionc e fu deputato per il dip. ~lei Varo.

Parvopassu Giuseppe

Parvopassu Pietro

Parvopassu Pietro. Generale, Il . e rn. ad l\lessandria (1842-1910). Sottot. del gen io nel 1862, pattecipò alla campagna del 1866. Per atti di filantropia e coraggio meritò la med . di bronzo al valor civile. Colonnello nel 1895, comandò il 4" regg. gen io. In P. A. nd 1900 e nella riserva nel ,903, venne promosso magg. ger1erale nel 1906. Parvopasrn Guido . Generale, n . e m. a Torino (18471916). Sottot. di cavalleria nel 1866. partecipò alla guerra di quell'anno contro l'Austria. Colonnello nel 1899, comandò i lancieri d i Mila no e nel , 902 andò in P. A. Nel 19 11 fu promosso magg. gene rale nella riserva .

Paruta (Paolo) . Scrittore, n . di Venezia (1540-1598). Fu provveditore alle fortezze di Padova; come ambasciatore a Roma compose la vertenza t ra Venezia e il P>1pa per il possesso di Ceneda. Oltre a varie opere storiche· e politiche scrisse la ,, Storia della guerra di Cipro » , e una « O ra7.ione pancgirica per i morti della battaglia di Lepan to ».

Pa,.uopassu Giacomo. Generale, n. a Frugarolo, ln. a l'orto Maurizio (1847-r9:i3). Soltot. di cavalleri:, nd r866, partecipò alle campagne del 1866 e "ciel 1870, meritando la menz ione onorevole. Comandante il rcgg . cavalleggeri Foggia nel 1899 e colonnello d i esso nel 1901, andò in l'. A. ne l 1905 . Nel 191:i fu promosso magg. generale riella riserva.

Parvopassu (Giuseppe Antonio). Generale, n. ad Alcsscrnd ria, m . a Torino (1812-1886). Sottot. d'art. nel 1832, ragg iu nse il grado di colonnello nel 1860 : comandò il 2° regg. art. e poi 1'arc. di Firenze, divenendo magg. generale nel 1861 . Dopo esser stato membro dèl Comitato d"art. fu collocato a riposo nel r868.

Parzia le (Filippo) . Generale, n. a Benevento nel 1861. Sottot. di fanter ia nel 1882, fu in Eritrea. Colonnello nel 1915, comandò nella guerra contro l'Austria il 47° fanteria e combattendo sul Carso meritò due mcd. d'argento. Colonnello brigadiere nel 1916, comandò la brigata Lazio. fo P. A. nel 1917 e promosso magg. generale . passò nella


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riserva nel 1921 ; 11el 1923 assunse il gr::idn d i generale d i d ivis. e nel 1927 fu collocato a r iposo.

Pasargades. Ant. città della Persia, nel bacino del lago di N iris, fondata da Ciro il Grande. Nelle sue vi,inanze egli sconfisse (657 a . C.) i Medi. Furono detti PaHirgadi, forse pcrchè reclutati a P., militi a tipo peronancnte nell 'antica Persia, adibiti a guard ia del SO\-rano, e come truppa scelta nei combattiment i. Pasca (Camillo) . Generale incdico, 11. nel 1828. m. ad Asolo nel 1909. Provenie nte dall'esercito d elle Due Sicilie, passò in quello italia no nel 1860 e partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1882, fu direttore dell'ospedale d i Piacenza, e dal 1884 d irettore di sanità del 4° C . d'_A. In P . /1. . nel 1890, fu promosso magg . generale medico nel J895 e poi passò nella r iserva . Pascal (Valldongue, Giuseppe). Generale francese ( 17631806). Partec ipò alle guerre della Rivoluz,onc francese e fece le campagne d'Italia e d'Egitto. Caduto prigioniero ad Abuk ir (1799) fu liberato dopo q ualche a nno e tornò in servi2.io facendo la - cam pagna del 1805 in Germania. Pa,sato iu Italia . cadde ncll'ass~--<lio d i Gaeta. Collaborò al u ~ kmuriaic topografico e n1ilitare .» , e a numerose riviste con relazioni sulle cose militari del l';poca.

tre cod e rappresentava il potere piì, elevato. Tale distinzione fu introdotta nel l'esercito turco nel secolo XV , Costitu iva una vera insegna d i comando (analoga all'odierno guidone che segnala i comandanti): le tre cod e erano l 'inscgna del coni;:uidante suprerno, e , successivamente , <.l ue code, od una sola, quella dc.i comandanti elevati inferiori. Data l'organizzazione stat ale dell'epoca, i coma ndi rnilitari s i identificavano ne.i governatorati del le varie provincie. [ P. di Bab ilon ia e d i Alessand ria d'Egitto, avevano l'in~egna .a tre code nel la c ircoscrizione del loro governatorato : quando ne uscivano l'i nsegna era rido tta a due sole, per deferenza verso ìl governawrc del territorio nel quale tran. sita vano .

Pasciuto (Fra11ces,·o). Generale d i porto , n. a Gaeta r;el 1876. Entrato in servizio nel 189i, divenne magg. generale di !)Orto nd 1831 e fu posto a ca po dell"ispcttorato del lavoro marittimo e portuale presso il M inistero d el le Cornunicazion i. Pasco. Borgo del Pe rù , nel d istr. ,li Junin ,

Pascale (Nicola). Generale, · n. a Napoli, m. a Bo-

I. Comba1timento di Pasco (6 d icembre 1820). Appa rtic11c alla g uerra per l' Ind ipendenza de! Sud America. Un 1eparto dì rivoluzionari argentini e cileni, di circa un mi• g liaio d i u., comandat i d a Alva rcs dc A,·enalcs, vi sconfisse circa alt re ttanti Spagn uo li, condotL i dal gen . 0'' ~lelly.

logna ( 1848-1933) . Sottot. c!'~rt. nel 1868, passò poco dopo in fonteria. rrequcntò la scuo -

I f. Trattato di Pasco (novcl\lbrc ,84 r). Pone fine , illa g uerra fra Bolivia e il Perù, e suggelb la loro definit iva ~cparaàonc.

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la di guerra ed insegn,J ma.te matica a lla scuoil di Modena; pubblicò c!el le « Le,.ioni di mate matica ragionata i, . Co~ !o nnello coman dante il 54 fan teria nel r899. fu p romn;so magg. generale nel 1906 e comandò la brigata Piemonte . fn P . A . nel 19 rÒ. fu promosso ten . generale nel 191 3 e nel 1914 pa ssò nel la risen·a . Pascalc Nicola Rich iam ato durance la guerra . assunse ne l 1913 il gra<ln di generale d i corpo d 'armata. Ft~ collaboratore di ri,·iste militari .

Pascarella (Giuseppe). Gene rale. n . e m. a Roma (18681932) . Volontario nel genio nel 1886, d ivenne sotto ten . nel 1892, ed and ò in P. A. nel 1917 col grado d i ten. colonnello . Colonnello nel 1918, fu promosso, nel 19_~1, g enera le d i b rigata . Paschetta. Nome d i un battaglione d i linea, c(»liluito nel 1848 a Venezia: fu al coma11do d el c,,pita nu Gio ,·anni Paschetta.

Pascià. Contrazione della parola l'adisdà, c he presso i Turchi in d icava il sovrano. Rapp rescnrnva il titolo onorifico assegnato alle più elevate personalità civili o militari, desig nate per alrissime cariche od incaricate d el governo di una p rovincia o d i alti comandi militari, a lle quali, per delega.zio ne d el sovrano, erano conferiti nmp lissinù pote.-i . Esisteva però in tale tito lo una gerarchia speciale, çhe a:t resa evidente nel te pubbliche funz ioni, od in g uerra, n1e•

diantc l'esposizione d i una, due, tre code d i cav:r!lo, portate da altrettanti cavalieri (che p recedevano il pa1cià) alla estre1nità d i una lancja sornlontata da una sfera dorata. Erano dunque tre classi di pascià, delle quali quella a

Paselli (Ernesto). Medag lia d'oro, n . a Milano, caduto sul Piave (1875-1918). Ufficiale d el ruolo a ttivo, aveva prestato servizio i11 fanteria e negli alpj ni. Capjtano del 40 f:::1n teria, entrò in guerra nd 1915~ promosso successjvan1ènte maggiore e tcn . colonneifo, con q ucst'oltiJno grado, dopo aver dato numerose prove d i valore, cadd_e e ro icamen te alla testa del 267'1 fanteria, in trn ftlfioso combattimento sul basso Piave. Al la memoria di lui fu concessa la rned . d'or<> con la seguente motivazione: « Comandanre di 1111 reggimento, con la parola e con l'esempio

mantenne

in

cririci

rnornenLi Vivo l 'ent~sìasmo ed il

,·igore nelle proprie tru ppe, re ndend o vani i ripetuti e furiosi attacchi sferrati da[ nem ico per più g iorni sono intenso liomba rdamento. Rimasto il suo reggimento scoperto sul fianco) si

portò alla testa di un piccolo nucleo a fronteggiare forti infi ltrazioni nemiche, inconrra.n<lovi 1norlc gloriosa, sì che i suoi PaseJli Ernesto µrod i, entusias mati d all 'eroism() e dal subl ime sac rificio del loro comandante, ne vendicarono Li mo rte con una violenta reazione, respingendo I'avversario con gravi perdite ed affermandosi sa ldamente sul terreno, fatto, per essi, p iù facro dal sangue del loro amato comandante )>. (Candelll , 15~18 giugno J918).

Pasetti (Fdicc). Generale, "· nel l859 . Sottot. del genio ne l 1883, partecipò alla campagna erit rea del 1887. Nel 1913 an,lò in P . A . col grndo d i ten . colonnello. Richia1nato in servizio durante la guerra contl'o l'Au~tria , f u p romosso colonnello nel 1916. Ne l 1926 ebbe la promozione a generale di brigata nella riserva .


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Paseui Felice. Generale, n. ad Alcssal){lria nel 1873. Sottot. d i cavalleria nel 1892 partecipò alla guerra del 19151918 mer itando la mcd . di bronzo nella pianura friulana (1917) . Colonnello nel 1918, comandò i cavalleggeri di Vicenza . .Dopo esser stato giudice al tribunale mi i. d i Milano, andò in P . A . S. nel 1925. J>assato nella riserva, fu pro· mosso generale di briga ta nel 1931.

Pasi (Marctmtonio) . Ingegnere m ii. del scc. XVI, n. di Carpi. Fu al servizio degli Estensi e d isegnò la fortezza di Monta lfonso in Garfagnana, di cui diresse i lavori (1579• 1584) sotto la sorveglianza di Cornelio Bentivoglio, comandante delle truppe estensi. Pasi conte Raffaele . Medaglia d'oro, n. a Firenze, m. a Roma (1819-1890). Valoroso patriota, prese parte ai prim i moti del Risorgimento, esulando poi in Francia. Rimpa· t riato nel 1848, comandò la G uardia nazionale di Faenza, -1Xirt<·cipando alla difesa d i V icenza, e nell 'anno successivo a quella d i Roma, dove venne nominato colonnello. Cadutct la repubbl ica, em igrò in Piemonte. Nel 1859 entrò nell'esercito regolare come mag· giorc e subito dopo fu promosso luogoten . colonnello al comando del 26° fanteria. Partecipò alla campagna del 1860-61 e guadagnò a Mol:, <li Gaeta la croce di cnv. dcll 'O. M. S. Promosso colonnello nel 1863, comandò il 5° fanteria, col q uale partecipò alla guerra del 1866, guadagnando a Custoza la mcd. Pasi Raffaele d ·oro al valore : « per aver da Monzambano condotto rnirabilmente il proprio reggimento all'attacco del monte Gabbione, essersi con mirabi le ardire spiato alla testa dei suoi soldati jn luoghi pili rninacciati cd essere stato )'ammirazione di tutti i suoi inferiori, che per sì eroico esempio si distinsero immensamente in quella giornata ». Da rnagg . genera le, coma ndò la brigata Regina (1872) e da ten. generale la d ivis. d i Catanzaro (1879). Fu anche aiutante di campo di S. M. Vittorio Emanuele li ed Umberto 1, e depmato al Parlamento per Faenza nella XII legislatura.

Pasian-Schiavonesco. Com une in prov. di Udine, sulla strada provinciale Codroipo-Udine, presso il torrente Lavia. Dal 1926 si ch iama Basiliano. A zione di Paswn-Sc/11auonesco (29 ottobre 1917). Appartiene alla ritirata dall'Isonzo al Piave. Il comandante della brigata cavalleggeri della 1a divisione di cavalleria, gen . Annibale Gatti, giuntò coi regg. Monferrato e R0ma 1a 1nattioa del 29 ottobre a Palmanova , riceveva, verso le 1 r, l 'ordine di portarsi r apidamente a P. allo scopo d i proteggervi la ritirata dell'a la d r. della 2a armata . Nel con tempo a Pozzuolo <lei Friuli si sarebbe concentrata l'a ltra brigata cle lla d ivis. Gli sqdr. del G atti erano r idotti in tutto alla forza di circa 6oo u. Essi, partiti tra le 1r e le 12 dai loro alloggiamenti, dopo aver sostenuto qualche sca.san1uccìa con nuclei nemici, verso le 14,30 giunsero a Ca' del Moro, un Km. circa a sud di P. e poco dopo le J 5 raffiche di mitragliatrici austriache da ogni parte investivano i nostri -caval ieri, causando loro perd ite sensibili. Dopo mezz'ora il gen . Gatii, accortosi che il nemico ten• tava un 1novimento aggirante, ordinò al con1andante di Monferrato ,i i fare uno sbalzo ind ietro e d i schierarsi coi suoi u. appiedati sul bordo dello scolo Lavia, leggermente

in rjalzo. Questo 1novi1nento, eseguito con ordine, lasciava

scoperto il fianco dr. del Roma. Frattanto l 'azione da parte del nemico si an<lava intensificando pel sopraggiungere di nuove forze, mentre qualche cannone di medio calibro, entrato in campo, aveva già messo fuori causa quattro ddlc otto mitragliatrici di cui disponevano gli squad roni, e provocato gravi perdite. A questo punto il colonnello Filipponi del Roma, veduta la situazione sempre più critica in cui stavano per trovarsi i suoi s,pdr. e saputo che gli appiedati di Monferrato si erano portati sulla linb del torrente Lavia, diede senz'altro ordine al suo regg. di r imontare a cavallo e ripiegare · su Basagliapcnta, in modo da sottrarsi alla sovcrch i~nte pressione avversaria. Poco dopo l'ordine veniva esteso anche al Monferrato, così che i resti dei due reggimenti, verso le 16,30, ripiegavano insieme sul! 'abitato di Dasagliapenta, ove frattanto si era provveduto alla costruzione d i barricate. L 'azione riemic.:t

si spostò a Basagliapcn ta, ma anche questa volta i due reggiment i, benchè molto ridotti di numero, opposero ener -

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Combauimento di Pasian Schiavonesco

gica resistenza fino a notte, quan<lo riuscivano a rompere il wntalto eco l'avve rsano rip iegando sulla sr. del Tagliamento. Mentre si producevano questi avvenimenti sul torrente La via, un bri llante ep isodio avveniva sul campo di P., dove erano rim asti due sqdr. del Monferrato a protezione della ritirata. Il capitano Gambarotti, che li còmandava, verso le 17, mentre gli altri sqdr. ripiegavano, lanciava alla carica i suoi cavalleggeri, piombando sul fianco del nemico . L'attacco d iede modo ai rimanemi sqdr, d i disim• pegnarsi completamente. Disgraziatamente uno dei due sqdr. (il 4°) durante la carica andava ad urtare contro un cumu lo d i bombe a mano; ivi raccolte da molto tempo per le esercitazioni della fanteria, le q uali scoppiando fecero saltare in aria gran parte dello sqdr. Lo stendardo tld reggimento venne lanciato lontano resta ndo intatto, mentre nrnancvano ucc1s1 l'ufficiale che lo portava e il sottufficiale <li scorta. Rinvenuto da un contadino del luogo, certo Flcbus d i Nesp~ledo, egli lo conservò gc· losamenre durante i mesi <iell'invasionc, per riconsegnaJlo al reggimento l'anno appresso, 'dopo la vittoria. Le perdite subite, durante la giornata, dai regg. Roma .è Montebcllo forano di 13 ufficiali e 280 gregari ; ma il sacrificio di essi fu di grande vantaggio per le armate d el! 'esercito italiano che si ritiravano lungo la strada d i Co-


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droipo, rimasra sgombra dai nemici impegnati dai canileggeri Roma e Montcbdlo, ed il giorno successivo dai dragoni di Genova, dai lancieri di Novara e da fanti della brigata Bergamo.

Pasini (nob. Roberto). Generale, n . a Pesaro nel 1867. Sottot. dei bersagl ieri nel 1885, si d istinse nel tcrremolo si~u·lo-_calabro del 1908 meritando la mcd. di bronlo di be,nemerenza. Combattè in Libia nel 19n-12 e per le battagl ie di Sidi Messri1 Ain Zara e Zanzur meritò la mcd. d 'prgento. In congedo provvisorio nel 1916 e colonnello nel 19 rì, fu trattenuto in servizio durante la guerra contro l'Austria, divenendo brigad iere generale nel 1919. Nel 1923 assunse i l grado <li generale di ·brigata nella riserva e nel 1929 fu collocato a riposo . Pasino (Marco Au,.c/io de). lngegne.re militare italiano, geometra, scu ltore, pi ttore, e.cc., n. a Ferrara verso jl

1510.

Allievo dcll'Alghisi , fu a.I servizio del duca di Bouillon. fortificò Scdan e lavorò alle altre piazzefort i della Mosa. Nel 1573, nell'assedio della Rochelle, propugnò i terra• pieni come protezione del le murature retrostanti. Passato al servizio dell'Olanda, lavorò alle fortezze delle Fiandre e pllbblicò ad Anversa nel 15j9 un 'opera di fortificazione, in francese, esponendo qllanto si era fatto sino allora per la difesa delle piazze, e sostenendo lo spalto intérno, e quella controguardia che fu u1 seguito la falsabraga della fortificazione olandese, e che un secolo dopo furono attribuit i alla scuola francese . l i P. progettò un ingrandimento delle opere di di.lesa di Anversa con· opere staccate, vero campo trincerato, precursore del l 'oper_a del B rialmont del XIX secolo. Col suo t rattato, il P. , pllÒ ~sscre considerato come il vero (ondatore della scuola di fortifica,.ione olandese, derivazione diretta, come t utte le altre, della scuola italiana.

Paskevic (l'askcwitcl,, o Pascl,icvic, Iu,111 Fedorovic). Generale russo, n. a Poltava, m . a Varsavia (1782-1856). Fu ufficiale d'ordinanza degli impera tori Paolo I e A le~sandro l. Comandò llna <livis. nelle guerre del 18r2-13\14-15. Nel 1826-2j fu comandante in capo nella guerra' in Persia, dove prese E rivan e costrinse i Persiani alla pace. Nella guerra comro i Turchi (1828-29) ebbe il grado di feldmaresciallo. Represse nel. 1831 la sollevazione polacca divenendo governatore della Polonia, e nel 1848 aiutò F l'Austria a sottomettere l'Ungheria. Nel 1854-56 fece la cam• pagna di Cr imea, riportando lill a gravissima fer ita per la quale morì.

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Pasquale (Giacomo Antonio, detto San Giacomo). Minatore piemontese al servizio ,della Francia napolçonica, n . a Sagliano Micca, m . a Grenohle (1778-1833). Entrato nell'esercito francese come. « guardia <lei Genio », fu alla difesa della citta~ella di Torino nel 1799 e vi rimase ferito. Passato nella Spagna, partecipò all'assedio di Saragozza. Nel 1813 fu l'eroe della difesa <li Monzo,; (V.) e vi guadagnò la croce della Legion ·d'onore. I Francesi lo chiamarono Saìnt-Jacq11es, esaltandolo come gloria propr ia, essendo stato naturalizzato francese nel 1816. Pasquale Francesco. Generale, n. a Napoli nel 1861. Sottot. di fanteria nel 1880, passò poi nei bersaglieri. Nel terremoto sicu lo-calabro del 1908 merit<> la mecl. d'argento

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di benemerenza. Nella guerra libica ebbe la mcd. di bronzo ad Asabaa (1913). Colonnello comandante il 50° fanteria nel 1914, entrò in guerra contro l'Austria al comando del 49 be rsaglier i. Magg. generale 11d 1915, comandò successivamente le brigate Cremona, Basilicata, Tevere e Rovigo. ln P. A. nel 19r7, assunse nel 1923 i! grado di generale d i divis . e poi passò nella riserva. Pasquale Nicola. Generale, n. ad Anoja nel 1866. Sottot. di fanteria nel 1889, frequemò poi la scuola d i guerra. Nella guerra contro l'Austria meritò1 comb;1ttendo sul Carso,

ne mcd. d'argento e comandò per due an11i il 12° fanteria, dive11endo colonne llo nel 1917. In P. A. S. nel r920, ebbe il grado di generale d i brigata nel 1924 e passò nella riserva nel 1928, diventand,wi generale rli divis. nel 1931.

Pasqualino (nob . Salvatore). Generale, n . a Palermo nel r861. Sottot. d'art. nel 1879, raggillnsc il grado di colonnello nel 1914. Comandò il 36° art. da campagna e con esso entrò in guerra contro l 'Austria. Magg. generale nel 19r7, fu comandante d'a rt . elci 24° e poi del 1° C. d 'A. e per le azion i sul M. Tomba e Monfe nera me ritò la croce da cav . dell'O. M . S. In P. A. S. nel 19-19, assunse nel 1923 _il g rado cli generale di divis. e fu richiamato jn servizio temporaneo dal 1927 al 1930: in~li venne collocato a riposo. Pasques. V illaggio della Francia, nel d ip. della Céìte-d'or. Il 26 novembre 1870, durante la guerra Francogermanica, un reparto misto tedesco, costituito da due bgl. e una btr. a cavallo, al comando del gen. Daghenk ld, in esplorazione sulla strada di St. Scinc, avanzò si.no a Darois e di qui si volse, senza incontrare i F rancesi , alla valle dell 'Ouche. Il gcn. Garibaldi , saputa la mossa i,emica, mosse contro di essi con sei bgl. franco-garibaldini e 12 cannoni, e li incontrò presso P. I Tedeschi ripiegarono, coperti dalla propria artiglieria a Talant, e vj si stabilirnno in fermata protetta, ivi raggiunt i da un terzo bgl. Avèvano appena messo i loro avamposti a Hauteville, quando i Garibaldini, circa le 18,30, profittando dell'oscurità sopraggiunta, li attaccarono respingendoli verso Digione, ma l'attacco fu respinto coll 'accorrere di un bgl. d i r inforzo. Il combattimento fu anche detto di Lanthenay. Pasquina (Carlo). Generale, n . nel 1832, m. a Casale nel 1904- Arruolatosi giovanissimo, partecipò alla campag11a del 1849 ed alla guerra di Crimea. Sottot. di fanteria nel 1858, combattè nel l859 e nel 1866, meritando due mcd. d'argento : una a S. Martino e l'altra a Monzambano. Colonnello comandante 1'86" tantcria nel 1884, andò in P. A. nel I R88 e nel r895 venne -p romosso magg. generale nella riserva. Pasquier (Du). Reggimento di fanteria sviuera al servizio del Piemonte, costituito nel 1733, sll due bgl. d i 4 cp. ciascuno. Si comportò assai male, e<l ebbe numerosi disertori, tan to che fu licenziato nel li37• Partecipò al comando del colonnello Giacomo Ou J>asquier alla guerra per la successio!lc di Polonia. Passacavallo. V

Usciere.

Passaga (Dc) . Generale francese dell'epoca 11ostra, n. nel 1863. Nel 1885 usciva dalla scuola di Saint-Cyr sottor. nella fanteria d i marina. Fu ndl'l ndocina, nel Cambodge, nel ~énégal e fece la campagna del Dahomcy del 1892. Tornato in Francia nel 1895 frequentò la scuola superiore di guerra, ed allo scoppio della guerra Mondiale era co-.


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lon nello d i fanteria; subito dopo (u p romosso b rigadiere e nel 1915, come tale, eb be il coma n do della 133• d ivis. Nel 1917, com a ndante ~lel XXXII C . d'A., si d ist inse a llerry-au-Bac e a Ve rdun. Dopo la g ue rra comandò il X C . d 'A . territoriale a Renncs; passò quindi nella risen·a.

Passaggio del fosso. Così ch iamasi una t ril,cea, che, sboccando dal l'apertura fatta nel m uro d ella controscarpa, attraversa il fosso e va sino al piede dell'opera attaccata. . Essa è spalleggiata d a u n para petto .

Passalacqua (di Villalvania, marc/1<•,c Giuseppe). C encralc, n1cdaglia <roro 1 JL a Tori no 1 caduto a Novara (1794-1849). Ufficiale dell'esercito sardo, aveva sempre onorato , per le sue eccelse qualità, la brigata Grana tieri Guardie. Nel 1837, all 'atto d ella promozione a ten . colonnello, la lasciava per passare ud ro0 regg. fanteria ; colonnello nel 1841, assumeva jl comando d el 13° fanteria. La prima guer ra d In<lipcn<.k·1tZ,a lo trovava magg. generale~ coman, dame la b rigata Casaie; alla testa d i essa si d istinse, per ardimento e spren.o de l pericolo, d u rante tu tta la campagna, guadagnando una medaglia d'argento al valore a 1

Santa Lucia. L'anno seguente, sotto le 1nura di Nov;:ira,

cadde ucciso ne l fo lto della mischi a « mentre com'è detto nella motivazione della medaglia d 'oro con le parole e con l'esempio animava i soklati al combattimen to».

del 1917 e 1918. Colonnello nel 1920, comandò la legione cli Palermo. Nel 1923 andò in P. A . e nel 1928 fu promosso genernle dj brigata nella

riserva .

Passarge, Fiume <lella Prus~ia che si getta nel Frische HafT, mar Baltico. t ra Braunsberg e Heiligenbeil. Com b1111imento sulla Pflrn1rge ( ,807). Appartiene alle guerre dell 'Impero. Dopo la caduta

di Danzica, gli ese rciti coal iz. zati contro Napoleone (130 .000 uomin i) rip resero l'offensiva, e l'imperatore Aless:rndro ne asPas.sarclli Roberto sunse il comando. Anche g li effettivi francesi erano stati aumentati lino a raggiungere i ,60.coo combattent i. I coalizz.ati aprirono le ostilità con una d imostrazione cont ro Braunsbcrg, dopo di c he si di, amarono in sette colonne. La dr . attaccò Bernadottc al ponte di Spanden; il cent ro tentò di prendere a Soult la po,izione d i Lomitten , ma la sr. si propose ,m comp.i to pi,, d ifficile. Era condotta da Benn ingsen e ne facevano parte !:i guardia e la riserva . Essa si precipitò su Ney a Gutcstadt, manovrando per aggirMc la sua sinistra a \ 'lolfersdorf e preven irlo sulla P. Sou lt e Bernadotte furono vincitori , 111a Ney fu costretto a cedere terreno ; indovinando però i disegni d i Ben ningsen, riuscì a contenere le teste di

colonna c he cen:avano di avvilupparlo, e potè passare il fiume sotto il fuoco furioso dell'artiglieria nen,ica : Ben~ ningscn, che aveva sperato d i sorp rendere i tre marescialli, visti scoperti i suoi piani, temette d i essere assalito alla sua ,·olta cd ordinò la ritirata . In realtà, Napoleone, ai primi colpi <li cannone, aveva cbian1ato a sè Davout, Lan~

Passalacqu a Giuseppe

Da Passano G. C.

Passano (Giovanni Gioaa·hiuo, Da). Generale della repubblica genovese, 111. nel 155r. Nominato sovraimendentc all_e fortezze e a lle m ilizie genovesi, andò con 4000 u. a r inforzare L uigi XII in Lombardia e partec ipò poscia all'assed io di Alessandria. Fu ambasciatore della repubblica a Parigi e nel 1521 luogoten . del Laut.rec in Italia. Passa-palle. Così era ch iamata una tavola o . piast ra di ferro o d i rame, fora ta con la giusta misura della palla da cannone . Questa veniva fatta passare nel foco, per esperimentarne la singola g rossezza, e quindi stabilire a q uale calibro erano adatte . Più tardi' invece della piast ra si ad operarono due cerchi congiunti da un manico, u no dei q ual i, a lqu anto più grosso, non lasciava passare la palla se d i calibro non esano. Fu anche chiamato « sagoil1a ».

nes, Mortier, la g uardia e la cavalleria; il giorno dopo tutto l'esercim passava la l'. nei tre punti che il nemico aveva voluto forzare. Questo n1ovimento era stato eseguito con una rapid ità fu lmiuca. Furono raggiunte le retroguard ie dei Ru~si , fu loro impedito di spiegarsi e vennero serrate su I' Alle, dove esse stesse si erano concentrate per ab bat1ere Ney. Dopo furono cacciate dalla riva sr., fu presa (,utt, radt, ed infine assalite alla loro dr. Benningsen, sono I.a pressione d cli 'esercito francese si schierò sulla riva sr. dell"Alle, presso !1eilsbe,·g (V.).

Passaro (Cflpo). Promontor io all'estrem ità sud-orientale della Sicilia, d etto in antico Pachino. Nel secolo XVI vi fu costruito un castello quadrato che nell'epoca borbonica e ra classificato come fortezza di 4uarta classe.

Passaparola. Metodo di far sa pere prestamente e senza .strepito uu o rd ine da un capo all 'altro d'una fil a d i remiganti, d i marinari o d i soldati, così che l'uno lo comunichi al suo vicjno, e q uesti all'altro, affinchè g iu nga all'ultimo senza che nessuno g ridi o si muova. Passarelli (Roberto). Generale dei carabinieri. Sottot. di fanteria nel 1885, passò n ei carabi n ieri nel 1892, e partecipò alla guerra libica ed alle camp agne contro l 'Austria

fJ castello al C:lpo Passaro


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Bmtaglia di Capo Passaro (1 1 agosto 1718). Fu combattuta fra una flotta inglese al comando dd l' ammir. Byng, forte di 21 vascelli d i l inea e navi minori, e una flotta spagnuola , composta di J7 vascelli, 10 fregare e navi minori, comandata dall'ammir. Gastafieta. Quest i affidò' le navi minori all'ammir. De Mary, ordinandogli di accostare alla riva ; Byng mandò cinque vascelli col capita no Walton a inseguirli, e assalì a su volta co: resto delle forze il grosso dc!l'.a flotta spagnuola. Dopo breve combattimento essa abbassò in. r,artc la bandiera : 9 vascelli e tre fregate si arresero al Byng. Intanto il Watsou affrontava le navi del De Mary e ne affondava o catturava parecchie . La vittoria degli Inglesi fu così completa. Pn.11aro.

Rimorchiato re <1i

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HP. , entrato in serviz io

nel J932.

Passarowitz. Città della Jugoslavia , allo sbocco della Morava nel Danubio .

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I. TmttMo di Passarowitz ( 21 luglio 1718). Pace fra Austria e Turch ia, mediatrici Inghilterra e Olanda. In base ::.1 ll' t( uti posside tis >1 accettato dalle Parti contraenti·, I 'im -

pcr3tore resterà i n possesso della Valacchia fi no all'Aiuta , così che la riva orientale d i questo fiu me apparterrà alla T urchia e l 'occidentale all'Imperatore. Questi terrà inoltre b Serbia setten trionale con Belgrado, Ternesvar , Paraki n, lstolaz, ecc. e le due rive della . Sava dalla Orina all 'Unna, con confini che verranno stabiliti da una commissione mista . La pace presen te dure rà 24 an ni e potrà essere prorogata. Questa trattato è seguita da un a lt ro d i commercio e <li na,•igazione. ll. Tmttato di Fas;arou//t: (21 luglio 1718). Pace fr., Turchia e Venezia. Le fortezze conquistate in D almazia, nell 'Albania e ndl'Er.c.cgovina, come !moschi, Tiscbovatz, ~ternizza, Cinista, ecc., rimarranno alla repubblica Veneta. Le sarà restituita altresì l 'isola di Ccrigo, e,' a tenore

accora conserval'a jn Candia), la Morea e Tinc, Sculari, Dulcigno e Antivari. Questo trattato, non !imitato nd!J d urata, restò in vigore finchè ebbe vita la repubblica, come pure rimasero imn1utati j limiti dei possedimenti veneti in. Dalmazia. Ve nezia, da gran tempo deca<luta dal suo antico splendore, dopo q uesta pace non fa più nè acquisti nè perdite. Sempre neu trale in tutte le gue((e dei ,,.:· colo XVllI, si immobilizza e d iviene una Potenza affaa0 sccondarja.

Passata. Va le gittata., e ù 1 usato nei temp i andati. La gittata di un 'arma tu anche detta impropriamente portala.

Passatore. V . Paga mana . Passau (ant. Batava Castra, ital. Pa.ssavia). C ittà della Baviera, alla confluenza dell'Inn e dcll'Ilz col Danubio. Di visa dai tre fiumi m <]Uattro parl i, ebbe due fortezze, Obcrhaus e Un terhaus. In antico fu circondata d i 111 ura, nel secolo XVI vi fu cretto qualche tratto b~stionato. Fu occupata e fortificata dal I 'eletrore d i Baviera il 3 1 luglio i741 , durante la guerra per la Successione di Spagna . L'an no seguente (26 gennaio) una pie~ cola - guarnigione

Pi•nta di Passau (secolo XVI)

baYarese si chiusc nel castello all ·avvicinarsi d i un . corpo austriaco con1andato

dal conte di Kevenhullcr , e si arrese il giorno seguente. I. Tmw110 di Passau ( 12 agosto 1552). Pace fra Cattolici e Protestanti d i Germania, d opo la lotta d i Carlo V contro t principi pro,estanll appoggia ti dalla Francia. L'imperatore si obbliga : a 1·inuncian: alle d isposizioni emanate nel 1548 con un fonnulano che era stato ch ia1nato u Interim )) ;

a convocare una Dieta per l'esame delle cose religiose; a 1·inunciare alle persecuzioni contro i Protestanti; a vietare le disfide e le contese fra i princip i; ad accettare consiglieri p rotestanti nella « Camera Imperiale » , sorta di Consiglio o tribunale supremo dell'impero; a liberare i principi protestami fatti p rigionieri; a reintegrare nello Stato germanico l'antica costituzione. Il trattato venne fatto ad insaputa della Francia, la q uale pertanto continuò la guerra contro l'impero. Il traualo d i P. trova il suo com1•lemcn to nella pace di Augsburg, di due anni dopo .

La fìrma del ttatrato rii Passarowitl. (1'j I8)

dcli '« uti possidetis ». essa terrà il dominio di Burrint0, Prevesa e Vonizza. La Repubblica continuerà ad cscrcitari il suo commerc io nel C3iio e in tutti gli sca li del Levante , e godrà del ribasso da] 5 al 3 % sui diritti della d ogana. In for;;,a di q uesto stesso patto, sebbene nel trattato nor. se ne sia fana !nenzio ne, Venezia dovette abbandonare ai T urchi Spinalunga é Suda (i due u ltim i propugnacoli che

I L Combttttimento di Passa11 (11 marzo 1703). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. L 'elettore d i Bav iera, avendo deciso di tenta re d i prendere la città, vi marciò con le sue truppe, e trovò schierati in forte posizione gli Imperiali, comandat i dal conte Schlick . Non osando d i assalirli, finse un movime1uo ,,erso P. , tanto che il conte abbandonò la posizione con parte delle sue truppe. Allora l'elettore attaccò rapidamente le restanti, e catturò l ';irriglier ia sulla posiz ione, uccidendo o facendo prigionieri i d ifensori. Tuttavia il conte Schlick riuscì a chiudersi in P., e l 'elettore si ritirò, riuscendo a occuparla soltanto l 'anno seguente .


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Passava nel secolo XVII

Passava, An tico castello della Morea, a nord del capo Matapan, costru ito dai T urch i nel sec. XVI. L' S lugl io 1601 fu assalito e preso dai cavalieri di Malta, i quali s1 ritiraronò recando seco 180 prigionieri e materiale. Presa di Pas;-ava (1685). Appartiene alla spedizione dei Veneziani ne!Ja Morca , agli ord ini d i Morosini. Questi diede l' incarico di prcndere..-F . al sergente maggiore Gregorevic, con 500 fanti, rinforzati dalle bande dei Mainot i, e i) 24 settembre il castello venne attaccato. I T u rchi, viste le forze superior i degli assalitori e disperando d i poter resistere, riuscirono a sfuggire alla cattura abbandon ando il robusto castello, che venne fatto demolire dal Morosin.i .

Passavolante. Nome dato ad una colubrina, d appr im a lunga , di grande gittata, da 32 a 40 libbre di palla; poi leggera. Fu d ù amato ugualmente un cannone finto, di legno, 1nesso per intimorire . In m arina, fu detta P. la finta ba tteria, in legno, che portavano talvolta le navi d i commercio per intimidire i pjrati che _potessero incontrare .

Semp re i n Piemunte, se venivano scoperti si tagliava loro un orecchio (scc. XVI-XVII) .

Passchendaele. Città de.I Belgio , sulla Mandelbeke, affluente della Lys, nel circondario di Ypres. Tn [nghilte rra gli scrittori militari, nonchè i documenti ufficia li, col nome di Combattimenti di Passd,endaele i11dicano quel complesso d i azio1ù localizzate, che si svolsero nelle Fiandre nell'estate-autunno del r917 cd ebbero per scopo u !t imo quello <li alleggerire la pressione tedesca in Francia, su.i tratt i di fronte tenuti dalle rruppc francesi. Le quali, in seguito alle gr avi perdite subltc nella prim a,·era del 19r7, e agli ammutinamenti che ne dcri1•arono, non erano nè materialmente nè moralmente in grado di sostenere prove g ravose, che, d 'ah ra parte, parevano imminenti, pcrchè i Tedeschi, ormai liberi di preoccupazioni per la fronte russa in pieno disfacimento per la rivoluzione, erano in grad o d i portare molte forze in Francia. Co!l le offensive già descritte a Messines e Occidentale f 1·0111e, le tru ppe ingJesi tesero a richiamare su di loro lo sforzo del ne mico, tenendolo "ien1pre e costante111enrc impegnato, impedendo così la vittoria dei Tedeschi anche su terra, che in quell'anno pareva assai probabile . Questo spiega come in Inghilterra s i celebrino 1nolto

Passavolante (secolo XV)

Nelle antiche milizie, era sinonimo di Paga morta (V.); in Piemonte, più che l'in dividuo inesistente e figurativamente inscritto nei ruoli, era colui che temporaneamente s i presentava a tenerne le veci nclJe 1n ostre e rassegne .

i combattimenti svolt is i

attorno all'altura <li P. nel saliente di Ypres, coi quali essi im pedirono al nen1 ico azioni <lecisive contro i Fr.ancesi e mediante i quali tennero impegnate ben 78 divis . gern1a• niche. l principali d i detti combattimenti si svolsero .il 3, luglio, co11 insignifìcanti variazioni territoriali e notevoli perdite ing lesi; nel! 'agosto gli Inglesi tesero ad impadro .. nirsi della costa de\ Mar del Nord, per snidare le basi


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nem iche dc.: i sottomarini. Questa battagli~t costier:l i mpose u n notevole r ipiegamento ai T edesch i,_ lll'! no n r_a ggiunse gE vbicttiv i desiderati . J combatt i!11cn ti riprcsern a ttorno al 20 settembre con largo uso di ca rri a nnati e c ulmina rono il 25 settembre, g io rnata nel la q uale le ar mate in glesi subirono g ravissime perd ite . In sostanza i com batti1nenti di P. non costituiscono Opt'razioni isolate con obic l· tivi loca li, n1a una vcr:1 e propria azione continuativa a favore d ell 'econ omia generale della guerra, in relazione alla situaz ione del 1917 sulla fronte Occid e n tale . Sem p re scrnndo g l'Inglesi, gli avveniment i d i P. prova no la parte i1nportantissi ma, se nori decisjva, compiuta dall'esercito ing lese sullà" {ronte occidentale. _(

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o l'altro della nave. Su taluni piroscafi o navi, ,li grande tonnel laggio, vi sono pi_ù passerelle, anc be a più piani per aumentarne l'oriz.z.ontc ù'osscrvazionc . Nell'esercito sì h~n• no passçrellc temporanee cd occas.ionali , sospese od a campate. Ne è prevista la costruz io ne solo per p iccoli repar ti

l'assera (Nicola) . Generale, n . a Mo ntanaro nel 1791. Ingegner e idraulico nel 1811 ed in°segna nte d i matcmatic:, all ' Accarlemia m ii. nel r816 , d ive n ne ten . d el gen io ne-I 1817 continua ndo nel l' insegname nto. Colonnello nel 1838, , o man d ò il 17° fanteria . ma nel 18-!7 ritornò nell 'arnu <l 'orig ine q uale memb rc del consiglio del gen io m ii. Par1ecipò alla campagna del 1848. nel qua le a n no fu promoss-~ magg. generale e nomina to membro de lla commissio ne d ell'ord ina mento delle t ruppe lombarde . Nel r849 fu nomi nato p resid ente d ella comm issio ne d i scrutinio per gli ufficiali lombardi, u nghe resi e polacchi . Coman dan te de l Corpo reale del gen io nel 1856, (u collocato a riposo nel r861 e

promosso luogotenc.:ntc gc•

neralc .

Passerat (Roero di Sanw Severina , marchese _Giuseppe). Generale dd sec. XV!ll. Aifiere nt:l regg. fanteria Pie• monte nel 1757, raggiunse il grado d i colonnello nel 1793, com andò il regg. provinciale d i Mariana, e pa rtecipò alle ca m pag ne del 1793, r794 e P asserat Giuseppe 1795. Nel 1796 fu p romosso br ig ad iere generale e capitano della compagnia degli archibugie ri guard ie d elle porte d i S . M. il Re.

Passcrclfa s u tavoloni legati

per i quali l'al lunga~1ento della co lonna, d ov uto alla neces sità d i passare a<l u no o d ue uomini alla volta, ç trascurabile in confronto del tempo che si perd e reb be nel cercare u n altro passaggio, specialmente in montagna. Nel caso d i previsti passaggi <li grossi r epa rti si costruisce un ponte . Spesso u na I'. si cost ruisce per faci litare il g ittamen to d i u n ponte; e spesso presso .i guad i, per permettere agli uom ini di passare all 'asciu tto, mentre J quadrupedi ~ condotti

Pàsserella. Nell' uso comune è un ponte stretto e leggero, per ma nente o te mporan eo, c he perme tte il passaggio a soli pedoni isolat i attraverso un q ualsiasi ostacolo (ruscell i, fium i, burroni) che rich ied ereb bero re m!10 e lu nghi

Passerella su cavalletti

Pas.serelln su cava lletti ( r917) attraver$ata da S. M. il Re

gin viziosi per esse re superato . Sono ad es . passerelle i piccoli ponti trasversali cost ruit i sulle navi o piroscafi di - ciualsiasi specie che, fac_endo pane d ella cahina di comando , permettono al comandante delb nave o d all 'ufficiale di rotta d i sorvegliare le varie operazioni su un bordo

a mano, attraversa no il g uado ncll 'acqua. Le I-'. si co• struìscono col materia le più vario: tronc h i d'albero accoSlal'i, o ta,·u!oni scslcnuti da n1u ri a secco o da cavalletti ; duran te l'ultima guerra, <;- nella zona n1on tana, se ne costruirono molte sospese con funi metalliche per faci litare


-- 850 il passaggio su ampi burroni o fra vicine vene rocciose. Ne era m olto nota una, costruita a circa 2800 metri ·d 'al-

titudine sul Castellaccio (presso il passo <lei Tonale) attraverso un precipizio di circa 500 metri di profondità. Era

tcria .uno abilitati alla costruzione d i I', usando materiale di circostanza, trovato o da ricercarsi sul. posto, non convenendo avere apposito materiale al seguito per non sovracca ricare il carreggio. Anche il materia le da ponte può m

Passerella su bf!rche (Piave)

dctermi1HHe c.:ircosLan-ze essere utilizzato pel gittamento <li /'. per usi immediaLi cd urgenti: d 'altra parte il territorio europeo, assa i popoloso e ricco ovunque di m ateriali d 'ogni specie e d i strade, non desta preoccupazioni su un,, possibi le penuria di materiali per costruirle . Passerella s ull'Isonzo, a Sdraussina

lunga quaranta metri ed affidala alla solid\t_à di quat\TO robuste funi metalliche fissate nella roccia al le estremità . Le due funi inferiori sostenevano il piano di sostegno e di passaggio, costitu ito da assicelle trasversali d i un metro di larghezza, solidamente assicurate alle funi di sostegno. Le due funi superiori servivano d a parapcllo, ed erano

Passignano. Comune in prov, di Perugia, con buon -:,1ste llq;r~ncdioevalc, sulla sponda nord-est dd lago Trasimeno,/ alle pendici dei monti di Cortona. Esisteva fin dal tempo' oegli antiçhi ·Romani. Nel 1334 fu saccheggiato ed ~.-s0 dag li Aretini c. nel 1479 gli abitanti opposero una 11rem,à ::(lifesa contro. l'esercito fiorentino che lo stringeva d'meg[?i altrj · ttieggi e guas~i l'. ebbe a so/Trire neg li ann , 1-522 e "(1..5,2~--E? :\ •-;.. PassiQne.- dl;~•Gi s·ì t· Cristo. (Ordine della). Ordine cavalleré~<iò i~ti~uito nel 1380 da Riccardo II d'Inghilterra e da Carlo V[ di Francia. II suo scopo era quello di SO(-

Passerella costruita dagli Inglesi a Caltrano

Passel'eila su zarttrc (Basso Piave)

collegate con le corrispondenti i nferiori da una rete di filo di ferro a larghe maglie. Questa P. permetteva un n~parmio di ci rca due ore cl i marcia . U truppe tec11jd1~ dd genio, e gli zappatori di fon-

correre I Cristiani in Terra Santa, e combaucre gli iJ1fedeli. Il numero <lei c'àvalicr i doveva essere di . 100. 000 ; essi fra l'altro dovevano fare voto di fedeltà coniugale. Ma l'ordine fu hen lungi da l r ispondere alle , peranze <lei


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fondatori e non tardò a scomparire senz a avere raggiunta

una seria organizzazione .

Passo. Così si chiama l'inclinazione elicoidale delle r ighe nelle armi d a fuoco. Può essere costan te, oppure pro • gressivo. In quest'ultimo caso si va riducendo gradat amem e verso la bocca dell'a rma.

per lasciare una cer ta libertà agli individui e una ,certa·. elasticità alle brevi colonne del tempo di pace. Effettivamente ali 'indole del sol dato italiano la rigida osser vanza cie l passo non piace ; tanto più che le brevi ferme non, permettono più d i abituare l 'orecchio alla cadenza e quindi. mantenere il passo è eiuttosto una p reoccupazione, qn~ zichè LJn vantaggio. Quando però si marcia vcloccmçnw,. il passo si prende . in modo istin~ivo, u niforme, da parte d~ tutti gJi individui in colonna. A ,nalltencrlo contribuisce la musica. Infatti k fanfare rnilitari e k

batterie t~m •

huri sollevano gli spi:iti, e ia11no sì che, anche qu_an<Jo la stanchezza farsi sentire, il pa.sso torni ad essere spigliato. li passo in lunghezza e cadenza è comrni.surato alla ,statura, alla C<:l· pacità individuale e coll!'!ttiva degli uomini , al loro grado di addestramento, alla lunghezza del percorso·

con1illcia a

da compiere, alle ore in .cu i lo :-ii

compie, ai pesi portati sulle spa lle, ccc. li passo della nosrrn · truppa si /., alquanto sveltito con l 'aboliPasso dcll 'oca z ione dello zaino e d 'altri Jillltili pesi eliminati dal fardello dei fanti; taruo che si e rag'giur11a ' là cadenza d i, 135-145 p.a5"i,: a l minuro primo-, il che vuol d ire niantcnerc una velocità oraria cl.i 5-6 ·chilometr i. Fuori degli abitati la truppa rompe la cadenza e ciascuno marcia Iiberame1ue . Sn i ponti di poco sohd a strut 1 ura,

11 castello di Passignano

Passo . l Romani chiama rono gradus quello che noi chiamiamo " passo» , e chiamarono passt/S il doppio gradus. La lunghezza del nostro " passo » corrisponde allo spazio che separa il •piede destro portato dinanzi al sin istro, o separa il piede sinistro portato dinanzi al destro; invece, la !unghezz~ del passus romano conispondeva alla d ista nza che separava due successive orme del piede sinistro, o del destro. li passus romano era lungo cm. 144,75, sicchè il gradtt.< (quello che noi chiamiamo ,, passo ») era lungo cm. 72.375 ... , non molto minore del nostro (75 cm.), ma m inore. li migliaio di passus fu fondam,entale unità romana di misura itineraria; da essa è derivaro il nome ancora divulgatissimo in più lingue di « m iglio » . Mìfle passuum romano si ragguagliavano a metri nostri J 477 ,50. La truppa che muove in ordine chiu so marcia normalmente al passo per evidcmi ragioni d i clisciplina e d i uniformità. È del resto provato che cosl facendo si economizzano notevolmente le energie degli individui e si possono condurre pesanti unit:l n compiere percors i con"i• derevoli senza sforzo eccessivo. È noto che le composte

falangi greche marciarono al passo, così pure le legioni romane. Se osservlarno qualche rievocazione militare, .in

bassorilievi d i quelle epoche, l 'uniformit~ dei movime nti delle gambe, e quindi del passo, appare evidente. Con Maurizio d i N assau il passo cadenzato torna in onore.

,\i rempi di Federico II appare quella tipica deformazione che prende poi il nome cli " passo dell'oca » e r imane la caratteristica maniera di marciare, in ordine chiuso, dei Tedeschi. Dopo la guerra Mondiale, da noi la rigida osservanza dell'uniformità del passo è alquanto caduta di importanza

e specialmente su q uelli di barche, i l passo deve

essere rotto, poichè la ~imu!tancità delle ~ollecitazioni con-

seguenti al passo cadenzato potrebbe causare vibrazioni dannose e sbandamen ti e danni ai ponti stessi. Deve essere strettamente tenuto il passo invece qua ndo le truppe marciano in ord ine chiuso, per evoluzjoni o per attraversare gli abitati. Il passo della truppa è ordinario o velo'cc (corsa). Vi è anche d iffercm,a fra il passo della fanteria (granatieri. fanteria di .linea e alpini) e delle t ruppe celeri (bersagl ieri e camicie nere); questa differenza è in relazione. alla di\·ersa !-I natura fisira degl i individui, al diverso addestra-

Segnnle di passo (tamb\1ro)

~mltfil] Segnale. di passo (tromba)

mento svolto e allo speciale equipaggiamento portato dai celeri . Le truppe a cavallo hanno tre andature, di cui la meno veloce è quella al passo. Le altre sono trotto e galoppo. I repart i motorizzati possono marciare velocemente, modcrarnmcntc, o a passo d 'uomo, a seconda delle esigenze cli tempo, di luogo e allo scopo da conseguire_ (V. anche Andaturt,, Cadenza e Marcia).

Pauo m ontano . .t obbiettivo tattico e strategico di primo ordine, in quanto le granèli masse degli eserciti odierni, per la loro mole e complessità, hanno scarsa autonomia.


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-e la loro dfic_ ienza operativa è in ragione d iretta dei rifor-

ni'menti e quindi del numero e specie delle comunicazioni ·e della loro libera dispon ibilità . Da ciò l' importanza dei passi mon ta ni. Perciò, se è vero che le operazioni tattiche a cui la loro conquista dà luogo (V. Stretta) devono inspirarsi al criterio d i farli ca,lcre per manovra anzichè per attacco d ire tto, è pur vero che lo scopo reale e finale ·è la loro libera e piena disponibilita per I 't,lrcriore p roseguime nto delle operazioni e pc,· il funzionamento dei .servizi. Per converso la d ifesa, pur dovend o solidamente sbarrare con notevoli forze il passo, deve estendere l'occupazione anche ai fianchi. Peculiare importanza hanno i passi rii frontie ra, che fino dal tempo di pace d evono essere guerniti di forti di sbarramento e presidiati d a reparti d i truppa, prontamente rinforzabili dalle unità destinate in copertura, o nel periodo di sicurezza o nelle prime o re d i mobilitazione improvvisa, secondo le d is posizioni dei comand i interessati. in base ai progetti di mobilitazone preparat i fin_ dal tempo cli pace.

Passwan-Oglu (Osman). Guerriero bulgaro (1758-1807). Volendo vendicare il padre rlecapitato per ord ine d el sultano, fece per più anni · guerra d i montagna ai Turchi, riportand o numerose vittorie e consoli<landosi a Widdino, base delle sue operazioni, fi.nchè nel 1798 il sultano trattò con lui la pace e g li assegnò il pascialato di Widdino, il perdono per i suoi lunghi ann i di brigantaggio e numerosi ooor i. Morì sig nore assoluto dei luoghi ove aveva combattu to e vinto i Turchi. Pasta (Alberto). Generale, n. a Palermo nel 1865. Sottot. di fanteria nel 1885, dopo essersi meritata in tempo d i pace la mcd. di bronzo , u n 'altra ebbe in Libia nel combattime nto d elle Due Palme (1912). Colonndlo nel 1916, comandò nella g ue rra contro l 'Austria il 139Q ed il 241° regg. fanteria e poi ebbe i l comando in 2• del ca1ùpo m ilitare poh1cco di C h ivasso. Generale di brigata nel 1918, a ndò in P. A. S. poco d opo la guerra. Nel 1931 passò nella riserva. Pastega (Antonio). Generale med ico della R. Marina, 11.

a Possagno nel 1865. Prestò dapprima servizio nel

R. Esercito (1885) e passò nel 1890 nella R. Marina. Fece la campagna d'Afr ica nel 1891 e fu collocato in P . A . nel 1919, divenendo magg. generale nella riserva nel 1931.

Pasti (Cesare). Generale, n. a Budrio, m. a Brendola

Pasti Cesare

(1843-1 929;. Sottot. d i fanteria nel 1864, partecipò alla cam pagna del 1866 ed a Custoza rimase ferito e meritò la menzione on orevole . Frequen tò poi la scuola d i g ue rra e l'Istituto topografico mil itare, e fu in• segnante al la swola mil. d i Modena. Colonnello nel 1898, comandò il 18° fanteria e nel 1901 fu collocato in P. A. Magg iore generale nella riscrv::i nel 1910, · fu promosso tenente generale nel r 91_5 .

Pasticcio. Voce antiquata, usata in forrificazionc per indicare un'opera di figura ovale, o rotonda, coperta al d isopra, che si costruiva o all'intorno di uno spalto, o avanti una testa di ponte, o avanti una porta pe r copr irla. Si chiamava anche « fe rro di cavallo » a cagione della sua

figura ovale, e talvolta « zampa d 'oca " · p resso a poco all 'attuale « Blockhaus )> .

Corrisponde

PastoraI i (o Pastorelli, in francese Pastorea11x). Orda Ji vagabondi formatasi iu Francia nel 1250, che sotto il pretesto d i fare u na crociata per la liberazid11e d i San Luigi, rimasto prigioniero dei Saracen i in Egitto, commisero rivolte e barbarie in parecchie regioni d ella Francia. Ne era capo un ex rnonaco ungherese cistercense. certo Giacobbe o

Giacomo , soprannominato il

H

Mastro

d 'Ungheria »,

q uello stesso che nel 1221 aveva condotta la crociat!l dei fanciull i. Dicendosi profeta, costui fo,nal ÌZ'lÒ il popolo e fu segulro da operai, pastori, ma specialmente da persone di mala vita, costituendo un vero esercito di ,ofooo u. con 500 bandiere portanti come simbolo la Croce e l ' Agnelki. Dichiaratisi apertamente cont ro la Chiesa , invasero le Fiand re e la Picrnrd ia, poi si sparsero ovunque. co,!1mettendo rapine ed eccidi, e suscitando tumulti. Dopo aver saccheggiato mo.l te città e rovinato le campagne, nel 125r vennero fina lmente tagliati a pezzi nel Berri. Nel 1 3 20 si raccolse un'altra orda di P . ma ven ne p rootamcntc dispersa.

Pastore (Gaetano). Generale dell 'escrcito delle Due Sici lie, m. a S. Giorgio a Cremano (1773-1847). All'epoca <iell 'invasione francese seguì il re in Sici lia. Nel 1812 fu posto a capo d i un corpo di 2000 u., che condusse nella penisola iberica, partecipando alle campagne contro i Fran cesi sino al 1814. I n ta le aono, passò nella Liguria , combattendo con g li Inglesi per sottrarla a l dominio della Francia. Tornato a Napoli, vi fu promosso maresc. di campo. Raggiunse il grado d i ten . generale nel 1837, e fu nom inato ispetwre della fanteria di linea. Pastore Giuseppe. Generale, n. a Cuneo, m. a Torino ( 1800-1878). Sotto t . <l'art. nel 1817, ,divenne nel 1833 vicedirettore d ella R. sala cl 'arrifizi di Torino, e nel 1846 d irettore della R. fabbrica d'ar m i, venendo promnsso colorrncllo nel 1847. Magg . generale comandante del personale d'art. nel 1850 e d irettore d el materiale d'art . nel 1858, d ivenne nel 1859 Juogoten . generale comand. del l 'artiglier ia . Membro. d el Comitato d 'art. nel 1860, e presid e n te del t ribunale supremo d i guerra nel 1862, verme in detto anno nom inato senato,:e del regno. Nel 1867 fu collocato a riposo col grado di generale d'an nata.

Pastore Carlo . Generale, n . e m. Tenente ·d'art. nel 1851:, partecipi, alla campagna riel 1859. Colonnello nel 1875, comandò il 14° a rt. , po, fu d irettore del laboratorio di p rec1s10ne . Dopo csse.r s tato c01nan d a n te in 2• d el l'Accademia m ii. fu comandante tcrricoriak d 'art. in Torino . Magg. generale nel 1882 e addetto al Comitato cl 'art. e genio, fu p romosso nel 1 887 tc n. generale ispettore d 'art. da campagna Pastore Ca rio poi fu ispetto re ge nera le dell'arm a sino al 1894, anno in cu i andò in P. /\. Nel 1898 passò nella riserva. Pastore Fedaico. Generale, n. a Torino, m . a Livorno (1862-1920). Sottot. di· fanteria nel 1880. partecipò a lla campagna di Libia del 1911-,9 12 e per i comba ttenti d i Mcssri e d i Zanzur eboe la mcd. di bronzo. Colnnne llo nel 191.1, eo,nandò il 58g fanteria e con esso entrò in g uerra con t ro l 'Austria. Magg. generale comand. la b rigata S ie na nel 1915, comba ttendo sul Carso ebbe una se-


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conda me<l . d 'argento. Passato nella riserva nel 1916, venne trallenuto in servizio sino al 1919.

Ptutorc· Umbertd. Generale, n. a Casale Monferrato nel 1862. S011ot. <lei genio nel 1881, fu in Eritrea nel 1887, 1888 e 1897. Colonoello nel 1915, comandò il ,., regg. geni~ zappatori. Andato in guerra contro l'Austria , comandò il gen io del 26° C. d 'A . e meritò la me<l . d 'arg clllo dei benemeriti d ella salute p ubblica per l'epidemia colerica del 1915-1916, la croce da cav. dell'O. M. S. per k sistemazioni difensive sull'Altipiano d 'Asiago e la med. d 'argento per il gittamcnto dei ponti sul Piave. Magg. generale nel 1918, comandò il genio della IV armata. Andato in P . A. S. poco dopo la guerra, assunse nel 1923 il grado di generale di d ivis. e nel 1931 passò nella riserva. Pastore Ulrico . Generale, n. a Badia Polesine nel 1867. Sotto r. d i cavalleria nel 1889, fu in Libia nel 1911 e 1912 e per i combattimenti di Koefia e delle Due Palme meritò la med . d 'argento. Colonnello nel 1917, comandò nella guerra e.oniro l'Austria i cavalleggeri Caserta ed i lancieri Milano e su i Basso Piave (1918) ebbe la med. di bronzo. Dopo la guerra comandò il regg. cavalleggeri Monferrato. In P. A . nel 1926, fu promosso generale di brigata nel 1929 . Pastore Corrado. Generale, n. a Napoli nel 1871 . Sotto!. d'art. nel 1889, raggiunse il g rado di colonnello nel 1917. NelJa g uerra contro l'Austria comandò il 7° regg. tìa cam .. pagna cd a Codroipo rimase gravemente ferito e meritò la med. d'argcnw. In P. ,\. S. nel 1920, fu promosso generale di brigata in A . R. Q. nel 1926, e passò nella riserva nel 1933.

v iceammir. nel 1918, v iceammir. di sq uadra nel 1923, ammir. d i squadra nella riserva nel 1923. Comandò . il C.R.E.M. ( 1904-06), fu direttore generale del R. Arsenale dc La Spezia (1911-13) e comanda nte in capo interinale di quella piazzaforte dal luglio al novembre 1913. Fece la campagna nell'Estremo Orieme nel 1903 e partecipò alla guerra Mondiale.

Pastori (Vittorio). Generale, n. a Torino nel 1861. Sottot. <l'art. nel 1881, raggiunse il grado di colonnello nel 1915. Comandando un rcgg. da campagna sul Carso, meritò nel 1916 u na mcd. d i b ronzo ed una d'argento, riportando una ferita. In P. A. nel 1918, fu trattenuto in servizio sino al 1919 al comando d'art. d el C. d'A. di Bologna. Nel 1926 fu promosso generale cli brigata nel la rise rva e nel 1928 fu collocato a . r iposo . Pastoris (di Saluggia, conte Carlo Giuseppe) . Generale del scc . XVl!I (1672-1734). Fu governatore di Pavia e di Valenza e nel 173r raggiunse il g rado d i luogoten. maresciallo. Pasr.o,ù di Saluggia Maurizio. Generale d el sec . XVIII. Alfiere nel 1755, percorse gran parre della carriera ne l regg. fanteria Pie monte . Colonnello comandante la provincia di Ivrea nel 1793, fu promosso in tale carica nel 1796 brigadiere di fanteria.

gerla, i reparti del ,uo reggimento sottoposti ad in tenso fuoco nemico, e, sebbene ferito a morte, trovò nella sua energia e nell 'alto concetto ch'egli aveva d ella sua m issione, la t ranqui ll ità d'a nimo e la forza, nel ce<lere i l comando al 1enen te colonnello, di raccomandare a tutti l'onore del reggimen to e della sua bandiera, eh 'egli aveva sempre tenmo alto » . (Ain Zara, 4 dicembre 1911).

Pastrano. Questa specie di soprabito, gabbano o palandrana, coh maniche ed alto bavero, che attualmente, in panno g rigio-verde, fa pa rte della uniforme delle truppe e ufficiali delle anm a cavallo, p rcssochè eguale in tuni gl i eserciti , i: stato adottato ancbe in lté! lia poco prima della grande guerra, quando si è capita la necessità di un indumento p ratico, sia <lé!l lato igienico, che da quello della minore distinzione o visibilità degli ufficiali in campagna. li tipo del P. ora in uso trac le Sl)C origini dai pesanti e lunghi cappotti delle truppe tedesche e russe, fra le quali, g ià da antica data, veniva adoperato anche per le fanterie. In Francia, in Austria e nelle truppe piemontesi, come poi nell'esercito italiano, il P. veniva adottato soltanto per le armi a cavallo, ed era d i t ipo d ifferente tra cavalleria ed artiglier ia, gia"hè mentre per la prima, confezionato in panno grigio-azzurro, aveva attaccata sotto al bavero una malllellina ch e ar rivava a coprire interamente il braccio, quello dell'artig lieria aveva una o due piccole mantelline cadcmi poco sotto alla spalla. Tali differenze derivarono dalla diversità di se rv izio cbe dovevano prestare le truppe ,!elle due armi, in te mpo piovoso, o nel la stagione fredda. Il P. per gli ufficiali delle due armi era invece dello st~sso rngl io, e cioè composto di una mantellina e di un lungo e largo ca p potto coprente a cavallo la groppa d ell 'an;male e nello stesso tempo le gin occhia del cavaliere. I due capi potevano essere portati anche separati . Scnonchè il volu me c he essi costiluivario quando ripiegati do\•c ,•ano essere posti in ro tolo sull 'arco anteriore d ella sella, rendeva no assai poco pratico I'a/Tardellan1ent0, specia lmente se si inzuppavano d'acqua . L 'attuale P. oltre ad essere assai meno voluminoso, è.-- confezionato co.n panno im pcrrneabilizza.to, <li 1110dochè non solo protegge meglio il cavaliere dal !'acqua , ma conserva p ressochè il medesimo volume anche dopo una pioggia. L'uso del I'. è prescritto per ufficiali e truppe, e deve essere sempre abbottonato, tanto quando lo si pona · in servjzio, come quando si esce a diporto.

Pastorelly (dlberto) . Ammiraglio italiano, n. a Marsiglia, m . a Sa inr-Tropez-\laJ (Francia) (1.858-1932) . Entrato in serv izio nel 1877, d ivenne contrammir. nel 1911,

Pastrengo. Comune in prov. di Vero na, presso l'Adige. Vi avvenne nel 1799 un combattimento che fa parte della battaglia dell'Adige (V.) .

Pastore U lrico

Pastorelli Giovanni

Pastorell i (Giovanni). Medaglia d'oro, n. a Nizza Marillima, caduto in L ibia (1857-19 11). Ufficiale di fanteria in servizio attivo, era stato promosso <la poco colonndlo, quando, al coma ndo del , 400 regg. fan teria fu chiamato a far pane delJa p rima spedizione libica. Alla testa del suo reggimento cadde eroicamen te, come è rico rdato nelJa mot ivazione, con la quale alla memoria di lui fu conferit a la massi ma ricompensa al valore : ,, Diede prova <lì valore, trascinando co n l'csen1pio, stan<lo in prjma linea con l'avanguardia per 1neg1io diri-


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Combattimento di Pastl'engo (30 aprile 1848). Appart iene alla prima. guecra per l'Indipendenza d 'Italia. La sr. picrnonte.s e con l 'occupazione di Colà e Sancirà aveva tagl iato h, comunicazioni fra Peschiera e Verona. Carlo Alberto. per assicu rare il suo fianco sr. e chiu,k rc agli Austriaci

la via delLA.dige, progettò d i impadronirsi delle posizioni di ·P. Tale operazione ve nne eseguita, il 30 aprile, dal gcn . Dc Sonnaz con truppe dei due C . d'A . e della divis. di riserva, le q uali moss<:ro con tre co lonne : quella d i dr . (gen . Broglia), composta dalla brigata Savoia, 13 e 4~ cp. bersag lie ri, 2 ~ btr. , doveva portarsi dalle alture di S. G iust ina a Osteria N uova, tra · Bussolengo e P.; quella del centro (duca d i Savoia), compost a dal 16° fanter ia, truppe

rcgg. d i ca1·alleria della hrigara d i r iserva , Savoia e Genova, dovevano raccogliersi tra Castelnuovo cd Osteria dd Bosco . In con1plesso 13 .000 u. si dirige_vano, con marcia convergemc, contro P ., d ifesa d~lla divis. W ocher (7 bgl., 1 / 2 sqdr. , 2 btr. ; 7000 u. con l2 cannoni e 3 ,·acchette) . Il gen . \Vocher aveva disposto, a sud di I' . . in prima linea, la brigata Wohlgem.u.th , sulle alture Le Bionde e S. Martino ; in seconda linea, nei pressi d i Pioveaano, la brigata Arciduca Sigismondo. L'8° bg l. cacciatori di ,quesc'ultima brigata era stato inviato a custodire il ponte, get tato a Ponton. li maresc. Radetzk y. prevedendo l'attacco, a1·eva ordinato alle brigate Taxis, Liechtenstein e Rath, rispettivamente a sud-ovest d i Bussolengo, a Cà de Capri e a Lug~gnano, di eseguire forti dimostrazion i contro S. Giustina, Osteri"a del 13osco e Sona, allo scopo di rendere meno decisa la marcia -<lclk truppe piemontesi e meno efl'icace il loro attacco. Le colonne piemontesi, dopo lenta e faticosa marcia, presero contatto col nemico: alle ore 14 la colonna di dr. si apprestava ad attacca re le altu re d i S. Martino-, la colonna del centro, superate le difficoltà del paludoso tcr·rcno del T ione, si riordinava per attaccare P. per 13aguolo e Le Bionde., la colonna d i sr. aveva preso posizione sulle alture d i monte Biancardo. Delle truppe della riserva, la brigata Reg ina aveva raggiunto Sancirà, i regg. Piemonte Rea le e Novara Cavalleria erano i ra Sancirà, Santa Giustina e Colombara. T er minalo lo schicramcuto, le truppe mossero verso gli obbiettivi loro assegnati, contrastate da un vivo e nurrito fuoco avversario. Carlo A lberto seguiva l'avanzata delle truppe d i prima linea. Ad un tratto, nel salire un 'altura tra Le Bionde e Palestro, i tre sqdr. d i carabin ieri a cavallo che preceaevano immediatamente il g ruppo reale, furono fatti segno a<l un 'im t~\ovvisa scarica d i fucileria nemica. Immediatamente g li squadroni, ·al ,o-

parmensi, brigata Cuneo, 7'-1. btr. e sez. a,\. parn1e nse , do#

1nan<lo

vcva da Sandrà puntare su P. ; la co lonna d i sr. (gen. Fe<lcrici), composta d alla brigata Piemonte, volontari piacentini,, cp. bersaglieri, 1• btr., d oveva -~la Colà attaccare anch'essa P. La brigata Regina in seconda linea, doveva assecondare il mov_i rncnto portandosi a Sandrà; quella della Guardia sostituire la brigata Regina a S. Giustina; i

caricarono lfr'..versario, seguiti da l Re e:;,dal suo seguito. Lo slancio . d i questa rnass::i di cavalieri', scintill anti per I ·uniforme, eccitati pel per icolo ·corso dàl sovrano, imbaldanziti per la "'vista. di P. che sorg-eva innanz.i ,a, loro, e del nemico che ritirando~~ ofama! si ~ccalcava int~Ì~10 ·alla bor=gata, fu il segna le_::della vittoria . L'impulS(J si comunicò

Posizione degli 1\ ustriaci _a Paf.trengo ( 1848)

3•

del 111~gg. Negri <l i Sanfront, si r?rtarono avanti e

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La battagli~\ d i Pastrengo da una stampa dell'epoca

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La ca rica dei Carabinieri a Pastrengo (30 Aprile 1848)

rapidamente a tutta la li nea ccl affrettò la crisi cld combattimen to . La br igata Cuneo, salita l'erta delle alture Le Bionde, avanzava sulla larga cresta di quelle col line: la brigata Piemonte, spintasi a semicerchio tra le alture• di Tevoi e quelle della G hirlanda, muoveva all'attacco delle alture Le Costiere~ rnentre .il 3° regg. fanteria occu-

pava le coll ine tra Barracumo e Corsale . li genera le Wocher vide ormai 1'urgc.:nza dì accelerare la ritirata. Le sue truppe , prem ute sulla fronte dalla brigata Savo ia, d ì fianco dalla brigata Cuneo e minacciate ' alle spalle dalla brigata P icmontc 1 cor revano il risch io di non aver il tempo suill-

cientc per raccogliersi oltre 1'iovezza110 e passare l 'Adige. Tolse, allora , tre CJJ . ,!alla riserva e le fece distendere a Corsalc, per contenere lo sforzo del la brigata Piemonte .

Jvfa i Piemontesi incalzavano senza posa g li Austriaci, che argine, aggrappandosi ai caseggiati, ai gruppi d 'alberi, alle prominenze delle altur_e, per guadag nare te mpo e rendere meno precipitosa la r itirata . Intanto . la brigata Cuneo aveva <Jccupato cd ol trepassato r. Gli Austriaci tentarono ancora di cont rattaccare con la cavalleria per guadagnar tempo 1 1na poi s i ritira rono (un: 16) cercavano di fa re

influire sulle sortL della giornata. Gli Austriaci perdettero (.:irca 600 u. fra m. e feriti, e circa 500 prig ionieri; gli Italiani meno d i 100 u . fra ,n . e feriti.

Pastro (Luig,). Patriota e ufficiale medico, n. a Volpa go, m . a Venezia (1822-1915). Laureatosi in medicina e chirurgia nel 1847, combattè nel 1848 a Soria cd a Venezia . Caduta Venezia, tornò al paese nata le e poi fù medico condullo a Venezia. Nel 185r s1 adoperò a cosùtuirc un nude.o rivoluziona rio ( l T r<>

vl~o e come cospirn rore fu arrc-

~cato, condotto a Venezia e poi imprigionato a Mantova , ove si u-ovò con Ti,to Speri, col Graziali e col Montanari . Conclan'. 11ato :1 18 anni di carcere duro,

sc,onrò J~sephstadt quallro anni e poi venne amn istiato . Nel 1860 si arruolò nel l'esercito sardo t:0111.c me<l ico aggiunto e prestò serv izio nel corpo sanit ario, partecipando a tutte le Pilstro Luigi campagne de ll 'lndipcndenza ed a quella contro il brigantaggio sino al 1884, anno in cui audò in l' . ,i\. col grado di m aggiore . Nel r892 fu promosso ccn. (Olonn . medico nell a riserva. Decorato d i me~ d'1glia d'oro dei benemeriti della salure pubblica durante il colera. Ycnne nei 1910 nominato senatore.

Pasubio (Mo11le). Il massiccio, culminante nel cosiddetto l'alo,11 (m . 2235) cost ituisce la pane meridionale del vasto rilicnl montuoso nettamente individuato a sod-ovest . dalla

Pastrengo: i\-tonumento ai Carabinieri.

profonda incisione ciel Lcno di Vallarsa, a nord ed a nord-est da quella de l Leno d i Terragnolo, confluent i presso Rover{:to, ed in parte delimitato ad est, ..dalla val le del Posina cd a sud da q uella ,del Lcogra : la !)arte setten11·, onale de l r ilievo è cc,stituita dal Col Santo (m .. 21 14). Q uest'ult ima regione è più wzza cd un,fonnc e meglio tnd1viduata nel contorno; più fra.scagl iata e moSS<! invece, si presenra quella del P ., la quale, a differenza dell'altra , 1

verso la Sega e Ponton, sotto la i,rotezione dell '8° bgl. cacciatori e .di una cp. collocata a Ronchi. /\nche le d imostrazioni, o rdinate dal Radetzk y contro Santa Giustina, Osteria del Bosco e Sona, fall irono completameu tc, pcrchè, .data l'ora in cui furono rittuate. esse non riuscirono ad

non rimane profondan1cntc separata dai rilievi circostanti;

giacchè si riallaccia mediante il passo della Borcola (metri 1206) alle montagne d i Posina e di Loghi, cd attraverso il Pian delle F ugazzc (m . n57) al sistema montagnoso d,


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Recoaro; ad est , dopr essersi abbassa ta sino alla quota 1056 a l Col <li Xomo, si salda, mediante il mo,He Alba (m . 1219) al massiccio Novegno-Pria Farà, estendentesi su larga base tra Arsiero e Schio. La linea d i cresta dal P. si sv iluppa in d irezion e nord -sud, culmina con cima Palòm,

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e d omina nte l'importante strada delle Dolomiti che, per il Pian delle F ugazze, pone in c-omu nicazione Rovereto con Sch io, il P. ebbe un a grande jn,portanza nelle operazioni d ella guerra contro l'Aust ria: subito dopo aver passato il confine, nella none sul 24 maggio 1915, l e u-uppe italiane si preoccuparono d i porre piede sulla vena, estendendo nei giorni• seg uenti (6 g iugno) l'occupazione lino al Col Sa nto . Ta!e nostra occupazione ri mase in d itturba ta fino alla p rimave ra d el 1916, q uando con tro le nostre linee del Tre,n tino si sferrò la pode ro,a " st ra(~ expedition ,, austriaca . Perduto il Col S~nto (18 maggio), iJ pericolo si rese gravis.. ,o; imo. Fortunatamente il P. potè essere sa ldameote pre sid iato dalla br igata Volturno, la quale vi tenlle testa a tuui gl i a ttacchi avversari, ostinatan1ente reitera ti. li più violcntr, e dec.iso a t-racco a quelle posizioni fu sfer rato i I g io rno 2 Iu glio, dopo una i1llponente preparazione di

artiglieria; ma i f anti delle l,rigate Verona e Volturno, comandat.i dal generale Roversi , rc spi11st"r o, con acca --

nita e sanguinosa 1111~,hia, il nem ico . Le sue .. tessi ve nostre operazioni controffe nsive non riusciro no ad allarg are convenicntctnentc il respiro attorno al monte, non <:sse.ndosì potuto rioccupare il Col Santo. A tale scopo si svolse· t utta u n a serie d i operazioni, nei mesi d i settembre cd ottobre 1916, ma con risu ltati parziali, per quanto notevoli . Un p rimo te ntativo {u eseguito nei g iorni JO ed I r settemb re. ma dovette esser presto sospeso, sia per i risultati insuHicie n ti o tten uti dalle artiglierie sulle di fese avversarie; s,a per le avverse condizion i atmosferiche. Il 9 o ttobre l'azione

Attacco austriaco del P asubio (luglio 1916) in forma di closso, intenorto a settentrione da un intaglio

che in<livid ua i due Den ti (nella nomencl atu ra d i guerra d e tti Dente italiano e Dente ausrriaco); a sud si prolunga e termin a a sprone nel caratteristico Soglio <lcll 'Incuclinc (m: 2114). Altri rami secondari si staccan o da l nodo d i c resta; piè, importanti fra essi quello a, sud-est (Fo rni Alti), quello ad est (Corno · del Pasubio) e q uello a nord-ovest. c he si p rolunga nella catena del Roite (m. 21 50). Posto a cavallo dell'antico con fine t ra Italia cd Austria,

Il corno del P asutiio

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~======~:.:::~ ~~ La lotta di mine sul Pasubio (1917-18)

fu ripresa; aflidata alla .14• divisione (gen. Graziaui) del V corpo d"armata (ge,1. Zoppi) essa mosse dalla Vallarsa e dal P., con l"intento di· sfondare la linea avversaria ·che si svolgeva sull 'orlo dell "Alpc d i Cosmagnon e di csµu gnarc la forte po,iziooc <ld Dente del l'., a oord della posizione di egual nome dJ noi posseduta. Il primo scopo fu pienamente raggiunto, e dopo aspra 1,,ua le nostre truppe poterono ;cavalcare l'orlo del Cosmagnon, occupando l'intero pianoro, estendentesi fino alle falde <lei Roik. li l)entc (11 espugnato dal bgl. alpini Aosta, il 17 ~uembre, ma poi fu più volte riperduto e ripreso, finchè, il giorno 29, fu dovuto abbandonare~ l'ra i due Denti si ,volse <lurantc l'i,werno , 916; , 7 e la primavera successiva una formidabile e d rammatica lona di m ine, che costò numerose vittime, ~ia jrnlianc che austri3cheJ se ni.a che la situazione fosse \'irtualmcntc mutata da nessuna delle due parti. Cinque grosse mine fecero brillare gli Austriaci, due nel 1917 e tre nel ;918: quattro. gli Italiani , d i cui

una nel 1917 e tre nel 1918. Un ultimo attacco, di natura probabilmente diversiva, fu tentato dagli Austriaci contro il P. il ;u maggio, mc111 rc infuriava la decima ba ttaglia dell 'Iso nzo, ma fu rigettato in pieno. Nè alcunchè di notevole avvenne in quel tratto di fronte, fino all'avanzata generale del novembre 1918. Ricorderemo che sul P. il nostro genio militare compì una serie d i opere, tali da costituire una delle pit' ingenti e perfette .organizznioni d ifensive che mai siano state create in guerra . Basterà citare la meravigliosa strada che dalla Bocchetta cli Campiglio (m . 1210) giungeva alla sommità del monte, scalandone la parete sud attraverso ama una serie di audaci e lunghissime gallerie. F inita la g uerra fu eretto sul P. (<iichiarnto monumento nazionale nel 1928), a cura della « Fondazione pro cx combattenti della 1• armata », un magnifico sacello-ossario, che raccoglie ruui i caduti della zona e ne perpetua il nome sacro cd il ricordo.

l'ambio (Monte) . Bat taglio ne alpini , costituito con reparti sciatori nel giug no 1917 per Ja· durata della guerra italo-austriaca (1915- 1918). Ebbe inizialmente il nome di 2• bgl.. fu assegnato al 60 regg. ed ebbe le cp. 290", 291'" e 292•. Partecipò nel 1917 alla battaglia della Baiosizza (r7 agosto- 12 settembre) ccl alla difesa cli M. Fior ( 13 no-

Medaglia del battaglione Monte Pasubio

vembre-5 dicembre). Nel 1918 combattè sulle Melene di Gallio, in alra Val · Camonica, e nell 'ottobre scavalcò il Brennero partecipando all'inseguime nto del nemico sull 'alto Trentino. Il suo contegno in guerra meritò la citazione sul bollettino di guerra o. 825 del 27 agosto 191 i del Comando Supremo. J .e ,ue perdite in guerra ammontarono a ufficiali moni 4, feriti .:;, d ispersi 3 1; u. d i truppa m. 46, f. 196, d. 414.

Pt1subio. 44a legione M.V .S .N. , costituita a Schio nel 1923. I-la una centuria mitraglieri e una squadra pronto soccorso. 1!. su tre coorti: I Schio, Il Bassaao, lii Asiago. Dipende dal IX g ruppo (Verona), 2° raggrnppamcnto (Bologna). Pnmbio. Cannoniera di 255 10011., entrata in !oèn i,.io r.el 1918, adoperata , ul basso Piave contro gli Austriaci, r O$Sario sul Pasubio (inaugurato nel 1926)

radiata nel 1924 .


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Paszknwcy. Villaggio della Bessarabia, pres,o Choczim. Combattimento di Paszkowcy. Appartiene alla guerra Russo-turca (1 j 68-74) . Nel luglio del 1769, rlurantc il se condo tentativo dei Russi per impadron irsi della fortc,za turca di Choczi111 sul Dniester, vi avve nne un combattimento favorevole ai Russi. Il gcn. russo Galitzyn,_ passato il Dnicstcr a monte <li Choczim, procedeva con le truppe su due colonne, protette sulla dr·. dalla c~valle ria del col. principe Prosorowski, per attaccare d a sud .quella fortezza . Passata la cittadina d i Krulik, il generale venne avvisato dell 'avanzarsi eh reparti nemici, 1na, essendo o rmai le r7, decise di sostare non lungi da! villaggio di P., che offr iva una favore,·ole posizi.one difensiva . A ll'alba del 13 luglio ordinò al ge n. StoffeIn d i o.ccuparc subito e di tenere saldamente un ·altura avami all"ala sr., separata d al carnpo da un'estesa spianata. L'a ltura costitu iva un vero caposaldo, dal qnale la sera prima erano st ati respinti i cosacchi in esplorazione e la cui occupnzione, se fatta sin da quella sera, avrebbe di gran lun ga facilitato l'avaoz.ata. Alle 5 de l mattino le truppe erano pronte pe r partire, <JUando · pervenne notizia d cll 'avaozarsi di considerevoli forze nemiche, precedute da un'avanguardia di cavalleria, la q uale prese senz'altro possesso dell 'accennato caposaldo, rial q uale riuscì da sola a distmbarc as.sai l 'avanzata del le forze del gcn. Stoffeln (9 bgl. granatieri e 15 pezzi) sulle

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Al di qua di questa si 5tcndeva110 due trincee; la prinHt

fu pre·s'a 'dr,igl i Irnperiali senzJ g ranrle resistenza; la ~cconda coronava 1·atta sponda della Le penica cd era r ii, fortemente annata e più d ifficile ad anaccarsi . Il 111,;._ g rav io distese~ sott~ un fuoco v iolento, la sua fantend nella pianura, ordinò al gen . Piccolomini di ~pingersi a d r. con parecchi rcgg. di cavalleria . qi attraversare !a Lcpcnica e d i minacciare- la linea di ritirata del. nemlco. men tre il colo nnd lo conte Palflr ml suo regg. si fissava nelle boscaglie della sponda sulla dr. · della t rincea . Quando la fanteria, rafforzata dalle colonne fiancheggianti, balzi, ali 'attacco, i Tu rchi fuggirono verso il loro accampamento d i P ., clic fu subito attaccato e preso. I nseguito dalla cavalleria, I ·esercito tmco perdette qua,i tutta la sua a rtiglic'.ia (circa 200 pezzi). G li Imper iali perdettero fra morti e feriti 414 u . ; le perdite turche raggiumero la cifra d, 3000 u. compresi i prig ionieri.

Patavina, 53& legione M . V .S.~ .. 'costituita a Padova nel 1923. Ha una cealur ia mitraglierì una ciclisti, una 1

quali vennero a rovesciarsi in disordine 2 rcgg . di cavalleria

russi attaccati da più parti dalla cavalleria turca. La 'lotta rimase incerta per parecchie ore, sinchè \'enne decisa in favore dei Russi, mercè l'arrivo, sulla sr . dei T urchi, dclk truppe leggere· del col. Prosorowski, che permisero alle truppe d el Galitzyn, che frattanto si avanzavano formate su un grande quad rato, di prendere la controffensiva e di occupare il contrastato caposaldo. I Turchi si ritirarono ne i trinceramenti avanti a Chocziin, inseguiti da u,sari e cosacch i. L'esercito vittorioso a P. co ntinuò la marcia e giunse il giorno stesso nei p ressi di Choczim, dnve prese una posizione provvisoria d i osservazione.

Labaro della Legione -Pat~wina

Pataczin Òn serbo, Batocina). Borgata della Serbia a nord -est di Kragujevaz e a sud-est di Belgrado, sulla Lepenica, affluente di sr. della Morava. B<lt taglia di Pataczin . (1689). Appartiene alla guerra tra l' Impero e la Turchia. li margravio i,uigi d i Badcn si diresse coli 'esercito· imperiale lungo · la riva dr. della Morava, fino ai dintorni d i Grabovac. Alf'annunzio di questo movimento, il seraschiere Arap pasc.ià, che si trovava a N isc, mandò un corpo tartaro di° 10.000 cavalieri sulla r iva dr. , mentre egli, per ragliare agli Imperiali le comunicazio11i con Belgrado, si stabiliva con 40. 000 u. a Kruz.cvac sulla sr. e avanzava contro Scmendria. Nel tempo stesso il margravio aveva d_cciso d i passare il nume per raggiungere la strada prima del nemico. Perciò, il 28 agosto, fece costrui re un pon te a nord-est di P. all'altezza di Raca, sul quale, il 29, fece passare la fa nteria ed una parte del treno, mentre, per coprire il passaggio, la cavalleria al comando dei gcn . Piccolomini e Veteran i, sbarag liava i Tartari con una serie dj a~tacchl vivac1ssun 1. Quindi, per dar modo anche alla cavalleria di passare suHa nva sr. del fiume, la sera del 30 schierò la fanteria in tlue scaglioni a cavallo della cattiva strada che con duceva a l'. I bgl. avevano appena compiuto il loro schieramento, quando ,•cnnero atraccati di fronte d all a cavalleria e <li fianco dai giannizzeri tu rchi. La fan teria resisteva da due ore agli attacchi furiosi, q uando le teste di due regg. d i drago ni apparvero fra gli intervalli ed i Turchi si r itirarono attraverso una piccola selva situata alle loro spalle.

universitari, una squadra pronto soccorso. È su tre coorti: ! Padova, Il Piove di Sacco, 111 Cittadella. D ipende. dal X gruppo (Venezia), 2 ° raggruppamento ( Bologna).

Sfilata della Legione .P:n:;vina

Patay. Comune della F ra ncia. nel dip. del Loirct, presso Orléans, sulla sr . della Loirn. Battaglia di Patay ( , 429). Appartiene alla guerra dei Cento Anni , e fu combattuta tra i Francesi condotti eia Giovanna d ' Arco . (7400 fanti,, più 600 lanciè elci duca d 'A lençon) e g li Ing lesi comandant i da Talbot. Questi ave-


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v.ino preso pos izione . con artigl ic,·ie e bagagi, 1 lungo i 111:,rg ini <li un piccolo bosco che copriva gli accessi a P. l'cr giungervi occorreva aura\'crsarc un basso fondo e poi im1.ioccarc uno strcllo corridoio ~rraro fra due siepi folu,sime. Appena i Francesi si accorsero di e,ser ,·icini :111'nrmata inglese, la nciarono una forte :ivanguardia delle ge nt i d 'armc meglio mon tate, ad investire la posizione nemica. Intanto un gruppo di cavalieri francesi, guidmi eia La Hirc, piombò sulla retroguardia nemica prima che questa a\'essc presa posizion•• e IJ sgominò completamente, Gl i al tri [nglcsi. a q uella \'ista, furono presi da panico dandnsi alla fuga , In breve un reparto agli ord ini d i Talbot . rimasto .sul posto, fu circondato. cd i Francesi. patlron1 del campo di battaglia, menarono strage e fecero prigioniero. Gli Inglesi perdettero 2000 morti e 200 prigionieri, ir.1 J quali lo stesso Ta lbot.

Patella (Oo 111C11ico). Generale, n . a P iedimonte d'.\ li fc, m. a Napoli (1861-1931) . Souot. di fanteria nel 1871. p;1"ù da tcn. nell 'arma dei Carabinieri e guadagnò una mcd. d'argento in Snrdcgna, nella repressione del hrigantai;).!io a Orgosolo . Dura nte la g uerra Mond iale prestò scrv1·1,1r, presso la 3• ;1rmata. e fu promosso colonnello nel 19 17 per merito di guerra. o ucnendo la croce di ca,·. del1'0. M. S. Pas'-1to in P . . \. nel 1919, di,·cnne generale di brigata e di di"is. e fu collocato a riposo nel 192 . Fu presideutc del Consiglio provinciale d i Célscrrn e primo podestà d i Capua. Patente di sanità. Ogni capitano di na\'e. sia eia guerra che mercantile, prima di partire richiede al e,,. mitato d i sanità del porto o all'autor ità consolare del luo1,:<• uno speciale auo dal quale risu lta lo stato cl i sa nità dcli.i località, come pure il luogo esatto d i pro\'enienza dcli,, na,·e. All'arri,•o 111 porto, il capitano è tenuto a presentar<: alle autorità, che appositamente si recano a bordo, qucqa patente , che d icesi " netra » quando la na,·e è i111munc da ogni so.,pello, non soltanto per le condizio ni sa nitarie dei luoghi di p:irtenza, ma anche per eventuali malaui e ,crificatcsi a bordo durante la traversata, il che risulta dal giornale e dalle altre carte di bordo. Quando nel cor,o (lcl viaggio si sia ma nifestata qualclic ma lattia contagiosa. le autorità sanitarie del luogo d i arrivo ì111pcd iscono ten1 poraneamentc il traffico con la terra alle persone del ba<timento, che in questo modo ,i dice " in quarantena • .

un \'l,lurnc , ull 'i n.>urrezionc del la C,1111pania e del Sannio.

:\"cl 1866 ;i segnalò durante I·epidem ia colerica d i Napoli.

Paternò (Caste llo, Agostuu.>, dei

pnncip,

di Bi,cari).

Pauiona (18 ,9-1855). Fino dalla prima gio\'inezza si inscri»c ad llna società di co,pi.ratori e prese parte all:t rivoluz ione siciliana del , 848--19, Per In par.te presa in prima linea nei combauimc11ti in Catan ia . fu nominato generale comandante della Guardia nazio,ulc ,li Catania. Spenta la ri,·oluz1onc siciliana, cn11grò a J\falta e quindi m Toscana. do,·c mori. f'at cmò Guido . Cc,wra le, n'. nel 1~48 . m . a N!lpo li nel 1919. Souo1. d i fanteria nel 1866. raggiunse il g rado di colonnello nel 1904. comandò il 75" fanteria e nel 1900 andò in P. i\. N el 1914 tu promosso magg. generale nella riserva . Patel'JI() ti, Speda/0110 Giuseppe. Generale, m. a Palermo nel 1874. In ,ervizio nell'e>,erc,10 borbonico, di,·enne colonnello. ma dopo la guerra del 18.18 lasci,'> il ser>'i?iO e andò in esilio. Partecipò all'insurrezione di Palcnno del 1860, ed ebbe d al governo dittator ia le il portafoglio della guerra . Creato luogotrn , gc11crnle a riposo nelI 'esercito italiano nel 1P.61 per i servizi resi alla causa 1,azionale, e aiutante d: campo onorario di S. M. il Re. , enn~ nomi nato nel 1862 senatore del regno .

Patisson (Iacopo). Capitano i nglrn: del .,cc. XVIII , al servizio della Repubblica tli Venezia. Soprain tendente delle artiglierie ,·encziane, nel 1772, raccolse ed o rdinò nclJ"ar,enale il museo dei ,annoni. di grande pregio per l 'antichità loro. Palmo. È la pii, ,wentr iona le <lclle isole italiane dell'Egro. I la 32 Kmq. d i , uperficie. e<I una popolnione di 3000 abitanti, divisi qu,,;i interamente fra i due paesi c!i P. Superiore e P. Porto . La costa ì: f ra>tagliati,;ima, con insen ature e porti, il principale dei qu ali è q uello della Sca la. ~u lla costa orien rn le; dal lato opposto è la baia d i )vlerika, in "\odo che l'isola rimane quasi divisa in due parti. La parte meridio nale termina a sud con la penisola rocuosa cli S. Elia (293 rn.) che ì: la maggiore altura dell'isola. Quivi si t rova il vecchio monastero, che, con le sue torri e i suoi merli, ha tutto l'aspetto d i una fortezza

Pateras (Ttodoro). Colonnello. n . e m, a :'-lapoli ( 182~1877). N el 1848 s'arruo lò nelle truppe del ge n. Pepe e panccipò alla ca mpagna nel Veneto . ~ cl 1849 passi> a Roma e prese ,en·izio nclld legione della dell'Emigrazione Italiana, rimanendo !!ra,·cmc11t,· t'crito: il tril111w irato della re pu bbl ica gli confe rì il !!rado d i capitano e la 1,1cd. d 'argento

al merito militare. Ritiratosi a

Napoli, si occupb di studi mi litari . Incolpato d'aHr fovorit<i la ,pcdizionc d i Sapri. do\'Ctlc em igrare nella S,•izzera. '>:d 1R6o, a,•,·enuta la spedizione di Garibaldi in S icilia. ritor111', a l'.atcras T~odoro Napoli, ebbe il g rado d i colon. nello nell 'esercito mcri,liona lc . formò i « Cacciatori del Vesuvio • e con essi operò nel Matese. Scioltosi il corpo nel 1861, il P. ritornò a c'Japoli O\'C diresse la ri "i,ta : La biblioteca mi litare e pubblici,

Patmo e il :mo con,·c11to •fortezza

e fu un tempo valida difesa contro i pirati. Ncl l'1sola \'i

i: la delegazione del Go\'erno italiano, il tribunale e gli uffici. La c,uà antica sorgeva sull'istmo di Ru,o li, ma fu

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p iù volte devastata. L'isola fu dapprima sotto la signoria d i Venezia , ,Jal)a quale, in forza d i trattato con Solimano, passò ai Turchi. Ritornò a Venezia all'epoca della conquista della Morea da parte d i F ra ncesco Morosioi; egli se ne se rvì come s tazione n1ilitare dur ante la guerra e.li Candia. Il r2 maggio r 912, l'incrociatore « Amalfi » della Ma rina da guerra italiana, p rese ntatosi davanti all'isola,

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ne o tteneva la resa e vi sba rcava un corpo <ll occupazione .

dei ghiacciai, durante le escursioni), ecc . Altri fattori morbigeni possono e_vcntualmente rigua rdare le condizioni delle caserme, d egli dccampamenti, degli accantonamenti, l'alimentazione, specie in guerra, ecc. Infine degni d i speciale menzione sono i t raumi ai quali il soldato è esposto in tempo di pace e soprattutto "in guerra, in cui le svaria te e numerose lesion i prodo tte dalle armi belliche costituiscono, come disse il Pirogoff, una vera « epidemia d i

Da allora appa,·tiene all'Italia.

traumi )),

Patologia mil itar e. Tratta delle malattie e d egl'i11fort11ni pred ominanti nell'ambiente militare, in pace cd in guerra (V. Malattie delle tmppe, Patologia coloniale, Tm111r1tl/ologia di guerra). Notizie, per quanto scarse ed incomple te, sulla morbilità degli eserciti fino dai più a ntichi tempi si possono rilevare nei classici: Tucidide nel libro II d escrive la peste manifestatasi nelle milizie d urante la gue rra del Peloponneso. Senofonte nel libro Ill dell '« Anabasi » parla della d isast rosa ritirat a dei d iecimila, che subirono gravi perdite per 1'azione del freòdo e d ella ne ve . D iodoro Siculo nel libro XIV d escrive la peste di S iracusa manifestatasi nelle truppe ne ! 325 a . C. T ito Livio ricorda la gravissima epidemia d i peste insorta in Sicilia nelle armate Romane e Cartag inesi. Una malattia apparsa ncll 'cs<.;rcito

rom ano,

probabilmente lo

scorbuto,

viene de ..

sc ritta nel libro XXV da Plinio. In oltre D ione Cassio riporta le i ngenti perdite dell 'armata d i Severo nelle palud i della Caled o nia . Successivamente a bbiamo notizie circa l'epidemia d i scocbuto che colpì in Egitto 1'armata dei Crociati, circa la « fe bbre castre nse » svilup patasi nel 1566 durante la spediz io ne <li Massim il iano Il cont ro Solimnn o, circa l'infezione tifica manifestatas i nelle trup pe di Fe<krico Il. Nel 1651 Re m y Fon fece una pubblicazione sulle malattie dd soldato, citando fra le p i,) comuni: la febbre, la d issenteria, lo scorbuto e le malattie venerée ; degna d i 1nenzione è pure la d issertazione u De morbis castrcnsibus )) del Ramazzini . Successivamente vennero pubbliqti veri e propri tra tta ti d i patologia i:nilitarc . Uno stud io particolare. d elle malat1ic e d ell'infortunistica propr ie dell'ambiente militare è pcrfcttamenté giustificato, per le molteplici cause 111orbigcne a cui i l soldato è esposto nel d isimpegno del suo specia le servizio . Innanzi lllllo è da osservare che la collettività militare è costituita essrnzialmrntc d i giovani, e qu indi cli individ u i che per la loro età offrono una minore resistenza agl i agenti patogeni, donde una maggiore impressiona bilità morbosa, 1esa a ncora più grave dalla vita in comune e dal rapid o cam-

biamento <li cl ima, che non è senza inconvenienti per un g rande numero d i reclute, specialme nte ,l i quelle che sono tratte dalla v ita liber~ dei campi, e che, giunte nelle grandi città, p resentano una ricettività p iù spiccata alle infodoni . L ' istruzione m ilitare, che ha lo scopo precipuo cli rend ere gl 'ind ividu i nor1 solo addestrat i . al maneggio delle arm i, 111<1 al tresì forti e p reparati a fare lunghe marcie ed H resistere alle fatiche ed agli strapazzi della vita d i campagna, richiede naturalmente un consumo d i energia cd una perd ita d i forze che, tenuto conro della grande var ietà fisiologica individuale 1 possono detcrrninarc un vero « sur-

rncuage )) nei soggetti meno robusti. 'Aggiungasi poi l'jn/luenza degli agenti fisici, a cui si è:: esposti per la nanira stessa del servjzio n1ilitare; tali agenti, veri fatto ri di n1alattie professionali del soldato, sono: il fredd o (congcla1.ioni, assidera meo to, affezioni reum,nic hc e d ell 'a pparato respiratorio), il caldo (colpo d i calore), g li sq ui libri di pression e atmosferica (ma ] d i montagna), la luce (d isturbi v isivi 11ei soldati alpin i per l 'abbagliamento delle nevi e

Patologia aeronautim, V . Pilota aviatore. Patologia coloniale . Tratta d elle malattie che piò frcquenten1entc si osservano nei paesi caldi, 1a cui conoscenza ha grandissima importanza dal punto d i vista medicomilitare nei riguardi delle truppe coloniali, metropolitane e d i wlore . In rapporto alle forze armate italiane interessa p rincipalmente conoscere la nosog rafia de i nostri tre possedimenti rnlo niali, cioè c!ell"Erit rca, della Somalia e dellci Libia . l i colpo ,li calo,·e è molto frcqnente , nella zona litoranea dell" Eritrea, mentre si osserva rarame nte sull'altipiano. Ne sono facilmente colpiti i bianchi durante le azion i d i g uerra. Nella Somalia il colpo d i calore è molto raro e non g rave; nei riguard i d ella Libia esso è pi1'1 frequente in C irenaica che in Tripolitania. In Tripolitania, durante l 'ava nzata di Zan zur (agosto 1912), se ne ver ificò u n d iscre to nume ro di casi, con esito anche letale; ne fo. rono osservati anche nell' azione di Zuara. La malaria in Eritrea presenta la massima in te nsità nella zona litoranea. In Sornalia invee': la mala ria è pandem ica in moTta p,1 rte della zona fluviale (alto e medio Uebi-Sccbcli, Giuba), menrre fa difetto nella zona costiera. Un fatto degno di rilievo è che fin dai più remoti tem_pi e ra riconosciuto dagl 'indige n i il rapporto stre ttissimo fra zanzare e ma laria. In Libia l'infezio ne palustre i: d iffusa. Il p residio di H oms nel 1914 <liede quasi i 4/5 dei malar ici d i t u tta la Tripolitania. Seguono per importa nza i focolai malarici degli ,tagni d i Thaorga, a sud d i M isurara, dove l' infezione de corre in forma grav issima, q uell i di E l Harsica, ecc . L ' infezione malarica in Libia è non <li rado associata a quella tifoidea . In Eritrea i casi d i febbre tifoide e paratifoidea non ~ono 1nol to numerosi, a d ifferen_za Jei prirnj tempi della J10stra occupai.ione e fino all 'epoca d ella cam pagna d i g uer ra del 1895-96, in cui vennero osservati molti casi d 'i leo-tifo. Nella zona costiera si osser va con qualche frequen2.a la « febbre d i Malta » . p ii, raramente la " febbre di tre giorni >,. Nel la zona costiera :minala dornio a una forma febbrile io fettiva, d e tta « febbre cli Mogad iscio », che coipisc<: a preferenza gli europei e dà facilme n te recidive. J n Libia, al p rincipio del nostro d o minio, il tifo addominale a p parve grave, com pl icandosi spesso con perforazion i imcstinali e broncopolmoniti ; attualmente esso non ha piè, un decorso così g rave. La dissenteria amebica è ra ra in E ritrea; sull'altipiano si osser va più frequentemente la forma bacillare, il cui decorso è di regola benigno. ~folto più frequenti sono le sindromi d issenteriformi. Nella Somalia mer id ionale la d issenteria manca sulla costa , è· invece piut tosto freque n te nell' in terno. In L ibia si riscon t ra piuttosto frequente me nte. Subito d opo l'occupa,;ionc militare it aliana e per tutto il tem po .che durarono le operazioni belliche non 1nancarono in detta regione casi spornd,ci e perfino epidemie piuttosto grav i: l'infezione da,·a luogo spesso. ad ascessi epatici. Il cotera, endemico nella costa araba, comparve in Eritrea nel 1900, infierendo in forma epid emica a Massaua, Monkullo, Ghind_a , Saba rguina, /\ilct, Saati, Asmara . llln seguito non è più a pparso; per/, sussiste pur semp re il pericolo , te nuto con to


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del commercio esistente coll' India. In Somalia il colera non sarebbe mai stato segnalato ed in L ibia esso compare di rad o. Nell'autunno 1911 , all 'epoca dello sbarco d elle truppe italiane , l' infezione apparve in forma epidem ica. Le banali affezioni gastro-enteriche sono frequentissime nei nostri possed imenti colonial i. In Eritrea sono diffusi i parassiti intestinali di varie specie, come pure nella zona Auviale della Somalia. La tubercolosi polmonare in Eritrea è rara fra gl'indigeni; la sua diffusione, per qu_anto in m.aniera li1njtata è dovuta agli scambi cd alla convivco t.a con la popolazione e uropea. Su ll 'alt ipiano, per le condizioni cl imatiche, la tubercolosi è spinta a manifestarsi, sç latente, e ad affrettarne il decorso, se già iniziata. dando luogo a rapido deperimento cd a facili emottisi. In Somalia è freq uente nei bambi11i la forma ch irurgica , osteo-articolare e ghiandr,lare, mentre appare non frequente la localizzazione polmonare. In Libia invece è molto fre quente nella popolazione ind igena, con decorso per lo più celere e g rave, con faci!i en1ottìsi e 111olto spesso con esitn letale. G li Ascari eritrei, t rasferiti in Tripolitania, contraggono in 1n odo impressionante ltjnfezione. In Eri tre'a sono frequent i altre affezioni dell'apparato respiratorio: polmi>• niti, bronchiti , catarri bronchi.ali cronici , pleuriti, ecc . In Somal ia le polmonire e le pleur iti hanno jr, generale decorso benigno, mentre in Libia la polmonite assume nella popolazione indigena un decorso grave; nelle truppe libiche 1

metropolìtane i casi sono rari e ben ig ni, contrariamente a

qua(lto si verifica nei battaglioni eritrei e somali colà dislocati. Mollo frequenti nelle nostre colonie sono le afk7,ioni reumatiche. li vaiolo è abbastanza diffuso in E ritrea. specie :importato dall'Abissinia, ove esso domina sempre; invece sono rari il morbillo e la scarlattina. Nella Som;,lia settentrionale è d iffuso il vaiolo, mentre in quella me ri• di,male esso dà solo raramente epidemie; raro è il morbillo. In Libia il vaiolo appare raramente; nè mancano gli altri esantemi (varicella, morbillo, scarlattina). La lebbra è frequente in Eritrea . specie sull'alto e medio piano erirreo, dove è chiamata « la g rande malattia » , e .:olpisce gl "indigen i. E frequente pure nell'interno dell a Soma lia meridionale, ed abbastanza frcqucote è in Cirenaica, mentre è rarissima in Tripolitaoia. Molto d iffuse nel!c no,tre colonie sono le nia lattie ve neree, e propriamente la blenorragia e la sifi lide, nonchè le malattie cutanee. specie

nei bianchi nuovi arrivati. Tra le oftalmie sono con1uni in Eritrea la congiuntivite purulenta ed il tracoma, con conseguenti lesioni corneali, le quali spesso son dovute anche alla sifilide ed al vaiolo; comunissime sono inoltre le ble . fariti, le dacriocistiti e la t ricbiasi, mentre rara è la cata ratta . In Somalia le oftalmie non sono così numerose. mentre nella L ibia esse sono molto diffuse e la malattia predominante è jl tracoma. Lo scorbuto p resenta casi sporadici ad Assab neg li ambienti del reclusorio: mentre la popolazione libera non è colpita da tale in ferm ità . Invece si osserva anche 11clJà popolazione indigena in. Somalia cd in L icia; esso fo osserv:uo l?"re nelle nost re truppe di colore in segui!O a d isagi e ad alimentazione incongrua. costituita, per le contingenze belliche, ~li carni in consen·a e gallerra, essendo priva di cibi freschi ed in modo assoluto di vegetali e verdure. li be,·i.be ri è diffuso nella Somalia scttcntrio1ia.le , mentre si osserva meno frequcnt<.> 1nentc nella Somalia meridionale; si verificano casi spora. dici ncgl 'indigeni; i bianchi sono pochissimo colpiti. In Eri trea ne fu accertato qualche caso raro ed imporrato . Ca~i di febbre ricorrente furono riscontr3.ti in Eritrea . L'infezione presenta molti focolai in Somalrn, mietendo 1~umcrosc viltime con attacchi sporadici od epidem ici . men•

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tre non è molto [rcqucntè in Libia . Il dermot ifo venne osservato in Eritrea in forma sporadica e talvolta epide• mica; nd 1920 infierì all'Asmara una gravissima epidemia, facendo vittime anche fra gli europei. In Somalia non ne furono mai segnalati casi; in Libia compare soprattutto fra le popolazioni nomadi. Degna di nota è l'epidemia verificatasi a Bengasi nel 1917-18, in cui si ebbe una mortalità elevata . La peste bubbonica ricorre piuttosto frequente nella Somalia meridionale, , talora in forma epidemica, tna più ;pesso sporadica ; !legna di menzione è l'epidemia pestosa verificatasi nel 1924, la q uale , scoppiata nel paese di Gioh ar fra gl'indigeni, si diffuse rapidamente in tutti i paesi rivi c• raschi del medio Uebi -Scebeli, con una mortalità · del 30 %Anche in Libia la peste bubbon ica è apparsa in forma epidemica e sporadica : da ll 'epoca romana in poi si ebbero epidemie gravi che influirono sullo spopolamento della reg ione . Dopo la nostra conquista si verificarono nel 1913 a T ripoli 82 cas i di peste; l'in fezione si riaccese negli anni successivi, estendendosi con diversi focolai n1q\to attivi in Cirenaica. La " febbre denguc " fu segnalata spesso in forma epidemica in Eritrea e propriamcmc uella zona co.sticra, n1cntre non si osserva ~ull 'altipiano . Frequente e diffusa in Eritrea è l'ulcera tropicale o ulcera fagedenica àei paesi caldi, molto frequente anche nelb Somalia. Non di rado si accompagna e s' innesta sull'ascesso la pulce della sabbia, molto d iffusa in Somalia ; essa venne jmportata in Eritrea nel , 909 da un bgl. d i Ascari, reduce da l Benadir. Degne di nota sono le malattie prodotte dall ,t fi laria, e proprie dell'Eritrea: il linfoscroto, la chiluria, l 'elefantiasi, ecc. Sono in L ibia abbastanza comuni le « miasi » p rodotte da larve di ditteri. E cosl quelle dov ure alla penetraz ione di m ignatte nel laringe. Affezion i di questa natura furono osservate anche in Eritrea. Nel De• nadir si osserva spesso l 'anemia tropicale: gli Ascari. nuovi arruolati, provenienti dall'Arabia, la presentano in modo spiccato pochi giorni dopo il loro arrivo, Essa J1on sarebbe una entità 1norbosa a sè, sibbcne una co1lseguenza di altre ma lattie menomanti la resistenza organica del soggetto; i suddetti Ascari infatti sono quasi tutti vecchi malarici. Nel l 'Eri.trea non mancano ani1nali velenosi, i cui morsi fanno numerose vittime; conn1nissime poi sono le n1orsi, caturc di scorpioni. Anche in Somal ia sono numerosi i casi di morsicature d i scrpcoti. i quali però solo di rado danno luogo ad esit i letali; molto comuni sono gli scorpioni ed alcuni m iriapodi d i grandezz.a inusitata. Gli avvelenamenti d a morsi di serpenti sono frequenti anche in L ibia , dove il numero dei rettil i velenosi è tutt'altro che scarso; non mancano i1w ltre gl i scorpioni cd j miriapodi, nonchè gli aracnidi velenosi, fra cui ben nota è la tarantola . U 1\ , fatto degno di ril ievo nella nosografia coloniale è che le ma.lattie cosmopolite pre~ ntano iu generale nei paesi caldi un q uadro fenomenico alquanto diverso da quello tipo presentato nei paesi di clima temperato, ciò che dcv'esser tenuto ben presente dai giovani ufficiali medic i che son destinati in colonia. t da notare inoltre che le lesioni traumatiche nei paesi caldi hanno una evoluzione pitì breve e benig na, e particolarmente le ferite decorrono quas i sempre senza com plicazioni. htit1110 di l'atologta Co/onta/e . Verso il 1900 l 'Inghilterra fondò una vera e p ropria scuola di med icina coloniale, imitata a poco a poco d alle nazio ni provviste di Colonie, Il gcn. francese Liautey aveva osservato che in colonia specialmente l 'opera d i un san itario valeva quanto e forse piì, d i quella delle truppe. vincend osi con l'assistenza mc• dica battaglie senza spargimento d ì sangue . In Ital ia, l '/. di P. sorse a Bologna nel 1924, con

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insegnamenro in base a programma apµrovato da lJa Fa• coltà medica e dal Ministero. Vi . i insegnano : clinica de lle malattie - coloniali, clmimologia, batteriologia e si~rologia, ecc . La clinica r ice1•e ammalati da ogni parte d'Italia; in pochi anni ha creato un folto gruppo di medici specia-

Allievi medic.:i dell'Tsdtuto di Patologia Coloniale

lizzati, in g rande parte appartenenti alle Forze Annate. Tali medici si sono poi sparsi in buon numero nelle colonie italiane, a bordo ,ti navi, e anche all 'estero. L 'Istituto inoltre prepara cccelknt i inferrn,ieri coloniali : , m ilitari

di sanità italiani o indigeni delle colonie, missiona,·i e suore . · Jnoltre è stato cost ituito un ricco museo di patolog ia co~ loniale. Notc.:voli le opere di t( Patologia rropicalc >> e <li « Igiene e medici na coloniale » dei proff. G . Franchini e M. Giordano.

Patrasso (a,11. Patrae). C ittà marittima della Grecia, nel Peloponneso, sulla baia che si apre davànti al golfo d i Lepanto . Ebbe in ant ico un'acropoli, su altura do minante la citt,ì, e sul posto di q uella fu nel secolo XV costruita una fortezz.a. Fu lungamente comesa fra Veneziani e Tur • ch i, i quali la perdettero definiti vamente nel 1828. Nel 1-160

riu,cìrono volta a 1:olta a ricuperarla, alternandosi coi Veneziani nel posses~o. I. Assalto di Pamwo · (805 oppure Soj). Appartiene alla r ivÒlta contro i G reci , suscitata nelle popolazio ni slave che avevano invaso la regio ne. Gli Slavi furono appoggiati dai Musulmani d "Africa. Ma i G reci di P. fecero fro nte energicamen te, respinsero !"assalto e sco nfissero gli a_g gres_sori . Questi <lalk m ilizie · imperiali vennero d omati, e a poco a poco si fusero con la popolaz,io,;,c indigena. II . Atta,·co d i Pa/ra;;o ( 1466). Fu operato dai Veneziani agli ordini di Vittorio Cappello, con 23 galere e 63 navi da trasporto. Egli fece sbarcare 200 cavalli al comando d i Niccolò Raggio e ,JOOO fanti ag li ord i ni d i Gi~como Barbarigo. Queste truppe invasero la città, mentre la guarnigione turca si chiudeva nel castello. Ma come questa vide che i Veneziani si a bbando navano al saccheggio, piombò all'improvviso sopra di loro, e ne fece strage. Appena un migliaio d i u. si sal\'Ò sulle nav i : il Barbarigo r imase ucciso; il Raggio, catturato, venne fatto impalare dal comandante t urco. Pochi g io rni dopo, sba rcò il Cappelli e ritentò 1·impresa, ma, dopo q uattro ore di lotta e la perdita d i un migliaio <li u ., do,·ette desistere dall 'attacco e r itirar si. III. !'resa di /:'a/ras so ( 1532), F u ope:ata <la una flotta crist iana , composta <li galere di Genova, d i Malta, d i Roma, a l com ando di And rea Doria. Vennero sbarcati 5 00 0 u. con artig lierie,

mcntn.:

i Turchi· abbandonavano la città

rifugiandosi nélla fortezza. L a qu,.le fu percossa col call• none /i nchè il muro si abbattè nel fosso co lmandqlo. li conte di Sarno, cbc comandava le truppe da sbarco, attaccò e si stabilì sulla breccia: i Turchi domandarono d i caporolarc e o ttcnnem d i potersi ritirare liberamente a Lepanto. IV. Presa di l'atrnsso (1687) . Appartiene alla guerra per la conquista della M.orea, operata dai Veneziani agli ord ini del Morosini . Questi fece porre a terra le t ruppe da sbarco, al comando <lei Kéinigsmarck, e invano la cavalleria tt1rca cercò d i ostacolarlo: vcnn~ respinta e volta i.n fuga. Sette galere agli ordi ni <lei Sanudo appoggiaronc, l'impresa accostando alla riva. Quando le truppe avanzarono,

i Turchi mossero ad assalirle con le fan terie, rna

dopo aspra lotta anche g ueste vennero ricacciate. Battuti in campo aperto, i Turchi non ritennero di affrontare l'as,~dio, e preferirono abbando11are la fortezza a l Morosin i, ri tirandosi verso Corinto. V. Blocco di Patrasso. Appartiene alb guerra d 'Ind ipendenza della G recia. Gli insorti. nel 1 8 21. occuparono fot ilrnenic la c ittà, n1a una forte guarnig ione turca 1 bene

approl'vigionata, si chiuse nella fortezza. e i Greci dovettero l imitarsi a bloccarla. Nel marzo 1822 un corpo di 4000 Turchi sbarcati p resso 1-'. iu attaccato e sconfitto dai G reci comandat i da Colocolroni, ma gli sconfitti poterono rifugiarsi nella fortezza. Nel 1823 riuscì ielicementc a llna flotta turca ùi rinnovare v iveri e inunizioni ai difensori .

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La fortezza di Patrasso (secolo XVl ) )

fu presa con un colpo di mano da G iannozzo d i Cremon.1 e Oozzo di Siena, capitani d i ventura al soldo d i T ommaso Paleolog0; ma i Tu rchi la ricuperarono poco uopo . Ancora P. fu presa da un~ spedizione de i cavalieri di M alta, nel 1603, e dai Grcco- Rus5i nel ! jiO . . Sempre però i Turch i

quali operarono continue s.onite devastando i dintorni 1

e cedettero la fortezza soltanto nel r828. VI. Presa di l'atmsso (1828) . Appartiene aUa , ped izionc dei F rancesi nella Morea , Due giurni primcr della evacuazione di Navarino da parte d i l brahi,11, il gen . Mais011 aveva inviato per mare daYanti a P. la 3a briga ta, che fu , barcata il 4 ottobre. Subiro il gcn. Schoeider intimò a Hagi-A.bdallah pascià la resa d i P. e del castello di Morca, dandogli 24 o re di tempo per decidersi. Scaduto il terrn inc fissato , se n za ricevere risposta, il generale francese investì da ogni parte la città . L'operazione ottenne il stio effetto et.I il pascià iccc una capitc!,azionc in cui era com-


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preso ,1nche il e.Nello di '.I-forca . Ma mcm re la brigata del generale Schncider si disponeva a prenderne possesso, si ,·enne a sapere che gli uffic1ali del castello, ribellatisi al pascià, riìiuta\'ano di sollomeHersi, dichiarando di volersi seppellire sollo le mvine del forte piuuosto che arrendersi. Riusciti vani llllti i mc~_z i di cç.mciJiazionc, avendo anzi i Turchi cominciate le ostilitii, Scl,nci<ler pose ,ubito mano ai lavori di un assedio regolare. Il gcn. Maison accorse im mediatamente con due regg. di fanteria, il 3• cacciatori a cavallo, una cp. minaton e le artiglierie, che fece piazzare il 23 ottobr_e, coadiuvato eia marioai delle navi inglesi. li 30 venne aperto il fuoco: in poche ore il, aperta Ull.l va,ta breccia ndle mura ed 1 Turchi allora capitolarono. mentre i Francesi ,i disponnano a dare l'assalto. La guarnigione ottenne d1 essere trasportata a Smirne.

Patrese (Robtrto). Generale del .sec. X IX. Nel 186(), col grado di ten. culonndlo , iu comandante della fortezza d i Rocca d'Anfo e poi del Collegi() mii. di Mi lano. C'.olonncllo nel 1861, fu capv di S. M. della d:,,;,. di Bari e pui presidente del Tribunak di Milano . Nel 1868 fu collocato a riposo ml gradc, cli magg. generale. Patria. f'. il nome. la gloria. il segno dell'uomo fra i popoli, per dirla con parole di Giuseppe ~,faz1,ini; è l'idea che sorge nel territorio, non il territorio in r; solo; è il sc11so di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. L'amore per la P. è uno dei fattori morali della potenza militare di uno Stato, e l'organiz7.:,tore militare rle,·e basan-i la propria opera, per dare al paese un organismo veramente solido e rispondente alle sue csigen7.e. li sentimcntO d'an,()r patrio ha pari importanza al sentimento di nazionalità cd allo spirito m ilitare, fattori morali altiS$imi che l"organizzatore deve sempre considerare al loro ,i:iusto rnlore nell"c,plicazionc della sua difficile e complessa opera.

P(ltria. Nave della societ:, « Nazario Sauro », di 2300 1onnellate, a cinque alberi, a vela, con motori ausiliari per i .servizi di bordo. È nave ,cuoia degli allievi capitani marillimi. T corsi durano tre .urni e sì ,volgono durante

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lungh i viaggi ocea nici. Pl1Ù imbarcare una quarantina di a llievi con i rclati,•ì istnttt<)ri. - Fu chiamata P. nel 1925 la nave ,cuoia che subito dopo prese il nome di « Cristoforo Colombo " ·

Patriarca (l'ieiro). Generale, 11. e m. a Gattinara (1849J 920).

Sonot. cli cava lleria nel 1867, frcq1Je11tò poi la scuob di guerra e passò nd corpo dì S. M. Colonnello nel 1896, comandò i cavalleggeri Alessandria e nel 1898 andò in P. A. Nel 1908 fu promosso magg. generale nella risena e nel 1919 ten. generale.

Patricio (Francesco) . Saittore i.striano (1529-1597). Scrnsc su svariatissimi argomenti: qui ricordianlO ua le sue opere i • Paralleli mi.licari " e « La mili~il romana di Polibio, Lil'io e Dionigi » . Patris (Giovamll). Ammiraglio, n. a Genova nel 185y. Entrato in servizio nel 1874, divenne contrammir. nel 1911 e viccammir. nel 1916. Passato .-~--~- ~nella riserva vi divenne viceammir. d i ,quadra nel 1923 e ammir. nel 1926: fu collocato a riposo nel 1924. Fece la campagna d'Africa del 1890 e di Libia 19n-12; fu <lireltorc generale dell'ar>enale di T,1ranto nel 1911- 12 e d i quello <le La Spc7,ia nel 1912. Pa rtecipò quindi alla guerra Mondiale e per breve tempo, nel 1914- fu comandante interinale ciel d ip. Pntl'is Giovanni marittimo dc La Spezia. 0

Patrocollo ( Vince1100). Generale, n. nel 186o, 111 • .1 Roma nel 1931. Sotto!. d"art. nel 1882. insegnò armi e tiro alle scuole mii. di Modena e di Caserta c si laureò in matematica. Nel 1907 C1ndò in P. A . col grad() cli capitano. Richiamato in servizio per la guerra del r915-1918 e promosso colonne!lo nella riserva nel 19ri. comandò ,ino al 1919 il cleposito del 27° artiglieria. Nel 1928 ,•enne promoss() generale di brigata. Pubblicò, fra altro, « Gli CSJ"'· rimcnti di trazione e lettrica delle ferrovie » . Patrona. Vocabolo usato ,lai Molltecuccoli per signincare la tiaschclla o giberna . 11 rncabolo iu nell'uro anche nelle mili:dc t()scane nel secolo XVll. Fu anche detta P., invece di « Pad rona » la galera che ,·eniva dopo la Capitana; e Patrono i111•ccc di ,, Pad rone ,, I 'urìicialc che la comandava. Patti. Comune ,n prov. cli .~ essina, in fondo al piccolo golfo omonimo. Vi ,i scorgor.o ancora i re.ti di an • tiche mura. La sua origine è ignota; le pr ime memorie storid1e risalgono ai tempi di Ruggero conte cli Sicilia, che nel rn9-1 vi fondò sul colle una badia benedettina a forma di forte7.za. Sotto Federico Il d'Ara_gona, fu distrullO per essere rimasto fetide agli Angioini; ma fu ricostruito poco appresso. Nel scc. XVI fu dal corsaro Ariadcno Barbarossa saccheggiato e ,lato alle fiamme. Nel 1719 vi sbarcarono 12.000 Austriaci al comando elci generali Seckcndorf e conre ,li Mercy. p.:-r togliere .' Ac;sina agli Spagnuoli. 11 9 luglio 1860 accolse trionfalmente i Ga ribaldini.

La nave scuola .- Patria•

Palli C,'io11a·/11no' Generale, n. e 111. a Palermo (1858-1!)22). Sottot. dei lx·"aglieri nel 1880, fu in.segnante di ,toriJ dell'arte mii. alla Scuola mii. di Modena. Decorato della 1ned. d':tr!(Cnto dj benemerenza pc! terrem()to di Sicilia


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del 1908, andò in P. A . col grad o d i ten . colonnello nel , 914. ,Promosso colo nnello nel 1915 e ric hiamato in occasione d ella guerra, comandò sino al 1919 il depo sito del rd" regg. bt-rsaglieri. Magg. generale nel 19r9, passò poco dopo nella riserva .

Pattini (Primo). Generale del Commissariato, nato nel r86o. So ttotcn . commissa rio nel 1882, ragg iunse il g rado d i colonnello nd 1915. Partecipò a lla guerra contro I'Aus.t ria e d opo fu diffttore d i commissaria to a Verona, In P. J\ . Patti Gioacchino nel 1922 e prornòsso maggiore generale nello stesso anno, d ivenne tenente generale nella r iserva nel t927. Patto di famiglia. Fu ch ia111ato così il trattato con cluso a Parigi tra Francia, Spagna, D ue Sicilie, d ucato d i Parma, il r6 agosto 1761. Pattolo. Fil,micello della L id ia, oggi Saraba1. Nella primavera d el 395 a. C. si co111battè sulle sue rive una battaglia che appa rtiene alla guerra fra Sparta •e Persia, in seguito all'aiuto che i Greci avevano dato a C iro nella guerra contro i l fratello Artaserse . li satrapo Tisaferne v i si scon trò con 17.000 Spartanj condotti <lai Iuro re Agesilao, il quale, in virtù d ella nuova tattica i niz.iata da Senofonte, che era al suo seguito, sconfisse co mpletamente la numerosa e splendida cavalleria persiana. Tisaferne fu d 'o rdin.e d'Artaserse destitu ito e ucciso . Patton (Filippo). Ammirag lio inglese, m. nel 1815. Partecipò alle g uerre contro la Francia e divenne ami11ir. nel 1803. Scrisse un volume: « La d ifesa naturale <lt un impero insulare >•. Pattuglia. Nucleo costituito di un comandante e di un numero Yariabile di uo min i (due o più, o in via d el tutto eccezionale un repa rto o rganico: squadra o plotone) inca ricato di un compito isolato, che nel campo tattico consiste p revale nte mente nel conoscere e riferire e nel camJJO d iscipl inare logistico (Ronda) i: essenzialmente di po lizia. (V. per questa voce anche Avamposti , Avallscopertt!, cd Esplorazione) .

l'aw,glia aerea.. È un com plesso di velivoli che insieme volano e manovrano. Generalmente inte ndesi quind i per pattuglia una fo rmazione qualsiasi d i velivoli; nel lingu aggio tecn_ico invece, con particolare riferimento alla lcrm ino logia adottata nell'aeronautica mii. italiana, si intende una formazione di tre apparecch i insieme manovranti. Tale formazione (semp lice) è l'unità elementare d i hase d i tutte

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1~ altre formazioni (complesse) e cioè d i quelle che si rife r iscono al ,·aggrup pamento d el le unità squad rig lia e gruppo . Le formazioni proprie della P. sono: cuneo (fig. 1); ala sin istra (fig. 2); ala destra (fig. 3); linea d i fronte (fig. 4); colonne (fig. 5). Il com p lesso d i 4 velivoli insieme mauovranti prende il nome di rombo, formazione che risulta

costituita da una P e da un velivolo (fìg. 5 bis) . In ogn i P. i velivoli sono disposti a determinate distanze (distaccq tra velivolo e velivolo nel senso lon gitudinale delle forma-

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zioni), intervalli (distacco nel senso trasversale), gradin i (d iffere nza d i quota). A seconda del minore o maggiore valore d i tal i d istanze, intervalli e grad in i, la pattuglia si d ice serrata od aperta. Le formazioni p roprie cld la squadriglia più ido nee al , l' impiego tattico sono costituite <!all'insieme di più pat tuglie (generalmente a cuneo, m,t che tuttavia possono anche essere d isposte in ala a sinistra, a la a destra, linea di fronte, colonna); analogamente accade per il gruppo , <li squadriglie . Esempio : una squa • d rig lia su nove velivo li può assu mere la segue nte d isposiz ione: squadrig lia a triangolo di pattllglie (fig . 6), oppure di squad rig lia in colonn a ~li pattuglie T (fig. 7), ecc. Un gruppo su tre T T squadrig lie può, rispetto alla di slocazione delle singole pattug lie. assumere ad esempio le seguenti T formazioni : g ruppo a cuneo d i T "t pa tti,g lie (lìg. 8), g ruppo in colonna d i pattuglie (fig. 9). ecc. Le formazioni d i l'., semplici e T com plesse, sono proprie delle spec ialità dc li 'aviazione d a caccia , J a bombardamento, <la assalto .

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1-'attuglia con avamposti. Completa il sistema regola re degli avampost i; ha il compito d i incc grare la sorveglianza del terre no in te rposto fra le g ran g uard ie;

è con1posta_ di cava~kria e ciclisti,

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F igura 9

ma più specialmente d i fanteria . Col sistema degli avamposti di marcia, assieme • alle vedette collega le gran g uard ie c he sorvegliano le direttrici d i possibile a van z.ata d el nemico .

f'at111glia d'artiglieria.. Rapp resenta un mezzo d i osser1•azio ne terrestre <lell"artig lieria. È composta d i specialisti per il tiro, d i topografi , d i peJ"SOnale di collegame nto (sia tecnico c he ausiliario) dotati d i modernissimi mezzi d i osservazione, di misurazio ne a d istanza e dl collegarncnco. Essa ha il compito d ell'osservazione avan.zata e d i solito .sra colle mino ri unità d i fanteria in p rimo scaglio ne : deve dare jn<l icazìoni c irca i punti. ove la fanteria chiede i con~ ccntramenti d i fuoco e osservare i risultati del tiro. Nell 'a vvicinamento, k P. d 'art. distaccate presso i reparti di fanteria <lel l 'avanguarcl ia resta no con i comandi d i questi ultimi; allorchè si impegna il cornbftirnento si recauo in


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una posizione da cu i possano vedere la fronte assegnata per l'azione ali 'unità che le ha distaccate (batteria o grup• po}, e si tengono bene collegate sia con questa e sia cou il comandante del reparto di fanteria. Nell'attacco, i gruppi che devono svolgere azione di appoggio si collegheranno sempre anche coi comandanti delle rispettive colonne e, mediante apposite P., coi comandami dei bgl. di primo scaglione. Quelle distaccate presso il comandante del bgl. si tengono al suo 5':guito, pronte a segnalare al comando che le ha distaccate gli obbiettivi da battere; esse infor. mcranno altrcsì le rispettive unità sulla progressione del bgl. comunicando le linee raggiu nte dai suoi clementi pnì avanzati. Quando sia necessario l'intervento dell'artiglieria, il comandante del bgl. ricorre anzitutto, per mezzo delle P. distaccate al suo seguito, alle unità di quest·arma incari• cate di agire normalmente nel settore affidatogli. Pa1111glia dì rnva/leria. Sia nell'esplorazione avanzata o vicina, sia prima, durame e dopo il combattimento, viene incaricata di assumere notizie sul nemico <pat/llglta di scoperta e di esplorazlf)11e); di riconoscere il terreno (pattuglia dì ricognzzione tld terreno); tli evitare sorprese al reparto dal quale è distacca ta (pattuglia di sicurezza); di collegare fra loro reparti vicini (pattuglia di colleganw110). La P. non è organicamente costituita negli sqdr., ma viene fo,. mata al momemo del bisogno, in relazione alla necessità del suo i.mpiego. Ciascuna P. deve compre1ldere di massima personale tratto da~a medesima unità organica (squadra o plotone) e disimpegna, per <J...Uan to è possibile, uno solo dei compiti indicati sopra. In ciascun ,quadrone di cavalieri il numero degli esploratori scelti, che abbiano grado di souufficiale o graduafo di truppa, è indeterminato; quello degli esploratori semplici, cavalieri o appuntati, è di otto: uno per ciascuna squadra cavalieri. Le pattuglu: di scoperta si impiegano in casi eccezionali, nell'esplorazione avanzata, per la ricognizione, a notevole <!istanza, d i punti particolarmente interessanti e per la ra~colm di specia li notizie. Esse possono venire distaccate solo dal coma~dante della grande unità in esplorazione, e sono costituite generalmente da pochi cavalieri scelti e ben montaci, al comando di ufficiali. La loro azione si svolge sempre con carattere d'indipendenza per rispetto al dispusitivo esplorante adottato dalla grande unità che le distacca. Le pattuglie di esploraz1011e hanno il compito di rilevare e segnalare forza, specie, dislocazione, contegno e movimenti del nemico, operando entro settori o verso località o punti ben definiti del terreno. Vengono distaccate dai comandanti dei distaccamenti esploranti o dei grossi, ma possono anche venire distaccate da qualsiasi comandante

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di unità isolata, prima, durante e dopo il combattimento, per completare le notizie fino allora ricevute. La loro forza è subordinata al la distanza cui debbono spingersi, al la situazione, all'ampiezza del scnorc da esplorare, e deve permettere di far fronte ad eventuali perdite ed incidenti e di provvedere alla trasmissione delle notizie raccolte; può comprendere fino ad una intera squadra cavalieri. Per opc-

Pattuglh\ aerea in volo

rare nella oscurità e nella foschia, od in terreno fittamente copeno e favorevole alle insidie, le P. vengono munite di bussola, di parola d 'ordine e di altri segni di riconosci• mento adatti alle circostanze e, se possibile, di guide. Le pat111glic di riwg111z1one dei terreno vengouo impiegate quando occorre assumere notizie sulle vie di avanzata, e sugli ostacoli ed altre caratteristiche del terreno che possano innuirc sulle operazioni del reparto che le distacca. Sono costituite in genere da due o tre cavalieri, al comando di t111 sottufficiale o di un gradl,ato d i truppa, e spinte a distanza variabile da qualche centinaio di metri ad alcuni chilometri, secondo che la cavalleria opera a cavallo od a piedi, ed in relazione alla praticabilità del terreno, ai mezzi di trasmissione disponibili, alla urgenza di determ inati accertamenti. · Le partuglit: di sicurezza vengono distaccate sulla fronte e sui fianchi delle unità isolate o di ala; quelle distaccate sui fianchi, all'occorrenza, possono essere anche incaricate d i segnalare i movimenti dei reparti vicini. Secondo che la cavalleria opera a cavallo od a piedi, cd in relazione alla estensione e natura del terreno da sorvegliare, esse hanno forza variabile da pochi cavalieri ad una squadra, e sono poste al comando di sottufficiali o graduati di truppa. Esse segnalano, nel modo convenuto ·volta per volta, gli "clementi avversari che cercassero di avvicinarsi e mantengono con essi il contatto; costrette a retrocedere, ripiegano sull"unità che le ha distaccate e riprendono il

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Pattuglin di meharisti italfoni nelln Libi:1 (1930)

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P.n loro compito

di sicurezza non appena s ia possibile; ma

quando i reparti ché le hanno distaccate stanno pe!' ,,._ rompere sul1 'avversario, .si riuniscono ad essi e con essi partecipano all'mto.

o due d i coda la seguono, a distanza \'ariabile a seconda dd terreno e tenendosi con essa collegati a vista. Quando esiste la possibilità d'incontrare elementi avversari, procede per la campagna, opportunamente sfruttando j j terreno per rendere spigliato il s uo 1novimenro e sfuggire ali;osserva. z ione del nen1icoJ mentre distacc~ avanti e sui fianchi, a portata di vista, quakhc cavaliere? per 1neglio osservare e

proteggersi da agguati o sorprese. Nei terreni fittamen te coperti muove riunita, con misure di sicurezza ravv icinate suì fianch i e sulla fronte; nei terreni scoperti muove invece

in formazione rada e ad andatura veloce. Nei terreni a tratti coperti e scoperti procede rnccolta eJ attraversa le radure a celere andatura, dopo aver fatto ric..'>nosceré almeno i bordi del tratto coperto antistaate. Per esplorare un bosco cli limitate dimensioni, la pat.tuglia lo fa percorrere all'interno d a due o più cavalieri e con il grosso si ferina all'esterno e sorveglia gli s bocchi; analogamente si regola per esplorare un abitato o una localitil isolata. In montagna e nelle zone coliinose, tutte le volté che è pos-

Pattuglia di hmcieri (quadro di Fattori)

Le p,,11uglie di còtlegamelllo hanno il compito d i ricercare e mantenere il collegamento fra il reparto che le ha distaccate e quelli attigu i. La loro opera, in terreni monruosi , coll inosi o fi ttamente coperti, d iventa necessaria an che tra i piccoli reparti . Non si ricorre perè> ad esse ogni qualvolta il collegamen to possa farsi d irettamente a vista dai co11,anc.fanti interessati o mediante sempEci cavalieri di col kgamento. Sono costituite d i solito da un graduato comandante e due n tre caval ieri. La /J_ n()rrnalrncnte agi~ce a cava llo; a strettissimo contacto con il nemico ed in condizioni in cui' rimanere a cavallo riusdrcbbe d 'impaccio al suo compito, può anche

agire appiedarn. In questo caso tiene i cavall i smontat i al sicuro e i 1l condizioni di poterl i prontamente rimonrnre . P attuglia nel Basso Piave (giu1,,mo 1918)

sibile, opera lungo le falde, a mezza costa, provvedendo d i tanto in tanto ad arrestarsi e fare affacciare c1ualche cavaliere, eventualmente appiedato, sui cocuzzoli od altri punti dominauti, allo scopo di osservare il terreno a distanza . In pianura spinge spesso 9ualcuno su punti e levati,

quali campanili , alberi, ccc., per meglio esplorare la zona al l'intorno, prin1a d i attraversarla. Se, nc;rnostant<.: k n1isure prese, la P. cade in un imbo~cata, cerca di disin1pcgnarsi al più presto. I cavalieri sì gettano al galoppo in diraioni diverse, per sottrarsi alla vista cd alle offese nemiche, facendo bene attenzione d i veder in quale d irezione si sposta il capo pattuglia per riunirsi a lui. non appena liberatisi della s.trelta -dell 'avversario. Incontrando elementi 1

nemic i poco numerosi, 1a pattuglia )i attacn1 risolu tan1ente,

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finchè può a cavallo, di sorpresa, all'arma bianca, per praffarli e catturar loro prigionieri, e quindi prosegue nel compito ricevuto. Se incontra forze superiori, sia in marcia che fern1i, cerca di aggirarle per pro$eguire verso i prop1 i ubbietlivi, ment re ne ri leva la entità, la specie, la disposizione, sforzan<losi con ogni Pattuglia di bersaglieri dclisti (guerra l'vfondiale)

/\ <lisranza dal nemico avanza per le strade più agevol i, compatibilmente con la necessità di passare inosserva ta agli aerei, e in zona ostile, anche agli abitanti; per ragioni di sicurezza, due cavalieri d i punca la precedono ed uno

(!.trJ

di non farsi sco_...gere.

Quando non riesca a procedere, per l'entità ,iel:e resi-. stenzc incontrate su tutta la fronte del suo settore di esplorazione, !)tringe il contatto con le resistenze stesse e si adopera per raccoglie re sopra <li esse il maggior numero d i dati possibili. In ogni caso informa il comandante che l'ha distaccata de ll 'avvenuto incontro. col nemico e delle


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noti.tic raccolte. Uovendo fcrn1arsiJ si a pure per poco lempo, la P. si dispone al coperto, al fine di sfuggire alla osser-

vaz ione avversar ia, aerea e terrest re, e colloca 1•edette p~r osservare il terreno circostante. Per sostare presceg lie località appar tate e lontane dalle . com unica,;ioni principal i, ma dalle quali sia agevole sorvegliare i l te rreno circostante e

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terreno da sorvegliare; possono ali'uccorrenza essere inca -

ricate d i segnalare anche la marcia e le soste del reparto vicino. Quelle eventualmente distaccate sulla frome sono

guard arsi da sorprese.

Pattuglia di Jameria . Prima, durante e dopo il combatti n1ento1 viene incaricata di assumere notizie sul nem!co (pattt1glia di espto,·auon,·); di r iconoscere i l terreno (pattuglia di rìcog111zione del terreno); di evitare sorprese per il reparto che l'ha distaccata (pattugli11 di sicurezza); di collegare lra <l1 loro i reparti vicini (pattuglia di collegt1• mento) . A questa d istinzione di compiti non corrisponde

una d istinzione organica, ma nel mo,~emo dell 'impiego è necessario separare i compiti per quanto possibile, afli dandol i a pattuglie d iverse , rratte sia d al plotone esploratori, sia d alle compagnie. Le pattuglie per lt1 - esptorazt0ne del nemico banno il compito <li rilevare e segnalare forza , specie , formazione , contegno degli clementi nemici , affinchè il supe1 iore che le ha distaccate possa regolarsi in conseguenza. 11 loro

Punta d i pattuglia chimica Uno dei d ue uomini segnala alla compagnia lé condizioni del luogo dal punto di vista deWesplornzione chimica

spinte ~ circa 3 -400 metri dai plotoni av3nzati, Esse segna lano, nel modo convenuto volta per volta, gli clementi avversari che cercassero d i avv;cinarsi: ne arrestano e ral knrnno la marcia col ruoco; se costrette a retrocedere, ri-

piegano passo a passo , continuando a tener sotto fuoco il nem ico avanzante, e riprendono il loro compito di sicurez:ca appena ciò sia possibile; ma quando i reparti che le hanno distaccate stanno per irrompere sull'avversario, si unjscono ad essi e con essi vanno aH 'assalto. Le pattuglie di collegamento hanno il compito di ricer-

care e mantenere il contatto tra il reparto che le ha distaccate, a quelli attigui . La loro opera occorre quasi sempre fra bgl. e bgl. e, se in montagna o in terreno fi tta1nc:ntc coperto , ~nche tra reparti minori . Non si ricorre

ad esse ogni qualvolta i l collegamento possa farsi d irettaPattuglia di sciatori (1 93 I)

rnentc a vista, dai comandi intcressatj . Sono costituite di

sol ito da un graduato e due o tre ~omi'ni tratti dalle cp.

raggio di azione si estende normalmente s ino a cjrca 4 Km . dalle compagnie avanzate. Sono costiru.ite in g<>

nere di 3 a 7 esploratori al comando di un sottufficiale o graduato d i truppa; qualcuna d i esse può all'occorrenza essere rinforzata con 1nitrag liatrici leggere. Il comandante

dell'unità (bgl., od eccezionalmente cp .) che le distacca, ne stabilisce forza, numero, itinerari da seguire, compiti da esegu ire, in re lazione con l 'ampiezza del settore da

esplorare, con la percorribil ità e copertura del terreno, con l 'i mportanza delle not izie :da ricercare . Varie nor me per le P . di fameria sono simili a guelle già dette per la cavalle ria. Le pattuglie di r,cog111zw11e del terreno sono distaccare clai comandanti delle cp. per completare i r.isultat i dell'osservnione svolta personalmente dai comandanti stessi, in quanto riguarda le vie di avanza ta, gli 0stac0Ji, e le ~lrre caratteristiche <lei terreno che possono influir<: su lle (ormazioni, sul lllY-' irnento, sulla cseéu1.ione d el fuoco. Sono costitu ite di regola da un graduato e d ue o tre solda ti, e 1•<:ngono spinte a distanza variabile da qualche centinaio di metri ad un K rn . o poco più. Le pattuglie di !1curezza sono distaccate di regola sui fianchi del bgl. , eccezionalmente sulla fronte o Sil i fianchi delle cp, avanzate o di rincalzo. Quelle distaccale sui fianchi hanno forza variabile d a pochi uomi11i ad una squadra e talora ancbc ad un plotone, a seconda dell 'estensione dd

Pattuglia tedesca (manovre 19 32) I

{ucilicri; viene loro precisato ,il compito, i rtparti <la collegare, la durata del servizio e le sue modalità; si comportano come quelle d i cavalleria. il capo pattugli" deve aver ben compreso i l compito


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affidatogli, e deve assicurarsi che i suoi uomini si trovino in grado di compiere il servizio, ed abbiano con sè taccuino e matita, oltre alle armi, agli attrezzi cd all'equipaggiamento ,indispensabili. Riceve, quando occorrano, carta topografica, binoccolo, bussola, e viveri di riserva o di conforto in più delle dotazioni ind ivid uali. Al momento di :iniziare il se rvizi~ co1nunica ai suoi uomini l'i ncarico affi. .::lato alla P. ed il modo col quale i ntende assolverlo. Indica .ad ognuno la direzione da seguire, gli accorgimenti da .adottare, le loc;rlità da evitare, i segnali da fare, il punto ,od i successivi p unti da raggiungere. Dà; a ch i all'occorrenza deve sostituirlo, le indicazioni necessarie per con-durre la P ., ripetendo ad esso integralmente gli ordini ricevuti. Distribui ti gli uomini sulla fronte da esplorare, li guida tenendosi dietro ad essi, in posizione centrale e collegandosi con essi a vista; tiene presso di sè gli uomini incaricati delle funzioni d i porta ordin i. In terreni fittamente coperti ed in genere in condizioni di scarsa visibilità fissa la linea di riferimento per la ripresa del collegamento tra g li uomini delle pattuglie e ne restringe, se occorre, .intervalli e d istanze; qualora questa necessità non fosse stata p revista, ne dà avviso al comandante da cui dipende. Trasmette a questo \e notizie raccolte, rilevando e comunicando con part icolare esattezza il m omento, i l luogo e le circostanze di incontro con la prima P. nemica, o con resistenze che ' lo abbiano costretto ad arrestarsi o deviare. Le modalità di trasmissione delle notizie sono quelle stabilite, con mezzi e modi diversi, dal CO· mandante che lo ha distaccato. Sono d a evitarsi comandi od avvertimenti ad alta voce o segnalazioni acust iche, o comunque rilevabili dal nemico. La P. assume formazioni d iverse a seconda del compi to, delle maggiori o m inori distanze dal nemico, della praticabilità e copertura del ter• reno, delle condizioni di visibilità, comportandosi per l 'esecuzione del suo compito presso a poco come si è detto per la cavalleria, circa l"esplorazionc, le soste, le ricognizioni di boschi o di abitati, l'incontro col nemico, l'imboscata, ccc.

Pattuglia di punta. Nei terreni che si suppongono in: fetti da gas, i l reparto che deve avanzare si fa procedere sia una P. di punta, formata da d ue uomini, i quali con segnalazioni d i bandiere, comunicano il r isultato della prop ria esplorazione chimica.

Paturzo (Carlo). Generale, n . nel r863. Sottot. di fa nteria nel 1882, andò in P . A. nel 1909 col grado di capitano. Richiamato in servizio in occasione della guerra contr;i l'i\.nstria, divenne colonnello nel r9r8. Nel 1928 fu promosso geo . di brigata nella riserva . Pau (Gemldo). Generale francese (1848-r932). Sottot. di fanteria nel r869, l ·anno segueme partecipò alla guerra Franco-germanica, perdendo . il b~accio destro a Fròsch willer. Prese parte anche alla campagna d'Algeria e d ivenne colonnello nel 1893, e generale di brigata nel r897, di divis. nel r903, d i C. d'A . Pau Geraldo nel 1907; fu .messo a riposo nel 1913. All'inizio della guerra Mondiale, benchè g ià aYanti negli anni, ottenne il comando dell'annata d 'Alsazia, quell'a che doveva compiere il colpo di mano ini-

ziale in detta regione ·: il 19 agosto del 1914 egli entrava in Mulhouse, ma doveva ben presto abbandonarla. Nel1915, per l 'età avanzata, non potè più partecipare alla guerra attiva; svolse m issioni d iplomatico-milita ri nell"interesse della Fraocia un po' dappertutto : in Grecia, in Bulgaria , in Russia, in Romania, in Italia e pe rfino i,i Australia, acquistandosi grandi benemerenze. Fu anche presidente della Croce Rossa di Francia e membro del Consiglio superiore di guerra ( 1909).

Pauer (Giovamzt). Generale, n . e m. a Firenze (1860• 1931). Sottot. d i fanteria nel 1880, prese patte al la guerra Italo -turca, raggiunse il grado di colonnello nel 1913, comandò il 93" fanteria, e andò in P. A. nel 1915. Richiamato per !a guerra, rimase in servizio sino al .r917, J1el quale anno fu promosso magg . generale. Trasferito nella riserva nel 1919, ,lSSunse il grado di get1erale di div,is. nel J923 . Paul (Paul de Saum 111·). Ammiraglio francese (1 598-1669). Giovanissimo si arruolò sn un brigantino ,armato contro gli infedeli, e ne divenne ben presto capitano . In r icompensa dei suoi servizi, fu fatto cavaliere di Malta e d'allora fu conosciuto col nome di Cavaliere Pa11/. Richelieu lo nominò capitano di vascello, poi Cl\PO <li squadra, luogoten. grnerale ed infine viceammiraglio. P. si distinse in nume. rosi combattimenti contro gli Spagnuoli ed i Musulmani. Nel r662, con- sei vascelli, incendiò parecchi bastimenti sotto il fuoco delle batterie di T4nisi; nel_ 1665, sotto_ gli ordini di Beaufort, distrusse due flotte barbaresche nelle acque algerine e tut1isine . Ind i fu comandante della Aocrn d i Tolone. Paul in (// cap,tano). Gli ltaÙani lo chia marono « il capitano Paolin9 » . Il suo nome era barone Antonio Esca/in des Aimars. Capitano france~e (r498-1578). Fu agli ordini d i Francesco I, che lo nominò generale delle galere. Nel 1553, con 20 galere frat1cesi, insieme all'alleato musulmat10 D ragut, devastò le coste della Calabria e della Sicilia. Partecipò poscia alla battaglia di Jarnac · (r56g) e all'assedi.o de La Rochelle (1573). Paulmier (Le). Medico militare e scrittore del sec. XVI. F u medico di Carlo IX; lasciò un « T rntlato circa la natura e la cura delle ferite prodotte da piscok, archibugi cd a ltre armi da fuoco ». Paulucci (o Paoiucc,). Vari ufficiali con questo nome militarono ,in principio del , secolo XIX nelle file napoleon iche. Un Amilcare P. era capitano di vascello nel 1804, a capo della « Direzione di Marina ,, e nel 1806 fu nom inato comandante superiore a Venezia; navigò nell 'Adriatico contro gli Ing lesi e fu ca tturato a Corfù nd 1808 con la sua nave; sfuggito alla prigionia, et1trò nell'esercito e fu capo d i S. M. della divis. P.ino nel r813 . - Un Antonio, capitano di vascello a Venezia, fu nom inato nel r848 ministro della marina. - Un Giuseppe, pure capit3no di vascello, fu comandante di nave a Pola e nel 1866 capo di S. M. dell 'ammiraglio A lbini . Questi e il precedente passarono i.n Piemonte nel 1859. Paulucci marchese Fibppo. Generale, n . a Modena, m . .a Niz za Marittima nel 1849. Sottot. nel regg. Guardie uel 'i94, partecipò alla guerra delle A lpi: rimase prigioniero durante un 'az,ione nel con rado di Nizza del 1794 e poi di nuovo a Mondovì nel 1796, J1el quale anno lasciò il servizio, per assumerlo prima in • Austria (1800) e poi (1807) come colonnc)lo nell'esercito russo. Fece le campagne


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contro i Turchi e contro la Svezia e divenne magg. generale. Capo dì S. M . nell 'esercilO <li Georgia (1809-J810) bauè i T□ rchl ed i Persiani e fu p romosso ten . generale. Nel 1811 fu governatore e comandante in capo dell'esercito di Georgia e od 1812 ritornò in Russia quale aiutante di campo geo . dell'Imperatore. Nel 1830 lasciò la Russia e passò in Piemonte, dove, nomjnato ispettore generale delle trup pe del regno <li Sardegna, col grado di gene• raie d'armata, riordinò l'esercito aumentando la cavalleria e l'artiglieria. Governatore di Novara nel 1832 e di Genova nel 1833, ebbe nel 1835 il collare della SS. Annunziata, e nel 183g la oom ina a M inistro <li Stato.

Paulucci "Filippo

Paulucci Fulcicri

Paulucci marche;e Paolo. Generale, n. ad Alessandria nel 1850. Sonot. di fan teria nel 1868, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Nel 1878-79 insegnò arte militare alla Scuola m ii. d i Modena; colonnello nel 1896, comandò il 74° fanteria e poi il distretto m ii. d i Genova. Passato nel la riserva col gra,Jo d i magg. generale nel 1907, fu promosso ten. generale nel J914. l'aulucci de' Calbo!t nobile F,;lcieri. Medaglia d 'oro, n . a Forlì, m . a Saanen (Svizzera) ( 1893-19 r9). D i antica e nobile famiglia, educato ai più alt i sent imenti d i patriottismo, fu tra i più en tusiasti ed attiv i sosten itori della necessità de] nos1ro intervento nella grande (;Uerrn. Nominato sonot . d i complemento nel rcgg. Sa,:;;ia cavalleria, h., tra i più ardimentosi ed abili esploratori ed osservatori. Spin to <lai desiderio d i prender parte sem pre pi1, attiva alle operazioni di guerra, chiese d i passare in fanteria , ma non potè o ttenere che <li essere assegnaco in qualilà ,li ufficiale addetto, al comando d i una brig ata: la Padova. Con tale incarico, fu due volte ferito : il 2$ ottobre 1915, a Monfalcone, ed il 28 giugno 1916, su l monte Zovettn, e per quest'ult ima ferita gli rimase completamente inerte una gamba. Non volle tuttavia esser d ich ia rato inabile alle fatiche d i guerra, e potè ottenere. di essere destinato al gruppo osservator,i di artiglieria della 3a armata. F erito ancora una volta il 18 gennaio 1917, sul Dosso Faiti, e riportatane una lesione al midollo spioak, fu da quel g iorno un corpo semi-impietrito, nel quale ardeva pur sempre una fiam ma purissima cd inestinguibile di entusiasmo. Dopo Caporetto, volle dare ancora tutto quello che poteva, espiicando una mirabile ed infaticata opera <li propaganda per portaré, com 'egli diceva, ,, tra i vivi che son morti la fiaccola dei mort,i che son vivi " · Pago di a ver potuto sa1

lutare, con suprema gioia , la vittoria delle nostre armi, il mut ilato eroico si spense in ,un sana torio svizzero. Su l petto gli riluceva la medaglia d'oro, coocessagli d i motu• proprio da S. M. il Re, con la scgueutc mot,i vazione : « Ferito già due volte e<I inabile alle fatiche di guerra, volle tuttavia essere sempre comandato ai più avanza t·i

osserva tori, ove compl opera utile, non solo carne artigliere, ma anche come soldato, tutti incoraggiando ed in tutto portando valido aiuto. Dui-ante un turno di riposo, recatosi volon tariamen te ad un osser vatorio di prima linea mentre si svolgeva un attacco nemico, dopo che l'osservatorio fu colpito in p ieno, raggiunse la trincea per aiutare a mantenere la linea. Ferito gravemente mentre andava per guida ai rincalzi, ebbe ancora ad esprimere parole d'incitamento alla lotta, chiamandosi felice di cadere per il propr io Paese"· (Dosso Faiti, 18 gennaio 19i7).

Pauly. Archibugiere d i Ginevra, tra i secoli XVl!I e XIX. Nel 1808 avcvà p reso in l~rancia il brevetto di invenzione per una piastra (cartella) a percussione. Nel 18,12 prese il brevetto per un fucile a percussione centrale a retrocarica, sul tipo d el fucile Forsith. La canna riposava sopra due lastre adattate lateralmente, che ne sollevavarn> la pa rte posteriore per potere introdurre la cartuccia. L'accensione della ca rtuccia avveniva per mezzo di un ago o stelo centrale che penetrava nell'anima. Pautze d'Y voy (Antonio) . Generale francese (1813-1893). Fece la campagna d'Africa e di Cr imea, d'Ital ia e del Messico, guadagnandosi tutte le· sue p romozioni per merito di g uerra. Nominato generale d i brigata nel 1869, nell 'anno seguente comandò p r ima una divis. , poi il XXII C. d' A. Nd d icembre 1870 prese parte agli scon1ri di Bapaume e d i Pont-Noycllcs. A Sao Quintino, il suo C . d 'A. , incaricato di coprire la rit irata generale, dovette sopportare lo sfor w <li tutto l'esercito tedesco. Dopo Ja g uerra, nel 1875, passò nella riserva. Paumgarten (barone Massimiliano vo11). Generale austriaco e scrittt,·c militare (1767-1827). P rese parte a 4 assedi, 87 combattimenti e 2 battaglie campali, durante le campagne contro la Francia. Fu al seguito d ell 'arciduca Carlo in Italia, nel 1797. Nel 1802 pubblicò un « Trattato sui posti avanzati )> . Paura. Questo sentimento elementare d el! 'essere vivente, che deriva <!all'istinto d i conservazione, ha ne llo svolgimento del fatto sociale guerra, una influenza immanente notevolissin1a, serripre rlconosciuta, non sempre esplicitamente confessata, perchè troppo spesso e t roppo facilmente si scambia la paura con la viltà. Ben a ragione, con fine educativo, il De Crist.o foris, nel libro « Che cosa sia la guerra », avverte : « La paura è d iversa d ella viltà. Tutti hanno paura. V ile è quegli che non trova nulla di cui abbia m aggior paura della morte ». 'il noto come il Turenne tre masse quand'er a sul campo d i battaglia e come spesso dominasse la sua paura ripe tendo a sè stesso: <( T u tre mi vecchia carcassa , n1a tremeresti ancor più se tu sapessi ove t i condurrò domani "· Il principe di L igne scrive nei «. Pregiudizi militari " : « Non so se sia _perchè noi non sap piamo infondere il valore che ci narrano sia esist ito negli esercit i <li Roma e <li Cartagine, ma certo si è che <li tuni quelli eh 'io ho visto en trare in cornbattime.n to, metà dimostrava la sua paura prima d i cominc.iare il combattimento e l 'altra metà non aveva per nulla 1'a ria tranquilla » . Skobelcv, a chi gl i rivolgeva parole d'ammirazione per i l suo coraggio, rispondeva: « l?, falso cred ere ch 'io disprezzi il pericolo e che non abbia paura di nulla: tutte le volte c he prendo parte a un combattimento, 1ni domando con una certa naturale app rens ione se non si'! questa l 'ultima volta per me ». Ardant du Picq (« 11:tudes sur le combat ») scrive : « I capi e i solda ti che non conoscono il sentime nto della paura sono rari. La maggioranza trema perchè non si p uò sopprimere la parte


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umana d cll 'uomo , e d i ciò devesi te ne r conto in ogni questione d 'o rganizzazio ne, d i disciplina, di tattica ». Garibaldi, la sera della battaglia d i Bezzecca, giunto accidentalmente, inosservato, v1cmo a un gruppo di giovani uffic iali che discutevano di co raggio e d i paura, e inteso . .fra 1'altro, che burlavano un canwrarn , appena ventenne, g iunto ultimo al campo, imputando lo di paura, pcrchè durante la battaglia aveva abbassato il capo al fischiare di g rossi proiettili di artiglieria, ne prese le difese così: " Ma .s' intende che ha avuto paura. E pcrchè mai lor signori ,e .ne meravigliano: T utti abbiamo paura, ed è perciò che s iamo corag giosi: perchè il coraggio, sig oori miei, consiste nell'aver p aura e nel sa perla vi ncere». Ecco dunque affermato, nel modo più au1ore\'olc, il per enne inscindibile rapporto fra la P. e i l coraggio: l' una è ,il sentimento della conservazione, l'altro è la volontà di tale conservazione . Nè s 'altera il rappo rto o si cade in contraddizio ne nel caso in cui un uomo si butta al peri-colo della propria distruzione, alla morte, per salvare a lt rui. Bisogna considerare che l'uomo nella sua vita so<:ialc ha d a conservare d iversi ordini di beni , alcun i di un valore più alto della stessa vita. Per un uomo d i alto sent ire, cioè ben educato, ben compenetrato dei suoi doveri sociali, la paura di perdere l'onore, val quanto dire il sentimento della propria conservazione morale, è sufficiente a co nsigl iare e anche ad ispirare ista ntaneamente qualsiasi .:oraggio , t per q uesw che i due foll i (paura e coraggio), che sembrano ta lvolta >tare agli antipodi, si generano a una stcs<a fonte e procedono insieme legati, onde l'uno richiama l 'alrro, e non si può educare. il coraggio senza d iscorrere d i paura . Turenne, Skobclcv, e tanti altri sald i c uori. in realtà, fuor d 'ogni velo di parole, si trovaro no nei momenti da lor medesimi descritti, fra due paure: l'un:,, che face,•a tremare il corpo per la propria conserYazione; )"altra, che non s.i rivcla,•a all'esterno, compenet rata pcrfc11amcntc ncll"essere morale. La prim:1 ispira,·a a q uegli uom ini sani e forti un desiderio ; ma la seconda pc dettava ad essi 11110 ancor p i,, [one. Il sentimento della comerrnzione della ,·ita può, talora, attenuarsi così da mosirare inutile coraggio lo sforzo per conscr\"are bene; ma il sentimento della conservazio ne de ll a vita morale, ha un valore che non s'attenua per volgere d i ci,·costan7C. L'educazione tende a dare all'uomo civile la pienezza della sua , ita morale (o M>Cialc), cioè a metterlo con i propositi e le a1ioni al disopra di ogni speranza di ricompensa c d i ogni timore d i pena, fisso solo al bene . sensibile princi palrncmc alla paurn morale e cnpacc in ogni circostanza cli coraggio conseguente. Sino a quando non ,i sia ottenut.; quc,to, sarà da insistere sulla dimostrazione che la conservazione dell'onore è da anteporsi alla stessa conservazione della , ira . È la dimostrazione alla quale mirano prccisamcnk e più in particolare gli e d ucatori militari, q ua lunque sia il concetto dal quale muovono circa il rapporto fra p:iura e coraggio. In conclusione. la paura, quale emozione, non è fattn per sè stesso paralizzame le facoltà dell 'ind ivid uo, come

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altro non è che l 'emozione apprensi,·a dell ' ind ividuo per circosta nza o caso da cui può nascere dannc,, male, o n~hio, o cimento.

l'aura della rcsponsab111tà. t:; l'emozione apprensiva che viene dalla possibilità d i sbagliare, o d alla possibilità che quegli che ci deve giudicare ritenga sbag liata la condotta propria <lei! 'ufficio che si copre o del compito assegnatoci. Una simile paura può essere incitativa in due sensi contrari : a) confortata dal motto: « fai ciò che devi e non t'impon i d el resto » , può indurre a fare ogni migliore sforzo per dare alla propria condotta il v:ilore più rea le cd efficace che si possa; come d ire, può incitare la volontà e il coraggio alle maggiori opere: così è quando il sentimento del dovere è assurto veramente ad abito morale: b) indettata invece e più fonemente dall 'apprensione di beni estranei a) com pito, p uò indu rre a consi,lcrare l 'altro motto : ,, chj fa, falla », e consigliare a comportatsi rnsl da C\'itare fallanze per le quali si possa incontrare menomazione di qualche bene; come d ire. consigliare a non fare o a fare in un certo modo, o nde copri rsi per ogni eve ntual ità. Non fare o fare, insomma , per modo « da essere a posto " · N on dul)que è la paura della responsabilità che si possa eliminare, dacchè il sentimento apprensivo per la possibilità di sbagliare a danno dei ,:crvizio sarà ,."." sempre, specie nei migliori; ma è l'incita1i1ento nel secondo senso (il senso vile) che vuo l,i togliere a lla paura ridia responsabilità. Ossia, occorre far sì che da essa non po,;a generarsi che un reno e sano « coraggio della responsabilità H .

Pausania. Genern lc spanano . Vinse con Aristide la LMt· t:1g lia d i P latea (479 a. C.). co1\lro i Pers iani ; ma in seguito si lasciò corrompere da que,ti . Scoperto e richiamato in patria ,i rifugiò in un tempio, di cui furono murate le porte, per modo che ,·i morì di fame nel 491. Pautassi (l:.'11ge11io). C:e ncr:ilc. n . a Cambiano ne l 183;. Souoc. d i caval leria nel 1857, partecipò al le campagne del 18;9 e del 186o-61, meritando la mcd. d'argento nell'a,. se<lio di Ancona . Colonnello nel 1881. comandò la ,cuo!a di cavalleria e poi i lancieri d ' Aosta. Magg. generale nel 1890, comandò la 2 " briga ta d i cavalle ria e nel 1 8, 11 andò in P . A. Nel 1896 pa,sò nella riser\'a e nel 18<1' fu promosso ten. generale. Fu uno dei pnm1 fer,cntl fautori dei concorsi ippici.

molti crroneatncntc credono . Un scntimenro, una emozione apprensiva (paura) è il cam panello d'allar me che mette i n g uardia )" individuo contro il pericolo, non è una paralisi di poteri reattivi contro il medesimo . Quando la paura diviene paralizzante dei poteri fisiopsichici, oppure cattiva consigliera e guid a dei medesimi, o perchè combinandosi con altre emozio ni si è snaturata, allora no n è più pau ra, ma un'emozione divcna, da denominarsi - secondo i casi. l'intensità, il caranere, le manifestazioni - sgomento, sbigo ttimento, spavento, terrore , o altro. Paura , in clefi nitiva ,

Pautassi Eugenio

Paulrfor Angero

Pautrier (Angelo) . Generale, 11. a T orino, m. a Parma (ilh7-1891) . Entrato in ser vizio nel 1844, d ivenne suttot. cl i fan teria nel 1848 e passò nei bersaglieri nel 1855. Partecipò a tutte le guerre dcli ' Indipendenza ed alla lona contro il brigantaggio, rimanendo due volte ferito . Nell.1 campagna ciel 1859 meritò la med. d •argento e due men-


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z io ni onorevoli, ed m quella del 1860 la croce da cav . dell'O. l\L S. Colonnello nel r877, comandò il 2 ° regg. bersaglieri. Promosso magg. generale nel 1884, ebbe il comando della brigata Toscana e nel 1889 andò in P . A.

Paveri (Fontana, marchese Lionello). Generale, n. a Parma nel 1863. Sottot. di cava>leria nel 1885, raggiunse il grado di colonnello nel 1915. E ntrò in guerra co ntro l'Austria al comando dei cavalleggeri T reviso e nel 1916, combattendQ col regg. appiedato nelle trincee di Monfalcone, meritò la med. d 'argento. Cclonnello brigadiere comand. la brigata Piacenza ,,nel 1916-1917 e magg. generale nel 1917, comandò poi la 5" brigata di cavalleria. Lasciato il servizio attivo poco dopo la guerra, assunse nel 1923 il grado di generale_di divis. e poi passò nella riserva.

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navj, rin1ase quello di e sporre lungo i fianchi stessi, o sui

pennoni, gli stemmi e gli emb lemi dei grandi personaggi che si trovavano a bordo, sia per rendere onore agli stessi personaggi. sia in segno di festa nelle g randi ricorrenze.

Da questo uso d i esporre b~ndiere e stendardi, è nato

Pavesata (o J>alvesata) . Chiamavasi propriamente così la difesa o la copertura fatta coi pavesi; ma si chiamò anche con tal nome un riparo fatto di graticci coperti d i terra o d i mantelletti. (V. Impavesata). Pavesat-0re. Nella marina dell'epoca delle Crociate, era

wsì chiamato il soldato che d ifendeva i· « lallevas », nome col quale ven ivano indicati gli usberghi di cui si componevano le pavesate. !I P. portava una targa coll'arma gentilizia del proprio signore ed era armato di scure.

Pavese (e più rMamentc Pa/11ese) . Cosl era chiamata un'arrne difensiva che rassomigl iava ad un gran de scudo rettangolare, e che, per il suo peso, era portato da un soldato, chiamato pave;e, o pa/11esaro, o pavesaro. Questi

Vascdlo del secolo XVIII col i,:ran pavese yuello~ c he ancora rimane presso tutte le marinc 1 di alzare

ad ùna ralinga che corre dall'estrema poppa all'estrema prora, passando per le cime degl i alberi, tutte le bandiere da segnal i di cui la nave dispone. Q uesta distesa si chiama « formare il gra n pavese " ed è accompagnata dal l'alzata in testa ~l'albero delle bandiere nazionali del paese a cui la nave appartiene. L:t• d isposizione delle band iere lungo la ralinga i: di carattere internazionale, e simile per tutte le nazion i. L'alzata del g ran !XWcse si fa con grande apparato, a lle otto del noattino, ed è sempre accompagnata dalla salva di 21 colpi. Quando le navi sono parecchie nello stesso porto, il P. viene alzato contemporaneamente. Se esiste la

mus ica a bordo,

questa suona gli inni . L 'arn-

,nainata si [a sempre al t ra monto . Se pi1't navi d i nazioni · dive rse si trnv:,1no nello stesso porto, il P. viene alzate

Svizzero

Tedesco Pavesi d'assedio· del secolo XV

quasi semp re accompagnava i balestrieri, e po•,eva, nel combattimento, il I'. con il lato inferiore a terra innanzi ad essi , che i n questo modo rimanevano riparati e potevano trarre le balestre al sicuro, contro il nemico . Adempiva cioè allo stesso ufficio del mantel!etro. Secondo un anonimo tici11esc. deriverebbe il suo nome dalla città di Pavia , ove sarebbe stato in\·entato, o , cOme è più probabile, se ne sa rebbe r ipristinato I·uso. Poichè questa specie d 'arme d ifensiva /: di origine antichissima, vedendosene rapprese_ntati nei n1onun1cnti egiziani. Nel tned io evo erano elencati colle muniz ioni d i guerra tenute dai mun icipii e si ch iamavano anche tavolacci e targoni (v . Fet1da.lìsmo). l P . erano d i legno in origine, molto pesami; còn copertura esterna di tela , gesso, ed anche d i metallo; imernamente erano foderati d i ()<:Ile, talvolta avevano anche fcritorie, oppure erano accoppiati a cerniera. Generalmente erano alti poco più d 'un rnclro, e larghi poco pii, cli mezzo; pesavano circa 10 chilogrammi.

anche da queste, ecl è obbligatorio alzare ali 'albero di macstr;1 la han<licra d i quella nazione in onore della quak è stato alzato . Nelle g randi ricorre nze le navi che sono io navigazio ne . invece <li alzare il g ran pavese ► alzano i } picc.:olo, ossij'.1 una banchern nazionale in testa di ciascun rtlberu. Durante l::i . notte , le navi da g uerra usano· nelle stes~c grandi ricorrenze il pavese elettrico, che consiste nelJ'acccndcn.: una fila di lampadine da prora a poppa passando per le ttSte degli alber i con lo stesso percorso del!e

Incrociatore col gran pavese

bandiere. Il gran pavese viene · alzato in occasione ai1chc di gra ndi riviste passate dai regnanti. (V. anche Onori 111ilit11ri) .

Pavesi ( Volonwri ). Compagn ia organizzala nell 'apri le Pavese (Marina). Caduto i'uso medioevale d i adoperare gli-. 1848 a Pavia, per la guerra contro l'Austria . Fu composta scudi per formare pavesate come protezione dei fianchi delle


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prevalentemente di studenti e di professionisti, e raggiuni,e una forza di circa 150 u . J'u •aggrcgata alla clivis. di riserva dell'esercito piemontese, e nel g iugno alla brigata Piemonte. Si sciolse il 29 luglio. P artecipò ai combanimcnti di Colà, di Pasucngo (dove guadagnò una menzione onorevole), di Calmasino e <li Sommacampagna. Fu com andata da Rivalta prima, e da Gallorri poi.

Ital ico. Vi è il Comando del 5➔0 d istretto militare e l'Officina costruzioni del Genio .

Castello di Pavia. Fu cretto, dal 136o al 1365, da Galeazzo Il \li.conti, e comple1a10 dal figlio Giangaleat.?.o. Ha forma di quadrilatero, avente agli angoli quattro po-

Pavetti (Giacomo). Reggente del'l ,egrctcria di guerra nel sec. XIX. Capo d i brigma e conwndante la gendarmeria piemontese dopo la battaglia di Marengo, resse in Piemonte la segreteria di guerra dal 3 luglio al no, embre 1800.

Pavia. Città capol. di provincia, sul Ticino. E. l'antica Ticitmm dei Romani e fu chiamata Popia \'CrSO la fine del IV ,;cc. Fu devastata Attila"nc! 452, ma ben presto risorse e all'J:J>Oc.a .ti Teodorico acquistò grnndc impo rtanza avendo'vi egl i posta la sede de l' ,uo regno : tale rimase anche sotto il re franco Pipino. Durante il X secolo, e bbe a soffrire per le lo lle fra i competito ri ulla sua signoria. Nell'epoca comunale, alle Ione dei grandi compcutori si amiiunsero le guerre municipali e Milano e P., le più possenti dell a Lombardia, animate da antichi rancori, si combatterono a lungo, traendo al loro partilo le. città S cemn,a di Pavia meno forli, che ~èguivano o l'una o l 'altra ;ccondo le proprie passioni ccl interessi. Su.:cedu1e le Signorie ai Comuni, P. fu sog• gwa ai Visconti di ~! ilauo che, nell'anno 1359, uc fc. cero una contea. Durante la guerra per la Successione di Milano, il 7 aprile 1500. P. fu invasa dalle soldatesche di Luigi X Il, abbandonata al saccheggio, alle rapine, a nefandezze d'ogni i::cnere e le fu imposta una rnmribuzionc d i 50.000 scud i d'oro. Con fel'lnau, la signoria dello Stato di Milano agli Spagnuoli col trattato di Cambrni, da allora /'. rcguì le ,orti di Milano. Nd 1527, fu ancora bornbardata e saccheggiàta da l Lautrec, poi non ebbe più avvenimenti di grande imponanza, durante le wcccssivc dominazioni: spagnuola ( >535-1714) e austriaca ( 17 796). Fu quindi occupata d ai Francci i e fece parre del reg no italiw. Caduto Napoleone, P. come tutta la Lombardia, to rnò sotto il dominio austriaco (1814-1859), nel quale periodo si distinse nella loua per l'indipendenza nazionale a cui prc,c parte la sua migliore gioventù, la quale diede più di 50

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Pavia nel secolo XV

clerosi e massicci torrioni quadrati, due elci quali. insieme al lato ,euentrionalc, furono atterrati dal Lautrcc nel 152ì, Con la morte dell'ul timo Sforza, tutto vol<c ,apiclamcnte a rm·ina; il castello <li\'enne una \'asta caferma alla mercè dei soldati spagnuoli. Gli rimase runavia una certa importanza milirn rc, tanto che nel 1656 resistette a lun qo agli assr1 l1i del duca Tommaso d i Sa\'oia. Fl1 assediato e preso nel 17o6 dal principe Eugenio e 90 anni dopo fu preso d'assalto dai cinadini ammutinatisi contro i Francesi.

I. Assalto di Pavia (27 agosto 4.76). Fu impresa (cliccmcnte da Odoacre, proclamato re dai Germani, con1rn Oreste, capo dell'esercito dell 'ultimo imperatO're Romolo Aug ustolo. La citt,ì fu 1erribilmentc d anneggiata dall 'i ncendio e dal saccheggio, e Oreste, raggiunto mentre fug• gi,·a a Piacenza, Cu decapitato nei pressi di questa piazza al cospetto di m<:rccnari ribelli (28 agosto) .

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Jl castello visconteo di Pnvia

Le fortificazioni di Pavia nel secolo XVI

rnlontari all'impresa dei Mille . P. nel 1898 fu insignita della medaglia d 'oro per benemerenze patriottiche, acqui state d urante il periodo ciel Rism g irncnto nazionale. Dal 1805 al 1816, (u sede di una delle due Scuole militari (l'alua era a Bologna) istituite da Napoleone I nel Regno

Il. Comba111111en10 di Pav,a (538). Appartiene alla guerra dell 'impcratore · Giustin iano contro gli Ostrogoti del re Vitigc. Un corpo bizantino, comandato da Mundula, spe• dito da Belisario, avanzò eia Genova verso Milano, e \'enne affrontato davanti 2 P. dai Coli di quella guarnigione.

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Riuscì a .Mundula di battere gli avversari, ma essi si chiusero in città, le cui valide difese costrinsero :vlundula a ritirarsi. III. Assedio di Pa111a (569-5i2). Appartiene ali 'invasione dei Longobardi di Alboino. I Bizantini avevano cooccntrato nella città numerose milizie e il re longobardo; subito dopo di essersi impossessato di Milano, con grandi forze ve le bloccò, iniziando un assedio che doveva durare circa tre anni, durante il quale non cessò rnttavìa l ·espansione

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!ere con le armi la propria volontà, e assed iò JJl P. Astolfo. Questi dovet!e cedere, e (u concluso un trattato di pace, in base al quale cgfi si impegnava a restituire alla Chiesa h città di Ravenna e il suo territorio, a non compiere atti di ostil ità contro il papato, e a dare ostaggi ~ garanzia dell'im pegno preso. VI. Assedio e pace di Pavia (755). li re longobardo Astolfo non solo non aveva m antenuto i patti conclusi l'anno precedente, ma aveva mosso guerra al papa asse-

Pianta d i Pavia nel secolo XV 11, con la testa di ponte

longobarda ncll 'Alta ltalia, dati i mezzi di cui dispnncvano gli invasori. La città si arrese 5oltamo quando non ebbe più viveri, nel 572, non avendo i Longobardi macchio<: ossidionali, e non conoscendo il lavoro delle m ine per abbattere le mura. IV. Battaglia di Favi" (702). Appartiene alla guerra tra il re longobardo Liutperto, e J\ripcrto Il cnc lo aveva spudestato. Il primo ebbe l'aiuto <li Rotari e di altri duchi longoba rdi. I due eserciti sì scontrarono presso la città, e Ar iperto, rimasto vincitore, fece mettere a morte Liutperto.

d iandolo in Roma; abbandonò tuttavia l'assedio appeaa seppe che Pipino app rcstavasi di nuovo ad intervenire, e si ritirò in i'. Quivi il re franco tornò ad assediarlo, e 1crso la fine dell'anno Astolfo fu costretto un 'altra volta a venire a patti. A lle cit tà che egli , in base al trattato dell'anno precedente, doveva restilllire al papa, fu aggi•rnt,:, il territorio di Comacchio; inolrre egli dovette cedere parte de l territorio regio, e dare altri ostagg i. Pipino, dopo di ciò, estese la famosa donazione con la· quale passa,a al papa le Romagne e altri territori specificati .

V. A.<sedio e pace di Pavia (754). Appartiene agli in izi della lotta tra Franch i e Longobard i. Il re franco Pipino, protettore degli interessi della chiesa comro Astolfo, re dei Longobardi, scese in Italia con' forte esercito per far va-

VII. Assedio di Pavia (773·i4)- Appartiene alla lotta fra i Longoba rd i e i Franch i, e fu posto nel settembre 773 dai re franco Carlo. Le forze longobarde che vi si erano rinchiuse vi furono strettamente bloccate, ment re i Longo-


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bardi d i altre regioni d'Italia rimanevano inattivi . La città, devastata da pestilenze e strazi~ ta dalla fame, . resistette fino ai pr imi di giugno del 774 . Desiderio [u con.dotto prig ioniero i n Francia : il regno longobardo era finito.

ramente a sacco. Enrico, non potendo frenare la furia dei suoi soldati, si ritirò in una bastida dei dintorni, e poi concesse il perdono ad una deputazione di Pavesi . La sorte toccata alla città sparse il terro re in tutta l 'Italia.

VIII. Assedio di Pavia (924) . Fu posto dà! re Beren gario I, il quale si servì di un grosso corpo d i ~ngari. La città resistette per breve tempo; poi dovette cedere , e venne saccheggiata e incendiata con g rande strage degli abitanti.

X. Assedio dì Pavia (1026). Appartiene all a discesa i11 Italia del re Corrado Il .di Germania, al quale i Pavesi eransi rifiutati d i sottom<;ttersi. L'Imperatore, celebrata la pasqua a Vercelli , marciò contro la città ribelle, la quale gli chiuse le porte. Ed egli la circondò strettamemc: dopo lu nga resistenza i Pavesi dovettero arrendersi, riuscendo ad ottenere il perdono e a risparmi are il sacco e la strage.

IX. Sol/e1111zioue di Pavia (1004). Enrico cli Baviera, imperatore cli Germania, scese in Italia nel roo4 e si recò a P., dove fu incoronato re d'Italia dall 'arcivescovo Arnolfo di Milano. Tale· avvcnimemo non incontrò I 'ap pro-

XT. Assedio di Pavia (1356). La famiglia Beccaria, che esercitava il potc(c in città sotto l'alta sor ve·g lianza d i Ber-

Battaglia di Pavia. Cattura di Francesco I ( 1525)

,·az ione clella popolazione pavese, che vedeva r innovato il do minio germanico in Ita lia ed e bbe q uindi un epilogo sanguinoso, Preparata o spon tanea, d ' accordo o non col re d'Ital ia Arduino d 'Ivrea, la sera stessa dell 'incoronazione (15 maggio) scoppiò in P avia una r issa iosignificante t ra alcuni cittadini e militi tedesch i, che presto degenerò in una terribile sommossa. Tuua la notte si combattè da una

l' arte e dall'a ltra con incredibile furore, ma all'a lba, entrate in Pavia le milizie, accantonate fuori le mura, i Tedeschi ebbero il sopravvento e fecero strage dei ribell i. E siccome i Pavesi continuavano a difendersi e ad offendere d alle case , i Tedeschi attaccarono il fuoco in vari siti della città; e questo crebbe a tal punto da d istruggere mol tissime case. Restarono vittima delle spade e del fuoco molti Pavesi ; e ciò che no n consumò il fuoco, andò mise-

nabò e Galeazzo II V iscont i, insospettitasi di essi, si strinse

in lega col marchese Giovanni d i Monferrato, in guerra pure coi sud detti Visconti, i quali, sdegnat i, strinsero d 'a.ssèd in l'. con gran d i forze nel maggio 1356. I cittadini si d ifesero strenuamente, eccitati cd entusiasmati d a 1lc prediche d i frate Jacopo Bussola ri , nel q uale avevano g rande fede; poscia, soccorsi dal ma rchese di Mc,nfe rrato, il 28 maggio fecero una sortita, vinsero le 111iliz ic viscontee, bruciarono il nav ig lio che i Visconti tenevano sul Ticino, e si liberarono dall'assedio, catturando le munizioni e gli attrezzi di guerra deglj assedianti.

Xli. Assedio di P11via (1359). Dopo la vittoria riportata a Casorate Primo nel 1356, i fratelli çernabò e Galeazzo Il Visconti minacciarono la ci ttà, i cui abitanti; -ìnJiammati


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dalle parole del Bussolari, incominciarono a detestare il potere d ispotico <lei Beccaria, i quali allora ap rirono dclk trattative coi Visconti, ma furono cacciati dalla città, che nel ' 35i si ordinò in libero comune. Nell'esil io i Beccaria si strinsero decisamente coi Visconti e cercarono con· aiuto

Battaglia d i Pavia ( t 525)

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serviào di F rancesco [ tentarono al lora d i deviare le acque del T icino nel Gravellone, ma le pioggic dirotte d istrussero in poche ore l 'opcra cli parecchie settimane. Fu quindi necessario di ricor rere al sistema d' assedio abituale a quei tempi, cioè isolare la città togliendole tutte le comunicazioni con l 'esterno e prender la per farne . Tre mesi erano t rascorsi e P. resisteva ancora. li 25 gennaio r525, le truppe imperiali, rafforzat~ da un corpo d i 12.000 lanzichenecchi , condotti dal conestabile di Borbone, considerato come traditore dai F~ancesi, andarono, sotto il comando del marchese di Pesca ra e di Carlo di Lannoy, a prendere posizione in vista· de l campo nem ico . Intanto Francesco I indeboliva le sue forze inviando <luc distaccame nti a Genova e d a Napoli ; quindi, avuta conoscenza del pericolo imminente, rad unava un consigl.io di guerra, che decise d i restringere i quart ieri. Le truppe fu. rono radunate in i,n solo corpo sull a sr. del Ticino, al disotto della città; la sua fronte verso Lodi era protetta d a una linea d i circonvallazione, con la d r. appoggiata al fiume e la s,·. al muro del vasto parco d i Mirabello che circondava la casa d i caccia dei duchi di Milano . Gli Tmperiali

rimasero

per tre

seuhnane

senza

tentare alcuna

azione; ma q uesto lasso di tempo fu per loro molto vandi costoro di rientrare i n P. ~ ma il marchese Giovanni di~ taggioso pcrchè d ue corp i di fanteria ita liana che dovevano Monferrato, che tendeva a farsene signore, prestò aiuto ai raggiungere il campo francese, caddero in una imboscata, Pavesi. Stavano così le cose, quando, nella primavera del un terzo corpo si sbandò, cd i Gf'igioni, in numero di 1359, Galeazzo II fece stringere d'assed io P. da Luchino 8000, abbandonarono il campo di Francesco I. Ma la cura Dal Verme . r cittad in i, animaci aila d ifesa dal Bussolari, principale del marchese di Pescara era quella di attirare il vendettero gioiell i e vesti preziose e si decisero a resistere re fuori de i suoi trincer:11nen tì provocando ogn i m omen to strenuamente. li marchese d i Monferrato venne .in aiuto continue scaramucce. in una delle q uali r imase ferito Giodegl i assed iati coll'assoldare e mand ar. loro. la compag nia vanni d alle Bande Nere, che era passato al servizio del di ventura del conce di Lando; ma questo condottiero, dopo re di Francia da qualche mese. Non r iuscendo nell'intento, alcuni mesi, per denaro passò all a parte dei Visconti, Stretti più fortemente e cad ut i i'n massima pen'uri~ di viveri , i Pavesi furono costretti ad arrendersi nel novembre. Ga leaz.zo rioccupò la città e fece per la s icurtà avvenire costruire il castello. TI Bussolari fu costretto a ritirarsi in un eh iostro . 1

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XIII. Ocmpa21011e di Pavi« (1447). Fu operata da Francesco Sforza, durame il breve periuclo della repubbl ica ambrosiana , mentre era al servizio della medesima . I vari partiti che .si co1urastavano il campo nella ciuà non erano riusciti a mettersi d'accordo, parteggiando chi per lo Sforza. chi per la repubblica, chi per Lodovico di Savoia, chi per alu i signori . Ma il governatore, Matteo Bolognini, aderl alla causa dél lo Sforza. e questi potè occupare con le m ilizie a lu i devote la città, malg rado le proteste della repubblica ;ip1brosiana . XIV. Ass~dio e battaglia di Pavia (1524-1525). Appartiene all a guerra t ra Francia e Spag na per il possesso <le! ducato d i Mi lano e fu posto <lai re di F rancia Francesco I nell'ottobre del r524 . Aveva egli ai suoi ord ini un esercito composto di 200 0 lance e 20 . 000 fanti , tra Svizzeri, Tedeschi e F ra ncesi . La città era d ifesa dallo spagnuolo An tonio dc Lcyva , generale di Ca rlo V, con una gua rnigione di circa 6000 u ., mentre I·esercito imperiale, disorganjzzato, s'era t rincerato sull'Adda. Essendo le mura d i P. prive d i fossato, il re fece avanzare la sua artig lieria e, senza aprir la trincea, tece praticare una larga breccia. Sferrato l'attacco, i F rancesi trovarono al d i là del muro un fosso profondo che il de Leyva aveva fatto scavare; inoltre tutte le case prospicienti erano state occupate dagli archibugieri, i quali, dalle feritoie che erano state praticate in esse, apriro no un fuoco m icidiale sugli assedianti, L 'attacco fallì con perdite enormi . Gli ingegneri militari al

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Pianta di Pavia nel sec. XJX

il Pescara fece praticare nel muro dei pa rco una breccia , e per essa, due ore avanti giorno, il 24 fehbraio, fece passare tutta la sua avanguardia . Incanto nel campo francese era stato dato l 'allarme. Dovendo le truppe ciel Pescara attraversare un tratto d i terreno scoperto, il fuoco del -


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l 'artiglieria nemica fece in mezzo a loro dei grandi vuoti. Per sfuggire a questo fuoco micidiale, gli Imperiali si misero a correre per raggiungere un piccolo avvallamento, <love una piegatura del terreno poteva metterli nl riparo. A quella vista il re, credendo che quelli fuggissero, si slanciò fuori del campo alla testa della gendarmeria, coprendo con le sue schiere la propria artiglieria che fu obbligata al silenzio, e non dando tempo alla fanteria cli sq{uirlo. I fuggiaschi che Francesco credeva di trovare in disordine, fecero un dietro fronte. e, presa posizione, ricevenero con un ben nutrito fuoco la carica delle lance france~i che si arrestarono d'un colpo. li conestabile di Borbone cd il marchese d i -Pescara allora form arono in fretta le loro linee di battaglia e si gettarono nella mischia. Dalle due parti si combattè con estremo furore. Ad un certo momento gli Svizzeri, chr si trovavano all'ala dr. dell'esercito francese, comincia rono a vacil lare, poi voltarono le spalle e fuggirono verso Milano. Al loro fianco, i lanzichenecchi, sopraffatti clal numero, veonero quasi tuni massacrati sul posto. Infine il duca d' Alcnçon, nell'ap-

cino per pas,arlo e mcuers1 m salvo, quando il suo ,avallo, colpito a morte, si abbaucva travolgendolo. Riconosciuto da un gentiluomo nemico, accorso per aiutar lo a rialzarsi , fu chiamato il vice re d i Napoli Carlo d i L annoy, che ricevette la sua spada piegando il ginocchio. La battaglia non era durata più di un'ora; i Francesi avevano perduto 8000 u . ed i migliori capitani, fra i quali La Palice, La Trcmo uillc, Bonnivct. XV. l'ace d, Pavia (9 ottobre 1617). Fu conclusa tra Carlo Emanuele 1 duca di Savoia e Filippo IV re di Spagna. Pose fine alla guerra di Lombardia tra il Piemonte e la Spagna per la Successioné del Monferrato. Le condizioni -della pace furono: d isarmo reciproco; rc,tituzione fra le parti belligeranti delle piazze occupate; deferimento all'imperatore della definitiva soluzione delle <]uestioni frn il duca Carlo Én,anuclc di Savoia e il marchese <lel Monferrato. Questa pace fece restituire al duca la sola città di Vercelli, dopo tanto spargimcuto di sangue, e ,pc,e così grandi per lui che lo Stato era arrivato sull'orlo della rovina; ma d ied e al duca d i Savoin gra nde fama, poi che aveva osato lonare da solo conrro un nemi.:o così potente come la Spagna.

XVI. Trattato di Pavia (.'ì91). Scoppiala b Rivoluzione francese, la sorte ciel re Luigi XVI prco.:cupò le potenze d 'Europa. L 'imperatore d'Austria Leopoldo li , d 1c si trovava in Italia, facendo as<cgnamcnto sulle disposizioni degli altri sovrani, trasn1ise al min.acciattl Luigi XVI un progetto (detto l'Olgarmcnte Trattato di Pavia) di fare i,l\'aderc la Francia, allora indifcsd, a fine di ristabilirvi la tranquillitl: 35. 000 Austriaci sarebbero cntrjti per la Fiandra, 15.000 Imperiali in Alsazia e altrettanti Svizzeri nella Franca Contea. I Piemontesi si ,arebbero avanzali dalla Savoia, e g li Spagnuol i dai P irenei. Ma LuiLn rivol ta di J'avia contro i Frnncesi (1796) gi XVI, sempre irresoluto nelle grandi operazioni, ricusò di aderire al progcuo e tentò prendere quc,to principio di disfatta, fu cc,lto da panico , e si d iede alla fuga trascinandosi dietro la retroguard ia che invece l"infelic-e fuga da Parigi. era posta ai suo i ordini. Allora natta lo sforzo della batXVII. Solleva::ione di Pavù1 (1796). Apparcicne alla occutaglia ricadde sulla gendarmeria e sui gent iluomini che pazione francese della Lombardia. 11 malcontento prodouo contornavano il re. I combanenti erano invasi da un vero dalle esorbitanti imposizioni e dalle vessazi<,ni dell'esercito furore; uno sqd r. italiano e poi uno tedesco e;ano stati francese aveva susc itato uno spirito di sollevazio ne tale, che quas i d istrutt i e la cavalleria spagnuola non aHcbbe pobastarono alcuni pi"oli incidenti, perchè, il 24 maggio, tuto resistere ancora a lungo al (ormjdabile urto, se il marscoppiasse un tumulto che portò al disarmo della piccola chese di Pescara, accortosi del pericolo, non Cosse ricorso guarnigione france~ (300 u.), la quale venne imprigionala ad una manovra i cui effetti furono disastrosi ai Francesi. nel castello. Dalla città la sollevazione si sparse per i vilRaccolti da J500 a 2000 archibugieri basch i abi lissimi nel laggi vicini e si comunicò anche a Milano. l'urano atterrati tiro e cli una agilità provata, li fece intercalare ai suoi gli emblemi repubblicani ed insultati i fautori dei Francesi. cavalieri. Questi tiratori si spingevano fino contro i ranghi li ge,1eralc Bnonaparte, dopo aver soffocata la rivolta di Mifrancesi dove sceglievano le loro vittime, poi si ritiravano lano e fot ta assalire e d isperdere una banda di sollevati dietro i cavalli per ricariciire le armi e quindi ripetere il presso Bin asco, inviò l 'arcivescovo d i Milano a P. per ten mov imento. In breve !a gendarmeria fu messa in d isortare di ridurla alla sottomissione senza la forza; ma l'eccidine, ed i soldati di Antonio de Lcyva, non trattenuto più tazione del popolo era tale che non sì volle ascoltare l'ardal Bussy d' Amboyse che aveva abbandonato il suo posto civescovo, che fu anche insultato. Allora il Buooaparte si per correre in aiuto del re circondnto da ogni parte, si avvicinò con le truppe sotto le mura della città, e, nonoprecipitarono sul campo di battaglia trucidando quanti loro stante il fuoco che si faceva contro i soldati, fece abbatcapitavano davanti. Caduti o dispersi tutti quelli che si tere a colpi di scure le porte e pcpetrò nell 'interno. I cit1rovavano vicini al re, questi si dirigeva solo verso il Titadini continuaiouo a combattere per le strade e dalle


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case servendosi di ogni sorta di armi e di proiettili pe.ostacolare l'avanzata ai Francesi, ma tutto fu inutile. I soldati repubblicani pervennero fino al centro della città' e la occuparono ben presto, abbandonandosi al saccheggio, e domando la ribellione. Pavia. Reggimento di dragoni spagnuoli, costituito nel 1684 a P., con 5 cp. croate_, ben presto rinforzate da re• clute lombarde. Il nome di P . gli fu d ato nel 1718; durò sino alla seconda metà del secolo XVIII. Pavia. Brigata di fanter ia <li linea, costituita nel 1860 coi rcgg. 27° e 28-0, formati da reparti di preesistenti regg . Nel 1871 la brigata fu disciolta cd i rcgg. assunsero il nome di 21' e 28° fanteria (Pavia); nel 1881 furono di nuovo riuniti in brigata ; essa partecipò alle campagne <lei 1860-61, 1866, 1870,· 1887-88, 1895-96, r9u-12 . Durante la guerra Italo-austr iaca (1915-1918), per la quale i l 27° costituì il comando della brigata Elba cd i rcgg. 261 o e 262°, la brigata operò fino all'agosto 1916 sul Podgora, su l Sabotino e ad Os lav ia , strappando al nemico im portanti posizion i. Iniziatasi la b'altaglia d i Gorizia (6-1 7 agosto r916) vi concorse brillantemente attaccando le difese a sud-est d i Lucin ico, superandole cd entrando con altre truppe nella città conquistata. Puntò poi col 280 verso Vertoiba e Biglia.

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verde con una r iga rossa al centro nel senso orizzontale. La brigata ebbe nella guerra Mondiale i seguenti coman danti : magg. generale Arena (!915-16); magg. geo . Pirzio (1916); magg. gen . Ravelli (1916-17); colonnello brigadiere Puglioli {1917); col. brig. Fumari (1917); magg. ·gcn. Ronchi (1917-18); col. brig. Salici (1918); col. brig. Monti (1918). Le sue perdite in _guerra ammontarono a ufficiali morti no, feriti 250, dispersi 31; u. di truppa m . 1261, f. 7786, dispersi 23 57. Pt1via Allegro. Generale, n. ad Alessandria, m. in Albania (1871-19r8) . Sottot. d i fanteria nel 1890, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M, Partecipò alla guerra libica ed a quella contro l'Aust ria nella quale entrò nel 1915 qua le capo d i S. M. della 29a divisione. Colonnello nel r9r6 e capo di S. M. del la 12• divis., si d istinse alla presa di Gorizia meritando la med. d'argento. Nel 1917 fu capo di S. M. ddl'S0 C. d 'A. e poi colonnello brigadiere comandante la brig~ta S iracusa. Andato in Albania nel 1918 quale brigadiere generale comandante la brigata Verona,

Pavia Altegro

nel le azioni vittoriose del 7 e 9 luglio a Malakastra-Fieri si segnalò cd ebbe una seconda mcd . d'argento. Morl per malattia in un ospedale da campo. Stud ioso d i tattica e di storia mii., fra altro, pubblicò u11 trattato di « Tattica applicata ».

Pavione. Monte <!elle Alpi Retiche, fra Piave e del Brenta,

bacini del

Ba11ag/io11e alpini Monte Pavìone. Costituito nel marzo per la çu rata della guerra ltalo •austriaca (1915-1918), ed assegnato al 1' regg ., ebbe 'le compagnie 95a, 148• <: 149•. Impiegato inizialmcnce a conca Tesino, e poi a Casavolto (M. S. Osva ldo) ove respinse un attacco nemico, nel giugno r916 concorse acl arrestare l 'offensiva nemica in Val Sugana ed operò poi in Val di Grigno alla forcella di q. 2034. Duran te l'offensiva austro-tedesca dell'ottobre 1917, schierato sulla fronte C ima Campo-Cima Lan, e poi in fondo Val Calcino, oppose all'invasore accanita resisteL1za lì1eritando la mcd. d 'argento colla seguente motivazione: « Il battaglione Monte Pavione, con ferrea tenacia e con superbo valore, per tre giorni consecutivi resisteva all'impeto di un 'intera <livisione nem ica, :salda1nente tenendo, con l'eroico sacr.ili,cio dei suoi alpini, le tormentate trincee che gli erano state affidate. Contrattaccando ogni sera con manipoli cii prodi, rius:iva ad i11chiodare l'invasore sulla linea che la Patria aveva additato per l 'estrema resistenza » (Val Calcina, II-13 d icembre 1917). Il suo lodevole con tegno fu segnalato anche sul bollettino d i guerra ,lei Comando Supremo N . 935 del 15 dicembre 19r7. Le perdite in guerra del bgl. ammontarono a ufficiali morti 8, fer iti 10, d ispersi 24; u. di truppa m. 66, f . 304, d. 693. i 916

Medaglia della brigata Pavia

Per tutto il 1917 e fino al marzo 1918 operò sull'altopiano di Asiago; nel giugno di detto anno fu l(lviata sul Piave per ricacciare l'invasore nel iratto Molino del la Scga-FagaréBocca Callalta. Nel lug lio fu schierata sul M. Asolane, e nel!' agosto fu destinata nelle Giudicarie a p residio delle posizioni d i M. Carone-M. Guil-Punta dei Larici. Sferrata la nostra offensiva finale, la brigata scavalcò M. Pari, .scese nella conca di Riva e puntò contro /e difese del Tomcabrò e d i Cima d'Oro superandole. Il sun contegno in guerra meritò la citazione sul bollettino di guerra del Comando Suprerno N . 442 del 9 agosto 1916 e la concessione della med. d 'argento colla seguente motivazione : « Con(crmato l'antico valore e le vecchie gloriose tradizioni, nel le lunghe ed ostinate lotte sull'aspro terreno di SabotiL10 e del Podgora, prese poi parte gloriosa alla battaglia di Gorizia, e varcato l'Isonzo portò prima la ban diera d'Italia nel la conquistata città " · (Luglio 1915-agosto 1916). Nel 1926 la Pavia assunse il nome di Ii' brigata di fan. tcria e fu costituita su tre rcgg.: no, 27" e 28<>. Festa dei rcgg. : per il 27° 1'8 agosto, anniversario della battaglia di Gorizia (1916); per il 28° il 23 luglio, anniversario della battaglia d i Borgo e Levico (1866) . Motti dei regg. , per il 2 7": « Ad excelsa tenemus »; per il 28° : « Ardeam dum luccam » . Colore delle mostrine: fondo •

Pavon. Villaggio della repubblica a rgentina, in prov. d i Santa Fè. Vi si comhactè (17 settembre 1861) una battaglia, che appartiene alla guerra civile fra la provincia di Buenos t\ircs e le due coalizzate e ribelli d i Santa Fè ed Entre Rios. Queste avevano raccolto 17.000 u ., al comaodo del geo . Urquiza, contro il quale marciò un esercito bonearense di 25.000 u ., agli o(din i del gen. Mitre. Lo scontro avvenne presso P. e fu accanitissimo, term inando con la completa


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Battaglia di Pavòn (1861 )

vittoria d el Mitre, il quale catturò numerosi p rigionieri . La battaglia fu decisiva, e segn ò la definitiva sottomisNel 1820 presso P. il gen . sione delle p rovincie ribelli . Lopez venne battuto dal Dorrego, duranre le lotte intestine.

Pavone (Giuscpp,:). (;enerak, n . a Potenz.a nel 1876. Souor. d i fanteria nel 1896, partecipò alla campagna libica

del 191J -1 9 r2. '.\/ella g uerra contro l'Austria comandò p rima un bgl. d i fanteria e poi d ei reparti d'assalto, meritando ben rre nw<l. d'argento e tre d i bronzo, o ltre a lla p romozione a colonnello per mer iro d i g uerra. Dopo la guerra comandò il 18° (1924) e poi (1926) il 30° faotcria . Generale d i brigata n el r930, fu ispettore d i mobilitazione della d ivis. di Livorno e dal 1932 ebbe il comando d ella 3• b rigata di fanteria.

Paysandù. C ittà dell 'Uruguay, sul fiume omonimo . Assedio di Paysandù ( 1864-65) . Appartiene alla lotta (ca liberali (appoggiati. ùal Brasile) e conservatori. Sui p rimi di d icembre <ld 1864 la città fu investita dai Brasilian i comandati dal gen . Florcs, il quale d isponeva ùi 10 . 000 u. con 50 ,anno ni , e, dalla pilrtc <lei mare , d i quattro can non iere. I d ifensori erano comandati da l gen. Gomez. Erette le batterie verso la metà d el mese, un d iluvio -d i bombe da terra e da mare cadde su l' ., che in fine mese aveva Je opere sconvolte, e poco dopo andava in fiamme. La g uarnigione era ormai affamata, ed aveva esaurito le munizion i; era caduto nella d ifesa il gen. Pir iz. Il Gomez d ove t te scendere à patti, e il 2 gennaio 1865 iniziava le tra t'tative, Ma esse furono interrotte <la un i111provv iso as-

salto degli assedianti, i quali occuparo no la città facendo prig ionieri i d ifensori superstiti e il loro generale.

Paz (Giuseppe Maria) . Ge nerale e uomo pol itico argcn,ino (1787-1857). Si d istinse dura,w; la g uerra dell 'Indipend e nza; dopo I·esecuzione del presidente Do rrego (18i8) diPaz Giuseppe Maria venne il capo degli Un itari ne lla p rovi ncia e combattè a lungo e con successo contro Qu iroga . Fatto prigion iero da Rosas e Lopcz ( 1831), riusd

ad evadere dopo otto anni d i p rigionia; nel 1840 r ip rese la lotta, difese brillantemente ~ontevideo nel 1843 e provocò l 'interven to d el Brasile, nel 1850, con tribuendo ad assicurare la ind ipendenza de ll'Argentina .

Pazzi, Fam iglia fiorenti na, originaria d i Fiesole. Ebbe g rand e im portanza nelle faccende della repubblica è partecirò a tutte le lotte inrestinc. Si citano un J'azz1110 de' Ptizzi che militò nelle C rociate e vuolsi fosse il primo a piantare lo ste ndardo cr istiano su lle mura di Gerusale mme; un P"zzi110 che m ilitò i n Francia, un Cherico c he comba ttè a Poggibonsi e firmò la pace fra Guelfi e Ghibcl• lini; un FranceSl'o, c he [li l'artefice p ri ncipale d ella congi11ra d etta dei P ., contro i Med ici , ecc. Un ramo d i questa famiglia ,i trasferì in L ituania (V . Pac). Inoltre ricord eremo i seguenti :

P"zzi Jacopo. Capo guelfo del sec . XIII . Nel 1260 portava lo ste ndar do dei Guelfi al la battaglia d i Mo ntaperti quando i l trad itore Bocca degl, Aba ti glj troncò colla spada le mani ch e reggevano la stend ardo; il P. r imase ucciso poco d_o po. Pazzi l'azzmo . Capitano fiorentino d el sec. XIV. Partecipò a lla battaglia di Montaperti e d opo esulò in Francia. Nel 1289 si d istinse alla battaglia d i Campaldino e nel 1304 era a capo d i una delle fazion i dei N er i ; venne ucciso nel 1312. Pazzi Simone. Capitano ' fiorentino del scc. XIV . Nella battaglia d i Montecati ni contro Uguccio ne d ella Fagg iuola (1315) rimase fer ito, cd in quella d i Altopascio rimase p rig ionièro d i Casrruccio . Liberato, servì la patria anche come ambasciatore fino a l 1336. Pazzi Raffaele. Condottiero fio rent in o (1471-1512) . A l servizio d el duca Valentino cooperò a rime ttere in p~tria i Medici. Nel 1506 accompagnò Giulio Il all'acquisto d i Ilologna e quando nel 1511 q uesta fu a bbando nata, seguì il ciuca d 'Ur bino· comandante de Il 'esercito pontificio e con valore combattè i Francesi a Casalecch io di Reno, rimanendo prigion ie ro . Morl nella battaglia d i Ra,•enna . Pazzi Al~mamw. Capitano fiorentino (1501 -1573). Si d istinse nell'assedio d i Firenze, e poi si pose al servizio dei Medici . Pazzia (art. 56-57

c. P. Es., 56-57 C. P . M. M.).

È una d elle cause che esclurlo no o d imin u iscono la respon-

sabilità penale, e rientra nel contètto generico di

infcr-


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rnità di mente (V . l'su·opaue) . Perchè essa sia atta a,1 escludere l'impunibilità è necessario che tolga o la volontà del fauo, o la scienza che il fatto è contrario a legiuimi imcressi dello Stato o d i altri, e che si Lratti di uno stato patologico, d i una malattia mentale in senso clin ico. P er• tanto uno stato cmotirn o passionale oou può coosidcrarsi

infermità <li mente, nè questa può scambiarsi con la sovreccirnzione, cOti] la concirnzio11c, o con la perturbazione rnon1entanea d 'animo, colla leggerezza di carattere . t:oll:.1

depressione conseguente ad eccessi isterici, ccc . L'cpjkssia può essere connessa coll'infermità mentale, ma non è una forma d i essa. Effetti penali: Ammessa la completa irucrmità di mente, rimane totaJmence esclusa l'in1punibilità~ e couscgucntcn1cnte la responsabil ità pentlic. Se, . jovccc, è ~mmessa la infermità p arziale di mente, la responsabil ità rin1anc ·attenuata e si può inlligg-cre per jl comnH::sso reato, una pena cbè va da un minimo d i mesi due d i carcere militare ad anni d icci ii reclusione milirnre.

Peabody. Costruttore americano, che nel 1862 ideò e fece brevettare 1111 fucile a retrocarica con chiusura a blocco e ad altalena. La scatola di culatta, avv itata alla canna,

F ucile Pcabody modello 1862.

serve d i alloggiamento al blocco otturatore che si muo,·e entro essa . La cassa è divisa jn dpe parti, jl fusto ed il calcio, in mezzo ai qual i è la scatola che li t iene ad essa fissati. L'otturatore ha la superficie superiore concava e si muove da ll 'alto in basso per mezzo di una cerniera poste• riore, e d i una leva che si fa agire abbassando o<l alzando il pçmticcllo. Quando si abbassa il ponticello, si abbassa \ 'ouuratorc e si può introdurre la carica; alzando i l pon-

ncsco è anulare .o centrale. L'estrattore agisce e tira ind ietro vivamen te la canuccia qua ndo si abbassa il ponticel lo per caricare l 'arma. ·

Peana. Inno <li guerra che gli antichi Greci cantavano al momento di muovere a ll ' attacco, accompagnandolo coJ suono d i stru,nent i. Peano (Carlo). Generale <lei CC. RR., 11. a Torino nel 1849. Sottot. dei granatieri nel 186j, partecipò alla cam• pag-na del 1870 e nel 18j8 passò nell'arma dei CC. RR. Colonnello oc] 1903, comandò la legione d i Torino, magg. generale nel 1907, fu addetto al comando genera Le del]' Arma ; nel terremoto siculo-calabro (1908) meritò la med . c1·argento d i benemerenza . In P. A. nel 191J, fu pro• mosso tcn. genera le nel 1914 e nd 1919 passò nella ri serva.

Peana Alberto. Generale, n . a Torino, m . a Genova (1859-1930). Sottotcn. d 'art. nel ,879, frcq ucntò la scuola ,li guerra e fu aiutante di campo effettivo di S . M . il Re . Colonnello nel 1913, comandi> I' 11~ art. eia campagna. M,1gg. generale nd 1916_, tenne in gue rra il comando d 'art. del IX C . d' A . e poi passò a disposizione Pc~tno Alherto del comando supremo per missione in RmnaJJ1a. fn P. A. S. nel 1920, assunse nel 1923 il grado d i gen. di d ivis. e passò nella r iserva nel 1928. Pea R idge. Loca liti\ degli Stari Uniti d'America nelI •Arkansas.

Battaglia di l'ea Ridge, detta anche cli Elkhom J'aua/J (1862). Appartiene alla g uerra di Secessione. Il gcn. con • federato Van Dorn , nel mese di marzo, raccolse le divis . Price e Mac-Culloch, con minori reparti (circa 16.000 u . con 12 batterie) e 1nosse contro i Federaiì che, a1 co -

Battaglia di Pea Ridge ·( 186z) (bi<tnche I<: truppe federali , nere le con federate)

ticcllo contro la cassa, si alza l'o tturatore che chiude c.osì la camera. Il congegno d i scarto a percussione è rovesciato , ed incast rato nel calcio separaramenre dal congegno <li ch iusura. La forma del percussore varia secondochè !'in- •

mando del gcn . Cunis, forte di 4 d ivis. (10.50 0 u. con 49 cannoni) occupavan,;, fìentonvillc e i\ campo trincerato di Crnss-1-[ollows. Il 5 marzo 1862 il Curtis seppe dell'avvicinarsi dei Confederati, la cui cavalleria aveva pernot•


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tato a Elms-Springs e la fanteria aveva oltrepassato Fare11eville . Dati gli ordini per riunire le sue forze, fu ragg iunto l' indomani dalla .brigarn Carr, mentre il gen . Sigel, attaccato in m,uci;i da forze superiori, dopo sci ore di tona potè raggiungere l'estremo occidcnialc di una linea di alture dette Pea-Ridge, vicino a d ue divis. federali. Mentre il C urtis aveva preso le sue disposizioni in attesa di un attacco dalla strada di Fayeneville, il Van Dorn spost atosi intorno alla sr. nemica, si presentò sulla medesima strada, ma alle sue spal:c, mentre il Mac-Culloch si d isponeva di fronte al Sigel, costringendo il Curtis a cambiare di fronte, e a portarsi sulle alture del P. R. li 7 mattina la battaglia ebbe principio su _t utta la linen e d urò fino a sera con alterna vicencla. A notte Pricc e Van Dorn, a costo di gravi perdite, avevano guadagnato circa un miglio sulla dr. federale; a ,r . .\1ac-Culloch, che avanza verso sud cd est pe r unirsi a l Van Do rn , si era trovato d i fronte il Sigcl, che, in posizione quasi inaccessibile, lo aveva fermato col fuoco dell'artiglieria assai più numero,a. Una carica della cavalleria confederata, che raggiunte le batterie ne sciabolò i serventi, aveva pe rmesso alla fanteria di mettersi al coperto. Il Sigel intanco, ricevuti rinforzi, contrattaccò a sua volta; nella mischia il generale confederato restò ucciso insieme al gcn . Mac Intosh. Bat tuto sulla sua sr. , Van Do rn era vittorioso a d r. e nella notte il Curtis si spostò sulle posizioni tenute dal Sigel; un migliaio d i morti o feriti rimanevano sul campo di battagl ia : i Federal i dovevano aprirsi il passo o ca pitolare . Riacccsasi la battaglia all'alba, il Sigel rilisCÌ a spostare il proprio schieramento portandosi sul fianco del nemico i cui cannoni furono ridotti al silenzio. I Confederali, non più sostenuti dalle proprie batterie, ebbeto t i n mo mento di esitazione; ne profittarono i Federali , che, attaccando il nemico su llltta la linea, in breve lo costrinsero a cedere: tuttavia i Confederati poterono indisturbati ripiegare attrave rso le , trettc d i C ross-Timbcrs, e andarono a raggiu ngere Johnston e Beauregard presso Corinto.

Pecco (Giacom o). Generale medico, n. a Monteslrutto, m. a T o rino ( 1821-1894). Ufficiale medico; partecipò a tutte le campagne dell'indipendenza ed a quella di Crimea, meritando la med. d'argen to e la menzione onorevole. Colonnello direttore dell 'ospcdalc mi i. di Alessa11dria nel t8i5, poco dopo [u membro del comitato di sanità mii. Promosso magg. generale medico ispettore capo di sanità nel 1887, andò nel 1893 in posiz ione ausiliaria.

Pecco Giacomo

Pecco Ferdinando

Pecco Ftr d m a11d(). Generale, n. e m . ad Ivrea ( 1864-1929). Sotto!. del genio nel 1884, partecipò alla campagna eritrea del 1895-!)6. Kel 1908 contribuì· a portar soccor,o ai col piti dal terremoto ,iculo-calabro e .meritò 1a mcd . d 'argento di benemerenza. Colonnello per merito di guerra nel 1916, comandò in guerra il genio dell:i zona Carnia e

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poi quello del XXV C . d'A., divenendo brigadiere generale nel 1918 e guadagnando la croce da cav. dell 'O. M. S. Nel 1919 fu success ivamente comandante del genio del 27°, del 3° e del 1° C. d'A. e nel 1920 andò in P. A. S.

Pecenegh i (o Pece111rglii)'. Popolo nomade d i ra.-:za mongolica, vivente di past0rizia, e stabilitosi, verso il X secolo, nella regione posta intorno alle cateratte del Dnieper. I P., celebrati negli annali russi e bizanti ni per la loro ferocia e il loro coraggio, furono spesso mercenari del1' impcro d"Or iente. Devastarono a lungo con le loro scorrerie la Russia meridionale. linchè, nel 1037, il principe Jaroslav li distrnsse q uasi completamente in una battaglia durata, secondo g li antichi cronisti, un ' intera giornata. I vinti si diressero al nord, e si fusero poco a poco coi Magiari. Pecheux (Man·o). Genera le francese cipò alle guerre napoleoniche e si ritirò dal servizio dopo Waterloo, riprendendolo nel 1818 col grado di luogotcn. generale. Prese pane alla campagna del 1823 nella Spagna . Pecl1c11x Carlo. Generale commissario, n. e m. a Torino (18121894). Prestò ,crvizio nell'inten denza sino al , 863, anno in cui andò a ripo,o. Nel 18;1 ebbe i: grado di colonnello del commisPechcux CRrlo sariato nella riserva e nel 1893 fu promosso magg. generale . Partecipò alle campagne per la Indipendenza e fu membro della commissione franco-sa rda per la preda bellica nel 1859.

Pechino. Città già capitale della Cina, tra i fiumi Pci-ho e Ven -ho, nella pro,·. del Pecili, la più settentrionale della Cina. Fu circondata da g randi m ura, aventi alle porte una e norme torre quadrata . Alt re mura con bastioni a quattro piani e torri quadrate dell'altezza di 20 m ., dividono la città tartara da quella cinese. Dentro la ciu:. tartara vi è la città imperiale, pur essa cinta d i una 111ll · ragl ia color rosa. e vi si trovano le legazioni straniere. Dalla capitale si diramano a ventar,lio le grandi strade dell'impero. I. Ou11pazio11c e tmttato di Pec//ÙJ() (1860). Appartiene alla spedizione in Cina. Il 9 ottobre 186o, l'esercito alleato franco-inglese si era accampato a nord di l'.; stabilite alcune batterie, sotto la m inaccia di bombardamento si esigette e si ottenne. il 13 ottobre, che la porta di fronte alle truppe fosse occupata da un bgl. di ciascuna nazione. Dall '8 al r8 ottobre furono restituiti i prigionieri. Intanto 1 negoziati si trascinavano con una le ntc~z.a esaspernnte, tanto più che l'inverno rigidissimo si avanzava a gran passi. Lord Elgin era d'avviso di fare svernare le truppe ,in P. ma il gen. Montauban si oppose a q uesto progetto che riteneva troppo rischioso e dichiarò che al pi1, tardi il ,-0 novembre ancbbe ritirato le sue truppe per farle s,·crnare a Ticn-tsin. Il 17, gli ambasciatori comunicarono alle autoril~ ci nesi che se il 23 otto bre non fosse stara firmata b pace, gli /\llcati avrebbero bombardato il palazzo imperiale. li 18 ouobre gli Inglesi, malgrado l'opposizione del gen. Montauban, b ruciarono il palazzo d'estate, ed è probabile che questa m isur;1 di rigore abbia indotto i Cinesi a metter fine alle loro lungaggini. I! 20 ottobre, il principe Kong (JCc\'a sapere agli amb1sciarori che egli .1c-


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<Condiscendeva a tutte le domande formulate e che era JJrOnto a sottoscrivere il trattato d i pace; esso venne firmato .il 2,1-25 ottobre su queste basi: pagamento di una indennità <li guerra; restituzione ai Cristiani degli stabilimenti .religiosi e di beneficenza che erano stati confiscati; libertà de l cu lto cristiano in tutto l'impero. Facoltà di svernare a Tien-tsin, nei forti di · Taku, e d i non allontanarsene se non dop~ il pagamento delle indennità di guerra ; eva•cuaz ione d i P. subito dopo lo scambio delle ratifiche .

li. fral!ato di Pecl,i110 (dic~mbre 186o). Tra la Russia e la Cina. Dopo la firma del tra ttato di pace tra Francia, Inghi lterra e Cina, la Russia stipulò un trattato ackÌizio11alc, col quale vennero fissate in maniera precisa le fron t iere dei due Stati, e furono concessi al commercio russo .nuovi sbocchi · mediante la cessione di vasti territori al nord.

Ili. Co11venz1011e di Pec/Jino (ottobre 1895). Fra Cina e. _Russia. Premesso che la ferrovia siberiana sta per essere ultimata, la Cina consente alla Russia di prolungarla attraverso i territori cinesi <lal porto d i Vladivostok fino alla .città cinese di Hunchun e, attravcrsn a vari territori clcn •Cati nella Convenzione, alla capitale provinciale d i Kirin .

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rango che avrà titolo e fun,:iooi d i Governatore; d) le forze cinesi saranno ritirate: i c ivili potranno però rima, nere in piena libertà giuridica; e) a nord del territorio affittato sarà, con convenzione a parte, stabilita una zona

in cui avrà g iurisdizione esclusivamente la Cina : non potran no però esservi stanziate truppe senza il consenso della Russia : /) Port-Arthur sarà un porto di g uerra e dovrà serv ire solo per le navi russe e cinesi, e sarà considerato come porto chiuso per ciò che concerne le navi da guerra e le mercanzie degli altri paesi; g) la Russia potrà co• struii-e caserme e fortificazioni. V. Trattato di l'eclmw ( ,0 lug lio 1898). Ha lo scopo di dare aJI 'Inghilterra un porto nella Cina del nord ,per meglio proteggere il commercio britannico. Si conviene: a) la Cina ce<lc in affitto all" Tnghilterra Wei-Hai-Wei, nel la provincia <li Chantung, per un periodo u;,'llale a quello in cui Port-Arthur resterà occupato dalla Russia; b) nel territorio affittato saranno compresi : l 'isola d i L iu-Kung, ruttc le iso le del la baia di Wei-Hai-Wei e ,ina striscia di terreno lungo la baia suddetta della larghezza di 10 miglia inglesi; e) l ' Ingh ilterra pou·à erigere fortezze e installare

Le mura di Pechino! con mla delle grantlì torri

La costruzione e il çontrollo <Ji tali linee sara nno intera • mente della Russia. Seguono norme concernenti la pro:tezione d i tali ferrovie e dei lavora tori , in base alle quali .è consen tito alla Russia di provvedervi con special i reparti d i rruppe. SJccome la Russia non possiede in Asia porti liberi da ghiacci per tutto l'anno, la Cina cede in ~ffitto per 15 anni il porto di Kiao-Ceu; alla fine <lei <letto periodo la Cina potrà acquistare ' tutte le caserme, le officine, i m_acchinari, ecc. costruiti dalla Russia durante la locazio11e. Essendo Port-Arthur e Talienwan punti strategici , solo la Cina pou·à fortificarl i. La Russia dovrà dare i' proerio appoggio ,per -assicurare l'inviolabilità d i detti porti e non permettere alcuna intrapresa a Potenze straniere . La Ciu? s'impegna per parte sua a non cederl i a

nessuna Potenza. Se la Russ i_a sarà impegnata in -una guerra potrà servirsene per concentrarvi s ue forze di terr.i e di mare . !V. Trattato di Pechi110 (2ì marzo 1898). Tra Cina e Russia. Concerne l'affitto per parte della Cina alla Russia di Port-Arthur e di Talienwan. Si c9nviene: a) l'affitto non porterà pregiudizio alla sovra nità della Ci na; b) il -contratto durerà 25 anni dalla data <lcl trattato, ma potrà -essere prorogato; e) i l controllo delle forze russe m ilitari, .naYali e civi li 5.arà esercitato <la un ufficiale russo di ·.1lto

truppe in un plllltO qualunque della costa nella regione ad est del 121", 40 est d i Creenwich; d) continuerà a funz ionare la giurisdizione civ ile cinese nei limiti delle esigenze civili e m ilitari dell ' Inghilterra; e) le navi da guerra · cinesi, neutre o no, conserveranno il diritto di servirsi delle acque comprese nelle zone affittate; /) le espropriazioni che far à l'Ing hilterra saranno debitamente pagate. VI. Difesa delle Legazioni di Pechi110 (1900). Appartiene alla guerra dei }Joxers (V .). In previsione di torbidi, ne l maggio del r900, era stato radunato nel quartiere europeo dt l'. un piccolo nucleo di forze intcrna;,;ìonali, circa 450 u. · fra cui 39 marinai italiani comandali _dal tcn. d i vasce llo Federico Paolini, con un cannone da 37 mm. e tre mitragliatrici. Fino al 5 giugno, regnò calma com pleta intorno al quartiere europeo, e nello stesso giorno fu deciso di presid iare anche il convento del Pe-cang, mandandovi un drappello francese ed uno italiano, quest'ultimò comandato dal sottotenente d i ,·ascello Olivieri. Frattanto veniva studiato un p iano d i difesa delle Legazioni e al Paolini era affidata la vigilanza dello sbocco est , in prossim iti, della Legazione italiana . Il _giorno ro l'. rimaneva isolata, essendo state interrotte dagli insorti le comun icazioni con la costa, mentre le truppe imperiali fraternizzavano con i Boxe,·s, ed il 13 si verificavano le prime 56


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scaramucce nelk zone presid iate dagli internazionali. Da tal giorno gli àvvenimenti precipitarono: il l 5 il Pe-tang doveva essere abban~1onato alla sua sorte, noi, potendosi mantenere le comunicazion i; il r9 .il Governo cinese dava 2➔ ore <li tempo al corpo d iplo matico per sgombrare ia città , e 1'ambasciatore tedesco veniva assassinato. All a sera

l'attacco dei rivolwsi si manifestava violento; occorse restrin gere la cerchia da p roteggere, dato l'esiguo numero dei difensori. Il 22, dopo un furioso combauimento, fu abbandonata per precauzione anche la Legazione italiana. Nel quartiere assediato intanto si era addensala una turbJ di rifugiati: oltre tutto il personale delle Legazioni e tutti gli stranieri residenti a P., ,,i si erano radunati anche i Cinesi cristiani delle missioni. 11 tenente Paolini con una sort ita raggiunse le posizioni del nem ico e lo costrinse ad allontanarsi, ma volendo impadronirsi d i un cannone molto perico loso, rimase due volte ferito e dovette ritirarsi con i suoi. Anche i Giapponesi, uscit i per catrnrare il çarinone, non vi riuscirono. Gli inceodi erano diventati cont inui perchè i Cinesi usavano speciali bombe i ncendiarie

La difesa detle legazioni a Pechino (1900)

che wbito attaccavano il fuo,o ai fabbricat i d i legno. Nell:i prima quindicina di luglio, le con<lizioni si teccw giorno per g iorno più gravi : il distaccamento internazionale era decimato, i viveri e le munizioni scarseggi.avano, e non s! poteva r ispo11 dcre al cont inuo bombard am ento ed al fuoco di fucileria e.lei Cinesi per non spreca re le poche nnrnizioni che ancor rimaneva no. I Cinesi facevano grandi preparativi per un assalto dalla parte della Legazione inglese, ma gli assed iati vennero informati che una colonna d i soccorso ai primi d i agosto sarebbe partita d a Ticn-tsin, e la notizia d iede loro nuova forza· di resistenza, csscn~lo ormai viveri e n1unìz.ioni ridotti al m lni1no, mc_ntrc il ucmico rad doppiava l'intensità della sua azione <li fuoco . Finalmente, al l'alba del 14 agosto un cannoneggiamento lonta no annunziava l'arrivo ,delle truppe intcrna7.ionali che ma rciavano su P ., cd esse verso le 16 apparivano dietro le case cinesi : le Legazioni erano liberate . Il d istaccamento italiano ebbe 7 morti durante ]'assedio cd il tcn. di vaicello Federico Paolin i fu decor ato della medaglia d'oro al valor m ilitare. Conten,poraneamcntc il souot. di vascello Olivìerj con 1:2 n1arinai italiani, insjen1e con un distaccat11cnto <li marir,ai francesi , aveva e1oict1mente difeso la casa delle m issio ni del Pe-tang, dove si erano ricoverati 3000 cinesi cristiani, in gran parte donne e fanciulli . Ogni comunicazione con le Legazioni fu subito troncata. L a

111,ssionc fu sou oposta a bombardamento, a mine, ad attacchi, sempre respinti; morto l'ufficiale francese, !'Olivieri assunse il comando. Quando le truppe eu,·opec arrivarono a P.i su 40 marinai italiani e fr1ncesi JI erano n1orti, 7 feriti gravemente, 15 leggermente. Degli ltahani ne erano caduti 6 : i viveri erano esauriti: anche !'Olivieri venne decorato COI! la medaglia d'oro al valor militare. 0

Vll. Trattato di Pecltino (7 settembre 1901). Segue al i 'occupazione d i l'echin o dopo la rivolta <lei Boxers. Con esso venivano anzitutto date soddisfazioni per l' uccisione dell'ambasciatore tedesco von Kettcler; erano decretati numcros.issim i castigh i ad alti e bassi funzionari governativi; si stabilivano rifusioni <l i da nni a persone e riattan1c1Hi di edifici; veniva proibita per due anni l'inqoduzione nel1'impero <.li armi e mu nizioni ; a decor rere <.lai 1 902 doveva ,falla Cina essere pagata un 'indennità d i circa 1 800 milioni di lil'e; i forti di Ta-Ku, d i Pci-tang, di Shang-haiKuan, quattro forti d i Tien-tsin ed ,iltre fortificazioni minori dovevano essere rasi al suolo e 12 piazze, tra la capitale e jl n,a.re , ricevere presidio st ran iero; jn Pechino, il q uart iere delle am basciate dnveva essere nuo~amente fortificalo e guardato da . guarnigioni stabili delle relative Potenze . Come sola contropartita, i Cinesi ottennero qualche m iglioramento dei diritt i di dogana nei porti commerciali. Vlll. Trat/(1/0 di Pt'cliino ( 22 dicembre 1905). Tra Cina e G iappone . La Cina r iconosce e accetta i trattati di pace russo-giapponese .del 5 settembre 1905 per quanto concerne le cessioni fatte dal la Russia al Giappone, e si impegna, per quanto concerne i territori ceduti in affitto e le costruzioni d i ferrovie, ad attenersi, per quanto possibi le, àgli accordi colla Russia. Emergendo delle controversie il Giappone prenderà le sue decisioni dopo aver consu ltato i l governo cinese. Al trattato segue un « accnrdo » <!ella stessa data, ove sono fissate le modalità per Il ripristino dell'attività commerciale, per il ritiro delle erup pe russe e giapponesi dalla Manciuria, per la restituzione delle pro1>rietà privare occupate nel periodo bellico, per la manu tenzione e il miglioramento di lince ferrovjarie. Nella frontiera fra la Corea e la Manciuria le •parti contraenti rec iprocamente si impeg11ano al tra ttamento della Nazione più favorita. IX . Accordo di Pechino (4 settembre 1909). Tra Cin~ e G iappone . È regolata la concessione di linee ferroviarie in Ma nciu ria e <li miniere di carbone. Le miniere di Fushum e Yentai sono riconosciute di proprietà del Giappone, ma col vincolo <li corresponsione alla Cina di una tassa sulla quamità di carbone estratto. Il G iappone acconsente acchè la Cina prolunghi la ferrovia Pech ino-Mukden fino alla: muraglia della città stessa di Mukden . Altro accordo della, stessa data concerne definizione de l confine fra la Corea e l a Cina (che sarà segnata dal fiume Tumen) e le modalità conscgucmi a mie designaz ione, per qu an ro riguarda i.::on1mcrcio, condizione g iuridica degli abitanti, sistemazione e raccordi di linee ferroviarie. X. 1'ra/.lato di Pechino (1925). Fra Russia e Giappone . Accorc.Jo in base al quale il Giappone restituisce alla Russia la parte settentrionale di Saehalin, e la Russia lascia at Giappone ampia libertà di possesso di grand i estensioni di territorio carbon ife ro e petrolifero in Manciuria.

Pecinka. Altura dell 'altipiano Carsico (q. 291) a sud del Veliki H riback . Gl i Austriaci ne avevano fatto un caposal do della loro linea difensiva ad est del Vallone di Doberdò, sulla quale si erano ritirati ~lopo la perdita di Gorizia e <lei San Michele, neW'agosto de! 1916. I primi


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attacchi contro il P. furono tentati dalle trup pe <ldla 3a arma ta tra il 12 ed il 16 agosto, ma non si riuscì ad aver rag ione del la tenace difesa avversaria. Nella nona battaglia dell'Isonzo , pcr_ò (31 ottobre-4 novembre), il P. fu espugnalo dalla 1& br igata bersaglieri, affiancato dalla brigata Lombardia (XI corpo <l 'a rmat a). Il giorno 2 novembre, il nc.1n ico lanciò un vjo]ento contrattacco, n1a invano tentò d i

r iprcn/lcrc la perd uta posizione.

P ecn ik. Piccolo affluente del Lin1, che scende dai monti settentr ionali dell"Albania e si getta nella Orina. li 18 ot tobre 1912 vi avvenne un combattimento che appartiene all a p rima guerra balcanica. Una colonna di due bgl. albanesi , proveniente da Jpek , al comando di T ahsi.m bey, non avendo av uto notizia dell 'occupazione d i Berana da parte dei Montenegrini, si dirigeva il 18 ottobre su quella località. La colonna, che marciavJ sen.za misure di sicurezza , fu sorpresa nel la valle del Pecnik ; attaccata di fronte e d i fianco fu quasi totalmente distrutt a. Circa trecento albanesi , insieme al loro comandan te, furono fatti prigionieri dai Montenegrin i. Pecoraro (Alfredo). Generale, n . nel 1872. Sottot. dei bersaglieri nel 1893, nel terremoto del 1908 meritò la mcd. di bronzo d i benemerenza. Partecipò alla campagna libica del 19 1 2 ed 2lla guerra co ntro l' Austria, d ivenendo colonnello nel 1918. Dopo la guerra comandò 1'86° regg. fanteria e nel 1926 fu presidente del T ribuna le mi!. d i Palermo . Nel 1928 fu collocato 11clla riserva e nel 1933 promosso gen. di brigata. Pecori-Giral di (Alessandro). Ufficiale del genio ; fu l'organizzatore ed il comandan te della pr ima « Sezione Aerostatica ,, o rgan izzata nel 1885 presso la brigata mista del 3° genio . Trasformata la Sezione in « Compagnia Specialisti del Genio » il P. ne assunse il coma11do partecipando alla campagna d 'Africa (1886) con due parchi aerostatici. (

Pecm·i-Giraldi nob. patrizio di Firenze conte Guglielmo. Maresciallo d' Italia, n . a Borgo S. Lorenzo nel 1856. Sottor. d'art. nel 1876, frequentò la scuola di g uerra e passò nel corpo di S. M. Partecipò alle campagne d'Eritrea del 1887, 188 ~1895-96 e 1897. Colonnello capo di S: M . dell'8° C. d 'A. nel 1900, gli fu affidato nel r903 i l comando delle truppe coloniali dell'Eritrea . Magg. generale nel 1907 ebbe il coman do de lla brigata Pisa e poi dell a brigata Cuneo . Tcn . generale comandante !a di vis. d i Messina nel 19u, panl poco dopo per la L ibia, dove tenne il comando della 1" d ivis . sino al r9r2, anno in cu i fu posto a riposo. All 'inizio de lla 1

guerra contro l' Austria volontarjan1cntc

Pecor i ~Gìraldi c.

sc:rv 1z10

ripre~e e

a

capo della 27• divis. passò J 'Isonzo e conquistò il marg ine del M. Sei Busi. Nom i'n ato coman dante il 7" rnr po d'armata nell 'agosto 1915, per nove mesi con,battè su l Carso, mer itando la medaglia d 'argento. Quando, nella primavera d el 1916, s'iniziò l 'offensiva austriaca nel Trentino, ebbe, quale comandante della 1• armata, il compito d i fronteggiarla e le sue alte benemere 111.e in raie occasione gli valsero la riammissione nel S. P . E . e la croce {li gr. ul-T. dell 'O. M . S., d ivenuta grnn croce nel 19'i8, dopo la conquista d i T ,ento, della q uale città fu per un anno governatore . Gener ale d 'esercito per mer ito di guerra

Prn

(1919) e viccpre,i<lente elci Consiglio clell'Esercito ud 1923, fu nom inato maresciallo d 'Italia nel 1926, collare dell'Annunziata nel 1930. E ra stato nominato senatore <lei Regno dal 1919.

Pecon-Giraft/1 co111e 41/redo. Generale, n. nel 1865. Sottoten. d i cavalleria nel 1883 andò in P . .'\. nel 1914 col grado di ten . colonnel lo. Richiamato però in servizio per la guerra contro l'Austria e promosso colonnello nel r9r6, fu presidente del T ribunale mil. di Firenze e poi, in FirellZc, ispettore del reparto prigion ieri di guerra. Nel 1920 fu promosso brigad iere gen. nella riserva.

Pecorini (Abe/11rdo). Generale, n . a Reggio Emilia nel 1872. Sottot. di fanteria nel 1893, partecipò a tutta la guerra contro l'Austria. Per circa un an no fo capo di S. M. del comando della piazza <li Gorizia e meritò la mcd. di bronzo. Colonnello per merito d i guerra nel 1917, comandò il 119-0 fanteria; durante il ripiegamento sul Tagliamen to rimase ferito cd ebbe la mcd. d'argento. Nel 1918 gli fu affidato il comando del 41° fanteria e con esso combanè su] Pertica e sul Grappa ottenendo la croce da cav. del! 'O . M. S. e una seconda med. di bronzo. ln P. A. S. poco dopo la guerra, venne nel 1926 promosso generale di brigata in aspettativa per riduz ione quadri. Pecs. Lo stesso che Fiinfkirchen (V.). Peculio castrense. Veniva chfarnato così q uello che era d i proprietà assoluta del soldato, cd era costituito dal soldo, dai donativi, dal la parte personale d i botçino, dai regali dei pa renti i n occasione del! 'arruolamento o durante il serviz io mili tare. La creazione di tale peculio godente d i speciali privi legi è innovazione dell'epoca dell 'impero, per incoraggiare gli arruolamenti, e per dare ai giovani una certa indipendenza in confronto de!Ja « patria potestas ". Pedaggera. Locali ti, in prov. di Cuneo, su lla strada Ceva-Murazzano. Nel sec. XVIIf vi era un campo trine:: zato in buona fosi~ionc ; esso faceva' parte di un siste1n.1 d i fortificazioni che comprendeva le opere d i Ceva, quelle della Te,tanera e le ridotte di Ra\'asio e della T orricelia.

Difes<1 del/(t l'edaggem (1796). Appartiene alle guerre ddia Repubblica francese. 1\ll 'alba del 16 aprile il generale Augereau, iormate due colonne sotto gli ordini dei generali )o ubert e llcyrand, marciò all'assalto delle t re ridotte della T estanera, della Torricella e della P. tenute dai Sardi , ma t.rovò tale resistenza che dovette 'ritirarsi con gravi perd ite e per quella giornata non fece più alcun tentativo di prendere q ue lle posizioni. L a divisione A ugereau perde tte nel combattimento 600 u. ecl i Sardi 270. In q uesta d ifesa si distinsero specialmente il regg . Savoia che difendeva b P. , e il regg. Acqui che teneva la T or ricella.

Pedagogia mil i tar e. Ramo tra i pri ncipali dell 'arte bellica, il cui precipuo fine è lo svolgi mento armonico e completo nel cittadino d i t utte le attitudini e potenze lisiopsichiche, allo scopo della sua com piuta abilitazione all 'ade,npimemo del dovere militare in relazione alle finaiità dello Stato , e i n coordi nazione alle esigenze della vita nazionale in ogni mornenco è circostanza . La P . l\1. 1nira perciò, coordinatamente, tanto all'istruzione, o abilitazione appropriata . effettiva e concreta di c.iascun agente tattico

all'esercizio reale dell 'arte mi litare in rapporto al rispettivo grado, q uanto all'educazione, o assuefazione della coscienza, del sentimento e della volon tà al pieno e perfetto adempi mento dei propri doveri militari i n pace e in guerra. Coi1scguc da tali pre messe, che la P. M . governa cosl il fatto dello sviluppo del g regario (soldato) come il fatto


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PEO

dello sviluppo del comandante (ufficiale). Quest"ultirno si dirà compiutamente capace e abil itato nel!'~dcmpimcuto del dovere mi lit are suo, q uando avrà la capacità e le abilitazioni profess ionali richieste per I·esercizio degli auributi propri al g rado che riveste. Ora, l'ufficiale combatteute, qualunque età e grado egli abbia, ha due .missioni fon<lamental i da compiere: educare uomini, comanda re uomini . GioYa osservare che l'azioue educativa dell'ufficiale non è, usualmente, separabile dall'azione cli comando. Infatti, mentre l' ufficiale ecluca comanda, ed iman to che comanda educa . Le due funzioni, <lunque, sono connesse e s'iiuegra tìo a vicenda; ond'è che l'educazione m ilitare dell'uffi ciale, cioè il suo sviluppo armonico e completo al fine della' sua compiuta capacità e abilitazione professionale di maestro-comandante, comprenderà tlltlO quanto è proprio alla formazione dd. maestro e tutto quanto è prQprio alla formaz.ione del comandante. Pcrciò jn sostanza, la /'. i\1. è la scienza dell 'cducazione militare e la scienza <lei comando. Essa, a somigltanza d'ogni altra pedagogia, si vale per la conoscenza dell'uomo (sviluppo fisiopsichico e processo storico-soc iale) delle scienze che ne fanno precipuo studio, il che vuol dire che essa è una scienza derivata, perdi si basa su alu-e scienze. Da queste, il pedagogista m ilitare trne le conoscen.<c che sono indispensabili alle sue app licazioni roz ionali educative, a m isu ra delle esigenze della scuola alla quale attende, La P. M . h a un fondamento di principi derivati dalla pedagogia generale ed un contenuto ed un apparato mutevoli in d ipendenza d i ragioni strategiche e tattiche contingenti, le quali mutano per contingenze o rganiche, n1utevoli a loro volta per contingenze politiche, sociali , econo1niche, internazionali, ecc ., tutte cose i ntimamente legate tra d i loro. Nella sua attuazione scientifica odierna, si d istingue in t re parti: la pri ma , introduttiva) pone le basi salde pere nni della teoria conoscitiva della educazione militare, mediante la storia del fatto educativo militare e la conoscenza fisiopsicolog ica dell'uomo e delle collc1rività; la seconda, d idattica, procecle alla pratica o lavoro educativo concreto nelle varie scuole, allo scopo d i fornire, a coloro che le frequentano, q uelle capacità ·e abilitazioni pmfessionali che si richiedono affìnchè l'arte m ilitare sia, a seconda delle circostanze, utilmente esercitat.i <la ciascuno a tenore d d r ispettivo posto gerarchico; la terza, log ica, compone la dottrina m ilitare, traendola dalle cose e dai fatti bell ici mediante l 'osser vazione d el reale e buon ragioname,;to. I fratelli Carlo e L uigi Mezzacapo, fondando 11el 1856, a Torino, la « Rivista Militare Italiana " , ponevano nel suo programma, tra i maggio ri problemi d i t rattazione, la « Pedag~gia' militare " : da quel momento incominciava il riconosci mento scientifico di simile ramo dell 'arte m ilita re. Altro analogo riconoscirncnro esso ricevC\'a poi dal Marselli nel 1875, con una determinazione precisa, sebbene si ntetica, nell'opera « La guerra e la sua storia » . Però solo dopo la g uerra Mondia l.e , a seguito dégli insegnamenti della medesima, la P. M . entrava con la opportuna estensione nel quadro ufficiale degl'insegna ,.n enti delle scuole 1

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logico, si r ivelano le ope re letterarie dei più c_clcbr i poeti e prosator i di quei tempi nei quali prosatori e poeti prendevano , di preferenza, a soggetto delle loro opere argomenti d i vita militare . cii, che fu p recipuamente da Omero al Rinascimento. Anche la storia <le.Ila P. M. , a guisa della storia generale, può d istinguersi in epoche : l'Ant ica, la Medioevale, la Mo<.krna, la Comempora11~a; e ciascuna epoca in periodi o in sezioni. L'antica comprende quattro periodi: delle origini ; greco-romano; romano ; romano-bizantino-bar barico. L'epoca medioevale comprende quattro sezioni: feudale; comunale; monastico-guerriera; cli ventu rieri. L'epoca moderna comprende tre period i: il , 0 , che può denominarsi d al Mach iavelli ; il 2°, della rivoluzione senza le sufficienti premesse educative militari concret<!; il 3°, della iden tificazione del soldato col cittadino e della riassociazione del maestro col comandante. L'epoca contem poranea, o della vera e propria nazione a,rmata, è nel ;uo primo svolgimento .

Pedana (o Uosa) . Era così chiamala la pezza di armatura che <li(endeva il piede anter iormente. Spesso essa foceva parte della stessa staffa. Pedemonti (Dame/e). Ammiraglio, n . a O rbassano nel 1865. Entrato in scrVIZIO nel 1881, fece la campagna d 'Africa del 1890, comandò il distaccamento della R. Marina in Cina nel 1908, e panecipò alla guerra Mond iale. Nella riserva, nel 1929 venne promosso contrammiraglio. Pedemonti Alessandro. Generale, n . a Tortona nel ,869. Sotto t. di fanteria nel 1891, fu in Libia dal ,9·11 al 1915. Passalo a combattere contro l' Austria, d urante la presa d i Gorizia meritò la med. d 'argento. Da colonnello comandò il 48" fautcria che sotto il suo wmando ottenne la mcd . d'oro al \lalor militare sul Piave, ,a Zen1.,on , dove il P. r1n,ase ferito e prigioniero, g uadagnando Pcdemonti Alessandro la croce da cav . dcll 'O. M. S . (giugno 1918). In P . A. S . nd 1920, fu promosso generale di brigata nel 1927 e nel H)3' pass,) nella riserva .

Pedicini. V . Cocco-Ped1c111i . Pedersen. Ideatore americano (Stati U niti) di un fu . cile auto matico. Q\lest'arma è. stata costruita dalla Casa Vickers e Armstrong, e p rcsemata al Concorso internazionale per f ucili automatici, indetto dagli Stati Uniti nel 1929. li fucile P. e quello Garaud, furono giudicati i migliori; q uest' ultimo molto semplice e composto di minor numero d i parti. Del fucile P. automatico, tenuto segreto,

militari. La sto ria della P. M . i: la storia di ciò che han no faw, deliberatamente g li uomini, o ;solatamente, o media nte istituzioni pili o n1.cno o rga nichc nei singol ; periodi storie!, per <lare alle crescenti generazioni le capacità belliche r ichieste dalle condizioni sociali e m ilitari del tempo. Poichè i:li scrittori si occuparono, in ogni tempo, più che della educazione del soldato, degli altri fattori <lella g uerra, le storie m ilitari w no fonti ,povere per la ~toria in d iscorso. Al rnnfronto. ben µiù ricche, specie per l 'elen,ento psico1

.Fuci le Pedersen ( 1929)

non si hanno particolari di costruzione. Seinbra sia del tipo delle ar mi con blocco otturatore semirigido, e col 1'otturatore ad articolazioni, come si tr0\' n.ella mitragliatrice Sch warzlose: sistema pratico per i fucili automatici, perchè il m eccan ismo è leggero e c,eno complicato, li ca-


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PED

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ricatore ha IO carcucce, e viene introdotto dall'alto in basso. Il serbatoio è completamente ch iuso inferiormen te ed il caricatore vuoto viene espulso automa ticamente ,n alto;

PED

S. l\L; nel 1898 della divis. di Roma; dell'11° C. d ·A. nel 1900 e de l so0 - nel 1902. Fu ministro della guerra nel 1903-1905 e poi passò a comandare il 10 C. d 'A. e dal , qo6 il 4°. Collocato in P. A. nel 1910, passò poi nella rise(va. Fu nominato senatore del regno nel 1903.

Pédoya (Giovrmm). Generale francese e scrittore militare, n. nel 1838. Uscito dalla S~uola m ililare d ì Saint-Cyr nel 1857, prese parte alla guerra del 1870-71, a campagne in Algeria e all'occupazione della Tunisia; divenne generale d i brigata nel 1893 e d i <livis. nel 1898. Nel 1901 fu nominato comandante del C. d'A. di Montpcllier e nel r903 andò a riposo. Scrisse d iverse opere militari, fra le quali: « Studio per Ja formazione di combattimento "; R.1ccolta di principi di tattica »; ccc. i (.

Pedranzini (Pietro · Giuseppe) . Medaglia d 'oro, n. e m. a Bormio ( ,826-1903). Comandante della Guardia nazionale col grado d i tcncme, e segretario comunale nel comune di Bo rmio , esperto cacciatore e conoscito re delle montagne Fuc:le Pcdersen (otturatore)

1'o tturatore rimane aperto, avvenendo cosl il tiratore che il fucile è scarico . L 'arma spara aut◊maticamenle, ma colla pressione del dito sul grilletto per ogni colpo, come nelle pistole automatiche. Interessante è il congegno d i mita : la tacca, situata nella paxte posteriore del! 'arma, dove termi na la corsa dell 'otturat0re , sta sopra un rocchetto con scanalatura per la visua le. Median te una vite, il rocchetto regola l 'clevazione della tacca e può portare adatta correzione per gli effetti del vento. La graduazione dell 'alzo va hJ10 a 111. 1000 e può essere maneggiato senza togliere l'a rma dalla posizione <li puntamento. Il rinculo dell 'otturatore è cosl celere che non impedisce la visuale del punta tore per il colpo successivo. li congegno <li mira può servire anche be ne per i l tiro co ntro aeroplani. Il rinculo prodotto chil colpo viene quasi tutto assorbito dal i>1ovirnento automatico, così che l'urto" alla spalla è poco sen tito; e non provoca stanchezza col tiro prolungalo. Peso senza baio~ netta Kg. 4; calibro 111111 . 7; velocità iniziale m. 820; lunghezza <ii canna c,n . 61; lunghezza rotale dell'arma scn,.a baionetta cm . "4· Nel tiro mirato ,i possono fare 25 colpi al minuto, da tiratore novizio; da tiratore provetto cd allenato ancl, ·o colpi. È un'arrna che sembra possa quasi ~ostituire la mitr~gliat~ice. in fanteri:L Essa è srnta imrod<l,ta nel 1931 nel! esercito inglese.

Pedotti (Ettore). Generale, n . a Laveno, m . a Roma (1842-1919). Volontario nei Cacciatori delle _Alpi (!859), guadagnò la menzione onorevole a Tre Ponti e do po le campagne d i g uerra iu congedato. Accorso in Sici li a nd 1860 ebbe il grado cli capit:1110 e presso Capua meritò la croce da cav. <lell'O. M . S. Capitano d i fanteria ncll 'esercitn regobre nel 1862, ebbe un'altra menzione onorevole

jn

uno scontro

coi

briganti a Stigliano (1864). Comhattè nel 1866, e, frequentata la Scuola di guerra, passò nello S . M. Co lonnel lo nel r881, comandò il 46° fanteria e dal 1882 Pedoni Ettore

al 1888 j n _2a la Scuola di guer-

ra. Magg. genernle comandante la brigata Fori] nel 1889, tenne il comando in prima della Scuola di guerra dal 1892 al ;896, divenendo ten. generale nel 1895. Passò nel 1896 al comando in 2• del eorpo d i

Pedranzini Giuseppe

Vailellinesi, guadagnò la suprema ricompensa al valore• nel lug lio 1866, « per aver g uidato lungo il difficilissimo passo della Rcit la colonna Zambelli, che tagliò la ritirata agli Austriaci, e per essere sceso, primo frn tutti, su lla st rada postale ad intercettare i l passo ai fuggenti e determinare la resa <li 75 prigionieri, con gravissimo rischio personale ,, . (Stelvio, 11 luglio 1866).

Pedrazzolì (Ugo). Generale, 11. a Quistello, m. a Ro ma (1844-1 918). Sottot. d'an. nel 1865, partecipò alla campagna del 1866. Dal 1883 al 1885 insegnò alla scuola d'applicazione e fu

autore d 'un alzo a compensazione, adottato per i can-

noni da campagua. Colonnel lo nel Pediazzoli ugo 188i, fu d ireuorc dell'officina di costrnzione d 'art. a Genova . Magg. generale nel 1902, fu comandante d'art. a Verona e nel 1903 andò in P. A . Nel 1907 passò nella riserva e nel 19n fu promosso ten.


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PED

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PE!

genera le . Pubblicò: « Riflessioni sul t iro ind iretto e sulla

ingksc dal 1841 a l 1846, divenne ten . generale nel 1859

corazzatura dei pezzi da campo "·

e fu tre vol te ministro della guerra, fra il 1858 e il 1866.

Pedriali (Tlenanzio). Generale, n . a Forlì nel 1858. Sr,ttot. dei bersaglieri nel 1879, fu in Er it rea nel i887, 1895 e 1896 e combaitè ad Adua . Andò in P . A . nel 1910 _col grado tli ten. colonnello; colonnello nel .r9 13 e 111aggior generale nel 1917, ebbe nel 1923 il grado di ten . generale d i d ivi,. nella nserva .

Peeters. Operaio armaiuolo belga che nd 1854 propose un suo proleuile per fucile, con cavità interna a forma d i capezzolo . Nelle espe rie nze però questo proiettile si dimostrò inferiore ad altri congeneri (es.: Mini/:) . Venne anc!,c chiamato "pallottola belga"· (V . l'incisione a l'al-

louo/a) .

Pegaso. Torpedin iera da costa, col dislocame n to di 39 tonnellate, en trata in scrl'izio n el 1882, radiata nel 1914.

Pedrinale. Arma da fuoco a ruota ,

corta, del la categoria

delle pistole, usata ne l secolo XVII, e generalmente proibita dai governi.

Pédriali Vennn7.io

Pedrinelli (Gaetano). Generale napoletano, n. a Verema nel 1770, m. a Caivano nel 1838. Ufficiale d'art. nel 1787, partecipò alla guerra contro i Francesi nel 1798. poi passò al loro servizio e partecipò alla d ifesa di Iscbia nel 1809. Marcsc. di campo nel 1813, primo ispenore generale d'a rt. nel 1814, comandò l 'artiglieria nell 'esercito murattiano, venendo promosso luogoten. generale. Esule per 5 anni, riprese il suo ufficio nel 1819, ma per poco, poichè dovette d i nuovo esulare per un decennio, dopo i moti

1905; dislocamento to1111. 208, macchine HP.

costituzional i; egli firmò b convenzione di Aversa del 1821.

diata nel 1922 .

Lasciò P..1a11oscriuo un suo lavoro:

(< Guerra

per strata-

gemmi )) ,

Pedro

(Ordm~ di Don). Orni ne cal'alleresco istituito

il 16 aprile 182j per tramandare il ricordo della indipendenza del

Brasile.

Era decorazione riservata

ai Sovrani. Don Pc.d ro Il nel 1842

lo divise in rre classi~ conservandogli il primo rango fra le decorazioni nazionali. Fu soppresso alla costituzione della Repubbl ica brasiliana .

Pedroli (Claudio). Generale, n . a Piacenza nel 1862. Sottot. di fanteria nel 1882, in corag-giosa azione

Ordine di P edro compiuta in tempo di pace me(Brasile) ritò la mcd. di bronzo. In Eritrea nel 1895-96 e poi in Libia, fu promosso colonnello comandante il 38° fan teria nel 1915 e con esso entrò in guer ra contro l 'Austria. Combattè sull'Isonzo; a P lava fu d ecorato dell a croce da cav. dell'O. M. S . e nel luglio 1915 rimase ferito . In P. A. nel 19 16, fu promosso n,agg. generale nel ,917. Nel 1923 assunse ,I grado di generale di d ivis. n el la riser va.

Pedroni (Lisiade) . Ufficiale garibald ino, n. a Gonza ga, m . .a Mi lano ( 1830-188!)). Combattè ud .1 848 nella colonna mantovana· del Longolli; poi nel 1849 a Roma, dove fu ferito. Condanpato a mor~e nei proces~i di Mantova) ehhe la pena commutarn in d ieci a nni d i carcere duro a Toscphstadt, dond e uscl nel 1857. Si stab iH a Milano ove dal 1866 diresse la Banca Popolare. con Luigi Luzzatti. Fu d eputato per M ilano nella IV legislatura.

Pe-el (Giouaw). Generale inglese ( 1799-1 87!))- Giovanetto combatti' a \Vaterloo. Fu ispettore gcncwle d e ll 'artiglieria

Torpediniera d'alto mare o Pegaso-.

Pegaso. Torped iniera d'alto mare, varata a Napoli nel 2900;

fu ra-

Pegazzano (frasmo). Generale, n. a L a Spezia nel 1866. Sonot. d i fanteria nel 1885, partecipò alla guerra libica ed a quella contro l'Austria. Colonnello nel 1916. comandò il 69° fanteria e meritò <lue med . d 'argento : la prima nell'azione sul M. Giove (1916) e la seconda a Fion da r (1917). In P. A . nel 1917 . venne promosso generale di br igata nel la riserva nel 192j, e collocato a riposo nel 1928. Pegnalver (Gwvarm,). Colonnello di S. M. dell 'ese rcito napoletano del scc. X1X, scrittore militare . Nel 1841 p ubblicò: « Considerazioni sull'idea di una nuova dottrina per guerreggiare, ricavate dalle guerre di circa un secolo, e dal

confronto del sistema cl i f'ederico JI e d i quello di N~• po!eone >).

Pei-ho (Fiume bianco) . Fiume d ella Cina, nella pro,·. di Pcci lì, tributario del Mar G iallo . Auacco dei /orli di Pei-ho (1858-6o). Appartiene a lla sped izione franco-in glese di Cina . Il 20 maggio 1858, quattro cannoniere francesi e due inglesi attaccarono i forti che d ifendevano l a foce del fiume; a ltre navi inglesi m isero a terra , 200 marinai, e i forti furono presi dagli Alleati co11 lievi perdite; <lopo ~li che, risaliti lino a Ticn~tsin. i_mposero alla Cina un tratt-ato assai favorevole agl i Europei. Ma, essendo s tato questo poco dopo violato

dai Ci nesi, i l vicearnm ir. ~opc, comanda nte &,Ile forze navali inglesi, r iassalì il 25 gi ugno 1859 i forti d i P. con 1 r cannoniere e 1200 soldati da sbarco. I Ci□esi però ave vano talmen te rafforzato i forti che gli Inglesi furono costretti a ritirarsi con la perdita d i tre cannoniere e di 450 u. tra morti e feriti. h1ghilterra e Francia p repara roll',

allora una grande spedizione: 77 navi inglesi <la guerra e da trasporto. comandate dà Hope, con 12.000 soldati da sbarco. e 62 francesi con 8000 soldati a l comando del l'Ìccamrnir. Charner si presentarono alla foce del P . e il


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PEI

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21 agosto 186o p resero dopo un violento bombardamento i forti; poi gli Alleati d isfecero a Palikao l'esercito cinese, st im padronirono di Pechino e il 26 ottobre vi deuarono la pace alla C ina.

Peiwar Kotal. Altura pre,so il villaggio di Pciwar, ncll"impero inglese dell'India, vicino alla fromiera afgana. Comba11ime1110 d, Pei,var Kotal ( 1878). Appartiene alia guerra degli Inglesi contro I ' Afganistan. li 2 d icembre r878. la colonna Cobbc, composta di due rcgg. fanteria e uno di ca\'allcria con 5 cannoni, fu iaearicatJ di auaccare le posizioni nemiche. e inizib un duello d"artiglieria che durò dalle 7 alle 1 0 a1Hirncridiane, quando gl r Afgani tentarono di auacca, c la linea av versaria~ ma la cavalleria inglese intcrvc:nnc e li co~tri1Hc a ripicgJre. Verso mezzogiorno. il fuoco della fanteria afgaaa cominciò a diminuire d' in1ensità e gli Inglesi a,anzarono su tutta la linea; alk 13 gli Afgani ,i misero in p iena riuratn , abbandonando 1·aniglieria e il loro accampamento che fu dato al saccheggio.

Peixoto (Florit1110). Generale brasiliano (1842- 1895). Prese pane alla guerra della « T riplice Allea nza ,, contro· il Paraguay e raggiunse il grado di magg. generale nel 1889. M1ni,tro della guerra nel 1890, \'Ìcepres1dente della repubblica del Brasile uel 1e91, poco dopo fu nom inato presi<knre della repubbl ica. Seppe reprirne ,c con cnergb una vasta ribellione della flotta e rirnase in carica sino al 1894.

Pelagattì (rlspreno). Generale, n. e m . a Roma (18701932). Sottol. dei bersaglier i nel 1892. fu in Libia nel 1913- 14- 15 col 15° bgl. ind igeni e 1i1eritò la mcd_. di bronzo a Uadi Lagba (1914) e quella d "argemo a Tarhuna (1915). Andato in guc1 ra. contro l Austria) (u pro• mosso colon nello per merito è i guerra nel 1917, <·bbe il comando del 26• fanteria e venne dccoraw di due med . d 'argcnw : una a Raccogli:1110 (r917) td una sul PiaYc (1918). Passaw al comando del 10° bersaglieri (settembre 1918), ~nman Pclcgatti .-¼prcno dò dopo la g uerra 1·go cd il r" bersaglieri. Nel 1924 andò in Tripolirnn;a e nel 1926 passò in A. K. Q. Promosco generale di bri~ara nd 19 ,9, passò nella rrscn·a. I

I.e posizbni cinesi alla ro~ del Pci Ilo (Spedizione di Cinai , 860: scala r .80.000)

Peipus. Grande IJgo fra l"E, tonia e l,1 Russia. li 5 aprile 12➔ t si combattè sulle sue ri,·e una battaglia fra J\lessandm Newski. a capo delle mili;,ie di Novgorod, e i c aval ieri dell 'Ordinc Teutonico, i quali furono sconfilli e dovettero ch iedere la p , rinunziando :l tutte le con<JUiste fauc: nei domini di No,•gorod. Peìroleri (ba,:n,,c Emilio). Generale, n. e m. a Torino ( 1843-1913). Sotto!. d'a rt. nel 1862, partecipi> alla campagna del 1 66. Colonnello nel 1893, comandb il 5~ are. tla campagna; nel 1894 fu direttore del laboratorio d i precisione, nel 1895 comandò il regg. da momagna e nel 18<)7 ebbe il comando 111 2~ della Scuoh1 d'app lic:i?:ionc d ·an. e gen io. Maggiore generale comandante d 'art. , Genova, pas<Ò nel 1901 al coma ndo <lella Scuola <l'applica,.ione d'art. e genio e dell'accademia mii. Nel 1 902 fu Peiroleri Emilio nominato direttore gen. al ministero della gucrr.1 e nel 1905 ,1ndò in P. A. Nel 1909 p;1ssò nella riserva e venne promosso tene nte generale. Peitz. Borgo della Germania, nel Brandeburgo . nella valle t iella Sprea. E.bbe buone rortificazioni, per opera dcl l"ing. rnil. i taliano Rocco Guerrini , nel ,ecolo XVI. fou preso dagli Austriaci nella guerra <lei Sene Anni. La fortezza fu sclassificata da Federico Il nel 176;.

Pelagio (in spagnuolo, Pc/11yo) . Primo re delle Asturic, m. ne l 737. Raccolto un piccolo seguito d i Goti nelle mon tagne delle Asrurie. ancora libere dalla dominazione dei Musulmani, combattè a lungo contro costoro, manlcnendo \'ivo il piccolo regno delle Asturie, che i Musulmani non riuscirono mai a distruggere . Pelagosa. Isoletta dell'Adriatico, fra Pescara e !"isola di Lissa, lunga r Km. e mezzo, larga 400 m. , con alt. massima di rn9 m. Intorno ha 1111 isolotto m inore e vari scogli . Appartenne ai padroni dell 'Adriatico: dai Romani ai Veneziani, i quali la tennero lino alla caduta della repubblica; poi appartenne al regno delle Due Sicilie, fino al 1860. Abbandonata in qucll 'anno e non occupata dalI 'Irn li a, se ne impossessò l 'A11Mria nel 18iS e passb :ill"l talia dopo la guerra Mo ndiale. L'Austria vi aveva costruito un semaforo. · AttaccJ,; di Pclagosa (Guerra 1\Jo11diale) . L'isolotto t u occupato l't1 luglio 19r5 da liii reparto di marinai (90 u.) con due ufficiali inferiori: u11 piccolo po;to austriaco di ~e,naforisti venne fatto prigioniero. furono sbarcate artiglierie e mitragl i;1trici, furono scavate trincee, fo im piantata una stazione radio. Gli Austriaci inviarono alcuni cacciatorpediniere e bombardarono !"isola escg-uendo uno sbarc,, (28 luglio). Mcmre i nostri si difende,•ano energicamente.


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il nemico imbarcò le sue truppe e abbandonò quelle acque . Il 5 agosto, un sommergibile 2ustriaco affondava il nostro ,, Nereide» presso la cost:1 dell'isola. TI ti agosto, 16 cac• cia1orpcdinierc e torpediniere austriaci, con un incrociatore, comparivano davanti a P. alle 5,50 e la bombardavanC/ distruggendone k opere, senza però tentarne l'occupazione. Le perd ite nella guarnigione fu rono di 4 morti di cui ·111 ufficiale, e 3 feriti. L'arrivo d i forze navali irnl,ane m i;c in fuga g li assalitori, ma ,•enne deciso lo sgombro del l 'isolotto, il quale r imase deserto sino al la fine della gucrr-1 · fu rioccupatr, il 3 novembre J918.

L'isola di Pelagosa Pelagosa. R imorchiatore d, 195 tonnell.,tc, entrato in serv izio nel 1920, radiato nel 192.~. Pelagosa. Nav: posamine, cli 540 tonne llate, varata nel 1925, entrata in servizio l'anno seguen te .

Pelasgi. Popolo di origine sconosciuta , che gli ant ichi scrittori greci ritennero come il primitivp abitatore della Grecia e <lei! 'Italia me ridionale. I G reci dell 'ctà classica derivarono il nome di P. da un eroe leggendario chiamato Pclasgo, e attribuirono alla razza pelasgica le t ribù dei Cari, dei Lclegi, dei Cretesi, dei Tirreni, dei Siculi, ecc. Alcuni considcrarouo i P. come gli antenati dei Greci, altri come popoli barbari, ammcttcn,lo però che i P. avevano occupato l'Asia Minore, le isole, la Tracia, la Grecia propriamente detta, l 'ltal ia e la Sici lia, dove avevano portato i primi elementi della civiltà e della religione . Gli storici moderni sono di parere che i P. fossero un popolo a rio, dato all 'agricoltura, al le arti, ali 'i ndustria mineraria e quindi, per quei tempi, un popolo molto colto e ricco. Tiri nto e Micene furono indubitatamente antiche sedi dei l'. ai quali si devono attribuire le mu,a ciclopiche che si dicono appunto pelasgiche. Pel et (barone Giovanni GiacomC/). Generale e scrittore mii. francese (1779-1 858). Sottot. nel corpo degli ingegneri mii. 11d 1800, divenne generale nel 1813, dopo di avere partecipato a tutte le campagne fino a Waterloo. P romosso ten . generale, fece numerose riforme nel servizio topografico. Presidente <lei comitato per la difesa na7.ionale nel 1848, nel 1852 fu nominato senatore . Pubblicò fra altro: ,, Memo rie sul la guerra del 1809 "; • Delle principali ope-

Pm..

razioni del la g uerra del 1813 »; « Introduzione alle campagne di Napoleone del 1805, 1806, 1807 e 1809 »; « Memorie relat ive alla guerra di Successione di Spagna u . •Fece 13 carta topografica d i Francia e d i Marea e iniziò <Jucll,1 della Spagna.

Peli (1'<10/0). ~fo<laglia d'oro, n. a Pola,·eno, cadmo at [rnntc (1895-1917). Operaio ali 'estero, qu ando scoppiò la grande guerra accorse spontaneamente alle anni . Arruolato· 11ci 128° Canreria, vi raggiunse il grado di sergente per le molteplici prove offerte di valore e capacità. Nella cat,1otro[c dell'ottobre 1917, fu <li quelli che dimostrarono .,l nemico come nel loro pello ardesse l'entusiasmo dc li.· prime battaglie, cadendo da eroe, com'è detto tl'Clla m otivazione della m edaglia d'oro conferita alla memoria di lui: « Capo mitragliere, per meglio bau ere il nemico metteva in posizione la propria arma fuori della linea, compk:,1mcnte allo scoperto. Pe r ben sette ore, con calma e roragg10, sempre in piedi ed in vista dell'avversario, fac="" f11oco efficace contro di esso, falciandone inesornbilmentt 1 r,uclei che tcnta,·ano avvicinarsi alle nostre posizioni, 11011curan te del fuoco nemico che già aveva colpito parecchi militari a lui vicini . Ferito egli stesso ari un bracci,,, non abbandonava la propria arma, e <li fronte all'i11calzare dcl1·avve ,·sario, fulgido esempic, di fcnnczza e di sentimento ciel clo,-crc, se1:uita,·a indomito a far fuoco, deciso a mo1·irc piuttosto che arrendc.·rsi. Avuta l'arma 1nessa fuori uw-c sopraffallo dal nemico che lo aveva circondato, continu,wa a difenders i accanitamente con la pistola, linchè, colpito.,ncorn in fronte da una pall:i avversar ia, perdette glor io,Jmente la vita ~ (Podlabuk, 25 ottobre 1917). Peligni. Antico popolo <lei Sannio, che ebbe dimora sul vcrsanrc oricmale dcli ' Appe nnino ,ncridionalc, fra i_ Marsi, i Sannili e I Frentani. Le città principali dei P furono Corfinio e S ulmona. Questo popolo, dedito alla pastorizia cd all'agncoltura, ma di ìuclole bellicosa, si 1111ì ai Ro mani contro la confedera7.ione lat ina e più tardi si_ oppo;c loro alleandosi coi Sanniti , finchi: venne definitivamcn1c sottomesso nel 290 a. C . Durante la guerra Sociale, Corfinio fu il centro della resistenza dei Romani.

Peli Pnolo

Pél issier (duca di Malakof, AnJ(lbilc). Maresciallo <li Fran.:ia (1794-1864) . Iniziò la carriera delle arm i nel 18 15 nella armata del Reno. Combauè poi nella Spagna, in Morca cd i11 Algeria. Colonnello per merito d i guerra nel 1841 e generale di brigata pure per merito nel 1846, cbhe nel 1850 l'incarico d i reggere il governo <id l 'Algeria. Comandante del 1° C . cl' t\. nella guerra in Cnmca e poi (.] i tutte le for,,c in Oriente, nell'assedio di Scha<topoli guadagnò la p romozione ,1 marcse. di r'rancìa e il titolo <li duca . Fu poi vicepresidente del senato, ambasciatore a Londra ( , 858). comandan te i •cscrcito d'osservazione ,j,11" Reno ( 1859). ·c1 186o fu nominato governatore dell 'Algeria.


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PEL,

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P<'liSJiei· Filtppo Saverio. Generale franceic, fratello dd precedente (1812-1887). Come ufficiale d'ari. combattè in Cri mea. Genera le d i brigata nel 1861, d urante l 'assedio di Parigi (1871) comandò I ·art. al nord della Senna: rimase ferito e fu promosso generale di divisione. Dopo la guerra andò nel Senegal.

Pe lizzuoti (Donato Brio110 e Tomaso dei). I ngegneri militari del sec. XVI. fracelli . na1i1·i di Bergamo, allievi del Sanm,chcli. Nel 1540 furono condoui nei Paesi Ba~i da Carlo V, ed ivi impiegati in molte opere. Donato Buono costruì la cittadella \ li Gand, progeuò la nuova cinta di Anl"crsa, fortificò Breda e, forse, anche '.vlaricnberg (1545). Tomaso fu adoperato nelle fon ificazioni del!' Artois e dell ' l lainaur, co:,truì la citta uclla d i Cambrai (1552) e, nello -tesso anno, rimase ucciso all 'assedio di Damvillicr..

Pellagra (Mcdicma Legale Militare). Grave malmia distrofica, la quale viene classificata fra le malatùc da carenza (avitaminosi), dovute cioè ad alimentnzionc priva di vitamine. C linicamente essa ,i manifc:,ta colla comparsa di un·eruzione cutanea, dccaditncnto nu1ritivo con con:,cguentc d im inuzione del, peso corporeo, torpore intellettuale e disturbi seositil'Ì, con senso di freddo, dj formicolii, d'int0rmcntimcnto, e infine di,turbi a carico dcli 'apparato digerente, debolezza paretica degl i arti inferiori, gravi d isor dini psichici, con allucinazioni, delirio, ccc. La decadenza nutritiva, acctmuando,i sernp,c piì1, raggiunge il grado <li un vero e proprio stato di marasma profondo, con esito letale, che può essere affrcuato anche da una cl'cntuale n1alattia intercorrente.

L:t P. è c:1usa di inabilitù al sc1vizio militare. previo accertamento in ospetblc e tra-.cor>o il periodo della ri,-cd ibilità, e nel militare dopo infruttuosa cura e wngrui periodi d i licenza di co11\'alescen1.,i, ai sensi dcll ':irr. 10 dell'Elenco J\, il quJle contempla " k forme gravi e manifeste da carenza (a1·itami nosi) », t ra le c1u:1 li consi<lcm la l'. e lo scorbuto.

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morte, imponendosi .ill"ammirazionc dello ,tesso nemico. che due giorni dopo, per mezzo di un messaggio lanciato da 1111 velivolo, an nunciò di 11ver fatto seppellire con gli onori militari il "aloroso caduto • (Caposilc, z6 maggio 1918).

Pellé (:\laurizio). C:eneralc francese (1863-1924) . Sottotd · art. nel 1884, frequc·ntò la Scuola superiore cli gu~rra e· icce le camp,1g11c del Madagascar, d'Algeria e del Marocco. Colonnello all'atto della <lichiarazionc di guerra, fu nom inaw generale ncll'ouobrc 1914. Nel dicembre 1915 comandò la 153• divis. e nel 1916 il V C. d'A. Passò poscia al Comando supremo e Iu uno degli org~njzzatori del nuovo esercito cecoslovacco. Nel 1920 ebbe importam i mansioni diplomaùco-militari a Costantinopoli. Pellegrini (Gio11a11m Angelo). Medaglia d'oro del secolo XVIII. Tenente di fanteria delle milizie della provincia di Cuneo, venne decora10 della mcd. d'orn d, Carlo Eman uele IV, per aver fro11tcggiato con t:ilc fermezza il nemico nel fatto d'armi del 27 giugno 179--'!, da riuscire non ;olo a scacciarlo dai pos1i d a lui occupati nel principato d 'Onegl ia, ma :111che ad jmpadronirsi <li una parte del territorio proprio del nemico. Conferitogli poco dopo il grado d i capitano, allorch~ venne istituito l'O. M. S. ebbe, nel 1817, mut,Ha la mcd. foro nella croce da cavaliere di detto Ordine. Pel/1•gri11i Lorrnzo. Gencrulc, rn, nel 1884. Proveniente dall"c,crcito ciel granducato di Toscana, passò ncll"cscrcito italiano col grado di ten . colonnello dello S. M. delle Piazze e fu nominato presidente del t ribunale mii. di F irenze. Colonnello nel 1862, fu comandante mii. del circondario e poi della pro1·i11cia di Firenze cu alla formazio11c dei diwctti mi i. ebbe il comando di quello di Firenze. Collocato a riposo nel 1ll71, fu nel 1874 promosso 111agg. genera le nella riserva.

Pe llas (Leopoldo) . Meda,qloa d'oro, n. a Perugia, caduto al fronte (1897-1918). Srndentc di legge all'università di

Pb,a,

r:t.~g i~sc

sottot.

a

a lla

fronte

vcnt'.l nni,

rc)?g. ~r,aglieri, donde

il

;8•• pa~ò

nel XVIII reparto " f:i2111111c cre rn i.\ Ì )) . l)urante un tenttllivo di

irruzione :mstri;1

,~1 nella testa di

ponrc d1 Capo S ile, cadde ucci,o, come già il fratc.:lb D(1nctrio, dopo c~cr~i battuto con t~nto valore <b <lcstare I'am m1rnzionc del nc1nico ste~,0 che Yollc. rendere solenni onori mi litari alla ,ali~a d i lui. Ecco Pellas Leopoldo la ,notivnionc del la mcda~lia d'o,o con,c,;,a alla memoria del giov,111c ed eroico uflic i.ile : " Per profonda co>Cienza del dovere. per alto spirito di vendetta contro il nemico che gli avna ucciso il fratello, capi tano dei bersag lieri, au acrnva fra i pr im i, bcnchè ferito, cd incal?.ava I·avversario, e proseguendo quindi con fulgido valore nell'ardita e fortunata azione, assaltava sucressivameote tre lince, in fliggendo a l nemico gravi perd ite e facendo dei 11rigionicri. Raggiunto 1·uhi1110 obbicuirn, 1

con mirabile tenacia si slan,iava ancora av:uui ; circondato dag li avvers~ui, rjfiutava cli arrendersi, e ~i difendeva con

.,traordinaria cos1anza e con magnifico cro1,mo fino alla

Pellé M ourizio

Pellegrini Ettore

Pc:llegri11i e/lare. Generale dei CC. RR. , n. nel 1844. m . .1 Piaccn,rn nel 1<p1. SullOt. di fanteria nel 1864, comba11i: nel 1866. Nel 1876 passò nei CC. RR . e dil'cnnc· colonnello comandante la legione cl' Ancon,1 nel 1899. In P. A. nel 1902, fu promosso ,nagg. generale dei CC. RR. nella riserva nel 1911. Pellegm11 G1011a11111 . Generale, n. a Rosignano nel 1857. Souor. cli cav~ llcria nel 18n, frequentò la Scuola cli guerra e da ten. ,olonncllo comandò i! rcgg. Genova cavalleria ( 1905) con tinuando nel comando con la promozione a CO· lonncl lo ( 1907). Nel 1912 pa1,ò a comandare il regg. lancieri di Montcbello, e !"anno seguente, promosso magg. genera le, la 3• brig:na d i cal'alleria, con )a quale e nt rò in guerra contro i'Austria; poco dopo passò al comando della 1• rh\'i,. di cavalleria che condusse appic<lata in guerra _


PEL

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Promosso ten. generale nell'ottobre 1915, andò in P. A. nel 1917 per motivi di salute. Nel 1924 fu promosso generale d i C. d 'A. nella riserva e nel 1927 collocato a r iposo. l'ellegrini Mario. Medaglia <l'oro, n . a Vignola nel 1880. Uflìcialc della R. Marina, aveva ini7.iato la carriera. quale guardiamarina, nel 1902. Col gra<lo d i sottot. d i vascello prese parte onorevole alla guerra libica. Mo lte, poi , furono le belle imprese, cui il cap itano di corvetta P. d iede cuore cd intell igenza durante la grande guerra: nella notte dal ·9 al 10 dicembre 1917 cooperò con L uig i Ri,.w al for7.amcnto del porto - d i T rieste ed ali 'affondamento della <~ ,vien >); comandò in segu ico iJ bgl. di n1arinai << Bafile » sul Piave; il 15 maggio 1918, infine, in uno sfortunato tentativo d i penetrare 11el porto di Pola, con il barchino ,< Gri llo » di sua invenzione, cadde prigioniero. In questa azione ebbe la metl. d'oro e la prem iazione a -cap, di fregata per merito d i guerra. Nel 1925 fu pro1nosso raoicano di vascel lo . La motivazione de lla mcci . -d'oro così si esprime: « Co n sublime ; pirico d i sacrificio e supremo sprezzo di ,ogni pericolo si offriva volomario al comando <l i un rnc>toscafo destinato a forzare i.I porto di Pola . Con ,ncra·vigliosa audacia, affrontando impavido mortali per icoli, penetrava 11d porro nemico, rnirabjle esempio di ogni nlili.. tare vini, " (Pola, notte sul 15 maggio 1918). 1

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a Custoza nel 1866, nel quale anno fu promosso colonnello comandante il 13° fanteria . Nel 1877 fu pron1osso magg. generale comand ante superiore dei d istretti mi,! . del la <livis. d i Napoli.

Pellei-Egistì (Felice). Generale, n. a Ischi~ <li Castro, m. a Tor ino (1865-1932). Sottot. d'art. nel 1888, partecipò alla guerra libica cd a quella contro l'Austria. Co. lonnello nel 1917, comandò il 16° raggruppamento art. cl 'assed io e si d istinse su l Montello. Lasciato il servizio attivo poco dopo la guerra , fu promosso generale di brigata in P. A. nel 1928. · Pellerano (Luigi). Grncrale, n. a Cagliar i nel 1863. Sottot. d 'arr. nel 1883, partecipò alla guerra libica cd a quella contro l'Austria. Colonne llo nel 1916, comandò i l 9° art. da fortezza. lu P. A. ne l 191i, fu trattenuto ~ servizio sino al 1919 presso la d irezione esperienze <l 'art. di Ciriè. Nel 1926 venne promosso generale d i brigata nella riserva. Pellerino (A1Jdrea). Generale medico, n. a Ilorgo Masino nel r864. Sottot. medico nel 1892, partecipò alla campagna Eritrea del 1895-96 cd a quella contro l 'Austri a. ln P . A. S. col grado di ten. colonnel lo nel 1920, fu promosso colonnello nel 1923 e magg. generale medico nella riserva nel 1926. Pelletta (col/le Emilio, di Cortauzonc). Ammiraglio, n. ad Asti nel 1805_. G u7liamariua nel r820 e sottot. di vascello nel 1825, si d1st1nse 111 <Juest'anno nella 11npresa di Tripoli. Nel maggio ciel 1849 fu nominato direttore dell'arsena le mii. <li Genova e nel! 'ottobre del 1851 comandante cicl la R. Scuola di Marina. Nel 1852 fu promosso contramrniragl io e contemporaneamente venne non1inato co-

mandante generale della R. Marina, carica che tenne fino all 'ottobre del ,856.

Peliegrini Giovanni

Pellegrini l\llario

Pellegrino Parmense. Comune in prov . di Parnu, jiresso le sorgenti dello Stirane sull"Appennino Parmense. Le notizie di questo paese risalgono alla metà dei sec. X, ,quando ne era feudataria imperiale la famiglia Pallavicino. Fu uno dei propugnacoli in cui venivano a rifugiarsi i Ghibellin i parmensi, quando la sorte avve rsa cost_ringeva la loro fazione a-cl esulare dalla città. Nel 1304 il ca.stello di P. sostenne l 'urto delle m ilizie guelfe piacentine e parm igiane. Nd 1307 respinse l'assa lto di Alberto Scotti d i Piacenza che si era impadronito dei territori di Borgotaro ,e di Castcllarquato. P. restò in possesso dei Pallavicino fino al 1438, quando col titolo d i contea (u dato da Filippo Maria Visconti al suo capitano Nicolò Piccin ino. Nel 1472 fu da Gian Galeazzo Sforza tolto :1g li eredi del Piccinine e concesso col titolo d i marchesato a Lodovico Fo_gliani. Poi passò ai Meli Lupi d i Soragna; infine questa signoria fu abolita nel 1805 insieme a tutti gli ordiiiamerni feudal i vigen,i nel Parmense. Pelleg,·1110 Giovanr,i. Generale (1821 -1879). Nel 1849 partecipò alla d ifesa d i Roma; nel 1859, combattè coi Cac.ciatori delle Alpi meritando la med . d'argento e nel 1860 partecipò alla spedizione dei Mille, venendov i decorato della --croce da çav. dell'O. M. S. An,1mcsso ;,eJl.'esercito italiano ,col g rado di tcn . co lonnello di fanteria nel_ 1862, combattè

Pellew (Israele). Ammiraglio inglese (1i61-1832). Prese parre alle guerre contro la Francia, meritandosi una promozione per merito d i guerra nel 1i96; (u alla battaglia <li Trafalgar cd al blocco del Tago. Nel 1810 venne promosso contramn1ir. , ·nel 1819 vicea1ntnìr. , e ammiraglio nel 1830. Pelli (Roberto). Generale, n. a Gaeta nel 1f!63. Sottot. d'arr. nel 1881 , raggiunse il grado di colonne/lo nel 1915. Nella guerra contro l'Austria comandò il 43° raggruppa mento d 'assedio e l'art. dell'8° C . d 'A. e meritò la med. di bronzo sull'A lt ipiano Carsico (1916) e quella d'arge nto sul Piave (1918). Magg. generale nel 191i, andò in P. A. S. poco dopo la guerra e nel 1923 assunse il grado ,cii genera le di d ivis. Nel 1932 passò nella riserva. Pell icano. Tor pediniera -.wvi,o, varata a Sestri Ponente nel 1899 cd c11 trata in servi.z io l'anno seguente; dislocamento to nn. 151, macchine HP . 2700. Fu radiata 1920.

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Torpedi.niera-:rvviso e Pellicano •


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Pdlicano. Nave sussidiaria, di 438 tonnellate, entrata in ·servizio nel 1910; prese poi il no me d i « Gorgo ,,, e infine {1921) quello d i ." Generale A rimondi "· Pellicano Luigi . Generale, n. e m. a Castellamm are d i .Stabia (1865-1930). Sotto r. di fanteria nel 1886, raggiunse il g rado di colo nnello nel 1916. ComMdÒ in g uer ra il 233° fanteria e sul M. Vrsic (1917) meritò la med. d"ar_gento. In P. A . S. poco dopo la guerra, assunse nel 1923 il grado ,li genera le di brigata. Pellicciari (Bm·to /om.eo) . Colonnello modenese e scrit tore militare del secolo XVU . Scrisse : « Avve rtimenti in fattioni di guerra )>; u Delle rassegne et n1odo <li esercitar fanterie " ; « Ist ruttioui per scrvitio della cavalleria ».

zione superiore delle esperienze ,•·artiglieria, alla Scuola d "Applicazionc d"an . e ge nio, :ill 'lspettorato generale d "art. e d ivenne colonnello nel 1916, co mandando il 3° art. d a (onezza. N el settore de lle Tofane (191j) meritò la mcd . d'argento· e sul M. Tomba-Moofcncra (1<)17-1918) qua le co. mandante l'art. d i riser va della IV armata, la croce da cav . dcll"O. M. S. In P. A. S. nel 1920, assunse nel 192.1 il grado d i generale d i brigata; nel 1929 passò nella rise rva, e nel 1931 fu promosso generale di d ivisione. Nella seconda metà del 1918 presiedette la missione italiana a Parigi alla conferenza internaziona le per -i gas. 1

Pellice. Piccolo /ìu ,nc del Piemonte, affluente del Po. l'ellice (Val). Battaglione a lpini, costitu ito ve rso la fine d d 1914 per la g uerra Ita lo-austriaca (J915- 19r8). Assegnato al f' rcgg. aJpjni, ebbe le compagnie. 224'\ 225a e 22611.. Operò inizialmen te nel la wna del M. Nero, concorrendo .alla conquista della linea Vrata-Ve rsic ccl a que lla del IVL Nero. F u µoi inviato successiv:tnien tc a S. Lucia d i Tolmino, a Sclisce, sul Mrzli e sul M. Rosso . Ai principi i del 1916 fo trasferito in Carnia, sul Pal Piccolo, e il 2~ giugno conquistò la vetta dello ZcJlenko(cl, la q. 18n -cd est del passo di M. Croce e la q. 2776 del Kellerspitz. Jnviato su ll" [sonzo, concorse alla conquista della q. 652

ivledaglia della 224a con,pngnia

Medaglia della 2.:25;1 con,pagnia

Medaglia della 226 11 compagnia

Battaglione Alpini Val Pellice

de l M. Vod icc e fu poi desti nato al passo di l'alzarego. Durante l 'offensiva austro-tedesca del l"autunno del 19T7 o ppose tenan: resistenza ali 'invasore a l ponte di Vidor e si _portò poi sul Mon[enera ove combatti-. fino al 20 no• vctribre . Nel d icembre 1917-genmio 1918 operò sul M. A solone con alterna vicenda. Fu sc iolto nel febbraio 1918 ed i .~uoi g regari passarono negli altri bg l. del 3~ reggimen to . [.e sue perdite in guerra ammontarono a u fficiali morti 13,

k riti 32, d ispersi 4; u. d i truppa m. 125, f . 680, d . 4r4.

Pellione (conte ,·omaso Fdippo) . Generale del secolo XVJII, m . a Vercelli nel 1761. P ro1·c11ien1e dalla ,ca,allcria, nel t743 fu promosso colo nnello comandante la -cinà di Verce lli e ne l 176, venne promosso n1agg. gcncrak. Pellissero (Giuseppe) . Generale, n. ad Asti nel 1867. .Sottot. <l"~ rt.

nel r886, passò succcssivamc1Hc alla Dire-

Pellissc ro Giuseppe

PclliY.zàri Guido

P ellizzar i (Guido) . Medaglia d'oro, n. a T ricesimo, c~cluro al fronte ( T893-19 15) . Modesto operaio e semplice soldato di artiglicrra ali 'inizio de lla grande guerra, d iventato poi caporal maggiore e capopezzo in una batteria del 37° rcgg. a n. d a campagna, cadde da valoroso, com 'è r icordato nella motivazione di mcd . d "oro, con la quale fu o norata la cli lui memoria: ,, Capopezzo. d iede ai pro1,1·i d ipendenti costante insuperabile esempio di ardimento é d i fermezza. Essendo Stato incend iato dal tiro nemico il ri,parc del proprio pezzo, con g rave pericolo d j scoppio delle numerose granate contenute nella r iservetta, animosamente imprese l'opera d i estinzio ne, e ri usd neJJ'intento, nonostanre la mancanza di mez2i adeguati ed il persistere ciel fuoco avversario. Per d ue volte, essendo il pezzo soggetto a tiro d i smonto, ricevuto l ·ord ine di far riparare momentaneamente j serventi, chiese d1 rimanere a proseguire i l tiro da solo e rimase impavido al proprio posto, continuando i l fuoco con rapidità ed effìcacia, dand o fulgi{la prova d i valo re, finchè, colpito da una granata nem ic~., incontrò mo rte gloriosa » (Viil ~~nova d i Farra, 25-29 nov . r9 r5). Pellizzone (Nicolò). Capitano d i ventura del sec. XVI , n , cli Canzo nella Brianza . Si arruolò ancor giova ne nella rn-ilizia d ì Gian Giacomo dei ~..tedi ci . a cui rimase sempre fedel issimo. Diresse l'occupazione di Morbegno, si distinse al la difesa d el castello -di Mo nguzzo cont ro le forze del duca di Milano, e rimase ferito mortalmente a una co~cia in un combattimento intorno a Lecco. Pellai a (Piell"o Angelo). Architetto m ilitare del sec. XV I, n. d i Chivasso. Francesco l di F rancia lo nominò commissario e maestro generale delle fabbr iche e fort ificazioni in Piemonte. Dal l'. fu disegnata cd esegllita la nuova forti ficazio ne d i Chivasso nel 1543; so tto la sua clirez ione furono alzati i d ue bastioni c la piatta forma ; egl i lavorava a!le dipendenze dell'ing . rnilirnre Orologi . Del P. ri mangono la pianta del forte del Borgo S. Martino , del 1558; q uelle d i Sall'zzo e d i Carmag nola, q uella della Mirando la, fa ttd d urante ]" assedio del 155r.


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Pelloux (Leone). Generale, n. a La Roche (Savoia), rn. a Tor ino (r837-1907). Sottot. d'art. nel 1857, ,combanè nel 1859, nel 1860-61 e nel 1866 e rn<' ritò !a mcd. d'argento nella camp;,gna dcli 'Umbria e Marche e la c roce di cav . dcli'O. M. S. in quella del la Bassa Italia. Trasferito nello S. M. nel 1872, fu capo di S. M. della divis. di M ilano. Colonnello capo di S. M. de l 2° C. d'A. nel 1878, passò nel 1882 a comandare per p rimo il 3° :tipini. ~lagg. generale comandante la brigata Torino nel ,~85, cbbt· poi il comando d elh Pelloux Leone Scuola d_'app_licnione d'art. e genio. Ten. generale comandante la divis. mii. cli Torino ntl 1891, dal 1895 comandò successivamente il VII, il Xli ed il IV C. d'A . In P. A. od 1902, passò nella riserva nel 1905. r-u nominato senatore del regno nel 1896. Pel/011x Li,igi. Genera le, n . a L2 Roche (Savoia), m. a Bordighera (1839-1924). Sottot. d'art. nel 1857, ,p artecipò alle campagne del r859, 1866 e 1870, meritando la med. d'argento a M . Croce e !a croce da cav . <ldl'O. M. S. a Roma, dove i cannoni d ella sua b rigata apersero !a breccia a Porta Pia. Nel r876 passò nel corpo di S. M . Colonnello nel i878, fu a lungo addetto al ministero della guerra. Magg. generale nel 1885, comand& la brig ata Roma e ne I 1887 fu ispettore degli a:pini. Ten . generale nel 189 r. depu '. .~ tato d i Livorno dalla q a alla 18.a leg is latura, fu ministro del-

la g-uerr::i nc.:i gabin.eui Di Rudinl e Giolitti dal 1891 al 1893. Passato poi al comando della d iv is . di Roma e dal 1895 a l cornan~lo del 5° C . d'A ., fu di n uovo ministro della guer ra d~ l 1896, nel quale anno fu norniPclloux L uigi

nato

.scnalOre,

al

1897 (mini ..

stero Di Rud inì). Passò quin di a coman d are il C. <l'A . di Firenze e poi quello d i Rom,1. I! 29 g iugno 1898, in momemi difficili, dopo i moti d i Milano e di Sicilia, venne assunto alla presirlç nza ciel consig lio dei m inistri reggendo contemporaneame nte il m inistero degli intern i. Con energia ripristinò l'ord ine in Italia e r imase in carica sino aJ g iugno 1900, reggendo altresl interinalmente il d icastero della guerra . Venne poi designato al comando d'una armata in guerra e dal 1901 resse il Comando del C . d ' A. d i Torino. Nel 1902 andò in P . A . e nel 1905 passò nella riserva. •

Ordinamento Pel/oux. Fu presentato nel 1 896 e si basò sul mamcnimento -dei 12 C . d'A. (25 d ivìs.) già contemplati nell'ordinamento del 1887; sulla trasformazione dei distretti cli reclutamento in distretti mi litari, organi inca , icatj in tempo d i oacc del reclutamento, e in tempo d i guerra d ella formazione del le un ità di mi lizia territoriale; su \ passaggio ai depositi d el le operazion i di mobilitazione della milizia mobile; sul mantenimento dì organici abbc1sta nza forti in tempo d i pace ( 10 0 u . per co,np;:gnia per 7 me,i e 60 u. per 5 mesi); sull'aumento clella consistenza della milizia territor.ialc, med iante la cost ituzione di parte dei suoi quad ri con ufficiali -provenienti d all'esercito permanente. Inoltre venivano .c:anz.ionati per !egge alcuni provvcdimcr1f presi precede,1tementc; ad es. la t rasformazione

Pm..

d i 7 btr. da campagna in altrenantc da mijlltagna; il riordinamento ~lei l'arma del genio su 5 regg .; lo scioglimem,, dei 5 regg. d'art. da fortezza e la formazipne in loro vece: d i 22 brigate autonome d'art. da rosta e da fortezza.

Pel ly (Rai111ondo Teodoro). Generale inglese dell'epoca nostra. Partecipò alla guerra contro i Boeri e alla gne,;ra Mondiale, dapprima al comando clell'8° ,egg. fucilieri, e poi a quel lo della 91•· brig a ta, con la quale fu sul fronte italiano, nel XIV C. , l'A. inglese, nel 1918. ·Pelmo. Monte delle Alpi Venete, alto m. 3169, nel Cadore.

Pelmo (Mome). Battaglione alpini costituito nel marzoper la durata della guerra Italo-austriaca ( 1915-1918') cd assegnato al 7° regg. alpin i ; ebbe le compag( e 106•, 146• e 147•. Operò dall'aprile 1916 al g iugno •· 1917 ii, Val Costeana e prese parte attiva alla battaglia dl a Bain ,izza (17 agosto-12 settembre 1917). Destinato sul\ M. Attissii,10, concorse all' azione del marzo 1918 contro Zugna Torta. Partecipò poi attivamente alla battaglia del Grappa del giugno 1918, alle azion i dell'ottobre nella stessa zona, giungendo a Feltre il 4 novembre. Le sue perdite in guerra ammon tarono a ufficiali morti 6, feriti 15; u. di truppa. m. 50, f . 423, dispersi 13. H) I O

Pelopida. Generale tebano; nel 378 a. C. cacciò da Tebe gli Spartani; a Leuttra comandò la falange Sacra: invase con Epaminonda il Pclopon)'eso; vi11se la battag lia d i Cinocefale, e mo rl nel 364 a . ~ - inseguendo il nemico. Peloponneso. V. Mon·a. Peloponnesiaca guerm. La riva lità commerciale fra Corinto cd Atene fu la causa determinante della guerra, ma le ragioni più profonde vanno ricercate ndla rivalità fra le stirpi jonica e dorica. Contro Atene, che aveva assunto 1111 certo pred omjl}io sulle città tributarie e sulle isole, si costitul una lega m ilitare pcloponnesiaca, che poteva disporre di un forte esercito, oltre 60.000 uomini. A~enc, a sua volta, poteva fare assegnamento su 1111 esercito d i 30.000 armati, ma contemporancan1cnte disponeva <lì 300 triremi. .I.a guerra cominciò nella primavera del ·431 e si svol~ lìno al 404 a . C. in tre fasi . La prima è rappresentata da. un decennio di ostiliùì, dal 431 al 411 , interrotta dal trattato d i pace cli Nicea. Nel secondo periodo, fino al 413, la lotta d ilagò tra le -color1ie doriche e jonichc in Sicilia,

mentre una certa tranquillità regnava neJla penisola g reca. Il terzo perio do (413-40,1) rappresenta u na ripresa delle ostilità nell 'E ll ade; ma infine la lotta fu circoscritta intonH> al la capitale dell' Africa , che dopo tre mesi d'assedio capitolò. Du rante il primo periodo, g li Ateniesi, seguendo il con,iglio d i Pericle, restrinsero la clifesa dei wnlìni terrestri alle città, mentre .-ondussero una attiva carnP'<1gna per rnarc, facendo innumerevoli incursioni sulle coste del Peloponneso . Lo scopo era d i staccare Sparta dalla lega, inducendola a recedere dalla guerra. L'esercito della lega invase invece. l'Attica devastandola, 1na, impotente ad aver rag ione di Atene, cinta di solide mura, e validamente dift·sa dalr Acropoli, si ritrasse, ,.:arico rl i bottino. La guerra fu cond otta da ambo le parti senza un carattere risoluLivo. Questo fatto suscitò, in Atene specialmente, gravi lotte politicbe, aggravate dal diffondersi di una pestilenza che fece grande st rage . J)!el 425 la g ue rra assunse però un cara ttere più deciso. La lega pdopobnesiaca distrusse Platea; gl i Ateniesi domarono Mitilenc e fecero prigioniev un corpo spartano, che era stato bloccatn a Sfacteria. li


893 panito della p3ce cominciò a pre,·alcre, ma le trattati\c: .fallirono, pe rchè Ate ne pretendeva di occupare alcuni forti -della Mega ride. Nel 424 gli Atenie~i cercarono invano di sorprendere Mcgar:t e penetrarono in Beozia, 0\'e furono ·sconfini da Brasida, capitano spartano. Questi tentò allora una diversione, porta ndo la guerra nella penisola Calcidic,1, -ove fiorivano ricche colonie, tributarie di Atene. Rapidamente percorrendo la Beozia e la Tessaglia, giunse ad 1\mfipoli, che ;i arrese. Accorso un esercito ateniese Ili -combauuta un'a$pra battaglia sollo le mura della città. Cli Spartani ebbero la meglio. La morte di llrasida e <li Cleonc. principali assertori nei due campi 3\'\'ersi dcli., J1cccisità di continuare la guerra. rese possibile la conclusione della pace. Gli Ateniesi si tennero Nicea e la for1e22a di Panano, che sbarrava la strada della Beozi:i: Spana sac rificò le città alleate per salvare la propria inctegrità. Dopo la morte di Cleone, a,•cva assumo in Atene grande popolarità Alcibiade, capo della democrazia. Fautore della guerrl, indusse gll Ateniesi a collegarsi con Argo, Man tinca cd Elirle contro Sparta e ad intervenire nella comcsa fra le colonie grecLc della Sicilia, travagliate dalla stcs,J rivalit/1 delle metropoli d'origine. Abbagliata dal progctl,> -<li un ampliamento del ,p redominio mar ittimo nello Jonio, Atene alleSLl una flotta d1 100 triremi sulla quale preser•, imbacco 36.000 armati, al comando di Nicia ~ Lamac-, Fu occupata Catania e ridotta a quartier generale degli Atenièsi; poi !11 assediata Siracusa. Questa, mentre si apprestava a difendersi validameore, invocò l'aiuto di Span:i, la quale inviò una flotta che attaccò Nicia e riuscì a sep ararlo dalle sue navi. Atcr ,e inviò nell'estate del 413 una flotta di rinforzo, guidata da Demostene. Rinnovato ccn maggior energia, l'assedio della città skiliana failì anwr• miserJrnente: in l!n auacco per mare e per terra i Sirn-cusani ebbero il sopravvento. L 'esercito ateniese fu st~rminato; Dcmostene e :--licia uccisi. li disastro di Siracu,a fu il 1cgnale della riscossa: tutti i nemici di Atene riprc.cro le anni . Gli Spartani invasero l 'Attica e si stabilirono .a Decelca sulla strada dcll'Eubca, d; dove gli Ateniesi tl'ar, aoo le risorse eh grano. La -siruazione si complicò per uoi alleati si ribellaron,1. A1enc, perchè gli Staù marittir A tene senza smarrirsi d'animo a rmò una nuova Rotta di ·100 triremi e ricuperò parecchie citt,\ ribelli, riportando una ·vittoria a Mileto (412). Ma dolorose lolle civili amareggiarono la cittil, ove nel 411 fu richiamato Alcibiade dall 'esi lio. Ristabilita un po' di quiete, gli Ateniesi r ipresero ~on maggior ardore la guerra. La Rotta ateniese, al co• mando di Alcibiade, distrusse il naviglio spattano, batten dolo ad Abrdo (411) d a C izico (410). Queste vittorie ridiedero ad Atene il predominio dell 'Egeo, dell'Ellesponto, della Propontid~ e del Bosforo. l'iì, tard; però gli Spartani riportarono una vittoria a Nozio. Ciò contribuì a rin .. focobrc i sospetti contro Alcibiade, che d i nuovo dovette tornare in esilio. Conone. succedutogli nel coniando della flotta, fu costreuo a rinchiudersi in M1tilcnc. Liberato dall'accorrere di una Aorta di soccorso <li 150 trirem i, fu combattuta presso le Arginusc una nuova battaglia (406): 1:i villoria ancora una ,·olia arrise ad Atene. L'anno successivo però la flolla ateniese fu sorpresa ad F.gospotamo mentre g li equipaggi si trovavano a terra, dispersi alla ricerca di viveri. Meno 12 na,·i, tulle le altre, quasi senza combattere, caddero in potere di Lisandro, che guida\'a la floua spartana. Circa 36.000 uo1rnn1 furono faui prigionieri. Questa battaglia costituì il tracollo del predominio ateniese sull'Egeo. Le colonie tributarie, eccetto Samo, si assoggettarono alla signoria di Sparta. Tuuc le forze della le!?a

si concentrarono, allora , contro Atene. Pausania accerchiò la città da terra, Lisanclro la bloccò da mare. Sparla era decisa ad abbattere in modo completo e defìnitivo la riva le. Gli Ateniesi resistettero a lungo, sapendo di dover , ubire umiliazioni senza fine, ma il difetto di munizioni e di vettovag lie li cost rinsero a rendersi a discrezione. Gli Ateniesi dovettero rinunciare ad ogni possedimento luori del1'Auica, consegnarono tulle le na,·i da guerra e divennero alleati di Sparta. Così terminava . dopo 27 anni, nel ~04, la guerra de l Peloponneso con l'umiliazione di Atene.

Pelori (Giova,1111 1Ja11itttt). Architcuo militare, discepolo di Baldassare P~ruzzi, n. a Siena, m. ad i\vignonc (1483 :558). Oltre che di architettura, si occupò anche d i tan ti altri la,·ori: costruì bussole, quadranti e i trumenli di misura. Come archi tetro mii. fu al servizio del P:ipa, clcll 'lmperatorc, della Francia, della Repubblica Fiorentina e di Cosimo dc' Medici. Raffor1.ò con nuove opere Monticchicllo, Lucignano e Casale e si distinse alla difesa di Sien« ncll 'assedio del 1554. Peloro. Avviso a ruote. in legno. costru ito in Ingh ilterra e acquistato nel 1 8➔3 da! governo napolcta110; dislocamento tonn. 292, n,acchine HP. 120. Fu rimodernalo nel 1857 e passò nella marina italiana nel 1861, dove rima le in servizio fino al 1875. Peloro. Rimorchiatore di 213 tonnellate, acquistato ne! 19 16, radiato nel Hì18. Peloro. 166• legione della '.'.1. V, S. K .. costituita a Messina nel 1923, su sci coorti (Messina, Taormina, Pani, Barcellona, S. Pietro Palli, Torremuzza). Dipende dal XXIX Gruppo Legioni (Messina) e dal Comando CC. NN. della Sicilia (Palermo). Pelta. Così era chiamato una specie di scudo degli anùh i Greci; e ra leggero, di legno e nella parte superiore alquanto lunato. Fu anche chiamato « icudo delle amazwni " volendo la tradizione che queste donne guerriere sia n,, state le prime a portare uuo scudo <li tak foggia .

Pelrnsta

Tipi di pelta

Peltasti furono de1ti i fanti dell'esercito dell'antica Grecia, armati di pelt~. Erano clementi equipaggiati seu>ndo l'abitudine della Tracia, e costituivano un corpu intermedio fra la fanteria pesante degli opliti e le truppe leggere degli psiliti, che non avevnno armi difensive. Oltre al pd1a portavano l'elmo, la picca e una specie di daga, mentre erano sprovvisti di cora1.za. Sembra che sia stai<> Ifìcr:1tc ad organi,zare, per il primo , dei corpi di P., .:gli fu imitato subito in tutti gli eserciti greci; u ltima fu la Macedonia ad istituire reparti di queste truppe. (V. anche lpasf1i11t).

Pelusio. Ant. città dell'Egitto, presso - la foce pii, orientale <lei Nilo. Nel 526 gli Egiziani di Psammetico Ili ,·i furono sconfitti da Cambise di Persia, e !'E.gitto cadde in


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possesso dei vincitori . Nel 31 a. C. la città' fu occupata dai Romani e prosperò col nome d, Tarama fin verso i l Xli[ secolo; poi andò in decadenza e scomparve.

I. Battaglia uauale presso Pel11sio (168 a. C.). Fu combattuta e vinta da Ant ioco IV re di Siria, contro Tolomeo VII re d ' Egitto. Causa della guerra era stata la contesa per il domin io della Fenicia, della Palestin,a e della Celesiria. In seguito a questa ,·ittoria P. cadde in mano degli Assiri. Il. Aualto di Pelusio (marzo 47 a. C .). È lo strascico della guerra civile scoppiata tra Pompeo e Cesare. Quest' ultimo era in Alessandria e coli.e sue poche milizie teneva a bada gli Egiziani in rivolta, quando in Egitto arrivò il, pergamcse M itridate con validi aiuti. Venendo dalla Siria, Mitriùate seguì la via d i terra, come la più sicura , Giunto a P., .assall il presidio egiziano, che h1

guardava : gli assediati fecero vigorosa resistenza,

ma,

avendo Mitridate poderoso esercito, col quale poteva ai feriti e agli stanchi sostitu ire uomini freschi, nel primo giorno dell'assalto trasse in suo potere la piazza. Indi risalendo il braccio canopeo del Nilo, compì presso Memfi i l passaggio del fiume contrastatogli vanamente dalle milizie del re egiziano Tolo meo.

Peluso (Ferdinando) . Generale, n. a Bergamo nel 1861. Sottot. d'art. nel 1879, divenne colonnello nel 1914. Nella g uerra contro l'Austria comandò il 16° regg. da campagna e poi l 'art. dell'Vlll C. <l'A. Magg. generale nel 1916, andò in P. /\ . nel 1917. Nel 1923 assunse il grado di generale di divis. e nel 1930 passò nella nscrva.

Peluso Luigi. Generale, n. a Taranto nel 1873. Sottot. dei bersaglieri nel 1894, partecipò alla guerra contro l'Austria meritando rre medaglie d'argento: la prima a )amiano (1917), la seconda a Col dell 'Orso (1917) e la terza sul Piave (1918). Colonnello nel 1918, comandò il 13° regg. bersaglieri. Nel 1920 ebbe i l comando del 3° bersaglieri e poco dopo andò in P. A. S. Nel r932 venne promosso generale d i brigata in aspettativa per riduzione quadri . Pembroke, Città dell' Inghilterra, nel paese di Galles, capoluogo della contea omonima, in una baia profonda (baia di Milford) dell 'Atlantico. Arsenale marittimo, cantiere di costruzioni navali. Castello normanno in rovina.

Guglielmo Marsha/ d'Hastings di Pembroke, Fu dal 1216 reggente d'Inghilterra per Enrico lll, e morì nel 1219. Ristabilì la Magna Charta; il 19 maggio 1217 sconfisse i baroni ribelli e il 24 agosto 1217, battè i Francesi sul mare. Guglielmo Herbert di Pembroke (1501-1570). Nel 1557 era capitano generale in Fiand ra, do~e fece prigioniero il conest abile di Montmorcncy. Tommaso Herbert di Pembmkc (1656-1733). Diplomatico, grande ammiraglio, vicerè d'Irlanda, presidente del Consiglio. Enrico Herbert di Pembroke (1693-1751 ). Generale e archi tetto, autore del ponte di Westminster.

Pena militare. Fondamento della pena militare è la d ifesa d iretta della milizia, la quale ha come scopo la tutela della sicurezza dello Stato. Quindi la legittimità dd Magistero penale militare non discende da un principio mora le assoluto e<l ast ratto, ma dalla vita stessa dello Stato quale organismo politico. Il sistema penale m ilirnre compren de le pene militari e le pene comuni. Le prime wno : 1) morte col mezzo della fucilazione nella schiena;

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2) morte col mezzo della fucilazione nel petto; 3) reclusione. militare; 4) carcere m ilitare; 5) <l1,-3:radazione;1 6) dimissioni; 7) sosp-~nsione dall 'impiego; 8) dest ituzione; 9) ,irnozior,c dal grado. Queste pene si dicono militan, pe.rchè so110 di carattere militare la loro creazione e destinazion~, nonchè l'esecuzione ed il contenuto. (V. alle voci Degradazione, 1\forte, Reclusione, ecc.). Le pene comuni sono: ,) la pena <li morte; 2) i lavori forzati a vita (sostituiti coll'ergastolo) ; 3) i la\'ori fornti a tempo (corrispondenti alla reclusione da IO a 20 anni); 4) la reclusione ordinaria (corrispondente alla reclusione d a 3 a 10 anni). È da rile,,arsi che le pene si scontano nelle case cli pena comuni e le modalità d i esecuzione ,ono dettate dal Codicl Penale. Di esse in conseguenza non tratta il diritto pen{ le mjlitare se non eccezionalmente, in quanto il conciar)- Ho alb pena viene a perdere la qualità di militare. I,'\ltre si suddividono in: 1) pene che non rendono indegno il condannato d i appartenere a ll a milizia; 2) pene che rendono indegno j l condannato di appartenere alla milizia. Delle prime (art. 4 C. P. E.; art. 4 C. P . 'vi. M.) fanno parte: la mo rte colla fucilazione nel petto, la reclusione militare, il carcere m ilitare, le dimissioni, la ri,nozione dal g rado, là · sospensione da Il 'impiego. Nelle seconde sono comprese: la morte col mezzo della fucilazione nella schiena; i la vori forzati a vita; i lavori forzati a tempo, la reclusione ordinaria, la degradazione, la destituzione. Ai soli ufficiali sono applicabili le pene della dimissione e della destituzione; ai soli sottufficiali e graduati di truppa, la pena della rimozione dal grado (art. 6 C . l'. E.; r,n. 5 C . P. M. M.) . 1';: fatto divieto d i salire, 9er via d i gradazione, alla pena di morte. Il passaggio da una pena inferiore ad una superiore de,,esi calcolare come g rado. Si devono tener distin te le pene che non producono indegnità militare da quelle che la producono. La pena decorre dal giorn•) in cui la sentenza è passata i11 giudicato. È vietata la detrazione della carcerazione preventiva. Solo in via eccezionale, e quando sia concessa esplicitamente dal Tribunale, si computa la carcerazione preventiva nelle condanne alla pena del carcere militare. Alla condanna consegue i ·obbligo alla rifusione ,delle spese, ed al risarcimento dei danni, da liquidarsi <lai Tribunali ordinari. Consegue pure la confisca del corpo del reato e delle cose che hanno ser vito o furono destinale a commetterlo, quando siano di proprietà del condannato. Quando nn militare in servizio sotto le armi viene condannato a pene comminate dal codice penale comune e pu i reati in esso prescritti che non 1llo rendono indegno di appartenere alla m ilizia, le pene comuni vengono sostitui re con pene m ilitari, affinchè non sia interrotto nel conda nnato 't 'abito alla disciplina mil itare, e si eviti, ino lffe , il cont~gio pericoloso clic può derivare dalla convivenza d i mi litar i e pe.rsonc estranee alla milizia in un medesimo stabilimento penale.

Sostituzione di pe11e comuni a pene militari. Questo isti-

tuto g iuridico concerne individui che abbiano cessato di appartenere alla milizia o siano altrimenti cstrno,ei ad essa essendo interesse della milizia d i escludere dalla s,i;, cerchia tali individui, per i quali non apparirebbero adatte le pene m ilitari . Le ipotesi personali contemplate dai codici militari sono le seguenti : r) ex militari, che cornmiscr,) il reato quando si trovavano sotto le armi, e non appartengono alla milizia perchè posteriormente alla loro ammissione al servizio si scoprì la nullità dell'atto <li arruolamento o la lÒro indçgnità d i appartenere alla m ilizia; 2) persone estranee alla milizia, colpevoli di reato o <li concorso in reato dai cod ici penali m ilitari. La sostituibilità delle pene è così stabilità : la pena di morte è sostituita,


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per le modal ità, dalla pena di morte q ua le è prevista <.!al C. P. comune. La reclusione militare, se non maggiore d'anni cinque, è sostituita col carcere ordinario per ugual durata, se maggiore d i anni cinque, colla redusione ord i1Htria, diminuita di un quinto . Il carcere mililare viene sostituito col carcere ordinario di ugual du rata. La destitn.zjone , la din1issione e la ri1nozione vengono sostituite co l carcere o rdinario da tre mesi a cinque anni. La sospensione dall'impiego applicabile per reat i del C . P. E. non è sostituibi le . Se è applicabile per il C. P. M. M., è sostituibile col carcere ordinario da un mese ad un anno. Le sentenze portanti la pena d i morte o dei lavori forzatL a vita devono essere stampate per estratto, affisse e pub, blicate nel luogo dove fu pronunziata la sentenza cd in quello dove stanzia il corpo al q uale il condannato apparteneva .

Concorso di pene. Il principio generale che regge q uesta materia è che il colpevole di più reat i debba asmggettarsi alla responsabilità per ciascuno di essi mediante l 'i nflizionc di _ un ' unica pena complessiva, alla quale tutte le pene concorrenti partecipino per una quota. Questo principio si attua col cumulo giurid ico. li princip io del! 'assorbimento delle pene più lievi è ammesso limitatamente alla pena d i morte ed alla pc1rn perpetua. La pena d i morte assorbe ogni altra pena; se però concorre la pen, d i morte colla fucilazio ne nel petto con quell a colla fucilazione nell a schiena, s; applica q uesta, •~sscndo più grave. La pena perpetua (ergastolo), assorbe tutte le altrn pene perpetue o tempora nee. Essa importa la degradazione, dalla q uale rimangono assorbite tutte le m inori inclegnità o incapacità . In caso di condanna ai lavori forzati per venti an•ni (reclusione) in concorso con altra pena di b vori forzat i per ann i venti o con la reclusione mi litare ugualmente per an ni venti, si applicano la pena dei lavor i forzati per anni venti, aumentata, a discrezione del Giudice e secondo !a grav ità dei fattr e delle circostanze, d i anni cinque o d iec i. 1n caso d i condanna alla reclusione militare per anni venti , in co11corso con la stessa pena per ugual durata , si infliggono venti anni d i reclusione 1nilitare accresciuti di altri cinque o d ieci anni. ln caso di reclusione ordinaria (da 3 a 10 anni) concorren~ con la reclusione m ilit are, se la reclusione ordinaria imp/1-ta la degradazione, allora, nel caso c\te la reclusione ordinaria o la reclusione militare siano da infliggersi nel massimo, si applica no anni dieci d i reclusione or<lmaria, aumentabili, per il concorrente reato, fino ad anni sed ici; nel caso d i concorso del massimo della recl usione militare, si infliggono i lavori forzati a tempo <la d ieci a q uindici anni. Se invece la recltF sione O"rdinaria non imporra la degradazione - cioè non importa l'esclusione dal servi-,io militare concorrente con la reclusione militare, si applica quest'ultima pena, con un aumento proporzionale. In caso <li concorso d i altre pene detent ive temporanee, si applica la pena più grave, - aumentata proporzionalmente. L'aumento pub essere anche di un mese per ogni reato concorrente. In caso di clestitu2.ionc concorrente col carcere militare o con la reclusione militare, viene applicata in cumulo materiale con la pena concorrente. In caso di d imissioni, concorrenti col carccrt: militare o con la reclu sione n1ilitare, vici,c aggiunta alla pena detentiva. In caso d i sospensione dall'imp iego, rnncorn.:nte -roi rarcere o colla reclusione milirnre, si a!J menta proporzionalmente la pena detentiva fino a tre anni : la sospensione d all'impiego rimane necessariamente aggiunu a lla pena detentiva . Jn caso d i rimozione, concorrente col carcere o colla reclusione mi litare, si applica in aggiunta a qualunque pena detentiva. 1

Penace·rrada. C::ornunc della Spagna, in prov. <li Alava Ebbe in antico mura e castello . Combattimeuto di Pe,,a,·errada ( 1838). Appartiene alla. g uerra civile fra L iberali e Carlisti. Questi ultimi avevano, posto guarnigione nel borgo, e si erano schicrnri oe lle vici. nanze col loro esercito. Mosse a<l attaccarli il gen. liberale Espartero, con 2 d ivis . (18 b gL di fanteria, 3 cp. del genio, ~ sqd r. d i cavalleria e 3 btr.). Il 20 giugno accampò. presso P. e respinse un attacco carlista. Il 22 ord inate in battaglia )e sue t ruppe, Espartero mosse ali 'assalto d clk posizioni carliste. li combattimento fu deciso da una brillante carica di cavalleria comandata dal col. Zabula. I Carlisti si d iedero alla fuga abbandonando quattro cannoni. I.e perdite furono cli circa Goo morti per parte. Nel comban imento si d istinsero i lancieri e una btr. di mortai. della legione st raniera. La guarnigione del borgo, vista perduta la battaglia, non tentò neppure di resistere e si. diede alla fuga .

Penai va. Borgo della Spagna, nell'Aragona, sul fiumeCuerna, affluente dell'Ebro, lungo la strada che da Lcrida porta a Saragozza. Il r5 agosto 1710 l'esercito spagnuolo,. d urante la guerra d i Successione di Spagna, vi riportò una vittoria sugli Austriaci . P enang. Isoletta lungo la costa occidentale della peni-sola d i Malacca. Ca poL P., o Georgetown . Azione w-ntro il porto di Penang (1914). Appartiene alla. guerra Mondiale e fu operata dall 'in.crociatore tedesco, ~t Emden >) il 28 ottobre. Mentre l' (( E1nden >> si avvìcinava all'ancoraggio delle n avi da guerra, avvistò l' incrociatore· russo « Jemtschug » contro il quale lanciò un siluro alla, distanza di 300-350 m ., e quindi aprl il fuoco con le arti-glierie. La nave russa, sebbene molto danneggiata, rispose al fuoco con il suo cannone 1-'rodiero, ma senza colpire· l'i ncrociatore tedesco, il qua le lanciò un seco ndo siluro, contro la nave russa, che in pochi minu1i colò a fondo .. Q,;indi l '« Emden », mentre abbandonava P., incontrò il". caccia torpedin iere francese « Mousq uet » e lo affondò a cannonate. L'aJ.ione era durata <lall 'alba alle 8 del mattino:: la nave ~edesca si allontanò i ndisturbata.

Penco (Nicolò). Ammjraglio, n. e m. a Torre del Greco ( 1847-1914) . Guardiamari na nel 1866, partecipò alla campagna di guerra di quell'anno. Nel 1898 fu promosso capitano di vascello. Inscritto nella riserva navale nel 1902,_ ebbe la promozione a contrammiraglio nel 1907. Pendaglio. Cingh ia di cuoio, semplice o abbinata, pe r appendervi la spada o la sciabola ; s1 aggancia

al cinturone.

Pendezec (Cioua-n11i). Generale francese (1842-1913). Frequentò la scuola di applicazioa,e del lo stato maggiore, e fece la campagna del 1870-71 . Promosso generale di brigat a nel 1895, diven ne nel 1900 capo di stato magg iore dell'esercito, col grado

Pendezec~Giov;~i

di generale d i divis . Nd 1905 venne nom inato membro del Consiglio su periore dcllJI guerra e nel 1907 lasciò il servizio attivo .

Pendice. Castello antico su una cresta dirupata det monte omonimo , fra' Torreglia e Teolo nei Colli Euganei ..


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Appartenne ai Padovani, che lo resero quasi inespugnabile . Nella lotta fra essi è Cane della Scala, nel 1320 , P. resistette agli assalti delle truppe dello Scaligero . I Carrares, cinsero P. d i doppie mura e nel J33i , il fortilizio valse a ributtare un nuovo assalto. Venuta Padova Jli potere dei Veneziani , la rocca venne· trascurata e non ne ri mangono

ora che poche rovine.

PeN

Per la <lifesa ind iv iduale cont ro gl i aggressivi penetranti. g li Inglesi adottarono un r ivestimento speciale (« jacket ») di Aanclla, per l ' in terno del respiratore, avente lo scopo d i filtrare l 'aria d a respirare e trattenere le arsine. Presso altri eserciti , invece, lo strato filtrante era costituito da falde d i mussola imbevuta d i olio di lino cotto, oppure formato COll 24 a 30 fogli sovrappost i di carta senza colla, preparata con cellulosa al solfato sodico.

Pendolo balistico. Apparecchio che serve a misurare la velocità che una determinata quantità d i una data specie di esplosivo può imprimere ad un dato proiettile. Fu in ventato dal matematico inglese Robins nel 1756, e con q ualche perfezionamento è usato tuttora negli arsenali d i <:ostruzione. L'apparecchio si compone essenzialmente d i m l ricetLorc d i volume considerevole, mobile attorno ad un .isse nello stesso modo di un P. ordinar io. Un altro P ., <:ollocato a breve distanza dal precedente, porta un·arma da fuoco (fucile o pezzo d'artiglieria). I due pendoli possono oscillare liberamente su assi o rizzontali fra loro paralleli. A l momento dell 'esplosinne, il rinculo spinge in <lietro il .P. che porta l 'arma da fuoco, m entre l'altro è s pinto in avan ti d all'urlo del proiettile . Misurando l'angolo descri tto da u no dei pendoli sopra indicati, se ne <leduce col calcolo la velocità iniziale del proietto.

Penetrazione. t,: la fase più importante e più difficile del combatti mento moderno ed è, come l'uno, procedimento caratteristico <lell 'azione della fameria . Non è ddinita nei regolamenti; potreb be essere detta la fase del1'azione in cui la fanteria, coll 'ausilio d i tutte le armi, ma soprattutto delle proprie armi d i accompagnamento, si addentra i1ella sistemazione d ifensiva del nemico atu·averso ai suoi centri d i resistenza e li fa cadere o per assalto d iretto o per aggiramento . La P. ha luogo anche nella zona di sicurezza, ma culmina nell 'interno della posizione di resistenza della difesa . Essa è q uasi un coro llario del postulato della tattica odierna, secondo cui si deve tendere, mercè lo sforzo o g li sforzi successivi applicati ai diversi punt i d ella fronte nemica, a irasformare appena possibile l 'azione &ornale in azione d i fianco. L'azione si svo lge in tal caso col concCll'O <li cercare o creare lungo Penetranti (Aggrc,siv,). A q uesto ritalo corrisponde uno la fronte nemica dei tratti più deboli, penetrarvi e landei più importanti gruppi di aggressivi chim ici che fanno ciare nella breecia truppe destinate all'azione sul fianco e .:apo alla classificazione basata sulle finalità del loro im sul tergo. Durnnte la P. valgono le seguenti norme di piego tattico. Tale importanza deriva non tan to dal fat i ndole generale : a) imporre la propria .v olontà al nem ico tare che essi costituiscono l 'ultima serie - in ord ine erosempre , anche negli atti particolari; b) rinforzare le unità no logico degli aggressivi adòpcrati nel periodo finale che riescono, no n quelle che non riescono; e) penetrare <!ella grande g uerra , q uanto perchè la tecnica del loro imsenza preoccuparsi troppo dei fianchi e dei contatti ; d) cup iego dimost ra il perfezionamento e la sistematica evolurare -il; .colle.g~men~~' ma non smarri rsi se lo si perde; il zione scientifica che l 'arma chim ica tedé'~ raggiunse . nel colf1a m:nto _ll\'!tl;r.1~!;' no_11 . dev~, rappresc1_1.t arc, una P_~lla cors.o del conAino mond iale . V i appar teng<'lj.\o" le ar.sme, al P,!;~ per -lc JUnll~ ~hc ,wanzano, se e~s? . e ,nrntcualin genere e la difenilenimide etilica compostoi!lf a,I, l;le)J · _mente pen:!,_,u,oo, 11 miglior modo per nstab1IHlo e d 1 ragiaggrupp;rnento basato sull 'azio nc fisiologica che gJ/ ag.'' ~ giu_11ge_r~c gli. obbiettivi fissati; e) reagire al(c offese avvcrcrressivì chimici man ifestano s ull 'organismo u1nano, vennero

sane im previsl~ non con una parata pasSiva, nia prosc-

i,,dicat i col nome <li "starnutatori " · S od • • !'d. '<l· l p E I o no p r otti so 1 1, 0 iqui I a e evato · . , e le - rido tti in polvere sottilissima, impal pabile , oppure nebu -

g ucn do l'azione intrapresa co11 moltiplicato vigore, limitando al m1nu110 le provv,denze a protezwne <l, essa . L~av iazionc inlcrvicnc, con apparecchi da ricogni.z.ione

r

lizzati -

riescono ad attraversare lt: maschere d i prote -

z ione. e i mezzi comuni d i difesa, manifesta11do, in tale stato , la loro caratteris tica attivit~ di irritare le mucose del

naso, della gola e delle vie respiratorie, generando infrenabili effetti starnutatori , nonchè conat , d i vomito e lagrimazione. Siccome, però, col semplice effetto starnutatorio - c_o me già m pr inc1pt0 con i Jagrimogeni - non si otteneva che una temporanea efficacia solta nto, senza lasciare nei colpiti_ traccie appreu.alt: li, lo scopo che si raggiungern -era circoscr itto solamente ag li effetti di sorpresa .e limitato quind i a mettere fuori combattimento i gassati, senza cagionare loro lesioni più gravi, o mo rtali. Fu per questo ,che, in seguito, i Tcùcschi. affidarono ai gas penetranti un -compito ben diverso, ,;sanda li cioè sim ultaneamente con -quelli soffocami . In tali condizioni, i soldati investiti dagli aggressivi penetranti erano o bbligati a togliersi la maschera e , costretti a trovarsi in un ambiente saturo d i gas sof~

focanti, ne subivano le micidial i conseguenze. In generale, gli aggressivi penet ranti furo no solo impiegati in cariche -<li proietti a croce azzurra, _destinati a servfre per attacchi offensivi e tiri d i preparazio11e per quelli successivi con prodotti tossici e soffocanti, 'd i larga azione, e d i effetti impo nenti. Ma anche per la natura stessa della loro composizione taluni prodotti erano già do tati, come la difenil .cianarsina, d i spiccato potere ,·enefico.

e da caccia; inolLre tulti gli apparecchi che abbiano materiale possibilità di offendere obbiettivi terrestri, e no11 siano d itettamente impegnati per compiti ineremi alla propr ia spccialitil, debbono agire contro le fanterie avversarie già scosse, per cercare di disorga nizzarle del tutto. Le :.rtiglieric d ivisio11ali durante la f'. devono spostare i.nnanz i il loro t iro per rendere possibile il progresso delle fanterie ; le artiglierie leggere, in parte rlecentrate in base ad ord ini. preventivi, operano in stretto collegamento colJe fan terie che devono appoggiare. Il carattere d'insjeme si conp ,crva soltanto ndl 'azione delle artiglierie di maggiore potenza; cioè : controbatteria e interd izione. L'azione a massa in appoggio all'una od all'altra colon na d 'attacco è assicurata da aliquote d 'artiglieria di picco lo e medio calibro tenuta acl esclusiva d isposizione dei comandanti di d ivis . Come nell'offensiva in terreiao libero, la controbatteria si dovrà spesso attenuare per rinforzare l 'azione di appoggio; parte del le artigl ierie d'armata possono rinforzare la co ntrobatteria; il momentaneo attenuarsi dell 'interdizio ne può essere compens,,to con bombardamenti aerei . La continuità e la rapid ità della progressione del la fanteria attraversò le posizioni del difensore, sistemate a d ifesa, possono essere agevolate dai carri armati. Ma questo non può ottenersi~ specialmente d i fronte ad un avversar io che abbia distribuito in g rande profondi tà mezzi spec iali d i difesa, ostacoli su più linee e centri di resistenza ben protetti, senza un cor~

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rispondente scagl ionamenco di carri armati i n successive masse, di cui ciascuna si mecta in grado di scavalcare la massa antistante nel momento in cui questa stia per esau~

rire la sua potenza di penetrazione. Se )a posizione nemica sarà stata superata interamente di p rimo impeto, e la P., attraverso una breccia sufficientemente estesa., avrà potuto

essere proseguita fino a disorgan izzare _lo schieramento delle artiglierie campali nem iche, le t ruppe sosteranno per riordinarsi, per portare innanzi k artiglierie e per prepararsi all"attacco della posizione successiva; oppure, ove questa 0011 esista, passeranno senza indugio allo sfrnu am,·uto del successo cd all'insegu imento . Ma può accadere che, in seguit0 al primo urto, la pos izione nemica sia stata intac cata dove più e dove meno profo nda111ente, senza che sjasl

prodotta la rottura vera e propria . In tal caso, - i primi scaglioni dell'attaccante si arrestano sotto la protezione della propria arng lie ria ; si chiude un primo mom{·nto dell 'at 1acco ed un secondo dev'essere iniziato a! più presto. A rti-glicrie dell 'attacco avanzano a sbalz i, per assicurare aila fanteria la protezione necessaria>

contrç>batteria con1pr(::ia;

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versario deve essere segrnto da un'irruzione al di là di

esso, per provocare la caduta dei ceneri contigui. l)i regola l'irruzione è eseguita dal plotone avanzato che ha determin,no il cedimento, mentre la completa eliminazione del centro è affidata al rincalzo. Ma quando per un motivo qua lsiasi i l p lotone avanzato nqn possa proseguire imme-• diatamcntc, il comandante della compagnia non <!s ita ad impiegare il rin~alzo per trascinarlo avanti . In circostanze favorevo li il plotone a rrestatosi può essere scavalcato dal rincalzo; in t;il caso esso si riordina e passa a d isposizione dd comandante della compagnia. Tale operazione esige ordine, coesione, vigilanza. Quando non riesca a penetrare nella posizione nemica, la compagnia si apposta e tiene sotto il fuoco l 'avversario, cercando a l tempo stesso d i volge re una parte almeno dei suoi t iri a favo1e di quello, tra i reparti vicini, che J1a la maggiore probabilità di riuscire, per facilitare la P. di esso. L'avanzata d i questo repaI5q inçebolirà gli elementi che avevano arrestato ia compagnia ?-- e. questa potrà cosl riprendere il mov imento in avanti . Dura,ite la P ., le alternative di sbalzi e di soste, gli scavakamcnti, le sostituzioni mutano la iniz iale formazione di attacco della compagnia. Ciò non costituisce di J?er sè un inconveniente, sino a tanto che la compagnia conserva un sufficiente scaglionamento in p ;ofondità. Qua-

truppe fresche vengono portate innanzi per rinvigorire l' azione (scavakamenti) dove questa prcsc,Dta maggiori possibilità d i successo; si completa l'osservazione, si perfezionano i collegamenti, l'attacco viene r ipreso al più presto nelle direzioni ordinate. l r-incalzi vengono impiegati per 1espingcre contrattacchi locali, per sostituire reparù logori ed ormai incapaci d i persistere utilmente 11e!la lotta eò infine per rinforzare reparti ancora capaci d i progredire ma impa ri ad uno sforzo rapidamente -Jecisivo. A mano a mano che la P. si pro<locc, 111cntrc gli elementi avanzati che l'hanno co mpiuta procedono innanzi decisamente, spetta ai rincalzi elimir.are gli elementi d ifensivi oltrepassati e proteggere fianchi e tergo degl i dementi avanzati. Da l! "insieme di questi compiti si deduce che il miglior posto pei rincalzi nella formazione d 'attacco è in <:urri spondenza degli inter valli o dei punti di giunzione tra i reparti avanzati; posizior1c che facilita anche l'impiego del loro fuoco a rinforzo dei reparti antistanti. Ricognizioni del terreno e del nemico e nwtralizzazione degli elementi di fuoco contrapposti debbono essere compiute con particolare intensità quando si rratti di riprendere il movimento in avanti, dopo una sosta. Circa l'azione delle singole unità di fanteria nella P. si può dire : Plotone fuc1./ier1. Caduto il primo obbiettivo deve pene • trare nella posizione avversaria. Da questo atw consegue che d iventano sem pre più difficili da parte del! ':,rtiglieria e delle armi pesanti l 'csecuz ione delle rispettive azioni di appoggio e di accompagnamento, e se mpre meno legate tra loro le azioni dei plotoni avanzati. li miglior criterio è allora quel lo d i portarsi più innanzi che sia possibi le . fl primo vantaggio di questo proced imento è d i aumentare ! 'aderenza al tiro d i appoggio e d i accornpagnamento e alla

ruta dal suo fuoco; essa si comporta in tal caso secondo i criteri già indicati per l 'avvicinamento : a:;anzata celcr~ (preceduta da pattuglie di esplorazione e di ricogni_z ione), J in formazioni rade, adattamento al terreno ·e sfruttamento di ogni copertura. La perdita dei collegamcnt, con le unità laterali, frequente nella fase d i P., non deve rallentare l'nionc dellà compagnia. Questa ristabilirà i contatti materiali al d i là del! 'obbiettivo assegnatole, o durante le ,pause del combattimento. Siccome l'appoggio del! 'artiglieria dive nta sempre pii, d ifficile ad ottenersi a mano a mano che la fronte dei reparti avanzati, col progredire della /' .,

conseguente continuit~l della neutral izzazione avversarja; il

assun1c un andatncnto irregolare a sa.lie1uì e rientranti n1olto

secondo consiste nel! 'o bbligare ognuno degli elementi avversari antistanti a difendere sè stesso con tiri frontali. sistema di fuochi incrociati predisposti dal nemico ne risulta ~lisorganizzato . Quando un plotone si trova più

accentuati, a compensare le eventuali momentanee lacune nell'azione di appoggio i l comandante della compagnia provvede med iante disposizioni per il reciproco concorso di fuoco fra i reparti avanzati, in modo da allargare le vie di penetrazione, isolare e far cadere per agg iramento gli elementi ancora resistenti, rinforzate, Senza addensarle troppo sotto il fuoco nemico, le fanterie penetrate nelle brecce. Le soste durante la P. sono, in l inea _generale, da evitarsi; qua:1do siano imposte dal la reazione nemica, o si rendano indispensabili per ricondurre ordine e coesione nella compagnia, debbono possibilmente effettuarsi in corrispondenza d i tratti d i terreno coperti o meno in-

Il

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nei camminamenti, sempre nociva alla fanteria attaccante; i.: preferibile uscirne fuori e eseguirne gl i sbalzi in terreno aperto. Plotone mitragt,eri. li m igliore obiettivo per il tiro nella P. è costitu ito dagli elementi avversari che muovono o stanno per muovere al contrattacco, o che in qualunque modo reag iscono sul fianco e sul tergo <lei fucilieri penetrati, e g li obbiettivi da raggiungere successivamente dai fucilieri . Esegue all'occorrenza un balzo in avanti, portandosi sulla linea dei fucilieri, piuttosto che rimanere lontano e male orientato sulle vicende del reparto ch'esso deve accompagnare col fuoco. L'inazione non è giustificata finchè resti 1111 'a rma efficiente ed un uomo per farla funzionare. Compagnia. Il cedimento d i un centro di resistenza av-

axanti dei •:icini, può avere convenienza c1 tenere maggio r-

mente arretrate ·1e squadre di rincalzo, sino a quando sia prossimo il momento del nuovo assalto; se invece si trova arretrato rispetto ai due laterali, e deve espugnare un dcmento rimasto pressochè iso!aw, deve fissarlo col fuoco in una data d irezione ed" avvolgerlo da una o da entrambe le parti, spiegando in linea tutte le squadre fuci lieri. In terreno organizzato d urante. la P. <leve ev itare la lotta

lora questi) venisse a mancare, deve essere rjassunto durante una sosta. Vinte . le prime resistenze, avviene talora

che la compagnia si trov i ad attraver sare una zona i:ion occupata n1aterialmentc da.I nernico, 111a intensamente bar-

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tensamentc bauuti, ed essere sirullatc anche per r iforn ire la compagnia, ristabi lire i collegamenti, intensificare l 'os-

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compagnia antisrant i dalla cura d i eliminare gli clementi nemici rimasti ancora in posto; sorvegliano i fìanth i del

servazionc e la ricognizione, dare se occorre nuovi ordin i

battttglione e reagiscono, d'iniziativa se occorre, ai con-

ai rincalzi cd alle armi pesanti. I contrattacchi loca li, che il difensore eseguiscc di preferenza sul fianco e sul tergo dei plotoni penetrati, debbono essere immccliatamente respinti, con azione tendente a sua volta al fianco ed al tergo delle forze comrattaccanti. D opo una breve preparazione <li fuoco di mit ragl iatrici, senza perde, e tempo in richieste d i interventi superiori, il rincalzo balza ali 'attacco, anche d 'iniziativa qùando occorra. Scelta della direzione d'attacco, i ntensit:ì di fuoco, prontezza ·! decisione in tulti assicurano il successo anche contro forze numericamente preponderant i. Battaglione. Durante · la penetrazione il comandante del battaglione, tenendosi sempre al corrente della situazione e dell'andamento del combattimento in ogni punto del

u·attacchi nemici. Assicurano in particolar modo protezione alle armi pesa nti in posizione o<l in movimento, nelle loro vic inanze. Per assoivere questi compiti, i loro comandami si tengono sempre collegati con i comandanti delle compagn ie avanzate , e, nel regolarsi in base ag li eventi che vengono lc,ro segnalati o che essi stessi possoDo constatare, tengono sem pre presenti concetto d 'azione ed orclini del comanda11~c · del battaglione. L' impiego del rincalzo del battaglion~ in fase d 'attacco, è g iustificato soltanto quando

proprio settore e nei tratti adiac.cnti, inte rv iene in t<.:mµo,

Penetrazione dei pru1etti . li calcolo della penetrazione dei proietti nei mezzi sol idi (muratura, legnami, terra, ecc.) si effettua partendo dalla equazione differenziale:

per coordinare l'azione delle d ipendenti compagnie. r\de-· risce alle richieste d i fuoco e d i ri nforzi soltanto q uando lo ritenga utile al successo defi nitivo, poichè solo l'impicgc a massa <li forze e d i mezzi è veramlte redditizio. Provvede a correggere eventuali errori che )Ossona nuo• cere all'attuazione del suo concetto rl'azion ; impartisce, quando occorra, nuove ,lirettivc ai reparti d pendenti, ,, ssegna, se deJ caso, alle compagnie avanzate nuovi obbiettivi , anche temporanei; veglia al regolare funzionamento dei servizi ed in particolare al Iifornimen to ' delle munizioni . Lo stabilire obb.iettivi intermedi g iova specialmente al migliore coordinamento delle azioni delle compagnie avai1zate fra loro e con l'azione delle artiglierie di ,1p . poggio. Il comandante del battaglione approfitta delle eventuali soste per rifornire i reparti e ristabilire i collegamenti; ha cura intanto d i non perdere il contatto rnl ne mico, e <li guardarsi da sorprese, spingendo avanti e sui fianchi pam1glie di esplorazione ç di sicurezza. Non ap pena una o più brecce siano state aperte nella compagine a""crsaria cla!lc co,npagnie avanzate, e queste abbiano provveduto ad allargarle mediante l 'azio ne dei rispettivi nncalzi, il comandante del battaglione deve prontamente decidere <love e come impegnare il rincalzo proprio, per allargare e rendere definitivo il successo clclincatosi. Di regola con.viene presceglierc, per questo in tervento decisivo , la direz.ione che conduce ad estendere in ampiezza e profon ùità la breccia maggiore. L 'azione delle altre com pagnie, del le armi pesami e dell'ar tiglieria deve essere rivolta prevalentemente a favore <lei rincal~o d i bauaglione, trascurando in questo momento tutti quegli clementi avversari che non possano opporre ad esso seria resistenza. l i cedimento degli ultimi cenl ri nemici segna l 'iniz io dello sfruttamento del successo, il quale si svolge di regola con l'intervento di battaglioni del secondo scaglione. Tuttavia, sinchè n_on riceva ordini in contrario, il battaglione di primo scaglione deve persistere nel! 'incalzare il nem ico, pe r impedirgli di riord inarsi. Qualora invece, nonostante l'impiego di tulle le forze dispon:bili, il battaglione non riesca a progredire, si afforza rapidamen te sull a linea raggiuma e sviluppa tutto il fuoco di cui è capace per immobilizzare i! nemico su lla fronte ed appoggiare la progressione dei battaglioni vicini: la riuscita di questi ultimi conlribu iscc a sua volta a restituire al battaglione la sua libenà d'azione . D ura nte l'attacco e la penetrazio :1e , le compagnie cli rincalzo seguono a sbalzi le compagnie avani'ate, secondo k modalità indicate dal comandante del battagl ione, tenendosi collegar<, con quelle ed assumendo formazioni aperte per meglio adattarsi al terreno. Disimpegnano i rinca lzi <1i

ogni a ltro mezzo si sia dimostrato insufficiente a vincere

la resistenza del ne,nico ecl a contenere i contrattacchi . Siachè non si verifichino queste circostanze, esso deve restare disponibile per lo sfruttamento ciel successo e per l'inseguimento.

C

ud u

dx 2 CL I 1+ ~ v che integrata ci dà la formula con cu i si calcola la pe-

netrazione:

Cy X = - -.- log10 (1 + ~ V2)

'

in cui C è il coe fficiente balistico, i il cocflicicntc , li forma del proietto, V è la veloc ità del p roietto al rnomeoto dell ' urto, e ~ e , sono coefficienti clic dipendono dal mezzo resistente e che si ricavano da apposite t abelle o da esperienze. (Per es. per le murawre B=o,0•15, per i legnami B=o.0 420). '

Peniscola. Piccola ciLtà del la Spag na mediterranea, in prov incia di Castellon ,le la Plana, posta su una peuisoletta alta 70 m ., dominata da un castello fortificato costruito da i Templari, armato nel secolo scorso d a pa,·ecchi ordin i d i batterie. Durante la campagna del 1812 il maresc. Suchct , comandan te dell'annata di Aragona, procedette all'assedio del la piccola piazza forre per assicura rsi il do-

La fortezza d i Pcniscola (sec. XVJTJ)

m inio di quel tralto di costa, insidiato continuamente dagli

Inglesi . L 'opera era presidiata da circa 1000 uomini, comandat i dal generale Garcia Navarro, aveva il sussidio di quattro cannoniere navali ed era appoggiata da 5 vascel li inglesi . F urono clcstinati alle operazioni di assedio 6500 fanti e 6oo cavalli della divis . Severoli : fra queste truppe era il 1 0 regg. <l i linea italiano, comandato dal


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.:o!. Arc,c. l l Sc,troli di,poneva di ,ufficicnti artiglierie di gro,,o calibro, e cominciò il fuoco il 18 genna io, quando 1 Ja,·ori d'approccio erano gi:ì a buon punto . Le condizioni parucolari della fortezza, che era munita di 66 cannoni, si pre:-.tavano tuu:.wia a una. lunga resistenza, e infaui per qualche giorno rispose energicamen te ,i] fuoco . Ma poi, ,ollecitato dagli Inglesi, che premevano imperiosamente per avere 1I possc,so della località. il gen. c'lavarro, per e, identi considerazioni di opportunit:ì politica che trascen devano la situazione locale, prefcrl accogliere l ' intimazione di rc,a fanagli dal mare"'. Suchet dopo la postazione della batteria di breccia. Il 4 febbraio la piazza ;i arrendeva ed cm occupata da truppe della divis. Severoli. Gli Ita liani ebbero 14 morn e 53 feriti; circa altrettanti le truppe francesi. I difensori, in tutto un centinajo di u. fuori di combartimento. I superstiti ottennero di potersi ritirare liberamente a Valenza.

Penn (Guglielmo). Ammiraglio inglese (1621-16jo). Entrato molto giovane nclh marin~l, venne promos~o, non ancora t rentenne, al grado di viccammir. Nel 1653 si cli stinse nel combattimento di Texcl, che costò la vita all"ammir. Tromp. L'annQ !-eguente :hMHltO il comando <li l!JJa squadra in viata da Cromwcl l alle Antille, catture'> un gran numero di na,·i olandesi, e nel 1l55 si impadronì della Giamajca. Dopo e,scre stato ,ommissario nell'ammiiag liato e comandante in seconda della flotta ché, sono il d uca di York, ;conlissc, nel 1664, compktamcn tc gli Olandesi a Lowe<tof, andò a 1iposo nel 1669. 1

Penna. f.: co,ì chiama ta , nel martello d'ar,nc , la parte oppo, ta alla bocca o martello propriamente eletto che ser'"iva per colpire. i.a P. generalmente è quadrangolare e termina nte in cur\'a a foggia del becco del cor vo o del pappagallo. Pnma. Ornamento per il cappello delle truppe alpine, nonchè: per k ,guardie di linanza, dell"escrcito italiano, CO· ~ stituito da una penna d 'aquila, d; colore oscmo per gli uffioali inferiori, bianca per quell i ,upcriori. Essa st;, in fissa nella tulipa della nappina, in senso inclinato dall"avami ,tll'ind ictro. La /'. per gli ufficiali è più lun)!a d i quella della truppa. Un tempo penavano pure una /'. "ur:r d"aquila, gli ufficiali di cavalleria, sul colbacco, inlissa in modo verticale sul passante di cuoio dov'è fissata la nappina, soltanto però nella tenuta di parata. Anche la trnppa di cavalleria, solo colla tenu ta <li par.ila, metteva ,ulla nappina una penna più corta di quella degli ufficiali e che non era d 'aquila, ma di gallinacei cli colore scuro. Dacchè per queste truppe è statn adottato l'elmetto da campagna, in sostilllzinne del colbacco, è cessaw l'uso della P. Fra le truppe d"eserciti esteri i Caccimori tirolesi portano la t radizionale P. di gallo di montag na.

Penna San Gio11a1111i. Comune in provjncia di Macerata. Era già luogo forte e munito <li rocca nd 1248, quando ,i costituì in comune . Le antiche mma caste!bnc esistono ancora in parte ed in parte vcnn<;ro restau rate nel s<·c. XVIII. Kel 1259 P. riconobbe, per breve tempo, re Manfredi e nel 1276 i nobili fuorusciti tentarono inutilmente <li occuparla a mano a,mata . Nell'epoca delle :otte tra Guelfi e Ghihellini P. subì le vicende d i t utte le rittà italiane, passando >Otto la signoria ora di uno ora !"!ell'ahro padrone. Nel 1434, il 14 maggio, P. ~lovc:te capitolare davanti all"esercito di Alessandro Sforza, fratello <li Francesco, che si era impadronito della Marca; ma i Penne,i distrussero la rocc,1 appena si s,mrassero alla signoria sforze,ca; il li-

bcro wmune cessò di csi>tere nel 1445 col pds,aggio ,otto 1,, dominazione della Chiesa . l'e1111a Lo,-c11zo. Generale, n. ad Alessandria, m. a Roma , r870 t92i), Sottot. del genio nel 1891, collaborò agli studi per la ferrovia eritrea. ln,egnò per nove ,rnni fortificazione a lla Scuola cl 'applicazione d'art. e genio. Pochi mesi dopo la nostra entrata in guerra contro l'Austria, inviato ÌJl Francia per studiarvi le organizzazioni difensive di prima linea, visitò le lucalità dei fronti francese cd inglese maigiormcn tc f:tmose per a,prezze di lotte. Tcn. colonnello per meriti eccezional; e colonnello per merito d i g uerra (19J 7), fu capo ufficio tecnico del Comando Supremo dal 1917 al termine della guerra. Ne l M,vcmbre •. 1917, al Piave, mcrit(> la mcd. d'argento. Ritornato in Francia, volle provare su sè stesso ad Yprcs gl i effetti dcll"i prite, iniziando così quelle pericolose esperienze personali che minarono assai la stia salute e che gli Penna Lorenzo valsero I"alto elogio espresso dal Ministro della guerra alla Camera dei ,!epurati. Nel giugn,"> r9r8 Or)!anizzò su tutta la fronte una geniale difesa cont ro i gas venefici, ed cbl.x; la croce da cav. dell'O. M. S ., mutata poi i11 croce d'ufficiale per aver cooperato al c,1n• st.guimcnto della ,·iuoria finale auoanclo tutti I ri1rovati tecnici più moderni . Dopo b viuoria si prodigò per la rinascita delle 1.crre libernte. F11 pni capo dell'ufficio riel l'ispettore del genio e nel 1920, nonostante i suoi compiti, conseguì a pieni rnti la laurea di ingcgncr:a. Nominato dircllorc del Se rvizio chimico mii. nd r923, fu promosso generale di brigata a scelta eccezionale nel 1925. Il gcn . l'. fu collaborat01c delhi " Enciclopedia Milit:ire "·

Pennacchi (Gerolamo). Ingegnere militare del sec. XVI, n. di Treviso ( 1497-1544). Fu anche pittore ~ 111eccat1ico. ~el 1542 si po;c al servizio di Enrico Vlll d'Inghilterra e introdusse quivi la nuo,·a fortificazione ;taliana. Nel t544part,:ciµò all'as,cd io di f3oulog11e, dove cadde ucciso ,la un colpo di cannone. Pennacchio. Era co,l chiamato un gruppo di penne (generalmente di , truzzo) cbc si fissava sulla ,, pcnn,,c• chiera • della celata da incastro, come abbellimento, <.·d anche il gruppo di penne che si fissava in alto sulla testicrn ciel cavallo, anch 'cs,o per ornamento. Dal secolo XVl in poi fu adoperato molto negli elmi e nei copricapo di varia foggia degli eserciti di 1u1te le nazioni. (V. ad e,. le incision i delle l'oci Bcrsag/u:r,, Car11binieri e Giannizzen). In passato il /'. era as,ai in uso presso t11tti gli eserciti, in modo particolare fra i comhauenti delle tribù indiane. Coll'adozione delle armi a lunga gittata, data !a sua fune visibiliti, è andato man ma no scomparendo, cd anche nella sua particolare qualità di distintivo di comando, per i co!onnclli e comandanti "1periori, è rimasto soltanto cli prc>eri1.ione nelle uniformi di parata. Fino al 1°· giugno 1907 nel l'esercito it:iliano era in vigore per i generali l 'elmo di grande uniforme, che portava in fisso sul cimiero un artistico ricco e grande P .• costituito da un pennacchieuo centrale (« aigrene ") formato da penne bianche sottilissime e dirit1c, e da u11 folto ciuffo di penne bianche, lunghe, ricadenti sull'elmo stesso fino a ricoprire rnua la coppa di dietro e sui lati, così da arrivare alla gronda. li l'. er.1


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:infisso sopra una tulipa a foglie d'oro, dove entrava pure :il pennacchictto . Sostituito l'elmo col berretto, venne abolito pure il grande P, a penne ricadenti ; rimase però il piccolo, eguale a quello dei comandanti d i rcgg ., pei quali tuttavia, dopo il 1° giugno r907, era stato pure abolito

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appos ita tulipa posta sulla sr. delia felura, e ricadente sul lato dr. del copricapo. Viene portato colla• grande uniforme. Per la truppa invece il cappello da carabiniere ha sopra la granata e coccarda centra le apposita tu li_pa in cui viene rnfisso il P., formato da un g ruppo verticale di penne

Pennacchi del socolo X VI temporaneamente, per l'abolizione <lei chepì. Durante la guerra libica, e successivamente nella gra nde guerra, ..:oli 'adozione dell'elmetto d'acciaio, andò scomparendo qualunque <!istintivo fra ufficiali e truppa, e solo per le parate e riviste, e colla grande unifo;me, rimase per i comandanti di corpo il P, piccolo, che va applicato sopra una tulipa di metallo infissa nella granata di destra del rosone dell 'clmctto; esso i; della lunghezza cli cm. 25. U.n P. più corto, di cm. 18, bianco, è pure prescritto come d ist intivo per gli ufficiali superiori aiutanti cli campo <li S. M. , cd ufficiali d'ordinanza effettivi, sostenuto da una nappina sferica, di tortiglio d'oro, sormontata _da una piccola tulipa a foglie d'oro. Due P. spcci~l1 e caratterist ici, che hanno conservato il loro tipo ormai divenuto tradizionale e storico, sono quelli de.ll'arma dei RR. CC. e dei bersaglieri. Quello dei RR. CC. costituito per gli ufficiali da un folto ciuffo di penne lunghe flessibilissime, azzurre e rosse, viene infisso su lla

poco flessibili, azzurre r1clla parte inferiore, e rosse nella parte superiore, della complessiva lunghezza di cm. 20 circa; per i trombettieri e musicanti il P. è costituito da penne azzurre nella parte in(eriorc . e bianche nella superiore. D urante le campagne d'Africa dal r888 al 1894, fu portato <lai RR. CC. il P . sull'elmetto speciale coloniale, per <listintivo , ddl'arma, mentre in Libia e durante la g rande guerra non ri mase in uso. Lo squadrone d i Cor1Zz ieri del Re nell'uniforme d i parata porta sull'elmo, e p recisamente sul cim iero, un p iccolo P. cd una criniera di pdi di cava llo. Il capitano o maggiore comandante dello sqdr. porta come distintivo il P. (« aigrette ») sul rosone di dr. dell 'elmo, come i comandanti elci rcgg. d i cavalleria, ed oltre a questo la criniera. li P. da bersa., glicrc è costituito da un folto ciuffo di pem1e d i cappone . nere, lunghe, svolazza11ti, in fisso su apposita tulipa posta sulla dr. del la wppa di fel tro nero de l cappel lo. L 'artigl ieria a caval lo ha pure un /', speciale coslituito da crini

Pennacchi di Carnbinieri (ufficiale e militi) e di tamburino della Guardia svi:tzera pontificia


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d' una coda di cavallo, che infissi su apposita tulipa sul è avanti del copricapo, ne scendono a d r. fino a toccare )a spnl la dell'artigl iere . Anche negl i eserciti esteri colle unifornii di parata si sono i:onservati i tradizionali /J. ; così a<l esempio in Francia i corazzieri a cavallo e !a guardia

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do i barbari settentrionali invasero l ' Italia, P. soggiacque alla sorte comune . Sotto i Longobardi d ivenne contea. Nel I 140, la regione fu sottoposta a re Ruggero e quando !a signoria ciel rearne di Napoli passò dagli Svevi agli Angioini, P. ebbe il t itolo <li Città reale, capo!. d i pro• ,·incia cd ebbe molti privilegi . Nel 1436 fu presa e saccheggiata dagli Aquilani, condotti da Giacomo Caldora. T o rnata in seguito in possesso della corona d i N apoli, ne seguì le vicende.

Forca di Pc1111c. Passo dcli' Appenn ino Abruzzese che mette in comunicazione l 'altopiano aquilano con la valle del Pescara. é seguito da un « tratturo» battuto sin dall 'epoca romana; esso traversa d iagonalmente la sezi0ne orientale dell'altopiano e raggiunge la forca, che a soli 9oz 111. offre comodo passaggio, attraverso le propaggini mlidionali del Gran Sasso d'Italia, alla valle del Pescara e a]· versante adr iatico fra C hieti e Lanciano. Del valic" usufruifce anche una rotabile che congiunge vari centri dcll':,llopiano e del versante sr. del Pesca ra, rannodandr,si alla st rada T eramo-Chieti presso Cepagatti. La Forca d i P. è perciò sussidiaria delle Gole d i Popoli, ove passa la grande strada Chieti.Popoli-Aquila, oggi più frequentata perchè seguìta da ferrovia; ha, dunque , notevole importanza militare, dov llta anche al fatto che permette di evitare ] 'i11cana lamcnto di forze nelle basse Gole di Popoli e lungo il fonde) d i Val l'escara , offrendo strade che si sviluppano in vece sui dossi e assicurano domi nio sulla valle e su l terreno contig uo.

Pennacchio ·di ufficiale dei bersaglieri (gen. Lamnrmora)

pu bblicana J cavallo han no nella grande uniforme 1'e lnh> guarnito d i piccolo l'. infisso sulla punta anteriore della cresta , e la lunga . criniera scende nte fino alle spalJe della _sresta stessa. E così p ure in ·J nghilterra, dove esiste il culto del~~ formalità trad i2.io nali, sono stati mantenuti 1 " alle diverse coperture di parala della Guardia Reale e di alcuni cocpi a cavallo .

Pennacd1io Alfon.<o . Generale dei CC. RR., n. a Sa• !uzzo, m. a Roma (1846-1907). Sottot. dei g ranatieri nd 186~, p artecipò alla campagna del 1866. Nel 1876 passò nei CC. RR. e nel 1899 fu p ro· mosso colonnello comandante la legione di Milano. Magg. generale nel 1904 , fu addelto al co· mando generale <lcl l'armn..

Penne (ant. l'inna) . Comune in prov . di Pescara . Fu antica

città dei Vestini. Durante !a guerra Sociale, 1 suoi abitanti si segnalarono per la loro fePennacchio Alfonso deltà a Ro ma e resistettero a tutt i g li sforz i degl i alleati per attirarli dalla loro parte. Al tempo d el la seconda guerra Pun ica, dopo che i Romani furono sconfitti <la A noiualt presso il lago Trasimeno, P. fornì al console Metello, nel 2II a. C., 4000 fanti e altrettanti cavall i e la sua gioventi, fu celeurata da $ ilio Italico per la sua prodezza nelle armi. Du• rame la g uerra Civile fra Ma,io e Silla, P. fu da questi <.l.evasrn.ta , ma, cess~ta la dittatura sillnna, tornò sotto Ja protezione del popol_o romano. Fu -città cospicua sollo il clominio romano ed ebbe un senato, decurio ni, ecc , Quan-

Pennella (Giuteppe). Generale e scrittore mil. , n . a Rioncro in V ulture, 111. a F iesole (J864•1925). Sorro r. d i fanteria nel 1882, frequentò poi la scuola cli guer ra e pas~ò nello S . M. Colonnello nel 1915, iniziò la guerra contro l' Austria presso il Comando Supremo. Assunto nel d icembre 1915 i l comando de lla

brigara granatieri. lo tenne per un anno sull 'altipiano d i Asia• go e sul Carso, merlt;indo tre rned. d'argento e la croce da cav . dell 'O. M . S . Capo d i S. M. della 4" armata e poi comandante la 35• divis . (!917), venne promosso

ten .

genera le

per merito di gue rra,. Passalo capo d i S. M. della 3" armata (giugno 1917), sull'a ltipia no Carsico meritò la commenda dell 'O. M. S. Promosso comandante dell 'Xl c . d'A. p~-r

Pennella Giuseppe

merito d i guerra, tenne successiva me nte nel 19 17 il comando della 2•, d cll '8° armata e del X li corpo d 'armala che g uidò in Val <l'Assa e Val Sugana (autunno 1918) meritando la medaglia di bronzo . N el 19 19 comandò il C. <l'A. di Fircm:c e nel 1920 andò in P. A, S. Nel 1923 assunse il gr ado di generale d i C . c1·A. Pubblicò numerosi libri e monografie, fra cui: « Saggi d i lattica applicata pei minori riparti de lle tre arm i "; « Il Vademecum Jell'allievo uflìciak d i complemento "; " Le spese militar i in Italia, Francia, Germania, Austria, Ungheria, Russia, Ilclgio e Svizzera »; « Studio comparativo fra i regolamenti <l'esercizi per la fanteria i n Germ ania , Svizzera, Italia, Francia, Russia ed Au stria »; « li problem a d ei quad ri del R. esercito italiano » ; ,, Le grandi manovre del 1903 in Italia »; « Le mit ragliatrici nell 'avanscoperta »; « Le altre a.r mi ncll 'avanscoperta »; « li Vademecum del l'ufficiale combattente »;


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" La nostra rinnovata regolame ntazione tattico-logistica , riassu11rn cd ord inala per affini1il di argomenti n; « Il Vademecum militare dcll 'ufficiale della R. guardia di finanza •; « Garibaldi e la spedizione dei Mille nell'opera di G. Carducci »; « Dodici mesi al comando della brigata Granatieri >) .

Pennese. f:. il marinain che ha l'incarico di fare il guardiano nel magazzino d ei materiali consumabili del sottufficiale capo carico. È uom n di fiducia che vive nelle cale -Jella nave ç distribuisce i mate riali per ordine del conta.bi le dal quale dipende. Sulle navi da gucr rn, vi sono vari P.: de l nostromo, d el capo can noniere, torpediniere, elct· tricista, ecc. Percepisce un piccolo supplemento cd esercita uno speciale servizio di guardia. Nell'antica marina velica crn p ure uno d egli uffici~li addc1ti alla custod ia e distribu.zionc dei viveri.

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sotto le sue insegne almeno r2 u. cl'anne, accomf)agnati dai rispettivi arcieri e valletti.

Pensacola. Città degli Stati Uniti, nell'Alabama, nella baia om~ma, sul Golfo del Mosico. Nel 1814, durante la guerra Anglo -americana, faceva :incera parte dei domini spagnuoli quando, su ll a fine d ell'agosto, vi si fermarono tre navi in glesi, che, occupatone col consenso degli Spagnuoli il forte con 300 u. di guarnigione, avevano sbarcato armi e munizioni da- distribuirsi agli Indiani di cui p oco prima era siam domata l'insurrezione. Fatte vane rimostranze al g overno spagnuolo per questa v io lazione di neutralità , il gcn. americano Jackson , rinforzato di 2000 u. del Tennessee, il 6 011obrc si presentò dinanzi alla piazza impouendo la resa. Gli Inglesi, rifiutando di ricevere il parlame n tario, risposero a cannonate. Così il giorno seg uente gl i Americani, me nt re a occidc nre della citc,, d'onde erano venuti, ostenta\·ano preparali\ i di attacco con movimento di uomini e ca~ valli, compiuto un largo giro g iunsero sul lato opposto , riuscendo a penetrare nel1'abitalo quantunt1ue battuti da una grossa batteria e da sette navi inglesi all'ancora. Essendo stata superata facilmente dagli assalitori la resistenza nelle strade, il go· ,·ernatore si arrese. Il forte rifiutò di capitolare, ma la notte seguente la guarnig ione in glese si r itirò su lle navi.

Pens ioni. ;-.;ei tempi lon • tani , la giu bilazione no n portava con si: alcun d iritto d , GULF' OF MEXICO SANT A ROSA SCALf; or M IL[5 carallcrc eco nomico , Si passò IS~ A N O successivamente a concess ioni lasciate 3lla benevolenza so8:aia e fonificazioni di Pensacola all'epoca della guerra di Secessione vrana e quindi, con l'evoluzione dei tempi, della l'. se Pennone. Destinato a sostene re le vele quadre de lle ne costilUÌ un d iritto, prev isto , co111cmplato e regolato da disposizioni lcgislati"c . Tutti coloro che con forma e manavi a vela, è rima.sto in uso anche negli a lberi d elle na\'i nifestazione diversa esplicano e dedicano al servizio dello militari, perchè alle estremità di essi si alzano le bandiere per segnali, gli indicatori di barra del timone, gli indi · Stato tult3 la loro a1tività, hanno dallo Stato l'as;,curazione formale ed indistruuibile ch e il loro avvenire. e della catari di andatura delle macchi ne ed in generale 1uuo ci,'> vedova e degl i o rfani , è garantito da prnvvidc e razionali .che serve alle comunicazioni Ira nave e nave nelle andad isposizion i di legge, ciò rappresenrnndo per lui un d iture in formazione. I P. prendono diversi nomi a scritto, conseguenza diretta cd immediata del ,crvizio da <onda degli alberi ai quali sono attaccati. Si ha, cosl. il esso prestalo, in relazione a quamità e qualità del servizio P. di maestra , di trinchetto, di gabbia, di parrocchwo. stesso ed allo cause che possono e potrebbero bruscamente velaccio, velaccino, coninterrom pe rlo. Se la tranq uill ità d ello spirito e la serenità trovclacc io, ccc. della mente sono condizioni necessa rie per la pretesa del Pennone. Stenrlardo massimo rendimento eh tutte le attività che ,i possono e molto lungo u,ato dalsi de,·ono pretendere dai funzionari statali in genere, è la cavalleria italiana e facile intuire come quelle cond izioni abbiano ancora magfrancese fino alla metà g iore importanza nel l'ambiente mi litare. Lo speciale carat, lei secolo XV!II. Getere del ,crvizio. le d iverse e particolari contingenze in nericamente è detta così cui esso può s,·olgersi richiedono altrcllante speciali e par· una bandiera col drapticolari disf)osi:,,ion i armonizzate alle esigenze ed ai rischi po mo lto allungato, e che derivano dalle fina lità del ser vizio s1esso. Ed infau i la ,li grandi dimensioni. Pennone di cuv11lleria nost ra legislazione su ll'is1i1uto delle /' . ha pu nti comuni Pcnr1011cello è d etta per tutte le categorie di funzio nari cd impiegati d ello la banderuo la posta vicina alla lancia della ca,·allcria. Stato e ne ha tanti e tanti altri che riguardano solo ed I ca,•alieri del medio evo portavano il P. in cima alla csclusi,·amcn1c i militari, intendendo per tali non solo coloro lancia. li cava liere d i P. doveva conduHc in g uc rrn loro che d i lihera elezione si sono assunti il nobile com-


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pito di servire permanentemcnlc la Palria, ma anche lutti coloro che comunque siano chiamati a compiere il loro dovere di coscrizione. li regolare e graduare questo diritto costituisce un compito assai complesso. Esso deve tenere conto <li tanti elementi e di tanti fattori d'ordine maleriale, morale ed economico che hanno la ripercussione sul singolo e sull'Erario. Varie e d i natu rn d iversa sono le no rme che regolano le I'. Riunite tutte in un primo tempo nel " Testo Unico delle leggi sulle p<·mioni civili e militari • approvato con R. D. 21 febbraio 1895, N. 70, subirono III prosieguo di tempo v:irianti, innovazioni e l'iformc , le quali particolarmen te e maggiormente per numero cd itnportanza si ac•

ccntuarono nel! 'immediato dopo guerra, portando sperequazioni e penurba1,ioni nella misura e condizioni necessarie pcl loro conseguimento. Una sistemazione ed anche

uoa .)taliilizzazionc, e ra nccc~snria: a ciò provvide il go,·crno Mussolini. li quale nel la sua poòcrosa e grandiosa opera ricostruttrice. ha anche 111 materia di P. fatta sent ire la sua benefica e saggia n ione riformatrice col R. D. 1.1 novembre 1<)23, n. 2489, col q uale si uni licavanu e ch• rificavano le disposizioni regolanti la materia. Le leggi preccdcnu determinavano u11 trattamelllo di quiescenza pei cessanti dal servizio, rappresentato da un premio proporzionato a stipend io e tcmµo ; aumentavano lf aliquote per la determinazione delle llllOte pensione e consentivano ancora il riscatto degli anni prestati in servizio straordinario, prima esclusi dalla valutazione. L 'aumento delle ritenute consiste nell 'abolizione del la tassa proporziona!e prcvis1a dall';1rt. 3 della legge 7 luglio 1876 e la sua sostituzione con la ritenuta fissa del 6 °10 ,ugli assegni comunque valucabili agli effetti della pensione. A seconda delle cause che la origi nano, la P. può essere <liretta, ~e conseguita e liq uidata d irettamente dal militare; indirecta o cli riversibilità, se liquidata da determinate persone della famiglia del mili1arc, comunque ,·cnuto a mancare 1ia in scrvi.r,in che nella posizione di ripo,o .

tim:1 la g raduazione della misura è dala daL tempo e dallo stipendio; nella privilegiata invece, il conseguimcnlo del diritto è indipcmleote dal numero degli anni utili e vi concorrono in hoogo: ent ità delle cause che la determinarono e grado ri"estito dall 'infortunato. Di questa categoria {a parte la P. privilegiata di guerra, che differisce dalla precedente perchè la causa diretta del scn•izio deve essere comprovata e motivarn da cause dirette od anche indirette di g uerra. La liqu idazione è più vantaggiosa delle ;iltre, quale tangibile segno di riconosccn7.a della Patria. Questa P. è proporzionata al grado della infermità, e le infermità sono classificate in 10 categorie con differente trattamento. Cond iz ioni per il ronscgui ,m:nto del la I'. o rdinaria sono: i l collocamento ~ r iposo per anzianità di scn•izio; il col locamento in posizione di .crvizio ausiliario; il collocamento in riforma per infermità non proveniente da cause cji serv izio; il colloca mento a riposo per d ifetto d i idoneità intelleuua le : il collocamento a riposo per revoca dall'impiego, pe, rimozione dal grado, per destituzione. Condizione per il conseguimento della P. pri\'iiegiata ordinari a è il collocamen to a riposo per fe,ite ccl infermi tà derivanti dal servizio. Condizione per il conscguimcn(:1 della P. pri, ilègiata di guerra è il collocamento a ripo;o pc:r ferite od infermità derivanti da cause di guerra. Al calcolo del le l'. ordinarie e <li n versibili,tà contribuiscono due fattori : quota valore determinata dal l 'aliquota indicata in apposita tabella contemplata dalb legge rnlle pensioni, quota tempo. risultante da tullo il numero degli .:uni utili agli effett i della pcllsione. L'aliquota valore è la risulta nte dcli 'appli,azionc di presta biliti denom inatori che variano per ogni grado cd in ogni grado si differenziano da combattenti a ~on combattenti. Le P. di riversibilità invece sono date dalla metà della pensione ordinaria, ,lU• mcntata di ,lecerminatc perce ntuali proporzio nate al numer,:, degli orfani.

Pt11sio11i di gucl'ra. GI, accertamenti sanitari relativi alle pen, ioni d i guerra vengono eseguiti da Commis~ioni meLa pensione direua pUò essere ord inaria , pri vi legiala, pri • diche, le quali sono al la dipendenza del Ministe ro delk vilcgiara di guerra. La indiretta in\'ece; mantiene sempre. Fin:rnze (Direzione Genera le per k pensioni di guerra) e in qualunque caso, la stessa caratteristica della ri\'crsibilità. sono composte <li due ufficiali medici del R. Esercito o inquantochè essa si riversa appunto sugli aventi diritto nella ' della R . Marina, di cui alme11c; uno 110icialc superiore con costante proporzione µ,·evisca dalla legge, u seconda della funzioni di presidente, e d i un sanitario civile icelto frn l'. che spettava al m'ilitare cd a seconda delle per sone e quelli designati da Il ' Associn ione Nazionale fra ; mutilati del numero di esse. • e gli invalidi di guerra; almeno uno dei commissari de,·e La P. ordi naria è; quella normale che spetta cli diritto essere chirurgo. LJ Commissione procede a visita dicett;i, al m ilitare d opo aver servi to nell'ese rcito un determi nato redigendo un verbale de lla visita eseguila e<I e.sprimcndo numero di anni cd avere r:•ggiunta una prestab iliw e1à il proprio parere sulle cause e sull 'cnti1à delle menomaminima e massim,l . Concorrono alla determinazione di zioni dcll'integrit:C fisica constatate. 11 parere della C'.omessa: il tempa e la misura dello stipendio e degli altri ' missione. se non è accettato dall'interessato, è ~ottopasto :,ssegni valutabil i a tale cffaao. li 1empo è nipprescnta lu: a re,·isionc dal la Com mi;,ione Medica Superiore, la quale dal numero degli anni d i effettivo servizio effenivamcme ha ~cde in Roma ed è :1nch 'essa nominata da l Minist ro prestato e da aliquote aggiunti"c. deri,·ami: da benemedelle Finanz~. di concerto col ~inistro della Guerra ,. renze di g uerra o di colonia, da titoli di studio voluto o con ,1uello della Marina. ,ui documento, ma nei ca,i dubbi richiesti dalla legge per l 'assunzione in servizio; eia posie ,cm pre quando vi sia stato d issenso nella Commissione -,ioni speciali in wi il m ilitare è venuto a trova rsi e nel le medica locale, esprimerà il suo giudizio d opo visita di<1uali, pur non pre~tando la sua opera a beneficio ddrell3, per la quale può anche delegare uno dei suoi membri. resercito, essendo e<sa posizione indipendente dalla ,olontà La liquidazion~ delle pensioni cli guerra ,,ien fatta in ciel 111il i1,1re medesimo, il tempo gli pm\ essere tutto ori in ba.e al R. Decreto n . 1491 del t 2 luglio 1923 cd al pane caléolato. Lo sti pendio, invece, è quale esso risulta R. Decreto-legge n. 928 del 27 maggio 1926, col q uale percepito dal mili1arc in un determinato ultimo periodo vengono fatte modificazioni cd aggiunte alle norme appr'l• cli tempo. Per effetto di quella assicurazione che In Stato \ate col precedente R. lx.-creto. La legge riconosce tre dà di diritto ai suoi funzionari di provvedere non solo forme di indenni1à per i mutilati e gli invalidi: la penalla vecch iaia, ma anche ad una eventuale lo ro impo1cnza sio ne vitalizia, che vie ne concessa qu ando la menomazione od incapacità al lavoro, purchè sussista indubbia l'origine dell'integrità fisica non è suscettibile col lcmpo cli migliodal scn•izio, nasce la P. privilegiala, la quale è compleramento, ed a sccooda della entità della lesione od in tamente di,·crsa dalb ordinaria, inquantochè in questa ulfermità ,·engono distinte otto categorie di pensione; l'as-


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segno r innovabile, che viene concesso a periodi non inferiori a due anni, nè superiori a qu attro e per un tempo comp lessivo non eccedente gli otto anni, quando la rncnnmazio nc è suscettibile di mig lioramento; l'indennità per una volta tanto, uguale ad alcune annualità della pensione di Ottava categoria. In fine ai grandi invalidi vengono concessi assegni di superinval idità cd assegni per cumulo di infcrmi1à, in rapporto alla notevole em ità delle lesioni. Per le Pensioni d i guerra e 1'Assistenza m ilitare ru istituito con R. D. 1Q novembre 1917 n . 1812 uno speciale Min istero. soppresso dopo la fine dello stato di guerra, con R. D. legge 25 novembre 1919 che ne trasferì i ser,·izi al Ministero del Tesoro. Presso questo Ministero, per tali servizi fu prima istituita una Di rc>:ione Genera le con R. D. 8 gennaio 1920 n . 2, poi u n Sotto,egretaria10 di Stato con R. D. 17 giugno 19zo n. 908. li Sottosegretariato è stato soppresso con R . D. 6 sencmbre 19 2 3, ed i resi<l ui servi;:i relativi alle pensioni di guerrn sono stati affidati ad una speciale D irezione Generale presso il Ministero delle Fi nanze , con R . l>'. 2 7 settembre 1923 n. 2 1 2 2. Nd regno di Sa rdegna, fino a lullo il secolo XV111 le P. erano conces,c ad arbitrio del Re; coloro i quali venivano così pensionati 1,assavano ncll:t categoria dei 'J'rauentl!i (V.). Nel 1790 si riconobbe il diritto a pensicnc alle Guardie del Corpo. Il governo repubblicano francese in Piemon te ammi•c il d iritto a pensione d:d t801. Il 3 1 d icembre r815 ,•enne pubblicato il Regolamento per le pcmioni di ritiro, , t ipendi di ri(o1 ma e d'aspettativa ai militari d i ogni arma secondo il loro grado. La pensione poteva acquistarsi per anzianilà di servizio, per ferire jn yucrra, per infcrn,ir.\ causat:: dal serviz io; si perdeva per pene infa .:,anl i. La pensione per anz ianità si poteva avere dopo 30 ann i di servi7,iO effetti,o d'ordinanza ia un reggimento, e dopo 50 anni raggiunge va il massimo ; j provinciali avcv:1110 una q uorn di riduzione . p roporz ionata al g rado, alle campagne ccl agli anni di effetti, o servizio fatto. Le pensioni per ferite era no proronionate alla entità <!clic ferire ; le vedove nei mort i in guerra, cd i loro orfan i sino all'nà di 20 anni. avevano la metà del minimo che sarebbe spellato al morto. T tnlavia, µcr frenare il gran numero di doman de per l:t pe nsione. il 13 marzo 1823 il re Carlo Felice stabilì che la pensione di ritiro non "enisse accordata, nonostante il compiuto te mpo, che a coloro che fossero nel1'impo~sibilità cli proseguire nel servizio.

Pentecontarch ia. Negli ord ini dei vel iti, si diceva così la r iunione d i due !:iistasi d i .32 u. ciascuna; perciò la P. aveva la tor-La di 64 u. Porrebbe paragonar,i al nost ro plotone d i fan1c ria sul piede d i guerra. Pentecontoro. Bastimento da guerra dell'epoca pelasgica , a 50 remi. 25 per banda in ,111 ordine solo . Aveva forme allunga1e : forte in testa . munito di rostro. fu il

Pentecontoro egiziano

primo tipo della n ave militare a remi. La p1u antica menz ione del P. rimonta all 'anno 15ru :1. C. La galea i talica del medio evo prese a modello cli costruzione il P. pclasgo.

Pentecosiarchia. Reparto della amica falange, composto di d ue ~ tagn,e, della forza di 500 u . circa, comandato da un <\ pcntaco.-,iarca >). Pentecostia. Nell'antico esercito spartano r appresentava la quMta parte <li un « Loco », che era uno d ei sette repart i in cui <i di,·i<lc,·a la grande unità tattica. La P. contava 128 uomini. Pentera. Era così d1iama1a !a na"c polireme a cinque ordini di remi soprapposti . 1.'organi~zazione generale era simile a quella delle altre navi a ;cmi. Pentola di fuoco. Era una pentola ordinaria di terra, che veniva caricata d i polvere e di gran:tte cariche con spoletta. La si copri\'a quindi con cartapecora o pelle di montone. Era munita di miccia legaia ai man ichi, alla quale si d ava fuoco µr ima d i geuare la />. sulle truppe ass:illanti. Er:i un ':irma da difesa delle mura e venne adoperata :?nchc in n1ari n~1 e dc,;tla anche u Pjgnatta ». Pepareto. Ant. nome dell'isola greca, sulle co,tc della Tessaglia, oggi delta di Kilidrom i. :--ìel 361 si comba ttè 11dle sue ac,,uc una battaglia che appa rnenc al pcriodu delle così dette Guerre Tebane, e fu combattuta e ,·ima dalle navi del t iranno Alessand ro d i Fere contro la flotta atenie~c .

Pepe (Florestano). Generale 1rnpolcta110 , n . a S91J illacc, a Napoli (1780-18.'5 1) . Ser vì la repubblica Partenopea : emigrato, passò al sen•izio della Francia e per Napoleone combau è nel 1810 e 18rr in Spagna di"encndo mar~~c. di cam pr,. :--le! 1812 andò in R ussia o,·e colla cavalleria napoletana ~oprì Ja m arcia delia retroguardia francese. Rit~rllfl to in Italia fu incarica to dj reprimere il moto insurre'l. ionale negli Abruzzi, combattè a Macerata ed a Tolentino, e, promo,so tcn . generale, rimase a :,,;'apoli, dopo la foga del re, al comando generale dell'esercito . Nel 1820 andò a Palermo per soffocarvi il moto rivolu,:ionario e concluse cogli insorti una capitolazione che non fu appro, ata chi governo napoleta no, motivo per cui egli diede k dimission i. Ripre,c ~rvizio solo nel 1848 nella guerra contro l'Austria, ri tirandosi subito clnpo a vita pr ivata . 111.

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Pepe Gabriele. Colonnello n:ipolctano, cugino del precedente, 11. a Doiano, m. :i Firenze ( 178, -, 849). Combatti: ~ Civita Castellana e ad Otricoli contro i" Francesi. Difese poi J,1 repubblica 1rnpoletana a Nola, a Torre Annun7.iata cd a Portici, dove fu ferito. Combattè a Marengo nella legione italian:, e fece la campagna cl' Italia del 1815, nella q uale riportò quattro ferite d'arm'1 bianca a Tolentino. Nel 1848 fu comandante della G uardia Nazionale di Napoli. A Firenze sfidò a due llo Pepe Gabricl• il Larnartinc. quando questo poeta francese d isse che I 'ltalìa era I" terra d ei morti. Pepe Guglu/1110. Generale napoletano, fratello di Florestano , n . a Squillacc, m. a Tor ino (1783-1855). Nel 1799 combattè a Port ici ed a Napoli contro le soldatesche del cardinale RufTo, rimanendo ferito. Capo dei carbonari, dovette esulare in Francia ove ,arruolò nella legione Italiana e con essa partecipò a lle campagne d i Napoleone. Nel 18o6, come maggiore, fu al sen·izio del re Giuseppe; catturat0


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905 cli Savigliano e poi i circondari militari d i. Parma, di Lecce, d i Reggio Calabria e d i Pisa. Alla fine del 1870 fu collocato a riposo col g rado d i magg. generale e nel 1893 fu promosso ten. generale 11ella riserva .

a Mai<la e condannato a mone, riuscì a fuggire. Nel 18ro comandò in Spagna un reggimento napoletano. Nel 1815 combattè contro g li Austriaci sul Panaro. Nei mot i costituzionali del 1820 comandò in capo gli insorti. Dopo il cong resso di Lubiana e l'arrivo degli Austriaci riel reame, fu vinto a Rieti, e dovette emigra re all'estero. Amnistiato nel 1848, ebbe il comando del corpo \Ji spedizione napoletano che doveva concorrere alla guerra contro l'Austria. Richiamato, d isobbedì esclamando nell'additare il Po alle sue t ruppe: « Di là l'onore, d i qua la vergogna! » e passò il fiume con 2 mjla uom ini . Avuto 11 comando delle forze d i Venezia, vi sostenne l'assedio distinguendosi a Marghera. Esulò poi a Corfù, Genova, Malta e Parigi . Scrisse, fra altro: ~< Le memorie intorno alla sua vita ed ai recenti casi d'Italia »; « L'Italia m ilitare»; " Memoria dell'esercito delle Due Sicilie e rnÙa guerra italiana di sollevazione »; « La relazione del le ci rcostanze relative agli avvenimen ti politici e milita ri del 1820 » ; « I casi d' Italia negli anni 184j · 1848-1849 >>.

Peraldi (Oliviero). Colonnello napoleonico, n. in Corsica nel 1775. Nel 1795 si d istinse nella campagna d'Italia e combattendo J Castiglione delle Stiviere rimase ferito . Nella campagna d i Pomerania fu all'assedio di Colberg; in Spagna si segnalò in modo speciale all 'assedio d i Rosas, venendo citato da N apoleone nel bollettino della grande armata. Come colonnello dei coscritti della Guardia prese parte alle campagne del 1812 in Russia, d istinguendosi a Malojaroslavetz. Partecipò infine alle campagne del 1813 e del 1814 distinguendosi in particolar modo a Salò.

Pepi (Tito). Generale, n . nel 1838, m . ad Orbetello nd 1917. Proveniente dall'esercito del grandk2to di Toscana, passò in quel-lo it11liano col grado d i capi1,no d i fanteria . Colonnello nel 1877, comandò il j6o regg. fanteria e nel 1880 passò nell.1 riserva, <love fu promosso magg. generale nel 1895 e ten. generale" nel 1904.

Perassi (Gio11a1111i A111011io). Generale medico, n . nel 1857. Sottot. medico nel 1881, dopo essere stato d irettore dell'ospedale d i Cava de· Ti rreni venne ( 19 ,5) promosso colonnello. In P. A. nel r g rj , fu promosso rnagg. generale medico nella. riserva nel 1924.

Pepoli (11111rc/1ese Gwacc/11110). Patr iotra e uomo politico, n. e 111. a .Bologna (1825-1881). Nel 1848 ,;.c omandò. la ·Guardia nazionale che respinse gli Austriaci da Bologna; nel 1859 fu capo, tld Governo provvisorio di Bologna, poi m inistro édl . Finanze e degl i Esteri <lei Governo dell"Emiiic commissario generale nell'Umbria, ministro d •Agricoltura e Co1n,tiercio, m inistro plenipotenziario. Nel 1868 fu nominato senatore .

Perjllto (Bernardo). Capitano gar ibaldino, ligure (18241849). -Fu con Garibaldi in America, indi aiutante maggiore ~lla diiesa di Roma : ferito una prima volta, dimesso dall'ospedale, cadde nel combattimento del 3 g iugno.

Percin (Alessandro) . Generale e scrittore militare francese, n. nel 1846. Prese parte alla g uerra del 1870-71 e poi fu alla fabbrica d'armi di Ch~tcllerault , alla d irezione cl"artiglieria d i Brest, e, nel 1879, professore aggiunto del corso d'artiglie ria all a Scuola di Saint-Cyr. Nel 190, raggiunse il grado di generale d i brigata, nel 1903, d i d ivis. nel 1906 ebbe il comando del Xlii C. d'A. Fu poi membro del Consiglio superiore della guerra e infine ispettore generale dell'istruzione del tiro dell'a rtiglieria da campagna. Tra le opere da lui pubblicate sono da notare: « Il collegamento delle arm i ~>; ii Cinque anni d'ispezione n; 1, n massacro della nost ra fanteria ". Perclorato di ammonio. Si presenta in cristalli prismatici bianchi, solubili in acqua, quasi insolubili in alcool, scomponibili •a c;i]do. No1t è igroscopico se puro ed è piuttosto sensibile agli urti. Questo sale fu introdotto nella tecnica degli esplosivi dal Nobel: esso entra nella preparazione d i molte miscele esplosive d i sicurezza.

Pepe Guglielmo

Pepoli Ugo

l'epoii c(>nte Ugo . ' Generale, nato a Bologna, morto a S . Lazzar0 d i Savena (1818-1896). Cadetto · nell'esercito austriaco nel 1835, pas,ò nel 1845 al serv izio della Fra ncia quale sotto!. della legione maniera ed in Africa partecipò alle campagne dal 1845 al 1848. Rimpatriato nel 1848, fu capitano di cavallcrià dell"esercito di Sicilia e prese parte alla campagna -clell'in d ipcnclenza dell'isola. Nel 184~ partecipò alla difesa di Roma quale capitano ciel governo provvisorio . romano e cessò dal servizio, col grado di maggiore, alla restaurazione del governo pont ificio. Sottot. nella legione anglo-iraliana al servizio del goyerno britannico nel 1855-56, partecipò alla campagna d 'Oriente. Maggiore di fanteria nell'armata deJl 'Irnlia centra le nel 1859, passò nell 'anno seguente nel R. esercito dopo aver partecipato alla guerra del 1859. Ten. colonnello comandante i l 61° fanteria dal marzo al giugno 1861, fu p romosso nel 1861 colonnello nello S . M . delle piazze e comandò la piazza

Percussore. Cosl i: chiamata quella parte del congegno di accensione <!ell a carica, nel le armi da fuoco portatili, che percuote la capsula provocando l'esplosione della m i-

(~)- ----,§x=i================:,== Percussore del fucile ital iano mod . 1870

~tura fulmin~-rnte in e.~sa ccirllcnuta. -

Nelle anni ~ retro-

c1nca sostituì il cane delle anni ad avancarica . La sua

farnia particolare è sva riatis~ima, a seconda del sist~ma

Percussore del fucile italiano rnod. 1891

dell'arma a cu i appa rtiene . Generalmente però esso /: sempre della forma di un 'ast a con punta nei sistemi a cili ndro, c.he sono oggigiorno quasi escl usivamente in uso.


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Percy (barone Pietro). Chirurgo francese ( 1754-1825). Appena laureato iniziò la canicra mil itare; nel 1789 era chirurgo in capo nei regg. di Fiandra e nel 1792 n~ll'arma•a del Reno, do,·e organizzJ\'a il servizio dei portatori di lettighe per lo sgombero dei feriti dal rampo di battaglia. Nell'ottobre 1803 fu nominato Ispettore generale degli e.ser~iti della Repubblica. Prese parte J tu tte le ca mpagne napoleoniche. Dotato di forza eccezionale e di grande coraggio, si espose sovente sul campo di battag lia al (uoco nemico p~r salvare i feriti. Stabilì in modo e~atto la tecnica delle amputazioni, per limitare l 'abuso che se ne faceva nella chiru,gi:1 militare dell'epoca. 'cl 1807 presentò Pcrcy Pietro ~ Napoleone un progetto completo d i ,, Chirurgia delle bat• taglie " per la costituzione di un Corpo sanitario autonomo, permanente, di chirurgia, diviso in centurie, con o rganico fisso, regolarmente reclutatn ed istruite• e co:1 attribuzioni ben determinate e responsabilità definite ci r·ca il funzionamento degli ospodali e delle a mbulanze. /:'. prese parte a quasi tulle le campagne della Repubblica e dcl i Impe ro, r imanendo quattro volte ferito . Pubblicò articoli sulla c h irurgia <li guerra nel « Dizio nario di Scienze Mediche • e un • Manuale del ch_irurgo d'armata n.

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Pcrc-y (sir lvlorc1011, S,·ott). Ammi ragl io e scrittore :nilitare ing lese (1853-1924). E ntrato nella marina da guerra britannica nel 1866, raggiunse il grado <li ammirag lio nc:l 1905. Partecipò alla campag na della Cina contro i Boxcrs e alla guerra Anglo-boera. Si rese noto per numerose in \'enzioni e modificazioni agli apparecchi di tiro per ani• glieria. ·c1 1905, dopo la promozione a contrammir.. ,·enne nominato i,pcuorc dei tiri al bersagl io, carica allora creata. Nel 19 13, alla sua p romozione ad a m1TJ iraglio, si dimise volontariamente dal servizio a ttivo. :,.Jel 19q fu chiamato come consigliere nell'ammiragliato sulle artiglierie e sotto marini, e nel 1915 assunse la d i!csa d i Lond ra co ntro l'aviazione nemica. Fu sostenitore d ella inutilit~ <lella CO· struzionc delle grosse navi da banaglia. :--lei 1919 pubblicò le sue memorie, sotto il titolo di ,, Cinquant'anni nella Marina Reale » .

Perozel (Ma111·1:io). Generale ungherc,e (1811-1899). Prese parte con onore alla rivo luzione ungherese del 1849 e alla sua scon lìua riparèi all'este ro. Perdloca L Re di ~ acedonia nell"Vlll secolo a . C. e fondatore della di11as1ia Macedone. Perdicct1 Il. Re rli Macedon ia nel 433 a . C.; combatti: co ntro i Traci e rnor1 nel 413. Perd1cca ILI. Re d i Maced onia nel scc. IV a . C .: sostenne guerre con pretendenti al trono; combauè contro g li Ate n iesi, morì nel 359 a. C . in una guerra contro gli lllir i. Perdicca. Generale macedone del >Cc. IV a. C. Fu uno dei luogotenenti di Alessandro il Grande e dopo la morte di questi fu coinvolto nelle lotte con gl i altri genernli. Invase gli Stati cli Tolomeo e venne sco11fitto presso Menfi e ucciso dai suoi ufficiali, nel 321 a. C.

Perdi te, D ipendono, o ltre che da ll 'azione bellica, rla moltissime cause mutevolissime e talvolta imponderabili. Fra le molte: il clima, l'età. la predisposizione alle ma• lattie p ro pria di alcune categorie o di alcuni individui, ecc.

PER

Non è perciò as,olutamcnte possibile stabilire un dato di p rc,• isio ne d elle P. possibili in guena . Con la medesima fori-a ii11piegata e con identic he condizioni ge nerali si possono avere percentuali assai differenti. Comunque, a semplice titolo di orientamento, si può indicare come probabile la perd ita ciel 10- 18 % degli effettivi d' una grande unità <li prima linea durante azioni piuttosto vivaci. I ,e. parti avanzati di tale grande unità hanno naturalmente percentuali molto rilevanti . Ino ltre ~i può prevedere genericame nte che su 100 combauenti perduti 10 siano feriti leggermente e possano essere preno recuperati, degli altri, 7 abbisognano di cure presso le Sezion i di San;tà, 30 do• vranno essere sgomberati con mezzi vari. 26 con barelle ; 12 saranno intrasportabili e 15 morti. Per gli auossicati dagli aggressivi chimici !a previsione è ancor più difficile, poichè variatissima è: la specie dei gas impiegati. Sembrerebbe che gl i e /Tetti prodotti dai gas siano stati me110 letaii di quelli delle altre armi; ma è pur \'Cro che wi reparto colpito da gas. se privo di mezzi di difesa. è totalmente perduto. (V. ~nchc Mor/(//ità . Per la pe rdita de! g rado, V. Grt1do; per la perdita cli nave. V. Nave).

Perdomo (Aleua11dro G1011a11mi. Generale, n . nel 1834, m. a Firenze nel 1907. Sottot. de l genio nel 1859, partecipò al la campagna del 1866. Colo nnello nel 1883, fu direttore del genio a Bologna e poi a Firenze. In P. A. nel 18~1 . fu promosso magg. generale ncll-1 riserva t1cl 1895 e ten . generale nel 1905 .

Pered, Villaggio dell'Ungheria. vicino alla confluenza del fìume Waag col Danubio. Bauaglia di Peretf (20 e 21 giug no 1849). Appart i.:ne alla guerra d"Ungheria. li gen. Gt-orgey. comandante in capo delle forze insurrc>:ionali ungheresi, aveva dcciw di attaccare il gcn. austriaco l-laynau sulla sr. del Danubio, proprio mentre questi, da l canto .uo. stava concentra ndo le sue forze per passare sulla dr. del fiume ed ivi attaccare gl i Ungheresi . Un parziale combattime n to avvenuto il 16 luglio ern riuscito sfavorevole agli Ungheresi, e pertanto il Georgcy stabill di sferrare J·anacco il g iorno 20, con tutte le forze disponibili. Le disposizioni per la batrnglia furono le seguenti: l 'ala sr . ungherese doveva pas• sarc il Danubio ad Aszod per poi avvolgere l'ala dr. av,·crsaria, mentre il centro e la sr. dovevano passare il Waag per un attacco frontale; il presidio di Komorn avrebbe concorso a _pro teggere il passaggio del Danubio . Gli Aust riaci erano schierati tra i fiumi Danubio e W aag, con la dr. ohre Danubio e la sr. al di là del Waag. L ·attacco fu iniziato dalla sr. ungherese, che passato il ponte sul Waag, riusciva a occupare i l villagg io d i P. malgrado i violenti contranacchi sferrali presso il ponte dal gen. Wolgemuth. :'(ella giornata del 20 non vi furono altri combattimenti, perchè j.tli Austriac i, infer iori d i numero. vollero attendere il ric h iesto ri nforw della d ivis. russa Paniutinc, giunta a Presburgo. e gli Ungherc,i non potero no d isporre della propria ala dr. clre era rirna>ta l<mrnno. Malgrado l'afflue nza . nella notte, d i i mportanti rin forzi russi e di altri c,rpi austriaci, il gen. Gcorgey non ,·olle ritirarsi. li 21 giugno lo sch ieramento austro-russo era il seguente: il gcn . Paniutinc formava il centro con 12 bgl. del la sua div is. e 4 squadroni ; il gen. 1-lerzingcr con 2 brigate austriachi e 4 bgl. russi formava la dr., mentre alla sr. erano le due brigate dei generali Perin e Pott. li gcn. Georgcy. veduti i preparativi d 'attacco, si sch ierava tra i villaggi di P. e di Deaky. li combauimento ebbe inizio coll'anacco del centro russo. che costrinse gli Ungheresi a ritirarsi entro P.. mentre la dr. degli Imperiali,


PER

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sostenuta dal fuoco d i 10 pezzi, da 4 squadroni, e da I regg. cacciatori, s i lanciava sul fianco sr. avversario. Il gen. Pan iutine, visto il felice inizio della battaglia, lanciò le sue truppe ali ' assalto di P., già in fiamme per il fuoco dell'artigl ieria, e, dopo un vio lento ma breve combanimento, rimase padrone d el vill aggio. Venuta la notte gli Ungheresi, pienamente battuti, dovevano ritirarsi sulla sr . del Waag d opo aver perduto 3000 u. e 6 ca nnon i.

!'avvolgimento una corren te alternata che, con opportuni d ispositivi, viene portata a d ue serrafili esterni e da que,ti ,illa linea che porta -le ca psule . L'apparecchio è anche munito di un galvanometro e di un commutato re per poter eseguire, prima dell'esplosione, la p rova dell'apparato. Per questo esplod it~rc s'usano sempre capsule ad incandcscenz,1. È d i facile maneggio, leggiero, e ri.spon<le bene a t utte

Peregallo (Giulio). Generale, n. nel 1848. Sottol. di fanteria nel 1866, verso il termine della car;iera passò nel personale dei d istretti e comandò <la ten. colonnello il distretto mi i. d i Monza. In l'. A. nel 1904, fo trattenuto in servizio ancora per qualche tempo restando al comando dello stesso distretto. N el 1915 fu promosso magg. generale nella riserva .

Peregrini (En rico G1ova1111.i Battista) . Generale, n . e m. o Mìlanc, (1839-1909). Sottot. d i fanteria ne l 1860, passò poi ne llo S. M . , panecipò alla campagna del 1866 ed a Cusroza meritò la ,,.,ed. d'argento . Colonnello nel 1886, comandò il 420 e poi l'Si0 fanteria . 'Magg. generale CO• ,mandante la brigata Va lte llina nel ,894, fu collocato in P. A . nel 1896. T rasferito nel la riserva nel 1899, fu promosso ten. generale nel 1902.

Perego (Luca). Capitano m ilanese del scc. XVI. Soprannominato ,: « capitano Pozzo ,, ed esperto nell'arte militare, combattè a Ravenna, a Novara, a Melegnano ed a Cremona ove fu g ravemente ferito. Fu poi a Pisa cont ro i fuorusciti, a Montemerlo contro Filippo Strozzi, e in fine agli ordini d i Carlo V nella guerra di Sassonia e d i Francesco d'Este in P iemonte .

Perego Naf(t/e Egisto. Generale, n. nel 1840, 1n. a flo . fogna nel 1913. Tenente d el genio nel 1866, fu decor~tG della mcd . d i bronzo al valor civile. Nel 1894 passò nei d istretti militari e, colonnel lo nel 1897, comandò quello di Savena. In I'. A . nel 1899, fu promosso magg. generale nella riserva nel 1908 , Perego Vittorio. Generale medico, 11. a Caprino Bergamasco nel 1860. Sottot. medico nel 1886, partecipò al la cam pagna eritrea del r895-96. Nel 1908 mer itò nel terremotO sicu lo-cabbro la mcd. d'argento d i benemerenza. Partecipò poi alla guerra libica ed a q uella contro l 'Au stria , che iniziò come d irettore dell'ospedale mii. d i U dine. Colonnello nel 1917, meritò la mcd . d'argento dei benemeriti dd-la salute pubbl ica in occasione dell'epidemia colerica in zona d i g uerra (1915-19 r6) e quella d i bronzo al va lor militare nella zona carsica ( 19 16 -1 917). In P. A. dopo la guerra, fu pron1osso rnagg. gencraJc medico nella riserva nel r927 e collocato a riposo nel 1930. Perego Luigi. Generale, n. a Verona nel 1879. Sottot. di fanteria nel ,898, frequentò l a scuola d i g uerra e partecipò alle campagne d i Libia dd 1913-1914. Entrato in guerra contro I' Ausrria nel 1915, sul Col d i Lana r ipor-tò due gravi ferite. Ritornato vo lontario a combattere sino a tutto il 1918, ebbe da ten. colonnello, nel 1917, il comando del 271" rcgg. fanteria che guidò con valore durante la ritirata. Divenne colo nnello nel 1918 e nella grande g uerra meritò clue mcd . d'argento e la croce da cav . dell;O . M. S. Dopo la guerra comandò il 68° fanteria; nel 1926 fu presidente del Tribunale rnil. d i M ilano della cui città d ivenne comandante del d ist retto nçl 1931. Nel 1933 venne promossn generale d i brigata, ispettore d i mobilitazio ne della d iv is. <l'Alessandria. Perego (Esploditm·e modetlo 19 18). Macchina magncto· eleltrica, a corrente alternata 1nonofase, contenuta in una cassetta di legno noce del peso complessivo di Kg. 7. L 'i nduttore è fo rmato da quattro calamite verticali e para llele nel cui campo magnetico è situato l'indotto costitu ito da un cilindro. N el senso longitucliiialc dd cil indro è posto un avvolg inien10 d i fili di rame rivestito e isolato, un capo del quale è collegato all 'asse di rotazio.-,~ dell 'indo tto stesso e _l'altro a lla massa del generatore . Facendo g irare l'indotto nel campo magnetico, si sv iluppa nel-

le comuni ~sigcnze e ai casi ordinari d'impiego.

Perekop. Città dell 'Ucraina, nd centro del l'istmo omo_nimo. che separa il Mare d 'Azov da l Mar Nero, congiungendo la penisola d i Crimea col con tinente russo . Per difendere l'entrata nel la C rin1ca era st ato scavato attraverso

l'istmo un fossato -lungo 7 Km. , largo 22 111 . e profondo 7. il quale da l golfo d i Kark in it nel Mar Nero, raggiu11gcva il golfo d i Sivach su l Mare d'Azov. I Turchi avevano rafforzato questo fossato per mezzo della costruz ione di sei torri in pictra111e a giusta distanza 1'una da ll 'altra , form ando così di P. una buona piazza forte. Ma era stara poi t rascurata, ed al tempo del la guerra russotu rca del 1736-39 il marescia llo russo Miinich , il 2 giugno , 736. se ne impadronì senza che i 2500 u. che ne componel'ano la g uarnigione opponessero resistenza. Vi furono trovati 60 pezzi d'artiglieria in cattivo srato, già a ppar• tenuri all'esercico ,lei principe Galitzi_n. Sopraggiunto l'inverno l'esercito russo sì ritirò dalla C rimea per sl'ernare in Uc raina e P. fu rioccupata d ai Tartar i, che misero la piazza fo,:te in condizioni d , opporre seria resistenza agl i invasori. Nel 1771, durante la g uerra russo-turca del 17681774, il principe Dolgoruki , com andante della sped izione di C rimea, forzò le linee d i P. difese da 50.000 Ta rtar i. In breve tempo il generale russo si impadronì della città e un mese d,,po la penisola d i Crimea era tutta in potere dei R ussi. Al l'avve nto del Comu nismo in Russia, dura nte la lotta tra l'ese rcito rosso e l'eserc ito bia nco, l' . cm rimasto l' ultimo baluardo dell'esercito czarista del generak Wrangel. Nel l'inverno del 1920 fu presa d ai Rossi comandati dal gen. soviet ico F runsc, il quale .accerch iò la forrezza facendo passare le suç truppe sui ghiacci che copri,·ano J-a baia. Dopo la caduta d i P. l'esercito d i Wrangel .si sciolse.

Pere I I i-Cippo (Fcliff Giuseppe). Generale) n. e m. a Mil ano (1839-, 923) . Sottot. del ge nio nel 1861, insegnò dal 1868 al 1870 fortificazione alla , scuola m ii. d i Morlena e nel 1888 ebbe il coma ndo del collegio mii. di Napoli che tenne colla promozio ne a colonnello (1892). Fu poi di rettore del gen io a Bologna cd alla Spezia . Nel 1896 fu incaricato del comando del genio d i Torino; nel 1879 fu

promosso magg. generale. In P. A. nel 19or e in riserva nel 1904, di l'enne re n. generale nel 1909.

Perelli Felice

Pere/li Ippo/ieo. Generale, n. a Roma, 111 . a Santa Marinella (1871- 1929). Sottot. d'art. nel 1890, frcquemò poi

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PER

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la scuola d i guerra e passò nello S. M. Iniziò la guerrJ contro l 'Ausrr ia quale capo di S. M. della 1Sa d ivis. Colonnello nel J 9,6, comandò il 9° art. da cam pagna. Kcl 1917 fu capo di S . M. del 20• C. d'A. e dall'agosto 1917 al maggio 1918 comandò la brigata Reggio . Brigadiere ge• nern lc nel 19 18, dJbc missioni all 'c,tcro . Dopo la guerra rn· mandò le brigale Vahcllina e Mesw1.1. Generale di divis . nel 1926, comandò fino al 1928 l a <livis . d i Piacen,.11. Pubblicò su varie , iv iste articoli poli1icon1ilit:1n.

Peretti (Bartolomeo). Capitano generale delle galere del ,ec. XV I, n. e m. a Sie n a Perel!i J ppolìro (1503-1543). Dapprima fu al scr,·izio delle milizie senesi; poi allestì a sue <pe-.c unJ. g alera , recandosi in Tena Santa, dove si ,cgnalò combat• tendo contro gli infedeli. J I papa Paolo lii lo c hiamò al suo ,erv izio nel 1543 e sul le galere pontificie g ue rreggiò in le,•ante e sulle coste dell'Asia, venendo nominato capi• tana gen . delle galere. Pere11, Gwcomo. Generale,

11.

l'una d1e l'altro sono fatti con sistema dìffcren1.iale . Per l,l te mpera ,i impiegano bagni d i piombo (uso portati a varie temperature; ìl rinvenimento viene fatto a mezzo di forni elettrici. Nel fenomeno di P. il proietto è favorito ,I.il cappuccio di ferro o di acciaio dolce che è applicalo ,ull'ogiva. Al momento d ell' u rto contro la corazza i l capru.:cio ·imped isce alla punta del p ro iettile (che è relativameme fragile) di rompersi, <.: acquistando una elevatissima temperatura si fonde, fa ini7,Ìarc un procedimento cli fusione anche alla superficie della corazza stemperandola, cd agisce come lubrilicantc agevolando la pe netrazione del proiettile . Sul ìcnomeno <ldla penetrazione esistono molte teorie delle quali la pit1 accreditata è quella cli Tresider. Per perforare la corazw è necessario che il proieuilc raggiunga una velocità minima di urto. Tanto p itr bassa è la Yelocità éli urto e tanto migliori so no le ,1ualit/t penetrative del proiett ile, il che corrisponde ad una maggiore distanza di po"ihile offesa in comba11imcnro. O hre alla velocità di urto si deve considerare l'angolo di impano con il quale

e m. a S. ~fJrin Y1ag~

giorc (1838- 1912). Sollol. d i fan teria nel 1860, combatti' nel 1 866 ed a Monzambano meritò la menzio ne onoreYole . Frequentò poi la scuola di guerra e passò nello S. '.\1. Colonnello nel 1888, comandò il -i5• famcria e dal 189<> fu capo di S. M. <lei 4° C. d 'A. In P . A . nel 1895, fu nello stesso anno promosso magg . generale. '.\lei 1905 fu promo., so ten. ge nerale ne lla riserva .

Perez Xea (Michele). Capitano del sec. X\"11, n . a Cagliari. Colresercito spagnuolo guerreggiò nel ~hlancse e nelle Fiandre. Maestro di campo e commissario generale c.k llc artigl ierie, morì cornbattc11<lo nel 1638 . ScrÌ»c alcun i « Precetti militari , ull'ordinc e formaz ione degli ,qu,1droni cd un'opera sulla " Difesa delle piazze • · Perforazione delle corazze. La principak , Jrarreri stica d el proiettile navale è quella d i ave re in ,1lrissi1110 g rado <.Ju;ilità d i perforazione. Pe r poter ottenere que,to

Fori nella corazza con urli .1on.nali

o ltre :1 fabbricare i proietti con acciai speciali nei q uali e ntrano metalli come il nikel, il cromo, il molibdeno, ecc .. speciali norme vengono ossef\·atc per quanto riguarda l.1 tempera e la ricottura o rinvenimento del metallo . Sia

Proit:ttili rnccolti dopo perforazione di cora1.za

il proiettile urta la cora,:za. Le condizioni più favorevoli per la penetrazione si realizzano c,·identemente con !"urto normale. Si può però avere pcn, lrazione a nche con urti obli9ui d i 20 o 30 g rad i dalla perpendico lare. Questo fenomeno è favor ito dal profilo esterno d el capp11ccio, il qu ale i: fotto in modo da c reare nell"ur10 una componente che tende a raddrizzare il proicuile e a di,porlo perpendicolarmente a.Ila corazza . Nelle proYe di accettazione dei proicnili si prc,c ri vono non solo lo spessore e il t ipo c.ldlc rnrazu , ma anche la vclocit:'1 di urto e l'angolo cli inclinazione dell'as1e del proietto ,ulla faccia d ella corau,a. Queste pro,c ,i eseguono nei Balipedi e si raccolgono po<eia i proiettili dopo i l tiro, per studiarne il comportamento e giudicare la magg iore o m inore cllìcacia <li cs,i. f•: importante c he il proiettile riesca ad oltrepassa re la co• raua avendo il ;uo fondello intatto, pcrchè nd fondello è .i, vitata la spolcua che col suo funziona memo de,·c: far scoppiare la carica del prq•cu ilc all'interno della nave. Per g iudicare all'incirca g li effetti contro corazza che , i po,sono ragg iungere con un dato can none alle varie d i,rnnze si sono studiate delle formule empiriche che lcJ.!ano fra di loro i seguenti clementi: p, peso del prokttrlc; a, calibro dell'arma ; 11, velocità d 'urto; s, spe;sore

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della corazza; k, coefficiente d ipendente dal la q ua lità del metallo della corazza. Una delle formule che incontra maggior favore è la seguente: a 0 ,75 X fJ,;

V""r530 , K - -- po,s ideata dal! 'ingegnere Dc Marre, ù1 cui K per proiettili senza cappuccio ha i seguenti valori: K = r per corazze di acciaio dolce; K=r,15 7 1,20 per corazze di acciaio al cromo-n ikel ; K = 1 ,30 7 1 ,45 per corazze indurite o cementate. Questa formula V,Q le però soltanto per 1·urco normale . Altra formula è la seguente :

pv2=2950 k tfl.S si.<

Pergola. Comune in prov . di Pesaro, al la confluenza dd C inisco col Cesano. Le prime abitazion i che costituirono la città erano state c inte da n1ura, ma poi. c rescendo

iu cui. oltre ai coefficienti già detti, c'è il d, che è il diametro del proietto in cent imet ri .

Per gine (Sella d,). Passo delle Alpi Trentine, che inette in comunicazione la Va! Sugan a (Brenta) con quella del Fersina, affl,u ente dell 'Adige. La rotabile d a Bassano risale la valle del Bre nta per P rimolano sino a Grigno, ove si espande nel t ratto chiamato Val Sugana , e per llorgo e Lcv ico, passando a

1866. dalla Valsugana si svolse l'offensiva delle truppecomandate dal gen, Medici, che il 25 luglio avevano digià oltrepassato Pergine e si accingevano a ll 'aLtacco ed aggiramento delle posizioni austriach e presso Civezzano per piombare su Trento, quando pervenne , loro l'ordine di sospensione d 'arrn i provocato <lall'~rrnistizio . - li borgo <li Pergine ebbe in antico un buon castello, oggetto d i conte.a fra i Carraresi d i Padova e Lodovico d·Austria; i prim i riuscirono a conquistarlo, ma lo tcnnero per pochi anni, venendone cacciati nel 1356.

setten-

trione dei due laghi cli Caldonazzo e Levico (origini del Brenta) raggiunge la sella p 250 rn. e scende ali' abitato d i Pergine, donde per la Val Fersina sbocca a Tren to . È accompagnata da una linea ferroviaria che se ne discosta di poco, salvo Il castello di Pergine qualche tratto di passaggio in galleria. Geograficamente tale arte ria ha ad oriente dell'Adige - fu nz ione in ce•to modo simmetrica a quella d isimpegnata a occidente dall'arteria bresciana lungo le valli del Chiese, Sarca e Sella di Vezzano. Nell'anno

b popolazione, gli edifizi si estesero attorno in vast i sobborgh,. Fu ed ificata sul princip io del sec. XIII; nel '349 venne in potere d i Galeotto Malatesta a cui la tolse, nel

1354, il cardinale Albornoz. Le guerre del sec. XV le recarono gravi danni: Fortebraccio la µrese e la sacchcggit> : due volte l 'occupt> Sigismondo Ma latesta, a cui venne ricolrn dai legati pontifici,- e due volte cad,le in balia di France,co Sforza che la pose a sacco e ne attcrrt> le mura. Al p rincipio del sec. XVI, quando Cesare llorgia in vase il ducato <li Urbino, spogliandone Guidobaldo da Monteicltro. anche i'. cadde in suo potere, ma, tornato Guido. baldo, q uesti fece d istruggere quasi tutti i fortilizi, comf>resa la rocca di P., che non gli · aveva dato alcun vantaggio nella difesa dei suoi Stati . Dopo va rie dominazioni, la città paSst> alla Chiesa. Nel 19, I il Municipio di P. fo decorato della medaglia d'oro, istituita nel 1898, per premiare le a7 ioni pat riottiche compiute dalle città italiane durante il periodo del Risorgimento naz ionale .

Pergola {;1nge/o della). Condottiero del secolo XV, m. a Bergamo nel 1427. Allievo .di Alberico da Barbiano, combattè per Fi lippo Maria V isconti, sconfiggendo Carlo Malatesta e il Piccini no. Ebbe per soprannome « Angelo del fuoco ,, , - Suo figlio Antonio fu pure condottiero .

FINE DEL QUfNTO V OLUME

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